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Dettaglio seduta n.261 del 19/05/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Cotto, Dutto, Farassino Ferrero, Majorino, Peano e Rosso.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Richiesta chiarimenti del Consigliere Chiezzi su lettera inviata dall'Assessore Leo ai Presidi delle scuole per un concorso in cui non è previsto l'utilizzo della lingua italiana, ma unicamente l'uso di dialetti


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo solo per far rilevare - soprattutto a lei, Presidente Deorsola - che ho ricevuto una lettera mandata ai Presidi dall'Assessore Leo, nella quale leggo con preoccupazione e stupore che viene istituito un concorso che prevede il boicottaggio della lingua italiana.



PRESIDENTE

Non vorrei aprire una discussione...



CHIEZZI Giuseppe

E' esplicito. Dato che non si tratta di cosa da poco boicottare la lingua italiana nella regione Piemonte, chiedo che l'Assessore, per cortesia, renda all'aula una comunicazione. Chiedo che l'Assessore Leo, per cortesia, ci dica per quale motivo ha scritto ai Presidi di istituire un concorso che non prevede l'utilizzo della lingua italiana. La lettera è datata 30 aprile, protocollo 7355/3205, "Ai signori Direttori didattici, ai signori Presidi e agli Enti".



PRESIDENTE

Se mi usa la cortesia di darmene copia, diversamente la farò acquisire dagli Uffici.



CHIEZZI Giuseppe

Le do copia immediatamente, però chiederei che l'Assessore spiegasse le sue intenzioni. Grazie.



PRESIDENTE

Porterò la questione all'esame della Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame proposta di deliberazione n. 571: "Direzione economia montana e foreste. Modifica declaratorie di alcuni settori della direzione" (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la deliberazione n. 571, di cui al punto 33) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, chiederei se per cortesia si potesse discutere la deliberazione successivamente, poiché vorrei presentare qualche emendamento in proposito. C'è stato, infatti, qualche accavallamento di sedute di Commissione sugli Ecomusei: avremmo bisogno di un pochino di tempo. Grazie.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 416: "Trasferimento agli esercizi futuri della reimpostazione di economie di fondi statali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 416, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, CCD; non avevano partecipato al voto Democratici di Sinistra, PPI, Pensionati.
La Consigliera Ferrero, relatrice del disegno di legge, è assente per motivi familiari.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, in primo luogo, dato che manca la relatrice, mi sembrerebbe un atto di scortesia dar per letta la relazione. In secondo luogo, se ricordo bene, al momento del licenziamento della legge in Commissione, abbiamo chiesto - e in tal senso c'è stato un impegno da parte dell'Assessore - un'illustrazione, capitolo per capitolo delle motivazioni dei ritardi nell'impegno delle spese in oggetto.
Chiedo inoltre se la legge è stata accompagnata dagli emendamenti a corredo dei numeri dei capitoli, in modo tale da renderli immediatamente comprensibili.
Chiederei dunque una breve illustrazione delle ragioni dell'iscrizione a residui passivi di tali fondi, anche perché i motivi per cui questi ultimi vengono utilizzati per estinzione o ricontrattazione di mutui, sono stati chiariti in Commissione: per quanto concerne il mio Gruppo non è più necessario alcun chiarimento in aula. Rimane invece la promessa di illustrazione dei vari capitoli.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Colleghi Consiglieri, il collega Chiezzi ha correttamente ricordato quanto discusso in sede di I Commissione giovedì scorso. L'assenza della Presidente della Commissione, nonché relatrice del disegno di legge - come ha già detto il Presidente del Consiglio - attiene a piccole problematiche familiari dovute a bimbi piccoli, che in genere, fortunatamente, si risolvono abbastanza velocemente.
Per quanto riguarda la leggibilità dei singoli capitoli, tema più volte sollecitato non soltanto per questo disegno di legge, i capitoli stessi sono accompagnati da una descrizione a disposizione dei Consiglieri.
Relativamente ai fondi di cui si ipotizza lo slittamento dell'utilizzo e quindi la restituzione anticipata di mutui, come ricorderà il Presidente Chiezzi, non tanto in quanto ritardo (che è una componente, ma certamente il nuovo utilizzo di un fondo è anche un problema).
Si era concordato in Commissione che gli Assessori competenti per la gestione di questi fondi facessero in aula (e in questo senso c'è evidentemente la disponibilità da parte dei colleghi) un intervento veloce sulle cause che non rendono possibile, per questo esercizio, l'utilizzo di tali fondi per le finalità per cui vengono stanziati, consentendo di converso l'utilizzo della restituzione anticipata dei mutui, argomento principale di questa legge.
Chiederei ai colleghi, partendo dal collega Cavallera (uno dei fornitori principali di questa legge), di procedere all'illustrazione della non impegnabilità, almeno per quest'anno, dei fondi attribuiti a Direzioni che rispondono alle sue deleghe, quindi quelli delle Opere Pubbliche che sono a pagina 2 e 3 dell'allegato A, per complessivi 118 miliardi, e quelli relativi agli acquedotti, fognature ed altre opere, per complessivi 44 miliardi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Per quanto riguarda i capitoli di competenza dell'Assessorato dell'Ambiente e dei Lavori Pubblici, non si tratta di impossibilità di impegnare i fondi, ma di programmi già avviati: i fondi sono stati impegnati nel momento stesso in cui sono stati messi a disposizione da parte dei Ministeri competenti. Inoltre, trattandosi sostanzialmente di trasferimenti, il discorso va visto nell'ottica della liquidazione di questi fondi. Vi è un impegno iniziale che attiva il programma, poi se la liquidazione non avviene prima della perenzione del capitolo, formalmente viene reiscritto come fondo statale reimpostato ed impegnato, nel momento in cui l'obbligazione giuridicamente deve essere estinta con la liquidazione finale.
Prendiamo, per esempio, il capitolo che fa riferimento ai fondi alluvionali, quello n. 24075. Su questo fondo abbiamo avuto una dotazione iniziale di 525 miliardi (posso sbagliare di qualche piccolo per cento!). A fronte di questa disponibilità, nel 1995 e nel 1996 tutti i fondi sono stati impegnati, tant'è che recentemente abbiamo compiuto un monitoraggio e abbiamo visto che siamo al 92% di progetti approvati e verso il 60% di opere ultimate. Adesso abbiamo fatto una stima: a fronte dei 525 miliardi quanti verranno pagati effettivamente entro il '98 e quanti invece presumibilmente potranno essere pagati nel '99? Ho fatto quest'esempio per dimostrare che non si tratta di un "non utilizzo della somma", perché la somma è stata impegnata e il singolo programma è stato avviato, ma di un'operazione di cassa (tutto il provvedimento è orientato in questo senso) che tiene conto della previsione di erogazione, quindi di un reimpegno finale propedeutico alla liquidazione che si fa alla presentazione della contabilità finale.
Per quanto riguarda i fondi alluvionali, ci siamo orientati sostanzialmente ad un acconto fino al 70% e poi, a contabilità finale, il restante 30%, perché dobbiamo calcolare che vi è uno scarto naturale, da quando l'opera è compiuta e il Direttore dei lavori presenta la contabilità, a quando le amministrazioni competenti l'approvano con le dovute procedure e la presentano all'amministrazione per il trasferimento finale.
Siamo in un trend fisiologico, che su 525 miliardi fa si che si preveda di pagare ancora nell'anno successivo il 20%.
Ci troviamo nelle stesse condizioni per quanto riguarda gli altri capitoli. Scorriamo l'elenco e vediamo per esempio il capitolo n. 24633.
E' un capitolo che riguarda i fondi statali del Piano triennale dell'Ambiente, partito con 94 miliardi. Abbiamo ancora da liquidare 35 miliardi su questi 94, 10 pensiamo di liquidarli nel 1998 (quindi verranno reimpostati) e 25 invece verranno liquidati. Parlo di liquidazione perch per quanto riguarda i capitoli di competenza dell'Assessorato a me affidato, tutti i programmi sono stati avviati con lettere e realizzazioni che vengono fatte dai Comuni.
Così anche per il capitolo successivo, n. 24785 (si tratta della legge 183). Era uno stanziamento iniziale di 15 miliardi, restano da liquidare 12 miliardi, si pensa di liquidarne otto quest'anno, mentre quattro potranno essere liquidati nei primi mesi dell'anno prossimo.
Prendiamo il capitolo n. 24831. Qui vi è una complicazione. Si tratta di un acquedotto che deve essere realizzato dalla Comunità Montana Valli Antigorio Formazza, ma per la sua realizzazione è necessario avere una definizione di grande derivazione da parte del Provveditorato regionale alle Opere Pubbliche. Per cui, sui 14 miliardi dello stanziamento iniziale quattro sono già dati liquidati e, per quanto velocemente possa realizzarsi il circuito che precede l'autorizzazione - l'appalto - la liquidazione, si va comunque all'esercizio finanziario '99.
Per quanto riguarda il capitolo n. 24880, lo stanziamento iniziale era di 50 miliardi, residuano ancora 8 miliardi, si stima di poterne liquidare 3 quest'anno e, a contabilità finale, 5 l'anno prossimo.
Questo è il motivo per cui a un certo punto, interpellati i Dirigenti e i Direttori regionali, si è fornito all'Assessorato alle Finanze quello che è il trend della liquidazione. Ribadisco che siamo di fronte a situazioni destinate, avviate e in corso. Altra cosa è parlare delle tecniche di finanziamento degli investimenti. E' necessario per farli partire avere una disponibilità di competenze o non è meglio lavorare in un pluriennale, dove tra il momento dell'ideazione dell'opera e la sua liquidazione passano due o tre anni? Questa è una situazione che riguarda il bilancio della Regione della Provincia, dello Stato. Secondo me, sullo specifico si potrà tornare in sede di consuntivo. Per quanto riguarda l'effettiva disponibilità di questa cifra per le finalità del disegno di legge che ci viene presentato direi che è perfettamente praticabile.
Concludo con altri due capitoli che riguardano la Direzione dell'Ambiente, il n. 26931 e il n. 26955. Sono quelli stanziamenti che in origine erano di 20 miliardi, destinati alle cosiddette "aree critiche", di Novara Trecate e di Casale Monferrato, dove si devono realizzare interventi di mitigazione del rischio industriale a Novara-Trecate e si deve realizzare a Casale l'abbattimento dell'Eternit, la discarica, la sperimentazione e l'avviamento a demolizione di tutta una serie di coperture iniziando dalle coperture di una serie di edifici pubblici.
Questo è il classico caso nel quale la nostra risposta, così come in tutti gli altri casi, non rappresenta una spesa diretta ma l'attuazione di un programma che viene portata avanti dall'ente locale; anche qui abbiamo previsto quanti di questi 20 miliardi possono essere pagati quest'anno e quanti, invece, possono tranquillamente essere deputati al reimpegno e alla liquidazione nell'anno prossimo.
Penso di essere stato preciso sui vari capitoli; è chiaro che però una considerazione di carattere più complessivo, a mio avviso, andrà fatta in sede di consuntivo. Qui è necessario solo avere la certezza della disponibilità da adesso a fine anno di questa cifra; è chiaro che ovviamente, questi programmi continuano ad andare avanti, non subiscono nessuna soluzione di continuità perché è stato stimato, con accordo dei Direttori regionali interessati, che questo trend, mentre consente alla Regione di svolgere un'operazione nell'interesse della finanza regionale dall'altro non ostacola l'attuazione di programmi pur sempre importanti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie Presidente, cortesi colleghi, per quanto riguarda il mio Assessorato debbo dire che questi fondi, 75.470.616.880 di lire, sono fondi in conto capitale impegnati ma che non riusciremo ad erogare nei prossimi sei mesi e pertanto acconsentiamo che la somma stessa venga utilizzata per chiudere i vecchi mutui. Io dichiaro solamente questo.
E' chiaro che questa somma verrà rimessa a disposizione del settore Difesa della salute e relative strutture per il 1999.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per quello che ha detto. Noi non abbiamo dubbi sul fatto che non siano stati erogati e quindi che siano spostati all'anno successivo, quando saranno erogati. Il dubbio non su è questo.
E' sul giudizio politico dell'Assessore, che vorremmo sentire, sul fatto che questi fondi non sono stati erogati; vorrei che illustrasse i motivi e desse anche un giudizio, un parere. Ci sono situazioni obiettive ci sono situazioni per cui ha avuto disattenzione.



