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Dettaglio seduta n.267 del 02/06/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale - Adempimenti art. 35 comma secondo, dello Statuto (sostituzione Assessore)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo, che ha chiesto di fare una comunicazione al Consiglio regionale.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, per superare il problema del bilancio ritenni doveroso assumere personalmente la responsabilità di trovare una soluzione all'impasse in cui ci si era trovati. Ho ritenuto fosse mio dovere farlo a tutela degli interessi diffusi che ruotano intorno al bilancio: interessi di tutti i cittadini, degli Enti locali e di tutti i soggetti pubblici e privati che direttamente o indirettamente fanno riferimento alla Regione.
In quella sede mi è stato chiesto un impegno a tempi brevi per un rinnovo dell'assetto di Giunta, ponendo come alternativa alla mia mancata realizzazione entro i termini stabiliti, le mie dimissioni.
Non mi sottraggo all'impegno assunto allora; non consentirò che il Piemonte, da laboratorio del nord-ovest diventi laboratorio di tutte le possibili alchimie legate allo scenario politico nazionale.
Non intendo trincerarmi dietro a bizantinismi, espedienti tecnici, o giochi di parole. Questo l'impegno che avevo assunto e poiché non posso pretendere da altri il rispetto delle intese, se non sono io il primo a rispettarle, rassegno le mie dimissioni.
Poiché questa non è una crisi istituzionale, ma crisi che nasce da giochi e manovre che rispondono a vecchie logiche politiche estranee alla mia cultura e lontane dalla concezione che io ho della cosa pubblica, al servizio dei veri interessi del cittadino, non mi arrenderò a questa logica.
Da subito metterò in atto tutte le iniziative possibili e necessarie per uscire da una situazione di danno oggettivo per il Piemonte.
Gli elettori ci hanno dato nel 1995 un mandato preciso, che ci dovrebbe permettere di conseguire gli obiettivi che ci si proponeva nel programma presentato al Piemonte.
Perseguirò il mandato che gli elettori mi hanno dato, indicandomi come Presidente, impegnandomi per un risultato forte e duraturo. In alternativa per rispettare i patti che io per primo oggi rispetto, ritengo sia giusto ripresentarsi con le rispettive squadre al giudizio degli elettori assumendoci ognuno di noi le rispettive responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La procedura è che il Consiglio regionale prenda atto delle dimissioni Presidente?



PRESIDENTE

La procedura l'abbiamo testé verificata. L'ultimo caso di dimissioni o di annuncio di dimissioni - riguarda il Presidente Brizio. Leggo il passaggio: "Il Presidente della Giunta regionale Brizio, relaziona sullo stato di difficoltà in cui versa la Giunta regionale e sulla ricognizione politica affidatagli dalla maggioranza esistente in Consiglio". Infine annuncia la presentazione delle proprie dimissioni e della Giunta entro la settimana. Successivamente, nella seduta del 9/11/1993 pervenne alla Presidenza "...la seguente lettera da parte del Presidente della Giunta regionale...", contenente le dimissioni formali; la presa d'atto avvenne in quell'occasione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Apprezzo il suo gusto filologico, Presidente, nell'andare a riprendere il passato per dare lezioni al presente e al futuro. Lei deve però, allora riprendere tutti i casi di dimissioni della Giunta regionale prima della scadenza del mandato; la giurisprudenza non si fa solamente per la parte che può interessare, ma completando tutto lo spettro dei precedenti verificatisi in quest'assemblea.
Seconda considerazione. Il Presidente ha preso inequivocabile posizione, con l'ordine del giorno del 6 maggio 1998: avrebbe tratto ogni conseguenza e assunto le decisione relative se entro tale data non avesse potuto esprimere un pieno assetto della Giunta. Questo significa che il Presidente ha assunto un impegno formale nei confronti dell'assemblea e non nei confronti della maggioranza o della Giunta. C'è stato rapporto diretto tra Presidente - da galantuomo qual è - e quest'assemblea. Il problema è che le dimissioni sono presentate oggi, nel rispetto dello spirito e del contenuto di quel documento.
Ritengo che oggi come oggi, praticamente, quest'assemblea non può che prendere atto di una decisione ultimativa, assunta alla stregua di fatti che non si sono verificati secondo gli auspici che il Presidente stesso auspicava.
Terza considerazione. Ho sentito le dichiarazioni del Presidente. Non intendo fare adesso una discussione politica su quanto ha detto, rispetto tutte le sue osservazioni e la sua analisi. Ma nel momento in cui egli dice, nel suo penultimo punto "perseguirò il mandato che mi è stato dato dall'elettorato", in realtà, si ripropone per una reinvestitura. Siccome il problema del Piemonte, del bene del Piemonte, del bene della comunità piemontese sollecita tempi estremamente ravvicinati, dopo otto mesi di crisi strisciante, credo che il Presidente, oggi, rifiuti per il galantomismo che gli appartiene, qualunque atto dilatorio nei confronti di una soluzione formale della crisi. Pertanto, solamente attraverso una presa d'atto di questo Consiglio della sua volontà politica testé espressa, penso si possa procedere all'individuazione di quella maggioranza o di quelle maggioranze possibili - che possono permettere all'assemblea di superare la crisi che, come tutti sanno, non è crisi virtuale, ma sostanziale e definitiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, credo che il Presidente Ghigo abbia assunto oggi una decisione coraggiosa, saggia, forse tardiva, ma inequivocabile, con dei giudizi che penso riguardino anche lei, Presidente Deorsola.
Ritengo che questo Consiglio debba prendere atto della chiara volontà manifestata dal Presidente della Giunta, per i motivi richiamati anche dal collega Picchioni, ovvero di addivenire ad una soluzione rapida della crisi reale, come noi del resto avevamo evidenziato tante altre volte. Il Presidente della Giunta non è eletto dalla Giunta e nemmeno dalla maggioranza, è eletto dal Consiglio. E' stato questo Consiglio a dare mandato al Presidente Ghigo e questo Consiglio prende atto di quello che ha comunicato il Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Io penso che il Presidente Ghigo abbia preso semplicemente una decisione obbligata che sta nei fatti e di fronte a questi fatti non aveva altre vie d'uscita. Sui precedenti: non è vero quello che dice il Presidente Deorsola, che ci troviamo nella situazione del Presidente Brizio, il quale non si è mai presentato in aula dicendo "Io rassegno le mie dimissioni", si è presentato in aula dicendo "Entro la settimana rassegno le mie dimissioni": ma il Presidente Ghigo, con correttezza, oggi ha dichiarato "Rassegno le mie dimissioni". Quindi la lettera formale e sostanziale al Consiglio è contenuta nella dichiarazione verbale del Presidente.
Il Consiglio, quindi, non aspetta nessuna ulteriore prova cartacea della volontà del Presidente Ghigo. Penso che anche per rispetto al gesto corretto del Presidente non rimanga altro che concludere l'apertura delle dimissioni con la presa d'atto, anche perché il Presidente Ghigo ha detto "Da subito cercherò di riprendere le file di un mandato avuto dagli elettori e se non ci riuscirò ognuno si presenti all'elettorato con le proprie forze", fatto su cui noi siamo assolutamente d'accordo.
Quindi, anche per rispetto alla volontà del Presidente Ghigo, mi sembra che bisogna dar modo al Presidente da subito di avviare le consultazioni e questo può essere fatto in modo politicamente corretto se oggi si perfezionano, da tutti i punti di vista, le dimissioni che sono state formalmente rassegnate. Se così non fosse apriamo una situazione un po' kafkiana in cui si dice e non si fa, si pensa in un modo e si fa in un altro.
Chiedo al Presidente del Consiglio che finito questo giro di opinioni prenda l'obbligata decisione di mettere la presa d'atto delle dimissioni di Ghigo all'ordine dei nostri lavori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rosso; ne ha facoltà.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente. Voglio fare i complimenti al Presidente Ghigo perché con il breve intervento che ha fatto poco fa si assume le giuste responsabilità e penso che, visto che si è messo sulla corretta strada, non si possa ancora posticipare la conclusione rimandando nel tempo la presa d'atto. Quindi, Presidente Deorsola, la Lega chiede che si possa subito, in giornata, andare al voto sulle dimissioni del Presidente Ghigo, anche perché noi siamo particolarmente d'accordo, e sono particolarmente contento dell'accenno che il Presidente Ghigo ha fatto sul ricorso a nuove elezioni.
Se la sua strada, Presidente, è quella di dimettersi e di andare nuovamente ad elezioni, come sarebbe giusto nel momento in cui il Polo, che aveva preso i voti per governare non riesce a governare proprio per giochi e manovre, Presidente, allora ci si presenti agli elettori. Al limite si indichino le persone che sono responsabili di questo insuccesso e vediamo che cosa ne pensano gli elettori.
Altre strade complicate della vecchia politica non sono da noi condivise e visto che per una volta, Presidente, lei ha fatto un discorso estremamente corretto, chiudiamo in giornata in maniera tale che il Piemonte abbia una speranza di futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba, ne ha facoltà.



RIBA Lido

Abbiamo apprezzato che il Presidente Ghigo, con coerenza rispetto all'ordine del giorno firmato da lui, votato da lui e da tutto il Consiglio, abbia mantenuto l'impegno preso relativamente alle due opzioni che erano state poste alla base del mese di lavoro che era stato affidato al Presidente per ricomporre la Giunta nella sua totalità, se ciò fosse stato possibile, o trarne le conseguenze rassegnando le dimissioni. Quello delle dimissioni è un atto di chiarezza politica di cui il Consiglio ha bisogno e forse possiamo anche dire che a posteriori gli otto mesi, nel corso dei quali il Consiglio ha funzionato senza quell'Assessore, hanno rappresentato comunque una limitazione, non tanto per la mancanza fisica di un Assessore, quanto per l'esistenza di una frattura politica nell'ambito della maggioranza che non le impediva più di essere tale nello svolgimento di tutte le sue prerogative, come era appunto quella di nominare l'Assessore.
A questo punto è stato da parte nostra valutato positivamente il fatto che il Presidente Ghigo abbia posto l'indicazione di un ulteriore percorso in termini di chiarezza. O ci sono le condizioni per ricomporre l'esecutivo, espressione di una maggioranza certa, numerica o politica operazione alla quale io mi accingo, oppure ognuno si presenterà agli elettori con la propria squadra, con i propri programmi e con le proprie responsabilità. Anche questo consideriamo che sia un atto di dovuta chiarezza nei confronti del Piemonte e, per quanto ci riguarda, è un'impostazione che ci appartiene.
A questo punto, si pone - mi consenta, Presidente Deorsola, mi sembra una sua indecisione - il problema di come prendere atto della decisione di rassegnare le dimissioni da parte del Presidente Ghigo. Lo si fa nel modo più lineare e normale, così come normale e naturale è stato quello di rassegnare le dimissioni sulla base di un documento politico che costituisce, dal punto di vista degli atti, ciò di cui abbiamo bisogno. Io non farei l'Azzeccagarburgli inventando delle soluzioni che possano procrastinare o creare una sorta di suspense, che è un termine che si usa per altri avvenimenti e non per quelli che hanno la gravità e la serietà del contesto politico del quale ci stiamo occupando. Le dimissioni sono state comunicate qui e credo, anche per un elemento di dovuta rapidità e di dovuto rispetto dei tempi e dei modi con i quali ci si deve presentare di fronte al Piemonte, che non debbano essere considerate in termini di tattica. Perché rappresentino il passaggio che apre il percorso al quale il Presidente intende accingersi subito dopo, come riaprire i lavori per costituire una maggioranza, queste dimissioni devono essere assunte subito e dobbiamo prenderne atto.
Io credo che questa sia anche l'opinione dei colleghi della maggioranza; spero e auspico che sia così, altrimenti non vedrei come non si possa rispondere con un atto di apprezzamento e di chiarezza ad un passaggio che sottolinea tante difficoltà, tante complessità, ma ha sicuramente la qualità di essere un atto chiaro, al quale il Consiglio regionale ha il dovere di dare una risposta altrettanto chiara ed esplicita. Risposta che deve dare oggi perché domani è un altro giorno di lavoro e non di mantenimento di una situazione sospensiva che in qualche maniera si protrae, inopportunamente, da tanti mesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Anch'io credo che sia utile, per aprire velocemente una fase di consultazioni e per dare una soluzione alla crisi, che ci sia una presa d'atto immediata da parte del Consiglio; credo che anche il Presidente Deorsola convenga su questa necessità.
Per quanto riguarda le dimissioni, non mi aggiungo al coro - sarebbe innaturale - di chi fa i complimenti al Presidente Ghigo per le sue dimissioni, non mi aggiungo anche se non è mai troppo tardi...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ci tenevo particolarmente.



