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Dettaglio seduta n.259 del 12/05/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Cavallera, Cotto D'Ambrosio, Farassino, Masaracchio.



PRESIDENTE

Informo che in base alle indicazioni ricevute la delegazione per Barcellona sarà composta dai Consiglieri Picchioni, Rossi, Bellion Montabone, Casoni.



PRESIDENTE

Desidero precisare all'aula a seguito di una puntualizzazione richiesta, che stamattina non ho percepito immediatamente un segno di consenso ad una decisione presa; manifestazione di consenso che peraltro ritengo inopportuna - così come prevede anche il nostro Regolamento specialmente se manifestata da un componente dell'Ufficio di Presidenza.
Stavo richiamando il pubblico a non dare manifestazioni di consenso o dissenso e quindi non ho potuto vedere altro.
Con lo scrupolo che le è congeniale, la manifestazione di consenso è stata confermata dalla componente dell'Ufficio di Presidenza.
Ritengo inopportune manifestazioni di consenso e dissenso; in tal senso, ho avuto piena assicurazione che si è trattato di episodio che non si ripeterà.
La parola alla Vicepresidente del Consiglio, Minervini.



MINERVINI Marta

Ringrazio il Presidente per la puntualizzazione, ma voglio, con la mia voce, chiedere scusa all'Ufficio di Presidenza, in primis, al Consiglio tutto e al Gruppo di Rifondazione Comunista. E' vero, mi sono lasciata andare un attimo, e questo non appartiene né al mio ruolo né a quanto penso: da questo posto devo essere al di sopra di tutti.
Chiedo ancora scusa e spero siano accolte.


Argomento: Viabilità - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Comunicazione della Giunta regionale in merito al problema del collegamento Asti-Cuneo - Dibattito (seguito) - Interrogazione n. 1930 ed esame ordine del giorno n. 774 collegati


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. inerente a: "Problema collegamento Asti Cuneo - Dibattito".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Per correttezza, preciso che l'assenza dell'Assessore è ampiamente giustificata dal fatto che i colleghi Masaracchio e Cavallera sono in riunione con il Sottosegretario Albertini, per risolvere i problemi di inquinamento acustico legati all'aeroporto Malpensa, a Milano.
L'Assessore mi ha pregato - ne sono molto felice - di rappresentarlo nell'ambito di questa discussione, avendo seguito personalmente l'argomento.



(Considerazioni fuori microfono dai banchi dell'opposizione)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Forse le sarà sfuggito che ci sono Comuni piemontesi interessati all'inquinamento acustico dell'Aeroporto di Malpensa...!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Dell'Asti-Cuneo si parla ormai da trent'anni, e mentre noi continuiamo a parlarne la gente continua a morire sulle strade.
Ho tra le mie mani alcuni articoli de La Stampa di questi giorni: "38 le vittime nei primi quattro mesi dell'anno" (questo articolo è di domenica). "Ancora un incidente sulla statale Cuneo-Mondovì". Inoltre ho un dato statistico: "In provincia di Cuneo l'indice di mortalità per incidente è di circa l'1%, contro lo 0.57% dell'intero Piemonte e contro un dato nazionale che scende allo 0.39%". Siamo a oltre il doppio del Piemonte e al triplo di quanto succede in Italia. La causa è una sola: la situazione disastrosa delle strade e della viabilità in provincia di Cuneo. E - come ripeto - noi continuiamo a parlare, ma dell'autostrada Asti-Cuneo non se ne costruisce neanche un metro.
Veniamo ora al tracciato, così contestato, dell'Asti-Cuneo, ed in particolare della Cuneo-Massimini.
Ebbene, la Cuneo-Massimini è il tracciato ideale di un'autostrada per Cuneo. Oggi esiste la Torino-Savona che finalmente - anche in questo caso dopo gravissimi ritardi e dopo una catena di morti - è in corso di raddoppio, e il raddoppio verrà completato, spero, nel giro di qualche anno.
La Cuneo-Massimini servirebbe a unire Cuneo a questa autostrada e, di conseguenza, a tutta la rete autostradale nazionale, utilizzando il percorso più breve (22 chilometri). Con questo tratto di autostrada Cuneo Massimini, Cuneo si vedrebbe servita completamente per quanto riguarda le autostrade, in quanto, allungando di pochissimi chilometri, la Cuneo Massimini servirebbe egregiamente per andare da Cuneo a Savona e in tutta la riviera ligure, facendo quella famosa "zeta" da Cuneo si raggiungerebbe Torino e anche Asti, seppur allungando di qualche chilometro.
Quindi si presenta come un tracciato ideale. Le alternative a questo tracciato sono già state bocciate negli ultimi trent'anni, infatti è già stato bocciato il percorso di superstrada Fossano-Cuneo. Secondo me è stato bocciato giustamente, in quanto questa alternativa, prospettata a sinistra della Stura, avrebbe dovuto passare su dei terreni preziosi per l'agricoltura cuneese, ricchi di insediamenti agricoli e anche artigianali sconvolgendo tutta una zona già ampiamente urbanizzata e ben servita da una rete stradale esistente, mentre noi oggi abbiamo bisogno di questo collegamento che, così come è stato studiato, non ha alternative, perch anche un'altra eventuale alternativa (il corso del fiume Stura da Cuneo verso Fossano) sarebbe giustamente e sicuramente bocciata per motivi ambientali.
Dunque noi oggi disponiamo di un progetto che risolverebbe almeno il primo grande problema della viabilità per Cuneo e per la provincia di Cuneo. Un progetto che è già stato autorizzato e che è in discussione in Parlamento. Rimetterlo in discussione significa tornare indietro di dieci anni e cacciarsi in un vicolo cieco, perché, come dicevo, molto probabilmente le alternative non sarebbero praticabili.
Pertanto chiedo a tutto il Consiglio di confermare il progetto in corso, chiedo alla Giunta di fare tutte le azioni possibili affinché questo progetto venga realizzato il più presto possibile. Ricordo che domani sarà in discussione al Senato, in Commissione trasporti. Chiedo quindi un intervento della Giunta per domani, sollecitando che si giunga ad una prima autorizzazione della Commissione del Senato, in modo che si arrivi all'approvazione di un progetto di legge che consenta l'utilizzo di fondi per iniziare i lavori. Chiedo che i lavori inizino sui tre lotti previsti cioè sulla Cuneo-Massimini e sulla Asti-Marene contemporaneamente, e che non si dia la precedenza alla Asti-Marene rispetto alla Cuneo-Massimini.
Chiedo in definitiva un'unità del Consiglio regionale su questi intenti. Cuneo ha troppo bisogno di questa autostrada perché non pu continuare a vivere nell'isolamento in cui fino ad oggi è stata costretta.
Come ho già detto ci sono già stati troppi morti su queste strade del tutto insufficienti ed inadeguate, per cui cerchiamo di costruire finalmente un'autostrada vera per Cuneo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

E' di alcuni giorni fa l'entrata dell'Italia nell'Unione Economica monetaria che, come tutti sappiamo, comporta un più agevole interscambio tra tutti i Paesi della rete europea e, in particolare, con quelli che possono essere più ricondotti al Piemonte con la Francia e con la Svizzera e, di conseguenza, con tutti gli altri Paesi che con questi confinano.
Questo dovrebbe essere anche un segnale che lascia intendere che in un'epoca in cui non ci si chiude, ma ci si apre, le economie delle zone che sono sempre state svantaggiate dal punto di vista della comunicazione, come la provincia di Cuneo e la provincia di Asti, senza l'urgente realizzazione di infrastrutture che le permettano di consolidarsi e prosperare in futuro saranno penalizzate. I costi di trasporto saranno sempre più incidenti, la concorrenza aumenterà, il nostro rapporto di concorrenza non sarà più esclusivamente interno al mercato italiano, ma sarà un rapporto di concorrenza con i Paesi europei e con la Francia in particolare. La provincia di Cuneo, in particolare, è la provincia piemontese che ha il più alto tasso di Coltivatori Diretti, quindi una grandissima parte dell'economia provinciale è rappresentata dall'agricoltura, anzi è la provincia italiana al primo posto per rapporto tra partite IVA e numero di abitanti. Questo vuol dire che il tasso di imprenditorialità è molto elevato, in particolare di piccola imprenditorialità, in molti casi a livello familiare.
Tutti questi fattori, prendendo in considerazione il settore agricolo fanno pensare quanto un produttore di pesche del Saluzzese debba, per esportare il proprio prodotto, spendere di più rispetto ad un produttore di pesche emiliano.
Oggi i costi di trasporto incidono sul prezzo finale all'incirca dalle 50 alle 100 lire al chilo: un produttore cuneese di pesche oggi deve spendere di più rispetto ad un produttore ravennate.
Come possiamo pensare di competere non solo con il produttore ravennate, ma con il produttore francese e con il produttore olandese, che dispongono di reti di trasporto infinitamente più veloci e più economiche.
Questa premessa serve per far capire quanto una rete autostradale che colleghi al più presto la provincia di Cuneo alla Pianura Padana e, in futuro, anche a Francia e Spagna, sia fondamentale per non chiudere questa provincia in un isolamento che a questo punto ne minerebbe l'ascesa economica e quel tasso di imprenditorialità che è in grado di esprimere.
Dobbiamo essere chiari e chiederci a che gioco stiamo giocando! Tutti sappiamo che sono ormai decenni che si parla di questa autostrada; tutti sappiamo che il percorso non è quello più lineare ma è l'unico possibile tutti sappiamo che la definizione dei tratti è stata travagliata e difficile, ma c'è la volontà di precisarli ulteriormente, pur mantenendoli tali. Bisognerebbe insomma vedere se la volontà sia quella non di fare il tratto Massimini-Cuneo, ma di far sì che l'autostrada non arrivi definitivamente a Cuneo. Credo che questa sia la volontà che qualcuno si prefigge in questa occasione.
Il percorso alternativo che viene proposto in questo caso, come ha detto il collega Dutto, oltre ad essere in termini economici più gravoso perché il percorso autostradale in senso stretto sarebbe più lungo - le dotazioni finanziarie necessarie per realizzare un'opera del genere sarebbero notevolmente superiori - per di più è un tracciato ipotetico che non ha nessuna controprova, né alcuna conferma burocratica: dovrebbe partire da zero e attraverserebbe centinaia di aziende agricole, in particolar modo allevamenti di bestiame.
E' chiaro che per un percorso su questa direttrice sarebbero necessari solamente per espropriare i terreni, anni e anni di ricorsi, quindi si tratta, anche se sulla carta potrebbe sembrare quella più lineare, di un'ipotesi a mio avviso impraticabile.
E' inoltre importante che i Gruppi politici che tentano in questo momento di ostacolare quest'opera escano allo scoperto, contemporaneamente in Regione e in Provincia di Cuneo. Perché dico questo? A Cuneo siamo in periodo di campagna elettore e, ad una domanda specifica rivolta al candidato Sindaco del centro-sinistra (che è appoggiato da molte liste, tra le quali il PDS ma anche Rifondazione comunista e i Verdi), se fosse favorevole all'ipotesi del tracciato così come è configurato, cioè a zeta rovesciata, ha detto che lui è favorevole a questo tipo di tracciato e che se ne assume le responsabilità qualora diventasse Sindaco della Città di Cuneo.
E allora, io dico che non si può giocare su due tavoli, cioè se i Gruppi di Rifondazione comunista e dei Verdi hanno questa posizione in Regione, la debbono mantenere in Provincia di Cuneo.
Sarà nostra cura, a questo punto, diffondere in Provincia di Cuneo l'immagine che alcuni Gruppi che sostengono questo candidato Sindaco non vogliono che questo tipo di tracciato venga realizzato: sarà sufficiente prendere gli stenografici qui prodotti e portarli a Cuneo, per dimostrare che le due posizioni non collimano. E' comunque importante che vengano prese delle decisioni.
Volevo inoltre far rilevare un'altra cosa: all'interno dei Gruppi che propongono soluzioni alternative in quest'aula non vi sono Consiglieri cuneesi, cioè che vivano in Provincia di Cuneo e che vivano la realtà della Provincia di Cuneo.
Io, che vivo in Provincia di Cuneo ed ho contatti con tutti i Gruppi politici, dal primo all'ultimo, noto che il rapporto di coloro che vivono e risiedono in Provincia di Cuneo, e che quindi conoscono il problema, in effetti è diverso da quello che si vice in Regione.
Sono contrario, per principio, a decisioni che vengano prese lontano da dove poi si devono realizzare, così come non sono d'accordo che qualche gitante delle grandi città, perché va in montagna una volta al mese o una volta all'anno, debba decidere la politica della gente che in montagna ci vive da trent'anni e pretenda di dirigerla vivendo nel centro di una città ripeto, con lo stesso concetto, sono contrario al fatto che i problemi vengano affrontati da gente che magari non li vive tutto l'anno e soprattutto non li vive sulla propria pelle.
Come ha detto prima il Consigliere Dutto, si potrebbe dire che ognuno di noi, sicuramente ogni cuneese o chi vive in Provincia di Cuneo, conosce una famiglia che ha avuto dei morti su queste strade.
Perché la Provincia di Cuneo ha il più alto tasso di mortalità in incidenti stradali? Queste domande qualcuno se le è poste? I cittadini di Cuneo se le pongono da vent'anni e aspettano soluzioni.
Questa non sarà sicuramente la soluzione ideale sulla carta, ma poich ci sono voluti vent'anni per poterla realizzare; poiché il 99,99% degli abitanti della Provincia di Cuneo (da coloro che votano Rifondazione comunista a chi vota Alleanza Nazionale) vuole questa strada; visto che i Sindaci oggi sono venuti qua per ribadirlo ancora; visto che il Presidente della Provincia l'ha ribadito; visto che tutte le associazioni dei commercianti, degli artigiani, l'Unione industriale, le associazioni di volontariato, la Croce Rossa, cioè tutte le associazioni si sono già pronunciate a favore di questa opera e chiedono che finalmente parta questa è la vera richiesta che viene dal territorio - credo che con questa volontà, chiaramente espressa dal territorio in un momento in cui vogliamo parlare di decentramento, di federalismo, di dare giusto credito alle esigenze che vengono dal territorio, il credito migliore alle esigenze che vengono dal territorio si faccia confermando il tracciato che è stato predisposto, quindi la Massimini di Carrù e la Asti-Marene. Occorre che i tre lotti partano contemporaneamente, perché questi sono segnali importanti per il territorio, che fanno capire se la volontà di fare questa autostrada c'è o meno.
Per parte nostra, terremo costantemente informati tutti gli abitanti della Provincia di Cuneo su quello che succederà; le parti politiche che si opporranno a questo se ne assumeranno la responsabilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Peano; ne ha facoltà.



