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Dettaglio seduta n.271 del 07/07/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame proposta di legge n. 244: "Norme in materia edilizia. Modifica dell'articolo 50 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 'Tutela ed uso del suolo'" (seguito e rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Riprendiamo l'esame della proposta di legge n. 244, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino, relatore

Signor Presidente, vorrei fornire qualche risposta ed interloquire con il Consigliere Chiezzi, che aveva posto alcuni quesiti ai firmatari e ai relatori della proposta.
Penso che il collega Grasso, nella sua relazione, abbia già fornito l'inquadramento dell'opportunità di questa proposta di legge. Riprendo dunque, alcune questioni relativamente alle domande specifiche rivolte dal collega Chiezzi.
Innanzitutto, non mi pare che questa proposta sia ispirata al pensiero debole; è una proposta realista, che tiene conto di ciò che concretamente è possibile fare nella Regione Piemonte, considerando che essa è molto articolata dal punto di vista degli Enti locali.
La scelta che abbiamo compiuto tutti insieme in Commissione è quella di un percorso che consenta ai Comuni di dotarsi del Regolamento edilizio duplice, nel senso che il Regolamento edilizio tipo, con delle parti variabili, quindi con una flessibilità, serve per garantire ai Comuni che hanno una propria specificità di completare il Regolamento sulla base della propria realtà, non rinunciando agli obiettivi di fondo che si vogliono raggiungere. Certo, non sono molti; in questo senso il Consigliere Chiezzi ha ragione, però alcune questioni sono rilevanti.
Intanto, la proposta, così com'è formulata, consente ai Comuni di dotarsi di un Regolamento edilizio, che non è poco, perché i Regolamenti edilizi dei Comuni risalgono addirittura a prima della guerra, quindi sono vecchissimi e sicuramente non consentono alle Amministrazioni comunali ed ai Sindaci di regolare l'attività edilizia, lasciando aperto un grande contenzioso tra cittadini ed Amministrazioni comunali e non garantendo la trasparenza. Ogni Comune, ad esempio, decide le procedure per il rilascio delle concessioni nella modalità che ritiene più utile e questo crea sicuramente un forte contenzioso.
E' vero, i Comuni hanno un Regolamento edilizio minimalista, si poteva immaginare qualcosa di più complesso, ma il fatto di dotare i Comuni di un Regolamento edilizio che consenta di normare le procedure e soprattutto di utilizzare lo stesso linguaggio in termini di indici edilizi urbanistici in tutto il Piemonte, è un grande vantaggio: anche in questo caso si riduce il contenzioso.
Obbligando i Comuni ad utilizzare gli stessi indici (e cioè che l'altezza si calcola alla stessa maniera a Rivoli, a Rosta, a Novara o a Verbania) e il fatto che il volume o l'indice fondiario si calcoli in una certa maniera, è importante. Consente di ridurre un contenzioso, consente ai professionisti di lavorare meglio (anche se questo è irrilevante rispetto all'obiettivo finale), ma sicuramente pone le Amministrazioni comunali in una certezza maggiore rispetto al passato.
Attraverso questa modalità si permette, cioè, al Piano regolatore di prevedere quella parte normativa sugli indici che è contenuta nello stesso quindi si consente al Piano regolatore di svolgere le proprie funzioni classiche e non solo di regolamento edilizio, così come capita oggi.
Se c'è un limite da sottolineare, e che non è stato rilevato dal collega Chiezzi, è che questo Regolamento poteva sicuramente essere completato con la parte riguardante il settore igienico-sanitario, che è l'altra questione di contenzioso tra Amministrazioni comunali e cittadini.
Qui, però, c'è un problema specifico della Regione Piemonte, nel senso che l'Assessorato alla sanità non ha ancora proceduto a rivedere il Regolamento sanitario; c'è una proposta e se anche la parte igienico sanitaria fosse in una fase avanzata si potrebbe prevedere un Regolamento igienico-edilizio che offra maggiore trasparenza e certezza.
Tutto questo non è potuto avvenire per responsabilità complessive della Regione, per cui abbiamo un Regolamento igienico-edilizio tipo che è carente sulla parte sanitaria. In futuro bisognerà pensare ad una modalità per renderlo completo.
Questi problemi, comunque, restano, nel senso che il contenzioso continua ad esistere. Infatti, anche se il responsabile dell'ASL, che segue la parte edilizia, solleva il problema e qualche dubbio interpretativo fino a quando non c'è una certezza in termini regolamentari, il contenzioso continua ad esserci.
Rispetto alle questioni sollevate dal collega Chiezzi. Se le osservazioni del collega hanno la finalità di completare e migliorare alcune parti (penso ai cambiamenti di destinazione d'uso - in effetti c'è una lacuna per quanto riguarda il settore terziario), se il problema è di completare il testo indicando una parte normativa, la legge 34, che non è contenuta (e mi pare sia utile farlo), penso di poter parlare anche a nome del collega Grasso dicendo che non c'è alcuna intenzione, da parte nostra come firmatari, ma anche come relatori, di modificare l'impianto.
L'impianto deve restare così com'è, cioè bisogna consentire ai Comuni di dotarsi in tempi velocissimi del Regolamento edilizio tipo. Questa è l'unica modalità che lo consente. Si sarebbe anche potuta seguire - ma se ne è già parlato in Commissione - la strada intrapresa dalla Lombardia, che ha stilato un Regolamento edilizio molto preciso, che indicava in modo particolareggiato anche la qualità edilizia. Abbiamo scelto un'altra strada, che non mi pare si possa ignorare e cancellare: indicare l'intera legislazione di settore cui i Comuni possono fare riferimento.
Tenendo conto del territorio piemontese, questa è l'unica modalità possibile, che consente ai Comuni di dotarsi di un Regolamento edilizio tipo.
Credo che la proposta avanzata poco fa dal collega Chiezzi, se finalizzata a completare alcune questioni e non a rimettere in discussione l'impianto complessivo, possa essere accolta: un ulteriore passaggio in Commissione ha senso, in quanto due gravi lacune devono essere colmate.
Come relatore, mi sento di poter accogliere la proposta. Se la stessa fosse condivisa dal collega Grasso, credo che in tempi ragionevoli si potrebbe rinviare il documento in Commissione per poi riportarlo in aula: mi sembra un percorso possibile visto che, obiettivamente, qualche "svista" è presente. In qualunque momento arrivino, tutte le segnalazioni sono sempre utili.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Galli, mi aspetterei una valutazione della proposta avanzata da parte dell'Assessore.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ho ascoltato sia l'intervento del Capogruppo Chiezzi sia quello del Consigliere Saitta sia la relazione del collega Grasso.
Come Giunta concordiamo un'ulteriore verifica in II Commissione, se il Presidente della stessa dà la propria disponibilità; ricordo comunque che il provvedimento è stato abbondantemente esaminato in questi due anni nella competente Commissione.
Se da parte del Consiglio c'è adesione, la Giunta la condivide.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, vorrei esprimermi sulla proposta del Consigliere Chiezzi. Avrei ritenuto più corretto, come Consigliere, il potermi esprimere nel dire il mio parere rispetto alla richiesta avanzata. Mi va benissimo che l'Assessore Botta l'abbia già accettata; ma un confronto fra Consiglieri, avrebbe consentito di arrivarci in maniera più costruttiva.
Ritengo positivo il ritorno in Commissione del provvedimento; questo anche perché il Consigliere Chiezzi l'ha affrontato con rigidità mentale e schematismo che si traduce concretamente nel dare poca importanza alla possibilità, da parte dei Comuni, di concretizzare il principio di sussidiarietà su alcune scelte urbanistiche.
Spesso discutiamo e ridiscutiamo i decreti Bassanini, per poi irrigidirsi in maniera abbastanza schematica su una legge di sostegno del Regolamento edilizio tipo; a mio parere, tra l'altro, molto blanda, che consente ai Comuni di adottare il proprio Regolamento edilizio ottimale.
In sede di Commissione, dunque, rivisitiamo la normativa interamente entrando di nuovo nel merito non soltanto del punto segnalato dal Consigliere Chiezzi, ma articolo per articolo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria Assessore all'edilizia residenziale

Rimango dell'opinione espressa in precedenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, in caso di un approfondimento in aula del testo di legge, avrei espresso qualche valutazione come Consigliere; prendo invece atto della richiesta dei colleghi e dell'accettazione dell'Assessore Botta di rinviare il provvedimento in Commissione per un ulteriore passaggio.
Come Presidente della Commissione, approfitterei dell'occasione per dire ai colleghi che appronterei un'integrazione dell'o.d.g. già per giovedì prossimo.
Purtroppo ho già dovuto fare una modifica in corso d'opera, perché ho saputo della presa di posizione della Conferenza dei Capigruppo, che ha ritenuto di posticipare la discussione sui decreti Bassanini.
Mi scuso per queste continue variazioni: mi adeguo, ovviamente, alla volontà della maggioranza dei Consiglieri.



PRESIDENTE

Il provvedimento è dunque rinviato in Commissione.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Iscrizione ed esame proposta di deliberazione n. 587: "Diritto allo studio - Criteri per l'erogazione dei benefici e dei servizi per l'anno accademico 1998/99" - Illustrazione e rinvio in Commissione dell'ordine del giorno n. 810 ed esame ordine del giorno n. 811 collegati alla deliberazione stessa


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 587.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritta con 43 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri).
Vista l'urgenza, ritengo utile passare immediatamente alla discussione della deliberazione iscritta poc'anzi.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'università

Ringrazio la Commissione per il lavoro straordinario a cui si è dedicata. In Commissione - e faccio ammenda per me ed i miei funzionari perché ovviamente ne rispondo, se questo non è avvenuto in maniera estremamente chiara - oltre tutta l'illustrazione del DPCM che è stata discussa con estrema attenzione, è stata data un'ulteriore comunicazione: era pervenuta all'Assessorato alla cultura una lettera dell'Università di Torino che mi informava di un progetto dell'Università stessa per l'avvio presso le carceri di un polo universitario e una serie di richieste.
Io ho ritenuto di dare comunicazione alla VI Commissione di tale richiesta, perché era una richiesta spedita alla Commissione. Ho già fatto ammenda.
In considerazione di riflessioni fatte anche con i miei funzionari ritengo che non dobbiamo modificare il DPCM, perché sarebbe giuridicamente improprio e discutibile, quindi non accoglibile in sede di criteri generali, in quanto la delibera deve fruire dei criteri generali validi per l'intera popolazione universitaria, senza creare trattamenti differenziati e sperequati tra gli studenti. Però, come proposto dal Consigliere Miglietti, esprimo il mio apprezzamento per l'iniziativa, che ritengo vada seguita come tentativo sperimentale di recupero e reinserimento.
In questo senso non propongo modifiche al DPCM, non c'è nessun emendamento della Giunta; mi impegno, invece, a studiare la vicenda in maniera adeguatamente seria, come suggeriva il Consigliere Miglietti perché non è una questione marginale, ad approfondirla e portare una proposta motivata e ben articolata in aula.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Il mio intervento vuole essere un chiarimento per i Consiglieri che non hanno partecipato alla VI Commissione.
Oggi dall'Assessore è stata illustrata la proposta di deliberazione sull'Ente al diritto allo studio con l'esame dei criteri ed è stato proposto un emendamento, non è stata data una comunicazione.
E' stato proposto un emendamento da parte della Giunta; l'Assessore stesso sollecitava che questo emendamento sulle questioni carcerarie e rispetto ad un intervento sugli studenti detenuti potesse essere discusso già in sede di Commissione per accelerare i lavori d'aula.
Il collega Ghiglia ed alcuni altri membri della Commissione hanno espresso delle perplessità sul merito di un emendamento che non era sicuramente relativo ai criteri dell'erogazione dell'Ente al diritto allo studio, ma che affrontava un tema assai complesso; l'Assessore Leo ha deciso di ritirare questo emendamento in sede di Commissione e di assumersi l'impegno di riflettere in altre occasioni.
Poi interverrò nel merito del provvedimento, ma su questa questione noi riteniamo che l'Assessore, portando questo emendamento all'attenzione della Commissione, abbia sollevato un tema interessante; sicuramente per la popolazione detenuta, e in particolare per i giovani che ritengono di affrontare una parte di percorso di studi che per loro può essere utile al fine di un reinserimento sociale, con l'attivazione di percorsi universitari.
E' sicuramente una questione interessante ed utile, una questione che deve e può essere affrontata dalla Regione anche a titolo, se vogliamo, di sperimentazione. Una proposta del genere può anche dare una caratteristica particolare a questo tipo di provvedimento.
Noi, come Gruppo, abbiamo criticato questo provvedimento in sede di Commissione, perché non dà un forte salto di qualità, ma rimane attaccato a delle soglie di sopravvivenza e di assistenza per questo tipo di popolazione universitaria che sicuramente rappresenta una delle fasce più deboli della nostra società e che quindi ha bisogno di maggiori attenzioni.
Noi chiediamo di sollecitare l'attenzione e anche la sensibilità dell'Assessore Leo rispetto a queste tematiche; credo che la sua sensibilità l'abbia portato oggi in Commissione a proporre questo emendamento.
Anche con carattere di sperimentazione, questa proposta può essere un titolo di rilevanza su cui la Regione Piemonte può distinguersi rispetto ad altre, ripeto, anche con un carattere di sperimentazione, che può non voler dire concentrare l'attenzione su una determinata fascia debole della società, perché ce ne sono altre, ma può voler dire iniziare ad attivare percorsi alternativi per alcune fasce deboli.
Sollecito ancora l'Assessore a riportare l'attenzione su questo tema senza prestarsi ad eventuali coinvolgimenti od a mancate attenzioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Galli. Prego.



GALLI Daniele

Io voglio contrapporre due osservazioni alle considerazioni che ha fatto la collega Simonetti rispetto a quella che è stata la proposta - ed è stata una proposta e non un emendamento presentato in Commissione ovvero il dare delle agevolazioni di carattere finanziario agli studenti che sono attualmente residenti in carcere.
L'Assessore in detta occasione ha dato massima disponibilità per affrontare il provvedimento e il problema connesso in una fase successiva.
Il tempo tecnico a disposizione in Commissione non ci consentiva di affrontare debitamente un problema che io ritengo debba essere affrontato con termini e con tempi ben superiori a quel margine di tempo che ci rimaneva a disposizione. Pertanto sarebbe stato oltremodo riduttivo decidere il tutto in quei pochi minuti che mancavano all'interruzione.
Rinnovo ancora da parte mia all'Assessore Leo la sollecitazione a proporre tempestivamente, un disegno di legge o un provvedimento ad hoc per quanto riguarda le problematiche di queste persone, che effettivamente si trovano in stato di disagio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Grazie, Presidente. Non entro nel merito della proposta di deliberazione se non per dire che un argomento di tale importanza non pu essere offerto al Consiglio regionale come argomento che si liquida in cinque minuti con l'approvazione di una delibera proposta dalla Giunta.
Io ho piena fiducia nei rappresentanti del mio Gruppo che partecipano al lavoro della Commissione, ma sento anche la necessità, su argomenti di questa portata, per i quali ho speso e abbiamo speso un po' di passione e un po' di tempo, di poter almeno leggere la delibera prima di esprimere un voto in sede di Consiglio regionale.
Per cui stigmatizzo il fatto che si giunga oggi a dover decidere in fretta; mi rendo conto dell'urgenza, non ho nessun dubbio sul fatto che abbiamo perso due mesi, ma non è colpa dell'opposizione, non è colpa della sottoscritta o del Gruppo a cui appartengo. Altre sono le responsabilità anche politiche, della maggioranza di questo Consiglio.
Mi rendo conto dell'urgenza, dicevo, ma mi rendo anche conto della necessità, su un argomento come il diritto allo studio universitario e i criteri con i quali noi eroghiamo delle provvidenze che sono materia di estrema importanza e che devono vedere noi sensibili e impegnati perch riguardano il futuro scolastico dei nostri giovani, di esercitare il diritto allo studio da parte dei giovani nella nostra regione.
Sento la necessità di poter avere almeno il tempo materiale per leggere la delibera presentata oggi in Consiglio, trattandosi per di più di un argomento, come quello che riguarda il rapporto tra diritto allo studio e cittadini che sono privati, temporaneamente e per motivi vari, della libertà.
Pertanto, se la deliberazione viene posta in votazione - con mio profondo dispiacere - mi dissocio, non la voto.
Presidente - ripeto - stigmatizzo un metodo che offre, ancora una volta, a noi l'opportunità di essere estremamente disinformati e superficiali su argomenti che sono invece importanti e che riguardano tutte le Province della nostra Regione e la popolazione del nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Mi rendo conto dell'anomalia della presentazione in aula di questa deliberazione, però credo che l'argomento sia di estrema urgenza, perci chiedo alla cortesia dei colleghi di passare alla votazione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Chiederemmo la cortesia, anche insieme agli altri colleghi con cui ho parlato, di sospendere temporaneamente la discussione, in quanto stiamo predisponendo un ordine del giorno che deve essere discusso contemporaneamente.



PRESIDENTE

Il Consiglio è sospeso.



