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Dettaglio seduta n.252 del 04/05/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Benso, Bertoli, Cavallera (per la prima parte della seduta), Ghigo, Leo, Miglietti e Scanderebech.
Conseguentemente il numero dei Consiglieri presenti scende a 53 e il numero legale è determinato in 27 Consiglieri.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Proseguimento esame progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione per l'anno 1998 e Bilancio pluriennale 1998-2000" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 371 con gli emendamenti riferiti all'area dell'artigianato e commercio, di competenza dell'Assessore Pichetto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Marengo, Foco, Bortolin Suino, Riggio, Miglietti, Bertoli, Vindigni, Manica e Bellion: "Il capitolo 14485 è aumentato di lire 600 milioni prelevando in diminuzione dal capitolo 15950." Prima di dare la parola al Consigliere Chiezzi, che l'ha chiesta desidero...



PRESIDENTE

CHIEZZI (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, è solo per una questione incidentale.



PRESIDENTE

Sì, ma forse è la stessa cosa.



PRESIDENTE

CHIEZZI (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ecco. Bravo, grazie.



PRESIDENTE

Sto ancora valutando il problema che mi è stato sottoposto, e che non ho assolutamente dimenticato, dell'opuscolo nel quale erano riportati dei ringraziamenti nei confronti di un Gruppo consiliare.
Oggi non è presente l'Assessore Leo che è fuori Torino per motivi istituzionali; comunque, prima della votazione sul bilancio, riunirò la Conferenza dei Capigruppo per valutare quali iniziative intraprendere.
Questa è una comunicazione che doverosamente ho inteso fare.
Prego, Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

CHIEZZI



PRESIDENTE

Grazie.



PRESIDENTE

Vedo che siamo estremamente sintetici; spero che questo sia un buon segnale per i lavori di oggi.
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio e artigianato

Cercherò anch'io di essere sintetico, ma con la piena disponibilità a chiarire le richieste che verranno in merito dai Consiglieri.
Dall'analisi degli emendamenti ritengo di dover fare una premessa che peraltro, in parte, è già stata fatta in Commissione, per i settori a me demandati per delega del Presidente.
Per quanto riguarda il settore Industria il 1998 è un anno di grande transizione. Le Regioni, infatti, non avevano deleghe in materia di industria e solo ora con la riforma si arriverà ad avere delle deleghe.
Nell'ambito regionale è stata delegata al settore Industria la gestione dei fondi dell'Unione Europea, del DOCUP, che peraltro ha la sua previsione in bilancio (123 miliardi, di cui 87 per la parte industria). In realtà negli 87 miliardi di cofinanziamento c'è anche una parte che riguarda il turismo e un'altra che riguarda la formazione. Poi nell'ambito delle varie misure, in cabina di regìa, c'è il Comitato di sorveglianza che provvederà a fare gli eventuali spostamenti a fine valutazione dei vari bandi. Questa è una segnalazione prioritaria per quanto riguarda il settore Industria e il relativo stanziamento che riguarda il DOCUP.
Le leggi in gestione all'Industria attualmente sono le seguenti.
Innanzitutto, la legge regionale n. 9 che riguarda le aree industriali relativamente alla quale siamo ormai in fase di ritorno degli investimenti fatti negli anni scorsi. Quest'anno le previsioni di bilancio prevedono 5 miliardi al cap. 26660; ho visto gli emendamenti di vari Gruppi che prevedono aumenti, alcuni di 500 milioni, altri di 300 e altri ancora di 700. La stima di 5 miliardi, in questo momento, è una stima che a parere della funzione è complessivamente capiente. E' chiaro che in questo momento non è possibile stimare con la certezza dei 100 milioni, più o meno, quella che è la necessità di riferimento alla legge 9.
La seconda legge è quella di credito sull'innovazione (n. 56). Su questa legge noi abbiamo stimato che con 3 miliardi al fondo gestito da Finpiemonte dovremmo avere la sufficienza a garantire quello che è il trend ordinario di domande sull'innovazione. Ricordo che questa legge, per la sua attuazione, ha un fondo di circa 31 miliardi e complessivamente ha attivato investimenti per 264 miliardi con 101 miliardi di finanziamenti.
Un altro riferimento legislativo è dato dalla l.r. 24/87 che ha uno stanziamento di 9 miliardi più 3. Avevo già espresso in Commissione le mie perplessità sulla ripartizione 9 su 3, perché anche qui siamo all'ampliamento di una nuova legge, quindi si tratta di un banco di prova.
I termini per la presentazione delle domande da parte delle aree e dei distretti industriali scadono il 31 maggio. In questo momento posso avere sentore, ma non certezza, di ciò che verrà presentato, di quella che è l'entità; è da ritenersi, con un criterio anche molto elastico nella valutazione, che comunque i 9 miliardi stanziati per il 1998 siano sufficienti ad affrontare le domande.
Questa è una mia considerazione epidermica, conoscendo l'ambiente dei vari distretti industriali e le relative costituzioni di Comitati-distretto che avvengono in questi giorni.
Per quanto riguarda gli emendamenti ho notato che ce n'è uno accoglibile di 1 miliardo aggiuntivo sugli accordi di programma che dovrebbe essere destinato ai PIS. Io ricordo che i PIS attualmente sono sei: Pinerolo, Moncalieri, Settimo Torinese, San Maurizio Canavese e Chivasso. Quello di Avigliana, invece, non si è attivato. Nel 1997 sono stati stanziati 5 miliardi per ogni PIS, complessivamente 25 miliardi di FIP; un miliardo potrebbe al limite servire, se vi sono le condizioni, per avviare quello che non è partito, cioè quello di Avigliana. Naturalmente si tratterà di valutare attentamente le condizioni locali e se ci sono quindi, le iniziative in ambito locale per attivare il tutto.
Questo, in linea generale, è quanto riguarda l'industria.
Per quanto riguarda il discorso relativo all'artigianato, ricordo che l'attuazione della legge 21 ormai è in fase avanzata. La legge 21 ha ripreso i fondi della ex legge 30, quindi siamo in attuazione della l.r.
30; attualmente c'è un fondo di rotazione presso la Finpiemonte di circa 50 miliardi che, con i primi ritorni delle scadenze triennali e relativo stanziamento di quest'anno, che è di 13 miliardi a bilancio (mi riferisco al cap. 25573), dovrebbe essere sufficiente a coprire la previsione di domande che vengono dal settore artigiano relativamente alla legge 21 (artt. 14 -15).
C'è invece un emendamento - mi pare del Gruppo DS, ma chiedo venia se sbaglio - che riguarda un incremento degli stanziamenti a favore dell'Artigiancassa. A tale scopo in bilancio sono previsti 2 miliardi; nel 1997, vi era una previsione di 5 miliardi.
Perché questa riduzione? Perché sull'Artigiancassa bisogna fare una valutazione, dividendo le aree "obiettivo 2" dalle altre.
Nelle prime, per quanto riguarda l'Artigiancassa, c'è stata una cospicua iniezione di fondi, come misura specifica del DOCUP; a tale proposito c'è già stata una riduzione rispetto alle previsioni originali che ammontavano a 42 miliardi.
Ci siamo infatti resi conto che la cifra era eccessiva; lo stesso Comitato di sorveglianza, nel mese di dicembre, aveva previsto uno spostamento di parte di questi fondi, sempre nel campo dell'artigianato finalizzandoli all'attuazione di impresa, alle consulenze e agli ampliamenti, perché lì c'era un numero di domande molto alto (se ricordo bene circa 700-800).
La capienza originaria prevista dal DOCUP, invece, copriva non più di 100-150 domande, quindi c'è stato uno spostamento.
Nonostante ciò, su questo fondo (Artigiancassa) e quindi sul cap.
25182, o meglio, sul fondo Artigiancassa relativo alle aree DOCUP sono stati impegnati nel '97...



(Brusìo in aula)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio e artigianato

Presidente, devo proseguire o parlo per me? Io posso anche interloquire solo con il Consigliere Papandrea.



PRESIDENTE

Vorrei richiamare l'assemblea, perché l'Assessore si impegna in comunicazioni assolutamente esaustive; però, se non interessano, credo che l'Assessore possa fare delle comunicazioni molto più sintetiche. Quindi l'invito è, a chi lo desidera, di ascoltare.



PRESIDENTE

MONTABONE Renato (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lei non sta parlando solo per il Consigliere Papandrea: sta parlando anche per altri Consiglieri.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio e artigianato

