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Dettaglio seduta n.286 del 07/10/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


P FOCO ANDREA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Bellingeri, Bellion Casari, Casoni, Deorsola, Farassino, Manica, Marengo, Pichetto, Riba.



PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che la Conferenza dei Capigruppo tenutasi ieri sera ha convocato il Consiglio anche per i giorni di giovedì 8 e venerdì 9 sia in seduta antimeridiana che pomeridiana.


Argomento: Sistema informativo regionale

Comunicazione del Vicepresidente della Giunta regionale, Masaracchio inerente al CSI ed esame ordine del giorno n. 855 collegato


PRESIDENTE

L'accordo era di iniziare i lavori con la comunicazione del Vicepresidente della Giunta regionale, Masaracchio, sul CSI. Ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Innanzitutto, chiedo scusa del ritardo, dovuto al fatto che i nostri collaboratori prendono servizio dopo le ore 8,30; ho quindi avuto modo di trascrivere al computer il testo della comunicazione solo poco fa trascrizione indispensabile data la mia scrittura a "zampa di gallina...!" Il caso in cui non avessi saputo interpretare talune mie espressioni grafiche sarebbe stato motivo, certamente, d'inopportunità nell'ambito di questo momento, così particolare, nei confronti dei colleghi Consiglieri che hanno chiesto di esprimere una breve nota sulla relazione presentata all'assemblea dei soci del CSI.
Mi si consenta di dare per letta la relazione presentata all'assemblea del CSI del 30 settembre u.s., come da ordine del giorno di convocazione del Presidente della Giunta, on. Enzo Ghigo.
Ovviamente, ove non tutti i Consiglieri regionali l'avessero, è a disposizione presso l'Ufficio di Presidenza del Consiglio.
Il punto in discussione, fra gli altri, della parte straordinaria dell'o.d.g., che sono stati approvati all'unanimità, era appunto il "Rinnovo del Patto Consortile", in relazione alla sua scadenza del 31/12/98.
In sintesi, tuttavia, si ribadisce che il Patto Consortile, che risale al 1975, fra i Soci fondatori del CSI (Regione Piemonte, Università e Politecnico di Torino) cui si aggiungono il Comune e la Provincia di Torino, quali soci sostenitori, fu per lo sviluppo del sistema informativo della Pubblica amministrazione regionale di ogni livello.
Ora è necessaria, utile ed opportuna una riflessione che consenta di approfondire l'evoluzione del Consorzio così come si è sviluppato in tanti anni di attività, alla vigilia del rinnovo del Patto Consortile, e la conoscenza dei problemi giuridici che emergono, della molteplicità di ruoli in atto, delle diverse tipologie di rapporti creatisi con la committenza con il mercato e con altre imprese del settore.
Nel contesto di tali riflessioni è di rilevante importanza tener conto di taluni valori: i soci fondatori costituiscono il 54% delle quote consortili i soci sostenitori il 16 altri il 30%.
Di contro abbiamo dai soci fondatori un fatturato del 39% pari a quello dei soci sostenitori, cui si aggiunge il 13% degli associati e il 9% dei non consorziati.
Altre importanti riflessioni sono state suggerite sui ruoli del CSI e quant'altro nel campo della cosiddetta Informatica Piemontese: AIPA, OPNET il progetto IRISI in collegamento con quanto previsto dall'Unione Europea in termini pedagogico-didattici, di incoraggiamento, affinché la Pubblica Amministrazione si informatizzasse.
Di estrema importanza, oggi più che negli anni scorsi, è anche lo sviluppo di una possibile collaborazione con i privati, ad in esempio, per quel progetto politico che è stato definito, in altro momento, "Piemonte rete" con la previsione di un impegno programmato di investimenti nell'ordine di 100 miliardi da parte della Regione, con stanziamenti annuali nell'arco di 4/5 anni o più, a seconda di come verrà affrontato tutto quanto inerente al progetto, anche tramite l'intervento privato.
Quindi, rinnovo meditato del Patto Consortile per lo sviluppo del sistema informativo della Pubblica amministrazione, nel pieno coinvolgimento della realtà di questa società e nel rispetto delle esigenze dello sviluppo.
In assemblea, il 30 dello scorso mese, queste considerazioni sono state pressoché condivise, anzi, si può dire che si è preso atto della necessità di affrontare le questioni in campo, soprassedendo per dare modo all'Assessore Burzi di portare la relazione della Giunta in Commissione consiliare, per poi coinvolgere il Consiglio regionale sull'opportunità di una Commissione di studio, che determinasse la chiarezza gestionale nella distinzione dei ruoli, dei rapporti con la committenza, l'economicità delle soluzioni della Pubblica amministrazione, il rispetto della sostanza della normativa Bassanini sul decentramento, che determina un ruolo fondamentale e indispensabile nell'informatizzazione degli Enti locali e dei servizi pubblici.
Mi chiedo e chiedo anche ai colleghi Consiglieri se tutto questo sia sbagliato. Si può fare a meno del coinvolgimento del Consiglio regionale che, oltretutto, è chiamato a dibattere ed approvare la legge di rinnovo del Patto Consortile? Per concludere: la I Commissione consiliare è stata informata dall'Assessore Burzi; il Consiglio regionale ha avuto oggi questa comunicazione; a breve si deciderà sulla proposta di una Commissione che esamini ed approfondisca la risoluzione definitiva delle modalità e degli adempimenti da adottare per il rinnovo del Patto consortile.
In definitiva è corretto evitare l'automatismo, che sconfesserebbe ogni responsabile considerazione di condivisione della sia pur schematica relazione portata all'attenzione dell'assemblea del CSI e per ora a conoscenza dei Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

Sulla comunicazione del Vicepresidente della Giunta è aperto il dibattito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, credevo che la comunicazione fosse maggiormente completa ed articolata e, soprattutto, fornisse delle informazioni maggiori rispetto a quelle per la verità più complete fornite dall'Assessore Burzi in sede di Commissione.
Il motivo per cui è stata chiesta, anche da parte nostra, una comunicazione era anche per avere una sintesi delle diverse posizioni che mi pare vi siano a livello di Giunta sul problema. Posizioni che sono, per quanto abbiamo finora ascoltato, complessivamente molto superficiali e che non tengono conto complessità del problema del CSI.
Abbiamo letto l'intervento del Vicepresidente della Giunta regionale Masaracchio, durante l'assemblea del Consorzio, e ci siamo stupiti - e ci stupiamo ancora - del fatto che l'intervento stesso sembrasse quasi quello di un cliente del CSI; un cliente che acquista alcuni servizi, che pone quesiti quasi da estraneo. Dice che è necessario - e l'ha ripetuto ancora oggi - fare chiarezza sulla natura giuridica del Consorzio, e questo viene detto a un mese dalla scadenza; oggi l'Assessore Masaracchio dice che è necessario fare chiarezza gestionale, come se finora non ci sia stata chiarezza gestionale, e suggerisce la necessità di istituire una Commissione per fare chiarezza gestionale.
Io credo che se il Vicepresidente Masaracchio ha dei dubbi sulla chiarezza gestionale, è bene esplicitarli chiaramente. Non può la Regione che ha istituito il CSI, presentarsi oggi - a un mese dalla scadenza facendo queste considerazioni, come se fosse estranea al CSI, soprattutto perché il Presidente del Consiglio di amministrazione - credo che sia persona nota anche alla Giunta - e Presidente del Consorzio, Carlo Di Giacomo, è Presidente non da ieri.
Credo che tutte le richieste che l'Assessore Masaracchio ha fatto in assemblea a settembre potevano essere sicuramente esaurite con una telefonata, cioè mi sembra che ci sia una scissione tra il ruolo del Presidente del Consiglio di amministrazione, gli Assessori e la Giunta regionale.
Mi chiedo che cosa abbia fatto in questo tempo il Presidente del Consiglio di amministrazione. Io, leggendo questa relazione, ho avuto la sensazione che sia un po' una sorta di sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio di amministrazione.
Leggo qui, sempre sulla relazione, che "bisogna conoscere; è necessario disporre di un'analisi ben strutturata sulla base delle richieste conoscitive mirate; s'impone un'ulteriore analisi della struttura giuridica dell'Ente". Ebbene, questa Giunta è già da tre anni che sa che esiste il CSI, sapeva della scadenza e avrebbe potuto fare l'analisi della struttura giuridica dell'Ente.
Poi, elencando dei compiti che potrebbe svolgere il CSI, continua a dire che "la Pubblica Amministrazione - mettendo dentro anche la Regione non ha avuto le idee chiare su cosa richiedere al CSI", cioè una somma di contraddizioni.
D'altronde noto anche un'altra contraddizione. Questi problemi la Giunta se li pose nel mese di luglio '98 e, leggendo la delibera del 6 luglio '98, la sensazione che ho è che la Giunta avesse superato alcuni interrogativi sul futuro del CSI. Oggi mi pare che in sintesi, al di là delle questioni dette e scritte, la volontà della Regione sia quella di non rinnovare il patto in modo automatico; mi pare che l'opinione della Giunta sia quella di rinnovarlo, al limite, per un tempo limitato e nel frattempo vedere che cosa fare. Questa è la sensazione che si coglie, e mi pare che il Presidente Ghigo condivida questa opinione.
Però nel mese di luglio del 1998, Presidente, la Giunta da lei presieduta deliberò di dare un incarico a uno studio legale per rivedere lo Statuto del CSI e per rinnovare il patto consortile (fu questa la delibera del 6 luglio). Nelle premesse di tale deliberazione emerge la volontà di dare un incarico per rinnovare il patto, in modo da "adeguare lo Statuto ai cambiamenti che sono intervenuti, mettere a punto la proposta di un nuovo Statuto - così è scritto - tenendo conto della nuova realtà in cui il Consorzio opera, ecc., incentivare l'aggregazione del Consorzio con gli Enti, ridefinendo le quote di partecipazione". Sono tutti obiettivi comprensibili e logici; ridefinire le quote, adeguare alla normativa, alla 142, alla legge Bassanini: questo mi pare più che comprensibile. Ma questo lavoro avrebbe dovuto essere fatto.
Nel momento in cui si va all'assemblea, la Regione deve avere una proposta di modifica dello Statuto. La proposta di modifica dello Statuto non c'è. Non solo, ma complessivamente emerge un giudizio negativo nei confronti del Consorzio, ripetuto dall'Assessore Burzi e oggi dall'Assessore Masaracchio, ed è una posizione fortemente isolata.
Vorrei dire al Presidente Ghigo: attenzione ad avere queste incertezze alla vigilia del rinnovo del patto. Questa indicazione generica che è stata data ("mah, vediamo, facciamo, guardiamo") sta mettendo in moto un processo pericolosissimo. Non è possibile che un Ente istituito dalla Regione abbia delle incertezze - vive ancora per un anno, poi si vedrà - anche dal punto di vista gestionale. Io non so se il Presidente che avete nominato vi ha reso edotti dei pericoli che esistono per quell'Ente che lui deve garantire per le finalità della legge, che è estremamente rischioso per il futuro del CSI.
Un anno e poi si vede? Ma com'è possibile gestire un Ente con una prospettiva di così brevissimo termine? E' impossibile! Questo vuol dire affossare il CSI. Io non so se vi rendete conto delle difficoltà che create al Consorzio, e in più dicendo che "debbono entrare i privati" (mi sembra questa un'altra indicazione).
L'Assessore Burzi ha detto: "Debbono entrare i privati"; l'ha detto l'ha scritto, ma che cosa vuol dire "debbono entrare i privati"? Quali privati? Con quali modalità? Che ruolo debbono avere? E' possibile che in un Consorzio pubblico entrino dei privati? E quale deve essere allora il rapporto coi privati? Questa indicazione molto generica e superficiale, Assessore Burzi mette in moto, anche qui, delle aspettative e dei processi non trasparenti su quali debbono essere i privati che dovrebbero entrare a far parte del CSI; non per nulla io ho letto e sono scandalizzato che in questo dibattito sui privati intervenga la società di cui è Amministratore delegato Salza della Cervad, il quale disquisisce sul futuro del CSI, come se l'Amministratore delegato della Cervad avesse un titolo per poter intervenire sul futuro del CSI e interloquire con l'Assessore Burzi.
Io ho la sensazione che abbiamo già ceduto un ruolo a qualche privato.
Per quale motivo la Cervad deve intervenire in questa vicenda? Spiegatemelo. Che ruolo ha? E per quale motivo altri possono intervenire in questo dibattito, che è un dibattito pubblico, perché il Consorzio è stato istituito con legge regionale ed è un organo pubblico; invece intervengono già i privati.
In più abbiamo letto - sempre su un articolo de La Stampa - che è stato istituito un organo, una Commissione tecnica regionale cui partecipa l'Amministratore delegato della Cervad per vedere come garantire la presenza dei privati. Ho letto così e ho presentato un'interrogazione per conoscere quando la Giunta ha assunto la decisione di estendere ai privati la partecipazione del CSI. Vorrei saperlo, perché l'Assessore Burzi ha detto che bisogna fare entrare i privati: quando, Assessore Burzi?



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale

Rapporto con i privati che esiste già.