SAITTA Antonino

Presidente Ghigo, volevo soltanto sottolineare come questa fu un'indicazione da noi suggerita già da qualche mese, ritenendola l'unica e la più adatta per dare una soluzione alla crisi: non voglio con il senno del poi dire che avevamo ragione.
Constato soltanto che c'è stato un passaggio del suo intervento che credo indichi i limiti della sua esperienza e i limiti anche della futura esperienza. Nel senso che lei nel suo intervento ha espresso una sorta di insofferenza, quelle che lei ha definito alchimie della politica. Ci sono effettivamente, delle alchimie che sono le procedure - non voglio giustificare questi aspetti - ma lei confonde quelli che sono i rapporti politici, i rapporti tra i Partiti, le rappresentanze delle presenze dei Partiti con le alchimie, che è altra cosa. Il giudizio, quasi di insofferenza, nei confronti delle esigenze dei Partiti che compongono una maggioranza, continueranno a metterlo non sulla buona strada. Lei Presidente, non sarà, e non potrà mai essere, il governatore del Piemonte: sarà eletto da una sua maggioranza e a questa dovrà rendere conto.
Qualunque maggioranza ha delle esigenze di carattere politico che esprime è dovere di chi è leader di poterli sintetizzare e mediare. Sicuramente è un lavoro faticoso, ma è anche una parte nobile della politica verso la quale, però, lei, Presidente, indica una insofferenza.
Concordo con chi, poco fa, ha detto che bisogna immediatamente passare ad una presa d'atto da parte del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Non credo che quella di oggi sia la sede per fare un dibattito tecnico, formale, perché lei, Presidente, si è dimesso. Che si debba addivenire immediatamente alla presa d'atto delle dimissioni, noi non abbiamo dubbi. Non siamo disponibili ad accettare doroteismi di ritorno fuori tempo e fuori luogo, neanche per quanto riguarda la tecnica piuttosto che la sostanza della politica.
Vede, Presidente Ghigo, anche noi la ringraziamo per il suo coraggio e soprattutto per il grande senso di responsabilità e anche di abnegazione con cui ha voluto assumere su di sé tante responsabilità, probabilmente anche responsabilità non sue. C'è una sola differenza, rispetto ai colleghi che mi hanno anticipato, che il nostro non è un ringraziamento formale, ma un ringraziamento convinto e profondo.
Una cosa, però, è mancata nella sua dichiarazione: lei si è dimesso ma dimettendosi, non ha fatto chiarezza. Vede, in politica non è necessario fare delle scelte, in politica le scelte che si fanno debbono essere spiegate, ma devono essere spiegate in maniera netta ed inequivocabile. In politica - parodia molto spesso della vita reale - come nella vita, ci sono dei più e dei meno; ci sono dei torti e delle ragioni; c'è chi può essere tranquillo e c'è chi deve essere preoccupato. Il fatto che il Presidente della Giunta regionale del Piemonte, designato dal popolo, si dimetta a seguito di una crisi, che qualcuno ha definito strisciante, non è acqua fresca. Non basta la dichiarazione in sé, a noi non basta la dichiarazione in sé! Noi non siamo disposti né oggi né domani a farci trascinare in un gorgo indistinto in cui le responsabilità si mescolano: alla fine tutti colpevoli e nessun colpevole. No, noi siamo stati disciplinatamente garbatamente, correttamente, istituzionalmente al nostro posto in questi mesi, dando la massima disponibilità alla soluzione di una crisi. Ma da oggi, Presidente Ghigo, inizia il momento della chiarezza e della responsabilità che ciascuno di noi si deve assumere davanti ai cittadini piemontesi innanzitutto, e poi, eventualmente, se li ha, davanti ai suoi elettori. Ripeto, se li ha davanti ai suoi elettori.
Quindi, lei, Presidente, si è dimesso, ma non ha fatto questa chiarezza, non è un buon inizio di una fine o non è la fine di un prossimo nuovo inizio.
La chiarezza deve essere pubblica, Presidente. So che qualcuno voleva evitare il dibattito, però, a noi non frega niente di evitare il dibattito: cominciamo a lavare dei panni. Lo dico anche perché nessuno creda che noi siamo disponibili a pastrocchi.
Lei è il Presidente designato; lei dovrà essere il prossimo Presidente di questa Giunta e allora, per noi, o lei sarà il prossimo Presidente della nuova Giunta o si va ad elezioni.
Noi siamo stufi dei tatticismi. Gli elettori, nel 1995, l'hanno designata Presidente della Regione e per noi l'investitura popolare è l'unico valore di riferimento che si eleva un po' di più rispetto alla quotidianità, troppo spesso mediocre, della politica.
Per noi, e quelli di noi che con lei e grazie a lei - anche perché lei ha sempre rappresentato un valore aggiunto di questa maggioranza - sono stati eletti in lista bloccata, per cui hanno un doppio legame con la sua persona, un legame di maggioranza, di centro-destra che ha vinto su un programma (a cui deve mantenere fede) presentato agli elettori e hanno la fedeltà, perché senza di lei il Consigliere regionale non l'avrebbero mai fatto, dicevo, per noi, lei è l'unica soluzione.
Poi, nella vita può capitare tutto; qualcuno esperto in crisi striscianti - ne ha parlato prima - potrà continuare a credere di essere autoinvestito dell'autonomina di grande tessitore; qualcuno potrà anche vagheggiare dei governicchi istituzionali o pseudoistituzionali. Noi non ci staremo mai. Per noi l'unica cosa che non si discute è l'investitura popolare e quindi la sua persona.
Tutto il resto può essere messo in discussione e, se non abbiamo avuto la capacità di farlo nei mesi passati, cominciamo pure da oggi, con garbo con molto equilibrio e molta moderazione, ma con altrettanta fermezza e chiarezza, perché anche su questi due principi noi non siamo disposti a transigere.
E' per questo, Presidente, che, alla fine del mio intervento, che peraltro non sarà ancora lungo, presenteremo, credo anche con altri colleghi, un ordine del giorno con cui questo Consiglio respinge le sue dimissioni.
Perché, vede, noi non riusciamo a capire come mai lei oggi si sia dimesso. Non riusciamo a capirlo! Probabilmente, come qualcuno dice l'acqua di Fiuggi, i fiumi di Verona non sono ancora stati sufficienti a darci una visione un po' più grigia della politica: c'è ancora un po' troppo bianco e nero.
Ma non siamo riusciti a capire. I piemontesi non capiranno. I piemontesi non capiranno: vorremo mica lasciare ai piemontesi il sospetto che lei si sia dimesso perché qualcuno voleva qualche poltrona in più? Vorremo mica lasciare ai piemontesi il sospetto che questa maggioranza lasciandosi tirare da sigle virtuali ma ancora prive di consenso popolare ha imposto una crisi al buio per cercare di approfittare di quelle che lei ha ben definito "alchimie nazionali"? No, no! Qua siamo 60; anzi, qua siamo forse 33 e abbiamo un nome e cognome. Queste 33 persone, che sono con lei, purtroppo (io sono il primo anzi sono il secondo, perché mi metto sempre davanti agli altri quando c'è da prendersi delle colpe, d'altronde ne ho molto spesso), devono avere il coraggio e la faccia di dirle che lei non è più il Presidente di questa Giunta; che lei non ha più la possibilità di nominare un Assessore; che il Gruppo-partito di maggioranza relativa, che prende il 30% dei voti dei piemontesi, non ha il diritto di nominare un Assessore e di sostituirlo.
Lo devono dire! Sette mesi fa, quando l'allora Assessore Angeleri si dimise, le dicemmo: "Per noi l'Assessorato spetta a Forza Italia", perch il peso dei voti conta e non solo quello delle mani consiliari, che troppo spesso sono guidate da orizzonti un pochino più limitati rispetto ai principi sacrosanti della trasparenza e della coerenza politica. Queste persone devono avere il coraggio di dire: "Ghigo, non sei più tu il Presidente" e devono avere il coraggio, con un bell'appello nominale, di votare contro il nostro ordine del giorno, che invece si propone di restituirle la fiducia e di darle mano libera nelle trattative, nelle deleghe per gli Assessorati, sulla base della giusta e corretta mediazione tra le parti, ma soprattutto su quello che è il peso reale della democrazia: vivvaddio, i voti.
Se non sarà così, almeno ci sarà l'inversione dell'ordine della prova: qualcuno andrà in giro a spiegare ai Sindaci e ai cittadini - noi andremo a spiegare il nostro punto di vista - il motivo per cui il partito di maggioranza relativa, che ha il 30% dei voti, non può rinominarsi l'Assessore.
Noi, però, ci teniamo alla chiarezza, non vogliamo fare una cattiveria ed uno sgarbo a qualcuno: vogliamo chiarezza. Siamo stufi di essere flagellati sui giornali. Siamo stufi della crisi strisciante.
Abbiamo bisogno della cura; abbiamo bisogno delle medicine. Chi non si vuole curare o vuole magari adottare terapie alternative, deve avere il coraggio di dirlo.
E' per questo, Presidente, che ho detto che non sarei stato disposto a fare un dibattito tecnico, di basso profilo, per cercare di non essere lapidati anche oggi per l'ennesima volta in Consiglio, ma ho voluto, una volta tanto, con le mie modestissime capacità, parlare di politica ed anche dire quello che è il pensiero, sempre garbato ma altrettanto fermo di Alleanza Nazionale.
Perché una crisi così, che non è mai uscita all'esterno nella sua gravità - perché problemi politici io non li mai sentiti porre da alcuno sul tavolo, per essere molto chiari - deve essere spiegata ai piemontesi.
Ci sono Enti - non faccio il nome, perché sono tutti i giorni sui giornali - che vivono una crisi politica profonda, che ad ogni seduta dei loro Consigli ritirano metà delle delibere e si mettono a litigare in aula.
A noi non è mai capitato. Allora, questa crisi, cosa la facciamo a fare? Respingere l'ordine del giorno, che presentiamo - ce l'ho già in tasca non lo firmo e lo consegnerò alla Presidenza - impegnerà ed obbligherà qualcuno - finalmente - ad alzarsi e spiegare per la prima volta - ripeto per la prima volta pubblicamente, che i problemi di questa maggioranza sono politici! E se li enumererà, se li renderà evidenti, potremo anche noi finalmente avere le stesse preoccupazioni e profondere lo stesso impegno nella soluzione di questi problemi! Ma se non lo sappiamo, Presidente Ghigo, ci darebbe un po' fastidio uscire da quest'aula avendo solo sentito che lei si dimette. Non capiamo! E noi che siamo - "trinaricciuti" non si può dire perché Guareschi si riferiva solo ai comunisti, ma comunque - noi che siamo "quadrinaricciuti" (quindi ci devono essere spiegate le cose, non basta che ci vengano trasmesse; ci devono essere spiegate, magari anche con un disegno) vogliamo che ci vengano spiegate! E se c'è una crisi, questa crisi deve essere liberatoria, deve essere una crisi "catartica": ci liberiamo, ci diciamo tutto quello che ci dobbiamo dire, se ce lo dobbiamo dire; tutto quello che non va, con la serenità evidentemente di essere tutte persone in buona fede che diranno delle cose esclusivamente nell'interesse dei piemontesi che rappresentano.
Non ci stiamo ad andarcene da quest'aula lasciando un dubbio.
Noi pretendiamo chiarezza, da tutti! Anche da noi stessi, ma noi quello che dovevamo dire come Alleanza nazionale l'abbiamo detto. La pretendiamo da tutti, perché gli interessi del Piemonte non possono essere subordinati a qualche frustrazione più personalistica che personale di personaggi, non in cerca di autore, ma in cerca di referenti! Gli interesse del Piemonte non possono essere consegnati alle "paturnie" di chi sa già che non troverà più un posto in lista! Gli interessi del Piemonte non possono essere subordinati agli interessi particolaristici di chi sa già che se domani andiamo a votare sarà un ex-Consigliere regionale! Noi vogliamo - ci permettiamo di chiedere anzi per non essere troppo violenti - invece sentir parlare di politica; vogliamo capire le motivazioni. Se queste motivazioni ci saranno, dovranno essere esplicitate inequivocabilmente con una votazione sull'ordine del giorno che ci accingiamo a presentare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Presidente Ghigo, lei conosceva benissimo qual era la mia opinione in merito alla sua scelta di oggi.
Io non sono un buon politico, lei lo sa meglio di me, come anche gli altri colleghi: sono troppo dicotomico e troppo ruvido, però quando le opposizioni fanno i complimenti, di solito si è presa la decisione sbagliata.
Nonostante questo, devo dire che i Federalisti, questo sparuto Gruppo della maggioranza, comunque sempre presente dall'inizio della legislatura e sempre leale con la sua Presidenza, è ancora e sempre disposto solo a sostenere la sua Presidenza, così com'è stata espressa e voluta dalle elezioni del 1995.