PRESIDENTE

Lo considero ancora la coda del precedente intervento, non un nuovo intervento.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per motivi tecnici io debbo assolutamente rinviare ad una prossima seduta del Consiglio l'illustrazione di tali motivi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Io capisco benissimo l'oggetto della richiesta del Consigliere Chiezzi che in realtà ha unito, comprensibilmente, oltre che legittimamente, due componenti. Su ogni fondo statale di cui in questo caso si suggerisce un utilizzo in via eccezionale per quest'anno per estinguere anticipatamente i mutui evidentemente le domande potenziali sono due.
Una, quella che è stata in qualche modo fatta: come mai quest'anno questi fondi stanziati per una certa finalità non siano stati impegnati e conseguentemente la disponibilità per un utilizzo, che io mi auguro il Consiglio voglia recepire favorevolmente, per estinguere anticipatamente i muti. E' peraltro vero, e credo che sia particolarmente comprensibile nel caso della sanità che ha dei fondi molto ampi, come noi ben sappiamo occupa all'incirca come destinazione circa il 65/70% del bilancio complessivo della Regione, che su questa serie di capitoli pur avendo conferma dall'Assessore e dalla struttura delle direzioni dell'utilizzabilità per quest'anno, non è ancora totalmente disponibile la relazione sulla non possibilità di impiego per quest'anno. Comunque, al di là della disponibilità che l'Assessore ha già dato di resocontare in altra sede, uno dei passi necessari al momento del consuntivo, come ricorderà anche il Consigliere Chiezzi questo è stato argomento di prima, il fatto che alcuni fondi, siano essi statali che regionali, vadano in economia è un classico argomento da consuntivo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio e artigianato

Per quanto riguarda i capitoli relativi alla Direzione industria, con l'eccezione del 26730 che è un capitolo in condominio con l'Assessore Cavallera e riguarda fondi relativi alla legge 470 per le alluvioni, sono i capitoli che prevedono la parte statale di cofinanziamento con i fondi dell'Unione Europea.
La scelta fatta dalla Direzione industria è stata fatta andando a valutare quelli che sono gli iter dei progetti che riguardano le opere dei soggetti pubblici, comuni, province e così via, dove naturalmente l'iter porta a far cadere determinate rate per l'impegno di pagamento e quindi le progettazioni, gli stati d'avanzamento e tutti questi elementi sul '99/2000/2001. Quindi si è potuta scremare questa parte per reimputarla all'esercizio successivo, perché c'è certezza che non viene impegnata nel corso del 1998.
Con eccezione di questo capitolo, che non è completo, era di 10 miliardi l'importo iscritto in capitolo, 4 miliardi saranno impegnati nel corso del '98 se da parte del governo nazionale arriva un decreto per poterli spendere. Di fatto riguarda in specifico alcuni interventi sull'alluvione '94 nel Canavese e in parte sull'area di Asti: di parla di 10 miliardi, quindi per 4 miliardi è stato stralciato e rimane sull'impegno '98, per 6 miliardi invece slitta sull'impegno '99, proprio perché non è tecnicamente possibile impegnarli nel corso di questo esercizio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Faccio una veloce descrizione con le indicazioni capitolo per capitolo: sul capitolo 13520 relativo alle attività di divulgazione agricola 1.977.000.000 quale somma non necessaria per l'attività della divulgazione nel 1998, già interamente coperta con la reimpostazione già effettuata con apposito prelievo dal fondo e già iscritta nella misura di 2.400.000.000.
Sul capitolo 20960 relativo a contributi in conto capitale per la realizzazione di opere irrigue 1.000.000.000 quale somma per la quale non verranno richiesti reimpegni da parte dei beneficiari nel corso del 1998.
I capitoli 21053, 21056, 21059 relativi al pagamento di concorso negli interessi attualizzati su mutui agevolati per i piani di miglioramento aziendale ai sensi del Regolamento 2328 del 1991 per complessivi 14 miliardi, dei quali quota stimata di richieste di liquidazione degli istituti di credito che perverranno solo nel 1999.
Sul capitolo 21540, relativo al pagamento di concorso negli interessi attualizzati su mutui per la realizzazione di impianti, per la produzione di energie alternative per 11,5 miliardi, perché sicuramente nel corso del 1998 non perverranno richieste di liquidazione, matureranno rate a favore degli Istituti di credito.
Sul capitolo 22020, relativo al pagamento di concorso negli interessi per crediti agevolati di conduzione per 2 miliardi, quale quota non necessaria nel 1998, a seguito del minor onere a carico della Regione, per l'abbassamento notevole verificatosi nel 1997/'98 dei tassi di riferimento per credito agrario di esercizio al di sotto dei 18 mesi di durata.
Sui capitoli 22240 e 22260, relativi a contributi in conto capitale per il ripristino di strutture aziendali e interaziendali danneggiati da calamità naturali, 25 miliardi complessivamente, quale quota stimata, somma per la quale non verranno chiesti reimpegni da parte dei beneficiari nel corso 1998.
Sui capitoli 21075, 21076 relativi al pagamento di concorso degli interessi attualizzati su mutui agevolati per interventi strutturali sulla legge regionale n. 95/95 per complessivi 4 miliardi, perché in ogni caso la richiesta di liquidazione degli Istituti di credito perverranno solo nel 1999, essendo ancora in istruttoria i progetti e le domande, e dovendo ancor essere ammessi i nullaosta autorizzativi.
Sul capitolo 21369, relativo ad un impianto di polverizzazione del siero del latte, sulla legge n. 283/89, perché un'eventuale nuova destinazione non comporterà sicuramente pagamenti nel corso dell'esercizio 1998.
Sui capitoli 21935 e 21936 relativi al pagamento di concorso negli interessi sui prestiti agevolati di conduzione e di anticipazione ai soci conferenti per complessivi 3 miliardi, perché in ogni caso le richieste di liquidazione degli istituti di credito perverranno solo nel 1999, qualora non si operasse più sulla legge regionale n. 63/78 e si definissero con la Commissione dell'Unione Europea le modalità sulla legge n. 95/95 rimasta in sospeso in relazione ai rilievi mossi all'Italia dalla Commissione in materia di crediti di gestione.
Sul capitolo 22230 relativo ai contributi in conto capitale per il ripristino di strutture aziendali danneggiate da calamità naturali, 3,5 miliardi, quale somma per la quale non matureranno sicuramente liquidazioni nel corso del 1998.
Sui capitoli 22275, 22276, 22277, 22278 relativi al pagamento di concorso negli interessi per mutui decennali agevolati, per il rispristino di strutture danneggiate da calamità naturali per complessivi 6,5 miliardi quale quota stimata di richiesta di liquidazione degli Istituti di credito che sicuramente non perverranno nell'esercizio 1998.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

Interverrò molto rapidamente per illustrare il capitolo 21916 contributi a favore di Consorzi di bonifica e irrigazione per il ripristino di opere pubbliche montane danneggiate da eccezionali avversità atmosferiche. Si tratta della legge n. 185/94, in ordine ai danni alluvionali del 1994: opere di bonifica montana che la nostra legge regionale affida ai Consorzi di bonifica montana, definiti come Comunità montana dalla legislazione regionale. Si tratta di lavori affidati alle Comunità montane, per i quali le stesse hanno richiesto pareri e autorizzazioni, per indire successivamente le relative gare d'appalto - ex legge n. 109. Tali procedure sono state completate quasi ovunque, solo alcune sono ancora in fase di ultimazione. In quasi tutti i casi, tranne uno, abbiamo già erogato il 30% di finanziamento per inizio lavori. Abbiamo inoltre considerato quale poteva essere la cifra necessaria spendibile entro il 1998 per far fronte all'avanzamento lavori ed anche a eventuali imprevisti e abbiamo verificato che c'erano più di 20 miliardi disponibili perché non utilizzabili prima del 1999.
Per questo motivo abbiamo indicato all'Assessorato al bilancio la disponibilità di tali 20 miliardi...



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, pregherei Consiglieri ed Assessori di restare ai loro scranni e di non offrire quest'impressione di ubiquità.... Se riusciamo a mantenere un po' di calma in aula l'Assessore può svolgere il suo intervento.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

