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Dettaglio seduta n.27 del 19/12/95 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Goglio e Mancuso.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali - Valutazione impatto ambientale

Interpellanza n. 175 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti relativa al protocollo d'intesa tra Giunta regionale e Comuni limitrofi all'Aeroporto di Caselle


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 175 presentata dai Consiglieri Chiezzi Papandrea e Simonetti.
Risponde l'Assessore Masaracchio



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Si premette che l'ipotesi di protocollo d'intesa, citata dall'interpellanza e siglata in data 25/11/1994, non è stata mai firmata dal Ministro dei Trasporti e dall'Azienda Nazionale Assistenza al Volo, in quanto i rispettivi rappresentanti presenti agli incontri non erano autorizzati a farlo.
Successivamente alla firma di tale atto, l'allora Assessore ai trasporti, Ugo Cavallera, chiese ed ottenne un incontro con il Ministro dei Trasporti, on. Caravale, che assicurò il suo interessamento ed una risposta breve alle richieste postegli.
Purtroppo, malgrado i molti solleciti, non c'è stato alcun seguito n risposta.
Allo stato attuale, premesso che non risulta che siano stati fatti passi avanti nell'attuazione dell'ipotesi di protocollo, ho convocato per il giorno 29 p.v. un incontro fra tutte le parti per rilanciare le iniziative possibili, almeno a livello locale.
Ho anche scritto una nota al Ministro Caravale, sia per sollecitare una risposta, sia per far partecipare all'incontro un suo diretto collaboratore.
Si può anticipare l'informazione della disponibilità della SAGAT a contribuire finanziariamente al "fondo" per realizzare interventi che consentano l'abbattimento dei livelli acustici; analoga disponibilità da parte della Giunta regionale (in corso di verifica al momento in cui è stata stesa questa nota, ma in ogni caso posso assicurare che c'è l'intenzione di stanziare quanto meno 100 milioni per venire incontro alle esigenze prospettate dall'interpellanza).
Il Comune di Caselle ha però premesso che non accetta più di trattare questo problema separatamente dalla soluzione del più complesso problema dell'interramento della ferrovia Torino-Ceres e della viabilità provinciale; chiede quindi l'apertura di un tavolo di trattative, che non può che essere politico, per la soluzione di questi problemi nel loro complesso.
Voi sapete che un problema di questo genere può essere risolto con un investimento quanto meno di 80 miliardi e non credo che la SATTI possa avere questa disponibilità; ci si attende, dunque, che a livello ministeriale vi sia un intervento tale da consentire alla Regione di poter determinare una propria politica in merito.
L'Assessorato è comunque riuscito, anche con il consenso del Sindaco di Caselle, ad avviare un tavolo tecnico circoscritto al problema rumore per la ricerca di valide soluzioni circa l'inquinamento acustico aeroportuale ciò per impedire che il problema Alitalia-Cargo possa, nelle prossime settimane, subire limitazioni a seguito di proteste locali per il disturbo da rumore.
C'è da aggiungere che questo problema diventa pesante perché nel caso in cui, dopo aver ottenuto che i cargo atterrino nell'Aeroporto di Caselle questi non dovessero più avere questo esercizio, il bilancio dell'Aeroporto sarebbe fortemente danneggiato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, colleghe e colleghi. La risposta dell'Assessore soddisfa solo parzialmente gli interpellanti, per il motivo seguente.
L'Aeroporto di Caselle provoca da sempre disagi di carattere eccezionale ai residenti in questo Comune, dove, tra l'altro, è inoltre in discussione il potenziamento della linea ferroviaria - che può servire anche l'aeroporto - che taglia in due la città. Oltreché molestati dal rumore degli atterraggi e decolli degli aeroplani, i residenti sono anche impediti nelle loro reciproche attività urbane dalla presenza della ferrovia, che in caso di potenziamento si tradurrebbe in impedimento frequente delle attività di relazione da una parte all'altra della ferrovia.
Il problema di una piccola comunità che - ahimé - deve sopportare la presenza di un aeroporto nonché di una ferrovia che probabilmente impaccerà i movimenti degli abitanti può comunque essere considerato marginale come mi sembra faccia l'Assessore, in nome della prevalenza degli interessi generali su quelli della collettività piemontese, legati alla presenza dell'aeroporto e del rapido accesso via ferro di questa grande infrastruttura. Va da sé che i cittadini locali si lamenteranno: occorrerebbe prestare loro un'attenzione non irrilevante data la natura dei problemi.
Il Gruppo di Rifondazione Comunista non condivide un'impostazione del genere; ritiene, viceversa, che i tempi siano maturi per consentire alle collettività locali di esercitare il loro diritto di qualità della vita discrete, risolvendo adeguatamente i problemi invece di addossarli alle comunità locali in forza di esigenze più generali.
Il problema dell'aeroporto - e del relativo rumore - e quello del rafforzamento della linea Torino-Ceres, a giudizio del Gruppo di Rifondazione Comunista devono divenire parte importante e non marginale dell'attività regionale.
Il fatto che il protocollo d'intesa abbia avuto la sorte che conosciamo rimostranze da parte dei Sindaci di Caselle, San Francesco al Campo e San Maurizio Canavese - è coerente con una logica di compressione delle istanze dei diritti delle comunità locali, a mio parere in controtendenza rispetto alla necessità di maggiore democrazia nei confronti di tutti i cittadini.
L'Assessore sostiene - forse si è accorto dei ritardi in conseguenza della nostra interpellanza, utile, dunque, anche solo per questo - di aver provveduto, due giorni prima di Capodanno, a convocare una riunione sulla questione. Confido che quest'ultima abbia luogo a massimi livelli di responsabilità: in tal senso chiedo all'Assessore di attivarsi affinché non si tratti della solita riunione interlocutoria, in cui i partecipanti non possono decidere alcunché. In questa riunione si dovrà garantire che verranno effettuati gli investimenti necessari a ridurre l'impatto da rumore nella città di Caselle; diversamente, si potrebbero ripresentare procedimenti di carattere giudiziario, di sospensione dei voli e via dicendo.
E' necessario che la Regione Piemonte ribadisca al Ministro con decisione e convinzione che devono assolutamente essere risolti, da parte delle Amministrazioni pubbliche, il problema dell'insonorizzazione degli edifici, quello relativo alle modalità di gestione dell'aeroporto, nonch quello relativo al tipo di veivoli che atterrano e decollano da questo aeroporto.
Seconda questione: la ferrovia. Caro Assessore Masaracchio, si tratta di scelte di strategia politica. Pur ritenendo indispensabile un rapido collegamento Torino-Aeroporto tramite ferrovia - che passa a cento metri dagli accessi agli aerei! - è impensabile costringere la collettività di Caselle ad essere permanentemente tagliata in due dalla ferrovia, con i passaggi a livello costantemente chiusi.
La città di Caselle chiede semplicemente di non essere considerata collettività di serie "B" e che venga interrato il tratto della ferrovia che taglia in due la città. Tutto questo costa, si dice. Certo, costa, ma come tantissime altre infrastrutture per le quali la Regione Piemonte ritiene utile investire il proprio denaro.
Il Gruppo di Rifondazione Comunista chiede che l'interramento della ferrovia in corrispondenza della città di Caselle venga considerato prioritario tra gli interventi strategici della Regione Piemonte, da un lato per consentire all'aeroporto di funzionare meglio, dall'altro per permettere alle collettività che vivono vicino all'aeroporto di non essere penalizzate.
Al fine di interrare alcune tratte tranviarie in città, senza nemmeno discuterne in Consiglio, la Giunta regionale ha promesso 100 miliardi per un'infrastruttura assolutamente slegata dal sistema ferroviario; nulla viene detto - invece - sulle decine di miliardi che, viceversa, potrebbero essere investite a Caselle.
Si tratta di scelta politica, Assessore Masaracchio: perché scegliere di destinare denaro per Torino e non per Caselle, che magari ne ha più bisogno? Perché la Regione Piemonte privilegia Torino e le sue infrastrutture a scapito del resto della regione, finanche dell'area metropolitana?



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non ho ancora terminato; la prossima volta ci premureremo di rispettare le norme del Regolamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Consigliere Chiezzi, ognuno fa la propria parte; purtroppo io devo fare quella dell'Assessore, fornendo risposte in funzione di quanto è nelle attese amministrative. Io non posso, ad ogni interpellanza, brandire la spada marciando in resta, accogliendo tutto ciò che viene richiesto. Le emergenze del territorio piemontese, che sono tantissime - e le conosciamo si realizzano nell'ambito delle possibilità di intervento anche di ordine finanziario.
Naturalmente, occorre tenere ben presente le responsabilità degli amministratori. In tal senso, una grossa responsabilità va subito denunciata: il Comune di Caselle, come tanti altri Comuni amministrati in totale disordine urbanistico da decenni a questa parte, non si è mai accorto di essere a ridosso dell'Aeroporto di Caselle. Dopodiché, le costruzioni sono cresciute anche in prossimità della ferrovia, la quale avrebbe dovuto determinare fasce di rispetto necessarie.



CHIEZZI Giuseppe

Ma passa nel centro storico?



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Nel corso di incontri avuti con l'attuale amministratore del Comune di Caselle e con gli amministratori della ditta SATTI si è concordato di attivare le strategie necessarie per ovviare al problema. E' anche vero che il Comune di Caselle, pur potendo fruire in passato di circa 9 miliardi non ha mai accettato di attivare quanto necessario per soprapassi o sottopassi, onde ovviare temporaneamente al problema. Oggi siamo al lumicino: dei 9 miliardi di riserva per quelle opere siamo giunti a 3. Non so se, nell'attesa di quanto si potrebbe fare per interrare la ferrovia di Ceres e Caselle - fra l'altro si interromperebbe il traffico per circa quattro anni - il Comune di Caselle intenda addivenire a migliori patti.
Certamente nell'incontro del 29 dicembre si arriverà a chiarificazioni successivamente ci rivolgeremo ai nostri superiori, coloro che ci rendono sudditi anche nell'amministrazione del territorio regionale, per verificare se Governo o Stato vorranno intervenire per aiutarci a risolvere il problema.


Argomento: Parchi e riserve

Interpellanza n. 59 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa all'istituzione del Parco di Stupinigi


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 59 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

L'interpellanza chiede notizie circa lo stato di "vitalità" del Parco di Stupinigi; vorremmo sapere, dal momento della sua istituzione ad oggi quali attività abbia svolto il parco, tenuto conto che è sito in una zona dal punto di vista dell'emergenza culturale, di rilievo addirittura internazionale.
Chiediamo all'Assessore quali siano stati i provvedimenti di bilancio assunti: approvazione annuale, presentazione del bilancio preventivo, del rendiconto e delle variazioni. Inoltre, se siano state intraprese prime opere di delimitazione dei confini del parco stesso, se sia stato assunto personale di vigilanza, quale sia, ad oggi, lo stato dell'organico, il numero dei dipendenti e quale sia il personale che effettivamente viene impiegato nell'attività del parco, con quale forma contrattuale, con quale mansione, titoli, competenze. Ci interessa poi in modo particolare sapere che tipo di rapporti intercorrano tra il personale impiegato nel parco e il personale dell'Ordine Mauriziano, quante consulenze sono state deliberate a chi sono state conferite, per quali qualifiche, con quali incombenze, con quali costi.
Ci interesserebbe inoltre sapere quale altra attività abbia svolto il parco oltre alla famosissima battuta di caccia al cinghiale, svolta nel periodo di cova di altre specie animali, attività non tipica di un Ente parco. Quindi, si richiede quali iniziative - fatto il punto della situazione - si intendano assumere per potenziare l'attività del parco stesso. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore ai parchi naturali

Al Consigliere Chiezzi vorrei ricordare che il Parco naturale di Stupinigi è stato istituito con legge regionale nel 1992, la n. 1 del 14 gennaio. Sicuramente il Parco naturale di Stupinigi costituisce, essendo nell'area torinese, un esempio di parco urbano strettamente connesso ad un percorso storico-culturale di notevole rilevanza e valenza.
La vicinanza alla Palazzina di caccia di Stupinigi, gli stessi percorsi di caccia che, all'interno dello stesso, sono stati e sono tuttora oggetto di studio e il Castello di Parpaglia danno a questo parco potenzialità culturali e soprattutto un'attrattiva turistica notevole.
La storia amministrativa dello stesso (risalente ad anni precedenti: è comunque giusto percorrerla in questa sede per avere cognizione di quanto è accaduto) è, invece, diversa, stante i ritardi accumulatisi, non per precise responsabilità di alcuno, ma per gli indubbi problemi sorti nella predisposizione dell'iter che avrebbe poi portato alla legge istitutiva ed ai conseguenti provvedimenti.
La legge regionale istitutiva all'art. 2, comma primo, individua i confini del parco. Al comma secondo con classificazione di "zona di salvaguardia" stralcia l'area della Palazzina di Stupinigi che resta di diretta gestione dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Al comma terzo individua una zona destinata ad ospitare strutture sanitarie, ovvero il "Centro tumori".
L'art. 4 della L.R. n. 1 stabilisce che il Consiglio direttivo dell'Ente sia composto da sei membri nominati dall'Ordine Mauriziano e da quattro membri nominati dal Consiglio regionale.
Nel marzo del 1993, il Consiglio direttivo, all'unanimità, nominava il Presidente pro tempore con la precisa indicazione di provvedere alla stesura dello Statuto dell'Ente stesso in collaborazione con il Settore Parchi della Regione.
Nel luglio dello stesso anno (parliamo del 1993) veniva approvato detto documento successivamente sottoposto all'approvazione della Giunta regionale.
Il Presidente della Giunta regionale, con decreto n. 1788 del 6/5/1994 rendeva esecutivo lo Statuto.
L'Ente ha approvato in data 2/5/1994 il bilancio di previsione di quell'anno, e la deliberazione relativa diveniva esecutiva il 20/6/1994. Il Consiglio regionale l'approvava con L.R. n. 51 del 18/11/1994. Il relativo assestamento è stato trasmesso in Regione il 23/1/1995.
Il 16/2/1995 l'Ente ha approvato il bilancio per l'anno in corso, non ancora approvato dal Consiglio regionale, ed una variazione, tra l'altro allo stesso bilancio, per L. 5 milioni sul capitolo 170, in data 22/5/1995.
Per quanto attiene le questioni relative al personale si precisa che il Consiglio regionale ha approvato con L.R. n. 7 del 16/1/1995 la pianta organica dell'Area protetta composta da sette unità: un IV livello; tre V livelli; un VI livello; un VII livello; un VIII livello. La copertura di tali posti può avvenire esclusivamente attraverso mobilità della Regione o altri Enti di gestione delle Aree protette regionali.
A tal fine l'Amministrazione del parco ha avviato, già da tempo, su richiesta degli interessati, alcuni colloqui per eventuali trasferimenti.
Attualmente l'Ente si avvale della collaborazione di una dipendente dell'Ordine Mauriziano con qualifica di "Assistente amministrativo" con la formula della convenzione stipulata con lo stesso Ordine in data 6/10/1994 a norma dell'art. 23, comma quinto, del proprio Statuto.
Tale apporto è fornito al di fuori dell'orario di servizio ed il compenso è stabilito in lorde L. 30.000 orarie.
Al momento attuale non si è ancora potuto provvedere a trasferimenti in quanto l'Ente è tuttora privo di una sede: a ciò si sta provvedendo usufruendo di finanziamenti della Comunità Economica Europea. Allo scopo è stato presentato un progetto per la ristrutturazione di locali avuti in concessione dall'Ordine Mauriziano siti nei pressi della Palazzina di Stupinigi.
Per lo sviluppo del progetto della sede, l'Ente si è avvalso, sempre a termini di Statuto, della collaborazione di due tecnici, un architetto ed un geometra, dipendenti dell'Ordine Mauriziano con la consueta formula della convenzione.
Circa l'abbattimento dei cinghiali, effettuato in data 11/5/1995, esso si è reso necessario e indifferibile per la documentata situazione di sovrappopolamento determinatasi nel territorio dell'area protetta e per i conseguenti danni arrecati alle colture e per le situazioni di pericolo a carico del transito veicolare sulla statale Torino-Pinerolo. Esso è stato approvato dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e dalla Giunta regionale con DGR n. 63-44677 del 10/4/1995.
Circa le attività dell'Ente si precisa inoltre che esso ha presentato nell'ambito del programma triennale 1991/1993 per le Aree naturali protette del Ministero dell'Ambiente, un progetto per la ristrutturazione del Castello di Parpaglia ed ha avviato le procedure per la predisposizione del Piano d'area. Esso ha inoltre avviato contatti con il Provveditorato agli Studi - questa mi pare una parte interessante - per la collaborazione in attività didattiche e con l'Ordine Mauriziano e gli Assessorati regionali alla cultura e al turismo per l'organizzazione di percorsi culturali.
Questo è quanto è stato riferito da parte del Consiglio direttivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, l'Assessore ha terminato il proprio intervento dicendo: "Questo è quanto hanno riferito gli uffici".
L'Assessore cosa riferisce?



