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Dettaglio seduta n.270 del 07/07/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Casari, Dutto Farassino, Marengo e Salerno.



PRESIDENTE

Informo che il Consigliere Dutto è assente perché è stato colpito da un grave lutto familiare, in quanto è mancata la moglie.
A lui le più sentite condoglianze sia dell'assemblea che mie personali.



PRESIDENTE

I funerali si svolgeranno a Cuneo domani, alle ore 16, partendo dalla Chiesa del Cuore Immacolato di Maria in corso Vittorio. Pertanto sarebbe opportuno che le Commissioni avessero termine alle ore 14.30, per dar modo a chi lo ritiene (io parteciperò) di poter partecipare ai funerali.
Al collega Dutto e alla famiglia ancora le più sentite condoglianze.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Presidente della Giunta Regionale

b) Attribuzione deleghe agli Assessori regionali


PRESIDENTE

Comunico anche, con decreto del Presidente della Giunta regionale del 6/7/98 n. 38, è stato attribuito all'Assessore Masaracchio l'incarico di Vicepresidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Comunico ulteriormente che, con decreto del Presidente della Giunta regionale del 6/7/98 n. 39, sono state attribuite le seguenti deleghe agli Assessori regionali:



PRESIDENTE

Presidente: Enzo GHIGO: funzioni istituzionali, coordinamento generale dell'attività e organizzazione regionale, rapporti con il Governo. Agenzia Sanità coordinamento delle politiche comunitarie e fondi CEE, comunicazione politiche giovanili. Coordinamento Decreti Bassanini, politiche per l'immigrazione, emigrazione. Legale e contenzioso.



PRESIDENTE

Vicepresidente: Antonino MASARACCHIO: beni ambientali, enti strumentali, rapporti con il Consiglio.



PRESIDENTE

Assessori:



PRESIDENTE

Giovanni BODO: agricoltura, caccia e pesca



PRESIDENTE

Franco Maria BOTTA: urbanistica, pianificazione territoriale e dell'area metropolitana edilizia residenziale



PRESIDENTE

Angelo BURZI: bilancio, finanze, programmazione economica, personale e sua organizzazione, patrimonio, politiche per l'efficienza



PRESIDENTE

William CASONI: trasporti, viabilità e comunicazioni



PRESIDENTE

Ugo CAVALLERA: ambiente (inquinamento atmosferico, scarichi industriali, smaltimento rifiuti), energia, pianificazione e gestione delle risorse idriche, lavori pubblici e tutela del suolo. Protezione civile



PRESIDENTE

Antonio D'AMBROSIO: sanità (programmazione sanitaria e delle risorse, psichiatria ed emergenza 118, assistenza sanitaria). Assistenza (ivi compresa assistenza penitenziaria e materno-infantile) e servizi, politiche degli anziani



PRESIDENTE

Giuseppe GOGLIO: formazione professionale e lavoro



PRESIDENTE

Giampiero LEO: istruzione, università, assistenza ed edilizia scolastica, promozione attività culturali e spettacolo, beni e sistemi culturali. Museo scienze naturali



PRESIDENTE

Gilberto PICHETTO FRATIN: industria, commercio, artigianato, fiere e mercati, cave e torbiere



PRESIDENTE

Ettore RACCHELLI: turismo, sport e tempo libero, acque minerali e termali, parchi naturali



PRESIDENTE

Roberto VAGLIO: coordinamento politiche per la montagna, foreste, enti locali, polizia locale.



PRESIDENTE

Di questi documenti farò distribuire copia per memoria.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente, posso fare un commento su questa comunicazione?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non è prassi.



PRESIDENTE

Se lo ritiene, per un chiarimento, le concedo due minuti. Due minuti di chiarimento, a termini di Regolamento.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. A parte il fatto che penso che il chiarimento sia prassi, mi bastano veramente due minuti: per le poche cose che sono state proposte, bastano due minuti.
Mi piacerebbe che, al di là della programmazione delle deleghe, il Presidente della Giunta ci spiegasse anche com'è giunto a compiere queste scelte. Come mai, ad esempio, uno degli Assessori che ha avuto i peggiori rapporti con il Consiglio regionale, ovvero l'Assessore Masaracchio, che si è distinto più di una volta per un fare sprezzante verso i Consiglieri regionali, al punto di rifiutarsi più di una volta di rispondere a domande che gli venivano poste, come mai un Consigliere che si è qualificato per questa incapacità o non volontà di rapporti coi colleghi viene prescelto dal Presidente della Giunta per i rapporti col Consiglio regionale? Ci pu spiegare un po' il motivo di questa scelta? Poi, sempre su Masaracchio, volevo sapere se a questo Assessore rimane qualcosa di quello che aveva prima, perché l'Assessore Masaracchio è nato come super-Assessore (aveva sei o sette deleghe), poi a un certo punto ricordo che gli avete tolto alcune deleghe e gli sono rimaste quelle dell'ultimo incarico assessorile; adesso cambia di nuovo posto, e vorrei capire se l'Assessore Masaracchio non ha più nemmeno una delle deleghe che aveva avuto assegnata da parte del Presidente Ghigo all'inizio della legislatura. Anche perché questo è un elemento di valutazione politica non marginale, nel senso di capire il percorso all'interno della fiducia che l'Assessore Ghigo dà ai vari Assessori, capire se vi è un Assessore che dall'inizio ad oggi ha avuto delle deleghe che gli sono state ritirate tutte dalla prima all'ultima, per vederlo poi assegnato ai rapporti col Consiglio regionale.
L'altra spiegazione è questa: i parchi naturali...



PRESIDENTE

Consigliere, le chiedo di attenersi al tempo prestabilito: lei ha capacità di sintesi. Se concedo a lei più tempo, non posso poi non concederlo agli altri.



CHIEZZI Giuseppe

Ultima informazione: i parchi naturali che vengono assegnati all'Assessore Racchelli, in quale collocazione erano precedentemente? Nella stessa collocazione. Quindi viene riconfermato un rapporto tra il turismo e i parchi.
Va bene, la ringrazio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo. Consigliera, con la complicità di Presidente, mi aiuti stando nei tempi. Prenda pure la parola.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, starò senz'altro dentro i due minuti.
Le mie domande sono tre. Una, Presidente Ghigo, è indubbiamente quella che già le ha rivolto il collega Chiezzi: perché il collega Masaracchio che peraltro è una persona simpaticissima, ha tuttavia avuto - credo - il guinness di quelli che fanno più goal (non so bene come si chiamino), visto che siamo in tema di mondiali, per quanto riguarda gli scontri col Consiglio? Per carità, possono far parte della sua passione politica oppure di una scelta politica; questo, personalmente, non l'ho mai capito. Le chiederei quindi, Presidente, il motivo di tale tipo di scelta.
C'è poi una seconda questione, relativamente alla quale chiedo una risposta al collega Burzi, Assessore alle politiche per l'efficienza, una delle prerogative del coordinamento regionale. Parrebbe che lei, Assessore Burzi, sia sostanzialmente il Vicepresidente della Giunta regionale.
Dopodiché, "dentro" l'efficienza sta anche l'attuazione delle leggi: ricordo ai colleghi che abbiamo parecchie leggi inattuate. In tal senso anticipo al Consiglio che sarà mio compito "per le vacanze" verificare la non attuazione di leggi anche recenti, approvate in questa legislatura (questione, a mio parere, molto grave).
La terza domanda, Presidente Ghigo, relativamente a quanto prevede lo Statuto sulle comunicazioni, è di carattere prettamente politico - e mi rivolgo anche ai colleghi del Centro.
Dunque, abbiamo trascorso otto mesi sulla questione di carattere politico relativa alla problematica del riequilibrio al Centro; si è svolto il relativo dibattito e abbiamo rilevato anche le più recenti posizioni del Gruppo di Forza Italia. Mi pare che in questa ripartizione di deleghe - che peraltro in parte condivido, per esempio nell'accorpamento del settore sanitario con quello dell'assistenza, così come relativamente ai settori formazione professionale e lavoro - vi sia, comunque, un notevole mantenimento e riqualificazione delle deleghe di Alleanza Nazionale.
La mia terza domanda richiederebbe davvero una risposta, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intendo anch'io sottolineare alcune questioni, peraltro già poste dai colleghi che mi hanno preceduto.
La scelta di affidare al Vicepresidente Masaracchio la delega dei rapporti con il Consiglio, non pare un'operazione di buon senso l'Assessore Masaracchio ha sempre tenuto pessimi rapporti con il Consiglio: non ci spieghiamo questa scelta, ovviamente non togliendo al collega alcunché di tutte le altre sue qualità, che tutti abbiamo presenti.
Mi pare anche, Presidente, che il "rimpastino" o "rimpastone" si sia ridotto a poca cosa: non ci troviamo di fronte né a rimpastini né a rimpastoni; non rileviamo nemmeno qualche possibile aggiustamento razionale; ci si sarebbe potuti muovere, così come per sanità/assistenza anche per ambiente e parchi, lasciando questi ultimi al comparto turistico.
Mi stupisce, inoltre, la delega alle politiche per l'efficienza all'Assessore Burzi. Non so quale efficienza vogliate esprimere, con le vostre politiche; spero non si tratti di quella espressa ultimamente dall'Assessore Masaracchio sulla gestione degli immobili: bell'efficienza fare, da un lato, una politica di dismissione, come ha deciso la Regione negli anni passati...



PRESIDENTE

Consigliere, la invito a contenere l'intervento!



CAVALIERE Pasquale

Mi sto contenendo, Presidente! ...E, dall'altro lato, acquistare un Palazzo di rappresentanza che nulla ha a che fare con gli indirizzi previsti e, soprattutto, con l'efficienza.
E' un buon inizio per la politica per l'efficienza: saremo tutti più contenti!



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In ordine agli argomenti sollevati dai colleghi Consiglieri, farò solo due considerazioni. Una, di carattere più generale e politico, nel ringraziare i componenti della mia maggioranza per aver potuto attuare una scelta di attribuzione di deleghe in funzione di un principio di razionalizzazione che, al di là delle strumentalizzazioni, si possa evincere dal lavoro svolto.
L'accorpamento di assistenza e sanità, e di lavoro e formazione professionale, in un unico Assessorato, risponde a logiche di organizzazione della struttura regionale strettamente correlate al percorso attuativo dei decreti Bassanini.
Il mio ringraziamento è ancor più sentito perché ho potuto agire in funzione di razionalizzazione e non in funzione di considerazioni che non fossero esclusivamente in quell'ottica.
D'altro canto, la mia maggioranza ha sottoscritto un programma che è stato votato nella passata seduta e, naturalmente, tutti gli Assessori si ispirano a quel programma.
La scelta che ancora mi preme sottolineare è data dallo spostamento delle deleghe delle cave e torbiere all'industria, scorporandole dal settore ambiente - anche perché, a livello di struttura regionale, le cave e torbiere sono gestite dall'Assessorato all'industria.
Le deleghe alla migrazione e immigrazione rimangono alla Presidenza.
Ho sentito svolgere considerazioni critiche sull'assegnazione della delega dei rapporti con il Consiglio al Vicepresidente; personalmente ho invece ritenuto di fare tale scelta proprio per la straordinaria umanità che tutti riconoscete all'Assessore Masaracchio. In tal senso, in quest'aula ho sentito più volte dai banchi dell'opposizione riconoscere all'Assessore Masaracchio una grande sensibilità di tipo umano e personale.
E, come tutti sappiamo, i rapporti sono anche e soprattutto di carattere umano anche all'interno di un'assemblea elettiva, oltreché di carattere politico.
La delega alle politiche per l'efficienza, che era in precedenza assegnata alla Presidenza, ho ritenuto di assegnarla all'Assessore Burzi che non è Vicepresidente della Giunta regionale - per la necessità di significare una più attenta e particolare attenzione a tematiche che riteniamo di primaria importanza.
Sono soddisfatto del lavoro e del risultato che ieri ho potuto realizzare con i decreti che vi sono stati annunciati in aula.
Voglio anche sottolineare un aspetto di non poca importanza: abbiamo un Assessorato ai trasporti e alla viabilità che mancava di attribuzione e oggi, proprio per le tematiche che si stanno sviluppando sul nostro territorio - ci auguriamo tutti di essere in dirittura d'arrivo per la grande realizzazione dell'Asti-Cuneo, con l'aiuto di tutti - credo che avere un Assessore che dedica il suo tempo esclusivamente alle tematiche del trasporto e della viabilità sia un altro significativo motivo di razionalizzazione del peso delle deleghe.
Io, naturalmente, non pensavo e non immaginavo che questo tipo di lavoro potesse essere apprezzato in maniera completa dall'opposizione, ma posso ritenere che io e la mia maggioranza siamo soddisfatti del lavoro che si è svolto nella razionalizzazione dell'attribuzione delle deleghe.


Argomento: Nomine - Problemi del lavoro e della occupazione - Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interpellanza n. 880 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti inerente a: "Nomina del Presidente del Teatro Stabile" (richiesta di seduta segreta da parte del Consigliere Ghiglia) interrogazione n. 1191 dei Consiglieri Rosso, Farassino, Dutto e Bellingeri inerente a: "Nomina Direttore Artistico del Teatro Stabile di Torino" interpellanza n. 1559 del Consigliere Chiezzi inerente a: "Gestione del Teatro Stabile di Torino" interpellanza n. 1229 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti inerente a "Teatro Stabile" interpellanza n. 1604 del Consigliere Chiezzi inerente a: "Abbonamenti Teatro stabile" interpellanza n. 1863 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti inerente a: "Grave agitazione tra i lavoratori del Teatro Stabile" interpellanza n. 2003 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti inerente a: "Agitazioni al Teatro Stabile" interrogazione n. 2030 dei Consiglieri Suino e Riba inerente a: "Grave situazione venutasi a creare presso il Teatro Stabile di Torino" interpellanza 2107 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti inerente a: "Teatro Stabile" interrogazione n. 2082 dei Consiglieri Spagnuolo e Picchioni inerente a: "Gestione del Teatro Stabile di Torino" interrogazione n. 2096 del Consigliere Cavaliere inerente a: "Teatro Stabile di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 2) dell'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze".
Esaminiamo le interrogazioni e le interpellanze nn. 1559, 1191, 1229 1064, 1863, 2003, 2030, 2107, 2082 e 2096 relative al Teatro Stabile.
Risponde congiuntamente alle interrogazioni ed interpellanze l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alle attività culturali e spettacolo

Cari colleghi, le interrogazioni e le interpellanze sul Teatro Stabile sono numerose. Non è che non mi alzi per mancanza di rispetto verso il Consiglio, ma per avere tutti i dati sotto mano.
Faccio subito una premessa, in modo da essere corretto.
Per esempio, collega Cavaliere, la sua (n. 2096) non mi è ancora stata trasmessa ufficialmente, con ciò io conto lo stesso di dare una risposta perché sono a conoscenza dell'oggetto.