Siamo disponibili e a sua disposizione per ricostituire una maggioranza o perlomeno nel replicare questa maggioranza di centro-destra. Mentre non siamo assolutamente disponibili ad imboccare una via alternativa di maggioranze variabili, di maggioranze alternative. Siamo stati espressi, io perlomeno sono stato espresso nella sua lista e riconosco solo la sua autorità nel replicare una maggioranza nella nostra Regione.
Devo dire che peraltro, pur non avendo mai ricercato la visibilità che altri Gruppi hanno ricercato, ma limitandoci a lavorare per quello che crediamo essere stato solo ed esclusivamente l'interesse dei nostri amministratori, noi siamo disponibilissimi - nonostante questa mancata visibilità - tanto a passare all'opposizione quanto ad andare anche subito ad elezioni anticipate. Questo dipenderà solo ed esclusivamente da lei Presidente Ghigo.
Vogliamo dichiarare pubblicamente che noi manteniamo e manterremo solo ed unicamente fede agli impegni di schieramento e di programma presi nel 1995.
Devo dire anche un'altra cosa però: che non siamo assolutamente responsabili di questa crisi, non abbiamo avanzato, né in questa fase né in altre fasi, nessuna pretesa e nessuna richiesta. Abbiamo viceversa purtroppo devo dire, subito pressioni affinché annullassimo la specificità della nostra espressione politica in qualche altro schieramento per rafforzare, innervare, irrobustire questa o piuttosto quella gamba della maggioranza. Abbiamo deciso, direi con grande difficoltà personale, di mantenere questa nostra visibilità e di proseguire in questa nostra esperienza politica.
Nonostante le pressioni non abbiamo avuto nessun indebolimento nella fiducia che il nostro Gruppo ripone nella Presidenza della Giunta.
Come concludere? Io credo che Ghiglia abbia espresso lo sconforto e anche l'umiliazione della scelta che oggi ci ha portati qui in Consiglio.
Non riteniamo che ci fosse nessuna motivazione di tipo programmatico nessuna motivazione di tipo politico affinché lei presentasse le dimissioni in aula. Sono d'accordo sulla proposizione di un ordine del giorno così come già abbiamo fatto per tutti i colleghi Assessori della sua Giunta che presentarono analogamente le loro dimissioni; noi siamo d'accordo nel proporre un ordine del giorno che respinga queste dimissioni, fermo restando che qualunque sia l'esito di questo ordine del giorno noi non avremo altra casa che non sia questa in cui viviamo adesso.
Non accetteremo nessuna maggioranza che non sia quella che attualmente ci vede partecipi e che in caso contrario non avremo assolutamente nessun problema a scegliere la strada che ci verrà indicato di percorrere: sia quella dell'opposizione sia quella delle elezioni anticipate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Oggi il Presidente della Giunta ha compiuto un atto coraggioso; altre volte ho detto che il Presidente della Giunta avrebbe dovuto fare atti altrettanto coraggiosi nell'imporre qualcosa a qualche Assessore della sua Giunta. Oggi il Presidente Ghigo ha compiuto un atto coraggioso perch altri non hanno voluto ascoltare, non hanno voluto rimettere la delega di qualche Assessorato: non hanno voluto permettere questo rimpasto.
Il Presidente ha compiuto un atto coraggioso contro la sua Giunta contro alcuni Gruppi di maggioranza, compreso il Gruppo di maggioranza relativa, che avrebbe voluto fare la parte del leone e che ha fatto la parte del leone.
Parlo a nome di un Gruppo molto piccolo, di un Gruppo che in questi due anni è stato fedele alla maggioranza del Polo, un Gruppo che non sa se farà ancora parte della maggioranza, però un Gruppo che deve ringraziare il Presidente della Giunta, non qualche Assessore che non ha saputo portare avanti le problematiche degli anziani.
Sull'ordine del giorno che presenterà il collega Ghiglia, mi asterrò.
Mi asterrò in quanto quell'ordine del giorno permetterebbe un voto di continuità a questa Giunta regionale. Noi siamo stati, e siamo, per la continuità della Presidenza di questa Giunta regionale, ma siamo per un rimpasto della stessa: lo abbiamo detto più volte.
Inoltre, siamo anche contrari alla richiesta avanzata dal Gruppo di maggioranza relativa di avere Assessorati in più e a comportarsi, però, in altre zone del nostro Piemonte, per esempio ad Asti, in maniera diversa.
Addirittura è stato compiuto un apparentamento con un Gruppo pensionati dal quale io provengo - che è all'opposizione. Quindi il Gruppo di maggioranza relativa, Forza Italia, qui, in quest'aula cerca il mio voto come appoggio alla Giunta, mentre ad Asti ci prende a calci nel sedere.
Ritengo, quindi, di dire apertamente al Presidente della Giunta: grazie per averci ascoltati in alcune occasione, grazie per aver sentito le nostre problematiche. Spero che rimanga alla guida della Giunta regionale del Piemonte, ma spero qualcosa cambi all'interno nei suoi Assessorati.
Solo con questi intendimenti potremmo ancora continuare con questa maggioranza, altrimenti è evidente che noi ne usciremo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Una crisi annunciata a settembre dello scorso anno viene discussa dopo otto mesi e c'è da domandarsi se in questi otto mesi non sia avvenuto nulla. Oggi si è parlato di una decisione coraggiosa, di una decisione obbligata, comunque una decisione che fa chiarezza. Bene ha fatto il Presidente Ghigo a provocare questa chiarezza oggi in Consiglio regionale.
A scanso di equivoci io dico subito che noi ci riconosciamo in questa coalizione; lo dico, come lo abbiamo sempre detto con numerosi comunicati stampa dal novembre 1997 ad oggi. Mi sembra giusto ripeterlo perché, nel tentativo di fare chiarezza, bisogna capire come mai la Giunta non è riuscita a sostituire l'Assessore. E' chiaro che il Gruppo dei federati di centro non si ritiene assolutamente responsabile di questo, proprio per un discorso storico, di date. Ricordate tutti che l'Assessore Angeleri si era dimesso a settembre, la federazione di centro ha incominciato a muovere i primi passi a novembre. Ha mosso i primi passi con delle rivendicazioni precise; vi ricordo i comunicati stampa in quanto fanno parte della politica della federazione di centro. Noi chiedevamo in campo sociale di portare a compimento la legge sulla famiglia; rilanciare la legge regionale sulla scuola libera; predisporre interventi a favore delle categorie deboli, anziani e disabili e incrementare le risorse a favore dell'associazione di volontariato; rifinanziare i "buoni casa"; approvare una specifica legge regionale a tutela degli usurati. In campo economico si propone la predisposizione di adeguati interventi nel comparto agricolo attualmente penalizzato e del lavoro autonomo con azioni di snellimento delle procedere e di sostegno economico alle pubbliche e medie imprese assicurando il pieno utilizzo delle risorse comunitarie, in particolare a favore delle nuove imprese e dell'occupazione giovanile.
Qualcosa è stato fatto, ma molto non si è riusciti a fare, in quanto lo stesso Presidente Ghigo ha sempre detto di avere riscontrato delle criticità nella sua Giunta. Criticità che lui non riusciva a rimuovere, noi abbiamo tentato, in tutti i modi, con la massima lealtà - lealtà che confermo tutt'oggi - di aiutarlo in questo. Gli abbiamo anche scritto la seguente lettera, datata 18 dicembre 1997: "Caro Presidente, i sottoscritti Consiglieri regionali dei Gruppi federati (CCD, CDU, Pensionati per l'Europa, e Misti indipendenti) alla luce degli ultimi incontri tra le forze che compongono l'attuale maggioranza, ritengono opportuno proseguire, anche in coda all'odierna seduta del Consiglio, il confronto tra tutti i soggetti interessati al fine di giungere ad un chiarimento complessivo.
Fin dallo scorso mese di settembre in tutte le sedi abbiamo riaffermato l'esigenza di agire in un quadro politico programmatico definito rilanciando l'azione di governo, ma allo stato tutto questo non appare concretamente delineato.
Dobbiamo quindi constatare che ci troviamo al momento di assumere decisioni di importante rilevanza istituzionale ancora in assenza di una chiara proposta di rilancio del governo regionale che vada oltre al semplice cahier des doléances da te sollevato nel documento che hai inviato nei giorni scorsi (era il documento a cui facevo riferimento prima) per giungere ad una definizione complessiva.
Ti chiediamo di attivare immediatamente tutte le iniziative politiche indispensabili per predisporre un coerente programma che rilanci l'azione della maggioranza di governo e superi l'attuale fase di stallo al fine di evitare il rinvio ad altra data del voto sulla scadenza istituzione prevista per domani".
Il Presidente Ghigo ha annunciato più volte la volontà di provvedere ad un rimpasto della Giunta; come Gruppo lo abbiamo sostenuto e lo sosteniamo tuttora, con forza, poiché riteniamo giusta tale operazione. Concordo con il collega Ghiglia quando sostiene che occorre chiarezza: occorre comprendere i motivi per cui il Presidente Ghigo non è riuscito a portarla a termine.
Presidente il 6 maggio scorso lei ha parlato di un nuovo assetto dell'intera Giunta e non della semplice sostituzione di un Assessore sostituzione cui poteva provvedere tranquillamente a settembre, quando non era ancora nato il Gruppo della Federazione di Centro. Settembre, ottobre novembre: non avrebbe avuto, assolutamente, alcuna difficoltà.
Da quando esiste la Federazione di Centro, lei ha sempre sostenuto di riconoscere pari dignità alle tre componenti della maggioranza considerazione ribadita in tutte le occasioni.
Voglio però far rilevare, perché può servire per esperienza, che sono rimasta stupita dal fatto che dal momento del suo intervento, in aula, lei non abbia sentito l'esigenza di riunirsi con i Capigruppo della maggioranza. Personalmente, ero convocata per domenica 31 maggio, ore 18 insieme alla collega Casari e ad altri Capigruppo di maggioranza: una telefonata ci ha avvisate che la riunione era riservata solo a rappresentanti di partito. Da allora, la riunione con noi non c'è più stata.
E' giusto, collega Ghiglia, fare chiarezza, soprattutto all'interno della maggioranza, in Consiglio o nelle sedi che si ritengono più opportune, per dimostrare la capacità di ricostruire con fermezza il rilancio della Giunta, se il Presidente riuscirà a rimuovere le criticità che in più occasioni, non solo verbalmente, hanno trovato spazio in documenti scritti dallo stesso Presidente.
Mi riservo di reintervenire successivamente per dare vivacità al dibattito, se sarà necessario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, voglio iniziare anch'io il mio intervento, che sarà brevissimo, con un ringraziamento al Presidente Ghigo per il coraggio con cui un mese fa circa, per superare l'impasse legata all'approvazione del bilancio, ha accettato di mettere in discussione la sua carica, annunciando le proprie dimissioni qualora non fosse riuscito a presentare una nuova Giunta.
Oggi, siamo a questo punto: siamo ad una crisi non improvvisa, ma annunciata da mesi, alla quale, peraltro, il nostro Gruppo non avrebbe mai voluto arrivare.
Il CCD ha dimostrato, nel corso di questi mesi, un grande senso di responsabilità, mantenendo, da un lato, la lealtà al Polo, ed impegnandosi dall'altro, del tutto legittimamente, in un progetto di rafforzamento dell'area di centro, cui il nostro partito fa riferimento.
Le criticità che non CCD o il Centro, ma lo stesso Presidente Ghigo ha denunciato più di una volta nel corso dei suoi interventi, richiedevano da un lato e prima di ogni altra cosa, un serio rilancio programmatico su temi precisi, concreti, prioritari per il Piemonte. Dall'altro, un più ampio rimpasto, con l'identificazione degli uomini idonei a perseguire questi scopi.
A nostro avviso, alla lucidità nell'identificare le difficoltà, non ha corrisposto altrettanta lucidità nel valutare che le soluzioni richiedevano un impegno forse un po' più forte e un po' più assiduo; un rilancio forte della maggioranza non poteva avvenire per caso, quasi automaticamente.
Per uscire da quest'impasse, Presidente Ghigo, noi le chiediamo di riappropriarsi di una sua leadership, forte; proponga a tutta la sua maggioranza un progetto di prospettiva politica alta: sfidi tutti noi, e veda chi "ci sta"; chieda ad ogni forza politica della sua maggioranza gli uomini o le donne migliori, per comporre una nuova squadra con cui impegnarci, nei prossimi due anni, nelle sfide importanti che aspettano il Piemonte da qui al Duemila. In questo progetto, il nostro Gruppo confida ed è disponibile, fin d'ora, a dare il proprio contributo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi Pierluigi