SAITTA Antonino

Allora i giornali scrivono delle cose incredibili. E' stato scritto così sui giornali. In più la relazione fatta dall'Assessore Burzi lascia intendere questo. Quando è stata assunta questa decisione? Chi sono i componenti del gruppo di studio tecnico regionale - se esiste - che sta esaminando il problema? E' vero che ci sono dei privati? E' possibile che questo gruppo tecnico regionale, che deve vedere come possono entrare i privati, sia presieduto dal Presidente del Consiglio di amministrazione del CSI, che deve garantire la struttura pubblica prevista per legge e quindi svolge un ruolo contrario alla legge? Ma è possibile una cosa simile? Mi chiedo se è compatibile che la discussione sull'ingresso dei privati veda la partecipazione del Presidente del Consiglio di amministrazione che è anche operatore privato nel settore.
Assessore Burzi, non esiste qualche forma di incompatibilità sul piano etico? Non esiste proprio? Io credo che questo Presidente del Consiglio di amministrazione del Consorzio dovrebbe andare a casa. Sarebbe molto più coraggioso, Assessore Burzi, che lei chiedesse le dimissioni di questo Presidente, perché in questo anno e mezzo in cui svolge il ruolo di Presidente del Consorzio non ha lavorato per le finalità della legge ed anche la relazione dell'Assessore Masaracchio dimostra che è andato per conto proprio. Mi sembra, anzi, che abbia lavorato per creare dei problemi al CSI.
Pertanto, la situazione è estremamente complessa, anche perché le Province hanno presentato una proposta di modifica allo Statuto - mi pare abbastanza corretta e che tiene conto della legge n. 142 - e noi siamo ancora in una fase in cui non sappiamo cosa dire. Scade il patto e noi diciamo delle banalità. Diciamo che bisogna fare chiarezza gestionale? Dobbiamo vedere la struttura giuridica del Consorzio? Dobbiamo vedere come entrano i privati? Dobbiamo istituire la Commissione d'indagine? Io non lo so. La situazione mi sembra soprattutto di una certa drammaticità ed assurdità. Non riesco a capire qual è la reale volontà. Noi abbiamo la sensazione che la volontà della Regione sia di tirarsi fuori dal Consorzio di fare entrare dei privati, non si sa quali privati, con quale processo ma soprattutto di tirarsi fuori dal Consorzio. In un anno e mezzo di presenza nel Consiglio di amministrazione con un uomo di fiducia, la Regione non è riuscita a risolvere quei problemi che pensava di risolvere.
La situazione è di questo tipo, quindi spero che la Giunta si ponga il problema della permanenza del ruolo di questo Presidente del Consiglio di amministrazione, il quale non ha rispettato, non ha garantito il raggiungimento delle finalità del Consorzio, ma ha fornito informazioni ed elementi - per quello che sappiamo, per quello che abbiamo letto - per non rinnovare il patto consortile, perché alla Regione ha fornito le informazioni per non rinnovare il patto consortile, infatti voi non volete rinnovare il patto consortile.
Io spero che su questa vicenda ci sia qualche parola molto più chiara da parte del Presidente della Giunta regionale, un punto fermo su cosa si può fare sul Consorzio e come ci si pone oggi alla vigilia della scadenza del patto consortile: si rinnova o no? Inoltre, per quale motivo non si rinnova, quali problemi non sono stati risolti, quali sono, qual è il rapporto dei privati, quali sono i privati e se esiste un'incompatibilità di questo Presidente relativamente alle finalità della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ho dato una parte dei miei minuti al collega Saitta perché ho condiviso interamente il suo intervento, pertanto, nei pochi minuti che mi rimangono, vorrei fare solo alcune brevi osservazioni.
Prima osservazione. Dai primissimi giorni di questa legislatura io ricordo che il tema dell'uscita dell'interesse regionale dal CSI è stato nominato da questa Amministrazione in dichiarazioni anche sintetiche. Nel programma presentato dalla Giunta c'era già questo nodo, il nodo di guardare con fastidio - e magari anche con qualche voracità - al fatto che una struttura pubblica si interessasse di un settore decisivo dal punto di vista dell'organizzazione istituzionale e molto rilevante dal punto di vista economico.
Fra le tante cose che non hanno detto il Presidente Ghigo e tutti i suoi, di certo si sono dimenticati di dire che il CSI era un bel bocconcino da esaminare e gustare sin dall'inizio, tant'è che - poi sono arrivati in ritardo anche su questo, perché lavorando poco e male come fa questa Giunta anche su quello che dicono: "faremo, faremo", poi si aspettano tre anni un po' di tempo dopo è stata montata una consulenza trilobata, perché mi sembrava che prevedesse tre tappe, che era una sorta di indagine su cosa faceva il CSI. Mi sembra che fosse stata affidata a consulenti di Milano ho anche presentato un'interpellanza in merito - ma si trattava chiaramente di un'indagine che vedeva l'attività del CSI come un'attività estranea agli interessi della Regione Piemonte, anzi un'attività probabilmente non svolta in modo idoneo ed efficace, tant'è che c'era bisogno di certificare che cosa avesse mai fatto il CSI in questo tempo. Se fosse possibile, vorrei conoscere la fine che ha fatto quella consulenza, quanto è costata e che risultati ha dato.
Questo fatto iniziale, questa attenzione così malvista da parte della Regione è continuata ed è un po' il gene di questa Giunta, perché chi ha assistito alla conferenza stampa di presentazione del Piano regionale di sviluppo e ha scorso i documenti avrà potuto leggere frasi raccapriccianti dal punto di vista del ruolo che dovrebbe avere il governo pubblico che rappresento, del tipo: l'intervento pubblico perlopiù nuoce alla società.
Se andate a leggere i testi scritti - se avesse la buona voglia di dirci Presidente Ghigo, da chi, perché non si sa - potrete notare che le attività pubbliche è meglio che non vengano svolte del tutto, sono perlopiù nocive.
Allora è chiaro che in un settore di grande affari come quello dell'informatica avere l'ingombro di un'attività pubblica che lavora nell'interesse pubblico è un fastidio, meglio lasciare spazio ai privati ed è quanto Saitta ricordava che sta accadendo. Allora - per stare nei tempi così rispettiamo tutte le nostre urgenze - io ho sentito anche cosa ha detto il collega Saitta e chiedo formalmente che si istituisca una Commissione d'indagine sulle attività svolte, nell'esercizio delle proprie mansioni, dal Presidente del CSI, che si faccia chiarezza su cosa è successo dall'atto della sua nomina nell'esercizio delle sue funzioni.
Formalizzo questa richiesta sperando che anche altri colleghi la sottoscrivano. Chiedo pertanto che alla fine di questo dibattito si voti l'ordine del giorno di rito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Si tratta di un problema annoso, non di oggi o di ieri mattina, e nemmeno dell'Assessore Burzi o dell'attuale Presidente. Sul problema del CSI, dall'epoca della Giunta-Brizio, c'è sempre stato un nervo scoperto: vuoi per padrinati politici - dobbiamo ricordarlo, diversamente il discorso è sempre più o meno moralistico - vuoi perché certi untori, allora capitanati dal rappresentante dell'Unione industriale, avevano accusato la Regione, attraverso il CSI, di drenare tutto il mercato piemontese sostenendo - non è cosa di questa mattina o dell'altro ieri - che il rapporto qualità-prezzo del servizio non stava sul mercato. Questo è sempre stato detto, non è invenzione estemporanea né di oggi né di ieri.
Siccome siamo degli "orecchianti" - almeno io sono così - di quanto viene detto fuori e dentro l'aula, di decisioni assunte soprattutto al di fuori di quest'aula, non ho il termine del problema così serio, così probante, come per esempio - mi pare - ha dimostrato di avere il Consigliere Saitta.
Se le criticità emerse dal "documento Burzi" - chiamiamolo così ripetute stamattina dall'Assessore Masaracchio, possono essere, per questioni diverse e con tagli diversi, rapportate alle criticità emerse dalla relazione della Provincia, in virtù e in funzione di una modifica statutaria del CSI, io dico: signori Consiglieri, andiamo piano. Perché su di noi, al di là delle voci che possono più o meno piacere o non piacere c'è la legge n. 142, ci sono i decreti Bassanini n. 57 e n. 127 da applicare, e c'è quanto espresso dall'AIPA, ci sono i Regolamenti comunitari e quant'altro, che portano il CSI ad avere una funzione non aleatoria o astratta di sussidiarietà, ma una funzione strategica di interconnessione, affinché le reti degli Enti locali e della Provincia, con il ruolo di programmazione della Regione, possano effettivamente verificarsi.
Non voglio assolutamente addentrarmi nel discorso; se vogliamo avere chiarezza su questo, Presidente Ghigo, non può esservi alcun automatismo perché lo Statuto che prevede la Regione Piemonte è da verificare con i piedi di piombo. Siccome si imputa sempre alla Regione di non tener conto di quanto fanno le Province e gli Enti minori, una volta tanto dobbiamo dire alla Provincia che queste cose si concordano, e non si portano come "carta che canta" sul tavolo di chicchessia.
La stessa Provincia - faccio un po' di annotazione politica - chiede una ridefinizione dei ruoli della Regione, degli Enti locali, delle Province e via dicendo, lasciandoci solamente quello che può essere il pennacchio di una Presidenza più o meno onoraria o più o meno onorifica: in questo modo, colleghi, diamo l'alibi alla Giunta per poter definire il Consorzio da sola! Quando si dice "il collegamento dell'attività del CSI con quelle di iniziative consortili a livello locale.., la ridefinizione del peso dei voti dell'assemblea per tener conto dell'accresciuto impegno della città di Torino e al tempo stesso garantendo significativo peso agli Enti locali e al ruolo equilibratore della Regione...".
Signori, cosa significa "al ruolo equilibratore"? Diciamoci le cose con molta, molta chiarezza ed anche con molta semplicità.
Quanto detto dal Consigliere Saitta sulla Commissione mi lascia allibito. Assessore Burzi, spero che lei chiarisca, altrimenti il conflitto di interessi si ripropone, a livelli diversi, con dimensioni diverse che vanno dal tragico al grottesco, a tutti i livelli nella gestione del governo di questo Paese.
Se il Presidente del CSI è anche il Presidente della Commissione spero non sia così - mi rimetto alla correttezza istituzionale che ho sempre richiamato affinché questa cosa non avvenga - e mi auguro non sia avvenuta.
Concordo con quanto detto dall'Assessore Burzi: non si mette in discussione la scelta del legame diretto, non fosse che per ovvie esigenze di continuità, di fornitura per l'Ente pubblico. Ciò però preclude ogni margine di competizione che consenta una verificazione dei costi nell'interesse dell'Ente pubblico: questo non si può ignorare! Possiamo fare tante ricerche di mercato e analisi sociologiche assistenzialismo è anche un modo di inverarsi, attraverso un consorzio di fatto perdente sul mercato.
Dico queste cose con cautela, perché non ho alcuna certezza; voglio solamente verificare. Non credo occorra istituire la Commissione di indagine o di inchiesta sul Presidente del CSI:, non prendiamo sentieri fuorvianti. La funzione strategica del CSI è fondamentale.
In tutte le società complesse, il peso dell'informatica è straordinario; nei Paesi totalitari, per non permettere divulgazione e comunicazione si toglievano gli indirizzi dalle strade non mettendo a disposizione del cittadino nemmeno le guide telefoniche.
In un momento in cui si parla di globalizzazione dei mercati, il CSI è una struttura portante, una delle grandi gambe tecnologiche che la Regione non può assolutamente dismettere, struttura sulla quale dobbiamo verificare tutte le opportunità che il mercato, la situazione degli Enti locali, a fronte della legge n. 142 e dei Decreti Bassanini, oggi ci offre.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo, Assessore ai servizi informatici

Intervengo volentieri...



CAVALIERE Pasquale

Scusi, Presidente, ma Burzi non è l'Assessore alle partecipate!



BURZI Angelo, Assessore ai servizi informatici

Sono l'Assessore ai servizi informatici, credo che la Giunta abbia l'opportunità se il Regolamento non è cambiato e se è cambiato un'auspicata quanto mai sessione della Commissione Regolamento potrà chiarire, ma in attesa che questo chiarimento avvenga, se il Presidente consente intervengo volentieri.



PRESIDENTE

Il Presidente consente; ne ha facoltà.



BURZI Angelo, Assessore ai servizi informatici

Bene, intervengo volentieri perché l'intervento del Consigliere Saitta poi ripreso in parte dal Consigliere Chiezzi, contiene delle gravi inesattezze e che appunto, come ha poi sottolineato l'intervento successivo del Consigliere Picchioni che condivido integralmente come intervento, ha posto ulteriormente come interrogativo.
Sgombriamo allora il campo dai fatti, poi le opinioni le aggiungiamo magari alla fine.
Non esiste nessuno gruppo di lavoro, né regionale né per quanto io sappia all'interno del CSI, nell'ambito peraltro dell'autonomia del CSI quindi non la conosco, ma comunque certamente nessun gruppo di lavoro all'interno della Giunta che si occupi né di privatizzazioni né di quant'altro attenga a questo tema. Quindi tutto ciò che su questo tema qui è stato ipotizzato è assolutamente inesistente, ed essendo inesistente il fatto sono inesistenti i commenti che ne derivano e lascio a chi li fa le considerazioni successive a valutazioni politiche su fatti palesemente inesistenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io sono molto sconcertato da tutte le cose che sono avvenute in questi giorni e stanno avvenendo in questo momento. Intanto c'è un problema serio sulle competenze, su quale Assessore stia gestendo il rapporto con le partecipate e con questa in particolare, perché la delega mi risulta dell'Assessore Masaracchio, per quello che lei ci ha comunicato in quest'aula, mentre l'Assessore Burzi ha la delega all'informatizzazione quindi dovrebbe avere la delega al rapporto tecnico relativo all'informatizzazione del nostro ente con il CSI. Mi pare che l'Assessore Burzi in queste settimane sia intervenuto nelle relazioni societarie attinenti, in tutto e per tutto, alla competenza delle partecipate, ma questo è diventato evidente a tutti oggi. Lei, Assessore Burzi, è intervenuto su questioni che io ritengo non siano la sua competenza; non l'ha fatto come Consigliere, ma come Assessore competente di una competenza che si è preso sul CSI a seguito di una spartizione di competenze, di ruoli e di interessi avvenuta nella vostra maggioranza. Abbiamo letto sulla stampa del 4 ottobre, Presidente Ghigo, e lei non ha detto una parola quanto segue: "Enrico Salza, Amministratore delegato della Cerved, la struttura informatica controllata al 75%... che partecipa a un gruppo di studio tecnico sul problema, coordinato dal Presidente CSI". Questa non è una cosa da poco: o voi smentite che non c'è nessun gruppo tecnico nominato da chicchessia, oppure questo è un problema abbastanza rilevante. Ci sono dei conflitti di cui oggi abbiamo avuto una sintesi abbastanza evidente perché tutti abbiamo capito, Presidente Ghigo, che qui ci sono in ballo 100 miliardi di appalti. Parliamoci chiaro, Assessore Masaracchio: qui ci sono in ballo 100 miliardi di appalti!



