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Dettaglio seduta n.269 del 30/06/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", desidero informare che mi è pervenuto in questo momento un documento, da parte del Presidente Ghigo, che presenta le firme ritualmente previste. Ho incaricato gli Uffici di farlo duplicare e verrà distribuito nei tempi minimi tecnici necessari. Ritengo che, dopo le comunicazioni, che svolgerò per brevità, la seduta potrà riprendere alle ore 16,30, affinché ci sia la possibilità di avere una cognizione di questo documento.
Pertanto, comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri e Dutto.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge non vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

e) Modificazioni dei Gruppi consiliari


PRESIDENTE

Si comunica che a far data dal 20 giugno 1998 è stato costituito il Gruppo consiliare per l'UDR, formato dal Consigliere Sergio Deorsola e che dalla stessa data, il Gruppo consiliare CCD passa da tre a due Consiglieri.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Ho chiesto la parola, Presidente, per un suggerimento sulle modalità di svolgimento dei nostri lavori. Credo sia più utile leggere subito il documento, così come la lista degli Assessori, dopodiché si potranno sospendere i lavori in modo che ogni Gruppo possa analizzarlo meglio attraverso una lettura più approfondita. Ritengo, quindi, si possa iniziare la seduta formalmente con l'illustrazione del documento da parte del Presidente.
Questo è quanto mi sento di suggerire e penso sia utile per il confronto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

A rafforzamento della richiesta del collega Saitta, vorrei ricordare che avevamo l'impegno di ricevere il documento stamattina, alle 10,00. Mi pare del tutto ovvio che, essendo stato consegnato adesso, ci venga letta la lista degli Assessori e, se è necessaria, fare una sospensione per analizzare meglio le problematiche. Credo sia questa la prassi più corretta.



PRESIDENTE

Gli Uffici competenti mi ricordano che la distribuzione del documento è prassi consolidata; non è potuta avvenire questa mattina perché lo stesso mi è stato consegnato solo adesso. Comunque, non vedo una particolare differenza tra una modalità e l'altra.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, la mia osservazione è relativa ai tempi e ai modi con i quali il documento è stato presentato in Consiglio e può essere discusso.
Ritengo, cioè, che un documento di questo genere, presentato alle 15,30 di oggi, non possa essere discusso prima delle 15,30 di domani. Mi chiedo se questa sia la prassi ordinaria, oppure se l'Aula intenda contravvenire a quella che mi pare sia una prassi.
Le chiedo lumi su questo fatto. Grazie.



PRESIDENTE

Mi risulta che non esista un termine di regolamento per la conoscenza del documento. Normalmente la conoscenza avviene per lettura, per comunicazione del Presidente, per comodità dell'Aula, e mi si ricorda che la prassi è quella della distribuzione del documento scritto. Cosa che mi pare opportuna e che mi appresto a fare non appena me lo consentiranno i tempi tecnici.
Personalmente, non ho memoria storica di altre situazioni, per cui se qualcuno vuole ricordarmi altre prassi, può farlo. A me non risultano prassi diverse.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Per quel che conta, la mia memoria storica non ricorda una presentazione di un documento di formazione della Giunta in Aula e l'immediata discussione dello stesso. La memoria storica mi ricorda che il giorno prima dell'insediamento della Giunta, di solito, arrivava un documento. Posso sbagliare, ma è quanto ricordo. Grazie.



PRESIDENTE

Comunque, un minimo di tempo per la conoscenza mi pare doveroso. Io stesso l'ho proposto. Questa situazione è in corso da molto tempo per cui non è un fatto di cui l'Aula non abbia potuto dibattere. Questa non è una scelta che si deve fare d'imperio; se ci sono altre indicazioni e suggerimenti, ben vengano. Non è un documento amplissimo nel numero delle pagine, perciò credo possa essere visionato in un'ora circa.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Presidente del Consiglio, mi rifaccio al suo intervento, nel senso che o lei rispetta la prassi che da sempre è avvenuta, cioè che il documento della presentazione della nuova Giunta regionale, del Presidente, delle linee programmatiche si equipara un po' a una delibera, quindi viene presentato il giorno prima, oppure, se lei stesso ne dà una lettura sotto tono, allora che venga letto subito e risparmiamo del tempo.
La mia proposta è dunque di aspettare che il documento venga duplicato e, quindi, in diretta, il Presidente della Giunta effettui la propria illustrazione.
Se stiamo alla prassi, la prassi è un'altra; se innoviamo, innoviamo del tutto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Presidente, credo opportuno che all'Aula venga riportata tutta l'autorità dell'Aula stessa. Non possiamo più nutrirci di informazioni che ci vengono dai corridoi o dai bar, oppure tramite i giornali o i media. Non solo noi, ma chiunque voglia partecipare al momento civico di oggi.
Credo che il documento, in prima istanza, debba essere letto all'Aula.
Le riflessioni - se saranno necessarie, potrebbero non esserlo... - si faranno, eventualmente, dopo, con la richiesta dei Capigruppo di sospendere o meno - per un certo periodo. Non si può affermare la necessità di una sospensione se non si conosce quanto scritto nel documento. Documento che richiediamo come Gruppo di minoranza, poiché diamo per scontato che la maggioranza lo conosca.
Si tratta, quindi, non di cortesia ma quasi di obbligo nei confronti dei Gruppi della minoranza e di coloro che in questo momento sono qui ad assistere a questa riunione del Consiglio regionale. La prego, quindi, di dare lettura del programma, dei nomi proposti alla Presidenza e di quelli proposti come Assessore. Dopodiché, se si riterrà utile, si chiederà la sospensione del Consiglio regionale, ma successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il Regolamento è assai preciso nel definire la procedura relativa alle deliberazioni, e mi pare che all'adempimento in esame si possa attribuire tale dignità. In questo caso, devono trascorrere 24 ore dal deposito del documento alla relativa discussione; diversamente, se il documento presentato fosse così esiguo elusivo, modesto - e non lo escludo - non avrebbe bisogno di alcun passaggio solenne di 24 ore di approfondimento e di riflessione. Tutto ci come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, potremmo deciderlo dopo aver sentito la lettura del documento.
Non escludo che si possa procedere; se dal documento emergesse consistenza e una qual certa portanza politica il Regolamento prevede 24 ore di decorrenza temporale dal deposito delle deliberazioni alla relativa discussione.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

"Adempimenti di cui all'art. 32 dello Statuto (Elezione del Presidente e della Giunta regionale)" (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo dunque al punto 2 all'o.d.g.: "Adempimenti di cui all'art. 32 dello Statuto (Elezione del Presidente e della Giunta regionale)" Il documento del Presidente Ghigo viene consegnato ai Consiglieri in questo momento.
Il Presidente Ghigo ha chiesto di intervenire; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi accingo a leggere alcuni passi del documento e a fare alcune considerazioni di carattere generale, anticipando quanto ho interpretato come polemica da parte dei colleghi dell'opposizione: se il documento è corposo, occorrono 24 ore per essere valutato; in caso contrario, se il documento è ritenuto superficiale, può essere discusso immediatamente.
Innanzitutto, faccio rilevare che il documento cui ci rifacciamo come maggioranza - e come Giunta che mi appresto a presentare - fa riferimento al programma elettorale presentato ad inizio legislatura.
Quanto sto presentando in questo momento è una sottolineatura un'integrazione, una particolare sensibilizzazione su alcuni punti che riteniamo particolarmente significativi per identificare l'azione politica della Giunta da adesso alla fine della legislatura.
Prima di passare alla lettura del programma e del documento che vi è stato rappresentato vorrei fare alcune considerazioni; dopo un mese dall'aver rassegnato le dimissioni ritengo mio compito - nonché desiderio specifico - far rilevare alcune riflessioni di carattere politico e specifico, maturate sia all'interno della Regione Piemonte sia, per certi versi, all'esterno.
Abbiamo di fronte gli ultimi due anni di legislatura. Da lungo tempo in quest'aula ci confrontiamo per dare soluzioni ai problemi attuali e futuri del Piemonte, e in un contesto di transizione istituzionale che certo non aiuta, dobbiamo ora cercare soluzioni definitive e concrete.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Chiezzi: "Abbia pazienza, signor Presidente, sta leggendo il documento a nostre mani?")



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

GHIGO, Presidente della Giunta regionale



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Come ho già detto, prima di leggere il programma - il documento a vostre mani - mi permetto di fare alcune considerazioni. La mia è una premessa che ha la presunzione di spiegare le scelte compiute nel comporre la formazione di Giunta.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Chiezzi: "Che cortesemente vorrà farci avere in forma scritta?")



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Indubbiamente.
Abbiamo un obiettivo concreto cui siamo determinati: rafforzare il Piemonte perché possa partecipare alla competizione globale con le stesse possibilità dei nostri principali competitori, e assicurare in questo contesto, ai piemontesi, una buona qualità della vita, nel rispetto dei consolidati valori etici e sociali che la nostra coalizione rappresenta e afferma.
Con un percorso difficoltoso, non certo silenzioso, siamo giunti ad una soluzione della crisi. Qualcuno può pensare che altro tempo avrebbe portato consiglio o soluzioni più confacenti. Credo invece sia giunto il tempo di dare certezze, di scegliere, di uscire da una situazione di vuoto politico dannoso per tutti. C'è un tempo per discutere, per cercare convergenze che rafforzino, per intendersi; viene poi il tempo di decidere, anche in modo doloroso, ma con la consapevolezza che non si può far pagare al Piemonte il prezzo fisiologico dell'instabilità.
La coalizione che propone oggi la nuova Giunta è di 33 componenti, ma rafforzata nei propri intendimenti e nei propri principi, che sono e restano quelli che hanno riscosso il consenso elettorale, che hanno fatto sì che i piemontesi ci affidassero il compito di guidare questa Regione.
(In tal senso, il riferimento al programma del 1995).
Dal 1995 molto è cambiato nella società, nelle istituzioni, nella politica. Di quanto accade prendiamo atto, senza scomuniche, senza pregiudizi, anzi, con l'impegno di capire e guidare i cambiamenti, con l'attenzione a non essere sopraffatti.
L'ingresso del nostro Paese in Europa sta cambiando la natura dei rapporti politici. Da tempo si analizza il riflesso dell'ingresso in Europa nel nostro Paese; la questione dei parametri economici ha fatto accantonare quella sui parametri politici: questo ritardo non ci semplificherà la vita.
Siamo diventati cittadini europei in una fase storica di cambiamenti istituzionali non ancora assestati.
Il cantiere del bipolarismo è ancora aperto, con il suo carico di incertezza. Bipolarismo eterogeneo - com'è stato definitivo - che in ogni tornata elettorale ha una riconferma di consenso, ma manca ancora di una propria storia, che gli dia solidità e assetto definitivo. Assetto definitivo che troverà sicuramente - mi auguro - perché da esso discenderà la stabilità, valore assoluto che l'Europa pretende al pari del rispetto dei parametri economici, quando sarà affrontata e risolta la questione politica.
I valori etici che ci accomunano devono farci trovare la strada di una solida intesa che li trasformi in un progetto politico centrista, per cui tutti gli spazi sono aperti in un Paese di tradizione moderata, che ha voglia di centro, che ripropone nelle proposte dei moderati le proprie aspettative di sicurezza, stabilità, tranquillità sociale e sviluppo.
Una coalizione di forze omogenee, senza ambiguità, alleata con la destra, che di proposito non voglio sottolineare come "democratica", che rappresenta valori consolidati della nostra società, da contrapporre - in un irreversibile sistema bipolare - ad una coalizione di sinistra che rappresenta, per storia e cultura, valori diversi e alternativi ai nostri.
Una coalizione che crede in un Stato liberaldemocratico basato sull'individuo, che conseguentemente vuole per ogni cittadino la paritaria possibilità di accedere alla scuola pubblica ed alla scuola libera, un mercato in cui pubblico e privato siano in grado di concorrere ad armi pari in cui la solidarietà sia effettiva e non assistenziale e il volontariato sia sostenuto e valorizzato.
Il contesto in cui questo progetto si può esplicitare è l'assetto federalista dello stato che dobbiamo sostenere ad ogni livello attivando gli strumenti che lo rendano possibile.
Il centralismo si è accompagnato nel nostro Paese ad un impressionante carico del debito pubblico, pari al 122% del prodotto interno lordo, ad una macchina pubblica troppo spesso non efficiente, ed ora emerge con evidenza che alla storica questione meridionale si è oggi affiancata la questione settentrionale.
Il federalismo è dunque maturo, non è più un vuoto slogan: il federalismo amministrativo è già avviato e, se non avranno spazio le tentazioni di "retromarcia" che, a scapito della buona volontà del Ministro Bassanini gli apparati centrali dello Stato stanno promuovendo, si affaccia una stagione di reale protagonismo regionale.
Per dare un riferimento concreto, che ci faccia insieme riflettere sulla consistenza dei cambiamenti che stanno avvenendo, ricordo che l'impatto del decentramento delle funzioni dello Stato alla nostra regione sarà di 12.800 miliardi con un incremento del fabbisogno di spesa di 2.300 miliardi circa (a fronte di un integrale trasferimento alle Regioni di circa 34.000 miliardi di spese statali).
Occorre dunque perseguire con tenacia il recupero dei tempi per quanto concerne l'approvazione dei disegni di legge applicativi dei decreti Bassanini che sono all'esame delle Commissioni: è infatti indilazionabile il necessario confronto conclusivo in aula su un tema di così vasto impatto e la successiva approvazione di leggi che daranno un nuovo assetto alle istituzioni piemontesi e su cui c'è già stata una proficua concertazione con gli Enti locali e un protocollo di intesa con le Organizzazione sindacali - naturalmente non formalizzato.
Ma nel contempo è urgente attivare strumenti che al fianco del processo avviato di federalismo amministrativo - consentano di riaprire il percorso del federalismo che l'insuccesso riformatore della Bicamerale rischia di frenare irreversibilmente.
Le Regioni hanno su questo il dovere di riprendere l'iniziativa su punti che considerano da sempre irrinunciabili e che il pallido federalismo prospettato in Bicamerale non prevedeva di risolvere.
Ritengo che il Piemonte potrà fare un primo consistente passo attivando quanto previsto dall'art. 60 dello Statuto, ossia il referendum consultivo.
Già in passato questo Consiglio ha approvato proposte di legge di riforma della Costituzione che giacciono, con centinaia di altre, agli atti del Parlamento. Credo che ben diversa forza avrebbero se le proposte fossero sottoposte alla consultazione popolare e ricevessero un vasto assenso.
Su questo mi auguro si apra una stagione di rinnovato interesse per le potenzialità che abbiamo: penso agli spazi di iniziativa che si prospettano nell'accentuazione del ruolo di autogoverno che gli strumenti attuali già ci consentono.
In questo contesto rispetto ad altre realtà regionali, abbiamo un ulteriore vantaggio: il grande progetto culturale degli Stati generali ha già mosso le acque in direzione di un ampio coinvolgimento territoriale sull'identificazione dell'entità culturale del Piemonte. Si tratta di un progetto da sostenere e da ampliare con rinnovato vigore, un progetto frutto di una felice intuizione che può creare il substrato culturale della nuova stagione che vogliamo per il Piemonte.
Mi auguro, ma lo auguro a tutti noi ed al Piemonte innanzitutto, che si possa ritrovare sintonia con quest'aula, ricostruendo un equilibrio che ha subito negli ultimi mesi anche profondi turbamenti. Sintonia con l'aula non significa né ricerca dell'unanimismo né dismissione dei ruoli che caratterizzano maggioranza e opposizione, ma la ricerca di un comune sentire istituzionale che ci consenta un confronto costante e di rispetto reciproco.
C'è un tessuto di iter relazioni politiche, istituzionale e umane da ricostruire, per parte nostra c'è la massima volontà di ricostruire.
Non è una necessità finalizzata a se stessa, ma è il presupposto per lavorare per il Piemonte.
Infatti, il quadro che abbiamo oggi della realtà socio-economica regionale non è rassicurante e richiede una nostra forte responsabilizzazione e capacità di elaborazione progettuale.
La relazione annuale dell'IRES che sarà presentata venerdì prossimo ci offre una fotografia della nostra Regione con prevalenza di elementi negativi su quelli positivi che dovrebbero pertanto indurre la Regione e tutte le amministrazioni pubbliche a riflettere su quanto è necessario fare, senza perdere altro tempo.
Tra i dati che maggiormente preoccupano la diminuzione dell'esportazione nel 1997, 1,1 a fronte del 4,3 di media nazionale; la contrazione del numero di imprese e dell'occupazione. Vorrei ricordare che il tasso di disoccupazione è pari al 8,59%, il più alto in tutto il nord Italia secondo solo a quello della Liguria.
In particolare sulla disoccupazione, il problema era e rimane concentrato soprattutto nella provincia di Torino, 11,5% con punte del 20 in alcuni quartieri periferici della città e nel Vercellese e nell'Alessandrino, mentre siamo ai tassi minimi di disoccupazione nelle province di Biella e di Cuneo. Inoltre, diminuisce il senso di sicurezza dei cittadini, soprattutto nelle aree urbane: problema, questo, che riguarda non soltanto gli Enti locali, ma anche il governo nazionale.
Altre note dolenti giungono rispettivamente dall'agricoltura con una diminuzione del valore lordo del 7,4% rispetto al 3,4% nazionale, con una crisi diffusa ad eccezione della viticoltura e della soia.
Altro punto di crisi, il turismo. Il Piemonte passa dal decimo posto in Italia del 1990 al quattordicesimo posto del 1996; nonostante l'adeguamento dell'offerta turistica, diminuisce la permanenza e spesa media del turista.
Il saldo della spesa turistica registra un -4.700 miliardi rispetto ai 24.000 dell'Italia.
Altre note dolenti giungono dalla dinamica demografica che si conferma tra le più basse del Paese con, nei prossimi anni, un aumento dell'indice di vecchiaia da 1,3 a 2,0. Infine, un dato che personalmente considero grave, la domanda di lavoro in Piemonte offre opportunità soprattutto alle persone con istruzione media superiore, spingendo le persone con formazione più qualificata verso altre regioni.
Gli elementi positivi, che pur ci sono, vanno riscontrati nel settore bancario e assicurativo che registra il dinamismo di tutte le principali istituzioni bancarie. Altra nota positiva giunge dai distretti tessili che mantengono inalterata la propria capacità produttiva verso i quali la Regione continuerà ad investire. Così come è positivo che il sistema dei servizi cresca in quantità e in qualità.
Infine, due dei maggiori protagonisti industriali della Regione registrano con soddisfazione il pieno rilancio industriale e finanziario della Fiat, mentre guardiamo con apprensione all'evoluzione della crisi dell'Olivetti PC.
E' su questi temi che dovremmo esercitare il massimo sforzo dimostrando senso delle istituzioni e capacità progettuale che ci consenta di far sì che questa sesta legislatura regionale lasci un segno positivo alla collettività piemontese.
Passerei adesso all'illustrazione, dopo aver fatto queste considerazioni di carattere generale e politico, del documento presentato e alla lettura della composizione della Giunta.



CHIEZZI Giuseppe

Potrebbe leggerci chi sono i firmatari che non si capiscono le firme.



PRESIDENTE

Provo a leggerli. I firmatari del documento sono i seguenti: Ghigo Toselli, Racchelli, Goglio, Bodo, Burzi, Galli, Scanderebech, Gallarini Casari, Majorino, Botta, Minervini, Ghiglia, Vaglio, Masaracchio, Casoni D'Ambrosio, Griffini, Rossi, Salerno, Rubatto, Mancuso, Pichetto.



CAVALIERE Pasquale

Lei non ha firmato il documento.



PRESIDENTE

Le firme sono in numero sufficiente ai sensi del Regolamento.
La parola al Presidente Ghigo per l'illustrazione del documento.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Per quanto concerne il documento in vostre mani, torno a ripetere perché è un elemento importante - l'ho anche ripetuto nelle considerazioni che ho fatto poc'anzi - che il programma che questa Giunta ha intenzione di portare a termine è quello presentato nel 1995, con alcune integrazioni e sensibilizzazioni che, per la loro volontà e per la volontà di esprimerlo in senso sintetico, ho riassunto nel documento stesso.
Nel campo sociale è necessario portare a compimento la legge sulla famiglia (sono i punti sui quali questa Giunta, per i prossimi due anni, si misurerà e si presenterà ai cittadini piemontesi), rilanciare la legge regionale sulla scuola libera e predisporre adeguati interventi a favore delle categorie deboli (anziani, giovani e disabili), incrementando le risorse a favore delle associazioni di volontariato, rifinanziando i buoni casa e approvando una specifica legge a sostegno delle vittime dell'usura.
Nelle politiche del lavoro si punterà su adeguati interventi nel comparto agricolo e del lavoro autonomo, assicurando il pieno utilizzo delle risorse comunitarie, in particolare a favore delle nuove imprese e dell'occupazione giovanile, rivisitando il comparto formativo.
Privatizzazione parziale o totale degli enti strumentali della Regione e delle società ad essa partecipate, con l'obiettivo di migliorare i servizi ai cittadini e alle imprese.
Al riguardo, si intende predisporre entro l'autunno un programma di riordino e privatizzazione in primo luogo del CSI e delle società partecipate da Finpiemonte.
Adozione del principio di sussidiarietà con l'applicazione del principio della delega, in via preferenziale alle associazioni di famiglie e di imprese, alle Amministrazioni comunali e successivamente alle Amministrazioni provinciali.
Abolizione delle strutture regionali nei settori terziarizzati attraverso agenzie create specificatamente, al fine di alleggerimento e di un miglior funzionamento della macchina burocratica.
La revisione della legge regionale n. 51, con una riorganizzazione del personale che punti a rafforzare l'inserimento di professionalità esterne all'Ente ed incrementare responsabilità e premialità a favore degli attuali dipendenti.
Verranno privilegiate le strategie delle politiche culturali che permettano la valorizzazione permanente dei beni artistici e culturali del Piemonte.
Garantire la libertà di scelta e l'efficienza del servizio a vantaggio del cittadino utente nei settori della sanità e della scuola, anche grazie alla corretta concorrenza tra privato e pubblico.
Pensiamo di realizzare un nuovo Regolamento, simile a quello della Camera dei Deputati o del Comune di Torino, che consenta al Governo regionale di esercitare legittimamente e con efficienza il proprio mandato.
Intendiamo continuare ad incentivare gli interventi di sostegno alle piccole e medie imprese e snellire le procedure per l'insediamento di nuove attività produttive.
E' necessario realizzare uno stato costituzionale delle libertà, dei diritti dei cittadini, che non discrimini i più deboli (gli anziani, i giovani e i disoccupati), che proponga un'economia basata sui principi di libero mercato e della solidarietà responsabilizzante ed un ordinamento fondato su un sistema di effettivi poteri di autogoverno locale e di effettiva amministrazione per i cittadini, con una politica estera di presenza effettiva in un'Europa basata sulla sovranità dei popoli e su istituzioni che siano espressione democratica di essi.
Riaffermiamo, quindi, con forza i valori della solidarietà sociale, del liberismo e del federalismo, segnando un rilancio del programma regionale del 1995.
Tale programma, in corso di realizzazione, come di seguito si riporta vedrà le seguenti priorità operative nella seconda fase di legislatura.
Nella fase successiva del documento, e per questo motivo chiedo l'inutilità di esplicitarlo, ho rappresentato le azioni, rispetto al programma del '95, che sono state realizzate e quelle ancora da realizzare.
Siccome obiettivamente non ritengo che questo possa essere oggetto di una mia rappresentazione e che possa essere valutato da voi nella lettura del documento, se lo ritenete opportuno eviterei di rappresentarvelo e passerei invece alla enunciazione della composizione della Giunta.



(Alcuni Consiglieri chiedono di leggere il documento in tutte le sue parti)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Va bene.
Nel settore dell'industria abbiamo realizzato: la gestione ed applicazione dei programmi comunitari per le aree a declino industriale l'applicazione dei programmi comunitari Retex, Resider e PMI accordo di programma con il Ministero per la promozione all'estero delle capacità e potenzialità dell'industria e del terziario piemontesi leggi sui distretti industriali la promozione dell'innovazione tecnologica la realizzazione dello sportello unico per le imprese.
Da realizzare, anche se nel frattempo gli Uffici hanno predisposto le determine di assegnazione dei programmi, il Docup 1997/99, con l'obiettivo di raggiungere il totale assorbimento delle risorse e l'attuazione del decreto legislativo 112/98, che naturalmente vale come impegno complessivo.
Per l'artigianato, abbiamo realizzato: l'approvazione del Testo Unico per l'adeguamento del decreto Bassanini la revisione degli Albi provinciali delle imprese artigiane l'assegnazione di contributi per crediti agevolati il sostegno alle manifestazioni fieristiche.
Da realizzare: la valorizzazione dell'artigianato artistico botteghe-scuola servizi reali alle imprese razionalizzazione e potenziamento del sistema creditizio.
Nel settore del commercio è stato realizzato: la revisione norme per il commercio su aree pubbliche il lancio del numero verde per la tutela del consumatore il potenziamento del credito agevolato per le imprese commerciali con impegno di risorse raddoppiato i nuovi criteri per l'apertura e l'ampliamento degli esercizi commerciali.
Da realizzare: la razionalizzazione della rete distributori carburanti e relativa tutela della funzione di pubblico servizio (in attuazione di un decreto nazionale) il Testo Unico per il Commercio e il recepimento delle leggi Bassanini la riforma del commercio regionale ed indicazione delle linee di sviluppo della rete distributiva i nuovi meccanismi di sostegno agli investimenti.
Riguardo all'agricoltura: l'autorizzazione comunitaria per l'impianto di nuovi vigneti l'approvazione dei Piani di settore per lo sviluppo del sistema agroindustriale e l'avvio dei gruppi di lavoro per l'applicazione dei relativi interventi i contributi ai giovani agricoltori la richiesta dello stato di eccezionalità per la siccità, la grandine e le gelate.
Da realizzare: i disegni di legge per l'agricoltura biologica, l'apicoltura, i requisiti per i giovani imprenditori l'avvio del regolamento n. 951 per le aziende di trasformazione agroalimentare lo sviluppo delle zone rurali la predisposizione delle nuove norme sulla caccia il decentramento in materia di agricoltura, caccia e pesca la legge sui consorzi di bonifica ed irrigazione.
Per quanto concerne il lavoro, sono stati realizzati: i programmi per i nuovi posti in lavori socialmente utili azioni contro la disoccupazione azioni per la riqualificazione dei lavoratori dipendenti rilevazioni, analisi e monitoraggio del mercato del lavoro.
Da realizzare: l'attuazione normativa del decreto Montecchi (in discussione nelle Commissioni) l'incubatore immobiliare e il tutoraggio delle imprese aiuto ai soggetti deboli finalizzato alla creazione di imprese o all'avvio di attività lavorative lo sviluppo del finanziamento alle nuove imprese, il rilancio alla cooperazione e al programma di ricapitalizzazione delle società cooperative la verifica della possibilità di istituire la Società Piemontese per l'Imprenditoria.
Riguardo alla formazione professionale - l'ho già detto - c'è la volontà di rivedere il comparto in senso generale. Abbiamo attuato: il Piano dei corsi 1995-96, 96-97, 97-98, 98-99.
Da realizzare: i progetti per le aziende relative all'aggiornamento delle politiche del lavoro l'attuazione dei nuovi strumenti del pacchetto Treu (apprendistato e tirocini formativi) miglioramento sistema formativo conseguente al recepimento leggi Bassanini riordino normativo.
Per quanto riguarda l'urbanistica e l'edilizia, abbiamo: approvazione della modifica all'art. 17, della legge n. 56 (varianti parziali e strutturali dei Piani regolatori) la sospensione dell'obbligo di redazione dei Piani pluriennali di attuazione dei PRG l'assegnazione ai privati di contributi per ristrutturare la prima casa il fondo di rotazione per 2000 nuovi alloggi.
Da realizzare: la presentazione della nuova legge urbanistica n. 56 il regolamento edilizio tipo lo sportello di supporto urbanistico ai Comuni l'attività di subdelega dei Beni ambientali trattate dagli uffici decentrati l'adeguamento normativo. E' in discussione il provvedimento per i sottotetti.
Riguardo alla pianificazione: l'approvazione del Piano territoriale regionale il Piano territoriale Ovest-Ticino.
Da realizzare: i progetti esecutivi e approfondimento area metropolitana torinese, laghi piemontesi, colline centrali piemontesi, collina torinese interventi cartografia per i Comuni schema sviluppo territoriale europeo.
I trasporti: il Piano regionale dei trasporti impegno e contatti costanti con Governo ed Enti locali interessati per la realizzazione di due grandi infrastrutture, che sono la linea ad alta capacità Lione-Torino-Milano e il collegamento autostradale Asti-Cuneo.
Da realizzare: il recepimento della legge delega sul trasporto pubblico locale.
Per quanto riguarda il turismo e lo sport: avvio dell'industria del turismo (creazione dell'Agenzia regionale di promozione turistica, che è stato oggetto in quest'aula di un ampio dibattito; costituzione delle 12 Agenzie di accoglienza e promozione turistica locale) sostegno alla candidatura di Torino alle Olimpiadi invernali del 2006 sostegno alle grandi manifestazioni svoltesi in Piemonte (Mondiali di sci alpino a Sestrière; Mondiali di cross; Turin Marathon); - iniziative verso i mercati italiano ed esteri (numeri verdi, attività promozionali in Germania e altrove) partecipazione a fiere e workshop all'estero accordo di programma per il rilancio delle Terme di Acqui riqualificazione degli impianti sportivi e contatti con il CONI per lo sviluppo della grande impiantistica valorizzazione dei Parchi regionali avvio polo museale Centro Natura della Mandria avvio pacchetti turistici Golf in Piemonte.
Da realizzare: incremento e miglioramento capacità ricettiva turistica e naturalmente, l'assestamento e l'adeguamento relativo al dibattito sull'ATR.
Ambiente: approvazione del Piano di gestione dei rifiuti avvio dell'ARPA legge di riordino del servizio idrico e definizione dell'Autorità d'ambito concorso alla redazione dei Piani stralcio di Bacino (Piano delle fasce fluviali e Piano dell'assetto idrogeologico) interventi di difesa del suolo nell'ambito della delibera CIPE lavori di ricostruzione post-alluvioni piani per le aree critiche dal punto di vista industriale e ambientale avvio interventi bonifica Valle Bormida presentazione disegno di legge sulla compatibilità ambientale e le procedure di valutazione.
Da realizzare: attuazione Piano gestione rifiuti; semplificazione procedure autorizzazioni ambientali.
Sanità: approvazione del Piano sanitario per il triennio 1997-99 nomina dei direttori generali delle ASL e delle aziende ospedaliere avvio dell'aziendalizzazione apertura di un day-service (poliambulatorio multispecialistico) presso il presidio sanitario Valletta di via Farinelli - Mirafiori sud Torino accensione di mutui ed erogazione di finanziamenti per potenziare ospedali, case di riposo per anziani e strutture per malati psichiatrici programmi per la prevenzione e la lotta all'Aids e alle tossicodipendenze (che, insieme alla psichiatria, sono state oggetto di un ampio dibattito in fase di bilancio) redazione del Piano per la bonifica dall'amianto accordo integrativo per i medici di famiglia assistenza per il parto a domicilio campagna contro il peso degli zainetti superamento degli ex ospedali psichiatrici delibera di Consiglio per attribuzione fondi art. 20 legge 67/88 per un totale di oltre 2000 miliardi introduzione pre-pronto soccorso (triage) in alcuni ospedali di Torino e della Regione iniziative per la diffusione della "cultura" della donazione di organi per i trapianti.
Da realizzare: rete collegamento informatico tra aziende sanitarie e studi dei medici di famiglia.
Assistenza: approvazione della legge per le strutture socio-assistenziali per disabili predisposizione del primo Rapporto sull'assistenza assegnazione di risorse per i servizi socio-assistenziali aiuti umanitari alle ex Jugoslavia e Burkina Faso redazione Piano socio-assistenziale Piano attuazione legge 285 per assegnazione contributi realizzazione strutture socio assistenziali.
Da realizzare: legge sulla famiglia; intese di programma con le ASL per attività socio-assistenziali di rilievo sanitario; verifica della possibilità di rifinanziare interventi per la realizzazione di strutture socio-assistenziali.
Cultura ed Istruzione: interventi per il recupero dei beni culturali impegno per il restauro del Duomo e della Cappella della Sindone impegno per l'Ostensione della Sindone (e colgo l'occasione per ringraziare tutta la struttura per la grande capacità dimostrata nella gestione di questo evento che ha ricevuto complimenti da parte di tutti) assegnazione al Piemonte dei fondi Giubileo extra-Lazio partecipazione ai Saloni del Libro e della Musica sostegno alle manifestazioni culturali (spettacoli, mostre, festival e rassegne varie, Experimenta) interventi per l'Università del Piemonte orientale e l'edilizia scolastica avvio procedure assegnazione lavori Reggia di Venaria legge Università popolare impegno nel sostegno della tutela e promozione delle lingue piemontesi.
Da realizzare: recupero strutturale e funzionale della Reggia di Venaria e delle Residenze Sabaude.
Montagna e Foreste: applicazione dei programmi Leader II e Interreg II utilizzo fondi comunitari realizzazione pianificazione forestale finanziamenti progetti Comunità montane.
Da realizzare: trasferimento deleghe alle Comunità montane; Testo Unico leggi sulla montagna; razionalizzazione e ristrutturazione vivai regionali.
Enti Locali: riorganizzazione amministrativa della Regione e degli enti locali elaborazione del disegno di legge n. 356 "Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli enti locali" coordinamento del processo di delega polizia locale: attività di formazione per la riqualificazione e la specializzazione dei vigili in servizio, realizzazione dei corsi di primo soccorso e di aggiornamento dei vigili urbani.
Da realizzare: realizzazione del processo di decentramento amministrativo in attuazione della legge 59/97; studio di realizzazione di azioni per lo sviluppo della vigilanza ambientale.
Bilancio: approvazione e gestione dei bilanci di previsione e di assestamento emissione dei BOR gestione del Fondo Investimenti Piemonte.
Da realizzare: legge regionale contabilità, socializzazione interna ed esterna dei bilanci.
Personale: approvazione della nuova legge di riorganizzazione del personale regionale (L. 51) nomina dei direttori generali.
Da realizzare: processo di sburocratizzazione (e chiaramente una rivisitazione della suddetta legge dove deve essere, come ho annunciato rivista).
Organizzazione: sistema informativo regionale cablaggio degli uffici regionali.
Da realizzare: piena attuazione di "Piemonte in rete" e "Progetto IRISI".
In conformità agli orientamenti politici qui esposti, per l'attuazione delle linee programmatiche che si sono presentate, si indicano a componenti della Giunta regionale i seguente Consiglieri: Presidente: Ghigo Enzo Assessori: Bodo Giovanni Botta Franco Maria Burzi Angelo Casoni William Cavallera Ugo D'Ambrosio Antonio Goglio Giuseppe Leo Giampiero Masaracchio Antonino Pichetto Fratin Gilberto Racchelli Ettore Vaglio Roberto



