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Dettaglio seduta n.273 del 14/07/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento: Trasporti su ferro

Presentazione ordini del giorno relativi alla questione "Alta Velocità" (rinvio)


PRESIDENTE

Sono pervenuti due ordini del giorno. Uno a firma dei Consiglieri Ghiglia, Casari, Gallarini, Farassino, Rossi, Rubatto, Ferrero. Un secondo ordine del giorno a firma dei Consiglieri Chiezzi, Simonetti, Moro e Papandrea.
Mi è stato riferito che c'è un ulteriore ordine del giorno, se esiste fatelo pervenire alla Presidenza.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri D'Ambrosio, Dutto, Griffini, Leo Riggio, Rosso e Viglietta.



PRESIDENTE

Il Consigliere Riba ha chiesto cinque minuti di sospensione per predisporre gli ordini del giorno sull'Alta Velocità.



(La seduta, sospesa alle ore 15.29 riprende alle ore 15.57)


Argomento: Trasporti su ferro

Esami ordini del giorno nn. 818 e 820 relativi a problematiche "Collegamento ferroviario Alta Velocità Torino-Lione"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che l'ordine del giorno n. 817, presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casari, Rubatto, Gallarini, Farassino, Rossi e Ferrero, è ritirato.
E' stato poc'anzi presentato l'ordine n. 818, a firma dei Consiglieri Montabone, Cotto, Ghiglia, Riba, Rossi, Toselli, Grasso, Farassino Angeleri, Casari, Spagnuolo e Saitta, relativo a problematiche "Collegamento ferroviario Alta Velocità Torino-Lione", il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte: a conoscenza delle dichiarazioni fatte dall'Amministratore delegato delle F.S. Spa Cimoli nell'ambito della Conferenza Nazionale dei Trasporti riprese ampiamente dai mass-media, relative ad un accantonamento della realizzazione del collegamento ferroviario ad Alta Capacità Torino-Lione in favore del valico ferroviario del Gottardo considerato che le dichiarazioni di Cimoli contraddicono gli impegni assunti dai Governi nel vertice Italo-Francese di Chambery e ribaditi a Torino dal Presidente del Consiglio Prodi e dal Ministro Burlando, circa la necessità e l'urgenza del collegamento Torino-Lione compreso tra l'altro nel corridoio n. 5 tra gli interventi prioritari dello Schema Direttore dell'Unione Europeo delle linee ad Alta Velocità/Capacità esprime forte preoccupazione e sconcerto.
Inoltre: considerate non risolutive la presa di distanza del Ministro Burlando sulle dichiarazioni stesse e le successive precisazioni dell'Amministratore Delegato delle F.S. Cimoli inviate al Presidente della Giunta regionale considerato che il nuovo collegamento ferroviario con tecnologie avanzate tra Torino e Milano e tra Torino e Lione è un intervento strategico per l'Italia e che tutta la Comunità Piemontese considera fondamentale per lo sviluppo socio-economico e territoriale della Regione impegna la Giunta regionale a ribadire con fermezza la richiesta di partecipazione a pieno titolo della Regione alla Commissione intergovernativa per la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione, quale presupposto indispensabile per ottimizzare il lavoro del Comitato di Coordinamento per la verifica delle diverse ipotesi progettuali ed alternative di tracciato a proseguire nell'impegno per sostenere la realizzazione dell'opera e ad assumere direttamente dal Governo, attraverso un immediato incontro con il Presidente del Consiglio ed i Ministri competenti, le assicurazioni di un impegno concreto circa l'accelerazione delle fasi progettuali e di realizzazione degli interventi ferroviari Torino-Milano e Torino-Lione con indicazione certa dei tempi".
Vi è poi l'ordine del giorno n. 820, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti e Cavaliere, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Preso atto delle dichiarazioni del Direttore delle FF.SS. Cimon, che ritiene antieconomica la realizzazione del tratto di linea ferroviaria ad alta velocità Torino - Lione osservato che questa valutazione riguarda il progetto concreto di alta velocità tra Torino e Lione, con la creazione di una infrastruttura adatta al pieno utilizzo delle potenzialità del T.G.V.: osservato che questa ipotesi comprende come fondamentale infrastruttura un tunnel di 54 km. sotto le Alpi: rilevato che anche in sede internazionale si è messa in discussione la nuova linea ad alta velocità Torino - Lione perché antieconomica osservato che dette preoccupazioni danno ragione alle prese di posizione di numerosi Enti locali della Val di Susa, contro la realizzazione di una infrastruttura che avrebbe prodotto degrado economico ed ambientale invita il Presidente della Giunta regionale a farsi prontamente promotore di una determinata iniziativa della Regione per un progetto di potenziamento delle attuali linee internazionali tra Torino e Lione, coerenti con l'utilizzo della tecnologia pendolare in alternativa alla tecnologia del T.G.V.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea, per l'illustrazione dell'ordine del giorno.



PAPANDREA Rocco

Noi respingiamo l'accusa di non fare delle proposte. Noi le proposte le facciamo, mentre invece non le troviamo nell'altro ordine del giorno. Noi diciamo una cosa chiara: che oltre a una serie di fatti rilevanti (la dichiarazione di Cimoli è tra questi, anche se viene parzialmente rimangiata), esiste anche uno studio della Direzione delle Ferrovie francesi che ritiene antieconomica quell'opera per cui decide di non farla quindi la linea tra Lione e Modane difficilmente sarà fatta. Noi riteniamo che si debba prendere atto che pure il Governo francese, le Ferrovie francesi, rinunciano a fare una linea ad alta velocità che chiede una infrastruttura precisa per far correre il TGV a 300 km/h. e chiede un tunnel di 56 chilometri. Questi sono i fatti.
Noi diciamo che quella cosa non si può più fare, realisticamente prendiamo atto che questo è un dato: non si fa perché rispetto alle ipotesi di traffico è costosissima. Noi abbiamo sempre affermato come Gruppo di Rifondazione comunista che oltre a problemi economici c'erano problemi altrettanto seri, se non più seri, di impatto ambientale, però ci sono comunque i due fatti che ho prima citato che fanno sì che questo progetto diventi irrealistico.
Ci può anche essere in quest'aula una maggioranza straripante a favore però rimane un pezzo di carta, come sono rimaste finora pezzi di carta tutte le prese di posizione. Noi realisticamente puntiamo a fare l'opera di collegamento più veloce tra Torino e Lione, un'opera che potenzi la possibilità di traffico e che faccia sì che viaggino anche più velocemente i treni. Tra l'altro la FIAT, azienda italiana, ha una tecnologia che permette di utilizzare un mezzo effettivamente più veloce, che viene venduto in tutto il mondo, chi legge i giornali ogni tanto legge che la FIAT ha vinto commesse in Irlanda, in Inghilterra e in Portogallo, perch ha una tecnologia adatta a un certo tipo di morfologia del territorio.
Noi proponiamo che anziché un'opera con queste caratteristiche che sarebbe costosissima e dannosa per l'ambiente, si realizzi un'opera che comunque serve, è efficace e costa meno. Tra l'altro, se si scegliesse questa strada diventerebbe pure fattibile perché almeno si discute di qualcosa di realizzabile e non di un libro dei sogni. Si continua invece a riproporre il libro dei sogni; quindi noi manteniamo il nostro ordine del giorno che si differenzia dagli altri e notiamo che c'è questa maggioranza straripante su un altro ordine del giorno, però ci teniamo a fare queste precisazioni.
Concludo (questa è una dichiarazione di voto sul nostro ordine del giorno) dicendo che sia l'utilizzo di una tecnologia di cui un'azienda piemontese è detentrice, sia un tipo di opere con quelle caratteristiche avrebbero una grande efficacia sul piano occupazionale. Inoltre, il risparmio che si otterrebbe in termini economici potrebbe facilitare il potenziamento di tutte le linee pendolari che nella nostra Regione sono abbastanza abbandonate e quindi anche da questo punto di vista avremmo una ricaduta occupazionale.
Per questi motivi noi manteniamo il nostro ordine del giorno e voteremo ovviamente a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Noi questa mattina avevamo presentato un ordine del giorno che era stato firmato anche dagli altri Gruppi della maggioranza e dalla Lega.
L'ordine del giorno era garbatamente - come l'ho definito questa mattina - critico nei confronti del Governo. Ribadiamo il fatto che comunque la Regione Piemonte ha un ovviamente subalterno rispetto alle decisioni del Governo e che prima di tutto è il Governo che deve mettere chiarezza al proprio interno.
Nel ribadire il fatto che non debbono essere i tecnocrati a prendere le decisioni strategiche, e noi riteniamo la linea ad alta capacità Torino Lione un progetto strategico per il futuro del Piemonte, e ribadendo il fatto che l'Amministratore delegato delle Ferrovie dovrebbe occuparsi forse di migliorare la situazione delle linee ferroviarie ordinarie piuttosto che mettersi a fare politica tentando di sostituirsi agli organi deputati alle scelte che sono gli organi politici ed innanzitutto il Governo, essendo noi addivenuti con gli altri colleghi ad un ordine del giorno unitario che raccoglie la gran parte del Consiglio regionale, ritiriamo l'ordine del giorno presentato questa mattina. Ribadendo però e chiedendo che l'impegno (è stato ribadito dall'Assessore Casoni questa mattina) sia un impegno definitivamente forte e battagliero, perché io credo che non solo noi, ma soprattutto gli imprenditori e i cittadini piemontesi siano stufi dello stillicidio di notizie, a favore o contro, che quotidianamente impazzano sui periodici e sui mass-media.
Crediamo che sia arrivato il tempo, dopo centinaia di migliaia di progetti e anni di studi, di dire almeno sì o almeno no, poi finalmente forse, entreremo nel merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Svolgo la dichiarazione di voto sul secondo ordine del giorno.
E' evidente a tutti che straripa ancora sul tema dell'Alta velocità una maggioranza che in questi tre anni ha continuato a evidenziarsi fino ad oggi. Il mio Gruppo sperava che alcuni fatti nuovi, alcune verifiche che sono state fatte anche sulla non-economicità e inutilità di questa nuova linea Torino-Lione, potesse portare a un ragionamento tra le forze di opposizione che distinguesse queste dalle forze di maggioranza. Prendiamo atto invece che la forza di inerzia dei poteri e degli interessi economici dominanti, che hanno costruito dal nulla e imposto agli Enti locali il progetto assurdo di costruire un tunnel di base di 54 chilometri per attraversare la Valle di Susa e congiungere Torino con Lione, è ancora efficace. Muove ancora le forze politiche, quasi tutte, le trattiene a s in un modo che fa fin pensare che sia ancora troppo stretto questo bordo della ragione perché qualche ragione poteva essere sollevata. Questa mattina si è sentita qualche timida osservazione diversa, subito rinchiusa e messa a silenzio dal solito ordine del giorno che senza alcuna critica tratta l'argomento della linea Alta velocità Torino-Lione come l'avrebbe trattato due anni fa, senza alcun elemento critico di novità. Senza mettere in luce che ci troviamo di fronte a un Governo che su questo argomento ha due Ministri, mentre per la straripante maggioranza di questo Consiglio regionale, anche delle forze politiche come i DS che hanno i Ministri dentro il Governo nazionale, non è da citare il fatto che la politica dell'Alta velocità oggi in Italia è condotta non da un solo Ministro (Burlando), ma da un Governo e in modo specifico da due Ministri (Burlando e Ronchi), ma il Ministro Ronchi in quest'aula viene dimenticato, mal tollerato, perché evidentemente questa maggioranza mal tollera che le questioni ambientali vengano a far parte, in modo originario, delle decisioni sulle infrastrutture.
Il ritardo che, su questo tema, le forze di opposizione che si richiamano all'Ulivo - quasi tutte - hanno anche rispetto alle posizioni di carattere nazionale, è di tutta evidenza. E questo ci dispiace.
Questa mattina, al di là delle polemiche, abbiamo tentato di iniziare un ragionamento relativo all'opportunità che in Valle di Susa non si traccino nuove direttrici ferroviarie, con tunnel di 30, 40 o 50 Km, ma si lavori in modo specifico sull'ammodernamento della linea già esistente inquadrando il problema degli investimenti ferroviari in termini di interessi piemontesi.
Più volte in quest'aula il nostro Gruppo ha denunciato l'abbandono, da parte della Regione Piemonte, del progetto sul rafforzamento del Valico del Sempione e tale abbandono è avvenuto contestualmente alla crescita dell'asse Torino-Lione.
Nella passata legislatura, grazie alla presenza di un Consigliere eletto nel Verbano, i documenti emanati dalla Regione Piemonte sul tema delle infrastrutture ferroviarie erano tutti incentrati sul Sempione.
Quando, invece, l'ing. Pininfarina ha costituito il Comitato promotore Alta Velocità ed è nata l'idea della Torino-Lione (andate a vedere gli atti di questa Regione), è calato il silenzio più completo e l'unica voce che ha sottolineato questo fatto è stata quella di Rifondazione Comunista.
Il tema del Sempione è stato purtroppo tardivamente ripristinato; dico "purtroppo tardivamente" perché nel frattempo la lobby che sta lavorando attorno al tema della Torino-Lione ha acquisito una forza tale da giungere ancora oggi a determinare comportamenti identici in forze politiche che si pensava potessero avere, su questi temi, opinioni politiche e culturali differenti.
Per questi motivi, votiamo contro il secondo ordine del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Intervengo per una breve dichiarazione di voto sull'ordine del giorno presentato e firmato dal mio Capogruppo. Questa mattina non ero presente durante la discussione complessiva, ma avendo ascoltato le dichiarazioni di voto, ritengo abbastanza ardito dire che nessuno, oltre il Ministro Ronchi e qualcun altro, si preoccupa dell'ambiente.
Considero produttivo il cambiamento dell'Alta Velocità con l'Alta Capacità, con la cosiddetta "velocità compatibile", come ho già ripetuto più volte e come sta proseguendo anche in Francia, dove il ragionamento dell'Alta Velocità, quindi il TGV, non è più nelle prime file, ma è stato rimpiazzato dal nostro Pendolino, che permette di esportare all'estero la nostra tecnologia, che sia di una ditta torinese o di un'altra ditta; è comunque portatrice di posti di lavori.
Ritengo importante attuare quella famosa "T", sia per il Piemonte sia per l'Italia, per i collegamenti Parigi-Vienna-Budapest e per il collegamento Torino-Milano-Verona-Napoli.
E' quindi indispensabile il collegamento di Alta Capacità e non più di Alta Velocità, perché sarebbe troppo costoso, ma, per avere un certo tipo di trasferimento di mezzi e di merci, è necessario che queste cose avvengano.
L'impegno della Regione Piemonte nel prossimo futuro sarà quello di potenziare le linee esistenti e chiedere che vengano potenziate anche dalla nuova azienda che si sta costituendo a livello ferroviario (se quest'ultima verrà scissa in due, avremo quella per il trasporto - cioè quella dell'Alta Velocità - e quella della struttura). Con l'azienda della struttura dovremo insistere perché venga quadruplicata, ad esempio, la Torino-Genova, che vengano quadruplicate le linee importanti, per poter avere un traffico interno più snello e veloce.
Questo sarà un impegno della Regione per il futuro, ma l'impegno immediato che chiediamo con l'ordine del giorno è che si vada ad un incontro con il Ministro e con i responsabili, affinché si possano iniziare i lavori per realizzare questa famosa "T", che sta andando avanti solo dal nord verso il sud, ma da ovest verso est non si sta muovendo assolutamente.
Penso che questa sia una responsabilità di cui ci dobbiamo fare carico tutti, cercando di trovare il mezzo per arrecare meno danno possibile cercando di dare al Piemonte quello sviluppo che merita, a meno che non si faccia la scelta della pastorizia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Il dibattito di oggi costituisce sicuramente una riappropriazione del ruolo politico della Regione e del Consiglio regionale sui temi dello sviluppo e delle infrastrutture. Un ruolo che si era un po' appannato e in qualche modo delegato ad altri enti, anche per l'inerzia - riteniamo noi del Governo regionale.
Certamente, le vicende politiche che la Regione ha vissuto, la crisi latente della Giunta regionale che si è trascinata per quasi un anno, hanno inciso negativamente in un momento in cui si stavano perfezionando quelle scelte politiche che potevano condizionare pesantemente il Piemonte.
Le dichiarazioni dell'Amministratore delegato delle FS, Cimoli, hanno contribuito a rilanciare questo tema e costretto il Consiglio regionale e la Regione a riappropriarsi di un ruolo politico.
Riteniamo di poter affermare che il dibattito sviluppatosi ha rilevato con precisione il rischio che si correva; mi riferisco, in particolare all'intervento del collega Saitta, alle dichiarazioni del collega Picchioni. Nel prossimo futuro dobbiamo arricchire questo dibattito in relazione a due importanti appuntamenti: il Piano di sviluppo regionale e il Piano regionale dei trasporti.
Il dibattito, che trova una sua sintetizzazione nell'ordine del giorno sul quale converge un ampio consenso, compreso il nostro (quindi anticipo il voto favorevole del nostro Gruppo al documento che porta la firma del nostro Capogruppo), ha fatto emergere con chiarezza la necessità e l'utilità di poter disporre di studi anche alternativi, individuando nel Comitato di coordinamento istituzionale il motore politico istituzionale che può chiedere al GEIE Alpetunnel, che dispone di risorse importanti, lo sviluppo degli studi alternativi stessi.
La disponibilità di questi studi può consentire alla Regione di esprimere un giudizio politico che faccia perno sulle opinioni più o meno tecniche, più o meno approfondite che ognuno di noi può esprimere.
Abbiamo bisogno di questi studi alternativi; ci sono i mezzi, c'è la sede politica attraverso la quale questa pressione può essere esercitata.
Riteniamo che il Comitato di coordinamento istituzionale, nel quale ognuno deve fare la propria parte, sia la Regione, che attraverso il Presidente lo presiede e quindi gli dà autorevolezza ed efficacia nei propri lavori, sia gli enti che ne fanno parte, possa essere più efficace nella propria azione se la Regione farà parte anche della Commissione intergovernativa italo-francese.
Questa richiesta e proposta era stata fatta da tempo; oggi lo consideriamo un passaggio assolutamente irrinunciabile, che anche nell'incontro con il Presidente del Consiglio dovrà essere espresso con molta forza.
Nel complesso, quindi, ci pare di poter dire che l'ordine del giorno riassume compiutamente il dibattito ed indica un percorso che noi condividiamo.
Per quanto riguarda invece l'ordine del giorno del Gruppo di Rifondazione comunista, certamente ha alla base un quadro conoscitivo che è anche nostro, però non coglie la situazione dinamica nuova che si è aperta nella Regione e in questo Consiglio.
Ci pare che voglia affermare una propria identità rispetto alle forze politiche, istituzionali, agli Enti locali della Regione e non colga ripeto - gli spazi nuovi che sono stati aperti; soprattutto, ha delle proprie contraddizioni nel momento in cui, di fatto, ribadisce l'opposizione a miglioramenti radicali del collegamento fra Torino e Lione.
Un miglioramento radicale del collegamento tra la pianura del Po e la pianura del Rodano, dando vita anche ad un corridoio di alta capacità per il trasporto passeggeri e merci sotto le Alpi, un corridoio europeo è invece una necessità imprescindibile alla quale noi, come forza politica non possiamo e non dobbiamo rinunziare.
Pertanto, proprio perché l'ordine del giorno di Rifondazione comunista presenta questo limite, non parteciperemo al voto del suddetto documento.


