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Dettaglio seduta n.272 del 14/07/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, D'Ambrosio, Deorsola Leo, Pichetto, Rosso e Salerno.


Argomento: Veterinaria

b) Sentenza Corte Costituzionale n. 231/98 in ordine a L.R. 4/97


PRESIDENTE

Comunico che in data 1 giugno 1998 è stata depositata in Cancelleria la sentenza della Corte Costituzionale n. 231 del 1 giugno u.s. con cui si ordina la restituzione degli atti al TAR Piemonte che concernevano la legge regionale Piemonte n. 4/97 recante "Regolamentazione dell'esercizio dell'attività libero-professionale dei medici veterinari dipendenti dal Servizio Sanitario Nazionale".
Copia integrale della sentenza è a disposizione presso la Segreteria del Consiglio regionale.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Richiesta chiarimenti in merito a rapporti tra ditta Sicri di Alpignano e Associazione Torino 2006


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Prima che il Presidente Ghigo svolga la sua comunicazione sull'Alta Velocità e problemi consimili, vorrei porre al Presidente una questione che ritengo di una certa gravità, e la pongo, Presidente, anche con un certo imbarazzo in quanto sono entrato in possesso di un documento che trovo, per l'appunto, imbarazzante, per noi e per questa istituzione.
Desidero chiederle se lei è a conoscenza che la ditta SICRI di Alpignano riceverebbe commesse dalla Associazione Torino 2006, di cui lei è componente, credo, nel Comitato d'onore o di gestione che sia. E se è a conoscenza che i preventivi e gli ordinativi di questa ditta verrebbero trasmessi attraverso un apparecchio telefax che risulterebbe di sua proprietà, Presidente, e se risulterebbe che sua moglie sia in collaborazione con questa ditta.
Nel caso tutto ciò risultasse, le chiedo se non ritiene questo abbastanza inopportuno per il ruolo che ricopre come Presidente della Giunta e come componente del Comitato Torino 2006.
Le consegno il documento di cui sono entrato in possesso.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazione del Presidente Ghigo sull'Alta Velocità


PRESIDENTE

Presidente Ghigo, cosa intende fare?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Prendo atto del documento che il Consigliere Cavaliere mi ha consegnato e darò in seguito una risposta. A me non risulta, di conseguenza mi informerò e naturalmente farò una comunicazione in aula su questo specifico argomento. Non posso in questo momento dare alcun tipo di risposta.
Mentre invece vorrei prendere la parola, secondo l'impegno assunto nella Conferenza dei Capigruppo, per relazionare, come è stato chiesto da alcuni Consiglieri, sul tema dell'Alta velocità.
Su questo tema il Consiglio ha più volte assunto, attraverso ordini del giorno, una posizione specifica politica chiara.
D'altro canto, la gravità delle affermazioni dell'Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, dottor Cimoli, indotto il sottoscritto, Presidente della Regione, ad assumere delle posizioni di critica nei confronti di questo tipo di atteggiamento, di queste dichiarazioni. Il tutto è avvenuto nell'arco della scorsa settimana esattamente il giorno di giovedì, quando sono apparsi sugli organi di stampa, precisamente Il Sole-24 ore come quotidiano, alcune dichiarazioni dell'Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, dottor Cimoli, il quale avrebbe - ripeto "avrebbe" - rappresentato all'organo di stampa in una sua dichiarazione, una decisione di privilegio nei confronti dell'asse di collegamento internazionale attraverso il Gottardo, demandando a una posizione di diniego e di secondo piano il collegamento internazionale con Lione attraverso il traforo del Frejus.
In quell'occasione, essendo io in Conferenza Stato-Città e avendo proprio insieme al Sindaco Castellani l'occasione per rappresentare l'elemento di contestazione immediata, il Ministro Burlando ci ha subito dato una smentita, non ufficiale, perché quella poi l'ha assunta il giorno successivo attraverso gli organi di stampa. In quell'occasione ci ha immediatamente dato la smentita e l'assoluta affermazione che le considerazioni dell'Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato dottor Cimoli, erano obiettivamente sue personali e non in rappresentanza di una posizione che il Governo aveva assunto, sia attraverso il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, sia attraverso il Ministro Burlando in tutte le sedi nelle quali questo argomento era stato trattato.
La dichiarazione del Ministro Burlando non è stata accolta da me come sufficiente, tant'è vero che in un incontro successivo, attraverso il Sindaco Castellani e la Presidente Bresso si è deciso di inviare una lettera dei tre enti per sollecitare un immediato incontro con il Ministro Burlando per avere chiarimenti e definite situazioni in ordine al collegamento Torino-Lione.
Di questa lettera do copia al Presidente del Consiglio affinché possa essere considerata come elemento documentale.
La mia preoccupazione nasce da sensazioni che attraverso i vari contatti avuti con il Governo sono sempre di più apparse chiare. Questo fatto ha portato ad una sensazione che io dichiaro in quest'aula e che chiaramente è una sensazione che le dichiarazioni dell'Amministrare Cimoli in realtà non siano solo esclusivamente delle prese di posizione personali ma che siano in realtà una volontà sotterranea che in questo momento il Ministero dei Trasporti e lo stesso Governo stanno assumendo nei confronti di questa iniziativa.
Questo deve porre tutti noi nella situazione di chiedere con forza (d'altro canto questa mattina gli organi di stampa riportano le dichiarazioni di alcuni parlamentari dell'Ulivo, i quali presenteranno un'interrogazione urgente al Presidente del Consiglio e al Ministro Burlando) una posizione definitiva e chiara nei confronti di questa iniziativa.
Non posso, naturalmente, che essere d'accordo con questa iniziativa d'altro canto credo che la maggioranza e, mi auguro, il Consiglio propongano, sottoscrivano un ordine del giorno che solleciti e dia forza alla Giunta per chiedere un immediato incontro al Ministro Burlando, per un definitivo chiarimento. Perché se abbiamo avuto dei precisi impegni per quanto concerne la realizzazione della linea ad Alta potenzialità tra Torino e Milano, credo - e su questo la Regione Piemonte ha degli impegni specifici per quanto riguarda gli aspetti legislativi e normativi relativamente alle cave e all'impatto della costruzione di questi cantieri che la ...



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Presidente. Consiglieri, per gentilezza, volete raggiungere i vostri posti? Grazie.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Dicevo che noi riteniamo che invece le criticità sul collegamento Torino-Lione, collegamento sul quale naturalmente esiste un approfondimento, una volontà, esiste un accordo intergovernativo Italia Francia, esiste una disponibilità da parte degli Enti locali, precisamente Regioni, Province e Comuni, per valutare, insieme alla popolazione, quello che questo tipo di collegamento comporterebbe, ebbene io ho la sensazione che il Governo centrale non sia nella situazione di poter confermare questo impegno e di conseguenza cerchi, attraverso voci diverse da quelle ufficiali, di far arrivare dei messaggi che possano far presupporre un rallentamento nell'ambito di quelle che sono le valutazioni che questo tipo di intervento prevede.
Bene, io credo che il Piemonte non possa permettersi questo, che il Piemonte debba necessariamente reagire nei confronti di questa disattenzione - perché io così la voglio semplicemente definire - per richiamare con forza il Governo a quegli impegni che ha assunto in sedi ufficiali, sia attraverso il Presidente del Consiglio sia attraverso il Ministro dei trasporti, nel tentativo di raggiungere quella definizione quella progettualità, quella tempistica che permetta al Piemonte di avere la certezza che questo collegamento intercontinentale si farà. Naturalmente i tempi coi quali si forza li dobbiamo evidentemente stabilire insieme agli Enti locali, alle strutture e a chi sarà destinato a fare questa progettazione, ma è indubbio che questo tipo di argomentazione deve essere ripresa ed è indubbio che il Ministro Burlando deve, in tempi molto stretti io mi auguro già questa settimana - darci un appuntamento per arrivare ad una posizione ufficiale, definitiva e chiara da parte del Governo nei confronti di questa struttura. Perché le dichiarazioni che sono state fatte qua in logo sono state di un certo tipo; quello che io ritengo assolutamente necessario è che ci sia un chiarimento col governo e che ci sia un ulteriore presa di posizione da parte del Governo nei confronti della realizzazione di questa infrastruttura, perché non possiamo vivere nell'ambiguità, non possiamo vivere nell'incertezza che le infrastrutture che tutti noi o buona parte di questo Consiglio, riteniamo determinanti e strategiche per la realizzazione e il rilancio della nostra Regione siano messe in discussione da questo Governo. Perciò io ho giudicato di grande gravità le dichiarazioni dell'Amministratore Cimoli, ho giudicato che queste dichiarazioni non siano - ahimè, purtroppo - solo ed esclusivamente personali da parte dell'Amministrazione; ho la sensazione, l'impressione che all'interno del Ministero, anche per le note polemiche che qui ho ricordato in altre occasioni tra il Ministero dell'Ambiente e il Ministero dei trasporti, ci siano delle situazioni tali per cui il Ministero voglia su questa infrastruttura prendere del tempo.
Io credo che il Consiglio regionale debba reagire con forza a questa considerazione e che presto si giunga a un chiarimento definitivo col Ministero, in modo che la Regione Piemonte possa sapere con certezza se questa infrastruttura e questo collegamento internazionale si farà o non si farà o, meglio, se questo attuale Governo ha intenzione di sostenere la realizzazione di questa infrastruttura perché noi, come Regione Piemonte e questo Consiglio l'ha dimostrato, questa maggioranza l'ha suffragato in tante occasioni - riteniamo strategico e di determinante importanza la realizzazione di questa infrastruttura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Signor Presidente, mi rendo conto che il colpo di scena del collega Cavaliere può, in qualche modo, allontanare l'attenzione del Consiglio dall'argomento oggetto della sua comunicazione, credo però che dobbiamo fare il possibile per concentrare il nostro impegno su questo aspetto importante per i destini della nostra Regione, sapendo che i destini del Piemonte sono stati sempre legati alla sua capacità di proiettarsi in un quadro territoriale molto più ampio e tutte le fasi decisive per la sua evoluzione sono state legate alla soluzione di problemi di collegamento.
Voglio ricordare il periodo cavouriano: fu in quella fase che furono avviati gli studi e poi realizzato il collegamento sotto il Moncenisio, fu in quello scorcio di secolo che fu realizzato il Tunnel del Sempione.
Voglio ricordare la grande capacità ideativa e operativa che ha caratterizzato questa Regione negli anni '60, e credo che noi oggi viviamo una fase di questo tipo. In questa fase noi dobbiamo essere protagonisti non stare a rimorchio, e solo se sapremo essere protagonisti potremo far valere gli interessi e i diritti della nostra Regione.
In questo senso io credo che la nostra visione non si deve limitare a Roma e all'osservazione degli atti governativi o delle ferrovie, anche se sono molto importanti, ma deve allargare il giro d'orizzonte a quello che avviene in Europa, a come cambiano le alleanze, ai sistemi geo-politici che si formano e al ruolo crescente delle Regioni e dei sistemi regionali collegati. Solo così si può capire la ragione per la quale tra la fine degli anni '80 e i primissimi anni '90 l'Unione Europea ha individuato i 14 progetti prioritari, di cui due interessanti l'Italia (l'aeroporto di Malpensa e il collegamento Torino-Lione). Allora - fine anni '80 - la crescita della dimensione europea con l'inserimento di Spagna e Portogallo nell'Unione Europea, certamente spostava il baricentro anche politico verso il sud, e questo portava a migliorare e a porsi l'obiettivo di un miglioramento delle relazioni fra la piana del Po e la piana del Rodano.
Non vi nascondo che in questo contesto diventa difficile proseguire (...) E' inutile proseguire...



PRESIDENTE

No, il Presidente Ghigo sta rientrando. Perché, poi, sospendere la seduta? C'è il Vicepresidente. Comunque, il Presidente sta rientrando grazie.



