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Dettaglio seduta n.263 del 26/05/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Angeli, Botta, Ghigo, Pichetto e Viglietta.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame progetto di legge n. 417: "Prima integrazione alla legge regionale 'Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998/2000'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ritengo di dover sollevare una questione, perché mi ha particolarmente incuriosito: mi risulta che l'amministrazione non stia al momento riconoscendo le ore di servizio straordinario del personale d'aula...



PRESIDENTE

Le anticipo subito che non dobbiamo aprire una discussione, in quanto ho avuto contatto stamattina con i lavoratori e abbiamo precisato che tutte le ore di straordinario verranno pagate, ovviamente; lo posso assicurare.
Procediamo con il punto 5) dell'o.d.g., progetto di legge n. 417.
Relatore è il Consigliere Salerno, che ha facoltà di intervenire.



SALERNO Roberto, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "La I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 417 predisposto dalla Giunta regionale relativo alla prima integrazione alla legge regionale 'Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998-2000'.
In ottemperanza alla norma di cui alla legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55, così come modificata dalla legge regionale 2 settembre 1991 n. 41, il presente disegno di legge, ad integrazione della legge regionale 'Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998-2000', approva i bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1998 degli Enti strumentali della Regione e degli Enti di gestione di Aree protette. L'articolo 2, inoltre approva il Piano di attività del Museo regionale di Scienze naturali.
La I Commissione consiliare nella seduta del 31 maggio ha licenziato a maggioranza il disegno di legge n. 417. Tale testo viene rimesso all'aula per la sollecita approvazione."



PRESIDENTE

In Commissione hanno dato voto favorevole Forza Italia, AN, CDU, CCD Gruppo Misto; contrari DS, Rifondazione comunista, Socialisti del Patto dei Democratici.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 28 voti contrari 3 astensioni 8 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 28 voti contrari 3 astensioni 8 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 28 voti contrari 3 astensioni 8 L'art. 3 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 23 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 214: "Modifiche alla legge regionale 21 agosto 1978, n. 53: 'Istituzione del Parco naturale della Valle del Ticino'" da ultimo modificata con legge regionale 22 febbraio 1993, n. 10 e alla legge regionale 30 marzo 1992, n. 19 'Norme per l'utilizzo e la fruizione del Parco naturale della Valle del Ticino' (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 214, cui al punto 7) all'o.d.g..
Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD, CDU, Lega Nord ed il Consigliere Angeleri per il Gruppo Misto; contrari i Gruppi di Rifondazione Comunista e Verdi; non ha partecipato alla votazione il Gruppo DS.
Relatrice è la Consigliera Casari, che ha facoltà di intervenire.



CASARI Raimonda, relatrice

"Con il presente disegno di legge s'intende modificare la legge regionale 21 agosto 1978, n. 53, "Istituzione del Parco Naturale della Valle del Ticino, onde consentire la realizzazione della linea ferroviaria ad Alta velocità Torino-Milano. Si intende altresì modificare la suddetta legge, nonché la legge regionale 30 marzo 1992, n. 19 "Norme per l'utilizzo e la fruizione del Parco Naturale della Valle del Ticino", onde consentire il transito di unità da diporto con motori di potenza superiore ai 20 HP dirette ai cantieri nautici di rimessaggio presenti nel Parco.
Per quanto riguarda l'Alta velocità della linea ferroviaria Torino Milano, il collegamento è contemplato nel quadro programmatico regionale come linea strategica strettamente connessa all'ulteriore futuro collegamento Torino-Lione. Infatti, l'aggiornamento del Piano regionale di sviluppo (settembre 1991) stabilisce che, nell'ambito dei corridoi plurimodali, si siano contemplati i collegamenti ferroviari ad Alta velocità di Torino con Lione e con Milano-Venezia, previsti dal Master Plan dell'Unione Europea.
La Regione Piemonte ha, con deliberazione della Giunta regionale n. 92 32806 del 7 marzo 1994, espresso il parere ex art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349, "Istituzioni del Ministero dell'ambiente e norme in materia di danno ambientale" relativo a "Modifiche ed approfondimenti al Progetto Sistema Ferroviario ad Alta velocità, tratta Torino-Milano" presentato da T.A.V. S.p.A. (Concessionaria dell'Ente ferrovie dello Stato).
A seguito del parere regionale, come previsto dall'art. 6 del D.P.C.M.
del 27 dicembre 1988, "Norme tecniche per la redazione degli studi d'impatto ambientale e la formazione del giudizio di compatibilità di cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349, adottato ai sensi dell'art. 3 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 agosto 1988, n.
377", la Commissione V.I.A. del Ministero dell'Ambiente il 24 ottobre 1994 ha espresso il proprio parere motivato.
Il parere regionale riguardo agli impatti non mitigabili a carico delle aree protette o comunque di elevato pregio naturalistico, richiede la definizione di specifici interventi di compensazione da stabilirsi con appositi strumenti di raccordo.
In generale, dal punto di vista tecnico, la Regione sottolinea l'opportunità di utilizzare tecniche bioingegneristiche di recupero e di ripristino ambientale e richiede che l'uso di materiali non biologici sia limitato allo stretto indispensabile e concordato preventivamente.
Il parere della Commissione V.I.A. del Ministero dell'Ambiente richiede nel caso di attraversamento delle Aree protette, che siano adottati tutti i possibili accorgimenti per ridurre gli impatti su sistemi naturali nella fase di cantieri, di utilizzare tecniche di ingegneria naturalistica in eventuali interventi di sistemazione spondale, di introdurre barriere fonoassorbenti opportunamente occultate mediante quinte di vegetazione.
Al fine di consentire la realizzazione dell'infrastruttura ferroviaria e poiché è stata convocata dal Ministero dei Trasporti la Conferenza dei Servizi per l'approvazione del Progetto esecutivo e per l'acquisizione di tutte le autorizzazioni di competenza di tutti gli Enti convocati, è opportuno pertanto provvedere alla modifica della legge regionale istitutiva del Parco naturale della Valle del Ticino, inserendo conformemente a quanto previsto dalla legge regionale istitutiva della Riserva naturale speciale della Garzaia di Carisio e del Sistema delle Aree protette della Fascia fluviale del Po, con comma che preveda la realizzazione di infrastrutture e di impianti previsti da piani e programmi di rilievo regionale e nazionale, ovvero da piani di settore subordinatamente alla stipulazione di apposite convenzioni con la Regione Piemonte previo parere dell'Ente di gestione.
La convenzione consentirà di definire e concordare con la TAV, Spa concessionaria dell'Ente Ferrovie dello Stato, le opportune misure di compensazione e/o di mitigazione al fine di garantire il minor impatto ambientale possibile e l'esecuzione di opere di miglioramento ambientale nell'area protetta e nelle zone limitrofe.
Per quanto riguarda la navigazione a motore la legge istitutiva e le norme per l'utilizzo e la fruizione del parco prevedono il divieto della navigazione ai natanti dotati di motore con potenza superiore a 20 Hp.
All'interno dell'area protetta, nel tratto di fiume compreso tra il confine superiore e lo sbarramento della Miorina, operano alcuni cantiere nautici, già presenti sul Ticino prima dell'istituzione del parco.
I suddetti cantieri tengono in rimessaggio unità di navigazione di ogni tipo, anche con motori con potenza superiore a 20 Hp.
Si ritiene che il transito delle unità di diporto, condotte a bassa velocità, provenienti dal lago Maggiore e diretta ai cantieri di rimessaggio e viceversa, costituisca un basso impatto sulle caratteristiche di naturalità di quel tratto di ambiente fluviale.
Si ritiene altresì più dannosa l'eccessiva velocità dei natanti indipendentemente dalle loro dimensioni, per i problemi di erosione delle sponde causati dal moto ondoso e per quelli legati alla sicurezza dei fruitori del fiume.
Pertanto risulta opportuno provvedere alla modifica della legge regionale istitutiva del Parco naturale della Valle del Ticino e della legge regionale concernente le norme di fruizione, consentendo la navigazione alle unità da diporto dotate di motori con potenza superiore a 20 Hp, esclusivamente per permetterne il rimessaggio nei cantieri nautici presenti all'interno del parco a condizione che esse tengano una bassa velocità e che limitino al minimo il moto ondoso.
Si ritiene inoltre necessario limitare la velocità massima di navigazione portandola, per qualsiasi tipo di imbarcazione da 15 km/h a 10 km/h, in conformità a quanto previsto nel Comune di Sesto Calende con Ordinanza del Sindaco.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Nella relazione c'è scritto che il testo è stato licenziato a maggioranza dalla V Commissione. Volevo sapere come i Gruppi hanno votato in Commissione.



