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Dettaglio seduta n.29 del 21/12/95 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 256 dei Consiglieri Ghiglia, Minervini, Casoni, Griffini Mancuso e Salerno relativa alle notizie stampa in ordine a presunto debito verso la CPDEL


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 256 presentata dai Consiglieri Ghiglia Minervini, Casoni, Griffini, Mancuso e Salerno.
Risponde l'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore alle finanze In riferimento alle notizie apparse sul quotidiano La Stampa dell'8/11/1995 circa una presunta morosità della Regione nei confronti della CPDEL per L.
83 milioni e mezzo, si fa presente che tale somma, peraltro imprecisa in quanto il debito ammonterebbe a L. 88 milioni, deve intendersi riferita a due ruoli di riscossione emessi dalla Direzione Generale degli Istituti di Previdenza, il n. 1611 del 3/2/1993 per L. 12.119.100 ed il n. 3025 del 20/7/1994 per L. 76.510.694, "per quote insolute di cessione del quinto della retribuzione" relativamente agli anni 1977/1981.
In sostanza, la Regione avrebbe incamerato ratei di cessione dello stipendio dai dipendenti omettendo successivamente di versarli all'Istituto Previdenziale.
Pur in presenza di difficoltà di non poco conto dovute alla ricerca di documentazione relativa a diciotto anni fa, i competenti uffici, sulla scorta degli atti d'ufficio, hanno contestato tali debiti.
Si ritiene, infatti, che la macchinosa organizzazione dell'Istituto di Previdenza abbia omesso di registrare i versamenti effettuati dalla Regione.
Citasi, a titolo di esempio, l'anno 1980, relativamente al quale l'Ente suddetto dichiara di aver riscosso L. 7 milioni, mentre la documentazione agli atti dell'Ente comprova il versamento di L. 88 milioni.
Ragion per cui i ruoli succitati sono stati contestati con note del 9/2/1995 e dell'11/4/1995, note tuttora rimaste senza esito.
In data 29/11/1995 vi è stato un incontro presso la Direzione Provinciale del Tesoro di Torino tra ispettori dell'INPDAP e funzionari regionali, in esito al quale, come risulta da apposito verbale, i suddetti ispettori hanno sostanzialmente rimosso tutte le morosità minori, precisando che "resta tuttora pendente la questione dei ruoli 1977/1981 (cessioni quinto) CPDEL per un importo di L. 88.629.794, formalmente contestato in data 9/2/1995 e 11/2/1995".
Allo stato degli atti, pertanto, non vi è alcuna procedura esecutiva per il recupero della somma in questione all'Amministrazione regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Ringraziamo l'Assessore per la sua compiuta risposta alla nostra interrogazione. Ci riteniamo pienamente soddisfatti.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interpellanza n. 251 del Consigliere Cavaliere ed interrogazione n. 271 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relative alle notizie in ordine al rientro dei dipendenti regionali attualmente distaccati presso gli Uffici Giudiziari


PRESIDENTE

Passiamo all'esame congiunto dell'interpellanza n. 251 e dell'interrogazione n. 271 relative allo stesso argomento.
Risponde ad entrambe l'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al personale e sua organizzazione In relazione a quanto in oggetto indicato si comunica quanto segue.
La mobilità di personale regionale presso la Procura della Repubblica o il Tribunale di Torino non è consentita dalla vigente normativa. I distacchi erano a suo tempo stati disposti sulla base di un supposto "interesse comune" tra la Regione e tali organismi. Circa tale "interesse" gli uffici regionali (e anche l'Assessore) hanno sempre espresso parere negativo ed in conseguenza di ciò i relativi provvedimenti sono stati disposti solo dietro ordine scritto del Presidente della Giunta regionale.
La posizione degli uffici, peraltro, deriva anche da un'osservazione formulata a suo tempo dal Commissario del Governo con la quale: si ricordava all'Amministrazione regionale che la mobilità esterna del personale regionale è consentita limitatamente con riferimento agli Enti del Comparto si evidenzia che l'assegnazione funzionale del personale regionale è consentita unicamente per l'esercizio di funzioni delegate si precisava che la prestazione di servizio del pubblico dipendente presso enti o uffici diversi da quello di appartenenza è ammessa dal vigente ordinamento esclusivamente per le ipotesi normativamente previste si invitava, infine, l'Amministrazione regionale ad assumere iniziative per far rientrare negli uffici regionali il personale in questione.
Presso la Sezione GIP del Tribunale di Torino operano, in forza di una deliberazione di Giunta che non prevede un termine di scadenza, i seguenti dipendenti: Avramo Claudia, VI q.f., distaccata dal 1980 Marafante Laura, VI q.f., distaccata dal 1980 Romanò Maria, VI q.f., distaccata dal 1980 Russo Luisa, VII q.f., distaccata dal 1992.
Presso il Casellario della Procura della Repubblica era invece distaccato dal maggio 1993 il dipendente Brovia Franco, VI q.f., per il quale la relativa delibera aveva durata fino al 3 novembre u.s.
La decisione di non prorogare ulteriormente il distacco di tale dipendente e di disporre il rientro delle altre quattro unità di personale entro fine anno è stata assunta sulla base delle seguenti considerazioni: non esistono attività di "comune interesse" tra la Regione Piemonte e il Tribunale di Torino o la Procura della Repubblica finora nulla, né oneri stipendiali né oneri per il lavoro straordinario è stato mai rimborsato da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, per cui questa Amministrazione si trova in una situazione non regolare sotto il profilo della corretta gestione della spesa pubblica.
Da quanto esposto emerge pertanto: 1) che non si tratta del rientro di decine di lavoratori, ma, al momento di un unico dipendente cui dovranno seguire, entro fine anno, i restanti quattro 2) che il rientro non è certamente stato disposto per creare problemi alla Magistratura, ma per mantenere gli atti della Giunta entro corretti limiti di legittimità.
Circa i grandi problemi al funzionamento degli Uffici Giudiziari del Piemonte, che sarebbero stati creati dalle decisioni di questa Amministrazione, si osserva che ben avrebbe potuto il Ministero di Grazia e Giustizia provvedere alla copertura delle vacanze di organico attraverso i concorsi che, anche di recente, sono stati espletati. Inoltre ben può il Ministero porre in essere le procedure per l'assorbimento degli esuberi di personale attraverso le procedure della mobilità gestite dalla Funzione Pubblica.
In merito, poi, alle presunte necessità di alleggerire il peso degli uffici della macchina regionale favorendo l'esodo di parte del personale verso altri Enti pubblici, si osserva in primo luogo che, prima che questo possa avvenire, la ristrutturazione dovrà essere operante. Al momento la struttura non è ancora stata razionalizzata e, proprio in questo periodo stanno pervenendo numerosissime richieste di potenziamento degli uffici; in secondo luogo si precisa che, nel momento in cui dovrà essere favorito l'esodo di personale, questo dovrà essere fatto nell'assoluto rispetto delle norme.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Sono chiaramente insoddisfatto della risposta dell'Assessore che più burocratica non poteva essere. Il dire che non ci sono interessi comuni fra il Tribunale di Torino e la Regione Piemonte è accettabile solo se letto in questo modo; il buon senso, invece, dimostra chiaramente il contrario.
Anche un bambino capisce che non è così. Tra l'altro, ci siamo recati in visita alle carceri di Torino e al reparto dell'Ospedale Amedeo di Savoia collegato alle carceri - dove sono emersi i gravi problemi che ha la giustizia nella nostra regione.
Probabilmente i regolamenti corrispondono al vero, non voglio entrare nel merito, ma c'è il fatto che il Presidente del Tribunale aveva chiesto che tali dipendenti venissero confermati.
Come ci ha detto l'Assessore, in passato si era fatta questa operazione forse non rispettando tutti i crismi dei regolamenti. I Presidenti delle Giunte precedenti avevano sempre adottato un provvedimento di questo genere: cambiamo Presidente della Giunta e cambiamo atteggiamento.
Tutto questo a fronte di un'esplicita richiesta del Presidente del Tribunale di confermare queste persone nell'attività che svolgevano.
Mi rendo conto degli altri aspetti, dei problemi di natura finanziaria, ma credo che se abbiamo avuto quel tipo di sollecitazione è perché tali persone servono. D'altro canto, tutti quanti conosciamo i problemi che ha la giustizia in Italia, l'accumulo di tempo nello svolgimento dei processi e come ricordava anche il Presidente del Tribunale esiste il rischio che persone socialmente molto pericolose possano uscire di galera a causa dei ritardi tecnici dei processi.
Tra l'altro, tutti i cittadini, soprattutto quelli non pericolosi, hanno il diritto di vedere un sollecito svolgimento dei processi. Si tratta quindi di un problema generale che riguarda l'intera collettività del Piemonte.
Pertanto questo tipo di risposta risulta quasi incredibile.
Sottolineo, inoltre, l'atteggiamento della forza politica egemone nella maggioranza, Forza Italia, di polemica continua nei confronti della Magistratura a livello nazionale, che si traduce anche in atti di questo tipo; la cosa mi sembra estremamente grave. Occorrerebbe ripensare a questo tipo di provvedimento anche perché è in discussione la legge sul personale che tra l'altro prevede il trasferimento di personale; ora questo personale è già lì, in alcuni casi dal 1980, e viene appunto tolto dalla funzione che svolgeva. Non conosco il numero preciso dei dipendenti dislocati in questi uffici, noi ci siamo basati su notizie fornite dalla stampa l'interrogazione era volta anche a conoscere l'esatta dimensione del fenomeno. In ogni caso il fenomeno esiste ed è rilevante; mi pare che non sia nello spirito di collaborazione tra le istituzioni un comportamento di questo genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Come vede, Presidente, si sarebbe potuto parlare di politica del personale in termini generali, anche partendo da questo problema. Rispetto all'argomento il collega Papandrea ha già detto alcune cose.
Credo, Assessore Gallarini, che vada tutto bene, nel senso che si prende atto che è cessato il comune interesse, ma questo poteva avvenire non mettendo in difficoltà, dopo quindici anni di collaborazione, gli Uffici Giudiziari. Il processo poteva avvenire gradualmente affinché, pur cessando il comune interesse, si terminasse correttamente una collaborazione proficua. Vi è però un'altra questione. Proprio l'altro ieri abbiamo appreso, perché l'Assessore lo ha comunicato informalmente, del contenzioso con lo Stato rispetto alla manica di Palazzo Reale: lo Stato ci chiede 10 miliardi per l'affitto mai pagato, noi regaliamo alla Provincia di Verbania un palazzo della Regione! Insomma abbiamo un atteggiamento abbastanza ambivalente nel rapporto con gli altri Enti e in particolare con lo Stato.
Vi è il bisogno, evidentemente, di una collaborazione complessiva, dove si tengano presenti tutti i problemi e tutte le dinamiche, compreso l'utilizzo degli immobili regionali. Anche se ciò fa riferimento ad altri Ministeri bisogna comunque coordinare questi atteggiamenti: da una parte per non dover prendere e dall'altra dover dare in modo non coordinato determinando grosse disfunzioni.



