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Dettaglio seduta n.278 del 27/07/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Burzi, Foco, Ghigo Mancuso, Marengo, Riggio e Rosso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Sentenza di illegittimità costituzionale ad un paragrafo della legge regionale Piemonte 37990


PRESIDENTE

Comunico che in data 17 luglio 1998 è stata depositata in Cancelleria la sentenza della Corte Costituzionale n. 267 del 7 luglio u.s., con cui si dichiara l'illegittimità costituzionale del paragrafo 8.6 dell'allegato 1) della legge regionale Piemonte 37/1990 (Norme per la programmazione sanitaria e per il Piano socio-sanitario regionale 1990/1992), nella parte in cui non prevede il concorso delle spese per l'assistenza indiretta, per le prestazioni di comprovata gravità ed urgenza quando non sia stato possibile ottenere la preventiva autorizzazione e sussistono le altre condizioni necessarie per il rimborso.
Copia della sentenza è a disposizione presso la Segreteria del Consiglio regionale.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 7, 9, 21, 22, 23 e 24 aprile 1998 si intendono approvati.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame proposta di legge n. 347: "Interventi a tutela della maternità delle donne non occupate" (richiesta di iscrizione ai sensi dell'art. 34, comma 4 del Regolamento) - rinvio in Commissione


PRESIDENTE

Rispetto alla proposta di legge n. 347, di cui al punto 5) all'o.d.g.
c'era l'intesa di rinvio in Commissione. Tale rinvio, però, richiede una votazione formale dell'aula, con 31 voti.
Pongo dunque in votazione il rinvio in Commissione della proposta di legge n. 347.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta di legge è rinviata in Commissione con 33 voti favorevoli.


Argomento: Enti strumentali - Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Fiere, mostre e mercati

Interrogazione n. 2115, presentata dai Consiglieri Angeleri, Benso Montabone ed altri, inerente a "EXPO 2000" Interrogazione n. 1143 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, inerente a "EXPO 2000" Interrogazione n. 1261 presentata dal Consigliere Cavaliere, inerente a "EXPO2000" Interrogazione n. 1376 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti su "EXPO2000" Interrogazione n. 1390 presentata dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti, su "EXPO 2000" Interpellanza n. 1485 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, su "EXPO 2000" Esame ordine del giorno n. 832 presentato dai Consiglieri Benso, Montabone Angeleri e Picchioni su "EXPO 2000" Esame ordine del giorno n. 798 presentato dai Consiglieri Chiezzi Simonetti, Papandrea e Moro: "Cessione del Lingotto da parte della FIAT"


PRESIDENTE

Riprendiamo il punto 3) all'o.d.g. che reca: "Interrogazioni ed interpellanze". Esaminiamo congiuntamente le interrogazioni, le interpellanze e gli ordini del giorno connessi, relativi ad EXPO 2000.
L'Assessore Pichetto prosegue con la risposta alle interrogazioni ed interpellanze su EXPO 2000.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alle fiere e mercati

Grazie, Presidente. In merito alle interrogazioni citate, è opportuno svolgere alcune considerazioni preliminari, che servono ad inquadrare il soggetto EXPO 2000.



ANGELERI Antonello

Scusi, Assessore, volevo sapere se il Presidente della Giunta è arrivato.



PRESIDENTE

Le ricordo, Consigliere Angeleri, che il Presidente Ghigo è in congedo.
Prego, Assessore.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alle fiere e mercati

Grazie. Dicevo che la Società EXPO 2000 è stata costituita nel giugno 1991, con la partecipazione della Regione Piemonte, dell'Unioncamere Piemonte, dell'Unione Industriale di Torino e del gruppo Fiat.
Attualmente la compagine sociale conta una partecipazione pari a circa il 32% della Regione, che in questo momento è il principale azionista seguita dal Gruppo Fiat, dalla Camera di Commercio di Torino, dall'Unione Industriale e dall'ANFIA (gruppo di piccoli azionisti che sono confluiti in EXPO 2000 a seguito della fusione con la vecchia Società Torino Esposizioni).
EXPO 2000 si può configurare come un ente pubblico strumentale della Regione Piemonte. Infatti, rappresenta, in base alla ragione sociale e alle caratteristiche contemplate nella legge istitutiva, la n. 7 del 25/2/1991 un braccio operativo della Regione Piemonte per la promozione di diversi settori economici del sistema produttivo piemontese, per la gestione e lo sviluppo delle attività e dei servizi fieristici.
EXPO 2000 ha tutte le caratteristiche dell'ente pubblico, in quanto persegue fini di interesse collettivo, ed è sottoposta alla vigilanza della Giunta regionale, come stabilisce la L.R. n. 47/87 per i centri fieristici.
Ha un'attività anche con il concorso di finanziamenti pubblici, come è regolarmente avvenuto nel periodo di attività della società (dal 1991 a tuttora).
Il programma triennale dell'attività fieristica di EXPO 2000 è formalmente sottoposto all'approvazione della Regione, che designa anche componenti degli organi di amministrazione e vigilanza (parlo del programma triennale con merito alla parte fieristica; poi, quale soggetto partecipato o strumentale della Regione probabilmente depositerà il bilancio presso il Consiglio regionale per la I Commissione, per le valutazioni che, quale ente strumentale, vengono fatte da parte della Giunta e del Consiglio regionale).
Sulla base della legge istitutiva gli eventuali utili sociali debbono essere reinvestiti per il conseguimento dei fini istituzionali o per la costituzione di riserve, con esclusione quindi della distribuzione agli azionisti.
EXPO 2000 presenta però anche le caratteristiche di ente economico, in quanto svolge l'esercizio di un'attività imprenditoriale (l'organizzazione di manifestazioni fieristiche, una parte pratica organizzativa) che è comunque strumentale al conseguimento dell'interesse pubblico principale (la promozione del sistema produttivo piemontese).
L'attività di EXPO 2000 è informata a regole di economicità, dal momento che la legge costitutiva non prevede il perseguimento di profitti da distribuire, ma profitti da destinare a reinvestimento.
Da queste considerazioni emerge la duplice natura di EXPO 2000 che: opera con una disciplina pubblicistica quando persegue fini di interesse pubblico opera, invece, con una disciplina privatistica quando agisce nella veste di operatore privato, come una comune impresa che gestisce manifestazioni e fiere.
Nel primo caso rientra la predisposizione e l'organizzazione delle manifestazioni fieristiche comprese nel programma triennale approvato dalla Regione.
L'attività fieristica, anche se esercitata da operatori privati, è comunque sempre soggetta all'autorizzazione e alla vigilanza regionale. Del resto, la legge 47/87 prevede espressamente che anche società commerciali di diritto comune, privatistica, possano svolgere attività fieristiche laddove tali iniziative siano ritenute dalla Regione idonee a contribuire al perseguimento delle finalità di promozione delle attività economiche.
Il rilascio dell'autorizzazione resta la condizione imprescindibile perché anche un soggetto privato realizzi una iniziativa fieristica.
In tal modo, anche mutando la titolarità del gestore, il potere di controllo della Regione non viene in alcun modo vanificato.
Se la Società EXPO 2000, mutale le condizioni e le iniziative previste nel proprio programma fieristico, decidesse - ma è una valutazione successiva - di cedere a terzi la parte del proprio patrimonio aziendale (ad esempio marchi, strutture, ecc.) non più utilizzata, dovrebbe in questo frangente operare nella sfera del diritto comune, comportandosi come un qualunque operatore di tipo commerciale.
Attualmente la società EXPO 2000 ha la disponibilità del complesso fieristico del Lingotto in forza di un contratto di locazione con la società proprietaria Ingest S.p.A., società facente parte del Gruppo FIAT.
E' stata espressa dalla proprietà la volontà di alienare la struttura.
Ricordo che per un certo periodo ci fu anche non dico una trattativa perché tale non divenne mai, ma furono degli incontri tra Regione Provincia di Torino, Comune di Torino, fra di loro e poi con il Gruppo FIAT proprio per prendere in considerazione l'eventuale ipotesi di acquisizione dell'immobile Lingotto destinato alle fiere. Questo non è avvenuto, la volontà di alienare da parte della FIAT si è manifestata in altro modo, in particolare infatti risulta che esiste un preliminare, di cui parler oltre, in cui è stata avviata una procedura di alienazione di vendita a favore della società Promotor, facente capo all'imprenditore Cazzola, che è il soggetto che gestisce la Fiera di Bologna con sua società.
La Regione Piemonte ritenuto l'interesse ad approfondire la questione...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alle fiere e mercati

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alle fiere e mercati

Assessore, la vendita di tutto o di una parte?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alle fiere e mercati

A quanto ci risulta, la vendita della parte fieristica del Lingotto poi dirò fin dove sono arrivati i rapporti con questo signor Cazzola.
La Regione Piemonte, ritenuto l'interesse ad approfondire la questione sia nella veste principalmente di Ente titolare della materia fieristica sia in quella di principale azionista della società EXPO 2000, ha avuto un contatto informativo con il dottor Cazzola, che ha chiesto di presentarsi e ha confermato la circostanza, precisando che la società Promotor ha stipulato un preliminare di compravendita per una porzione della struttura immobiliare del Lingotto.
Da parte della Regione si precisa che non esiste alcuna pregiudiziale al fatto che importanti iniziative fieristiche di rilievo internazionale siano organizzate e gestite da un operatore privato, che presenta caratteristiche di professionalità comprovate dai risultati conseguiti in manifestazioni di analogo rilievo.
Il ruolo dell'Amministrazione regionale si concretizza, in misura sempre maggiore e in diversi campi, sul piano della programmazione e del controllo. In questo senso, il venire meno di una presenza diretta, tramite uno strumento operativo come EXPO 2000, nell'ambito gestionale rappresenterebbe una separazione di ruoli dalla Giunta regionale non valutata negativamente.
In tale ipotesi, alla Regione, con i penetranti strumenti amministrativi di autorizzazione, vigilanza e controllo, che sono confermati e rafforzati dalla nuova norma nazionale in avanzata fase di approvazione (pare sia stata approvata dal Senato ed è in sede legislativa alla Camera), non mancherebbe comunque il modo di intervenire nel settore fieristico su quell'ipotesi. Si tratta dunque di valutare, sotto il profilo dell'opportunità per il sistema produttivo piemontese, la soluzione che verrebbe configurandosi con una gestione di operatori privati. Quindi, è una valutazione da farsi.
Occorre ricordare che con la realizzazione del Centro polifunzionale del Lingotto il Piemonte ha costituito i presupposti per entrare da protagonista nel circuito fieristico europeo, affiancando presenze italiane più consolidate ed affermatesi in questi anni. Si è data inoltre la possibilità di incrementare il turismo d'affari, che per Torino rappresenta una quota essenziale del flusso turistico complessivo.
I punti di forza del Lingotto sono stati indicati in: presenza di una struttura con elevati standard di livello internazionale ubicazione geografica strategica rispetto ai partner dell'Unione Europea essere collocato nel centro metropolitano avere un discreto, anche se pluralmente suscettibile di miglioramento, collegamento con il sistema viario.
Si è quindi sviluppato in questi anni un Centro polifunzionale integrato con presenza alberghiera e con il Centro congressi, che rappresenta un vantaggio competitivo rilevante per attrarre manifestazioni fieristiche e lanciare nuove iniziative.
Queste considerazioni impongono che la riflessione sul futuro di EXPO 2000 e del Lingotto (da ricordare, interessato anche da un intervento finanziato con fondi strutturali europei per il recupero dei siti industriali) non possa prescindere da una valutazione congiunta e concertata con gli altri Enti istituzionali - mi riferisco alla Provincia di Torino, al Comune di Torino, oltre che naturalmente la Camera di Commercio, già presente come socio rilevante della compagine sociale di EXPO 2000.
L'analisi della situazione andrà dunque confrontata sul piano normativo, su quello delle opportunità e delle esigenze di Torino e del sistema produttivo piemontese, e della disponibilità e delle intenzioni espresse dagli Enti locali.
In conclusione, nel colloquio con il signor Cazzola la Giunta regionale ha espresso la disponibilità a valutare uno scenario diverso da quello attuale, che preveda la gestione del sistema fieristico da parte di un soggetto privato e conseguentemente rivedere la missione di EXPO 2000.
Nel colloquio con gli altri soggetti (Comune di Torino, Provincia di Torino e Camera di Commercio) la Giunta regionale ha confrontato questa posizione subordinando ogni decisione alla conoscenza più completa delle proposte del gruppo Cazzola e all'opinione degli altri soggetti istituzionali e dei soci di EXPO 2000, che sono soci rilevanti perch comunque la Regione rappresenta il 32%.
Non è superfluo ricordare che EXPO 2000 gestisce anche il Centro congressi, che qualora isolato dalla gestione fiere va valutato per la sua ricaduta sulla città di Torino e - mi sia permesso l'onere di fare il primo attore qualora rimanesse solo il Centro congressi - non può rimanere totalmente a carico della Regione, viste anche le ricadute che sono essenzialmente sulla città di Torino.
In tale frangente, lo scenario finale non è pienamente ipotizzabile e valutabile, perché anche qualora si dovesse cedere la parte fiere in gestione privata, ricordo che EXPO 2000 è titolare di finanziamento dell'Unione Europea pari a circa 21 miliardi per la costruzione del quarto padiglione.
Non essendoci stata alcuna trattativa, finora, non conosciamo le intenzioni della Promotor e quindi, in caso di valutazione e gestione privatistica, se vi sarà condominio immobiliare, oppure se in uno scenario diverso di gestione delle fiere fosse ritenuto superfluo avere il quarto padiglione, di conseguenza rinuncia al finanziamento ottenuto. In questo momento non si è aperta alcuna trattativa formale con questo gruppo quindi, non conoscendo le intenzioni, devo dire che, a completa conoscenza del quadro di intervento, dell'opinione degli altri soggetti coinvolti e naturalmente delle richieste del gruppo privato Cazzola, la Giunta regionale farà le opportune valutazioni e le riferirà al Consiglio o alla Commissione, quando il Consiglio voglia decidere.