Come dicevo, per quanto riguarda l'Artigiancassa, c'è stato un impegno di 28 miliardi, di cui 14 già liquidati, finalizzati alle aree "obiettivo 2".
A tale proposito, mi sia consentita una considerazione. Il programma è triennale e poi diventa addirittura quinquennale, per cui ci sarà una ripartizione che arriverà fino al 2001 compreso; attualmente gli impegni su Artigiancassa sono di 400 milioni, dei 14 miliardi erogati sulle aree "obiettivo 2".
Questo apre tutto un discorso che riguarda sia il funzionamento dell'Artigiancassa che l'accesso ai relativi finanziamenti, che riguarda una valutazione complessiva sugli attuali tassi di interesse.
Mentre negli anni in cui i tassi erano molto alti si verificava una rincorsa al credito agevolato, oggi che i tassi si sono abbastanza abbassati ciò non si verifica più. Non neghiamo che una parte di motivazione è dovuta al fatto che vi è qualche difficoltà, da parte degli istituti di credito, ad operare su Artigiancassa, per questioni di concorrenzialità sul mercato. Inoltre, Artigiancassa è stata appoggiata ad uno specifico istituto; di conseguenza gli altri istituti, probabilmente non accedono così facilmente o non manifestano grosse volontà ad accedere a questo strumento.
Di conseguenza, lo stanziamento su Artigiancassa è diventato di 2 miliardi, perché ha un'area ridotta, non ha più tutto il Piemonte, ma le aree non "obiettivo 2"; si ritiene che, visto il trend delle domande, 2 miliardi siano una copertura sufficiente per la la necessità manifestata.
Vi sono poi circa 750 milioni per le aree attrezzate artigianali. A tale proposito devo dire che, a livello di mercato, di esigenza, si sta manifestando una maggiore propensione a ricorrere alla normativa riguardante le aree attrezzate industriali piuttosto che quelle artigianali, potendo inserire le imprese artigiane nell'ambito delle aree industriali; ciò proprio perché la distinzione tra iscritte all'Albo delle Imprese artigiane e non iscritte sta venendo sempre meno, quindi c'è un'integrazione tra le due norme.
E' questa una valutazione che io ritengo dovrà essere fatta in sede di riordino, anche in considerazione delle nuove competenze che le Regioni avranno a seguito delle deleghe nazionali, proprio per capire se questa rigida distinzione, che a suo tempo aveva la sua valenza, va ancora mantenuta o se si possa creare un tutt'uno che comprenda aree industriali ed artigianali, al limite con alcune tipologie di intervento.
Vorrei pure ricordare che c'è il cap. 25545, per il quale si prevede un miliardo, che invece è un'attivazione specifica del testo unico; c'è inoltre la delibera consiliare, approvata dalla Giunta in questi giorni come proposta al Consiglio regionale, che riguarda la certificazione di qualità.
Tutte le iniziative che riguardano il testo unico o comunque il filone fondamentale delle iniziative con riferimento al testo unico nei confronti del sistema delle imprese artigianali - ma, a questo punto, sia permesso della piccola e media impresa in termini generali - è finalizzato a puntare fortemente sull'innovazione qualitativa e sul miglioramento qualitativo delle capacità produttive aziendali.
Come Giunta riteniamo, e ritengo come Assessore, che questo sia il grande punto di sfida che deve giocarsi la realtà economica piemontese cioè nella globalizzazione la realtà economica piemontese non può fare concorrenza ai mercati dell'est o a quelli asiatici o a quelli che hanno un costo del lavoro 20 volte inferiore.
Il nostro punto di forza deve essere, invece, la capacità di produrre meglio, la capacità di produrre a valore aggiunto elevato e a qualità elevata. Quindi, solo la qualità può permettere il valore aggiunto, solo questa combinazione può permettere al nostro sistema industriale di competere con grandi opportunità nella globalizzazione.
Sul settore Artigianato ci sono ancora 5 miliardi destinati ai fondi rischi, che riguardano non il fondo di rotazione ma l'intervento sulle cooperative di garanzia e sui consorzi garanzia.
Devo peraltro dire che è stato costituito in questi giorni il consorzio di secondo grado, che riguarda il settore artigiano, con l'intervento delle cooperative di garanzia collegate alle associazioni artigiani e con Artigianfidi, consorzio regionale di garanzia.
Siamo ai primi passi, si tratta di attivare, di creare meccanismi di raccordo; una parte dei 5 miliardi vengono destinati proprio all'attivazione di Artigiancredit. Su quest'ultima si concentrerà anche una parte delle misure dei fondi di garanzia dell'Unione Europea.
In ultimo, sull'artigianato mi pare fossero stati presentati degli emendamenti riguardanti l'osservatorio. Su tale osservatorio lo stanziamento è sufficiente, in questo momento, a farlo funzionare. Ricordo che l'anno 1998 è di transizione per il legislatore, per il Consiglio regionale, che dovrà dare alle Giunta regionali, qualunque esse saranno gli strumenti per meglio gestire i nuovi poteri conferiti con le leggi delega.
Di qui la valutazione sugli osservatori. In questo momento, la legge n.
443 impone l'Osservatorio dell'Artigianato; abbiamo ora il nuovo decreto legislativo pubblicato il 24 aprile scorso che impone l'Osservatorio sul Commercio; d'altra parte, si era strutturato un Osservatorio sull'Industria con doveri di monitoraggio. Il decreto legislativo 12/1/98 sui carburanti prevede una funzione di monitoraggio da parte della Regione.
E' alla valutazione della Giunta regionale - su questo, naturalmente sono stati attivati gli uffici per una consultazione complessiva che pongo in quest'aula, al Consiglio, con elementi sui quali dovremo confrontarci in Commissione - la creazione di un osservatorio, un centro di monitoraggio che, pur rispondendo ai dettami legislativi nazionali, che talvolta non sono così semplificativi, nonostante la norma sia denominata di "semplificazione", permettono di unificare il sistema di controllo. Lo stato di dispersione è infatti preoccupante; dispersione anche di energie viste le duplicazioni che portano sovente a gravi carenze e conseguentemente aree che risultano poi completamente scoperte, dato che non sono di competenza né dell'uno né dell'altro.
Mi permetto di richiamare il fatto che in Piemonte ci sono circa 90.000 imprese del settore terziario: sovente, nel trattare quotidiano con gli uffici dell'Assessorato, non si riesce a capire se si tratta di competenza degli uffici dell'industria, dell'artigianato o del commercio. La nostra rigida divisione ci porta sovente ad avere chiarezza di visione, ma anche aree che non si sa dove inserire.
E' necessario intervenire partendo proprio dall'Osservatorio; centro di controllo dello stato dell'economia, valutazione delle esigenze e dei fabbisogni delle realtà sociali ed economiche; strumento d'informazione del Consiglio per l'attuazione, lo svolgimento della propria attività.
Settore Commercio.
Su tale settore vi è uno stanziamento di 20 miliardi per l'attuazione della legge n. 57, che, visto il trend delle domande, è da ritenersi sufficiente a coprire i fabbisogni. C'è poi un ulteriore miliardo che dovrebbe finanziare i Centri commerciali naturali - ad esempio -; così come gli stanziamenti sulle fiere, visti nell'ambito della Commissione, che prevedono, da una parte, una contribuzione ai vari soggetti che promuovono iniziative di interesse regionale sul territorio, dall'altra accordi di programma con il Ministero - per 580 milioni, mi pare.
Sugli enti-fiere, il maggiore è Expo 2000, non c'è stanziamento specifico. La valutazione su Expo 2000 esula da quanto strettamente ordinario sul bilancio attuale.
Sempre per quanto riguarda settori che fanno riferimento alla Direzione Commercio c'è la parte relativa alla tutela del consumatore. E' in corso una serie di iniziative inserite nel Piano triennale; a fine anno occorrerà valutare il piano triennale saccessivo, cogliendo l'occasione della risposta ad un'interrogazione di richiesta di informazioni sul punto dello stato dell'arte, per quanto riguarda il discorso complessivo di tutela del consumatore.
Senza voler aggiungere confusione fra la miriade di iniziative presenti nel settore, la tutela del consumatore diventerà importante per la formazione dei cittadini piemontesi - e non mi riferisco solo alle imprese relativamente all'introduzione dell'EURO. Si tratterà di valutare se mirare a iniziative proprie.
Su questo esprimo una semplice opinione che penso avremo modo nell'ambito della Commissione competente, di valutare e confrontare con le moltissime iniziative da parte di moltissimi soggetti. Il ruolo della Regione potrà essere d'integrazione di quei settori che, probabilmente sono i più deboli, quelli che interessano meno alcuni grandi sistemi di comunicazione, e quelli che, probabilmente, vanno maggiormente tutelati.
Questo, complessivamente, è il quadro degli interventi di bilancio.
Gli emendamenti presentati hanno tutti la loro importanza e rilevanza ma scivolano su una scia già delineata.
Vorrei ricordare che siamo in un anno di grande transizione arriveranno le deleghe sull'industria, sul commercio c'è il decreto legislativo pubblicato il 24 aprile che prevede l'attuazione e quindi la riformulazione di tutta la normativa del commercio.
Quello dell'Artigianato è l'unico settore ad essere normato da un testo unico, che sarà oggetto di alcuni adeguamenti.
La settimana prossima presenterò una proposta di disegno di legge per adeguamenti che si sono resi necessari in corso d'opera, per arrivare ad un sistema di norme semplificato, ma completo e rispondente alle esigenze del territorio.
Mi scuso per non essere stato esauriente su alcune tematiche: sono naturalmente a disposizione dei colleghi per eventuali approfondimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

E' molto importante, per lo sviluppo economico, produttivo ed occupazionale del Piemonte, parlare in Consiglio regionale del settore Industria, Artigianato e Commercio nell'ambito della discussione sul bilancio preventivo '98. Ho seguito l'intervento dell'Assessore competente che spesso è anche presente nelle realtà periferiche. Dai giornali sappiamo che i settori Industria, Artigianato e Commercio ricevono dei finanziamenti altamente insufficienti.
Il settore dell'Industria è delicatissimo; ci sono finanziamenti europei mirati a zone piemontesi ad alto degrado industriale ed occupazionale, anche qui pochi finanziamenti rispetto alle tantissime aree industriali in crisi del Piemonte. Voglio ricordare, solo nella mia provincia, la Morteo, la Delfi, l'ILVA, la Pernigotti; parliamo dell'acquese, dell'allessandrino, del tortonese, del casalese, un'area vastissima in profonda crisi e i finanziamenti sono pochissimi.
Vi sono poi gravissimi problemi di aree particolarmente colpite dalle privatizzazioni e quindi dalla disoccupazione, come la valle Scrivia, più volte citata in tutti gli annali delle riviste. Così pure tutto l'alessandrino e l'acquese - voglio ricordare anche le Terme militari, che stanno per essere chiuse - che in quest'aula non viene mai citata come area importante del Piemonte...



MONTABONE Renato

Si parla solo delle Terme di Acqui!



