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Dettaglio seduta n.283 del 22/09/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino, Manica e Rossi.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame proposta di legge n. 431: "Interventi regionali per celebrazioni" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori con l'esame della proposta di legge n. 431, di cui al punto 7) all'o.d.g.
L'ultimo intervento di questa mattina, da parte del Consigliere Peano faceva rilevare che il testo distribuito riporta un riferimento all'art. 3 sia al comma 2 che al comma 3, improprio. In realtà, in questi commi laddove si fa riferimento all'art. 4, comma 3, si deve leggere: "art. 4 comma 4". E' solo un errore di battitura, mi suggeriscono gli Uffici.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione attività culturali e dello spettacolo

La proposta, se i colleghi hanno davanti la legge lo potranno vedere consiste in tre emendamenti, di cui due all'art. 3 ed uno all'art. 4.
1) Emendamento presentato dall'Assessore Leo: All'art. 3, comma 2, l'espressione finale: "...determinato secondo quanto previsto all'art. 4, comma 3" è sostituito da: "...determinato secondo quanto previsto all'art. 4, comma 4".



CHIEZZI Giuseppe

Non è vero.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione attività culturali e dello spettacolo

Ha ragione, Consigliere Chiezzi, al momento non è vero, ma lo diverrà.
2) Emendamento presentato dall'Assessore Leo: All'art. 3, comma 3, l'espressione finale: "...secondo le procedure di cui all'art. 4, comma 3" è sostituita da: "secondo le procedure di cui all'art.
4, comma 4".
3) Emendamento presentato dall'Assessore Leo: All'art. 4, comma 4, dopo le parole: "...e l'ammontare complessivo annuo degli interventi economici per le celebrazioni", vengono aggiunte le seguenti parole - che danno senso agli emendamenti precedenti - "nonché il compenso spettante ai componenti delle sessioni temporanea e permanente del Comitato regionale per le celebrazioni del Piemonte".
Non va bene neanche così?



CHIEZZI Giuseppe

No.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione attività culturali e dello spettacolo

Non so più cosa fare. Questo dovrebbe completare...



PRESIDENTE

Se l'Assessore Leo ha terminato, prima di dare la parola al Consigliere Chiezzi, informo che in VII Commissione è stato eletto il Vicepresidente nella persona del Consigliere Salerno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Non condivido la proposta di emendamento. Essa è perfetta, nel senso che funziona, però non condivido questa discrezionalità in capo alla Giunta regionale, in ordine ai compensi per la presenza in una Commissione, che non penso debbano essere regolati di volta in volta, a giudizio della Giunta regionale. Abbiamo altre situazioni, in parte corrette, in parte da correggere, o che si era promesso di farlo, in forza delle quali ci sono trattamenti economici molti diversi da Commissione a Commissione; ritengo non accettabile che in modo estemporaneo, in occasione di questa legge, vengano fissati a giudizio insindacabile della Giunta dei compensi che il Consiglio non è in grado di controllare.
Quindi, o facciamo dei riferimenti a norme vigenti in altri settori - e allora abbiamo un minimo di criterio - oppure vengono determinati, ma in una sede che non sia quella della Giunta regionale, che prende e determina i compensi.
Tra l'altro, il legame tra l'ammontare annuo complessivo degli interventi economici e l'elemento del compenso confonde le idee, perch sembra quasi che a seconda dell'ammontare complessivo delle celebrazioni ci possa essere un riflesso a livello dei compensi per i partecipanti, il che sarebbe un'altra stonatura.
Penso quindi valga la pena di riflettere un po' meglio su tali questioni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione attività culturali e dello spettacolo

L'articolo intendeva considerare anche le condizioni della Commissione consiliare, comunque comprendo la ragione dell'opposizione. Sono contento che almeno funzioni razionalmente; si tratta di una questione oggettiva, di merito, di valutazione. Siccome non abbiamo alcun pregiudizio, se la presentatrice della proposta si può confrontare con i colleghi, la Giunta è disposta ad accettare qualunque proposta del Consiglio. Non c'è una pregiudiziale per cui si voglia dare un compenso elevato o basso. Se mi è consentito, parlo un attimo con i colleghi e cercherò di definire il riferimento più opportuno. Può essere accolta questa ipotesi?



PRESIDENTE

Volevo solo ricordare che la Consigliera Cotto è relatrice, ma il primo firmatario è l'on. Picchioni.
La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Presidente, anche a me sembra che la correlazione logica tra l'ammontare delle competenze dei gettoni di presenza dei membri del comitato con l'ammontare complessivo annuo degli interventi può portare effettivamente ad un meccanismo non virtuoso ma perverso; è un problema da verificare. Anche perché non vorrei essere contro quanto dice l'Assessore però che proprio questa Commissione debba avere un corrispettivo per la valutazione delle celebrazioni, quando c'è un'infinità d'altre Commissioni che prendono la somma risibile di 15.000 lire lorde.... Dovrebbe essere effettivamente attuato questo provvedimento erga omnes che è stato sollecitato per la scorsa e l'attuale legislatura, e forse anche per la futura, però la correlazione fra l'ammontare complessivo delle spese per le celebrazioni e quello che può essere il gettone di presenza, può diventare effettivamente un esempio di moralità un po' pelosa. Sono mie considerazioni, ma credo che possano essere condivise.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Assessore, mi scusi ma mi sono pervenuti adesso i tre emendamenti che lei ha proposto. Dovremmo, però, ancora chiarire, in quanto il comma IV dell'art. 3, come lei modifica, parla di procedure di cui all'art. 4 comma III. Credo che dovremmo soltanto fermarci un attimo e fare ordine, perch c'è qualcosa che non funziona. Prendiamo cinque minuti di pausa.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Ho seguito in Commissione questo provvedimento e anche il dibattito in aula e devo dire che trattandosi, come richiamava il Presidente Picchioni di una proposta di lavoro della quale si è parlato da molto tempo e che non è di facilissima gestione, probabilmente varrebbe la pena di prendere l'impegno di riesaminarlo in una seduta di Commissione per riportarlo poi in aula nella seduta successiva, perché c'è la proposta che l'Assessore ha fatto e che non è stata ancora valutata. Inoltre, si tratta di mettere a punto tutte le varie questioni, per cui mi sembrerebbe che ragionare ancora per un'oretta intorno a questo testo, in modo che ne discendano con chiarezza tutte le conseguenze e le procedure, potrebbe essere utile. Per cui chiederemo agli altri colleghi di tornare in Commissione non per una dilazione - non si tratta assolutamente di questo - con l'impegno, se anche la relatrice è d'accordo, di passarlo alla prossima seduta in uno dei primissimi punti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Potremmo esaminare in quella sede, anche se le convocazioni di rito non sono state fatte con l'ordine del giorno. Non ci sono le 24 ore, ma se siamo tutti d'accordo integriamo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Comprendo le motivazioni, ringrazio il Presidente della VI Commissione per la disponibilità a discuterlo già domani. Chiedo che sia inserito al primo punto all'o.d.g., se raggiungiamo l'accordo in Commissione, il prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

Mi pare una proposta di assoluto buon senso. Non avendo riscontrato valutazioni contrarie il provvedimento viene rinviato in Commissione.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame proposta di legge n. 401: "Proroga della legge regionale 6 agosto 1996, n. 57 'Attività della Regione Piemonte per il 50esimo anniversario della Repubblica e della Costituzione - Celebrazione del 50esimo anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione'"


PRESIDENTE

Credo che possiamo passare al punto 9) all'o.d.g. per esaminare la proposta di legge n. 401 "Proroga legge regionale 6/8/96 n. 57, Attività della Regione Piemonte per il 50esimo anniversario della Repubblica e della Costituzione. Celebrazione del 50esimo anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione".
Al momento del voto in Commissione erano presenti AN, CDU, CCD, FI, RC PPI, DS e Patto dei Socialisti.
Il relatore è l'on. Picchioni.



PICCHIONI Rolando, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Nel solco di una nobile e frequentata tradizione di attenzione ed interesse per i temi della democrazia, delle libertà e dei diritti umani il Consiglio Regionale ha dotato la Regione Piemonte degli strumenti legislativi necessari per approfondire gli aspetti politici, ideali sociali e culturali delle travagliate e tragiche vicende storiche di questo secolo sfociate con la Lotta di Liberazione, in Italia ed in Europa, nel ritorno alla democrazia e con i principi fondamentali della Carta costituzionale italiana nell'approdo, solenne, al riconoscimento ed alla garanzia dei diritti inviolabili dell'uomo ed ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Risale alla seconda legislatura una prima legge regionale, la n. 7 del 22/1/1976, che ha consentito una intensa attività coinvolgendo studenti insegnanti e studiosi: numerosi, ormai, i convegni, gli studi, le ricerche le pubblicazioni, i viaggi di studio; risale al 1985 la legge per la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale e dei luoghi della Lotta di Liberazione in Piemonte.
Proseguendo in questo civile impegno, il Consiglio regionale, nella seduta del 3 giugno 1993, ha approvato la legge n. 19 per normare le attività della Regione Piemonte per il 50esimo anniversario della Liberazione e, successivamente, la legge regionale n. 57 del 1996 relativa alle attività per il 50esimo anniversario della Repubblica e della Costituzione italiana.
Tale corpus legislativo, sui temi di cui trattasi, è una distintiva peculiarità della Regione Piemonte e non trova l'eguale in nessun'altra istituzione pubblica italiana, legislativa od amministrativa che sia, ed ha prodotto molteplici ed articolate iniziative che, partendo dall'analisi storica, hanno avuto echi e ricadute nel dibattito culturale e politico che sta alla base dei lavori parlamentari per le riforme istituzionali e costituzionali.
Conforta il legislatore regionale piemontese la decisone del Parlamento italiano di porre mano alla revisione di alcune parti della Costituzione salvaguardandone i principi fondamentali; è il caso di ricordare la citata legge regionale n. 7/1976 recita, già nel titolo, "... per l'affermazione... dei principi della Costituzione repubblicana".
Si informava a tale volontà di "affermazione" la citata Legge regionale 6 agosto 1996, n. 57, che, unica nel panorama regionale italiano, è stata attuata, malgrado la ristrettezza del tempo disponibile, con un programma articolato in progetti: scuola, cinema, culture politiche, cultura. Da ogni progetto sono derivate iniziative che hanno visto coinvolti, nel ruolo di protagonisti ed utenti, l'Università di Torino, i Provveditorati agli Studi, docenti, studenti, la grande platea degli insegnanti delle scuole medie superiori, istituti culturali e scientifici. Parte di questi progetti hanno avuto conclusione nel corso del 1997, altri sono in corso di realizzazione. La legge n. 57/1996 aveva validità fino al 31/12/1997.
Nell'anno in corso, il 1998, ricorre il 50esimo anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica italiana e per tale occasione molte Regioni italiane si apprestano a predisporre le dovute celebrazioni. Questo è anche l'anno in cui il lungo, difficile e delicato lavorio della Commissione Bicamerale sarà oggetto di discussione nel Parlamento Italiano, nella sede, cioè, costituzionalmente deputata alle decisioni sulle riforme.
Il dibattito sulle riforme costituzionali registrerà, nel corso di quest'anno, il suo momento più alto nella sede più solenne ed è, questo, un motivo per continuare nel lavoro iniziato; l'assenza di uno strumento legislativo non consente di proseguire nell'impegno fin qui profuso proprio quando altri ne scoprono l'interesse e l'attualità sia per la ricorrenza che per il particolare momento politico.
Si intende ovviare a tale contraddizione proponendo, con il testo allegato, la proroga, per l'anno in corso, della legge regionale 6 agosto 1996, n. 57, per la celebrazione del cinquantesimo anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana." Dopo l'art. 2 è inserito il seguente art. 3: "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale".
La legge si compone di due articoli più questo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 36 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 36 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 36 L'art. 3 è approvato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 36 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame proposta di legge n. 405: "Celebrazione per il 150esimo anniversario della concessione dei diritti civili e politici alla minoranza valdese ed ebraica"