MASARACCHIO Antonino, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Di bilancio, perché qui ci sono gli appalti anche dei privati.



CAVALIERE Pasquale

Di bilancio, chiamiamoli come vogliamo. Io leggo così dalle mie "zampe di gallina", e così li chiamo. Dobbiamo discutere di questa concessione di mercato, di questo liberismo e della vostra concezione liberista. Il liberismo con i soldi pubblici è un liberismo un po' facile; non vedo il vero liberismo di coloro che rischiano il proprio capitale in un'impresa di ingegno. Questo non lo vedo. Ho visto che Scanderebech ha chiesto la parola e interverrà dopo; ricordi, Scanderebech, la vostra campagna elettorale su questi imprenditori che entravano nella pubblica amministrazione? Io questi imprenditori non li vedo.



CAVALIERE Pasquale

SCANDEREBECH Deodato (fuori microfono)



CAVALIERE Pasquale

Io parlo a livello nazionale.



CAVALIERE Pasquale

Noi stiamo qua e io questi imprenditori che introducono il metodo imprenditoriale nella pubblica amministrazione li vedo poco, anche quando fanno le operazioni immobiliari e comprano i palazzi per 16 miliardi, ma lo facciano un po' nel privato, se si tratta di così interessanti affari e se sono così bravi ingegni.
Vedo che il Presidente è sparito. Ma lei non ha la competenza Assessore Masaracchio, eh no, lei non ha la competenza perché gliel'hanno scippata da qualche settimana; di sicuro sul CSI non l'ha mai avuta e di sicuro non ce l'ha oggi, perché i problemi li ha trattati e li sta trattando l'Assessore Burzi, quindi io perlomeno dovrei poter parlare con...



(Commenti dell'Assessore Masaracchio fuori microfono)



CAVALIERE Pasquale

Io sto aspettando gli interlocutori, signor Presidente. L'Assessore Masaracchio non ha la delega alle partecipate da oggi.



PRESIDENTE

Non diciamo questo. Se è richiesta la presenza del Presidente aspettiamo un attimo che rientri.



CAVALIERE Pasquale

Non ha la delega alla partecipata CSI, diciamo questo allora.



PRESIDENTE

Cavaliere, non discutiamo io e te di questa cosa.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il Consigliere Cavaliere intende proseguire alla presenza del Presidente della Giunta.



(Il Presidente Ghigo rientra in aula)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Non è scritto in nessun luogo che il Presidente deve essere sempre presente; se il Presidente è andato in bagno, o si toglie la parola oppure la seduta continua!



PRESIDENTE

Presiedere quest'aula non è facile. Pregherei di non avere eccessivi maestri o professori in quest'azione. Un Consigliere, che sta parlando chiede di avere - siccome stava affrontando un problema politico di competenze e di ruoli all'interno della Giunta - la presenza del Presidente. La richiesta avanzata è avvenuta fuori microfono. Mi sono semplicemente permesso di dire che ci sono degli aspetti di delicatezza che fanno parte del rapporto tra Consiglieri, ma di più non posso dire. Mi viene chiesto questo, per cui ho ritenuto di aspettare piuttosto che sospendere la seduta, altrimenti l'episodio avrebbe assunto un peso eccessivo.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie Presidente. Mi rivolgo al Presidente Ghigo, rispetto a quanto scritto sempre su La Stampa del 4 ottobre: o questo gruppo tecnico è stato istituito dall'Assessore Burzi, oppure è un gruppo tecnico istituito dal Presidente del CSI, oppure, altra ipotesi, uno svarione di Salza e Tropeano, per cui non esiste questo gruppo tecnico.
Nelle prime due ipotesi, ovvero che questo gruppo sia stato costituito dall'Assessore Burzi o costituito dal Presidente del CSI, ci troveremmo di fronte ad un fatto gravissimo.
Ritengo, Presidente, che per tutti questi motivi lei debba revocare le deleghe all'informatica e all'informatizzazione all'Assessore Burzi. Deve revocarle per il semplice motivo che non so se l'Assessore Burzi si debba o non si debba interessare degli aspetti e delle interrelazioni societare che secondo me competono all'Assessore Masaracchio. Ma non solo per questo ma perché, di sicuro, la sua competenza è sulla informatizzazione del nostro Ente, a proposito della quale ci troviamo di fronte ad una gravissima inefficienza. Ricordiamoci che noi, come Regione Piemonte, diamo 40 miliardi all'anno al CSI; malgrado questo importo il livello di informatizzazione del nostro Ente è all'età della pietra.
Pertanto sono due i fatti: o al CSI noi diamo 40 miliardi all'anno e non ci fornisce i sistemi di software (non ci dà niente) oppure questi sistemi ci vengono forniti ma noi non siamo in grado di gestirli e di installarli. E' competenza dell'Assessore Burzi capire se questi servizi ci vengono forniti, non forniti, o se noi non siamo in gradi di gestirli e di installarli.
Su questo si deve costituire la Commissione per vedere come mai non funziona il servizio di informatizzazione, nel senso che il suo livello è molto arretrato rispetto a tutti gli altri sistemi.
Tutti questi motivi, Presidente Ghigo, sono sufficienti affinché ritiri le deleghe all'informatizzazione all'Assessore Burzi. Ritiri le deleghe per la poca trasparenza con cui ha gestito questa vicenda e valuti attentamente la condizione di compatibilità del Presidente del CSI.



PRESIDENTE

Ci sarebbe di aiuto che il Consigliere Cavaliere precisasse meglio gli aspetti di informatizzazione che riguardano il Consiglio. Per quanto riguarda i sistemi di banca dati e sistema "Arianna", che riguardano il Consiglio, mi risulta che siano additati ad esempio a livello nazionale.
Ripeto, come Consiglio, quindi con i nostri operatori. Questo mi sembra doveroso dirlo perché i nostri operatori interni, quindi i nostri funzionari, insieme al CSI, per quanto riguarda l'insieme dell'aspetto legislativo, sono di guida alle altre Regioni.
Posso immaginare a cosa il Consigliere Cavaliere si riferisse.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

La ringrazio, Presidente, per la richiesta di precisazione. Il problema, come lei ha indicato, è complesso. Il sistema di informatizzazione degli Assessorati, l'informatizzazione del processo deliberativo e del rapporto tra Assessorati e il Consiglio è inesistente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Ringrazio il collega Cavaliere di aver chiamato in causa gli imprenditori su un tema così delicato ed importante. Il Consigliere Cavaliere conclude il suo intervento sostenendo che il CSI è l'ultimo della classe a livello nazionale, ossia che è retrogrado, obsoleto - quasi fosse una macchina - non più adeguato a quelle che sono le innovazioni tecnologiche sull'informatica e sui servizi.
Successivamente c'è stato l'intervento del Presidente Foco che invece ha definito il CSI tra i primi per ciò che riguarda il servizio di informatica...



PRESIDENTE

Scusi Consigliere Scanderebech, intervengo per chiarezza di rapporti tra di noi. Cerco di essere molto attento a non fare interventi politici quando presiedo. Dalle affermazioni del Consigliere Cavaliere si poteva presumere che il sistema di informatizzazione nostro interno del Consiglio fosse all'età della pietra. Per quanto riguarda Il sistema "Arianna", che è la banca data del sistema legislativo, ovvero quanto compete al Consiglio e questo viene fatto, ovviamente, in un rapporto tra funzionari nostri e CSI, ma l'impostazione di questo discorso nasce dal Consiglio, da nostri egregi funzionari - siamo esemplari come struttura a livello nazionale.
Infatti, abbiamo dei rapporti che fanno sì che il Consiglio regionale del Piemonte venga additato ad esempio nei confronti delle altre Regioni e interloquiamo con loro e con il Ministero.
Non mi compete in questa fase esprimere giudizi sul CSI.
La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Anche su questo argomento avrei da sollevare delle obiezioni.
Quanto viene pubblicizzato dal progetto esecutivo del CSI - ho in mie mani una copia del sistema informativo del Consorzio regionale rivista nel mese di aprile 1998 - dove tratta dei servizi allo sportello, delle funzioni legislative, della redazione testi, dove c'è scritto che supporta le funzioni legislative, simulazione, impatto, è stato impostato bene, ma non è adeguato ai tempi. Di quanto dirò me ne assumo personalmente la responsabilità, in quanto ci sono altre Regioni, come la Toscana, l'Emilia Romagna, il Lazio e la Puglia che sono decisamente più avanzate, pur non avendo alle spalle un CSI.
In secondo luogo, farei un distinguo nel confronto tra quanto viene offerto alla Regione Piemonte e quanto viene offerto al Comune di Torino.
Gradirei che questo punto venisse sviluppato in modo molto più approfondito: probabilmente, utilizzerò lo strumento dell'interrogazione come Consigliere o come Gruppo di Forza Italia, al fine di verificare quanto viene offerto alla Regione Piemonte, in termini di qualità informazione e servizio su Internet dal sito di cui dispone il CSI e quanto viene invece offerto al Comune di Torino, secondo gli stessi parametri.
Mi riallaccio all'intervento precedente del collega Picchioni.
Innanzitutto, occorre valutare il peso politico dell'Ente Regione, che si esercita anche in servizio, in qualità, in conoscenza e divulgazione dell'informazione, attraverso analisi e confronto fra spesa e qualità del prodotto finale. Analisi tecnica che si collega immediatamente al distinguo del peso politico che ha la Regione rispetto al Comune di Torino. Faccio presente che il servizio offerto dalla Provincia è ancora migliore - parlo sempre per quanto mi compete, da ingegnere - anche se il collega di Rifondazione Comunista, Chiezzi, ha definito l'informatica un business; mi spiace la pensi così: la sua cultura, la sua preparazione tecnico-culturale dovrebbe essere la base di quella che è l'informazione e la comunicazione è strano che il collega termini il proprio intervento dicendo che l'informatica è un business, un settore affaristico. E' affermazione deplorevole.
Su tutto quanto attuato fino ad oggi, l'unica cosa che abbiamo sbagliato è stato non seguire il passo di quanto ci ha offerto l'informatica, sia a livello di Consiglio regionale sia a livello di Nazione-Italia. Cos'è la globalizzazione - di cui tutti parliamo - se non l'applicazione di nozioni tematiche e pratiche che si manifestano tramite l'informatica? E la Bassanini? Tutti parliamo della Bassanini; lo strumento finale della Bassanini, cos'è? La digitalizzazione: tutto viene materializzato tramite la firma digitale. Questo è il vero fine dello strumento della Bassanini.
Leggo quanto detto dal Ministro: "... dobbiamo informatizzarci dobbiamo arrivare alla firma digitale ...". Purtroppo, pur con tutti i mezzi che abbiamo a livello regionale, comunale e provinciale, chi è arrivato prima? Il Comune di Bologna. L'unico Comune che ha depositato al Ministero degli Interni e dell'Istruzione la firma digitale.
Invece, in questo Consiglio, continuiamo a tentare di risolvere le crisi che ci stanno avvolgendo; continuiamo a pensare di creare sviluppo sociale ed economico per i piemontesi, ma cosa abbiamo fatto su questo grosso tema che ci affligge in questi ultimi anni? Siamo rimasti indietro rispetto all'informatizzazione; malgrado avessimo un "carrozzone obsoleto", come l'ha definitivo il collega Cavaliere, dalle grosse potenzialità, siamo rimasti al palo su tutto quello che è comunicazione a livello legislativo, amministrativo, e di sviluppo economico e sociale, che ci permette di poter competere in quella famosa prospettiva che è globalizzazione. Parliamo di Europa, di globalizzazione parliamo di tutto, fermandoci però all'era definita dall'amico Pasquale Cavaliere.
Dobbiamo assolutamente approntare un'analisi su cosa la Regione Piemonte può fare, tramite il CSI, così com'è o più snello, più efficiente che dia più qualità; questa la vera analisi che dobbiamo fare; di questo noi Consiglieri regionali, siamo tutti consapevoli e responsabili.
Ritornando alla firma digitale, ho verificato che la Regione Piemonte diventa autorità di certificazione: è stato immesso un link su Internet, ma successivamente tutto è finito lì.
Secondo me, invece, si dovrebbe sviluppare maggiormente quanto relativo al federalismo previsto dalla Bassanini. Nella Bassanini ter - dopo la Bassanini uno e la Bassanini due - i servizi che dovrebbero esser studiati sono: delegificazione, carta d'identità elettronica, istanza via fax concorsi, telelavoro. Tutto questo può avvenire solo e soltanto se la Regione Piemonte si organizzerà e avrà uno strumento informatico all'avanguardia dei tempi.



