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Dettaglio seduta n.250 del 30/04/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Bellion, Dutto Farassino, Foco, Goglio, Mancuso, Miglietti e Pichetto.


Argomento:

Questione incidentale sollevata dal Consigliere Chiezzi


PRESIDENTE

Credo ci siano le condizioni per incominciare i lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Vorrei porre "un'incidentale sull'incidentale", che certo lei conoscerà già. Le anticipo che in apertura della prossima seduta risolleverò la questione incidentale sollevata ieri. Non lo faccio adesso perché avrebbe significato diverso. Si tratta dell'opuscolo sulla Sindone.
Grazie.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione 1998, pluriennale 1998-2000" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione sul bilancio di previsione, di cui al punto 4) all'o.d.g..
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Riprendo il cammino interrotto con una velocissima premessa. Intanto chiedere scusa a tutti i Consiglieri che non sono stati direttamente coinvolti in questi ultimi due giorni; mi rendo conto, avendo vissuto in altri momenti del Consiglio regionale in parte da esterno, o comunque con ruoli diversi, che non sempre le comunicazioni di ciò che sta avvenendo e le motivazioni sono facilmente percepibili. Quindi, qualche disagio certamente non voluto, c'è stato; me ne scuso perché credo di esserne stato parte non trascurabile.
In secondo luogo, ritengo opportuno informare il Consiglio che da ieri mattina, dopo l'interruzione sui primi emendamenti attinenti all'area del personale - interruzione, tra l'altro, da me richiesta - si sono succedute alcune riunioni che hanno consentito alla maggioranza e alla Giunta di prendere completa visione di tutte le posizioni emendative del disegno di legge 371, di approfondirne l'esame e di suggerire possibili soluzioni.
Posso dire con una certa soddisfazione che l'odierno dibattito poggia su una base di concreta volontà di esame dei capitoli di bilancio, di discuterli rappresentando le diverse posizioni politiche e di votarlo, onde arrivare a dare alla Regione lo strumento di cui ha bisogno. Tra l'altro oggi è il 30 aprile, ovvero l'ultimo giorno dell'esercizio provvisorio che a suo tempo deliberammo per legge.
Proprio perché già in ritardo, non aggiungo altro. In seguito alle discussioni operative di cui ho detto, a mio avviso estremamente utili non soltanto per me e la Giunta ma - spero - anche per le parti politiche coinvolte, intenderemmo proporre un'organizzazione dei lavori di esame di capitoli di bilancio per aree omogenee, in modo che l'interlocuzione possa avere la più completa rappresentatività delle diverse parti presenti in aula.
In tal senso, proporrei di partire dalle aree delle deleghe dell'Assessore Cavallera e quindi dal primo capitolo di bilancio collegato all'ambiente, il n. 15230.
Suggerirei anche di affrontare sia la parte relativa alle spese sia quella relativa agli investimenti. Grazie.



PRESIDENTE

Capitolo 15230.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 15230 è incrementato di L. 600.000.000 prelevando in diminuzione dal capitolo 15950"." La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Care colleghe e cari colleghi, forse ho capito male la proposta dell'Assessore Burzi, poiché rilevo che iniziamo a discutere un singolo capitolo. A me sta bene, perché avremo più tempo per esporre le nostre opinioni, però non mi sembra un modo innovativo. Personalmente avevo inteso, Assessore Burzi, che sarebbero intervenuti gli Assessori; ad esempio, l'Assessore Cavallera avrebbe potuto alzarsi e dire: "Il nostro bilancio era così, le vostre proposte erano cosà... Sulle seguenti voci rimango della mia opinione, su queste voci invece ho aderito in tutto o in parte alle proposte presentate...". Avrebbe potuto seguire la carrellata dell'Assessore D'Ambrosio, e via via gli altri componenti della Giunta regionale. Dopodiché, seguirebbero dichiarazioni del tipo "Manteniamo l'emendamento..., sono soddisfatto dell'accoglimento..., poco soddisfatto perché è accolto in parte..." e così via.
Diversamente, tanto vale procedere per ordine, signor Presidente del Consiglio, e cominciare dall'emendamento al cap. 1.
Se invece si aprisse la discussione con un'illustrazione del senso politico della manovra di bilancio Assessorato per Assessorato, seppur sinteticamente ci scambieremmo informazioni più ricche, capiremmo cosa stiamo facendo.
Per carità, se crede intervengo subito sull'argomento-rifiuti.