PRESIDENTE

Procediamo con il punto 10) all'o.d.g., che prevede la proposta di legge n. 405 "Celebrazione per il 150esimo anniversario della concessione dei diritti civili e politici alle minoranze valdesi ed ebraiche".
Relatore è il Consigliere Bellion, che ha facoltà di intervenire.



BELLION Marco, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, nei mesi di febbraio e marzo 1848 Carlo Alberto Re di Sardegna concede, in forme diverse, ma spinto da esigenze analoghe, i diritti civili e politici alle minoranze Valdese ed Ebraica dei suoi Stati. Con questo atto giuridico che si collocava nella scia della politica di tolleranza delle monarchie del XVIII secolo, veniva definitivamente superata la visione politico-culturale dell'Ancien Règime.
Di questa visione dello Stato di tipo medievale protrattasi oltre la stessa Rivoluzione francese, era elemento costitutivo la religione di Stato, che veniva così a costituire l'elemento unificante dell'intera comunità nazionale.
Nel caso del Piemonte, la religione di Stato essendo quella cattolica romana, le minoranze estranee a questa realtà religiosa ideale, quale l'Ebraica, o dissidenti rispetto ad essa, quale la Valdese, non potevano che essere tenute ai margini della vita associata, costituendo un elemento disgregatore di questa unità ideale. Questa marginalità civile, di fatto un'emarginazione, trovava espressione giuridica nella struttura del ghetto cittadino per gli Ebrei e nel territorio delle Valli alpine del Pellice Germanasca e Chisone per i Valdesi, dove era loro concesso risiedere e professare la loro religione dall'epoca del Trattato di Cavour del 1561.
Collocata su questo sfondo la concessione dei diritti civili e di conseguenza la parità giuridica riconosciuta a tutti i sudditi indipendentemente dalla confessione religiosa, significa assai più che l'applicazione di una norma giuridica ad alcune migliaia di sudditi significa la fine e l'inizio di epoche storiche, la fine dell'Ancien Règime e l'inizio di uno Stato costituzionale di tipo moderno. Non è un caso che questi editti di tolleranza religiosa avvengano proprio nell'anno 1848. Il ricordare oggi, a 150 anni di distanza, questi avvenimenti, significa per la Regione Piemonte fare riferimenti a momenti fondanti della propria identità moderna. Significa anzitutto prendere atto del fatto che il riconoscimento giuridico delle minoranze Valdesi ed Ebraica non concerne unicamente queste due comunità ma l'intera società piemontese. Le vicende vissute nei secoli da questi piemontesi emarginati non è infatti storia loro ma del Piemonte intero, l'intolleranza di cui sono state vittime, come la libertà che viene loro concessa, è patrimonio comune di tutti i piemontesi. Prendere oggi in considerazione questi avvenimenti significa dunque recuperare una pagina significativa e positiva della memoria storica comune. La fine della segregazione giuridica deve essere seguita dalla fine della segregazione storica. All'apertura del ghetto fisico deve seguire quella del ghetto storico. E' da leggersi in quest'ottica la presenza del Capo dello Stato a Torre Pellice il 15 febbraio e il 4 marzo a Torino nel Tempio Valdese e nella Sinagoga Ebraica.
Ricordare questa data significa, in secondo luogo, riconoscere che il Piemonte ha con queste Leggi voltato una pagina della sua storia. Non è solo mutata la condizione giuridica di poche migliaia di sudditi sabaudi ma quella di tutti i piemontesi. Non sono diventati più liberi solo Valdesi ed Ebrei, ma tutti gli abitanti della regione. Non a caso questo è avvenuto nel contesto di due avvenimenti fondamentali: lo Statuto e l'inizio della guerra d'Indipendenza.
Passando da Stato Assoluto a Monarchia costituzionale, il Piemonte nasceva come Stato moderno e si poneva come punto di riferimento per la creazione di una Nazione italiana. Significa, in terzo luogo, vedere, come videro gli esponenti più in vista del liberalismo piemontese, dai Marchesi Roberto e Massimo d'Azeglio a Brofferio, che la libertà religiosa è strettamente connessa con la libertà civile.
Nel contesto della rivoluzione liberale e del nuovo Piemonte che stava sorgendo, la libertà limitata che si concedeva alle due minoranze religiose costituiva un elemento essenziale della libertà che il movimento liberale si proponeva di realizzare in Italia.
Ricordare le vicende, i dibattiti, le speranze del 1848 significa dunque per l'odierno Piemonte prendere coscienza, a 15O anni di distanza di una pagina fondamentale della propria storia, del contributo di valori ideali dato alla nascita della Nazione italiana, del proprio ingresso nel mondo moderno.
Il riferimento alla data del 1848 non ha però valore unicamente commemorativo e di riconoscimento del contributo che le minoranze Valdese ed Ebraica hanno dato allo sviluppo e alla crescita democratica della società piemontese e italiana. Significa anche porre all'attenzione dei cittadini il fatto che la libertà, come la intesero Valdesi ed Ebrei 150 anni or sono, va garantita dalla Legge e conquistata dai cittadini. La libertà religiosa non è infatti solo possibilità di esprimere i propri valori, ma è altresì possibilità e libertà di inserirli in un rapporto di dialogo e di fattiva partecipazione alla crescita di una comunità civile aperta e partecipe. Ricordare la pagina di storia piemontese di 150 anni fa può costituire così riferimento esemplare per una storia piemontese di domani." Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38 L'art. 4 è approvato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 38 Consiglieri La legge è approvata.
Chiedo ai Consiglieri, dato che ci sono alcuni argomenti che in Commissione sono stati approvati all'unanimità, di passarne alla votazione anche in Consiglio.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 611: "Modifica dell'art. 13 del Regolamento del Consiglio regionale del Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 611, di cui al punto 41) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, DS, Rifondazione comunista, Gruppo Misto CCD, CDU.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 40 voti favorevoli.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 608: "Legge 15/3/1997 n. 59, art. 21. Dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche statali. Indirizzi di programmazione e criteri generali".


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 608, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 37 voti favorevoli e 3 astensioni.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: ordine del giorno n. 845 relativo a: "Carenza di Segretari comunali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
ordine del giorno n. 843 relativo a: "Richiesta di costituzione di parte civile da parte della Regione Piemonte nei confronti dei responsabili del sequestro e dell'omicidio dei cittadini di origine piemontese residenti in Argentina durante il periodo della dittatura militare".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
ordine del giorno n. 846 relativo a: "Metodi di macellazione che comportano minori sofferenze per gli animali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 841 inerente a "Pacchi-bomba. Solidarietà ai destinatari"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 841 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui punto 100) all'o.d.g. di cui do lettura: "Il Consiglio Regionale del Piemonte in relazione ai gravissimi avvenimenti avvenuti nello scorso mese di agosto, ed inerenti l'invio di pacchi bomba al giudice Maurizio Laudi, al giornalista Daniele Genco, al medico delle Vallette Remo Urani, al Consigliere Regionale Pasquale Cavaliere, al Parlamentare Giuliano Pisapia ed al Consigliere del Comune di Milano Umberto Gay, nonché, recentemente in relazione all'invio, a sei giovani dell'area dei centri sociali, di buste contenenti ciascuna un proiettile calibro 9 esprime la propria solidarietà a Maurizio Laudi, Daniele Genco, Remo Urani Pasquale Cavaliere, Umberto Gay, Giuliano Pisapia, ai sei giovani dei centri sociali ed a tutti i destinatari di minacce e provocazioni in genere respinge con fermezza ogni provocazione che alimenti uno stato di destabilizzazione auspica che il concorso della volontà generale contribuisca a garantire un rapido allentamento della presente situazione di tensione." La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Potremmo iniziare i commenti sulla sua dichiarazione, risolvendo almeno ed evitando il commento sul fatto che lei non ha sentito l'opportunità di citare l'episodio di cui è stato vittima il Consigliere Cavaliere, votando l'ordine del giorno di solidarietà allo stesso, così nella discussione almeno per quanto riguarda il mio Gruppo, eviterei l'impiego del tempo relativo a questo fatto? Se potessimo votare subito quell'ordine del giorno, come Gruppo mi impegno a non riprendere il tema in sede di discussione. E così penso che rendiamo un atto dovuto al collega Cavaliere.



