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Dettaglio seduta n.225 del 26/03/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
25 Consiglieri anziché 28 (sono in congedo n. 5 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 10,17 riprende alle ore 10,50)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Benso, Botta, Farassino Ferrero.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per porre due questioni.
La prima è sulla sua comunicazione della richiesta di congedo per alcuni colleghi, che mi sembra non siano presenti e che abbiano chiesto un congedo. La questione se un collega che è presente stamattina possa essere messo in congedo ad esempio fra mezz'ora è stata risolta? Perché questo determina il comportamento di tutti noi, cioè se io adesso volessi, dopo aver firmato, essere messo in congedo, lei autorizza questa mia messa in congedo? Io potrei avere degli impegni.



PRESIDENTE

Su questo problema, rispondendo ieri alla Consigliera Spagnuolo, ho detto che avrei chiesto agli Uffici di informarmi sulla prassi e mi sono impegnato in questo senso. Ho chiesto agli Uffici di preparare una memoria non c'è stata però temporalmente la possibilità di prepararla perch l'impegno è stato preso ieri pomeriggio e i nostri lavori sono andati avanti fino ad ora in cui gli uffici avrebbero già dovuto essere chiusi e siamo alla ripresa del mattino. Continuiamo comunque con la prassi consolidata.



CHIEZZI Giuseppe

E cioè?



PRESIDENTE

Quella che mi è stata riferita ieri dagli uffici, cioè che sia possibile un congedo per una parte sola della giornata.



CHIEZZI Giuseppe

Quindi se qualcuno di noi fra qualche minuto chiede di essere messo in congedo lei lo mette in congedo? E' così?



PRESIDENTE

Io chiedo agli Uffici di comportarsi come si sono sempre comportati.



CHIEZZI Giuseppe

La seconda cosa che volevo chiederle era, per cortesia, di verificare il numero legale.



PRESIDENTE

Mi apprestavo a farlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

In attesa della verifica del numero legale, Presidente, io chiedo che sulla questione dei congedi perlomeno venga applicato, in una fase transitoria di non definizione, il congedo per sezioni mattutine e pomeridiane, perché non è possibile, io credo, mettersi in congedo nell'arco della sessione mattutina; credo invece atto di buon senso considerare che un Consigliere possa essere impegnato il pomeriggio ed essere in congedo per il mattino, o viceversa, ma non essere simultaneamente presente o in congedo durante la stessa sessione. Essere legalmente presenti per una parte della mattinata ed essere messi in congedo per il resto del mattino e per il pomeriggio mi sembra quasi una forzatura. Chiedo che venga applicata in via transitoria questa definizione del congedo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Sempre su questo argomento, Presidente, io non mi permetto di dirle come decidere. Quando lei ci comunicherà una decisione eventualmente la valuteremo e la commenteremo, come è nostro diritto, ma non ritengo di dover anticipare nessuna posizione. Le chiederei soltanto, considerato che questa fase di dibattito di bilancio non si preannuncia brevissima ed è delicata anche sotto il profilo della presenza o meno del numero legale, di volerci dare, per cortesia, entro un determinato termine questa comunicazione.



PRESIDENTE

Desidero rileggere, per me stesso e per chi non ne avesse conoscenza l'art. 53: "Il Consigliere che abbia comunicato alla Presidenza l'impossibilità a partecipare ad una seduta del Consiglio, per ragioni di salute o altri motivi personali o per cause dipendenti dal proprio ufficio di componente la Giunta, o per assolvere ad incarichi affidatigli dal Consiglio, dalla Giunta o dalle Commissioni, viene considerato in congedo salva diversa motivata determinazione dell'Ufficio di Presidenza da comunicarsi all'interessato. Per gli Assessori, la comunicazione dell'assenza pu essere fatta dal Presidente della Giunta.
2. L'elenco dei Consiglieri in congedo è affisso nell'Aula".
Io credo che per garantire una serietà assoluta e una trasparenza anche nella formazione del numero legale ecc., per la seduta odierna che avevamo prospettato lunga in sede di Conferenza dei Capigruppo, convenga individuare un momento di sospensione. Adesso sono le 11, potremmo articolare i nostri lavori fino alle 13,30, iniziare alle 14,30, tenere una seduta pomeridiana fino alle 19 e riprendere poi dalle 20 fino alle 22,30/23, a seconda del punto in cui ci si troverà. E conseguentemente ipotizzare di limitare la possibilità di essere considerati in congedo durante una di queste tre sessioni, nel senso di escludere la possibilità di potersi mettere in congedo una volta che la seduta sia già in corso.
Individuare tre sedute, sostanzialmente tre sessioni di Consiglio nell'arco di una stessa giornata, di modo che chi sceglie di essere in congedo deve continuare ad esserlo per tutta la durata di una singola sessione. Credo che sia una prima determinazione.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie Presidente. Io credo che l'impostazione che lei ha dato per i nostri lavori, al di là del problema del congedo dei Consiglieri, sia corretta. Peraltro tutti i Capigruppo ieri avevano già dato la disponibilità al proseguimento dei lavori fino alle 22/22,30; credo per che sia altrettanto corretto dire che tutti i Consiglieri devono dare questa disponibilità, non solo quelli che sono in aula, perché va benissimo che si prevedano delle sedute anche notturne, ma le sedute notturne vanno previste quando si possono a tempo debito iniziare i lavori mattutini altrimenti non ha senso lavorare di notte se di giorno, quando siamo convocati non riusciamo ad iniziare quasi mai prima di mezzogiorno i lavori del Consiglio. Parecchi Capigruppo di maggioranza, ma anche gli Assessori che sono intervenuti, convengono sul fatto che l'inizio dei lavori del Consiglio regionale debba essere garantito in tempo utile, proprio per una questione di democrazia, soprattutto dai colleghi della maggioranza. Noi abbiamo assistito ieri a una sospensione del Consiglio a più riprese, la prima volta mezz'ora, un'altra volta un'ora, un'altra volta due ore, sempre a causa della mancanza del numero legale. Si prevedano pure le sedute notturne, e mi sembra corretto annunciarlo come ha fatto il Presidente del Consiglio, ma se si può effettivamente lavorare di giorno. Io non vorrei che si lavorasse di notte, e di giorno si rimanesse qui a sospendere continuamente il Consiglio perché la maggioranza non c'è.



PRESIDENTE

Questo è l'augurio di noi tutti.



MONTABONE Renato

Questo non può essere soltanto un augurio, Presidente, perché se questo avviene, certamente non ci tiriamo indietro rispetto a lavori che si prevedono molto lunghi, ma se questo non si realizza è impensabile che si possa accedere ad una soluzione del genere. E' giusto dire che si fanno le sedute notturne soltanto se di giorno si riesce a lavorare, non viceversa.



PRESIDENTE

Su questa dichiarazione non è che abbiamo grandi spazi di intervento.
Devo apprestarmi a fare la verifica del numero legale, poi diamo inizio ai lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere: su che cosa?



MORO Francesco

Io l'ho chiesta prima di tutti: se poi sono di serie B, non parlo...



CHIEZZI Giuseppe

Se l'ha chiesta prima Moro...



PRESIDENTE

Io ho visto il Consigliere Cavaliere.
Evidentemente lei non l'ha chiesta. Se il Consigliere Cavaliere acconsente a che parli il Consigliere Moro...



CHIEZZI Giuseppe

Si vede che il collega Moro ha alzato la mano con molta discrezione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Io volevo sollevare un problema di moralità. Noi Consiglieri che abitiamo fuori città, siamo qui dalle ore 9 di questa mattina, e lei deve tenere in considerazione questo fatto. L'ultimo treno che noi alessandrini possiamo prendere parte alle ore 23. Essendo sempre presente fin dalle ore 9, mentre voi arrivare alle ore 11, non voglio dover andar via alle 22.30 perché desidero essere presente alle sedute notturne. Voglio però sollevare un problema di metodologia e di costume politico. E' una vergogna: al mattino prima di mezzogiorno non si inizia! Quindi lei, come Presidente prenda atto che si deve iniziare ad una certa ora, che si deve dare a tutti i Consiglieri la possibilità di utilizzare tutto il tempo fino alla fine altrimenti - ripeto - è un'immoralità.



PRESIDENTE

Concordo, ma...
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

La questione è molto semplice. La maggioranza ha il diritto, quando vi è un provvedimento importante della propria azione di governo e in presenza di tanti rilievi da parte della minoranza, di chiedere di procedere con lavori straordinari. Credo sia un diritto della maggioranza.
Ma non si può pretendere, per colpa della maggioranza (perché il numero legale lo deve garantire la maggioranza, soprattutto in momenti come questi), che i lavori inizino tre ore dopo e obbligare la minoranza a recuperare questo ritardo nella serata.



PRESIDENTE

Non è un problema di recupero, perché era già previsto: semmai è un problema di ritardo.



CAVALIERE Pasquale

Proprio per questo, Presidente, non accetto la seduta serale, visto che la maggioranza si sveglia a mezzogiorno.



PRESIDENTE

La seduta serale era già prevista: non è una novità.
Dato che ci sono queste continue difficoltà nel servizio, dobbiamo sospendere tre minuti per rimettere a posto il sistema: una sospensione di tre minuti, dovuta al fatto tecnico di riaggiornare il sistema elettronico.



(La seduta, sospesa alle ore 11.05 riprende alle ore 11.14)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il piccolo problema tecnico è stato risolto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Premesso che c'è una nostra disponibilità, mia ma credo di tutti i Consiglieri del Gruppo, a fare tutte le riunioni necessarie e fisiologicamente possibili, volevo sollevare però un problema a noi Consiglieri, oltre che al Presidente.
Quando accumuliamo ritardi e prolunghiamo le riunioni, rechiamo un disagio consistente a lavoratori per i quali ciò non è previsto; si tratta oltretutto di lavoratori che poi non riescono neanche a recuperare gli straordinari o ad ottenerne il pagamento.
Credo dunque che occorra farne un ricorso oculato: se necessario, lo si fa, però partendo dal fatto che, quando la riunione è alle ore 9 o 9.30, si può cominciare 10 - 12 minuti dopo, e non di più.
Ribadisco che il problema non è solo nostro; diversamente, ci organizziamo senza verbalizzazione e tutto il resto, perché non possiamo portare disagio anche agli altri.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Concordo assolutamente con questo suo intervento.
Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
29 Consiglieri.


Argomento: Formazione professionale

Sollecito del Consigliere Saitta di una comunicazione del Presidente della Giunta in merito alla Formazione Professionale


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Mi pare che ieri ci eravamo assunti l'impegno, anche ufficializzato da lei, che questa mattina i lavori sarebbero ripresi con una comunicazione da parte del Presidente Ghigo in ordine alle problematiche sulla formazione professionale.



PRESIDENTE

Non so se il Presidente ritenga di poter rispondere adesso o nel corso della mattinata.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ieri non ho potuto essere presente, non ero a Bruxelles, come erroneamente qualcuno ha comunicato, ma a Roma a vivere una giornata particolarmente importante.
Per quanto concerne il dibattito di ieri sul tema della formazione professionale, ricordo, come d'altro canto è stato già detto ieri in quest'aula dall'Assessore Burzi, ma anche dal Vicepresidente Majorino e dall'Assessore Masaracchio, che esiste un impegno specifico da parte della Giunta a risolvere questa criticità che è venuta a crearsi. Credo che la richiesta di una mia comunicazione volesse sollecitare qualcosa di più concreto e tangibile attraverso di una dichiarazione politica, che comunque ritengo debba essere presa nella dovuta considerazione.
Nella giornata di sabato si convocherà il segretariato; nell'ambito del segretariato verrà assunta la direttiva che poi è l'aspetto che permetterà la partenza dei corsi. In questa direttiva, che la Giunta assumerà nella giornata di lunedì, nel momento in cui si riunirà - compatibilmente ai tempi dei lavori del Consiglio - si indicheranno le garanzie di carattere finanziario per il mantenimento di livello relativo all'anno 1997, perch nella dichiarazione che ho espresso nel documento si prospetta il mantenimento dei corsi per quanto concerne il 1997.
Credo che con questa mia dichiarazione e con questo documento ufficiale gli organi inerenti alla formazione professionale, come d'altro canto mi è stato anche riferito da più organizzazioni sindacali, possano in un certo senso intraprendere la istruzione dei corsi, perché in questo momento il problema contingente non è tanto di carattere finanziario, quanto di direttiva, condizione preliminare per cominciare ad impostare il tutto.
Garantiremo la copertura di questi corsi nell'ambito di questo documento e di questa direttiva; i soldi verranno naturalmente recepiti, come credo sia già stato ricordato nell'ambito dell'intervento dell'Assessore Burzi nell'assestamento di bilancio.
Questo è quanto io ritenevo di dover dire. L'impegno che mi sono assunto la scorsa settimana, durante il dibattito generale, nell'ambito di una settimana viene assolto con un documento ufficiale della Giunta che io ritengo possa rappresentare elemento di totale tranquillità nei confronti di questi istituti che operano nel settore della formazione professionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, immaginavamo che lei avesse una maggiore quantità di informazioni rispetto al dibattito di ieri. Provo, per la parte che ci riguarda, ad esprimere una sintesi delle posizioni espresse dal mio Gruppo.
Ieri anche noi abbiamo ricordato questo suo impegno. Il collega Gatti ha citato il passaggio della sua relazione dove questo impegno, che lei oggi ha richiamato, era stato già espresso, quindi non contiene nulla di nuovo. D'altronde anche lo stesso Assessore Burzi ha fatto riferimento ai problemi di carenza di risorse di oggi, facendo riferimento ad una soluzione in occasione dell'assestamento del bilancio.
Poiché di questo tema si sta discutendo approfittando del bilancio di previsione 1998, e in modo particolare del progetto di legge n. 371, alle richieste pervenute da parte nostra - ma credo anche da parte di tutti i colleghi di minoranza che sono intervenuti - si può dare una un'esplicita risposta già con il progetto di legge n. 371, senza rinviare il tutto all'assestamento di bilancio.
Gran parte degli emendamenti sostanziali riguardano il problema della formazione professione e sono finalizzati ad aumentare le risorse del cap.
11400, quello che fa riferimento in modo specifico alla legge n. 63, che indica 53 miliardi, che non sono sufficienti perché una parte di queste risorse, se ho capito bene, sono già impegnate per questioni riferite all'anno in corso.
E' questa la domanda che abbiamo posto ed è in questo senso che oggi abbiamo chiesto il suo intervento. Visto che ci sono tanti emendamenti che vanno in tale direzione, l'Assessore ci ha già risposto che non è possibile, per cui abbiamo chiesto il suo intervento. Il Presidente della Giunta regionale è in grado di darci una risposta affermativa sul fatto che siano perlomeno in grado di recuperare una parte delle risorse già in questo bilancio, oppure c'è una netta chiusura, con conseguente rinvio in fase di assestamento di bilancio? Noi pensiamo che si possa dare una risposta oggi. Se c'è un'apertura su un confronto di questo tipo, credo che la modalità con la quale affrontare tutti quegli emendamenti è diversa rispetto ad una modalità di semplice illustrazione degli emendamenti, sia in entrata che in uscita.
Quello che noi chiediamo è di trovare oggi, nell'ambito del progetto di legge n. 371, una soluzione. D'altronde le richieste avanzate dalla minoranza hanno anche indicato una modalità per recuperare risorse con una riduzione di alcune spese correnti, sapendo che la riduzione non è magari oggi compatibile, ma se il discorso dell'assestamento vale, può valere sia per le spese correnti di gestione, sia anche per questo tipo di spese.
Dobbiamo dare certezze con una dimostrazione concreta di un impegno in grado di assumerci oggi, dunque una risposta politica sui problemi che abbiamo sollevato. In questo senso una risposta più precisa ci potrebbe aiutare per proseguire meglio il dibattito.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

L'impegno di carattere politico ritengo sia assolto; nel momento in cui la Giunta assume un documento tramite il quale s'impegna a garantire certe risorse; dal mio punto di vista, dunque, l'aspetto legato alla formazione professionale ritengo possa ritenersi assolto.
D'altro canto, comprendo il tipo di richiesta avanzata dal Consigliere Saitta. Mi permetto di dire che non esiste alcuna preclusione o un "no" secco a quel tipo di sollecitazione. Personalmente, avevo necessità di risolvere la situazione contingente nei confronti di una realtà critica che d'altro canto avevo identificato nella mia relazione; ritengo, con quanto ho detto, di averlo risolto.
D'altronde, ritengo che le considerazioni del collega debbano necessariamente essere definite nella valutazione complessiva degli emendamenti e del bilancio.
Non vi è alcuna preclusione.
Ritengo con quanto ho detto e con gli atti assunti di aver risolto il problema contingente, ma ritengo altresì che quanto illustrato dal collega dal punto di vista della valutazione complessiva del bilancio, non debba essere sottovalutato.
Mi auguro che questa mia risposta sia sufficiente; penso che l'Assessore Burzi intenda ulteriormente implementare l'argomentazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Intervengo per completare la risposta dal punto di vista tecnico ricordando quanto d'altronde sollecitato ieri non soltanto dal Consigliere Saitta, ma dall'unanimità degli interventi di maggioranza e minoranza: l'impegno finanziario - e se n'è anche discusso nell'ambito dell'intervento dell'Assessore Masaracchio - è esplicitamente attinto, come prescrive la legge n. 73/94, in termini di direttiva. Questo quanto svolto dalle organizzazioni in più sedi, sia formali sia informali, tramite le documentazioni pervenute che hanno originato il gruppo di lavoro di cui si è parlato, che non ha ancora concluso né in senso qualitativo né in senso quantitativo il suo lavoro.
L'impegno finanziario più forte che l'amministrazione può assumere per rispondere puntualmente agli impegni già assunti è rendere esplicito, in termini di direttiva - e in tal senso si sono espressi in maniera molto chiara gli attuali responsabili sia della direzione bilancio sia della direzione del settore competente - il mantenimento delle iniziative e dei livelli dell'anno precedente. Ferma restando la modalità con cui successivamente dar corpo ai documenti di bilancio.
Comunque, l'impegno concreto dell'iscrizione di un qualunque capitolo dell'attuale bilancio, sia oggi sia in sede di assestamento - poiché si tratterebbe sempre di interventi di previsione - è molto meno finanziariamente forte di quanto verrà assunto in sede di segretariato dal Presidente Ghigo e dall'Assessore Masaracchio sabato prossimo. Si tratta esattamente dell'impegno richiesto in aula, ieri.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Foco, che interviene in qualità di Consigliere.