(La seduta, sospesa alle ore 15.42, riprende alle ore 16.00)



PRESIDENTE

I lavori riprendono. E' stato consegnato un ordine del giorno collegato alla proposta di deliberazione.
Non essendovi richieste d'intervento, pongo in votazione la deliberazione n. 587, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 29 voti favorevoli e 8 astensioni.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'ordine del giorno n. 810, collegato alla deliberazione n. 587, presentato dai Consiglieri Simonetti, Foco, Spagnuolo, Cavaliere Chiezzi, Miglietti, Suino e Peano.
Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 16-24613 del 6/4/98 che propone al Consiglio regionale l'approvazione dei criteri per l'erogazione dei benefici e dei servizi relativi all'anno accademico 1998/99 nell'ambito del diritto allo studio universitario impegna la Giunta regionale ad integrare i criteri suddetti con un progetto sperimentale per l'indicato anno accademico che preveda: che gli studenti del progetto carceri e polo universitario, ammessi alla frequenza dei corsi, siano esonerati dal pagamento della tassa regionale per il diritto allo studio e ricevano dall'Edisu, Ente diritto allo studio un contributo in libri pari a L. 200.000".
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Ho letto frettolosamente l'ordine del giorno presentato. Mi pare che sia abbastanza inutile, in quanto l'Assessore si è già impegnato, prima in Commissione e poi con le dichiarazioni qui in Consiglio.
Concordo con la collega Simonetti quando richiamava il problema delle politiche per i detenuti. Ogni tanto noi ne parliamo qui in Consiglio, ne parliamo quando succede qualche episodio che compare sui giornali, poi ce ne dimentichiamo per un po' di tempo. Successivamente, frettolosamente facendo anche sospendere il Consiglio - si prepara un ordine del giorno in cui si dice che si "impegna la Giunta" su qualcosa su cui già l'Assessore ha detto che si sentiva impegnato. Quindi l'ordine del giorno mi sembra inutile, visto che è stata già espressa la volontà dell'Assessore in tal senso; volontà dichiarata in Commissione specialmente dopo gli interventi di alcuni membri della Commissione stessa, che sottolineavano l'attenzione che la Regione deve a queste problematiche, senza decidere sulla base dell'emozione del momento, ma decidendo con un programma molto chiaro.
Noi in Commissione abbiamo saputo che la Presidente della Commissione Carcere-Polo universitario ha inviato una lettera alla Regione. Però non abbiamo visto alcun progetto. Si tratta di una lettera che riporta la data del 30 aprile; mi dispiace che in Commissione non sia arrivata prima e sia stata fatta vedere in fretta, quando ormai stavamo per andarcene dopo aver approvato tutto.
Questa deliberazione era già stata presentata precedentemente in Commissione, quindi c'era tutto il tempo per allegare la lettera, per dare alla proposta della Presidente della Commissione Carcere-Polo universitario tutta la dovuta attenzione, anche per chiederci una cosa; una cosa che si chiedono tanto i cittadini piemontesi: "Chi fa che cosa".
La cifra richiesta è minima, sono 7 milioni (ci è stato detto in Commissione), per cui si potrebbe tranquillamente dire: "Sono 7 milioni, va bene, glieli diamo, magari daremo un contributo in meno a qualcun altro...". Non è questo il problema.
Però io penso che questo progetto meriti il dovuto rispetto e che debba essere discusso nella Commissione competente. A dire il vero, vorrei saperne qualcosa di più: da cosa nasce questo progetto, come interviene il Comune di Torino. Il progetto riguarda Torino: perché non Cuneo? Perché non Asti? Perché non Novara? E' un progetto regionale? Volerlo conoscere mi sembra il minimo per poter decidere, sempre nell'ottica del "chi fa che cosa".
Perché non interviene il Ministero competente? Perché in Italia ogni cosa deve sempre funzionare con uno che fa un pezzettino, l'altro ne fa un altro, e così via (e sempre senza sapere uno cosa fa l'altro).
Ringrazio comunque l'Assessore per la disponibilità data ed anche i colleghi dell'opposizione che in Commissione, con vero senso costruttivo hanno sottolineato alcuni aspetti.
Noi tutti, quando ci occupiamo del problema della popolazione carceraria, diciamo sempre "Non dobbiamo lasciarli nell'ozio"; "Dobbiamo dare loro la possibilità di fare qualche lavoro".
Ne abbiamo discusso tantissimo. Ricordo, in particolare, la visita al carcere di Asti: sia i detenuti che le guardie carcerarie che il Direttore tutti, all'unisono, dicevano: "Trovate la possibilità...".
In questo caso, si tratta di possibilità legislativa, perché i datori di lavoro sono disponibili a dare la possibilità ai carcerati di lavorare ma le attuali leggi non lo consentono, se non attraverso meccanismi molto strani.
Cerchiamo di fare chiarezza su tutto l'argomento; non lasciamoci prendere dall'emozione nel dire - e su questo possiamo essere tutti d'accordo - "diamo 7 milioni": non saremmo seri neanche nei confronti della popolazione carceraria. E noi questo non lo vogliamo.
Annuncio, quindi, il voto di astensione del mio Gruppo, ma di grande attenzione politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Io concordo, in gran parte, con quello che ha sostenuto la collega Cotto, anche se il nostro voto sarà contrario e non di semplice astensione.
Innanzi tutto, è singolare che, per un provvedimento che è stato tanto tempo in Commissione, che siamo venuti a discutere, a deliberare solo oggi per i motivi che tutti noi conosciamo, all'ultimo momento, quasi tirati per la giacca o per i capelli, i funzionari, i responsabili dell'Assessorato si siano ricordati che c'era lì, probabilmente sepolta fra le carte dal 30 aprile, una lettera con cui si chiedeva un progetto speciale finalizzato agli studenti universitari carcerati e per i quali, peraltro, ci sarebbe dovuta essere, da parte nostra, la disponibilità di una somma esigua per non far pagare loro le tasse di diritto allo studio, ecc.
Il modo è singolare e non lo approviamo.
In secondo luogo, ci siamo chiesti: "Per quale motivo tutti gli altri giovani indigenti, provenienti da famiglie povere, che non hanno i soldi per pagarsi i corsi universitari e che soprattutto non hanno fatto i delinquenti e non sono carcerati, che quindi non hanno alcun debito da pagare nei confronti della società, debbono essere posti in una situazione di disagio rispetto a questi che invece hanno il "merito" di essere carcerati? Perché i giovani poveri in senso lato debbono pagare la tassa per il diritto allo studio e i giovani poveri carcerati no?".
Per noi, non nella nostra visione, ma nella visione generale dello spirito e del concetto della pena, solitamente il carcerato ha un debito nei confronti della società, non un credito.
Non capisco e quindi non capirei perché dovremmo sentirci creditori nei confronti di chi ha un debito, viceversa, verso noi tutti e verso la società.
Anche da parte del Gruppo di Alleanza Nazionale c'è la massima sensibilità per la riabilitazione ed il reinserimento dei giovani carcerati che, dopo aver fatto i delinquenti, hanno deciso di studiare.
Noi crediamo alla riabilitazione, ma crediamo che - semmai - la riabilitazione si possa ottenere soltanto con il lavoro e il sacrificio, e non con i regali che qualche Amministrazione pubblica ti fa, magari rendendoti più facile un corso di studi.
Forse è per il sogno di una vita troppo facile che qualcuno ha fatto il delinquente; è dunque meglio che cominci ad imparare che la vita è fatta di lavoro e sacrificio e che le cose bisogna guadagnarsele, e non ad averle soltanto perché si fa parte di una categoria particolare.
Quindi, anche per questi motivi, noi non condividiamo assolutamente l'ordine del giorno.
Certo, ne discuteremo; discuteremo molto approfonditamente in Commissione di questi progetti. Ma anche se la Giunta deciderà di farsene carico, noi porremo sempre un quesito, prima di un provvedimento come questo: perché gli altri poveri no e i delinquenti poveri sì (non i poveri delinquenti)? Noi abbiamo a cuore, ad esempio, la sorte della scolarizzazione di livello superiore di tutti i cittadini, anche e soprattutto di quelli meno abbienti.
Consentiteci di dire che se questa Regione dovesse decidere di spendere dei soldi, li dovrebbe spendere per gli indigenti, e non per quelli che hanno scelto la via del crimine e poi - per carità - magari non sapendo cosa fare nel carcere delle Vallette. hanno deciso di scolarizzarsi.
E' una discussione aperta, è un tema delicato; lo affronteremo nel modo debito ed opportuno, non certo in questa sede, non certo con un ordine del giorno - devo dire - secondo me addirittura imbarazzante, perché crea veramente una discriminazione nei confronti dei meno abbienti: si viene quasi a fare del carcerato una categoria privilegiata, il che mi sembra sinceramente ardito come ragionamento e come principio.
Noi abbiamo a cuore i meno abbienti, abbiamo un po' meno a cuore i meno abbienti delinquenti.
Quindi, il nostro è un voto sicuramente contrario per l'oggi: non ci asteniamo, votiamo proprio contro questi principi che ci sembrano assolutamente aberranti; disposti a discutere domani, però, su un progetto semmai di ampio respiro, che abbia delle possibilità di recupero effettivo anche magari - perché no? - attraverso l'inserimento lavorativo coatto di questi soggetti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Molto brevemente, noi non stiamo a ripetere alcune considerazioni svolte dai colleghi Cotto e Ghiglia.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno la nostra posizione è di astensione; ci riserviamo anche noi, in sede di Commissione, allorquando si entrerà nel merito, di valutare i progetti e gli atteggiamenti che la Giunta ci prospetterà.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. La cosa strana e più preoccupante di questa discussione è che si sia spostata la discussione stessa e il ragionamento in modo sbagliato (volevo dire strumentale, dico in modo sbagliato) su un contenuto estremamente serio, a fronte di uno sbaglio metodologico fatto dalla Giunta. Che sia stato il settore o altro, comunque è compiuto dalla Giunta.
Cerchiamo di essere onesti quando facciamo questi ragionamenti. E' dai primi giorni di aprile che giace in Commissione il provvedimento sul diritto allo studio: parliamo di 23 miliardi, di cui 17 sono tasse pagate dagli studenti, quindi una partita di giro in gran parte. Provvedimento che, nel frattempo, viene emendato, corretto, alla luce del nuovo DPCM che esce a livello nazionale, ed essendo in corso una crisi consiliare non ci si preoccupa minimamente - signori Consiglieri della maggioranza - perch le esortazioni le abbiamo fatte noi dell'opposizione.
Siamo noi, e lo sapete, se onestamente volete riconoscerlo, che abbiamo continuato a pungolare perché il provvedimento sul diritto allo studio venisse portato in aula, altrimenti non si farebbe in tempo ad emanare i bandi.
Al di là delle parti che rappresentiamo - e noi rappresentiamo l'opposizione - per senso civico, per senso istituzionale, per il ruolo che abbiamo come amministratori, avevamo il diritto e le ragioni di chiedervi cosa aspettate a venire in aula col diritto allo studio.
Vero, Assessore Leo? C'è stato un tentativo di una Commissione tre settimane fa; vi abbiamo detto: "Non esistono le condizioni, lo si faccia e si provveda come Giunta", ma non si è voluto o potuto assumere questa decisione che era coraggiosa e dignitosa per un'istituzione che voglia essere tale, essendo 17 miliardi di tasse erogate dagli studenti piemontesi. Quindi, sono spese dovute.
Oggi, finalmente, arriviamo in Commissione con la discussione di questo provvedimento, in una Commissione che peraltro è durata circa un'oretta e non ha visto grandi opposizioni sui contenuti perché si conviene su tante questioni.
Come Gruppi di minoranza, abbiamo richiamato l'Assessore e la Commissione a ritornare su alcuni temi, che non sono legati al diritto allo studio (ma in parte lo sono): si chiamano "residenze universitarie", si chiamano "posti letto", che collocano la capitale del Piemonte all'ultimo posto nella graduatoria nella classifica nazionale. Si chiamano "mensa", si chiamano "lauree brevi", sono i vari corsi sui quali non c'è monitoraggio e non c'è più discussione seria - gentile e caro Assessore - da parecchio tempo.
Tutto questo viene fatto con assoluta disponibilità da parte di entrambi (vorrei anche aggiungere che abbiamo atteso un po' di tempo perch arrivasse il rappresentante di Forza Italia e non abbiamo voluto speculare nemmeno su quello), dopodiché - caro Assessore - lei ci dovrebbe spiegare per quale motivo, nonostante sia in ritardo di tre mesi per colpa della sua Giunta - e non della nostra Giunta - su un provvedimento assolutamente necessario, lei arriva in aula senza illustrare questo provvedimento obbligando persone assolutamente responsabili, collaborative, ma che hanno inventato il diritto allo studio in Piemonte (una è la collega del mio Gruppo, che mi ha preceduto), ad intervenire dicendole: "Assessore, una cosa di questa portata, in ritardo di una caterva di tempo, non la illustra?".
Secondo fatto: lei ci porta un emendamento sul quale in particolare il collega di AN è entrato nel merito, e mi dispiace l'abbia fatto, perch forse vuol dire che l'Assessore non si è reso conto dell'emendamento che portava o che ne era convinto solo in parte (ma non credo, conoscendone la grande umanità e generosità).
Evidentemente l'Assessore non si è reso conto che era un arrampicarsi giuridicamente impervio su un procedimento che era così definito da tre mesi. Quella è stata la buccia di banana.
Cari colleghi della maggioranza, occorre fare una discussione ed entrare nel merito, cosa che non si fa mai perché delle cose serie qui non si discute mai; quando mai parliamo delle Carceri o dei progetti per l'inserimento, sul serio? Quanto tempo abbiamo impiegato perché la sanità assumesse il progetto di inserimento nel Carcere delle Vallette, progetto sperimentale? Diciotto mesi per un provvedimento di 17 milioni.
Allora, anche noi del Gruppo DS, i colleghi Popolari ed altri siamo in grado di entrare nel merito e di disquisire sul carcerato e sul carceriere su chi ha il diritto.
A me hanno insegnato (forse perché provengo dal mondo cattolico, ma l'ho ritrovato anche nei sacri testi della sinistra) che chi ha di meno deve essere comunque messo nelle condizioni di trovare qualcosa in più nella sua vita, e io di questo continuo a farmi forte. Quindi, prima di preoccuparmi se sono dei criminali, mi preoccupo di un progetto.
Detto questo, con ben tre interventi della minoranza in Commissione abbiamo tentato di creare le condizioni affinché non vi fosse questa bieca strumentalizzazione. Vi abbiamo suggerito di parlare di sperimentalità e di sospendere il ragionamento impegnandovi - cosa che, Assessore, mi consenta ha fatto in modo assolutamente parziale - in tempi certi a portare un provvedimento, un atto deliberativo che contempli una sperimentazione di intervento nell'ambito universitario, per quanto riguarda questo tipo di progetto.
Collega Cotto, hai ragione: allarghiamo il discorso, però incominciamo a farlo noi. Incominciamo a farlo noi, quando dobbiamo applicare l'interdisciplinarità e invece ognuno segue il proprio settore piccolo e porta un emendamento di questo tipo che non è carne né pesce.
Presidente, ovviamente votiamo questo ordine del giorno (ci mancherebbe altro), invitando l'Assessore e la Giunta - ed è l'appello col quale concludo - a ritornare su questo argomento per farne un'occasione seria di provvedimento sperimentale. Anche solo stanziando 10 milioni, ma proviamo a fare un ragionamento, altrimenti rimarrebbe nel nostro ricordo e nella nostra coscienza solo di essere arrivati in ritardo col bando, di aver rischiato di vanificare 23 miliardi - se non fosse stato grazie ad un'opposizione seria, disponibile nei contenuti - e di averne approfittato per infangare ancora di più chi ha già avuto meno dalla vita e magari si ritrova in un carcere, perché, prima che essere un delinquente, la vita gli ha saputo dare un po' meno di quanto abbiamo ricevuto noi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Apprezzo l'attenzione che anche la collega Cotto ha voluto dare al nostro ordine del giorno, seppur non condivido l'inutilità riconosciuta allo stesso. Abbiamo tentato di riprendere pari passo quella proposta che è arrivata in sede di Commissione, per dare gambe alle parole e alle attenzioni che l'Assessorato, con le proprie proposte ha cercato di avanzare nella Commissione stessa.
Due parole sullo sdegno provato sentendo le parole che si caratterizzano, non solo per speculazione, ma anche per questo continuo strascicamento di elementi antidemocratici di discriminazione, portati avanti dal collega Ghiglia.
"Riabilitazione dei detenuti": a mio parere non esiste dizione più dispregiativa. Come si attua la "riabilitazione" dei detenuti? Non credo che un reinserimento sociale possa attuarsi attraverso lavori forzati o coatti, come il collega Ghiglia ha individuato; esistono progetti di lavori socialmente utili di inserimento dei detenuti e progetti di recupero negli istituti penitenziari per tossicodipendenti. Non capiamo il motivo per cui non possa essere prestata un'attenzione particolare alla popolazione detenuta. Altri colleghi analizzeranno anche il termine "delinquenti" utilizzato dal collega Ghiglia in questa sede; non mi risulta che i detenuti entrino in carcere con una tale qualifica. L'iter prevede l'istituzione di processi che classificheranno i detenuti a seconda delle pene loro previste. Personalmente, parlo di una popolazione che non intendo classificare nel modo usato dal collega.
Ritengo inoltre che alla popolazione detenuta debba essere prestata un'attenzione particolare dall'autorità preposta, in primis da parte della Regione, che ha competenze in merito. L'unica valutazione politica rispetto a questo tipo di rifiuto proverrà attraverso il voto all'ordine del giorno.
Documento denominato - non da noi - come l'"abbraccio soffocante" di una forza di maggioranza, ancora una volta all'indomani della composizione di una nuova Giunta, in base alla quale speravamo in un nuovo e più evoluto progetto programmatico che prestasse maggiore attenzione e rilievo alle fasce sociali più deboli.
Ancora una volta, quest'abbraccio soffocante non ha permesso alla Giunta di distinguersi con una particolare attenzione politica - e non esclusivamente e necessariamente attraverso un impegno finanziario - ad un aspetto del sociale, sicuramente per certi versi marginale, ma importante dato dalla popolazione detenuta.
Siamo indignati da parole che provengono da quest'aula, che sicuramente non rendono merito ad un'assemblea legislativa, che dovrebbe invece sviluppare ragionamenti a più ampio respiro su un progetto che tiene conto delle fasce sociali più deboli e nelle quali, volendo o nolendo, rientra in particolar modo una popolazione svantaggiata, con meno opportunità, che necessita di un aiuto e un'attenzione maggiore, quale quella carceraria.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, come Gruppo abbiamo sottoscritto il documento presentato come prima firmataria dalla collega Laura Simonetti e da altri colleghi, pur rendendoci conto di una serie di problemi reali, che indubbiamente investono quella categoria di persone che in precedenza anche la collega Cotto richiamava. Ci rendiamo conto dei problemi che possono sussistere per giovani in grandi difficoltà economiche, che, di fatto, non goderebbero delle agevolazioni previste.
Ci rendiamo anche conto di quanto richiamava la collega Cotto, e cioè che probabilmente il progetto non è stato sufficientemente approfondito occorrerà probabilmente un ulteriore approfondimento, qualora i colleghi firmatari - con me - fossero d'accordo.
Sul tema specifico della possibilità per giovani carcerati di seguire gli studi universitari, se vi fossero altri colleghi d'accordo a sottoscrivere il documento, sarebbe un fatto estremamente positivo. Ci anche perché si tratta di uno di quei tipici argomenti nei quali passare delle parole ai fatti è straordinariamente difficile.
Da un lato, in questi anni ci troviamo ad affrontare il "problema carcere" in occasione di particolari scadenze: intervengono fatti gravi; ci rechiamo a visitare la struttura carceraria; enunciamo altri progetti torniamo in aula; chiediamo ulteriori finanziamenti. In seguito, interviene un altro fatto ugualmente drammatico che ci fa capire che la situazione dentro le carceri non è assolutamente mutata, nonostante questa nostra attenzione "a fasi".
Naturalmente c'è chi è più attento, per cultura, per storia, per studi fatti, per professionalità svolte. Si tratta, però, di uno di quei settori nei quali, forse, conviene sbagliare per eccesso. Possiamo rischiare di sbagliare per eccesso: è uno di quei campi nei quali si fa davvero troppo poco, e non solo da parte nostra.
Voglio richiamare il fatto che nell'arco di questa legislatura - e voglio davvero farlo presente ai colleghi Consiglieri regionali - per ben due volte, in situazioni drammatiche, ho scritto due lettere al Ministro della Giustizia. Una quando si è suicidato in carcere un giovane di Asti l'altra in occasione dell'altro suicidio, al carcere delle Vallette: ho scritto al Ministro Flick, dicendogli che, probabilmente, sulla questione dei suicidi in carcere - nel frattempo è intervenuto il caso di quella mamma di Napoli che si è uccisa davanti al suo bambino - non c'è stata alcuna presa di posizione nemmeno da parte del massimo rappresentante del Governo.
Le realtà regionali sono talmente tenute in considerazione che il Ministro non ha mai pensato di rispondere nemmeno alle istanze presentate attraverso le Segreterie o quant'altro (tanto per una pennellata di come questi temi vengano poco seguiti e di quanto vengano considerate le sollecitazioni regionali).
Per queste ragioni, credo che un tema così delicato debba essere affrontato con maggiore generosità.
Presidente Deorsola, avrei desiderato che lei seguisse maggiormente quanto ho detto, soprattutto per la parte che riguardava la non attenzione di un Ministro a questioni segnalate da Consiglieri regionali - si tratta di una questione in sé.
A me, in questo momento, non interessa che il Ministro possa far parte di un Governo cui la nostra parte politica è certamente più vicina, per resta il fatto che le istanze regionali non vengono tenute in considerazione alcuna. Soprattutto su un tema così drammatico, come quello che noi abbiamo segnalato, perché noi non chiediamo un'attenzione di carattere generico, ma nel momento in cui delle persone che già vedono la restrizione della loro libertà arrivano all'atto più drammatico di togliersi la vita, vorremmo che su queste questioni, almeno formalmente, ci fosse un'attenzione che invece non siamo riusciti a richiamare.
Tant'è che si ha un senso di impotenza così forte, soprattutto in questo comparto, che a un certo punto quando è avvenuto quell'episodio di quella madre che si è suicidata in carcere davanti al suo bambino di due anni, io non ho più presentato né interrogazioni né ordini del giorno; ho scritto una lettera al Ministro, ho scritto a tutti i colleghi Capigruppo del Consiglio regionale sollecitando di trovare insieme una strada che non sia la solita litania che non porta a nessun esito.
Questa è una di quelle questioni rispetto alle quali noi rischiamo di sentirci davvero impotenti. In quel frangente, in più, c'era l'aspetto di drammaticità determinato dal fatto dei bambini che sono in carcere con le madri e che hanno quindi un ulteriore bisogno di attenzione.
Non rendiamo le questioni più complesse di quello che sono; io mi domando se noi sappiamo quanti sono i giovani in carcere, in questo momento in Piemonte, che potrebbero avvalersi di questo dispositivo; magari andando ad esaminare i numeri ci rendiamo conto che è un provvedimento che potremmo tranquillamente votare.
Nella logica, per quello che ci riguarda, che chi ha di meno dovrebbe in qualche modo potere avere di più, se sbagliamo per eccesso in questa circostanza forse sbagliamo meno che in altre circostanze.
Detto questo, la nostra parte politica è anche disponibile, come dicevo prima, qualora una pausa possa determinare un più largo consenso, a intraprendere questa pausa. Lo valutino i presentatori, lo valutino gli altri sottoscrittori di questo documento, perché è una di quelle rare occasioni nelle quali si passa dalle parole ai fatti.
E' raro, è difficile, abbiamo trovato qui un piccolo spunto, però è importante, molto significativo, è una di quelle questioni che attengono un po' al livello di civiltà di una società e pertanto, se riusciamo ad avere un più vasto consenso senza perdere troppo tempo, magari rinviando la cosa solo di una settimana, potremo eventualmente discuterlo insieme con quelle forze e quei Consiglieri che rispetto a questo tipo di analisi sono più vicini e che per questo tipo di disponibilità a sbagliare non si preoccupano tanto.
Vorrei che noi facessimo tanti errori di questo tipo, perché sono errori che probabilmente ci qualificherebbero per eccesso; certo esistono gli altri problemi, quella parte di problematiche che ricordava il collega Ghiglia nel suo intervento. Del resto, quante volte ci rimproverano quando governando, ci dicono che le piscine sono gratis per gli extracomunitari e non sono gratis per i poveri italiani? Sono scelte, queste, che caratterizzano che tipo di società noi vogliamo avere, che tipo di attenzione noi vogliamo esprimere.
Se però, anche altri colleghi fossero disponibili, un momento di riflessione in più su questi temi, che sono anche questioni di principio ci potrebbe far eventualmente superare quelle dichiarazioni di astensione al voto che abbiamo sentito. Astensioni che non interpreto assolutamente come chiusure a un problema gravissimo che noi non risolveremo con questa questione, ma sulla quale ci permetterebbero di dare un segnale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Il Consigliere Ghiglia dovrebbe chiedere scusa a tutti noi e al Consiglio regionale per le cose che ha detto in modo ripetuto, e quindi non frutto di una svista, di uno scivolamento della parola come può accadere a tutti.
Il Consigliere Ghiglia ha pronunciato frasi disgustose, dettate senz'altro da ignoranza e forse anche da qualche atteggiamento disumano di odio, di irragionevolezza, perché il Consigliere Ghiglia ha qualificato i detenuti come delinquenti. Questo giudizio è inaccettabile ed è ingiurioso.



