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Dettaglio seduta n.232 del 07/04/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino, Pichetto e Rosso.
Pertanto, il numero legale è di 29 Consiglieri, che sulla carta risultano essere presenti questa mattina.



CHIEZZI Giuseppe

E' possibile procedere alla verifica del numero legale?



PRESIDENTE

Se si desidera la verifica per appello nominale, passiamo a verificare sul campo la presenza dei Consiglieri.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
29 Consiglieri ed in congedo n. 4 Consiglieri.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori (in particolare sulle dichiarazioni dell'Assessore Vaglio in merito al dibattito svoltosi nella seduta precedente sugli atti di violenza e teppismo a Torino)


PRESIDENTE

Siamo nella fase del dibattito successivo alle riflessioni sul bilancio che ha svolto ieri il Presidente della Giunta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne a facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Intendo porre, signor Presidente, una questione pregiudiziale che ritengo di una certa importanza.
Il dibattito di ieri è stato molto serio, civile e pieno di contenuti e di approfondimenti. In qualche modo ha fatto comprendere, per quel che è possibile, a tutti noi le dimensioni del fenomeno e ha reso quest'aula più matura nel riconoscere certe manifestazioni di disagio giovanile e capire che cosa un'istituzione come la nostra può e deve fare.
Ebbene, nell'ambito di questo dibattito c'è stato l'intervento di un Assessore (svolto certo in qualità di Consigliere, ma abbiamo visto come gli Assessori vengono ritenuti nella nostra città sempre Assessori) nel quale sono state usate delle espressioni che io ritengo improprie e assurde da parte di un Assessore. Dire da parte di un Assessore della Regione Piemonte che "per questi giovani servono i manici di piccone", io credo che sia una cosa inaccettabile! Lo dico in senso politico: è inaccettabile superando cioè ogni posizione politica, andiamo fuori dalla politica.
Io credo, Presidente, che lei debba decidere se questo Assessore rappresenta anche su questo tema la sua Giunta oppure lei non debba prendere un qualche provvedimento o comunque stigmatizzare queste posizioni che escono fuori da un confronto civile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per fatto personale l'Assessore Vaglio.
Prima di concederle la parola, vorrei fare alcune riflessioni.
Credo di essere stato attento a tutto lo svolgersi del dibattito. Non mi riferisco all'intervento dell'Assessore Vaglio, ma in generale, devo dire che anche ieri a volte sono stati usati dei termini in senso non tecnico, non proprio. Io ho detto che ovviamente ognuno si fa carico delle espressioni che usa. Non ho colto nel particolare dibattito che c'è stato ieri delle espressioni che fossero gravemente lesive di persone, soggetti o istituzioni.
Prego Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente, non ho bisogno di avvocati difensori.
Mi stupisce la disattenzione del collega Cavaliere rispetto a quanto pubblicato ieri sui giornali. Mi spiego meglio: il riferimento ai "manici di piccone" era un esplicito riferimento ad una frase pubblicata da La Stampa ed attribuita all'on. Chiamparino, il quale diceva di ricordare con un certo disappunto, una certa preoccupazione - chi dietro a delle piccolissime bandierine rosse nascondeva dei manici di piccone.
Questo era il senso, perché io francamente ritenevo di non rispondere alla sua provocazione, se non in termini che prendessero atto di quanto pubblicato su ogni singolo giornale.
Per carità, collega Cavaliere, lei interpreti come meglio ritiene le parole degli altri; io, così come le sto dicendo, mi riferivo esattamente a quanto dichiarato da Chiamparino sulla preoccupazione che abbiamo di vedere la violenza sfuggire di mano, perché - penso molto giustamente - molti di noi ritengono che non si possano nascondere dietro a nessuna valutazione ideologica degli strumenti come i manici di piccone, atti ovviamente a ferire.
Quindi il mio riferimento era molto circostanziato e attinente a dichiarazioni fatte nella giornata di ieri, e non voleva assolutamente essere un invito a dotarsi di manici di piccone per rispondere con violenza alla violenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



GHIGLIA Agostino

Scusi, Presidente, c'è un dibattito?



PRESIDENTE

No, non c'è un dibattito, c'è una richiesta di puntualizzazioni; non so ancora su che cosa si esprimerà il Consigliere Chiezzi, ma non c'è dibattito.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, io non mi trovo a disagio perché ieri abbiamo cominciato in un altro modo: invece del collega Cavaliere, ha iniziato il collega Angeleri. Mi sembra che tutti abbiamo visto com'è iniziata la giornata.



PRESIDENTE

Mi scusi, sono situazioni assolutamente diverse: ieri era un problema di ordine generale, oggi è una puntualizzazione.



CHIEZZI Giuseppe

Siamo sempre a ieri, perché i fatti che il collega Cavaliere ha citato sono avvenuti ieri, per cui non trovo tanta differenza. Comunque, le parole dell'Assessore Vaglio erano molto ambigue; in ogni caso, oggi l'Assessore Vaglio dice: "Non è cosi".
Per carità, ci sbagliamo in tanti a parlare, però, oltre a consentire interpretazioni di questo genere, ieri Vaglio ha fatto un'affermazione Presidente Ghigo, che non so se smentirà oggi e che, dal punto di vista di un amministratore regionale, è gravissimo e, a mio modo di vedere, non è compatibile con la politica che lei intende attuare e che le Regioni in generale sono chiamate ad attuare in questo momento di attuazione dei decreti Bassanini e più in generale del dibattito che abbiamo sul federalismo, la sussidiarietà e via dicendo.
L'Assessore Vaglio ha detto: "Come si permettono delle persone" - nel caso, amici del morto suicida in carcere - "come si permettono di andare a casa d'altri?".
Questa concezione - a parte i bastoni, a parte un amministratore pubblico, un Assessore - che un Comune (in questo caso quel Comune) sia da considerare una casa chiusa, un ortus conclusus, una casa chiusa nella quale uno può entrare e attraversare i confini solo non si sa bene dietro quale permesso, perché dietro la frase "come si permettono di andare a casa d'altri?" c'è tutta una cultura e un mondo di rifiuto, di chiusura, di recinzione della nostra società.
Questa concezione è talmente divaricante rispetto anche alla politica del Presidente Ghigo che io ritengo che non sia più compatibile questo ruolo svolto dall'Assessore con la politica della Giunta regionale, quindi per questo motivo chiedo che il Presidente Ghigo dica qualcosa su queste osservazioni che abbiamo fatto; dica quello che crede, ma risponda su questi fatti che sono gravissimi, perché Vaglio è un pubblico amministratore, un Assessore che ha pronunciato quelle frasi.



PRESIDENTE

Queste dichiarazioni iniziali non sono l'inizio di un dibattito, sono concluse in sé.
Le parole dell'Assessore Vaglio, come di tutti gli altri Consiglieri che sono intervenuti ieri, non mi sono parse uscire fuori dalle valutazioni possibili con il nostro sistema regolamentare.
La discussione sul punto era terminata; ci sono già state le dichiarazioni e le riflessioni sul bilancio del Presidente Ghigo e su queste intendo aprire la discussione.
Chi vuole commentare e fare valutazioni sulle riflessioni del Presidente Ghigo può farle.
Prego, Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Chiedo al Presidente Ghigo semplicemente, anche perché il dibattito sul suo documento ci interessa molto farlo, non abbiamo certo intenzione di eludere - altri credo vogliano farlo - certi problemi.
Io mi sono riferito al resoconto stenografico e alla sensazione che ha dato nel suo intervento il Consigliere Vaglio, perché è stato ritengo un intervento abbastanza incivile come tono e come forma. Questo, del resto fa parte della responsabilità di ognuno: ognuno ha il diritto di fare gli interventi che ritiene...



PRESIDENTE

Scusi, l'"incivile" chiederei però di precisarlo.



CAVALIERE Pasquale

Certo che lo preciso, perché io appunto ho fatto una provocazione all'Assessore Vaglio ieri, dicendogli una frase sugli appalti, e lui stando nel tema di quello che stava dicendo rispetto...



PRESIDENTE

Lei non deve fare provocazioni, ma svolgere i suoi ragionamenti.



CAVALIERE Pasquale

Certo, ma stando nel tema rispetto a quello che stava dicendo su questi giovani, l'Assessore ha risposto: "Se dovessi fare appalti, saprei cosa appaltare: manici di piccone. In certi casi bisogna appaltare manici di piccone". Che aveva un senso ed ha un senso molto preciso nel contesto dei problemi che abbiamo affrontato molto grave.
Io ho chiesto al Presidente della Giunta, che forse ieri non ha ascoltato il tono dell'intervento, perché "casa d'altri" era la casa della famiglia del giovane suicida, e questo non è mai stato detto, non è mai stato citato, e questo non giustifica tutte le azioni che tutti abbiamo condannato e che andavano condannate. Io chiedo al Presidente della Giunta: come considera nella civiltà del dibattito che c'è stato ieri queste posizioni di un suo Assessore? E' questo il punto.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Presidente, scusi una mozione d'ordine sui lavori.
Lei ha detto che questa era la discussione sulla relazione del Presidente Ghigo di ieri. Non è stato fatto alcun accenno. Presidente visto che le discussioni, ognuno può dire quello che vuole, però devono avere attinenza al tema, non è che poi facciamo un'altra discussione sul bilancio e poi adesso si conclude, perché noi intendiamo discutere sulla relazione del bilancio del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Cavaliere ha inteso fare quel tipo di commento alle riflessioni del Presidente Ghigo; io non posso imporre... Una qualche minima - attinenza al discorso del bilancio c'era.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie Presidente, volevo dire due cose velocemente. Innanzitutto volevo dire che sulle gravi dichiarazioni rese dall'Assessore Vaglio ieri in quest'aula ci deve essere un pronunciamento chiaro da parte del Presidente della Giunta, anche perché è un argomento attualissimo dibattuto in ogni angolo del Piemonte. Proprio stamattina sui treni c'era una concitata discussione su questi avvenimenti, quindi pronunciamenti di questa gravità, di un Assessore regionale, personaggio di primissimo piano a mio avviso devono essere chiariti, soprattutto da parte del capo dell'esecutivo.
In secondo luogo in questo momento sta arrivando una delegazione...



PRESIDENTE

La delegazione sarà ricevuta al termine dei lavori dai Capigruppo.