(Precisazione da parte dell'Assessore Angeleri)



CHIEZZI Giuseppe

Su quanto hanno riferito gli uffici che cosa dice l'Assessore? Che valutazione politica dà? Personalmente, farò le mie valutazioni politiche mi sarebbe piaciuto sentire dire dall'Assessore termini quali "soddisfazione", "insoddisfazione", "problemi".
Comunque, sulla base di quanto hanno detto gli uffici e che l'Assessore ha riferito, mi sembra che il parco versi in una situazione di fragilità insopportabile, soprattutto dal punto di vista organizzativo e di iniziative.
Il parco è stato istituito nel 1992; per denominazione - vista l'importanza attribuita ai nomi, ai logos, agli stemmi, e via dicendo - non ha pari in Piemonte: Parco di Stupinigi! Basterebbe il nome per attrarre sull'area torinese interessi di carattere culturale, turistico, ricreativo conoscitivo e scientifico. E' il parco più famoso che abbiamo.
Scopriamo, dalla lettura dell'Assessore delle note amministrative, che pur essendo stato istituito nel 1992, il Parco di Stupinigi praticamente esiste solo sulla carta, infatti, non ha sede! Un parco senza sede non pu funzionare! Dal 1992 il personale è costituito da un'unica persona che, al fuori del proprio orario di lavoro va a prestarvi opera - non so in quali locali. E' quindi gestito da personale "amatoriale" - non so come denominarlo - retribuito a ore; due persone, impiegate al Mauriziano prestano la loro opera al di fuori dell'orario di lavoro.
Mi aspettavo che l'Assessore dicesse: "Ci rendiamo conto che così non si può andare avanti": è inutile "sbandierare" il Piemonte, la città di Torino, la necessità di uscire dalla crisi, far disegnare i logos da qualche parte per poi lasciare in stato di abbandono, di incuria, di superficialità, di assenza di intenti, di assenza di finanziamenti quelli che sono gli strumenti concreti per affermare un ruolo importante anche dal punto di vista culturale.
Speravo che l'Assessore dicesse: "Mi sono reso conto che in una situazione di questo genere non si può continuare. Se continuiamo così fra uno o due anni, forse, avremo un dipendente".
Circa il fatto, poi, che questi dipendenti debbano essere trasferiti dalla Regione, è possibile che non si riescano a trovare le forze per farlo? Diversamente, si cambino le leggi e si consenta un altro tipo di reclutamento del personale! Mi sembra veramente impressionante che sia stata svolta una relazione del genere di quella che abbiamo sentito. Le informazioni ottenute confermano che si tratta di un parco fantasma, con un nome tra i più di richiamo in Piemonte, quello di Stupinigi; ma un parco di tale rilievo richiederebbe da parte dell'Amministrazione regionale ben altra vitalità di intenti, ben altre iniziative. Viceversa, mi sembra di capire che l'Assessore Angeleri si faccia cullare dai flutti, accettando la situazione quale unica possibile, e che non abbia minimamente sfruttato l'occasione dell'interpellanza per un cambiamento di marcia sia per quanto riguarda il personale sia per quanto riguarda attività collaterali che potrebbero contribuire grandemente al Piemonte, all'Area metropolitana di Torino e a tutti gli Enti parco. Questi ultimi, infatti, potrebbero ricevere riverberi positivi da una buona ossatura strutturale e da un serio programma amministrativo di un parco come quello di Stupinigi. Riverbero sulla conoscenza di altri parchi, sulla loro fattibilità. Una delusione.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Interpellanza n. 168 dei Consiglieri Marengo, Ferraris, Spagnuolo e Cavaliere relativa al dottor Peretti che formalmente rappresenta l'Assessore Masaracchio durante incontri istituzionali


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 168 presentata dai Consiglieri Marengo, Ferraris, Spagnuolo e Cavaliere.
Tale interpellanza viene discussa in seduta segreta ai sensi dell'art.
45, comma quarto, del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Prego gli ospiti di lasciare la sala.



(La seduta prosegue in sessione segreta dalle ore 10,35 alle ore 10,55)


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 64 del Consigliere Riba relativa alla tangenziale del Comune di Fossano (CN)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 64 presentata dal Consigliere Riba.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

In luogo della riunione con i soggetti interessati per fare il punto sulla situazione come richiesto dall'interrogante, a risparmio di tempo vista la difficoltà di conciliare i diversi impegni, si sono assunte informazioni direttamente presso gli stessi soggetti e cioè presso la Direzione generale dell'ANAS, il Compartimento ANAS di Torino ed il Comune di Fossano.
Dall'insieme delle singole informazioni assunte risulta che la sospensione dei lavori relativi al primo lotto della tangenziale di Fossano fu determinata dall'impossibilità di realizzare lo svincolo del suddetto lotto con la SS n. 28 (come da progetto esecutivo redatto dall'ing. Sardo su incarico del Comune di Fossano, fatto proprio dall'ANAS, finanziato ed appaltato nell'ambito della legge per le "Manifestazioni Colombiane del 1992"), a seguito di positiva sentenza del TAR Piemonte sul ricorso avverso, presentato dai proprietari delle aree interessate dallo svincolo in questione.
L'impossibilità di realizzare lo svincolo così come progettato determinò anche l'interruzione dei lavori relativi al completamento del viadotto scavalcante la linea ferroviaria Torino-Savona e rese necessario studiare una soluzione alternativa, che il Comune di Fossano indicò nella soppressione dello svincolo sulla SS n. 28 (non ritenuto comunque più opportuno per motivi urbanistici, di circolazione e di traffico) con il proseguimento del primo lotto oltre la SS n. 28 fino a raggiungere la provinciale per Villafalletto, la realizzazione su detta provinciale del già previsto svincolo sostitutivo anche di quello per la SS n. 28 e l'abolizione contestuale degli svincoli sulle vie Levaldigi e Cuneo (sempre per i motivi urbanistici e di circolazione e traffico di cui sopra).
Mentre era in corso il ricorso al TAR Piemonte, la Direzione generale dell'ANAS affidò a trattativa privata, al consorzio di imprese aggiudicatarie del primo lotto dietro direttiva dell'allora Ministro dei Lavori Pubblici e Presidente dell'ANAS, Prandini, i lavori relativi al progetto esecutivo del secondo lotto, redatto come il primo dall'ing. Sardo su incarico del Comune di Fossano, e fatto anch'esso proprio dall'ANAS.
L'affidamento fu però annullato per le note vicende riguardanti gli affidamenti a trattativa privata deliberati dall'ANAS a seguito delle Direttive del Ministro Prandini, dichiarati illegittimi dalla Corte dei Conti per mancanza dei necessari presupposti.
Peraltro, le imprese aggiudicatarie hanno presentato ricorso al TAR avverso la revoca dell'affidamento ed inoltre hanno presentato all'ANAS ricorso ai sensi del comma undicesimo dell'art. 6 del DL n. 400/95 del 26/9/1995, per il riaffidamento dei lavori a suo tempo sospesi a seguito della sentenza della Corte dei Conti.
Attualmente detto ricorso è all'esame della Commissione nominata dal Ministro dei Lavori Pubblici ai sensi del comma terzo dell'art. 6 "Definizione dei contenziosi in materia di opere pubbliche", per i fini di cui ai commi primo e secondo dello stesso articolo del citato decreto legislativo e si è in attesa del pronunciamento della Commissione ministeriale di cui fanno parte i Magistrati amministrativi, contabili o avvocati dello Stato cui è affidata la presidenza e da un dirigente dell'ANAS in rappresentanza dell'azienda, che sta esaminando i ricorsi in ordine cronologico di presentazione.
Lo sblocco dei lavori è quindi legato ai risultati dell'esame della suddetta Commissione ministeriale.
Circa le richieste sollecitazioni all'ANAS per lo sblocco complessivo dei lavori e la redazione dei progetti esecutivi, allo stato attuale delle procedure amministrative in corso appare evidente che le stesse non risulterebbero efficaci, in quanto, come già detto, lo sblocco è collegato al pronunciamento della Commissione ministeriale, organo del tutto indipendente dall'Azienda, mentre per quanto riguarda i progetti esecutivi gli stessi risultano già approntati da tempo e non necessitano di nuove autorizzazioni, qualora si accettasse la soluzione proposta dal Comune di Fossano, trattandosi di eseguire il completamento del primo lotto senza lo svincolo sulla SS n. 28 ed il secondo lotto senza i previsti svincoli sulle vie Levaldigi e Cuneo, quindi in riduzione degli interventi previsti su entrambi i lotti stessi, mentre per il loro affidamento si deve attendere la soluzione del contenzioso amministrativo per l'individuazione del conseguente tipo di appalto.
La copertura finanziaria risulta comunque assicurata, trattandosi di opere già oggetto di appalto. Questo ci rende grazia del pericolo che si teme di correre da parte della finanziaria per la diminuzione dell'importo di 545 miliardi per tutto il pacco delle priorità che erano state indicate nello stralcio della Giunta Brizio.
Da ultimo, sempre in merito al primo lotto, sospeso per le vicende di cui sopra, il Compartimento ANAS di Torino ha approntato una perizia in aumento del primo lotto per maggiori oneri ed imprevisti per interconnessione tecnica con il secondo lotto, anch'essa bloccata in attesa del pronunciamento della Commissione ministeriale.
Circa poi la necessità, condivisa, della realizzazione del raccordo in località Tagliata, l'opera va vista nel contesto più ampio del collegamento Asti-Cuneo e più precisamente nel contesto del lotto 8 del tronco Asti-A6 Marene alla luce delle previsioni contenute nel progetto di massima redatto dalla SATAP e dalla Provincia di Cuneo per un eventuale aggiornamento in sede di definizione del progetto esecutivo del lotto medesimo.
A questo proposito, però, si intendeva attendere le conclusioni del procedimento istruttorio relativo ai lotti esecutivi n. 3 "Motta-Neive" e n. 7 "Diga ENEL - Cherasco" del tronco Asti-A6 Marene, predisposti dalla SATAP e presentati dalla Regione per l'intesa ex art. 81 del DPR n. 616/77 dalla DI.CO.TER. del Ministero dei Lavori Pubblici, unitamente al lotto n.
1 "A6 Massimini Perucca" del tronco A6 Massimini-Cuneo, relativamente ai quali...



(Interruzioni fuori microfono)