Per questo motivo abbiamo indicato all'Assessorato al bilancio la disponibilità di tali 20 miliardi, conché non appena sarà necessaria la disponibilità di queste risorse, ovvero nel 1999, le stesse verranno immediatamente messe a disposizione dall'Assessorato al bilancio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, abbiamo avuto comunicazione scritta dall'ATM di Torino che il pacchetto delle risorse di economie dei fondi stradali - 55 miliardi - sarebbe stato speso nel primo semestre del 1999, ragion per cui si è proceduto al trasferimento nel 1999 della somma stessa. Pare, tuttavia, che l'ATM sia stata messa in condizione di poter acquistare mezzi per la propria azienda sempre in base a quell'appalto cui si riferisce questo trasferimento di risorse a mezzo Regione, già entro la fine dell'anno. La quota complessiva di 55 miliardi verrebbe dunque ridotta in questi termini, andando a toccare con un emendamento specifico sia il capitolo 25200 sia il 25190: anziché 35 miliardi subito mettiamo quindi a disposizione, immediatamente, una quota pari a 10 miliardi più altri 5: 20 miliardi. Rimarrebbero quindi trasferibili, per il 1998, 15 miliardi.
Emendando i capitoli 25190 e 25200 si mette in condizione l'ATM di poter fruire subito, indipendentemente dall'operazione di trasferimento, di tutto il complesso delle risorse e di poter acquistare i bus previsti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente. Ad integrazione di quanto già detto dall'Assessore al Bilancio, vorrei aggiungere che per quanto riguarda il capitolo del mio Assessorato, n. 26321, una somma di 28.502.157.166 è destinata ai contributi relativi ai buoni-casa. Tenuto conto che sono state individuate tutte le 750 persone che hanno diritto all'assegnazione del buono-casa, si è verificata una situazione di integrazione di documentazione che fa ritenere all'Assessorato che per l'anno in corso sono sicuramente necessari otto miliardi e mezzo. Quindi è possibile differire venti miliardi all'anno 1999, per un somma di quindici miliardi, e cinque all'anno 2000.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Per quanto concerne il capitolo n. 25631, "Contributi statali per il coofinanziamento del Programma di riconversione della Regione Piemonte in attuazione del regolamento CEE 2052/88" naturalmente chiediamo la perenzione di questi fondi (sono fondi statali) perché il Programma è stato chiuso nel 1996 e i fondi non vengono più utilizzati.
Per quanto riguarda il capitolo n. 25830, "Contributi in conto capitale per lo sviluppo dell'offerta turistica", legge 207 del 17/5/1993 e legge 27 del 15/5/87, per il 1998 necessitano fondi per la gestione di questa legge anch'essa ormai in fase di estinzione. Ci sono solo 200 milioni, di conseguenza chiediamo di conservare i 200 milioni e la possibilità di reperire le altre risorse scritte a questo capitolo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Dopo l'intervento del Presidente Ghigo, in questo caso in veste di Assessore al Turismo ad interim, conclusasi l'analisi da parte degli Assessori sulla "non impiegabilità" quest'anno dei fondi statali, oggetto di questo provvedimento, aggiungo solo che, come ho detto in sede di Prima Commissione, questo è un provvedimento che ha una sua ragionevole "eccezionalità".
Penso che la nostra sia la prima Regione ad utilizzare questo strumento per far fronte a quello che è un obiettivo comune, cioè la riduzione del costo degli interessi dell'indebitamento. In tal senso, come ho riferito ai colleghi della Giunta, siamo in contatto con il Ministero, perché è anche nell'interesse del Ministero che tale riduzione si realizzi in sede periferica. Ci permettiamo di dire che questo disegno di legge contribuisce, in misura modesta ma significativa, alla riduzione e al mantenimento dei parametri che la nostra Nazione è tenuta a rispettare non soltanto per entrare, ma anche per rimanere in Europa.
In tal senso, stando in contatto con il Ministero chiederemo, oltre ai due emendamenti di merito suggeriti dagli interventi precedenti, altri due emendamenti. Il primo, in riduzione, suggerito dall'Assessore Masaracchio probabilmente consentirà un parziale utilizzo dei fondi per i contributi all'ATM per l'acquisto di automezzi, come l'Assessore ha esaurientemente spiegato, e questo comporterà una riduzione da 25 a 10 dei miliardi slittabili agli esercizi successivi.
Il secondo emendamento, annunciato anche dall'Assessore Bodo, sarà in aumento di ulteriori 18 miliardi slittabili, provenienti dall'Assessorato all'Agricoltura. Suggerirei anche di aggiungere (in tal senso ho presentato un emendamento di Giunta) un comma che specifichi l'obbligatorietà della reimpostazione di questi fondi nell'ambito del pluriennale, quindi in fase di assestamento per gli esercizi 1999 - 2000. Di conseguenza, preferirei modificare il titolo della legge per segnalare l'utilizzo e quindi l'estinzione anticipata di mutui ai sensi della legge regionale 3/98 (che il Consiglio regionale votò autorizzando la Giunta a procedere in tal senso), quindi evidenziando il fine più che il mezzo utilizzato, che è il trasferimento ad esercizi successivi di economie di fondi statali. Questi sono i quattro emendamenti che, come Giunta, ho presentato, anche a seguito dell'intervento dei colleghi prima del dibattito in aula. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie Presidente. Prima di formulare delle domande tecnico - politiche sui vari capitoli di trasferimenti, vorrei chiedere le vere spiegazioni politiche alla Giunta e al Presidente dell'esecutivo, perché stiamo trattando di risorse finanziarie importanti non spese dalla Regione. Penso sia doveroso e corretto che i vari membri dell'esecutivo, che poc'anzi hanno molto succintamente elencato le varie voci di bilancio, spieghino la vera realtà politica di questo delicato problema e soprattutto, le vere motivazioni di questa situazione. E' assolutamente necessario e doveroso sapere come mai queste importanti risorse non sono state spese.
Vorrei chiedere perché si pagano in così forte ritardo le spese relative alle aree piemontesi gravemente danneggiate dall'alluvione del 1994, aree che raggruppano l'astigiano, Alessandria, il cuneese.
Mi hanno colpito i vari capitoli dell'Assessorato all'Agricoltura e Zootecnia, settori importantissimi e decisivi per il rilancio dell'agricoltura piemontese, come anche i contributi favore di Consorzi di bonifica montana e di Irrigazione per il ripristino delle opere di bonifica montana, anch'essi danneggiati dall'eccezionale calamità atmosferica l'evento alluvionale del 1994. Riguardo a tutti questi capitoli (non li elenco tutti), sono piuttosto perplesso.
Concludendo, quindi, vorrei chiedere quali sono le vere motivazioni per cui questi soldi non sono stati spesi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Rispetto a questo provvedimento, che fa riferimento al trasferimento agli esercizi futuri della reimpostazione in economia di fondi statali, il nostro gruppo ha già espresso con qualche intervento delle preoccupazioni rispetto a delle "non risposte" che ci sono state date e che avrebbero potuto permetterci di fare una valutazione politica più complessiva.
Quindi noi capiamo l'esigenza di un progetto di legge di questo tipo ma ci pare opportuno avere oggi delle risposte, nel senso che questi fondi non sono stati sostanzialmente spesi; allora ci chiediamo perch soprattutto su delle opere per le quali sono iniziati dei progetti in via preliminare, e magari anche definitivi, su cui non sono iniziate opere cantierabili, quali sono state le difficoltà, se si poteva spendere di più il perché non si è riusciti a spendere e in particolare quali sono stati i ritardi e, se imputabili, a chi.
Sono state date delle valutazioni da parte di ogni singolo Assessore rispetto ai temi e ai capitoli di riferimento dei loro settori, per spiegare sostanzialmente il trasferimento di fondi relativamente al settore e alla parte di appartenenza, ma non è stata data una valutazione sull'esigenza che oggi ci dobbiamo porre non da un punto di vista solo di bilancio, ma da un punto di vista politico.
Per esempio, nell'ambito sanitario, esprimo un giudizio sostanzialmente negativo sulla gestione totale della programmazione sanitaria, perché 75 miliardi di fondi statali oggi non possono essere utilizzati e appartengono all'ex art. 20 perché, credo, non ci sono delle opere cantierabili o comunque dei progetti di cantiere definitivi, sulla base dei quali l'Assessorato può utilizzare i fondi statali. E' sulla base di queste valutazioni, che mi paiono anche delle preoccupazioni espresse seppur in termini tecnici dall'Assessore, che è bene esprimere delle valutazioni politiche. Solo sui 75 miliardi dell'ex art. 20 ci sono sicuramente centinaia di progetti di ristrutturazione o di edilizia sanitaria rispetto ai quali l'Assessorato può dare delle risposte.
Si può intervenire sull'edilizia sanitaria in senso stretto e quindi rispetto ai nuovi ospedali, alle nuove opere cantierate, oppure si pu rispondere anche attraverso l'ex art. 20 puntando sul territorio e su tutte quelle forme di ristrutturazione e di manutenzione, l'adeguamento delle norme di sicurezza, che il territorio chiede da tempo e per le quali la richiesta è stata soddisfatta sostanzialmente dalla Regione per il 40 circa.
Quando ci troviamo di fronte a dei fondi che non ci sono, le valutazioni sono politiche, le preoccupazioni sono alte ed aspre, ma quando ci troviamo di fronte ad una reimpostazione di fondi che sono stati impegnati, ma che non possono essere erogati, non possono essere spesi, noi abbiamo il legittimo diritto di chiedere e di preoccuparci e di esprimere delle valutazioni politiche sul perché questi fondi già impegnati e sui quali la Regione, lo Stato e anche altre aziende, se vogliamo, si sono impegnate, non sono stati spesi.
Quindi, di fatto, non solo il bilancio è fermo da quel punto di vista ma è fermo il territorio rispetto a questioni importanti.
Adesso ho accennato alle questioni della sanità, che mi parevano le più esaustive rispetto al mio punto di vista, alle mie preoccupazioni, però mi pare che questo tipo di valutazione riassuma un po' i termini di tutta la Giunta e di tutto l'operato degli Assessori.
Noi abbiamo la necessità di conoscere elementi di valutazione critica anche di preoccupazione, da parte della Giunta, sul perché oggi sia necessario fare un'operazione di questo tipo, che sicuramente non è un'operazione solo di bilancio ma ha delle implicazioni nella programmazione regionale e quindi anche nel soddisfacimento dei bisogni del territorio che si levano da più parti nel tessuto sociale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Grazie Presidente, scinderò il problema in tre parti. La prima parte è quella che è stata annunciata ed enunciata dall'Assessore competente durante la discussione sul bilancio in Commissione e in cui prospettava questa operazione, che ritengo sia un'operazione assolutamente da perseguire. Quindi sul metodo e sulla sostanza del provvedimento credo non vi sia nulla da dire, anzi, credo che anche da parte nostra vi fosse la sollecitazione di andare in questa direzione.
Con l'operazione completata di questo provvedimento, più un altro che mi pare sia in cantiere, si dovrebbero risparmiare all'incirca 55 miliardi di oneri finanziari, probabilmente qualcosa in meno perché poi bisogna pagare oltre che le penali anche le anticipazioni di cassa. Ma la costruzione del merito credo che abbia un vantaggio, proprio perch dimostra ed è una relazione che abbiamo chiesto per ogni singolo capitolo e sarebbe opportuno ogni singolo capitolo venisse raggruppato nella materia per Assessorato o per delega, che ci fosse fornita non soltanto verbalmente, ma per iscritto, una relazione degli Assessori per farci comprendere il motivo per cui si è determinato, non soltanto oggi ma nel tempo, questo avanzo di amministrazione.
L'altro problema che viene evidenziato - anch'io voglio toccare il problema della sanità - è certo che sono stati giustamente accesi dei mutui, perché mi pare che per quanto riguarda la sanità non siano dei fondi nazionali reimpostati, ma siano dei fondi di rimanenza di mutui non spesi per cui l'operazione è assolutamente oculata, cioè quella di ridiscutere anche i mutui che sono stati formulati sulla sanità. Sarebbe però molto interessante capire, come diceva già prima la Consigliera Simonetti, da dove provengono.
A memoria, per il Poliambulatorio di Grugliasco mancano 3 o 4 miliardi per terminare i lavori: sono 11/12 anni che si è in attesa che venga definita la copertura finanziaria per il Poliambulatorio di Grugliasco. Mi pare che lei, Assessore, l'abbia ben presente, come una serie di RSA che sono in fase di progettazione (qualcuna già in stato avanzato), ma probabilmente non vi sono fondi sufficienti.
Si tratta quindi di un'operazione assolutamente opportuna, poiché è necessario ridiscutere i tassi d'interesse al fine di ridurli e di ottenere un beneficio di tipo economico. Poiché non tutti i progetti sono cantierabili, sarebbe molto utile poter disporre di un quadro generale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Il dibattito generale è concluso; passiamo ora all'esame degli emendamenti.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, come Gruppo non siamo intervenuti nel dibattito generale; abbiamo naturalmente ascoltato le relazioni degli Assessori, per qualche parte veramente poco convincenti.
Gradiremmo un'illustrazione un po' più dettagliata dell'emendamento presentato dalla Giunta regionale al capitolo 15200.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Se permettete faccio una presentazione dei quattro emendamenti di Giunta. Quello cui alludeva specificamente la Consigliera Spagnuolo è una conseguenza delle analisi effettuate insieme alle Direzioni generali e agli Assessori rispetto alle economie complessive di fondi statali che il consuntivo presenta: ad "occhio e croce" siamo intorno ai 1200/1330 miliardi, secondo quanto si evince dai documenti già presentati in sede I Commissione. Come concordato durante l'ultima seduta, organizzeremo quanto prima le sessioni di lavoro della I Commissione per l'esame dei dati a consuntivo e, in parte, di alcuni argomenti emersi in sede di discussione generale.
Per quanto attiene specificamente al capitolo 25200, fino a pochi giorni fa - il disegno di legge è stato presentato il 12 maggio - si riteneva che l'intero importo di 25 miliardi stanziato sul capitolo in esame e andato in economia, fosse - ahimé - non impiegabile nemmeno quest'anno per lungaggini procedurali intercorrenti tra l'Assessorato l'ATM e gli interlocutori che alla stessa fanno riferimento per quanto attiene alle gare da effettuare e le procedure di aggiudicazione, per poter arrivare conseguentemente all'erogazione effettiva dei fondi. Contatti pressoché quotidiani ci fanno invece ritenere possibile che parte di tali fondi possa essere impegnabile quest'anno; nel dubbio, siccome nell'area complessiva di questo fondo rimanevano comunque 10 miliardi di cui avevamo ipotizzato lo slittamento, si riduce la richiesta di slittamento complessivo da 25 miliardi a 10 - si tratta quindi di emendamento in diminuzione - in modo da essere certi che qualora le procedure che legano l'Assessorato ai trasporti e le Direzioni competenti dell'ATM per quanto attiene all'utilizzo di questi fondi, augurabilmente possano avere impiego nel corso del 1998 e trovino immediata disponibilità di fondi. Questa la ragione dell'emendamento in diminuzione al capitolo 25200 da 25 a 10 miliardi che la Giunta propone di votare.
Con la stessa logica, l'Assessorato all'agricoltura propone un emendamento di ulteriori fondi per complessivi 18 miliardi, che aggiungiamo ai 490 inizialmente previsti, di cui si propone lo slittamento.
Infine, relativamente agli altri due emendamenti presentati, uno è all'art. 1: "Dopo l'art. 1 viene aggiunto il comma secondo. Le somme slittate ai sensi d'applicazione del precedente comma, come specificato nell'allegato A), vengono iscritte nel bilancio pluriennale 1998-2000 strumento finanziario che in sede di assestamento dovremmo definire e votare - per le tranches relative al 1999-2000 in sede di assestamento al bilancio di previsione 1998, mediante opportune variazioni alle previsioni per i rispettivi anni.".
Si formalizza quindi, da un lato, lo slittamento e l'utilizzo di questi fondi, e dall'altro il nuovo stanziamento per le procedure definite nell'ambito del 1999-2000, a seconda della cantierabilità dei singoli fondi.
Proprio per questo scopo, infine, è stato presentato il quarto emendamento - il primo, in ordine logico - che a questo punto proporremmo anche in contatto con il Ministero, poiché, ripeto, la materia che stiamo toccando è da un lato urgente, ma in qualche misura anche ragionevolmente innovativa. Si propone infatti di cambiare il titolo del disegno di legge segnalando tramite quest'ultimo la volontà e il fine che s'intende perseguire: "Il titolo del disegno di legge n. 416 viene sostituito dal seguente: 'Estinzione, in applicazione della legge regionale 21 gennaio 1998, n.
3, di mutui precedentemente contratti mediante trasferimento della reimpostazione di economie di fondi statali'". Emendamento che autorizza la Giunta regionale all'estinzione anticipata di mutui precedentemente contratti e che specifica con chiarezza la finalità del disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, l'urgenza di approvare il provvedimento fa sì che si arrivi in aula senza averlo potuto esaminare nelle specifiche Commissioni. In tal senso, si sottolinea in Consiglio la necessità di ricevere più approfondite spiegazioni, non solo in ordine alle problematiche della sanità, ma Assessorato per Assessorato, competenza per competenza.
L'Assessore al bilancio, nella sua replica, ci ha fornito alcuni elementi che hanno consentito maggiore chiarezza. Mi permetto comunque di insistere - e in tal senso mi rivolgo al Presidente del Consiglio - sul fatto che sia l'impegno da parte dei vari Assessori di recarsi in Commissione per fornire, in quella sede, eventuali ulteriori specificazioni. L'impegno assunto a livello generale in sede di Consiglio deve però consentire a noi Consiglieri di potere seguire, passo, passo, la reiscrizione ed anche la realizzazione delle opere rinviate.
Pertanto, solleciterei il Presidente del Consiglio, e i Presidenti di Commissione, a rendere possibili tali approfondimenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Mi scuso con i Consiglieri Bortolin, Simonetti e Miglietti: forse per il fatto di non essere membri sistematici della I Commissione sono stati poco informati. Informo che ordinariamente, per quanto attiene all'esame del consuntivo - poiché si tratta di economie del 1997 - che vi sono due strumenti di informazione, uno dei quali già disponibile: il monitoraggio del bilancio che a tutti i Gruppi, e a tutti i membri della I Commissione viene consegnato ogni mese, almeno da quando occupo le deleghe al bilancio.
Monitoraggio che consente l'esame, capitolo per capitolo, degli impegni che man mano si vengono formalizzando, e degli stanziamenti man mano che vengono iscritti.
Inoltre, per quanto attiene specificamente ai fondi statali, che seguono una complessa procedura loro specifica. Per esempio, credo verrà fuori quando lo esamineremo in sede di consuntivo, ci sono procedure molto complesse, soprattutto di colloquio con gli Enti locali, che rendono difficile l'erogazione e l'assegnazione di fondi, anche perché bisogna che entrambe le parti, in questo caso Ente Regione (che fa da coordinatore) ed Ente locale (che deve potere usufruire del fondo secondo le procedure stabilite), siano proceduralmente pronte, in modo che il fondo venga prima impegnato e poi liquidato, andando al fine naturale a cui era stato destinato.
Proprio per questo fine, questo documento che ha originato in questo caso un progetto di legge con una finalità specifica - com'è stato detto in prima Commissione e come io qui ribadisco - diventa un documento standard della Giunta. Trimestralmente avrà dalle Direzioni che gestiscono i fondi un monitoraggio della loro impiegabilità, perché esistono i Direttori regionali e strutture che gestiscono l'operatività delle direttive, poi la Giunta lo esaminerà e lo renderà disponibile in sede di prima Commissione a disposizione delle Commissioni che vorranno avere più specifiche informazioni.
Questo era quanto avevo già ripetuto in prima Commissione, ma mi sembrava utile, nell'intento di dare maggiore efficienza all'impiego dei fondi, ripeterlo ancora in questa sede.