MORO Francesco

Stavo per chiedere, siccome parliamo di fabbriche e di drammi che arrivano da tutte le parti del Piemonte, una sospensione del Consiglio vista la serietà dell'argomento; chiedo anche che Consiglieri di tutta la provincia di Alessandria siano presenti a questo incontro.



PRESIDENTE

Devo informare che io ho avuto notizia pochi minuti fa di questa delegazione che si è presentata. Personalmente, intendo ricevere sempre tutti compatibilmente con i lavori del Consiglio; ho informato l'Assessore competente e il Vicepresidente che riceverò una delegazione ben volentieri.



FOCO Andrea

Chi dei vari Gruppi intende partecipare può venire, non c'è la richiesta tassativa che siano i Capigruppo.



PRESIDENTE

Non c'è una richiesta tassativa di Capigruppo. Se ci sono Consiglieri che intendono far parte della delegazione io intendo riceverli, se loro lo vorranno, alla chiusura dei lavori, intorno all'una.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Brevemente. Io ieri mi ero presa l'impegno di consegnare al Presidente della Giunta regionale il dattiloscritto dell'intervento dell'Assessore Vaglio, cosa che adesso intendo fare. Sulla questione ritornerò nella discussione di bilancio, dalla quale autorizzo il Presidente a togliermi questi venti secondi per l'intervento che poi farò, per chiedere qual è l'interpretazione del Presidente della Giunta regionale in ordine alla compattezza della sua Giunta rispetto ai fatti di ieri, perché così come il sindaco di Torino, non riconoscendosi in un comportamento di un Assessore gli ha tolto le deleghe, altrettanto potrebbe fare il Presidente della Giunta. Desidererei capire se ieri, votando l'ordine del giorno presentato da alcuni colleghi, il Presidente della Giunta si è riconosciuto nell'intervento dell'Assessore Leo o nell'intervento dell'Assessore Vaglio.
Questo come anticipazione alla discussione sul bilancio che faremo dopo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo sul problema dell'azienda, perché ci sono dei lavoratori che si sono mossi stamattina. Noi spesso, per dei motivi anche banali di assenze, apriamo i lavori con ritardi significativi, per cui credo che sarebbe utile e necessario convocarli sapendo che già i giornali lo annunciavano e che era stato comunicato. Credo che almeno alla Giunta fosse noto l'arrivo di questa delegazione, quindi si potrebbero interrompere i lavori per riceverla. Un'ultima considerazione a margine: l'Assessore Alberione ha saputo dimostrare coerenza con quello che ha fatto e ha detto senza rimangiarsi la parola come fanno altri.



PRESIDENTE

Ci sono altri che intendono intervenire nel dibattito a seguito delle riflessioni del Presidente Ghigo? Se non ci sono altri interventi credo che l'argomento si possa considerare chiuso. In sede di Capigruppo si era data una linea di procedimento, per cui il documento deliberato dalla Giunta doveva passare in prima Commissione bilancio. Credo che questo sia il procedimento che si deve adottare e perciò vi chiedo che il documento deliberato dalla Giunta vada in Commissione prima e vi resti il tempo necessario, credo un paio di giorni.
Provo a riassumere: il dibattito sulle dichiarazioni del Presidente Ghigo lo considero concluso.



(Proteste dai banchi del Consiglio)



PRESIDENTE

E allora chiedete la parola.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Abbiamo chiesto la parola per la sospensione del Consiglio. Riceviamo gli operai!



PRESIDENTE

Le ho già detto che gli operai saranno ricevuti.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma li teniamo qua fino all'una? Ma dove siamo!



PRESIDENTE

Scusi, le ho già detto che il Consiglio non era informato e l'Assessore Cavallera e il Vicepresidente Foco che li hanno ricevuti hanno avuto conferma che il Consiglio non era informato di questa richiesta di intervento. Io ho detto che li riceviamo ben volentieri appena concluso il dibattito, intorno all'una.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, mi pare che vi sia una sollecitazione di alcuni colleghi affinché il Presidente Ghigo si pronunci sulle dichiarazioni dell'Assessore Vaglio. Non ritengo che la richiesta di una sua espressione sia finalizzata ad aprire un dibattito, ma semplicemente a registrare la posizione del Presidente Ghigo relativamente ad alcune affermazioni dell'Assessore Vaglio di cui lui stesso si assume naturalmente tutta la titolarità, ma che in ogni caso...



(Brusìo in aula)



RIBA Lido

Mi assicura l'agibilità di questo intervento, Presidente?



PRESIDENTE

Chiedo ai Consiglieri di sedere ai propri posti e di permettere che il Consigliere Riba possa svolgere il proprio intervento.



RIBA Lido

Per darci un po' di criterio anche nelle questioni procedurali. Dicevo che il collega Cavaliere e, mi pare, anche Chiezzi hanno sollecitato da parte del Presidente Ghigo un pronunciamento, una richiesta non pretestuosa di valutazione da parte dello stesso Presidente Ghigo in ordine ad affermazioni di membri della sua Giunta espresse volontariamente.



(La Consigliera Spagnuolo porge al Consigliere Riba le bozze del resoconto dell'intervento dell'Assessore Vaglio)



RIBA Lido

Mi porgono i fogli relativi. Ringrazio per la collaborazione la collega Spagnuolo: vede, Presidente, com'è la minoranza attrezzata per rendere il più spedito possibile il lavoro del Consiglio, integrandosi, dove occorre ed è possibile, in uno sforzo largamente unitario? Leggo. Vaglio: "Se dovessi fare appalti saprei cosa appaltare: manici di piccone! - per chi usa il piemontese normalmente la parola "manico" pu prestarsi ad un'ulteriore imbarazzante digressione...! - in certi casi bisogna appaltare manici di piccone." Non voglio aprire alcun dibattito né mi assocerei ad una tale apertura l'Assessore Vaglio ha inteso esprimersi in modo deliberato, per la posizione politica che rappresenta, essendo un membro della Giunta. E' giusto dire che il Sindaco Castellani è un membro della Giunta che si è comportato sulla base della propria sensibilità .... Guardate solo con che differente rapidità si affrontano i problemi e le situazioni di crisi in Comune! Chiedere un pronunciamento di tre minuti mi sembra corretto, poich l'istituzione non eluda questo passaggio attraverso una sospensione della valutazione e l'accreditamento delle possibilità di liberi interventi da parte dei membri della Giunta su questioni significative.
Detto questo, ritengo anche che, sentita una comunicazione del Presidente Ghigo che sollecito anch'io, possiamo, com'è nostra tradizione e prassi del Consiglio, ricevere per mezz'ora o un quarto d'ora i rappresentanti dell'azienda alessandrina che stanno aspettando.
Ho l'impressione che chi decide di accedere alle istituzioni per un proprio problema ricavi una sensazione più positiva se le istituzioni dimostrano disponibilità.
Ma, soprattutto - Presidente, mi permetta una battuta - penso sia meglio riceverli e parlare delle loro questioni per poi render loro possibile tornare ad altre occupazioni e non assistere ancora al nostro dibattito, che non credo li convincerebbe un granché.
Chiederei quindi un chiarimento al Presidente Ghigo relativamente a cosa pensa dei membri della sua Giunta, per poi ricevere la delegazione di lavoratori e quindi passare ad un dibattito vero, anche se il tipo di relazione che lo ha introdotto non è un documento particolarmente attrezzato per consentirci di affrontare un grande dibattito politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Mi associo alla richiesta del collega Riba; come Consiglieri alessandrini chiediamo una sospensione di 15/20 minuti per prestare la giusta attenzione ai lavoratori della Delphi Pachard. Dopo l'esser stati ricevuti dall'istituzione provinciale, mi sembra giusto un riconoscimento da parte del Consiglio regionale



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Presidente, volevo far soltanto due considerazioni. Una, relativa alla richiesta di audizione; giustamente, ha detto il Presidente, il Consiglio regionale non era informato. L'audizione dev'essere sicuramente fatta, ma per favore, iniziamo i lavori del Consiglio. Ogni giorno si presentano 1000 situazioni, purtroppo, per cui non si riesce mai a procedere secondo quanto programmato.
Penso proprio che si debba partire con il dibattito iniziato ieri sera con la comunicazione del Presidente; successivamente, con la massima disponibilità, si ascolterà questa gente, sicuramente bisognosa di essere ascoltata. Diversamente, ho la sensazione che qui non si riesca più a programmare nulla, a fare nulla. Ogni mattina veniamo qui senza sapere cosa ci aspetta in giornata.
Il Presidente valuti se ritiene di intervenire o meno sulla richiesta di chiarimento che le è stata posta.
Personalmente, ritengo che l'Assessore Vaglio, a fronte delle dichiarazioni di ieri, stamattina ha reso l'interpretazione autentica di quanto ha detto e ha voluto dire; per quanto ci riguarda, questo è sufficiente ed esaustivo.



PRESIDENTE

Una breve puntualizzazione in risposta alla richiesta avanzata da più parti. Credo non possa essere accettata la prassi secondo la quale il Consiglio viene interrotto a richiesta, per quanto motivata da ragioni oggettive. Ho già detto che ben volentieri avrei ricevuto anche solo personalmente questa delegazione; d'altronde, i lavoratori erano disponibili, secondo quanto mi hanno riferito, ad avere l'incontro alle ore 13.00, con i Capigruppo. I lavoratori hanno accettato questa proposta, con grande rispetto dei nostri lavori, relativi non a questioni marginali, ma relativi al bilancio.
Credo sia da rispettare questa forma di attenzione ai loro problemi definita fra gli Assessori che hanno incontrato i lavori.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Credo più che responsabile la disponibilità da parte dei lavoratori.
Vorrei però ricordare che in tutte le audizioni o, comunque, tutte le volte in cui qualcuno ha chiesto di essere ascoltato, non si sono mai fatte grandi tragedie. Se questi lavoratori sono disponibili ad essere incontrati, chi lo ritiene opportuno, in questo momento, com'è sempre stato fatto, si reca a sentire le loro argomentazioni. E' sempre successo così: non vedo la necessità di sospendere i lavori del Consiglio.
Facciamo com'è sempre successo: il Consiglio è sempre andato avanti: chi vuole, va e partecipa alla riunione. Mi sembra la cosa più naturale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, penso sia necessaria una spiegazione. Intanto, avevamo chiesto la presenza del Presidente, non si tratta dell'assenza di un unico Consigliere.
In secondo luogo, ritengo che se questi lavoratori avessero inscenato una manifestazione all'esterno del Palazzo, probabilmente saremmo tutti fuori, com'è successo per altri casi.
In ogni caso, vista la disponibilità responsabile di essere ricevuti alle h. 13.00, riteniamo vada bene così.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, volevo soltanto esprimere il mio parere.
Sono d'accordo che i lavoratori vengano ricevuti alle h. 13.00, essendo un fatto non previsto, non anticipato, non all'o.d.g. Fosse stato fatto di gravità o urgenza saremmo stati sicuramente d'accordo nel sospendere i lavori del Consiglio; ritengo che un paio d'ore non cambino nulla.
E' comunque spiacevole per questi operai: è giusto che siano ascoltati e che nell'ambito di quanto può fare il Consiglio regionale vengano assunti dei provvedimenti.
Vorrei comunque rimarcare il fatto che l'opposizione che molte volte non è presente quando viene fatto l'appello ...