CAVALIERE Pasquale

Scusi Presidente, visto che la discussione si fa anche per una sollecitazione del sottoscritto, se l'interrogazione non è pervenuta, io chiedo che si rimandi. Non è possibile che dopo dieci giorni non arrivi la posta in Assessorato!



LEO Giampiero, Assessore alle attività culturali e spettacolo

Rispondo egualmente, Consigliere Cavaliere. L'ho letta sulla stampa non è colpa mia. Non è che non abbia voluto rispondere. Proseguo su tutte le altre.



PRESIDENTE

Solo per chiarezza. L'interrogazione presentata dalla Consigliera Spagnuolo e dal Consigliere Picchioni è presente; l'interrogazione del Consigliere Cavaliere non risulta evidenziata.



CHIEZZI Giuseppe

Il nostro Gruppo si interessa di queste vicende dal 28 ottobre '96.
Chiederei che l'Assessore rispondesse ai quesiti ai quali non ha risposto partendo dalle domande che i Gruppi hanno svolto non l'altro ieri, ma l'altro anno.



PRESIDENTE

Una risposta complessiva, quella che credo l'Assessore volesse dare.



CHIEZZI Giuseppe

Si, però nella risposta complessiva una delle richieste alle quali non aveva risposto era quella dell'interpellanza n. 880 del 28/10/96, in cui si chiedeva di riprendere in esame le nomine e richiedere le dimissioni della neo Consigliera Lamberti. Lì c'eravamo fermati perché mi sembra che il collega Ghiglia abbia eccepito sulla seduta segreta.



GHIGLIA Agostino

Se se ne parla, la richiedo.



CHIEZZI Giuseppe

Io chiedo che l'Assessore diligentemente riprenda le interpellanze che da anni il Gruppo di Rifondazione comunista propone e che risponda finalmente in modo esauriente, a molte delle domande alle quali non aveva dato a suo tempo risposta.
Chiederei quindi al Presidente di seguire questa falsa riga.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ghiglia, avendo presentato un'interpellanza desidera illustrarla.



GHIGLIA Agostino

No, Presidente, io volevo semplicemente ribadire che se si parla di persone, chiedo nuovamente la seduta segreta, perché visto che il Consigliere Chiezzi chiede dall'inizio dei tempi la risposta a tutte le interrogazioni in Consiglio, se si parla di persone è ovvio che ribadisco la richiesta di seduta segreta.



PRESIDENTE

Possiamo riprendere con la risposta dell'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alle attività culturali e spettacolo

Il Consigliere Chiezzi ha ragione; voglio soltanto dire che io avrei desiderato rispondere volta per volta, ci tengo a dirlo. Le note vicende del Consiglio regionale, le vicende del bilancio prima e quelle della crisi politica dopo, hanno provocato queste cose. Facevo questa premessa, collega Chiezzi e altri colleghi, solo per scrupolo, nel senso che essendo una vicenda lunga e complessa io cercherò di rispondere a tutto, compresi gli ultimissimi dati, comprese le ultimissime questioni, compresa l'interrogazione posta dai colleghi Spagnuolo e Picchioni.
Da allora ad oggi cercherò di rispondere a tutto; se mancasse qualche risposta sono disponibile ad integrarla successivamente, perché è veramente una materia enorme.
Ribadisco anche che c'era stata la richiesta, penso sia stato programmato, di audizioni in Commissione.
Io parto dalle prime interrogazioni che ho, quindi sono quesiti vecchi a cui rispondo.
Nella n. 1541 si chiede se Gabriele Lavia, al momento dell'assunzione dell'incarico, era titolare di una compagnia teatrale privata; quando il Consiglio di amministrazione del Teatro Stabile di Torino ha proposto a Gabriele Lavia di diventare il Direttore del Teatro Stabile, era noto che egli fosse uno dei soci della compagnia Lavia, il cui spettacolo Riccardo II è stato di gran lunga la più importante produzione del Teatro Stabile "La compagnia Lavia" della stagione '96/'97, con grande successo di pubblico e critica.
Poi si chiede se Gabriele Lavia abbia sciolto la propria compagnia in occasione della nomina al Direttore di Teatro Stabile di Torino; sì Gabriele Lavia ha sciolto la sua compagnia contestualmente alla nomina a Direttore del TST.
Se il contratto di nomina di Gabriele Lavia sia amministrativamente equipollente con il contratto di dirigente e come tale onnicomprensivo di tutte le funzioni svolte in quanto Direttore; il contratto che lega Gabriele Lavia al Teatro Stabile è in assoluta aderenza con quanto richiesto dal decreto Tognoli e recepito nello Statuto del Teatro Stabile.
Se nella compagnia teatrale privata di Gabriele Lavia fosse, prima dello scioglimento della compagnia, partecipe societario Mariano Anagni era socio della compagnia Gabriele Lavia ed è anche stato il firmatario delle ecoproduzioni evolute dal precedente Direttore Guido Davico Bonino "Il giardino dei ciliegi" e "Riccardo II" ed è anche stato il curatore esecutivo delle produzioni dei suddetti spettacoli.
Nell'interpellanza mi si chiede se Mariano Anagni sia stato assunto con contratto di consulenza dal Teatro Stabile di Torino e a quanto ammonta l'importo contrattuale e quale funzione ed attività siano previste in contratto.
Mariano Anagni ha un rapporto di consulenza per un importo di novanta milioni annui dietro presentazione di regolare giustificazioni fiscali. Il suo lavoro, come specificato nel contratto, consiste nell'ottimizzazione delle produzioni.
Mi domandano se Mariano Anagni svolge funzioni già svolte da altri dipendenti.
Marino Anagni non svolge funzioni svolte da altri dipendenti. Tra l'altro, quando arriverò pian piano alle ultime risposte, fornirò ulteriori integrazione.
Mi domandano se la compagnia teatrale privata Gabriele Lavia ha prodotto nella stagione 1996/97 lo spettacolo "Scene da un matrimonio" I.
Bergman, andato in scena a Roma al Teatro Piccolo Eliseo nei primi mesi del 1997.
Sì la compagnia Lavia ha prodotto lo spettacolo "Scene da un matrimonio" di I. Bergman.
Mi domandano anche se tale produzione non è stata più rappresentata al di fuori di quell'occasione.
Si fa notare che lo spettacolo in oggetto ha avuto una programmazione per circa tre mesi sulla piazza di Roma contro la media di due settimane degli spettacoli del Teatro Stabile, con grande successo di pubblico di cui si può allegare rassegna stampa. La validità del successo dello spettacolo è confermato dall'oltre duecento recite richieste in questa stagione; ne potremmo effettuare circa cento nei principali teatri italiani, con il teatro Stabile quale nuovo ente produttore.
Mi domandano se tale produzione starebbe per essere acquistata dal Teatro Stabile di Torino per una cifra che oscilla attorno al mezzo miliardo di lire.
Lo spettacolo "Scene da un matrimonio" è stato acquistato nel mese di giugno 1997 inserito nella stagione 1997/98, così come esposto dalla Commissione culturale Regione Piemonte del 16 luglio 1997, presieduta dal Consigliere Pino Chiezzi e dalla Commissione cultura Provincia del 16 luglio 1997 e annunciato alla conferenza stampa tenutesi a San Salvario.
Relativamente al costo dello spettacolo sarà pari a 218 milioni, senza tener conto della possibile ripresa nella prossima stagione degli introiti televisivi e dell'importante effetto considerato l'incremento del numero delle recite, oltre cento, sul contributi dipartimento dello spettacolo al nostro ente.



PICCHIONI Rolando

Le chiedo, Assessore, di leggere un po' più lentamente.