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, anche noi - anzi, direi soprattutto noi dato che nessuno intende fare il primo della classe riteniamo di dover esprimere al Presidente Ghigo un grazie sentito, per tutto quanto ha fatto in questi tre anni. E' già stato ricordato: la Presidenza Ghigo è nata da una votazione avvenuta in aula, la quale ha per rappresentato, semplicemente, l'anellino finale rispetto a quello fondamentale, rappresentato dalla designazione degli elettori nel 1995. A fronte di due coalizioni, capeggiate ognuna dall'indicazione di un Presidente, gli elettori diedero la loro fiducia al Presidente Ghigo.
Questa la sottolineatura che riteniamo importante perché, con la nuova legge regionale con la quale si è andati ad eleggere l'assemblea nel 1995 le cose sono state radicalmente modificate rispetto al passato e noi riteniamo che quell'indicazione debba essere, sotto certi aspetti, sacra ancora oggi.
Non sto a ripetere quanto detto dai colleghi di maggioranza, dal collega Ghiglia soprattutto. Il Gruppo di Forza Italia, che ha espresso ed esprime il Presidente Ghigo intende ribadire il proprio ringraziamento proponendo ai colleghi un ordine del giorno di fiducia al Presidente Ghigo e di sostegno all'azione che necessariamente dovrà iniziare da questa sera o domani mattina. Azione tesa a fare quanto non è stato possibile in questi ultimi giorni; gli ultimi di lunghi mesi, com'è già stato ricordato.
Quindi, il Gruppo di Forza Italia non solo aderisce all'ordine del giorno annunciato dal collega Ghiglia, relativamente alla respinta delle dimissioni del Presidente Ghigo, ma prima della fine di questa discussione proporrà un ulteriore ordine del giorno di fiducia e di sostegno al Presidente Ghigo.
Fiducia politica, sostegno politico, fiducia umana, sostegno umano al termine di giorni, durante i quali siamo stati, come Gruppo e come maggioranza, impegnati nel tentativo, che non ha avuto sbocco positivo, di comporre il quadro e di rispondere all'impegno che il Presidente Ghigo si era assunto. Assumendosi sulle proprie spalle l'onere dell'approvazione del bilancio assunse, circa un mese fa, con grande senso di responsabilità, per uscire da una situazione che si trascinava ormai da cinque mesi (forse di più se contassimo esattamente la data di partenza della proposta con cui la Giunta si presentò in aula) l'impegno del 31 maggio.
Riteniamo anche noi che quest'atto del Presidente sia un atto di grossa responsabilità, un atto di coraggio. Dal punto di vista politico rappresenta sicuramente lo spartiacque fra otto mesi di grossa sofferenza sfociata nell'impossibilità concreta di dare composizione al quadro ipotizzato all'interno della maggioranza che vinse le elezioni nel 1995, e le vicissitudini che in questi anni abbiamo vissuto. Riteniamo che nell'ambito di questa maggioranza, nell'ambito di questa composizione politica, vi siano le condizioni che fino ad oggi non hanno consentito di raggiungere quell'accordo. Non vorrei usare toni esasperati, che sono comunque stati usati e che, al limite, possono anche essere condivisi relativamente alla prevalenza di alchimie, bilancini e faide di potere, e rispetto ad indicazioni politiche di attività svolte e di auspici nei confronti di attività da svolgere.
All'interno del Gruppo di Forza Italia abbiamo dibattuto a lungo ognuno ha espresso in questi giorni, fino a pochi minuti prima dell'inizio del Consiglio regionale, la propria posizione con sincerità e onestà, ma il comun denominatore che è emerso e che portiamo in quest'aula è quello di un Gruppo che non solo è solidale con il Presidente Ghigo, non solo gli è vicino in questo momento di particolarissima delicatezza, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista umano, ma così come lo siamo già stati, siamo pronti a sostenere il Presidente Ghigo, per quanto ci sarà possibile, nei prossimi giorni e nel prossimo periodo, che ci auguriamo breve. Altri hanno espresso l'augurio e l'auspicio che la crisi possa avere sbocchi in tempi brevissimi. Noi non solo ce lo auguriamo, per quanto ci riguarda anche attraverso l'ordine del giorno, ma nella sostanza soprattutto, ma sosterremo il Presidente e la sua azione, perché riteniamo anche noi, come è stato detto da qualche collega di maggioranza (da tutti per la verità questo dato è stato riconosciuto) che non ci possa e non ci debba essere un Presidente diverso per questa maggioranza rispetto al Presidente Ghigo, vuoi per l'origine e la genesi di questa Presidenza, vuoi perché noi riteniamo - ma non è oggi il momento di fare questo bilancio che in questi tre anni questa maggioranza non sia ancora riuscita a fare per quanto riguarda l'attività di governo, viste le mille vicissitudini che hanno sicuramente ostacolato il Presidente Ghigo, la sua Giunta, la maggioranza nel suo complesso e il Consiglio. Non dimentichiamo che questa legislatura - gli ultimi tre anni - è nata e cresciuta in un periodo storico nel quale sono stati scompaginati gli assi cartesiani di riferimento e alcune bussole politiche, quindi è diventato di gran lunga più difficile muoversi a parità di condizioni rispetto al passato, laddove questi punti di riferimento non solo erano mobili, ma molte volte difficilmente individuabili. Mi riferisco anche alla vicenda accennata dalla collega Cotto, che ha portato a dicembre la nascita del Gruppo federato del centro e che poi, in questi mesi, ha portato alle note vicende di carattere nazionale, ma sappiamo che a livello regionale, per quanto concerne la politica, ogni sussulto romano provoca onde di propagazione fino alla periferia e quindi non abbiamo potuto e non possiamo sottrarci a questa realtà di fatto, anche banale se vogliamo, ma imprescindibile per quanto riguarda il dato di riferimento.
Detto tutto questo, ribadita la necessità e la volontà da parte nostra non solo di firmare l'ordine del giorno del collega Ghiglia, ma di proporne uno di fiducia e di sostegno politico al Presidente per quanto riguarda l'azione politica dei prossimi giorni, non possiamo non sottolineare - è già stato fatto - la chiarezza che questo atto rappresenta. Molte volte nel corso di questi ultimi giorni, ci si è avviluppati a spirale, ci si è involuti sotto certi aspetti. Un rimpasto politico ha sempre rappresentato per tutte le giunte, anche nei cinquant'anni della prima Repubblica, un momento particolarmente delicato, perché gli equilibri sono soppesati perché le difficoltà ci sono, anzi già c'erano all'epoca in cui alle spalle di ognuno di noi e alle spalle di ogni Gruppo presente in quest'aula esistevano i partiti, esisteva un consolidato storico di struttura, di gerarchia, di responsabilità ben individuate. Figuriamoci cosa rappresenta e quali difficoltà comporta un rimpasto che avviene in un momento in cui gli assi di riferimento sono stati scompaginati e molte volte sono difficilmente individuabili! Parlando ieri a Venaria con qualche collega di minoranza, con il quale scambiavo delle opinioni, notavamo che è un comune denominatore il fatto che i rimpasti rappresentino sempre delle difficoltà; figuriamoci in questo momento particolare. Le difficoltà sono state enormi. Mi sento di dirlo ed affermarlo non in modo retorico: il Presidente si è impegnato con quell'ordine del giorno, avrebbe dovuto fare il rimpasto, avrebbe dovuto ridistribuire le deleghe, avrebbe dovuto riassettare la propria Giunta, ma il Presidente non è altro che il vertice dei Gruppi della maggioranza che lo ha sostenuto fino ad oggi e, al di là di quella legittimazione popolare politico e istituzionale del 1995 alla quale abbiamo fatto riferimento, il Presidente ha rappresentato la punta dell'iceberg che ha sofferto di ogni piccola vibrazione avvenuta e registrata all'interno dei vari Gruppi partiti e movimenti che hanno appoggiato la sua Presidenza nel corso di questi anni. Quindi probabilmente è collegiale l'impossibilità che finora c'è stata di arrivare ad una composizione che consentisse non solo di ricomporre la Giunta, ma di rilanciare dal punto di vista programmatico l'attività della Giunta, della maggioranza e dell'intero Consiglio per quanto riguarda lo sforzo istituzionale.
E' stato ricordato da qualcuno (dal collega Ghiglia in particolare) come non ci sia stata la possibilità in questi mesi per il partito di maggioranza relativa, ovvero Forza Italia, di nominare un proprio Assessore con la delega o al turismo o ad altro nell'ambito di quella ricomposizione della quale parlavamo.
Questo è vero. Noi riteniamo però che questa non sia stata e non sia la sola causa per la quale non si è... Forse questo è stato il pretesto più visibile, l'oggetto di potere, se così lo possiamo indicare, al quale è stato indirizzato lo sguardo, perché rappresentava - torno a ripetere - la visibilità maggiore di una distonia, di un'impossibilità a trovare una quadra su una composizione.
Ma non è questo, riteniamo, il solo motivo o il motivo principale. Da molti mesi - dicevo - abbiamo vissuto in grande sofferenza all'interno del Consiglio e all'interno della maggioranza, perché come Consiglio, dal settembre dell'anno scorso, siamo stati complessivamente non dico paralizzati, ma quasi.
La vicenda del bilancio è stata emblematica. E' solo grazie all'assunzione in prima persona di questo sacrificio politico (oso definirlo sacrificio) che il Presidente ha voluto assumere sulle proprie spalle che abbiamo superato quella fase delicatissima, nell'interesse della società piemontese nel suo complesso, dell'economia della nostra Regione e di quanti guardano a quest'aula come ad un Ente in grado di assumere quella maturità sostanziale che possa condurre il Piemonte da Regione qual è stata finora a livello istituzionale, molte volte mero trasferimento e trasferitore di risorse per quanto riguarda lo Stato centrale, gli Enti locali e la sanità soprattutto, portandola invece ad assumere un ruolo di grande responsabilità e di grande maturità istituzionale e federalista come i tempi e la società chiedono.
Sicuramente, lo sbocco di oggi rappresenta un momento di chiarezza che non solo ci auguriamo, perché l'augurio è un conto, ma ragionevolmente visto che ora c'è stato, si è potuto - penso - dissentire o comunque si è potuto disquisire sull'opportunità dei modi e dei tempi, ma all'atto in cui il Presidente ha ritenuto di prendere atto di questa impossibilità e ha ritenuto di assumere le decisioni gravi, che preoccupano sotto certi aspetti, perché l'apertura di una crisi è un momento che si sa quando inizia, non si sa purtroppo quando finisce, abbiamo vissuto - dicevo all'interno di questi ultimi mesi momenti di inviluppo e di involuzione che ci auguriamo assolutamente non dobbiamo vivere nel prossimo periodo, ma che sicuramente gettano anche qualche ombra di preoccupazione sul momento che andremo a vivere.
Noi condividiamo anche la sottolineatura forte, che è stata peraltro apprezzata anche da altri settori, mi riferisco ad esempio al Gruppo della Lega alle nostre spalle, relativamente alle elezioni anticipate. Noi riteniamo che l'elettorato nel 1995 abbia inteso eleggere un Presidente (ed è il Presidente Ghigo) a capo di un cartello politico che si è presentato con un programma. Noi riteniamo che assolutamente non ci si possa scostare da quell'impostazione e si debba essere coerenti dal punto di vista politico nei prossimi giorni per quanto ci riguarda a sostegno, a supporto del Presidente per andare a fare - noi ci auguriamo - quello che non è stato possibile fare in questi mesi, ma che può essere possibile alla luce di questo tappo, sostanzialmente, di una certa inerzia e di involuzione che, con le dichiarazioni del Presidente, oggi è saltato e che dovrebbe consentire un'espansione più libera. Qualcuno diceva: "Diciamoci tutto" certo, probabilmente in questi ultimi tempi ci siamo detti molte cose, non ci siamo detti tutto, io immagino che questa catarsi - così come è stata definita da Ghiglia - possa effettivamente consentire di spazzare, di ripulire tutto quanto è necessario di ombre e di mancanza di chiarezza o di linee di evoluzione che in questi ultimi tempi ci ha impedito di arrivare alla soluzione, ma che riteniamo, attraverso questo spartiacque del momento politico di oggi, consenta da domani mattina o da stasera stessa di individuare forme, modi, passando attraverso la catarsi di cui parlava Ghiglia, che consentano di ricomporre un quadro che certamente, oltre che dal punto di vista organigrammatico, ha l'estrema necessità, per la paralisi che purtroppo abbiamo vissuto per molte vicende in questi sette otto mesi, di un rilancio, un rilancio forte, un rilancio alto, un rilancio qualificato, che attraverso, ad esempio, il Piano regionale di sviluppo che la Giunta ha già predisposto e che dovrà essere uno dei motori fondamentali per il prossimo periodo per alimentare l'azione politica della Regione da qui al Duemila, cioè da qui a fine legislatura, dicevo noi riteniamo che ci siano le condizioni perché attraverso questa chiarificazione si possa ripartire e ripartire con un'alimentazione di idee e di proposte in grado di consentire un decollo ed una rotta di alta portata. Noi, alla fine di questo o comunque degli interventi che ci saranno ancora relativamente alle comunicazioni del Presidente, chiederemmo - mi sono consultato un attimo con i colleghi anche di maggioranza - cinque minuti di sospensione per predisporre questo ordine del giorno; quello del collega Ghiglia è già stato predisposto e lo abbiamo firmato...