(Considerazioni fuori microfono da parte di molti Consiglieri della minoranza)



GALLI Daniele

Non interrompo mai nessuno, per cortesia e per carattere, cerco di rispettare le istituzioni e quindi anche la discussione democratica. E' chiaro? Per cortesia, mi sopportate 5 minuti. Poi non siete d'accordo con me? Io non mi arrabbio mai con chi non è d'accordo con me.
Vorrei fare anche un breve cenno agli eventi che sono successi eri sera al Consiglio comunale di Torino.
Reputo coerente la presa di posizione del Sindaco, perché una persona che rappresenta un'istituzione non può, a mio giudizio, partecipare a manifestazioni che sono al limite della legalità o essere testimone, senza poi dover denunciare persone che compiono degli atti che sono, a mio giudizio, illegali.
Pertanto io chiedo se è possibile - Presidente, gliela faccio come domanda, lei conosce il Regolamento molto meglio di me - che persone che sono presenti in questo consesso e che ricoprono il ruolo di Consigliere regionale possono partecipare senza conseguenze a manifestazioni al limite della legalità e sono testimoni di atti illegali. La ringrazio.



PRESIDENTE

Individuiamo i problemi: con i lavoratori ci vediamo alle ore 13 il Presidente del Consiglio e chi ritiene; inviterei i Capigruppo ad essere presenti a questo incontro. Su questo, cortesemente, non interveniamo più.


Argomento:

Questione pregiudiziale sull'ordine dei lavori


CAVALIERE Pasquale

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CAVALIERE Pasquale

Posso intervenire per una questione incidentale?



PRESIDENTE

Esponga la questione incidentale.



CHIEZZI Giuseppe

Non è mica possibile assistere sempre all'applicazione di due pesi e due misure. Io chiedo semplicemente che il Consiglio, con mia formale richiesta, si esprima con un voto per la sospensione del Consiglio stesso onde permettere a chi crede di ricevere questi lavoratori. Quindi chiedo che sia messa ai voti la richiesta di sospensione del Consiglio.



(Applausi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Chiedo ai lavoratori di non applaudire perché questo non è permesso.
Non si tratta di cattiva volontà o di far perdere tempo, si tratta di compensare le esigenze dei lavoratori e le esigenze nostre di lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

Io penso che se c'è un interesse, e credo che tutti i gruppi di questo Consiglio lo abbiano, di ascoltare e di ricevere la delegazione di questa azienda, lo si possa fare con tranquillità, un Consigliere per gruppo.
Tanto oggi non decidiamo il bilancio, c'è un dibattito politico; quindi, se vogliamo ricevere queste persone, vado io per primo, anzi vado, se la delegazione è d'accordo, a riceverli in rappresentanza del gruppo di Forza Italia. Se qualche Consigliere di altri gruppi lo vuole fare, senza strumentalizzazioni di nessun genere, questa gente può essere ricevuta in pochi minuti. Io, adesso, mi appresto a ricevere questa delegazione; se qualche altro Consigliere mi vuole seguire, il Consiglio continui pure a dibattere.



PRESIDENTE

Ho avuto contatti indiretti con i lavoratori e li informo, visto che possono sentirmi - pur non richiedendo risposte - che sono disponibile alle ore 13, a riceverli in delegazione o tutti coloro che sono presenti.
Così abbiamo deciso.
Il Consigliere Chiezzi vuole un'ulteriore verifica, per poter dire che è più bravo degli altri? Facciamo la verifica.



CHIEZZI Giuseppe

Io non sono più bravo degli altri.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, bisogna ordinare ... Non ci sono buoni e cattivi: abbiamo deciso così in precedenza.



CHIEZZI Giuseppe

Io non sono più bravo degli altri, ho una proposta diversa dalla sua.



PRESIDENTE

E' così: è un momento il cui valore viene percepito immediatamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, al di là delle gazzarre strumentali che qualcuno in quest'aula fa sempre, credo ci sia totale disponibilità anche del Gruppo di Alleanza Nazionale - e ci mancherebbe altro! - ad ascoltare i lavoratori. Il Consiglio ha deciso di farlo alle ore 13.
Se qualcuno smettesse di strumentalizzare credendo di fare degli interessi che invece credo siano tutelati molto meglio dall'ascolto, senza tentare di prendere due voti in quest'aula, soprattutto dal Consigliere di Alessandria di Rifondazione Comunista, le chiederei, Presidente, di continuare i lavori del Consiglio.
Il bilancio della Regione Piemonte è importante per tre milioni e mezzo di piemontesi, dopodiché, c'è assoluta disponibilità del Capogruppo dell'intero Gruppo di Alleanza Nazionale, oltreché del Consigliere Griffini, di Alessandria, di ascoltare i lavoratori alle ore 13, come deciso. Tutto il resto è strumentalità politica.
Le dico anche, Presidente, che mi vergogno un po' a votare contro una richiesta di sospensione; vorrei che i lavoratori presenti capissero che chi vota contro la sospensione del Consiglio, non vota né contro i loro diritti né perché non intenda ascoltarli, ma vota contro una proposta strumentale, tesa soltanto a metterci stucchevolmente in difficoltà.
Signor Presidente, se posso, rifiuto questo tipo di voto.



PRESIDENTE

Sono le ore 11,30; quando si individuano dei percorsi - e chiedo anche ai lavoratori di comprendere le esigenze del Consiglio, che sta approfondendo un argomento di grande delicatezza, il bilancio della Regione si tratta di trovare dei comportamenti e dei momento di utilizzo del comune tempo che possano agevolare entrambi.
Credo che i lavoratori siano disponibili a questo confronto; se qualcuno intende, prima delle ore 13, in modo privato, sentire le loro ragioni, naturalmente può farlo; l'incontro ufficiale chiedo di mantenerlo alle ore 13.00.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Il Consigliere Chiezzi ha chiesto di mettere ai voti la sua proposta normalmente c'è un intervento a favore ed uno contro, si passa alla votazione e si chiude la questione.
Lei, Presidente, ha aperto un dibattito; la invito a non interrompermi e a mettere ai voti la questione: si chiude la questione con un "sì" o con un "no".
Faccio notare che al momento in cui abbiamo chiesto di votare, i banchi vuoti si sono riempiti: in precedenza, tutto l'attuale interesse non c'era.



PRESIDENTE

Il problema è della calendarizzazione dei lavori; i lavoratori devono comprendere che possiamo ascoltarli o prima o dopo. Non è però accettabile secondo me, il principio del non coordinamento dei lavori. La richiesta di audizione non era stata annunciata in alcun modo; credo che essendo in discussione un argomento di estrema delicatezza, com'è quello del bilancio occorra un minimo di comprensione affinché l'incontro possa avvenire ufficialmente, alle ore 13.
In precedenza, possono esserci tutti gli incontri di cui si ritiene utile l'effettuazione.



CHIEZZI Giuseppe

Metta ai voti la proposta, e basta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di sospensione della seduta posta dal Consigliere Chiezzi.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 45 hanno risposto SI' 15 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La proposta di sospensione della seduta è respinta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto, per un breve commento.



COTTO Mariangela

Intendevo far prima la mia dichiarazione di voto, ma non ho chiesto in tempo la parola, è bene ha fatto, Presidente, a non concedermela.
Volevo spiegare perché, seppure a malincuore, ho votato contro la proposta di sospensione e non mi sono astenuta, anche se quest'ultima assume valore contrario.
Lo dico con molta amarezza, perché conosco anche personalmente alcuni dei lavoratori presenti in quest'aula, data la vicinanza della provincia.



CHIEZZI Giuseppe

... a me va benissimo, purché la prossima volta mi si conceda un commento successivo alla votazione.



PRESIDENTE

Lasciamo parlare la Consigliera.



CHIEZZI Giuseppe

Lasci parlare anche me quando lo chiedo.



PRESIDENTE

Lei parla sempre quando lo richiede.



COTTO Mariangela

Ho votato contro la proposta del collega Chiezzi per rispetto nei confronti del Presidente e del Vicepresidente che hanno concordato con i lavoratori l'appuntamento alle ore 13.
Penso non si possa mettere in discussione quanto il Vicepresidente ha concordato con gli stessi lavoratori, che ci stanno aspettando con pazienza e che si rendono perfettamente conto che non si può arrivare all'improvviso e pensare di essere ricevuti. Hanno concordato di aspettare le ore 13 procediamo dunque con i nostri lavori.
Il voto contrario - ripeto - è stato per rispetto del Presidente e del Vicepresidente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Mi permetto di dire, signor Presidente, che lei ha aperto un precedente, perché le questioni incidentali si risolvono con un voto a favore o contro prima della votazione. Lei non può aprire il precedente dei "commenti" alle mancate dichiarazioni di voto, a cui lei non poteva dare la parola perché era uno a favore e uno contro.
Io ricordo bene che la Presidente Pivetti ebbe un giorno in Parlamento uno scontro durissimo con il suo Capogruppo Bossi, che allora contava forse un po' di più. La pregherei di voler imitare una persona che io, peraltro non ho mai preso a modello, però le regole sono regole per tutti.