CHIEZZI Giuseppe

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Dì che mi querelino!



CHIEZZI Giuseppe

Il Consigliere Ghiglia, in pratica, rende inutile l'esercizio della giustizia. Presidente, prego di trascrivere a verbale anche le ultime cose di Ghiglia, perché da questa seduta io chiedo che se ne esca con qualche provvedimento verso il Consigliere Ghiglia, e le spiego perché.
I detenuti non possono essere qualificati come delinquenti, perché il delinquente è un colpevole e quindi è la persona sulla quale si è accertato che ha commesso un fatto che ha violato delle leggi. Sono contro il fatto e chiedo che venga censurato, in quest'aula di un Consiglio regionale che verso i detenuti ha delle iniziative, che queste persone vengano giudicate delinquenti all'interno di questo consesso.
Questo è inaccettabile: i detenuti non sono delinquenti.
I detenuti sono persone trattenute nella loro libertà personale a causa di esigenze istruttorie, anche solo, e possono essere degli innocenti! Questa dichiarazione disgustosa del Consigliere Ghiglia è indegna del ruolo di Consigliere, ma è inaccettabile - Presidente, mi rivolgo a lei da parte di questo Consiglio regionale che deve formalmente respingerla altrimenti si darebbe il caso che il Consiglio regionale sta aiutando con iniziative di vario tipo dei delinquenti: questo non è vero. O il Consigliere Ghiglia chiede scusa al Consiglio regionale, che è una delle ipotesi...



CHIEZZI Giuseppe

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Fammi l'ipotesi B.



CHIEZZI Giuseppe

Oppure io chiedo che il Consiglio regionale a tutela della propria dignità e a tutela della propria funzione respinga queste affermazioni censuri il Consigliere Ghiglia, perché ha gravemente violato le regole dello Stato di diritto secondo le quali un colpevole è tale solo dopo un giudizio; non essendo i carcerati tutti stati soggetti a giudizio, non possono essere in alcun modo dichiarati colpevoli, nemmeno dal Consigliere Ghiglia, nemmeno se il Consigliere Ghiglia è in maggioranza, a questo punto diventa un Consigliere come tutti gli altri di fronte allo Stato di diritto.
Lo Stato di diritto va difeso fino in fondo da ogni tipo di attacco sia da un attacco mosso da ignoranza, da volgarità, da ideologia, da odio disumano: va difeso.
Quindi, Presidente, chiedo una sospensione di cinque minuti per consultarmi con i colleghi che crederanno opportuno fare qualche ragionamento, per vedere come proseguire questa nostra seduta consiliare.
Di fronte ad affermazioni di questo genere, chiedo che ci sia un momento di riflessione per fare il punto sulla situazione e vedere quale proposta avanzare in ordine alle affermazioni fatte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Presidente, secondo me la prevenzione si fa al di fuori del carcere e ne facciamo molto poca. La prevenzione dobbiamo anche farla all'interno del carcere e anche in questo luogo ne facciamo poca. Quindi, qualsiasi intervento volto a prevenire - intervento anche all'interno del carcere deve essere comunque accolto da questo Consiglio regionale.
Ritengo che sia stato un grave errore non aver inserito precedentemente nella proposta di deliberazione dell'Assessore Leo - forse gli è sfuggita un intervento in favore di coloro che intendono, pur risiedendo nel carcere, fare qualche cosa per "redimersi" quando usciranno da quelle strutture.
Anche se non ho firmato questo ordine del giorno, sono favorevole e ritengo opportuno che debba essere assunto dalla Giunta regionale in quanto documento valido di servizio sociale che noi tutti dobbiamo auspicare.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Benso.



BENSO Anna

Desidero dichiarare il mio voto favorevole a questo ordine del giorno in quanto è un segnale di sensibilità verso la problematica legata al recupero della popolazione carceraria. E' ovvio che si potrebbe fare di più, ma questo potrebbe essere un passo al quale, spero, ne potranno seguire molti altri. Mi auguro che chi, nella nuova Giunta, dovrà occuparsi della famiglia, in senso lato, avrà la sensibilità e l'attenzione indispensabili per testimoniare le dichiarazioni di intenti che sono state manifestate in aula. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Il termine "delinquente", inteso come stato di fatto, proveniente dalla voce del verbo delinquere, non è un insulto. Quindi non è un insulto, ma è rivolto ad un individuo che vive di delitti, (lo dice il vocabolario) e vive dei proventi dei propri delitti.
Credo che bisognerà fare chiarezza su questo. Non intendo interpretare le parole del Consigliere Ghiglia, ma credo che ciò che intendeva il Consigliere Ghiglia - se sbaglio, mi potrà correggere lui stesso - era un riferimento alla popolazione detenuta, quindi a soggetti passati a condanna definitiva e che stanno scontando una pena, e non a coloro che sono in custodia cautelare in attesa di giudizio che, forse, potrebbe risolversi in non colpevolezza.
Se parliamo dei detenuti, quelli che intendo io, che scontano una sentenza definitiva, a me pare che si stia un po' lanciando da tempo un'idea del carcere come una pena a cui sottoporre chi compie un delitto.
Il carcere sta diventando, sempre di più, una pena che tutta la società si sente in qualche modo di non dover infliggere, qualunque sia il reato commesso.
In questi giorni c'è stato un dibattito sulla legge che pareva avere come finalità lo svuotare il carcere. Ho letto di giudici di sorveglianza che dovrebbero disporre l'eventuale alternatività della pena con una pena domiciliare, una pena alternativa, un affidamento ai centri sociali - che non riescono più a trovare un argomento per il quale la pena sia giustificata con la detenzione. Addirittura viene chiesta la scarcerazione quando un individuo ha un lavoro, quando un individuo ha un'attività commerciale, quando un individuo studia. Di fronte a queste istanze c'è una prassi ricorrente secondo la quale oggi il giudice di sorveglianza dovrebbe dare l'alternatività della pena. I giudici di sorveglianza sostenevano che non riescono più ad intravedere quel momento fatidico per cui il cittadino che commette un reato si trova, finalmente, di fronte allo Stato che gli infligge una pena e che quindi attribuisce a questo reato il corrispettivo di pena e quindi un'inflizione in qualche maniera punitiva di quello che ha fatto: si sta perdendo l'aspetto punitivo della detenzione.
Se le cose stanno così, credo che si debba pensare. Se carcere deve essere, carcere sia. Alcuni diritti fondamentali della società, quali il diritto allo studio, il diritto al lavoro, il diritto alla casa e tutti gli altri devono essere rivendicati, soprattutto per chi, in questo momento, ha bisogno realmente di una casa, di un lavoro e di studiare. Sto parlando di persone comuni che non hanno commesso reati, non sono detenuti, non hanno quindi violato le leggi civili del quieto e del buon vivere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Non avrei voluto intervenire quale Presidente della VI Commissione pertanto testimone, come altri, dell'iter della discussione di stamane. La Consigliera Suino ha denunciato la carenza metodologica, non solamente per ciò che è avvenuto stamane, ma per tutto l'antefatto che si è articolato in settimane e settimane; più che di discussione, si è trattato di uno stand bye. Però dobbiamo dire, per onestà, che laddove si era verificata anche la possibilità di una discussione che poteva anche non portare ad una votazione formale, vista la crisi della Giunta, forse si è preferito attendere tempi migliori, pertanto più chiarificatori rispetto a delle decisioni che potevano anche essere non prese in maniera ultimativa, ma potevano essere precedute da una discussione che forse ne avrebbe favorito l'illuminazione su tutti quegli argomenti che la Consigliera Suino ha ricordato (residenze universitarie, posti-letto, mensa, tickets, studenti periferici, e via dicendo).
Comunque, stamane - mi permetta Assessore - in maniera opinabile, come forse avviene per un eccesso di zelo da parte dei suoi collaboratori, si è proposto non un emendamento, ma un documento che era a sua volta un riassunto di una lettera pervenuta, mi pare, il 30 aprile.
Il modo stesso con cui è stato presentato il documento, la stessa pertinacia con cui vi è stata la riproposizione della lettera faceva quasi intravedere, in maniera piuttosto maliziosa (almeno, per me che alla malizia sono abituato), che forse qualche funzionario aveva preso o aveva assunto delle posizioni che non gli competevano o aveva Dato delle assicurazioni che forse dovevano essere demandate alla Commissione stessa e poi al Consiglio.
Comunque, al di là di questo (sono degli incidenti di percorso assolutamente veniali), credo che il discorso sia di per se stesso - come è stato ricordato - insignificante dal punto di vista numerico e della sostanza; estremamente emblematico, invece, dal punto di vista del significato politico, umano, ecc.
Estremamente significante, perché qui c'è un crinale su cui la nostra società si divide. E non è il crinale dei bianchi e dei neri o dei rossi e dei gialli: è il crinale della legalità, dell'ordine, della solidarietà e dell'umanità con cui alcuni problemi del nostro tempo vengono ad essere affrontati.
Non voglio dire altro, perché voglio mantenermi in una posizione assolutamente neutra. Però quello della gestione delle carceri, del sistema carcerario nel suo complesso, della divisione dei corpi dello Stato (per cui i Magistrati si vedono sconfessati dalle Forze di Polizia o Forze di Polizia o Carabinieri si vedono sconfessati dallo Stato oppure Forze di Polizia e Magistrati imputano al corpo legislativo del nostro Paese di non aver dato delle leggi sufficientemente chiare e sufficientemente dirimenti) è uno dei grandi problemi sui quali ci dobbiamo assolutamente confrontare.
Noi siamo stati - come hanno ricordato le Consigliere Spagnuolo e Cotto a Torino e ad Asti; abbiamo visto ed abbiamo preso atto di come l'umanità dei direttori di quelle carceri abbiano affrontato o stiano affrontando il problema dei reclusi - Consigliere Ghiglia, permettimi di rifiutare la tua terminologia - con un senso di umanità che fa loro onore. E fa onore anche alla società civile del nostro Paese, per tutti i problemi che ci sono, per tutto il problema della redenzione (sempre che sia redenzione e non errore giudiziario), per tutti i problemi per cui essi comunque devono convivere non come dei poveri reietti nell'ambito della società civile, ma con tutti i titoli che lo Stato italiano garantisce loro.
Ebbene, ho apprezzato molto la passionalità di Marisa Suino; ho apprezzato meno, forse, certe parole a tinte fosche, a tinte dure che sono state pronunciate in quest'aula.
Tuttavia, per il rispetto che dobbiamo dare all'argomento, che diventa emblematico, quasi epitomino di tutto uno stato che esiste nel nostro Paese, credo che su questo dobbiamo avere un minimo di rispetto e pertanto non indulgere e non cavalcarlo con delle demagogie che non rendono onore al problema in sé stesso.
Credo che quanto ha detto la Consigliera Spagnuolo possa essere l'elemento positivo, rassicurante tutto il Consiglio e le sue sensibilità: cioè che questo possa essere riportato in Commissione; valutato nella sua pienezza e con tutta la ponderazione possibile; che si possa trovare su questo argomento - io credo - tutti gli accenti di convergenza necessari e che esso stesso possa essere semmai l'inizio di un percorso molto più approfondito, molto più articolato e pertanto molto più attento a quella che è la problematica del carcerato o della persona che oggi non gode della sua libertà individuale.
Credo che questo debba essere il nostro discorso. Non mi sentirei assolutamente di approvare ordini del giorno e tanto meno censure nei confronti di chicchessia, se questo non fosse preceduto da una discussione che non può essere legata emotivamente a questo o quel pretesto; una discussione che, invece, per la serietà dell'argomento, pretende prima di tutto da noi la serietà di un'indagine, di un'analisi e di una presa di posizione.
Tutto il resto - veramente, scusate amici! - non fa onore al nostro Consiglio né fa onore all'argomento che abbiamo creduto di affrontare, con tutto il rispetto per le tesi in campo E con tutto il rispetto per le opzioni che si possono prendere o assumere su questo argomento.
Faccio dunque un appello a tutti i Consiglieri, soprattutto a quelli della VI Commissione, affinché l'argomento venga riproposto in Consiglio e sul quale - visto che l'Assessore ha dato il suo assenso - si possa, con tutto il tempo necessario, prendere le posizioni che l'argomento stesso merita, al di fuori di ogni emotività ed anche al di fuori - se mi permettete - di ogni irrazionalità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, parto dalle considerazioni finali del Presidente Picchioni, che sento di condividere totalmente.
Su questo argomento bisogna evitare di essere - e vorrei che fosse inteso nel senso corretto del termine, in senso positivo, non in senso negativo - strumentali e cercare invece di costruire una posizione che sono d'accordo con il Presidente Picchioni - ancora una volta non pu essere di nessun colore politico, e lo testimoniano anche le prese di posizione che in quest'aula ci sono state e che vediamo essere diversificate.
C'è un aspetto, però, che vorrei sottolineare. Io non ho partecipato alla Commissione di oggi, ma ho avuto modo di vedere il sunto della lettera che sarebbe oggetto della discussione di oggi.
Devo sottolineare un aspetto che è già stato sottolineato in precedenza.
Penso di aver letto e analizzato con attenzione la legge 51 e di aver quindi constatato quali sono le responsabilità dei dirigenti e dei funzionari.
Ci sono responsabilità di tipo prettamente tecnico e non di tipo politico; quindi l'invito che si fa da questi banchi è di rispettare nonostante la volontà di questa Giunta di voler nuovamente mettere mano alla legge 51, penso in questa direzione - quelle che sono le funzioni della parte politica e le funzioni della parte tecnica.
Questo è un dato da sottolineare, altrimenti si confondono quelli che sono i ruoli di un Consiglio che deve dare delle indicazioni politiche in questa direzione con i ruoli tecnici che proprio la legge n. 51 ha voluto in qualche modo confermare.
Vorrei però sottolineare anche un altro aspetto, che è prettamente politico. E' un parere del tutto personale, quindi può essere anche errato o comunque falsato da una convinzione personale.
Mi pare che in quest'aula emerga all'interno della maggioranza una posizione diversificata, una posizione che è nettamente distinta tra una linea forse più dura e una posizione più legata al discorso della solidarietà, che è stata manifestata anche recentemente in quest'aula in sede di votazione di questa Giunta.
Nel mio ultimo intervento ho dichiarato con molta chiarezza che questa Giunta non partiva nel migliore dei modi. Abbiamo verificato immediatamente, nelle attribuzioni delle deleghe, che questo "migliore dei modi" non c'è stato, ma non intendo entrare nell'argomento perché siamo già intervenuti questa mattina, non voglio essere inopportuno e andare fuori tema.
Vorrei arrivare, invece, al primo appuntamento rispetto al voto di oggi. Riguarda un tema che è stato oggetto di richiesta di attenzione da una parte politica di questa maggioranza, ossia la solidarietà, la famiglia, uno di quei temi che tutta la maggioranza ha cercato di sventolare, mi auguro non strumentalmente, ma in maniera corretta, e la maniera corretta noi non dobbiamo testimoniarla perché l'impegno in questa direzione è verificabile (non cito gli innumerevoli esempi dei risultati conseguiti dal centro, su questi temi).
Il primo nodo è arrivato - lo dico con molta chiarezza - non certo per responsabilità dell'Assessore, a cui va tutta la nostra stima e soprattutto il nostro appoggio, ma proprio per quella soluzione politica che noi avevamo più volte ricercato. Attenzione complessiva sui temi della solidarietà: al diritto allo studio (sul quale, tra l'altro, molti Consiglieri in quest'aula, ma anche fuori, si sono confrontati più volte) sui temi della carcerazione, del carcere minorile, quindi anche sui temi della prevenzione.
Su queste realtà ci siamo confrontati più volte e abbiamo valutato la necessità di porre un'attenzione particolare, che non deve essere esclusivamente assistenziale, ma che deve affrontare in chiave positiva e non più problematica i temi affrontati, cercando di creare un'attenzione dal punto di vista del raccoglimento di alcune deleghe attente a questi temi.
Ancora una volta, e lo sottolineo con molta chiarezza, sono preoccupato di questo avvio incerto, che testimonia le cose sottolineate con attenzione, con un credo che riteniamo sia proprio di alcune aree politiche, proprio qualche giorno fa.
Sull'ordine del giorno si è già espressa la Consigliera Cotto. A titolo personale, dichiaro di astenermi dalla votazione. Non è - attenzione un'astensione per eliminare il problema: è un'astensione critica nei confronti dell'attenzione che necessariamente questo Consiglio deve avere non in maniera strumentale nei confronti di questi temi.
Ribadisco, quindi, il mio voto di astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rosso; ne ha facoltà.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente. Dopo tante critiche, mi sento di condividere l'intervento del Consigliere Ghiglia. Voglio aggiungere altro: è una questione di priorità. Intanto, dobbiamo dire che le 200.000 lire rappresentano un intervento che potrebbe essere interpretato come: "Facciamo qualcosetta, anche poco, giusto perché si dica che l'abbiamo fatta". Se bisogna operare interventi di questo tipo, occorre che siano molto più cospicui.
Adesso vorrei dirvi perché parlo di priorità.
I miei familiari mi hanno sempre insegnato che chi sbaglia paga, quindi occorre aiutare a risolvere i problemi di tutte quelle persone che non hanno ancora sbagliato. Se ci sono i fondi per il diritto allo studio forse è meglio aiutare quelle famiglie bisognose, povere, che non riescono a far studiare i propri figli, o quelle che magari, pur essendo meno bisognose, vogliono negare il diritto al proprio figlio di studiare.
Quando questi problemi saranno risolti, allora potremo pensare anche alla popolazione carceraria.
Mi sembra che, ancora una volta, in questo Consiglio come altrove, la sinistra voglia fare un po' di demagogia; sono stanco di sentire che ci sono "i poveri drogati", "i poveri alcolizzati", "i poveri delinquenti" ecc.
Cari signori, c'è una grossa fetta della società che continua a lavorare ed a sacrificarsi, o che magari non ha il lavoro, ma non ruba e non si droga, che non viene assolutamente aiutata. Incominciamo ad aiutare questa fetta della società, perché altrimenti l'insegnamento che diamo ai nostri figli è che si può anche sbagliare, tanto c'è sempre tempo per recuperare.
A me hanno dato un altro insegnamento; mi hanno sempre detto di "rigare dritto", perché se sbagli può darsi che sia la prima, ma anche l'ultima volta che ti puoi permettere di sbagliare.
Non vorrei trasformare questa società in una società del menefreghismo soprattutto riguardo alle leggi. Le leggi ci sono, ma c'è sempre il modo per non osservarle ed avere seconde, terze, quarte e quinte possibilità.
Insomma, sono assolutamente contrario a trasformare la società nei "buoni, ma cretini" che pagano le tasse e lavorano e in quelli che possono tranquillamente violare le leggi, tanto poi c'è modo di recuperare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Devo confessare che il dibattito mi ha stimolato ad intervenire.
Ritenevo che l'ordine del giorno presentato fosse condivisibile; esso chiede che i detenuti che vogliono proseguire gli studi universitari non paghino le tasse regionali e ricevano 200.000 lire in libri per lo studio non chiede di pagar loro le vacanze o altro.
Mi stupisce, tra l'altro, la posizione dell'Assessore e di una parte di Consiglieri che dicono di condividere l'ordine del giorno, però non lo votano.
L'ordine del giorno è semplice: se lo si condivide, si può votare.
Le considerazioni fatte mi preoccupano. Io penso che in galera ci siano dei delinquenti, ma anche gente che non lo è; c'è gente che ha violato le leggi ed è stata processata e c'è gente che è in corso di accertamento.
Ci sono persone (penso a Pietro Stefano e Sofri) che ho conosciuto personalmente e non me la sento di definire delinquenti. Penso a quelli che sono stati condannati e messi in prigione a Venezia per aver compiuto quell'atto di affermazione delle proprie posizioni che personalmente non condivido, tuttavia non penso siano delinquenti. In ogni caso, sono in prigione.
C'è molta gente che ha fatto degli errori; chi ha sbagliato (non solo coloro che sono in fase di accertamento) è in prigione, ma secondo me è un atto di disprezzo nei loro confronti considerarli delinquenti. Significa disprezzare chi si è trovato in quei problemi.
Si può finire in molti modi, non lo auguro a nessuno, non auguro neanche al collega Ghiglia di fare due anni di "quel privilegio", visto che ha definito i carcerati quasi dei privilegiati.
E' vero, a queste persone diamo da mangiare, da vestire, offriamo delle condizioni umane, eppure fuori dal carcere c'è gente che non ha da mangiare, non ha da vestire, non ha condizioni di alloggio umane. Ma questa non è una giustificazione per nutrire i carcerati a pane ed acqua, o non dare loro le lenzuola, ecc. E' una logica che porterebbe alla frusta, a farli vivere in condizioni inumane.
Pensare che chi sta fuori deve avere l'attenzione primaria e chi sta in galera deve avere le condizioni peggiori dell'ultimo dei cittadini liberi può creare solo condizioni assolutamente inumane per chi è in prigione.
In questo ordine del giorno si chiede che, oltre a dar loro da mangiare decentemente, senza avvelenarli, e a permetter loro di vivere, per coloro che hanno deciso di studiare e fare l'Università, ci sia tale possibilità.
Penso che questo sia addirittura utile, perché chi si pone in quest'ottica, probabilmente sarà tra coloro che più difficilmente, una volta uscito dal carcere, potrà tornare in una certa situazione.
Ritengo, dunque, persino miope opporsi a questo tentativo, se non per ragioni di pregiudizio, che da una serie di interventi è emerso con estrema chiarezza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente. L'intervento specifico sull'ordine del giorno l'ha già sostenuto la Consigliera Cotto; io mi limito a ribadire che la posizione del nostro Gruppo è per un'astensione, maggiormente convinta dopo l'intervento del Consigliere Papandrea, che ha delineato una situazione carceraria, vista in una certa ottica piuttosto che in un'altra, direi all'eccesso.
Infatti, ho partecipato ad una visita che il Consiglio ha voluto fare nelle carceri di Torino e non mi pare di aver visto fruste né persone vivere in condizioni di quel grande disagio che è stato delineato.
Sicuramente c'è molta solitudine, sicuramente non è un ambiente piacevole ma certamente non vivono a pane ed acqua né non possono guardare la televisione o leggere i giornali. E' una realtà brutta da vivere, ma è anche la conseguenza di una serie di atti che, come scelta, sono stati compiuti.
Secondo la mia opinione, l'aspetto della solidarietà deve comunque essere affrontato sotto tutti i punti di vista, sia da parte di chi vive nella povertà, ma nella legalità, sia da parte e nei confronti di chi questa legalità non sempre ha rispettato. Ognuno può sbagliare nella vita ma deve avere il modo e il tempo per potersi riscattare, anche con l'aiuto di chi è preposto a governare l'intera società e non soltanto coloro che rientrano nell'ambito della legalità.
Considero il documento limitativo rispetto alla problematica che si è aperta nell'ambito di questo Consiglio, anche a livello di discussione e dei punti di vista di tutti i Gruppi. Ci sentiamo, quindi, di concordare con l'esigenza di rinviare in Commissione l'argomento. Si potrebbe fare una Commissione congiunta (cultura e assistenza), per poter affrontare gli argomenti in modo più complessivo.
Lasciamo al Consiglio la decisione in questo senso. Per quanto ci riguarda, siamo favorevoli all'ipotesi di rinviare in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, come Gruppo abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno che alcuni colleghi hanno preparato - e in tal senso li ringrazio. Se dovessi in qualche modo rappresentare una mia riflessione ed alcune considerazioni, mi riterrei pienamente soddisfatto da quanto la collega Suino ha rilevato nelle sue riflessioni.
Il problema è assai serio e importante; ridurlo al dibattito di oggi sarebbe estremamente riduttivo. Preferirei che fosse riportato in un ambiente dove con maggior serenità si sia in grado tutti di riflettere con più calma sulle proposte avanzate attraverso l'emendamento in esame.
Come Gruppo, quindi, chiediamo anche noi un rinvio in Commissione.
L'ordine del giorno, però, Assessore, presenta due novità rispetto a quando l'avevamo esaminato in Commissione. Intanto, parliamo di progetto sperimentale. Una sperimentazione prevede un certo arco temporale, seguito da una verifica, al fine di valutare l'opportunità del proseguimento del progetto.
C'è poi un ulteriore aspetto, estremamente importante: l'aiuto viene dato a coloro che sono stati ammessi alla frequenza dei corsi. Ci significa che questi studenti hanno già superato tutta una serie di "paletti", che hanno affrontato delle selezioni per l'ammissione ai corsi stessi. Il nostro intervento è successivo a questa fase; l'aiuto è, in questo senso, ancor più sereno e più tranquillo, perché successivo alla fase iniziale di richiesta di ammissione alla frequenza di corsi universitari. Novità che non era prevista nell'emendamento che lei Assessore, aveva presentato.
Situazioni essenziali ed importanti che a mio avviso, se riportate in Commissione, consentiranno a ciascuno di noi di poter riflettere con maggiore serenità.
Oggi abbiamo parlato molto delle fasce deboli, di coloro che stanno comunque al di fuori del carcere e non sono privati della loro libertà; chi sta al di fuori è sicuramente nelle condizioni più favorevoli per poter acquisire solidarietà da rapporti familiari, di amicizia, che consentono loro di acquisire un rapporto diverso con la società. Chi sta in carcere è comunque in una condizione assai più precaria rispetto a chi sta fuori anche se iscritto in fasce sociali definite deboli.
Proporrei anch'io, quindi, di rivedere il provvedimento in Commissione con tutta la calma e la serenità opportune e necessarie per poter ritornare ad una proposta di provvedimento che consenta a tutto il Consiglio di poterla approvare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, avevo intuito, quando è stato proposto l'emendamento in Commissione, che ci saremmo trovati in questa situazione: avrebbero infatti prevalso gli umori anziché i ragionamenti così come abbiamo sentito in questo dibattito, che avrei preferito fosse stato acclarato su un provvedimento preparato e valutato accuratamente magari anche con l'apporto di esperti, e che tentasse di affrontare globalmente il problema relativo alla detenzione, avendo ben presenti i limiti e i poteri della Regione Piemonte.
Sono state dette parole che avrebbero potuto essere evitate; credo che se dovessimo arrivare alla votazione dell'ordine del giorno non vi potrà essere alibi per alcuno. Chi pone al centro del suo pensiero l'uomo a immagine di Dio, credo non possa assolversi astenendosi su un provvedimento della portata di quello in esame. Sarebbe da me tacciato di falsità.
I problemi occorre affrontarli e risolverli; non ci si può appellare al fatto che astenendosi l'ordine del giorno non verrà approvato.
In tal senso, chiedo a tutti un po' di buon senso, e di rimandare il provvedimento in Commissione, affinché possa essere esaminato in modo che in sede di votazione, si permetta ad ognuno di avere piena coscienza e conoscenza di quanto sta votando.
Se il documento dovesse essere respinto, caro Assessore Leo, lei non ha assolto al suo compito, a mio avviso; lei dovrebbe, comunque, mantenere l'impegno assunto in Commissione e riproporre il provvedimento, e non appellarsi al fatto che con l'astensione di gran parte del Consiglio si sente assolto dal dovere assunto in Commissione.
Per il bene di tutti, e principalmente di coloro cui e indirizzato il provvedimento, chiedo che venga riportato in Commissione, riformulato ampliato e approfondito, ritenendo che all'interno delle carceri vi siano "persone" e non "cose", con i loro pregi, difetti, manchevolezze, con tutto quanto comporta il fatto che siano stati privati della loro libertà: credo occorra sempre e comunque mantenere centrale l'uomo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'università

