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Dettaglio seduta n.229 del 31/03/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casari, Dutto, Farassino e Salerno.


Argomento:

Proseguimento esame progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998-2000"; questione pregiudiziale


PRESIDENTE

Ricordo che interverranno nell'ordine i Consiglieri: Moro, Montabone Spagnuolo, Ferrero, Racchelli, Papandrea e Foco. Concluderà il dibattito il Presidente Ghigo.
Ha pertanto la parola il Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, parlare in sede di bilancio...


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi scusi Presidente, c'è il numero legale? Possiamo fare una verifica?



PRESIDENTE

Non volevamo perdere l'intervento.



CHIEZZI Giuseppe

Faccia la verifica.



PRESIDENTE

La informo che non sono previste votazioni, comunque se lei o desidera faccio la verifica del numero legale.



CHIEZZI Giuseppe

Sia equanime.



PRESIDENTE

Io sono equanime, dato però - ripeto - che non sono in previsione delle votazioni, ma solo il dibattito...



CHIEZZI Giuseppe

All'inizio della seduta di stamani lei ha proceduto alla verifica del numero legale e non erano previste votazioni. Sia cortese, la faccia. A quest'ora saremmo già arrivati a metà dell'appello! Garantisca equanimità di conduzione.



PRESIDENTE

Soddisferemo la sua richiesta; non è comunque un obbligo.



CHIEZZI Giuseppe

Stamattina l'abbiamo fatta in apertura; per cortesia, la faccia anche adesso.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
30 Consiglieri.
Sarebbe sufficiente un numero di 29 Consiglieri.



CHIEZZI Giuseppe

Quanti congedi ci sono?



PRESIDENTE

Per ora ho i congedi dei Consiglieri Casari, Farassino e Salerno. E' annunciato quello del Consigliere Dutto, che non ha firmato il registro delle presenze, perciò può mettersi in congedo.
Comunque anche con quattro congedi il numero legale è sempre 29.


Argomento: Bilanci preventivi

Proseguimento esame progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998-2000"; questione pregiudiziale


