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Dettaglio seduta n.236 del 21/04/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Dutto, Farassino Galli, Gatti e Viglietta.
Essendo presenti in aula n. 55 Consiglieri, il numero legale è pari a 28.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998 - 2000"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 371, dopo la comunicazione del Presidente della Giunta regionale, Ghigo, svolta in mattinata, con la lettura della nuova relazione.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

In seguito alla riassegnazione alla I Commissione del progetto di legge n. 371 "Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998-2000", in data 9 aprile 1998, avvenuta con deliberazione del Consiglio regionale a cui è stata correlata la terza nota di variazione al bilancio di previsione per l'anno 1998 e in seguito alla definizione dei Capigruppo di una traccia di percorso da seguire per il riesame del testo di legge, la I Commissione ha ulteriormente approfondito e riesaminato il testo di legge e il documento allegato nelle giornate di martedì 14 aprile, mercoledì 15 aprile e lunedì 20 aprile.
Pertanto, il riesame del testo di legge in Commissione, già comprensivo di una prima e seconda nota di variazione, si è soffermato sull'analisi della terza nota di variazione, che per i suoi contenuti ha richiesto l'integrazione dei pareri consultivi delle Commissioni VI e VII, in relazione all'entità dei finanziamenti delle materie specifiche (cultura formazione professionale, lavoro, artigianato).
Preso atto dei pareri consultivi favorevoli espressi da tali Commissioni consiliari in merito agli impegni di spesa nei settori di rispettiva competenza, secondo quanto recita l'art. 33 del Regolamento interno, la I Commissione ha poi proceduto ad approfondire e ad analizzare il documento di bilancio nelle materie restanti.
Come già sottolineato nel corso dei precedenti esami, il progetto di legge n. 371, comprensivo delle note di variazione, costata una carenza sistematica di risorse discrezionalmente assegnabili, sia riferibili alla spesa corrente che alla spesa di investimento.
Alla luce di tali considerazioni e delle innumerevoli richieste di approfondimento dettate nelle singole sedute, la I Commissione ha accolto gli emendamenti presentati dalla Giunta regionale in cui si evidenzia, tra l'altro, l'integrazione dell'elenco 4 dell'art. 12 allegato al progetto di legge n. 371, che riguarda il finanziamento di provvedimenti legislativi in corso recanti spese correnti attinenti alle funzioni normali (il DDL "Deleghe").
Pertanto, nella seduta di lunedì 20 aprile 1998, la I Commissione ha licenziato a maggioranza il nuovo testo del disegno di legge. Tale testo viene rimesso all'aula per la sollecita approvazione, sottolineandone l'urgenza tenuto conto dell'imminente predisposizione del provvedimento programmatico, che destinerà le residue disponibilità.
Ricordo che questa relazione, che ha lo scopo di riferirsi esclusivamente alla terza nota di variazione, tassello che si inserisce nel mosaico madre del progetto di legge 371, è stata preceduta ovviamente dalla relazione che fu fatta in aula all'atto della presentazione nel mese di fine novembre, inizio di dicembre del '97, ripresa peraltro dopo l'integrazione della Giunta del 29 gennaio del '98.
E' ovvio che la relazione odierna e quelle che l'hanno preceduta soprattutto la relazione madre, corredata al progetto di legge 371 verranno assiepate ed integrate e saranno la relazione conclusiva con la quale il tutto verrà, una volta approvato il testo dall'aula, inviato al Commissario di Governo. Grazie.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Presidente, siamo in una situazione di illegittimità. Non ci sono le 24 ore.



PRESIDENTE

Se vuole fare delle proposte, intervenga. Fuori microfono non le raccolgo.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, non si poteva procedere alla relazione sul disegno di legge, perché è del tutto illegittima l'iscrizione del punto nel modo in cui lei ha proceduto stamani, questione che anche lei ha riconosciuto.
Quindi, non possiamo passare all'esame di questo punto, Presidente.