Argomento: Varie

Saluto alla Delegazione del Texas


PRESIDENTE

Prima di proseguire nei nostri lavori, desidero salutare e porgere un caloroso benvenuto alla Senatrice Jane Nelson del Texas e ai Sindaci e alle rappresentanze della Città di Dunkaville del Texas e di Monasterolo di Savigliano.



(Applauso in aula)


Argomento: Trasporti su ferro

Esame ordini del giorno n. 818 e n. 820 relativi a problematiche "Collegamento ferroviario Alta Velocità Torino-Lione" (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Intervengo perché, leggendo attentamente il documento dei colleghi di Rifondazione comunista, ho verificato la presenza di alcune cose positive da loro rilevate, anche se in parte non del tutto esatte.
Sarebbe forse stato opportuno partire da quell'ordine del giorno per arrivare al documento che poi io ho sottoscritto, che non appare, nelle cose positive, in contraddizione con quanto prima il collega Chiezzi asseriva.
Però, rispetto all'intervento del collega, il dovere di rigettare le affermazioni fatte a proposito di ipotetiche lobbies che sarebbero a favore di un passaggio di Alta capacità in Valle di Susa per collegare Torino a Lione.
A me sembra di poter dire con assoluta serenità che il dibattito di questa mattina è stato ben riassunto dall'ordine del giorno che ho sottoscritto.
Mi permetta, collega Chiezzi, con tutta la simpatia e la stima che ho per lei, se lei taccia i Consiglieri che hanno firmato questo ordine del giorno di lobbisti dell'Alta capacità, io potrei tacciare lei di lobbista sulle posizioni di Cimoli; potrei pensare che lei appartiene alla lobbye di Cimoli, che ha interessi - per carità, di carattere positivo - sul Gottardo, oppure che ha degli interessi di carattere partitico finalizzati all'espansione e allo sviluppo di carattere economico e sociale della Lombardia. Lo dico perché credo sia dovere di ogni Consigliere dire queste cose se ne è a conoscenza e preferirei che si parlasse del bene del Piemonte senza dei collegamenti che in questo momento non mi toccano n toccano i Consiglieri presenti. Ho detto stamattina che io giudicavo positivamente, in particolare, anche quei Consiglieri che hanno sempre detto no in assoluto alla linea prima ad Alta Velocità, poi Alta Capacità poi linea di transito veloce o di collegamento internazionale veloce di Torino con Lione. Vorrei che gli stessi Consiglieri, però, avessero lo stesso rispetto per coloro che, senza appartenere a delle lobbies, credono esattamente nel contrario per il bene del Piemonte. Lo dico perch altrimenti ci facciamo portare fuori strada.
Devo inoltre rilevare che, nel loro ordine del giorno, i colleghi di Rifondazione comunista dicono che "osservato che dette preoccupazioni danno ragione alle prese di posizione di numerosi enti locali della Val di Susa contro la realizzazione di un'infrastruttura che avrebbe prodotto degrado economico e ambientale", ma poi fanno riferimento ad un altro tipo di collegamento internazionale. Bene. Osservo però che, fino a quando ho avuto modo di sentire quello che la maggior parte degli enti locali sosteneva sul collegamento internazionale prima dell'Alta Velocità, poi dell'Alta Capacità e poi soltanto collegamento internazionale, non ho mai sentito parlare di alternative progettuali, ma, magari a ragione - rispetto anche queste posizioni, che non sono le mie e che magari non rappresentavano in quel momento neanche tutta la cittadinanza della Valle di Susa - ho solo e sempre sentito dire "no" a qualsiasi tipo di struttura, e non al raddoppio e al miglioramento che adesso - ne prendo atto - Rifondazione comunista è già più disponibile ad attuare. Credo che, rispetto alle posizioni forti assunte dal Presidente Cimoli, ci vogliono delle posizioni assolutamente chiare che non rimettano in discussione le intenzioni non solo della Giunta regionale, ma anche della maggior parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellingeri.



BELLINGERI Gianfranco

Semplicemente per una dichiarazione di voto. Noi riteniamo che l'ordine del giorno riassuma in modo esaustivo quanto si è svolto nel dibattito di questa mattina. Come ha avuto modo di affermare Gipo Farassino stamattina noi riteniamo che una presa di posizione politica per portare avanti il progetto originario che ci unisce all'Europa abbia oltretutto una ricaduta occupazionale interessante per tutta la nostra Regione. Vorrei affermare un'altra cosa: dal momento che ci ritroviamo davanti anche all'altro ordine del giorno presentato da Rifondazione comunista, a me piacerebbe non interpretare questo ordine del giorno come alternativa o in contrapposizione, in quanto ritengo che potrebbe essere interessante, in occasione dell'incontro con gli organi governativi, non solo la nostra ferma presa di posizione politica per i progetti di cui al primo ordine del giorno, ma anche un impulso all'ammodernamento e al rinnovamento dell'attuale rete.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

La dichiarazione di voto di Forza Italia è chiaramente favorevole a questo ordine del giorno in toto. Brevi considerazioni: vorremmo certamente aver male interpretato le dichiarazioni di Cimoli per quanto sono state lette sui quotidiani, però troppi avrebbero male interpretato queste dichiarazioni, per cui ritengo che le abbiamo interpretate nel giusto modo.
Le hanno interpretate nel giusto modo Ghigo, Castellani, Bresso e tutti i parlamentari europei e piemontesi che si sono comunque dichiarati su questo tema. Era comunque una volontà di interrompere un circuito che ormai è in fase avanzata e che riteniamo debba essere portato a compimento entro breve tempo; riteniamo che l'azione del Presidente Ghigo sia stata un'azione importante e tempestiva, così come lo è stata anche quella di chi ha collaborato con il Presidente Ghigo nel dichiarare questo stato di difficoltà.
Chiezzi dice che l'opera è irrealizzabile in quanto corrispondente agli interessi di una lobby traversale, quasi fosse una lobby del malaffare. Io ritengo che invece questa sia una lobby del buon senso, a cui sta a cuore lo sviluppo economico del Piemonte. L'opera è assolutamente indispensabile e strategica per la nostra Regione.
L'unica cosa che vorremmo è che in questo Consiglio non si dibattesse più tanto sulla possibilità di attuarla in tempi brevi o lunghi tempo o se realizzarla o non realizzarla, ma dello stato di avanzamento dell'opera.
Questo è l'augurio che faccio a tutti noi.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 820 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea Simonetti e Cavaliere, come richiesto dal Consigliere Papandrea.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 e votanti 46 hanno risposto SI' 6 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri L'ordine del giorno non è approvato.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 818 per appello nominale come richiesto dal Consigliere Papandrea.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 hanno risposto SI' 46 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri L'ordine del giorno è approvato.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame ordine del giorno n. 723: "Linee ferroviarie ad Alta Velocità sul territorio piemontese"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 85) all'o.d.g., che prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 723, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea Simonetti e Angeli.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Siccome nella votazione precedente sull'ordine del giorno di Rifondazione comunista sembrerebbe che il Consigliere Toselli abbia sentito un "sì" del Consigliere Picchioni, volevo ribadire che il Consigliere Picchioni non ha partecipato alla votazione.



PRESIDENTE

Prendo atto di questa dichiarazione.
Verrà corretta la votazione e la dichiarazione del Consigliere Montabone verrà trascritta a verbale.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'ordine del giorno n. 723, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte preso atto della corretta e coerente decisione del Ministro dell'Ambiente Edo Ronchi relativa al blocco dei lavori di costruzione della galleria di valico in margine al progetto di linea ferroviaria ad alta velocità sulla tratta Milano-Genova tenuto conto delle notevoli critiche sollevate in varie sedi istituzionali e spontanee, e relative ai notevoli risvolti negativi dell'impianto ad alta velocità, sia in ordine all'impatto ambientale dello stesso, sia in ordine ad un'effettiva capacità del sistema in questione a risolvere l'annoso problema di un riequilibrio e potenziamento del sistema ferroviario italiano verificato che, in Francia e nelle altre nazioni che si sono per prime adeguate e convertite al dogma dell'alta velocità, si sta assistendo ad un processo di ripensamento di modelli che alla luce dei fatti si sono rivelati inadeguati rispetto alle ottimistiche e trionfalistiche previsioni che avevano accompagnato la loro entrata in vigore preoccupato dalla considerazione che le divergenti prese di posizione assunte in questi giorni rispettivamente dal Ministro dell'Ambiente e dal Ministro dei Trasporti, il primo sempre attestato sulla ricerca di progetti funzionali e compatibili con l'ecosistema, il secondo oscillante in maniera ondivaga tra difese ad oltranza dei progetti originari e salutari ripensamenti finalizzati alla ricerca di soluzioni più apprezzabili, rischiano di alimentare un clima di incertezza e confusione anziché affrontare in maniera precisa e costruttiva un problema che reca intorno a sé implicazioni di varia natura attento nella ricerca di una soluzione che, nel tentativo di perseguire interessi generali di efficienza, sicurezza, adeguatezza e tutela ambientale anziché fuorvianti logiche speculative tenga nella massima considerazione l'imprescindibile valore della tutela occupazionale dei lavoratori impegnati nei progetti di cui all'oggetto impegna la Giunta Regionale ad avviare, come già segnalato dalla Regione Liguria, una concreta e precisa revisione critica sulla linee ferroviarie ad alta velocità che interessano il territorio piemontese a sollecitare il Governo affinché si superino all'interno dell'Esecutivo posizioni dualistiche e contrapposte che non contribuiscono ad una serena valutazione degli interessi generali a rassicurare i lavoratori del consorzio Cociv, concessionario della realizzazione della linea ad alta velocità Milano-Genova, del proprio impegno a farsi promotrice di soluzioni tecniche che rilancino il potenziamento ed il recupero delle linee ferroviarie esistenti tra le quali il terzo valico, al fine di evidenziare progetti funzionali compatibili con una linea di tutela ambientale ed idonee a salvaguardare l'imprescindibile esigenza di difesa dei diritti occupazionali dei lavoratori ora impegnati nella costruzione delle linee ad alta velocità." L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 35 hanno risposto SI' 7 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri L'ordine del giorno è respinto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione - Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Richiesta chiarimenti in merito a rapporti tra ditta Sicri di Alpignano e Associazione Torino 2006 - Presentazione ed esame ordine del giorno n. 819 (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Penso che il Consigliere Cavaliere volesse sollecitare la risposta alle domande da lui poste questa mattina. Dal momento che mi ero impegnato a rispondere, voglio dare le risposte da lui sollecitate nel caso specifico.
La prima cosa da sottolineare è che io, come esponente e rappresentante legale della Giunta, faccio parte del Comitato d'onore della Associazione Torino 2006, quella che promuove la candidatura di Torino alle Olimpiadi del 2006, e non faccio evidentemente parte della Associazione Torino 2006 che invece è quella che gestisce. Questo vale per me come per il Sindaco Castellani e la Presidente Bresso, perché questa è l'organizzazione che il CONI ha preteso, proprio per rendere totalmente autonome le due strutture: l'Associazione Torino 2006 autonomamente gestisce tutti gli aspetti inerenti alla promozione; il Comitato d'onore ha l'obbligo dell'indirizzo politico, ma non ha alcun impegno dal punto di vista dell'amministrazione.
Per quanto riguarda l'altra domanda che mi è stata fatta dal Consigliere Cavaliere rispondo che mia moglie non ha alcun tipo di compartecipazione nell'azienda citata nel fax (la SICRI di Alpignano). Il titolare di questa azienda è un collaboratore dell'azienda di mia moglie il rapporto è saltuario e in alcune forme di associazione temporanea di impresa per alcune forniture. Il motivo per cui questo fax è stato spedito dall'ufficio di mia moglie è perché, come ho detto, questo signore collabora con l'azienda di mia moglie.
Un'altra domanda che il Consigliere Cavaliere mi poneva era se il fax è di mia proprietà. Rispondo che il fax non è di mia proprietà: il numero che viene riportato, l'intestazione, come molti di voi sanno viene digitata nel fax, non è legata all'utenza del fax, questo fax in effetti era un fax che io avevo in casa sette-otto anni fa. Il numero che viene citato è il mio vecchio numero di casa, non è neanche più il nuovo che ho cambiato cinque sei anni fa, perciò il fax ha un'intestazione che non corrisponde all'utenza dalla quale è partito, che invece è l'utenza dell'azienda di mia moglie. Chiaramente non posso negare che sia partito dall'utenza, ma non è sicuramente partito dalla mia abitazione, né tanto meno da un fax di mia proprietà.
Le altre considerazioni che mi permetto di fare (avendo, credo dissipato quelli che potrebbero essere eventuali dubbi) riguardano invece l'opportunità. Questo è un tema più complesso, più articolato, perché io non ho timore di essere smentito: non ho mai agevolato né tanto meno fatto pressioni nei confronti di nessuno perché venisse assegnato un lavoro né a un mio parente stretto né tanto meno a un mio conoscente.
A proposito dell'opportunità e al di là dell'errore chiaramente di intestazione del fax, che riporta il mio nome che non c'entra assolutamente nulla, la domanda che però voglio fare è questa: considerando il fatto che è noto a tutti che mia moglie faccia l'imprenditrice, se è corretto e assolutamente auspicabile, e io confermo questa tesi, che non si deve fare chiaramente, per chi ha un ruolo di amministrazione come il mio, nessun tipo di pressione o agevolazione perché qualcuno venga aiutato, la domanda che mi pongo è: solo perché uno è parente di chi fa politica deve essere penalizzato? Questa è una riflessione che mi permetto di fare a voi nella assoluta speranza che questo incidente venga considerato tale e che obiettivamente io non posso che richiamare a una questione di opportunità e una maggiore attenzione nell'ambito di quelli che sono i rapporti che mia moglie come imprenditrice deve avere all'esterno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io, Presidente, le avevo anticipato che nel porle quelle domande ero imbarazzato. Ora sono ancora di più imbarazzato, nel senso che lei non solo mi conferma gran parte di quello che si evidenziava dalle cose, ma dice anche che le cose è giusto che vadano così, in sostanza, ma adesso mi spiego.
Io ritengo ciò che è accaduto, ciò che hanno evidenziato i fatti e che lei stesso ha affermato, molto grave, non perché sarebbe facile dire che la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto - come diceva Sheakspeare - ma perché, quando si assume la gestione della cosa pubblica deve esistere una grande, netta, trasparente separazione dagli ambiti privati, amicali o familiari.
Questa è la condizione essenziale per evitare problemi di qualsiasi natura.
Allora, Presidente Ghigo, lei ha detto che la sua consorte non è socia di questa impresa, ma ha delle collaborazioni, tant'è che l'offerta all'Associazione Torino 2006, quindi l'offerta di un preventivo, ma anche il "riconfermiamo il gradito ordine", perché è stato confermato un ordine...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Che non ha avuto seguito, lei lo sa...