PRESIDENTE

Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD, CDU, Lega Nord Angeleri come Gruppo Misto; contrari il Gruppo di Rifondazione Comunista, i Verdi democratici; non ha partecipato alla votazione il PDS.
Probabilmente il suo Gruppo non era presente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Noi ci siamo opposti a questa legge per vari motivi. Il parco collocato all'interno di un'area interessata dai progetti di Alta velocità (il collegamento Torino-Lione con Milano-Venezia) con questo tipo di legge in qualche modo viene attraversato dalla linea, il che determina un impatto ambientale decisamente negativo. Tanto è vero che, a causa di questo impatto ambientale negativo, si dice che occorre introdurre una serie di opere per ridurre la portata; infatti, vi è un progetto per favorire questa operazione. Uno dei motivi dell'opposizione nostra all'Alta Velocità era dovuto anche a problemi di questo genere. Si tratta di un'opera che si inserisce su pezzi di territorio non adatto a riceverla, perché il territorio subirebbe un impatto relativamente devastante. Riteniamo che le opere che si intendono realizzare non mitighino più di tanto l'effetto dell'impatto ambientale.
Questo è un motivo di fondo che ci ha spinti a pensare alla realizzazione di opere diverse; non alla TAV, ma ad introdurre delle modifiche nel sistema ferroviario che permettano di realizzare delle infrastrutture che, da una parte, velocizzano il sistema ferroviario ma dall'altra, non hanno effetti così devastanti sull'ambiente.
D'altro canto, ci pare che il mantenere questo tipo di atteggiamento sia deleterio perché sappiamo che l'utilizzo delle tecnologie richieste dalla TAV sull'intera linea è problematico. Al di là delle nostre intenzioni, la tratta Torino-Lione è in alto mare, quindi rischiamo di costruire delle opere con quel tipo di tecnologia per alcune tratte, ma non per altre.
Noi continuiamo ad opporci a questa legge e sosteniamo che si possono utilizzare tecnologie diverse, che prevedono questo tipo di strumenti e nello stesso tempo, si integrano con il territorio in modo meno devastante.
Questo è uno dei punti fondamentale che ci porta ad opporci alla legge.
Un altro aspetto di questa legge ci appare incomprensibile. Qualcuno vuole realizzare l'Alta Velocità e prevede nella legge le modifiche necessarie per utilizzare l'Alta Velocità. Noi siamo contrari, ma chi vuole realizzare questo fa la legge. Quello che non capisco è perché si parli della navigazione della zona che non ha nulla a che vedere con la questione trattata.
D'altro canto, le questioni di cui oggi si tratta e i cantieri preesistevano al momento dell'istituzione della legge, ma questo non è un argomento da utilizzare, perché nel momento in cui è stata istituita la legge e preesistevano i cantieri è stato fissato il limite dei 20 cavalli.
Se quel limite è stato fissato ed esistevano i cantieri, si è fatto il parco, introdurre quel limite ha una sua logica. Evidentemente la logica è che sotto i 20 cavalli l'impatto dei natanti è di un certo tipo, sopra i 20 cavalli è di un altro. Tanto più che non siamo in grado di controllare effettivamente l'uso che si farà di quei natanti e la loro velocità. Quindi il legislatore, che a suo tempo aveva varato la legge, aveva dato un'indicazione ben precisa. L'argomentazione esisteva già. Se avesse avuto un'importanza superiore fissare regole che permettono ad un parco naturale di essere tale, quindi non essere attraversato da questo tipo di natanti credo che non sarebbe stato preso in considerazione. Quindi, mi pare che questa seconda parte sia veramente una "furbata", all'interno di un provvedimento completamente negativo per il primo punto, proprio perch prevede quell'altro tipo molto più vasto di devastazione. Sembra quasi si dica: visto che ci siamo, aggiungiamo un altro pezzettino, inserendo anche questo punto.
Siamo dunque contrari sul primo ed anche sul secondo punto, e pensiamo che proprio la seconda parte non c'entri nulla con il resto della legge, se non con la volontà di esprimere, da parte della Giunta e della maggioranza un certo fastidio per tutte le norme che tutelano l'ambiente e che non permettono ai cittadini - che invece hanno un altro tipo di rapporto con l'ambiente e la natura - di poter fruire dei parchi, senza avere quei rumori e fastidi, quelle devastazioni ed interventi che rendono un parco naturale altra cosa.
Un parco naturale deve proteggere, delimitare e fissare dei beni naturali e questo provvedimento, da due punti di vista - uno più grave, ma l'altro non meno grave per la logica che esprime - va contro questi principi.
Per questo motivo, in Commissione siamo stati contrari e ribadiamo la nostra opposizione anche in aula. Il mio intervento è sulla parte generale prima ancora di arrivare agli articoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, il collega Papandrea ha illustrato alcune problematiche di questo provvedimento, sul quale evidentemente diversi Gruppi porranno dei rilievi importanti. Mi pare impossibile porre questi rilievi senza la presenza dell'Assessore competente. E' una questione abbastanza importante abbiamo degli emendamenti da sottoporre e vogliamo conoscere il parere dell'Assessore competente, in ordine alle questioni poste dal collega Papandrea ed altre questioni che non pongo nemmeno perché non so a chi rivolgermi.



PRESIDENTE

Questa domanda mi pare abbia un suo significato. La Giunta ritiene di poter rispondere anche in assenza dell'Assessore competente, oppure rinviamo gli argomenti, in attesa del responsabile? Prego, Vicepresidente Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Consigliere Cavaliere, ritengo di poter rispondere, però, finché non conosco gli emendamenti, non posso dirle se in questa materia, non avendo la delega ad hoc, sono in grado di darle una risposta più compiuta.
Forse può essere opportuna la presenza dell'Assessore competente. Non vorrei fossero emendamenti magari di una certa complessità, non li conosco ancora, non sono ancora stati resi noti, che potrebbero richiedere addirittura il rinvio in Commissione.
La presenza dell'Assessore competente, nella persona del Presidente Ghigo, che ha la delega al riguardo, permetterebbe, magari con qualche minuto di sospensione, di dare la collocazione della Giunta.
Se la Presidenza e il Consigliere Cavaliere - che ha sollevato la questione - lo ritengono, potrebbe essere utile un rinvio, che consentirebbe una risposta ed una collocazione adeguata del Presidente, in quanto Assessore, nella prossima riunione del Consiglio.
Sarebbe gradito, se possibile, avere gli emendamenti in modo che la risposta da parte del Presidente, Assessore delegato, possa essere precisa e puntuale nel momento in cui riprenderà l'esame della legge.



PRESIDENTE

Con il consenso dell'aula opererei questo slittamento, in attesa che ci possa essere la presenza del responsabile della delega.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti - Albo professionale agricolo

Esame progetto di legge n. 290: "Norme per la disciplina, la tutela e lo sviluppo dell'apicoltura in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 290, di cui al punto 10) all'o.d.g.
E' relatrice la Consigliera Cotto, che ha pertanto la parola.