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, starò molto attento con le parole, perché si corrono grossi rischi. Cito in tal senso, testualmente il Presidente Picchioni, che invita a "non indulgere a strumentalizzazioni e a non cavalcare per questioni non nobili queste situazioni".
Da una parte sono molto dispiaciuto di certe reazioni, ma dall'altra sono sinceramente convinto, e non per essere fideista, dell'opportunità del tornare a discutere della questione serenamente e seriamente.
Vorrei soltanto dire due cose. Se mi permette, collega Miglietti, lei è tornato su una mia proposta iniziale: arrivare in Commissione con proposte concrete. Sono grato al Presidente della VI Commissione per aver ufficializzato la proposta.
Vorrei ancora ricordare una cosa per un pizzico di orgoglio personale anzi, per una mortificazione personale: sono comunque l'Assessore che ha seguito le vicende del Ferrante Aporti e che per questo interesse è stato da più parti attaccato. Inoltre, non sono mai venuto meno agli impegni assunti sul Ferrante Aporti. Non ho scoperto oggi queste tematiche; vorrei ricordare che colleghi di Giunta, in allora, mi criticavano per le scelte fatte, altri mi difendevano; altri, del mio stesso partito, oggi collocati su altro fronte, mi attaccavano perché ritenevano che fossi troppo attento troppo impegnato su quel fronte.
Mi sono permesso di dire queste cose perché la storia delle persone avrà ancora un valore; io accetto, lo dico subito, tutti i richiami compreso il fatto che non posso non farmi carico di una disattenzione perché queste sono le regole del gioco, di un mio funzionario. E' un mio funzionario, me ne faccio carico io, non posso che stare a queste regole del gioco.
Permettetemi, però, di ringraziare quelle persone che anche in questa occasione hanno rispettato le persone in carcere, ma anche quelle qua dentro e le persone che hanno cercato di trarre da questo un risultato che non sia una vittoria o una sconfitta verso la Giunta, l'Assessore o le forze di maggioranza o minoranza, ma un risultato umano per chi ha più bisogno.



PRESIDENTE

La Giunta, tramite l'Assessore Leo, è favorevole al rinvio in Commissione? Mi pare che ci sia un consenso unanime. L'ordine del giorno tornerà dunque nelle Commissioni IV e VI.
E' stato presentato un altro ordine del giorno, il n. 811, relativo a: "Diritto allo Studio Universitario - 'Progetto Carceri' - Discussione sul termine "delinquente", anch'esso collegato alla deliberazione n. 587, a firma dei Consiglieri Papandrea, Chiezzi, Simonetti, Moro, Cavaliere e Picchioni.
Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte ascoltato l'intervento del Consigliere Ghiglia, il quale nell'ambito della discussione in materia di diritto allo studio equipara i detenuti a prescindere da ogni puntualizzazione sul loro iter processuale alla categoria dei delinquenti, stigmatizza una tale equivalenza che si qualifica come generica, inopportuna, non veritiera ed irrispettosa delle caratteristiche garantistiche della Costituzione e legislazione italiana".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Solo per chiederle una collocazione su questo ordine del giorno, perché mi sono rivolto direttamente al Presidente del Consiglio e chiederei anche se può dirci qual è la sua posizione, come garante del nostro Stato di diritto.



PRESIDENTE

Per dare una valutazione, bisogna verificare quale è stata la puntuale esposizione da parte del Consigliere Ghiglia, che io non ho appuntato perciò non sono in grado di ricordare in questo momento il testo.
Sicuramente la categoria dei detenuti è una categoria molto ampia, nel senso che bisogna valutare a quale titolo si è detenuti e se il detenuto è in attesa di giudizio per il nostro principio costituzionale è in una posizione diversa rispetto ai detenuti che sono tali in quanto già sono stati condannati con sentenza definitiva. Questa è una puntualizzazione che ritengo di fare.
Sulla discussione di questo ordine del giorno ci sono richieste di intervento?



PRESIDENTE

SIMONETTI Laura (fuori microfono)



PRESIDENTE

Si richiede la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda con la votazione dell'ordine del giorno per appello nominale, come richiesto.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 13 hanno risposto SI' 7 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 1 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 30 Consiglieri L'ordine del giorno è approvato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Intervengo per sapere cosa stiamo votando. Se non è stato approvato questo ordine del giorno...



PRESIDENTE

E' stato approvato.



MONTABONE Renato

Perfetto, allora questa è un'assemblea garantista e sono contento.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposta di deliberazione n. 518: "Accordo fra l'Italia e la Svizzera relativo all'imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri ed alla compensazione finanziaria a favore dei Comuni italiani di confine. Legge 26 luglio 1995, n. 386" (seguito)


PRESIDENTE

Possiamo riprendere il punto 5) all'o.d.g., relativo all'esame della proposta di deliberazione n. 518.
Questa mattina tale punto era stato accantonato in attesa che il Presidente Ghigo, che ha la delega da ieri, potesse svolgere una comunicazione.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Questa mattina mi ero impegnato a fare una comunicazione su questa deliberazione, che in Commissione è stata licenziata all'unanimità. Mi permetto di presentare al Consigliere Chiezzi alcune riflessioni che possono rappresentare elemento di ripasso rispetto all'argomento che è stato ampiamente sviluppato in Commissione.
L'accordo in oggetto riguarda non solo la Regione Piemonte, ma anche la Regione Lombardia, la Regione Valle D'Aosta e la Provincia Autonoma di Trento e Bolzano. Accordo che fu siglato dal Governo italiano e dal Governo Svizzero per permettere l'utilizzo delle somme di ristorno nei territori di residenza dei frontalieri occupati nei Cantoni Svizzeri di confine.
I criteri di riparto, a suo tempo fissati nell'Accordo di legge, che peraltro sono stati aggiornati con Decreto del Ministero delle Finanze per renderli più agevoli, sono stati espressamente fissati nell'Accordo, che è una legge che vincola l'Italia e la Svizzera; dal rispetto dei criteri scaturisce l'erogazione dei fondi a compensazione.
I fondi che vengono stornati alle regioni di appartenenza dei lavoratori frontalieri prevedono, per la Regione Piemonte, che i medesimi vengano erogati dal Ministero delle finanze, in base al numero dei lavoratori effettivamente occupati in Svizzera, attraverso le Comunità Montane di Confine e il Comune di Verbania. I fondi, a far data dall'applicazione dell'Accordo vengono utilizzati propedeuticamente in opere strutturali di viabilità che facilitino il raggiungimento del posto di lavoro da parte dei lavoratori medesimi e inoltre, secondo uno schema tratto direttamente dall'accordo, che perviene ogni anno dal Ministero delle Finanze ed è da compilarsi da parte degli uffici regionali competenti, secondo una scaletta di opere individuate come "strutture di utilità comune". In detto schema vengono elencate, secondo le priorità: 1) viabilità 2) trasporti 3) opere di sistemazione agraria, forestale e di bonifica connesse alla viabilità 4) edilizia scolastica 5) edilizia residenziale pubblica 6) edilizia assistenziale 7) edilizia pubblica 8) sportive e ricreative 9) acquedotti, fognature ed altre opere pubbliche 10) opere varie che possono rendersi necessarie annualmente o progressivamente realizzabili in più anni.
Vediamo ora i rendiconti. Ogni anno, durante la riunione tra Autorità Consolari e tecniche Italo-Svizzere si esamina la congruità e l'insieme delle opere realizzate; tale riunione è propedeutica all'erogazione per gli anni a venire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Per i lavoratori frontalieri certamente oggi le condizioni sono del tutto diverse rispetto al momento in cui fu approvato l'accordo tra il Governo italiano e il Governo svizzero. Sono radicalmente cambiate le condizioni - anche dal lato Italia - che portarono questi lavoratori in Svizzera. Tant'è che, proprio nei giorni scorsi, ho avuto modo di leggere la notizia secondo la quale il numero dei frontalieri che lavora in Svizzera, nel corso del 1997, è diminuito di circa 3000 unità.
Lo stesso utilizzo delle risorse, derivanti da questo accordo, ha risentito del fenomeno. Tant'è che le somme impegnate non sono state destinate per migliorare i collegamenti, quanto per potenziare la normale dotazione di servizi delle comunità locali. Ho avuto occasione di consultare una pubblicazione al riguardo, certamente queste risorse sono aggiuntive e il sistema locale ne trae vantaggio.
A questo punto varrebbe la pena approfondire la finalizzazione di queste risorse, anche alla luce della riduzione della manodopera frontaliera che prima richiamavo.
Vorrei sapere se la Giunta conviene con questa impostazione e condivide gli elementi che, sommariamente, ho indicato e se possono esserci occasioni per ritornare su questo argomento in maniera non burocratica e non casuale come di solito avviene quando ci vengono presentate delle deliberazioni che sono anello terminale di un percorso e non l'espressione di un indirizzo politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Quando la deliberazione giunse in Commissione, avevamo convenuto per un iter rapido; tuttavia, per motivi diversi, è giunta in Consiglio solamente oggi. Ci rendevamo conto che, per disporre di fondi che potevano essere investiti sia per opere di viabilità sia per opere strutturali, utili alla comunità, fosse importante accelerare l'iter.
I criteri di utilizzo di questi fondi, che arrivano a compensare i contributi che i nostri lavoratori all'estero pagano vengono vagliati dalle comunità locali, dalle Comunità montane e Comuni, enti che riteniamo i più idonei a decidere concretamente il tipo di intervento da effettuare.
Noi riteniamo di non avere elementi per modificare il loro giudizio pertanto siamo favorevoli. Anche perché abbiamo verificato che il tipo di investimenti è sicuramente utile a queste comunità, anche perché non si realizzeranno solo opere di viabilità, ma anche altre opere strutturali.
Per questa ragione, voteremo a favore della deliberazione in oggetto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In relazione alla sollecitazione posta dal Consigliere Vindigni ritengo di poter rappresentare la disponibilità da parte della Giunta e delle deleghe di mia competenza ad accogliere i suoi suggerimenti e ad approfondire e valutare gli argomenti che lui ha ritenuto di sottoporci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Il nostro Gruppo voterà a favore, interpretando quanto detto dal Presidente Ghigo come impegno della Giunta ad illustrare nella sede opportuna, cioè la VII Commissione (competente per il lavoro), sulle caratteristiche attuali del fenomeno dei lavoratori transfrontalieri e sugli indirizzi che la Giunta intende dare al fine di regolare o ridurre questo fenomeno; pur in presenza di una libera circolazione dei lavoratori resa ormai legittima anche dal contenuto degli indirizzi comunitari, si tratta di un fenomeno che varrebbe comunque la pena ridimensionare.
Per cui, dopo le ferie, chiederemo al Presidente di riferire in Commissione, in maniera tale da essere coerente con l'impegno che ha preso.
Votiamo a favore, augurandoci che questa comunicazione avvenga rapidamente e non quando dovremo discutere la delibera relativa all'utilizzo dei fondi '98.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 552: "L.R. n. 1/87 'Interventi regionali in materia di movimenti migratori' e successive modificazioni - Art. 3. Programma attuativo 1998'"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 552, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Do lettura degli emendamenti presentati: Emendamento presentato dai Consiglieri Bellion, Miglietti, Cotto e Salerno: 1) all'art. 10, ultimo comma, alla voce "soggetti beneficiari", punto 1) dopo la parola "discendenza", eliminare la rimanente parte del periodo fino al punto 2).
Emendamento presentato dai Consiglieri Bellion e Miglietti: 2) all'art. 10, ultimo comma, alla voce "Soggetti beneficiari", punto 2) dopo la parola "emigrazione", eliminare il periodo da "e che abbiano..." fino alla parola "decesso".
La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta accetta gli emendamenti.