PEANO Piergiorgio

Intanto ringrazio i colleghi cuneesi che già sono intervenuti: Claudio Dutto, candidato Sindaco, in campagna elettorale in questi giorni (quindi sicuramente il problema dell'Asti-Cuneo per lui è un problema toccante: andando in giro in città deve affrontarlo a tutti i livelli), a cui rivolgo gli auguri anche per la compagna elettorale), e il collega William Casoni.
Una cosa vorrei però precisare, sulla base di quanto ho sentito nei loro interventi.
Ognuno di noi porta oggi in questo dibattito un pezzetto della sua storia, perché logicamente ognuno di noi ha espressioni diverse, ha conoscenze diverse del problema.
Ciò che però non vorrei mai è che in un dibattito che riguarda un'autostrada noi ponessimo delle condizioni morali come quelle che riguardano i morti sulle strade. Lasciamole al di fuori, queste cose perché sono toccanti e piene di sofferenze: non dobbiamo mai affrontarle così semplicemente all'interno di un nostro dibattito. Sono purtroppo situazioni che avvengono su tutte le strade italiane, ma direi che affrontarle oggi non abbia molto senso.
Rimango invece ancora in dubbio, Presidente, se oggi questo dibattito dovesse essere affrontato.
Avevamo sottoscritto un o.d.g. (tutte le componenti politiche in quest'aula) e c'era stato sostanzialmente un accordo da parte di tutte le componenti; averlo voluto affrontare oggi può creare delle tensioni che potevano forse essere evitate, magari non qui, ma anche in altre sedi istituzionali che in questi giorni affronteranno il problema. Ripeto: forse potevamo evitarlo.
Mi pongo ancora fino in fondo le motivazioni per le quali oggi siamo qui a dibattere questo problema.
Personalmente, a me è spiaciuto molto che, dopo l'incontro dei Capigruppo di ieri mattina, serpeggiasse in Provincia di Cuneo la notizia che il PPI era contrario all'autostrada Cuneo-Asti; che il Partito Popolare aveva dato, anche ieri mattina in quell'incontro dei Capigruppo indicazioni sul no all'autostrada.
Su questo vorrei subito esprimere un giudizio di merito molto preciso in questo dibattito.
Il nostro Gruppo, il Partito Popolare esprime un giudizio a favore quindi il suo sì all'attuazione dell'autostrada Asti-Cuneo ed al tracciato così come previsto, Asti-Marene-Massimi-Cuneo.
Assumo questa decisione con tutta la responsabilità politica di un Gruppo politico che è rimasto sempre fermo su queste posizioni, anche se la assumo e la dichiaro a titolo personale con una sufficiente incoerenza (potrei definirla così, a titolo personale).
Non mi è infatti facile confrontare il sì di oggi così aperto, così schietto (ma così deve essere) così come lo affrontiamo sotto forma di espressione politica, di partito politico. Il nostro sì è totale al tracciato della Cuneo-Asti, anche perché ritengo che non sia possibile indugiare oltre. Interventi precedenti lo hanno detto, lo hanno già espresso: ormai coralmente i cuneesi sentono questa necessità, tutte le componenti sociali, politiche ed economiche della città e del suo hinterland.
Se incontrando i bambini delle scuole, chiederete loro qual è il problema di questa nostra Provincia, sicuramente vi risponderanno: "Il collegamento Asti-Cuneo". Questo perché? Perché è un problema ormai sentito.
Sappiamo che la Commissione al Senato in questi giorni (credo domani) dovrà in sede redigente esprimere un suo giudizio; la Camera lo esprimerà successivamente; in Parlamento è presente una legge di finanziamento.
Credo dunque che vi possa essere la conclusione di un processo durato anni; decenni di proposte, di studi, di attese ed anche di inutili attese se vogliamo.
Il Presidente della Provincia di Cuneo Giovanni Quaglia ha fatto pervenire a noi Consiglieri un allegato con le indicazioni della SETAP: sono chiarificatrici nei confronti di alcune criticità che potevano ancora essere espresse.
Non è presente oggi l'Assessore Masaracchio, ma desidero dire che ho l'impressione che all'interno del Piano dei trasporti esista qualche difformità che va messa in ordine, altrimenti approvare un Piano dei trasporti, dire oggi qui "sì alla Cuneo-Asti" con le criticità presenti nella Giunta... Il Presidente dovrebbe eventualmente dire qualcosa in proposito, altrimenti rimane questo aspetto del Piano trasporti da mettere in ordine.
Alcune cose però vanno dette, e questo fanno parte della mia storia personale, e che riguardano il passato.
Il collega Casoni, nel suo intervento, ha anticipato il fatto che le componenti politiche che appoggiano la candidatura dell'Ulivo del Sindaco di Cuneo hanno sottoscritto un documento di approvazione della Cuneo-Asti lo hanno sottoscritto tutti, ieri sera ho avuto questa conferma. Accetto questo fatto con difficoltà e questo, se volete, è un elemento che mi ha fatto superare alcune perplessità.
Però vorrei dire alcune cose: oggi arriviamo a questo dibattito, che mi auguro sia conclusivo, e la città di Cuneo - parlo soprattutto ai Consiglieri che oggi affrontano candidati la campagna elettorale o per la prima volta questa esperienza - è sempre stata lasciata sola, in quanto le altre città sorelle erano comunque collegate a livelli autostradali o non sentivano l'esigenza forte che Cuneo sente.
Le città di Alba e Bra fino a qualche anno fa, volevano la superstrada per non dover pagare pedaggi e quando è nata l'ipotesi della Z, ricordo mise in crisi tutto il sistema politico cuneese sulle scelte fatte. Allora volli incontrare a Roma, per capirne un po' di più, il padre dell'Assessore Botta, che in questo momento non è presente, che era allora Presidente della Commissione trasporti in Parlamento; mi fece un'affermazione strana su questa situazione, mi disse: "Se non ci sarà la capacità da parte di qualcuno di affrontare direttamente con la Satap questa concessione ed eventualmente costringere la Satap a iniziare i lavori, la Cuneo-Asti non la vedrete mai". Quindi la mia preoccupazione è che la Massimini sia rimasta un vincolo per la Satap per mantenere la concessione su Predosa e sul Mercantour.
Rimane una mia impressione personale.
I troppi cambiamenti di tracciati, la Z a suo tempo, hanno sottolineato il problema dei collegamenti autostradali. Molti fanno riferimento, ancora in questi tempi, al problema dell'economia cuneese. L'economia cuneese è un'economia florida, l'isolamento è soprattutto turistico; per chi deve arrivare dalle varie province piemontesi nelle nostre vallate la mancanza di collegamenti autostradali ha fatto sì che quelle vallate si siano ritrovate isolate. Da Acqui o dalla Pianura Padana ad esempio, nel tempo che intercorre per poter raggiungere Cuneo e le sue valli, si possono raggiungere, grazie ai collegamenti autostradali, altre vallate altrettanti interessanti.
Oggi si è raggiunto un accordo importante, e mi auguro che la Satap non abbia la possibilità di trovare ancora il modo di tardare.
Vorrei che i cantieri fossero iniziati entro l'anno; vorrei queste garanzie da parte della Provincia e della Satap stessa, perché troppe volte, per un lungo decennio, ho sentito dire: "Si inizierà quest'anno". Lo diceva già un personaggio illustre negli anni '90: devono ancora essere iniziati ora.
Mi augurerei che sia veramente l'anno definitivo.
L'aspetto che oggi mi fa dire di sì, con molta coerenza politica, ma con un po' di incoerenza personale, è che nei giorni scorsi il giornale Il Sole 24 Ore ed altri hanno parlato delle nostre province, della qualità della vita e hanno posto la provincia di Cuneo al primo posto, come prima provincia d'Italia per attività economiche, per qualità di vita, per tanti altri fattori estremamente importanti. Vorrei oggi interrogarmi per capire se la costruzione dell'autostrada ed i collegamenti autostradali modificheranno o potranno far cambiare questa qualità della vita, o se questa non sia stato un elemento in tutti questi anni che ha consentito a questa provincia, grazie al suo isolamento, di poter raggiungere quella qualità che oggi esprime attraverso quello che è, attraverso la sua società e la sua gente.
Se Cuneo in questi anni avesse avuto la circonvallazione della città se avesse avuto un Tenda bis con collegamenti più rapidi verso la Liguria se avesse avuto la garanzia del Colle della Maddalena aperto e qualche altra circonvallazione lungo la Valle Stura, probabilmente oggi non sarebbe qui a rivendicare con assoluta necessità questo collegamento autostradale.
Il nostro sì è totale e completo, al di là delle mie riflessioni fatte ad alta voce, riflessioni che volevo lasciare al Consiglio e ai colleghi della provincia di Cuneo, a chi per la prima volta è qui ad affrontare questi problemi investiti di nomina consiliare, per dire quanto la storia di questa autostrada sia lunga e sofferta, fatta anche di alcune incoerenze e difficoltà, ma soprattutto di una mancanza di capacità della classe politica cuneese di poter incidere sulle società e sulle concessioni.
Questo ritengo di doverlo dire.
Se oggi il risultato di questo nostro confronto porterà ad avere un esito positivo, mi auguro che avvenga nel più breve tempo possibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeli, ne ha facoltà.



ANGELI Mario

Cari colleghi, mi ricordo che tanti anni fa ho fatto il militare in quel di Cuneo. Ci sono tornato successivamente qualche volta, mi ci sono trovato quando è venuto Pertini per il 25 di aprile; devo dire che cambiamenti sostanziali, per quanto riguarda la viabilità, ne ho trovati ben pochi.
I trasporti erano un disastro e sono rimasti un disastro: già una volta ho affermato in questo Consiglio che qualsiasi strada avesse interessato le aree dell'Asti-Cuneo e del cuneese in genere il mio gruppo sarebbe stato favorevole.
Credo però che dobbiamo tenere presente una situazione; Casoni faceva riferimento ai morti.
Da Torino a Savona hanno costruito un'autostrada che, purtroppo, in fatto di morti, ha già fatto parlare parecchio; non credo sia opportuno parlare di mortalità sulle strade, perché mi pare che le nostre autostrade detengano il primato nel mondo.
Oggi ci troviamo in una situazione particolare, perché un ordine del giorno presentato in questo momento, vicine alle elezioni, potrebbe essere viziato in partenza. Quando ci sono le elezioni le decisioni sono sempre falsate dalle ricerche del voto in più. Infatti lo ha fatto capire perfettamente il Consigliere Casoni dicendo: "Prenderò le veline, da portare nel cuneese, di quelli che si opporranno". Questo vuole dire avere il coraggio delle proprie azioni.
Io l'ho sempre avuto e l'ho anche adesso, sicuramente. Ho affermato più volte quello che intendevo per la costruzione dell'autostrada Asti-Cuneo ritengo di essere, senza limiti, un Consigliere regionale non solo per Cuneo, ma anche per Novara e altre province, anche se sono alessandrino.
Sicuramente finora c'è stato un isolamento del Cuneese (e non solo del Cuneese, perché altri isolamenti ci stanno penalizzando). Per fortuna parte il quadruplicamento della linea Torino-Milano, ma credo che mantenere nell'isolamento la Provincia di Cuneo sia un atto ignobile! E' stato ignobile nel passato non essersi mossi e non aver trovato le soluzioni.
Una struttura realizzata sul territorio indubbiamente ha un impatto naturale, quindi un'autostrada che viene costruita ha un impatto naturale.
Che venga fatta più o meno in un modo o più o meno nell'altro può avere peculiarità che ci devono portare a riflettere. Io ricordo di avere avuto in II Commissione un incontro con i primi cittadini del Cuneese che erano interessati e c'era qualcuno che già sponsorizzava quel tipo di variante di cui si parlava in merito a Fossano (cioè di non fare la zeta), però poi credo che si siano messi d'accordo tutti quanti e abbiano capito che ormai in un modo o nell'altro al Governo era passato questo tipo di soluzione e quindi hanno accettato questo tipo di soluzione.
Io sono favorevole a questa scelta per quanto riguarda il collegamento tra il Cuneese e l'Astigiano, siccome già da tempo noi siamo soci per il traforo del Mercantour come città di Novi ligure (è da una vita che siamo soci e che paghiamo costantemente la quota per il traforo del Ciriegia, per essere più precisi). Comunque è una vita che si paga, ma non si faceva così tanto per pagarlo (le città e i paesi del Basso Piemonte pagano una cifra per il porto di Genova) è perché si dà un'importanza enorme ai trasporti.
Io non so che cosa succede nel Novarese e nel Biellese, io so della Provincia di Alessandria dove si continua a pagare perché si è convinti che sia utile dare un contributo al consorzio del porto per poter mandare avanti la situazione dei trasporti.
Al momento credo sia opportuno tener conto degli impatti per non arrecare dei danni gravissimi in futuro; bisogna tener conto di quei danni che capitano normalmente perché la natura - è una frase fatta - si ribella a certe scelte, non proprio fatte con criterio. Quindi io mi auguro che tutta la progettazione sia stata fatta in modo coerente e corretto, che non ci siano problemi per quanto riguarda i gravi impatti ambientali che potrebbero creare degli ingorghi tipo quelli che si son già creati ad esempio in Alessandria con l'attraversamento del ponte dell'autostrada che insieme alla ferrovia ha fatto da barriera e quindi si è nuovamente allagata l'anno scorso, per fortuna non con i danni precedenti.
Tenendo conto di queste situazioni, io credo che il problema per Cuneo sia di avere finalmente questo collegamento, adesso con Asti, in futuro anche con la Francia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglietta.