PRESIDENTE

Diciamo che è un intervento eccezionale.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Dibattito sulle comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in ordine al bilancio (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, indubbiamente si pone un problema anche di gestione dell'aula in certi momenti. Tuttavia non voglio esprimere delle opinioni, però un problema c'è perché non possono valere in politica in modo rigoroso le norme: ci sono questioni che richiedono sempre una certa flessibilità che bisogna cogliere sul momento.
Al di là di questo, però, io mi riferisco più che altro all'intervento del Presidente Ghigo in relazione alle sue riflessioni di carattere politico. Cercherò di esprimere qualche valutazione e anche una conclusione.
Prima ancora però, credo che sia utile, anche per i colleghi, cercare di collocare queste dichiarazioni temporalmente, per evitare che si ritenga, come qualche collega poco fa ha detto, che questo è un dibattito politico per cui si può partecipare a delle riunioni. Nelle valutazioni "classiche" di chi fa politica il dibattito politico ha un valore superiore rispetto ad altri dibattiti perché è il ragionamento principe per poi scendere alle decisioni che bisogna compiere come istituzione, per cui noi attribuiamo a questo dibattito non un significato da mera e stanca liturgia, tanto per confrontarsi ("tanto poi si va al bilancio"), ma un significato importante.
Allora, le dichiarazioni del Presidente, richieste e risollecitate da parte delle minoranze, si collocano in un momento in cui ripetutamente le minoranze hanno chiesto le dimissioni del Presidente Ghigo e della sua maggioranza, evidenziando anche in diversi momenti, cogliendo lo spunto dal dibattito sul bilancio, in modo particolare i primi emendamenti, i limiti di questa maggioranza e le contraddizioni.
Il Presidente Ghigo a metà della scorsa settimana, a seguito di questi rilievi, arrivò a una conclusione. Io cerco di sintetizzarla, ma è chiaro che può essere interpretata in modo diverso; il Presidente Ghigo sostanzialmente ha detto: "è vero, ci sono dei nodi all'interno della maggioranza, devono essere risolti; non può essere più rinviabile; è giunto il momento delle decisioni". Fece queste dichiarazioni, si è discusso se il riferimento era al bilancio, ad ogni modo fece queste dichiarazioni.
Queste dichiarazioni vennero sottolineate da una decisione che politicamente la metteva in rilievo che era quella di sospendere i lavori sul bilancio, per cui il Presidente ha avuto il tempo di riflettere per comunicarci le sue riflessioni e le modalità - così pensavamo - con cui affrontare i nodi di carattere politico che lui stesso ha ammesso chiedendo la sospensione del Consiglio.
Ora, io ho sentito attentamente l'intervento del Presidente ieri ancora oggi l'ho riletto, mi pare di notare una grande insufficienza, nel senso che ha deluso le stesse aspettative che aveva suscitato. Nel senso che quelle dichiarazioni avevano fatto immaginare che la presa di coscienza (che mi pare in ogni caso esiste) della crisi della maggioranza esistesse da parte del Presidente. Io sono dell'opinione che il Presidente è perfettamente convinto di questo fatto, ma è prigioniero della incapacità di individuare una modalità che permetta una soluzione reale di questa crisi.
Vede, Presidente, credo che più passa il tempo, probabilmente ci dimentichiamo di alcuni passaggi di questi tre anni. Il tempo lenisce alcune difficoltà, è sempre stato così, per cui quando abbiamo discusso di Majorino, di Vaglio, di altre vicende anche abbastanza gravi, allora sembrava un fatto drammatico: con il tempo tutti quanti diciamo che abbiamo discusso di cose futili, non si è discusso del bilancio. Presidente, non è così! Non è così, anche perché quello che oggi hanno detto alcuni colleghi su Vaglio secondo me ha un valore, al di là del rilievo, perché le affermazioni di Vaglio ieri hanno la capacità di rievocare immediatamente la natura della crisi di questa maggioranza, che è una crisi di leadership.
Nel senso, Presidente, che abbiamo notato in passato e ancora oggi che i suoi Assessori non accettano la sua leadership. Questo è il problema.



MASARACCHIO Antonino, Assessore regionale

Ma non è vero!



SAITTA Antonino

Non accettano la sua leadership.



MASARACCHIO Antonino, Assessore regionale

Non è vero!



PRESIDENTE

Assessore, permetta al Consigliere Saitta di esprimere le sue valutazioni.