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Majorino; ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come avrete notato il mio nome non è inserito nell'elenco degli Assessori che vi vengono proposti.
Al riguardo, ho chiesto la parola perché devo ringraziare sentitamente il Presidente Ghigo, il quale ancora fino a pochi giorni fa aveva insistito, insistito reiteratamente e molto, affinché io accettassi di essere inserito in questa lista.
La stessa cosa aveva fatto, ancor più pesantemente, affettuosamente e se posso usare la parola proibita - cameratescamente, il Capogruppo di Alleanza Nazionale, Agostino Ghiglia.
Ma io sono stato irremovibile, e lo sono stato in seguito ad una mia personale, autonoma e sovrana scelta di rinunziare ad essere inserito nella lista di chi governerà il Piemonte per questi ulteriori due anni.
La ragione di questa mia rinunzia è un fatto personale. Sono entrato in questo Consiglio regionale nell'aprile 1979, sotto le insegne del Movimento Sociale Italiano, al quale aderii nel lontano 1946 facendo una scelta di libertà, per cui nell'aprile 1998 ho compiuto 19 anni di militanza istituzionale.
Già nell'aprile 1998 - ripeto, dopo 19 anni consecutivi di militanza istituzionale - avevo deciso di chiedere di essere sollevato dagli incarichi di Giunta.
E questo, sia ben chiaro, non certo perché mi sentissi stanco o peggio ancora - mi sentissi vecchio, perché la parola stanchezza e vecchiaia non sono conosciute, non appartengono al mio vocabolario. L'avevo fatto perché, appunto, dopo 19 anni intendevo ridedicarmi - anche se il Consigliere Cavaliere ride e sorride - alla mia professione forense che avevo trascurato per fin troppo tempo e trascurato pressoché del tutto durante i due anni e mezzo ed oltre di svolgimento delle funzioni di Giunta.
E perché non l'ho fatto nell'aprile del 1998? Perché in quel momento c'era la "marcialonga" del bilancio e poteva apparire disdicevole abbandonare il campo: fatalmente, sarebbe stato interpretato in maniera abnorme dalla fantasia - in senso politico - dei Consiglieri di opposizione.
Le dimissioni di 15 giorni fa del Presidente Ghigo, che hanno provocato ex lege le dimissioni della Giunta regionale, mi hanno portato ad un ripensamento.
Apro una breve parentesi: quelle del Presidente Ghigo sono state dimissioni anomale in quanto - e non c'è stato alcun precedente istituzionale in questa Regione - pochi istanti dopo essere state enunciate, hanno avuto, come contrapposto, una mozione di fiducia. Apro e chiudo questa parentesi, poiché non è il caso di ritornare su dimissioni anomale, seguite da mozione di fiducia. In passato, eventuali dimissioni del Presidente della Giunta regionale sono state precedute da mozione di sfiducia.
Tali dimissioni, comunque, mi hanno suggerito l'opportunità di riprendere il discorso delle mie scelte, senza peraltro voler abbandonare la militanza istituzionale, ritornando sui banchi di destra del Consiglio.
In questa maniera avrò modo - scelta personale e non politica - di ridedicarmi alla professione forense, di riprendere ad esercitarla, con il patrocinio, davanti alla suprema Corte di Cassazione e delle giurisdizioni superiori.
C'è di più; c'è una connotazione, oltre quella personale, di per s sufficiente non a giustificare - non ho da giustificarmi con alcuno, né di destra né di sinistra né del centro - ma a far rilevare il motivo per cui non figuro nella lista degli Assessori: è mia autonoma, sovrana e formale rinuncia a esservi inserito.
Vi è un'ulteriore connotazione sostanzialmente politica, che concorre con quella personale. Ritengo, e penso di non essere il solo, che il programma della Giunta regionale Ghigo bis persisterà nei suoi lineamenti essenziali e nei suoi obiettivi da raggiungere durante l'attuale legislatura ed anche in quella "2000-2005". E' da ritenersi che questa Giunta di centro-destra - scusate se sono velleitario - tornerà alla guida della Regione dal 2000 al 2005; dato che per allora non ho alcuna intenzione di ripresentarmi, dopo 21 anni consecutivi di militanza istituzionale nella Regione Piemonte, è bene che, anche per questo motivo mi faccia da parte.
Questo quanto ritenevo doveroso spiegare ai colleghi Consiglieri affinché non emergano ingiuste, illegittime e politicamente destituite di fondamento, illazioni sulla mia non presenza nella lista di Assessori.
Vi ringrazio per avermi ascoltato; sono sicuro che darete fiducia alla veridicità delle parole da me pronunciate, anche se non ce ne sarebbe bisogno.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, vorrei, se me lo permettete rivolgermi al collega Gaetano Majorino, al quale potrei dire tante cose, ma anche quelle potrebbero essere interpretate o considerate come io non vorrei.
Voglio invece ringraziarlo del suo gesto e delle parole che ha voluto pronunciare in quest'aula.
In questi ultimi anni ho imparato - a seconda dei pareri, bene o male o così così - a fare il "mestiere" del Presidente della Regione; l'ho imparato, credo, con umiltà, ma principalmente dal comportamento e dalla moralità che il collega Majorino ha saputo sempre rappresentare in ogni azione amministrativa nell'ambito dell'esecutivo che personalmente presiedevo.
Oltre a ringraziare il collega per la collaborazione, che in questi tre anni, mi ha fornito come componente della Giunta, aggiungo un particolare e sentito ringraziamento personale per quanto ha saputo trasferirmi e insegnarmi, in base alla sua esperienza, in questo difficile mestiere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non intervengo sulle ultime dichiarazioni perché non ho parole.
Vorrei invece, brevemente, porre una questione di ordine statutario, ma soprattutto di ordine politico.
Presidente, come può presentare un documento programmatico - al dì la dei voti o non voti che potrà ricevere - che dovrebbe rappresentare ciò che si accinge a fare la sua possibile riedizione di Giunta per il termine di legislatura, senza la firma politica di due Assessori (componenti dell'esecutivo sino a poche settimane fa) riproposti, con funzioni rimaneggiate nell'ipotesi di nuova Giunta? Si tratta, Presidente, di problema di credibilità istituzionale; lei sta prendendo in giro questo Consiglio regionale, sta prendendo in giro quest'istituzione: presenta un documento programmatico non sottoscritto da gran parte della sua maggioranza - nonché del suo partito. E questo al di là del fatto che il Presidente del Consiglio possa far rilevare che l'art.
32 dello Statuto fa sì che un documento possa essere presentato da un terzo dei Consiglieri, ecc.; non siamo nei tecnicismi: vi sono ragioni politiche alla base della mancanza delle firme che vanno da 24 a 33, ultimo numero "magico" che lei ci rappresentò come maggioranza. Ci sono ragioni politiche e programmatiche; come fa presentarci un programma che già al momento della presentazione non è sottoscritto da Assessori che dovranno realizzarlo?! E' una vergogna, Presidente! E' cosa inammissibile dal punto di vista istituzionale: inammissibile!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intendo porre una questione procedurale, preliminare agli interventi di merito.
Vi sono due documenti: l'uno, quello che ci è stato consegnato l'altro, quello di indirizzo politico, letto dal Presidente. Dunque, due documenti, entrambi costitutivi della posizione politica proposta al Consiglio, che devono essere consegnati nella forma scritta per la discussione, che a questo punto non può che avvenire a termine di Regolamento, fra 24 ore.
Sempre in termini di quesiti preliminari ai fini della discussione sottolineo quanto ha già individuato, come questione politica e anche procedurale, il collega Cavaliere, in relazione al fatto che saremmo di fronte alla proposta di un governo, di una Giunta minoritaria che cercherebbe poi i voti nel Consiglio regionale sia per l'elezione della Giunta e sia, successivamente, per ogni atto deliberativo.
Poiché i Consiglieri che hanno firmato il documento sono soltanto 24, è giusto chiedere non soltanto ai due Consigliere di Forza Italia il perch non hanno sottoscritto il documento - non se se per ragioni tecniche o per questioni di tempo o per questioni politiche - ma anche le posizioni dell'UDR, del CCD, del CDU, dei Pensionati e degli Indipendenti misti.
Inoltre vorrei chiedere - e lo chiedo anche formalmente - se possano far parte di una Giunta dei Consiglieri che non ne condividono - non avendolo firmato - il programma. Questa è una questione di mandato vincolato ad un programma; sottolineo che il vincolo al programma è un obbligo per la Giunta rispetto al Consiglio che, sulla base di quel documento, conferisce il mandato, indipendentemente da quanti hanno o meno firmato, ai membri della Giunta: questione questa assolutamente significativa.
Inoltre ci sono le questioni delle criticità di cui ha spesso parlato il Presidente; mi pare che siano eluse perché quella del Vicepresidente Majorino non era tale per esplicito richiamo dello stesso alle insistenti dichiarazioni del Presidente, e non dubito che sia così.
Infine ci sono le notizie riportate dalla stampa, che tutti i piemontesi hanno letto questa mattina. Occorre valutare le posizioni dei singoli candidati ad essere Assessori; chiedo anche di conoscere quali sono eventualmente gli elementi giudiziari a carico del candidato Assessore Botta.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola ad altri Consiglieri, desidero dare lettura come prassi, dell'art. 32 dello Statuto che recita: "Il Presidente e la Giunta sono eletti dal Consiglio nel suo seno con votazione per appello nominale.
L'elezione avviene a seguito di presentazione di un documento sottoscritto da almeno un terzo dei Consiglieri assegnati alla Regione, con il quale si propongono al Consiglio le linee politiche ed amministrative il Presidente e l'intera lista degli Assessori.
Sulle linee politiche ed amministrative proposte si svolge un dibattito al termine del quale il Consiglio procede con votazione successiva all'elezione del Presidente e quindi della Giunta.
E' proclamato eletto Presidente il Consigliere che ha conseguito la maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati alla Regione.
Ove non sia raggiunta la maggioranza richiesta, l'elezione è rinviata ad altra seduta da tenersi non prima di otto e non oltre i quindici giorni.
Se in questa seconda votazione nessuno dei Consiglieri designati alla Presidenza ha riportato la votazione assoluta richiesta si procede ad altra votazione, a seguito della quale viene proclamato eletto chi ha riportato il maggior numero dei voti.
Avvenuta l'elezione del Presidente il Consiglio procede all'elezione della Giunta a maggioranza semplice, con votazione della lista ad esso collegata." Chiederei adesso ai Consiglieri che intendono intervenire su questioni procedurali di esporre i problemi e successivamente trarremo una conclusione.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei chiedere, a norma di Regolamento, la consegna di tutti e due i documenti e lo svolgimento della discussione in data da destinarsi. Anche perché il problema che sollevo, associandomi agli altri colleghi, è di particolare importanza sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista amministrativo. Il fatto che alcuni colleghi, facenti parte della maggioranza e due facenti parte dell'ipotesi di esecutivo proposto dal Presidente Ghigo, non abbiamo firmato il programma, ha una valenza politica evidentemente grande che presupporrà un'instabilità politica, ma anche una valenza sostanziale perché è evidente che chi non ha firmato il programma non è tenuto a realizzarlo. Questo è il fatto politicamente e istituzionalmente più grave: non c'è un'assunzione di un vincolo programmatico da parte di chi non ha firmato; c'è semplicemente la comodità di una poltrona o di un voto tecnico per dare vita ad una Giunta, ma sul programma della Giunta si prendono le distanze.
Questo elemento, non so se non sia addirittura un elemento, oltrech politicamente ostativo, anche sostanzialmente ostativo alla formazione di una Giunta. Di certo sul piano della buona creanza politica non lo è.
Secondo elemento procedurale è quello relativo al ripetersi di una considerazione un po' zoppicante della morale politica. Il Presidente Ghigo ha perso un primo Assessore, che ha patteggiato una pena; ha perso un secondo Assessore, che è stato rinviato a giudizio; ha in sospeso un terzo Assessore che non si è mosso ed ha questioni pendenti. Adesso un candidato Assessore, si legge sui giornali, è stato denunciato perché faceva portare i regali di Natale per 1400 chilometri dal proprio autista. Allora cos'è? Continuiamo a non considerare questo come uno degli elementi di valutazione nel dare gli incarichi? E il Presidente Ghigo come ci spiegherà domani che la scelta del nominativo dall'ex Assessore Botta, è una scelta prudente? Che sia una scelta prudente e consona al ruolo pubblico che al Consigliere Botta si intende assegnare? Questo è un altro elemento sul quale chiederei degli elementi di chiarezza.



PRESIDENTE

Desidero ricordare che il termine delle 24 ore non è espressamente previsto, anzi mi sento di sostenere che è un termine ammissibile, ma l'ultimo comma dell'art. 34 del Regolamento autorizza, in casi in cui si può rilevare un'analogia, che il Consiglio può autorizzare ugualmente il suo esame.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, intervengo su una questione per la quale richiedo la sua attenzione particolare, ma anche l'attenzione dei dirigenti della Regione Piemonte che lei in qualche modo vorrà poi coinvolgere.
Lei, Presidente, cortesemente ci ha letto l'art. 32 dello Statuto che recita delle condizioni che sono necessarie per l'elezione di una Giunta.
Come avevo detto al Presidente Ghigo scherzosamente ieri, sono necessari e indispensabili tre passaggi: che ci sia un documento programmatico, che venga indicato il nome del Presidente della Giunta e che venga indicata l'intera lista dagli Assessori.
I tre punti sono strettamente collegati, certamente dal punto di vista politico, ma sono strettamente collegati anche nello stesso comma di previsione dell'elezione del Presidente della Giunta e della Giunta stessa.
Se questo documento non avesse segnato il Presidente della Giunta o non avesse segnato l'intera lista degli Assessori noi diremo che non ci sono le condizioni previste dallo Statuto per procedere all'elezione. Il fatto che si parli dell'intera lista degli Assessori e che la si colleghi, non solo al nome del Presidente, ma alla presentazione di un documento, sottoscritto da almeno un terzo dei Consiglieri assegnati, ha sempre fatto dedurre che i componenti della Giunta devono figurare tra i sottoscrittori del documento programmatico.
Poiché questo, Presidente del Consiglio regionale, le assicuro è sempre avvenuto, prima di decidere che può non avvenire, io le chiederei un parere scritto, perché non mi sento di assistere ad una votazione, anche se a maggioranza quando essa avverrà, nella quale viene eletto un Presidente di Giunta e degli Assessori che poi spendono del denaro pubblico, senza avere la garanzia che queste condizioni di elezione siano quelle indispensabili e sufficienti, in quanto questo atto assume delle conseguenze importantissime, nel senso che tutta l'attività amministrativa si baserà su questo e in base a questo la Giunta delibererà.
Per quanto riguarda i due Assessori che sono proposti, Leo e Cavallera faccio i nomi perché ci è stata data la lista - e che non sono presentatori di questa lista e di questo programma, politicamente possiamo dare un giudizio negativo, però io vorrei avere per iscritto da qualcuno che è ipotizzabile o non ipotizzabile che questi due Assessori possano dissociarsi dalla lista di presentazione, perché - ripeto - questo ha una conseguenza gigantesca di carattere amministrativo.
Lei dice no, però io desidero - ed è una richiesta formale che mi sento di avanzare - dato che è una questione centrale, che ci sia, come abbiamo sempre fatto anche su questioni minimali, un parere scritto, che si pu fare. Innovare va bene - lo dico anche a vostra garanzia - ma innovare dopo 25 anni lo ritengo un po' delicato. Che alcuni Consiglieri di Forza Italia non abbiano avuto il tempo di andare a firmare o non abbiamo potuto farlo o che si sia ritenuto che non andassero a firmare, non è un problema, me ne rendo conto da sola: ci sarà una valutazione politica, se uno la vuol fare ma non è questo il problema; che vi sia tutta una serie di questioni che possono essere sollevate nel dibattito politico, non è un problema, ma questo lo è.
Gradirei veramente che ci fosse un parere, perché se per 25 anni si è ritenuto che per eleggere una Giunta ci fossero queste tre condizioni e sempre gli Assessori sono stati tra i Consiglieri presentatori della lista programmatica e del documento programmatico una ragione ci sarà stata.
Se si può non fare così, lo vorrei con un parere scritto; il nostro Gruppo chiederebbe un parere scritto, altrimenti sia chiaro che ci assumiamo delle responsabilità gravi, perché essendoci un punto interrogativo di tipo statutario non risolto, alle conseguenze di carattere economico, amministrativo, non dico politico - faccio solo riferimento a questi due primi aspetti - chi è che ci dà delle garanzie? Lei, Presidente Deorsola?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Senza entrare nel merito del documento programmatico, intervengo per proporre a lei, al Presidente incaricato della Giunta, a tutti i Consiglieri l'opportunità che questa farsa non duri troppo a lungo.
Credo che sia stato giusto che i Consiglieri abbiano potuto sentire quali erano i programmi della nuova Giunta che si appresta a governare la Regione Piemonte, ma credo anche che il Piemonte abbia la necessità di averla, questa Giunta: magari non questa, ma deve avere una Giunta.
Non sono però d'accordo con chi, in questo momento, tende a lanciare troppo in là la discussione del programma e della composizione della nuova Giunta.
Sono dell'avviso che da qui a domani pomeriggio ci sia il tempo necessario per approfondire tutto quanto c'è da approfondire sui due documenti (uno letto e l'altro presentatoci dal Presidente) e che quindi il tempo sia sufficiente per arrivare in aula domani pomeriggio per risolvere definitivamente questa farsa.
Seconda questione. Presidente del Consiglio, la questione delle firme che mancano non è una questione regolamentare, è squisitamente politica.
In politica, le firme che mancano si possono interpretare in molti modi, e avremo occasione di farlo domani. Ma una cosa è certa: che quando uno viene candidato, deve anche dichiarare di accettare la candidatura, e la accettano ovviamente quegli Assessori proposti che hanno firmato il programma.
Ritengo che sia sufficiente, ma altresì doveroso, che gli Assessori che non hanno sottoscritto il programma dichiarino almeno la loro accettazione ad essere eletti Assessori. Essendo questa una votazione unica, non separata, non sui singoli, credo che sia doveroso.
Ripeto, è una questione squisitamente politica, non di tipo regolamentare.
Ultima cosa, Presidente del Consiglio: lei ha letto velocemente quelli che erano i componenti del Gruppo dell'UDR. A me è parso di sentire che l'unico componente sia lei: ho sentito bene oppure no? Credo che questa informazione possa essere utile al Consiglio per il futuro: sentire chi sono i componenti dell'UDR.



PRESIDENTE

Le rispondo subito. Ho letto i nomi dei componenti del Gruppo per l'UDR, cioè che fanno riferimento alla nascente formazione politica: ci sono anche altri Consiglieri.



MONTABONE Renato

Ma in quest'aula, scusi Presidente, lo faccio senza nessuna polemica...



PRESIDENTE

Le ripeto quello che ho detto prima: Gruppo per l'UDR.



MONTABONE Renato

Chi c'è in questo Gruppo?



PRESIDENTE

Sergio Deorsola.



MONTABONE Renato

Lei è il Gruppo dell'UDR ed è il Capogruppo.



PRESIDENTE

Gruppo per l'UDR, non è il Gruppo UDR.



MONTABONE Renato

Allora, Gruppo per l'UDR e lei ne è il Capogruppo.



CHIEZZI Giuseppe

Perché questa insistenza?



PRESIDENTE

Perché il Gruppo parlamentare nazionale non si chiama Gruppo UDR, ma Gruppo per l'UDR.



MONTABONE Renato

Ho capito. Va bene. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Un intervento molto breve. Certo, ognuno fa le affermazioni politiche che ritiene, quindi non entro nel merito di questo; avremo poi modo, nel prosieguo del dibattito, di svolgere anche noi, come Gruppo di Forza Italia, alcune considerazioni su questa occasione che riteniamo importante per quanto riguarda la ricostituzione della Giunta regionale che, nelle nostre intenzioni, dovrà affrontare la seconda ed ultima parte di questa legislatura.
Relativamente ad alcune questioni che sono state sollevate dai colleghi intervenuti in precedenza, e mi riferisco in modo espresso all'art. 34 cioè alla richiesta di spostare il dibattito a domani, riteniamo che questo non sia possibile, proprio alla luce dell'art. 34 del Regolamento.
Riteniamo anche, e chiediamo ai colleghi qualora fossero d'accordo, che una brevissima riunione dei Capigruppo potrebbe consentire di sviscerare questo problema che, dal nostro punto di vista, necessiterebbe della risposta alla quale facevo riferimento.
Per quanto riguarda la questione Assessori-programma-firme, ovviamente i colleghi ed amici candidati Assessori del Gruppo CDU-Movimento verso l'UDR (sotto certi aspetti) avranno modo nei loro interventi di chiarire le motivazioni a loro discrezione.
Riteniamo che l'art. 34 consenta - e noi vorremmo procedere in questa direzione - che il dibattito avvenga oggi e non sia posticipato a domani.
Domani, la IV Commissione ha in cantiere la consultazione per quanto riguarda gli accreditamenti sanitari, occasione programmata ormai da molti giorni e molto importante.
Riteniamo che anche per questo motivo - certo, se formalmente non fossimo a posto non lo chiederemmo - la forma sopporti la sostanza che consiglia a noi di sfruttare la giornata di domani, così come è stato programmato alcuni giorni fa, e di svolgere il dibattito nella giornata di oggi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente. Non vedo il Presidente Ghigo e vorrei rivolgermi a lui.



PRESIDENTE

Certo, aspettiamo un attimo che torni in aula il Presidente Ghigo.



ROSSO Roberto

Presidente Deorsola, mentre aspettiamo il Presidente Ghigo, vorrei porle una domanda. Io non sono così abituato a cambiare Gruppo e fare nuove politiche e collocazioni, e non ho ancora capito bene, dopo la precisazione chiesta dal collega Montabone, se lei ha formato un nuovo Gruppo. La mia domanda è questa: il Regolamento prevede che un Consigliere possa formare un nuovo Gruppo?



PRESIDENTE

Sì, perché io ho il collegamento con un Gruppo parlamentare nazionale che si chiama Gruppo per l'UDR, non Gruppo UDR, e verrà realizzato dopo la costituzione dell'UDR nei prossimi giorni.



ROSSO Roberto

Questo Gruppo, dunque, è fortunato perché appena nato interessa già il Presidente del Consiglio, quindi avrà lunga vita! Vedo che è rientrato il Presidente Ghigo. Presidente, quando ci ha consegnato il suo documento ho pensato che si trattasse del solito ritardo dei soliti problemi che hanno caratterizzato la sua Giunta, cioè fare le cose all'ultimo momento, nonostante avesse mesi di tempo per farle. E questo viene confermato apparentemente dal fatto che doveva consegnarcelo in mattinata e invece è arrivato alle 15,30.
Ma quando alcuni colleghi dell'opposizione hanno notato che mancano le firme di due Assessori che lei propone, mi è venuto il sospetto che non sia il solito problema di ritardo. Perché non posso pensare che l'ex Assessore Leo e l'ex Assessore Cavallera non sapessero della presenza di questo documento.
Non penso sia così. Non penso neanche che lei si possa permettere di aver elaborato un documento senza averlo fatto leggere almeno alla Giunta che lei propone, se non a tutti i Consiglieri di maggioranza.
E allora, non è più una questione di tempistica e di ritardi, ma diventa una questione politica grave. Come ha già detto qualcuno prima di me, mi chiedo come sia possibile nominare degli Assessori che evidentemente, se non firmano il documento, non condividono parte o tutto il programma.
Chiedo dunque che si vada almeno a domani per il dibattito e la votazione, ma chiedo anche che questo documento venga sottoscritto dai due Assessori che lei propone.
Per quanto riguarda la richiesta del collega Gallarini di votare subito il documento, mi sembra incredibile che voi abbiate impiegato dieci mesi per arrivare ad un documento che non è firmato nemmeno dalla maggioranza e adesso non diate la possibilità all'opposizione, che sono dieci mesi che dice che non avete un minimo di programmazione, di poter esaminare questi punti che - faremo poi l'intervento quando sarà ora - visti così, sono un libro dei sogni con alcuni incubi.
E' evidente che non potete arrivare al voto senza lasciarci esaminare a fondo sia quello che voi proponete sia quello che manca. Poiché il povero Piemonte ha già perso dieci mesi, non penso che 24 ore possano cambiare e spostare di molto il problema, anche perché non ritengo che tra 24 ore, se rimarranno solo queste le firme, la crisi della Giunta sia risolta.
Devo dire, inoltre, che ritengo abbastanza difficile credere ad una proposta di Giunta nella quale sono ancora presenti degli Assessori che hanno vicende giudiziarie in corso.
Presidente, sono convinto che lei abbia tutte le buone intenzioni di andare avanti, però sappia che quando i cittadini chiedono qualcosa di nuovo alla politica, non chiedono questo; chiedono chiarezza e trasparenza.
Mi sembra che oggi non ci sia stata né una né l'altra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Presidente della Giunta, non si preoccupi; ci sono Consiglieri che non firmano i documenti, ma li voteranno, quindi non ci potranno essere Consiglieri che firmano i documenti e non li voteranno! Sono esterrefatto, allibito che un documento presentato dalla maggioranza arrivi in aula con nove firme in meno e nessuna di queste nove persone, tra cui due ex che diventeranno Assessori, dice qualcosa. Ci vengano perlomeno a dire: "Oggi non c'eravamo, eravamo tutti al Pronto Soccorso per qualche dissenteria cronica" o altro.
Dobbiamo sapere perché nove firme non ci sono, se ci sono questi nove voti; dobbiamo sapere il perché. Non possiamo votare degli Assessori che non firmano un documento programmatico. Sarebbe assurdo, illogico e contro ogni forma di politica.
Ritengo, quindi, Presidente, che prima di una riunione di tutti i Capigruppo ci sia almeno una riunione dei Capigruppo di maggioranza, per sapere cosa c'è dietro questo fatto. Che non ci sia qualche ricatto politico o altro tipo di avventura nella quale non voglio riconoscermi e non mi riconosco. Grazie.



PRESIDENTE

Credo che una breve riunione di tutti i Capigruppo possa essere effettuata.



PICCHIONI Rolando

Non è un problema di Capigruppo, è un problema di dignità politica di quest'aula, dove ci sono due Assessori che il Presidente ha messo nella lista e devono dichiarare se accettano di esserlo o meno. Non è un problema di piccolo cabotaggio all'interno!



PRESIDENTE

Per quanto mi riguarda, cerco di essere garante al massimo. Il problema che desidero affrontare è la tempistica dell'ulteriore dibattito relativo.
La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, lei è un bravissimo navigatore nei Regolamenti, ma qui c'è un vulnus politico pregiudiziale a qualunque altra dissertazione: due Assessori iscritti nella lista della Giunta regionale non hanno firmato il documento di maggioranza né il programma politico del Presidente Ghigo.
Non si tratta di problema di procedure né problema di rinvio a 24/48 ore: è problema che dev'essere risolto in aula. Diversamente, il Presidente della Giunta ritira il suo documento nonché la lista degli Assessori. Quello in atto è un precedente abnorme in tutta la storia della Regione Piemonte.
Su questo credo che lei debba assolutamente pronunciarsi, così come il Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, è la seconda volta che intervengo in questa legislatura per chiederle di non ledere la dignità dei Consiglieri. Non è questione di procedura, ma cosa profondamente politica: è la scelta del futuro della nostra Regione.
Le chiedo accoratamente, Presidente, di non togliere a quest'aula la possibilità di discutere. Se intende aggiornare la seduta, mi pare sia arrivato il momento; chiedo però che non si ritiri in ambiti ristretti la possibilità di discutere sulla posizione politica di questa Giunta.



PRESIDENTE

La mia intenzione non era assolutamente discutere di questioni più o meno imbarazzanti o politiche, ma di procedura. Possiamo farlo senza problemi in aula, così tutti possono rendersi conto di quello che sarà lo svolgimento dei nostri lavori.
La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, la questione che abbiamo di fronte è di sostanza, non di procedura. In accordo con il collega Gatti vorremmo conoscere, in quest'aula, le motivazioni per cui due Assessori si sentono svincolati da un programma: infatti, non firmando il documento ne sono assolutamente svincolati. Il fatto che magari lo votino è altro tipo di ragionamento; vogliamo però conoscere in quest'aula - ripeto - le motivazioni reali e concrete alla base della mancata sottoscrizione, senza mediazioni di Conferenze dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Torno a ripetere che si tratta di problema per il quale intendevo far svolgere una riunione di Conferenza dei Capigruppo; a questo punto, per sembra che in tale sede si dicano cose che non possono essere dette altrove: ritengo quindi che la riunione possa essere svolta qui pubblicamente.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, dato che è veramente inaudito che due Consiglieri chiedano di fare gli Assessori al buio, svincolati da qualsiasi documento programmatico, le chiedo - dato che mi risulta non sia mai successo - di verificare se sia mai capitato che un candidato Assessore non abbia firmato il documento programmatico.
Su questo punto penso che anche lei non possa transigere; se uno intende svolgere le funzioni di Assessore firma il programma, diversamente non accetta l'incarico. Non è pensabile che un'aula dia fiducia a chi non ha fiducia nel programma della Giunta regionale al punto di non firmarlo.
Ha ragione il collega Picchioni: è fatto che non consente di procedere! Chiedo che si chiariscano i precedenti. Ha ragione la collega Spagnuolo; chiediamo un parere scritto. Anche la logica politica, la sostanza del rispetto delle istituzioni richiede che un candidato sottoscriva il documento programmatico. Ma dove siamo? Il candidato sottoscrive soltanto la poltrona e non gli atti conseguenti all'esercizio dell'Assessorato? Lo stesso Presidente Ghigo dovrebbe ben guardarsi da proporre Assessori che sin dalla prima ora le dicono un chiaro "no" sul programma proposto. Com'è possibile accettare situazioni di questo genere?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ad integrazione di quanto detto prima, mi appello alla sensibilità politica - lo dico senza alcuna ironia - del Presidente Ghigo, che può depennare i due nomi dalla lista, e pertanto presentarne una incompleta, salvo integrarla domani quando i due Assessori, nel momento in cui avranno risolto i loro problemi di sensibilità politica, potranno richiedere di essere reintegrati nella Giunta. Adesso, però, il Presidente deve assumere una posizione, proprio per chiarezza nei confronti di noi tutti. E' un po' come ibis redibis non morieris in bello. Dobbiamo sapere cosa intendono fare i due Assessori credo dunque che il Presidente debba dare una risposta chiara a tutto il Consiglio: non chiediamo molto: vogliamo conoscere la natura di questa Giunta, se completa o amputata già alla nascita.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, aspettavo ad intervenire nel dibattito politico poiché pensavo che s'intendesse riunire la Conferenza dei Capigruppo.
E' necessario fare chiarezza; non abbiamo alcun problema a fare chiarezza, a illustrare il punto di vista del Gruppo CDU-per l'UDR, anche se l'UDR nascerà, come tutti voi sapete, tra due giorni.



(Considerazioni fuori microfono del Consigliere Marengo)



COTTO Mariangela

Come sempre, rivediamo volentieri il collega Marengo, ma credo che per senso di responsabilità si possa andare avanti e fare chiarezza, oggi.
L'iniziativa politica dei Gruppi che si ispirano al centro del sistema politico, si è sempre orientata a rafforzare l'area moderata-cattolica laica-riformista, che per sua natura è alternativa alla sinistra.
In quest'ottica e con questo spirito, i Consiglieri regionali del centro sono impegnati per un rilancio del programma e della capacità di governo della Giunta regionale guidata dall'on. Enzo Ghigo.
La costituente di centro, partita nello scorso mese di febbraio a Torino, ha suscitato in Piemonte molte attese, intrecciate con l'avvio del progetto politico dell'UDR, attraverso la federazione di forze politiche e di uomini e donne che si richiamano ad esperienze politiche comuni, e che tendono a contrastare il rischio di una lunga egemonia della sinistra mediante la costruzione di un'alternativa credibile e quindi vincente sul piano elettorale.
Si tratta, certamente, di una fase difficile in cui è necessaria la disponibilità di ciascuno al dibattito e al confronto, poiché la proposta dell'UDR, nell'immediato, pone problematiche complesse. Ma è un passaggio indispensabile per costituire un movimento federativo di forze politiche che intendano agire nelle istituzioni, ispirandosi alle grandi idealità storiche, culturali e politiche di cui sono espressione, per realizzare uno Stato costituzionale delle libertà, dei diritti e dei cittadini, che non discrimini i più deboli, gli anziani, i giovani, i disoccupati, che proponga economia basata sui principi del libero mercato e della solidarietà responsabilizzante, ed un ordinamento basato su un sistema di effettivi poteri di autogoverno locale e di effettiva amministrazione per i cittadini, con una politica estera di presenza effettiva in un'Europa basata sulla sovranità dei popoli e su istituzioni che siano espressione democratica di essi.
Per queste ragioni i Consigliere del Centro hanno preso atto con soddisfazione della scelta di Forza Italia di dar vita, in Piemonte, ad un'alleanza strategica tra tutte le forze moderate liberdemocratiche cattoliche e riformiste, operanti all'interno della maggioranza di centro destra premiata dagli elettori nel 1995.
Dobbiamo però constatare con un certo rammarico che alle belle parole ed ai buoni propositi non sono seguiti fatti concreti.
Dopo nove mesi di crisi e di governo del quotidiano il Partito di maggioranza relativa ed il Presidente, che ne è espressione, non sono giunti a formalizzare quella proposta di alto profilo in grado di connotare fortemente al centro la proposta politica complessiva di un esecutivo rinnovato. Proposta politica cui noi ci siamo sempre più volte riferiti.
Era ed è per noi fondamentale riaffermare con forza che un nuovo esecutivo che si proponga di portare a termine questa legislatura e che possa riproporsi alla guida del Piemonte dopo il duemila non possa prescindere dai valori della solidarietà sociale, del liberismo e del federalismo segnando un rilancio del programma del 1995 per riassorbire la disaffezione di molti cittadini verso le istituzioni.
In quest'ottica i Consiglieri del Centro richiamano anche in questa sede i temi forti che devono trovare adeguate risposte nell'azione della Regione.
Nel campo sociale è necessario portare a compimento la legge sulla famiglia, rilanciare la legge regionale sulla scuola libera e predisporre adeguati interventi a favore delle categorie deboli, anziani, giovani e disabili, incrementando le risorse a favore delle associazioni di volontariato, rifinanziando i buoni-casa e approvando una specifica legge a favore degli usurati.
In campo economico si propongono adeguati interventi nel comparto agricolo e del lavoro autonomo con azioni di snellimento delle procedure e di sostegno economico alle piccole e medie imprese, assicurando il pieno utilizzo delle risorse comunitarie, in particolare a favore delle nuove imprese e dell'occupazione giovanile, rivisitando il comparto formativo.
Nel campo culturale e turistico, riconfermando la validità delle scelte che hanno portato ad un effettivo rilancio dell'immagine Piemonte è necessario articolare le risorse al fine di valorizzare ancora di più le peculiarità della nostra Regione secondo le linee e con le risorse indicate nel documento approvato dal Consiglio regionale.
Nel campo istituzionale è indispensabile una politica di rilancio dell'autentico federalismo adeguando la normativa regionale nel settore delle deleghe agli Enti locali, supportate da adeguate risorse economico finanziarie di rilancio dell'azione regionale anche con i necessari adeguamenti al Regolamento consiliare che consentono di superare l'ingessamento istituzionale attualmente consentito da anacronismi giuridici assolutamente da modificare.
Nell'ottica di un rilancio strategico dell'azione del governo del Piemonte occorre individuare i punti cardine dello sviluppo regionale anche nella prospettiva di proporre una linea guida sistematica che vada oltre la scadenza della presente legislatura.
Per questo i Consiglieri del Centro individuano l'esigenza di scelte politiche che portino ad una razionalizzazione della spesa (operando i necessari tagli e le opportune ristrutturazioni alle partecipazioni e agli enti strumentali valorizzando le risorse umane dell'ente regionale e i necessari riconoscimenti e incentivi oltre ad un eventuale qualificato apporto "esterno") che porti ad un recupero delle risorse economiche da investire, individuando idonee linee di sviluppo sostenibile per il Piemonte al fine di rendere effettivamente il Piemonte "cerniera" d'Europa.
Questo ambizioso programma, che però riteniamo doveroso per il Piemonte, necessita del supporto di un esecutivo ed una guida in grado di concretizzarlo. La ferrea volontà di Alleanza nazionale di restare blindata sulle sue posizioni - a parte l'autonoma decisione del Vicepresidente Majorino che anche noi ringraziamo di cuore per l'attività svolta - e di Forza Italia di non slegarsi da questo abbraccio per certi versi soffocante, rischia di compromettere i buoni propositi e le volontà manifestate a diversi livelli.
Siamo consapevoli che il Piemonte e i piemontesi vogliono che la Regione abbia un governo e siamo disponibili al massimo sforzo possibile per giungere ad una soluzione positiva della crisi, ma non possiamo d'altro canto rinunciare a quelli che sono i nostri principi e le nostre posizioni programmatiche fondanti. Riteniamo che l'ipotesi proposta abbia tenuto scarsamente in considerazione le diverse proposte prospettate dai Consiglieri del Centro.
Per questo la nostra non può che essere, anche in aula, una posizione critica. La forza della nostra critica non può che essere tale e certamente sarà direttamente rapportata alle proposte dell'esecutivo e dalle sue puntuali realizzazioni. Ne consegue che anche la nostra presenza in Giunta peraltro con le stesse deleghe - e quindi è logico che gli Assessori accettino il programma, perché è un rilancio del programma del 1995 - ha lo scopo di una vigile attenzione sui punti forti che abbiamo poc'anzi evidenziato. Se entro i termini di assestamento definitivo del bilancio corrente e di predisposizione del nuovo documento contabile non vedranno concreta attuazione le nostre proposte, ci vedremo costretti a riacquisire la nostra autonomia politica e decisionale, che peraltro, annuncio fin d'ora, sarà manifesta e marcata, sempre in aula, su ogni proposta dell'esecutivo che non ci troverà in sintonia con le altre componenti della maggioranza.
Presidente Ghigo, lei oggi ottiene il nostro voto favorevole, ma con estrema franchezza e chiarezza le diciamo, anche se a qualcuno può non piacere, però la politica è mediazione, la politica è ricerca di consenso sappia essere fedele interprete di una chiara politica di Centro così come più volte promesso e ribadito in tutte le sedi, ed avrà il nostro appoggio leale come è sempre avvenuto finora, ma se in qualche caso vi saranno tentennamenti o inopportune deviazione dalla retta strada, le nostre conclusioni non potranno che essere consequenziali.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Rinuncio all'intervento.