PRESIDENTE

La Giunta ha dato risposta. Ricordo che la risposta è relativa, oltre che all'interrogazione n. 2115, anche alle interpellanze nn. 1485, 1390 1376, 1261 e 1143.
Informo che oltre all'ordine del giorno n. 798, a firma del Consigliere Chiezzi ed altri, è pervenuto un secondo ordine del giorno, il n. 832, che essendo collegato all'argomento, non ha bisogno di essere iscritto all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Galli, per una mozione d'ordine.



GALLI Daniele

Per mozione d'ordine. A chiusura della scorsa convocazione del Consiglio ho presentato un ordine del giorno, che non è stato accolto poiché non era sufficiente il numero dei Consiglieri presenti.
Ne richiedo l'iscrizione.



PRESIDENTE

E' già stato iscritto, Consigliere.



GALLI Daniele

Va bene, ritiro la richiesta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni; ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Ho ascoltato con la dovuta attenzione la relazione dell'Assessore Pichetto. Mi trovo, però, in una posizione assolutamente sconcertata perch l'Assessore Pichetto ci ha dato la puntuale analisi dei fatti che si sono succeduti, dal momento in cui è stata varata la legge sul polo fieristico torinese, all'intreccio societario Lingotto S.p.A. ed EXPO 2000, alla maggioranza delle azioni (cioè gli azionisti di riferimento, che sono azionisti di mano pubblica, attinenti all'EXPO 2000), alla possibilità, o all'eventualità o alla certezza (non so ancora come definirla) che l'attuale proprietario della struttura voglia alienare ad altri, la Promotor-Cazzola, parte della proprietà del Lingotto.
Mi pare che questo sia in sintesi quanto lei ha detto.
Manca, però, un giudizio politico: noi dovremmo, prima di pronunciarci avere un largo spettro di scelte, più o meno prioritarie, su quanto la Giunta intende fare, verificando le singole ipotesi e la fattibilità delle stesse. Verificando, anche, come queste ipotesi possano essere collusive con la legge istitutiva del polo fieristico del Piemonte, oppure possono essere convergenti e coincidenti.
Non mi sento adesso di esprimere un parere, qualsivoglia parere, allo stato dell'arte; credo che invece la Regione, proprio per le cognizioni che ha dei fatti e dello stato dell'arte, ma soprattutto di ciò che allo stato dell'arte non appare e di ciò che allo stato dell'arte è ancora in una posizione fluida, ci possa dare delle indicazioni di orientamento, perch credo che la questione Lingotto sia una questione - del resto l'attenzione che l'assemblea ha dato al problema ne è la conferma - di estrema ed imprescindibile rilevanza per la città di Torino e per il Piemonte.
Con questo non voglio anticipare alcuni giudizi che possono essere attinenti alla divisione dell'attività fieristica da quella congressuale e culturale. Però, anche su questo, al di là di quanto si possa essere più o meno sensibile a questi problemi, credo che la città di Torino, gli Enti pubblici e la Regione non possano in alcun modo sottovalutare, non soltanto l'apporto precipuo al turismo torinese, che è un turismo d'affari, ma anche a quel turismo culturale per cui gli Enti locali spendono ed investono decine di miliardi con scarsi ritorni economici.
Verificando, appunto, quanto gli Enti locali investono sugli enti culturali mi parrebbe perlomeno fuorviante, per non dire eccentrico, da parte di questa città, di questa Provincia, di questa Regione che non si assumesse con uguale sensibilità ed uguale misura il problema del comparto del Lingotto per quanto concerne l'attività congressuale e l'attività culturale nel suo complesso.
Queste potrebbero già essere delle anticipazioni di un giudizio di merito che non voglio però dare in questo momento; tuttavia, credo che l'Assessore debba darci qualche indicazione in più, in modo da poter indirizzare la nostra riflessione e il nostro giudizio conclusivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, anche per quanto mi riguarda, consideri questo come un primo intervento di sollecitazione; sento infatti l'analoga necessità espressa dal collega Picchioni di avere un'informazione più ampia.
Quando la Regione, il Consiglio regionale, scelse di aderire alla struttura EXPO 2000 e che questa prevedesse la collocazione presso il Lingotto delle organizzazioni operative e della struttura di manifestazione fieristica del Piemonte (questo risale alla scorsa legislatura, ma solo alla scorsa legislatura, è una questione che è stata appena attivata), noi ponemmo in essere le condizioni per avere il finanziamento europeo, per avere un'operazione di recupero e di strutture industriali, ecc., ecc.
tutte cose a cui l'Assessore ha accennato - ma soprattutto ci fu un grosso dibattito nel Consiglio regionale dell'epoca sull'opportunità di scegliere quella come struttura fieristica strategica per la città di Torino e conseguentemente per il capoluogo del Piemonte.
In quell'occasione, alcuni (e il nostro Gruppo fu tra questi) fecero anche riferimento alla necessità che, pur essendo opportuna la presenza di strutture fieristiche distribuite sul territorio con collegamento alle realtà più locali, alle tradizioni dell'iniziativa fieristica, in modo da avere un panorama di espressioni più ampio del Piemonte da questo punto di vista, tuttavia l'impianto non poteva che essere una struttura forte, un polo di riferimento ubicato nel capoluogo.
Si discusse molto, all'epoca; adesso l'Assessore ha fatto riferimento ai collegamenti che funzionano in modo... Sì, ci sono i parcheggi (una parte di parcheggi), ma per quanto riguarda i collegamenti non la si pu certo considerare una struttura abilitata ad ospitare una quantità di movimento come quella che normalmente dovrebbe ospitare un impianto fieristico di livello mondiale, quanto meno di livello europeo.
Ci furono però molti - tra i quali la tua parte politica che all'epoca aveva un certo ruolo (lo dico solo per la cronaca) - che sostennero con convinzione la vocazione del Lingotto, della struttura ubicata in quella posizione, per le sue caratteristiche, per gli spazi, per la possibilità di fare una scommessa su una struttura ubicata non all'esterno e sui luoghi di accesso delle grandi direzionali di traffico viario e ferroviario, ma in un'area del centro cittadino, peraltro attrezzabile per essere raggiunta in tempo tecnicamente reale, con i mezzi automobilistici e con i mezzi ferroviari.
Che una parte di tutto questo sia stata fatta non indica che abbiamo seguito l'intero programma. E d'altro canto, uno degli elementi strutturali portanti di questo tipo di decisione era la partecipazione della proprietà a tutta l'operazione.
Non credo che si possa avere scarsamente presente questo dato, sia per ciò che la proprietà rappresentava complessivamente nell'interesse economico della città e della Regione e sia per ciò che obiettivamente la proprietà rappresentava anche - ricordo - in termini di grande volontà di non smembrare, di salvaguardare l'unità dell'immobile, la sua proprietà salvo utilizzazioni assolutamente adeguate.
Non si può dunque procedere senza capire perché "prima è fondamentale utilizzare questo"; emergono anche dei limiti e delle difficoltà funzionali, ecc., ecc.; c'è il quarto lotto; c'è una serie di cose, per cui, autonomamente, nasce un altro percorso da parte della proprietà.
E' un po' difficile immaginare che tutto questo sia così autonomo e che le informazioni in possesso delle istituzioni siano così scarne come quelle che ci ha fornito l'Assessore, limitandosi all'essenziale.
Naturalmente niente è impraticabile. Nel quadro dell'economia si tratta pur sempre di economia privata, e le fiere in mano ai privati possono avere anche le loro opportunità.
Ma non voglio addentrarmi in questo quadro ipotetico, che viene dopo io sto al quadro ipotetico dal quale siamo partiti e sul quale abbiamo realizzato tutto l'impianto strategico della scelta del Lingotto e credo anche lavorato in questi due anni.
Mi riferisco al ruolo della proprietà; alla necessità di mantenere una certa destinazione di questo elemento significativo della recente archeologia industriale; alla possibilità di ottenere una piena redditività da questo tipo di impianto ed una serie di impegni per il futuro, che sono tutti in itinere, perché credo che sostanzialmente nessuno sia stato realizzato completamente.
Dopodiché, prima di accettare discorsi di ritocco anche di ciò che potrebbe riguardarci in maniera non diretta (cioè chi è il proprietario dell'immobile), è chiaro che abbiamo bisogno di capire quale politica intende perseguire la proprietà; di conseguenza, eventualmente, si potrebbe rivedere tutta la politica della Regione Piemonte in direzione di queste strutture fieristiche.
A questo punto, però, Assessore, bisognerebbe anche rivedere le altre opzioni, le collocazioni di impianti fuori dall'area urbana e quant'altro perché il tutto era stato disegnato sulla base di una situazione data per definitiva e che invece oggi emerge come particolarmente, assolutamente precaria.
Naturalmente convengo con il fatto il discorso deve essere affrontato con le altre strutture istituzionali.
Anzi, dico di più: che sarebbe stato forse il caso che, tra le istituzioni, la Regione esercitasse un ruolo di coordinamento l'Assessorato avrà le sue competenze, manifestazioni, ecc., ma questo non vuol dire sostanzialmente niente, perché qui si tratta di immaginare una politica delle grandi infrastrutture fieristiche e delle grandi manifestazioni fieristiche.
A tale proposito, io ho sempre ritenuto, e ritengo a maggior ragione che una voce in capitolo possano averla anche le altre Province del Piemonte, in quanto anch'esse interessate a determinati programmi da collocarsi in una struttura a valenza e di portata regionale ed europea oppure ad andare avanti con altri programmi.