LEO Giampiero, Assessore alle attività culturali e spettacolo

Va bene, andrò più lentamente.
Nell'interpellanza si domanda se non intendo intervenire per evitare la mortificazione di competenze professionali e l'elusione di impegno contrattuali regolarmente presenti nella struttura organizzata del Teatro Stabile di Torino.
L'indiscutibile successo delle tre iniziative, le letture del romanzo "Guerra e pace" grandi interpreti in collaborazione con la RAI, lo spettacolo "Cenere e le ceneri" al Teatro Carignano, la qualità del progetto artistico e della stagione in corso, l'avvio di importanti programmi di formazione del personale, l'espansione nel circuito regionale ci sembra dimostrare un accrescimento professionale dei dipendenti dell'ente non al contrario la loro mortificazione.
Per quanto riguarda l'interrogazione 1555: "venuti a sapere che, dopo tutti i rifiuti alle offerte avanzate dal TST per sostituire il direttore dimissionario Guido Davico Bonino, Gabriele Lavia non è direttore del Teatro Stabile di Torino, ma 'soltanto consulente'....".
Gabriele Lavia è il direttore del Teatro Stabile nella forma e nella sostanza. Il contratto di collaborazione professionale prevede esplicitamente l'incarico di direttore del Teatro Stabile con il compito di sovrintendere la gestione dell'ente nel rispetto di quanto richiesto dal decreto Tognoli.
L'interrogazione n. 1555 continua: "venuti a sapere che il direttore del Teatro Stabile di Torino, oltre ad essere un semplice consulente, sarà retribuito 'per eventuali prestazioni professionali in qualità di attore e regista...'".
Il contratto di Gabriele Lavia prevede compensi per la regia e le interpretazioni in qualità di attore. Il contratto è del tutto simile a quello di Luca Ronconi per i direttori e registi italiani.
"Considerata la mediocrità dei risultati conseguiti". A questa domanda conto di dare lettura di tutti i dati sulla stagione che dimostrano un incremento qualitativo - questo dato fa sempre discutere - ma direi anche quantitativo delle produzioni e di tutto quanto.
"Interpellano il Presidente e l'Assessore competente per conoscere: l'entità del contratto di consulenza;".
Il contratto del direttore Gabriele Lavia prevede un compenso annuo lordo di 256.680.000 cifra non superiore a quella del direttore Luca Ronconi.
"A quanto ammontano i cachets corrisposti per le prestazioni in qualità di attore e di regista".
Il contratto di Gabriele Lavia prevede un compenso per lire 70 milioni per due regie, un compenso per prestazioni uguali agli attori di 2 milioni al giorno.
Passiamo ora all'interrogazione n. 1559.
Rispettivamente all'aspetto economico della gestione del Teatro Stabile, mi domandano se corrisponde al vero la notizia che per la stagione 1997/98 si sarebbe registrato un calo degli abbonamenti pari a circa il 10 rispetto alla precedente stagione.
Il dato sugli abbonamenti è ancora parziale; la campagna abbonamenti è ancora in corso.
"Che ci siano conoscenze secondo cui il bilancio preventivo dell'ente per l'anno prevederebbe al momento un deficit rispetto alle presunte entrate...".
Questa si collega anche con l'ultima interrogazione presentata dal Consigliere Cavaliere, in cui si cita il disavanzo. Sì è vero. C'è un disavanzo del Teatro Stabile, l'assemblea dei soci all'unanimità, composta dalle fondazioni bancarie, dal Comune di Torino, dalla Provincia di Torino e dalla Regione Piemonte, ha recentemente approvato sia il consultivo del Teatro Stabile - assumendosi l'impegno di ripianare il debito - sia il preventivo che prevede invece uno sbilancio minore in quanto riconosco citando anche l'articolo comparso su Repubblica che recita "non contestiamo il fatto che per un incremento così di programma ci sia stato un aumento di contributi, ma non si potevano prevedere prima".
Effettivamente non abbiamo previsto integralmente prima i contributi mentre il prossimo anno il bilancio preventivo dovrebbe - dico dovrebbe ma ne sono quasi convinto - risultare esatto. E' stata fatta una lunga valutazione nell'ambito dell'assemblea dei soci con tutte le componenti comunali, provinciali, regionali e delle fondazioni bancarie ed è stato ritenuto che tutti gli enti potessero concorrere a sanare il bilancio.
Quindi una valutazione assolutamente corale. In alcuni enti c'è già stata l'audizione delle Commissioni cultura; noi non abbiamo ancora provveduto soltanto per ragioni di crisi della Giunta.
"Se sia stata fatta valutazione preventiva dell'acquisto dell'allestimento dello spettacolo 'Scene da un matrimonio', in quale rapporto sia questo valore rispetto alla cifra di circa mezzo miliardo per questo pagate...".
La risposta è già stata fornita in occasione di altre interpellanze. Il costo finale è stato di 18 milioni, ampiamente giustificato dal numero delle recite che si effettueranno.
"Se tali contratti siano stati risolti contestualmente allo scioglimento della compagnia prima della nomina del nuovo direttore del Teatro Stabile di Torino".
Il Teatro Stabile è diventato l'ente competente per i contratti di rappresentazione con i teatri che hanno richiesto in piena autonomia di ospitare lo spettacolo "Scene da un matrimonio".
"Se il Presidente Agostino Re Rebaudengo intenda prevedere in sede di bilancio compensi aggiuntivi per attività svolte dal direttore dello Stabile e in tal caso fra quale attività e gli importi".
No, i bilanci in base al contratto sottoscritto con i direttori già prevede le prestazioni per direttori, registi e attori seguendo la prassi considerata in altri stabili italiani.
Poi fornirò tutti i dati. Ripeto, comprendo la difficoltà a seguire il tutto, spero che il Consiglio comprenda anche la mia; questa settimana eventualmente provvederò ad eventuali integrazioni.
Rispondo ora in modo dettagliato alle interrogazioni, oltre a quelle dei Consiglieri Chiezzi, Cavaliere, dei Consiglieri Spagnuolo e Picchioni inerenti i progetti artistici a breve e medio termine: Fabbrica di Arte Contemporanea: il Direttore parte dall'idea che il Teatro deve diventare una Fabbrica di Arte Contemporanea. La Fabbrica nel senso di "FACTORY", ossia opificio convenientemente attrezzato per la produzione artistica di questa particolare forma espressiva che utilizza musica, danza, pittura, scultura, architettura e la cui comunicazione è in stretto rapporto con i codici e i moduli delle arti ad esso correlate.
Una Fabbrica dove attori, registri, musicisti, scenografi, pittori scultori, fotografi, video-makers possano confrontarsi per evitare che il Teatro rimanga un fenomeno marginale della cultura.
E alla Fabbrica deve assolutamente essere affiancato un "Laboratorio" quale luogo di sperimentazione di nuovi "Prototipi teatrali", uno spazio in cui il Teatro sperimentale di tutto il mondo possa incontrarsi ed interagire; quindi Fabbrica-Laboratorio e Scuola tutti insieme.
Nuovo Spazio Teatrale: si è verificata l'esigenza di disporre di nuovi spazi in un progetto indispensabile per il futuro della città di Torino e della nostra Regione, che oggi vuol fare della cultura il nucleo vitale per il rinnovamento della società; nasce così l'idea del Teatro Prefabbricato che preveda 1200 posti a sedere.
Questa però è una questione in discussione, giustamente ed opportunamente, presso il Comune di Torino; noi rispettiamo l'autonomia e la sensibilità del Comune di Torino e, quando sarà in evoluzione la discussione, io prontamente darò informazioni.
Festival di Prosa: da tempo si pensa ad un Festival estivo di prosa i cui luoghi di svolgimento potrebbero essere il Teatro Carignano l'eventuale nuovo Teatro, i giardini del Palazzo Reale, il nuovo Teatro Gobetti (che sta andando verso la riapertura), uno spazio dismesso di architettura industriale, quattro Cortili nei palazzi del centro storico nonché il cortile di San Salvario.
Una sezione del Festival dovrebbe essere riservata a quei gruppi che operano sul territorio e che presentano aspetti particolari nello scenario del teatro di ricerca.
L'organizzazione potrebbe comprendere due spettacoli Italiani, due spettacoli stranieri quattro compagnie sperimentali, convegni incontri e letture di testi Italiani contemporanei.
Un Festival così organizzato potrebbe diventare uno dei più importanti del nostro Paese con una buona ricaduta culturale, economica e di immagine sulla città di Torino e sulla Regione Piemonte.
Interventi al Teatro Carignano: è stato messo a punto un programma di interventi migliorativi del Teatro quali: pulitura e risistemazione del Foyer rifacimento del bar risistemazione del banco biglietteria restyling dell'insegna al neon esterna in sintonia con l'insieme dell'ingresso allestimento in modo più adeguato, con video programmi del Teatro e informazioni varie, della vetrina in via Roma.
In quanto alle proposte di intervento sulla struttura e sull'organizzazione: 1. Azioni a medio termine Gli obiettivi di incremento dell'attività dell'Ente richiedono ulteriori riflessioni sull'organizzazione del lavoro, delle persone e degli uffici per il rispetto dei bilanci previsionali.
Peraltro, rispetto ad un'opportuna, importante e significativa interrogazione o comunque allarme che era stato lanciato dai Consiglieri Chiezzi e altri sul possibile licenziamento di diversi dipendenti l'assemblea dei soci ha respinto questa ipotesi. Quindi non vi sarà licenziamento dei dipendenti del Teatro Stabile, semmai si cercherà di utilizzarne al modo migliore le professionalità e il numero.
L'attività dell'Associazione Teatro Stabile di Torino può essere sinteticamente rappresentata in due settori: Settore Amministrativo Settore Tecnico/produttivo.
Il Settore amministrativo, per la natura dell'attività svolta, è in funzione tutto l'anno, mentre il Settore tecnico/produttivo è naturalmente concentrato in alcuni mesi.
L'ideale sarebbe avere una struttura amministrativa fissa ed una struttura tecnica stagionale legata alle produzioni e al periodo di rappresentazione degli spettacoli.
Su questo, ovviamente, si deve discutere.
Queste sintetiche considerazioni, l'esperienza vissuta dagli altri teatri stabili pubblici e l'analisi della situazione attuale e prospettica del nostro teatro porterebbero ad individuare in circa 35 unità il numero ottimale dei dipendenti fissi; ma questa è un'individuazione teorica e non si vuole - ripeto - procedere a licenziamenti: è un ragionamento parametrato ad altri teatri italiani, che spiega anche il perché di alcuni costi del Teatro Stabile, che sono in larga parte assorbiti dal personale e in minima parte dalle produzioni.
Tale struttura dovrebbe essere integrata di volta in volta dalle collaborazioni di professionalità esterne che permetterebbero il raggiungimento degli stessi obiettivi quantitativi e qualitativi con un minor costo.
2. Azioni a breve termine Tenuto conto di quanto sopra, gli interventi possibili nei prossimi due anni sono i seguenti: 2.1. Organizzazione del lavoro a) Settore amministrazione/contabilità/personale (organico attuale 4 unità e 1 part-time).
Gli interventi, già approvati, permetterebbero di ridurre le consulenze esterne (che era stata una sollecitazione posta dai colleghi), con un risparmio di circa 60 milioni.
I bilanci preventivi tengono conto di questo risparmio.
b) Segreteria Presidenza/Direzione/Direzione Esecutiva e Consiglio d'amministrazione (organico attuale 3 unità più 1 part-time).
L'unificazione di questi uffici permette di ridurre l'organico con un possibile risparmio di circa L. 70 milioni annui.
I bilanci preventivi non tengono ancora conto di questo rispamio.
c) Servizi generali (organico attuale 3 unità più 1 part-time).
La diversa organizzazione di questo ufficio con il completamento dell'automazione del centralino permette di ridurre l'organico di 1 unità e di 1 part-time con un risparmio di circa L. 90 milioni annui.
L'ipotesi sarà realizzabile solo con il prepensionamento di un dipendente.
I bilanci preventivi non tengono conto di questo risparmio.
d) Ufficio Drammaturgia (organico attuale 1) La conclusione del rapporto di lavoro per limiti di entrata entro la primavera del 1999 del responsabile dell'Ufficio permette di prevedere un risparmio di circa L. 70 milioni annui, ma per prudenza, anche in questo caso, i bilanci preventivi non ne tengono conto.
e) Settore Tecnico di produzione (organico attuale 18 unità).
Considerati i costi e le attuali strutture del settore scenografico (obsolete e non più rispondenti alle norme di sicurezza della legge 626 ed al tipo ed alla frequenza delle nostre produzioni teatrali) si propone la chiusura del laboratorio scenotecnico, con la riduzione di 6 unità nell'organico, con un risparmio di circa L. 560 milioni annui.
I bilanci preventivi non tengono conto di questo risparmio.
2.2. Controllo delle spese Si confermano le seguenti proposte per assicurare il rispetto del pareggio costi/ricavi indicato nei bilanci preventivi dell'Ente: 1. Responsabilità della Direzione.
La corretta interpretazione dello Statuto dell'Ente richiede un maggior coinvolgimento del Direttore nella gestione delle spese.
Le procedure da rispettare verranno applicate dal prossimo esercizio.
2. Responsabile degli acquisti (controller).
L'obiettivo sopraindicato ha suggerito l'individuazione della funzione del responsabile degli acquisti. Il funzionario, preposto a tale incarico alle dirette dipendenze della Direzione, è già stato individuato all'interno dell'organico dell'Ente.
Questa proposta è in corso di attuazione.
3. Procedure di spesa.
Sono previste procedure di spesa più rigorose per i responsabili di settore (valutazione di più preventivi oltre un certo importo).
La procedura è in corso di introduzione.
2.3. Miglioramento della gestione Le proposte indicate nei precedenti capitoli permettono di prevedere significative riduzioni di spesa, in particolare se si riuscirà a: a) Concordare con le RSU l'applicazione di lavoro flessibile che permetta di ottimizzare l'utilizzo dei dipendenti secondo le esigenze dell'attività teatrale senza ricorrere alla pesante concessione di ore straordinarie.
b) Stabilire limiti massimi di ore straordinarie su base annua molto inferiori rispetto ai livelli conseguiti negli ultimi anni.
c) Ampliare il concetto di mobilità tra persone ed uffici, possibilità del resto già in parte prevista dagli accordi aziendali in corso.
d) Prevedere la concessione di incentivi di produzione, in alcuni casi, ai funzionari per i quali sia possibile individuare obiettivi di miglioramento qualitativo e/o quantitativo costante e consolidato nel tempo.
e) Utilizzare ditte esterne per lo svolgimento dei servizi. f) Risolvere il rapporto di lavoro con la concessione di incentivi (prepensionamenti), per facilitare la riduzione dell'organico prevista nei precedenti capitoli.
g) Trasformare l'orario di lavoro di alcuni dipendenti in orario Come vedete, ci sono diverse elaborazioni della Direzione artistica e della Presidenza, diverse proposte.
Ripeto, un confronto tutto tondo con la Commissione sarebbe molto utile per avere tutti gli elementi per interloquire ed anche per fornire suggerimenti.
E vengo ai dati che possiamo adesso fornire a consuntivo e che hanno una certa importanza.
Faccio la comparazione tra la stagione '96-'97 e la stagione '97-'98 (poi darò tutti i dati).
Stagione T.S.T./Torino e tournée: N. recite delle nostre produzioni a Torino e in tournée: Stagione 96/97: 128 Stagione 97/98: 216, pari al 69% in più.
Recite ospitalità e produzioni a Torino: Stagione 96/97: 180 Stagione 97/98: 216, pari al 13% in più.
Presenze a Torino produzioni e ospitalità: Stagione 96/97: 104.822 Stagione 97/98: 108.210, pari al 3,2% in più.
Incassi a Torino produzione e ospitalità: Stagione 96/97: L. 2.234.646.000 Stagione 97/98: L. 2.449.690.000, pari al 10% in più.
Nostre recite produzioni T.S.T. in tournée: Stagione 96/97: 46 Stagione 97/98: 114, pari al 148% in più.
Presenze nostri spettacoli in tournée: Stagione 96/97: 20.505 Stagione 97/98: 65.007, pari al 217% in più.
Incassi da tournée nostre produzioni: Stagione 96/97: L. 564.999.998 Stagione 97/98: L. 1.404.400.000, pari al 149% in più.
Circuito teatrale T.S.T.: N. Comuni aderenti al circuito: Stagione 96/97: 19 Stagione 97/98: 21, pari all'11% in più.
Totale recite: Stagione 96/97: 228 Stagione 97/98: 246, pari all'8% in più.
Totale presenze: Stagione 96/97: 80.055 Stagione 97/98: 90.725, pari al 13% in più.
Totale incassi: Stagione 96/97: L. 1.739.000.000 Stagione 97/98: L. 1.967.600.000, pari al 13% in più.
In sostanza - ripeto ancora una volta, proprio per rispetto ai colleghi della Commissione che hanno interpellato (Suino, Foco, Chiezzi, Spagnuolo Picchioni, ecc.) - mi sembra davvero opportuno un incontro con la Commissione per fare un ragionamento complessivo. Comunque, rispetto a situazioni di una certa difficoltà iniziale, si è arrivati oggi, da parte dell'assemblea dei soci, ad approvare il bilancio anche preventivo della nuova stagione.
Mi permetto di aggiungere alcune considerazioni, che non santificano certamente il Teatro, ma che ritengo doveroso farle.
Intanto, la stampa nazionale ha rivolto un'attenzione assolutamente crescente verso il Teatro. Per riprendere le parole del Comune di Torino si è detto che "a fronte di un intervento qualitativamente e quantitativamente più significativo e ragionevole, l'incremento di sostegno, non si vuole lasciare alibi alla possibilità che il Teatro Stabile di Torino non sia riconosciuto circuito nazionale".
A questo proposito il Ministro Veltroni, nell'incontro con i tre Assessori di Comune, Provincia e Regione, ha svolto ufficialmente due considerazioni: la prima, di non considerare eccezionale lo sbilancio degli stabili, anzi di compiacersi del fatto che a Torino non ci siano quelle teste politiche che ci sono in altri comuni (basti pensare attualmente a Milano e a Catania), e in secondo luogo che la "lur" raggiunta dal Teatro Stabile è assolutamente in crescita ed ha una dimensione nuova e notevole.
Credo che nel nostro lavoro vadano considerate simultaneamente e coordinatamente le questioni economiche, le questioni di equilibrio dei conti, le questioni rispetto al personale, insieme a quelle di crescita culturale, di prospettiva, di immagine, di conquista delle presenze e di spettatori.
L'assemblea dei soci ha dato queste indicazioni e, dopo un ampio dibattito, si è ritenuta discretamente soddisfatta dei risultati. Quindi si è approvato anche il bilancio preventivo.
Tutto questo verrà, in fase di bilancio, in Commissione, anche perch abbiamo sempre terminato con la clausola "previa approvazione delle rispettive assemblee istituzionali", come è logico e doveroso.
Spero di aver fornito abbastanza dati, ma, rendendomi conto che è una questione complessa e lunga, sono prontissimo, anzi doverosamente disponibile a prendermi tutti gli appunti delle questioni non risolte oggi e rispondere, subito o la prossima settimana, in modo da riuscire finalmente a completare la mole di risposte su tale importante questione verso la quale il Consiglio ha mostrato giustamente la dovuta attenzione.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. E' una richiesta di ordine dei lavori. Dato che l'Assessore - che ringrazio - ha fornito una numerosa serie di informazioni ed anche giudizi politici complessi, chiederei - parlo anche a nome dei colleghi presenti in aula che hanno firmato le altre interpellanze; non vedo il collega Cavaliere, quindi non posso parlare a nome suo - di poter avere in forma scritta, e quindi poter leggere con attenzione e meditare la relazione svolta dall'Assessore. Nella prossima seduta di Consiglio dunque, poter svolgere le nostre puntuali osservazioni.
A seguito di queste, si potrà avere una risposta esauriente già in Consiglio da parte dell'Assessore oppure decidere tutti insieme un approfondimento ulteriore in sede di Commissione.
Dateci la possibilità di disporre della documentazione, di rispondere se soddisfatti o meno in apertura, come primo punto all'o.d.g., del prossimo Consiglio regionale, in modo da avere una discussione non superficiale, meditata e politicamente seria.
Non so se l'Assessore e il Presidente sono d'accordo. Oltre alle informazioni lette, desidererei avere anche quelle citate dall'Assessore perché molte cose sono state citate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alle attività culturali e spettacolo

Il Consigliere Chiezzi, che parlava a nome di tutti i colleghi, ha assolutamente ragione, anzi ringrazio per questa grande attenzione e serietà del Consiglio, così posso anche integrare con le ultimissime interrogazioni che ancora non mi erano state trasmesse, predisporre una risposta adeguata con annessi tutti i dati e le cifre, magari anche gli articoli dei giornali.
Se posso permettermi, esprimo apprezzamento per il Consiglio regionale che destina ad una realtà importante, che fra l'altro dovrà diventare, con le nuove riforme, sempre più regionale, questa attenzione.
Mi permetto di aggiungere questo: considero molto importante una posizione del Consiglio regionale, anche verso le Commissioni e il Governo nazionale, perché non nascondo che puntiamo a che il Teatro Stabile diventi un Teatro di importanza nazionale.
Oggi, dopo questo rilancio, tra luci ed ombre - non nascondo le ombre il Consiglio le ha denunciate puntualmente - abbiamo cercato (forse non l'ho detto abbastanza) di prendere atto e trarre, dagli interventi dei Consiglieri regionali, le dovute conseguenze in sede di assemblea dei soci cercando di sgomberare le ombre e di aumentare le luci, per dar forza al nostro Teatro, affinché acquisisca un maggior ruolo a livello nazionale.
Per quello che mi compete, dunque, sono totalmente d'accordo e ringrazio i Consiglieri interpellanti.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc.