VIGLIETTA Matteo

Per me forse è leggermente più difficile parlare della Asti-Cuneo perché oltre a essere cuneese (sono intervenuti tutti i Consiglieri regionali della Provincia di Cuneo), sono anche fossanese e quindi in qualche maniera sono coinvolto a maggior ragione in quella che può essere una scelta di tracciato. Proprio per questo motivo io avevo delle perplessità di far risultare degli interessi di parte nel momento in cui potevo esprimere le mie opinioni sul problema. Però queste mie opinioni le ho sempre espresse, le ho espresse pubblicamente, le ho pubblicate e tutti sanno qual è la mia opinione in proposito.
Qualcuno dei Consiglieri, soprattutto cuneesi, ha raccontato la storia di quella che è stata la travagliata vicenda della Asti-Cuneo. Vicenda che vedeva inizialmente una superstrada collegare i due capoluoghi di Provincia e che rimaneva nel libro dei sogni, rimaneva nel cassetto proprio perch mancavano quegli interessi forti che ne permettessero la realizzazione.
Questa superstrada comunque doveva essere un collegamento tra Asti e Cuneo passando per Fossano. Questi erano i progetti della Regione ed erano anche gli intendimenti di tutte le forze politiche (quando si erano ipotizzate altre soluzioni ricordo le battaglie che furono fatte e la posizione dello stesso PDS che era su questa soluzione).
Coinvolgendo questi interessi forti il tracciato è stato modificato su Massimini perché in quella soluzione si intendeva proseguire per Predosa, e questo sarebbe stato il coinvolgimento di interessi forti perché in quella maniera si supportava con degli investimenti grossi quelle che potevano essere poi le possibilità di realizzazione dell'autostrada. Realizzazione dell'autostrada che è il punto fermo e l'obiettivo primario che hanno tutti i cuneesi, quindi questo è il punto di riferimento.
Negli anni a venire (dopo l'alluvione mi pare che sia ormai un discorso che si è chiuso di per sé), il discorso Predosa è caduto: pensare di attraversare le Langhe con un'autostrada per andare a Predosa io ritengo che oggi neanche il più ottimista possa metterlo in conto. Il tracciato comunque della Asti-Cuneo è rimasto quello della "z" rovesciata. "Z" rovesciata che io ho dichiarato in più fasi, è inutile nasconderselo irrazionale. Se aveva una ragione di essere nel momento in cui si intendeva andare a Predosa, non ha più ragione di essere con delle motivazioni che sento ogni tanto dire che "serve ai cuneesi per andare al mare". Io non riesco a capire perché bisogna fare un'autostrada (a questo punto infatti è diventata un'autostrada) perché i cuneesi devono andare al mare. Con una mentalità di collegamento internazionale, che parte dalla Spagna, "facciamo il traforo del Mercantour" e poi facciamo questa deviazione a "z" perché i cuneesi devono andare al mare... Questa è una cosa che non sono riuscito a capire molto bene.
La realtà è che ci troviamo di fronte oggi alla possibilità di realizzare quest'opera e di togliere Cuneo dall'isolamento cui è stata relegata per cinquant'anni. Tra l'altro ci viene detto che se non si parte subito, visto che ci sono i primi fondi, dai tre lotti che sono in programma, non si parte su niente e quindi quest'opera verrà rimandata probabilmente ai nostri figli o ai nostri nipoti. Saremo tutti responsabili di aver rimandato e rimesso in discussione l'eventuale realizzazione di quest'opera che noi cuneesi in particolare riteniamo indispensabile.
E' per questa ragione che Fossano (non posso parlare a nome del Sindaco di Fossano perché è del PDS, parlerà a nome di Lido Riba) non ne ha fatto più una questione di irrazionalità o di interessi di parte che non era comunque nelle intenzioni né del Sindaco di Fossano né del sottoscritto, ma era solo una questione di razionalità, dicendo di sì al percorso che passava da Massimini perché altrimenti avrebbe potuto pregiudicare quella che era la realizzazione di quest'opera. Di sì se anziché passare da Massimini passava sulla punta del Monviso! Di sì perché vogliamo collegare Asti con Cuneo! Non importa dove passa; diciamo che vogliamo che Cuneo sia collegata con l'autostrada! A questo punto diciamo di sì a tutto.
Io non sono neanche tanto convinto che ci sia un problema di impatto ambientale. Conosco bene la zona; c'è un discorso di razionalità, non di impatto ambientale perché non mi pare nemmeno che si possa fare un discorso di impatto ambientale.
Avrei preferito sicuramente che si cominciassero i lotti da Asti verso Marene, che si cominciasse il lotto da Cuneo verso Montanera e che si potesse vedere la realizzazione di un tracciato più corto, più coerente più lineare, più logico (i termini li lascio a voi), per collegare non su Fossano perché io sono fossanese, ma su Buretto, su quello che diavolo volete. Sarebbe stato più di buon senso; ma se oggi pensiamo sia necessario aspettare perché: "E' necessaria la modifica...", e rimandare l'avvio di quest'opera, che per noi è indispensabile, siamo d'accordo, basta che l'opera sia attuata.
Darò quindi sicuramente il mio voto favorevole alla realizzazione proposta, poiché ritengo, nonostante tutto, che sia la soluzione migliore per dare ai cuneesi la risposta che aspettavano da tanto tempo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Giacomo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, vivo personalmente ogni giorno la mancanza del collegamento veloce Asti-Cuneo, di cui da decenni si parla senza che si sia mai giunti a veder insediati i cantieri dei lavori.
La mia zona è Carrù, che a Massimini dovrebbe vedere l'innesto della Torino-Savona, con collegamento "da" e "per" Cuneo; ora che il progetto della cosiddetta "zeta rovesciata" è stato approvato e l'opera sta per essere finalmente finanziata, non si può rimettere tutto in discussione rinviando a chissà quando.
L'autostrada Asti-Cuneo serviva già ieri, ma è indispensabile oggi sono quindi del tutto favorevole all'attuale progetto e chiedo al Consiglio di attivarsi per restringere i tempi, affinché l'Asti-Cuneo sia al più presto operativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ringrazio davvero tutti per la nuova opportunità di discutere di un'opera così importante per la nostra provincia.
Mi permetto altresì di ringraziare e di salutare l'amministrazione provinciale di Cuneo, il Comitato di monitoraggio e tutti i Sindaci in lotta per la realizzazione dell'Asti-Cuneo.
Gli imprenditori cuneesi - e non soltanto loro - hanno vissuto di promesse che per decenni non sono state assolutamente mantenute: eppure hanno avuto il coraggio di investire nella loro provincia, con la volontà di poter crescere. Ma questa crescita è legata anche alla viabilità; non è sufficiente fermarsi all'opera prioritaria ed importante dell'Asti-Cuneo occorre tener presente anche i grandi progetti di sviluppo prodotti dalla provincia di Cuneo, attraverso l'amministrazione provinciale e l'Assessore Revelli.
Si è nuovamente parlato in Consiglio di una soluzione diversa da quella tracciata. Sono amareggiato: si riparla dell'Asti-Cuneo proponendo una soluzione oggetto in precedenza di molte valutazioni relative al collegamento con l'aeroporto di Cuneo-Levaldigi e alla presunta migliore viabilità se realizzata in quella zona, anziché in quella che gli Enti locali, certamente con non poca difficoltà, hanno saputo concertare per non perdere di vista un obiettivo fondamentale: la realizzazione. Non vorrei che questo dibattito prendesse una "piega" diversa da quella che auspichiamo, ovvero che i cantieri riguardo l'Asti-Cuneo vengano aperti il più in fretta possibile; che il cittadino cuneese, gli imprenditori cuneesi vengano rispettati in un qualcosa che noi, a tutti i costi, vogliamo.
Personalmente, che venga realizzata la linea Massimini-Carrù o Fossano a questo punto, mi risulta alquanto indifferente, per un motivo fondamentale: vi sono altre opere importanti da attuarsi in provincia di Cuneo - e mi riferisco soprattutto al collegamento con l'aeroporto di Cuneo Levaldigi.
Ho appreso con piacere di altri importanti obiettivi che l'amministrazione provinciale si è preposta, ovvero la realizzazione, già effettuata, di un progetto di legge per l'aeroporto Cuneo-Levaldigi (un sistema aeroportuale unico, che verrà - presto, mi auguro - sottoposto a questo Consiglio) nonché del problema del collegamento con l'aeroporto stesso.
In tal senso, leggo: "In secondo luogo stiamo già lavorando per predisporre progetti di collegamento sia con il nodo di Savigliano e Marene sia con la circonvallazione di Fossano sia con la linea ferroviaria, anche in funzione di una più agevole correlazione con il passante torinese e l'auspicato collegamento ferroviario tra Torino e Caselle." Per quanto mi riguarda, nonostante sia importante ridiscuterne oggi non intendo assolutamente cambiare opinione sulla realizzazione dell'Asti Cuneo e sul suo tracciato. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ringrazio per l'attenzione sia del pubblico sia dei Consiglieri ad una questione inserita tra quelle fondamentali per lo sviluppo del sistema logistico della nostra Regione.
Vorrei in parte correggere la sensazione di "cuneesità" che proviene dal numero significativo di interventi finora tutti cuneesi - non posso fare eccezione, essendo anch'io cuneese - poiché l'opera non riguarda la provincia di Cuneo in senso esclusivo, tant'è che il Presidente Ghigo aveva indicato nel suo programma di legislatura l'Asti-Cuneo-Mercantour come una delle questioni fondamentali per un'infrastruttura adeguata con l'asse dei collegamenti tra la pianura padana e l'area francese di cui la provincia di Cuneo, e tutto il Piemonte meridionale, rappresenta la porta naturale.
Occorre inoltre segnalare che a Cuneo costituisce un punto critico di transiti - che finiscono per diventare, ad un certo punto del loro percorso, cuneesi - che provengono dall'area francese delle province della P.A.C.A. del sud della Francia, dal Ponente della Liguria - Ventimiglia Sanremo, Imperia - dall'area del Rodano-Alpi, e che attraverso i valichi della Maddalena e del Tenda raggiungono via Cuneo - quello è l'imbuto - le destinazioni di Torino, dell'area nord del Piemonte, della pianura padana e, naturalmente, del sud e dell'area costiera.
Credo sia chiaro, anche se non abbiamo una carta geografica sottomano che la funzione di questi due valichi internazionali non è questione che si possa dirimere in termini di potenziamento tra la zona costiera, laddove ci sono i valichi del Ponte S. Luigi e San Ludovico e il primo tunnel attrezzato, quello del Frejus. Ci sono 200 km di montagna che segnano il confine tra l'Italia e il versante francese o, se preferite, il versante europeo. In questi duecento chilometri c'è il valico della Maddalena. I cuneesi lo conoscono bene, ma credo che lo avvertano un po' tutti che sul colle, e sul passo della Maddalena, c'è un aumento del traffico delle merci, dovuto essenzialmente al fatto che quello è un passaggio gratuito.
Naturalmente un traffico di merci di qualità modesta, di merci non particolarmente pregiate, ma quantitativamente molto rilevante che percorrono l'asse della Valle Stura, transitano su Cuneo, raggiungono l'asse autostradale Torino-Savona e, per quanto riguarda la prosecuzione verso la Pianura Padana, percorrono le vie provinciali e la rete viaria esistente. Antica e modestissima rete sulla quale si generano quei morti quelle velocità di traffico, quella moltiplicazione di incidenti per i quali le amministrazioni comunali da anni hanno dato vita ad un'iniziativa che è di lotta, di protesta, ma che è, soprattutto, di colloquio civile con quanti, non essendo immediatamente coinvolti dalla situazioni, la rimuovono pensando che questa emergenza possa essere fronteggiata e contenuta come un fatto locale.
Questa autostrada è la prima e l'unica in Piemonte che non parte dalla raggera di Torino; non so se interessi a tutti, comunque per la prima volta si costruirebbe un'autostrada di 96 chilometri che percorrerebbe il Piemonte meridionale, collegherebbe la Pianura Padana con la Francia, senza avere, come relazione di origine e di convergenza, Torino.
Questo non metterebbe soltanto in collegamento le province del sud del Piemonte - certo Cuneo, Asti e Alessandria sono situate su questo asse - ma da Alessandria si accederebbe rapidamente e direttamente dal Vercellese dal Novarese, dal Verbano e da Milano. Si tratta di una comunicazione di 96 chilometri che elimina 150/170 chilometri di percorrenze diverse. Questo significa avere un'idea di rete delle comunicazioni, questo significa avere un'idea di infrastrutture organizzate attraverso una progettualità che chiama in causa il Piemonte a svolgere una funzione integrata e lo colloca come area sistema tra la Pianura Padana, il Milanese e l'Europa, sia per quanto riguarda la parte meridionale, sia per quanto riguarda la parte del Rodano-Alpi, sia anche i collegamenti verso la Svizzera.
Noi non possiamo prescindere dal fatto che il destino del Piemonte è fortemente legato alla Liguria, alle aree portuali e all'Europa.
Queste comunicazioni danno un'impronta - se mi permettete - un po' meno locale, un po' meno provinciale di quello che rischiamo tutti insieme di lasciare.
Cuneo, Asti e Alessandria svolgono un'azione integrata, ma si tratta di un discorso che tocca anche la sensibilità regionale e la sensibilità nazionale.
C'è un altro punto che vorrei affrontare ed è il segmento Cuneo Massimini. Voglio essere molto chiaro su questo punto, perché i traffici, i percorsi non sono tra Fossano, Asti ed Alba, ma tra la Pianura Padana e la Francia, sono tra i valichi della Maddalena e il Colle di Tenda. Il traffico si arricchisce di 200 mila persone con tutte le agroindustrie, le attività produttive a cui si richiamavano anche i colleghi cuneesi, quando hanno parlato di 75 mila aziende su 150 mila persone.
Sempre sul discorso del segmento Cuneo-Massimini, Consigliere Viglietta, si tratta di dieci chilometri, lei è uno che sa che o le questioni le decidiamo su un piano di relazioni altrimenti sono delle questioni municipali che non interessano a nessuno. Tanto per essere chiaro: se sono fossanesi non interessano nemmeno a me che sono caragliese.
O le poniamo in modo che possano interessare tutti, oppure è una diatriba come quella del Consigliere Casoni che poi vuole riportarla alle elezioni comunali di Cuneo, pensa tu che lungimiranza: poi ritornerò sull'argomento.
La questione è quanto si tiene conto del generatore di flusso, degli arricchimenti del traffico, dei collettori che arrivano dal monregalese dal saluzzese, dal saviglianese e proseguono verso Alba, Asti.
Chi ritenesse di interrompere la strada per trenta chilometri, tra Cuneo e il sistema autostradale, ci deve dare una spiegazione del perché.
Non sta in nessuna logica, è ideologico, vuol dire che noi non vogliamo costruire un'autostrada, vogliamo fare dei segmenti. Interrompere le comunicazioni, con una percorrenza di quasi duecento chilometri tra l'area francese e quella delle destinazioni finali per trenta chilometri significa semplicemente porre un problema privo di giustificazione e di spiegazione.
Terza questione: i percorsi. Perché Cuneo-Massimini e non altre destinazioni? Accreditatemi, soprattutto i cuneesi, di dieci anni di lavoro su questo punto, svolto prima in qualità di Consigliere provinciale, dopo in qualità di Consigliere regionale. Ci potevano essere degli altri percorsi, il Consigliere Viglietta sa che è stata esaminata ed esclusa subito l'ipotesi di passare nella cosiddetta sinistra Stura. Il Piano territoriale regionale traccia tutto il territorio della sinistra Stura come zona intangibile perché costituito da terreni tra i più fertili del Piemonte e del Paese. Quindi coltivazioni intensive, frutteti, ecc.; in più passa la ferrovia ed anche la strada statale. E' un corridoio da sempre escluso, a meno che si percorrano i terrazzamenti sul fiume, rispetto ai quali non ci sono agibilità di tipo ambientale.