Tuttavia questo elemento, che non è un'accidentalità, non è di lieve circostanza, ma è un elemento derimente, implica una decisione sulle possibili scelte da farsi qualora venisse meno, variasse o si spostasse uno qualsiasi - ma questo in particolare - degli elementi portanti che ci indussero, non senza contrasti, preoccupazioni e più di un'incertezza, a scegliere questo tipo di struttura per le grandi manifestazioni fieristiche del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Desidererei ricordare all'aula il lungo dibattito e anche la forte azione politica che, almeno da parte di chi condusse inizialmente l'operazione di EXPO 2000, ci fu in Regione Piemonte. Si giunse alla definizione delle caratteristiche di EXPO 2000 dopo lunghissimi momenti di dibattito e di riflessione, soprattutto da parte di chi credeva, con una certa enfasi, che attraverso questa struttura e questa indicazione legislativa ed economica, Torino, ma soprattutto il Piemonte, avrebbe svolto un ruolo significativo nei due "tronconi" più importanti che l'Assessore stesso ha voluto indicare in EXPO 2000, e cioè il Centro Fiere e il Centro congressi. Certamente auspicando conseguenze di carattere operativo e di collegamento con il territorio.. Uso l'espressione "auspicando" in quanto non posso dire che gli intendimenti, caratteristici della fase di ideazione di questa struttura, di questa società, si siano poi tutti realizzati.
Tra il fare un bilancio sulle perplessità - ho ancora dei punti interrogativi, con delle ipotesi di sviluppo ancora aperte - e la relazione dell'Assessore, si prospetta una profonda differenza.
Ho ascoltato con attenzione la relazione dell'Assessore Pichetto.
Leggendo la relazione e la legge istitutiva di EXPO 2000, emerge chiaramente che l'Assessore ci ha presentato sostanzialmente una descrizione delle caratteristiche della legge esecutiva. Nel senso che ci ha detto che cosa è EXPO 2000, le sue caratteristiche: Ente pubblico sperimentale, con la vigilanza della Regione Piemonte; il compito della Regione Piemonte di approvazione del programma; quali sono le caratteristiche degli utili; gli utili non vengono distribuiti agli azionisti ma vengono reinvestiti: EXPO 2000 è un ente di carattere economico.
Sulla questione centrale, della quale si intende anche parlare l'Assessore è stato in qualche modo un cronista. Infatti, si è limitato a dire all'aula di una disponibilità del Lingotto ad alienare la struttura.
L'Assessore ha sottolineato che non ha un atteggiamento pregiudiziale rispetto ad un'ipotesi di questo progetto nelle mani di un privato.
Ci sembra Assessore un po' poco e, se dovessimo fermarci a queste poche informazioni, mi chiederei perfino il perché abbiamo svolto questo dibattito: siamo nella cronaca svolta non dagli addetti ai lavori, che probabilmente, ne sanno parecchio di più. Avremmo immaginato che l'Assessore regionale fosse fra gli addetti ai lavori e che volesse considerare il Consiglio regionale tra gli addetti ai lavori.
Svolgere un dibattito con questo tipo di informazioni è proprio troppo poco ed è il caso di preoccuparsi.
Infatti, l'Assessore, continua a ripetere che occorre aspettare le proposte del gruppo Cazzola, praticamente ci dice: "stiamo a vedere".
Ripeto, su un progetto collegato, nei suoi intendimenti iniziali, ad un'ipotesi di sviluppo del Piemonte nel campo del turismo, degli affari della convegnistica e soprattutto dello sviluppo delle fiere e di tutto ci che sono le attività congressuali, le informazioni date sono veramente insufficienti: non possiamo essere solamente degli spettatori o, peggio ancora, assumere un atteggiamento rinunciatario.
Pertanto, Assessore, gli interrogativi che mi sono posta e che, di conseguenza, le pongo sono i seguenti: che ruolo ha avuto la Regione Piemonte nella vicenda del Lingotto? Che indicazioni abbiamo dato? Abbiamo posto dei limiti? Abbiamo individuato delle progettualità? Abbiamo individuato dei punti di crisi? Abbiamo individuato una volontà della Regione Piemonte? Nella relazione non ho trovato risposte a queste perplessità, le pongo nuovamente a lei, certamente nei limiti legislativi, con le condizioni economiche che abbiamo, con il ruolo che rivestiamo, con la percentuale di presenza della Regione, però, sottolineo, esiste anche quel ruolo di conduzione politica e di proposta politica che in nessun caso, e da nessuna legge, può essere vincolato o limitato.
Inoltre le chiedo quali rapporti ci sono stati con la proprietà, se ci sono stati o se non si intenda, averne o attivarne.
D'altro canto devo anche dire che, come Gruppo, avevamo avuto occasione di sollevare, in una riunione di Commissione, la perplessità sui rappresentanti della Regione Piemonte in questa vicenda.
E' giunto il momento di fare il punto della situazione, anche sotto questo profilo.
Ad oggi è stato presentato solamente un ordine del giorno, a firma dei Consiglieri colleghi Benso, Angeleri, Montabone e Picchioni - non lo voglio assolutamente discutere adesso - che mette in evidenza, con chiarezza, una questione: il nostro ruolo, assolutamente difensivo, rispetto alla vicenda.
Nel momento in cui un Consiglio regionale è così preoccupato di essere estromesso da qualsiasi valutazione, conoscenza, decisione ecc., occorre chiedere alla Giunta che si impegni a non assumere decisioni senza prima renderle note al Consiglio regionale. Stiamo dicendo che effettivamente siamo totalmente estranei a queste vicende e che probabilmente anche il livello di decisione della Giunta è, o rischia di essere o si profila, come un livello di decisione bassissimo.
Su questa materia non possiamo essere soltanto degli spettatori e aggiungere un ulteriore mattone a quella costruzione che fa dire in molti ambienti economici che la Regione, quando si tratta dei rapporti con un certo tipo di proprietà, è sempre molto alla finestra attendendo le decisioni di altri.
Ecco, io credo, Assessore, che lei qualche cosa in più a quest'aula debba dire; qualora gli elementi che sono in suo possesso, veri approfonditi, dovessero essere soltanto questi, sarebbe purtroppo avere una ulteriore conferma che rispetto a determinati rapporti la Regione Piemonte è veramente troppo spettatrice, troppo alla finestra.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, io ho aspettato ad intervenire fino ad ora nonostante sia uno dei tre firmatari iniziali della interrogazione che ha portato il dibattito in aula, insieme ai colleghi Montabone, Picchioni e Benso, perché credevo di non aver capito bene la risposta dell'Assessore Pichetto. E invece dopo l'intervento del Presidente Picchioni, del collega Riba e della collega Spagnuolo, mi sono tirato un po' su di morale e ho compreso che qualcosa avevo capito. Quello che ho capito della relazione dell'Assessore Pichetto sono due cose.
La prima: che la Giunta non sarebbe contraria ad una alienazione del centro fieristico all'acquirente privato Cazzola, però subito dopo da parte dell'Assessore si dice "Noi però non siamo a conoscenza di quelle che sono nel dettaglio le trattative in corso". Esprimo quindi una personale prima preoccupazione rispetto a questa dichiarazione.
La seconda è che - ma ne abbiamo già dibattuto in quest'aula - non dovrebbero essere a carico unicamente della Regione - questo è un fatto più che condivisibile - gli oneri derivanti dal polo fieristico del Lingotto.
Ma di questo, ripeto, noi abbiamo già dibattuto in quest'aula e più volte abbiamo richiamato che rispetto a tutto questo ci debba essere un interesse più attivo da parte della città di Torino e della Provincia di Torino, su cui evidentemente ricade la maggior parte dei benefici di questi investimenti.
Allora io penso che all'interrogazione che noi avevamo presentato, in realtà non si sia risposto, perché noi abbiamo voluto dibattere di questo importante argomento in aula, tra l'altro in un'aula in cui ritengo non ci sia il sufficiente interesse se rapportato ad un argomento che può avere un effetto di ricaduta di centinaia di miliardi su quello che è l'indotto del polo fieristico torinese. Stiamo parlando di un indotto che procura qualcosa come 350 miliardi all'anno e che direttamente o indirettamente dà lavoro a 9.000 persone. Io penso che l'istituzione regionale avendo la maggiore responsabilità su questa realtà debba essere sicuramente molto attenta e dare, rispetto a notizie giornalistiche che noi abbiamo letto in queste ultime settimane, delle risposte precise evitando di distribuire delle relazioni tecniche e fare i cronisti della situazione.
Aggiungo una cosa: avrei preferito quest'oggi vedere personalmente e sentire il Presidente Ghigo. Io capisco tutti gli impegni del Presidente e in questo senso mi sento di giustificarlo, ma ci sono delle priorità e ritengo che quella di oggi, se si vuole affrontare il tema per il giusto verso, debba essere sicuramente una priorità che la Giunta si deve dare e che ha un altissimo livello di importanza.
Ho letto - torno a ripetere - alcune dichiarazioni del nostro Presidente Ghigo riportate sui giornali che non sono state smentite. Cito testualmente un'ANSA di una ventina di giorni fa: "L'investimento sul Lingotto e in particolare sulla realizzazione del Quarto padiglione - ha sottolineato il Presidente della Giunta regionale, Enzo Ghigo - è frutto di una precisa scelta politica. 'Abbiamo sempre creduto nel centro fieristico e dopo la vendita all'imprenditore bolognese Alfredo Cazzola ci crediamo ancora di più'".