COTTO Mariangela, relatrice

"Illustre Presidente, Egregi Consiglieri il presente provvedimento, relativo alla disciplina, alla tutela ed allo sviluppo dell'apicoltura, giunge a seguito di un lungo e spesso travagliato iter che ha visto la presentazione di specifici disegni di legge in materia di apicoltura già fin dall'inizio degli anni '80, senza tuttavia pervenire all'emanazione di un atto normativo atteso dagli operatori del settore.
Per tale motivo, la Regione Piemonte risulta l'unica Regione italiana a non essersi ancora dotata di una legge specifica sull'apicoltura.
Al fine di sopperire a tale mancanza, la Regione ha approvato nel frattempo, con deliberazione della Giunta regionale dell'aprile 1994, il Programma regionale quinquennale 1994-98, di intervento per il settore apistico, il quale ha permesso, fra l'altro, di fornire un valido aiuto alle associazioni dei produttori per organizzare un efficace programma di assistenza tecnica in un difficile momento per l'apicoltura piemontese caratterizzato dalla recrudescenza della varroasi e dall'inefficacia dei prodotti disponibili per delle produzioni, attività indispensabile per differenziare il miele della nostra regione da quello di importazione.
Il Piano di settore, tuttavia, non possedendo le potenzialità di una legge, non ha potuto affrontare e risolvere tutta quella serie di problematiche che sono fondamentali per il comparto apistico, la cui attività, in virtù del servizio di impollinazione offerto, è invece indispensabile per l'ambiente e per tutto il settore agricolo.
Il presente disegno di legge si propone pertanto lo scopo di definire di organizzare, di migliorare, di potenziare, di regolamentare l'apicoltura ed infine di tutelare il settore sotto il profilo sanitario.
Entrando nello specifico dell'articolato, si evidenziano i seguenti aspetti.
Il Capo I individua i principi generali della legge.
In particolare, l'articolo 1, oltre a precisare le finalità del provvedimento, in recepimento degli orientamenti normativi nazionali e comunitari riconosce l'apicoltura quale attività agricola e ne valorizza il contributo alla conservazione dell'ambiente ed al miglioramento qualitativo e quantitativo delle produzioni agricole.
Con l'articolo 2 viene operata la fondamentale distinzione tra le figure dell'apicoltore amatoriale, di chi cioè si occupa di apicoltura per hobby e senza finalità produttive, e dell'apicoltore produttore apistico che svolge invece un'attività con finalità economiche e commerciali.
L'articolo 3 istituisce, presso l'Assessorato dell'Agricoltura, la Commissione apistica regionale, che si occupa degli aspetti promozionali organizzativi, consultivi e regolamentari dell'apicoltura regionale. La presenza della Commissione risulta di fondamentale importanza soprattutto in questi anni in cui stiamo assistendo ad un significativo e nuovo interesse verso il comparto apistico. Per tale motivo, la Commissione III in sede di esame referente, ha deciso di accogliere le richieste pervenute dalle organizzazioni dei piccoli produttori apistici amatoriali, inserendo tra i membri del suddetto organismo anche un componente del Comitato apistico piemontese, al fine di garantire un'efficace rappresentanza delle esigenze di tutti gli apicoltori operanti sul territorio regionale.
Nel Capo II viene ribadito il concetto dell'apicoltura quale attività agricola a tutti gli effetti e si definisce il riferimento legislativo al fine di individuare il numero di giornate convenzionali da attribuirsi ad ogni alveare situato in aziende operanti nelle zone di montagna, collina e pianura per il riconoscimento agli apicoltori produttori apistici del possesso dei requisiti di imprenditore agricolo a titolo principale.
Infatti, sino ad oggi, chi esercita solo attività di apicoltore incontra non poche difficoltà ad ottenere tale riconoscimento.
Il Capo III individua gli interventi che possono essere concessi per lo sviluppo ed il sostegno dell'apicoltura. Tali iniziative sono finalizzate nel complesso, all'adeguamento ed al potenziamento delle strutture di produzione, alla promozione, alla valorizzazione delle produzioni all'adeguamento alle norme igienico-sanitarie, alla formazione professionale ed all'assistenza tecnica. Quest'ultima acquisisce considerevole importanza per una corretta gestione dell'attività apistica sul territorio regionale. Inoltre, assume particolare importanza quale anello di collegamento tra apicoltori produttori e amatoriali organizzandoli sul territorio.
E' prevista una differenziazione dei contributi tra le zone di montagna e le zone di collina e pianura. I principali beneficiari delle agevolazioni sono individuati negli apicoltori produttori apistici. Viene inoltre riconosciuto l'importante ruolo svolto dagli apicoltori amatoriali prevedendo per gli stessi, oltre al contributo per la sostituzione delle api regine, le medesime provvidenze di cui beneficiano gli apicoltori professionisti a condizione che, entro un anno, acquisiscano tutti i requisiti dell'apicoltore produttore apistico e si impegnino a proseguire l'attività per almeno cinque anni. Su tale punto si è svolto un ampio dibattito in sede di Commissione consiliare, in quanto alcune forze politiche propendevano per la valorizzazione dell'attività svolta dagli apicoltori amatoriali concedendo ad essi, senza ulteriori prescrizioni, i medesimi incentivi previsti per i produttori apistici. La soluzione rinvenuta risulta però l'unica percorribile in relazione alle prescrizioni della normativa comunitaria e quindi del nulla osta della UE all'attuazione della legge.
Viene inoltre riconosciuto l'insostituibile ruolo dell'ape nel servizio di impollinazione a favore sia dell'agricoltura che dell'ambiente. Infatti la produttività delle api in campo si esprime, in primo luogo, con la fecondazione incrociata delle specie vegetali, mentre la produzione diretta di miele ed altri prodotti realizza un rapporto di appena un decimo (stime CEE) rispetto al plusvalore derivante all'agricoltura con l'impollinazione.
Si individua, infine, un concetto di considerevole importanza: il nettare, la melata, il polline sono risorse di interesse pubblico. Questo concetto è importante in quanto permette di superare le norme campanilistiche che ostacolano l'esercizio del nomadismo e che vedono in esso quasi un'attività che sottrae risorse produttive di proprietà privata.
Il nomadismo, risulta, invece, come si evidenzia più avanti, indispensabile per l'economicità dell'attività apistica, per il corretto sfruttamento delle risorse disponibili e per il servizio di impollinazione ambientale che ne deriva. In tale senso, è affidato all'Assessorato regionale all'agricoltura il compito di predisporre, entro due anni, in collaborazione con i soggetti interessati, la redazione di mappe mellifere e mappe di dislocazione degli apiari esistenti.
Il Capo IV regola l'importante materia relativa alle norme di sicurezza e alla distanza degli apiari. Mancano attualmente nella nostra regione norme chiare ed univoche che definiscano le distanze degli alveari da strade e da confini. Spesso tali problemi sono oggetto di liti e contestazioni. Il dispositivo del disegno di legge, regolamentando le distanze, consente di definire in maniera certa il problema.
Nel Capo V viene prevista la disciplina igienico-sanitaria dell'apicoltura. La salute degli apiari è diventata anche in Piemonte uno dei problemi vitali per la sopravvivenza dell'apicoltura stessa: si ricordava nella premessa la lotta condotta contro la varroasi che ha colpito gli apiari negli anni passati. La varroasi continua ad essere la principale patologia delle api. Gli accertamenti eseguiti nel 1996 dai Servizi veterinari delle ASL hanno evidenziato il 70% di positività negli apiari controllati.
Sotto il profilo sanitario risulta importante anzitutto conoscere non solo il numero di alveari posseduto, ma anche la loro ubicazione: all'articolo 12 è pertanto previsto il censimento del patrimonio apistico regionale, sulla base di una denuncia annuale da presentarsi a cura degli apicoltori ai Settori regionali territoriali dell'agricoltura. Gli apiari vengono inoltre individuati con l'apposizione di un cartello, rendendone per qualsiasi esigenza, immediatamente identificabile il proprietario.
Gli articoli 13 e 14, ricollegandosi agli adempimenti previsti dal regolamento di polizia veterinaria approvato con DPR n. 320/1954, pongono rispettivamente l'accento sull'obbligatorietà della denuncia, da parte dei possessori o detentori di alveari, di ogni caso di malattia diffusiva delle api nonché sui comportamenti da tenersi in ordine al materiale infetto.
Considerata l'importanza rivestita per il settore apistico dagli aspetti sanitari, nel corso dell'esame in sede referente presso la Commissione III si è rilevata inoltre l'opportunità di rafforzare e migliorare la normativa igienico-sanitaria contenuta nel testo originario del provvedimento, anche prevedendo una valorizzazione del ruolo da attribuirsi ai Servizi veterinari delle ASL.
Essendo priva di qualsiasi validità l'autocertificazione sanitaria da rilasciarsi a cura del venditore del materiale apistico, contenuta in origine nel testo dell'articolo 15, si è provveduto a modificare l'articolo in oggetto prevedendo una dichiarazione del venditore attestante che l'azienda apistica di provenienza è soggetta al controllo sanitario dell'ASL competente e riportante le indicazioni relative al libretto sanitario aziendale di cui, ai sensi dell'articolo 16 - introdotto nell'articolato in sede di Commissione - ogni apicoltore deve dotarsi.
Particolare rilievo assume la tutela delle api da sostanze tossiche. Il disegno di legge ribadisce il divieto di trattare con fitofarmaci ed erbicidi tossici le colture frutticole in fioritura o in presenza di fioriture delle vegetazioni sottostanti.
Nell'articolo 18 viene valorizzato il ruolo dei Servizi veterinari delle ASL cui è affidata la pratica attuazione dei piani di profilassi e di vigilanza.
Inoltre, ritenendo indispensabile, ai fini della corretta attuazione dei piani di profilassi sanitaria, dotare il servizio veterinario pubblico di adeguati strumenti di verifica diagnostica e di ricerca scientifica, in sede di Commissione si è deciso di introdurre un articolo relativo all'istituzione, presso l'Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, del 'Centro apistico regionale' attribuendo allo stesso, tra l'altro, i seguenti compiti: eseguire accertamenti diagnostici nell'ambito dei piani regionali di profilassi verificare, con apposite analisi di laboratorio, le caratteristiche igienico-sanitarie e commerciali dei prodotti apistici; assicurare un adeguato supporto tecnico-operativo ai Servizi veterinari delle ASL collaborare a programmi di ricerca scientifica; supportare iniziative di qualificazione sanitaria e di promozione dei prodotti apistici.
Il Capo VI tratta della disciplina del nomadismo.
E' essenziale che la Regione Piemonte riconosca il valore della pratica apistica del nomadismo, in quanto la stessa risulta fondamentale per l'apicoltura produttiva, di cui ne costituisce l'aspetto peculiare; infatti l'attività apistica acquisisce reale valore economico solo con lo sfruttamento di fioriture in zone diverse raggiunte con lo spostamento degli alveari. Il disegno di legge si propone pertanto di incentivare tutelare e razionalizzare l'esercizio di tale pratica.
L'emanazione di una disciplina regionale consentirà di superare tutti i regolamenti, più o meno legali, emanati dai vari enti (Comuni, Enti parchi) e finalizzati in realtà ad ostacolare, per motivi campanilistici, il nomadismo, quasi che lo stesso sottraesse risorse agli apicoltori stanziali, quando al contrario tale importantissima pratica risulta fondamentale per l'utilizzo delle produzioni di nettare e pollini presenti.
Gli articoli 21, 22 e 23, relativi alla disciplina specifica del nomadismo, oltre a sancire il diritto dei nomadisti a posizionare i propri alveari in qualsiasi località del territorio regionale perseguono la finalità di tutelare, con stringenti obblighi a carico degli apicoltori che adottano tale pratica, il patrimonio apistico piemontese sotto l'aspetto sanitario.
Il disegno di legge si prefigge inoltre di assoggettare alle medesime regolamentazioni anche gli apicoltori che provengono da altre regioni.
Infine, l'articolo 24 affida alla Regione il compito di regolamentare la distanza degli apiari e gli spostamenti di quelli nomadi, sulla base dei dati acquisiti con il censimento del patrimonio apistico e la mappatura delle risorse mellifere.
Nel Capo VII vengono dettate norme in merito all'allevamento e alla selezione delle api regine.
La produzione viaggia di pari passo con la selezione. E' pertanto importante che vengano salvaguardati ed aiutati gli allevatori di api regine.
Le iniziative trovano la loro giustificazione nell'esigenza di lavorare sui ceppi di api perfettamente acclimatati nei nostri ambienti; esistono infatti problemi legati all'importazione di regine da altre regioni (Emilia e Toscana), in quanto mal si adattano alle condizioni climatiche piemontesi.
Al fine di promuovere e tutelare il lavoro di selezione e miglioramento genetico delle api piemontesi assume particolare importanza l'albo degli allevatori di api regine, il quale consentirà di individuare coloro che allevano api regine selezionate nonché l'istituzione di zone di rispetto finalizzate ad evitare l'inquinamento con materiale genetico estraneo alle linee selezionate, al fine di tutelare il relativo lavoro di selezione.
Il Capo VIII norma l'importante materia della vigilanza e delle sanzioni.
Al fine di consentire un'effettiva vigilanza sullo stato di attuazione della legge, lo svolgimento coordinato di tale compito è stato affidato a tutti gli enti pubblici interessati, per le parti di relativa competenza: uffici della Regione, Comuni, Servizi veterinari, Corpo forestale.
Di non minore rilevanza risultano le previsioni sanzionatorie esplicitate nell'articolo 29. In sede di Commissione si è deciso, tra l'altro, di ricondurre alle norme nazionali (legge n. 218/1988) le sanzioni previste rispettivamente per l'omessa denuncia di malattia diffusiva delle api e per l'abbandono di materiale infetto, elevandone l'importo previsto in origine. L'autorità competente a determinare con ordinanza-ingiunzione la somma dovuta per le violazioni accertate è il Presidente della Giunta regionale, fatte salve le funzioni amministrative sanzionatorie in materia di sanità pubblica veterinaria delegate alle ASL dalla legge regionale 3 luglio 1996, n. 35.
Nel Capo IX sono infine contenute le disposizioni finanziarie, in cui si prevede che il finanziamento degli interventi previsti dalla legge possa basarsi su risorse di provenienza comunitaria, nazionale, regionale e degli enti locali.
Con l'art. 31 si demanda alla Giunta regionale il compito di adottare le istruzioni applicative della legge.
Il lavoro in Commissione, durato un anno, è stato lungo ed approfondito, con la consultazione dei soggetti interessati e con lo svolgimento di numerose sedute, volte alla definizione dell'articolato del disegno di legge.
Il provvedimento ha ottenuto il parere favorevole della UE in ordine al regime di aiuti dallo stesso istituito.
Se ne raccomanda pertanto la rapida approvazione, al fine di dotare il settore apistico piemontese di un atteso strumento normativo di disciplina tutela e sviluppo.".



PRESIDENTE

Sulla relazione della Consigliera Cotto è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Moro; ne ha facoltà.



