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Dettaglio seduta n.241 del 24/04/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Dutto, Farassino Galli, Ghiglia, Vaglio e Vindigni.


Argomento:

Richiesta verifica del numero legale


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, chiedo la verifica del numero legale per appello nominale.



PRESIDENTE

Inizio subito con la verifica formale, anche se - voglio ricordare - i principi generali comporterebbero che chi chiede la verifica del numero legale si dichiari presente. Questo è un principio generale.



CHIEZZI Giuseppe

Io sono presente e chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Non c'è bisogno di fare dialogo e che ogni attività che fa il Presidente pro-tempore sia espressamente prevista.
Comunque, l'Ufficio di Presidenza proceda alla verifica del numero legale per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
29 Consiglieri ed in congedo n. 7 Consiglieri.


Argomento: Turismo: argomenti non sopra specificati

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale, Ghigo, in merito alle dimissioni di un membro del Consiglio di amministrazione dell'Agenzia Turistica Regionale


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta chiede di fare una comunicazione; su tale comunicazione ogni Consigliere può chiedere chiarimenti per due minuti. Sul fatto che si possa aprire la discussione, non è mia intenzione procedere in tal senso; tuttavia, se vi sarà la richiesta di un Capogruppo, la porrò in votazione e deciderà l'aula se aprire o meno la discussione.



CHIEZZI Giuseppe

La richiesta dei Capigruppo a proposito di cosa, Presidente?



PRESIDENTE

Per aprire o meno la discussione sulle comunicazioni; ricordavo l'art.
49.
Prego, Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Per rispondere alle sollecitazioni ricevute ieri in aula a proposito delle eventuali o prospettate dimissioni di un Consigliere dell'ATR, voglio comunicare che ho ricevuto ufficialmente queste dimissioni e che entro il 30 aprile, cioè prima del Consiglio di amministrazione dell'ATR che è convocato per il 30 aprile, io comunicherò in aula quelle che sono le decisioni della Giunta e le mie decisioni sulla questione relativa alle ATR.



CAVALIERE Pasquale

Quali sono i motivi, Presidente?



CHIEZZI Giuseppe

Quelli della lettera quali sono?



CAVALIERE Pasquale

Possiamo saperli, Presidente?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Darò copia della lettera di dimissioni a tutti i Consiglieri, in modo che possano direttamente leggere - certo io l'ho letta - e aspetto di incontrare la persona in oggetto per poter approfondire con lui le tematiche delle sue dimissioni.



PRESIDENTE

Chi ha da porre delle domande? Prego, Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, già ieri abbiamo avuto modo di anticipare la questione. Le polemiche di questi giorni (e non solo di questi giorni) sull'ATR - non le riprendo per questioni di tempo - sono note: una questione nata male e gestita peggio.
Non si può non vedere il fatto che venga riportata in quest'aula la necessità di una gestione alta e all'altezza della situazione, che non pu non prevedere l'azzeramento dell'attuale situazione, anche perché se i rappresentanti dei privati, gli stessi privati che hanno fatto l'appello adesso forse capiamo qualcosa di quell'appello - la Regione rimane con i suoi rappresentanti, io credo che subito il Presidente debba dire cosa ha intenzione di fare su questa Agenzia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, io non intendo occupare molto tempo, tuttavia devo ritornare sull'argomento oggetto della comunicazione del Presidente peraltro gli interventi di tutti i Gruppi dell'opposizione, perché siamo in presenza di una situazione che richiede l'assunzione di orientamenti in via di urgenza.
La lettera di dimissioni del Consigliere Chiabrera è una lettera che esprime notevole preoccupazione, grande disagio e mette in evidenza l'impossibilità di prosecuzione del lavoro per l'impianto che si è dato alle ATR, per gli atteggiamenti che ci sono nei confronti delle ATR, per la mancanza di una politica regionale relativa al settore per una serie di improvvisazioni, e mi pare che dica espressamente: "...siamo paralizzati da troppo tempo, si devono superare le attività individuali con grande capacità e professionalità; tra l'altro, è da mesi che sto chiedendo riunioni ed incontri..." - percorro alcuni stralci, naturalmente "...senza una volontà politica unitaria e coordinata stiamo diventando un capro espiatorio di tutto quello che non c'è nel settore del turismo.
Abbiamo trascorso mesi a rincorrere, recuperare, tappare buchi; ci troviamo continuamente in mezzo a polemiche...", ecc.
In pratica, Presidente, quando abbiamo deciso di costituire questa Azienda turistica regionale, lei ricorda che c'erano molte preoccupazioni e perplessità sulla praticabilità dell'impianto che veniva proposto per una nuova organizzazione della promozione turistica a livello regionale.



PRESIDENTE

Chiedo ai colleghi di aiutarmi nel chiedere chiarimenti. Grazie.



RIBA Lido

Sì, ma io faccio solo una premessa di pochi minuti e chiedo subito chiarimenti; in 5 minuti ho finito.



PRESIDENTE

Sono già trascorsi 2 minuti.



RIBA Lido

Me ne restano 3, Presidente.



PRESIDENTE

Farò la compensazione: compenserò lei a un Gruppo importante.



RIBA Lido

Il mio Gruppo è certamente in grado di compensare - sia riducendo sia ampliando come vuole lei - gli interventi, se ritiene che utilizziamo tutti i tempi che abbiamo a disposizione.



PRESIDENTE

Le ricordo semplicemente che si interviene sui chiarimenti, non sul dibattito.



RIBA Lido

Avevamo previsto a suo tempo - questa era la strategia della maggioranza, noi avevamo alcune perplessità - un impianto che si sarebbe costituito su un funzionamento di un sistema di aziende di promozione turistica locale in grado di organizzare il richiamo turistico sul territorio e l'accoglienza. Si era pensato ad un'azienda di grande capacità professionale che promuovesse il territorio e il prodotto turistico Piemonte fuori dal Piemonte e all'estero.
Guardi Presidente che su questo argomento sono intervenuto molto poco gradirei un po' di attenzione - anche per il fatto che il rappresentante dei privati che si è dimesso ha qualche connessione con la mia parte politica, credo di avere tutti i titoli per fare qualche valutazione...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non mi richiami!



RIBA Lido

Non stavo richiamandola, mi stavo appellando alla sua attenzione perch la questione è particolarmente grave e delicata, credo che lei ne sia pienamente consapevole.
Il problema, Presidente, e che noi quando abbiamo pensato a questa azienda turistica regionale ipotizzavamo un impegno di grandissime professionalità e di grandi esperienze, di grandi managerialità. Su questo punto c'è stato un grosso deficit: i privati hanno espresso delle loro indicazioni, io le rispetto, perché i privati, in quanto soci, in quanto partecipi con riserve e con molta parsimonia, evidentemente con uno slancio molto contenuto hanno comunque espresso delle loro partecipazioni al Consiglio di amministrazione che interpretano i loro interessi e rappresentano le loro sensibilità e le loro proposte. Ma noi, come Consiglio regionale, abbiamo il compito di cercare di portare lì quei livelli di elevata esperienza e professionalità che ci possono assicurare un grado di alta competività nell'ambito dei conflitti e dei confronti sulle problematiche turistiche, sul mercato turistico, ben sapendo che l'Italia complessivamente è debole, perché la più grande agenzia turistica italiana ha un volume di affari che è un decimo di una media agenzia turistica tedesca. Il Piemonte si è inserito in una grande sfida, ha avuto sicuramente un'intuizione - lo dico perché in quella battaglia, in quel confronto per la realizzazione di un nuovo sistema di promozione turistica locale il mio partito si segnalò per un impegno serio e dette i contributi che fu in grado di dare anche ai fini di individuare l'agenzia turistica regionale come una strategia - soltanto che di lì in avanti noi ci siamo trovati di fronte all'incapacità, all'impossibilità di individuare una vera presidenza. Abbiamo sopperito con una presidenza di tipo burocratico che si sta rilevando inadeguata; non abbiamo aperto sul mercato delle professionalità, un'operazione di grande ricerca dei migliori manager per realizzare una selezione in modo da avere noi, sul piano delle professionalità, ciò che ci assicurava un altro livello di competitività in qualche maniera abbiamo ripiegato su delle soluzioni che risolvevano altri problemi. Problemi di assetto, problemi interni all'organizzazione della burocrazia regionale, senza che fossero prese in considerazione n individuati, come base di selezione, titoli specifici. Pertanto ci siamo trovati di fronte ad una paralisi e ad una serie di errori.
Il Consigliere Chiabrera si dimette per questo, possono poi esserci una serie di elementi connessi, però la situazione che si è creata ha impedito a quell'istituzione di essere tale rispetto a quella che era nelle intenzioni del Consiglio regionale e che per una serie di comportamenti non più del Consiglio regionale ma della Giunta regionale, tale non ha potuto essere. Quindi c'è il malessere di chi sta senza avere le condizioni di professionalità operative che si aspettava dentro l'istituzione; c'è il malessere del Piemonte perché non si trova con una istituzione che gli garantisca o gli dia la sensazione di avere lo slancio necessario. Ma che cosa vuol aprire una base, un piede-à-terre in Argentina, se non una mancanza di capacità di spaziare sulla base di una serie di criteri, di priorità su quelli che sono i nostri naturali mercati turistici? Che cosa vuol dire cominciare ad occuparsi di enoteche, se non interpretare gli interessi più soggettivi di una parte della managerialità che in quel settore ha una sua dimestichezza legittima, ma certamente lontana dalle esigenze alle quali bisognava attendere con un'operazione di grande progetto delle ATR? Che cosa si aspettano gli operatori privati? Consigliere Racchelli, come lei ben sa, il disagio degli operatori privati è grande, non hanno più né le vecchie APT né la nuova ATR. Le ATL sono in forte difficoltà perché non si sentono più inserite in un progetto significativo e in un percorso strategico diretto con la solidità di punti di orientamento e di professionalità adeguate. Siamo quindi in presenza di una fortissima crisi.
Torno a richiedere, Presidente, sulla base delle responsabilità che ci competono, la situazione della ATR, un azzeramento dei vertici, l'avvio di una discussione sullo stato dell'ATR, la partecipazione dei privati se c'è com'è, perché non c'è, e nella misura in cui c'è se è sufficiente; una ridiscussione nella Commissione consiliare competente del progetto turistico delle problematiche e sulle prospettive e, naturalmente, delle idee che la Giunta ritiene di sottoporci (anche noi ne abbiamo) l'individuazione di una managerialità attraverso una selezione sul mercato nazionale e, soprattutto, internazionale, per dotarci di una grande professionalità di base a livello di managerialità; la soluzione dei problemi del Consiglio di amministrazione della presidenza e delle vicepresidenze attraverso un meccanismo che parta dalla necessità che ho richiamato prima di individuare un progetto ad alto livello, ad alto profilo di professionalità e non un progetto di trascinamento burocratico.
Se ci sono queste condizioni, noi probabilmente non saremo in grado non dico di non perdere la stagione, questa e altre, ma perlomeno di avviare un processo che affidabile, altrimenti uno degli elementi di crisi del nostro progetto turistico rimane certamente l'istituto regionale in quanto tale per gli strumenti che fatica a darsi e l'ATR come grande scommessa, che poi non si è verificata all'altezza delle aspettative immagino soprattutto delle sue aspettative, certamente non all'altezza delle nostre aspettative.
L'esigenza di annullare questa situazione dal punto di vista sia della managerialità che della presidenza mi pare un dato imprescindibile e urgente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Volevo chiedere alla cortesia del Consigliere Riba, visto che ha esordito il suo intervento leggendo il testo delle dimissioni del Consigliere Chiabrera, se era possibile avere il documento, visto che lui ne è in possesso e noi no.



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo si è impegnato a far pervenire a tutti i Gruppi il documento.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ho chiesto ai compagni del Gruppo se potevano rinunciare del tutto ai loro minuti, che peraltro non impegnerò in toto.
Il Presidente Ghigo mi è sembrato sorpreso da questa vicenda, sia per le dichiarazioni che ha rilasciato alla stampa, che pareva confermassero che non fosse a conoscenza di questa intenzione - così dice la stampa - sia per il fatto che la comunicazione che ha svolto stamani è stata molto evasiva.
Ha dato atto di un fatto (le dimissioni di un Consigliere) e poi ha detto: "Vedrò di fare qualcosa". Quindi, si può dare l'interpretazione che sia stato colto di sorpresa, sia un po' sbalordito da questa cosa.
Ricordo che il Presidente Ghigo, nella sua relazione svolta poco tempo fa, per avviare il nostro confronto sul bilancio, ad un certo punto lesse una frase con questo significato: non bisogna, né lo facciamo noi, ma non deve farlo nessuno, pensare alla gestione del potere per il potere. Mi è rimasta impressa questa frase, perché la condivido. Veda un po', Presidente Ghigo, se la sua gestione della legge sul turismo può essere qualificata come una gestione improntata più al potere per il potere che ad altro.
Io le spiego perché, secondo la mia opinione, la qualità della sua opera di governo (il potere per il potere) si invera nell'applicazione di questa legge.
Questa era una legge che - lei sa - prevedeva una gestione del potere così strutturata: prima la Regione Piemonte faceva un problema pluriennale di sviluppo turistico del Piemonte e doveva farlo entro il 30 ottobre di ogni anno. La legge è dell'autunno del 1996, la Giunta era già in carica da un anno, ci si aspettava che entro il 30 ottobre dell'anno successivo la Giunta, esercendo in modo corretto il proprio potere, presentasse il programma pluriennale, e ci si aspettava che entro il 31 dicembre del 1997 incominciasse ad articolare il programma triennale nei programmi annuali.
Questo diceva la legge nei primi articoli e questo doveva essere fatto Presidente Ghigo, se non pensavate solo al potere per il potere.
Successivamente, la legge si pone il problema di cosa fare, una volta che questi indirizzi, il programma pluriennale e i programmi annuali vengono avviati. E c'è stata la novità della legge: l'unica agenzia regionale più le agenzie locali, strumenti di una politica.
Il Presidente Ghigo cosa ha fatto? Non ha intrapreso le azioni di governo che determinano una forza e una capacità di governo, e forse non il potere che gli interessa. E, invece, ha messo subito in atto le forme di potere verso le quali è più attento, cioè posti e risorse. Ha allora costituito l'Agenzia per il Turismo, senza stabilire cosa questa dovesse fare.
L'ha costituita, Presidente, è un'Agenzia in cui ci sono luoghi importanti, luoghi che, assunti in gestione da parte di persone, contano per il denaro che mettono in moto, contano per l'immagine che se ne pu ricavare, contano per le risorse che dovranno gestire. E' un classico punto di potere.
Il potere per il potere è fare proprio quello che lei ha fatto: è non avere una politica, ma creare le poltrone e assegnarle. Vediamo come è stata assegnata questa poltrona, che non è ancora stata assegnata, ma è come se lo fosse, di direttore; io sono rimasto un po' dispiaciuto nel leggere che l'esecutivo di questa ATR ha nominato un consulente con funzioni di direttore. Questo è un arzigogolo rococò, inadatto allo scopo.
Ho parlato anche personalmente con il responsabile di questa Agenzia facendo queste considerazioni, dicendo che è stato un truschino. Ma come? Se vuoi un direttore, nomini e c'è una procedura...