(Il Presidente Ghigo fuori microfono: "Chiedo una sospensione per una riunione dei Capigruppo". )



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo chiede una sospensione?



SPAGNUOLO Carla

Non si può sottrarre all'aula questo dibattito.



PRESIDENTE

Se il Presidente Ghigo chiede una sospensione di cinque minuti credo possa essere concessa.



(Consigliere Saitta Antonio, fuori microfono: "Il Presidente Ghigo non ha chiesto formalmente la sospensione!")



(Voci in aula)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17.11 riprende alle ore 17.40)



PRESIDENTE

Il tempo previsto per la sospensione è scaduto. Prego i Consiglieri di prendere posto.



CHIEZZI Giuseppe

E' stata sospesa la seduta: perché?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente, a posteriori, visto che non mi è stato consentito durante la seduta, voglio contestare le modalità con le quali lei procede alla gestione dell'aula. Nel senso che diversi di noi hanno chiesto ripetutamente di discutere domani delle questione politiche; lei ha ignorato totalmente questa proposta, ripetuta - come ho già detto - da diversi Consiglieri.
Dopodiché, il Presidente Ghigo, che oggi è un Consigliere alla pari del sottoscritto (come pure gli Assessori, nonostante siano seduti nei banchi della Giunta), ha chiesto una sospensione; lei, senza sentire le motivazioni e senza chiedere all'ex Presidente della Giunta, al Consigliere Ghigo di illustrare i motivi della sua richiesta, ha sospeso la seduta.
Questo è un fatto grave. Lei avrebbe dovuto pretendere che il Consigliere Ghigo illustrasse il motivo della sua richiesta di sospensione per cui la invito a chiedere al Consigliere Ghigo di illustrare i motivi per cui ha richiesto la sospensione e i risultati di questa interruzione.
Mi pare che questo sia fondamentale per incominciare a discutere.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, io non credo che si possa riaprire la seduta come se niente fosse, perché se quest'aula ha un senso e se in quest'aula possiamo stare tutti, ci devono essere regole uguali per tutti, ma soprattutto dobbiamo avere fiducia nei confronti di chi conduce l'assemblea.
Noi abbiamo fatto una parte di lavori consiliari su una pregiudiziale che non aveva avuto risposta...



PRESIDENTE

Ma siamo ancora sostanzialmente nella pregiudiziale.



SPAGNUOLO Carla

Scusi, Presidente, non siamo nella parte pregiudiziale, perché lei, ad un certo punto, ha dato la parola alla Consigliera Cotto che prima non ho voluto interrompere, perché non era garbato e non era opportuno, per cui ho lasciato che finisse tutto l'intervento.
Dopodiché ho capito che una serie di Consiglieri prendevano di nuovo la parola su questioni di carattere politico; mi sono detta: "Non siamo nella pregiudiziale", ed infatti non ho più preso la parola.
Però, a questo punto, esiste una pregiudiziale di carattere statutario che comunque un Gruppo le ha posto e che altri Gruppi hanno ripreso.
Noi abbiamo chiesto che ci sia un parere scritto su un punto e pertanto su questo vorremmo una risposta.
Tuttavia, la questione più grave è che il Presidente dimissionario Ghigo non ha chiesto di interrompere la seduta, perché, forse sono diventata sorda, ma voglio sapere come risulta a verbale la richiesta di sospendere la seduta da parte del Presidente dimissionario della Giunta.
Ha fatto un cenno, e tutti noi abbiamo capito che il Presidente della Giunta Ghigo intendeva chiedere di sospendere la seduta; però, lo abbiamo capito prevalentemente perché abbiamo esperienza politica e comprendiamo benissimo che in quel momento forse quella era una richiesta che il Presidente della Giunta poteva fare.
Il Presidente della Giunta, però, non l'ha chiesto: l'ha interpretato lei, Presidente Deorsola, e voglio sottolineare che questo non è il suo compito.
Dopodiché, a fronte di una situazione così delicata, qualunque Consigliere aveva il diritto di poter chiedere al Presidente della Giunta quali erano le motivazioni per la sospensione del Consiglio; ma poiché lei ha ritenuto di interrompere, noi non abbiamo più avuto la possibilità di chiedere nulla.
A questo punto, sottolineo di nuovo la pregiudiziale di carattere statutario e chiedo al Presidente della Giunta quali sono state le ragioni per le quali prima ha fatto intendere che voleva avere un'interruzione della seduta.
Però, Presidente Deorsola, io non lo faccio mai, ma mi permetto, con tutta l'umiltà della quale sono capace, di chiederle di essere il Presidente dell'assemblea.
Quello che lei ha fatto prima è qualche cosa che serve alla maggioranza; ammesso che ci sia una maggioranza, mi pare che non ci sia anche se poi ci saranno 31 voti prima o poi lungo la strada. La maggioranza politica però non c'è: abbiamo addirittura sentito parlare di abbracci soffocanti, per cui mi pare proprio che non ci sia una maggioranza.
Ma al di là di questo, lei sia veramente il Presidente di tutti i Consiglieri, altrimenti il nostro imbarazzo diventa grande: non faccia troppo, Presidente, perché tanto, prima o poi, non le saranno comunque riconoscenti.
In politica non c'è la riconoscenza. Non si spenda per un ruolo che non ha: si spenda per il ruolo che ha, che è quello di essere il garante di tutti.



PRESIDENTE

Le posso assicurare che questo è il mio intendimento e le posso anche assicurare che, essendosi voltato, ho inteso che il Presidente Ghigo chiedeva una sospensione.
La parola al Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io mi scuso se parlo da questa postazione, ma il badge mi è stato dato qua; probabilmente bisognava indicare all'organizzazione dell'aula che oggi non avrei potuto parlare da questi banchi, ma avrei dovuto parlare da qualche altra parte. Comunque mi scuso, mi rendo conto che dò fastidio, ma mi hanno dato questa postazione e da qua mi permetto di rappresentare le mie istanze.
Io ho obiettivamente chiesto una sospensione; l'errore forse è stato quello di chiederla a microfono spento e non so se questo è stato, in un certo senso, verbalizzato.
D'altro canto voglio ricordare che in tante altre situazioni concitate di questo Consiglio un atteggiamento di riguardo su richieste di sospensioni e di parola è sempre stato ampiamente dato alle opposizioni.
Credo che le opposizioni in quest'aula possano lamentarsi di tutto tranne di non avere la possibilità di rappresentare le loro istanze in senso democratico nel dibattito di quest'aula; anzi, seconde me, e l'ho inserito nel programma, fin troppo, perché la democrazia decidente, evocata dal Presidente della Camera Violante, in quest'aula non esiste.
Esiste semplicemente la disponibilità e mi sembra veramente assurdo - e lo difendo - che il Presidente Deorsola sia tacciato di essere persona di parte quando obiettivamente mi sembra - e questa è una mia personale opinione - molto rispettoso di tutte le istanze politiche che in quest'aula vogliono essere rappresentate.
Non ho motivo di nascondere la ragione per cui ho chiesto la sospensione, una sospensione in una fase concitata che richiedeva la necessità di un chiarimento.
Questo chiarimento nell'ambito della maggioranza è avvenuto; posso anche dichiarare che si è trattato evidentemente di un'errata interpretazione procedurale.
Credo che, se l'opposizione ne darà conto e possibilità, i due Assessori che ho inserito nella mia proposta di governo abbiano intenzione di dichiarare la loro posizione in relazione al programma che io ho rappresentato.



PRESIDENTE

Credo sia opportuno sentire subito le dichiarazioni.
La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Parlo da un altro posto anche perché, come è stato ricordato, noi oggi siamo indicati, non siamo eletti.
Credo abbiate ascoltato tutti e peraltro con attenzione l'intervento della nostra Capogruppo. La seconda considerazione che voglio fare è che questo è un perfezionamento, un rilancio del programma del '95, vi è una forte continuità, è un programma totalmente condiviso.
Noi accettiamo la candidatura indicata dal Presidente incaricato Ghigo e il voto, se vorrà essere, dell'aula, con tutte le implicanze di lealtà di correttezza, di disponibilità che questo comporta.



CHIEZZI Giuseppe

Lo firmate il documento programmatico?



LEO Giampiero

Verificheremo tecnicamente se è possibile aggiungere la firma adesso o se questo comporta problemi. Comunque questa è una dichiarazione ufficiale non è una dichiarazione privata o fatta nei corridoi.
Accettiamo il programma, lo condividiamo, vedremo con la Presidenza quali atti bisogna compiere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Grazie, Presidente. E' stato posto un problema di atteggiamento da parte nostra, come Consiglieri indicati in una lista assessorile. Riteniamo nostro dovere fornire tempestivamente all'aula e ai colleghi i nostri intendimenti e il senso della presenza in una determinata lista di Assessori.
Io mi riconosco nelle considerazioni del collega Leo, quindi, nel momento in cui è stata posta anche esplicitamente, da parte di qualche collega, una formale accettazione della candidatura per ciò che implica l'appartenenza ad un organo collegiale e nel rapporto con la maggioranza di coloro che vorranno poi sostenere la Giunta con il loro consenso, questa è senz'altro una risposta di tipo positivo.
Dal punto di vista formale, virtualmente da questo banco si sottoscrive da parte mia la dichiarazione programmatica del Presidente, conscio che n in questa sede né in altre sedi, magari più elevate di questo Consiglio non costituisce novità il fatto che sia in atto un dibattito tra le forze politiche che poi può vedere delle convergenze, può vedere la definizione di alcune priorità programmatiche. Proprio perché siamo in un momento di passaggio, da un lato bisogna giustamente salvaguardare l'aspetto di governo e di correttezza di posizioni da parte nostra, e, dall'altro essendo noi Assessori e Consiglieri, partecipiamo anche al dibattito più complessivo in atto tra le forze politiche dentro e fuori dall'aula sul piano regionale, vivendo queste criticità così come sono state ben messe in risalto dal nostro Capogruppo.
Aderendo alle conclusioni ed indicazioni del nostro Gruppo, ci apprestiamo a dare la nostra adesione, nei limiti che però possano intaccare l'operatività nostra di componenti di un organo collegiale che si andrà a eleggere successivamente. Nel rapporto con la Presidenza, vedremo come formalizzare, dal punto di vista cartaceo, le dichiarazioni esplicite di sottoscrizione...



CAVALIERE Pasquale

Usate l'inchiostro simpatico!



CAVALLERA Ugo

No, assolutamente, perché le parole, almeno per quanto riguarda qualcuno, hanno ancora un significato. Quindi, proprio come costume personale, si soppesa ciò che si dice e poi si cerca di essere coerenti.
Prego tutti di rendersi conto che anche quando emergono delle criticità vuol dire che ci sono dei problemi o delle situazioni in evoluzione sul piano più complessivo, che tuttavia non devono andare a danno di un'azione politico-amministrativa-istituzionale, nell'interesse del Piemonte.



PRESIDENTE

Credo che queste dichiarazioni abbiano chiarito un episodio che necessitava di chiarimenti.
Chiedo ancora se ci sono Consiglieri che intendono intervenire dopodiché, quello che volevo dire nella riunione dei Capigruppo lo annuncerò qui, avendo sentito l'orientamento.
Prego, Consigliere Chiezzi, cortesemente sulle questioni pregiudiziali.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ho ascoltato le dichiarazioni del Presidente Ghigo e dei due ex Assessori, Cavallera e Leo, che ringrazio anch'essi.
Siete stati bravissimi, siete stati nutriti dalla politica sin dal biberon, quindi, come altri colleghi di nuova nomina, ce n'è un po' in tutti i Gruppi, non siete incoscienti su quello che fate. Né avete problemi di sapere o non sapere come ci si comporta in certi frangenti.
Nel vostro caso, la vaghezza che avete usato non è conseguenza della non conoscenza dei fatti; tutt'altro, è conseguenza di un'arte sopraffina nel dissimulare.
Cosa si deve fare per sottoscrivere un documento, forse noi no - che abbiamo meno esperienza - ma sicuramente i colleghi Leo e Cavallera sanno che bisogna firmare. E allora l'invenzione della firma virtuale l'invenzione del "vedremo il supporto cartaceo", fanno veramente ridere di commozione. Avete raggiunto un grado di artifizio politico, mentale e culturale altissimo, che io rispetto in pieno. Parlare come avete fatto senza dire "firmerò il documento" è veramente una cosa buona.
Presidente, sulla procedura: evidentemente non firmano ancora, hanno bisogno di qualche altra compensazione, ma non ci interessa più che tanto.
Il fatto che ci interessa dal punto di vista procedurale, Presidente, è questo: in quest'aula è stato presentato un altro documento programmatico.
La Consigliera Cotto, cioè, non ha fatto una dichiarazione, ma ha letto un documento che io chiedo ci venga consegnato, o attraverso il verbale o attraverso quei fogli che la Consigliera Cotto ha letto; fogli sui quali era scritto un vero e proprio documento programmatico alternativo, in quanto, ricordo brevemente a memoria, si parla di punti programmatici sui quali occorre una verifica, quindi punti programmatici che vanno verificati in modo alternativo, di atteggiamento critico verso il documento della maggioranza.
Siamo in presenza, almeno così intende il mio Gruppo, di un altro documento programmatico che si affianca a quello del Presidente. Manca la lista degli Assessori, ma coloro che non hanno firmato sicuramente fanno parte della "lista Cotto". Gli Assessori che non hanno firmato l'altro documento sicuramente sono "incorporati in quelle righe".
Collega Majorino, tu che sei il decano dei decani di tutti noi, sai benissimo che quando si vota l'Assessore si votano, insieme, le persone e le parole. Le persone incarnano la parola; l'hanno sottoscritta: "divento Assessore conché sono legato ad un documento, che ho firmato".
Chiedo formalmente di disporre del documento, in modo da poter valutare, tranquillamente, in cosa consista la precedente dichiarazione e verificare se ci siano elementi programmatici alternativi al documento Ghigo, per poter svolgere successivamente un dibattito politico. Chiederei quindi di avere quanto detto dalla collega Cotto tradotto su supporto cartaceo - come dice il collega Cavallera...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, riceverà sicuramente il supporto cartaceo che riporta l'intervento della Consigliera Cotto; desidero però precisare che non si tratta di un documento che può essere messo in alternativa a quello del Presidente, poiché non ne possiede i requisiti formali. Questo quanto le posso assicurare con assoluta certezza, Consigliere Chiezzi.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non so ancora, esattamente se interverrò sulla questione pregiudiziale, poiché come spesso avviene in quest'aula, il motivo per cui i Consiglieri intervengono si confonde anche a causa di un Regolamento che lascia ampio e libero spazio alle interpretazioni e, addirittura, alla fantasia.
Dunque, intervengo con alcune considerazioni; vedremo se rispondono alla pregiudiziale.
Sono state fatte dichiarazioni politiche: credo sia nostro dovere esprimere un giudizio modesto e non soffocante, possibilmente, sulle questioni poste.
E' uscito un film che i Consiglieri di Alleanza Nazionale non vorrebbero mai trovarsi costretti ad interpretare: "La tragedia di un uomo ridicolo". Come Gruppo, infatti, riteniamo che in politica spesso qualcuno potrebbe anche dire "troppo spesso" - la forma diventa sostanza.
Quindi, anche il modo di porre le questioni diventa sostanza.
E' con una certa difficoltà che oggi riusciamo a cogliere la forma della sostanza, e la sostanza di una forma. Mi spiego meglio: la forma della sostanza è quella di chi, a fronte di un documento presentato dalla Giunta e sottoscritto da certo numero di Consigliere, pone quasi in alternativa un altro documento che riporta punti dei quali, tuttavia, mi sfugge assolutamente la differenza, non solo rispetto al documento programmatico della sua rinnovata Giunta, ma rispetto al programma del centro-destra del 1995. Personalmente, però, non sono un abile politologo ma un modesto praticante della politica: probabilmente, non ho capito.
La cosa che ho capito ancora meno, invece, è la sostanza della forma: cosa c'è dietro ad un documento analogo, ma che vuol essere palesemente diverso, nel quale si tentano di esaltare differenze anche programmatiche lo ribadisco agli amici del Centro - che non trovano riscontro nella realtà, nelle sensibilità con cui tutti assieme abbiamo aderito alla maggioranza, nei fatti, nella nostra azione politica degli ultimi tre anni nel programma di rilancio della Giunta, in quello che tutti noi abbiamo detto essere il futuro del rinnovato impegno e della nuova Giunta regionale del centro destra. Personalmente, non vedo alcuna differenza; e quando non capisco, mi preoccupo un po'. Preferisco capire quanto non mi piace piuttosto che non capire quanto mi piace. Le cose dette dalla collega Mariangela Cotto mi piacciono tutte quante: posso sottoscriverle? Sono disposto a sottoscriverle punto per punto, perché le condivido. Vivvaddio! Perché dobbiamo eccitare ed esaltare presunte differenze che personalmente mi sento di affermare non esistono? Posso firmare il documento del Centro? Vi chiedo, senza provocazione, posso firmare il documento? Personalmente desidero firmarlo, perché lo condivido così come le giuste sottolineature sui temi che il Centro ha voluto porre.
Non so, ma non credo di essere di Centro; anzi, ho una certa sicurezza: ogni tanto, leggo il simbolo del mio Partito e capisco. Se intendiamo veramente e seriamente rilanciare la Giunta della Regione Piemonte e del centro-destra - mi permetto di dirlo a me stesso prima che agli altri occorre una maggiore attenzione alla sostanza ed una minore attenzione alle forme, indipendentemente da quella che è la mobilità di alcune forze politiche a livello nazionale.
L'appello che ci troviamo a discutere anche oggi, l'ho già lanciato più volte. In quanto solo con la sostanza si può fare buona amministrazione e buoni programmi, indipendentemente da una forma che intanto è in fieri, è in continuo divenire. Pertanto se ci siamo dimostrati, con il documento Ghigo, ma con le sottolineature del Centro, che i motivi per stare insieme prevalgono ancora oggi sui motivi reali o presunti di divisione, beh, è difficile da accettare un distinguo! Si vuole porre un termine temporale del biennio, della fine di questa legislatura? Poniamolo. Non parliamo neanche più del duemila e cinque facciamo un patto di fine legislatura. Se i punti sono condivisi il patto è già fatto. Non capisco il perché ci stiamo arrovellando per far sì che la forma prevalga sulla sostanza. Ognuno di noi, come ha sempre fatto, tenderà a manifestare in maniera diversa le proprie diverse sensibilità politiche ma non c'è motivo di divisione. Non solo non lo comprendo io - sarebbe poco cosa, perché notoriamente la destra arriva dopo nelle cose, con la destra democratica ci si allea dopo, noi arriviamo dopo e va bene così - ma la cosa più grave è che rischiamo di non farlo capire al mondo, quel mondo che ci dà i voti e che chiede a noi il rispetto dei patti sottoscritti in campagna elettorale e che, paradossalmente, non trovano riscontro in differenze gravi e sostanziale al nostro interno.
Quindi il nostro appello è di liberarci dall'abbraccio soffocante delle parole e delle sigle; cominciamo ad entrare nel merito, non continuiamo a parlarci anche tra noi per capitoli. Non per capitoli di spesa, ma per titoli di capitolo, cominciamo ad entrare nel merito, l'ho già detto quindici giorni fa, noi, in tema sociale, siamo preparati, sono sicuro che condivideremo un sacco di cose, molte di più di quelle che da una lettura approssimativa, magari nervosa, potrebbe apparire all'esterno.
Sarà perché faccio politica, ma io mi preoccupo molto di cosa pensa l'esterno di noi, proprio perché non solo sono preoccupato di cosa potrà fare questa Giunta d'ora in avanti, ma perché sono preoccupato dal fatto che rischi di essere vanificato, per delle incomprensioni, più o meno forzate, di pura forma, l'enorme lavoro positivo che questa Giunta ha fatto in tre anni.
Questo è un patrimonio, un patrimonio che comunque abbiamo costruito tutti insieme: il Centro, la destra, il centro del centro. Non possiamo dilapidare un matrimonio, possiamo dilapidare un futuro, non ci siamo sposati, ma quanto meno, avendo fatto una "comunione dei beni" nel 1995 cerchiamo di non dilapidare quel tanto che abbiamo costruito tutti insieme il Centro e la destra.
Per due anni noi abbiamo tutti detto che proseguiremo sulla linea di questa maggioranza, e allora vi chiedo un piccolo sacrificio: rimaniamo fermi allo status politico. Non si può chiedere al Presidente Ghigo, se non provocatoriamente, di portare avanti una politica di Centro, perché detta così qualcuno dell'opposizione - come gli amici di Rifondazioni comunista che a mestare sono abituati - potrebbero credere, nella loro riserva mentale, che questo significa una provocazione, un distinguo eccessivo nei confronti di Alleanza nazionale.
Presidente Ghigo, non faccia una politica di Centro, faccia la politica del programma del 1995, aggiornata alle rinnovate sensibilità del 1998. Non la chiama di Centro, la chiami del Polo allargato, dell'oltre polo, la chiami Giovanna, non la chiami, la faccia. Anziché la politica del Centro la politica al centro; i programmi al centro; i temi al centro; il sociale al centro: questo è il Centro a cui anche Alleanza nazionale si sente di partecipare. Noi non desideriamo, né abbiamo desiderato, abbracciare alcuno, tanto meno in maniera soffocante. Noi vorremo, con un profilo magari basso, continuare a fare bene quel bene che è stato fatto, forse anche meglio quello che dobbiamo ancora fare: noi chiediamo questo. Siamo disposti a discutere di tutto, trovarci sui temi, senza dare adito a qualcuno di dire che esistono invece delle divisioni di sostanza che non ci sono: questo chiediamo.
Concludo lanciando un appello al Presidente Ghigo: sappia essere fedele interprete - voglio parafrasare un autorevole collega che mi ha preceduto della politica al centro, della politica alta e dei programmi che tutti insieme concorderemo.
Colgo l'occasione per ringraziare - ci conosciamo da 18 anni, quindi penso non ci siano dubbi sull'affetto delle mie parole - Gaetano Majorino per il tantissimo che ha dato in termini di esperienza, di umanità, di capacità a questa Giunta. Ringraziarlo perché penso che anche in questo caso la destra - non so se già democratica o ancora in attesa di qualche esame neogollista, fra qualche mese - sappia dare sempre, attraverso i suoi uomini, grandi esempi di etica politica, di moralità, di personalità e, se mi consentite (magari valore un po' desueto, un po' decaduto per alcuni) come senso anche dell'onore, dell'appartenenza, del credere ad un progetto e di avere, cosa sicuramente inusuale, soprattutto in questi tempi così concitati, l'umiltà di dire: "Io ho fatto il Vicepresidente, ho dato il massimo, sono disposto, dopo aver fatto il generale, per mia libera scelta a fare il soldato".
Credo che questa sia la lezione più bella che io abbia mai avuto nella mia più o meno breve carriera politica.
Grazie, Gaetano.



PRESIDENTE

Io ho un certo numero di Consiglieri che hanno chiesto di intervenire.
Vorrei richiamare che devo ancora dare soluzione ad alcuni problemi che sono stati posti, per cui chiederei alla cortesia dei colleghi di attenersi alle questioni pregiudiziali.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Infatti, siamo ancora sulla questione pregiudiziale. La prima domanda è: cosa avete convocato a fare questo Consiglio regionale, se dovete parlarvi tra voi, se avete bisogno di dirvi ancora tante cose, di abbracciarvi, di soffocarvi, di farvi tutte le cose che vi dovete ancora fare?!



PRESIDENTE

Pregiudiziali in senso tecnico. Lei è molto esperto di problemi...



CAVALIERE Pasquale

Faccia lei, Presidente.
Dopodiché, mi pare che la questione posta da molti Gruppi sul fatto che due Assessori non abbiano addirittura sottoscritto il programma presentato dal Presidente, al di là di come sono state rappresentate le cose dagli Assessori in oggetto, non sia superata, nel senso che dalla riunione, dal training autogeno che ogni tanto la maggioranza va a farsi non è arrivata qualche firma in più,, e quindi il problema rimane tale e quale.



PRESIDENTE

Mi scusi, mi permetta l'interruzione. Devo precisare che qualche minuto fa è pervenuto - non ne avevo ancora dato notizia - un documento in cui c'è scritto: "Si conferma l'accettazione delle candidature con annesso programma per l'elezione della Giunta regionale, così come dichiarato in aula", firmato Ugo Cavallera e Giampiero Leo.
E' qui, agli atti, protocollato.



CAVALIERE Pasquale

Quindi abbiamo il CDU verso l'UDR; Cavallera e Leo verso l'Assessorato Deorsola verso... Cioè, abbiamo una serie di sfaccettature della situazione.



MASARACCHIO Antonino

E' il cammino della speranza.



CAVALIERE Pasquale

Appreso anche questo, devo dire che io ho pure ascoltato dalla collega Cotto, a nome del CDU verso l'UDR, dichiarazioni del tipo che "dopo 9 mesi di crisi e di governo del quotidiano, il partito di maggioranza relativa e il Presidente che ne è espressione non sono giunti a formalizzare una proposta di alto profilo". Questo è quanto è stato detto.
E poi, ancora, che "la ferrea volontà di Alleanza Nazionale di restare blindata sulle sue posizioni e di Forza Italia di non slegarsi da questo abbraccio per certi versi soffocante rischia di compromettere i buoni propositi che pure il Presidente vuole fare".
Credo che queste dichiarazioni lascino inalterati i problemi, al di là di quanto aggiunto dalla nota che ci ha letto il Presidente del Consiglio.
Volevo però porre - questa volta a lei, Presidente autoincaricato Ghigo un'altra questione preliminare, che è stata posta dal collega Riba e alla quale non è stata data alcuna risposta.
Lei si appresta a presentare una lista di Assessori; tra questi candidati Assessori ben due sono interessati da vicende giudiziarie, una da tempo e una che abbiamo potuto recentemente apprendere dai quotidiani (quelli di ieri, dell'altro ieri e di oggi).
Senza entrare nel merito delle questioni (e in particolare in relazione all'Assessore Botta, al quale auguro di poter dare dimostrazione della sua estraneità ai fatti che, a quanto pare, sempre da quel che abbiamo avuto modo di leggere, gli vengono imputati), sono però stato colpito più che altro da alcune dichiarazioni che ho letto, sempre oggi, sui giornali, e cioè che certi comportamenti, di cui l'Assessore Botta ritiene di non essersi reso in alcun modo responsabile, sono invece consueti di altri Assessori. Questo è quel che mi è parso di leggere dal giornale di oggi.
Allora, visto che le imputazioni sono abbastanza gravi...



PRESIDENTE

Questo argomento però... C'è un'indagine...



CAVALIERE Pasquale

E' pregiudiziale rispetto alla lista di Assessori che ha presentato il Presidente.
Io chiedo, Presidente, in primo luogo, di sapere dagli Assessori in questione quali sono le loro posizioni giudiziale nelle vicende, di cui non sappiamo alcunché se non dalle notizie giornalistiche.
Inoltre se il Presidente Ghigo non pensa di dare maggiore possibilità agli Assessori in questione di poter dimostrare la loro estraneità a certi comportamenti e a certe vicende non impegnandoli in questa fase con l'incarico di Assessore, cosa che renderebbe loro più difficile dimostrare ogni estraneità a certi fatti.
Queste sono le questioni pregiudiziali che rimangono aperte, prima di entrare invece nel merito della questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Molto brevemente prendo atto della dichiarazione dei due candidati Assessori.
Inoltre, per chiudere la vertenza, in merito alla questione giuridica sollevata dal Consigliere Ghiglia, ricordo che per il diritto italiano secondo il Crisafulli, la forma è presidio della sostanza, per cui non è una questione semantica: è una questione giuridica.
Quindi decidete voi se le adesioni date in una qualche maniera surrettizia sono tali o se invece si devono configurare con l'organica firma del documento. Dopodiché anch'io, come la collega Carla Spagnuolo chiedo di sapere se questo è, a termini di Regolamento, assolutamente corrispondente a ciò che occorre.
Dal punto di vista politico, invece, l'omogeneità, stando all'intervento di Mariangela Cotto (non so se si abbraccerà con il Consigliere Ghiglia e in quali forme, data la loro libertà di stato sociale potranno convolare o meno), non è più questione di ordine politico: è questione di altra natura.
Sarebbe opportuno, invece, che si dirimesse la questione della coerenza, Presidente, con l'osservanza del Regolamento. In genere non siamo dei sostenitori particolarmente accaniti delle esigenze regolamentari (parlo del mio Gruppo); tuttavia abbiamo chiesto che fossero messe in atto per questa seduta.
Mi riferisco alle 24 ore di preavviso previste, che possono essere anche ridotte a 12, cioè ad una seduta successiva per poter esaminare le questioni preliminari, che non sono state delle invenzioni, sono state conseguenti al fatto che era ancora in corso quella riunione della maggioranza che, per la complessità della materia, non ha potuto essere risolta neanche adesso, stando al carattere degli interventi.
Suggerirei, quindi, che questa sera si possano concludere le questioni preliminari, ivi compresa la risposta al quesito che ho posto relativamente ai problemi di ordine giudiziario che riguardano il candidato Assessore Botta (lui stesso mi sembrava intenzionato a che questi chiarimenti ed informazioni venissero forniti) e che il Presidente decida la data e l'orario di riconvocazione della seduta, a partire da domani mattina.



PRESIDENTE

Desidero ricordare che nell'o.d.g. di oggi ci sono due punti che hanno delle scadenze nella giornata del 30 giugno, quindi oggi stesso.
La parola al Consigliere Viglietta.