FOCO Andrea

L'Assessore Burzi, lo ammettiamo, è costante e fermo nei suoi concetti espressi ieri e riconfermati stamani.
Mi rendo conto che probabilmente ieri non ci siamo capiti oppure che vi è oggettiva difficoltà a comprenderci chiaramente. E' per questo che l'intervento annunciato e previsto del Presidente Ghigo avrebbe dovuto stamani, portare più chiarezza, più apertura.
La direttiva. Sabato c'è un appuntamento importante; com'è già stato sottolineato ieri in Consiglio può essere un momento, un'occasione importante per fare chiarezza, per eliminare dubbi e perplessità ovviamente uso eufemismi: diciamo pure grosse preoccupazioni.
Da quando lei, ieri, ha letto in Consiglio quelle note tecniche che contenevano anche degli indirizzi sulla formazione professionale, il mondo della formazione professionale, invece di essere tranquillizzato, si è agitato ancor più.
Ieri mattina, come Gruppo, abbiamo incontrato una delegazione dei rappresentanti di tutti gli Enti della formazione professionale, che ci hanno fatto presente la forte preoccupazione - anche qui si tratta di un eufemismo. Erano più che preoccupati...; la loro convinzione è che questo comparto, con l'impostazione data sino a ieri dalla Giunta, rischi di scomparire.
Ieri, in aula, abbiamo sostenuto che occorre dare un forte segnale, non solo della Giunta, visto che le note lette non hanno calmato né convinto alcuno, ma anche del Consiglio, prima di sabato, con impegni precisi, che auspichiamo trovino attuazione non a giugno - non voglio fare dell'ironia ma nella discussione di questo bilancio.
Com'è possibile, diversamente, programmare nell'indeterminatezza? Presidente, oggi, francamente, ci aspettiamo da lei un passo in più rispetto ai discorsi sentiti, dai quali non sono emerse aperture.
L'Assessore Burzi ha ribadito in aula quanto aveva già detto ieri.
Un secondo elemento: la direttiva. Dal suo intervento lei distingue i due momenti; un conto è la direttiva e un conto è il bilancio.
Teoricamente, ne sono convinto anch'io, sono due cose diverse. La direttiva è l'impostazione complessiva, la programmazione che viene fatta in modo concordato, perché così vuole la legge 63, con le parti sociali, con tutto il mondo che è interessato alla formazione professionale, ma anche al lavoro, e ci fa piacere che oggi l'Assessore al lavoro segua questo tipo di discussione perché i due momenti sono congiunti fra di loro.
Non riusciamo a capire, però, come mai la Giunta non abbia fatto viaggiare insieme direttiva e bilancio. Lo posso capire: è inutile emanare delle direttive che poi non trovano la loro concretizzazione ed applicazione nei numeri. E' inutile scrivere delle parole se poi non trovano completamento sui numeri. Se oggi noi vogliamo distinguere questo momento, siamo anche disponibili (l'abbiamo detto ieri) in modo chiaro: distinguiamo pure i due momenti, diamo, con un documento, certezza per la direttiva e poi cerchiamo di fare un lavoro sul bilancio. Quindi, se ho capito bene, su questo possiamo essere in sintonia, ma abbiamo bisogno di un pronunciamento più chiaro, Presidente. Quel documento a cui lei fa riferimento non è stato motivo di tranquillità. Dobbiamo fare ancora un passo avanti. Noi credevamo, stamattina, di essere qui a discutere questo passo avanti che non vuole ancora dire entrare nel merito degli emendamenti di bilancio. Perché ieri, e termino, non abbiamo affrontato un altro tema importantissimo per la formazione professionale, e in partocolare per gli operatori di questo settore: come viene applicata la 236, Assessore. Cioè il progetto risorse, a che punto è? E' restato nel cassetto, a quanto pare eppure c'era stata, anche su questo terreno, una forzatura di interpretazione della 236 per vedere di poterla applicare anche al comparto della formazione professionale. Non vorrei aprire adesso un dibattito, per sicuramente sulla 236 dobbiamo ragionare, nel momento in cui affrontiamo il discorso formazione professionale, sia per l'esterno (intendendo il mondo del lavoro) sia per quanto riguarda la riconversione all'interno del mondo della formazione professionale.
Presidente, mi auguro che ci sia la possibilità di dialogare, e non di farlo per comparti stagno. C'è questa disponibilità e ieri l'abbiamo detto in termini chiarissimi, distinguendo questi due momenti, almeno così ci era parso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Non per dare dei suggerimenti o dei consigli, ma più che altro per cercare di trovare un percorso naturale che possa garantire sia gli uni che gli altri. Se noi trovassimo un punto di incontro a vicenda, facendo un ordine del giorno in cui diciamo che vogliamo coprire tutto l'intero arco della formazione professionale e fare adesso, subito, nell'immediato, una variazione che dia queste indicazioni, che sia concreta. Ossia, quello che è necessario oggi, che è stato valutato, che ho sentito anche ieri, attorno ai 12-16 miliardi, se possiamo stornare un terzo di questi quattrini dando un'indicazione e impegnandoci con un ordine del giorno per coprire quanto è necessario, credo che potrebbe già dare a noi una certa soddisfazione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Angeli ha fatto un'ipotesi. L'Assessore Masaracchio non intende rispondere? Bene, la parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Credo debba essere valutato nell'ambito del percorso, e voglio anche dire di aver dichiarato che non c'è una preclusione, che l'identificazione di un percorso è una strada valutabile.
Quello che vorrei sottolineare, ma questo lo faccio non tanto come Enzo Ghigo, quanto come Presidente della Giunta, che io in un documento ufficiale in quest'aula ho preso un impegno. Certo, si possono chiedere ulteriori garanzie; sabato si assumerà un documento che la Giunta approverà lunedì, nel quale c'è un ulteriore impegno dell'organo collegiale della Giunta; quindi, al di là delle legittime preoccupazioni nel mondo della formazione professionale, io potrei dire di aver avuto, da altre autorevolissime componenti del mondo della formazione professionale soddisfazione per il tipo di percorso che abbiamo intrapreso. Ma non credo sia questo il tema del dibattito di oggi.
In sostanza, ritengo che questo discorso, non considerando o considerando le mie valutazioni e i miei ulteriori impegni, debba essere affrontato nella maniera che l'aula riterrà opportuno, con un ordine del giorno o con una discussione successiva degli emendamenti.
Quello che dico è che il problema che è interesse di tutti è assunto, è sotto controllo e verrà risolto. Dopodiché, la metodologia tecnica per dare questa copertura finanziaria la valuteremo insieme e assumeremo un provvedimento che possa essere di soddisfazione di tutta l'aula. Quello che è importante è che il problema sia sotto controllo, dopodiché, nell'ambito della discussione del bilancio, valuteremo insieme.



PRESIDENTE

Questo impegno mi pare chiaro, nei termini in cui è stato espresso dal Presidente Ghigo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Credo che il primo intervento del Presidente della Giunta ci abbia fatto, almeno nella nostra speranza, fare un passetto avanti. Ed anche l'impegno che formalmente assume in questo momento. In politica, però, gli impegni si devono prendere e non sempre si riescono a mantenere Presidente. A volte si prendono e poi non si mantengono. Stiamo discutendo il bilancio di previsione, ed in particolare stiamo discutendo un bilancio è già stato detto da lei nella sua relazione, rispetto alla formazione professionale - di un settore estremamente delicato.
Ieri è stato riconosciuto dall'Assessore Masaracchio, che ringrazio ancora per l'intervento che ha fatto, che al di là delle parole usate "ammanco" - che vanno soltanto capite bene, c'era stata anche una dimenticanza. Io credo che tutti possano sbagliare; la dimenticanza che fino a ieri è stata fatta e che oggi può essere perdonata, per il futuro non potrebbe più essere perdonata. Quindi, nelle logiche future, la formazione professionale deve essere rivista nella sua azione e so che l'Assessore Masaracchio su questo tema mi capisce bene, ma vanno anche riviste quelle che sono le fonti di finanziamento per la formazione professionale, perché ci è stato detto ieri che i fondi dell'Unione Europea verranno a mancare definitivamente.
Noi oggi però stiamo approvando il bilancio di previsione del 1998 bilancio di previsione che peraltro avremmo già dovuto approvare al 31 dicembre 1997. E allora, possiamo rispetto a delle attività che hanno durata annuale e non semestrale - ripeto: durata annuale e non semestrale! ipotizzare che nel bilancio che andiamo ad approvare adesso c'è una cifra che, se ho capito bene ieri dai calcoli anche di tipo ragionieristico, è mancante di circa 18, 16 o 15 miliardi? Possiamo dire alla formazione professionale: "andate pure avanti, perché noi ci impegneremo", e poi se queste cifre non si trovano? Cosa fanno gli enti di formazione professionale che formano per l'attività professionale, ma che hanno dei dipendenti, della gente che lavora per loro, cosa fanno? Licenziano, a metà dell'anno scolastico, tutti? Oppure risolviamo il problema con il volontariato? Le cifre che noi dobbiamo mettere a bilancio devono essere certe perch la certezza delle cifre dà la certezza a chi opera in questo settore di poter continuare almeno per un anno, poi l'anno prossimo probabilmente ci ritroveremo qui a discutere della stessa cosa, se le linee politiche continuano ad essere avanti così come sono andate avanti fino adesso.
Poiché bisogna dare delle certezze, insieme ad altri colleghi dell'opposizione abbiamo fatto uno sforzo per individuare delle cifre che spostate da un capitolo all'altro della spesa, possano sopperire temporaneamente ovviamente, alla mancanza di quei 16 o 18 miliardi che mancano. E qui viene fuori il confronto! Da un lato io capisco che l'Assessore al bilancio difenda il suo lavoro (io fossi al suo posto farei la stessa cosa), però le convinzioni che ciascuno di noi deve assumere in quest'aula devono venir fuori dal dibattito e il dibattito ieri è stato fatto in termini estremamente positivi.
Io credo che su questo tema il Consiglio - il Consiglio tutto e non solo una parte, maggioranza o minoranza - non possa accontentarsi, anche se sono importantissimi e io ci credo, degli impegni che a volte poi non riescono ad essere mantenuti, non per cattiva volontà, perché altre volte non si mantengono perché non si vogliono mantenere, ma in questo caso si potrebbe anche non riuscire a mantenerli. Allora noi abbiamo bisogno di certezze, ma non noi come Consiglieri, la formazione professionale ha bisogno di certezze! E queste certezze a mio modo di vedere bisogna trovarle sui capitoli che ci sono nel bilancio che stiamo discutendo in questo momento perché abbiamo dimostrato che è possibile averle con degli spostamenti di fondi da un capitolo all'altro. Sono il frutto di un lavoro non ostruzionistico che alcuni colleghi della minoranza, compreso il sottoscritto, hanno cercato di fare per dare un'identità rispetto al problema della formazione professionale diversa da quella che ha voluto dare la Giunta fino ad oggi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

La questione è molto importante. Ieri è stata ampiamente dibattuta questa mattina siamo tornati sull'argomento perché vi era l'impegno di sentire il Presidente della Giunta regionale; e prima intervenendo il collega Angeli ha individuato con semplicità e molta chiarezza un tipo di percorso.
Il Presidente della Giunta, nel suo ultimo intervento, ha fatto delle aperture; noi rispettiamo l'impegno politico che il Presidente della Giunta ha reiteratamente detto nell'intervento di volersi assumere, tuttavia poiché la questione è molto complessa, molto delicata, ci sono dinamiche anche molto diverse dentro il comparto della Formazione professionale perché ci sono le posizioni, che prima ricordava il collega Foco, di grande preoccupazione, ma ci sono anche posizioni diverse come ha ricordato il Presidente della Giunta.
L'ampiezza di tutto il settore della Formazione professionale chiaramente può prevedere una differenziazione anche di posizioni. Per proprio per l'importanza e non per diffidenza, ma per avere delle certezze credo sia nell'interesse di tutti, maggioranza e opposizione, dare una quota di certezze, almeno - ci interesserebbe molto, Presidente - non per sfiducia e neanche in maniera strumentale, per la verità - capire bene dall'Assessore Burzi se concorda sull'apertura sostanziale che ha fatto il Presidente della Giunta e il percorso che abbiamo individuato noi, che poi sostanzialmente in qualche modo mi pare abbia ripreso il collega Montabone nel senso che dice "cominciamo a dare dei segnali molto precisi dentro questo bilancio", quindi non rinviando. Vorremmo capire se su questa questione l'Assessore Burzi concorda o meno, perché dopo tutta la giornata di ieri e ascoltando il taglio degli interventi di questa mattina ci sembrava che andasse in una direzione un po' diversa.
Forse vale la pena, per la complessità della problematica, avere anche questo approfondimento per non chiudere l'argomento con dei margini di equivoco, perché ci sono gli impegni politici, però se riuscissimo a concretizzarli entrando nel merito già di questo bilancio credo che la cosa potrebbe essere utile a tutti.
Ripeto, il collega Angeli ha indicato un percorso, ma ci interesserebbe molto capire se dietro questa disponibilità di ordine politico traduciamo poi anche nella concretezza delle poste di bilancio una posizione dello stesso Assessore competente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Emergono due problemi: uno più generale che probabilmente nel corso di questa seduta sulla discussione del bilancio non riusciremo ad affrontare ma che a mio avviso non si può ulteriormente rinviare e che bisognerà presto affrontare perché il problema congiunturale ha alle spalle la questione più generale di come è stata applicata finora la legge 63 e della dinamica che vive la formazione. Su questo tema bisognerà assumere l'impegno a svolgere una discussione approfondita anche alla luce dei provvedimenti che dovranno essere presi cui accennavano ieri gli Assessori.
La seconda questione è questo problema congiunturale che sta sollevando una forte tensione nelle famiglie degli operatori del settore (stamattina è in corso un'assemblea in piazza Statuto che sta discutendo iniziative da prendere rispetto a quanto sta avvenendo), non credo che si sentano tranquilli. Oltre agli impegni politici sicuramente importanti che abbiamo apprezzato, pur essendo diversi da quelli che abbiamo sentito enunciare ieri, riteniamo che occorra una concretizzazione degli stessi. I lavoratori si sentiranno tranquilli quando vedranno definito in modo più preciso l'impegno, quindi penso che la Giunta debba presentarsi anche con la propria proposta, che può essere la disponibilità a utilizzare il metodo che consigliava il Consigliere Montabone, oppure affermando "noi facciamo questo" e non più "faremo". Bisogna dire chiaramente: "i miliardi li abbiamo trovati in questo modo e così li investiremo, di modo che si sentano tranquilli, perché un impegno generico non determinerebbe cambiamenti nell'atteggiamento dei lavoratori. Nei prossimi giorni saremmo comunque obbligati a ridiscutere il problema volenti o nolenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Condivido totalmente l'intervento fatto dal Consigliere Montabone e anche quello fatto dal Consigliere Papandrea; è probabilmente sugli aspetti tecnici della soluzione che temo di non essermi sufficientemente spiegato.
Non credo che qui si parli di impegni politici; quando il Presidente della Giunta prende un impegno come questo non si tratta di un impegno politico.
Chi ha più esperienza di me in quest'aula può ricordare che si tratta di un impegno che ha un valore istituzionale indipendentemente dalla parte politica o dalla persona fisica che rappresenta l'istituzione, tant'è vero che ne risponde l'ente in ogni e qualunque parte e non il rappresentante dell'ente. Non ci troviamo di fronte a generiche dichiarazioni, ma proprio per raccogliere le preoccupazioni che noi stessi abbiamo colto anche prima comprensibilmente, del dibattito utilmente avvenuto ieri in quest'aula quindi ho partecipato, sia come Consigliere regionale sia come Assessore, a vari incontri (il Presidente Foco ne ha ricordato uno recentissimo riguardante il suo gruppo) e credo che quindi la mia posizione sia assolutamente chiara in tutti i suoi termini. Io sostengo che in questo dibattito dovrebbe prevalere la dimensione tecnica. La maggior certezza su cui oggi, non domani, quando comunque staremo ancora a discutere questo bilancio, l'amministrazione può contare è la direttiva finanziaria, perch così stabilisce la legge n. 63/94, perché così ci è stato detto con chiarezza in occasione di tutti i confronti sindacali e con i sistemi di impresa a cui ho partecipato.
Non mi pare che questo elemento sia stato sottolineato, ma mi pare che l'Assessore Masaracchio l'abbia detto con molta chiarezza per poi trovare semplicemente copertura nei movimenti finanziari, quando il Consiglio vorrà deliberarlo.
Per tornare alla domanda che faceva la Consigliera Spagnuolo, io apprezzo la volontà costruttiva del Consigliere Angeli e non assumo un atteggiamento pregiudiziale né a favore né contro perché ricordo, ma lo ricordo, perché qui l'ho detto e ora lo ripeto, che mentre davo atto al Consigliere Miglietti di aver sottolineato una modalità tecnica - eravamo però proprio agli inizi della discussione, quindi probabilmente altri avranno già utilmente lavorato in tal senso - lo ringraziavo di avermi dato un primo quadro di insieme. Mi pare che nel suo ultimo intervento il Consigliere Miglietti abbia suggerito di concludere la nostra manovra con circa 117 miliardi di spostamento, più una serie di voci sul capitale, per un totale - mi perdonerà il Consigliere Miglietti se sbaglio - di circa 220 miliardi comprensivi di articolati.
E' evidente che credo, e in questo senso sono totalmente d'accordo con il Presidente quando dice che abbiamo bisogno di conoscere nel loro insieme le proposte che la minoranza e/o la maggioranza avanzeranno per poter dare una risposta complessiva su questo bilancio, altrimenti credo che potremmo essere nelle condizioni di dare delle risposte parziali e quindi non esaustive né dell'argomento in sé stesso né delle volontà espresse dalla minoranza.
Pertanto, non vedo nessunissima contraddizione: sostengo semplicemente e su questo eventualmente ci può essere dibattito, che la direttiva finanziaria assunta come prescritto dalla legge e deliberata sia l'atto amministrativo più forte che in questo momento la Giunta può assumere proprio nell'interesse dei soggetti di cui abbiamo fin qui dibattuto.
Qualora così non fosse, ma è un fatto tecnico, evidentemente troveremo un'altra soluzione, di tutti i momenti dell'istruttoria che, ormai da un mese e mezzo, va utilmente costruendosi attorno a questo importante problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Non è che possiamo discutere all'infinito di questo tema. Se la posizione espressa dal Presidente è la posizione della maggioranza, credo che questa discussione può essere accantonata con l'esame dell'emendamento perché mi pare di apertura. Se invece la posizione è quella ostinata e ripetitiva dell'Assessore Burzi, che continua a dire che questo è un problema tecnico, che questo equivoco si risolverà con l'assestamento, la manovra, ecc. allora questo discorso lo riprenderemo nei termini consentiti dal Regolamento.
Se invece il tema viene affrontato nei termini esposti dal Presidente non ho motivo di dubitare che la posizione di Ghigo non rappresenti la maggioranza - io credo che lo possiamo accantonare e risolvere all'interno del bilancio nella sua globalità. Dico questo perché ci sono due posizioni diverse, in modo che anche il Presidente Ghigo stia in guardia per evitare che poi vengano fatti passi indietro rispetto a un dibattito che ci ha consentito di procedere utilmente verso la soluzione del problema che stiamo affrontando.