PRESIDENTE

Mi rivolgo al Consigliere Scanderebech, non all'ingegnere Scanderebech continuando ad insistere che, per quanto riguarda l'organizzazione complessiva, in modo particolare in questo settore, diverso è il discorso "Consiglio regionale" da "Regione Piemonte". Sono due realtà distinte.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Mi rivolgo al Presidente del Consiglio. Mi consenta, Presidente, lo dico con molto garbo: oggi noto una sorta di arbitrato attivo da parte sua.
Mi pare stia un po' interferendo, se mi consente, sul dibattito consiliare correggendo delle forme - per esempio nei confronti del Consigliere Scanderebech - chiedendo precisazioni. La pregherei di non farlo con me: io dico quello che voglio; se lo dico è perché lo voglio dire; se lo dico in un modo è perché lo voglio dire in quel modo.
Mi permetto anche di dire che se il Presidente Ghigo ha delle esigenze anche non fisiologiche, il nostro Statuto prevede che il Vicepresidente ne faccia le funzioni, a tutti i livelli. Quindi, può essere una questione di delicatezza, ma non può diventare un'imposizione, una regola. Diversamente il Presidente Prodi non potrebbe andare in Inghilterra o da altre parti ad un incontro di Ulivo mondiale, perché il Parlamento rimarrebbe assolutamente bloccato, in quanto l'onorevole Tatarella si potrebbe alzare e dire "Io aspetto il Presidente Prodi: non continuo l'intervento".
Questo non è possibile, Presidente, mi richiamo alla correttezza e alla formalità del Regolamento e dello Statuto. Il Vicepresidente fa le funzioni del Presidente: si continua a parlare; altrimenti, diventa un modo dilatorio, che non serve ad affrontare i problemi, ma a fare dello scandalismo.
Infatti, se c'è una cosa che mi preoccupa è l'agitazione intorno a questo tema; ci sono addirittura attacchi agli attacchi. Qualcuno presume ci siano attacchi al CSI, ma attacca a sua volta, in maniera da carica di cavalleria: quando vedo questi attacchi sono preoccupato: mi vien quasi da pensare male! Ma visto che io, per natura, sono prudente, non penso così male come il Sindaco Castellani, che dichiara pubblicamente, su un fatto così delicato, "stiamo attenti agli affaristi, a chi vuol dare l'assalto alla dirigenza dell'informatica pubblica". Queste, a mio avviso, sono affermazioni dalla gravità sconvolgente. Non chiedo - e poi ci tornerò - la Commissione d'indagine sull'attività del CSI; chiedo se queste cose hanno fondamento, di sapere chi sono gli affaristi, cosa si sa di quest'assalto alla dirigenza pubblica, voglio capire quanti banditi armati di Colt45, col fazzoletto sulla faccia, col cappello da cow-boy, coi cavalli, stiano in questo momento bombardando e sparando al CSI?



CAVALIERE Pasquale

O col grembiulino?