VIGLIETTA Matteo

Voglio chiarire il perché della mia non sottoscrizione al documento programmatico oggi presentato in Consiglio.
La crisi formale della Giunta, perché è sostanziale sicuramente da mesi, è andata avanti per circa un mese, tra incontri e spesso scontri, per arrivare ad un documento programmatico che non è solo relativo alla futura gestione amministrativa della Regione. E' un documento che dovrebbe rappresentare il punto di incontro tra le varie forze politiche della maggioranza che si riconoscevano sui temi, sulle proposte e sulle soluzioni di specifici interessi e questioni.
E' scontato che questo documento doveva trovare il consenso di tutte le forze politiche che compongono la maggioranza. Dico questo perché molte volte in quest'aula, e in altri casi, si sono viste posizioni differenziate anche all'interno della maggioranza, su temi specifici, sia politici che amministrativi, importanti o meno importanti.
Adesso, però, il discorso è completamente diverso: si presenta un documento programmatico che vuole essere il rilancio di questa Giunta e di questa maggioranza.
Ritengo, dunque, indispensabile che il consenso di tutta la maggioranza sia compatto. In aggiunta, la mancanza della firma dei due Assessori proposti, a mio parere rappresentava una vera incongruenza e, proprio per questo motivo, è inaccettabile.
Alla luce delle dichiarazioni di questi due Assessori (anche se fatte molto in politichese, devo comunque interpretarle come adesione totale al documento programmatico, fatte non solo a titolo personale, ma anche in nome e per conto delle forze di cui sono espressione), ritengo si sia fatta chiarezza, almeno per quanto mi riguarda, e quindi dichiaro la mia adesione al documento programmatico di presentazione di questo genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Grazie, Presidente. Il Consigliere Viglietta ha anticipato gran parte di quanto volevo dire; vorrei anche argomentare quanto è stato evidenziato dai colleghi della minoranza, che hanno indicato - oltre ad evidenziare la mancanza delle firme di una certa parte politica sul documento programmatico - la mancanza della firma di due Assessori indicati e di due componenti del partito di maggioranza relativa di questa Regione, nella fattispecie io e il Consigliere Viglietta.
In effetti, l'anomalia di alcuni che non avevano firmato il documento l'abbiamo evidenziata oggi alle 13,30, quando si doveva firmare il documento programmatico.
Il fatto che ci ha preoccupati era la mancanza delle firme dei due Assessori, oltre a quelle di altre componenti di forze politiche. Quindi abbiamo voluto evidenziare uno stimolo, un contributo per arrivare a quanto è successo in questi momenti, cioè alla firma da parte degli Assessori.
Abbiamo solamente anticipato quanto è stato ampiamente evidenziato dalle minoranze, quindi era comunque un problema che andava affrontato.
Fatta questa premessa e visto il documento presentato dagli Assessori non abbiamo alcun problema, se possiamo apporre le firme, se possiamo integrare il documento programmatico, a dichiararci comunque disponibili a quanto indicato nel documento stesso. Fatto salvo quanto avevamo già detto alla riunione di Gruppo, che l'avremmo in ogni caso votato, per cui il risultato sarebbe comunque stato acquisito.
Volevo, per ultima cosa, ricordare il messaggio che ci ha lanciato il Vicepresidente Majorino, che con una scelta libera, autonoma e molto forte cosa che di questi tempi succede di rado, ha deciso di lasciare spazio ad altri per dedicarsi alla propria scelta di libertà. Grazie.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Saitta, desidero leggere il parere che, su richiesta della Consigliera Spagnuolo, in particolare, ma anche di altri, ho chiesto alla dott.ssa Rovero.
Leggo testualmente: "In relazione al quesito posto, si rivela che il documento presentato in data odierna, prot. 7973" - cioè quello che contiene le firme, ecc. - "risponde ai requisiti formali richiesti dal II comma dell'art. 32 dello Statuto: 'Presentazione di un documento sottoscrizione di almeno un terzo dei Consiglieri assegnati alla Regione'" il documento è sottoscritto da 24 Consiglieri - "'proposta delle linee politiche amministrative, Presidente e intera lista degli Assessori'".
In seguito a questo documento, per il quale ringrazio, per la puntualità e la velocità nella stesura, la dott.ssa Rovero, come Presidente ritengo, dopo aver esaminato il Regolamento, che lo stesso sia ammissibile e che non contrasti con il nostro Statuto. Questo è un dato regolamentare non sicuramente politico, sul quale non voglio intervenire.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente, se ho inteso bene, si procede nella discussione del documento, la sua intenzione è quella di andare avanti.



PRESIDENTE

La risposta indica se il documento è regolare rispetto al nostro Statuto o meno. Io lo ritengo regolare e così lo ritiene, nei termini in cui ho letto il parere, la dott.ssa Rovero. Resta solo più il problema di quando dare inizio al dibattito e alla votazione.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Come Presidente protempore mi assumo tutte le responsabilità e ritengo che il documento, se verrà approvato con i numeri richiesti, sia assolutamente idoneo per il successivo corso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Scusi, Presidente: a parte il fatto che è difficile interpretare documenti di cui viene data lettura e che non si hanno sottomano, il quesito posto da me e da altri Consiglieri non era quello cui lei ha dato risposta.
Ci troviamo nuovamente di fronte ad uno scivolamento voluto, all'uso del sapone: si scivola, ma va tutto bene.
Il quesito posto non è affatto quello cui lei, Presidente - e ringrazio anche la dott.ssa Rovero - ha dato risposta. Nessuno di noi ha detto che il documento non era presentabile o ricevibile; si trattava di documento che conteneva l'indicazione del Presidente, il programma, l'intera lista degli Assessori - infatti, non può essere nominato un numero minore. Il quesito posto, però, è un altro: se è rispondente all'art. 32 il fatto che nella lista dei presentatori non figurino due soggetti indicati nella lista degli Assessori. Nella cronistoria della Regione - anche se la sottoscritta non ha grande memoria - si è sempre inteso che fra i sottoscrittori del documento si andassero ad estrapolare gli Assessori. Il fatto che il documento avesse di per sé, le tre caratteristiche richieste dallo Statuto era sotto gli occhi di tutti.
Desidererei avere una risposta esplicita sulla possibilità per cui degli Assessori non figurino nella lista dei presentatori.
Se lei mi dice, Presidente, che si può intendere la dichiarazione resa come rispondente al quesito da me posto, chiederei anche, però, che questa venisse messa per iscritto. La questione, infatti, è in qualche modo diversa.
Detto questo - per non togliere ulteriore spazio ad altri interventi chiederei una fotocopia della lettera sottoscritta dai colleghi Leo e Cavallera, relativamente alla quale credo debba esserci, comunque, un approfondimento.
Chiederei anche, se fosse possibile, avere la dichiarazione della dott.ssa Rovero..



PRESIDENTE

E' verbalizzata, per cui acquisita.



SPAGNUOLO Carla

...o l'estratto del verbale. D'altro canto credo che i nostri funzionari siano utili proprio in queste difficilissime circostanze; ad ogni modo, desidererei avere l'estratto del verbale.



PRESIDENTE

Se lei ritiene sufficienti i due documenti glieli faccio avere immediatamente.



SPAGNUOLO Carla

Per quanto mi riguarda, è la sostanza che conta.
In ogni caso, mi pare difficile che le sfugga che il quesito posto era un po' diverso da quello cui si è risposto.



PRESIDENTE

Le darò una risposta più articolata quando lei avrà terminato il suo intervento.



SPAGNUOLO Carla

La ringrazio.
Sarebbe utile avere questi documenti, in modo da poterli avere sotto gli occhi. Mi incuriosisce sapere perché i colleghi Leo e Cavallera non sottoscrivono il programma, ma rendono una dichiarazione di accettazione dell'Assessorato - naturalmente, se non ho mal inteso, visto che non ho il documento sottomano.



PRESIDENTE

Ritengo che i limiti posti dallo Statuto siano chiari; non possiamo introdurne, formalmente, degli altri. Questa la risposta formale di cui mi sento di assumere l'intera responsabilità, Consigliera Spagnuolo. Il discorso politico è altro, sul quale non intendo intervenire. Lo Statuto pone tre condizioni, che vengono rispettate.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, è estremamente difficile intervenire su questioni procedurali; pare evidente, infatti, che queste ultime sono strettamente connesse con quelle di carattere politico sicuramente non secondarie, per la modalità con cui la maggioranza ha deciso di affrontare questo dibattito.
Qualunque soluzione verrà assunta oggi da parte del Presidente e dell'Ufficio di Presidenza in qualche maniera si esporrà a qualche dubbio: obiettivamente, c'è una sorta di anomalia per come il documento è stato presentato, per l'adesione successiva e per la non adesione di un Gruppo consistente ed autorevole della maggioranza.
Presidente, a tutela dell'andamento e delle decisioni che dobbiamo assumere, ritengo opportuno - a questo punto, sì - una riunione della Conferenza dei Capigruppo per decidere le modalità dello svolgimento dei nostri lavori. E' fondamentale, vista l'impasse che si è venuta a creare.
Diversamente, rischiamo che i nostri interventi, pur essendo di carattere procedurale, si soffermino su elementi di carattere politico, aggirando una precisa modalità, senza entrare nella questione che interessa tutti. Siamo tutti dei politici: il dibattito non può che essere politico.



PRESIDENTE

La sospensione della seduta sarebbe rivolta a convocare la conferenza dei Capigruppo per valutare la compatibilità o meno di questo documento rispetto all'art. 32; mi sono informato, questo documento è valido perch compatibile.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Credo, Presidente, che oggi in quest'aula si sia svolto un atto politico importante che non può passare soltanto con qualche battuta di rinvio al mittente, ma avremo modo di parlarne domani.
Per quanto riguarda il fatto pregiudiziale, Presidente, torno a ripetere, non ho ombra di dubbio, che dal punto di vista regolamentare si possa presentare il programma anche senza le firme degli Assessori. Per vorrei sapere, siccome una firma sotto un documento è più facile da apporre o da togliere che non stilare un altro documento che supporta quel documento stesso, il perché i due Assessori non sottoscrivono quel documento.
Il fatto politico cui mi riferivo prima è il seguente: entrambi gli Assessori nelle loro dichiarazioni fanno riferimento ad alcune affermazioni estremamente condivisibili che la Consigliera Cotto ha indicato.
Sostanzialmente dice che la presenza in Giunta, peraltro con le stesse deleghe, ha il solo scopo di una vigile attenzione sui punti forti che poc'anzi abbiamo evidenziato...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Montabone, cosa sta leggendo?



MONTABONE Renato

Sto leggendo l'intervento che la Consigliera Cotto gentilmente mi ha dato, per correttezza non userò le sue parole. La Consigliera Cotto Capogruppo del CDU per l'UDR, dice anche che se entro i termini di assestamento definitivo del bilancio corrente e la predisposizione del nuovo documento contabile, non vedranno concreta attuazione le loro proposte, si vedranno costretti a riacquistare la loro autonomia politica annunciata fin d'ora manifesta e marcata su ogni proposta dell'esecutivo.
Queste sono parole che hanno un peso, che in politica contano, che alcuni possono condividere o non condividere, ma che nessuno, amico Ghiglia, può far finta di non aver inteso.
Sono parole non che legano insieme una maggioranza, magari vedono due Assessori sottoscrivere, con un altro documento, un documento che è più facile da sottoscrivere direttamente, ma che vedono un gruppo importante di questa maggioranza non sottoscrivere il documento stesso sulla base di un intervento che è stato fatto in aula e che tutti i Consiglieri potranno avere in loro mani anche in questo momento.
Queste non sono parole lasciate cadere nel vuoto, sono parole importanti. Credo che non si possa, Presidente, rilanciare una Giunta con l'ipotesi che se non si fa una cosa poi si vedrà: le maggioranze sono cose serie!



PRESIDENTE

Sta anticipando un dibattito, si sta intervenendo sulla pregiudiziale.



MONTABONE Renato

No, Presidente, sto intervenendo sulla pregiudiziale, lei può anche far finta di non capire, ma io in questo momento sostengo che la firma non deve essere apposta sulla base di un altro documento, ma deve essere apposta sulla base del documento stesso. La firma, se c'è una maggioranza in questo momento, deve essere supportata dalle firme dei componenti della maggioranza, a meno che siano impediti.
Certamente il Consigliere Ghiglia oggi è stato più bravo di ieri questo mi interessa anche personalmente - quando disse che abbandonava la riunione a muso duro, molto critico, per usare un eufemismo, con gli ex DC che stanno fagocitando Forza Italia. Innanzitutto io mi sento un ex DC, non devono sentirsi ex DC soltanto coloro che in questo momento dal centro compongono la maggioranza. Mi sento, anche come ex DC, un pochino interessato a questi interventi; inoltre mi piacerebbe sapere ufficialmente, in quest'aula, anche dopo questa seduta, quali sono i "professionisti del subbuglio".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Desideravo darle qualche opinione sul tema sollevato dalla Consigliera Spagnuolo e dal sottoscritto. Anch'io ritengo che la risposta debba ancora venire: è stato presentato in Consiglio regionale un documento programmatico con una lista di Assessori, due di questi Assessori non sono tra i sottoscrittori del documento programmatico. Il quesito che intendo porre è il seguente: possono i due Assessori, indicati nella lista, essere considerati tali in modo perfetto nel momento in cui sullo stesso documento nel quale sono indicati, non compare la loro firma? E' ricevibile un documento nel quale non si capisce se due, indicati Assessori, condividono il programma? E' possibile questo? Nel momento in cui arriva il documento programmatico questo non mi pare perfetto, anzi mi pare contenga una lista temeraria, con temerarietà oggettiva. Leggendo il documento, oggettivamente, cosa deve fare l'istituzione? L'istituzione vede una lista e un documento, lista e documento sono cuciti a punto fitto, sono la stessa cosa, non sono due cose diverse, sono inscindibili, però nella lista ci sono due persone che non compaiono nel documento. Questa è una lista che ha due punti di temerarietà, che non sono leggibili da chi questo documento riceve.
Questo fatto, questa preoccupazione è convalidata da quanto è successo dopo; i Consiglieri, ricevendo questo programma e guardando con stupore a questa assenza di partecipazione dei candidati Assessori al programma sollevano il problema. E il problema esisteva proprio! Quando abbiamo sollevato il problema: "Ci sono dei candidati che non hanno firmato e quindi manca la cucitura, la lista non sta in piedi" abbiamo avuto la conferma che il problema esisteva tutto.
Perché? Perché i due candidati Assessori, ad un certo punto, rendono noto, non prima - prima non hanno reso noto e non hanno detto nulla - solo dopo la presentazione del programma e della lista si alzano in quest'aula e dicono: "Cari colleghi, noi accettiamo la candidatura". Quindi prima non l'avevano accettata.
E se qui dicono: "Accettiamo" vuol dire che è la prima volta che l'accettano, tant'è che anche in maggioranza, nel vedere che due candidati non avevano firmato, qualcuno ha detto: "Se non hanno firmato non sono candidati; se non sono candidati, perché devo firmare io, che non faccio nemmeno l'Assessore?!".
Allora, Presidente, questa lettera, che non ha nemmeno un destinatario (magari possiamo chiedere una nuova integrazione), questa dichiarazione accentua tutti i nostri motivi di preoccupazione, perché questa dichiarazione sancisce che l'accettazione non è avvenuta nel momento della presentazione del documento programmatico che conteneva i loro nomi.
E' avvenuta dopo, è avvenuta in aula, con intervento a voce, ed è stata confermata per iscritto con una dichiarazione che fa riferimento non a precedenti accordi, ma a quanto detto in aula, cioè non si conferma nulla se non quanto dichiarato in aula: prima non c'è stata alcuna accettazione.
Allora, scusi se sono stato lungo, ma il quesito che le continuo a porre, penso anche insieme alla collega Spagnuolo, è: "Siamo all'interno di una procedura statutariamente perfetta o no? O il documento programmatico deve essere riconsegnato con le firme di tutti gli Assessori per essere un documento rispettoso della procedura statutaria?".
Questo era il tema! Non la risposta, che condividiamo, sull'art. 32.



PRESIDENTE

L'ho inteso bene. Le ribadisco che ho atteso più di mezz'ora per dare la risposta a lei e alla Consigliera Spagnuolo per valutare tutte le implicazioni di questa proposta.
La sua ricostruzione - mi permetta di dire, collega - non ha pressoch alcun pregio giuridico, a mio parere, perché questo documento contiene una proposta che il nostro Statuto sottopone ad alcune condizioni, che sono rispettate. Non possiamo introdurne delle altre (parlo da un punto di vista tecnico); le questioni di opportunità politica sono altra cosa.
Questa proposta deve superare il vaglio dell'assemblea, con i limiti numerici previsti sempre dal nostro Regolamento; successivamente, prima che l'Assessore entri nella pienezza del suo ruolo, deve ancora avere un provvedimento del Presidente. Comunque il superamento della prova numerica è una condizione - questa sì - che bisogna effettuare e che, appunto renderà possibile l'ulteriore corso.
Io sono - ripeto - assolutamente tranquillo e sicuro che la procedura sia quella corretta e che questo documento possa essere portato in piena coscienza all'attenzione e alla valutazione dell'aula come un documento che non potrà essere attaccato. Questa è la mia personale convinzione.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Intervengo solo per chiedere di procedere alla votazione eventualmente delle questioni pregiudiziali che sono state poste e poi all'elezione del Presidente della Giunta.
Credo di non dover ripetere quello che è stato sostenuto da lei sull'interpretazione che, peraltro, è l'interpretazione letterale che viene data dell'art. 32 da altri.
Aggiungo che, se si volesse, molte delle cose che sono state dette sono assolutamente prive di fondamento per quanto attiene a questi articoli sull'elezione del Presidente; per esempio, nessuno dice che gli Assessori nominati debbano sottoscrivere il documento (tanto per dirne una) né che debbano assumere qualche tipo di impegno; anzi, la Giunta, quando delibera delibera a maggioranza, quindi se volessimo ragionare per paradossi potremmo addirittura dire che è assolutamente ininfluente la posizione degli Assessori nominandi nell'ambito della Giunta.



PRESIDENTE

Questa, mi permetta, è un'osservazione a margine, ma non tocca...



GHIGLIA Agostino

Certo, ma visto che abbiamo ragionato per paradossi, ho "paradossato" anch'io.
Quindi, a questo punto, chiedo di procedere nella valutazione delle eventuali questioni pregiudiziali e poi all'elezione del Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Sulle questioni pregiudiziali credo di aver dato risposta esauriente ed articolata a tutte quelle che mi sono state poste. Il problema adesso è quello di valutare come procedere. Mi è parso di cogliere delle proposte diverse, non ritengo però che ci siano dei motivi di ulteriore approfondimento, anche perché questa situazione, che oggi viene proposta per la soluzione, essendo aperta da molti mesi, è ampiamente conosciuta così come il documento è stato letto ed è l'unico, sempre formalmente, atto che è obbligatorio, è stato distribuito per una migliore comprensione perciò credo che ci siano le condizioni per procedere. Questa è la mia valutazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Io la ringrazio per questa valutazione. Tenga conto anche della situazione in cui si trovano molti colleghi, non solo di minoranza.
La vicenda della crisi e della sua soluzione è stata lunga, la soluzione è stata resa nota alle ore 13.30 di oggi anche per alcuni colleghi di maggioranza, mettendo dunque in gravi difficoltà anche colleghi che pure sostengono e partecipano.
Si immagini per un collega di minoranza che, ovviamente, in questo mese non ha partecipato a nessuna elaborazione di iniziative per la risoluzione della crisi! Immagini in quale situazione si trovi uno dei colleghi di minoranza che, una volta che si è presentato puntualmente alle ore 14.30 in quest'aula, ha ricevuto solo un'ora dopo, con ritardo...



PRESIDENTE

Non ci sono dei limiti che vengono violati.



CHIEZZI Giuseppe

Ma, Presidente, le sembra che stia dicendo che ci sono dei limiti che vengono violati? No.
Le esprimo una preoccupazione, non dico: "Violiamo dei limiti".



PRESIDENTE

Questo lei già me l'aveva rappresentato.



CHIEZZI Giuseppe

No, ma io le esprimo l'esigenza, per il buon andamento delle cose, di poter disporre del tempo necessario per esaminare i documenti che sono stati presentati; per poterli esaminare e poter riflettere sul rapporto tra il programma presentato oggi e quello del 1995.



PRESIDENTE

Lei sta ripetendo le stesse cose. Io vorrei valutare, in questo momento l'esigenza, sentendo nell'apposita Conferenza i Capigruppo.



CAVALIERE Pasquale

Le chiedo, Presidente, una sospensione di cinque minuti per una riunione dei Capigruppo di minoranza.



PRESIDENTE

Facciamo allora una sospensione breve, poi ci sarà una riunione dei Capigruppo. Vi prego di essere brevi perché ci sono dei provvedimenti che scadono oggi e che devono responsabilmente essere approvati dall'assemblea.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19,08 riprende alle ore 19,47)



PRESIDENTE

La seduta riprende. Mi è stata rappresentata nella Conferenza dei Capigruppo una mozione di aggiornamento dei lavori alle ore 8,45 di domani mattina, per avere la possibilità di approfondire ulteriormente i documenti consegnati oggi.
I lavori, in base al nostro Regolamento, sono stati ordinati nel seguente modo: inizio, domani mattina, come aggiornamento della seduta di oggi, alle ore 8,45. Ogni Gruppo riassumerà la propria posizione rispetto ai documenti presentati, si passa alla votazione del Presidente della Giunta, quindi alla votazione della Giunta senza ulteriore approfondimento che in qualche modo abbiamo già fatto oggi, successivamente l'esame del disegno di legge 412, che riguarda le Comunità montane e lo spostamento di un termine, e la ratifica di una deliberazione con i poteri del Consiglio che la Giunta adotta oggi, 30 giungo, termine ultimo. E' una deliberazione relativa all'indizione del referendum per la fusione di due Comuni, Mosso S. Maria e Pistolesa.
Chiedo un applauso come votazione di questa proposta.



(Il Consiglio applaude)



PRESIDENTE

Intendo, allora, che all'unanimità il Consiglio abbia accettato queste modalità relative all'aggiornamento e allo svolgimento dei lavori. Ricordo che domani i nostri lavori dovranno terminare entro le ore 12,00. Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19.50 del 30 giugno 1998 riprende alle ore 9.27 del 1º luglio 1998)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Buongiorno. La seduta riprende.
L'aggiornamento deciso ieri sera era per questa mattina. Secondo le intese, i Gruppi devono riassumere le posizioni rispetto al documento presentato. Chi chiede di intervenire?



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, la maggioranza è presente?



PRESIDENTE

E' presente. Le chiederei di credere sulla parola, perché l'ho verificata un attimo fa: con l'arrivo del Consigliere Majorino abbiamo raggiunto e superato i numeri richiesti.
Il numero legale è garantito perché sono presenti 30 Consiglieri di maggioranza.



CHIEZZI Giuseppe

Può fare magari una verifica?



PRESIDENTE

Le assicuro che l'ho verificato un attimo fa, mi creda sulla parola.



CHIEZZI Giuseppe

Il numero richiesto qual è?



PRESIDENTE

Trenta. Altrimenti non avrei aperto la seduta: ho atteso qualche minuto, in modo che ci fosse la presenza del numero legale.
Chi desidera intervenire?



CHIEZZI Giuseppe

Non si può fare un appello rapido, trenta secondi?



PRESIDENTE

Ricordo ai colleghi che la discussione sul provvedimento è aperta. Chi desidera intervenire?



CHIEZZI Giuseppe

Se non c'è la sicurezza della maggioranza, io non chiedo la parola.
Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, le ho detto che, in un minimo di rapporto che deve esserci tra di noi, che il numero legale c'è e glielo farò controllare formalmente, anche se questo mi pare superfluo.
Ad ogni modo, prego il Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constato la presenza del numero legale, essendo presenti in aula 32 Consiglieri.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Adempimenti di cui all'art. 32 dello Statuto (Elezione del Presidente e della Giunta regionale) (seguito)


PRESIDENTE

Ci sono delle richieste d'intervento? Nessuna.
Ci sono dichiarazioni di voto?



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, il mio Gruppo aspetta che i Consiglieri Angeleri e Anna Benso confermino il distacco dalla maggioranza.



PRESIDENTE

Guardi, qui non ci sono più problemi pregiudiziali. Il dibattito...



CHIEZZI Giuseppe

La richiesta è di aprire il dibattito con l'intervento dei Consiglieri Benso e Angeleri.



PRESIDENTE

Siamo sulle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, sarò brevissimo. C'era ancora la pregiudiziale rispetto alla questione chiesta al Presidente sulla posizione dell'Assessore Botta.
Ieri abbiamo chiesto al Presidente e allo stesso Assessore di chiarire la posizione, come ben ricorda.



PRESIDENTE

Io ricordo anche che c'è stata la Conferenza dei Capigruppo e si è giunti a un'intesa tra i Consiglieri: mi pare che un'intesa tra Consiglieri debba essere rispettata. Se il Presidente o l'Assessore Botta lo ritengono possono dare un ulteriore chiarimento, che non è comunque una pregiudiziale ma un'informativa, però non sono tenuti a farlo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Abbiamo avanzato la richiesta per primi e poi quasi tutti i colleghi dell'opposizione l'hanno condivisa. Io la considero assolutamente non esaurita, e mi pare che lo stesso Assessore Botta fosse di questo avviso (ma forse ho interpretato un suo accenno e quindi non voglio fargliene carico). Ritengo che non possiamo esaurire il dibattito preliminare senza la risposta al quesito posto circa la situazione dal punto di vista giuridico-giudiziario relativa all'Assessore Botta, in base agli elementi di cui siamo venuti a conoscenza per via giornalistica.
Questo, Presidente, al di là delle esigenze di tempo di questa mattina.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi impegno, nel discorso di replica dopo le votazioni, a fare le considerazioni relative alla richiesta avanzata da alcuni Consiglieri sulla questione in oggetto.



RIBA Lido

Perché, è ininfluente rispetto alla votazione?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Sì.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Mozione d'ordine sul Regolamento. Visto che noi abbiamo considerato quella odierna una seduta di prosecuzione della seduta di ieri e, visto che in base al Regolamento le pregiudiziali e le sospensive vanno presentate e discusse tutte assieme, oggi noi non possiamo continuare a riporre nuove pregiudiziali e nuove sospensive; quindi mi sembra che sia assolutamente insostenibile questo tentativo.
Dopodiché, più che l'impegno del Presidente della Giunta a riferire dopo il voto, mi sembra che tutto il resto non si possa neanche fare; quel poco di Regolamento che abbiamo ancora teniamocelo stretto, per riuscire a dare un minimo di ordine ai lavori.



PRESIDENTE

Il Presidente ha dato una sua valutazione, cioè che ritiene non sia una questione ostativa. Siamo alle dichiarazioni di voto. Ricordo anche, per accordo tra Consiglieri, quello che avevamo detto ieri pomeriggio.
Io le dò la parola come dichiarazione di voto.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, il fatto che all'inizio della seduta avevo ritenuto importante procedere solo dopo alcuni chiarimenti, non era privo di significato concreto, perché dalla verifica del numero legale la maggioranza dispone di 32 Consiglieri; leggo che due di questi non voteranno a favore, allora il Presidente Ghigo in questo momento non dispone di 31 voti. Come facciamo a procedere quando dal punto di vista politico i numeri non ve lo consentono? A meno che quanto riportato sul giornale, che Angeleri e Benso annunciano l'astensione, non sia vero. Per questo chiedevo conferma prima di poter dichiarare qualcosa.
Poi vi è la questione Botta: la questione Botta dovrebbe nell'interesse della stessa persona, essere chiarita prima. Se noi dobbiamo votare, o non votare un Assessore, ci farebbe piacere udire qualcosa circa l'indagine della Magistratura. Chiediamo di saperlo prima, non dopo che l'abbiamo votato. Questo dovrebbe essere interesse, in primo luogo dell'Assessore Botta; se il Presidente Ghigo non intende dire nulla prima io chiedo all'Assessore Botta, correttamente, di informarci prima di giungere alla votazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore regionale

In relazione alle richieste formulate dai Capigruppo Riba, Cavaliere e Chiezzi sulle notizie date dai mezzi di informazione, sono stato ascoltato dal Magistrato in qualità di indagato su denuncia presentata dal mio ex autista, Zahid Ammed, nella giornata di sabato scorso.
La questione nasce a seguito di mia semplice richiesta di chiarimenti su una questione di straordinario, dopodiché ho inviato il tutto all'Assessorato al personale che ha provveduto a fare le verifiche e trasmettere la questione alla Procura della Repubblica. Al Magistrato ho fornito tutti i chiarimenti necessari per smentire seccamente le dichiarazioni che poi sono anche trapelate, in modo non del tutto esatto sui giornali.
Quindi ritengo di subire ingiustamente una questione. La Magistratura è obbligata a indagare su una denuncia di un dipendente regionale; ritengo di avere fornito tutti i chiarimenti in relazione alle questioni che mi contestano.



PRESIDENTE

L'Assessore ha fatto la sua dichiarazione.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ringrazio l'Assessore Botta per averci dato i chiarimenti che ha ritenuto in relazione a questa situazione.
Credo che ciò che più importi è la posizione del Presidente della Giunta, che si appresta a formulare una proposta dove figurano due Assessori sui quali sono in corso accertamenti della Magistratura; allora chiedo al Presidente quali garanzie lui dà all'aula e a sé stesso rispetto al fatto che non ci si possa trovare in futuro in altre situazioni imbarazzanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente. Un grazie sincero all'Assessore Botta per avere risposto a una sollecitazione che lo interessa personalmente. Prendo atto delle scarne dichiarazioni, che non contesto in nessuno modo, nel senso che i chiarimenti che l'Assessore ha fornito non sono stati qui illustrati. La cosa non è per me, né per il mio Gruppo, fonte di nessuna polemica.
Dato che la situazione è quella rappresentata dall'Assessore Botta senza polemica alcuna io chiedo all'Assessore se , proprio per la natura del problema che ha di fronte, e per il modo in cui l'ha illustrato, non sia più conveniente temporaneamente sospendere la richiesta e l'accettazione di un incarico di Assessore. Problemi di convenienza e di opportunità temporale, nel senso che sino a che il chiarimento da lui fornito non esercita la propria efficacia - e noi non siamo in grado di esprimere nemmeno un giudizio, perché il chiarimento a noi non l'ha fornito forse sarebbe più opportuno e più prudente, Botta, stare un momentino in attesa, nel suo interesse, nell'interesse della Giunta, nell'interesse dell'aula. Sarebbe una questione di opportunità e di prudenza politica e anche di carattere personale; io non metto in dubbio che lei abbia chiarito, però mi sembra che ci sia un po' di forzatura nel voler acquisire una carica pubblica nel momento in cui il chiarimento non è giunto a conclusione.
Questa è una riflessione che io le offro a titolo sia politico, sia, se permette, di amicizia e rapporto personale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Rinuncio all'intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Relativamente alle dichiarazioni fatte poco fa dall'Assessore Botta dichiarazioni molto sintetiche, ma indicanti un percorso con il quale si è giunti all'incontro con il PM, percorso però diverso da quello che immaginavamo. Nel senso che, al di là del merito delle questioni affrontate, mi pare che l'origine della sua convocazione come indagato, non sia tanto dovuta ad una denuncia dell'autista, ma ad una denuncia che ha fatto l'Assessore Burzi alla Procura. Quindi l'Assessore Burzi ha denunciato un dipendente regionale, l'ha denunciato alla Procura e da questa denuncia dell'Assessore Burzi è partita l'indagine della magistratura.



PRESIDENTE

Possiamo discutere dell'argomento in un altro momento...



SAITTA Antonio

Volevo solo sapere se le cose erano andate così.
L'informazione che ha fornito l'Assessore Botta, che io volevo riprendere, è praticamente la seguente: l'Assessore ha rilevato delle irregolarità, le ha trasmesse all'Assessore Burzi e l'Assessore Burzi ha inviato il tutto alla Procura ed ha fatto la denuncia.
La domanda è la seguente - e qui chiamo in causa le responsabilità del Presidente e della sua Giunta -: quando si intraprende una via giudiziaria qual è quella intrapresa dall'Assessore Burzi, credo che la questione sia stata esaminata all'interno della Giunta, non credo che l'Assessore Burzi abbia preso di sua iniziativa questa decisione. Sicuramente collegialmente avete deciso di denunciare il dipendente regionale. Quindi questa indagine nasce per una decisione assunta dalla Giunta Ghigo. Volevo soltanto sottolinearlo perché mi pare sia stata questa la dichiarazione rilasciata dall'Assessore Botta.



PRESIDENTE

Su questo argomento vi chiederei, di rispettare l'impegno, ovviamente questa vicenda potrà essere trattata in altri momenti.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore regionale

Se poi il Consiglio lo riterrà su questo come su altri argomenti mi rendo disponibile ad intervenire nelle sedi opportune.
Il Consigliere Saitta ha soltanto dimostrato una volta di più una non così completa conoscenza di quelle che sono le leggi che in questo momento presidiano la gestione dell'ente. La ricostruzione dei fatti - poi i commenti li faremo in altra sede - è che, come ha detto correttamente l'Assessore Botta, egli ha fatto pervenire all'Assessorato al personale, e quindi alla direzione del personale, una serie di documentazione relative ad un suo collaboratore. Questa documentazione è stata fatta pervenire alla direzione del personale che ha proceduto, non ad una denuncia, ma ad un esposto alla Magistratura. Esattamente come dovere d'ufficio, su questo se il Consiglio riterrà, nel momento più opportuno, completeremo le informazioni.
Quindi non c'è stata alcuna decisione di Giunta, ma semplicemente l'esecuzione dei normali doveri che attengono per legge in questo caso alla direzione del personale come organo competente alla gestione dei rapporti tra ente e dipendenti.



(Consigliere Chiezzi, fuori microfono: "Qual è l'ipotesi di reato?)



PRESIDENTE

Non è il Consigliere che deve ipotizzare il reato. La Regione o il singolo Consigliere dà una notizia, l'ipotesi di reato sarà compito della Magistratura.
La parola al Consigliere Angeleri per dichiarazione di voto.