CAVALIERE Pasquale

Un ordine che pare non abbia avuto seguito. Non voglio - Presidente entrare nel merito specifico, ma solo dire che ritengo inopportuno, se lei ne era a conoscenza, che un suo parente stretto partecipi a gare trattative, forniture, ecc., dove comunque lei ha una carica, una discrezionalità, un'influenza. Perché è vero che un conto è il Comitato Olimpiadi e un conto è l'Associazione, ma sappiamo anche che questa Associazione è un'emanazione diretta del Comitato, come scelte delle persone, tant'è che il fax è inviato ad un noto esponente di Forza Italia che ha avuto l'incarico, nell'Associazione Torino 2006, di fare le forniture. Non ho detto, né ritengo che lei abbia qualche responsabilità in capitolo, o abbia fatto in modo che venisse nominato. Semplicemente constato.
Penso che ci sia, Presidente, una gravissima inopportunità, perlomeno questo. Tale inopportunità è grave e lei ne deve prendere atto, perché mi pare che in questo momento lei non se ne renda conto.
E' questo ciò che mi imbarazza di più e che credo debba preoccupare maggiormente l'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Sono un po' preoccupato perché qualcuno sta tentando di instaurare un clima di "caccia alle streghe", andando a cercare di ingenerare il sospetto che alcune cose non vadano.
Dico questo anche perché io stesso, in un'interrogazione presentata al Comune di Torino, ho chiesto notizie in merito ad alcuni incarichi professionali affidati dal Comitato promotore Torino 2006. L'ho fatto perché per me la trasparenza è un principio trasversale, la trasparenza sull'uso dei soldi pubblici - fermo restando il fatto che il Comitato è indipendente ed autonomo - deve essere sempre totale e garantita.
Torniamo ai fatti: ci troviamo oggi di fronte ad un sospetto e due certezze, anzi, una potenziale mancanza di opportunità e due certezze.
La potenziale mancanza di opportunità è un dato sul quale la politica dovrebbe riflettere, perché è un fatto importante quello sottolineato dal Presidente Ghigo.
La riflessione dovrebbe essere molto più ampia e meno estemporanea sul fatto che un parente imprenditore, qualora non ci siano legami decisionali da parte del politico in oggetto, possa o meno continuare (e senza che ci sia la possibilità di intervento) a fare il proprio mestiere.
Immaginiamo il caso, e abbiamo avuto importanti casi in passato, di imprenditori che magari lavorano prevalentemente con il pubblico e che quindi, in un certo momento della loro vita, improvvisamente non possano più lavorare perché hanno un parente che occupa un'alta carica politica.
Questo è un problema serio, perché io credo che se chi decide non è il diretto interessato, ma ci sono altri filtri e strumenti di garanzia, non dovrebbe essere inibito o impedito ad un imprenditore di continuare a lavorare.
Ci troviamo di fronte ad una potenziale inopportunità politica ed anche a due certezze: che lo stesso Comitato, in tema di incarichi professionali ha affidato incarichi professionali pesanti (345 milioni su 708) a due ex Consiglieri comunali del Comune di Torino, appartenenti al partito di riferimento del Sindaco. Non voglio spingere una cosa né l'altra; dico solo al Presidente ed anche ai colleghi - perché è l'Associazione che muove il Comitato e nell'Associazione ci siamo tutti, cioè ci sono gli enti pubblici visto che Torino 2006, intesa più come Comitato che come Associazione avrà verosimilmente in mano un grossissimo salvadanaio, perché ci auguriamo tutti che Torino possa diventare la sede. Noi da oggi, proprio perch casualmente sono emerse queste situazioni, dobbiamo porci il problema di come, un Comitato autonomo ed indipendente, ma nominato dagli Enti pubblici e che lavora con soldi pubblici, controllare che questi soldi pubblici senza interferire nella giusta sfera di autonomia del Comitato, vengano spesi, secondo metodi trasparenti, valutando anche le professionalità di coloro ai quali vengono affidati incarichi, forniture o quant'altro.
Sottopongo adesso questo problema, che reputo importante, perché quello che oggi fa parte delle nostre schermaglie politiche e delle nostre polemiche, domani potrebbe diventare - ci auguriamo tutti, l'ho detto prima qualcosa di più.
Questo Comitato potrà gestire tanto; allora come possiamo assicurare da una parte, la giusta sfera di autonomia - ci mancherebbe altro - una sorta di Consiglio d'amministrazione, di Comitato promotore, che però ha la possibilità di spesa, e, dall'altra, assicurare la trasparenza, senza andare a dire: "Ma comunque il Comitato è autonomo"? Proviamo ad individuare una strada. Personalmente, lascerei la proposta ai responsabili apicali degli Enti di riferimento: al Presidente della Regione, al Sindaco di Torino, alla Presidente della Provincia.
Io non so se in questo Comitato - come Comitato promotore ma con capacità di spesa - non possano essere inseriti funzionari o dirigenti dei tre Enti, che abbiano il ruolo principale e prioritario di assicurare, ad esempio, che gli incarichi vengano affidati con le stesse garanzie e gli stessi obblighi che vengono imposti alle Pubbliche Amministrazioni o agli Enti locali nel momento in cui danno delle consulenze o degli incarichi.
Ciò non per creare una sorta di Autority, perché non ci fidiamo - lungi da me quest'idea! - ma perché ritengo che, quando si parla di soldi pubblici, la trasparenza sia un assioma che non possa essere superato.
Cerchiamo dunque, fin da subito, visto che abbiamo avuto l'occasione di sollevare in più sedi questo problema, di assicurare la trasparenza a monte su un'operazione che è grossa, che è importantissima per Torino e per il Piemonte, che merita di essere valorizzata, potenziata, diffusa il più possibile, facendo però in modo che non venga esposta neanche al dubbio che non sia condotta in modo corretto.
Concludendo, la richiesta che faccio a lei oggi, Presidente (ma si pu allargare tranquillamente anche ai responsabili politici degli altri Enti) è quella di creare un filtro tale che la spesa, la congruità e la trasparenza della spesa di soldi pubblici da parte di un Comitato che autonomo è e tale deve rimanere, in qualche modo venga garantita e che gli Enti locali che conferiscono il contante al Comitato possano, in qualsiasi momento, controllare e rendere i rispettivi Consigli, ma anche i cittadini piemontesi, edotti sulla congruità, sulla trasparenza e sulla correttezza delle spese che vengono fatte.
Credo che sia una norma di tutela per tutti noi e per il progetto, ed anche - credo - per la serietà dell'impiego del denaro pubblico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente Ghigo, se lei non fa l'ingenuo - e credo che non lo faccia allora non sia ingenuo e verifichi un po' cosa si muove attorno all'esercizio delle sue responsabilità.
Faccia questa verifica, perché ricordo che, già tempo fa, incappammo in un episodio poco edificante a proposito di un'amicizia che, se ben rammento, millantava qualche credito: verifichi un po' i suoi comportamenti e quelli di chi può dire di stare nella cerchia delle sue conoscenze.
Secondo. Presidente, a questo punto, lei deve rispondere alla domanda che ha formulato. Lei ha il dovere di rispondere. Non può un pubblico amministratore lavorare esercitando l'interesse pubblico con questo dubbio nella testa. Presidente, non può: se lo deve togliere, e lo deve togliere a tutti noi.
Vado un po' a memoria, ma penso di essere preciso. Lei ha formulato la domanda: "E' corretto che una persona che è parente di una persona che fa politica venga penalizzata?".
Questo non può essere un interrogativo che lei lancia e lascia in quest'aula. No: è lei che governa. E' lei che deve rispondere a questo interrogativo, che tiene, in altra forma, il seguente interrogativo: "E' scorretto che una persona, che è parente di una persona che fa politica venga accreditata, venga facilitata?". E' la stessa cosa.
Allora, Presidente, si chiarisca le idee. A mio modo di vedere, si autosospenda per qualche giorno, si guardi intorno, faccia le verifiche e torni in quest'aula rispondendo lei a questa domanda, in modo tale che tutti noi possiamo conoscere quale sia la sua linea di interpretazione del ruolo di amministratore pubblico in funzione delle relazioni amicali e parentali che lei intrattiene.
Quindi, secondo me, Presidente Ghigo, bisogna sciogliere questo punto interrogativo che lei ha portato in quest'aula, non altri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Non pensavamo neanche stamattina, quando sentimmo il quesito sollevato dal collega Cavaliere, di dover intervenire e già oggi stesso su tale questione. Ma visto che il quesito è stato sollevato, visto che il Presidente ha dato, direi in modo chiaro e preciso, una risposta, ritengo doveroso intervenire.
Ho ascoltato il collega Ghiglia, del quale peraltro condivido la proposta sul fatto che, per quanto riguarda le Olimpiadi del 2006, possa essere intrapresa un'azione tendente ad escogitare un metodo che sia al di sopra di quesiti di questo tipo, ma in forma molto più amplificata vista la dimensione economica.
Sul fatto specifico, però, quando il collega Ghiglia afferma che sulla questione esistono due certezze e un sospetto, io dico che, secondo noi esistono tre certezze, perché penso che il sospetto sia da rigettare.
Quando il Presidente dice: "Io faccio parte, con il Sindaco e altre figure istituzionali, del Comitato d'onore, ma è l'Associazione che gestisce amministrativamente", penso proprio che la responsabilità amministrativa, con tutto quel che ne consegue, sia in capo all'Associazione; a meno che non si insinui, come il Consigliere Cavaliere ha fatto: "Però, all'interno dell'Associazione ce n'è uno di Forza Italia...".
Personalmente non so chi sia, non so se è di Forza Italia, non so nulla; ma allora - scusate - all'interno di Finpiemonte? Anche lì ci sono il Presidente e i membri nominati dal Presidente della Giunta o dal Consiglio. E all'interno dell'IPLA? E all'interno dell'IRES? E all'interno del CSI? Scusate! A questo punto, il parente di un politico... Poi si tratta di stabilire fino a che grado di parentela occorre risalire: moglie, fratello figlio, nonno, zio, amico, ecc. E l'amico, a che grado di parentela lo equipariamo? Vorrei capire se in Piemonte, che è in crisi, quante delle imprese che esistono ancora possono partecipare a gare o ad appalti, o comunque aspirare ad avere delle commesse. Penso che se ci si addentra su questa strada...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, non tanto l'intervento del Presidente Ghigo, ma l'ultimo intervento e quello del collega Ghiglia mi inducono ad esporre due brevissime considerazioni, perché mi pare veramente fuori luogo quello che ha detto poco fa il Capogruppo di Forza Italia relativamente a questa vicenda, che non mi pare una vicenda eclatante. Non so se ancora vale un principio che dovrebbe essere il principio fondante dell'impegno politico perché se non vale più allora può succedere di tutto, c'è il Far West; nel senso che se non vale più qualche principio di fondo, si possono confondere le proprie vicende personali con le vicende politiche. Invece credo che continui ad esistere sempre un principio fondamentale: chi ha fatto la scelta dell'impegno politico ha una responsabilità in più rispetto all'elettore, rispetto al cittadino semplice. Se manca la percezione che chi ha fatto questa scelta ha una responsabilità in più, si può allora ritenere che tutti gli impegni di un politico siano un impiccio. Chi assume l'impegno politico - e non vuole essere una predica - è sottoposto ad un giudizio pesante sul suo operato da parte dell'opinione pubblica. Quindi chi assume l'impegno politico sa che questo impegno è pagato, quindi il fatto che si ponga la domanda quasi come per dire "Volete mica che mia moglie, mio figlio..." è incompatibile sul piano etico. Non sto parlando di questioni giuridiche, perché sul piano etico è così. Bisogna sempre, per quello che possiamo, eliminare qualsiasi sospetto nell'opinione pubblica che ci giudica molto severamente, per ciò che facciamo; bisogna eliminare tutti i sospetti laddove è necessario e, laddove è necessario, compiere degli atti che possono essere anche per certi aspetti inutili e forti, per bisogna compierli.
Laddove può esserci questo sospetto, bisogna evitare assolutamente il parente, l'amico, il figlio, il fratello, la moglie, la convivente. Questo è fondamentale. Le democrazie più mature sotto questo aspetto sono rigidissime.
Immaginate che cosa sarebbe successo per un caso come questo negli Stati Uniti d'America, se la moglie di Clinton avesse fatto una cosa simile: si sarebbe sollevata l'opinione pubblica generale, moralista finch si vuole, fino a giungere al punto di chiedere addirittura le dimissioni del Presidente. E' successo per questioni più banali, ma anche per faccende così semplici certe democrazie mature vanno fino in fondo.
Sono rimasto stupito, Presidente, non tanto per le risposte che lei ha dato, che mi pare siano risposte più che precise, ma per il fatto che lei ha giudicato il comportamento della sua consorte non errato. Se alle cose che lei ha detto e ha giustificato avesse aggiunto che è stato un comportamento sbagliato, che non deve più succedere, che è stato commesso un errore, non sarei neppure intervenuto, lo confesso. Io credo che un giudizio di questo tipo deve essere dato; sono cose che non devono succedere, perché questi principi non possono passare e laddove succede bisogna censurare.
Con il mio intervento voglio censurare questo comportamento, non perch immagino che sia capitato chissà che cosa, ma perché alcuni comportamenti sono censurabili sul piano politico e non devono accadere. Chi assume l'impegno politico sa che deve pagare qualcosa in più rispetto al cittadino; va bene nell'impresa, va bene nel tipo di attività che lei svolgeva prima come professionista, ma non nell'impegno pubblico. Non è la prima volta, Presidente - non nella sua persona - che ci siamo trovati di fronte a casi simili.
Ritorniamo ad un giudizio di carattere etico sui nostri comportamenti perché questo comportamento probabilmente non è perseguibile sul piano legale, ma sul piano etico, se non c'è una condanna precisa, continuo a ritenerlo un fatto di una certa gravità.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Dico subito, anche per brevità, che condivido pienamente l'intervento del collega Saitta. Noi ci troviamo a discutere di un fatto concreto che il collega Cavaliere, venuto a conoscenza di alcuni elementi, ha posto a lei Presidente, ed al Consiglio. Discutendo del fatto concreto, invochiamo principi e valutazioni: tutte questioni fondamentali nella vita politica perché lei sa bene, Presidente, che l'essere titolari di cariche soprattutto a certi livelli di responsabilità e anche di immagine, inibisce altre possibilità. Guai se non avessimo presente questo. Le inibisce giuridicamente, deontologicamente e politicamente. Se non abbiamo altri elementi da cui trarre la nostra valutazione, c'è un principio che, almeno fino a questi giorni, non è stato mai disconosciuto da parte di nessuno tanto meno in quest'aula, ed è il principio della limpidezza: la limpidezza di ogni atto, di ogni fatto, che contraddistingue il comportamento civile sociale, politico ed amministrativo dell'uomo politico.
Dell'intervento del collega Gallarini voglio ricordare un passaggio perché in parte mi ha stupito: "fino a che grado di parentela o di amicizia". Il principio della limpidezza suggerisce fino al grado grazie a cui persone traggono, dall'essere amici, parenti o partecipi di aspetti della vita e del ruolo del personaggio politico, vantaggi oggettivi che non devono diventare privilegi.
Presidente Ghigo - mi rivolgo anche al Presidente Deorsola, che a volte è un giurista fine - è lecito discutere tra il vantaggio e il privilegio? Possiamo distinguere tra il vantaggio e il privilegio? Perché il vantaggio è una circostanza oggettiva, essere Presidente del Consiglio ed essere Presidente della Giunta è un dato oggettivo, ma costituire attorno ad esso dei privilegi per una cerchia di persone, nella propria area politica familiare o sociale di riferimento è un passaggio inammissibile.
Giustamente il collega Saitta faceva riferimento al diritto non scritto che è insito nel DNA della cultura politica degli americani, cose che da noi non si ammetterebbero mai, però deontologicamente non c'è scampo, c'è un giudizio inappellabile e accettato come tale.
Sono un po' preoccupato dal fatto che oggi i Consiglieri Ghiglia e Gallarini abbiamo in qualche modo - su sollecitazione del Presidente, e di questo mi rammarico...