PRESIDENTE

Possiamo passare pertanto all'esame degli emendamenti.
ART. 1 Emendamento presentato dalla Giunta regionale: Allegato A: Settore trasporto su strada - Capitolo 25200 "La cifra 25 miliardi è sostituita dalla cifra 10 miliardi".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente. Le risposte degli Assessori non hanno corrisposto alle nostre attese. L'interesse che avevamo e ancora abbiamo, è quello di avere un giudizio politico sul ritardo delle erogazioni di questi fondi statali.
Non volevamo sentire una descrizione del come si è giunti a questo ritardo, e neppure delle ragioni del ritardo, che possono essere note.
Siamo in sede legislativa, di dibattito politico, per cui era nostro interesse avere il giudizio politico della Giunta, dei vari Assessori, sul fatto che questi fondi statali dovessero essere reimpostati, perché andati in economia.
Questo era l'aspetto politico interessante: sentire da un Assessore che quei fondi giustamente sono andati in economia, che la strada seguita era la migliore, oppure sentire che quella era la strada migliore in un caso e che invece in altri casi sarebbe stato possibile non andare in economia sentire se altri soggetti, pubblici o privati, si sarebbero comportati allo stesso modo, sentire per esempio se su certi capitoli che ora vanno in reimpostazione c'è stata qualche iniziativa per accelerare il ritardo.
Insomma, ci piacerebbe avere un giudizio politico, perché ancora adesso non sappiamo se questa reimpostazione è l'unica realtà possibile, una realtà intoccabile, immodificabile, oppure se si possono graduare i giudizi politici su questa reimpostazione, in modo da dare all'opposizione degli argomenti da discutere, d'aiuto anche per chi governa.
Perché l'opposizione, giunta a conoscenza di un ritardo che si poteva ridurre nel tempo, deve poter almeno segnalare il problema e, criticamente cercare di dare una mano affinché l'anno successivo gli Assessori e la Giunta adottino più e diverse iniziative.
Questo giudizio politico noi non l'abbiamo sentito, non so se perché ci siamo spiegati male nella nostra richiesta o se perché non si vuole fornire una risposta. Rimane vivo il nostro sconcerto, il nostro disappunto.
Quale sarà il comportamento del Gruppo? Noi non siamo nemmeno in Commissione, convinti che ci si guadagni qualcosa. E, questo rimanga a verbale, i numeri che ci sono stati forniti come opposizione (speriamo di sbagliarci) non ci tranquillizzano. Perciò, per questo progetto, noi non votiamo a favore.
Per quanto riguarda l'emendamento relativo al titolo, Assessore Burzi siamo onesti, facciamo un cosa equilibrata, giusta e onesta, voi in un primo momento avete titolato la legge "Trasferimento della reimpostazione" perché evidentemente l'impulso di questa legge deriva da quello e non dal fatto che qualcuno ci ha benedetto con un'elargizione. Adesso invece cancellate quella dicitura, non so se perché la considerate una macchia e la sostituite con "Estinzione dei mutui".
Non si potrebbe, in nome della chiarezza, tenere le due diciture come titolo della legge? Perché una legge che recita "Estinzione dei mutui" non indica lo stato reale della situazione, chi legge pensa che i mutui siano stati estinti con tanto di lode, mentre il primo titolo da solo "Trasferimento dei fondi" poneva il dubbio del perché i fondi venissero trasferiti. Poiché per noi è importante rendere evidenti entrambi gli aspetti, ci chiediamo se non sia possibile elaborare un titolo che sia limpido e trasparente. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti per dichiarazione di voto.



MIGLIETTI Franco

Vorrei sottolineare che il nostro voto sarà contrario per le motivazioni che hanno creato la necessità dell'applicazione di questa legge. In termini pratici siamo d'accordo, ma il motivo che ha determinato l'avanzo di amministrazione, i mutui rimpostati, non spesi ci fa votare contro anche alla legge.
Avevo già evidenziato questo in sede di Commissione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento all'allegato A.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astensione.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: Allegato A: Settore Agricoltura e Zootecnia (Tabulato conservato agli atti).
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astensione.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: All'art. 1 viene aggiunto il seguente comma 2: "2. Le somme slittate ai sensi ed in applicazione del precedente comma e specificate nell'allegato A, vengono iscritte nel bilancio pluriennale 1998 2000, tranches 1999 e 2000, in sede di assestamento al bilancio di previsione 1998, mediante opportune variazioni alle previsioni per i rispettivi anni." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 2 contrari.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 1, così emendato, a norma dell'art. 44, secondo comma dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 29 voti contrari 15 astensioni 2 L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 2, a norma dell'art. 44, secondo comma dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 29 voti contrari 15 astensioni 2 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 3, a norma dell'art. 44, secondo comma dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 29 voti contrari 15 astensioni 2 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 All'art. 4 occorre fare una puntualizzazione: dove è scritto "più" e "meno" 490 miliardi deve leggersi 493.577.609.500 a seguito degli emendamenti apportati.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 4, così emendato, a norma dell'art. 44, secondo comma dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 28 voti contrari 15 astensioni 2 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 5, a norma dell'art. 44, secondo comma dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 28 voti contrari 15 astensioni 2 L'art. 5 è approvato.
Emendamento sostitutivo presentato dalla Giunta regionale: Il titolo del disegno di legge n. 416 viene sostituito dal seguente: "Estinzione, in applicazione della L.R. 21/1/98, n. 3, di mutui precedentemente contratti mediante trasferimento della reimpostazione di economie di fondi statali".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 43 voti favorevoli e 1 astensione.
Non essendovi dichiarazioni di voto si proceda, infine, alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI' 28 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Musei - Parchi e riserve

Proseguimento esame progetto di legge n. 368: "Modifiche della legge regionale 14 marzo 1995, n. 31 'Istituzione di Ecomusei del Piemonte'" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Procediamo con il punto 5) all'o.d.g., relativo all'esame del progetto di legge n. 368.
I lavori della Commissione che si è riunita nell'intervallo hanno prodotto un nuovo testo.
Il Consigliere Salerno dà per letta la seguente relazione: "Con il presente disegno di legge si intende proporre l'integrazione dell'art. 2, della legge regionale 14 marzo 1995, n. 31, "Istituzione di Ecomusei del Piemonte", prevedendo tra i soggetti gestori degli stessi anche le amministrazioni comunali e le comunità montane.
Tale integrazione si rende necessaria a seguito della presentazione, da parte di alcuni Comuni e comunità montane di proposte di Ecomuseo circoscritte a realtà territoriali e culturali comunali e di comunità montana, che sono state ritenute meritevoli e valide da parte del Comitato scientifico per l'individuazione e la promozione degli Ecomusei previsto dall'art. 3 della L.R. 31/95.
La dimensione comunale, nella storia italiana, costituisce spesso la realtà di riferimento sociale, culturale, economico, di una popolazione; in essa gli individui trovano senso di identità ed appartenenza. L'Ecomuseo laddove tale senso delle comunità è ancora forte o recuperabile, è uno degli strumenti in grado di valorizzarne i caratteri, evidenziarne le peculiarità, i valori, dare riconoscibilità alle differenze che possono diventare risorse anche in termini economici.
In montagna è la dimensione della Comunità montana che spesso costituisce riferimento sociale, culturale, economico delle popolazioni per l'interdipendenza dai fattori ambientali, geografici, ecc. E' pertanto opportuno, per accogliere e sperimentare iniziative che perfettamente possono realizzare l'obiettivo della politica degli Ecomusei documentando a vari livelli e dimensioni la memoria storica del Piemonte, prevedere, tra i possibili soggetti gestori, anche i Comuni e le comunità montane.
L'esperienza di questi due primi anni di lavoro sottolinea inoltre l'opportunità che i progetti di Ecomuseo siano predisposti dal soggetto proponente, non dal Comitato scientifico, cui spettano principalmente compiti di programmazione, verifica, orientamento, promozione, supporto scientifico. E' evidente, infatti, che in primo luogo occorre favorire orientare ed incentivare le iniziative che nascono dal territorio in quanto sono quelle che maggiormente garantiscono il radicamento nella realtà locale e quindi l'esistenza di una effettiva volontà e capacità organizzativa e gestionale.
L'entrata in vigore della Legge finanziaria 1997 (Legge 23 dicembre 1996, n. 662), che amplia lo strumento degli "accordi", oltre a quanto previsto dall'art. 27 della legge 8 giugno 1990, n. 142, per il coordinamento delle azioni che coinvolgono più soggetti pubblici e privati rende opportuno l'adeguamento del comma 4 dell'art. 2 della legge n. 31/95 per renderlo più flessibile al fine di garantire l'accesso allo strumento di concertazione più adeguato alle specifiche realtà.
La V Commissione ha esaminato il testo e lo ha sottoposto alla consultazione con gli enti e le associazioni interessate, approvandolo quindi, una prima volta all'unanimità dei votanti. Ulteriori approfondimenti in Commissione hanno avuto per oggetto la natura delle associazioni che devono essere costituite appositamente per la gestione degli Ecomusei. In seguito anche alla valutazione ex post dell'attuazione della L.R. n. 31/95, la Commissione ha ritenuto all'unanimità di lasciare inalterata la natura prevista da tale legge, separando la fase di istituzione degli Ecomusei, di competenza del Consiglio regionale, dalla successiva fase di affidamento della gestione, di competenza della Giunta.
A conclusione dell'iter, si raccomanda ora all'aula consiliare un'unanimità di consensi." Passiamo ora all'esame del relativo articolato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: All'art. 1, comma secondo, punto c) dopo "Associazioni appositamente costituite" aggiungere "senza scopo di lucro".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Nel corso della discussione avuta oggi in Commissione siamo giunti perlomeno, ad alcuni punti; al di là del fatto che i soggetti che possono promuovere un progetto di Ecomuseo sono molti, si è poi deciso, così come in parte era già contenuto nel testo originale della legge, per modificando il meccanismo per cui viene conferita la gestione, che ne viene affidata la gestione alla Giunta regionale. Si è mantenuta la dicitura che debbono essere associazioni appositamente costituite, dividendo appunto chi promuove, chi ha l'idea e sviluppa il progetto da chi invece il progetto lo applica. A questo punto, una volta che il progetto è varato, si costituisce un'associazione con lo scopo di gestire il progetto di museo.
Come Gruppo ci stupiamo del fatto che non sia stato accolto il nostro emendamento, poiché l'intero spirito della legge è nella stessa direzione.
L'Ecomuseo svolge un'attività di valorizzazione del territorio, della sua storia, delle sue caratteristiche; attività di supporto a tutta una determinata area, con un particolare tipo d'impostazione, diversa da quella di un'attività con fini economici.
Anche per questi motivi, parliamo di attività che può riguardare un territorio relativamente vasto e, conseguentemente, una complessità di settori su cui intervenire. In tal senso, occorre costituire un'associazione con lo scopo di gestire il progetto di Ecomuseo; non si tratta di un "museo", ma di qualcosa di più complesso.
Come Gruppo credevamo, presentando questo emendamento, che si trattasse, semplicemente, di esplicitare un dato in sé già presente; ci siamo invece trovati di fronte ad un'opposizione. A noi sembra del tutto naturale un'attività di questo tipo, e l'art. 4 chiarisce che per la gestione di Ecomusei "E' istituito il seguente capitolo: 'Interventi ed opere per la gestione degli Ecomusei" con lo stanziamento di competenza di un miliardo nell'anno 1995'", anche se sappiamo che ogni anno tali cifre vengono modificate. Si tratta di strutture che vengono finanziate dalla Regione; all'art. 2 si dice: "La Regione, per conseguire lo scopo di cui al comma 1, organizza aree di dimensioni caratteristiche adeguate e provvede ad attrezzarle e restaurarle e a recuperare fabbricati ed attrezzature e a raccogliere documentazione adeguata alla finalità di cui al comma 3". Ci sembra quindi abbastanza evidente che ci si tratta di un'attività in qualche modo sociale, che riguarda la comunità nel suo complesso. Dire che chi gestisce quest'attività debba essere una società senza fini di lucro ci sembra del tutto naturale, in qualche modo pleonastico.
Vediamo che non e così.
Aggiungo alcuni ulteriori elementi...
Presidente, mi sono già fermato due volte, ma...