PRESIDENTE

Credo che si possa fare, non riscontrando negatività.
Relativamente a questo ordine del giorno, nella seduta di venerdì scorso avevamo deciso di esaminarlo nella seduta odierna del Consiglio e in questo senso io non l'ho citato; non c'era ovviamente alcuna volontà di non essere consenziente, perché personalmente mi ritrovo nell'ordine del giorno.
Voglio solo ricordare che all'inizio del mese di agosto, quando ci furono queste vicende che abbiamo conosciuto, alcune direttamente, altre per resoconto dei giornali, come Ufficio di Presidenza io mi ero attivato pur non riunendolo, ma sentendo i componenti dell'Ufficio di Presidenza per predisporre delle opportune misure affinché, nei limiti del possibile fossero evitate ulteriori vicende che potessero recare offesa a persone o cose. Avevo ovviamente ricercato il Consigliere Cavaliere che però non riuscì a contattare perché in viaggio e con telefonino spento; avevo anche sentito immediatamente sia il Questore per essere informato sulla vicenda sia il personale del Gruppo che aveva ricevuto questo pacco, e la mia piena solidarietà l'avevo espressa in quell'occasione.
Personalmente mi ritrovo in questa valutazione, in questo ordine del giorno; in questo senso io non ho presentato altri ordini del giorno che avrebbero sostanzialmente ripreso questo.
Tutto ciò premesso, chiedo chi intenda intervenire su questo ordine del giorno. Se non ci sono dichiarazioni, lo pongo subito in votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, io vorrei motivare la mia astensione personale e il fatto che lascio al mio Gruppo libertà di voto, quindi chiaramente i colleghi del Gruppo potranno votare a favore, perché ferma restando la solidarietà personale, umana, a chiunque venga fatto oggetto di una violenza, anche se tentata - e ci mancherebbe altro che da un punto di vista umano, prima che politico, io non dessi la solidarietà al collega Cavaliere o a chiunque altro venisse appunto colpito da una violenza consumata o tentata - io mi astengo perché non credo assolutamente a queste bombe, come non credo assolutamente ai proiettili che sono stati spediti agli autonomi nei giorni passati. Mi spiego meglio.
Qualche giorno fa io ho fatto un comunicato, il titolo era questo: "Dopo le bombe-boom e le pallottole-bang attendiamo mortaretti e bomboloni alla crema scaduta". Vi dico questo perché io che ho ormai una vecchia militanza politica, quasi ventennale, e ho subito nel corso della mia carriera politica anche personalmente alcuni attentati, fisici e meccanici nel senso di macchine e moto incendiate, portone di casa e quant'altro, non credo alle bombe che non scoppiano e non credo ai proiettili che non sparano, soprattutto quando sono troppe bombe a non scoppiare e troppi proiettili a non sparare. Meno male che le bombe non sono esplose e che i proiettili non hanno sparato, eh! Ci mancherebbe altro! Però a me questo sembra tanto - lo dico con molto garbo, ma l'ho già sostenuto e lo sosterr in tutte le sedi - il classico gioco da rimpiattino di regime. Perch l'unica bomba, posto che non basta mettere un po' di polvere, un filo e magari una pila piuttosto che qualcos'altro in una scatola per farla diventare una bomba, io credo che l'unica bomba vera o intenzionale sia stata quella mandata al Procuratore Laudi, che è l'unica persona veramente che si voleva colpire. Queste bombe o meglio queste specie di bombe che sembrano quasi telefonate non mi convincono. Mi sanno tanto di scusa per permettere un certo tipo di azione più decisa da parte delle forze dell'ordine anche nei confronti di quelle forze politiche che sono più contigue al fenomeno degli squatter e degli autonomi. Come le pallottole mi sembrano delle pallottole che guarda caso ricevono gli autonomi che a loro volta potranno dire: "Ma non eravamo noi che mandavamo i pacchetti-bomba tant'è che addirittura noi riceviamo le pallottole".
Alla fine - e grazie al Cielo - non ci sono né bombe né pallottole: questa a me sembra, ed è per questo che motivo la mia astensione sperando nonostante la febbre, di essere riuscito a spiegarmi bene e che quindi il mio ragionamento non venga travisato, io non ci credo! A me sa tanto di manfrina di regime. Non ci credo! Per me son finte le bombe e son finte le pallottole, perché in un certo momento gli squatter gli autonomi, stavano alzando il tiro, c'era chi li proteggeva, all'interno anche della maggioranza del Consiglio comunale di Torino, e allora sono arrivate queste bombe per dire "beh, ormai questi stanno andando troppo in alto, bisogna calmarli questi giovanotti". Qualche giorno dopo i giovanotti ricevono le pallottole. Beh, sinceramente mi sembra un gioco già visto in alcuni pezzi di questa Repubblica. In altri pezzi tristemente sono scoppiate le bombe e sono esplose le pallottole; Dio voglia che non succeda mai più! Per sinceramente, non ci credo. E sono fermamente convinto di quello che dico perché le bombe le si spediscono ai nemici - non le si dovrebbero spedire ma le si spediscono ai nemici. C'è un solo nemico degli squatters che ha ricevuto la bomba: il Procuratore Laudi. Ed è per questo che continuo a sostenere, e sosterrò sempre, la tesi delle bombe e delle pallottole di regime. A questa manfrina, personalmente, neanche con un ordine del giorno ribadendo la solidarietà umana e politica, non mi presto e non mi prester mai.
Ho lasciato al mio Gruppo libertà di voto; credo che i colleghi voteranno a favore. Io no; ribadisco ancora una volta, che personalmente non credo alle bombe che fanno "bum!" come nei fumetti, non credo ai proiettili che fanno "bang" come nei fumetti. Tutto questo non mi sembra una cosa seria.
Noi, oggi, ci troviamo, grazie alle finte bombe ed ai finti proiettili in situazione di paralisi, per cui nessuno interviene contro gli squatters e tutto è rimasto come prima. Adesso, infatti, non si capisce più chi spedisce e chi riceve.
Visto che questa situazione non mi convince, ribadisco la mia solidarietà umana e politica al collega Cavaliere, ma sull'ordine del giorno, a titolo personale, mi asterrò.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno riguarda la solidarietà; sulla parte restante credo occorra doverosamente attendere i risultati delle indagini in corso.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo perché sono veramente indignato. Personalmente, da siciliano, ricordo quando c'è stato l'attentato a Addauri al giudice Falcone: molte persone, anche pubblicamente, si sono espresse come il collega Ghiglia in quest'aula: in modo indegno. Non credevano a quella bomba, che non era esplosa.



(Considerazione fuori microfono del Consigliere Ghiglia: "Infatti quella è esplosa")



RIGGIO Angelino

No: è stata fatta brillare dopo.
Non ci credevano. Il Consigliere Ghiglia è di quelli che sono disposti a esprimere solidarietà soltanto ai morti o agli appartenenti alla sua parte politica.
Personalmente, trovo scandaloso che a fronte del fatto che un membro di questo Consiglio sia stato fatto oggetto di una gravissima minaccia vengano fatte affermazioni di questo genere. Sono sul serio senza parole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non ho la conoscenza del collega Ghiglia sui traffici delle bombe: a chi convenga inviarle, quando sia il caso, come si fa e come non si fa... Non sono in grado di esporre valutazioni e neppure di fare processi sulla vicenda, cosa che non compete evidentemente, ad un'istituzione, alla parte politica. Ci penserà l'autorità giudiziaria.
Credo però che un'istituzione democratica e importante come questa debba in qualche maniera censurare determinati comportamenti e, in questo caso, alcune dichiarazioni del collega Ghiglia. E' importante. Qui non siamo al bar! Non si può dire, con la leggerezza del collega, che si tratta di bomba e di pallottole di regime. Ha detto "bombe e pallottole di regime!"



(Considerazione fuori microfono del collega Ghiglia: "Non ho specificato di quale!")



SAITTA Antonio

Hai detto "bombe e pallottole di regime!" Hai parlato di vicinanza tra le Forze dell'ordine e alcuni partiti politici. Hai detto cose di una gravità inaudita, che richiedono o una precisazione oppure, Presidente Deorsola, un intervento di forte censura nei confronti del collega Ghiglia.
Mi riferisco, naturalmente, al Presidente Deorsola; però sarebbe interessante conoscere anche l'opinione del Presidente Ghigo, in quanto rappresentante della maggioranza. E' chiaro però che il Presidente Deorsola, che riveste il ruolo di rappresentanza dell'assemblea legislativa, non può certamente ignorare il fatto. E anche gli altri colleghi devono rendersi conto della gravità di affermazioni che suonano come processo alle istituzioni, come se certi avvenimenti fossero in qualche maniera sollecitati, come se fossero spinti da una "mano dietro" da parte delle istituzioni.
Credo che un Consigliere regionale non possa fare affermazioni di questa leggerezza.
Personalmente, lo ritengo un fatto gravissimo; spero che il Presidente Deorsola assuma immediatamente un'iniziativa per far correggere questa posizione, che mi sembra pericolosa, inaudita e che non può assolutamente passare inosservata.
E' chiaro che relativamente all'ordine del giorno esprimiamo la più completa solidarietà.