GHIGLIA Agostino

O, mi dicono, col grembiulino. Se invece che con le pistole, sparano coi grembiulini, sparino con quel che credono, ognuno usa l'arma che vuole magari, mentre la diligenza va, mentre le sparano, col grembiulino la puliscono, così almeno il CSI migliora. Non lo so, ognuno usa le armi che vuole, anche della dialettica.
Lo dico molto seriamente: sono preoccupato da queste preoccupazioni che mi sembrano un po' ultroneo rispetto alla situazione attuale. La situazione attuale non può andare oltre le parole che sono state proferite dalla Giunta, non può essere quella di un'interpretazione più o meno maliziosa, più o meno dietrologica, più o meno interessata di quelle che sono le parole che ha detto la Giunta, che ha tentato anche con le dichiarazioni odierne di coinvolgere il Consiglio, di dar modo al Consiglio di dibattere su un tema - e poi veniamo proprio sul punto - che è di grande importanza, di grande delicatezza, ma che non è un feticcio e del quale si può parlare liberamente esprimendo idee opposte.
La mia posizione la maturerò quando avrò capito, perché non ci sto vedendo chiaro, quindi mi riserverò di vederci più chiaro. Ora, se i banditi mi fanno arrivare vivo a questo chiarimento, io non so, non mi scandalizzo se la Regione Piemonte a un certo punto vuole contare di più nel CSI, mettendo la gran parte dei soldi: ha ragione la Regione Piemonte.
Perché non è stato fatto così nel passato non lo so, non mi interessa, ma non mi piace. Non c'è niente di male, perché in qualsiasi società chi mette di più ne ha di più in termini di Consiglieri di amministrazione; noi mettiamo di più e ne abbiamo meno. Sarà una tendenza al masochismo, ci sarà piaciuto così, non ci sono state occasioni... Il rinnovo del patto consortile serve anche per rivedere queste cose, ma è legittimo. Questo è un punto legittimo.
Ma non è così legittimo, perché se io leggo di assalti alla diligenza dell'informatica pubblica da parte di uno che se ne intende, che è stato anche Presidente del CSI, mi preoccupo, perché io nelle relazioni - e la carta canta - in quello che c'è stato distribuito oggi non li vedo questi assalti, non li vedo. Fra l'altro avremo modo - c'era stata un'audizione poi è saltata per indisponibilità di uno o dell'altro - di consultare il CSI, di audire il CSI. Lo riaudiamo? Mi sembra giovedì 8. Adesso non ricordo, ma c'era anche il Consiglio di amministrazione audito? Sì benissimo, tutti, perché visto che lì dentro ci sono tutti, ognuno ci potrà chiarire delle idee, ci potrà dire: "La Provincia di Torino la pensa così il Comune di Torino la pensa così, il Sindaco Castellani ce l'ha già detto la Regione Piemonte la pensa così, il Presidente la pensa così".
Ma non possiamo permetterci su un tema tanto delicato, che - vivaddio coinvolge anche 700 persone, 700 lavoratori, il fatto di parlare di assalti alle diligenze, di grembiuli all'attacco, di pericolosi privati con le fauci e con la bava alla bocca che stanno tentando di titolarsi questo enorme patrimonio pubblico.
Io poi - ormai ho un po' di anni di esperienza e ne avrei tante da dire sul patrimonio pubblico, ma non ci voglio entrare - vorrei una sede più ristretta e più razionale dove dibattere il grande tema CSI, perché è una cosa che è riconosciuta da tutti che il patto consortile - magari a qualcuno potrà anche piacere - non può essere rinnovato così.
A mio avviso, non si può dire oggi: "Rinnoviamo il patto consortile così com'è stato concepito venti anni fa". Venti anni fa non so neanche se ci fossero i computer, non lo so; se c'erano, avevano tre tasti rispetto a quello che fanno oggi. Ma così come i computer sono cambiati, è evoluta la società e deve evolvere il ruolo del CSI, quindi non si può dire: "Si parla di CSI, non si tocca, perché altrimenti ci sono i banditi, ci sono i guerrieri, ci sono quelli che assaltano il pubblico". Non è così, cioè noi non lo permetteremmo (parlo come parte politica).
Alleanza Nazionale cercherà di fare il possibile perché pericolosi banditi non distruggano il pubblico, mandando sulla strada dipendenti più o meno inconsapevoli. Però facciamo attenzione, cioè misuriamo le parole e nello stesso tempo, cerchiamo una sede adatta e più ristretta dove invece cercare di razionalizzare il problema CSI e dove, visto che la Giunta ci ha dimostrato di voler coinvolgere il Consiglio, anche il Consiglio regionale potrà dire la sua per poi poter decidere come modificare.
Per esempio, noi abbiamo l'ottava Commissione. L'ottava Commissione (o la prima), quando la Giunta avrà un'idea più completa (perché io oggi devo stare a quello che si dice, non posso andare sull'interpretazione) potrebbe cercare, se possibile, una soluzione anche unitaria da parte del Consiglio regionale. Oppure vi potrebbe essere una scelta da parte della Regione, che può legittimamente scegliere; non dimentichiamoci che non possiamo scardinare uno dei principi base, cioè che chi paga può anche decidere cosa fare dei suoi soldi.
Non è che non si possa parlare di certe cose, perché sembrava anche che non si potesse parlare del Salone del Libro; attenzione a non parlare delle cose di cui si deve parlare: bisogna essere tranquilli per poter parlare di tutto. Visto che noi tranquilli lo siamo, ci permettiamo di cercare la strada dell'equilibrio.
Quindi, preoccupato da queste preoccupazioni, sono assolutamente contrario; non intervengo per dire che voto contro al suo ordine del giorno, Chiezzi, che vuol fare il solito tribunale del popolo, per scoprire, come al solito, assolutamente nulla di quanto già non si sappia e per cercare di dare un po' più di colore a una vicenda. Ci sono altre sedi non è successo niente, è come a "Mai dire goal": non è successo niente, non c'è stato goal, non c'è stato neanche il palo, si sta giocando, ma la partita si deve giocare, perché di questo problema si deve discutere.
La Giunta è stata disponibile, ha detto delle cose ben precise, ha fissato primo punto - che mi sembra giusto - fondamentale: la sua volontà di contare di più al CSI. Non c'è niente di male, e ci mancherebbe che qualcuno dicesse diversamente, perché altrimenti a me potrebbe piacere contare di più nell'Amiat, però non mi danno niente, o nell'ATM e non mi danno niente lo stesso, o al San Paolo e non mi danno niente neppure loro però chi paga - vivaddio - può anche decidere.
E poi, io leggo (CSI - scadenza del patto consortile): "Non si mette in discussione la scelta del legame diretto - perché poi le parole sono pietre, soprattutto quando sono scritte - non fosse che per l'ovvia esigenza di continuità di fornitura che l'Ente pubblico esprime nella realizzazione di funzioni vitali per la propria attività. Ciò però preclude ogni margine di competizione che consenta una verificazione dei costi". Se noi dobbiamo discutere poi razionalmente e con cognizione di causa il CSI e dobbiamo decidere su cosa fare anche riguardo al patto consortile, è chiaro che dobbiamo fare - l'ha detto anche il Vicepresidente Masaracchio - una verifica anche sull'economicità della trasformazione.
Non si può dire "una cosa c'è", indipendentemente dalla sua resa, dai profitti che ricaviamo (anche solo profitti funzionali) e indipendentemente da tutto, rimane così, immutabile nei secoli. Non si pu dire oggi - e mi avvio brevissimamente alla conclusione - "ricominciamo per vent'anni così, la situazione è ferma, nuovo patto consortile per vent'anni con lo stesso Statuto, con lo stesso patto". No, anche perché in questi anni il ruolo primigenio del CSI, cioè la sua natura di Ente strumentale è stata più volte intaccata da altri ruoli - sono stati citati anche prima durante il dibattito - che il CSI ha interpretato estensivamente. Il CSI è entrato nel mercato con un ruolo ben preciso, quindi anche questo è un altro tema da approfondire.
La posizione nostra è questa, credo abbastanza chiara, però su un problema che è così delicato e importante, strategicamente non solo per la Regione ma per tutti gli Enti locali, non facciamone semplicemente un terreno di tentati scoop su mezze parole dette, su frasi che mi auguro siano scappate, anche perché diversamente - ricordo - chi sa queste cose e le dice sui giornali, essendo un pubblico ufficiale, ha l'obbligo della denuncia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Credo che la polemica sia nata dall'iniziativa della Giunta contenuta nella relazione al Consiglio di amministrazione del CSI. Quando l'Assessore Burzi ha terminato la sua relazione in I Commissione io ho interpretato probabilmente un po' deviato da alcune frasi sostanziali contenute nella relazione al Consiglio di amministrazione del CSI - qualcosa che l'Assessore Burzi non ha assolutamente detto, ma che, secondo me, era sottesa ad alcune frasi bisognose di approfondimento: l'intenzione, da parte della Giunta regionale, di liquidare il CSI; non so attraverso quali strade o con quali obiettivi, ma comunque di liquidare il CSI.
Ho ascoltato la registrazione di ciò che è stato detto in Commissione dove l'Assessore Burzi ha dichiarato: "Abbiamo bisogno del CSI per l'applicazione della Bassanini negli Enti locali". Questo ha detto e gliene do atto qui, pubblicamente, perché non vorrei che si facesse dietrologia.
Però credo che sia stato commesso un errore gravissimo. Non capisco perch con il nuovo Presidente del Consiglio di amministrazione del CSI (che credo faccia riferimento a questa maggioranza e alla sua Giunta), lo si commissari. Voi state commissariando il CSI, perché per commissariarlo non c'è bisogno di nominare un Commissario, ma basta scrivere la frase: "Vi rinnoviamo il contratto per un anno". Questo è il commissariamento, perch sapete benissimo - come ho detto altre volte, voi siete tutti manager, o almeno così vi siete qualificati, e io credo che nel vostro ambito siate anche dei maestri - che quando si dà ad un Consiglio di amministrazione il mandato di un anno e si dice che, fra un anno, se ne ridiscuterà - se lei Assessore D'Ambrosio, avesse nominato gli amministratori delle UU.SS.LL.
per un anno, quelli non sarebbero stati a farsi la pelle, ma avrebbero detto: "E' meglio prendere 240 milioni l'anno piuttosto che prenderne 120" si sollevano questioni ed interrogativi.
Badate che quando l'Assessore Burzi ha svolto la sua relazione in I Commissione non era ancora emersa alcuna dichiarazione, che è avvenuta successivamente. E' vero? Allora, lei mi spieghi, Assessore Burzi, se io ultimo del due di picche, magari bucato, ho interpretato bene la sua relazione - e immediatamente gliene ho chiesto conto. Come potevano infatti interpretarla gli altri, che sono molto più preparati e molto più intelligenti nel capire le cose? Veniamo a quanto è stato detto. Credo che questa mattina il clima politico si sia fatto più tranquillo. Tuttavia, il tempo è a vostro sfavore e a sfavore di questa Giunta perché, essendo imminente il rinnovo della convenzione consortile, sarebbe stato doveroso, da parte della Giunta regionale, esporre questa relazione ad ottobre o novembre 1997 e non a ottobre o novembre 1998, data la scadenza incombente del 31/12/1998.
Quindi, credo che di questo dobbiate assolutamente farvi carico e anche ammenda.
A parte che, nel momento in cui avete nominato il Presidente del Consiglio di amministrazione, a lui dovreste chiedere conto, perché credo che vi sia una competenza da parte della Regione Piemonte nei rapporti con il Presidente del Consiglio di amministrazione del CSI. Non l'avete fatto e non so il perché; sono problemi ai quali dovrete rispondere, ma in questi tre mesi dovrete recuperare il tempo perso. E' inaccettabile la proposta di rinnovare il patto consortile per un anno ad un'azienda che ha 700 dipendenti, 100 miliardi di fatturato e che produce utili da reinvestire essendo inoltre il Consorzio del CSI un'organizzazione no profit.
Se farete un'operazione di rinnovo del patto consortile per un anno soltanto, vi porterete dietro tutti i sospetti qui legittimamente avanzati.
Credo che questo commissariamento non faccia piacere neanche al Presidente del Consiglio di amministrazione, che voi avete nominato, l'Amministratore delegato. Quindi, vi chiediamo di essere molto chiari, di dirci le cose esattamente come stanno. Prima ancora che la mia teoria si riveli esatta e prima che si pensi che tutti sanno già tutto, state correndo il grave rischio di mettere in crisi una struttura che - lo dico sulla base della mia esperienza personale all'interno di un Comune - ha dato grandi contributi alla trasformazione del sistema informatico ed informativo di un Comune di 50 mila abitanti.
Probabilmente bisognerà introdurre dei correttivi, così come è stato riconosciuto da altri, ma bisogna farlo nell'arco di tempo che va da oggi al momento del rinnovo del patto consortile, perché non si può tenere in sospeso una decisione di questo tipo senza avere un pronunciamento chiaro delle intenzioni della maggioranza in questo settore. Si produrrebbero gravissimi danni che pagheremmo tutti a caro prezzo, vista l'accelerazione del settore informatico, di cui si è detto e anche scritto nel documento stesso di Giunta, che sostiene la necessità di una riorganizzazione complessiva del sistema informativo ed informatico regionale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie Presidente. Vorrei rassicurare il Capogruppo di Alleanza Nazionale sul fatto che noi, su questa vicenda, siamo estremamente tranquilli. Se ci sono agitazioni, non riguardano assolutamente il Gruppo Socialista. Faccio fatica a parlare di me stessa quindi figuriamoci se col mio realismo politico, mi permetto di parlare a nome di altri. Collega sappia che sarà sempre così. Meno che mai parlerei a nome di altri su grandi questioni, perché questa in oggetto è una grande questione. Per il poco che rappresentiamo, chiederei l'attenzione del collega Burzi, perch in questa materia, nel corso degli anni, abbiamo avuto delle competenze di carattere specifico, ma non interessano, c'è il Presidente e lo ringrazio.
Noi siamo tranquilli e riteniamo che, in maniera abbastanza normale considerata la scadenza nella quale ci troviamo, tale scadenza debba essere soggetta a disamina, tanto più ampia quanto più lunghi sono stati gli anni nei quali questo Ente o Consorzio - se così vogliamo chiamarlo - ha operato, con un dose consistente di tranquillità.
Peraltro, questa è una materia che è cambiata in modo straordinario e versa in una fase di inusitata evoluzione. A tal proposito, la storia della Regione Piemonte nei suoi rapporti col CSI è sempre stata sostanzialmente basata sulla fiducia. Non è assolutamente detto che questa fiducia debba venire a mancare. Ho letto più volte la relazione del collega Burzi, l'ha letta anche il collega Angeli. Ci sembra, da quanto abbiamo letto, perché a questo dobbiamo riferirci ed attenerci, che tutto sommato stiamo seguendo un percorso ragionevole. Oggettivamente sussiste qualche dubbio, perch quando si sostituiscono delle maggioranze, com'è avvenuto nella Regione Piemonte, i dubbi si presentano sempre. Però, esistono dei punti interrogativi che una Pubblica amministrazione è tenuta a porsi, pur dando il massimo della fiducia considerate le storie pregresse.
Per esempio, il rapporto con il sistema dei Comuni della Regione Piemonte può indubbiamente essere perfezionato, cioè il rapporto CSI Comuni, anche alla luce della grande trasformazione inerente tutto il comparto di applicazione delle deleghe Bassanini, e non soltanto di quello.
Anche la storia del passato tra il CSI e i Comuni della Regione Piemonte è fatta di luci e di ombre, non è mai stata lineare e unidirezionale. E' indubbio, collega Miglietti, che Comuni con secoli di storia di carta e matita, nel momento in cui si attua una riorganizzazione informatica subiscono una straordinaria trasformazione. Però oggi sappiamo che l'informatica, e la ricerca ad essa collegata, è uno dei grandi campi di scontro internazionale, in cui rientrano la riorganizzazione, la specializzazione, lo sviluppo avanzato della tecnologia, in una fase di enorme trasformazione. Chiaramente, esiste una competizione che può e deve essere studiata, dalla quale la Regione Piemonte deve trarre il massimo dei risultati possibili, a prescindere da chi ne sia Presidente al momento. Non dimentichiamolo, questo è un dibattito fatto più volte nel corso degli anni, e forse mai approfondito a sufficienza.
Auspichiamo che, poiché in questa fase storica esiste una Giunta il cui Presidente afferma sempre di rappresentare "il nuovo", si affronti questa materia senza alcun laccio o lacciuolo di sorta. Noi non ne abbiamo mai posti, convinti che in questa materia non si debbano proprio porre.
Il collega Angeli prima mi ricordava (e le sono grata di questo suggerimento) che ci troviamo in una fase di straordinaria trasformazione.
Pensiamo alla Telecom, alla telefonia, alle straordinarie modificazioni avvenute nel settore, in cui parte attiva hanno i privati, pensiamo alle grandi trasformazioni seguite alla privatizzazione.
Un Ente così importante, come il CSI, deve essere salvaguardato, perch è una concentrazione di risorse, non soltanto umane ma di intelligenze, di qualificazioni avvenute, di tecnologia. Non credo che (noi saremo vigili) si possa verificare un'onda distruttiva: non avrebbe senso, né umanamente né economicamente. Siamo convinti che una lettura del problema anche da parte di chi, nel corso degli anni, non ha mai preso parte ai lavori, sia e debba essere più che giustificata, per salvaguardare e migliorare ciò che già esiste. Anch'io, collega Foco, sono stata alla presidenza del Consiglio regionale per cinque anni e so che il sistema del Consiglio regionale è all'avanguardia, ma per quanto sia un buon sistema penso possa essere ulteriormente migliorato. Per cultura, io che sono una vecchia sessantottina, non ho templi. Mi sono laureata nel '69 a Palazzo Campana dopo che il Palazzo era stato chiuso per sei mesi. Ogni tanto riemerge questa mia natura e sono ben contenta di averla, quindi, ribadisco, non ho templi. Anche il CSI non deve essere un tempio per nessuno. Non so se il Sindaco ha agito bene o male, ma lui che conosce la situazione meglio di me per essere stato Presidente dello stesso CSI in anni importanti, se è a conoscenza di qualcosa di negativo è tenuto a dirlo, in Consiglio Comunale o al Presidente della Giunta regionale. Non è il momento di adorare i templi; è necessaria una rivisitazione, una rilettura del passato, che non deve essere per forza sinonimo di distruzione. Ogni grande struttura, dopo vent'anni di vita, dovrebbe essa stessa chiedere di essere riletta. Non abbiamo letto, ma se fosse stata suggerita, senz'altro non approveremmo anzi ci opporremmo alla liquidazione del CSI.
E' necessario compiere una sana rilettura di tutti i rapporti di un Ente che esiste da vent'anni, una rilettura utile in primo luogo agli stessi rappresentanti del CSI.