(Voci fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Poi ti spiego cos'è un truschino; è un truschino e lo confermo. Se si vuole nominare un direttore, vi è la procedura, l'assemblea indica e discute la questione. E dato che l'assemblea non la si voleva convocare l'esecutivo non poteva nominare un direttore. Ma di un direttore l'esecutivo riteneva di avere bisogno, quindi è un truschino: avete nominato un consulente - e questo lo potevate fare - poi, dato che avevate bisogno di un direttore, avete detto che il consulente fa il direttore.
Roba da ridere! Il Consigliere Griffini sta ridendo; da un lato, c'è da sbellicarsi dalle risate e, dall'altro, c'è da essere molto preoccupati.
Chiedo, insieme agli altri Gruppi, di fronte alle dimissioni di un componente indicato dai privati, e la cooperazione pubblico-privato, anche in questo caso, è uno degli elementi importanti, visto che viene meno l'innovazione di cooperazione pubblico-privato, che il Presidente Ghigo azzeri questa Agenzia, così come le è stato richiesto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente Deorsola e colleghi, credo che gli appelli dei miei colleghi di minoranza, tutti condivisibili, cadano sicuramente nel vuoto, perché mi pare abbastanza chiaro che la linea scelta dal Presidente Ghigo sia quella del silenzio. E' quella di non pronunciarsi politicamente sui fatti, nel senso che ha parlato, ma politicamente ha detto nulla.
E' evidente che questo modo di non pronunciarsi politicamente non pu che provocare interventi e discussioni perché giustamente tutti abbiamo bisogno di conoscere la posizione del Presidente della Regione sulle questioni richiamate. Io, tra l'altro, trovo grave il fatto che non sia stato il Presidente a fornirci la lettera, sarebbe stato molto più corretto se il Presidente l'avesse fornita. A parte questo, quando in una lettera un componente del Consiglio di amministrazione dell'ATR dice testualmente questo lo leggo su La Repubblica, non sulla lettera, che non conosco -: "Disagio di questi mesi: tutti indagati a tappare i buchi e a rincorrere e riparare errori", di fronte ad una denuncia che non è leggera, i casi sono due: o questo componente del Consiglio di amministrazione è un folle oppure ha fatto delle affermazioni vere. E siccome in qualche maniera viene attaccata l'ATR in quanto tale, è dovere del Presidente della Giunta regionale e dell'Assessore al turismo dire che non è vero, che sono tutte fandonie. Oppure, che è vero, e si prendono dei provvedimenti.
Dire, invece: "Non ho ricevuto la lettera, ve la darò, vedrò ad aprile", non è una modalità seria, vuol dire far marcire il problema.
Questo rientra nello schema ormai classico, adottato dal Presidente Ghigo che è quello di non parlare.
Questo non parlare peggiora la gravità dei problemi e allunga i tempi del dibattito, perché di fronte alle dimissioni di un componente del Consiglio d'amministrazione è lo stesso Presidente che deve assumere delle iniziative! Non si fa supplicare e sollecitare da parte delle minoranze a dire che cosa pensa sull'ATR! Io trovo veramente paradossale questa situazione che non credo che sia un disinteresse perché il Presidente Ghigo si rende perfettamente conto della gravità della situazione, ma è questa linea difensiva che è una linea che veramente non porta a nessun risultato. Infatti, questa linea difensiva del Presidente per essere tale comporta, per forza di cose, che tutti i componenti della maggioranza, anche quelli che hanno un'opinione su questo tema, debbono adeguarsi sulla linea difensiva del silenzio e della reticenza da parte del Presidente Ghigo. Infatti su questo tema non ci sarà dibattito, non saranno prese delle posizioni da parte del Presidente Ghigo vuol dire che utilizzeremo gli strumenti che l'opposizione deve per forza di cose adoperare per svolgere il suo ruolo di opposizione, che è quello di verificare a cosa si riferisce Chiabrera quando parla di "buchi", "riparare errori" ecc., perché se sono stati commessi vuol dire che esistono e torneremo qui di nuovo, tanto occasioni per discutere del turismo su questi capitoli ne abbiamo. Torneremo a discuteremo dei buchi, degli errori, a fare delle proposte e via di questo passo.
Presidente, lei si sta assumendo questa responsabilità di farci perdere del tempo. Continui pure.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, ahimé, questa è una storia annunciata. Lo abbiamo detto più volte in quest'aula e non ultimamente, l'ho detto anche quando sedevo su altri banchi. Questa è una storia che si sapeva già come sarebbe andata a finire.
Io credo che il problema delle dimissioni di uno dei componenti del Consiglio d'amministrazione della Agenzia Turistica Regionale sia marginale rispetto al vero problema che è quello che il turismo della Regione Piemonte non lo si gestisce più! Sta avvenendo esattamente il contrario di quello che ci si proponeva di fare con la costituzione dell'Agenzia Turistica Regionale! E le dimostrazioni sono tante. Vedremo poi quando il Presidente, che ha tenuto a sé le deleghe sul turismo, ci riferirà rispetto a quello che è avvenuto a Stoccarda.
Prima o poi ci dovranno dire, cosa che mi sembra che solo marginalmente abbiamo discusso in questo Consiglio, come venivano fuori le idee dell'Enoteca a Palazzo Madama.
Qualcuno ci dovrà dire se è vero che a Vinitaly il turismo non c'entra niente, c'entra solo l'agricoltura! Qualcuno ci dovrà dire come è riuscito a smembrare in tre la promozione turistica: una, concepita come promozione presso la sede della Giunta regionale; l'altra, concepita come promozione presso la sede dell'Assessorato al turismo; la terza, quella che doveva essere la vera promozione, con l'Agenzia Turistica Regionale.
E' stato detto che questo avviene quando invece di porsi rispetto alle problematiche da risolvere per il Piemonte, ci si pone per mettere a posto qualcuno! E allora si è detto: c'è stata l'incapacità di designare un direttore. Il direttore non è stato designato, però di fatto c'è una persona che lo fa, ma fa il direttore dell'Agenzia Turistica Regionale? Io credo che non stia facendo il direttore dell'Agenzia Turistica Regionale ma stia facendo quello che faceva prima in Giunta quando faceva il comunicatore del Presidente della Giunta regionale! La dimostrazione è evidente quando appaiono sul Corriere della Sera articoli come quello dell'altro giorno! Ma il turismo, la promozione del turismo, non è la promozione della Giunta regionale! E' la promozione dei segmenti turistici forti del Piemonte! Se abbiamo solo voluto spostare di sedia qualcuno perché si risolveva un problema, abbiamo risolto il suo problema, ma non quello del turismo in Piemonte! Vedete allora che sono marginali le dimissioni, anche se importanti ed eclatanti. Consigliera Ferrero, io non ho la lettera di Chiabrera e credo che il Presidente avrebbe potuto farla avere a tutti questa mattina, se voleva fare questa comunicazione, ma è marginale quello che scrive Chiabrera perché Chiabrera molto probabilmente scrive esattamente quello che molti di noi stanno dicendo in quest'aula da qualche mese.
Come è possibile che la Regione possa dare gli indirizzi all'Agenzia Turistica Regionale se non è riuscita in sette mesi a risolvere il problema dell'Assessore al turismo? Non è possibile! Non è possibile, perché il concetto è stato "devo piazzare una persona in un posto diverso da quello dov'era piazzata finora" questa persona non ha cambiato mentalità, ha esattamente soltanto continuato a fare il comunicatore per la Giunta regionale su un'altra sedia! Allora il problema del turismo non lo si risolve. E la dimostrazione che neanche la Giunta regionale ha fiducia nell'ATR, l'ho detto mille volte in quest'aula, è il fatto che su un evento promozionale importante turisticamente come quello delle Olimpiadi del 2006, a chi ha fatto fare il progetto? All'ITP! Ma l'ITP non è l'Agenzia per la promozione turistica del Piemonte! Questo vuol dire che neanche il Presidente e la Giunta hanno la sensazione che l'ATR possa in qualche modo promuovere il Piemonte dal punto di vista turistico.
Non credo di dover aggiungere altro. Si sono dette tante cose, io mi stupisco, Presidente, che lei in questo momento, per iniziativa, stia ad aspettare le dimissioni dell'uno o dell'altro membro del Consiglio d'amministrazione dell'ATR. Lei dovrebbe commissariare immediatamente! Perché qui c'è qualcosa che non va, non funziona! Il collega Angeleri sicuramente ricorda quando io dicevo che la legge come filosofia ha un'impostazione giusta, andrà monitorata. Io spero che un giorno discutendo in quest'aula mi si dica quanto hanno messo i privati nell'ATR. Ripeto: quanto hanno messo i privati nell'ATR! Perché la funzione qual era? Di unire gli sforzi per fare una vera promozione. Invece qui la promozione continuano a farla le ATL su tutto, la continuano a fare i privati per conto loro, non mettono una lira nell'ATR e poi hanno i membri assegnati che non decidono perché c'è un direttore che non è direttore, ma è un comunicatore della Giunta regionale che fa quello che deve fare! Concludo. La situazione è grave, è gravissima sotto questo aspetto ed è collegata a quel problema politico che noi stiamo ponendo di nuovo da qualche mese in quest'aula: chi è il responsabile di questa cosa? Non c'è un Assessore! Il responsabile è il Presidente. Il Presidente! Non il Presidente dell'ATR, il quale senza un indirizzo non fa niente; il Presidente della Giunta regionale che di fronte a una cosa così clamorosa io credo dovrebbe prendere tutte le determinazioni del caso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Chiederei, come Consigliere, se fosse possibile acquisire una relazione, da parte del Presidente, dell'Azienda regionale del turismo con un bilancio del consuntivo non dico fino ad oggi, ma comunque con un bilancio aggiornato con una relazione.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione 1998 - Pluriennale 1998-2000" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 371 e dei relativi emendamenti.
0023) Emendamento a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 140 è implementato di lire 2 miliardi mediante un incremento di pari entità del capitolo 15950." Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Vorrei fare solo una richiesta, in modo che nei prossimi giorni gli Assessori non dicano di essere impreparati. Credo che sia indispensabile per il documento di bilancio, avere il bilancio, i conti e le spese, fino all'ultima lira, dell'ARPA e del collegio universitario.



PRESIDENTE

Grazie per questa informazione.
Chi desidera fare l'illustrazione dell'emendamento n. 0023? Prego Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Questo capitolo è relativo alle tasse, contributo speciale per il deposito in discariche che, avendolo già affrontato e discusso, sappiamo che è uno dei problemi più importanti e gravi della nostra Regione, poich ha a che fare con la tematica dello smaltimento rifiuti. Problema su cui esiste una carenza di possibilità di intervento, dovuta anche alla carenza di entrate. Il nostro emendamento, come altri, è il tentativo di sottolineare questo tipo di esigenza e anche il tentativo di individuare strumenti per incrementare queste entrate e indirizzarle anche in modo preciso. Da poco abbiamo varato il Piano regionale dei rifiuti, che comporta tutta una serie di interventi nel merito delle politiche di riduzione dei rifiuti per arrivare a risolvere il problema discariche, che è costantemente al centro dell'attenzione del Consiglio a seguito di mobilitazioni che ci sono nel Paese sulle discariche, ma anche perch richiama un problema non ancora esploso, ma che potrebbe esplodere, legato ad altri tipi di scelta rispetto allo smaltimento rifiuti.
Noi pensiamo che in questa fase, conformemente allo spirito del Piano occorra soprattutto trovare fondi per finanziare la riduzione della produzione dei rifiuti e il riutilizzo degli stessi prima di buttarli nelle discariche o di eliminarli attraverso altre tecniche.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Papandrea.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Io non ho a mie mani gli emendamenti, che purtroppo vengono presentati in modo tale da consentire di visionarli sul tavolo in tempo reale. Comunque ci sarà un incremento di questo capitolo di una cifra pari a 2 miliardi. Perfetto. Come penso abbia già detto Papandrea e come ho detto io stesso ieri, noi adesso su ogni capitolo di entrata chiediamo dei chiarimenti. Le cifre che proponiamo corrispondono alla nostra ipotesi, che può essere verificata o cambiata. In linea di massima, prendiamo a riferimento un milione o un miliardo perché si tratta di capire e di accertare, insieme all'Assessore, se da questi capitoli di entrata sia possibile prevedere un incremento. Se tutti insieme, con una verifica d'aula che, come abbiamo visto, serve, riusciamo a portare nelle casse della Regione qualcosa di più, ne guadagna la maggioranza e ne guadagna l'opposizione. Quindi, visto che bisogna farlo, torno ad apprezzare il comportamento dell'Assessore Burzi.
Il fatto che noi diciamo che il tributo speciale per il deposito in discarica aumenta potrebbe essere presa come una posizione contraddittoria da parte di un gruppo che sostiene che la discarica deve essere l'ultimo dei sistemi di smaltimento. Noi non siamo a favore delle discariche, ma della raccolta differenziata, della riduzione dei rifiuti, del riciclaggio: siamo a favore di una politica complessiva che veda lo smaltimento non come l'unico problema di oggi quando, mancando tutte le altre politiche, abbiamo solo il nostro sacchetto che buttiamo nel cassonetto e dal cassonetto in discarica. Oggi il problema dei rifiuti è ridotto al problema del loro smaltimento. Noi diciamo che bisogna fare tutto il contrario; il problema dei rifiuti è prima di tutto il problema di produrne di meno. Per questo occorrono politiche che spingano le imprese a ridurre gli imballaggi e le confezioni, a riprendersi gli imballaggi che producono, a confezionare imballaggi che possano essere usati più volte (in altri Paesi d'Europa, per fare l'esempio più stupido, i tubetti del dentifricio non sono confezionati in scatolette) e via dicendo.
Secondo: qualcosa si getta, cioè qualcosa viene prodotto come rifiuto e le industrie che lo hanno prodotto non se lo riprendono. Di tante cose che oggi si gettano, altrettante possono diventare materie seconde, come carta vetro e alluminio, che oggi gettiamo. Se ci fosse la raccolta differenziata, riusciremmo a recuperare ricchezza ed energia e a diminuire la quantità di rifiuti che dobbiamo smaltire.
Terzo: riciclare. Ci sono procedimenti, per esempio anche quelli riferiti a rifiuti organici (frutta, verdura, cibo) che, se opportunamente trattati, possono produrre un compost. Questa è la nostra politica: come mai diciamo che nel capitolo 140 si prevede un incremento di entrate per le discariche? Per il motivo, Cavaliere, che, non essendo attuata questa politica, ma essendo molto in ritardo, e volendo noi comunque fare una battaglia contro le discariche abusive, pensiamo che purtroppo quest'anno ancora l'inerzia a mettere in moto politiche alternative di riduzioni di rifiuti, di raccolta differenziata e contemporaneamente, volendo effettuare una politica di lotta alle discariche abusive, probabilmente è possibile ipotizzare un aumento di entrate da discarica. La politica di ribaltamento della logica con cui si affrontano i rifiuti è in ritardo, non è stata nemmeno iniziata. Se s'inizia una lotta alle discariche abusive è plausibile prevedere un incremento in entrata; probabilmente, non della cifra indicata: discutiamola. Questo il senso della discussione che vogliamo affrontare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in effetti, l'emendamento ha una sua ragion d'essere; dobbiamo, Assessore, applicare la legge n. 59 sulla tariffa. In questo senso, desidererei conoscere dall'Assessore come e in che tempi ha previsto l'applicazione della legge n. 59 sulla tariffa considerando anche che nel decreto Ronchi è contemplata una modifica del metodo di applicazione della tariffa stessa.
Occorre quindi considerare se questi elementi combinati non portino ad un'entrata diversa, come si dovrebbe supporre. Se noi applicheremo la tariffa maggiore sul rifiuto tal quale immesso in discarica, dovremo al momento preventivare perlomeno un raddoppio delle entrate indicate in capitolo.
Colgo l'occasione, Assessore, anche per sapere, ma avremo modo negli altri capitoli di verificare la questione, se ha messo in essere il progetto di legge che prevede il premio per i Comuni che raggiungono la quota del 50% di differenziazione, già approvato nel Piano regionale, ma che non ha ancora strumenti tecnici di applicazione. Credo che anche la previsione di maggiore entrata su quel capitolo possa essere una risorsa in quella direzione.
Attendo un chiarimento dell'Assessore soprattutto per quanto riguarda l'applicazione della legge n. 59, molto, molto chiara relativamente alla tariffa. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

L'emendamento del nostro Gruppo al capitolo 140 del bilancio preventivo 1998 riguarda, com'è stato già detto...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, vorrei invitare chi possiede il telefonino - cui non sono contrario - di usarlo correttamente; ognuno lo porti con sé: il suono di sottofondo dei telefonini disturba chi parla e tutti coloro che sono presenti.