ANGELERI Antonello

Signore Presidente, penso che gli interventi di ieri, come anche quelli iniziati questa mattina in Consiglio regionale, facciano comprendere con preoccupazione che il clima in quest'aula non è molto cambiato negli ultimi nove mesi. Continua ad esserci, per esempio, il problema - assolutamente non superato - dei rapporti tra maggioranza e opposizione.
Ci preoccupano gli effetti della situazione sul Piemonte, che, come abbiamo potuto verificare in questi nove mesi, sono quasi devastanti.
Questa nuova Giunta nasce oggi con qualche difficoltà, sicuramente non nasce bene, però siamo fiduciosi sul fatto che potrebbe proseguire meglio e lavorare bene sul programma presentato dal Presidente Ghigo; programma che noi condividiamo.
Questa Giunta, però, nasce dopo nove mesi di difficoltà nel dare risposte, tra l'altro naturali, ai nostri interlocutori che sono i cittadini, la società, il mondo imprenditoriale ed il mondo economico. La percentuale dell'8,59 - di cui parlava il Presidente - di disoccupati, dato preoccupante secondo solo a quello della Liguria, ci ha fatto vivere settimane di preoccupazione, in particolare sulla pelle, per esempio di 449 dipendenti dell'Olivetti della zona di Ivrea; ho la sensazione che non rimangano 449, ma diventino, purtroppo, molti di più.
Penso che il mondo economico e il mondo imprenditoriale piemontese abbiamo bisogno di risposte e di un interlocutore istituzionale valido, ma allo stesso in grado di dare delle risposte concrete alle esigenze del Piemonte.
Il dato che emerge è una crisi politica ancora abbastanza evidente.
A questo punto vorrei chiarire quello che è il nostro pensiero, quello che è stato il nostro modo di lavorare di questi mesi, di questi anni e che vorremmo fosse il modo di lavorare del futuro. Una voglia, innanzitutto, di affrontare i problemi attraverso una seria analisi, ma, soprattutto attraverso un rapporto costante con i cittadini. Cittadini che sono abbiamo letto l'ultimo dato preoccupante delle elezioni a Milano - sempre più assenti dalla partecipazione politica.
La politica, secondo noi, intesa non come professione da cui trarre benefici, ma fatta con professionalità, mettendo a disposizione la competenza di ciascuno di noi, l'equilibrio, l'esperienza personale.
La moderazione, diciamo noi del centro, intesa non come rassegnazione ma come ferma volontà di ribadire i concetti, i valori di una convivenza civile, imperniata sulla libertà, sulla democrazia, sul rispetto, unito a comprensione e condivisioni, senza arroganze.
Dico questo per rispondere anche a chi, come il collega Ghiglia, ieri non comprendeva cosa ci fosse dietro ad una posizione un po' diversa all'interno della maggioranza, da parte nostra.
Vorrei rispondere, sempre al collega Ghiglia, quando parla di una forma che diventa sostanza, della difficoltà di raccogliere la forma della sostanza e la sostanza di una forma.
Ebbene, noi, quando parliamo e diciamo che non vogliamo arroganze da parte di nessuno, non vogliamo essere considerati coloro che vogliono a tutti i costi "rompere", coloro che da qualcuno sono considerati addirittura degli estorsori. Noi vogliamo solamente ribadire alcuni concetti che peraltro la Consigliera Cotto ieri ha ribadito nella loro completezza.
E allora, i problemi, le priorità su cui confrontarci, sono proprio quelli del documento che ieri ha letto, nel suo intervento, la collega Cotto.
Nel campo del sociale, attraverso un importante passo che questa Giunta deve fare, dopo aver presentato una legge, e quindi il compimento della stessa (la legge sulla famiglia), il rilancio di una scuola libera e soprattutto un piano di interventi a favore di quelle categorie di cui parlavamo all'inizio, quell'8,59% di persone che poi, in alcuni quartieri di Torino, come diceva il Presidente, salgono addirittura al 20%.
Interventi, dunque, nei confronti dei nuovi poveri, di quelle categorie che non sanno più dove sbattere la testa. Sono anche gli anziani, sono soprattutto i giovani che non hanno una speranza, i disabili. La Giunta deve incrementare le risorse a favore di queste categorie, delle associazioni di volontariato, di quel volontariato che in Piemonte, molto spesso, sostituisce le istituzioni, nei confronti del quale dobbiamo avere un grandissimo rispetto.
Nel campo economico proponiamo la necessità di un adeguato sostegno nei confronti delle piccole e medie imprese, assicurando quello di cui abbiamo la competenza, ossia il pieno utilizzo delle risorse comunitarie in particolare a favore delle nuove imprese e - ripeto - dell'occupazione giovanile, rivisitando però con attenzione il comparto formativo.
Nel campo culturale-turistico, riconfermiamo quanto abbiamo detto in aula più volte, ossia la validità di una politica alternativa in campo economico che possa rilanciare l'immagine della Regione.
Tutto questo, attraverso l'esigenza di scelte politiche che portino ad una razionalizzazione della spesa e ad un recupero delle risorse.
Ci sarà, quindi, necessità e bisogno di opportune ristrutturazioni rispetto a partecipazioni nei confronti di enti strumentali e di realtà che molto spesso sono solamente un costo inutile per la Regione.
Il recupero delle risorse economiche è indispensabile per investire in una linea che possiamo considerare di sviluppo sostenibile per il Piemonte al fine di rendere effettivamente questa Regione - come dice anche il Presidente Ghigo - cerniera d'Europa.
Ebbene, nell'intervento della collega Cotto ci sono molte cose comuni rispetto al documento letto dal Presidente Ghigo. Noi, quindi, condividiamo il documento del Presidente Ghigo.
Ma, allora, qual è il problema? Il problema è che la sostanza di quel documento è la nostra sostanza e non poteva essere altrimenti. Io sono convinto che, per la stragrande maggioranza, a questo documento si sia contribuito proprio con le segnalazioni che arrivavano da questa parte politica.
Il problema, Presidente, è un problema di credibilità di questa maggioranza, è un problema di proposte credibili, è un problema di chi sta dietro i banchi. Perché dalle parole bisogna passare ai fatti e in tutti questi mesi noi abbiamo visto, purtroppo, molto spesso, approvare in aula documenti, segnalare intenzioni legittime, giuste e corrette e poi, per una serie di motivazioni che non sto a riprendere, queste intenzioni, queste dichiarazioni, non hanno avuto seguito, non ci sono stati i necessari e sufficienti fatti concreti.
Chiedo scusa se prendo ancora qualche minuto, ma ritengo importante, in questa fase, fare chiarezza.
E' utile raccontare una storia, che ha inizio con la fine di quella barriera di protezione che era la blindatura. Una storia che si pu paragonare ad un trapezista che sta in equilibrio, perché la politica è anche e soprattutto equilibrio, un trapezista che fino a qualche mese fa aveva una rete sotto e che, dopo la scadenza naturale della legge, questa rete non ce l'ha più.
Dopo nove mesi abbiamo visto un parto travagliato. Io ho molti amici che hanno avuto dei figli e le cui mogli, purtroppo, per nove mesi sono state costrette a rimanere a letto, perché c'era una situazione molto difficile, rischiosa per la gestante e per il figlio che doveva nascere.
Nel corso di quei nove mesi quella donna non ha potuto lavorare, non ha potuto accudire la casa, non ha potuto essere attenta come avrebbe voluto esserlo nei confronti della propria famiglia.
Penso che in questo paragone possa essere inserita la situazione del parto di questa nuova Giunta che sta per nascere. Su questo noi dobbiamo fare anche un riferimento rispetto all'evoluzione del pensiero politico del Polo, ed in particolare di Forza Italia.
Una storia che nasce, mi pare, 15 giorni fa a Belgirate, con gli Stati generali di Forza Italia, che presentano un documento - interessante per alcuni suoi passaggi - che invita, all'interno di questa maggioranza, ma più generalmente sul piano politico, a voler una stretta collaborazione all'interno di questa maggioranza con l'area centrista, con l'area di quelle componenti che il 2 luglio (cioè domani mattina) si ritroveranno tutte sotto una casa comune, che è appunto l'UDR.
Un documento che, però, inizia con uno strano modo di rapportarsi con i partner, perché è un documento che parla di nuova fase politica per dar vita a una maggioranza stabile che dia risposte al Piemonte, basata sull'asse strategico fra tutte le forze di centro, quali Forza Italia e i post-democristiani oggi operanti all'interno della maggioranza.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E' stato poi corretto.



ANGELERI Antonello

Sì, è stato poi corretto perché qualcuno ha segnalato questi aspetti post-democristiani, questi personaggi che inquinano la politica del centro.
Io, se devo andare a casa di qualcuno, mi siedo a tavola e non inizio a dire: "Che schifo l'antipasto", perché diventerebbe difficile poi tenere dei rapporti con quella persona e soprattutto costruire un rapporto di amicizia e di collaborazione. Perché altrimenti io posso anche intendere che il documento che mi viene sottoposto, che le cose che mi vengono dette siano in realtà la voglia di salire su un treno senza pagare il biglietto percorrere un tragitto e poi scendere magari senza dire neanche dire grazie.
Vorrei spiegarmi meglio, perché non vorrei essere frainteso. Noi raccogliamo con attenzione e siamo soddisfatti del passo che Forza Italia ha compiuto nei confronti dell'area di centro. Siamo convinti che la reale prospettiva nel quadro politico nazionale, ovviamente trasferendolo sul piano locale anche all'interno di questa Regione, sia la possibilità concreta di creare una seria federazione di centro su cui basare i programmi futuri di questa Regione.
Siamo anche convinti sostenitori - malgrado qualcuno dica che non è così - del sistema bipolare. Noi non siamo per la fine del bipolarismo: siamo per il bipolarismo, ma con altri poli; questo mi pare abbastanza chiaro.
Penso che in aula, invece, sia emerso - anche dalla proposta del Presidente Ghigo, che è arrivato in tutta autonomia, e per fortuna, a fare una proposta - dagli interventi, ma anche negli incontri che ci sono stati precedentemente, una grande voglia, da una parte, di legarci e, dall'altra parte, di scaricarci. Questa è stata una sensazione abbastanza netta. Non si capisce se per scaricare noi o piuttosto da parte degli intervenuti in precedenza rispetto all'incontro di ieri per scaricare il suo stesso Presidente; questo io, sinceramente, non l'ho ancora capito. E se conseguentemente non ci fosse uno scarico di responsabilità che andava nella direzione del centro.
Vorrei in questa sede, proprio per il ragionamento che ho fatto poc'anzi e che ritengo importante, quando ho parlato di una politica da costruire all'interno di questo Consiglio, di un modo di far politica serio, di fare un appello nei confronti delle forze moderate di questo Consiglio, nei confronti...



(La Consigliera Spagnuolo fa notare che l'orologio è fermo)



CAVALIERE Pasquale

Presidente, lei è un truffatore!



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, in primo luogo, non parli fuori microfono quando non è autorizzato e, in secondo luogo, usi dei termini consoni all'assemblea.



CAVALIERE Pasquale

Ma, Presidente, lei ha fermato il tempo!



PRESIDENTE

Usi dei termini consoni all'assemblea e non disturbi.
Consigliere Angeleri, la invito a concludere.



ANGELERI Antonello

In questo Consiglio non sono uno che interviene molto spesso e chiedo scusa dei minuti che rubo: li recupererò non intervenendo successivamente (è stato fatto molte volte dai Consiglieri di minoranza). Chiedo semplicemente di poter concludere il mio intervento.
Dicevo, io vorrei - non fuori da quest'aula, ma all'interno di quest'aula - fare invece un appello alle forze moderate di questo Consiglio affinché, come dicevo all'inizio del mio intervento, si possa realmente costruire, in un clima diverso da quello che purtroppo oggi si respira in questo consesso, un rapporto unicamente a beneficio dei piemontesi che abbiamo l'onore di rappresentare stando seduti in quest'aula.
Questo appello non può essere che rivolto alle forze che sono presenti dell'area moderata del Rinnovamento Italiano, ai socialisti del Patto, al Partito Popolare Italiano e a quanti altri vogliano far ritornare questo clima e vogliano costruire un tipo di politica fuori da qualsiasi personalismo. Su questo noi vogliamo confrontarci, vogliamo costruire realmente e seriamente un percorso che possa portarci concretamente fino al duemila e anche oltre.
Per questo noi, oggi, per senso di responsabilità, dopo avere ascoltato le dichiarazioni di Mariangela Cotto, del CDU per l'UDR e verificata la posizione del Gruppo per l'UDR, a cui fa riferimento il Presidente del Consiglio, Sergio Deorsola, e aver constatato che esiste la possibilità di ridare un governo a questa Regione, che non merita crisi, e poter rispondere, come faremo, quando ci sarà questa nuova maggioranza, agli urgenti argomenti e provvedimenti che conosciamo - il discorso relativo alle Comunità montane ne è un esempio, ma non è il solo, i Fondi comunitari e tutte le cose che purtroppo sono ferme da mesi - proprio per questo noi ci asteniamo, convinti che questo atteggiamento, che sui provvedimenti che condivideremo sarà senz'altro costruttivo, possa essere di forte stimolo per questa maggioranza, che non nasce nel migliore dei modi, ma può, e io mi auguro, costruire e fare meglio.
Soprattutto mi auguro che possa veramente dare quelle risposte a quel programma a cui noi abbiamo contribuito sostanzialmente; rispetto all'attuazione di questo programma saremo presenti, perché la mano che ha scritto quel documento in stragrande maggioranza è proprio la nostra.



CAVALIERE Pasquale

Mi scusi Presidente, io voglio stigmatizzare il suo comportamento. Lei al diciottesimo minuto di intervento del collega Angeleri ha tolto il tempo con il bottoncino.



PRESIDENTE

Le tolgo la parola. Quando ci sono dibattiti di grande interesse il tempo è sempre stato inteso con un'elasticità forse eccessiva.



CAVALIERE Pasquale

Non è questo il punto.



PRESIDENTE

Ho già inteso, le tolgo la parola. Lei non rispetta gli accordi che abbiamo preso ieri in Conferenza di Capigruppo.



PRESIDENTE

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lei si contraddice e non mi toglie la parola, mi lascia esporre la questione incidentale.



PRESIDENTE

Lei sta parlando fuori microfono, le tolgo la parola.



PRESIDENTE

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lei ai Capigruppo ha chiesto di autoregolamentare i tempi dei gruppi dopodiché noi a questo ci siamo attenuti.



PRESIDENTE

Ho inteso la sua osservazione ne tengo conto.



PRESIDENTE

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



PRESIDENTE

Io le chiedo di non fare come i crupier del casinò, per cortesia.



PRESIDENTE

Lei non ha la parola; le rinnovo l'invito a seguire il Regolamento e mantenere un contegno degno dell'aula.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, questo dibattito sull'elezione della nuova Giunta - si fa per dire nuova Giunta, perché mi pare una resurrezione della vecchia Giunta - sta affrontando temi diversi, da quelli di carattere nazionale a quelli di carattere locale, con una sorta di schizofrenia, nel senso che si passa dalle grandi questioni come questa sul bipolarismo alle questioni più minute come quella degli zainetti esposta ieri dal Presidente Ghigo.
Certamente le sollecitazioni del collega Angeleri potrebbero essere riprese su questa funzione del Centro; sicuramente sollecitazioni importanti, però, per quanto ci riguarda, noi dobbiamo dire con estrema chiarezza che abbiamo la convinzione che non si può tornare indietro rispetto al sistema bipolare e che non è sufficiente un accordo amichevole tra gli eredi della Democrazia Cristiana per fare un partito di consistenti dimensioni.
Il problema oggi è diverso, la funzione della Democrazia Cristiana dal punto di vista politico è esaurita. Il patrimonio storico della DC ormai è un patrimonio diffuso in tutte le forze politiche; penso all'atlantismo all'europeismo, all'interclassismo, ormai questo è un patrimonio di tutte le forze politiche dalla destra alla sinistra. Il problema è di come si riesce, come Centro, a governare questo Paese, nel senso che tutti i sistemi europei in qualche maniera governano con una grande attenzione al Centro, cioè alla classe media, per cui la questione del bipolarismo pone un problema di fondo, che è di questo tipo: o la sinistra in quanto tale avvia un processo di revisione alla Toni Blair e allora crea un meccanismo diverso, un'evoluzione diversa rispetto al sistema bipolare, ma se avviene invece una conferma delle vecchie politiche della sinistra, la nostra evoluzione del sistema bipolare è diversa nel senso che per forza di cose i moderati saranno spinti dall'altra parte con un'esclusione della destra.
Quindi il dibattito è interessante, dobbiamo tenerlo in conto, ma per quanto riguarda la questione di oggi bisogna tenere gli argomenti separati anche se c'è uno spazio comune, sicuramente, all'interno di alcune forze politiche che fanno soprattutto riferimento ad alcuni valori per alcune questioni di fondo.
Su questo la disponibilità è sempre stata totale da parte dei Popolari e continua ad essere totale, ma per quanto riguarda la questione della Giunta credo di dover esprimere, anche a nome di altri colleghi della minoranza, come in qualche maniera ci sentiamo un po' espropriati dal ruolo di opposizione, perché l'opposizione viene fatta all'interno della maggioranza.
Io debbo confessare che ieri, prima di intervenire, ho chiesto l'intervento della collega Cotto, per evitare di fare un intervento moderato rispetto al suo che, obiettivamente, è stato di una grande durezza, di una grande critica nei confronti del Presidente Ghigo, nei confronti della Giunta che sta nascendo, pesantemente critico per questa esperienza del centro-destra.
L'ho letto, l'ho riletto, dopodiché ho cercato di pensare che cosa dire; ma devo dire che la collega Cotto ha detto tutto quello che doveva essere detto dal punto di vista dell'opposizione e quindi non possiamo che condividere i pesanti giudizi negativi che sono stati dati nei confronti della leadership della Giunta Ghigo che oggi si vuole riproporre.
Ex Presidente, Consigliere Ghigo, lei nel suo intervento politico quello fatto a braccio ieri e non quello distribuito con il programma, ci ha parlato della democrazia decidente; ogni tanto si parla di presidenzialismo, di Regolamento, presidenzialismo alla francese all'americana. Io credo che in questo Consiglio lei abbia instaurato un nuovo modello di presidenzialismo, che è un po' atipico, che non esiste nelle costituzioni europee, neppure in quelle mondiali che, com'è tipicamente piemontese - in questo senso tipicamente suo - io lo definirei come un presidenzialismo alla Don Abbondio. Non tanto per la questione dei vasi di terracotta, ma per una riflessione che Manzoni faceva di Don Abbondio che io ripropongo al Consiglio. Il Manzoni scrive di Don Abbondio che era arrivato ad una certa età perché era stato veramente bravo. Che cosa aveva fatto? Il sistema di Don Abbondio era quello di scansare tutti i contrasti e nel cedere in quelli che non poteva scansare: "...neutralità disarmate in tutte le guerre che scoppiavano intorno a lui, dalle contese allora frequentissime tra il clero e podestà laiche, tra i militari e i civili, tra i nobili e nobili, fino alle questioni tra due contadini. Se si trovava assolutamente costretto a prendere parte tra due contendenti stava con il più forte, sempre però alla retroguardia e procurando di far vedere all'altro - quello che aveva perso - che non gli era volontariamente nemico, pareva che gli dicesse: "ma perché non avete saputo essere voi il più forte".
Mi pare che sia questo il suo presidenzialismo, cioè di non assumere mai delle decisioni...



GRIFFINI Massimo

Preso dallo Statuto della DC.



SAITTA Antonio

No, questo passo è tratto da "I Promessi Sposi"; i democristiani erano molto più bravi. Vorrei che quel patrimonio non fosse neppure criticato perché era un patrimonio molto più nobile, sicuramente questo spettacolo, a cui oggi abbiamo assistito, se ci fosse stata quell'esperienza non si sarebbe sicuramente avverato.
Presidente, lei continua a non capire che il problema di questa maggioranza è lei. E' stato ripetutamente detto sia dalla collega Cotto sia dal collega Angeleri. Presidente, lei ha iniziato a governare questa Giunta con 35 persone, oggi si presenta con 24 firme, ma lei è anche contento di questo fatto. Si deve rendere conto che sta mettendo in piedi una Giunta di minoranza! Quando un Gruppo politico importante, qual è il Centro, non sottoscrive il suo programma, anche se avrà i voti, è una Giunta di minoranza! Quindi lei non deve gioire di aver fatto una grande operazione a parte che ha solo sostituito un Assessore perché il Vicepresidente Majorino di sua volontà ha deciso di andarsene via - per di più ha meno convinti sostenitori rispetto al passato. Nel 1995 lei aveva questa grande forza delle 33 firme, che poi sono diventate 35, oggi lei si presenta con una Giunta minoritaria, fortemente criticata.
Allora colleghi - mi avvio verso la conclusione - la soluzione trovata alla crisi è una soluzione che non tiene conto dei problemi veri del Polo è una soluzione banale, è la sostituzione di un Assessore. Lo stesso documento, anche se contiene alcuni riferimenti e richieste da parte del Centro, penso alla questione della famiglia e altre, mi pare per il resto è di una grandissimo banalità; non vedo un grande slancio per il duemila, mi sembra un documento di basso tenore. Ho riletto il documento; il dire che bisogna rivedere la legge n. 51, è forse un grande slancio politico? E' l'ammissione di un errore; Assessore Burzi, noi quella legge l'abbiamo contrastata. E oggi, dopo averla sostenuta voi dite che bisogna rivederla facendo che cosa? Creando delle agenzie? Ma l'esperienza delle agenzie, a partire da quella del Turismo, è forse una cosa positiva? L'Agenzia dell'ARPA è positiva? Quella della sanità è un'esperienza positiva? Si stanno moltiplicando le sedi dove continuare un clientelismo forte. Ma dov'è la cultura di impresa che volevate introdurre nell'amministrazione regionale? Avete semplicemente moltiplicato e amplificato il clientelismo questo è il problema vero. Avete fallito sulla questione principale sulla quale vi eravate impegnati; avete aumentato le spese correnti del 20 avete aumentato i residui passivi, non per nulla il Presidente dell'Unione industriale Devalle, vi dice "fate un grande rimpasto", svolgendo un ruolo che non gli compete. Il Presidente Ghigo ha accolto l'invito e ha fatto il "grandissimo" rimpasto: l'Assessore Angeleri viene sostituito con il futuro Assessore Racchelli.
Leggiamo sul programma che si vuole privatizzare il CSI. Ma dove era scritto? Privatizzare il CSI? Questa mi sembra un'idea che, forse, alla fine di qualche pranzo per fare la Giunta, dopo qualche bicchiere di vino è emersa da parte di qualcuno. Inoltre privatizzare alcune società della Finpiemonte. Il problema era diverso. Il problema era quello di ridurre le partecipazioni della Regione, di ridurre alcune società, ma non privatizzare il CSI! Sulla famiglia: io dico ai colleghi del Centro che noi come Popolari abbiamo presentato, insieme ad altri, quella proposta che poi abbiamo ritirato, sperando che la Giunta facesse in fretta a concluderla. Sono passati tre anni, colleghi del Centro, non ponete questioni che danno la sensazione che voi siate solo interessati ad una poltrona. Avete il dovere come noi lo abbiamo a livello nazione, di chiedere a questa Giunta più interessata all'apicultura, oppure al regolamento per la navigazione sul fiume Po, che la questione sulla famiglia è interessante. E' da tre anni che continuiamo a mettere cinque miliardi su questo capitolo, collega Cotto! Cosa faremo noi, ve lo diciamo con estrema franchezza: siccome abbiamo chiesto di ritirare quella nostra proposta, sperando che l'Assessore Goglio che fino ad oggi non ha fatto nulla su quella legge - provveda, se un Assessore presenta una legge e non è in grado di portarla avanti, non è un Assessore capace. Ha una maggioranza straripante su quella legge, non soltanto della sua maggioranza, ha una maggioranza estesa che va dai Popolari, al Rinnovamento italiano, ma è possibile che quando c'è persino la maggioranza non riuscite a fare le cose banali? Noi ripresenteremo quella proposta, non aspetteremo più l'Assessore Goglio, la presenteremo in aula come prevede lo Statuto e chiederemmo di votarla, quella proposta firmata da tutti, è l'unica maniera per dirimere su questa questione.
Noi siamo stanchi di essere considerati come popolari contro questi problemi, mentre chi ha la possibilità e la maggioranza per farlo non riesce a farlo. Ma questo non per confermare che noi abbiamo una visione clerico-moderata di questi problemi, ma perché chiediamo l'applicazione della Costituzione relativamente alla famiglia. Noi teniamo distinte le questioni religiose dalle questioni di governo della politica, ma quella legge deve essere approvata! Termino esprimendo la contrarietà per questa riedizione della Giunta che è peggio di prima, che è una Giunta di minoranza. Il Presidente Ghigo si è dimostrato, ancora una volta, non all'altezza del suo compito, in mesi di crisi ha aspettato le riunioni di Forza Italia, ha fatto degli incontri ha visto cosa è successo, quando ha capito che c'era una soluzione si è presentato qui, ma di sua iniziativa non ha fatto assolutamente nulla.
Ora è chiaro che il problema vero è questo. Ricordo quando il Consigliere Angeleri, la Consigliera Benso, il Consigliere Picchioni, il Consigliere Montabone uscirono dalla maggioranza, fece un'accusa a lei Presidente, lei deve ricordarsi di questo fatto, non può presentarsi al Piemonte come l'ingenuo che, come dire, ha nella maggioranza qualche ex democristiano che in qualche maniera lo vuole fregare. Non è così, lei è responsabile di tutto, lei non ha capacità di leadership, questo è il problema vero del Piemonte. Lei continuerà ancora per un po' a dare questa immagine positiva, ma si sta esaurendo velocemente, pesantemente, lei, non è più credibile neppure più verso quel mondo economico che gli ha chiesto un atto di coraggio che lei, neppure questa volta, è riuscito a fare.
Concludo facendo un rilievo all'Assessore Burzi. Assessore Burzi, lei ha parlato della questione relativa all'Assessore Botta; a me stupisce questo suo rigorismo, è nuovo. Io non sapevo che lei fosse così rigorista.
C'è un'osservazione sul personale e lei prende tutto e lo manda alla Procura. Non sapevo che lei fosse un uomo di legge, un prefetto di ferro quello che utilizza la giustizia per risolvere le questioni amministrative.
Non lo sapevo; mi risultava che lei fosse un garantista. Un garantista che manda alla Procura delle questioni che riguardano il personale.
Assessore Burzi, lei è stato così rigoroso anche quando, ad esempio, venne a sapere che alcuni dipendenti della Regione Piemonte, senza giustificazione, si trovavano in un rifugio alpino insieme all'Assessore Vaglio? Ha mandato alla Procura un esposto simile? Ha assunto qualche posizione, qualche intervento di carattere amministrativo, una censura o un richiamo, un rilievo? Li aveva sentiti? Questo rigorismo mi sembra proprio inopportuno, privo di senso.
In ogni modo, siamo arrivati al massimo. Il coronamento della corrida dei dilettanti allo sbaraglio: una Giunta che si denuncia da sola. Questo è il massimo. Basta questo per dare il senso di una Giunta che non avrà lunga strada.
Sicuramente a settembre ci troveremo di nuovo con la crisi, con i problemi irrisolti, le vostre incapacità resteranno, le questioni della legge Bassanini non saranno affrontate perché non è emersa una parola da parte del Presidente Ghigo su come intenda affrontare queste questioni tranne il fatto di applicare i decreti Bassanini.
Quindi, il Piemonte subirà ancora un danno, ma purtroppo siamo rassegnati. Forse sarebbe stato molto più utile, per questa Regione, che la proposta del Gruppo PDS e dei Popolari venisse accolta: quella di andare ad elezioni anticipate, senza il Presidente Ghigo, in tempi veloci per affrontare questioni essenziali.
Oggi non si risolve nulla, vengono aumentati e amplificati i problemi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Casari; ne ha facoltà.



CASARI Raimonda

Grazie, Presidente. Il CCD sostiene con convinzione la candidatura dell'On. Enzo Ghigo a Presidente della Giunta e la lista degli Assessori da lui proposta. Il senso della nostra scelta si colloca nella storia di questi tre anni che sono trascorsi, che, con un itinerario di assoluta coerenza, ci hanno portato dalle elezioni amministrative del 1995 alla seduta odierna.
Nel 1995 il CCD fece una duplice scelta: di schieramento e di identità.
Noi scegliemmo di presentarci agli elettori con le nostre liste, i nostri candidati, il nostro simbolo, affrontando a viso aperto il giudizio degli elettori.
In questi tre anni abbiamo dato la nostra collaborazione leale al Presidente Ghigo e alla sua Giunta, assumendoci anche responsabilità in un settore importante, come l'urbanistica e la pianificazione territoriale.
Devo dire, oggi, con piacere, che abbiamo anche visto riconosciuto come uno dei settori esenti da criticità, quello del nostro Assessore, e voglio anche sottolineare che una delle non tantissime - purtroppo - riforme liberali che sono state fatte in questi tre anni, riguarda proprio l'urbanistica e in particolar modo la riforma dell'art. 17 della legge 56 che sta dando risultati importanti e che è apprezzata e condivisa anche dalle Amministrazioni locali di colore diverso dal nostro.
La sconfitta delle elezioni politiche del '96 ci aveva convinti - e lo siamo tuttora - della necessità di rafforzare ed allargare il Polo rafforzare ed allargare il centro del Polo per intercettare il voto di quegli elettori moderati che in qualche modo si sentivano spaventati da uno spostamento troppo a destra del Polo o invece si sentivano attirati da questo presunto buonismo dell'Ulivo.
E' in questa logica che abbiamo ritenuto di dare vita - insieme al CDU al Gruppo Misto e all'amico Rubatto dei Pensionati per l'Europa, con il quale peraltro è nato un patto federale a livello nazionale - ad una federazione di centro che, ferma restando la sua collocazione politica all'interno del Polo, si proponeva appunto di allargare il centro di questo schieramento.
Le vicende nazionali degli ultimi mesi hanno purtroppo in parte alterato questo disegno. Non è un mistero, è noto a tutti, la nascita dell'UDR è stata per certi versi traumatica, ha creato delle spaccature all'interno del centro destra, ha creato una spaccatura nel CCD, nel CDU si è formata un'aggregazione che per il momento ha frantumato e creato dei problemi al nostro schieramento, ma non ha ancora in alcun modo recuperato quei voti a sinistra che teoricamente si spera di recuperare.
In tutti questi mesi il nostro Gruppo, il "Gruppo dei dieci" - come veniva chiamato - ha cercato di tenersi almeno formalmente al di fuori degli sviluppi nazionali. Volevamo mantenere la nostra autonomia, una sorta di ipotesi di laboratorio politico, per la creazione di un grande centro che fosse però collocato nel centro destra.
Questa è stata la condizione per la quale il CCD ha accettato di continuare a far parte di questo Gruppo, anche se ben coscienti che all'interno di esso alcune forze perseguivano obiettivi politici diversi dal nostro.
Nonostante non condividessimo il progetto Cossiga, che giudichiamo poco utile al centro destra, almeno fino a questo momento, il CCD ha continuato a far parte di questa componente che peraltro, a più riprese in questi mesi, ha confermato la sua fedeltà al Polo e al progetto del '95.
Proprio in quest'ottica stupisce constatare che manca la firma dei componenti del Gruppo dell'UDR al documento programmatico presentato dal Presidente Ghigo.
Tutto ciò probabilmente nasce dal fatto che questi ultimi giorni hanno fatto registrare un'accelerazione notevole nell'omologazione di tutte le componenti che si riferiscono all'UDR: il fatto che sia nato in questo Consiglio il Gruppo per l'UDR.
L'annunciata e prevista convergenza, in questo Gruppo, degli ex componenti del Gruppo Misto e del CDU hanno, di fatto, accentuato la divaricazione dei percorsi politici. Divaricazione tra chi crede e vuole continuare a lavorare per il centro del Polo e chi forse vuole un terzo Polo. Dico forse perché - ripeto - continua a non essermi chiaro il progetto di Cossiga.
Nonostante ciò, abbiamo accolto con convinzione l'invito di Forza Italia a costituire insieme una federazione di centro, disponibile ad aprirsi, in un secondo tempo, ad ulteriori collaborazioni con il centro che in questo momento sta nell'Ulivo, convinti che la prospettiva strategica sia quella di allargare il Polo senza peraltro minarne in alcun modo l'identità.
E' in questa prospettiva che si colloca la fiducia al Presidente Ghigo Presidente legittimato a governare perché designato tre anni fa dagli elettori. Ed è in questa prospettiva che si colloca la nostra fiducia al programma che, con coraggio, ha saputo identificare le criticità che effettivamente ci sono state e si propone di affrontarle recuperando lo spirito del '95, con cui tre anni fa iniziammo tutti insieme a lavorare per rilanciare la maggioranza di centro-destra, in modo che sappia dimostrarsi nei fatti un valido polo alternativo alla sinistra, articolato sì in tre componenti, ma io credo anche per questo in grado di rispondere con capacità e puntualità alle sfide che ci attendono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Signor Presidente del Consiglio e signor Presidente della Giunta, prima di iniziare vorrei portare il mio ringraziamento all'Assessore Majorino Vicepresidente della Giunta che lascia.
Ricordo l'Assessore Majorino che, con molto affetto e molte parole belle, mi aveva accolto in questo Consiglio regionale, dopo che il Movimento Pensionati era uscito da una grave crisi che tutti conoscono per quanto era successo ai miei predecessori.
Un altro atto di solidarietà per l'Assessore Botta. Io sono certo che l'Assessore Botta riuscirà a dimostrare la sua estraneità a qualsiasi fatto doloso che gli è stato imputato.
Signor Presidente della Giunta, lei - primo caso nella storia del mondo dopo nove mesi ha partorito due gemelli, ossia due nuovi Assessori. Io veramente, avrei preferito che questo parto fosse avvenuto alla maniera della famiglia Giannini e fossero stati partoriti più nuovi Assessori comunque, mi sono impegnato e ho firmato il suo programma.
Io, come appartenente a quel patto federativo che con il CCD abbiamo sottoscritto a Roma, intendo portare avanti questo impegno, però non intendo non criticare alcuni punti del suo programma; non intendo non soffermarmi su quanto sta succedendo nel settore della sanità e nel settore dell'assistenza.
Tutti noi abbiamo potuto constatare che in questi ultimi 40 giorni su La Stampa di Torino e sul giornale La Repubblica c'è un bollettino di guerra sulle situazioni di difficoltà in cui versano i nostri ospedali, un bollettino di guerra che io voglio enunciare solo per sommi capi.
L'Ospedale di Giaveno non si sa come andrà a finire; l'Ospedale di Fossano avrà o non avrà il Pronto Soccorso?; l'Ospedale Santissima Annunziata come continuerà?; ci sono difficoltà per la realizzazione dell'Ospedale unico Bra-Alba.
Per quanto riguarda la cura Di Bella, l'Assessore non ha ancora detto cosa succederà dopo il decreto Bindi, che noi contestiamo perché si impegnano specialmente gli anziani a pagare una forma di aumento del ticket per sovvenzionare cure che la sanità nazionale dovrebbe prestare.
Posso parlare dell'Azienda Sanitaria Locale 14 del Verbano, dove ci sono molte cose che stanno andando male; posso parlare della cardiologia di Saluzzo, la cui situazione di difficoltà tutti conoscono.
Inoltre, molti sono i casi per i quali aspettiamo una risposta dal nostro Assessore alla sanità: un cittadino aspetta oltre un anno per ottenere un rimborso dall'Azienda Sanitaria Locale di Rivoli. L'Agenzia regionale per i servizi sanitari come funzionerà? con chi funzionerà? quale sarà il suo Presidente? Non parliamo poi del settore dell'assistenza. Il settore dell'assistenza è un settore che noi riteniamo di dover criticare al massimo, perché in questi ultimi anni pochissimo è stato fatto, al punto che un piano socio-assistenziale è fermo da mesi in Commissione; pochissimo è stato fatto anche nel settore di varie proposte di legge tipo la famiglia e altre proposte presentate da vari Gruppi in questo Consiglio regionale.
Come Movimento Pensionati abbiamo presentato una ventina di interrogazioni (sanità e assistenza) che sono ferme in Consiglio regionale e alle quali non è stata data risposta. Inoltre abbiamo ferme 4 proposte di legge che noi intendiamo portare avanti e alle quali non è stata data risposta.
Arriviamo alla situazione provocata dalle firme non apposte sul documento programmatico del Presidente della Giunta.
Come può un Gruppo consiliare con due Assessori in Giunta non apporre le proprie firme sul documento programmatico? O riconosce questo documento o non lo riconosce. Se lo riconosce, lo deve rispettare fino in fondo; se non lo riconosce, non lo rispetti (ognuno ha le sue idee e io rispetto tutte le idee). Però nessuno deve venirci a dire che ci sono degli Assessori che rispettano o non rispettano: gli Assessori sono parte integrante di questa Giunta, quindi gli Assessori devono - secondo me apporre la loro firma sotto quel documento e non su altri pezzi di carta fatti con tutt'altro significato politico.
Signor Presidente, come ho detto all'inizio, ritengo di dare il mio voto a favore di questa Giunta che lei ci ha presentato. Ritengo però di dirle che non sono contento del come ci è stata presentata; ritengo però di dirle che mi attendo con molta fiducia che dalla nuova compagine esca veramente qualcosa di nuovo nel settore dell'assistenza e della sanità qualcosa di nuovo che non significa neppure cambio di uomini, ma cambio di programma, significa sviluppare veramente quel programma che non è soltanto quattro righe riportate sul testo che ci ha distribuito, ma è un vero programma al servizio degli anziani, al servizio dei disabili, al servizio delle categorie più deboli che molto attendono da questa nostra Giunta regionale, che molto attendono da questo Consiglio regionale. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, io credo che lei si appresti, com'è stato detto, a inaugurare un governo balneare, anzi lacustre, e ben al di sotto di tutti i proponimenti che si era posto.
A me non pare, a sentire gli interventi, soprattutto dei colleghi della maggioranza, che ci sono stati ieri ma anche stamani, che voi vi siate confrontati in questi mesi, in queste settimane sui programmi e sui problemi del Piemonte. Non mi pare, cioè non lo intravedo, non si vede questo confronto, perché se ci fosse stato confronto su questi temi io credo che ben altri discorsi avremmo sentito in questi giorni.
Continuate a parlare tra di voi di UDR, CDR, CDU, di tutte queste sigle nuove; tra l'altro, mi consenta Presidente, lei l'altra volta è riuscito come al solito cercando sempre di parlar d'altro invece della sua Giunta, a parlare della disaffezione dei cittadini alla politica: la vostra maggioranza sta moltiplicando i Gruppi consiliari, e chiedo se questo è un aiuto alla chiarezza, al fatto che i cittadini capiscano qualcosa. Sarà propedeutico a una semplificazione, come dice Gallarini, però è un po' difficile da spiegare.
Presidente, voi non avete parlato di questi problemi, non state affrontando le questioni del Piemonte, state dividendovi, confrontandovi sulle spoglie del Piemonte: vi state dividendo le spoglie del Piemonte.
Io ho già avuto modo di dire alla collega Cotto che le politiche della famiglia non si vedono tanto, si vedono tante politiche per qualche famiglia, ma le politiche per la famiglia continuiamo a non vederle.
Dobbiamo riconoscere che l'unica forza nella maggioranza che ha un programma politico, che a volte lo fa trasparire, è Alleanza Nazionale: ha un'identità, una posizione politica. Lo stesso Presidente, nel discorso numero uno di ieri, ha fatto un discorso da Capogruppo di Forza Italia, ha elencato le tesi programmatiche di Forza Italia. E' del tutto legittimo, ma io pensavo che lei sintetizzasse, qualche volta, qual è la posizione e la politica della maggioranza.
Del resto la difficoltà è enorme, perché vediamo che politica della maggioranza non esiste; ognuno ha la sua idea su cosa debba succedere. Lei ci deve spiegare, Presidente, cosa farà nei prossimi due anni, ammesso che la faranno governare per i prossimi due anni; sto parlando della sua maggioranza, perché l'opposizione è quasi alla finestra a guardare cosa state facendo, con i presupposti di essere semplicemente attenti a capire come vi lottizzerete la Cassa di Risparmio, Expo 2000, l'Agenzia per l'Ambiente, l'Agenzia turistica, le Terme di Acqui.
Presidente, io non credo di dire nulla di nuovo o di sensazionale nell'evidenziare che le decine di riunioni di cene, di pranzi e di colazioni che vi siete fatti in questi mesi hanno avuto all'ordine del giorno il confronto su queste cose e non su cosa sta facendo Pichetto nell'industria o su cosa sta facendo Masaracchio sulla Formazione Professionale! Non vi siete confrontati su questo! Allora lei, Presidente, non può venire a dire, come punto saliente delle problematiche che pone, "Noi abbiamo delle difficoltà perché c'è un Regolamento che non funziona"; io ripeto che non è colpa del Regolamento se avete avuto 4 o 5 Assessori inquisiti, non è colpa del Regolamento troppo rigido, è perché avete avuto una conduzione del governo molto allegra! Qualsiasi Regolamento l'avrebbe evidenziato.
Allora, Presidente, come farà lei, al di là che Racchelli gestisca o meno il turismo, a impostare quella necessaria politica turistica - parlo del turismo perché riteniamo tutti sia il volano più interessante, più emblematico delle possibilità e delle potenzialità della nostra Regione quando i presupposti sono un'Agenzia che è stata lottizzata...
Si è fermato il mio tempo, Presidente.