MORO Francesco

Si parla delle Terme di Acqui, ma a livello di discussione non di finanziamenti.
Per l'artigianato piemontese vi sono pochi finanziamenti anche se c'è una "leggina" che raggruppa tutta l'attività settoriale.
Vi sono, invece, progettazioni da libro dei sogni, come appare dalla relazione dell'Assessore, per esempio l'Osservatorio Artigianale Industriale, Commerciale, che nella realtà non so quale adeguata corrispondenza di finanziamenti abbiano.
Vi sono poi aziende artigianali del Piemonte sud, dell'alessandrino che sono state colpite dall'alluvione del 1994, ma che ad oggi non sono ancora state attrezzate per l'inizio attività e altre, invece, hanno sospeso l'attività.
Sempre per quanto riguarda le aziende artigianali, che si aspettano molto di più dalla Regione Piemonte, l'Assessore competente si è recato anche in provincia di Alessandria - la visita è stata riportata in molti articoli di giornale - però non credo si sia approdati a delle risultanze positive.
Voglio citare le aziende artigianali del Valenzano. Un settore delicatissimo, di fama europea e mondiale, di cui in quest'aula si discuta mai, mentre invece si tratta di un fiore all'occhiello per l'attività industriale italiana. Ebbene, anche in questo caso si dovrebbe analizzare un diverso ruolo del FIP, i finanziamenti mirati a questo settore, che invece sono altamente disattesi. Così pure per il commercio: ho sentito parlare di 20 miliardi sulla legge n. 57, ma non mi pare che si possa dire di essere nella logica corretta e giusta rispetto a questo settore, anche perché vi sono 1209 comuni in questa regione.
Ho sentito parlare di centri commerciali e di centri fiera, però non ho sentito parlare di finanziamenti per la politica del piccolo commercio, di quello ambulante, per esempio, che nella realtà alessandrina è un aspetto importantissimo del settore e che è sicuramente disatteso.
Ho voluto solo citare alcune questioni relative a questi tre importanti settori, artigianato, industria e commercio, rispetto ai quali, a mio avviso, siamo lontani da una logica positiva di sviluppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Grazie Presidente. Vorrei iniziare il mio intervento partendo da una notazione. Nell'agosto dello scorso anno il Ministro del lavoro ha reso note le percentuali della popolazione residente, in età da lavoro, iscritte alla prima classe delle liste di collocamento organizzate sia a livello regionale che a livello di circoscrizioni locali per l'impiego. Da questi dati, di fonte ministeriale, emerge che a fine 1996, l'11,8% della popolazione piemontese, residente in Piemonte in età da lavoro, è iscritta alla prima classe delle liste di collocamento. Questa percentuale colloca la Regione Piemonte, in una classifica negativa del nord Italia, al secondo posto; subito dopo c'è la Liguria che ha il 13,8% della popolazione residente iscritta nelle liste di collocamento in prima classe e, come esempio positivo di minore quantità di popolazione disoccupata, il Trentino all'ultimo posto con il 5,3% della popolazione iscritta alle liste di collocamento.
Questo secondo posto nessuno di noi lo guarda con particolare soddisfazione, né lo considera una benemerenza in questa classifica negativa. Però dovrebbe essere il punto di partenza di qualunque politica rivolta a favorire lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione. Se noi non collochiamo l'occupazione al centro dell'iniziativa politica della Regione non solo veniamo meno ad un nostro preciso dovere nei confronti della popolazione che ci ha eletto, ma non entriamo in sintonia con quello che è ormai lo spirito aleggiante sia a livello nazionale che internazionale.
Non a caso il documento di programmazione economico-finanziario 1998 2000, che è in corso di discussione in Parlamento, ha come obiettivo principale quello di creare occupazione nel Paese e soprattutto nelle zone deboli e nel meridione, non a caso l'Unione Europea si è data lo stesso obiettivo per questo triennio.
Francamente mi aspettavo che nella comunicazione fatta dall'Assessore all'industria, ma anche al commercio e all'artigianato, quindi l'Assessore responsabile del comparto economico dal quale dovrebbe scaturire occupazione, fosse spesa qualche parola al riguardo, invece non ho sentito nulla. Naturalmente avremo modo di ritornare su questo aspetto in occasione del dibattito relativo al lavoro, non mi faccio grandi illusioni, perch dall'Assessorato al lavoro dipendono essenzialmente le cosiddette politiche attive del lavoro che ancora sono abbastanza modeste e marginali, ma di questo parleremo in altro momento.
Mi aspettavo dall'Assessore Pichetto un'attenzione maggiore rispetto a questi temi, in maniera tale da uscire da questo tipo di bollettini da Gen.
Armando Diaz che l'Assessore Pichetto ci propina attraverso le rassegne stampa, in particolare nelle ultime settimane, presentandoci successi mirabolanti sul piano della spesa regionale nel campo dell'artigianato e dell'industria, dell'innovazione e dell'utilizzo dei fondi strutturali senza però dire una parola sull'efficacia in termini di impatto occupazionale di questo sforzo della Regione.
E' questo il limite profondo della relazione dell'Assessore Pichetto ma direi soprattutto dell'impostazione generale di questo bilancio.
Noi abbiamo cercato, pur con la consapevolezza dei nostri limiti, di indicare un'azione, una strategia rivolta a favorire lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione. E questa strategia si può chiaramente percepire attraverso gli emendamenti che abbiamo presentato, perché se da una parte riteniamo valida l'azione che si persegue attraverso il DOCUP rivolta a favorire il consolidamento ed il rafforzamento dell'apparato industriale esistente, non a caso apparato che fa parte del patrimonio storico economico di questa Regione perché attiene alle zone a declino che come tutti sappiamo attengono alle zone di vecchio insediamento, dove si è formata la vocazione industriale di questa Regione, in questa direzione con le misure relative all'asse 1 si interviene per rafforzare l'apparato industriale dal punto di vista dell'innovazione. Accanto a questo noi proponiamo una strategia rivolta a favorire lo sviluppo locale dell'economia e dell'occupazione, che riguarda le piccole e medie imprese riguarda l'artigianato, riguarda il commercio, riguarda tutte le vocazioni esistenti in un determinato territorio.
In questo senso abbiamo proposto degli emendamenti relativi all'istituzione di un nuovo capitolo per il finanziamento della progettazione dei patti territoriali; abbiamo proposto un nuovo capitolo relativo al cofinanziamento dei patti territoriali con uno stanziamento proposto inizialmente, di 9 miliardi; abbiamo proposto un'azione specifica di intervento nelle zone di esclusione sociale, attraverso la valorizzazione dello strumento dei contratti di quartiere, con un'istituzione di un nuovo capitolo per 5 miliardi; abbiamo proposto di trasferire anche a livello regionale, con azioni autonome della Regione, la metodologia indicata dal CIPE con delibera 8/8/96 del rafforzamento dell'offerta commerciale in zone deboli, anche nella nostra Regione proponendo un nuovo capitolo con un investimento di 5 miliardi.
Non abbiamo detto nulla a proposito dei distretti industriali sia perché la dotazione finanziaria diretta regionale per il 1998 ci pare corrispondere ad uno sforzo reale della Regione, sia perché soprattutto la legge finanziaria 1997 e la finanziaria '98 destinano 50 miliardi per il finanziamento delle politiche nei distretti industriali e quindi c'è un trasferimento di risorse dallo Stato verso la nostra Regione che va a integrare le risorse regionali. Quindi ad una strategia, ad una politica del giorno per giorno, rivolta sostanzialmente a consolidare il consenso attraverso l'utilizzo delle risorse trasferite alla Regione o dall'Unione Europea o dallo Stato, che ci pare essere la politica che persegue questo governo regionale, abbiamo cercato di contrapporre una diversa politica con gli emendamenti, attraverso una lettura di cui oggi dò la chiave.
Naturalmente alla base di tutto ciò c'è anche un'osservazione costante del fenomeno occupazionale e quindi l'attività degli osservatori. Da lì la significativa attenzione che noi abbiamo proposto per l'Osservatorio Regionale dell'Artigianato, per cui abbiamo indicato un finanziamento di 600 milioni (detto per inciso, Osservatorio dell'Artigianato che ha una dotazione ben diversa dall'Osservatorio per il Lavoro che ha 150 milioni rispetto all'osservatorio per le abitazioni che mi pare non abbia nemmeno una lira in dotazione).
Le risposte che abbiamo sentito da parte dell'Assessore mancano di questo inquadramento generale di tipo politico che a mio parere si impone e per il quale qualche cenno occorre ancora farlo, nel corso di questo dibattito, da parte della Giunta. Nella sostanza è stato recepito il finanziamento per le attività dell'Osservatorio Regionale per l'Artigianato, in quanto noi avevamo proposto un maggiore finanziamento di 600 milioni che è stato ridotto nell'emendamento presentato dalla Giunta al capitolo 14485 a 400 milioni, per cui complessivamente l'Osservatorio dell'Artigianato può utilizzare una dotazione finanziaria di 550 milioni.
Poiché l'attività dell'Osservatorio Regionale dell'Artigianato si inserisce in un'attività più ampia a livello nazionale, sicuramente ci saranno risorse nazionali che potranno essere utilizzate a questo scopo, per cui l'emendamento che avevamo presentato al capitolo 14485 noi lo ritiriamo perché nella sostanza è accolto.
Manteniamo l'emendamento che abbiamo presentato al capitolo 25582 relativo ad un ulteriore aumento del fondo di dotazione della legge 21, la legge per l'artigianato, che ha dato un buon risultato sia nell'edizione legge 30 che nell'edizione attuale legge 21.
Invitiamo però l'Assessore, anche attraverso l'attività dell'osservatorio, a farci capire qual è l'efficacia di questa legge in termini occupazionali, perché questo è il nostro rovello, questa è la stella polare dalla quale noi non defletteremo nel confronto con la Giunta quindi non basta impegnare delle risorse, ma occorre avere attenzione al riscontro di queste risorse in termini occupazionali, per cui manteniamo l'emendamento al capitolo 25582.
Non abbiamo riscontrato nelle risposte date dalla Giunta un'adeguata attenzione alle questioni che avevamo posto rispetto agli strumenti per lo sviluppo locale, vale a dire patti territoriali, contratti di quartiere e rafforzamento dell'offerta commerciale nelle zone deboli, anche se attraverso l'integrazione finanziaria delle risorse destinate al capitolo per gli accordi di programma, mi pare sia il capitolo 27167, c'è un impegno a destinare un miliardo per i contratti di programma riguardanti programmi di recupero urbano e contratti di quartiere, 8 miliardi per i patti territoriali; sul capitolo 27170 c'è un impegno a destinare 2 miliardi per la riqualificazione dell'offerta commercile turistica nelle zone fragili però ripeto, pur riscontrando una prima risposta anche significativa rispetto alle questioni che noi abbiamo posto, rileviamo che era opportuno creare il nuovo capitolo relativo al finanziamento della progettazione dei patti territoriali per cui avevamo proposto uno stanziamento di un miliardo.
Pertanto manteniamo anche la proposta di istituzione del nuovo capitolo per la progettazione dei patti territoriali, mentre ritiriamo gli emendamenti relativi alle istituzioni di nuovi capitoli per il cofinanziamento dei patti territoriali in quanto questa proposta viene sostanzialmente recepita nell'incremento della dotazione del capitolo 27167; ritiriamo l'emendamento al nuovo capitolo per i contratti di quartiere,anche se la dotazione che viene proposta, sempre nell'ambito del capitolo accordi di programma, ci pare modesta.
Ritiriamo la proposta di istituire il nuovo capitolo relativo al rafforzamento dell'offerta commerciale nelle zone deboli per cui avevamo proposto 5 miliardi che vengono ridotti a 2 miliardi.
Questo è un po'il giudizio complessivo che noi diamo su questa parte del bilancio e alle indicazioni specifiche relative ai singoli capitoli che riguardano l'attività dell'Assessore Pichetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Su questi capitoli non abbiamo presentato emendamenti, perch condividiamo le osservazioni testé fatte dal Consigliere Vindigni rispetto alla valutazione dell'efficacia delle politiche attuate finora.
Diceva l'Assessore nella sua relazione che ci troviamo in un anno di transizione che porta competenze nuove alla Regione. Specie nell'industria molte delle competenze fino ad ora erano prevalentemente statali; tra l'altro credo si sia applicata una politica generale e non particolare.
Questo anno di transizione dovrebbe servire alla Giunta anche per riflettere su come ha distribuito le competenze al suo interno perché - mi riallaccio all'intervento del Consigliere Vindigni - il problema occupazionale ha un intreccio molto forte tra lavoro ed attività produttive. Nel contesto dei dodici Assessorati credo ci sia stata una forte irrazionalità da parte della Giunta nel distribuire le competenze soprattutto se consideriamo al Formazione professionale. Teniamo conto che le deleghe che andremo a discutere nelle prossime settimane prevedono un più forte intreccio, oltre a quello che già esisteva ed era ovvio tra questi comparti. Mi auguro che ci sia una riflessione da parte della Giunta, visto che il 31 ci è stato detto che dovremmo avere notizie sul nuovo assetto della Giunta, all'interno del quale auspico ci sia una valutazione di questo aspetto e, come primo passo di questo anno di transizione, la volontà di accorpare politiche che sono coordinate in un unico Assessorato, al fine non solo di avere un'interlocuzione più semplice, ma anche per coordinare le azioni che ricordava l'Assessore quando parlava degli Osservatori, che sicuramente potrebbero essere favorite.
Anch'io mi aspettavo, oltre ad un'illustrazione del come vengono attuate le leggi e del come si spende, un minimo di valutazione più generale, perché credo che ci sia questo nodo degli osservatori irrisolto aspetto su cui tornerò per capire non solo se i soldi vengono spesi, ma se arrivano, se la macchina gira e se c'è un'efficacia finale di tutto questo.
Io individuo due aspetti. Il primo è quello occupazionale: bisognerebbe capire se l'insieme di queste misure ha poi una ricaduta dal punto di vista occupazionale. Io ritengo che facciamo delle buone leggi o, almeno, leggi che riteniamo buone, poi però dovrebbero esserci dei momenti di verifica per provare l'efficacia di queste leggi. Ci dovrebbero essere dei momenti di discussione, almeno annuale nell'ambito del Consiglio, sulle leggi più importanti, sulle ricadute che hanno avuto, su quello che è successo non solo in termini di bilancio, ma in termini di efficacia delle politiche stesse.
Credo che questo sia un problema serio, che va sicuramente affrontato.
Il secondo aspetto è legato alla specificità dell'Assessorato all'industria, dell'Assessore Pichetto, legato non solo all'aspetto occupazionale, ma al problema del declino industriale che la nostra Regione sta soffrendo.
Nel suo intervento l'Assessore ha elencato una serie di aspetti interessanti, per esempio rispetto agli artigiani, dicendo che dobbiamo puntare sulla qualità e non su un tipo di attività in cui il costo del lavoro è dominante, perché su quel tipo di attività siamo sfavoriti.
Io credo che un discorso simile valga anche per il comparto industriale, valga anzi a maggior ragione per il comparto industriale. Da questo punto di vista non siamo soddisfatti, non della relazione, ma della realtà, perché sicuramente nella nostra Regione i settori più avanzati non sono quelli che si stanno rafforzando e stanno crescendo. Semmai il fenomeno è opposto, cioè non solo abbiamo un fenomeno di deindustrializzazione, ma un fenomeno di deindustrializzazione che è più accentuato sui comparti su cui si punta per il futuro. Da questo punto di vista c'è un punto interrogativo sull'efficacia di queste politiche.
Pensiamo al DOCUP, che forse è la parte più sostanziosa degli investimenti fatti: dovrebbe frenare il declino industriale e rilanciare l'occupazione. I risultati - empirici perché non abbiamo altri elementi se non la misurazione dei tassi di disoccupazione e la verifica di quello che è lo stato della reindustrializzazione nella Regione - sono negativi. Noi quotidianamente siamo coinvolti in fenomeni che vanno nella direzione opposta: pensiamo alle recenti notizie che provengono dal Canavese dall'Olivetti, ma l'elenco potrebbe essere molto lungo, pensiamo alla DEA alla situazione per ora tamponata dell'Alenia, ma che non è sicuramente risolta, pensiamo ancora alla RAI. Se guardiamo ai comparti tecnologicamente avanzati non stiamo allegri; se poi guardiamo agli altri la situazione è ancora più preoccupante.
Quindi io credo che anche da questo punto di vista occorrerebbe trovare un momento di discussione sull'efficacia delle politiche che abbiamo messo in atto, anche perché quello potrebbe essere un momento in cui intervenire per modificare le leggi e dar loro un'efficacia diversa rispetto a quella che hanno avuto finora.
Ricordava l'Assessore che sul Testo Unico dell'Artigianato si pensa a una riflessione dopo appena un anno; io credo che a maggior ragione questo vada fatto per leggi che hanno un'età decisamente superiore, a fronte di quei dati empirici che ci dicono che la loro efficacia è dubbia.
L'ultima considerazione che intendo fare riguarda gli Osservatori. Io sono convinto che essi svolgono un'attività fondamentale che deve essere effettuata, ma non devono essere delle strutture burocratiche.
L'osservatorio, il monitoraggio e la valutazione, dovrebbe essere la bussola per noi, per chi poi legifera, per chi decide gli interventi dovrebbe essere uno strumento fondamentale per capire come orientarsi nel futuro. Da questo punto di vista io devo dire che la mia esperienza è tragica: ho discusso il DOCUP senza sapere nulla, in termini di bilancio di quanto era stato fatto precedentemente, nonostante un certo impegno nell'andare a cercare le verifiche. Verifiche che però mancano. Credo che quando parliamo di Osservatorio occorra capire come funzionano, come non si sovrappongono, come svolgono la loro attività e rispetto a questo - cioè ad una valutazione delle politiche - devono fornire strumenti, a mio avviso con regolarità, al Consiglio soprattutto, per permetterci sia di valutare le leggi in atto sia di impostare tutta l'attività legislativa futura.
Questo è importante soprattutto in questo di tipo di comparti che sono fondamentali per lo sviluppo e il futuro della nostra comunità regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Molto brevemente. Io, invece, mi aspettavo dall'Assessore Pichetto esattamente la relazione che ha letto, fornendo tutti i numeri, perché tale deve essere una relazione che parla di finanziamenti nei vari settori.
Quando egli parla di 20 miliardi al commercio, credo sia abbastanza chiaro che si tratta di 20 miliardi per gli investimenti, i rinnovi, le ristrutturazioni delle attività commerciali.
Quello che invece mi chiedo è se nella relazione l'Assessore Pichetto non debba porre più attenzione al discorso dell'accesso al credito delle piccole e medie imprese, che è il vero, grosso problema, non solo piemontese, ma nazionale; problema che non può essere risolto con l'individuazione di un 10-15% di imprese cui riesce di centrare un obiettivo di finanziamento di tipo - nel caso più specifico - europeo.
Come tutti sappiamo, le imprese che, per esempio, si sono impegnate finanziariamente per rinnovare gli impianti ed adeguarli alla legge n. 626 hanno potuto presentare domanda per avere il 50% dell'investimento a fondo perduto da parte dell'Unione Europea.
Tuttavia, su 1200 domande soltanto poco più di 100 (114 o 140) hanno potuto usufruire di questo 50%, il che significa che solo il 10% delle imprese è veramente riuscito a usufruire dei fondi strutturali.
Mi chiedo, dunque, se non debba essere prestata un'attenzione diversa all'impiego dei fondi strutturali, che premia una ristrettissima percentuale di imprese con il fondo perduto, e non sia il caso di impiegarli - come mi pare che l'Assessore avesse già più o meno intenzione di fare - per coprire con fondi di garanzia l'accesso al credito.
Il 90% di queste imprese ha comunque sostenuto delle spese per l'adeguamento alla legge n. 626, senza però avere possibilità di accedere ad alcun finanziamento. Sarebbe stato meglio che i circa 12 miliardi stanziati avessero potuto coprire un fondo di garanzia al quale far accedere tutte le 1000 imprese.
Non credo che spetti all'Assessore risolvere i problemi cui accennava il Consigliere Papandrea; non è alla crisi dell'Alenia o dei grandi gruppi che oggi una Regione può portare soluzioni.
Non è nemmeno possibile pensare - collega Vindigni - che i fondi a disposizione della Regione, queste decine di miliardi, possano servire alla creazione di posti di lavoro. Sappiamo che la creazione di nuovi posti di lavoro significa, secondo tabelle dell'Unione Europea, sostenere una spesa da 200 a 400 milioni per posto di lavoro; non vi è quindi alcuna possibilità reale di poter creare 1000 posti di lavoro ad un tale costo.
E' invece possibile impiantare un sistema di accesso al credito agevolato, vero problema - lo ripeto - non solo piemontese ma nazionale, a cui tutte le piccole e medie imprese, sia di nuova costituzione sia in fase di rinnovo o di reimpianto, possano accedere, in modo da poter ottenere quei fondi bancari necessari allo svolgimento dell'attività che - questa sì potrà realmente portare alla creazione di posti di lavoro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rosso.
Colgo l'occasione per ringraziare personalmente il Gruppo consiliare della Lega Nord, che mi ha fatto pervenire una lettera con la quale comunica la decisione di ritirare un certo numero di emendamenti. Questa lettera è stata distribuita, per completezza, anche ai Capigruppo.
Gli emendamenti ritirati sono quelli relativi ai capitoli 14490, 14520 14550, 14560. Tali emendamenti sono conservati agli atti.
Prego, Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Noi avevamo presentato un discreto numero di emendamenti su questo settore, soprattutto rispetto al discorso degli insediamenti artigiani e delle piccole e medie imprese commerciali.
Avevamo rilevato che questi capitoli erano un po' sottostimati, per cui avevamo presentato degli emendamenti; a seguito di una successiva variazione, gli stanziamenti sono poi arrivati a 20 miliardi per quanto riguarda il discorso dell'accesso al credito delle piccole e medie imprese ad 1 miliardo per il sostegno alle piccole imprese commerciali e a 750 milioni per quanto riguarda gli insediamenti artigiani.
I nostri emendamenti (una cinquantina circa) possono dunque essere ritirati, in quanto quello che avevamo voluto far notare attraverso la loro presentazione è stato recepito da parte della Giunta.
Adesso i fondi ci sono; rimangono i dubbi e le speranze su come verranno utilizzati, ma questo dipende molto dall'Assessore. Speriamo che vengano utilizzati bene.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore per una breve replica.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio e artigianato