MORO Francesco

Dicevo, riguarda l'incremento di entrate per fronteggiare il problema emergenza-rifiuti, uno dei più importanti, in questo momento, non solo a livello piemontese.
Promuovere a bilancio maggiori fondi per affrontare questa difficilissima emergenza ambientale - discariche inceneritori, ecc.
porterebbe ad un lunghissimo dibattito che sarà successivamente oggetto di altre considerazioni, di altri interventi in relazione ad altri emendamenti.
Il Piemonte è pieno di siti ad alto rischio ambientale, compresi nel Piano regionale dei rifiuti a suo tempo inviato in tutto il Piemonte.
Per quanto riguarda il Piemonte sud, l'Alessandrino vive in questo periodo l'emergenza di siti in situazione preoccupante. Parlo di Gavonata nell'Acquese, per arrivare a Boscomarengo dove si tenta di istituire un centro polifunzionale di rifiuti speciali che ha creato grandi preoccupazioni in un'area importante, definita la "Fraschetta".
L'Alessandrino vive un momento drammatico da questo punto di vista e occorrono quindi, a mio avviso, maggiori entrate per fronteggiare queste esigenze ambientali di smaltimento rifiuti, componente importante, di civiltà in questo momento. Eventuali maggiori fondi dovrebbero ridurre la produzione dei rifiuti su tutto l'articolato territorio del Piemonte che, è bene ricordarlo, oltre Torino comprende otto Province.
Come Gruppo, è già stato detto, siamo per la raccolta differenziata del rifiuto al fine di produrne, ovviamente, di meno.
Con tale tipo di raccolta il rifiuto può anche essere riciclato e quindi avere ricchezze maggiori in relazione ad uno smaltimento diverso.
Occorrono quindi politiche ambientali diverse; certamente, del tutto diverse da quelle dell'attuale maggioranza, per una lotta dura e incisiva alle discariche, soprattutto quelle abusive, e per sanare quei siti, che in Piemonte sono tantissimi, creando problemi ambientali e di vivibilità.
L'emendamento va in questa logica di risanamento ambientale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, riteniamo centrale quest'emendamento per segnalare l'importanza delle politiche di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata.
Il fatto stesso che noi abbiamo sentito e ritenuto necessario proporre un emendamento in entrata nel capitolo 140, che riguarda il gettito derivante dal tributo speciale per il deposito di discariche - l'Assessore conosce, così come i colleghi componenti la Commissione ambiente, il ragionamento portato avanti dalla politica di Rifondazione Comunista rispetto all'ambiente, ma anche rispetto ai rifiuti - è per la necessità di dare un segnale rispetto a come, oggi, le discariche abusive abbiano un rilievo e un'importanza, purtroppo, sul territorio, rispetto a gran parte delle politiche ambientali.
E' assolutamente necessario, da un lato, ridiscutere e verificare i dati e l'applicazione delle leggi, degli atti normativi, dall'altro introdurre meccanismi nuovi, che ripropongano l'attenzione sulla riduzione/smaltimento dei rifiuti e, in particolare, sulla raccolta differenziata.
Alcune questioni sono state segnalate in particolare da alcuni colleghi, primo fra tutti il nostro Capogruppo; vi è stato il riferimento ad altri Paesi europei che attuano politiche di riduzione di rifiuti banalmente riducendo gli imballaggi, le scorte da parte delle imprese. Un esempio è stato quello dei dentifrici, che in altri Paesi si trovano senza la scatoletta.
Esempi se ne potrebbero fare a centinaia per segnalare l'attenzione rispetto alla politica di riduzione dei rifiuti, mirata rispetto al territorio e alla popolazione per dare maggiori risultati rispetto alla raccolta differenziata. Maggiori risultati che si ottengono sicuramente con una formazione complessiva, rivolta a grandi soggetti economici, ma anche con un'informazione più capillare sul territorio, rispetto ai piccoli soggetti: le famiglie, i singoli cittadini, che, in qualche modo, producono necessariamente rifiuti, anche se in minima parte rispetto ai grandi soggetti economici, che con un adeguato intervento pubblico rispetto al territorio e all'informazione può produrre risultati.
La necessità, anche attraverso questo emendamento di entrata, ben illustrato già da altri colleghi, era di ridiscutere a che punto siamo rispetto a delle politiche importanti relativamente alla riduzione dei rifiuti e all'ampliamento della raccolta differenziata.
Sono temi sicuramente non banali, che in qualche modo devono raccogliere l'interesse dell'intero Consiglio regionale, perché implicano anche delle condizioni ambientali di vivibilità delle città e del paese complessivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Già ieri abbiamo avuto modo di dibattere su alcuni emendamenti al capitolo 140 delle entrate. Ho visto che al riguardo l'Assessore all'ambiente intende prendere la parola, e credo che sia estremamente opportuno.
Intervengo, perché condivido l'emendamento (mi sembra accettato dall'Assessore) che ci offre l'opportunità di ricevere delle delucidazioni in merito alla la problematica delle discariche; sarebbe inoltre interessante sapere, rispetto ad un gettito previsto di 70 miliardi (previsione uguale all'anno precedente), quali sono i costi che si devono assumere relativamente alle problematiche di tutte le discariche.
Da un lato capisco che quello delle discariche (individuazione dei siti, deleghe alla Provincia, ecc.) è un grande servizio che la Regione attraverso i suoi compiti istituzionali, deve dare ai cittadini piemontesi ma dall'altro mi piacerebbe sapere quanto ci costa tale servizio.
Ciò, per un motivo semplicissimo: oggi le "gestioni" dei rifiuti sono un grande business, ma non lo sono certamente per la Regione, la quale giusto - deve "devolvere" tutto quanto incamera rispetto a questo tipo di attività.
Tuttavia, là dove c'è una logica che produce dei guadagni - giusti per chi lavora, non sto mettendo in discussione i guadagni - bisognerebbe capire se non si possa abbassare il gap tra l'entrata e la spesa, in particolare dove ci sono dei forti guadagni, dei forti business.
Io non sono contrario al discorso di chi si occupa dello smaltimento dei rifiuti, però sono anche dell'avviso che bisognerebbe in qualche modo riuscire ad educare - lo dico a me stesso - i cittadini piemontesi ad una maggiore sensibilizzazione rispetto a questo problema.
Noi produciamo rifiuti in quantità enormi; devo dire che da qualche anno le campagne che si sono svolte, come quella della raccolta differenziata e altre, hanno già - a mio modo di vedere - motivato e sensibilizzato i cittadini sul discorso dei rifiuti, ma forse sarebbe opportuno prevedere in entrata qualche quattrino in più da poter spendere: credo che potrebbe esserci qualche ritorno.
Per la verità, non so se ho centrato appieno questo mio intervento in rapporto al capitolo che si sta discutendo, ma certamente questo capitolo così come si è verificato ieri per la problematica sul metodo Di Bella, dà modo a tutti i Consiglieri e anche a coloro che non appartengono alla Commissione ambiente di capire meglio sono le problematiche che ruotano intorno alla questione rifiuti.
A me sembra che in questi anni l'Assessore abbia svolto abbastanza bene il suo compito, ma il mio monitoraggio - questa volta non di tipo economico lo verifico rispetto al numero delle dimostrazioni che si svolgono davanti all'edificio, che si sono notevolmente ridotte; probabilmente la sensibilità dei cittadini è anche aumentata rispetto al fatto che tutti producono rifiuti e tutti vorrebbero andarli a depositare davanti alla casa dell'altro.
Questo, però, è un problema che noi, come legislatori regionali dobbiamo esaminare guardando dall'alto quella che è la soluzione del problema.
Ho voluto fare questo intervento in attesa della risposta dell'Assessore Cavallera; lo ascolterò con molta attenzione, poi svolger la dichiarazione di voto su questo capitolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Ho visto che al capitolo delle entrate non è stato previsto alcun incremento per quanto riguarda il gettito derivante dal trasporto e deposito in discarica dei rifiuti solidi urbani.
E' vero, abbiamo approvato il Piano organizzativo dei rifiuti, ed è anche vero che c'è la legge che prevede che nel tempo si debbano ridurre i rifiuti da destinare in discarica; tuttavia sia la legge che il Piano riorganizzativo del sistema della gestione dei rifiuti sono appena agli inizi, mentre le discariche stanno andando ad esaurimento. Non essendo ancora intervenuto nessun nuovo impianto come quello previsto e descritto all'interno della legge e del Piano dei rifiuti, non prevedere alcun incremento in entrata in questo settore mi pare azzardato: probabilmente quando andremo a fare il consuntivo, verificheremo una situazione ben diversa.
Anche perché, in un momento di ripresa economica - è ormai un po' da tutti preventivato che siamo in una fase di ripresa economica, anche se non di ripresa occupazionale - il rifiuto rimane uno dei problemi principali che possiamo vedere tutti i giorni passando semplicemente all'interno delle nostre città.
In sostanza, ho la sensazione che non sia ancora intervenuta nessuna modificazione relativamente al deposito in discarica dei rifiuti solidi urbani.
Il fatto di non prevedere un incremento in entrata in questo settore credo penalizzi proprio il progetto che noi abbiamo fatto, che prevede una serie di incentivi per la trasformazione del rifiuto e per l'indirizzo diverso che devono seguire la raccolta differenziata e il riutilizzo delle parti che provengono dalla separazione del rifiuto stesso.
Vorrei dunque capire esattamente le motivazioni per le quali non si è previsto un incremento in entrata.



PRESIDENTE

La Giunta? Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In via eccezionale, premetto qualche considerazione; la valutazione conclusiva compete poi ovviamente al collega Assessore al bilancio.
Credo che la nostra Regione possa senz'altro essere elencata tra le Regioni che hanno un po' precorso i tempi rispetto al decreto legislativo Ronchi, con la legge regionale 59.
E', infatti, una legge improntata alla stessa filosofia: la raccolta differenziata, il riutilizzo di materiali, il recupero energetico a fronte di un rifiuto secco selezionato e l'andata in discarica solo dei rifiuti non altrimenti trattabili e dei sovvalli o delle ceneri.
Naturalmente, quando parlavo di raccolta differenziata parlavo anche del compostaggio dei rifiuti organici, come scelta importante che è stata compiuta dal legislatore regionale e dal pianificatore regionale.
Devo dire che tutte le risorse che sono state a disposizione nell'ultimo triennio, sia provenienti da fondi regionali sia dall'ecotassa sia anche come coordinamento di bandi di fondi della CEE nelle aree Obiettivo 2 e Obiettivo 5B, sono state tutte indirizzate per questa finalità, per la finalità, ovvero per il riutilizzo, il compostaggio, il recupero.
Mi riservo, nelle sedi opportune, di fornire una sintesi riepilogativa perché sono tanti rivoli finalizzati al perseguimento dello stesso risultato.
Siamo convinti che se non si percorre bene il primo stadio, diventa una fuga in avanti fare discorsi successivi, anche se è chiaro che bisogna avere la convinzione dei tempi tecnici diversi per realizzare le varie fasi di un ciclo razionale ed integrato dei rifiuti, per cui è possibile realizzare stazioni di servizio oppure impianti di riciclaggio nell'arco di 1-2 anni, ben diverso è un impianto di recupero energetico con quella famosa frazione secca del rifiuto a cui noi, nel ruolo di pianificatori regionali, col Piano regionale di gestione dei rifiuti abbiamo attribuito anche un valore minimale di potere calorifico proprio per avere la garanzia che non solo, a monte, dobbiamo avere la raccolta differenziata, non solo dobbiamo avere gli impianti di selezione, ma dobbiamo comunque selezionare il selezionabile ed avere quindi la produzione di quello che, oggi come oggi, viene definito il CDR, il combustibile da rifiuti, per poter essere poi smaltito o nei cementifici o negli impianti dedicati.
Questo è il ciclo sul quale si indirizza la nostra attenzione e ciò è condiviso anche a livello governativo. Abbiamo fatto parecchi incontri e parecchi convegni negli ultimi tempi e sugli obiettivi ci siamo trovati d'accordo; più difficile è attuarli.
Tutti coloro che sono intervenuti e che hanno messo in risalto luci ombre e difficoltà, io le condivido. Ma perché? Perché qui devi attuare una svolta, che è di tipo culturale, amministrativo, politico ed organizzativo.
Devo però dare atto che se prendiamo la maggior provincia del Piemonte Torino, che rappresenta il 53% dei rifiuti - vengono presentati degli strumenti attuativi di pianificazione che, a mio avviso, sono in linea di massima condivisibili; non ho ancora letto pagina per pagina, ma mi sembra che veramente costituiscano quella base, come prevedeva la 59, per andare in questa direzione.
Qualcuno, qualche settimana fa, si è interrogato se era sufficiente arrivare al 35% del riciclaggio, della raccolta differenziata o se non si poteva arrivare a una raccolta differenziata del 50%. Io penso che, quando si va verso un comportamento virtuoso o su un piano discendente, si pu anche andare oltre, quindi probabilmente potremo, prima della fine della legislatura, anche rivedere, riesaminare il Piano di gestione dei rifiuti per darci obiettivi anche più ambiziosi.
Vengo al merito delle questioni che sono state poste, ovvero: tassa tariffa; costo dei servizi; ecotassa: filosofia ed attuazione; interventi previsti dal Piano per quanto riguarda il premio per i rifiuti e per i Comuni che raccolgono di più, il famoso Comune riciclone, com'era stato definito lo scorso anno.
Tassa-tariffa. Direi che è assolutamente indispensabile andare su questa strada perché fintanto che vi è una tassazione sganciata dal comportamento dell'utente, del cittadino, non ci sarà mai una svolta.
Infatti se io non vengo agevolato in conseguenza di un comportamento virtuoso, alla fine manterrò sempre quel comportamento tenuto nel passato in quanto pago in base ai metri quadri. Per questo noi prevediamo nell'emendamento, a livello di spesa, di aumentare di 30-40 milioni un capitolo (mi sembra il 15230, se ricordo bene) perché vogliamo intensificare gli studi, come qualcuno ha messo in risalto: noi abbiamo compiti promozionali nel fornire agli Enti locali, insieme al Ministero dell'Ambiente che a sua volta ha già istituito Commissioni alle quali noi partecipiamo, tutto quel supporto che è necessario per poter partire dal 1 gennaio '99, o a tempi commisurabili, con la tariffa. Naturalmente la tariffa andrà per gradi. Io prevedo con ogni probabilità che ci saranno due o tre stadi; passando da uno stadio all'altro, si affineranno sempre di più le metodiche che favoriscono i comportamenti virtuosi per l'ambiente e penalizzano quelli invece più impattanti.
Per quanto riguarda il discorso dell'ecotassa, del com'è organizzata oggi, quali prospettive di gettito ci sono, ecc., io credo che non dobbiamo dimenticare che l'ecotassa è stata pensata sostanzialmente per finanziare i bilanci regionali, perché hanno tolto certi trasferimenti e in cambio hanno dato l'ecotassa, quindi è un qualche cosa che è un introito che andrebbe definito in modo diverso, altrimenti ci trae in inganno.
Due o tre anni fa è stata istituita in sostituzione di un altro gettito, tant'è che solo il 20% di questo gettito deve andare per interventi di tipo ambientale.
Sotto questo profilo, la percentuale dovuta è stata dedicata ad impianti del ciclo primario della selezione e della raccolta differenziata.
Pur potendo utilizzare questo introito per varie finalità, abbiamo compiuto di fatto, con l'utilizzo e le appostazioni di bilancio che abbiamo realizzato in questi anni, una scelta nella direzione sottolineata da vari colleghi.
Oggi dobbiamo porci la domanda: il livello di imposizione, che è il vero modo per far aumentare l'ecotassa, l'aliquota, dobbiamo rivederlo sì o no? Personalmente ritengo che dal prossimo anno si possa rivedere l'aliquota dell'ecotassa, ad una condizione: che ci sia quell'autonomia finanziaria della Regione che consenta di destinare il maggior gettito per le finalità a cui tutti facevano riferimento. Se invece rimane un sistema di finanziamento del bilancio regionale in base al quale il maggiore gettito di questa tassa viene defalcato dagli introiti compensativi e dagli altri introiti transitori, sempre compensativi, di fatto non si realizza effettivamente un incremento. Non so se ho reso l'idea. Qualora l'ecotassa riscossa in misura maggiore, a seguito di una decisione di aumento assunta in via discrezionale, da questo Consiglio, andasse tutta a favore di interventi ambientali, io sarei dell'idea di proporre entro il 31 luglio 1998 (termine entro cui dobbiamo decidere questo incremento) una eventuale revisione, a decorrere dal 1999.
A questo punto, mi collego anche alla domanda del collega Cavaliere quando diceva: "Ma che fine fa quell'impegno che abbiamo messo nel Piano di gestione dei rifiuti per quanto riguarda i Comuni che sono in cima alla classifica della raccolta differenziata?". L'impegno che avevamo preso era quello di presentare una modifica, un adeguamento della legge 59 alla legge Ronchi e ai decreti attuativi che sono stati emanati solo in questi giorni.
Gli uffici stanno lavorando; penso di presentare fra poco tempo il disegno di legge di adeguamento della legge n. 59 (vi sono alcune parti che devono essere formalmente adeguate). In quel contesto verranno previsti i presupposti legislativi per erogare i contributi e anche certificare la raccolta differenziata. Recentemente abbiamo visto sulla stampa pubblicato l'elenco dei buoni e dei cattivi per quanto riguarda i Comuni, però siamo a livello di dati, certamente validi, ma comunque risultanti da autocertificazione. Nel momento in cui si erogano dei fondi, dobbiamo creare le condizioni e le regole precise per valutare la percentuale di raccolta differenziata in modo certo. Se prima delle ferie, com'era previsto, riusciremo ad approvare questo testo integrativo della legge n.
59 daremo attuazione alle cose sulle quali ci siamo già impegnati e valuteremo se dal 1999 si dovrà incrementare l'aliquota dell'ecotassa.
Per quanto riguarda il gettito ho detto che sono tre anni che si finanziano interventi non soltanto nostri, ma anche degli Enti locali delle Province, dei Consorzi e quindi tendenzialmente il gettito tende a diminuire perché si parla solo di conferimento di rifiuto tal quale.
Infatti, nel momento in cui diminuisce il rifiuto tal quale dovrebbe diminuire il gettito. Tuttavia l'Assessorato al bilancio ha previsto il mantenimento di tale quota il quanto anche a seguito del fatto sono stati attivati rapporti con la guardia di finanza e tutti gli organi di controllo si ritiene che si possa recuperare un certo introito e si possa, pertanto mantenere il livello previsto. E' chiaro peraltro che dobbiamo porci il problema dell'aliquota sulla quale abbiamo mantenuto un certo valore costante anche per la presenza di realtà critiche nella nostra regione (alcune province ecc.).
Il collega Montabone chiedeva il costo dei servizi. Non dobbiamo dimenticare che per quanto riguarda i rifiuti urbani siamo di fronte alla privativa pubblica, per cui è chiaro che dobbiamo fare delle valutazioni molto articolate e introdurre, parlando di ambiente, non solo una valutazione di tipo economicistico, ma anche una valutazione di tipo ambientale. Troppe volte abbiamo visto contrapporre una modalità di smaltimento ad un'altra solo perché c'erano due o tre lire in meno.
Certamente bisogna guardare l'efficacia e l'efficienza dei servizi resi puntando alla massima economicità. Questo è affidato, trattandosi di servizi prevalentemente pubblici, a quelle che sono le regole che valgono per le municipalizzate, i consorzi, tenendo presenti altresì le trasformazioni in azienda che hanno subito questi consorzi ai sensi della legge 142 e delle leggi più recenti.
Invito tutti a fare una valutazione complessiva di tipo ambientale.
Valutando per quanto riguarda la discarica, per esempio, non solo la valutazione del prezzo contingente, ma anche di tutti i costi che prevedibilmente sono immaginabili per il periodo successivo alla chiusura della discarica stessa in termini di bonifica, in termini di monitoraggio fintanto che il processo biologico non sarà concluso.
Per quanto riguarda il cosiddetto costo ambientale non è un prelievo di tipo fiscale, è una valutazione di un introito, e questo, come detto, farà parte della revisione della legge n. 59. Forse sono stato sommario....