SAITTA Antonino

Chiedo scusa: alcuni suoi Assessori, Presidente Ghigo, non accettano la sua leadership, altri invece l'han fatto e l'han dimostrato, come ieri l'intervento dell'Assessore Leo. Ma alcuni Assessori non accettano la sua leadership e ritengono di avere il diritto di dire qualunque cosa anche contraria alle opinioni che lei esprime. L'Assessore Vaglio l'ha fatto ieri con una crudezza veramente incomprensibile, perché perlomeno si sarebbe dovuto attestare sulle posizioni espresse dal Presidente Ghigo, che erano poi le posizioni della maggioranza, della sua maggioranza e della maggioranza del Consiglio. Invece ha voluto strafare ponendosi addirittura molto più a destra di Alleanza nazionale, molto più a destra del collega Ghiglia.
Ora è chiaro che se i suoi Assessori hanno questi atteggiamenti lei pretenderà per caso che la minoranza non le sottolinei? E' questo il problema.
Ne posso citare altri di fatti. Quando discutemmo della formazione professionale, l'Assessore Burzi disse: "la questione della formazione professionale, il suo finanziamento, l'affronteremo al momento dell'assestamento". Lei, Presidente, disse: "no, cerchiamo di avere buon senso (io riconosco a lei questo grande buon senso), cerchiamo di affrontarla"; lui ribadì: "no, l'affronteremo nell'assestamento". Non so Presidente, giudichi lei se questo atteggiamento dell'Assessore Burzi è un atteggiamento di chi accetta la sua leadership.
Ma poi vogliamo ricordare la vicenda di Majorino quando andò a difendere il collega Vaglio? Neppure l'umiltà di riconoscere un errore, ma anche lo stesso Vaglio: neppure l'umiltà! Cioè noi notiamo, Presidente, che più passa il tempo, il suo imbarazzo è sempre più forte e non riesce a dare soluzione. Non riesce a dare soluzione! Non vorrei fare un esame (non fa parte della politica entrare nella mente dell'interlocutore politico), ma io ho la sensazione che se dipendesse da lei, soltanto da lei, le sue decisioni sarebbero più determinate, nel senso che preferirebbe sicuramente avere soprattutto una Giunta più coerente con la sua impostazione, molto spesso di grande equilibrio.
Non mi pare, ad esempio, che l'Assessore Masaracchio accetti la sua leadership quando in un incontro con i rappresentanti delle OO.SS., che abbiamo fatto al piano superiore, incomincia ad avere una posizione diversa rispetto alla sua. Quindi sono già quattro gli Assessori di cui parliamo poi ne manca uno, per cui non può esserci un atteggiamento diverso, cioè quando c'è un problema che riguarda cinque Assessori, veramente c'è un problema di una crisi vera dal punto di vista politico all'interno della sua Giunta. Non parlo ancora della maggioranza, ma sicuramente all'interno della sua Giunta.
Lei ha fornito qualche indicazione, questo problema l'ha affrontato in termini generali nella parte conclusiva del suo intervento, dove dice: "Vedete, io non intendo nascondere la polvere sotto il tappeto e quindi non ignoro né sottovaluto i problemi sorti all'interno della maggioranza".
Lei questo tema l'ha affrontato alla fine e ha deciso di fare come ha sempre fatto: rinviare il problema, immaginando risolverlo dopo l'approvazione del bilancio.
E' una non soluzione. La nostra opinione, Presidente, è che questa non soluzione e questo rinvio non fanno che aggravare i problemi, perché così restando le cose e mancando una sua iniziativa - com'è mancata oggi sul caso Vaglio una sua presa di posizione - i suoi Assessori ritengono di dover dire qualunque cosa, perché non riconoscono la sua leadership; è già capitato, lo ripeteranno. Lo ripeteranno, per cui noi abbiamo di fronte non una Giunta, non la collegialità, ma una somma di individualità.
Ho anche la sensazione, Presidente, che alcuni Assessori molto spesso non sono criticati, non registriamo delle diverse posizioni tra alcuni Assessori e lei, Presidente, perché non parlano, non intervengono, perch se qualche Assessore dovesse intervenire - chi lo sa? facciamo una probabilità - ma almeno la metà sarebbe in contraddizione con... Invece qualcuno, molto prudentemente, preferisce tacere, non dire assolutamente nulla, anzi molto spesso qualche Gruppo di maggioranza lo invita a tacere: "Sta' zitto! Non parlare, perché puoi dire delle cose diverse rispetto a quelle del Presidente".
Se questa non è crisi, io non so che cosa sia.
Vede, Presidente, ormai in tutte le istituzioni le regole politiche stanno di nuovo avendo la forza e il significato che debbono avere. Anche nel Comune di Torino, dove sono state espresse critiche da parte del Polo sono ritornate le regole della politica - che soltanto in quest'aula non valgono - che quando qualcuno sbaglia deve essere dimesso.
Il Sindaco di Torino ha compiuto un atto dolorosissimo, ma ha avuto la forza, anche se è un uomo mite, tranquillo, non sembra armato di grande coraggio, ma ha compiuto un atto del quale va riconosciuto il grande coraggio politico.
Lei, Presidente, questo coraggio non ce l'ha, continua a non esprimerlo, per sua scelta. Quello che ha detto ieri l'Assessore Vaglio è specularmente identico a quello che ha fatto l'Assessore che è stato dimissionato da Castellani: specularmente identico. Perché non può un Assessore della sua Giunta esprimere una posizione che una volta, in passato, si diceva da "picchiatori", in termini teorici; non può averla perché non è la sua posizione, non è la posizione della sua maggioranza.
Lì, in Comune di Torino, dove sono prevalse le regole della politica il Sindaco ha detto: "Assessore, vai a casa", e ha fatto bene, anche mettendo a rischio quella maggioranza, perché alcune posizioni prive di senso vanno rimarcate con atti politici forti. E ha fatto bene. Su questo ha anche senso che cadano le maggioranze. Di questo ne sono convinto quando c'è un problema di difesa della legalità, ma quando le posizioni di Vaglio sono specularmente identiche non di difesa della legalità, lei Presidente, anche mettendo a rischio la sua maggioranza, ha il dovere come ha fatto Castellani - di assumere una posizione identica, di dire perlomeno qualcosa.
La Consigliera Spagnuolo l'ha detto chiaramente, tutti l'abbiamo invitato. Lei cosa fa? Sta zitto. Questa posizione non corrisponde a nessun canone della politica; qui debbono ritornare le regole della politica di esprimersi sui fatti. Lei lo deve fare: o c'è Leo o c'è Vaglio. Lei deve scegliere quali sono le due posizioni. Le posizioni di Vaglio sono chiare e le posizioni di Leo sono chiarissime, perché sono state le posizioni che hanno ispirato il documento approvato dalla maggioranza e che noi abbiamo votato perché erano quelle posizioni che sono prevalse, che sono anche le sue, Presidente, dal punto di vista politico.
Venendo in modo più specifico alle dichiarazioni, lei Presidente mi pare che abbia introdotto nelle sue dichiarazioni due elementi di grande importanza, che io ho accolto e sottolineo con favore - ha accolto, per la verità, alcune sollecitazioni che noi abbiamo fatto - sulle riforme istituzionali e sulla questione del Piano di sviluppo.
Sulle questioni istituzionali lei ha individuato un percorso e ha lanciato un appello mi pare forte - così l'ho letto - a tutto il Consiglio per chiedere una sorta di collegialità nell'affrontare questa fase costituente nuova. Mi pare che questo appello non possa che essere accolto da parte di tutto il Consiglio e credo che, per quanto ci riguarda, noi ci attesteremo, questo invito non lo lasciamo sicuramente cadere, ci pare una modalità corretta per affrontare questo tema.
Però, Presidente, nel dare questa disponibilità, voglio anche sottolineare che questa disponibilità da parte nostra, partito di minoranza, non esime sicuramente la maggioranza dal fare delle proposte lei l'ha detto, io lo sottolineo e questo lo dico perché spesso questa capacità di proposta della maggioranza su questi temi istituzionali è persa (sull'agricoltura l'abbiamo sottolineato, su altre questioni l'abbiamo sottolineato).
Quindi quando si fa questo appello alla collegialità è necessaria una capacità di proposta da parte della maggioranza, richiede che questo problema istituzionale non sia più delegato all'Assessore Vaglio gliel'abbiamo detto e glielo ripetiamo, le questioni istituzionali richiedono una sua presenza diretta, il che vuol dire togliere questa delega all'Assessore Vaglio, non perché abbiamo sfiducia nei confronti dell'Assessore Vaglio - abbiamo sfiducia per le questioni che ha detto prima enorme, totale - ma sulle questioni istituzionali, proprio perch hanno questo valore, richiedono una presa in carico direttamente del Presidente della Giunta regionale, anche per il suo ruolo che svolge. Per cui questo invito lo accogliamo.
Sul Piano regionale di sviluppo, anche qui c'è un invito, vedremo cosa sarà questo Piano di sviluppo e poi valuteremo.
Questa prospettiva di impegno, anche da parte nostra come opposizione per la fase costituente evidentemente non ci induce a non dare un giudizio sulla vicenda del bilancio, che è una questione in qualche maniera scollegata, ci sono dei nessi, ma è scollegata. Lei ci invita a un percorso per un futuro, oggi dobbiamo dare un giudizio sulla vicenda del bilancio.
Lei, Presidente, ha rifatto un po' la vicenda, la storia iniziando il suo intervento e ha ripetuto ciò che l'Assessore Burzi ha detto in questi mesi. Non ha detto nulla di nuovo. Per la verità, ha anche detto, per inciso, che la scelta politica per il bilancio della procedura è stata anche condivisa dalla Giunta.
Allora, Presidente e colleghi, in tre mesi noi abbiamo avuto ormai 4 atti sul bilancio (il 371, la variazione, l'emendamento e oggi la nota di variazione): quattro atti e sempre la stessa Giunta, sempre lo stesso Assessore. E' sempre lo stesso Assessore, Presidente, che per fare il bilancio ci presenta quattro diverse versioni del bilancio: quattro diverse versioni. Non so, Presidente, se con questa sua sottolineatura, accolta dalla Giunta, vuol dire: "Bravo, Assessore"; non credo.
Il Presidente, che ha sicuramente il dovere di tenere in piedi la Giunta, dovrebbe sottolineare che la strada imboccata dall'Assessore Burzi è stata una strada fallimentare: quattro versioni del bilancio. E in più l'affermazione del bilancio semestrale, che è quella sul quale l'Assessore Burzi si è convinto, perché poi l'altra parte del bilancio verrà fatta nell'assestamento, l'abbiamo detto, questo è un non senso, sul piano politico sicuramente: quattro versioni del bilancio, di cui l'ultima contiene risorse pari a quella della prima variazione di bilancio, quindi che richiede sostanzialmente una revisione, una riscrittura che ci obbliga come minoranza, a rivedere tutti gli emendamenti che abbiamo presentato. Se questo non è ostruzionismo... Io in qualche momento ho la sensazione che qualche suo Assessore faccia di tutto per far cadere la Giunta, veramente.
In questo senso, Assessore Burzi, questo percorso mi pare indicativo. Ma come si fa a dire che c'è ostruzionismo da parte delle minoranze? Spero che il Presidente abbia ecceduto nel giudizio, perché ostruzionismo da parte delle minoranze non c'è stato.
Dobbiamo ancora iniziare a discutere il bilancio; deciderà poi il Presidente della Giunta se si farà ostruzionismo o meno, ma finora non c'è stato. Gli emendamenti presentati sono tutti di merito e sono sulle questioni per le quali avete approvato la nota di variazione del bilancio.
In quella circostanza la posizione delle minoranze è stata utile perché ha permesso a questa Giunta di riflettere bene sulle entrate e di evitare di commettere l'errore di accantonare 68 miliardi per l'assestamento, perch nessuno ci toglie dalla testa che questa fu una scelta dell'Assessore, il quale sapeva che erano disponibili 68 miliardi nel mese di febbraio. Noi approvammo il bilancio definitivo in aula il 18 marzo, ma l'Assessore sapeva a febbraio che quelle risorse erano disponibili, dunque si potevano utilizzare subito, prima di andare in Consiglio, per evitare discussioni inutili in Commissione, per evitare che questa Giunta venisse linciata, per la formazione professionale, per la cultura, se l'Assessore avesse ammesso che c'erano delle risorse e quindi preparato l'ultimo emendamento esaminato in Giunta con i 68 miliardi. Avremmo evitato discussioni, si sarebbe fatto un bilancio sicuramente più completo.
Presidente, non credo che quello che ci viene detto oggi sia vero. Nel senso che le risorse disponibili sono soltanto 68 miliardi. Io non posso credere più a un Assessore che fino all'altro ieri diceva che non c'erano 678 miliardi e oggi ci dice che ci sono. Posso dire che ritengo che ce ne possano essere 100? E l'Assessore che giudica questo sulla base del consuntivo che doveva essere fatto e delle valutazioni del monitoraggio? Mi chiedo, l'Assessore ha fatto bene le valutazioni dal punto di vista politico sulle entrate? Io non credo. Io ho la sensazione - Presidente, lo vedremo nell'assestamento - che diverse entrate non sono ancora state censite, non dico a livello di consuntivo, ma a livello di previsione. O sono in grado di poter dire che ancora almeno 50 miliardi potevano essere spostati tra le entrate e ridistribuiti, soddisfando totalmente le esigenze non soltanto delle minoranze, ma anche della maggioranza. Ho la sensazione Presidente, che non ci siano elementi per dire che non è vero, perché non mi fido assolutamente di ciò che ha detto finora l'Assessore al bilancio ma anche la maggioranza e, a maggior ragione, lei stesso, non dovrebbe fidarsi di ciò che dice l'Assessore al bilancio. Presidente, per quale motivo - forse se lo è chiesto - per l'agricoltura sono stati iscritti alcuni trasferimenti statali in assenza della delibera del Ministero del Tesoro, mentre per altri trasferimenti statali, sui quali non c'è ancora la delibera del ministero del Tesoro, non è stato iscritto nulla? Per quale motivo due comportamenti così diversi? Io spero che lei se lo sia chiesto. Io ho fatto questa domanda in Commissione e mi è stata data una risposta tecnica: quello è un trasferimento particolare, che si può effettuare senza la delibera del Ministero del Tesoro. O le regole valgono, e allora si scrive tutto, ma se non valgono, non si scrive niente.
Presidente, nel mese di febbraio voi potevate fare un bilancio completo, almeno con le risorse che oggi abbiamo iscritto, se non maggiori.
E allora, venendo alle conclusioni, Presidente, credo che la vicenda del bilancio dimostri veramente che la crisi politica esiste. Noi forziamo ancora i termini, lo diciamo, lo ripetiamo, ma questa circostanza lo dimostra chiaramente. Presidente, lei ne deve trarre le conseguenze; ma ritengo che ci sia soltanto una conseguenza forte: dimissionare l'Assessore al bilancio. Non si tratta di fare il tiro al bersaglio, ma credo che le regole politiche debbano valere. Quando un Assessore fa fare al suo Presidente e alla sua maggioranza figure di questo tipo, questo Assessore dovrebbe andarsene a casa e non fare più l'Assessore. Presidente, deve rendersene conto. A causa del modo con cui lei affronta le questioni, la Regione è al palo.
Noi non chiediamo una maggioranza diversa, siamo convinti che numericamente questa maggioranza abbia i numeri e che non sono possibili delle maggioranze diverse, per lo meno adesso, ma richiediamo di avere interlocutori politici seri e credibili, ma anche che lei sia in grado di sintetizzare tutte le posizioni, perché il nostro timore e - di qui deriva la nostra durezza - è che questo modo di lavorare, degno dell'Armata Brancaleone, arrechi gravi danni al Piemonte e, soprattutto, determini sprechi di risorse. In questo senso chiediamo nuovamente una sua assunzione di responsabilità e di smettere di nascondere la testa nella sabbia come fanno gli struzzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente. Care colleghe e cari colleghi, voglio che risulti anche nel mio intervento il concetto espresso dall'Assessore Vaglio ieri in Consiglio regionale, perché va letto e riletto. Il Consigliere Vaglio disturbato, perché il Presidente ha detto "Non disturbiamo il Consigliere Vaglio", ha dichiarato "Se dovessi fare appalti saprei cosa appaltare: manici di piccone. In certi casi bisogna appaltare manici di piccone"; il Presidente dice "Consigliere Vaglio rimanga in tema". Il Consigliere Vaglio ha proseguito dicendo "Appunto, ero in tema".
Ora, queste prese di posizione, Presidente Ghigo, non possono da lei non essere prese in considerazione; non possono. Vediamo che lo sta facendo, perché sta zitto. Ieri e oggi. Ora, per le responsabilità che lei ha, non possono non essere prese in considerazione e non possono non avere una risposta; al limite dia una risposta di qualunque tipo. Sarà una risposta condivisa o non condivisa, ma lei dovrebbe sapere che, come Presidente della Giunta, una risposta la deve dare. Viceversa, fa finta di niente. In politica i momenti e i tempi fanno parte delle scelte politiche e chi non risponde subito a questioni di questo genere ha compiuto una scelta politica, ma di fronte a queste affermazioni la scelta politica di non rispondere subito è un fatto grave, perché chi tace, "tace". Cavaliere dice "acconsente". Chi tace, "tace".