VINDIGNI Marcello

Fu in quel contesto che la Commissione Europea propose ai governi di considerare prioritario il collegamento Torino-Lione. A quell'epoca ed in quel contesto furono emanate le direttive per la realizzazione della rete europea dei trasporti ferroviari e le direttive per la realizzazione di una rete europea della cosiddetta Alta Velocità. Ciò che è poco noto è che quella direttiva europea diceva chiaramente che i tronchi che la costituivano potevano avere caratteristiche diverse a seconda delle caratteristiche geomorfologiche dei territori interessati e della redditività dei diversi tronchi, ponendo come condizione esclusiva e caratterizzante della rete la cosiddetta interoperabilità, vale a dire la possibilità di far circolare i diversi sistemi, i treni di diversa tecnologia sulla rete, senza penalizzazione.
Qualche anno dopo, le Ferrovie italiane e francesi diedero vita al GEIE Alpetunnel, con il compito di studiare le caratteristiche della linea ed in particolare il tratto internazionale che doveva essere realizzato con un tunnel. Nella definizione delle caratteristiche del tunnel, però, hanno influito alcune decisioni che hanno condizionato il dibattito, le scelte successive e la condizione attuale, perché la scelta che stava alla base dell'ipotesi del tunnel dei 54 chilometri era una scelta trasportistica, ma era anche una scelta di tecnologie.
Probabilmente, allora, per ragioni di interessi economici ben precisi legati anche alla partecipazione azionaria del gruppo GEC Alstom titolare dei brevetti e della tecnologia TGV, che, come sappiamo, si presta per tracciati di pianura, riuscì a far passare, nel GEIE Alpetunnel e nell'opinione dominante di questa Regione, l'idea che il collegamento dovesse essere basato sul tunnel di base di 54 chilometri.
Siccome questo tunnel di base aveva un costo rilevante, che oggi, con le opere di accesso, si stima attorno ai 30 mila miliardi, l'opera avrebbe dovuto essere redditizia e poiché il trasporto passeggeri non era sufficiente per rendere redditiva l'opera, fu inventata la teoria della cosiddetta autostrada ferroviaria. Teoria contestata in ambiente trasportistico e ferroviario, proprio perché fa a pugni con l'organizzazione attuale del trasporto delle merci. Queste cose furono dette, ma allora prevalse il dato politico, e quindi la scelta del tunnel di base di 54 chilometri.
L'allora Presidente delle Ferrovie, Necci, nonché Presidente dell'Union International des Chemins de Fer informava gli investitori internazionali che l'opera sarebbe stata comunque garantita dallo Stato e si procedeva in quella direzione, anche se qualcuno faceva rilevare i limiti, le contraddizioni e la pericolosità di quella scelta.
In realtà, quanto è avvenuto negli ultimi tre anni dimostra che è una scelta discutibile. Peraltro, le cose dette allora - parlo del 1994-95 che inducevano ad avere qualche cautela nello sposare criticamente la soluzione del tunnel di base, trovarono un'eco anche in questa istituzione regionale. Di questo dobbiamo farci motivo di merito perché, con deliberazioni del 27 marzo 1995 e del 4 dicembre 1995, la Giunta regionale accogliendo indicazioni, suggerimenti e spinte che venivano dai territori interessati, ma anche dalle forze politiche che sedevano in quest'aula decise di dare vita ad un Comitato istituzionale, formato dalla Regione dalla Provincia, dal Comune di Torino, dalle Comunità montane interessate dalle Ferrovie, dalle Organizzazioni Sindacali, dal GEIE Alpetunnel dall'Unione Industriale e dalla Camera di Commercio di Torino. Quest'ultima avrebbe dovuto verificare in itinere le ipotesi progettuali prodotte dal Geie Alpetunnel, che disponeva e dispone di risorse ingenti (250 miliardi) per gli studi, e verificare che le ipotesi progettuali - non la ipotesi progettuale - rispondessero alle esigenze socio-economiche e territoriali del territorio attraversato.
Nelle deliberazioni che richiamavo si aggiungeva che tali verifiche dovranno essere effettuate attraverso l'esame delle possibili alternative di tracciato, utilizzando, come strumento, la metodologia della valutazione di impatto ambientale.
Se la Giunta regionale, svolgendo questo compito di direzione dei processi, che richiede capacità, autorevolezza, impegno, unità, coesione avesse ottenuto lo sviluppo da parte del GEIE Alpetunnel delle diverse ipotesi progettuali, compreso il miglioramento della linea esistente probabilmente oggi non ci troveremmo in questa impasse, perché nel tempo sarebbero emerse sia le insufficienze delle ipotesi trasportistiche, cioè degli studi di traffico che stavano alla base della scelta dell'ipotesi di tunnel di base, sia le difficoltà economiche in quanto lo Stato italiano e quello francese non se la sentivano - i francesi l'hanno detto chiaramente di finanziare un'opera che non avesse una redditività, e le stesse Ferrovie italiane e francesi non volevano caricare sul loro bilancio i deficit della realizzazione di un'opera costosa che non avrebbe avuto una redditività.
Questo ha portato ad un rallentamento, ad un raffreddamento degli entusiasmi, ma non possiamo, come Regione, liberarci di responsabilità che ci competono, demandando ad altri le scelte e le responsabilità della situazione che si sta determinando.
Presidente Ghigo, l'autunno scorso, all'incontro del Lingotto con il Ministro Burlando, il Ministro è stato molto chiaro. Ha detto esplicitamente: "Ci faccia conoscere, il sistema locale, quale soluzione intende portare avanti. Aspettiamo proposte". E la sede del Comitato di coordinamento istituzionale, proposto dalla Regione, da una Giunta di centro-sinistra e riconfermata dalla Giunta di centro-destra che lei presiede, poteva e doveva essere la sede in cui avviare quel confronto, che consentisse di rispondere al Governo in maniera chiara.
Secondo il mio Gruppo, si deve partire da questo elemento. Abbiamo sentito dire che la Regione intenderebbe azzerare il Comitato di coordinamento istituzionale, e riteniamo sbagliato questo passaggio.
Pensiamo che la sede del Comitato di coordinamento istituzionale, promosso dalla Regione, dove la Regione può svolgere un'azione pilota e di coordinamento, debba essere mantenuto. Questo coordinamento istituzionale dovrà interloquire con la Commissione intergovernativa e non essere assorbito.
Parlando di Commissione intergovernativa, voglio far presente che recentemente è stato reso noto il rapporto della Commissione di esperti nominata dal Ministro francese dei trasporti che dice chiaramente ed esplicitamente che la soluzione suggerita al Governo francese è il miglioramento della linea attuale. Il commento del Ministro francese al rapporto dei tecnici da lui nominati, è molto chiaro. Io ho il comunicato stampa del Ministro Gayssot del 29 maggio 1998, il quale dice: "Il Ministro ha chiesto di allargare l'area di studio al nodo ferroviario di Chambery in modo che questi miglioramenti rapidi possano essere apportati nell'attraversamento della città in cui la stazione gioca un ruolo essenziale per i viaggiatori, all'incrocio fra gli assi Torino-Lione e Ginevra-Annecy-Grenoble-Valence".
Come vedete, con questa formulazione il governo francese si apre tutte le strade, sia verso est-ovest che verso nord-sud.
Il Ministro ricorda che "proseguendo questi differenti studi, dei progressi significativi dovranno essere realizzati a breve termine per un migliore sfruttamento della rete esistente, al fine di migliorare sensibilmente i servizi passeggeri e merci su questo asse internazionale che conosce un forte sviluppo".
Il Governo italiano deve certamente interloquire con il Governo francese; però dobbiamo tenere distinto il ruolo delle Ferrovie dal ruolo del Governo, perché nel momento in cui si chiede alle Ferrovie di risanare il bilancio, non si può chiedere loro di impegnarsi con mezzi propri per la realizzazione di un'opera, la cui fattibilità è tutta discutibile.
Ed è giusto quindi che Cimoli chieda al Governo di fare le proprie scelte. E la sede per fare le proprie scelte ed indicare le priorità è chiaramente il Piano generale dei trasporti che, nella sua struttura prevede esplicitamente di affrontare il problema dei collegamenti internazionali.
Noi dobbiamo interloquire con il Governo, ma rispondendo alla sollecitazione che il Governo ci ha fatto nel novembre 1997, e che non ha ancora trovato risposta.
Noi chiediamo quindi che l'ordine del giorno sia confezionato, per avere il nostro voto favorevole, in maniera tale da far ripartire in questa sede, con la guida della Regione, un processo di confronto che faccia studiare le diverse alternative.
Solo così ci potremo presentare autorevolmente nella sede del confronto con il Governo e, attraverso l'analisi delle diverse alternative, potremo scegliere quella più conforme ai veri interessi del Piemonte, liberandoci dalla tendenza e dalla tentazione di farci obnubilare da chi ci fa luccicare degli specchietti, considerandoci poco più di persone che si avvicinano alle soglie della civiltà.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Papandrea, comunico che si è aggiunto il congedo del Consigliere Angeli.
A nome di tutto il Consiglio (è un desiderio espresso da tutti) esprimo le condoglianze al Consigliere Dutto per la perdita avuta.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Il nostro Gruppo e il nostro Partito, sia a livello locale che a livello nazionale, non si è unito al coro di proteste contro le dichiarazioni di Cimoli, perché per noi non sono dichiarazioni inattese.
Il nostro Gruppo, in questo Consiglio si è sovente opposto agli ordini del giorno che venivano approvati con delle maggioranze straripanti utilizzando degli argomenti spesso tacciati di ideologia, ma che non avevano nulla di ideologico e che, infatti, hanno trovato negli ultimi tempi delle rispondenze in posizioni non di politici, ma di tecnici, di amministratori, sia di parte italiana che di parte francese.
Anche all'interno delle ferrovie francesi ci siamo trovati in una situazione analoga: i rappresentanti dell'azienda, i tecnici che dovevano affrontare il problema assumevano certe posizioni e poi i politici venivano chiamati a correggerle.
Se si parla di ideologia, questa c'è da parte degli altri, cioè da parte dei sostenitori del "tout TGV" o "tutta Alta Velocità", che abbiamo qui sentito, ancora una volta, stamattina.
A fronte delle dichiarazioni di un tecnico che dice: "Attenzione l'opera che si prospetta rischia di essere antieconomica, oltre che problematica, se non devastante da un punto di vista ecologico dell'impatto ambientale", ponendo dunque un problema di economicità rispetto al tipo di infrastruttura che si vuole fare e alle spese che si devono investire (non c'è assolutamente garanzia di un ritorno), sentiamo delle dichiarazioni irresponsabili, anche da parte del Presidente di questa Giunta.
Egli infatti non contesta, non entra nel merito della questione dicendo: "Questi dati sono falsi" oppure: "No, qui ci sarà un traffico sufficiente... l'opera serve perché è giustificata da elementi concreti materiali", bensì ci dice: "L'opera va fatta, perché è stato deciso prima di farla". Non ci si vuole cioè confrontare con i fatti e si continua ad assumere la responsabilità di un'infrastruttura con determinate caratteristiche come una sorta di totem a cui doversi in qualche modo piegare: "Bisogna farla a tutti i costi, perché è stato detto nel passato".
Credo dunque che sia un atteggiamento sì irresponsabile ed ideologico.
Irresponsabile perché? Perché proprio questo tipo di atteggiamento sta creando danni e li porterà ulteriormente. Insistere sul fatto che l'unica soluzione nel collegamento Torino-Lione è quella che utilizza una tecnologia per far correre un treno TGV a 300 chilometri all'ora, che richiede un'infrastruttura particolare (perché non è un rafforzamento della linea, posizione invece da sempre sostenuta da Rifondazione comunista, con l'utilizzo di altre tecnologie)...
La scelta invece è stata quella di utilizzare una particolare tecnologia, che richiede un'infrastruttura particolare che, da una parte non può viaggiare insieme alla linea esistente e, dall'altra, è estremamente costosa e richiede il tunnel da 54 chilometri (e non solo).
Insistere su questa strada vuol dire negarsi la possibilità di migliorare la linea esistente; offrendo quella come unica possibilità, ci si dirà sempre no, perché - appunto - ormai anche i sostenitori di questa tecnologia la stanno abbandonando. Siamo veramente i guardiani di un bidone: sembriamo gli ultimi giapponesi che non si sono accorti che la guerra è finita In Francia, Paese all'avanguardia per una serie di ragioni, una grande azienda aveva elaborato quella tecnologia del TGV; noi abbiamo un'altra grande azienda che ne ha una sua e che a livello mondiale è vincente (quella del Pendolino) ma non abbiamo saputo valorizzarla (e su questo ci tornerò).
Però, come dicevo, in Francia, la stessa l'ALCATEL, che ha inventato quella tecnologia, la sta abbandonando e si sta attrezzando per creare un TGV pendolare, in modo da poter far viaggiare senza quelle spese infrastrutturali che ricordavo prima.
Sulla tratta Parigi-Strasburgo hanno già deciso, ma, sostanzialmente hanno deciso di bloccare tutti i piani del TGV, che erano piani faraonici ma antieconomici.
Ciò anche alla luce di quello che è già stato fatto, non solo di quello che si dovrà fare.
Abbiamo già discusso, perché l'avevamo sollecitato noi, la presa di posizione della Corte dei conti francese, che aveva censurato il Governo e le Ferrovie francesi perché avevano fornito dei dati falsi sull'Eurotunnel che si è dimostrato un fallimento economico; infatti, tutti coloro che avevano sottoscritto le azioni finalizzate alla costruzione di questa infrastruttura, si sono poi trovati con dei pugni di carta in mano, avendo investito significativamente.
Noi, nel momento in cui è praticamente superata, restiamo fedeli ad una tecnologia che si è dimostrata assolutamente irrealistica, faraonica ed economicamente non redditizia.
Credo dunque che questo sia un atteggiamento irresponsabile; da parte nostra sarebbe più serio verificare quanto attuato finora: spalleggiare un comitato d'affari, cui non solo l'ALCATEL era sicuramente presente; ricordo che la stessa FIAT, in determinati momenti, ha intrattenuto una serie di incroci azionari e di affari con l'ALCATEL: si spiega così l'appoggio al TGV. C'è stato un momento in cui la FIAT Ferroviaria è arrivata al 50% di partecipazione. In seguito è stato sciolto l'accordo, ma sembrava che l'azienda dovesse prendere quella direzione. Si spiegano quindi certi atteggiamenti della FIAT di rinuncia a spingere la propria azienda per venderla al concorrente.
Dunque, sosteniamo un comitato d'affari! Comitato che ha delle sue giustificazioni; sicuramente, creare questa grande infrastruttura potrà incrementare gli affari, mettere in moto un certo tipo di economia.
Dal punto di vista degli interessi del Paese, invece, è una spesa assolutamente dannosa: in alternativa, gli stessi fondi possono essere utilizzati per migliorare la linea esistente o, comunque, diversamente.
Continuiamo ad insistere sull'uso di quel tipo di tecnologia e non provvediamo alla revisione che il nostro Gruppo ha spesso sollecitato nel dibattito in questo Consiglio: pensare ad un'altra soluzione tecnica. Se la Giunta, come ha fatto stamattina, continua a ribadire la propria intenzione, rischiamo di arrecare danno al Piemonte, perché quel tipo di opera non si attuerà mai. Dunque, non ci attrezziamo per un'opera diversa continuiamo a insistere: ci danneggiamo da soli. Altri decideranno proprio perché noi continuiamo a proporre soluzioni irrealistiche.
Come Gruppo non ci siamo uniti al coro di protesta contro le dichiarazioni dell'ing. Cimoli e ribadiremo la nostra posizione, che riteniamo abbia basi solide proprio in virtù di quelle dichiarazioni nonch di quelle espresse dal Comitato di studi delle ferrovie francesi, che ci paiono - anche alla luce dei fatti che ricordava il Consigliere Vindigni basate su una giusta valutazione delle ipotesi dei flussi di traffico.
Pensiamo che l'insieme del Consiglio dovrebbe cambiare posizione ed assumere un diverso tipo d'impostazione.
Concludo facendo presente la soddisfazione di non essere solo 5 Consiglieri su posizione diversa; probabilmente ci troveremo in compagnia del Gruppo consiliare DS, che ha assunto una posizione diversa da quella tenuta finora, simile a quella che noi abbiamo abbracciato già in passato: ne siamo compiaciuti, anche se a livello nazionale c'è una certa "babele" di linguaggi all'interno del partito. Sentiamo dichiarazioni di parlamentari locali che, invece, vanno in direzione opposta: ci interesserebbe conoscere la posizione reale.
In ogni caso, siamo soddisfatti che sia il Consigliere Vindigni sia il Gruppo DS in questo Consiglio abbia cambiato valutazione e che la nostra posizione incontri un consenso crescente che noi ci auguriamo non si limiti al DS, ma arrivi all'insieme del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, questo breve dibattito sulle dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale crediamo serva unicamente a riaffermare le posizioni dei Gruppi, pur aggiornandole, su una questione delicatissima, che attiene allo sviluppo del Piemonte, ma non soltanto: per esempio, ai collegamenti internazionali e alle conseguenze che gli stessi possono avere sull'economia del Piemonte.
Abbiamo preso atto delle dichiarazioni dell'ing. Giancarlo Cimoli amministratore delegato della Ferrovie dello Stato, con grande preoccupazione, rispetto alla ventilata priorità della linea ferroviaria del Gottardo, a scapito - come giustamente ricordano i Presidenti provinciali, il Sindaco di Torino e il Presidente della Regione Piemonte dell'eventuale potenziamento del collegamento tra Torino e Lione.
E' questione delicatissima; conoscevamo le posizioni di Rifondazione Comunista e ci è sembrato che anche in quest'aula le posizioni espresse dallo stesso collega Vindigni non andassero nella stessa direzione, ma affrontassero questioni di carattere tecnico da un lato, ma anche di governo del territorio dall'altro.
Riteniamo che sulla questione si debba, come già accennato dagli organi di stampa, essere molto decisi. In tal senso apprezziamo le prese di posizione dei tre Enti locali, senza arrivare a degli estremismi, ma chiedendo ancora una volta, al Parlamento e al Governo, impegni molto concreti e molto precisi in questa direzione. La nostra Regione, infatti non può assolutamente continuare a essere riferimento di grandi ipotesi di sviluppo, di grandi iniziative, di grandi interventi - mi rivolgo al neo Assessore ai trasporti, anche considerando che certe notizie pervenute hanno spostato un pochino la sua attenzione: non intendo comunque polemizzare: credo che il Presidente della Giunta regionale parlerà a tutta l'aula. Ritengo si debba ulteriormente ribadire...



(Considerazioni fuori microfono provenienti dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Avete ragione, Consiglieri, ho richiesto più volte un po' di silenzio: abbiate pazienza, sono la prima a non capire quanto succede: vi chiedo scusa.



SPAGNUOLO Carla

A questo punto, però, proporrei nel caso ci siano notizie da comunicare da parte del Presidente della Giunta regionale, di farle presenti a tutta l'aula: riprenderemo la questione in esame fra un po', visto che si tratta di una fra quelle più importanti per il Piemonte: siamo molto imbarazzati: io mi fermo qui, Presidente: decida lei.