PRESIDENTE

Ricordo che il provvedimento in Commissione ha avuto il seguente esito: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, CCD Federalisti; non hanno partecipato alla votazione i Gruppi PDS e Rifondazione comunista.
Con il consenso del Presidente della Giunta, posso cercare di illustrarlo (anche se non intendo sostituirmi).
L'art. 10, ultimo comma, punto 1, dice: "il contributo è riferito al trasporto in Piemonte delle salme di emigrati di origine piemontese per nascita o discendenza, che abbiano maturato un periodo di permanenza all'estero non inferiore ai tre anni consecutivi nei cinque precedenti il decesso".
Con l'emendamento, si chiede di ampliare questa possibilità, eliminando il periodo di permanenza all'estero: sostanzialmente, si toglie l'ultima parte dell'art. 10 (ultimo comma, punto 1). Mi pare chiaro.
L'altro emendamento è pressoché identico, riferito al punto 2.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Sono emendamenti semplificativi del testo.



CHIEZZI Giuseppe

Posso chiedere una spiegazione?



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento al primo punto è chiaro; quello sul secondo, cancella l'ultima parte della frase che, con l'emendamento approvato (supponiamo) diventa: "figlio o coniuge che abbiano raggiunto l'emigrato nei Paesi di emigrazione".
Questo concetto è indeterminato. Cosa vuol dire "che abbiano raggiunto"? Senza la parte successiva può essere anche un raggiungimento di un giorno...



SALERNO Roberto

Era questo l'intento.



CHIEZZI Giuseppe

Raggiunto: qualcuno parte e va là. Cioè, questo "raggiunto" volontariamente, si comprende anche una persona che, per motivi qualunque parte per un soggiorno di una settimana all'estero? Bisognerebbe prevederlo per tutti i concittadini che si recano all'estero e hanno dei parenti emigrati...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Parliamo di figli o coniugi, non tutti.



CHIEZZI Giuseppe

Volevo solo capire se la volontà è che una persona, che non è mai andata sul posto, parte e va; malaguratamente deve tornare in un altro modo, anche solo per un giorno... E' questo l'intendimento? Scritto così, funziona in questo modo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Lo spirito dell'emendamento è quello.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il chiarimento mi pare esauriente.



(Commenti in aula)



MONTABONE Renato

Sono d'accordo sulla filosofia; ma abbiamo ragionato su cosa vuol dire? Mi sembra un assurdo totale.



(Commenti in aula)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Il titolo dell'art. 10, secondo comma, è comunque "trasporto salme": non è che uno va a fare un viaggio di piacere!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Credo che i chiarimenti siano stati dati in maniera esauriente per formare una volontà.
Pongo dunque in votazione il primo emendamento, quello al punto 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione il secondo emendamento, relativo al punto 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Pongo pertanto in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 34 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame proposta di legge n. 295: "Norme per il recupero ai fini abitativi di sottotetti" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di legge n. 295, di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino, relatore

Do per letta la seguente relazione: "Rispetto al testo originario, nel progetto di legge n. 295 sono state introdotte dalla II Commissione alcune modifiche che tengono conto delle osservazioni formulate dai soggetti che hanno preso parte alle consultazioni.
In particolare, oltre ad alcune modifiche marginali, gli emendamenti approvati dalla Commissione hanno determinato una riduzione delle altezze medie dei locali, richieste per procedere agli interventi descritti nel testo, e hanno limitato le finalità del provvedimento legislativo al recupero dei sottotetti, stralciando la questione del recupero dei rustici (con conseguente modifica del titolo stesso del provvedimento). Questa seconda decisione è dipesa dal fatto che ci si trova di fronte a una materia complessa, attualmente definita da normative locali, contenute nei Piani regolatori, tra loro profondamente diverse. La II Commissione si è pertanto impegnata ad approfondire il problema e a richiedere agli uffici competenti gli elementi tecnici di valutazione sui quali innestare una specifica politica di recupero dei rustici e, più in generale, di sostegno allo sviluppo del patrimonio abitativo esistente.
Le modifiche introdotte non hanno tuttavia alterato né lo spirito né la sostanza del provvedimento, di cui giova ripercorrere brevemente le finalità ed i contenuti.
La progetto di legge n. 295 si inserisce in quel filone di provvedimenti di diritto pubblico dell'edilizia volti al recupero di parti di edifici e di volumi già esistenti, piuttosto che al consumo di altro territorio (art. 1, c.1).
Oltre a raggiungere l'obiettivo primario del massimo risparmio di suolo, si intende dare una risposta a quel bisogno di spazio aggiuntivo alle abitazioni esistenti che è proprio di molti nuclei familiari distribuiti su tutto il territorio regionale, evitando così quelle situazioni di conflittualità tra Amministrazioni comunali e cittadini che in molti casi sfociano purtroppo nell'abuso 'di necessità'.
La trasformazione e il recupero dei sottotetti, la cui presenza è diffusa in tutta la regione, non sono sempre normati opportunamente dagli strumenti urbanistici generali. La conseguenza è che tali volumi vengono utilizzati.
La legittimazione del recupero di parti di edifici e di volumi già esistenti su tutto il territorio regionale non solo consente di evitare le attuali discriminazioni dovute alla diversità delle normative comunali (art. 4), ma comporta anche un ulteriore cespite comunale dovuto ai proventi degli oneri di urbanizzazione (art. 3, c. 5-6), senza peraltro implicare alcun ricarico di spesa per interventi di urbanizzazione.
Si prevede che il recupero possa avvenire in deroga agli indici urbanistici ed edilizi previsti dagli strumenti urbanistici (art. 3, c. 2) sia perché la proposta non consente alterazioni di volumi (art. 2), sia perché le esperienze fatte da alcuni Comuni, nei quali tale recupero è già ammesso dalla norma urbanistica vigente, insegnano che gli interventi di recupero sono di regola effettuati da famiglie insediate in abitazioni di cui il sottotetto costituisce già parte integrante del patrimonio familiare. Il riutilizzo di questi volumi non genera quindi carico urbanistico.
Proprio al fine di disincentivare un carico urbanistico aggiuntivo, la proposta (art. 3, c. 6) consente l'abbattimento del 50% degli oneri concessori in caso di stipula di atto pertinenziale da parte dell'avente titolo.
Si propone inoltre (art. 1, c. 2) un'articolazione di maggior dettaglio degli spazi abitativi con una definizione delle altezze minime, applicabili esclusivamente nei casi previsti del presente testo, per ciascun tipo di spazio. Tale norma ha lo scopo di superare le diverse interpretazioni ed applicazioni delle regole vigenti oggi riconducibili ai diversi uffici delle ASL piemontesi".
.Vorrei, inoltre, evidenziare l'impegno che abbiamo fissato nei lavori della Commissione, in relazione alla questione dei rustici. Credo che questo impegno vada anche formalizzato in Consiglio perché mi sembra importante.
Prima ancora di sottolineare questo aspetto, che ritengo importante se assunto direttamente da parte dell'intero Consiglio, come è detto chiaramente nella relazione è un provvedimento di grandissima utilità perché è all'interno di una filosofia per il recupero di parti di edifici di volumi esistenti, senza consumare altro territorio e che consente anche un risparmio di carattere energetico.
Rimando alla relazione per tutto il resto.
Per quanto riguarda la questione dei rustici, inizialmente la proposta che avevamo avanzato conteneva anche un intervento normativo per consentire il riuso dei rustici. Durante la consultazione questa parte l'abbiamo stralciata perché, pur essendo tutti convinti, ci siamo resi conto della difficoltà di trattare una materia così complessa, trattata diversamente dalla normativa comunale e dai Piani regolatori. Richiede sicuramente un ulteriore approfondimento. Per questo motivo, anche in seguito ai timori espressi da alcuni colleghi in Commissione e da alcune Amministrazioni durante la consultazione, è stata accantonata.
La Commissione ha assunto comunque un impegno, che è quello di ritornare sull'argomento attraverso un percorso di approfondimento da parte degli Uffici, anche sulla base della normativa esistente nei singoli Piani regolatori, perché c'è un patrimonio di volumi esistenti che può essere utilizzato dai cittadini.
Questo tenevo a sottolinearlo, oltre a sottolineare l'importanza di questa proposta che semmai giunge in ritardo (è del marzo 1997), in ogni caso ancora in tempo utile per consentire di innestarsi sulla Finanziaria che prevede sgravi fiscali del 41% nel caso di ristrutturazione.
E' un intervento che consente di incentivare la ristrutturazione e quindi di utilizzare bene, fin quando la Finanziaria è in funzione, tutta la parte dell'agevolazione. Sotto questo aspetto credo sia di grandissima utilità.
Come Popolari, se mi consentite - esco un attimo dalla parte del relatore - esprimo anche un ringraziamento per tutti i colleghi che hanno voluto contribuire ad una migliore formulazione del testo rispetto a quello originario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Presidente e colleghi, condivido quanto ha detto poc'anzi il collega.
Si tratta di un provvedimento che era necessario, opportuno ed aspettato dalla popolazione piemontese. Non siamo stati la prima Regione a proporre un provvedimento di questo tipo, comunque arriviamo fra i primi e penso che sicuramente quanto in approvazione avrà una ricaduta notevole sul patrimonio edilizio piemontese. Una ricaduta, Carta a Bonifica in quanto il provvedimento possiamo considerarlo anche come una sorta di sanatoria una tantum sul patrimonio esistente, che è stato molte volte utilizzato in maniera non propria. In questo modo può essere riconvertito anche mediante il versamento degli oneri aggiuntivi e può essere verificato ai sensi dei criteri igienico-sanitari tali da consentire un utilizzo che permetta una fruibilità legittima, igienico-sanitaria corretta, tale da consentire un vero e proprio riacquisto di volumetria che altrimenti sarebbe stata persa e avrebbe sicuramente - come ha già detto il collega Saitta - richiesto interventi volumetrici aggiuntivi esterni a quello che è generalmente il nucleo urbano, luogo dove sicuramente si operano i numerosi recuperi di questa fattispecie.
Numerosi recuperi in termini numerici; in realtà, come volumetria aggiunta pochissima, inoltre i recuperi veri saranno minimali perché si tratta generalmente di sottotetti, le cui caratteristiche destinazioni di utilizzo generalmente erano improprie.
Pertanto, ripeto, è un provvedimento necessario, che ha trovato, con l'iter di questa legge, finalmente uno svolgimento e un'attivazione che non potevamo che aspettarci. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, sono un po' preoccupato dall'intervento del Consigliere Galli. Il Consigliere Galli dice che questa è una legge di sanatoria: ma è vero? Con questa legge saniamo tutti gli interventi edilizi abusivi effettuati precedentemente alla legge stessa, perché il Consigliere Galli ha detto che così si potranno sanare le situazioni.
Cosa vuol dire sanare le situazioni?



GALLI Daniele

Si autodenunciano e pagano quello che devono.



CHIEZZI Giuseppe

No, no, caro collega, nemmeno per sogno. Questa non mi pare una legge di sanatoria, e le leggi valgono d'ora innanzi. Se qualcuno, come il Consigliere Galli, pensa che questa legge serva a sanare abusi edilizi, si sbaglia di grosso.



GALLI Daniele

Hai interpretato male il mio intervento.



CHIEZZI Giuseppe

No, tu hai appena ripetuto che uno si autodenuncia. Si autodenuncia un bel niente! Vengono autorizzati gli interventi d'ora in poi; quelli vecchi quelli già eseguiti sono un'altra vicenda. Non è che questa legge autorizzi quegli interventi; questa legge autorizza gli interventi che domani cittadini onesti, non dei delinquenti, ma cittadini onesti, presentano ai Comuni per riattare i loro sottotetti. Questo dice, delinquenti o non delinquenti...
Sono preoccupato, invece, di una lettura di una legge di sanatoria.
Allora si faccia una legge di sanatoria, che è cosa diversa da questo. Le leggi guardano avanti, non indietro. Il sanare degli abusi è tema - lo sappiamo - che in Italia viene affrontato in vari modi, con varie leggi, e via dicendo. Le sanatorie dell'abusivismo edilizio, ogni tanto arrivano le ondate di sanatoria, però a me non pare che questa abbia quella connotazione che dice il collega Galli.
Allora, o il collega Galli si è sbagliato, o mi sbaglio io, ma se è una legge di sanatoria, non penso proprio che possa essere presentata in questi termini. Se è una legge che guarda al futuro, può essere discutibile - il mio Gruppo la discute, non la condivide - ma è almeno, dal punto di vista del diritto, corretta.
Poiché io non vedo, in tutto il corpo della legge, un riferimento al passato e agli interventi passati, chiedo ai relatori di avere - prima di svolgere l'intervento di carattere generale, con alcune critiche che far una risposta sul punto sollevato dal collega Galli, cioè della possibilità attraverso questa legge, di mandare in sanatoria tutti gli abusivismi edilizi nei sottotetti che i piemontesi hanno realizzato in questi anni e che - dice il collega Galli - finalmente potranno essere sanati.
E' così o non è così? Perché da questo fatto deriva anche un'accentuazione del nostro giudizio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Come ha avuto occasione di dire anche il collega Saitta nel corso della sua relazione, questo provvedimento, non solo è rimasto a lungo in II Commissione, ma ha subìto, nel corso del tempo, alcune modificazioni.
Modificazioni legate innanzitutto all'esito delle consultazioni e ai suggerimenti che all'interno delle consultazioni sono stati prodotti dai vari soggetti (sia Amministratori locali che i soggetti consultati) e nello stesso tempo, all'interno del dibattito della Commissione (tra i vari Commissari e le forze rappresentate).
Si è così convenuto sulla necessità di limitare il provvedimento in oggetto alla sola problematica relativa ai sottotetti, stralciando la questione del recupero rustici come problematica complessa, che è sottoposta peraltro a normative differenziate all'interno delle Amministrazioni comunali, difficilmente riconducibile ad una formulazione di ordine unitario ed esaustivo all'interno di questa proposta di legge.
Si è quindi arrivati ad una formulazione definitiva del testo, che contiene al suo interno le norme per il recupero, a fini abitativi, dei sottotetti.
Inoltre, nello spirito, pur trovando condivisioni maggiori o minori anche elementi critici da parte di alcune forze ed alcuni Commissari, si è convenuto che su questo testo c'era l'esigenza di raggiungere un obiettivo: quello del massimo risparmio di suolo. Questa è la problematica di ordine più importante, sulla base della quale pensavamo a questo testo di legge: l'obiettivo del risparmio del suolo, della possibilità da parte di Amministrazioni comunali di introitare significativi oneri di urbanizzazione, la possibilità di consentire usi in realtà già di utilizzo abitativo familiare, che non portino ad un'ulteriore e cospicua costruzione.
Rispetto alla questione opportunamente sollevata dal Consigliere Chiezzi, faccio rilevare che non solo la legge non è mai retroattiva, ma entra in vigore nel momento in cui viene approvata. Ma la stessa questione è ben specificata e articolata all'interno dell'art. 1, dove, al comma terzo, scriviamo: "Negli edifici esistenti, destinati o da destinarsi in tutto o in parte a residenza, è consentito il recupero a solo scopo residenziale del piano sottotetto, purché risulti legittimamente realizzato alla data di entrata in vigore della presente legge. Il recupero è soggetto a concessione edilizia".
Penso che questo possa essere l'ambito entro il quale stiamo nell'ordine del ragionamento.
Esprimerei, da parte del mio Gruppo, una dichiarazione di voto favorevole al testo presentato, valorizzando, appunto, le due finalità di cui dicevo in precedenza: la necessità di realizzare il massimo risparmio del suolo, la possibilità di consentire alle Amministrazioni comunali e ai cittadini di evitare situazioni di conflittualità e di contenzioso lunghissimo in questa fase, portando vantaggi alle amministrazioni comunali anche dal punto di vista degli oneri di urbanizzazione e la semplificazione di tutta una serie di elementi e di procedure all'interno di tutta questa problematica.
Sulla base di queste motivazioni il voto del nostro Gruppo sarà favorevole.
Per quanto riguarda, come ho detto in precedenza, la questione dal Consigliere Chiezzi, mi sembra che il testo della legge, all'art. 1, comma terzo, sia sufficientemente chiaro e dia, in questo senso, una risposta.
Qualora così non fosse, ritengo che eventuali precisazioni ulteriori dei relatori possano dare a questo quesito una risposta puntuale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli, che intende precisare l'intervento che aveva suscitato delle interpretazioni diverse.



GALLI Daniele

E' chiaro che non è una legge di sanatoria, però è una legge realista che consente, nei casi normati, il recupero dei sottotetti esistenti aventi determinate caratteristiche. Inoltre la mia posizione è ben lungi dal definire delinquente chi per necessità si è aggiustato il sottotetto non capisco perché il collega Chiezzi voglia forzare così una situazione...



GALLI Daniele

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GALLI Daniele

Non ho mica detto questo, lo dici tu...