PRESIDENTE

Chi tace non dice niente.



CHIEZZI Giuseppe

Allora, se lei Presidente Ghigo, non è d'accordo con questa impostazione dell'Assessore Vaglio, faccia emergere questa sua volontà questo suo giudizio e serenamente metta l'Assessore Vaglio in condizioni di non nuocerle. Se lei, Presidente, non è d'accordo con la mania del piccone con appalti di strumenti di violenza nell'ambito dello svolgimento di un dibattito, si liberi da quest'inciampo. Ritiri le deleghe all'Assessore Vaglio, le assegni a qualcun altro e si stacchi da quest'ideologia. Se viceversa, le condivide, affronti insieme a tutti noi un dibattito sul fatto per cui, nell'ambito della Giunta, si può anche pensare di far appalti per manici di piccone, il cui fine ci verrà da lei spiegato.
Presidente Ghigo, lei ha l'ultima delle "grane" che le hanno procurato i suoi Assessori. La penultima, che continua ad esistere, è quella relativa al bilancio, come diceva in precedenza il collega Saitta. "Un bilancio...
due bilanci..., è solo tecnico..., no, poi c'è la nota, poi diventa un emendamento, poi si scopre che ci sono 68 miliardi, noti all'Assessore".
Noti all'Assessore, a questo punto, senza alcun dubbio; l'Assessore ha detto, infatti: "Erano noti a tutti". Se erano noti a tutti visto che c'era il monitoraggio, erano noti anche all'Assessore.
Ma mentre "tutti" non governano, l'Assessore governa. E l'Assessore non ha informato dell'esistenza di queste risorse; ha presentato un bilancio qualificato da altri colleghi come bilancio "falso". Un Assessore che ha messo in difficoltà tutti noi e la collettività piemontese, che non ha potuto disporre di previsioni serie, è un Assessore non credibile.
Un Assessore verso il quale non si può riuscire ad avere fiducia nella prossima dichiarazione che farà, qualunque essa sia; il rapporto di fiducia è fondamentale, anche e non solo nei rapporti all'interno della maggioranza, ma anche nei rapporti erga omnes. La fiducia non può mai essere minata, e quando questo succede occorre assumere dei provvedimenti.
Io non so se lei, Assessore Burzi, possa pensare che la minoranza continui a discutere con un Assessore, che si è comportato in questo modo, sul bilancio.
Presidente Ghigo, non penso sia possibile; quindi, dovrebbe lei autonomamente, in piena libertà, risolvere questo tema.
Vengo alle sue riflessioni, a volte incomprensibili.
Lei pare, in queste righe che ci ha letto, fare un po' come lo struzzo e la sabbia. Così come lei, in questi anni, quando vi era qualche "grana" prodotta da qualche suo Assessore, mi è parso tendesse a scaricarsela di dosso. Lei, anche questa volta, tende a scaricarsi di dosso responsabilità sue proprie, salvo poi, a pag. 4 del documento, criticare i tatticismi politici. Ovviamente, degli altri! Per lei, anima candida come fa finta di essere ancora oggi, i tatticismi politici non fanno parte del suo modo d'essere.
Ci spieghi, lei che critica i tatticismi politici come elementi che impediscono a tutti noi, al Piemonte, di avere un bilancio, come si pu qualificare il fatto che da molti mesi non nomina un Assessore, che vive con un Assessore inesistente. Se non è tatticismo politico questa sua prassi di non affrontare il problema di nominare un Assessore, cos'è il tatticismo politico? Non possiamo che essere preoccupati da questa sua nota. Lei dice: "Certo è che se tutti riuscissimo a fare un passo indietro ..."; ebbene facciamo un passo indietro, ma l'esempio viene dall'alto. I passi indietro li fa chi li auspica, se ha maggiori responsabilità degli altri, non se ne ha di minori, altrimenti è retorica. E' pura retorica; è un "bla bla".
"Se tutti riuscissimo ...: ci riesca lei, Presidente: faccia un passo indietro. Vedrà che, facendo un passo indietro, probabilmente altri la imiteranno. Ma se lei il passo indietro non lo fa, non lo chieda agli altri.
Ritengo che di passi indietro, nella capacità di governo, lei ne abbia fatti. L'ultimo che rilevo è quello che questa Giunta rinuncia al proprio ruolo per bocca del suo Presidente. Quando sostiene che nel ridisegno istituzionale "è necessario separare i ruoli dell'esecutivo dal legislativo" (non c'è bisogno di dirlo perché sono costituzionalmente separati), se intende sostenere che è necessario che il Consiglio non rivesta il ruolo di recettore di iniziative legislative della Giunta, lei rinuncia a fare il Presidente della Giunta. Lei rinuncia a governare un tema fondamentale; lei dice "No, no: non ne so niente, anzi, non propongo niente, perché il Consiglio non deve essere recettore". Se non è debolezza di governo questa, chissà cos'è.
Presidente, lei ignora e sottovaluta i problemi sorti in questi mesi all'interno della maggioranza; continua a ignorarli: temo che il Piemonte da questo suo comportamento, riceverà molti danni. Continuo quindi a sollecitarla, usando le sue parole, a fare quel passo indietro da lei auspicato, che potrebbe aprire prospettive diverse al nostro lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente e colleghi, il Consiglio regionale sta vivendo una vita difficile, affaticata e improduttiva. E' partendo da questa constatazione che neanche il Presidente Ghigo, evidentemente, non può non fare - che il Presidente Ghigo ha risposto a quella che era, e così dev'essere considerata - penso di poter essere interprete di quanto ha proposto l'opposizione - un'ipotesi di percorso istituzionale per la soluzione della crisi. Si è proposto, da parte nostra, alla maggioranza e alla Giunta di consentire un dibattito politico aperto, nel corso del quale i problemi di non funzionamento del Consiglio e le relative cause venivano seriamente ed onestamente indagate. Conseguenza connessa, naturale, ineludibile, è che intanto si faccia un dibattito senza rovesciamento del percorso - - mi permetta, Presidente Ghigo: mi risulta che ha fatto il lavoro tutto da solo, quindi mi rivolgo direttamente a lei.
La relazione del Presidente Ghigo sostiene: c'è disagio, ma non ci sono problemi: la questione non riguarda alcun elemento né della maggioranza n tanto meno, della Giunta. Ci sono problemi oggettivi, di crisi che riguardano le istituzioni nel loro insieme, faccio un appello al senso di responsabilità delle forze consiliari, in modo che si voti il bilancio, si superi questo tipo di adempimento e mi si lasci libero - questo, in sostanza, il pensiero del Presidente - di definire gli atteggiamenti politici che riterrò e si lasci libera mia maggioranza di viversi privatamente le problematiche politiche, gli interrogativi, i problemi di assetto che la riguardano.
Mi rivolgo ai Consiglieri anche della maggioranza: sbaglio oppure è questa la lettura? Presidente Ghigo, devo qui ricordare molto rapidamente alcuni importanti passaggi che sono tutti decorsi senza che l'atto politico, che nella democrazia è sanzione di un avvenimento, di un cambiamento, di un vulnus, fosse in qualche maniera da parte sua compiuto.
Quando il Consiglio regionale è stato tenuto in scacco per tre mesi in relazione alla consumazione di un problema di secessione e scissione all'interno delle forze che avevano conquistato questa maggioranza, con l'estromissione e del Presidente Picchioni e della componente politico culturale che lo rappresentava e che era componente a tutti gli effetti della maggioranza perché era stata costituita da tempo senza che ciò avesse dato luogo ad alcun elemento di alterazione del numero, della consistenza e dell'indirizzo politico della maggioranza, questa questione ha costituito un vulnus nella vicenda di un'istituzione. Non la si poteva metabolizzare così! Come fatti personali o come elementi di scarsa sostanza politica! Abbiamo fatto male a consentirle di metabolizzarla così! Perché tutto sommato c'è stato da parte nostra - questo lo assumo come responsabilità un eccesso di subordinazione a questo senso di responsabilità che in qualche maniera era un dato di imbarazzo nei confronti di comportamenti inconsueti che non si erano mai verificati e di fronte al documento che lei portò in aula. Anzi, che voi portaste qui, colleghi! Che voi portaste qui dicendo che entro il 31 gennaio avreste risolto! Ora, io non so se le parole sono pietre o se di questi tempi le pietre sostituiscono le parole, ma io so che i documenti politici sono degli atti che se non vengono rispettati delegittimano chi li compie e fanno venir meno ogni atto di reciproca fiducia, nella capacità di rispettare la deontologia e le regole delle istituzioni.
E questo fu un vulnus che in qualche maniera sottolineò un elemento di crisi politica che non è stata né riassorbita né superata né tanto meno risolta.
Presidente Ghigo, lei ama giustamente rapportarsi con i vertici degli esecutivi (Bresso, Castellani, Prodi: i Presidenti), lo hanno già detto altri colleghi, ma sa che cosa ha fatto il Sindaco Castellani di fronte ai comportamenti di un Assessore che erano stati ritenuti, da lui innanzitutto perché è il primo che giudica, ma da tutti, incompatibile con una linea etica, con una posizione politica e con un dato culturale della sua Giunta? Che cosa ha fatto? E in quanto tempo soprattutto? Noi abbiamo firmato adesso un documento, sul quale spero ci siano anche delle firme della maggioranza, che riguarda l'Assessore Vaglio. Per le questioni relative a comportamenti e fatti inerenti alla conduzione del suo Assessorato, abbiamo definito che c'è una Commissione, che li valuterà, ma per le affermazioni che ha fatto ieri in Consiglio deve risponderne subito! E lei questa risposta, questa decisione su come colloca la posizione dell'Assessore Vaglio la deve assumere subito! La deve assumere prima che si concluda questa seduta; siamo già in ritardo di 24 ore! Quelle parole hanno un significato assolutamente preciso. Al di là della registrazione, c'è tutto il testo, c'è tutto l'indirizzo, c'è la volontà di fare da riferimento di una linea culturale e politica, che è quella di incoraggiare l'atteggiamento dei "picchiatori", caro Presidente Ghigo! Perché questa è la linea, la cultura, la strategia, l'invocazione la sollecitazione dei picchiatori! Capisco che fare il Presidente, galleggiando sulle situazioni, pu essere tanto scomodo quanto comodo, a seconda di come lo si guarda, perch le consente di invocare un superiore e non limitato senso di responsabilità da parte del Consiglio, ma questo elemento di sostegno alla figura del Presidente può essere dato nella misura in cui il Presidente, al di là che sia rappresentante dell'una o dell'altra parte, è anche un grande garante e sa pagare i prezzi delle decisioni che la sua posizione le richiede di assumere.