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie Presidente, parlare in sede di bilancio preventivo '98 di una diversità di entrata di 50 miliardi, di occultamento, è un fatto politico gravissimo, inammissibile, se è vero e anche vergognoso, che crea rabbia e sconcerto. E' impossibile continuare la discussione sul bilancio preventivo '98 in modo così poco serio e corretto come sta purtroppo avvenendo.
Vengono meno i caratteri di correttezza, di etica politica, bisogna arrivare subito ad un chiarimento politico, pena l'estremo decadimento del clima idoneo ed ottimale per continuare questa discussione così importante come deve essere quella sul bilancio preventivo della Regione Piemonte.
Occorre presentare subito in Consiglio regionale le cifre a bilancio preventivo esatte, altrimenti sono doverose le immediate ed irrevocabili dimissioni dell'Assessore competente che comunque non è in grado di gestire, a quanto sta avvenendo, la discussione sul bilancio.
L'Assessore al bilancio ha parlato in modo lacunoso, per certi versi burocratico, troppo difensivo, eludendo completamente il gravissimo problema politico dell'eventuale occultamento a bilancio che è un fatto gravissimo e direi inaudito. La stessa risposta politica del Capogruppo di Forza Italia, pur ammettendo di fatto l'incapacità di governo della maggioranza e dell'esecutivo nell'approvazione del bilancio '98, non ha di fatto parlato dell'eventuale soluzione politica, della gravissima crisi istituzionale e della maggioranza di centro destra che sta paralizzando da mesi questo Consiglio.
Si è ormai constatato che è completamente sbagliata l'impostazione del bilancio preventivo '98 in relazione alla logica di governo, un bilancio troppo ragionieristico che non prevede finanziamenti adeguati per linee forti di sviluppo socio economico produttivo e occupazionale.
Occorre perciò una svolta politica nuova, un radicale cambiamento che deve avvenire in questo Consiglio regionale altrimenti c'è la paralisi assoluta. Le emergenze gravissime del Piemonte, mancanza di lavoro e non solo giovanile, la gravità nella sanità, nel socio-assistenziale, i casi di malati piemontesi di cancro con la possibilità della cura Di Bella, che sono al centro anche delle preoccupazioni e delle sofferenze di molte famiglie di questa Regione, specialmente quelle meno abbienti, più povere un'emergenza ambientale senza precedenti; occorre quindi una vera e drastica svolta politica di questa Regione, altrimenti stiamo andando verso un baratro politico.
Il Piemonte oggi, per le sue gravi emergenze e priorità, deve avere a mio avviso un governo regionale diverso che dia fiducia e prospettiva alle soluzioni dei problemi del Piemonte che sono comunque moltissimi. Un futuro che questo esecutivo non è in grado da tempo di dare, perciò si proceda immediatamente al doveroso cambiamento con le dimissioni della Giunta che a questo punto, a mio avviso, sono doverose e comunque sia sono un fatto che darebbe una svolta a questa situazione così difficile sul piano politico.
Diversamente, io credo che il pronunciamento popolare sia inevitabile corretto e democratico e la logica conseguenza di un periodo così difficile e oscuro, certamente una delle pagine più brutte che si sono viste in questa Regione. Il Piemonte non può più aspettare.
Attendiamo perciò una chiara e netta risposta politica dell'esecutivo negli interessi del Piemonte che oggi sono minacciati e comunque sia non è più possibile proseguire in questa logica di degrado altrimenti le istituzioni del nostro Piemonte avrebbero veramente una grossa crisi e i piemontesi dovrebbero sicuramente preoccuparsi di quanto sta avvenendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie Presidente, nella seduta di ieri, in uno degli interventi che rassicuro i colleghi Consiglieri non hanno voluto essere interventi ad effetto, ma interventi di sostanza, peraltro riconosciuti - attraverso la presa visione degli emendamenti che sono depositati - come interventi tutti di sostanza, che sono iniziati non casualmente su un argomento che stava a cuore a tutti i Consiglieri della Regione Piemonte, cioè la formazione professionale, interventi tanto di sostanza che hanno permesso all'Assessore delegato alla formazione professionale di rilasciare ai sindacati, nei giorni scorsi, dichiarazioni tranquillizzanti in genere e per gli operatori della formazione professionale in particolare.
Allora si stava parlando di 15/20 miliardi; ebbene, la sostanza di 15/20 miliardi si può verificare in qualsiasi momento.
Qualcuno ha detto che alcuni degli emendamenti sono stati posti con malizia; io non credo, perché nel dibattito fra maggioranza e minoranza è legittimo che i Consiglieri di minoranza cerchino di cambiare il bilancio propostoci dalla maggioranza per attuare le politiche in cui credono.
E nel cambiamento ci sta il fatto che ciò che ci ha proposto la maggioranza probabilmente non è sufficiente per la minoranza stessa e non solo per quella logica del più uno che diceva l'On. Picchioni stamani, ma in una logica ben diversa, tant'è vero che analizzando i primi quattro capitoli del bilancio di quest'anno ci siamo soffermati a discutere non tanto delle cifre, ma di cosa si doveva fare o cosa si voleva fare con quelle cifre.
Stamattina è stato anche detto, lo prendo in termini anche positivi che il bilancio poteva essere fatto man mano. E' vero, probabilmente nella filosofia dell'Assessore Burzi, io ricordo perfettamente quando, Presidente della I Commissione noi approvammo in Commissione il 371, c'era l'opportunità di fare il bilancio a politiche invariate e a capitoli zero non ricordo più, ormai le formule si sono sprecate, dopodiché c'era anche la ferma volontà a quel momento, da parte dell'Assessore, attraverso la variazione di bilancio di arrivare a un bilancio effettivo per la Regione Piemonte. Allora abbiamo fatto il bilancio a zero, non approvato dall'aula e poi si è proposto il bilancio che è fatto al 50%, cioè alcuni capitoli di questo bilancio vedono messa la cifra del 50% delle esigenze che i capitoli stessi hanno.
Sul bilancio a capitoli zero ci è stato detto che si aspettavano dai direttori regionali le linee di attuazione delle politiche che, come spero gli Assessori volevano dare ai comparti che sono stati loro delegati. I direttori generali si sono insediati, dunque il bilancio è stato prodotto al 50% perché i direttori generali hanno pensato di attribuire per i primi sei mesi il 50% della spesa generale. Poi si scopre improvvisamente - ieri parlavo di colpo di scena - che nelle previsioni di entrata sarebbe stato possibile contare su 65/68 miliardi. Allora, più che colpo di scena, questo io lo chiamerei in un altro modo; quando si parla di infarto, per far capire che cosa avviene all'interno della nostra circolazione sanguigna, i francesi dicono che avviene un "coup de bout", cioè tutta la pressione esistente trova un'occlusione tale per cui si produce un contraccolpo talmente traumatico che le vene o le arterie saltano. Più che colpo di scena, a me sembra veramente che questo sia un "coup de bout", peraltro già annunciato, perché ieri circolava - non sto parlando dell'ufficialità delle comunicazioni - nell'aria questa notizia. Oggi si tende a discutere di nuovo, per iniziativa di alcuni Consiglieri della maggioranza, in particolare di Ghiglia che è intervenuto prima, sulle colpe da attribuire se questo bilancio non passa. E allora si sostiene che sarà certamente colpa dei Consiglieri di minoranza. Non solo, ma la colpa, non quella che verrà, ma anche quella precedente, quella per cui il bilancio non è passato entro il 31 dicembre 1997, è già addossata alla minoranza (c'erano le vacanze di Natale, la minoranza non voleva farlo passare e lanciava degli strali).
Ebbene, con un bilancio fatto in questo modo, dopo il bilancio a capitoli zero, che non dà alcuna sicurezza per il Piemonte ed alcun segnale di programmazione, sarà meglio spiegare ai piemontesi che non è approvato perché è meglio che non passi, perché è ingestibile. Ognuno farà la propria parte nel dare le spiegazioni del caso, assumendosi tutte le responsabilità dovute. Inoltre, si parla di entrate presumibili, ma non certe, che saltano fuori dal secchiello o dal cilindro all'ultimo momento, ma siamo sicuri Assessore, che non fossero presumibili in un bilancio di previsione? Lei è un imprenditore, come si usava dire con il "nuovo" corso della politica "prestato" alla politica. Ma nella sua azienda, quando lei fa il bilancio di previsione, ipotizza il bilancio annuale, le entrate prevedibili, quasi certe, perché questa mattina è stato detto donde provengono queste certezze oggi. Non sono cifre da mettere in bilancio, perché non sto parlando di cifre appositamente distratte, ma che forse chi ha preparato il bilancio si è limitato troppo all'atteggiamento ragionieristico di non presumere in modo fantastico delle cifre con dei margini di assoluta sicurezza. Chiedo adesso: pur prendendo atto di quello che oggi è quasi certezza per quanto riguarda quei 60 miliardi e rotti, non si poteva prevedere per tempo che almeno 40 di quei 68 miliardi avrebbero potuto essere utilizzati? I bilanci si fanno non solo attraverso logiche ragionieristiche, ma anche attraverso ipotesi di fattibilità. Sono fermamente convinto che queste ipotesi non possono assolutamente essere formulate soltanto dall'Assessore al bilancio perché il bilancio viene approvato in Giunta da un organo collegiale che si divide paritariamente le responsabilità, salvo una: quella del capo del governo, che ha l'obbligo di vigilare anche su questo. Non si è voluto fare, ma ho apprezzato, Assessore, la linea difensiva della filosofia del suo bilancio, perché perlomeno su questa si può discutere, si può essere contrari, si può dire che non si è d'accordo. Non ho molto apprezzato invece, quando si dice: abbiamo esaminato i 1.500 emendamenti attraverso queste cifre, possiamo verificare l'opportunità di accontentare le istanze dei Consiglieri di minoranza. Guardate che questa sarebbe un'invenzione assoluta. Pensare che le minoranze possano fare per voi il bilancio e che voi, pur di mantenere la sedia sotto il sedere, pensiate di gestire il bilancio che vi hanno fatto le minoranze, per vostra incapacità, è un assurdo! Lo dico con molta chiarezza: mi sembra che questi 66 miliardi siano quasi il pretesto di qualcuno per modificare le proprie posizioni in merito al bilancio. Dico con molta chiarezza che il nostro Gruppo non intende modificare le proprie posizioni sul bilancio, perché attraverso questo colpo di scena, oppure "coup de bout", noi riteniamo che la situazione politica diventi ancora più pesante. Riteniamo che questa soluzione sia inaccettabile; d'altronde, non sarebbe neanche sufficiente che la Giunta ritiri il proprio bilancio e ne presenti un altro. La Giunta deve ritirare il proprio bilancio e rassegnare le dimissioni, non per mancanza di numeri, ma per incapacità di presentare e gestire un bilancio.
Se questo non avverrà, sarà opportuno che le minoranze, per il bene del Piemonte, continuino la loro azione, non ostruzionistica, ma atta a capire come verranno spese le cifre a bilancio.
Con molta chiarezza ho detto quello che penso. Ho l'impressione che la Giunta e la maggioranza in questo momento pensino che questo sia quel minimo di discussione o di perdita di tempo che in passato le minoranze hanno attuato, per poi cedere per i "piatti di lenticchie." Qui il tema è di fondo: c'è insufficiente capacità a gestire la Regione Piemonte. Per questo penso che sarebbe bene che la Giunta di questa Regione interrompesse veramente questo Consiglio regionale - non badando ai tempi perché da un brevissimo calcolo questa discussione sul bilancio potrebbe durare circa 450 giorni - per verificare le possibilità per sbloccare il bilancio stesso. Io ne suggerisco una - non ne vedo altre: Presidente, si assuma veramente l'impegno delle dimissioni; si riaprano quelle che sono le opportune trattative all'interno della maggioranza stessa - non si propone di cambiare la formula - ma lo si faccia, perché poi sarà più difficile per lei Presidente, andare a spiegare ai piemontesi il perché, non in quest'ultimo mese, ma negli ultimi due anni e mezzo, la Regione non ha avuto alcuna voce in capitolo nelle politiche importanti della Regione stessa.
Invito il Presidente a questa riflessione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Cercherò di essere molto breve, sperando di avere l'attenzione politica proprio perché userò pochissimo tempo - dell'Assessore al bilancio e del Presidente della Giunta regionale. Attenzione che peraltro non chiedo sempre, molte volte ci sono altri impegni e non abbiamo questo tipo di esigenza; comprendiamo benissimo che ci possono essere anche impegni o attenzioni di carattere diverso.
Questa mattina, per ragione personali, di salute, non ho potuto essere presente, ho però riannodato il filo della discussione, gli elementi di novità, le valutazioni politiche che a questi elementi di novità sono state date, sia da parte della maggioranza sia da parte di componenti dell'opposizione. Debbo dire che nel momento in cui sono giunta in aula questa mattina ho sentito una proposta che alla luce di scarse previsioni di entrata di 65/68 miliardi che l'Assessore al bilancio avrebbe operato snaturando in qualche modo le previsioni di bilancio stesso, ho sentito una proposta che sostanzialmente tendeva a dire alla Giunta - ed è stato detto di ritirare questo bilancio e di ripresentarne un altro. La Giunta decida quello che ritiene, certamente il non aver previsto entrate così ampie è una ragione di snaturamento del bilancio. Dopodiché per tutti questi mesi di esame del bilancio in Commissione, noi ci siamo permessi sempre di dire all'Assessore al bilancio che vi era una visione tecnicistica della redazione del bilancio e che non vi è stata in questi mesi una visione politica di formazione del bilancio, perché anche la previsione delle entrate è una questione politica di formazione del bilancio. Pertanto rimane valido il nostro ragionamento e tutte le osservazioni politiche che noi, Assessore, abbiamo rivolto a lei, abbiamo rivolto agli Assessori di settore e abbiamo rivolto anche al Presidente della Giunta negli interventi di apertura politica della discussione in aula sul bilancio.
Indubbiamente l'entità della mancata previsione è un'entità che stupisce, che colpisce, che non può non far esprimere un giudizio politico.
Comunque l'approccio che questa Giunta ha avuto nell'affrontare la discussione sul bilancio rimane tecnicistico, non politico, non collegato alle previsioni di sviluppo del Piemonte.
Tant'è che le giustificazioni, le motivazioni, le osservazioni dell'Assessore al bilancio sono sempre di natura tecnica e non si ascrivono a motivazione di natura politica.
Politicamente noi un'osservazione la vogliamo sollevare. Vedete, io ho già avuto modo più volte di dire al Presidente Ghigo, da qualche mese anche perché ho avuto modo di riflettere su quanto ho sentito in chiusura di seduta, che questo è uno snodo politico vero dal quale non riteniamo assolutamente che questa maggioranza possa uscire con degli escamotage di carattere tecnico. Il ritirare il bilancio e ripresentarne un altro - se la Giunta lo ritiene lo faccia - di per sé è una questione politica talmente grave che anche per questa ragione, qualora la Giunta intenda farlo, noi continueremo a dire che questa è una Giunta che non ha le condizioni per governare il Piemonte. Questa è una Giunta in crisi. Pertanto di fronte ad una Giunta in crisi bisogna che ci sia una risposta di carattere politico.
Non sto a dire se il percorso è quello di ripresentare il bilancio, di riscriverlo, comunque se noi avessimo conosciuto questa dimensione di entrate la nostra formazione degli emendamenti avrebbe potuto essere di natura diversa.
Quindi è evidente che c'è anche un imbarazzo di carattere tecnico politico legato a queste mancate entrate, noi ci allineeremo su questo percorso. Dobbiamo anche dire, con assoluta chiarezza affinché poi sia chiaro l'atteggiamento che il nostro Gruppo terrà, che il ritiro del bilancio, la riscrittura e la ripresentazione del bilancio stesso corrisponde comunque ad ammettere che si è in una crisi politica irreversibile. Ne ho parlato anche con il Presidente, quindi ho le carte in regola per ridirlo qui in aula, perché è una valutazione che da mesi andiamo facendo.
Si è arrivati a ritirare il bilancio per ripresentarlo e riscriverlo riscriverlo come? che piaccia più in una direzione o più in un'altra? A questo punto, non sarà questo a far spostare la nostra valutazione e le conseguenze politiche che di per sé si porrebbero al di là della loro richiesta, e a maggior ragione. Tutto ciò ci sembra di assoluta evidenza.
Ho promesso di essere breve. Penso che il mio intervento sia stato chiaro, dal punto di vista politico, in modo tale da evitare che ci si possa chiedere comportamenti di natura diversa da qualsiasi parte dell'aula.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Signor Presidente, questa mattina la seduta si è aperta con l'intervento del Capogruppo Riba, che ha sollevato una certa questione con toni che personalmente ritengo assolutamente inadeguati, ulteriormente accentuati dall'intervento del Consigliere Marengo. Si è parlato di Assessore che occulta risorse, di bilancio falso. Secondo me, tutta la vicenda che ci ha portati a discutere il bilancio fino alla sessione odierna non doveva concludersi con le parole forti usate: mi riferisco, in particolare, a quelle che ho appena citato.
Dal mio punto di vista, posso condividere chi da un lato sostiene che la politica scelta dall'Assessore Burzi nella stesura per quanto gli competeva del bilancio è stata una politica estremamente prudenziale, che ha voluto tenere conto fin dall'inizio delle certezze delle risorse a disposizione. Ma non condivido il fatto che si continui ad accusare una notevole rigidità da parte dell'Assessore, della Giunta regionale e della maggioranza, su tutti quelli che sono stati gli eventi conseguenti. Quando la nota di variazione al disegno di legge n. 371 è stata presentata, molto adeguatamente l'Assessore Burzi diceva, forse con più forza rispetto a quanto potrebbe dire oggi, che non c'erano risorse. Effettivamente, oggi ci troviamo a discutere per tutta la mattinata, e penso per tutto il pomeriggio, su un dato che attualmente non è certo. Oggi stiamo parlando di voci di corridoio, di informazioni arrivate da funzionari, di previsioni non ancora accertate: il consuntivo, a quanto mi risulta, è comunque ancora da definirsi in maniera certa.
E' comunque evidente che il fatto di poter aver delle risorse ulteriori su cui ragionare è un fatto positivo.
Per tornare al momento specifico della presentazione della nota di variazione dl disegno di legge n. 371, prudenzialmente l'Assessore teneva una posizione condivisibile. Non c'è stata chiusura, a mio avviso successivamente; in tutta la discussione in prima Commissione, nonostante si tendesse al rigore, teniamo presente che c'è stata la presentazione di un emendamento piuttosto consistente - non ricordo bene l'importo, ma mi pare che fosse nell'ordine del centinaio di miliardi, se non erro. Ritengo un atteggiamento di notevole trasparenza da parte della Giunta mettere a disposizione subito queste risorse certe; non si tratta di un tentativo di occultamento, bensì di renderle disponibili qualora fossero certe.
Il fatto che sia in Commissione sia in sede di Consiglio da parte dell'Assessore e della Giunta regionale ci sia stata la disponibilità a valutare anche gli emendamenti della maggioranza, era già di per sé un segnale che poteva far presumere che nell'ambito delle valutazioni di Giunta ci fosse la sensazione che si potesse contare su maggiori risorse.
Non so se si tratterà di 40/30/70/80 miliardi: è comunque un fatto positivo il fatto che queste risorse ci siano. Segnale trasmessosi con l'apertura alla discussione dei vari emendamenti, con la disponibilità espressa nell'ambito del dibattito sulla formazione professionale, con la serie di elementi emersi anche dalle valutazioni pervenute in Consiglio.
Se da un lato da parte di alcuni può essere legittimo dire che l'Assessore Burzi è stato eccessivamente prudente, d'altro lato non si pu assolutamente sostenere che quello in discussione sia un bilancio dolosamente falso e che l'Assessore Burzi abbia occultato delle risorse.
Non ritengo corretto porre la questione in questi termini.
Vorrei tornare invece alla situazione nella quale ci siamo lasciati ieri, quando è terminato il Consiglio, rifacendomi un po' ad un intervento che sul momento ho colto positivamente, del Capogruppo Saitta, che ipotizzava una possibile linea di discussione, di confronto sul bilancio.
Bilancio che dal mio punto di vista continua ad essere, anche tenendo conto delle importanti novità emerse e di tutto il lavoro della minoranza nell'ambito dei vari emendamenti presentati, un'espressione della Giunta relativamente alle proprie scelte, in ordine alle politiche segnalate attraverso gli emendamenti presentati, vista la loro compatibilità o meno con quelle della Giunta stessa.
Il Consigliere Picchioni si domandava il motivo dell'assenza di un intervento più corposo, più animato da parte del centro, delle forze moderate. Personalmente, posso dire che nell'ambito del dibattito consiliare che fino adesso si è delineato un qualsiasi atteggiamento difficilmente può essere esplicitato semplicemente perché non si capisce più l'obiettivo vero.
A mio avviso è possibile, costruttivamente, anche alla luce delle nuove risorse, ipotizzare una soluzione sul bilancio tenendo conto delle segnalazioni della minoranza tramite gli emendamenti, non attraverso "contentini", ma valutando nell'ambito delle ipotesi della minoranza se vi sono linee che vanno in direzione dell'orientamento delle politiche della Giunta. Perché non fare, insieme, alcune scelte in termini di impegno di risorse? Ecco che anche da parte di chi fino adesso ha taciuto ci potrà essere un contributo di merito; tutte le volte che si arriva in Consiglio non si sa bene se si entra nel merito degli emendamenti per poter costruttivamente risolvere il problema oppure, ad un certo punto, si chiedono le dimissioni del Presidente Ghigo o quelle dell'Assessore Burzi; allora vale la pena confrontarsi per arrivare a una soluzione o solo confrontarsi per poi comunque scoprire che l'obiettivo è quello di chiedere al Presidente che si dimetta? Questo è un dubbio che io non ho ancora sciolto e che ho difficoltà a sciogliere. Non penso che interessi al mio Gruppo scoprire, come chiedeva il collega Montabone, chi o quale sarà la causa che non fa passare il bilancio; io ancora mi auguro che nessuno lo debba scoprire, che questa giornata di chiarimento, ovviamente rimanendo sulle proprie posizioni possa anche essere positiva, per carità, ma che se si ritorna un minimo alla ragione secondo me si deve ripartire da quello che è stato l'indirizzo su cui ci si era attestati nella serata di ieri e in questo senso andare avanti per concludere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Nel momento in cui abbiamo iniziato la discussione sul bilancio abbiamo già espresso delle valutazioni su quel documento, sostenendo la sua inesistenza dal punto di vista di proposta di bilancio di previsione.
Sostenevamo inoltre che fosse un documento assemblato del tutto casualmente, in modo certamente ragionieristico, ma con carenze anche da quel punto di vista, cioè con degli elementi di improvvisazione notevoli.
Ci trovavamo sostanzialmente di fronte a un non-bilancio. Per noi questo documento non è ritirabile, nel senso che è un'operazione già fatta ed è un documento - ripeto - che ha degli elementi di inesistenza notevoli. Tra l'altro, l'elemento che abbiamo trovato stamattina di parziale novità, cioè il fatto che si scoprono nuove fonti, è una cosa che conferma il tipo di valutazione che avevamo espresso. Avevamo detto che si procede giorno per giorno per vedere cosa accade, poi si fanno le correzioni, ma non c'è un bilancio, cioè non c'è una previsione perché manca la politica! Quando l'Assessore Burzi parla di bilancio che era a "politica invariata", appunto è una politica che non è esistita negli anni precedenti e ancora meno adesso, cioè quella "politica invariata" era la non-politica che avevamo avuto di fronte, ma che appunto veniva clamorosamente confermata dal disegno di legge n. 371 già nella sua veste iniziale.
Il problema è esattamente questo: noi ci siamo trovati di fronte a una Giunta incapace di programmare e di presentare un bilancio. Negli anni precedenti probabilmente è andata avanti per inerzia su quello che esisteva già, però quella situazione è finita e ci troviamo ora di fronte ad un bilancio che contiene una serie di grossi problemi. Non dimentichiamo che noi abbiamo interrotto la scorsa settimana la discussione specifica sul bilancio per affrontare la tematica Formazione professionale perché erano emersi dei problemi, che dimostrano una incapacità non occasionale, ma più sostanziale di governo che non riguarda solo l'Assessorato al bilancio, ma anche altri Assessorati, con poche eccezioni.
Da questo punto di vista noi condividiamo le considerazioni che sono state sviluppate oggi pomeriggio dai colleghi che mi hanno preceduto (il Consigliere Montabone e la Consigliera Spagnuolo), cioè che non pensiamo ci possa essere un elemento di novità nel ritirare il bilancio e rimandarlo in Commissione, tra l'altro sarebbe sfiorare il ridicolo, anzi molto più che sfiorare il ridicolo. Una Giunta che, dopo che lo ha già ritirato una volta, fa una cosa del genere, dovrebbe avere come minimo la decenza di dimettersi. Se non fa questo, è un gesto ridicolo, ma politicamente nullo politicamente non serve a nulla, non modificherebbe in alcun modo il giudizio che noi diamo, anzi rafforzerebbe il giudizio di totale improvvisazione con cui si muove questa Giunta che aggiunge un ulteriore elemento di improvvisazione, di scarsa serietà; non può quindi essere presa a riferimento come una Giunta credibile.
Noi ribadiamo, all'interno di questa discussione, l'esigenza di questa Regione di porre fine all'esperienza del governo Ghigo. Chiediamo le dimissioni del Presidente Ghigo e ovviamente di tutti gli Assessori come conseguenza immediatamente derivata da questo tipo di atto, è questo che noi chiediamo! Noi abbiamo presentato degli emendamenti che delineano certe proposte ma come abbiamo già detto nel corso della fase iniziale del dibattito queste sono le proposte che noi vorremmo portare agli elettori. Non crediamo cioè che queste proposte possano trovare un'interlocuzione nel bilancio così com'è oggi. Sono sostanzialmente una definizione di quelli che sono gli elementi che noi pensiamo dovrebbero caratterizzare un governo serio di questa Regione. Governo serio che vuol dire un governo diverso da quello che purtroppo la Regione ha dovuto subire in questi tre anni.
Rispetto al dibattito che si è svolto oggi noi intendiamo ribadire che non ci pare di cogliere alcun elemento di novità sostanziale, anzi gli elementi nuovi che sono sorti stamani, più o meno eclatanti (non sappiamo fino a che punto eclatanti), confermano e rafforzano l'esigenza che abbiamo posto di chiedere all'onorevole Ghigo le sue dimissioni il più presto possibile.
Prima si arriva a questo atto, meglio è.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