PRESIDENTE

Voglio ricordare che nel dibattito di ieri era stata avanzata l'ipotesi di cercare una composizione dei problemi di tutto il settore della Formazione, tra emendamenti e impegni di Giunta, in sede di Commissione. Si ritiene che possa essere utile cercare in Commissione questo momento di sintesi? Nel momento, come mi suggerisce il Presidente della Giunta, in cui si arriverà a esaminare questo argomento, lo si valuterà complessivamente.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998-2000" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo quindi l'esame degli emendamenti al progetto di legge n.
371.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Spagnuolo e Angeli: "Il capitolo 10030 è aumentato di L. 500 milioni per il finanziamento della L.R. 28/97, prelevando in diminuzione dal capitolo 10520 (uso e noleggio mezzi)".
La parola alla Consigliera Spagnuolo, per l'illustrazione.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, signor Presidente. Noi abbiamo esaminato la dizione del capitolo 10030, che recita: "Contributi per il funzionamento dei gruppi consiliari", quindi la categoria è questa. Vengono poi citate, nel bilancio, una serie di leggi regionali: la 12/72, la 78/80, la 20/81 e la 51/86. Non ci è sembrato di rintracciare, non essendo qui citata espressamente, un'altra legge recente, la 28/97, che peraltro mi sembra sia stata presentata su iniziativa dell'Ufficio di Presidenza. Questa legge è stata a lungo discussa dai Capigruppo, e dall'Ufficio di Presidenza. Leggo testualmente l'art. 1, che dice: "Il terzo comma dell'art. 2 della legge del '72, aggiunto all'art. 1 della legge regionale 14 gennaio '91 e successive modifiche, è così integrato: dopo la parola 'stampa' aggiungere le seguenti parole: 'd'informazione, anche radiotelevisiva, previa stipula di una convenzione tra il Consiglio regionale ed emittenti nazionali e locali, nonché per l'accesso a banche dati esterne'". Richiamo l'attenzione dei Capigruppo, perché è una questione che abbiamo discusso a lungo e che riguarda tutti i Gruppi.
Questa è praticamente la legge che prevede la possibilità, da parte dei Gruppi, di poter utilizzare anche le televisioni private.
La legge è stata approvata; la legge prevede una convenzione; la convenzione è in itinere; c'è un qualche ritardo. A tale proposito, il 19 febbraio di quest'anno, con il collega Angeli abbiamo presentato un'interrogazione, nella quale chiedevamo come mai non si va avanti su questo percorso; gli uffici del Consiglio regionale hanno presentato una bozza di convenzione, che è stata mandata ai Gruppi consiliari ed anche alle emittenti televisive.
Recentemente, in una Conferenza di Capigruppo, il collega Chiezzi ha ricordato che il Presidente del Co.Re.Rat. ha chiesto un incontro al Presidente del Consiglio regionale e ai Capigruppo su questa materia; il Presidente Deorsola si è impegnato a organizzare questo incontro al più presto.
Al di là di questo, poiché la legge c'è ed è operante, penseremmo che dovrebbe essere citata, perché è una legge specifica del funzionamento dei Gruppi.
Ci siamo posti il problema di questo stanziamento nel momento in cui questa legge diventerà operativa.
In realtà dovrebbe esserlo ormai da un anno, ma siamo agli sgoccioli: sentiremo le preoccupazioni che sono senz'altro di garantismo e di pluralismo dell'informazione; so che il Presidente del Co.Re.Rat. vorrà porre tali questioni importanti e legittime (che sono già state discusse e verranno ulteriormente discusse), però è ben probabile che il finanziamento previsto, poiché questa legge non era stata presa in considerazione, possa essere non congruo.
A questo punto, proponiamo un incremento, che abbiamo individuato nella cifra di 500 milioni; tuttavia l'emendamento tende a raggiungere tre obiettivi.
Il primo, che come Gruppo consiliare rivolgo al Presidente del Consiglio Deorsola, è quello di mettere in piedi tutte le condizioni perch questa legge possa diventare operante, nel senso che la convenzione venga firmata e che, prima ancora, si facciano quegli incontri e quei chiarimenti attinenti, prevalentemente al pluralismo; incontri peraltro richiesti da tutti i Gruppi consiliari, che sono certamente doverosi e che dovranno essere approfonditi eventualmente anche in sede d'incontro con il Presidente del Co.Re.Rat.
Il secondo obiettivo è quello che nel documento di bilancio questa legge venga citata espressamente.
Il terzo obiettivo è che ci siano le risorse di carattere economico.
Questo è il senso di tale emendamento con il collega Angeli abbiamo voluto mettere all'attenzione del Consiglio e che - ripeto - è prettamente di merito.



PRESIDENTE

Mi è stata chiesta la parola da parte dei Consiglieri Gallarini ed Angeli; tuttavia, se me lo permettete, prima di proseguire nella discussione, devo ricordare che nel bilancio di previsione del Consiglio regionale per il 1998 (mi riferisco al documento trasmesso in I Commissione), al capitolo 50 - che corrisponde al 10030 del bilancio regionale - sotto la voce "Contributi per il funzionamento dei Gruppi consiliari", abbiamo previsto una diminuzione di 300 milioni come rimborsi spese per il personale, in quanto c'è un aumento del personale dipendente perciò, non ce ne sono più le condizioni (questo come dato tecnico); un aumento di 350 milioni alla voce "Rimborsi diretti ai Gruppi consiliari per spese di cui all'art. 1 della legge 2/91, legge regionale 28/97 art. 3" quindi anche se magari non è citata in maniera estremamente evidente, è richiamata in modo chiaro.
Oltre a questi 350 milioni in aumento, abbiamo anche previsto un fondo di riserva di 150 milioni, che porterebbe la somma complessiva a 500 milioni.
Il tutto viene però visto complessivamente come capitolo "stanziamento esercizio '97": 2 miliardi e 550 milioni, variazione più 200 milioni; in realtà la variazione, tenendo conto della diminuzione di 300 milioni, è di 500 milioni.
Non so se sono stato sufficientemente chiaro. In altre parole, si vede passare il totale del capitolo da 2.550 milioni a 2.750 milioni, per l'aumento di 200 milioni deve tenere conto anche di una diminuzione di 300 milioni. Sono quindi previsti 500 milioni, anche se così suddivisi: 350 per la legge regionale 28/97 e 150 come fondo di riserva.
Prego, Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Vorrei capire, però, dall'Assessore al bilancio, perché...



PRESIDENTE

L'Assessore è momentaneamente assente per motivi tecnici personali.



SPAGNUOLO Carla

Per carità, aspettiamo pure.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Chiedo alla cortesia del Consigliere Gallarini di attendere, perché se si può risolvere così, credo diventi inutile un ulteriore intervento.



GALLARINI Pierluigi

Questo mio intervento non sarebbe comunque inutile.



(Vengono date delucidazioni alla Consigliera Spagnuolo)



PRESIDENTE

Consigliera Spagnuolo, dopo questo chiarimento, si ritiene soddisfatta?



SPAGNUOLO Carla

No, io voglio sentire...



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Sarò velocissimo. Intervengo semplicemente per svolgere due considerazioni.
Una, di natura concettuale. Io concordo con la richiesta della collega Spagnuolo relativamente all'inserimento in bilancio di una dicitura che traduca sostanzialmente il testo di legge; mi sembra opportuno, visto che anch'io, insieme agli altri Capigruppo, ho partecipato alla discussione sulla necessità di sentire il Presidente del Co.Re.Rat., sulla necessità quindi di ampliare questa forma e di ampliarla soprattutto per quanto riguarda l'applicazione della legge. Questa adesione è di natura concettuale e non costa una lira.
Sul fatto invece delle lire, mi rimetto ovviamente alla Giunta, perch ritengo che il segnale possa essere dato, non necessariamente in questa fase ma, se possibile, in sede di assestamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

L'emendamento presentato e l'intervento svolto dalla Consigliera Spagnuolo rispetto a questo capitolo di bilancio, mi fa riflettere sul fatto che spesso questo Consiglio regionale, questo Parlamento piemontese approva leggi che impiegano anni prima di essere applicate. Ci sono ovviamente, leggi che non sono finanziate; ci sono, per esempio, dei capitoli di bilancio che vengono citati per memoria (si vede che in quel momento non c'era la volontà e l'esigenza di finanziare determinate leggi) ve ne sono altre che vengono approvate e che prevedono dei finanziamenti ma non vengono mai, non dico applicate, ma messe in atto.
In questo caso, ovviamente, il problema è anche di tipo economico l'emendamento presentato dalla Consigliera Spagnuolo, che indica una cifra in aumento di 500 milioni, non voleva essere risolutivo, ma chiedeva semplicemente che, all'interno del capitolo di bilancio, venisse citata almeno la legge di riferimento per poter assumere gli interventi di carattere economico. Sostengo pienamente l'emendamento presentato dalla Consigliera Spagnuolo. Vorrei chiedere all'Assessore se tecnicamente è possibile aggiungere un riferimento di legge al capitolo stesso, oppure se è necessario formulare un capitolo nuovo.
Se non ho capito male quell'aumento di duecento milioni dovrebbe poi in pratica, essere incrementato di altri 300 milioni perché ci sono minori spese.
Volevo capire, trattandosi di materia relativa ai Gruppi, da dove vengono reperiti quei 300 milioni relativi alle minori spese.
E' importante saperlo perché stiamo discutendo di 500 milioni in aumento. Ci dicono che 500 milioni su questo capitolo possono anche essere reperiti perché l'Ufficio di Presidenza ha verificato che c'è una minore spesa di 300 milioni. Essendo però questa materia dei Gruppi non ho inteso bene da dove si ricava questo risparmio di 300 milioni.



PRESIDENTE

Il risparmio è semplicemente collegato al fatto che c'è uno spostamento su un altro capitolo.



MONTABONE Renato

Quindi si tratta di una questione tecnica.
Allora l'altro capitolo verrà aumento di 300 milioni?



PRESIDENTE

I rimborsi spese per il personale diminuiscono.



MONTABONE Renato

Quindi ci sarebbero i 300 milioni che chiede la collega Spagnuolo.
Quando troveremo un capitolo riferito alle spese del personale lo troveremo aumentato di 300 milioni.



PRESIDENTE

Il capitolo generale del personale sarà aumentato di 300 milioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Sono sempre molto breve e conciso, escluso quando c'è da dire qualche cosa in più. Su questo emendamento non credo ci sia altro da aggiungere.
Volevo solo fare una dichiarazione preliminare. Ho firmato solo il primo emendamento del mio Gruppo per non creare difficoltà ai funzionari che avevano già ordinato tutti gli emendamenti. Però ritengo da me firmati tutti gli emendamenti presentati dal mio Gruppo.
Questa è una dichiarazione che mi premeva fare.
Altra cosa è questo emendamento, che rende il testo più comprensibile rispetto a quanto abbiamo letto dal bilancio in nostre mani, che non era comprensibile perché non veniva assolutamente citata questa legge. I bilanci spesso per loro natura sono poco comprensibili. Ho sempre sostenuto che sarebbero necessari meno voci di bilancio, più chiarezza e più comprensione. Credo che leggere un bilancio sia abbastanza difficile anche per chi ha già operato nell'amministrazione e di conseguenza enigmatico per chi non si è mai occupato di amministrazione.
Ringrazio il Presidente Deorsola per la spiegazione fornita, anche se non del tutto chiara sull'emendamento presentato dal nostro Gruppo, che risulta lo stesso presentato dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Svolgo alcune considerazioni rispetto agli ultimi interventi dei Consiglieri Montabone e Angeli e sulle specificazioni che ha fornito il Presidente del Consiglio sull'emendamento al cap. 10030, dove veniva richiesto un aumento di 500 milioni per il finanziamento della legge n.
28/97. Abbiamo a questo punto inteso come nel bilancio del Consiglio, se ho capito bene, questo aumento è previsto sotto la voce "personale". Ci pare però che rimanga viva la ragione per la quale l'emendamento è stato presentato. La ragione è la stessa che richiamava anche il Consigliere Gallarini, quando riconosceva che è estremamente importante rispetto a questo emendamento e allo stanziamento delle cifre (500 milioni) il riferimento preciso alla legge regionale n. 28 del 9 giugno 1997. E' importante il riferimento e la specificazione della legge 28 perch l'applicazione della stessa è un elemento estremamente significativo: noi siamo nella condizione di dover rendere la legge operativa. Rendere operativa questa legge significa attivarsi per definire la convocazione. La convenzione non solo era stata sollecitata e richiesta attraverso un'interrogazione presentata da vari Gruppi consiliari, cui la Consigliera Spagnuolo faceva riferimento, ma attraverso l'approvazione, l'applicazione e il finanziamento della legge stessa. E' una questione importante e urgente di discussione, rispetto a cui un finanziamento con caratteristiche mirate sarebbe propulsivo per la legge stessa.
Per questa ragione noi insistiamo sul contenuto dell'emendamento e sulla possibilità di inserire un riferimento alla legge n. 28 e in questo senso ci rivolgiamo anche all'Assessore al bilancio.
Dopo una breve consultazione tra di noi, abbiamo concluso sull'opportunità che l'emendamento sia mantenuto; attenderemmo una chiarificazione sia dal Presidente Deorsola, visto che è questione che riguarda in modo particolare la Presidenza del Consiglio, sia dall'Assessore al bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Come Gruppo non siamo contrari allo spirito dell'emendamento e ad una soluzione che affronti il problema.
Il mezzo televisivo è diventato il principale mezzo di comunicazione.
Siamo di fronte ad una situazione particolare; i Gruppi hanno spesso proprie forme di propaganda, quali giornalini e altre pubblicazioni che decidono il tipo d'informazione. In campo televisivo non abbiamo queste possibilità: non siamo noi a gestire la nostra comunicazione. Il mezzo è diverso da quelli normalmente usati ed è anche molto diverso dal settimanale, dal quotidiano, per i quali è possibile decidere come e quando fruirne. La comunicazione fatta inserire su un giornale - e per la quale si paga - è controllabile con un certa efficacia. La comunicazione televisiva ha caratteristiche diverse; se al momento in cui vado in onda non mi collego, non mi vedo. E' molto importante il momento della messa in onda il contesto, la fascia d'ascolto in cui si viene inseriti. E' importante anche "come" si viene messi in onda, come viene presentato il tipo di comunicazione che intendiamo offrire. Relativamente ad un comunicato stampa abbiamo maggiori possibilità di controllarne la forma; la fattura della nostra comunicazione in televisione ci sfugge maggiormente: ha a che fare con l'uso di tecnologie meglio conosciute da chi le utilizza normalmente.
Questi aspetti rendono necessaria, da parte del Consiglio un'attenzione estrema; come Gruppo siamo favorevoli all'operazione, consci della necessità di una gestione collettiva del Consiglio, in modo da garantire a tutti pari condizione di utilizzo di un mezzo che si prospetta diversamente dall'uso di altri mezzi.
Siamo favorevoli se a livello di convenzione stipulata e di gestione successiva vi sia una definizione molto attenta e precisa, che permetta effettivamente pari condizioni tra i Gruppi.
Occorre anche tener conto della diffusione sul territorio delle televisioni; siamo Consiglieri di tutto il Piemonte e non solo di una parte di esso. Dobbiamo tener conto dei costi a livello regionale, che hanno a che fare anche con il livello di ascolto delle televisioni stesse, e non solo. Poter andare in onda su certe televisioni piuttosto che su altre pu essere importante.
Con queste precisazioni, siamo favorevoli all'emendamento, ma vorremmo ci fosse una discussione attenta rispetto al tipo e al di modo in cui viene gestita l'informazione, che riteniamo non possa essere affidata alla gestione di ogni singolo Gruppo, ma da una sorta di accordo collettivo preciso, che eviti i rischi che ricordavo in precedenza, insiti al tipo di mezzo utilizzato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