Terza questione: l'Assessore Burzi.
Vedete, noi ne chiediamo le dimissioni e anticipiamo anche che per quanto ci riguarda non siamo più disponibili, qualora la cosa non avvenga subito, a partecipare ad attività di merito, a confronto di dati e di questioni che riguardano il bilancio, avendo come interlocutore l'Assessore Burzi. Queste cose le abbiamo già dette, ho anche avuto l'opportunità di fargliele percepire, ma il modo com'è stata condotta l'impostazione, la redazione, la gestione della partita del bilancio, fa sì che se lei Presidente Ghigo vuole superare il problema, vuole superare l'impasse come la chiama nel suo documento, la prima questione che deve superare è la figura dell'Assessore di riferimento al quale affida questa gestione.
Vedete: 68 miliardi sul bilancio della Regione corrispondono a 5.000 miliardi sul bilancio dello Stato, fatte le debiti proporzioni fra quanto è il bilancio dello Stato di 1 milione di miliardi e il nostro. Cosa succederebbe se il Ministro del Tesoro occultasse, non introducesse, non desse conto di una disponibilità di questo genere? Ma per molto meno saltano le manovre finanziarie, interviene il Fondo Monetario internazionale, siamo in presenza dell'elemento fondamentale dell'impostazione delle politiche di merito! Preferisco ripeterglielo Presidente, alla sua attenzione senza enfasi: siamo di fronte al tentativo di non fare un bilancio, di riservare le somme, le competenze significative, ad una gestione, ma forse qui vi sto accreditando di troppa furbizia, di troppa astuzia. Io mi son chiesto se effettivamente la non introduzione, la sottrazione ai fini del bilancio, la manipolazione politica della cifra fosse finalizzata ad un atto di astuzia per avere dopo le risorse per fare un altro bilancio, ma mi son convinto che non è proprio così.
Se fosse così, se ci fosse questa astuzia, ci sarebbe anche il rilievo politico, la capacità di manovra politica nel suo insieme per perseguire l'obiettivo e per portarlo a termine. Invece siamo soltanto di fronte ad una improvvisazione da dilettanti! Non si può andare avanti con una improvvisazione da dilettanti nell'impostazione di questo tipo di bilancio.
Cambiateci gli interlocutori, dateci dei soggetti di riferimento affidabili e del bilancio discuteremo e lo affronteremo nei passaggi successivi. Lo affronteremo una volta reimpostato perché di questo evidentemente si tratta, non è che si tratta di una piccola variazione! Noi siamo ben consapevoli - Presidente Ghigo, colleghi della maggioranza - che i problemi per i quali è convocato il Piemonte, che costituiscono il dato dell'agenda politica della nostra Regione, sono problemi di una consistenza che non può essere da nessun punto di vista considerata in termini riduttivi o elusivi e che non può neanche giustificare situazioni di rinvio e di attesa.
E mi riferisco alla grande questione di mettere la Regione nella condizione di esercitare una capacità di guida di un processo di riordino della Regione, della sua economia, dei suoi processi culturali dell'indirizzo della sua società di fronte alle sfide della mondializzazione. Mi riferisco a ciò che abbiamo detto come minoranze (lo ha detto il collega Marengo, più modestamente ho cercato di sottolinearlo anch'io, lo hanno detto autorevolmente altri colleghi dell'opposizione): badate che noi non riusciamo a fare con voi un dibattito su quello che deve essere il ruolo di una Regione che deve guidare il processo di trasformazione del Piemonte, da una Regione retta dalla centralità di una grande industria torinese su un vecchio modello che risolveva problemi occupazionali e di identità, ad un Piemonte fatto di una serie di sistemi emergenti che vanno, governati. Ci deve essere la capacità di assumere gli elementi dell'affermazione di una economia finanziaria terziarizzata, di una economia bancaria, di una città che può diventare veramente una capitale del sud dell'Europa o del nord del Mediterraneo, che deve risolvere i problemi dei collegamenti, della logistica, che deve risolvere i problemi dell'alta velocità, delle infrastrutture stradali e autostradali, del sistema aeroportuale. Deve risolvere il problema di un sistema turistico del quale abbiamo tanto parlato e che non lo possiamo considerare neanche in una fase di esordio; deve risolvere il problema di un'industria agro-alimentare che rappresenta una grande proposta.
Queste cose furono larvatamente accennate nel documento di presentazione della Giunta Ghigo nella fase iniziale della legislatura. Poi siamo andati avanti assistendo alla dissoluzione della maggioranza, alle velocità differenziate delle capacità operative degli Assessori, alla necessità di una modifica politica e al fatto che di questa possibilità, in questo momento, l'esercizio di queste scelte e di queste decisioni, il Presidente non sembra essere in grado.
Presidente Ghigo, con questa impostazione e con la reticenza con la quale è stato finora condotto il dibattito non credo che potremmo realizzare le condizioni minime perché il bilancio possa essere approvato.
Certo che è fondamentale per il Piemonte avere un bilancio; certo che noi ci sentiamo profondamente impegnati a discutere e a lavorare su questo progetto; certo che noi offriamo delle possibilità alla maggioranza; ma lei deve corrispondere alle condizioni minime richieste! L'ultimo vulnus, che è in atto da mesi, è la non-volontà, incapacità impossibilità di nominare un Assessore al turismo! Nessuno di voi potrebbe negare che il fatto che non sia stato ancora nominato è una garanzia per tanti che aspettano di essere nominati e quindi fintanto che nessuno viene nominato tutti sono aspiranti e stanno insieme per aspirare, e nel momento in cui uno venisse scelto, gli altri naturalmente non si sentirebbero più vincolati dal limite e dal carattere della solidarietà, perché altrimenti non è spiegabile, Presidente, che lei questa nomina non la faccia.
Concludo indicandole sommariamente gli elementi di lavoro e le scelte necessarie: in primo luogo, la sostituzione dell'Assessore al bilancio imprescindibile per poter riprendere il discorso di merito dopo il vulnus creato ai danni del Consiglio da questa gestione improvvisata, reticente direi anche un po' dilettantesca, della gestione del bilancio.
Noi siamo stati all'opposizione, io mi son sempre, o quasi, trovato all'opposizione rispetto agli Assessori al bilancio; ebbene, io queste cose non le ho mai dette nei confronti dell'Assessore Gallarini, ma non perch lui avesse chissà cosa, perché c'era un dato - permettimi Gallarini - di conduzione magari anche sobria, ma non il tentativo di imporre, di impostare e di procrastinare delle manovre che rendono inagibile l'istituzione da parte dei Consiglieri nel loro insieme.
Questo vulnus deve essere recuperato da lei. Scelga, decida, dica quando, dica chi, dica come, nessuno mette in discussione il diritto della maggioranza di essere tale, ma la maggioranza sa benissimo che ha dei doveri precisi: di creare le condizioni perché il governo sia efficiente sia affidabile, sia perseguibile.
Questa è una questione che compete alla maggioranza e compete al Presidente della Giunta, che ha chiesto del tempo, ma a quanto pare ha chiesto del tempo immaginando che il fattore tempo sia di per sé un elemento taumaturgico, perché le soluzioni non vengono indicate. Invece noi riteniamo che sia giunto il momento in cui debbano essere riparati gli elementi di impedimento al proseguimento dell'attività del Consiglio, e segnatamente all'approvazione del bilancio, con la risoluzione del problema dell'Assessore del bilancio, cui si è aggiunto clamorosamente e gravemente il problema Assessore Vaglio, e poi dopo una impostazione e una metodologia che ci consenta di riprendere il lavoro.
Dopodiché le risposte le aspettiamo dal Presidente, ma le aspettiamo anche dai partiti della maggioranza, che in qualche maniera tradizionalmente sono sempre stati degli interlocutori in questo Consiglio regionale e hanno tutto il dovere e tutto il diritto di esprimere le loro posizioni e di concorrere, con le loro idee, a creare un dibattito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Non voglio fare il mio intervento sulle dichiarazioni del Presidente però mi pare di aver registrato, da parte dei Consiglieri Spagnuolo Chiezzi, Saitta, Cavaliere e Riba, un disagio politico - mi rivolgo a lei Presidente dell'assemblea - che è un disagio istituzionale.
E' un disagio istituzionale per le motivazioni che hanno portato i colleghi; motivazioni che non possono essere assolutamente eluse motivazioni che devono essere preclusive ad ogni altro prosieguo dell'assemblea.
Le dichiarazioni dell'Assessore Vaglio - non sono giustizialista - sono gravissime; le dichiarazioni dell'Assessore Vaglio portano effettivamente a mettere in dubbio la credibilità dell'istituzione.
Ora il Presidente della Giunta deve dare, in primis, subito, una risposta politica rispetto ai problemi che sono stati sollevati: subito non domani, non facendo finta di non intendere e di non volere; subito perché questo è pregiudiziale rispetto al prosieguo del dibattito, perch questo è pregiudiziale rispetto alla credibilità stessa dell'istituzione.
Io non voglio dire che cosa deve dare il Presidente, deve dare comunque una risposta politica ad un problema politico, che non è stato sollevato artificiosamente da noi né dalle minoranze né dall'opinione pubblica, ma che è rapportato a delle dichiarazioni estremamente gravi.
Anch'io ritengo che, nell'escalation della gravità, le dichiarazioni di Vaglio siano estremamente gravi, molto più della partecipazione ad un corteo, molto più delle dichiarazioni dell'Assessore Alberione e pertanto sulle quali è pregiudiziale che il Presidente della Giunta dia una risposta precisa; poi le responsabilità saranno sue, ma ci vuole una risposta a quanto finora l'assemblea ha richiesto, altrimenti l'agilità di questa assemblea, con un vulnus democratico così forte e così perentorio quale si è registrato ieri dalle dichiarazioni, non può assolutamente procedere come se fosse una normale amministrazione, come se fosse una normale assemblea.
Per cui, Presidente del Consiglio, io pongo in termini politici pregiudiziali, ma soprattutto istituzionali, il fatto che il prosieguo della nostra assemblea debba essere succedaneo ad una dichiarazione politica del Presidente della Giunta in questa assemblea e in questo momento.