PRESIDENTE

"Bombe e pallottole di regime": dato che per valutazione mia o comunque - ritengo - maggioritaria nel Paese, l'Italia non vive in una situazione di regime, perché si basa su istituzioni democratiche, ho inteso quanto detto dal collega Ghiglia come un parlare colorito, senza riferimenti specifici. Non ho detto, mi pare "una battuta efficace"; prima di tirare delle conclusioni occorre aspettare; personalmente non ho, come credo nessuno di voi, notizie diverse e ulteriori rispetto a quanto letto sui giornali e sentito dai media. C'è vivacità di espressione che personalmente non condivido, ma ognuno è responsabile delle osservazioni e degli interventi che fa.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo si aspettava che l'aula, nella persona del Presidente, stamattina, tra le tanti comunicazioni importanti, esprimesse la sua solidarietà nei confronti del collega Cavaliere, vittima di un attentato che, per fortuna, non ha colpito lui e i suoi collaboratori, ma che aveva tutte le condizioni per trasformarsi in una tragedia.
Successivamente, il Presidente ha spiegato le ragioni per le quali non ha parlato in apertura di seduta della questione, essendo stato presentato un ordine del giorno. Prendo atto di quanto il Presidente Deorsola ci ha detto; ritengo infatti che nella coscienza di un'aula consiliare il primo dovere, a prescindere dalla parte politica nella quale ci si siede, debba essere quello della solidarietà. Personalmente, davo questo per scontato.
D'altro canto, nel suo successivo intervento, lo stesso Presidente Deorsola mi è sembrato desse per naturale la solidarietà ad un collega che peraltro, nei confronti della problematica si era espresso - occorre dirlo con il massimo del rapporto umanitario.
Voglio ricordare che il collega Cavaliere aveva visitato in carcere alcuni degli esponenti che hanno occupato le cronache dei nostri giornali nei mesi scorsi. Intendo altresì ricordare due morti drammatiche, di due giovani suicidi; l'ultimo ha particolarmente colpito, vista la morte di una ragazza poco più che ventenne che, al di là della valutazione politica, non può che colpire l'immaginario collettivo per la giovinezza, per il fatto di essersi comunque suicidata in carcere: quasi una sorta di suicidio annunciato, rispetto alla drammaticità degli eventi che via via venivano avanti.
Il collega Cavaliere, con il quale talvolta mi divide anche l'approccio alla politica per alcune sue caratteristiche, ne abbiamo discusso tanto; ma una cosa è l'ordinaria amministrazione, altra cosa sono le questioni di principio e certamente, rispetto a quell'episodio, si era espresso con straordinaria umanità e civilismo, andando oltre, per esempio, a quelli che sono stati i comportamenti di altri, a cominciare dal mio.
Personalmente, mi ero ripromessa di andare a trovare quella ragazza non l'ho fatto e me ne sono poi drammaticamente rammaricata con me stessa.
Quindi, davo per scontata la solidarietà dell'aula; prendo atto che il Presidente del Consiglio, che ci deve rappresentare per sua funzione, in qualche modo, nel suo secondo intervento andava in questa direzione.
Devo dire che, poiché sono stata chiamata fuori dall'aula e ho dovuto assentarmi per qualche attimo, ho soltanto ascoltato molto da lontano l'intervento del collega Ghiglia; alcune delle sue motivazioni mi hanno profondamente colpita.
Rispetto a questo tipo di problemi, che rappresentano il modo con il quale si sta dentro le istituzioni e si concepiscono le istituzioni, per quello che ci riguarda, prima di procedere ulteriormente nell'addivenire alla conclusione del dibattito ed anche eventualmente al voto, chiederei Presidente, in maniera formale, di poter acquisire l'intervento del collega Ghiglia. Ciò in quanto esso rappresenta, probabilmente - ripeto, vorrei approfondirlo - un modo di pensare nelle istituzioni, un modo di approcciarsi alle istituzioni che credo meriti un approfondimento, non solo di parte, ma anche di chi, da un lato, presiede l'assemblea e dall'altro ecco perché dicevo che anche per noi è importante la valutazione del Presidente della Giunta regionale - è la guida politica di una maggioranza maggioranza della quale fa parte anche il collega Ghiglia che, in maniera assolutamente legittima - per carità, ci mancherebbe! - ha espresso delle valutazioni di un certo peso, che devono essere capite.
Io devo dire, collega, che prima, in un dialogo quasi con gli occhi dicevo: "Beh, la solidarietà al collega Cavaliere gliela diamo di sicuro" e il collega mi argomentava una sua impostazione difforme. Ci mancherebbe che un collega o una parte politica non potesse avere opinioni difformi! Si tratta però di valutare come si sostanziano queste opinioni e quale tipo di valutazione delle istituzioni esse presuppongono.
Questa è la questione ed il motivo per cui mi interesserà molto, dopo avere riletto queste sue dichiarazioni, conoscere anche la posizione del Presidente della Giunta regionale. Ciò, per due ragioni.
Una, l'ho già detta: il Presidente della Giunta regionale è il capo di una maggioranza e quindi chiaramente, in qualche misura, si farà carico anche di una parte di queste dichiarazioni.
Ma il collega Ghigo non perde occasione - giustamente, dal suo punto di vista - di volerci ricordare un'altra cosa. Il collega Ghigo ci dice sempre una cosa (sulla quale ha ragione): "Io sono nuovo alla politica; io rappresento il nuovo, perché non facevo parte della prima Repubblica; io rappresento quel modo di fare politica che oggi si distingue come nuovo".
Vorremmo dunque sapere, Presidente Ghigo, come il nuovo - perché glielo riconosco - si rapporta rispetto alle espressione che sono state usate dal collega Ghiglia e che devono essere, appunto, meglio conosciute e meglio approfondite.
Se le cose stanno come hanno riferito, come hanno toccato la sensibilità di alcuni colleghi, sono questioni di primaria importanza perché attengono al modo con il quale ci si rapporta con le istituzioni e con il tessuto democratico di questo Paese.
Quindi in questo senso la richiesta è di poter sì approfondire, ma di sentire anche entrambi i vertici della Regione Piemonte in proposito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'ordine del giorno che abbiamo predisposto si compone di quattro parti.
Nella prima sono semplicemente descritti gli avvenimenti, nudi e crudi nella seconda, si esprime semplicemente solidarietà a tutti i destinatari dei pacchi-bomba e pallottole, senza dare nessuna interpretazione di questi fatti, perché riteniamo che questo sia compito della Magistratura (quindi è un documento in cui non si entra nel merito delle interpretazioni che possono essere date); nel terzo punto, l'ordine del giorno respinge ogni provocazione che alimenti una destabilizzazione (anche qua, ogni provocazione); nell'ultimo punto, auspica che tutti insieme, al di là delle parti, si lavori per allentare la situazione di tensione.
E' quindi un ordine del giorno che aveva e mira ad un solo scopo: respingere questi atti ed esprimere solidarietà ai destinatari; nulla dice sul perché, sul chi e sul come.
Il Consigliere Ghiglia, invece, sa tutto lui; mentre l'ordine del giorno (che non vota) lascia a chi di dovere il compito di accertare come si sono svolti i fatti, il Consigliere Ghiglia, con sicurezza, sa quasi tutto: le bombe non sono bombe; le pallottole non hanno sparato. Dunque o è dotato di una presunzione molto grande oppure... lo sa lui. E' lui che sa tutto, è l'unico in quest'aula che dice: "So tutto io, non era vero: bombe finte, pallottole finte".
Poi, fatto grave per cui chiedo di conoscere il testo scritto, il Consigliere Ghiglia la mette brutalmente in politica, cercando di ricavarne non so quale tornaconto, quando - vado a memoria - mette in fila con il suo ragionamento tre fatti.
Il primo: sono pallottole di regime; secondo fatto: cita le forze dell'ordine, le mette in campo, le nomina e le evoca; terzo fatto: evoca partiti di maggioranza o maggioranze (è questo che chiedo sia visto sul verbale) e gli squatter. Mette in fila questi elementi.
E' chiaro che se il Consigliere Ghiglia - lo vedremo nel testo scritto vuole mettere in rapporto le bombe di regime con un'attività delle forze dell'ordine, rivolto a dare segnali ai partiti di maggioranza e agli squatters, ci troviamo di fronte ad un elemento, come dicevano i colleghi Saitta e Spagnuolo, molto grave, che va sanzionato e di fronte al quale è giusto che anche il Presidente della Giunta regionale, che gode della maggioranza grazie al voto, anche personale, del Consigliere Ghiglia, ci dica qualcosa.
Chiedo quindi di sospendere la seduta; di avere il verbale; di poterlo leggere; di poter sentire dal Presidente Ghigo le sue osservazioni su questo verbale e poi vedere di assumere qualche decisione in proposito, se c'è merito per la stessa. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Come Gruppo di Forza Italia voteremo a favore dell'ordine del giorno perché per quanto concerne l'evento lo si può esaminare e direi che all'interno di quest'aula ogni Gruppo politico è autorizzato ad esprimere i giudizi che ritiene più opportuni. Noi ci limitiamo a prenderne atto, non volendo assolutamente entrare nel merito, non siamo in grado di farlo e non lo saremmo comunque. Ci è stato detto da qualche collega che è un compito della Magistratura che ha indagato, indaga ed indagherà. Speriamo arrivi alle conclusioni, anche se molte volte purtroppo in questo Paese, dopo venti-trent'anni, certo per fatti che hanno colpito in modo grave (mentre questo, grazie al cielo, non l'ha fatto), le conclusioni non arrivano. Noi ci auguriamo che questa volta possano arrivare sia per quanto riguarda il collega Cavaliere che per gli altri soggetti nei confronti dei quali è stata indirizzata un'azione criminosa di questo tipo.
Con il collega Cavaliere, dal punto di vista politico, e il nostro Gruppo nei confronti del Gruppo del collega Cavaliere, non abbiamo mai avuto grosse sintonie e grosse assonanze (questo fa parte della dialettica politica e fa parte delle posizioni politiche che ogni Gruppo esprime), ma ciò non toglie che, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista umano, noi esprimiamo, attraverso la votazione positiva dell'ordine del giorno, solidarietà al collega Cavaliere.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Le dichiarazioni del collega Ghiglia ci hanno veramente raggelati perché noi eravamo convinti che fosse assolutamente possibile e doveroso esprimerci, come Consiglio e quindi anche con unanimità, su un ordine del giorno che, contrariamente al solito, si limita a richiamare ciò che doverosamente le istituzioni devono fare: respingere gli atti di violenza richiamarsi ad un ruolo di collaborazione con tutti gli organi laddove è necessario per riportare il dialogo il più possibile e ovunque sia possibile sulla solidarietà nei confronti non solo di un collega, ma anche nei confronti degli altri non colleghi - e non c'è solo Laudi - che si sono ritrovati nella stessa situazione.
Riferendosi all'intervento del collega Ghiglia, il Presidente del Consiglio ha detto: "E' un parlare colorito ed è una vivacità di espressione, che non condivido, ma è una vivacità di espressione". Noi Presidente, le chiediamo formalmente di poter leggere il testo relativo alla dichiarazione del collega Ghiglia, poiché può essere che abbiamo frainteso o che l'immaginazione ci abbia in qualche modo deviato nei nostri ragionamenti. Il nostro Gruppo ritiene che non si tratti di vivacità o di espressioni colorite (non sono mai simpatiche, ma possono comunque trovare una sede), ma che sia stato compiuto un grave errore istituzionale da parte del collega Ghiglia poiché, se vogliamo fare un ragionamento, innanzitutto c'è stata della dietrologia nel ragionamento del collega Ghiglia, è stata fatta una sorta di processo: lui ha le sue ipotesi che, per carità, ha assolutamente diritto di avere, ma non in questa sede in quanto Consigliere, in quanto istituzione. In questo momento, non ci stavamo esprimendo in termini di schieramenti politici, ma ha affrontato un ragionamento che sostanzialmente porta a dire: "Non credo a queste bombe queste bombe o questi proiettili non sparano, non colpiscono, non sono vere, sono di regime, quindi sono state messe appositamente perché nulla cambi". Ho interpretato il suo ragionamento? Ma è gravissimo, poich un'istituzione ha il compito di dire: bombe e proiettili, che funzionino o meno, sono da respingere il più possibile.
Inoltre, mi consenta, in un articolo di giornale che riporta una sua intervista ho letto: "In attesa di mortaretti e bomboloni alla crema".
Questa affermazione è pesante ed offensiva nei confronti di quegli impiegati che si sono ritrovati ad avere tra le mani dei pacchettini che di crema e di mortaretti inesplosi non avevano proprio nulla a che fare. Mi pare un'esagerazione assurda e lei, Presidente, viene a parlarci di "vivacità": ma non è possibile, perché se in questa sede, se su fatti di questa natura ci permettiamo di esprimerci con i nostri ragionamenti giusti o sbagliati, ma non è qui che dobbiamo svolgere un processo - se ci permettiamo di scherzare sulle bombe, che fortunatamente non sono esplose allora non esiste più alcuna regola, non esiste più nulla a cui ci atteniamo, siamo liberi di fare quello che vogliamo! E il collega Gallarini che ascolto sempre con vivo rispetto - viene a dirci che in quest'aula ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni! No, collega, non sulle bombe e sui proiettili da qualunque parte provengano! A chiunque siano dirette, noi non abbiamo la possibilità di esprimerci a titolo personale.
Noi abbiamo il dovere istituzionale di dire che vanno assolutamente respinte e che dobbiamo adoperarci affinché non si verifichino altri casi del genere.
Presidente, noi chiediamo il testo dell'intervento del collega Ghiglia e chiediamo alle due massime cariche di questa istituzione - lei Presidente del Consiglio, e il Presidente della Giunta - un'espressione formale per capire in quale contesto di democrazia stiamo ancora vivendo e lavorando.
Quindi, come Gruppo DS chiediamo un'espressione formale alle due massime cariche su questo evento, che riteniamo veramente grave.