Rimane la destra Stura. Ma la destra Stura, che è stata quella scelta può proseguire nella linea più diretta di collegamenti, che vuol dire Massimini, 22 chilometri; di lì in avanti, ci si collega ai 19 km. che tra Massimini e Marene sono già costruiti, con un risparmio di soldi, di territorio, di inquinamento e di ambiente che valuto dell'ordine di 300-400 (nell'ipotesi minima), ma forse anche 600-700 miliardi, su un'opera del valore complessivo di 1.800-2.000 miliardi.
Le criticità che c'erano su quel punto e di cui i giornali hanno molto scritto, perché informati giustamente di problematiche, sono venute meno nel momento in cui l'autostrada Torino-Savona, anzi, il Ministero dei lavori pubblici e l'ANAS hanno deciso di finanziare e costruire il ponte di 3 km. sulla Stura. Ponti e viadotti di quella dimensione lì, che costano 100 miliardi o forse più al chilometro, non si possono certo ripetere dovunque; per cui è razionale utilizzarlo, ma chiudo il discorso su tutte le deviazioni con un dato inoppugnabile.
Tra Cuneo ed Asti l'autostrada segnala 96 chilometri, il che comprende la deviazione verso Massimini, che rappresenta il punto baricentrico di smistamento verso la Pianura Padana, verso Torino e verso Savona, in quanto quelle sono destinazioni e generatori di flussi da e per il territorio cuneese e la vicina Francia: se però si tirasse una linea retta tra Cuneo ed Asti o si percorressero i sentieri che costituiscono la maggiore scorciatoia, saremmo a 91 chilometri.
Quindi - e lo devo dire per assolvere dalle numerose contestazioni che sono loro piovute addosso tutti i tecnici che in 10 anni hanno lavorato scegliendo e valutando le migliori opportunità - tutte queste deviazioni compresa quella per andare verso il Saluzzese su Marene e per andare verso il Monregalese su Massimini, allungano il tracciato di 5 chilometri, il che obiettivamente è un'inezia.
Infine, voglio fare un richiamo alla battaglia dei Sindaci e delle Amministrazioni locali. C'è stata una battaglia dei Sindaci della zona quello di Fossano in testa, che per alcuni mesi, direi forse per alcuni anni, hanno posto i problemi del tracciato, facendone una questione derimente per concedere il loro consenso.
Il Sindaco di Fossano, così come il Sindaco di Bra per altri versi ponevano essenzialmente il problema di una sistemazione della viabilità locale, della viabilità statale, visto che le opere di circonvallazione e quelle che dovevano risolvere le problematiche locali di breve tragitto erano praticamente ferme da 10 anni.
La firma sui documenti di convergenza rispetto al progetto ripresentato in via definitiva dalla Regione è anche la sanzione dell'intesa generale che è intervenuta per realizzare finalmente le opere di circonvallazione e della viabilità locale per le quali c'erano attese da lungo periodo.
Si tratta, a questo punto, di dare respiro ad una procedura che ha avuto tutta la sua evoluzione e tutto il suo curriculum democratico di confronto, di elaborazione, di convergenza, di esame comparato di tutte le opzioni possibili e, alla fine, di decisioni sottoscritte all'unanimità dai Sindaci, che in sostanza sono i rappresentanti della democrazia del territorio.
Dico un'ultima cosa, anche se non credo di convincere il collega Cavaliere; tuttavia lo devo ripetere, perché è un dato che ha una sua rilevanza rispetto alle scelte che sono state fatte.
La scelta di Cuneo-Massimini è stata perfezionata anche perché non presenta problemi di ordine ambientale da nessun punto di vista. Tutto il tracciato è fuori dalle zone di impatto fluviale; è fuori dalla zona C tranne per due brevi connessioni; l'unico tratto che invece ha delle connessioni con la fascia B è quello, ma lo sappiamo, che percorre l'asse del Tanaro da Asti praticamente fino a Bra, fino a Marene.
Siamo quindi in un territorio che è stato scelto anche perché, pur comportanto 4-5 chilometri in più di percorso, riduce la spesa relativamente a 7-8 chilometri, in quanto ne utilizza 19 che sono già realizzati, ivi compresi i viadotti che dicevo, ma soprattutto utilizza zone a bassa fertilità e che non presentano problemi di impatto ambientale addirittura la connessione avviene sul territorio - e qui il collega Rossi mi sarebbe buon testimone, più che a me a tutto il Consiglio - che si chiama la zona del Peinale, che tutta la Provincia di Cuneo conosce come la zona più derelitta, perché argillosa, asciutta e non irrigua. Per cui si è anche tenuto conto della compromissione economica ed ambientale in questo tipo di tracciato.
Siamo dunque in presenza di un tracciato che da nessun punto di vista presenta problemi di impatto.
Credo di avere illustrato alcuni aspetti che rendono assolutamente centrale il tratto tra Cuneo e Massimini come punto di connessione tra il sistema autostradale e il sistema dei valichi, e ciò indipendentemente dal fatto che si faccia o meno il Mercantour.
Vorrei infine dire una cosa al collega Casoni, e lo dico perché spero davvero che gli argomenti da lui usati (che non mi scandalizzano) rimangano qui e non vengano trasferiti a Cuneo.
Io potrei dire,- ma non lo dico, non l'ho mai detto... In tanti anni di battaglia, la preoccupazione di quelli che hanno lavorato era di creare dei consensi in quelli che erano scettici per tanti motivi e in quelli che erano contrari; ciò per avere quel denominatore comune minimo di condivisione su una questione che certo per noi è lapalissiana, ma non è così per tutti, e comunque ci sono delle sensibilità, delle culture che non vanno umiliate, anche se hanno una funzione parzialmente ostativa.
Che cosa possiamo dire se il Governo dell'Ulivo sta lavorando a ritmo intenso per realizzare quest'opera? Se sono state accolte le proposte di finanziamento della Regione Piemonte e tradotte in progetto governativo che è già in discussione nel giro di pochi mesi? Se i rappresentanti dei Verdi hanno sottoscritto un programma a Cuneo che ne prevede la realizzazione con tutte le cautele ambientali? Certo, ci sono delle altre posizioni, ma io potrei ricordare che, in sede di discussione al Senato, ci sono stati senatori del Polo che hanno richiesto delle procedure molto più lunghe.
Con questo voglio dire che si tratta di un'impresa che travalica la contingenza elettorale; non credo che sia una diatriba: la questione era quasi matura; cadendo in questa fase, era quasi inevitabile che ci fosse anche questa accentuazione.
Tuttavia, io credo che stiamo costruendo un percorso del quale, se non si vede ancora la vetta, questa è però vicina; come in una scalata di una montagna, tutti i passi sono uguali, ma quello importante, pur essendo uguale agli altri, è quello che ti porta in cima alla vetta. Noi sulla vetta non ci siamo ancora, dobbiamo superare parecchi ostacoli: non è il momento di ripartirsi in quote squilibrate, addossando meriti o responsabilità.
Su una cosa possiamo tutti convenire: questa è un'opera di interesse per il Piemonte; nella misura in cui è per il Piemonte, dobbiamo ringraziare quanti con spirito critico, con atteggiamento diverso dal nostro portano un contributo al confronto, sapendo che obiettivamente abbiamo le forze e anche la responsabilità per portare in porto questa operazione.
Mi sembrerebbe riduttivo utilizzarla a fini del tutto contingenti perché in qualche maniera nessuno potrebbe vedere realizzato lo spirito per il quale si sta conducendo questa battaglia.
Dopodiché, naturalmente, ognuno sceglierà. Io potrò sempre dire che il candidato Sindaco del tuo Gruppo ha avuto tanti anni di tempo e non ha fatto niente; ma, poiché io non lo dirò, spero che questa parte del ragionamento rimanga confinato ai competenti banchi del Consiglio regionale.
A Cuneo la gente si aspetta che noi tutti, assieme, facciamo fare un passo definitivo, anche con la riunione di oggi, alla realizzazione di questa opera fondamentale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cavaliere, ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, io toglierò la cravatta nel fare questo intervento, perch la cravatta si tiene in segno di rispetto dell'istituzione, ma quando le istituzioni vengono vilipese e prese in giro il decoro non ci può essere.
Bisogna anzitutto partire da considerazioni oggettive delle posizioni in campo, perché la tecnica di mistificare le posizioni degli altri è l'antitesi della dialettica e su questo problema ognuno vada a ricercare la propria coerenza, ognuno vada a ricercare quante volte ha cambiato posizione, ognuno dica cosa vuole, ma non si dica, ad esempio, che il percorso viene cambiato per l'Asti-Cuneo perché quello scelto ha meno impatto ambientale! Almeno questo, per cortesia, Riba! Almeno questo! Si ridicolizzano posizioni serie e non si fa un confronto serio sulle posizioni e non si aiuta la sintesi dei problemi.
Io credo, e non pretendo di avere in mano la verità - spero che non ce l'abbia nessuno, anche se sono sempre convinto che la verità non si misuri a chili, convinto anche di avere una posizioni di minoranza ma non minoritaria per questo - che al di là di cosa state dicendo, quasi tutti vi state assumendo la responsabilità di rallentare, bloccare, la realizzazione della Asti-Cuneo; vi state assumendo fino in fondo questa responsabilità, e almeno che lo si sappia, lo dico da questa sede autorevole.
Perché questo? Perché si vogliono tenere uniti i destini della Asti Marene e della Massimini-Cuneo. E questo non l'ha scelto Riba, non l'ha scelto Viglietta, non l'ha scelto Ghigo, non l'hanno scelto i sindaci che l'hanno subito, l'ha scelto la Satap che da 10 anni compie questo ricatto nei confronti di tutti: o questo o niente, e qualcuno mi dica che non è vero! Io credo che i sindaci abbiano sbagliato obiettivo, non debbono occupare la Prefettura nei prossimi giorni, devono semmai andare a occupare la Satap.
La Satap che vedrà finanziarsi un'opera, unica post Tangentopoli, al 60%, quindi totalmente con i soldi pubblici, soldi dello Stato: opera che doveva realizzare in autofinanziamento. In cambio ha avuto dei cespiti per questo, poi è passato il tempo, passata la festa gabbato lo santo.
Ha avuto la concessione allungata, doveva fare in autofinanziamento la superstrada; ora riceverà il 60%, l'altro 40% non sarà necessario tirarlo fuori dalle casse, anche perché le casse sono vuote, in quanto per un'operazione complessissima che non sto qua a ricordare i soldi della Satap se li è nuovamente intascati Marcellino Gavio.
Quindi la Satap non tirerà fuori neanche il 40%, ci penseranno le banche, con il 60% dello Stato non c'è problema.
In Europa si va con i treni, con i tunnel, con le gallerie, con le autostrade, ma si va anche con una mentalità diversa e fortunatamente per il Movimento Ambientalista Italiano le compatibilità ambientali dell'Europa sono diverse, sono più mature, obbligheranno il nostro Paese e anche la nostra Regione con spirito europeo a un'attenzione diversa.
Non può esistere in un paese civile che si realizzi un'opera pubblica di questa entità, di questo impatto territoriale con il parere del geometra che dice che non ci sono problemi idraulici al Gesso e allo Stura. C'è una legge, prima americana, poi europea e poi italiana (in Europa, a nostro giudizio, ne abbiamo di migliori) che si chiama Valutazione di Impatto Ambientale, è una procedura non molto complessa che fu applicata sul tratto Cuneo-Massimini di Carrù: la VIA prevede anche l'opzione zero, il fatto che non possano servire mitigazioni ambientali. Sulla Asti-Marene sono servite mitigazioni molto pesanti, molti viadotti, opere pesantissime, per compatibilmente accettabili.
Cuneo-Massimini: la VIA dette parere negativo. Fu bloccata, poi ci fu un decreto politico, per la prima volta nel nostro Paese, del Presidente del Consiglio di allora, nel '94, che disse che l'opinione del Ministero dell'Ambiente - non era un Ministro Verde - non era da tenere in considerazione. Una posizione politica, sennonché non nei prati vicino a Massimini, ma nella confluenza tra il Gesso e lo Stura abbiamo avuto problemi di alluvione del '94 e soprattutto nel '96, per chi conosce bene la zona. E non c'è bisogno di abitare a Cuneo da due anni, come Casoni, per conoscere questo problema, basta essere amministratori coscienziosi.
Casoni, basta candidarsi al Consiglio provinciale per occuparsi solo di quello; se invece ci si candida al Consiglio regionale e si viene eletti si ha il compito, il dovere e il diritto di seguire e di occuparsi di tutti i problemi della nostra Regione, senza limite di mandato come ha detto il collega Angeli.
Lì ci sono problemi idraulici; se questi problemi siano ostativi alla bretella Cuneo-Massimini io non posso dirlo con sicurezza, perché non sono un ingegnere idraulico. Dico però che nel nostro Paese, dopo quello che è accaduto (non parlo della Campania, ma del Piemonte), non si può andare a Roma - Presidente Ghigo - e dire "non dovete fare la VIA, altrimenti si perde tempo". Non potete! Siete una Regione del Bangladesh, non dello Spirito europeo! Non si può! Non è serio, non è adeguato alla situazione.
Vengo adesso al senso del ragionamento di Viglietta, il quale ci ha detto, non so per quale motivo, "dico sì alla Cuneo-Massimini"; allora gli amministratori dicono "può essere vero tutto, ma si faccia questa cosa perché ne abbiamo basta", questo è sostanzialmente il ragionamento. Io dico che questo invece non è un ragionamento serio, è un ragionamento che sottostà al ricatto inaccettabile della SATAP! Invece un ragionamento serio è quello di distinguere le sorti della Asti-Marene dalle sorti della Cuneo Massimini. Io non sto dicendo che non andrà fatto comunque il collegamento Cuneo-Massimini, sto dicendo di distinguere le sorti, perché questo avrebbe permesso di partire con i cantieri già da qualche mese e allora voi vi state assumendo - Ghigo in testa e Riba viene subito dopo, o non so chi viene prima - la responsabilità di bloccare i cantieri! Perché chiudendo a doppia mandata il tratto Asti-Marene per cui o si discute tutto o non si discute niente, voi vi assumete la responsabilità di bloccare i lavori perché non può esistere che nel nostro Paese dopo i fatti che sono avvenuti non ci sia la valutazione di impatto ambientale del tratto Cuneo-Massimini! Questo è il problema! E da questo problema non si può eludere! E chi fa finta di non sapere queste cose, fa della demagogia! Fa della demagogia spicciola! Io potrei aggiungere tante altre cose, ma mi voglio soffermare solo su un aspetto che ha toccato in parte il collega Peano e l'abbiamo toccato quando abbiamo discusso delle questioni urbanistiche e di altre cose della nostra Regione.
La maledizione di Cuneo, cioè l'essere stata isolata per tanti anni, il Cuneese l'ha trasformata in una sua ricchezza: è cresciuta con queste caratteristiche solo nel Cuneese una economia di qualità, apprezzata a livello europeo. Economia di agricoltura, di turismo e di altri settori di qualità. Io non dico che l'autostrada tolga questa caratteristica che è compatibile con l'autostrada; è incompatibile però immaginare uno sviluppo infrastrutturale pesante, così come qualcuno ha in testa. Questo è incompatibile; non si coglie quella che è veramente la scommessa del Cuneese.
Dico ancora che questo dibattito viene svolto perché durante l'esame del bilancio è stata posta la questione della Asti-Cuneo. Nessuno nonostante le varie richieste, nè la Giunta nè altri Gruppi, hanno voluto portare in questo anno e mezzo - tolto la legge finanziaria da parte di Riba - nessuno ha voluto portare il dibattito attorno alle determinazioni della Giunta in quest'aula, perché tanto il confronto con le altre tesi non importa, si è voluto andare avanti con forzature. Le forzature trovano poi il loro limite naturale nell'entità reale delle cose e non giova certo a chi in buona fede vuol portare avanti la situazione.
Termino il mio intervento dicendo ancora una cosa: io non chiedo che sulla questione come su altre si abbia la saggezza degli indiani irochesi che dicevano "quando compiamo una scelta, vediamo le conseguenze che questa scelta ha sulle sette generazioni future", non dico questo, ma almeno per i prossimi cinque anni. Vediamo quali conseguenze ha per i prossimi cinque anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