GALLI Daniele

No: io leggerò quello che tu hai detto: mi sembra che... No: credo proprio che sia in questi termini... Non lo sento, non mi sembra, non reputo che sia il caso. Poi, per carità, possiamo anche essere di parere diverso, però, signori, i delinquenti sono ben altri, a mio giudizio.
E' chiaro - probabilmente io ho forzato su una situazione di fatto con una mia interpretazione - la legge riguarda quanto risulti legittimamente realizzato. Chi ha realizzato Volemetrie, non legittimamente o senza concessione, qualora volesse regolarizzarsi pagherà quanto la legge n. 56 reputa e concede a coloro che intendono sanare un proprio abuso. Non dimentichiamo che chi intende sanare un abuso lo può realizzare salvo casi estremi attraverso le normative esistenti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo solo per esprimere soddisfazione: dopo quasi un anno e mezzo di iter, questa proposta di legge giunge a compimento. Una proposta di legge presentata dal PPI e sottoscritta da tanti altri colleghi, condivisa fin dall'inizio da tutti dallo stesso Assessore all'urbanistica, che aveva in mente, nel programma iniziale, anche provvedimenti di questo tipo.
Le argomentazioni sono state già molto ben illustrate da chi mi ha preceduta. Posso solo sottolineare come l'esigenza sia sentita nei vari Comuni. Ricordo il periodo in cui facevo parte della Commissione edilizia del Comune di Asti, quanti casi non potevano trovare risposta per un problema di dieci centimetri di altezza. Si trattava di problema che gridava vendetta: era grave che i legislatori non riuscissero a risolverlo.
Non ci dovrebbero essere preoccupazioni. L'ha già detto molto bene la collega Manica. La legge prevede, proprio al punto 3), dell'art. 1, la legittimità: chiede che l'edificio sia costruito legittimamente, alla data di entrata in vigore della presente legge, e il recupero è soggetto a concessione edilizia. Non solo, ma al punto 8 dello stesso articolo 1 è precisato che con motivata deliberazione del Consiglio comunale, i Comuni possono, nel termine perentorio di 180 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, disporre l'esclusione di parte del territorio dall'applicazione delle presenti norme.
Questo dovrebbe garantire chi nutre delle preoccupazioni che noi non abbiamo.
Annunciamo il voto favorevole alla proposta di legge; ci auguriamo tempi brevi, che non si debba aspettare anni per approfondire la normativa del riuso dei rustici. In Piemonte ce ne sono tanti: edifici abbandonati dalle loro attività agricole o altre, che possono essere ristrutturati senza portare via volumetria, senza far nascere nuove costruzioni.
Dichiaro dunque il voto favorevole del Gruppo CDU.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo per ribadire che la legge in esame è decisamente intelligente, perché interverrà su una diversità di normative e di discipline comunali che in qualche maniera discriminavano i cittadini piemontesi, tra i quali, magari, i cittadini di Torino, con una disciplina comunale particolare rispetto a Cuneo, Mondovì ecc.
Siamo così arrivati ad una legge regionale che disciplina in maniera direi complessa, ma comunque uniforme, tutto il territorio regionale; ad una legge intelligente perché non prevede aumento di volumetria - si permane nei parametri già esistenti - e permette un aumento di abitazione senza "consumare" territorio. Sicuramente, una legge che sana senza arrivare a sanatorie nel classico termine al quale si riferiva in precedenza il collega Chiezzi; una legge che sana una situazione sicuramente di necessità, cui molto spesso si ovvia con l'abuso.
In questo senso, quindi, la legge va incontro ad uno stato di necessità del territorio che era presente e massiccio; tutto sommato, quindi, una legge positiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo per esprimere anch'io il voto favorevole alla legge, nonché per chiedere ai relatori alcuni chiarimenti sull'articolato - cosa che non farò più articolo per articolo.
Al quarto capoverso dell'art. 1, per quanto riguarda le altezze dei locali, riferite ai Comuni montani nelle aree poste alla quota al di sopra dei 1000 mt. sul livello del mare, si dice "può essere ammessa, tenuto conto delle condizioni climatiche locali e della tipologia edilizia..." secondo, me la dicitura "può essere ammessa" mette in difficoltà le Amministrazioni comunali che poi devono rilasciare le concessioni.
Per cui o si dice che è ammessa o la si esclude definitivamente, perch sulla tipologia edilizia si è detto che non si alza il colmo, se non con le deroghe previste dalle leggi.
Sulle condizioni climatiche locali, se si dice che siamo al di sopra dei 1000 metri, spero che non si vada a calcolare qual è la media annuale del freddo o del caldo che c'è in quella zona, altrimenti di stagione in stagione vedremmo ridurre l'opportunità o meno di usufruire dei sottotetti in montagna.
Se i colleghi Consiglieri sono d'accordo, in particolare i relatori che più di altri hanno seguito questa legge, sarei dell'avviso di presentare un emendamento dove si toglie quel "può essere ammessa" e "a secondo della tipologia e delle situazioni climatiche": se è ammessa, è ammessa.
Dopodiché vi prego ancora di considerare, rispetto a questo particolare del punto quattro dell'art. 1, che il fissare l'altezza in 1000 metri è una cosa alquanto difficoltosa.
Mi spiego meglio. Ci sono dei Comuni montani che hanno fissato l'altezza all'altezza della stazione; ci sono delle abitazioni civili che a tutti gli effetti sono in montagna. Allora, dire che - non c'è l'Assessore alla montagna - il Comune di Cumiana è un Comune posto in montagna, è difficile se si considera il basso. Ma se si considera che il territorio abitabile del Comune di Cumiana si estende fino all'altezza del monte che supera addirittura 1800 metri e ci sono delle abitazioni, è altrettanto difficile che quelle località non siano da considerarsi montane.
Io pongo all'attenzione dei relatori e dei Consiglieri l'opportunità di non fissare l'altezza ai 1000 metri, ma di dire semplicemente "nei Comuni montani", perché se sono montani o cambiamo la legge...



(Commenti fuori microfono della Consigliera Cotto)



MONTABONE Renato

E no, qui è chiaro: "Nei comuni montani nelle aree poste al di sopra...", quindi bisogna andare a misurare l'altezza di dove è posta quella casa. Questa sarà una difficoltà.
L'altra mi sembra, invece, che sia più chiara rispetto all'attuazione della legge stessa, perché o è ammessa o non è ammessa; non possiamo permettere che la questione urbanistica sia decisa dall'uno o dall'altro Sindaco a seconda di chi si posiziona nel merito delle questioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta. Prego.



SAITTA Antonino

Intervengo anche in relazione a delle domande che sono state poste ai relatori.
Credo che il suggerimento che poco fa è arrivato da parte del collega Montabone, relativamente al comma IV dell'art. 1, sia sicuramente accoglibile; è più chiaro "è ammessa" che "può essere ammessa". Credo di parlare anche a nome di Galli. Scriviamo "è ammessa", così evitiamo dubbi di qualunque tipo.
Per quanto riguarda invece la questione dell'altezza, la materia è abbastanza complessa; la legislazione sulle Comunità montane è in cambiamento, si stanno modificando anche i confini e si sta cercando di escludere alcuni comuni che non sono proprio di carattere montano. Potremmo collegarci all'attuale legge sulla Comunità montana, che sicuramente sarà variata perché è in corso il nuovo Testo Unico della legge sulla montagna.
Il riferimento all'altitudine, alla fine, mi sembra il meccanismo più giusto; è chiaro che come tutti i limiti è discutibile, ma un riferimento certo ci vuole e in questa proposta l'abbiamo mutuato dall'esperienza lombarda che ha dato risultati positivi. E' chiaro che se dovesse non dare risultati positivi bisogna...
Però personalmente ho dei dubbi, non ho trovato altre modalità per esprimere questo concetto di altezze medie diverse che tengono conto dell'altitudine.
Per quanto riguarda, invece, la questione più generale espressa dal collega Chiezzi, il significato di questo provvedimento è indicato nel testo "Recupero ai fini abitativi dei sottotetti", quindi si tratta di sottotetti esistenti che possono essere recuperati a fini abitativi, con un riconoscimento da parte della legge di una volumetria in più, perché la volumetria esistente è stata tutta utilizzata. E' questo il caso, ma in ogni caso sottotetti autorizzati con concessione edilizia che hanno attualmente degli usi impropri, nel senso che l'uso può essere di quelli classici che conosciamo, il gioco bimbi, lo studio, la tavernetta, dove in realtà sono utilizzati ma formalmente non lo sono. Ci sono delle norme garantiste, che volevo anche citare, perché probabilmente sono sfuggite; è chiaro che le condizioni che debbono rispondere a questi sottotetti, che debbono avere tutte le prescrizioni di carattere igienico sanitario ricordando le condizioni di abitabilità, quindi la luminosità l'areabilità, devono essere garantite e questa è già una forte garanzia.
L'altra condizione è che in ogni caso il recupero dei sottotetti avviene per edifici che siano serviti dalle urbanizzazioni primarie, quindi anche questa è una norma di garanzia. Questo lo dico perché questa proposta non tende a creare una speculazione edilizia nascosta. C'è poi una norma che credo al collega Chiezzi interessi, perché l'ha espresso anche durante il dibattito non soltanto su questa proposta di legge, ma anche sul Regolamento edilizio: in ogni caso debbono essere mantenute le altezze di (...), di gronda in via di pendenza per garantire, anche dal punto di vista estetico, che l'edificio mantenga le caratteristiche dell'ambiente. Non si tratta di fare i tetti o l'edificio della Normandia, ma si deve rispondere a dei requisiti. In ogni caso deve essere richiesta la concessione edilizia.
Il problema resta, però, per quanto riguarda il futuro, nel senso che lo strumento per regolamentare questa parte è quello del Regolamento edilizio tipo; quindi ci ritorneremo, per quanto riguarda questo aspetto nel senso che c'è un problema di cubatura, ma c'è anche un problema di altezza. Probabilmente bisogna coordinare bene questa normativa con quella del Regolamento edilizio tipo che contiene delle altezze minime diverse.
Quando si voterà la delibera sul Regolamento edilizio tipo cercheremo di coordinarle.
Il problema resta, ma la filosofia mi pare importante ed è una filosofia, secondo me, di grandissima intelligenza, quella di utilizzare dei volumi non utilizzati. E' una banalità che ha un vantaggio enorme perché se la Regione Piemonte dovesse concentrarsi su un'attenzione maggiore di quanto ha fatto finora sul patrimonio edilizio esistente quindi non soltanto sui sottotetti, i vantaggi sarebbero enormi perché il patrimonio abitativo piemontese è un patrimonio vecchio.
Qualche anno fa l'IRES ha pubblicato un'interessante ricerca che dice che le abitazioni in Piemonte sono 2.119.000 e il patrimonio abitativo ante '45 è del 35% e quello post '45 del 58%, quindi è un patrimonio vecchio.
Quindi se anziché costruire nuovi edifici e occupare nuovo territorio noi mettiamo in piedi delle norme e queste norme hanno questo significato norme finalizzate al recupero del patrimonio edilizio esistente, il vantaggio è enorme dal punto di vista ambientale. Dico questo anche per chi ha un'attenzione rispetto a questi problemi, cioè la considero come una sorta di prima tappa per altre norme finalizzate al recupero del patrimonio edilizio esistente.
Se la rivolgiamo a tutti gli incentivi di carattere fiscale, credo che realizziamo una bella operazione dal punto di vista edilizio.
Credo, Assessore, che quando dovremmo discutere - se un giorno si discuterà - della nuova legge urbanistica, questa sarà la modificazione. La legge urbanistica n. 56 era una legge finalizzata a predisporre i nuovi Piani regolatori, a controllare la sviluppo urbano e lo sviluppo edilizio c'era il timore da parte di Astengo, che si potessero creare, con questa legge, dei danni dal punto di vista urbano.
La nuova legge ha uno scopo diverso, è finalizzata al recupero del patrimonio edilizio. E' questo il cambiamento di filosofia a cui bisogna adeguarsi. Quindi, noi, come Partito popolare, intendiamo considerarla una sorta di prova generale su un obiettivo che deve essere fissato nella nuova legge urbanistica, ovvero il recupero del patrimonio edilizio esistente e della qualità ambientale recuperando l'esistente.
Vorrei, per quello che può fare un Gruppo di minoranza, dire al collega Chiezzi, neppure rileggendo la norma, di non considerare questo una sorta di sanatoria per un abusivismo esistente. La legge riguarda edifici e sottotetti realizzati con regolare concessione edilizia. In ogni caso sottotetti esistenti, di cui viene ammesso il recupero a fini abitativi.
Quindi la modifica è questa.
E' chiaro che i sottotetti non erano costruiti a fini abitativi prima questo bisogna dirlo chiaramente, altrimenti non sarebbe stato utile e necessaria la norma: il cambiamento è che consente l'uso a fini abitativi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Esprimo il parere favorevole del Gruppo di Forza Italia. Volevo riprendere quanto detto dal Consigliere Chiezzi. Il collega Chiezzi diceva che questa non è una sanatoria, ma è evidente che non lo è. Il Consigliere Galli nel suo intervento disse che poteva essere intesa in senso lato come una sanatoria di sottotetti già realizzati e che non vengono utilizzati con una perdita di ricchezza ambientale. E' chiaro che se qualcuno ha compiuto un reato negli anni passati ed è stato per questo reato denunciato, utilizzando un sottotetto in maniera impropria, questa legge non può comunque entrare nel merito e prescrivere il reato penale; ci potranno essere interpretazioni, magari più permissive, da parte di chi andrà ad esaminare le questioni penali, ma la legge non potrà livellare ogni procedimento già aperto.
Si tratta di una legge che ha un'importanza determinante, perch recupera un patrimonio che altrimenti andrebbe perso; evita comunque di spendere denaro ed energie per realizzare altre cose; fa sì che il risparmio energetico degli immobili che sono al di sotto dei sottotetti possa anche crescere; introduce una normativa con degli standard di altezze particolari che potranno essere prese come riferimento per le interpretazioni da parte delle ASL piemontesi.
Quindi, tutto sommato, si tratta di un'iniziativa molto valida, neppure tanto originale perché è già stata approvata in altre Regioni italiane come la Lombardia. Offriamo un servizio utile ai piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Intervengo per esprimere il voto favorevole del Gruppo Misto alla proposta di legge. Proposta di legge che noi riteniamo complessivamente di grande sostegno allo sviluppo del patrimonio abitativo esistente.
E' molto positiva perché, nonostante questo parere, non va ad occupare altre porzioni di territorio, ma si incentra sullo sviluppo di quel filone teso al recupero degli edifici già esistenti. Tutto questo facendo riferimento in particolare alla tipologia edilizia della nostra regione. In questo senso, confermiamo il voto favorevole del Gruppo Misto Indipendente.



PRESIDENTE

Essendo lei, Consigliere Chiezzi, già intervenuto, può nuovamente intervenire con una dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Avevo chiesto una precisazione.



PRESIDENTE

Nei limiti dei dieci minuti.



CHIEZZI Giuseppe

Per carità, anche cinque, ma non ero ancora intervenuto.
Sul problema della sanatoria, forse ci siamo chiariti: questa non è una legge di sanatoria, quindi non vale per il passato, vale per il futuro.
Questo è stato detto da tutti, quindi la legge riguarda i sottotetti che prima di questa legge non erano adibiti a recupero abitativo. Su questo siamo perfettamente d'accordo.
Questa legge, così come è scritta, è chiara ed è rivolta, come tutte le leggi, al futuro. E' rivolta a trasformazioni di recupero abitativo, di sottotetti legittimamente realizzati che non erano destinati a fini abitativi; questa legge permetterà di destinarli a fini abitativi.
Dato che la situazione è questa, io propongo, a nome del Gruppo, che si espliciti questo fatto in modo inequivoco, ergo le norme di questa legge non si applicano a recuperi abitativi di sottotetti realizzati precedente a questa legge. E' la traduzione, banale, che tutti insieme abbiamo espresso.
Come vale per i sottotetti, che non erano adibiti a fini abitativi prima di questa legge, benissimo: scriviamo che queste norme non si applicano al passato, a sottotetti che precedentemente fossero stati adibiti a recuperi abitativi. Questo è il nuovo articolo che propongo.
La seconda osservazione. Colleghi e relatori, non entro molto nel merito, perché la questione è talmente evidente e già conosciuta dai colleghi, per cui non penso che si possa avere una conclusione positiva nelle cose che dico; però ci tengo a dirle.
Questa legge peggiorerà la qualità collettiva della vita: su questo non c'è dubbio.
E' inutile - Rubatto - che ci stracciamo le vesti: la qualità..., i servizi...
Con questa legge, noi aumentiamo il carico urbanistico nelle città: non ci sono santi! E' vero che di regola questi recuperi sono fatti per famiglie che tendono..., ma è anche vero che a volte non vengono fatti così: sono nuove unità abitative, sono nuovi insediati.
Questo viene anche scritto nella legge; infatti si dice: "Se il recupero è un ampliamento dell'abitazione principale, pago solo il 50 degli oneri".
Ciò significa che si prevede la possibilità che il recupero non sia un ampliamento: lì pago il 100%. Dove pago il 100%, aumento il carico urbanistico: non ci sono santi! E aumentando il carico urbanistico, visto che non si richiede un adeguamento dei servizi per i nuovi abitanti peggioro la situazione.
Questa, a mio modo di vedere, è anche un'illegittimità, perché è una legge che permette di violare i Piani regolatori; è una legge che aumenterà, senza predisporre i servizi, la densità edilizia di un dato luogo e di un dato Comune.
Quindi, è un fatto almeno da segnalare (mi rivolgo al Consigliere Rubatto, perché è sensibile a tutta la tematica della qualità della vita e del modo di vivere, dei servizi, ecc., ecc.).
Caro Rubatto, e cari tutte le colleghe e i colleghi, questo è un esempio pratico, semplice, banale di come in questo nostro Paese, a fasi alterne e a momenti particolari, ci sia una società coesa nel dichiarare obiettivi di salvaguardia, di benessere, di qualità della vita, di sicurezza del territorio, salvo poi, nello stesso giorno, assumere magari decisioni concrete che vanno in direzione esattamente opposta.
Io penso che le Commissioni edilizie dei Comuni, che hanno visto ed autorizzato tutto, nel bene e nel male, quello che è avvenuto sul nostro territorio... Dato che spesso, tutti insieme, diciamo: "Molto è stato fatto male, in violazione del paesaggio, di questo e di quello", il giorno stesso in cui magari c'è un articolo che denuncia una violenza al paesaggio, viene autorizzata, in nome del progresso, dell'economia, dello sviluppo, una costruzione che va esattamente in direzione opposta.
Siamo in questa situazione.
Quindi, come Gruppo, non ci assumiamo la responsabilità di contraddire principi fondamentali rivolti all'equilibrio dei servizi, alla qualità della vita, e via dicendo.
Desideriamo dunque solo segnalare la vostra contraddizione, precisando che quando su questi temi magari si creeranno situazioni politiche nelle quali, tutti insieme, si firmeranno ordini del giorno buonisti, facili da firmare e da votare, noi non ci staremo.
Non ci staremo a metterci gigantesche foglie di fichi su comportamenti contraddittori di questo genere.
Questa è una legge che peggiorerà la nostra qualità della vita.
Su questo, non spero certo in un ripensamento, per cui, da questo punto di vista, non richiedo nemmeno delle risposte.
Segnalo il fatto; se esistessero ancora i Commissari di Governo (che non esistono più), farei ricorso su questo punto preciso, ma visto come sono ridotti i Commissari di Governo, evito anche di affaticare il sistema postale.
Per quanto riguarda invece il primo punto, penso che questa precisazione rientri nelle argomentazioni portate un po' da tutti.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, ricordo che restano confermati i seguenti emendamenti: Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e altri: Nuovo art. 6: "Le norme della presente legge non si applicano a recuperi abitativi di sottotetti realizzati precedentemente all'approvazione della presente legge".
Emendamento presentato dai Consiglieri Montabone, Riba, Peano, Cotto e Grasso: All'art. 1, comma 4, sostituire le parole "nei Comuni montani' sino a 'tipologie edilizie" con le parole "nei Comuni situati nei territori delle Comunità montane è ammessa...".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per dichiarazione di voto del Gruppo su questo punto. Pur essendo critici verso questa legge, riteniamo che l'emendamento proposto dal collega Montabone sia condivisibile dal punto di vista della correttezza legislativa, nel senso che su questa materia noi riteniamo utile che la Regione decida e dia un'indicazione ai Comuni.
Quindi, se il livello regionale ritiene che l'altezza media nelle Comunità montane - meglio rispetto alle fasce altimetriche - sia di mt.
2,20, diciamolo e i Comuni agiranno di conseguenza.
Questa posizione del Gruppo, che giunge a votare a favore di un emendamento ad un corpo legislativo che non verrà votato nel suo insieme, è coerente con un'idea e prassi del governo regionale che non rinunci al proprio ruolo. La Regione è un'istituzione che deve governare, che deve assumersi delle responsabilità; che deve dire, ad esempio, ai Comuni che se vogliono recuperare, possono farlo entro certi limiti.
Fare questo significa andare in direzione contraria a molti modi d'essere e molte enunciazioni sulla sussidiarietà, che vedo in modo accalorato essere sostenuta da molti. Chi sostiene il principio della sussidiarietà dovrebbe ergersi contro la decisione regionale che impedisce ai Comuni di decidere.
Mi piacerebbe sentire qualche collega motivare l'accettazione di quest'intrusione della Regione in poteri del Comune, giungendo a quantificare i centimetri che devono misurare come minimo le stanze.
Prego i colleghi di memorizzare per il futuro, che, forse all'unanimità, abbiamo impedito ai Comuni di esercitare il principio sussidiarietà in ordine alla decisione sull'altezza media dei sottotetti abitabili: fatto altamente discrezionale.
Spesso, il principio di sussidiarietà viene invocato a sproposito, e sulla base di preferenze politiche non denunciate - se venissero denunciate mi andrebbero anche bene - viene enunciato come un dogma: non dobbiamo dire nulla in virtù del principio di sussidiarietà. Di fronte a tale principio la politica si ferma. Il mio Gruppo sostiene invece che non si deve fermare, che può giungere a dare delle indicazioni.
Con queste precisazioni, il nostro voto, di tecnica legislativa e di apprezzamento per le osservazioni pertinenti del collega Montabone, in una logica che non condividiamo, sarà a favore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto, che interviene in qualità di Consigliere.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo come Consigliere sull'emendamento per porre all'attenzione dei colleghi una considerazione.
Non voglio entrare nel merito delle considerazioni del collega Chiezzi che possono essere pertinenti e sulle quali possono esserci opinioni di vario tipo, ma ritengo che la formulazione dell'emendamento rischia di escludere aree anche molto al di sopra dei 1000 mt.
La legge n. 142 toglie dalle Comunità montane Comuni con fascia minima di popolazione probabilmente di 30.000 abitanti, che non possono essere Comunità montana, ma che hanno territori anche a 2000 mt.
Emenderei ulteriormente l'emendamento, lasciando la formulazione del disegno di legge per i Comuni montani delle aree poste al di sopra della quota di 1000 slm o appartenenti alle Comunità montane. In questo caso, si comprenderebbero sia i Comuni facenti capo a Comunità montane sia quelli situati al di sopra dei 1000 slm.
Diversamente, prevederemmo qualcosa di stridente: il Comune di pianura sarebbe compreso e non quello a 2000 mt. slm.
Mi spiego meglio: ci sono Comuni che non possono appartenere a Comunità montane perché sono oltre la quota di abitanti prevista o sono capoluoghi di Provincia - Biella e così via. Infatti, il Comune di Biella comprende il territorio fino al Monte Mucrone, a 2300 mt., territorio escluso dalla Comunità montana.
L'assurdità sarebbe data dal fatto che avremo realtà a 600/500 mt.
agevolate perché incluse in Comunità montana e altri Comuni con territorio a 2000 mt. che non beneficerebbero della legge.
Questo il motivo per cui ritenevo dovesse rimanere l'indicazione di 1000 mt.; se si ritiene, si può aggiungere la dizione "e appartenenti a Comunità montane". In questo caso garantiremmo l'assenza di "buchi" ad alta quota.
Formulerei l'emendamento nella seguente dizione: "... nei Comuni situati nei territori delle Comunità montane e, comunque, nelle aree poste al di sopra di 1000 mt. slm, è ammesso".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente. Mi rendo conto di fare una proposta un po' difficile per l'aula che ha discusso fino adesso. Però, venendo fuori questa diatriba sui 1000 metri, sulle Comunità montane, mi sento di proporre di riportarla in Commissione perché sia approfondita con la necessaria prudenza e con la necessaria precisione, onde evitare che questa norma studiata in base a decreti ministeriali per motivi prettamente igienici adesso si trasformi qui in una battaglia su Comuni ricompresi nelle Comunità montane, snaturando poi il significato della legge. Io propongo, poi l'aula è sovrana.