PRESIDENTE

Lei sta parlando da otto minuti.



CAVALIERE Pasquale

Ma lo detiene solo più lei il tempo, Presidente, in questo modo.
Abbiamo inaugurato un nuovo Regolamento.
Io ho veramente difficoltà a riannodare una serie di ragionamenti, ma le chiedo, in totale sincerità: "Lei se la sente, con la responsabilità che dice di aver avuto e di voler avere, di seguire in buona fede e di dire in buona fede che sta facendo del bene al Piemonte continuando con questa Giunta?". Non mi pare, non credo. Credo, anzi, che lei lo possa ammettere come fa lei a pensare o a dire che ha rinnovato la Giunta cambiando due Assessori, quando l'unico Assessore che ha cambiato è quello che non voleva cambiare.
Tutti sappiamo che lei non si sarebbe sottratto della collaborazione dell'Avv. Majorino, che adesso si potrà occupare di fare l'avvocato e accompagnare gli Assessori senza creare incidenti. O l'avete fatto per questo? Presidente, lei non è in buona fede quando dice: "Ho cambiato due Assessori", perché le cose non stanno così e lei lo sa benissimo; allora io con estrema tranquillità le faccio questo appello: "Faccia cessare questa agonia per il Piemonte", perché è un'agonia.
Lei e il Vicepresidente Masaracchio trascinerete ancora un paio d'anni questa cosa, ma non credo che sia il bene del Piemonte. Credo che nell'intimo anche lei ne sia consapevole; allora, se ne è consapevole faccia ciò che sarebbe giusto, contribuisca a sciogliere questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, noi abbiamo assistito in questi diversi mesi ad un lungo "sterile" confronto. Sterile può darsi che sia un termine eccessivo, ma lo dico in termini di risultati reali all'interno del Polo che, però, non ha evitato, anzi, per certi versi ha accentuato il carattere di dissoluzione dello stesso, questa non è una battuta polemica che facciamo in questa sede, ma ho sentito l'on. Buttiglione ed altri dichiarare alla televisione ripetutamente, che il Polo è morto. La collega Cotto in aula ha detto: "si sottragga Forza Italia all'abbraccio mortale con Alleanza nazionale". Non credo, al di là della forte coloritura dell'espressione, si trattasse soltanto del fatto che le caratteristiche della composizione del Polo culturalmente oggi non esistono più o quanto meno non sono più un denominatore comune tra le sue componenti.
E' stata una lunga vicenda che ha messo in evidenza la dissoluzione del Polo per mancanza di coesione politica per mancanza di risultati, per l'insorgenza conseguente di vocazioni all'auto rappresentanza dei singoli e dei Gruppi portatori di interessi politici, ma anche naturalmente di fabbisogni soggettivi. Pensi all'astrattezza delle ambizioni di Forza Italia e del Polo nella fase dell'insediamento in questo Consiglio regionale: cultura di impresa, liberismo. Una totale o comunque una significativa mancanza di senso della realtà, di cosa vuole dire applicare concetti così propri di culture estranee ed esterne alle istituzioni, ad un complesso operativo formato da milleduecento Comuni, da tante Province e da una complesso di forze sociali, culturali, sindacale che rappresentavano la democrazia e la comunità del Piemonte.
E' sul governo di questa operazione così complessiva che si viene a parlare di logoramento. Non è il logoramento riferito al fatto che la figura di Enzo Ghigo che non è più simpatica, che non piace ai piemontesi ci sono anche degli indici che dicono cose per lei, Presidente incoraggianti, il problema è il logoramento di questa Presidenza, intesa come soggetto capace di unificare una situazione così eterogenea, una composizione così dissimile, una proiezione così alternativa tra gli uni e gli altri degli interessi che compongono il Polo e di portarli ad una unità di funzionamento che utile per la Regione Piemonte, capace di rappresentare gli interessi e di individuare una prospettiva comune per l'insieme di questa democrazia regionale. Ed è su questo punto che si è accentuato il logoramento, che si è accentuata la frattura, l'esaurimento di questa funzione politica, sia di rappresentanza che di capacità operative.
Mi pare che tra gli elementi di logoramento del Polo dobbiamo mettere in evidenza la mancanza di risultati da ripartire e la crescita dei fallimenti da giustificare.
A me sembra che le componenti interne di Forza Italia abbiano continuato a marciare come la corrente del Golfo, per conto loro, gli uni e gli altri i socialdemocratici, alcuni ex democristiani, una parte di socialisti, ma non mi riferisco riduttivamente alle sigle, mi riferisco alle culture, alla maniera di intendere e alla fine l'approdo moderato per ritornare tutti insieme a costituire un grande Centro moderato. Non vede tutto ciò, Presidente Ghigo, come un grande fallimento dell'operazione di Forza Italia? Questo passaggio ad un'ambizione di tipo così reversibile, di ritorno all'indietro rispetto alle ambizioni di Forza Italia di costituire qualche cosa di forte e di diverso per il Paese? Ci sono dissensi da molto tempo, non vengono affrontati politicamente io so che ci sono diversi dibattiti al vostro interno, ogni tanto il Consigliere Scanderebech ci porta delle comunicazioni che noi consideriamo con profondo interesse, alle volte sono un po' critiche, comunque questi dibattiti in qualche maniere non hanno portato ad altro che ad un passaggio di riassorbimento dei dissensi, dei conflitti dei confronti interni attraverso percorsi che sono, tutto sommato, scontati e modesti: passaggio in Giunta. Sono delle modalità attraverso le quali si ricompongono i dissensi interni a Forza Italia, ma attraverso i quali evidentemente non si compone una nuova identità politica-complessiva né di Forza Italia, n dell'alleanza che essa in qualche maniera dovrebbe dirigere.
Vediamo adesso il grande problema del Centro. Apprezzo il riferimento che ha fatto il collega Saitta sotto questo profilo, non credo che sia l'Assessore Leo sia l'Assessore Cavallera, sia la Consigliera Cotto siano oggi ispirati nel loro comportamento politico soltanto da quella che pure appare, qua e là, un'esigenza di visibilità, di autonomia. Penso ci sia anche la preoccupazione di queste forze di non essere riassorbite da un meccanismo che si è rilevato, tutto sommato, insufficiente, di governo politico del Piemonte, di direzione strategica del governo regionale da parte del Polo e che ci siano anche degli interrogativi sinceri che riguardano questioni profonde sul senso della politica, sulla collocazione culturale dell'area cattolica, su come si intendono gli elementi della solidarietà e gli elementi della competizione all'interno della società. Ha ragione il collega Saitta quando dice che se anche la sinistra non saprà rispondere positivamente, elementi di dissoluzione ce ne saranno, elementi di interrogativo ed elementi di problematicità; noi stiamo tentando di affrontare questi passaggi con molta determinazione e con molta serietà. Ho detto, in altra occasione - ripeto anche qui oggi perché non mi sembra fuori luogo né in una "piazza" estranea - che la sinistra su alcune questioni, come il conflitto sociale, i rapporti del lavoro, i temi dell'economia, si può ritenere che il PDS oggi e la sinistra abbiano avuto più ragione, mentre su questioni come quelle che riguardano la famiglia, lo stato sociale, la solidarietà tra gli individui, è probabile che le forze cattoliche abbiamo avuto più ragione. E' dall'accettazione di questi confronti, dall'evoluzione di questa materia che si trovano i dati ideali culturali e politici su cui si fondano i discorsi, le prospettive e le alleanze, si dà stabilità all'alleanza dell'Ulivo per quanto ci riguarda.
Io non so per quanto vi riguarda se trovate gli stessi tipi di risposta, ma non credo, perché altrimenti non vi trovereste costretti a prendere clamorosamente le distanze da un governo, come quello di Ghigo che tutto si può dire ma non che sia pragmatico o moderato o remissivo, disposto a rinunciare a tutto pur di continuare a sopravvivere. Questo non vuole essere assolutamente esagerato né offensivo, certamente il pragmatismo e la moderazione sono un suo dato, allora perché non vi sta bene? Perché non avete abbastanza? Non credo. Mi pare che non ci siano più gli elementi culturali, che non ci sia un progetto comune e allora questo è il danno per il Piemonte! Se non c'è più un progetto culturale, non c'è una strategia comune, non c'è un orizzonte che si fondi non tanto sul fatto se risolveremo il problema degli zainetti dei bambini magari qualcosa di più consistente, ma di qual è l'identità, la capacità di convergenza, la dimensione intellettuale, l'aspirazione culturale delle forze che si prefiggono di guidare il Piemonte in una fase difficile e drammatica.
Per questo motivo penso che il tentativo, l'operazione che è venuta avanti con il risultato elettorale di affermare il Polo come soggetto capace di governare il Piemonte, oggi si rivela un'operazione esaurita.
Io dico di più. Presidente Ghigo, può darsi che lei non abbia memoria direttamente, ma nel suo quadro politico certamente c'è. Io non vi dico di tornare ai tempi in cui c'era un sistematico colloquio tra l'istituzione Regione e le istituzioni Consigli comunali; sicuramente il Consigliere Gallarini, ma non solo lui, ne è un testimone, per il percorso politico che lo ha sempre visto impegnato, quando il rapporto con i Sindacati, con le imprese, con il mondo del lavoro, con il mondo della cultura, con i 1200 Comuni (compreso quello più piccolo di Moncenisio per arrivare a quello di Torino, tante volte con pari dignità) rappresentava la democrazia del Piemonte.
Ha ragione il Consigliere Picchioni quando ricorda che i partiti sono la democrazia che si organizza; è altrettanto vero che la democrazia vive se è assunta come modello imprescindibile di organizzazione dei rapporti all'interno di una comunità fatta di 4 milioni e mezzo di individui.
Altrimenti è illusione, è astrazione, è riduzione, è fallimento e poi dal fallimento ognuno cerca di sottrarsi.
Ognuno cerca di scappare da questo percorso, dal percorso che viene imposto oggi alla maggioranza, non all'opposizione. L'opposizione continuerà a lavorare con gli stessi criteri di determinazione e serietà di capacità propositiva che ha portato avanti sin qui, certa che comunque qualcosa rimane per il Piemonte.
Abbiamo assistito ad una fuga disordinata dalla maggioranza, dove ognuno cercava soltanto il posto dove mettere il piede in maniera meno pericolosa, dagli Assessori che non firmano alla Consigliera Mariangela Cotto che presenta un documento che ha tutto il suo spessore antagonistico ai colleghi Angeleri e Benso che non sosterranno e voteranno nemmeno la maggioranza.
Una maggioranza di 31 Consiglieri può essere una maggioranza esorbitante, se nasce da una compattezza politica e da una convergenza strategica. Ma è una maggioranza assolutamente effimera, rischiosa, se nasce da una sommatoria di situazioni, ognuna delle quali avrà un bisogno di contrattazione giorno per giorno, argomento per argomento, punto per punto e delibera per delibera.
Andiamo, quindi, verso un periodo di ulteriore logoramento e di grande prospettiva di instabilità per il Piemonte.
Si può chiamare governo balneare? Li chiamavano così, non vorrei riesumare i termini peggiori della Prima Repubblica; d'altra parte penso che si sopravviverà fino a settembre perché ad agosto normalmente non ci riuniamo, quindi per quel mese sicuramente la Giunta è al riparo. C'è ancora tutto il mese di luglio, se supera luglio, tutto sommato il trimestre lo si può affrontare. Per fare quali cose? Abbiamo scorso sommariamente - ha fatto così anche lei, Presidente - il documento che ci avete presentato, un po' più striminzito di quello che era stato presentato all'inizio dell'anno, dove, come titoli, le questioni ci sono tutte.
Quello che manca, Presidente Ghigo, è come lei intende realizzare quei progetti.
Il problema del lavoro: come? Come lei, o l'Assessore al lavoro, state affrontando il problema del lavoro, relativamente ai 459 nuovi cassaintegrati dell'Olivetti Personal Computer? Sa perché glielo chiedo? Non perché penso che lei possa avere una risposta immediata, come saremmo spocchiosi se ritenessimo di averla noi.
Il problema è di come il Piemonte si rapporta al Governo e alle sue istituzioni, in un quadro di proposte complessive che individuino settori strategici, punti irrinunciabili, progetti che possono rappresentare i dati di un lavoro comune tra il Governo regionale e il Governo nazionale.
Mi preoccupo, Presidente, quando lei indica la privatizzazione del CSI non tanto perché la questione possa sembrare un'eresia, quanto perché mi sembra ancora una volta un elemento captato, enucleato, da dare in pasto a chi vuole vedere realizzato qualcosa dell'idea liberistica, della libertà e del principio della sovranità dell'impresa. Questo è l'elemento che si inserisce in una maniera fuorviante.
Voglio concludere con una questione: noi dovremmo avere una grande stagione, formato regionale, nell'attuare le direttive di indirizzi amministrativi dei provvedimenti ex Bassanini. Perché questo significa obiettivamente, più che la modifica della 51, che è stata appena approvata affrontare il problema di un ridisegno strategico dell'organizzazione dell'insieme delle istituzioni che operano a livello della realtà regionale.
Mi è difficile capire come Forza Italia, in particolare, comunque il Polo, dopo avere affossato clamorosamente il progetto di riforma a livello nazionale, dicendo che non bastava (se non basta si migliora!), acquisti energia, slancio, credibilità, passione, determinazione, argomenti ed idee per attuare una riforma ricca, consistente, capace di essere positivamente sorprendente a livello regionale.
Per questo motivo, temo che anche su questo punto, che rappresentava una grande opportunità, noi attueremo una politica di cabotaggio e pu darsi - e mi auspico sia così - che diventi uno di quegli elementi di divisione, di dissenso, di distinzione che ci sarà all'interno del Polo su questioni come queste, dove il valore di una strategia dà dignità e conferisce addirittura la necessità di distinguersi, da parte di chi possa non condividere un'operazione che non può essere giocata a livello di basso profilo.
Sono alcuni argomenti. Siamo passati, tra il 1995 e il 1998, ad una progressiva evoluzione e riduzione della forza, sia politica sia numerica dell'alleanza, in presenza di compiti ed adempimenti che dovrebbero richiedere più collaudo e determinazione.
L'ultimo aspetto, che riguardava le ripetute criticità della Giunta, mi sembra che non sia stato - nel ricambio - minimamente affrontato. D'altra parte, non poteva che essere così, se è vero che - come lei stesso ha detto, Presidente - deve privarsi di un collaboratore del quale non si voleva privare, come il collega Majorino, mentre altri ricambi all'interno della Giunta non sono stati fatti, evidentemente perché il problema di tenere insieme i pezzi non le consentiva oggi di affrontare questioni strutturali come quella di una ricomposizione dell'esecutivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Credo che la vicenda che abbiamo sotto gli occhi non richieda toni alti da parte di alcuno, né da parte di coloro che sostengono il Governo che viene presentato né da parte di coloro che ne sono oppositori. Direi che questa è una vicenda che quasi si commenta da sé, non è necessario esprimere troppe sottolineature per mettere in evidenza cose già di per sé assolutamente evidenti.
Pur di governare, questa alleanza, che si sfilaccia sempre di più, si presenta per la verità - collega Riba - come mai nella Prima Repubblica in quest'aula abbiamo visto.
Si presenta un programma che è un'elencazione di punti aggiuntivi al programma già presentato, si presenta un elenco di sottoscrittori fra cui non compaiono nemmeno gli Assessori che sono indicati: un piccolo gruppo di firme raccolte in qualche modo, dove poi via via, con le forzature del caso, i Gruppi politici fanno aggiungere le firme o il consenso di altri colleghi di maggioranza; tanto per dire: "Rimpolpiamo un po' il pacchetto": un pacchetto misero dal punto di vista programmatico e debolissimo dal punto di vista politico.
Noi dell'opposizione in questa vicenda non abbiamo avuto praticamente niente da fare: sono state due giornate di riposo assoluto, nel senso che tutto quello che doveva essere fatto dal punto di vista critico è stato fatto dai colleghi della cosiddetta maggioranza: il collega Rubatto ha fatto degli interventi di assoluta chiarezza; l'irritazione di Alleanza Nazionale, dopo l'intervento del centro. Voglio chiamare così l'intervento di Mariangela Cotto, perché chiaramente ha preso delle posizioni politiche che non si possono personalizzare, ma che rappresentano - io ho anche riletto l'intervento della collega - la sintesi di posizioni politiche più allargate che, in qualche modo, sono state riprese, seppure con sfaccettature diverse, dal collega Angeleri, il quale dice: "Noi ci asterremo" (da quello che abbiamo capito). Quindi, direi che la vicenda politica di una maggioranza sempre più sfilacciata si commenta da sé.
D'altro canto, non potremmo trovare parole più determinate, perch quando si parla della "ferrea volontà di Alleanza Nazionale di restare blindata sulle sue posizioni" e di Forza Italia come di un "Gruppo che non riesce a slegarsi da un abbraccio per certi versi soffocante", più di questo non c'è da dire. La critica politica c'è tutta e noi non possiamo che condividerla.
Vi è anche un altro passaggio estremamente interessante, quando la collega Cotto dice: "Ne consegue che anche la nostra presenza in Giunta ha il solo scopo di una vigile attenzione sui punti forti che abbiamo poc'anzi evidenziato".
Significa che viene annunciata quasi una sorta di partecipazione a termine, peraltro annunciata anche nel capoverso successivo, dove, dopo tutta una serie di passaggi, si dice esplicitamente "pensiamo all'assestamento di bilancio, ecc., in seguito faremo un'altra valutazione politica per vedere come il programma è stato attuato dai nostri punti di vista".
Il conflitto che esiste tra le forze che si sono presentate nel '95 a comporre la Giunta di centro-destra è dunque un conflitto tutto aperto; è un conflitto in itinere; è un conflitto che risente dei passaggi della politica nazionale e di quella novità che c'è nella politica nazionale.
Tale novità è costituita dalla presenza dell'UDR, che fa un certo ragionamento politico; non essa sola per la verità, perché il ragionamento politico della ricomposizione dei poli è fatto da più parti e viene riconosciuto da più parti come l'esigenza politica rispetto alla quale le forze in Parlamento, ma anche in generale nel Paese si stanno attestando, e non solo le forze politiche, ma anche le forze economiche e le forze sociali.
Di qui ne scaturisce il dibattito sui contenuti. Anche noi abbiamo sentito quanto è stato espresso in quest'aula, per esempio sui temi della famiglia.
Ebbene, noi vogliamo dire, però - e ci rivolgiamo ai colleghi del centro-sinistra e del centro - che nel dibattito sulla famiglia vanno tenuti certamente in conto i valori cattolici, ma vanno tenuti in conto anche i valori della laicità.
Vi è un certo provincialismo nel continuare a vedere soltanto la questione dei valori cattolici; c'è un provincialismo drammatico, perch l'Europa è un'altra cosa, e il modo in cui stanno cambiando i nostri Paesi con la presenza di migliaia e migliaia di famiglie o di convivenze, di extracomunitari o di quant'altro, di cittadini che provengono da altri paesi fuori dall'Europa, è qualche cosa che ci deve far ragionare con un'ampiezza di vedute più larga di quella che è semplicemente legata alla cultura cattolica, che noi rispettiamo ma che è una parte delle culture e delle religioni di questo Paese.
Con questo voglio dire che, quando si trattano delle questioni così importanti, fondamentali ma che attengono alle persone, dobbiamo avere, pur nel rispetto delle religioni, e certamente nel rispetto della religione cattolica, un approccio laico a questa vicenda.
Vorrei inoltre ragionare con il collega Riba, perché una cosa del suo intervento non mi sento tanto di condividere, quando dice; "Può darsi che sui temi della famiglia avessero più ragione i cattolici".
Noi ci dobbiamo chiarire, però! Vogliamo chiarire se in questo Paese vogliamo avere, nel rispetto delle religioni, nel rispetto della cultura cattolica, un approccio laico o se vogliamo semplicemente governare per governare. Perché questo è un problema! Certamente Forza Italia e il Presidente Ghigo avranno capito che governare è dura; in questi tre anni hanno capito che si devono approcciare in qualche modo.
Ciò che mi preoccupa è che noi non ci approcciamo più di tanto, però: per governare per governare.
Questo è un problema ampio, vasto, ecc., però, se in quest'aula anziché parlare di Rubatto o della Spagnuolo, guardando se si strizzano l'occhiolino oppure no, parlassimo dei grandi temi, forse avremmo capito quali sono le convergenze e quali sono le divergenze.
Non abbiamo mai potuto farlo, perché questa è stata una legislatura straordinariamente faticosa, che si lega alla transizione di questo Paese.
Io dò questo tipo di interpretazione: una transizione che è tutta in atto che seguiremo con grande attenzione per le forze che abbiamo: non per forze superiori, ma per le forze che abbiamo.
Noi, come Gruppo, siamo stati contattati - diciamo cosi - dal maggiore partito del centro-destra, da Forza Italia, che ci ha chiesto anche di sostenere - tanto per essere trasparenti - l'esecutivo.
Noi abbiamo ribadito le ragioni che anche un anno e mezzo fa ci avevano fatto dire che non ci sono motivi per sostenere questo tipo di esecutivo altra questione è il confronto politico con una grande forza, nella quale ci sono valori cattolici, ma anche valori laici.
Pertanto è chiaro che il rapporto politico è un rapporto che deve esserci a tutto campo; così come noi guardiamo con attenzione all'evoluzione del centro, conché questa evoluzione del centro non rappresenti nella sostanza (non nei soggetti, nella sostanza) soltanto una logica di ricomposizione ex-democristiana (che sarebbe legittima, per carità, io non mi scandalizzerei per niente), che non servirebbe assolutamente a questo Paese, che ha bisogno di tante culture e che ha bisogno di guardare un po' più lontano, di guardare agli orizzonti veri.
Probabilmente non ci siamo ancora abituati al fatto che gli orizzonti devono ampliarsi - ripeto, non soltanto a livello europeo - ma a questo ci dovremo abituare.
Io ringrazio chi ha avuto l'idea, quando ci ha dato lo "statino", di indicare la cifra corrispondente in euro; questi sono fatti economici, ma saranno poi i fatti politici delle culture che ci dovranno far ragionare e sui quali ci dovremo confrontare.
Quindi la logica, i principi della laicità sono un valore per tutti.
Con ciò voglio dire, anche a chi giustamente continua a parlare della questione cattolica e della questione della famiglia come un problema soltanto dei cattolici, che non è affatto così! Il problema della famiglia è un valore che riguarda anche gli altri e la laicità è un valore che deve riguardare anche i cattolici; altrimenti mi chiedo perché dovremmo criticare i taleban. Perché? Noi dobbiamo rispettare i valori e cercare le convivenze rispetto a questo tipo di valori, in una logica e in un approccio laico, che noi dobbiamo avere, così come dobbiamo avere i valori del garantismo.
E allora io su una cosa mi permetto di dissentire da alcuni interventi che ho sentito, ovvero sulla questione che abbiamo visto e che riguarda il collega Botta. Questa è una vicenda che dovrà chiarirsi; noi l'abbiamo vissuta in una logica di garantismo, anche se le accuse che abbiamo letto sono delle accuse di carattere pesante. Non siamo intervenuti su tale questione forse perché, per un qualche caso, conoscevamo alcuni aspetti alcune sfaccettature della vicenda che probabilmente consentiranno all'Assessore Botta di chiarirla molto presto.
Altra cosa sono le motivazioni per le quali vi è stato un esposto da parte dell'Assessore Burzi. Non le conosciamo; qualora volesse, nelle sedi della Commissione o quant'altro, spiegarci le ragioni, probabilmente riusciremo a mettere assieme un puzzle che oggi è nelle mani della Magistratura e che speriamo possa risolversi presto.
Certo ci sono state altre stagioni politiche; ci sono state stagioni politiche nelle quali bastava aver ricevuto un avviso di garanzia e in quest'aula si chiedeva che determinati Assessori si dimettessero, e si sono dimessi. Ma noi non auspichiamo che tornino quelle stagioni di tipo politico, che evidentemente rappresentano una pagina che dovrà essere chiarita.
Termino, Presidente, ringraziandola dei due minuti e trenta in più che ci ha concesso. Il giudizio politico su questo esecutivo è assolutamente negativo per le ragioni che abbiamo cercato di ricordare. Quali sviluppi ci potranno essere? Le alternative ci sembra che possano essere due: o un vivacchiare sempre più strisciante e sempre più negativo per la Regione Piemonte (pensiamo che questo possa avvenire) oppure questa Giunta potrà conoscere certamente le ragioni per le quali chiudere un'esperienza che fino a questo momento riteniamo essere stata del tutto negativa per il Piemonte e magari si potranno aprire quelle condizioni di una Giunta di programma che gestisca una transizione politica, non soltanto a livello regionale, ma una transizione che auspichiamo possa avvenire anche a livello nazionale, nella ricomposizione dei poli e nel ridare alla politica italiana e quindi, come conseguenza, alla politica regionale un respiro più utile alle grandi questioni dello sviluppo del nostro Paese e anche della nostra Regione.



PRESIDENTE

Intende intervenire il Consigliere Rosso; ne ha facoltà.



ROSSO Roberto

Io oggi vorrei affrontare il problema del Piemonte visto da un'altra ottica, quello dell'ottica romana. Vedete, i Consiglieri regionali del Piemonte, quando intervengono e lavorano in questo Consiglio e nelle Commissioni, considerano un po' questo Consiglio quasi come un "parlamentino" della Regione Piemonte e sono convinti di poter fare chissà quale rivoluzione. Invece, ci accorgiamo che Roma considera questo Consiglio come tanti altri Consigli regionali: un po' come se fosse un asilo infantile.
Cosa capita in un asilo? Che ci sono tanti bambini che giocano, si divertono a fare i grandi, fanno le costruzioni, litigano, subito dopo sono di nuovo amici... finché non esagerano, e allora interviene il maestro a rimettere tutto in ordine. Così avviene in questo Consiglio.
Vedete, fa comodo a Roma che questa Regione da dieci mesi attraversi una profonda crisi, che da dieci mesi non si faccia nulla; fa comodo a Roma che ci siano gli scandali sugli Assessori; fa comodo a Roma che si blocchi l'attività del Consiglio, non per contrapporsi al potere romano, ma si blocchi l'attività di questo Consiglio - che potrebbe essere vista dai cittadini piemontesi come una speranza di rinnovamento - sulla spartizione delle poltrone. E questo l'abbiamo visto sull'Ufficio di Presidenza l'abbiamo visto sulle Commissioni e l'abbiamo visto di recente con questo mese di crisi della Giunta Ghigo, un mese che - devo dire - non ha portato nulla di nuovo, se non i soliti distinguo, se non una riduzione della maggioranza a 31.
Mi chiedo: il programma che il Presidente Ghigo ci ha presentato ieri che contiene tante cose interessanti, chi sarà a portarlo avanti? quando lo porterà avanti? ma, soprattutto, come farà a portarlo avanti? Perch vedete, avete avuto un sacco di problemi quando eravate in 35; i problemi si sono accentuati quando eravate in 33; vi voglio ricordare che, d'ora in avanti, basterà un Consigliere che si svegli male al mattino e non avrete più i numeri per portare avanti nulla di questo programma. E questo fa comodo a Roma.
Io volevo un Consiglio regionale. Non importa chi governa: importa il rapporto che si ha nei confronti di Roma, perché invece di andare a Roma a chinare il capo e a dare sempre ragione ai vari Ministri, ai vari governanti che si succedono, bisognava prendere atto invece che noi siamo un'istituzione e che è fondamentale cominciare a fare delle richieste forti nei confronti di Roma. Ma questo non può avvenire e non è avvenuto con una Giunta che passa il tempo a litigare, a richiedere posti. Fa anche comodo questo, fa comodo che ci siano quei quattro posti di sottogoverno su cui voi litigate tanto per spartirli, perché così avete quello a cui pensare non potete pensare ad altro.
Ma veniamo al programma. Parlerò di un punto in particolare di questo programma, anche perché ci siamo impegnati a non fare un dibattito lunghissimo. Prendiamo, per esempio, la parte della cultura, quando si parla di sostegno delle lingue piemontesi. Proprio voi, adesso, mi dite che sosterrete le lingue piemontesi, quando la vostra crisi è stata presa in mano dai vostri vertici romani, dai vostri segretari regionali (parlo soprattutto di AN e Forza Italia, i cui segretari regionali sono giù a Roma)? Adesso mi venite a dire che sosterrete le lingue del Piemonte e poi su una legge importante come quella che è passata a Roma di tutela delle lingue minoritarie in Italia, l'emendamento che voleva inserire il piemontese - voglio ricordare che il piemontese è tutelato dall'Unione Europea, riconosciuto come lingua minoritaria europea - avete votato contro? Dov'erano i signori che hanno ricomposto questa maggioranza, che molto probabilmente vi hanno aiutato a fare questo programma e che per quando è ora, quando ci sono le decisioni che contano votano contro una cosa importante come il riconoscimento della lingua piemontese? Ma non è finita. Consigliere Leo, se verrà riconfermata questa Giunta tu tornerai ad essere Assessore alla cultura. Allora porteremo in aula anche un'altra questione, perché io mi chiedo come mai tutte le associazioni piemontesi che parlano di cultura, di storia, di lingua hanno fatto insieme un documento contro l'esclusione della lingua piemontese da quella legge romana e, combinazione, la Ca 'd studi, ultrafinanziata dal tuo Assessorato, questo comunicato stampa, questa lettera alle istituzioni non l'ha firmata.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Leo)



ROSSO Roberto

Mi pare strano che proprio l'Associazione più foraggiata, alla quale è stato affidato il compito di portare avanti la legge sul piemontese, si dissoci e non protesti vivamente su questa cosa.
A me sembra che questo programma contenga sì delle cose condivisibili ma mi sembra che non abbiate la forza, e forse la volontà, di portarle avanti; staremo a vedere.
Poi, il dibattito che si è svolto in questi mesi.
Le mille soluzioni che ho sentito, i governi istituzionali l'importanza del nuovo centro, il Presidente del Consiglio che diventa per l'UDR: a me sembra che stiamo subendo, ancora per una volta, gli esperimenti nazionali e che questo Consiglio non riesca a svincolarsi dalle direttive di Roma per cercare di dire finalmente "Noi vogliamo contare qualcosa". E' tanto bello che tutti parlino di federalismo, che bella parola il federalismo! E quando ci sputavano in faccia, quattro anni fa quando parlavamo solo noi di federalismo? E quando sputavano su quella bandiera e ci davano dei razzisti e dei fascisti, perché parlavamo di federalismo? Adesso sono diventati tutti federalisti, molto bene. Tanto federalisti che non siamo in grado di capire che ci dovrebbe essere una posizione forte delle Regioni sul tema del federalismo Voi pensate veramente che Roma ci dia delle deleghe importanti? Ci darà quattro cosette, per farci contenti; magari ci delegano qualche presidenza in più di Cassa di Risparmio da nominare, così siamo contenti e non litighiamo.
Presidente Ghigo, io non so come lei sarà in grado di portare avanti questo programma, non so come sarà in grado di arrivare alla scadenza del duemila. Io avrei preferito un Presidente forte che fosse in grado di farci crescere tutti, di farci diventare adulti, di uscire da questo asilo in cui ci ha confinato Roma per dire la nostra e per tutelare le esigenze dei piemontesi.
Lei ha fallito in questo e ha fallito la sua maggioranza.
La proposta che le avevo fatto nell'ultimo Consiglio penso sia ancora valida, anche perché questo governo balneare dovrà poi fare i conti con chi lo vota già a settembre e ottobre. Magari in questo agosto lei ci pensa un attimino e prende in esame la possibilità di fare una dichiarazione semplicissima, cioè che questo Consiglio non può funzionare, che non ci sono maggioranze credibili. Sia lei a chiedere di andare a nuove elezioni secondo me, Presidente Ghigo, potrebbe uscire a testa alta, se invece va avanti fino al duemila in questo modo la distruggeranno piano piano, hanno già iniziato. La stanno logorando, alla fine lei capitolerà e non sarà nient'altro che un soffio di vento in questo Consiglio nella storia della Regione Piemonte.
Lei, invece, con un atto forte può far sì che questo Consiglio venga sciolto e dare la possibilità di confrontarci nella prossima campagna elettorale su temi concreti, ma soprattutto sul ruolo che dovrà avere quello che dovrebbe diventare il Parlamento del Piemonte, che in questo momento, purtroppo, è al livello di una circoscrizione comunale. Noi in pratica dispensiamo solo soldi a destra e a manca, ma le grandi decisioni non siamo ancora né in grado né possiamo prenderle.
Nella speranza che lei accolga questa mia richiesta, come ha già accolto tante altre richieste, annuncio il voto contrario della Lega.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie Presidente. Oggi noi affrontiamo l'ennesimo dibattito politico di queste ultime settimane, ma sostanzialmente non ci sono novità. Per questo saremo brevi, non solo per la fretta.
Non ci sono novità, salvo il fatto che ci sarà un voto sulla nuova Giunta regionale. Tuttavia permangono, da parte nostra, alcuni elementi di preoccupazione per la mancata unità della maggioranza che si esprimerà in aula.
E' vero che le maggioranze si esprimono con i voti, e oggi la maggioranza dimostrerà di esistere, ma è altrettanto vero che i programmi e le impostazioni politiche e culturali, le programmazioni e le pianificazioni di una politica, si fanno con l'adesione, con la sottoscrizione di questi programmi, o in alternativa con la presentazione di programmi seriamente alternativi con proposte seriamente, oggettivamente diverse perché altrimenti - e mi ero ripromesso di non farlo ieri, quindi non lo farò oggi - si continua a giocare sulle parole, si continua a parlare per titoli, si continuano a fare degli slogan tanto seri quanto ambigui. Se c'è una cosa che noi non amiamo, anzi che detestiamo profondamente, è proprio l'ambiguità.
Voglio solo ricordare al collega Rosso - che forse è stato un po' disattento - che non solo il nostro Segretario regionale parla benissimo piemontese, quindi non può che essere un fautore del riconoscimento della lingua, e che non è vero che vota contro.