PRESIDENTE

La parola al l'Assessore Gallarini per una breve replica.
GALLARINI, Assessore al personale e sua organizzazione Penso che sia opportuno fare alcune precisazioni.
Mi sono limitato a leggere la parte formale.
Per quanto riguarda la mia appartenenza a Forza Italia non entro nel merito: sono qui come Assessore dell'istituzione Regione.
Per quanto riguarda la collaborazione, la collaborazione c'è. Il Presidente Ghigo e il sottoscritto hanno avuto un incontro sia con il Presidente del Tribunale che con il Procuratore Marzachì durante il quale si è parlato di queste questioni. I due organismi sopra citati hanno concordato con noi sul fatto che, nella sostanza, era in essere una illegittimità ed hanno chiesto se era possibile trovare una forma nuova che potesse giustificare un qualche distacco. Finora è venuto meno - come si è detto - il distacco alla Procura della Repubblica; sono ancora in piedi, fino al 31 dicembre, i quattro presso il Tribunale.
Siamo rimasti dell'intesa (questo è avvenuto circa tre settimane fa; gli incontri ci sono stati fra il Presidente, l'Assessore, il Tribunale e la Procura, ovviamente separatamente) che Tribunale e Procura argomentassero con motivazioni sociali - se fossero riusciti a trovarle - che ci avrebbero sottoposto. E noi come Regione, nei limiti del possibile, ci siamo dichiarati disponibili a stipulare una convenzione che mantenesse in capo quei distacchi e quindi che andasse nella direzione - perché questa è la volontà - di collaborare.
Certo che questa volontà - Consigliere Papandrea e Consigliere Cavaliere ma ovviamente mi rivolgo a tutto il Consiglio - si scontra molte volte con altre esigenze.
Voi sapete che non passa giorno in cui non arrivino comunicazioni dalla Corte dei Conti, per quanto ci riguarda come Regione, con responsabilità personali. L'ultima è arrivata ad una funzionaria (VII livello) del Settore Ragioneria: le addebitano 130 milioni per un fatto avvenuto tredici anni fa! Dalla Corte dei Conti! Certo che occorre collaborare, ma bisogna anche essere realisti in quanto nessuno di noi - men che meno chi vi parla che, nella vita privata, è un insegnante a 2 milioni e 300 mila lire al mese - può correre il rischio di avere in capo addebiti di una certa entità per i quali non basterebbe tutta la carriera, da qui alla pensione, per rifondere allo Stato.
Per quanto riguarda la questione di Palazzo Reale e la questione di Verbania, ciò che ha detto il Consigliere Cavaliere è vero e ci siamo scambiati questa informazione l'altro giorno in Commissione. Proprio l'altro giorno è arrivata un'ingiunzione dal Ministero delle Finanze nei confronti della Regione per 10 miliardi e 200 milioni. La Regione deve questa somma al Ministero delle Finanze, quindi allo Stato, per i canoni di locazione di Palazzo Reale dal 1976 al 1995. Ho citato questo caso per dire che nei nostri confronti lo Stato non è assolutamente magnanimo.
Ultimamente siamo in dirittura d'arrivo per chiudere un'operazione iniziata circa quattro anni fa (operazione, quindi, gestita da più Giunte e più soggetti e che ora sta per arrivare in porto) relativa ad una permuta ipotizzata fra Palazzo Barolino - a Casale - e un edificio a Novara adiacente alla Questura.
Proprio ultimamente, nonostante i miliardi che la Regione ha profuso in tutti questi anni nel Palazzo Barolino di Casale, è arrivata l'ipotesi di accordo da parte dello Stato che prevede la permuta del solo uso di Palazzo Barolino (che verrebbe in uso alla Regione) e dell'edificio di Novara (che andrebbe in uso allo Stato, ma con una richiesta di conguaglio per cui la Regione deve dare allo Stato un saldo positivo di un certo numero di milioni all'anno).
Quindi ci sembra di poter dire che, purtroppo, regali non se ne possono fare, pur con tutta la buona volontà di collaborazione di questo mondo! Prima di tutto perché non c'è corrispondenza da parte dell'interlocutore su altri tavoli; in secondo luogo perché il limite è quello dell'esposizione personale della responsabilità di ognuno di noi.
Consigliere Cavaliere, per quanto riguarda Verbania non abbiamo regalato la struttura all'Amministrazione provinciale: ci siamo detti disponibili, con il disegno di legge che abbiamo approvato ieri, a mettere a disposizione quell'edificio ad un'ipotesi di concorso pubblico Regione, Provincia e Comune per costruire un punto di riferimento per la nuova Provincia di Verbania. Questo è quello che è stato fatto.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Enti strumentali

Interpellanza n. 211 dei Consiglieri Ferraris, Peano e Saitta relativa all'aumento del capitale SITO - Necessità di conoscere le risultanze dell'assemblea straordinaria del 29/9/1995 nonché le linee programmatiche dell'attività degli Enti strumentali e delle Società a partecipazione regionale


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 211 presentata dai Consiglieri Ferraris Peano e Saitta.
La parola al Consigliere Saitta per l'illustrazione.
SAITTA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, abbiamo presentato questa interpellanza nel mese di ottobre per conoscere la posizione della Regione Piemonte in merito all'assemblea straordinaria del SITO che si è tenuta addirittura il 29 settembre. Oltre a questa richiesta di chiarimento, vi è anche la richiesta di conoscere qual è l'orientamento della Regione - della Giunta in questo caso - in relazione a tutta l'attività degli Enti strumentali e delle Società a partecipazione regionale.
Abbiamo voluto porre questo secondo aspetto più generale, perché riteniamo che sia una delle questioni rilevanti della Regione. Come si sa, la Regione Piemonte, negli anni, ha assunto la partecipazione in numerose società e addirittura ha promosso la costituzione di altre. Attualmente la Regione partecipa in diciassette società. Una valutazione in termini economici di queste partecipate ci dà anche la dimensione del problema. L'attuale importo delle partecipazioni regionali, nel loro insieme, assomma a 34 miliardi e 851 milioni a fronte di una cifra di 130 miliardi corrispondenti alla somma di tutti i capitali sociali delle medesime società. Si sa anche che l'effettivo valore delle azioni detenute dalla Regione Piemonte nelle singole società è di circa 60 miliardi se raffrontato al capitale sociale di queste società.
A giudizio dei Popolari il settore delle partecipazioni regionali va razionalizzato partendo da un'analisi dei dati di bilancio. Noi vogliamo sapere qual è l'orientamento per evitare che si partecipi a queste società alle assemblee delle società, magari alla richiesta di aumento di capitale senza un'indicazione. Noi diamo questa indicazione: bisogna razionalizzare il settore partendo da un'attenta analisi dei dati di bilancio della società e da una verifica approfondita circa le maggiori o minori strategicità delle finalità proprie delle singole società rispetto alla programmazione regionale e circa il grado di raggiungimento degli obiettivi indicati dalle leggi regionali di partecipazione; cioè occorre, per noi valutare per ogni società - e chiediamo se è stato fatto per l'assemblea del SITO - se la partecipazione della Regione continua ad essere necessaria e in che misura, o se, una volta raggiunti gli obiettivi che la stessa si era posta, o, preso atto del mancato raggiungimento degli stessi, non sia il caso di prevedere il superamento della partecipazione regionale per gradi, ovvero, con una progressiva privatizzazione del comparto.
Noi sostanzialmente condividiamo la proposta e vogliamo conoscere la posizione della nuova Giunta regionale: condividiamo la proposta della precedente Giunta, contenuta nel Piano regionale di sviluppo, che era quella di raggruppare le società a partecipazione regionale in due holding.
Ricordo che la prima avrebbe dovuto operare nel settore del sostegno all'innovazione dei servizi all'impresa, settore in cui l'azione regionale riveste un carattere prevalentemente promozionale, che quindi avrebbe dovuto raggruppare tutte le società che sono riconducibili in quel settore.
La seconda holding (proposta sempre contenuta nel Piano regionale di sviluppo) avrebbe dovuto operare nel settore dei trasporti in cui la Regione ha una competenza piena e avrebbe anche dovuto raggruppare tutte le società con compiti di gestione. Rilevo l'importanza di quel disegno posto dalla Giunta ed approvato nel Piano regionale di sviluppo, perché in quella maniera le holding sarebbero diventate le sedi privilegiate in cui Enti pubblici e rappresentanze regionali delle categorie economiche avrebbero congiuntamente operato per conseguire obiettivi regionali di sviluppo tramite la promozione delle singole iniziative societarie e sarebbe stato sicuramente molto più semplice fare delle valutazioni di carattere strategico. E' chiaro che sono evidenti i risultati di una ristrutturazione del settore in questa maniera, cioè attraverso due holding, non soltanto in termini di contenimento del numero degli amministratori della società.
Avrebbe provocato anche un migliore coordinamento di tutti gli interventi e soprattutto un inserimento delle partecipazioni nelle logiche di mercato quindi con un vantaggio notevole per l'amministrazione.
Chiediamo, pertanto, se queste valutazioni sono state tenute presenti nell'assemblea del SITO e quali sono le valutazioni che la Giunta intende proporre al Consiglio per quanto riguarda tutte le partecipate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Majorino.
MAJORINO, Assessore agli enti strumentali Prima di tutto la questione SITO. All'assemblea SITO partecipò l'Assessore Gallarini con il preciso mandato della Giunta, al momento, di non aderire all'aumento di capitale che veniva chiesto da 8 a 16 miliardi. La Regione ha il 44% delle attuali partecipazioni. Si è ritenuto di approfondire la situazione e di avere chiarimenti. Avuti i chiarimenti, e rilevato che la ragione fondamentale dell'aumento di capitale era di dotare la società di denaro fresco per acquisire in tempi brevi le aree a nord della tangenziale, occorrenti a sviluppare la realizzazione del comprensorio, ed avvalendosi delle possibilità reddituali di mercato che la fase di ripresa economica consente - queste sono state le motivazioni - e sentita anche la Finpiemonte (la quale detiene un altro 6%, per cui le partecipazioni della Regione, fra Regione e la sua finanziaria Finpiemonte, toccano il 50%) si voleva fare una riflessione, ai fini di prendere una decisione nella prossima assemblea. Non si è detto un no risoluto all'aumento di capitale: non avevo ancora gli elementi per poter decidere insieme alla Finpiemonte in modo da toccare il 50%.
A questo punto l'orientamento della Regione è di aderire all'aumento di capitale: lo comunicheremo agli organi di amministrazione del SITO, dopo aver ulteriormente sentito la Finpiemonte, la quale, allo stato degli atti appare ancora perplessa. Infatti ci è stata fatta una precisa richiesta, da parte della Finpiemonte, per spiegarci le ragioni per cui non ritiene di sottoscrivere l'aumento di capitale. Su questo primo punto dell'interpellanza rispondo dicendo che il nostro orientamento, sentita ancora la Finpiemonte, è di arrivare alla sottoscrizione dell'aumento di capitale, cioè a deciderlo in assemblea. Quindi, con l'apposita legge nella quale si illustrerà più nel dettaglio l'opportunità e la convenienza di sottoscrivere, provvedere al riguardo. E' da tenere presente che l'aumento, in termini finanziari, significa 3 miliardi e mezzo circa da potersi corrispondere in due tranche.
Per quanto riguarda la seconda parte dell'interpellanza, di cui la Giunta non si nasconde l'importanza, sia per quanto contenuto nel Piano di sviluppo della precedente Giunta, sia per quanto riguarda la valutazione costi-benefici - il cuore del problema - la Giunta ha in preparazione un documento con il quale esporrà le proprie valutazioni, la propria strategia su tutti gli Enti strumentali e farà calendarizzare al riguardo un dibattito in modo che ci si possa pronunciare da parte dell'intero Consiglio.
Allo stato degli atti la risposta non viene data dalla Giunta, non per eludere il problema, ma per fare una valutazione complessiva di tutti gli Enti strumentali e delle società di partecipazione e al riguardo fare calendarizzare un dibattito generale che esca dai meri limiti consentiti ad un'interpellanza.



PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Saitta per una breve risposta.
SAITTA Soltanto per esprimere completa e totale insoddisfazione. Dalle valutazioni riportate sul SITO constatiamo che la Giunta non ha ancora una posizione sulle partecipate, di conseguenza neanche sulla partecipazione all'assemblea dove è previsto un aumento di capitale; non c'è una linea di condotta che valga non soltanto per questo caso, ma per tutti. Questo non può che portare ad una valutazione dei fatti più contingenti. Se la motivazione di partecipare ad un aumento di capitale, 3 miliardi e mezzo da parte del SITO, è dettata soltanto dall'acquisto dei terreni, mi pare veramente molto debole.
Noto e constato che manca una posizione di carattere strategico, cosa che molto spesso non conduce a risultati ottimi per l'intera comunità, in questo caso in termini economici. A parecchi mesi, ormai, dall'insediamento della nuova maggioranza, una carenza di questo tipo in questo settore importante è un fatto grave che dimostra i limiti, che tra l'altro avevamo previsti, dell'attuale maggioranza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interrogazione n. 276 dei Consiglieri Spagnuolo, Marengo, Riggio Simonetti, Cavaliere e Saitta relativa alla paventata chiusura dell'Ospedale di Castellamonte