MORO Francesco

E' in discussione il disegno di legge n. 290, la cui relazione è stata svolta dalla Consigliera di maggioranza, Mariangela Cotto.
Questo disegno di legge è stato discusso in III Commissione e riguarda le norme per la disciplina, la tutela e lo sviluppo dell'apicoltura in Piemonte.
Pur essendo la tematica dello sviluppo dell'apicoltura importante per lo sviluppo del miele in Piemonte, data anche la pregiata qualità del prodotto, questo disegno di legge presenta però dei problemi perché esclude dai finanziamenti i produttori apistici a part-time ed aiuta invece solo gli imprenditori.
Come Gruppo di Rifondazione noi pensiamo che tutti i produttori debbano ricevere gli aiuti e quindi non ci siano discriminazioni od esclusioni dal provvedimento.
Riteniamo pertanto che se ci fossero state queste presenze, questo disegno di legge avrebbe anche potuto essere una buona legge, però - ripeto ha delle limitazioni, per cui noi non parteciperemo al voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Svolgo un breve intervento per motivare il voto del Gruppo di Alleanza nazionale.
Questo provvedimento, come i colleghi ricorderanno, era già approdato all'attenzione dell'aula, ma molto opportunamente ne fu richiesto il ritorno in Commissione perché fu rilevata una carenza relativa agli aspetti igienico-sanitari (la collega Bortolin, Presidente della III Commissione lo ricorda bene perché è stata tra i principali artefici del ritorno di questo provvedimento all'approfondimento della Commissione).
E' pur vero che con questo provvedimento anche l'ultima Regione d'Italia (purtroppo siamo fanalino di coda su questa materia) si dota di una legge quadro, sostanzialmente, che va a regolamentare tutti gli aspetti dell'apicoltura. Visto comunque che il tempo è passato e siamo l'ultima Regione ad approvare un disegno di legge del genere tanto valeva farlo veramente bene e "perdere" ancora qualche settimana e quindi dotarci di una legge migliore.
Questa legge, come ha ricordato la relatrice Cotto, fondamentalmente mira a regolare, migliorare, potenziare e in genere a tutelare il settore dell'apicoltura, sia dal punto di vista della produzione sia sotto il profilo igienico-sanitario.
Viene operata una distinzione fondamentale fra gli apicoltori amatoriali e i produttori professionali. Questo è un punto sul quale in Commissione si è molto discusso, però alla fine si è ritenuto che fosse opportuno perché le risorse non sono inesauribili e quindi si doveva valutare in che modo destinarle. Pertanto, si è operata una scelta di tipo politico in questo senso.
La differenziazione esiste anche per quanto riguarda il tipo di produttori, perché ci sono produttori di pianura, di collina e di montagna che ovviamente hanno necessità diverse e quindi andava valorizzata questa differenza.
Ovviamente questa legge mira a evidenziare il ruolo fondamentale e insostituibile dell'ape nell'impollinazione di molte piante; è un'attenzione dovuta anche da parte del legislatore a questi piccolissimi animali che svolgono una funzione assolutamente utile e insostituibile.
Come è stato ricordato, si approfondisce anche la disciplina del nomadismo che in passato molti problemi ha dato perché non esistendo un riferimento chiaro come una legge regionale si faceva riferimento a regolamenti comunali quando non addirittura a regolamenti di enti parco o altri enti locali territoriali analoghi che hanno tentato, non sempre in modo giusto, di regolare questa materia. Però molto spesso si è finito per esaltare magari situazioni localistiche, campanilistiche e non si è fatto un buon servizio per gli apicoltori e in genere per l'attività che le api svolgono.
Nell'approfondimento di tipo sanitario che si è svolto, si è potuto verificare quanto purtroppo alcune patologie, in particolare la varroasi interessino anche gli alveari piemontesi e quindi l'attenzione che deve essere posta nell'uso e non nell'abuso delle sostanze chimiche terapeutiche che possono fatalmente passare come ricaduta negativa sui prodotti, quindi il miele, il polline, la pappa reale, con conseguenti gravi rischi per il consumatore qualora non si provvedesse a limitare l'uso di alcune sostanze e soltanto in determinate quantità.
Esiste ovviamente un aspetto burocratico che con un lavoro puntuale anche della sottocommissione, si è ridotto veramente al minimo, stante il quadro normativo che regola il settore a livello nazionale. Richiamo soltanto il Regolamento di Polizia veterinaria del 1954 che già qualche decennio fa poneva molto puntualmente l'attenzione su alcuni aspetti fondamentali di carattere sanitario.
Si evidenzia anche il ruolo che dovranno svolgere i Servivi Veterinari regionali e il costituendo Centro Apistico regionale che sarà istituito presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte-Liguria-Valle d'Aosta, che di fatto già in nuce esiste perché un'attività di questo tipo già viene svolta da anni, ma è giusto che con questo strumento andiamo a definire anche la istituzione del Centro Apistico regionale.
Trattandosi di una legge quadro si va a toccare tutta una serie di settori, comunque credo che la relazione svolta dalla collega Cotto abbia chiarito quali sono questi punti e per brevità mi limito soltanto alle brevi note di cui sopra.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Ho poche cose da aggiungere alla relazione molto ampia svolta dalla Consigliera Cotto, che non ha destato molto interesse in aula, ma è argomento che invece ha coinvolto la III Commissione e coinvolge nel nostro Piemonte parecchie migliaia di cittadini che si dedicano all'apicoltura a livello hobbistico, che ne fanno un secondo motivo di impegno non lavorativo, ma comunque di cura delle api, che come l'Assessore Bodo potrebbe sottolinearci con dovizia di elementi arreca un grande beneficio all'agricoltura e al settore frutticolo in particolare.
Abbiamo lavorato molto ed esprimiamo la nostra soddisfazione per il risultato raggiunto, anche se come III Commissione abbiamo dovuto superare non poche difficoltà e disagi: trovare un accordo tra Associazioni di categoria che ritenevano di dover avere il privilegio di organizzare gli apicoltori e l'Associazione volontaria degli apicoltori hobbistici, è stato lavoro non di poca fatica. Occorre riconoscere che l'Assessorato all'agricoltura e lo stesso comparto del Servizio veterinario della nostra Regione hanno apportato, da questo punto di vista, un notevole contributo.
Il Consigliere Mancuso, anche come tecnico, ha sottolineato aspetti estremamente importanti del provvedimento, che non voglio riprendere se non per far rilevare che, anche se non soddisfa completamente le necessità dei vari operatori, si tratta comunque di una legge - ultima in Italia - che ci consente di regolamentare l'attività apistica nella nostra regione.
C'è un piccolo inconveniente - e mi rivolgo all'Assessore all'agricoltura -: nella disposizione finanziaria abbiamo rinviato una legge alla fine fatta bene, che prevede pressoché tutti gli interventi necessari a tutelare l'attività apistica nonché la salute dei cittadini però alla fine dell'art. 30 "Disposizioni finanziarie", non abbiamo definito di non stanziare alcunché, in attesa della definizione del bilancio. Ora, il bilancio di previsione l'abbiamo discusso e votato abbiamo ora necessità di conoscere, Assessore, con quali mezzi possiamo cominciare a lavorare. Ho cercato di far rilevare, brevemente, il lavoro svolto, la bontà e l'importanza della legge, ma senza alcun minimo finanziamento rischiamo di approvare un provvedimento che rimarrà inattuato.
Chiederei all'Assessore di esprimersi rispetto ai tempi e all'entità del finanziamento, anche perché, contestualmente, potremmo assicurare/rassicurare i cittadini piemontesi che in tal senso operano dell'impegno non solo formale, attraverso la legge, ma anche sostanziale attraverso il finanziamento, che la Regione Piemonte, finalmente, vuole attuare in questo settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, a mio avviso si tratta di un'ottima legge, portata in Consiglio dall'Assessore all'agricoltura, dopo l'esame della III Commissione; un provvedimento meritorio di attenzione, al servizio dell'apicoltura.
Ricordo però, che non esistono leggi di serie A) e leggi di serie B) sono invece ferme da parecchi anni in Commissione assistenza proposte di legge, che personalmente ritengo valide come quella in esame, se non di più, perché manca la disponibilità del Consiglio e della Commissione di discuterle e portarle avanti.
Come protesta in tal senso, non parteciperò al voto della legge in esame.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, annuncio immediatamente il voto sostanzialmente favorevole del Gruppo del PPI. Un riconoscimento particolare, al contrario dell'amico Rubatto, per quanto svolto dalla Commissione; se ritardo c'è stato non è per colpa della Commissione n tanto meno, del suo Presidente, che ha lavorato con sagacia e tempestività per portare a buon termine il disegno di legge.
Mi riallaccio ad un'osservazione della collega Bortolin, relativamente al finanziamento. Chiedo all'Assessore Bodo quanto è stato riservato in bilancio, per quanto riguarda l'anno 1998 e soprattutto il 1999; risulta abbastanza anomalo e sostanzialmente s'intacca lo spirito di un'intera legge, il non prevedere alcun finanziamento per l'attività che lodevolmente è ascritta al provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, interverrò successivamente in fase di dichiarazione di voto, anche perché gli interventi che mi hanno preceduto e le domande poste dai colleghi Bortolin e Gatti riteniamo siano vincolanti rispetto all'espressione di voto riguardante la parte finanziaria, per far sì che non si tratti di legge solo sulla carta, ma possa diventare operante sul territorio con adeguate risorse a disposizione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il testo di legge in esame è indubbiamente importante, anche se può sembrare materia non di primissimo piano. Infatti, dietro alla disciplina della tutela e dello sviluppo dell'apicoltura in Piemonte, esiste un mondo amplissimo di cittadini, e non soltanto di coltivatori professionali, appassionati a questo tipo di attività.
Non si tratta dunque di provvedimento irrilevante, anche se chiaramente, quando si esaminano determinati provvedimenti ci si chiede perché altri, di almeno pari importanza, giacciano in Commissione e non vengano presi in considerazione.
Tra poco esamineremo un documento riguardante una materia licenziata da quasi più di un anno dalla Commissione: la revisione dello Statuto.
Concordo con il Consigliere Rubatto: vi sono leggi importanti, quali quelle relative all'assistenza, che non poche persone bisognose attendono ma pensiamo anche alla lunga attesa di riforma su materie di carattere istituzionale. Non esiste soltanto la questione, delicatissima, della normativa Bassanini, lasciata un po' alla deriva, senza una gestione complessiva da parte dell'esecutivo, vi è anche tutta la materia inerente allo Statuto, abbandonata da circa 6/7 mesi, e rispetto alla quale sento di dovere, anche per il ruolo che ho svolto, Vicepresidente della Commissione e per quasi un anno, di facente funzione alla Presidenza, di cogliere tutte le occasioni per ricordare all'aula, a lei, Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta regionale, nonché alla maggioranza, la necessità di assumere tempestive decisioni.
Si è infatti svolto molto lavoro; si è attivato un significativo gruppo di consulenti per il quale sono state spese risorse di carattere pubblico e, soprattutto, emerge l'esigenza oggettiva di misurarsi su un tema, tra quelli di riforma istituzionale, dei più importanti rispetto ai quali i Consiglieri regionali hanno non soltanto l'onere, ma anche l'onore di potersi misurare e di poter esprimere posizioni relativamente al grande dibattito politico-costituzionale in corso.
Tornando alla materia in esame - tutte le materie hanno una propria dignità, e ben venga che un provvedimento legislativo presentato possa giungere in aula - desidero far rilevare che la domanda inerente il finanziamento è assolutamente centrale. Mi pare che la struttura anche legislativa del provvedimento tenga conto di tutti gli aspetti, anche per esempio quello, molto delicato, della tutela delle api da sostanze tossiche. Effettivamente è calata nella realtà del nostro Piemonte e nella realtà attuale di tanti problemi connessi all'agricoltura, ma non prevedere la parte di carattere economico è non solo un modo per rendere il provvedimento non operante, ma anche per rendere poco fiduciosi i cittadini, che in qualche modo dovranno applicare queste normative.
Mi sembrava, peraltro - e concludo anch'io attendendo subito le dichiarazioni dell'Assessore all'agricoltura - che forse l'Assessore all'agricoltura avrebbe dovuto quasi anticipare la questione. E' vero che è stata redatta una relazione, ma la relatrice o l'Assessore avrebbero dovuto anticipare questo punto perché questa è una condizione importante anche per la dichiarazione di voto. Una un cosa è che il provvedimento sia valido altra cosa che sia operante. Pertanto, dopo le dichiarazioni dell'Assessore, chiedo al Presidente del Consiglio eventualmente di consentirci di intervenire nuovamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi pare che il disegno di legge che stiamo per approvare sia più importante di quella che è l'attenzione di quest'aula, anche perché investe moltissimi operatori del settore, che attendevano questa normativa ormai da parecchio tempo. Infatti la Regione Piemonte, come ha già detto la relatrice Cotto, risultava essere l'unico istituto regionale italiano a non essersi ancora dotato di una legge specifica.
Mi pare che dare risposte agli operatori che attendevano, ormai, da molto tempo, sia un dovere di questa assemblea regionale.
In Commissione c'è stato un dibattito costruttivo e si è anche entrati nel merito di alcuni aspetti molto delicati, come sottolineava il collega Mancuso, come quelli sanitari e relativi alla sicurezza. Noi dobbiamo tenere presente che oggi si sta andando sempre nella direzione di un mercato selettivo, quindi attento al prodotto e che presta molta attenzione all'aspetto qualitativo dello stesso. La preoccupazione è che il prodotto che andrà sul mercato abbia caratteristiche di alto livello qualitativo.
Forse sarebbe opportuno, per la funzionalità della stessa legge - stesso discorso vale per la moltitudine di leggi che l'assemblea regionale vara a distanza, magari di dodici mesi, una verifica dell'attuazione della legge alla luce dei suoi risultati, ma soprattutto per sentire le risposte degli apicoltori e, di conseguenza, capire se abbiamo veramente risposto alle attese legittime di un importante settore della nostra regione.
Penso che la Giunta si debba assumere questo impegno, nella persona dell'Assessore Bodo, sempre disponibile e attento alla materia, e lo chiediamo con forza proprio perché crediamo che l'aspetto qualitativo sia oggi, per tutto il mercato, per qualsiasi tipo di prodotto ma, a maggior ragione, per questo tipo di prodotti, estremamente importante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Poche considerazioni in quanto i colleghi intervenuti sono stati molto chiari nei loro interventi.
La legge in oggetto tende a stimolare una produzione di miele italiano e, a nostro modo, dovrebbe non solo essere competitiva, ma dovrebbe "rosicchiare" quote di mercato che oggi sono detenute da mieli cinesi. Chi ha partecipato alle riunioni di Commissione avrà sentito dal servizio veterinario che tali mieli vengono parzialmente controllati sulla base di campioni sperimentali.
Anche se non è una legge della massima importanza, è comunque rivolta a 7000 operatori, amatoriali o non amatoriali, a persone che hanno voglia di lavorare in questo campo e di accrescere il volume della produzione del miele e dei prodotti derivati a livello regionale.
Sotto questo aspetto, la legge tende ad essere stimolante e a garantire un sostegno a persone che trovano in questa attività non solo un riscontro economico, ma anche un'occasione per sviluppare le loro passioni personali che sono comunque sane e di interesse generale.
Un altro aspetto già sollevato - e che riconfermo - è che l'apicoltura oltre a svolgere una funzione propria, svolge anche una funzione molto positiva per le coltivazioni frutticole e quindi concorre, indirettamente attraverso l'impollinazione, a far sì che anche altre produzioni possano trarne benefici.
Per quanto riguarda i fondi - mi confronterò anche in Commissione, dal momento che questo articolato di legge è scaturito con la collaborazione di tutti - verranno messi a disposizione già in fase di assestamento di bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion per dichiarazione di voto.