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

So bene che questa è una tiritera d'ufficio, da tutti conosciuta; si tratta infatti di problematiche assai note: i contenziosi sono quelli che emergono nell'ambito degli appalti, senza contare tutte le lentezze a livello ministeriale per "risolvere" i problemi.
Il fatto nuovo che si rileva nel contesto generale è che i due primi appalti per le opere da realizzare in funzione dei Campionati mondiali di sci hanno avuto dei ribassi. Qualcuno sostiene che potrebbero essere l'inizio di un altro contenzioso, noi speriamo invece che gli appalti vengano risolti in termini leciti onde evitare i contenziosi e i ricorsi a tutto ciò che la legge prevede quando si stoppano lavori già in corso.
A questo proposito la DI.CO.TER. del Ministero dei Lavori Pubblici unitamente al lotto n. 1 "A6 Massimini Perucca" del tronco A6 Massimini Cuneo, relativamente al quale si sta predisponendo il parere regionale circa l'intesa, che sarà deliberato dalla Giunta regionale (abbiamo già deliberato in Giunta, come contestato questa mattina dal Consigliere Riba forse opportunamente), accertata la non conformità urbanistica delle opere con gli strumenti vigenti o adottati nei Comuni interessati, che richiedono secondo le nuove procedure dell'art. 3 del DPR n. 383/94 il ricorso alla Conferenza dei servizi su convocazione della DI.CO.TER. titolare del procedimento, ove in tale sede andranno acquisiti i pareri dei Comuni, la DI.CO.TER. verificherà, con l'Autorità di bacino del fiume Po alla luce delle indicazioni del P.S. 45, le soluzioni tecniche previste per gli attraversamenti del fiume Tanaro in località Motta di Costigliole e Roreto di Cherasco ed il percorso lungo le valli dello stesso e della Stura dopo gli eventi alluvionali del novembre 1994, al fine di ricavarne utili orientamenti.
Pare comunque possibile ed utile iniziare con la SATAP, l'ANAS e la Provincia di Cuneo e l'Autorità di bacino del fiume Po, un confronto sull'argomento, anche al fine di individuare, a fronte delle scarse risorse finanziarie disponibili, i possibili attori e finanziatori del raccordo in questione, oltreché delineare le caratteristiche tecniche necessarie alla realizzazione del progetto esecutivo dell'intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Apprezzo l'ampia informazione svolta dall'Assessore Masaracchio. E' la prima volta che a seguito della presentazione di un'interrogazione - ma anche questo è strumento che va utilizzato - si ottengono elementi di informazione relativamente alla viabilità dell'area del Piemonte sud, e conseguentemente qualche risposta da dare agli sconcertati cittadini, ma anche ai turisti e viandanti occasionali che, passando per il Cuneese scorgono questa circonvallazione sospesa a 6 metri di altezza, con un trampolino che apparentemente sembrerebbe utilizzabile per deltaplani magari in connessione con l'Aeroporto di Levaldigi, lì adiacente.
Tuttavia, la risposta dell'Assessore Masaracchio, evidentemente redatta nella giornata di ieri od anche prima, non poteva tenere conto delle ultime deliberazioni della Giunta, di cui leggo sulla stampa di questa mattina ma che hanno letto anche i molti cuneesi che mi hanno contattato. Con una rapidità che ricorda la situazione di quel tale di cui "il fulmine tenea dietro al baleno", la decisione della Giunta di ieri sera è già stata comunicata erga omnes alla cittadinanza di Cuneo per informarla della notevole sollecitudine con cui la Giunta decide in ordine ai suoi problemi.
Voglio però far presente al Consiglio un fatto risalente a tre anni fa chiamo a testimone il Presidente Picchioni che allora, Capogruppo della DC, ascoltò e in qualche maniera tentò anche di intervenire per sedare il contenzioso che si era creato (Cavallera era già Assessore o lo stava per diventare, Gallarini lo era certamente). All'epoca si decise e si votò che il collegamento Asti-Cuneo avvenisse in contrasto con il Piano decennale dell'ANAS sulla traiettoria Asti - Alba - Bra - Marene; da Marene si decise di proseguire per 21 km sulla A6 fino a Massimini e da qui per Cuneo lungo una distanza di 26 km. Fu spiegato - naturalmente non verbalizzato, ma possiamo farlo adesso, di modo che resti agli atti - che tale soluzione era necessaria (eravamo nella Prima Repubblica, alcune cose possono essere anche interpretate sotto quella luce) per il conflitto in atto fra SATAP e Società Torino-Savona. Da una parte bisognava dare la concessione alla SATAP, che aveva al suo epicentro la grande idea (intuizione degli anni '50/'60) di una rete autostradale con sede in Piemonte; dall'altra, anche la Torino-Savona doveva avere un suo interesse nell'operazione. La gente si trovò a dover turisticamente percorrere 21 km, in modo da garantire un certo equilibrio tra gli interessi finanziari in campo.
Personalmente ricordo che, sulla base del pronunciamento del Consiglio regionale - che disse: "E' così" - l'ANAS, con decreto perfezionato nel 1992 (decreto Merloni, credo), concesse alla SATAP di realizzare, con un'unica concessione - tenetene ben conto, diversamente continuate a pasticciare - la Asti-Cuneo secondo le tratte Asti-Marene (superstrada senza pedaggio) e Massimini-Cuneo (autostrada a pagamento). Quella concessione non è divisibile.
In allora sono stato fortemente contrario al tracciato, ma se permettete non mi sta bene che qualcuno, adesso, erudito dal fatto che la SATAP non ha più interesse alla costruzione dell'opera (e voi tutti ne conoscete l'evoluzione, i percorsi finanziari, ecc.), mi venga a dire: "Ah Riba, bravo! Avevi ragione tu: non si può fare quella strada lì"!. Non accetto di aggiungere al danno questa beffa, pur se in buona fede.
E' noto quanto reso dalla concessionaria SATAP. Primo: per ora non intende costruire la Cuneo-Massimini e semmai lo dovesse fare, sarà quando si aprirà il Ciriegia; secondo: per l'Asti-Marene pretende il pagamento del pedaggio su tutta la linea (così, anziché un'autostrada avremmo una superstrada a pagamento); terzo: chiede un aumento dei pedaggi sull'intera rete dei 400/500 km; quarto: chiede l'eliminazione del vincolo Cuneo Massimini; quinto: chiede una proroga della concessione sulla Torino Piacenza - già ottenuta una volta: ne vuole una ulteriore per altri quindici anni. Questo è quanto.
Il sottoscritto - ma penso sia opinione convergente di tutti i Consiglieri a conoscenza della situazione, ovviamente a partire dal mio Gruppo - ha quindi richiesto una riunione di Commissione al Presidente Mancuso, che si è attivato per convocarla in tempi brevi e per garantire la presenza della SATAP, dell'ANAS e della Giunta. Quella in esame è questione sulla quale non devono sussistere elementi di indeterminazione ed incertezza.
Capite tutti che se dovesse decadere la convenzione con l'ANAS a favore della SATAP non si potrà imputare il fatto alla Regione! La questione è grave. Telefonare immediatamente alla stampa affinché la notizia corra a segnalare la solerzia di qualche Assessore può rientrare nelle regole del gioco politico, ma decidere di rappresentare gli interessi della Regione istituzione dai vincoli ben precisi, attraverso una richiesta che possa diventare operativa nei confronti dell'ANAS, svincolandola dall'incapacità di adempiere ad un impegno contrattuale, è cosa grave, signori, e non pu essere letta in altro modo.
Sul Piemonte sud gravano problemi da anni, quelli del Cuneese non sono stati affrontati né dall'Amministrazione provinciale (non sono qui per elogiarla su questo punto) né dalle precorse Amministrazioni comunali: non vorrei ricadessero sulle Amministrazioni attuali passate responsabilità di inadempienza.
Vorrei mi si spiegasse il motivo per cui a suo tempo è stato deliberato in un modo, ed ora, a richiesta, in un altro. E' intenzione rivedere l'intero tracciato? E' vero, personalmente l'ho sempre proposto; le decisioni devono per essere assunte contestualmente. Diversamente, il collegamento di Cuneo non si farà più.
Presidente Picchioni, conoscendo la sua correttezza - e non lo dico solo formalmente - nonché le intenzioni quanto meno di correttezza della Giunta, chiedo che l'argomento non venga troppo pubblicizzato nel momento in cui la deliberazione della Giunta sarà valutata e votata in Consiglio.
Il metodo di comportamento seguito è profondamente sbagliato; sarebbe come dire: "La prima notizia è quella che conta; abbiamo provveduto come Giunta: il Consiglio non conta nulla".
Noi, quando siamo stati componenti della Giunta, tenevamo un comportamento ben diverso: sfido chiunque a reperire atti che dimostrino il contrario! Chiedo lo stesso tipo di comportamento quanto meno agli Assessori non competenti per materia: diversamente si crea sconcerto e disdoro per la funzione del Consiglio regionale nel suo insieme. Inoltre dato che la materia è grave e seria - in questo caso, a differenza di quanto diceva Andreotti, è grave e seria, non "grave e non seria..." chiedo e richiedo che si convochi subito la II Commissione, con la presenza dell'ANAS, della concessionaria SATAP e della Presidenza del Consiglio e della Giunta; occorre assumersi collettive e collegiali responsabilità al fine di rimuovere le conseguenze di un pronunciamento di Giunta che ancorché legittimo nel significato che assume, diventa particolarmente incauto e pregiudiziale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Prendo atto degli appunti del collega Riba: se è vero che nell'ambito del rapporto politico tutto è plausibile, è altrettanto vero che ciò che è rigoroso a volte lo vanifica. E' plausibile che vi siano interessi specifici da parte di chi esercita il ruolo di amministratore così com'è plausibile che la notizia di una deliberazione di Giunta, essendo atto amministrativo ufficiale, possa essere non dico comunicata, ma perlomeno "scappare di bocca", soprattutto quando si ha dell'interesse specifico nella politica del territorio. Il collega Riba non si sarebbe accalorato così tanto se provenisse, ad esempio, dalla provincia di Novara; tant'è vero che molti colleghi della provincia di Novara non solo non si sono accalorati, ma addirittura non ne sapevano niente. Ogni appunto è dunque plausibile purché abbia una certa credibilità, e conseguentemente una giusta attesa.
La richiesta di convocazione della II Commissione mi pare pienamente opportuna e dovrà essere convocata a breve.
Per quanto riguarda il braccio della "zeta" non si tratta del vero e proprio congelamento di cui si è parlato. Mi risulta, dalle informazioni assunte anche su sollecitazione diretta del collega Riba dopo settimane di attesa, che non fosse così necessaria una sospensione. Mi scuso per la non risposta al Consigliere: pensavo di farlo tramite la deliberazione di Giunta. D'altronde, com'è ovvio, ciascun Assessore trasmette le richieste pervenutegli ai funzionari, i quali, esaminata la situazione, determinano la risposta da dare. Se l'Assessore potesse rispondere a titolo personale svolgerebbe un lavoro possibile solo come Consigliere; ricordo, infatti che in qualità di Consigliere regionale sono sempre stato molto attivo avendo a disposizione tutto il tempo immaginabile.
Comunque, la sospensione del giudizio sull'altro braccio, anche in considerazione del tempo necessario alla realizzazione dell'intera opera non deve essere intesa come un congelamento: è una semplice sospensione più avanti, vedremo.



RIBA Lido

Gli impegni erano di iniziare l'opera contemporaneamente, da Alba e da Cuneo. Il congelamento dell'uno significa congelamento di tutto!



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Se ti fa piacere, collega, in Giunta ho fatto presente questo rischio.
Ho temuto che il congelamento di quel braccio potesse significare il congelamento di tutto. Mi pare però che tutti i santi del Paradiso siano finalmente determinati a far sì che l'intera opera, già finanziata, possa andare avanti: staremo a vedere. Ce ne assumiamo la responsabilità, collega Riba: ma non ti accalorare.



PRESIDENTE

Relativamente alla richiesta del Consigliere Riba, prego lo stesso di formalizzarla presso il Presidente della II Commissione, che avrà cura di farla pervenire all'Ufficio di Presidenza. Quest'ultimo si attiverà al fine di renderla possibile.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Ho chiesto la parola perché abbiamo firmato anche noi delle interrogazioni sullo stesso tema.
Mi dispiace molto che l'argomento venga affrontato in maniera così approssimativa; la questione è abbastanza importante e ritengo necessiti di un approfondimento complessivo nella Commissione competente. Diversamente si rischia che ciascuno dica quanto lì per lì viene in mente, senza cognizione delle implicazioni di certe scelte e delle richieste pervenute sulla questione. Trattandosi di opera importante, dalle molte ed implicite contraddizioni, credo debba essere affrontata compiutamente e approfonditamente in Commissione, prima di assumere qualsivoglia decisione in merito.
Personalmente, non mi hanno convinto né argomentazioni dell'Assessore né quelle sentite in quest'aula. Chiedo dunque un approfondimento, affinch decisioni importanti non vengano assunte fuori da questo consesso.



PRESIDENTE

Vista l'importanza dell'argomento, ha la parola per un breve intervento il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La ringrazio, Presidente, ma oltre all'importanza dell'argomento faccio presente al Consiglio che anche Rifondazione Comunista ha presentato delle interpellanze sulla questione.
Intervengo innanzitutto per segnalare che su un argomento così decisivo il Consiglio regionale non ha mai discusso. Come certamente ricorderà l'Assessore Masaracchio, non abbiamo mai discusso, in Consiglio regionale il problema dell'autostrada Asti-Cuneo. Infrastrutture pesanti, che muovono investimenti rilevanti, di cui non si sa mai nulla; è successo così anche per la Torino-Pinerolo, decisa non si sa in quale sede, mai discussa dal Consiglio regionale, che va avanti per forza d'inerzia e per canali estranei all'assemblea elettiva.
Ritengo invece particolarmente opportuno che sull'opera in esame, e su tutte quelle similari che richiedono pesanti investimenti, il Consiglio regionale abbia voce in capitolo. La Commissione è senz'altro la sede competente per un approfondimento.



PRESIDENTE

Raccomandazione accolta.


Argomento: Veterinaria

Interpellanza n. 79 dei Consiglieri Chiezzi e Moro relativa al canile gestito dall'Ente Nazionale Tutela Randagi di Novara


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 79 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'interpellanza dei Consiglieri Chiezzi e Moro attiene ai cani e ai gatti randagi ospitati presso la cascina (Cascinino sul Terdoppio) in Via Case Sparse n. 23 a Novara, gestita dall'Ente Nazionale Tutela Randagi (ENTR).
La L.R. n. 34/93 consente ai Comuni di affidare in comodato il terreno necessario alla costruzione di rifugi per cani e gatti, e di fornire agevolazioni agli enti che si occupano di protezione animale purch iscritti al Registro regionale del volontariato (art. 8, comma terzo).
La cosa strana è che l'Ente Nazionale Tutela Randagi, anche se nazionale, nel suo Statuto prevede che non vi possa essere un'autonomia a livello regionale, per cui bisogna vedere a livello d'ente come si pu ovviare al problema.
La Regione si limita a fornire indicazioni generali di programma ai Comuni senza scendere nel merito della gestione, che richiede analisi e valutazioni sui singoli casi e specifica competenza degli Enti locali.
Tuttavia, come ho già detto, la Regione Piemonte riconosce il ruolo delle organizzazioni di volontariato attraverso l'iscrizione ad un apposito registro regionale, requisito di base per l'affidamento di incarichi di servizio e di pubblica utilità e per la concessione delle agevolazioni citate sopra. Come poc'anzi detto, l'ENTR (Ente Nazionale Tutela Randagi) e lo stesso ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) non risultano in questo registro.
Non esiste alcun obbligo da parte del Comune di Novara di fornire medicinali e alimenti specifici ai canili con problemi economici di gestione. La Regione non può effettuare alcun sollecito su interventi di stretta discrezionalità dell'Amministrazione comunale. Non esiste altresì a livello regionale, alcun tacito ed esplicito diritto di prelazione per avere l'esclusiva sul ricovero e l'affidamento dei randagi.
Questo Assessorato ha ripetutamente indicato direttamente al Comune di Novara le procedure per convenire legittimamente incarichi per la custodia di cani randagi attraverso lo strumento della licitazione privata o per affidamento ad associazioni di volontariato iscritte con diritto al semplice rimborso delle spese vive.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, colleghe e colleghi.
L'Assessore, anche in questo caso, ha risposto in termini un po' parziali: nulla ha detto su cosa si intende fare per ovviare all'imperfezione costituita dal fatto che un Ente riconosciuto nazionalmente, per proprio Statuto interno, non è in grado di iscrivere proprie sezioni all'interno di ambiti regionali. E questo ferma tutto il meccanismo; la cosa mi sembra un po' curiosa.
Non ho sentito dall'Assessore quali misure amministrative intende intraprendere per iscrivere l'ENTR all'interno dei registri regionali.
Per quanto riguarda il problema dei rapporti istituzionali, ancora una volta non si riesce ad uscire dalla gabbia costituita dal fatto che non è previsto che il Comune debba obbligatoriamente sostenere in derrate alimentari o in altre strutture tali enti, e che la Regione Piemonte non ha alcun obbligo di imporre al Comune alcunché. E' però dovere civile della società organizzare anche la vita di questi animali randagi, nel rispetto dei loro diritti, della salute pubblica e dell'ordine pubblico: mi sembra si possa dire qualcosa di più e non rimanere all'interno di rigide norme.
Il Comune non "deve" obbligatoriamente fare, ma "può" fare; la Regione non "deve" obbligatoriamente imporre, ma "può" chiedere al Comune alcune cose, può sostenere un'azione. Il Responsabile del Settore Assistenza Veterinaria parla di mancato censimento della popolazione canina. Quindi la Regione non è che non può fare nulla; al contrario, può fare molto se c'è la volontà politica di attivarsi sia nei confronti del Comune sia nei confronti dei settori di propria competenza.
Auspico che l'Assessore si muova maggiormente dal punto di vista della risoluzione pratica del problema, con un intervento sia di carattere politico sia di carattere amministrativo.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 82 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti relativa al Centro di stoccaggio scorie radioattive di Saluggia