CAVALIERE Pasquale

Perché non state applicando la legge n. 59!



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Non è che non la stiamo applicando, il cosiddetto costo ambientale, non è finalizzato a dei programmi provinciali dato che il gettito è un gettito a livello locale. A meno che si provveda dal punto di vista legislativo.
Farò delle proposte per modificare la legge n. 59, perché sotto questo profilo non funziona in quanto è un gettito che o avviene a livello regionale, e viene ridistribuito in termini di priorità per attuare il piano, oppure lo si dà alle Province, visto che hanno avuto le deleghe.
Quindi essendo finalizzato alla realizzazione di programmi ben precisi e non essendo un gettito di tipo fiscale l'attuazione, a mio avviso, deve essere indirizzata a sostenere programmi ben precisi. Una proposta sulla quale ci stiamo confrontando con gli uffici è proprio quella di costituire il gettito aggiuntivo come risorsa di finanziamento per quanto riguarda i Piani provinciali, anche sotto forma di sostegno di un ipotetico progetto di finanza...



(Voci in aula)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Era fino ad un massimo di cento lire, ma noi ad un certo punto dobbiamo decidere - visto che pagano i cittadini- di fiscalizzarlo e allora è un altro discorso, ma dal legislatore era stato pensato a sostegno di programmi di intervento.
Oggi come oggi, questo prelievo penalizzerebbe in prima battuta anche realtà che sono in emergenza, magari non per colpa loro, ma per situazioni storico-contingenti che prescindono dalla volontà del singolo cittadino.
La legge n. 59 è stata una legge molto importante, è stata una legge promozionale, che ha anticipato i tempi, ma sulla quale a distanza di tre anni, noi, dovendoci adeguare alla legge n. 22, dobbiamo riflettere aggiornarla e adattarla, legando il prelievo molto di più, anche in termini di incentivazione, ai programmi provinciali. La Provincia ha fatto il programma attuativo allora può prevedere, articolando all'interno di una fascia un prelievo aggiuntivo, di finanziare tutti quei programmi alternativi. In questo senso rispondo al collega, senza programmi secondo me sarebbe un prelievo...



(Voci in aula)



CHIEZZI Giuseppe

E' una scelte politica?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

No, tocca al Consiglio decidere, io ho anticipato un'opinione che sarà contenuta nella modifica della legge n. 59 che noi nel giro di breve tempo presenteremo all'attenzione del Consiglio. Il tutto dovrebbe avvenire entro il mese di luglio perché a luglio scade anche il termine dell'ecotassa quindi bisogna fare una valutazione complessiva che prefigura anche il gettito del 1999.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Sono soddisfatto della risposta ricevuta. Proprio dalle cose dette dall'Assessore Cavallera mi sembra, caro Assessore Burzi, che un incremento noi avevamo proposto un miliardo - di questo gettito possa essere in bilancio di previsione plausibile, proprio stando all'interno della politica proposta dall'Assessore.
Noi abbiamo pensato a questo incremento non come incremento del gettito da tariffa, ma del gettito tra la diminuzione in un senso e l'aumento in un altro che diventa caratterizzato dalla lotta all'abusivismo, alle discariche abusive, che sappiamo in Piemonte ce ne sono.
Allora, dato che siamo in sede politica legislativa e credo che questa sia una cifra dedotta da una previsione molto tecnica, io penso che esprimere la volontà di intensificare la lotta all'abusivismo e alle discariche abusive che ci sono, impedendo che si formino, ma anche facendole rimuovere se si individuano, possa consentirci di dire "questo capitolo giunge a un incremento", sarà un incremento piccolo, ma è comunque un incremento perché incrementiamo la lotta all'abusivismo. Cosa che non può dirci il dottor Lesca; non possono dircelo gli uffici, gli uffici ci danno la curva, ci danno una previsione, poi c'è l'Assessore, c'è la Giunta che dice "questa è la previsione, voglio forzarla perché ritengo questo un problema primario" oppure "voglio attenuarla perché penso di orientare diversamente le mie cose".
Da questo punto di vista direi che se la Giunta ritiene di modificare questa previsione nel senso che la Giunta deciderà, noi non siamo affezionati alle cifre che abbiamo sempre detto in questa fase "le mettiamo di massima", ma dai ragionamenti fatti, anche per dare un po' di ascolto a questi ragionamenti che facciamo di merito, credo possa essere sostenuta anche dall'Assessore al bilancio senza cadere in avventurismi o in situazioni non plausibili. Io mi aspetterei, prima del voto, un segnale perché possiamo cambiare anche l'emendamento, però di prevedere un po' più di lotta all'abusivismo e quindi andiamo una lira oltre i 77 miliardi.
Un'altra cosa che volevo dire all'Assessore Burzi è questa. L'Assessore Cavallera lo sa bene: è vero che la raccolta differenziata è a parte, per c'è un pezzo della raccolta differenziata che torna in discarica. La città di Milano pare si sia messa a fare la raccolta differenziata al tanto percento e poi venivano trovati i materiali in discarica. Quindi l'estrapolazione di una tendenza sulla diminuzione in discarica dovuta all'attivazione di discarica controllata va presa con una certa prudenza.
Questo ragionamento più quello che ho fatto prima sull'opportunità di intensificare la lotta all'abusivismo, che darà dei risultati, ne siamo convinti, possono aiutare tutti. Quindi prima di metterlo in votazione vorrei sentire l'orientamento della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi. Ricordo che dopo l'intervento della Giunta lei può ancora cambiare valutazioni se sono tali a seguito dell'intervento stesso.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

L'intervento dell'Assessore Cavallera questa mattina è stato più che esauriente. Peraltro, sullo stesso capitolo c'era stato un emendamento alla fine della sessione di ieri pomeriggio. Mi pare che proprio dalle parole dell'Assessore Cavallera si possano evincere alcune cose.
La prima concerne l'applicazione della legge regionale n. 59/95, che è una legge molto importante per questa Regione. Tra l'altro, io ho un'attenzione particolare a questa legge perché è riferita a una delle aree importanti. Per arrivare a luglio, come dire, a seguire l'auspicio che credo non sia solo un auspicio dell'Assessore, è importante superare tra gli altri ostacoli che avremo anche il capitolo in oggetto che è a pagina 3 di un ampio documento che stiamo esaminando utilmente.
E' pur vero che questo esame sulle entrate è utilissimo; oggi avviene per le circostanze che tutti conosciamo, qui e credo che con attenzione potremmo nelle sessioni future organizzarlo in maniera altrettanto esaustiva e con tempi e modi che possono essere più utili se sapremo organizzarli in maniera più utile. Ma dalle parole dell'Assessore Cavallera, proprio ferma restando la volontà della lotta all'abusivismo (cito solo questo aspetto) e all'altra componente che già ieri sera era emersa: ci sono residui attivi su questa voce per circa 88 miliardi che segnalano la difficoltà operativa di incasso di tale cifra. Credo che per la parte di competenza diretta della Regione, quindi quella che ha sostituito l'ARIET (non riepilogo quanto già detto da Cavallera) che è il 90% perché il 10% va direttamente alle Province, il resto passa tramite le Province come delegate alla gestione in input di questa tassa. Il fatto che ci siano residui attivi per 88 miliardi su una competenza dell'anno scorso denota certamente una difficoltà burocratica su cui ha da essere lavorato con la stessa efficienza come si lavora e s'intende lavorare sull'abusivismo. Il mantenimento delle aliquote è già un segnale forte di volontà di agire nella lotta all'abusivismo.
Nulla questio, peraltro, che su questa voce che è gestibile - l'ha detto anche l'Assessore, lui proponeva nel tempo futuro, quindi ad applicazione della L.R. 59 più completa e su un utilizzo dei fondi al momento in cui il rapporto tra Regione e Province sia più operativo e non soltanto per legge - nulla questio, dicevo, che sulla base dei prossimi dati e su un momento che comunque ci dovrà vedere su questo argomento, si voglia se sarà necessario ritoccare in entrata. Ma io invito anche il Capogruppo Chiezzi nell'ambito delle entrate, anche soltanto quelle del Titolo I che sono di circa 8.090 miliardi per quanto riguarda le voci di cui stiamo parlando (è ben chiaro che di 8.090 miliardi ce ne sono più di 6.600 che sono solo della sanità, ma rimangono pur sempre 2.500 miliardi circa non così indirizzati come sono i fondi sanitari), ad avere la stessa attenzione utile che stiamo dimostrando a recuperare delle entrate possibilmente senza incrementare la tassazione che è una delle linee...



CHIEZZI Giuseppe

Nei residui attivi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

No, le entrate. I residui attivi bisogna poi incassarli; comunque i residui attivi sono crediti.



CHIEZZI Giuseppe

Le entrate è quello che stiamo cercando di fare.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Credo che troveremo insieme, oltre a quanto già detto, altre modalità per incrementarle. Colgo l'utilità del segnale perché quanto più incrementiamo, possibilmente senza aumentare il livello della tassazione evidentemente stiamo facendo, qualunque poi ne sia l'utilizzo, un servizio utile per l'Ente. Per questo motivo, come già ieri sera sul primo emendamento perché questo è il secondo, la Giunta al momento è contraria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio intanto l'Assessore Burzi che ha dato una risposta, dal suo punto di vista, soddisfacente.
Per carità, voi dite che è un segnale forte, va da sé che l'opposizione lo chiede più forte. Quello che però vorrei segnalarvi, soprattutto all'Assessore Burzi, è che la forza di un progetto politico di governo deve sentirsi. Si dice che la politica è legislativa: la politica legislativa guarda al domani, forza le situazioni se intende forzarle, le può forzare di più. Pensiamo solo, Assessore Burzi, per parlare proprio di un'esperienza condotta da una forza e da un personaggio col quale tu puoi avere una certa sintonia per vari ragionamenti, alla caduta del Muro di Berlino. Due mesi prima della caduta io ricordo un'intervista fatta all'on.
Violante nella quale si dava per scontato che qualunque cosa fosse successa, le due Germanie prima di unificarsi... Campa cavallo! Poi di punto in bianco, Kohl - ripeto di punto in bianco - ha visto, ha capito, ha voluto e ha dato una botta a tutti: la Germania è unificata. Per la miseria: era una forzatura non da poco! Eppure l'ha unificata, con dei problemi non ancora risolti, ma l'ha fatto! Allora, proprio in base al rapporto che abbiamo avuto, dare un significato di maggiore ancora lotta all'abusivismo mi sembrava possibile.
Dopodiché voi rimanete su quella posizione, però mi sembrava questo un caso in cui senza perdere nulla del vostro, potevate seguire quel po' di più che l'opposizione vi dice, perché lo diciamo su un fatto che può essere discusso, però non è finto.
Comunque noi manteniamo l'emendamento, se non c'è un diverso orientamento della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli per dichiarazione di voto.