PRESIDENTE

Se fosse possibile il ritorno in Commissione questa settimana, in modo che non ci siano ritardi e il provvedimento possa tornare all'attenzione dell'aula martedì prossimo.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Mi rendo conto delle preoccupazioni che ha l'Assessore, soprattutto nel momento in cui la norma deve essere applicata; però per la parte di conoscenza di cui dispongo, una formulazione come quella suggerita poco fa dall'Assessore Pichetto, se la norma è precisa ed inequivocabile, la ancoriamo a qualche dato certo e io credo che le preoccupazioni si possano ridurre. Se noi la ancoriamo al fatto delle aree sopra i 1000 metri e comunque nei Comuni appartenenti alle Comunità montane, noi la ancoriamo a due dati certi: uno è l'altitudine, che è misurabile sempre indipendentemente dal Comune; l'altro è il fatto che la ancoriamo alla legge che poi sarà modificata.
Da quello che ho capito nel Testo Unico delle leggi sulla montagna, c'è una rivistazione delle aree omogenee di alcuni Comuni, e il problema a quel momento sarà molto più chiaro.
Credo che tutta questa normativa rientri nella discrezionalità della Regione Piemonte, anche perché questo suggerimento o questo emendamento non riducono la portata del comma 7, che in ogni caso prevede che siano rispettate tutte le prescrizioni igienico-sanitarie riguardanti le condizioni di abitabilità previste nel Regolamento; per cui la garanzia, la norma di chiusura, è che in ogni caso dal punto di vista igienico-sanitario bisogna garantire le condizioni di abitabilità.
Un suggerimento che mi sento di dare all'Assessore Botta, se pu servire il contributo che può dare un Consigliere, è che con questa modalità e soprattutto con il fatto che resta immutato il comma 7, il testo possa essere approvato nella giornata di oggi.



PRESIDENTE

Potrebbe esserci una soluzione mediana; una verifica di coordinamento in Commissione, a patto che martedì prossimo si proceda solo alla votazione senza ulteriore discussione. Mi pare che l'Assessore avesse l'esigenza del coordinamento.



MONTABONE Renato

Dica l'Assessore quali sono le sue preoccupazioni.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Le preoccupazioni sono che quando nascono le leggi a quest'ora, è già capitato in altre occasioni, poi lo scoordinamento avviene soprattutto in sede di applicazione. Non mi pare una cosa così sconvolgente un ulteriore passaggio presso la Commissione.



PRESIDENTE

Purché sia in questa settimana.



RIBA Lido

Voi potete scegliere le tecniche che volete per fare gli autogoal, ma noi dovremo tenerne conto, perché se le leggi che nascono a quest'ora sono opinabili, d'ora in avanti intanto sospendiamo il Consiglio prima di quest'ora! Seconda questione: su una materia come questa, data la sua esiguità e data la chiarezza delle questioni in argomento, era del tutto possibile pervenire alla conclusione, dopodiché per noi va bene, potrei persino dire che fate il nostro gioco.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Posso capire che il Consigliere Riba abbia un moto di rabbia.



RIBA Lido

Ma quale rabbia, di esasperazione!



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

La mia voleva essere semplicemente una verifica tecnico-giuridica, con l'impegno di riportare l'argomento in aula martedì.



PRESIDENTE

La proposta di legge può restare iscritta in aula.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Siccome continuo ad essere dell'opinione che il suggerimento dell'Assessore Pichetto non mi pare stravolgente, al limite lasciamo così il testo e poi avremo tempo di modificarlo.
Ha ragione il collega Riba, bisogna anche avere un minimo di attenzione verso questi problemi, a meno che ci sia l'obiettivo di cambiare altre cose.
Io non vorrei assolutamente pietire ai Consiglieri la necessità di andare avanti nell'approvazione, però per quanto mi riguarda, come relatore e come proponente iniziale di questa proposta, perché era stata formulata così, ho la sensazione, la certezza che questo suggerimento sia perfettamente compatibile con la proposta iniziale. Non contiene nessuno stravolgimento.
C'è il riferimento ai 1000 metri, c'è il riferimento alla legge per quanto riguarda le Comunità montane, per cui se l'Assessore ritiene di doverla ritirare, lo proponga e credo che venga messa ai voti.



PRESIDENTE

Questa proposta non è stata fatta dall'Assessore. Potrebbe esserci una soluzione, ma con questo non voglio indirizzare l'assemblea, cioè non far tornare il punto in Commissione, ma dare la possibilità all'Assessore di verificare la compatibilità di questo emendamento, tenere il punto iscritto in aula e votarlo martedì prossimo.
La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Volevo verificare se c'era la possibilità, visto quanto affermato prima dal Consigliere Riba - cosa conosciuta da tutti noi - circa la mole di lavoro da svolgere in quest'aula, visti anche i ritardi che per colpa di nessuno si sono accumulati, qualora l'Assessore Botta possa verificare entro un tempo congruo (quindici minuti), noi saremmo anche disposti ad aspettare affinché possa compiere questa verifica e poi approvare la legge nella giornata odierna.
Non so se quanto detto possa raccogliere il favore dell'Assessore.



PRESIDENTE

la parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Viste le considerazioni svolte dal Consigliere Saitta e tenuto conto che comunque mi pare emerga la volontà di arrivare al voto, mantenendo le preoccupazioni, mi rimetto alla sovranità dell'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, come vede il mio Gruppo ha osservato queste ultime battute in Consiglio regionale senza propendere per una tesi o per l'altra. Mi pare che quando, in presenza di un progetto di legge complesso come sono tutti i progetti di legge in materia edilizio-urbanistica, un Assessore chiede di poter verificare in ordine a emendamenti nati un minuto prima, penso sarebbe atteggiamento prudente dell'aula lasciare all'Assessore il tempo per fare le verifiche.
L'Assessore Botta in questa circostanza ha assunto un atteggiamento di attenzione, di preoccupazione a non mettere in moto delle normative che poi i suoi uffici non conoscono, quindi possono essere fonte di problemi gestionali. Mi stupisco che l'aula non dia la possibilità ad un Assessore di fare le verifiche che egli stesso ha chiesto e che conferma ancora adesso, e gli voglia imporre un voto: non ho mai visto una cosa di questo genere né sentito.
Quindi, Assessore Botta, per quanto riguarda il mio Gruppo, le dico che se lei, in coscienza, come Assessore di tutto il Piemonte ritiene di dover fare una verifica di cinque minuti o di cinque giorni, ha il nostro sostegno a poter avere la libertà di poter fare la sua verifica, perché è lei che governa questa legge e non noi.
Se lei mi dice: "Per cortesia, fatemi fare una verifica, perché poi sono io, come Assessore a nome di tutti voi, che devo gestire la legge" lei dal nostro Gruppo ha l'assenso. Riteniamo che sia una sfera di competenza e di responsabilità sua Assessore, quindi come "pezzo" dell'aula, noi riteniamo degna di considerazione la sua proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Assessore, lei è forse preoccupato che quell'emendamento, che ho sottoscritto con altri colleghi, stravolga la legge? E' così, perché prima dell'emendamento la legge andava bene.
Mi pongo anch'io le stesse preoccupazioni: lei trasmette preoccupazioni! Non vorrei essere io, con altri colleghi, ad aver fatto chissà che cosa nel dire, anziché "le Amministrazioni possono...", "le Amministrazioni debbono...".
E' forse l'emendamento che la preoccupa? Sono d'accordo con lei: lo verifichi questa settimana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Mi pare che il testo di legge sia proceduto abbastanza speditamente in tutto l'articolato, in tutte le spiegazioni che ci eravamo dati. Mi domando anch'io se quell'unico emendamento, come diceva il collega Montabone stravolge il dettato della legge - ma così non mi pare - oppure ingeneri nell'Assessore un senso di preoccupazione generico perché magari qualche altro emendamento potenziale avrebbe potuto essere anche sollevato.
Chiedo all'Assessore anch'io se lo stesso pensa che la preoccupazione risieda nel fatto che qualche emendamento potenziale possa esistere, ma l'ora ci impedisce di analizzarlo e allora il testo le sembra un po' troppo frettoloso da mandare avanti adesso; nel caso contrario, credo che si debba procedere al voto.



PRESIDENTE

Nella formulazione seconda, non risulta firmato, perciò c'è un problema formale che qualcuno si faccia... E' stato presentato, ma come semplice appunto.
La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Chiedevo solo se l'eventuale rinvio in Commissione sarebbe un rinvio di coordinamento, per cui martedì tornerebbe in aula unicamente per la votazione. A me pare che il rinvio fosse inteso così.



PRESIDENTE

Sì, io ho inteso così l'esigenza di coordinamento, nel valutare la portata dell'emendamento che, a colpo d'occhio, non è immediatamente comprensibile.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Volevo fare solo qualche riflessione ad alta voce sul problema degli emendamenti e sulla necessità di modificare il Regolamento affinché in futuro non si verifichino più situazioni come questa.
E' abbastanza umiliante per un Consiglio regionale, che a larghissima maggioranza vuole approvare un emendamento, non poterlo fare perch giustamente - l'Assessore vuole verificarne la compatibilità e il coordinamento.
Intanto è grave che non sia presente chi potrebbe confortare l'Assessore, cioè noi stiamo discutendo in assenza di dirigenti. Questo mi spiace molto, ma lo voglio far rilevare perché siamo stati bloccati per tanti mesi (bilancio, crisi) ed ora, che finalmente riusciamo a iniziare a lavorare, a produrre, a tentare di approvare una legge tanto attesa dal territorio - come è stato detto in tutti gli interventi - siamo obbligati a rinviarla per questo motivo.
Di conseguenza, chi, come me, ha presentato l'emendamento e l'ha firmato - come diceva prima il collega Montabone - convinto di non fare danno a nessuno, ma di evitare di misurare mille metri e basta e di estendere questo concetto, non può che registrare ad alta voce il proprio malessere.
Mi chiedo (e vorrei una risposta da chi me la può dare): cosa succede se il Consiglio regionale approva questa legge e poi si scopre che, magari per una disposizione ministeriale sconosciuta a noi non addetti, il provvedimento è illegittimo? Si ritorna in aula? Voglio capire se pu esserci una risposta.



SUINO Marisa

Non può essere sempre colpa dei funzionari!



COTTO Mariangela

No, io non sto dando la colpa ai funzionari, assolutamente; ti ringrazio di avermi interrotto, perché mi sarebbe spiaciuto che qualcuno potesse pensarlo.
Io ho parlato della necessità di modificare il Regolamento per non giungere a queste situazioni paradossali: un Consiglio vuole approvare un emendamento, ma non lo può fare perché manca il supporto.
Quindi, o si stabilisce per Regolamento che gli emendamenti devono essere presentati tutti 24-48 ore prima, altrimenti diventa molto difficile procedere, perché ci troviamo di fronte a situazioni poco gestibili. Era che questo che volevo dire.
Penso di essere riuscita a farmi capire. Intanto ribadisco la volontà di cercare di trovare una soluzione, possibilmente senza rinviare di un'altra settimana questo provvedimento molto atteso, che risolve tante situazioni private, ma anche tante situazioni pubbliche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

La proposta di legge in questione porta la firma di quasi tutti i Gruppi e ci vede tutti d'accordo; malgrado ciò, riusciamo anche a rimandarla.
A questo punto, chiedo se è possibile una sospensione di dieci minuti un quarto d'ora per dar modo all'Assessore di sentire i funzionari.
Poi, però, si porti a votazione questa proposta di legge stasera, senza rimandarla.



CHIEZZI Giuseppe

Porta qui i funzionari!



PRESIDENTE

La parola al Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Avendo interloquito con l'Assessore Botta e considerato quanto questa proposta di legge sia stata discussa, approfondita e condivisa, penso di suggerire, di proporre all'aula di votarla legge questa sera, onde poter approvare un provvedimento che è atteso da tutto il territorio.
Credo che le perplessità sollevate dall'Assessore Pichetto debbano essere accolte (e l'emendamento le accoglie); di conseguenza propongo, in sintonia con l'Assessore Botta, di procedere alla votazione di questo disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Rilevo la particolarità della situazione, che si caratterizza per una forte anomalia (vorrei che anche il delegato ai rapporti con l'aula sentisse). La situazione è assolutamente originale. Non mi ricordo una situazione analoga, cioè di un Assessore che chiede una semplice sospensione dell'esame di un provvedimento di legge per poterlo verificare con i propri uffici (per cui, nella fattispecie, chiede di discutere il prossimo martedì quello che, responsabilmente, chiede di poter meditare).
Dall'altra parte, vi è un pezzo dell'aula, anche se molto grande, che fa pressione, fa fretta ad un Assessore affinché decida subito, (e l'Assessore è la persona responsabile dell'attuazione e della gestione di questa legge).
Dato che non ho mai visto nulla di questo genere, chiedo - Presidente del Consiglio - proprio per poter un po' capire cosa stia succedendo, e dato che vorrei sentire gli altri colleghi dell'opposizione in merito a tale questione per avere uno scambio di opinioni su quanto sta succedendo e sugli indirizzi da dare a questa vicenda, cinque minuti di sospensione dei nostri lavori, per potermi confrontare con gli altri colleghi dei Gruppi di minoranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, mi sembra che alle osservazioni del Consigliere Chiezzi si possa ribattere che il momento di perplessità dell'Assessore è stato assolutamente superato. L'Assessore stesso, infatti, dieci minuti fa, si è detto d'accordo a che il documento venga votato; è seguito l'intervento del Presidente della Giunta regionale che ha chiesto a nome della Giunta, in assonanza con l'Assessore, che si addivenga alla votazione.
Dopodiché, se si vuole "sfrugugliare", lo si può anche fare, ormai; la posizione della Giunta, però, mi sembra chiarissima e unanime.
Collega Chiezzi, alcuni Consiglieri di minoranza hanno firmato l'emendamento, chi non l'ha firmato - come Rifondazione Comunista - ha detto che l'avrebbe votato...: più di così, mi chiedo cosa si voglia.



GALLARINI Pierluigi

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GALLARINI Pierluigi

Di fronte ad un Assessore che ha dei dubbi, mi fermo!



GALLARINI Pierluigi

L'Assessore ha detto di averli superati!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, visto che l'Assessore inizialmente ha chiesto un rinvio in Commissione del provvedimento per opportune verifiche, e che non mi risulta abbia superato questo tipo di necessità, chiederei all'Assessore quale sia la motivazione che lo ha spinto a richiedere che il provvedimento sia votato oggi, se le opportune verifiche si sono attuate e quali risultati abbia ottenuto: in che modo sono state superate le incertezze, i dubbi sulla legittimità del provvedimento?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, se ci sono dubbi di legittimità del provvedimento, chiedo all'Assessore che li espliciti in aula; altrimenti, i suoi dubbi - l'ho già detto in precedenza - possono diventare anche i miei. Se non ve ne sono, chiedo all'Assessore che lo dica, chiaramente: "Non ci sono". Non mi basta che lo dica per interposta persona, perché la responsabilità è certamente sua.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

No: lo dice il Presidente...



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo si fa carico...