Prima di iniziare il mio intervento vorrei rappresentare all'Assessore al bilancio, Angelo Burzi, un convinto apprezzamento da parte del nostro Gruppo, come già in precedenza il Capogruppo Gallarini ha avuto modo di sostenere, e anche dal punto di vista politico crediamo che possa godere della nostra fiducia e della nostra stima.
Devo iniziare il mio intervento facendo una lettura di alcuni passi che nei resoconti stenografici degli interventi di stamattina ho ritrovato.



CHIEZZI Giuseppe

Attenzione ai fatti personali.



RACCHELLI Ettore

"Occultamento, imbroglio, diabolico e perverso, nascosto, infernale antidemocratico, imbroglio culturale": se fossimo stati non in un'aula di Consiglio regionale, probabilmente per i capi di imputazione ci avrebbero dato otto ergastoli! Gli interventi di stamattina mi hanno ricordato molto alcuni interventi che parafrasando il gioco del calcio sono diventati quasi dei simboli: i famosi "interventi alla Shnellinger", grande difensore del Milan, per cui chi entrava a piedi giunti alzava poi la mano per dire all'arbitro "non sono stato io" e se ne andava, e l'arbitro qualche volta ci cascava. Oppure qualche altro intervento strategico di un grande giocatore, come Baresi che quando non c'era il fuorigioco alzava la mano e allora il guardialinee preso in inganno, alzava la bandierina.
Però, signori, un appunto che vorrei fare all'ex Presidente o già Presidente, è che al posto di quel quadro, che è una nobiltà alla cultura che lei spesso rappresenta in questo Consiglio, forse una moviola per guardare e rileggere certi interventi fatti in questo Consiglio sarebbe stata anche più opportuna. Ma la tecnologia magari nei prossimi anni ci porterà.
Ma veniamo al tema della giornata odierna, il bilancio di previsione 1998.
Rileggendo i vostri interventi possiamo entrare nel merito tecnico delle eccezioni da voi fatte e nel merito politico e troviamo delle forti incongruenze o una mancanza di coerenza. Il Consigliere Miglietti ci dice che noi avremmo dovuto, per quanto riguarda l'ipotetico quid del ristorno sul bollo, prevedere e sapere quanto quella tassa ci avrebbe dato nel bilancio consolidato e quindi anche nel bilancio preventivo. Quando il Consigliere Miglietti dice questo dice un falso, perché tecnicamente...



RACCHELLI Ettore

MIGLIETTI Franco (fuori microfono)



RACCHELLI Ettore

Ti querelo.



PRESIDENTE

Usate termini chiari e non equivoci.



RACCHELLI Ettore

C'è una spiegazione tecnica, ascolta, io ascolto sempre e voi lo notate; allora, Consigliere Miglietti, quello che è il ristorno della tassa sul bollo non può essere un fatto matematico dovuto a un assetto consolidato '97 da riportare nel '98, perché quel dato non è omogeneo perché l'anno scorso la Regione Piemonte ha avuto il bollo che la gente ha pagato sulle vecchie macchine e poi il bollo che ha dovuto ripagare sulle nuove macchine che sono state oggetto di uno sciagurato, per noi politicamente, intervento politico della rottamazione. Per noi sciagurata e poi vi spiegherò anche il perché.
La seconda eccezione, se vogliamo entrare nel merito delle vostre eccezioni, è sul FIP, Consigliere Saitta; è vero, il FIP è stata una scelta politica, è stato per un anno considerato un fatto da mettere in posticcio da verificare ma da mettere in posticcio. Il FIP è nato con una legge, la 43/94, che destinava l'80% della tassa sul metano all'applicazione di questa legge.
Negli anni questo fondo non è mai stato finanziato con quei fondi bensì accendendo dei mutui.



(Commenti del Consigliere Saitta)



RACCHELLI Ettore

Io qui ho una nota e anche negli anni passati è stato finanziato così.
Quando si dice che non ci sono scelte politiche...



(Proteste del Consigliere Saitta)



PRESIDENTE

Eventualmente richiedete la parola per fatto personale, lasciamo proseguire l'intervento.