Ringrazio i colleghi che sono intervenuti, anche ad integrazione del mio intervento.
Credo che il richiamo al lavoro e alla misurazione degli effetti che ha l'attività sul settore industria, commercio e artigianato sia stata un'integrazione dovuta, e chiedo venia se non l'ho amplificata nel precedente intervento. Questa deve essere la conseguenza, l'obiettivo finale, perché l'obiettivo finale del fare impresa, del creare impresa è quello di creare condizioni di lavoro, condizioni di benessere per la nostra gente.
Questi argomenti potranno essere sviscerati meglio nella loro articolazione in Commissione, però ritengo che gli interventi sul settore produttivo, anche secondo i principi in cui credo, siano interventi sul mercato, nel senso che il mercato organizza la produzione e distribuisce anche la ricchezza, creando nel medio periodo le condizioni di lavoro.
Il collega Papandrea ha richiamato prima la situazione nel Canavese e gli interventi dei fondi dell'Unione Europea in questa zona; non solo quelli, ma un concorso di interventi ci ha portato ad avere, nel Canavese dieci anni fa, i due terzi dell'occupazione sulla grande impresa e un terzo sulla piccola impresa (per te, Papandrea); oggi, dieci anni dopo, i due terzi dell'occupazione fanno riferimento a piccole e medie imprese.
Vi è quindi una trasformazione della tipologia di occupazione, il che non può essere misurato automaticamente, sebbene io sia d'accordo sul fatto che dobbiamo avere degli strumenti che, a grandi linee, riescano a misurarlo.
Occorre tener presente che noi interveniamo su un sistema che non è solo di posto di lavoro, ma è anche di continua trasformazione del posto di lavoro.
Noi dobbiamo seguire, anche con gli altri strumenti che i colleghi hanno sulla formazione, sul lavoro e così via, la trasformazione in atto delle condizioni di lavoro.
L'accesso al credito. Il problema è l'accesso, non è più il credito.
Nel mio precedente intervento ho detto che l'abbassamento dei tassi - e questo mi permette anche di richiamare i colleghi del Gruppo DS sul loro emendamento - ha creato non più la corsa al credito agevolato, ma la necessità di avere credito per l'impresa; quindi la difficoltà sta nel farsi dare il prestito, non tanto nell'abbassamento del tasso, perché i tassi sono abbastanza abbordabili.
Il ragionamento fatto con Artigiancredit, ad esempio, è un ragionamento di allargamento della base di garanzia. Ponendo un soggetto di secondo grado, si raddoppia la base di garanzia di primo grado. Lo stesso si potrà fare nell'ambito del commercio, attraverso l'attuazione delle deleghe che prevede strumenti di questo genere e che dovremo istruire.
Si tratta, a questo punto, di organizzare i nostri meccanismi. Il collega Vindigni ha richiamato il capitolo 25582; concordo sul miliardo in aggiunta, ma se i colleghi consentono, ricordo che abbiamo 28 miliardi sull'area "obiettivo 2", che finora mi ha "bevuto" 400 milioni: "oltre alla pancia piena, il cavallo non va!". Ho difficoltà a prevedere che vengano utilizzati gli stanziamenti proposti. Già con il Comitato di sorveglianza si era vagliata la possibilità di spostarli, per evitare di perderli. Lo stanziamento a bilancio va a copertura delle aree non "obiettivo 2" comunque assai capiente.
Ritengo che il ragionamento vada fatto su quanto è invece a forte domanda; credo che i colleghi del Gruppo DS possano convenire con me su questa valutazione politica. Come Ente abbiamo o il fondo di rotazione che va indistintamente a favore dell'ampliare il credito alle imprese o il capitolo 25545 che riguarda le misure per l'attuazione della legge n. 21 quali certificazioni di qualità, la subfornitura e così via.



PRESIDENTE

L'emendamento al capitolo 14485 presentato dai Consiglieri Riba Marengo, Foco, Bortolin Suino, Riggio, Miglietti, Bertoli, Vindigni, Manica e Bellion è ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 14485 è aumentato di lire 1 miliardo prelevando in diminuzione dal capitolo 15950." Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 27 voti contrari e 4 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Spagnuolo e Angeli: "Il capitolo 14487 è aumentato di lire 200 milioni prelevando in diminuzione dal capitolo 15950".
La parola al Consigliere Angeli per l'illustrazione.



ANGELI Mario

Per le stesse ragioni addotte in precedenza, riteniamo insufficiente lo stanziamento sul capitolo in esame.
Nonostante le risposte dell'Assessore Pichetto, sufficientemente esaurienti, riteniamo che il capitolo debba essere implementato in quanto il commercio a livello piemontese sta languendo in modo preoccupante.
Riteniamo che un aumento dello stanziamento sarebbe opportuno; manteniamo quindi l'emendamento e ne chiediamo la votazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 27 contrari.
Un nutrito numero di emendamenti presentati dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania è stato ritirato.
Gli emendamenti presentati al capitolo 13880 dal gruppo di Rifondazione Comunista verranno esaminati successivamente.
Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea, Simonetti: "Il capitolo 14940 è incrementato di lire 300 milioni mediante una riduzione di pari entità del capitolo 15950".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Si tratta di una serie di emendamenti relativi al finanziamento all'Associazione consumatori. Sulla base delle relative valutazioni dell'Assessore, riteniamo si possa comunque mantenere la richiesta di un incremento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 27 contrari e 8 astensioni.
I restanti emendamenti presentati al capitolo 14940 a firma dei Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti vengono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: "Il capitolo 15000 venga implementato di lire 1 miliardo prelevati dal capitolo 15950".
La parola al Consigliere Montabone per l'illustrazione.



MONTABONE Renato

Ho presentato questo emendamento - stilato prima dell'ultima variazione di bilancio - perché penso che sia interessante che tutti i Consiglieri sappiano cosa si intende fare con EXPO 2000. Sarebbe stato interessante svolgere un dibattito per sapere, per esempio, se corrisponde a verità che il Lingotto verrebbe venduto totalmente a privati; se si è coscienti che negli anni il Lingotto ha subito delle trasformazioni urbanistiche perlomeno vantaggiose rispetto alla proprietà dello stesso; se la Regione intende in EXPO 2000 e nel Lingotto investire, oppure se intende far investire i privati soltanto per scopo di lucro.
Ripeto, Assessore, sarebbe interessante svolgere questo dibattito anche per discutere sulle partecipate regionali, per vedere se questa Regione intende, magari una volta tanto, oltreché finanziare delle partecipate, avere dei ritorni, non dico di carattere economico, ma sul piano dell'immagine e sul piano della promozione del Piemonte. Ritorni veri non per l'immagine dei singoli Presidenti o dei singoli Assessori, ma per il Piemonte.
Ho presentato questo emendamento, non perché la cifra proposta sia risolutrice delle problematiche che ho cercato di argomentare in questo momento, ma perché gli Assessori e il Presidente dovrebbero, come minimo assumere l'impegno, prima di fare delle nomine di Consigli di amministrazione, di dibattere sul Centro fieristico regionale che è stato messo in piedi.
Vorrei che si ponesse in votazione l'emendamento, anche se si tratta di un emendamento in parte accolto dall'Assessore al bilancio. Mi sembra questo un segnale di indirizzo, affinché non si abbandoni l'ente fieristico piemontese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Confermo quanto detto nella parte finale dal Consigliere Montabone: l'emendamento è stato accolto per cinquecento milioni e tale cifra sarà inserita nell'emendamento di Giunta. Fra l'altro quanto richiesto dal Consigliere Montabone verrà discusso nell'ambito degli enti strumentali quando si discuterà del Piano regionale di sviluppo.
Se ho ben capito il Consigliere intende tenere vivo l'emendamento quindi in tal senso noi oggi non lo accogliamo, accogliendolo successivamente come emendamento di Giunta per cinquecento milioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli, 26 contrari e 4 astensioni.
Il Gruppo della Lega Nord per l'indipendenza della Padania ritira gli emendamenti presentati ai capitoli 15107, 15150, 15154, 25570. Tali emendamenti vengono conservati agli atti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Marengo, Foco, Suino Miglietti, Bertoli, Vindigni, Riggio, Bortolin, Bellion: "Il capitolo 25582 è aumentato di lire 3 miliardi prelevando in diminuzione dal capitolo 23600" Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 26 contrari e 2 astensioni.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Riba, Manica, Suino, Miglietti Vindigni, Bellion, Bertoli e Foco per l'istituzione di un nuovo capitolo: "Contributi per la riqualificazione del sistema distributivo e ricettivo in contesti urbani e rurali soggetti a fenomeni di degrado (delibera CIPE dell'8/8/96) - Stanziamento di lire 4 miliardi. Alla copertura finanziaria si provvede con pari diminuzione al capitolo 15950." "Cofinanziamento per i patti territoriali - La dotazione del capitolo è di lire 10 miliardi. Alla copertura finanziaria si provvede con la diminuzione di lire 1 miliardo dal capitolo 15950 e per i restanti 9 miliardi si provvede con mutuo".
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Nell'intervento che aveva fatto il Consigliere Vindigni e in parte anche nell'intervento di replica dell'Assessore Pichetto, pur non essendo specificamente questi argomenti unicamente coinvolti in un'attività dell'Assessore Pichetto, confermo che per quanto attiene ai patti territoriali, ai piani di recupero urbano e agli accordi di quartiere e nell'ambito del capitolo 27160, quindi componenti delle più vaste aree di accordo di programma, e per quanto attiene invece alle aree del 27170 quindi progetti di legge finanziabili in aree investimento, sono state accettate da parte della Giunta una serie di proposte, tra le altre anche alcune del Gruppo DS, che entreranno a far parte dell'emendamento di Giunta che concluderà i lavori sulle aree prima del voto sull'articolato specifico della legge che accompagna il 371.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Noi avevamo presentato due emendamenti, uno relativo al finanziamento della legge regionale, c'è una nostra proposta di legge sui patti territoriali, la finanziaria con fondi di bilancio, e un altro per il cofinanziamento per i patti territoriali avviati a livello nazionale con uno stanziamento di 9 miliardi.
Riteniamo che con quanto detto dall'Assessore Pichetto prima e dall'Assessore Burzi ora, trova risposta positiva il secondo emendamento e quindi lo ritiriamo, mentre manteniamo il primo. A meno che nel capitolo relativo al finanziamento delle leggi in itinere non si faccia esplicito riferimento a questo disegno di legge in itinere e quindi nell'elenco degli allegati si aggiunga anche quello.