PRESIDENTE

La discussione di questo argomento era già stata decisa. Abbiamo già messo a verbale il suo dissenso e quello del Gruppo di Rifondazione Comunista, dunque possiamo procedere.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Chiedo di fare una breve parentesi per iscrivere all'o.d.g. il seguente provvedimento: ordine del giorno n. 747: "Impianto di compostaggio a Cascina Scuti in Valle Ferri nel Comune di Cavatore".
Chi è favorevole all'iscrizione dell'ordine del giorno è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 40 voti favorevoli.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998-2000" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione del progetto di legge n. 371.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, credo che questo pomeriggio non possiamo certamente esimerci dall'esprimere un'opinione sulla comunicazione che il Presidente Ghigo ha fatto, in relazione al bilancio di previsione '98 anche perché ha assegnato a questa comunicazione un compito notevole, quasi un elemento utile per avviare la discussione del bilancio e concluderla in tempi ragionevoli.
Si è creata questa aspettativa, quindi credo che dobbiamo tutti pronunciarci, maggioranza e minoranza, se questa dichiarazione, dal punto di vista politico, è sufficiente per risolvere i problemi che abbiamo registrato in questi mesi, discutendo del bilancio, discutendo soprattutto del metodo con il quale il bilancio è stato presentato, perch obiettivamente bisogna riconoscere che il Consiglio regionale ha soltanto dedicato due sedute alla discussione del bilancio. Non siamo ancora entrati nel merito, per cui siamo a livello di discussione delle procedure che la Giunta ha adottato per arrivare al bilancio di previsione.
Il Presidente Ghigo ha tentato di compiere uno sforzo, dal punto di vista politico, per cercare di dirimere questioni politiche complesse evidenziate in diversi momenti da parte delle minoranze.
Presidente, io, con estrema franchezza, come è nostra consuetudine debbo dire che questo documento, questa sua comunicazione, è molto debole insufficiente; non contiene un atto o perlomeno non contiene una volontà da parte del Presidente di assumere una decisione coraggiosa in ordine alla crisi della Regione Piemonte. Anzi, il Presidente fa di tutto per nascondere la parola "crisi". Adopera altri termini; fa di tutto, insomma per nascondere un dato che è reale e non ammettendo veramente la situazione io credo che non contribuisca a migliorare e a stabilire dei rapporti utili per entrare nel merito del bilancio, nel quale ancora non siamo entrati.
Non contiene - ripeto - alcun atto di coraggio. Il Presidente si limita a ripetere una opinione di grande prudenza da parte della sua maggioranza.
Mi sembra un po' come Don Abbondio: un vaso di terracotta in mezzo a vasi di ferro, e quando la minoranza gli sottopone, come ha fatto, quelle che lui definisce "criticità", il Presidente sembra che dica, come Don Abbondio: "Ma voi non sapete quante difficoltà ci sono per celebrare un matrimonio", cioè parla di altro. Parla della Bassanini, che è una cosa importante, e poi dà dei giudizi che obiettivamente la maggioranza non si merita, anche se c'è un riconoscimento, questo bisogna ammetterlo. Il Presidente ha riconosciuto che buona parte del nostro dibattito non è stato pretestuoso. Questo sicuramente è un fatto positivo, ma giudizi complessivi che vengono affibbiati a questa istituzione, secondo i quali avremmo perso del tempo in quest'aula, mi sembrano giudizi ingenerosi.
Così come mi sembra ingeneroso che il Presidente abbia registrato in quest'aula soltanto un confronto per la lotta del potere, lotta per il potere fine a se stessa. Presidente, guardi, perlomeno da parte nostra e penso anche da parte degli altri colleghi della minoranza, non c'è nessuna volontà di assunzione di potere o di lotta per il potere. Abbiamo svolto finora, e vorremmo essere messi nelle condizioni di poterlo fare meglio, un ruolo di minoranza che è quello di incalzare la maggioranza, che è quello di fare delle proposte alternative alla maggioranza quando le proposte ci sono state. Spesso non ci sono state, per cui abbiamo dovuto in qualche maniera arrangiarci e fare delle proposte non alternative, ma nuove (penso alla cultura e alla formazione professionale).
Da parte nostra quindi non c'è nessuna lotta per il potere fine a se stessa. Abbiamo sicuramente il senso delle istituzioni; un senso che dovrebbe essere più diffuso, quindi non essere soltanto delle minoranze, ma anche della maggioranza, perché se anche la maggioranza, in modo particolare il Presidente e la sua Giunta, avesse avuto il senso delle istituzioni, io credo che la vicenda del bilancio si sarebbe conclusa prima.
Questa "benedetta" dichiarazione politica, che è molto superficiale molto generica, avrebbe potuto essere fatta al tempo dovuto, al tempo giusto, cioè alcuni mesi fa, senza lasciare che le cose precipitassero in questa situazione che obiettivamente mi sembra molto difficile poter recuperare.
E poi, Presidente, mi sembra anche ingeneroso dire che si è puntato allo sfascio nella convinzione di trarne dei vantaggi di tipo politico. Io non so chi ha puntato allo sfascio delle istituzioni, per il modo con cui si è proceduto nella presentazione del bilancio.
Credo che il Presidente questa riflessione l'abbia fatta, abbia anche qualche opinione. Quando si presenta un bilancio così come è avvenuto e lo si cambia continuamente, io penso che ci sia qualcuno che pensa allo sfascio; quando non si vuole accettare il confronto sul bilancio, come è avvenuto in diverse occasioni, dove si è discusso praticamente di tutto, ma non si sono volute affrontare le questioni politiche che le minoranze hanno posto coi loro emendamenti, che non sono stati mai di tipo ostruzionistico perché questo fatto che le minoranze hanno fatto ostruzionismo è una falsità! Tutti gli emendamenti presentati, sicuramente lo posso dire per il mio Gruppo, sono emendamenti di merito! E rispetto alle questioni di merito ancora non c'è stato il confronto.
Anche il modo con cui questa ultima nota di variazione è stata presentata, che accoglie gran parte, non totalmente, dei suggerimenti che noi abbiamo fatto e in modo particolare come Gruppo relativamente alla formazione professionale e alla cultura, non sono stati fatti con il riconoscimento dovuto, che deve avvenire in assemblea, dove queste questioni sono state evidenziate e sembra quasi che sia un merito da parte della maggioranza che ha fatto questa nota di variazione quando è stata incapace di farla al tempo opportuno (mese di febbraio), quando è stata incapace di dare delle risposte ai problemi della cultura, della formazione professionale e altri che sono contenuti nel documento che oggi è stato presentato.
Credo quindi che non ci sia una responsabilità da parte delle minoranze: non abbiamo imbalsamato la Regione. Il problema vero - l'ho detto in altre occasioni - è che qui le regole del confronto politico, le regole classiche della politica non sono state più adottate. Sono state in qualche maniera bandite. E' un assurdo che per il bilancio si vada avanti per quattro mesi con questo tran-tran, senza un'iniziativa politica forte da parte del Presidente.
Del documento del Presidente possono essere date diverse letture. Io sono anche disponibile - e l'ho fatto - a riconoscere che c'è una sottolineatura sul ruolo delle minoranze; c'è anche un tentativo di evidenziare che c'è una crisi politica che viene un po' nascosta. Questo di fatto lo contiene, ma continua ad essere un documento che dimostra come questa Giunta sia un insieme di "dodici personaggi in cerca d'autore" parafrasando il titolo di un'opera di Pirandello. E' così! Il fatto di dire "il programma lo vediamo poi, adesso approviamo il bilancio" è veramente da "personaggi in cerca d'autore". Questa mi sembra la situazione. E poi anche per alcune parti potrei richiamare un altro titolo di Pirandello: "Così è se vi pare".
Io non credo che questo documento risolva le questioni finora evidenziate. Tuttavia debbo anche fare una dichiarazione aggiuntiva, dopo questo giudizio fortemente critico per le modalità con cui è stato affrontato il bilancio e per questa comunicazione.
Debbo dire che noi vogliamo a questo punto non seguire più la maggioranza, su questo modo e su questi tempi lunghi del bilancio. Non vogliamo più seguirla. Non vogliamo più essere compartecipi di questo metodo, io dico sciagurato, da parte della maggioranza, che non ha voluto dare a suo tempo un vero documento di bilancio, e a merito della minoranza va il fatto di aver impedito l'approvazione di un bilancio con capitoli zero.
Non vogliamo più seguire la Giunta in questo modo sciagurato di impostare il bilancio. Noi sentiamo tantissimo la responsabilità che la Regione Piemonte abbia un documento "approvato". La sentiamo anche se diamo un giudizio fortemente critico: un documento a questa Regione bisogna darlo, non perché questo documento risolva i problemi del Piemonte, perch è un documento totalmente disancorato da un'analisi di carattere socio economico che permetta di individuare la destinazione delle risorse laddove è più utile per lo sviluppo del Piemonte. Questo no sicuramente, perch questo bilancio, se si dovesse fare questa valutazione, non meriterebbe di essere approvato.
Tuttavia sappiamo che esistono tante associazioni e tanti enti che hanno un bilancio trasferito da parte della Regione e se questa Regione, se questa Giunta continua così come sta facendo a non assumere un'iniziativa politica io credo che questi enti ne subirebbero un danno enorme. Allora io dico alla maggioranza e al Presidente Ghigo: non ci stiamo assolutamente! Non ci stiamo a voler affossare, come state facendo con il metodo che avete adottato, una realtà legata fortemente dal punto di vista economico alla Regione Piemonte. E allora, noi non abbiamo mai presentato emendamenti di tipo ostruzionistico. Lo ripeto, anche su questa variazione non presenteremo neppure ora emendamenti di tipo ostruzionistico. Vogliamo che si inizi in fretta l'esame del bilancio e non si discuta più di squatter o delle prime cose che capitano all'improvviso; discutiamo del bilancio ed entriamo nel merito. E io credo che sul merito noi interverremo, perché ci sono alcune questioni che debbono essere corrette, così come crediamo che la Giunta, in fase di discussione, debba fare uno sforzo enorme, debba entrare nel merito anche per quanto riguarda le spese correnti che debbono essere ridotte. E' questa la sfida che lanceremo nella discussione del merito. Le spese correnti debbono essere ridotte per recuperare risorse e soddisfare delle esigenze fondamentali totalmente dimenticate, come sicuramente quelle relative al settore dell'assistenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io farò un intervento molto breve. Signor Presidente della Giunta regionale, le sue dichiarazioni non sono adeguate ai problemi che vive la nostra istituzione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Non un intervento lungo nemmeno da parte nostra, ma brevi considerazioni che prendono spunto dal documento del Presidente della Giunta regionale, il quale ha cominciato il suo intervento questa mattina dicendo "Riprendiamo oggi il cammino, che è eufemistico definire difficoltoso, del bilancio di previsione '98". Questo è stato l'attacco anche se poi l'insieme delle osservazioni che vengono fatte è un insieme di osservazioni che tende da un lato a scaricare un po' tutte le questioni che via via sono emerse sulle opposizioni, e dall'altro tende a minimizzare; ma siamo abbastanza abituati a questo modo di affrontare le questioni.
L'intervento parla di tempo perso, parla di muro contro muro e di una lotta di potere fine a se stessa. Benevolmente si dice che non si chiede di metterci una pietra sopra, anche se si fa riferimento alla politica dello sfascio che, in qualche modo, - indirettamente lo si dice - qualcuno porterebbe avanti, e poi c'è l'appello ad avviare una stagione di profondo e rinnovato impegno per l'istituzione. Devo dire che tutto questo insieme di valutazioni e di argomentazioni non possono che lasciarci complessivamente molto stupiti se pensiamo all'iter che questo bilancio ha affrontato, alle vere responsabilità delle difficoltà e delle inadeguatezze riscontrate lungo la strada, che evidentemente anche la Giunta ha riscontrato votando il ritorno in Commissione del bilancio stesso.