CAVALIERE Pasquale

Quello funebre.



GALLARINI Pierluigi Pierluigi

Dicevo, predisporre un ordine del giorno - l'ho detto prima - di fiducia e di sostegno al Presidente Ghigo, affinché nei prossimi giorni possa svolgere quella azione incisiva, rapida, tempestiva, in grado di portare a quel rilancio che non solo noi auspichiamo, ma verso il quale siamo fermissimamente impegnati con tutte le nostre forze per quanto ci riguarda, il Gruppo di Forza Italia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Presidente Ghigo, quasi tutti i Gruppi che sono intervenuti le hanno riconosciuto l'essere galantuomo. Le hanno riconosciuto l'essere galantuomo, perché lei teneva fede ad un impegno assunto in aula rispetto alla soluzione o meno di un problema politico che perdura da mesi in questa Regione.
Lei, nel suo breve intervento, ha detto con assoluta chiarezza che rassegnava le dimissioni e si autoincaricava per la ricomposizione di una maggioranza.
Io ho apprezzato molto il suo intervento.
Subito dopo, i Gruppi di maggioranza hanno messo in risalto, ancor di più di quello che era avvenuto in quest'aula, la profonda crisi dell'attuale maggioranza.
Sono state usate dai Capigruppo di maggioranza in quest'aula frasi come "la mancanza di chiarezza". Qualcuno è stato coinvolto, probabilmente interpretando frasi di falso doroteismo, come se con un ordine del giorno successivo alle sue dichiarazioni si potesse smentire tutto quello che si era detto in tanti mesi in quest'aula e quello che si era votato in tanti mesi in quest'aula! Qualcuno ha detto: "Ho il sospetto che si stia facendo la lotta per qualche poltrona in più". L'hanno detto membri della sua maggioranza Presidente! E' stato detto ancora: "Siamo stati avvicinati per rafforzare di più l'una o l'altra gamba di questa maggioranza".
E' stato detto: "Una crisi annunciata otto mesi fa si sta discutendo solo ora".
E' stato detto ancora: "Il Presidente Ghigo voleva fare un rimpasto e non ci è riuscito".
Ancora è stato detto: "I Capigruppo non sono stati convocati per assumere le decisioni; sono stati convocati i Segretari o i rappresentanti di partito". Su questo, collega Cotto, ricorda come io in tempi passati mi battevo perché la rappresentanza unica in quest'aula fosse delle persone elette e non dei rappresentanti di partito. Oserei quasi dire che qualche volta chi la fa, la deve aspettare.
E' stato detto ancora: "Aspettiamo un rilancio programmatico".
Ebbene, tutte queste frasi, tutte queste cose dette pesano come massi.
Presidente Ghigo, a lei è stato riconosciuto l'essere galantuomo. Io non gliel'ho ancora detto; sono tentato di dirglielo adesso, ma voglio verificare, dopo questo ordine del giorno che è stato presentato a firma di molti dei Capigruppo di maggioranza, non tutte le firme le riconosco, se lei è galantuomo oppure no, e cioè se lei tiene fede agli impegni assunti.
Perché non vorrei, Presidente, che lei fosse venuto in aula con l'accordo di alcuni Gruppi di maggioranza di presentare le dimissioni e subito dopo di farsele respingere dai Gruppi di maggioranza! Perché altrimenti Presidente Ghigo, la cosa sarebbe molto, ma molto più grave! E le dico perché "molto, ma molto più grave".
Perché questo può avvenire soltanto a una condizione: che lei, subito dopo il ritiro delle dimissioni, e certamente non sarebbe più da me riconosciuto come Presidente galantuomo, dovrebbe passare immediatamente a un'altra cosa che è stata scritta in un altro ordine del giorno politico e che è stato votato all'unanimità da quest'aula: quello semplicissimo della nomina dell'Assessore, Presidente! Cioè lei dovrebbe dimostrare in quest'aula, non soltanto di avere da parte di alcuni Gruppi della maggioranza il supporto e la lode ad essere galantuomo, ma dovrebbe anche avere la piena fiducia da parte della sua maggioranza per poter rimettere in sesto la sua Giunta che non è completa da mesi e mesi! Questo noi attendiamo! Credo che sia solo iniziata la discussione in quest'aula. Non è possibile, per un uomo che viene riconosciuto come galantuomo, nel giro di qualche ora, non si sa se in modo patteggiato prima o in modo spontaneo dia e ritiri le sue dimissioni perché un ordine del giorno smentisce tutto quello che si era votato con un ordine del giorno precedente! Guardi, io sono certo che lei continuerà a mantenere le sue posizioni.
Le dico una cosa di più: sa perché lei non è riuscito a fare il rimpasto? Perché lei si è portato dietro - quante volte ci ha detto nei corridoi "io questo lo voglio fare, ma non trovo la quadratura" - si è portato dietro il fardello di questa Giunta! Di Assessori che non vogliono dare le dimissioni e degli altri componenti del Consiglio della sua maggioranza che vogliono assolutamente fare gli Assessori! Se lei accetta questo ordine del giorno e passasse per la sua testa di ritirare le dimissioni, io credo che questo fardello sarà quello che ufficializzerà definitivamente quella che è la sua fine. Si scarichi dai pesi! Si scarichi dai pesi che le impongono i partiti e i Gruppi consiliari di maggioranza! Faccia veramente il Presidente incaricato e abbia la forza una volta per tutte, di dire: "La soluzione per me è questa; votate se vi sta bene, oppure no"! Soltanto in questo modo lei può uscire da questa crisi, Presidente! Soltanto in questo momento, se lei vuole ritirare le dimissioni, deve proporre l'Assessore che lei vuole portare avanti, altrimenti questo ordine del giorno è solo aria fritta! E lei perde la sua faccia, se accetta una cosa del genere, Presidente!



(Capannelli di Consiglieri all'interno dell'aula)



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di restare correttamente seduti al proprio posto per favorire il buon andamento e la comprensione degli interventi.



SCANDEREBECH Deodato

Quando prima parlava il Consigliere Gallarini, non lo ascoltava nessuno!



PRESIDENTE

Non bisogna aggiungere errore ad errore.



MONTABONE Renato

Io spero, Presidente Ghigo, che lei capisca, abbia sentito quello che le ho detto, perché ancora una volta io le dico le cose come stanno: il fatto che questo ordine del giorno sia firmato da molti Assessori è comprensibile, perché sta a dimostrare esattamente quello che le dicevo prima! Gli Assessori sono talmente incollati alla loro sedia, che altro che bene del Piemonte! Altro che bene del Piemonte, è il bene della sedia incollata al loro sedere! Infatti non si è mai visto né che il Presidente del Consiglio né che Assessori firmassero ordini del giorno politici! Quando mai voi avete visto in quest'aula il Presidente del Consiglio e Assessori che firmassero ordini del giorno politici che casualmente riguardavano la loro sedia? Non si è mai visto! Questo è un punto in aggiunta a quanto è avvenuto in questi mesi.
Non si faccia trarre in inganno, Presidente! Con questo ordine del giorno le si vuole dare magari qualche giorno in più, ma le si addossa interamente la responsabilità di ricomposizione di una maggioranza che dagli interventi e da tutte le cose che si sono succedute in quest'aula chiaramente non è più maggioranza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente della Giunta regionale, molti le hanno fatto dei complimenti, riconoscendole "un atto di coraggio", di essere un galantuomo e quant'altro. Dall'inizio della seduta pomeridiana, personalmente mi sto invece ponendo e cercando di capire un problema. Anticipo il dilemma: siamo di fronte ad un suo atto politico, non di coraggio, ma di determinazione politica tardiva, nel senso che probabilmente, quanto fatto poteva arrivare un po' di mesi fa - e avremmo evitato tanti ritardi al Piemonte - oppure mi permetta l'espressione un po' forte - siamo di fronte ad una sceneggiata politica.
Se siamo di fronte ad un atto politico, il Presidente della Giunta regionale è conseguente al fatto che ha approvato un ordine del giorno a maggio, che riportava alcune cose, e che non è riuscito a presentare all'aula un nuovo assetto di Giunta, per ragioni gravi! Lei, Presidente, è venuto in aula dicendo "Io rassegno le mie dimissioni, perché non sono avvezzo a giochi e manovre".
A seguito di questa sua affermazione, era chiaro che la maggioranza si sarebbe attestata rispetto a queste sue dichiarazioni. Il Presidente della Giunta regionale non ha spiegato i motivi per cui non è riuscito a comporre l'assetto di Giunta; ha semplicemente sostenuto di essere stato talmente accerchiato da giochi e manovre, da ritenere di non poter andare avanti e quindi di dover rispettare l'ordine del giorno del 4 maggio.
A questo punto interviene il punto interrogativo: siamo di fronte ad un atto politico o ad una sceneggiata politica, sua o della sua maggioranza o di parte della sua maggioranza? Le cose cambiano di molto. E' evidente che di fronte alla genericità delle sue dichiarazioni, il nostro Gruppo ha perfettamente compreso l'intervento del Consigliere Ghiglia, che inizia in un preciso modo: "Noi non abbiamo dubbi sulla presa d'atto". Il collega Ghiglia ha detto una certa cosa e l'opposto della stessa. Da un lato ha detto: "Non abbiamo dubbi sulla presa d'atto", ma ha concluso, invece dicendo "Presenteremo un ordine del giorno che rimette nelle mani del Presidente Ghigo la soluzione in tempi brevi dello stato di crisi".
Ma, Presidente Ghigo, il Consiglio ed anche, quindi, i suoi Capigruppo di maggioranza, quest'ordine del giorno lo hanno già presentato il 4 maggio. I motivi per cui, oggi, la maggioranza sembra scoprire che tutto deve essere messo nelle mani del Presidente della Giunta regionale, li abbiamo scritti in un ordine del giorno votato un mese fa, dandoci una precisa scadenza.
Oggi siamo di fronte, Presidente della Giunta regionale, ad una situazione che può diventare molto delicata; da un lato, la sua maggioranza è stata molto più critica di quanto non siano stati gli esponenti dell'opposizione. Le hanno detto tutte le cose che lei ha sentito.
Presidente, quando lei dice in aula determinate cose, in realtà attraverso l'assemblea consiliare, parla agli elettori del Piemonte. La domanda che le volevo porre, perché non traggo per ora alcuna conclusione al dilemma che mi sono posta - se siamo di fronte ad atto politico o ad una sceneggiata politica sua e della sua maggioranza - è cosa lei pensa Presidente Ghigo, dell'ordine del giorno, che parte della sua maggioranza ha firmato - dico parte, perché il collega Rubatto ha già detto che si asterrà. Personalmente, come Consigliere regionale, e come Gruppo, visto che rappresentiamo un prezzo di elettorato piemontese, le chiediamo cosa ne pensa dell'ordine del giorno.
Infatti, se lei è venuto in aula, per cercare di adempiere parzialmente all'ordine del giorno del 4 maggio decidendo di dimettersi, ma poi concorda con la sua maggioranza di rigettare queste dimissioni, pari pari ritorniamo al fatto che lei deve immediatamente non proporre un nuovo Assessore, ma l'intero assetto di Giunta. Questo Consiglio regionale rappresenta l'elettorato del Piemonte! Lei non ha bisogno di richiamarsi a una cosa generica; lei deve, in qualche modo, adempiere a quanto il Consiglio compresa la sua maggioranza, ha votato.
In questo momento, approvare un ordine del giorno presentato da parte o da tutta la sua maggioranza, e ritenere di poter tranquillamente procedere significa raggirare l'elettorato del Piemonte, raggirare una decisione che il Consiglio e la sua maggioranza hanno assunto all'unanimità.
Il documento di oggi è praticamente un riportarsi all'ordine del giorno del 4 maggio: in tal senso, vorrei conoscere il punto di vista politico della maggioranza, ma soprattutto il suo, Presidente; dopodiché potremo esprimere un giudizio politico e di responsabilità e di fiducia nei confronti di una persona che rappresenta il Piemonte, ma che, a fronte di decisioni che il Consiglio ha assunto, si presenta in aula non per adempierle ma, eventualmente, per raggirarle.
Ho voluto esprimermi con il termine "eventualmente", poiché - ripeto la verifica sarà a brevissimo.