PRESIDENTE

In merito all'interpellanza n. 82, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Con l'interpellanza in oggetto i Consiglieri Chiezzi e Simonetti vogliono sapere, con riferimento al Centro di stoccaggio scorie radioattive di Saluggia (VC): quanti metri cubi di scorie radioattive sono stoccate a Saluggia per quanti anni ancora è prevista la durata degli impianti di stoccaggio quali sono gli ultimi accertamenti fatti predisporre dalla Regione in relazione alla sicurezza e funzionalità degli impianti se sia intenzione della Giunta far predisporre accertamenti qualora gli ultimi effettuati non siano recenti se la Giunta regionale non ritenga ormai incompatibile il sito di Saluggia in relazione agli anni di operatività, la progressiva riduzione dei suoi margini di sicurezza, la vicinanza dell'impianto al fiume Dora e ai pozzi di captazione dell'acquedotto del Monferrato.
I problemi evidenziati nell'interpellanza suggeriscono la necessità di rappresentare, seppur in forma generale e sintetica, l'aggiornamento programmatico concernente la delicata questione del ciclo del combustibile nucleare e conseguentemente del destino di quei prodotti derivanti dalle pregresse attività nucleari sviluppate in Italia.
Ciò, per evidenziare quelle azioni più generali che hanno fatto coerentemente seguito alle determinazioni parlamentari e governative alla fine degli anni '80 in ordine alla definitiva sospensione del programma nucleare italiano e che, pertanto, hanno prodotto le condizioni anche per una progressiva dismissione delle attività connesse al ciclo del combustibile localizzate in Piemonte, con particolare riguardo al comprensorio polifunzionale di Saluggia.
In attuazione di alcune direttive Euratom e in aggiornamento al DPR n.
185/64 in materia di radiazioni ionizzanti, il recentissimo DL n. 230 del 17/3/1995 ha introdotto una serie di elementi nuovi nel campo del controllo e della dismissione delle attività nucleari di produzione, nonché di quelle collegate direttamente al condizionamento e al riprocessamento di elementi di combustibile e dei rifiuti radioattivi.
Sul problema del confinamento definitivo di rifiuti e scorie provenienti da attività industriali, sanitarie e di ricerca, il Governo tramite le proprie amministrazioni e gli organi interministeriali, ha prodotto fin dal 1977 direttive e determinazioni programmatiche che, con l'ultimo atto di decommissionamento delle Centrali nucleari di Trino e Caorso approvato nel 1990, impongono una soluzione definitiva sia per i rifiuti di lavorazione, sia per i prodotti di fissione adeguatamente separati e vetrificati, sia, ancora, per gli elementi di combustibile irraggiato opportunamente condizionati.
In particolare, l'ENEA nel "Programma triennale 1993/1995" aveva già segnalato al Governo la necessità di provvedere urgentemente alla selezione di un sito da destinare a deposito nazionale di rifiuti radioattivi di bassa e media attività, raccomandando analoga ed ulteriore decisione per la selezione di un sito da destinare a deposito dei rifiuti ad alta attività comprensivi dei prodotti vetrificati derivanti dalle pregresse attività nucleari in Italia.
A ciò non ha ancora fatto seguito alcuna determinazione governativa, ma l'ENEA, a livello nazionale e, in particolare, negli impianti di Saluggia ha già avviato e, in parte, concluso una serie di azioni per chiudere definitivamente programmi di sviluppo e processi industriali collegati al ciclo del combustibile.
La prima è costituita dalla dismissione dell'impianto IFEC che ha operato nel campo delle fabbricazioni del combustibile nucleare per più di trent'anni e rappresenta il primo esempio di denuclearizzazione di impianto di grosse dimensioni che sia stato eseguito in Italia, con la rimozione e il trasferimento di tutto il materiale fissile e fertile presente nell'impianto, cui ha fatto seguito la decontaminazione dell'impianto e lo smantellamento delle attrezzature.
La seconda è la richiesta, avanzata dall'ENEA lo scorso anno, di revoca della licenza di esercizio dell'impianto Eurex che è attualmente all'esame del Ministero dell'Industria e che, pertanto, evidenzia lo stadio finale della funzione fin qui espletata dall'impianto, le cui attività vanno oggi considerate di tipo residuale e provvisorio.
La Regione, dal 1985 al 1992, aveva assunto una serie di iniziative per avere, quanto meno, un completo dominio delle conoscenze relative a tali impianti, anche con il fine di evidenziare le possibili interazioni con il territorio e con i suoi caratteri fisici ed ambientali più generali.
A tale proposito, erano state assunte informazioni presso l'ENEA e l'Autorità di sicurezza nucleare e protezione sanitaria, denominata DISP le cui funzioni di controllo sono state assorbite più recentemente dall'ANPA, acquisendo al 1992 notizie specifiche in ordine agli impianti interessati dal ciclo del combustibile nucleare, e più precisamente, sulla quantità, sulle caratteristiche di attività e sullo stato fisico dei materiali presenti presso l'ENEA-Eurex, il deposito Avogadro-FIAT e la SORIN presenti nel Centro di Saluggia, unitamente a quanto contenuto presso la FN (Fabbricazioni Nucleari ex AGIP ora ENEA) di Boscomarengo e la Centrale elettronucleare E. Fermi di Trino Vercellese.
Parimenti, erano state richieste anche informazioni sulla gestione dei rifiuti radioattivi prodotti da attività tecnologiche e di ricerca scientifica, nonché da attività medico-sanitarie.
Ad oggi, il rapporto compilato dall'ANPA nel luglio 1995 non pare contenere variazioni significative rispetto alla situazione generale precedentemente comunicata dall'ENEA, ad eccezione degli elementi di combustibile irraggiato che la rilevazione dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente riporta unicamente in termini di quantità e non di radioattività emessa.
Sempre con riferimento alle azioni regionali, merita ricordare che nell'organizzazione della Protezione Civile regionale e nell'articolazione dei suoi organismi tecnici, il Comitato tecnico n. 4, preposto alle sorgenti nucleari, ha emesso nel 1991 uno specifico rapporto concernente il rischio nucleare e le sue caratteristiche, operando il censimento di tutte le sorgenti artificiali di radioattività, ivi comprese quelle esterne al territorio piemontese, che possono rappresentare potenziale causa di rischio.
All'interno di tale rapporto compare la trattazione articolata ed approfondita degli impianti in argomento, la rappresentazione dei trentasei punti di controllo della rete ambientale riferiti all'aria, all'acqua, agli alimenti nonché le caratteristiche del Piano di emergenza esterna.
Con riferimento ai controlli ambientali va precisato, per completezza di informazione, che l'ENEA pubblica e diffonde dagli anni '70 specifici rapporti annuali sullo stato della radioattività ambientale e nell'ambito di tale attività la citata ENEA-DISP, ora ANPA, disponeva fin dal 1990 che il Centro ENEA di Saluggia, insieme agli altri Centri nazionali, cui si è aggiunto il Laboratorio di sanità pubblica n. 40 di Ivrea, eseguisse una serie di analisi aggiuntive e sofisticate anche per quanto riguarda il particolato atmosferico.
Per ciò che attiene invece le possibili interazioni fisiche con il territorio, a fronte di eventi eccezionali, la Regione, in occasione dell'alluvione del novembre 1994, ha attivato le UU.SS.LL. territorialmente competenti e i relativi Laboratori di sanità pubblica per l'effettuazione di necessari controlli di tipo radiometrico, che hanno consentito di evidenziare, ancora prima dell'intervento degli ispettori dell'ANPA, come non si fossero verificati rilasci di effluenti radioattivi nell'ambiente.
Tali controlli, che hanno interessato oltre al Centro ENEA di Saluggia l'impianto Avogadro della FIAT e la Centrale E. Fermi, sono stati contestualmente accompagnati da relazioni preliminari, in ordine alla situazione radiologica degli impianti, compilate dagli esercenti degli impianti medesimi, tramite i servizi di radioprotezione.
In particolare, il Servizio di Fisica sanitaria dell'USSL n. 40 di Ivrea, che tra l'altro con decreto ministeriale 27/9/1994 è stata autorizzata ad esercitare la sorveglianza fisica e la protezione dalle radiazioni ionizzanti, ha eseguito nel novembre 1994 alcuni controlli di contaminazione presso il Centro di Saluggia, comunicando alla Regione un giudizio rassicurante sulla situazione radiometrica riscontrata.
Di tutto ciò è stata data tempestiva comunicazione al Ministero dell'Ambiente e al Dipartimento della Protezione civile presso la Presidenza del Consiglio.
Per quanto attiene, invece, in modo specifico alla struttura dell'impianto Eurex, oggetto dell'interpellanza in argomento, la Regione aveva già chiesto all'ENEA nel 1992 di conoscere le caratteristiche dei depositi e i criteri di sicurezza adottati per evitare in termini assoluti qualsiasi tipo di interazione accidentale dei liquidi con la biosfera e la falda freatica.
L'ENEA rispondeva che in merito ai livelli di sicurezza dei siti di stoccaggio presenti a Saluggia e le modalità con cui sono immagazzinati tali rifiuti, l'attività di controllo ENEA-DISP aveva verificato come gli stessi fossero idonei e sicuri.
In particolare, lo studio ambientale della localizzazione delle celle e dei serbatoi, e più specificatamente del comportamento della falda freatica sotto di questi, già avviato con misure sperimentali nel 1969 e ripreso prima del 1972 e quindi nel 1987 sempre tramite misure in campo, dimostra che le acque di tale falda si diluiscono nel fiume Dora Baltea in qualsiasi regime di quest'ultimo senza entrare in contatto con le acque della falda da cui attinge l'acquedotto del Monferrato.
Con riferimento alla rete di sorveglianza ambientale e dai controlli sull'acqua di falda, questi sono effettuati in continuo ad una profondità di 10 metri, attraverso tre pozzi situati all'interno del sito Eurex secondo la principale direzione della falda freatica, mentre viene effettuato un prelievo con frequenza discontinua attraverso un quarto pozzo presso la Cascina Montecatini.
Tra gli argomenti analizzati a fondo nel "Rapporto di sicurezza" dell'impianto, anche con studi e sperimentazioni espressamente condotte rientra ovviamente l'analisi del sottosuolo e delle falde freatiche e l'analisi delle conseguenze del "massimo incidente credibile". Anche questi studi confermano che sia per la distanza sia soprattutto per la direzione di migrazione delle falde stesse nelle diverse configurazioni stagionali le zone di captazione e di rispetto dell'acquedotto del Monferrato non possono in nessun caso essere interessate.
A seguito delle note decisioni nazionali, l'ENEA ha cessato ogni attività produttiva, procedendo alla chiusura degli impianti e al loro smantellamento come già evidenziato in premessa. L'impianto IFEC e il relativo sito sono già stati completamente denuclearizzati; l'impianto Eurex è stato fermato e messo in sicurezza, cessando ogni attività produttiva. Nel corso del suo funzionamento, negli anni '70 e '80, ha prodotto rifiuti radioattivi sia in forma solida che liquida.
L'inventario di questi rifiuti, che è all'origine di quello pubblicato dalla stampa, è riportato nella tabella che consegnerò agli interpellanti.
L'alta radioattività risulta concentrata nei rifiuti liquidi, mentre le maggiori quantità in volume sono rappresentate da rifiuti solidi a bassa o bassissima attività. Tutti questi rifiuti sono immagazzinati nel rispetto delle prescrizioni di sicurezza ministeriali e sotto la vigilanza dell'ANPA all'interno di strutture controllate sia strumentalmente che fisicamente con divieto di accesso per il personale non addetto o specificamente autorizzato.
Nel caso del Centro di Saluggia i serbatoi dei rifiuti liquidi realizzati in acciaio inossidabile di dieci millimetri di spessore sono contenuti in celle interrate dotate di massicce pareti in calcestruzzo di spessore superiore al metro, rivestite da una lamiera di acciaio inossidabile di tre millimetri, rivestimento che fornisce un secondo contenimento in caso di perdita del serbatoio.
Sul fondo delle celle è realizzato un pozzetto nel quale in continuo viene verificato che non ci sia presenza di liquido come in continuo viene monitorato il livello di liquido nei serbatoi: un segnale di allarme da questi controlli ha come conseguenza il travaso dal serbatoio interessato ai serbatoi di riserva già installati nelle medesime celle. In termini volumetrici, a fronte di 112 mc di liquidi ad alta attività immagazzinati si ha a disposizione un volume di stoccaggio di riserva pari a 250 mc.
Stanti le specifiche di costruzione, i criteri e i controlli di fabbricazione, la sostanziale assenza di sollecitazioni meccaniche e termiche, non ci sono ragioni tecniche per prevedere un deterioramento nel tempo di questi contenitori, considerato che sono stati progettati per condizioni molto più spinte per un uso prolungato negli anni.
Nei venti anni di funzionamento dell'impianto Eurex e del parco di stoccaggio dei rifiuti liquidi, non si sono mai verificate situazioni tali da far pensare o ipotizzare perdite di liquido dai serbatoi. Peraltro il numero di barriere di contenimento che si frappongono fra l'ecosistema ed il liquido radioattivo (ben tre per i rifiuti ad alta attività) l'obbligatorietà di avere a disposizione serbatoi vuoti e la ridondanza dei volumi di riserva rispetto a quelli impegnati, le modalità stringenti di controllo e verifica del parco, sorvegliato 24 ore su 24, le periodiche ispezioni dell'organo di controllo ANPA-DISP e le prescrizioni da questo date, contribuiscono, nella loro globalità, ad una gestione più che sicura del parco rifiuti, e portano ad escludere, a priori, che l'incidente massimo credibile (perdita del serbatoio e versamento di liquidi sul fondo cella) crei le condizioni per un'emergenza o un pericolo per la pubblica incolumità.
Anche se il problema della conservazione in sicurezza non si pone, è tuttavia necessario provvedere con tempestività alla trasformazione dei rifiuti liquidi in forma solida, in modo da poterli conservare a tempo indefinito in condizione di massima sicurezza, dopo il loro conferimento quando sarà il momento, al sito nazionale di raccolta definitiva.
Il centro ENEA di Saluggia ha già messo a punto il processo di trasformazione (vetrificazione) dei rifiuti liquidi in solidi, definendo un progetto di impianto che utilizza le infrastrutture dell'esistente impianto, nuovi interventi e costruzioni di tipo nucleare. Al riguardo l'ENEA ha di recente autorizzato l'indizione di una gara internazionale per la sua realizzazione.
Per quanto attiene alla situazione ambientale e alla sicurezza della popolazione, nel sito di Saluggia vengono effettuati periodici e sistematici controlli radiometrici sul suolo, sulle acque e su alcune matrici alimentari significative, come latte e mais. Inoltre un controllo in continuo del livello di radioattività dell'aria garantisce la rilevazione immediata di una qualsiasi immissione di radiazioni in atmosfera, sia che derivi dagli impianti ENEA, sia che provenga da cause esterne (in altri tempi le esplosioni nucleari in atmosfera, più recentemente l'incidente di Chernobyl). La sorveglianza ambientale, i piani di emergenza interno ed esterno al sito, la sala particolarmente attrezzata per la gestione dell'emergenza, rappresentano nel territorio un riferimento di primaria importanza nei confronti di qualsiasi situazione di allarme nucleare, prodottasi in Italia o all'estero.
Per quanto riguarda i futuri programmi dell'ENEA a Saluggia, già dal momento della fermata degli impianti IFEC ed Eurex, è stata avviata una riconversione delle attività riorientando le competenze presenti nel centro su tematiche convenzionali sia in campo energetico che in campo ambientale pervenendo, nella situazione attuale, ad un impegno superiore al 60% delle risorse su questi argomenti.
Principalmente il Centro di Saluggia, oltre al citato programma di trasformazione dei rifiuti liquidi presenti a Saluggia, e alla conseguente definitiva denuclearizzazione del sito Eurex, si assesterà su attività inerenti l'energia da combustibili alternativi (essenzialmente biomasse) sulle tecnologie per la fusione nucleare, sulla sorveglianza e salvaguardia dell'ambiente.
Alla luce di quanto illustrato e visto che l'ENEA ha cessato ogni attività di normale esercizio sulla ricerca e sullo sviluppo del combustibile nucleare, ho formalmente rappresentato, con nota del 20 settembre u.s., al Ministero dell'Industria e al Ministero dell'Ambiente la necessità di un'azione coordinata finalizzata a realizzare quelle soluzioni organizzative, tecniche e gestionali, che consentano, anche attraverso opportuni interventi di tipo finanziario precedentemente previsti ma da confermarsi, la realizzazione urgente degli obiettivi irrinunciabili segnalati dall'ANPA, in primo luogo l'allontanamento e il ricondizionamento anche fisico dei rifiuti e, in secondo luogo, la definizione dei siti per il confinamento definitivo delle scorie.
Per completezza di informazione si segnala che i dati sui rifiuti radioattivi accumulati in Italia, al dicembre 1991, sono pubblicati sul notiziario ENEA-DISP n. 30 del 1993 e sono articolati per impianto, volumi stoccati, stato fisico, radioattività stimata, tipologia, radionuclidi contaminati.
In ultimo, tale argomento è stato oggetto di analisi del Comitato tecnico n. 4 sulle sorgenti nucleari, della Protezione Civile regionale che nella riunione dell'8 novembre u.s. ha disposto l'aggiornamento del documento conoscitivo stilato nel 1991, in ordine a tutti gli impianti presenti in Piemonte (non solo l'EUrex), al fine di provvedere alla definizione di specifiche iniziative di informazione e di aggiornamento dei Piani di emergenza come convenuto con i rappresentanti dell'ANPA e del Dipartimento della Protezione Civile presenti alla riunione.
Scusate la lunghezza della risposta, ma era necessario fare il punto su questo problema. In sostanza si cerca di giungere ad un decommissionamento del sito ad una riconversione in direzione ecocompatibile; siamo noi i primi a proporre, a livelli ministeriali, il confinamento delle scorie in un sito idoneo scelto a livello nazionale e ci auguriamo che questa scelta venga condotta con il massimo rigore e si tenga anche conto che la nostra Regione ha già dato il supporto al sistema nucleare durante tutto il funzionamento di questo impianto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo all'Assessore copia della relazione per poter approfondire ulteriormente l'argomento in sede di Commissione.
Cari colleghi, come avete sentito, in Piemonte abbiamo una bella pattumiera radioattiva di proporzioni notevoli e preoccupanti. Siamo difesi, soprattutto per quanto riguarda i rifiuti liquidi, da un centimetro di acciaio inossidabile, più un metro di pareti di calcestruzzo, più tre millimetri di acciaio inossidabile che le riveste. Se tali serbatoi di acciaio inossidabile avessero delle perdite, avremmo un altrettanto volume di serbatoio per ricevere il liquido espulso; dopodiché, più nulla.
Il concetto di sicurezza è assai relativo; anche i secondi serbatoi potrebbero rompersi. In quel caso, i rifiuti liquidi altamente radioattivi tracimerebbero sul territorio: a quel punto l'emergenza sarebbe indubitabile.
E' pur vero che sarebbe un fatto eccezionale la rottura del secondo serbatoio di riserva, ma gli incidenti derivano sempre da fatti eccezionali, che non possono essere esclusi a priori. Dunque, i livelli di sicurezza in cui abbiamo confinato questi rifiuti sono ritenuti accettabili come rischio e non a rischio zero.
Si tratta però di rischio radioattivo. La compatibilità tra il livello accettato e le spese necessarie per ridurlo ulteriormente è tutto discutibile e comporta scelte chiaramente politiche.
La risposta alla preoccupazione dell'ANPA, che mi sembra l'Assessorato abbia tenuto ben presente, non può essere quella resa dall'Assessore, di rassicurazione generale, pur mettendoci di fronte allo stato reale della situazione. L'unica rassicurazione è il rimuovere questa pattumiera radioattiva dal luogo in cui è, sicuro o non sicuro che sia - ognuno potrà valutarlo sulla base delle proprie opzioni - e trovare un sito preciso in cui confinarla. Chiedo quindi che su questo elemento, che è importantissimo, l'attenzione non sia mai lieve e la sicurezza non sia mai troppa.
Un cenno su un aspetto che mi ha lasciato un po' perplesso. L'Assessore sostiene che l'ENEA non svolgerà più attività di carattere nucleare, ma poi ci informa che per quanto riguarda la fusione nucleare l'attività continuerà ad essere svolta. Non ho capito bene questo passaggio eventualmente in Commissione potremo chiarirlo. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 127 della Consigliera Cotto relativa all'orario generale dei servizi di trasporto