RACCHELLI Ettore

Sul FIP noi siamo d'accordo che sia uno strumento importante, ma è uno strumento che ha bisogno di fondi in conto corrente, altrimenti non pu operare, è su un fondo di rotazione. Allora una risposta politica c'è nell'intervento che ha fatto il Consigliere Riba, quando ci dice "...i maggiori proventi sul bollo auto e questa non è un'improbabile imprevedibile sopravvenienza tecnico finanziaria, questa Presidente è la conseguenza di una politica del governo dell'Ulivo", lo sappiamo, ma è una politica che noi non vogliamo perseguire.
La rottamazione che lei ancora stamattina ha portato come un esempio lungimirante di programmazione economica, per noi non lo è; lo sarebbe stato se i fondi destinati alla rottamazione, quindi finanziati dallo Stato e usati come sconti fossero stati destinati alle Regioni per finanziare investimenti economici produttivi, non per finanziare un'azienda multinazionale, questa è la nostra politica, queste sono scelte politiche e allora noi non condividiamo questa interpretazione di una scelta politica di bilancio, perché se tutto quello che una multinazionale ha guadagnato per finanziare la propria attività industriale finanziaria fosse stato destinato alle Regioni italiane per sviluppare le economie locali noi oggi ci troveremmo su un pianale nel quale guardare alle economie regionali con fondi finanziari ed investimenti possibili, notevolmente forti, capaci di sostenere o comunque di cambiare un sistema che effettivamente è asfittico.
E allora, per chiarezza, perché le parole anche in politica hanno un senso, non è una sottovalutazione politica del problema: noi abbiamo portato un bilancio di previsione '98, mai si può dichiarare falso un bilancio preventivo, un bilancio consuntivo può essere falso, perché si basa sui presupposti di certezza - questo è in economia, non lo dico io che se disattesi sono il presupposto per certificare un bilancio falso.
Certo che se noi concepiamo un figlio e pretendiamo di sapere il sesso dopo un mese non ce la faremo mai, ma dopo quattro mesi se facciamo un'ecografia sappiamo se è maschio o femmina.
Oggi noi sappiamo che nel bilancio consolidato '97 abbiamo un avanzo di cassa, cioè abbiamo un bilancio consolidato che ci dice che le entrate sono di 50 miliardi in più, oggi. Ma oggi il dovere di questa Regione opposizione e maggioranza, non è stato quello di dare al Piemonte un bilancio nel '97 al 31 dicembre. Quindi non ergiamoci a censori o sacerdoti di una religione che non è appartenuta a quest'aula, però voglio anche dirvi che in politica il dialogo, il dibattito, le aperture e tutto quello che serve per arrivare a un giusto compromesso, a una vittoria, è sempre possibile, non si può stravincere.
In politica non si può stravincere, quando si stravince allora si creano i presupposti per la distruzione e per l'incomunicabilità nei settori sociali, economici e produttivi.
Credo che su un dibattito politico ci si possa confrontare sempre perché fa parte del nostro lavoro, fa parte della nostra azione. Su una questione economica o politica di bilancio ci si confronta, ma su punti e su paletti che devono essere capiti e consolidati. Io credo che nella maggioranza nessuno abbia voglia di fare un muro contro muro deleterio per il Piemonte, però c'è un aspetto di democrazia e di libertà che deve permettere alla maggioranza di portare avanti una politica economica funzionale al programma elettorale che ci si è dati e che ha avuto il voto dei piemontesi che ci ha permesso oggi di venire in quest'aula e di governare.
Se non ce lo permettete, perché un regolamento bizantino non ci permette oltre un certo limite di poter fare la nostra politica e di applicare le risorse finanziarie alla realizzazione di un programma politico, allora è diverso, diventa un fatto illiberale che noi possiamo subire perché siamo democratici e lavoriamo con le parole, però possiamo anche a un certo punto non considerare più da subire, ma da riportare nel Piemonte nelle giuste sedi per dimostrare che la nostra politica di bilancio è improntata sui presupposti di un programma di bilancio che portava a un'attenzione finanziaria tesa a far sì che non un bilancio sbilanciato portasse in consuntivo ad emettere nuove tasse, a vincolare i piemontesi a nuove estorsioni finanziarie con nuove tassazioni, perch questa non è la nostra politica e lo abbiamo dimostrato anche nel settore sanità quando si era ventilata l'ipotesi di aumentare la tassazione sulla benzina. Questo non è il nostro obiettivo, non è uno dei nostri principi non è uno dei nostri valori; un bilancio che vada avanti con i presupposti di una serietà e di una pragmaticità è quello che noi vogliamo perseguire su un dibattito politico coerente e costruttivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Grazie Presidente, direi che il dibattito di oggi è stato sicuramente utile, perché intanto ha permesso, almeno a mio parere, anche se non lo si vuole ammettere, di chiarire non solo alcuni passaggi del bilancio, ma definitivamente alcune modalità. Le modalità sono quelle che la maggioranza non può scaricare su chi è opposizione o minoranza il fatto che non riesce a governare; non è pensabile questo discorso, non ha senso.
Non volevo partire con delle battute, ma già qualcun altro aveva detto questo; il vostro leader denunciava di avere il Parlamento che gli remava contro e dopo sette mesi è andato a casa. Posso auspicare che questo avvenga anche qui, però non è in questo modo, scaricando sugli altri la propria incapacità, che si risolvono i problemi. Lo stesso discorso vale per gli aspetti regolamentari. Non voglio fare l'appello alle vecchie glorie di questo Consiglio, ma il Regolamento che abbiamo non l'hanno stabilito né a Bisanzio né da altre parti. E' il Regolamento che storicamente questo Consiglio si è dato, col quale ha funzionato - a mio parere - dignitosamente per 27 anni, che è stato di volta in volta arricchito e che probabilmente non è più adeguato, ma non vorrei che oggi questo argomento venisse strumentalizzato per risolvere il problema politico.
Questa Regione ha avuto dei momenti di crisi non solo in questa legislatura. Mi rendo conto che voi, ogni volta che c'è il Consiglio, ne inventate una per fare discutere, ma guardate che nella scorsa legislatura (non ho maggiori esperienze, quindi mi rifaccio a quella) non c'erano solo rinvii a giudizio di consiglieri, ma incarcerazioni, eppure non lo dico sorridendo o per fare una battuta - avevamo lo stesso Regolamento. Siamo riusciti ad approvare i bilanci, magari andando in esercizio provvisorio.
Quindi, non vorrei che sollevassimo falsi problemi per cercare di risolvere veri problemi. Ed è quello che veniva richiamato anche da altri interventi di colleghi dell'opposizione.
Con questo bilancio vi sono emendamenti definiti marginali, come l'emendamento di un milione su una voce di bilancio per affrontare alcune tematiche centrali. Questo succede perché lo scontro non è prima avvenuto complessivamente su linee politiche: Racchelli, lo scontro è mancato in questo senso. Occorre infatti distinguere un'impostazione programmatica chiara dal ruolo di potere. E' questo il punto centrale. Non vorrei, per dilungarmi su questi aspetti. Al di là delle cose che ci possiamo dire, non vorrei fare l'elenco di chi si sente più offeso; io, per esempio, da alcuni interventi di maggioranza - non da tutti - e dall'intervento dell'Assessore al bilancio, non mi sono solo sentito offeso, mi anche umiliato. Ognuno di noi ha una sua piccola storia alle spalle: qualcuno è nuovo alla politica altri hanno amministrato delle città non piccole, ognuno porta in questa sede le sue esperienze. Siamo in grado quindi di affrontare una discussione sul bilancio e di dedurre una motivazione su come non sono conteggiate le entrate. Il Comune di Alessandria sarà piccolo, ma prevede un minimo di monitoraggio sulle entrate, perché il bilancio non si fa sulle uscite; se si è amministratori corretti, i bilanci, nella cosa pubblica, si fanno basandosi sulle entrate, quindi il primo obiettivo che ci si deve porre come amministratori e che dunque deve porsi la Giunta, l'Assessore, il Presidente, è verificare le entrate a nostra disposizione. A seguito di questa verifica, cercando di non fare il passo più lungo della gamba, si cerca di fare le scelte, di non mettere le tasse, ecc.. Se però non si mettono le tasse e poi si blocca la formazione professionale della Regione Piemonte, io, pur essendo contrario ad aumentare le tasse, penso che, una piccola tassa che però mi permette di sostenere la formazione professionale potrebbe essere opportuna.
Assessore alla formazione professionale, Presidente, non abbiamo convinto i lavoratori della formazione nemmeno sabato; il 2 aprile saranno qui in assemblea davanti al Consiglio regionale per chiedere chiarezza e certezza per quanto riguarda il sistema della formazione professionale.
Quando parliamo di questi argomenti, non dobbiamo parlare solo tra di noi ma dobbiamo cercare di convincere coloro che sono fuori da quest'aula, di essere credibili. Quando si ha difficoltà a monitorare il livello delle entrate, su una cosa non improvvisa, ma possibile, come si può essere credibili? E poi, non confondiamo il consuntivo, che deve essere preciso fino all'ultima lira, dai discorsi sulle tendenze in atto, sulla base delle quali si deve fare la scelta politica, non tecnica. Voi, in base alle vostre valutazioni politiche, delle quali rispondete, fate le vostre scelte, impostate le vostre linee. Dire allora che oggi c'è una "novità" è stato usato questo termine - un nuovo argomento di discussione, e' fuori luogo. Non ci sono interviste che tengono; questi discorsi sono spuntati fuori, forse, nei corridoi e sono stupito del fatto che in Giunta non ne abbiano mai parlato. Quando il collega Riba parlava, guardavo la Giunta davanti a me; l'unico che mi sembrava un po' preoccupato - lo dico onestamente - era il Presidente Ghigo; gli altri erano tutti sereni e tranquilli. Io, per un discorso da corridoio, sarei un po' più agitato; se fossi un Assessore cui hanno portato via il 40% dei suoi stanziamenti giusti o sbagliati, contributi a pioggia o meno, ma con i quali può dare certezza al Teatro Regio o al Teatro Stabile, mi agiterei, se non lo avessi saputo già prima. Quindi, anche su queste cose, discutiamone seriamente tra di noi, se vogliamo essere credibili e non incoscienti.
Non mi voglio dilungare sui problemi che emergeranno quando ci sarà il consuntivo. Chi ha detto di applicare il consuntivo già oggi su questo bilancio? Chi l'ha detto? Quando ci sarà il consuntivo approvato lo potremo applicare. Quindi, non fateci dire cose che non solo non ci sogniamo di dire, perché non siamo così ignoranti ed imbecilli! Diversa è quindi la scelta politica, sulla quale ritorno. E' in questo ambito che emergono le responsabilità e si gioca la propria credibilità. Io sono convinto che in quest'aula abbiamo usato - cara collega Ferrero - toni davvero inadeguati perché di fronte a quanto è stato detto stamani, i toni sono stati inadeguati. Bisognava dire qualcosa di più, magari stando attenti, ma mi auguro che quel che diciamo in aula abbia rilevanza politica, nell'uso del linguaggio, perché non vorrei che con la scusa dell'intervento politico si possa dare dello stupido a tutti, però dobbiamo ammettere che il confronto spesso avviene in questi termini.
Il dibattito per la risonanza di quella novità di questa mattina è stato inadeguato. E' stato detto: "Attacco sconsiderato e infondato.
Esiste, ma è inesistente". Questa è assoluta strumentalità. Ci sono o no queste risorse? Sono venute fuori o no? Era possibile prevederle? Sì o no? E noi diciamo, sommessamente, senza alzare tanto la voce, che era possibile prevederle e in tal modo si poteva arrivare prima alla soluzione di molti problemi.
Quando non esiste un rapporto di credibilità reciproca, quando il nostro lavoro di ore in Commissione, viene considerato ostruzionistico (...) Quanti di noi conoscevano esattamente le voci di bilancio e cosa volevano dire? Quanti Assessori conoscevano le voci di competenza e le risorse a disposizione? Sono venuti in Commissione e dovevano chiedere al loro direttore regionale se era veramente così. Questa è la realtà. E allora ti senti deriso perché fai il tuo mestiere o cerchi di farlo perché, altrimenti, mi dovete spiegare a che cosa serve il lavoro in Commissione.
E' vero, non abbiamo presentato gli emendamenti in Commissione. L'ho detto varie volte ai miei colleghi: "Prima o poi qualche Presidente di Commissione dirà: 'Colleghi, basta fare discussione. Se ci sono emendamenti si può continuare a discutere'". Ma chi l'ha fatto? Qual è stato il Presidente che sapeva e che chiedeva queste cose? Noi abbiamo presentato gli emendamenti. Il Presidente di Commissione deve fare il Presidente di Commissione. In questo Consiglio alcuni Presidenti di Commissione, anche quelli che interrompono chi parla non hanno ancora capito che il loro ruolo non è solo quello di dare la parola ai Consiglieri che la chiedono, ma di costruire il lavoro in Commissione e di contribuire a risolvere i problemi.
Molte volte, quando i Presidenti sanno fare il loro mestiere, i problemi relativi alle proposte di legge si risolvono in Commissione.
Mi rendo conto che, data l'ora, mi sto dilungando e questo non era assolutamente nelle mie intenzioni. Quindi, concludendo, noi chiediamo alla Giunta di riconquistare la sua credibilità in mezzo a tutta quella valanga di numeri, perché non mi fido più di quelli, se sono stati scelti politicamente.
Se il bilancio è una compilazione ragionieristica, con ogni probabilità, senza offesa per me, è più bravo il ragioniere Riba del professore di lettere, e quindi abbiamo risolto il problema, ma non è quello il ruolo e la funzione che dobbiamo svolgere in Consiglio regionale.
Un'ultima cosa, Consigliere Racchelli. Siccome lei solleva sempre la questione della "rottamazione" come disastro, le dico subito che, non vorrei sbagliarmi e, se sbaglio, correggetemi: forse, esclusa Rifondazione Comunista, tutti i parlamentari di tutte le forze politiche piemontesi, una volta tanto hanno trovato un accordo unitario su questo problema. Di fronte ad una richiesta così generale sfido chiunque, anche il forte governo dell'Ulivo, a porsi contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in questi giorni ho ascoltato quasi con indifferenza tutto quanto si diceva...