PRESIDENTE

Desidero informare il Consiglio che l'andamento della discussione poiché la sostanza deve sempre prevalere sulla forma, fa soprassedere su eventuali dubbi di procedura; possiamo dunque procedere all'ulteriore esame e dibattito sulla comunicazione del Presidente della Giunta regionale.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho sentito in quest'aula, fino adesso, da una parte della maggioranza, delle parole molto pesanti rivolte a una parte di questa maggioranza.
Ho riletto con attenzione le poche righe che lei ha letto in quest'aula e che riguardano la presentazione delle sue dimissioni. Lei in queste poche righe dice due cose che sono estremamente pesanti e che sono evidentemente rivolte all'interno della maggioranza; parla di alchimie legate allo scenario politico nazionale, quasi che l'interpretazione di quello che capita a livello nazionale quando riguarda gli altri sono alchimie, quando riguarda il proprio movimento o il proprio partito sono strategie. Lei parla di "vecchie logiche politiche estranee alla mia cultura", allora vorrei capire queste vecchie logiche a chi appartengono; non penso lei si rivolgesse alla minoranza, ritengo che la motivazione che lei ha portato in questo Consiglio fosse indirizzata ad una parte della sua maggioranza.
Rispetto a queste affermazioni, ha ragione il collega Agostino Ghiglia è bene fare chiarezza. Ma, caro Agostino, la chiarezza non può essere a senso unico o riguardare solo una parte o due parti di questa maggioranza la chiarezza, se va fatta, va fatta a 360 gradi. Se si deve parlare di responsabilità di una situazione che ha portato oggi il Presidente a presentare le sue dimissioni, noi del centro diciamo che responsabilità non ne abbiamo alcuna, ma mi spiegherò meglio poi dopo.
Perché, se è vero che a livello nazionale il quadro politico è abbastanza confuso oggi, o meglio non del tutto chiaro, non possiamo signor Presidente, estraniarci completamente da questo quadro che si presenta a livello nazionale, perché il Piemonte non solo non è fuori dall'Europa, ma il Piemonte non è fuori dall'Italia, anzi dirò di più, il Piemonte è una delle Regioni che maggiormente contribuisce a far grande questo nostro Paese.
Il Piemonte ha sicuramente bisogno di risposte immediate da parte della politica piemontese, ha bisogno di risposte certe, di risposte chiare e anche in questo senso mi riferisco alla chiarezza che deve essere a 360 gradi.
Mi chiedo se dire le cose così come stanno significa, in quest'aula essere dei delatori o essere invece veramente responsabili, cioè assumersi una grande responsabilità anche politica per dare dei suggerimenti, delle indicazioni che magari una parte di questa maggioranza non vuole ascoltare o che a questa maggioranza non fa comodo ascoltare.
La collega Mariangela Cotto nel suo intervento, che condivido al 100 come portavoce del centro ha fatto un'affermazione, cioè ha detto che questa crisi, questa situazione di difficoltà della maggioranza non parte da ieri, ma parte dal mese di settembre, cioè dura ormai da svariati mesi.
Vengo al punto delle responsabilità; come mai - mi diventa difficile perché parlo del sottoscritto - il sottoscritto non è stato sostituito entro il mese di dicembre come il Presidente Ghigo aveva affermato anche pubblicamente? Dico questo perché nel mese di dicembre il Gruppo del centro si era appena costituito e sicuramente non aveva nessuna forza per intervenire su questa partita; forse che qualche altro Gruppo aveva problemi suoi interni rispetto a questa sostituzione? E' un dubbio che, mi consenta Presidente, ritengo del tutto legittimo. Allora, se di responsabilità ce n'erano, e non erano sicuramente quelle dell'area a cui si fa riferimento, è evidente che oggi le responsabilità non se le assume un'area che ha dato dei grossi contributi non solo in termini di idee a questa maggioranza, ma dei grossi contributi anche in termini di uomini.
Oggi siamo di fronte ad una fermata, uno stop: oggettivamente concordo con lei, Presidente, che la situazione che si viene a creare per il Piemonte potrebbe essere molto preoccupante, una crisi strisciante è sicuramente una crisi latente, è pericolosa perché il Piemonte aspetta delle risposte. Però le risposte, Presidente, devono partire proprio da questa maggioranza. Quando si parla di politica di centro tutti fanno a gara per conquistare quest'area geografica, quasi fosse la panacea e la risoluzione dei problemi politici di chi la conquista. Non è questo il problema! Il problema è di tradurre le istanze di un'area moderata in soluzioni concrete per la cittadinanza e in questo caso per il Piemonte che lo richiede. Queste cose, nel Piano regionale di sviluppo che ho letto con una certa attenzione le ho trovate, con molta onestà, solamente in parte perché - vede - le istanze che il Centro ha portato all'attenzione di questo Consiglio regionale e che la Consigliera Cotto Mariangela ha riportato all'attenzione di questo Consiglio regionale, che sono già state dette (come la legge sulla famiglia, il rilancio di una legge regionale che noi auspichiamo sulla scuola libera, ma soprattutto quegli interventi in una situazione ancor oggi di crisi del sistema Piemonte a favore delle categorie più deboli, degli anziani e dei disabili, nonché delle associazioni di volontariato), io queste cose nel Piano regionale di sviluppo non solo non le ho lette, ma non le ho proprio intraviste, cioè non c'è una seconda lettura che faccia trarre, da un'attenta valutazione un percorso che va in questa direzione. E allora, Presidente, io penso che il Centro non sia una ruota di scorta. L'area a cui facciamo riferimento vuol dare un contributo serio. E come contributo serio richiede correttamente, di essere ascoltata. Io non riesco più a capire se da una parte si debba parlare con estrema chiarezza, e io sono d'accordo a parlare con estrema chiarezza e l'ho fatto in questo intervento, e dall'altro galleggiare sui problemi e non affrontarli nel modo giusto e nel modo corretto. Perché dato che poi i sospetti in quest'aula diventano molto spesso veleni, sembra che ci sia qualcuno in questa maggioranza che abbia irrigidito le sue posizioni solamente per qualche posto in più. Presidente glielo dico con molta chiarezza (chiaramente parlo per quel che mi riguarda): non è questo il problema. E' il problema di una politica, come io ho sottolineato, che questa maggioranza, per alcuni aspetti non ha applicato. E noi glielo abbiamo detto in tutti i modi, glielo abbiamo sottolineato, alcune volte ho dovuto anche alzare la voce, ma fa parte di un dibattito che all'interno della maggioranza ritengo anche utile. Voglio solo ricordare questa maggioranza, che delibera dei miliardi a favore di una squadra di calcio, che io penso non abbia grosse necessità e grossi bisogni, che è la Juventus, e l'area nostra del Centro che ha dovuto presentare all'epoca 500 emendamenti per vedere riconosciuto, dall'altra parte, un'equa ripartizione dei fondi regionali sull'associazionismo minore, alle associazioni sportive che operano un grande lavoro a favore dei giovani, lavoro che significa molto spesso combattere situazioni di difficoltà, fenomeni di devianza e che sicuramente poi, avendo capito questa maggioranza ha varato. Allora, io volevo solo sottolineare questi aspetti con estrema chiarezza, ribadendo che parlare con chiarezza significa avere il coraggio in quest'aula di dire sicuramente i punti di questa maggioranza a favore, e devo dire sono stati sicuramente in questi anni molti, ma segnalando le possibili correzioni. In quest'ottica, noi come area di Centro lavoriamo; in questa ottica vorremmo anche essere riconosciuti.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste di intervento riguardo alla discussione generale.
Ci sono richieste di intervento che devo intendere come discussione generale sull'ordine del giorno.
In questo senso, do la parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Dal punto di vista formale, Presidente, le questioni le può intendere come più crede. C'è una questione invece sostanziale alla quale il Presidente Ghigo deve dare una risposta. Lo ha già ricordato prima la collega Spagnuolo: lei, Presidente, assieme alla sua maggioranza, ha sottoscritto un ordine del giorno, inequivocabile; più che un ordine del giorno un impegno politico.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non ho ancora fatto nulla! Aspettate almeno che io faccia qualcosa! Mi fate la predica prima che io faccia qualcosa!



CAVALIERE Pasquale

Infatti la nostra era ed è una sollecitazione. Lei ha sottoscritto un ordine del giorno, un impegno politico, dicendo che se entro una certa data non riusciva a comporre le criticità della sua maggioranza, avrebbe rassegnato le dimissioni. Questa data è sopraggiunta; lei, dopo aver preso delle altre ore nella giornata ha dichiarato che vuol tenersi le mani libere dai bizantinismi, dalle alchimie, da tutto ciò che ha anche denunciato, ma nel contempo, gran parte della sua maggioranza, la stessa che aveva sottoscritto lo stesso impegno con il Presidente Ghigo - vero collega Gallarini? - lo stesso collega Gallarini firma una cosa diversa dicendo "No, quell'impegno non lo rispettiamo, diamo al Presidente Ghigo nelle sue mani, la soluzione della situazione". Il Presidente Ghigo ce l'aveva già nelle sue mani, l'ha avuta in tutto questo mese, nella giornata di oggi; ci ha detto - lui, non noi - che gli è stato impossibile per tutti motivi che ha detto. E allora, se le cose dette dal Presidente Ghigo sono vere oppure abbiamo partecipato ad una sceneggiata della miglior commedia italiana, credo che ce lo debba dire in questo momento, non oltre, il Presidente della Giunta, perché - e sottolineo le considerazioni fatte dalla collega Spagnuolo - se votiamo questo, ritorniamo al punto da capo cioè oggi ci indicate per lo meno l'Assessore: oggi. Ci indicate l'Assessore, l'assetto della Giunta, e noi ce ne andiamo a casa tranquilli e contenti. Altrimenti questa sera a casa non andiamo. Badi bene, non è un ricatto, ma una considerazione politica precisa rispetto agli impegni che abbiamo preso tutti.
L'impegno era questo; lo si deve in qualche modo rispettare. Il Presidente però ci deve dire se nel frattempo gli avete liberato le mani e allora dire: "no, mi hanno dato rassicurazioni che potrò fare cosa voglio e allora accetto l'ordine del giorno di Ghiglia", ordine del giorno di Ghiglia accompagnato da considerazioni politiche molto, molto pesanti, mi pare. Il collega Ghiglia infatti ha detto "ci sono i ricatti politici di chi non conta niente, sta solo giocando il proprio destino politico, di chi sa che è già fuori dal gioco politico piemontese".
Sulla base di queste considerazioni, il Presidente Ghigo ci deve dire se è cambiato qualcosa e prenderemo atto che il coraggio chi non ce l'ha non se lo può dare (ma credo che questo chiarimento debba avvenire) altrimenti la soluzione è cambiata e allora questa sera ci dite, collega Gallarini, chi è il nuovo Assessore e votiamo il nuovo Assessore! Votiamo poi ognuno dice la sua, magari oltre all'Assessore ci dite anche cosa succede alla Cassa di Risparmio, a Expo 2000, all'Agenzia per il turismo così abbiamo anche noi il quadro completo delle cose che vi siete detti nelle vostre riunioni, quelle a cui ha partecipato anche il Presidente del Consiglio regionale a nome di noi tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Mi pare che il Presidente volesse domandare la parola, io non voglio fare delle ipotesi scolastiche o di laboratorio. Non voglio assolutamente addentrarmi in ipotesi di primo, secondo o terzo grado, per cui se il Presidente ci vuole dare la risposta e mi pare che la volesse già dare prima dell'intervento del Consigliere Cavaliere, io sono qui per attendere e mi siedo immediatamente.



PRESIDENTE

Sospendiamo allora la seduta per due minuti di orologio.



CAVALIERE Pasquale

No, no!



PRESIDENTE

E' solo per recuperare il Presidente.



CAVALIERE Pasquale

Basta chiamarlo! Noi aspettiamo qui.



PRESIDENTE

Ho detto due minuti e non venti; è una sospensione di fatto.
Il Presidente è rientrato. La informo che qualche Consigliere ritiene che lei volesse intervenire, io non ho colto questa sua intenzione, per giro la domanda a lei.



SCANDEREBECH Deodato

Anch'io ho chiesto la parola.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, lei è in lista dopo il Consigliere Picchioni però quando il Presidente ritiene di intervenire supera qualunque richiesta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ogni tanto mi sorge il dubbio che quest'aula, che dovrebbe essere l'espressione della democraticità, forse in eccesso di democrazia voglia fare il processo alle intenzioni, il processo a chi va al gabinetto stabilire i tempi di pausa e non di pausa: c'è un limite a tutto! Voi fate delle considerazioni su un ordine del giorno che è stato presentato, aspetterete le mie risposte quando questo ordine del giorno sarà discusso, punto e basta!



CAVALIERE Pasquale

Lo stiamo discutendo adesso!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

No, non lo stiamo discutendo! Lo avete discusso voi perché l'ordine degli interventi era su altri temi: sul mio intervento!



CAVALIERE Pasquale

No, il Presidente del Consiglio ha detto che è in discussione l'ordine del giorno. Noi per discuterlo vogliamo sapere la sua opinione!