GALLARINI Pierluigi

Non è stato il Presidente...



RIBA Lido

E' stato sollecitato da un passaggio del Presidente che si è posto una domanda in termini retorici, ma che poi diventa un quesito politico e su questo voglio rapidamente soffermarmi. Mi domando se sia lecito inibire a chi in qualche maniera ha l'avventura o la disavventura - dipende dalle circostanze, nel suo caso sicuramente la buona avventura - di far parte dell'area, della parentela, delle conoscenza, l'opportunità, la possibilità di agire liberamente sull'area delle circostanze, del commercio...la mia risposta è assolutamente sicura: c'è un principio di limpidezza che impone un'autolimitazione, anche se non esiste una legge in merito.
Guai se non ci fosse nella legislazione un'area di opportunità che costituisce il DNA, il patrimonio culturale, ideale e morale del comportamento politico. Tant'è Presidente che credo non ne fosse a conoscenza. Credo che se lei fosse stato interpellato avrebbe detto no.
Oppure no? Una cosa è discutere di una questione imbarazzante - sicuramente per il Consiglio lo è - per ciò che si viene ad apprendere. Ma ricordatevi che non siete in presenza di un'opposizione sanguinaria o giacobina abbiate pazienza - ci potranno essere dei tratti di durezza, ma l'opposizione ha sempre dimostrato di avere il senso dell'istituzione anche quando questo comporta sacrificare libertà di parte per l'assunzione di un comportamento di corresponsabilità istituzionale: vorrei che questo fosse chiaro.
Non è il caso, è sbagliato, è pericoloso porre la questione in termini di sfida; il collega Ghiglia è intervenuto dicendo: "ecco la degenerazione! mi dispiace usare questo termine - io ti soccorro subito, viene qui costituiamo un elemento di solidarietà..."; e no, in questi giorni forse si vive anche di peggio! Ma noi non possiamo accettare questo. Posso capire se spiegata, illustrata, ammessa una circostanza inopportuna, assolutamente garbata, e magari anche improvvida, ma guai se volessimo trarre da questo la legittimazione della specie. Non credo fosse questo, ma ci tengo a sottolinearlo, perché la specie di quel tipo di comportamento è assolutamente incompatibile, incoerente, inaccettabile, quindi impraticabile.
Queste sono le cose che la circostanza ci impone di considerare attentamente. Per concludere, Presidente, scelga lei, valuti lei come intende proporre al Consiglio regionale una scelta, un comportamento, un atto riparatore di una circostanza per la quale viene addebitata fino ad un certo punto, ma che costituisce, oggettivamente, un vulnus su un debito, e il Consiglio valuterà e considererà. La cosa più sbagliata sarebbe quella di dire che non esiste un elemento che colpisce la trasparenza che è un principio al quale non si deve derogare né credo che qui si intenda fare.
Per quanto riguarda il riferimento scespiriano, riferito alla moglie di Cesare che non basta essere virtuosi, ma bisogna anche dimostrarlo, in questa circostanza è necessario non dimostrare il contrario.
Il mio Gruppo è in attesa che lei, Presidente, interpreti la vicenda in modo diverso, risponda in modo assolutamente negativo rispetto alla giustificazione del caso teorico e esponga al Consiglio che comportamento intende assumere, individui insomma un percorso utile a rimediare al vulnus che è intervenuto con queste vicissitudini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Sarò molto telegrafico su questa delicata vicenda sollevata dal Consigliere Cavaliere.
Credo, per evitare equivoci e sospetti che si debbano rendere note le scelte che si intende assumere in preparazione delle Olimpiadi, che saranno sicuramente una delle questioni più importanti per la Regione Piemonte.
Credo che si debba sapere quali incarichi l'Associazione Torino 2006 intende affidare e quali ditte la Consulta intende incaricare, tutto ci per evitare equivoci e sospetti. Per cui applicare il principio della massima trasparenza. Inoltre, chiedo al Presidente che questi elementi che ho sottoposto vengano resi noti e soprattutto si sappia, a livello settimanale, l'intendimento dell'Associazione Torino 2006 per dare massima trasparenza e serietà a questo problema che potrebbe comunque trovare sempre equivoci e sospetti che secondo me non è corretto alimentarli.
Questa sarebbe una proposta corretta e seria che andrebbe a vanificare qualsiasi tipo di sospetto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Indubbiamente c'è vasto imbarazzo nella riflessione che stiamo facendo.
L'episodio portato all'attenzione dell'aula da parte del collega Cavaliere è proseguito con alcune osservazioni del collega Ghiglia. Non sto assolutamente ponendo sullo stesso piano questione che non conosco, pongo un'unica questione: la corretta gestione del denaro pubblico. Considerato anche il fatto che siamo ai primi passi di una vicenda che sarà molto lunga, per cui se vogliamo utilizzare al meglio le riflessioni che l'episodio portato dal Consigliere Cavaliere ci fa discutere e che le osservazioni del Presidente della Giunta regionale dal suo punto di vista hanno cercato di chiarire, dobbiamo in qualche modo dare delle valutazioni e trarne qualche conclusione.
Le valutazioni. Indubbiamente, rispetto all'episodio sollevato dal collega Cavaliere, ci troviamo di fronte ad una palese inopportunità. Io sono portata a pensare che se il Presidente della Giunta avesse saputo questo per tempo (voglio dargli questa buona fede) probabilmente avrebbe detto "lasciamo perdere". Quindi ritengo che siamo di fronte ad una palese inopportunità.
L'antico interrogativo "i parenti sono penalizzati?" è un interrogativo che ha di per sé una risposta perché chiaramente i parenti devono astenersi dalla gestione di denaro pubblico, direttamente o indirettamente. Su questo non ci sono dubbi: si deve prenderne atto (faccio mie le osservazioni che ha fatto il collega Saitta, che poi ha ripreso in parte Riba), direi che fa parte di qualche cosa di ampiamente scontato. Però io non mi fermerei qui e valutando anche alcune osservazioni che in sede comunale sono state fatte e che il collega Ghiglia ha voluto richiamare in quest'aula (secondo me vanno esaminate anche quelle perché possono rappresentare dei problemi) proprio perché siamo all'inizio di questo percorso, Presidente, io qualche suggerimento mi permetterei di darlo, per conoscere prima di tutto rispetto a questa associazione quali persone ci sono e come ci sono arrivate, cioè si fa un concorso? C'è una designazione? Come ci si arriva? Sono per fiducia? Posso far fare una domanda se qualcuno mi chiede? Come vedete, la questione è complessa. Se noi non poniamo subito adesso, delle certezze rispetto al modo con il quale ci si muove, di qui al 2006 chissà che marea di errori faremo.
L'altra questione è quella delle procedure, che è anche importante. Io sono una che quando ha un pezzo di carta in mano lo legge, allora di queste due lettere (faccio salve le osservazioni che lei ha già fatto di tipo politico sull'opportunità) mi ha colpito quella del 9 giugno. Questa lettera, da chiunque sia scritta, è curiosa perché dice "Con la presente vi confermiamo il vostro gradito ordine per 30.000 distintivi" e poi in quella sede gli fa il prezzo. C'è qualcosa che non è chiaro perché normalmente chi conferma un ordine ha già fatto il prezzo prima.
Anche qui mi sono posta degli interrogativi: questa associazione manda delle lettere per fare gli ordini? A chi le manda? Con quali criteri? Di ditte che fanno distintivi o quant'altro in Piemonte ce ne sono diverse.
Quali caratteristiche devono avere? Devono essere iscritte a un qualche Albo? Anche qui le procedure dobbiamo in qualche modo metterle in campo o farle mettere in campo, altrimenti ritengo che di inopportunità rischiamo che ne facciamo talmente tante che alla fine passeremo al fronte della credibilità.
Dato che bisognerà gestire, come già ricordava il collega Ghiglia che segue anche la questione dal lato del Comune di Torino, molte risorse economiche, se le si gestisce con questo livello di incertezza si finirà per cadere in una serie di pesanti equivoci, poi il primo può essere un incidente, il secondo può essere una non avvedutezza, ma bisogna procedere correttamente e rimettersi in carreggiata se questo è necessario.
Questo è indubbiamente un episodio di inopportunità, ma scopriamo oggi che quando si ha una funzione pubblica e si ha un livello di responsabilità, si è sottoposti a qualsiasi forma di attenzione, a qualsiasi forma di controllo, a qualsiasi forma di critica, per cui chiaramente bisogna comportarsi in un determinato modo e anche chi ci sta vicino deve comportarsi in un determinato modo. Per cui alcune cose che in alcune circostanze si potrebbero fare, se si è il marito, la moglie o il figlio di chi ha una funzione di carattere pubblico non si possono più fare.
Cogliamo questa vicenda per stabilire le procedure: conoscere meglio chi è lì dentro, perché ci è arrivato, come, altrimenti il sospetto, il dubbio, l'interrogativo, diventa pressocché infinito. Perché non c'è soltanto l'interrogativo di chi è direttamente in prima persona protagonista di un comportamento, ma c'è poi l'infinita interpretazione del mondo che ti circonda. Giustamente lei ha detto "io non ho mai agevolato n fatto pressioni", per carità, ma il soggetto "xyz" che prende questa cosa e cammina in uffici, vede persone, ecc., si sente magari titolato a ritenere che tutta una serie di comportamenti possano essere stati messi in piedi e quindi ecco perché talvolta è necessario, anzi sempre è necessario usare il massimo dalla prudenza. Poi non se ne usa mai abbastanza in questo mondo però comunque, ripeto, cogliamo questa vicenda per stabilire delle procedure, per stabilire dei comportamenti e per avere un livello di conoscenza forse più approfondito di come si arriva in questo ente, di come ci si sta, del perché ci stanno alcuni e perché non ce ne stanno altri, e quindi potere in qualche modo dare quella trasparenza che è indispensabile da tutte le parti, ma che diventa a maggior ragione indispensabile in una vicenda che è ai primi passi e che ha un lungo percorso di gestione delicata, difficile, di risorse e di comportamenti politici e amministrativi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Sarò brevissimo. Sono anch'io d'accordo con quanto diceva la collega Spagnuolo a proposito delle procedure e delle regole: sicuramente vanno osservate in maniera molto rigida, soprattutto poi se si è anche amministratori. Credo però che nella fattispecie il Presidente abbia dato con chiarezza ogni spiegazione su questo caso, per cui ritengo che non si debba parlare né di vicenda né di caso, quindi parole come "vasto imbarazzo", vulnus, mi sembrano assolutamente fuori luogo.
All'ultima domanda che ha rivolto un po' provocatoriamente il Presidente, cioè se un famigliare dovesse essere più penalizzato solo perché è un famigliare di un amministratore, io, al contrario del collega Chiezzi, mi sento di dire assolutamente no. La moglie, il fratello, il figlio o il padre di un amministratore pubblico, se hanno un'azienda devono continuare a esercitare tranquillamente l'attività d'impresa.
L'impresa deve continuare perché significa lavoro per molte famiglie significa quindi garantire un minimo di vita a molte più persone di quelle che si immaginano. L'importante è osservare delle regole precise, essere alla pari con tutti e non avere quindi alcun tipo di privilegio. Mi pare che il Presidente su questo abbia fatto piena chiarezza.
Mi sento quindi di dare questa risposta al Presidente: la consorte, se svolge attività d'impresa, continui a farlo tranquillamente, anche in rapporto con la Pubblica Amministrazione. Naturalmente questo deve avvenire alla pari con tutti e con l'assoluta osservanza di ogni procedura e di ogni regola che spettano già agli altri imprenditori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, io non avrei voluto assolutamente intervenire su una vicenda che pur nella sua delicatezza non mi pare possa raggiungere l'esorbitanza di un dibattito quale si sta svolgendo in questo momento però lei ha posto una domanda alla quale io credo che si debba rispondere.
Innanzitutto pregherei lei stesso di prendere atto della inopportunità di questo fatto, perché credo che questo possa significare già non solamente la sua correttezza nei confronti di questo Consiglio, ma possa togliere anche tutto quel velo di sospetti che potrebbe incidere proprio sul fatto in se stesso.
Quanto poi ha detto poco fa il collega Cavaliere, ripetuto dal Presidente Ghigo, non è un fatto letterario come potrebbe far capire la questione della moglie di Cesare. Lo voglio ricordare solamente perch questo può portare ad una valutazione diversa, non è un testo letterario, è un adagio che c'era già in quei tempi, nei tempi di una monocrazia assoluta, che però era già allora presente nella sensibilità della gente ed apparteneva alla costituzione materiale, non solo delle persone che comandavano, ma anche di quelle che erano vicine ai posti di comando.
Questo non vuole significare un escursus letterario, ma che da allora dai tempi ancora precedenti, c'era questa sensibilità per cui la domanda che lei si è posto è una domanda alla quale lei stesso avrebbe dovuto dare una risposta ben precisa ed inequivoca, perché è una domanda che tocca singolarmente e collettivamente la deontologia, non solamente politica, ma professionale di tutti.
Detto questo, capisco che ci possa anche essere una concezione privatistica dell'istituzione e quanto ha ricordato un momento fa il collega Ghiglia mi porta a fare una considerazione molto banale: due eventuali colpe non fanno un'assoluzione.
Quanto il collega ha ricordato riguardo all'Associazione Torino 2006 mi porta a condividere le sue riflessioni sull'autolimitazione del potere pubblico nei confronti delle iniziative che lo stesso mette in campo, sia pure con l'ipocrisia di affidarlo ai privati, anche perché i privati nell'immaginario collettivo, sono assolutamente indipendenti da tutto: indipendenti dalla via parentale, dalla via amicale, dai favori, per via di una sfera platonica dura e pura che non ha mai alcun contatto con la realtà.
Ebbene, Presidente, occasionalmente sono stato presso l'Associazione Torino 2006 ed ho visto una lottizzazione selvaggia (e potrei citare i nomi e i cognomi).
Quale gestione abbiamo (non nel senso parentale o amicale) di Torino 2006? Quale presenza abbiamo in questo organismo che dovrebbe avere delle magnifiche sorti per arrivare alle Olimpiadi, quando invece vediamo che tutti sono incasellati, nomi e cognomi, e tutti, al di là dei Consiglieri che io non conosco, che ha citato il collega Ghiglia, appartengono ad una famiglia politica ben precisa? Il problema diventa allora diverso; certo, il caso sollevato (senza essere amplificato in maniera ultronea) sottolinea che ci poniamo nella considerazione di essere trasparenti, di trovare nella trasparenza la legittimità del nostro potere e del nostro governo. Poi, però, alcune persone, unte dal crisma della cosiddetta indipendenza e della cosiddetta laicità nei confronti del potere politico, si possono permettere qualunque cosa, in sede propria ed in sede di gratificazione di coloro che li hanno nominati.
Nei confronti di quanto è stato detto sulle procedure e sulle regole: le procedure e le regole, proprio perché viviamo in questo Paese, sono l'ennesima bardatura - anche in questo caso, come per il Salone del Libro il Salone della Musica, ecc. - di un potere che non si fida di se stesso e che pertanto crea ancora i cavalli di crisi nei confronti della gestione del potere, in quanto la delega che è stata data alle persone che dovrebbero esercitarlo, probabilmente per una motivazione o per l'altra non risponde a quello che sarebbe il corretto esercizio del potere.
Sono stati evidenziati - mi pare che anche il collega Salerno l'abbia ricordato - i problemi su cosa deve fare un politico, o perlomeno un parente nei confronti di un politico, che esercita per legittimità del suo mandato elettorale una determinata responsabilità: si deve astenere.
Io so che è un fatto molto schematico, anche crudele, ma se ci sono delle imprese che vivono sul mercato e vogliono esercitare, attraverso canali diretti o obliqui - facciamo dei discorsi di carattere generale Presidente - quella che potrebbe essere una rendita di posizione attraverso la via parentale o la via amicale, si devono assolutamente astenere.
D'altra parte, la politica non è un obbligo e certamente, mentre impone alcuni diritti, pone anche dei doveri e i doveri - per carità, nessuno vuole fare il censore - sono innanzitutto quelli di distinguere la sfera pubblica dalla sfera privata.
Se tutto questo può servire per ricapitolare alcuni principi elementari del nostro comportamento pubblico, io ringrazio coloro che l'hanno sollevato perché attraverso questo si potrà individuare, al di là di alcune ipocrisie, un cammino più corretto e meno obliquo di quanto può essere stato fatto in passato.
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Cercherò di essere breve.
Dopo cinque mesi trascorsi a discutere sul bilancio, dopo due mesi per risolvere la crisi, mentre speravamo di poter iniziare ad approvare importanti ed urgenti provvedimenti, ritorna a sorpresa in aula il clima del sospetto, clima che noi respingiamo con forza.
Prendiamo atto delle parole del Presidente, riconosciamo la sua buona fede e la sua correttezza nel sottolineare l'inopportunità dell'episodio.
L'etica comportamentale è per noi la prima irrinunciabile metodologia di approccio alla cosa pubblica. Etica che va estesa a tutto l'ambiente in cui il politico vive ed opera. Una riflessione: amplificare questi episodi senza prima verificarne l'esatta e puntuale portata, contribuisce solo ad aumentare la disaffezione del cittadino verso la vita politica. Mi chiedo se questo episodio, non per nasconderlo, ma per approfondirlo, non potesse essere portato in discussione alla riunione dei Capigruppo, verificarne la portata ...