Vorrei ribadire soltanto altri due concetti. L'altro giorno in Commissione abbiamo chiesto una sospensione, una consultazione; abbiamo espresso dei dubbi su una legge che istituiva una nuova struttura presentataci dall'Assessore Burzi. Una delle osservazioni che mi ero permessa di fare riguardava il fatto che la Regione Piemonte sarebbe stata dentro questa struttura con il 2%. Se la Regione entra a far parte di una struttura, di un consorzio, di una partecipata o di un altro organismo, è importante sia presente con una sua forza, in modo consistente, perch altrimenti funge solo da vetrina per coloro che poi operano in assoluta autonomia, anche realizzando delle cose non sempre positive. Potrei citare molti esempi di questo tipo. In questo caso la Regione Piemonte, che ha dato vita e risorse e ha favorito l'evoluzione del CSI (non intendo esprimere un giudizio politico, che può essere positivo o negativo, prendo solo atto di una situazione verificatasi), deve avere un suo peso all'interno della struttura. Più sono grandi, importanti e significativi gli Enti ai quali partecipiamo, più questi Enti devono muoversi in un logica di trasparenza. Non credo sia positivo per una struttura interessante, qualificata e in grado di qualificarsi ancora di più, com'è il CSI, la sensazione che esista qualcuno impegnato a difenderla a spada tratta e qualcuno che invece è dedito alla sua distruzione. Sono convinta sia interesse, prima di tutto per le stesse intelligenze che da molti anni lavorano nel CSI, dire quanto è stato fatto, quali potrebbero essere le soluzioni per migliorare e per stare meglio sul mercato. Perché una critica che è stata da sempre mossa, che ha sempre serpeggiato nel tempo, è quella che il CSI non sia stato sul mercato come avrebbe potuto essere, stante le competenze e le intelligenze che lo compongono.
Oggi viviamo in una fase di trasformazione, per questo vorrei fare una raccomandazione al Presidente, dispiacendomi dell'assenza del collega Miglietti. Molte volte, nel corso degli anni, il CSI ha lamentato il ritardo dei rinnovi dei fondi, delle convenzioni. Ricordo una fase in cui si tardò otto mesi per il rinnovo della convenzione, perché si doveva andare in Commissione.
Se questa rivisitazione, che riteniamo legittima e positiva, può essere fatta per lo sviluppo dell'ente - e deve essere fatta - la raccomandazione che faccio è che i tempi siano brevi e compatibili con una struttura che muove tante risorse di carattere economico e che ha tanti dipendenti.
Questo è indispensabile.
Credo, Presidente, debba essere fatta la consultazione; mi sembra che la I Commissione sia quella competente, ma vanno bene anche le altre Commissioni. Ritengo si debba tornare in aula dopo questo momento di approfondimento, per sentire quella sfaccettatura di posizioni che, anche chi è stato di recente nominato, può consentire. E' dalle differenze che si producono le sintesi migliori e, pertanto, se occhi che non hanno sempre partecipato alla vita di questo consorzio possono darci una sfaccettatura di problemi che non avevamo visto o che comunque venivano opportunamente accantonati, ben vengano.
Quindi: tranquillità e tempi molto brevi. Mi spiace che non ci sia l'Assessore Burzi, ma è una raccomandazione che gli ripeteremo in Commissione; comunque c'è il Presidente, che ho visto attento, ed anche il Vicepresidente, che ringrazio per aver ascoltato le nostre brevi osservazioni. Sono osservazioni che facciamo perché, in realtà, abbiamo seguito l'evoluzione di questa struttura negli anni, sulla quale ovviamente, per il suo peso, per la sua consistenza, per la materia che tratta, vi sono sempre state delle attenzioni. Se riusciremo insieme - e noi saremo partecipi al processo che la Giunta ci chiede nonostante il nostro ruolo di opposizione, che è sempre molto chiaro e preciso - a dare un contributo, ripeto, non considerando né il CSI né altro come un tempio nel quale non si possa guardare o non si debba guardare, lo faremo sicuramente e ringraziamo del lavoro. Se questo lavoro verrà fatto in una logica (che, però, a questo momento non ci è sembrato di vedere) di liquidazione del CSI, se questo fosse l'obiettivo, certamente saremo contrari.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente. La scadenza del patto consortile ha giustamente obbligato la Giunta ed i Consiglieri ad evidenziare una complessità di problemi.
Non voglio partecipare ad una discussione in questa sede che aiuti solo la cultura del sospetto. Non ho elementi di valutazione, al di fuori delle dichiarazioni riportate dai giornali o delle affermazioni che ho udito in aula da alcuni Consiglieri. Affermazioni, almeno qualcuna, che l'Assessore Burzi ha definito inesatte.
C'è la necessità - è stato ribadito un po' in tutti gli interventi - di approfondire e riflettere. L'unica cosa che mi spiace è che questa discussione avvenga prima che i Consiglieri abbiano potuto avere la possibilità di sentire in I Commissione il Presidente del CSI; sarebbe stato utile per tutti ed anche una forma di doveroso rispetto.
Prima di iniziare una discussione, infatti, sarebbe positivo permettere ai colleghi di conoscere qualcosa di più che non siano le dichiarazioni riportate dai giornali e magari qualche paura più o meno eccessiva.
Concordo comunque sul fatto che si doveva affrontare il problema e vorrei portare un motivo di riflessione. Sono andata a rivedere la legge istitutiva del consorzio, datata 4 settembre 1975, n. 48, perché penso che quando si affronta una discussione ci si deve sempre chiedere se la legge è stata rispettata, ma soprattutto se è stata efficace.
Nei compiti del consorzio, articolo 3, comma 3, leggo: "Compito del consorzio è la progettazione, la realizzazione e la gestione di un sistema regionale di elaborazione dei dati, che, operando nel quadro della politica regionale di programmazione e promuovendo la Commissione tecnica ed operativa degli enti di organizzazione consorziati, garantisca lo scambio diretto dell'informazione e delle conoscenze, l'utilizzazione in comune delle risorse, la standardizzazione delle procedure, faciliti l'accesso alle tecniche informatiche da parte degli enti di minore dimensione e la loro estensione a nuovi settori operativi di interesse sociale e favorisca la formazione...", ecc.
Chiedo alla Regione se questo è avvenuto.
Sul discorso dell'informazione, anch'io ho qualche perplessità del tipo di quelle espresse dal collega Cavaliere, che sono state un po' smentite dal Presidente.
Mi pongo un quesito: un Consigliere, un Sindaco dei 1207 Comuni del Piemonte, legge una determina sul Bollettino Regionale, che fa - come spesso accade - riferimento a degli allegati, però trova la parola "omissis"; ha piacere di sapere se il suo Comune è stato interessato, se è sull'allegato, se ha il contributo, ma non è nella possibilità di saperlo perché questa conoscenza non compare.
Certo, è un discorso tecnico da fare in casa propria, però io penso che si è credibili per quello che si fa e non solo per quello che si dice. E noi siamo credibili nei confronti di tutti gli altri enti se lavoriamo per i risultati.
Chiedo, pertanto, all'Assessore di portare in Commissione i risultati dello studio sulla soddisfazione dei clienti, condotta dal CSI, perch sarebbe interessante sapere a chi sono state fatte determinate domande e quali sono i risultati di questo studio. E' bene che in questa sede venga detto che siamo ancora lontani da quanto ha previsto la legge n. 48 del '75, che garantisce lo scambio diretto delle informazioni e delle conoscenze, non per colpa di qualcuno in particolare o del CSI, ma di tutta una serie di mancati collegamenti che può essere questa l'occasione per attivare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Presidente e colleghi, mi scuso perché non ricordavo quello che il Presidente mi ha "sussurrato all'orecchio", relativamente al fatto che si era stabilito di intervenire un Consigliere per Gruppo.
Ieri, durante la riunione dei Capigruppo, come rappresentante di un Gruppo di maggioranza, ero preoccupato che il dibattito andasse troppo in là; oggi, se dovessi essere preoccupato, lo sarei se il dibattito sul CSI si chiudesse troppo in fretta, perché è uno dei dibattiti più interessanti sia dal punto di vista politico che di interlocuzione critica di carattere generale, pur salvaguardando il fatto che resta l'assestamento del bilancio e che va approvato, ma, avendo alle spalle la programmazione del Consiglio per le giornate di domani e venerdì, credo che comunque ci siamo cautelati.
Mi scuso, quindi, ma non possiamo - a costo che intervenga un altro Consigliere per ogni Gruppo - rinunciare ad un intervento che ci sembra doveroso, oltre a quello del collega Scanderebech, che ho ascoltato con attenzione, ma che ha avuto un taglio prevalentemente tecnico. Su un argomento di questo genere - è già stato sottolineato da molti colleghi la tecnica certo conta; la legalità dello Statuto, la forma, la grammatica e la sintassi all'interno del nuovo Statuto sono importanti, ma la politica deve guidare la stesura del nuovo Statuto, che deve pilotare sostanzialmente quello che deve essere il progetto futuro CSI per quanto riguarda la Giunta e la maggioranza.
Detto questo, mi attengo alle affermazioni dell'Assessore Burzi, che ha parlato di "fatti inesistenti", quindi prendo atto di questa dichiarazione ma richiamo alcuni aneddoti e alcune questioni sollevate dai Consiglieri Saitta, Cavaliere e forse anche qualcun altro. Sono state citate due dichiarazioni, una di Salza e l'altra di Castellani, da parte del collega Ghiglia, di cui condividiamo molti argomenti. Per quanto riguarda Salza non ci meravigliamo: io sono sulla piazza di Torino, come periferico, da molti anni; su ogni questione Salza dice la sua, poi mette in piedi alleanze, le disfa, ne fa altre, per cui non ci meravigliamo che interloquisca anche su un argomento di questo tipo. Ci riesce difficile immaginare che abbia avuto l'incarico da qualche esponente di questa Giunta o di questa maggioranza per mettere in piedi i gruppi o dire certe cose perché la storia di Torino di questi ultimi anni la conosciamo tutti.
Per quanto riguarda Castellani, è preoccupante che il sindaco di Torino esca con affermazioni di questo tipo; un sindaco che non è, come sarebbe stato Costa "paracadutato da Cuneo", ma che ha vissuto a Torino, è stato Presidente del CSI per tre o quattro anni ed è stato docente di Informatica al Politecnico. Pertanto queste dichiarazioni destano preoccupazioni ancora maggiori, tanto più se unite all'atteggiamento in assemblea di Comune e Provincia - stando a quello che ci è stato riferito dall'Assessore Burzi e dal Vicepresidente Masaracchio, presenti a quell'assemblea - che addirittura sembra abbiano deciso - non sono stati i soli, per la verità che si deve rinnovare punto e basta e che bisogna andare al rinnovo per dieci anni. Questo atteggiamento è preoccupante, non l'atteggiamento della Giunta.
Alcune cose sono già state dette, vent'anni sono tanti, ma nell'informatica sono duemila; non sono il parametro con cui possiamo misurare altri avvenimenti della nostra società, perché valgono per duemila. Dal momento che il CSI nacque vent'anni fa con certi scopi, certe funzioni e un certo Statuto, necessariamente e doverosamente noi esprimiamo il plauso perché la Giunta ha sollevato questo problema. Guai se la Giunta in quell'assemblea, si fosse accodata al comune di Torino e alla Provincia per dire "Rinnoviamo in fretta, così non se ne accorge nessuno". Il CSI sta per affrontare gli anni futuri. E' stato detto che il bilancio di oggi recita 110 miliardi, ma ci ricordiamo che dal primo gennaio '99 la Regione dovrà riscuotere in proprio il bollo auto, ed è qualcosa come 600 miliardi all'anno? Sappiamo che tra le tasse che ci vengono imposte c'è l'IRAP e quindi ci sono miliardi da gestire in modo informatico? Qui non si tratta di assaltare il carrozzone per questioni affaristiche, si tratta semplicemente di dire che il problema è serio; nell'economia del Piemonte questo rappresenta un punto fondamentale per quanto riguarda la politica della Regione e in tal senso lo si vuole affrontare.
Penso che nessuno voglia distruggere il CSI, e mi fa piacere che alcuni interventi, tipo quello di Picchioni e soprattutto Spagnuolo, lo abbiano sottolineato. Se c'è anche una soddisfazione politica che posso esprimere stamattina è che molte volte noi parliamo di casa moderata. Il centro è la casa dei moderati, ma cos'è la casa dei moderati? Una definizione astratta o un terreno sul quale ci si trova in sintonia per affrontare e risolvere i problemi? Le convergenze sulla necessità di andare ad aprire porte e finestre al CSI per affrontare la mole dei problemi presenti, ma soprattutto quanto in futuro verrà in capo alla Regione nel settore esistono ben al di fuori e in aggiunta rispetto a quelle della stessa maggioranza.
Cito Spagnuolo e Picchioni perché sono stati, ritengo, i due interventi in sintonia con la necessità di aprire porte e finestre, di riscrivere lo Statuto, però riscrivere lo Statuto significa che va riscritto da due o tre, per citare il trilobo di Chiezzi, giuristi insigni, e poi la Regione adegua la propria politica a quello che i tre insigni legulei o legali hanno scritto? Penso proprio di no; prima la Regione deve politicamente individuare un progetto non dico di rilancio, ma di adeguamento del CSI al fatto che siamo nel '98 e siamo alla vigilia del '99, quando verranno in capo alla Regione tutte queste incombenze di qualche migliaio di miliardi.
Allora penso, torno a ripetere, che sia non solo legittimo, ma politicamente doveroso; guai se la Regione avesse avuto un colpo di sonno su una questione del genere e avesse lasciato passare un tacito rinnovo.
Mi sembra che le considerazioni sostanziali le abbiamo fatte. Le trasformazioni di fronte alle quali ci troviamo devono essere affrontate.
Penso che da qui al 31 dicembre, per la verità, l'Assessore in Giunta e il Vicepresidente Masaracchio, nella sua relazione di stamattina, non hanno parlato di proroghe. Certo, si può intendere in questo senso, ma probabilmente si va verso la proroga di un anno perché, nel frattempo, si potrebbero definire soluzioni che non dobbiamo rinunciare a trovare. Valuti il Presidente della Giunta quale può essere la strada. Il collega Ghiglia ha detto che non può essere l'aula se non attraverso un passaggio finale.
Valuti quale può essere la più razionale sede ristretta per affrontare il problema. Visto che siamo la forza politica che ha espresso il Presidente del CSI, quando Saitta dice che tale Presidente lo è da un anno e mezzo e aggiunge certe considerazioni, anche noi un interrogativo del genere ce lo possiamo porre.
Miglietti dice che con questo atteggiamento si va a commissariare il Presidente; ognuno ha la sua sensibilità, valuterà il Presidente Di Giacomo, con la sua sensibilità, se questo è Commissariamento - e quindi trarne delle conclusioni - o se invece non lo è. Noi riteniamo che, al di là dei formalismi, sia una doverosa presa di possesso da parte della Giunta in un'occasione storica, che è quella di vent'anni di scadenza di un ente così obsoleto, perché abbiamo detto prima che vent'anni di informatica ne valgono duemila in altri campi. Con questo, voglio dire che la Giunta intende rilanciare un progetto forte, che consenta di strutturare il ruolo del CSI probabilmente per i prossimi 10 o 20 anni. Ci sembra non solo legittimo, ma politicamente doveroso e responsabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Rispetto all'intervento del Consigliere Gallarini, che ha posto una questione importante, intervengo per precisare una posizione.
Nell'intervento precedente mi sono riferito a delle questioni particolari relativamente ad alcune dichiarazioni: non ho espresso un'opinione complessiva sul CSI.
Concordo sul fatto che il CSI sia, di per sé, un consorzio da rivedere.
E' stato detto più volte, anche in Commissione ho sollevato il problema.
Occorre rivedere le rappresentanze degli Enti - fatto importante - il ruolo della Regione, soprattutto in previsione dell'applicazione dei Decreti Bassanini - non mi riferisco alla firma digitare, ma al sistema di informazioni per collegare i vari enti.
Quindi il consorzio è sicuramente da rivedere, anzi è importante rivederlo.
Nel mio intervento sottolineavo come a questa presa di coscienza, non sia corrisposta dalla Giunta, nel suo complesso, un'azione tesa ad affrontare in tempo, i problemi: si sapeva della scadenza.
Per cui ci troviamo alla scadenza senza un'idea di come rivedere lo Statuto. Mi pare che il dibattito sia ancora abbastanza generale: questo è il problema e il limite.
Per cui non essendoci ancora un dibattito approfondito sugli obiettivi da raggiungere - che sono individuati - si inseriscono in questo elementi di carattere esterno alla Regione che noi troviamo pericolose. Infatti assegnare soltanto ad un Assessore il compito di tenere i rapporti e un grande limite, soprattutto in termini di trasparenza. Non so se esista un comitato - l'Assessore ha detto che non esiste - tecnico. Se il Presidente del Cerved dice che partecipa a questo comitato tecnico, non sarà pubblico non sarà costituito dall'Assessore regionale, sarà costituito dai privati però vi partecipa il Presidente del consorzio! Questo è grave verifichiamolo. Forse è costituito dall'ente pubblico, cioè dall'Assessore magari in termini non istituzionali, se invece non esiste è ancora più grave, ma questo è un problema istituzionale.
Le questioni del CSI esistono e bisogna affrontarle. E' chiaro che le province tendono a svolgere un ruolo come interlocutori; sono d'accordo che bisogna ridimensionare alcune visioni un po' imperialiste delle Province rispetto al CSI.
La strada obbligatoria è rivedere il consorzio in funzione della legge n. 142.
Per cui il rapporto con i privati non è un rapporto di inserimento dei privati nel consorzio, che per forza di cose, è un Ente pubblico, ma è un problema di rapporti che il CSI dovrà avere con i privati. Nel senso che non tutte le commesse degli Enti pubblici possono essere svolte al proprio interno, ma il CSI può svolgere azioni di coordinamento, di grandi indicazioni, di progettazione della struttura, ma questo è un altro problema. E' un problema diverso, che non è un problema di partecipazione del privato. che può essere la Cerved o di qualcun altro, immediatamente all'interno del consorzio. Mi sembrano questi i termini della questione.
Ho voluto sottolineare - drammatizzando un po' il problema - come questa questione debba essere affrontata in termini politici per evitare che venga trascurata, ai limiti di un dibattito, oppure di una posizione singola, solitaria, e io trovo anche poco trasparente, da parte dell'Assessore Burzi.
Nessuno mi toglie dall'opinione, fin quando non c'è una dimostrazione vera, che questo comitato tecnico è stato istituito dall'Assessore in quanto tale - lo so che l'Assessore lo ha negato - pertanto la questione va approfondita. Se non fosse vero, cioè che lui ha negato, ci troveremo di fronte ad un fatto grave. Spero che non sia così. Se fosse così credo che l'Assessore sarebbe automaticamente conseguente a ciò che ha dichiarato spero non sia così.