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, lasci a me di chiarire.
Dato che il Consigliere Cavaliere e il Consigliere Picchioni avevano richiesto una seconda volta la parola, io ho dato loro la parola come discussione di ordine generale.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Dopodiché io, sugli ordini del giorno che dovrebbero essere presentati che sono due, una volta che questi ordini del giorno saranno votati esprimerò le mie valutazioni sui voti di questi ordini del giorno. Non far nessun commento sugli ordini del giorno.



CAVALIERE Pasquale

E' troppo comodo!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non è comodo.



PRESIDENTE

Ha dunque la parola il Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Presidente Ghigo, mi pare che la sua riposta sia abbastanza allarmante perché noi desidereremmo sapere, da parte sua, per non addentrarci in sentieri antipatici, impervi, ecc., qual è il suo intendimento su questo ordine del giorno, che mi pare sia di fondamentale importanza, proprio per la correttezza dell'istituzione in se stessa.
Mi meraviglio, tra l'altro, che il Presidente Deorsola abbia firmato un ordine del giorno di questo genere, perché il Presidente Deorsola è il garante sostanziale e formale della correttezza degli atti politici di questo Consiglio e della loro applicazione! Non so se questo rientri nella valutazione molto arbitraria che fa il Presidente del suo ruolo; mi pare però che prima di firmare un ordine del giorno che - guarda caso - mette in discussione l'ordine del giorno votato da 56 Consiglieri e accettato, naturalmente in primis dal Presidente dalla Giunta, che toglie veramente qualunque presunzione che in quest'aula ci sia uno stato di diritto rispettato! In tal senso credo che il Presidente del Consiglio ci debba dare dalle spiegazioni; non si tratta di fatto di poco conto.
Secondariamente, Presidente - anche se non ho a mie mani il suo testo che altri colleghi hanno già - quanto da lei letto è sicuramente dirompente in senso positivo o negativo che legger si voglia: c'è libera espressione dalle proprie posizioni politiche. C'è una difesa patriottica di quello che lei ha chiamato pomposamente "laboratorio del nord-ovest". Non so dove sia questo laboratorio: so che c'è il nord-ovest: mi piacerebbe conoscere trattandosi di laboratorio, la sperimentalità che lo stesso mette in campo.
Parla di bizantinismi, Presidente Ghigo, di giochi e manovre politiche.
Ma lei al di là del mandato elettorale, Presidente, è stato ed è oggetto di bizantinismi e di manovre politiche, perché la politica comunque è sporca nel senso che chi non sta sull'areopago a predicare ai gentili si mette le mani nella rena e pertanto credo che anche lei non sia stato solamente oggetto di bizantinismi e di manovre e giochi politici, ma li abbia favoriti, promossi e gestiti. Lei dice, però, "non mi arrenderò a questa logica, farò tutte le iniziative possibili perché il Piemonte vada avanti... perseguirò il mio mandato, domanderò la reinvestitura a questo Consiglio e poi le elezioni anticipate"; sulle elezioni anticipate lei è la prima persona, visto che il galantomismo glielo riconosco, a non crederci.
Basta solamente verificare quanto è successo nelle Regioni dell'Ulivo nel corso dei due anni cosiddetti blindati, quando alle dimissioni del Presidente non è successo assolutamente nulla. Per cui non crediamo che qui ci possa essere lo spauracchio delle elezioni anticipate, perché queste elezioni non ci saranno. Ebbene, lei dice "prenderò tutte le iniziative possibili": tutte queste cose sono credibili, e io gliene do ampiamente atto, se però lei è conseguente al fatto che due ore fa ha presentato le sue dimissioni. Se lei favorisse in qualunque modo la sceneggiata che la Consigliera Spagnuolo ha paventato, con le conseguenze inimmaginabili della gestibilità di questo Consiglio, parlo della gestibilità democratica ovviamente tutte le dichiarazioni che lei ha fatto sono nient'altro che delle dichiarazioni retoriche e appartengono puramente alla letteratura politica dozzinale.
Lei sa benissimo, Presidente, che nei mesi scorsi, modestamente o immodestamente, facendo "prediche" inutili, le ho ricordato qual era il percorso da perseguire. Mi pare che oggi molti abbiano ricordato e rimpianto il tempo perduto, le occasioni esistenti. Ma se per caso avessimo posto la pregiudiziale, - lo diciamo ai Consiglieri della maggioranza - di nominare l'Assessore al turismo e subordinatamente a questa nomina far approvare il bilancio, lei non lo avrebbe approvato? Ma dove siete quando vagheggiate un'età dell'oro che non esiste, quando vagheggiate un rilancio che rimane lettera morta, lettere stantìe e ormai lontane nel tempo! Quando vagheggiate qualcosa che non c'è, caro Consigliere Ghiglia: non c'è! E' nel tuo immaginario collettivo il modo di difendere - come tu fai - una maggioranza, quando la stessa ha dovuto venire pesantemente a patti con la minoranza per votare il documento di bilancio! Se questa è la situazione della nostra assemblea, della nostra Regione Piemonte, io ritengo opportuno, salvo mantenere sempre i ruoli distinti di maggioranza e minoranza, cercare camminamenti e percorsi che non portino a lacerazioni che sarebbero senza ritorno.
Se volessi fare l'analisi logica di quanto ha detto il Consigliere Ghiglia, quanto ci sarebbe da dire! Mi meraviglio, come conseguenza, che il Consigliere Ghiglia sia ancora in questa maggioranza o che egli si accompagni a compagni di questa maggioranza, perché non accetta doroteismi di ritorno; ma il doroteismo di ritorno è di questa minoranza oppure di parte della maggioranza? "Si è dimesso, ma non ha fatto chiarezza"...



(Commento fuori microfono del Consigliere Ghiglia)



PICCHIONI Rolando

Certo, ma io non pesco nel campo di Agramante, caro Ghiglia, io non sono il regista, il grande vecchio che fa giochi e li disfa in campi altrui. Personalmente, non ho avuto nemmeno un contatto personale con alcuno e tanto meno con te, sapendo peraltro che la tua posizione è estremamente netta, perché sei tu ad avere l'interesse a mantenere questa respirazione artificiale o questo accanimento terapeutico nei confronti di una maggioranza che non esiste. Dici: "Si è dimesso ma non ha fatto chiarezza", "Presidente, non hai fatto chiarezza, hai parlato della Prima Repubblica, della Terza Repubblica, della tua reinvestitura popolare, delle elezioni anticipate, ma non hai fatto chiarezza". Successivamente, hai detto anche "no" al trascinamento in un gorgo indistinto, dove tutti sono colpevoli e nessuno lo è.
A chi si rivolge? Allo zio Giuseppe Cossiga? O a Francesco Cossiga? A qualcuno dalla sigla virtuale - non ha detto poco fa - dall'anagrafe politica non ancora a posto per potere aver voce e mettere sul tavolo il peso delle proprie trattative? Consigliere Angeleri, era per lei il riferimento, no? "Sigla virtuale, lo "zio Francesco" che non è ancora in quest'aula anche se aleggia, come ha detto un momento fa; bisogna fare riferimento a quelli che sono gli scenari romani, ecc.
E poi, Presidente Ghigo, "no a pastrocchi!". Personalmente, son ben contento che si dica "no a pastrocchi!"; ma crede che noi si possa fare, in quest'assemblea, un governo istituzionale che vada da Rifondazione fino a lei? No: c'è un mandato preciso, quello dei numeri, oltreché morale anche politico, di chi ha votato, ma anche il mandato di chi, in corso d'opera deve aggiustare il basto alla propria andatura. E se il vostro cavallo è azzoppato in tutte le quattro gambe e lo tenete su con artifici puramente meccanici, il problema non è della minoranza e nemmeno del mandato elettorale che vi ha mandato a governare, quanto della perniciosa ed arrogante difesa del proprio stato, senza prendere atto di una situazione che potrebbe anche essere diversa - vedremo successivamente il Piano regionale di sviluppo - se le regole del gioco venissero corrette e mantenute nella correttezza e nella loro esemplarità.
Pensate che un ordine del giorno fatto per salvare il governo-Ghigo e per salvare - lo dico nel senso più ecumenico del termine - l'economia piemontese, possa essere oggi vulnerato da ordine del giorno più o meno "mostricciattolo" che fa sì che tutto quanto è stato è nient'altro che un chiffon de papier? Credete che la responsabilità di una "vulnerazione" dello stato di diritto di quest'assemblea possa passare senza nessuna conseguenza? Credete che questo non possa comportare la paralisi dell'istituzione stessa? Credete che questo non possa portare alla paralisi dell'assemblea, delle Commissioni? Credete che questo non possa portare ad una spettacolarizzazione di alcune dimostrazioni di protesta che noi certamente, terremo? Stiamo attenti. Come ha detto il Consigliere Cavaliere un momento fa tutto può essere riproposto. Anche le dimissioni del Presidente Ghigo possono essere ritirate, ma fino alle ore 24 di oggi, 2 giugno, c'è tempo per un assetto di Giunta o perlomeno per nominare l'Assessore al turismo.
Non è cosa di poco conto. Dobbiamo riconoscere a voi tutto il diritto di governare, ma voi dovete riconoscere a questa minoranza tutto il diritto dovere di sollecitare la maggioranza affinché nella completezza del proprio organo dia garanzia di un'efficienza e non solamente di una lacerazione che oggi, come abbiamo visto, è sempre più grave e sempre più radicale.
Presidente, noi stiamo al suo galantomismo; noi crediamo nel suo galatomismo, perché lei è uomo d'onore. Anche Bruto era uomo d'onore, ma io non faccio Antonio, in questo mio discorso.
Voglio solamente dire che quanto lei ha detto è stato riportato in calce. E tale riporto è stato votato da tutta la maggioranza - oltrech dalla minoranza - presa alla gola da un ostruzionismo parlamentare che non dava respiro né fiato né ossigeno ad alcuno. Questo deve essere mantenuto diversamente, le conseguenze andrebbero ben al di là dell'episodio di questo giorno, e potrebbero, non solamente in quest'assemblea, ma nell'opinione pubblica, generare... Ecco cos'è il problema del governo di questa Regione, il problema della sua persona, il problema della sua onorabilità.
Credo che questo debba essere alla nostra e alla sua attenzione; ci possono essere le variabili più o meno concludenti o inconcludenti del Polo e di altri amici che sorreggono la sua maggioranza. Tutti vogliono ricordare il passato, tutti vogliono ricordare che la crisi di oggi ha radici antichissime - dal mese di settembre: come giustamente ha detto il Consigliere Angeleri, si poteva fare allora! Forse crede, Presidente, che questo suo indulgere sui tempi, questa specie di "presa a nolo" da parte del Presidente del Consiglio, possa portare ad una maturazione che invece non viene mai?! L'autorevolezza di un uomo politico è saper fare gli ultimi cinque passi da solo. Se lei venisse in quest'aula con una sua proposta, con una sua autorevolezza, con una sua dignità - la dignità del coraggio, com'è stato detto - lei forse potrebbe avere voti non solo dai banchi della sua maggioranza. Ma se lei, invece, si chiude o si nasconde negli angolini delle stanze, non avendo la capacità n il coraggio né l'autorevolezza del governo di poter dare delle indicazioni precise, Presidente Ghigo, la simpatia umana che la potrebbe accompagnare sarebbe insufficiente per dare l'apporto che qualcuno potrebbe anche dare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Ribadisco in pieno tutto quello che ha già detto il Capogruppo Gallarini. Dopo il suo intervento ci sono stati altri interventi che hanno lasciato il dubbio, in quest'aula, che nel Gruppo consiliare di Forza Italia ci fossero dei problemi o si volesse mettere in atto chissà quale strategia politica.
Nel Gruppo di Forza Italia non c'è alcun problema; il Gruppo di Forza Italia, come ha dichiarato anche il Gruppo di AN, è ancora disponibilissimo a fare il nome dell'Assessore, naturalmente tramite il nostro Presidente per cui non capisco a cosa si riferivano altri miei colleghi prima. Dentro il Gruppo di Forza Italia problemi di questo genere non ce ne sono: ci sono a disposizione due o tre persone, già votate, pronte per occupare qualsiasi ruolo in Giunta, sempre in accordo con il Presidente e le direttive politiche di Forza Italia.
Problemi dentro il Gruppo consiliare di Forza Italia non ce ne sono per cui possiamo guardare avanti con fiducia e determinazione.
Ringrazio personalmente il Presidente Enzo Ghigo della determinazione del coraggio, ma soprattutto della lealtà che ha dimostrato oggi. E' stato forse l'unico Presidente, in tutte le legislature, che ha avuto il coraggio di dare le dimissioni su un mandato elettorale maggioritario, ma soprattutto senza essere stato mai sfiduciato. Ha dato le dimissioni perch non è stato messo in grado di poter svolgere qual mandato elettorale che tutti i cittadini che l'hanno votato gli avevano dato; lo ringrazio personalmente, perché ha dimostrato veramente trasparenza e lealtà. I problemi sono da ricercare altrove.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Vedo che è stato consegnato un altro ordine del giorno, firmato da molti colleghi della maggioranza, che non so se sostituisce il precedente o si aggiunge.