Commissione nella quale, come pure nelle due convocate a latere della prima, abbiamo capito che, ancora di fronte agli emendamenti presentati e che in parte sono anche il frutto delle nostre valutazioni, gli Assessori non sono stati in grado di darci risposte adeguate. Faccio riferimento a chi ha partecipato alle Commissioni cultura, alla I e alla VII; non si pu non mettere in evidenza le grandi lacune da noi riscontrate ancora in sede di nuova convocazione e a tutta una serie di risposte che non siamo riusciti ad ottenere. A fronte di tutto questo, vi è una grande minimizzazione.
Anch'io voglio essere breve. Qui nessuno ritiene che un grande successo politico possa essere quello di avere imbalsamato la Regione in questa fase, né noi abbiamo lavorato per l'imbalsamazione. Abbiamo infatti presentato una serie di emendamenti, peraltro non moltissimi; siamo pronti a discutere i nostri e quelli che verranno presentati o ripresentati a seguito delle modifiche fatte. Abbiamo però discusso nel merito delle questioni che sono state riconosciute come politiche e che hanno portato al dibattito sulla cultura, sulla formazione professionale e, in particolare su alcune tematiche di carattere socio-assistenziale e soprattutto di carattere istituzionale. Anche a tale proposito, il richiamo alla responsabilità di carattere istituzionale è un richiamo che noi ci sentiamo ancora con forza di dover fare e che è contenuto in alcuni degli emendamenti di carattere più rilevante che il nostro gruppo ha presentato.
In questo intervento del Presidente della Giunta, quasi all'improvviso, si arriva alla conclusione. Una conclusione, tratta dal Presidente della Giunta stesso, affrettata e sottotono, con l'impegno di attivare dopo il bilancio una proposta politico-programmatica, come se le proposte di carattere politico-programmatico fossero qualcosa che deve essere attivato dopo il bilancio e non prima.
Diamo atto di un pallido riconoscimento al ruolo delle opposizioni, ma voglio sottolineare, certamente un pallido riconoscimento. Ciò che ci ha oggettivamente stupiti, Presidente, è proprio la conclusione. Quando il Presidente ha detto: "A seguito dell'approvazione del bilancio provvederemo ad una revisione degli assetti di Giunta che verranno sottoposti al Consiglio nel prossimo mese di maggio", ci siamo posti un interrogativo che a questo punto presentiamo all'aula. Se la questione non è tanto quella di una vera ed effettiva dichiarazione di crisi di questa maggioranza, come noi riteniamo che sia, ma se si tratta soltanto di una modesta revisione degli assetti di Giunta, peraltro indispensabili; se noi pensiamo che manca un Assessore, che alcune deleghe sono in capo al Presidente della Giunta regionale, che tutta una serie di questioni anche di carattere istituzionale non sono ancora definite; ebbene, noi ci chiediamo, perché se questa è semplicemente l'esigenza di una revisione degli assetti di Giunta questa debba essere rinviata dopo il bilancio e non possa, visto che siamo quasi in una logica di ordinaria amministrazione e che la Giunta ci vuole quasi far ritenere che siamo in una logica di ordinaria amministrazione e non in una logica di crisi, avvenire subito.
Noi crediamo, invece, che questa maggioranza e questo esecutivo siano in una situazione di crisi: lo stiamo dicendo da mesi e lo ribadiamo anche adesso. Passiamo pure alla discussione di tutti gli emendamenti che abbiamo presentato e di quanti emendamenti verranno presentati, di modo che continueremo a mettere in evidenza gli aspetti di crisi politica profonda di questa Giunta e valuteremo come anche nel merito vi siano gravissime carenze di gestione da parte dell'esecutivo.
Di nuovo, si tratta di un documento talmente sottotono che vuol far credere al Piemonte che ci troviamo di fronte a una situazione che non corrisponde alla realtà dei fatti. Questa è la nostra valutazione, che evidenzia le nostre, emerse dopo la lettura di questo documento e che abbiamo voluto rappresentare a tutta l'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie Presidente. Siamo giunti ormai alla fine di aprile; sono molto preoccupato per l'immagine che questo Consiglio regionale sta dando cittadini piemontesi. Sicuramente lo spettacolo dato dal Consiglio regionale negli ultimi mesi ha leso la credibilità dell'istituzione del Consiglio regionale. Non ci dobbiamo stupire quando si parla di allontanamento della gente da quella che è la politica. Se l'esempio di quello che dovrà essere il futuro di questa Regione, di quando avremo ampie deleghe e ampi poteri, è questa maggioranza, ebbene evidentemente i cittadini non sanno più in che cosa credere.
La Lega è pronta a discutere del bilancio; è sempre stata pronta a discutere il bilancio, però quei ritardi, di cui parlava il Presidente Ghigo nel documento, sono imputabili alla maggioranza, forse è bene chiarire, mea culpa, che abbiamo iniziato a discutere di bilancio a marzo invece di iniziare ad ottobre o novembre. Non voglio ripetere, per l'ennesima volta, che la maggioranza per sette mesi in quest'aula, anzi fuori da quest'aula, ha litigato.
Appena siamo giunti in aula "saltano fuori" 68 miliardi in entrata.
Subito ci dicono che questi 68 miliardi non ci sono, poi "saltano fuori" e si ritorna in Commissione; in Commissione qualche funzionario ci dice che ci sono ma forse non verranno incassati tutti. Quindi l'incertezza generale di questo bilancio. Abbiamo assistito anche ad episodi particolari come quello delle 23 associazioni che la VI Commissione oggi ha ricevuto, che sono il sintomo del disagio generale, non solo della gente, ma anche del mondo delle associazioni nei confronti di questa istituzione regionale.
Ebbene, mi sembra di vedere un grande caos, una maggioranza che è in continuo fermento. Presidente Ghigo, per governare bene, anche se intorno a lei c'è un grande caos, lei deve essere fermo, immobile, mettere fine al caos. Invece no, lei preferisce una politica altalenante, ovvero lei cerca sempre un compromesso ed è sempre in continua oscillazione nel tentativo di trovarlo. Pertanto, vive in mezzo a ricatti, tra assegnazioni di poltrone tra chi urla di più, tra chi punta più in alto o tra chi dice di avere un peso maggiore: da queste oscillazioni nasce la sua politica regionale.
Pertanto non mi stupisco che abbia partorito questo documento, che ci ha presentato e letto oggi in aula, che dice tante cose belle, belle nelle sue prime cinque pagine, affrontando la questione politica solo nelle ultime quattro righe. Lei ci dice che dopo l'approvazione del bilancio ci sarà un rimpasto di Giunta e attiverà una proposta politica programmatica che presenterà in Consiglio. Allora le dico Presidente, ma perché questa fase di assestamento della sua Giunta non la vuole fare prima di affrontare il bilancio? Se lei aspetta a farla dopo, questo bilancio nasce morto perché partorito da una Giunta morta. Tra un mese ci saranno nuovi Assessori o vecchi Assessori con nuove deleghe, che dovranno gestire dei capitoli che sono stati finanziati da altri Assessori. Non sarebbe un problema se lei avesse una maggioranza compatta, per cui gli Assessori si equivalgono in quanto decidono collegialmente quali capitoli aumentare e quali diminuire, ma siccome lei ha una maggioranza che ha 33 sfaccettature diverse, cambiando un Assessore cambia anche l'ottica con cui si vede la gestione di quell'Assessorato o di quelle materie. Quindi non capisco perché non voglia accettare di mettere mano alla ricomposizione della sua Giunta prima di affrontare il bilancio, affinché sia la Giunta, che governerà per il 1998, ad aumentare o a diminuire i vari capitoli del bilancio.
Noi siamo pronti ad affrontare il bilancio, abbiamo presentato trecento emendamenti di merito, se vogliamo andare nel merito non ci sono problemi anzi, siamo molto contenti, però ho il dubbio che così facendo, non volendo mettere mano alla questione politica prima del bilancio, lei andrà ad assumersi una nuova, grossa responsabilità.
Quando verrà - e se verrà approvato il bilancio - ci saranno per questa sua nuova Giunta dei grossi problemi e ci saranno nuove polemiche e avrà grossi problemi in maggioranza. Non capisco il perché lei deve sempre correre dietro ai problemi, per una volta che tutta l'opposizione era disponibile anche a darle una mano, perché l'offerta di poter mettere a posto la questione politica prima di affrontare il bilancio era un modo per risolvere in anticipo dei problemi che sicuramente si presenteranno in futuro. Rivolgendomi al Consigliere Ghiglia, che di solito accusa la minoranza di creare problemi e di portare avanti dibattiti per mesi e mesi che se poi a maggio ci saranno dei problemi e delle lunghe discussioni, io lo avevo detto, non è colpa nostra, ma siete voi che non riuscite a vedere mai il vero percorso di uscita e cercate sempre di percorrere le strade più tortuose per raggiungere l'obiettivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Stavo scorrendo in questi ultimi minuti, prima di intervenire, gli appunti che avevo preso rispetto alle dichiarazioni politiche del Presidente Ghigo in una delle ultime sedute consiliari. Mi ero appuntato argomentazioni che comunque erano oggetto di discussioni, anche alcuni interventi sia di maggioranza che di minoranza che ci facevano discutere allora sulla questione politica che stava "ingessando" questa Regione.
C'erano delle accuse anche da parte di Consiglieri di maggioranza superabilissime e superate poi dall'intervento che oggi il Presidente Ghigo ha voluto fare, riconoscendo alla minoranza la pretestuosità degli interventi. A quel punto, si richiamava anche l'attenzione sulla pretestuosità che la minoranza metteva in atto nel richiamare ogni tanto la maggioranza ad essere seduti nei banchi, per poter ascoltare il dibattito politico e quello sul bilancio.
In quell'ultima occasione, prima che venisse sospeso il Consiglio, mi stavo chiedendo - e me lo ero appuntato - quando si farà la variazione di bilancio? Siamo stati intrattenuti in Consiglio a discutere - prima della sospensione - del bilancio perché in quel momento gli uffici avevano delle difficoltà temporali a dattiloscrivere quanto la Giunta aveva appena deliberato e che attendevamo. Nell'attendere, stavamo perdendo un po' di tempo, per volontà della maggioranza, che attendeva questa comunicazione questo passaggio al Consiglio della variazione di bilancio.
Alcuni Consiglieri parlavano di delusione di quanto avveniva in Consiglio; anch'io, tra me e me, mi scoprivo profondamente deluso da tutto quanto si dice, in aula e nei corridoi, profondamente deluso di quanto si sottoscrive nei documenti, e che poi, regolarmente non viene mai mantenuto.
Se avessimo mantenuto quanto scritto nel documento di maggioranza firmato prima delle vacanze natalizie da 35 Consiglieri, primo fra tutti il Presidente della Giunta regionale, ultimo firmatario il sottoscritto probabilmente avremmo già dato una risposta politica al Consiglio.
La scadenza del 31 gennaio, ahimé, era soltanto ed esclusivamente una promessa, anche se scritta questa volta, non mantenuta.
Qualcuno diceva, allora: "I suoi Assessori non accettano la sua leadership, signor Presidente".
Personalmente, credo che quanto affermato in quell'occasione non sia vero. Qualcun altro sosteneva "I suoi Assessori, fanno quello che vogliono dicono qualsiasi cosa"; può anche darsi, ma non credo che sulle cose concrete risponda a verità.
Mi sembra infatti, signor Presidente, che lei non accetti la loro collaborazione; non accetta la collaborazione degli Assessori cui ha dato pieno mandato e piene deleghe.
Le faccio alcuni esempi. Ho partecipato ad una riunione sulla formazione professionale, cui l'Assessore Masaracchio non era stato invitato ufficialmente; è arrivato con un po' di ritardo perché avvisato dagli uffici. Mi sembra però che l'Assessore Masaracchio abbia la delega sulla formazione professionale.
Altro esempio, di questi ultimi tempi. Quasi a risolvere una situazione, l'Assessore Burzi accetta di essere tutelato in Commissione bilancio, dopo che lei ha detto, con il suo documento, che questo bilancio può avere un'impostazione condivisibile o meno, ma è stata comunque una scelta politica dell'Assessore competente, accolta dalla Giunta regionale.