(Commenti del Consigliere Rosso)



GHIGLIA Agostino

Te lo porterò in aula. Attenzione a quello che si dice, perché quello che si dice ufficialmente poi si paga in termini politici. Sei stato talmente disattento da non esserti accorto che il Gruppo di Alleanza Nazionale, in Regione Piemonte, ha presentato un ordine del giorno di protesta contro questa decisione di eliminare il piemontese dalle lingue ordine del giorno che invita e impegna il Presidente della Giunta ad attivarsi in tutti i modi possibili perché venga posto rimedio a questa decisione assurda ed infondata.
Prima di dire delle inesattezze, vorrei puntualizzare questa cosa.
Pertanto, ripromettendomi di essere, almeno io, coerente con le parole che ho detto ieri, faccio tale sottolineatura temporale, perché non è sufficiente essere coerenti con ciò che si dice, ma è anche necessario essere coerenti con ciò che si è detto meno di 24 ore fa.
Vorrei scorrere alcuni punti contenuti nella relazione della Consigliera Cotto. Primo: la famiglia. Sulla famiglia Alleanza Nazionale ha presentato, due anni fa, una propria proposta di legge ritirata poi consensualmente e contestualmente, da tutti i Partiti che l'avevano presentata. Tralascio le decine di leggi presentate in Parlamento già dal MSI sulla famiglia.
Per quanto riguarda la scuola libera, cattolica, paritaria, già il Partito del MSI presentò tonnellate di proposte di legge sulla scuola libera e votava, unico Partito con la DC, a favore della scuola libera.
Quindi anche su questo tema possiamo trovare una larga condivisione di intenti.
Per quanto riguarda il lavoro, l'assistenza e la famiglia, ho già ripetuto fino alla nausea che noi siamo esperti di sociale e, se finalmente vorremo andare oltre gli slogan ed entrare un po' più nel merito, ci riteniamo pronti. Sulla gestione delle politiche culturali - consentitemi solo una battuta - se non ricordo male fino ad oggi è stata gestita dal Centro e quindi se non siamo o non siete contenti o una parte del centro non è contenta di ciò che è stato fatto fino ad oggi, non penso che sia per la presenza di Alleanza Nazionale.
Sul rilancio turistico, credo che nessuno di noi abbia mai combattuto contro il rilancio turistico enogastronomico, i percorsi culturali alternativi della Regione Piemonte, anzi, ne siamo stati tra i massimi fautori.
Altro punto "Pieno utilizzo delle risorse comunitarie" non credo possa essere identificato come tassello politico fondamentale di una politica di Centro.
Qualcuno ha detto che se non piace l'antipasto uno può prendere il primo; a noi se l'antipasto non piace non lo mangiamo! Se il piatto e gramo lo mandiamo indietro, per me è difficile, infatti si vede dal mio sovrappeso, a me piace tutto tendenzialmente sono disponibile, ma in politica se l'antipasto mi è indigesto devo avere il coraggio di dire che io a questo tavolo non mi siedo, sedersi al tavolo e assaggiare tutto con disgusto non denota coerenza: questo atteggiamento non è politica è attendismo.
Ho sentito parlare del Presidente Ghigo come di un trapezista, beh, il trapezista può essere più o meno abile, certo che se c'è qualcuno che tutti i giorni gli sega un pezzo di corda, ha difficoltà a non cadere nella rete! Occorre che a questo trapezista non soltanto gli creiamo tutti insieme come maggioranza una bella rete sotto, ma anche fare il possibile per assicurarci tutti insieme che gli anelli siano ben fissati al soffitto e che la corda, che siamo noi, sia una corda forte e non cominciare a dirgli "fa attenzione che ti sorvegliamo". Certo che lo sorvegliamo, questo sta nell'ordine normale della gestione quotidiana di una maggioranza, di una dialettica politica. Lo abbiamo sempre fatto di sorvegliare questa Giunta e il Presidente Ghigo, perché se non lo abbiamo fatto e siamo stati zitti per due anni e mezzo, beh, siamo i primi colpevoli e lui sarà il secondo. Lui ha fatto male e noi siamo stati quanto meno omissivi nei suoi confronti.
Concludo con una piccola notazione sul bipolarismo secondo un'impostazione non so se dire geopolitica e geografica. Il bipolarismo, lo dice la parola stessa, vuol dire che ci sono due poli, altrimenti si chiamerebbe tripolarismo, quadripolarismo, pentapolarismo ecc., ma "bi" significa due; su questo non ci piove è una delle poche certezze che abbiamo in aula oggi.
Chi parla di riconoscimento del bipolarismo non può andare a cercare altri corni nel cappello, perché altrimenti diventa un tricorno anziché un cappello di foggia napoleonica, anziché una feluca d'ambasciatore, diventa qualcos'altro: è tutto legittimo. Ma allora non ci si deve contraddire nei termini: o si è per il bipolarismo o non si è per il bipolarismo. Il fatto di essere per il bipolarismo significa che si parte da un polo e con questo polo si concorda una strategia per andare oltre, per spezzare altri meccanismi, per andare a raccogliere anche nel campo altrui; ma ciò non significa negare il bipolarismo.
Pertanto concludo, annunciando il voto favorevole di Alleanza Nazionale alla nuova Giunta alla quale facciamo tutti gli auguri del caso, che se oggi c'è un problema ancora in questo Consiglio regionale, e credo lo abbiamo dimostrato molti interventi dei colleghi che mi hanno preceduto non è l'abbraccio soffocante di Alleanza Nazionale nei confronti di Forza Italia, non un asse privilegiato che non esiste, ma esiste un grosso problema al centro e lo hanno dimostrato gli interventi dei colleghi del Centro che sono intervenuti, molto spesso in dissonanza tra loro. Mi dispiace questo, ma è un dato oggettivo, non ne godo, ma lo devo rilevare perché, come qualcuno sorveglia sempre che non ci siano abbracci, più o meno soffocanti, nella canicola estiva, tra noi e Forza Italia, così deve rilevare che oggi il Centro non c'è, o ci sono, dalle dichiarazioni in aula, quattro Centri nell'ambito di un ex federazione, perché tale è stata dichiarata giornali.
Quindi, auspicando che passiamo dalle proteste alle proposte, come disse Almirante tanti anni fa, e dai titoli all'esame concreto e approfondito dei temi, spero che sulla serietà anche umana di tutti noi riusciremo a trovare delle ampie convergenze e su questo sono fiducioso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Benso.



BENSO Anna

Desideravo richiamare la vostra attenzione su uno strano fenomeno che l'on. Enzo Ghigo ieri ha indicato in aula con la parola "voglia di Centro" io lo definirei invece come sindrome di Centro. Sindrome che negli ultimissimi giorni ha colpito i vertici di Forza Italia del Piemonte.
Vorrei potermi rallegrare sia per l'entità del fenomeno sia per la forza con cui si è cercato di rendere questo fenomeno manifesto, intraprendendo la strada di una federazione con il Centro.
Se prima non era sufficiente definirsi Partito per esserlo, oggi non è sufficiente autodefinirsi Centro per diventarlo. Ho la netta sensazione che Forza Italia veda nel Centro una scelta di natura strategico-politica e non culturale.
Non ci si può autodefinire una forza moderata, per esserlo. Dovranno essere i moderati a sentirsi rappresentati e quindi a riconoscersi.
Non si può dichiarare di essere attenti alla famiglia, al sociale, alla sussidiarietà, dichiarando di voler creare un Assessorato apposito ammettendo però che nessuno del Gruppo di Forza Italia è interessato a coprire tale incarico, troppo lontano dalla propria cultura.
Il programma proposto dai 24 Consiglieri firmatari è sicuramente condivisibile. E' infatti importante sottolineare e chiarire che alla sua stesura hanno collaborato in modo attivo e vivace tutti i Consiglieri del centro.
Il problema non è nel contenuto del documento; il problema è che esso venga realmente attuato. Alla luce di quanto ho evidenziato in precedenza non posso che nutrire dubbi e timori sulla sua attuazione.
In questo senso, per esempio, ritengo molto bello sentire dei colleghi che si dichiarano chiari, leali e disinteressati, consapevoli di una scelta culturale. Sarei veramente la prima a rallegrarmene, se così fosse nella realtà.
Ma quando la lealtà e la fedeltà alla maggioranza sono il frutto, tra le altre cose, di una Presidenza alla IV Commissione, beh, il disinteresse vorrei sapere a cosa si riferisce.
Sarò quindi attenta a tutti i provvedimenti che in questa maggioranza verranno presentati, convinta di dover dare sempre priorità assoluta ai problemi del Piemonte e contribuire alla loro risoluzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, stamani il Consigliere Saitta ha riportato in quest'aula un ritratto tutto tondo di Don Abbondio alias Enzo Ghigo.
Al di là della pagina manzoniana, credo che dopo tre anni di governo o gestione del Presidente Enzo Ghigo, il personaggio sia molto più complesso.
Molto più complesso da ricorrere a titoli ormai usati ed abusati ("L'insostenibile leggerezza dell'essere"), oppure a certi personaggi che possono far capo a un certo teatro dell'assurdo.
Credo che, per i posteri, il problema di questa Presidenza sarà oggetto di un esame clinico molto difficile, perché il personaggio è di tutto riguardo (non faccio delle battute a vuoto). E' un personaggio che è venuto fuori da infinite difficoltà, che con la sua filosofia minimalista ha cercato sempre di smussare gli angoli - proprio come Don Abbondio - che però gestisce il suo potere con una capacità di estraneamente straordinaria.
Ieri, mentre in aula qualcuno gridava - il Presidente Ghigo ha detto: "Picchioni grida, ma io ho i numeri) - lui faceva la conta dei numeri quasi che i numeri fossero l'autorevolezza del potere.
Questo è il nostro Presidente: sicuramente non sprovveduto (Presidente non sono ironico nei suoi confronti).
Il nostro Presidente, dobbiamo prenderne atto, ne prendo atto io per primo, è un grande navigatore, astuto, accorto e, secondo la sua filosofia certamente è un navigatore illuminato.
Dico questo perché oggi siamo di fronte ad un fallimento politico; il fallimento politico non è quello di non avere delle idee, semmai è sempre il nostro patrimonio culturale e politico. Il fallimento politico è che questa Giunta si rappresenta o si ripresenta con quasi la totalità del suo organico - poi ne parleremo - anche se nel corso di questi nove mesi l'oscillazione del pendolo non è più tornato al punto dell'origine.
Il Presidente avrà i 31 voti, governerà, il suo programma sarà - come lui stesso l'ha chiamato - "il laboratorio per la nuova Italia", anche se secondo me è un laboratorio di sartoria, non è un laboratorio tecnologico.
Nel corso di questi nove mesi sono successi alcuni fatti importanti: le criticità (ne ha parlato molto il Presidente); le sorprese (ci sono state) le novità (si sono anche verificate).
Non voglio ripercorrere la Via Crucis di tutti questi fatti perché sono stati ampiamente ricordati dai vari Consiglieri, però oggi ci troviamo di fronte a qualcosa che è apparso all'orizzonte. E' apparso all'orizzonte attraverso alcune considerazioni che possiamo fare, che sono state fatte: mettendo da parte la constatazione che il Presidente Ghigo è inamovibile per una mancanza organica di scelte di ricambio, tutti siamo d'accordo nel non andare a vedere una pellicola, però tutti siamo profondamente in disaccordo nell'andare a vedere una pellicola piuttosto che l'altra (questa è anche la sua forza, è una delle componenti della sua forza).
Oggi ci troviamo di fronte a qualcosa di nuovo che attiene, al di là dei numeri, non tanto alla forza della sua maggioranza, ma all'articolazione della sua maggioranza.
Ha detto bene il collega Ghiglia, un momento fa: esistono problemi al centro. Lo dobbiamo dire. Io non credo che esistano problemi per una tripperia che non soddisfa gli appetiti di tutti (perché sono volgarità che si dicono nei corridoi); esistono dei problemi perché la situazione nazionale e quella locale, con tutte le situazioni che si sono verificate portano ad una verifica della posizione politica di ciascuno nei confronti degli altri.
Stamattina, non so se l'avete registrato, in molti interventi, da quello del Consigliere Saitta al quello della Consigliera Spagnuolo o del Consigliere Riba, c'è stato un argomento molto importante, non secondario perché non ci sono solamente le infrastrutture, c'è prima di tutto la società.
Come si organizza, come si struttura e come si prospetta? Il problema che è stato posto, così, en passant, sulla famiglia, è uno dei momenti significativi di questa assemblea. Seppure en passant, sono state dette delle cose importanti sulle quali vale la pena di ritornare.
Ebbene, esistono problemi al centro. Non fate mai, amici del centro federazione con Forza Italia; l'ho fatta io e sono stato subito disselciato, non fatela voi, e voi siete certamente oggetto di quanto avete scritto.
Le federazioni sono un fatto da non perseguire mai. Teniamoci tutti nel nostro ambito, con i numeri che abbiamo e forse saremo più sicuri piuttosto che avere dei compagni di viaggio inutili.
Prima la collega Carla Spagnuolo ha ricordato un fatto molto importante. Voi dite: "Questo ambizioso programma, che però riteniamo doveroso al Piemonte, necessita, da parte dell'esecutivo, di una guida in grado di concretizzarlo".
"La ferrea volontà di AN di restare blindata sulle sue posizioni" è un fatto di cui dobbiamo, di cui dovete prendere atto, perché è un partito che non si è disciolto, che non ha perso pezzi per la strada, che ha mantenuto comunque la sua visibilità, che ha mantenuto una sua posizione, ecc.
Adesso non voglio assolutamente fare il difensore di Alleanza Nazionale per carità, è un ruolo che non è mio - però, per l'analisi politica imputare oggi ad una blindatura di Alleanza Nazionale la criticità di questo momento mi pare invece una forzatura dell'interpretazione dell'analisi.
Invece il problema è di come si gestisce al centro. Abbiamo fatto qualche proposta, che poi è stata ripresa dagli Stati generali di Forza Italia, con quella terminologia un po' irridente, un po' negativista con cui siamo stati chiamati. "Il reducismo al di là del 4 novembre" non è mai...
Ecco, nel nostro Paese è rimasto solo il 4 novembre; il reducismo delle varie guerre che si sono succedute non ha buona fama e non ha buona stampa nel nostro Paese. Per cui, tutto quello che è post...
Ricordati, però, che è meglio essere un "ex" che una "x". Essere un ex significa avere avuto una storia, qualche cosa; essere una "x" significa che bisogna ancora decifrare cos'è questa incognita.
Ebbene, noi abbiamo fatto delle proposte, che sono state accolte più o meno bene - per carità, forse anche per una mancanza di comunicazione che si è verificata - ma delle proposte che portano ad un'individuazione secondo me critica del bipolarismo.
Ma signori! Quando voi pensate che siamo nati con un bipolarismo imperfetto, dove da una parte c'era la Lega che "sparigliava" (adesso Cossiga "spariglia", ma la Lega ha sparigliato), dove dall'altra parte c'era Rifondazione che "sparigliava", dove il problema delle maggioranze che sono state fatte...
Facciamo un minimo di percorso politico! Le maggioranze dell'Ulivo sono state fatte con la desistenza dei partiti dell'Ulivo nei confronti di Rifondazione; la maggioranza del Polo è stata fatta con un duplice connubio tra Forza Italia e Bossi prima e tra Forza Italia e Fini dopo. Allora voi ben capite che questo bipolarismo non è - come dice Minniti - nel DNA degli italiani.
Vivaddio, non è nel DNA degli italiani! E' una costruzione in progress è un work in progress: è tutto da costruire. Se pensiamo solamente che nella città di Cuneo 16 liste (tranne due, mi pare: Alleanza Nazionale ecc.) si sono annacquate in un anonimato assoluto, ditemi dov'è la volontà di appartenere ad un bipolarismo.
E se pensiamo ancora che la grande massa di coloro che non votano si sono certamente astratte da una votazione, ditemi se questo bipolarismo pu essere ancora un richiamo.
Su queste cose bisogna stare molto, molto attenti. Questa valutazione politica mi porta a considerare quello che prima Carla, Saitta ieri, ecc,.
ed anche Riba hanno detto.
Il problema della famiglia è un problema trasversale, perché prima ho sentito il Polo e l'Ulivo essere d'accordo su alcune cose e poi ho sentito che Burzi si congratulava, giustamente, con la signora Spagnuolo per suoi accenti radicalmente laici con cui ha parlato sul problema della famiglia.
Per carità, tutto bene, ma ciò per dire che su questi temi non ci pu essere una blindatura di posizioni politiche; non ci può essere, perch appartengono al genio dell'uomo, alla sua sensibilità e certamente alla sua cultura.
Allora su questo mi permetto - Carla - di dire che non credo che si debba fare la famiglia cattolica; mi riferisco solamente agli articoli 29 e 31 della Costituzione, che parlano semplicemente di famiglia tout-court.
Art. 29: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. (...)"; art. 31: "La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi...".
Cito il richiamo fatto da Cesare Salvi su l'Unità: "La sinistra italiana deve liberarsi, nel definire le sue politiche sociali, d'ogni eventuale residuo di vecchie concezioni anti-famaghiste..." ed anche il richiamo al "pericolo di una dissoluzione della famiglia, in assenza di adeguate reazioni per effetto dello sviluppo economico, tecnologico..." ecc., ecc.: sono tutte affermazioni che credo debbano essere prese in considerazione.
Però, parliamone anche dal punto di vista cattolico, amici del centro! L'altro giorno, proprio su Avvenire, un articolo di Camillo Ruini, che è uno dei grandi storici del nostro tempo, diceva: "I cambiamenti dei modi di vivere e gli sviluppi tecnologici che consentono interventi sempre più penetranti nelle nostre strutture biologiche convergono nel porre all'ordine del giorno del dibattito politico questioni di grande rilevanza umana e morale. Nel far questo occorre essere saldamente ancorati all'insegnamento della chiesa, non soltanto in linea di principio, ma anche in rapporto alle situazioni storiche concrete; proprio così i cattolici potranno essere credibili e innovativi, come richiesto dal tempo presente senza perdere la propria fisionomia".
Ebbene, su un problema di questo genere, che non appartiene alla Giunta, né appartiene a Burzi come non appartiene al Presidente Ghigo, ci possono essere dei confronti ed anche delle lacerazioni culturali fortissime, perché il problema non riguarda un passatismo che si vuole assolutamente tenere a bagnomaria oppure sotto vetro, ma riguarda certamente i fondamenti di tutta la società italiana; non perché lo dica la costituzione, ma perché la valutazione complessiva di che cosa oggi dice la società italiana è - mi pare - sotto gli occhi di tutti.
Detto questo, ritorno ancora, per un fatto politico, su una piccola questione politica.
Signor Presidente, io ho preso atto che lei ha una Giunta per adesso ancora minoritaria; ho preso atto che quella dell'UDR è una posizione di assoluta vigilanza rispetto all'ortodossia del suo programma.
Non credo che il suo programma meriti nessuna vigilanza. Mi permetta: il suo programma è talmente minimo da non lasciare tracce di scrittura. E lei, ancora una volta, è stato estremamente furbo da far precedere quello che sarà il rien de paraître di questa Amministrazione da tutte le cose che lei ha realizzato (o fatto realizzare), anche la questione, che è stata ricordata stamattina con molto humor, degli zainetti.
Però il problema non è tanto questo. Il problema è di capire le posizioni dell'Assessore Cavallera e dell'Assessore Leo. L'Assessore Cavallera mi pare che abbia parlato, nella sua dichiarazione, di un momento di passaggio.
E' un momento di passaggio che vuol significare una specie di stand-by in attesa di che cosa si verificherà qui in Piemonte, in attesa di che cosa si verificherà in sede nazionale, ecc.? E' un momento di passaggio che vuol significare ancora una carta di credito-spesa nei confronti di questa Giunta, nei confronti di quello che ha realizzato, nei confronti di quanto si sta ancora facendo? E' un momento di passaggio per verificare se Roma dà degli input sostanziali e formali, perché in Piemonte si possa realizzare un laboratorio politico che, al di là delle difficoltà che forse ha verificato bontà sua - il Consigliere Ghiglia - ha comunque da parte sua i numeri e se mi permettete, senza nessuna presunzione - anche qualche intelligenza? Il discorso si pone dunque in prospettiva, e se la Giunta Ghigo è una Giunta che oggi come oggi, ma non facciamo previsioni, tanto meno io sono uno stregone della pioggia, che non ha nessuna possibilità di essere scalzata - e ancora una volta le faccio i complimenti - però tutto il resto, tutto quanto oggi si può verificare e si può anche appurare rispetto alla posizioni dei singoli oggi può essere un messaggio e soprattutto un laboratorio per domani.
Io sono lieto che queste cose stiano avvenendo, malgrado la formale atonia di questo momento politico, perché se il problema dell'Assessorato al turismo è propedeutico ad una ricomposizione e ad una rivalutazione generale delle forze del centro o delle forze moderate di questo Consiglio allora posso proprio dire, malgrado quanto ha detto l'amico Rubatto, che valeva la pena di attendere 9 mesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi sembra che ci siano due punti rilevanti nei fatti che ci hanno condotto a questa giornata. Primo punto: sarà - penso, salvo sorprese risolta la crisi di ruolo personale del Presidente Ghigo. Questo è quanto la maggioranza auspica e probabilmente quanto avverrà: un elemento di crisi per il Presidente Ghigo si risolve e tornerà a essere Presidente. Questo è il primo rilievo politico.
Il secondo rilievo politico è che mi pare sia ufficialmente aperta la crisi politica di questa maggioranza. Questi sono i due elementi rilevanti ed evidentemente non contraddittori al punto di non poter coesistere. Di questi due elementi, mi sembra che il più interessante sia di certo il secondo e non il primo, in quanto il Presidente Ghigo ha risolto la sua crisi personale con piccolissimi spostamenti di incarichi e nessuno spostamento programmatico. Quindi la crisi del ruolo del Presidente Ghigo si inserisce all'interno di una continuità nel tenere la posizione, se non si vuol dire la poltrona, ma al di là di una strategia di medio-lungo periodo.
A me pare che affermare che in questo modo il Presidente Ghigo ha predisposto le condizioni della propria successione non sia un parlare tanto a vanvera. Io penso che questa lunga storia, le critiche di questi anni e degli ultimi mesi e l'esito di questa vicenda, con una maggioranza che immediatamente nel momento in cui afferma di esserci non c'è, mi pare che indichi con chiarezza che l'esperienza Ghigo sia un'esperienza strategicamente chiusa. Si concede al Presidente Ghigo ancora qualche giorno di gloria e poi farà e si cercherà di fare altro.
Chiudo con questo primo elemento "positivo". Il governo ci sarà, anche perché in molti sono a dire che un governo ci vuole comunque, qualunque cosa faccia, lo dicono soprattutto coloro che sperano di far parte di questo governo; così è successo in quest'occasione da parte dell'attuale maggioranza, ma così può succedere anche in altre situazioni, così si pu proporre anche da altre parti, com'è stato fatto: governo purché sia.
Allora si aggettivano questi governi in vario modo; direi che in questa legislatura si è usata molta meno fantasia che nell'altra, nella quale l'aggettivazione dei governi - per chi ha voglia di andarseli a leggere erano ancora molto più fantasiosi.
Sul secondo aspetto, che per il mio Gruppo è quello che conta di più si apre una crisi, una crisi che ricerca un nuovo equilibrio. Parlo della crisi ufficialmente aperta in quest'aula, ma è certo che è una crisi che non vive staccata dalla situazione nazionale.
Ufficialmente alcuni Gruppi, soprattutto il centro - chiamiamolo così hanno aperto la crisi e, staccandosi dalla maggioranza uscita dalle elezioni, ha fatto un discorso all'aula e, in modo particolare, si è fatto un appello ai moderati.
Penso che qualche riflessione a questo proposito sia utile farla, nel senso che, al di là dell'esperienza transitoria di Ghigo che durerà quanto durerà, però il problema centrale di forze politiche è quello di riuscire a governare la nostra società individuando quali interessi privilegiare, di quali interessi essere portatori e con quali programmi farlo.
Da questo punto di vista, il problema del centro, del rafforzamento del centro e, se permettete, in cosa consista il centro è il problema risolutore dei problemi di governo di questo nostro Paese e della Regione? Cioè questa enfasi sul centro e sulla moderazione del centro o sulla moderazione di chi centro non è, ma è moderato è l'elemento risolutore della crisi del nostro Paese? Cioè il centro oggi intanto dove sta? Perch in un organismo squilibrato per conformazione territoriale e per pesi specifici, per densità economiche e culturali, in un organismo così squilibrato com'è la nostra Italia, dov'è il centro? Cioè dov'è quel centro economico e sociale e, di conseguenza, quel centro politico capace di tenere in piedi questo organismo, di risolvere i problemi che questo organismo ha? Dove sta questo centro? Quando si fa questo appello e questa enfasi al centro moderato, siamo sicuri che oggi la moderazione sia l'elemento politico capace di essere centrale rispetto a questo organismo? E per essere centrale non intendo ricercare il baricentro geometrico, non ritengo che si ricerchi il centro della vecchia società, quella che non c'è più, ma si tratta di ricercare un centro capace di tenere in equilibrio questo organismo.
Allora a proposito di questo appello alla moderazione che ha subito accolto parecchie simpatie, mi permetto di sollevare un dubbio: a me non pare che ci sia bisogno di un centro moderato e che verso il centro si debba correre da una parte e dall'altra, per un semplice motivo: che non mi pare che la situazione economica e sociale dell'Italia e del Piemonte sia moderata. Mi sembra che non siamo in una situazione pacifica in cui una società procede. Ma c'è della moderazione nella questione sociale? Ma chi può dire che oggi la questione sociale è moderata? La questione sociale è gravissima e sta spaccando il Paese e spacca le classi sociali. E' una crisi gravissima di sviluppo, di occupazione, di erogazione dei servizi; è un Paese che, dal punto di vista della stessa tenuta democratica, pu vacillare, perché la disoccupazione non può superare certe soglie senza diventare un problema di ordine pubblico.
Allora questo problema - ne cito uno per tutti - di creare occupazione di dare lavoro ai giovani un problema moderato o no? E' un problema piccolo che può essere affrontato con politiche di piccolo cabotaggio giorno per giorno o non esige una scelta decisiva di campo? Questo Paese può ancora essere governato a piccoli passi, o non è, nel bene e nel male, purtroppo giunto il momento di scegliere, di avere gli interessi in campo, di rappresentare questi interessi quali che essi siano e di dare un indirizzo preciso al Paese? O siamo rimasti ai tempi della DC? Tempi in cui la DC ha retto un Paese che cresceva. La composizione di questi interessi attraverso le esperienze che aveva fatto la DC, di allargamenti, ora a destra, poco, ora al centro-sinistra di più, cuciva una società coesa anche perché era una società che cresceva nelle opportunità di lavoro, di studio e di crescita generale. Un gruppo che ha fatto molte critiche al modo in cui dal dopoguerra è stato gestito questo Paese: ma il Paese è stato gestito in una situazione di relativa compattezza e di relativa sicurezza economica, pure raggiunta al prezzo di gravissimi sacrifici sociali, umani e personali (le grandi migrazioni), ma in una situazione di tenuta economica, di tenuta occupazionale. Quel Paese non c'è più ed è per questo che la DC non c'è più e non penso che abbia possibilità, dando per scontato che qualcuno volesse farla, di rinascere, perché il Paese è completamente diverso.
Il muro di Berlino se n'è andato, oggi l'economia dei paesi non ha più confini e pone i problemi che tutti sappiamo.
Di fronte a questo, l'appello al centro mi sembra inadeguato a risolvere i problemi per cui la politica è nata, perché se la politica è nata per risolvere dei problemi, quindi individuare interessi, comporli scegliere quelli trainanti all'interno di un interesse generale, allora questa politica deve fare i conti con questi elementi. E l'appello alla moderazione mi sembra quanto di più inadeguato esista.
Se il centro è moderazione non ci interessa: se il centro, invece, è un centro nel quale confluiscono posizioni diverse, ma è il luogo politico capace di sorreggere il Paese e di portarlo fuori dalla crisi e di individuare linee di sviluppo, bene, si costruisca un centro di governo.
Saranno due i centri di governo, un centro di progresso volto a sinistra e un centro di conservazione volto a destra.
Ma queste sono parole che non fanno collimare la definizione di centro con quella di moderazione.
Noi riteniamo che a questo punto gli appelli debbano essere fatti non a contenuti vaghi, la moderazione, ma debbano essere riferiti ai problemi economici e sociali del nostro Paese e noi riteniamo che occorra una svolta molto radicale e netta non verso le cose che dice Rifondazione comunista per carità, ma una svolta capace, siamo pronti a verificarlo, di dare una soluzione, una speranza concreta a problemi fondamentali del nostro Paese.
Prima di tutto quello sull'occupazione.
Oggi qualcuno, e mi ci metto anch'io a questo punto, ha iniziato il cammino verso il duemila, verso quella cosa nuova che sarà costruita e che non penso sarà lei, Presidente, Ghigo, a dirigere, né se vince una parte n se vince l'altra.
Si pone il problema, anche per il mio gruppo, di dire con chiarezza cosa è disponibile a fare, cosa non è disponibile a fare: noi non siamo disponibili a individuare percorsi che da qui al duemila trovino un altro governicchio, un altro governo purché sia. Questo è un governo purché sia ma anche altri governi, come i governi istituzionali proposti da PDS, PPI e Verdi sono governicchi: noi non pensiamo che dalla crisi del Piemonte si esca in questo modo, facendo patti, federazioni, pasticci all'interno di quest'aula, con ammiccamenti che abbiamo sentito anche oggi, il grande centro, la moderazione, la sintonia, la famiglia e quant'altro. Noi non riteniamo che questa sia la strada; comunque sia è una strada che non sarà percorsa dai nostri passi.
La gravità dei problemi economici e sociali, anche del Piemonte riteniamo che debba avere un'analisi, una proposta e un contenuto di alleanza da verificare sul campo. Non sono cose facili oggi, o perlomeno non è facile governare se si vogliono affrontare i problemi. Se si vuole governare lasciando che i poteri forti continuino a dirigere la società come fanno, qualunque governo va bene, comunque targato, da quello Ghigo a quello istituzionale. Se invece, come noi riteniamo, il governo deve servire per dare soluzione parziale e progressiva a certi problemi pensiamo di poterlo fare solo in un confronto con l'elettorato, sulla base di programmi pubblicamente discussi, concordati e sulla sorta di un mandato elettorale.
Questo è il cammino che noi percorreremo, nell'auspicio che a sinistra più o meno estrema e in quelle forze che si richiamano alla democrazia ci sia anche una riflessione, oltre che agli interessi economici e alle forze sociali che noi democratici di sinistra intendiamo rappresentare, alle culture a cui far riferimento. Alle culture, a questo io mi sento vicino il che vuol dire che ci sono dei momenti di congiunzione che possono accompagnarsi a momenti, invece, di differente valutazione; io mi sento vicino alle valutazioni che faceva in modo preoccupato Carla Spagnuolo.
La laicità dello Stato, le culture, vogliamo far parte di cammini che individuano sin d'ora dei privilegi? No, non ci stiamo. Al di là degli esiti di altro tipo non ci stiamo e riteniamo pericolosissimo per tutto il Paese, tanto più per forze che si richiamano a un rinnovamento ideale con i valori della sinistra, che si cominci con l'idea di tendere la mano a progetti politici che individuano una cultura come "la cultura"; in Europa e in Italia cresceranno sempre più le culture e dovremo imparare a conoscerci, a rispettarci e non dico nemmeno a integrarci, perché magari ci sono culture che è bene che continuino a vivere e a coesistere pacificamente e in dialettica tra di loro.
Da questo punto di vista il nostro gruppo procederà in questi due anni che rimanga Ghigo o meno, con il programma di rafforzare il confronto di contenuti, progetti e programmi in quest'area, cercando di portare questi contenuti all'interno di una condivisione da parte di quest'area e poi di verificare questi contenuti alle elezioni.
Noi chiediamo, alle forze che oggi si oppongono da sinistra a questa maggioranza, di colloquiare, cosa che non è stata fatta, di colloquiare sui contenuti anche con noi, perché solo così si può giungere ad una coesione all'interno della maggioranza, quindi programmi alternativi e, secondo noi ovviamente l'inizio della risoluzione di problemi importanti per il Paese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone che intende differenziarsi rispetto alla posizione del collega Picchioni.