BERTOLI Gian Pietro

Come dichiarazione di voto, noi ci esprimeremo a favore di questo emendamento perché le argomentazioni, pur molto articolate, dell'Assessore Cavallera, dal punto di vista quantitativo di fatto non ci sono state e dal punto di vista qualitativo, hanno riconosciuto la possibilità, pur senza aumentare le aliquote, di ottenere un aumento, tra l'altro, un aumento perseguito attraverso una politica virtuosa di lotta all'abusivismo.
Soprattutto la legge 59 - così ha detto l'Assessore, e noi condividiamo ma anche una certa attenzione che il Piemonte ha sempre avuto nei confronti delle politiche ambientali, ha fatto sì che la curva del ricorso alla discarica non sia più aumentata, ma stia lentamente diminuendo.
Noi naturalmente ci auguriamo che questa tendenza positiva continui però contemporaneamente vorremmo conoscere i dati di quanto sta capitando cioè quanto diminuisce il tal quale conferito in discarica e quanto abusivismo si è scoperto nel corso degli ultimi anni.
La mancanza di dati ci impedisce di misurare la quantità dell'aumento da prevedere in questo capitolo, ma comunque questa possibilità, almeno dal punto di vista qualitativo, l'abbiamo individuata. Quindi, voteremo a favore di questo emendamento, pur sapendo che la cifra probabilmente non corrisponde a quanto si otterrà concretamente in termini di risultati.
Rivolgo infine un invito alla Giunta e all'Assessore in particolare affinché la lotta all'abusivismo dia il massimo dei risultati possibili per avere risorse in più, ma soprattutto per intervenire con campagne di sensibilizzazione in un settore in cui c'è molto bisogno di comportamenti responsabili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone per dichiarazione di voto.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. Credo che ormai tutti abbiano capito che il problema non è il capitolo 140 delle entrate, però devo dire che non reputo assolutamente una perdita di tempo la discussione degli emendamenti finora proposti anche sui capitoli delle entrate. Lo dico con molta serietà perché su almeno due temi fondamentali, uno discusso ieri e l'altro stamattina, ho avuto modo di apprezzare le risposte dell'Assessore D'Ambrosio ieri e dell'Assessore Cavallera oggi ma, ancor di più, la volontà di impostare con una certa logica e con una filosofia ben precisa da parte dell'Assessore al bilancio, la soluzione di problemi che alcuni membri della minoranza hanno posto. Quando ci sono delle proposte di soluzione, queste possono essere condivise o meno nell'impostazione, ma esiste già una base di partenza per poter discutere. Questo l'ho apprezzato.
Devo però dire che forse non vi è altrettanta sensibilità da parte di chi dovrebbe affrontare il vero problema, non quello del capitolo 140 delle entrate. Io credo che sia doveroso.
E' giusto che il Presidente vada ad inaugurare il Salone dell'automobile - non sto affatto mettendo in discussione questo - ma mi piacerebbe sapere dal Presidente se, da quando è tornato - tanto avremo modo di chiederlo più volte - si rende conto di cosa stiamo discutendo in quest'aula, perché non vorrei che dicesse che il problema del bilancio è il problema di Burzi e magari, via via, di qualche Assessore che sta più attento rispetto alle sue materie. Aver risolto il problema del capitolo 140 non significa aver risolto il problema politico che ormai da sei mesi si pone in quest'aula. Considero molto positivamente la discussione sui capitoli delle entrate del bilancio che, come credo, potrebbe proseguire per alcuni mesi, perché questa è veramente la fase della crescita e della formazione di tutti i singoli Consiglieri e Assessori. Non vorrei però che questa formazione toccasse tutti noi meno uno, perché tutti hanno il diritto di formarsi, ma tutti hanno il dovere di avere una formazione di tipo politico e di tipo anche tecnico.
Avrò ancora modo di richiamare il Presidente, perché in questo momento il Presidente non c'è. Non è che abbia paura di dire questo quando il Presidente è in aula, e neanche perché sottovaluti in questo momento la presenza istituzionale del Vicepresidente della Giunta, ma mi dispiace perché su un tema politico così importante non è il Vicepresidente della Giunta che ci può dare delle risposte. Dal Vicepresidente della Giunta magari con qualche delega in meno che non sappiamo ancora se il Presidente vuole tenere per sé per i prossimi due anni - la delega che le ha tolto qualche tempo fa è stata conferita a Pichetto - sarebbe interessante sapere se condivide queste traslazioni di deleghe. Sarebbe interessante che i rappresentanti delle forze politiche, i rappresentanti dei gruppi consiliari che siedono sui banchi della Giunta e i Capigruppo di maggioranza ci dicessero se sono d'accordo o meno su questo tema politico.
Chiudo questo mio brevissimo intervento dicendo che sono veramente soddisfatto del fatto che si possano discutere una volta in modo appropriato tutti i capitoli delle entrate del bilancio. Se la discussione fosse proseguita partendo dai capitoli delle uscite prima del rinvio in Commissione da parte della maggioranza, per la variazione di bilancio, ci saremmo persi tutta quella formazione di cui, io per primo, ho bisogno e credo, molti dei Consiglieri presenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

Ci sono due aspetti dei chiarimenti dati dall'Assessore Cavallera che vorrei riprendere. Uno è quello dell'entrata in quanto tale che, è vero, è sostitutiva di altre entrate, quindi è stata usata semplicemente come un capitolo di entrata, ma è anche vero che bisognerebbe cominciare. Del resto ne discutemmo già col primo bilancio di questa Giunta, che un principio di federalismo è anche utilizzare le risorse per il motivo per cui vengono iscritte. Questo tipo di entrate devono dunque essere utilizzate per le politiche sui rifiuti, non possono essere utilizzate per altre questioni.
Già due anni fa facemmo notare che se queste entrate fossero state usate interamente per politiche di riduzione dei rifiuti, noi avremmo quasi risolto il problema in Piemonte. E questo l'Assessore lo sa bene.
Analogamente, l'applicazione della legge n. 59, per quanto riguarda la tariffa sul conferimento - fino a 100 lire - non è stata applicata, con una serie di giustificazioni, motivi reali e non. Di fatto, comunque, non è stata applicata per volontà politica, per motivi politici, perché non si è avuto il coraggio di differenziare e di spiegare bene il meccanismo.
Non siamo perché le tasse ecologiche appesantiscano il sistema fiscale in genere, ma affinché vi sia una qualificazione del sistema fiscale in senso ecologico, modificando le tassazioni e privilegiando quelle che migliorano la qualità dell'ambiente, dell'aria, dell'acqua: questo l'indirizzo verso cui dirigersi.
L'applicazione della legge n. 59 si poteva e si può fare; vedremo adesso, nella modifica, se si troveranno delle formule che toglieranno all'Assessore l'alibi per non applicarle.
Per migliorare la qualità dei nostri lavori nei prossimi giorni, credo sarebbe opportuno che lei, Assessore, ci portasse nei prossimi giorni tutte le spese dell'ARPA, fino all'ultima lira: avremo grossi rilievi da fare.
Lei, Assessore, sa benissimo che quanto sto dicendo è collegato: l'Agenzia dovrebbe presiedere - dico "dovrebbe" perché non avviene ancora nella sua pienezza - i controlli sull'ambiente, e in tal senso quello dei rifiuti è uno dei problemi-principali.
Glielo diciamo con largo anticipo, Assessore, in modo che lei non possa dire nei prossimi giorni: "Non possiamo farlo...". Si domandi a chi di dovere: se dobbiamo essere noi a rivolgerci ai Revisori, lo faremo per tempo, sicuramente. Diteci cosa dobbiamo fare; l'importante è che quando si discuteranno quei capitoli noi si possa disporre di come sono state usate le risorse dall'ARPA, fino all'ultima lira, in questi mesi.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moro. Prego.



MORO Francesco

Signor Presidente, desideravo solo chiedere la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
29 Consiglieri ed in congedo n. 7 Consiglieri.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione 1998 - Pluriennale 1998-2000" (Seguito)


PRESIDENTE

Pongo in votazione mediante procedimento elettronico l'emendamento n. 23) a firma dei Consiglieri Chiezzi ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 hanno risposto SI' 14 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
0024) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 140 è implementato di lire 1 miliardo mediante un incremento di pari entità del capitolo 15950".



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, lo ritiriamo.



PRESIDENTE

Passiamo allora all'emendamento successivo.
0025) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "Il capitolo 200 è implementato di lire 1 miliardo mediante un incremento di pari entità del capitolo 15950".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Abbiamo colto l'occasione di questo capitolo che finanzia il Piano regionale di sviluppo per poter discutere adeguatamente di questo problema che - questo sì - è il problema della Regione Piemonte.
Quella seggiola vuota del Presidente Ghigo - che non è vuota solo quando c'è il Salone dell'Automobile, ma in moltissime altre occasioni - in questo momento può essere presa ad emblema di un'altra rilevante assenza proprio quella del Piano regionale di sviluppo.
All'inizio di questa Giunta di centro-destra, il Presidente Ghigo, ma anche l'Assessore Burzi, mi sembravano - non so se mi sbaglio - due persone con impostazioni politiche di grande scetticismo verso la programmazione se ho interpretato male, Burzi, ti chiedo scusa, ma mi sembrava che ci fosse comunque una posizione politica perlomeno scettica.
Il discorso è su questo.
Le Regioni sono nate per fare quasi solo il Piano regionale di sviluppo; poi sono diventate un'altra cosa, lo sappiamo: fanno gestione amministrazione, hanno seguito una strada più di grande Provincia che non di Regione.
Ma le Regioni, se hanno un senso, ce l'hanno perché sono un ambito territoriale capace di governare alcune grandi variabili sociali ed economiche. Tant'è che il primo compito della Regione è quello di individuare un Piano regionale di sviluppo e quindi un documento nel quale coinvolgere, secondo un progetto riconoscibile ed organico, tutti i vari settori presenti nella società, sia di carattere economico che di carattere sociale, individuando delle tendenze e delle linee.
Questo è un documento fondamentale; se la Giunta non è d'accordo con il documento precedente o se il documento precedente è scaduto, compie questo atto nei primi sei mesi di attività, pur portandosi dietro un po' d'inerzia, che c'è sempre, delle scelte delle Giunte precedenti, le quali vanno avanti per inerzia e si trascinano quasi totalmente per i primi mesi: poi, piano piano, hanno delle code sempre minori. In quei primi sei mesi spinti dall'inerzia delle scelte precedenti, si produce la nuova politica il nuovo governo, individuando per ogni settore delle politiche.
Questo è il primo compito della Regione.
Il secondo compito della Regione è quello di rendere efficace e coerente questa programmazione economica con l'assetto del territorio. La programmazione dell'economia non è fatta sulla luna, ma è fatta in questo nostro Piemonte.
Allora, per dirne una, se per caso il Piano regionale di sviluppo individua la crescita di alcuni comparti produttivi e la conseguente crescita di necessità di servizi terziari o addirittura di abitazioni, ne consegue che, a fronte di un Piano regionale di sviluppo che dice che nella tal località si pensa ad un determinato incremento di occupazione per cui si pensa di aver bisogno di un certo numero di residenze (semplifico molto), si predisporrà un Piano territoriale che preveda in quelle zone delle scelte urbanistiche coerenti.
Fatto questo Piano territoriale, le Province e i Comuni avranno un'indicazione precisa di indirizzo regionale, che toglie anche i Comuni dall'impaccio di non sapere mai bene in quale politica vengono inserite le loro scelte. Se non si sa in quale politica inserirle, spesso le scelte vengono definite dagli interessi particolari che sono più vicini, di qui anche le affaticanti discussioni che sappiamo svolgersi in ogni Comune quando si discute un Piano Regolatore, perché comprenderete che per un Comune privo di una linea di indirizzo provinciale e regionale tutte le spinte vengono dall'esterno.
Di questi due compiti, il primo, il principale, la Regione non l'ha ancora svolto; solo ora, dopo tre anni di richieste, avete promesso che è stato consegnato un documento in Giunta, che comincerà la consultazione, e via dicendo, ma manca questo quadro.
Come ricorderete, ad un certo punto, l'Assessore Botta ha portato il Piano territoriale, altro documento fondamentale della Regione, in assenza del Piano regionale di sviluppo; ciò ha portato - in parte inevitabilmente in parte magari per scelte politiche di basso profilo programmatorio variamente valutabili - a predisporre un Piano territoriale di coordinamento privo degli indirizzi fondamentali di sviluppo e quindi privo di contenuti.
La critica che abbiamo svolto al Piano territoriale dell'Assessore Botta era quella di essere poco meno - o poco più, a seconda dell'ottica con la quale lo si guarda - di una guida del Touring; però penso che l'abbiate apprezzato, a cominciare dall'Assessore Botta.
Quel documento fondamentale, costituito dal Piano territoriale di coordinamento, ha avuto - si ricordi di questo, Presidente - tempi di discussione molto rapidi, perché, al di là del contrasto sulla scelta (noi avevamo votato contro), c'era comunque l'individuazione, il raggiungimento di un documento fondamentale per la Regione, sul quale noi non eravamo per nulla d'accordo; anzi, abbiamo detto: "E' poco più che carta". Tuttavia, è comunque un atto fondamentale, ma visto che abbiamo di fronte una Giunta che governa con un atto sul quale noi non siamo favorevoli, svolgiamo le nostre critiche.
Secondo noi, quello era un documento non modificabile, se non - ricordo di aver redatto due emendamenti, che mi premevano molto, ma era talmente debole da non consentire correzioni - con un rifacimento completo (il che avrebbe significato 6-8 mesi d'aula, cosa che non volevamo fare); abbiamo lasciato che il documento venisse approvato dal Consiglio, votando contro e via dicendo.
Manca però il Piano regionale di sviluppo. Su questo capitolo mi pare che il nostro Gruppo abbia presentato più di un emendamento, per poter magari sentire le risposte ed esigere ancora qualche considerazione ad utilizzare l'altro emendamento. Su questo capitolo, ce ne sono altri? Se così non è, spero che la risposta sia esauriente, in modo da chiudere la discussione.
Non se se questo sia un capitolo in base al quale si possa introdurre una cifra in entrata; non so da dove questi aiuti provengano e se Assessore Burzi - non possano in alcun modo provenire a seguito di un'azione incisiva fortissima da parte, ad esempio, della Regione Piemonte.
Noi possiamo prevedere delle entrate derivanti da battaglie che facciamo in virtù di una richiesta che riteniamo fondamentale; quindi, ad esempio, possiamo andare tutti a Roma davanti al Ministero, incatenarci e dire: "Dobbiamo fare il Piano regionale di sviluppo; abbiamo intenzione di farlo in modo molto serio; questo sarà costoso: per cortesia, aiutateci".
Ci può anche essere questo.
Mi scuso, Presidente, per essere andato un po' oltre il tempo limite ma spero di non dover più intervenire e che ci sia una risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che l'elemento per cui abbiamo mantenuto questo emendamento, pur sapendo che la legge che lo finanziava ha esaurito i suoi effetti, al di là delle considerazioni che faceva il Consigliere Chiezzi sulla possibilità di intervenire perché questo tipo di finanziamento si riapra, è dovuto proprio all'oggetto (appunto, il Piano regionale di sviluppo) e, tra l'altro, ad una serie di curiosità.
Credo sia difficile poterci andare ad incatenare davanti a Montecitorio e protestare, soprattutto perché il Piano regionale di sviluppo non c'è: manca, cioè, l'oggetto. Sarebbe un'azione forte andare a chiedere un finanziamento se la Giunta avesse presentato il Piano di sviluppo, con la necessità di finanziamento che questo ha.
Il fatto che la Giunta, dopo tre anni, non lo abbia ancora predisposto evidentemente ci rende tutto difficile, perché se andassimo lì, ci domanderebbero: "Su cosa chiedete il finanziamento?".
Anche se c'è una promessa, siamo molto curiosi, perché è ormai trascorso il termine entro il quale ci era stato detto che sarebbe stato annunciato.
La curiosità però è anche un'altra. Negli anni scorsi esistevano dei finanziamenti che sono stati utilizzati totalmente; la curiosità è capire l'utilizzo, perché arriviamo ad un paradosso: negli anni in cui c'erano i finanziamenti, non abbiamo elaborato il Piano di sviluppo; adesso che non ci sono più i finanziamenti, forse lo elaboreremo.
Sarebbe anche interessante capire che rapporto c'è tra questi finanziamenti e il Piano di sviluppo. Per la sua elaborazione, oltre che per il suo finanziamento, abbiamo la necessità di capire dove si andranno a prendere i fondi per il finanziamento del Piano medesimo. Quindi anche su questo vorremo avere dei chiarimenti da parte dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Credo di dover smentire il Consigliere Papandrea.
Papandrea, non è vero che non c'è il Piano di sviluppo. Il Piano di sviluppo c'è perché c'è un documento che dice che entro il 31 marzo il Piano di sviluppo è presentato. Quindi, Papandrea, non è vero che non c'è il Piano di sviluppo: il Piano di sviluppo c'è. E anzi, probabilmente il Piano di sviluppo è stato il progetto fondamentale sul quale la Giunta ha basato l'ipotesi di bilancio.
Probabilmente il Piano di sviluppo non è ancora definito in tutti i suoi particolari perché un Piano di sviluppo dovrebbe vedere, assieme al bilancio previsionale del '98, il bilancio triennale.
Io non so se in quest'aula, quando avremo finito di discutere il bilancio del '98, discuteremo anche il triennale; mi sembra di no.
Come dice, Consigliere Gallarini? Sì? A me sembra di no.