Quando la Giunta regionale accoglie le proposte di un Assessore quest'ultimo non deve essere - a meno che non lo si riconosca indebolito non confacente, per capacità, alle aspirazioni della Giunta - messo sotto tutela, signor Presidente, deve essere lasciato libero di impostare le sue politiche, soprattutto se condivise dalla Giunta.
La volta scorsa, c'è stata una sorta di giustificazione anche in riferimento all'intervento che il Consigliere Riba faceva in aula riferendosi ai 68 miliardi "scaturiti dal cilindro". Sono state date delle giustificazioni; nella sua relazione, Presidente, dice che solo a febbraio casualmente, il giorno successivo l'approvazione della variazione di bilancio da parte della Giunta; ripeto: un giorno dopo l'approvazione della variazione di bilancio approvata dalla Giunta - si sono scoperti i miliardi in più. C'è stato detto anche in Commissione: intorno alla metà di febbraio si è fatto il monitoraggio e si è verificato che c'erano 68 miliardi monitorati il giorno successivo alla variazione di bilancio.
Credo che abbia ragione lei, Presidente, quando sostiene che non rendiamo un buon servizio alla Regione; credo che in questo momento la Giunta non renda un buon servizio al Piemonte. Quel passo indietro che chiede al Consiglio tutto, forse dovrebbe farlo lei.
Nel documento di oggi, lei richiama l'esigenza dell'attuazione dei decreti Bassanini e di riforme istituzionali e propositive anche sulle riforme costituzionali. Condivido questa sua preoccupazione, ma è strano che venga esaltata dopo l'ampio dibattito che proprio il sottoscritto ha fatto scaturire, prendendo atto di un documento da lei sottoscritto per una Conferenza Stato-Regione-Città e Province, in cui relegava le Regioni ad una sorta di maxicomune, che non aveva più caratteristiche né legislative né di livello amministrativo, ma compresse dal potere legislativo sul livello nazionale, e dal potere amministrativo sugli Enti locali.
Oggi ha fatto bene a richiamare l'attenzione, nella prima parte del suo intervento, sulla necessità dell'attuazione dei Bassanini, cosa molto importante.
Successivamente, richiama l'attenzione su un altro documento importantissimo per la vita futura della nostra Regione: il Piano di Sviluppo, che secondo alcune intese - voglio usare una parola grossa poich le intese ci sono quando, una tantum, vengono mantenute, altrimenti sono dei pour parler - avrebbe dovuto essere approvato entro la fine del mese di marzo.
Siamo - ahimé - quasi alla fine del mese di aprile e della bozza del Piano di Sviluppo non abbiamo avuto niente, se non un mero elenco di titoli presentato prima della discussione del bilancio, per dar modo alle minoranze di conoscerne almeno gli argomenti.
In tutto questo contesto, c'è la discussione del bilancio, che vede risolto il problema politico che le minoranze hanno posto in quattro righe e una frase: "Mi assumo oggi l'impegno formale a rimuovere le criticità".
Le quattro righe: "Ribadisco dunque l'impegno, a seguito dell'approvazione del bilancio, anche al fine di perseguire al meglio gli obiettivi che ho prima evidenziato, di attivare una proposta politico-programmatica ed una revisione degli assetti di Giunta che sottoporrò al Consiglio entro il prossimo mese di maggio".
Ebbene, signor Presidente, credo che la Regione presidenziale sia ormai finita; che non si possa più stare altri sei mesi senza un Assessore; che non si possa più delegare tutte le materie che prima aveva l'Assessore al Turismo all'ATR; che non si possa permettere che l'ATR deleghi progetti come le Olimpiadi, che vengono visti soltanto dal punto di vista promozionale dalla Regione, all'ITP, altrimenti non si riuscirebbe a capire come mai la Regione, direttamente, non abbia delegato soldi all'ITP anzich all'ATR. Ci sarebbe da chiedersi, in questo momento, di che cosa sta vivendo l'Agenzia turistica regionale e di che cosa stanno vivendo le Agenzie turistiche locali; ma avremo modo, nei vari capitoli di bilancio di avere eventualmente queste risposte.
Rispetto a questo quadro, assolutamente non solo ricco di criticità, ma di assoluta crisi, sarebbe utile che le risposte che oggi il Presidente ci ha dato con questo intervento fossero un po' più compiute e garantiste di quella che è l'immagine della Regione Piemonte.
Ritengo il suo intervento assolutamente insufficiente a risolvere il problema politico pregiudiziale per la discussione del bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sarò molto, molto breve, quindi cedo tutti i minuti che avanzeranno a qualche altro collega che vorrà usufruirne, anche perché vedo che il Presidente Ghigo non ascolta, non è interessato a questo dibattito, quindi non voglio tediare oltre l'aula.
Io non so se il Presidente Ghigo abbia concordato questo documento con il Consigliere regionale che quando fa il Consigliere comunale si mette il naso da pagliaccio: dalla sua natura potrei anche avere questa idea, però è un documento che - mi rivolgo al collega Rocco Papandrea - fa un passo avanti e due indietro.
Presidente Ghigo, lei pretende di governare senza un Governo: come si fa a governare senza un Governo? Lei pretende di governare senza le idee: come si fa a governare senza le idee? Allora, quello che noi diciamo, con molta tranquillità ma anche con molta fermezza, è che lei, senza rispetto delle regole democratiche e di quest'aula, non riesce a governare, per rispetto di quest'aula.
Io non ero presente - per fortuna - all'epoca in cui al posto dei Sindaci c'erano i podestà. Non so come si comportava il podestà, ma vedendo Ghigo penso di immaginare che il comportamento di un podestà fosse quello del Presidente Ghigo: incurante e sprezzante di tutte le regole democratiche.
Il Presidente Ghigo, forse, deve anche imparare a stare un po' a tavola! Deve imparare, ad esempio, a non mettere i gomiti sul tavolo ed indossare un vestito che non sia tutto strappato e con le toppe sul sedere.
Si presenti con un abito decente, giacca e cravatta; si presenti vestito; si presenti con un Governo; si presenti con un programma; si presenti con il programma pluriennale: dopodiché, c'è il rispetto minimo delle regole democratiche.
Invece è qui, senza un Governo e non lo vuole fare (atto di disprezzo verso il Consiglio).
Nel documento scrive: "Fatemi fare il bilancio e dopo farò la proposta politico-programmatica": ma come si fa a scrivere una cosa di questo genere? Cioè, prima si approvano le scelte finanziarie e dopo si fa il programma?! Si fa un programma e poi si decide dove mettere le scelte finanziarie! Sono cose che lasciano proprio stupiti, per cui quello che volevo ricordare al Presidente Ghigo è che, se non ci sono quelle tre cose, non si può governare; ma ciò non perché c'è qualcuno che lo impedisce o che fa ostruzionismo: perché non è proprio scritto nelle regole democratiche.
Quindi si metta un po' a posto; si dia una sistemata sia dal punto di vista dell'assetto della sua Giunta che sul progetto politico programmatico; unisca (perché non può essere diversamente) al bilancio, a seguito di quel progetto, anche il bilancio pluriennale (senza il quale non può esserci nessuna credibilità a questo bilancio).
Fatto questo (cosa che lei può fare in 5 minuti per quanto riguarda il Governo; in qualcosa di più... Ma se è vero che il Piano regionale di sviluppo è già fatto...) - tragga dal Piano regionale di sviluppo le prime indicazioni da mettere nel bilancio e nel bilancio pluriennale.
Faccia queste cose, per cortesia, Presidente Ghigo! Ci rispetti tutti quanti, maggioranza ed opposizione! Abbia rispetto di quest'aula! Abbia il senso della democrazia, la dignità del confronto democratico! Non lo veda come un inciampo ad un procedere podestarile da parte sua! Guardi che lei, come podestà, non può più procedere; ciò non solo sul bilancio, ma in assoluto. Bisogna che lei cambi linea ed indirizzo e venga qua ad ascoltare quello che dicono i colleghi (ad ascoltarli e a non fare altro in momenti critici come questo): rispettoso delle regole della democrazia, porti una Giunta al completo, un programma e un programma pluriennale.
Dopodiché andiamo avanti, da qua al 2000, tranquillamente, con un rapporto dialettico maggioranza-opposizione.
Se non fa questo, manca l'ABC della politica democratica. Visto che siamo ancora in democrazia, rispetti queste regole, per cortesia!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Presidente, c'era bisogno che lei facesse questo discorso stamani? Chi glielo ha domandato? L'ha trattato con la maggioranza? L'ha trattato con la minoranza? L'ha trattata con qualcuno di noi? Perché rimane il testo del suo discorso di alcuni giorni fa, prima della discussione sugli squatter.
Se il discorso che lei ha fatto stamani avesse voluto significare un mutamento di rotta o un'assunzione di attenzione particolare nei confronti del dibattito che si era svolto in Consiglio, io ritengo, anzi noi tutti possiamo ritenere, che sarebbe stata doverosa una puntualizzazione, semmai un aggiornamento politico rispetto al dibattito di alcuni giorni fa. Per cui mi meraviglio di questa sua sortita.
D'altra parte lei, a pag. 5 del suo intervento precedente, dice una cosa molto chiara: "Ancora una cosa: io non ho alcuna intenzione di trattare con alcune forze politiche di opposizione più che con altre. Ho per tutte pari rispetto, così come mi aspetto altrettanto da tutti nei confronti miei e dell'intera maggioranza".
Dico questo perché sono preso da una duplice tentazione: o seguire il Consigliere Cavaliere e mettere punto tra la parola e il silenzio definitivo, oppure seguire il Consigliere Saitta, il quale dice: "Bene chiudiamo questa liturgia di alta o bassa qualità e addentriamoci nelle poste di bilancio".
Le dico subito che il prossimo emendamento sarà al capitolo riguardante il Difensore Civico, sul quale si potrà stare delle giornate, perché sul Difensore Civico ovviamente viene alla luce una radiografia spettrale del funzionamento della Regione nei confronti dei cittadini. Questo è un cammino in cui lei, Presidente, non ci aiuta; io non la chiamo potestà perché una delle doti che le riconosco è quella di essere corretto dal punto di vista istituzionale e poi perché forse certi amici dicono che non sarebbe un termine negativo, io invece dico che lei, imprigionato in questa turris burnea, che è la sua maggioranza, probabilmente riesce a fare come quei saltelli che fa la mosca sulla carta moschicida e tutto rimane nell'ambito di una formula che lei ha scelto, che a lei è congeniale, che lei crede possa continuare così.
Certamente, sono logiche rispettabilissime, non c'è nulla che ci possa scandalizzare.
Devo dire che, rispetto al suo ultimo documento, non ho intenzione di enunciare crisi né verifiche né dimissioni. Questa maggioranza ha elaborato il bilancio e intende approvarlo, subito dopo l'approvazione ha il dovere di attuare quanto discende dal bilancio stesso; qualunque altra decisione rappresenterebbe in questo momento un atto di avventurismo politico. E' chiaro.
Però, Presidente, l'abbiamo detto tante volte: le parole sono pietre e soprattutto sono pietre gli scritti e le date. Se lei chiude gli interventi di oggi dicendo che il mese di maggio risolverà tutta la crisi del suo assetto politico, ecc., ebbene qui ci sono dei documenti di dicembre, che sì sono serviti a tagliare la testa a qualcuno, ma non sono riusciti a risolvere tutti quei problemi che sono stati elencati al punto 4) e che se sono risolti e se potranno essere risolti, non è perché c'è stata una minoranza cinica e bara, perché qui si parla di sviluppo, di lavoro, di formazione professionale, di solidarietà, di federalismo, di tanti altri argomenti che, come ha ricordato il collega Saitta, probabilmente sono quelli che il bilancio non ha ottemperato nella giusta misura e con la dovuta attenzione. Solamente attraverso questa defatigante azione di contrappunto tra noi e il bilancio dell'Assessore Burzi si è riusciti a dare a queste voci una loro corposità.