PRESIDENTE

L'Assessore Burzi intende fare una puntualizzazione; prego.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Confermo, perlomeno parzialmente, la tesi del collega Chiezzi: l'ipotesi suggerita era appunto una disamina politica area per area soffermandosi particolarmente laddove è ritenuto necessario da più parti.
Non è stato definito - ma nemmeno escluso - come unica modalità che sia l'Assessore ad introdurre il tema. A seconda delle aree si potrà interpretare la discussione senza un rigido canovaccio; le singole parti politiche che su una certa area hanno presentato loro tesi emendative potrebbero esplicarle secondo quanto in parte è avvenuto ieri. In tal caso l'Assessore ha ovviamente dovere di informazione e di replica nonché di conclusioni.
Si tratterebbe comunque di una modalità che tenderebbe - come diceva giustamente il Consigliere Chiezzi - ad esaminare l'area nel suo insieme.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo proporre una modalità diversa rispetto alle due ipotesi avanzate dall'Assessore Burzi.
A me sembrerebbe più logica una sorta di introduzione e risposta dell'Assessore competente, facendo riferimento evidentemente agli emendamenti presentati, i quali in linea generale si ritengono accoglibili.
Questo semplificherebbe il nostro lavoro, non richiedendo alcuna riesposizione di tutti gli emendamenti, che mi paiono abbastanza noti.
Il Consiglio attende ora delle prese di posizione da parte dell'esecutivo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo attenendomi alla proposta di tipo complessivo definita dalla Giunta regionale.
Giustamente, il collega intervenuto in precedenza richiamava la necessità di puntare l'attenzione sulle questioni più importanti, tenendo presente che ovviamente si terrà conto anche delle indicazioni emerse nella serie di dibattiti che abbiamo vissuto, soprattutto per gli impegni che si sono assunti. Per esempio, è stato chiesto proprio dal Gruppo di Rifondazione comunista di riferire in Commissione sullo stato dell'arte delle spese relative alla difesa del suolo: si tratta di impegno che dovrà essere assolto in tempi rapidi, a bilancio approvato.
Per quanto riguarda le questioni ambientali, che ovviamente sono tante e in varie direzioni, abbiamo cercato di cogliere, in questa fase questioni relative ad aree vaste: problematiche riguardanti l'Area metropolitana torinese dal punto di vista della riqualificazione ambientale; la "storica" vicenda della Valle Bormida; le rilocalizzazioni degli impianti di trattamento di rifiuti industriali ubicati in zona impropria, tanto per intenderci, predisponendo una postazione indicata in modo sommario come Servizi Industriali nell'elenco a vostre mani, ma che forse più correttamente si potrebbe definire "rilocalizzazione impianti ad elevato impatto ambientale nell'Area metropolitana torinese". Postazione che dovrebbe consentire di avviare e sostenere serie politiche di rilocalizzazione.
Quello della Servizi Industriali è proprio un caso che stiamo seguendo sia come Assessorato all'ambiente sia come Assessorato all'industria, per arrivare ad una migliore definizione della procedura.
Purtroppo, nel precedente Accordo di programma questo non era avvenuto la situazione è difficile, ma si spera che la sinergia intervenuta con la Provincia di Torino, interessata quanto noi a rinnovare l'autorizzazione che sta scadendo a metà maggio, abbia impresso un'accelerazione a fronte ahimé - di un grave ritardo precedente. Probabilmente, nel giro di poche settimane si esamineranno possibili soluzioni a problemi aperti da tempo.
Per quanto riguarda la questione della Valle Bormida il problema è ancora più vasto e complesso, ed è quindi ipotizzabile che si protragga nel tempo; l'iniziativa del Protocollo d'intesa, che sta andando a corrente alternata, è coordinata dal Ministro dell'Ambiente, il Sen. Ronchi. Penso che nel giro di qualche mese si arriverà ad ipotizzare impegni che, a mio avviso, possono essere definiti nel Piano pluriennale e, di conseguenza collegati al Piano di sviluppo.
In tal senso, ritengo si possa addivenire alla definizione di un ordine del giorno, sul quale mi impegno a lavorare affinché venga approvato prima della chiusura della discussione del bilancio.
In ordine alle altre questioni poste dagli emendamenti, mi rifaccio all'evoluzione degli stanziamenti ad iniziare dal bilancio di novembre evoluzione dai tanti e tali passaggi e puntate che a volte è difficile ricordarli tutti.
Sostanzialmente, c'è stato un modesto incremento delle spese correnti credo però che nel settore dell'ambiente queste spese vadano contenute nei limiti dell'indispensabile, cercando il più possibile di sostenere eventuali interventi di investimento.
Avremo probabilmente la possibilità, soprattutto in sede di assestamento e con la legge finanziaria prevista per sorreggere l'assestamento stesso, di predisporre un bilancio tenendo conto del Piano straordinario degli investimenti ambientali che il Ministro dell'Ambiente sta portando avanti proprio in queste settimane e dello schema previsionale programmatico triennale previsto ai sensi della "183" da parte dell'Autorità di Bacino. Avremo quindi modo di integrare e riequilibrare sul piano territoriale, sottolineando eventuali interventi tipologici non compresi nei programmi di livello statale.
Vi renderete conto, dall'esame dei capitoli riguardanti l'area di mia pertinenza, che c'è parecchia coesistenza di fondi statali e regionali.
In sostanza, la proposta è di prevedere uno stanziamento da utilizzare mediante un disegno di legge specifico per dare legittimità all'intervento.
Nell'elenco riepilogativo a vostre mani la partita è individuata come "Servizi industriali", ma io propongo di definirla "Rilocalizzazione attività ad elevato impatto ambientale nell'area metropolitana torinese".
In questa fase, i colleghi potranno apprezzare una certa concisione sulle singole cose, ma nelle sedi opportune si potrà andare oltre.
Vi sono questioni relative alla OMA e alla chimica industriale, ad esempio, che confliggono con altre questioni poste dal Piano dell'area dalla scelta dell'Ente Regione, ad esempio, di aver costituito un parco.
In tal senso possiamo attingere, a mio avviso, non solo a risorse specifiche, ma anche a risorse di altra derivazione, per esempio in sinergia con la politica dei parchi. Ritengo opportuno dare legittimità all'intervento con una norma di legge che dovrà essere predisposta ovviamente, a bilancio approvato. Tenendo conto dei tempi prevedibili per quest'anno ritengo sufficiente uno stanziamento di due miliardi per questa finalità.
Per quanto riguarda il discorso-Valle Bormida, occorre intanto arrivare alla definizione del Protocollo d'intesa per l'avvio della bonifica. E' chiaro che tutto ciò dovrà essere previsto all'interno del Piano di sviluppo, individuando tra le priorità il rilancio socio-economico della Valle Bormida con iniziative di disinquinamento - che già sono iniziate anche se in minima parte - attingendo ai fondi delle cosiddette "aree critiche", con la bonifica del sito, che mi auguro possa essere disposta dal Ministero anche a valle di un Accordo di programma di difficile individuazione concreta, poiché Piemonte e Liguria esaminano il problema con finalità di tipo diverso, almeno in partenza. E' auspicabile che il Ministro riesca ad individuare un giusto punto di equilibrio.
Per parte nostra, sulla base di quanto deciso dal Consiglio con un ordine del giorno, siamo stati molto precisi nel ribadire il "no" al Re Sol, la riduzione dei prelievi d'acqua, l'immediata bonifica dei famosi lagoon. In tal senso, ritengo opportuno chiedere di sostituire gli emendamenti presentati con un ordine del giorno.
Dando per scontato che sulle singole questioni mi richiamo a quanto ho già avuto modo di dire in sede di Commissione - attuazione, ad esempio, del potenziamento della rete radar meteorologica o di rilevamento ambientale per l'attuazione del Piano di gestione dei rifiuti abbiamo incrementato con una piccola quota di 68 miliardi il capitolo che deve servire proprio a definire i presupposti della tassa-tariffa che decorrerà dal primo gennaio '99. Occorre sostenere i Comuni che si assumeranno quest'importante impegno a decorrere dall'anno 1999, fornendo loro documentazione ed un supporto di base, naturalmente in accordo con le Amministrazioni provinciali.
Come Regione coordiniamo le risorse regionali; i bandi vengono emanati sugli obiettivi del DOCUP dell'Unione Europea nelle aree 2 o 5B sostanzialmente indirizzate al recupero e quindi praticamente pronte ad attuare la prima fase del ciclo dei rifiuti: la raccolta differenziata e la separazione, per addivenire da un lato ad avviare i materiali o al riutilizzo o al compostaggio ed inviare il famoso CDR, cioè il combustibile da rifiuti, o in impianti dedicati oppure, attraverso opportune sinergie ai cementifici. Naturalmente, altre opportunità possono determinarsi con programmi portati avanti con le aziende energetiche.
Si tratta di ipotesi; ovviamente, come Regione coordiniamo l'intera partita che poi compete, sostanzialmente, al subcoordinamento da parte delle Province.
Per quanto riguarda il ciclo delle acque abbiamo il sostegno di iniziative locali; inoltre, tentiamo di concentrarci, come iniziativa regionale dell'anno 1998, nel far decollare le autorità d'ambito della legge Galli, convinti che solamente il superamento del municipalismo ed una gestione coordinata e concertata a livello di ambiti può determinare una svolta al fine di arrivare ad una gestione economica, migliorare il servizio e, in prospettiva, tutelare al meglio la risorsa.
Spero di essere stato relativamente esaustivo; naturalmente, sono a disposizione per domande o interventi su specifici argomenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, credo di poter evincere dalle linee emendative proposte da tutte le minoranze, che le proposte recepibili siano quelle attinenti all'ordine del giorno della Valle Bormida, che, come ha detto in maniera forte l'Assessore e collega Cavallera, è ancora tutto da scrivere e da sottoscrivere nell'ambito del dibattito relativo al bilancio.
Altro punto di notevole importanza emerso nel dialogo con i Gruppi di minoranza, è stato quanto attinente alla rilocalizzazione. Vi è una proposta abbastanza chiara da parte dell'Assessore; mi aspetterei - se non devo interpretare il loro come silenzio-assenso - che i Gruppi che si sono fatti interpreti della rilocalizzazione sia in senso emendativo sia in senso più semplicemente propositivo, facciamo sapere al Consiglio e alla Giunta se, e in qualche misura, la proposta di modalità dell'Assessore Cavallera è ritenuta percorribile.
Peraltro, nell'ambito delle urgenze e delle priorità segnalate dai Gruppi, al di là dell'esistenza o meno di emendamenti, null'altro in questa fase specificamente attiene all'area-ambiente affrontata l'Assessore Cavallera, in quanto già oggetto di interventi e di interlocuzione con le parti politiche nella fase precedente di presa di posizione sul bilancio.
Aspetterei cenni da parte dell'opposizione soprattutto per quanto attiene alle rilocalizzazioni e al discorso della Valle Bormida, che mi paiono i punti più pregnanti emersi nei dialoghi di ieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, personalmente affronterei anche altre questioni, non toccate dall'Assessore, ma già oggetto di nostre riflessioni e proposte nel dibattito, ormai lungo, approfondito e articolato nei vari ambiti: Commissione, Consiglio, Conferenza dei Capigruppo.
La questione nodale dei rifiuti vede un non adeguamento del sistema di tariffazione - e di tassazione, se vogliamo - con l'utilizzo dei cespiti e dei suoi investimenti.
Problema che rimane inalterato nell'attuale struttura di bilancio e oggetto della nostra insoddisfazione, così come avevamo già motivato in sede di dibattito.
Intendo anche rimarcare che i vari Servizi territoriali - geologico ed altri - che hanno comunque, nella nostra istituzione, una buona struttura non sempre sono finanziati adeguatamente, ma, soprattutto, non sempre sono coordinati con le azioni delle altre strutture del nostro Ente.
Si tratta di un problema di non poco conto, poiché accade che questi Servizi competenti svolgano azioni preventive nonché sostitutive, che a volte vengono vanificate da lavori di altre strutture della Regione. Il problema quindi non è solo di finanziamento di queste strutture, ma anche di un loro pieno coordinamento.
Sui parchi parleremo, credo, successivamente, anche se abbiamo già esaminato un emendamento che li riguardava; abbiamo chiesto un finanziamento superiore alle risorse statiche da un paio di anni insufficienti per la gestione delle aree protette della nostra Regione; gli aumenti di bilancio non sono soddisfacenti - prendiamo atto che vi sono.
Rispetto ai due temi toccati dall'Assessore, relativamente alla Valle Bormida, occorre una grande azione di coordinamento anzitutto con la Regione Liguria, per evitare che procedano proposte non ottimali per la soluzione del problema. Occorre quindi seguire costantemente la questione com'è stato fatto sinora; l'ordine del giorno di rinforzo a quest'azione è assolutamente necessario.
Analogamente, vi è la questione delle ricollocazioni, che in particolare si risolverà con la ricollocazione della Servizi Industriali.
Questa problematica è riuscita a toccare, finora, e non ancora compiutamente, solo l'Ecolinea di Leinì, l'unica ricollocazione in parte effettuata. Non è sufficiente enunciare un principio, Assessore: si sta ragionando sulla ricollocazione della "Servizi industriali", almeno da sette/otto anni; occorre coordinare bene i tempi perché il rischio di non giungere mai ad una conclusione di questa eterna vicenda esiste.
Queste le nostre considerazioni; ci riserviamo di entrare nel merito di altri aspetti, relativi ai parchi e ad altre politiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Vorrei esprimere il giudizio positivo del Gruppo sulla volontà della Giunta, e dell'Assessore in particolare, di contribuire ad affrontare la questione della rilocalizzazione della Servizi Industriali. Soprattutto condividiamo l'impostazione più in generale, riferita non soltanto alla Servizi industriali ma ai tanti problemi di carattere ambientale dell'area metropolitana, concentrati in una determinata zona. Mi sembra che quest'impostazione sia, finalmente, un modo corretto di affrontare la questione.
Un impegno della Regione in questo senso è essenziale, diversamente alcuni processi di rilocalizzazione non possono realmente avvenire, per le questioni economiche connesse a qualunque attività di rilocalizzazione.
Credo sia opportuno (non so quale sia la modalità più utile, se la Commissione oppure qualche altra modalità, in Consiglio), che il processo di rilocalizzazione della Servizi Industriali o di attività simili, ancor prima di essere fissato in un disegno di legge sia oggetto di riflessione in modo da comprendere meglio i meccanismi di carattere economico che si possono mettere in moto, di studiare una proposta che realmente possa contribuire alla soluzione del problema e soprattutto di cercare di innervare la rilocalizzazione con altre strutture pubbliche di trattamento dei rifiuti.
L'Assessore ci proponga la sede in cui affrontare tali questioni, per evitare anche un altro rischio che si può presentare. Si parla da tantissimi anni di Servizi Industriali, ci si trova sempre quasi alla scadenza senza aver risolto il problema: il rischio è di assumere soltanto un disegno di legge senza poi produrre gli effetti necessari, quelli della riorganizzazione. L'Assessore ci illustri quanto ritiene opportuno effettuare, dopo l'approvazione del bilancio, e le modalità con cui si intende concretamente operare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, sono in discussione i capitoli del bilancio di previsione '98 relativi alle deleghe sull'ambiente e più precisamente, per combattere e bonificare l'emergenza ambientale, i rifiuti del Piemonte e della Valle Bormida.
Per i gravissimi problemi della Valle Bormida, vi è forte rabbia e sconcerto dei Comuni e delle popolazioni per le poche risorse disponibili che per l'anno in corso sono praticamente date per certe.