La questione sollevata con un emendamento dei colleghi del Patto dei democratici è assai importante; già in sede di Commissione, tempo fa, c'era stato un acceso dibattito fra i Gruppi, e in particolare la sollevazione di alcuni elementi di riflessione da parte del Gruppo di Rifondazione Comunista.
La gestione di strumenti d'informazione da parte dei Gruppi consiliari per potere svolgere nell'ambito complessivo del mandato della legislatura gli elementi di diffusione dell'informazione e della propaganda è questione molto delicata. Esistono sicuramente gli strumenti che ogni Gruppo ritiene propri o meglio opportuni, che possono essere i giornali, gli strumenti di informazione cartacea; altro elemento è invece la diffusione tramite il mezzo di informazione televisivo.
Le riflessioni emerse trovano la loro sede nel ruolo che oggi la televisione riveste, sia come strumento di informazione sia di penetrazione nell'ambito della società e del territorio.
La lettura, la trasmissione di informazioni e di cultura attraverso l'elemento cartaceo, quali il libro o qualsiasi altro giornale, sappiamo aver minore accesso rispetto alla televisione, che in qualche modo penetra maggiormente sul territorio e in una qualsiasi comunità.
Proprio per l'importanza che il mezzo televisivo riveste nell'informazione complessiva della gente, riteniamo sia un punto fondamentale di garanzia di informazione dei Gruppi consiliari; quindi nulla di negativo riteniamo possa essere attribuito a questo tipo di ragionamento.
Altra cosa è la preoccupazione, che poniamo all'attenzione del Consiglio, relativa alla garanzia complessiva di una par condicio nell'accesso di ogni singolo Gruppo consiliare al mezzo televisivo, ma anche nella gestione dell'informazione, nonché relativamente al pagamento da caricare sui Gruppi stessi.
Come già abbiamo avuto modo in sede di Commissione e di Consiglio poniamo dunque una questione di trasparenza, di garanzia e di tutela dei diritti di ogni singolo Gruppo consiliare nell'accedere, nello stesso modo allo strumento informativo della televisione.
Sono molte le questioni che si potrebbero porre, sia rispetto alle varie garanzie di possibilità, sia di televisioni pubbliche, ma anche di televisioni private, rispetto ai costi che ogni singola televisione privata può richiedere ad un determinato Gruppo consiliare, piuttosto che altri diversi costi può richiedere ad un altro Gruppo consiliare. Queste questioni, buttate sul tappeto in modo un po' grossolano, vogliono porre l'attenzione in un ragionamento più ampio, che noi chiediamo venga posto in questa sede, nella discussione del bilancio, ma all'attenzione del Presidente del Consiglio ed in particolare dell'Ufficio di Presidenza e di chi, nell'Ufficio di Presidenza, gestisce anche il rapporto delle spese dei Gruppi consiliari. E' una questione che deve vedere una tutela del Consiglio regionale nel suo complesso per dare una garanzia ad ogni singolo Gruppo di accedere, nello stesso modo e con le pari condizioni, ad uno degli strumenti informativi che sono previsti dal Regolamento e dalle leggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. L'emendamento in discussione è relativo al capitolo 10030, ed ai finanziamenti e al funzionamento dei Gruppi consiliari regionali, per cui è molto importante. Questa tematica delicatissima, che va affrontata e discussa con serietà e moralità politica fra tutti i Gruppi presenti in Consiglio regionale, in modo corretto e paritario, deve essere vista e gestita in un modo diverso dal passato.
E' un emendamento di merito, si è detto, perciò va discusso in un'ottica di maggiori garanzie politiche per la piena funzionalità dei Gruppi regionali e non la loro penalizzazione, specie per i Gruppi minoritari. I Gruppi, è vero, hanno dalla loro parte alcuni strumenti, come i giornalini, ma la convenzione televisiva è delicata e complessa ed è materia importantissima e di spesa di bilancio che va vista in un'ottica più corretta. Certamente, il peso televisivo e di immagine è notevole.
A questo punto la materia diventa importante, delicatissima ed occorre una par condicio fra i Gruppi, sia di accesso sia per i costi di questo strumento. Non vi deve essere, quindi, un abuso scorretto e vantaggioso sia politicamente che in modo elettoralistico, da parte dell'esecutivo e dei Gruppi di maggioranza.
L'informazione è certamente una cosa seria che non deve essere gestita in modo scorretto ed in relazione ai ruoli di potere conseguiti a volte anche con non sufficiente o comunque corretta linearità.
Quindi, pur essendo favorevoli all'emendamento proposto, pensiamo occorra una maggiore sensibilità nella gestione, soprattutto per i Gruppi politici minori, che spesso sono trascurati dai media, dalla televisione dalla stessa stampa, che sovente privilegia la politica torinocentrica, o comunque non tiene conto dell'insieme dei problemi e delle emergenze che il Piemonte ha e che sono dislocati su tutto il territorio regionale e non solo individuati in un'area metropolitana.
Anche la televisione privata locale è spesso ottusa e troppo di parte e mi riferisco ad alcune televisioni locali che spesso fanno della propaganda, fatto scorretto anche sul piano dell'immagine e soprattutto della funzionalità. Molto spesso, le televisioni locali non danno la visione dell'intera regione, ma fanno propaganda o danno notizie solo locali, a tutto discapito dell'immagine e del ruolo della Regione, che certamente non è dato nella sua globalità.
Spesso le notizie, le questioni che vengono affrontate in quest'aula talvolta anche in contraddizione con le emergenze, non hanno la dovuta divulgazione.
Credo dunque che occorra una par condicio per tutti i Gruppi, ma che privilegi soprattutto le parti più deboli in questo Consiglio regionale.
L'emendamento va, dunque, in quest'ottica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Moro. Prima di dare la parola al Consigliere Bertoli, desidero informare che è pervenuto, a firma dell'Assessore Burzi un emendamento integrativo al capitolo 10030 il cui testo recita: 1 bis) "I riferimenti legislativi di cui al capitolo 10030 sono integrati con la legge regionale 9 giugno 1997, n. 28".
La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Come ha detto la Consigliera Manica, condividiamo le motivazioni che stanno alla base dell'emendamento presentato dal Patto dei Democratici.
Motivazioni che erano state condivise, che erano anche ben presenti alla maggioranza perché il capitolo 10030 era già stato incrementato in termini di previsioni di competenza per l'anno '98 di 200 milioni rispetto alle previsioni del '97.
Le ragioni che stanno alla radice di questo emendamento sono fondamentalmente due, come esplicitamente sono state dette dalla Consigliera Spagnuolo.
La prima: si chiedeva di aumentare il capitolo di 500 milioni, per dare un maggiore funzionamento ai Gruppi consiliari, così come consentivano le leggi regionali n. 12, n. 78, n. 20 e n. 51 di anni successivi. Questa era la prima, a cui è stato risposto, o almeno c'è parso di cogliere una risposta nelle parole del Presidente del Consiglio, il quale faceva osservare che il funzionamento dei Gruppi consiliari costava meno rispetto a queste leggi perché una parte degli oneri per il personale era a carico della voce più complessiva "oneri per il personale", poiché parte dei funzionari dei Gruppi erano stati assunti direttamente alle dipendenze della Regione. Dunque, una risposta parziale alla domanda era stata data con questa spiegazione.
C'era poi un'altra richiesta, che si riferiva ad una nuova legge, la legge 28 del 1997, che prevedeva l'uso in modo precipuo del mezzo televisivo per aiutare il lavoro dei Gruppi consiliari. A questa richiesta non è stata data una risposta se non con la presentazione di questo emendamento da parte dell'Assessore al bilancio attuale, che comprende insieme a tutte le altre leggi, anche quest'ultima.
Noi condividiamo questo emendamento. Resta però il fatto che aggiungendo in questo capitolo il finanziamento di un'ulteriore legge, è necessario anche aggiungere "risorse aggiuntive", perché non basta dire che questo capitolo prevede il finanziamento di un'ulteriore legge, ma poi non aggiungere risorse adeguate.
Quindi, perché la Giunta sia coerente all'emendamento che ha presentato, deve anche pensare ad aumentare lo stanziamento della posta a bilancio. Qualora quest'ultima parte, il finanziamento, avesse anche una risposta, come Gruppo ci adegueremo a questa esigenza che mi pare importante tanto quanto inserire nel capitolo il finanziamento della legge di cui tutti hanno sottolineato l'importanza: inserire nel sistema mediatico, in cui oggi vivono tutti, anche i partiti e i Gruppi consiliari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Intervengo brevemente a sostegno di questo emendamento, anche se mi pare che in parte possa essere superato, nel senso che la richiesta fatta dalla Consigliera Spagnuolo di inserire la legge 28 all'interno del capitolo di bilancio stesso possa essere superata, con determina degli uffici.
Presidente, vorrei riuscire a comprendere, da lei, circa l'inserimento di ulteriori 300 milioni nel capitolo di bilancio del personale, al fine di avere maggiore chiarezza per tutta quanta la minoranza. Ma il mio intervento ha soprattutto lo scopo, al di là di questo emendamento, al di là della richiesta di questa legge che ritengo estremamente importante, di fare una riflessione per quando riguarda i Gruppi consiliari sul piano politico. Molti di loro sanno quanto io ho avuto difficoltà, anche all'inizio di questa legislatura, di approvare aumenti, a volte anche richieste considerevoli di corrispettivi ai Consiglieri, mentre invece sempre ho richiesto, anche all'interno dell'Ufficio di Presidenza, che i Gruppi consiliari fossero dotati di personale, di contributi finanziari, di strutture, di uffici, per poter funzionare meglio. Quindi, al di là di questa richiesta che oggi la collega Spagnuolo ha fatto e che è estremamente importante perché è finalizzata ad una legge, credo che sia opportuno, superata la fase del bilancio, riprendere le leggi che abbiamo a disposizione, che girano ormai nei nostri cassetti, per rivedere l'assetto dei Gruppi consiliari, perché i Gruppi costituiscono veramente quell'apporto culturale importante di dialogo fra il Consiglio e il territorio: devono essere messi in condizione di poter funzionare nel migliore dei modi.
Abbiamo delle difficoltà: vi sono carenze di uffici, esigenze di personale, esigenze di strutture, bisogna comunque trovare il modo di finanziare ulteriormente i Gruppi per consentire loro di riuscire attraverso convegni e incontri culturali, essere luoghi di "cultura politica" sul territorio piemontese. Credo sia una esigenza forte e sentita da parte di tutti i Gruppi. Molti già si stanno muovendo, molti fanno tantissime cose che sono estremamente importanti, ma i Gruppi davvero ripeto - rappresentano quell'anello essenziale di dialogo fra il Consiglio e il territorio. Devono quindi essere messi in condizioni, con personale strutture ed anche con contributi economici, di poter dialogare, costruire e fare cultura politica.



PRESIDENTE

Intervengo per un chiarimento: fino al mese di agosto i Gruppi avevano meno personale a tempo determinato e così utilizzavano il contributo sostitutivo. A un certo punto, per una decisione che i Gruppi singolarmente hanno adottato e che l'Ufficio di Presidenza all'epoca recepì, ci fu una scelta nel senso che i Gruppi preferirono assumere personale a tempo determinato e quindi non potevano più ottenere il finanziamento sostitutivo. E' semplicemente dovuto a questa scelta dei Gruppi la variazione in meno dei 300 milioni.



PEANO Piergiorgio

Chiedo ancora la parola, Presidente, molto brevemente, per porre un'altra questione. Come Ufficio di Presidenza fra qualche tempo avremo di fronte il problema di sempre degli straordinari e ci troveremo nuovamente in discussione con i Gruppi consiliari. Se noi riuscissimo a finanziare ulteriormente il capitolo del personale, i Gruppi potrebbero in qualche modo sopperire alla difficoltà degli straordinari. Penso vada detto in questa sede, anche se pone oggi il problema degli straordinari.



PRESIDENTE

E' un'altra voce comunque quella del personale.



PEANO Piergiorgio

Certo, è un'altra voce, però va comunque ricordata.



PRESIDENTE

E' iscritta a parlare la Consigliera Suino.



MONTABONE Renato

Chiedo la parola per porre solo una domanda.



PRESIDENTE

Chiedo alla cortesia della collega di lasciarle brevemente la parola.



MONTABONE Renato

Sarebbe utile sapere se all'interno di questo capitolo c'è anche la soluzione politica sui Gruppi. Cioè si prevedono già all'interno di questo capitolo di bilancio le soluzioni politiche, per esempio di personale e di funzionamento dei Gruppi, diverse da quelle che ci sono attualmente oppure no? Cioè c'è una politica che vuole cambiare...



PRESIDENTE

Mi scusi Consigliere, ma finche non c'è una modifica di legge non è possibile.



MONTABONE Renato

Ma l'Ufficio di Presidenza ha previsto che questo possa essere fatto oppure no? C'è la volontà di arrivare a questo oppure no? Il governo della Regione, se non l'Ufficio di Presidenza, prevede che i Gruppi funzionino bene così come sono o intende cambiare le funzioni dei Gruppi al riguardo? C'è già qualche cosa all'interno di questo oppure è soltanto il calcolo dei costi che ci sono adesso e dei costi in più che ci verranno ad essere se si cambia qualche cosa?



PRESIDENTE

Se ci sarà una modifica, come io personalmente mi auguro e come credo si possa realizzare avendo informalmente e qualche volta formalmente parlato, ci saranno gli adeguamenti. Per ora non è possibile ipotizzarlo in mancanza di una legge.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Ad integrazione di quanto hanno già detto i colleghi, intervengo per porre una domanda perché a questo punto ci pare che ci sia la necessità di fare chiarezza, quindi sarò anche abbastanza breve.
Innanzitutto risottolineo che come Gruppo - lo diceva già la collega Manica - avevamo inteso questo capitolo come "spese fisse", uso un'espressione non eccessivamente felice, e siamo assolutamente grati alla collega Spagnuolo che ha saputo introdurre degli elementi di trasparenza e di implementazione, quindi ha favorito un ragionamento su una parte importante della vita del Consiglio.
Detto questo, è uno di quegli argomenti, di quei capitoli, sui quali certamente le necessità sono tante e condividendo in pieno la domanda posta ora dal collega Montabone, c'è anche il bisogno di andare verso un discorso di riorganizzazione. E' importante capire - la pongo come una domanda - da parte del governo di questa Regione se esiste la volontà di andare in questa direzione.
Quello che è certo, e sul quale conveniamo tutti, è che le necessità per i Gruppi consiliari esistono, sono necessità che vanno nella direzione di rendere il migliore funzionamento possibile ad una struttura che ha oggettivi problemi. Non credo che sia questa la sede nella quale affrontare un discorso di riorganizzazione generale, ma ci dovrà essere una sede apposita e in tal senso ribadisco la domanda: è importante sapere se c'è da parte dell'Ufficio di Presidenza e da parte della Giunta l'intenzione di andare in questa direzione.
Venendo all'emendamento e ad alcune delle informazioni che forse ho interpretato erroneamente o colto parzialmente, ecco perché arriverò poi ad un'altra domanda, ad un certo punto ci è parso di cogliere un assunto di questo tipo: è stato individuato un bubget, una cifra che è stata caricata sul capitolo generale dei rimborsi spese sul personale e si è parlato, se ho ben inteso, di 300 milioni.
Allora, ci stiamo riferendo al capitolo 10110 che è quello che porta come titolo "Spese per il personale addetto al Consiglio regionale" e che si porta però appresso una cifra che dovrebbe far presumere che trattasi...



PRESIDENTE

No.



SUINO Marisa

Non è quello.
Si tratta allora del cap. 10120 "Stipendi ed altri assegni fissi al personale"? Perché il problema è innanzitutto la necessità di ricordarci che lo scorso anno a un certo punto finirono tutti i finanziamenti sostitutivi e si chiese ai Gruppi di ridurre le spese. Il Presidente del Consiglio, se non erro, ha usato il verbo "preferirono", ha detto "i Gruppi preferirono"; a me pare di ricordare che ai Gruppi venne richiesto, in modo decisamente più determinato, ma comunque democratico, di convenire su un'efficace ed effettiva riduzione.



PRESIDENTE

Mi scusi, fu una scelta dei Gruppi.



CAVALIERE Pasquale

Di alcuni.