L'intervento del Consigliere Cavaliere è uscito dal tema e dall'impostazione precedente che era comunque una accettazione trasversale di questo provvedimento; di riconferma comunque della delibera della Giunta regionale, mai entrata nel vivo, contestando a piene mani quanto è stato a tutt'oggi attuato per portare a compimento questa opera.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



GRASSO Luciano

Nella fase di realizzazione di qualsiasi grande opera ci sono due fasi.
Una è la fase per discutere, per valutare, per confrontarsi, per mediare per trovare i finanziamenti, per progettare e per ottenere tutte le autorizzazioni per poter dare inizio a un'opera. Gli Enti locali sono chiaramente interessati in tutta quest'azione di confronto affinché l'opera che va a realizzarsi sia la più economica, la più funzionale, quella che porta maggiore positività al territorio dove questa si realizza.
E poi viene il tempo per realizzare l'opera. Noi siamo in questa seconda fase. Abbiamo oggi iniziato una grossa discussione per ritornare indietro, per ritornare a quando dovevamo farle queste discussioni, per noi adesso siamo già nella fase avanzata di realizzazione dell'opera.
Le valutazioni di impatto ambientale ci sono state. Ci sono state due approvazioni, la prima del Governo Berlusconi, approvazione da parte del Consiglio dei Ministri; noi siamo a ribadire la validità di quell'approvazione perché un Governo responsabile deve attuare delle decisioni responsabili. Successivamente, sull'altro tratto, c'è stata anche una approvazione di valutazione di impatto ambientale; quindi riteniamo che ci siano le carte in regola per poter cominciare a costruire l'opera.
Rimaneva il problema del finanziamento. Sì, c'è un rammarico nel senso che nel 1994 pensavamo che il finanziamento venisse realizzato in gran parte dalla SATAP; successivamente abbiamo dovuto prendere atto che così non era e si è comunque dovuto ripiegare su una soluzione che comunque va a finanziare l'opera. L'importante è realizzare l'opera. Una volta che l'opera è realizzata, passato un po' di tempo, non si ricorda più da dove vengono i soldi, rimane comunque l'opera finanziata e realizzata.
Per cui oggi siamo qui riuniti per aderire all'ordine del giorno che è stato esteso, che tra i punti principali riconferma la validità della deliberazione della Giunta regionale del 24/3/1998 e impegna il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente a sollecitare il Ministro dei Lavori Pubblici (e conseguentemente la DICOTER) ad accelerare i processi in atto, a convocare la Conferenza dei Servizi dei tre lotti, al fine di realizzare l'opera prima possibile.
Un piccolo paragone su altre grandi opere; ricordo l'ospedale di Asti: nel momento in cui lo si era finanziato e progettato e se ne iniziava la realizzazione con le gru pronte a inserirsi sui cantieri è nata la grande discussione della localizzazione. Sembrava che quest'ultima, decisa tempo prima, non fosse più accettabile, e si ritornava su discussioni di anni prima. Logicamente, forze politiche responsabili, anche se tutto è sempre e comunque discutibile, hanno fatto sì che l'opera sia stata iniziata. Le gru sono piazzate, i lavori stanno andando avanti; pensiamo che un identico senso di responsabilità verrà espresso da forze politiche responsabili, che devono - comunque - portare a compimento un'opera importante per il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non avevo intenzione di intervenire su una questione sulla quale c'è stato ampio dibattito, ma mi sono poi lasciato convincere da due situazioni. La prima: ho visto il Consigliere Cavaliere rimettere la cravatta e quindi ho pensato che fosse tornato un minimo di serietà nell'ambito del Consiglio regionale, che avevamo perso temporaneamente. La seconda: l'intervento del Consigliere Riba mi ha riproposto, in maniera violenta, una riflessione che tra me stesso faccio diverse volte.
Non intendo spendere molte parole sull'Asti-Cuneo; provengo dall'area piemontese più periferica, ma posso assicurarvi che con una viabilità autostradale corretta l'intero rapporto socio-economico di quella provincia è rinato e ricresciuto, dando grandi possibilità a chiunque abbia avuto la buona volontà di far qualcosa di meglio e di più di quanto attuato fino al momento in cui l'autostrada non era stata realizzata.
La riflessione che invece faccio in quest'aula e alla presenza del Presidente della Giunta regionale e dell'Assessore al bilancio che dovrà presentarci il Piano di sviluppo regionale, nonché alla presenza del Direttore della sezione che fa capo all'Assessorato ai trasporti, è un'altra.
Non so se per un vezzo o per qualche interpretazione anomala che non sono mai riuscito ad interpretare, non ho mai compreso il motivo per cui il Piemonte, in un Piano generale di sviluppo che giustamente interpreta l'Asti-Cuneo come una messa in rete delle città piemontesi - ed è corretto: la messa in rete delle città piemontesi permette una movimentazione delle merci, delle persone e del tessuto economico diversa rispetto ad un unico asse autostradale - non abbia mai pensato di mettersi in rete con l'Europa.
Mi spiego meglio. Il Piemonte è dotato, da pochi anni, dell'autostrada A26, che finalmente arriva al confine svizzero e poi prosegue fino a Domodossola. Ma questo sarebbe aver servito il Piemonte di una direttrice importante e basta, visto che quest'asse cozza contro una montagna nonostante la presenza, sull'altro versante, della rete autostradale svizzera e francese - che cozza contro la stessa montagna. C'è di mezzo il Sempione. Con un sottopasso autostradale di 7/8 km si metterebbero in rete non due autostrade, ma due reti autostradali, di due Paesi diversi d'Europa. Europa che oggi consideriamo "casa nostra", anche se, in effetti non abbiamo ancora avuto la possibilità di possedere le chiavi della porta d'ingresso.
Questo sarebbe ancora poco: sul versante opposto, tramite lo stesso asse autostradale, con un minimo raccordo saremmo in collegamento con l'asse principale della rete autostradale franco-tedesca: il Gottardo, che perfezionato e completato dalla Confederazione elvetica oggi arriva quasi al confine svizzero di Locarno.
La domanda che faccio - senza pretendere risposte - è provocatoria.
Quanto apporterebbe al Piemonte la possibilità di collegarsi alla viabilità già realizzata con le reti autostradali europee di milioni di chilometri? Domanda che può anche non ricevere risposta; ma se è importante - come io reputo - la realizzazione dell'Asti-Cuneo è importante collegare il Piemonte alla rete socio-economica europea, da dove nasceranno e si costruiranno il futuro dell'Europa unita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ho molto apprezzato alcuni interventi che mi hanno preceduto, perché non hanno inteso fare un discorso soltanto di campanile. Inizialmente, in quest'assemblea sono intervenuti quasi fosse loro dovere, più che per altri, i Consiglieri di Cuneo. In tal senso, ricordo che più volte ho richiamato in quest'aula il fatto per cui quando si trattano problematiche di varie zone del Piemonte, queste interessano tutti i Consiglieri. E ancor più mi è piaciuto l'intervento che ha alzato un pochino il livello della discussione, quello del Capogruppo Riba. Egli, infatti, ha voluto mettere al centro del suo intervento la posizione geografica non soltanto di parte del Piemonte, ma di tutto il territorio piemontese.
Molto spesso, in questa sede, ingaggiamo battaglie contro lo Stato centrale per quell'autonomia che riteniamo doverosa rispetto alla politiche che le Regioni devono condurre con l'Europa.
Il Piemonte, in particolare, riveste un importante un ruolo da giocare oggi: quello di non essere più una Regione marginale rispetto a Roma, allo Stato centrale, ma di essere esso stesso centrale rispetto all'intera Europa.
Per essere al centro dell'Europa sono assolutamente necessari i collegamenti con la regione; non si tratta di una questione della Provincia di Cuneo o della provincia di Asti. L'intervento del Consigliere Racchelli si raccordava ad un discorso più di carattere generale - il Consigliere si riferiva ad un'altra provincia piemontese - ma rientra nella discussione.
Ricordo quando, 40 anni fa, si parlava del collegamento autostradale del Frejus. Negli anni vi furono diverse polemiche su questo collegamento l'impatto ambientale rispetto alla grande viabilità non solo nella Valle Susa, ma con il Nord-Europa. Ricordo ambientalisti che, nel momento in cui si decise di fare un arroccamento funiviario di una piccola cittadina della Valle di Susa, con una sua frazione - il Consigliere Vindigni è a conoscenza dell'episodio - andarono a piantare un fiore particolarmente raro per evitare che il pilone venisse costruito in quel punto strategico.
Ebbene, qualcuno ha detto che non hanno importanza i morti che ci sono stati sulle nostre strade, io sostengo che hanno importanza anche quelli.
Per esempio con il collegamento autostradale del Frejus il numero dei morti, rispetto al passato, è notevolmente diminuito.
Bisogna anche avere il coraggio di dire quali sono i vantaggi, se noi sottolineiamo sempre quelli che sono i difetti, le negatività di queste grandi opere pubbliche, ci limitiamo veramente a poco nel giudicare la necessità o meno di queste opere pubbliche.
Un'altra considerazione che noi facciamo spesso è che la Regione deve mantenere il collegamento tra le iniziative di carattere amministrativo che i vari Enti locali debbono avere. Questa è una funzione di coordinamento ma coordinamento significa porre attenzione a quelle che sono le istanze degli Enti locali, delle Province e dei Comuni che sono garanti e gestori del loro territorio.
Ci troviamo di fronte ad una relazione inconfutabile. Non credo che in questi anni gli Enti locali, rispetto a quest'opera di collegamento, non siano stati sentiti. In ultima analisi, dopo delle sfaccettature, e delle diversità esistite nel tempo, gli Enti locali delle due Province (Asti e Cuneo) hanno dato - questo sì - il via a quest'opera con questo tracciato.
Credo sia difficile oggi che il legislatore regionale, certo meno conoscitore di quello che è il territorio nei particolari, si metta di discutere su decisioni che altri, che conoscono meglio il territorio, hanno già assunto.
E' anche stato detto che questo tracciato sarebbe l'unico che non ruota attorno a Torino. Io sostengo che anche questo tracciato potrà essere utile al Piemonte nella sua interezza e anche a Torino.
Oggi si può anche temere un collegamento autostradale che colleghi direttamente la provincia di Cuneo, ma non soltanto questa, ma l'intero Piemonte, e non soltanto l'intero Piemonte perché il collegamento potrebbe essere quello dell'Est-Europa con l'Ovest d'Europa, attraverso il collegamento del Ciriegia. Dico che questo collegamento, se il Piemonte vuole essere veramente centrale rispetto all'Europa, così come diventa centrale nel momento in cui c'è stato il collegamento con il nord-Europa attraverso l'autostrada del Frejus, necessariamente questo collegamento deve essere preso in considerazione. Qualcuno diceva prima che alcuni mezzi trasportano le loro merci attraverso il colle della Maddalena; io non credo, Consigliere Riba, che il colle della Maddalena, nell'Europa unita e nel concetto di Piemonte al centro d'Europa, possa essere considerato un collegamento. Non può essere considerato un collegamento e non può essere considerato, nel trasporto delle merci, neanche un collegamento meno costoso di altri. Ad esempio nella Valle Susa, pur non dovendo pagare il pedaggio autostradale, non c'è più nessun TIR che passa attraverso il colle del Moncenisio o del Monginevro. I tempi di percorrenza e l'usura dei mezzi che trasportano hanno dei costi di gran lunga superiori a quello che è costo del traforo e dell'autostrada del Frejus.
Circa alcune delle osservazioni che il Consigliere Cavaliere ha avanzato, mi sembra di poter dire che questo tracciato è quello più immediato e maggiormente realizzabile per risolvere i problemi di trasferimento e di collegamento tra Asti e Cuneo con la capitale del Piemonte: anche tenendo conto dell'iter burocratico che il progetto ha già avuto.
Dichiaro - e lo faccio prima che intervenga il Consiglieri Picchioni che sicuramente farà un intervento non da "oriundo" cuneese, come lui spesso si proclama, ma di alto livello - che noi abbiamo sottoscritto quell'ordine del giorno perché dà più forza in questo momento alla Giunta affinché possa chiedere la realizzazione, in tempi brevi, del collegamento dell'Asti-Cuneo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Noi aderiamo totalmente all'ordine del giorno che prima è stato letto dal collega Grasso.
Intervengo per riaffermarla e per evitare che ci siano dubbi ed equivoci sulla posizione dei Popolari (così come ha già fatto il collega Peano, lo voglio fare anch'io).
Questa condivisione dell'ordine del giorno - come dicevo prima - è totale; tuttavia non possiamo non rilevare come questo dibattito, in qualche maniera, sia inopportuno.
Lo abbiamo già detto, ma nel momento in cui siamo stati chiamati rispetto all'interrogativo che è stato posto, evidentemente condividiamo totalmente l'Asti-Cuneo.
Ciononostante, rilevo e ripeto che questo dibattito è stato del tutto inopportuno. Non abbiamo capito per quale motivo si è deciso di inserirlo all'o.d.g.; rileviamo, anzi, che la modalità con cui si è deciso di affrontare la questione tende a radicalizzare alcune posizioni, soprattutto in un momento di campagna elettorale nella zona di Cuneo.
Lo ha già detto qualche collega: questioni così complesse e delicate richiederebbero maggiore lucidità e maggiore freddezza. Quindi il momento è inopportuno, perché si ha la sensazione che qualunque posizione (questa o altre o altre ancora) siano condizionate da esigenze di carattere localistico (un ordine del giorno da presentare a qualcuno). Questo bisogna dirlo; non avendo noi, come Regione, questi problemi elettorali, credo sia utile fare una valutazione di questo tipo.
Il collega Cavaliere ha una sorta di sfiducia complessiva nei confronti dei processi di infrastrutturazione; noi abbiamo un'opinione diversa: siamo per l'infrastrutturazione moderna del territorio, un'infrastrutturazione la più leggera possibile e la più attenta ai problemi ambientali.
Tuttavia ritengo che, quando si parla di infrastrutture, bisogna essere più attenti rispetto al passato.
Ricordo - ormai l'esperienza è tanta - che in passato, quando si discuteva di autostrade, l'accusa che faceva la vecchia sinistra nei confronti dell'allora Democrazia Cristiana era pesantissima; la sinistra di allora (ex PCI) era contraria a tutte le autostrade.
Ricordo le polemiche del Partito Comunista di allora nei confronti della Torino-Pinerolo, della Torino-Frejus e di tante altre. Io stesso ero nel Consiglio d'amministrazione della Satap nell'87-'89 e ricordo le polemiche di quegli anni, quando la Satap era una società per azioni, a prevalente capitale pubblico, il cui Consiglio d'amministrazione era prevalentemente composto dai Presidenti delle Province (io allora rappresentavo la Provincia di Torino).