MONTABONE Renato

In apertura lei, Presidente, ha voluto iniziare subito con le dichiarazione di voto; la mia differenziazione, rispetto al mio Gruppo, sta nella possibilità di poter parlare in quest'aula. Credo che questa sia un'occasione dove non si possa stare zitti; è l'occasione affinché tutti liberamente, si esprimano.
Presidente Ghigo, pensavo, fino a qualche giorno fa, che la sua forza fosse quella di non accorgersi di essere debole; oggi mi devo ricredere: lei è fortissimo. Lei è fortissimo perché, dopo questo dibattito, dopo le poche riunioni svolte - ci hanno detto esponenti della maggioranza - per risolvere questa crisi, lei non ha risolto la crisi ma è riuscito perlomeno a ricomporre la Giunta. Lei, non si preoccupa molto del fatto che ogni volta che accade un piccolo spostamento in Giunta o si è in fase di votazione, lei perde uno, due, tre elementi. Lei non si preoccupa perché ad oggi che voteranno nuovamente lei come Presidente della Giunta e i suoi Assessori proposti, sono 31 persone.
Come farà la prossima volta? Perdendone due alla volta si arriva a 29 come farà? Può darsi che troverà nuovamente altre soluzioni. Credo che lei abbia perso, in questo mese, la grande occasione - che lei sottoscriveva qualche mese fa su un documento di maggioranza - di rilanciare il suo governo per i prossimi due anni. Lei, ha perso questa occasione. Ancora una volta non è stato attento alle varie ipotesi politiche lanciate all'interno anche della sua maggioranza, ma ha badato soltanto, ed esclusivamente, a mantenere la sua sedia.
Continuando in questo modo altroché ripresentarsi alle elezioni del duemila - come lei una volta ebbe modo di dirmi - ma rischia che questa Giunta sia veramente una Giunta a tempo. Non sono solo io a sostenere ci lo dicono anche dei Gruppi della maggioranza che sono stufi di avere da lei promesse mai mantenute.
Questa, Presidente, è una questione di credibilità. Speravo, per esempio, che la sua credibilità nel rappresentare la Regione Piemonte a livello nazionale fosse mantenuta, invece la stessa credibilità che lei ottiene in quest'aula, sia da parte di Gruppi della maggioranza sia da Gruppi della minoranza, la sta in questo momento ottenendo anche a livello nazionale.
Lei è definito - su l'"Espresso", noto settimanale nazionale - come persona che non tiene mai fede alle promesse.
Non ho bisogno di leggere l'"Espresso" per sapere che lei non mantiene le promesse; è sufficiente che io legga le pagine della cronaca piemontese.
Infatti, lei una settimana fa - dopo aver promesso almeno a cinque o sei persone che avrebbero potuto rivestire la carica di Assessore - aveva quasi definito che l'Assessore fosse la Consigliera Benso - e tutti i giornali resero nota la notizia. Prima ancora aveva detto al Consigliere Grasso che avrebbe sostituito l'Assessore Angeleri; i giornali riportarono la notizia.
Non mi dilungo ulteriormente altrimenti dovrei parlare di questioni personali e non lo voglio fare.
Credo che la sua credibilità, se il suo modo di operare è lo stesso che manifesta in quest'aula, si stia sgretolando anche a livello nazionale.
Questo è ancora più grave, perché se negli organismi interregionali, dove lei rappresenta la Regione, si assume questa ipotesi di sua non credibilità, lei non riuscirà più a rappresentare non solo la Regione Piemonte, ma neanche più se stesso! Non potrà neanche andare a confortare e mettere le firme sotto i documenti che prepara l'Assessore della Regione Lombardia, per esempio sull'attuazione dei decreti Bassanini e sulle attuazioni dell'ex Bicamerale.
A me piacerebbe sapere come, attraverso questo programma, si sono risolte quelle criticità che lei, a suo tempo, ha sottoscritto. Non vorrei che si pensasse che le criticità si risolvano con le dimissioni spontanee dell'Assessore Majorino - colgo l'occasione per ringraziare l'Assessore Majorino per l'umana dichiarazione che ha voluto fare all'aula ieri, lo ringrazio a nome del Consigliere Picchioni - perché se le criticità si dovesse pensare di risolverle attraverso la sostituzione soltanto dell'Assessore Majorino ahimé questa potrebbe essere una lettura fatta in modo politico, e cioè la volontà di identificare la non funzionalità di questa Giunta regionale in un esponente di Alleanza nazionale: ma così non è. Perché l'Assessore Majorino, Vicepresidente, ieri ci ha detto i motivi per cui voleva, già nel mese di aprile, dare di dimissioni.
Vede, Presidente, la sua non credibilità si evince anche dal fatto che dopo avere detto delle frasi eclatanti, titolando parti di questo Consiglio regionale o di Gruppi consiliari come l'essere professionisti del subbuglio, lei poi ha dato quattro versioni diverse nell'identificare i professionisti del subbuglio, cioè al bar di destra, parlando con un giornalista, ha detto che sono alcuni; al bar di sinistra, che non c'è, ha detto che sono altri. Salvo, poi, smentire regolarmente, come fa da tre anni, le affermazioni fatte.
Credo che il problema non sia neanche più politico. Guardi, Presidente che può risolverlo il problema: faccia una smentita rispetto alle affermazioni che ha fatto 15 giorni fa.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non faccio alcuna smentita.



MONTABONE Renato

Certo, perché non può smentire quello che ha detto! Il problema non sta più neanche nell'ambito delle volontà politiche dei partiti e dei Gruppi. Perché se devo valutare le volontà politiche di Forza Italia dopo il documento fatto nei giorni scorsi, devo dire che condivido molto dell'azione politica che Forza Italia si dà.
Se devo valutare l'intervento che ha fatto la collega Cotto ieri e l'intervento che ha fatto il collega Angeleri oggi, devo dire che condivido molto di quello che è stato detto.
Se devo valutare il programma che lei ci ha presentato, che ha presentato a tutti, perché alcuni membri della sua maggioranza dicono che non l'hanno neanche visto, che l'ha fatto lei da solo, dico che non si pu che condividere. Perché qui c'è tutto e nulla; in questo documento lei ha confuso le cose sollevate con le cose fatte. Ci sono alcuni punti che lei dà per fatti, che invece sono solo stati sollevati.
Assessore Racchelli, quando sul tema del turismo (dico Assessore Racchelli, anche se non si sa, magari sarà Assessore Casoni, sappiamo solo che il collega Majorino non sarà più Vicepresidente) si cita ancora una volta l'avvio dell'industria e del turismo - creazione dell'Agenzia Regionale della Promozione Turistica, ecc. - si dà la cosa per fatta.
Invece, non è attuata, è soltanto sollevata.
Potrei leggere mille altri punti.
Assessore Botta, lei nei suoi programmi - facevo parte anch'io di quella maggioranza - aveva detto che voleva, non modificare un articolo della legge 57, quella modifica che poi è risultata irrilevante, l'art. 17 ma che voleva fare la nuova legge urbanistica ed era uno dei cardini delle colonne principali della Regione Piemonte.
Qui, sulla legge urbanistica, non c'è più nulla. Addirittura c'è solo scritto: "Adeguamento normativo". Cosa vuol dire "adeguamento normativo" nei programmi? Ne ho citati due, ma ci sono dei settori che hanno un punto realizzato e dieci punti da realizzare.
Questo vuol dire che si tenderà a realizzare in due anni quello che in tre anni non si è riusciti neanche ad impostare.
Si dice che il Piano di sviluppo regionale è già realizzato. Nel documento programmatico si scrive: "Piano di sviluppo regionale: fatto".
Se è stato fatto, Presidente, ce lo faccia conoscere, perché un mese o due mesi fa, quando dovevamo approvare il bilancio della Regione, avevamo pregato, dietro piccolo ricattuccio, che lei ci facesse avere i titoli del Piano di sviluppo, in modo che si potesse capire cosa si voleva fare.
Ebbene, credo che sia ora di essere seri. Se questo documento è il rilancio della Regione Piemonte, da qui al 2005, dove lei, Presidente Ghigo, si riproporrà come Presidente nel 2000, io penso che si parta assai male.
Nel terminare il mio intervento, dichiaro che il sottoscritto - faccio una dichiarazione di voto diversa nei contenuti perché non sono del tutto d'accordo con la dichiarazione di voto del collega Picchioni - voterà contro questa maggioranza.



PRESIDENTE

Devo rilevare, Consigliere Montabone, che la diversificazione non è nelle motivazioni, ma è nell'espressione di voto.
Prego, Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Comunico, Presidente, di non partecipare alla votazione.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

A quest'ora, più che al contingentamento dell'intervento, mi devo riferire - e lo farò responsabilmente - al contingentamento del termine entro il quale devo ultimare l'intervento, visto che i colleghi devono assolutamente assentarsi alle ore 13,00.
Ho ascoltato con molta intenzione l'intero dibattito, dai 25 minuti del Consigliere Angeleri - ma lo dico in senso buono, in quanto ho apprezzato l'intervento del collega - all'intervento di altri colleghi come quello della collega Spagnuolo, per il respiro politico che hanno avuto nello spazio loro concesso.
Mi ripromettevo di svolgere, per quanto ci riguarda, come Forza Italia alcune considerazioni, ma volentieri comprimo queste volontà all'interno della responsabilità di chiudere nel giro di qualche minuto.
Allora, in modo sinteticissimo: grazie al Vicepresidente Majorino, per quanto ha dato a questo esecutivo ed a questa maggioranza e grazie anche mi permetto di dirlo - a quanto ha dato a chi parla, nel senso che io da 11 anni ho avuto modo di conoscere e frequentare il collega Majorino all'interno di questa assemblea e l'ho apprezzato per la misura, per il senso della responsabilità e di equilibrio che hanno connotato tutti questi anni di permanenza all'interno del Consiglio regionale, svolgendo diversi ruoli.
Così come colgo l'occasione nel formulare gli auguri, al Presidente Ghigo e alla Giunta, di buon lavoro per i prossimi due anni, a quelli che fra qualche minuto saranno nuovi Assessori di questa Giunta - i colleghi Racchelli e Casoni - e colgo anche l'occasione per ringraziare gli Assessori che hanno iniziato in staffetta questo quinquennio di legislatura, cioè Viglietta e Angeleri.
Mi sembra giusto, in questo momento, limitarmi a questo.
Per quanto concerne il Presidente Ghigo, lo ringrazio perché è il trapezista - il collega Angeleri ha fatto un riferimento che mi piace ricordare - che ha continuato a volteggiare in questi tre anni e sta continuando tuttora. Al di là dei riferimenti manzoniani, al di là di altre parabole che si possono raccontare intorno a questa vicenda, direi che la pelle (politica, in questo caso) che il trapezista rischia è sempre la sua.
Solo se (ma mi auguro non sia così) nei prossimi mesi, oltre ad aver tolto la rete della blindatura e qualche scricchiolìo dice che si potrebbero cominciare a segare anche i piloni di sostegno del tendone potrebbe crollare tutto il tendone, solo in quel caso non sarà più il solo trapezista a rischiare, ma anche noi che fino ad oggi abbiamo sostenuto ed osservato i suoi volteggi.
Riteniamo ci siano le condizioni politiche perché questo rischio venga scongiurato e che paradossalmente, così come dal punto di vista numerico e strutturale questa maggioranza oggi riscontra, rispetto ai numeri del passato, debolezze che non possono essere nascoste (perché i numeri sono impietosi e le posizioni che esprimono i numeri sono pure impietose e quindi noi rispettiamo l'intelligenza politica di tutta l'assemblea), non vogliamo mistificare alcunché.
Semplicemente riteniamo che, con l'iniziativa di Forza Italia... Che non è corsa al centro - Anna Benso - in questo ultimo periodo ed è arrivata trafelata in questi giorni al centro della scena.
No. Forza Italia si è collocata alla sua nascita al centro della scena tant'è che ha raccolto - immaginiamo, anche se una radiografia probabilmente è impossibile da fare nella sua interezza - i voti dell'ex pentapartito che ha governato questo Paese per molti anni e che rispetto alla scena, sia di allora che attualizzata, rappresentava quel centro e quell'espressione di area moderata, che quindi è nel DNA di nascita di Forza Italia.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



GALLARINI Pierluigi

Dicevo che, paradossalmente, a fronte di quella situazione di cui parlavamo prima in merito alla struttura ed ai numeri che obiettivamente rappresentano quel che rappresentano e non possono essere gonfiati riteniamo che dal punto di vista politico questa fase abbia le potenzialità per grossi sviluppi per quanto riguarda il centro e l'area moderata.
Al di là della nascente o ipotizzata federazione di centro che il Consigliere Picchioni e, mi auguro, qualcuno all'interno del CDU per l'UDR dice dà come risultato uguale Polo, qualcun altro come il Consigliere Saitta dice uguale Ulivo, noi per ora siamo fermi al fatto che la moltiplicazione CDU x UDR= Polo (ovviamente), ci auguriamo che gli amici dell'UDR proseguano con noi nel lavoro di costruzione di questa federazione.
Non sto ad affrontare le motivazioni per le quali ad un certo punto fu sciolta la federazione Forza Italia-MPPE, non voglio entrare oggi, a distanza di molto tempo, su questi argomenti, semplicemente dico che quella federazione, vuoi per le potenzialità che ha in sé, in oggi, all'interno della cornice della federazione che nascerebbe, vuoi perché in un intorno strettissimo della cornice esistono elettorato e Gruppi interessati alla costruzione di una casa moderata di questo tipo (e mi riferisco senza sottovalutare altre potenzialità ai Gruppi del Patto dei Socialisti e di Rinnovamento italiano, oltreché - ma oggi un pochettino più distanti - dei Popolari), questo progetto politico ha, paradossalmente dicevo, delle grossissime potenzialità, che sicuramente i Gruppi presenti in questo Consiglio e le forze politiche che li esprimono non sottovalutano.
Si può fare dell'ilarità, si può fingere di sorridere, ma immagino che le preoccupazioni politiche che la maggioranza ha nell'esprimere oggi una Giunta, probabilmente con 31 voti, non siano da meno di quelle che all'interno dell'opposizione guardano a questo progetto come alla possibilità di una scomposizione forte all'interno degli schieramenti e dei numeri che oggi costituiscono l'opposizione a questa maggioranza e a questa Giunta.



PRESIDENTE

Ho avuto richiesta, da parte di un Consigliere, di poter precisare, non nelle motivazioni, l'espressione di voto; perciò, prima di dare la parola puntualizzo che questo intervento non è un secondo intervento, ma solo la precisazione del voto.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Confermo il voto di astensione nei confronti della Giunta, cosa che ho già detto; invece dato che la votazioni sono due e non l'ho prima dichiarato, per disciplina di partito (anche se il partito non c'è se non da domani mattina), esprimo il nostro voto favorevole per la votazione del Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere, solo per l'espressione del voto e non come motivazione. Se deve precisare per il verbale, lo faccia in quei termini strettissimi. Prego.



CAVALIERE Pasquale

Solo per precisazione: quando parlavo di Governo balneare intendevo Governo termale.



PRESIDENTE

Questo resterà a verbale.
Passiamo alla votazione. Ricordo che la votazione avviene per appello nominale: dicendo sì, si intende approvato il programma, il contenuto e il Presidente proposto, che è l'on. Enzo Ghigo.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale per l'elezione del Presidente della Giunta regionale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 maggioranza richiesta n. 31 hanno risposto SI' 33 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Proclamo eletto Presidente della Giunta regionale, l'on. Enzo Ghigo.



PRESIDENTE

Procediamo ora all'elezione della Giunta, ai sensi del settimo comma dell'art. 32 dello Statuto, come in precedenza richiamato Com'era già stato deciso, confermo che la lista degli Assessori comprende i Consiglieri Bodo, Botta, Burzi, Casoni, Cavallera, D'Ambrosio Goglio, Leo, Masaracchio, Pichetto Fratin, Racchelli e Vaglio. Ricordo che dicendo "sì" si intende approvata l'intera lista e invito il Consigliere segretario Toselli a procedere all'appello nominale.



CAVALIERE Pasquale

Una precisazione. Il Presidente Ghigo aveva detto che dopo la votazione avrebbe spiegato, quindi immagino prima della votazione...



PRESIDENTE

Dopo la votazione sul...



CAVALIERE Pasquale

Dopo la votazione sua, come Presidente, avrebbe... Ho capito male?



PRESIDENTE

L'impegno era prima della conclusione della...



CAVALIERE Pasquale

Quindi Ghigo 2 è come Ghigo 1: non risponde mai.



PRESIDENTE

Procediamo pure all'appello nominale.



(Il Consigliere segretario Toselli effettua l'appello nominale per l'elezione della Giunta regionale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 hanno risposto SI' 31 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere



PRESIDENTE

Proclamo quindi eletti come Assessori i Consiglieri: Bodo Giovanni Botta Franco Maria Burzi Angelo Casoni William Cavallera Ugo D'Ambrosio Antonio Goglio Giuseppe Leo Giampiero Masaracchio Antonino Pichetto Fratin Gilberto Racchelli Ettore Vaglio Roberto



PRESIDENTE

che invito a prendere posto al banco della Giunta regionale come neo Assessori a pieno titolo.



(Gli Assessori prendono posto al banco della Giunta)


Argomento:

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale, Ghigo


PRESIDENTE

La parola al Presidente Ghigo, che ritiene di svolgere una breve comunicazione. Su tale comunicazione non è previsto dibattito.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Innanzitutto voglio ringraziare i 33 componenti della maggioranza che hanno ritenuto, attraverso il loro voto, di rinnovarmi la fiducia nella composizione di questo governo regionale; ringraziare chiaramente la maggioranza che ha condiviso e che sosterrà la Giunta che ho presentato in quest'aula.
Devo constatare - lo faccio, credo, con piacere e soddisfazione - che al di là di alcune intemperanze strumentali di alcuni Consiglieri che non hanno perso anche oggi l'occasione per esercitare la loro caratterialità che nella giornata odierna in quest'aula finalmente si sia... Adesso qui non si apra una ricerca; dopo, se volete, vi do la diretta...



MONTABONE Renato

Presidente, lo dica subito, così non cambia idea fuori da un bar all'altro!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

No, sono stato fin troppo sottile nelle mie considerazioni; forse certe volte dovrei essere più greve, come avviene in altre situazioni, ma voglio mantenere il mio stile.
Dicevo che il dibattito oggi, invece, credo abbia dato degli spunti e dei contributi di carattere politico estremamente interessanti, e di questo colgo l'occasione per ringraziare i rappresentanti dell'opposizione che hanno voluto, in un momento di passaggio che naturalmente l'opposizione non può giudicare positivo, un momento importante perché ridiamo a questa Regione un governo che ovviamente non può trovare il consenso dell'opposizione, ma è sicuramente importante che questo governo ci sia.
Ebbene, dicevo, queste considerazioni politiche hanno fatto riferimento ad una situazione che è un po' all'origine di tutte le considerazioni e le valutazioni che io, anche nel mio discorso di apertura di ieri, ho voluto rappresentare a quest'aula.
E' chiaro che siamo in un periodo di transizione, su questo nessuno si può sottrarre; io, non ultimo, sono stato definito un navigatore illuminato di questo ringrazio l'on. Picchioni - un navigatore che farebbe anche a meno di navigare o, perlomeno, ama navigare, ma vorrebbe farlo in mari tranquilli. Ahimé, i mari tranquilli, in questo momento non ci sono; non ci sono perché - tanto per parafrasare - c'è la corrente del golfo, la corrente dell'oceano, ecc., ovvero ci sono delle situazioni in cambiamento.
Qualcuno sostiene che questo cambiamento non sarò io a gestirlo, non sar io protagonista nella gestione di questo cambiamento.
Chiaramente io non ho la pretesa di candidarmi a protagonismi che non siano nei fatti; io tento di fare la mia parte. Avevo un mandato e una responsabilità che gli elettori mi avevano assegnato nel 1995: ho tentato di rappresentarla con sacrificio, dedizione, pragmatismo, forse facendo anche il Don Abbondio in alcune situazioni, perché chiaramente bisogna farsi concavi nel momento in cui è necessario farlo; ma questo io l'ho fatto - e credo che nessuno me lo possa contestare - nell'interesse non solo di tenere la mia poltrona di Presidente (sarei totalmente ipocrita se dicessi che questo, in parte, dal punto di vista dell'orgoglio personale non c'è), ma per dare una continuità e una soluzione di continuità a questa Regione e per rispettare, in relazione alla sovranità, i nostri elettori.
Personalmente, nella navigazione, con il mio sestante guardo sempre alla stella, che è rappresentata dagli elettori che nel 1995 hanno detto che questa Regione doveva essere governata da una coalizione di centro-destra.
Fino a che potrò, facendo il Don Abbondio, facendo il buon navigatore facendomi concavo, facendomi convesso quando è il caso, tenterò di dare risposta a quel mandato. Quando non ce la farò più ci sarà qualcun altro andremo di nuovo dagli elettori.
Non posso non tener presente che ci sono delle evoluzioni a livello politico; vengo al paragone dello spariglio fatto dall'on. Picchioni. Non so se l'on. Picchioni sia un giocatore di scopa o quanti lo siano qua comunque la scopa viene giocata in Italia praticamente da tutti. Voi sapete che a scopa vince principalmente, a parte la fortuna di avere le carte - e questo non è evidentemente un dettaglio da poco, ma io mi ritengo fortunato chi si ricorda gli sparigli, perché alla fine, comunque, nel gioco della scopa, sul tavolo devono tornare gli sparigli, altrimenti non si ricompone il gioco. Diversamente si rimane con il settebello in mano senza un altro sette sul tavolo per poterlo prendere.
Qua non c'è nessuno che deve essere più bravo, non c'è nessuno che deve prevaricare un altro, non c'è nessuno che deve abbracciare in maniera soffocante nessun altro. C'è una situazione in evoluzione; se saremo capaci di gestire questa evoluzione il risultato sarà di un certo tipo, se non saremo capaci, indubbiamente, al di là delle vocazioni che io ieri ho espresso in maniera esplicita e chiara nel mio intervento, ci rimetteremo.
La mia vocazione è quella di considerare l'esperienza del Polo finita o non finita, poco conta, nel senso che queste terminologie e queste sigle hanno un significato che vale fino a un certo punto: c'è la necessità di rafforzare il concetto di bipolarismo. Questo concetto di bipolarismo passa in questo momento attraverso a un'identificazione e una chiarificazione di quella parte di centro che vuole stare con la sinistra e quella parte di centro che vuole stare con la destra.
Quando noi chiarificheremo, e credo che questo avverrà nei prossimi giorni, questo aspetto politico di grande importanza, otterremmo sicuramente il risultato che io mi auguro e auspico di stabilità. D'altro canto, al di là delle considerazioni che ha fatto il Presidente Scalfaro sulla necessità delle crisi e sulla stigmatizzazione delle crisi, che in un percorso democratico corretto hanno anche la necessità di espletarsi, io voglio ricordare, riprendendo alcune considerazioni fatte dal Consigliere Chiezzi, che sicuramente io adesso mi appresto a governare la Regione non più nella situazione di una maggioranza bloccata, come è successo nei primi due anni, ma ho avuto un'esperienza di nove mesi, un'esperienza di un anno ho capito tante cose dal punto di vista del confronto con le forze politiche che fanno parte della mia maggioranza, perciò io avrò di fronte a me sicuramente la necessità di intraprendere un percorso che sia più concertato, che sia più consultivo, che sia più aperto alle istanze.
Voglio comunque ricordare a tutti che avrete forse sentito delle differenziazioni di votazione, ma mi sembra che sul programma obiettivamente, queste differenziazioni non ci siano state da nessuna parte politica.
Questo è naturalmente un punto considerevole.
Dicevo: crisi, situazioni politiche, necessità di chiarimenti necessità di cambiamenti, certo che le cose che diceva il Consigliere Chiezzi sono preoccupanti. O saremo in grado per certi versi, non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale, di assecondare la società nella sua evoluzione, di guidarla, di trovare comunque delle formule e dei modelli di riferimento, oppure si prospettano obiettivamente delle situazioni di grossa criticità.
Voi sapete che io ho una passione comune con il Presidente del Consiglio, che è quella del ciclismo: ogni tanto, naturalmente con le dovute proporzioni, nella gestione di questa crisi e in quello che io mi troverò a dover gestire da adesso fino alla scadenza per dare un governo stabile a questa Regione, i confronti e i paragoni, al di là della bicicletta chiaramente, che è un elemento puramente ludico, non mancano.
Mi sembra che il dibattito politico che l'attuale governo nazionale ha in essere sia piuttosto articolato; anche questo è frutto di una situazione politica in evoluzione. Prendiamone atto, dobbiamo governare.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Prodi ci ha portati in Europa, lei alle Terme di Acqui.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io ho fatto delle considerazioni politiche, non mi sono permesso di criticare il Presidente del Consiglio.
La nostra è una nazione che in questo momento vive una fase di transizione; torno a ripetere, e concludo il mio intervento, questa fase di transizione va governata. Io naturalmente mi impegno nei confronti dei cittadini piemontesi e spero naturalmente di averne le risorse e sono d'altro canto, nel mio pragmatismo e nella mia umiltà, disposto a ricevere anche contributi e suggerimenti. So di essere in grado di essere non protagonista, ma perlomeno di partecipare in maniera fattiva nell'interesse del territorio piemontese a questo cambiamento. Grazie.


Argomento: Comunita' montane

Esame disegno di legge n. 412: "Modifica dell'art. 38 della legge regionale 18 giugno 1992, n. 28 (Ordinamento delle Comunità montane). Sostituzione del comma 1 dell'art. 25 della legge regionale 9 ottobre 1995, n. 72 (Provvedimenti per la salvaguardia del territorio e per lo sviluppo socio economico delle zone montane e modifiche alla legge regionale 18 giugno 1992, n. 28, già modificata dalla legge regionale 18 giugno 1992, n. 29) così come modificata dalla legge regionale 21 gennaio 1998, n. 4"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 412; hanno espresso voto favorevole i Gruppi Forza Italia, AN, CDU, Federalisti Liberali, PDS Socialisti - Patto dei democratici; non ha partecipato al voto il Gruppo di Rifondazione comunista. Relatrice è la Consigliera Bortolin che dà per letta la seguente relazione: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, l'esigenza di dar corso al disegno di legge in oggetto è sorta a causa del protrarsi dell'esame consiliare del DDL n. 210 (Testo unico delle leggi sulla montagna), cui le disposizioni in esso contenute accedono necessariamente.
La legge 21 gennaio 1998 n. 4, che già aveva sostituito il comma 1 dell'articolo 25 della legge regionale 9 ottobre 1995, n. 72, ne limitava la vigenza al 30 giugno 1998, in previsione dell'entrata in vigore del Testo unico di cui sopra, il quale, peraltro, ne riprende integralmente il contenuto. La proroga di tale disposizione si giustifica in ragione del fatto che, ove il DDL n. 210 non entrasse in vigore entro il 30 giugno 1998, acquisterebbe efficacia la ridelimitazione delle Comunità montane già operata dalla legge 18 giugno 1992, n. 28, ridelimitazione che non potrebbe ovviamente essere preceduta da una fase transitoria di preparazione, con effetti deleteri per le Comunità stesse.
Si giustifica inoltre, come atto di equilibrio rispetto al complessivo assetto delle Comunità montane, il non procedere alla soppressione degli Enti che, tra l'altro, riguardano iniquamente il territorio di una sola Provincia."



PRESIDENTE

ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 voti favorevoli 50 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Emendamento presentato dai Consiglieri Vaglio, Bortolin e Pichetto: all'art. 2, comma 1, penultima riga, sostituire da "al 31 dicembre 98" con "al 31 dicembre 1999 con decorrenza dall'1 luglio 1998".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 2, così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 voti favorevoli 50 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 voti favorevoli 50 L'art. 3 è approvato.
Non essendoci richieste di parola per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 46 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il seguente provvedimento: Esame proposta di deliberazione n. 596: "Indizione ai sensi del titolo III della legge regionale 16 gennaio 1973 n. 4 e successive modificazioni ed integrazioni di referendum consultivo per l'istituzione del nuovo Comune di Mosso mediante fusione degli attuali Comuni di Mosso Santa Maria e Pistolesa (Provincia di Biella)" Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il provvedimento è iscritto all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 596: "Indizione ai sensi del titolo III della legge regionale 16 gennaio 1973 n. 4 e successive modificazioni ed integrazioni di referendum consultivo per l'istituzione del nuovo Comune di Mosso mediante fusione degli attuali Comuni di Mosso Santa Maria e Pistolesa (Provincia di Biella)"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 596, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 46 voti favorevoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Signore Presidente, io sono contento del risultato che si è espresso da quest'aula, ma devo confutare alcune dichiarazioni che sono venute da una collega Consigliera della maggioranza, dichiarazioni nelle quali è stato detto che qualcuno ha votato questa Giunta per ottenere la Presidenza della IV Commissione. Dato che io le cose le ho sempre dette chiaramente dico che la Presidenza della IV Commissione l'ho chiesta sia prima, quando ero esponenti dell'opposizione, sia anche dopo, sia anche ieri. Ma non riesco a capire come mai alcuni Consiglieri di questa maggioranza hanno votato solo per il Presidente - forse perché non potevano fare il Presidente! - e poi non hanno votato per gli Assessori, forse perché volevano fare gli Assessori?



(Applausi dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Il Consigliere Cavaliere aveva chiesto che mi esprimessi su una questione. Mi ero impegnato a farlo dopo la votazione. Sottolineo che io mantengo gli impegni, a differenza delle considerazioni fatte dal Consigliere Montabone che sostiene che io non mantengo mai gli impegni assunti. Rispondo ora alla domanda del Consigliere Cavaliere. Ho inserito nella lista degli Assessori, l'Assessore Botta, a prescindere dalla situazione che nei suoi confronti si è venuta a verificare, perché ho la totale stima e fiducia sia nell'Assessore Botta sia nell'Assessore Vaglio.
Sono assolutamente convinto che le situazioni delle quali loro sono in questo momento oggetto troveranno nelle sedi opportune - che ritengo non debbano essere confuse con quella di mia competenza - le risposte. Quando queste risposte eventualmente giungeranno - sono sicuro giungeranno in senso positivo - a quel punto sarò nella situazione di dover prendere delle decisioni.
Allo stato attuale delle cose ho deciso di riconfermare con la scelta dell'Assessore Botta e dell'Assessore Vaglio la mia totale fiducia nei confronti del loro operato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore regionale

Il mio intervento è un ringraziamento rivolto a tutti i Consiglieri all'Ufficio di Presidenza e al Presidente del Consiglio attualmente in carica e a quello che lo ha preceduto.
Io sono entrato a far parte di questo Consiglio tre anni fa; ho vissuto tre anni intensi e interessanti, io sono cresciuto enormemente in quello che è il mio rapporto tra la politica e l'essere uomini della società.
Credo che a tutti voi, pur con le nostre differenze, con le nostre visioni politiche diversa, io debba un ringraziamento. I dibattiti e i dialogo si sono sempre svolti in maniera onestà, soprattutto con il rispetto degli ideali che ognuno di noi ha.
Vorrei anche ringraziare il Presidente della Giunta che ha riposto in me la fiducia per ricoprire un ruolo nel suo esecutivo. Spero, con il vostro aiuto e con l'aiuto del buon Dio, di poter fare un buon lavoro per voi e per i piemontesi.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Prima di chiudere la seduta voglio formalmente convocare il Consiglio per martedì 7 luglio alle ore 9,30 e alle ore 14.30



PRESIDENTE

CAVALIERE Pasquale (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, perché non convoca prima la conferenza dei Capigruppo?



PRESIDENTE

Chiedo scusa. All'o.d.g. ci sono i punti già iscritti e quanto licenziato - poi dirà quanto crede, adesso mi lasci finire - dalle Commissioni senza interrogazioni e interpellanze, con la sola iscrizione dei vari ordini del giorno sulle etichette della nocività del vino.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, l'o.d.g. del Consiglio viene deciso dalla conferenza dei Capigruppo, ora è del tutto legittimo che si fissi il Consiglio quando è stato deciso, se permette, l'o.d.g. lo deve stabilire la conferenza dei Capigruppo e chiedo venga convocata prima della seduta di Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Mi associo a questa richiesta perché la consuetudine non può che essere quella che abbiamo sempre utilizzato ed adottato. Che le interrogazioni non si faranno non l'ha deciso nessuno: io capisco che c'è una volontà, anche perché il 10 luglio - ricordo - è convocata l'assemblea degli azionisti dell'ATR e siccome prima del 10 luglio ci sarà il Consiglio, e il Presidente Ghigo bis aveva già messo in congelatore la questione, bisogna sapere se l'ha scongelata e in che maniera, per cui prima di quella data occorre conoscere la posizione della Giunta rispetto al problema.
Nella prossima seduta, dunque, discuteremo di ATR e delle interrogazioni presentate. Questo non lo dico per fare una pressione, ma per la sua utilità; decideremo insieme, come abbiamo sempre fatto, la convocazione del Consiglio, i punti da discutere, le interrogazioni urgenti che richiedono una risposta.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non entro nel merito delle procedure della convocazione del Consiglio e della riunione dei Capigruppo, che è tema che l'aula risolverà come meglio crede.
Al Consigliere Saitta non può certamente sfuggire che le convocazioni avvengono per legge, nel senso che io non ho voluto disattendere ai miei impegni; quella convocazione va comunque fatta; sarà mia competenza, o dell'Assessore incaricato della delega del turismo, rappresentare in aula quanto verrà deciso in quella sede. Ma non è stata convocata ad arte, è stata convocata perché bisognava convocarla. Onestamente, ne avrei fatto anche a meno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Pacatamente, Presidente, riguardo all'intenzione espressa dalla Presidenza (immagino in seguito alle necessità incombenti) di convocare il Consiglio in ipotesi per martedì della settimana prossima e le richieste dei colleghi (che condivido) sull'opportunità che il tutto venga filtrato da una riunione dei Capigruppo nella giornata di oggi o di domani; se si ritiene, penso che si possano coniugare queste due esigenze in modo pacato e tranquillo e si possa arrivare allo scopo attraverso i passaggi dovuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, lei ha illustrato alcuni contenuti ipotetici della prossima riunione del Consiglio, cosa che comunque è di competenza della Conferenza dei Capigruppo. Lo ripeto anche in quest'aula, in modo che sia maggiormente chiaro, che abbiamo richiesto - e mi sembrava ci fosse una condivisione da parte del Presidente Ghigo - un dibattito generale sui temi della riforma Bassanini prima di procedere alla discussione nelle relative Commissioni.
Sia chiaro che il nostro Gruppo si comporterà di conseguenza; se non ci sarà il dibattito generale nelle Commissioni, sui temi della Bassanini, non procederemo.



PRESIDENTE

Grazie. Volevo rendervi noto che sono d'accordo nel convocare la Conferenza dei Capigruppo; non volevo certo sottrarmi a questo e peraltro mi hanno consegnato un elenco di argomenti che effettivamente è giusto vengano concordati nella Conferenza dei Capigruppo.
La Conferenza dei Capigruppo è così convocata per venerdì alle 11,30.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,45)



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