PRESIDENTE

Presidente Ghigo e Presidenti dei Gruppi: la Consigliera Spagnuolo ha interrotto il proprio intervento perché la maggioranza dei Consiglieri d'aula non ascolta...! Riprenda Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Riprendo, pur comprendendo benissimo le varie questioni; non è che non me ne renda conto. Anzi, chiederei al Presidente della Giunta regionale considerato il fatto che quell'episodio ha un po' deviato l'attenzione rispetto ad un problema importantissimo e vitale per il Piemonte, di voler comunicare all'aula elementi di chiarimento e di tranquillizzazione - se ci sono - così possiamo poi riprendere i percorsi dei nostri lavori ordinari.
Percorsi che ordinari non sono per niente: anzi, rispetto alla questione dei collegamenti ferroviari, siamo in un regime di amministrazione straordinaria. Dobbiamo assolutamente sviluppare tutto il potenziale di pressione politica e anche di richiesta di chiarimento politico reale.
Il punto non è dato dalla pressione politica in sé; occorre un chiarimento politico, visto che sono stati assunti degli impegni, che esiste un'esigenza pressante, che vi sono delle premesse. A questo punto è necessario che si faccia chiarezza.
Abbiamo già vissuto una storia simile con l'importantissima questione dell'Authority; riteniamo che questa vicenda, che attiene ai trasporti e al collegamento internazionale della nostra Regione, possa essere considerata di potenzialità forse maggiore. Non voglio fare un parallelo, comunque noi in un ordine del giorno che abbiamo presentato - ahimé ormai sono 8/9 mesi abbiamo sottolineato l'importanza di discutere del caso Piemonte; questo ordine del giorno giace ai lavori del Consiglio, ripeto, da mesi, e puntualmente le questioni nodali che attengono allo sviluppo di questa Regione hanno delle battute di arresto che generano tutta la preoccupazione che qui abbiamo registrato.
Abbiamo sempre detto di valutare tutte le questioni di impatto ambientale e di carattere tecnico: su questa questione l'esigenza di chiarezza è impellente e non mi sembra sufficiente questa lettera, anche se ho apprezzato la presa di posizione del Presidente della Giunta insieme a Bresso e Castellani.
Io chiedo che una delegazione del Piemonte sia ricevuta dal Presidente del Consiglio dei Ministri, perché non possiamo farci scippare qualcosa ogni volta. Cose gigantesche, oltretutto: sembra quasi inutile a quel punto discutere il caso Piemonte, perché nel momento in cui l'Authority se n'è andata, non avremo i collegamenti di carattere ferroviario o comunque li avremo con incertezza e difficoltà, continueremo ad illudere il Piemonte ed i piemontesi e continueremo a fare dei passi indietro.
Credo che ci debba essere determinazione politica, una fortissima presa di posizione e delle iniziative politiche conseguenti. Bene hanno fatto i parlamentari oggi - questo gruppo di parlamentari dell'Ulivo - a coinvolgere il Parlamento in questa direzione, altrimenti rischiamo, nel metodo e nel rapporto politico che governo e Parlamento hanno nei confronti della nostra Regione, di avere i danni e le beffe.
In questo senso deve essere rilanciata un'azione forte nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri ed una presa di posizione del Parlamento, perché la nostra Regione, che è una Regione che ha tutte le potenzialità per potersi ulteriormente esprimere, non si trovi invece nella condizione di un sostanziale arretramento. Arretramento di carattere culturale ed economico.
Vorrei porre al Presidente della Giunta un'altra questione: mi è sembrato che nell'intervento del collega Vindigni si facesse riferimento ad una questione importante. Vindigni faceva riferimento al coordinamento delle istituzioni che sarebbe stato annullato o si intenderebbe mettere sotto silenzio. Su questa questione vorrei una risposta, perché questo è di nuovo un passaggio che non può che portare delle conseguenze di carattere assolutamente negativo, per cui non soltanto questo coordinamento delle istituzioni deve esserci, ma a nostro avviso proprio questo coordinamento delle istituzioni dovrebbe essere l'elemento istituzionale che si rapporta con Prodi, che si rapporta ovviamente con l'amministratore delegato e che si rapporta con il Parlamento.
E' evidente una cosa, che nel momento in cui noi ci muoviamo nella logica delle privatizzazioni, ci possono essere delle valutazioni che fanno sì che soltanto l'elemento dell'economicità venga preso in considerazione ma proprio per questo la parte politica deve rappresentare il riequilibrio nel senso che deve rappresentare le linee di indirizzo, perché non tutto ciò che è più economico è da portare avanti, ma deve essere riequilibrato in una logica che è politica, di priorità e di rispetto delle valenze e delle esigenze delle autonomie locali. Affrontando questa battaglia noi crediamo veramente di dare corpo al principio e al concetto del federalismo, altrimenti si continua a parlare di federalismo e poi nei momenti nodali le autonomie e le istituzioni locali e regionali finiscono per non contare niente. Occorre chiarezza e determinazione politica.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Penso che la problematica di cui stiamo parlando oggi sia una problematica di grande rilievo che, al di là di altri fatti che probabilmente in questo momento stanno attirando l'attenzione del Consiglio, dovrebbe raccogliere la massima attenzione e questo dibattito dovrebbe avere un po' più di solennità e di preoccupazione di quanto in realtà non abbia e non si rappresenti in quest'aula.
Quello che è avvenuto l'altro giorno alla Conferenza dei Trasporti attraverso le dichiarazioni di Cimoli, rappresenta per il Piemonte un elemento di estrema gravità e un rischio assolutamente da non sottovalutare.
Io penso sia stata significativa la reazione che il Sindaco di Torino la Presidente della Provincia e il Presidente della Giunta regionale hanno assunto con una presa di posizione immediata e con una lettera successiva penso che data la dimensione della problematica e della questione si debba dal punto di vista di un intervento istituzionale degli enti locali piemontesi a tutti i vari livelli, intervenire urgentemente. Certo la Provincia, il Comune e la Regione, ma anche le altre amministrazioni provinciali e comunali interessate all'intera tratta: si impone un intervento serio, di chiarimento nei confronti del Ministro Burlando e dello stesso Presidente Prodi che, pure al Consiglio comunale di Torino nella sua recente venuta nella città, aveva fatto rilevanti ed interessanti affermazioni in questa direzione.
E' a noi tutti molto chiaro che dentro alla riorganizzazione del sistema infrastrutturale, non dico piemontese o del nord Italia, dico italiano in un contesto europeo, la Torino-Lione, la Torino-Milano e l'asse est-ovest è un'asse di estrema importanza e rilevanza. In questo paese si è sempre teso a privilegiare prevalentemente gli assi nord-sud; questa sarebbe un'ulteriore riconferma di una linea in una certa direzione dimenticando l'importanza dell'asse est-ovest, dimenticando nello stesso tempo che qualora questa soluzione non avvenisse in questo modo e in questo contesto non ci vuole molto a passare sopra le Alpi, al di là delle Alpi tagliando fuori l'Italia da un importante collegamento quale questo.
Grande problema per l'Italia, per il nord Italia, certamente essenziale per il Piemonte, perché il Piemonte sarebbe la Regione compiutamente complessivamente tagliata fuori da tutto questo processo. Questo ci è del tutto chiaro e del tutto evidente al di là delle opinioni che si possono avere sulla riorganizzazione del sistema infrastrutturale, al di là delle opinioni che si possono avere sulla questione dell'Alta velocità o Alta capacità, quale oggi viene definita all'interno non solo del dibattito nelle Commissioni dei Trasporti della Camera e del Senato, ma rispetto all'ultimo documento del Ministro Burlando e ai Tavoli anche aperti tra il Ministero dei Trasporti e il Ministero dell'Ambiente, visto che ci troviamo davanti a un progetto profondamente rivisto, rispetto al quale c'erano molti dubbi relativamente al progetto iniziale.
Parliamo di Alta capacità, parliamo di un privilegiamento dell'elemento delle merci, parliamo di una diminuzione della velocità, parliamo di nuove e diverse compatibilità ambientali, quindi stiamo parlando di un'altra cosa rispetto a quella di cui anche con molti dubbi da una serie di versanti, in particolare ambientalisti, si parlava originariamente.
Quindi, dentro a questo nuovo contesto, quale noi abbiamo visto, non solo nelle Commissioni Trasporti della Camera e del Senato, ma nello stesso dibattito governativo e nel confronto con gli enti locali piemontesi abbiamo davanti questo ordine di progetto per quanto riguarda, e con tutte le possibili alternative, la Torino-Lione sia per quanto riguarda i nodi aperti sulla Torino-Milano da chiudere all'interno della Conferenza dei Servizi.
Quindi, certamente necessita una sollecitazione e un incontro immediato per capire qual è l'ordine delle questioni e delle problematiche e per ristabilire certezze in questa direzione e accanto a questo, oltre alla proposta avanzata, che io condivido, del Consigliere Vindigni, per quanto riguarda il ruolo importante di coordinamento istituzionale e di guida che la Regione deve avere.
La seconda sollecitazione è che si chiuda al più presto la conferenza dei servizi sulla Torino-Milano, risolvendo le problematiche relative ai nodi di Chivasso, di Santhia e, soprattutto, l'interconnessione sul nodo di Novara. Tenendo conto della rivisitazione del progetto - di alta capacità che privilegia il discorso delle merce e che inserisce tutti i significativi discorsi di compatibilità ambientale.
Pertanto, certezza sul complesso del progetto e sul nodo est-ovest nell'asse infrastrutturale di questo Paese nel contesto europeo; chiusura delle problematiche relative alla tratta della Torino-Milano con la conferenza dei servizi; rilancio della Regione in quella sede di coordinamento istituzionale come momento guida nell'individuazione di soluzioni migliori per rendere più compatibile il rapporto tra sviluppo e ambiente, per quanto riguarda la tratta della Torino-Lione.
Se assumiamo, come Regione, insieme agli Enti locali, questo ordine di problematiche saremo in grado di definire, in modo chiaro, l'assetto infrastrutturale di questa regione.
Un contributo serio la Regione Piemonte lo apporterebbe se fosse in grado di venire a capo del Piano regionale dei trasporti - documento di grande e centrale importanza - che interconnette i problemi delle grandi assi infrastrutturali con le problematiche relative ad un discorso dei trasporti e a strutture di ordine ferroviario e viario regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Le dichiarazioni di Cimoli possono essere considerate di una gravità assoluta.
Coloro che, dal punto di vista politico, non intravedevano la necessità di un collegamento internazionale forte con il nord-Europa, non possano non prendere atto che le dichiarazioni di Cimoli sono gravissime.
Sono gravissime per due ordini di motivi. Prima di tutto perché non spetta a lui decidere sulle politiche dei trasporti nazionali; spetta a lui, invece, attuale le politiche dei trasporti. Le dichiarazioni di Cimoli in questo momento appaiono come un fulmine a ciel sereno.
Quest'aula deve dar forza alla Giunta affinché porti avanti le proprie istanze con il Governo nazionale: il Piemonte non può stare senza il collegamento internazionale con il nord-Europa. Non può diventare una Regione marginalizzata, non può non basare il proprio futuro economico sui collegamenti.
Detto questo, sono convinto, Presidente Ghigo, che il problema vada analizzato dalla base. Capisco, avendole vissute in prima persona, quelle che sono le difficoltà che si frappongono alla realizzazione del collegamento internazionale - le popolazioni locali, o meglio, alcuni rappresentanti delle popolazioni locali - però occorre rendere note le decisioni che si assumono. Non so a che punto siano giunti i lavori di coordinamento delle istituzioni, certo è che un Consigliere che ha la disavventura, in questo momento, di vivere nella valle di Suda - dove si dovrebbe realizzare il collegamento internazionale - da qualche anno non è più a conoscenza, ufficialmente, di cosa succederà: non conoscenza dovuta anche al silenzio che in questo momento le istituzionali locali della valle di Susa stanno attuando.
Ho il timore che, attraverso il non far crescere questa esigenza per il Piemonte, non soltanto questa volontà, sfumi la tensione e anche il dibattito che dovrebbe far sì che tutti capiscano questa necessità.
Anche chi è contrario ai collegamenti internazionali deve prendere atto che qualsiasi altro collegamento internazionale - oltre quello del Gottardo non troverebbe la soluzione ai problemi di tipo ambientale e tecnico.
Otterrebbe come risultato soltanto il fatto che il Piemonte verrebbe tagliato fuori dall'Europa, perdendo la sua funzione determinante per il futuro dell'economia piemontese e nazionale.
Credo che in questo momento occorra nuovamente alzare il tiro: si convochino le istituzioni e si vada tutti insieme - è già stato ricordato dalla Consigliera Spagnuolo - dal Presidente Prodi, non come rappresentanza soltanto dell'esecutivo, ma di tutto il Consiglio regionale, per chiarire quelle che sono le vere esigenze non della maggioranza di questo Consiglio regionale, ma della maggioranza del Consiglio regionale.
La Regione Piemonte non può essere scollegata da quelli che sono i suoi rappresentanti in Parlamento nazionale. Anche i parlamentari del Piemonte devono farsi carico delle precise volontà del Consiglio regionale, della Giunta regionale e della regione Piemonte nel suo insieme. Non è pensabile che ci siano deputati piemontesi che, a seconda del territorio a cui fanno capo, a volte sono favorevoli, a volte sono contrari al collegamento internazionale. Anche sotto questo aspetto, dal punto di vista politico deve essere fatta chiarezza. Apprezzo molto di più coloro che hanno mantenuto in Consiglio e fuori, fin dall'inizio della discussione, le loro posizioni, che non coloro che fanno i doppiogiochisti rispetto ad un tema così importante come questo collegamento internazionale. Non è più pensabile di raccontare alle popolazioni locali, a seconda del territorio una o l'altra cosa indifferentemente. Credo vada fatta chiarezza perch questa stessa chiarezza dei Gruppi politici in Consiglio regionale, così come dei Gruppi politici che compongono il Parlamento nazionale permetterà, ancora di più, di salvaguardare e verificare costantemente quelle che sono le azioni del Governo. Dal Governo credo debbano essere assunti precisi impegni rispetto a questo.
Ultima cosa, Presidente: io le do atto di essere intervenuto tempestivamente con le altre istituzioni di livello sovracomunale in questa vicenda perché non si poteva aspettare neanche un minuto rispetto a queste dichiarazioni. Adesso lei accetti che i Capigruppo o i Consiglieri di questo Consiglio che vogliono dare su questo tema specifico più forza al governo di questa Regione, assieme a lei vadano a fare chiarezza e richiedano delle precise posizioni da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri. Dico del Presidente del Consiglio dei Ministri perché quando ci sono posizioni diverse all'interno del Governo rispetto a una cosa importante come questa non può che essere il Presidente del Consiglio dei Ministri a dare garanzie rispetto all'attuazione di quello che il Piemonte vuole e di quello di cui il Piemonte non può fare a meno.
La invito davvero a chiedere questo impegno e questo appuntamento al Presidente Prodi a tempi brevissimi e chiederei anche, affinché essi stessi verifichino costantemente quelle che sono le attuazioni degli impegni, che i deputati piemontesi vengano in Consiglio regionale, in Giunta regionale con le rappresentanze politiche, ad assumere anch'essi degli impegni che siano su questo tema. Non sulle soluzioni tecniche, perché possiamo cambiare ancora altre dieci volte il nome all'Alta velocità, Alta capacità collegamento internazionale; possiamo ancora cambiare le soluzioni tecniche altre dieci volte, possiamo anche non fare il tunnel, probabilmente non è neanche necessario farlo, basta migliorare quelle che sono le attuali soluzioni; ma gli impegni sul tema specifico del collegamento internazionale Torino-Lione che permetterà probabilmente, se non il decollo del Piemonte verso l'Europa, la stabilità almeno dell'economia esistente.
Io credo che questi impegni li devono assumere tutti, anche i deputati piemontesi, a salvaguardia di quello che il Presidente Prodi vorrà dirci e impegnarsi.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare adesso il Consigliere Mancuso, ma il Consigliere Cavaliere ha chiesto se può intervenire prima perché deve assentarsi quindi chiedo al Consigliere Mancuso la cortesia di accedere a tale richiesta.
Grazie Consigliere Mancuso. La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ringrazio il Consigliere Mancuso perché purtroppo a mezzogiorno devo assentarmi. Chiederei tra l'altro anche al Presidente Ghigo se nella ripresa dei lavori pomeridiani volesse dare le risposte sollecitate sulla questione che ho sollevato in apertura di seduta.
Sulla vicenda invece dell'Alta velocità io ritengo che si stia rincorrendo, un po' tutti, un rito sbagliato e si sia anche molto prigionieri di questo rito.
Voglio ricordare, solo a memoria, che le dichiarazioni di Cimoli sono state fatte in termini più forti, più decisi, più generali, da altri dirigenti delle Ferrovie, mi riferisco a Necci che quando era Presidente delle Ferrovie e Presidente della TAV (ruolo anomalo) faceva e disfaceva le ferrovie e l'Alta velocità in Italia, nel senso che pareva che il centro di potere di decisione fosse lì. Ora mi pare che Cimoli abbia invece detto il punto delle Ferrovie dello Stato. Che questo sia il suo compito o meno, io credo che abbia posto sul tappeto delle scelte governative qual è l'opinione delle Ferrovie dello Stato e credo che fin qui sia opportuno certamente non è opportuno che poi le scelte le facciano le Ferrovie dello Stato. Però non ha detto cose diverse da ciò che è stato detto dal documento espressione degli esperti del Comitato misto Ministero dei Trasporti-Ministero dell'Ambiente, un documento di sei mesi fa, che puntualmente aveva stabilito per quanto riguarda l'Alta Velocità nel nostro Paese ciò che era fattibile e ciò che non era fattibile. E sono le stesse cose dette in questo momento da Cimoli.
La Torino-Lione, di difficile realizzazione (gli ambientalisti lo dicono da dieci anni), trova il suo punto di crisi proprio in Francia! E' questo il punto: sono i Francesi - collega Montabone - a dire che la Torino Lione non va bene, ma non perché non vogliono i Torinesi! Non va bene tecnologicamente; non va bene come modello di raccordo; non va bene economicamente: 30.000 miliardi sono una spesa insostenibile per quel tipo di collegamento, quando si possono ottenere gli stessi collegamenti con una speso molto, molto minore. Questo dicono i Francesi che stanno facendo una rivisitazione del loro modello di alta velocità, che è un modello economicamente compatibile solo per la tratta Lione-Parigi; tutte le altre tratte sono deficitarie, sono in crisi, mentre funziona solo - ripeto - la tratta Lione-Parigi.
Noi non possiamo più fare come si è fatto in passato - lo ricorderà benissimo il collega Vindigni - quando si diceva "facciamo l'AutoFréjus perché i Francesi stanno facendo l'autostrada, l'hanno quasi fatta e dobbiamo farla anche noi".



VINDIGNI Marcello

L'hanno raccontata a te come l'hanno raccontata a me, allora ero giovane.