Ebbene, ci tengo a sottolineare questo, perché rispetto ad allora quando le società autostradali, essendo organismi a prevalente capitale pubblico, garantivano complessivamente gli Enti pubblici perché presenti direttamente attraverso i Presidenti, oggi la situazione è molto più complessa e difficile.
Per cui invito il Presidente Ghigo e l'Assessore, in ogni caso complessivamente la Giunta, a tenere conto di questo fatto: mentre in passato la Satap aveva una rappresentanza pubblica, non essendoci più quella rappresentanza pubblica prevalente all'interno della società autostradale, è indispensabile e fondamentale che la Regione innanzi tutto e gli Enti locali si attrezzino per essere quelli che decidono, perch laddove non c'è questo potere di governo della grandi infrastrutture, la tentazione forte, normale, naturale è che questi processi di governo non vengano governati dall'Ente pubblico, ma dai privati; e ciò oggi accade in maniera maggiore rispetto al passato.
Personalmente, mi sentivo più sicuro quando la Satap era a capitale pubblico; oggi che non è cosi, bisogna stare attenti.
Le esigenze di queste autostrade corrispondono a giusti obiettivi di carattere privatistico (ovvero il profitto, che non è negativo), ma noi siamo la politica, noi rappresentiamo la politica, per cui dobbiamo farci carico di tutte le esigenze, comprese quelle di carattere ambientale.
E dico al Presidente e alla Giunta e agli altri colleghi della Provincia di Cuneo: guardate che le questioni di carattere ambientale non sono risolvibili con ordini del giorno! Le questioni di carattere ambientale, laddove ci sono (non conosco la situazione, per cui non posso esprimermi più di tanto), non si risolvono con un ordine del giorno a maggioranza! Le questioni ambientali, laddove vengono rilevate, con la sensibilità che c'è oggi sul territorio, vengono sicuramente poste, per cui l'accelerazione di alcuni processi sono apparentemente accelerazioni, ma nella sostanza, quando si accede ad un processo che deve affrontare questioni di carattere ambientale, sicuramente arriva il momento in cui si torna indietro.
Lo dico a qualcuno che ha l'esigenza, in ogni caso, di avere ordini del giorno approvati, ecc.: state attenti, stiamo tutti attenti, perché alle questioni ambientali si danno risposte di carattere ambientale, che non sono risposte di volontà politiche o di volontà istituzionali. Non è più così! Oggi è sufficiente - e dico giustamente - che qualcuno che rappresenta interessi diffusi ponga una questione ambientale: a quelle domande giustamente bisogna dare delle risposte.
Allora, se si ha la cautela, l'attenzione necessaria ad adottare un percorso ed una procedura che tenga conto di tutte le questioni ambientali il percorso è più semplice, è più sicuro; laddove si vuole forzare, avviene come il gioco dell'oca: si ritorna a zero, e sarebbe obiettivamente pericoloso e rischioso.
Tuttavia, concludo questo intervento dicendo che c'è l'adesione totale.
Invito soltanto il Presidente della Giunta regionale ad avere la forza di governare totalmente questo processo e le questioni che sono state rilevate, ma di governarle direttamente come Ente pubblico.
La Satap è una concessionaria in mano ai privati e la Satap deve fare soltanto quanto decide l'Ente pubblico. Cerchiamo di tenere separate queste cose, al di là di chi è la proprietà.
Gavio o non Gavio, non è un problema che ci riguarda. Teniamo separate le proprietà, per avere l'orgoglio di rappresentare alcune esigenze e alcuni interessi.
E, ripeto: si abbia anche l'attenzione di non radicalizzare mai le posizioni. Le posizioni vanno avanti; le questioni ambientali vanno sicuramente affrontate; con questo non vogliamo esprimere un giudizio negativo (semmai è positivo) sulle battaglie che hanno fatto le Amministrazioni locali perché hanno questa esigenza di collegamento (che esiste ed è fatto reale), ma oggi il problema non è tanto quello di dare un giudizio sull'esigenza diffusa che il collega Peano ha richiamato diffusissima - ma il problema è della modalità di realizzazione di questa opera.
Spero dunque che il Presidente della Giunta Ghigo, l'Assessore, la struttura abbiano la sensibilità e la capacità di tendere le orecchie a ci che capita e a ciò che succede, per evitare poi di essere fermati. Sarebbe inutile, improduttivo ed inefficace se dovessimo presentarci qui dicendo: "Noi abbiamo espresso la volontà; abbiamo assunto l'ordine del giorno e poi il Ministro Ronchi l'ha fermato". Credo che questo, probabilmente, ci metterebbe a posto nei confronti politici, ma in termini di risultati non avremmo fatto un'operazione positiva.
Stiamo attenti. Quando si discuteva di queste cose in passato - ricordo negli anni '70-'80, quando, come dicevo, la sinistra era contraria - la sinistra accusava la Democrazia Cristiana di allora "che c'era il super partito che decideva le opere pubbliche, le infrastrutture, ecc.". Io non credo che siamo più in quella situazione; spero che non siamo più in quella situazione. Non dobbiamo tornare in quella situazione, che è stata negativa.
Per non tornare a quella situazione, però, è necessario che ci siano ruoli chiari, distinti e processi trasparenti.
Se i processi oggi non sono trasparenti, la nuova sensibilità politica e ambientale impone per forza di cose - e chi sbaglia poi se ne assumerà la responsabilità - di non ritardare dei processi in corso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, signori Consiglieri, credo che questo dibattito oggi sia stato caratterizzato da tre interventi predominanti - mi scusino gli altri che non posso citare, forse perché non li ho ascoltati tutti quanti l'ultimo dei quali è quello di Antonio Saitta. Si fa presente il problema di una chiarezza di comportamenti, di metodo, di confronto politico e anche di confronto fra interessi, che possono essere più o meno diffusi che per esistono; gli altri interventi sono di Riba e Cavaliere.
Credo che le posizioni che sono state espresse siano delle posizioni non voglio nemmeno dire antitetiche, però di grande chiarezza dialettica e se dovessi essere un giudice di pace, io che generalmente non sono il giudice di pace, avrei veramente difficoltà a trovare la soluzione del problema, perché al di là delle particolarità tecniche che sono state elaborate da una parte c'è la fermezza nell'affermare che il percorso democratico è stato un percorso compiuto.
Un percorso compiuto anche rispetto ad una scelta che Cavaliere ha detto "calata dall'alto", quasi subita dagli enti locali, quasi subita dalle province, quasi subita dalle popolazioni.
Io non so se questo è un assoggettamento psicologico a dei poteri forti, non lo so, però posso anche dire che dall'altra parte - scusa Cavaliere - un no ideologico come tu spesso presenti in quest'aula, crea il sospetto che comunque non ci possa essere un dialogo, anche se oggi il dialogo poteva esserci. Crea il sospetto che ci sia un ambientalismo estremamente aristocratico, un ambientalismo che non ammette assolutamente repliche e che non ammette interlocuzioni diverse, quell'ambientalismo per cui Pino Chiezzi può invocare per la città di Torino i percorsi ciclabili e tu, forse al pari di Rosetta Loy, puoi invocare per le strade del Piemonte le strade di polvere.
Il problema non è invocare un'arcadia che non c'è più, il problema è di rapportare lo sviluppo al progresso e il progresso allo sviluppo secondo quelle metodologie, quegli insegnamenti, quella coscienza diffusa, quella sensibilità che forse poco tempo fa non c'era e che oggi invece registriamo, anche per merito tuo. Mi dispiace che non ci sia il gruppo di Rifondazione, perché se al di là delle intemperanze più o meno subite, più o meno volute, più o meno artatamente volute di questa assemblea ci fosse anche il gruppo di Rifondazione, per l'intelligenza che il gruppo di Rifondazione dimostra anche su questi argomenti, credo che ci sarebbe un arricchimento del dibattito.
Il dibattito non si risolve escludendo qualcuno o autoescludendosi forse per non prendere delle posizioni. Quando c'è una concezione così dialetticamente forte e quando Cavaliere così futurologo, ma anche così argutamente dietrologo, porta in quest'aula la sensazione che ci sia un grande burattinaio, che prima accetta delle regole del gioco come sono state ribadite, ricordiamocelo pure, nella seduta che abbiamo tenuto in Sala Viglione con il Ministro Di Pietro e oggi queste cose vengono dimenticate e pertanto si fa un nuovo lode, una nuova convention, quando lui dice queste cose probabilmente c'è del vero, c'è "del marcio in Danimarca", non lo so. Però ci si può anche domandare se tutte queste questioni che vengono portate così continuativamente alla nostra attenzione non siano questioni che possano essere originate da un grande vecchio.
I grandi vecchi in Piemonte esistono ancora, i grandi vecchi che ricordava Antonio Saitta, il famoso pentapartito, il partito dell'autostrada, possono avere ancora dei santi in Paradiso o possono avere ancora quella canalizzazione più o meno sofferta o più o meno diffusa che fa sì che alcune cose, non avendo più la voce formale per portarle in assemblea, vengano poi mediate da altre persone che nell'assemblea hanno certamente tutto il diritto di parlare. Quando si percorre questo sentiero si devono mettere in conto tutti i rischi delle imboscate che questo sentiero può offrire e allora rapportiamoci non a X,Y,Z o a dei personaggi che sono stati evocati anche in momenti certamente diversi, rapportiamoci alla situazione quale essa è, quale essa si rappresenta, con tutte le sue criticità; abbiamo sentito Viglietta, Peano ed altri e pertanto apportiamoci a quanti sono anche forse i rischi che Cavaliere ha paventato.
I rischi che Cavaliere ha paventato, signor Presidente, sono delle grida manzoniane o sono delle minacce più o meno esplicite di avere anche lui non solamente i partiti del pentapartito, dei Santi in Paradiso, perch su questo provvedimento in specifico a Roma si faccia ciò che a Torino non si vuole.
Il problema è: si dà una risposta chiara? L'alternativa che si presenta: Riba ha risposto con dei dati che io non so assolutamente confutare, ma che certamente hanno una loro probità, sono sufficientemente forti e concludenti per far sì che in sede romana questa situazione possa avere il suo sbocco politico preciso? Io la pongo come riflessione, non voglio assolutamente dire che queste cose non devono essere fatte, per carità, ma voglio dare alla Giunta, a tutti coloro che porteranno avanti questo problema nelle sedi opportune, anche la valutazione di un rischio che ci potrebbe essere da una valutazione politica difforme.
Ha ricordato Renato Montabone il problema dell'isolamento; quando il ritardo storico delle nostre comunità locali è in collusione evidente con le dinamiche socio economiche della nostra terra, caro Cavaliere, bisogna porre rimedio e hai ragione tu che quella che era una stigmata di povertà oggi diventa una cedola di ricchezza, però quando si dice che il nostro Piemonte - mi pare che l'abbia detto proprio De Rita - ha delle frontiere che non respirano e quando tutta la rete europea, o per lo meno dell'Europa occidentale, fa sì che ad esempio il 45esimo parallelo volente o nolente passerà da queste parti e non ci saremo più noi, ci sarà forse Ghigo perché lui prenota il futuro in eterno, però probabilmente queste cose al di là di quello che noi possiamo fare e possiamo esprimere, saranno in effetti una soluzione assolutamente ineluttabile.
Vedete, il problema di questa economia - si potrebbe parlare moltissimo su queste cose - pone, però, anche alcune valutazioni di incerta soluzione.
Si dice oggi che l'economia cuneese è un'economia rampante che si basa su due o tre numeri, su due o tre fattori: primo, il più alto rapporto aziende piccole aziende e abitanti; secondo, un'economia che dal punto di vista agricolo è la prima o la seconda secondo le date; terzo, è il più alto del Piemonte. Se queste sono le nostre valutazioni probabilmente si potrebbe dire: "Manteniamo questo alveo dorato in cui l'economia cuneese si è finora espressa e cerchiamo di evitare quelli che potrebbero essere dei disastri maggiori".
Bene, io posso ricordarlo, essendo oriundo doglianese, che a Luigi Einaudi, quando fu fatto Presidente della Repubblica, il Ministro dei trasporti di allora offrì come dono la possibilità di costruire il tratto di ferrovia tra il comune di Monchiero e il comune di Dogliani.
Ebbene, Einaudi lo rifiutò; volle che fosse mantenuta la vecchia tranvia, che non era solamente un tritasassi, ma era anche un tritapersone e venne poi abolita, adesso al suo posto c'è una grande carrozzabile che unisce questi due Comuni.
Einaudi, nelle sue prediche inutili, disse una volta una cosa molto strana nel Dopoguerra: "L'Italietta è fatta di piccoli e medi industriali di piccoli operatori turistici e di barbieri". Una cosa molto strana: come mai i barbieri? Era il piccolo commercio di allora, era la mercandina di Torino, era insomma il commercio minuto, diffuso; non aveva però la prospettiva del respiro che il Piemonte avrebbe trovato, nemmeno del respiro della Provincia di Cuneo e nemmeno forse del respiro della Provincia di Asti. Era una valutazione legata ad una impossibilità di comunicare o di ricevere delle comunicazioni dal mondo, se non le dotte relazioni che gli potevano venire dall'Università di Oxford o da quella di Cambridge. Ma oggi che siamo in una intercomunicazione globale e che pertanto i problemi dello sviluppo si pongono anche nei confronti dei confronti che facciamo con gli altri e nei confronti dei confronti che possiamo avere (uno degli indicatori è proprio quello della possibilità della comunicazione, della possibilità del traffico, della possibilità del trasporto): questi sono problemi che noi ci dobbiamo porre almeno dal punto di vista culturale, certo con tutte quelle valutazioni politiche che sono state dette e con tutte quelle cautele che qui sono state ricordate.
Per cui io non so se domani, Presidente, sarà il "D-day" dell'Asti Cuneo, non lo so; io mi auguro che sia il "D-day" di una soluzione che possa essere confacente agli interessi del Piemonte, confacente a tutti gli aspetti del suo sviluppo e pertanto del suo progresso. Però attenzione che nella gestione politica complessiva del problema, quelle valutazioni che sono state prese in quest'aula non vengano prese sotto gamba, ma ci sia tutta l'accortezza politica e la sagacia politica sua e di chi l'accompagna affinché ci sia il magistero della persuasione che è quello che viene soprattutto da una conoscenza direi totale (credo che qualcuno di noi la possa anche esprimere, non io, forse Riba ed altri Consiglieri) di un problema che non può essere assolutamente, come è già stato ricordato sottomesso o soggiogato a delle valutazioni puramente o opportunistiche oppure elettoralistiche.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di parola.
E' pervenuto un ordine del giorno.
Chiedo al Consigliere Cavaliere se l'interrogazione n. 1930 del 17/4/98 può essere ritenuta assorbita dal dibattito che si è testé svolto e pertanto superata.