GALLARINI Pier Luigi

Sarebbe una lacuna.



MONTABONE Renato

L'altro giorno abbiamo partecipato a una riunione interessantissima con le associazioni culturali, quelle associazioni culturali che hanno fatto quell'inserto su La Stampa e che poi sono venute a un'audizione e ci hanno spiegato i motivi per cui avevano deciso di fare l'inserzione su La Stampa.
Uno dei motivi principali che ci hanno segnalato, raffrontandosi all'esempio francese, è stato quello di avere delle certezze che non fossero di un bilancio man mano, ma che fossero delle certezze che nel tempo prevedessero almeno l'attuazione di programmi triennali.
E' difficile, a mio modo di vedere - ho fatto l'esempio della cultura forse è quello più improprio - prevedere di dare delle certezze alla società piemontese, ivi comprese le associazioni culturali, se la Regione non ha un Piano di sviluppo.
La Regione ha un Piano di sviluppo scaduto. Per carità, questa Giunta potrebbe anche dire: "Quel Piano di sviluppo è il nostro e quindi noi lo adottiamo e lo completiamo"; oppure la Regione e quindi l'esecutivo di questa Regione può dire: "No, noi non condividiamo quel Piano di sviluppo e quindi ne presentiamo un altro", e l'ha detto, questo; si è detto: "Entro il 31 marzo il Piano di sviluppo verrà presentato". Non solo, ma dietro il pungolo delle minoranze, nell'immediato - e quindi a far riferimento tre giorni dopo da quando c'è stata una riunione dei Capigruppo, non ricordo più neanche, forse già allora si discuteva del 371 - si è detto: "Siamo talmente certi di presentarvi il Piano di sviluppo entro il 31 marzo che lunedì - ed eravamo al venerdì o al giovedì - vi presenteremo in sintesi i titoli di riferimento del Piano di sviluppo stesso". Lo ricordate tutti questo, no? E il lunedì effettivamente, dietro una richiesta un po' forzata perché non è stato così spontaneo, come altre cose avvenute in questi tempi - sono arrivati i titoli programmatici del Piano di sviluppo.
Ebbene, Consigliere Papandrea, io credo di doverti smentire una seconda volta, perché quando tu dici: "Se ci fosse il Piano di sviluppo, noi potremmo inserire su questo capitolo ancora con più forza questi quattrini", io ti dico: "Non sono necessari", perché leggendo i titoli e la sintesi del Piano di sviluppo si capisce che non si vuole e non si sa cosa sia un Piano di sviluppo. Tanto varrebbe che il Presidente Ghigo, oppure il Vicepresidente Majorino, che in questo caso ne ha pieno titolo, si alzassero e dicessero: "Non siamo in grado di fare il Piano di sviluppo cerchiamo di completare il precedente".
Perlomeno sarebbe una presa di posizione chiara che ci permetterebbe di discutere non su un Piano di sviluppo che questa Giunta non è in grado di presentarci, ma su un canovaccio di Piano di sviluppo che potremmo modificare.
Credo che su questo tema - ho fatto, ovviamente, un discorso di carattere generale che ha comunque un collegamento di carattere politico a cui faceva cenno prima - ci siano altri emendamenti, ne potremmo presentare ancora qualcuno per entrare nel merito delle singole particolarità del Piano di sviluppo. In questo modo il dibattito potrebbe diventare interessante e la Giunta potrebbe avere dei consigli della minoranza sul come stilare il Piano di sviluppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

A me pare che su un tema di questo genere ci dovrebbe essere una partecipazione corale di tutto il Consiglio regionale. L'emendamento in discussione, significativo di una discussione generale, preclude una presa di coscienza da parte di tutti i Gruppi di maggioranza e di minoranza.
Credo che questa sia una delle occasioni per cui il bilancio diventa effettivamente la grande istruttoria politica, amministrativa e culturale per una nostra conoscenza complessiva della situazione. Sono lieto che ci siano degli Assessori che pure alla ricerca - come i sei personaggi di Pirandello - di un autore possono essere sufficientemente autonomi - e lo sono - dal punto di vista culturale, onde dare la risposta più congrua ad una problematica che è stata qui sollevata.
Mi auguro che tutti possano partecipare all'emendamento presentato dal Consiglier Chiezzi. La problematicità del Piano di sviluppo è stata sollevata più volte; per quanto mi concerne le note a margini di un programma regionale di sviluppo, di uno scenario del Piemonte, sono già state sufficientemente riassuntive di alcuni fatti che esistono che per meritano, nell'ambito del Piano regionale di sviluppo, una puntualizzazione organica da parte dei Consigliere, da parte del Consiglio, da parte della Giunta.
A quanto pare l'Assessore Botta non è interessato al Piano regionale di sviluppo: però mi piacerebbe avere da lui qualche risposta. Stiamo discutendo su un argomento sostanziale alla sua materia, mi pare pertanto necessario un minimo di attenzione. Si parla di software organizzativo, con legami attuativi, collegati alla riforma dell'organizzazione della Regione al nuovo ruolo della dirigenza, al rinnovamento dell'uso dell'informatica che è una bellissima proposizione iniziale, però vorrei domandare anche alla Giunta, agli Assessori interessati, che cosa significa. Cosa importante perché naturalmente fa un preambolo ad una ristrutturazione organizzativa della Regione, che è il supporto naturale, direi logico culturale ad un Piano regionale di sviluppo.
Al di là di tutto questo, credo che il Piano regionale di sviluppo debba partire da una considerazione molto semplice, forse banale: la crisi del nostro Piemonte. La crisi di una cultura industrialista, fordista che oggi si avvia verso dei traguardi o verso scenari di una cultura postindustriale.
Gli Stati generali del Piemonte hanno dato delle chiavi di lettura diverse del nostro Piemonte. Hanno parlato di tre Piemonti: una fascia pedemontana del Piemonte - da Ivrea fino al lago Maggiore - di una fascia metropolitana e di una fascia residuale del Piemonte che si colloca soprattutto nel Piemonte meridionale, fatta eccezione della zona di Cuneo.
Cuneo può essere chiamata la società del nord-est e del nord-ovest.
Su questo vale la pena, al di là di quelle che sono le infrastrutture soffermarci su che cosa sarà il Piemonte, anche se non siamo i maghi della pioggia, nell'anno duemila.
Di fronte al risentimento dell'Unione industriale o delle categorie produttive dell'area metalmeccanica torinese nei confronti del Presidente Ghigo accusato ingiustamente o giustamente di far traslare l'economia piemontese, chiaramente industrialista e fordista, verso un'economia di servizi, rivendicando ancora il ruolo principale, metalmeccanico o dell'industria metalmeccanica o dell'industria dell'auto, nella nostra città, occorrerebbe una risposta puntuale da parte del Presidente.
Ci sono degli obiettivi che devono essere messi a fuoco, ci sono dei mezzi, delle azioni che devono essere messe a fuoco, ci sono degli attori che devono essere chiamati sinergicamente a lavorare per questi obiettivi e con le azioni conseguenti. Si parla ovviamente di turismo, e il turismo è entrato in quest'aula con i piedi sporchi di un'azione né intelligente, n organica, né corretta, sulla quale credo che le latitanze e le reticenze dei Gruppi politici debbano venir meno. E' inutile fare del moralismo quacchero, quando noi vogliamo, la Giunta lo vuole, il Presidente della Giunta lo vuole, dirimere questo problema, tagliando il capo di quello che è il vero mostro giuridico operativo, istituzionale di questo caso. E' inutile che andiamo a cercare il "Garrone" della situazione quando la latitanza dell'Assessore al turismo è l'unica responsabilità vera che la Giunta ha nei confronti di questo Consiglio e quando la latitanza nel non domandare la correttezza dei rapporti fra l'istituzione esecutiva e l'istituzione legislativa è il vero atto di accusa che noi poniamo nei confronti dell'istituzione del Piemonte.
Il problema del turismo, il problema della cultura e il problema della terziarizzazione dei servizi, Assessore Leo, lei ha certamente visto che questo scenario può essere possibile, anche se non è solamente quello. Ha una grande responsabilità sulle sue spalle, perché quando nelle note viene detto che il problema del tempo libero è collegato al problema stesso della disoccupazione, attraverso il cosiddetto fenomeno della "giovent protratta" che non trova lavoro e che nell'ambito della famiglia trova ancora gli antidoti necessari per non fare scelte di vita che forse non le sono possibili, allora il problema della disoccupazione giovanile è un problema che tocca anche lei, tocca il suo Assessorato perché tocca l'organizzazione non della cultura, ma dell'istruzione superiore.
Ebbene, noi abbiamo un forte deficit su questo. Infatti, per quanto riguarda il problema della formazione universitaria o della formazione secondaria la nostra Regione è una delle ultime d'Italia. Anche il problema della seconda Università entrerebbe in gioco, e non voglio dire altre cose su questo argomento perché mi porterebbero molto lontano; questo è un problema che significa che cosa? Che le infrastrutture culturali accademiche, universitarie, devono poter trovare nell'ambito del suo settore delle risposte che non sono quelle che oggi si danno, che oggi l'ente pubblico dà. Il problema universitario del Piemonte non si risolve con l'Università a rete dove più o meno si accontenta il cosiddetto "campanile sera", ma non si risolve nemmeno con una risistemazione istituzionalizzata dei docenti dell'Università che vogliono che qui si faccia un'Università madre con tante chiese periferiche, proprio per trovare loro stessi la compiacenza di una sede dove lavorano e poi una specie di giurisdizione su tutta la cultura universitaria piemontese! Ma queste sono altre cose.
Il problema della disoccupazione giovanile si pone allora nei confronti del livello di culturizzazione di massa, perché quando noi abbiamo una popolazione che invecchia, quando abbiamo un malessere demografico sempre più incalzante, quando vediamo, basta leggere oggi i giornali, che la gente non vuole più abitare a Torino, cioè non voglio dire che il Piemonte è Torino o che Torino sia il Piemonte, però vuol dire che c'è una crisi latente, che è una crisi galoppante perché abbiamo tutti gli indicatori negativi. Mentre Milano è la prima città d'Europa, qui abbiamo tutti gli indicatori negativi che portano a far sì che il Piemonte o Torino oggi sia effettivamente subordinata, tributaria di altre città e di altre Regioni d'Italia.
Allora: la individuazione degli obiettivi, la individuazione dei mezzi la individuazione dei soggetti sociali. E questo significa anche quella governance che il Presidente ha sentito una volta o due annunciare in aula oppure nelle convention, però non ha fatto nulla; ha delegato! La Regione che deve essere il massimo soggetto coordinatore fra tutti gli Enti locali del Piemonte ha fatto sì che questa cosa le passasse sotto il naso e venisse avocata a sé da parte del Presidente della Provincia di Torino.
Comunque questi sono argomenti che riprenderò ancora, io ho voluto solo dare alcuni spunti che poi riprenderò per poter sviluppare meglio il mio pensiero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

L'emendamento del nostro Gruppo al cap. 200 del Bilancio di previsione 1998 riguarda i finanziamenti per il piano regionale di sviluppo.
Questi emendamenti hanno lo scopo di far discutere adeguatamente del problema il Consiglio regionale.
Un piano regionale di sviluppo dovrebbe riguardare la vera programmazione del Piemonte, dei problemi e dei nodi che questa Regione in modo grave sta attraversando. Discutere delle variabili regionali è anche un grande impegno istituzionale e quindi prioritario della Regione.
Individuare le linee di programmazione, a partire dal lavoro, dal socio economico e occupazionale in ogni settore produttivo, è compito primario e decisivo delle Regioni.
Bisogna però rendere coerente questa programmazione sull'articolato territorio regionale rappresentato dalle otto Province del Piemonte entrando nelle varie e gravi emergenze, a partire - ripeto - dalla politica urbanistica, industriale, agricola, turistica, sanitaria, socio assistenziale e ambientale. Sono temi e nodi fondamentali che devono entrare in una logica del piano regionale di sviluppo. In modo grave però è da denunciare che non vi è ancora un nuovo piano regionale di sviluppo della maggioranza di centro-destra e quindi l'esecutivo è latitante sulle nuove emergenze e priorità del Piemonte, anche se - com'è già stato ricordato - c'è un vecchio piano che però è in arretrato di tre anni.
Come minoranza occorre quindi impegnare subito la Giunta a presentare un nuovo piano di sviluppo, non solo per i finanziamenti, ma anche perché è stato promesso e addirittura a scadenza breve.
L'incapacità di presentare un nuovo piano e quindi rimarcare il vecchio dimostra l'incapacità amministrativa, politica e legislativa non indifferente, tale da creare anche dei problemi e soprattutto delle preoccupazioni.
Spero che nell'esclusivo interesse del Piemonte dal punto di vista socio-economico produttivo si giunga a discutere presto anche del piano triennale di sviluppo, perché veramente si sente la totale mancanza dell'esecutivo e di un governo per il Piemonte e per i Piemontesi che sentono l'urgenza e la priorità dello sviluppo e la crescita economica piemontese verso il Duemila.
Ci sono grandi problemi e grandi nodi che devono essere affrontati con la dovuta considerazione e io credo che se noi andiamo a fondo, a partire da questo emendamento e dai successivi, daremo un'impronta nuova alla nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, desidero fare una premessa, se me lo consente.
Vorrei chiedere ai colleghi del Cuneese, in particolare ai colleghi Peano, Viglietta, Rossi, Riba e Casoni, e ai colleghi di origine cuneese perché sono interessati alla questione, sul piano di sviluppo, Presidente credo che sia importante - e interessa anche la collega Cotto...



CAVALIERE Pasquale

COTTO



CAVALIERE Pasquale

Per Cuneo o per Asti?



CAVALIERE Pasquale

Per Asti.



(Commenti da tutti i banchi del Consiglio)



CAVALIERE Pasquale

Vedo che affiorano tanti localismi.
C'è una questione, Presidente del Consiglio, che da mesi è stata scippata da quest'aula, e credo anche dalla sala della Giunta; ne sa qualcosa l'Assessore Masaracchio, che credo conosca poco il problema che riguarda una grande infrastruttura che possiamo definire "un'arteria del Piano di sviluppo che non c'è", che è l'Asti-Cuneo. L'Asti-Cuneo è un progetto evocato, se ne discute da anni; sui giornali locali del cuneese ogni settimana ci sono pagine e pagine che riguardano questo problema.
Cerchiamo, allora, di capire cosa si sta facendo, cosa sta succedendo su questo.
Sappiamo che vi è uno studio della nostra Regione; i nostri uffici, i tecnici, coloro che hanno studiato il problema, hanno stabilito che vi erano tre ipotesi di percorso e che l'ipotesi migliore è Asti-Marene Fossano-Cuneo.