Interrogazione n. 2070 inerente a: "Convocazione Assemblea dell'ATR"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2070 presentata dai Consiglieri Saitta, Cavaliere, Riba, Montabone, Spagnuolo, Papandrea e Rosso, alla quale risponde il Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In relazione all'interrogazione n. 2070 del Consigliere Saitta ed altri, ritengo doveroso fare una premessa, anche perché ho nominato ieri un Consigliere Assessore al turismo ed è chiaro che le determinazioni sul tema dell'ATR finalmente assumeranno, con la nomina dell'Assessore, un iter che richiede chiaramente ancora un minimo di tempo per far sì che le tematiche vengano affrontate e approfondite. Però, nonostante questo e siccome nell'interrogazione sono stati fatti dei riferimenti specifici, mi permetto di anticipare alcune risposte.
Nell'interrogazione veniva chiesto se io fossi stato informato della convocazione del Consiglio di amministrazione. Certo, sono stato informato e ho anche concordato le date, nel senso che ero assolutamente a conoscenza e ho infatti fatto convocare l'assemblea il 10 di luglio, in relazione all'ipotesi che per quella data ci fosse obiettivamente già una Giunta nel pieno dei suoi poteri.
Diversamente da quanto invece viene dichiarato nell'interrogazione, le determinazioni che sono inserite nell'ordine del giorno di convocazione sono esclusivamente di materia di ordinaria amministrazione, ai sensi del Codice Civile e dello Statuto dell'Agenzia, rientrando in espresse previsioni statutarie: la non proposizione all'assemblea avrebbe potuto comportare a carico dell'esecutivo dell'Agenzia responsabilità di natura civilistica, per cui in certi sensi questa assemblea doveva essere convocata.
Per quanto riguarda l'altro punto relativo al Piano di attività '98 che verrebbe presentato nell'assemblea di venerdì e, di conseguenza, alla disattesa degli impegni che io avevo assunto nel dibattito sull'ATR di congelare l'attività dell'ATR e quindi di non intraprendere nessun tipo di iniziativa fino a quando non si fosse ricostituito un Consiglio di amministrazione, devo dire che in realtà questo Piano di attività '98 normalmente avrebbe dovuto essere predisposto per l'inizio dell'anno, ma avendo avuto l'Agenzia il bilancio di previsione approvato solo il 13 febbraio, il Piano nella sua prima stesura è stato presentato all'assemblea del 30 aprile e qui, su mia richiesta e mancando allora il bilancio regionale, rinviato ad una seduta assembleare prevista per l'inizio di giugno.
Comunque, senza il Piano di attività - questo è un aspetto importante non c'è possibilità di introitare le quote di adesione annuali e quindi le risorse finanziarie per le iniziative dell'anno, con conseguenti responsabilità per gli amministratori. Pertanto a metà anno l'approvazione del Piano dovrebbe essere senz'altro dovuta (poi si può decidere se farla il 10 o se rimandarla di 15 giorni, ma è chiaro che l'approvazione dovrà avvenire entro la fine di luglio).
D'altro canto il congelamento, cioè l'impegno che io ho assunto in quest'aula, nei fatti viene realizzato con una riduzione del bilancio previsto per l'ATR da 10 a 4 miliardi: abbiamo tagliato di due terzi il bilancio dell'ATR.
Per quanto riguarda le dimissioni del Consigliere - che erroneamente nell'interrogazione viene definito Vicepresidente, ma il Consigliere dimissionario non era Vicepresidente, comunque questo non è importante diciamo che, sempre dal punto di vista statutario, nel Consiglio di amministrazione del 10 se ne prende semplicemente atto, senza intraprendere nessun altro tipo di nomina, nel senso che il 10 non viene sostituito il Consigliere dimissionario.
L'ultimo punto all'ordine del giorno riguarda la determinazione degli emolumenti degli organi collegiali, da fissare a norma di Statuto e di Codice Civile a distanza di oltre dieci mesi dall'inizio dell'attività.
Oltre a queste precisazioni che io vi dovevo, mi impegno nei confronti del Consiglio, nella seduta dell'assemblea del 10, di non assumere - anche in relazione al fatto che c'è il nuovo Assessore, che naturalmente dovrà prendere conoscenza e approfondire gli argomenti - nessun atto che sia contrario agli impegni che io ho assunto in quest'aula, e perciò nessuna nomina di Consigliere, anche perché è previsto - e questo sarà oggetto della discussione dell'assemblea del venerdì - un cambiamento di Statuto che possa permettere di allargare la rappresentatività all'interno del Consiglio di amministrazione dell'assemblea, in modo che ci sia la possibilità di avere una rappresentanza delle Province piemontesi, che ce l'hanno chiesta a gran voce, e una rappresentanza del Comune di Torino.
Questo perché? Perché abbiamo ritenuto e stiamo ritenendo che l'assemblea, per raggiungere quegli obiettivi di funzionalità e di rappresentatività del territorio nel suo complesso, debba obiettivamente avere dei rappresentanti che possano, in un certo senso, agire in questa direzione.
Mi permetto di sottolineare che questo impegno lo valuteremo nell'assemblea del 10. In quella sede non assumeremo nessun tipo di iniziativa; sarà nostro compito - mio e chiaramente dell'Assessore al turismo - valutare, all'interno dell'assemblea di venerdì, quando (entro la fine del mese di luglio) riconvocare l'assemblea, per assumere quelle iniziative che, da Statuto e da Codice, debbano essere assunte per non incorrere o per non far incorrere gli amministratori dell'Agenzia in aspetti di dolo.
Credo di aver rappresentato la risposta alla vostra interrogazione sono comunque a vostra disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti mentre dalla prossima opportunità e dalla prossima occasione sarà l'Assessore Racchelli a rispondere sulle tematiche dell'Agenzia del turismo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Alcune informazioni. Naturalmente non possiamo ritornare sull'argomento in presenza dell'avvenuta nomina di un nuovo Assessore, certamente attento alla materia, se non riprendendo le questioni che drammaticamente hanno caratterizzato finora la vicenda dell'ATR che, detto sinteticamente, sono questioni di fallimento dal punto di vista politico e di grave problematicità dal punto di vista dei meccanismi di funzionamento.
Dovrei un attimo richiamare all'attenzione dell'Assessore e del Presidente che quando si accettò da parte del Consiglio quella legge - noi ci astenemmo, ma c'era stato un nostro contributo all'elaborazione, anche per questo ci sentiamo ulteriormente chiamati in causa nel valutare e ci sentiamo titolari di un diritto di giudicare e di proporre sulla materia noi avevamo condiviso il fatto (comunque questa era stata la strategia) che gli Enti strumentali che organizzavano la promozione dell'attività turistica sul territorio e che precedentemente erano stati costituiti delle APT si organizzassero in due segmenti operativi: le ATL (con il compito di mettere in rete e di rendere fruibili e funzionalmente utilizzabili tutti i generatori di flusso turistico, tutto ciò che poteva concorrere ad essere sfruttato e valorizzato dal punto di vista turistico, quindi ambiente cultura, storia, paesaggi, persone, ciò che c'era di naturale e ciò che c'era di acquisito), e la ATR regionale (intesa come Azienda che doveva vendere sul mercato internazionale e nazionale il prodotto costituito dalla messa in rete di questi beni).
Vedo che l'Assessore è attento, e lo ringrazio; spero che possa iniziare un confronto, che da parte nostra le anticipiamo sarà serrato.
Voglio inoltre anticiparle fin da adesso - ma lo formalizzeremo - che il PDS chiederà un incremento strategico dei fondi per il turismo, prendendo atto di quanto ha appena comunicato la settimana scorsa il Presidente Ghigo, in questo caso facente funzione di Assessore, circa un risultato che vede - mi pare, Presidente Ghigo - una riduzione, una perdita di quote, di presenza turistica anche quest'anno nel nostro territorio. Sarebbe questione per un dibattito e non per un intervento su un'interpellanza, ma è chiaro che qualche cosa di clamoroso non ha funzionato, dopo 4 anni di politiche turistiche.
Io potrei soccorrere la vostra ricerca, se ce ne sarà l'opportunità con una lunga, lunghissima fila di questioni che non hanno funzionato anche perché la rete costituita dalle ATL e dall'ATR non esiste semplicemente non esiste.
Mi preme, a questo punto, vedere cos'è e cos'è stata finora l'ATR.
Diciamo, se non proprio un arrembaggio, è mirata ad un'area di collocazione di aspettative politiche ed economiche, realizzate con scarso apporto di investimento finanziario, usufruendo fino in fondo della possibilità di una collocazione dal punto di vista del Consiglio di amministrazione.
Abbiamo chiesto l'azzeramento del Consiglio di amministrazione; e voi anche, viste le espressioni utilizzate dal documento della maggioranza redatto dallo stesso collega Racchelli, abbastanza prossime a quelle utilizzate dall'opposizione - non vorrei che tornassimo indietro da questo punto di vista.
Tale richiesta di azzeramento non deriva tanto dalle persone singolarmente considerate: non sono abituato a valutazioni mirate semplicemente ad un giudizio sulla persona, se non sono in grado di apportare elementi precisi. E' lo stesso concetto di Consiglio di amministrazione che non è opportuno.
Il Presidente parla, giustamente, di inserimento delle rappresentanze degli Enti locali - delle Province, del Comune di Torino. La richiesta di azzeramento del vertice deriva dalla necessità di una reimpostazione.
Vorrei fosse chiaro questo. Il che non esclude che qualche candidato dalle caratteristiche particolari possa rimanere candidato ed eventualmente scelto od escluso in un secondo tempo.
Semplicemente, vorrei che ci fosse condivisione; diversamente, andiamo avanti fino al Duemila, ma esclusivamente con fallimenti. "Mettere il dito nella piaga" è uno scherzo per l'opposizione, relativamente al fallimento dell'ATR.



PRESIDENTE

Chiederei di riuscire a non debordare...