Presidente, abbiamo letto il suo discorso: c'è un linguaggio un po' "post assaghiano". Io rispetto quello che dicono tutti (gli 8 milioni ecc.), perché è un'antropologia, l'ho detto stamattina, si deve rispettare perché non possiamo solo noi o io solo essere la volontà generale; c'è un mondo che parla così, un mondo che ragiona così, un mondo che si accontenta così, un mondo che non vuole più i congressi, un mondo che vuole tutte le kermesse, un mondo che si sta omologando all'America, un mondo che vuole i lustrini, che vuole trombette, che vuole parate, ecc..
Questo è anche un mondo della canalizzazione politica. Perché mi devo arrogare il diritto di dire che la comunicazione deve essere fatta in un modo piuttosto che un altro? No, io dico: quando c'è questo linguaggio molto semplice e comunicativo ("quanto ho detto finora non equivale a chiedere a quest'aula di mettere una pietra sopra"), ma come si fa a dire una cosa di questo genere? Qui mettere una pietra sopra - al di là del linguaggio - significa che tutto quello che è stato fatto qui dentro è oggetto di censura. Si parla e si contesta, cioè, nel merito un'opposizione che sul merito ha fondato la sua legittimità politica di opposizione costituzionale.
Qui non c'è da mettere una pietra sopra, non c'è il tempo perso. Qui come ha detto la Consigliera Spagnuolo - non è una lotta per il potere fine a sé stesso.
Ma crede lei che noi possiamo gratificare qualche sua elemosina di potere, semmai in qualche ente sparso, semmai in qualche governo di sottopotere, facendo un'opposizione di questo genere? Assolutamente no.
Avremmo fatto una politica completamente diversa, accattivante, da accattone, se vogliamo, però avremmo fatto una politica che non porta assolutamente a questa contrapposizione che noi sentiamo invece di contrapporre.
Ancora, sul federalismo amministrativo: signor Presidente, lei, sempre nel suo discorso, che non abbiamo avuto modo di commentare, ha parlato di una specifica Commissione consiliare per le riforme istituzionali. C'è vige ancora, ha ancora una sua valenza? Lei ha detto una frase molto suggestiva, ha parlato di "ridisegnare gran parte del sistema dell'autonomia piemontese". Non è forse giunto al suo orecchio che tre Province del sud Piemonte - parlo anche con l'Assessore Vaglio - si vogliono organizzare concertando un tavolo organico di consultazioni in contrapposizione alla Regione e cercando di trovare spazi ed orizzonti che sono del tutto diversi a quelli che oggi sono in voga? Io ho sentito, preoccupato, il Presidente della Provincia di Asti, in occasione di una manifestazione pubblica, lanciare come sfida al suo Governo, alla latitanza di alcune proposte, la possibilità, che vada al di là del coordinamento, di una struttura organica per cui le Province del sud si possano organizzare in maniera autonoma, non solamente come una rivendicazione, ma anche con delle proposte.
Qui ci sono certamente dei problemi che attengono ad una stagione costituente - come lei ha detto - ma, arrivando alla fine di questo discorso, perché non voglio assolutamente anch'io ripetere cose già dette capisco che ci sono oggi dei fermenti, al di là di Alleanza Nazionale all'interno del centro e di Forza Italia. Credo infatti che, al di là di ogni congresso vero o falso che sia, esista un equilibrio recuperato oppure un aggiustamento fra le diverse forze che ci possono essere.
Mi domando, però, ancora una volta, se questo centro ha tutti i suoi organici.
Mi pare di aver letto qualcosa sui giornali da parte del Presidente Deorsola, mi pare di aver sentito degli Assessore che dicono: "aspetta e vedrai". Mi pare ci sia una lotta, un apposizionamento per cui la chiarezza, quella che ha domandato il Consigliere Chiezzi, quella che hanno domandato tutti, è un dovere che lei ci deve. Perché dobbiamo sapere se l'interlocuzione è ancora un'interlocuzione che porta il suo disagio, che non è il disagio personale, ma è il disagio di una frammentazione o delle dinamiche che esistono sempre in ogni corpo politico che si evolve, che non è statico.
Se tutto questo è vero, chiedo, per esempio, se l'amico Rossi è ancora con i federalisti oppure no. Lei parla forse di un assorbimento, comunque tutte queste cose il Consiglio ha il diritto di domandarsele.
A meno che le logiche nazionali, per cui non si muove nulla in Regione Piemonte perché in altre Regioni potrebbero muoversi altri equilibri, per cui Parigi val bene una messa, per cui Torino val bene Roma, non la rendano talmente incatenato al suo potere e alla sua rappresentanza da renderlo poi sicuro nei confronti di qualunque azione si possa manifestare in quest'aula.
E' un sospetto? Non lo so.
E' un arbitrio, quello che faccio? Può darsi. Però ci sono anche queste logiche che portano all'attenzione dell'assemblea i movimenti che non possiamo assolutamente sottacere e non possiamo assolutamente eludere.
Ancora una questione: lei parla della revisione degli assetti di Giunta che sottoporrà al Consiglio entro il prossimo mese di maggio.
Io non ci credo assolutamente; sarei pronto a scommettere tutto quello che ho che nel mese di maggio non ci sarà assolutamente alcuna revisione.
Perché lei crede che dopo il bilancio ci sia effettivamente questa palingenesi per cui tutti dimenticano le loro fortune personali o le loro rivendicazioni personali e le diano, Presidente, carta bianca perché possa risolvere problemi che lei non riesce a risolvere. Ma sa che l'Assessore Angeleri è fuori dalla sua Giunta dal mese di ottobre? E lei non l'ha risolto? Io non voglio dire che lei non l'ha risolto perché c'è l'ATR di mezzo o perché bisogna nominare un direttore, ma io mi farei carico, anche per la dignità di questo Consiglio, che lei non riesce a portare avanti il problema dell'Assessorato al turismo e crede che domani, approvato il bilancio...No! Domani approvato il bilancio tutto continuerà come prima e lei avrà avuto certamente una vittoria politica, lei avrà avuto una vittoria del suo governo, ma tutto continuerà in questa soluzione da bagnomaria per cui i problemi che oggi non sono risolti non saranno risolvibili nemmeno domani.
E siccome non ci sarà più un'occasione politica talmente impegnativa e talmente formale come quella del bilancio di oggi, lei potrà continuare la sua navigazione dicendo a tutta la comunità piemontese "la mia capacità di resistere è stata tale, per cui io sono stato premiato; e la mia capacità di resistere è tale per cui io posso anche fare a meno di un Assessore al turismo e pertanto posso ancora fare a meno di tutte quelle che possono essere le lotte clandestine o intestine che ci sono nell'ambito della mia maggioranza" e continuare così fino alla soluzione del mandato con il vento in poppa e con tutto l'ottimismo di cui lei è capace.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Signori Presidenti, colleghi Consiglieri, consentitemi di aprire in una maniera magari inconsueta, ma citando un dibattito televisivo al quale ho assistito da spettatore, mentre il Presidente del Consiglio era fra i protagonisti, ricordando - se mi è consentita la citazione - come un giornalista particolarmente sensibile e competente delle nostre cose Maurizio Tropeano, interpellato disse: "Se dovessi fare un titolo del giornale per domani scriverei 'Le categorie sociali: Regione, approvate il bilancio!'".
Io sono assolutamente sensibile, come credo lo siamo in tanti e sicuramente anche nella maggioranza, ma l'opposizione è particolarmente sollecitata, però devo dire una cosa: "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare". Approvare questo tipo di bilancio significa approvare un bilancio per rispondere alle sollecitazioni di un Piemonte che assiste a questo avvenimento in maniera certamente non entusiastica, ma non più distratta perché dalle istituzioni alle categorie sociali c'è una preoccupazione ingente per gli elementi indotti di crisi sull'assetto dell'economia, dello sviluppo e delle prospettive del Piemonte che derivano dalla assenza di questa istituzione.
Detto questo, Presidente Ghigo, neanche lei non può farsi forza del fatto che noi siamo incalzati da una più che motivata sollecitazione perch è la sua crisi! E' la crisi di questa maggioranza! Io ho il dovere, cari colleghi dalla maggioranza, di riferirmi anche a voi perché la crisi della Giunta è simmetrica alla crisi della maggioranza.
C'è un antefatto che lega entrambe le cose: il fatto che la dissoluzione della alleanza strategica e il suo recupero in semplice coalizione politica fa sì che ormai ogni Gruppo sia nella condizione di pensare alle proprie "grandi" cose come questioni di numeri, di sopravvivenza, di assegnazioni di appannaggi. Gliel'hanno detto tutti, Presidente Ghigo. Noi non siamo distratti o ingenui, sappiamo bene che in ogni occasione si attende, c'è di nuovo un'opportunità di dosaggio e magari "strada facendo qualche cosa si aggiusta". Questa è la traduzione in italiano di un detto piemontese che vi risparmio.
Il bilancio è nato come espressione di una crisi che era incommensurabile.
Come è possibile che un Assessore attento, non distratto, capace, come l'Assessore Leo, si lasciasse scippare dal bilancio tutta la partita della cultura senza allarmarsi? O l'Assessore Goglio, che dicono non essere particolarmente attento, ma sicuramente è navigato di questi banchi e sa come sono le cose della politica, a lasciarsi scippare tutta la questione dell'assistenza? E l'Assessore Masaracchio poteva affrontare serenamente la eliminazione di tutti i fondi che riguardavano la formazione professionale affrontando poi una crisi politica come quella che si è già affrontata ancor prima che il bilancio diventasse documento? Colleghi, io so benissimo che non siete distratti. Io so che oggi l'hanno detto un po' tutti, il collega Picchioni da ultimo - il prezzo di rimanere sulle sedie del governo o su quelle del Consiglio diventa quello di una rinuncia ai contenuti. Diventa quello di una intesa di basso profilo e se nel basso profilo c'era anche l'elusione dei 68 miliardi ("tanto poi serviranno per un'operazione di medio termine in cui daremo noi soggettivamente come Assessori e come Giunta delle risposte, forse questo ci consentirà di presentarci con un'etichetta di capacità di risolvere ancora dei problemi"), evidentemente non potrete accusare la minoranza di aver fatto fino in fondo il suo dovere per continuare a riscrivere queste scarne pagine del bilancio, per portare qui un documento che fosse passibile di esame. Ripeto: passibile di esame! Guardi, Presidente Ghigo che questa sollecitazione quasi a dire "mettiamoci una pietra sopra, quel che è stato è stato" ha tutto da essere! Ha tutto da essere, Presidente perché le cose che lei invoca come necessità di dare delle risposte ai problemi del Piemonte, è sicuro che questa maggioranza abbia alcuni elementari strumenti per affrontarli? Non parlo della Bassanini (in questo periodo il riferimento alla Bassanini si spreca), ma dei problemi di una Regione che è pienamente investita dalle sfide della mondializzazione e che ha il problema di ridiventare una Regione ricca di coesione e di prospettive di lavoro, di opportunità per le imprese, di opportunità di lavoro e di opportunità culturali, che deve disegnare il suo progetto, la sua identità economico culturale e sociale, e deve essere un punto di coesione in un territorio che si collega all'Europa, che ha bisogno di sviluppare politiche della cultura, politiche del lavoro, politiche della logistica, l'industria culturale, la ricerca e quant'altro! Devo chiedere scusa al Consiglio se ripropongo ancora questi temi perché la distrazione con la quale si assiste sempre da parte di una parte della Giunta, prima di tutto, veramente ci dà la sensazione che stiamo parlando linguaggi diversi, dopodiché viviamo nella stessa istituzione dovremmo adattarci noi! Ma francamente i problemi che la Giunta da mesi non è riuscita (non ha potuto, non ha voluto, non ha saputo) a risolvere mi sembra stiano diventando molto più stringenti anche in relazione alla diversità, al confronto naturale con un Governo dell'Ulivo che avrà mille difetti, ma che nel giro di due anni - lei sa bene, Presidente Ghigo - è riuscito a risolvere problemi che avevano una portata storica e che oggi mettono in condizione il nostro Paese di ripensarsi in una prospettiva di Paese normale, di Paese che ha un futuro, e la sua Regione come si colloca? Quali sfide raccoglie?