CAVALIERE Pasquale

Esatto, noi abbiamo fatto l'autostrada, i Francesi invece la devono ancora fare. Ma noi dovevamo neanche anticiparli, dovevamo congiungerci alla rincorsa di quel mito che è il Monte Bianco "bucato" dagli Italiani e dai Francesi. Noi abbiamo quel mito dei picconi italiani e dei picconi francesi che si incontrano sotto il Monte Bianco.
Allora, se questo è lo stato della Torino-Lione, dove si può fare un collegamento veloce, serio, con una spesa molto minore a quella dell'alta velocità; se la Torino-Milano è diventata una cosa quasi - non vorrei usare un termine forte, ma non ne trovo altri - ridicola, perché si parla di Alta velocità, si parla di collegamento veloce e poi, per riuscire a fare quel collegamento, si fanno due, tre, quattro, dieci bretelle di interconnessione, si fanno dieci interconnessioni com'è avvenuto sulla Roma Bologna, come avviene sulla Firenze-Bologna. E' Alta velocità, però ci sono talmente tante interconnessioni che alla fine non è più quello e non ha più senso definire quello.
Allora io credo che il problema del Piemonte non sia quello di rivendicare un mito, un mito tecnologico che non funziona, ma quello di rivendicare delle risorse; di rivendicare delle risorse - questo sì - per modernizzare i propri collegamenti, per migliorarli, per fare quelli necessari. Questo è quello che bisogna chiedere, non invece ballare attorno al totem, perché di questo si tratta, di una ideologia e non di una scelta concreta, che rappresenta semplicemente l'immaginario collettivo di un problema che invece non è.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Prendo la parola per complimentarmi coi colleghi dell'Ulivo e di Rifondazione comunista perché sono riusciti in un'impresa, secondo me disperata, ma devo riconoscere una certa abilità, cioè quella di sostenere in qualche modo le posizioni del Governo romano.
Quanto parlare si è fatto in quest'aula di Alta velocità, di Alta capacità? Però, a oggi, registro che tutto è molto nebuloso. Le informazioni che ho - credo che siano più o meno le stesse alle quali possono arrivare i colleghi - sono che ci sono i cantieri aperti sulla Roma Milano, sulla Bologna-Firenze (la Firenze-Roma era già stata realizzata) però tutto il resto, per quanto riguarda il tracciato della famosa T, che oltre all'asse nord-sud si occupa anche di quello est-ovest (nel quale rientra il collegamento con la Francia, di cui parliamo oggi qui), tutto è fermo, tutto è nebuloso.
Io c'ero al Lingotto a sentire il Ministro Burlando, quando l'anno scorso (pochi mesi fa) disse, con un discorso molto fumoso, che chiedeva la collaborazione delle Regioni e degli Enti locali, ma sostanzialmente è venuto a dire, perlomeno per quanto riguarda la componente del Governo che lui rappresenta (ha fatto anche delle battute, delle allusioni molto pesanti sul fatto della divisione del Governo): "Noi del PDS, nell'ambito del Governo, ci crediamo alla logistica, ci crediamo ai grandi assi viari però non siamo soli: nel Governo abbiamo i Verdi; abbiamo la farsa di Rifondazione che c'è, ma non c'è e quindi ha le mani libere su tutto, per cui ricatta anche su queste queste vicende. Di conseguenza siamo a chiedervi, sull'asse est-ovest, collaborazione".
Ma che collaborazione può dare la Regione Piemonte, se il suo ruolo non è neanche quello di sedere al tavolo della Commissione intergovernativa? E anche a livello governativo mi risulta che il Piemonte è rappresentato dal Prefetto di Torino.
Quindi le opposizioni oggi stanno tentando - in modo manicheo, com'è loro consueto - di ribaltare la frittata e dire: "Eh, ma la Regione non fa abbastanza", cercando di nascondere le inefficienze, le insufficienze del Governo romano.
Io a questo gioco non posso stare, e devo denunciare questo atteggiamento assolutamente poco serio da parte dei colleghi, che cercano di negare l'ovvio.
Si dica una volta per tutte, mantenendo la stessa posizione a Roma e a Torino, cari colleghi dell'opposizione, come li volete questi collegamenti cioè volete i collegamenti di Alta capacità che raccordino l'Italia, in particolare il nord-ovest e quindi il Piemonte, col resto dell'Europa? Li volete? Allora fate delle cose consequenziali, mettete in atto delle azioni che dimostrino che ci credete in queste cose. Altrimenti riuscite soltanto a dimostrare - e ha detto molto bene il Consigliere Papandrea prima - che il Governo è una Babele; il Governo romano dell'Ulivo, non solo sui trasporti ma su tutta una serie di altri settori fondamentali, è una Babele.
Parlate lingue diverse, avete programmi diversi; l'Ulivo a volte è Ulivo, a volte però ci sono i distinguo (PDS, Verdi, Popolari); su tutta una serie di temi volete le mani libere, vi distinguete; non parliamo, poi del ruolo di Rifondazione, che è assolutamente folle. E intanto la nostra credibilità internazionale crolla e l'immagine, che era molto offuscata prima, è sempre più inesistente.
Tanta meraviglia per bocca di alcuni colleghi oggi qui sulle dichiarazioni di Cimoli. Ma questo fenomeno di Cimoli chi è? chi lo ha messo lì? La nomina del Direttore delle FF.SS. può forse essere slegata dalle dinamiche di Governo romano? Se volete far finta che Cimoli non sia espressione di una certa parte e quindi di certi partiti che oggi governano - ahinoi - l'Italia, fate pure, ma io non credo che i cittadini siano così impreparati e disattenti da non capire questi giochetti.
E poi, francamente, leggiamo sui giornali delle cose ridicole. Posso capire che il Presidente Ghigo, in quanto espressione del Polo, non abbia grande peso a livello romano, perché ovviamente è dell'altro schieramento però che il Sindaco Castellani e la Presidente Bresso, che ogni tanto tuonano dalle pagine dei giornali piemontesi, dai media piemontesi, sembra che loro a livello romano abbiano chissà quali collegamenti e possano, poi vengono a versare queste lacrime di coccodrillo assolutamente inopportune.
E' tutto ridicolo, è tutto discutibile, ma che senso ha? Dimostrate anche voi nei rapporti coi vostri parlamentari che il Piemonte non merita un simile trattamento, perché al di là degli aspetti tecnici che forse non è oggi la sede di affrontare - comunque mi chiedo quanti di noi sarebbero in grado di farlo - resta il problema che non si riesce ad avere un interlocutore a livello romano. L'unica volta che abbiamo interloquito abbiamo avuto qui la visita del Ministro Burlando, che è venuto - destino del cognome - a raccontarci un sacco di burle, perché niente di quello che ha detto è poi stato mantenuto; ha soltanto evidenziato - non si vedeva perché c'era il tavolo - che sotto il tavolo c'era qualcuno che lo tirava per le parti basse del corpo, impedendogli di fare quello che forse lui come espressione di un certo partito, avrebbe voluto fare (penso, per esempio, al Ministro verde dell'Ambiente Ronchi o ad altri esponenti più o meno autorevoli del Governo).
Quindi siamo in questa condizione; non è possibile risolvere queste cose, se la maggioranza, la pseudo maggioranza, non si confronta una volta per tutte, perché è sotto gli occhi di tutti la grave crisi che l'attraversa e non sono bastati e non basteranno i confronti che periodicamente vengono chiesti sulle diverse questioni.
Quello che è grave è che gli italiani, in particolare i piemontesi pagheranno per l'inadeguatezza di questa classe politica di sinistra che è stata una iattura per l'Italia.
Il mio intervento è per dare voce ai tanti piemontesi che hanno capito e ai tanti che ancora non hanno capito e spero lo capiscano presto - che all'Ulivo romano e piemontese importa nulla di quello che accade nella regione, anche per quanto riguarda i settori fondamentali quali i trasporti, i collegamenti regionali e interregionali, ma anche internazionali (sull'asse est-ovest sapete quanta importanza ci sia per questa tratta).
Ancora una parola sul secondo Piano regionale dei trasporti, già richiamato da qualche collega. E' vero, il secondo Piano regionale dei trasporti è fermo da alcuni mesi in Commissione - parlo come Consigliere naturalmente - ma a me risulta che, se non ci fossero stati cinque mesi di impasse sul bilancio e la breve crisi, che comunque è stata risolta probabilmente i lavori della Commissione avrebbero potuto essere più veloci e quindi avremmo potuto approfondire l'argomento e portarlo all'aula.
Vi ricordo che il primo Piano dei trasporti - la verità ditela tutta è del 1979 e in questi venti anni, durante i quali la Regione è stata governata spesso, per non dire quasi sempre, dalla sinistra (prima come PCI, oggi come PDS e Rifondazione Comunista), non è stato fatto granché.
In vent'anni, il secondo Piano regionale dei trasporti è stato messo a punto in piena VI legislatura da una Giunta di centro-destra; nei vent'anni precedenti nulla è stato fatto in questa direzione. Sentire alcuni colleghi del PDS o di Rifondazione Comunista "tuonare" su questo, quando loro, fino a ieri (in senso figurato), fino a tre anni fa, hanno governato la Regione insieme ad altri, o i loro colleghi...



PAPANDREA Rocco

Dì la verità, perché dici cose false. Lo informi, Presidente, lei c'era, lo informi...



MANCUSO Gianni

Io no ho interrotto nessuno, vorrei avere uguale trattamento da parte dei miei colleghi.
Capisco di dire cose vere, che sono come macigni che infastidiscono i colleghi, ma questa purtroppo è la realtà: quando avete governato voi sulle grandi questioni (il Piano di sviluppo, il Piano dei trasporti, il Piano sanitario, il Piano socio-assistenziale) non avete portato a termine nulla di questi progetti. Fino all'altro ieri avete governato e oggi, da tre anni, continuate a criticare il Polo che, invece, queste cose le ha realizzate o le ha portate a buon punto di realizzazione.
Siete manichei, lo ripeto perché è un'affermazione che rende molto bene l'idea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Vorrei far iniziare il Consigliere Galli, grazie.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la parola per fatto personale, Presidente.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Consigliere Galli.
La parola al Consigliere Chiezzi, per fatto personale.