(Commenti dai banchi delle minoranze)



SCANDEREBECH Deodato

Sì, lo confermo, con indifferenza, fino a quando il Consigliere Riba tre o quattro giorni fa, mi ha chiamato in causa dicendo "Mi meraviglio Scanderebech! Come mai tu, quando si parla di progresso economico e sociale, quando si parla di libertà di impresa, non intervieni e invece intervieni facendo il poeta della situazione".
Ebbene, io voglio ritornare a questo punto del dibattito, il più importante per questa assemblea. Perché, cari colleghi, comunicandoci che i nemici non siamo noi, ma la disoccupazione, il declino economico, la crescente marginalità di alcune fasce di cittadini, il degrado ambientale la violenza sociale creata dal vuoto di valori e solidarietà l'indifferenza di chi ha sempre di più nei confronti di chi ha sempre di meno. Ecco, dobbiamo partire da questa analisi e non dall'analisi di tutto quanto è stata fatto oggi. E' proprio partendo da questa analisi che io mi contrappongo e quindi cerco di essere utile a questa assemblea.
Partendo da questa analisi rispondo alle precise e chiare richieste che sono state fatte nei giorni scorsi da alcuni colleghi, quali Saitta Marengo, Riba e tutti gli altri Capigruppo dell'opposizione, denunciando la mancanza di un piano di sviluppo. Ecco quindi che dobbiamo partire, ripeto da un'analisi di quello che è stato esplicitamente e giustamente richiesto da tutta l'opposizione, ossia l'analisi di sviluppo della Regione Piemonte.
Allora, o ci confrontiamo sui grandi temi per i quali siamo chiamati ad aprire un dibattito e quindi a dare il nostro contributo oppure, ripetendo quello che ho detto all'inizio, a me sembra quasi di trovarmi in un'aula di Via Tasso o in un'aula in cui si asserisce tutto e il contrario di tutto.
Partiamo quindi dal presupposto di questa specifica e importante richiesta, ossia il piano di sviluppo.
Ebbene, l'attuale Giunta è stata accusata di non aver utilizzato i 20 miliardi di consulenze per preparare un documento politico valido. E' anche vero, però, come lei stesso dice, collega Marengo, che siamo di fronte ad una trasformazione molto profonda del tessuto economico e sociale in tutto il Piemonte, a partire dall'area metropolitana, imperniata fino a ieri sullo sviluppo della monocultura industriale che ha prodotto illusioni e disperazione tra i giovani e una scarsa qualità della vita.
Tutto questo è stato bene evidenziato e riportato su La Stampa di domenica 29 marzo u.s. nell'articolo dal titolo "Fuga da Torino per una vita migliore", in cui si sottolinea che le categorie sociali maggiormente interessate sono i lavori autonomi, gli imprenditori e i disoccupati.
Dobbiamo partire da una realtà come questa per aprire un dibattito politico e portare le conclusioni ad un tavolo di concertazione costituito da tutte le forze politiche e relativi rappresentanti istituzionali.
A questo tavolo si dovranno analizzare le cause che ci hanno portato ad un simile degrado economico e sociale in tutto il Piemonte e nella città di Torino in particolare.
Premesso che è compito primario dell'opposizione proporre non emendamenti ostruzionistici, ma soluzioni alternative a quelle della maggioranza, presentando un progetto, presentando un progetto politico alternativo e chiaro in modo da poter spingere costruttivamente la maggioranza ad assumersi la responsabilità della realizzazione del programma di governo per il raggiungimento di prospettive di sviluppo e di solidarietà da parte della Regione Piemonte.
Questo elemento era stato sollevato all'inizio dell'anno da parte del Presidente Picchioni, in un certo periodo; oggi ho ascoltato il collega Montabone, il quale ha detto il contrario di quanto aveva detto il collega Picchioni in apertura dell'anno. Tengo a precisare questo punto, a mio avviso importante, il ruolo vero dell'opposizione - ma anche questo non è stato fatto.
Andiamo avanti. E' importante ricordare quanto cara sia costata la ricetta dello Stato ulivista che ci ha portato in Europa. Ieri, il collega Rosso parlava di Tony Blair, ebbene sono questi i temi sui quali ci dobbiamo confrontare e allora parliamo della ricetta.
Ricetta basata solo sulla crescita della pressione fiscale: 39,4% nel 1996; 43,3% nel 1997 (per esempio, la Spagna è al 36,6%), a sacrificio di tutto: dello sviluppo e dell'occupazione.
La spesa pubblica corrente in Inghilterra è più bassa della nostra nonostante si spenda molto per sanità, infortuni sul lavoro, famiglia collocamento e disoccupazione, cioè per il "Welfare" che vuol dire benessere sociale.
E' di questi giorni il progetto di riforma del Welfare promosso dal Governo laburista con l'obiettivo grande di dare lavoro a chi può e sicurezza a chi non può.
Liberalizzare il commercio non basta. Bisogna liberalizzare tutto il tessuto economico e non introdurre provvedimenti parziali basati sulla possibile redditività elettorale.
La prima grande occasione è rappresentata naturalmente dal varo dell'Unione Monetaria Europea che avrà nei prossimi giorni di maggio la sua prima tappa fondamentale (come diceva il collega Marengo, si spera il 3 maggio). Per il nostro Paese tale scadenza rappresenta indubbiamente una grande possibilità di crescita, ma allo stesso tempo un grosso impegno in quanto ci costringe ad una politica rigorosa per incrementare la nostra capacità di competere come industria e come nazione.
Stiamo attenti a prefigurare l'Unione Monetaria come un punto di arrivo; per noi è soprattutto un decisivo punto di partenza.
Siccome abbiamo detto che per tentare di aggiustare i conti pubblici questo Governo è intervenuto solo aumentando la pressione fiscale, molto resta ancora da fare per garantire la sostenibilità degli sforzi compiuti e per correggere l'inefficienza dell'intero Paese, venuta alla luce in modo sempre più evidente dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989.
Le vicende degli ultimi mesi, i problemi delle Ferrovie dello Stato, la protesta e la disperazione di ulivicoltori, allevatori e camionisti hanno dimostrato quanto sia ancora lunga la strada per uniformare i nostri comportamenti a quelli medi europei.
Per il sistema industriale la nuova prospettiva europea dovrebbe comportare vantaggi quantificabili in termini di stabilità, convergenza dei tassi di interesse e sviluppo del potenziale di mercato. D'altra parte venendo meno la leva del cambio, risulterà sempre più importante il ruolo di variabili come tecnologia, dinamica del costo del lavoro ed efficienza dei fattori produttivi.
E' compito quindi di tutta questa assemblea esercitare uno stretto controllo, analizzare l'andamento di queste variabili ed intervenire per migliorarne il rendimento.
Un dato deve essere certo: il carattere diretto del confronto competitivo non dovrà consentire comportamenti difformi e margini di recupero.
Su tutti questi temi il sistema industriale è da tempo impegnato dovendosi misurare quotidianamente con la concorrenza internazionale. Pi che in passato le istituzioni pubbliche centrali sono chiamate ad assecondarne lo sforzo. E' certo che il disegno di legge sulle 35 ore non va in questa direzione. Mi sono meravigliato che nessuno, in questi, giorni nessuno delle opposizioni, a parte il collega Marengo, da buon ex sindacalista, abbia tirato in ballo le 35 ore.
Una rovina per l'occupazione: le 35 ore costano care, dirottano risorse dalla retribuzione, costringono a tenere bassi i salari, discriminano i lavoratori e soprattutto minano irreparabilmente la competitività dell'impresa. E' sui quotidiani di oggi un'affermazione analoga da parte di un vostro Senatore (De Benedetti) a conferma di quanto ho detto poc'anzi.
Quasi tutti, ormai, in questi giorni riconoscono che la riduzione di orario non è la via per creare nuova occupazione.



(Commenti del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

La prego di non interrompere l'oratore.



SCANDEREBECH Deodato

Lo sai che chi ha 15 operai, per poter dare una mensilità in più per recuperare le 5 ore settimanali in meno non può competere con chi ha l'organizzazione, con chi può permettersi di fare i doppi turni, sempre nelle 35 ore? Quindi la piccola e media impresa avrà delle grosse riduzioni dal punto di vista occupazionale.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, non dialoghi con il singolo Consigliere.
Parli a tutta l'aula.



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Per le ditte con 15 operai non sono previste le 35 ore...



SCANDEREBECH Deodato

Mi meraviglio che persone come voi, che difendono il lavoro, non abbiano posto in evidenza questi grossi problemi.



(Commenti del Consigliere Papandrea fuori microfono)



PRESIDENTE

Non dialogate fra voi. Prosegua, Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Allora ripeto: in questa fase delicata è necessario salvaguardare la competitività dell'industria e l'autonomia collettiva delle parti sociali.
Mi auguro quindi che non vi siano ulteriori interferenze o comportamenti coercitivi da parte del potere politico ulivista in una materia che va demandata alla libera contrattazione.
Il 1997 è stato l'anno della scoperta della realtà dell'economia globale da parte dell'opinione pubblica, mentre per l'industria che da tempo opera sui mercati di tutto il mondo, l'anno passato ha segnato una forte accelerazione dei processi di globalizzazione, che interessa ormai non solo le grandi imprese, ma anche quelle di medie dimensioni.
Quindi, lo sviluppo piemontese deve fare i conti anche con questa prospettiva e con tutte le implicazioni che essa comporta. Personalmente penso che tutto ciò rappresenti un'opportunità da non perdere, che deve essere supportata ed aiutata, con compiti di promozione per le parti sociali e con la presenza, come veri protagonisti, degli Enti locali, al fine di individuare i temi su cui operare per convalidare la presenza internazionale delle piccole e medie imprese torinesi.
Volendo sintetizzare il problema di Torino sembra essere la mancanza di un volume di investimenti sufficiente a generare un solido rilancio dell'occupazione, soprattutto giovanile, mentre diventa sempre più difficile trovare un lavoro per gli adulti a bassa scolarità con l'accentuazione generale del rischio per la componente femminile.
Pertanto, gli investimenti - non mi riferisco solo a quelli infrastrutturali - soprattutto in prospettiva futura dovranno avere sempre più importanza e maggiore impegno nei campi della formazione, della tecnologia e della ricerca.
Rinnovo quindi il mio appello a tutta l'assemblea, a tutti i politici affinché uniscano le proprie energie nella ricerca delle soluzioni più opportune per il rilancio degli investimenti e dell'occupazione nell'area di Torino.
Non possiamo dimenticare che esiste una sostanziale frattura economico sociale fra Nord e Sud (ringrazio di questo il collega Vindigni che l'altro ieri l'ha messo in evidenza) e che l'attuale sviluppo socio-economico del Nord è dovuto anche al qualificato apporto del lavoro e dell'ingegno di moltissimi cittadini meridionali, oltreché agli investimenti di notevoli capitali pubblici da parte dello Stato post-unitario, sia per la realizzazione di infrastrutture sia per il finanziamento dello sviluppo industriale, resi possibili grazie agli introiti provenienti da una politica impositiva e fiscale enormemente penalizzante per le Regioni meridionali.
Proprio in questi giorni finalmente qualcuno (è di domenica l'articolo del Presidente Scalfaro) ha ricordato che gli imprenditori del Nord hanno investito al Sud con l'intento precostituito di creare cattedrali nel deserto e arricchimento indebito grazie alle agevolazioni fiscali e ad incentivazioni varie sia in conto capitale che in conto interessi, ai danni di un Mezzogiorno che si dibatte nella sottoccupazione ed è stato per anni terra senza legge e di scorribande economiche.
Mi viene spontaneo fare una riflessione, caro collega Picchioni: cosa ha fatto la cosiddetta e tanto evocata cultura politica per evitare tutto questo? Ecco cosa ha fatto: ha creato consociativismo e assistenzialismo parassitario! E dov'erano in quegli anni Scalfaro e Prodi, anche loro appartenenti al limbo della cultura politica? Accantoniamo ulteriori giudizi e guardiamo avanti, consapevoli che lo Statuto della Regione Piemonte all'art. 73, comma 2, prevede giustamente che la nostra istituzione, contrariamente alle tesi dell'onorevole Bossi debba attuare una politica di solidarietà rivolta non solo a superare gli squilibri territoriali, economici, sociali e culturali esistenti nel proprio ambito, ma anche allo sviluppo del Mezzogiorno.
Se tutto questo non accadrà, è auspicabile che si realizzi quanto ha scritto Thomas Jefferson, uno dei padri della libertà americana: "Credo che anche qualche ribellione ogni tanto sia necessaria alla vita politica, così come le tempeste in quella della natura".
Ma proprio mentre agitato da questa riflessione mi pongo altri interrogativi: a che cosa sono servite e cosa hanno prodotto le cinque costose conferenze generaliste delle carnevalesche parate degli Stati generali?