BELLION Marco

Come ha detto l'Assessore, è una leggina che viene a sanare una carenza storica della nostra regione, rispetto ad un settore così importante, non solo per gli addetti al settore stesso, ma per l'intero comparto agricolo e, in particolare, un settore come quello frutticolo che in molte zone della nostra regione rappresenta, in termini di fatturato, una risorsa economica non indifferente per le popolazioni.
L'insieme del testo, sul quale abbiamo espresso parere favorevole in Commissione, anche perché è stato un testo - come è già stato ricordato anche dalla relatrice - approfondito e in buone parti modificato, in seno alla Commissione stessa, ci vede quindi favorevoli.
Accettiamo le assicurazioni dell'Assessore che or ora ci ha dato rispetto all'impegno, in sede di assestamento, di andare con finanziamenti adeguati - questa è la nostra raccomandazione - magari preventivamente illustrati e dibattuti in sede di Commissione agricoltura, a sanare questa carenza che anch'io credo sia uno dei nei che caratterizzano la legge.
Il nostro voto sarà dunque favorevole, proprio nell'insieme della legge, con una riserva rispetto all'art. 30, riguardante le disposizioni finanziarie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti per dichiarazione di voto.



GATTI Agostino

Per ribadire il voto favorevole del Gruppo, però con un rammarico.
Avevo chiesto all'Assessore che fosse più puntuale sullo stanziamento d'altronde il bilancio è passato e l'assestamento è a breve termine. E' una delle critiche maggiori che vengono fatte dall'Associazione, ed uno dei rilievi che avevamo fatto in sede di Commissione e che vedo ancora non esaustivi.
Tuttavia, anche per lo spirito di collaborazione e solidarietà che abbiamo dato al lavoro della Commissione, riteniamo di dare parere favorevole, sperando che quanto promesso dall'Assessore diventi realtà nel più breve tempo possibile. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro per dichiarazione di voto.



MORO Francesco

Brevemente, per ribadire quanto ho espresso in sede di discussione generale. Questa proposta di legge la consideriamo, a parte una leggina discriminatoria verso una parte di produttori, che sono rappresentati dai part time, e perché contiene dei finanziamenti non sufficienti, che non vanno a beneficiare una leggina che avrebbe potuto diventare importante.
Per queste considerazioni, non parteciperemo al voto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Quanto dice il collega Moro credo sia vero solo in parte, nel senso che la legge, all'art. 7, al comma II, parla degli apicoltori amatoriali, per poi dà loro l'incentivo affinché nell'arco di cinque anni diventino produttori professionisti.
Quindi, anche se non si è apicoltori professionisti, vengono previsti dei finanziamenti. Penso che questo sia il primo tentativo per cercare di ammettere anche quegli apicoltori che oggi non sono professionisti, ma che poi, nell'iter della loro attività, potrebbero diventarlo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

La mia non è una replica all'Assessore. Devo dire al Consigliere Moro che ha sollevato una questione giusta, ma che in Commissione, grazie anche al contributo degli apicoltori hobbistici, è stata risolta. Le questioni erano due: quella che ha rimarcato adesso l'Assessore, ma anche quella che riguarda la Commissione apistica regionale.
Le istanze degli apicoltori hobbistici sono state recepite, da questo punto di vista, all'art. 3 e all'art. 6, per cui viene a cadere la motivazione del non voto da parte del Gruppo di Rifondazione Comunista.
E' una puntualizzazione affinché non appaia che la Commissione e il Consiglio non hanno tenuto conto dei problemi che hanno sollevato circa 5.000 apicoltori hobbistici nella nostra regione.
La questione, dunque, è stata risolta agli articoli che ho ricordato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Voglio precisare al Presidente della III Commissione che ho capito bene quanto lei sosteneva poc'anzi, cioè che è stato recepito quanto ho sottolineato ed è stato sollevato anche dall'Associazione.
Questo era uno degli aspetti che rimarcavo, ma rilevavo soprattutto la non sufficiente presenza di finanziamenti che davano per scontato che questa piccola legge avrebbe avuto una valenza importante, ma che, non essendoci i finanziamenti adeguati, rimane solo un'ipotesi positiva.
E' vero che sono state recepite le osservazioni che facevo, ma i finanziamenti non sono adeguati per far sì che questi 7.000 operatori imprenditori o quantomeno persone che intendono svolgere l'attività di apicoltura, abbiano gli adeguati finanziamenti preposti per essere agevolati nell'attività di questo prodotto, che ovviamente - l'ho rimarcato è di ottimo pregio sul piano organolettico e di qualità.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 43 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'art. 31 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 42 hanno risposto SI' 42 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 539: "Modifica degli artt. 14 e 82 dello Statuto della Regione Piemonte", ai sensi dell'art. 123 della Costituzione presentata dalla Commissione Speciale per la revisione dello Statuto


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame della proposta di deliberazione n. 539, di cui al successivo punto 11) dell'o.d.g.
La parola per la relazione alla Presidente della Commissione Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla, relatrice