CHIEZZI Giuseppe

La mia non è polemica. E' solo per ricordare al Consiglio che il Gruppo di Rifondazione Comunista è sempre stato all'opposizione, dalla sua costituzione ad oggi. Quindi, quello che dice il collega Mancuso non è vero. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie. La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Presidente e colleghi, molte volte in quest'aula abbiamo parlato di disoccupazione, si sono levati gli scudi rispetto al problema della non possibilità economica di dare soddisfazione soprattutto al mondo giovanile e noi sappiamo benissimo che la disoccupazione è collegata all'attività economica e che l'attività economica è collegata alle infrastrutture.
Se vale per il Piemonte l'assioma, come viene sempre proposto per il resto d'Italia, specie per le Regioni meridionali, che i collegamenti, le infrastrutture corrispondono essenzialmente ad un ritorno economico perch per conseguenza diretta dovrebbero esserci nuovi insediamenti economici, è chiaro che l'Amministratore delegato delle FS, Cimoli, che per fortuna non può decidere, ma che sicuramente sta anticipando delle volontà governative cioè quelle di escludere il Piemonte dalle infrastrutture di collegamento viario ferrato, che consentano al Piemonte di essere una regione collegata in maniera valida con il resto d'Europa. E questo è gravissimo; significa disoccupazione imminente per il Piemonte, significa non poter più avere una grande industria, un'industria di grande esportazione, significa avere difficoltà nel portare i propri prodotti all'estero.
Tutto questo è anche sintomatizzato nelle condizioni attuali dell'aeroporto di Torino il tutto in un'ottica di non aver voluto rendere il Piemonte competitivo. E non è certo dovuto a questa Giunta, ultima arrivata, come accennava il collega Mancuso prima, che invece ai provvedimenti ha recuperato molti dei problemi non risolti, quelli lasciati inattuati da quanto c'era in passato al Governo regionale.
Io ritengo assai limitativo per il Piemonte che l'amministratore delegato delle FS, Cimoli, possa fare delle considerazioni di questo tipo costringerà una dura azione politica da parte della maggioranza che governa il Piemonte e, mi auguro, dell'opposizione, la quale spero possa spronare i propri deputati (mi sembra che a Torino i deputati siano tutti eletti nelle liste di sinistra).
Mi chiedo dove siano questi deputati, quale azione politica abbiano fatto in questi giorni, che sostegno diano alla loro regione, all'economia della loro regione.
Mi piacerebbe sapere dove sono.
Ringrazio il Presidente Ghigo per il suo intervento; è sempre stato puntuale sulla difesa dei collegamenti con l'Europa - chiamiamoli Alta Velocità, Alta Capacità, come vogliamo, il problema non è per ora la definizione dei collegamenti, ma è che i collegamenti ci devono essere -.
Il Piemonte non può fare a meno di questi collegamenti. Non possiamo diventare una dipendenza della Lombardia; lo siamo già per l'aeroporto, per Malpensa 2000, lo saremo anche per il collegamento sulla principale rete europea ferrata. E questo non deve essere.
Non capisco tante titubanze; non ci dovrebbe essere più distinzione tra maggioranza e minoranza in queste tematiche, perché dobbiamo difendere il bene del Piemonte, la sua capacità economica di mantenere quel poco che abbiamo tuttora e non limitarci soltanto alla piccola industria, che è vessata a livello governativo da tasse infinite, finché può reggere.
Vedremo, a distanza di pochi anni, quali saranno gli effetti dell'entrata in Europa con le nostre scarse capacità economiche, con il nostro debito pubblico immutato, con la nostra situazione debitoria non risolta.
Vedremo quanto la piccola industria, che è tuttora il sostegno del Piemonte, ci consente di essere ancora competitivi in alcune zone.
Se la piccola industria non sarà più concorrenziale, cari signori, la vedremo veramente brutta in Piemonte! Raggiungeremo anche noi una percentuale superiore al 20% di disoccupazione come, purtroppo, le sfortunate Regioni meridionali.
Questo non deve essere, ma se non ci saranno le infrastrutture sicuramente finiremo, volenti o dolenti in quella condizione.
Il Piemonte ha già perso troppe opportunità di questo tipo, per cui dovremmo tutti essere fermi in queste richieste.
Non voglio - perché non mi piace farlo - ripercorrere le linee già tracciate dai colleghi, molte delle quali condivido; vorrei però fare un'osservazione al collega Vindigni.
Ieri, in VII Commissione, c'era una leggina che ci avrebbe consentito di chiudere la Conferenza dei servizi anche fra una settimana, purché fosse passata in Consiglio oggi; riguardava i Piani di escavazione del materiale inerte la nuova linea Ferroviaria, l'Alta velocità o Grande capacità.
Non era una speculazione sugli inerti fatta da gruppi particolari o da gente interessata all'edilizia civile; si trattava esclusivamente di esaminare e approvare un Piano siti vincolato alle opere pubbliche.
Il PDS, nella persona del Consigliere Vindigni, mi deve dire perché ha voluto condizionare lo studio, la verifica in Commissione di questa leggina al Piano siti. Se il Piano siti di escavazione regionale non viene approvato, perché non si può approvare questa leggina? Si sa benissimo che sono due cose su due piani completamente diversi.
Cerchiamo dunque di essere concreti: non facciamo in Commissione ciò che non si fa in Consiglio e viceversa.
Questo è l'appello che rivolgo ai colleghi: cerchiamo di essere concreti in queste cose.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Svolgerò un intervento molto breve, tenendo soprattutto ad illustrare brevemente l'ordine del giorno che, per il momento, ha raccolto le firme della maggioranza e della Lega; ovviamente, se altri Consiglieri o altri Gruppi intendono aggiungersi, ben volentieri.
E' un ordine del giorno che "impegna la Giunta regionale a proseguire nell'impegno per sostenere la realizzazione dell'opera e ad assumere direttamente dal Governo, attraverso un incontro con il Presidente del Consiglio e i Ministri competenti, le assicurazioni di un impegno concreto circa l'accelerazione delle fasi progettuali di realizzazione degli interventi ferroviari Torino-Milano e Torino-Lione con l'indicazione certa dei tempi".
Vede, Presidente Ghigo, il punto è proprio questo. Io sono assolutamente d'accordo con quanto sostenuto prima dal collega Mancuso e dal collega Galli: non è possibile che ci siano tanti Governi; non è possibile che ci siano troppe teste che parlano, che si svegliano un giorno e dicono la loro su un tema così delicato, strategico e importante come l'Alta capacità (ovviamente, per il Piemonte, strategico ed importante) non è possibile che l'ultimo Amministratore delegato, nominato l'altro ieri, o magari quello che domani mattina, dopo l'ennesimo - ci auguriamo che non avvenga - scandalo che investirà le Ferrovie e che quindi verrà sostituito e rinominato, si alzi un bel giorno e decida, quasi lanciando una moneta, che la linea Torino-Lione non è più strategica oppure che lo è ancora di più.
Un progetto di questo genere non è fatto da Amministratori delegati delle Ferrovie o da dipendenti dello Stato che, per la posizione che occupano, ad un certo punto decidono di superare ed annullare la volontà politica, Credo che, pur nella correttezza dei rapporti democratici debbano essere ancora i Governi a decidere le linee e le strategie, e non Amministratori delegati pluripagati che forse dovrebbero occuparsi un po' di più della corretta gestione ordinaria delle linee ferroviarie italiane che noi dei grandi progetti strategici.
Loro devono attuare, eseguire; non voglio dire che non debbano pensare perché sarebbe eccessivo: dico che debbono attuare ed eseguire le linee strategiche pensate da altri.
Allora, Presidente Ghigo, se c'è un Governo in questa Nazione - come sembra che ci sia, almeno sui giornali leggiamo che c'è, più per le polemiche che per le proposizioni, ma questa è polemica politica e quindi non la faccio - parli con una sola lingua, non parli con lingua biforcuta come avrebbe detto il grande capo indiano Toro Seduto; parli con una lingua sola, non con tre o quattro: una di Prodi, una di Burlando, una di Ronchi una di Cimoli, una di un altro che domani mattina si sveglierà e dirà sì o no all'Alta velocità.
Il Piemonte, gli imprenditori piemontesi, i cittadini piemontesi hanno bisogno di certezze e di una linea. Il Governo deve avere il coraggio di dire definitivamente sì o no, altrimenti hanno ragione i colleghi che mi hanno preceduto: qui si continua a fare il gioco delle tre carte.
I deputati piemontesi dell'Ulivo - devo dire, peraltro, con molto ritardo rispetto ai tempi, oggi ho visto gli articoli sui media - si sono svegliati con tre-quattro giorni di ritardo, pretendendo dal Governo dei chiarimenti e dicendo: "Altrimenti staremo all'opposizione".
No, lo dicano prima; lo dicano il giorno prima, vadano tutti i giorni dai loro Ministri di riferimento e dicano: "Guarda che la linea del Governo deve essere chiarita, altrimenti noi...", e non, dopo aver riflettuto e pensato tre-quattro giorni, limitarsi a presentare un'interrogazioncina che consentitemi - è acqua fresca, per dire al Ministro: "Ma insomma Ministro, chiarisci", come se non fossero anni che discutiamo di Alta velocità e Alta capacità, come se tutti questi miliardi spesi in progetti in pensatoi, in comitati transnazionali non fossero esistiti e fossimo ancora ai preliminari:" Alta capacità o Alta velocità sì, no; magari, fatta così o fatta colà".
Va bene tutto, ma credo che almeno il punto di partenza debba essere quello della certezza: vogliamo o non vogliamo l'Alta velocità? il Governo la considera strategica o no? Basta che non ci sia l'ultimo Cimoli che si alza e dice: "Per me non va bene, non si fa", per poi, due ore dopo ritornare sulle proprie parole.
Ma cosa significa? Che ce ne frega di Cimoli? Abbiate pazienza! Non è lui il decisore, altrimenti dovremmo dedurre che non siamo più in democrazia, ma in tecnocrazia, cioè che chi decide non è più la politica non è più il Presidente Prodi o il Ministro Burlando o il Ministro Ronchi decidessero, sarebbe anche ora! - ma è il tecnico messo a fare l'Amministratore delle Ferrovie a decidere del bene e del male e ad avere il potere di vita e di morte sui poteri strategici.
Visto che noi siamo sempre stati per la democrazia e siamo sempre stati contro la tecnocrazia, pretendiamo - Presidente Ghigo, lo dico a lei, se nell'intervallo fra un discorso e l'altro con i vari Consiglieri mi ascolta dal Governo una risposta. Non la chiediamo: la pretendiamo.
Due anni fa, tre anni fa, sei mesi fa, tre mesi fa, in occasione delle varie volte nelle quali abbiamo discusso di Alta velocità - inutilmente, lo metto per inciso - in questo Consiglio regionale, le ho chiesto di scrivere una lettera al Presidente del Consiglio.
Visto che i Ministri dell'Ulivo sono sempre a Torino... Anche per la campagna elettorale di Caselle abbiamo avuto la presenza di un Sottosegretario agli Esteri, del Ministro per gli Affari Sociali, ecc.; la campagna elettorale di Caselle è una cosa buona e giusta, perché a Caselle ci teniamo tutti, tra l'altro ci sono pure gli aerei, quindi magari è connessa coi trasporti.
Come dicevo, visto che i Ministri dell'Ulivo sono perennemente a Torino per le telecomunicazioni (che poi vanno a Napoli, ma non importa); per la metropolitana (che poi non si fa, ma non importa), per l'Alta capacità (che non sappiamo più se si fa o meno, ma non importa), Presidente, scriva una lettera al Presidente del Consiglio Prodi, lo inviti a venire in Consiglio regionale insieme ai suoi due Ministri (tra l'altro - ricordo - il Presidente del Ministro Di Pietro, che venne in Consiglio regionale a dirci quanto riteneva corretto. Nella dignità di quello che vorrebbe essere un Parlamento subalpino e non una semplice Assemblea che aspetta il Verbo romano - anzi, i troppi Verbi romani: ce se fosse uno! Ce ne sono troppi! lei, Presidente, chieda ufficialmente al Presidente Prodi e ai Ministri Ronchi e Burlando di recarsi al Consiglio regionale del Piemonte e di chiarire la loro posizione, certa e definitiva, e i tempi previsti relativamente all'Alta capacità. Diversamente si tratta di manfrina.
Ma se fosse soltanto una manfrina politica, potrebbe anche non interessarci; la politica di per sé non è cosa così importante. La cosa importante è la strategia che la politica deve esprimere. I piemontesi, le imprese soprattutto, ma anche tutti i cittadini, visto che siamo in regime di democrazia e non in tecnocrazia e visto che per il momento, grazie al cielo, non governa ancora il "Grande Fratello", hanno il diritto di sapere se domani il Piemonte sarà cerniera o serva dell'Europa.
Abbiamo il diritto di conoscere la posizione assunta, sì o no? Dovremmo continuare con lo stillicidio indecoroso, che quotidianamente compare nei giornali, sulle prime pagine o su quelle economiche, più o meno interne, di qualcuno che dice "sì" e qualcuno che dice "no"? Oltretutto, spesso per motivi puramente e prettamente ideologici: alla fine, infatti, sul merito non discute mai nessuno; sui progetti veri non si esprime nessuno: siamo sempre ai preliminari! Non credo che trattandosi di strategia e pianificazione per il Piemonte degli anni 3000 si possa perdere tempo coi preliminari! Occorre arrivare all'atto definitivo; soprattutto, non bisogna continuare a ingenerare continue illusioni o disillusioni che testimoniano non solo e non tanto lo scollamento del Governo nazionale - politiche che non ci interessano - ma la profonda confusione di obiettivi e di idee, che un governo, viceversa, avrebbe l'obbligo di chiarire nei confronti dei propri cittadini.
Presidente Ghigo, l'ordine del giorno la impegna ad un incontro con il Presidente del Consiglio e con i Ministri. E non con l'amministratore delegato: quest'ultimo, infatti, "deve fare". Chiediamo con garbo, con umiltà: li faccia venire in Piemonte! Tutti devono avere il coraggio delle proprie azioni; non è possibile che l'Ulivo romano dica "a" e l'Ulivo piemontese dica "zeta". Non si tratta soltanto della dignità personale di coloro i quali parlano, ma si tratta soprattutto dei diritti dei piemontesi. Su questi non siamo più disponibili a transigere; chiediamo una volta per tutte, chiarezza, e lei, Presidente, è l'unico che può farsi interprete di quest'esigenza, insieme al nuovo Assessore ai trasporti e con l'attuale Vicepresidente della Giunta regionale: siete gli unici che potete assicurarci chiarezza: fatelo!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, sarò brevissimo. Le dichiarazioni del Presidente Ghigo ci trovano in gran parte d'accordo. Mi pare giusto il richiamo agli atti assunti in passato dal Consiglio e alle decisioni assunte a livello nazionale.
Vorrei però evitare di cadere nei limiti di questo dibattito - limite forse gratificante al fine di un conforto sulle proprie posizioni politiche, magari sui propri successi o insuccessi, o come Polo o come Ulivo, facendo rimbalzare le responsabilità fra Roma e Torino - che si traduce in limite politico complessivo della classe politica piemontese cui mi sento di appartenere, che utilizza le vicende che riguardano il nostro territorio più per rafforzare le posizioni politiche singole che gli interessi del Piemonte.
Relativamente all'Alta Velocità, come Gruppo siamo sempre stati a favore e continuiamo ad essere sulle posizioni espresse in passato, per ultimo dall'uscente Presidente Brizio. Ho una convinzione, Presidente: il cambiamento di opinione da parte della Ferrovie dello Stato, espresso dall'ing. Cimoli, non può non tener conto delle posizioni del Governo; ho la sensazione che il prevalere, nel dibattito, di un'esigenza diversa rispetto a quella est-ovest, sia posizione non casuale, ma che tende a privilegiare la posizione della Lombardia come centro dello sviluppo.
In tal senso, debbo ammettere che la Regione Lombardia si è mossa con intelligenza e capacità sicuramente superiore rispetto a quella espressa dal Piemonte. Non dico questo per polemizzare fra Polo e Ulivo, ma perch le vicende sono queste, in sostanza. C'è un blocco politico-economico prevalente, e non è soltanto riferibile all'Ulivo. Assistiamo al fatto che la Telecom cerca di trasferire le sue direzioni strategiche non a Torino sede naturale, ma a Milano: anche questo è un segno del fatto che questo blocco di potere politico-economico forte ha scelto l'asse nord-sud. Questo il problema vero.
I limiti con i quali la questione è stata affrontata non riguardano evidentemente, soltanto la Regione, ma anche il Comune di Torino.
La conferma delle decisioni assunte sull'asse est-ovest richiede forte capacità politica, che coinvolga anche il potere economico reale. Una capacità politica che deve tener conto dei cambiamenti che stanno avvenendo a livello internazionale: occorre saper leggere quanto sta accadendo.
Credo che la Lombardia abbia avuto il merito di saper leggere meglio di quanto abbia saputo fare il Piemonte quelli che sono i cambiamenti a livello internazionale.
Il limite reale del Comune e della Provincia di Torino e della Regione Piemonte ritengo sia stato l'aver sottovalutato quanto sta avvenendo a livello internazionale.
Un problema così complesso e così importante richiederebbe una capacità politica che non si esprime soltanto negli ordini del giorno o nel correre a destra e a manca - Novara, Santhià, ecc. - per verificare la bretella e questioni simili, importanti sì, ma di carattere tecnico. E' necessaria la capacità politica di muoverci sullo scacchiere nazionale e internazionale per cercare alleanze forti sull'idea che abbiamo del Piemonte.
Se l'asse est-ovest non si attua, le difficoltà che sorgeranno per il Piemonte sono sotto gli occhi di tutti. Ai tre livelli di governo piemontese è venuta a mancare qualsiasi capacità politica - o è stata debole. Non sono sufficienti dichiarazioni congiunte del Comune di Torino della Provincia, della Regione che sostengono "occorre l'Alta Velocità".
Occorre assumere un ruolo attivo, muovendosi sullo scacchiere politico nazionale ed internazionale, per far prevalere questa posizione che oggi è indebolita.
Questo è il problema vero, e allora io suppongo, e concludo questo intervento, che bisogna cambiare e modificare atteggiamento nelle modalità con cui affrontiamo questi problemi. Noi li abbiamo affrontati a un livello banale, come complessivamente li stiamo affrontando oggi. Dire "Voi avete fatto il Piano sanitario", però l'Ulivo "Cimoli chi è?" è inutile completamente inutile.
Mi sento di suggerire al Presidente e ai colleghi che evidentemente è necessaria l'assunzione di una posizione forte, perché si torni a rispettare i patti che sono stati sottoscritti e questa è una decisione politica e spetta evidentemente al governo; ma, oltre a questa presa di posizione, occorre decidere una modalità diversa con cui affrontare i problemi del Piemonte, una modalità che tenga conto non soltanto dei problemi del Piemonte (io ho la sensazione che ci siamo un po' chiusi all'interno della Regione Piemonte).
I problemi del rapporto con la Francia sono problemi che magari deleghiamo soltanto a qualche Commissione intergovernativa di persone autorevoli che si incontrano, ma il problema è proprio lì: è il problema dei rapporti con gli altri stati. Il Presidente proponga una modalità, ma se le nostre valutazioni e le nostre decisioni non le ancoriamo a questi riferimenti la nostra è una battaglia persa, ma non è una perdita dell'Ulivo, è una perdita complessiva della classe politica piemontese regionale e del comune di Torino.
Io non registro che rispetto al passato abbiamo assunto qualche iniziativa diversa, continuiamo a ripetere le decisioni del passato, le decisioni assunte dalla Giunta Brizio, con nessuna novità, eppure molte questioni sono cambiate.
Questo dibattito non può essere soltanto tecnico; Assessore Masaracchio, vicepresidente adesso, credo che il limite della sua gestione fosse questo, di aver chiuso questo tema all'interno di questioni che riguardano la Conferenza dei servizi e mentre noi discutevamo di Conferenza dei servizi, se fosse più utile spostare la linea ferroviaria un po' più su o un po' più giù e parlavamo di capacità ferroviaria e ripetevamo malamente le decisioni assunte dal governo sul fatto di chiamarla Alta capacità o Alta velocità, complessivamente si è costituito un blocco politico ed economico forte. E questo l'abbiamo ignorato, non l'abbiamo saputo leggere.
Chi aveva la responsabilità, soprattutto a livello regionale, comunale e della Provincia di Torino, ha avuto la distrazione più completa ed oggi ci troviamo ad assistere alla dichiarazione del Presidente delle Ferrovie Cimoli, che non condividiamo, e quindi è necessaria un'assunzione diretta di responsabilità del governo, ma non possiamo fare a meno di riferirci a questi fatti.
Se non lo facciamo ci siamo messi a posto la coscienza con qualche dichiarazione, ma complessivamente non abbiamo svolto un servizio utile per il Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Saitta, la parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Grazie Presidente. Avrei avuto da dire parecchie cosette, ma sono stato preceduto dai colleghi. Non amo ripetere, non amo fare della retorica, far qualche considerazione più che altro di buon senso, che possono acquistare una valenza politica, ma non sono espressamente politiche.
Il fatto in sé stesso qual è? La dichiarazione di Cimoli, Presidente delle Ferrovie, che non c'entra niente o non dovrebbe c'entrare niente in quanto è il governo a cui noi dobbiamo essere interessati.
Alla dichiarazione segue una risposta, con un ordine del giorno che io ho anche sottoscritto, del Presidente della Giunta regionale, dove si dice che noi non accettiamo queste dichiarazioni, chi è questo Cimoli? Per questo Cimoli non è uno qualunque e se parla è perché è stato invitato a farlo; sono messaggi che bisogna anche leggere in questo senso politicamente. La cosa dovrebbe finire con una ferma presa di posizione della Giunta regionale piemontese, che invece porta avanti un discorso iniziato molto tempo fa a favore dell'Alta velocità.
La cosa più sorprendente è che ci sia, in questa discussione dei Consiglieri della Regione Piemonte, un dibattito interno che scivola sulle politiche locali, su vecchi scambi di odi, di contrapposizioni e quel che più mi deprime, come cittadino piemontese, non tanto come Consigliere regionale, sono coloro che vorrebbero giustificare in senso negativo la situazione, ossia, che tutto sommato l'Alta velocità non serve, costa troppo.
Mi ha indignato - gliel'ho detto anche in faccia - il Consigliere Cavaliere che dice: "La Francia dice che sono troppi 30 mila miliardi", ma cosa interessa a noi cosa pensa la Francia! La Francia, oltretutto, lo dice adesso che costa troppo? E' chiaro che noi non abbiamo pigiato sul pedale dell'Alta velocità in tempi utili, siamo stati come sempre un po' bugia nen.
La Svizzera, che in un primo tempo aveva rifiutato e invece adesso capisce di aver perso un treno importante sulla via delle grandi comunicazioni, ha anche lei il suo 15% di disoccupati e capisce che anche i lavori per una linea ferroviaria ad Alta velocità avrebbero una ricaduta sul discorso economico dell'attuazione. Tutte considerazioni che noi continuiamo a non fare, perché continuiamo a dire che gli abitanti della Valle non sono contenti, continuiamo a dire che forse non conviene inseguiamo il mito del piccone.
Dobbiamo seguire il mito della verità, vedere cosa questa succedendo cosa che troppo spesso perdiamo di vista. Il Piemonte non solo diventa la periferia nord-ovest, non solo diventa il tappeto invece della cerniera come qualcuno ci ha detto: diventerà la cenerentola, saremo disperati perché non si tiene conto della globalità, non si tiene conto che entro quattro anni Mirafiori chiude, come voci autorevoli affermano, e io vorr vedere cosa succederà! La rivoluzione.
Un discorso di ricaduta solo dei lavori dell'Alta velocità darebbe lavoro per vent'anni a un sacco di maestranze e soprattutto creerebbe un nuovo indotto che andrebbe a sostituire quello che rimane a casa dall'auto.
Questa è una delle tante ipotesi.
Io ho appoggiato l'Alta velocità per quanto era in mio potere nel Parlamento Europeo, avendo le spalle coperte da un gruppo poderoso come quello dell'LDR (Liberali Riformisti Democratici), contro il parere del mio stesso partito che intendeva privilegiare invece l'asse Milano-Verona Brennero, e qua sono d'accordo con Saitta.
Noi pensiamo sempre a un discorso su Roma, un discorso di concorrenza magari assistenziale nei confronti del Mezzogiorno, ma pensiamo anche alla concorrenza del nord, pensiamo alle concorrenze vere, quella della Lombardia che vuole egemonizzare e ha già egemonizzato il nord, perché da sempre loro hanno inteso privilegiarlo, si veda soltanto Malpensa. Farà chiudere Caselle, farà chiudere Genova, farà chiudere Linate stessa, perch tutto verrà concentrato; ma è un discorso che vale in Provincia di Varese quindi è sempre stato appoggiato dagli stessi parlamentari del mio Partito i quali puntarono l'indice contro Farassino, che era il traditore perch avevo votato contro Malpensa.
Occorre avere un po' di buonsenso. Perché dobbiamo dibattere in questo senso, odiandoci a colpi di politica, a volte paesana, tra noi che rappresentiamo la volontà piemontese? Non è un discorso di prestigio, di privilegio è un discorso di sopravvivenza, anche di questa Regione.
Dovremmo essere veramente tutti uniti e compatti, ognuno nelle proprie diversità, per andare verso un discorso che sia favorevole alla popolazione, all'economia, a quelle che sono le infrastrutture di questa Regione: questo è il discorso.
Non voglio essere sicuramente "bacchettone", ma consentitemi questa piccola prevalenza del cuore sulla ragione, come Doyen d'age di questo Consiglio.
Sono d'accordo sull'ordine, infatti ho firmato l'ordine del giorno presentato dalla Giunta piemontese; invito tutti i colleghi a confrontarsi di più, indire delle riunioni per capire quali sono gli ostacoli eventualmente da abbattere che portano il Consiglio regionale ad essere diviso invece di essere compatto su questioni così importanti per la nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, lei, in occasione della visita del Presidente Prodi dichiarò: "in questi giorni antecedenti la sua venuta, signor Presidente in numerose sedi istituzionali e non, si è un po' ironizzato sulla sindrome da abbandono da cui sarebbe afflitta questa città, e per alcuni versi questa Regione, quasi che una patologia collettiva enfatizzasse un momento di transitoria difficoltà o collegasse fatti casuali in un disegno strategico, inducendo a leggere, in atti e decisioni del Governo, una volontà di privilegiare altre scelte di allocazione di investimenti e di creazioni di opportunità".
Pare che lei abbia fatto un incipit direi ammirevole. Infatti ho detto che il suo discorso è stato di alto livello, come quello del Sindaco Castellani, come quello del Presidente, però si dà il caso che in nove cartelle lei non fa nemmeno un rigo di accenno né alla Torino-Milano n alla Lione-Torino: non c'è traccia di scrittura. Lei ha fatto una diagnosi ricchissima di dati: il Piemonte, come esportazione di merci, il terzo in Italia, ecc. ecc. Ha fornito una serie di elementi, però io oggi mi sono riletto tre volte il suo discorso e non trovo un accenno a questo problema...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

C'è una spiegazione. Per non dire le stesse cose, io, il Sindaco Castellani e la Presidente Bresso, ci siamo divisi gli argomenti. Comunque ho fatto riferimento alle grandi infrastrutture necessarie, chiaramente la Torino Lione rientra...