SALERNO Roberto

Siamo pieni di tasse, collega Riba!



RIBA Lido

Caro Salerno, noi non siamo reticenti a mettere a disposizione quel poco che abbiamo occasione di avere appreso sul Piemonte.
E' vero, Presidente Ghigo, che per due anni lei ha puntato molto sulla politica dell'immagine e io credo che la maggioranza in qualche maniera sia stata sottratta di opportunità di approfondimenti maggiori sul piano dei contenuti. Questa politica dell'immagine sta continuando laddove si è trasferito il suo consulente: attenzione, Presidente! I fatti stanno dando ragione a chi dice che quella politica dell'immagine è stata elusiva nei confronti di problemi di grande sostanza.
Noi siamo adesso nella necessità di valutare il documento che lei ci ha proposto questa mattina, né come elemento conclusivo, mi parrebbe assolutamente impossibile immaginare che quel documento contenga qualcosa di conclusivo relativamente alla crisi che riguarda la Regione e questa maggioranza. Credo che tutte le opposizioni siano unanimi, come lei ha già sentito, nel dichiarare quel documento inadeguato, reticente, elusivo nei confronti dei problemi che costituiscono la materia di questo bilancio. Una cosa importante è scritta su quel documento e io la sottolineo: la crisi che lei soltanto 15 giorni fa dichiarava inesistente, che allora non sarebbe stata né dichiarata né riconosciuta né ammessa, è riconosciuta e lei si impegna ad affrontarla entro il 31 maggio, data in cui intende ripresentarsi a questo Consiglio regionale con una maggioranza, se ce l'avrà, e con una Giunta all'altezza delle attuali criticità. E' importante che le criticità lei le ammetta, ma le ammetteva già in un documento del dicembre scorso. Non è una scoperta constatare l'esistenza delle criticità ma un fatto politico verificare se questa Giunta e questa maggioranza hanno in sé le caratteristiche politiche per dirimerle e superarle. Vedremo se saprà ripresentarsi con un documento politico adeguato, oltreché con una Giunta ricomposta e con una fisionomia che le consenta ulteriore fiducia.
Resta un fatto, Presidente Ghigo. E' certo che noi non possiamo definire i tempi di una crisi che inviti i Consiglieri della maggioranza a non consentire che si protragga fino al 31 maggio; voi avete già tutti gli elementi, per cui considero la data del 15/20 maggio come una data già protratta e che ha già prodotto altri danni. Presidente Ghigo, è chiaro che, scaduta quella data, se non ha revisionato e attuato quello che si è impegnato a fare, non deve ripresentarsi per spiegare, ma deve dare le dimissioni per consentire al Piemonte di riprendere una strada politica.
Credo che non ci sarà soltanto il buio, ma da questo buio noi dobbiamo uscire. Intanto ci impegniamo, come hanno detto Saitta, Spagnuolo e un po' tutti i colleghi che sono intervenuti, in questa battaglia sul bilancio che non è stata assolutamente sospesa ma che non ci ha ancora portato in presenza di un bilancio tale da poter essere da noi accolto.
I tempi della conclusione di questo dibattito non possono essere aprioristicamente definiti o dettati, ma dipenderanno dalla capacità, dalla volontà e dalla disponibilità ad assumere le proposte che, per quanto riguarda il mio gruppo, riteniamo indispensabili. Altrimenti, questo è un bilancio troppo drammaticamente elusivo nei confronti di tutte le tematiche dello sviluppo, del lavoro, della stessa cultura, della logistica dell'ambiente e di tutti gli altri temi che illustreremo con una serie di emendamenti assolutamente puntuali. Quindi riprendiamo il nostro lavoro al cospetto del Piemonte in una situazione di grande disagio e incertezza, pur sapendo che, per quanto riguarda la crisi, abbiamo soltanto indicato una data, ma non abbiamo superato nessuno degli elementi che ne costituiscono la drammaticità e che pertanto richiedono, da parte della maggioranza e da parte del Presidente Ghigo, l'atto di coerenza di lavorare, fin da adesso per proporci le soluzioni, mentre noi riprendiamo il dibattito e la discussione sul tema del bilancio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Da sempre ribadiamo l'esigenza di approvare il bilancio regionale; da sempre sottoscriviamo, così come ha detto stamattina il Presidente Ghigo l'impegno, a seguito dell'approvazione del bilancio, anche al fine di perseguire al meglio gli obiettivi che ha evidenziato, di attivare una proposta politico programmatica e una revisione degli assetti di Giunta che sottoporrà al Consiglio entro il prossimo mese di maggio. Come CDU siamo determinati ed impegnati perché questa revisione si realizzi nel termine citato. Sentiamo forte la responsabilità di approvare al più presto questo bilancio; concordo con Saitta quando afferma "Vogliamo che si inizi in fretta la discussione del bilancio", ma perché questo avvenga è necessario concludere con altrettanta fretta questa discussione e passare all'esame degli emendamenti, dedicando ad essi tutte le riunioni che si renderanno necessarie. Do il buon esempio, per quanto riguarda la fretta, fermandomi qui.



COTTO Mariangela

La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

Grazie Presidente. Proprio solo una battuta, anche da parte mia, per sottolineare la condivisione della scelta compiuta dal Presidente Ghigo in merito al percorso da seguire. Lo abbiamo detto più volte, è una questione di priorità, e queste priorità diventano sempre più urgenti. Io credo che tutti noi verifichiamo quotidianamente questa urgenza attraverso le sollecitazioni sempre più frequenti, preoccupanti e pressanti che ci arrivano dalle associazioni e dalle categorie. Associazioni e categorie che ci esortano ad approvare il bilancio con sollecitudine. Nel documento che stamattina il Presidente Ghigo ci ha illustrato c'è un impegno formale a rimuovere le criticità emerse in questi ultimi mesi nel corso di un lungo e articolato dibattito politico; tale impegno formale, che prevede una proposta politico-programmatica e una revisione degli assetti di Giunta subito dopo l'approvazione del bilancio, sta a testimoniare la precisa volontà di non più procrastinare la necessaria verifica politica. Ringrazio pertanto le forze di opposizione che responsabilmente si sono dichiarate disposte ad affrontare nel merito il bilancio ed auspico ancora una volta che, con il concorso di tutti, l'impasse che da troppi mesi sta penalizzando i lavori della nostra assemblea abbia finalmente uno sbocco.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta in attesa del rientro in aula del Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