Come tutti sanno, si tratta di problematiche ormai note, motivo di rabbia e vergogna per popolazioni da troppi anni abituate a promesse mai realizzate nella giusta dimensione, soprattutto relativamente alla bonifica ambientale.
Non è più accettabile promettere incentivi realizzando convegni o incontri nelle vallate, con popolazioni ormai completamente furiose; non ci si rende conto di ciò che si vive in quelle realtà. Stanziare finanziamenti esigui ed irrisori non è qualificante per la Regione e per il Consiglio regionale, anzi, pone problemi ulteriori e non sana aspettative che da troppi anni esse nutrono nella loro Regione.
Lo stesso discorso può applicarsi alle aree industriali. Il pericolo ambientale riguarda tutto il Piemonte, ma è particolarmente grave nel Piemonte sud in genere e nell'Alessandrino in modo particolare.
In Piemonte vi sono troppi siti ad alto rischio ecologico-ambientale rilevati anche dal Piano regionale dei rifiuti, nel quale, però, non compaiono indicazioni chiare ed incisive di risanamento, né particolare sensibilità da parte della Regione, che ha delegato la materia alle Province senza decisi controlli sulla materia delegata.
E' necessaria una politica ambientale più incisiva che parta dalla raccolta differenziata dei rifiuti e continui con una dura lotta contro le discariche abusive, per un riciclo serio e a bassi costi. Occorre, come Consiglio regionale, indirizzarsi verso una politica completamente diversa in questo settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, vorrei fare alcune considerazioni sul capitolo inerente l'ambiente, molto importante. Le qualità del mondo in cui viviamo é sempre più sentita dai cittadini come problema essenziale da cui dipende il nostro futuro e quello dei nostri figli. Si tratta di un settore non soltanto importante sotto l'aspetto della qualità della vita, ma anche sotto l'aspetto occupazionale. I risultati ottenuti nei vari settori sia sotto l'aspetto scientifico sia sotto l'aspetto tecnologico danno la possibilità di contenere l'occupazione in certi settori, ad esempio in quello industriale, ma anche di utilizzare tutta una serie di attività in ambienti di tipo diverso, volti al miglioramento della qualità della vita.
Non siamo molto soddisfatti del bilancio; si poteva fare di più. Per consideriamo positivo che molte considerazioni proposte in questi tre/quattro mesi dai vari Gruppi di opposizione siano state accolte. Alcune sono state recepite formalmente, inserendo risorse economiche nei vari capitoli di bilancio ed altre come disponibilità esplicitata da parte dell'Assessore, a dimostrazione del fatto che s'intende lavorare seriamente nella direzione di recepirle in futuro.
Fatta questa premessa di carattere generale, vorrei sottolineare alcuni aspetti positivi della formulazione di bilancio proposta.
Sono stati parzialmente accolti due capitoli che riteniamo fondamentali: innanzitutto, quello inerente il finanziamento ai Comuni della Valle Bormida, duramente colpiti da fenomeni di deterioramento nell'aspetto ambientale. Situazioni d'inquinamento che ancora perdurano che necessitano di una rilocalizzazione, di ritrovare le originali specificità produttive perdute nel tempo. Specificità produttive che non possono essere ottenute senza sostegno economico, in parte inserito in bilancio.
Ci sarà, a questo proposito, un ordine del giorno che darà alla Giunta e all'Assessore all'ambiente una serie di indirizzi ai quali la Regione Piemonte dovrà attenersi per andare speditamente in questa direzione naturalmente coordinandosi il più possibile con la Regione cointeressata al problema: la Liguria e gli altri enti interessati.
Anche il problema della rilocalizzazione della Servizi industriali nell'area torinese era una questione fondamentale, parzialmente accolta dal bilancio, dovrà essere ulteriormente seguita.
Vi è poi una considerazione di carattere generale, che riguarda tutti i Comuni del Piemonte: l'applicazione del Piano regionale sui rifiuti.
Riteniamo che un Piano importante come quello adottato l'anno scorso dalla Regione Piemonte - impegno legislativo che perdura ormai da anni debba essere sostenuto, oltre che da una forte motivazione culturale, anche da un reale sostegno economico.
Una politica del riutilizzo del rifiuto richiede un impegno economico grande per realizzare gli impianti previsti dal Piano, condizione necessaria per far decollare il sistema integrato del recupero e dello smaltimento dei rifiuti.
A questo proposito, condividiamo in parte l'opinione dell'Assessore: la realizzazione degli impianti è una cosa complessa, sia per un sistema legislativo assai "bizantino", che pone vincoli e crea lungaggini, sia per la difficoltà politica dell'individuazione dei siti. Opinione in parte condivisibile per quanto riguarda gli impianti, ma crediamo che qualche segnale concreto in più al bilancio poteva essere inviato in questa direzione a Province e Comuni.
Non condividiamo, invece, lo scarso sostegno economico previsto per la separazione del rifiuto, che pur necessitando di essere economicamente sostenuta, non trova adeguato riscontro in bilancio; non si tratta di impianti, non vi sono lungaggini di varia natura in campo: a nostro parere bisognava fare qualcosa in più.
Altra questione sulla quale manteniamo una forte riserva, chiedendo all'Assessore un'attenzione particolare quando si tratterà di verificare ulteriormente il bilancio alla luce di eventuali nuove entrate, è il capitolo 15315, che riguarda le spese di gestione per le aree protette regionali: l'anno scorso, la previsione di competenza era di 8 miliardi e 200 milioni, quest'anno è scesa a 6 miliardi e 500 milioni. Con un nostro emendamento, parzialmente accolto, tale previsione in termini di competenza sale di 1 miliardo e quindi arriva a 7 miliardi e 500 milioni.
Importo a nostro avviso comunque insufficiente, visto che, tra l'altro gli 8 miliardi e 200 milioni previsti l'anno scorso sono stati interamente utilizzati. In tal senso, non convince del tutto la risposta resa, ovvero l'accoglimento di un emendamento su altro capitolo (il 15180), riguardante gli oneri per il personale di Parchi e riserve naturali e regionali aumentato di 2 miliardi in termini di competenza rispetto alle previsioni dell'anno scorso. Sono state aumentate del 10% le spese per il personale mentre diminuiamo del 20% le spese complessive per la gestione dei Parchi.
Questo tipo di politica non ci convince; sottolineiamo che il problema delle aree protette regionali deve essere affrontato non soltanto in termini di funzionamento, ma anche di fruizione, di risposte, di possibilità di vissuto da parte dei cittadini. Una gestione attenta compatibile con le esigenze dell'ambiente, non può che essere favorita anche in funzione di aiuto allo sviluppo turistico di queste realtà ambientali.
Chiediamo che con gli assestamenti di bilancio futuri sia riconosciuta la priorità della gestione dei Parchi nel senso più complessivo del termine, sia per quanto riguarda il personale sia per quanto riguarda l'utilizzo al meglio dei Parchi piemontesi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, una breve dichiarazione conseguente alla relazione dell'Assessore Cavallera. L'emendamento presentato e ridiscusso in sede di I Commissione prevedeva già un modesto riequilibrio dei temi dell'ambiente e dei rifiuti.
Le ulteriori precisazioni dell'Assessore nella sua relazione mettono in evidenza una serie di elementi. Vogliamo sottolinearne due: intanto, la questione della rilocalizzazione della Servizi Industriali, grosso problema che riguarda l'Area metropolitana piemontese. Tale rilocalizzazione dovrà indubbiamente essere conseguente alle nuove direttive della legislazione presentata dal Ministro Ronchi; pertanto, controlleremo che il disegno di legge che dovrà essere presentato in proposito sia strettamente rispondente alla normativa, a forte tutela del territorio, che il Ministro ha individuato anche per questi impianti, che rappresentano un fortissimo impatto di carattere ambientale.
Lei ha parlato della Servizi Industriali, che è certamente un grande problema soprattutto per lo sviluppo del CAAT come struttura agro alimentare. In questo caso non vi è compatibilità, ma vi sono altre realtà dell'Area metropolitana torinese che possono essere oggetto di rilocalizzazione o di riequilibrio nel loro impatto ambientale. Seguiremo quindi la materia, soprattutto per la parte che riguarda la rigorosa applicazione dei principi che la normativa Ronchi ricollega alla materia dei rifiuti tossico-nocivi, così com'è necessario che questo dibattito di bilancio trovi una sua conclusione con un ordine del giorno che attenga alle problematiche della Valle Bormida.
Proprio ieri è venuta una delegazione dei rappresentanti della Valle Bormida a rappresentarci le loro preoccupazioni. Io non so, Assessore, se lei è dell'idea di fare un ordine del giorno prima della conclusione del dibattito sul bilancio; certamente in materia di ambiente non si fa mai abbastanza.
Come Gruppo avevamo presentato quattro emendamenti in materia ambientale, ai capitoli 15620, 26905, 26922 e 27035, per una somma complessiva di 4 miliardi. Non tutto è stato accolto, ma riteniamo che questi capitoli potranno trovare una loro integrazione eventualmente in fase di assestamento. In tal senso, ritireremo i suddetti emendamenti rinviando alla discussione dell'assestamento, con le precisazioni fatte in materia di rilocalizzazione della Servizi Industriali e dell'ordine del giorno sulla Valle Bormida.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, per Rifondazione Comunista la tematica ambientale in generale, con le varie sfaccettature che presenta, è una delle tematiche fondamentali, forse la più importante. Tematica che non seguiamo con un'ottica semplicemente di tipo ecologico, pure importantissima: tutti vogliamo aria pulita, acqua pulita.
Nel pensare alla crisi dell'attuale sistema di sviluppo e immaginando il rilancio di uno diverso, crediamo che l'ambiente sia una leva fondamentale su cui agire. Quando pensiamo alla creazione di posti di lavoro all'interno dell'attuale sistema attraverso logiche come la riduzione dell'orario, siamo ben coscienti che questo strumento è del tutto insufficiente, per quanto importante.
Divergiamo fortemente con l'impostazione dominante purtroppo anche in questa Regione, attraverso il DOCUP e tutta la serie di scelte conseguenti.
Pensiamo alle politiche dei trasporti; si afferma che a fronte della crisi di questo sistema occorre rilanciare una serie di grandi infrastrutture: non si tratta di logica solo nostra, non è una logica che viene da lontano: proviene dal libro bianco di Délors. Infatti, ci si rende conto delle difficoltà del vecchio sistema di sviluppo, e soprattutto delle difficoltà insormontabili nell'abbinare sviluppo economico e sviluppo occupazionale.
La soluzione proposta è quella delle grandi infrastrutture.
Rifondazione Comunista concorda sul tema delle grandi infrastrutture e sui contenuti di queste ultime che dissente.
Per Rifondazione Comunista il primo grande investimento infrastrutturale da attuare sta a monte, in una politica complessiva di miglioramento dell'ambiente e del suolo, ed è in tal senso che continuiamo una battaglia iniziata già negli anni scorsi.
Riteniamo insufficienti le cifre iscritte nei capitoli di bilancio anche all'interno della logica più ampia degli investimenti che ricordavo prima, tenendo conto del DOCUP e della serie di scelte che si intrecciano con il bilancio stesso.
La scelta di un grande investimento sulla struttura, sui fiumi, sulle montagne, sulla forestazione, per una cura delle zone più devastate partendo da progetti prioritari, migliorerebbe le condizioni di vita di tutti e offrirebbe un territorio migliore per uno sviluppo economico dalle varie sfaccettature. Potrebbe voler dire anche turismo attraverso uno sviluppo non più concentrato solamente sulle grandi città, ma che si diffonde sul territorio. Avremmo anche un ritorno occupazionale poiché i grandi lavori infrastrutturali sul territorio non sono basati sull'utilizzo di tecnologia avanzata, che crea pochi posti di lavoro. Le grandi opere ormai si realizzano con macchinari con certe caratteristiche; un intervento sul territorio avrebbe sicuramente caratteristiche diverse e a parità di spesa avrebbe una ricaduta occupazionale consistente.
Nell'ipotizzare azioni di indubbia utilità per l'intera comunità, si affronti anche il problema occupazionale, in una logica di superamento degli attuali lavori socialmente utili. Si potrebbe concepirli come un qualcosa di più strutturale, di creazione di attività permanente, in una logica non più soltanto assistenziale.
Da questo punto di vista non siamo soddisfatti delle scelte del bilancio; e non è problema del collega Cavallera e del suo Assessorato - al quale, peraltro, occorre riconoscere una certa sensibilità, una certa coscienza -; è il bilancio nel suo insieme che non fa questo tipo di scelte: è discorso che va più in là, alla Giunta nel suo complesso Presidente Ghigo.
Per quanto ci riguarda, insisteremo costantemente sulla riduzione dell'orario di lavoro, sul problema dell'ambiente, sui servizi sociali: questi i tre grandi filoni al centro della nostra battaglia per un diverso modello di sviluppo che abbia al centro la creazione di posti di lavoro.
Rifiuti. E' problema grave, che viene affrontato con opere di risanamento; ma il fatto che se ne sia preso coscienza e si cominci ad intervenire non l'ha risolto che in minima parte. La quantità di siti da bonificare è ancora estremamente alta.
Occorre anche ripensare alla politica dei rifiuti.
Il Piano regionale dei rifiuti dal punto di vista operativo rimane spesso alle affermazioni: non pensare alla discarica ma alla produzione di energia con i rifiuti è un'operazione che tende a considerare il rifiuto non come ad un qualcosa da ridurre e da eliminare, ma addirittura come possibile risorsa energetica. Si arriverebbe addirittura a non avere più l'interesse a produrne meno, ma, al limite, di garantirne una certa produzione per mantenere in funzione gli impianti. Questa è una delle ragioni per cui pensiamo che gli impianti debbano essere, non al centro, ma addirittura cancellati dai Piani sui rifiuti: un'ultima speranza cui aggrapparsi. Non è più possibile permettere che si speculi sui rifiuti: chi ha un impianto vuol trarne profitto, non può essere interessato ad una logica di riduzione della materia prima cui attinge. Qualora si attuassero scelte di questo genere, dovrebbero essere sotto stretto controllo pubblico, che in una logica più generale può ad un certo punto non essere più interessato a mantenere in vita forzatamente un impianto. Il privato che ha investito in un impianto non ha compensazioni possibili, a meno che lo Stato non lo rifonda dei minori guadagni che realizza.
Avremmo preferito scelte più forti dal punto di vista della selezione del riciclaggio, del riutilizzo dei rifiuti.
Vi è inoltre la questione della non creazione dei rifiuti, una delle scommesse su cui siamo estremamente arretrati. I rifiuti si possono anche non creare; pensiamo agli imballaggi, ma anche alla pubblicità - gratuita che arriva alle nostre cassette delle lettere.
Riteniamo che il problema sia a livello di elaborazione di leggi soprattutto nazionale; in assenza di una legislazione di appoggio nazionale è più difficile operare localmente. Riteniamo che la Regione Piemonte abbia affrontato la questione meno peggio che in passato: occorre mantenere la stessa pressione, la stessa sensibilità, cominciando a sottolineare l'esigenza di individuare strumenti anche legislativi per arrivare a ridurre la quantità di rifiuti prodotti.
Riteniamo importante investire in progetti-pilota, ma anche nella loro individuazione là dove mancano; ci dispiace la mancanza di sensibilità della Giunta su questo terreno. Crediamo che il problema abbia una tale ampiezza e una tale importanza per cui non si devono utilizzare unicamente i residui del passato, ma dare un chiaro segnale nel futuro.
Dunque, manteniamo gli emendamenti che intendono sottolineare questo tipo di esigenze.