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 127 presentata dalla Consigliera Cotto.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

La concessione ad esercitare un servizio pubblico di linea è regolata da apposito disciplinare.
Le concessioni rilasciate antecedentemente all'introduzione del nuovo schema tipo di disciplinare di cui alla DGR n. 317-10885 del 25/11/1991 erano e sono regolate, in materia di orari del servizio, dai punti 4, 5 e 6 del disciplinare relativo; si riporta integralmente il punto 6 suddetto che tratta della pubblicizzazione degli orari: "I prospetti degli orari e delle tariffe approvate dovranno essere esposti, oltre che nell'interno delle vetture, nelle località principali".
A seguito della DGR n. 317-10885 del 25/11/1991 sopra citata la materia degli orari del servizio è regolata dai punti 3, 4 e 5 dello schema tipo del disciplinare; si riporta integralmente il punto 5 suddetto che tratta della pubblicizzazione degli orari: "I prospetti degli orari, con le eventuali limitazioni di esercizio, dovranno essere esposti presso le principali fermate".
Da quanto sopra emerge che le aziende concessionarie dei servizi devono rendere pubblici gli orari del servizio esercito, pur entro i limiti riportati nei rispettivi disciplinari.
Nonostante ciò l'utenza riscontra notevoli difficoltà di informazione in merito.
A fronte di tale ultima considerazione si elencano qui di seguito le azioni intraprese dalle Amministrazioni provinciali piemontesi, delegate in materia di trasporto pubblico locale ai sensi della L.R. n. 1/86, e della Regione Piemonte stessa.
La Provincia di Cuneo ha pubblicato per un determinato periodo un orario cartaceo per le linee ad essa delegate.
La Provincia di Torino ha proceduto analogamente a quanto sopra.
Le altre Province non risulta abbiano intrapreso analoghe iniziative.
La Giunta regionale del Piemonte nel 1992 ha stanziato la somma di L.
240 milioni quale contributo per le spese per la realizzazione di un progetto informatizzato degli orari da erogare alle Province piemontesi.
Hanno realizzato tale progetto, nel limite della ristrettezza dei fondi a disposizione, le Province di Asti e di Cuneo che si sono dotate di un apposito software per la gestione degli orari a disposizione dell'utenza presso punti o postazioni scelte dalle Amministrazioni provinciali medesime.
Le altre Amministrazioni provinciali non hanno utilizzato tali fondi e gli stessi, al 31/12/1994, sono "andati in perenzione".
Alla data odierna la Provincia di Alessandria ha manifestato l'intenzione di utilizzare le somme di cui sopra e, a tal fine, è in corso da parte della stessa la predisposizione del progetto relativo.
La Provincia di Asti e di Cuneo hanno invece manifestato l'intenzione di integrare quanto già realizzato in prima fase.
Le altre Amministrazioni provinciali non risultano avere preso provvedimenti in merito.
Concludo dicendo che, nell'ambito delle deleghe o comunque dell'attribuzione di responsabilità diretta amministrativa, soprattutto per quanto riguarda tutto il comparto dei trasporti, nel tempo, quando questo sarà attivato, le Province avranno una diretta responsabilità per cui non ci saranno più le incongruenze evidenziate e denunciate dall'interpellanza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nel presentare l'interpellanza sono partita da una constatazione: ogni volta che si intende raggiungere qualche località piemontese mancano informazioni per quanto riguarda gli orari, le coincidenze, le opportunità di scambio con le autolinee.
Esiste la L.R. n. 1/86: nell'interpellanza ho citato il punto preciso dell'art. 28, ultimo comma, che recita: "...le aziende devono pubblicare a loro spese e diffondere l'orario generale dei servizi di trasporto, nonch tutte le informazioni utili all'utenza". Questo in gran parte non avviene.
E' vero, ci sono state le deleghe alle Province. Sfido però ognuno di voi a cercare di andare a San Damiano d'Asti in treno, oppure - per chi viene a Torino - a recarsi a Pecetto o a Revigliasco. Porto il caso della sottoscritta. Quando è stato convocato il Consiglio regionale ad Ivrea ho tentato di informarmi come raggiungere Ivrea, sapevo che c'erano dei pullman: avere delle informazioni è stato difficilissimo.
Chiedo pertanto all'Assessorato un'azione più incisiva, al fine di rimuovere un grave disturbo per coloro che hanno l'esigenza di viaggiare ed anche per il danno arrecato a tantissime località.
Ora, dal momento che la legge prevede che "...le aziende devono pubblicare a loro spese e diffondere l'orario generale dei servizi di trasporto, nonché tutte le informazioni utili all'utenza", e che la stessa vige da nove anni, mi chiedo perché non usiamo gli strumenti utili per farla rispettare, nell'interesse dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

L'appunto della Consigliera Cotto è inappellabile. In effetti, tale carenza potrebbe determinare la mancata erogazione regionale dei 250 milioni prescritti in bilancio. La responsabilità, comunque, è da ascrivere alle Province per il mancato intervento in merito.
Ad ogni modo, dall'1 febbraio è previsto un biglietto integrato valido per tutto il sistema dei trasporti. Le incongruenze rilevate dalla collega non potranno più reggere, in quanto sia presso le ferrovie sia presso le stazioni delle autolinee sia a bordo degli stessi pullman, verrà attivato un sistema informativo per il quale saranno erogati copiosi finanziamenti da parte della Provincia di Torino, che ha funzione di "capofila" per tutte le problematiche connesse, nonché del Comune di Torino, molto interessato al problema.
Ci saranno contributi anche da parte della Regione. Grosso modo, si prevede una spesa di circa 8 miliardi per sopperire ad un problema che le società delle autolinee avrebbero dovuto - e dovrebbero, con il controllo delle Province - risolvere più disciplinatamente. Il biglietto integrato ovvierà anche a questi problemi.



PRESIDENTE

Possiamo ritenere esaurite, per questa mattina, interrogazioni ed interpellanze.
Pregherei di avvisare i Consiglieri che sono nel "corridoio dei passi perduti" di entrare in sala per le votazioni cui si procederà nel proseguimento dei lavori.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. del progetto di legge n. 88: "Modifica della L.R. 2/12/1992, n. 51 'Disposizioni in materia di circoscrizioni comunali, unione e fusione di Comuni, circoscrizioni provinciali'".
Occorrono 31 voti per l'iscrizione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n.
89, presentato dal Gruppo Alleanza Nazionale, relativo alle dichiarazioni dell'on. Bossi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Non è iscritto, in quanto non sono stati raggiunti i 40 voti favorevoli.
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n.
88, firmato dai Consiglieri Casoni, Masaracchio, Rossi, Dutto, Viglietta Peano, Toselli, Riba e Chiezzi, relativo all'Aeroporto di Cuneo-Levaldigi.
Occorrono 40 voti per l'iscrizione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n.
90, firmato dai Consiglieri Marengo, Chiezzi, Spagnuolo, Cavaliere e Ferraris, relativo alla discarica di Chivasso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.
Pongo infine in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 86, firmato dai Consiglieri Salerno e Ghiglia, relativo al DL n.
626 relativo alla sicurezza sul lavoro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 41 voti favorevoli e 4 astensioni.
Relativamente allo stesso argomento è stata presentata un'interpellanza a firma dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea, Simonetti e Moro. La riteniamo allegata per l'iscrizione e la successiva discussione.


Argomento: Province - Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni - Circoscrizioni comunali

Esame progetto di legge n. 88: "Modifica della L.R. 2/12/92, n. 51 'Disposizioni in materia di circoscrizioni comunali, unione e fusione di Comuni, circoscrizioni provinciali'" - Esame ordini del giorno n. 87 e n.


PRESIDENTE

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PRESIDENTE

Informo che l'VIII Commissione ha modificato ed approvato con i voti favorevoli di Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, CCD, Federalisti, PDS con i voti astenuti di Rifondazione Comunista ed i non partecipanti al voto del PPI la modifica della L.R. 2/12/1992 n. 51: "Disposizioni in materia di circoscrizioni comunali, unione e fusione di Comuni, circoscrizioni provinciali", provvedimento testé iscritto all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello, relatore

In queste settimane la Commissione VIII si è riunita in più occasioni per esaminare la richiesta di istituzione della nuova Provincia di Alba-Bra avanzata da 55 Comuni della zona. Nel corso dell'esame del provvedimento è emerso come una parte dei Comuni interessati all'istituzione di questa Provincia, gravitanti nell'area Cebana-Monregalese, non abbiano ancora espresso il loro parere. Ci pareva opportuno mettere il Consiglio nelle condizioni di esprimere il proprio parere sulla base del confronto più ampio, al di là delle procedure formali con le comunità interessate. Questo anche perché riteniamo che questa legislatura si debba caratterizzare per una forte impronta istituzionale di piena attuazione della legge n. 142 e delle LL.RR. n. 43 e n. 51; pertanto ci pareva opportuno, come si suol dire, "partire con il piede giusto".
Nel caso in esame, partire con il piede giusto significava - e significa - cercare di capire le considerazioni del gruppo di Comuni del Cebano e del Monregalese rispetto alla proposta, al fine di evitare che la costituzione di una nuova Provincia avvenga senza il massimo coinvolgimento degli enti interessati.
Al di là degli aspetti istituzionali, vi è anche un problema di ordine socio-economico, più volte adombrato in sede di Commissione: l'emergenza dei sistemi locali è elemento con il quale occorre fare i conti, anche come capacità delle dinamiche della nostra regione.
Sistemi locali emergenti tendono a chiedere rappresentanza sul piano istituzionale. Siccome tale questione nel nostro Paese è all'ordine del giorno, come Regione dobbiamo assolutamente tenerne conto.
Detto questo, per poter procedere nel modo più corretto all'assolvimento dell'adempimento assegnato al Consiglio regionale tramite l'apposita Commissione, ci pareva opportuno poter disporre di qualche settimana di tempo in più, al fine di poter sentire le Amministrazioni interessate. Ciò richiedeva - e richiede - la modifica della legge n. 51 nella parte relativa alle procedure per le espressioni di parere sulle costituzioni delle Province che, come il Consiglio sa, deve essere richiesto entro 18 mesi dalla prima deliberazione assunta dal primo Consiglio comunale che chiede l'istituzione della nuova Provincia. Il termine dei 18 mesi scade domani e, non avendo concluso l'iter istruttorio della Commissione, con l'accordo della Giunta, che ha preparato il disegno di legge, si è ritenuto opportuno elevare questo termine da 18 a 20 mesi.
Il provvedimento che dobbiamo discutere ha quindi questi antefatti; a lato del provvedimento c'è un ordine del giorno che consente di comprendere come il provvedimento non abbia assolutamente carattere dilatorio.
Nel momento in cui il disegno di legge e l'ordine del giorno verranno approvati la Commissione sarà convocata, immediatamente dopo la pausa natalizia, proprio per riprendere i contatti con i Comuni interessati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