PICCHIONI Rolando

Certamente è una spiegazione valida, se non ci fosse il ricordo, che il Consigliere Vindigni ha fatto all'aula e cioè che da otto mesi, cioè da quando il Ministro Burlando e altri, in occasione dell'incontro avvenuto al Lingotto, hanno ricordato come fosse necessità assoluta, da parte degli Enti locali, precisare un'opzione inequivoca, discussa, discutibile, ma una discussione inequivoca; da allora non si è fatto assolutamente nulla. Vi è questa ignavia o questa incapacità di mettere in moto tutte le sue valenze.
Lei qualche giorno fa ha detto che la Regione è una grande Ferrari, per cammina a basso regime; ma lei ha una grande Ferrari, la deve fare girare ai massimi regimi possibili! Pertanto tutto quanto è nelle sue possibilità tutto quanto è nelle prerogative che le appartengono, deve far sì che la Regione, su un problema così determinante - mi pare che sia stato ricordato anche dal Consigliere Saitta - come si è mossa la Regione Lombardia, anche lei deve trovare tutte le occasioni, tutte le possibilità, tutti gli strumenti, individuare tutte le possibilità per far sì che la Regione non perda altre occasioni.
Vede, Presidente, il Sindaco Castellani ha ricordato, da parte sua, che il problema est-ovest è un grande disegno con grandi esigenze finanziarie.
Voglio ricordare la puntualizzazione del 25 maggio: "Torino e il Piemonte....lo considero uno strategico per il proprio sviluppo,...richiedono di illustrare in proposito gli orientamenti del Governo" - questa era una locuzione rivolta al Presidente del Consiglio "con particolare riferimento alla realizzazione del collegamento Torino e Milano e alla verifica sullo stato di avanzamento dei 14 progetti prioritari per l'Europa prevista per il 1999 dalla Commissione europea".
Qui non ci può essere un Cimoli di nessuna parte che possa contraddire il Presidente del Consiglio o perlomeno il Sindaco di Torino e la risposta fornita dal Presidente del Consiglio "sullo stato di avanzamento dei 14 progetti prioritari per l'Europa". Credo che questo possa essere anche oggetto di quell'ordine del giorno, Consigliere Ghiglia, che lei ha presentato.
Fare solamente delle locuzioni così vaniloquenti dicendo che gli pare che quello sia una specie di semolino precotto, che non ponga assolutamente nulla né da parte della Regione né nei confronti del Presidente del Consiglio; "domandiamo un incontro....", ma cosa sono queste cose così a bagnomaria? Cose nelle quali noi ci trastulliamo e con rispetto a delle soluzioni che invece devono essere immediate, devono essere forti. Noi vogliamo sapere, per esempio se sullo stato di avanzamento dei 14 progetti prioritari per l'Europa esista ancora la Torino-Lione, oppure se le valutazioni del Ministro francese, siano stati tali da far sì che questo debba rientrare come un progetto nel cassetto. Devo dire che io non sono per una soluzione piuttosto che per un'altra, io sono per una soluzione tecnica, per una soluzione che possa portare delle opzioni tecniche compatibili con la situazione torinese.
Sulla base di queste richieste c'è stato l'intervento del Presidente del Consiglio. E' stato un intervento preciso e assicurante, fa delle valutazioni certamente generiche, "...una grande conurbazione europea deve infatti poter essere in grado di essere facilmente raggiungibile da tutti di essere attraente come luogo di insediamento permanente per molti" - e fa dei grandi riconoscimenti a Torino, alla sua funzione storica - "se l'Italia vuole avere in Torino un punto di forza e non di debolezza, deve aiutare Torino a mettersi in condizione di essere pienamente all'altezza delle proprie ambizioni.
Per quanto riguarda il sistema dei trasporti destinato a collegare Torino con il resto del mondo, io ribadisco qui tutti gli impegni già assunti dal Ministro Burlando e da me in ordine all'Alta velocità per quanto riguarda il tronco Torino-Milano. Tutti sappiamo quanto questa scelta sia strategica, su questo ci impegneremo senza incertezze e ripensamenti" dice sempre il Presidente Prodi, e poi continua "...
consideriamo importante coltivare con attenzione.." qui c'è qualche ambiguità "la prospettiva del collegamento tra Torino e Lione secondo le modalità che assicurino una soddisfacente integrazione fra sistema francese, italiano dell'Alta velocità." Ma su termini di questo genere Presidente della Giunta, bisogna domandare al Presidente Prodi di chiarire di verificare, di precisare che cosa vuol dire "una soddisfacente integrazione fra il sistema francese e il sistema italiano di Alta velocità", quali sono le opzioni possibili, quali sono le alternative che si possono presentare rispetto ad un progetto che anche terminologicamente ha cambiato moltissimo.
Successivamente il Presidente Prodi dice: "Le difficoltà che questo progetto pone sia sul piano dei costi economici che su quello dei costi ambientali sono forti. Esse devono essere affrontate con senso di realismo da ogni parte" e poi aggiunge "quello che certamente non può e non deve accadere è che un collegamento così importante e vitale non solo per Torino, ma per tutto il Paese, possa essere pregiudicato per prese di posizioni preconcette o per ritardi nella elaborazione delle diverse possibili prospettive".
Ecco, signori, qui c'è il nodo politico! Il nodo politico che forse divide questa assemblea. "Possa essere pregiudicato per prese di posizioni preconcette", e qui io faccio sempre un riconoscimento alle intelligenze di tutti, però qualche volta mi sembra che ci siano delle posizioni preconcette, "o per ritardi nella elaborazione delle diverse possibili prospettive": allora, Presidente, questa elaborazione delle diverse possibili prospettive a chi compete? Si ritorna alla individuazione della domanda iniziale, quella fatta da Vindigni: come mai il Comitato di coordinamento - insediato, caro amico Mancuso, dal governo Brizio - non funziona? Questo non è un problema né di Ulivo né di Polo! E' un problema semplicemente di sensibilità politica.
Come mai il Comitato di coordinamento, che potrebbe essere anche il grande ammortizzatore rispetto a delle spinte o delle controspinte su un problema così delicato, non si è insediato per poter offrire quanto diceva il Presidente Prodi, cioè l'elaborazione delle diverse possibili prospettive? Vedete, io credo che qui ci sia senz'altro un problema politico e il problema politico è quello che la competitività non si risolve solamente con la competitività delle imprese o con delle misure una tantum sulla rottamazione. La competitività si risolve o perlomeno si acquisisce con i servizi, con le infrastrutture, quelle che possono effettivamente permettere la modernizzazione non di una parte del Paese, non di una tratta del Paese, ma del sistema-Paese stesso.
Concludo perché volevo solamente soffermarmi su un taglio politico del problema; ha già parlato il mio collega Montabone. Certo, ha ragione chi ha detto (mi pare Saitta) che qui c'è stata una grande vittoria della Lombardia e una sconfitta del Piemonte. Presidente, stiamo diventando una Provincia dell'Impero! Perché se la logica nazionale è solamente Torino Milano o se la logica nazionale sono i problemi del sud e i problemi del Nord-est e se tutti i problemi, da quello degli aeroporti a quello delle infrastrutture, fanno sì che noi siamo tributari e siamo succedanei alle logiche della Lombardia, qui è un problema politico! Non è un problema Assessore Mancuso, di Ulivo o di Polo! Qui è un problema totalitario di tutti noi! E' un problema della Regione Piemonte! E mi fa specie, ma sono lieto di registrare, che in prima linea questa mattina sulla discussione della Gottardo-Milano ci siano stati i colleghi novaresi, che ho sempre sentito o refrattari o lontani o certamente non sensibili a quello che poteva essere il problema del 45mo parallelo della grande dorsale che vediamo pure che potrebbe essere domani ovviata dalla Lione-Strasburgo. E allora se il problema interessa la Lombardia e parte del Piemonte, non so se poi questo può determinare, Presidente, quello che lei ha detto nel suo discorso che l'entroterra alessandrino potrebbe effettivamente giovare a quelle che sono le esigenze dei porti liguri, quando lei dice che da 200.000 container di pochi anni fa si è passati a 1.200.000 di oggi. Non lo so, può darsi che sia solamente un fatto di transito. Ma noi possiamo anche considerare, senza addentrarmi perché non sono un tecnico, il fatto che l'Alta velocità potrebbe anche risolvere quello squilibrio fra trasporto su gomma e trasporto su rotaia che invece non è squilibrato, non si registra per esempio sulla linea del Gottardo. Anche questa può essere una valutazione da prendere in considerazione.
Il problema politico.
Mi meraviglio che il Presidente Deorsola non abbia sentito l'esigenza e la necessità di convocare i deputati piemontesi. Mi meraviglio perché il Presidente della Giunta è certamente il Capo dell'esecutivo, ma l'assemblea è rappresentata dal Presidente dell'assemblea! E noi abbiamo avuto già due o tre volte, almeno nel passato, l'esigenza di sentire tutti! E pertanto anche questo potrebbe soprassedere a quanto ha detto Mancuso un momento fa: sentire se c'è una volontà unanime da parte di tutte le forze politiche un'eguale sensibilità di governo, un'eguale apprensione verso problemi che coinvolgono tutta la Regione. Invece qui non sentiamo nessuno, sentiamo solamente un ordine del giorno fiacco e scipito con cui si domanda un incontro al Governo, mettendo così in sequenza tanti ordini del giorno che non vogliono dire assolutamente nulla e che avranno la forza di una grida manzoniana.
Su Il Sole-24 ore è apparso chiaramente lo scarso peso politico del Piemonte; è stato denunciato giorni fa. E lo scarso peso politico del Piemonte non è dato né dall'Ulivo né dal Polo, non è dato da un Sottosegretario agli Esteri, che comunque lo fa molto bene, che vive a Torino o da un Ministro per gli Affari sociali che vive a Cuneo! Abbiamo già ricordato in questa assemblea che tante volte abbiamo avuto anche dei Governi con sette-otto Ministri piemontesi, ma i problemi sono rimasti.
Allora è un problema proprio da sindrome di accerchiamento, oppure è un problema per cui noi siamo sempre così rassegnati ad un fatalismo che ci porta a ripensare al destino cinico e baro e forse alle varie vicende della nostra patria.
Lorenzo Mondo ha scritto l'altro ieri sul giornale che noi forse arriveremo ad essere una città che tra Risorgimento e Barocco scoprirà anche l'archeologia industriale perché questa sarà una città colpita da una bomba al neutrone che ucciderà tutti, ma lascerà solamente... Probabilmente può essere una prospettiva, però la prospettiva che noi dobbiamo assolutamente combattere è quella che compete a questa assemblea, a lei Presidente, e in questo ha il consenso unitario credo di tutta l'assemblea.
Ho letto l'ordine del giorno di Chiezzi, possono anche essere delle cose accettabili quelle di Rifondazione, però il problema è che vinca non solamente un senso patriottico più o meno romantico, ma vinca la forza, la capacità dialettica, la capacità di persuasione di una popolazione e soprattutto di una comunità che senta questi problemi come suoi, che non possono essere rinviati a qualcheduno o a qualchedunaltro che con diversi pareri e con diversi poteri ci può interpretare per i propri interessi.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Picchioni.
Vorrei sottolineare, per quanto lei ha detto a proposito del Presidente del Consiglio, che io mi ero appuntata la richiesta del Consigliere Montabone di un incontro del Consiglio con i deputati piemontesi e anche quella della Consigliere Spagnuolo che aveva sollecitato che una delegazione di Consiglieri regionali andasse al Consiglio dei Ministri a fare presente l'importanza del Piemonte.
Questo per la cronaca.
E' iscritto a parlare il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Signor Presidente, il collega Vindigni desidererebbe intervenire molto brevemente per una precisazione che lo riguarda. Dopodiché cederei la parola al Consigliere Chiezzi che mi ha proposto uno scambio che considero vantaggioso, quindi interverrò dopo di lui.



PRESIDENTE

D'accordo, prego però il Consigliere Vindigni di essere molto breve perché è la seconda volta che interviene e forse non dovrei concederglielo.



VINDIGNI Marcello

Il Consigliere Galli ha affermato che in Commissione io avrei bloccato l'esame di un disegno di legge che dovrebbe consentire di risolvere il problema dell'acquisizione degli inerti necessari per la realizzazione della Torino-Milano.



GALLARINI Pierluigi

Scusi, Consigliere Vindigni, vorrei farle notare che in questo momento non è presente il Consigliere Galli.



VINDIGNI Marcello

Neanch'io ero presente prima.
Siccome quanto sto affermando, in Commissione è stato sentito da una decina di colleghi che sono qui presenti, compreso il Presidente, devo dire che non è assolutamente vero che io abbia bloccato la discussione del disegno di legge n. 230 in quanto la discussione è cominciata. Ho solo chiesto che una serie di aspetti contenuti nel primo titolo delle finalità fossero approfonditi con l'acquisizione delle informazioni da me richieste.
Devo anche dire che i problemi da me posti, successivamente nei pourparler con i funzionari sono stati ritenuti di grande rilievo: per esempio, la possibilità di utilizzare, per la realizzazione della Torino Milano, il materiale di scarto delle cave dell'Ossola che le Ferrovie si rifiuterebbero di fare perché tutto ciò (2.500.000 metri cubi) richiederebbe una permanenza per tre anni di tre ferrovieri allo scalo di Domodossola.
Quindi, caro Galli, credo che gli altri colleghi presenti me ne possano dare atto, la discussione è cominciata e abbiamo dato un contributo collaborativo mi pare più che apprezzabile da parte di chi ha orecchie per sentire e mente per pensare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente e grazie anche al collega Riba, al quale ho chiesto di intervenire dopo di me per dimostrare da parte mia e del mio Gruppo che non intendiamo svolgere interventi strumentali o di polemica, ma vogliamo cercare di ragionare delle cose nuove che ci stanno di fronte.
In questo momento io penso che su questo tema occorra molto più riflettere che protestare, perché il problema non è Cimoli, cari colleghi e quindi il problema non è protestare contro Cimoli: il problema sono le cose, la difficoltà delle cose, la difficoltà di realizzarle, che non sono ben più dure di Cimoli.
Vedete, molte cose sono cambiate dal momento in cui Necci e i governi che lo sostenevano proposero l'idea di realizzare un sistema di Alta velocità in Italia, perché questa idea, nata negli anni di Tangentopoli, è un'idea che si è consumata nel tempo.
Il dott. Necci ha fatto flop per i suoi motivi, ma l'idea che perseguivano le Ferrovie dirette da Necci era l'idea che lo sviluppo dell'Italia, quindi lo sviluppo infrastrutturale, ciò di cui l'Italia aveva bisogno per andare avanti (semplifico per stare nei dieci minuti) era la costruzione di un sistema ferroviario indipendente dal sistema ferroviario attuale, dedicato al trasporto passeggeri ad altissima velocità e gestito da una società ad hoc.
Era un'idea, un'idea di sviluppo, era un'idea politica se volete incarnava un'idea politica di sviluppo che si offriva al paese come leva per progredire, per avere infrastrutture competitive e via dicendo.
Quindi abbiamo avuto l'ossatura nazionale dell'Alta velocità che era così congegnata. Quella cosa lì è andata in frantumi, ma non per colpa di Cimoli: è andata in frantumi da sola, perché ha cozzato contro una impossibilità di realizzazione dei pesi tra pubblico e privato che erano stati ipotizzati. E' andata a ramengo perché la TAV, che doveva essere in buona parte finanziata dai privati, non ha avuto una sola lira dai privati e la lira non l'ha avuta perché non conveniva mettercela.
Allora c'è un fallimento strutturale di progetto di quell'Alta velocità, fallimento anche di contenuti: si è scoperto che trasportare passeggeri non serviva, non era economico, non c'erano nemmeno i flussi di passeggeri. Allora quel progetto si è sgonfiato per mille ragioni, ma soprattutto per questa, e pian pianino, con qualche sofferenza, con qualche pudore forse, è stato rimesso in discussione, al punto che col nuovo Governo Prodi e con il concorso di due Ministri - anche qua, purtroppo continuate a ricordarne solo uno, ma il Gruppo di Rifondazione comunista ne ha sempre ricordati due - Burlando e Ronchì, questo progetto è stato rimesso in discussione, non per volontà ideologiche, ma per volontà pratiche e realistiche, e questo progetto è stato rimesso in discussione alla radice, dicendo: "Primo, non si deve fare una nuova linea ad Alta velocità indipendente dall'attuale".
E' sbagliato, bisogna che tutte le linee nuove che si costruiscono siano il più possibile interconnesse con le attuali, perché solo così si fa rete e si fa sistema e solo così possiamo portare le merci ovunque. E' un cambiamento mica da poco, questo è un cambiamento strutturale, è una svolta a 180 gradi; poi in politica bisogna vendere le cose in forma commestibile ma è una svolta a 180 gradi, è lo smantellamento del progetto di Alta velocità, che è stato anche segnalato con un cambiamento di nome (Alta capacità), ma dietro quel nome c'è la sconfessione dell'ammissione dell'Alta velocità, dei 350 all'ora, c'è la sconfessione di tutto.
C'è il progetto che prevede un ammodernamento del sistema ferroviario che è giusto e che tutti vogliamo, ma non di quel segno, di tutt'altro segno, completamente diverso: le merci, la rete interconnessa, la maggiore diffusione di un beneficio derivante dalla maggior capacità di portare passeggeri e merci su tutto il territorio italiano.
Questa e' stata la vicenda Alta velocità nazionale. In Piemonte cosa abbiamo avuto, sempre in quel periodo? In Piemonte su quel progetto, a rimorchio di quel progetto è nata un'idea promossa da un'Associazione privata (Comitato promotore Alta velocità), guidata dall'allora Presidente dell'Unione Industriale Pininfarina che, gemello del progetto di Necci, ha proposto al Piemonte, con una visione torinocentrica, una cosa analoga e ha detto: "La salvezza del Piemonte, nel quadro di un rafforzamento delle infrastrutture italiane, sta nel costruire una linea ad Alta velocità passeggeri soprattutto, che vada da Torino a Lione attraverso un tunnel di 56 km.".
Questo progetto, maturato all'interno di interessi economici organizzati, è stato proposto ai politici che l'hanno, da allora fino all'altro ieri, bevuto, cioè la politica, la scelta politica l'ha fatta un'Associazione privata in Piemonte sull'Alta velocità, e questa Associazione privata ha lavorato tanto bene che è quasi riuscita - quasi perché non c'è mai stata a pieno titolo - a far inserire questa linea tra le linee "prioritarie". Non si è mai capito quanto "prioritaria", adesso si capisce: poco prioritaria per l'Europa, perché non c'è il carico passeggeri e merci che giustifichi un investimento di decine di migliaia di miliardi.
Allora, cari colleghi, il problema non è protestare contro Cimoli; il problema è prendere atto che un progetto di rafforzamento del sistema ferroviario basato su costruzione di nuova linea indipendente dalla precedente Alta velocità è fallito e non può essere riproposto: è di qua che dobbiamo partire, è da questo punto.
Da questo punto di vista, ho sentito qualche accenno nuovo che in quest'aula non avevo mai sentito, ad esempio da parte del DS, che comincia a dire: "Attenzione, sulla Torino-Lione forse l'unico progetto che deve essere realizzato e può essere realizzato è quello di un grosso rafforzamento della linea attuale: si studi questo rafforzamento", che è quello che in tutti questi anni hanno chiesto le popolazioni della Val di Susa e - scusate la citazione - modestamente ha chiesto in modo inequivoco e solitario il nostro Gruppo per tutti questi anni, dal '91 al '98.
Allora, questi cenni nuovi sono cenni molto interessanti, e ho voluto parlare prima, in particolare colleghi del DS, per dar modo di rispondere e non per battere sulla voce, perché ritengo che, se dobbiamo mettere in atto impegni di intelligenza e di lavoro, questi non devono andare a ripetere stancamente delle richieste che non hanno la possibilità di essere realizzate.
Non è contro l'amministratore delegato Cimoli che dobbiamo protestare ma contro la vecchia Torino-Lione. Dobbiamo fare leva sulle idee e le intelligenze che consentano a tutti noi di individuare un progetto realizzabile che rafforzi il sistema ferroviario piemontese ed il suo collegamento internazionale, compreso quello di Cuneo, compreso il trenino Cuneo-Tenda, che è anch'esso un collegamento internazionale da potenziare.
Pensiamo debba essere questo il fulcro del problema, il centro della nostra iniziativa politica. Abbiamo preparato un ordine del giorno che tende a mettere in luce questo elemento di novità. E' un ordine del giorno breve, perché non si può scrivere tutta la storia; del resto il Gruppo di Rifondazione Comunista su questi temi potrebbe stampare un libro pieno di ordini del giorno, anche molto argomentato.
E' comunque un progetto interessante per avviare un'alternativa rispetto al passato, che consenta al Piemonte di diventare competitivo. Ci sono diversi modi di pensare questo progetto; noi riteniamo che, per quanto riguarda il rapporto internazionale con la Francia attraverso la Valle di Susa, il progetto possa essere quello di rafforzare con tutti i sistemi la linea attuale Torino-Lione.
E' questo che dobbiamo chiedere al Governo Prodi. Non ci associamo dunque, alle proteste contro l'amministratore delegato delle FS, Cimoli mentre gradiremmo associarci a gruppi e iniziative politiche che riprendano il discorso in modo disincantato e senza lacci col passato, con quell'Alta Velocità che da Necci a Pininfarina ha dimostrato di non essere realizzabile e nemmeno utile. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiezzi. Ha chiesto la parola il Consigliere Galli vorrei capire per quale motivo.