(La seduta, sospesa alle ore 17,49 riprende alle ore 18,23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie Presidente. Proprio perché ho rispetto di tutte le sue prerogative, ho atteso che lei potesse tornare in aula ad ascoltare anche le poche parole che vorrei dire questa sera. Anzitutto, visto che sono stato storicamente stimolato da alcuni colleghi, che hanno richiamato la figura storica del podestà, vorrei soffermarmi molto brevemente sulle prerogative del Podestà, chiedendo semmai se ci si riferiva ad alcuni Podestà di origine medioevale, oppure se ci si riferiva ad alcuni podestà di origine medioevale, oppure se si riferiva a quelli del governo fascista.
Per quanto riguarda i podestà dell'epoca fascista avevano come organo consulente una sorta di consultorio municipale o cittadino che appunto faceva un po' le veci di un Consiglio comunale. Ma, battuta per battuta avevano un potere maggiore cioè quello di scioglierlo e di decidere comunque indipendentemente dalla volontà espressa dal consultorio.
Se veramente il Presidente Ghigo è un podestà diamogli tutti questi poteri, così almeno si approva il bilancio e non se ne parla più! Comunque al di là della battuta, credo che il Presidente Ghigo, la Giunta e la maggioranza che egli rappresenta, abbiano dato, anche oggi, con il discorso, che da taluni è stato reputato inutile, ma che secondo me non è stato affatto inutile, un segnale di grande responsabilità e anche di preoccupazione legittima per quelli che sono i problemi che debbono essere affrontati - lo abbiamo detto più volte in quest'aula - per il bene del Piemonte.
Sono contento che finalmente si discuta del merito. Quando il Presidente dice - ed ha ragione - che il dibattito portato avanti dall'opposizione, dalla minoranza, non è stato pretestuoso, dice una cosa sostanzialmente vera, anche se potremmo sostenere che - come è stato ricordato da alcuni colleghi - di bilancio in aula ne abbiamo parlato solamente due volte. Qualche pretesto, qualche elasticità regolamentare che d'altronde deve svolgere un ruolo fondamentale per la democrazia, c'è stato.
Sono contento proprio perché finalmente si arriva a discutere nel merito. Mi sembra, però, che dall'intervento di alcuni colleghi, questa volontà manchi. Personalmente non mi illudo che lo scontro sul bilancio quello che è stato definito lo scontro, la battaglia sul bilancio, il confronto sul bilancio, sia uno scivolo e che il discorso del Presidente oggi un po' con una bacchetta magica abbia o sia stato teso a guadagnare dei nuovi consensi. Credo che il confronto sul bilancio debba essere un confronto vero, serio e magari anche duro, con delle proposte che finalmente vengono discusse, vengono vagliate democraticamente, approvate e respinte. Spendiamo piuttosto queste giornate in un confronto serio e serrato sull'assistenza, che è stata citata prima, magari sulla sanità parliamo di politica dei trasporti, parliamo delle scelte anche nel merito di questa ripartizione di fondi, va benissimo perché questo è bilancio.
Però la distinzione non sottile tra confronto, scontro democratico sul bilancio e tecniche di elasticità strumentale non sfuggono ad alcuno. C'è invece chi il confronto sembra, ancora una volta, volerlo un po' evitare non so se per imbarazzo, se per volontà puramente distruttiva di tutto ci che è stato costruito finora. Comunque questo bilancio ha una storia lunga direi fin troppo lunga, ma ha una lunga storia di riunioni in Commissione come anche la variazione a questo bilancio.
Non cito Pirandello, di cui sono appassionato, ma cito Bunuel, che è il mio regista preferito; nel film "Il fascino discreto della borghesia" non era uomo di destra - si vedono dei personaggi che prima procedono sicuramente lungo una strada nella quale non si vede la fine, poi, pian piano cominciano a togliersi le scarpe, sempre più stanchi e sbrindellati: alcuni sembra vogliano imbroccare questa strada. Cioè non la strada, magari in salita, magari tortuosa, del perseguimento di un obiettivo che è quello di dotarci di uno strumento per il bene del Piemonte, per l'interesse di categorie di tutti i cittadini, qualcuno invece sembra aver deciso di procedere come i personaggi del film di Bunuel: sempre più stanchi, sempre più laceri, sempre più autoreferenziali, sempre più a corto di argomentazioni. La storia del film è abbastanza complessa, non ho il tempo per raccontarla, ma non vedono mai la fine di questa strada, perché in fondo neanche più loro sanno chi sono, cosa fanno e dove vogliono arrivare.
Credo che questa non sia costruzione, questa è distruzione, anche autodistruzione che non ha niente a che fare con il confronto. Non ho timore a definirlo scontro democratico, vivaddio sui temi veri; anche negli anni passati c'è stato questo scontro anche sui bilanci, scontro anche duro, però motivato, se volete anche ideologico su delle scelte importanti o anche meno importante, serrato ma serio, non soltanto dilatorio. E' chiaro che se si vuole di tutto si può parlare per ore, anni, giornate mesi ma non è il bilancio, e non è lo strumento che serve al Piemonte.
Il Presidente Ghigo non lo vedo né nudo né con le toppe al sedere, non lo vedo lacero, anzi lo vedo sempre impeccabilmente elegante o classico per i miei gusti, ma comunque molto elegante. Il discorso del Presidente di oggi mi è sembrato un discorso serio, un discorso pragmatico, un discorso di riconoscimento di un percorso che comunque il Consiglio regionale del Piemonte ha fatto in Commissione, poi chiaramente secondo gli occhiali che si indossano, anche chi veste un vestito di uno stilista può essere considerato dal sottoscritto non un vestito ma uno straccio e da qualcun altro un grandissimo capo di abbigliamento, noi non consideriamo la relazione del Presidente, quello che ha detto, l'impostazione che ha inteso dare alla Giunta e alla maggioranza, uno straccio, ma lo consideriamo un atto ancora una volta importante di responsabilità e, se mi consentite detto da chi tante volte non condivide una linea eccessivamente morbida di grande equilibrio, e direi anche un pochino disinteressata - non ho alcuna intenzione di fare l'apologia del Presidente Ghigo - perché avrebbe potuto fare altro.
Una crisi si può anche far scoppiare, ma a quel punto la stessa pu essere strumentalizzata dalla parte che l'ha creata. Comunque, in ogni momento, può avere i numeri per risolverla, gettando su altri le responsabilità e cercando di convincere le categorie che il male non sta tutto dalla stessa parte, magari riuscendovi.
In buona sostanza e concludendo, scusandomi se ho "rubato" un po' di tempo in più - ma le citazioni rubano sempre tempo e questo Consiglio si sta arricchendo di citazioni - credo che la strada impostata sul bilancio oggi ribadita dal Presidente Ghigo, sia quella che può portarci all'approvazione del bilancio. Almeno una volta, e almeno da oggi, ci auguriamo, però, su fatti molto concreti e non soltanto su politica parlata, edonistica - da parte di qualcuno ed autoreferenziale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Signor Presidente della Giunta regionale, non la chiamo signor podestà perché, purtroppo, la mia famiglia ha conosciuto la realtà del podestà: penso sia tutt'altra cosa di quanto sia lei, adesso.
L'intervento di stamani, secondo me, non è stato inadeguato, signor Presidente; un intervento come impegno di programma, come punto di partenza per un futuro migliore per la nostra Regione, punto di partenza per migliori rapporti, sia nella maggioranza che tra la stessa e l'opposizione.
Signor Presidente, ritengo fosse davvero il caso che qualcuno facesse un passo avanti in questo Consiglio regionale; ormai, eravamo "muro contro muro", maggioranza e opposizione, a ragione e a torto sia dall'una sia dall'altra parte. Dobbiamo però riconoscere che l'opposizione ha presentato in Consiglio proposte valide, che devono essere accolte.
Lei ha dato, con atto di coraggio, il punto di partenza per l'inizio di un dialogo; ha riconosciuto "errori commessi - l'ha detto lei stesso - sia dal sottoscritto sia da altri componenti di questo esecutivo". Riconosciamo la necessità di questo punto di partenza per l'approvazione del bilancio.
"E' indispensabile avviare una stagione di profondo e rinnovato impegno per l'istituzione - sono parole sue. Da tutto il dibattito visto in questi mesi, in cui l'opposizione ha portato moltissimi emendamenti, possono restare idee che concretizzeremo per avviare una Regione, un sistema delle autonomie credibili, rispondente, secondo il principio di sussidiarietà, ai bisogni dei piemontesi". E' un passaggio molto importante; l'impegno di questa Giunta deve essere soprattutto nel settore dell'assistenza, della sanità, dei servizi sociali.
Infine, signor Presidente, per essere anch'io molto breve come al solito, lei parla di apertura all'opposizione.
L'apertura alle opposizioni deve esserci; come ho detto in precedenza è importante che le opposizioni possano non soltanto garantire un servizio di opposizione alla nostra comunità, ma debbano presentare emendamenti problematiche, interventi per la nostra Regione.
Inoltre, lei ci assicura che entro il mese di maggio verrà svolto un rimpasto nella Giunta regionale; è importante che tutti noi riconosciamo che questo sia un vero impegno. Chiediamo a viva forza che vi sia questo rimpasto: non soltanto di un Assessore, ma rimpasto vero affinché nei prossimi due anni questa Giunta regionale e questa maggioranza possano governare veramente, al servizio della nostra Regione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Giacomo