Ho letto poi le dichiarazioni, riportate sempre dai giornali, di questo imprenditore bolognese (del tutto legittime, per carità), di fronte al quale ci togliamo tanto di cappello per la capacità imprenditoriale e manageriale per quello che ha fatto, che riguardano in particolare il futuro di questo polo, che non sto a leggere perché vorrei che questo fosse solo un primo intervento a cui mi auguro possa seguire una dichiarazione come ha richiamato già prima il Presidente Picchioni di tipo politico da parte della Giunta. Si tratta comunque di dichiarazioni, di questo imprenditore, che sostanzialmente lasciano intendere che ci sono alcuni saloni che "se ci sono bene, altrimenti pazienza". Queste sono dichiarazioni legittime dal punto di vista di un privato, ma che dal punto di vista di un Ente pubblico debbono necessariamente essere guardate con attenzione. Ed è rispetto a questa attenzione che noi abbiamo voluto manifestare in quest'aula la richiesta di una presa di posizione da parte della Giunta, del suo Presidente, perché si possa discutere in Consiglio regionale del futuro del centro fieristico più importante della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la presenza un po' scolorita della Giunta regionale su questa vicenda e anche la relazione dell'Assessore Pichetto, un Assessore che mi è parso un po' spaesato nei confronti di questo problema, potrebbe far confermare a qualcuno in questa città che qui comanda la FIAT. Questo è un dubbio sempre presente. "Qui comdanda la FIAT" anche se in realtà la Giunta regionale su questa vicenda ha pieni poteri; quei pieni poteri che però lo spaesato Assessore ha dimostrato di non voler esercitare.
Evidentemente di fronte agli interessi FIAT, i poteri vengono esercitati più in teoria che in pratica, e basta una mossa della FIAT che decide di disfarsi, ovviamente guadagnando il dovuto, dei propri fabbricati al Lingotto, per spiazzare e cancellare, in un modo che io ritengo politicamente vergognoso, una posizione che questo Governo ha tenuto pochissimo tempo fa, quando propose in Consiglio la ricapitalizzazione, il salvataggio della Società EXPO 2000, in quanto attività di interesse pubblico, senza la quale il Piemonte avrebbe patito l'emarginazione dalle fiere, dai mercati, ecc.
Punto cardine era l'esistenza di EXPO 2000, società a partecipazione pubblica con grosso rilievo della Regione Piemonte, l'unica società, per legge, abilitata a gestire centri fieristici con fiere di livello internazionale.
Bene, si è svolta una mezza crisi in quest'aula su quella vicenda siete parsi tanto affannati quanto sicuri e protervi in questa vostra verità assoluta: EXPO 2000 non si tocca. Bene, basta una mossa della Fiat e tutto questo si scolorisce, non esiste più nulla, non c'è più niente, pu succedere di tutto perché la Fiat ha mosso la propria pedina, non è più interessata ad avere la proprietà del fabbricato, le interessa incassare le centinaia di miliardi che qualcuno è disponibile a darle, vuole disfarsi di questo ramo della sua proprietà.
E allora la Fiat inizia a proporre ad un possibile acquirente (gli acquirenti pubblici, quindi Regione, Provincia e Comune) la vendita di questo complesso immobiliare.
Noi in quest'aula sappiamo poco, non so se il collega Ghiglia, al Comune di Torino, ha saputo di più; noi abbiamo saputo pochissimo, perch pur avendo posto la domanda più volte, né il Presidente Ghigo né altri hanno illustrato con dovizia di particolari se la trattativa fosse in corso, a che punto fosse, ecc.
Alla fine l'abbiamo capito tutti che quando la Fiat ha offerto il proprio fabbricato al responsabile di Promotor qualcosa non è andato a buon fine.
Ma la Fiat non molla, vuole vendere. Non riesce a vendere agli Enti pubblici? Fa lo stesso, vende ad un privato. Sta qui, a nostro giudizio l'arroganza della Fiat.
La Fiat ha fatto un investimento immobiliare, partecipa anche a EXPO 2000, una società di gestione, sia pure con quota non così rilevante, ma partecipa. La Fiat decide di vendere il fabbricato non ad un investitore immobiliare, e quindi a persona con disponibilità finanziaria che vuole collocare anche nel settore immobiliare, per percepire dei profitti, delle rendite e mantenere un capitale.
La Fiat non fa questa scelta, che sarebbe stata la più plausibile per una società proprietaria di un fabbricato e che partecipa ad un'attività della società EXPO 2000, che è la società prevista dalla legge per gestire il centro fieristico.
La Fiat, quando decide di vendere a Promotor, compie una scelta politica di fondo che tende a creare una situazione che costringa la Regione Piemonte ad andare dietro a questa scelta. La Fiat, cioè, ha scelto che EXPO 2000 non debba più esserci, perché se sceglie di vendere ad un privato, che non è un investitore immobiliare, ma è un operatore dei centri fieristici, è chiaro che questo privato non si accontenterà di incassare l'affitto che paga EXPO 2000 per utilizzare i capannoni. Questo è chiaro.
Il privato compra conché possa gestire quello che in realtà non pu gestire. Questo è lo spaesamento dell'Assessore Pichetto, perché la Fiat ha determinato una situazione in cui dice: "vendo ad un privato". E il privato risponde: "faccio questo di mestiere, per carità, mi accomodo volentieri".
Ma si sa che il privato non può gestire il centro fieristico perché il centro fieristico è EXPO 2000, per legge. Non c'è santi.
Il signor Cazzola non può, nella parte del Lingotto di propria proprietà, fare un'esposizione internazionale. Non può perché la legge regionale lo impedisce.
Quindi non può neppure, EXPO 2000, cedere questo ramo dell'attività ad un privato, perché viola la legge. E' dunque bloccata anche EXPO 2000. Chi andrebbe in assemblea a proporre la cessione, contro la legge, del ramo delle attività fieristiche? Non è possibile né è possibile per il signor Cazzola fare quello che la legge gli vieta di fare perché è in proprietà alla Regione Piemonte e allora l'Assessore, spaesato, viene qua e dice: "siamo pronti a tutto".
A cosa siete pronti? Siete pronti, sulla base di una decisione della Fiat, a fare una legge per il signor Cazzola? Perché se non la fate, il signor Cazzola non compra, a meno che non si sia trasformato in un investitore immobiliare.
Diversamente, dovete fare una legge nella quale in premessa ci sia: "dato che la Fiat ha deciso di vendere il Lingotto, dato che ha deciso di venderlo ad un organizzatore di fiere, dato che l'organizzatore di fiere lo compra solo se le fiere le potrà organizzare, la nuova legge che proponiamo al Consiglio regionale consegna al privato il compito di fare l'attività fieristica di livello centrale e internazionale".
E' questo che volete fare? Evidentemente sì, perché se l'Assessore Pichetto dice di essere pronti a tutto, anche ad aprire ai privati, questa è una strada.
L'altra strada - che l'Assessore non ha esplicitato - può essere quella di tenere, come avete proclamato pochissimo tempo fa, EXPO 2000.
Vuole allora accomodarsi in EXPO 2000, con delle quote, un privato? Si accomodi. Ma questo, l'Assessore non l'ha detto.
Il collega e compagno Papandrea illustrerà meglio la parte che ho trascurato, relativa a questa vicenda e alla sua storia, ma se questo fatto non viene chiarito - Assessore - ci troviamo di fronte ad uno degli episodi peggiori di invadenza degli interessi Fiat nell'attività legislativa.
Quella legge andiamo a farla al Lingotto, Assessore. Convochiamo il Consiglio regionale al Lingotto e là, al Lingotto, facciamo la seduta stando a casa di chi comanda, in modo che quando facciamo la legge ci assicuriamo anche che funzioni, senza avere dubbi.
Gradirei, Assessore Pichetto, che lei ci rassicurasse su questa vicenda, perché se lei ci rassicura, se lei esercita i poteri che ha, se lei rispetta e fa esercitare alla Regione il ruolo legislativo che spetta a noi, e non alla Fiat, si chiarisce subito tutto.
Si chiarisce che gli affari sono affari e se l'affare non si può fare.
Noi non ci muoviamo dalla legge regionale, che è d'interesse straordinario fino a pochi mesi fa perché deve cambiare quel giudizio politico che lei addirittura ha dato, perché noi come Gruppo non abbiamo votato l'aumento di capitale, ma lei sì. Quindi, lei rimane fermo in un'azione di governo con coerenza. Se cambia, tutto traballa - vero, Assessore! - in tutti i luoghi in tutte le sedi, in tutte le responsabilità, perché non ho mai visto una situazione in cui si prevede una legge ad hoc per ogni interesse privato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Grazie, Presidente. Il mio intervento sarà molto delimitato, una sorta di inciso sull'accessibilità del Lingotto, quindi richiederei l'attenzione dell'Assessore ai trasporti della Regione Piemonte.
Sull'importanza che noi diamo al Lingotto abbiamo già avuto occasione altre volte di intervenire - poc'anzi è già intervenuto il nostro Capogruppo. Riteniamo che se i cinquant'anni di vita repubblicana che abbiamo alle spalle sono stati gli anni della produzione di beni materiali per gli anni che ci stanno di fronte la società produrrà sempre più beni immateriali, organizzazioni complesse, e in questo contesto strutture come quelle di EXPO 2000 e del Lingotto sono indispensabili ed utili alle prospettive di sviluppo socio-economico che stanno di fronte al nostro Paese e alle società evolute.
Il Lingotto è situato sul passante ferroviario di Torino che, ancorch in via di costruzione, ha già un'importante e preziosa esperienza di gestione da parte della concessionaria SATTI (società del Comune di Torino), che appunto gestisce il passaggio dei trenini per il momento da Rivarolo a Chieri e in prospettiva anche quelli che arriveranno dall'aerostazione di Caselle. Quindi, per chi arriverà alla stazione del Lingotto il raggiungimento veloce ed agevole di EXPO 2000 è estremamente importante. In proposito, vorrei raccontare una mia esperienza personale.
Appena ho saputo che la SATTI iniziava la gestione di esercizio sul passante, mi sono proposto di prendere uno di questi trenini e di scendere alla stazione del Lingotto. Però poi, quando sono arrivato, non ho avuto la possibilità di raggiungere il Lingotto vero e proprio con i mezzi pubblici.
Ho dovuto camminare a piedi per mezz'ora, perché mi ero posto con determinazione l'obiettivo di sperimentare di persona quale fosse l'accessibilità del luogo.
Credo che insieme a tutte le altre considerazioni estremamente importanti che già sono state fatte, anche quella dell'accessibilità debba essere affrontata, perché se non è possibile raggiungere con i mezzi pubblici un luogo così denso di presenze: economiche, culturali ricreative, effettivamente qualcosa manca. E' una questione da affrontare urgentemente e contribuire a risolvere insieme agli altri Enti interessati.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