PRESIDENTE

Emendamenti presentati dal Consigliere Montabone: "Il capitolo 15162 venga implementato di lire 300 milioni prelevati dal capitolo 15950.
"Il capitolo 10476 venga implementato di lire 10 milioni prelevati dal capitolo 10870." La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie Presidente, io ritiro l'emendamento sul risparmio energetico mentre invece, per quanto riguarda l'area dell'Assessore Pichetto, ho presentato un emendamento per la enorme somma di aumento di 10 milioni per il Centro estero della Camera di commercio; lo ritiro se l'Assessore Pichetto, con un cenno del capo, mi dirà di volta in volta cosa deve fare il rappresentante della Regione all'interno del direttivo del Centro estero della Camera di commercio. Siccome io sono stato eletto da questo Consiglio, però le indicazioni delle politiche che deve svolgere per la Regione il Centro estero della Camera di commercio me le deve dare la Giunta, io la pregherei, almeno, di darmi un'impostazione di carattere generale, poi io mantengo la mia autonomia, ovviamente. Se mi fa un cenno con il capo ritiro questo emendamento.
Presidente, ritiro l'emendamento al capitolo 10476.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Per completezza di risposta a quanto si stava discutendo un attimo fa sui due emendamenti presentati dal Gruppo DS e illustrati dal Consigliere Vindigni: va benissimo lasciare una componente per quanto attiene al cofinanziamento che a questo punto potrebbe essere valutabile in 6 o 7 miliardi, e aggiungere alla lista dell'allegato 4 del capitolo 27170 anche la voce "Patti territoriali", onde formalizzare l'impegno a discuterne in Commissione e poi in Consiglio per quanto attiene alla parte legislativa che è compresa nell'argomento illustrato. Suppongo che anche il primo dei due emendamenti illustrati, essendo accettato, venga ritirato.



PRESIDENTE

Chiedo ai firmatari se possiamo considerare ritirato anche il primo emendamento. Dicono di sì.
Abbiamo così esaurito l'esame degli emendamenti relativi all'area dell'Assessore Pichetto, passiamo all'esame degli emendamenti relativi all'area dell'Assessore Bodo.
La parola all'Assessore per la relazione.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Nel fare alcune considerazioni molto sintetiche per quanto riguarda le previsioni di bilancio...



PRESIDENTE

Scusi Assessore, vorrei richiamare, come ho già fatto quando parlava l'Assessore Pichetto, ad un'attenzione rispetto a quanto dicono gli Assessori, perché svolgono delle relazioni non solo interessanti ma anche articolate. Poi dovete votare e bisogna ovviamente sentire cosa dicono gli Assessori.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Per fare alcune considerazioni sintetiche per quanto riguarda il delinearsi del bilancio provvisorio per l'agricoltura per il 1998, credo sostanzialmente di dover toccare alcuni punti che ritengo siano cardini per tutto il complesso dell'attività. Intendo dividerli in alcuni capitoli di massima; il bilancio prevede i servizi alle aziende agricole, che vengono riconfermati anche quest'anno, attraverso il mantenimento del finanziamento dell'assistenza tecnica che si rivolge attraverso centri esterni all'azienda agricola, così come pure vengono mantenute alcune iniziative per quanto riguarda la ricerca e la sperimentazione.
Un altro aspetto che ritengo importante per quanto riguarda la nostra attività è la cosiddetta questione della produzione eco-compatibile con la conservazione del territorio e dell'ambiente; in questo ambito la Regione agisce attraverso il Regolamento comunitario 2078 per la riduzione dei principi chimici impiegati per nella lotta delle malattie contro le piante di produzione. In questo ambito la Regione ha ottenuto un grosso risultato 15.000 aziende concorrono alla riduzione di sostanze chimiche per quanto riguarda la lotta alle malattie delle piante da produzione, il contributo comunitario è ragguardevole e si classifica sui 95 miliardi, atteso che la Regione Piemonte ha potuto beneficiare fino ad oggi di rimodulazione di finanziamento, godendo quindi degli interventi di altre Regioni.
Il nucleo centrale della soluzione ai problemi agricoli è inquadrato nelle normative comunitarie; oggi l'agricoltura di produzione di massa non può eludere le indicazioni che provengono dalle varie normative comunitarie, che sono finanziate per una parte anche dallo Stato e dalla Regione Piemonte.
Mi riferisco, in particolare, al Regolamento 2328 e al Regolamento 2081.
Nella sostanza, cioè, attraverso questi due regolamenti comunitari si va a finanziare l'adeguamento delle aziende agricole con il raggiungimento del reddito comparabile e il miglioramento dell'efficienza produttiva che concorre anche alla riduzione dei costi e ad aumentare la qualità dei prodotti.
Ci sono poi altre normative, tra le quali la legge 866 e la l.r. 95/95 che intervengono anch'esse nel settore agro-industriale. La prima fa riferimento a un Regolamento comunitario, mentre la seconda è una legge regionale; hanno una notevolissima importanza proprio per il fatto che intervengono sulla lavorazione e valorizzazione dei prodotti, quindi attraverso la creazione di un reddito aggiuntivo, ma non solo, attraverso la collocazione di questa produzione direttamente al mercato e dal mercato al consumatore.
Credo che la Regione Piemonte possa essere considerata in questo settore una delle Regioni all'avanguardia, tant'è vero che altre Regioni ci stanno chiedendo il testo della nostra legge regionale 95/95. Allo stesso tempo intervengono anche sulle aziende singole la legge regionale 73/78 e la legge del Fondo Investimenti Piemonte per quanto riguarda l'agroindustria attraverso concessioni di finanziamento.
C'è quindi un complesso di attività sullo strutturale che dovrebbe creare le condizioni sia per la riduzione dei costi sia per l'affermazione del principio di qualità.
Abbiamo poi in fase di elaborazione (dovrebbe arrivare in Consiglio quanto prima) una legge che prevede interventi e valorizzazioni sul problema dei distretti agroindustriali del vino.
Vorrei dire che stiamo completando un quadro di norme che saranno molto importanti per la valorizzazione non solo del territorio piemontese, ma anche della produzione del vino che in questi ultimi tempi ha avuto dei risultati notevoli.
Un altro aspetto che ritengo importante è quello della promozione, far conoscere cioè le nostre produzioni. In passato l'attività promozionale si è incentrata in modo particolare su due comparti: quello del vino e quello della carne.
Per quanto riguarda il vino l'iniziativa più importante è stata la partecipazione a Vinitaly. Un'altra iniziativa importante è Vinum che consiste nella dislocazione di una rete organizzativa per quanto riguarda le iniziative delle enoteche e delle botteghe del vino.
Per ciò che concerne la carne, invece, c'è stata una decisa azione da parte della Regione dopo l'evento negativo di "Mucca pazza" tesa al recupero del consumo della carne.
Sono elementi molto importanti a cui mi permetto di aggiungere la possibilità che l'Unione Europea ci ha concesso di ampliare la base produttiva. Credo che questo sia un fatto positivo proprio nel momento in cui il vino sta dando un'ottima produzione, augurandoci che possa continuare anche in futuro, stante le nostre produzioni di qualità.
L'Assessorato all'agricoltura deve però risolvere, entro breve, il problema del trasferimento delle deleghe agli Enti locali, trasferimenti gestionali. Devo dire, almeno per quanto riguarda le valutazioni mie personali, che il progetto di deleghe agli Enti locali che abbiamo predisposto prevede il trasferimento alle Province per la gran parte, poca cosa alle comunità montane, pochissime cose ai Comuni di quello che è l'aspetto gestionale dell'agricoltura, salvo quegli aspetti che rivestono un'importanza su tutto il territorio regionale.
Infine, per quanto riguarda specificamente i finanziamenti all'agricoltura, per chiudere in modo positivo bisognerà che possa trovare validazione da parte del Consiglio regionale la legge di devoluzione che ci consente di avere ulteriori 12 miliardi da destinare agli interventi principali sulla zootecnia e ad alcuni aspetti della l.r. 95/95 (anche se trova la totale copertura), considerando anche i vigneti come da Regolamento CEE 2328 e alcuni interventi di carattere minore (quelli promozionali e di assistenza tecnica alla cooperazione).
Attraverso l'attuazione di tutte queste iniziative il settore agricolo potrà reggere rispetto alle complesse difficoltà che alcuni comparti in questo momento stanno vivendo e che sono originate da elementi e condizioni creati al di fuori della nostra attività regionale, ma che rientrano in un piano di politica nazionale, europea e internazionale a cui tutti i Paesi evoluti concorrono.
Al momento non riterrei di aggiungere altre considerazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moro; ne ha facoltà.



MORO Francesco

Dalle dichiarazioni dell'Assessore regionale all'agricoltura sulle cifre stanziate a bilancio preventivo 1998, emerge chiaramente una negativa azione politica della Regione in materia agraria.
Dopo oltre due anni e mezzo di attività amministrativa, politica e legislativa, si può affermare con certezza che le cifre a bilancio sono assolutamente insufficienti e dimostrano anche l'indecisione regionale sull'attività agricola e soprattutto di eccessiva burocratizzazione.
Già nei due bilanci preventivi precedenti come Gruppo della Rifondazione comunista avevamo chiesto più impegno, più sensibilità maggiore considerazione politica nel porre la centralità agraria nelle priorità economiche, produttive e occupazionali del Piemonte proiettato verso l'Europa e il duemila.
Nulla, o quasi, di innovativo è stato fatto per dare maggiori redditi ai contadini; anzi, c'è maggiore precarietà ed emergenza produttiva e ambientale nelle campagne piemontesi, a sottolineare proprio l'incapacità del governo regionale nel delicatissimo ed importante settore agricolo.
Le cifre stanziate a bilancio sono molto scarse, insufficienti rispetto ai gravissimi problemi del Piemonte, che danno sofferenza e rabbia alla gente di campagna, agli imprenditori agricoli rimasti sul territorio piemontese, anche dopo le gravi calamità naturali quali le alluvioni del 1994 e del 1996 che ancora non trovano la piena soluzione ai drammatici problemi, soprattutto ai danni subìti da tutte le aziende agricole piemontesi, singole ed associate. Danni rispetto ai quali ancora oggi molte aziende non hanno avuto la totalità dei risarcimenti.
I pochi stanziamenti ed i relativi obiettivi politico-economici della maggioranza in materia agraria sono precari, a partire dagli incentivi per la ristrutturazione delle aziende agricole, singole ed associate, anche piccole e medie, per acquisto dei mezzi meccanici, dalla produzione vitivinicola, ecc., dagli allevamenti zootecnici.
Analogo discorso vale per i finanziamenti finalizzati ad attività zootecniche alternative, quali quelle degli ovi-caprini; ai nuovi impianti ai vigneti che vengono sì definiti, ma non trovano un'adeguata rispondenza finanziaria di sviluppo.
Non emergono, in sostanza, dati più importanti di stanziamento nel bilancio '98 della Regione e delle linee-guida previste dall'Agenda 2000 per il futuro della politica agricola italiana, soprattutto regionale anche in vista dell'ingresso in Europa. Manca l'insieme delle proposte concrete che dovranno riformare l'attuale carente politica agraria regionale in ciascun comparto produttivo.
A mio avviso bisogna lavorare politicamente con filosofie agricole diverse dal passato, che privilegino le piccole aziende agricole e i giovani imprenditori agricoli.
Per quanto riguarda questo settore il nostro Gruppo ha chiesto un aumento di 18 miliardi al capitolo 21041: riteniamo sia una delle voci più importanti e prioritarie nonché qualificanti per l'agricoltura.
Una cifra di queste dimensioni non è notevole, ma dà l'immagine di quanto il nostro Gruppo considera importante l'insediamento di giovani agricoltori. Questa è, per quanto riguarda le nostre proposte al bilancio (che non sono molte, ma sono sicuramente qualificanti), fondamentale; a mio avviso, è una delle voci più determinanti e qualificanti della nostra linea politica in materia di agricoltura.
Ribadiamo dunque l'impegno assoluto del Gruppo a portare avanti queste linee, nell'esclusivo interesse del Piemonte e degli agricoltori.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riba. Prego.