GALLI Daniele

Per fatto personale, Presidente.



PRESIDENTE

Va bene, però due minuti, non di più.



GALLI Daniele

Anche di meno. Vorrei precisare (è sempre antipatico precisare successivamente riprecisare): riconfermo quanto ho dichiarato nel mio intervento. Voglio precisare, tra l'altro, rispetto a quanto ha affermato il collega Vindigni, che l'iniziativa rispetto al riutilizzo dei rifiuti delle scavazioni del Cusio è stata evidenziata dall'Assessore Pichetto. Il Consigliere Vindigni e il Consigliere Foco citavano, inoltre, quelli che erano dei mucchi di sabbia a lato delle sponde del fiume Tanaro, è comunque da specificare meglio il riutilizzo nonché la legittimità degli stessi prelievi del letto del Tanaro.
Il fatto è quello che ho citato nel primo intervento: per motivi politici, più che legittimi, ma strumentali, si è voluto ritardare questa legge, subordinandola all'intervento sul Piano siti principale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Galli.
La parola al Consigliere Riba, chiedendo scusa se l'ho fatto aspettare.



RIBA Lido

Affatto, ho sentito delle dichiarazioni molto interessanti e per me istruttive.
Riguardo alla posizione espressa dall'amministratore delegato, Cimoli condivido la necessità di una netta presa di distanza da parte del Ministro, a nome del Governo, contemporaneamente alla necessità, se si ravvisa che ci siano elementi di incertezza, che il Governo ribadisca fino in fondo la scelta dei collegamenti ad alta capacità di trasporto sul percorso Lione-Torino-Torino-Milano-Venezia e poi la diramazione per il sud dell'Italia. Considero, però, l'affermazione di Cimoli, e credo che la consideriamo un po' tutti così, non tanto l'avventata affermazione di uno sprovveduto, quanto la raffinata ipotesi messa in campo da un soggetto che non rappresenta soltanto l'azienda, ma un punto di convergenza di una serie significativa di interessi (ci tengo a dirlo perché in genere non amo fare polemiche, tanto meno su argomenti che riguardano il Piemonte nel suo insieme), a prescindere dalle parti politiche.
Poiché i colleghi di AN non si sono astenuti su questo punto, devo dire collega Mancuso e in parte anche Ghiglia (poi, per carità, sono disposto a non parlarne più) - che tra i sostenitori della linea del Gottardo c'è sicuramente Formigoni, in una posizione di grande rilievo e significativa capacità di portare avanti il suo progetto.
Ghiglia, se vai a cercare queste cose pensando che non riesca a trovare un tratto sul quale incolpo l'Ulivo...



(Intervento del Consigliere Ghiglia che parla fuori microfono)



RIBA Lido

Tu credi di essere sempre al Consiglio comunale di Torino evidentemente ti affascina troppo e quindi vuoi riproporne le metodologie che colà tu applichi e che invece qui noi cerchiamo di non applicare...



PRESIDENTE

Consiglieri, per cortesia, non è un dibattito personale.



RIBA Lido

Gliela dia subito la parola, per fatto personale, così lui "pianta casino" a Torino, poi qui e lo pianterà in Italia, andiamo avanti così...



PRESIDENTE

Consigliere Riba, continui il suo intervento.



RIBA Lido

No, per carità, se parla il collega Ghiglia chiudiamo volentieri tutti gli lascio il mio tempo così si sfoga. Dato che serve a poco, andiamo a parlare da un'altra parte.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, lasci decidere a me, per cortesia.



RIBA Lido

Posso capire che lo faccia in Consiglio comunale, dove gli serve per mettere a soqquadro l'istituzione, come istinto e come progetto politico che lo voglia fare anche qui, dove l'istituzione è già abbastanza a soqquadro e soprattutto è a soqquadro la questione che riguarda la sua parte politica, mi sembra eccessivo. Poi, se intende proseguire, gli do il mio tempo, anzi quello di tutto il Gruppo.



GHIGLIA Agostino

Guarda che il Ministro Burlando è sempre tuo...



PRESIDENTE

Per favore, Consiglieri, vogliamo chiudere in bellezza e non discutere di questioni...



(Voci in aula)



RIBA Lido

Ma colleghi di AN, siete tutti in giro, agitati! Guardate l'Assessore Masaracchio: adesso che è Vicepresidente della Giunta è l'espressione della calma! Naturalmente ho il rammarico di non essere ascoltato dal collega che peraltro capisco, con un orecchio "parla" e con l'altro ascolta, ma questa è un'immagine napoleonica...



PRESIDENTE

Adesso, Consigliere Riba, se permette, la confusione la sta creando lei...



RIBA Lido

Grazie, Presidente, lo stavo facendo apposta, senza concorrere al concorso per titoli ed esami!



PRESIDENTE

L'ho capito molto bene, grazie!



RIBA Lido

Ritorno al punto: non essendo Cimoli uno sprovveduto, evidentemente non esprime soltanto un'ipotesi di tipo aziendale, perché è fin troppo evidente che, per qualsiasi azienda, insistere laddove c'è già una redditività dei propri investimenti è una questione di una normalità lapalissiana. Ma Cimoli è portavoce di un sistema di interessi industriali, economici politici, che hanno una loro dislocazione lungo il centro europeo.
Adesso il collega Ghiglia non mi ascolta più, ma lo fa il Presidente Ghigo, sia pure con un orecchio solo; probabilmente c'è una linea che scende da Kohl e passa attraverso Forza Italia e arriva attraverso il nuovo PPE, come avete in mente di immaginarlo, e viene giù per la Lombardia, per cui c'è la linea del tracciato che va in quella direzione...



(Voci in aula)



RIBA Lido

Ci penseremo, era un'ipotesi alla quale non avevo posto troppa attenzione. E' del tutto evidente, però, che ci siamo già trovati in questo Consiglio regionale a discutere, qualche mese fa, dietro presentazione di una nostra interpellanza, delle iniziative della Regione Lombardia, che tendevano a rilanciare l'intero trasporto ferroviario lungo la linea del Gottardo. Siamo stati noi a porre il problema della linea del Sempione, non come alternativa, ma come difesa di una struttura storica e fondamentale per i collegamenti del Piemonte con l'Europa, da una parte, e la Liguria dall'altra.
Vorrei che fosse chiaro che in questo discorso c'è una ricomparsa significativa, pericolosa (prendetela come volete), e non credo che sia del Governo in quanto Governo, perché il Governo ha esposto delle posizioni assolutamente chiare: l'idea di rilanciare i collegamenti sull'asse nord sud sulla linea ferroviaria così come sulle linee autostradali.
Ed allora, poiché un collegamento sulla linea est-ovest si realizzerà comunque partendo dai Paesi iberici attraverso la Francia per arrivare fino ai Paesi dell'est, la questione sarà soltanto se quel collegamento si realizzerà a nord o a sud delle Alpi.
Questo è un punto. O non vi pare che sia così? Rimane dunque non tanto il problema del collegamento tra Milano e il resto - può anche darsi tra Milano e Torino, ma questo oramai sembra un punto abbastanza assodato - quanto quello di un grande depotenziamento del collegamento est-ovest, qualora si riuscisse o a derubricare il collegamento Torino-Lione o a realizzarlo attraverso dei meccanismi che alternativamente potrebbero apparire farraginosi, impraticabili economicamente oppure talmente riduttivi - come è nell'ipotesi di Rifondazione comunista - da essere sostanzialmente un'altra cosa, una specie di riattivazione delle linee ferroviarie esistenti.
Questa è sempre una cosa utile, è sempre l'alternativa a qualche altra cosa, ma non è la nostra ipotesi, perché noi ribadiamo la realizzazione del collegamento ferroviario ad Alta capacità così come è nelle delibere del Parlamento europeo.
Le realizzazioni che il Parlamento europeo ha previsto in questo ambito territoriale sono due: il collegamento Lione-Torino e Malpensa. Entrambi vanno realizzati, e da questo punto di vista non ci possono essere sconti.
Anche se alcuni colleghi hanno convenientemente qui riportato - lo ha fatto anche il Consigliere Vindigni - degli approfondimenti di natura tecnica sulle possibili soluzioni, io resto e restiamo tutti nella necessità di avere una procedura formale attraverso la quale si arrivi alla realizzazione delle scelte tecniche.
Una delle cose che ci è stata correttamente attribuita come imputazione di responsabilità da parte del Ministro Burlando è che ci sono delle questioni che riguardano le decisioni tecniche sul collegamento Torino Milano che devono vedere la voce in campo e in capitolo da parte della Regione Piemonte e delle istituzioni.
Da questo punto di vista, la Giunta Brizio aveva già creato un Comitato istituzionale con diversi compiti, ivi compreso quello di prendere in considerazione ipotesi di questo genere. Tale delibera è stata riconfermata dalla Giunta Ghigo; tuttavia, non mi pare che, in seguito, sia stata messa a regime.
Una linea troppo attendista fa anche sì che la nostra posizione, tutto sommato, sia secondaria e susseguente; la posizione espressa dal Presidente Ghigo nell'apprendere le dichiarazioni di Cimoli è stata certamente una posizione corretta.
Io non ho nulla da rilevare sulla correttezza; dico però che le operazioni in campo sono effettivamente di grandi conflitti di ipotesi e di interessi che non danno ancora per scontata la realizzazione della Torino Lione. Ciò lo abbiamo, da tutti i punti di vista, riconsiderato, ribadito e risottolineato con degli argomenti che sono patrimonio comune della conoscenza, dell'informazione e quindi di tutto il Consiglio regionale, per cui non è il caso di riproporli ulteriormente.
Tuttavia, il fatto che la Regione Piemonte non faccia parte del Comitato intergovernativo è sicuramente un limite: in questo, ha ragione l'Assessore Casoni.
Difatti, io sollecito che nell'ordine del giorno questo problema venga posto, nel senso che la Regione Piemonte è inopportunamente esclusa; chiedo che questo sia giustificato o serva a motivare altre esclusioni; come potete vedere, anche alla luce dei fatti, che questo non ci sta creando dei risultati, da nessun punto di vista, né opportuni né positivi.
Non ci siamo; non facciamo funzionare il nostro Comitato istituzionale parliamo ogni tanto della questione, quando ci sono degli avvenimenti; non riusciamo a sciogliere i nodi delle modalità di tracciato ed evidentemente, non possiamo pensare di non essere incalzati da altri soggetti, da altre forze economiche e politiche che possono, nella debolezza della nostra posizione e della nostra iniziativa, mettere a punto delle pericolose ipotesi alternative. Probabilmente nessuno di noi immaginava che si potesse arrivare ad una formulazione esplicita dell'ipotesi del Gottardo come alternativa al percorso Torino-Lione.
Si tratta di intercettare seccamente un'ipotesi che viene messa in campo come alternativa possibile, perché l'altra probabilmente si è rivelata attaccabile, anche se non troppo debole dal punto di vista della sua funzione nel costruire le idee di Europa; forse lo è stata in alcuni metodi, in alcuni aspetti, nel fatto che dopo l'allarme lanciatoci da Burlando al Lingotto non siamo stati sufficientemente attivi, dinamici o attenti nel cercare di dire: "Invece noi risolviamo; facciamo; queste sono le soluzioni che proponiamo e per le quali richiediamo che non si frappongano altri tempi morti".
La discussione di oggi è quindi utile se: serve a eliminare le ipotesi messe in campo da Cimoli come ipotesi che comunque, dette o non dette restavano nell'ambito di quelle tra di loro concorrenti; serve a rilanciare una nostra iniziativa per la presenza della Regione nel Comitato intergovernativo, come avviene per altre cose; ci serve per ribadire con convinzione - credo la più ampia possibile - la scelta del collegamento ad Alta capacità di trasporto e la realizzazione, a cominciare da subito, dei pezzi che sono già definiti anche dal punto di vista tecnico, con l'impegno di definire in tempi brevi tutto il tracciato della linea Torino-Lione.
A questo punto, Presidente Ghigo, occorre avere anche una metodologia di informazione costante al Consiglio regionale, perché non possiamo discutere in condizioni di grande emergenza.
La delibera che costituisce il Comitato istituzionale è del novembre '95; io capisco che le questioni si giocano molto sui tavoli nazionali e internazionali, però anche quella è un'istituzione che ci siamo dati perché serviva da tutti i punti di vista alla mobilitazione delle iniziative e delle energie.
Auspico quindi che, come abbiamo sempre fatto su questo argomento, si possa definire non tanto un ordine del giorno unitario che rappresenti un momento di superamento di grandi diversità che pure esistono, ma un momento di riproposizione con forza del tema che oggi abbiamo ribadito come una delle centralità per il futuro della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Colleghi, già il collega Galli del Gruppo ha illustrato la nostra posizione relativamente alla questione.
In sostanza, aggiungiamo questo intervento per esprimere apprezzamento innanzitutto per la tempestività con la quale il Presidente della Giunta d'intesa con il Sindaco di Torino e con la Presidente Bresso della Provincia, ha ripreso delle dichiarazioni, improvvide ma sicuramente significative.
Come ha detto il Consigliere Riba, non si tratta di un'affermazione "sfuggita" a Cimoli; sicuramente l'affermazione è sintomatica di grossi interessi che premono in determinate direzioni e quindi noi riteniamo che il dibattito di oggi possa consentire di giungere - ma valuti la Giunta, il Presidente e l'Assessore Casoni se ne esistono le condizioni - ad un ordine del giorno unitario che, nel denunciare le cose così come sono, sia propositivo.
Del resto, mi sembra che il collega Riba nel suo intervento abbia messo in luce alcune questioni con obiettività.
Abbiamo ascoltato anche l'intervento del Consigliere Picchioni, che ha illustrato quale catastrofe sarebbe per la nostra Regione l'ipotesi di essere veramente marginale. Lo sarebbe non solo per Torino, ma per tutta la Regione nel suo complesso, perché - vedi, Picchioni - io mi sento novarese ma, prima ancora, piemontese (come penso la collega Manica, Galli e altri di quella provincia).
Certo, dal punto di vista dell'interesse economico, gravitiamo su Milano, perché la storia è questa; ma immaginiamo che dovesse veramente saltare l'ipotesi della Torino-Lione, per cui la Torino-Milano diventerebbe solo un peduncolo della trasversale del Nord Italia per quanto riguarda l'Alta capacità e Torino non fosse più un punto nevralgico rispetto al collegamento con Lione e coi Paesi iberici. Se così fosse, effettivamente diventeremmo di colpo il meridione del Paese, o forse peggio, perché il meridione potrebbe avere delle prospettive che, a quel punto, il Piemonte sicuramente non avrebbe.
Quindi noi ci sentiamo, al di là delle posizioni che ognuno di noi pu esprimere per ruoli che vengono recitati a livello di governo e a livello locale...
D'altra parte, mi sembra che il collega Picchioni abbia letto e sottolineato in modo incisivo come, da parte del Presidente del Consiglio siano state fatte alcune affermazioni dalle quali riteniamo sia difficile anche a fronte di grosse pressioni e di interessi pure già esistenti all'atto in cui quelle prese di posizioni furono espresse...
Noi riteniamo che quello debba essere il caposaldo a cui guardare e verso il quale unire le forze del nostro Piemonte, quindi valutiamo positivamente la proposta del Consigliere Montabone di "irrobustire" la delegazione (se così si può dire) con la presenza dei Capigruppo delle forze politiche che siedono in Consiglio.
Altrettanto importante è il suggerimento del Consigliere Picchioni, che invita il Presidente Deorsola a convocare i parlamentari, cioè si pigi sull'acceleratore nel modo più determinato possibile, perché a nostro parere questo è il momento in cui, se vogliamo, con la determinazione alcuni interessi possono prevalere.
Il Consigliere Saitta ha fatto riferimento alla Lombardia e il collega Farassino alla Malpensa, che pure è in Lombardia, e così via; tuttavia, noi vediamo una differenza fondamentale fra la Malpensa e la Torino-Lione: la Malpensa o comunque il terzo aeroporto o uno dei primi tre aeroporti dell'Europa come baricentro del bacino sud dell'Europa non poteva essere Caselle e non poteva essere in Piemonte. Non poteva essere che Malpensa o comunque intorno a Milano, essendo Milano geograficamente al crocevia di un certo territorio e di certi interessi economici.
E' una posizione geografica che non si può sovvertire, quindi Malpensa è una cosa e il Piemonte, semmai - ma già lo abbiamo detto in altre occasioni e in altri interventi a proposito di altre questioni - guardi a Malpensa in modo positivo e in modo tale da far sì che Caselle e il Piemonte nel suo complesso possano beneficiare di quell'insediamento: riteniamo che esistano le condizioni per farlo.
La Torino-Lione può venire o non venire, in ogni caso è una cosa diversa rispetto a Malpensa e alla Lombardia.
Qui sarei più d'accordo con quanto diceva il Consigliere Riba nei confronti di alcuni interessi che vogliono spostare l'asse baricentrico del movimento di passeggeri e soprattutto di merci da una certa posizione ad un'altra all'interno dell'Europa.
La Lombardia, per quella posizione geografica che ha consentito l'individuazione di Malpensa, si trova in una posizione favorevole rispetto a questa ipotesi e potrebbe trarne un indotto.
Ciò a noi interessa relativamente; direi che noi, che siamo l'assemblea regionale del Piemonte, in questo momento particolare non dobbiamo tralasciare nulla rispetto all'azione politica di massima incisività che possiamo fare nel nostro complesso, perché il momento è determinante l'uscita di Cimoli non va sottovalutata - e poiché siamo in un Paese in cui la storia dimostra che molto spesso gli interessi economici sono più forti dei politici che governano, perché esprimono posizioni che con quegli interessi sono perdenti, non possiamo avere la presunzione che gli interessi politici del Piemonte possano riuscire a prevalere sugli interessi economici di cui parlavamo prima. E' però certo che alla fine di questo periodo dovremo avere "la coscienza a posto" ed essere sicuri di aver fatto quanto in nostro potere per non perdere l'opportunità che abbiamo di fronte.
Invitiamo quindi il Presidente Deorsola a fare con tampestività assoluta la sua parte; al Presidente Ghigo, che è già impegnato nella propria, a raccogliere tutte le forze possibili per difendere una soluzione che riteniamo vitale per il futuro del Piemonte, se vogliamo essere, se non cerniera d'Europa, perlomeno collocati al nord del nostro Paese: altrimenti, finiremmo in condizioni peggiori del Meridione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia, per fatto personale; la prego di sintetizzare, Consigliere. Grazie.