Grazie, Presidente. Farò alcune brevissime considerazioni su quanto emerso finora. Ho ascoltato con molta attenzione la relazione dell'Assessore Pichetto e voglio premettere subito che il nostro Gruppo non ha alcun pregiudizio aprioristico sul fatto che l'Ente fieristico in oggetto possa essere gestito da parte di un privato, anche alla luce del principio di sussidiarietà che da sempre condividiamo. Questo però non significa che tale operazione - di cui conosciamo ancora troppo poco e che come afferma l'on. Picchioni è ancora in una posizione troppo fluida - non susciti una certa preoccupazione anche in noi, dovuta innanzitutto alla mancanza di conoscenza delle precise volontà della Promotor.
Leggendo anch'io, come altri colleghi, la legge istitutiva di EXPO 2000 mi sono soffermata in particolar modo sulle finalità che la stessa si propone e che sono quelle di gestire e sviluppare per conto terzi ed anche territorialmente le attività, le strutture, i servizi espositivi e di promozione, di promuovere la migliore collocazione sui mercati di beni e di servizi offerti dal sistema economico piemontese, di intensificare gli scambi e diffondere la conoscenza delle innovazioni scientifiche tecnologiche ed organizzative dei vari settori economici fornendo i servizi necessari.
Pertanto, accolgo con piacere le dichiarazioni dell'Assessore Pichetto quando afferma di non voler vanificare il potere di controllo della Regione, è fondamentale che questo permanga, però subito dopo vorrei anche conoscere le modalità con cui tale controllo verrà attuato e le modalità di coordinamento che la Regione deve e dovrà esercitare.
Poche parole dunque per spiegare perché anch'io, a nome del mio Gruppo ho apposto la firma all'interrogazione presentata dai Consiglieri Angeleri Benso e Montabone; la mia firma vuole evidenziare la necessità di sapere di più e con più precisione quello che avverrà in futuro e soprattutto per avere le più ampie e chiare garanzie che gli obiettivi previsti dalla legge istitutiva dell'Ente non vengano in alcun modo disattesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Io non ho molte cose da aggiungere all'intervento del nostro Capogruppo, il quale ha già messo abbastanza in luce le caratteristiche della legge e devo dire con una certa continuità per quanto mi riguarda con quanto è avvenuto finora, perché in fondo dopo la discussione avvenuta due anni fa, quando il Consiglio si riuniva in Sala Viglione, sull'aumento di capitale, la prima sottoscrizione consistente che portò la Regione a diventare azionista di maggioranza fu innescata dalla FIAT, che aveva deciso di uscire e, non trovando all'epoca un privato, ha trovato la Regione e le ha fatto proporre una legge che spiegasse la bontà di questo tipo di attività e perché il pubblico dovesse intervenire. Ma già all'epoca Rifondazione Comunista, pur mantenendo un atteggiamento molto freddo sul principio di sussidiarietà, non riuscì a capire, rispetto a tutta una serie di altri servizi ben più importanti come interesse pubblico, la decisione di entrare in questo progetto sapendo che rispetto all'attività fieristica la Regione aveva comunque un ruolo di programmazione, ma che il problema di EXPO 2000 è indipendente da tale ruolo. Però all'epoca sono stati avanzati due argomenti: primo - come ricordavo prima - la Regione ha un grande interesse verso questo tipo di attività; secondo, la necessità di aprire un nuovo padiglione accedendo ai finanziamenti CEE. Se la società che avanza questa richiesta è a maggioranza pubblica si riceve il 70-80% dei finanziamenti, quindi abbiamo un grande interesse. Sono rimasto veramente esterrefatto nel sentire l'Assessore Pichetto dire: "Va beh, se non se ne fa nulla, rinunciamo". Eppure per due volte, con due aumenti di capitale consistenti, perché la società nel frattempo ha continuato a perdere, ci è stato spiegato che bisognava farlo perché comunque ci sarebbe stata questa operazione redditizia. Adesso, se alla Fiat non va bene, si rinuncia anche a questa operazione redditizia, perché si fa quello che vuole la Fiat, dopo che la stessa ha deciso.
La Fiat fa i propri interessi, poi ci dice; ha ragione il nostro Capogruppo, Chiezzi. Potremmo fare la riunione nella nuova direzione Fiat nei locali del Lingotto, ammodernati recentemente, che hanno preso il posto di Corso Marconi.
C'è, quindi, una subordinazione totale alle scelte della Fiat, senza tenere in minimo conto i nostri interessi.
Vorremmo - ripeto - avere una discussione più approfondita, ma anche esprimere il disagio per una comunicazione di questo tipo. Qui si fanno i salti mortali; ho sentito anche la Consigliera Casari dire: "Va beh, noi siamo per l'intervento del privato"; peccato che quando si discuteva nel concreto di quella questione si siano difese delle scelte opposte. Ci troviamo di fronte ad una vicenda che, se va avanti in questo modo, il danno per il pubblico e lo spreco di denaro pubblico sarà qualcosa di assolutamente enorme, ma sarà grande anche la perdita di credibilità del governo regionale che fa poco più che il passacarte di quanto decide di fare la Fiat.
Credo, quindi, sia importante ripensare a questo atteggiamento e utilizzare tutte le possibilità che la Regione ha, perché un privato non faccia quello che vuole in un ambito in cui la Regione stessa ha già investito pesantemente.
Concludo dicendo questo: ho sentito l'Assessore Pichetto dire che la gestione del Centro Congressi senza tutto il resto ha poco senso, perché è una delle strutture più in perdita. Non vorrei che alla fine di tutto, tra qualche mese ci trovassimo con una proposta con la quale si viene qui a spiegarci la bontà di gestire solo il Centro Congressi perché corrisponde agli interessi di qualcuno che abbiamo già troppo citato sinora.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Devo dire che farò un intervento un po' in controtendenza, perché oggi mi sento quasi preoccupato di non essere preoccupato, o quantomeno di non condividere gran parte delle preoccupazioni che sono state espresse da molti colleghi che mi hanno preceduto.
Innanzitutto, la situazione odierna è diversa rispetto a quella che ci portò a sottoscrivere un doveroso aumento di capitale alcuni mesi fa. C'è il fatto nuovo di un privato che - personalmente non ho ancora capito perché, ma potrebbe anche non interessarmi - è disposto a comprare.
Io sono incredulo, ma assolutamente favorevole.
Anticipo già la posizione che poi dovrà essere costruita; d'altra parte l'Assessore Pichetto ha svolto una relazione che ho trovato molto puntuale rispetto all'esistente. Poi c'è sempre chi vuole dare interpretazioni dietrologiche, vuole disegnare scenari più o meno fantasiosi, vuole a tutti i costi trovare qualche tipo di servilismo nei confronti di qualcuno, ma si può fare di tutto! Rimanendo ai fatti, non mi sembra che questa, ad oggi, sia la situazione. Oggi ci troviamo di fronte al fatto nuovo di un privato che dice: "Io pago, compro, acquisto". Ne avessimo tanti di privati che in un certo senso ci tolgono qualche castagna dal fuoco.
Vorrei ricordare che fino a pochi mesi fa - scusate la franchezza di linguaggio - noi eravamo ad interrogarci se acquistare o no il calcinaccio e come calcinaccio intendo quella struttura di inizio secolo, in pesante perdita, con costi enormi, che costituisce il grosso dell'operazione. Come Gruppo eravamo assolutamente contrari all'acquisto del calcinaccio con soldi pubblici e nessuno allora si scandalizzò - visto che si parla di fare gli interessi della Fiat - e disse: "Ma come, c'è addirittura l'ipotesi di acquistare, sempre dalla Fiat, il calcinaccio con soldi pubblici?". Nessuno si scandalizzò. Oggi che il calcinaccio lo vuole comprare un privato, la Regione - e questo lo trovo abbastanza paradossale - si troverebbe nel ruolo di chi fa gli interessi della Fiat.
Secondo me la Regione avrebbe fatto molto più gli interessi della Fiat se avesse deciso - noi saremmo stati contrari - di acquistare il calcinaccio, perché con i soldi pubblici un politico avrebbe deciso di comprare dalla Fiat una struttura. Nel momento in cui la Regione, per il momento, prende atto che c'è un privato interessato all'operazione, non capisco in che modo possa assolutamente, scientemente, magari anche dolosamente - come sembra lasciar trasparire qualcuno - fare gli interessi della Fiat, ma probabilmente io, non essendo mai stato in maggioranza nel capoluogo, non so bene come si facciano gli interessi della Fiat! Di conseguenza non sono informato su quali sono le tattiche e le tecniche per fare gli interessi della Fiat.
A Torino non sono mai stato in maggioranza, quindi non lo posso sapere devo dire che però questo rigorismo anti-privato, nel momento in cui il pubblico non ci perde una lira, mi preoccupa nelle posizioni, perché ci troviamo di fronte ad un fatto nuovo. E' chiaro che responsabilmente la Regione, mesi fa, decise di sottoscrivere l'aumento di capitale per EXPO 2000, perché non voleva lasciare morire la "politica fieristica" chiamiamola così - della Regione, perché si assunse la responsabilità politica e l'onere economico di permettere che vi fosse un futuro per le fiere piemontesi.
E fece bene a farlo; è per quello che votammo a due mani, tre mani secondo quelle che avevamo a disposizione. Oggi - attenzione - c'è un privato che vuole venire ad investire sulla città di Torino, dalla quale ahi noi - troppi imprenditori stanno fuggendo.
E noi dovremmo avere delle riserve su questo? No! Almeno, noi non le abbiamo.
Io non so neanche chi sia il signor Cazzola, so chi è la Fiat, nel senso che ho visto tante volte la scritta sul palazzo, non ho mai avuto contatti. Rivendico già una quota di contributo anche per il mio partito qualora ci fossero accordi sotterranei, sottobanco, tutti dobbiamo campare ma io per adesso noi li vedo. Mi sfugge questo ragionamento dietrologico anche perché - faccio un inciso - poniamo che la Fiat avesse voluto, in questi anni, "farci fuori". Diceva: "Voi avete la maggioranza - 32% - di EXPO 2000, ma la proprietà (di quello che io definisco calcinaccio, absit in iuria verbis, non vorrei offendere la Fiat di cui sto facendo gli interessi in questo momento, come qualcuno dice) è mia, e il calcinaccio ve lo dà in locazione la mia società (la INGEST S.p.A.); io decido comunque di venderlo, perché sono la proprietaria; a voi Regione rimane una cosa bellissima, che si chiama EXPO 2000".
Però manca il pezzo, il calcinaccio: e allora, le fiere dove saremmo andati a farle? Allo Stadio delle Alpi? Se la Fiat avesse voluto, anche in passato, anche recentemente, avrebbe potuto tranquillamente by-passarci rispetto all'operazione, perché è vero che la programmazione, il controllo sulle fiere sarebbe rimasto di competenza regionale, ma avremmo avuto una sorta di nuda proprietà; anzi, peggio: avremmo avuto nominalmente un potere che però materialmente ci veniva a sfuggire.
Quindi io continuo a non vedere e a non condividere preoccupazioni dietrologiche; ripeto trenta volte: ci fossero dei privati che vengono e dicono: "Con i nostri soldi, insediamo a Torino una grande attività imprenditoriale"! Con la prospettiva - credo - di incrementarla, di potenziarla, di creare quindi anche occupazione attraverso maggiori presenze, maggiori fiere, maggiori appuntamenti. Ce ne fossero! E dovrei stare a preoccuparmi quando paga un privato?! Nessuno potrà cancellare una legge (salvo che non lo faccia lo Stato) che affida alle Regioni la programmazione, il controllo, anche la calendarizzazione in accordo con i privati di quello che sono le fiere.
Nessuno potrà farlo; ma questo è stato detto.
L'ha detto chiaramente l'Assessore Pichetto: questo potere non viene vanificato, non lo può vanificare la vendita o la non vendita ad un privato.
Questo rimane chiaramente non solo un potere della Regione, ma una competenza della Regione, che verrà espressa attraverso la capacità politica della Giunta e la capacità di contatto, di dialogo e di confronto con la nuova proprietà. Non capisco perché dovrei preoccuparmi! Mi preoccupa di più sentire troppe persone preoccupate! Ma queste persone non avrebbero per caso voluto che veramente noi acquistassimo il calcinaccio?! Di questo mi preoccuperei, perché mi sfuggirebbe il motivo per cui avremmo dovuto accollarci comunque, a spese sì dei cittadini piemontesi una cosa in perdita. Questo mi sfuggirebbe davvero! E sarei veramente preoccupato! Il mio Gruppo, su questo - proprio perché, come dice qualcuno, facciamo gli interessi della Fiat - avrebbe fatto una guerra.
Quindi, detto anche che condivido la necessità - ma non credo che la Giunta si sia mai sottratta o abbia mai pensato di sottrarsi, lo dico ai presentatori dell'ordine del giorno - che la Giunta tenga costantemente informato il Consiglio sull'evoluzione... Tanto, anche non volesse farlo...
Qui, anche se si vuole fare i furbi, non ci si riesce: quello è un problema! Come dicevo, condivido la necessità che la Giunta ci tenga costantemente informati, perché anche per noi è importante il fatto che venga tenuta saldamente in mano la programmazione, la pianificazione, il controllo delle attività fieristiche.