(Cori di disapprovazione dai banchi della minoranza)



PRESIDENTE

Questo termine lo espungiamo dal dibattito.



(Commenti di rifiuto dai banchi della minoranza)



SCANDEREBECH Deodato

Me ne assumo la responsabilità! A tal proposito cito un brano di un testo di Stefano Rodotà intitolato "Quale Stato?", con annotazioni introduttive di Diego Novelli: "Arrivavano a centinaia ogni mattina sul Treno del Sole. In una settimana venivano ammaestrati come le scimmie ed erano in grado di produrre ricchezza".
Concludo augurandomi che il lavoro culturale degli Stati generali partorisca un progetto che suggerisca ai Piemontesi come fare per creare delle scimmie già ammaestrate e produrre ricchezza per il Piemonte del futuro.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Non essendovi altre richieste di parola, il Presidente Ghigo ha facoltà di esprimere alcune valutazioni.



(Commenti del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

Abbiamo già espunto il riferimento agli Stati generali espresso dal Consigliere Scanderebech.



PAPANDREA Rocco

Lei non può far espungere certi termini! Non può censurare!



MIGLIETTI Franco

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi scusi Presidente, ma ho la parola io.



PRESIDENTE

Allora prima il Presidente, poi lei Consigliere Miglietti. Per Presidente, solo per completezza, c'era un fatto personale.



MIGLIETTI Franco

Ho chiesto la parola prima del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Quando prima avevo chiesto se c'erano ancora degli interventi, lei non ne ha fatto richiesta. Non ho comunque difficoltà - chiedo scusa al Presidente Ghigo - a far svolgere prima l'intervento a lei, anche se mi pare che fosse già intervenuto nel corso del dibattito.



MIGLIETTI Franco

Io lascio molto volentieri la parola al Presidente Ghigo perché credo ne abbia tutti i doveri, facendo salvo il mio diritto di aver chiesto la parola prima di lui. Quindi lascio la parola, perché ne ha i doveri, al Presidente Ghigo per il suo intervento.



PRESIDENTE

Per completezza: avevo inteso che il Presidente Ghigo chiudesse il dibattito. Lei era già intervenuto, se i miei appunti mi aiutano, però dato che c'è stata un'ampia tolleranza, la prego, Consigliere Miglietti, di svolgere il suo intervento. Chiedo ancora scusa al Presidente Ghigo.



MIGLIETTI Franco

La ringrazio signor Presidente e ringrazio anche il Presidente Ghigo se avrà un minuto di pazienza perché chiuderò in brevissimo tempo.
Chiedo scusa anche a coloro che mi stanno ad ascoltare e a coloro che devono redigere il resoconto stenografico perché purtroppo il mio è un italiano che proviene da Collegno e forse non è così forbito come quello di chi ha la laurea in lettere e filosofia; cercherò quindi di fare del mio meglio.
Ho riletto il mio intervento, visto che sono stato anche accusato di falso. Qualcuno si è offeso, ma non si offenda Assessore, perché se si offende mi quereli; se invece non si offende, penso che il fatto che io l'abbia accusato mettendo diversi punti interrogativi nel mio intervento (e ringrazio l'ufficio per la celerità con cui riesce a fornire i verbali) non credo di aver detto, caro Racchelli, assolutamente nulla di falso nulla! Quindi ti prego di ritirare quella parola; ho detto esclusivamente delle verità e te le dimostro. E penso di dimostrarle anche all'Assessore Burzi perché vi sono delle tecniche che possono essere del tutto legittime anche nelle previsioni di bilancio.
Io le chiedo, se è in grado di darmi una risposta, perché al capitolo 135 delle Entrate sull'accisa della benzina (partecipazione regionale al gettito dell'accisa della benzina) ha previsto un incremento fra il 1997 e il 1998 di 38 miliardi. Non credo assolutamente che lei abbia documenti acclarati e fiscalmente rilevanti che le permettano, al mese di novembre del 1997, di trovare 38 miliardi di risorse dall'accisa della benzina.
Quindi sicuramente l'ha fatta in previsione, come era suo dovere fare e com'era da parte della Giunta fare.
Mi chiedo come si possa sostenere, come ha sostenuto il Consigliere Racchelli, che dato che non vi è il consuntivo del gettito dell'imposta di circolazione (non tassa di circolazione, ma tassa di possesso per cui chi ha una macchina già demolita, però tiene le targhe nel baule dell'altra auto, ne paga il bollo anche anni dopo, perché è stata trasformata in tassa di possesso), non è stato possibile fare una previsione di bilancio. Tutto quello che ho sostenuto questa mattina era sotto l'ipotesi del "se": se il Presidente della Giunta sapeva, se l'Assessore Burzi era a conoscenza, e quindi se era a conoscenza e aveva documenti tali da poterlo comprovare ha occultato. Ritiro la parola "occultato" perché mi pare più simpatico e anche perché non condivido le motivazioni che ha dato il Capogruppo Chiezzi sulla parola "occultato" e quindi sarebbe stravolto il mio pensiero, ma dico che è stato reticente nel comunicare dati in suo possesso e probabilmente a conoscenza del Presidente e della stessa Giunta in data 17 marzo, quando avete presentato gli emendamenti.
Mi è del tutto oscuro il perché nel distribuire gli emendamenti il 17 marzo non sia stato previsto un emendamento in entrata, come ha fatto invece per quanto lei aveva recepito da una possibile deliberazione - forse non era ancora stata neanche deliberata dal CIPE - per i 70 miliardi per l'agricoltura, non abbia pensato di comunicarci anche i 60 miliardi del gettito maggiore da parte dell'imposta sul bollo.
Io pongo sempre sotto il profilo dell'ipotesi il perché, se vi è una conoscenza di 60 miliardi in più per il 1997, non sono stati previsti almeno 40 miliardi per il 1998.
Per correttezza di rapporti io credo che avrebbe dovuto essere così leader di acclarazione di poste di entrata al bilancio. Ma questo sta nella facoltà di ognuno di comportarsi come meglio crede, anche perché le poste di bilancio che sono iscritte sul capitolo 060, per quanto riguarda la tassa di possesso delle auto, sono riportate esattamente con la stessa cifra del consuntivo 1996. Ce l'ho qui, Assessore Burzi, se vuole gliela fornisco immediatamente, la stessa cifra del consuntivo 1996; quindi vuol dire che è stata sottovalutata e sarebbe molto più semplice che ci fosse una dichiarazione in tal senso, rassicurerebbe di più il Consiglio, almeno sotto il profilo dei rapporti se non sotto il profilo dei risvolti politici.
La Consigliera Caterina Ferrero, nel suo intervento - devo dire che lei emana sempre simpatia, anche quando si pone in termini forti nelle enunciazioni che fa a questo Consiglio - mi ha fatto pensare a cosa potevo vedere alle spalle di questa Giunta e ho pensato che ci fosse il Generale Patton con tutta la sua armata d'Africa e d'Europa. Io ho fatto una considerazione che era ben diversa da questo.
Bisogna anche che la maggioranza, per bocca dei propri Capigruppo quando si pronuncia non forzi troppo, come se dietro ci fosse Patton con le sue armate, perché alla fine dei conti i conti non tornano.
Non intervengo, Consigliere Scanderebech, sul suo intervento; pensavo che lei stesse parlando a un seminario di economia, ma vede, vi è una dicotomia fra alcuni suoi pronunciamenti e alcune sue conclusioni, perch per metà del suo intervento pensavo che facesse parte della minoranza e per metà mi era assolutamente inspiegabile capire le ragioni per cui lei appartiene alla maggioranza.
Anche quando si fanno le dichiarazioni ad un convegno di economia bisogna almeno essere coerenti con l'inizio dell'intervento e la chiusura dell'intervento, altrimenti non so più da che parte girarmi, non so se devo rimanere qui, se devo spostarmi di là, se devo cambiare tessera; perdo la bussola, ma dato che la bussola a casa mia segna il nord sempre da quella parte qui lei non può costringermi a perdere la bussola.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Per iniziare il mio intervento stemperando, l'altro giorno avevo ripreso il Consigliere Miglietti per l'imprecisione sull'Oscar a "L'Armata Brancaleone", un film di Monicelli, ma anche il paragone su Patton...
Mi risulta che in Africa ci fossero Montgomery e Rommel. Patton era forse in Europa, ma comunque il senso era chiaro.
Troviamoci e giochiamo a Risiko, una serata.
Era per dare l'abbrivio a questo intervento che naturalmente ho intenzione di svolgere in maniera articolata e mi auguro esaustiva e con alcune risposte che non mi illudo possano soddisfare l'opposizione, o le considerazioni che l'opposizione ha fatto in quest'aula, ma possano se non altro rappresentare un elemento di riflessione per intraprendere un percorso.
Prima di tutto vorrei partire dalle considerazioni fatte sul bilancio e dagli interventi di stamattina. Non entro nel merito dei toni e dei sostantivi che sono stati usati in questi interventi, perché credo che sia già stato detto tutto, ma voglio semplicemente sottolineare che naturalmente la Giunta era perfettamente a conoscenza dei fatti, perciò il Presidente Ghigo ha le stesse identiche responsabilità dell'Assessore Burzi, come tutti gli Assessori componenti la Giunta. In definitiva il motivo semplicistico che ha portato alla certificazione o alla conoscenza di queste risorse finanziarie è dovuto al fatto, se lo si vuole leggere in maniera disincantata e semplice, che la discussione del bilancio è in itinere; è stato chiamato un bilancio "man mano" e di conseguenza queste risorse sono emerse nell'ambito della discussione del bilancio.
D'altro canto vorrei anche ricordare che queste cifre non sono state chiaramente occultate, ma credo che questo sia stato ampiamente appurato e già cancellato dalla mente di chi ha voluto lanciare questa provocazione perché queste cifre, di fatto già nella lettura del bilancio che abbiamo in discussione, erano implicite in alcuni capitoli che, come qualcuno ricordava stamattina, sono stati iscritti a cifre inferiori. Lo ricordava il Consigliere Montabone, che non sempre ascolto, ma qualche volta ascolto che diceva che queste cifre sono state inserite al 50% dello stanziamento dell'anno precedente.
Voglio anche fare degli esempi: quando è emersa la polemica sui quotidiani in relazione alla cultura, quando sul bilancio non compaiono gli stanziamenti per il Regio, per lo Stabile, per Rivoli, per Grinzane Cavour e, discorso a parte, si prevede invece la formazione professionale, che sono i temi sui quali è emersa una più ampia considerazione, anche all'esterno di questo Consiglio, questa è stata una scelta.
Quando si dice che non sono state fatte scelte di carattere politico, è stata una scelta: non inserire immediatamente risorse, in previsione di un assestamento, secondo un impegno specifico che era stato assunto in Giunta nella valutazione di tutti gli Assessori di mettere risorse inferiori rispetto all'anno precedente. Sarebbero state messe nella fase di assestamento.
La fase di assestamento di fatto è stata anticipata, tecnicamente è stato spiegato bene dall'Assessore Burzi che, in realtà, non è ancora certo che questi soldi ci siano e non è detto quanti ce ne siamo.
Noi abbiamo semplicemente scelto. In relazione alle considerazioni che stava facendo adesso il Consigliere Miglietti, "ma potevate iscrivere una parte di queste previsioni, perché storicamente queste previsioni nel corso degli anni si ripetevano", bene questa è una scelta che noi non abbiamo fatto.
Chiaramente nell'ambito della Giunta abbiamo assunto degli impegni che andassero a coprire le scelte politiche che in ogni singolo settore avevamo deciso di fare, confutabili o meno, discutibili o meno, ma comunque, quando si sostiene che scelte non ve ne sono state, si sostiene una cosa non vera si può sostenere che sono state fatte scelte sbagliate, ma non che non sono state fatte delle scelte.
Noi abbiamo fatto queste scelte offrendo garanzie nell'ottica di una previsione che sapevamo essere in itinere. Sapevamo che comunque nell'assestamento ci sarebbero state risorse, ma non sapevamo ancora quante risorse, tanto è vero che l'Assessore Leo ha avuto l'autorizzazione, da parte di questa Giunta, di configurare degli impegni nella seconda parte dell'anno. Impegni, oltretutto, tecnicamente possibili: in realtà i contributi al Teatro Regio e al Teatro Stabile li possiamo dare a partire da luglio, perché il primo semestre, per un meccanismo a scavalco, è ancora coperto per quanto concerne i finanziamenti.
In sostanza, mi sono permesso di fare queste considerazioni perch volevo, al di là della veemenza e dell'articolazione che il dibattito ha avuto su questo tema, fare alcune precisazioni. Prima di tutto, la Giunta era assolutamente a conoscenza; all'interno questo dibattito è stato lungo e articolato; e sono state fatte delle scelte. Il fatto che queste risorse siano emerse oggi, quando stiamo discutendo con un ritardo, come qualcuno potrà dire, imputabile alla maggioranza, ma qualcun altro all'opposizione comunque con un ritardo di discussione di questo bilancio, dimostra che oggi sono certificate perché ieri sera abbiamo assunto una delibera che prende in considerazione il consuntivo del 1997; di conseguenza abbiamo più certezze; oltretutto - Assessore, mi corregga se sbaglio - è il Consiglio che deve approvare una legge di assestamento su un consuntivo del 1997.
Quindi, da un atteggiamento di prudenza e di trasparenza e chiarezza, si arriva a uno sconvolgimento di 360 gradi, ad una posizione che questa Giunta, forse con un eccessivo entusiasmo, ha assunto, ma legittimamente perché su questo percorso si possono fare delle considerazioni politiche dicendo che è sbagliato o è giusto, che bisognava forse avere il coraggio di iscrivere 40 miliardi in previsione di un consolidato o di un percorso statistico, ma comunque è stata una scelta non inserirli perché abbiamo deciso che lo avremmo fatto nel momento in cui eravamo certi che questi soldi ci fossero. Anche perché, nell'ambito di questa certezza di previsione, abbiamo delle altre incertezze sui trasferimenti che ci possono venire o meno da parte dello Stato. Questa è una considerazione che volevo fare per dire che questa scelta, ampiamente e negativamente giudicata negli interventi che ho sentito in aula, può essere contestata solamente dal punto di vista politico. Nel senso che è una scelta che voi definite sbagliata, ma noi riteniamo che, nell'interesse della collettività, questi soldi non li abbiamo occultati o nascosti; semplicemente, invece di darli adesso, rientrano nell'approvazione di questo bilancio e li assegneremo nell'assestamento. Non togliendo nulla a nessuno, perché la Giunta ha delineato la politica e le previsioni di investimento in fase di discussione, demandando solo ad una fase successiva la reperibilità delle risorse, per essere certo di averle. D'altro canto, vorrei anche dire che nei confronti del problema della formazione professionale, l'impegno della Giunta è stato immediatamente quello di affermare che avremmo assegnato le stesse risorse dell'anno precedente. Questo avviene sistematicamente perché, come ricorderete, era stato detto che queste risorse sarebbero state reperite nell'assestamento di bilancio. Perciò, in un certo senso già la scorsa settimana si poteva presupporre che nell'assestamento noi pensavamo di utilizzare ulteriori risorse, come, d'altro canto, è avvenuto esattamente e sistematicamente tutti gli anni. La differenza è che negli anni precedenti noi prima approvavamo il bilancio, mentre l'assestamento dopo. Quest'anno, emerge una situazione di criticità semplicemente per il contemporaneo verificarsi del consuntivo del 1997 e del possibile assestamento del 1998.
Chiudo questo argomento per passare, invece, a quello successivo, che riguarda il percorso dell'approvazione del bilancio in quest'aula. Apprezzo certamente lo sforzo che alcuni componenti dell'opposizione hanno voluto esprimere identificando dei percorsi e delle proposte sfaccettate, nel senso che ho sentito proposte chiare, identificate in punti; ho sentito proposte perentorie, che implicano e condizionano il passaggio del bilancio a fronte di una decisione politica che questa Giunta dovrebbe assumere.
Voglio in questo senso ringraziare tutti i Consiglieri dell'opposizione che hanno fatto questo sforzo nel tentare di identificare un percorso. Credo che occorra - come credo fosse vostra intenzione voler dare un contributo a questa maggioranza e a questa Giunta - assumere una proposta. Noi oggi abbiamo ascoltato, abbiamo - torno a ripeterlo - apprezzato lo sforzo creativo e di contributo propositivo alla soluzione di questo percorso di approvazione del bilancio; devo naturalmente prenderne atto insieme alla mia maggioranza e alla mia Giunta, e valutare l'insieme delle proposte che abbiamo ascoltato in quest'aula. Non mi sento di poter dare immediatamente una risposta, ma ritengo che il dibattito di oggi presupponga un approfondimento, una valutazione, una discussione all'interno della mia maggioranza e della mia Giunta, nel tentativo di elaborare un'ipotesi di soluzione che sia - permettetemelo, ma credo che i vostri interventi fossero anche in questa direzione - prima di tutto condivisa dalla maggioranza e dalla Giunta, per avvicinarci, come mi auguro, alle posizioni dell'opposizione.
Voglio ancora fare un inciso, se me lo permettete: questo mio discorso non vuole naturalmente essere paleodoroteo. Ricordo quando, in maniera simpatica, il Consigliere Cavaliere mi regalò un'immagine di Santa Dorotea all'inizio di questa legislatura, un'immagine che io ancora conservo. Non so se ho qualche gene doroteo, non ne ho idea; onestamente, non vengo da una scuola politica o da una cultura politica - questo probabilmente si vede e si nota - e di conseguenza non posso obiettivamente identificarmi in un riferimento che, per quanto sia superficiale sia la mia cultura e la mia conoscenza, non mi disonora sicuramente.
E' bene sottolineare, da parte mia, che non si tratta di doroteismo o di mancanza di voglia di prendere decisioni; sicuramente, il momento delle decisioni è venuto, su questo non c'è ombra di dubbio. Le decisioni vanno prese e io credo che occorra un atteggiamento responsabile e costruttivo da parte del sottoscritto, della sua maggioranza e della sua Giunta, perch respingo il gioco sottile che qualcuno fa nel tentativo di disgregare questa maggioranza e di mettere un soggetto contro l'altro, come d'altro canto ricordava la Consigliera Ferrero, dicendo: "Ma il vero obiettivo qual è? Questa mattina il vero obiettivo era l'Assessore Burzi, ma si parla a nuora perché suocera intenda?". A parte che, vi posso garantire, io ho una suocera che è leggermente meno antipatica dell'Assessore Burzi!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