CAVALIERE Pasquale

Bisognerebbe portarlo alla Commissione parenti ...



PRESIDENTE

Non abbiamo quella Commissione! Continui, Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Al di là del risultato di visibilità che si può avere, bisogna anche valutare i danni che episodi del genere hanno come ripercussione sull'opinione pubblica. Trovo triste che un Consiglio regionale debba improvvisare delle riflessioni su argomenti che invece devono trovare spazio nelle sedi opportune.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ringrazio innanzitutto la Consigliera Cotto, perché, tra tutti, sembra essere l'unica ad aver colto nelle mie parole una dichiarazione esplicita di inopportunità su quanto è avvenuto.
Poiché altri interventi hanno sollecitato una dichiarazione in questo senso da parte mia (pensavo di averla già espressa nel mio intervento precedente), la riconfermo, dicendo che se io avessi saputo, avrei giudicato totalmente inopportuno questo aspetto, come d'altro canto ho fatto in altre situazioni.
Ringrazio il Consiglio per avere investito nei miei confronti una considerazione di buona fede e di estraneità a qualsiasi tipo di pressione riguardo a parentele strette, parentele larghe o parentele a lunga gittata.
Culturalmente ho interpretato il ruolo amministrativo che mi è stato assegnato nel modo più trasparente e con una certa disponibilità, facendomi sovente anche qualche nemico a forza di dire no o di non dare delle risposte. Ritengo, però, che questo sia lo spirito giusto col quale mi sono accinto a coprire il mio ruolo e in questo senso voglio continuare.
L'episodio è sicuramente inopportuno, trarrò le dovute considerazioni e trasferirò queste mie considerazioni a chi di dovere.
L'altro aspetto che è stato sollevato credo che sia importante, perch non vi nascondo - e questo lo devo dire per onestà intellettuale - che in un'ultima riunione, avvenuta qualche giorno fa, il Sindaco Castellani, la Presidente Bresso e il sottoscritto si sono posti proprio questo problema e si sono detti: "Ma su questi soldi che il Comitato gestisce in maniera autonoma, non ci sarà poi" - siamo stati preveggenti - "qualcuno che viene a chiederci come mai qua, come mai là, ecc.?".
Questo aspetto ce lo siamo posto e, in tal senso, stiamo predisponendo un meccanismo, nel rispetto dell'autonomia del Comitato; ricordo che è il CONI che chiede questa autonomia di gestione, cioè il Comitato deve avere un'autonomia di gestione.
Per quanto riguarda le considerazioni fatte dal Presidente Picchioni queste mi trovano chiaramente concorde, nel senso che ogni tanto si va oltre e si danno delle interpretazioni strumentali; il fatto comunque rimane e non possiamo certo permetterci che, chi esce dalla logica di appartenenza politica o di rappresentanza amministrativa, possa poi in realtà, a nome e per conto degli amministratori, comportarsi in maniera non ortodossa rispetto alle regole dell'Amministrazione.
Credo che presto, avendo ancora per fine settimana una riunione proprio su questo tema con il Sindaco e la Presidente Bresso, potrò rappresentare in quest'aula il tipo di meccanismo di controllo e di verifica ipotizzato e pensato con le tre Amministrazioni, che chiaramente sono quelle che elargiscono risorse finanziarie a questo Comitato e che hanno, se non altro, non dal punto di vista strettamente procedurale, ma dal punto di vista etico, nei confronti dei cittadini e della trasparenza della spesa delle risorse pubbliche, il compito di vigilare.
Questo lo dobbiamo fare, e credo che lo faremo. Nel momento in cui questo meccanismo sarà costituito e articolato, relazionerò all'interno del Consiglio le decisioni assunte insieme al Sindaco e alla Presidente della Provincia.
E' sicuramente nostro interesse - e questo lo dico pure al collega Ghiglia, perché lo hanno affermato anche il Sindaco Castellani e la Presidente Bresso - che tutta l'operazione Olimpiadi 2006 viva nella totale trasparenza e che non possa essere addebitato agli Enti pubblici alcunch nel senso che non ci sia discredito.
A questo proposito, condivido in parte anche quanto detto dalla Consigliera Cotto, nel senso che dobbiamo porci questo necessario obiettivo di far sì che l'opinione pubblica incominci o ricominci ad avere più considerazione nei confronti dell'Amministrazione. Questo sicuramente è un fatto, un percorso che insieme, credo, dobbiamo porci come obiettivo.
Comunque, ribadisco, si è trattato di un fatto inopportuno; prender provvedimenti in questo senso.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, sto presentando un ordine del giorno annesso alla discussione che abbiamo avuto.



PRESIDENTE

Un ordine del giorno?



CHIEZZI Giuseppe

Discutiamo da quattro ore: io presento un ordine del giorno. Come dite? Due ore? Bene, due ore.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno lo deve far pervenire alla Presidenza, non...



CHIEZZI Giuseppe

Un ordine del giorno collegato alla discussione...



PRESIDENTE

Se ritiene di presentarlo, siamo qui, però...



CHIEZZI Giuseppe

Sta arrivando, Presidente.



PRESIDENTE

Lo presenti e lo porremo in votazione.



CHIEZZI Giuseppe

Intanto lo illustro, così risparmiamo tempo.



PRESIDENTE

Prego, lo illustri.



CHIEZZI Giuseppe

Tra gli argomenti che sono stati portati in quest'aula, al di là dell'episodio inopportuno dal quale ha preso avvio la discussione, mi sembra che siano molto importanti quelli relativi alle attività dell'Associazione Torino 2006.
L'ordine del giorno richiede che questa Associazione renda noti, ad oggi, tutti gli incarichi, i contratti, le consulenze, tutte le cose fatte con l'indicazione dei destinatari, dell'importo e via dicendo relativamente a tutti i contratti o gli atti contrattuali realizzati sino ad oggi; inoltre impegna l'Associazione Torino 2006, in modo periodico (una volta alla settimana, ogni 15 giorni, una volta al mese, veda lei), a rendere noti pubblicamente tutti gli atti che compie.
Mi pare che questo sia l'unico modo per evitare controlli in Commissioni e bardature varie: semplicemente si invita l'Associazione a farci sapere come procede e cosa fa. Mi sembra che sia l'unico modo per dare risposta ad alcuni interventi sia di maggioranza che di minoranza.
L'ordine del giorno dice semplicemente questo: è un invito all'Associazione. Un invito.



PRESIDENTE

Non essendo ancora pervenuto il documento, sospenderei i lavori per qualche minuto, in modo che sia possibile esaminare il testo.



(La seduta, sospesa alle ore 18.00 riprende alle ore 18.10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'ordine del giorno n. 819 è così articolato: "Il Consiglio regionale invita l'Associazione Torino 2006 a rendere noti i contratti, gli incarichi, le consulenze, gli acquisti e tutte le attività contrattuali sinora realizzate a rendere noti periodicamente tali atti per tutta la durata della propria attività".
Il documento porta la firma dei Consiglieri Chiezzi, Simonetti, Moro Spagnuolo, Riba, Cavaliere, Ghiglia, Gallarini, Casari, Cotto e Montabone.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta. Prego.



SAITTA Antonino

Presidente, ho sentito l'esposizione in termini sintetici del collega di Rifondazione, Chiezzi, a proposito di questo ordine del giorno. Non ho sottomano il documento, però lo ricordo a sufficienza, anche perché il Presidente Deorsola l'ha letto poco fa; mi chiedo se si possa raggiungere l'obiettivo della trasparenza con un ordine del giorno, che è un atto politico di invito che viene fatto all'Associazione, oppure se per raggiungere quello stesso obiettivo non si debbano realizzare gli strumenti che abbiamo a disposizione dal punto di vista amministrativo.
Adesso non ho a disposizione gli elementi completi e chiari, ma mi pongo questo problema, e giro il quesito al Presidente e a chi della Giunta è a conoscenza del problema: l'Associazione Torino 2006 sarà costituita credo, attraverso un atto di fondazione, quindi attraverso uno Statuto che sarà stato sottoscritto, depositato dal notaio, ecc. dove c'è la Regione la Provincia e il Comune.
Normalmente, quando si costituisce un'Associazione con questa finalità gli Enti pubblici vogliono mettere in piedi, realizzare uno strumento agile e flessibile, che eviti il perpetuarsi delle lungaggini burocratiche dell'Amministrazione pubblica. Normalmente è così, e credo che questo sia stato l'obiettivo; diversamente, si fanno i Consorzi tra Regione, Provincia e Comune. E' quindi una gestione che ha sì caratteristiche pubbliche, ma tendenzialmente di tipo privatistico (normalmente è così, altrimenti non avrebbe senso).
Allora io mi chiedo questo: ci interessa l'obiettivo della trasparenza? E' vero che le questioni, come abbiamo visto, oggi sono più che pubbliche ma se ci interessa l'obiettivo della trasparenza completa e totale, mi chiedo se lo strumento più adatto a tale scopo sia quello, oppure il ricorso alle procedure, cioè se sia meglio rendere pubblico un elenco oppure mettere in piedi procedure che garantiscano maggiormente la trasparenza. Se l'obiettivo è questo, collega Chiezzi, io chiedo che la Regione, il Comune e la Provincia rivedano se sia più opportuno mantenere quello strumento, oppure se bisogna metterne in piedi un altro. Pongo quindi un quesito, in sostanza, sulla modalità più utile per raggiungere quell'obiettivo. Non è sufficiente un semplice invito se le procedure sono di tipo privatistico, per cui, prima di esprimere un'opinione su quell'ordine del giorno, di cui condivido l'obiettivo, bisogna chiarire se la modalità è quella oppure un'altra, perché se è un'altra trasformiamo l'Associazione e facciamo un consorzio tra Regione, Provincia e Comune. Non mi pare che questo sia l'obiettivo, però probabilmente il Presidente ci pu dare qualche informazione precisa per poterci esprimere nel merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io condivido le osservazioni del collega Saitta e aggiungo che le documentazioni devono essere da noi richieste, con ordine del giorno, alla Giunta la quale, con delibera, ha costituito l'Associazione con gli altri Enti pubblici, quindi è la Giunta regionale che richiede e fornisce su sollecitazione del Consiglio.
La seconda considerazione è che nulla vieta alla Regione di devolvere quanto si riterrà opportuno e quanto già si è devoluto all'Associazione con alcune prescrizioni, cioè che si applichino le normative sugli appalti.



PRESIDENTE

Cortesemente scrivete le modifiche.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io ho suggerito la sottoscrizione anche da parte dei componenti della mia maggioranza dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi dove si "invita". Credo che inserire ulteriori elementi possa avvenire in una fase successiva, al momento in cui rappresenterò i percorsi, ma per quanto riguarda l'inserimento di elementi su un organo che obiettivamente può essere tutelato in questo momento o verificato, non so rispondere. Deve rimanere comunque autonomo: noi possiamo "invitare", ma non possiamo imporre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Infatti, Presidente, la modifica va più nella direzione che dice lei perché il Consiglio regionale invita la Giunta regionale a rendere noti i contratti stipulati dall'Associazione 2006, quindi li chiederà all'Associazione, la quale potrà darli oppure no. Infine "a rendere noti tali atti...", come Giunta e "ad impegnarsi affinché l'Associazione segua per i contratti legali e gli acquisti le modalità pubbliche di spesa".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Io ho sottoscritto quell'ordine del giorno, ma non sono d'accordo su questo emendamento, perché ho sollevato anche prima con altri le esigenze e le necessità di trasparenza. Noi non possiamo impegnare la Giunta a coartare le volontà di un Comitato a cui comunque anche il CONI richiede un'autonomia, perché stiamo andando oltre le nostre possibilità e soprattutto in questo momento, arriviamo a ledere assolutamente e completamente quell'autonomia che il Comitato ha. Io ho firmato l'ordine del giorno anche se era un po' pleonastico ed era pleonastico perch chiunque di noi ha diritto di avere e di ricevere tutte le informazioni del caso su partecipate, collegate, finanziate dagli Enti pubblici; l'ho firmato per un'esigenza di trasparenza.
Condivido il fatto che debbano essere forniti gli incarichi, però con questo emendamento si annulla l'autonomia del Comitato. Secondo me è eccessivo, perché togliamo completamente qualsiasi potere al Comitato: allora lo sciogliamo, facciamo un comitato di enti, facciamo fuori i privati, gli indicati che abbiamo ritenuto persone tecnicamente in grado di svolgere quel compito e ci sostituiamo completamente a loro, ma ne facciamo una cosa diversa. L'ordine del giorno primigenio va bene perché le esigenze di trasparenza sono trasversali e comuni, ma questo no. Se questo emendamento dovesse essere votato noi non saremmo d'accordo per i motivi che ho esposto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Sono d'accordo a lasciare l'ordine del giorno così come l'aveva proposto il collega Chiezzi e come l'abbiamo firmato, anche in considerazione del fatto che in III Commissione - non so se il collega Cavaliere ne fa parte o meno - è stato già richiesto un incontro con l'Associazione 2006 e mi pare che sia già anche stato programmato perch c'era unanimità rispetto a questa richiesta. Non so per quando è stato calendarizzato l'incontro, ma dobbiamo abituarci a rispettare il lavoro delle Commissione e aspettare il momento giusto per poi eventualmente approfondire altri aspetti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Chiedo che l'audizione della III Commissione sia congiunta ai Capigruppo per l'importanza del problema e delle questioni emerse anche oggi.



PRESIDENTE

Credo che la Presidente della Commissione non abbia difficoltà ad accogliere tale richiesta.
La parola al Consigliere Picchioni



PICCHIONI Rolando

C'è anche la Commissione cultura.



PRESIDENTE

Potrebbe essere una congiunta anche con la Commissione cultura e con tutti i Capigruppo.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

In merito all'ordine del giorno ho posto dei quesiti al Presidente Ghigo sulla natura giuridica dell'Associazione Torino 2006 che, ovviamente non è un ente pubblico perché altrimenti non si sarebbe costituita l'Associazione Torino 2006. Le risposte non sono pervenute, per cui essendo l'ordine del giorno l'unica modalità con la quale i Consiglieri possono avere maggiore trasparenza rispetto all'attività dell'Associazione Torino 2006, il nostro voto sarà favorevole. Sottolineo che l'obiettivo che interessa il Consiglio regionale non è soltanto raggiungibile con questa modalità, ma forse con un ripensamento complessivo sulla natura giuridica dell'Associazione Torino 2006.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo per dichiarazione di voto.