(Il Consigliere Cavaliere apre e consulta una cartina geografica)



CAVALIERE Pasquale

Tra l'altro, ho disponibile anche per i colleghi una carta che spiega in maniera chiara che a Fossano disponiamo di una circonvallazione già realizzata o in fase definitiva di realizzazione, quindi sarebbe meno impattante (un impatto c'è comunque) passare da Asti a Marene, a Fossano e raggiungere Cuneo.
Questo è il percorso più economico, ambientalmente meno impattante e soprattutto più corto (fatto non del tutto irrilevante quando si costruiscono le strade, che, come sapete, servono ad arrivare prima in qualche posto).
Questo progetto viene sostituito da un altro progetto che da Asti va a Marene e da Massimini di Carrù torna a Cuneo: la cosiddetta zeta rovesciata, che allunga di diversi chilometri l'opera, che costerà decine di miliardi in più, che - soprattutto - ha un grave problema ambientale ed idraulico nella zona già interessata dall'alluvione, che purtroppo è sopravvenuta dopo la progettazione di quel tratto e su quel tratto già il Ministero dell'ambiente, non del Governo dell'Ulivo, ma di altri Governi aveva dato parere negativo. Parere che fu avocato dal Presidente del Consiglio dei Ministri che, per la prima volta in Italia, disse: "Non considereremo la valutazione di impatto ambientale, per una valutazione di motivo politico".
Quindi, è stato dato parere negativo prima dell'alluvione; c'è stata l'alluvione, ma non si sono fatti altri studi e si è detto: "Passiamo di lì". Perché si vuole passare di lì? Perché c'è un progetto della società Satap, approvato da nessuno, che mai nessuno approverà, soprattutto il buon senso, che da Massimini attraversa tutte le Langhe, l'autostrada della Predosa.
Un'autostrada nelle Langhe, Presidente Picchioni, una cosa che nessuno approverebbe mai.
Per attivarsi in questa direzione, si finisce per non approvare il lotto funzionale Asti-Marene, che risolverebbe il problema in tre anni collega Cotto - se tutti lavorassero come si deve. Asti-Marene: come sarebbe bello, se si potesse! Collega Cotto, lei questo lo deve sapere: si approva il primo lotto di Asti, poi il primo lotto di Massimini, per precostituire tutto il percorso e un lotto tra Asti e Marene.
Il collega Riba conosce molto bene perché credo sia l'unico che ha permesso a quest'aula, in passato, di discutere del problema e quindi ha portato, per quanto gli è stato possibile, il problema in quest'aula, dando un contributo alla realizzazione di quest'opera.
Io ricordo il dibattito che si fece allora, discutemmo a lungo di questo problema, non ci pronunciammo sull'attestazione a Cuneo, ma lasciammo libero il ragionamento di quale dovesse essere, una volta a Marene, il percorso.
E allora, per giochi del tutto politici, si vuole approvare il lotto di Asti (un lotto e mezzo) e il lotto di Massimini, quindi si farebbe una delle più importanti infrastrutture del Piemonte, non collegando la zona industriale del Cuneese, non collegando l'aeroporto, sul quale c'è una proposta di legge della Provincia di Cuneo per una sua integrazione con il progetto integrato di aeroporto cuneese.
Vorrei chiedere all'Assessore ai trasporti se sta seguendo questo problema, se ci vogliamo far coprire di ridicolo da tutta Europa, facendo una grande infrastruttura, importantissima, che invece di collegare strategicamente e velocemente Asti con Cuneo, seguendo la zona di servizio la zona industriale aeroportuale, vuole fare uno zig-zag in mezzo al Piemonte, di puro interesse della società autostradale Satap, perché ha in mente un progetto che mai si realizzerà. Certo, attestarsi lì non nuoce perché chissà che un domani qualche politico, ancora più disinteressato ai destini del territorio, non possa approvare anche un progetto di questa natura! Il collega Peano si è pronunciato, dicendo che non ha senso che si passi da Massimini, ma che si potrebbe passare da Fossano; chiedo allora al collega Viglietta, di Fossano, come ha potuto non proferire mai una parola in quest'aula per impedire che si compia questo scempio. Come mai il collega di Fossano non difende e non tutela anche le popolazioni dell'area di cui è espressione? Vorrei chiedere agli altri colleghi del cuneese, ma soprattutto all'Assessore ai trasporti, come mai sta coprendo queste decisioni così assurde, che tra l'altro rischiano di bloccare l'opera, perché - come dicevo prima - nel tratto Massimini Cuneo ci saranno per forza degli studi idraulici essendoci stata nel '94 l'alluvione. Ci saranno per forza anche se per adesso sono riusciti a non farli fare.
Chiedo al collega Majorino cosa ne pensano i Beni Ambientali sul fatto che si faccia passare un'opera dove già l'alluvione ha devastato il territorio; è stato interpellato su questo? Lei conosce il problema? Collega Botta, lei conosce il problema? State collaborando con l'Assessore Masaracchio o sta facendo da solo? E' una pensata di gruppo o la sta pensando da solo il collega Masaracchio questa vergogna?



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, nel mio intervento mi rifarò più prettamente all'emendamento presentato dai colleghi di Rifondazione Comunista sull'esigenza di prevedere, anche simbolicamente, delle entrate collegate alla problematica del Piano di sviluppo. Riserverò soltanto qualche piccola nota all'intervento, seppure molto importante, che è stato fatto adesso dal collega Cavaliere, perché chiaramente se vogliamo parlare di Piano di sviluppo i temi che sono stati adesso accennati rappresentano indubbiamente delle questioni fondamentali. Peraltro, come sempre per le grandi questioni, discusse pochissimo in quest'aula.
Interverrà poi il collega Angeli sulla questione più specifica della Asti-Cuneo, che è stata rappresentata sempre da Cavaliere, peraltro con una sottolineatura da parte mia alla quale tengo sempre moltissimo e cioé che le grandi questioni che riguardano la Regione Piemonte non dovrebbero mai essere affrontate come questioni di carattere territoriale di Cuneo, di Asti, di Alessandria, perché evidentemente sono le questioni che attengono allo sviluppo o meno della Regione Piemonte.
Noi abbiamo troppo la tendenza a far sì che le questioni di Alessandria vengano affrontate dai colleghi alessandrini, quelle di Asti dai colleghi di Asti e quelle di Cuneo dai colleghi di Cuneo e dovremmo invece, tutti assieme, e così vale anche per le altre Province, fare uno sforzo perch veramente la Regione diventi quello che la Costituzione ha previsto e cioè una dimensione unica, perché noi siamo eletti, e vorrei su questo che il Presidente del Consiglio nella sua funzione importante mi seguisse. Vede Presidente, la Costituzione dice che il Consigliere è eletto senza vincolo di mandato, il che vuol dire che io vengo eletto dagli elettori della Provincia di Torino, ma che a pieno titolo mi posso occupare di tutta la Regione Piemonte, mentre invece sempre di più stiamo diventando una sommatoria di province e lei Presidente, nella sua autorevolezza che le riconosco come ruolo e nella sua esperienza di politico, dovrà adoperarsi perché molte volte, anche in quest'aula, ho sentito Consiglieri che in assoluta buona fede dicono "C'é questa riunione", "Viene questa delegazione dal Comune tale dei tali" e allora invitiamo i colleghi eletti in quella circoscrizione ad andare a quella riunione.
Questo, Presidente, lei lo deve sempre sottolineare, lei come chiunque altro, dicendo che non è così, altrimenti arriviamo addirittura all'assurdo che qualche volta colleghi di Torino o di Cuneo intervengono su una determinata Provincia e non possiamo non vedere che i colleghi della Provincia di elezione si offendono, come se si entrasse nel loro territorio.
Io intervengo su questa questione, Presidente, proprio perché stiamo parlando del capitolo del Piano di sviluppo. Il mio discorso è molto serio non è strumentale. Lo faccio perché deve essere così, perché si sta accentuando moltissimo questa cosa e questo è molto grave ed è grave soprattutto a fronte di ciò che sta avvenendo nazionalmente, perch nazionalmente oggi noi leggiamo su tutti i giornali l'intesa sui poteri delle Regioni e allora se noi vediamo che le Regioni avranno competenza in materia di tutela e di sicurezza del lavoro e dell'istruzione, università e professioni, governo del territorio, ricerca scientifica e tecnologica tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, tutela della salute, ordinamento sportivo, protezione civile, grandi reti di trasporto - bene ha fatto il collega Cavaliere a porre questo punto - ordinamento della comunicazione produzione trasporto e distribuzione nazionale dell'energia e quant'altro ci rendiamo conto che la nostra visione deve diventare sempre di più una visione di legislatori regionali.
Io mi permetterò, anche a costo di diventare più antipatica di quello che già posso essere ad alcuni, ma cosa vuole, quando si fa politica e si hanno delle opinioni e delle convinzioni talvolta bisogna anche correre questo rischio di impopolarità, di segnalare questa questione, ma questo non avviene solo in questa legislatura, avveniva anche nelle precedenti, ma nel tempo si sta accentuando e invece noi dobbiamo invertire questa tendenza. E' per questo che la questione del Piano di sviluppo diventa una questione molto importante, perché noi dobbiamo saper affrontare nella loro unificazione sul territorio regionale le grandi questioni del Piemonte.
Il collega Cavaliere ne ha affrontate alcune, certamente richiedono una conoscenza specifica, chi interverrà ulteriormente potrà entrare più nel merito. Per quello che mi riguarda credo che sia meritorio fare delle grandi infrastrutture; non è che non sia meritorio fare grandi infrastrutture, perché esse attengono allo sviluppo, ma noi dobbiamo avere l'impegno straordinario della tutela ambientale, di fare delle cose logiche, di prendere delle iniziative, portare avanti delle proposte e dei progetti di carattere trasparente perché evidentemente oggi tutto questo serve sia a tenere un collante fra i cittadini e sia a fare esprimere dei pareri politici, di congruità economica e di altri punti di vista, perch oggi la sensibilità comunque è oggettivamente aumentata per quello che riguarda la tutela dell'ambiente, per quello che riguarda la tutela del paesaggio Come diceva il Prof. Giovanni Astengo, che è stato un noto urbanista e Assessore regionale, i patrimoni una volta distrutti sono distrutti per sempre, perché sono irripetibili. Allora questo è il punto ed è per questo che noi dobbiamo segnare, sulla questione Piano di sviluppo, un momento di grande attenzione.
Ieri, in seguito alla presentazione di alcuni emendamenti, abbiamo avviato un dibattito con l'Assessore D'Ambrosio sulle questioni della sanità, che è diventato molto interessante nell'arco della giornata: sono lieta di avervi partecipato, insieme al collega Angeli.
Questo di oggi è un altro dibattito molto importante; dobbiamo prepararci non a qualcosa in divenire - l'aumento delle competenze - ma ad una cosa attuale.
Badate bene, colleghi, che non siamo ad un aumento di competenze è reale quanto scritto su La Stampa, nell'articolo intitolato "Così lo Stato federale". Rispetto al federalismo dobbiamo attrezzarci con una logica complessiva dello sviluppo e soprattutto con una visione di legislatore e di governo della Regione Piemonte che sia regionale.
Rilevo però, per quanto riguarda, purtroppo, il nostro esecutivo, delle gravi carenze; ritengo giusto l'approccio dato dall'intervento precedente: le questioni non possono più avere caratteristiche settoriali. La tutela del paesaggio, soprattutto per alcuni territori dal valore insostituibile chiede di fare battaglie.
Colleghi, quando si fanno battaglie vere, si pagano prezzi veri; quando ci si scontra con interessi reali si batte la testa, si hanno delle reazioni. E chi parla in quest'aula, sa benissimo quanto si sta dicendo in materia. Si hanno reazioni di carattere politico, di carattere economico: aggressioni dai grandi poteri, cui, chiaramente, le problematiche di difesa del paesaggio, di tutela di ciò che è irripetibile, di difesa del territorio non interessano assolutamente.
Ecco il motivo di una Giunta forte, che su grandi questioni - scusate non telefona! Non stiamo parlando di sciocchezze; ringrazio l'Assessore Burzi di aver seguito anche le cose banali, che il mio modesto intervento può aver detto e le cose più intelligenti che senz'altro gli altri colleghi hanno detto, ma non mi sembra tollerabile che mentre si fa questo tipo dibattito, gli Assessori competenti - fatta eccezione per l'Assessore Botta stiano telefonando.
Ieri abbiamo visto un altro tipo di comportamento, e tutti abbiamo ringraziato l'Assessore D'Ambrosio. Sulla questione in esame oggi non possiamo tollerare di essere considerate persone che "blaterano". I problemi posti nel mio modestissimo intervento e quelli posti in precedenza dal collega, meritano una diversa attenzione.
Chiedo al Presidente Deorsola, sempre attento, di voler richiamare ogni tanto gli Assessori che telefonano. Noi non siamo qui a blaterare: quando vengono richiamate delle competenze specifiche, non possiamo vedere gli Assessori che continuano a telefonare, soprattutto se si dibattono grandi questioni.



PRESIDENTE

Concordo pienamente con lei sul concetto della rappresentatività del Consigliere; già stamattina ho avuto modo di richiamare all'attenzione dei Consiglieri l'utilizzo del telefonino: non credo possa essere abolito in quest'aula, ma sicuramente deve essere utilizzato con grande discrezione.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, voglio ringraziare il gruppo di Rifondazione Comunista per aver presentato l'emendamento in esame su questo particolare capitolo, perché ci dà modo di affrontare uno dei problemi che abbiamo tentato di suggerire alla maggioranza fin dall'autunno del 1995.



SAITTA Antonino

Vorrei porre una questione che non so se si possa considerare di carattere pregiudiziale. Come detto in precedenza la collega Spagnuolo, non possiamo interloquire di questioni inerenti ai trasporti con l'Assessore sempre distratto, che prima leggeva e adesso è al telefono. Ci possiamo fermare; aspettiamo.



PRESIDENTE

Ho già detto che l'utilizzo del telefono non credo possa essere vietato; ho già invitato ad un uso assolutamente discreto, per ragioni di assoluta urgenza.