SUINO Marisa

Come vede, Presidente, c'è necessità di fare chiarezza su questo e di affrontare in una sede opportuna l'argomento. Detto questo, si è assunta una cifra ipotetica o reale caricata su un capitolo, ed è questo il problema. Riportandola in questo capitolo generale si fa un'operazione aggiungo io - poco trasparente e poco controllabile perché non se ne pu verificare la reale efficacia in quanto dispersa all'interno di un grande calderone. L'emendamento che propone con grande oculatezza la Consigliera Spagnuolo va ulteriormente sostenuto, anche in nome della trasparenza di questo Consiglio, perché prendere 300 milioni - noi ne proponiamo 500 essendovi delle necessità contingentabili - e caricarli su un calderone unico, dove non è individuabile come vengono utilizzati, e poi contabilizzati, non consente un controllo da parte dei Gruppi consiliari.
Ecco allora un'ulteriore necessità. Non mi sono addentrata su altri temi che sarebbero assolutamente rilevanti per la vita dei Gruppi; qualche collega ha già toccato aspetti dell'informazione, dei service ecc., ma mi appello e vi faccio riferimento per dare massima dignità, con questo emendamento, ad una sostanza che si chiama trasparenza. Si riprenda quella cifra, che ritengo non ipotetica ma reale. Si parla di 300 milioni, ma noi proponiamo, in primo luogo, che siano 500 per le debite conseguenze dei ragionamenti fatti negli interventi precedenti, e che li si carichi sul capitolo 10030, in modo che questa cifra sia mirata allo scopo per il quale è stata pensata (sostegno all'efficacia e all'efficienza del funzionamento dei gruppi), in secondo luogo, esigiamo che tale cifra sia trasparente e controllabile, quindi ridiamo legittimità ad una voce e ad una fonte nata per questo scopo.
Voi capite che è importante ricevere una risposta, perché se invece il vostro ragionamento è "esiste la cifra", prima voglio sentirmi dire se sia ipotetica o reale; secondo, se sarà caricata nel calderone generale 10120 a quel punto verranno meno in assenza di un intervento mirato gli indispensabili principi di trasparenza e di legittimità. Quindi sosteniamo come già hanno detto i colleghi Manica e Bertoli, l'emendamento, chiedendo a maggior ragione uno sforzo di legittimità e di conseguente trasparenza.
Il collega Montabone faceva appello affinché venga data, in qualche modo contezza della volontà di addivenire a una riorganizzazione del settore chiediamo questo sforzo aggiuntivo. Peraltro, trattandosi di una cifra, non andiamo a spostare delle somme che possano creare una rivoluzione copernicana all'interno del bilancio. Ragioniamo di una cifra molto vicina a quella che era stata pensata dalla Giunta, ma chiediamo che rimanga sul capitolo 10030 e che, per trasparenza, ci sia un'assunzione di legittimità e poi che venga dato dal governo locale un segnale politico di reale volontà per procedere a una riorganizzazione dell'assetto dei gruppi consiliari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Solo per precisare che sono d'accordo con quanto proposto dal Consigliere Peano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Sull'emendamento in oggetto emerge una questione relativa all'informazione televisiva, su cui ho da porre una questione riguardante persone esterne al Consiglio, quindi lascio a lei l'opportunità di affrontarla in seduta segreta.



PRESIDENTE

Se ci sono riferimenti personali facciamo seduta segreta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Vorrei sapere se la questione posta dal Consigliere Cavaliere è attinente al bilancio. Noi ieri eravamo al primo emendamento; adesso siamo di nuovo a discutere la duplicazione, voglio solo sapere se è attinente perché se è un modo...



PRESIDENTE

Se un Consigliere mi dice che svolge un intervento in cui intende fare apprezzamenti su persone io devo convocare una seduta segreta.



GHIGLIA Agostino

Ho capito, Presidente, però l'importante è che noi continuiamo a parlare di emendamenti e di bilancio, perché se questo è un modo per porre una pregiudiziale su tutt'altro argomento, credo che non possa essere accettato. Deve essere attinente a questo emendamento, Presidente.



PRESIDENTE

Sospendo immediatamente la seduta pubblica. I lavori del Consiglio proseguono in seduta segreta.



(La riunione prosegue in seduta segreta dalle ore 13.05 alle ore 13.44)



PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che i lavori proseguiranno alle ore 15,00.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.45 riprende alle ore 15.09)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo per il pomeriggio i Consiglieri Angeleri, Benso Botta, D'Ambrosio, Farassino e Pichetto.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
27 Consiglieri anziché 28 (sono in congedo n. 6 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 15.15 riprende alle ore 15.45)


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998-2000" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo pertanto l'esame del bilancio e la discussione sull'emendamento n. 1.
Ricordo che è stato presentato un emendamento integrativo, da parte dell'Assessore Burzi, che precisa come i riferimenti legislativi al cap.
10030 debbano intendersi integrati anche con la legge regionale n. 28 del 9 giugno 1997.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Quando la Consigliera Carla Spagnuolo, parecchi mesi fa propose a una riunione dei Capigruppo l'opportunità di consentire ai Gruppi consiliari di svolgere attività di informazione anche con il mezzo televisivo, mi ricordo che espressi qualche preoccupazione relativa al modo con il quale si poteva organizzare questa forma di informazione da parte dei Gruppi, garantendo a tutti i Gruppi una pari opportunità di azione. Mi ricordo che né allora n adesso il sottoscritto né il Gruppo fece questioni di principio, nel senso che riteniamo l'uso del mezzo televisivo - ci mancherebbe altro - un uso interessante, un modo di informare moderno, efficace, aggiornato, ricco di potenzialità. E quindi dal punto di vista del principio ci era parso e ci pare che nessun ostacolo dovesse essere frapposto da un punto di vista generale.
Detto questo però, è chiaro anche a tutti noi che il mezzo televisivo non è un mezzo qualunque, non è una tipografia alla quale un Gruppo si pu rivolgere per chiedere di stampare un giornale o un volantino; il mezzo televisivo sappiamo che è forma di informazione e propaganda ad altissima potenzialità, è forse il mezzo di informazione più diffuso, vediamo che gli stessi quotidiani a volte, si dice, non fanno altro che riprendere quanto ha detto la TV, perché quanto ha detto la televisione è il discorso del momento, l'attenzione è focalizzata lì. Questo vuol dire che quando in un Consiglio regionale decidiamo di consentire ai Gruppi propaganda televisiva questa debba essere ben organizzata. E organizzare bene, ove questo "bene" vuol dire pari condizioni di accesso, pari condizioni di audience, pari condizioni di costo, pari condizioni organizzative, non è cosa semplice.
Proprio per la natura del mezzo televisivo, perché mentre ciascun Gruppo se vuole scrivere un testo va in qualunque tipografia e sul mercato trova la tipografia che fa il prezzo analogo ad un'altra, così non è per le televisioni, che intanto sono meno, due hanno un editore che ha una politica diversa dalla politica che può avere un tipografo.
Allora, questa forma di informazione, si chiese - anche la collega Spagnuolo mi sembra fosse d'accordo - che venisse organizzata tenendo conto di questi obiettivi e sulla base ad esempio, si disse, di una convenzione.
Adesso è arrivata una bozza di questa convenzione (su questo tra l'altro il Presidente Ghigo, secondo me, potrebbe essere una persona che aiuta molto a capire che cosa dobbiamo fare); è arrivata una bozza di convenzione che a mio modo di vedere è molto insufficiente. Nel senso che l'accesso al mezzo televisivo occorre che sia organizzato in modo tale da conoscere i costi, e i costi che sono stati indicati in convenzione sono costi al "5 minuti". Ma costi in cambio di cosa? In cambio di un'inquadratura fissa con una telecamera? O con due telecamere da due punti di vista? Con dei primi piani? Con la presenza o no di un giornalista? In quale fascia oraria? Di accessibilità? Con quale scenografia? Con una regìa o no? Fornita o no dalla televisione? Se la regìa è fornita, quanto costa? Sono cose molto banali e dette da persona che non ha esperienza di questo mondo, ma che vanno organizzate.
Ancora sui costi: i costi sono riferiti ad attività nello studio, ma se un Gruppo chiede di avere un'attività fuori dallo studio, se un Gruppo decide di fare un'informazione esterna (il nostro Gruppo può decidere di andare davanti ai cancelli della Fiat Mirafiori e intervistare gli operai sulla base di una nostra presa di posizione), anche questi costi devono essere convenzionati precedentemente in via generale. Cioè quanto costa un servizio di un cameraman davanti alla Fiat Mirafiori o meglio in Provincia di Torino? E quanto costa fuori dalla Provincia di Torino, perché siamo Gruppi regionali e quindi possiamo andare a fare un servizio a Domodossola? E quali sono questi costi? Quali sono i costi se c'è solo un cameraman o se c'è anche un giornalista e via dicendo? Allora, questa materia, che ci vede consenzienti, deve però per prendere il via avere veramente un'altra struttura di governo, perché fatta così lascia maglie talmente larghe che non mette tutti i Gruppi consiliari in grado di capire quanto costa, in che orario, con quali mezzi, con quali strumenti.
Alla luce di queste considerazioni, devo dire a Carla Spagnuolo che se mantiene questo emendamento con tutte queste cose noi lo voteremo, anche se avremmo preferito - prima - avere chiarezza sulle modalità e le garanzie per tutti i Gruppi e poi eventualmente finanziarle.
Se invece per qualche motivo lo ritira, rimangono le posizioni espresse dai vari Gruppi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo, per dichiarazione di voto.



SPAGNUOLO Carla

Sì, per dichiarazione di voto, ma anche come intervento un po' tecnico se riusciamo a farlo insieme, Presidente Deorsola, su come concludere questo punto.
Intanto ringrazio l'Assessore Burzi che ha presentato questo emendamento integrativo al capitolo 10030, in quanto con questo emendamento si scrive un altro titolo di questo capitolo, nel senso che si integra facendo riferimento alla legge e quindi prendendo un pezzo del nostro emendamento.
Rispetto a questo punto non ho problemi a ritirare quella parte, perch se si mette in votazione questo emendamento dell'Assessore va anche bene in quanto ciò che noi volevamo era che il capitolo contenesse esplicitamente il riferimento alla legge regionale n. 28.
Tuttavia saremmo orientati, Presidente Deorsola, in senso politico a mantenere il nostro emendamento e a farlo votare per questa ragione. Questo può in qualche modo sostituire una sorta di ordine del giorno, per capirci perché il Presidente Deorsola ha dato una spiegazione e una lettura delle poste messe a bilancio che nella sostanza coincidono come somma, e questo mi ha fatto piacere, con l'aumento che noi abbiamo previsto, perché noi prevediamo esattamente 500 milioni, però si arriva a questo attraverso una lettura delle intenzioni "politiche" dell'Ufficio di Presidenza, perché non c'è nulla di esplicito.



PRESIDENTE

C'è un riferimento anche nel nostro bilancino.



SPAGNUOLO Carla

Ma c'è un riferimento indiretto. Allora, se dal punto di vista politico noi votassimo l'emendamento che abbiamo presentato, praticamente nel bilancio si potrebbe "leggere" esplicitamente che questi 500 milioni servono al finanziamento di quella legge quando essa sarà operante. Ci ho ragionato un po' sopra. Togliamo 300 milioni da una parte, integriamo 200 milioni dall'altra su due capitoli diversi, su due voci diverse, quindi ci sarebbero in sostanza 500 milioni in più che possono servire per quella finalità! Però, poiché questo non è scritto esplicitamente, io proporrei Presidente, è lei alla fine che deve gestire - di votare questo emendamento, accettando evidentemente anche l'emendamento integrativo del collega Burzi, perché otterremo due risultati: un risultato di riscrittura del titolo del capitolo 10030 e un risultato politico di destinazione certa di questi 500 milioni alla gestione della legge n. 28, quando essa andrà a regime. Questa è la volontà che noi intendiamo esprimere.



PRESIDENTE

Provo ad alta voce a fare il punto della situazione. Se venisse approvato l'emendamento Burzi, avremmo maggiore chiarezza su quello che si voleva fare, nel senso che sarebbe espresso il riferimento alla legge n.
28/97 all'interno del documento giallo che è stato distribuito. Se venisse approvato anche l'altro emendamento, dato che si preleva in diminuzione da un altro capitolo, avremmo un miliardo, non più i 500 milioni.



SPAGNUOLO Carla

No.



PRESIDENTE

Se l'obiettivo è di tenere solo 500 milioni potremmo, in luogo dell'emendamento da lei presentato, fare un ordine del giorno di chiarimento. L'obiettivo è di tenere 500 milioni per questo, che forse si può raggiungere precisando con l'emendamento integrativo e con una dichiarazione e un ordine del giorno che potremmo appuntare e approvare alla fine. L'obiettivo è che ci siano i 500 milioni.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Noi approviamo l'emendamento integrativo presentato dal collega Burzi che cambia il titolo del capitolo 10030; possiamo ritirare il nostro emendamento e io mi riservo con i colleghi di trasformare l'emendamento in un ordine del giorno che destina quei 500 milioni alla legge che nel frattempo viene inserita nel capitolo 10030.



PRESIDENTE

Sentiamo la valutazione della Giunta.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Se mi è consentito, prima di arrivare alla sintesi che la Presidente Spagnuolo stava cercando, ringrazio della comprensione. L'emendamento integrativo aveva esattamente lo scopo, che è stato riconosciuto, di dare chiarezza all'interno di un capitolo, ma qui finiscono le note liete. Nel senso che mi è sembrato che la discussione, utilissima anche al di là del momento specifico in cui è avvenuta, porti alla luce una serie di elementi che proviamo a riepilogare. A questo capitolo, il 10030, relativo ai Gruppi consiliari, fanno riferimento almeno cinque o sei leggi, tra cui la n. 28 che adesso stiamo aggiungendo e che correttamente era mancante, come in parte credo sia anche emerso stamattina dal dibattito. Cito particolarmente l'intervento di Peano, non perché sia l'unico che ha parlato su questo argomento, ma perché nell'ambito del suo intervento è stata maggiormente sviluppata questa tematica.
Mi pare evidente, ancor prima come Consigliere che come Assessore l'utilità, nell'ambito del rapporto Consiglio-Gruppi consiliari - tra l'altro io condivido anche nel merito quanto detto, nelle considerazioni che Peano, ma non solo, ha fatto - avvenga oggi una revisione utile anche ai fini della comprensione dei capitoli di bilancio, ma utile soprattutto a porre ordine per questa seconda parte di legislatura e, perché no, per legislature successive, in un momento più favorevole rispetto a quando ce ne occupammo l'ultima volta - mi pare fosse all'interno del dibattito della legge n. 51 - e quando prevalsero altri temi e altre emotività. Allora, e io credo correttamente, parecchi consigliarono di rimandare l'esame della questione (tra l'altro ricordo anche un intervento della Consigliera Spagnuolo in proposito).
Mi pare che oggi sia opportuno farlo. Credo che siano opportune alcune istanze di chiarezza di legge, il che tra l'altro renderebbe anche più comprensibile questo argomento e, come posso dire, farebbe giustizia del principio della supremazia della politica: i gruppi consiliari hanno un compito fondamentale, l'hanno sempre avuto, ce l'hanno ancor di più in un Consiglio che ha esplicitamente votato per l'autonomia del suo ruolo; credo che questo vada riconosciuto per legge. Alcuni tentativi sono stati fatti anche nell'ultimo semestre, ma possono essere ripresi, aggiornati per portare chiarezza, io credo, nell'area specifica e di conseguenza nel bilancio.
Sul capitolo 10030, la prima opinione è che una revisione dell'impianto legislativo che fa riferimento al 10030 possa essere utilmente effettuata perché quel capitolo di per sé porta un incremento di 250 milioni. Lo potete leggere dal riassunto richiesto in sede di prima Commissione bisogna fare i complimenti agli uffici, in questo caso uffici e CSI a fronte di una richiesta di compattamento delle tante cose che si sono andate sommando - e subito disponibile in una giornata che non sempre ha visto le cose avvenire nei tempi dovuti. C'è un documento complesso, perch lo è, ma unico su cui per ora lavorare, e porta un incremento.
Come avviene questo incremento di 250 milioni in un momento in cui complessivamente, le risorse sono scarse e lavoriamo in un'ottica non semestrale di bilancio, come dice il collega Montabone, ma di momentanea applicazione di risorse, quindi senza rinunciare a progetti per poi - se saremo in grado - applicarne delle altre? Nasce da una delibera dell'Ufficio di Presidenza, direi dell'ottobre '97, già citata in un mio intervento di ieri, che chiede esplicitamente, a fronte delle immutate esigenze e degli immutati ruoli, un incremento del bilancio del Consiglio di 5 miliardi rispetto al consuntivo '97. Non ho qui il documento, ma in ogni caso credo che il Consigliere Peano, che è un garante della continuità dell'Ufficio di Presidenza, come pure il Consigliere Foco (parlo della minoranza, ma poi c'è il Consigliere Gallarini e il Presidente Picchioni) abbiano deliberato in tal senso. Questa delibera è stata integralmente e quantitativamente recepita nel disegno di legge n. 371 e riportata integralmente nelle articolazioni, come secondo me è corretto che sia, alla ricerca della giusta autonomia della Giunta nei confronti del Consiglio e viceversa, per cui credo che non sia né utile né corretto, se non nelle quantità, che l'Assessore al bilancio dica al Consiglio cosa deve fare.
Credo che se a suo tempo avessimo ritenuto che non fosse possibile mettere in campo questi cinque miliardi - se mi passate questa espressione avremmo detto "non possiamo", ma all'epoca (novembre '97) lo recepimmo.
L'articolazione del bilancio rispetta integralmente quelle che furono le volontà e le articolazioni dell'Ufficio di Presidenza di allora, ma che peraltro ha sufficienti elementi di continuità non solo politici ma anche di struttura stessa per poterle governare.
Allora, io non so dire - lo dico in senso costruttivo - se all'interno del dibattito che ci fu allora fosse previsto o meno il rispetto della L.
28 o altre modalità, perché i tempi e i modi non consentirono né allora n poi né all'Assessore né alla Giunta di interloquire.
Dico che ci può essere un'ulteriore riflessione, e non so neanche, nel tessuto del bilancio di oggi, se e che in modo debba essere articolato il rapporto finanziario di bilancio tra Giunta e Consiglio; con la struttura dei capitoli attuali, si potrebbe utilizzare - il Presidente l'ha più volte richiamato - un sottocapitolato (se mi si passa il termine), all'interno del quale l'Ufficio di Presidenza potrebbe a sua volta articolare proprie deleghe ed operatività.
Su questo deve comunque esserci un momento di riflessione, unitamente alla forma nella quale dovrà successivamente articolarsi l'operatività anche tecnica, del Consiglio. Ma questo è un ragionamento del dopo.
Proseguo per punti. Applicare la legge 28 è compito del Consiglio qualcuno ha detto (mi pare la Consigliera Manica e ripreso dal Consigliere Bertoli) che è evidente che, se noi avessimo previsto 100 lire, a fronte di una legge, dimenticando la L. 28, dovremmo aggiungerla.
E' una questione - io credo - che il Consigliere Bertoli altrettanto autorevolmente potrebbe porre al suo Gruppo, per sapere se questo dibattito è avvenuto o no, perché io non lo so.
Certo, posso chiedere al mio Gruppo, per la parte dell'Ufficio di Presidenza che ci rappresenta, se e in che misura intendiamo applicare la L. 28. L'applicazione della L. 28 è un compito del Consiglio, e quindi di tutti noi; e tra l'altro è una legge in cui io credo molto.
Allora, facciamo tutte queste somme: io non vorrei, e per una parte l'ho già fatto, votare contro, se non ricollegandomi eventualmente ad un ragionamento già fatto ieri, e che credo abbia una sua validità - l'ho richiamato anche oggi - ovvero che manca all'esecutivo il quadro completo delle manovre emendative, onde dare una risposta completa.
Credo comunque - l'ho detto anche all'epoca, in Commissione - nella legge, al di là che poi venga finanziata con 100-200-300 milioni (questa è poi una misura).
Mi parrebbe più utile - e in questo senso suggerivo alla Consigliera Spagnuolo, se vuole, o di rimandare o di ricollegarlo ad un ordine del giorno - una revisione complessiva, da parte di tutti i Gruppi, della logica del capitolato dei Gruppi o della più complessa attività del Consiglio, di cui la L. 28 è una componente.
In entrambi i casi, sarei favorevole all'ordine del giorno e parteciperei, sia come Consigliere che come Assessore, alla gestione del documento; altrimenti dovrei votare contro, e francamente lo farei...