CAVALIERE



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La suocera era lei, Presidente!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La suocera ero io, sì, l'ho capito bene, il proverbio ha quel senso! Un giorno si chiedano le dimissioni del Presidente Ghigo, un giorno si chiedano le dimissioni dell'Assessore Burzi, forse si chiedono le dimissioni dell'Assessore Burzi perché il Presidente Ghigo le dia.
Allora, obiettivamente, ho detto che è arrivato il momento delle decisioni, delle riflessioni. Riflessioni che devo fare esclusivamente con la mia maggioranza e con la mia Giunta.
Credo anche che - permettetemi questa considerazione finale del mio intervento - questi lanci e queste provocazioni debbano, in un rapporto costruttivo come molte volte questa opposizione ha saputo rappresentare in quest'aula, terminare. Perché, obiettivamente, questa maggioranza c'è; ha la necessità al suo interno di fare delle considerazioni, ma questo è quello che mi sento di raccogliere dal dibattito di oggi e non invece provocazioni che vanno nella direzione o che pensano di poter portare ad una disgregazione ed una non compattezza di questa maggioranza.
Questo ci tenevo a dirlo.
Ringrazio per le sollecitazioni, che valuterò insieme alla mia maggioranza.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Credo sia opportuno, dopo l'intervento del Presidente Ghigo, anche per calendarizzare i lavori dei prossimi giorni, convocare una riunione dei Capigruppo. Vi chiedo di convocare la riunione per le ore 17.30 in quanto credo sia opportuno che i Gruppi abbiano quindici minuti di riflessione.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

E' troppo importante quello che ha detto il Presidente Ghigo: ci sarà una decisione politica e vorrei viverla in diretta. Chiedo si mantenga la convocazione del Consiglio di domani e che il Presidente Ghigo dica all'intera assemblea, che cosa ha pensato. Non possiamo ridurci ad una conventicola su questo argomento.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Certo che lo dirò, però credo che, se il Consigliere Gatti permette, i tempi dovremmo stabilirli noi. Si tratta di una decisione piuttosto importante, quindi il percorso da seguire dovremmo deciderlo in una Conferenza dei Capigruppo: penso che questo sia il minimo che la maggioranza possa pretendere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente. Sulla proposta del Presidente Deorsola di convocare adesso o fra mezz'ora una conferenza dei Capigruppo esprimo la seguente opinione: non ci sono le condizioni per convocare un conferenza dei Capigruppo. Di cosa si deve discutere nella conferenza dei Capigruppo? La situazione, dopo l'intervento del Presidente Ghigo, è chiara.
Infatti lui stesso dice: fermiamoci, devo consultare la mia maggioranza; ho sentito tutti gli argomenti che in questi giorni avete esposto, li valuter anche sfaccettati; comunque li voglio prendere in considerazione rifletterò insieme alla mia maggioranza e poi vi dirò.
A questo punto ci si ferma. Questa è una sorta di inizio virtuale della crisi, chiamatela come volete, ma è l'inizio della crisi.
Se è così, di che cosa si discute in sede di conferenza dei Capigruppo? Forse il calendario dei lavori? Ma il calendario dei lavori c'è, domani infatti, è convocato il Consiglio.
Domani è convocato il Consiglio, se non viene annullata questa convocazione, noi ci presenteremo in aula; se ci sarà il Presidente della Giunta e ci dirà delle cose, bene, se non si presenterà scioglieremo il Consiglio. Non mi sembra ci siano degli argomenti da discutere nella conferenza dei Capigruppo, a meno che il Presidente Ghigo non voglia, nella sede non pubblica dei Capigruppo, cominciare il discorso che crede, ma noi a quel discorso non parteciperemo. La crisi si apre pubblicamente, si discuta e si risolva in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Il collega Gatti credo abbia posto una questione non soltanto di sofferenza di qualche Consigliere che partecipa ormai stancamente a questo dibattito, ma ha indicato anche una questione di carattere politico. Credo che la dichiarazione del Presidente, finalmente una presa di posizione politica molto garbata, com'è nel suo stile, ha in qualche maniera sancito la necessità di una profonda riflessione all'interno della maggioranza in occasione del bilancio. Quindi credo che questa iniziativa, come è stata annunciata per forza di cose, per essere una riflessione seria, utile per il confronto e per lo sviluppo politico del dibattito qui in aula richieda, innanzitutto, che il Consiglio - mi pare naturale - venga sospeso e la riunione dei Capigruppo venga rinviata a quando la decisione avrà assunto una determinazione precisa su cosa intende fare. In quanto se la posizione della maggioranza è quella articolata e sfaccettata, in certi momenti di basso profilo che abbiamo ascoltato in alcuni interventi, credo che diventi anche difficile confrontarsi. Per cui suggerisco al Presidente Deorsola di non convocare la riunione dei Capigruppo ora, soprassediamo, il Consiglio viene sospeso, quando la maggioranza avrà deciso che posizione assumere sulle questioni politiche sollevate, si potrà riaprire il confronto politico e passare al bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Grazie Presidente. Apprezzo che a conclusione di questa giornata particolarmente intensa, significativa e di grande rilevanza politica, si sia giunti alla richiesta di chiarimenti su determinate situazioni.
Innanzitutto occorre prendere prende atto - credo - che non si pu proseguire la discussione su questo bilancio in presenza di poste di carattere determinante che sono state inserite e che debbano essere inserite al di là dei termini che si possono utilizzare. Per cui questo è un bilancio che, dal punto di vista tecnico, la Giunta dovrebbe riadottare e riproporre nella sede della Commissione ed, eventualmente, se passa quel vaglio, ritrasmetterlo al Consiglio.
Questa è una procedura che sarebbe in ogni caso inevitabile, non passibile di una valutazione, di qualsiasi ordine, da parte dei Capigruppo.
Ha ragione il Consigliere Gatti a dire, rispetto a problemi di questa rilevanza, che è necessaria la partecipazione diretta dell'assemblea nel suo insieme.
Mi pare utile che il Presidente Ghigo abbia accolto, acquisito che c'è un passaggio politico a questo punto imprescindibile. E' apprezzabile che abbia deciso di affrontarlo, Questo costituisce un elemento di chiarezza peraltro da noi considerato inevitabile, come più volte riproposto dall'inizio della discussione e dallo stesso collega e compagno Marengo con assoluta chiarezza nell'intervento di stamattina, così come dal Consigliere Foco.
Credo dunque, Presidente Deorsola, che a questo punto il Consiglio abbia esaurito la funzione delle sedute per il quale era stato convocato sul bilancio occorrerà ritornare con altra impostazione. Il Presidente ha annunciato di assumersi il passaggio politico pur non ritenendo possibile compierlo entro domani mattina - fatto assolutamente accettabile: si tratta di questione rientrante nei suoi rapporti con la Giunta regionale, con la maggioranza. Il Consiglio può essere riconvocato, eventualmente con una riunione preliminare della Conferenza dei Capigruppo, per l'impostazione tecnica, quando saranno risolte le due esigenze premesse.
Penso che la seduta possa essere sciolta, non potendosi discutere altro, per essere riconvocata quando saremo in condizione di affrontare il passaggio politico considerato possibile ed assunto da parte del Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