RIBA Lido

Non riesco, signor Presidente: deborderò un pochino, a nome del Gruppo: le restituiremo il "non" maltolto...
In ogni caso, Assessore, lei non può - e vorrei una garanzia sotto questo profilo - immaginare di riorganizzare il Consiglio di amministrazione senza il relativo azzeramento perché è necessaria una reimpostazione dello stesso Consiglio.
Questo significa prendere atto delle insufficienze e degli insuccessi riconducendoli anche ad un qualche elemento. Semplificando, potrei dire che la colpa è da attribuire interamente alla Regione, ma si tratterebbe di una banalizzazione: la Regione ha costituito un Ente strumentale, che non ha funzionato. Certo, la condizione ha consentito di uscire con idee immaginifiche come l'Enoteca regionale in piazza Castello, o l'andare a costituire teste di ponte di riferimenti turistici in Argentina: l'Assessore riderà per conto suo, non è il caso di farlo collettivamente: ognuno l'ha già fatto leggendo i giornali - e non soltanto noi.
Tutto questo significa che l'ATR deve collocarsi con l'insieme dei soggetti che producono mercato turistico e deve dotarsi, innanzitutto, di un Consiglio di amministrazione che sia costituito in funzione certamente! - della partecipazione, trattandosi di un Consorzio in cui vi sono versamenti finanziari, ma anche in funzione dell'interesse collettivo della Regione, organizzato secondo una modalità costitutiva del Consiglio di amministrazione.
In secondo luogo, vi è un grosso problema di personale. Lo ripeto in forma più impegnativa per me - avendolo già ribadito in varie occasioni, in modo diretto -: non si possono fare tentativi di riutilizzo, di riciclaggio, o di tradizionale politica del personale, considerando come punto di partenza il vincolo all'utilizzazione di questa o quella unità di personale.
Sono anche preoccupato - lo dico in questa sede perché voglio rimanga scritto in un documento - di come l'ATR di Alba sta risolvendo il problema della sua direzione tecnica (credo provvisoriamente).
Sono preoccupatissimo per come si è provato a risolvere - del resto dimostrando che così com'era non era possibile - il problema della direzione dell'ATR regionale. Se vogliamo davvero acquisire sul mercato delle professioni quanto necessario dal punto di vista della qualità della professionalità e del metodo della relativa acquisizione - consentitemi di immaginare qualche paragone sportivo - si va sul mercato e si acquisisce quanto c'è di meglio. Non abbiamo ancora una struttura ATR, Presidente Ghigo, che faccia dire ai piemontesi: "Guarda che struttura c'è! Anche se le attribuiamo un direttore pro-tempore funzionerà ugualmente!". Non è così! Le abbiamo proprio fatte tutte! Un Consiglio di amministrazione costituito in funzione di aspirazioni soggettive - chiamiamole così... una Presidenza - per carità, ringraziamo chi si è assunto quest'onere - del tutto inadeguata nella qualità, nello specifico professionale rispetto alla funzione da svolgere; un Direttore part-time assolutamente privo di esperienza da investire nel settore. Meno male che ci stiamo fermando: il tutto rischiava di diventare il carrozzone numero uno dell'epoca Ghigo in Consiglio regionale. E non ce ne disferemmo mai più! Tutto ciò, oltre agli insuccessi constatati e sottolineati da tutti.
Occorre che si indìca una ricerca di personale su scala italiana o europea, affinché i migliori manager che operano nel settore siano incentivati a rivestire la carica di Direttore - a contratto annuale semestrale, bimestrale, quinquennale: veda il Consiglio.
Questa può essere la maniera di immaginare una struttura che ha una sua consistenza, che ha un Consiglio di amministrazione immaginato come funzionale alla politica che deve svolgere, che abbia una Presidenza - non c'è alcuna aspirazione dell'opposizione, perlomeno per quanto riguarda il DS a quella Presidenza! - tale da far dire "Abbiamo esperito una ricerca che ci ha portati ad individuare una managerialità degna".
L'Italia è piena di fallimenti - ed anche di qualche successo relativamente alle politiche seguite nell'individuazione delle Presidenze e delle Direzioni.
Le banche le sanno fare bene! All'audizione di ieri qualcuno stava a guardare e si chiedeva quali professionalità - o meno - ci sono dietro a determinati risultati economici e a grandi trasformazioni, realizzati con un dinamismo che qualche volta dovremmo quanto meno considerare attentamente.
Non accettiamo che le dimissioni del Consigliere Chiabrera siano banalizzate. Dimissioni di un Consigliere che metteva in evidenza - e lo faceva anche, doverosamente, nella sua lettera - l'esistenza di questi problemi.
Lei, Assessore Racchelli, deve onorare il debito che acquisisce con l'assunzione del suo ruolo, facendo in modo che quelle dimissioni siano assunte come l'unico vero contributo disinteressato e rinunciatario, a che si aprisse veramente la discussione sull'argomento.
Nessuno deve considerarla come una sconfitta o una rinuncia particolare. L'operazione è ancora da realizzare; il vertice va azzerato: in questo modo, possiamo immaginare una macchina nella quale l'immissione di risorse, che chiederemo nel prossimo bilancio, siano significativamente adeguate ed aggiornate e possano uscire dalla macchina stessa come miglioramento della potenza operativa nel settore del turismo, che francamente è stato oggetto di iniziative e di attenzione da parte di tutti, ma, come ricordava il collega Montabone in uno degli ultimi interventi, dando atto al Comune di Torino che adesso Piazza Castello sembra veramente la piazza di riferimento di una grande città europea.
Il Comune di Torino non è stato certamente un soggetto negativo, è stato un soggetto che - certamente non da solo, hanno concorso tutti, la Regione e i vari Assessorati - ha dimostrato come può cambiare anche il segno del consenso, ma non il consenso politico spiccio, il consenso verso l'amministrazione per un percorso realizzativo di grande significato e grande portata.
Spero di avere una risposta che in qualche maniera raccolga questi elementi che in fondo sono di sollecitazione politica su un problema che non può essere gestito amministrativamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, le risposte date dal Presidente Ghigo sono risposte insufficienti rispetto alle interrogazioni puntuali che avevamo posto. La domanda non era tanto sul contenuto dell'ordine del giorno della convocazione dell'assemblea dell'ATR, ma sulle scelte che la Regione intendeva compiere o intende compiere nell'assemblea degli azionisti.
Io credo, Presidente, che siamo di fronte a una situazione anche imbarazzante nella definizione, nel senso che in certi momenti passa anche il desiderio e la voglia di intervenire e denunciare fatti in quest'aula perché questa minimizzazione dei problemi da parte del Presidente Ghigo mi sembra veramente fuori luogo. Anche gli stessi Assessori e la stessa maggioranza, se avesse seguito con attenzione, e penso che molti abbiano seguito, non possono che arrivare a una conclusione, cioè che il Presidente Ghigo in qualche maniera sta prendendo in giro l'aula; questo è il problema reale.
Che cosa ha detto il nostro grande Presidente Ghigo? Nel mese di aprile ci assicurò, dopo un ampio dibattito in aula sull'ATR, dove vennero fuori le questioni e le dimissioni, che avrebbe proceduto all'azzeramento del vertice, non soltanto del Consiglio ma anche del Direttore facente funzione. Questo fu il contenuto dell'intervento del Presidente Ghigo, mi pare nel mese di aprile.
Dopo qualche settimana noi e tutte le minoranze chiedemmo una coerenza rispetto a quel tipo di impegno e il Presidente Ghigo cambiò opinione, cioè passò dall'azzeramento al congelamento. Ricordo la discussione di allora della collega Spagnuolo, "Findus non Findus", "Repubblica", "Ghigo Findus" ecc., ma passò al congelamento.
La fase del congelamento è terminata, per la verità terminò abbastanza in fretta, nel senso che la sua maggioranza, Presidente, in modo particolare mi pare il Capogruppo di AN, Ghiglia, preparò un ordine del giorno che fu votato dalla sua maggioranza, per la verità fu votato anche da lei, dove si dava un giudizio negativo sull'ATR e la si invitava a riconsiderare la funzione dell'Agenzia stessa e anche a riformulare gli organi dei direttivi e degli esecutivi.
Quindi si passò dal congelamento alla riformulazione. Oggi lei cosa ci ha proposto? Ci ha proposto lo scongelamento, quindi siamo passati da azzeramento a congelamento, riformulazione, scongelamento e siamo ritornati punto d'accapo, quindi abbiamo passato quattro mesi a discutere inutilmente. In ogni caso l'impegno che lei si era assunto qui non è stato mantenuto, perché la sua risposta essendo una risposta burocratica e formale, non da chi ha responsabilità politiche, è la risposta di chi dice "In fondo adesso respingiamo le dimissioni ma rimettiamo in carreggiata quello che c'è", una risposta veramente insufficiente.
Oltre ad essere insufficiente evidenzia non soltanto una minimizzazione del problema, ma un'incoerenza rispetto agli impegni che lei si assume qui.
La volta scorsa parlavo di Don Abondio, ma mi sembra che nei momenti di tensione lei faccia qualche passo in più, dà all'aula qualcosa l'azzeramento; poi quando la tensione diminuisce dà il congelamento, poi quando la tensione diminuisce ancora dà la risposta di oggi; ogni volta bisogna ricreare tensione per avere qualche impegno più preciso, perché non trovo altra giustificazione.
Mi rendo conto che la tensione oggi non c'è più rispetto a questi temi ma i problemi esistono, perché, Presidente e Assessore Racchelli che ha queste nuove competenze, mi chiedo che senso ha un'Agenzia che si convoca il 10 luglio 1998 per approvare il programma di attività per il 1998; è un po' sulla linea dei bilanci della Regione. Una Giunta interessata a questi problemi richiede che il programma di attività sia fatto all'inizio dell'anno. Non dico il bilancio, parlo di programma di attività. Che senso ha fare il programma di attività 1998 a luglio, alla vigilia delle vacanze con un Consiglio di amministrazione con un membro dimissionario, incompleto e criticato dalla sua stessa maggioranza? Io vorrei, Presidente e Assessore, che rileggeste l'ordine del giorno.
E' di una pesantezza inaudita; dice che la legge deve essere rivista, dice che l'ATR non ha più molto senso. Rispetto a questo ordine del giorno non facciamo nulla? Ci limitiamo a dare le risposte che sono state date? Si tira al 10 luglio perché lo prevede il Codice civile, prima convocazione e seconda convocazione.
Io per la verità non ho parole da aggiungere se non sottolineare come rispetto a questo tema e ai grandi errori che sono stati commessi, noto oggi che c'è una certa restaurazione rispetto a un'impostazione del passato. Nessuna volontà di cambiare, perché non mi pare che il Presidente abbia dato questa sensazione all'aula; c'è una fase di restaurazione, vuol dire che chi è stato costantemente tenuto sotto controllo da parte di quest'aula, quando soprattutto è partito per la tangente con proposte inaudite oggi si sente con le parole del Presidente in qualche maniera rincuorato, perché adesso la tensione in aula è cambiata, problemi non ne esistono, rifacciamo il Consiglio di amministrazione, sostituiamo qualcuno che c'è e si ritorna daccapo, il consulente continua a fare il consulente direttore.
Questo lei non l'ha detto, ma in questo clima che motivo c'è di togliere il consulente? Va bene, teniamo il consulente, d'altronde ha fatto delle cose ottime, che abbiamo sempre sottolineato in quest'aula, e lei Presidente mi pare che ne sia anche convinto. Lasciamo tutto così come è mi chiedo certe volte il significato e il senso di un dibattito profondo e ampio che avviene in quest'aula. Probabilmente questa maggioranza preferisce che l'azione della minoranza non sia un'azione tesa a migliorare la politica della Regione Piemonte, mi sembra più propensa ad accettare un ruolo di controllo puntuale dell'opposizione su alcune questioni. Credo che questa maggioranza voglia che l'azione della minoranza si riduca ad un controllo puntuale, preciso sulle delibere per capire a chi avete affidato l'appalto, chi è la ditta che lo ha vinto e che rapporti aveva con l'Assessore. Praticamente volete che la minoranza faccia un po' l'inquisitore, perché quando si è tentato - e in questo caso si è tentato di alzare il tono, ponendo un problema di politica turistica l'atteggiamento è stato quello di oggi del Presidente Ghigo: non interessa si cancella tutto.
Va bene, prendiamo atto che questo è quanto vuole la maggioranza! Vuol dire che, non potendo svolgere un ruolo politico - noi comunque continueremo a svolgerlo - svolgeremo un ruolo di controllo. L'opposizione dovrà, per un'inadeguatezza e un'insufficienza dell'aula, far rispettare gli ordini del giorno approvati, perché si tratta di questo.
L'ordine del giorno recitava: "riformulare gli organi"; il 10 luglio il Presidente Ghigo non riformulerà nulla, ha detto che non farà nulla, vedrà poi l'Assessore cosa fare. Come se il Presidente Ghigo non avesse responsabilità, non abbia oggi responsabilità, a meno che io abbia capito male.
Il Consigliere Riba, che sicuramente non può essere accusato di essere uno che ama la polemica a tutti i costi, ma esprime sempre delle opinioni molto misurate, mi pare che nel suo intervento lo abbia detto. Con questo non poniamo un problema di posti di Consiglio di amministrazione, ma di ruolo.
Complessivamente le agenzie si stanno rilevando un disastro; lo abbiamo detto in sede di discussione sul bilancio. Non nascono per dare alla Regione Piemonte, alla pubblica amministrazione degli strumenti più agili.
Ho letto alcune risposte ad alcuni privati che hanno chiesto di entrare come soci; sono risposte burocraticamente formali: "Aderite, dieci milioni subito". Alla domanda: "Ma per cosa fare?", si risponde: "Ve lo diremo dopo, per adesso aderite".
Questa è la burocrazia dell'inizio secolo! L'agenzia, così com'è strutturata, è questo. Bisogna rivederla completamente: l'azzeramento è un segno importante di cambiamento.
Spero che il nuovo Assessore assuma una posizione diversa rispetto a quella insufficiente del Presidente Ghigo. Spero che il neo Assessore avrà la forza e la capacità di fare ciò che non è riuscito a fare il Presidente Ghigo, e spero che la sua posizione non sia oggi quella espressa dal Presidente Ghigo altrimenti partiremo sicuramente con il piede sbagliato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Sulla risposta del Presidente Ghigo non ci sono molti commenti da fare: è una risposta che si commenta da sola.
Noi, come Consiglio regionale, abbiamo approvato un ordine del giorno nel quale il tema dell'ATR veniva posto al centro di un impegno politico forte da parte della Giunta regionale e del suo Presidente, che ha avuto la delega, non per un mese o due, ma per circa otto lunghi mesi. Questo impegno richiedeva di rivedere a fondo le politiche dell'ATR. L'ordine del giorno venne approvato in un clima di forte conflitto tra maggioranza e opposizione e anche all'interno dell'esecutivo che aveva gli obiettivi di conclusione della vicenda politica sul bilancio.
Quindi fu un impegno politico forte che il Presidente della Giunta regionale si assunse, dicendo che sulle grandi questioni poste dall'opposizione - a fronte di uno scontro serratissimo sul bilancio che durò molto tempo, parecchie settimane - si sarebbe impegnato in prima persona ad affrontare alcune tematiche.
Una di queste tematiche era di carattere istituzionale. Il nostro Gruppo, infatti, chiese di dedicare una seduta di Consiglio sulle questioni istituzionali - è già stata fissata la data - vedremo come la Giunta affronterà la discussione.
Un'altra tematica politica fu quella dell'ATR. Vennero usate espressioni molto precise, di riformulazione e di azzeramento. Allora ci fu una posizione della Giunta che sembrava meditata dal punto di vista politico.
Noi oggi abbiamo ricevuto una risposta attendista: c'è un nuovo Assessore; non si possono anticipare delle politiche, se la vedrà lui.
E' una risposta che non può che essere straordinariamente deludente.
Risposta che ci insegna una cosa: non dobbiamo assolutamente più, nei momenti di scontro, pensare di poter risolvere in quest'aula le questioni sotto il profilo politico perché tanto c'è una tattica - ricordata in alcune parti anche dal collega Saitta - che è quella di tenere congelate determinate situazioni. E' una tattica, questa, che evidentemente produce dei risultati: ha consentito di attendere per otto mesi la nomina di un Assessore al turismo.
In questi otto mesi noi pensiamo - e vogliamo credere - che una politica del turismo sia stata svolta. Comunque delle iniziative sono state assunte - le ha ricordate anche il collega Riba - ma non sono state assunte dalla Giunta e da chi aveva, anche se temporaneamente, questa delega. Si tratta di un Assessorato che noi abbiamo esaminato nel suo complesso recentemente in Commissione si sono discussi degli episodi specifici - e abbiamo visto che ha tanti collegamenti con altri settori. Infatti, il settore turismo è collegato con le politiche della Presidenza, ma è anche collegato con la cultura, con l'agricoltura e con il commercio, ma è anche un Assessorato che risente di gravi carenze di conduzione politica.
Riscontrare, dopo molti mesi, che la situazione non è migliorata, dal punto di vista della conduzione politica, ci preoccupa moltissimo.
Oggi sostanzialmente abbiamo registrato una sorta di battuta di arresto e anche un'ipotesi di rinvio al nuovo Assessore. Il nuovo Assessore si rimbocchi le maniche; noi gli auguriamo di saper imprimere, in un settore così importante per il Piemonte - ma non solo per il Piemonte, anche per il collegamento che, per esempio, sarebbe indispensabile avere ed attuare con le altre Regioni limitrofe e addirittura con gli altri Paesi europei limitrofi - un po' di dinamismo e controllare la situazione dal punto di vista politico.
Ci sembra che da parte di taluno - è già stato richiamato, voglio essere breve - si sia fatto un po' quel che si voleva, recuperando in seguito le situazioni, dicendo: "No, questo non è vero; quell'iniziativa non l'abbiamo presa, ecc.". Vi è stata un po' di carenza di conduzione politica forte e di confusione.
Si tratta quindi di un lavoro che richiederà di portare ad organicità e ad unicità, nella collaborazione con gli altri Assessorati ed anche con altre Regioni, una materia che non è opzionale per il Piemonte, ma è di fortissimo impatto, non solo di immagine - questo sarebbe già importante sebbene non essenziale - ma anche di carattere economico.
Pertanto, crediamo che nell'arco di qualche tempo si debba tornare in questa assemblea consiliare a riprendere in mano le funzioni del'ATR; il modo con cui si è lavorato; le politiche che nel concreto (non le enunciazioni) l'Assessorato competente, in collaborazione con gli altri vorrà sviluppare.
Se ci dovessimo fermare - e concludo - alla relazione di oggi (la voglio chiamare così), avremmo la sensazione che una qualche casualità abiti ancora in una materia che invece - ripeto - per il Piemonte è molto molto importante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Dalla risposta del Presidente Ghigo, mi è parso di capire che il giorno della prossima assemblea dell'ATR non si ha intenzione di sostituire il membro che ha dato le dimissioni.
Colga l'occasione - Presidente e lei, Assessore - per attuare appieno lo dico senza nessuna polemica, l'ordine del giorno votato dalla maggioranza il giorno 27/5/98, dove a chiare lettere si chiedeva di riconsiderare la funzione dell'Agenzia stessa e di riformularne gli organi direttivi ed esecutivi.
Credo che non si possa far passare ulteriore tempo per rivedere la vera funzione che deve avere l'ATR.
Nella risposta dell'Assessore Ghigo si è fatto anche riferimento alla prospettiva di quote di Comune e di Province piemontesi.
Credo che sia determinante che l'azione del pubblico intervenga a quel livello sia nell'ATR che nell'ATL, ma che la funzione di Province e Città dovrebbe essere maggiormente individuata rispetto alle ATL che non rispetto alle ATR. Lo dico per rimarcare ancora una volta che le funzioni devono essere completamente diverse.
Mentre spetta all'ATR regionale la funzione della promozione del pacchetto turistico piemontese, alle ATL (cioè alle Agenzie turistiche locali) spettano altre funzioni, diverse dalla promozione, perché il loro territorio da solo non basta a rappresentare il turismo piemontese e non accontenterà mai le esigenze del turismo moderno.
Assessore, mi affido a lei, perché in questo periodo di congelamento o di vacatio è stato un disastro: poiché queste cose le ho ripetute fino alla nausea, diventando anche maleducato in questo Consiglio, senza essere minimamente mai ascoltato, la prego veramente di fare una distinzione tra la promozione turistica e l'accoglienza turistica.
Se lei non fa questa distinzione, non solo delega all'Agenzia per la promozione turistica regionale delle cose, ma le delega ad Enti che non hanno né la capacità né il titolo per rappresentare l'intera Regione sulla promozione turistica.
La prego. Gli Enti locali intervengano sulle ATL, anche pesantemente: hanno un lavoro enorme da fare all'interno delle ATL! Quando parlo di accoglienza, parlo anche di formazione professionale: deleghiamo agli Enti locali la formazione professionale legata al territorio! Quando parlo di accoglienza, parlo addirittura dell'offerta turistica se si vuole, della gestione dell'offerta turistica: deleghiamola alle Province e ai Comuni.
La promozione turistica, però, non è delegabile agli Enti locali, e dico anche perché.
Se si delega la promozione turistica all'Ente locale, c'è il rischio che questo, poiché è limitato territorialmente, per natura sia più propenso a promuovere soltanto se stesso, non svolgendo un'azione di promozione turistica che deve essere, come minimo, regionale.
Non possiamo andare all'estero a promuovere il Comune di San Giorgio: all'estero dobbiamo promuovere il Piemonte turistico. Io la prego veramente, Assessore.
In questi tre anni (tre anni, non solo negli ultimi 9-10 mesi!), non sono riuscito a farmi capire; le mie battaglie - Lido Riba - sono state fatte anche all'interno di quella legge, perché già allora facevo tale distinzione, laddove qualcuno voleva inserire (poi è stato inserito in alcune parti e in altre no) la promozione turistica sulle ATL, che è sbagliata, perché nuoce alle ATL stesse.
Il turista non viene in Piemonte per vedere una sola cosa. Viene per usufruire di un pacchetto che, come minimo, deve riguardare gran parte del suo territorio; altrimenti il Piemonte, che già non ha quella vocazione come altre Regioni d'Italia, non otterrà mai una ricaduta di carattere economico.
La prego Assessore, la prego vivamente: ponga attenzione a quanto le ho detto; lo attui; riveda del tutto le funzioni dell'ATR; riveda del tutto le funzioni dell'ATL: sono delle funzioni completamente distinte.
Ultima cosa. Nel programma letto dal Presidente Ghigo nel momento in cui ha proposto la nuova Giunta, oltre alle cose fatte (molte delle quali non fatte), viene detto: "Da realizzare in campo turistico: l'incremento e il miglioramento della capacità ricettiva turistica".
Faccia attenzione, Assessore, perché la capacità ricettiva turistica non serve, se non riusciamo a fare la promozione turistica che permetta di riempire quella capacità ricettiva turistica.
Nella fase di transizione, Assessore, spero che l'ATR sia ancora congelata, spero che non diventi una parte di trattativa per riempire i posti mancanti all'interno della maggioranza. Le ATR e le ATL sono state fatte in un modo spaventoso, rocambolesco, non rappresentano il territorio spesso rappresentano soltanto delle forze politiche.
E' stato fatto anche un accenno dal Consigliere Riba: verifichiamo com'è stata composta l'ATL di Alba, chi svolge le funzioni al suo interno e poi mi direte se c'è qualche collegamento sul territorio rispetto a quell'ATL.
Se le ATL e le ATR rimangono unicamente una fonte di scambio, di trattativa politica, di posti da riempire per la tripperia, allora aboliamole tutte, azzeriamo, riverifichiamo il tutto.
Non so cos'altro dire - lo dico molto sommessamente - perché spero veramente che lei, Assessore, sia riuscito a capire quello che io in questi mesi ho sempre sostenuto riguardo al turismo. Verificheremo se lei attuerà questo detto; nel frattempo - cosa importantissima - richiami a s all'Assessorato al turismo (questo lo dico con forza) quanto in parte era stato delegato all'ATR e in parte era stato delegato alla Presidenza della Giunta regionale.
La promozione turistica è una questione seria; lei faccia l'Assessore al turismo, non permetta che, invece di raggruppare, ci sia la polverizzazione, che venga assunta in nome e per conto della promozione turistica.
Richiami a sé - ripeto - la promozione turistica. Nel frattempo, vada alla ricerca di personaggi di livello europeo che permettano al Piemonte di essere promosso all'estero. Si liberi di quegli ostacoli che sono presenti fin dal passato, altrimenti il turismo non decollerà mai in Piemonte.
Lei ne è consapevole perché proviene da una zona turistica forte verifichi quali sono state le mancanze del turismo in questi tre anni e ponga rimedio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Questa interpellanza, che anche noi abbiamo firmato, aveva alle spalle una discussione in Consiglio ed il voto di conseguenti ordini del giorno.
Già allora abbiamo avuto l'impressione che ci fosse più apparenza che volontà di introdurre un cambiamento rispetto alla politica e di procedere verso l'azzeramento (tra l'altro, noto che il Presidente Ghigo non è presente, pur avendo dato una risposta alla nostra interpellanza).