SPAGNUOLO Carla

Lei stava telefonando: non ha capito la proposta.



PRESIDENTE

Mi pare che sulla proposta della Consigliera, cioè di approvare l'emendamento "Burzi" (lo chiamo così) unitamente ad un ordine del giorno magari su questo sentiamo l'orientamento - ci sia un'ampia convergenza, se ho inteso bene. Possiamo concludere così? L'emendamento presentato dalla Consigliera potrebbe dunque essere ritirato; si approva l'emendamento integrativo e "appuntiamo" un ordine del giorno. D'accordo? La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Su questa proposta, su questa voce di bilancio, la Giunta propone 200 milioni di aumento dello stanziamento, da 2.550 a 2.750 milioni; 200 milioni in più, che considero una cifra inadeguata, in relazione alla necessità di riattrezzare la struttura dei Gruppi consiliari.
Questo argomento è già stato oggetto di discussione con il Presidente Deorsola in altra occasione e, se non erro, lo stesso Presidente Deorsola aveva predisposto - non credo come Presidente - un testo di proposta di aggiornamento dell'attrezzatura dell'organico e delle possibilità operative dei Gruppi.
Io non so se tutti i Consiglieri conoscano le situazioni dei Gruppi consiliari dal punto di vista dell'organico operativo. Noi abbiamo una strana legge che prevede un organico collocato tra un minimo di tre persone (mi pare) ed un massimo di sette o otto. Ci troviamo dunque nella condizione - faccio un esempio - per cui il collega Rubatto avrà sicuramente delle difficoltà con un organico di tre persone all'attività del Gruppo, ma vorrei che consideraste quale può essere la situazione di un Gruppo come quello del PDS che ha 11 Consiglieri e 7 persone come l'organico complessivo. Naturalmente ci sono anche i Gruppi di Forza Italia e di AN, ma voi siete anche al corrente del fatto che quei Gruppi, almeno contingentemente, hanno un certo numero di Assessori e altre strutture che concorrono allo svolgimento dell'attività.
Da tempo abbiamo posto il problema di "raddrizzare" l'idea che abbiamo sempre utilizzato per l'organico, il personale dei Gruppi, sulla base della necessità di acquisire prestazioni a livello dirigenziale.
La Lombardia, per esempio, prevede nell'organico dei Gruppi persone funzionari di IX e X livello, ed è il minimo che si possa pensare per persone preposte a capo di unità operative che debbono cooperare collaborare alla redazione di disegni di legge, e soprattutto all'assunzione di documenti, di materiale di informazione, di conoscenze.
Ciò non significa che rinunciamo a chiedere prestazioni di questo livello o che non abbiamo impegni a questo livello da parte del nostro personale. Però, la cosa che non si può più tollerare, Presidente Deorsola è che se queste prestazioni sono fornite da personale assegnato all'organico del Consiglio valgono da quattro a nove milioni al mese di corrispettivo (come è giusto che sia); se invece sono svolte da personale dei Gruppi valgono 2 milioni, 1 milione e 800 mila lire al mese.
Presidente, tale questione è importante, tanto più che ne abbiamo parlato molte tante volte; nel discorso della Giunta non ce n'è traccia.
E' una questione che si ascolta così come si ascoltano altre questioni ma che invece merita attenzione perché è di ampio rilievo.
Torno a ripetere: le prestazioni che dobbiamo chiedere al personale assegnato ai Gruppi, anche per la scarsità organizzativa del Consiglio sono a livello di alta responsabilità e qualificazione professionale, ivi compresa l'istruttoria sulla preparazione di disegni di legge e l'assunzione di informazioni. Le stesse prestazioni, se svolte dal personale del Consiglio, sono considerate di carattere direttivo o dirigente, e quindi da 4-5-8-9 milioni al mese; se sono svolte dal personale dei Gruppi, per le qualifiche riconosciute, sono da 1.600-1.700 2.000.000.
Questa situazione deve cessare!



PRESIDENTE

Io sono d'accordo con lei.



RIBA Lido

Sì, d'accordo, ma adesso stiamo girando attorno all'argomento.
Io lo ripropongo qui, perché non intendo neanche prendere in considerazione la possibilità di continuare a sopravvivere in una condizione di questo genere; mi stupirei che da parte degli altri Gruppi ma non credo - non si fosse posta attenzione ad una tale questione. Io capisco che qualcuno ritenga che i disegni di legge sono una cosa che deve essere svolta ad alto livello; ma da che conosco la storia del Consiglio questo è il lavoro dei Gruppi, perlomeno dei Gruppi di minoranza. Quanto meno, questo è il lavoro del mio Gruppo e credo anche di altri.
Ritengo dunque che non si possa più uscire da un dibattito sul bilancio, senza stabilire... Presidente, lo dico chiaro fin da adesso: a me, l'attribuzione del livello storico non interessa più! Io voglio che al personale che fa un determinato lavoro siano riconosciuti i corrispettivi economici previsti per il lavoro che fa indipendentemente dalla qualifica che gli è stata storicamente o contingentemente attribuita.
Questo è un problema enorme. E allora, non soltanto penso che questo emendamento non possa essere ritirato, perché inserisce una questione fondamentale per la vita dei Gruppi - i miei compagni di Gruppo sono già intervenuti insieme agli altri Consiglieri per sottolinearne l'importanza ma dato che il capitolo incorpora anche questi problemi, credo che innanzitutto dobbiamo approvare l'emendamento per risolvere l'insieme della questione. Altrimenti, assieme al dissesto del Consiglio, per niente risolto con le questioni della legge che abbiamo appena approvato, noi aggiungiamo un dissesto dei Gruppi, che sono le strutture che, almeno per quanto ci riguarda, ci consentono di predisporre le proposte di legge essenziali per le attività di governo di questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ho già avuto modo di sottolineare come questi problemi siano da me personalmente condivisi. A questo proposito l'Ufficio di Presidenza ha chiesto agli uffici di preparare dei provvedimenti di legge da sottoporre all'attenzione dall'aula per porre rimedio a queste carenze. Si potrebbe formulare un ordine del giorno, con l'impegno in sede di assestamento prima bisogna approvare la legge, ma temo che 500 milioni non siano sufficienti per questo provvedimento - senza individuare la cifra, di garantire risvolti economici sia della sistemazione del personale sia di attenzione alla qualità e delle leggi, delle proposte che vengono all'esame.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Ho chiesto la parola per intervenire su quest'ultima questione, perch sull'emendamento ci eravamo già espressi questa mattina. Siamo d'accordo sull'emendamento dell'Assessore Burzi per far sì che la dicitura inserita in bilancio ripercorra esattamente il testo di legge, ma ovviamente ci attestiamo sulle posizioni della Giunta per quanto riguarda la questione finanziaria. Per quanto riguarda la questione sollevata dal Consigliere Riba, come Gruppo concordiamo sulla gravità della stessa, sul fatto che occorra uscirne il più in fretta possibile. Ne abbiamo parlato molto finora, forse anche le condizioni oggettive di bilancio "latente" che si trascina da mesi non hanno garantito le condizioni ideali per poter affrontare in modo incisivo la questione. Mi associo a quanto diceva il Consigliere Riba. Il problema esiste. Concordo anche con quanto diceva il Presidente Deorsola sul fatto che difficilmente cento, duecento o cinquecento milioni possano risolvere la questione. Sottoponiamo all'attenzione della Giunta il problema attraverso la presentazione di un ordine del giorno, se il Consiglio lo riterrà e, come diceva il Presidente Deorsola, l'assestamento di bilancio che avverrà in futuro, però l'Ufficio di Presidenza - per quanto ci riguarda lo faremo - predisponga il provvedimento in modo tale che sia consentita anche un quantificazione da trasmettere alla Giunta, affinché i problemi del Consiglio e della Giunta sappiamo che la Giunta ha analoghi problemi relativamente alla questione delle Segreterie - finalmente, congiuntamente possano essere comunemente affrontati, ma risolti il più velocemente possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Grazie Presidente. Intervengo per esprimere la posizione del nostro Gruppo. Credo che in merito all'intervento del Consigliere Riba sia opportuno ribadire che anche il Gruppo di Alleanza nazionale si adegua a quanto previsto dall'emendamento proposto dell'Assessore Burzi. Però il mio Gruppo ribadisce la necessità e si augura, è disponibile a sottoscrivere un ordine del giorno che impegni la Giunta, in sede di assestamento, a venire incontro alla richiesta - che mi sembra oggettivamente condivisibile - di dare maggiore risalto al personale dei Gruppi, ma anche per una loro diversa organizzazione strutturale nei metodi di lavoro sia nei mezzi che possono essere messi a disposizione, anche utilizzando le nuove tecnologie.
Ribadisco l'appoggio di Alleanza nazionale alla proposta avanzata dal Consigliere Riba.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Non ripeterò quanto detto dai due Capigruppo che mi hanno preceduto perché lo condivido. Sono discorsi che abbiamo tenuto moltissime volte in quest'ultimo anno, forse perfino troppe. Chiederei agli uffici di darci anche il tempo necessario per la preparazione di queste proposte da sottoporre ai vari Capigruppo per essere viste, elaborate, approfondite.
Chiederei se è possibile fissare una data perché è da un anno che non riusciamo a vedere qualcosa di scritto. Quindi proporrei il termine del 30 aprile, per incominciare poi a maggio a discuterne in modo approfondito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Non posso che condividere quelle che sono state le ultime battute relative alla questione Gruppi in generale, poi in particolare c'è il discorso del personale. Non posso che condividerla, però credo che questo bilancio debba sancire questa volontà politica. Non possiamo iniziare da questo capitolo dicendo che siamo tutti d'accordo, tanto poi vedremo in fase di assestamento di bilancio. Adesso sono stati reperiti 500 milioni possono essere di più o di meno, ma il disporre di una cifra maggiore è determinante per poi mantenere gli impegni. Altrimenti ritengo che i nostri impegni non saranno affrontabili, ancorché votando un ordine del giorno, ma dopo le dichiarazioni che tutti i Gruppi hanno fatto senza esprimere posizioni contrarie, l'ordine del giorno può anche essere superfluo, anzi credo che abbia ragione la Consigliera Cotto quando dice che dobbiamo fissare dei tempi, altrimenti rischiamo di finire la legislatura - ancorch finisca in tempi normali - senza risolvere un problema che proponiamo dall'inizio della legislatura.
Pregherei l'Assessore Burzi, come Assessore al bilancio, di fare lo sforzo per evitare di dirci, se è possibile, soprattutto su cifre come questa, che l'argomento verrà analizzato in fase di assestamento di bilancio. Diteci che mettiamo soltanto cinquanta milioni su quel capitolo ma dateci un segnale politico su quel che si vuole attuare, altrimenti veramente si rischia di approvare ordini del giorno, di dirci tutti d'accordo su alcune cose, di darci magari dei tempi per metterle a punto e poi di non affrontarle mai. Una difficoltà che si riscontra in questo Consiglio regionale è di riuscire a seguire determinate iniziative che magari votate, si danno per scontate, ma che poi non si attuano mai. Potrei farvi quattro o cinque esempi di leggi varate e finanziate che non sono ancora andate in attuazione dopo un anno e mezzo. Lo dirò poi quando verranno i capitoli di spesa per queste leggi, perché sono tutte segnate in questo bilancio. Vi dirò che noi abbiamo votato all'unanimità delle leggi che non hanno avuto attuazione dopo un anno e mezzo. Si rischia di essere tutti d'accordo, ma un segnale politico non può che venire in occasione del bilancio con l'inserimento di una somma, ancorché simbolica, sul capitolo di spesa.



PRESIDENTE

Scusi Consigliere Montabone, con l'assestamento si potrebbe completare.



MONTABONE Renato

Si potrebbe completare o addirittura toglierne se ne abbiamo messi troppi.



PRESIDENTE

E' d'accordo, Consigliere, se sospendiamo la seduta affinché si possa verificare con l'Assessore Burzi?



MONTABONE Renato

Volevo infatti richiedere la sospensione della seduta.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.47 riprende alle ore 17.58)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiedo alla Consigliera Spagnuolo di riassumere l'ipotesi, in quanto prima firmataria dell'emendamento.



SPAGNUOLO Carla

Dalla valutazione che i Capigruppo insieme al Presidente del Consiglio e all'Assessore Burzi hanno fatto, sarebbe emersa questa proposta che affronta le due questioni che sono andate precisandosi nel corso del dibattito.
La prima proposta è quella del finanziamento della legge regionale n.
28/97, che è in fase ormai di attuazione, e si risolverebbe con l'istituzione di un nuovo capitolo di spesa, un capitolo di spesa ad hoc dentro il bilancio; è in preparazione l'emendamento che io però posso già leggere: "E' istituito il capitolo di spesa denominato 'Finanziamento della legge regionale n. 28 del 9/6/97' con la previsione di spesa di 300 milioni" e con l'ipotesi di un ulteriore incremento nel corso dell'anno nelle fasi che la legge di bilancio ulteriormente andrà a prevedere. Questo per quanto riguarda la legge regionale n. 28/97.
Nel dibattito, nel quale sono intervenuti numerosi Capigruppo, è stata affrontata la vasta problematica del funzionamento dei Gruppi consiliari per i quali più volte la Conferenza dei Capigruppo si è già espressa nella direzione di rivedere la normativa che riguarda i Gruppi incrementando anche la spesa. A questo punto questa parte si risolverebbe preparando nelle prossime ore un ordine del giorno che impegna il Consiglio ad andare in questa direzione, con una data certa di presentazione della proposta di legge che i Capigruppo hanno individuato entro il 30 aprile. Questo è quanto.
In termini pratici ho dato già lettura all'aula dell'istituzione del nuovo capitolo attraverso un emendamento che può essere messo in votazione prepariamo l'ordine del giorno, che sarà uno degli ordini del giorno di accompagnamento alla normativa di bilancio.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento così modificato: "Il capitolo 10030 è aumentato di lire 300 milioni prelevandoli in diminuzione dal capitolo 15950".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Il collega Peano, velocissimo, ha già preparato l'ordine del giorno che recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte dà mandato al Presidente del Consiglio e all'Ufficio di Presidenza di predisporre un disegno di legge relativo al funzionamento dei Gruppi consiliari che dovrà essere presentato alla Conferenza dei Capigruppo e alla Commissione competente entro il 31 maggio 1998".
E' stata cambiata la data perché si è ritenuto opportuno concedere un mese in più di tempo.



PRESIDENTE

Questo documento è connesso e pertanto ritengo di porlo immediatamente in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'emendamento integrativo al cap. 10030 presentato dalla Giunta: "I riferimenti legislativi di cui al cap. 10030 sono integrati con la L.R.
28/97".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.
1/1) Emendamento presentato dai Consiglieri Spagnuolo e Montabone: "il cap. 10045 è diminuito di L. 11 milioni spostando la somma sul cap.
15950".
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. Probabilmente mi è sfuggito nei lunghi dibattiti in Commissione, ma forse non abbiamo mai preso in considerazione questo capitolo. Ho presentato questo emendamento per capire, secondo una logica di carattere generale, se gli Assessori usufruiscano di un'assicurazione in più di quella che hanno i Consiglieri, e cioè se c'è una differenza ipotizzo che sia un'assicurazione contro gli infortuni - così come mi pareva negli anni scorsi, oppure se si tratta di un'assicurazione contro i rischi di carattere amministrativo (per esempio, i Consiglieri che facevano parte dell'Ufficio di Presidenza si pagavano loro stessi le assicurazioni così come tanti Consiglieri fanno ancora oggi). Io non so se questa è un'integrazione a questo rischio di carattere amministrativo, perché in tal caso potrebbe anche essere comprensibile: un Assessore rischia certo di più dal punto di vista amministrativo. Non vorrei però che questa fosse un'assicurazione, per esempio, che prevede una polizza contro gli infortuni per gli Assessori superiore a quella dei Consiglieri, altrimenti emergerebbe una differenza difficilmente sostenibile fra l'infortunio di un semplice Consigliere e l'infortunio di un Assessore. Sarebbe una discriminazione, dunque ci vorrebbero pari opportunità per tutti. Vorrei che mi si dicesse in poche parole se lo scenario che ho ipotizzato è vero oppure no.