RIBA Lido

Mi rivolgo all'Assessore Bodo, partendo dalla sua informazione, per richiamare alcune criticità (neologismo che stiamo utilizzando sul piano politico con qualche assiduità).
I punti sui quali volevo richiamare la riflessione dell'Assessore sono essenzialmente i seguenti (non dico 1), 2), 3), 4): faccio una scaletta).
La prima questione, Assessore, riguarda l'intera problematica dell'assistenza tecnica; io distinguo l'assistenza tecnica dalla formazione professionale, non soltanto perché quest'ultima è di competenza dell'Assessore Masaracchio, ma perché è stato inopportuno tenere troppo accostati questi due elementi.
L'assistenza tecnica è un elemento di supporto allo sviluppo tecnologico, destinato a migliorare la capacità di competizione delle aziende in quanto tali, e quindi sempre di più deve incorporare elementi di qualificazione dell'azienda; la formazione professionale, invece, deve qualificare la preparazione soggettiva dell'imprenditore, del collaboratore, ecc.
Dico questo, perché l'accostamento storico di queste due materie soprattutto nei soggetti destinatari del finanziamento, ha portato a delle sovrapposizioni che oggi sembrano dover essere oggetto di una maggiore separazione o di una disamina per capitoli nettamente distinti.
Sul piano dell'assistenza tecnica, inizialmente avevamo avanzato delle richieste, a cui abbiamo rinunciato dopo l'accoglimento di alcuni dati nella prima fase di allocazione di nuove risorse.
Non chiediamo dunque delle ulteriori integrazioni, però vorremmo un pronunciamento dell'Assessore, ed eventualmente un ordine del giorno, da predisporsi da parte della Giunta nell'ambito dei documenti di indirizzo per l'attività successiva, destinato ad un profondo rilancio e ad un'ulteriore definizione degli obiettivi e delle modalità di erogazione delle risorse, nonché dell'erogazione dell'attività formativa e di assistenza: gli accordi con gli istituti formativi italiani europei, le Università (non mi dilungo, perché mi pare di capire che l'indicazione sia stata recepita dall'Assessore e dal suo collaboratore).
La seconda questione riguarda il problema di una sottostima, un sottodimensionamento degli stanziamenti relativi all'applicazione delle legge sull'agro-industria; in pratica, sui capitoli 21072, 21078 e 22185 non era collocato alcuno stanziamento.
Probabilmente ci sono delle spiegazioni, che ci verranno fornite, ma in ogni caso consideriamo l'allocazione delle risorse per l'attività agro industriale un elemento strategico ed irrinunciabile.
Vorrei poi accennare, Assessore, ad un'esigenza che credo la trovi particolarmente attento e sensibile, e di cui si è parlato qualche volta in Commissione (magari affidando anche questa ad un ordine del giorno).
Mi riferisco a qualche risorsa a sostegno della gravissima crisi di mercato e dei prezzi che sta affrontando il settore della risicoltura in particolare.
Al riguardo, aggiungo che la cerealicoltura nel suo complesso affronta un passaggio estremamente critico. Se in altre aree del Piemonte tale pratica colturale può essere in parte sostituita da altre a maggiore utilizzazione di manodopera, di fattori produttivi, di elementi di tecnologia di impresa (e quindi, in qualche maniera, essere considerata nell'ambito delle tendenze di mercato che possono portare ad una riorganizzazione delle destinazioni di impresa ed imprenditoriali), nel Vercellese questo non è possibile.
La risicoltura, per noi, non è un settore a produzione elastica o trasformabile o utilizzabile con altre pratiche produttive considerate anche lontanamente sostituibili.
Da questo punto di vista dobbiamo dunque avere la determinazione di fare della questione cerealicola del riso una partita strategica per la nostra Regione.
E dato che siamo in tema di bilancio, ben sapendo che il tutto non si risolve con uno stanziamento, ma che lo stanziamento è in ogni caso un elemento che induce preliminarmente alla costituzione di un'iniziativa di ordine politico-strategico, sarei per riservare, se non nel bilancio in un ordine del giorno, l'indicazione di uno stanziamento per la prospettiva del rafforzamento del settore della produzione del riso.
Non è questa la sede per dilungarmi; se tale proposta verrà accolta avremo modo di ragionare in seguito in una sede più specifica delle modalità e di altre cose.
Vorrei soltanto far capire ai colleghi - è difficile ottenere attenzione su un argomento che finisce per avere questo carattere di parzialità, però lo lasciamo agli atti e lo diciamo al Presidente Deorsola che invece ascolta attentamente - che il settore del riso sta passando dalle 90.000 lire al quintale che aveva raggiunto a meno di 50.000 mila lire al quintale. E' come se la Fiat dovesse dimezzare il prezzo delle macchine per poter reggere la competizione internazionale.
La situazione rischia di trascinare l'economia agricola di quattro Province in una situazione di annunciato disastro; la Regione Piemonte deve all'Assessore Bodo un elemento di sensibilità in termini di bilancio. Forse sbaglio, devo rivolgermi all'Assessore Burzi che certamente, cogliendo quest'aspetto, avrà modo di reperire - non subito - la disponibilità di 5 miliardi; naturalmente in sede specifica si verificheranno le prime destinazioni.
Ho rilevato che è stata accolta parzialmente la proposta di stanziamento per la realizzazione del progetto di legge sui distretti agroalimentari. La nostra richiesta era di 5 miliardi; prendo atto dell'accoglimento da parte dell'Assessore nella misura di un miliardo; in fase di applicazione della legge di approvazione interverranno esigenze maggiori, che dovranno essere collocate.
Prendo atto altresì del parziale accoglimento nella proposta di variazione dell'emendamento relativo ai finanziamenti per la zootecnia, da destinare alle diverse attività che in quel settore si stanno assommando come esigenze, proposte ed attese. La nostra proposta era di 2 miliardi l'anticipata ipotesi di accoglimento nella misura di 500 milioni sconta una serie di remore a mio avviso ancora troppo consistenti nei confronti dei capitoli sull'agricoltura: in ogni caso, rappresenta un dato di acquisizione del problema. Ci riferiremo a Piani di settore e ad attività successive.
Desidererei una risposta per quanto riguarda i capitoli relativi all'applicazione della legge sull'agroindustria; manterremmo l'emendamento sulla zootecnica relativamente alla parte che verrà accolta come anticipato, e quello relativo ai distretti agroalimentari limitatamente alla cifra di un miliardo, accolta dalla Giunta.
Sugli altri emendamenti decideremo sulla base delle riposte che ci verranno rese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo sulle considerazioni dei colleghi Moro e Riba. E' indubbio, purtroppo, che le realtà di bilancio non possano soddisfare tutto; è indubbio che molte situazioni devono essere modificate. Sono assolutamente convinto del peso della burocrazia, ma non si tratta soltanto di questioni di carattere regionale: in tal caso, forse, qualche passettino in avanti l'avremmo fatto. Si tratta, per lo più, di questioni che derivano da regolamentazioni più europee che nazionali.
Sulla questione del privilegio dei giovani imprenditori posso solo far rilevare che tutte le normative, incominciando da quelle europee per arrivare a quelle nazionali e regionali, pongono i giovani in situazione di privilegio, di primo aiuto nei confronti di altri tipi di aziende agricole.
Sulle questioni "calamità naturali", stiamo attraversando anni di difficoltà anche da questo punto di vista; non sempre gli stanziamenti sono adeguati, ma questo non dipende dalla Regione.
Vorrei far rilevare che per le calamità naturali del 1994 probabilmente a qualcuno dovremo chiedere il rimborso di "qualche soldino": a quanto pare, ne abbiamo dati più di quanto siano successivamente risultati i danni effettivi.
Dal 1995 in poi, anche in virtù del fatto che alcuni Regolamenti erano maturi, preparati, la Regione ha erogato finanziamenti di cui hanno beneficiato anche le aziende agricole.
Condivido l'impostazione del collega Riba, in ordine alla distinzione fra assistenza tecnica e preparazione professionale. Argomento che farei oggetto di ordine del giorno da parte della III Commissione, proprio per regolamentare la questione.
Relativamente alla sottostima degli stanziamenti del capitolo agroindustriale, faccio rilevare che abbiamo ancora i fondi del 1997, che ci consentono, se reimpostati, di ricoprire tutte le esigenze del 1998.
Vorrei far notare che con la legge di devoluzione di bilancio aggiungeremmo altri 4 miliardi sulla legge in questione.
Il settore risicolo ritengo sia, al momento, il "bubbone" più rilevante della produzion agricola piemontese; in ordine minore viene l'allevamento della razza bovina piemontese. Situazioni, guarda caso, che riguardano due estremi geografici della nostra Regione.
Ritengo che sia per l'una sia per l'altra produzione si debbano prevedere degli interventi, che valuteremo. Pare non siano possibili interventi se non dal punto di vista dell'azione promozionale, per quanto riguarda il riso. Sono disponibile a sottoscrivere un ordine del giorno.
Faccio presente che proprio sul problema della risicoltura, ho scritto al Segretario della FISLER, che ho avuto occasione di incontrare ad Asti cui ho prospettato le criticità del settore risicolo.
La risposta che mi è stata data in sede comunitaria è stata piuttosto deludente: per le situazioni di produzioni di massa vi sono competizioni mondiali, che la comunità non intende considerare oltre.
Ho invitato il segretario a recarsi a Vercelli ad un convegno per chiarire, una volta per tutte, qual è la politica comunitaria che intende portare avanti all'interno della Comunità, ma anche verso altri Paesi del mondo, poiché abbiamo bisogno di lavorare, di operare.
Ritengo che i due ordini del giorno debbano essere predisposti; se ne convenite proporrei di stilarli con l'aiuto e l'apporto di tutti in sede di III Commissione.



PRESIDENTE

Gli emendamenti presentati dal Gruppo della Lega Nord per l'indipendenza della Padania ai capitoli 12610, 12670, 12760, 13070, 13100, 13120 sono ritirati e conservati agli atti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 13120 è incrementato di lire 90 milioni mediante una riduzione di pari entità del capitolo 15950".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 26 voti contrari.
I restanti emendamenti presentati sullo stesso capitolo dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti vengono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea Simonetti: "Il capitolo 13130 è incrementato di lire 90 milioni mediante una riduzione di pari entità del capitolo 15950".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 18 voti favorevoli e 25 contrari.
I restanti emendamenti presentati sullo stesso capitolo dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti vengono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Marengo, Foco, Bortolin Suino, Riggio, Miglietti, Bertoli, Vindigni, Manica, Bellion: "Il capitolo 13260 passa da 0 a 2 miliardi prelevando in diminuzione dal capitolo 15950".
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

La Giunta è disponibile ad accogliere parzialmente l'emendamento per un importo di lire cinquecento milioni inserendolo nel maxiemendamento.
Pertanto chiedo ai presentatori se l'emendamento può essere ritirato.



PRESIDENTE

Il Consigliere Riba ritira l'emendamento.
Emendamenti presentati dalla Lega Nord inerenti il capitolo 13260.
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Sul capitolo 13260, inerente i contributi per la soluzione del bestiame infetto, per incoraggiare la produzione zootecnica, manteniamo i tre emendamenti presentati per un totale di cento milioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Chiedo al collega Rosso, dal momento che sul capitolo 13260 complessivamente la Giunta intenderebbe aggiungere la cifra di mezzo miliardo per tutte le destinazioni che sono previste nella titolarità, se gli emendamenti possono essere ritirati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Considerando che il moltiplicatore è per cinque, rispetto a quello che chiedevamo, ritiriamo gli emendamenti, ma chiedo all'Assessore Burzi di illustrarmi come viene formalizzato l'aumento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Nel maxiemendamento della Giunta, alla fine della discussione, prima delle votazioni finali. Il maxiemendamento riprenderà gli impegni che alla fine di ogni area stiamo sintetizzando.