Credo che nessuno voglia sottrarsi a quello! E credo anche che, quando e se ci saranno fatti nuovi, potremo chiedere, magari in sede di Conferenza dei Capigruppo, in I Commissione o in VIII o dove si riterrà, anche un'audizione di quella che è la potenziale proprietà.
Però, attenzione a non fare esclusivamente della dietrologia, perch secondo me è proprio questa dietrologia che rischia di andare a coprire qualche tipo di interesse che non comprendo!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Colleghi, credo di dover ringraziare i pochi Assessori che sono stati attenti a questo dibattito. Guardando prima i presenti, ma anche immaginando gli assenti, non riuscivo a trovare un Assessore che, credendo nello sviluppo economico e nel terziario della nostra Regione, non fosse interessato alla questione di cui stiamo dibattendo; ringrazio quindi i presenti.
Certo sarebbe stato utile, su una materia così "interdelega", che il Presidente fosse stato presente; ma credo che l'Assessore, Vicepresidente Masaracchio, che ha anche la delega alle partecipate, possa ben rappresentarlo in questo momento.
Io lo dissi già la scorsa volta: deve certo esserci una relazione da parte dell'Assessore che ha la competenza delle fiere, ma molta attenzione a questo problema deve porvi l'Assessore che ha la delega alle partecipate della Regione Piemonte, perché in questo momento noi stiamo discutendo anche di una delle più importanti partecipate della Regione Piemonte.
Detto questo, la relazione dell'Assessore è puntuale rispetto a quanto avvenuto finora, e di questo lo ringrazio. Ma se noi crediamo che il governo di questa nostra regione debba governare gli eventi, avremmo bisogno di sapere che cosa il Governo di questa Regione pensa delle notizie che abbiamo appreso giornalisticamente Mi spiego meglio.
Abbiamo sentito dire che "con il signor Cazzola c'è la disponibilità a verificare". Il Consigliere Ghiglia dice (anche lui): "La relazione è puntuale; anzi, dovremmo ringraziare il signor Cazzola che è un imprenditore che vuole portare imprenditoria e quindi economia a Torino".
Noi ci saremmo aspettati, Assessore, e la pregheremmo di dircelo successivamente, di sapere invece che cosa pensava lei di proporre alla Fiat.
Io non ce l'ho con la Fiat, collega Ghiglia; la Fiat fa il suo mestiere, il suo lavoro. Io ce l'ho con il non governo di questa materia da parte della Giunta regionale.
Il fatto che la Giunta regionale abbia partecipato, con gli altri Enti pubblici, alla trasformazione urbanistica dell'industria che era localizzata al Lingotto (trasformazione d'uso che ha portato quei locali prima adibiti ad industria, a diventare area fieristica), non è una cosa da poco, dal punto di vista economico! Certamente, non tutte le industrie dismesse di questa nostra Regione hanno avuto una trasformazione così vantaggiosa dal punto di vista economico! L'Assessore ha poi detto che parte della ristrutturazione di quel calcinaccio non è stata pagata solo dalla Fiat: sono intervenuti, o interverranno, dei fondi dell'Unione Europea.
Quando noi parliamo di fondi dell'Unione Europea, non parliamo solo di fondi che ci piovono da Bruxelles, ma parliamo di fondi che sono anche della Regione Piemonte. Questo lo dico oggi, perché sarebbe opportuno - e lo dico anche a favore del futuro di questo Governo della Regione Piemonte che andando in giro sul territorio piemontese, là dove si incontra chi ha usufruito dei fondi piemontesi che, insieme a quelli europei e a quelli dello Stato italiano, sono detti comunemente fondi dell'Unione europea, si facesse capire che in parte sono anche fondi della Regione Piemonte.
Noi abbiamo una legge dell'ente fieristico EXPO 2000 che ci permette di governare la situazione - io credo - con il coltello dalla parte del manico. Consigliere Ghiglia, è vero che se la FIAT vuole vendere l'immobile lo può fare, ma è altrettanto vero che con le leggi regionali vigenti, il signor Cazzola probabilmente - se non si cambia la legge - all'interno di quei "calcinacci", che non sono più calcinacci perché sono stati trasformati in altre cose anche con fondi pubblici, non arriverà a quell'imprenditoria cui si vorrebbe tendere. Chiedo all'Assessore se è in grado di dirci qual è l'operazione finanziaria - pur privata - che avviene fra il signor Cazzola e la FIAT. Quanto costa quel "calcinaccio" che il signor Cazzola intente comperare dalla FIAT, in quanti anni viene pagato e a quale tasso? Alla fine di quest'analisi, chiederei all'Assessore, come valutazione di carattere politico, se, per esempio, gli Enti pubblici di questa regione, quindi la Regione, la Provincia, il Comune, visto che il privato ritiene, come giustamente deve fare un privato, di fare "un affare", se lo stesso affare non poteva farlo o non avrebbe potuto farlo la Regione.
Altra considerazione: il privato naturalmente tende a recuperare le cose che rendono. E' stato detto che con i soldi pubblici paghiamo questo e quell'altro; tutti sanno che negli ultimi due anni sono state ripianate le perdite del Centro espositivo del Lingotto. Se sono state ripianate delle perdite è probabile che il Centro espositivo cominci a rendere qualche cosa e non solo, se il signor Cazzola vuole solo acquistare il Centro espositivo, e non il Centro Congressi, avrà probabilmente valutato che il Centro Congressi è la passività di tutta l'operazione. A questo punto mi chiedo quali sono i costi di quel "calcinaccio". Ha valutato la Regione se la stessa operazione finanziaria che vuole fare il signor Cazzola - avendo una sorta di prelazione nel merito per tutte le cose che ho detto prima non la possa fare la Regione a costi quasi zero? Mi piacerebbe che la Giunta regionale - non mi è sufficiente che si dica che si verificheranno le opportunità e le posizioni del signor Cazzola per essere veramente governo, facesse la proposta migliore o quella che essa ritiene migliore rispetto al Lingotto e all'ente fieristico piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Per esprimere un'opinione sulla questione sollevata, attraverso l'interrogazione, dal collega Angeleri, faccio due riflessioni iniziali affinché non sorgano equivoci. Noi non diamo un giudizio negativo qualora sull'attività economica intervenga un privato, ben venga se l'intervento del privato è utile a raggiungere una finalità pubblica. In ogni caso il problema che noi poniamo su questa e su altre questioni è che non si crei un monopolio da parte di un privato: se passiamo da un monopolio ad un altro non abbiamo fatto nulla. Se l'amministrazione regionale si lega soltanto ad un privato si è legata le mani.
Quindi in ogni caso credo che qualunque soluzione venga adottata - dir poi che cosa ho capito dalla relazione dell'Assessore - deve mettere in concorrenza più privati che hanno esperienza e capacità di poter intervenire sul settore.
Quindi il primo rilievo è il seguente: non può, non deve, è inopportuno che la Regione assuma un'iniziativa ad un certo punto della legislatura dove ritiene che l'unico riferimento utile per una nuova legge sia quello di considerare una situazione di fatto in cui è presente soltanto un privato, quindi di consentire soltanto le attività fieristiche di quel privato. Non è detto che quel privato sia in grado di interpretare bene le esigenze complessive di tipo fieristico della Regione Piemonte: sono esigenze diverse. Nel senso che il privato, giustamente, si prefigge una finalità che è il profitto, legittimo, ma non è detto che in quel momento quell'esigenza sia compatibile con l'esigenza pubblica. Nel senso che la Regione Piemonte può ritenere utile che ci sia un'attività fieristica magari di scarsa presenza, in termini di fruitori, ma utile dal punto di vista dell'immagine; in questo caso la Regione Piemonte deve tutelarsi affinché questa sia garantita. Su questo concordiamo, se non dovessimo concordare su questo, saremmo degli sciagurati.
Per quanto riguarda la relazione dell'Assessore che ho letto - non ho avuto modo di ascoltarla per mio ritardo - rilevo che, a diversità di alcuni colleghi, mi pare che la posizione della Giunta non sia di attesa.
Ho letto che la Giunta ha una sua posizione: la Giunta ha già scelto di assumere in futuro un'iniziativa legislativa per cambiare EXPO 2000 eliminarla ecc., e accogliere il vincolo, a cui è dovuto sottostare il signor Cazzola, quindi la società Promotor, nell'acquisto della proprietà.
Infatti leggo, mi pare a pag. 4, che la Regione in ogni caso si mantiene l'attività di programmazione - per cui non dobbiamo preoccuparci perché la Regione in ogni caso questo potere lo ha, perché stabilito da una legge - però è importante la presenza dei privati nel settore ecc.; mi sembra questo un modo per mettere già le mani avanti e confermare un impegno che il Presidente Ghigo si era assunto con alcuni comunicati stampa.
Quindi la relazione non fa che confermare un impegno assunto dal Presidente Ghigo di accogliere le condizioni dall'acquirente dell'immobile.
Questo lo leggo a pag. 4, ma anche a pag. 5: la Regione Piemonte arriva alla conclusione che è disponibile a valutare un quadro diverso, a rivedere la missione di EXPO 2000, cioè siamo già in fase in cui EXPO 2000 viene considerata qualcosa di sorpassato. La missione di EXPO 2000 è completata si sta valutando qualcosa di diverso, c'è l'operatore Cazzola, la circostanza è stata confermata con un linguaggio un po' da verbale da Carabiniere, sostanzialmente vedranno Provincia e Regione se si va avanti rispetto a questo obiettivo rispettando le condizioni che il privato Cazzola si è assunto nei confronti della FIAT.
Questo mi sembra un fatto grave. Nel senso che non intravedo da questa relazione, neppure dagli interventi successivi fatti da alcuni colleghi della maggioranza, che la Regione Piemonte intenda assumere un ruolo autonomo rispetto ad un problema privatistico tra due privati, tra la FIAT e Cazzola: assiste e si adegua alla situazione che si determinerà - e questo quanto leggo dalla relazione -. Per di più facendo il de prufundis di EXPO 2000, di un suo strumento che si era creato nel 1991, di uno strumento che è stato ricapitalizzato soltanto recentemente. Al riguardo invito i colleghi, e in modo particolare gli Assessori, a rivedere che cosa fu detto in quell'occasione da parte degli Assessori e da parte del Presidente Ghigo, quando come minoranza, collega Ghiglia, dicemmo di prestare attenzione che questo modo di ricapitalizzare la società era un modo per trasferire risorse alla proprietà. Il presidente Ghigo disse: "No questa è l'ultima ricapitalizzazione, il problema è risolto, le cose andranno bene, le attività fieristiche avranno un altro rilievo; facciamo questo ultimo aumento di capitale e i problemi sono risolti". Soltanto qualche mese fa approvammo l'aumento di capitale con un dibattito che confermò il ruolo di EXPO 2000! Anzi ricordo che qualche Assessore intervenne dicendo che i problemi di EXPO 2000 derivavano dal fatto che c'era il problema di acquisire il quarto padiglione che in qualche maniera si sarebbe risolto perché con quella acquisizione i conti di EXPO 2000 si sarebbero messi a posto. Soltanto qualche mese fa! Oggi, con un repentino cambiamento che è soltanto suggerito da una esigenza privatistica, si ignora completamente e totalmente quel dibattito e le decisioni cui giunse il Consiglio regionale su sollecitazione delle minoranze. Questo è il quadro. Come si fa a ignorare in una comunicazione quel dibattito e le decisioni assunte in quel momento? E' veramente assurdo! Non è che "Ghigo bis" sia qualcosa di diverso rispetto al "Ghigo I"; è la stessa identica cosa: gli stessi Assessori, lo stesso Consiglio regionale! Si ignora completamente e totalmente! Decidete che cosa ritenete più opportuno, ma il Consiglio - e lo dico anche per evitare che ci siano dei fraintendimenti - non intende essere informato "ogni tanto" di cosa la Giunta fa. Il Consiglio deve decidere su cosa fare; non è un problema della Giunta! E state attenti che non è un problema della maggioranza, perché la maggioranza su questo tema non l'avete! Non assumetevi degli impegni che non siete in grado di mantenere! Non legatevi, perché oltre alla questione politica i problemi sono anche diversi, non legatevi soltanto alle esigenze di un privato! Io capisco il rapporto coi privati per ciò che dicevo all'inizio, ma la posizione è una posizione politica più completa: obiettivo pubblico, qual è; gli strumenti quali sono; e poi scegliere, in cui c'è anche l'opzione della Promotor, ma ce ne possono essere anche altre.
Concludo questo intervento esprimendo la più completa e totale insoddisfazione per la comunicazione che indica già una scelta che è stata compiuta e che non mi pare che sia la scelta che compirà il Consiglio regionale quando dovrà approvare una legge che dichiara concretamente la fine di EXPO 2000.
Non assumete una decisione simile perché non sarete poi in grado di mantenere l'impegno, ma soprattutto ciò che è più importante assumete una iniziativa e valutate gli obiettivi di carattere politico che volete raggiungere e soltanto su quella base si fanno le scelte, non sulle esigenze di un privato, sicuramente un privato importante su cui possiamo anche dare un giudizio positivo, non vogliamo demonizzare nessuno, ma il nostro ruolo è completamente diverso rispetto a quello dei privati.