PRESIDENTE

Il testo di tale intervento è stato richiesto all'ufficio competente il quale lo farà pervenire nel più breve tempo possibile.
La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Signor Presidente, condivido in ogni sua parte l'ordine del giorno del Gruppo di Rifondazione Comunista e gli interventi che sono stati svolti in quest'aula.
Esprimo la mia solidarietà a tutti i destinatari di minacce, da qualsiasi parte provengano, a tutti i destinatari di pacchi bomba o meno perché ogni minaccia che viene a qualcuno di noi o a qualcuno che opera al servizio della comunità è una minaccia contro la nostra democrazia, e noi dobbiamo prima di tutto difendere la democrazia.
Quindi, esprimo solidarietà ad un collega, che purtroppo ha dovuto passare uno dei momenti più difficili della storia di questo Consiglio, e al personale del suo Gruppo.
Esprimo inoltre la mia solidarietà non solo al giudice Laudi e a tutti gli altri che hanno ricevuto pacchi bomba, ma anche ai sei giovani dei centri sociali che hanno ricevuto dei proiettili, che sono anche questi delle minacce.
Pertanto, io voterò a favore dell'ordine del giorno lottando sempre e facendo in modo che anche questo Consiglio lotti sempre al servizio della democrazia per la nostra libertà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Grazie, Presidente. Accetto la lezione sui compiti delle istituzioni che ha voluto impartirci la collega Suino, perché è corretta: i compiti delle istituzioni sappiamo quali sono e quanto siano importanti. Peccato che a Torino, le istituzioni deputate al controllo di alcuni fenomeni, il loro compito lo abbiano fatto male o addirittura, in tanti casi, non lo abbiano mai fatto.
Non ho visto e non ho sentito ordini del giorno qualche settimana fa qualche mese fa, quando Torino era praticamente alla mercé di tutti i gruppi di autonomi, di Squatters, che hanno lanciato anche delle bombe hanno quasi massacrato un giornalista, hanno fatto conferenze stampa portando brandelli di carne quasi come fossero presagio, quello sì, di bombe reali a chiunque avesse potuto intralciare il disegno degli stessi.
Peccato che le istituzioni (guarda caso i governi cittadini a maggioranza di sinistra) abbiano trascurato il fatto che Torino, che in taluni giorni sembra anche una bella città (vedi la Sindone che ha attirato milioni di turisti), in realtà presenti quartieri completamente abbandonati alla violenza quotidiana, alla delinquenza quotidiana, alla illegalità quotidiana e centinaia di migliaia di torinesi hanno avuto, nel giro di poco tempo, nei luoghi di residenza, sotto casa, un destino segnato da queste istituzioni che ritengo non abbiano compiuto il proprio dovere fino in fondo.
E' questa la riflessione che bisogna fare, non sull'ordine del giorno perché anche il collega Ghiglia ha premesso ampiamente di respingere le forme di violenza e di esprimere solidarietà umana e politica. La premessa è stata chiarissima.
Il problema è quello di riflettere complessivamente sul dovere delle istituzioni, collega Suino. Abbiamo ricevuto in questi giorni l'annuario del Piemonte politico e sociale; vai a vedere i delitti, i reati legati alla tossicodipendenza, all'immigrazione clandestina, alla violenza quotidiana e i morti di ogni giorno. Sai quanto è distante Torino da Palermo in fatto di omicidi? Pare che Palermo abbia registrato 35 omicidi e Torino circa 24/25. Non so se è chiaro: non è più una questione di sud alla mafia, sud alla delinquenza, sud alla criminalità organizzata. Oggi c'è un problema del nord, c'è un problema delle grandi città come Torino che sono in preda alla delinquenza quotidiana e abbiamo interi quartieri nella paura: le famiglie, i pensionati, gli anziani, i bambini.
Se si parla del dovere delle istituzioni a compiere fino in fondo il loro mandato, a proteggere i cittadini, a preoccuparsi dell'ordine pubblico, a mantenere la città pulita, ordinata, allora sono d'accordo anch'io.
Su questi ordini del giorno che paiono soltanto come prese di posizioni particolari su un fatto, allora no, cara collega Suino, a questo non ci sto.
Non voglio votare contro, ma mi astengo per il carattere un po' troppo strumentale, come se fosse quasi una riscoperta della violenza, in una città come Torino che di violenza vive ormai da anni, grazie al lassismo delle istituzioni, grazie al fatto che i Ministri della Repubblica vengono a Torino e dicono che non esiste un problema di ordine pubblico a Torino.
Esprimo, quindi, l'astensione su questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno, nella sua chiarezza e sinteticità non si presta a molti fraintendimenti; ho già dato una valutazione positiva di condivisione piena. Chiedo anche di attenervi all'ordine del giorno; ovviamente se i Consiglieri esprimono considerazioni che ritengono indispensabili per una valutazione sul documento stesso, possono farlo, ma l'ordine del giorno ha una chiarezza, una sinteticità ed una precisione che mi pare non dovrebbe comportare valutazioni tanto articolate.
Ha chiesto la parola il Consigliere Scanderebech; ne ha facoltà.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Volevo soffermarmi su quanto ha già detto il mio Capogruppo, ossia che noi Consiglieri di Forza Italia votiamo a favore dell'ordine del giorno proposto da alcuni Consiglieri della minoranza.
In modo particolare, ci dissociamo da qualsiasi forma che possa dare adito ad eventuali problematiche così delicate e pesanti che noi, come rappresentanti di istituzione ed in modo particolare alcuni di noi come cittadini di Torino, stiamo vivendo.
Stiamo vivendo un periodo molto delicato e come Consiglieri regionali abbiamo il compito istituzionale - come è stato detto - di essere molto cauti, ma soprattutto di evitare eventuali dichiarazioni "violente".
Personalmente vi devo far presente che esattamente un anno e mezzo fa a luglio, sono stato oggetto di minacce che mi hanno portato a dover stare fuori casa per due o tre notti, questo perché anch'io sono andato a visitare in carcere l'allora imputato dell'omicidio di quel ragazzo extracomunitario sul Po. Avevo partecipato attivamente al corteo di solidarietà per quel ragazzo; subito dopo, un'ora dopo aver partecipato a tale corteo sono stato oggetto di minacce molto pesanti che mi hanno portato fuori casa per tre notti, a dormire sotto sorveglianza. Non ho mai denunciato il fatto, che comunque è registrato, per evitare ulteriori tensioni e sollecitazioni alla criminalità organizzata o no che vive la città di Torino.
Quando si è parlato degli Squatters personalmente sono stato promotore di una marcia pacifica per la legalità; un conto è esprimere la posizione politica ed un conto è esprimere valutazioni sulle situazioni attuali che parlano chiaro sul fatto che il collega Cavaliere, così come tutti coloro che hanno vissuto l'evento drammatico, pericoloso e che si augura che sia fine a se stesso, per cui ripetendo al 99 per cento quello che ha detto il Capogruppo Gallarini, noi di Forza Italia ci esprimiamo in modo totalmente solidale al nostro collega Cavaliere e, soprattutto, riteniamo inopportuna un'eventuale strumentalizzazione sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista istituzionale ad un caso così delicato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Grazie, Presidente. Una breve dichiarazione per dire che voterò a favore dell'ordine del giorno presentato dai colleghi di Rifondazione perché è un testo che non si presta più di tanto, essendo veramente in buona fede e animati dai buoni sentimenti, a diverse interpretazioni quindi mi sento di condividerlo, anche perché in un periodo più buio dell'attuale, negli anni '70 (anni di violenza, anni di piombo) ho subito io per primo, minacce, violenze, percosse, vessazioni, insieme alla mia famiglia e alle persone a me vicine, quindi so cosa vuol dire subire questo genere di situazioni ed è proprio istintivamente che voglio aderire a quanto è contenuto nel testo dell'ordine del giorno. Però registro che come sempre in quest'aula, perlomeno per la mia esperienza di tre anni, ci sono scomposte reazioni manichee di colleghi che, anziché preoccuparsi di commentare il testo dell'ordine del giorno, subito chiedono indignati le registrazioni delle dichiarazioni