MIGLIETTI Franco

Assessore Masaracchio, sappiamo benissimo che la nostra funzione di Consiglieri è vanificata nel tempo, non me ne preoccupo assolutamente, anzi me ne preoccupo, ma non mi meraviglio.
Fin dall'autunno del 1995, al primo bilancio di questa legislatura pregammo il Presidente Ghigo che, a nome della Giunta, fosse investito dell'onere di presentare una relazione introduttiva ad uno degli atti fondamentali, per quanto riguarda la vita di qualsiasi istituzione, ma principalmente della Regione Piemonte: la relazione al bilancio. Relazioni non come quelle che abbiamo sentito in questi tre anni: relazione tecnica in cui si dice com'è composto, com'é formato, ma una relazione politica che partendo dalla situazione reale, del livello di vita dei cittadini piemontesi, dicesse a tutte le forze politiche, imprenditoriali, sindacali qual era l'apporto che intendeva dare la Regione Piemonte.
Una delle cose che abbiamo condiviso, sostenuto e ritenuto un momento di intelligenza e genialità anche da parte di colui l'aveva proposto, il collega Picchioni che in quel momento sedeva alla massima carica del Consiglio regionale, è stata la fondazione degli Stati Generali.
Nella mia mente, forse mai esplicitato fino in fondo, si trattava dello strumento che avrebbe coinvolto tutta la società civile, per costruire il Piano di sviluppo regionale, sul quale avrebbe dovuto essere, nel tempo costruito il bilancio della Regione Piemonte.
Le chiedo, signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta e signori Assessori, che avete il compito di indirizzare correttamente il potere, perché non avete tenuto conto della collaborazione, che pur dalla minoranza, per nostra formazione, ovvero quella del "tanto meglio, meglio per tutti" - e non del "tanto peggio" abbiamo cercato di offrire in questi anni. Anche in occasione del secondo bilancio di previsione - del 1996 per l'anno successivo - abbiamo cercato di dare suggerimenti.
Stamattina si è toccato un problema molto importante, ma che all'interno del complesso della Regione Piemonte può essere molto piccolo: quello dell'autostrada, fatta a "Z", a "S", o quant'altro.
Pensiamo cosa potrebbe avvenire se veramente volessimo discutere di che cosa sarà la grande infrastruttura dell'Alta velocità; di come sta all'interno del Piano di sviluppo; se c'è una logica del collegamento del porto di Genova, del porto di Savona con Rotterdam; se c'è una logica...
Vi sono delle infrastrutture che sono state abbandonate - altro che stanno per essere riciclate! - e io non ho letto assolutamente nulla a tale proposito, di una proposta da parte della Giunta e del governo regionale.
Nei dibattiti avvenuti nelle diverse Province sugli Stati Generali del Piemonte, che partono dalle cose più marcatamente relative alle condizioni di vita dei cittadini a quelle che sono più globali della globalizzazione dell'economia, alcune cose si sono dette, ma non ho sentito da nessuno proporre, in questa sala, questi ragionamenti.
Quindi credo che si dovrebbe riprendere con forza l'approfondimento degli Stati Generali per trarne quelle giuste indicazioni, con la collaborazione e tenendo conto anche delle proposte che vengono dalla minoranza.
Non credo che siano i 9 miliardi iscritti in questo capitolo di bilancio, che sono il finanziamento per il Piano di sviluppo regionale quelli che determinano il Piano di sviluppo regionale; credo che sia ben più complesso e che non riguardi soltanto il bilancio della Regione Piemonte, ma riguardi il bilancio della Regione Piemonte, il bilancio delle Province, il bilancio del complesso dei Comuni e il bilancio dello Stato.
Se vogliamo veramente arrivare a quel federalismo che finalmente pare dal Parlamento stia decollando, dobbiamo dare le indicazioni e dare il "la" su quelle che sono le nostre condizioni e conoscenze profonde della situazione piemontese, se vogliamo realizzare e coinvolgere anche il Governo nazionale in questo federalismo che si sta costruendo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Signor Presidente, mi ripeto su un problema, che è il Piano di sviluppo del Piemonte. Già in precedenza avevo detto che avrei preferito vedere dei bilanci mirati su delle progettazioni, su dei momenti specifici e su un Piano di sviluppo piemontese che tenesse conto di quelle che sono oggi le situazioni occupazionali del Piemonte e i problemi di disoccupazione nel Piemonte, tanto più tenendo conto della situazione dei trasporti.
Per collegarmi al ragionamento del collega Cavaliere, parlando della Asti-Cuneo e vedendo - avendomelo messo proprio davanti - dove sono progettati questi lotti, questi tratti di autostrada, devo dire che mi ricordano i vari ponti sospesi in aria in tutta Italia, mai terminati, mai finiti, mai arrivati ad una determinazione. Questo vuol dire non avere più il senso delle misure.
Se le cose continuano ad andare avanti in questo modo, credo che sbagliamo tutto, non avendo noi un progetto ben definito di quello che vogliamo fare per il Piemonte e particolarmente - parlo io, che sono un alessandrino, per smentire anche il concetto che veniva espresso dal mio Capogruppo - che noi interveniamo esclusivamente per Province. Capita questo, però dobbiamo stare attenti ad avere occhi per tutto il territorio piemontese, ad avere occhi per tutta la situazione del Piemonte.
E' per questo che dicevo: "Se avessimo il Piano di sviluppo probabilmente ne avremmo già discusso ampiamente e saremmo tutti più preparati; perderemmo forse meno tempo a cercare di dire che oggi, visto che il Piano di sviluppo del Piemonte è stato presentato, dovrebbe esserci un finanziamento, come dice giustamente l'emendamento presentato dal Gruppo di Rifondazione Comunista".
Ritornando alla situazione della Asti-Cuneo, in precedenza avevo fatto un'affermazione in questo Consiglio regionale: che qualsiasi strada venisse proposta per il Cuneese, io sarei stato disponibile ad approvarla, perch la situazione del Cuneese dell'area da Asti a Cuneo e del Cuneese nel suo complesso, è disperata. Disperata in tutti i sensi: se qualcuno di voi o di altri ha provato - adesso ne hanno fatto un altro tratto - solo a prendere la Torino-Savona e a percorrere quei tratti di strada dove succedono migliaia di incidenti, si è reso conto di quale sia la situazione dei trasporti all'interno del nostro Piemonte. Poi ci rifacciamo alle Ferrovie ad Alta capacità o ad Alta velocità, ai trasporti in genere. Da che mondo è mondo, dove si vanno a fare delle aree di collegamento, si attivano dei commerci, si attivano dei mercati, si attiva del lavoro; attivando questo tipo di lavoro, bisogna tener conto - come giustamente diceva il collega Cavaliere - delle infrastrutture esistenti. Se noi costruiamo un'autostrada che non tiene conto del collegamento con l'aeroporto Levaldigi e delle infrastrutture già esistenti - magari finanziate dalla stessa Regione Piemonte - si rischia di rendere inefficace un servizio e spendere male i quattrini di tutti i Piemontesi.
Il Piano di sviluppo del Piemonte lo dobbiamo analizzare prima dal punto di vista delle opere infrastrutturali esistenti e poi dalle possibilità prospettate dalle varie aree industriali; dobbiamo comunque cercare di accelerare i tempi di approvazione del Piano.
Il Piano pluriennale deve tener conto di queste situazioni, deve tener conto dello sviluppo del Piemonte e della programmazione, anche se purtroppo, è stata abbandonata nel tempo non producendo oggi più alcun risultato.
Sarebbe opportuno - sono d'accordo con quanto ha detto il collega Cavaliere - cercare di costruire l'autostrada al minor costo possibile e al minor impatto ambientale possibile, senza tener conto delle volontà di questa e di quella ditta concessionaria.
Questa deve essere la volontà politica che deve scaturire dal Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Grazie Presidente per avermi concesso la parola. Vorrei non soltanto entrare nel merito di quanto detto dal Consigliere Cavaliere e da altri Consiglieri, che hanno cercato in qualche modo di riportare in aula il dibattito sulla Asti-Cuneo, ma anche sottolineare il fatto che il Piano di sviluppo dovrebbe essere un continuo dibattito di un Consiglio regionale.
Quindi la mancanza oggi di un Piano di sviluppo, è una mancanza grave, una grossa carenza; il Piano di sviluppo dovrebbe essere un continuo momento di confronto, un continuo modellamento sulle esigenze di una Regione. Quindi un macro progetto che si sviluppa in continuazione, che si modifica, che si modella, che si articola sulla tutela dello sviluppo di una Regione, ma che soprattutto deve coinvolgere tutta la società civile: questo dovrebbe essere un Piano di sviluppo.
Il Consigliere Picchioni ricordava che anche il mondo dei giovani dovrebbe essere luogo di attenzioni e di riflessioni nello sviluppo della realtà piemontese, e dovrebbe essere ascoltata per redigere un Piano di sviluppo.
Tornando al problema, sollevato anche dalla collega Spagnuolo sottolineo che noi riscontriamo delle difficoltà ad affrontare certi problemi, ci sentiamo a volte sempre troppo provinciali, troppo lontani dai problemi di questa nostra regione e non riusciamo ad analizzarli in modo complessivo, in un'ottica globale: richiamo rivolto a tutti quanti. Su questo richiamo vorrei inserire il problema dell'Asti-Cuneo, che non è un problema soltanto di Cuneo e Asti, ma è stato assunto come problema determinante in questa nostra Regione.
Quando venne qui il Ministro Di Pietro sembrava che le cose giungessero ad una soluzione, poi il Ministro di Pietro non rivestì più quella carica e quelle problematiche vennero rimesse in discussione.
Mi soffermo ad un incontro sul tracciato - credo sia stato l'ultimo incontro - avvenuto un anno e mezzo fa, erano presenti i Consiglieri provinciali, la SATAP, il Presidente della Provincia, il Presidente della Giunta regionale Ghigo. In quell'incontro si disse che era importante appaltare il tratto Marene-Asti; riverificare ancora il tracciato in corso d'opera da Montanera e il tratto Montanera-Massimini poteva ancora essere ripensato. Il tratto Cuneo-Massimini è un tratto che, come il Consigliere Cavaliere diceva, è collegato al progetto antico della Predosa, quindi l'Alessandria-Cuneo e Cuneo-Nizza è un tracciato forse antico che oggi non ha più una sua ragion d'essere.
Noi Consiglieri della provincia di Cuneo ci siamo assestati sulla proposta del collega Riba; proposta di legge che oggi ha un suo iter particolare, è giunta in Parlamento ed ha riaperto il dibattito a livello nazionale. C'è oggi un monitoraggio continuo, coordinato dalla Provincia di Cuneo di tutti i Sindaci, la Prefettura e il Ministero stesso sull'andamento della progettazione del tracciato Cuneo-Massimini. Il Ministro ha scritto in questi giorni fa al Governo chiedendo una sospensiva perché esisteva difficoltà di approvazione degli organi del Ministero dei beni ambientali. Pur comprendendo che potrebbe esserci una rivisitazione del tracciato fra Massimini e Cuneo, mi auguro con urgenza l'appalto decidere che partendo da Cuneo consente di rivedere il tracciato. Non dimentichiamo inoltre che oggi in Parlamento c'è già la legge di proposta ovvero la legge di finanziamento del tratto Marene-Asti.
Per quanto riguarda il tracciato il Consigliere Cavaliere ha ricordato la circonvallazione di Fossano dove il primo lotto è concluso e il secondo è in itinere. Questa circonvallazione, per le sue caratteristiche progettuale e sulle caratteristiche di costruzione, non può esaurire un collegamento autostradale, in quanto non confacente con un tracciato autostradale. Mi auguro che venga appaltato al più presto il tratto Marene Asti. Sul tratto Massimini-Cuneo anch'io mi auguro che ci sia la possibilità di migliorare il tracciato, ma se rimarrà tale costruiamolo nel modo migliore e il più compatibile con l'ambiente; Se fossimo sicuri Consigliere Cavaliere, che in sei mesi sia possibile approvare un diverso tracciato, approvato dal governo nel tratto Massimini-Cuneo, potremmo ancora attendere. Ma se non c'è questa garanzia direi che oggi ulteriori indugi non possono più essere accettati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Partirei dall'emendamento sul quale la Giunta è contraria. L'avevo già spiegato ieri sera, ma credo che il dibattito meriti qualche commento in più. Spero che il mio intervento origini il ritiro sia di questo che di altri due emendamenti. L'intervento si pone a fronte della legge n. 281 che ha finito i suoi effetti sia per quanto attiene al fondo comune, capitolo 120, sia per quanto attiene la quota orientata allo sviluppo, di cui ancora nel '97 c'erano i nove miliardi che furono iscritti, e sono qui riportati che originano la presenza di questi due capitoli nelle entrate, ancora per questa fase del bilancio, nella prossima fase di bilancio entrambi i capitoli verranno poi eliminati, proprio perché la legge n. 281 non verrà più finanziata; non essendo più finanziata, non richiede più la presenza di questi due capitoli. Peraltro, aveva ragione il Presidente Chiezzi, quando nel suo primo intervento disse: "Magari questi capitoli non servono più, ma se le esigenze della Regione fossero tali da richiedere una presenza lobbistica - e per me lobby è evidentemente un sostantivo dall'accezione positiva - si va giù e ci si incatena". Devo ammettere di aver sperato per un attimo che il Gruppo di Rifondazione Comunista ci precedesse e si avviasse, ma, non potendo pretendere di ottenerlo immediatamente, mi accontento, per ora, di esaurire il dibattito! Sul Piano regionale di sviluppo: sarò sintetico, perché mi pare che gli interventi della minoranza siano già stati ampiamente fonte di temi che verranno sviluppati, ma mi pare anche corretto puntualizzare qual è la posizione della Giunta oggi.
Il documento, ai sensi della legge 43/94, è stato presentato in Giunta il 4-5 aprile, quindi in ritardo rispetto ai programmi che ci eravamo dati un ritardo che è, per parte nostra - non è una giustificazione, ma per dare delle motivazioni - comprensibile, perché l'iter del pdl 371, di cui stiamo discutendo, è stato più ampio ed imprevedibile (come ampiezza di dibattito), e quindi ha causato appesantimenti di lavoro che non ci hanno permesso di rispettare totalmente la forma dell'impegno.
Comunque, il documento è all'esame della Giunta ormai da una quindicina di giorni e contiamo di rilasciarlo - sovranità del Consiglio permettendo nell'ambito dei prossimi giorni.



PRESIDENTE

Non so come si possa individuare questo crocchio, forse come una lobby cuneese allargata.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Una lobby cuneese allargata, ma a me interessa puntualizzare.
L'iter della legge prevede delle consultazioni, che sono d'obbligo, con le Province ed anche una tempistica di 50 giorni. Comunque, con i colleghi di Giunta, abbiamo già deciso di passare ad una comunicazione, non d'obbligo, ma a nostro avviso necessaria, nella sede competente, che è quella della Commissione, in modo che ci sia un immediato coinvolgimento da parte di tutti i Gruppi politici sul documento.
Dico ancora che è vero quanto si è detto in premessa - almeno per la parte che io rappresento, ma credo per tutte le parti di questa maggioranza che non c'è una fideistica o totale condivisione dei temi e della pianificazione rispetto alla parte politica che noi rappresentiamo. Non a caso, nell'ambito del documento che, come bozza e proposta, è sottoposto ai colleghi, il primo punto dice: "Perché programma e non Piano?" sottintendendo e auspicando un dibattito intorno a diversi concetti di intervento da parte della Regione su tale tema.
Comunque, senza entrare assolutamente nel merito dei temi toccati perché mi pare non sia questa la sede o il momento, è certo che lì si dovrà dibattere del sistema di finanziamento delle attività della Regione in senso programmatorio, del sistema delle alleanze ed evidentemente delle priorità di intervento che l'Ente Regione si vuol dare, onde far sì che il programma pluriennale diventi uno strumento effettivamente operativo, come il Consigliere Miglietti ha ricordato in questa sede, ma non solo.
Dico ancora che il primo punto delle priorità, che la Giunta sottoscriverà, ha come sottotitolo: "Infrastrutture". Quindi, a segnalare ulteriormente che parte degli argomenti qui citati evidentemente sono condivisi come importanza, ma non necessariamente come soluzione di merito ma sarà poi solo il dibattito a decidere, visto che, dopo il periodo delle consultazioni d'obbligo e di quelle opzionali, questo dovrà diventare un documento partorito dal Consiglio regionale. Spero sia un dibattito sostanzioso e sostanziale attorno alle problematiche che al documento sono sottese, e auspico che questo possa avvenire quanto prima, perch l'importanza mi pare sia da tutte le parti riconosciuta e condivisa.
Sull'emendamento del capitolo 200 e sui successivi due, per motivazioni puramente tecniche, di irricevibilità, ne ho discusso anche ieri sera con il Consigliere Papandrea, la Giunta è contraria.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore, per queste puntualizzazioni. Chiedo al primo firmatario se è soddisfatto delle puntualizzazioni e ritira l'emendamento altrimenti aggiorniamo la seduta alle ore 15,00. Avevamo previsto le 14,30 ma dato che alle 13,30, in sala A, c'è la IV Commissione, aggiorniamo alle ore 15,00. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,26)



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