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 276, alla quale risponde l'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità L'interrogazione attiene all'Ospedale di Castellamonte e comunque alla situazione dei presidi sanitari nel Canavese. Si chiede se le notizie a mezzo stampa locale rispondono a verità, in riferimento all'eventuale chiusura dell'Ospedale di Castellamonte e ai programmi e progetti sui presidi sanitari del Canavese.
Le notizie di stampa, soprattutto locale, non corrispondono al vero per quanto riguarda la prospettata chiusura dell'Ospedale di Castellamonte anche in via temporanea. Domenica 14 dicembre (dieci giorni fa) sono stato a Castellamonte, in un Consiglio comunale aperto; in quella sede ho dibattuto, com'è doveroso da parte dell'Assessore, con i Consiglieri, con i Sindaci e con le Organizzazioni sindacali la situazione di Castellamonte e degli altri presidi dell'USL n. 9. Si è trattato di un dibattito cordiale qualche volta teso, ma comunque assolutamente franco.
Peraltro, la sede di Castellamonte non compare assolutamente nell'elenco recentemente inviato al Ministro della Sanità, degli ospedali piemontesi che rientrano nella previsione dell'art. 3 della legge n. 724/94, che prevedeva la riconversione, l'accorpamento o addirittura la chiusura degli ospedali con meno di 120 posti letto.
Come per tutte le Aziende sanitarie regionali dotate di più sedi ospedaliere, anche la numero 9 (l'USL di Ivrea) dovrà provvedere nei prossimi mesi a predisporre un piano di organizzazione e riordino dell'intera rete dei servizi.
A tutt'oggi, per quanto riguarda la rete ospedaliera dell'USL n. 9, è stata assunta una deliberazione nella quale viene costituito un unico presidio ospedaliero operante su tre sedi (Ivrea, Castellamonte e Cuorgnè). Il Direttore generale stabilirà quale divisione privilegiare in un ospedale anziché in un altro, ma questo in un'ottica di un servizio migliore a fronte di costi inferiori.
Sono inoltre stati completati i lavori edilizi del terzo lotto di ampliamento dell'Ospedale di Cuorgnè con la sopraelevazione di un piano ed è già concesso il finanziamento di L. 2.600.000.000 per il completamento dell'opera. Quindi Cuorgnè, come ospedale, sarà finalmente ultimato; questo non per merito mio né della Giunta alla quale appartengo, ma per tutta una serie di provvedimenti che erano stati assunti precedentemente.
Per la sede di Ivrea è al CIPE il progetto di finanziamento per circa L.
7.000.000.000 per il nuovo blocco operatorio ed è in via di definizione il progetto esecutivo per la ristrutturazione già finanziata del DEA.
Sono inoltre in corso trattative con la Casa di Cura Eporediese per affittare una parte dell'edificio dove collocare circa 50 posti letto di degenza e poter conseguentemente disporre di spazi per la libera professione medica anche presso la sede ospedaliera di Ivrea.
Il numero totale di posti letto nelle tre sedi ospedaliere è di circa 700 purtroppo vi sono solamente 19 posti letto per lungodegenza: 9 a Castellamonte e 10 a Cuorgnè. Sempre per la lungodegenza sono disponibili 15 posti letto convenzionati presso la Casa di Cura Eporediese.
Da ultimo si sottolinea come per tutte e tre le sedi sono in corso le opere di messa a norma per quanto riguarda la sicurezza antincendio e antinfortunistica, DL n. 626; i tre nosocomi sono quelli che ci danno maggiore tranquillità, in attesa e sperando che il provvedimento slitti.
Nello specifico, per la sede di Castellamonte, l'Azienda (e non la Regione) ha stanziato circa L. 1.500.000.000 sul bilancio 1995 proprio per la messa a norma, e questo è un dato ulteriore del fatto che Castellamonte non chiude assolutamente.



PRESIDENTE

La parola al la Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Ringrazio l'Assessore per le informazioni che mi ha dato e che ha dato al Consiglio, che recano l'impegno (chiederò poi cortesemente il testo di questa sua risposta, che era scritta) a non chiudere l'Ospedale di Castellamonte. Questa struttura sanitaria era già stata oggetto di ristrutturazione nella revisione di carattere sanitario collegata ad Ivrea per cui si tratta di un insieme di questioni già affrontate precedentemente sotto il profilo sanitario.
Esiste un ordine del giorno, che io ho sottoscritto con diversi Consiglieri e che dovremo poi discutere in quest'aula, che impegna la Giunta a dare informazioni sul riordino di queste piccole strutture, che evidentemente sono portatrici di problemi organizzativi. E' vero che questo problema l'abbiamo già affrontato nella tornata legislativa precedente, ma è altrettanto vero che queste piccole strutture svolgono una funzione utile si tratta di trovare un equilibrio che consenta di non avere un dispendio di carattere economico molto elevato, senza privare di queste strutture le realtà locali interessate, in quanto per le comunità non troppo grandi rappresentano una condizione per avere vicini i servizi.
Assessore, chiudo questo mio intervento - non vuole neanche essere tale, si tratta di brevi riflessioni - con una raccomandazione. Tutta la questione sanitaria tocca profondamente i cittadini e tocca - ripeto - quasi l'equilibrio e la tranquillità sociale soprattutto nelle piccole comunità per cui questa è una materia alla quale bisogna prestare molta attenzione.
E' molto importante anche quello che si dice, perché se è vero che lei oggi mi ha dato - e la ringrazio - delle rassicurazioni rispetto a questo problema, è altrettanto vero che ci sono stati dei contatti e delle prese di posizione (non so se sue o dell'Assessorato) che andavano in tutt'altra direzione e che sono stati ampiamente ripresi anche dai mass media, creando disagio profondo e rispetto alle quali si impiega tempo a recuperare un rapporto di fiducia o di corretta conoscenza della realtà.
Io credo che anche in questo campo ci si debba muovere con molta prudenza nel rapporto con i Comuni, con l'informazione, perché l'allarme che una scorretta informazione, oppure una dichiarazione un po' improvvisata (pu anche succedere) può provocare, è talmente grave che sono poi necessarie delle risorse di tempo, economiche, delle dichiarazioni di carattere politico, si devono riunire i Consigli comunali, ecc., per recuperare la situazione. A volte si rincorre tutta una serie di situazioni che, invece è bene governare prima anche sotto il corretto profilo dell'informazione e del nostro rapporto.
Comunque, Assessore, la ringrazio. Sul tema di carattere generale torneremo e torneremo, ritengo, anche sulla questione dell'organizzazione dell'intero Eporediese sotto il profilo sanitario. Ho ritenuto, dopo essere stata contattata dal Consiglio comunale di Castellamonte, di richiedere una rassicurazione, da lei rilasciata in quest'aula, rispetto alla questione dell'ospedale locale.



PRESIDENTE

La parola al l'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Ringrazio la collega Spagnuolo per il modo cortese, ma concreto, con il quale ha replicato. Io debbo doverosamente dirle che in realtà questo disguido è sorto da un elenco di ospedali che comunque andavano rivisitati quindi tutto è successo per questo inconveniente. Devo però, in questa sede, rivolgere un invito sentitissimo, accorato - se mi permettete - a tutti i Consiglieri e a tutti gli Assessori: nella razionalizzazione della rete ospedaliera, che è cosa indispensabile e da farsi, non bisogna in alcun modo privilegiare il particolare e il localistico. Teniamo presente che la vicina Liguria ha chiuso dodici ospedali in meno di un anno. Questo è importantissimo, perché io mi rendo conto di quanto stia a cuore al cittadino avere l'ospedale vicino alla porta di casa, però se vogliamo dare un servizio migliore, ottimale, a fronte, come ho detto precedentemente, di costi inferiori, dobbiamo ragionare in quest'ottica.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione n. 176 dei Consiglieri Dutto e Farassino relativa alla chiusura dei locali adibiti a sala d'aspetto e biglietteria della stazione FS di Centallo, interpellanza n. 180 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti relativa alla chiusura della stazione ferroviaria di Sant'Ambrogio ed interrogazione n. 190 del Consigliere Cavaliere relativa alla chiusura della stazione ferroviaria di Crescentino


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 176, a cui risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Rispondo anche all'interpellanza n. 180 e all'interrogazione n. 190 che non sono iscritte nell'elenco: spero che questa risposta sia onnicomprensiva anche per i Consiglieri Simonetti, Chiezzi e Papandrea e per il Consigliere Cavaliere. In ogni caso fornirò loro il testo fotocopiato della risposta e sono disponibile, domani mattina, per uno scambio di vedute.
I quesiti sopra esposti vertono principalmente sui problemi di impresenziamento delle stazioni di Centallo, Sant'Ambrogio e Crescentino sto rispondendo, in modo particolare, all'interrogazione dei Consiglieri Dutto e Farassino sulla stazione di Centallo.
La ragione dell'impresenziamento di queste stazioni, come pure di molte altre, anch'esse collocate su linee ferroviarie di interesse regionale, è soprattutto di natura economica: le Ferrovie dello Stato S.p.A. intendono cioè intervenire su molti dei costi che incidono sul bilancio della società medesima.
Gli investimenti in tecnologie da parte delle FS, tipo: l'adozione del sistema di circolazione CTC (Controllo Traffico Centralizzato) l'introduzione di telecomandi per l'automazione degli scambi ed altro hanno limitato l'esigenza di presenziamento di alcune stazioni, consentendo in tal modo una notevole diminuzione dei costi di gestione delle linee.
Comunque nel merito dei quesiti posti, dai dati in possesso di questo Assessorato e da informazioni assunte direttamente dalle FS S.p.A., è emerso quanto segue.
Le Ferrovie dello Stato, pur avendo promesso la riapertura della stazione di Centallo per 5 giorni alla settimana (lunedì-venerdì) e per 7 ore al giorno, così come viene evidenziato nell'interrogazione, non hanno potuto far fede alla promessa fatta in quanto, malgrado un'accurata ricerca di personale fra quello interno da inserire nei servizi di stazione, non hanno ottenuto alcuna disponibilità.
A questa lacuna le Ferrovie dello Stato hanno posto rimedio ricercando detta disponibilità fra il personale appena assunto e che attualmente sta svolgendo un corso di formazione; per cui l'apertura della stazione dovrebbe avvenire a brevi termini (ad oggi l'apertura della stazione c'è stata).
E' in studio, inoltre, la possibilità di inserimento di attività commerciali (bar, edicola) per l'utilizzazione dei locali di stazione; a tal fine, quanto prima, le FS indiranno apposita gara.
Ripeto che la riapertura dei locali della stazione di Centallo è avvenuta in data 1/12/1995.
Ho voluto leggere ugualmente il testo di quanto è stato approntato dagli uffici, perché riguarda talune altre situazioni sul territorio, non del tutto da sottovalutare nell'ambito del riordino che le Ferrovie dello Stato dovrebbero comunicarci. Il problema però non è soltanto delle Ferrovie dello Stato, a questo punto; sapremo presto quale sarà il destino della Regione nella diretta, oppure quasi coinvolta, responsabilità di gestione.
E' giusto che si dica che il biglietto integrato, come ho detto per altre interrogazioni, farà grazia di tutto quello che necessariamente dovrà essere riveduto nell'ambito dei trasporti. Abbiamo avuto anche delle notizie non del tutto piacevoli, perché si è arrivati alla conclusione di determinare la strategia del biglietto integrato per coinvolgere le Ferrovie dello Stato ad essere attente alla risoluzione di tutte le carenze evidenziate; purtuttavia dobbiamo dire che è accaduto che al Comune di Torino non è ancora passato il progetto, concordato con il Comune e la Provincia di Torino, con tutti coloro i quali nel territorio rappresentano la gestione del traffico e delle pendolarità. Ci troviamo di fronte ad una situazione piuttosto difficile da capire: insomma, non si può arrivare a concludere un patto politico che determini, per quanto di negativo pu essere rappresentato per talune fasce di utenti, una risoluzione che potrebbe essere il primo passo per la riorganizzazione del sistema del traffico nella nostra Regione e poi trovarci di fronte a queste incongruenze politiche, che attardano il processo di risoluzione dei casi evidenziati e degli altri che comunque permangono.
Ad ogni modo, per quanto riguarda la situazione di Centallo, dall'1/12/1995 la stazione è stata riaperta. Non so in quali termini e con quale utilità gli interroganti mi sapranno dire, visto che se ne interessano direttamente, che cosa è avvenuto di buono e di positivo dalla riapertura della stazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.
DUTTO In effetti la stazione di Centallo è stata riaperta: con un orario limitato, 7 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, che comunque va a coprire le necessità di una fascia di utenza abbastanza larga.
Ringrazio l'Assessore Masaracchio per la risposta. Probabilmente proprio questa interrogazione è servita a fare una positiva pressione sulle FS per la riapertura, insieme ovviamente alle pesanti pressioni dei pendolari e del Sindaco di Centallo.
Questo argomento finisce bene. Preannuncio già di aver depositato altre interrogazioni perché purtroppo sulla linea ferroviaria Torino-Cuneo esistono dei gravi problemi, ci sono dei grossi disservizi per cui ci saranno altri argomenti da affrontare a breve.