PRESIDENTE

GALLARINI



PRESIDENTE

Signor Presidente e colleghi, relativamente alla convocazione della Conferenza dei Capigruppo, valuti il Presidente Deorsola, alla luce dei lavori del Consiglio regionale.
Per quanto riguarda le dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale - per quanto non penso occorra una mia interpretazione - credo vadano scomposte in due parti. La prima è sicuramente relativa alla discussione sul bilancio, emersa oggi dalle sue stesse osservazioni: "Vorrei, alla luce di quanto pervenuto in Consiglio attraverso suggerimenti e critiche, fare il punto della situazione con la mia maggioranza e la mia Giunta; in tal senso, mi riservo ulteriori valutazioni". Questo per quanto relativo alla questione del bilancio.
Per quanto riguarda la questione politica, mi sembra si sia ribadito quanto già detto in un passaggio del Consiglio regionale del 2 febbraio; si disse che relativamente al completamento della Giunta regionale e alla questione politica più generale, ci saremmo riservati valutazioni successive all'approvazione del bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Avendo anch'io colto interpretazioni non corrette del mio intervento assolutamente non nella mia volontà, chiarisco che l'interpretazione corretta del mio intervento è quella che ha dato il Capogruppo Gallarini.
Le considerazioni che ritengo di dover far con la mia Giunta e la maggioranza sono in relazione al bilancio. Non ho detto altro; anche in ordine alle decisioni di carattere politico mi riferivo al bilancio naturalmente. Tengo a risottolineare che l'interpretazione autentica di quanto ho detto l'ha data il Capogruppo Gallarini.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Bene, abbiamo adesso anche l'interpretazione autentica di quanto voleva intendere, dal punto di vista politico, il Presidente della Giunta regionale; opportuna, peraltro - lo dico senza alcuna ironia.
Mi sembra, Presidente Deorsola, che la situazione, almeno dal punto di vista procedurale, abbia uno snodo molto, molto semplice: nel mezzo di una discussione sul bilancio, il Presidente della Giunta regionale si alza in piedi e dice: "Ho sentito le minoranze; a questo punto, anche in relazione a quanto hanno detto, pur con le loro sfaccettature, ritengo di dovermi esclusivamente - il Presidente ha usato quest'espressione - confrontare con la mia maggioranza e con l'esecutivo. Pertanto, ritengo sia giunto - questo l'elemento importante - il momento di una valutazione politica della situazione".



(Considerazioni fuori microfono del Consigliere Picchioni: "Ha detto che era giunto il momento delle 'decisioni'. E' un termine diverso". SPAGNUOLO Carla )



SPAGNUOLO Carla

Devo dire che ho ascoltato con attenzione le dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale; io stessa avevo colto un'ipotesi di esigenza di valutazioni di carattere politico. Poi, c'è stata una correzione.
Comunque, come già dicevo nell'intervento precedente, la Giunta ci dica cosa intende fare, sia sul bilancio sia su altre questioni. A questo punto credo siano abbastanza chiare le posizioni espresse, sia dal punto di vista della maggioranza sia dal punto di vista delle opposizioni.
Siamo in un momento abbastanza preciso, la discussione del bilancio; il Presidente della Giunta ha chiesto un momento di fermo per confrontarsi con la sua Giunta e con la sua maggioranza. Lo ha chiesto in Consiglio e al Consiglio; il Consiglio si ferma: quando il Presidente della Giunta regionale riterrà di aver assunto proprie decisioni e di doverle ripresentare all'aula ci ripresenteremo in Consiglio. Non credo ci siano altri percorsi; non capisco il motivo di una riunione della Conferenza dei Capigruppo per decidere di riunirci domani o dopodomani.
Il Presidente della Giunta regionale comunicherà al Presidente del Consiglio quando ci saranno le condizioni per riprendere le nostre sedute.
Desidero aggiungere un'ultima cosa, questa sì di carattere politico: la situazione è talmente complessa e articolata che è bene che sia il Consiglio, nella sua completezza, ad ascoltare le posizioni del Presidente della Giunta regionale, e che ogni Consigliere decida e si attesti rispetto alle decisioni politiche, di carattere generale nonché attinenti al bilancio, che il Presidente Ghigo vorrà comunicare all'aula.
E' chiara l'ampiezza del dibattito, che riguarda sia i Consiglieri di maggioranza sia quelli di minoranza: tutto ciò che riusciamo a fare dentro quest'aula va nella direzione di semplificare le scelte e non, certamente in quella opposta.
Anche noi riteniamo che convocare in questo momento una Conferenza dei Capigruppo dal punto di vista politico, visto come il Presidente della Giunta regionale ha posto il problema, non abbia alcuna utilità.
Indubbiamente, è compito del Presidente del Consiglio regionale valutare se ritiene di convocare una Conferenza dei Capigruppo, anche alla luce delle nostre osservazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Presidente e colleghi, anch'io non intendo interpretare le parole del Presidente; mi sono però appuntato tre frasi espresse dallo stesso: "Voglio valutare l'insieme delle proposte, assieme alla mia maggioranza e alla mia Giunta; sono state fatte delle proposte che indicano percorsi sfaccettati è venuto il momento delle decisioni.
Io non le voglio interpretare, le lascio così, come è stato detto credo che queste tre cose - riassunte, ovviamente, non voglio tirarla per le lunghe - siano un fatto nuovo in quest'aula.
Non riesco a capire cosa c'entri in questo momento la riunione dei Capigruppo, che altro non potrebbe decidere se non i tempi che ci vogliamo dare in questo Consiglio regionale.
Non è stato detto quali sono i tempi delle decisioni; credo che la valutazione dell'insieme delle proposte non possa essere fatta in questo momento, tanto meno vogliamo mettere fretta.
Quindi, il Presidente del Consiglio, quando avrà indicazioni dal Presidente della Giunta sulle proposizioni di questi fatti nuovi che la maggioranza, la Giunta, il Presidente intendono portare in quest'aula, ce lo farà sapere e noi saremo pronti a discuterli.
C'è ancora un fatto. Qualora il Presidente del Consiglio ritenesse di sospendere la seduta (non so perché e non lo capisco), noi ci vedremo inevitabilmente costretti a dover ricontinuare il lavoro che abbiamo fatto fino a ieri sera, perché fino a quando non ci saranno quei fatti nuovi credo sia impossibile fare diversamente.
Con un aggravante in più: che non sappiamo dove la Giunta intenda andare a localizzare - tanto per metterla di nuovo sul piano del bilancio quei 68 miliardi che, nel frattempo, sono saltati fuori dal cilindro.
Ci permettiamo quindi soltanto di dire: il Presidente del Consiglio faccia pure la riunione dei Capigruppo, ma se è per questi motivi che intende chiamarci, a noi sembra assolutamente inutile.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, desidero precisare che la riunione dei Capigruppo mi sembra opportuna per la calendarizzazione dei lavori, non fosse altro che per prendere o meno atto dell'opportunità di continuare questa sera.
Io ho molti dubbi che sia utile, perciò...



RIBA Lido

La riunione dei Capigruppo la convochi a domicilio, appena ha qualche elemento.



(Commenti della Consigliera Spagnuolo)



PRESIDENTE

E' per la calendarizzazione, perché domani è prevista una riunione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Scusi, Presidente, ma il modo con il quale lei sta cercando di concludere è un po' troppo politico - mi permetta - come Presidente di Consiglio regionale. Mi permetta questa nota.
Non siamo stati noi a chiedere questa interruzione. Il Presidente della Giunta regionale si è alzato in piedi e ha detto: "Ritengo di dover avere dopo aver sentito tutte le forze politiche, una battuta d'arresto per fare delle scelte. Comunicherò poi al Consiglio, perché questo è tempo di scelte, le scelte della Giunta regionale".
Non siamo dunque noi che abbiamo chiesto l'interruzione di questo Consiglio.
Noi abbiamo posto dei problemi politici; il Presidente della Giunta dice che questi problemi politici devono trovare una loro risposta. La Conferenza dei Capigruppo è, oggettivamente, un di più, e non so che cosa possa decidere se noi non conosciamo le decisioni e i tempi che il Presidente della Giunta regionale ritiene di dover avere.
Può darsi che il Presidente della Giunta regionale ritenga di dover avere mezza giornata; può darsi che il Presidente della Giunta regionale abbia bisogno, magari a fronte di situazioni non così lineari nemmeno nella sua maggioranza, di mezza settimana.
A questo punto, se lei convocherà la Conferenza dei Presidenti, lo farà per una sua scelta - mi permetta - legittima, per carità, ma non per una conclusione obbligata dei lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

Io non ho difficoltà a dire a tutta l'assemblea quello che avrei detto nella Conferenza dei Capigruppo, cioè la mia proposta è di non continuare oggi nell'esame del bilancio e di non effettuare domani il Consiglio.
Possiamo invece convocare, domani, eventualmente nel primo pomeriggio una Conferenza dei Capigruppo, se ci saranno dei fatti nuovi, per la calendarizzazione successiva. Domani convocheremo i Capigruppo.
Quindi, domani non è prevista la riunione del Consiglio - questo è un fatto - per cui dobbiamo "sconvocarla". Credevo fosse opportuna la presenza dei Capigruppo, ma tutta l'assemblea è rafforzativa di questa cosa.
Domani, direi a mezzogiorno, possiamo convocare i Capigruppo.



CHIEZZI Giuseppe

Perché, siamo sicuri che c'è una risposta del Presidente?



PRESIDENTE

Rettifico. La Conferenza dei Capigruppo è convocata per giovedì alle ore 10.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,27)



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