PRESIDENTE

Il Presidente si è assentato un attimo per problemi personali. Comunque è presente l'Assessore competente, ma dato che si riferisce ad un periodo in cui le attribuzioni e le deleghe erano del Presidente, potrebbe essere opportuno aspettare il Presidente stesso.



PAPANDREA Rocco

Vedo che il Presidente è rientrato; la mia non è assolutamente polemica, è che, riferendomi ad una certa risposta, ho il piacere di essere ascoltato dalla persona interessata.
Dicevo che questa interpellanza ha alle spalle un dibattito e diversi ordini del giorno, di cui uno di maggioranza, in cui si profilava l'esigenza di un cambiamento serio, sia delle politiche sia di un intervento preciso sugli organi dirigenti.
Già allora avevo detto che il termine "riformulazione" poteva lasciar spazio a qualche rischio, perché se si chiama in modo diverso il direttore diventa una riformulazione. Se, poi, il Vicedirettore viene definito "direttore aggiunto", anche quella è una riformulazione. Temevamo che si potesse percorrere una strada di questo genere.
La risposta di questa mattina non ci soddisfa, proprio perché conferma i nostri dubbi. Anche altri colleghi si sono soffermati sulla marcia indietro che si intuisce da questo tipo di risposta e devo dire che è la stessa sensazione che abbiamo avuto noi.
Il Presidente, infatti, nella sua risposta burocratica, non so se di inizio secolo o di fine millennio (non so se all'inizio di questo secolo era così, ma sicuramente adesso si tende ad avere questo stile), e nel non rispondere a quell'ordine del giorno, nel non confermare con forza che all'interno dell'istanza dell'ATR si andavano a portare quelle esigenze che erano state poste dall'ordine del giorno, dà l'impressione di dire che adesso la situazione di difficoltà è stata superata, che abbiamo messo al riparo il veicolo nel momento in cui il temporale è scoppiato, che si pu ripartire con calma.
Il tutto viene detto un po' sottotono, non lo si afferma neanche con forza, però l'impressione che si vuole dare è questa.
Presidente, oltre all'ordine del giorno, ci sono diversi elementi che avrebbero permesso di riconfermare con forza l'esigenza di una modifica, di una partenza con un azzeramento: c'è un nuovo Assessore, c'è - è quanto ha detto il Presidente - l'esigenza non solo di ridefinire gli organismi, ma anche di ridefinirli statutariamente. Dunque, con l'arrivo delle Province e del Comune di Torino si sarebbe potuti ripartire da zero e ridiscutere la politica e gli organismi dirigenti. Invece, sembra quasi che l'arrivo delle Province e del Comune di Torino sia un puro allargamento dell'esistente quindi una riconferma con qualche aggiustamento.
Non mi voglio dilungare perché gli altri interventi che mi hanno preceduto si sono soffermati meglio su tale questione. Ci soffermeremo sicuramente in altri momenti, ad esempio sul turismo, quindi riprenderemo questo discorso.
Ritengo che la risposta data confermi l'esigenza, soprattutto sottolinei la necessità di tornare nuovamente sulla questione, in modo preciso e puntuale, anche a costo di andare a spulciare i documenti uno per uno; intendiamo tornare sull'argomento proprio perché non abbiamo riscontrato la volontà di un confronto più ampio, non abbiamo avuto la conferma dell'esigenza di una modifica ampia del tipo di politica adottato.
Da questo punto di vista, quindi, esprimiamo in modo dispiaciuto la totale insoddisfazione per la risposta che - ripeto e concludo - conferma le peggiori aspettative che si potevano avere, invece di fugarle.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente. Credo che nella risposta del Presidente Ghigo non ci sia solo un'insufficienza di argomenti di buon senso per affrontare la questione, ma esista anche un'incapacità, forse più che incapacità una non volontà di mettere mano a quelle criticità che si erano e che si sono manifestate nella Giunta.
L'Agenzia per il turismo non è una delle tante entità, società organismi, partecipate o consorzi che ci siano: è un pezzo di politica messa in piedi da questa Giunta nel primo anno e mezzo della sua attività.
Io, Presidente, seguii molto bene la nascita, l'approvazione di quella legge: è stata, per costruzione, per dibattito, per tutto, una delle leggi più brutte che questa legislatura possa annoverare. Non si aveva - come non si ha adesso - e non si ha in quella legge assolutamente le idee chiare di quale debba essere uno strumento utile alle politiche e alle strutture turistiche della nostra Regione: si è costruito un baraccone clientelare con nomine politiche spartite e lottizzate.
Io ricordo anche quella settimana - credo che pure il Presidente Ghigo la ricordi - quando, a cavallo delle dimissioni dell'Assessore Angeleri, si aprì l'ultimo conflitto sulla nomina del Consiglio di amministrazione dell'Agenzia. Erano già stati preconfezionati cinque nomi, che attendevano tutti a una certa logica.
L'intervento del Presidente Ghigo non fu di superare quella situazione ma di congelare due di quei cinque nomi e renderne operativi tre; questo fu l'intervento: di quel pacchetto nefasto che era stato preparato, l'unica cosa che riuscì a fare il Presidente Ghigo fu quella di dire: "Delimitiamo i danni, ne nominiamo solo tre". Questa è la verità dei fatti.
Successivamente sono stati nominati con la stessa logica gli altri due.
In più il Presidente ha dovuto piazzare all'Agenzia l'Assessore ricavatore, che è un'eredità che il Presidente Ghigo si porta dietro dalla campagna elettorale del '95, eredità che forse sta per terminare (non lo sappiamo); comunque ha dovuto chiedere nell'Agenzia anche un posto per l'Assessore ricavatore.
Allora, Presidente, adesso lei può continuare così? facendo finta facendosi convesso oggi, facendo finta che i problemi che da un anno poniamo, che sono problemi profondi, dentro quell'Agenzia non esistano siano in parte strumentalizzati, siano amplificati? Invece i problemi esistono, e sono problemi d'origine che bisogna modificare profondamente. L'alternativa è che questo comparto rimanga fonte di problemi di ogni natura, e io credo, Presidente, che lei non possa in futuro dire che anche questo non era stato detto. Lo stiamo dicendo in tutte le salse: se non si mette mano ai problemi, alle storture d'origine facendo finta che non esistono alcune cose, credo che non si potrà poi ancora una volta cascare dalle nuvole e fare le anime belle, quando saremo costretti a evidenziare ancora una volta scandali di cui, a questo punto lei, Presidente, sarà chiamato direttamente a rispondere.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 591: "Terzo prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 15970 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1998, al fine di consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 3) all'o.d.g., che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 591.
Ricordo che in Commissione il provvedimento ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, CCD Gruppo Misto; contrari i Democratici di Sinistra, Lega Nord, Rifondazione comunista, Socialisti del Patto dei Democratici; non hanno partecipato MPPI e Rinnovamento italiano.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Come stava ricordando il Presidente dalla lettura di proposta di deliberazione che è stata fatta il 4 maggio '98, questo è un terzo prelievo dal fondo di riserva di cassa per i pagamenti relativi alla gestione dei residui. E' una delibera tecnica che, appunto, esaustivamente ha lo scopo di ottemperare al pagamento dei residui relativi all'anno '97.
Complessivamente riduce di 8,806 miliardi il fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 15970, come previsto dalla spesa di bilancio per l'anno finanziario '97.
Credo di non avere altro da aggiungere, se non ci sono domande su questa delibera.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 26 voti favorevoli e 18 contrari.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori - rinvio argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Per quanto riguarda la proposta di deliberazione n. 582: "Attuazione legge n. 285/97 'Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l'infanzia e l'adolescenza'. Obiettivi, criteri e procedure", di cui al punto 4) all'o.d.g., mi è stato chiesto di rinviarne l'esame.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore all'assistenza

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, avevo personalmente chiesto cortesemente, al Presidente - chiedo venia se non l'ho fatto direttamente con i colleghi Consiglieri - di rinviare il punto 4) all'o.d.g. relativo alla deliberazione n. 582, al prossimo Consiglio, per poter approfondire l'argomento.



PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 518, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, DS e PPI; non ha partecipato il Gruppo di Rifondazione Comunista.
La deliberazione chiede di confermare per la ripartizione degli anni 1996-1997 i criteri di cui a precedenti deliberazioni.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il Gruppo di Rifondazione Comunista non ha partecipato al voto in sede di Commissione perché con la deliberazione - che non è tecnica - senza mettere in discussione nulla confermiamo i criteri di ripartizione e di utilizzazione dei fondi della legge 26 luglio 1975, n. 386.
Il Ministero delle finanze invita la Regione Piemonte a trasmettere una deliberazione nella quale si confermano questi criteri. Quindi, dalla lettura del testo della deliberazione nasce il fatto, politico, di confermare questi criteri o, visto che si tratta di deliberazione, di non confermarli.
Chiederei, Presidente, che vengano illustrati, in sintesi, quali siano questi criteri affinché noi si possa esprimere un giudizio o richiedere una correzione dei criteri degli anni precedenti.



PRESIDENTE

Quella da lei richiesta mi pare tipica attività di Commissione.



CHIEZZI Giuseppe

Non ero presente in Commissione, Presidente. Quindi, chiederei pochissimi minuti all'Assessore competente - il Presidente della Giunta regionale - affinché ci indichi i punti fondamentali di questi criteri, in modo che anch'io possa esprimere un voto ragionato su una deliberazione che non è stata illustrata.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, mi rendo conto che i tempi ahimé - fanno dimenticare; mi rendo anche conto della legittima richiesta del Consigliere Chiezzi.
In realtà, la deliberazione fu ampiamente discussa in Commissione e votata all'unanimità, però - ahimé - sette mesi fa.
A questo punto propongo di posticipare il dibattito della deliberazione, in modo che io possa assumere informazioni per poter rispondere alla richieste del Consigliere Chiezzi e, oggi pomeriggio, porre in votazione il provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, mi pare di ricordare che in sede di Conferenza dei Capigruppo si era detto di iniziare i nostri lavori svolgendo i punti 3) e 4) all'o.d.g., per proseguire immediatamente dopo con i due punti successivi, e poi riprendere l'ordine numerico.
Non vedo richiamare i due punti che alla Conferenza dei Capigruppo lei ha proposto venissero trattati dopo i punti 3) e 4).



PRESIDENTE

Si trattava dei punti 5) e 6).