PRESIDENTE

E' così esaurito il punto relativo alle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Casari, Casoni, Cavallera e Goglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: disegno di legge n. 75: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996" disegno di legge n. 78: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio anno 1996 per Enti gestori Aree protette ed Enti strumentali" proposta di legge n. 54: "Modificazioni alla L.R. 11/4/1995 n. 58 'Norme in materia di sbarramenti fluviali, di ritenuta e bacini di accumulo idrico di competenza regionale'" proposta di deliberazione n. 181: "Riparto per l'anno 1995 del fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali di cui alle LL.RR. n. 20/82 e successive modifiche ed integrazioni, n. 62/95 e n. 24/92 e successiva modifica".
Tutti i provvedimenti sopracitati sono stati licenziati dalle competenti Commissioni.
Pongo pertanto in votazione l'iscrizione all'o.d.g.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale in merito alla sospensiva dell'arch. Sertorio Lombardi


PRESIDENTE

Come convenuto nella Conferenza dei Capigruppo, il Presidente della Giunta desidera fare una comunicazione al Consiglio.
La parola pertanto al Presidente Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale In relazione alle notizie apparse sugli organi d'informazione di oggi, con riferimento alle decisioni del TAR sul caso Sertorio, comunico di non aver ricevuto ufficialmente alcuna notifica delle predette decisioni.
Nel momento in cui queste mi verranno consegnate, provvederò, alla luce del contenuto delle stesse, ad eseguire quanto deciso dal TAR ai sensi di legge.
Mi impegno inoltre a relazionare in aula sul caso in oggetto e sullo stato organizzativo del Settore Beni Ambientali, nel momento in cui avrò raccolto elementi sufficienti per sostenere questa relazione.


Argomento: Varie

Richiesta da parte del Consigliere Salerno di esame in Consiglio regionale di un ordine del giorno in merito alle dichiarazioni giornalistiche dell'on. Bossi


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Salerno; ne ha facoltà.
SALERNO Grazie, Presidente.
Vorrei fare una comunicazione di qualche secondo.
Purtroppo, sabato 16 dicembre, una dichiarazione di un leader nazionale pare sia passata inosservata a tutti i Consiglieri.
In un discorso il leader nazionale di un partito si è rivolto a milioni di italiani - tra cui i "terroni", così definiti da lui i meridionali dicendo: "Mafia, ladri, delinquenti, vermi portati qui, nella nostra terra perché siamo stati disattenti".
Mi domando perché non abbiamo proceduto ad una ferma ed immediata condanna di queste dichiarazioni irresponsabili.
Per mancanza dei voti di gran parte dell'opposizione di questo Consiglio devo dire che non ne capisco il motivo - l'ordine del giorno presentato non è passato.
Volevo solo evidenziare pubblicamente questo fatto, che ritengo grave ed irresponsabile.