del collega Ghiglia, sempre pronti a dare delle lezioni, ma lezioni di democrazia in quest'aula credo non si debbano dare a nessuno; semmai, le lezioni devono essere date ad alcuni settori della società italiana, regionale e torinese, fuori di qui certamente, non qui dentro, per cui sono parole al vento, parole sprecate. Il problema vero è che non ci devono essere due pesi e due misure, perché se è vero che dobbiamo essere solidali verso chi è bersaglio di violenze becere e vigliacche, dobbiamo anche ricordare che quotidianamente sono esposti cittadini piemontesi, nostri amministrati, perché mi sembra che troppo poco spesso ci si preoccupa di loro, ma più spesso di altri, in situazioni un po' particolari. Con il mio l'intervento ho voluto chiarire che voterò a favore dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Il gruppo di Rinnovamento italiano voterà a favore di questo ordine del giorno e lo voterà nella sua interezza, con la specificità dei riferimenti che sono stati fatti e che riguardano tutte le persone indicate dal Consigliere Chiezzi e dai suoi colleghi. Io non ho nessun motivo - mi auguro che i motivi di Ghiglia siano ben più fondati dei miei - per poter discernere il pacco bomba indirizzato al giudice Maurizio Laudi da tutti gli altri, compreso il nostro Consigliere regionale Pasquale Cavaliere.
Questa certezza non l'ho letta da nessuna parte, non mi consta e pertanto mi è molto difficile condividerla. Credo che il problema nel suo complesso possa avere delle motivazioni non chiarissime, nel senso che il problema dell'autonomia che esiste ancora oggi, della sua diversificazione e della contrapposizione dei corpi che la compongono sia un problema antico che però oggi si ripresenta in modi e tecniche o tattiche diverse. Vorrei dire che c'è stata una forzatura - mi permetta, collega Ghiglia - inopportuna nell'interpretazione di questi fatti, perché la forzatura che vuole speculare, ad ogni costo, più che sulla presunta o sulla possibile vittima di questa intimidazione, sui mandanti avendo delle certezze che io non posso condividere perché non le conosco, mi pare che faccia parte di quel complottismo con cui tante volte abbiamo cercato sia a sinistra come a destra, di dare un'interpretazione o una chiave di lettura alla storia del nostro Paese. Io non vorrei dire che siamo tutti figli di questa storia complottistica, non vorrei dire che oggi si registra, come nel passato, la storia dei servizi segreti, dello Stato parallelo, dei Ministri degli interni che vengono via via chiamati in causa da piazza Fontana fino ad oggi. Non vorrei che questa fosse una legge di contrappasso, non vorrei che oggi la nemesi storica volesse coinvolgere il Ministro Napolitano, però una certa chiave di lettura ci porta ad avere una mentalità che incolpava in passato determinati ministri democristiani o il cosiddetto potere democristiano, oggi, per un'analogia che non condivido e che comunque credo sia stata alla base delle motivazioni dell'intervento di Ghiglia, potrebbe far dire: "Il passato è contrassegnato in un determinato modo, ma il presente potrebbe presentare delle analogie". Io non sono un figlio della dietrologia, anzi l'ho proprio sempre respinta come cultura e come analisi culturale che non mi appartiene; però voglio dire che c'è un problema ed è il problema sollevato sia da Saitta come dalla Consigliera Spagnuolo, ma anche soprattutto dalla Consigliera Suino. Non crediamo che i bomboloni alla crema siano di per se stessi assolutamente inoffensivi: non crediamo che quello che potrebbe essere pittoresco non sia il vademecum per qualcosa di irrimediabilmente serio domani, non crediamo che le scritte sui muri o la controinformazione alternativa del 1968....
Ricordiamo cosa diceva Rossana Rossanda su un certo estremismo rosso quando diceva: "Amici della sinistra, bisogna fare una revisione totale e vedrete che nelle vostre soffitte troverete le radici di un'effervescenza e soprattutto del terrorismo" che poi si è maturato con il delitto Moro e via dicendo. Per cui il problema del bombolone o il problema dello spray o il problema di certe manifestazioni carnevalesche potrebbero essere i prodromi non solamente di un fortissimo disagio o di una società che si autoemargina (abbiamo recentemente parlato degli squatter), ma potrebbero essere le anticipazioni preoccupanti di quello che domani potrebbe ancora succedere nel nostro paese.
Ho apprezzato quanto ha detto un momento fa il Consigliere Salerno perché questa è una città in cassaintegrazione dal punto di vista della legalità, perché quando un pubblico potere, complice il governo e gli enti locali, dà in pasto alla manifestazione degli squatter il palazzo di giustizia perché ne facciano lo scempio di cui è stato fatto e quando il procuratore della Repubblica apre un fascicolo su come e perché il percorso alternativo presso un luogo altamente simbolico come il nuovo palazzo di giustizia è stato concesso alla cosiddetta piazza per evitare certamente speculazioni o raid ancora più pericolosi nella città di Torino, ebbene signori, qui finisce il principio di legalità e di sicurezza. Questi sono problemi veri e gli squatter possono essere solamente l'epitome di una situazione di profondissimo disagio e gli squatter possono essere certamente, anche con le bombe e gli atteggiamenti che possono essere ridicolizzati, secondo la sensibilità di ognuno, ma io starei attento a "sparare alla luna quando c'è il sole" perché le considerazioni che si fanno devono avere la serietà, non solamente accademica, retorica nei confronti del Consigliere Cavaliere, ma devono - al di là della dietrologia vedere i fatti come si presentato, indipendentemente dai mandati e dalle motivazioni, e come soprattutto i fatti vengono affrontati dai pubblici poteri.
Vede, Consigliere Scanderebech, lei ha detto prima - e qualcuno lo ha ricordato - che ognuno di noi può incorrere in un attentato, beh, questo fa parte dell'esercizio politico, di questo nostro mandato elettorale. Noi dobbiamo correre il rischio di essere un domani gli obiettivi di qualche malintenzionato o soprattutto di qualche azione eversiva che vuole colpire anche la Regione Piemonte.
Quando un Parlamentare di grandissimo livello, Giuliano Pisapia, che io stimo proprio perché, al di là della sua appartenenza politica, ha sempre dato il senso dell'istituzione e del garantismo istituzionale, viene ad essere oggetto di una di queste bombe inviate per poste, mi domando cosa significhi. Vuol forse significare che questa deve essere una società che si contrappone con il ferro e con il fuoco oppure è una società che cerca attraverso anche gli esponenti più alti del garantismo democratico del nostro Paese, di colpire - proprio come è stato colpito Moro ad esempio quello che è un discorso di civiltà che, comunque, con tantissime difficoltà, si sta facendo nel nostro Paese, non solamente per la questione Tangentopoli, non solamente per la Commissione, ma proprio per cercare di trovare, attraverso le maglie di una giustizia che viene tante volte criticata, quello stato di diritto di cui i cittadini certamente ogni giorno rivendicano la piena, completa attuazione.
Pertanto non è un fatto ridicolo, perché ognuno di noi, nell'ambito del proprio lavoro, delle proprie circostanze, può essere un simbolo, minore o maggiore. Il Consigliere Cavaliere può essere il simbolo di una certa tolleranza - come anche il Consigliere Chiezzi e molti di noi - può essere un simbolo che ha dei significati che noi non percepiamo perché siamo legati alla congiuntura di quest'aula, ma che al di fuori possono dare al Consigliere Cavaliere e altri delle valenze che non possiamo assolutamente conoscere e danno a questi personaggi delle strategie che loro credono che essi abbiano e che devono essere assolutamente combattute.
Al di là di quanto ha detto il Consigliere Ghiglia, che comunque ha offerto l'occasione per una puntualizzazione che ognuno farà secondo la propria sensibilità e cultura, noi siamo favorevoli all'ordine del giorno in quanto ha offerto degli spunti affinché, ancora una volta, in quest'aula il problema complessivo della legalità venga esaminato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto per dichiarazione di voto.