PRESIDENTE

Il Presidente o l'Assessore intendono dare una puntualizzazione su questo? La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Posso dire con facilità ciò che non è previsto. Non è la copertura di rischi integrativi, perché questa parte, ancorché modesta, viene coperta come fosse - se esisteva già all'epoca in cui il Consigliere Montabone era Assessore - a carico personale dei colleghi. Ricordo che l'adeguamento al cap. 1011 è stato fatto unicamente per ragioni inflattive, partendo dai 10 milioni precedenti secondo la previsione di competenza. Al momento non ricordo, ma, se i colleghi lo consentono, questo emendamento può anche data la sua importanza, comportare un attimo di attesa, per cui dar tempestive spiegazioni sui 10 milioni in questione. Certamente non sono componenti aggiuntive perché, laddove esistono, sono a totale carico personale dei componenti della Giunta.



PRESIDENTE

Sospendiamo un momento l'esame dell'emendamento.
Passiamo a quello successivo relativo a spese di rappresentanza Giunta regionale e manifestazioni in conto terzi. 2) Emendamento presentato dal Gruppo PDS: il cap. 10050 è diminuito di L. 170 milioni spostando la somma sul cap.
15950.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Grazie, Presidente. Voglio spiegare perché abbiamo presentato questo emendamento. Lo scopo è quello di dimostrare che il Consiglio regionale esprime la volontà di azzerare tutte le spese di rappresentanza esterne anche organizzate da altri, proprio per dimostrare che saremmo pronti a sacrificarci, essendo questo un capitolo particolarmente importante per la Presidenza del Consiglio. Ci rendiamo perfettamente conto che, dopo avere spiegato il motivo per cui l'abbiamo presentato, esso sia assolutamente inagibile, perché priverebbe la Presidenza del Consiglio regionale, quindi il Consiglio regionale stesso, del benché minimo fondo per organizzare una qualsiasi manifestazione pubblica, per cui, dopo la spiegazione, noi ritiriamo l'emendamento. Mi auguro che la maggioranza e il Consiglio apprezzino questa nostra volontà.



PRESIDENTE

Credo di poter interpretare in questo senso la volontà e il pensiero della Giunta e della maggioranza.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone: "il cap. 10060 viene implementato di L. 50 milioni, prelevati dal cap.
10870".
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Credo che questo emendamento vada spiegato bene e che l'Assessore Vaglio in particolare debba concedermi un po' di attenzione in questo momento, essendo materia di sua competenza. Questo non è tanto un emendamento di carattere economico al bilancio, quanto un emendamento politico. Voglio capire qual è la volontà politica della Giunta rispetto al futuro, ancorché molto immediato, dei Co.Re.Co. e, in particolare, delle sezioni decentrate dei Co.Re.Co.
Noi sappiamo, perché la notizia è giunta in Commissione e abbiamo fatto le audizioni sullo scioglimento delle sezioni decentrate dei Co.Re.Co., che in Commissione è in itinere un disegno di legge, proposto dalla Giunta, per abolire i Co.Re.Co. decentrati e per istituire un Co.Re.Co. unico centralizzato a Torino. Come l'Assessore Vaglio sa, perché ne abbiamo parlato a più riprese, le audizioni non hanno fatto cambiare idea al sottoscritto, che è rimasta la stessa di quando era in maggioranza. Le audizioni hanno fatto capire al Consiglio che la Giunta ha presentato ed approvato un disegno di legge per sciogliere i Co.Re.Co. decentrati nelle varie Province, ma in questo modo, secondo me ed altri colleghi, si sopprime un servizio decentrato sul territorio senza tenere in considerazione che, con l'attuazione dei decreti Bassanini, gli organi di controllo come i Co.Re.Co. verranno sciolti in tempi estremamente rapidi.
Se quel disegno di legge dovesse passare in quest'aula, e qui parlo di una programmazione condotta attraverso l'impostazione di un emendamento economico su questo capitolo, noi saremmo, per qualche mese dopo l'approvazione di questa legge, indaffarati per esempio a ricomporre un unico Co.Re.Co. centralizzato su Torino; probabilmente l'attuazione dei decreti Bassanini ci porterebbe invece, a compimento, all'abolizione di tutti i Co.Re.Co.
Avremmo quindi fatto uno sforzo inutile, che a detta di alcuni che sono venuti in audizione non comporta neanche minori spese, perché verrebbero lasciati degli uffici decentrati sul territorio che però non hanno più tutte quelle competenze.
Comprendete dunque che, in questo momento, è per un Consigliere di minoranza estremamente importante, attraverso questo capitolo di bilancio capire - per cui sottolineo l'importanza della discussione del bilancio quali sono le volontà politiche del Governo di questa Regione e della maggioranza che sostiene il Governo di questa Regione, riferite a quello che sarà il futuro immediato dei Co.Re.Co. Si tratta quindi di un emendamento di carattere economico per capire questo.
Infatti, essendo stato ridotto lo stanziamento dell'anno scorso da 700 a 500 milioni, io non vorrei - avendomene, peraltro, l'Assessore al bilancio già data la giustificazione in Commissione I - che le spese risultassero minori non per via della variazione, dell'attuazione della legge, ma per una mera riduzione, un contenimento che si è verificato potersi fare.
Io, invece, con questi 50 milioni in più sulle sezioni decentrate dei Co.Re.Co., intendo sottolineare che la mia volontà è quella che non si vada allo scioglimento di dette sezioni decentrate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Non credo che sia indispensabile una risposta vera e propria, perché il collega Montabone è troppo attento a queste cose per non aver rilevato alcuni passaggi; ma forse non sono stati ben spiegati e quindi do volentieri delle precisazioni.
Il primo passaggio è che una diminuzione di oneri da parte degli attuali Co.Re.Co. non è solo legata ad eventuali risparmi effettuati, ma alla riduzione di oltre il 60% del lavoro dei Co.Re.Co. fatto fino ad oggi perché la L. 127 (la Bassanini 2) ha oggettivamente ridotto il lavoro dei Co.Re.Co.; d'altra parte, ai colleghi non è certamente sfuggito che le altre Regioni d'Italia operano praticamente tutte su un Co.Re.Co. unico tranne la Lombardia che opera su due.
Quindi, questa del Co.Re.Co. unico è un'istanza che arriva da distante.
Si tratta di un disegno di legge che era già stato predisposto nella passata legislatura e non aveva avuto modo di camminare.
Con l'avvento della L. 127, perché è stata proposta nuovamente la costituzione di un Co.Re.Co. unico? Perché all'interno della costituzione del Co.Re.Co. unico era prevista non già la ripartizione su quattro settori, su quattro quadranti della presenza di organi di consulenza, ma era prevista la costituzione (in questo disegno di legge) presso ogni Provincia di un organo di consulenza. Questo a favore di tutte quelle norme e di tutte quelle pratiche che la legge Bassanini 2, la L. 127 indica ai legislatori regionali come la via principale da seguire in funzione dello scioglimento stesso dei Co.Re.Co..
Ecco il motivo per cui la proposta di legge è stata presentata ed ecco il motivo per cui il Settore bilancio ha predisposto una riduzione del capitolo.
Comunque, io non sono l'Assessore competente per pronunciarmi sull'accoglimento o meno dell'emendamento.



(Dai banchi della minoranza: Lei intende perseguire quel disegno di legge?)



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Sì, la Giunta lo porta avanti.



PRESIDENTE

Prego l'Assessore Burzi di rientrare in aula per una sua valutazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

L'emendamento presentato dal collega Montabone solleva un problema che avevamo già iniziato a discutere in Commissione; tuttavia l'intervento dell'Assessore Vaglio mi ha permesso di focalizzare meglio la questione.
E' chiaro che, se si dovesse decidere (come bisogna decidere) di attenersi per forza di cose alla Bassanini 2, alla L. 127, i Co.Re.Co.
fanno quella fine; quindi l'applicazione non può che essere un disegno di legge con le modalità che prima sono state indicate.
In alcune occasioni, insieme per esempio al collega Angeli, ne abbiamo discusso - non ricordo più se in VIII Commissione - individuando la possibilità di una trasformazione dei Co.Re.Co. con un ruolo.
Si era cioè fatto questo ragionamento.
In fondo, i Co.Re.Co. dispongono di personale con alta qualificazione amministrativa e quindi è un patrimonio che non va disperso, va mantenuto di conseguenza, i Co.Re.Co. o gli ex Co.Re.Co. o come li chiameremo potrebbero svolgere una sorta di ruolo di consulenza nei confronti dalle Amministrazioni comunali, soprattutto per alcune questioni complesse, che sono sempre di più.
Questo l'avevamo fatto con riferimento in modo particolare ai piccoli Comuni; ad esempio, le discussioni fatte attorno alle modalità per i Comuni per associarsi, le convenzioni, cioè c'è un livello in cui quell'esperienza amministrativa può essere utilizzata.
Ne derivava, quindi, un organo di consulenza dei Comuni, ma non tanto dal Co.Re.Co. in sé stesso, quanto dall'utilizzazione di quelle persone per svolgere questi ruoli; non tutto centralizzato, ma mantenendo in linea di massima - poi bisogna verificarla - l'attuale struttura.
Questo era stato il ragionamento, per cui condivido la riflessione e l'emendamento del collega Montabone.
Ripeto, non per mantenere i Co.Re.Co., bensì per la loro trasformazione, facendo assumere a queste istituzioni principalmente il ruolo di organi di consulenza per gli Enti locali.
In questo senso, condivido l'emendamento; anzi, credo che bisognerebbe mantenere l'impegno che c'era già nel 1997.
In ogni caso, d'accordo su questo emendamento, con questo impegno: che al di là dello sviluppo che può avere la legge, che bisogna applicare, si può tentare di utilizzare quelle esperienze in modo diverso, e ciò richiede evidentemente delle risorse che bisogna mantenere in bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Anch'io, avendone già parlato a suo tempo (poi mi era un po' passato di mente e non riuscivo a comprendere bene dove volevamo andare a parare) credo che mantenere questi uffici decentrati come previsto dalla legge sia un'opportunità per le Comunità montane, per i piccoli Comuni che, anzich avere un controllo defatigante da parte dei Co.Re.Co. attuali, rappresenti un momento di aiuti per certe situazioni che si vengono a verificare nei mille e rotti Comuni del Piemonte.
Ciò tenendo presente che non tutti hanno le strutture per poter sopperire ad alcune carenze fisiologiche che ci sono nei piccoli Comuni nei quali vengono a mancare i Dirigenti; gli impiegati; a volte si trova la guardia del Comune che fa l'usciere, che fa l'impiegato, che fa il tecnico che fa tutto.
Ritengo dunque utile il mantenere queste strutture all'esterno - e per questo condivido l'emendamento finalizzato ad aumentare questo capitolo di bilancio - in modo da offrire questo supporto estremamente necessario ai piccoli Comuni che, ancora oggi, non trovano, se non in consulenze costose una risposta ai loro problemi.
Per questo credo che sia opportuno approvare questo emendamento e andare sulla strada di istituire questi uffici decentrati, che siano di supporto a tutte le amministrazioni dei piccoli Comuni, in un momento in cui si sta applicando anche una legge, la legge di bacino. E' molto importante per i consorzi avere delle consulenze a livello locale per poter definire che fine faranno, per esempio, i vari consorzi acquedottistici. Ho fatto questo esempio ma potrei farne un migliaio di altri riguardanti i Comuni; i Segretari comunali adesso non riescono più a dirimere, hanno bisogno di avere una consulenza sempre chiara.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi sembra ci sia un po' di improvvisazione nella gestione di questa partita dei Co.Re.Co.
I Co.Re.Co. hanno una storia abbastanza nota, nel senso che furono prima Comitati di controllo comprensoriale. Permettetemi solo di dire che l'esperienza dell'attività comprensoriale - non faccio una digressione era l'ascendenza di quella che adesso è l'esperienza della programmazione concertata in sostanza dei patti territoriali, degli accordi di programma.
Se ci fosse stato uno sbocco concreto come gli accordi di programma, la programmazione comprensoriale avrebbe avuto un massimo di efficacia e di efficienza e ci avrebbe fatto anticipare di parecchio tempo la vicenda che stiamo tentando di mettere a punto adesso con la gestione dei fondi attraverso gli accordi di programma. Poi l'esperienza dei comitati comprensoriali fu superata, ma voglio chiedere alla Giunta una cosa: la Giunta è a conoscenza del fatto che, quando sono stati tolti i Co.Re.Co.
comprensoriali, in realtà in molti comprensori è stato lasciato il personale senza alcuna mansione da svolgere? Chiedo questo perché posso citare diversi casi: non solo il personale è rimasto in quelle strutture perché questa fu un'esperienza delle Giunte che più di recente hanno enfatizzato l'idea che bisognava arrivare a criteri di efficienza e di contenimento della organizzazione periferica della Regione, ma sta di fatto che quel personale continua ad essere ancora lì. Al Co.Re.Co. di Saluzzo c'è ancora la stessa struttura; naturalmente avranno sempre operato con il massimo impegno nello svolgere il lavoro loro assegnato, ma credo che non sia stato loro assegnato alcun lavoro.
La domanda che intendo rivolgere è la seguente: come mai questo personale non è stato riutilizzato, destinato alle Province, trasferito ad altra utilizzazione regionale? In connessione con la proposta di ridurre la spesa per i Co.Re.Co., ricordo che i Co.Re.Co. comprensoriali furono soppressi tanti anni fa, ma il personale rimase lì, non soltanto, ma detto personale continuò a lavorare operosamente, ma non avendo più niente da fare non so quale sia stato il risultato della loro operosità. A meno che siano state assegnate altre funzioni che però non mi risultano. Quindi noi abbiamo mantenuto una struttura, ma cambiato la destinazione dei Co.Re.Co..
C'è stata una grande discussione sul fatto che i Co.Re.Co. siano disomogenei. E' consentito sottolineare la banalità dell'argomentazione secondo cui un Co.Re.Co. poteva assumere dei comportamenti difformi da un altro Co.Re.Co., così come una Provincia può averli difformi da un'altra.
Ogni istituzione ha una sua vita, ha delle regole; riconduciamo ad uniformità le regole perché è un compito nostro, ma altro è dire che comportandovi in modo disomogeneo, eliminiamo il vostro servizio, ma solo in parte, con la conseguenza che non sapendo come riorganizzare la struttura, si è mantenuto il personale.
La Bassanini, se non erro, toglie i Co.Re.Co. in via definitiva: questo è un adempimento al quale noi dovremo attendere tra non molto e credo che l'anno prossimo lo affronteremo abbastanza velocemente. Quello che non mi sembra funzionale è che in attesa di un adempimento che è in itinere, nel frattempo togliamo i Co.Re.Co. territoriali rimasti provinciali e li concentriamo, ma, ammesso che lo facciamo, ho sentito avanzare questa proposta; togliamo quello che era stato inventato come quadrante e concentriamo gli altri in una struttura regionale. Ma un'operazione così complessa per un termine che è sostanzialmente già trascorso mi sembra impraticabile. Ritengo anch'io che sia opportuno, poi l'emendamento pu essere questo, può essere come abbiamo proficuamente concluso nel precedente caso, può essere di altra natura, può anche essere tolto perch c'è una spiegazione adeguatamente convincente. Mi pare che la sostanza del ragionamento sia che non ci sono condizioni di opportunità, per cui mi sono permesso di tratteggiare alcuni percorsi dei Co.Re.Co. in quanto passaggi organizzativi che non hanno risolto più di tanto né in termini di particolare concertazione dei comportamenti, né in termini di razionale recupero o riutilizzazione delle nostre "risorse umane".
Accetterei l'emendamento soltanto come condizione necessaria per consentire un più razionale atteggiamento rispetto a questa operazione. In subordine, sarei anche disponibile ad accettare nessun emendamento, ma che venga chiarito che noi non facciamo un'operazione di brevissimo termine perché la considererei, anche alla luce della storia dei Co.Re.Co., non dico inopportuna, ma del tutto irrazionale rispetto al percorso che prevede un imminente superamento di questo regime e di questo sistema dei controlli.