PRESIDENTE

Al riguardo è stato presentato un ordine del giorno, la cui iscrizione all'o.d.g. non è stata approvata dal Consiglio, in quanto non ha raggiunto i 40 voti necessari.
Di conseguenza, sarà iscritto d'ufficio nella prossima Conferenza dei Capigruppo, per cui sarà discusso nel corso della prossima seduta consiliare.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 75: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 75, precedentemente iscritto all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Pichetto.
PICHETTO, relatore Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la I Commissione, sentiti i pareri delle altre sette Commissioni permanenti competenti per materia, ha approvato a maggioranza il disegno di legge n. 75: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1996". E' doverosa una premessa procedurale.
Nell'ultimo decennio si è proceduto con l'esercizio provvisorio per sette volte e quindi va positivamente considerata la volontà della Giunta regionale di far avere per il 1996 il bilancio per l'approvazione nei tempi ordinari. Questo permette alla struttura burocratica di agire con maggiore agilità e all'Amministrazione di procedere con celerità nell'attuazione delle scelte politiche che, ad una maggioranza, le regole della democrazia assegnano ed anzi ne fanno un dovere.
Peraltro è permesso a chi ha dovere di opposizione per parte politica e controllo per mandato popolare di non concedere alibi temporali, tipici degli esercizi non completi. Ma in questa sessione di bilancio, o meglio nella struttura del documento, vi è un'altra particolarità da rilevare. La Giunta regionale ha ritenuto di presentare il bilancio con il disegno di legge n. 75; senza distinzione o distribuzione dei valori di "disponibile" siamo quindi in presenza di un documento che non risente di scelte politiche, o meglio, risente delle scelte politiche del passato ma non ha gli indirizzi del futuro, in specie del 1996.
E questo perché? Perché un secondo disegno di legge che per carambola numerica ha il numero 74 e che vedrà impegnata questa assise fra pochi giorni, si occupa di ripartire il disponibile sulle scelte politiche di priorità nelle esigenze regionali.
Questo procedimento permette quindi ai Consiglieri di fotografare la gestione ordinaria con quanto determinato già per obblighi assunti, o almeno nelle intenzioni legislative già promulgate, come chiarir successivamente. E permetterà, con il disegno di legge n. 74, di discutere con esauriente analisi, le scelte dell'Amministrazione. E' però necessario svolgere alcune considerazioni.
Stiamo approvando un bilancio che si sostiene per una percentuale del 93 con i fondi che vengono trasferiti dallo Stato e ad oggi non è ancora certo il quadro legislativo di manovra in quanto non vi è bilancio dello Stato e collegata legge finanziaria. Ciò ci porterà a dover successivamente procedere con variazioni ed assestamenti.
La presente è pura relazione al disegno di legge e quindi mi riservo in un successivo intervento le conclusioni personali che, nel ruolo di Consigliere, mi spettano. Non guasta però fin d'ora dire che la transizione politica e finanziaria che l'Italia sta attraversando evidenzia ancor più questo ruolo altamente burocratico delle Regioni, senza permettere loro quell'autonomia di scelte politiche, amministrative e gestionali che la Costituzione della Repubblica sancisce. Ciò è però possibile solo con gran prevalere di finanze proprie rispetto alle finanze trasferite e funzioni proprie rispetto a quelle delegate.
Entrando nel merito numerico del bilancio di esercizio 1996, e per agevolare la comprensione, è necessario partire dal valore di pareggio di L. 20.416 miliardi deducendo le partite di giro o similari come segue: Totale complessivo: 20.416 Posta correttiva:9.200 11.216 Fondo sanitario 6.500 4.716 Altre assegnazioni vincolate 873 (Agricoltura, Edilizia Formazione Professionale Ambiente) 3.843 Fondi Statali reimpostati 2.072 Totale residuo 1.771.
I 1.771 miliardi residui comprendono 324 miliardi di indebitamento che dedotti, portano ad un residuo di 1.447 miliardi. In altro modo possiamo dire che questi valori hanno la destinazione che emerge dal seguente prospetto, rispettivamente per le entrate autonome e per le uscite fisse.
Le residue disponibilità di 436 miliardi fra spesa corrente e di investimento, per ora indistinte, trovano ripartizione nel disegno di legge n. 74.
Naturalmente l'importo di uscite fisse ha poste di sicuro vincolo quali: oneri finanziari, personale, ecc. ed altre nell'ambito delle quali vi è comunque possibilità di manovra gestionale della spesa (esempio: fondo montagna, assistenza, prevenzione incendi, ecc.).
Da questa breve sintesi i signori colleghi possono constatare quale rigidità abbia il bilancio regionale, quanto siano scarsi i margini di manovra e conseguentemente quanto limitato sia ancora il ruolo che la Regione può svolgere nell'integrazione e nella proposizione che le spetta oltre ai compiti legislativi, regolamentari e programmatori.
Volendo rendere in percentuale la disponibilità discrezionale di 436 miliardi sul totale di bilancio di 20.416 miliardi, la stessa percentuale è pari all'1,95% e, per essere più concreti, calcolando detta percentuale sui 1.771 miliardi del vero e proprio bilancio (comprensivo dell'indebitamento) questa percentuale è del 25%.
E' evidente quindi l'esiguità e la rigidità del bilancio della seconda regione industriale d'Italia.
Il bilancio di previsione, però, non è solo lo sviluppo ordinato delle entrate e delle spese presunte, non è solo lo strumento obbligatorio per poter spendere senza autorizzare l'esercizio provvisorio, ma è lo strumento di proposizione della politica regionale.
Nel nostro caso è possibile dividere le valutazioni, anche se tale operazione non è così facile per le idee ed i progetti. Ora possiamo valutare in merito all'ordinaria gestione ed alle scelte, già effettuate che nel futuro possono trovare modifica od integrazione; in sede di esame del disegno di legge n. 74 si potrà discutere di immediato futuro e della logica connessione ed attuazione del Piano regionale di sviluppo.
Non mi soffermo in tema di bilancio pluriennale, che per ora ha come unica valenza la gran mole cartacea, e che avrà invece grande importanza il giorno che vi sia certezza di entrate e completamento di programmazione con il nuovo Piano di sviluppo.
La I Commissione, esperite le consultazioni con gli Enti interessati, ha approvato il documento a maggioranza e lo rassegna all'aula per l'approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris.
FERRARIS Il bilancio di previsione per l'anno 1996 verrà ricordato, per molti anni nella storia della Regione Piemonte, come il più incredibile episodio di confusione amministrativa e per la prima applicazione dell'addizionale sulla benzina.
Da molti questo documento contabile è stato chiamato "bilancio a dispense" da qualcun altro, memore delle illusioni suscitate nel 1992 e 1993 dal "budget a base zero", è stato definito "budget in progress": così infatti sarà alla fine, perché dopo il disegno di legge n. 75 ed il disegno di legge n. 74 sarà necessario tra qualche mese un nuovo disegno di legge per adeguare il bilancio alle decisioni della finanziaria, che si annunciano secondo le decisioni dell'ultima ora, ulteriormente amare e alle decisioni che localmente sono state annunciate (benzina e FIP), ma che non sono contemplate nei primi due documenti. Un dato è certo: questo non è un vero bilancio. Dovremo fare tre leggi per avere un bilancio: alla faccia della trasparenza e della semplificazione burocratica, che sono il verbale cavallo di battaglia della Giunta Ghigo.
E' incredibile ciò che è successo: un autentico premio Nobel della confusione amministrativa e dell'inadempienza politica. Mi permetter quindi di muovere alcuni puntuali rilievi; il primo riguarda la procedura utilizzata. Si è dapprima svuotato il normale bilancio per farne uno strumento tecnico di garanzia del funzionamento della Regione. Si sono poi concentrate le risorse cosiddette politiche in un unico fondo, che in un secondo disegno di legge, chiamato arditamente "finanziaria", è stato ripartito fra i tredici Assessori. Mi rendo conto che in una stagione nella quale la politica è moribonda, i programmi contano poco e si crede che tutto sia concentrato nel potere. Ciò ci consente di dare un giudizio sul peso di ogni Assessore: è un esercizio interessante per i curiosi, i politologi e le clientele, ma tutto ciò cosa c'entra con il futuro del Piemonte, con le ansie dei disoccupati, dei giovani, degli alluvionati, dei poveri, degli anziani, degli imprenditori, dei malati, dei contribuenti e delle istituzioni? Dove sono scritti i progetti per dare le legittime risposte ai piemontesi? Di fronte alle fermissime rimostranze dell'opposizione, l'Assessore ha ritenuto di presentare in Commissione, con un nuovo documento, il disaggregato di tali accantonamenti; cosa che consentirà, a gennaio, quando ne parleremo, di entrare un po' più nel merito delle questioni. Ora, se questa disaggregazione era percorribile fin dall'inizio, perché non fare subito un unico documento? Di fronte alla dichiarata certezza di una procedura senza alcun dubbio "nuova e rivoluzionaria", la Giunta di "centro-destra", nelle more di approvazione dei primi due disegni di legge, decideva infine - non si sa mai... - di approvare anche l'esercizio provvisorio. A molti, soprattutto dell'opposizione, sembrava un atto, anche se tardivo, prudente e saggio che forse lasciava intravedere uno spiraglio di ritorno di buonsenso ed il prevalere, alla fine, di una scelta tradizionale e normale, tutt'altro che infame, visti i ritardi della finanziaria nazionale.
In Commissione, però, la Giunta stupiva ancora una volta, cambiando di nuovo opinione, sostituendo al 99% il contenuto del disegno di legge n. 78 e trasformando l'esercizio provvisorio, non più della Regione, in quello degli Enti collegati.
Confesso la disperazione dell'opposizione: per qualche minuto abbiamo pensato di ritirarci dalla partita, perché non riuscivamo più a capire quale sport si stava praticando. Alla fine, per senso di responsabilità perché i dipendenti ed i fornitori degli Enti collegati non possono pagare il disastro di questa Giunta e perché vogliamo comunque contribuire al tentativo di venire fuori dalla situazione di confusione in cui tutta la Regione è caduta, abbiamo votato in Commissione e voteremo in aula a favore dell'esercizio provvisorio degli Enti collegati.
Lo stato di confusione è stato comunque molto contagioso e ha investito anche un momento delicato per la rappresentanza esterna della Regione, che è quello delle consultazioni. Documenti inviati in ritardo, con aggiunte successive, consulenze extra-istituzionali prestate ad alcune e non ad altre associazioni di categoria, alla fine hanno suscitato polemiche tensioni e, per la prima volta nella storia del Piemonte, hanno provocato la ripetizione delle consultazioni. Anche questa è stata una bruttissima pagina.
Mi auguro che nel frattempo non siano giunti nuovi documenti o correzioni o che la Giunta non abbia cambiato ancora una volta opinione.
La seconda osservazione che vorrei muovere riguarda la povertà del progetto che ci viene proposto.
Dopo sei mesi di lavoro la Giunta Ghigo ha cancellato la programmazione non ci presenta un documento illustrativo delle scelte che intende compiere, non compie scelte perché nella sostanza finanzierà nuovamente tanti piccoli rivoli di spesa che, ad usare il linguaggio della maggioranza, sono clientelari.
Si è compiuta nei mesi scorsi una consultazione di una parte del Piemonte la Giunta si è presentata senza un'idea, salvo un breve filmato che serve a spiegare ai bambini delle elementari o ai turisti giapponesi che cos'è il Piemonte. La Giunta regionale aveva il dovere di dire che cosa proponeva di raccogliere le osservazioni, i suggerimenti, di ascoltare tutti, non di escludere le forze del lavoro, che pur sono una parte essenziale della nostra comunità, introducendo, tra l'altro, con ciò, elementi gravi di divisione tra classi: ciò non è stato fatto.
Si spiegò che si voleva ascoltare e che il progetto sarebbe stato costruito dal basso, anche se in modo parziale.
In quelle sedi, sia pure con grande sconcerto, sono venute delle proposte.
Non abbiamo ancora avuto oggi, se pur più volte richiesto, il documento di sintesi. Non siamo in grado di giudicare, perché la Giunta non propone infine le sue conclusioni, ciò che è stato accolto o ciò che viene ricusato.
E' rasa al suolo la programmazione, visto che nessuno degli atti resi obbligatori dalla legge n. 43 viene compiuto in coincidenza del bilancio come sarebbe prescritto: la Giunta naviga a vista.
Su che cosa dovremmo quindi confrontarci? Sulle promesse che ogni fine settimana la Giunta semina in tutto il Piemonte e che, se oggi mantenute, vedrebbero già impegnati i bilanci almeno fino al 2010? Come opposizione chiediamo alla Giunta di fermarsi un attimo, di chiarirsi le idee e di chiarirci quale piccolo obiettivo, coerente con le scarse disponibilità finanziarie complessive della Regione, intende scegliere.
Meglio una Giunta modesta, ma funzionante, che una Giunta confusionaria inefficiente e per di più presuntuosa.
La terza osservazione riguarda le responsabilità di questa situazione.
Abbiamo assistito, negli ultimi giorni, ad un affannoso tentativo di scaricare le responsabilità: terminale del palleggio sono stati ancora una volta i funzionari. Si sono promesse indagini, si sono minacciate sanzioni si è accusata l'opposizione di bloccare le riforme della maggioranza. Si è infine indicato, in una pubblica assemblea a Novara, da parte del Presidente della Giunta, il nome del presunto colpevole, frettolosamente individuato, per dare tregua al desiderio di giustizia sommaria che troppo spesso alberga in questa maggioranza.
Do atto al Presidente del Consiglio di avere in queste ore, con equità e serenità, ristabilito la verità. Rimane da capire come il Presidente della Giunta intenda risarcire moralmente chi è stato colpito ingiustamente.
Dalla vicenda si può trarre una conclusione che è un suggerimento: non è credibile che ogni qualvolta emerga in modo clamoroso qualche problema questa maggioranza scarichi subito ed acriticamente la responsabilità sui funzionari: dai responsabili dello SDA di Asti e di Alessandria, che da successive indagini organizzative sono risultati essere i meno inefficienti di quei servizi, alla responsabile ai beni ambientali, alla quale proprio ieri il TAR ha riconosciuto buone ragioni.
Non passa nella testa della Giunta che potrebbero esserci leggi farraginose e procedure eterne o che certi ritardi ed inefficienze sono il risultato di incapacità politica a progettare e a decidere? Non oso pensare colpevole nemmeno l'Assessore, in fondo è lo stesso che per quattro anni ha fatto il suo dovere.
Allora la Giunta, con un po' più di umiltà, prima di scaricare frettolosamente e superficialmente su altri le responsabilità, farebbe meglio a verificare prima se stessa e riconoscere le eventuali proprie responsabilità; forse avremmo qualche risultato in più.
Quarta osservazione: dopo le questioni di metodo, quelle di merito.
Con una politica finanziaria confusa e priva di progetto, la Giunta ci ha proposto una scelta grande ed emblematica: l'aumento di lire 20 al litro per la benzina. Finalmente la Giunta sarà contenta. Nell'aumento della benzina il Piemonte è il primo, e peraltro l'unico, in Italia.
A dire il vero non è una scelta in assoluto tragica, si tratta di poca cosa, di poche decine di migliaia di lire all'anno per ogni famiglia; ci che è tragico è che è un aumento inutile. Per ottenere le stesse entrate che si presume di ottenere da tale cespite, sarebbe sufficiente che venisse indicata in modo corretto l'entrata sul metano.