COTTO Mariangela

Intervengo per dichiarazione di voto. Noi condividiamo l'ordine del giorno presentato da Rifondazione comunista in tutti i suoi contenuti. Da sempre noi condanniamo ogni forma di violenza e cerchiamo di lavorare per favorire l'affermazione dei principi di solidarietà, di tolleranza, di legalità che abbiamo ereditato dai nostri padri, ben sapendo che per possedere veramente ciò che abbiamo ereditato lo dobbiamo conquistare ogni giorno.
E' proprio con questo spirito di solidarietà che voteremo l'ordine del giorno con l'auspicio che il concorso della volontà generale contribuisca a garantire un rapido allentamento della presente situazione di tensione.
Se mi è permesso l'auspicio lo estenderei anche a questa istituzione per fare uno sforzo tutti per favorire il dialogo, per capirci veramente.
Chiederei a tutti, in privato, evitando le passerelle degli interventi, un momento di riflessione per andare oltre alle dichiarazioni di solidarietà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Vedete, un pomeriggio dedicato a discutere se dare o no solidarietà al Consigliere Cavaliere e ai destinatari dei "pacchi-bomba" non fa altro che confermare quanto io dico da tempo e cioè che questo Consiglio è estremamente debole. E' debole perché invece di discutere se dare o non la solidarietà dovremmo, come istituzione, dare delle risposte su come risolvere i problemi di Torino, che non sono solo gli Squatter.
Come diceva il Consigliere Picchioni, noi tutti siamo possibili soggetti di attentati. Io non ho mai chiesto a questo Consiglio di esprimere solidarietà alla Lega, a me stesso, ai colleghi del mio Partito quando le sedie sono state cementate, quando alcune persone sono finite in ospedale in fin di vita, perché ritengo che la solidarietà si possa offrire personalmente, così come ho fatto parlando con il Consigliere Cavaliere: non c'è bisogno di un ordine del giorno.
Non voglio entrare ne merito della dietrologia del Consigliere Ghiglia e neanche al senso di scandalo che ho sentito dai banchi del centro sinistra.
Sull'ordine giorno mi asterrò, non perché non voglia esprimere solidarietà, ma perché ritengo che abbiamo tante altre cose da fare e non possiamo perderci dietro queste discussioni che non portano assolutamente a niente.
Presidente Ghigo, a me non interessa - non so se il Presidente Ghigo abbia intenzione di intervenire sull'argomento - che lei ci dica se sarà o no solidale, se voterà oppure no l'ordine del giorno, a me interessa invece che, come Presidente di questa Regione, ci dica quale sono le cose che ha intenzioni di fare affinché la gente possa vivere a Torino con tranquillità. Voglio ricordare ai Consiglieri delle altre province che l'area metropolitana di Torino conta un terzo della popolazione del Piemonte ed è un'area completamente disastrata. Voi sapete che è stata un'estate molto difficile per i cittadini di Torino, a partire dal triste episodio del taxi, passando per i "proiettili vaganti" che colpirono le ragazze. La gente vuole sapere come la Regione pensa di risolvere questi problemi; la solidarietà - ripeto - è una questione personale, noi siamo stati eletti per risolvere i problemi, non per esprimere sentimenti. Quindi chiedo che sulla vicenda dell'ordine pubblico a Torino, nonché sulle vicende di questi pacchi-bomba, come tante vicende che hanno sconvolto la città, venga dedicato un Consiglio per approfondire, dibattere e finalmente fare delle proposte che possano cercare di risolvere i problemi dei cittadini, perché guardate che la solidarietà è una bella parola, ma non porta assolutamente nulla in tasca ai cittadini.
Voi parlate tanto di decentramento, parlate tanto di riforme, ma la prima riforma che dobbiamo fare è: meno parole e qualche fatto in più. E in questo caso mi rivolgo in maniera particolare al Presidente Ghigo che deve dare meno ascolto a tante parole e deve venire in questo Consiglio a farci più proposte, perché altrimenti davvero siamo la dimostrazione che il decentramento è inutile perché un Consiglio che con così poche competenze come ha il Consiglio regionale in questo momento, spreca mezze giornate con ritardi clamorosi su argomenti importanti, per discutere di solidarietà, non merita assolutamente nessun tipo di decentramento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io desidero semplicemente ringraziare i colleghi che nelle ore immediatamente successive all'episodio hanno inteso esprimere parole e sentimenti di solidarietà e che anche oggi, seppur qualcuno in modo un po' bizzarro, hanno voluto esprimere ancora la loro solidarietà.
Ho voluto farlo soprattutto a nome dei collaboratori e delle collaboratrici del mio Gruppo che nella fattispecie sono purtroppo stati i più esposti.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola da parte dei Consiglieri, aveva chiesto di intervenire, se ritiene ancora di farlo, il Presidente della Giunta, on. Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Inizio il mio intervento dichiarando di votare a favore dell'ordine del giorno. Questo di per sé, attraverso il voto, rappresenta già quella che è la mia posizione nei confronti della richiesta di solidarietà, che non è solo una solidarietà nei confronti del Consigliere Cavaliere, ma è anche nei confronti di tutte quelle persone che sono state oggetto di questi "pacchi" e che a vario titolo sono state coinvolte in questa situazione.
Il dibattito si è poi articolato su una sollecitazione che l'intervento del Consigliere Ghiglia ha fornito o una parte dell'aula ha ritenuto avesse fornito. Io ammetto di non essere stato particolarmente attento nel seguire l'intervento del Consigliere Ghiglia e quindi, come ritengo altri, lo leggerò attentamente.
Mi permetto però di fare alcune considerazioni, se non altro per i toni e per le parole che il Consigliere Ghiglia ha usato, perché sono oltretutto intimamente convinto che l'interpretazione che qualcuno ha ritenuto di dover dare alle parole del Consigliere Ghiglia non risponde al suo reale intendimento e sentimento. Di conseguenza invito il Consigliere Ghiglia nel corso dei suoi interventi di modulare e di scegliere, siccome è anche un ottimo oratore, i sostantivi e gli aggettivi in maniera più attenta, perch credo che su questi temi non si debba assolutamente dar adito a interpretazioni diverse, o possibili interpretazioni diverse, da quello che è il proprio pensiero. Credo non sia il caso di usare dietrologie e di vedere ombre dove ombre non ci sono, c'era semplicemente la necessità di esprimere solidarietà nei confronti di un fatto, che oggi è successo a un collega, domani - auguriamoci vivamente di no - a qualche altro collega.
A fronte di questo dibattito sono poi emerse delle considerazioni che però hanno un loro particolare significato e che in quest'aula devono secondo me trovare anche il modo di formulare dei percorsi e delle risposte. Io non ho chiaramente la presunzione di avere in tasca queste risposte, ma alcune considerazioni mi permetto di farle.
Quando alcuni Consiglieri, e questo argomento è stato ripreso da più d'uno, si parla di sicurezza, si parla di necessità di restituire alla tranquillità e alla certezza le nostre città ai cittadini piemontesi, credo che questo sia un fatto sicuramente da tenere nella dovuta considerazione.
Il Consigliere Rosso parlava di proposte. Il Consigliere Rosso sa che le competenze della Regione per quanto concerne l'ordine pubblico sono assolutamente limitate, ma io non ho mai mancato come Presidente della Regione di rappresentare alle autorità dello Stato quelle che sono le preoccupazioni e le criticità di questa città, ma non solo di questa, ma anche di alcune altre città della nostra Regione.
Voglio ancora fare un appello al Consigliere Ghiglia perché queste sono considerazioni che chiaramente io condivido e che devono trovare delle risposte, ed io mi impegnerò nelle sedi opportune a rappresentare questo disagio e la necessità che nei confronti di temi come la sicurezza si deve assumere.
Certo è che noi dobbiamo avere la capacità di rappresentare un modello.
Quest'aula, nel momento in cui affronta argomenti, discute e disquisisce e poi soprattutto nel percorso legislativo, al di là di quelle che sono le posizioni politiche, che sono legittime e che devono essere chiaramente rappresentate nell'ambito della discussione, deve però su certi temi trovare un atteggiamento di sintesi che possa rappresentare un modello istituzionale.
Io credo fermamente nelle istituzioni; credo che le istituzioni debbano diventare sempre di più un riferimento per i cittadini perché tanto è positivo il riferimento delle istituzioni quanto io credo possano le istituzioni rappresentare elemento di sicurezza nei confronti dei cittadini. Oggi i cittadini forse si sentono insicuri perché vivono situazioni difficili nella loro quotidianità, ma si sentono anche insicuri perché vedono le istituzioni non essere così rappresentative di quelle che sono le loro necessità.
Concludendo questo mio intervento e naturalmente sottolineando la mia solidarietà e la mia sottoscrizione a questo ordine del giorno, faccio anche - mi permetto - un appello a tutti noi perché la vita di questo Consiglio possa rappresentare un modello e possa essere, nella legittima rappresentatività di opinioni diverse, il luogo dove queste si confrontano ma dove i cittadini possano anche identificare fiducia. Grazie.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione per appello nominale l'ordine del giorno, nel testo che ho letto in precedenza.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 Consiglieri votanti 48 Consiglieri hanno risposto SI' 44 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'ordine del giorno è approvato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, la ringrazio anche per averci consegnato il testo dell'intervento del collega Ghiglia. Dato che vedo riportate le dichiarazioni che molti colleghi hanno udito e che hanno provocato anche nel sottoscritto preoccupazione, le chiederei di disporre di un quarto d'ora di sospensione del Consiglio, per potermi confrontare su questo testo e verificare se vi è una valutazione comune delle dichiarazioni del Consigliere Ghiglia.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.45 riprende alle ore 19.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi Consiglieri, in ripresa dei nostri lavori intendo fare una dichiarazione riassuntiva a conclusione del dibattito che si è sviluppato in relazione all'esame dell'ordine del giorno n. 841.
Desidero anzitutto puntualizzare, relativamente al testo così com'è stato riassunto nella bozza non corretta - ho sentito più forze politiche e più Consiglieri - che il Consigliere Ghiglia mi ha precisato che la frase alla pagina due, alla sestultima riga, non interpreta il pensiero che intendeva esprimere, nel senso che dev'essere espunto il riferimento alle Forze dall'Ordine. In tal senso, il Consigliere puntualizzerà nella correzione della bozza questo riferimento.
Personalmente, intendo ribadire in senso generale che vi è un diritto costituzionalmente garantito ad esprimere proprie idee ed io intendo far qui rispettare tale diritto.
Devo anche ribadire che mi sento particolarmente distante dal tono e dal taglio dato all'intervento da parte del Consigliere Ghiglia; distanza che mi pare, peraltro, la stessa della stragrande maggioranza degli intervenuti nel dibattito.
A nome di tutto il Consiglio regionale credo doveroso ribadire l'apprezzamento e la stima nei confronti delle Forze dell'Ordine, che nella realtà piemontese, ma in particolare nella città di Torino, sono chiamate ad un lavoro estremamente difficile.
Esprimo anche l'augurio - anche in questo caso sicuro di poter interpretare le valutazioni di tutto il Consiglio regionale - che specialmente nella realtà torinese, ma in tutta la realtà non solo del nostro Piemonte, ci possa essere un deciso miglioramento del livello dell'ordine pubblico e che in tal senso possano esservi condizioni più favorevoli allo svilupparsi delle attività che da sempre hanno caratterizzato il nostro Piemonte.
Ho già ribadito che non condivido un certo tipo di intervento, di cui il collega si fa carico, come sua volontà di esprimere delle valutazioni.
Devo anche dire che non ho colto, in quest'intervento, una conclusione ripeto - ma delle domande: perciò il problema resta aperto.
Credo che con questa puntualizzazione e con l'impegno di espungere nella verbalizzazione il riferimento alle Forze dell'Ordine che è andato al di là di quanto intendeva esprimere il collega in quel momento, questa discussione possa considerarsi chiusa.



(Considerazioni fuori microfono del Consigliere Saitta)



PRESIDENTE

Credo di aver riproposto la valutazione di particolare distanza, così come quella della stragrande maggioranza del Consiglio regionale rispetto all'intervento del Consigliere Ghiglia.