La relazione ricorda come sia stata istituita una Commissione per la revisione dello Statuto e parte dall'ordine del giorno n. 565 del luglio 1997 attraverso il quale il Consiglio regionale del Piemonte invitò la Commissione speciale per la revisione dello Statuto a prendere in esame prioritariamente la questione della composizione dell'Ufficio di Presidenza e di valutare l'opportunità di proporre le conseguenti modifiche statutarie affinché esse fossero vigenti, se possibile, già in allora per il rinnovo dell'Ufficio di Presidenza. Cosa che poi nella pratica non è avvenuta.
La Commissione speciale per la revisione dello Statuto, in attuazione quindi del su richiamato ordine del giorno, ha posto all'esame dei propri lavori l'art. 14, primo comma, e di conseguenza l'art. 82, terzo comma dello Statuto. In data 20 settembre 1997 i componenti presenti alla seduta della Commissione speciale per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte hanno licenziato con parere favorevole unanime le proposte di modifica statutaria.
Peraltro, a questa discussione che fu fatta in diverse sedute parteciparono in allora anche i rappresentanti di Alleanza nazionale questo per dovere, perché dopo i rappresentanti di AN decisero di soprassedere alla presenza nella Commissione Statuto. Ho voluto inserire questo punto che è di natura politica evidentemente per ricordare ai colleghi di AN che quando si fa riferimento al voto unanime, in allora era di tutte le forze sia della maggioranza che dell'opposizione.
La Commissione Statuto ha ritenuto di modificare l'art. 14, primo comma, dello Statuto non prevedendo più specificamente il numero dei Vicepresidenti e dei Consiglieri segretari, rinviando alle disposizioni regolamentari l'individuazione precisa. Questo perché? Sostanzialmente c'è un punto solo in questo provvedimento: che modificandosi il sistema di carattere elettorale, quindi passando alla logica del maggioritario prevedere il numero dei Consiglieri segretari dentro lo Statuto significa prevedere praticamente la doppia lettura nazionale e quindi tutte le volte che ci dovesse essere una modificazione, prevedere un tempo di approvazione di quel provvedimento di più di un anno, perché c'è la doppia lettura in queste leggi. Questa è la motivazione per cui i componenti della Commissione hanno deciso di non stabilire il numero dei componenti dell'Ufficio di Presidenza all'interno dello Statuto, ma di rinviarlo al Regolamento.
Questo è il punto e il provvedimento in esame avvia questo iter semplicemente per questo punto che nasce da un'indicazione precisa dell'Ufficio di Presidenza Quindi si è ritenuto opportuno non prevedere direttamente nello Statuto la consistenza numerica dell'Ufficio di Presidenza stessa, rinviando al Regolamento. Ne consegue che abbiamo dovuto modificare l'art. 82, terzo comma, oggi vigente, prevedendo che nessuna iniziative per la revisione o l'abrogazione totale o parziale dello Statuto può essere assunta se non è trascorso almeno un anno dall'entrata in vigore dello Statuto o dell'ultima modifica.
Abbiamo dovuto modificare questo punto, altrimenti non potremmo rendere operante alcuna modificazione. Se è necessario un anno dall'ultima modifica, è chiaro che i tempi, essendo nella seconda parte della legislatura, sarebbero talmente lunghi che nessuna modifica potrebbe essere recepita.
Pertanto l'art. 82 risponde ad un'esigenza di carattere temporale, la modifica dell'art. 14, risponde al fatto che si possa cambiare il numero dei componenti l'Ufficio di Presidenza, sia per i Vicepresidenti che per gli altri componenti, rinviando al Regolamento E' nello spirito della deliberazione in oggetto il conseguimento di una maggiore snellezza nelle procedure.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Noi, come Gruppo, siamo tra i presentatori di uno degli ordini del giorno recepito con la modifica dell'art. 14 dello Statuto. Pertanto siamo favorevoli alla modifica, in quanto favorisce una rappresentanza nell'Ufficio di Presidenza più adeguata rispetto al passato.
Da questo punto di vista avevamo promosso - prima che si verificassero una serie di fatti - questo tipo di indicazione. Il problema era che ci trovavamo di fronte allo Statuto, quindi non si poteva applicare per le ragioni già esposte.
Questo tipo di esigenza ci pare oggi ancora più forte. Il problema della rappresentanza delle minoranza, non solo delle minoranze, ma anche di una più ampia rappresentanza all'interno della maggioranza, anche se ovviamente è la maggioranza a decidere, è un aspetto importante, in quanto l'Ufficio di Presidente è un organo dell'assemblea.
Oggi tale ufficio assume una maggiore importanza perché in fondo lo Statuto lo prevedeva già. Noi pensiamo addirittura che vi sia una violazione dello Statuto nella seconda parte di questa legislatura. Il fatto che lo Statuto già prevedesse la rappresentanza delle minoranze avrebbe dovuto spingerci a votare il nuovo Ufficio di Presidenza permettendo una rappresentanza di quelle minoranze che nella prima parte di legislatura non avevano trovato possibilità di essere rappresentate. Questo fatto - secondo noi - è un'interpretazione rigida e non pluralistica dello Statuto. Ciò ci rafforza nel sostenere la necessità di questa modifica.
Esistendo la possibilità di farlo si è, però, assunto un comportamento politico che va nella direzione opposta, ovvero si sono privilegiati degli elementi politici e non un criterio istituzionale che porrebbe i Gruppi sullo stesso piano. Invece, si è voluto ribadire, sia all'interno delle minoranze che delle minoranze, i puri rapporti di forza esistenti tra i Gruppi: tale atteggiamento è negativo.
Avevamo a suo tempo denunciato la cosa, ma oggi ci pare più importante la modifica dello Statuto per far sì che, almeno statutariamente, vengano introdotte quelle garanzie che politicamente la maggioranza dei Gruppi, che compongono questo Consiglio, non ha voluto attuare al momento del rinnovo dell'Ufficio di Presidenza.
Noi oggi facciamo una riflessione diversa sulla seconda modifica dello Statuto. Nel settembre '97, in un momento in cui c'era in Commissione Statuto una discussione e sembrava potesse maturare una modifica dello Statuto più ampia in tempi rapidi, non ci eravamo opposti, avevamo condiviso l'idea di abrogare quella norma dello Statuto che definiva che per un anno lo Statuto non si sarebbe modificato.
Noi consideravamo abrogazione in ogni caso transitoria, nel senso avrebbe dovuto ricomparire all'interno della modifica più generale. Noi riteniamo che lo Statuto non possa essere una legge che si modifica con facilità; prima di precedere alla modifica occorre riflettere seriamente.
Pertanto, introdurre l'elemento temporale "un anno" ci pare un'innovazione.
Oggi non ci troviamo di fronte ad una modifica generale dello Statuto; non credo si arrivi, nell'arco di un anno, alla modifica sostanziale dello Statuto che la maggioranza di questo Consiglio - non voglio ricordare la posizione di Rifondazione comunista - voleva operare.
Ci pare che questo non sia più di attualità, pertanto introdurre questa seconda modifica semplicemente legata al primo punto ci sembra inopportuno.
Noi pensiamo che questa seconda modifica non abbia più quel senso di urgenza che aveva, quindi si potrebbe soprassedere, se gli altri Gruppi sono d'accordo. Il limite che si fissa tra una modifica dello Statuto e l'altra potrà essere discusso quando si discuterà globalmente lo Statuto.
Siamo tutti abbastanza coscienti che una discussione sullo Statuto non riprenderà presto e quindi non approderà, nell'arco di un anno, ad una discussione generale.
Quindi noi chiediamo che la questione inerente al secondo punto non venga posta in votazione e quindi ritirata. Nel caso in cui questo non sarà possibile, il nostro voto non sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo non come relatrice.
Farò un breve intervento che in qualche modo prescinde dalla deliberazione, che ha un suo percorso ed è un mero rinvio al Regolamento.
Farò solo una considerazione di carattere politico, che rivolgo direttamente al Presidente del Consiglio.
Il Presidente ricorderà che quando si discusse l'ordine del giorno originario, che ha prodotto il provvedimento n. 565 del luglio 1997, vi fu una discussione che riguardava il rinnovo dell'Ufficio di Presidenza. Oggi i componenti l'Ufficio di Presidenza sono sei - in passato erano sette - ma il numero dei componenti l'Ufficio di Presidenza corrispondeva anche ad una precedente fase politica completamente diversa. E' chiaro che è stato stabilito in un'epoca in cui le minoranze erano molto meno rappresentate di oggi, perché il maggioritario ha individuato grandi Gruppi, al cui interno come anche le ultime elezioni mettono in evidenza, emerge sempre di più l'esigenza di una caratterizzazione. Questa è una considerazione di carattere generale, che magari estenderemo. Nel frattempo, è nata la Lega ma anche altri Gruppi, per cui quando è stata varata l'ultima modifica dello Statuto queste forze politiche non erano ancora rappresentate. A questo punto i Gruppi che oggi compongono le minoranze sono molto più numerosi: dato oggettivo che non ci sembra tenderà a ridursi.
A questo punto avevamo valutato e poi il Presidente del Consiglio Picchioni, nel suo ultimo intervento riprese la questione: che accanto al numero ufficiale dei componenti dell'Ufficio di Presidenza, che oggi sono sei e tali devono restare, nulla vieterebbe al Presidente del Consiglio in carica di dotarsi di una sorta di consultazione permanente, coordinamento più allargato, che possa in qualche modo intervenire sulle grandi questioni (questo lo dicevo prima, ma lo voglio ribadire nella sede di questa discussione anche perché riprendo un argomento fatto già dal Presidente del Consiglio prima di lei). Si tratterebbe di una sorta di coordinamento, di consultazione, di consulta, che non deve diventare un organismo, ma auspichiamo che diventi un comportamento politico del Presidente del Consiglio regionale che accanto alla consultazione e ai compiti che tali dovrebbero restare dell'Ufficio di Presidenza tenga in considerazione anche il fatto che molti Gruppi non sono rappresentati nell'Ufficio di Presidenza, molti della minoranza, ma c'è la Vicepresidente che mi ascolta e quindi potrà riferire anche questo pezzetto, molti della minoranza dicevo - ma ce n'è qualcuno anche della maggioranza, perché la questione non è una questione che riguarda un elemento di sfiducia. Vediamo che oggi le competenze sono anche molto ampliate complessivamente, che vi è una modificazione anche degli atteggiamenti politici e poi soprattutto perch noi siamo in una fase di grandi modificazioni di carattere istituzionale.
Per cui la proposta è soltanto questa; è una proposta di carattere politico; è una riflessione di carattere politico già fatta dal Presidente Picchioni, che un po' come sintesi della sua esperienza politica, dei suoi due anni e mezzo, aveva ritenuto di portare all'aula, in un momento quindi autorevole.
In questo senso mi sono permessa di riprenderla, anche perché fu oggetto di dibattito nel corso di quella discussione e anche perché con l'ordine del giorno che noi abbiamo approvato e che dà vita a questa deliberazione, abbiamo convenuto come Consiglio sulla utilità e sulla opportunità di ampliare il numero dei componenti dell'Ufficio di Presidenza. Dato però che sarà estremamente difficile nel corso di questa legislatura poterlo fare, si potrebbe ovviare con questo rapporto politico istituzionale che il Presidente del Consiglio regionale o chi riterrà dentro la Presidenza può avere con i Gruppi che non sono rappresentati sulle grandi questioni. Questa è cosa che aggiungo io, perché ritengo invece che sulle questioni che attengono a tante deleghe che hanno i componenti dell'Ufficio di Presidenza, non è che si tratti di ordinaria amministrazione, ma sono questioni che l'Ufficio di Presidenza nella sua composizione attuale può ampiamente vedere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il collega Papandrea ha già spiegato il comportamento del Gruppo e ha illustrato come in occasione di questa modifica noi riproponiamo una questione relativa oltre che a una scorrettezza politica anche ad una scorrettezza di carattere statutario che ha impedito, evidentemente per la sete di potere di qualcuno, di accedere secondo il dettato statutario all'Ufficio di Presidenza da parte delle minoranze. Invece qui c'è qualcuno che è più minoranza di un altro e ha impedito il rispetto dello Statuto.
Molti complimenti a tutto l'Ufficio di Presidenza! Molti complimenti.
Allora, la proposta della collega Spagnuolo è interessante perché pur all'interno di questa situazione...