Come si può, a metà novembre, dichiarare che le entrate dell'addizionale del metano per il 1995 sono di 122 miliardi e quindici giorni dopo imputare sul bilancio solo 100 miliardi? O ci avete raccontato storie un mese fa o ce le raccontate ora. Come fa l'Assessore a dichiarare che a metà anno avremo più entrate e le faremo emergere? Vorrei ben vedere! Ma allora che cosa faremo in quel momento? Rimborseremo la benzina ingiustamente aumentata ai contribuenti piemontesi? Se non volete ascoltare il Consigliere Ferraris, siate ortodossi con il Polo, ascoltate l'on. Martino: "Meglio tagliare le spese che mettere nuove imposte".
In fondo, in questo caso, i 20 miliardi li avete sul metano e dovrete cercarne solo altri 10. E' davvero impossibile trovarli? Assessore, mantenga le promesse; in Commissione ha dichiarato che le spese di funzionamento sono state tagliate del 5%. Non è vero: sono salite da 316 miliardi 297 milioni a 327 miliardi 825 milioni, pari al più 3,64%. Le tenga allo stesso livello dello scorso anno e avrà trovato i 10 miliardi che le mancano. Mi sembra un sacrificio quasi impercettibile.
Al fine di favorire un chiarimento definitivo su questo punto presenteremo un emendamento per integrare il capitolo del metano. Alla Giunta lasciamo la libertà di scegliere quello che intende tagliare.
Sarà quindi possibile, con calma, decidere la destinazione. Sarà possibile soprattutto, ripristinare un po' di trasparenza e dare una buona notizia ai piemontesi, senza compromettere le possibilità di azioni della Regione.
Vorrei esprimere un'ultima preoccupazione: da un bilancio totalmente incerto, sul fronte delle entrate, la maggioranza trae lo spunto per promettere una politica di investimenti molto elevata, ricorrendo ad un forte indebitamento.
Credo sia opportuno attendere con più prudenza l'approvazione finale della finanziaria per avere certezza sulle entrate e sui nuovi, eventuali aggravi di spesa e verificare gli obblighi che derivano dalla legge per il fondo per la montagna, per il FIP, per i trasporti. Non vorrei che alla fine le possibilità di indebitamento fossero molto scarse e che la maggioranza di centro-destra, dopo aver trovato un bilancio in equilibrio finanziario ed economico, non avviasse una politica finanziaria dissennata e produttrice di nuove voragini.
Su tutto questo potremmo discutere meglio sul disegno di legge 74, ma fin d'ora mi sembra opportuno lasciarvi questo invito alla prudenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Condivido molte delle considerazioni fatte dal Consigliere Ferraris, perch anche noi ci siamo trovati nella stessa situazione. Ci attendevamo quella famosa rivoluzione culturale, la nuova trasparenza e ci siamo trovati invece, in un pasticcio assolutamente incomprensibile. La Giunta ha fatto la scelta prima di dividere il bilancio in due parti, poi ha tentato la forzatura di far passare non solo il bilancio cosiddetto tecnico, quello che in qualche modo - anche se su questo ci sarebbe da discutere - era obbligatorio, ma ha tentato la forzatura di far passare rapidissimamente anche l'altro bilancio, il disegno di legge n. 74, che è quanto di più incomprensibile e di meno trasparente si possa avere: è semplicemente una quantità di soldi che si intende spendere e basta. Eppure questa operazione è stata tentata; fino all'ultimo momento si è tentato di portare in questo Consiglio una proposta di legge di bilancio che sarebbe risultata un attentato a qualsiasi logica di trasparenza e di comprensione. Questo si è potuto evitare grazie all'attenzione che abbiamo avuto; grazie, tra l'altro, anche al fatto che le stesse organizzazioni, consultate nella Commissione, hanno dovuto dichiarare che erano nella situazione di incapacità di esprimere un giudizio, vista la documentazione che era stata fornita. Tra l'altro - lo ricordava già il collega Ferraris - nelle fasi delle consultazioni, sia di Giunta sia di Consiglio, sono avvenuti fatti gravi. Credo che sia gravissimo che la Giunta non abbia consultato le Organizzazioni sindacali, che credo siano le organizzazioni numericamente più rappresentative di questa Regione e di questo Paese, tagliate fuori con la rottura e con una prassi consolidata, assolutamente incomprensibile data la situazione.
Non si tratta di escludere chissà chi, ma CGIL, CISL e UIL. La consultazione si poteva estendere a tutte le Organizzazioni sindacali volendo, ma sicuramente CGIL, CISL e UIL sono le associazioni con il maggior numero di aderenti fra i cittadini piemontesi.
Sarebbe stato opportuno consultarle, basandosi anche solo su questo criterio, senza considerare il loro ruolo politico e socialmente rappresentativo di ampi strati di popolazione di questo Paese.
Nel corso delle consultazioni successive, avvenute in Commissione, è emerso un trattamento diversificato nei confronti delle organizzazioni consultate: ci sono organizzazioni di serie A che riescono a ricevere supplementi di informazione ed organizzazioni di serie B che invece arrancano e devono limitarsi a quello che hanno.
Mi è sembrato penoso il tentativo di scaricare sul personale regionale tale responsabilità, quando era evidente che la responsabilità della fretta e del modo raffazzonato con cui si è agito era politica, tant'è vero che ancora ieri ci siamo trovati a dover discutere gli emendamenti portati dalla Giunta.
Ieri si sono votati gli emendamenti al disegno di legge n. 74 che era stato ad un certo momento inserito all'o.d.g. Con gli emendamenti di ieri è stato praticamente snaturato ed è diventato qualcosa di diverso da ciò che era precedentemente. Siamo riusciti in parte a recuperare questo modo di operare ottenendo lo slittamento del disegno di legge n. 74, che ci permetterà una discussione sulla parte "politica" del bilancio, quella più discrezionale.
Credo che riprenderemo queste considerazioni, ma sicuramente in questo modo non è stato possibile, fino ad ora, affrontare una discussione seria approfondita e serena né sull'una né sull'altra parte del bilancio.
Probabilmente anche sul bilancio cosiddetto "strutturale" si sarebbe potuto discutere meglio; se non ci fosse stato tutto questo iter si sarebbe potuto incominciare ad approfondire e chiedere alcune valutazioni su come finora si sono spesi i fondi considerati strutturali, per vedere se anche in questo ambito si può operare, intervenire, migliorare e variare la spesa anche se sappiamo di andare incontro ad un grosso "no". Però - come già ricordava il collega Ferraris precedentemente - ci sono alcuni elementi di valutazione discrezionale che permettono di intervenire, oltre a dare una valutazione sull'efficacia delle spese, su come vengono fatte e sulle possibili ricadute.
Credo che ci sia un comportamento schizofrenico, perché da una parte si dice che si vuole trasparenza, dall'altra i vetri sono quanto mai opachi cioè ci troviamo nella nebbia più spessa che questa Regione abbia mai conosciuto.
Ma non è l'unico esempio di comportamento schizofrenico di questa maggioranza. Due giorni fa alla Camera è stata modificata una parte della finanziaria e le forze politiche che sono in maggioranza alla Regione Piemonte sono intervenute su una parte significativa della finanziaria stessa annullando una serie di provvedimenti. Cosa su cui, tra l'altro possiamo essere d'accordo, ma sappiamo, anche se non è ufficiale, che per quanto riguarda la Regione Piemonte - lo ricordava prima il Consigliere Ferraris - la maggioranza intende fare l'opposto di quanto è stato fatto alla Camera introducendo per primi una tassa sulla benzina, cioè un aumento, con una schizofrenia incredibile non solo rispetto agli atti, ma anche alle sistematiche dichiarazioni che vengono fatte. Molto spesso sento dire da Consiglieri di maggioranza nei loro interventi: "Basta con le nuove tasse"; "Basta con le tasse", mentre uno tra i primi atti - non di poco conto! - che vogliono compiere è, appunto, introdurre nuove tasse.
Crediamo che questa sia la dimostrazione di un comportamento confuso; nello specifico sarebbe stato più utile, se c'è la volontà di fare questo provvedimento, di introdurlo nella legge finanziaria, non di fare la legge finanziaria a pezzettini, poco per volta. Sarebbe stato utile, su questo tema, discuterne immediatamente, anche per dare la possibilità a noi di discutere nel contesto del bilancio complessivo, quindi individuare, al suo interno, possibilità alternative. Il rischio si presenterà nel momento in cui discuteremo separatamente dell'aumento della benzina, quando ci si dirà: "Una parte del fondo è destinata all'inserimento di giovani in agricoltura. Se voi non volete le 20 lire di aumento siete contro l'inserimento dei giovani in agricoltura". Se invece analizziamo la questione nel contesto attuale, si può trovare il modo alternativo per affrontare questa spesa, inserendola all'interno del bilancio complessivo.
Per l'insieme di queste ragioni e per altre, che riprenderemo tra una ventina di giorni quando discuteremo l'altra parte di bilancio, il nostro atteggiamento è di voto contrario, che vuole anche esprimere un giudizio nettamente negativo nei confronti di questa Giunta, non solo per le sue scelte, ma anche per il metodo con cui porta avanti le sue iniziative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.
MIGLIETTI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, pensavo, forse molto ingenuamente devo fare un appunto: non vedo il Presidente della Giunta in aula - che da parte del Presidente della Giunta vi fosse un impegno almeno pari a quello che ha profuso nell'illustrare il programma di legislatura di questa maggioranza.
Da tutte le dichiarazioni pubbliche apparse in questi giorni sui giornali tutto è stato - almeno a mio modo di vedere - improntato sulla celebrazione di un'idea propagandata tra i cittadini, affinché divenisse comune pensiero. E' successa una rivoluzione tale - la cui portata si sarebbe misurata immediatamente da parte dei cittadini piemontesi, proprio per le conseguenze operative del programma di legislatura - arrivando a toccare con mano quanto di efficienza, di efficacia e di buon governo questa Giunta avrebbe portato nella Regione Piemonte. In questi giorni mi sono fatto l'idea che, probabilmente, al di là di tutte le confusioni che sono avvenute - e questa è una responsabilità che acclaro a chi ha il dovere di condurre la linearità dell'intervento del Governo della Regione Piemonte proprio il Presidente della Giunta sarebbe intervenuto, in apertura di uno dei momenti più importanti - il bilancio è il momento fondamentale dell'espressione della politica che si intende perseguire - per delineare i termini dei rapporti con il Governo, cioè su come questa maggioranza interpreta il momento cruciale della legge finanziaria che stiamo vivendo su come il governo intenda realizzare ciò che è stato descritto all'interno di questo documento, con le risorse a disposizione, e quindi per capire dove l'intervento di risparmio è stato pregnante e quante risorse sono messe a disposizione per la realizzazione del quadro che è stato dato.
Nulla di ciò è avvenuto. Credo che invece sia avvenuta un'altra cosa: da parte di alcuni Assessori che hanno partecipato alle Commissioni vi è stato un grande impegno per chiarire il quadro delle loro deleghe e per poter fornire ai Commissari e a tutto il Consiglio, credo Commissari di maggioranza e di minoranza, il senso compiuto della destinazione delle risorse. Alcuni sono stati apprezzati, altri probabilmente hanno dato il proprio contributo perché si potesse fare un attimo di riflessione. Ad esempio, una delle deleghe del Presidente della Giunta regionale, delega che ritengo forse tra le più importanti, è alle politiche giovanili; la delega alle politiche giovanili - cosa il Presidente intendesse realizzare con questa delega l'abbiamo approfondito nel momento in cui aveva presentato la sua piccola relazione - è il futuro di impegno, credo, di quanto una generazione lascerà alle future generazioni. Ebbene, il Presidente della Giunta non si è presentato a dire assolutamente nulla, n rispetto a cosa intendeva, né come collegare questo grande problema, che è il mondo giovanile, all'interno del mondo produttivo, all'interno del processo culturale, all'interno del processo di formazione dei giovani, con tutte le difficoltà e con tutte le richieste che provengono dall'intero mondo giovanile in questo momento tragico e terribile dell'economia non soltanto europea, ma anche mondiale.
E' vero che c'è stata una grande ripresa economica - sarebbe stato mio piacere sentire l'opinione del Presidente della Giunta regionale - però non ha prodotto assolutamente un posto di lavoro in più. Probabilmente non ha neanche sostituito quelli che sono ancora oggi nel mondo del precariato.
Avremmo avuto piacere di sapere che cosa intendeva portare avanti questa Giunta, questa maggioranza, per quanto riguarda il nostro rapporto internazionale, visto che si sta parlando di Alta Velocità, si sta parlando di potenziamento degli aeroporti, si sta parlando dell'internazionalizzazione del sistema economico. Che cosa ne pensa questa Amministrazione? Non amministra il Comune di Collegno o il Comune di Settimo, amministra il complesso della Regione Piemonte con tutti i problemi che vi sono nelle nuove province, ad esempio in quella del Verbano Cusio Ossola, nella stessa provincia di Biella, nell'istituenda provincia di Alba, nella provincia di Torino; avremmo voluto sapere cosa pensa dei rapporti con la nostra confinante Savoia e quindi dei rapporti internazionali con il centro europeo. Purtroppo non abbiamo avuto questo onore e questo piacere.
Ho riletto tutto il documento programmatico del Governo Ghigo. Già altri hanno rilevato che il Governo Ghigo vuol dare un'impronta personalizzata non soltanto alla costituzione di questa maggioranza, ma anche a chi si sentiva probabilmente investito del grande mandato, dovere e onore appunto, di rappresentare questo governo.
Credo che sarebbe opportuno che prima del 9 gennaio vi fosse uno sforzo in questa direzione. Sarebbe molto utile, al di là delle posizioni politiche che ognuno ha, di maggioranza o di minoranza, capire, ad esempio, cosa il governo della Regione intende fare rispetto a quella parte che è stata tanto criticata dallo stesso Assessore Gallarini, che oggi siede in maggioranza, nella struttura di bilancio 1995. Ho letto tutto l'intervento che l'attuale Assessore aveva fatto in occasione del bilancio 1995: aveva criticato una parte fondamentale di quella che era la struttura di quel bilancio. Ho cercato, proprio sulle critiche che l'Assessore Gallarini faceva al bilancio del 1995, di rapportarle al bilancio 1996. Avrei potuto leggere il suo intervento, Assessore Gallarini: probabilmente sta nel gioco delle parti. Lei ha criticato l'unica cosa che ha rilevato di positivo: il fatto che 45 miliardi, che in quel momento erano destinati alla spesa corrente, fossero stati dirottati sulle spese di investimento. Non ho visto neanche la realizzazione, in questo bilancio, di questo grande sforzo. Anzi ho visto un altro sforzo, quello di utilizzare l'indebitamento senza ricorrere ai normali istituti di credito. Anche nell'altro bilancio vi era il dubbio circa il fatto che il limite massimo di indebitamento del tasso di interesse fosse il 12% e tale quale lo ritrovo nel tetto massimo di questo bilancio. Avrei ritenuto prudenziale un abbassamento del tetto massimo del tasso di interesse pagato; una delle critiche feroci che ho sempre fatto al sistema del governo nazionale è che l'indebitamento forsennato è la rovina dell'economia dei popoli. I 2.200 miliardi di debiti dello Stato costano 200.000 miliardi di interessi; avrei voluto sentire dal Presidente della Giunta almeno una considerazione su quello che è lo stato dell'economia nazionale. In questo momento lo Stato italiano ha un margine attivo, per quanto riguarda le entrate, dal disavanzo dello Stato, se non si dovessero pagare gli interessi sul debito pubblico: 37.000 miliardi annuali si potrebbero dirottare all'interno della diminuzione complessiva del debito pubblico, ma abbiamo di fronte a noi 200.000 miliardi di interessi passivi a cui dobbiamo far fronte tutti gli anni.