PRESIDENTE

Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 15193 è incrementato di L. 200 milioni prelevando in diminuzione dal capitolo 15950"." La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intendiamo mantenere l'emendamento, che fa riferimento ai servizi per educazione ambientale.
Come competenza del 1997 a bilancio vi erano circa 190 milioni, di cui 113 quali residui passivi; a "zero" la competenza dell'anno 1998, prevedendo l'utilizzo dei residui passivi che non sono stati spesi.
Intanto, intendo svolgere una valutazione generale e complessiva sull'importanza di questi servizi in modo antecedente rispetto ad un intervento sul territorio. I servizi di educazione ambientale rappresentano in primis un servizio per la popolazione; in secondo luogo, per rappresentano uno strumento di formazione.
L'elemento "ambiente", non può essere solo la conseguenza di una politica di intervento diretto sul territorio, ma anche un'acquisizione culturale.
Molte le osservazioni mosse in merito al problema. Sarebbe utile e interessante capire le difficoltà dei Comuni nell'utilizzare i finanziamenti regionali per istituire servizi volti all'educazione ambientale. E' infatti necessario un intervento diretto della Regione al fine di rimuovere le cause che creano difficoltà a mettere direttamente sul campo i finanziamenti regionali. Ciò significa "equipaggiarsi" di strumenti, di progetti, di idee creative da introdurre nel territorio per divulgare il più possibile la tematica della tutela ambientale.
Nonostante i nostri emendamenti contengano valutazioni complessive per aree tematiche, riteniamo di aver sollevato in questa fase particolare emendamenti di merito; ovviamente, non certo su tutte le questioni che riteniamo importanti, ma perlomeno su alcune: il lavoro, l'ambiente, lo studio, l'assistenza, la cultura.
Sul capitolo in esame abbiamo chiesto un incremento a 200 milioni, per dare un segnale forte rispetto ai servizi di educazione ambientale, pur considerando l'esistenza di residui passivi: comunque, quindi, vi sono difficoltà.
Il ragionamento più complessivo che emergerà sicuramente nel dibattito di merito sul bilancio è anche quello di incentivare, trovare gli strumenti affinché i Comuni e coloro che devono accedere ai finanziamenti regionali lo facciano. Non possiamo continuare ad avere un bilancio pieno di residui passivi e quindi di cifre che talvolta sono impegnate ed altre no, per difficoltà oggettive, nel territorio, di informazione, per la promozione di progetti e di servizi - in questo caso, nel campo ambientale.
Manteniamo quindi l'emendamento, che proponiamo all'attenzione della Giunta, pur considerando quanto risposto complessivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, la tematica ambientale è ritenuta tra le più qualificanti e strategiche dal Gruppo di Rifondazione Comunista sul bilancio preventivo 1998, parallelamente a quella sul lavoro determinante e decisiva relativamente alla nostra impostazione, sia politica sia finanziaria, di bilancio.
Occorre, a nostro avviso, procedere anche in sede di Regione Piemonte nella politica della riduzione dei rifiuti e nella ricerca della raccolta differenziata dei rifiuti per sanare l'ambiente del territorio piemontese dall'inquinamento e dalle discariche. Ovviamente, promuovendo soprattutto azioni forti contro quelle abusive.
Sono necessari maggiori fondi a bilancio per svolgere una politica regionale ambientale diversa, più attuale soprattutto per quanto riguarda il Piemonte e l'Italia, che stanno per entrare in Europa e per le esigenze di sanare l'ambiente.
I servizi per l'educazione ambientale in Piemonte sono importantissimi soprattutto per il territorio e per le popolazioni interessate. Occorre quindi capire le difficoltà dei Comuni piemontesi per tali servizi e intervenire con progetti creativi e mirati al fine di divulgare innanzitutto, la tematica ambientale, determinante per l'esercizio di questi servizi, e anche per promuovere con le necessarie iniziative una giusta e doverosa politica ambientale di risanamento di difficoltà e carenze. E' giusto che i Comuni intervengano ma anche che abbiano tutti i supporti, anche finanziari, da parte della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, per semplificare i lavori illustrerei gli emendamenti ad una serie di altri capitoli: 15230, 15236 15620, 15700, 15745, tutti collegati tra loro, poiché hanno a che fare appunto, o con le politiche dirette sul problema dei rifiuti o, anche, come il capitolo appena affrontato, sull'educazione ambientale.
Com'è evidente, le due tematiche s'intrecciano tra loro; favorire un'educazione allo smaltimento, al riciclaggio, alla selezione dei rifiuti favorire le politiche che gli Enti locali intendono adottare in quella direzione.
Non spenderò molte altre parole, perché nell'intervento svolto all'inizio mi ero già soffermato sufficientemente su questo punto.
Volevo soffermarmi un attimo e attirare l'attenzione della Giunta sul capitolo 15700 per sollevare un particolare problema, riguardante anche il settore lavoro.
Relativamente al riutilizzo della carta da, macero Rifondazione Comunista negli anni scorsi aveva elaborato un progetto interessante che avrebbe permesso, tra l'altro, di mantenere un'attività economica significativa all'interno della Valle di Lanzo. Si tratta dell'attività della cartiera, che, come abbiamo letto in questi giorni sui giornali, è nuovamente minacciata; siamo di nuovo di fronte al rischio di una riduzione drastica - 50% - dell'occupazione attuale, che porta a compimento ultimo un lungo declino.
In passato, un utile progetto di riciclaggio e riutilizzo della carta da macero permetteva la creazione di nuova attività e il mantenimento di quella attuale. Ci si è successivamente scontrati con un problema di finanziamenti dell'Unione Europea legato al rapporto tra partner privati e pubblici, per cui il progetto non è decollato ed è passato nel "dimenticatoio".
Purtroppo dal dimenticatoio ci sveglia la realtà che abbiamo letto nei giorni scorsi, di un ridimensionamento ulteriore dell'attività, in una zona in cui il problema del declino è già a gravi livelli.
La Giunta dovrebbe, nel suo insieme, verificare come intervenire. La Burgo sostiene che non è questione che si può risolvere dall'oggi al domani; nel prenderne atto, visto che l'allarme lanciato è serio, occorre individuare tutte le possibilità concrete di intervento dei vari Assessorati, al limite andando a rivedere quel progetto, che ad un certo punto sembrava dovesse trovare immediata realizzazione. Potrebbe rivelarsi una soluzione per il territorio, per l'azienda e per i lavoratori colpiti dalla ristrutturazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Il Gruppo DS ritira i propri emendamenti, lasciando alla memoria dell'Assessore quelli ai capitoli 15650 e 27035, che nel corso del mio precedente intervento ho sottolineato. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La mia non intende essere una replica, condividendo quanto detto dai colleghi Consiglieri, ma una presa d'atto di tutte le considerazioni emerse e la conferma dall'attenzione richiesta.
Non ho alcuna difficoltà, collega Saitta, ad una comunicazione relativa al problema delle rilocalizzazioni, da prevedere in sede di Commissione.
Per quanto riguarda il richiesto coordinamento tra i vari settori dall'amministrazione in materia di ambiente e territorio, avremo la possibilità, quando discuteremo la legge attuativa della Bassanini (dato che l'ultimo provvedimento tocca proprio tutti questi filoni) di confrontarci e trovare soluzioni adeguate.
In Commissione avremo modo di affrontare anche tutte le questioni di carattere generale.
Per quanto riguarda gli ultimi interventi, concordo sul fatto che l'attenzione all'ambiente e all'educazione ambientale è questione strategica e fondamentale. Faccio presente che quello cui si faceva riferimento è un capitolo di fondi statali reimpostati, il che significa che vi è stato un grosso impegno, negli anni, da parte dell'amministrazione, anche grazie ad una struttura motivata in questo senso.
Ritengo che il Gruppo di Rifondazione Comunista abbia presentato l'emendamento in modo provocatorio, poiché tecnicamente non ricevibile essendo un fondo statale reimpostato: non possiamo di certo rideterminarlo in questa sede.
Concludo con un'affermazione che potrebbe sembrare contraddittoria: ribadisco l'attenzione alle questioni sollevate, ma esprimo anche la accoglibilità, al momento, di tutti gli emendamenti presentati e mantenuti.
Naturalmente, non dimentico gli emendamenti ritirati, poiché sono l'indice di un'attenzione all'operato dell'amministrazione, come peraltro sottolineato dal collega Papandrea che ricordava una certa disponibilità e sensibilità.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico dell'emendamento 1).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI' 7 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: "Il capitolo 15200 è implementato di L. 1 miliardo"." La parola al Consigliere Montabone per l'illustrazione.



MONTABONE Renato

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, l'emendamento che ho presentato intende sottolineare un importante problema di carattere ambientale. Ho chiesto di iscrivere a bilancio la cifra un miliardo per spese di risanamento idrologico e naturalistico dei laghi di Avigliana.
La gestione del parco dei laghi di Avigliana non risolverà certamente il suo problema fino a quando le acque del lago non saranno risistemate.
Credo si tratti di un intervento doveroso - già iniziato da parte della Regione - che dovrebbe proseguire fino al suo completamento. Non so se l'Assessore all'ambiente conosce a fondo la questione; vorrei che mi si desse una risposta in merito. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

L'intervento del Consigliere Montabone è conseguente ad un errore commesso all'inizio della seduta - di cui mi scuso - in cui avevo chiesto ai colleghi di incominciare la discussione da un capitolo attinente all'area Parchi. L'area Parchi ha una sua omogeneità ed attiene peraltro all'Assessore pro tempore, Presidente Ghigo. Completerei, dunque, se il Consigliere Montabone e gli altri Gruppi sono d'accordo, le deleghe e i capitoli attinenti all'area ambiente e alle aree di competenza dell'Assessore Cavallera. Chiedo di rinviare questo emendamento alla discussione attinente all'area Parchi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento al capitolo 15230.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 33 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 15236 è incrementato di L. 500.000.000 prelevando in diminuzione dal capitolo 15950".
La Giunta non accoglie l'emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 15620 è incrementato di L. 500 milioni prelevando in diminuzione dal capitolo 10870".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI' 6 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 15640 è incrementato di L. 50 milioni prelevando in diminuzione dal capitolo 10870".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 15700 è incrementato di L. 200 milioni prelevando in diminuzione dal capitolo 15950".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 6 voti favorevoli, 30 contrari e 8 astenuti.
L'emendamento presentato dalla Lega Nord al capitolo 15720 è ritirato.
Gli emendamenti presentati dai Consiglieri Montabone e Spagnuolo al capitolo 15735 sono ritirati.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 15745 è incrementato di L. 100 milioni prelevando in diminuzione dal capitolo 15950".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
L'emendamento presentato dal Gruppo DS al capitolo 26860 è ritirato.
L'emendamento presentato dalla Consigliera Spagnuolo al capitolo 26865 viene momentaneamente accantonato perché considerato facente parte dell'area di bilancio attinente ai parchi.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 26905 è incrementato di lire 8 miliardi mediante una riduzione di pari entità al capitolo 27170".
La parola al Consigliere Moro per l'illustrazione.