MONTABONE Renato

Ma scusi, Presidente Ghigo, per una volta che non ce l'ho con lei! Presidente, non ce l'ho con lei! Siccome sono stati espressi dei dubbi dall'Assessore, chiedo che l'Assessore, personalmente, ci dica se quei dubbi li ha ancora oppure no.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19.33, riprende alle ore 19.49)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non per smentire le mie affermazioni precedenti, che rimangono valide ribadisco l'assonanza tra la posizione dell'Assessore e le mie dichiarazioni: è cogente, esiste e non ha subito alcuna forma di ulteriore approfondimento.
Nonostante questa mia dichiarazione e quella precedente in relazione alla situazione di poca chiarezza verificatasi in aula, che farebbe presupporre atteggiamenti "di traverso" o di non totale partecipazione al dibattito e all'iter legislativo di questo provvedimento, per rispetto di quest'assemblea e per dare la possibilità al provvedimento di raccogliere la maggiore partecipazione dei Consiglieri di quest'aula, propongo, in considerazione dell'ora tarda e di alcuni aspetti che presuppongono un approfondimento, un rinvio alla prossima seduta di Consiglio dell'esame del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Il Presidente Ghigo ha proposto il rinvio del provvedimento; sulla proposta volevo esprimere un'opinione di contrarietà.
Il provvedimento, a nostro parere, poteva essere approvato con l'emendamento proposto - tra i firmatari, anche il collega Peano. Come Gruppo, condividiamo l'estensione alle Comunità montane; non era previsione trascendentale, ma compatibile con la normativa esistente e, in ogni caso legittimo.
A parte quest'aspetto, poiché il provvedimento avrebbe esteso comunque la sua portata, il tentativo di estensione doveva essere compiuto.
Riteniamo che il rinvio sia complessivamente inutile; si poteva procedere immediatamente all'approvazione degli emendamenti al testo nella sua complessità.
Rileviamo con amarezza che un provvedimento che ha una maggioranza straripante - quasi al 100% - per assurdo non è approvabile, per dubbi interpretativi.
Concludendo, esprimo contrarietà; l'aula decida quanto ritiene utile ma ribadisco la contrarietà al rinvio richiesto dalla maggioranza.



PRESIDENTE

L'esame del provvedimento è rinviato.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Iscrizione ed esame ordine del giorno n. 812 inerente a: "Disegno di legge inerente la tutela delle minoranze linguistiche - esclusione della lingua piemontese"


PRESIDENTE

Propongo l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 812 a firma dei Consiglieri Cavaliere, Ferrero, Angeleri, Rosso, Riba, Benso, Montabone Gallarini, Picchioni, Ghigo, Rubatto, Spagnuolo, Ghiglia, Saitta, Chiezzi e Deorsola.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 35 voti favorevoli.
Esaminiamo gli ordini del giorno n. 799 presentato dai Consiglieri Rosso e Dutto; n. 800 presentato dai Consiglieri Ghiglia, Casoni, Griffini Mancuso, Minervini e Salerno; n. 808 presentato dalla Consigliera Spagnuolo; n. 809 presentato dai Consiglieri Suino, Cavaliere, Saitta Riba, Foco, Bellion, Bertoli, Chiezzi e Spagnuolo, inerenti a "Disegno di legge inerente alla tutela delle minoranze linguistiche - esclusione della lingua piemontese", confluiti tutti nell'ordine del giorno n. 812 presentato in data odierna a firma di tutti i Capigruppo, testé iscritto all'o.d.g. Ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte esprimendo approvazione per la volontà manifestata dalla Camera dei Deputati di procedere con apposita legge alla tutela delle minoranze linguistiche presenti sul territorio della Repubblica Italiana, ma constatando che fra gli idiomi e le culture protette non figura la lingua piemontese fatto che rappresenta una deplorevole discriminazione se si considera che detta lingua autonomamente evolutasi nei secoli alla pari delle lingue romanze, ricca di una letteratura secolare, di una propria Koinè diffusa sul territorio e di numerose grammatiche e dizionari, figura negli elenchi delle lingue da tutelare compilati dall'Unesco ('Unesco Reed Book of endangered languages: Europe' del prof. Tapani Salmnen dell'Università di Helsinki) e dal Consiglio d'Europa (Raccomandazione n. 982 del 7/10/1981 dell'Assemblea Parlamentare e Risoluzione del 16/10/1981 della Comunità Europea) ritenendo che tale esclusione potrebbe inoltre apparire come una violazione dei diritti del popolo piemontese riconosciuti dall'Unione Europea sotto tale aspetto apportare discredito all'Italia nel contesto europeo considerato che la legge regionale 10 aprile 1990, numero 26, modificata dalla legge regionale del 17 giugno 1997, numero 37, regola e disciplina la 'Tutela valorizzazione e promozione della conoscenza dell'originale patrimonio linguistico del Piemonte' ai sensi della legge regionale 26/90, modificata dalla legge regionale 37/97, la Regione Piemonte ha il compito di promuovere: a) l'attuazione di trasmissioni culturali e di informazione anche in lingua piemontese e nelle lingue storiche del Piemonte: occitana, franco provenzale e walser b) programmi annuali o pluriennali, di ricerca e istituzione di borse di studio e premi annuali per tesi di laurea che riguardino la storia, la cultura, il patrimonio linguistico storico del Piemonte c) l'istituzione di cattedre relative a storia, cultura e patrimonio linguistico del Piemonte presso le Università della Regione d) nell'ambito dell'istituzione scolastica, corsi di formazione ed aggiornamento diretti agli insegnanti di ogni ordine e grado, al fine di provvedere ad una effettiva conoscenza del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte e) corsi facoltativi di storia, cultura e lingua piemontese, occitana franco provenzale e walser considerato che il gran numero di opere letterarie, teatrali e musicali che vengono tuttora scritte in lingua piemontese e la notevole diffusione che il piemontese ha tra la popolazione della nostra Regione invita la Giunta regionale ad intervenire con urgenza presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica affinché, in occasione dell'esame di detta legge da parte del Senato venga resa giustizia alla cultura piemontese e si proceda all'inserimento della lingua piemontese nell'elenco degli idiomi tutelati".
Pongo in votazione tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina

Chiedo scusa, è stato presentato da alcuni Consiglieri un ordine del giorno (il n. 813) inerente a: "Grave situazione economica dell'emittente televisiva Videogruppo - Strumenti a sostegno dell'informazione locale televisiva", per il quale chiederemmo cortesemente l'iscrizione ed eventualmente anche la votazione. Se se ne può dare lettura, è condiviso.



PRESIDENTE

Appena i Consiglieri entreranno in aula e il numero necessario per l'iscrizione sarà presente.


Argomento: Psichiatria

Esame ordine del giorno n. 782: "Problematica inerente all'introduzione dell'elettrochoc come terapia delle malattie mentali" (collegata interrogazione n. 1998 del Consigliere Salerno)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 35) dell'o.d.g., che prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 782, presentato per la IV Commissione, dai Consiglieri Grasso Riggio e Rubatto; il documento è condiviso da tutti i Gruppi.
Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte ritenuto che la terapia elettro-convulsiva, meglio conosciuta come elettroshock, è da tempo in discussione, sia all'interno del mondo scientifico sia per gli aspetti inerenti che toccano il campo dei diritti umani, dei potenziali pericoli e lesioni derivate dal suo utilizzo, del libero e informato consenso, nonché del suo uso, attuato tutt'oggi in varie Nazioni come strumento di minaccia e tortura con le stesse identiche procedure terapeutiche (anestesia compresa) per i dissidenti politici curdi, cinesi e di altre nazionalità che la circolare inviata alle USL dal Ministro della Sanità, in data 2 dicembre 1996, ha riportato l'attenzione della classe medica e dell'opinione pubblica sulla tanto discussa terapia dell'elettroshock suscitando non poche polemiche sia sotto il profilo politico che su quello più squisitamente tecnico che è pertanto opportuno che il Parlamento, ed in particolare le Commissioni direttamente interessate, approfondiscano questi aspetti non tanto scientifici, quanto di rispetto e tutela dei diritti umani relativamente a questo dibattuto argomento che mancano inoltre normative chiare che permettano al paziente ed ai parenti di dare il proprio libero consenso a questo tipo di intervento. Per libero consenso informato si intende la presenza di contro informazioni che forniscono anche dati contrari all'uso di tale pratica. Particolarmente quando tale trattamento viene somministrato ad anziani, donne in gravidanza e bambini, precisando che il libero consenso informato richiede invece la presenza di una contro informazione che fornisca i dati contrari che esiste una storia documentata di cattivo uso e abuso che l'elettroshock rappresenta un tipo di terapia con caratteristiche empiriche in quanto non è ben conosciuto il suo meccanismo di azione.
Pertanto l'estrema incertezza sulla sua validità scientifica dovrebbe come minimo indurre al divieto di utilizzare tale pratica sui bambini, gli anziani e le donne in gravidanza che altre due Regioni (Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia) hanno deliberato in ordine alla regolamentazione della pratica dell'elettroshock tenendo in debito conto gli interessi dei pazienti. In particolare la Regione Friuli Venezia Giulia ha deliberato una forte limitazione sull'uso della pratica dell'elettroshock su tutto il territorio regionale.
Considerati infine le 'Linee guida per la corretta applicazione della terapia elettro convulsiva' redatta dalla Regione Emilia Romagna la circolare sull'elettroshock della Regione Friuli Venezia Giulia il rapporto dell'Assemblea parlamentare del Consiglio Europeo n. 1235 del 15 marzo 1994, doc. 7040, sulla psichiatria e diritti umani, dove si riferisce che in psichiatria sono comuni le seguenti violazioni: abusi sessuali, umiliazioni, intimidazioni, negligenza, maltrattamenti. E che pertanto è opportuno attivare ogni e qualsiasi meccanismo che possa limitare o impedire questi comportamenti le risoluzioni dell'O.N.U. in merito al tema dei diritti umani in ambito psichiatrico ed in particolare le risoluzioni 33/53 del 14 dicembre 1978 45/92 del 14 dicembre 1990, e 2/17 del 22 novembre 1991 la risoluzione 1991/46 del 5 marzo 1991 della Commissione dei Diritti Umani dell'O.N.U.
la risoluzione 1991/29 del 31 maggio 1991 del Consiglio Economico e Sociale dell'O.N.U.
Impegna l'Assessore e la Giunta Regionale a garantire che sia previsto in tutto il Piemonte l'obbligo che i pazienti a cui tale terapia viene proposta debbano firmare un modulo di consenso alla somministrazione di tale terapia che fornisca complete informazioni anche contro il suo uso, specificandone gli effetti collaterali. Specificando che, nei casi in cui esista una limitazione della capacità del paziente nel comprendere l'informazione e nell'esprimere il consenso, il medico si debba rivolgere alla Procura della Repubblica affinché proceda d'ufficio alla nomina di un Tutore provvisorio a cui fornire le informazioni e chiedere il consenso tutti gli elettroshock eventualmente fatti siano corredati da dati analitici che permettano di avviare rigorosi studi clinici e che i pazienti vengano sottoposti a verifiche e controlli sanitari generali periodici per un lungo periodo di tempo successivo allo shock il divieto di utilizzare tale pratica sui bambini, gli anziani e le donne in gravidanza l'eliminazione di ogni riferimento che possa contemplare una responsabilità professionale del medico che non ricorra all'elettroshock. Sembra infatti improprio introdurre obblighi prescrittivi specifici nel terreno della pratica clinica in cui il medico deve avere libera scelta, salvo rispondere dei propri atti nei termini previsti dalla normativa sulla responsabilità professionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordine del giorno n. 806: "Campagne di sensibilizzazione e di informazione su tutela per la salvaguardia delle madri lavoratrici anche tra gli extracomunitari" (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto 38) all'o.d.g. prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 806 presentato dai Consiglieri Spagnuolo e Angeli Poiché i presentatori sono assenti, la votazione viene rinviata.


Argomento: Informazione

Iscrizione ed esame ordine del giorno n. 813, inerente a: "Grave situazione economica dell'emittente televisiva Videogruppo - Strumenti a sostegno dell'informazione locale televisiva"


PRESIDENTE

Propongo l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 813, presentato in data odierna, dai Consiglieri Ferrero, Riba, Cotto, Ghiglia, Rubatto, Angeleri Benso, Saitta, Angeli e Chiezzi, inerente a: "Grave situazione economica dell'emittente televisiva Videogruppo - Strumenti a sostegno dell'informazione locale televisiva".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 41 voti favorevoli.
Se non vi sono richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, testé iscritto all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte alla difficile situazione economica in cui versa l'emittente televisiva Videogruppo, che rappresenta l'ennesima dimostrazione di quanto sia difficile sopravvivere per una piccola emittente locale convinto dell'assoluta necessità di un'informazione pluralistica sul territorio piemontese invita la Giunta regionale ad utilizzare ogni possibile strumento a sostegno dell'informazione locale televisiva, anche per favorire la ripresa del notiziario giornalistico di Videogruppo, verificando l'atteggiamento della proprietà nei confronti dei dipendenti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Esame ordini del giorno nn. 796 e 797, relativi a: "Proposta di legge inerente a 'Informazioni relative alle conseguenze per la salute che derivano dall'uso del vino'" (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto 37) all'o.d.g. prevede l'esame ordini del giorno n. 796 presentato dai Consiglieri Ghiglia, Griffini, Salerno, Casoni e Mancuso e n. 797 dei Consiglieri Spagnuolo e Angeli: "Proposta di legge inerente a 'Informazioni relative alle conseguenze per la salute che derivano dall'uso del vino'".
La Consigliera Cotto chiede che venga posto in votazione l'ordine del giorno sul vino.
L'Assessore Bodo ha chiesto di rinviare gli ordini del giorno sul vino alla settimana prossima perché oggi pomeriggio è a Roma e porterà elementi ulteriori.



RIBA Lido

Presidente, è inaccettabile. Quell'ordine del giorno non è di competenza dell'Assessore Bodo, è di competenza della Commissione agricoltura che l'ha proposto all'unanimità e quindi lei lo sottoponga all'approvazione del Consiglio! Anche perché su quell'argomento, tra l'altro, il Parlamento si sta pronunciando, quindi ci arriviamo con i tempi dell'Assessore Bodo! Anche lei, Presidente, ponga un po' di attenzione l'Assessore le chiede di rimandare e lei non mette l'ordine del giorno in votazione?



PRESIDENTE

L'Assessore ha chiesto...



PRESIDENTE

RIBA Lido (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha chiesto, ma noi diciamo che non è accettabile!



PRESIDENTE

Siamo tutti stanchi.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Io non so come lei deciderà di procedere sull'ordine del giorno sul vino, ma volevo far presente che non ce n'è uno solo e quindi, se viene messo in votazione quello, gradirei che venisse messo in votazione anche quello presentato già due mesi fa dal gruppo di Alleanza Nazionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Ordini del giorno sul vino ce n'erano diversi e anche l'Assessore Bodo aveva fatto arrivare un suo ordine del giorno; in Commissione si era deciso di incaricare gli uffici di presentarne uno solo, considerando anche quello che era stato votato all'unanimità dal Consiglio comunale di Asti.
Gli uffici hanno preparato un ordine del giorno che faceva riferimento a tutti gli ordini del giorno; io l'ho visto e, per quanto mi riguarda andava bene. Sottolineo anch'io, come il collega Lido Riba, l'urgenza di approvare velocemente questo ordine del giorno; mi spiace che l'Assessore Bodo non me ne abbia parlato, tanto più che la Commissione aveva affidato alla sottoscritta l'incarico di vedere il coordinamento fra i vari ordini del giorno e questo mi spiace.



PRESIDENTE

Devo solo dare un'informazione. Sul problema mi risultano l'ordine del giorno n. 796 presentato dai Consiglieri Ghiglia, Griffini, Salerno ed altri, il n. 797 presentato dai Consiglieri Spagnuolo e Angeli, collegate interrogazioni n. 2063 dei Consiglieri Spagnuolo e Angeli e n. 2064 del Consigliere Riba. Io non ho un ordine del giorno comune, non mi è stato dato.
Mi dicono che l'Assessore si è impegnato a fare un ordine del giorno che riassuma tutti questi già presentati, a seguito delle ulteriori informazioni che riteneva di acquisire oggi in sede romana. Di questo informo l'aula; ovviamente l'aula è sovrana e può accettare o meno la richiesta. Possiamo sentire la Presidente di Commissione? Consigliera Cotto, ha un ordine del giorno?



COTTO Mariangela

Io non ce l'ho perché l'avevano gli uffici. Io l'avevo letto, era fatto bene, molto lungo, perché teneva conto di tutto e pensavo che lo firmasse la Presidente della Commissione perché era frutto di tutto il lavoro della Commissione. La Commissione ha dato questo incarico agli uffici; il funzionario uomo, non mi ricordo il nome, ha fatto vedere questo ordine del giorno rilevando posizioni favorevoli e pensavo fosse stato presentato. Al limite, possiamo presentarne uno adesso, tanto chiediamo il ritiro della proposta da parte della Commissione.



PRESIDENTE

In pura ipotesi: possiamo approvare oggi un ordine del giorno semplificato e approvarne un altro successivamente, se c'è l'esigenza di far rimarcare oggi la cosa.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Può leggere il dispositivo?



PRESIDENTE

Veramente è un'interpellanza e recita: "....interpellano il Presidente e l'Assessore per sapere qual è la posizione".
Mi permetto di proporre un ordine del giorno che non ha premessa, ma solo la parte dispositiva.
Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte impegna il Presidente della Giunta e la Giunta regionale ad adottare ogni opportuna iniziativa presso le competenti sedi parlamentari, affinché il provvedimento in questione (ovviamente questa normativa) non diventi un elemento penalizzante per il settore vitivinicolo, ma persegua il reale obiettivo del legislatore, ovvero la corretta informazione del consumatore rispetto all'abuso e non all'uso delle sostanza alcoliche e del vino in particolare.
Invita ad assumere ogni opportuna iniziativa affinché attraverso gli organi di stampa si dia una corretta informazione al pubblico di ciò che è avvenuto e che avverrà in Parlamento senza alimentare falsi allarmismi ed inutili preoccupazioni".
Mi pare che questo impegno, pur sfumato, riassuma una posizione ampiamente condivisa da parte del Consiglio.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Riba, che propone una modifica al testo presentato)



PRESIDENTE

Due minuti di sospensione per concordare un ordine del giorno.



(La seduta, sospesa alle ore 20.08, riprende alle ore 20.18)


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Esame ordine del giorno unificato n. 814, relativo a: "Proposta di legge inerente 'Informazioni relative alle conseguenze per la salute che derivano dall'uso del vino'"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'ordine del giorno n. 814, a firma dei Consiglieri Cotto, Grasso Angeleri, Ghiglia, Riba, Rossi, Deorsola, che dovrebbe riassumere tutti quelli presentati sull'argomento, recita: "Invita il Parlamento a rivedere il provvedimento affinché le norme nello stesso contenuto non si trasformino in una scelta dannosa per il comparto agricolo ed in particolare per un settore produttivo, quale il vitivinicolo che costituisce motivo di vanto per l'intera Nazione.
Invita a rinvenire ogni soluzione utile alla salvaguardia del rilancio della produzione agro-alimentare al fine di mettere in atto tutte le iniziative atte a rendere tale settore, da considerarsi di fondamentale importanza per l'economia italiana, competitivo nei confronti delle sfide del prossimo millennio.
Invita a studiare soluzioni più mirate per la promozione della lotta all'alcolismo, senza penalizzare, se non addirittura criminalizzare il consumo del vino che, se effettuato in modo corretto, può comportare benefici effetti sulla salute come dimostrato dalle più recenti acquisizioni scientifiche".
Tale ordine del giorno è stato presentato da tutti i Consiglieri.
Ovviamente con la presentazione di questo ordine del giorno vengono superati gli altri ordini del giorno inerenti allo stesso argomento.
Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 43 voti favorevoli.
In merito, comunico che l'interrogazione n. 2063: "Proposta di legge inerente 'Informazioni relative alle conseguenze per la salute che derivano dall'uso del vino'", dei Consiglieri Spagnuolo e Angeli e l'interpellanza n. 2064: "Proposta di indicazione sulle bottiglie di vino 'Fa male alla salute'", dei Consiglieri Riba, Bertoli, Bellion, Bortolin, Foco e Manica collegate all'ordine del giorno vengono assorbite dal dibattito.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,20)



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