PRESIDENTE

Si era riservato di completare l'intervento l'on. Picchioni; ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Io devo ringraziare il Consigliere Saitta perché mi ha dato i termini esatti della questione. Signor Assessore, quando lei distribuisce un testo mi permetta: lo distribuisca a tutti! Perché la lettura che ha dato Saitta adesso mi pare che abbia dato delle risposte che prima io non avevo colto nella sua esposizione per via dell'ovvio, naturale disturbo della sala.
Volevo comunque completare il mio pensiero. Si sono qui sentiti degli alti canti nei confronti della filosofia liberista, non se ne sono sentiti nei confronti della filosofia pubblicista; voglio solamente ricordare a coloro che sono i cultori tout-court della filosofia liberista il detto di un grande filosofo nostrano contemporaneo: "chi possiede i mezzi, destina tutti i fini". Mi pare che sia molto semplice. E allora quando dico questo io metto già subito un punto interrogativo colossale - dico colossale! nei confronti di questo intervento umanitario del signor Cazzola da Bologna. Umanitario! Perché le questioni con cui lui ha gestito il Promotor a Bologna e poi il Salone dell'automobile, gestioni che tendono in parte al cosiddetto calendario, in parte a delle specializzazioni dell'uno o dell'altro salone, fanno sì che questo signore, certamente bravissimo e abilissimo nel campo dei suoi affari e nel campo delle sue specializzazioni, cerca - come è ovvio - di gestire tutto in una maniera compatibile con i propri interessi. E allora il problema si pone nei confronti di che cosa fa il signor Cazzola. Il signor Cazzola è certamente a conoscenza di qual è la situazione dei poli fieristici italiani e pertanto di ciò che succede a Bologna ovviamente, perché è casa sua, di ci che succede a Verona, di ciò che succede a Milano (e probabilmente a Milano quando il Pontello sarà confermato) e dell'attività residuale che competerà a Torino. C'è un'attività - Assessore, vorrei essere smentito, anche da te Ghiglia - completamente succedanea. Succedanea! Perché le previsioni del signor Cazzola nei confronti dello sfruttamento del Lingotto sono già di gran lunga inferiori a quanto realizzato nell'attuale esercizio! Sono di gran lunga inferiori come numero e come qualità di quanto realizzato nell'attuale esercizio! E allora chiaramente mi viene il sospetto che lui debba aggiustare il quadrato dentro il cerchio e pertanto cerchi di smussare tutti gli angoli possibili.
Per cui la nuova legislazione di cui parlava l'Assessore e che è stata ricordata dal Consigliere Saitta, mi pare sia una legislazione "emergenziale". Si può usare adesso questo termine? Noi facciamo una legislazione tirata dallo stato dei fatti da questo improvviso... come si direbbe? Berlusconi lo chiamerebbero Tycoon; diciamo questo improvviso Tycoon nel campo dei servizi e dell'organizzazione delle fiere. Emettiamo una legislazione non tanto soggetta alla FIAT (questo eterno binomio sempre questa lettura bipolare FIAT-ente pubblico ecc.), quanto a questo nuovo venuto il quale ci dovrebbe obbligare a rivedere completamente la legislazione fieristica piemontese. Ci abbiamo messo o si metterà anche il solito prezzemolo della programmazione, che serve sempre! Però il problema è che oggi come oggi tutta la filosofia della legge fieristica, Consiglieri anziani di questo Consiglio, mi rivolgo anche al Presidente, ovviamente può essere superata perché lo stato di fatto è completamente diverso. Il grande contenitore del Lingotto doveva essere la grande vetrina propulsiva dei prodotti piemontesi. Oggi si naviga su Internet, non c'è più bisogno di avere delle organizzazioni né storiche n periodiche né temporali per far sì che i nostri prodotti abbiano un diritto di cittadinanza internazionale, e va bene! E questo potrebbe appartenere ad un passato che non è neppure tanto lontano perché è solamente di pochi anni fa, ma che oggi la nuova legislazione faccia sì che la Regione abdichi completamente a dei suoi fini istituzionali perché il signor Cazzola oltre che essere proprietario degli immobili, voglia anche avere il ramo d'impresa che appartiene alla Regione, determinerebbe semplicemente il fatto che noi dobbiamo rifare una legge sulle fiere. Non è vero, Assessore? Dovremmo rifare una legislazione ad hoc! E allora su questo ci sono dei problemi che sono certamente non semplici, sono stati ricordati da Montabone e anche da Chiezzi. Ma voi ricordate il passato prossimo quando si è discusso in questo Consiglio il problema del Lingotto? Vogliamo ricordare, Consigliere Ghiglia, dato che tu sei stato uno dei grandi protagonisti della discussione in Consiglio comunale, la vicenda Superga? Vicenda sulla quale c'è stata una levata di scudi da parte della minoranza nei confronti della maggioranza per una riqualificazione dell'area, ecc. ecc.? E questo non ci comporta l'analoga discussione di qualche anno fa quando l'architetto Berlanda diceva a Torino nel 1980 che bisognava vincolare non solo la struttura come sede di archeologia industriale, ma perfino il comignolo del Lingotto! Lo diceva a me direttamente perch allora avevo la potestà del vincolo, ecc. ecc.
E quando noi, in quella sede o in altre sedi, abbiamo permesso che questa ristrutturazione, quello che lui chiama "calcinaccio", diventasse invece, con tutti i suoi difetti o strutturali, o logistici o di viabilità comunque un punto alternativo, un punto di quella creatività moderna di cui Torino ha bisogno. Allora non possiamo non vedere che questa operazione del passato, che politicamente ha diviso moltissimo il Consiglio, che socialmente divide ancora questa città, che economicamente non trova il consenso unanime sulle scelte che sono state fatte in passato, adesso improvvisamente, per un colpo di magnanimità liberale, la cediamo al Cazzola di turno, il quale pretende che gli venga data, oltre alla proprietà, anche il ramo di impresa.
Signori, dobbiamo ricordare ancora un fatto, perché dobbiamo farci l'esame di coscienza tutti, non solamente la Giunta. Signori del Consiglio pochi mesi fa abbiamo discusso sull'aumento del capitale azionario di EXPO 2000. Fra le altre argomentazioni, per avvalorare questo aumento, c'era anche la costruzione del quarto padiglione.
Mi pare fosse così; già allora - ha ragione il Consigliere Ghiglia c'era tutta la dietrologia sul rien de pas etre, perché l'operazione finanziaria dei 370 miliardi, il cui costo avrebbe dovuto essere decapitato attraverso dei bonifici degli interessi da parte dell'Azienda, certamente poneva in grande discussione (perché è un problema grosso) un'operazione finanziaria verso la quale la Regione, questo Consiglio, non aveva il coraggio necessario, non solamente di definire una posizione conclusiva, ma nemmeno di affrontarla.
Questo dobbiamo riconoscerlo.
Quindi, nello stesso momento in cui diciamo: "Attenzione, il privato non è la pietra taumaturgica di tutto", dobbiamo anche dire che però il pubblico, quando ha in mano i momenti decisionali delle proprie scelte, o si rifiuta, oppure le annega, oppure le frantuma per l'incapacità di prendere una decisione che può essere al di sopra e al di fuori delle logiche di appartenenza.
Io mi porrò questo problema.
Consigliere Ghiglia, questo non è un parere preventivo dato a caso l'ordine del giorno firmato dai colleghi Benso e Angeleri dice: "(...) a sottoporre preventivamente e a portare in discussione in Consiglio regionale qualsiasi atto o progetto inerente a mutamenti (...)", ecc.
Quindi, sottoporre e non comunicare. Non c'è una comunicazione per cortesia. E' che questi fatti che dovranno inerire, ineriranno certamente al futuro del Lingotto dovranno essere portati a conoscenza e soprattutto alla valutazione precisa di questo Consiglio.
Collega Ghiglia, come è avvenuto per tante vicende che hanno coinvolto questa città, quando uno cerca di prendere il fieno e di lasciare agli altri la paglia - e questo lo dico al di là della battuta - quando uno cerca di prendere la carne e lasciare l'osso, e l'osso potrebbe essere l'attività culturale e congressuale, io posso avere mille dubbi sul privato. E se l'operazione finanziaria che la Fiat ha offerto a questo privato l'ha offerta anche alla Regione Piemonte (probabilmente l'ha fatto e probabilmente la Regione Piemonte - parlo dell'esecutivo - per ignavia o altro, non ha avuto il coraggio di portarla avanti), se tutto questo è stato fatto, allora abbiamo una grossissima responsabilità nel non averlo nemmeno valutato.
Noi non crediamo che questo privato porti quei benefici che esulano o vanno al di fuori del suo raggio privatistico, perché il doverci accollare una parte dell'impresa, di quel ramo d'impresa - l'ho detto prima e lo ripeterò ancora - è certamente un fatto di cui dovremmo farci carico come società e come collettività complessiva di Torino e del Piemonte. Ma questo è senz'altro un indubbio segnale che il signor Cazzola, prima di tutto vorrà fare i propri interessi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alle fiere e mercati

Grazie, Presidente. Innanzitutto vorrei che il Consiglio e i colleghi credessero che la Giunta non ha intenzione di sottrarsi ad alcun dibattito.
Anzi, ringrazio i colleghi che oggi, nei loro interventi, hanno voluto precisare posizioni, dare indicazioni ed esprimere preoccupazioni su percorsi o scelte che vengono ipotizzate, peraltro con un inciso: il documento era una bozza di considerazioni, ma, non essendoci nulla di segreto, qualcuno me l'ha chiesto e abbiamo fatto le fotocopie, che sono pubbliche. Il documento non è intestato, pare ci sia la dicitura: "Appunti sulla questione Lingotto-EXPO 2000", ma solo per ragioni di individuazione.
Ringrazio, quindi, per le considerazioni che sono state svolte, mentre respingo una serie di affermazioni che considero, senza offesa per alcuno superficiali e gratuite, essendosi posta, la Giunta, con le mie dichiarazioni, in una posizione di estrema cautela sulla questione. Ed è una cautela che ha alcuni punti di riferimento certi, fissi, un percorso politico.
Descrivendo brevemente la storia di EXPO 2000, pur non avendo vissuto la storia in aula nella passata legislatura, non ho certo negato l'impegno il percorso di obiettivo politico che questa Amministrazione e questa maggioranza si sono date, a partire dal programma del 1995. Tale programma indicava l'ipotesi, ribadita ancora mesi or sono, di lasciare al privato tutto ciò che il privato poteva far meglio dell'ente pubblico, ma rivendicando comunque all'ente pubblico e al soggetto pubblico - in questo caso la Regione - il ruolo di indirizzo, di integrazione, di proposizione così come EXPO 2000 ha fatto negli anni passati.
EXPO 2000 ha portato avanti in Piemonte un'iniziativa importantissima (e continua a farlo), che è quella fieristica, che diversamente il privato non avrebbe fatto. Sono considerazioni che possiamo discutere a lungo e che possono trovarci anche convergenti sulle conclusioni; l'informativa, per riguardava la veridicità della notizia giornalistica di cessione - e ho detto che le informazioni nostre sono di contratto preliminare - e chiedeva a che punto fosse la situazione.
Sugli ordini del giorno, poi, possiamo aprire tutto lo scenario.
Nell'apertura dello scenario, permettetemi di dire che sicuramente bisognerà fare un dibattito politico al quale la Giunta non si sottrarrà.
La Giunta regionale, On. Picchioni, non si sottrae ad un dibattito serio sulla questione del Lingotto, ma è sulla questione di Torino che dobbiamo incominciare a fare il dibattito serio; è sulla questione di un nuovo centro. E la Giunta regionale è disponibilissima, perché nelle scelte riguardanti i fondi dell'Unione Europea o il comparto del Lingotto - con un'indicazione di continuità istituzionale rispetto a chi ha preceduto questa maggioranza, e di convergenza e di concertazione con gli altri Enti peraltro titolari di proposte (il Comune di Torino, che non mi pare sia del colore politico della maggioranza e della Giunta) - ebbene, su queste scelte è stato tenuto conto di quello che è il binario fondamentale: la riqualificazione urbanistica (il collega Riba l'ha richiamata) e l'avvio di un sistema di rinascita del sistema Torino e, con esso, del sistema fieristico del Lingotto. Con tutto ciò che sta a fianco, con la valutazione sul Centro Congressi.
Nella mia risposta iniziale ho posto in termini problematici la questione del Centro congressi, non dicendo che la Regione rinuncia e si arrangi, ma che qualora, avuta la conoscenza completa ed assunte tutte le determinazioni, il Centro congressi venisse gestito autonomamente ci sarebbe una valutazione della Giunta che dice che si tratta di un'attività a grande ricaduta, ma principalmente a ricaduta sulla città di Torino.
Quindi, non solo la Regione dovrebbe fare il primo attore, ma anche altri soggetti e, secondo me, prima di tutto la città di Torino. Però è una valutazione che non è tradotta in numeri.
Io ritengo che la Regione debba sempre avere un ruolo di testimonianza e di integrazione. Ma non giochiamo sul termine "testimonianza", cosa o quanto vuol dire, sicuramente è sempre comunque un ruolo anche in questo caso, così come la questione del quarto padiglione che collego alle considerazioni avanzate dal collega Angeleri sullo stato delle trattative sul Lingotto o sul fatto che non ci hanno comunicato cosa fare. Il termine non è stato questo, non sono i privati che non ci hanno comunicato cosa fare, la questione è che non è stata ancora aperta formalmente alcuna trattativa. Si è svolto un incontro, c'è stata una comunicazione dove un soggetto privato, accompagnato dalla FIAT, è venuto a presentarsi e ha detto di avere un preliminare immobiliare su una parte del Lingotto; la Giunta regionale gli ha chiesto ulteriori elementi per fare una valutazione, perché io non concludo prima di valutare e non concludo prima di avere gli elementi per valutare, quindi tutti quegli elementi che portano poi ad una serie di criticità.
Collega Chiezzi, la sua osservazione in merito all'aspetto legislativo è anche una preoccupazione della Giunta, ed è per questo che dico che ragiono a norma attuale. Quindi, il ragionamento sulla gestione prodotto nella risposta è a norma vigente, non a norma futura. Se poi sull'utilità pubblica del Piemonte questo Consiglio regionale vorrà, su proposta al limite della Giunta, modificare il quadro normativo, sarà sua volontà e non di un singolo Assessore o della Giunta.



CHIEZZI Giuseppe

Cazzola ha chiesto di cambiare la legge?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alle fiere e mercati

A tutt'oggi Cazzola non ha ancora chiesto di cambiare la legge. Io voglio essere molto sincero: al momento si è svolto un colloquio formale con Cazzola, poi è partito per l'America, quindi...