PRESIDENTE

Scusate, avevo preavvisato che c'è da discutere anche un ordine del giorno. Il Consigliere Gallarini correttamente ha detto ad alta voce che era il secondo intervento del Gruppo, io sono in difficoltà adesso a bloccare la discussione.



PICCHIONI Rolando

Diciamo solamente quali sono le condizioni per avere accesso alla parola, perché se interveniamo tutti, replichiamo noi stessi, anch'io domando la parola! Presidente, un minimo di chiarezza ci deve essere!



PRESIDENTE

Mi sembrava di essere stato chiaro in conferenza dei Capigruppo. I Consiglieri Spagnuolo e Cavaliere mi chiedono di intervenire successivamente sull'ordine del giorno. Bene, in questo modo risolviamo anche il problema.
Ho già rischiato una volta di andare davanti al Presidente della Repubblica perché non ho lasciato parlare un Consigliere regionale permettetemi di non correre il rischio due volte.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E' stato un dibattito che ho voluto ascoltare con particolare attenzione perché l'argomento non è appannaggio di nessuno, è un argomento che deve necessariamente coinvolgere tutta la Giunta che, come voi sapete è un organo collegiale e pertanto assume le decisioni in modo collegiale.
Su tale argomento mi soffermerò successivamente.
Ho seguito il dibattito con particolare attenzione, tranne un momento nel quale mi sono assentato, ma sono stato prontamente richiamato in aula.
Da quel momento in poi non sono più riuscito a togliermi dalla testa un'immagine di un spot pubblicitario, che in questi giorni appare sovente nelle nostre televisioni. Mi riferisco alla telefonia mobile Infostrada.
Credo che molti di voi abbiano avuto occasione di vederla: vi è una torretta dove è appeso un telefono, che è quello dell'attuale servizio di telefonia, qualche inserviente ne viene ad installare un altro, che è il nuovo servizio. Ad un certo punto arriva un cane, che può scegliere dove espletare i propri bisogni. Non so se questo esempio mi sia venuto in mente per il richiamo o per il tema che viene dibattuto qua in aula, ma credo che vada bene per tutti e due gli aspetti; quello che mi interessa è ovviamente il secondo. Nel senso che quando stiliamo dei documenti - mi dispiace che non sia presente il Consigliere Chiezzi che nel suo intervento fece riferimento al programma regionale di sviluppo - noi abbiamo ben chiaro quello che è il compito dell'istituzione, ma riteniamo che il percorso da intraprendere - d'altro canto, non solo noi, maggioranza di centro-destra sia quello di maggiore offerta, di competitività nell'ambito dei mercati: principio al quale noi riteniamo di doverci ispirare.
Non è certo questo unico principio quello che ci ha guidato nel porre il problema CSI, che - è stato detto - è stato posto in ritardo, può darsi questo avviene nelle migliori famiglie, avviene in situazioni che secondo me hanno anche delle giustificazioni: sta di fatto che i tempi sono stretti e che noi, con l'assoluta sintonia di tutta la Giunta regionale e dell'intera maggioranza, abbiamo dato mandato al Vicepresidente Masaracchio, che ha la delega agli Enti strumentali e, come uditore all'Assessore Burzi che ha la delega sull'informatizzazione nell'ambito della Regione Piemonte - non si tratta dunque di deleghe incompatibili poiché si riferiscono allo stesso argomento - di rappresentare nell'assemblea dei soci la posizione della Giunta e della maggioranza.
Qual è l'obiettivo che ci siamo posti nel rappresentare questo percorso? Chiaramente, di porre all'o.d.g. un problema che, diversamente sarebbe stato del tutto sottinteso. Ci siamo infatti sentiti proporre, da alcuni componenti del consiglio dei soci, di rinnovare tout court il patto consortile.
Se noi non avessimo portato, cosa doverosa per l'Ente pubblico Regione nell'assemblea dei soci il documento e rappresentato la volontà di riflettere sul patto consortile, avremmo compiuto un gravissimo errore.
Qual è l'obiettivo che ci poniamo nel proporre una riflessione? Badate colleghi, che questa volta non potete neanche sottintendere, come Consiglio, la disponibilità e la volontà da parte della Giunta di coinvolgere l'assemblea su questo dibattito. L'Assessore Burzi si è recato il giorno successivo in sede di Commissione; oggi dibattiamo su questo tema; personalmente riconfermo, oltre ad averlo sentito nella relazione del Vicepresidente Masaracchio, che c'è, da parte nostra, il desiderio e la volontà di affrontare una rivisitazione del patto consortile, per tutti i motivi ampiamente rappresentati nel corso del dibattito attraverso l'opinione e la discussione dell'aula consiliare. Vogliamo intraprendere un percorso propedeutico a definire un nuovo patto consortile, con il contributo di tutti, anche quello degli Enti locali, in relazione all'applicazione della Bassanini. Piccolo inciso: l'azione della Provincia non è stata sicuramente corretta: non si può andare in un Consiglio a proporre al socio di maggioranza relativa di ridiminuire la sua presenza all'interno del CSI, a vantaggio di qualcun altro! E' stata un'azione di una scorrettezza impressionante.
Citando e sottolineando questo aspetto, che farò presente alla Presidente Bresso, credo che il Consiglio debba, in un certo senso intraprendere il dibattito sulla proposta della Giunta in senso costruttivo.
Considerando che il CSI è stato costituito vent'anni fa con patto consortile che come minimo non è più attuale all'evoluzione del mercato dell'informatica, vogliamo almeno adeguarlo alle nuove normative che dobbiamo affrontare? Al di là di interessi e non, cui personalmente sono davvero poco interessato, dobbiamo necessariamente provvedere ad attualizzare il patto consortile. Attualizziamolo! Si tratta di azienda che funziona, va bene, offre un buon servizio - a prezzo di mercato, non a tale prezzo: la discussione potrebbe essere molto ampia ed articolata su questo punto -: è una struttura nella quale la Regione vuole contare di più. Non ho da dire nient'altro: vogliamo contare di più! Badate, colleghi, contare di più significa, oggi, maggiori opportunità per noi, che forse governeremo ancora per due anni; ma l'atteggiamento nei confronti di questo percorso, che permarrà successivamente per altri dieci anni, deve necessariamente vedere la partecipazione dell'opposizione, che domani - certamente, io non ve lo auguro - potrà eventualmente governare la Regione Piemonte.
Questo, nel senso del richiamo che faccio spesso al "famoso" atteggiamento che chiamo "costituente": quello in esame è un altro tema sul quale il contributo dell'opposizione dovrebbe essere in tale ottica.
Obiettivamente, la Regione nel CSI non conta niente. Questo è un dato di fatto.
Nessuno mette in dubbio che il CSI funzioni, offra buoni servizi, ma obiettivamente, dopo tre anni di governo regionale, dovessi dirvi di aver potuto incidere sulla politica del CSI vi direi una bugia. E neanche attraverso il Presidente del CSI, che riveste un ruolo del tutto esautorato: lo Statuto è stato disegnato in maniera tale per cui il Presidente di quest'Ente non conta assolutamente nulla: è la realtà.
Possiamo, vogliamo e dobbiamo pensare di mettere sul tavolo una discussione? Abbiamo semplicemente fatto questo; abbiamo proposto agli altri soci di discutere l'argomento, di fare una riflessione. La proponiamo all'assemblea consiliare, nel tentativo di identificare come dev'essere il nuovo patto consortile nell'interesse dell'Ente Regione - e non del signor Salza o di qualcun altro. Quanto a me interessa è ciò che la Regione Piemonte deve rappresentare "all'interno di", in relazione alle competenze che dovrà esercitare.
In sostanza, non vogliamo un rinnovo automatico: sia ben chiaro a tutti. Noi intendiamo dare il tempo necessario a chi riterrà opportuno di contribuire; se qualcuno, dall'esterno, vuol dire la propria sul CSI, si esprima! Saremo noi, successivamente, a definire se utilizzare o meno quel contributo.
Se vi sono persone che all'esterno s'incontrano, si trovano e discutono di quest'argomento, personalmente mi interessa poco; quello che è certo - e lo sottolineo - che le decisioni relative al CSI vengono assunte in senso collegiale, dal governo della Regione Piemonte: l'argomento viene discusso in Giunta e in nessun'altra parte. La Giunta, oltretutto, non ha dato mandato ad alcuno, nel senso più assoluto, di creare tavoli di consultazione o di studio.
Ultimo aspetto, quello del commissariamento. Naturalmente non intendiamo commissariare il CSI, né tanto meno l'attuale Presidente, che di fatto è commissariato dal CSI e non ha, praticamente, alcun potere - per essere chiari ed espliciti. Si tratterebbe di un doppio commissariamento.
Intendiamo, obiettivamente, spingere i soci a discutere un nuovo patto consortile, senza pregiudizi, senza arroganza, senza volontà di predominio.
Vogliamo semplicemente attualizzare il patto consortile; credo che questo sia un dovere.
Siamo in ritardo? Può darsi, questo è un fatto contingente temporale che qualcuno può giudicare in un altro, qualcuno può giudicare in un altro quello che rimane è che il tema adesso è posto, la discussione è aperta. Se il Consiglio vuole darci dei contributi nel realizzare questa nuova stesura del patto consortile, noi ne saremo chiaramente molto felici e ne siamo grati.
Credo che la Giunta il suo lavoro l'abbia fatto nel proporre un documento sul quale si può convenire, si può dissentire, ma comunque è una base, credo propedeutica, fare un percorso insieme.



PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno, collegato, ovviamente, al dibattito che abbiamo avuto stamani. Ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte udito il dibattito consiliare svolto in data odierna, inerente al ruolo del CSI ed ai rapporti tra l'Amministrazione regionale e il predetto ente chiede ai sensi delle vigenti disposizioni regolamentari, l'istituzione di una Commissione d'indagine sull'attività svolta dal Presidente del CSI nell'esercizio delle sue mansioni".
Il documento porta la firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.
Il Consigliere Moro intende illustrarlo?



PRESIDENTE

MORO



PRESIDENTE

Presidente, intendevo chiedere se si poteva discuterlo successivamente in quanto parte del Gruppo è impegnata con l'Assessore Burzi nella discussione sul bilancio.



PRESIDENTE

A mio parere, rischiamo di riaprire un dibattito.



PRESIDENTE

MORO



PRESIDENTE

Vado a chiamare un attimo i componenti del Gruppo.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ogni Gruppo decide autonomamente se ritiene illustrato o meno il documento.



SPAGNUOLO Carla

Scusi, Presidente, possiamo fare le dichiarazioni di voto, intanto?