(Considerazioni fuori microfono del Consigliere Saitta)



PRESIDENTE

E' una valutazione diversa quella che ha espresso la stragrande maggioranza del Consiglio e, posso anche dire, che il mio è un augurio a che il dibattito si possa sviluppare diversamente.



(Considerazioni fuori microfono del Consigliere Saitta)



PRESIDENTE

Ho ribadito, così come avevo anticipato in precedenza, la particolare distanza delle mie posizioni rispetto all'intervento. Particolare distanza non solo mia ma - ho rilevato - della stragrande maggioranza - non quella che ha eletto la Giunta regionale - dei Consiglieri.



RIBA Lido

Sì, ma la distanza può voler dire tante cose...



PRESIDENTE

Forse non sono stato sufficientemente chiaro; non accetto suggerimenti e peraltro il Consigliere Ghiglia non ha suggerito alcunché. Ho detto che la distanza da una valutazione mi pare sia un concetto; la particolare distanza, ho detto, mi pare sia una valutazione che non si presta ad equivoci. Ho anche ribadito che c'è un diritto di esprimere le proprie opinioni, che io - ripeto per l'ennesima volta - non condivido e dalle quali mi sento distante. Credo si possa così definire questo punto.


Argomento: Comuni

Esame ordine del giorno n. 845 relativo a "Carenza di Segretari Comunali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 845, iscritto all'o.d.g.
questa mattina.
Vi chiederei di valutare positivamente la richiesta che si possano rapidamente colmare i vuoti di organico esistenti attualmente in molti piccoli Comuni, relativamente alle Segreterie Comunali.
Ricordo di aver ricevuto una lettera - che ho letto ai primi di settembre, perché mi è stata spedita il 31 luglio - da parte del Sindaco di un piccolo Comune della nostra regione, Odalengo Grande, nella quale faceva presente a me, dopo averlo fatto a tutte le autorità che riteneva potessero essere interessate all'argomento, una situazione di particolare disagio che esiste in quel Comune, che è privo del Segretario Comunale.
La situazione in realtà non riguarda solo il Comune di Odalengo purtroppo riguarda molti Comuni e caratterizza le Segreterie di molti altri Comuni. Ovviamente ho espresso la valutazione che, se si vuole tenere i cittadini rispettosi e vicini alle istituzioni, non si può accettare che ci siano delle situazioni come quella rappresentata in cui manca questo riferimento.
Ricordo che oggi i Segretari sono assegnati da una speciale Agenzia in base ad un decreto del Presidente della Repubblica del fine 1997, perci questo ordine del giorno vuole esprimere alle istituzioni preposte in primo luogo, all'agenzia autonoma per la gestione dell'Albo dei Segretari Comunali, una pressante richiesta affinché si provveda rapidamente a colmare questi vuoti di organico ed a risolvere alla radice il problema della carenza cronica dei Segretari Comunali. Credo sia una posizione assolutamente condivisibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, ho anche firmato quell'ordine del giorno per cui ne condivido l'opportunità ed il contenuto. Una riflessione, però: se noi votiamo l'ordine del giorno adesso, evidentemente l'influenza della nostra iniziativa sarà circoscritta all'esistenza di un ordine del giorno che si allegherà a tanti altri atti di sollecitazione. Se, invece, riteniamo di dover approfondire opportunamente questa situazione, che merita sicuramente una riflessione nel merito, potremmo discuterla brevemente in Commissione per avere più elementi di conoscenza della realtà. Dopodiché potremmo anche svolgere un'iniziativa più articolata per risolvere i problemi che si presentano in modi dissimili in tanti Comuni, oltre che a consistere nella mancanza del Segretario in questa fase. Proporrei quindi di farne oggetto di un punto nella Commissione di merito.



PRESIDENTE

Io non ho citato il caso specifico di un Comune, ho cercato di dare una valutazione generale. Sono tanti i Comuni in questa situazione, pare 140 in tutta la regione. Potremmo dare una valutazione positiva e portare l'argomento in Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rubatto; ne ha facoltà.



RUBATTO Pierluigi

Vorrei evidenziare che l'organico in Piemonte manca di 140 Segretari Comunali che non sono stati nominati perché le graduatorie, anche per le supplenze, sono nazionali. Ho presentato una proposta di legge, quindi ho anche firmato l'ordine del giorno per portare avanti il problema.
Ritengo opportuno che l'ordine del giorno venga votato per dare un parere, uno slancio alla nostra regione per la riorganizzazione di questo servizio, ma anche che la proposta venga accolta per essere portata al Parlamento affinché le graduatorie ed i concorsi per i Segretari Comunali vengano svolti a livello regionale, dando la possibilità ai piccoli Comuni di nominare, in caso di mancanza, un supplente, un funzionario comunale o qualche laureato che lavora nel Comune e garantire così il servizio.
Voterò, quindi, l'ordine del giorno con la speranza che la proposta di legge venga, magari anche integrata da altri emendamenti, comunque portata avanti al Parlamento nazionale per cambiare tale situazione. Grazie.



PRESIDENTE

Se posso interpretare, nel senso che condivido l'intervento del Consigliere Riba, nel documento si potrebbe aggiungere un punto in cui si chiede alla Commissione competente di approfondire l'argomento. Daremmo così un segnale di attenzione, che non si esaurisce con l'ordine del giorno.
In questo senso, con l'aggiunta di cui vi chiedo di stilare i termini formali, pongo in votazione il documento, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte premesso che molte Segreterie Comunali, specialmente di piccoli Comuni, sono attualmente prive di titolare e che questo fatto crea notevoli ostacoli alla corretta e spedita attività amministrativa degli Enti locali interessati preso atto che la L. 15 maggio 1997 n. 127 ha disciplinato in modo fortemente innovativo la carriera e le funzioni dei Segretari Comunali e Provinciali e che l'attuazione delle deleghe del Governo assegnano nuove e maggiori competenze agli Enti locali ritenuto che i Comuni sono chiamati ad esercitare la generalità delle funzioni e dei compiti amministrativi relativi alla cura degli interessi localizzati sul territorio considerato che l'art. 6 comma 1, lettera b) del Regolamento in materia di ordinamento dei Segretari Comunali e Provinciali, approvato con DPR del 4/12/1997, n. 465 attribuisce all'Agenzia il compito di assegnare i Segretari Comunali alle sezioni regionali dell'Albo verificato che a tutt'oggi esistono gravi carenze di organico, specie nei Comuni, fino a 5.000 abitanti che risultano, pertanto, penalizzati nella loro attività amministrativa vieppiù potenziata dall'applicazione delle leggi 'Bassanini' esprime alle Istituzioni preposte e, in primo luogo, all'Agenzia Autonoma per la Gestione dell'Albo dei Segretari Comunali e Provinciali, la pressante richiesta che la stessa provveda - rapidamente - a colmare i vuoti d'organico e a risolvere alla radice il problema della carenza cronica di Segretari Comunali." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario

Esame ordine del giorno n. 843 relativo a "Richiesta di costituzione di parte civile da parte della Regione Piemonte nei confronti di responsabili del sequestro e dell'omicidio di cittadini di origine piemontese residenti in Argentina durante il periodo della dittatura militare"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 843 iscritto stamattina all'o.d.g. dei Consiglieri Cavaliere, Marengo, Spagnuolo, Rosso, Suino Chiezzi, Angeleri, Montabone, Gallarini, Saitta, Casari, Ghiglia, Cotto Rubatto, Benso, Picchioni.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che il Piemonte è Regione autonoma nell'unità politica della Repubblica italiana, la cui Costituzione riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità che è compito della Regione Piemonte perseguire gli ideali di libertà e di dignità dell'uomo che la Regione Piemonte ha il dovere istituzionale di rappresentare la propria comunità e di esercitare i diritti di tutela nei confronti della propria popolazione i cui membri, anche se solo d'origine, siano state vittime di persecuzioni e di trattamenti degradanti considerato che durante il periodo della dittatura militare in Argentina furono compiuti efferati crimini nei confronti di migliaia di cittadini attraverso la carcerazione, la tortura e l'uccisione preso atto che tra le migliaia di persone sequestrate e poi scomparse siano numerosi i cittadini di origine italiana, specialmente piemontesi appreso inoltre che presso il Tribunale di Roma è in corso un procedimento penale i cui imputati sono accusati di aver commesso delitti contro i cittadini di origine italiana durante il periodo della dittatura militare in Argentina impegna la Giunta regionale a verificare se tra le vittime oggetto del procedimento giudiziario in corso presso il Tribunale di Roma vi siano cittadini di origine piemontese, onde presentare formale istanza di costituzione di parte civile al medesimo procedimento impegna inoltre il Presidente della Giunta regionale, on. Enzo Ghigo a rappresentare, nel corso della prossima visita in Argentina, alle autorità di quel Paese ed al Presidente Carlos Menem la volontà dei piemontesi di conoscere la sorte di tutti i loro conterranei scomparsi in Argentina nel periodo della dittatura militare." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Benessere animale

Esame ordine del giorno n. 846: "Metodi di macellazione che comportano minori sofferenze per gli animali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 846 iscritto stamattina all'o.d.g. dei Consiglieri Griffini, Salerno, Vaglio, Goglio, D'ambrosio Casoni, Saitta, Ghiglia, Ferrero, Rosso, Bellingeri, Dutto, Farassino Rubatto, Scanderebech, Galli, Casari, Spagnuolo, Angeli, Picchioni, Suino Cotto.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto delle esigenze, da parte di alcuni gruppi di consumatori, di approvvigionamento di carne macellata secondo particolari modalità considerato tuttavia che tali modalità di macellazione, che comportano lo sgozzamento della bestia cosciente, sono causa di indicibili sofferenze per gli animali impegna il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi presso le sedi competenti per addivenire a metodi di macellazione che , nel rispetto dei riti e delle tradizioni delle minoranze religiose, comportino minori sofferenze per gli animali, mediante lo stordimento preventivo, ad esempio, degli stessi." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Credo di dover prendere atto dell'atteg giamento dei Consiglieri e procedere con la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo in aula 26 Consiglieri anziché 29 (sono in congedo n. 3 Consiglieri), sospendo la seduta (art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale).
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.20)



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