L'intervento del Presidente Ghigo ha responsabilmente affrontato il problema di dotare la nostra Regione di un bilancio per l'anno in corso.
Il nostro Gruppo apprezza il tentativo del Presidente di superare gli scogli, mettendosi ancora una volta in discussione.
Apprezziamo il coraggio e la fermezza e non dubitiamo della sua buona fede e della sua capacità. Rinnoviamo pertanto la volontà di discutere e approvare rapidamente il bilancio. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Volevo ringraziare anch'io, Presidente e colleghi, prima di tutti il collega Rossi che ha svolto la prima dichiarazione in aula relativamente alla posizione del loro Gruppo, che abbiamo apprezzato. Ne condividiamo i contenuti al di là dell'emotività con la quale ha letto la sua dichiarazione.
Vorrei svolgere poche considerazioni, visto che tutti i colleghi sono stati sintetici, sia quelli di minoranza sia quelli di maggioranza.
Ho registrato una dichiarazione del collega Montabone che ha parlato ancora, come del resto in Commissione e nei giorni scorsi, della pseudotutela del Presidente nei confronti dell'Assessore Burzi, per quanto riguarda la presenza in Commissione.
Ribadiamo quanto abbiamo detto già in altra seduta di Consiglio all'inizio della "vicenda" della terza nota di variazione: in allora rigettammo le accuse relative ad occultamenti e ad altre azioni di questo genere, che l'Assessore Burzi avrebbe compiuto secondo taluni; non abbiamo bisogno di rigettarle oggi, visto che l'abbiamo già fatto. Dichiariamo come già ieri in Commissione, sempre in risposta al collega Montabone, la fiducia della maggioranza e del Gruppo di Forza Italia nei fatti e negli atteggiamenti, prima ancora che nelle parole - ma anche queste sono un corollario rispetto agli atteggiamenti e ai fatti, confermiamo - dicevo la fiducia al Presidente e alla Giunta che più volte hanno ribadito di aver agito in modo collegiale.
All'Assessore Burzi, in particolare - lo abbiamo detto ieri in Commissione, lo ribadiamo qui, non l'avremmo forse fatto se il collega Montabone non avesse insistito ancora su questa affermazione - diciamo che questa fiducia non è mai venuta meno (dal giorno in cui ovviamente l'Assessore Burzi ha iniziato il suo impegno in esecutivo); non viene meno ora e, per quel che ci riguarda, sicuramente non verrà meno neanche in futuro.
La presenza del Presidente in I Commissione (perché penso che non ci siano deleghe a 45 gradi, con altri 315 scoperti) è stata opportuna - penso ed anche il dibattito di oggi ha dimostrato che i passaggi che ci sono succeduti in questi ultimi tempi hanno portato quanto meno ad un qualche passo in avanti, che noi abbiamo registrato; la sua presenza in I Commissione è stata la sintesi di tutta la Giunta, così come all'interno della Giunta il Presidente rappresenta il vertice di coordinamento.
E' pur vero che la I Commissione è una delle otto, ma è altrettanto vero che dal punto di vista politico, vuoi per gli argomenti che tratta vuoi per la fase istituzionale per cui di solito viene alla fine dell'imbuto attraverso il quale i provvedimenti passano nelle altre Commissioni, rappresenta la Commissione di sintesi politica del Consiglio regionale; quindi la presenza del Presidente ha avuto questo specifico significato istituzionale.
E pensiamo proprio che leggere altri rivoli o rigagnoli al di sotto di questo filone istituzionale di interpretazione non debba più essere e debba essere tacciato come strumentale.
Per quanto riguarda la questione relativa al dibattito di oggi, non voglio ripetere concetti già espressi, ma sicuramente abbiamo apprezzato come diceva il collega Ghiglia - che sia emerso da parte di molti interventi il concetto di responsabilità; probabilmente, in queste vicende abbiamo un po' tutti ecceduto, chi per un verso chi per l'altro.
Tutti però riconosciamo che si sta approssimando una data entro la quale dovrà emergere - secondo noi, ma ho avuto il piacere di constatare che questo concetto e questa presa di coscienza e di espletamento di responsabilità è largamente diffusa - che la Regione nel suo complesso deve dare delle risposte.
Noi abbiamo partecipato all'incontro di VI Commissione che c'è stato oggi, un'oretta e mezza prima che riprendesse il Consiglio regionale.
Personalmente, ho colto la frase di un esponente, del quale - mi spiace non ricordo il nome, del Centro Pannunzio, che ha detto (concetto ripreso da altri, ma da lui, secondo me, espresso in modo molto bello e significativo): "Noi aspettiamo che dal mulino esca la farina".
Il dibattito che c'è stato e che c'è tuttora in Consiglio regionale è avvenuto e avviene sul funzionamento del mulino; sulla trasmissione di energia fra i vari ingranaggi. Gli ingranaggi hanno dei rapporti molto particolari, ecc., ecc., ma non entriamo nel merito; però la società piemontese aspetta che esca la farina.
Se poi sarà farina più o meno buona, lo giudicherà l'elettorato piemontese e la società nel suo complesso, i quali hanno sicuramente la maturità per giudicare se quel bilancio, partito a dicembre, perch un'altra cosa che secondo noi Bossi può fare... Non si può catalogare un bilancio attraverso il misurino di un parametro di aprile, quando è partito a dicembre; poi ha avuto gennaio, febbraio, ecc. Occorre, correttamente tenere conto che, così come l'iter è stato di alcuni mesi, il parametro misurino deve calibrarsi a seconda della, non dico involuzione, ma dell'evoluzione avvenuta lungo questi mesi.
Se è così, noi dobbiamo responsabilmente consentire che questa farina arrivi ai piemontesi; se poi al palato sarà molto o poco gradita, ognuno giudicherà, la società piemontese giudicherà.
Dopo molti mesi, durante i quali - come qualche collega ha detto -, si è anche un po' troppo giocato, da parte di tutti noi, su elasticità più o meno spinte, penso che oggi occorre far emergere la necessità di entrare nel merito del bilancio, di discutere gli emendamenti, in tempi che responsabilmente, riteniamo possano essere brevi.
Scusate, voglio ricordare la vicenda del bilancio dell'anno scorso vissuta da tutti, seppure da posizioni diverse. Anch'io e il collega Burzi l'abbiamo vissuta; fu una discussione molto lunga ed approfondita, che prese in considerazione moltissimi emendamenti, sui quali si entrò nel merito (come è giusto che sia): impiegammo all'incirca 7-8 giorni.
Da qui al 30 aprile ne mancano ancora 9; è vero che non è la data capestro, ma penso che dal punto di vista politico lo dovrebbe essere, per responsabilità istituzionale di una Regione che, nel suo complesso, ha espresso fino ad oggi tutte le articolazioni possibili, i punti di vista possibili, tutto quanto poteva nelle diverse chiavi di lettura di questa impostazione e costruzione di bilancio.
Questa sintesi, molto probabilmente, farebbe sì che la Regione nel suo complesso, l'istituzione Regione si presentasse con le carte in regola per dimostrare che una maturità di fondo, che viene rivendicata ed esibita quando si chiedono in capo deleghe ed autonomie così importanti, finalmente la si è conquistata e la si può responsabilmente esibire.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Chiederei solo un minuto di pausa, per una questione non necessariamente tecnica.



(La seduta, sospesa alle ore 18.18 riprende alle ore 18.23)



PRESIDENTE

Diamo quindi inizio all'esame del provvedimento e degli emendamenti.
Prima della presentazione della terza nota di variazione abbiamo ricevuto tutta una serie di emendamenti. Chiedo la collaborazione dei vari Gruppi presenti: se i Gruppi ritengono che tra gli emendamenti presentati ce ne siano alcuni non più attuali a seguito della nota di variazione prego cortesemente di ritirarli.



SPAGNUOLO Carla

Come? Non ho capito.



PRESIDENTE

Chiedevo, cortesemente, se i Gruppi ritengono, di ritirare gli emendamenti presentati in precedenza e che sono venuti meno a seguito della nota di variazione.
Il documento coordinato sarà pronto nel giro di un'ora, e verrà distribuito domani mattina, quando inizieremo la valutazione dei singoli emendamenti.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, è difficile senza il documento integrato riuscire a capire quali sono gli emendamenti superati e quali no.



PRESIDENTE

Ricordo che è un documento di comodità, ma che i dati comunque ci sono.
In ogni caso, il documento sarà disponibile domani mattina.



CAVALIERE Pasquale

Dopo che sarà disponibile, servirà anche del tempo per poter effettuare una verifica.



PRESIDENTE

Il documento che verrà assemblato non è un documento nuovo.



CAVALIERE Pasquale

Era per agevolare i lavori.



PRESIDENTE

La ringrazio della disponibilità. I dati, comunque, sono evidenziati c'è addirittura chi ritiene sia più agevole utilizzare i documenti già in vostro possesso, perché evidenziano quelli nuovi. Perciò, domani mattina per una presunta comodità, verrà presentato il documento assemblato e incominceremo subito a valutarlo e a chiedere il pronunciamento dell'assemblea sui singoli emendamenti.



CAVALIERE Pasquale

Se vuole, potremmo anche usare il documento di bilancio dello scorso anno, se è più comodo!



PRESIDENTE

Quello è superato, perciò non credo possa servire, se non per una ricognizione storica che non è peraltro richiesta.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Presidente, nelle scorse sedute avevamo incominciato ad esaminare attraverso gli emendamenti, le parti dell'uscita del bilancio. Io credo sia necessario tornare indietro un poco, perché una delle variazioni di bilancio riguarda le entrate. Non è cosa da poco.
Allora, non credo si possa parlare di prosecuzione della verifica del bilancio sulle uscite; bisogna tornare indietro di un passo e io credo ci siano degli emendamenti che possono essere ritirati, ma al di là del documento di cortesia che può esserci, io sono d'accordo, le carte ci sono per fare il lavoro, ma un minimo di agevolazione per far capire cos'è successo in queste plurime variazioni di bilancio, credo sia necessario.
Non so quindi come si potrà procedere, ma vorrei sottolineare che domani mattina, se si intende partire subito con quanto è a nostre mani bisognerà tornare indietro di un passo ed esaminare le entrate.



PRESIDENTE

Non intendo fare un dialogo con il Consigliere Montabone, ma gli Uffici mi ricordano che avevamo incominciato da quel punto perché, relativamente alle entrate, non c'erano emendamenti.



MONTABONE Renato

No, c'è un emendamento della Giunta che cambia di 68 miliardi le entrate, che non è cosa da poco.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, come sempre, l'ultima parola, anche rispetto alla procedura, la deve avere lei, però se noi non abbiamo qualche ora di tempo anche domani mattina, per accordare gli emendamenti che avevamo al nuovo testo e magari presentarne altri sulle entrate o modificarli, ecc.
perderemo più tempo. Decida lei la strada che ci vuole dare, perché se veniamo in aula con i documenti vecchi chiaramente perdiamo tempo.
Scelga, comunque, il Presidente la strada che preferisce.



PRESIDENTE

Mi riconfermano che domani mattina per le ore 9,00 ci sono i tabulati.
Possiamo prevedere l'inizio effettivo dei lavori dell'aula intorno alle 11,00.
Il documento di cortesia lo lasciamo presso l'Ufficio Aula, per evitare che vada disperso. I documenti si possono dunque ritirare presso l'Ufficio Aula domani mattina. Grazie.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,25)



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