SPAGNUOLO Carla

Intendo fare una dichiarazione di voto favorevole a questo ordine del giorno che, peraltro, ricalca alcuni aspetti anche dell'intervento fatto prima dal nostro Gruppo. Nel senso che l'esigenza di avere note le caratteristiche con le quali opera questa associazione e il personale che vi opera è un'esigenza immediata.
Appositamente non abbiamo proposto un emendamento al primo comma di questo ordine del giorno, perché se avessimo inserito le parole "rendere noti entro 30 giorni i contratti", avrebbe assunto una specie di caratteristica quasi vessatoria nei confronti di questa Associazione.
Noi, comunque, voteremo l'ordine del giorno, ma con la richiesta al Presidente del Consiglio regionale - l'ordine del giorno verrà senz'altro inoltrato all'Associazione - che, nel momento in cui si va a comunicare di questa indicazione del Consiglio regionale che il tutto pervenga nell'arco di un tempo breve. Se i dati giungessero alle fine di settembre, anche la seconda parte dell'ordine del giorno verrebbe meno e quindi i vari Gruppi si sentirebbero liberi di assumere altre iniziative di carattere politico e amministrativo. Per cui esprimo il mio voto favorevole, richiedendo nel contempo al Presidente del Consiglio di chiedere all'Associazione Torino 2006 che questi dati ci pervengano in un tempo congruo, che non può essere oltre la ripresa dei lavori del Consiglio nel mese di settembre, in modo da poter approfondire una questione, quella di come si muove tale Associazione, di come vengono spesi i fondi. Considerato il fatto che in quest'aula opportunamente si è parlato di lottizzazione selvaggia.
Pertanto, vorremo avere questi dati per poterli approfondire, facendo carico a lei, Presidente del Consiglio, di farsi interprete di questi tempi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Voterò questo ordine del giorno con una sola perplessità che non so se sia la stessa che aveva il Consigliere Cavaliere prima quando ha detto che sarebbe stato opportuno che fosse la Giunta ad acquisire la documentazione il Consigliere Ghiglia si è detto contrario.
Non vorrei - certamente la mia firma non è ispirata ad affossare un'attività che sta svolgendo l'Associazione 2006 - che noi svolgessimo un'azione in quest'aula che avrebbe come fine e come traguardo quello che ha avuto Juvecentus. Noi non possiamo far apparire all'esterno le negatività rispetto ad un lavoro che sta svolgendo e ad un traguardo che si deve per forza raggiungere che è quello di avere in Piemonte le Olimpiadi del 2006.
L'invito rivolto all'Associazione a rendere noti i contratti - a mio avviso li deve rendere noti alla Giunta regionale che poi darà le informazioni a tutti i Consiglieri nelle Commissioni che lo richiederanno non è soltanto riferito alla documentazione, ma anche alla programmazione che ha questa Associazione nel merito dell'acquisizione delle Olimpiadi.
Non vorrei che questo dibattito nuocesse all'attività che l'Associazione sta svolgendo, perché sarebbe un danno gravissimo per il Piemonte. Io mi preoccupo moltissimo di questo fatto. Quindi chiederei ai colleghi che hanno firmato questo ordine del giorno di ripensare per un attimo - come richiesto per altri motivi dal Consigliere Cavaliere - che sia la Giunta a richiedere questa documentazione, così come la Giunta è l'organo che ha deliberate il contributo all'Associazione, dopodiché la Giunta venga a relazionarci sull'attività svolta dall'Associazione.
Altrimenti noi facciamo veramente un caso all'esterno e non all'interno del Consiglio regionale.
Questa è una sottigliezza che mi è venuta in mente adesso, ma noi non possiamo, visto che l'azione politica ha come scopo ultimo quello di acquisire le Olimpiadi, permettere che attraverso discussioni di questo genere non si acquisisca poi il risultato.
Vi prego quindi di soffermarvi un momento, al di là delle cose che possono venire nell'immediato in mente, su questa considerazione.
Ultima questione. L'ordine del giorno che ha presentato il Consigliere Chiezzi ci ha permesso di spostare un po' l'argomento che abbiamo trattato fino a qualche minuto fa. Però anche le audizioni che si faranno nelle Commissioni, qualunque esse siano, devono essere tendenti alla conoscenza di quello che sta svolgendo dal punto di vista programmatico l'associazione, non può essere quello il momento dell'acquisizione dei dati, per esempio contrattuali ed altri; quelle sono conoscenze che devono venire in altro modo. Vi prego soltanto di riflettere su questo aspetto.



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo intende intervenire subito.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Chiedo scusa ai Consiglieri che si erano prenotati per parlare, ma desidero intervenire subito prendendo proprio spunto da alcune considerazioni fatte prima dal Consigliere Saitta e queste ultime fatte dal Consigliere Montabone. E' vero che l'ordine del giorno invita l'associazione e di conseguenza non è un ordine perentorio né tanto meno un vincolo, è un invito, però obiettivamente le riflessioni fatte dal Consigliere Montabone mi hanno portato a fare alcune considerazioni e a chiedere di intervenire perché a parte l'aspetto giuridico che è un ente pubblico-privato e di conseguenza ha un regime specifico, io mi permetterei di fare una proposta, non venendo chiaramente meno alla volontà e alla disponibilità a far sì che ci sia nell'ambito del Consiglio un approfondimento e una spiegazione. Mi domando se il Consiglio non possa ritenere sufficiente l'impegno da parte mia a relazionare su questo argomento, in ordine a quella necessità che prima vi ho espresso, che è emersa anche da parte degli altri organi istituzionali che fanno parte di questo Comitato, di intraprendere un percorso che tuteli tutti. Questo perché ritengo che fare emergere all'esterno delle interpretazioni che possano nuocere a questo Comitato nella sua corsa all'ottenimento della candidatura di Torino per le Olimpiadi del 2006 potrebbe obiettivamente essere un danno che il Piemonte in questo momento non si merita. Di conseguenza mi permetto di porre a tutti la riflessione magari di soprassedere per quanto concerne la votazione dell'ordine del giorno e attendere che io faccia una comunicazione più dettagliata e specifica su quelli che sono gli elementi che Comune, Provincia e Regione hanno intenzione di assumere per tranquillizzare le varie assemblee su quello che sta succedendo in Torino 2006.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Evidentemente la riflessione che ha fatto cambiare in parte parere al Presidente merita, credo, una riflessione ulteriore da parte dei Gruppi che dopo la sottoscrizione dell'ordine del giorno da parte del Presidente della Giunta hanno aderito all'ordine del giorno stesso.
Il mio intervento però voleva solo specificare il perché la III Commissione voleva interloquire con il Comitato Torino 2006. L'intento era del tutto positivo, nel senso che in quella sede (III Commissione) si è discusso anche della ripercussione, in positivo sempre, riguardante il turismo e la valorizzazione del nostro Piemonte. La Commissione desidera incontrare il Comitato per avere dallo stesso delle indicazioni rispetto all'attività che l'Assessorato al turismo intende svolgere. L'Assessore adesso è stato nominato, ma pare del tutto estraneo all'argomento e questo devo dire mi dispiace, però - ripeto - il problema era quello della valorizzazione del Piemonte e dell'aiuto che il Consiglio regionale anche su questo fronte poteva dare per affermare la leadership del Piemonte nella conclusione che speriamo tutti positiva per poter ospitare le Olimpiadi.
Questo era l'intento e non altro. Io devo però dire che se l'interesse della Giunta è quello espresso oggi dal neo-Assessore al turismo francamente non ci scalderemo nemmeno come III Commissione troppo per specificare questo aspetto che era tutto - lo ripeto ancora una volta - in positivo.



PRESIDENTE

Se posso riassumere il suggerimento del Consigliere Montabone e la dichiarazione del Presidente Ghigo, chiederei all'aula se è possibile rinviare la votazione di questo ordine del giorno alla relazione che il Presidente Ghigo si è impegnato a svolgere in tempi brevi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Presidente della Giunta, questo ordine del giorno potrebbe trasformarsi in "invita la Giunta regionale a rendere noti i contratti, gli incarichi le consulenze e tutte le attività sinora realizzate dall'associazione Torino 2006", oppure ad "acquisire" invece di "rendere". Dopodiché una volta acquisiti il Presidente o l'Assessore potrà relazionare in merito senza darne una rilevanza esterna, perché altrimenti "rendere noti" cosa vuol dire? Che li diamo a tutti quelli che passano?



RIBA Lido

Noi intendiamo informare il Consiglio.



PRESIDENTE

Chiedo al primo firmatario, Consigliere Chiezzi, se intende fare delle precisazioni.



CHIEZZI Giuseppe

Nessuna precisazione, voglio solo illustrare ai colleghi il senso della proposta che è il seguente.
Abbiamo avuto un dibattito su un tema importante che ha interessato tutti. Durante il dibattito è emersa la volontà di prestare attenzione all'attività di un'associazione che penso sia regolata dal diritto privato associazione che ha avuto anche pesanti apprezzamenti nella sua gestione da parte di un collega, non da parte nostra.
Bene: finito il dibattito, vista l'attenzione che tutti i colleghi hanno dato all'attività di questa associazione, sia dalla maggioranza che dalla minoranza, come chiusura di questo livello di discussione, non di altri, ma di questo livello il Consiglio regionale ha discusso, mi sembrava opportuno che il Consiglio regionale, non la Giunta o le Commissioni, che sono altre forme di intervento che non escludo, ma che adesso non ritengo affrontabili, che - ripeto - il Consiglio regionale chiedesse o invitasse che è il termine più sobrio, meno invasivo, l'associazione a far cosa? A rendere noti i contratti. Volutamente non si è scritto "noti a chi", perch a questo livello io ritengo che il Consiglio regionale, se lo ritiene debba semplicemente invitare questa associazione a rendere note le cose che noi riterremmo interessanti sapere; rendere noti a chi? L'ordine del giorno si ferma anche su questo, in questa fase, nel senso che intende sollecitare l'associazione a rendere noti dei risultati. A chi? Vediamo l'associazione a chi ritiene di renderli noti! Non è che noi la obblighiamo a renderli noti ai quotidiani, alla televisione, alla Giunta, al Consiglio, ai Capigruppo! Noi però invitiamo a renderli noti perché riteniamo importante alla fine di questa discussione, almeno formulare un invito molto, molto pacato; a stasera.
Poi, cosa debba fare la Giunta, cosa possa fare, questi sono argomenti che richiedono a mio giudizio un esame più approfondito e sui quali posso essere anche d'accordo. Però deve essere il Consiglio che invita, perch impegnare la Giunta è un passaggio diverso. E' più invasivo, è come dire: "Pensavo non fosse utile rappresentare".
Viceversa, penso sia utile che tutto il Consiglio faccia quel minimo passo nella libertà dell'Associazione per sapere e valutare la reazione dell'Associazione stessa. Essa può non rispondere all'invito, pu rispondere in modo insoddisfacente; almeno tiriamo un filo di colloquio da parte nostra nel rispetto delle rispettive prerogative, responsabilità e codici di diritto civile.
Come diceva la collega Spagnuolo, se la risposta non arriva alla riapertura dei lavori previsti per il mese di settembre, potremo considerare che l'invito non è stato accolto. A quel punto, i Gruppi decideranno di chiedere, di non chiedere o di cambiare la natura dell'Associazione.
Io rimarrei su questo ordine del giorno molto sfumato, che è volutamente sfumato perché è il primo passo di attenzione nella libertà dell'Associazione di fare o non fare, perché politicamente è importante capire se, di fronte ad un invito di questo genere, l'Associazione risponde o meno e cosa risponde.
Per questa sera non riesco né voglio andare più in là di questo primo passo che, pur sobrio, considero molto importante.
Manterrei, dunque, il documento, senza drammatizzare il problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Vorrei pregare il Consigliere Chiezzi e i proponenti dell'ordine del giorno di soprassedere allo stesso, per l'incidenza esterna.
Stiamo molto attenti perché è un passo che potrebbe essere male interpretato.
Se mi permettete un consiglio, io seguirei un percorso più morbido.
Nella Commissione congiunta, III e VI (attività produttive e cultura e sport), si potrebbe prevedere un'audizione, anche prima della fine del mese.
Successivamente, a seguito di quanto emergerà dall'audizione, il Consiglio potrebbe riunirsi per prendere una decisione in merito, decisione che potrebbe ribadire l'ordine del giorno oppure prevederne uno completamente diverso.
Io sono stato d'accordo con il Consigliere Chiezzi e gli altri firmatari del documento, perché mi sembra che corrisponda perlomeno alle esigenze critiche e soprattutto di trasparenza.
In questo momento, però, penso che sarebbe giusto un passo preliminare che potrebbe concretarsi in un'audizione che le Commissioni congiunte potrebbero sostenere.
Invito il Consigliere Chiezzi a prendere in considerazione questa procedura, proprio per evitare che al di fuori di quest'aula ci siano delle strumentalizzazioni che potrebbero essere negative come ripercussione sull'attività e soprattutto sulle funzioni dell'Associazione Torino 2006.



PRESIDENTE

L'intervento dell'On. Picchioni riprende in qualche modo l'intervento del collega Montabone. La mia proposta è di accantonare, per il momento, la votazione su questo ordine del giorno ad un fatto successivo: l'audizione nelle due Commissioni, con i rappresentanti dell'Associazione Torino 2006 che potrebbe essere la forma più estesa, o eventualmente una relazione del Presidente Ghigo, comunque successivamente all'audizione nelle due Commissioni.
Penso si possa chiedere in questo senso, se il Consigliere Picchioni è d'accordo, come mozione sospensiva. L'aula, comunque è sovrana e il mio invito segue anche le considerazioni svolte dalla Consigliera Spagnuolo che aveva svolto delle valutazioni in ordine alla tempistica.
Intendo dire che, se l'invito viene rivolto oggi o tra dieci giorni comunque prima della fine del mese, quei tempi potranno essere rispettati.
Se verrà formalizzata una mozione sospensiva, parleranno un Consigliere a favore ed uno contro.
Ha chiesto la parola, per fatto incidentale, il Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ritengo che le preoccupazioni dei colleghi Picchioni e Montabone siano superate dalla situazione che ha indubbiamente gettato, non dico un'ombra ma dei problemi sui passaggi iniziali del Comitato Torino 2006.
Penso che, nell'interesse dello stesso Comitato, si debba subito fugare ogni dubbio, rispondendo all'invito del Consiglio regionale di rendere pubbliche al Consiglio stesso le procedure ed il lavoro svolto.
La preoccupazione credo sia superata dagli eventi: non siamo stati noi ad aver messo in difficoltà le Olimpiadi del 2006. Penso che qualcun altro le metta in difficoltà con certi atteggiamenti.
Ritengo, perciò, opportuno votare l'ordine del giorno (che non toglie e non aggiunge alcunché a quanto è successo oggi) e proseguire poi il ragionamento.



PRESIDENTE

Vorrei arrivare ad una conclusione. Chiedo di mettere in votazione l'ordine del giorno, così com'è stato firmato da tutti. Sarà la prudente valutazione anche del Presidente del Consiglio...



RIBA Lido

Chiedo la parola, Presidente.



PRESIDENTE

Certo; io ho fatto una proposta, può anche valutare questa mia proposta.