CHIEZZI Giuseppe

Non credo: in tal caso non ci sarebbe stato bisogno di puntualizzare.



PRESIDENTE

I punti evidenziati in Conferenza dei Capigruppo risultano sull'attuale o.d.g., al numero 5) e 6).



CHIEZZI Giuseppe

Chiederei di decidere un criterio: se i provvedimenti interessati da cambio di deleghe vengono spostati a successivo esame da parte del Consiglio, va benissimo, ma decidiamo che sarà così sempre.



PRESIDENTE

Collega, dipende dalle circostanze; se ci sono provvedimenti approvati all'unanimità, nonostante il cambio di deleghe assessorili, penso possano essere messi in votazione tranquillamente.



CHIEZZI Giuseppe

Quindi, su richiesta di un Consigliere, se la deliberazione o il provvedimento è oggetto di cambio di deleghe, concordiamo che si pu posticiparne l'esame.



PRESIDENTE

Se il responsabile della delega ritiene di essere informato sul provvedimento, si procede normalmente. In ogni caso, credo doveroso concedere a chi ha avuto un cambio di delega potersi informare adeguatamente.



CHIEZZI Giuseppe

Certo, Presidente. Ma dato che un collega ha sollevato delle eccezioni relativamente all'esame del punto 7) all'o.d.g., vorrei capire se tali eccezioni erano dovute ad un cambio di delega e, comunque, come si procede.



PRESIDENTE

E' di chi ha la delega nuova e chiede tempo. Mi pare una cosa ovvia.



CHIEZZI Giuseppe

Siccome ho dei punti sui quali farò la stessa osservazione che ha fatto Cavaliere su questo, se si rimanda questo punto io sono ben felice perch chiederò che se ne rimandino altri. Se invece si va avanti con criterio...



PRESIDENTE

L'ordine del giorno serve perché si dà una priorità. Lei conferma le riserve sui punti 5) e 6)?



CHIEZZI Giuseppe

Ha spiegato che sono stati spostati, quindi non ho riserve.



PRESIDENTE

Valutato che quelle delibere erano state approvate...



CHIEZZI Giuseppe

Questa richiesta della Giunta di spostarle mi va bene, lo richiede la Giunta.



PRESIDENTE

Possono essere portate in votazione così come sono, senza ulteriori approfondimenti, posto che c'era stata una votazione unanime?



CHIEZZI Giuseppe

No, perché il Presidente Ghigo ha appena detto che si riserva di rispondere.



PRESIDENTE

Lei mantiene le domande?



CHIEZZI Giuseppe

Sì.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

Signor Presidente, chiedo del tempo per esaminare il provvedimento.



PRESIDENTE

Rinvio i punti 7), 8) e 9) all'o.d.g.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Esame proposta di legge n. 244: "Norme in materia edilizia - Modifiche all'art. 5O L.R. 5/12/77 n. 56 - Tutela ed uso del suolo"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 10) all'ordine del giorno che prevede l'esame della proposta di legge n. 244. Ricordo che la votazione del progetto di legge n.
244 in Commissione ha avuto il seguente esito: favorevoli Forza Italia, AN CDU, CCD, PDS, PPI, Socialisti del Patto dei Democratici; non hanno partecipato alla votazione Rifondazione comunista e Lega Nord.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, dato che questo è un provvedimento per il quale è stato ritenuto opportuno nominare due relatori anziché, come avviene di norma, un relatore, penso che in questo modo si sia voluta segnalare sia l'importanza del provvedimento e sia il rilievo politico che questo provvedimento ha assunto in relazione a una comune visione del problema da parte di due colleghi, uno di maggioranza e uno di minoranza.
Dato che su questo provvedimento avrei delle osservazioni da fare chiederei ai due relatori la cortesia di illustrare questo provvedimento perché anche se è nato nel modo che sappiamo, con una convergenza molto ampia, vede il mio Gruppo in posizione critica. Quindi vorrei iniziare bene questa discussione con la relazione e poi l'intervento di carattere generale.