Io avrei visto bene, ad esempio, che il tetto massimo fosse portato, anche soltanto simbolicamente, all'11,50%. E' vero che normalmente questo è l'andamento economico, è l'andamento dei tassi di interesse di tipo generale che fanno testo, ma su una posta di bilancio di 10 miliardi annui di interessi previsti in questo bilancio credo che l'arma di contrattazione sarebbe stata molto pregnante.
Ci riserviamo sicuramente di intervenire di nuovo su ogni singolo capitolo nel momento in cui approveremo il disegno di legge n. 74. Questo credo che abbia disorientato un po' tutti; non è stato tenuto conto anche di tutti gli interventi che sono venuti da parte delle consultazioni. Ho sentito soltanto un intervento in cui si esprimeva soddisfazione per l'impostazione del bilancio, mentre tutti gli altri consultati hanno dato un parere, se non totalmente negativo, almeno fortemente dubbioso sulla bontà dello strumento.
Ci riserviamo di entrare nel merito delle cifre proprio in occasione del disegno di legge n. 74, perché credo che nella destinazione delle cifre che sono raggruppate in quella riserva di disponibilità stiano concretamente le scelte che questa Amministrazione, questo governo, farà nell'applicazione della disponibilità reale del bilancio regionale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.
DUTTO Non posso che condividere le critiche sinora già espresse dai colleghi, in primo luogo sull'iter procedurale di questi bilanci. Si tratta di un bilancio presentato all'ultimo momento e che ha già subìto un incidente formale. Sappiamo che sono stati presentati due provvedimenti, i disegni di legge n. 74 e n. 75; il numero di presentazione è invertito rispetto al contenuto: il primo provvedimento, il n. 74, riguarda una variazione di bilancio, mentre il n. 75 riguarda la base stessa del bilancio, per cui andiamo prima a modificare una cosa che non esiste ancora.
I documenti ci vengono consegnati a spizzichi, ci vengono presentati in Commissione, senza aver avuto prima il tempo necessario per analizzarli; ci sono le audizioni e ci rendiamo conto che, almeno ad una parte dei rappresentanti delle varie associazioni dei sindacati e delle società che vengono ascoltate, non sono stati forniti tutti i documenti; la cosa strana è che invece ad alcuni di questi i documenti sono stati tutti forniti, anzi forse hanno avuto a disposizione più dati di quanti ne avevamo avuti noi in Commissione. Il risultato è una figuraccia del Consiglio regionale, in quanto siamo obbligati a riconvocare queste persone e a ripetere le audizioni, fornendo gli ulteriori documenti. Qualcuno fa anche la battuta che spera di non essere riconvocato per qualche parte aggiuntiva.
Voglio aggiungere una considerazione. Io sono alla mia prima legislatura ma mi sono occupato, per il lavoro che svolgevo in precedenza, di bilanci.
Ho notato che i dati su questi bilanci erano incompleti, non a livello di bilancio specifico, ma a livello di impostazione, cioè mancavano i dati del bilancio precedente o perlomeno ce n'era solo qualcuno, che però non ci permetteva una seria valutazione; mancavano i dati del bilancio in corso per cui era molto difficile riuscire a fare dei confronti, che però erano necessari, con quello che era successo negli anni passati. Sempre a livello tecnico - ho citato prima il fatto che sono stati presentati due documenti i disegni di legge n. 74 e n. 75 - sarebbe stato perlomeno utile, se non necessario, disporre di un documento che comprendesse la somma di questi due; ciò per avere l'idea su quello che sarebbe stato il risultato complessivo del bilancio.
I due provvedimenti, presentati in modo separato, non permettono di formarsi un'idea completa su quello che è tutto il bilancio; si va - come ho detto - per compartimenti stagni. Oltretutto vengono già presentati due provvedimenti di legge e si ha voce che ci saranno altre modifiche. Mi riferisco all'aumento della benzina, che andrà nuovamente a modificare questo provvedimento, ma anche alle possibili variazioni che arriveranno dalla legge finanziaria, per cui già si presuppone che i documenti in totale siano tre e non due.
Il risultato di tutto questo cos'è? Che, a mio modesto avviso, più che praticare la trasparenza, come è stato sventolato durante le campagne elettorali, questa Giunta cerca di praticare una forma di oscurantismo cioè di farci capire il meno possibile, di riservarsi tutte le possibilità che può per poi operare come crede, senza che noi possiamo mettere il naso come giustamente dovremmo fare, in queste cose.
Oggi va in approvazione il disegno di legge n. 75, quello che si pu classificare come bilancio tecnico, cioè il bilancio che comprende tutta la parte rigida, la parte con stanziamenti di fondi che non possono essere modificati, non possono essere imputati su altri capitoli. Per contro, la parte di vera gestione, cioè la parte disponibile, è completamente accantonata su alcuni fondi; vedremo poi cosa bisognerà fare.
Certamente su questo documento esprimeremo un voto negativo, ma è un voto negativo che riguarda più la forma che la sostanza, più il modo con cui è stato presentato che il contenuto, proprio perché comprende praticamente solo la parte di spese obbligatorie. La vera discussione politica sarà sul disegno di legge n. 74 e soprattutto sui provvedimenti futuri, su quel famoso aumento della benzina; sarà lì che andremo a discutere, sarà lì che faremo le nostre battaglie.
A livello globale abbiamo notato una totale mancanza di indirizzi, una mancanza di programmazione, una mancanza di obiettivi finali che la Giunta vuole raggiungere. Si va avanti per compromessi, si va avanti a giornata e purtroppo proprio su questo modo di fare non siamo assolutamente d'accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.
SALERNO Io mi trovo d'accordo con il collega Chiezzi quando dice che il bilancio è un atto che, per la sua analisi ed approvazione, dovrebbe impegnare circa tre mesi, per essere una cosa realmente tecnica e seria. In questo sono d'accordo, ma la vita amministrativa della Regione è ormai diventata quella che viviamo ogni giorno e che non ci permette tali tempi, anche se così bisognerebbe fare.
A questo punto, il bilancio. Il bilancio, rispetto a quello del 1995 secondo me doveva avere un approccio per grandi aree, per capire quali erano i settori di incidenza; non sono determinanti le singole spese o le cinquecentomila lire o il milione speso in un capitolino. Indicare le grandi aree di intervento rispetto al 1995 poteva dare un'idea di qual è la manovra di questa Giunta. Rispetto al 1995 abbiamo privilegiato, in questo bilancio, i settori del turismo, della cultura e il sostegno alle piccole e medie imprese.
In un approccio con un bilancio di tale vastità, mi interessava capire qual è la grande rotta della spesa pubblica della nostra Regione. Debbo dire che rispetto alla mancanza dei disegni di legge n. 74 e n. 75, cui accennava il collega Dutto, posso anche pensare che ci sia stato qualche disguido amministrativo, ma i famosi 306 miliardi - lo dico ai Consiglieri che lo hanno verificato - erano comunque già stati indicati per aree di intervento nei settori in cui venivano spesi e non capillarmente come indicavano i singoli "capitolini". Per cui considero questa una tempesta in un bicchiere d'acqua. Ovviamente questo bilancio è da approvare.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola in sede di discussione generale, ha facoltà di replicare l'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al bilancio Signor Presidente, signori Consiglieri, ho ascoltato con molta attenzione gli interventi, per la verità pochi, che sono stati fatti in quest'aula.
Senza fare commenti cercherò di fare una replica dal punto di vista della Giunta, perché io mi sento parte integrante di questa Giunta, Consigliere Ferraris. Ho notato una certa estrapolazione attraverso la quale lei ha evidenziato che l'Assessore Gallarini ha fatto nei quattro anni precedenti il proprio dovere. Io mi auguro di aver sempre fatto in quest'aula il mio dovere, sia da posizioni di maggioranza che da posizioni di opposizione perché queste sono le alternanze politiche che o costringono o comunque si succedono e quindi ognuno di noi è chiamato a svolgere dei compiti politici. Io ritengo, in coscienza, di avere sempre svolto il mio, anche in questa occasione, ma non mi considero assolutamente un tassello estrapolato (non so a quali fini sia stato estrapolato quel tassello). Mi sento parte integrante di questa Giunta e cercherò di dimostrare con molta serenità e pacatezza qual è stata l'impostazione del bilancio che secondo me va oltre quei disguidi e quelle disfunzioni e qualche inefficienza che sicuramente ci sono state.
A scanso di equivoci, e per non entrare in polemica con dichiarazioni che ci sono state nei giorni scorsi e che ci potranno essere anche nei prossimi, per quanto riguarda la parte politica mi assumo, avendo questa delega, la responsabilità completa di quello che è successo per quanto riguarda i disguidi, in quanto sono l'Assessore al personale. Il Presidente Ghigo a giugno ebbe fiducia nel sottoscritto e gli assegnò la delega al personale; in soli quattro mesi in effetti non sono riuscito ad impedire che ci fossero ancora oggi dei disguidi, delle disfunzioni, mancanza di collegamenti fra settore e settore, fra Giunta e Consiglio; probabilmente sarà così ancora per qualche mese. Questo va registrato da parte nostra con molta serenità, la Giunta sta lavorando forte in questa direzione; le difficoltà sono immense, ma non le conosce solo la Giunta e non le conoscono solo i nuovi o i vecchi membri di questa Giunta. Le conoscono anche alcuni Consiglieri che hanno avuto responsabilità di Giunta nel recente passato, che hanno vissuto e provato sulla propria pelle le inefficienze, i disguidi, le disfunzioni, che all'interno del pubblico, e per quel che ci riguarda all'interno della Regione Piemonte, purtroppo ci sono e perdurano, e costa moltissima fatica tentare di eliminarle giorno per giorno. Io ho la presunzione che ogni giorno si facciano dei passi avanti in questa direzione, non foss'altro perché c'è una presa di coscienza collettiva ed individuale anche all'interno dei 3.000 dipendenti della Regione Piemonte, perché prima di essere dipendenti sono cittadini del Piemonte tanto quanto siamo noi, seppure chiamati a ruoli diversi. Ho fiducia nel futuro, sia nell'immediato che in quello più remoto, nel senso che si riscontrano risposte alle sollecitazioni, si riscontra una crescita di sensibilità che vi è all'interno dell'apparato regionale e che quasi ogni giorno si manifesta con un gradiente in positivo, ma purtroppo dicevo - qualche disfunzione e qualche disguido ci sono stati in questa occasione.
Al di là di questo, però, devo sottolineare che io ho partecipato dall'inizio alla fine a tutte le Commissioni, ho partecipato a tutte le sedute della I Commissione, ho partecipato a diverse sedute di altre Commissioni ed esprimo a nome della Giunta - ritengo che il Presidente e i colleghi siano senz'altro d'accordo - un apprezzamento molto grande.
All'interno delle Commissioni, che fra l'altro per quei disguidi si sono ripetute due volte, per cui ci sono state le Commissioni che in prima battuta hanno discusso un disegno di legge, in seconda battuta hanno discusso l'altro, c'è stato un grado di approfondimento degli argomenti che io personalmente non avevo mai riscontrato nell'arco degli anni di mia permanenza in Regione, e questo è sicuramente positivo. Probabilmente, come dice Chiezzi, non sono stati sufficienti questi approfondimenti perché non sono durati tre mesi, ma ogni Assessore ha esposto in Giunta il proprio programma in modo dettagliato e vorrei che Chiezzi, al quale riconosco, ma non sono solo io a riconoscergliela, onestà intellettuale e politica esprimesse una qualche considerazione su come da Presidente di Commissione ha vissuto all'interno della propria il grado di approfondimento per quanto riguarda la cultura e le materie che competono alla sua Commissione.
Questo è stato estremamente positivo, quindi non possiamo nascondere dietro un disguido, dietro una disfunzione, un disallineamento che sicuramente c'è stato; non possiamo azzerare o tentare di annullare la sostanza politica che c'è all'interno di questo bilancio: questa, secondo me, è l'operazione che la Giunta e la maggioranza devono combattere. Le cose, per quel che ci riguarda, non stanno così e cercherò di dimostrarlo in sintesi elencando quelli che secondo noi sono i punti politici molto positivi, sorretti peraltro da una struttura e da un'architettura amministrativa che è consolidata da moltissimi anni. Questo non ci soddisfa, perché noi avremmo voluto avere il tempo e la possibilità (purtroppo non l'abbiamo avuto, ma ci riproponiamo di farlo dai primi di gennaio, non appena avremo approvato immagino il giorno 9, anche la parte politica, la finanziaria di questo bilancio) di rivoltare l'impostazione del bilancio praticamente come un calzino, dal primo fino all'ultimo punto, per cercare di dare una struttura che veda degli accorpamenti nuovi per quanto riguarda le materie, che veda delle aggregazioni nuove all'interno dei capitoli per quanto riguarda le aree di intervento, che veda delle disaggregazioni invece per quanto riguarda la territorialità del bilancio. Noi siamo convinti infatti che andando a scandagliare all'interno del bilancio sia possibile disaggregando Provincia per Provincia, ottimizzare i rendimenti dei vari settori e dei vari comparti che assorbono così tante risorse per quanto concerne il bilancio della nostra Regione.
Dicevo che in questi pochi mesi non ce l'abbiamo fatta; riteniamo comunque che dai primi di gennaio questo sia il grande compito per quanto riguarda la ristrutturazione del bilancio. I funzionari sono d'accordo, ogni giorno collaboriamo in questa direzione e quindi abbiamo già le idee precise su come impostare questa nuova articolazione del bilancio sia per quanto riguarda la disaggregazione territoriale che per quanto riguarda la disaggregazione di categorie economiche. E' molto importante infatti che le categorie possano accedere non ai maxi-libroni, certo dal punto di vista di una cornice di carattere generale questo sicuramente è utile, ma all'interno del grosso bilancio la disaggregazione consente sicuramente di andare a consultare dei fascicoli omogenei per categoria economica e per categoria sociale, in modo tale che anche un normale cittadino, che non è addetto ai lavori e che non frequenta le stanze e i palazzi del potere e delle istituzioni, possa capire qualcosa e possa accedere alle informazioni alle quali ha diritto.
Questo bilancio è stato impostato attraverso due disegni di legge.
Dopodiché qualcuno, come il Consigliere Ferraris, ha detto: "Può darsi che più avanti ne serva un terzo". Abbiamo potuto impostare il bilancio alla luce dei dati che conoscevamo e che conosciamo. Abbiamo letto tutti notizie secondo le quali ci sarebbero 14 mila miliardi di tagli. Si tratta di grossi disguidi contro i quali nessuno si sente di spendere una sola parola; fino all'altro giorno si parlava di 5 mila miliardi di maggiorazioni di entrate, qualche giorno dopo si parlava di 5 mila miliardi di risparmio nelle spese. Ieri sera e questa mattina si parla di 14 mila miliardi di tagli.