RIBA Lido

Sì, io ho firmato l'ordine del giorno, quindi non sono contrario a chiudere il dibattito con un documento che assuma qualcosa di utile per il Consiglio regionale.
Però, alla luce del dibattito e delle discussioni che sono avvenute, mi pare opportuno considerare concretamente un'ipotesi.
Siamo partiti dalla circostanza che nell'ambito della parentela del Presidente Ghigo c'è stata un'iniziativa tesa ad ottenere un incarico da parte dell'Associazione Torino 2006. Questa iniziativa è stata giudicata del tutto inopportuna da parte del Presidente Ghigo ed è una questione che riguarda il Consiglio regionale ed i rapporti all'interno dello stesso.
L'ordine del giorno - scusa Chiezzi, vorrei anche la tua opinione, dato che voi l'avete proposto e noi l'abbiamo sottoscritto. Però, a questo punto chiediamo al Comitato gestore delle iniziative per le Olimpiadi 2006 di assumere una linea di comportamento particolarmente definita e decisa da noi come Consiglio regionale sulla base della nostra opportunità. Io avevo inteso che deve essere reso noto al Consiglio regionale, ma non vedo come lo possa erga omnes (attraverso quali meccanismi, come pubblicazioni su Gazzette Ufficiali). Essendo la Regione un soggetto partecipe dell'iniziativa, mi pare sia del tutto congruo, nel senso che è un atto interno in quanto noi siamo membri del Comitato di iniziativa e Consiglieri regionali informati di questo. Certo è che se utilizziamo nei confronti del Comitato un'iniziativa che è discriminante rispetto ad altri soggetti ai quali partecipiamo e versiamo contributi, probabilmente c'è da chiedersi perché questo tipo di iniziativa è così organizzata ad personam e ad hoc.
Data la rilevanza esterna e trattandosi di un soggetto di iniziativa piuttosto importante, credo che una riflessione sull'opportunità di questa iniziativa la dobbiamo fare. Questo senza escludere di dare una risposta all'esigenza che noi abbiamo di avere delle informazioni più precise, più circostanziate e magari di porre degli indirizzi e delle indicazioni perch è nel nostro diritto ed è anche probabilmente opportuno farlo. Anch'io mi preoccuperei di non produrre un'iniziativa che non c'entra più niente con quanto avevamo oggi all'o.d.g., dunque dell'opportunità di un certo comportamento e di una certa pratica, che si sposta su un altro piano e che al limite sembra addirittura mancare di collegamento con quello che discutiamo oggi.
Pertanto, la riflessione sulle modalità per ottenere le informazioni che ci servono ed averne costantemente senza discriminare nessuno mi sembrava essere nelle intenzioni del Presidente quando poneva l'opportunità di sospendere e di decidere dopo aver sentito ed ascoltato. Io chiederei ancora una riflessione su questo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Non so se è l'ora tarda o il caldo o se in quest'aula perdiamo un po' il senso della realtà, perché ormai quel che è stato fatto è stato fatto colleghi. Davanti al TG3, a La Stampa, a Repubblica, per due ore di seguito, con argomentazioni alcune pesantissime e altre più lievi, si sono posti dei problemi al Comune di Torino sul modo con il quale si procede rispetto ad alcuni comportamenti, e non solo su quelli, dell'Associazione Torino 2006; poi, alle ore 19, scopriamo che forse stiamo facendo qualcosa che potrebbe danneggiare il Comitato per le Olimpiadi.
Sono due ore che stiamo dicendo di tutto; mi permetto di dire che ormai i buoi sono usciti dalla stalla. Probabilmente, se andiamo a vedere il TG3 non abbiamo più bisogno di votare o non votare l'ordine del giorno; dal momento che si è parlato per due ore in questi termini di questa questione i benefici o i danni che dovevamo produrre li abbiamo prodotti. Adesso si tratta semplicemente di dare gambe amministrative, il più possibile con equilibrio, a tutta una serie di richieste, perché non è meno dannoso - mi permetto di dirlo ai colleghi, che pure sono saggi colleghi - che l'incontro con il Comitato 2006 venga tenuto dalla III Commissione piuttosto che dalla VI, perché a questi signori del Comitato, che saranno seduti nella Sala Morando davanti ad una ventina di Consiglieri regionali si porranno interrogativi di un certo tipo, ma non so nemmeno quali e come.
Ormai, nel bene o nel male, quello che doveva essere prodotto è stato prodotto; se questa sera ci fermiamo e in qualche modo l'argomento verrà ripreso, non lo sarà in termini meno aspri, ma semplicemente per la seconda volta. A me sembra che probabilmente noi stessi sottovalutiamo la portata delle cose che facciamo. Nel momento in cui la questione è stata sollevata ma anche al Comune di Torino sono stati posti degli interrogativi che peraltro ritengo legittimi come i nostri - ci assumiamo la responsabilità di averlo fatto in quest'aula, al Comune di Torino, sui giornali e in televisione, cioè di avere affrontato le questioni attinenti all'Associazione 2006. Sappiamo che ci può essere un margine per cui si potrà dire che vengono posti in discussione profili di legittimità o di chiarezza o trasparenza della spesa, ma l'abbiamo detto esattamente per due ore davanti ad un nugulo di giornalisti che raramente vediamo così attenti.
A questo punto, quello che doveva essere prodotto, nel bene e nel male è già sotto gli occhi di tutti; in una prossima seduta riprodurremmo il danno o il risultato positivo. E' stata presentata un'iniziativa; se a questo punto si chiede di fermarla, coloro che sono convinti che effettivamente deve essere votata produrranno un'azione politica ancora più forte per cercare di arrivare alla votazione, perciò suggerirei di votare ed affrontare i problemi per quelli che sono. Purtroppo, se ci sono state delle leggerezze, delle inopportunità e delle inadeguatezze le registriamo con grande dispiacere, ma non possiamo evitare di farlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Condivido le considerazioni fatte dalla Consigliera Spagnuolo. Aggiungo inoltre che poiché è noto che questo ordine del giorno è stato presentato il non votarlo rischia di mettere ulteriormente in luce negativa leggi che non hanno alcun risvolto negativo. Le cose che chiediamo rischiano di essere interpretate nel modo sbagliato.
Al di là di questo, volevo invece fare delle considerazioni su un altro aspetto. Credo che una volta avviata una discussione, quando a monte non si è deciso di sospendere o rinviare, quando gli ordini del giorno che qualcuno ritiene di presentare arrivano alla fase conclusiva, si possono approvare o respingere, ma non si può non votarli. L'ordine del giorno non è una legge del cui esame chiedi la sospensione; l'ordine del giorno è un atto individuale o collettivo di alcuni Consiglieri e la votazione non pu essere sospesa dalla maggioranza.
Quando un gruppo di Consiglieri chiede la votazione di un ordine del giorno non si può arrivare ad una sospensione del voto. Se creiamo precedenti di questo tipo, i singoli Consiglieri delle minoranze non potranno più presentare ordini del giorno, perché la maggioranza pu decidere di sospenderli e di rinviarli. Quindi, sugli ordini del giorno decidano i firmatari. Se tutti i firmatari lo revocano, bene, ma se un firmatario chiede che si mantenga, lo si vota.



PRESIDENTE

Non vorrei intervenire sulle questioni tecniche sollevate perché ogni ordine del giorno può essere portato in votazione. Io avevo già cercato di porre in votazione questo ordine del giorno: credo che a questo punto siano superflui ulteriori approfondimenti.
Pongo in votazione l'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte invita l'Associazione Torino 2006 a rendere noti i contratti, gli incarichi, le consulenze, gli acquisti e tutte le attività contrattuali sinora realizzati a rendere noti periodicamente tali atti per tutta la durata della propria attività".
E' richiesto l'appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 33 voti favorevoli 32 voti contrari 1 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'ordine del giorno è approvato.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame proposta di legge n. 295: "Norme per il recupero a fini abitativi di sottotetti"


PRESIDENTE

Chiedo all'aula se è disposta a portare a compimento la proposta di legge n. 295, di cui al punto 5) all'odg. Mi dicono di no, allora riprenderemo i lavori domani mattina con questa proposta di legge.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Volevo informare il Consiglio che domani, purtroppo, devo presiedere la Commissione tecnica-urbanistica con un o.d.g. nutrito, Commissione da tempo convocata. Ovviamente non mi oppongo alla discussione, anche se sar assente.



PRESIDENTE

Se c'è il numero legale io sono disponibile ad andare avanti nei lavori. Questa settimana di ulteriore approfondimento non ha portato a delle soluzioni condivise? La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Sono grato al Consiglio per aver presentato, nella scorsa seduta, degli emendamenti, in quanto ciò ha permesso di svolgere il dibattito che è servito come occasione di riflessione. Gli elementi che ritenevo ostativi sono superati, intendo proporre, avendo fatto le dovute verifiche con gli uffici e con altre Regioni, di proporre al Consiglio regionale un emendamento con il quale si chiede di estendere la misura minima dei 2,20 metri per l'altezza media, così come per le altre misure, a tutti i Comuni.
Questa è una proposta che sottopongo all'attenzione del Consiglio.



CHIEZZI Giuseppe

Questo scardina tutto...



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Questo non scardina nulla.



(Voci in aula)



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Noi avevamo proposto l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento, Assessore Botta, è stato proposto in Commissione.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Abbiamo fatto le verifiche con le altre Regioni: ci sono altre Regioni che hanno adottato questo criterio. La mia preoccupazione la scorsa seduta era dovuta al fatto che temevo fosse ostativo in base al decreto ministeriale, non lo è, quindi il discorso si sposta sotto il profilo dell'opportunità. Pertanto mi sento di proporre al Consiglio questa proposta, dopodiché se il Consiglio non ritiene di doverla approvare vedremo.



PRESIDENTE

Vi prego Consiglieri di non parlare fuori microfono! Chiedo, per riordinare il fascicolo, se l'emendamento sostitutivo presentato dal Consigliere Montabone, Riba, Peano, Cotto e Grasso vive o viene ritirato.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Se i colleghi sono d'accordo, io lo manterrei.



CHIEZZI Giuseppe

Quello delle fasce altimetriche?



MONTABONE Renato

No, anziché quello delle fasce altimetriche, quello dei Comuni montani eventualmente integrato dalla proposta che fece l'Assessore Pichetto la scorsa volta che teneva conto dei Comuni non montani che però avevano delle case al di sopra dei 1000 metri, perché ritengo che i Comuni montani siano un riferimento certo (giusto o non giusto che ci siano alcuni Comuni reputati montani, ma almeno sono un riferimento certo).
E' giusto che in montagna ci siano dei parametri diversi per le mille cose che si potrebbero dire in questo momento e quindi io lo manterrei perché abbiamo un riferimento certo rispetto a questo, se i colleghi sono d'accordo.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



MONTABONE Renato

Siccome l'emendamento presentato dal sottoscritto, dai Consiglieri Peano, Riba ed altri, è stato presentato prima, è evidente che cade l'emendamento della Giunta, se viene votato quello, è evidente.



COTTO Mariangela

Non sono in contraddizione.



MONTABONE Renato

No, sono in contraddizione.



PRESIDENTE

Chiedo all'Assessore Pichetto, che interviene in veste di Consigliere su questo punto, se mantiene l'emendamento da lui presentato la volta scorsa.



PICHETTO FRATIN Gilberto

E' chiaro che se si torna alla formulazione precedente io mantengo l'emendamento che era una richiesta di riformulazione per evitare che ci fossero macchie non comprese (isole amministrative e queste altre aree).



MONTABONE Renato

E io come presentatore dell'emendamento accetto le ultime precisazioni fatte dal collega Peano.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Quindi a questo punto rimane integrato invece che "nei Comuni situati nel territorio delle comunità montane è ammessa", "nei Comuni montani e nei territori montani dei Comuni parzialmente montani". Io propongo una formulazione di questo genere oppure "al di sopra dei 1.000 metri".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Desidero intervenire su questo emendamento, che avevo scritto io firmato anche dai colleghi Pichetto e Montabone.
Se l'Assessore Botta è d'accordo su quell'emendamento ritiri i suoi e questo venga preso come atto proprio presentato al Consiglio e si voti.
Chiedo all'Assessore se ritiene di poterlo fare, decida lui.



PRESIDENTE

Mi scusi Assessore Botta, forse può essere opportuno sentire le valutazioni del Consigliere Saitta, se ritiene ancora di intervenire.



SAITTA Antonino

Sì.
Vorrei esprimere una considerazione su questo emendamento, anche se le procedure proposte dal Consigliere Montabone e dal Consigliere Peano possono essere attuate se questo consente di approvare la legge. Rispetto però a un generico giudizio negativo su questo maxi-emendamento le questioni sono due.
La prima riguarda l'altezza. Per quanto riguarda le altezze medie minime rispetto a posizioni emerse la volta scorsa, contenute per la verità nel testo originario, che diversificavano le altezze a seconda dell'altitudine stabilendo la quota di mille metri, era emersa la questione delle comunità montane e quindi di Comuni di altezza inferiore, addirittura parzialmente montani. Allora, parlandone con l'Assessore in questi giorni mi pare che la Giunta - è un po' questo il senso della proposta, credo a nome della maggioranza - abbia ritenuto di adottare una proposta che fa riferimento a una soluzione (per la verità non è che sia innovativa) già adottata - lo diceva prima nel suo intervento - dalla Regione Basilicata che di fronte alla difficoltà di definire i Comuni parzialmente montani...



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

Non c'è difficoltà, c'è la legge!



SAITTA Antonino

Aspetta! Io so che la tua posizione è diversa rispetto a quella dell'Assessore Botta.
Rispetto a questo problema, la Regione Basilicata ha adottato un criterio unificante. Quindi la Regione Piemonte, discutibile o meno la questione dei 2,20 m. (può essere 2,30 o 2,40), ha adottato la soluzione di un'altezza unica per tutti i Comuni della Regione. Questo è il primo aspetto, che si può modificare o meno, ma la proposta della Giunta è questa.
L'altro pezzo dell'emendamento al comma 4 è soltanto una proposta tesa a calcolare meglio dal punto di vista tecnico l'altezza media, quindi non è soltanto una media di altezze che è difficile calcolare anche in base alle caratteristiche del sottotetto, ma tenendo conto del volume, quindi mi sembra questo un fatto tecnico.
Per quanto riguarda invece l'altezza il problema esiste: se si vuole continuare a diversificarlo in base all'altezza o meno. E' chiaro che se si dovesse sostenere e se l'Assessore Botta è d'accordo, nel senso che la sua posizione è condivisa anche dai suoi colleghi, di tenere diversificate le questioni in base ai Comuni appartenenti alle comunità montane, il problema è risolto. A me pareva che il trattamento univoco fosse il più semplice però se gli Assessori che fanno parte della Giunta, che vedo molto in agitazione, hanno una posizione diversa da quella dell'Assessore Botta (non so qual è la posizione del Presidente Ghigo, ma gli Assessori Pichetto e Vaglio hanno una posizione diversa rispetto a quella dell'Assessore Botta) torniamo al testo originario! Mi sembra la cosa più logica tenere conto delle posizioni complessive della maggioranza.
Per quanto riguarda invece gli altri emendamenti concordo su questa precisazione del comma 6 dell'art. 3 e anche sull'emendamento all'art. 13 lettere c) e d), che semplifica la lettura e precisa meglio le questioni nel senso che non si fa soltanto riferimento alla questione del recupero ma evidentemente in modo preciso e puntuale agli interventi c) e d) richiamandoli come interventi e non come interventi di recupero, che era la dizione principale.
Quindi, il testo degli emendamenti richiama la questione sostanziale che è stata sospesa la volta scorsa sulla modalità di trattare in modo diverso i Comuni montani o meno. Dica bene la Giunta nel suo complesso perché può essere utile per arrivare a una conclusione.
Se la proposta dell'Assessore Botta non è condivisa totalmente dalla maggioranza, è chiaro che le questioni sono diverse.



PRESIDENTE

Informo l'aula che pochi secondi fa è pervenuto un certo numero di emendamenti, per cui l'ipotesi di riuscire a licenziare questa sera il provvedimento mi pare di difficilissima attuazione.
Chiedo pertanto alla Giunta, alla luce anche della presentazione di questi emendamenti, se ritiene di procedere oppure di disporre di un ulteriore momento di coordinamento e di riflessione.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

A questo punto accetto di ritirare l'emendamento al comma 4 e come aiuto direi che si può formulare in questo modo: "Nei Comuni montani e nei territori montani dei Comuni parzialmente montani, ai sensi delle vigenti leggi", questo è il suggerimento che mi dà l'Assessore alla montagna.



PRESIDENTE

Scusate, sospendo due minuti il Consiglio in modo da poter...



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

No, ma è molto chiaro.



PRESIDENTE

Vedo che ci sono delle difficoltà ...



(Commenti dell'Assessore Vaglio)



PRESIDENTE

Pensavo che fosse opportuno parlare con una voce sola.
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

Probabilmente c'è qualche difficoltà di trasmissione di conoscenza.
Allora, abbiamo una legge nazionale, la 1102, che ormai ha più di vent'anni. Abbiamo la legge regionale 28, che aveva visto come protagonista il collega Nerviani, che ha stabilito con chiarezza quali sono i Comuni montani e quali quelli parzialmente montani.
Nelle nostre leggi, nella 28 in particolare, abbiamo citato tutti i Comuni montani e tutte le particelle dei Comuni parzialmente montani che sono identificate come montane. Quindi, non Biella, che non è Comune montano, ma le aree di Biella che sono in montagna. Ad esempio, il Talucco quale pezzettino di terreno appartenente al Comune di Pinerolo che si trova in montagna. Dunque, è una legislazione certa.
Per questo motivo, colleghi, l'emendamento, così come proposto dall'Assessore Botta, su suggerimento del collega Montabone e degli altri colleghi firmatari, è esattamente definito ed ha trovato il parere favorevole anche da parte degli Uffici del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Sono anche disposta a prendermi dell'ignorante, perché nella realtà le spiegazioni che ha dato l'Assessore sono comunque utili. Quello che per voglio sottolineare è che, nonostante le spiegazioni, sono due indirizzi diversi: l'Assessore Botta ci indica l'ampliamento dell'agevolazione a tutto il territorio, mentre un altro Assessore della stessa Giunta ci dà un altro indirizzo.



PRESIDENTE

Io ho inteso che questo sia stato ritirato.



FERRERO Caterina

Prego la Giunta, quando si presenta, visto che diventa anche una posizione di maggioranza, di dare l'impressione di avere maggiori certezze.
Diversamente siamo un po' tutti imbarazzati.



PRESIDENTE

Chiedo all'Assessore Botta di precisare, in seguito, tale fatto.
L'emendamento presentato dall'Assessore Botta recita: "Al quarto comma dell'art. 1, il secondo periodo, sostituire la frase: 'Nei Comuni montani, nelle aree poste al di sopra della quota di 1000 metri sul livello del mare, può essere..." ed inserire: "Nei Comuni montani e nei territori montani dei Comuni parzialmente montani è ammessa".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Vedo che si ritorna sulla questione della volta scorsa. Se rimane l'unico emendamento (la Consigliera Benso aveva presentato degli emendamenti, mi sembra che li abbia ritirati), oltre a quello in coda al maxi emendamento relativo alla registrazione e alla conservatoria dei registri, il Gruppo di Rifondazione Comunista fa la seguente, brevissima e sintetica dichiarazione di voto su tutta la legge: si tratta di un provvedimento che si potrebbe chiamare "di bassa macelleria urbanistica".
Per questo motivo, non partecipiamo neppure al voto. Grazie.



PRESIDENTE

Possiamo considerare ritirati i suoi emendamenti, Consigliere Chiezzi?