PRESIDENTE

Scusi Consigliere, mi sono distratto un attimo, non ho inteso le sue ultime parole. Non ho capito la battuta.



CHIEZZI Giuseppe

Dicevo che le proposte della collega Spagnuolo sono molto interessanti perché pur all'interno di questa situazione, che non riteniamo n statutariamente corretta né politicamente corretta, propone un metodo di lavoro da parte del Presidente del Consiglio che perlomeno può permettere ai Gruppi di minoranza non rappresentati nell'Ufficio di Presidenza di conoscere - nei limiti che il Presidente eventualmente decide - alcune tematiche che sono oggetto di attenzione da parte dell'Ufficio di Presidenza.
E allora questa proposta inerente il comportamento verso i Gruppi di minoranza dell'aula del Presidente del Consiglio sembra anche al nostro Gruppo molto utile, per tanti motivi. Non ultimo quello di riuscire ad essere informati su cosa succede all'interno dell'Ufficio di Presidenza collega Spagnuolo, perché io non so se hai memoria differente dalla mia, ma io non ricordo che da parte dei componenti dell'Ufficio di Presidenza sia mai stato svolto in quest'aula, neppure da quelli di minoranza, una qualche informazione originale su quanto si discute, ci si confronta e si decide nell'Ufficio di Presidenza. Cioè da questo punto di vista il dibattito interno all'Ufficio di Presidenza è tenuto segreto, nei fatti, anche in quest'aula: non sappiamo mai nulla.
Sono anche stupito che tutto fili così d'amore e d'accordo all'interno di un Ufficio di Presidenza che ha in ogni caso una rappresentanza politicamente visibile molto ampia.
La proposta della Consigliera Spagnuolo può permetterci di conoscere eventualmente a giudizio del Presidente, anche quelle cose che nessun componente dell'Ufficio di Presidenza si è mai occupato di farci conoscere in tutti questi anni. Per cui io caldeggio questa proposta, beninteso è sotto forma di cauto invito, rispettoso al Presidente: valuti il Presidente se forse anche questo elemento non può aiutarlo a svolgere il difficile compito al quale è stato eletto.



PRESIDENTE

Desidero informare l'aula che il testo comprende un banale errore materiale. Nella corrispondenza, dove c'è scritto 20 settembre 1997, si deve intendere 20 ottobre, perché la riunione della Commissione che viene citata, che aveva approvato questo provvedimento, è del 20 ottobre e non del 20 settembre, come riportato sia nella comunicazione che nella relazione del provvedimento.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signore Presidente, colleghi Consiglieri, non ho avuto modo di partecipare alla discussione relativa alla proposta di legge in oggetto: in quella data ricoprivo ancora un altro incarico. Ho avuto modo successivamente, di partecipare alla riunione di Commissione presieduta dalla Consigliere Spagnuolo. Ritengo che questo argomento può essere condiviso per dare spazio correttamente alle minoranze, ma non condivido le parole del Consigliere Chiezzi quando parla di evidenti scorrettezze politiche da parte di chi ha mantenuto questo stato di cose o di evidenti scorrettezze dovute alla bramosia di potere (non so di chi e a chi si rivolgesse).
In questo Consiglio penso che queste siano affermazioni di una certa gravità. Mi pare che in quest'aula nessuno abbia mai voluto, da quando sono stato eletto, prevaricare alcuno; anzi, c'è stata - e lo possono testimoniare i verbali - un'applicazione estensiva dei Regolamenti.



PRESIDENTE

Chiederei ai Consiglieri un po' di silenzio, altrimenti non si riesce a seguire con la dovuta attenzione queste discussioni.
Scusi, Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Il mio intervento non è sicuramente importante o tale da dover avere né io la richiedo - l'attenzione di tutto il Consiglio.
E' forse utile per tutto il Consiglio riportare in una sede corretta i termini di questa questione. Se gli argomenti vengono affrontati in questo modo, uno che non conoscesse l'autentica volontà di modifica di questi articoli potrebbe tranquillamente rimandare al mittente le affermazioni avanzate poc'anzi.
Ritengo che sia quanto meno doveroso ribadirle e tenerle agli atti perché, se c'è una volontà di apertura, questa si determina con il passaggio di questa modifica. Si tratta di un'apertura estremamente democratica, che condivido anche personalmente, ma che è corretto dover sottolineare in modo altrettanto corretto.
Il Gruppo misto voterà a favore di questa deliberazione. Ci tenevo a sottolineare questi aspetti, altrimenti si perde di vista il corretto contenuto del dibattito.



PRESIDENTE

Sulla richiesta di una maggiore informativa è nelle mie intenzioni - e nelle intenzione dell'Ufficio di Presidenza - portare a conoscenza il Consiglio dei provvedimenti più significativi che adotta l'Ufficio di Presidenza nella conferenza dei Capigruppo, e così avviene. Penso alle delegazioni, penso ad altri provvedimenti più significativi. Posso provare già in occasione della prossima riunione della conferenza dei Capigruppo, a dare un'informativa più articolata. Sarà ovviamente lo sviluppo dei voleri dell'aula ad individuare le composizioni dell'Ufficio e del nostro Regolamento e Statuto.
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, non capisco cosa stiamo votando.



PRESIDENTE

Non vorrei che ci fosse un equivoco sull'intervento del suo Gruppo. Il suo Gruppo, se non ho inteso male, ha diversificato la valutazione tra una modifica e l'altra. Ho inteso portarle in votazione separatamente, il suo Gruppo non me lo ha chiesto espressamente. Ho inteso dall'intervento del Consigliere Papandrea la richiesta di portare in votazione le modifiche in modo separato. Si proceda alla.
Forse non ho inteso bene.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se lei dice che si vota per parti separate, va bene.



PRESIDENTE

E' così.
Il comma primo dell'art. 14 dello Statuto della Regione Piemonte è modificato come segue: "Il Consiglio, come primo atto, elegge fra i suoi componenti l'Ufficio di Presidenza, composto dal Presidente, dai Vicepresidenti e dai Consiglieri Segretari, secondo le norme e le modalità stabilite dallo Statuto e dal Regolamento." Pongo in votazione, per appello nominale, l'art. 1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 44 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI' 41 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri L'art. 2 è approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI


Argomento: Sistema informativo regionale

Esame proposta di deliberazione n. 521: "Evoluzione del sistema informativo regionale - Integrazione al piano di sviluppo 1996"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 12) dell'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 521. Tale provvedimento è stato licenziato dalla I Commissione con il voto favorevole dei Gruppi: Forza Italia Alleanza nazionale, CDU, CCD, MPPE; astenuti: PPI; non hanno partecipato al voto: Gruppo Misto, PDS, Rifondazione comunista e Verdi democratici.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

La delibera in oggetto, come ricorderanno i colleghi della I Commissione, è un'integrazione al piano di sviluppo 1996 per quanto attiene all'evoluzione del sistema informativo regionale. Fu oggetto di discussione nell'ambito della I Commissione (il collega Papandrea ricorda correttamente, alcuni mesi fa) e ricorderanno i colleghi che ci fermammo anche per audire attorno a questa delibera sia il CSI che altri dirigenti della Regione.
Sulla necessità che tale delibera diventi operativa in senso di urgenza è sufficiente dire che attiene al piano di sviluppo 1996, che è stata presentata il 4 settembre e liberata dalla I Commissione il 15 gennaio: credo non ci siano altri motivi per sottolinearne l'urgenza.
In ogni caso devo dire che attorno al sistema informativo quanto prima in sede di I Commissione riprenderemo il discorso per quanto attiene all'evoluzione del sistema informativo regionale contabile del controllo di gestione.
Sollecito quindi il Consiglio regionale a voler dare corso operativo a tale deliberazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

In Commissione avevamo rinviato il nostro voto in aula, quindi riteniamo doveroso esplicitarlo ora.
Noi esprimeremo voto contrario, non per un giudizio negativo nei confronti del CSI, ma perché ci pare che alla fine l'attività che il CSI svolge recepisce in qualche modo gli input che riceve da parte in particolare dall'Amministrazione regionale e quindi questo piano ne risente. Se consideriamo la carenza di strumenti che la Giunta fornisce pensiamo ad esempio al piano regionale di sviluppo che è ormai una chimera che mi pare ormai presentato al 31 marzo 1998 e mai visto da me che sono pure uno attento a vedere i documenti e a leggerli...



MONTABONE Renato

Ci sono i titoli.