PRESIDENTE

Emendamenti presentati dalla Lega Nord al capitolo 13375.
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Mi sembra che su questo capitolo ci siano settecento milioni, noi chiediamo un ulteriore aumento di cento milioni e chiederei di porre in votazione l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Capisco che sono già state fatte le quadrature, però credo che lo stesso Assessore Bodo converrà - l'Assessore Burzi naturalmente deve tenere il cordone della borsa stretto - che un accoglimento, anche parziale sarebbe un segnale di attenzione verso le ipotesi di sviluppo di questo settore che sta diventando un'opportunità per una serie di nuove realtà del Piemonte che si stanno organizzando con questo genere di strutture. Infatti ve ne sono nel vercellese - soltanto perché nel nord del Piemonte le enoteche non erano ancora state sviluppate - e ve ne sono al sud dove hanno dato prova di ottima vitalità.



PRESIDENTE

Ricordo che nel corso di una visita c'era stata richiesta una particolare attenzione a questo settore.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Non mi dilungherò sull'argomento; mi associo agli interventi dei Consiglieri Rosso e Riba. Pongo l'argomento all'attenzione, in particolare dell'Assessore Burzi, che potrebbe accettare l'emendamento come forte segnale in un settore che ha delle enormi possibilità di sviluppo per il Piemonte. Assessore, lei capisce - anche se si è messo a ridere quando stavo intervenendo - che si tratta di un argomento sul quale occorre riflettere attentamente, il mio intervento non è strumentale. Questo è veramente un settore che, se opportunamente sviluppato, può dare al Piemonte un'immagine migliore di quella che sta dando in questo momento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Per tutte le ragioni che sono state ricordate dai colleghi che hanno sostenuto l'incremento al capitolo 13375, ricordando agli stessi che già nell'ambito di note precedenti la Giunta aveva manifestato significativa attenzione verso un'area che è importante per la nostra regione, dotandola già di settecento milioni, la Giunta accoglie l'emendamento. Chiedo ai colleghi se è possibile comprenderlo nella nota conclusiva rinunciando alla votazione; la Giunta si assume l'impegno di implementare il capitolo di ulteriori cento milioni.



PRESIDENTE

Gli emendamenti presentati dalla Lega Nord ai capitoli 13375, 13470, 13550 13750, vengono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 13810 è incrementato di lire 90 milioni mediante una riduzione di pari entità del capitolo 15950".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 24 contrari e 10 astenuti.
I restanti emendamenti presentati sullo stesso capitolo dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti vengono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Gli emendamenti presentati dalla Lega Nord per l'indipendenza della Padania al capitolo 20950 vengono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Capitolo 20990 - Calamità naturali, aiuto agli agricoltori". Il capitolo 20990 è incrementato di lire 300 milioni mediante una riduzione di pari entità del capitolo 27170".
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Io volevo sottolineare che questo capitolo lo riteniamo uno dei capitoli più importanti perché riguarda un aumento di 300 milioni per calamità naturali. Volevo ricordare che sia quest'anno che nell'anno precedente ci sono stati dei gravi danni relativi alle gelate e alla grandine. Ritengo quindi fondamentale, tenendo presente i gravissimi danni che hanno subito le aziende agricole, non ultimo l'ultima gelata, tener conto nel bilancio di previsione '98 di queste gravi calamità, soprattutto rispetto al settore viticolo e al settore frutta. Questo è suffragato anche dalle organizzazioni di categoria che hanno spinto le aziende agricole a fare denunce per ottenere la copertura dei danni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Il contributo che dovrebbe andare ai consorzi di difesa dovrebbe essere un contributo per azioni di difesa attiva e non difesa passiva, quindi non tanto nel risarcimento dei danni ma come impianto di reti e altre iniziative che possono scongiurare l'evento della calamità, o comunque attenuarlo. Allo stato degli atti, almeno all'Assessorato, non risulta che ci siano particolari iniziative in quella direzione. Questa è la ragione per la quale...



(Commenti dai banchi della minoranza)



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

I danni sì, però il Consorzio interviene per la difesa attiva, non per la difesa passiva. La difesa passiva riguarda i danni causati dalla grandine e dal gelo; qui se fanno le reti di copertura, la lotta antiaerea è una prevenzione. In questo caso non mi risulta che ci siano particolari domande; le domande riguardano invece la questione del risarcimento danni su questo ha perfettamente ragione.



PRESIDENTE

L'ipotesi suggerita riguarderebbe un altro capitolo. Dopo questo chiarimento desidera mantenere l'emendamento? Viene fatta la richiesta dell'appello nominale.
Si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea "Capitolo 21010 - Agricoltura, stazioni mobili di disinfestazione. Il capitolo 21010 è incrementato di lire 250 milioni mediante una riduzione di pari entità del capitolo 27170." Pongo in votazione l'emendamento.
E' stato richiesto l'appello nominale.
Si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Gli emendamenti presentati dalla Lega Nord per l'indipendenza della Padania al capitolo 21040 vengono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea: "Capitolo 21041 Agricoltura - primo insediamento per giovani agricoltori.
Il capitolo 21041 è incrementato di lire 18 miliardi mediante una riduzione di pari entità del capitolo 27170." La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Vorrei ricordare, signor Presidente, che questo - lo sottolineavo già durante l'illustrazione degli altri emendamenti riguardanti l'agricoltura è uno di quei capitoli che noi, come Gruppo regionale della Rifondazione comunista, riteniamo tra i più importanti e qualificanti per la nostra attività. Chiedo quindi di votarlo perché intanto è un aumento normale (18 miliardi non sono eccessivi) e poi perché in questo modo oltre ad andare verso una qualificazione del mondo dell'agricoltura, si favorisce l'insediamento di giovani agricoltori.
E' un aspetto fondamentale di questa attività; quindi si tratta di un emendamento non certamente strumentale, ma corretto e anche importante perché si va ad incidere realmente su questo settore spesso trascurato. Mi permetto quindi di sottoporre ancora all'attenzione del Consiglio regionale questo emendamento e di chiederne l'approvazione. I 18 miliardi richiesti non sono molti, però rappresenterebbero un mezzo importante per cercare di alleggerire la situazione drammatica dal punto di vista occupazionale dando la possibilità ai giovani di intervenire in questo settore. Ciò è determinante non solo per l'agricoltura, ma anche per la presenza fisica dell'uomo sul territorio. Sappiamo che il territorio piemontese è in dissesto idrogeololgico e ambientale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Le voci che sono previste sono finanziate con fondi di provenienza comunitaria e anche regionale. La Regione si è preoccupata di far iscrivere (verranno iscritti in via amministrativa) 17 miliardi che rappresentano la somma occorrente per il 1998. Credo pertanto che l'emendamento presentato non sia accoglibile.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 25 contrari e 10 astensioni.
Gli emendamenti presentati dai Consiglieri Rosso, Dutto, Bellingeri e dai Consiglieri Riba, Marengo, Suino, Miglietti, Foco, Bertoli, Vindigni Riggio, Bortolin, Bellion e Manica ai capitoli 21072, 21078, 21104, 21107 21132, 21390, 21717, 21930, 21937, 21938, 22030, 22050, 22185, vengono ritirati dai proponenti e conservati agli atti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Dutto, Rosso, Bellingeri e Farassino: "Il capitolo 22050 - Contributi negli interessi attualizzati su prestiti fino a cinque anni e contributi in capitale per l'acquisto di macchine ed attrezzature, a favore di imprenditori agricoli singoli od associati.
(Legge 1/7/77, n. 403; articoli 15, 20 e 51 della l.r. 12/10/78, n. 63 art. 3 della legge 8/11/86, n. 752 e art. 1 della l.r. 21/9/87, n. 52) è incrementato di lire 500 milioni. Al suo finanziamento si provvede con la riduzione del capitolo 20465 per una somma di pari ammontare."



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Il capitolo 22050 è stato dotato,, complessivamente, di un miliardo successivamente alla presentazione, io credo anche temporale dell'emendamento a cui il Consigliere Rosso si riferisce in questo momento riteniamo, dunque, aver accolto ampiamente, nelle fasi precedenti di formazione di bilancio, le istanze sottese a questo emendamento.



ROSSO Roberto

Desidero chiedere all'Assessore: quanto era la dotazione iniziale nella prima versione?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Quello che so è che questi interventi si fanno per la collina e per la montagna.
Accettare l'emendamento significherebbe andare a creare dei residui che poi non spendiamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Era zero nella versione iniziale; la dotazione del '97 era di un miliardo e con la variazione - non so dire a memoria se la seconda o la terza portata dalla Giunta - è stata ripristinata la somma di un miliardo recependo ad abundantiam anche l'emendamento suggerito dalla Lega.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Come negli altri casi, poiché i nostri emendamenti erano stati presentati su determinati capitoli che poi la Giunta ha incrementato anche grazie alle nostre segnalazioni, essendo nella sostanza accolto, ritiriamo anche questo emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento è dunque ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Marengo, Suino, Miglietti Foco, Bertoli, Vindigni, Riggio, Bortolin, Bellion e Manica: "Il capitolo 22185 passa da 0 a lire 3.000 milioni prelevando in diminuzione del cap. 23600".



PRESIDENTE

SUINO



PRESIDENTE

E' ritirato.



PRESIDENTE

Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Manica, Suino, Miglietti Vindigni, Bellion, Bertoli e Foco: "E' istituito un nuovo capitolo dal titolo: 'Finanziamento programma integrato per la salvaguardia e la valorizzazione delle razze zootecniche autoctone e per l'educazione alimentare'. Stanziamento di lire 1.000.000.000. Alla copertura finanziaria si provvede con pari diminuzione dal capitolo 15950." Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Manica, Suino, Miglietti Vindigni, Bellion, Bertoli e Foco: "E' istituito un nuovo capitolo dal titolo: 'Spese per l'attuazione dei Distretti agroalimentari e agroindustriali'. Stanziamento di lire 5.000.000.000. Alla copertura finanziaria si provvede con pari diminuzione dal capitolo 15950." Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Manica, Suino, Miglietti Vindigni, Bellion, Bertoli e Foco: "E' aggiunto il seguente nuovo articolo: I capitoli dell'Assessorato all'agricoltura, ad eccezione di quelli necessari alle attività di programmazione, in deroga alle norme di contabilità, sono destinati al trasferimento alle Province per l'attuazione delle deleghe".
Poiché è un nuovo articolo, o viene ritirato e lo poniamo in votazione dopo.
L'emendamento sull'istituzione di un nuovo articolo è ritirato.
Sugli altri emendamenti, la parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Sui capitoli, come già detto, rimane nell'ambito del capitolo 27170 un completamento del progetto di legge: "Distretti agroindustriali ed agroalimentari" con una dotazione di un miliardo, che verrà specificato nell'emendamento di Giunta alla fine della discussione che stiamo sostenendo.



PRESIDENTE

Quindi anche gli altri due emendamenti sono ritirati.
Abbiamo così esaurito l'esame degli emendamenti.
Passiamo ora all'esame degli emendamenti presentati sui capitoli relativi all'area dell'economia montana, competenza dell'Assessore Vaglio che ha pertanto la parola.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