La Lega, durante le varie riunioni dell'VIII Commissione, ha sempre sostenuto una tesi differente da quella sostenuta dagli altri Commissari.
Su argomenti così importanti come l'istituzione di una nuova Provincia riteniamo che per consentire ai Consiglieri del Consiglio regionale di esprimere un parere, non sia sufficiente l'iter che la legge prevede.
L'unico modo veramente sicuro per consentire alla Provincia di Cuneo di esprimersi con tranquillità sull'eventuale creazione della Provincia di Alba-Bra è quello di un referendum consultivo.
La Lega è favorevole al discorso dell'autodeterminazione dei popoli e non pensa si possano assumere decisioni dall'alto senza aver chiesto un parere ai cittadini interessati. Ovviamente il referendum che proponiamo è limitato ai 109 Comuni che dovrebbero far parte della nuova Provincia sarebbe inopportuno un parere espresso solamente attraverso deliberazioni di Consigli comunali.
Esaminando i dati distribuiti in Commissione, ho rilevato che alcuni Comuni hanno addirittura risposto con lettera del Sindaco; molti si sono divisi tra maggioranza (favorevole) ed opposizione (contraria); in alcuni casi, come il Comune di Dogliani - 5.000 abitanti - le consultazioni popolari hanno dato esito negativo. D'altronde, conosciamo tutti sia i pro che i contro del caso.
La Lega non è sicuramente contraria all'istituzione, ma non possiamo certo decidere noi; la Regione può - e secondo me "deve" - promuovere il referendum consultivo, poiché solo così potremo essere sicuri di quello che stiamo facendo e potremo esprimere un giudizio più sereno. La decisione finale spetterà al Parlamento che non potrà andare contro la volontà dei cittadini; il referendum diviene così un rafforzativo, un indirizzo per le decisioni dei nostri parlamentari.
La Lega non parteciperà al voto sia per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 97 sia per il progetto di legge n. 88. Tra l'altro, la proroga di 60 giorni è stata proposta per consentire ai Consigli comunali dell'area del Cebano di esprimersi. Ebbene, avevano 180 giorni e non si sono espressi; abbiamo convocato in VIII Commissione i Sindaci di 40 Comuni e se ne sono presentati solo 2: evidentemente non c'è impegno da parte di questi Consigli. Non so se obbligarli ad esprimersi sia cosa positiva.
Ripeto, l'unico modo è consultare i cittadini. Occorre anche tenere presente che se quei 40 Comuni del Cebano si esprimessero negativamente essi verrebbero estrapolati dalla nuova Provincia, la quale quindi andrebbe molto al di sotto dei 200.000 abitanti consigliati dalla legge per l'istituzione di nuove Province. Pertanto, se creiamo una nuova provincia con 150.000 abitanti è molto probabile che a Roma venga bocciata. La nostra proposta è di "tagliare la testa al toro": sentiamo i cittadini.
Mi sembra invece che l'ordine del giorno in esame sia nient'altro che un accordo tra maggioranza ed opposizione per salvare le posizioni assunte inizialmente in Commissione; noi non siamo disposti ad appoggiare giochi di partito: l'unico nostro interesse è portare avanti le istanze dei cittadini. L'unico modo per conoscerle è il referendum consultivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ci sono agli atti molte discussioni attorno alla Provincia di Alba-Bra, e molti ragionamenti che collegano, non soltanto idealmente ma anche amministrativamente, la passata e la presente legislatura, il passato e l'attuale Consiglio.
Con l'istituzione delle Province di Biella e del Verbano Cusio Ossola avevamo avviato un'operazione di riordino istituzionale del Piemonte realizzato in adesione alle proposte, alle richieste, all'evoluzione storica, alle esigenze e ai bisogni provenienti da più parti sul territorio.
Risultano agli atti, Presidente Picchioni - ogni tanto la chiamo in causa poiché anche lei era presente nell'altro Consiglio - anche i riferimenti al territorio di Alba-Bra, in cui enti istituzionali ed abitanti non avevano ancora perfezionato le proprie intenzioni.
Supplementi di indagine e di approfondimento richiesti in allora sono durati anni ed hanno portato a risultati che personalmente reputo considerevoli anche dal punto di vista del metodo, della fisionomia: memorie scritte, convegni, indagini, pronunciamenti delle categorie sociali, dibattiti nei Consigli comunali, articoli di giornale. Richiamo per ultimo il recente convegno a Santa Vittoria d'Alba, con la presenza di 400 e più persone a rappresentare l'insieme dell'area dal punto di vista delle sue articolazioni istituzionali e di interessi.
Detto questo, voglio esprimere apprezzamento per il tipo di lavoro svolto in VIII Commissione; ringrazio il Presidente Vindigni per l'evoluzione delle posizioni di partenza e per la produzione di una proposta largamente sostenuta da forze politiche della maggioranza e dell'opposizione. Infatti, quando è in discussione un assetto che riguarda interessi consistenti di una così larga area del Piemonte è bene, se possibile, che ci sia qualcosa di più che una semplice decisione a livello di maggioranza.
Siamo dunque alla fase attuale; fase non finale, anche se l'ordine del giorno, in sostanza, riconosce il pronunciamento positivo del Consiglio regionale sull'istituzione della nuova Provincia, lasciando alla stessa la definizione del territorio sulla base di un supplemento di pronunciamento richiesto a quei Comuni che avevano avviato e poi interrotto discussioni di merito.
I Comuni del Cebano avevano avviato un lavoro di pronunciamento sospeso successivamente su loro iniziativa; il Comitato promotore non ha sviluppato alcuna interferenza. Il pronunciamento deve essere sereno: se lo vogliono, saranno inclusi; diversamente, non lo saranno. Questo consentirà grande serenità anche del supplemento di indagine: guai se da quel pronunciamento dovesse derivare la decisione globale.
La decisione globale nasce dal territorio storico di Alba-Bra geologicamente, geograficamente, storicamente e culturalmente definito.
Colleghi: così come in una scalata l'ultimo passo, pur essendo del tutto uguale agli altri, è quello che porta in cima alla vetta e quindi configura la scalata medesima, così questo lungo, saggio percorso si sta avviando alla vetta: si tratta di vedere se appoggiamo prima il piede destro o il piede sinistro.
Presidente Picchioni, il percorso fatto va a mio avviso giudicato come grande avvenimento al di là di opinioni singole, rispettabilissime. Un Piemonte che ragiona sulla propria riorganizzazione, che si ridefinisce in funzione della propria veste istituzionale per gli anni Duemila è qualcosa che va oltre la posizione singola. Dico questo apprezzando molto l'adesione all'ordine del giorno dei colleghi di Alleanza Nazionale.
Indubbiamente, ciascuno ha una propria posizione culturale, ideologica politica; ma se così come per le Province di Biella e Verbania arrivassimo ad un pronunciamento unitario del Consiglio si tratterebbe di un viatico importante per la Regione nel suo complesso.
Un'ultima, breve riflessione. Io vivo in quella parte del territorio della Provincia di Cuneo che non appartiene all'area che dovrebbe trasformarsi in nuova Provincia, ma all'altra. Questa Provincia così grande, la cui rappresentatività finisce per essere itinerante rispetto alla dimensione enorme del territorio, registra punte di dinamismo economico, sociale e culturale avanzate nei territori che hanno una loro consistenza ed una loro abilitazione, storica e recente: è il caso, per esempio, del territorio di Alba-Bra, delle Langhe, dei Roeri. Nulla viene dato alle altre aree, quelle storicamente più povere, della montagna e dell'area dei fondovalle: manca una Provincia che si occupi di loro, così come lamentavano nel Verbano i territori alpini. E' fatto assodato: negli anni '50 la montagna si è andata spopolando per una ragione che cito in un minuto solo. Le risorse prodotte dalla montagna non erano più sufficienti a mantenere le popolazioni di quei territori - lo stesso dicasi per il Meridione, ed oggi per il Marocco e i Paesi del Terzo Mondo. Ma nell'attesa di risolvere il problema, di reperire in qualche maniera le risorse necessarie, la gente se n'è andata. E' il destino delle zone povere, quello di essere ulteriormente impoverite dall'emigrazione, che porta lontano intelligenze, passioni, capitali umani! Occorrono istituzioni che governino non solo le strade, non solo i servizi, ma l'evoluzione economico-culturale, la crescita della comunità ma per poter fare questo occorre conferirle la dimensione di comunità.
L'evoluzione del nostro assetto istituzionale - così come domani sarà per l'area metropolitana - passa attraverso la ricerca di una dimensione comunitaria.
Nel frattempo, partiamo da una Provincia estesa su quattro lati, che non ha altro titolo che chiamarsi "Provincia Granda" e che registra una serie di insuccessi, dovuti non soltanto all'esiguità della popolazione.
Non abbiamo strade né Università. Penso a Biella e a Vercelli. Territorio che si è dato una nuova Provincia, un'Università, nuove infrastrutture; un territorio che si è dato strumenti per governare.
Cuneo non ha trovato l'assestamento per le Università, non ha trovato la spinta per la viabilità, ed abbiamo visto questa mattina lo scempio che provoca, di fronte ad un grosso problema, l'avvio di un'operazione del tutto parziale.
Sono tutte conseguenze del fatto che in quella grande Provincia qualsiasi cosa si faccia è ben fatta, ma per quanto si faccia non si pu rappresentare l'intero territorio, accorpandolo ad una nuova dimensione e fisionomia, ad un nuovo progetto istituzionale.
Comprendo il discorso dei costi, ma quanto può rendere la messa in funzione di un forte corpo ideale, politico ed operativo di cultura, di organizzazione, di promozione materiale e culturale della comunità? Non abbiamo metri per misurare valenze del genere e non possiamo utilizzare i metri tipici di un modello meno significativo di quello che intendiamo attuare.
C'è entusiasmo - e desidero riportarlo in quest'aula - perché si sono trovate intese che segnalano presenze e convergenze significative, in termini anche politici come raramente si incontrano.
Dall'altra parte del territorio, resistono ragionamenti di tipo meno consistente; soprattutto, resistono i problemi, ed un livello alto di problemi finisce per comportare un livello basso di discussione: gli uni sono la conseguenza degli altri.
Quindi, da cuneese quale sono vorrei ringraziare per la disponibilità dei Gruppi realizzatasi in Commissione; auspico che l'ordine del giorno venga approvato così come proposto: penultimo passo per il raggiungimento di una vetta, che è traguardo significativo non solo per i cuneesi e per gli albesi, ma per tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Il Presidente Picchioni, introducendo il disegno di legge, ha informato il Consiglio sul risultato della votazione in Commissione, e quindi anche sulla non partecipazione al voto del Gruppo dei Popolari. Non partecipazione al voto che deriva esclusivamente dal fatto che è nostra intenzione valutare in aula le posizioni dei Gruppi consiliari e, in modo particolare, della Giunta e del Vicepresidente, che aveva espresso non poche perplessità.
Riteniamo che sul disegno di legge e sull'ordine del giorno connesso occorra profonda convinzione da parte di tutto il Consiglio regionale, per procedere serenamente ad una valutazione definitiva.
Il Consiglio regionale ha la possibilità di esprimersi oggi con parere favorevole, anche se è una prima valutazione, sull'istituzione della Provincia di Alba-Bra: fatto di grandissima importanza.
Crediamo non occorrano altre valutazioni; in sede di consultazioni indette dalla Commissione abbiamo registrato molti consensi, non soltanto da parte delle Amministrazioni comunali, ma anche da parte del mondo economico. La documentazione raccolta giustifica l'istituzione della Provincia di Alba-Bra.
Resta soltanto la non risposta, da parte di alcuni Comuni, alle sollecitazioni della Regione. Forse si sarebbe potuto - questa la nostra posizione - assumere oggi una decisione definitiva, cercando di interpretare la non espressione da parte di quei Comuni. Tuttavia, ritengo utile quanto svolto, poiché ha aggiunto ulteriori elementi sul tipo di valutazione dei Comuni del Cebano e del Monregalese.
In ogni caso, con l'ordine del giorno allegato al disegno di legge, il Consiglio regionale, sostanzialmente, dirà "sì" all'istituzione della Provincia di Alba-Bra, con riserva per quanto riguarda il Cebano e il Monregalese.
Mi pare anche utile - elemento che ci induce ad approvare le due proposte - l'indicazione del Presidente della Commissione di partire subito con la consultazione dei Comuni del Cebano e del Monregalese, cercando di anticipare i tempi. La prevista scadenza di due mesi, quindi, potrà essere anticipata: questo rafforza la nostra convinzione nel dare un parere favorevole all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Brevemente, per sottolineare la posizione del nostro Gruppo su una questione importante, quale quella dell'eventuale istituzione di nuove Province in generale, e di quella nello specifico.
Ho partecipato ai lavori dell'VIII Commissione e credo che il percorso che si è andato sviluppando sia stato utile, in quanto ha consentito di approfondire la validità degli argomenti portati dai vari Gruppi politici anche rispetto alle diverse posizioni.
E' opportuno valutare l'esigenza che ad un percorso istituzionale si arrivi espletando non soltanto l'iter procedurale dal punto di vista teorico e formale - come indubbiamente deve avvenire in tutte le circostanze - ma anche sostanziale; la valutazione dei Comuni di Alba e Bra è stata assai chiara, manca invece la posizione di altri Comuni che, in qualche modo, potrebbero essere coinvolti nell'istituenda Provincia.
La nostra parte politica ha sostenuto l'esigenza che, da un lato, il Consiglio potesse esprimersi su quella che abbiamo chiamato una prima valutazione favorevole al progetto di istituzione della Provincia di Alba Bra, e che, dall'altro lato, si consentisse comunque a tutti i Comuni di deliberare in proposito, anche a quelli dell'area del Cebano che, per qualche ragione, non avevano potuto esprimersi o non lo avevano ancora ritenuto opportuno.
In questo senso, la posizione assunta dalla Giunta consente di arrivare ad una decisione in termini certi, in maniera approfondita e ragionata conoscendo le posizioni di tutti i Comuni.
In quest'aula si parla della Provincia di Alba-Bra da molto tempo istituzione importante poiché si tratta di un territorio omogeneo, ma è indubbio che i Comuni devono avere la possibilità di esprimersi.
Con l'approvazione dell'ordine del giorno possiamo dire di aver fatto un passo avanti, esprimendo un primo orientamento utile al futuro cammino della proposta. Rispetteremo la volontà dei Comuni che ancora non si sono espressi, consentendo loro due ulteriori mesi per farlo.
La documentazione che invieremo al livello centrale, affinché venga esaminata l'istituenda Provincia di Alba-Bra, intrecciandosi con il cammino proposto dalla Giunta, potrà quindi essere la più ampia e corretta possibile.
In questo senso, voteremo favorevolmente l'ordine del giorno presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Colleghe e colleghi Consiglieri, signor Presidente. Certamente non siamo qui per costruire un campanile in più, una Provincia in più. Se così fosse, l'operazione avrebbe tappe scontate: staccarsi dalla provincia madre il più in fretta possibile, cercare il consenso con la creazione di nuovi servizi, ottenere centinaia di posti di lavoro in più, cercare quindi il favore emotivo della gente e soprattutto procurare nuove poltrone per politici locali frustrati dall'insuccesso.
Le Langhe ed il Roero nel contesto generale, soprattutto regionale hanno una storia a parte. Sono infatti da ritenersi una Regione mancata; il Tanaro, anziché dividere, unisce concretamente le Langhe al Roero; i due grandi campanili, Alba e Bra, si possono considerare un'unica città vista la continuità di presenze di abitazioni civili, di industrie, di aziende commerciali, artigianali ed agricole che uniscono i due centri lungo la Statale n. 231.
Credo che ormai si sia tutti edotti per quanto concerne la nuova figura istituzionale che il comitato costituente tenta di costruire. Alba e Bra sono due volti di un'economia che si integra; un comune futuro sanitario visto che l'USSL è unica, e un nuovo ospedale potrebbe sostituire i due oggi in funzione. Le popolazioni chiedono una Provincia con "equipaggiamento leggero", che potrebbe risolvere i loro problemi di lontananza dal capoluogo ed offrire l'opportunità-istituzione di dar vita ad un Piano di sviluppo che nasca in quel territorio e, non, com'è sempre avvenuto, subìto dall'alto.
Lo hanno detto e ripetuto: questa non è una ricerca di secessione da Cuneo, ma la necessità di un'autonomia, di poter contare di più, ma soprattutto di poter avere la possibilità di governo di un territorio omogeneo. Certo, non mancano - giustamente - le perplessità; l'eventuale divisione di una Provincia è sempre un momento traumatico. Bisogna operarla con la giusta cautela, non danneggiando alcuna delle parti in causa, anzi cercando che questo avvenga in modo collaborativo. Soprattutto Alba ha le possibilità di collaborare con Cuneo, e non solo per un discorso di collegamenti europei. La proposta di Alba-Bra può ritenersi un momento di sperimentazione della validità della legge n. 142. E' infatti attraverso questa legge, attraverso questa opportunità contingente che ci riguarda in modo diretto, che si può intravedere un nuovo ordinamento amministrativo.
Una Provincia non più confusa con gli organi di decentramento statale, ma come vero governo del territorio ed espressione degli interessi dei cittadini, delle forze locali, delle Amministrazioni comunali oggi in grande necessità di essere supportate per poter sopravvivere.
Gli abitanti delle Langhe e del Roero per temperamento sono in continua dialettica - segno di vivacità - ma quando si tratta di un problema comune fanno quadrato. Lo si è visto per l'ACNA Re-Sol, per la Cuneo-Asti e soprattutto in occasione degli eventi alluvionali.
La coesione e il senso di Provincia si vedono anche soprattutto nel momento della necessità.
Invito quindi tutti i miei colleghi ad aggiungere al loro vasto carnet queste considerazioni: ritengo infatti che da una Provincia che nasce con queste caratteristiche di novità e di intraprendenza, anche tutte le altre ne abbiano beneficio; specialmente quella madre che in questo momento ha problemi di identità e soprattutto di isolamento.
Diamo la possibilità a chi ha capacità di governo di potersi governare ammesso e concesso che ci siano i numeri, una volta acquisiti i pareri dell'area cebana e monregalese, fermo restando, quindi, il rispetto della legge n. 142.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Casoni.