PRESIDENTE

Consigliere, lei ha perfettamente ragione: personalmente, non ho mai vissuto, per lavoro, nei borsini delle banche, ma credo ci sia l'atmosfera di oggi in aula! Chiederei ai Consiglieri, ai dirigenti, di Direttori, di aiutarmi a contenere il brusìo nei limiti accettabili.



PAPANDREA Rocco

Mi sembra, inoltre, che questo tipo di attività dovrebbe essere in qualche modo destinata al cosiddetto...



PRESIDENTE

Abbia pazienza, Consigliere. Chiedo nuovamente ai Consiglieri di aiutarmi...



PAPANDREA Rocco

Ci sembra questi tipi di attività dovrebbero aiutare lo sviluppo ed il rafforzamento del nostro Paese, del cosiddetto settore "no profit". Terreno che ha registrato recentemente un crescente interesse e ha visto il fiorire di tutta una serie di legislazione. Se ne parla molto, come possibilità di sviluppo dell'occupazione in modo alternativo ai settori tradizionali, in cui normalmente era concentrata l'occupazione.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, mi vedo costretto a sospendere la seduta per due minuti: così non è possibile andare avanti, ho dovuto interrompere tre volte il Consigliere Papandrea per chiedere un minimo di attenzione, senza alcun risultato. A questo punto, sospendo la seduta per due minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17.13 riprende alle ore 17.15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Papandrea, con il quale mi scuso per le numerose interruzioni, peraltro non dovute alla mia volontà.



PAPANDREA Rocco

Stavo dicendo che negli ultimi tempi si è sviluppato un vasto dibattito nel Paese sul cosiddetto settore no profit - senza fini di lucro - che tra l'altro ha portato ad alcuni interventi legislativi. Si individua, infatti nello sviluppo di questo settore, una possibilità di trovare parziale soluzione al problema occupazionale, dall'impatto estremamente grave nel nostro Paese.
A nostro avviso è assai opportuno che si possa sviluppare questo tipo di attività, che non ha logica strettamente mercantile, e che si dovrebbe occupare di settori e servizi al di fuori del mercato, della competizione economica.
Molte volte, quando si discute del settore no profit, si usa il termine ecosolidale, per esprimere il forte rapporto tra concetto di solidarietà e concetto di politica che s'interessa dell'ambiente in senso lato - anche umano.
Come Gruppo intendiamo rafforzare questo aspetto che la legge aveva come vocazione sua propria. Abbiamo sentito e sentiremo discorsi sul libero mercato, la libera capacità di competere, di poter intervenire in economia senza intralci tra soggetti di vario tipo, senza alcun limite. Ma in questo caso stiamo parlando di un'attività assistita, finanziata. Nessuno vieta che un soggetto privato che voglia fare qualcosa di simile ad un Ecomuseo che voglia assumere qualche iniziativa, lo faccia con propri mezzi e lo gestisca come meglio ritiene.
In questo caso, si tratta di attività istituita e finanziata dalla Regione. Quindi, bisogna precisare che attività con questa caratteristica prevalente devono essere affidate a società appositamente create al momento del varo del progetto o costituite successivamente ad hoc. Però, le società costituite ad hoc non devono avere un fine di lucro: la loro finalità dev'essere mettere in funzione il programma e le attività previste, per cui chi partecipa a queste attività non deve avere scopi di lucro. Questo poi non vuol dire che non possono generarsi attività positive, ma in tal caso bisogna reinvestirle nello stesso campo di attività svolto e non creare dividendi per i membri di tali società. Quindi noi manteniamo questo emendamento, e ci stupisce la resistenza che ha incontrato.



PRESIDENTE

Sono stati presentati complessivamente due emendamenti.
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Vorrei fare alcune brevi osservazioni sul nostro emendamento, perch questa proposta di legge e di modifica legislativa è una modifica, dal nostro punto di vista, assolutamente generica e fuorviante delle logiche di tutela e conservazione dei valori istitutivi nella gestione degli Ecomusei.
La nostra modifica ci sembrava una legittima e opportuna osservazione utile a specificare quell'idea di gestione che riteniamo sia la più collettiva e sociale possibile.
L'introduzione, in cui si segnala che le associazioni costituite devono avere come caratteristica la mancanza di fini di lucro, ci sembrava importante per chiarire la natura stessa della gestione dell'Ecomuseo. Il fine di lucro, di fatto, è una caratteristica che impedisce e condiziona una legittima fruizione di un servizio, una legittima gestione che ne viene condizionata e inibita.
Il fine di lucro, che lega la questione culturale alla questione ambientale, non è in nessuno modo concepibile. Per la natura stessa di questo tipo di attività, per la gestione di questo tipo di attività economica, per tutte le valutazioni fatte, non si possono introdurre dei fini speculativi che impedirebbero sostanzialmente l'accesso.
Un altra questione rilevante è sottolineare l'importanza di dare un'attenzione maggiore a tutte quelle attività economiche e al volontariato esistenti nel territorio, perché svolgano una funzione sociale che non deve essere sostitutiva ma complementare, per affrontare le difficoltà che oggi gli Enti pubblici hanno nell'intervento sul territorio, in particolare nelle questioni sociali, ambientali e culturali.
La nostra sottolineatura intendeva valorizzare anche il ruolo di un volontariato che, a proprie spese e con sforzi notevoli, oggi cerca di colmare dei buchi e molte carenze che il pubblico avverte. Sono carenze particolarmente sentite negli interventi strutturali sul territorio, in cui si legano questione culturale e questione ambientale. Penso che per quest'aspetto la gestione degli Ecomusei possa riassumere molto bene queste caratteristiche e in parte incentivare l'occupazione con i lavori sul territorio. Crediamo che il Consiglio debba dare una maggiore attenzione a tutti questi aspetti, che riteniamo importanti.
Successivamente, se lo riterremo opportuno, interverremo su altri emendamenti che ci sono pervenuti da altri Gruppi o dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Vorrei fare una breve riflessione su quest'argomento più che sull'emendamento. La Commissione si è riunita e ha riflettuto abbastanza a lungo.
La sostanza del nostro ragionamento è questa. Nel nostro Piemonte alcune zone, per la verità diffuse un po' in tutte le province (penso all'Ossola, alla cultura Valser, alla langhe) hanno avuto la capacità di trasformare la loro povertà in ricchezza. Uno dei problemi del Piemonte che si collega alla questione degli Ecomusei, è quello di riuscire a trasformare alcune ricchezze elementari (il paesaggio, la gastronomia, i prodotti della terra, la capacità di lavorare prodotti semplici, come il vino) e farle diventare ricchezze per tutti. Abbiamo dei territori dove questo progetto è riuscito: nelle Langhe arrivano visitatori da tutto il mondo, oggi queste zone un tempo aspre e povere sono diventate un punto d'attrazione mondiale, un punto di riferimento. Ci sono altre zone del Piemonte che hanno queste o simili caratteristiche, zone non valorizzate zone di grande bellezza paesaggistica, in cui sarebbe possibile attuare percorsi di particolare valore.
La povertà di un tempo deve diventare la ricchezza di oggi: il concetto di Ecomuseo deve quindi essere esteso, deve originare una cultura più vasta, non più soltanto dei Comuni, delle Provincie, delle Associazioni, ma la cultura di tutti, dove la ricchezza del territorio è ricchezza per tutti.
Dovremmo impegnarci a liberare e far decollare queste potenzialità del territorio. Voi sapete, per esempio, che per la realizzazione di impianti tossico - nocivi esiste una legislazione speciale, che dà una corsia preferenziale ai privati. Allora, perché il Consiglio non dà un corsia preferenziale a privati che siano dei Mecenati per il loro territorio o per il Piemonte? Prendiamo per esempio il Museo della Martini Rossi, che è ormai un punto di riferimento: certo la Martini Rossi ha un suo tornaconto di carattere economico, ma il suo museo costituisce un aspetto nobilitante per tutto quel territorio. Certo, quello del Museo Martini Rossi era un esempio limite, non applicato al concetto che noi oggi studiando. Però, penso che in qualche modo oggi esista una cultura che sta sviluppandosi via via, mi riferisco alle zone nelle quali l'associazionismo dei produttori di tartufi, di vino, o anche il singolo intenzionato a valorizzare il suo territorio, proponendo e magari facendosi carico di mettere a disposizione strumenti, e fondi perché in qualche modo non può essere un soggetto il cui progetto viene considerato. Questo progetto non dovrà avere fini di lucro però nulla vieta che possa essere richiesto. Il nostro problema non è quello che nessuno guadagni, ma è quello di cercare di trasformare questi strumenti in qualcosa che produca ricchezza per questi territori. Se gli albesi avessero ritenuto di non divulgare il prodotto tartufo probabilmente oggi non sarebbero il punto di riferimento di un'economia che si è affermata pressoché in tutto il mondo.
In Piemonte abbiamo zone particolarmente caratteristiche e se riuscissimo a portare un turismo qualificato in queste zone, magari in quelle dell'Ossola, se riuscissimo a valorizzare territori che si trovano a 50 km da Torino, dove c'è un interland di due milioni di persone che per non si sente "catturato", e se dessimo la possibilità di fare anche a livello più ridotto dei musei che ricordino un determinato mondo, così come a Torino si fanno i musei dell'architettura industriale, probabilmente una parte di economia di queste zone decollerebbe.
Per esempio, la Provincia di Torino sta promuovendo in alcune zone delle forme di Ecomuseo che chiamano Museo all'aperto; è una cosa ancora diversa dalla nostra legge, che riguarda l'architettura industriale. Mi sembra che la nostra volontà sarebbe quella di trasformare anche queste proposte, che attengono alla conservazione dell'ambiente, in una forma di valorizzazione dell'economia di quell'ambiente.
Ecco, mantenere per valorizzare per tutti: questo è il concetto che in una riflessione un po' allargata probabilmente ci può differenziare.
Stavo valutando che se collegassimo un ordine del giorno, con carattere di temporaneità (un anno o due, arriviamo a fine legislatura), che spinga una sorta di sperimentazione, tenendo le maglie più larghe possibili potremmo vedere cosa propone il Piemonte per la valorizzazione dei suoi territori nello spirito della legge sugli Ecomusei e poi ad un certo punto capiremo se dovremo restringere, correggere o cos'altro fare.
In sostanza, non mi spavento che accanto al no profit, che non escludo assolutamente, ci sia invece il contributo del meglio della nostra ricchezza in qualche modo. Se i più grandi industriali del tessile realizzassero un progetto che non ha fini di lucro, ma che valorizza e fa un museo di alcune delle più importanti industrie del tessile, questa non è la valorizzazione del territorio intesa nella nostra legge dell'Ecomuseo? Io mi auguro che non solo gli industriali del tessile, ma tanti altri privati, vogliano investire in quello che una volta si chiamava mecenatismo; non dobbiamo ricorrere al concetto del mecenate e considerare che se il privato guadagna anche qualcosa indirettamente è colpevole. Ho fatto un ragionamento evidentemente per eccesso, per carità, questo è vero però magari moltissimi avrebbero voglia di investire anche per amore del proprio territorio. Se dietro ad un investimento, per amore del proprio territorio, ci sarà poi anche un qualche ritorno di carattere economico io dico "ben venga", perché se per il fatto che uno guadagna un po' di più tutti si sollevano un po', secondo me, questo è estremamente positivo e dovrebbe essere il nostro obiettivo di carattere generale.
Però, ripeto, probabilmente sono approcci un po' diversi su un grande e complesso problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Grazie Presidente. Sull'emendamento del Consigliere Papandrea noi intendiamo per "non a scopo di lucro", che l'eventuale associazione che gestisce l'Ecomuseo non ha una gestione necessariamente improduttiva; cioè una gestione di un Ecomuseo può anche chiudere con un utile di esercizio cioè con un avanzo di gestione. Intendendo questo, quindi, non come una possibilità di distribuzione di questo reddito, di questo utile di gestione, ma intendendo che questo utile, ancorché venga prodotto, sia in ogni caso reinvestito nell'associazione stessa.
Inteso in questo senso ci troviamo d'accordo sul concetto del "non a scopo di lucro".
Avrei concluso: semplicemente per rimarcare che ci troviamo d'accordo sull'emendamento in quanto intendiamo per "non a scopo di lucro" non un'associazione che non debba in qualche maniera chiudere con un'utile di gestione, ma intendendo in senso classico che questo utile debba rimanere all'interno dell'associazione, cioè non venga distribuito. In questo senso il "non a scopo di lucro" per noi può stare bene, quindi approviamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io non ho seguito tutta la questione e nemmeno ho potuto partecipare alla Commissione oggi pomeriggio, quindi non conosco i dettagli della vicenda, però credo che la legge di istituzione degli Ecomusei sia di per sé abbastanza chiara e gestibile in quanto tale e non considero opportuno appesantire con precisazioni di varia natura.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi, rivolto al Consigliere Cavaliere)



CAVALIERE Pasquale

E' una modifica della legge, questo non l'avevo seguito: io sospendo allora il mio giudizio e riconsidero la questione, perché questo non l'avevo capito. Sospendo il mio intervento, Presidente.