MORO Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo per illustrare l'emendamento in esame e per un breve accenno anche ad altri presentati dal nostro Gruppo.
Dalla presentazione dei nostri emendamenti sulla politica dei rifiuti e sull'educazione allo smaltimento e al riciclaggio, appare chiara l'importanza strategica e politica che il Gruppo di Rifondazione comunista dà a questa tematica.
In Piemonte vi sono troppi siti ad alto rischio ecologico ambientale presenti nel Piano regionale dei rifiuti. Non risulta vi siano indicazioni chiare e incisive di risanamento e di sensibilizzazione da parte della Regione Piemonte, che com'è ovvio ha delegato le Province, ma senza un preciso controllo della materia delegata.
Ribadisco quanto già affermato nel precedente intervento in materia ambientale: vi è l'esigenza di una corretta e più democratica politica ambientale regionale che vada dalla raccolta differenziata dei rifiuti alla lotta alle discariche abusive, per un riciclo serio e a bassi costi.
Occorre intravedere altre direzioni; ad esempio, relativamente alla politica della raccolta della carta da macero, indichiamo come Gruppo regionale un progetto che potrebbe avere ricadute occupazionali. In tal senso, abbiamo dato indicazioni precise per un progetto che comporta maggiori possibilità di investimento da parte della Regione Piemonte.
Relativamente al capitolo 26936 - "Contributi, investimenti, sistema integrato smaltimento" - chiediamo un aumento di 8 miliardi; per il capitolo 26940 - "Contributo recupero aree degradate e coltivate a specie protette" - chiediamo invece un aumento di 3 miliardi. Riteniamo infatti questi tipi di investimenti molto importanti e qualificanti per il Piemonte.
Nel nostro emendamento al capitolo 26984 - "Investimenti per fondo per minore produzione rifiuti", abbiamo richiesto un aumento di 6 miliardi; in quello al capitolo 26985 "Fondo per interventi urgenti di bonifica" l'aumento richiesto è di un miliardo: cifre che riteniamo congrue ed eque in relazione ad una nuova politica di rifiuti.
Il capitolo 26991 riguarda gli "Investimenti per spese di documentazione sul Po", altra tematica importante, decisiva e importantissima per quanto riguarda la politica ambientale: richiediamo un aumento di 1,5 miliardi.
Al capitolo 27035 "Contributi per investimenti per riduzioni e riutilizzo rifiuti", altra voce importantissima per una politica ambientale diversa e decisiva sul versante del recupero e del riutilizzo dei rifiuti chiediamo un aumento di un miliardo.
Abbiamo altri due capitoli in discussione: il 23985 a enti locali per "opere idrauliche idrogeologiche", per opere idrauliche e idrogeologiche.
Riteniamo importantissima questa voce cui abbiamo imputato una cifra non eccessivamente elevata, ma certamente indicativa: un aumento di 10 miliardi.
Al capitolo 24000 - contributi a Enti locali - capitolo d'investimenti molto importante, abbiamo chiesto un aumento di 3 miliardi, per eliminare i rischi-suolo.
Ho illustrato una serie di capitoli che come Gruppo di Rifondazione Comunista riteniamo importantissimi e soprattutto decisivi per quanto riguarda la qualificazione della tematica in esame, in relazione anche agli investimenti a bilancio preventivo 1998, che riteniamo debbano essere tenuti nella dovuta considerazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo per un'ulteriore illustrazione generale, per contenere il più possibile i tempi. Su grandi questioni, in particolare sull'ambiente, abbiamo in realtà tentato di fare due tipi di ragionamenti generali: l'uno per la parte corrente, l'altro per quanto di relativo agli investimenti.
Per quanto riguarda quest'ultima parte, abbiamo sottolineato, con emendamenti che indicano cifre significative, l'esigenza di un intervento in materia ambientale - bonifiche e quant'altro - perché nell'ambito degli investimenti, e quindi delle spese in conto capitale, c'è la necessità, e l'opportunità, di interventi che non prevedono obblighi dal punto di vista finanziario, ma opere a più lunga durata.
Tramite le spese d'investimento si può prospettare una politica strategica, in termini, sostanzialmente, di impatto ambientale, con obiettivi di carattere pluriennale, di intervento a più lunga durata.
Seppure nell'ambito delle spese correnti l'intervento regionale da un punto di vista strettamente di bilancio, è vincolato rispetto a delle esigenze abbiamo ritenuto di sollevare questioni politiche importanti. Le cifre come avrete rilevato, vanno da 3 a 10 miliardi per questioni che riteniamo fondamentali e centrali nell'ambito della politica ambientale. Proprio per questo motivo avevamo chiesto e continuiamo a chiedere un'attenzione più precisa e sostenuta dal punto di vista di risorse finanziarie nell'ambito dei capitoli che permettono una politica adeguata in termini di sviluppo programmatico più ampio e quindi pluriennale.
Politica che dev'essere perseguita attraverso un investimento atto a permettere questo tipo di rapporto con il territorio.
Abbiamo richiesto un'attenzione, che non c'è stata prestata, sulle tematiche ambientali; riproporremo sicuramente questi elementi in termini di discussione generale e rispetto alla politica delle aree protette ovvero dei parchi.
Riproporremo questa stessa attenzione nell'ambito dell'assestamento.
Riteniamo inadeguate le risposte ricevute, se non in termini di politica complessiva e in termini di "ci pensiamo poi all'assestamento"; là avremo gli strumenti per intervenire sulle tematiche sollevate in modo più diretto e forse più specifico dal punto di vista finanziario. Questo non significa che non ci siano state risposte, oggi, soprattutto in tema d'investimento, che potevano forse prevedere una disponibilità maggiore della Giunta su una tematica così importante e centrale rispetto allo sviluppo complessivo del Piemonte.
Nelle scorse giornate abbiamo discusso, in modo interessante, del Piano di sviluppo regionale, ricollegandoci ad uno dei pezzi centrali della politica dello sviluppo del Piemonte. Ragionamenti che abbiamo tentato di riproporre, anche se in modo snello, sottolineando la "volontà" di superare una pregiudiziale politica che mi pare si sia sciolta.
Ci pare comunque che determinate questioni vadano sottolineate più precisamente; le accenno, Presidente, che come sui capitoli precedenti chiederemo l'appello nominale su ogni tipo di emendamento, affinché risulti la volontà politica del nostro Gruppo di richiedere un'attenzione più forte, più particolare su questi temi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Una brevissima replica ed un giudizio di non accoglibilità sugli emendamenti. Questo però non significa che non si debba in questa sede richiamare l'attenzione, ad esempio, relativamente alle bonifiche, a quanto è contenuto nei documenti di programmazione - i famosi DOCUP - che hanno come assi prioritari il recupero del terreno.
Per quanto riguarda l'obiettivo "2" - le zone a declino industriale con conseguenti complessi abbandonati da riutilizzare - si contano alcuni interventi significativi. Interventi che a volte devono essere analizzati a fondo vista la loro grande articolazione: l'area metropolitana torinese, la zona del Verbano-Cusio-Ossola e la Valle Scrivia. Arricchiamo quindi la dotazione finanziaria al di là dei capitoli singoli.
Per quanto riguarda la considerazione secondo la quale occorre considerare l'ambiente come risorsa e non solo come vincolo, quindi anche come fonte di occupazione, sono perfettamente d'accordo. La legge n. 59 sui rifiuti, la legge-Ronchi e il Piano di gestione dei rifiuti vanno in questa direzione.
Non abbiamo compiuto la scelta dell'inceneritore di per se stessa, ma per l'equilibrio previsto dal Piano, per cui abbiamo un terzo di raccolta differenziata, un terzo di recupero energetico d'incenerimento e un terzo relativo alle discariche: ci pare una soluzione praticabile.
Iniziare prima dalla raccolta differenziata piuttosto che dagli inceneritori è, colleghi, la scelta che, di fatto, abbiamo compiuto. Mentre per la raccolta differenziata, seppur con grande difficoltà, si è riusciti a partire, per quanto riguarda l'incenerimento, mi sembra, siamo ancora in fase di dibattito. Mi auguro si possa passare, anche per iniziativa della Regione - e spero di ricevere riscontri già nel Piano regionale di sviluppo alla fase realizzativa.
Per quanto riguarda la difesa del suolo, non dimentichiamo che nella Bassanini - proprio nella legge-madre nazionale - la difesa del suolo è mantenuta come grande intervento di rilievo nazionale. Se vogliamo usare uno slogan, dai quali in genere rifuggo, condivido anch'io la necessità di definire gli interventi di difesa del suolo come "la prima infrastruttura" di cui il Paese ha bisogno.
Ma questo non tanto per intendere il suolo come un qualcosa di non utilizzabile oppure da utilizzare per esigenze di sviluppo. Personalmente divergo un poco dalle valutazioni fatte in precedenza, nel senso che ritengo che certe infrastrutture, ben fatte, siano necessarie per la nostra Regione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
La Consigliera Spagnuolo dichiara di ritirare gli emendamenti presentati ai capitoli 26905 e 26922. - Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 26925 'Somme per interventi urgenti per il recupero dell'area industriale di Casale Monferrato' è incrementato di L. 4 miliardi mediante una riduzione di pari entità del capitolo 27170.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 28 contrari e 1 astensione.
Gli emendamenti ai capitolo 26927 e 26935 presentati dai colleghi Riba Suino, Miglietti, Foco, Bortolin, Bellion, Manica, Riggio, Vindigni Marengo e Bertoli vengono ritirati dai proponenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 26936 'Contributi per investimenti per il sistema integrato di smaltimento' è incrementato di L. 8 miliardi mediante una riduzione di pari entità del capitolo 27170.".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 26940 'Contributi per recupero aree degradate e coltivazione di specie protette' è incrementato di L. 3 miliardi mediante una riduzione di pari entità del capitolo 27170.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 29 contrari e 1 astensione.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 26984 'Fondo per minore produzione di rifiuti' è incrementato di L. 6 miliardi mediante una riduzione di pari entità del capitolo 27170.".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 10 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 26985 'Fondo per interventi urgenti di bonifica' è incrementato di L. 1 miliardo mediante una riduzione di pari entità del capitolo 27170.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 28 contrari.
L'emendamento presentato al capitolo 26991 viene momentaneamente accantonato perché considerato facente parte del Bilancio relativo ai Parchi.
La Consigliera Spagnuolo dichiara di ritirare l'emendamento presentato al capitolo 27035.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 27035 'Contributi per investimenti per la riduzione e riutilizzo di rifiuti' è incrementato di L. 1 miliardo mediante una riduzione di pari entità del capitolo 27170.".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'emendamento è respinto.
E' così terminato l'esame dell'area-ambiente.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Ringraziando i colleghi per la collaborazione fin qui dimostrata intendo porre termine all'esame dell'area-ambiente ricordando che permane l'impegno di un ordine del giorno per quanto attiene alle problematiche della Valle Bormida e all'esplicitazione del problema delle rilocalizzazioni. Quest'ultimo, ripreso in un emendamento ritirato dal proponente Gruppo DS, anche se previsto in termini quantitativamente diversi, verrà preso in considerazione da parte della Giunta regionale al termine della discussione delle singole aree omogenee di bilancio, in un emendamento in area capitale per rilocalizzazioni di impianti di trattamento rifiuti - credo sarà questa la denominazione - con una definizione di 2 miliardi nell'area investimenti.
Questo quanto era mio intento far presente al Consiglio, in chiusura della discussione dell'area ambiente.
Se i colleghi sono d'accordo, suggerirei di passare all'area della cultura e cederei la parola al collega Leo, per seguire la modalità che insieme si erano sin qui definite. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura

Care colleghe e cari colleghi, cercherò di essere essenziale per non rubare troppo tempo al Consiglio e dedicarmi invece all'ascolto delle proposizioni da esso provenienti.
Alcune osservazioni. In seguito al corposo dibattito in Commissione molto approfondito, sulla seconda e terza nota di variazione - in seguito all'aggiunta dei 68 miliardi - 15 miliardi sono stati destinati al settore cultura. l dibattito cui ho accennato, positivo ed intenso, per il quale desidero ringraziare - non è formale - tutto il Consiglio, ha portato alla risoluzione di alcune emergenze e al confronto su altre questioni ed altre problematiche.
Ho letto con grande attenzione, e singolarmente, gli emendamenti presentati dai Gruppi, notevolmente positivi, che colgono aspetti molto importanti del dibattito sulla cultura.
Ritengo anch'io necessarie delle risorse aggiuntive: i dati da voi segnalati con gli emendamenti sono assolutamente condivisibili.
Credo anche - e mi rivolgo a tutto il Consiglio, ma in particolare alla Commissione, a partire dal suo Presidente, dal Vicepresidente, dai colleghi stessi della Commissione - sia necessario, come è stato richiesto dai Capigruppo di minoranza ed enunciato dal Presidente, un approfondimento di linee culturali, delle riflessioni, una puntualizzazione, un grande dibattito su questo argomento.
Siccome è anche consapevolezza - lo dico con forza - della maggioranza e della Giunta regionale che ciò debba accadere, si potrebbe ipotizzare lo propongo ai colleghi del Consiglio e della Commissione - un serio momento di dibattito, come richiesto in Consiglio ed anche già ipotizzato tempo fa dalla Commissione consiliare, poi non potutosi realizzare per gli avvenimenti a tutti noti sulle vicende del bilancio.
Un grande dibattito di confronto ed approfondimento, sia sulle strategie complessive sia sul rapporto della Regione con i grandi enti, più volte giustamente ricordato (Teatro Regio, Teatro Stabile, Museo del Cinema, tutto il sistema) sia sulle novità poste dalla legislazione nazionale.
Approfitto per informare il Consiglio che lunedì mattina sarò dal Ministro Veltroni per parlare delle "questioni culturali piemontesi" e che nei prossimi giorni ci saranno, prima a Venezia e poi a Roma, due grandi momenti di dibattito sulle deleghe nel tema della cultura da parte del Governo alle Regioni.
Credo, quindi, che l'approfondimento richiesto opportunamente dai Consiglieri sia assolutamente importante. Di conseguenza, e vengo alla parte finale, sulla base di questo dibattito e ragionamento, di approfondimento dell'individuazione delle linee, delle criticità, delle proposte, ecc., si potrebbe costruire l'ipotesi di assestamento di bilancio coerente e collegato alle linee emerse dal dibattito. Questa la proposta politica, fatta con grande franchezza al Consiglio regionale.
Gli accoglimenti degli emendamenti sono stati minimi, ma, ripeto riprendono tematiche così vaste ed importanti che intendiamo ricondurli in sede di assestamento nella misura congrua e necessaria.
Fra le proposte di accoglimento di emendamenti, i 3 miliardi concordati con l'Università del Piemonte orientale; do inoltre notizia della costituzione di un Comitato misto formato da rappresentanti dell'Università e degli Enti locali, e per questi ultimi è stata scelta la Regione. E' un Comitato di soli 4 membri (i Rettori dell'Università ed un rappresentante della Regione), istituito dal Governo, molto snello ed efficace, dove avremo il modo di portare la nostra voce.
Vi sono, poi, emendamenti o suggerimenti sul restauro di immobili d'interesse storico, Musei e biblioteche, per alcuni dei quali non è necessario accogliere l'emendamento perché sono già posti fra le priorità della Giunta, cioè nei fondi già assegnati all'Assessorato (tre miliardi).
Inoltre, e chiudo sul conto capitale, c'è un ordine del giorno depositato da vari Consiglieri, sulle compensazioni per il Giubileo, per quelle zone del Piemonte non toccate dal Giubileo; un ordine del giorno verso il quale mi dichiaro favorevole, come impostazione, e che considero molto importante. E' un documento che ci impegna, subito o in fase di assestamento, a procedere su questa linea e compensare le zone non toccate dal decreto governativo sul Giubileo (il cuneese, per esempio, per eccellenza).
Sulla spesa corrente, c'è l'emendamento sulla lingua piemontese, sullo Statuto Albertino e le manifestazioni alfieriane e quello molto importante e significativo, di un miliardo, sul Teatro Regio. Questi gli emendamenti che intendiamo accogliere.
Ho voluto essere essenziale; sono a disposizione per illustrare ogni capitolo, ogni criticità, ogni punto particolare, ma credo, avendo colloquiato anche con alcuni autorevoli Capigruppo e Consiglieri, che la linea politica da proporre, corretta e di coinvolgimento di tutto il Consiglio, possa essere questa. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, sulla questione della cultura abbiamo presentato molti emendamenti di merito in cui chiediamo risposte anche in termini finanziari.
L'Assessore Leo, con la sua abilità e simpatia, risponde proponendo un dibattito. Credo sia quella della Commissione, Assessore, la sede per approfondire certe questioni, dove il dibattito è sempre stato forte e vivace rispetto alle linee di impostazione, anche strategiche e culturali che la Regione, nell'ambito della cultura e dell'iniziativa rivolta all'educazione, al diritto allo studio, ecc., ha espresso. C'è una fase in cui il dibattito deve raggiungere una sintesi: nel bilancio l'espressione del dibattito deve vedere un impegno anche finanziario. L'impegno finanziario dovrebbe desumere e presupporre anche una priorità, che nell'ambito della cultura l'Assessore si propone di realizzare e raggiungere.
Viceversa, abbiamo trovato anche nel settore della cultura un bilancio un po' spezzettato, rispetto a varie questioni importanti, come il diritto allo studio, l'educazione permanente, le attività culturali, i sistemi bibliotecari, i contributi ai Comuni ed Enti locali, ecc..
Apprezziamo, per esempio, lo sforzo fatto per il Teatro Regio entreremo più specificatamente nel merito quando ne esamineremo il capitolo relativo - ma la sensazione è dell'assenza di un progetto.
Quando ci siamo trovati in sede di consultazione, nella VI Commissione ad audire i rappresentanti di varie Associazioni culturali, la sensazione che abbiamo avuto e che ci sentiamo di esprimere è che non ci fosse un progetto per la cultura, in Piemonte.
Con i nostri emendamenti abbiamo tentato di segnalare - pur sulla base di un bilancio che non è sicuramente il nostro e che quindi è stato costruito con percorsi che non avremmo scelto - delle priorità e dei percorsi su cui ritenevamo andasse fatto uno sforzo in più.
Prima fra tutte, per esempio, la questione del diritto allo studio.
Come Gruppo abbiamo chiesto un aumento di 7,5 miliardi ed e di 1,5 miliardi per i progetti in materia di diritto allo studio, rivendicando la necessità di approfondire, anche tramite la VI Commissione, il rapporto già instaurato in una prima audizione con l'Ente al diritto allo studio. L'Ente ha espresso in più sedi difficoltà dal punto di vista finanziario, nel ricollegare la sua politica del diritto allo studio alla politica regionale, difficoltà rivolte al rapporto con l'Università e con il diritto allo studio. Su questo abbiamo chiesto uno sforzo finanziario maggiore.
Proporre uno sforzo rispetto al diritto allo studio significa anche proporre questioni sulle quali gli sforzi, a nostro avviso, non devono essere effettuati.
Penso, per esempio, al capitolo delle scuole materne autonome; il nostro emendamento di azzeramento dei finanziamenti alle scuole materne autonome non era provocatorio, ma teneva conto delle attuali esigenze sul territorio, sicuramente più diffuse nell'ambito della scuola pubblica.
Penso, per esempio, alle sale studio che con grande sforzo l'Ente diritto allo studio sta tentando di costruire, di portare avanti, di inserire nel territorio come servizio essenziale per lo studente.
Le scuole materne autonome non sono, attualmente, un servizio essenziale. Senza volerla "far lunga", ricordo che la legge approvata dalla Regione Piemonte prevedeva aiuti ad alcune realtà che non avevano alcuna altra sponda: paesini di montagna dove mancava la scuola materna pubblica e dove erano presenti solo scuole materne autonome. La necessità era di intervenire laddove vi era un unico servizio, anche se questo non era pubblico.
La legge si è trasformata via via; ormai finanziamento non si rivolge alle realtà disagiate per le quali la legge è stata propagandata e costruita, ma si rivolge a tutte le scuole materne autonome e, ancor più grave, alle scuole materne autonome dei capoluoghi di Provincia, laddove la realtà della scuola materna è in gravi difficoltà sia in termini di strutture sia dal un punto di vista organizzativo, gestionale e funzionale.
Non si può dequalificare un sistema scolastico di formazione pubblico per agevolare, anche in concorrenza sleale, una struttura privata che offre lo stesso servizio.
Torneremo sicuramente sull'argomento; intanto, volevo solo specificare il significato di un emendamento che ha voluto azzerare questo tipo di capitolo per far sì che i cinque miliardi iniziali - che tra l'altro non sono neanche stati impegnati, per la difficoltà nel sollecitare le scuole materne private ad impegnare questi fondi - vengano utilizzati per portare avanti alcune questioni importanti quali l'ente Diritto allo studio e le iniziative culturali in Piemonte.
Abbiamo chiesto contributi importanti, intanto per sollecitare un rapporto più diretto con gli Enti locali, in particolare i Comuni e i piccoli Comuni che hanno grandi difficoltà nel presentare progetti ed ottenere finanziamenti sulla base di criteri stabiliti dalla Regione.
Questo perché mancano loro le competenze, l'informazione e la formazione questo il motivo, nell'ambito del bilancio, a residui molto alti. Occorre in tal senso, un ragionamento complessivo della Giunta, che credo non possa essere più dilazionabile.
E' una questione urgente anche tentare di trovare gli strumenti per rapportarsi in modo più concreto e più diretto alle esigenze e alle difficoltà dei piccoli Comuni nel mettere in piedi delle iniziative culturali. Ogni iniziativa culturale nel territorio, nel piccolo paese, è la vita, è l'essenza dei rapporti interpersonali, delle relazioni sociali tra le persone. Deve essere messo in piedi un maggiore decentramento delle iniziative culturali.
Abbiamo inoltre presentato un emendamento sul Teatro Regio che in parte è stato accolto e sulle attività bandistiche musicali.
Insomma, il tentativo è stato di individuare alcune linee che volgessero l'attenzione al decentramento sul territorio di attività che oggi fanno fatica a vivere, in particolare le attività bandistiche; in VI Commissione abbiamo analizzato le molte realtà cui manca la forza per sopravvivere: non solo non hanno risorse, ma mancano le strutture, gli strumenti: è difficile, soprattutto per i gruppi amatoriali, porsi in rapporto con il territorio; è difficile anche per chi "organizza la cultura" e la fa vivere in qualche modo, per poterla rendere patrimonio culturale e sociale per tutti i cittadini.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, riteniamo opportuno illustrare quattro emendamenti su cui interverranno anche altri colleghi tra cui la Consigliera Suino. Intendo richiamarli soprattutto per la destinazione delle somme riguardanti l'area-cultura.
Come Gruppi di opposizione, unitariamente, abbiamo rappresentato all'Assessore, e rappresentiamo in quest'aula alla Giunta, l'esigenza di trasformare completamente la gestione e l'organizzazione del parco auto della Regione Piemonte, che nel bilancio è richiamato in due capitoli e precisamente nel capitolo 10520 e nel capitolo 10530.
Questo per addivenire non soltanto ad un risparmio, ma anche ad una razionalizzazione del servizio.
Ci siamo resi conto, nell'illustrare questa esigenza all'Assessore competente - già ce ne rendevamo conto - che si tratta di un progetto che riteniamo utile venga accolto, ma che evidentemente ha tempi ed esigenze organizzative del personale che non possono essere di carattere immediato.
Tuttavia, riteniamo di presentare degli emendamenti che non solo simbolicamente, ma dal punto di vista anche operativo, diano un segno di questa volontà di trasformazione del servizio, sin dall'approvazione del nostro bilancio, riducendo e contenendo la spesa.
Abbiamo dunque previsto una riduzione di 300 milioni del cap. 10520 ed una riduzione di 200 milioni del cap. 10530, che riguardano appunto il servizio delle cosiddette "auto blu".
Sposteremo così il risparmio individuato sul cap. 11810 e sul cap.
11820, che riguardano il grande Ente lirico Regio, il quale trova già una sua prima forma di finanziamento.
Abbiamo poi ritenuto di dovere completare i finanziamenti al Regio riducendo di due miliardi il cap. 10870 che attiene alle consulenze; per cui gli stanziamenti per il Regio che noi proponiamo ammonterebbero alla somma di due miliardi e mezzo.
Sempre dal capitolo delle consulenze (n. 10870), prevediamo una riduzione di un miliardo, che passeremmo al cap. 11.680, che riguarda il Teatro Stabile di Torino.
Quindi, la discussione sulla cultura, in questo caso, avviene con un'individuazione di somme che vanno in riduzione per due miliardi e mezzo sui capitoli che riguardano le auto blu e le consulenze, con destinazione al Regio, ed un miliardo con destinazione al Teatro Stabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Assessore Leo, entro nello specifico di tutti gli emendamenti a suo tempo da noi presentati (cioè ancor prima della terza variazione di bilancio).
Per la verità, lei lo ha già fatto, ma deve avere la sensibilità, nel ringraziare tutti, di ringraziare particolarmente la minoranza.
Dico questo, perché i suoi capitoli sono passati - non so più se al 50 o al 75% - grazie all'accoglimento, non ufficiale, nella prima fase fra la II e la III variazione di bilancio, degli emendamenti che la minoranza ha avuto la sensibilità di presentare.
Credo che questo sia importante.
Altro aspetto positivo a cui ha fatto fronte la minoranza è quello cui accennava prima la collega Spagnuolo. Ancora oggi, attraverso un'operazione certamente tecnica, ma che ha anche delle valenze politiche, su alcuni capitoli importanti, che erano già oggetto dei precedenti emendamenti, lei è riuscito ad avere un minimo di ossigeno per andare avanti e poter ipotizzare un'attività culturale senza blocchi.
Di questo - devo dire la verità - ringrazio in particolare, per l'ultima fase e per le cose accolte, la sensibilità dell'Assessore Burzi.
Dopodiché ci sono degli impegni, perché su quei capitoli le mancano dei miliardi; non sono un ragioniere, ma certamente le mancano all'incirca 13 15 miliardi, forse di più: ho difficoltà a sommare tutte le voci dei capitoli che la riguardano.
Sui miliardi mancanti per arrivare almeno al plafond dell'anno scorso (tenendo conto che ci sono delle manifestazioni assolutamente importanti ed innovative, non solo per il loro programma, ma anche rispetto al bilancio dell'anno scorso, che non prevedeva queste iniziative), c'è un impegno più volte dichiarato dell'Assessore Burzi a raggiungere quelle cifre che le permettano, così come ci hanno chiesto le associazioni culturali, di dare una certa dignità all'ambito culturale della Regione Piemonte.
C'è poi un altro fatto. Le associazioni culturali richiamano l'opportunità, posizionandosi sugli orientamenti di carattere economico e di previsione che ci sono con la vicina Francia, di avere delle certezze che non vadano di mese in mese o di anno in anno, ma che siano almeno triennali.
Credo che il prossimo anno bisognerà fare lo sforzo affinché l'attività culturale diventi non un programma unico (come qualcuno diceva in quella riunione, perché la cultura non può essere unica), ma che abbia la possibilità di dare delle certezze a tutte le politiche culturali della nostra Regione, in modo da non costringere le associazioni a dover fare l'accattonaggio, a chiedere il contributo quasi in ginocchio. E' invece necessario che coloro che hanno dei programmi seri (e magari altri no) abbiano delle certezze che non siano quelle del mese per mese e neanche quelle dell'anno per anno, ma che - ripeto, su dei programmi seri - abbiano una valenza almeno triennale.
Ci sono manifestazioni che, negli anni, hanno avuto questo minimo di garanzia, proprio perché avevano delle manifestazioni consolidate e che quest'anno, rispetto ai suoi capitoli al 50 o al 75%, non hanno.
Vorrei che un altr'anno non si verificassero più queste cose, che per l'attività culturale si prevedesse nel Piano triennale quasi una sorta di investimento, anche se non lo è - e lo capisco - in termini tecnici. Credo che questo sia determinante.
Ritengo dunque che, rispetto agli impegni assunti dall'Assessore al bilancio per quanto riguarda l'assestamento di bilancio, il nostro Gruppo ma anche tutti gli altri Gruppi della minoranza, possano ottenere come garanzia la votazione di un ordine del giorno che, prima della chiusura di questo bilancio, dia in prospettiva a quelle associazioni culturali non tanto la garanzia ragionieristica, ma la garanzia politica di vedere finanziate le loro attività almeno come il prossimo anno nonché di poter svolgere le manifestazioni nuove.
Concludo l'intervento non entrando nei particolari, ma dicendo che forse questa nostra azione a lei, Assessore, è servita e che probabilmente non sarebbe venuta se fosse stata impegno solo da parte della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Certamente l'argomento cultura è stato uno dei nodi più critici di questo bilancio.
Bene hanno detto i colleghi: ne riprendo soltanto alcuni tratti all'insegna della brevità.
C'è stato un grosso lavoro in Commissione che ha consentito, nelle varie fasi tra la prima, la seconda e la terza nota di variazione, di apportare tutta una serie di implementazioni e di modifiche, che ci hanno tolto dal contesto zero presente su alcune voci.
Con questa operazione, quindi con la disponibilità e l'attenzione della Giunta, siamo però arrivati ad un bilancio che non consente ancora di arrivare ad un budget pari a quello del precedente anno.
I discorsi, dunque, sono sostanzialmente due.
Uno. La Giunta ci dice: "Facciamo un dibattito, facciamo un ragionamento serio"; noi, democratici di sinistra, ci permettiamo di ricordare che un anno fa proponemmo all'Assessore di affrontare un momento seminariale, convegnistico, serio su questi temi, cosa che non è avvenuta.
Benissimo. Siamo in ritardo di un anno: probabilmente se si fosse fatto quando l'avevamo proposto, avremmo recuperato del tempo. Facciamolo pure ora, però ci permettiamo anche di sollecitare che venga fatto a partire dalla sede propria, la Commissione.
Affrontiamo dunque questo ragionamento anche per dar seguito Assessore, agli impegni che maggioranza e minoranza ci siamo assunti coralmente, a seguito della chiamata delle associazioni per le note recenti vicende. Possiamo essere disponibili, ma allora accingiamoci a questo ragionamento prima dell'assestamento. Da quella sede, che io chiamerei più che convegnistica, seminariale - non ci interessa fare "passerella" - si venga fuori con linee e orientamenti che rafforzino, nella fase dell'assestamento, il budget sulla cultura, innanzitutto, riportandolo perlomeno alla cifra del passato, in secondo luogo, inplementandolo per impegni formali assunti nei confronti delle associazioni.
Il collega Montabone, giustamente, parlava della necessità di ragionare in termini di bilanci pluriennali. Almeno sulla cultura tale sforzo andrebbe fatto.
E' "da una vita" che il mondo della cultura ci richiede di ragionare in termini di bilancio pluriennale; esistono le condizioni per farlo: creiamo i presupposti affinché si addivenga finalmente a questa conclusione.
In sintesi, per la parte che ci riguarda, siamo disponibili ad un dibattito, in una sede operativa, perlomeno la Commissione, prima dell'assestamento; in quest'ultima sede si dovrà tener conto della priorità cultura, altrimenti, anche con le modifiche apportate in questa ultima fase di bilancio, siamo comunque molto al di sotto di quella che è la domanda e di quello che dovrebbe essere l'input che, come Regione, andiamo ad erogare sul territorio.
Per quanto riguarda gli emendamenti, intanto tralascio l'elenco degli emendamenti presentati alla prima, seconda e terza nota di variazione.
Venendo a questa fase temporale, abbiamo puntato sul Teatro Regio e sul decentramento dell'attività teatrale - richiesto, quest'ultimo all'unanimità dalla Commissione. Relativamente al Teatro Regio, insistiamo in modo particolare poiché si è nella fase cruciale, a seguito della legge nazionale, del passaggio a "fondazione" a partire dal 31 marzo prossimo.
Occorre assolutamente creare adesso le condizioni affinché il Regio trovi "le gambe" per avviare un discorso manageriale anche con il mondo privato diversamente perderemo l'ennesimo treno. Ecco il motivo per cui insistiamo tanto con questa realtà, che peraltro dà lustro all'intero Paese oltrech alla nostra Regione.
Insistiamo anche sul Teatro Stabile - lasciato "a zero", a nostro avviso, senza molto senso -; abbiamo presentato degli emendamenti per quanto riguarda Ca' Bossi, per la fondazione OMAR, per il museo della contemporaneità, museo dell'uomo, che vede tra i suoi aspetti anche quello della deportazione, per lo Statuto Albertino, di cui in parte ci si era un po' dimenticati - parrebbe cosa esagerata dimenticarcene -, un'attenzione particolare per il centenario "Alfieri", il ragionamento fatto sull'Università e l'emendamento sul Casone di Pombia nel Parco del Ticino per poter avviare l'asta.
In sintesi, se la Giunta intende accogliere il maxiemendamento che abbiamo presentato, che punta sulla priorità "Fondazione Teatro Regio" siamo disponibili a mettere da parte gli altri emendamenti, tenendoli pronti per il dibattito che andremo a fare e per l'assestamento. Qualora la Giunta regionale non fosse disponibile ad accogliere questo maxiemendamento, tutti i nostri emendamenti vengono mantenuti e ne richiederemo una votazione ad hoc.
A seguito della risposta capiremo il da farsi; in ogni caso, rimane vivo l'emendamento 20400 sugli investimenti - mi rivolgo al Presidente del Consiglio - relativo al Casone di Pombia, Parco del Ticino, sul quale chiediamo, in ogni caso, un'espressione di voto.
Attendiamo risposte da parte della Giunta regionale, sulla base delle quali valuteremo il da farsi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, sicuramente la cultura è un aspetto politico-istituzionale importante del bilancio preventivo 1998 direi strategico per il Piemonte, soprattutto per la divulgazione della cultura e della tradizione.
Le varie attività culturali, che vanno dal teatro alla produzione di attività culturali, al sistema delle biblioteche, ai contributi degli Enti locali per le iniziative e i progetti culturali, alle associazioni del volontariato, non credo abbiano ricevuto dovuta rispondenza sul bilancio di previsione.
Importanti sono anche gli aspetti riguardanti le attività bandistiche soprattutto le Società di Mutuo soccorso sono un importante patrimonio di cultura, ma anche di solidarietà.
Nella mia provincia, per esempio, c'è notevole presenza di queste associazioni che, naturalmente, hanno rappresentato e rappresenta tuttora degli aspetti importanti di cultura, ma anche di solidarietà e di intervento. A mio avviso, pur essendoci una legge regionale, non sono tenute nella dovuta considerazione, soprattutto per l'aspetto a volte assistenziale e a volte, direi, di soccorso che operano di fatto.
Ho la sensazione che le cifre esigue a bilancio di previsione 1998 specialmente per attività culturali di promozione periferica, dimostrino la poca considerazione prestata dalla Giunta regionale. Mi riferisco ad attività importanti, come il "Premio Acqui Storia", che rischia, a mio avviso, di essere diminuito della sua importanza proprio perché collegato con il "Premio Grinzane Cavour". Nella città termale si vivono momenti di preoccupazione: si teme che questo prestigioso premio culturale possa essere comunque, nel tempo, vanificato. E' preoccupazione che spesso sento lamentare, data la mia presenza territoriale abbastanza continuativa.