CHIEZZI Giuseppe

Sì, Presidente.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, siamo tutti sufficientemente stanchi e desiderosi di dedicarci ad altre attività.
Riassumendo, il comma IV dell'art. 1 resterebbe così impostato: "L'altezza netta media interna degli spazi ad uso e abitazione, di cui al comma 2, lettera a), è fissata in non meno di metri 2,40. Per gli spazi accessori di servizio, indicati al comma II, lettere b) e c), l'altezza è riducibile a metri 2,20". Si elimina: "Nei Comuni montani, nelle aree poste al di sopra di quota 1000 metri sul livello del mare, può essere..." e sostituita con le parole: "Nei Comuni montani e nei territori montani dei Comuni parzialmente montani è ammessa, tenuto conto delle condizioni climatiche locali e della tipologia edilizia, una riduzione dell'altezza media, sino a metri 2,20 per gli spazi ad uso abitazione e a metri 2,00 per gli spazi accessori e di servizio". Il resto del comma resta invariato. La dicitura: "Tenuto conto delle condizioni climatiche" ha un senso logico perché è ammessa tenendo conto, quindi non è obbligatorio introdurla, ma è ammessa.
Considero ritirato l'emendamento sostitutivo presentato dal Consigliere Montabone, così come quello presentato dall'Assessore Pichetto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta, per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Credo che convenga, per chiarezza del testo, a questo punto, dopo "è ammessa", togliere "tenuto conto delle condizioni climatiche locali..."



PRESIDENTE

Ho chiesto all'Assessore, che mi ha detto di non essere favorevole.



SAITTA Antonino

Solo per capire perché mantenerlo, visto che abbiamo fatto riferimento ad una tipologia di Comuni chiara, come dice l'Assessore. A questo punto le condizioni climatiche non sono più una condizione; credo che per chiarezza converrebbe eliminare questo riferimento. Va bene? In questo modo, verrebbe cassato "tenuto conto delle condizioni climatiche locali e della tipologia edilizia".



PRESIDENTE

Chiedo alla cortesia dell'Assessore il testo chiaro, perché voglio che l'aula sia cosciente di quel che vota.



SAITTA Antonino

Scusi, Presidente, non vorrei sembrare pedante. La questione dell'altezza mi pare definita con queste precisazioni. C'è poi un'altra questione che, secondo me, bisogna recuperare perché è utile, anche questa per la chiarezza del testo: della proposta presentata dall'Assessore Botta bisogna recuperare la questione dell'altezza media interna, all'inizio dell'emendamento, dove si dice che "l'altezza media interna calcolata dividendo il volume interno lordo per la superficie interna lorda degli spazi ad uso abitazione" va a sostituire il testo originario al quarto comma, che inizia dicendo "l'altezza netta media interna degli spazi ad uso abitazione". Questo testo, in base alla proposta dell'Assessore Botta verrebbe sostituito da "l'altezza media interna...".



PRESIDENTE

Quello è stato ritirato, non c'è più.



SAITTA Antonino

Chiedo che venga recuperato perché è utilissimo...



PRESIDENTE

Chiedo alla cortesia dell'Assessore di riscrivermi questo testo.



SAITTA Antonino

Se si può seguire il testo presentato dall'Assessore, vediamo che indica un modo di calcolare la superficie e da esso bisognerebbe recuperare l'inizio, dove c'è scritto "l'altezza media interna calcolata dividendo il volume interno lordo per la superficie interna lorda degli spazi ad uso abitazione": un modo più chiaro per calcolare il volume. Secondo me, va recuperato quell'inizio, per poi riprendere "di cui al comma".



PRESIDENTE

Mi hanno presentato degli emendamenti che rendono più chiaro il testo.
Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ART. 1 Emendamento presentato dall'Assessore Botta: 1) sostituire la frase iniziale dalla parola "L'altezza" fino alla parola "abitazione" con la frase "L'altezza media interna, calcolata dividendo il volume interno lordo per la superficie interna lorda degli spazi ad uso abitazione".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Emendamento presentato dall'Assessore Botta: 2) all'art. 1, comma 4, sostituire le parole: "Nei Comuni montani sino a tipologia edilizia" con le parole "Nei Comuni montani e nei territori dei Comuni parzialmente montani..." Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 voti contrari 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 voti contrari 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Emendamento presentato dall'Assessore Botta: 3) al comma 1 dell'art. 3, le parole "essi sono classificati come recupero del fabbricato esistente ai sensi dell'art. 13, comma terzo lettere c) e d), della L.R. 5/12/1977 n. 56", sono sostituite dalle parole "essi sono classificati come interventi su fabbricati esistenti ai sensi dell'art. 13, comma terzo, lettere c) e d), della L.R. 5/12/1977 n. 56".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Emendamento presentato dall'Assessore Botta: 4) il comma 6) dell'art. 3 è sostituito con "Il contributo di cui al comma quinto è ridotto nella misura del 50% qualora il richiedente la concessione provveda, contestualmente al rilascio della concessione, a registrare e a trascrivere presso la competente conservatoria dei registri immobiliari dichiarazione notarile con la quale le parti rese abitabili costituiscano pertinenza dell'unità immobiliare principale".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 3 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 34 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 34 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Simonetti e Moro: 5) nuovo art. 6: "Le norme della presente legge non si applicano a recuperi abitativi di sottotetti realizzati precedentemente all'approvazione della presente legge".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questo emendamento, cari colleghi, non è altro che la traduzione in atto legislativo della volontà espressa da tutti coloro che sono intervenuti di non voler approvare una legge di sanatoria: questo lo hanno detto tutti. Tutti hanno detto che è una legge che, ovviamente, non pu essere una legge di sanatoria, perché se così si volesse, altra sarebbe la legge da approvare. Di fronte a dichiarazioni dei colleghi così chiare ed esplicite mi è sembrato - senz'altro Presidente non dolose - giusto presentare un emendamento atto ad evidenziare le loro preoccupazioni.
La Giunta dice che non approva l'emendamento. Chiedo all'Assessore Botta di spiegare all'aula perché la Giunta non approva l'emendamento.
Intende, l'Assessore, considerare questo emendamento favorevolmente? Intende l'Assessore considerare questa legge come una legge di sanatoria? Perché l'unico motivo che giustifica un voto contrario a questo emendamento è il pensiero di voler applicare una legge in sanatoria. Vogliamo essere coerenti con le cose che diciamo? Se affermiamo cose in contrasto le une con le altre, va benissimo, ma non facciamo il gioco delle tre carte! Gioco molto brutto, si fa solo in certi sottopassaggi.
Se si ritiene che questa legge possa essere applicata in sanatoria lo si dica. Se, viceversa, si dice che assolutamente la legge non può essere applicata in sanatoria lo si dica altrettanto onestamente.
L'emendamento è chiaro, chiedo alla Giunta perché non lo accoglie.
Chiederei anche al Presidente, dato che il tempo a mia disposizione sta per scadere, di finire l'illustrazione dell'emendamento dopo le precisazioni dell'Assessore Botta e di altri colleghi. Mi stupirei che questo emendamento non venisse approvato, stante le dichiarazioni dei colleghi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Motivo il parere negativo sull'emendamento presentato dal Gruppo di Rifondazione comunista. La legge, al comma tre, recita: "negli edifici esistenti a destinarsi in tutto o in parte a residenze è consentito il recupero, a solo scopo residenziale, del Piano sottotetto, purché risulti legittimamente realizzato alla data di entrata in vigore della presente legge." Quindi il recupero è sottotetto a concessione edilizia; per queste motivazioni il parere è negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Il collega Chiezzi utilizza un termine inopportuno rispetto ad una proposta che - ripeto - tende ad utilizzare dei volumi inutilizzati e non comporta un carico in termini di occupazione di nuovo territorio. Quindi rifiutando la definizione "di bassa macelleria" definizione che mi pare veramente esagerata e inopportuna, continuo a ripetere ciò che ho detto la volta scorsa: come proponente della legge ritengo che introdurre la proposta del collega Chiezzi significherebbe annullare la portata e il significato. Nel senso che queste norme si riferiscono all'utilizzo, al recupero a fini abitativi dei sottotetti esistenti sulla base di regolare concessione rilasciata al momento della concessione edilizia.
Il problema è di trattare dei sottotetti inutilizzati che hanno altezze diverse rispetto a quello che abbiamo previsto. Quindi non è questione di "bassa macelleria". Quanto propone il Consigliere Chiezzi tende ad annullare completamente il significato della normativa. Per cui come proponente, insieme agli altri colleghi, ritengo che, al di là di quello che è il parere della Giunta, non ritengo di accettare la proposta del collega Chiezzi, che mi sembra in contraddizione con tutto il discorso e il dibattito fatto finora.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Sostanzialmente, per ripetere quanto evidenziato dal collega Saitta: non si tratta di una legge di sanatoria.
Comunque, è una legge che non andrebbe mai a sanare degli abusi commessi precedentemente. Una sanatoria edilizia si contraddistingue perch può sanare degli abusi pagando un'oblazione; in questo caso, se qualcuno ha commesso un abuso edilizio, non può certo regolarizzarlo con questo tipo di legge. Quindi, qualora un procedimento penale fosse in corso, non viene certo interrotto dall'approvazione di questa legge. E' pertanto inopportuno inserire l'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi, perché la legge già è chiara nell'esplicitazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Probabilmente non mi sono spiegato bene, perché le risposte che ho sentito parlano d'altro.
Il tema è il seguente, comincio dall'Assessore Botta: questa legge si applica a sottotetti legittimamente costruiti? Ci mancherebbe altro! Non si può applicare a sottotetti illegittimamente costruiti. Allora, noi abbiamo l'edificio con il suo sottotetto legittimamente costruito. Questo non è contestato, ma questo dice una cosa: all'interno di questo sottotetto legittimamente costruito, con un'operazione di bassa macelleria urbanistica, si aumenta il carico urbanistico a danno dei cittadini. Non si aumenta l'impegno di terreno, ma anche il grattacielo non aumenta l'impegno di terreno e genera carico urbanistico. Allora, così come per il grattacielo occorrerebbe trovare i servizi in più che detto grattacielo richiede, così per migliaia e migliaia di insediati in più nei sottotetti bisognerebbe far lo stesso. Non lo si fa: bassa macelleria! Questa è un'opinione, inopportuna, ma - ahimè - è la mia opinione.
Tutto questo, però, la legge lo regola da oggi in avanti e l'emendamento in sostanza dice "nei sottotetti legittimamente costruiti si faccia quel che bisogna fare, ma se in questi sottotetti legittimamente costruiti ante l'approvazione di questa legge sono stati eseguiti abusivamente degli interventi di recupero a fini abitativi, questa legge non sana quegli interventi". Questa è la risposta che chiedo che mi diate! Il sottotetto è lì; è vuoto? Benissimo, si recupera dal punto di vista abitativo. Il sottotetto è già stato recuperato abusivamente a fini abitativi? Che si fa? Questa legge - dice l'emendamento - non si applica a quella fattispecie; è il minimo di decenza! Non si applica a quella fattispecie, si applica solo ai sottotetti legittimamente costruiti, vuoti! E non ai sottotetti legittimamente costruiti entro i quali è stato effettuato un abuso di destinazione d'uso! Assessore Botta, forse prima non mi ero spiegato, ma vorrei che mi si rispondesse perché questo non si vuole scrivere. Se non si vuole scrivere questo, allora si vuol dire che anche le trasformazioni abusive, i recuperi abitativi abusivi in sottotetti legittimamente costruiti prima di questa legge, possano vedere l'applicazione di questa legge. Dovete dirmi questo! Cosa che va malissimo, ma almeno dal punto di vista della razionalità e della correttezza di ragionamento è comprensibile.
Dovete spiegarmi perché questo non volete dire! Perché non volete dire che non si applica al recupero già avvenuto di sottotetti, ma si applica per il recupero che deve avvenire? Spiegatemi questa semplicissima cosa.



(Commenti del Consigliere Saitta)



CHIEZZI Giuseppe

Il carico urbanistico c'è, ma è un altro problema che pongo, perch quello era un giudizio di qualità sulla legge. Secondo me la legge è di pessima qualità perché aumenta il carico urbanistico, dopodiché rimane un giudizio che però è di contrapposizione politica su una scelta. Ma qui non è un giudizio su una contrapposizione politica; questo è un fatto: volete applicare questa legge retroattivamente o no? L'emendamento dice no. Tutti voi avete detto no, dopodiché bocciate l'emendamento! Fatemi capire! Ma per cortesia, per correttezza politica, perché parliamo la stessa lingua e se abbiamo posizioni differenti la cosa non dà fastidio a nessuno, succede tutti i giorni, votiamo in modo diverso, ma su posizioni differenti che devono legittimamente, per un dibattito politico serio, essere esplicitate! Altrimenti veramente non si sa più di cosa si parla! La legittimità dell'edificio non è messa in discussione. Mi avete addebitato una posizione che non è la mia. L'edificio è legittimamente costruito, bene. Lì dentro volete fare recupero abitativo? Bene, votiamo contro, ma non lo contestiamo. E dato che avete detto che comunque non è in sanatoria, allora si dica che questa legge non vale per i recuperi di sottotetti legittimamente costruiti fatti prima di questa legge.
E' davvero chiaro, Assessore Botta, per cui io chiedo che su questo punto mi si dia la risposta che chiedo, perché se in politica e in un'aula in cui si fanno le leggi non si risponde a domande che si comprendono o che vengono fatte comprendere (io spero di aver fatto una domanda chiara) allora la politica diventa una cosa non tanto divertente e forse anche difficile da praticare, perché quando non si capisce più, allora non si capisce più niente e ci mettiamo tutti gli scarponi e qualcosa succederà.
Ma almeno le risposte politicamente bisognerebbe darle per la serietà che merita una legge, per la serietà che merita l'aula e, se permettete, per la serietà che meritiamo tutti noi, comunque la pensiamo.



PRESIDENTE

Credo che non ci siano più dichiarazioni per cui possiamo portare in votazione questo emendamento.



CHIEZZI Giuseppe

Ma come? Così in silenzio? Non c'è replica?



PRESIDENTE

Io non devo aggiungere nulla. Se la Giunta vuole fare delle dichiarazioni deve chiederlo, altrimenti si passa alla votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Intervengo per sottolineare la contraddizione della richiesta del collega Chiezzi, perché i casi sono due: o è preoccupato del carico urbanistico oppure non è preoccupato del carico urbanistico. Mi sembra che questo passaggio non sia stato chiarito, nel senso che il Consigliere Chiezzi ricorre a questo per giustificare una sua convinzione e una sua proposta.
Noi abbiamo un patrimonio edilizio che ha dei sottotetti, che possono essere inutilizzati oppure utilizzati, come prevedono alcuni piani regolatori che ne consentono l'uso come locali accessori o tecnici. La proposta del collega Chiezzi dice sostanzialmente che per questi tipi di sottotetti già utilizzati con queste finalità la legge non deve scattare.



CHIEZZI Giuseppe

No, no! Chiedo di parlare dopo per fatto personale.



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, concluda.



SAITTA Antonino

Concludo dicendo che la modalità con cui è impostata la legge consente di utilizzare sottotetti che sono stati già recuperati e che non sono oggi utilizzati a fini abitativi. Questa è la finalità, ed è chiara.



CHIEZZI Giuseppe

Ecco, ma se erano già recuperati a fini abitativi e non utilizzati...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lasci svolgere l'intervento al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Ripeto: i sottotetti recuperati, ma non utilizzati a fini abitativi perché se fossero già utilizzati a fini abitativi non sarebbe necessaria la legge, avrebbero già l'abitabilità. Quindi la legge consente a quei sottotetti che sono stati già recuperati, che hanno queste condizioni oltre alle condizioni di carattere igienico-sanitario richieste, di utilizzarli a fini abitativi.
L'altra modalità riguarda i sottotetti non recuperati; si consente di poterli recuperare a fini abitativi qualora abbiano questi requisiti.
Quindi è duplice la cosa. E' chiaro che si tratta di una finalità diversa - lo ripeto - rispetto a quella del collega Chiezzi, ma la finalità è di questo tipo. Per questo motivo - io rispondo evidentemente per la parte che mi compete in quanto presentatore di questa proposta - ritengo che la proposta deve restare così come è stata formulata.



PRESIDENTE

Mi pare che i chiarimenti siano stati forniti a sufficienza.
Non rilevo fatto personale, Consigliere Chiezzi, perché era una dichiarazione su delle tesi.
Pongo in votazione l'emendamento a firma Chiezzi, Simonetti e Moro. Lo rileggo per chiarezza: si chiede di introdurre un nuovo articolo del seguente tenore: "Le norme della presente legge non si applicano a recuperi abitativi di sottotetti realizzati precedentemente all'approvazione della presente legge".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 3 voti contrari 30 Consiglieri L'emendamento è respinto.
La parola alla consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Collega Simonetti, ponendo in votazione l'art. 5 per appello nominale effettuiamo automaticamente anche la verifica del numero legale.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 33 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI' 33 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,14)



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