RACCHELLI Ettore

Dopo averne parlato con il Capogruppo Gallarini, chiederei il rinvio di questo provvedimento al prossimo Consiglio, perché oggi ci siamo trovati di fronte a una discussione nella quale ci sono state interpretazioni diverse e, soprattutto, motivate da filosofie completamente contrapposte.
Se dovessi fare un intervento e dare una valutazione su quanto ci siamo detti, sottoscriverei in toto ciò che già in Commissione ci siamo detti con la Consigliera Spagnuolo. Forse l'interpretazione di questi emendamenti (anche da parte nostra, non essendoci stato il tempo per poterne discutere) non ha dato a tutta la maggioranza la possibilità di giungere a un'interpretazione corretta, così come in parte non l'ha data all'opposizione.
Se è possibile, chiedo che questo provvedimento venga spostato e, se non è possibile, faccio un intervento interpretativo sulla nostra posizione.



PRESIDENTE

Cerchiamo di riassumere questa giornata, caratterizzata da un po' di vivacità, e di concludere con l'esame, quanto mai travagliato, di questo provvedimento. Non voglio forzare la volontà dei Consiglieri, ma dovremmo riuscire, magari con una sospensione di pochissimi minuti, a trovare un testo che possa soddisfare il più alto numero di posizioni, poiché questo provvedimento è già stato abbozzato, esaminato, e non vorrei, se possibile trascinarlo ad un'altra riunione. Perciò, sospendiamo per cinque minuti la seduta, in modo da favorire un'ulteriore valutazione.



(La seduta, sospesa alle ore 17.38 riprende alle ore 17,50)



PRESIDENTE

La seduta riprende, passiamo alla votazione degli emendamenti.
Consigliere Racchelli vuole formulare dopo questa sospensione, la sua posizione? Le ripasso la parola.



RACCHELLI Ettore

La nostra posizione è legata ad una interpretazione più libera di quest'articolo, quindi noi crediamo che su un emendamento di questo tipo ci si possa trovare d'accordo. L'interpretazione corretta, autentica, è quella che ha già dato nel suo intervento la Consigliera Spagnuolo. Essa è legata ad una capacità, da parte della Regione, di interpretare, intervenire sollecitare e promuovere le realtà economiche - produttive locali, di impresa, le Associazioni, anche quelle non - profit, offrendo a tutte le stesse opportunità e possibilità, per far sì che tutte possano attivarsi e promuovere un'azione di sviluppo di quelle realtà locali che mirano a una rivalutazione della propria storia, della propria cultura, in modo tale che la stessa Regione possa trarne un doppio vantaggio. Un vantaggio che è doppio perché da una parte si smuovono il privato e le imprese sollecitandoli anche attraverso dei contributi, degli interventi regionali facendo sì, e questo è l'altro vantaggio, che l'associazionismo nasca in modo naturale dal confronto, dalla collaborazione che, territorialmente, si riconosce in un progetto.
Vorrei fare ancora un'altra considerazione, legata alla libertà assoluta da parte di tutti gli Enti privati, di tutte le Associazioni, di fare dei progetti legati all'Ecomuseo. Poi, una volta redatti i progetti si ricercano gli strumenti per renderli più idonei e più compatibili con le finalità della legge.
Il discorso del no - profit è sì un discorso importante, però è anche vero che oggi esistono realtà economiche in Piemonte e nel paese capaci di essere riconoscibili e riconducibili a un termine che la Consigliera Spagnuolo ha usato più volte, il "mecenatismo". Quella del mecenatismo, in Piemonte, non è una realtà che rappresenta l'eccezione. La Consigliera Spagnuolo ha fatto l'esempio della Martini Rossi, anch'io potrei fare degli esempi. Pensiamo all'Alessi, che in Piemonte è una grande industria e che ha svolto e continua a svolgere, soprattutto per l'Ente pubblico, una un forte azione di mecenatismo, con forti investimenti privati volti a risolvere problemi che dovrebbero essere affrontati dal pubblico.
Dunque, l'interpretazione autentica è un'interpretazione che va incontro al liberalismo, alla libertà e possibilità, da parte di tutti, di accedere alle facoltà che una legge ci da, senza vincoli ma con un confronto forte e serrato da compiersi solo sui progetti.
Su questo siamo d'accordo. Certo, la legge sulla quale andiamo a incidere nasce da una filosofia che non ci appartiene, ma che deve essere confrontata e deve essere confrontarsi con un filosofia, la nostra, che ha oggi l'onere e il dovere di governare, quindi di incidere su leggi già esistenti, con la propria interpretazione di una funzione amministrativa regionale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io sono propenso alla modifica della legge, ma solo nella direzione indicata dal disegno di legge. La legge va modificata per permettere che tra i soggetti gestori ci siano anche le Amministrazioni comunali e le Comunità montane. Ogni altra considerazione originerebbe un discorso più vasto e complesso che, se affrontato superficialmente, non crea altro che problemi. Quindi, se si è concordi su questo, bene, altrimenti ritengo necessario un approfondimento in Commissione. Pertanto, se la discussione non si limita a questo, chiedo che la questione venga approfondita, perch secondo me la legge così come è funziona bene e non c'è bisogno di allargarla a ragionamenti troppo complicati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente, leggendo la legge n. 31 "Istituzione di Ecomusei del Piemonte" penso che si possa ragionare attorno al tema della gestione degli stessi verificando che le finalità proposte nell'art. 1 sono tutte finalità che cambiano di prospettiva a seconda se inserite all'interno di attività economiche a scopo di lucro o no. A me pare indubitabile che quando approvammo questa legge nel marzo del '95, non fosse nel modo più assoluto in discussione il fatto che gli Ecomusei erano strutture, sarebbero state strutture, di iniziativa pubblica e senza fini di lucro. C'era anche Vaglio e io mi ricordo questo. Non se ne era nemmeno parlato, perché leggendo le finalità che sono di carattere eccezionale ed eccezionalmente attente a valori non di lucro, si presupponeva che gli Ecomusei, se sono Ecomusei cioè se non sono dei centri commerciali - perché sono anche belli i centri commerciali e hanno diritto e dovere di produrre lucro, ma sono centri commerciali con le loro leggi - devono conservare e restaurare gli ambienti di vita, valorizzare abitazioni o fabbricati caratteristici, ricostruire ambiti di vita e di lavoro, predisporre percorsi, coinvolgere le comunità istituzioni e scuole, promuovere la ricerca scientifica: tutte queste attività non consentono uno scopo di lucro o, se per assurdo lo consentissero non sarebbero più tali, perché non sarebbero più fruibili visti gli enormi costi a cui andrebbero incontro.
Dato che sono attività che obiettivamente non consentono scopo di lucro, che c'entra un'associazione a scopo di lucro con tutto questo? Queste attività sono tipiche di un'iniziativa pubblica, se fossero attività con scopo di lucro, che magari esistono anche...il Museo della Martini e Rossi di lodevolissima attività, probabilmente a scopo di lucro dal punto di vista della ragione sociale, non so quanto renda l'attività in proprio ma è una meritoria attività di documentazione, che una grande ditta che fa onore al Piemonte ha messo in atto.
Cosa diversa è raccogliere queste testimonianze storiche, la vita vissuta in questi luoghi e cercare di darle dignità di momento organico organizzato, attento ai valori esistenti e non attento a produrre profitti a seguito di questi interventi. D'altronde non voler scrivere e precisare e oggi è opportuno farlo, che le associazioni non devono avere scopi di lucro, autorizza implicitamente un'associazione che ha uno scopo di lucro nel gestire il museo a fare domande, a proporre il progetto e vederselo approvato.
Quindi, su questa questione mi sembra che l'attenzione e la preoccupazione debba essere massima, perché si parla di affari e non mi sembra che sia il caso subordinare l'istituzione degli Ecomusei alla possibilità che questi avvengano a seguito di attività economiche private a scopo di lucro. Non so se esistano associazioni private a scopo di lucro che siano già interessate a prendere in gestione degli Ecomusei, può darsi di si, può darsi di no.
Il mio gruppo esprime molta preoccupazione se così fosse, ma non per un motivo ideologico astratto, per il motivo pratico che se si mette come motore il profitto nella gestione, le cose qua scritte non saranno fatte perché sono incompatibili. E sono nate proprio come finalità che essendo incompatibili con una normale attività di profitto privato dovrebbero essere aiutate da un contributo pubblico; diversamente non si sarebbero scritte queste cose, perché organizzare i commerci, le gite turistiche, la vendita di prodotti, è un segnale che la nostra società è caratterizzata dal lucro.
Tutto quello che vediamo, o quasi tutto, è nato a seguito dello scopo di lucro; gli Ecomusei non sono nati a scopo di lucro, perché non è possibile metterli su quella strada e, ove fosse possibile, snaturerebbe la loro gestione. Questa strada è quella della privatizzazione di tutto, ormai pian piano l'unico riferimento che rimane è quello del mercato, del profitto, pian pianino sbaracchiamo tutte le attività sociali, una per una privatizziamo la scuola, privatizziamo l'Università, privatizziamo la sanità, privatizzeremo anche il Museo del Risorgimento, lo daremo a un'associazione che abbia scopo di lucro, l'Armeria Reale e il Museo Egizio: diamoli ad associazioni a scopo di lucro.
Se non si fa tutto questo è perché è evidente che questi tipi di gestione ad alto interesse sociale devono essere svincolati da logiche di profitto, pena lo snaturamento della stessa attività. Allora tutto diventa mercato, tutto diventa merce e non esistono più attività a forte rilievo sociale, mosse da un'iniziativa pubblica che tende a realizzare un interesse collettivo.
Cancelliamo tutto questo, mi spiace che si presupponga di iniziare lo smantellamento dell'interesse pubblico a favore del profitto privato su una struttura nuova come gli Ecomusei. Probabilmente questo è il primo grimaldello che viene messo in atto. Se questo emendamento, come pare, sarà respinto con la solita straripante maggioranza, noi vigileremo su cosa succederà dopo e vigileremo sul fatto che le forme di gestione vengano accuratamente verificate.
Presidente, io non ho ancora avuto l'ultimo emendamento della Giunta che chiarisce...



PRESIDENTE

L'emendamento è a firma Griffini e Gallarini, non è della Giunta. Io ho tre documenti che riassumo per completezza.
Il primo è un emendamento soppressivo delle parole "appositamente costituite", per cui il punto c) resterebbe "associazione".
Il secondo è un emendamento che chiede di aggiungere la parola "enti" alla parola "associazione" e resterebbe il punto c) "associazione ed enti".
Il terzo è quello presentato dal suo gruppo e dice aggiungere "senza scopo di lucro". Io ho questi tre documenti.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Va bene, Presidente. Vedo che è stato riempito il vuoto contenuto nell'assegnazione della gestione, assegnata alla Giunta regionale. Permane ancora la nostra richiesta di fare una riflessione sulla natura della gestione, nella speranza che ci sia ancora un momento di confronto e ripensamento da parte di quest'aula che va incamminandosi in una direzione molto preoccupante, quella di unire un museo agli affari. Non mi sembra questa, una grande innovazione del nostro tempo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Vorrei chiedere il rinvio in Commissione per un necessario approfondimento, dal momento che in aula sono state fatte delle considerazioni di una certa rilevanza.



PRESIDENTE

Credo che, con il consenso dell'Assemblea, il passaggio in Commissione non si possa negare. La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

Vorrei fare ancora una considerazione, dopo aver ascoltato l'intervento del Consigliere Chiezzi. Sono convinto che un ecomuseo possa essere gestito in maniera non scorretta, ma anzi in maniera consona a una forte azione sociale e promozionale della cultura piemontese, anche se gestito da un privato.
Perché il pubblico deve caricarsi di un costo sociale così alto sempre e comunque, e non può pensare che all'amministrazione pubblica possa bastare il controllo e la verifica dell'azione di governo annuale attraverso un ente preposto a tale scopo, non può pensare di limitarsi alla promozione del governo di un ecomuseo? Perché dobbiamo essere invece convinti che un ecomuseo vada controllato attraverso la convenzione del contributo pubblico e pensare che l'unica via del giusto controllo sia l'assistenzialismo, perché ritenere solo questa l'unica strada percorribile, rifiutando la possibilità che ci sia una struttura privata, o a forte partecipazione privata, in grado di gestire in maniera corretta un ecomuseo o un'altra struttura? La mia, Consigliere Chiezzi, probabilmente è una risposta filosofica frutto di una diversa visione politica dell'intervento pubblico, quindi non nasce dallo specifico della legge, nel senso che noi dovremmo rifare la legge in oggetto. Però io non sono convinto che questa interpretazione del ruolo della parte pubblica nella gestione di alcuni settori sia l'unica proponibile e giustificabile, perché l'unica che dia garanzie di trasparenza e, soprattutto, di buona gestione.