PRESIDENTE

Voglio solo ricordare che ieri, nel corso dell'intervento svolto dall'Assessore Vaglio in qualità di Consigliere, ci fu non dico nemmeno un'interruzione, ma ci furono alcune parole - se ricordo bene - da parte del Consigliere Cavaliere, perciò questa dichiarazione io l'ho intesa invitando il Consigliere Vaglio, in quanto parlava anche del Consiglio, ad attenersi al tema, perciò in qualche modo quella dichiarazione, sia le parole del Consigliere Cavaliere che la risposta del Consigliere Vaglio credo che possano essere - in questo senso chiedo se c'è la disponibilità espunte dalla verbalizzazione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, riepiloghiamo un attimo i fatti.
Ieri, con dispiacere, io mi sono differenziata dai colleghi dell'opposizione, con la quale normalmente io voto in assonanza perché ci troviamo politicamente in assonanza, e ho detto - lo voglio richiamare a tutti i Consiglieri - ed è verbalizzato: "Presidente della Giunta, domani io mi farò dare il verbale dagli uffici e glielo consegnerò"; ho aggiunto: "Lo consegnerò anche al collega Burzi e ad altri colleghi, quali il collega Leo, per sapere se le dichiarazioni che ha reso l'Assessore Vaglio sono condivise dal Presidente della Giunta e che cosa si sta votando, se il Presidente della Giunta sta votando quello che ha detto l'Assessore Vaglio o quello che ha detto l'Assessore Leo". Ho anche aggiunto: "Le darò anche all'Assessore Burzi, che ritengo essere persona di cultura libertaria, per come l'ho conosciuta in quest'aula". Non ho citato altri, e ho detto queste cose ieri.
Questa mattina - e qui mi rivolgo al Presidente Deorsola: attenzione un funzionario, memore della mia richiesta (gli avevo detto: "Quando pu mi dia la copia, che darò anche ai colleghi", perché ieri mi ero resa conto che la cosa era avvenuta in un momento di distrazione: lei, Presidente Ghigo, stava parlando con la dottoressa Leddi e io le ho fatto cenno, le ho detto: "Presidente, vada al posto a sentire cosa sta dicendo il suo Assessore"), garbatamente mi ha dato questa copia.
Nel resoconto c'è scritto: "Presidente: 'Non disturbiamo il Consigliere Vaglio'. Vaglio: 'Se dovessi fare appalti, saprei cosa appaltare: manici di piccone. In certi casi bisogna appaltare manici di piccone'".
Il verbale continua, e qui desidero l'attenzione dei colleghi, perch quando il Presidente Deorsola ha detto: "Consigliere Vaglio, resti al tema", il Consigliere Vaglio ha risposto: "Appunto: ero in tema".



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Vada avanti nella lettura!



SPAGNUOLO Carla

Vado avanti: "Alla violenza Dio non voglia mai si debba rispondere con la violenza, e chi tira la pietra è responsabile della violenza quand'anche provocato", che si inserisce esattamente in tutto il concetto del ragionamento che lei ha fatto.
Allora mi sembra un po' particolare, Presidente Deorsola, che lei adesso dica: "Dal verbale vengano espunte queste due parti". Guardi che ci fu una questione, nella scorsa legislatura, nella quale, come Presidente del Consiglio, io avevo interpretato una frase detta come una frase interrogativa e i nostri stenotipisti mi dissero: "Assolutamente no, perch questa frase non è stata detta in senso interrogativo", quindi figuriamoci se avendo registrato questo sviluppo di ragionamento, il Presidente del Consiglio può chiedere in aula: "Si espunga".
Su queste cose io veramente credo che ci si debba battere come dei leoni, perché se adesso facciamo i verbali a seconda di come interessano...
Torno a dire che il Sindaco Castellani ha pagato su questa questione un prezzo politico importante e che una cosa è partecipare a un corteo, come ho detto in aula, e altra cosa è dire in aula quello che s'è detto. Poi ognuno si assuma le sue responsabilità, per carità.
Se il collega Vaglio si alza e dice: "Io volevo dire un'altra cosa", io non so più leggere l'italiano, però questo è quello che ieri il collega Vaglio ha detto e che non abbiamo interpretato: l'abbiamo letto da un verbale.
Qui dobbiamo essere attenti. Ripeto, ieri ho pressoché un po' contrastato dei colleghi dell'opposizione perché, alla fine della discussione generale, ho fatto una dichiarazione di voto nella quale ho detto: "Il nostro Gruppo non partecipa al voto perché non ha capito, su quell'ordine del giorno, se la posizione del Presidente della Giunta nella quale il Presidente della Giunta si riconosce sia quella espressa dall'Assessore Leo o quella espressa dall'Assessore Vaglio".
Allora non so perché ieri il collega Vaglio non mi abbia subito detto: "Io volevo dire un'altra cosa".
A questo punto, quindi, non si faccia finta. Per carità, io sto a qualunque battuta, ma non a quella che si faccia finta.



PRESIDENTE

Credo che questa questione debba essere chiarita.
Assessore Vaglio, vuole svolgere un'ulteriore dichiarazione? Prego.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Il Presidente risponderà come riterrà di rispondere, io non voglio assolutamente mettere limiti o vincoli a quello che dirà il Presidente. Io voglio semplicemente dire che mi riesce difficile, veramente difficile credere che colleghi che mi conoscono da 8 anni (se non di più) abbiano con tanta certezza identificato un percorso mentale che io avrei fatto nel mio intervento, che ho letto e riletto per quattro o cinque volte per capire dove fosse così violento, dove fosse così di stile da picchiatore.
Io ho fatto tutto un intervento contro un'interpretazione violenta.
Quando ho parlato, in un unico passaggio, che mi sembrava strano, che mi sembrava inqualificabile, che mi sembrava incredibile che qualcuno andasse a casa d'altri comportandosi in modo sbagliato, intendevo esattamente dire questo: che quando io sono in un paese, in una città che non è la mia cerco di comportarmi al meglio e non in modo da creare difficoltà a quelle popolazioni.
Questo non significa, Consigliere Chiezzi, credere che ogni Comune abbia una cinta muraria, abbia una cinta daziaria e all'interno di quel Comune non ci si debba entrare: chiunque è libero in questo paese - e mi riferisco all'Europa dopo Schengen - di andare dove crede, comportandosi civilmente così come facciamo tutti.
Nel mio intervento io paventavo che ci fosse una caduta di fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini, cosa che io assolutamente non voglio, e li richiamavo spesso a questa tentazione di cedere alla via violenta quando lo Stato viene a mancare. L'ho detto e l'ho ridetto in più passaggi.
Poi, scusate, io non so se il Presidente ritenga... Io so perché ho risposto e a che cosa ho risposto, e qui manca.
"Considerazioni fuori microfono del Consigliere Cavaliere". A proposito delle considerazioni fuori microfono del Consigliere Cavaliere, io ho sentito: "Fai un appalto per gli squatter". E io ho risposto: "Queste cose non le faccio". Lui dice: "Gli appalti sì". Rispondo: "Bene, allora se devo fare un appalto per gli squatter, viste e considerate le cose che sono state dette oggi, non da me, ma da molti altri, verrebbe bene di pensare che bisognerebbe attrezzarli di queste cose".
Queste sono le cose che ho detto; poi interpretatele come volete. Io quando ho chiesto alla Consigliera Spagnuolo, che mi ha preceduto: "Ti prego di proseguire", ho specificato: "Alla violenza Dio non voglia mai si debba rispondere con la violenza", perché la carenza dello Stato, l'assenza dello Stato, in certe situazioni, la non presenza fisica, può indurre a manifestazioni di violenza che nessuno di noi vuole.
Ora, volete che dichiari il contrario di quanto ho detto? Io lo dichiaro, se la cosa vi fa piacere. Ma ritengo l'interpretazione che è stata data un'interpretazione errata di quanto io ho dichiarato in queste pagine. Un'interpretazione ingiustificata dal tenore, dallo spirito e dal testo di quanto io ho detto. Se poi vogliamo continuare perché il tiro al piccione deve procedere, continuiamo perché il tiro al piccione deve procedere, però lo sappiamo tutti. Ecco perché, collega Pasquale Cavaliere io non ho ritenuto fosse il caso di andarne a parlare ai Capigruppo; io ho voluto che restasse a verbale questa che è stata la mia unica precisa interpretazione dei fatti che sono accaduti a Brosso.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Marengo, che ne ha fatto richiesta, ricordo al Consiglio che abbiamo un impegno alle ore 13 che intendo rispettare in modo scrupoloso. Pertanto, prego il Consigliere Marengo di esaurire l'intervento in tempo utile.



MARENGO Luciano

Parlerò un minuto.
Finirò in un minuto perché qui è stata posta una questione che è la vera questione politico-istituzionale: non le giustificazioni di Vaglio, ma se il Presidente della Giunta intende rappresentare questa maggioranza della quale fa parte un Assessore che dice che vuole appaltare manici di piccone, oppure no! Questo è il chiarimento politico che noi vogliamo che il Presidente della Giunta dia all'aula.



PRESIDENTE

Se il Presidente Ghigo vuol dare subito una risposta ne ha facoltà però io ricordo ancora una volta l'impegno che abbiamo assunto.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io non mi sottraggo a questa sollecitazione, a questa risposta che è stata sì anticipata ieri nel suo dibattito dalla Consigliera Spagnuolo però solo dalla Consigliera Spagnuolo. E il fatto che questa mattina sia stata ripresa con questa ulteriore enfasi, richiede dal mio punto di vista una risposta che io darò alla ripresa dei lavori pomeridiani.



PRESIDENTE

E così conclusa la sessione antimeridiana.
I lavori pomeridiani riprenderanno alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,49)



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