PRESIDENTE

Cioè chiede che sia illustrato il provvedimento.
La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Illustre Presidente, colleghi Consiglieri, con questa proposta di legge e con la proposta di "Regolamento Edilizio Tipo" si intende dare attuazione all'impegno assunto fin dal 1977, con l'articolo 87 della legge regionale urbanistica, di fornire indicazioni per la redazione dei regolamenti edilizi.
Nella stesura, si è tenuto conto della proposta di legge n. 21 presentata dai Consiglieri Saitta, Angeli, Manica e Rubatto il 2 agosto 1995 e del disegno di legge n. 154 presentato dalla Giunta regionale il 27 marzo 1996.
Le consultazioni hanno poi suggerito numerose modifiche.
La II Commissione consiliare ha ritenuto di accogliere soltanto quelle utili ad eliminare dubbi interpretativi nell'applicazione di alcuni articoli.
La Commissione ha inoltre tenuto conto delle nuove disposizioni di legge entrate in vigore successivamente alla presentazione della proposta di legge.
Conseguentemente, è stato modificato l'articolo 8 ed è stato introdotto l'art. 9, che modifica l'art. 50 della legge regionale 56/77 sui "poteri sostitutivi in caso di mancato rilascio di concessione".
Le modifiche non hanno pertanto alterato il provvedimento che è finalizzato al raggiungimento dei seguenti obiettivi: individuare le, poche, prescrizioni regolamentari che, per motivi di opportunità o per obblighi di legge, debbono essere unificate in tutto il territorio della Regione individuare altresì ulteriori contenuti, utili per la definizione di un regolamento, ma per i quali non è necessario emanare una disposizione "tipo" e demandare queste parti all'autonomia del singolo comune, che pu modificarle o integrarle, per adattarle al specifiche esigenze locali predisporre un regolamento edilizio "tipo", in conseguenza dei predetti obiettivi delineare una procedura semplificata, rispetto alle attuali disposizioni statali, per l'approvazione del Regolamento, con ampio riconoscimento dell'autonomia comunale nelle scelte e nella stessa procedura di approvazione attuare la legge 28 febbraio 1985, n. 47, per gli adempimenti regionali finora disattesi, indispensabili per una piena gestione del territorio da parte dell'Autorità comunale.
I più consistenti fattori di novità sono i seguenti.
La Regione predispone, ed approva in Consiglio regionale, un regolamento edilizio-tipo e lo fornisce ai Comuni; alcune parti di tale Regolamento-tipo sono lasciate "in bianco" dalla Regione, poiché attengono aspetti della disciplina regolamentare edilizia che non possono, e non devono, essere uniformati e che vanno lasciati alla determinazione locale.
I comuni che ritengono di fare proprio il regolamento-tipo proposto dalla Regione, integrandolo nelle "parti in bianco", lo approvano in Consiglio comunale.
Alla Regione viene inviata copia solo perché eserciti, ove eccezionalmente occorra la tutela di interessi generali, il potere di annullamento entro il termine temporale (dieci anni) fissato dalla legge dello Stato.
I comuni invece, che preferiscono elaborare un regolamento edilizio diverso da quello "tipo" predisposto dalla Regione, lo adottano in Consiglio comunale e lo trasmettono alla Regione affinché questa lo approvi. L'esame dei singoli articoli consente di meglio illustrare la proposta.
Gli artt. 1 e 2 enunciano le finalità perseguite dalla legge ed i contenuti del regolamento edilizio. Le finalità sono individuate soprattutto nella semplificazione delle procedure edilizie, nella trasparenza e chiarezza degli atti amministrativi, nell'unificazione delle procedure e, ove possibile e per quanto logico, nell'uniformità dei contenuti dei regolamenti edilizi, fattori che si ritengono determinanti per una maggiore semplicità dell'attività della pubblica amministrazione e per un più accessibile rapporto con i cittadini.
L'art. 3 stabilisce la procedura per l'approvazione del regolamento edilizio, sul cui carattere innovativo già si è detto. Il regolamento tipo proposto dalla Regione viene approvato, con atto amministrativo, dal Consiglio regionale. Parti del regolamento (quelle con cui si intende operare per raggiungere obiettivi di uniformità) sono immodificabili; altre (per le quali l'uniformità non è ritenuta necessaria o per le quali è opportuno riconoscere una regolamentazione specifica) sono rimesse invece alla discrezionalità dell'amministrazione comunale. Il regolamento edilizio redatto secondo queste indicazioni è approvato direttamente dal comune.
Alla Giunta regionale è conferito comunque, dal comma 4, il potere di annullamento successivo su tutto il regolamento o su singole disposizioni illegittime, o non conformi al tipo. Si fa notare che l'individuazione di un controllo successivo, quale quello qui delineato, non è particolarmente innovativa, dal momento che ricorre più volte, nell'ordinamento vigente l'attribuzione ad organi regionali del potere di annullamento di atti comunali, in materie in cui la competenza della Regione non solo concorre con quella dei Comuni, ma si colloca altresì sul piano della supervisione a tutela dei più generali interessi: si vedano le disposizioni dell'art. 3 della legge 8 giugno 1990, n. 142, e, per un esempio in materia più strettamente urbanistica, il potere di annullamento introdotto dalla legge regionale 27 dicembre 1991, n. 70. E' opportuno inoltre non porre limiti temporali all'esercizio di tale potere diversi da quelli previsti nelle leggi citate, che ne consentono l'esercizio fino a 10 anni dall'approvazione della disposizione.
Nei successivi commi è invece normata, sul modello dell'attuale legge statale, la procedura da seguire per i comuni che scelgono di non avvalersi del regolamento tipo proposto dalla Regione e ritengono di formarne uno con contenuti diversi. La procedura prevede, in tal caso, l'adozione del regolamento da parte del Consiglio comunale, l'esame da parte della Regione e l'approvazione o il suo rinvio per modifiche o rielaborazioni.
L'art. 4 disciplina la Commissione edilizia, dettando disposizioni che ne assicurino la professionalità. La proposta di legge propone anche di sottolinearne i compiti di consulenza del Sindaco, della Giunta e del Consiglio e propone altresì una soluzione legislativa ad alcune questioni ricorrenti nella sua attività: la competenza per l'elezione dei membri elettivi, affidata al Consiglio comunale (comma 3) l'esclusione dalla Commissione di soggetti, quali, ad esempio, il Responsabile del Servizio di Igiene pubblica dell'ASL o i Soprintendenti ai monumenti, che devono obbligatoriamente esprimere altri distinti pareri sulle stesse pratiche sottoposte alla Commissione (comma 4) la pubblicità, che viene ovviamente esclusa, a tutela dell'indipendenza di giudizio dei membri, delle sedute della Commissione (comma 8).
L'art. 5 disciplina il certificato urbanistico (tenuto distinto dal "certificato di destinazione urbanistica", che ha tutt'altra finalità).
Riconoscendo allo stesso una funzione di trasparenza, la Regione ne generalizza l'uso a tutti i Comuni, indipendentemente dal numero degli abitanti. Il certificato enuncia tutti i vincoli e tutte le prescrizioni edilizie e urbanistiche che riguardano l'immobile, area o fabbricato, per cui è richiesto.
Per garantire l'uniformità e la chiarezza delle situazioni, la Regione predispone un modello di tale atto, allegato al regolamento tipo, che si ritiene utilizzabile agevolmente anche dalle strutture comunali più ridotte. Gli effetti di cui all'art. 8 della legge n. 94/82, connessi al certificato urbanistico trovano applicazione, ovviamente, solo nei casi stabiliti dalla stessa legge.
Gli artt. 6, 7, 8 e 10, attuano gli artt. 7, 8 e 25 della legge 28 febbraio 1985, n. 47, necessari per la gestione comunale del territorio.
La legge citata disponeva che le Regioni legiferassero: per determinare l'entità delle variazioni essenziali alle concessioni edilizie (al fine di stabilire una soglia per l'applicabilità delle sanzioni previste dalla stessa legge per le opere abusive) per stabilire i casi in cui è necessario subordinare a controllo le modifiche di destinazione d'uso anche in assenza di opere edilizie.
La situazione attuale di inadempienza da parte della Regione indebolisce i sindaci piemontesi nella possibilità di intervenire per far rispettare lo strumento urbanistico vigente e far corrispondere in modo corretto gli oneri di urbanizzazione stabiliti dalle vigenti leggi: si segnala a titolo di esempio, ma non è l'unico che si potrebbe fare, il caso di attività commerciali, soprattutto hard discount insediati in capannoni industriali o agricoli dismessi: operazione oggi realizzabile senza richiedere concessioni o autorizzazioni edilizie e quindi facilmente attuabile in contrasto con le disposizioni di piano, senza corrispondere oneri di urbanizzazione e senza attrezzare l'area con le quantità di parcheggi richiesti dalla legge; il tutto senza che il Sindaco possa disporre del minimo strumento amministrativo per impedire o sanzionare l'operazione.
La situazione sopra delineata suggerisce di non dilazionare l'attuazione della legge n. 47, anche per rendere completi, con la proposizione del regolamento tipo, gli strumenti disponibili per le amministrazioni comunali per un corretto controllo del territorio.
La proposta di legge propone pertanto: all'art. 6, di quantificare, secondo le indicazioni della legge 47, quali sono le variazioni essenziali al progetto approvato, al fine di irrogare le sanzioni previste dalla stessa legge all'art. 7, l'indicazione, per legge, dei criteri per accertare la destinazione d'uso legittimamente in atto all'art. 8, di stabilire criteri minimi in cui si verifica una rilevante modifica della destinazione d'uso (quelle per cui la stessa legge 10 e le deliberazioni del Consiglio regionale prevedono diversi parametri di onerosità e standard urbanistici) lasciando ai comuni la facoltà di individuare all'interno delle categorie indicate dalla Regione, ulteriori suddivisioni per un più efficace controllo del territorio; le modalità con cui i Comuni attuano nello strumento urbanistico le indicazioni regionali e le modalità di assolvimento dell'onerosità connessa alla modifica dei destinazione d'uso.
L'art. 10 intende attribuire una qualificazione definita ai cosiddetti "piani di colore" e "piani dell'arredo urbano" e comunque alle determinazioni dei Comuni in tali materie. Attualmente i "piani" e le situazioni comunali anzidette vengono inquadrate dagli enti locali nei modi più disparati, spesso con deliberazioni consiliari che da un lato contengono disposizioni regolamentari e dall'altro vengono assunte escludendo le procedure proprie dei regolamenti.
Pare quindi opportuno considerare le statuizioni (ossia le delibere) comunali nelle materie su indicate come atti attuativi delle norme che il regolamento edilizio dovrà necessariamente contenere per indurre un adeguato livello di decoro urbano e di dignità dell'ambiente urbanizzato.
Ciò significa che non vengono applicate a tali statuizioni particolari procedure di formazione ed approvazione: la materia è tale per cui appare opportuno che l'intera responsabilità sia affidata alla sensibilità ed alla competenza del Comune.
L'art. 11 determina i poteri del Sindaco per l'applicazione del regolamento e delle sanzioni. Si rende esplicito, tra l'altro, il potere del Sindaco di operare anche coercitivamente per garantire il rispetto e l'applicazione delle norme e delle prescrizioni del Regolamento edilizio e pertanto anche delle disposizioni in tema di aspetto e decoro urbano.
L'art. 9 nasce dall'esigenza di coordinare ed integrare la legge dello Stato e della Regione sul Commissario ad acta per il rilascio delle concessioni edilizie. La legge 23 dicembre 1996, n. 662, all'art. 2, comma 60, nella parte in cui modifica i commi 4, 5 e 6 dell'art. 4 della legge 4 dicembre 1993, n. 493, introduce una nuova procedura per il rilascio della concessione edilizia, che prevede l'istituto del Commissario ad acta nominato dal Presidente della Regione, nel caso in cui l'autorità comunale non si esprima nei termini di legge. La fattispecie è disciplinata dalla legge regionale urbanistica del Piemonte (art. 50 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56) fin dalla sua origine. Le due discipline divergono in alcuni particolari ed hanno già dato luogo a non pochi problemi interpretativi e di gestione nel periodo in cui la normativa dello Stato era contenuta in decreti legge. La disciplina regionale di è dimostrata nel tempo, più efficace di quella oggi proposta dallo Stato. La possibilità in particolare di una fase intermedia tra il ricorso del privato e la nomina del Commissario, che la disciplina regionale individua nella diffida del Presidente della Giunta all'autorità comunale ad adempiere in un termine prefissato, ha consentito di risolvere la maggior parte delle istanze senza dover ricorrere al Commissario. Per contro l'applicazione della procedura statale ha dato luogo ad inconvenienti, quali, ad esempio, la nomina di un Commissario quando la concessione era stata in realtà espressamente negata o in alcuni casi, addirittura già rilasciata, sia pure in ritardo rispetto ai tempi di legge. Si propone quindi, con l'articolo in esame, un coordinamento tra le due procedure.
L'art. 12 contiene varie e diverse disposizioni transitorie e finali.
I primi due commi stabiliscono il persistere dell'efficacia dei regolamenti in vigore fino all'entrata in vigore dei nuovi regolamenti e la sorte dei regolamenti (in genere vecchissimi) trasmessi alla Regione prima dell'entrata in vigore della legge. I commi 3 e 4 attribuiscono cogenza alle definizioni in materia di parametri ed indici edilizi contenute nel regolamento tipo predisposto dalla Regione. Si è ritenuto fondamentale uniformare le definizioni dei parametri e degli indici edilizi ed urbanistici da rispettare nell'edificazione: altezze, linee di spiccato volumi, superfici e così via. Ciò, nella convinzione che la chiarezza, la certezza e l'uniformità di tali definizioni fornisca un decisivo contributo alla serietà dell'attività urbanistico-edilizia locale e dei rapporti con i cittadini.
Va affrontato in conseguenza il problema derivante dall'esistenza di numerosi Piani regolatori le cui norme (appropriandosi di una competenza del regolamento edilizio) contengono definizioni dei parametri e degli indici edilizi e urbanistici non conformi a quelle instaurate dal regolamento tipo, approvato dalla Regione.
Si è scelto di non imporre l'immediata riforma di tutti i predetti Piani regolatori per adeguarli alle definizioni del regolamento tipo, e di preferire una strada che comporti il progressivo adeguamento.
I Comuni che versano nella condizione anzidetta potranno quindi approvare in Consiglio il regolamento edilizio, semplicemente recependovi le definizioni del P.R.G., ove non preferiscano nuovo Piano regolatore, o ad una revisione, o ad una variante generale al Piano vigente l'adeguamento diverrà indilazionabile.
L'art. 13 contiene disposizioni di abrogazione della legge regionale urbanistica vigente, dettate da esigenze di coordinamento o di adeguamento a leggi sopravvenute. Più specificamente: alle lettere a) ed e) vengono soppressi gli artt. 48 bis e 91 sexies, in quanto la materia è diversamente disciplinata dall'art. 5 della presente legge alla lettera b) è soppresso l'art. 57: la disciplina dell'abitabilità è stata regolamentata dal Decreto del Presidente della Repubblica, n. 425 del 22 aprile 1994 alla lettera c) è soppresso l'art. 65, in quanto la materia è diversamente disciplinata dall'art. 6 della presente legge alla lettera d) è soppresso l'art. 87, in quanto la materia è diversamente disciplinata dalla presente legge.
Si confida di essere riusciti, anche con un'esposizione necessariamente succinta, a far emergere l'importanza dei due provvedimenti (la proposta di legge e il collegato regolamento tipo) che vengono sottoposti all'attenzione del Consiglio regionale e anche la necessità, non più rinviabile, della loro approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Esprimo qualche perplessità su questa proposta che dal punto di vista generale può non vederci contrari. Il fatto che la Regione Piemonte predisponga un Regolamento edilizio tipo può essere positivo, anzi, se posso esprimere un'opinione, lo ritengo necessario, perché dal Regolamento edilizio dipende gran parte dell'organizzazione fisica delle nostre città dei nostri Comuni, che vengono governati, per grandi idee e assetti, dalle norme del Piano Regolatore, ma poi la traduzione concreta degli indirizzi di pianificazioni trova nel Regolamento edilizio la forma pratica. Quando esprimiamo osservazioni positive o negative, specialmente a livello di opinione diffusa sulle attrezzature urbane, sulla loro conformazione, sulla qualità edilizia, sulla composizione di vari fattori edilizi, ambientali architettonici e decorativi, esse derivano dall'applicazione di norme soprattutto di Regolamento edilizio.
Da questa premessa ne deriva che la Regione Piemonte ha come compito anche quello di tutelare la qualità urbana e ambientale, predisponendo un Regolamento tipo.
La critica che rivolgo è quella che la decisione assunta deve essere una sola. Non si può, nello stesso tempo affermare che è necessario per la Regione Piemonte predisporre una griglia di riferimento per i Comuni - cosa che si potrebbe anche non affermare - e, detto questo, in legge inserire che se un Comune vuole agire diversamente lo può fare.
Se vogliamo dare un indirizzo perché riteniamo - e siamo d'accordo che l'indirizzo ci voglia, lo si dà e questa la strada per l'approvazione dei Regolamenti edilizi. Se invece non si vuole dare nessun indirizzo benissimo, ogni Comune fa quello che crede.
Questa è una critica di fondo che smonta un po' tutto il documento.
Anche all'interno di questa scelta esprimo dei dubbi sui due percorsi.
Nel primo percorso il Comune adotta il Regolamento edilizio e dichiara la conformità: siamo tutti in buona fede, ma è una dichiarazione unilaterale.
Questa dichiarazione può essere variamente interpretata, perché, avendo il Regolamento edilizio parti bianche, il confine tra cosa dice e indica il Regolamento edilizio e cosa viene concretamente interpretato dai Comuni, è materia di discussione. Quindi da un lato se i Comuni si appoggiano al Regolamento tipo, deliberano, dicendo che sono conformi, però mandano il Regolamento in Regione.
Quindi comunque compiono un passo e la Regione ha la facoltà di annullare disposizioni illegittime - questo è chiaro - ma ha anche disposizioni non conformi a Regolamento tipo. Dato che la conformazione Regolamento tipo non è cosa semplice da determinare, se in legge prevediamo che la Regione svolga questa istruttoria di conformità Regolamento tipo, in pratica è nuovamente un'approvazione.
Di fatto assegniamo alla Regione il compito di approvarlo e di verificare la conformità, ma la verifica della conformità alle leggi è esattamente il percorso che noi proponiamo per i Comuni che dicono che fanno per conto loro. Il Comune che sceglie la seconda strada può affidare un incarico e fare un Regolamento del Comune. La legge definisce che tale Regolamento debba essere inviato per la verifica degli aspetti igienico sanitari. Successivamente quel Regolamento, con l'assenso dell'azienda sanitaria, viene esaminato dalla Giunta regionale che può proporre modifiche d'ufficio, per chiarire prescrizioni: praticamente si ritorna indietro.
Questa differenza di percorso penso non sia congrua rispetto allo scopo di determinare una griglia per tutti i Comuni; dall'altro mi sembrano due cose uguali solo una un po' più faticosa dell'altra. Nel secondo caso mi sembra veramente una situazione che porta ad una procedura che nei fatti è simile alla precedente, tranne la trasmissione all'ASL.
Mi sembra che in questa proposta di legge ci sia troppa leggerezza delle idee: idee se ne hanno poche e quelle poche sono "leggere", in modo che nulla cambi, in modo che la scelta politica venga suicidata in partenza. Se abbiamo delle idee, queste trovino strumenti legislativi capaci di renderle attuali nei comportamenti concreti dei Comune e nell'applicazione di questi comportamenti da parte degli operatori pubblici e privati.
Pertanto, chiederei che su questa questione di fondo alcuni colleghi soprattutto i presentatori, colloquino perché forse, se venisse ritenuto che queste osservazioni non sono campate in aria, si potrebbe riragionare su tutto l'impianto a livello di Commissione e in quel caso proporrei di modificare questa legge dando una sola direzione: vi è un Regolamento tipo e la strada che devono scegliere i Comuni, che poi lascia loro ampi margini, è solo una. Altrimenti che Regolamento tipo è.
Ci sono poi - le anticipo, quasi mai concordassimo su questo - altre osservazioni.
Nel Regolamento, all'art. 2, si dice che disciplina alcune attività, e segue l'elenco.
Chiedo se non sarebbe opportuno inserire in questa legge, tra le discipline di competenza del Regolamento edilizio, quelle relative all'applicazione delle leggi nn. 34 e 35 del '95: poiché i contenuti di queste due leggi prevedono l'elaborazione di un documento che una delle due leggi (la 35) chiede venga a far parte, come allegato, del Regolamento edilizio, mi parrebbe opportuno inserire già all'art. 2 l'applicazione della legge 35, oltre che della L. 34.
Nel comma III dell'art. 2 vi è un'altra filosofia che non mi convince mi riferisco al fatto che si cerca di svincolare i problemi di qualità delle realizzazioni edilizie dal problema delle quantità.
Questo è un tema sì difficile, ma su cui si sono avuti contributi appassionati da parte di vari studiosi, pensatori, professionisti, perch qualità e quantità sono due elementi il cui rapporto mi pare non possa essere slacciato del tutto.
Gramsci diceva che "la quantità è l'unico modo in cui misurare la qualità": se mi "sfili" la quantità, la qualità cos'è? E' quella del padrone! E' quella di chi ha il potere di decidere che quello è bello e l'altro è brutto! Un certo legame con la quantità, anche dal punto di vista teorico, mi sembra dunque indispensabile per poter affermare misure di qualità elevata.
Il fatto che, viceversa, secondo una tendenza di idee deboli, si accentui l'attenzione sulle esigenze e non si faccia corrispondere a determinate esigenze delle prestazioni concretamente misurabili, mi sembra che non consenta di raggiungere fattori di qualità misurabili obiettivamente ed oggettivamente.
Quindi, proporrei una rilettura del comma III.
Mi dilungo Presidente, ma non parlerò più sugli articoli.
A proposito dell'art. 6, ho un dubbio. Intanto, in tutti i punti dalla a) alla d) si dice che "non vi è variazione al progetto quando il progetto è diverso dall'iniziale, sotto una certa soglia".
A parte la contraddizione logica - pensieri deboli, ognuno faccia quello che crede - per cui si dice che non varia ciò che varia (perla della razionalità), nel merito questa variazione mi sembra invece, non solo formale, ma numericamente rilevante; se si varia del 10% la distanza dagli altri fabbricati, dai confini di proprietà, se si varia il 50% nel traslare, nel ruotare gli edifici, mi sembra si tratti di variazioni.
Mi chiedo allora dove ci si fermi nella dichiarazione di irrilevanza: al 50% con questa legge; poi facciamo il 55% la prossima; il 60% nella correzione successiva, e via dicendo.
Stiamo attenti a "mollare" queste cose.
All'art. 8, un'osservazione che si riferisce al problema dei problema in ambito urbano, che è quello della trasformazione che vediamo avvenire in molte città, e in nei nuclei storici, che è la trasformazione di destinazione d'uso dalla residenza al terziario.
E' il problema dei problemi, perché è proprio facendo leva su quel cambiamento di destinazione d'uso che cambiano le strutture economiche e gli assetti sociali dentro le città.
Sappiamo che nelle aree ad alta rendita urbana il cambiamento di destinazione d'uso da residenza a terziario provoca dei mutamenti economici e sociali rilevanti, unitamente ad una ripartizione delle risorse economiche molto grandi.
Vedere che partecipiamo ad una definizione della legge sul Regolamento edilizio, che omette questo cambiamento di destinazione d'uso, lo ritengo molto grave, perché significa che, nel controllo (per quel che poi si pu controllare) sul cambiamento di destinazione d'uso da abitazione ad ufficio, si rinuncia per principio ad individuarlo come tale: non è un cambiamento. Questo lo trovo veramente inaccettabile! Storicamente, la trasformazione da residenza a terziario è un cambiamento di destinazione d'uso! E qui viene cancellata.
Rimangono le residenze che comprendono tutto, tutte le abitazioni e tutti gli uffici; poi si individuano le attività direzionali. Cosa sono? L'attività direzionale è l'altissima concentrazione di un complesso di uffici e servizi che per mole, per entità vengono individuati anche in aree a ciò dedicate: sono i grandi centri direzionali. Questa classificazione va bene, perché è un'attività di tipo terziario, anzi quaternario, che va oltre l'attività diffusa di attività di ufficio e via dicendo.
Su questo, chiedo a tutti i colleghi se non vale la pena, invece riflettere e garantire tutti i cittadini che, quando c'è un cambio di destinazione da residenza ad ufficio, la Pubblica Amministrazione se ne accorge. Poi, lo faciliterà o meno, però se ne accorge! Si accorge che quello è un cambiamento della vita in quell'edificio, della vita in quella strada, in quella piazza, in quella parte della città.
Altrimenti lo scivolamento, quando ci sono le condizioni economiche verso un intervento che mandi a casa - in altra casa - le famiglie o i redditi economici di basso livello, per destinare quegli edifici ad attività più lucrose, diventa incontenibile.
Quindi chiederei ai colleghi, se queste osservazioni hanno avuto un minimo di senso, di avere qualche risposta e, se lo ritengono necessario di poter verificare l'impianto di questa legge e poterne ridiscutere magari in Commissione.



PRESIDENTE

Hanno chiesto di intervenire i Consiglieri Saitta e Galli. Considerato però, che alle 13,30 è prevista l'effettuazione della VI Commissione, ed essendo ormai arrivati intorno alle ore 13,00, ritengo opportuno aggiornare i lavori del Consiglio alle ore 14,30, non prima di aver chiesto di iscrivere all'o.d.g. il provvedimento relativo all'apicoltura, rinviato dal Governo.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il seguente provvedimento: "Legge rinviata dal Commissario di Governo relativa a: 'Norme per la disciplina la tutela e lo sviluppo dell'Apicoltura in Piemonte'.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 42 voti favorevoli.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.06)



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