(Consigliere Chiezzi, fuori microfono: "Assessore, ascolti le periferie dell'impero...!" )



MORO Francesco

Noi, in periferia, riteniamo, Assessore ...



(LEO Giampiero, Assessore regionale, fuori microfono: "E' venuto il Vescovo...!)



MORO Francesco

Lasciamo stare il Vescovo! Altro aspetto importante riguarda il Teatro Comunale di Alessandria.
Struttura importantissima, all'avanguardia, sotto certi aspetti.
Personalmente, non faccio parte della Commissione cultura, ma sento spesso critiche rivolte alla Regione. Il Teatro comunale di Alessandria svolge grande attività culturale, cinematografica e teatrale con una struttura importante, sicuramente superiore alla capienza culturale alessandrina, ma la Regione non è molto presente alle attività, ed anche nei finanziamenti.
Ovviamente, ci sono poi interessanti iniziative di promozioni poetiche dialettali, soprattutto da parte di associazioni di volontariato che fanno moltissimo, ma che al massimo ricevono il patrocinio della Regione, senza adeguati contributi e presenze.
Stesse lamentele per le bande musicali; nella mia provincia, tanto per citare un esempio, tutte le sette realtà delle città-centro zona, hanno bande musicali attive, che vivono dei finanziamenti relativi all'Ente locale;. nel bilancio, tutte queste cose devono essere tenute nella dovuta considerazione.
Stesso discorso vale per la valorizzazione dei Castelli del Monferrato e del patrimonio storico-religioso delle varie realtà territoriali.
I Comuni e le stesse Associazioni culturali-religiose lamentavano la lontananza di Roma, ma ora sostengono che Torino è più lontana di Roma perché non tiene conto delle loro diverse esigenze. Teniamo a mente il patrimonio culturale e storico di valorizzazione che gestiscono queste Associazioni culturali, che spesso sopperiscono alle carenze notevoli degli Enti locali, a partire dalla stessa Regione.
Non so quali criteri sono state usati per le ripartizioni delle cifre sul bilancio di previsione 1998, non faccio parte della Commissione Cultura, però voglio rimarcare che le esigenze che ho brevemente sottolineato sono considerate gravi carenze da parte degli Enti locali e delle Associazioni di volontariato che ho citato in premessa e che ribadisco, a mio avviso non sono sicuramente tenute nella dovuta considerazione.
Bisogna anche tener conto della periferia; Assessore Leo, non se la dimentichi!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, anche la Lega concorda sull'importanza della cultura nella nostra Regione; per non portare via troppo tempo farò un intervento breve, in accordo con i colleghi di opposizione su quanto espresso finora.
Intendo più che altro intervenire su alcuni emendamenti che abbiamo presentato e che riguardano la legge per la valorizzazione del patrimonio culturale e della lingua piemontese. A questo proposito devo ringraziare l'Assessore Leo perché si è subito attivato per dare una prima applicazione della variazione della L. 26/90 approvata l'anno scorso. Però, se è vero che sono partiti i primi corsi organizzati per gli insegnanti, se è vero che più di 700 insegnanti hanno aderito a questa primo anno di formazione che è stato dato il via ad un programma triennale per realizzare una specie di sussidiario e di grammatica piemontese, è anche vero che bisogna iniziare a dare piena applicazione alla legge e che bisognerà verificare la possibilità di iniziare, magari sotto forma di esperimenti, dei corsi per i ragazzi. Perché la legge 37/97 è stata presentata e approvata con un unico scopo, quello non solo di conservare la cultura piemontese ma anche di cercare di espanderla, soprattutto nel mondo dei giovani.
E' per questo motivo che abbiamo presentato un serie di emendamenti con i quali chiediamo un miliardo sul capitolo di riferimento della legge oltre ad organizzare corsi di formazione per 700 insegnanti, occorre iniziare a portare questi corsi nelle scuole, anche se facoltativamente.
C'è poi tutta un'altra parte della legge 26/90 e della 37/96 che non ha ancora avuto applicazione, ed è la parte che riguarda i mass media. Voglio ricordare al Consiglio regionale che abbiamo dato la possibilità alla Regione di finanziare giornali e televisioni per produrre o informazione in lingua piemontese o in una delle altre lingue presenti sul territorio, al fine di iniziare a diffondere pubblicazioni o trasmissioni di alto livello sulla cultura e la storia del Piemonte.
Come vede, Assessore, il miliardo che abbiamo chiesto ha una giustificazione ben precisa, e ci sembra che quanto è stato inserito nel capitolo dalla Giunta non sia sufficiente a garantire una, non dico piena ma almeno buona applicazione della legge. Capisco, Assessore, che è stato privato di diversi miliardi e che quindi da qualche parte bisognava pur tagliare. Sono sicuro però che capirà l'importanza di recuperare le nostre tradizioni perché, al contrario di quanto dicono gli oppositori di questa legge, cioè che si tratta di una legge per i piemontesi anziani, io sostengo che è una legge per tutti, con la possibilità di un'integrazione dei nuovi piemontesi riscoprendo la cultura della nostra regione, in modo che gli immigrati in Piemonte si sentano a casa loro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, mi associo a molti interventi già ascoltati che la riguardano in modo particolare. Le viene ormai riconosciuto da molti di noi un forte impegno nel settore della cultura nasce però la sentita esigenza di aprire un dibattito sulle politiche culturali del nostro Piemonte. Esigenza avvertita anche nell'incontro con le Associazioni di qualche giorno fa e che pensiamo debba coinvolgere tutto il Consiglio, la Commissione competente e, soprattutto, la realtà piemontese che dovrebbe farne ed essere parte: i nostri Stati Generali.
Tenga presente, Assessore, che parlare di politiche culturali e di progetto sulle politiche culturali deve coinvolgere tutto il territorio tutte le piccole realtà, anche per capire dove si può davvero incidere e per far sì che tutti possano in qualche modo guadagnare dignità.
Noi le abbiamo riconosciuto un ruolo, lei riconosca alla minoranza, nel suo brevissimo intervento di chiusura, l'impegno di questi giorni per dare dignità ai suoi capitoli di bilancio, convinti che la cultura non debba essere la cenerentola di questo Voglio ricordare ancora due aspetti, oggetto di discussione da parte di alcuni.
Il primo, il diritto allo studio universitario, le esigenze dei settantamila studenti universitari che frequentano le Università della nostra Torino di avere strutture efficienti e servizi diffusi: collegi universitari, mense, attività culturali.
Il secondo punto è relativo questo alla prevista riforma scolastica che coinvolgerà come Regione Piemonte per due aspetti importanti.
Innanzitutto, per l'autonomia che investirà tutti quanti gli Istituti e in secondo luogo anche le componenti politiche del territorio che ne saranno interessate. L'autonomia scolastica, infatti, non si tradurrà soltanto in un decentramento voluto dal Ministero con le proprie strutture, ma coinvolgerà tutte le forze politiche, quindi i Comuni, gli Enti locali, i distretti scolastici e la Regione Piemonte.
La Regione dovrà, in tempi brevissimi, costruire un tavolo di concerto di lavoro con le Province, per riuscire a dare indicazioni sulle deroghe e sui parametri di "costruzione" della riforma. Sarà veramente importante, a livello politico, "costruire" un rapporto con le Province e i Provveditorati.
I nostri emendamenti non sono numerosi, semmai li scorreremo in fase di votazione; conosciamo bene la risposta dell'Assessore perché ieri, nel confronto che abbiamo avuto, abbiamo ricevuto indicazioni in merito.
Speriamo di ricevere una risposta almeno riguardo al Teatro Regio e confidiamo nell'assestamento di bilancio, così come ci è stato promesso.
Al suo Assessorato dovrebbero essere aggiunti alcuni miliardi; anche per questo motivo cercheremo, in un maxi emendamento, in fase di assestamento di bilancio, di fare in modo che quanto avevamo richiesto venga accolto.