L'azione di bilancio sulle materie contemplate dall'Assessorato di cui ho l'incarico riguarda essenzialmente l'economia montana, le foreste, la polizia locale e le autonomie locali.
Molto rapidamente, per quanto riguarda l'economia montana, siamo nell'anno di definitiva approvazione dei Piani di sviluppo delle singole comunità montane. Dalla fine di quest'anno in avanti rientreranno nelle azioni regionali solo i progetti previsti dalle Comunità all'interno dei Piani vistati dalle Province; questo ci consentirà una maggiore obiettività di intervento, una non discrezionalità degli interventi.
Per questo motivo si è fatto un grande sforzo per mantenere i finanziamenti allo stesso livello degli anni '95/'96/'97 sia relativamente al fondo regionale per la montagna, legato all'addizionale sul gas metano sia in relazione alle altre iniziative regionali.
Sul sistema forestale stiamo cercando, perché come voi ben sapete i problemi sono moltissimi, di riutilizzare risorse interne e di mantenere per quanto possibile, i finanziamenti al livello degli anni scorsi.
Cosa significa riutilizzare le risorse interne? Noi stiamo lavorando su 10 vivai regionali: vogliamo ristrutturare l'azione di questi vivai recuperare risorse ed utilizzarle per incrementare l'occupazione in campo forestale.
Ci sono parecchie azioni in corso, soprattutto su finanziamenti comunitari di cui abbiamo sottolineato in più riprese una certa soddisfazione per l'andamento delle misure a regìa pubblica dei due progetti Interreg Italia-Francia e Italia-Svizzera; vi è qualche preoccupazione sulle misure a bando degli stessi PIC, per una scarsa disponibilità di finanziamenti da parte del partner francese.
Abbiamo vissuto, proprio in questi giorni, l'avvio della prima fase operativa di LEADER; i singoli gruppi di azione locale hanno presentato i programmi e dato avvio ai loro primi bandi, con la conseguente liquidazione del 30% dei finanziamenti richiesti.
Stiamo seguendo con il Ministero l'avvio del SIM, Servizio Informativo per la montagna; pur non rientrando il Piemonte nella fase di sperimentazione, il Ministero delle politiche agricole ha ritenuto che i progressi della nostra Regione in questo campo fossero talmente interessanti da estendere questa sperimentazione anche a noi (vedremo in quali termini).
Tutto questo in prospettiva del mantenimento dei servizi in montagna con le difficoltà che sono ben note, particolarmente per quanto riguarda gli uffici postali e le scuole.
Ci auguriamo che la riforma del Ministro Berlinguer sull'autonomia degli istituti scolastici ci consenta in autunno di fare degli interventi a sostegno delle comunità montane che tendano a far sopravviver i centri scolastici nei loro territori.
Le necessità erano parecchie e avevamo rinviato buona parte del rispetto di queste necessità all'assestamento di bilancio; in particolare c'erano problemi e preoccupazioni sull'applicazione delle legge 16, quella sulla protezione e la prevenzione degli incendi boschivi.
Inoltre, come ha potuto notare chi ha avuto la ventura di seguire il programma Linea Verde andato in onda ieri, sono in azione in questo momento delle sperimentazioni di recupero delle superfici boschive e pascolive percorse da incendi, in collaborazione con l'Università di Torino. I risultati sono estremamente confortanti e positivi, quindi il sistema della protezione antincendi boschivi avrà sicuramente bisogno di un'ulteriore revisione in fase di assestamento.
Per quanto riguarda gli emendamenti sui capitoli, proposti dai colleghi del Consiglio, la Giunta ha ritenuto in particolare di recepire un emendamento al capitolo 11180 sulla polizia locale, proprio per sottolineare la necessità e l'impellenza di procedere all'istituzione di processi formativi, al fine di implementare la capacità professionale degli agenti di polizia locale.
Oltre a questo sono state sollevate dai colleghi e recepite dalla Giunta regionale le sollecitazioni in materia di promozione della tartuficoltura in Piemonte. E' stata infatti prevista dalla Giunta regionale la definitiva delega dell'intera materia alle Province. Quindi l'implementare il capitolo è estremamente utile per consentire alle Province una prima gestione attiva e con capacità d'intervento.
Abbiamo altresì recepito l'indicazione molto importante sul capitolo 14795 che vivo in cogestione con l'Assessorato al turismo: il capitolo riguardante i programmi formativi per le guide alpine. Una professionalità che oggi più che mai, in un momento di rilancio per la nostra economia locale, montana e turistica, si configura estremamente di primo piano.
Sono stati previsti interventi su disegni di legge attualmente giacenti; tra questi, in particolare, si è recepita la sollecitazione sul finanziamento degli impianti d'arroccamento, così come intesi dal progetto di legge presentato dalle opposizioni, ma condiviso in ampia misura dalla Giunta, in quanto relativi ad impianti che sostituiscono strade di accesso a località non accessibili in modo alternativo, che consentono di dare un collegamento effettivo, e quindi una capacità di sopravvivenza anche nei periodi invernali a quelle popolazioni distaccate dai centri capoluogo.
Ho apprezzato, fra l'altro, la segnalazione data dai colleghi su altri due progetti di legge, quello sui progetti integrati di sviluppo per gli Enti locali, richiamato dal collega Vindigni e quello relativo alla riqualificazione urbana e rurale nelle aree esterne all'"obiettivo 2" e all'"obiettivo 5B" del Regolamento 2081. Sono iniziative che sicuramente ci consentiranno interventi in aree marginali, dimenticate o comunque non ricomprese dalle iniziative comunitarie, ma che hanno altresì un estremo bisogno di interventi per la promozione dell'imprenditorialità.
Per quanto riguarda le autonomie locali si è proceduto, in questo periodo, al coordinamento delle singole iniziative della Giunta per il processo di delega in attuazione dei decreti legislativi e delle due leggi Bassanini.
Si sono intraprese azioni territoriali per lo sviluppo dei sistemi locali e per la gestione associata dei servizi, attraverso il gruppo Micropolis, che altro non è che un nucleo di funzionari regionali supportati da consulenti dell'IRES e di amministrazioni comunali e provinciali; devo dire, con soddisfazione, che uno di questi progetti quello per l'informatizzazione del canavese...



PRESIDENTE

Mi ripeto, anche in occasione dell'intervento dell'Assessore Vaglio chiedendo ai Consiglieri di restare ai loro posti e di prestare attenzione agli interventi degli Assessori, che sono stati assai interessanti.



VAGLIO Roberto, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna

Concludo molto rapidamente, sottolineando la grande soddisfazione che uno di questi progetti, quello sull'informatizzazione del canavase, è stato presentato questa settimana al Forum delle Pubbliche amministrazioni, che si tiene a Roma. Sul progetto è arrivato un plauso dell'Amministrazione dello Stato, che si è occupata dell'organizzazione.
E' un progetto di estremo interesse, al quale siamo riusciti ad arrivare grazie ad una fattiva collaborazione, nata tra gli Enti locali del canavese, la Provincia di Torino, la Regione Piemonte e, per quanto di sua competenza, il CIC, al quale collabora anche l'Olivetti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, voglio partire proprio dallo strumento del bilancio preventivo 1998, per sottolineare gli scarsi investimenti e gli obiettivi politico-finanziari previsti sul bilancio relativi ai problemi della montagna piemontese.
Dalla relazione dell'Assessore alla montagna emerge chiaramente l'inconsistenza e la mancanza di una vera politica di governo regionale sulla montagna.
E' inutile nascondercelo, anche se poi dall'insieme delle dichiarazioni potrebbe sembrare il contrario.
Nessuna realizzazione concreta si può dire sia stata sviluppata e realizzata per quanto riguarda lo sviluppo e l'occupazione in montagna. In Piemonte vi sono 46/47 comunità montane, un'importante fetta di territorio dove la gente vive in condizioni di precarietà, di disagio, e spesso è trascurata dal governo della Regione Piemonte.
Non saranno certamente i contributi previsti dalla Giunta - che non so se definire a pioggia o meno - per le varie iniziative montane, turistico culturali, a risolvere le emergenze economico-sociali del nostro Piemonte.
Credo che ben altro debba essere la politica regionale del Piemonte in materia montana, soprattutto verso quelle realtà anche agricole e turistiche che, ovviamente, preoccupano le popolazioni montane residenti nei nostri Comuni; popolazioni che, voglio ricordare, sono sempre in diminuzione. Bisogna quindi incentivare la presenza dei giovani in montagna, attraverso un maggiore reddito agricolo montano; credo che questo aspetto debba essere tenuto in considerazione anche perché collegato alla produttività e all'aspetto forestale.
La Regione Piemonte avrebbe potuto istituire un premio per garantire la presenza fisica dei giovani in montagna, la cui fuga è in continua ascesa ed è stata pagata caramente dalla collettività piemontese, con i gravi disastri idrogeologici del territorio che tutti conosciamo, e che spesso e volentieri non quantifichiamo nelle cifre a bilancio.
Credo occorra partire da questi dati per promuovere e incentivare una maggiore e diversa politica agricola, montana e turistica e tener conto anche del sottoprodotto della montagna, a partire dagli allevamenti ovini caprini e dalla valorizzazione anche culturale e storica delle attività artigianali presenti in montagna. Tener quindi conto di tutta una serie di altri aspetti che certamente vengono trascurati o non tenuti nella giusta considerazione in questo bilancio.
E' importante intervenire nelle scuole presenti nella aree di montagna come l'Assessore diceva, ma bisogna intervenire su tutte le scuole presenti sul territorio montano piemontese, che è immenso, invece si privilegiano alcune zone.
Esistono poi i vari finanziamenti CEE, le direttive comunitarie per i fondi strutturali, la 2B e la 5B. Ma non si sa quando questi fondi finanziari giungeranno veramente alle aziende agricole montane. Come Regione dobbiamo essere credibili alle esigenze delle popolazioni della montagna che si aspettano molto e molto di più da noi, soprattutto per quanto riguarda i problemi presenti nelle varie realtà montane del nostro Piemonte.
E' necessario cambiare la linea politica montana, le linee promotrici occorre un cambiamento politico legislativo con maggiori risorse.
Occorre incentivare le varie soluzioni economiche, sociali e produttive a partire dall'artigianato, dal commercio montano fino a giungere all'assistenza, alla sanità che in montagna non viene considerata nella giusta dimensione. Questa nuova linea politica deve emergere, è da troppi anni che le nostre popolazioni montane sono in una situazione di inferiorità anche rispetto a tutto il territorio del Piemonte, non so se posso continuare l'intervento...



PRESIDENTE

Lei può continuare il suo intervento, rinnovo ancora una volta l'invito ai Consiglieri di prestare attenzione.



MORO Francesco

Quei pochi concetti sulla montagna li ho espressi, volevo solo fare una riflessione: la montagna in Piemonte sta lentamente declinando; occorre intervenire finché siamo ancora in tempo, perché nella mia provincia vi sono molti comunelli che non hanno neppure più consistenza numerica e stanno lentamente, ma inesorabilmente, sparendo anche dall'entità territoriale.
Quando proposi un finanziamento minimo per incentivare i giovani a continuare ad abitare in montagna, a resistere, ad iniziare un'attività agricolo-montana e artigianale, credo di aver proposto qualcosa di concreto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Le deleghe dell'Assessore Vaglio sono molto ampie e con scarsi elementi di connessione tra loro. Intervengo solamente sulle competenze dell'Assessore riguardanti il sistema istituzionale e l'organizzazione degli Enti locali.
Si tratta di una parte che nel bilancio ha sempre avuto poca rilevanza in termini economici e che, quest'anno, avrebbe dovuto registrare un cambiamento di indirizzo a seguito dell'approvazione delle leggi Bassanini la n. 59 e la n. 127 del 1997, ma soprattutto anche in vista dell'attuazione della legge n. 1388 che modifica radicalmente la legge n.
142.
Dobbiamo rilevare che la proposta di bilancio presentata inizialmente non teneva conto di questa novità, anche se i segnali che arrivano dalla Regione sono molto ampi, diffusi, importanti. Il sistema delle autonomie locali si pone non tanto e non solo nelle sue rappresentanze, quindi Anci Lega dei Comuni, URP, attraverso le forme di rappresentanza storiche, ma anche attraverso le forme associative locali finalizzate a determinati progetti di sviluppo e di cooperazione, come una delle risorse più importanti che la Regione Piemonte può giocare nella fase della sua ripresa. Ormai è acquisito che tra sviluppo economico e sistema istituzionale l'interazione è molto forte. L'economia in passato aveva le sue regole, le sue dinamiche, aveva solo bisogno che le carte "girassero" rapidamente: oggi non è così. L'economia, la rappresentanza politica l'organizzazione del territorio, i processi formativi, la presenza pubblica, sono strettamente intrecciati.
Di questo, forse, se ne sono accorti in maniera più precisa e tempestiva i sistemi delle autonomie locali che non la Regione. Forse per questo motivo nel bilancio '98 non c'era un'adeguata traccia delle poste economiche conseguenti all'attuazione del processo riformativo. Noi abbiamo posto l'attenzione su alcuni capitoli, in particolare quelli relativi alle associazioni dei Comuni, chiedendo che la legge n. 142 trovasse la più ampia, elastica ed estesa attuazione proprio per venire incontro all'esigenza che le realtà periferiche mostravano con grande vivacità.
Nel capitolo 15910 "Fondo per i provvedimenti in itinere" è stato inizialmente previsto un finanziamento di un miliardo per un generico disegno di legge sulle deleghe. Successivamente, anche a seguito delle discussioni svolte, lo stanziamento per questo disegno di legge è passato a due miliardi. Noi intendiamo il disegno di legge n. 356 corredato dal progetto di legge n. 288 presentato dal Gruppo del Partito popolare, come la base legislativa per organizzare l'utilizzo dei due miliardi.
Pertanto riteniamo di poter ritirare l'emendamento al capitolo 10915 "Circoscrizioni comunali, unioni e fusioni" in attuazione della legge n.
142 che prevedeva di incrementare le risorse per questo capitolo di ottocento miliardi, in quanto, se ci viene confermata la volontà di destinare al finanziamento del disegno di legge sulle deleghe due miliardi in questa somma è compresa anche la cifra riferita al capitolo 10915.
Attendo conferma su questa interpretazione per poterci regolare di conseguenza, sia nel ritirare l'annunciato emendamento sia nel valutare il capitolo 15910.



PRESIDENTE

Dato che è ormai arrivata l'ora prevista per l'interruzione, possiamo aggiornare i lavori del Consiglio tra un'ora, perciò alle 14,30.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,25)



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