CAVALIERE Pasquale

No, finché il Presidente non risponde ai quesiti posti nell'interrogazione non la considero superata.



PRESIDENTE

Va bene, la manteniamo.
C'è invece un vecchio ordine del giorno (n. 630) che ritengo possa essere considerato superato, però lo chiedo ai firmatari, che recitava: "Il Consiglio regionale del Piemonte nel ricordare tutte le iniziative che da anni cittadini, amministratori e parlamentari hanno messo in atto per sollecitare la realizzazione della Asti-Cuneo, evidenzia anche l'approvazione della proposta di legge al Parlamento votata a larghissima maggioranza da questo Consiglio sottolinea l'opportunità che la nuova realizzazione preveda un nuovo collegamento ad Asti tra la tangenziale sud e il casello di Asti ovest dell'autostrada, attraverso la necessaria costruzione di un ponte sul fiume Tanaro invita il Governo a non deludere le giuste attese del mondo sociale ed economico del Piemonte sud".
In verità non mi pare superato questo ordine del giorno; possiamo porlo in votazione? Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, qui c'è una questione di una rilevanza politica notevole, perché come lei ricorderà mercoledì scorso fu votato un documento che conteneva alcune considerazioni concordate dai Capigruppo sul problema...



PRESIDENTE

Non ho ancora letto il nuovo ordine del giorno. Se mi lascia leggerlo magari...



CAVALIERE Pasquale

E' preliminare sul fatto che esista questo ordine del giorno, al di là che lei lo legga o meno.



PRESIDENTE

E' molto breve.



CAVALIERE Pasquale

Non sto facendo una dichiarazione di voto sull'ordine del giorno, sto ponendo una questione preliminare. Se vuole che la faccia dopo che ha letto l'ordine del giorno, va bene.



PRESIDENTE

E' solo per darne conoscenza, ripeto è molto breve.



CAVALIERE Pasquale

Sì, ma è stato distribuito.



PRESIDENTE

Sì, è stato distribuito, quindi è conosciuto.
Prego Consigliere.



CAVALIERE Pasquale

Volevo intervenire non nel merito, ma sulla opportunità che venga posto in votazione questo ordine del giorno, perché - dicevo - è stato votato mercoledì scorso un documento che, tra le altre cose, conteneva anche alcune considerazioni sottoscritte da tutti i Gruppi sulla questione.
Non vi è nessuna novità, perché le novità attuali, cioè quelle di domani, erano attuali anche mercoledì scorso, nel senso che ci sono stati vari passaggi, anzi forse erano più attuali mercoledì scorso, quindi io mi domando: se erano da fare queste considerazioni aggiuntive oltre a quelle fatte perché non sono state poste in quella sede? Cosa cambia questo rispetto alle decisioni già assunte dalla Regione? Cioè non trovo alcuna ragione per cui venga messo in votazione questo ordine del giorno. A meno che qualcuno non lo intenda come modifica di quanto precisato la scorsa settimana. Se è così, come pare che sia, perch se non si è ritenuto opportuno di fare queste precisazioni qualche giorno fa non capisco perché sia nata tutta questa improvvisa decisione, non essendo cambiato non essendo cambiato alcunché dal punto di vista dei passaggi istituzionali ( quelli attuali lo erano anche mercoledì scorso).
Si pone così un gravissimo problema istituzionale, di correttezza e di serietà di questo Consiglio regionale nonché dei Gruppi consiliari. Tutto ciò, naturalmente, oltre alle considerazioni politiche: si continua a non interloquire, a non confrontarsi con un determinato problema, eludendolo e procedendo con forzature.
Chiedo quindi ai proponenti dell'ordine del giorno, proprio per il dibattito di oggi, di non porre in votazione il documento, pleonastico rispetto alle questioni che pone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, chiederei alla Presidenza una sospensione dei nostri lavori consiliari di 5 minuti.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.42 riprende alle ore 17.52)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Do lettura dell'ordine del giorno n. 774 in discussione: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della relazione informativa della Giunta regionale sul procedimento legislativo ed amministrativo concernente il collegamento autostradale Asti-Cuneo ADERISCE alla deliberazione assunta dalla Giunta regionale in data 24/3/1998 sul predetto collegamento autostradale IMPEGNA il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente a sollecitare il Ministro dei Lavori pubblici e la Direzione del Coordinamento Territoriale DICOTER ad accelerare i processi in atto per la convocazione della Conferenza dei Servizi per i lotti 1.1; 2.3; 2.7 INVITA il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente ad informare periodicamente il Consiglio regionale sull'argomento".
La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, per quanto riguarda la mia parte politica nonché gli altri firmatari del documento, l'ordine del giorno che lei ha appena letto viene confermato e ne chiediamo la votazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere, per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, prendo atto che i firmatari dell'ordine del giorno, la Giunta regionale e parte dell'Ulivo decidono ancora una volta di sottovalutare aspetti rilevanti della questione continuando a non interloquire con la posizione non ideologica, ma seria ponderata, con i "piedi per terra", di tutti gli ambientalisti piemontesi.
Non posso che prenderne atto; ognuno si assumerà le proprie responsabilità in ordine al problema. Ritengo che questo fatto abbia una valenza istituzionale negativa grave - che intendo far rilevare interamente della quale prendiamo atto e cui seguiranno comportamenti conseguenti.
Prendiamo atto altresì che il Gruppo consiliare DS assume sulla questione la posizione più retriva, a livello nazionale, sui temi dell'ambiente - e questo non potrà non creare problemi nell'Ulivo piemontese.
Per tutti questi motivi istituzionali e politici voterò contro l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione per appello nominale, come richiesto dal Consigliere Cavaliere, l'ordine del giorno il cui testo ho letto al Consiglio poco fa.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 41 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'ordine del giorno è approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Iscrizione ed esame ordine del giorno n. 773 relativo a "Crisi occupazionale alla Chargeur - Provvedimenti"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 773 presentato in data odierna dai Consiglieri Gallarini, Ferrero, Ghiglia, Vaglio e Marengo relativo a "Crisi occupazionale alla Chargeur - Provvedimenti".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 41 Consiglieri L'ordine del giorno è iscritto.
Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno testé iscritto, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte appreso che la multinazionale Chargeur intende avviare un piano di riorganizzazione delle produzioni e delle attività degli stabilimenti tessili localizzati in Piemonte a Livorno Ferraris (VC) e Vinovo (TO), facenti rispettivamente capo alle società TEXIL S.p.A. e Bertero S.p.A.
considerato che il gruppo Chargeur occupa in Piemonte circa 240 addetti e che il programma di riorganizzazione comporterà una forte riduzione del personale, in particolare presso lo stabilimento di Livorno Ferraris dove sono occupati circa 60 addetti appreso altresì che nel marzo dello scorso anno la Chargeur ha avviato un programma di razionalizzazione di funzioni e risorse aziendali che ha comportato un confronto con le Organizzazioni sindacali dei lavoratori dei due stabilimenti, a conclusione del quale è stato stipulato un accordo che prevedeva, per lo stabilimento di Livorno Ferraris, una specializzazione nell'attività di finissaggio e resinatura di interfodere con possibilità di potenziamento e l'originario esubero di 22 addetti si riduceva a 16, per i quali si prevedeva una mobilità presso lo stabilimento di Vinovo anch'esso oggi, oggetto di possibile riduzione di personale constatato con viva preoccupazione, che la Chargeur intende avviare una ulteriore riduzione della produzione e dei livelli occupazionali dello stabilimento di Livorno Ferraris, compromettendo il futuro dell'attività produttiva dello stabilimento dà mandato alla Giunta regionale di promuovere urgentemente un incontro con le parti sociali e gli Enti locali interessati al fine di ricercare soluzioni alternative a quelle prospettate dal gruppo Chargeur e, a questo fine, di attivarsi tempestivamente presso i Ministeri competenti e l'Ufficio Iniziativa per l'Occupazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (Task Force)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento - Commercio

Esame progetto di legge n. 271: "Proposta di legge al Parlamento: 'Norme per la tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti e istituzione del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti'" (ritiro)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 271.
Il Presidente della VII Commissione, Scanderebech, ha comunicato al Presidente del Consiglio che nella seduta del 12 novembre 1997 la Commissione ha approvato all'unanimità il disegno di legge che ho richiamato.
Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, MPPE, CDU, PDS, Lega Nord, Rifondazione Comunista e PPI.
Collegato vi è un ordine del giorno dei Consiglieri Vindigni, Casoni ed altri.
Relatore è il Consigliere Toselli. Si tratta di un progetto di legge che ha avuto l'unanimità, per cui credo che possiamo dare per letta...