PRESIDENTE

A me risulta che si aggiunga. A me è stato consegnato come ordine del giorno autonomo.



CHIEZZI Giuseppe

Se potessi avere un attimo l'attenzione del Presidente Ghigo.
Presidente Ghigo, lei si è presentato oggi pomeriggio in quest'aula con una decisione, presa probabilmente anche in una certa solitudine, dopo questo periodo di governo e una crisi che veniva enfatizzata da parte nostra, ma non negata da parte sua. Si è presentato in aula e ha detto "Basta"; l'ha detto in un modo, a mio parere, molto chiaro, non è stato equivoco in tutta la sua dichiarazione, tant'è che penso si sia accorto di avere suscitato attenzioni, consensi, preoccupazioni variegate.
Da questo punto di vista, Presidente Ghigo, lei ha colto nel segno quando ha deciso di uscire dalla palude in cui lei era sistemato, di una Giunta impossibile a ricostituirsi in forme nuove, di un programma asfittico di Assessori mancanti e ha deciso di fare un discorso semplice semplice all'aula che, se ho capito bene, era il seguente: "Mi dimetto perché così non si può più andare avanti né dal punto di vista personale n dal punto di vista degli interessi del Piemonte, e provo, cari colleghi, a costruire, in ossequio al mandato elettorale, una nuova Giunta, capace secondo il programma elettorale, le capacità del Presidente e le sue indicazioni programmatiche e politiche di dare quella svolta al governo del Piemonte di cui anche io da tempo sento il bisogno. Mi dimetto, provo a fare una nuova Giunta rinnovata e slanciata verso l'appuntamento del 2000 se non riuscirò a fare questo torniamo a chiedere agli elettori il giudizio su cosa è stato fatto, sul modo in cui è stata non risolta questa crisi e sui programmi futuri." Quando lei ha preso questa decisione in solitudine, Presidente Ghigo cosa si aspettava che succedesse qua? Si sarà fatto qualche ipotesi; viene in aula, si dimette, dice che prova a fare una nuova Giunta e che se non ci riesce va ad elezioni e cosa pensava che succedesse? Io penso che sia successa una cosa scontata: è successo che la sua maggioranza, quella che le ha impedito di governare, che le ha impedito di cambiare l'Assessore che le ha impedito di fare il rimpasto di Giunta, che le ha impedito tutto quello che lei sa, ha detto "Grande Presidente Ghigo, ha ben governato piena fiducia, assolutamente non se ne deve andare", esattamente quello che le ha ripetuto in vario modo questa maggioranza in tutti questi due anni e mezzo.
Ma non poteva succedere nulla di diverso! Lei si dimette e la sua maggioranza dice che va bene? La sua maggioranza dice, a parole, "No, respingiamo le dimissioni", però a questo punto, Presidente Ghigo, non ci faccia capire di aver fatto per finta. A questo punto lei ha individuato una linea di chiarezza, di fronte a una scontata dichiarazione di fiducia; lei è bene che si pronunci prima del voto, Presidente Ghigo.
Per rispetto non solo alla minoranza, ma per rispetto anche alla sua maggioranza, ci faccia capire quali sono le sue intenzioni, perché se a seguito del voto dell'ordine del giorno che a maggioranza passerà - per carità, è tutta cosa già scritta cento volte negli atti della politica di qualunque parte - se a seguito dell'approvazione dell'ordine del giorno che le chiede, la prega - ce ne sono due - di tornare sui suoi passi, lei torna sui suoi passi, allora - a noi - ha fatto perdere tutte queste ore Presidente Ghigo.
Lei cosa perde? Lei torna esattamente a essere impaludato come alle ore 14,30, quando si è presentato, dicendo: "Basta: o faccio una Giunta in cui credo oppure andiamo alle elezioni". Lei torna esattamente al punto di prima.
Penso dunque che sia necessario che lei faccia questo chiarimento adesso, Presidente Ghigo; poi la votazione sarà una rappresentazione, che può avvenire comunque, perché l'ordine del giorno si voterà e via dicendo ma lei deve confermare le sue dimissioni. Confermarle significa confermarle adesso ed anche dopo l'approvazione dell'ordine del giorno, in coerenza con quanto ci ha detto tre ore fa, ovvero di voler provare a fare una svolta seria e, in caso contrario, piuttosto di andare alle elezioni.
Oppure si è trattato di uno scherzo? Io spero, Presidente, che lei non abbia scherzato e quindi tenga fede alla parola e all'intenzione di non fare un giochetto di piccolo cabotaggio pur di tenere in piedi una cosa che non funziona: che lei il gioco lo faccia politicamente serio e complesso così come ha detto.
Per questo motivo, le chiederei, prima di votare questi ordini del giorno - che noi non voteremo, verranno votati e approvati dalla maggioranza, ma questa non è una novità - che lei ci dica se la strada intrapresa alle ore 14,30 è la strada che lei intraprenderà da questa sera.
Con questo elemento di chiarezza, penso si possa andare avanti altrimenti, torniamo anche noi a prima delle 14.30, Presidente, e ricominciamo daccapo.
C'è l'ordine del giorno in cui lei diceva: "Mi dimetto e apro la crisi". "Mi dimetto" vuol dire: sono dimesso entro il 31, in ogni caso.
Torniamo lì: le chiediamo di ottemperare all'ordine del giorno e non ce ne andiamo fino a che... Non è una scena già vista, questa? Torniamo indietro rifacciamo la moviola? Ci rassicuri solo su questo; dopodiché, tanti auguri di buon lavoro.
Noi, come lei sa, abbiamo a valle della crisi della Giunta del Polo come unica ipotesi, le elezioni anticipate, quindi le parla un Gruppo che non è interessato a sostituzioni, che non ha paura delle elezioni, che non è terrorizzato nemmeno da quella prospettiva.
Il nostro Gruppo le parla politicamente in modo leale - abbiamo sempre cercato di farlo - e quindi si incammini lungo questa strada: o riesce a dare al Piemonte un governo in cui lei crede, visto che lei è designato dagli elettori, oppure avrà il nostro sostegno: andiamo dal Presidente Prodi (alcuni Gruppi si sono espressi, altri si possono esprimere) come Capigruppo rappresentanti i Gruppi che superino il numero di 31 Consiglieri; chiediamo al Presidente Prodi che metta in atto la procedura di scioglimento del Consiglio e, a settembre-ottobre, andiamo a votare.
Facciamo così, Presidente?



PRESIDENTE

Non ho altre richieste di intervento. Anche il secondo ordine del giorno è stato distribuito. Mi confermano che si tratta di due documenti separati, e così io li ho intesi. Il primo ordine del giorno è a firma dei Consiglieri Gallarini, Mancuso, Griffini, Rossi, Ghiglia, Casoni Minervini, Botta, Cotto, Vaglio, Majorino, Salerno, Deorsola, Masaracchio D'Ambrosio, Grasso, Toselli.



CAVALIERE Pasquale

Lei conferma la sua firma, Presidente?



PRESIDENTE

Sì, come espressione di voto anticipata.



CAVALIERE Pasquale

Complimenti!



PRESIDENTE

L'altro ordine del giorno è a firma dei Consiglieri Toselli, Rossi Burzi, Bodo, Goglio, Vaglio, Minervini, Pichetto, D'Ambrosio, Masaracchio Gallarini, Grasso, Racchelli, Galli, Scanderebech, Viglietta, Ghiglia Casoni, Cotto.
Se non ci sono altre richieste...



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, non possono essere unificati questi due ordini del giorno? Altrimenti ci spieghino la differenza.



PRESIDENTE

Non c'è la sovrapposizione totale delle persone. Credo che sia nella libertà dei Consiglieri presentare un ordine del giorno; ho chiesto due volte se erano documenti separati e ne ho avuto la conferma.
Le votazioni avverranno per appello nominale, così come mi è stato chiesto prima.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 788, che leggo per chiarezza: "I sottoscritti Consiglieri regionali, preso atto delle difficoltà politiche, finora insuperate, all'interno della maggioranza, impegnano il Presidente della Giunta a ritirare le dimissioni presentate e rimettono nelle mani dell'on. Ghigo la soluzione in tempi brevi dello stato di crisi che sta bloccando il Piemonte".



CAVALIERE Pasquale

Si può votare per parti separate?



GHIGLIA Agostino

Noi siamo contrari.



PRESIDENTE

Come ritiene di votarlo in modo separato? Non ha formalizzato la richiesta, lo pongo dunque in votazione per appello nominale.



COTTO Mariangela

Avevo chiesto la parola per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, non avevo sentito. A questo punto, però, io ho già dato l'ordine di votazione; mi spiace...



COTTO Mariangela

Non voglio creare eccezioni.



PRESIDENTE

Mi posso scusare, ma non ho visto, non ho sentito.
Pongo dunque in votazione per appello nominale l'ordine del giorno test letto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 58 votanti 57 hanno risposto SI' 31 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'ordine del giorno è approvato.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 789, il cui testo recita: "I sottoscritti Consiglieri regionali preso atto della comunicazione del Presidente della Giunta regionale con la quale ha rassegnato le sue dimissioni ribadiscono la propria totale fiducia politica nella sua persona quale Presidente designato dai cittadini piemontesi nel 1995 la invitano a ritirare le dimissioni le conferiscono il mandato più ampio affinché proceda, da subito, alla riformulazione dell'esecutivo ed al rilancio programmatico dell'attività politica ed istituzionale della Giunta regionale e della maggioranza".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 58 votanti 57 hanno risposto SI' 32 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'ordine del giorno è approvato.
Ha chiesto la parola il Presidente Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi preme innanzitutto ringraziare i componenti della mia maggioranza per l'atto di fiducia che hanno voluto riconoscermi attraverso la sottoscrizione di questi due ordini del giorno. E' ovvio che questi due documenti hanno per me il significato e rappresentano un mandato, un impegno a tentare di realizzare e formulare una proposta che possa trovare in questa sede un ampio consenso da parte della mia maggioranza.
Devo invece, a fronte di un ringraziamento alla mia maggioranza rappresentare un minimo di delusione nelle considerazioni che ho sentito da parte dell'opposizione, perché mettere in dubbio che io potessi o avessi ordito strani meccanismi è sicuramente una cosa che mi ha ferito e che forse rappresenta abitudini o modelli per qualcuno, recenti e passati, ma che non è il mio modello. Io non sono un magliaro! E non ho neanche particolarmente pavoneggiato nel momento in cui qualcuno di voi, molto magnanimamente, mi ha dato del "galantuomo", perché credo che questo sia l'elemento base, fondamentale, che chi fa politica deve esercitare.
Perciò non abbiate paura: io riconfermo le mie dimissioni, non ho nessun motivo per ritirarle, perché ritengo che solo in questa situazione io possa esercitare appieno il tentativo di dare un corretto governo a questa Regione con la mia maggioranza che, avrete notato, c'è. Ha forse bisogno di un po' più di tempo per trovare quegli equilibri che fino ad oggi non abbiamo avuto modo di trovare, ma io mi ero preso un impegno temporale. E siccome sono una persona normale - non sono né un galantuomo né un magliaro, sono normale - l'ho rispettato. Probabilmente se avessi avuto dall'opposizione maggiore disponibilità, più tempo per poter perlustrare le difficoltà che la politica nei suoi assemblamenti rappresenta, forse non avrei neanche dovuto ricorrere alle dimissioni, ma mi ero preso un impegno, un impegno che avevo sottoscritto a fronte del documento di programmazione finanziaria, e l'ho assolto.
Rassegnare le dimissioni non è mai cosa piacevole; sono un ulteriore segno del senso di responsabilità che compie una persona "normale". Forse voi non siete abituati a frequentare persone normali. Io mi ritengo tale e di conseguenza non ho fatto altro che agire secondo la mia coscienza, come continuerò a fare nel tentativo di ricomporre una maggioranza, che nei numeri c'è già. I tempi sono quelli che sono; forse ne occorreva di più forse occorreva qualche incontro in più, come qualcuno, col "senno di poi" come al solito sostiene, forse occorreva qualche scontro verbale in più forse "ci voleva quel che ci voleva": sta di fatto che entro il 2 giugno questa "quadra" non l'ho trovata. Tenterò di trovarla da adesso in avanti.
Credo che nella loro semplicità queste mie affermazioni debbano rappresentare tranquillità e chiarezza per i colleghi della maggioranza, e tranquillità trasparenza per voi e per i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Visto che il Presidente Ghigo ha riconfermato, in modo chiaro, la proprie volontà di rassegnare le dimissioni.
Pongo in votazione per appello nominale la proposta di presa d'atto delle dimissioni stesse.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 56 votanti 54 hanno risposto SI' 53 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri La presa d'atto delle dimissioni è accolta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.22)



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