PRESIDENTE

Va bene. Consigliere Moro, è d'accordo su questa metodologia? Per cui farete poi un intervento al riguardo.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente, uniamo allora i due aspetti.
Per quanto riguarda quella che è stata la conclusione del dibattito anche per noi è assolutamente utile, importante e interessante quella che è un po' la proposta di ordine del giorno; poi valuteremo, ovviamente, se il Gruppo proponente confermerà la presentazione vera e propria. Noi anticipiamo fin da ora che, qualora così fosse, il voto del nostro Gruppo sarebbe contrario su questo ordine del giorno, e ne diamo un minimo di motivazioni unendoci un po' a quanto è stato detto testé anche dal Presidente.
Dal dibattito svolto questa mattina, il nostro Gruppo prende atto - e le parole del Presidente hanno confermato ulteriormente quanto già prima pareva ventilato - che non ci sono intenzioni da parte di questa maggioranza di andare ad un annullamento del CSI, di gonfiare il problema utilizzando magari lo strumento rinnovo delibere, ecc., gonfiarlo in modo tale da... Addirittura che non esiste una discrasia tra Assessorati, quindi all'interno della Giunta, e prendiamo atto felicemente - ma ce l'ha detto il Presidente e non così era stato formulato all'interno delle Commissioni di un importante aspetto, che è quello legato alla Costituente. Di fatto il cammino che si sta facendo oggi nel nostro Paese e anche nella Regione sulle Bassanini, su tutto quanto questo comporta, richiede da parte di tutte le forze politiche un impegno straordinario. Questo il Presidente l'ha detto con chiarezza e noi come Gruppo, ma credo che sia assolutamente poi interpretabile e ripetibile anche da parte degli altri compagni e amici degli altri Gruppi di minoranza, siamo assolutamente interessati e disponibili nel merito.
C'è la necessità - e l'abbiamo detto tutti, da entrambe le parti - di andare a ridefinire un patto, non tanto perché questo sia obsoleto, poich magari può essere il patto obsoleto, ma non credo altrettanto si possa dire degli strumenti e dei risultati informatici che questo patto di fatto sciorina, utilizza magari in occasione anche di avvenimenti pubblici (penso soltanto al Lingotto sulla meteorologia alpina, che ha portato di colpo grazie al lavoro del CSI, la Regione Piemonte ad essere unanimemente riconosciuta come Regione d'eccellenza proprio per la capacità che attraverso l'informatica ha dimostrato in questo convegno europeo importante). Per cui credo che sia il patto che necessita di un adeguamento, perché sono nel frattempo mutate le leggi di mercato, perch nel frattempo esiste - giustamente - la necessità e l'interesse da parte dei soci magari anche di alzare le quote per mettere in campo delle energie e richiedere, di conseguenza, delle risposte maggiori, perché è nel frattempo mutata una serie di condizioni, ma non credo - magari con una metodologia sbagliata, diceva adesso il Presidente, richiamandosi all'iter seguito credo dalla Provincia di Torino, quindi probabilmente con una metodologia errata, sulla quale fa benissimo a chiosare là dove è necessario - che ci sia stato l'interesse o ci sia l'interesse da parte delle Amministrazioni degli altri soci, in particolare il Comune di Torino e la Provincia di Torino, di concludere con una certa rapidità e una certa faciloneria il tutto, considerato che sono state avanzate proposte da discutere, che servono ad aggiornare questo patto. E credo che le condizioni esistano tutte, visto che abbiamo tutto sommato da contare su dei risultati che sono assolutamente positivi.
Le necessità possono toccare argomenti vari: lo squilibrio delle quote consortili, il fatto che ci sia un eccesso di aspetto di imposta, il fatto che esista una differenza di margine operativo tra le diverse aree clienti il fatto che ci sia la necessità di rivedere la struttura giuridica e quindi, di conseguenza anche di fare un ragionamento aggiornato sulla congruità dei costi, sulle committenze. Sono tutti elementi che è bene mettere sul piatto nel momento in cui si va ad un rinnovo aggiornato attualizzato, ma che credo esistano assolutamente le condizioni da parte del CSI e da parte dei soci, tutti interessati, a disquisirne e a discuterne in tempi reali, ma con l'obiettivo di una continuità. Allora di questo noi prendiamo atto a seguito del dibattito felicemente introdotto con una relazione da parte di uno degli Assessori della Giunta - non così era andato in Commissione - ne prendiamo atto a seguito del dibattito svolto questa mattina. Siamo assolutamente disponibili e interessati a dare il nostro apporto perché questo avvenga, ma allora perché non interessa l'ordine del giorno? Perché è fuori tempo.
La necessità oggi è di andare all'audizione che era stata prevista con il CSI per domani, che abbiamo deciso concordemente di annullare perch abbiamo ritenuto doverosamente la necessità dell'assestamento, ecc.
prioritari proprio per la tempistica che questi comportano, ma andiamo a definirlo in tempi stretti. C'è stato un impegno, mi pare, da parte del Presidente della Commissione perché l'audizione avvenga in tempi celeri facciamo questa audizione, consultiamo gli interessati, invitiamo la Giunta, il Presidente della Giunta a portare nel più breve tempo possibile una proposta di attualizzazione, di aggiornamento, di rinnovo di patto nelle Commissioni competenti e confrontiamoci, discutiamo con l'obiettivo di rilanciare in positivo e con le necessità che oggi l'informatica e la legge n. 142 e il decreto n. 112 comportano. E' una fase importante, ma certamente non è una realtà seria come quella del CSI che si sottrae ad un confronto di questo tipo, anzi, semmai è il CSI che ci mette nella condizione di dare non tanto per l'aspetto digitale, che è un aspetto importante...



(Interruzione del Consigliere Scanderebech)



SUINO Marisa

Collega Scanderebech, guai se le Bassanini si concludessero soltanto in questo, non sarebbe stato il caso di fare tutto questo ben di Dio di riforma...



(Ulteriore interruzione del Consigliere Scanderebech)



SUINO Marisa

No, l'abbiamo intesa come battuta, l'ho detto con simpatia. Sono ben altre le riforme alle quali siamo chiamati. Sicuramente il CSI ci è indispensabile, perché queste riforme andiamo a farle come si reputano necessarie sui nostri territori, però bisogna fare in fretta.
Pertanto, noi come Gruppo non siamo interessati e disponibili a questo ordine del giorno perché è fuori tempo proprio per l'evolversi del dibattito in aula. Richiediamo però un impegno formale al Presidente della Giunta affinché in tempi strettissimi si possa addivenire in Commissione alla discussione sulla proposta di aggiornamento del patto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente, in merito all'ordine del giorno noi non parteciperemo alla votazione per la semplice ragione che non abbiamo elementi informativi rispetto alle problematiche che evidentemente lo stesso sottende e non ci sembra nemmeno che esse siano state sufficientemente illustrate o siano sufficientemente emerse nel dibattito in aula. Inoltre, come ha detto poc'anzi la collega Suino - nel cui intervento mi riconosco complessivamente - ci pare che sia fuori tempo, nel senso che non si è affatto concluso - non è quasi nemmeno iniziato - il dibattito di merito intorno ad una problematica che credo debba essere centrata e che appunto è stata presentata in maniera legittima come la problematica relativa alla logica abbastanza normale dopo vent'anni di rilettura del patto consortile.
Noi abbiamo già detto nell'intervento precedente che riteniamo che l'estrema qualificazione del personale tecnico del CSI non possa che essere, anche dal suo punto di vista, assolutamente favorevole ad una rilettura di questo tipo, perché indubbiamente consentirà di poter mettere a fuoco dei problemi che ritengo che lo stesso personale, lo stesso patrimonio culturale presente all'interno del CSI, avrà da porre alla Regione Piemonte, perché evidentemente anche la Regione Piemonte, nel corso degli anni, per qualche verso, sarà stata insoddisfacente, visto anche l'atteggiamento della Regione Piemonte dal punto di vista del CSI e della sua componente tecnica, culturale, della filosofia stessa che il CSI intende esprimere nel rapporto con gli Enti locali, con l'Università e con il Politecnico.
Detto questo, riteniamo che una rilettura possa essere qualcosa rispetto a cui ci porremo, certamente nella distinzione dei ruoli. La Giunta sentirà e farà le sue scelte. Noi dal punto di vista dell'opposizione non riteniamo aprioristicamente di essere contrari a capire bene come si colloca nel nostro tempo tecnico-politico una struttura come quella del CSI, ma lo valuteremo evidentemente sotto il profilo e l'angolatura dell'opposizione.
Ribadiamo ancora due elementi che riteniamo essenziali. Evidentemente non abbiamo nemmeno preso in considerazione l'ipotesi di una logica di liquidazione del CSI, non emergeva dal documento, e a questo ci opporremo.
Riteniamo peraltro - lo vogliamo ribadire - che i tempi siano importanti ma devono essere comunque tempi brevi. Non mi risulta che sia la prima volta che la Giunta prenda in considerazione questa problematica, perché mi sembra che proprio all'inizio della legislatura - se non ricordo male - il Presidente della Giunta regionale, nell'enunciazione dei suoi orientamenti programmatici, avesse preso in considerazione questo aspetto. Certo sarebbe stato meglio affrontare questa tematica ad inizio legislatura come altre tematiche di impianto di Enti strumentali. Adesso vi è una scadenza determinata dai vent'anni di lavoro e di impegno del Consorzio, per ribadiamo che decidere poi in tempi stretti diventi essenziale. Dilazionare invece le decisioni potrebbe rappresentare un danno per una struttura che deve avere, come altre strutture, delle certezze, delle priorità e delle progettualità certe di riferimento.
In questo senso, noi non parteciperemo alla votazione, non perché siamo contrari al contenuto dell'ordine del giorno perché non lo conosciamo a sufficienza, non l'abbiamo messo a fuoco rispetto alla tematica più generale nella quale comunque deve inserirsi questo tipo di argomentazioni che il Gruppo di Rifondazione Comunista ha voluto proporre nel suo documento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. In quest'aula in più di un'occasione quando si parlava delle partecipate (intendendo come partecipate, società o consorzi o in generale quegli enti dove la Regione incide direttamente con una somma rilevante dal punto di vista economico) abbiamo chiesto che l'Assessore gli Assessori o il Presidente ci relazionassero rispetto agli indirizzi della Regione all'interno delle partecipate stesse.
Mi sembra che con il suo ultimo intervento il Presidente della Giunta ci abbia detto con estrema chiarezza che intende verificare tutte le opportunità e gli indirizzi, non solo, ma anche gli indirizzi burocratici che, attraverso la modifica dello Statuto consortile, rendono attuali un Consorzio che sempre di più, come ha detto poc'anzi l'Assessore Burzi: "Se non l'avessimo dovremmo crearlo". Ebbene, a me sembra che non solo abbia fatto bene, ma è doveroso da parte del Presidente porsi oggi, magari con un po' di ritardo, questo problema. Quindi, è per questo che noi attendiamo che l'organo collegiale della Giunta - che bene ha richiamato il Presidente assuma le decisioni nel merito.
Condividiamo il fatto che la Regione debba contare di più e quindi non crediamo che questo problema possa essere affrontato con una Commissione d'indagine sulle attività svolte dal Presidente. Il problema è ben più ampio, quindi io annuncio, a nome del Gruppo di Rinnovamento Italiano, il voto contrario all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Intervengo brevemente per annunciare il voto contrario del nostro Gruppo; voto che peraltro ritengo fosse già emerso dalla discussione che ha messo in evidenza la volontà della Giunta e della maggioranza di rinegoziare la presenza della Regione all'interno del CSI.
Il Presidente Ghigo è stato addirittura più esplicito, affermando che la Regione, in questi tre anni di esperienza all'interno del CSI, non ha contato nulla. Mi sembra che l'equazione per sapere quanto abbia contato il Presidente, designato dalla Regione, sia facilmente risolvibile da ognuno di noi. Stando così le cose, ho la sensazione che la Commissione d'indagine sarebbe un perdita di tempo se fatta sul Presidente. Se la Regione all'interno del CSI non conta nulla, c'è sicuramente qualcun altro che conta al suo posto: per avere notizie, occorre compiere un'indagine non sul Presidente ma sugli altri soggetti, perché facendo un'indagine sul Presidente, se è vero che la Regione non ha contato nulla, dopo una lunga perdita di tempo, si arriverebbe a scoprire un libro intonso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Anch'io, Presidente, sono soddisfatto dei ragionamenti sviluppatisi in seguito alla nostra volontà di porre questo problema in aula.
Credo sia emerso in modo abbastanza evidente che se pure la Giunta del Presidente Ghigo governerà la Regione per i prossimi due anni, certo su quest'aspetto non ha governato per i tre anni precedenti. Nel senso che non sono state espresse tutta una serie di volontà di governo, anche se niente impediva che venissero svolte o manifestate, con tutte le riflessioni e le verifiche conseguenti. Questo è il nocciolo della questione, collega Ghiglia: si potevano avere delle idee di trasformazione perché ci sono dei limiti riconosciuti da tutti.
Ci sono però anche altri aspetti da considerare. Desideriamo conoscere e non parlo del problema della società in quanto tale, certi aspetti della ricaduta del suo livello informatico sul nostro Ente.
Desideriamo si faccia una verifica del livello tecnologico impiantato e del perché il nostro livello è più arretrato rispetto, per esempio, a quello della Provincia di Torino o di altri enti. E' un aspetto che vogliamo approfondire, perché, rispetto alla Provincia di Torino, abbiamo messo a disposizione più risorse.
Non siamo preoccupati perché alcuni interlocutori parlano e dicono la loro, perché - vivaddio - nella nostra società c'è libertà di parola e ognuno ha la possibilità di dire la sua. Esistono però delle questioni specifiche. Il Vicepresidente del San Paolo ha detto che partecipa a un gruppo di lavoro con il Presidente del CSI: questo problema, collega Gallarini, non è stato ancora chiarito. L'Assessore Burzi (Assessore all'Informatizzazione e a tutto quello che può) ha negato di avere istituito tale gruppo.
Rimane un altro aspetto, forse ancora più grave. Questo gruppo è stato istituito dal Presidente del CSI? L'Assessore ne era a conoscenza? Questa è la questione che a nostro avviso deve essere chiarita da parte dell'Assessore alle Partecipate. Noi abbiamo un ruolo da sostenere, e se il Presidente non conta nulla, come afferma il Presidente Ghigo, esiste anche l'autorevolezza delle nomine. Mi sembra però che, in questi settori, si cerchi di contare il meno possibile, esprimendo delle nomine che sono all'origine in difficoltà, perché ci si trova a volte ingessati da incompatibilità concrete più che di altro tipo che impediscono di esprimersi con la dovuta autorevolezza. Poi può anche essere vero che ci sono dei limiti e che bisogna aggiornare, ma questo è un ragionamento che ci porta a discutere della qualità dell'occupazione del potere da parte del centro-destra, che è inversamente proporzionale alla sua capacità di governo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno presentato dal Gruppo di Rifondazione comunista di cui ho dato lettura in precedenza.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 2 voti favorevoli, 24 contrari e 2 astensioni (non hannopartecipato alla votazione 9 Consiglieri).


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Ritengo che si possa concludere a questo punto la sessione antimeridiana. I lavori riprenderanno oggi pomeriggio alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.10)



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