Come cittadini ne prendiamo atto, ma come persone impegnate nelle istituzioni riteniamo che questo provochi grossi punti interrogativi e caratterizzi di incertezza il bilancio del quale stiamo parlando oggi.
Penso che questa sia una tragedia di tipo generale per quanto riguarda le istituzioni: lo è sia per le Regioni sia per i Comuni.
Quindi, alla luce dei dati di cui disponiamo, possiamo proporre in aula il bilancio; ovviamente se da Roma arriveranno notizie molto pesanti che andranno nella direzione - come sembra probabile - di tagli, dovremo prenderne atto e ricalibrare la nostra azione di bilancio.
Abbiamo ritenuto di fare quella suddivisione perché sotto certi aspetti immaginavamo già che ci sarebbero state alcune difficoltà, che già altri provvedimenti hanno incontrato. Quindi, ci pareva prudente immaginare le difficoltà procedurali che avrebbe incontrato anche questo bilancio, che concordo con quanti l'hanno detto - è l'atto fondamentale di un'istituzione come la Regione, a maggior ragione all'inizio di una legislatura, così come siamo a fine 1995, a pochi mesi dalle elezioni. Abbiamo ritenuto, quindi di impostare un disegno di legge che consentisse di non andare all'esercizio provvisorio.
Concordo con il collega Ferraris sul fatto che l'esercizio provvisorio non è certo una tragedia, però penso sia doveroso da parte di una Giunta proporre di non andare all'esercizio provvisorio. Se poi mille condizioni non consentono di arrivare all'1 gennaio ad un bilancio definitivo ovviamente se ne prende atto senza fare tragedie, consci comunque che se si riuscisse dall'1 gennaio ad avere un bilancio praticabile e percorribile sicuramente sarebbe meglio. Il fatto di esserci riusciti, dal punto di vista politico, sicuramente rappresenta una soddisfazione.
Abbiamo impostato un bilancio di funzionamento cosiddetto rigido, un bilancio essenziale, con il quale potremo funzionare dall'1 gennaio.
Inoltre abbiamo ritenuto - per la verità lo fanno anche altre Regioni e lo ha fatto anche la Regione Piemonte in passato, anche a prescindere dalle figure fisiche e dalle connotazioni politiche di chi sedeva alla delega del bilancio - di preparare una finanziaria che non comprendesse - questa è la grossa novità - solo gli investimenti, ma anche la spesa corrente.
Questa è una novità estremamente positiva, e mi ha fatto piacere che durante le consultazioni lo abbiano sottolineato Federpiemonte e molte categorie economiche, come risulta dai verbali della I Commissione.
E' stato detto che l'aver separato la spesa rigida dalla spesa facoltativa consente - per ingigantire quanto già ha detto il Presidente della Commissione Pichetto nella relazione iniziale - di evidenziare i grossi limiti di discrezionalità che oggi le Regioni hanno.
La Regione è una grossa macchina, che però ha libertà di movimento molto limitate, in quanto esiste un grado di rigidità quasi pari al 100%.
Attraverso - e ci ha fatto piacere che alcune categorie, compresa Federpiemonte, lo abbiano colto - la disaggregazione della spesa libera corrente di 130 miliardi a disposizione della discrezionalità della Giunta e degli Assessorati, si possono sicuramente mettere meglio in evidenza i limiti e la necessità di andare ad una ricalibratura che per quanto riguarda le Regioni dovrebbe essere un segno di conquista di autorevolezza verso quel federalismo fiscale che si invoca a livello locale; dovrebbe essere un federalismo sano, corretto, razionale, e non un'operazione che mascheri - come è stato un po' nella finanziaria di quest'anno - alcuni spostamenti di fondo comune da settori ad altri, ma che non vanno assolutamente in quella direzione.
Quindi, per la prima volta all'interno della finanziaria non ci sono solo i 306 miliardi della spesa di investimento, ma ci sono anche i 130 miliardi della spesa corrente. Dopodiché entreremo nel merito dei singoli capitoli e delle singole aree quando il 9 gennaio ci sarà la discussione.
In questi ultimi anni i bilanci procedevano molto spesso con difficoltà molte volte i vari comparti, le varie deleghe, le varie aree di materie subivano un incremento dell'1% in più o del 2% in meno.
Con operazioni di questo tipo, la struttura regionale - non la capacità o la professionalità dei singoli funzionari, ma il collettivo - veniva sollecitata in misura molto minore, perché è molto più facile in pochi giorni con una semplice calcolatrice andare ad aumentare dell'1% tutte le spese o diminuirle del 2%. E' veramente più difficile - e qui la struttura sotto certi aspetti è scricchiolata - andare ad intervenire nel merito, con scelte politiche che questa Giunta ha portato avanti, e che sono presenti nel bilancio oggi in esame.
Si diminuiscono alcuni comparti, ad esempio il patrimonio, di 3 miliardi e se ne aumentano altri, ad esempio la cultura, di 6 miliardi; queste sono scelte che riteniamo coraggiose. Certo, possono essere condivise o meno, ma la Giunta e la maggioranza hanno ritenuto di proporre scelte di questo tipo, e si è qui per discuterne.
Purtroppo talvolta le discussioni finiscono per scivolare più sulle questioni di regole e di formalismi che non sulla sostanza delle scelte politiche, ma penso che le dimensioni di bilancio, come quelle della Regione Piemonte di 11 mila miliardi, necessitino di discussioni e di approfondimenti di alto contenuto specifico, non di superficialità che va ad ingigantire la pagliuzza attraverso la quale è stato necessario accedere ad un supplemento di consultazioni - peraltro svolto in un clima molto civile e sereno a detta stessa di coloro che hanno ricevuto il supplemento di convocazione.
Le scelte inserite sono quelle che già i Consiglieri Pichetto e Salerno hanno ricordato nei loro interventi. Avremo modo di entrare maggiormente in profondità a gennaio quando ci sarà, nello specifico, la discussione.
Devo tuttavia affermare che per quanto riguarda le spese correnti, le cose non stanno come le ha affermate il Consigliere Ferraris. E' vero, noi ci siamo posti un obiettivo: però - in Commissione l'avevo già detto l'obiettivo ambizioso, che non sappiamo se riusciremo a conseguire, è quello di diminuire le spese di funzionamento dell'Ente. Ci riferiamo ai canoni di locazione, al riscaldamento, ai telefoni, alle macchine; abbiamo già proceduto, in questi ultimi 15 giorni a "tagliare" molte macchine in Torino e provincia ed abbiamo anche avviato il taglio del 50% delle macchine della Guardia forestale. Operazioni che non annunciamo oggi abbiamo affrontato la questione e siamo già arrivati a tagli concreti.
Certo, collega Ferraris, all'interno di quelle cifre vi sono in effetti 10 miliardi in più sul personale, ma ciò era già stato detto in sede di Commissione. I 10 miliardi sono dovuti ad alcuni parametri: uno è il recepimento del contratto per quanto riguarda il 1996 - e questo aumenta il carico; il secondo parametro è che qualsivoglia siano i tempi attraverso i quali il disegno di legge n. 42 arriverà in porto in Consiglio nel corso dell'anno 1996, avremo paradossalmente un doppio carico. Nel momento in cui andiamo ad alleggerire la struttura dirigenziale, per quanto riguarda il regime obiettivo di quel disegno di legge, ci troveremo a gestire sia i maggiori oneri a compenso di una struttura dirigenziale più leggera sia quelli dell'esubero di personale che per qualche anno dovrà rimanere in carico alla Regione. E' ovvio che questo porta ad un aumento, che abbiamo quantificato in circa 10 miliardi, mentre il regime del disegno di legge n.
42, ammesso che non arrivi stravolto in porto, e quindi al di là di una qualche calibratura, arriverà a consentire un risparmio di 8 miliardi per quanto riguarda la stessa gestione.
All'interno della grossa cifra della spesa rigida e di quella corrente occorre una disaggregazione che consente di verificare che relativamente al personale vi è tutt'altro che un rientro del 5% - un aumento - all'interno di altri comparti viene invece perseguito un obiettivo di quel genere.
Inoltre, un'altra scelta fondamentale, senza scendere in dettaglio - avremo occasione di farlo a gennaio - è passata quasi inosservata: abbiamo inserito 2 miliardi per la formazione professionale: scelta politica rilevantissima, a fronte dei 700 milioni inseriti nell'anno 1995: è aumentata di tre volte. Se la struttura della Regione funzionasse in modo perfetto e fosse oliata in modo perfetto, ritenete che come Giunta avremmo investito 2 miliardi in formazione professionale? Se l'abbiamo fatto, e probabilmente negli anni prossimi occorrerà magari accelerare ancora aumentare ancora investimenti in questa direzione, è perch realisticamente, si prende atto che tutti ci dobbiamo impegnare affinché la struttura regionale funzioni meglio, per fornire qualità di servizi ai cittadini della nostra Regione.
Metano. Altra affermazione molto drastica, molto netta, molto tranchant ho avuto la sensazione che fosse una verità rivelata quella annunciata dal collega Ferraris questa mattina: "Sul metano avete sbagliato tutto, fingete oppure siete degli incapaci...". Personalmente, anche se penso di poter essere rincitrullito negli ultimi sei mesi, o magari negli ultimi 15 giorni, ritengo le affermazioni del collega Ferraris assolutamente gratuite. Innanzitutto il Consigliere Ferraris sa, come sappiamo tutti, che all'interno di un bilancio, dovendo scegliere fra l'1% di prudenza in più e l'1% di prudenza in meno, è consigliabile scegliere la seconda ipotesi. Ma venendo ai 24 miliardi le cose stanno esattamente nel modo seguente: nel 1995 il bilancio preventivo della Regione Piemonte, predisposto dall'Assessore Ferraris, cui era in capo la delega, prevedeva 100 miliardi di introito per quanto riguarda le sovrattasse. Dopodiché, in sede di assestamento - e questo lo abbiamo già fatto, formalmente, ma era stato preparato dalla Giunta precedente - non abbiamo mosso una virgola, i miliardi sono scesi a 98. Immagino che abbiano preso atto di un trend che era in corso e che portava ad una diminuzione degli introiti (perché, come già detto, è stato predisposto dalla Giunta che vedeva ancora il Consigliere Ferraris quale Assessore al bilancio).
Dopodiché - naturalmente - siamo venuti in aula con la prima legge di variazione, con la quale abbiamo aumentato gli introiti di 24 miliardi, non certo per l'anno 1995, ma per l'arretrato sull'anno 1994; a detta delle ditte e del trend degli ultimi anni, così come mi hanno riferito i funzionari, dottor Lesca in testa - questi controlli non li ho fatti, e me ne sono pentito, in questi giorni: cercherò, se possibile, di impegnarmi maggiormente in questa direzione - l'anno 1994 è stato un anno assai anomalo. Quindi, quei 24 miliardi hanno rappresentato un episodio; prima di predisporre il bilancio del 1996 per scrupolo di coscienza i funzionari, il dottor Lesca per primo, hanno chiesto alle ditte erogatrici un check up sulla questione del metano. E' stato ribadito che il 1994 era un anno anomalo, e quindi abbiamo ritenuto di attestarci prudentemente e con responsabilità sulle cifre indicate in bilancio: questa la vera ragione.
Termino, per quanto riguarda il resto, per non essere ripetitivi - il collega Chiezzi dice per tre mesi, ma penso che per tre giorni potremmo parlarne con una certa facilità - avremo sicuramente occasione di entrare nel merito, in modo approfondito, su capitoli e dettagli il 9 gennaio prossimo.
Ultimissima considerazione. E' stato anche detto che le Conferenze economiche - così come le abbiamo chiamate - sono risultate sostanzialmente, del fumo senza arrosto, una volta inserite in bilancio alla resa dei conti. Non è così: durante quelle consultazioni, che quotidianamente chi è impegnato all'interno di un ente, Consigliere ed Assessore, ha con il mondo economico e con il mondo civile, abbiamo operato le scelte enunciate poc'anzi. Abbiamo messo dei grossi segni "più" rispetto alla cultura, al turismo, alla piccola e media impresa, a fronte del programma con cui il Presidente Ghigo e la sua maggioranza si erano presentate agli elettori, il tutto filtrato alla luce di quella freschezza di consultazioni che ci ha consentito di avere un quadro di richieste e di segnalazioni. Richieste e segnalazioni a mio modo di vedere estremamente positive, ma c'era un rischio: avendo consultato Province ed Enti locali categorie economiche, soprattutto da parte degli Enti locali, il rischio era che emergessero questioni minute e minuscole. Non è stato così.
Il taglio dato ha consentito di riscontrare grossa maturità negli Enti consultati, perché è stata fatta una sintesi preventiva da parte degli Enti che avanzavano proposte e richieste e quindi sono emersi i pochi punti forti, nodali, degni di essere messi all'attenzione della Giunta regionale provincia per provincia, area per area.
Per quanto riguarda la finanziaria, una considerazione: è chiaro che se nei prossimi giorni dovesse verificarsi l'ipotesi di una contrazione di erogazione da Roma, per quanto riguarda le Regioni, ne prenderemo atto. Se saremo in grado di farlo prima del 9 gennaio lo faremo, sperando di non ripeterci in quelle disfunzioni delle quali ci assumiamo interamente torno a ripetere - la responsabilità; nel caso contrario faremo una variante in corso d'opera per il 1996. Così come andremo a modificare sia il Regolamento di contabilità, sia - questo nei programmi prima dell'assestamento di giugno - la legge di contabilità con le variazioni di una certa consistenza che riterremo appunto di dover inserire.
Un'altra novità, che è stata sottaciuta, è la questione dei buoni ordinari regionali. Ritengo vada sottolineata la partenza della Regione Piemonte per quanto riguarda questa sottoscrizione di obbligazioni; saremmo, tra l'altro, la prima Regione nel nostro Paese. Con tale sottoscrizione di BOR di circa 38 miliardi, avremmo la possibilità di realizzare degli obiettivi specifici, dei progetti esecutivi mirati e definiti. Inoltre con tale sottoscrizione avremmo due vantaggi.
Il primo vantaggio - mi permetto di dire il minore, anche se apparentemente e nell'immediato potrebbe essere considerato il vantaggio più grosso - è quello di risparmiare 1,3 punti percentuali per quanto concerne il tasso di contrazione dei mutui. Questo è un vantaggio che sicuramente è considerevole, nel senso che, con la stessa cifra, la Regione attiva mutui di capienza maggiore e quindi, con lo stesso denaro in spesa corrente durante le annualità di ammortamento, si possono attivare mutui di capitalizzazione maggiore.
Il secondo vantaggio è quello che, attraverso la sottoscrizione di queste obbligazioni, la Regione Piemonte fungerà da traino nei confronti degli altri Enti non tanto per quell'1,2%-1,3% in meno che pure serve e pure fa comodo, ma perché ritengo che attraverso un processo civico di questo tipo abbreviando il percorso prelievo al cittadino, finalizzazione dell'investimento, si aumenta la visibilità dell'investimento, si aumenta il grado di responsabilizzazione dell'Amministrazione che realizza quei progetti.
Anche gli istituti bancari - con i quali abbiamo avuto i confronti in questi giorni che sono poi gli istituti del nostro pool di tesoreria soprattutto il San Paolo, che è il capofila - ci confermano che questa sarà la strada che sicuramente verrà percorsa in modo sempre più insistente e con frequenza maggiore nei prossimi anni.
Per ora mi limiterei a queste considerazioni.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La discussione di carattere generale sul progetto di legge n. 75 è terminata.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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