PAPANDREA Rocco

Sì, i titoli ci sono, lo so, ma questo è proprio uno di quegli strumenti che permettono di lavorare a una struttura come il CSI.
Noi riteniamo che all'interno di questo quadro, all'interno di un'assenza di politica da parte della Giunta che si è manifestata in modo clamoroso finora e verificheremo se entro il 31 maggio avremo delle novità o meno da questo punto di vista, come ci erano state annunciate, anche se devo dire che se domani non sentiremo comunicazione probabilmente il limite sarà sforato rispetto all'impegno assunto nei confronti del Consiglio perché sappiamo tutti che il 31 maggio è una domenica, ed è la prossima domenica, quindi c'è una inadempienza, però crediamo che una struttura che potrebbe essere una struttura anche valida quale quella del CSI, a fronte di un governo con queste caratteristiche può elaborare dei piani, ma sicuramente questi piani sono in qualche modo viziati dagli elementi che ricordavo prima.
Ribadisco quindi che il voto contrario di Rifondazione comunista non è un giudizio negativo nei confronti della struttura, ma proprio del tipo di input che esso riceve e di cui il piano necessariamente è parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei sapere dall'Assessore Burzi, dato che non conosco a memoria tutti i testi, per quale motivo questa delibera che applica l'art. 3 dalla L.R. 13/78 giunge solo adesso. Cioè l'art. 3 cosa dice? Io non lo so quindi chiedo di saperlo dall'Assessore. Perché mi sembra strano che l'art.
3, che si dice di applicare, preveda che l'integrazione al Piano di sviluppo del 1996 venga presentato in Consiglio regionale a maggio del 1998. Se l'art. 3 recita questo, bene, altrimenti vorrei conoscere il testo e la spiegazione sull'inosservanza dell'art. 3, nei termini in cui è stato scritto.
Pertanto, prima di passare alla votazione chiederei, la spiegazione all'Assessore competente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Non posso che ringraziare il collega Chiezzi per l'utilità della domanda. La legge 15 marzo 1978 regolamenta, in senso esteso, i rapporti tra Ente Regione e CSI, come ente strumentale. E' una legge - ricordo a tutti che è in scadenza quest'anno - ventennale e scade nel 1998.
Non ricordo a memoria il testo dell'art. 3, ma, come viene specificato in maniera esplicita nella deliberazione le variazioni dei programmi - che annualmente per obbligo di legge la Regione formalizza nei confronti del consorzio del CSI - vengono approvati dal Consiglio regionale. Quindi c'è una specifica istanza di legge - mi perdonerà il Consigliere Chiezzi se in questo momento la memoria non mi sorregge - che definisce che è compito del Consiglio regionale approvare i Piani regionali attinenti i sistemi informativi e le variazioni degli stessi. Come ho detto prima, la deliberazione è stata approvata il 4 settembre 1997. Pur riguardando il programma relativo al 1996 - la cui elaborazione richiede un anno - si è comunque ancora in termini di operabilità. I colleghi della I Commissione sono a conoscenza che questa deliberazione è stata oggetto di attenzione e si è anche tenuta un'audizione - che ha occupato alcune sedute - per approfondire i temi, non tanto di questa integrazione specifica, quanto in senso più lato dei rapporti tra Regione, Consorzio CSI e utenti di sistemi informativi.
Oltre ai lavori della I Commissione si sono accumulati altri oneri che hanno ulteriormente rimandato l'approvazione della stessa - avvenuta solamente il 15 gennaio.
Come il Consigliere Chiezzi ricorderà il Consiglio regionale dal 15 gennaio in poi è stato impegnato in una serie di oneri che hanno fatto sì che la prima seduta utile per poter discutere la deliberazione fosse oggi.
Devo al Consigliere Chiezzi un'ulteriore informazione - e non solo a lui, ma anche ai Consiglieri della I Commissione - per quanto attiene l'art. 3 della legge n. 78 e l'intero testo di legge che - ripeto - è comunque in scadenza. Mi pare, peraltro esplicito che l'art. 3 demandi al Consiglio le approvazioni dei Piani e delle variazioni quantitative, quindi onerose, da parte della Regione dei Piani stessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per la risposta che, però, non è soddisfacente per i seguenti motivi. Questa amministrazione, e in particolare l'Assessore Burzi, hanno annunciato, fin dal loro insediamento, l'ambizione di portare efficienza e rapidità almeno certi elementi di governo. Non tutti, perch ci sono fattori di governo sui quali non è possibile pienamente intervenire, ma elementi di governo, come quello che l'Assessore Burzi ci porta ora è un argomento di governo che sta tutto nelle vostre mani.
Sostengo questo in quanto, leggendo la deliberazione, si nota che il 1 settembre del 1997, quindi un anno e un mese dopo l'approvazione della Giunta regionale del Piano di sviluppo 1996 (30 luglio 1996), si presenta in aula la deliberazione per la votazione.
Trascorre un anno e un mese prima che la Giunta regionale progetti pensi e proponga un'integrazione al suddetto Piano. Questi tredici mesi non è che, Assessore Burzi, segnino una vostra particolare efficienza e rapidità nelle decisioni. Tredici mesi per aggiornare un Piano, nell'ambito di un'attività tutta regionale, non è una prassi che vi distingue per particolari capacità di efficienza. Questo era il motivo dell'insoddisfazione. Dato che vi siete caratterizzati come forze capaci di governare bene e in tempi rapidi la cosa pubblica, non mi sembra che possiate vantarvi di aver raggiunto questo risultato in occasione della presentazione di questa deliberazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 20 voti favorevoli, e 16 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Il Presidente Deorsola aveva detto in aula che i lavori del Consiglio sarebbero terminati alle ore 18.
L'Assessore Cavallera chiede di andare avanti con il punto 14) all'o.d.g.
"Esame proposta di deliberazione n. 534".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Si tratta di una deliberazione - domani non sono presente in quanto vi è l'approvazione dell'assetto idrogeologico, purtroppo non rinviabile - che utilizza certe economie del Piano triennale nel settore agro-zootecnico.
L'approvazione è urgente perché è un adempimento da consegnare all'autorità di bacino. Abbiamo esaminato il provvedimento in Commissione, mi sembra che, a differenza del punto 13) all'o.d.g., deliberazione n. 442, non ci sono state discussione di sorta. Pertanto, solamente per questo motivo chiederei al Consiglio di porre in votazione tale deliberazione. Se ci sono delle domande io sono disponibile a rispondere.



PRESIDENTE

Anch'io chiedo al Consiglio se è d'accordo a tentare di approvarla...



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Se ci sono delle osservazioni sono pronto a rispondere.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, la illustri, per favore.



PRESIDENTE

Non voglio discussioni, voglio che mi diciate come devo procedere.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la prego, non faccia...



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, è lei che ha detto che alle 18 si chiudeva il Consiglio!



PRESIDENTE

Mi è stato chiesto un piacere che io ho ribaltato a voi. Se non lo volete fare, mi dite di no ed io non lo faccio!



CHIEZZI Giuseppe

Noi non lo facciamo.



PRESIDENTE

Assessore Cavallera, io la pregherei di astenersi, lasciamo perdere. Le responsabilità...



(Commenti dai banchi della Giunta)



COTTO Mariangela

Io chiederei di andare avanti e di mettere ai voti la proposta.



PRESIDENTE

Pongo dunque ai voti la richiesta avanzata dalla collega Cotto di procedere e quindi esaminare questo provvedimento.



CHIEZZI Giuseppe

Allora non facciamo più programmi ai Capigruppo! Gestione libera! Va bene!



PRESIDENTE

Assessore Chiezzi, sono dodici minuti...



SPAGNUOLO Carla

Collega Chiezzi, visto che sei stato chiamato Assessore, per liberalità consenti ad un collega di fare questa piccola relazione.



PAPANDREA Rocco

Bisogna prima votare l'inversione all'o.d.g.



PRESIDENTE

Va bene. Chi è favorevole all'inversione dell'o.d.g., cioè anticipare l'esame del punto 14), è pregato di alzare la mano.
L'inversione è approvata con 31 voti favorevoli.


Argomento: Zootecnia - Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame proposta di deliberazione n. 534: "Programma Triennale 1994/96 per la tutela ambientale, deliberazione CIPE 21/1271993. Variazione degli allegati al documento di programma nel settore di intervento 'gestione delle risorse idriche - depurazione delle acque reflue nel settore agricolo zootecnico'"


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame della deliberazione n. 534, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Ha quindi facoltà di intervenire l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Sulla Legge 183 sono state accertate delle economie per quanto riguarda il settore del disinquinamento. Allora il Comitato tecnico dell'Autorità di bacino, a cui noi partecipiamo, ha individuato tre progetti che possono essere finanziati e che ovviamente concorrono al miglioramento della qualità delle acque nel bacino del Po, nel caso particolare della Regione Piemonte, e in sostanza nel comparto agrozootecnico.
Io sono relatore di questo provvedimento che risente ovviamente dell'apporto sostanziale anche della nostra Direzione dei Servizi agricoli.
In sostanza, il provvedimento manda avanti un progetto riguardante il contenimento dell'inquinamento degli allevamenti zootecnici, articolato in due fasi, per un importo complessivo di circa 8 miliardi. Quindi l'urgenza deriva proprio dal fatto che la Legge 183 prevede la definizione "Regione" e ogni volta che si parla di Regione si intende il Consiglio regionale.
Anche se ammetto - e ritengo che i colleghi siano d'accordo con me - che attiene soprattutto a una responsabilità dell'Amministrazione, quindi della Giunta, la conoscenza di quello che è il patrimonio progetti su cui si deve puntare.
Può sembrare episodico il fatto di dover venire in Consiglio per l'approvazione di un'integrazione di progetto che però non è una cosa nuova, ma è solamente l'utilizzo di schede progettuali che già erano disponibili quando fu approvato il programma iniziale.
Devo altresì dire che a differenza di altre occasioni, per esempio il piano delle aree critiche e altri piani dove c'è la delega alla Giunta regionale per assestare i programmi, in questo caso (ma risale a prima del 1995) la delega alla Giunta non fu prevista per cui formalmente bisogna venire in Consiglio.
In Commissione sono state analizzate anche le schede progettuali; io qui non ho il complesso dei progetti anche perché ovviamente questa è una votazione di tipo politico, nel senso che si accelera l'utilizzo di queste risorse. Non dobbiamo dimenticare, infatti che vi è anche una polemica sull'utilizzo tempestivo delle risorse. Non vengono cambiate come finalizzazione in quanto, quando si avvia un programma ai sensi della Legge 183, si suddividono le risorse tra sistemazione idrogeologica, qualità delle acque e interventi agrozootecnici: noi, nell'utilizzo di queste economie, non riteniamo di cambiare quella che era la destinazione originaria delle risorse stesse.
Quindi, in sostanza, tutto procede secondo i filoni che erano previsti solamente si integrano i progetti, a fronte - appunto - delle economie di stanziamento che si sono registrate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo solo per porre una domanda all'Assessore. Non è che con questa delibera si cambia la procedura nel senso che non si viene più in Consiglio?



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

No, si viene in Consiglio.



SPAGNUOLO Carla

E' la volta nella quale si viene in Consiglio, perché lei sa che io votai contro la legge sull'ambiente proprio perché toglieva delle competenze al Consiglio.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

Confermo che per quanto riguarda la Legge 183 si verrà sempre in Consiglio perché così prevede la norma.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli e 2 astensioni.
Vi ringrazio per aver permesso l'approvazione di questa delibera e vi congedo.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,19)



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