CASONI William

Intendo intervenire soprattutto entrando nel merito dell'ordine del giorno, nel quale si esprime - leggo testualmente - "una prima valutazione favorevole alla proposta di istituzione della Provincia di Alba-Bra, con riserva di definire l'ambito territoriale della Provincia stessa dopo aver acquisito il pronunciamento dei Consigli comunali".
Il fatto è che su 109 Comuni della costituenda nuova Provincia, solo 66, allo stato attuale, hanno dato parere favorevole: gran parte della costituenda Provincia, e per essere più specifici l'area del Cebano e di tutta l'Alta Valle Tanaro, non ha ancora ritenuto di esprimersi. Invitati in Commissione, su 33 Comuni se ne sono presentati due, i quali hanno espresso perplessità e hanno avanzato richiesta di referendum locale per conoscere il parere degli altri 31 Comuni interessati.
Preannuncio quindi il voto contrario di Alleanza Nazionale innanzitutto per il controsenso contenuto nello stesso, in quanto non si può dire "esprimiamo parere favorevole salvo ridefinire l'ambito della Provincia dopo aver consultato i Comuni interessati" quando la legge n. 142 dice che "le istituende nuove Province devono avere almeno 200 mila abitanti". Se togliamo l'area dell'Alta Valle Tanaro e del Cebano, il numero degli abitanti questa ipotetica Provincia scende sotto i 150 mila.
Se il Cebano dice "non ci sta bene", come possiamo costituire una Provincia con meno di 150 mila abitanti? E questo è il primo interrogativo di merito.
Scendendo in una valutazione più politica della questione, il Gruppo di Alleanza Nazionale è sempre stato contrario ad una divisione della Provincia di Cuneo per un problema diciamo "sociale". Nella Provincia di Cuneo esistono due aree: quella di Alba-Bra, più industrializzata ed evoluta, e l'area sicuramente più debole della restante parte di Provincia.
Se accettassimo il principio sociale per cui una zona si costituisce a s solo perché economicamente più forte daremmo adito ad altre località nella stessa situazione di dissociarsi, lasciando la montagna, la rimanente parte della zona di Cuneo, ad "arrangiarsi".
Inoltre, il disinteresse - come ho detto prima - dei Comuni che sono stati interpellati dimostra che in questa stessa area non esiste forte vocazione a costituire la nuova Provincia. Personalmente ritengo che se ci fosse interesse, i Sindaci o gli stessi Consigli comunali sarebbero i primi ad esprimersi in senso favorevole. A tutt'oggi quasi il 40% dei Comuni attenzione! non della Provincia di Cuneo, ma dell'ipotetica istituenda Provincia - non hanno ritenuto di pronunciarsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente.
Il tema della Provincia di Alba-Bra ci ha visti discutere a lungo in Commissione; personalmente ritengo di dover intervenire perché il problema della Provincia di Alba-Bra, così com'è stato proposto nell'ordine del giorno, non può interessare esclusivamente i Consiglieri che ritengono territorialmente di rappresentare la provincia di Alba-Bra: la questione deve interessare l'intero Consiglio regionale. Ed è per questo che dopo lunga discussione, su proposta anche della Consigliera Spagnuolo, si è arrivati alla definizione riportata nell'ordine del giorno.
Prego dunque i Consiglieri Toselli e Riba, che si sentono di rappresentare più di altri questo territorio, di allargare la sottoscrizione dell'ordine del giorno - maturato dopo una lunga discussione in Commissione - a tutti i Capigruppo che intendono sottoscriverlo - io sarò uno di questi.
Si è detto che se non ci fosse stata una vocazione storica, culturale e territoriale rispetto ad una proposta come questa, si correva il rischio di attribuire soltanto competenze ad una nuova Provincia, riducendo sensibilmente le prerogative di una Provincia unita.
Sono d'accordo che la Regione Piemonte, prima di esprimere un parere compiuto, pur con le precauzioni che si debbono adottare nell'esprimere pareri favorevoli all'istituzione di nuove Province (se si fosse guardato solo al numero degli abitanti del territorio la Provincia di Torino sarebbe stata divisa in quattro o cinque Province), debba assolutamente consultare i Comuni del Cebano e del Monregalese.
Dichiarando il voto favorevole all'ordine del giorno, ritengo assolutamente necessario che i Comuni del Cebano e del Monregalese esprimano il loro parere in merito alla nuova Provincia di Alba-Bra.
Sarebbe impensabile inserire dei Comuni in una nuova Provincia senza il loro accordo.
Qualcuno ha interpretato il non-parere come un'astensione interpretata, a seconda dei momenti, quale parere a favore o a sfavore credo assolutamente necessario, senza mettere in discussione la Provincia di Alba-Bra, che i Comuni del Cebano e del Monregalese esprimano la loro posizione in merito alla nuova Provincia. In tal senso è emersa la proposta di uno slittamento dei termini di due mesi. Naturalmente, infatti l'intenzione non è di iniziare da capo l'iter già percorso, ma poter avere il parere dei Comuni che non si sono espressi. Credo che la Commissione si debba impegnare a sentire i rappresentanti dei Comuni sul posto convocandoli soltanto con la formalità di una consultazione, si corre il rischio che non si presentino e non si esprimano mai.
L'ideale sarebbe stato - vi era una proposta in merito da parte della Lega Nord - un referendum popolare, che penso sia stato escluso per l'eccessiva spesa che avrebbe comportato - e non certo perché contrari alla verifica popolare.
Voteremo favorevolmente l'ordine del giorno; attendiamo il parere del Monregalese e del Cebano per un nostro definitivo parere rispetto ai confini della nuova Provincia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Condivido quando detto dal Vicecapogruppo Casoni. Ribadisco, quindi, il voto contrario di Alleanza Nazionale all'ordine del giorno, per una nostra consolidata abitudine a non esprimere voti dissociati e voti inutili. Il voto dissociato si esprimerebbe attraverso una votazione positiva dell'ordine del giorno. Purtroppo, quanto espresso nella premessa non si ritrova nelle conseguenze della stessa. Nella premessa si dice: "Visto il disegno di legge proposto dalla Giunta, che proroga di due mesi l'espressione del parere del Consiglio regionale...", successivamente si esprime una prima valutazione, indicativa, ma pur sempre favorevole, del Consiglio regionale.
Non capisco come, vista l'esigenza di un disegno di legge per meglio approfondire i pro e i contro su una questione che coinvolge centinaia di migliaia di persone - e che sembra essere al centro di una battaglia di interessi - contestualmente si possa presentare un ordine del giorno che esprime una valutazione indicativa favorevole all'istituenda Provincia. E' un esempio di voto dissociato cui non siamo abituati.
Non solo, si tratta anche di voto inutile: c'è una proposta di legge nella quale si è già espressa un'indicazione favorevole; se in una successiva valutazione, più ponderata, più riflettuta, ci fosse una predisposizione sfavorevole della maggioranza del Consiglio, quello di oggi verrebbe ad essere un voto inutile; ma anche nel caso di una doppia valutazione favorevole, sarebbe inutile sia l'ulteriore riflessione sia il voto conseguente. Siamo dunque in presenza di un voto non solo dissociato ma anche inutile.
In una tale confusione di ruoli e - se mi consentite - di prevaricazione da parte di Consiglieri che, dimenticandosi di essere eletti senza vincolo di mandato - e soprattutto senza vincolo di mandato territoriale - fanno di una questione che dovrebbe essere competenza di tutto il Consiglio regionale e di tutti i cittadini piemontesi, una questione di campanile - lo testimonia l'appartenenza a quest'area geografica e territoriale dei Consiglieri che più insistono - crediamo che l'unica strada che assicuri imparzialità ed accettazione reale della volontà di queste popolazioni sia l'espressione degli stessi cittadini.
In questo spirito di chiarezza, di reale rispetto dei desideri e degli interessi legittimi dei cittadini di quelle zone, aderiremo all'ordine del giorno dalla Lega Nord in cui si richiede il referendum consultivo.
Chiediamo inoltre che l'eventuale referendum venga abbinato alle prossime elezioni politiche - che ci saranno, a dispetto di quanti non le vogliono per il notevole risparmio che potrebbero avere le casse comunali e regionali.
E' nostro preciso intento che, al di là degli interessi di campanile perché tali ci sembrano - venga garantito il rispetto della volontà popolare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Giacomo

Signor Presidente, signori Consiglieri, pur comprendendo le legittime aspettative di Alba e Bra, non ritengo opportuno, sul piano politico istituzionale, finanziario e sociale, l'attuazione della nuova Provincia di Alba-Bra.
Tale sofferta convinzione nasce dai seguenti motivi: 1) lo spirito della legge n. 142/90 spinge verso l'unione e non sicuramente verso ulteriori divisioni, che sovente appaiono campanilistiche 2) la creazione di una nuova Provincia distruggerebbe molte delle attuali Comunità montane, in quanto esse non possono comprendere Comuni collocati in Province diverse 3) una nuova provincia sarebbe un "nuovo carrozzone", che provocherebbe un notevole aumento di spesa per tutta la comunità 4) aumenterebbero anche le spese per le singole società e per tutti i cittadini della nuova Provincia, poiché si dovrebbero aggiornare gli effetti personali e i documenti contabili 5) d'altra parte Alba ha già molti uffici decentrati da Cuneo 6) la provincia di Cuneo, già debole a livello nazionale, in quanto decentrata e poco popolata, sarebbe ancora più carente se divisa in due micro-province 7) già precedenti esperienze, come quella di Biella, staccatasi da Vercelli, dimostrano i gravi problemi sorti per la provincia-madre.
Ritengo però sia giusto lasciare ai cittadini la decisione finale. Sono quindi favorevole alla proposta del referendum sui 109 Comuni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Intervengo brevissimamente, perché come Centro Cristiano Democratico abbiamo già espresso chiaramente la nostra posizione in Commissione.
Siamo non solo favorevoli alla proposta di legge, che permette di acquisire elementi indispensabili per il motivato parere che il Consiglio deve esprimere, ma anche all'ordine del giorno, poiché dà un'indicazione di tendenza, nel rispetto della volontà dei cittadini.
Il rammarico, già espresso da altri Consiglieri, è che il costo eccessivo non permetta la prova sovrana: il referendum consultivo.
Effettivamente, una spesa di circa 3 miliardi è troppo elevata.
Pertanto, con rammarico, non possiamo aderire alla proposta referendaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Intervengo per una proposta di procedura. Chiederemmo che venisse votato prima l'ordine del giorno proposto dal Gruppo Lega Nord sul referendum.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno del vostro Gruppo è stato presentato successivamente, quindi non è possibile votarlo prima dell'altro ordine del giorno.



DUTTO Claudio

Capisco. E' stato presentato dopo, ma sarebbe cosa logica a livello procedurale.



PRESIDENTE

Occorre sollevare una questione pregiudiziale; se venisse accolta potremmo votare prima il vostro ordine del giorno. Adesso, comunque, siamo in discussione del disegno di legge; diamo la parola all'Assessore Majorino.



MAJORINO Gaetano, Assessore agli Enti locali

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nel dibattito in Commissione del 7 dicembre è emersa la necessità, da parte di diversi Gruppi politici sia di maggioranza sia di minoranza, di provvedere ad ulteriori approfondimenti prima dell'espressione del parere. Richiesta basata sulla premessa seguente. Era vero che il percorso - come ha colto questa mattina esattamente la collega Spagnuolo - teorico e formale si era già verificato ed ultimato, e quindi ben era vero che si sarebbe anche - come insisteva in sede di VIII Commissione il collega Consigliere Saitta - potuto già in Commissione assumere le posizioni sulla vicenda e formulare il documento da mandare poi al Consiglio; però era anche vero che era necessario un iter sostanziale. Parole ripetute dalla collega Spagnuolo, che corrispondono al concetto da me esposto nelle riunioni del 7 e del 14 dicembre.
Si è arrivati quindi alla conclusione di prorogare il termine che scadeva il 20 dicembre.
Con queste motivazioni e in questa ottica la Giunta ha presentato il disegno di legge per consentire ai Comuni del Cebano e del Monregalese di esprimersi, visto che non lo avevano ancora fatto.
Il Presidente Vindigni, facendo proprie le sollecitazioni provenienti da più parti, disse che la Commissione avrebbe operato al fine di ottenere i pareri del Cebano e del Monregalese.
In questa situazione, l'esprimersi in quanto Giunta sull'ordine del giorno assume il significato di un'opinione-parere, che viceversa andrà non soltanto formalizzata, ma espressa e sviscerata solo dopo aver sentito il Cebano e il Monregalese.
Dichiarandosi favorevole all'ordine del giorno, in concreto si stabilisce che ad avviso della Giunta sta bene la Provincia di Alba-Bra salvo verificare ulteriormente, prima della seduta finale, il parere dei Comuni del Cebano e del Monregalese, al fine di - questa l'interpretazione dell'ordine del giorno - verificare se nell'istituenda Provincia vadano o non vadano inglobati anche questi Comuni. Ma la manifestazione di volontà che si coglie fin d'ora è quella di orientamento favorevole: ciò significa in sostanza, essersi già espressi.
Su una valutazione negativa dell'ordine del giorno vale lo stesso discorso: si coglierebbe l'intendimento della Giunta come un parere contrario. Il collocarsi favorevolmente all'esposizione del parere finale sul disegno di legge non è stato certo per motivi squisitamente formali, ma per avere, quale ulteriore elemento sostanziale di valutazione l'espressione dei pareri del Cebano e del Monregalese, al fine di aggiungere un ulteriore importante tassello di valutazione complessiva.
La Giunta non è né incerta né divisa, come forse pensa il Consigliere Saitta, che aveva già dato un segnale in questo senso in Commissione. I casi, in Commissione, erano due: o esprimere opinione contraria alla proroga del termine di 60 giorni e conseguentemente assumere una decisione definitiva in sede Commissione sulla base del materiale esistente, oppure esprimersi favorevolmente a che i Comuni del Cebano e del Monregalese rendessero il loro parere.
Pertanto, per le ragioni che ho spiegato, la Giunta non si esprimerà perché sia in un caso sia nell'altro darebbe già a priori una sua opinione sulla materia. La Giunta ritiene che sulla vicenda siano sovrani i Gruppi consiliari e pertanto ogni componente della Giunta si collocherà liberamente e in coerenza, ritenendolo, con i rispettivi Gruppi consiliari.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Presidente del Consiglio regionale, Picchioni, che interviene in qualità di Consigliere.



PICCHIONI Rolando

Domando scusa ai Consiglieri se, pur non dislocandomi sui banchi della minoranza, mi avvio a questo inopinato intervento. Faccio anch'io una dichiarazione di voto, molto semplice.
Ho acquisito, come tutti voi, le riflessioni molto intelligenti, direi anche suggestive, emerse in questo dibattito. Non posso però raccoglierle nell'interezza, perché ovviamente lo spartiacque che esiste in materia in questo Consiglio mi pare sia netto e definito. Voglio cogliere solamente una riflessione, che non è dominante, fatta dal Consigliere Ghiglia, che mi pare di strettissima consequenzialità logica, da lui rimessa all'attenzione del Consiglio e da me ripresa. Ma non è questa la ragione per cui ho voluto prendere la parola.
La ragione è semplicemente familiare. Sono di madre di ceppo doglianese; ho saputo poc'anzi che Dogliani ha votato contro la formazione della nuova Provincia attraverso un referendum.
Parte della mia famiglia è di quelle terre; se io fossi stato a Dogliani e avessi avuto la possibilità di voto, avrei votato contro. Per cui la prima libertà di voto e di espressione che mi assumo, anche nei confronti del mio Gruppo e del mio Capogruppo, che mi vorrà certamente perdonare questa indisciplina, è certamente un legame con la mia terra, una terra a cui sono affezionatissimo e che pertanto in questo momento non voglio né deludere né eludere. Vi ringrazio per questa attenzione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Intervengo per una brevissima dichiarazione di voto.
Come Gruppo eravamo contrari alla legge di proroga proposta dalla Giunta; dopo la lunga discussione in Commissione durata almeno due o tre riunioni, venerdì scorso, presente il Vicepresidente della Giunta regionale e l'Assessore Vaglio - che credo faccia ancora parte della Giunta regionale, anche se oggi non è presente perché impegnato a Roma per altri motivi - si è materialmente redatto l'ordine del giorno oggi in votazione.
Come Gruppo abbiamo quindi assunto un accordo di tipo istituzionale, al quale tutti i partecipanti alla discussione - Consiglieri facenti parte dell'VIII Commissione, il Vicepresidente della Giunta, l'Assessore regionale Vaglio - hanno aderito, votando sia la legge di proroga sia l'ordine del giorno.
Per coerenza con l'accordo istituzionale raggiunto in Commissione voteremo anche la legge, anche se eravamo contrari; coerenza che non ravviso da parte di altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Sostanzialmente sono d'accordo con il collega Marengo; non ripeto quanto ha detto il collega nel manifestare il mio voto a favore della legge, pur con alcuni dubbi.
Relativamente a quanto espresso dal Consigliere Ghiglia, ritengo abbia un po' di ragione quando sottolinea che l'eccessivo localismo di alcuni nostri colleghi fa sì che la discussione - e lo dico essendo d'accordo all'istituzione della nuova Provincia - non prenda la piega istituzionale che dovrebbe. Manifesto dunque la mia intenzione di voto, rafforzata dopo aver appreso come vota la famiglia Picchioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Minervini.