PRESIDENTE

Consigliere Racchelli, consideriamo la sua risposta come un'anticipazione della discussione che si svolgerà in Commissione, però non anticipiamo qui un confronto che ci porterebbe troppo lontano. Consideriamo quindi esaurita la discussione, la riporteremo, col consenso dell'Assemblea, in Commissione.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordini del giorno nn. 770 e 779 inerenti a: "Marcia globale contro lo sfruttamento del lavoro infantile"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 770, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui al punto 84) all'o.d.g., e n. 779 sempre sullo stesso argomento.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Presidente, mi dispiace, ma io avrei voluto intervenire prima che l'aula si svuotasse completamente, per sollecitare la votazione di un ordine del giorno urgente che, trattato nel prossimo Consiglio, perderà la sua attualità.
Tale ordine del giorno riguarda l'adesione alla marcia per la pace contro lo sfruttamento del lavoro minorile a cui aderiscono 97 paesi con diverse associazioni non governative, movimenti, sindacati. In verità riguarda una realtà più generale contro lo sfruttamento del lavoro, parte dall'organizzazione del lavoro e dalla difesa dei diritti dell'infanzia.
Dal momento che arriverà in Piemonte a metà della prossima settimana chiediamo al Consiglio regionale di aderire alla marcia globale contro lo sfruttamento del lavoro infantile e al Presidente della Giunta e alla Giunta stessa di partecipare in veste ufficiale, predisponendo atti e strumenti che coinvolgano e sensibilizzino il più possibile tutti i soggetti sindacali, imprenditoriali, dell'associazionismo e delle amministrazioni pubbliche.



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo chiede di intervenire sul problema delle poste.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Si tratta di un ordine del giorno molto importante; metterlo in votazione in chiusura di seduta, significa non considerarlo molto.
Pertanto propongo di discuterlo come primo punto all'o.d.g. della prossima seduta di Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Intervengo qui in aula in quanto evidentemente in sede di riunione dei Capigruppo non è sufficiente o non serve.
Sottolineo che il mio Gruppo non voterà più alcun ordine del giorno presentato all'ultimo momento, di corsa, in aula. L'iscrizione dell'ordine del giorno n. 770 non mi risulta sia stato richiesta nella riunione dei Capigruppo. Io avevo richiesto l'iscrizione di altri due ordini del giorno: vorrei che per gli ordini del giorno venisse seguito un criterio cronologico di presentazione.
Condivido quanto detto dal Consigliere Rubatto: non possiamo votare degli ordine del giorno all'ultimo momento, magari anche ordini del giorno condivisibili. Ci sono tanti problemi in questa Regione e in questa Nazione nei confronti dei quali ognuno ha le proprie sensibilità: noi per quattro mesi abbiamo chiesto inutilmente la votazione di un ordine del giorno sul commercio; è un mese che chiediamo inutilmente la votazione di un ordine del giorno sulle "35 ore". Sono problemi fondamentali, ben più importanti dell'adesione ad una marcia.
Pertanto, o si discute prima di quegli ordini del giorno oppure il mio Gruppo non voterà più gli ordini del giorno; un conto è la disponibilità un conto è "violentare" il Regolamento e anche le impostazioni politiche per prese di posizione dell'ultimo momento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Siamo disponibili a votare l'ordine del giorno che richiamava la collega Simonetti. Desidero anche ricordare che, in sede di riunione dei Capigruppo, si era assunto l'impegno, su una questione che riguarda la città di Torino, il problema della distribuzione della posta di discuterlo oggi. Il Presidente ha una comunicazione pronta, se si potesse illustrarcela.



PRESIDENTE

In realtà l'ordine del giorno può essere votato ancora martedì prossimo, prima della marcia.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Nella Conferenza dei Capigruppo questa osservazione è già stata fatta a maggior ragione martedì è ancora un termine utile; chiedo che si discuta la questione della posta, per la quale il Presidente ha preparato la risposta e sulla quale già ai Capigruppo avevamo concordato di dare una priorità per la particolare natura e l'interesse che l'argomento riveste.
Sul resto, effettivamente, chiedo anch'io che venga presentato un ordine complessivo per stabilire delle priorità. Mi sembra indispensabile arrivati a questo punto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, io sono d'accordo con le considerazioni fatte da Gallarini e anche da Ghiglia, non è questo un contenzioso, nel senso che abbiamo accumulato talmente tanti ordini del giorno che erano urgenti e ormai non lo sono più, che diventa molto imbarazzante continuare in questa forma.
Detto questo, penso che nella gestione dei nostri lavori, da un punto di vista generale, noi non possiamo escludere accanto a una gestione corretta dell'insieme degli ordini del giorno che ci siano momenti in cui si infila per così dire, un ordine del giorno in base ad una certa urgenza.
Questo non mi sento di escluderlo, può succedere su moltissimi argomenti, quindi condivido che si rimetta anche ai Capigruppo una gestione che intanto esaurisca gli ordini del giorno secondo la data in due o tre riunioni di Consiglio e poi che ci diamo un metodo di lavoro che non lasci mai un arretrato e che stia sui problemi, senza privilegi, ma obiettivamente inserisca degli argomenti che sono all'ordine del giorno per fare due esempi quello delle Poste e quello della marcia sono due argomenti che è difficile dire che non si possono inserire, premesse le cose dette da chi è intervenuto prima.
Chiederei l'adesione alla marcia; la marcia è mercoledì, ma aderire vuol dire organizzare la partecipazione, quindi esige qualche giorno di tempo. Se questo non dà luogo a fraintendimenti, perché nessuno vuole approfittare, perché dà fastidio a tutti, se oggi facciamo due ordini del giorno urgenti penso non accada nulla e si mettono due questioni, una che da tempo aspetta e una che urge molto, al nostro o.d.g.



PRESIDENTE

Desidero solo aggiungere che martedì siamo ancora nei termini mercoledì è stato anche preventivato Consiglio, perciò c'è un'esigenza di coordinare in qualche modo i lavori del Consiglio.
Credo che oggi potremmo sentire la comunicazione del Presidente sulle Poste; in questi giorni si potrà coordinare anche il tipo di intervento che la Giunta potrà dare a questa marcia.



(Proteste del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Avevo chiesto, in apertura dei lavori, una collaborazione che oggi c'è stata, in misura che credo possa essere migliorata: non mi riferisco a lei mi riferisco ai 59 colleghi. Mercoledì, il giorno dello svolgimento della marcia, è giorno di Consiglio, perciò c'è bisogno di coordinare e dare tempo alla Giunta di valutare come conciliare la presenza in Consiglio con la partecipazione alla marcia. Perciò se votiamo l'ordine del giorno nella mattinata di martedì, credo che saremo ai limiti ma ancora in tempo.
Oggi il Presidente della Giunta desidera fare una comunicazione su un tema che è attualissimo, come peraltro quello della marcia e tanti altri credo che si possa rinviare a martedì mattina l'ordine del giorno n. 770 e sentire adesso la comunicazione del Presidente sulle Poste. Chiederei la vostra collaborazione per concludere i lavori in tempi non troppo protratti.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Io spero di essere ritenuto collaborativo, almeno nella giornata di oggi. Lei chiede di non discutere e votare l'ordine del giorno con il quale si aderisce alla marcia contro lo sfruttamento dei minori, cosa su cui penso siamo tutti assolutamente d'accordo e che non ci sia contenzioso politico, e di spostarlo a martedì così la Giunta ha tempo di capire in che modo si partecipa.
A parte che la Giunta è un soggetto, ma il Consiglio regionale di solito è il soggetto che partecipa a queste marce. La Giunta faccia una dichiarazione che intende partecipare, ma la faccia adesso, poi, per motivi a me imperscrutabili, accettabili sul piano del metodo, la Giunta richiede di votarlo il prossimo martedì, ma dica adesso che vota a favore.
Altrimenti posso pensare che si arrivi a martedì con un voto contrario e non succeda nulla; se invece la Giunta ha solo il problema di come partecipare allora dichiari già adesso che si parteciperà, però vuole dare una risposta all'aula delle forme della partecipazione in occasione del voto sull'ordine del giorno e allora chiede di votarlo martedì per poter illustrare bene la propria partecipazione, ma dica almeno questo altrimenti, Gallarini...
Noi non ci opponiamo a discutere sulle Poste, anche noi siamo tra i firmatari, però non si capisce perché questo argomento venga spostato, se la Giunta dice che è d'accordo.



PRESIDENTE

Provo a fare io una proposta. Se noi limitassimo a queste chiare parole "Il Consiglio regionale del Piemonte si impegna ad aderire alla marcia globale contro lo sfruttamento del lavoro infantile" in questa sinteticità comunque chiara, io pongo l'ordine del giorno in votazione.



GHIGLIA Agostino

Chiariamo due cose, Presidente, però le stabiliamo: una è che è l'ultima volta che si deroga, salvo casi eccezionali, ma devono essere eccezionali veramente, come diceva un film di Abantuono.
La seconda è che l'ordine del giorno non vive così come composto, ma l'ordine del giorno che stiamo votando è quella frase che lei ha detto e non c'è altro.



PRESIDENTE

Io ho proposto di votare l'ordine del giorno n. 779, predisposto dall'Ufficio di Presidenza, che è diverso e che dice "Il Consiglio regionale del Piemonte si impegna ad aderire alla marcia globale contro lo sfruttamento del lavoro infantile"; credo che in questa formulazione ci possa essere la totalità delle adesioni. Questo è il principio che, credo il Consiglio regionale debba ribadire.
Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte si impegna ad aderire alla Marcia Globale contro lo sfruttamento del lavoro infantile".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale in merito alla situazione problematica delle Poste Torinesi - esame ordine del giorno n. 775 connesso


PRESIDENTE

Passiamo ora alla dichiarazione del Presidente sulla situazione delle Poste.
La parola al Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, in relazione all'interrogazione n. 1971 da parte della Consigliere Spagnuolo, con oggetto "Garanzia dell'efficienza del servizio postale torinese", protocollata il 13 maggio ma pervenuta il 5 maggio '98, mi permetto di ritenere la lettura di una mia missiva al Ministro Maccanico esaustiva dell'interrogazione, anche se nell'interrogazione si chiedeva alla Giunta di calendarizzare una conferenza dei Capigruppo per affrontare con i Sindacati unitari il problema della dirigenza dell'Ente, della situazione globale e di discutere la necessaria modifica della gestione del personale, per garantire l'efficienza del servizio postale torinese.
Questa è chiaramente una considerazione che rimane aperta nell'ambito di una scelta demandata all'Assessore e ai Capigruppo, io vi do lettura della lettera spedita al Ministro Maccanico il giorno 11/5/98.
"Illustrissimo Signor Ministro, se da un lato non posso non apprezzare le sue recenti dichiarazioni che annunciano l'impegno del Governo a favore dello sviluppo della vocazione di Torino nel campo delle telecomunicazioni dall'altro non posso che richiamare il Governo a una maggiore concretezza.
Torino e il Piemonte hanno bisogno di fatti e non di promesse. E' vero sfumata l'occasione dell'autority, nuovi interventi per potenziare il ruolo del capoluogo regionale in questo settore non possono che essere accolti positivamente. Ritengo però che gli auspicati progetti di rilancio di Torino all'insegna delle nuove tecnologie e delle telecomunicazioni non possono prescindere dal buon funzionamento dei servizi più elementari.
Per questo, Signor Ministro, mi permetto di portare alla Sua attenzione un problema che sta assumendo proporzioni preoccupanti. Mi riferisco al caos delle poste torinesi, che rischiano la paralisi, non riuscendo a smaltire tonnellate di corrispondenza da recapitare in venti zone della città. Forse non mi compete entrare nel merito delle ragioni del grave disservizio che sta coinvolgendo, loro malgrado, centinaia di migliaia di utenti. Come rappresentante delle Istituzioni però, mi preme richiedere un suo intervento diretto affinché venga ripristinato al più presto il diritto dei cittadini a ricevere la corrispondenza in tempi ragionevoli. Certo di un suo fattivo interessamento, La saluto cordialmente." Questo è quanto ho segnalato al Ministro competente. Solo una considerazione. Questo disservizio postale ha chiaramente delle implicazioni legate a una riduzione di organico e di tagli di personale piuttosto considerevoli. Prendiamo per esempio un servizio per il quale il cittadino paga, oltretutto, una tariffa consistente, le raccomandate. Ormai qua a Torino non vengono più assegnate, ma ci si limita a lasciare le cedole di avviso di raccomandata nelle buche delle lettere. Sapete che non c'è niente di peggio che trovare un avviso di raccomandata nella buca delle lettere. Abbiamo anche avuto modo di interrogare i Dirigenti delle Poste e dei vari dipartimenti di Torino. Il problema è di personale ma, secondo le indicazioni forniteci, sta per essere affrontato, nel tentativo di assegnare personale, sia pure in maniera contingente ed eccezionale, in modo che quest'arretrato possa essere smaltito. Credo valga la pena di assolvere alla richiesta che l'interrogante ha formulato. Se il Consiglio regionale lo ritiene opportuno, magari questo tipo di risposta deve essere demandato alla riunione dei Capigruppo, si può convocare una riunione con i rappresentanti sindacali per verificare ciò che la Regione, che non ha competenze specifiche nel settore delle Poste e delle Telecomunicazioni può eventualmente intraprendere per tentare di risolvere un problema che è diventato un grosso disservizio per i cittadini.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