CAVALIERE Pasquale

Chiedo una breve sospensione di 5 minuti.



PRESIDENTE

Il provvedimento è giacente da diverso tempo; comunque, concedo una sospensione di 5 minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 18.10 riprende alle ore 18.13)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Pichetto, per precisare ufficialmente quanto già detto in maniera informale, cioè che questo disegno di legge viene ritirato dalla Giunta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio e artigianato

Ribadisco la volontà della Giunta di ritirare il disegno di legge, in quanto è ormai in fase avanzata l'iter parlamentare. E' stato già approvato da un ramo del Parlamento (Senato) ed è in sede deliberante nella Commissione dell'altro ramo del Parlamento. che dovrebbe approvarlo così come è stato licenziato dal Senato. Mi sembra dunque che venga meno lo scopo che ci eravamo dati, cioè quello di intervenire nella fase di elaborazione del testo a livello parlamentare. E' una valutazione che in parte era già stata fatta in Commissione, ma si trattava di 4-5 mesi fa quando si pensava di poter ancora intervenire.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame progetto di legge n. 349: "Modificazioni alla legge regionale 12 novembre 1986, n. 46 (Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna)"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 349, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, PDS Rifondazione Comunista, MPPE.
La parola alla relatrice Manica.



MANICA Giuliana, relatrice

Illustre, signori Consiglieri, si è abrogata l'indicazione esplicita della collocazione funzionale della Commissione Pari Opportunità presso un particolare Assessorato, tenuto conto che la Commissione stessa si rappresenta come portatrice di funzioni generali che attraversano tutta la politica regionale.
La materia afferisce dunque preferibilmente alla Presidenza della Giunta regionale.
Viene pertanto soppressa la previsione in base alla quale la Consulta deve trovare collocazione obbligata presso l'Assessorato al lavoro.
L'VIII Commissione dopo attento esame ha approvato il testo così come sopra illustrato e ne raccomanda una sollecita approvazione in aula.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 2 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 36 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 196: "Modifica del sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po - tratto vercellese ed alessandrino" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 368, di cui al punto 11) dell'o.d.g.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, ci sono altri punti prima! Non è che può passare oltre!



PRESIDENTE

Ha ragione. Il punto 11) prevede l'esame del disegno di legge n. 196 "Modifica del sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po tratto vercellese ed alessandrino", licenziato con parere negativo. L'avevo accantonato proprio per questo motivo. Chiedo delucidazioni al Presidente della V Commissione, Griffini, che ha inviato la seguente lettera di accompagnamento: "Pregio comunicare che la V Commissione nella seduta odierna (21/11/97) ha licenziato con parere negativo il disegno di legge in oggetto. Presenti al momento del voto i Gruppi di: AN, CCD, PDS, Verdi democratici, Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania e Misto.
Favorevoli i Gruppi di: AN e CCD; contrari: PDS, Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania e Verdi democratici; non ha partecipato alla votazione il Gruppo Misto. Relatore Consigliere Galli".



CAVALIERE Pasquale

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Su questo punto l'Assessore Cavallera si era impegnato a ritirare il provvedimento e a riportarlo in Commissione.



PRESIDENTE

L'avevo messo da parte perché non c'è l'Assessore Cavallera.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, però non si procede così istituzionalmente: raggiunga l'Assessore. C'è il Presidente Ghigo che ha rappresentato benissimo oggi l'Assessore Masaracchio, può rappresentare anche l'Assessore Cavallera.



PRESIDENTE

Non so se in questo momento riusciamo a raggiungere l'Assessore Cavallera. Lei ritiene che si possa ritornare in Commissione in presenza di un parere negativo oppure lo accantoniamo? Era negativo perché non c'era la maggioranza presente in quel momento.
Credo comunque che sia un atto di riguardo che abbiamo usato molte volte e quindi confermerei la proposta di accantonare l'esame di questo punto e di andare oltre in attesa che rientri l'Assessore Cavallera.
Ha chiesto la parola il relatore, Consigliere Galli; ne ha facoltà.



GALLI Daniele

Come relatore, visto che non c'era nemmeno la totalità dei presenti al momento in cui è stato licenziato in maniera negativa questo provvedimento chiedo se tutti i Gruppi sono d'accordo nel riportarlo in Commissione.



CAVALIERE Pasquale

Ci eravamo già messi d'accordo in questo senso.



PRESIDENTE

Se questa è l'intesa... Comunque alla Presidenza non risulta.



GRIFFINI Massimo

L'avevamo già detto l'altra volta. Evidentemente non è stato annotato.



PRESIDENTE

Questa è un'ulteriore conferma; quindi il disegno di legge n. 196 di cui al punto 11) dell'o.d.g. ritorna in Commissione.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 376: "Terza integrazione legge regionale 20 gennaio 1997, n. 12 - Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1997"


PRESIDENTE

Il punto 12) prevede l'esame del progetto di legge n. 376: "Terza integrazione legge regionale 20 gennaio 1997, n. 12 - Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1997".
Riguarda il Parco provinciale Lago di Candia. Chiedo all'Assessore se...



(Proteste del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Mi dicono che sono già stati distribuiti...



CAVALIERE Pasquale

No.



PRESIDENTE

Le faccio distribuire subito il documento.



CAVALIERE Pasquale

Bisogna ripristinare le procedure democratiche e avere copia dei provvedimenti qui sul nostro tavolo!



PRESIDENTE

Anche se lei l'ha lasciata nel suo ufficio gliene faccio dare subito una copia.



CAVALIERE Pasquale

E' suo dovere. Non mi sta facendo un piacere! Mi può dare la parola per cortesia, su questo punto?



PRESIDENTE

Gliela do subito dopo aver chiesto all'Assessore se ritiene che questo progetto di legge sia ancora da portare all'attenzione del Consiglio. Un attimo solo, Consigliere Cavaliere; è un problema tecnico, non politico.



(L'Assessore Burzi si rivolge al Presidente del Consiglio)



PRESIDENTE

Chiedo di sospendere due minuti i lavori per dar modo all'Assessore di valutare la situazione.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, posso sapere quale ordine dei lavori intende seguire? Fino a che ora?



PRESIDENTE

Adesso sono le 18.30; credo che potremmo chiudere i lavori verso le ore 19.00.



CAVALIERE Pasquale

Va bene.



PRESIDENTE

Dunque, una brevissima sospensione per dar modo all'Assessore di fare una valutazione su questo punto.



CAVALIERE Pasquale

Non possiamo stare qui sempre in attesa delle sospensioni!



PRESIDENTE

Solo due minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.25 riprende alle ore 18.28)



PRESIDENTE

La seduta riprende con l'esame del progetto di legge n. 376 che è stato licenziato dalla Commissione competente in data 29/1/98 con il seguente esito: favorevoli Forza Italia, AN, CDU, CCD, Federalisti; non ha partecipato al voto MPPE-Rinnovamento italiano; si sono astenuti PDS e Rifondazione comunista.
Relatore è il Consigliere Gallarini che ha pertanto la parola.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Do per letta la relazione, a mani dei Consiglieri, il cui testo recita: "Signor Presidente, signori Consiglieri la I Commissione, nella seduta del 29 gennaio 1998, ha esaminato e approfondito il disegno di legge n. 376 predisposto dalla Giunta regionale relativo a: "Terza integrazione alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 12 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1997'".
Nel corso della seduta è emerso che, per adempiere alla norma di cui alla legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55, così come modificata dalla legge regionale 2 settembre 1991, n. 41, il presente disegno di legge va ad integrare la legge regionale 20 gennaio 1997, n. 12 (Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1997). Tale legge regionale, integrata dalle leggi regionali 17/97 e 29/97, si pone l'obiettivo di approvare il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1997 dell'Ente di gestione del Parco naturale di interesse provinciale del Lago di Candia. Pertanto, essendo l'approvazione da parte del Consiglio regionale un atto dovuto e poich tale Ente Parco è di nuova istituzione, tale disegno di legge va ad integrare i bilanci degli Enti Parco regionali.
La I Commissione consiliare pertanto, nella stessa seduta, ha licenziato a maggioranza il disegno di legge n. 376. Tale testo viene rimesso all'Aula per la sollecita approvazione.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 33 astenuti 8 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 33 astenuti 8 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI' 26 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Musei - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 368: "Modifiche della legge regionale 14 marzo 1995, n. 31 'Istituzione di Ecomusei del Piemonte'" (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo il progetto di legge n. 368, di cui al punto 13) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione è stato approvato all'unanimità.
Presenti al momento del voto: i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD, CDU, DS e Rifondazione comunista. Il Gruppo di Rifondazione Comunista non ha partecipato al voto.
Relatore è il Consigliere Salerno, che ha facoltà di intervenire.



SALERNO Roberto, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Con il presente disegno di legge si intende proporre l'integrazione dell'art. 2, della legge regionale 14 marzo 1995, n. 31, "Istituzione di Ecomusei del Piemonte", prevedendo tra i soggetti gestori degli stessi anche le Amministrazioni comunali e le Comunità montane.
Tale integrazione si rende necessaria a seguito della presentazione, da parte di alcuni Comuni e Comunità montane, di proposte di Ecomuseo circoscritte a realtà territoriali e culturali comunali e di comunità montana, che sono state ritenute meritevoli e valide da parte del Comitato scientifico per l'individuazione e la promozione degli Ecomusei previsto dall'art. 3 della legge regionale 31/95.
La dimensione comunale, nella storia italiana, costituisce spesso la realtà di riferimento sociale, culturale, economico, di una popolazione; in essa gli individui trovano senso di identità e appartenenza.
L'Ecomuseo, là dove tale senso della comunità è ancora forte o recuperabile, è uno degli strumenti in grado di valorizzarne i caratteri evidenziarne le peculiarità, i valori, dare riconoscibilità alle differenze che possono diventare risorse anche in termini economici.
In montagna è la dimensione della Comunità montana che spesso costituisce riferimento sociale, culturale, economico delle popolazioni per l'interdipendenza dei fattori ambientali, geografici, ecc.
E' pertanto opportuno, per accogliere e sperimentare iniziative che perfettamente possono realizzare l'obiettivo della politica degli Ecomusei documentando a vari livelli e dimensioni la memoria storica del Piemonte prevedere tra i possibili soggetti gestori anche i Comuni e le comunità montane.
L'esperienza di questi due primi anni di lavoro sottolinea inoltre l'opportunità che i progetti di Ecomuseo siano predisposti dal soggetto proponente, non dal Comitato scientifico, cui spettano principalmente compiti di programmazione, verifica, orientamento, promozione, supporto scientifico. E' evidente, infatti, che in primo luogo occorre favorire orientare e incentivare le iniziative che nascono dal territorio in quanto sono quelle che maggiormente garantiscono il radicamento nella realtà locale e quindi l'esistenza di un'effettiva volontà e capacità organizzativa e gestionale.
L'entrata in vigore della Legge finanziaria 1997 (Legge 23 dicembre 1996, n. 662), che amplia lo strumento degli "accordi", oltre a quanto previsto dall'art. 27 della Legge 8 giugno 1990, n. 142, per il coordinamento delle azioni che coinvolgono più soggetti pubblici e privati rende opportuno l'adeguamento del comma 4 dell'art. 2 della Legge 31/95 per renderlo più flessibile al fine di garantire l'accesso allo strumento di concertazione più adeguato alle specifiche realtà.
La V Commissione, che ha esaminato il testo e lo ha sottoposto alla consultazione con gli enti e le associazioni interessate, approvandolo quindi, all'unanimità dei votanti, richiede ora all'aula consiliare un'unanimità dei consensi".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Emendamento presentato dai Consiglieri Griffini, Mancuso e Minervini: 1) Emendamento sostitutivo al comma 1, dell'articolo 1 del disegno di legge n. 368 Al comma 2, del nuovo articolo 2 della L.R. n. 31/1995, dopo la parola "progetto" le parole "predisposto dal soggetto gestore" sono sostituite con la parola "definito".
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, mi pare di ricordare che il senso dell'emendamento discusso in Commissione fosse il seguente: viene istituito l'Ecomuseo e viene affidato in gestione ad un Ente gestore su un progetto definito - di gestione. Per l'affidamento, quindi, è necessario vi sia un progetto di gestione definito.
Questo il ragionamento svolto in Commissione; è per questi motivi che avevamo votato a favore. L'Assessore competente o il Presidente della Commissione dovrebbe forse chiarire la questione.
Il nuovo testo, il testo che si propone, tenuto conto dell'emendamento recita: "Gli ecomusei sono istituiti con deliberazione del Consiglio regionale che ne affida la gestione sulla base di un progetto definito."



BORTOLIN Silvana

Chi definisce il progetto? Qual è il soggetto?



PRESIDENTE

Non illustro l'emendamento, in quanto non ne sono il proponente.
Probabilmente sarà il Consiglio regionale preposto a valutare il progetto in sé e non i soggetti proponenti, in tal senso sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 18.41 riprende alle ore 18.43)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Credo non ci siano più le condizioni per proseguire i nostri lavori.
L'esame di questo provvedimento proseguirà nella prossima riunione di Consiglio.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.00)



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