MINERVINI Marta

Intervengo solo per un chiarimento relativamente a quanto detto dal Consigliere Marengo. La coerenza è qualità che appartiene anche a noi.
Se ricordate, in Commissione avevo chiesto al Consigliere Vaglio e a tutti i Consiglieri presenti di eliminare la frase "esprime una prima valutazione favorevole alla proposta di istituzione della Provincia di Alba Bra"; avrei poi tirato le somme e deciso come votare. Vista la risposta negativa ho anticipato il nostro voto contrario. Dunque, vi è coerenza anche da parte nostra.



MINERVINI Marta

MARENGO



MINERVINI Marta

Controllate i verbali.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo per svolgere una dichiarazione di voto dopo aver ascoltato l'evoluzione, da parte della Giunta, della situazione in esame.
Ho ricordato prima come i lavori dell'VIII Commissione si fossero svolti, per una volta, in maniera non aprioristica: posizioni anche molto nette, via via si erano andate smussando. L'evoluzione dei lavori ha fatto sì che si decidesse - senza le divisioni che invece sono tornate in quest'aula - di votare, in presenza del disegno di legge della Giunta, sia quest'ultimo sia l'ordine del giorno: le due questioni venivano infatti viste in maniera collegata. Questo quanto convenuto in Commissione.
In aula, oggi, registro differenze che a questo punto non possono che essere di parte. In sostanza, si ricompongono gli schieramenti. Mi sembra di poter dire che l'intesa raggiunta sul complesso dei provvedimenti viene incrinata dal fatto che la Giunta prenderà posizione non di favore sull'ordine del giorno. Ragioneremo meglio le prossime volte, quando raggiungeremo accordi sull'insieme dei provvedimenti che si portano al voto dell'aula.
Voteremo a favore, mantenendo una coerenza che, onestamente, non mi sembra di registrare nel complesso delle posizioni illustrate, nonostante i chiarimenti raggiunti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo per svolgere una dichiarazione di voto che nell'intervento precedente ho condizionato ad una serie di dichiarazioni da parte della maggioranza.
L'intervento dell'Assessore Majorino in qualche maniera ha chiarito meglio le posizioni all'interno del Consiglio regionale. Indubbiamente è stato molto abile a definire la posizione dei singoli componenti della Giunta; tuttavia non ha espresso (perché non esiste) una posizione della Giunta nel suo complesso.
Le diverse posizioni della Giunta non sono un fatto gravissimo. Ma dal punto di vista politico, si sottolinea quello che resta per noi un fatto preoccupante: molto probabilmente il Consiglio regionale si esprimerà a favore dell'ordine del giorno, cioè darà un primo giudizio positivo sull'istituzione della Provincia di Alba-Bra, mentre l'Assessore, che in qualche maniera dovrà dare attuazione a questa decisione, probabilmente ha una posizione non coerente con questa posizione della maggioranza del Consiglio. L'invito che dunque facciamo agli altri componenti della Giunta è di fare in modo che le decisioni conseguenti vengano assunte senza ritardi da parte dell'Assessore Majorino.
Rilevo anche le opposte posizioni dell'Assessore Vaglio, che in Commissione è stato addirittura uno degli estensori dell'ordine del giorno e del Consigliere Rossi. A parte tali contraddizioni, rilevo come non ci siano motivazioni localistiche all'istituzione della Provincia di Alba-Bra.
Chi ha partecipato alle riunioni di Commissione si è reso conto che non si tratta di motivazioni di campanile, ma di motivazioni vere, che rispondono a logiche approfondite sotto tutti gli aspetti: di carattere culturale economico e sociale.
Il nostro voto sarà favorevole sia alla proposta del disegno di legge sia all'ordine del giorno, per le motivazioni esposte nel mio primo intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Ovviamente non argomento la dichiarazione di voto perché l'ha già fatto il mio Capogruppo; vorrei solo fare presenti alcune questioni che si sono dipanate durante i lavori della Commissione, sulle quali mi è parso di poter registrare ampie convergenze.
Il Presidente di questo Consiglio si è impegnato molto - e molto si è speso - sulla fase costituente della nostra Regione, organizzando gli Stati Generali; io sono convinto che questa intuizione sia corretta e che debba essere accompagnata da tutta una serie di azioni sul piano istituzionale.
L'impalcatura giuridica che ci consente di andare avanti l'abbiamo: la legge n. 142, la legge n. 51 e la legge n. 43. Mi pare che una serie di atti in corso di preparazione vadano in questa direzione. Su questa impalcatura giuridica, su questa volontà di aprire una fase nuova della nostra Regione dobbiamo essere tutti fermi e coerenti: non dobbiamo avere cadute di stile, cadute di tono.
La Commissione, com'è stato detto anche in alcuni interventi, poteva concludere tranquillamente i propri lavori, così come prevede la legge n.
51, mettendo il Consiglio nelle condizioni di deliberare; in tal senso avevo avuto la precisa richiesta di predisporre un atto che fotografasse i lavori della Commissione. L'atto, alla luce dell'istruttoria svolta, non poteva che essere la proposta al Consiglio - magari con un voto di minoranza della Commissione - dell'istituzione della Provincia - poiché la procedura è stata espletata in maniera corretta e compiuta.
Nel momento in cui abbiamo rilevato - ed io sono stato tra coloro che questo aspetto l'hanno sottolineato più volte - che una parte dei Comuni quelli appunto del Cebano e del Monregalese, non avevano ancora espresso il loro parere e quindi la costituzione di una Provincia senza l'adesione convinta di questo blocco di Comuni rischiava di essere una forzatura che comprometteva non tanto l'attuazione della Provincia di Alba-Bra, quanto l'attuazione di un disegno istituzionale a livello regionale di cui questo è un primo tassello, è quindi venuta fuori l'ipotesi di votare congiuntamente un ordine del giorno e una proposta di legge che consentisse di avviare la fase di consultazione dei Comuni.
Questa la procedura che abbiamo seguito. I due documenti sono stati visti, sostanzialmente, come un fatto unitario. In presenza di questa convergenza politica io non ho presentato la proposta di deliberazione che avrei dovuto presentare.
In ultimo vorrei sgomberare il campo, visto che la questione è stata sollevata, dall'ipotesi di poter indire il referendum contestualmente alle elezioni politiche. Esiste un precedente, che ha portato il Commissario del Governo, richiamando la legge n. 142, a non ritenere proponibili referendum e momenti elettorali nella stessa giornata.
Ho voluto fare queste precisazioni poiché mi auguro - forse perch troppo ottimista ed ingenuo - che qualcuno dei presenti, cogliendo lo spirito con il quale ha lavorato la Commissione, pur non avendone fatto parte possa riportare la propria espressione di voto a quello stesso spirito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Majorino.



MAJORINO Gaetano, Assessore agli Enti locali

Ho chiesto la parola solo per contestare l'affermazione del collega Marengo, secondo il quale in Commissione sarebbe stato raggiunto una specie di patto...



MARENGO Luciano

Un accordo.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

....accordo o patto fra gentiluomini, nel senso che si sarebbe votato a favore della legge sia in Commissione sia in aula, così come per l'ordine del giorno.
Devo ricordare al collega Riba, che mi sottopose il testo dell'ordine del giorno appena steso, che con la frase "di esprimere una prima valutazione favorevole" in definitiva si voleva - ebbi questa espressione "vendere la pelle dell'orso prima di averlo catturato".
Rammento che la collega Spagnuolo disse garbatamente al collega Riba: "Stai attento perché Majorino sta cercando di forzare le cose". Forzare le cose allorquando dissi: "Non scriviamo che si esprime un primo parere favorevole, ma che ci si riserva una decisione finale sull'intera materia".
Rammento che il collega Riba disse che non avrebbe, in quel caso, votato l'ordine del giorno. In quel momento io ero ancora convinto che l'ordine del giorno sarebbe stato votato in Commissione; ho poi rilevato che non sarebbe stato così, ma che la paternità dell'ordine del giorno se la sarebbero assunta i firmatari - dunque, non la Giunta, non il sottoscritto.
Abbiate pazienza, colleghi, non si può affermare che la Giunta ha inteso siglare l'accordo cui accennava il collega Marengo. Il dire "disegno di legge e ordine del giorno" va bene come percorso, ma non come collocazione favorevole sull'ordine del giorno - che è cosa ben diversa.
Volevo solo chiarire che, almeno nei miei intendimenti, non c'era quello di raggiungere un accordo; ero anche certo che neanche se avessi voluto avrei potuto oppormi alla formulazione di un ordine del giorno peraltro non sottoscritto né da me né da alcun altro componente della Giunta.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 49 voti favorevoli 46 astensioni 3 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 49 voti favorevoli 46 astensioni 3 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 votanti 47 hanno risposto SI' 44 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri La legge è approvata.
Passiamo all'esame degli ordini del giorno relativi all'istituzione della Provincia di Alba-Bra.
Non so quale ordine del giorno sia stato presentato in maniera cronologicamente successiva, però facendo riferimento al comma dello Statuto, l'ordine del giorno presentato dalla Lega Nord potrebbe avere una precedenza.
Il fatto che nell'ordine del giorno si richiamino alcuni articoli della Costituzione poteva anche essere un fatto pregiudiziale.
L'assemblea ritiene di dover rispettare l'ordine cronologico di presentazione.
Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 87, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale con riferimento alla proposta di istituzione della nuova Provincia di Alba-Bra, in attesa di approvare la formale deliberazione di parere per l'ulteriore corso della pratica presso il Ministero considerata l'opportunità di acquisire il parere dei Consigli comunali dell'area Cebana e Monregalese che non hanno ancora deliberato in merito visto il disegno di legge proposto dalla Giunta che proroga di due mesi i termini per l'espressione del parere del Consiglio regionale esprime una prima valutazione favorevole alla proposta di istituzione della Provincia di Alba-Bra con riserva di definire l'ambito territoriale della provincia stessa dopo aver acquisito il pronunciamento dei Consigli comunali dell'area Cebana-Monregalese secondo le modalità di cui alla L.R.
n. 51/92 e successive modificazioni ed integrazioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 34 voti favorevoli, 9 contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 93.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Chiedo la votazione separata del punto che inizia "Costituisce..." da quello che inizia "Si impegna...", in quanto il secondo punto fa riferimento ad un provvedimento di legge che deve ancora essere emanato, e quindi non ci è possibile conoscere il testo di legge.
Peraltro già nel precedente intervento avevo detto, con rammarico, che nelle condizioni attuali non riteniamo di essere favorevoli, per l'elemento di costo, alla celebrazione di un referendum consultivo.



PRESIDENTE

I proponenti accettano la votazione per parti separate?



ROSSO Roberto

Noi non accettiamo la votazione per parti separate.
L'ultimo comma recita: "Si impegna a proporre, nei limiti e con l'osservanza dell'emananda legge regionale di cui sopra, referendum consultivo...". Il referendum verrà proposto solo in una seconda fase, dopo aver costituito la Commissione che stenda un progetto di legge per regolare la materia dei referendum. Questo è previsto dallo Statuto della Regione che, in questo caso, è inadempiente, perché questa legge non è mai stata fatta. Dobbiamo quindi costituire una Commissione che stenda questa legge.
Dopodiché, avendo la legge, ci impegniamo a proporre il referendum.
Vorrei ribadire la posizione della Lega Nord. Noi abbiamo proposto il referendum, perché sul discorso dell'istituzione della Provincia di Alba Bra non siamo né favorevoli né contrari. Semplicemente vogliamo bene alla popolazione del Piemonte, e vogliamo che abbia la possibilità di esprimersi su una materia così importante come la costituzione di una nuova Provincia.
Quindi, non capisco il motivo per cui il Consiglio non possa dare la possibilità ai cittadini di esprimersi.
Sono stati sentiti talvolta i Sindaci, talvolta una parte dei Consigli comunali; quindi, non possiamo avere la sicurezza che la nuova Provincia sia condivisa dalla maggioranza dei cittadini dei 109 Comuni.
Per quanto riguarda la proposta di Alleanza Nazionale di abbinare un referendum alle consultazioni politiche, siamo d'accordo se le consultazioni politiche sono a breve termine. Questo discorso era già emerso in Commissione, ed era emerso anche il problema per quanto riguarda i Comuni. Non era stato chiarito se, per quanto riguarda più Comuni (quindi il discorso di una nuova Provincia), era applicabile la norma con la quale si dice che il referendum consultivo non può essere contestualmente alle elezioni politiche.
Non ne farei un problema di costi, perché si tratta di una questione veramente importante.
Ho già spiegato quali sono i problemi; ad esempio, nel Comune di Dogliani e in altri tre Comuni, nei quali è stata fatta una consultazione dei cittadini, la risposta è stata negativa.
Con questo non voglio dire che siamo contrari, ma è evidente che da questi segnali è necessaria una consultazione nei 109 Comuni del territorio Alba-Bra, non su tutta la Provincia di Cuneo.



PRESIDENTE

Mi pare che la risposta sia negativa.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 93, il cui testo recita: "Premesso che: l'art. 1, comma secondo, della Costituzione italiana recita: 'La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione' l'art. 5 della Costituzione italiana recita: 'La Repubblica, una ed indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento' l'art. 133 della Costituzione italiana recita: 'Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e l'istituzione di nuove Province nell'ambito di una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione' l'art. 2, comma secondo, del vigente Statuto della Regione Piemonte recita: 'La Regione riconosce che la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche, alla funzione legislativa ed amministrativa e al controllo dei poteri pubblici è condizione essenziale per lo sviluppo della vita democratica e salvaguardia dei diritti di uguaglianza e di libertà di tutti i cittadini' l'art. 48, comma primo, lettera c), del vigente Statuto della Regione Piemonte recita che sono istituti della partecipazione popolare il referendum consultivo ed abrogativo l'art. 53 del vigente Statuto della Regione Piemonte recita: 'Il referendum su leggi, regolamenti e provvedimenti amministrativi di carattere generale, contribuisce a realizzare il rapporto tra gli orientamenti che maturano nella comunità regionale e l'attività degli organi regionali. La Regione ne favorisce l'esperimento secondo le esigenze di funzionalità che le sono proprie' l'art. 60 del vigente Statuto della Regione Piemonte recita: 'Il Consiglio regionale, a maggioranza assoluta dei membri assegnati, pu deliberare di sottoporre a referendum consultivo iniziative legislative o provvedimenti amministrativi particolari, nei limiti e secondo modalità fissate con legge regionale' sono pervenute alla Regione Piemonte, sessantaquattro deliberazioni comunali per l'istituzione della Provincia di Alba-Bra, costituita da n.
109 Comuni della Provincia di Cuneo (come da allegato) la Regione quando intenda adottare un provvedimento che incida in maniera notevole sulla realtà sociale, è opportuno e necessario che coinvolga nella sua decisione i cittadini interessati.
Tutto ciò premesso, il Consiglio regionale costituisce la Commissione speciale per lo studio e la stesura di un progetto di legge regionale che disciplini la materia di referendum consultivo per il mutamento delle circoscrizioni provinciali e l'istituzione di nuove Province nell'ambito della Regione Piemonte, ex art. 60, comma primo, del vigente Statuto della Regione Piemonte. Alla costituita Commissione si applicano le disposizioni di cui all'art. 14, comma primo, lettera b), e comma secondo, del vigente Regolamento interno del Consiglio regionale si impegna a proporre, nei limiti e con l'osservanza dell'emananda legge regionale di cui sopra, referendum consultivo per l'istituzione della Provincia di Alba-Bra da sottoporre a tutti i cittadini, aventi diritto, residenti nei Comuni interessati dalla detta proposta".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 12 voti favorevoli, 9 contrari e 21 astensioni.


Argomento:

Interrogazioni ed interpellanze (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,50)



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