La questione torinese è ormai molto grave. Sostanzialmente, il problema centrale è quello del personale, ma legato ad esso esiste anche il problema anche dell'organizzazione del lavoro. Per cui, a maggior ragione, dopo avere ricevuto la risposta del Ministro al Presidente della Giunta regionale (ritengo che il Ministro darà una sua risposta), chiederei al Presidente del Consiglio di calendarizzare un incontro con le organizzazioni sindacali.
Quanto ai tempi, non so cosa proporre: se il Ministro invierà la sua risposta per posta ho proprio l'impressione che ci sarà un ulteriore ritardo! E' una questione grave, perché nel sistema postale oggi non esiste alcuna certezza, come se il servizio postale fosse diventato un optional.
Possiamo prendere ad esempio i nostri inviti: ne spediamo a centinaia e ne arrivano cinquanta per spedizione e del perché gli altri non siano arrivati non si sa niente. Lo stesso accade coi privati, con i Gruppi, gli Enti pubblici. E' davvero un problema molto serio, a cui va aggiunto il problema della gestione dei servizi specializzati, quale quello citato dal Presidente Ghigo, che ormai sono andati scomponendosi (le raccomandate, le ricevute di ritorno, le firme richieste una volta si e una no...).
Il problema dei servizi postali attiene anche alla sicurezza dei cittadini, al loro diritto alla riservatezza. Per questo va affrontato con urgenza. Peraltro, stiamo trattando di centinaia di lavoratori: Presidente Deorsola, le chiedo se può calendarizzare un incontro, necessario ancora di più una volta che avremo avuto la risposta del Ministro, o a prescindere comunque dalla risposta. E' un problema che riguarda i torinesi, ma anche un po' emblematico per il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Presidente, vorrei solo dire due cose. Primo, mi risulta che ci fosse un'interrogazione del mio Gruppo, precedente a questa, sullo stesso tema che non è stata citata, e quindi per dovere d'informazione la cito io.
Secondo, voglio dire che concordo, anche se non abbiamo delle competenze dirette, con la Consigliera Spagnuolo su quanto ha detto. Il tema delle poste è un po' delicato. La posta è, non vorrei sbagliarmi anche comunicazione e democrazia. Non vorrei esagerare, ma con i nostri giornali in Piemonte, e soprattutto a Torino, che danno l'informazione che vogliono e quando vogliono, per i partiti e per le organizzazioni poter diffondere il proprio messaggio o poter informare sulle proprie iniziative tramite posta è un fattore importante. Noi un passo l'abbiamo già fatto: abbiamo tenuto recentemente un convegno sulle 35 ore, la maggior parte dei 35.000 aggiornati spediti a 108 lire non sono arrivati, abbiamo raccolto oltre 100 persone disposte a testimoniare e denunciamo le Poste.
In questo modo intraprendiamo un'azione, perché non è possibile che ci si accorga un giorno che a Torino mancano i postini, che manca il personale, che si accumulino migliaia di chili di posta e che nessuno paghi. "Vediamo, discutiamo, chiediamo a Roma", sono mesi che evidentemente una situazione è andata incancrenendosi e aggravandosi; paghiamo delle tariffe care e salate, paghiamo degli abbonamenti postali, paghiamo delle tariffe superiori anche ad altri paesi d'Europa e abbiamo un servizio che non arriva, creando un danno, che non è solo un danno economico, ma talvolta anche superiore. Proprio perché il servizio postale non diventi un servizio inutile io credo che si debba prendere posizione in maniera netta e seria con il Ministro delle Poste anche se, concludo con una vena polemica, dubito della serietà di un Ministro delle Poste che viene a Torino a dire che Torino ha un grande futuro nelle telecomunicazioni quando ha assegnato, dopo avercela promessa nella campagna elettorale del '97 l'Authority a Napoli. Ma questa è l'Italia!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche noi sul problema delle Poste abbiamo presentato più di un'interpellanza, perché credo che il problema sia anche più complesso. C'è un piano delle Poste che prevede, tra l'altro, la soppressione di molti uffici, in particolare quelli in situazioni disagiate. Credo che i piccoli comuni di montagna, o comunque di collina, non solo non si vedranno consegnata la posta, ma vedranno soppresso l'Ufficio postale. E' una tematica che dovremo approfondire; non lo faccio per l'ora, ma credo che dovremo calendarizzare una discussione su questo tipo di problematiche perché non riguarda, purtroppo, solo le Poste.
Una battuta sul problema della Telecom. Io credo che il comportamento del governo sia stato strano, perché è vero che ha dato la Authority a Napoli, però poi ha compensato una famiglia torinese, un Istituto bancario torinese, che è il San Paolo, che con lo 0,6% sono diventati praticamente padroni della Telecom e hanno nominato l'Amministratore delegato e il Presidente. C'è una parte del Piemonte che non ha da lamentarsi del trattamento del governo nei confronti della Telecom, si tratta dell'IFI e dell'Istituto San Paolo che hanno avuto la Telecom, non solo l'Authority.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Io avevo presentato un'interrogazione sul problema delle Poste il 23 febbraio, alla quale il Presidente aveva promesso di rispondere oggi nell'ambito delle interrogazioni della collega Spagnuolo. Volevo prima di tutto esprimere solidarietà con i lavoratori delle Poste che adesso stanno combattendo una battaglia per vedere migliorare i servizi postali nella nostra città. Servizi postali che da anni non funzionano, non per colpa loro, anche se un Direttore generale delle Poste su La Stampa ha detto che a Torino il servizio postale non è un problema, non è ancora allo sfacelo.
Aspettiamo che sia un problema, quando una lettera arriverà dopo qualche mese; oggi siamo a 10/12 giorni di attesa e questo è documentabile.
Di più: le Poste per riordinare i servizi postali stanno predisponendo la chiusura dei piccoli uffici periferici, ossia uffici di piccoli paesi o uffici periferici che magari hanno un solo impiegato, magari c'è un solo portalettere, e molti anziani proprio per questo saranno costretti a percorrere chilometri di strada per andare a riscuotere la pensione.
Difatti un dirigente delle Poste ha scritto una lettera, che a me è pervenuta per conoscenza da parte del Presidente della Giunta, nella quale si chiedeva di poter fare qualche cosa e c'è stato un intervento dell'Assessore all'Economia montana e foreste, Vaglio, con il quale sono state valutate alcune iniziative utili al mantenimento di tali uffici postali nelle zone montane.
Io dico anche nelle zone non montane; vorrei sapere dall'Assessore Vaglio qualcosa su questo colloquio avvenuto con i dirigenti delle Poste.
Comunque i servizi postali a Torino non funzionano, non sono mai funzionati; le tonnellate di posta ferme in via Reiss Romoli sono moltissime e non viene considerato questo tipo di disagio perché le stampe non sono considerate, i portalettere sono sempre in diminuzione.
Chiedo che da questo Consiglio si elevi una voce forte per poter fare qualcosa per il servizio delle Poste che, oltretutto, è un servizio utile alla città e a tutta la Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Grazie Presidente e colleghi. Io vorrei che il problema delle Poste e Telecomunicazioni non fosse visto soltanto come un problema della città di Torino e degli uffici competenti in quest'area, ma che venisse esteso agli uffici postali della Regione Piemonte.
Certamente, ogni Consigliere porta la propria esperienza e le critiche che spesso gli vengono rivolte riguardo al cattivo funzionamento degli uffici postali. Possiamo dire che oltre alle disfunzioni già sollevate non ci dobbiamo dimenticare che nei momenti di maggiore calca all'interno degli uffici postali ci sono delle lunghissime code agli sportelli e non si pu pretendere che la gente che lavora debba perdere delle ore. Non dobbiamo più permettere che questo avvenga, perché creiamo delle enormi difficoltà! Insomma, prendere mezza giornata di ferie per andare in posta a pagare il canone TV o quant'altro, in una società civile e moderna come dovrebbe essere la nostra, è una situazione che non si deve verificare! Ritengo che il Consiglio, al di là delle critiche fatte riguardo gli uffici di Torino, debba consapevolmente affrontare il problema e lo debba generalizzare all'interno anche delle altre Province.
Io ho avuto modo, durante i mesi dei pagamenti, di girare tutti gli uffici della Provincia di Cuneo e sono rimasto davvero impressionato dalla disorganizzazione che ho visto; certo non è imputabile a chi attualmente all'interno delle Poste lavora, forse bisognerebbe venire incontro anche a loro, ma noi abbiamo il compito di intervenire perché è inammissibile quanto avviene in ogni singola Provincia della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Intervengo perché voglio che rimanga agli atti che il Gruppo di Alleanza Nazionale ha presentato un'interrogazione su questo argomento precedente a quella della collega Spagnuolo. Voglio dirlo senza polemica dal momento in cui si è risposto per prima all'interrogazione del 14 maggio mi sembra doveroso ricordare che ce n'era già un'altra del 5 o 6 maggio e che anch'essa meritava una risposta. Ha ragione Toselli nel dire che il problema non è torinese ma è regionale, riguarda tutto il Piemonte.
Infatti, vi sono delle sedi di filiale, come quelle di Alessandria e Cuneo che non hanno più un direttore. La cosa più strana di questa vicenda, è che dopo il famoso corso svoltosi alla Bocconi nel mese di febbraio, con cui si dovevano nominare circa 270 dirigenti sul territorio nazionale, caro Presidente, non è stato nominato alcuno dirigente nell'area del Piemonte nonostante ci fossero 23 candidati. Il che vuol dire che su 270 candidati riuniti a Milano, 23 sarebbero dovuti essere del Piemonte. Queste nomine avrebbero dovuto servire per chiudere alcuni posti nevralgici, ma nessuno dei candidati piemontesi è stato nominato. Probabilmente non avevano i requisiti, tant'è che non c'è nemmeno il responso di questo corso. Oggi la situazione è drammatica in tutto il Piemonte, non solo a Torino, ma anche nella provincia di Cuneo e Alessandria. A Verbania è in corso l'istituzione di una nuova filiale, ma non c'è in itinere la nomina di alcun direttore. A Torino inoltre, l'area delle Finanze e delle Risorse Umane è ancora priva di un direttore, tant'è che c'è un direttore che ad interim svolge quattro o cinque mansioni. Mi chiedo quindi se non sia il caso di battere i pugni su questa situazione, se anche le interrogazioni parlamentari da parte dell'Onorevole Martinat al Ministro delle Poste, del medesimo tenore, non hanno ancora ricevuto una risposta. Certamente quest'agire del Governo, la procedura seguita, non è molto encomiabile.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Mi sembra normale che i Gruppi nel corso degli anni e dei mesi abbiano presentato delle interrogazioni su questo problema, che non nasce certamente oggi. Noi, come Gruppo, l'abbiamo sollecitato al Presidente della Giunta. L'oggetto dell'interrogazione, che poi si è trasformata in una comunicazione del Presidente, che ringrazio, era un altro, cioè la calendarizzazione di un incontro con le organizzazioni sindacali, per affrontare i problemi del personale delle poste, sia dal punto della funzionalità del servizio che dal punto di vista dei diritti dei lavoratori, che versano in gravi difficoltà sia nella dirigenza che nell'altro personale.
Quindi la richiesta che compie la nostra interrogazione è che quanto prima i Capigruppo, con il Presidente del Consiglio e la Giunta, si riuniscano con le organizzazioni sindacali di categoria per affrontare questa tematica nel suo insieme. E' una tematica presente ormai da molto tempo, ma che negli ultimi tempi si è aggravata al punto da dar vita a un disservizio davvero gravissimo.
Se lei potesse calendarizzare una data, questo è lo spirito dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Certo. Riassumendo questa nostra discussione, la comunicazione del Presidente in qualche modo risponde a tutte le interrogazioni riguardanti la stessa materia. Per un disguido nella convocazione, è stata riportata solo l'interrogazione n. 1971. Abbiamo poi verificato che effettivamente esistono altre due interrogazioni, in qualche modo collegate, quella presentata dal Consigliere Rubatto e quella del Consigliere Ghiglia.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 775, presentato dai Consiglieri Gallarini, Ghiglia, Casari, Ferrero, Spagnuolo, Riba, Saitta Montabone, Rubatto, Chiezzi e Cavaliere, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerata la gravità della situazione che ormai da tropo tempo sta flagellando le Poste torinesi con notevoli disagi per la popolazio ne, per lo stesso Ente pubblico e per l'economia considerato che il fenomeno non tende a normalizzarsi, anzi, si prospettano ulteriori forme di protesta se non si farà fronte da una parte alla carenza di personale, dall'altra alla cattiva gestione impegna il Presidente della Giunta regionale a prendere contatti urgentissimi con il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni affinché sia sbloccata la grave situazione affinché si relazionino al Consiglio regionale gli esiti degli accordi raggiunti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Prima di chiudere i lavori, vi ricordo che il Consiglio regionale è convocato, come deciso, per martedì e mercoledì prossimi. L'ordine del giorno è costituito dagli argomenti non trattati oggi e dai provvedimenti che verranno licenziati dalle Commissioni.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.50)



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