GHIGLIA Agostino

Signora Presidente, non è che mi si faccia un favore, è un diritto...



PRESIDENTE

Non intendo farle un favore: so che è suo diritto intervenire: la prego di sintetizzare. Grazie.



GHIGLIA Agostino

Mi terrò nei tempi previsti dal Regolamento, Presidente: la ringrazio.
Non voglio dare al collega Riba motivo di intervenire per fatto personale (se intenderà intervenire andremo avanti a fatti personali per tutto il giorno: ognuno ha lo stile che può e che sa); voglio solo far presente che sinceramente non credo che in una discussione normale si possano "prendere" notizie che non si conoscono sull'attività di colleghi per poi riportarle in quest'aula e farne materia di dibattito. In tal caso si tratterebbe di grosso scadimento della nostra dignità di Consiglieri e dei lavori di questo Consiglio; saremmo costretti ad andare a verificare quanto i Consiglieri fanno nelle loro Province e nei loro ambiti, per poi buttarlo loro in faccia, in aula. Non mi pare sia questo un modo giusto di discutere.
Devo altresì precisare, Presidente, che capisco - ed è per questo che noi non abbiamo inteso stilare un ordine del giorno unitario - il nervosismo della sinistra e dell'Ulivo sulla vicenda: il Governo è dell'Ulivo. Lo capisco; ma non si può, politicamente, far finta che questo dato non esista e non si può quasi ingenerare in quest'aula l'idea che le colpe siano del Presidente Ghigo, che non si è attivato.
La Regione ha fatto quanto possibile. Non stiamo discutendo sul merito stiamo ancora discutendo sul "sì" o sul "no". Proprio per questi motivi anche se condividiamo che l'opera serva a tutti e che tutti la vogliamo ribadiamo che occorre graduare le responsabilità, ed è in tal senso che intendiamo stilare un ordine del giorno che contenga anche una garbatissima, peraltro, presa di posizione nei confronti del Ministro Burlando.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intendevo fare alcune considerazioni sull'ampio dibattito svolto, che mi ha dato modo di sentire le voci e le valutazioni di tutti i Gruppi consiliari sulla presa di posizione decisa dalla Regione.
Ritengo che un amministratore delegato della Ferrovie dello Stato, non faccia dichiarazioni da sprovveduto quando interviene ad una conferenza nazionale dei trasporti, alla presenza delle massime autorità, di Assessori e delegazioni regionali, dei rappresentanti interessati al comparto, in cui tutta la stampa di settore è presente.
La certezza è che l'amministratore delegato della Ferrovie dello Stato Cimoli, ha reso la sua dichiarazione sulla base di indicazioni pervenutegli; probabilmente la stessa fa parte di una tattica politica che in questo modo è stata resa esplicita.
A questo punto, credo che la Regione Piemonte, che com'è già stato detto da quasi tutti gli intervenuti, a parte il Gruppo di Rifondazione Comunista che si è dissociato da quest'ipotesi, ritenga fondamentale la realizzazione dell'opera - e questo è uno dei punti già precisato dal governo di centrodestra nel '95 e ribadito nell'ultimo programma di questa nuova Giunta e, penso, dalla totalità dei gruppi sociali, politici e economici dell'economia piemontese - per evitare accada quanto diceva il collega Farassino, ovvero che il Piemonte divenga la periferia del nord-est o del nord-ovest, e non venga inserito, in un'ottica di Comunità europea nella rete di rapporti della cosiddetta Europa del mediterraneo. E' impensabile esistano delle strutture che collegano solo i Paesi del nord e del sud, quando tutti sappiamo che si stanno conformando, anche in sede di Unione Europea, assi governativi che iniziano a parlare di Europa del Mediterraneo, di Europa diversa dall'ipotizzato asse economico franco tedesco. L'ipotesi è che si riesca a creare una cerniera fra i Paesi mediterranei quali il Portogallo, la Spagna, l'Italia, la Grecia nonché in funzione dei nuovi ingressi dei Paesi orientali, in una posizione economica che possa competere con queste parti politiche.
Penso che la realizzazione di questo tracciato, oltre ad essere fondamentale per l'economia delle nostre Regioni e delle nostre aziende rappresenti di fatto un punto focale e debba essere difesa con forza.
Tornando ad un ragionamento sulle cose da fare - per cultura sono un pragmatico, quindi al di là delle parole, delle considerazioni, delle giuste osservazioni fatte da molti colleghi, penso nell'immediato alle azioni per raggiungere un determinato obiettivo - e prendendo spunto da quanto hanno detto i Consiglieri Spagnuolo e Montabone, credo sia necessario chiedere un incontro con il Presidente del Consiglio, Prodi, e i Ministri competenti, al quale deve partecipare il Presidente della Giunta regionale, l'Assessore competente e tutti i Capigruppo.
Riterrei infatti di accogliere l'indicazione secondo la quale tutti i Capigruppo devono rappresentare in questa sede, e con forza - e l'incontro dovrebbe essere richiesto con carattere d'urgenza: non sono problemi che possiamo rimandare per mesi: la società civile, le organizzazioni sociali ed economiche chiedono, giustamente, anche alla Regione di prendere una posizione decisa su questi temi - la scelta di considerare fondamentale la presa di posizione di quest'atto.
Ad oggi, la Regione non partecipa alla Commissione intergovernativa che sta studiando il tema: un assurdo. Non si può chiedere alla Regione di rendersi attrice di coinvolgimento verso gli Enti locali quando la stessa non ha un suo membro nella Commissione intergovernativa.
Una delle cose da richiedere con forza al Presidente Prodi e al Ministro Burlando, oltre a ribadire la riconferma sulla priorità che quest'opera ha, come ci hanno detto in molteplici occasioni come è stato ribadito a Chambery nell'ultima riunione che ha avuto come tema la problematica della Torino-Lione dove tutti hanno riconfermato, governo italiano e governo francese, la priorità di quest'asse. Ci devono dire chiaramente quali sono le posizioni, quindi devono permettere alla Regione di partecipare alla Commissione intergovernativa; a questo punto la Regione può attivare anche il coordinamento di servizi con gli enti locali sulla base di conoscenze che effettivamente è in grado di ottenere.
Quindi, impegno preciso da parte del governo, partecipazione della Regione nella Commissione intergovernativa, attivazione - come chiedeva anche Riba - del coinvolgimento di tutti gli enti locali della Regione, che si rapporta a sua volta agli enti locali come attore principale di coordinamento, coinvolgimento e risoluzione problematica a livello locale.
A questo punto occorre assumere quel ruolo che ad oggi la Regione non ha, perché non ha il membro nella Commissione intergovernativa e si trova spiazzata dalle dichiarazioni di Prodi che un mese fa ci dice che questo è l'asse fondamentale, mentre cinque giorni fa l'amministratore delegato delle Ferrovie, ripeto, secondo me non casualmente, dice che invece questo non è più un asse fondamentale.
A questo punto mi viene il dubbio: andiamo a Roma tutti insieme sediamoci di fronte a questi interlocutori, diciamo la nostra e ognuno si prenda le proprie responsabilità. Con la chiarezza io penso che possiamo riuscire ad ottenere molto.
A questo punto io mi permetto di dare solo un'indicazione, perché non posso fare altro come Assessore, però qualora questi incontri non sortissero effetti, oppure si trovassero risposte interlocutorie che non danno soluzione a questo problema, io proporrei al Presidente della Giunta ma ancora di più al Presidente del Consiglio, di convocare gli Stati generali del Piemonte su questa posizione.
A volte per ottenere bisogna anche battere il pugno sul tavolo; questo esempio magari ci viene più dal nord-est, dal Veneto, dove sono forse più abituati ad aggredire, ad affrontare il problema di petto ed effettivamente riescono anche ad ottenere di più. Noi piemontesi per tradizione non siamo così, però se non otteniamo risposte certe dobbiamo coinvolgere gli Stati generali del Piemonte, sensibilizzare tutti i sindaci e gli amministratori su cosa significa questa scelta strategica per l'economia piemontese. A quel punto dovremo anche prendere iniziative che abbiamo un sapore forte di netta contrapposizione con uno Stato che si rivelerebbe ostile verso la Regione Piemonte.
Credo che le strade da seguire siano queste; mi rimetto logicamente anche a quello che dirà il Presidente della Giunta per completare questo ragionamento, però volevo solo comunicare che come nuovo Assessore ai trasporti ho intenzione, anche in un'ottica di non settorialità, ma di attenzione ai problemi reali della Regione, di affrontare le situazioni con uno spirito abbastanza battagliero. Dobbiamo iniziare a rappresentare con forza le nostre esigenze. In questo caso nel settore dei trasporti, ma io ritengo anche in altri settori.
Per fare questo c'è bisogno del contributo di tutti su quelle che saranno le linee di programmazione economica, di programmazione generale della Regione Piemonte e di strategia non a breve, ma anche a medio e lungo periodo.
Quindi credo che sia giunto il momento di abbandonare la nostra tradizionale riservatezza, la moderazione con la quale ci approcciamo perché se alla riservatezza ed alla moderazione non vengono date delle assicurazioni che per le nostre terre sono fondamentali, io ritengo che a quel punto abbiamo tutto il diritto di impuntarci, di prendere posizioni dure, di entrare anche in forte polemica con quelli che sono gli enti che in questo momento ci impediscono di realizzare le nostre strategie operative programmatiche.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Prima di entrare in merito ad alcune considerazioni che mi preme fare sul dibattito di questa mattina, devo dire che alle ore 11,47 ho ricevuto una lettera via fax da parte dell'Amministratore delegato delle Ferrovie Giancarlo Cimoli.
Credo che sia opportuno che io legga il testo di questa lettera. Non è che cambi il senso del dibattito, è per esprimere la posizione dell'Amministratore delegato, poi...
"Caro Presidente, spiace davvero dover constatare che ormai ogni affermazione, ogni progetto, per quanto valido ed argomentato, finisca per divenire materia di inutili polemiche. E' il caso delle mie dichiarazioni sui valichi alpini alla Conferenza dei Trasporti. Si trattava, in quella sede, di esporre quelle che sono oggi le esigenze aziendali delle Ferrovie dello Stato. In quella chiave, nell'ottica del rilancio delle Ferrovie dello Stato si è sviluppato tutto il mio intervento ed in quell'ottica il potenziamento del valico con la Svizzera è vitale, visto che dai nostri studi entro il 2015 andremo a saturazione su quell'asse ed inoltre perch con la Svizzera è stato raggiunto uno storico accordo nel settore del trasporto merci, capace di porre la nostra azienda in competizione con gli operatori internazionali. E' un argomento, questo, che nulla ha a che vedere con la Torino-Lione, con l'esigenza cioè nazionale e continentale di disporre di un'efficiente e veloce corridoio trasversale che passi a sud delle Alpi così da non escludere l'Italia dai grandi flussi di trasporto sulla direttrice est-ovest. Un progetto, insomma, non esclude l'altro rispondendo ciascuno a logiche diverse, a finanziamenti diversi, aggiungo.
D'altronde non sono mancate occasioni, ricordo con interesse un convegno a Torino e un altro a Milano alcuni mesi fa, in cui ho espresso anche in sua presenza il mio favore per il progetto sollecitando anzi gli altri protagonisti industriali ed enti locali ad essere più propositivi, nella certezza che l'equivoco nato forse per troppa enfasi data dagli organi di informazione ad un breve passaggio della mia relazione possa dissiparsi con queste mie precisazioni. Colgo l'occasione per inviarle i miei migliori saluti".
Questo è il motivo per cui non l'ho letta subito; è una considerazione che chiaramente apprezzo per la gentilezza che l'amministratore delegato ha voluto riservarmi nel mandarmi questa sua missiva, però io rimango assolutamente della stessa opinione che ho espresso in apertura del mio intervento e di conseguenza ringrazio quest'aula, sia pure nelle posizioni differenti che hanno dimostrato una coerenza di comportamento, perché è indubbio che Rifondazione comunista e i Verdi hanno sempre espresso un parere negativo nei confronti della realizzazione di questa infrastruttura mentre da altri Consiglieri sono giunte considerazioni e proposizioni di grande interesse.
Quello che mi permetto di dire, ringraziando il Consiglio e i sottoscrittori di quell'ordine del giorno, io mi auguro il più condivisibile possibile, che andremo a sottoscrivere, è che obiettivamente darà la forza alla Giunta regionale per rappresentare e richiedere un incontro urgente con il Presidente del Consiglio e il Ministro dei Trasporti e credo valga anche la pena di chiedere l'incontro al Ministro Ronchi, oltretutto un Ministro eletto sul nostro territorio, per avere definite e chiare affermazioni sull'impegno del governo per queste infrastrutture.
Io credo che valga la pena di chiedere questo incontro come Consiglio regionale; voglio allargare questa opportunità non solo all'esecutivo e al Presidente della Giunta, ma proprio perché è un tema che ritengo di vitale importanza per il rilancio dello sviluppo del nostro territorio, ritengo importante che ci sia la più ampia partecipazione di questa assemblea nel portare questo tema all'attenzione dei rappresentanti del nostro governo.
Perciò mi sento di accettare questa sollecitazione che è venuta dall'aula e ringrazio l'aula intera per il costruttivo dibattito che qua si è tenuto.
Potrei fare alcune precisazioni su alcune imprecisioni, dal mio punto di vista, che sono state rappresentate, ma avremo occasione in tante altre sedi di tornare sull'argomento. Vista l'ora credo che non sia necessario e naturalmente, torno a ripetere, ringrazio l'aula per il contributo che ha voluto rappresentare nei confronti di un tema così importante come quello del collegamento veloce tra Torino e Lione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiederei alla cortesia dei colleghi e della Presidenza, se fosse possibile votare oggi pomeriggio questi ordini del giorno, perché stiamo raccogliendo delle firme anche sul nostro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente non so quale ordine del giorno si sta predisponendo, oltre ai due che sono in possesso, dei quali però non so da chi giunga l'iniziativa. Mi sento, a questo punto, di chiedere ai colleghi di impostare un ordine del giorno il più possibile condiviso. Gradiremo leggere l'ordine del giorno che si sta pre disponendo per valutare se ha le caratteristiche per essere condiviso anche dal nostro Gruppo.
A questo punto bisogna partire, a differenza dell'ordine del giorno presentato dalla maggioranza, dalla lettera del Presidente delle Ferrovie Cimoli. Non intendo dire che non occorre richiamare il Governo, ma in ogni caso credo che se fosse stata letta immediatamente avrebbe sicuramente permesso ai Consiglieri di dare un contributo più aggiornato rispetto all'ordine del giorno che stiamo presentando.
Quindi per forza di cose, credo che l'ordine del giorno debba partire dalle dichiarazioni di Cimoli, ma anche da questa lettera inviata che va acquisita, nel senso che rafforza notevolmente la posizione della Regione Piemonte, almeno per quelli favorevoli alla linea Torino-Lione.



PRESIDENTE

In base a quanto detto dai Consiglieri, e visto che sono in possesso solo di due ordini del giorno, il terzo lo stanno scrivendo, io aggiorno la seduta di Consiglio alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.40)



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