PRESIDENTE

Avendo sentito in modo informale i Capigruppo, desidero informare che il Consiglio è convocato per i giorni 4 e 5 maggio, con sessione alle 9,30 14,30 e 20,30, e per il giorno 6 maggio dalle ore 9,30.
Penso che questa cadenza ci permetta di concludere i lavori entro la mattinata del giorno 6 maggio, o anche prima se sarà possibile.
Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni; ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, al di là delle risposte che possono essere date in questa sede, chiedo di rinviare la discussione su questo argomento discussione molto complessa, che merita tutti gli approfondimenti del caso a lunedì mattina, alle 9,30.



PRESIDENTE

Penso anch'io che la conclusione della discussione sul comparto cultura non possa avvenire questa sera, perciò la riprenderemo lunedì. Questa sera possiamo concludere con gli interventi, magari con una replica dell'Assessore.



PICCHIONI Rolando

E' meglio che l'Assessore non replichi, altrimenti ci mette in imbarazzo. Se, sulla base di quanto le minoranze hanno scritto nell'ordine del giorno relativo alla politica culturale - che mi pare sia stato accolto anche dalla maggioranza - riuscissimo a presentare un ordine del giorno per lunedì mattina, articolato su fatti molto più specifici, probabilmente la discussione potrebbe essere ancorata da posizioni meno aleatorie e genericistiche.
Considero dunque opportuno riprendere la discussione lunedì mattina presentando un ordine del giorno specifico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Risponderò ad una parte di interventi, soprattutto quelli dei Consiglieri Spagnuolo, Suino e Peano. Prima di fare questo, poiché la modalità che ci stiamo dando è quella di una specie di discussione generale d'area emendativa - se così posso intenderla - chiedo al Presidente Picchioni se in tal senso si è espresso anche il suo Gruppo. Se così fosse nel dire che la discussione non può riprendere lunedì mattina (in quanto l'Assessore Leo non è disponibile per quel giorno), ma può avvenire nella giornata di martedì, potrebbe essere una modalità soddisfacente rimandare la parte emendativa alla coda della discussione di martedì, cui seguirà la replica, necessaria, utile ed auspicabile, da parte dell'Assessore.
Fatta questa premessa, tengo a dire che nell'ambito delle linee emendative proposte succintamente ma chiaramente illustrate dalla Consigliera Spagnuolo, ce ne sono alcune che riguardano specificatamente l'area della cultura. Vedi, ad esempio L'orientamento della Giunta è di accogliere lo spirito costruttivo di tali emendamenti. Vorrei essere altrettanto chiaro, lasciandovi poi alla giornata di martedì la specificità dei numeri: sull'area della consulenza lo cito anche se non è area di cultura - siamo favorevoli, visto che l'impegno è di essere costruttivi, a dare un segno di riduzione, e non perché si ritenga che il capitolo in oggetto (il 10870), sia surdimensionato (non è questa l'opinione della Giunta, anzi, la Giunta è di opinione esattamente contraria). Se c'è un anno in cui questo Ente ha bisogno di consulenze qualificate e qualificanti è proprio un anno di forte transizione come il '98, che, non per scelta, ma per opportunità, è l'anno dell'Europa, della "Bassanini", dell'applicazione della legge n. 51.
Siccome però l'intento che abbiamo colto sia nell'emendamento sia negli interventi di aula, è assolutamente costruttivo, intendiamo segnalare in questa fase una riduzione del capitolo di 1 miliardo (che formalizzeremo nell'accettazione dell'emendamento al momento del voto, o nella riproposizione di un emendamento di Giunta: lascio scegliere alla minoranza la modalità) da destinare simbolicamente al Teatro Regio, non in quanto specificatamente componente della cultura - certamente lo è a pienissimo titolo - ma soprattutto per l'importanza che esso ha, sia come simbolo sia come momento di transizione in se stesso. Come tutti sappiamo si va verso la struttura della fondazione, che dovrebbe meglio permettere all'ente di svilupparsi anche verso terzi e - meglio - con fondi idonei che gli enti sia centrali che locali, provvederanno a fornire.
Questo consentirà anche all'ente Regione di essere rappresentato in maniera idonea e rappresentativa da un investimento strategico.
Per completezza, l'orientamento è favorevole sull'intero emendamento anche per quanto attiene agli automezzi; siamo favorevoli a cercare una formulazione di ordine del giorno che impegni la Giunta a relazionare in termini progettuali, nella sede idonea, sulla complessa problematica della gestione del parco-auto dell'Ente Regione.
Anche in questo caso, non riteniamo che i fondi attualmente iscritti siano eccessivi, per la stessa modalità illustrata in precedenza accetteremo parte degli emendamenti. Mi sia consentito di essere più specifico nella giornata di lunedì e martedì, perché voglio verificare se questa accettazione, che dal nostro punto di vista è politica, non lede in alcun modo il funzionamento del settore che è incaricato della gestione di tali mezzi.
Infine, in sede di assestamento, come maggioranza o come Giunta proporremo un ordine del giorno che ci auguriamo il Consiglio regionale vorrà recepire attentamente.
E' un ordine del giorno di priorità, di urgenza, di attenzione, di via preferenziale ad una serie di provvedimenti. Cito fra gli altri il consuntivo '97, il Piano regionale di sviluppo per lo meno nella parte delle consultazioni, una serie di leggi fra le quali l'assestamento, non più mitico ma tecnico e operativo, e la legge di slittamento di fondi statali che è una delle componenti della ridefinizione del piano del credito della Regione.
Con questo credo e spero di aver risposto esaurientemente alla parte che mi pare fosse sottesa agli interventi di alcuni Consiglieri della minoranza e credo si possa quindi rimandare la discussione della parte emendativa della cultura non nella giornata di lunedì - non certo per la mancata disponibilità dell'Assessorato: l'Assessore sarà a Roma in sede di Ministero della cultura, quindi dal Vicepresidente Veltroni - ma nella giornata di martedì. Grazie, e sinceramente, per l'attenzione.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il seguente provvedimento: progetto di legge n. 396 "Interventi volti ad agevolare la fruizione di specializzazioni sanitarie post-lauream." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 38 voti favorevoli.


Argomento: Università

Esame progetto di legge n. 396: "Interventi volti ad agevolare la fruizione di specializzazioni sanitarie post-lauream"


PRESIDENTE

Esaminiamo il disegno di legge n. 396.
Relatore è il Consigliere Rossi, che ha facoltà di intervenire.



ROSSI Giacomo, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Signori Consiglieri, con il decreto legislativo 8/8/91, n. 257 è stata attuata la direttiva n. 82/76/CEE relativa all'individuazione del fabbisogno di personale laureato specializzato in rapporto alle esigenze del servizio sanitario.
Va altresì precisato che le specializzazioni sanitarie post-lauream divengono requisito essenziale per l'accesso alla dirigenza ai sensi dell'art. 15 del decreto legislativo 502/92 e successive modificazioni. Ai sensi del sopra citato decreto legislativo 257/91 il Ministro della sanità di concerto con il Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica e tecnologica e con il Ministero del Tesoro determina con proprio decreto triennale con revisione annuale, il fabbisogno annuo di medici da formare nelle scuole di specializzazione e delle borse di studio da assegnare per il conseguimento delle stesse.
All'art. 2, comma 1, del medesimo decreto legislativo 257/91 al comma 1, si precisa che il numero degli specialisti da formare è stabilito sulla base della programmazione regionale, tenuto conto delle capacità ricettive delle strutture universitarie e di quelle convenzionate con le università in relazione al contenuto specifico della formazione e delle risorse finanziarie acquisite dalle Università stesse.
La Commissione Paritetica Università-Regione (istituita ai sensi del decreto legislativo 517/93) nel corso dei propri lavori sulla definizione del protocollo d'intesa per le specializzazioni ha riscontrato la necessità di medici specialisti da inserire nel Servizio sanitario regionale. Si è così rilevato che, in base ai dati disponibili presso l'Assessorato alla sanità relativi ai medici dipendenti, ai medici dipendenti specialisti ed alle piante organiche risulta un'oggettiva carenza di medici specialisti.
In modo particolare si è rilevata in tutta la sua gravità la necessità di disporre di medici di guardia attiva presso tutti i D.E.A. per le seguenti discipline: Anestesia e Rianimazione Medicina Interna Chirurgia Generale Ortopedia e Traumatologia Radiologia.
La necessità sopra evidenziate nascono dalla combinazione di seguenti fattori: carenze oggettive di alcuni specialisti che determinano rallentamento di attività dei servizi per i quali è obbligatorio il titolo di specializzazione per l'accesso al ruolo dirigenziale urgenze nei D.E.A. e pronto intervento sul territorio (specialità per cui in tutti i D.E.A. è prevista la Guardia medica attiva).
E' necessario tenere inoltre presente che il Piano sanitario prevede nel sistema di emergenza-urgenza per quanto attiene il D.E.A. l'obbligo della presenza di specialisti che gestiscano sia il pronto soccorso, sia i letti di osservazione e nella legge di piano, nelle azioni programmate art. 14 comma 1 lettera b) punto 3) è evidenziato il sistema della emergenza-urgenza.
Pertanto, considerata l'urgenza di dare una prima effettiva risposta al bisogno di medici specialisti, in attesa di generale ridefinizione di tutta la materia, e considerati gli oggettivi limiti di spesa e conseguentemente il possibile finanziamento; viene formulato il presente disegno di legge per l'istituzione di borse di studio, esclusivamente per l'anno accademico 1997/98 e sino alla conclusione del periodo formativo, costi attivati, per le specializzazioni di seguito indicate: Anestesia e Rianimazione n. 3 Medicina interna n. 3 Chirurgia Generale n. 2 Ortopedia e Traumatologia n. 2 Radiologia n. 2.
Il presente disegno di legge intende dare una risposta alle oggettive necessità di alcune specialità dando la possibilità ai medici in graduatoria, ma primi esclusi, di poter accedere ai corsi conferendo ulteriori borse di studio finanziate dal S.S.R.
La spesa considerata è quella attualmente prevista dall'art. 6 del già citato decreto legislativo 257/91 pari a lire 22.467.500 annue per borse di studio (fatti salvi gli eventuali adeguamenti). Si prevede, quindi, in via eccezionale e per una sola volta, al fine di far fronte alle esigenze sopra indicate, di istituire le seguenti borse di studio regionali per le specializzazioni elencate: Anestesia e Rianimazione n. 3 Medicina interna n. 3 Chirurgia Generale n. 2 Ortopedia e Traumatologia n. 2 Radiologia n. 2.
I criteri di assegnazione delle borse verranno effettuati dall'Università, sulla base delle graduatorie previste per ogni specialità.
I fondi previsti per l'assegnazione all'Università di Torino delle borse di studio sono individuati nell'ambito del Fondo sanitario regionale per i progetti di formazione.
La spesa totale per coprire le borse di studio sopra indicate è complessivamente pari a lire 1.190.777.500, spesa che copre i corsi di specializzazione avviati nel corrente anno accademico fino alla loro naturale conclusione.
Il presente provvedimento ha valore transitorio fino alla conclusione dei corsi, costi finanziati e non è reiterabile."



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 38 L'art. 5 è approvato.
L'Assessore D'Ambrosio desidera intervenire.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente, cortesi Consiglie ri, volevo ringraziare tutti i colleghi, in particolare quelli dell'opposizione, a cominciare dai colleghi di Rifondazione comunista che hanno recepito l'urgenza di questa legge e tra le altre cose hanno votato a favore anche in Commissione. Indubbiamente è una legge che non risolve i problemi delle carenze degli specialisti, soprattutto degli anestesisti, ma è un piccolo contributo che si è dato anche alla luce di quelle che erano le possibilità da parte delle Università di fare accedere ulteriori studenti alle scuole di specializzazione. Il mio voleva essere semplicemente, un grazie a tutti i Consiglieri.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 42 Consiglieri La legge è approvata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19,50)



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