CHIEZZI Giuseppe

Ma cosa avete detto? Avete solo preso il caffè?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alle fiere e mercati

Abbiamo preso il caffè e abbiamo fatto una serie di considerazioni.
Ora, noi dobbiamo fare delle valutazioni e io ritengo che quella di oggi sia una prima valutazione che il Consiglio regionale ha fatto come informativa, però ci sono degli approfondimenti che sono di ordine politico generale. C'è una seconda parte di ordine normativo sul ruolo pubblicistico delle fiere che rimangono comunque un potere attribuito alla Regione. C'è una terza valutazione che riguarda il soggetto EXPO 2000, Ente strumentale con tutte le sue implicanze. Quindi, sono tre le valutazioni da fare e pertanto si tratta di raccogliere tutte le informazioni al fine di arrivare ad una conclusione.
Un messaggio sicuramente è chiaro, collega Saitta: la Giunta regionale vede il percorso della privatizzazione in modo non sfavorevole, anzi favorevole se diventa vantaggioso per la comunità piemontese, deve favorire la Regione Piemonte, deve essere il vantaggio citato dal collega Ghiglia di poter destinare dei fondi all'incremento di quelle attività o ad altre attività ritenute prioritarie rispetto alle fiere. Quindi, non si tratta di leggi ad hoc a favore di una persona, in questo momento è un'analisi dello stato di fatto. Per quanto riguarda il futuro dichiaro la disponibilità della Giunta a fare tutte le opportune valutazioni appena avremo tutti gli elementi in Commissione o in Consiglio, come loro vorranno.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati.
Il primo ordine del giorno, che porta il n. 798, firmato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte avendo appreso da organi di informazione che la prossima settimana l'Amministratore delegato della FIAT Paolo Cantarella incontrerebbe il dimissionario Presidente della Giunta on. Enzo Ghigo per illustrargli la lettera di intenti con cui Alfredo Cazzola, Presidente della Promotor dichiara la propria disponibilità ad acquistare per 273 miliardi il Centro fiere del Lingotto preoccupato dalla considerazione che la vendita del Lingotto all'imprenditore privato sia il presupposto per la cessione, allo stesso soggetto, delle quote detenute dalla FIAT all'interno della società EXPO 2000 allarmato dalle indiscrezioni secondo cui la FIAT vorrebbe vendere anche il Centro congressi preoccupato per i possibili riflessi che il passaggio di proprietà potrà avere sulla continuità dell'attività fieristica del Lingotto, soprattutto per quanto riguarda avvenimenti come il Salone del Libro e il Salone della Musica considerato che già esiste un progetto di ampliamento del Lingotto (20 mila mq) che richiederebbe un investimento di 30 miliardi, per l'80% a carico dell'Unione Europea qualora EXPO 2000 avesse ottenuto dalla FIAT un diritto di superficie sul nuovo padiglione, questione che ora dovrà essere gestita dalla Promotor nel timore che la programmazione espositiva di Torino finisca per essere consegnata ad una monopolistica gestione imprenditoriale di logica privatistica, tanto più libera di agire vista l'inaccettabile assenza a tutt'oggi di un Piano regionale di sviluppo che garantisca al Piemonte una ragionata programmazione economica e strategica constatato che la FIAT, non essendo più il cuore dell'economia torinese e piemontese, a nessun titolo può essere un interlocutore privilegiato con le istituzioni per quel che riguarda le scelte economiche e strategiche per la città impegna la Giunta regionale ad attivarsi con gli strumenti di competenza, anche attraverso la presenza in EXPO 2000, affinché il passaggio proprietario in corso non leda i diritti della collettività e a respingere ogni indebita ingerenza, più o meno diretta, del Gruppo FIAT sulle scelte economiche e strategiche della città e della Regione".
Si proceda dunque alla votazione per appello nominale.



RIBA Lido

Chiedo una breve sospensione prima di passare alla votazione.



PRESIDENTE

D'accordo. La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.33 riprende alle ore 17.43)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che la premessa dell'ordine del giorno n. 798 è stata modificata nel modo seguente: "Il Consiglio regionale del Piemonte nel timore che la programmazione espositiva di Torino finisca per essere consegnata ad una gestione imprenditoriale di sola logica privatistica tanto più libera di agire vista l'inaccettabile assenza, tutt'oggi, di un Piano regionale di sviluppo che garantisca al Piemonte una ragionata programmazione economica e strategica".
Il punto successivo suona così: "constatato che la FIAT a nessun titolo può essere un interlocutore privilegiato con le istituzioni per quello che riguarda le scelte economico strategiche per la città impegna la Giunta regionale ad attivarsi con gli strumenti di competenza, anche attraverso la presenza in EXPO 2000, affinché l'eventuale passaggio proprietario in corso non leda i diritti della collettività ed a respingere indebite ingerenze di gruppi privati sulle scelte economico strategiche della città e della Regione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni; ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Questi ordini del giorno sono molto importanti e delicati. Vorrei gentilmente avere il testo, perché non posso assolutamente dare un consenso ad una lettura fatta in questo modo.



PRESIDENTE

Questa modalità mi era stata richiesta dal Consigliere Chiezzi pensando che l'ordine del giorno fosse condiviso da tutti, ma lei ha perfettamente ragione; facciamo distribuire il testo.
Rispetto alla lettura che ho fatto ed al testo che ho fatto distribuire ci sono ancora delle correzioni.
Nelle premesse "Il Consiglio regionale del Piemonte preoccupato per i possibili riflessi che il passaggio di proprietà potrà avere sulla continuità dell'attività fieristica del Lingotto, soprattutto per quanto riguarda le attività culturali con avvenimenti come il Salone del Libro e il Salone della musica".....
impegna la Giunta regionale ad attivarsi con gli strumenti di competenza anche attraverso la presenza in EXPO 2000 affinché l'eventuale passaggio proprietario in corso non leda i diritti della collettività ed a respingere ingerenze e logiche strettamente privatistiche di gruppi privati sulle scelte economiche"...
Tolgo anche gruppi privati? Privatistiche assorbe già il concetto dei gruppi privati. Rileggo: "ad attivarsi con gli strumenti di competenza anche attraverso la presenza in EXPO 2000 affinché l'eventuale passaggio proprietario in corso non leda i diritti della collettività ed a respingere ingerenze e logiche strettamente privatistiche sulle scelte economiche e strategiche della città e della Regione"...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

No. Le parole "gruppi privati" vanno lasciate, perché bisogna rafforzare.



PRESIDENTE

Resta "di gruppi privati".
Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'ordine del giorno n. 798 così riformulato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 20 Consiglieri si sono astenuti 26 Consiglieri L'ordine del giorno è respinto.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 832 a firma dei Consiglieri Benso, Angeleri, Montabone e Picchioni, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte con riferimento all'ampio risalto dato da alcuni tra i principali organi di informazione nazionali a notizie riguardanti l'acquisto delle strutture fieristiche di Lingotto da parte di un privato, nonché a dichiarazioni da parte di quest'ultimo dalle quali parrebbe che la stessa gestione dell'attività del più importante polo fieristico piemontese sia destinata ad essere assegnata allo stesso soggetto, e da ultimo agli incontri che secondo gli stessi organi di stampa, sarebbero avvenuti in merito, cui avrebbe partecipato l'Assessore Gilberto Pichetto Fratin preoccupato per il destino di una tra le più importanti partecipate della Regione, per lo sviluppo di un'attività strategica per il Piemonte, come quella fieristica e per le ripercussioni che quanto viene prospettato potrebbe avere sulla gestione dei quartieri fieristici torinesi, ovvero su un'attività la cui preponderante finalità è di pubblico interesse, nonch per le conseguenze che la cessione a privati provocherebbe nei riguardi del previsto ampliamento del quartiere fieristico di Lingotto per il quale non sarebbe più possibile percepire i fondi comunitari a questo scopo destinati tutto ciò premesso ed unanimemente condiviso impegna la Giunta regionale a sottoporre preventivamente e a portare in discussione in Consiglio regionale qualsiasi atto o progetto inerente mutamenti nell'assetto societario di EXPO 2000, o comunque riguardante determinazioni, ipotesi o fatti che possano provocare cambiamenti nella gestione delle attività fieristiche regionali".
Il Consigliere Ghiglia chiede la votazione per appello nominale su tale ordine del giorno.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 38 Consiglieri L'ordine del giorno è approvato.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame proposta di legge 244: "Norme in materia di edilizia. Modifica dell'articolo 50 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 'Tutela e uso del suolo'" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 6) dell'o.d.g. che prevede il seguito dell'esame della proposta di legge n. 244.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Presidente, si tratta di un provvedimento di particolare importanza che richiede una discussione approfondita. Mi chiedevo se non fosse opportuno dato che sono le ore 18, rinviare a domani tale proposta di legge ed esaminarla come primo punto all'o.d.g. e trattare adesso un provvedimento che richieda minor discussione, attenzione e impegno.



PRESIDENTE

L'osservazione avanzata dalla Consigliera Manica non mi pare debba essere trascurata: vorrei sapere se la richiesta è condivisa da tutti.
Mi pare di cogliere l'approvazione da parte di tutti i Gruppi, pertanto l'esame di tale punto è rinviato a domani.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 366: "Modifica all'art. 15 della legge regionale 17 aprile 1990, n. 28 'Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po - Istituzione', modificato dalla legge regionale 13 aprile 1995, n. 65" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo quindi direttamente al successivo punto 7) dell'o.d.g. che prevede l'esame del disegno di legge n. 366.
Io mi devo assentare. Domani è prevedibile che i lavori del Consiglio comincino almeno un'ora in ritardo per la protrazione dell'attività delle Commissioni; perciò diciamo che dalle 14,30 l'orario d'inizio è prevedibile alle 15,30.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

Prendendo le redini di questo Consiglio, vorrei dirvi che l'Assessore Racchelli mi informava che non è ancora pronto per il disegno di legge n.
366 perché mancano alcuni documenti. Pertanto...



PAPANDREA Rocco

Vorrei porre un problema, Presidente. Se non ricordo male, questa legge era stata seguita dall'Assessore competente alle cave e torbiere.



CAVALIERE Pasquale

Era Cavallera e vogliamo Cavallera!



PAPANDREA Rocco

Adesso dovrebbe andare a Pichetto, come conseguenza. Si tratta del disegno di legge sulle aree fluviali.



PRESIDENTE

Sì, è il DDL n. 336 "Modifica all'art. 15 della L.R. 17 aprile 1990, n.
28 'Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po' - Istituzione modificata dalla L.R. 13 aprile 1995"; relatore è il Consigliere Gallarini.
Il Consigliere Gallarini non c'è, quindi la possiamo dare per letta.



(Dai banchi delle opposizioni: "No!")



PRESIDENTE

Chiede la parola l'Assessore Racchelli; ne ha facoltà.



RACCHELLI Ettore, Assessore ai parchi naturali

Io ho avuto questa modifica e ne ho discusso con i miei funzionari: oggi non prevedevamo che fosse esaminata, credevo anzi che fosse affrontata dall'Assessore alle cave che l'aveva trattata precedentemente. Nel Consiglio di domani mattina se volete l'affronto immediatamente io, per darvi un'informazione corretta e per potervi dare, anche in funzione degli emendamenti che sono stati presentati, una risposta che sia corretta e coerente.



PRESIDENTE

Chiedo dunque all'aula se è possibile sospendere questo punto e rinviarlo a domani.
Non essendovi obiezioni, questo punto è rinviato alla prossima seduta.


Argomento:

Verifica del numero legale


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 8) dell'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 590: "Interventi regionali per lo sviluppo e la qualificazione nel settore artigiano - artt. 5 e 15 - Programma degli interventi".



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Si proceda alla verifica del numero legale mediante appello nominale.
Sono presenti 22 Consiglieri ed 8 sono in congedo, pertanto non sussiste il numero legale.
In questo caso dovrei sciogliere la seduta, vorrei però, visto che ha chiesto la parola il Consigliere Montabone, dargliela per sentire cosa desidera, dopodiché la seduta sarà tolta.



MONTABONE Renato

La mia può sembrare una richiesta futile: vorrei sapere se da domani possiamo venire tutti senza cravatta in Consiglio. Visto il caldo e l'aria condizionata che non funziona bene, vorrei sapere se c'è questa possibilità, soprattutto vedendo molti Consiglieri che adesso non hanno la cravatta.



PRESIDENTE

Consigliere, in qualità di facente funzioni del Presidente io le dico che per me dovrebbe essere no!



MONTABONE Renato

No, lei non può dire "dovrebbe essere", lei deve dirmi se è o non è!



PRESIDENTE

Per me è no!



MONTABONE Renato

E allora richiami questi Consiglieri, per favore!



PRESIDENTE

E' come se fossero richiamati; allora io chiudo il Consiglio perché c'è gente senza cravatta e in maniche di camicia.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,17)



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