PRESIDENTE

Informo i Consiglieri che gli Assessori Masaracchio e Pichetto stanno ricevendo una delegazione di taxisti, per cui la loro assenza è dovuta ad impegni istituzionali.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

L'emendamento al cap. 10060 è relativo alle spese per il Co.Re.Co.
relativamente agli adempimenti della Giunta regionale sui Co.Re.Co. e sezioni decentrate conformi alla legge Bassanini. A mio avviso, ci sarebbe ancora l'opportunità politica di tenere queste sezioni decentrate e quindi evitare il loro scioglimento.
Dico questo perché in VIII Commissione, durante l'audizione dei quattro Presidenti dei Co.Re.Co., le loro tesi erano di perplessità e di preoccupazione. I Co.Re.Co. potrebbero fare un'azione di consulenza dei piccoli Comuni, delle comunità montane, comunque per agevolare l'accorpamento o l'associazionismo tra Comuni. Quindi potrebbero svolgere un ruolo fondamentale di consulenza per quanto riguarda l'attività amministrativa.
Comunque condivido i contenuti dell'emendamento, quindi ritengo che l'emendamento abbia una sua validità istituzionale, anche perché se i quattro Co.Re.Co. decentrati dovranno essere eliminati per un unico Co.Re.Co. regionale, almeno tutte le strutture e gli uffici potranno dare un valido contributo ai Comuni e alle Comunità montane che in questo momento ne hanno veramente bisogno, tenendo anche conto delle esigue risorse finanziarie di cui dispongono i Comuni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Io non sottovaluterei questo emendamento presentato al cap. 10060 che vuole implementare di 50 milioni il capitolo stesso in relazione alla vicenda dei Co.Re.Co. Mi sembra invece che ci sia una sufficiente sottovalutazione in quest'aula del problema e questo denota il fatto che vi è uno scarso rapporto e relazione con le situazioni e con le realtà all'interno del Piemonte. Cioè una sottovalutazione e una disattenzione quale quella cui io assisto da parte della Giunta e della maggioranza indica proprio una non conoscenza della difficoltà e della problematicità che questa problematica ha nelle realtà piemontesi.
Infatti, noi siamo andati ad un primo momento relativamente ai Co.Re.Co. in cui abbiamo fatto un accorpamento, diciamo così, in sede di quadranti (quelli che sono per la sanità e per le altre legislazioni considerati i quadranti), quindi accorpando alcune Province da questo punto di vista. Fatta questa operazione, noi ci troviamo oggi in presenza, da un lato, di una normativa nazionale che insieme ad altre profonde modificazioni del nostro assetto istituzionale tende ad un decentramento molto forte, qualche cosa di più che un decentramento dal centro alla periferia, attraverso norme significative che vengono assunte a Costituzione invariata. Dentro questa normativa c'è un processo di superamento di questi momenti e di queste strutture. Peraltro questa è una richiesta che da lungo tempo le associazioni degli Enti locali facevano.
Quindi dobbiamo andare all'applicazione di quella normativa che risponde ad un bisogno vero delle amministrazioni e ad una richiesta - ripeto - che viene da molto tempo. Quindi abbiamo un'operazione fatta inizialmente dell'Amministrazione regionale di riduzione, una prospettiva posto che le varie leggi Bassanini noi riusciamo, in qualche momento della nostra storia dell'Amministrazione regionale, ad applicarle perché se fa testo tutto come il primo atto in questa direzione abbiamo qualche elemento di preoccupazione.
Stanti però questi due momenti, io non riesco a capire perché noi oggi non solo andiamo ad operazioni di riduzione degli stanziamenti, ma addirittura, nelle more di quelle vicende future, dobbiamo andare a fare la cosa più irrazionale che crea il maggior numero di difficoltà agli Enti locali. Cioè pensare, perché esistono proposte in questa direzione, ad una regionalizzazione compiuta di tutto questo creando disagi sul territorio già rispetto ad una vicenda (Comuni-Co.Re.Co.) che già metteva in sofferenza le amministrazioni. Rendiamo la situazione più complicata e disagiata e nello stesso tempo facciamo un'operazione inutile come questa oltre che preoccupante e dannosa - si levano molte voci di preoccupazione delle amministrazioni comunali in giro per il Piemonte - nelle more dell'applicazione di una legislazione che invece cambia profondamente tutto questo.
Io debbo dire che trovo la cosa particolarmente preoccupante e troverei importante che non solo l'Assessore Burzi, che è l'Assessore al bilancio ma lo stesso Assessore competente a queste problematiche, possano esprimersi in direzione di questo emendamento perché questo emendamento che io ritengo significativo e che risponde a richieste che vengono dalle amministrazioni comunali, pone una questione completamente diversa rispetto all'orientamento che la Giunta ha in direzione dei Co.Re.Co. Quindi esprimersi in questo momento su un sì o un no all'emendamento di 50 milioni a questa questione, non sono semplicemente i 50 milioni per un banale funzionamento, ordinario dei Co.Re.Co. mantenendo magari chissà quali lacci e lacciuoli burocratici, unitili, ecc.
E' una questione profondamente diversa: è conservare una situazione quale è, che oggi ha dei livelli di utilità in una certa direzione, per prepararci all'operazione vera che è quella della Bassanini.
Chiedo perciò agli Assessori di illustrare meglio la posizione della Giunta rispetto a questo emendamento, perché consente loro di cogliere l'occasione di esplicitare la posizione sui Co.Re.Co oggi, così come sono ora, all'interno della Regione e in prospettiva rispetto alla Bassanini.
Ritengo estremamente importante che ci sia una risposta di questo tipo e non semplicemente una risposta burocratica (sì o no) a questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signori Presidenti e Assessori, io dichiaro immediatamente - non da adesso - la mia ostilità ai Co.Re.Co. Ho fatto il Sindaco, come tanti altri qui dentro, sappiamo come i Co.Re.Co. in certe occasioni, soprattutto nel passato devo dire, agivano nei confronti di alcune delibere di un Comune e nei confronti di altre delibere di un altro Comune. Dichiaro la mia ostilità all'organo di controllo! Dichiaro quindi che sono assolutamente convinto che i decreti Bassanini abbiano fatto bene ad abolire i controlli dei Comuni, così si sgombera il campo.
Quello su cui non sono d'accordo è il non-decentramento. Facendo un'operazione politica come quella che intende fare la Giunta, anche se è datata un anno fa, in attesa dell'applicazione dei Bassanini che cancellano i Co.Re.Co. e questa operazione politica vuol dire togliere i Co.Re.Co.
periferici per farne uno solo a Torino, senza avere la possibilità di risparmio di neanche una lira e in attesa che i Co.Re.Co. vengano aboliti con l'attuazione dei decreti Bassanini, mi sembra uno sforzo inutile e dal punto di vista politico una assurdità! Io sono d'accordo che con l'abolizione dei Co.Re.Co. in attuazione dei decreti Bassanini (lo dico a Saitta che è intervenuto prima e ad Angeli) si faccia una sorta di consulenza sul territorio, ma siccome già oggi quei Co.Re.Co. decentrati fanno una sorta di consulenza sul territorio in attesa di essere cancellati, li si lasci stare come sono, senza andare a rimettere in discussione un unico Co.Re.Co. torinese che ci è stato detto, oltre che per bocca degli auditi Co.Re.Co. periferici, non sarebbe in grado, non per il complesso generale dell'attività che deve svolgere, ma in alcuni periodi con delle scadenze fisse, di esaminare tutte quelle che sono le deliberazioni dei Consigli comunali stessi. Ci è stato detto dai rappresentanti del Co.Re.Co. di Torino che sarebbero impossibilitati ad esaminare tutti insieme i 1.209 bilanci dei Comuni! Più i bilanci delle Comunità montane! Più i bilanci dei parchi! Più i bilanci di tutti gli enti pubblici che per obbligo di legge devono mandare, fino all'abolizione dei Co.Re.Co., i loro bilanci agli organi di controllo! Allora, Assessore Vaglio, non ne ero d'accordo allora, un anno fa, meno ancora alla vigilia dell'abolizione dei Co.Re.Co. sono d'accordo a fare un'operazione di questo genere. Piuttosto Assessore, si impegni all'attuazione dei Bassanini creando la struttura che entra in azione subito dopo l'abolizione dei Co.Re.Co. e non si impegni a pensare di riaggiornare un Co.Re.Co. unico di Torino che mi sembra che con la sua legge andrebbe rinominato, rimesso in discussione! Ho l'impressione che questa azione non solo non sarebbe condivisa dalle aree periferiche del Piemonte, ma - ripeto - non porterebbe a nessun risparmio e si tratterebbero in modo differenziato i Comuni periferici rispetto ai Comuni centrali della Provincia di Torino. Pertanto, l'indicazione dei 50 milioni in più può anche essere di una sola lira in più, ma sarebbe la dimostrazione della volontà politica che, in attesa dell'attuazione dei decreti Bassanini, non si vogliono abolire i Co.Re.Co. periferici.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

La discussione che stiamo facendo su questo capitolo di bilancio è propedeutica, ma in qualche modo costituisce la trama di un tessuto che si dipana nell'esame complessivo del bilancio 1998 che, non dobbiamo dimenticarlo, coincide con la fase di attuazione della legge n. 59 e della legge n. 127. Quindi, tra i segnali che noi daremo al sistema delle autonomie locali del Piemonte, su come intendiamo partecipare al processo di riorganizzazione della macchina amministrativa, ma anche di riforma istituzionale del Paese, le Amministrazioni ne coglieranno il primo attraverso il bilancio che ci accingiamo ad approvare. In questo senso questo capitolo è il segnale della capacità innovativa che la Regione pu esprimere di fronte a questo problema. Noi stiamo operando due approcci uno di tipo minimalistico, teso ad un risparmio un po' troppo occhiuto, che però si accompagna paradossalmente anche ad una visione centralistica. In altre parole, centralizziamo la struttura di comando in un unico Co.Re.Co.
quasi fosse una dipendenza dell'Assessorato, pur mantenendo in periferia la struttura esecutiva, il personale che raccoglie le domande e che rischiamo di frustrare, come è avvenuto nel caso del personale dei Comprensori ricordato prima dal collega Riba. C'è anche un'altra strada: utilizzare le competenze che si sono accumulate nel tempo, la conoscenza del territorio i rapporti con le Amministrazioni sul territorio come risorsa, come elemento positivo di cui oggi la Regione si avvale per sviluppare non solo l'efficienza amministrativa e i servizi ai cittadini attraverso una maggiore capacità di efficienza e di efficacia delle Amministrazioni, ma anche come risorsa per lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio e delle nostre comunità. In fin dei conti, che cos'è la legge n.
59 se non la sfida per un miglioramento complessivo dell'efficienza del sistema Italia, che si articola in tutta una serie di subsistemi e che richiede un'azione di innovazione e di accompagnamento? Ora, l'utilizzo di queste antenne presenti sul territorio, caratterizzate appunto da una conoscenza, da un insieme di rapporti, da un'autorevolezza, da una competenza, va già oggi posto come obiettivo da raggiungere senza attenderne la riorganizzazione complessiva, vera e propria fase di limbo che si potrebbe venire a creare con la soppressione dei Co.Re.Co.
Occorre quindi avviare un processo di riqualificazione e ridefinizione della presenza della Regione sul territorio attraverso queste équipe attualmente presenti, che costituiscono delle autentiche task force a servizio della riorganizzazione complessiva del sistema delle autonomie locali e, in particolare, dei piccoli Comuni. E' una grande opportunità: paradossalmente, Assessore Vaglio, quando il Governo ha istituito la legge n. 142 si è preoccupato di istituire, proprio a livello centrale, uno sportello a servizio delle Amministrazioni per l'attuazione della legge n.
142. Questa idea, partorita e praticata a livello centrale, noi non la applichiamo e non la concretizziamo sul territorio? E' doveroso dare dei segnali in questa direzione, non quando avremo scoperto che l'attuazione della Bassanini produce in periferia degli uffici che rischiano di essere senza funzione, quindi frustrando delle persone, ma prima che ciò avvenga.
Ed è di una simile azione di supporto, di consulenza, di aiuto e di accompagnamento che le Amministrazioni periferiche, e in particolare i piccoli Comuni, hanno bisogno fin da oggi.
Un esempio di immediata comprensione: l'attuazione della Bassanini in campo economico per quanto riguarda lo sviluppo dei territori ha come conseguenza la creazione degli sportelli unici per imprese, da tutti positivamente considerato come un grande fatto positivo, perché sovente una ragione che ha spinto varie imprese a non localizzarsi in territorio italiano o nelle nostre province era ascrivibile all'enorme quantità di passaggi e di pratiche necessarie per aprire uno stabilimento. Nel momento in cui si devono istituire gli sportelli unici per le imprese, i Comuni sono pronti ad affrontare questo compito? Porto un esempio concreto, legato all'attuazione della legge n. 59, che potrebbe assegnare alle strutture decentrate presenti sul territorio un ruolo importante, attuale, innovativo e positivo.
In questo senso, la proposta di emendamento fatta dal collega Montabone costituisce un segnale politico preciso a favore del potenziamento di questo settore. Il discorso appena fatto, a mo' di corollario della discussione sull'emendamento, con il riferimento alla proposta di legge per la creazione di una struttura unica di controllo a livello centrale, che potrebbe apparire superata dai tempi in relazione alla soppressione delle strutture di controllo, sarà ripreso ed ovviamente esaminato nel corso dell'iter normale del disegno di legge, però mi pare estremamente utile lo dico come Presidente della Commissione preposta all'esame di questo disegno di legge - che già oggi ci sia stata una prima discussione, un primo scambio di opinioni, in quanto sinora abbiamo fatto le audizioni. La discussione svolta in questa sede consentirà di accelerare l'esame della proposta della Giunta. Alla luce di quanto è stamani emerso, mi auguro che la Giunta ci ripensi e ritorni sui propri passi per quanto riguarda il presente provvedimento di legge, in quanto si rischia di dare corso ad un'operazione praticamente inutile, stando al fatto che quanto prima dovremo dare attuazione alla legge n. 59.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo ugualmente, anche se vorrei che l'aula prendesse atto che la maggioranza in questo momento è presente in aula in numero di 18 componenti; Abbiamo già detto questa mattina tutto quello che dovevamo dire ed anche oggi pomeriggio, ma vediamo che le nostre parole sono inutili: avremo comunque tempo, nell'arco di una discussione che non è lunga esclusivamente per nostra responsabilità, di tornare su questo argomento.
Tuttavia, non si può non segnalare che, alla distanza di un'oretta e mezza, se chiedessimo la verifica del numero legale, dopo che abbiamo fatto un incontro con il Presidente del Consiglio regionale per sottolineare tale questione, il numero legale non ci sarebbe, nemmeno adesso che da 18 sono diventati 22.
Non c'è nemmeno adesso: ho tenuto i conti!



PRESIDENTE

La vecchia esperienza di Presidente del Consiglio...



SPAGNUOLO Carla

Ma per carità, sappiamo fare anche qualcosa di meglio: adesso siamo a 23... 24, ma non ci siamo ancora; 25, va bene, va bene. Non c'è problema.



(Commenti in aula)



SPAGNUOLO Carla

Ambrogio sappiamo quanto conta, però non lo contiamo fra i Consiglieri.
Detto questo, ci stiamo avvicinando al numero legale: il Consigliere Scanderebech è sempre l'ultimo, ma stavolta fa il numero legale.



SPAGNUOLO Carla

SCANDEREBECH



SPAGNUOLO Carla

Ho capito che sono diventato il capro espiatorio di tutto il Consiglio!



SPAGNUOLO Carla

Ma no, collega Scanderebech: hai tutta la nostra simpatia, per carità! Il Consigliere Scanderebech ha tutta la nostra simpatia: l'ha sempre avuta e continua ad averla.



SPAGNUOLO Carla

SCANDEREBECH



SPAGNUOLO Carla

Detto da una donna, fa sempre molto piacere, anche se qualcuno in Commissione le donne non le voleva.



SPAGNUOLO Carla

Lo so, ma cosa vuole: c'è sempre qualche ragione di prevaricazione per cui bisogna cercare di avere alleati per accantonare...
Lei è un alleato e la ringraziamo molto anche per questo terreno di incontro.
Detto questo, come vede - collega Racchelli - stiamo discutendo degli emendamenti che sono di sostanza. E non mi riferisco solo a quello approvato: erano ampiamente di sostanza anche gli emendamenti che abbiamo discusso in precedenza. E' per questo motivo che prima l'avevo interrotta per dire: abbiamo discusso due emendamenti, ma entrambi di merito.
Anche questo è un emendamento di merito, che può trovare l'assenso o meno dell'Assessore competente; anzi, mi pare che abbia già detto che non è d'accordo...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera, credo che possiamo consentire - considerandoli come presenti - che gli Assessori Pichetto e Masaracchio, come peraltro avevo già accennato, ricevano la delegazione dei tassisti, argomento su cui ieri ci siamo anche incontrati.
Volevo solo precisare il motivo dell'assenza.



SPAGNUOLO Carla

Come dicevo, questa è una questione, di nuovo, di carattere molto politico, e non tanto perché si possa essere favorevoli, contrari o quant'altro.
Noi, quando verrà posto in votazione l'emendamento - non voglio anticipare la dichiarazione di voto - faremo le nostre valutazioni, ma detto questo è importante segnalare, dal punto di vista politico, che questo argomento denota come la Giunta, purtroppo, su tutte le questioni che hanno un'attinenza istituzionale, sia arrivata impreparata e con una certa casualità.
Infatti, anche in questo caso, non abbiamo avuto in aula una relazione dell'Assessore competente, nonostante l'avessimo richiesta, nella quale venissero approfondite queste linee che riguardano organismi così importanti sia in relazione alla situazione istituzionale attuale sia in relazione alla straordinaria prospettiva che le leggi Bassanini ci aprono altrimenti, avremmo messo a fuoco tali questioni anche in qualche altro modo.
Il collega Montabone propone un emendamento a cui dà una natura di carattere simbolico, cioè dice: "Mettiamo anche poche lire di aumento, ma che sia simbolico".
In che direzione? Sia rispetto alla questione specifica e di merito dei Co.Re.Co., ma soprattutto per evitare che i primi tagli che si fanno o le prime indicazioni in negativo che si vogliono dare riguardino il decentramento.
Si tratta, evidentemente, di situazioni più piccole, di situazioni che avranno l'immediata conseguenza di dare l'impressione che si taglia, e che si taglia cominciando dal decentramento.
Che poi il decentramento possa riguardare questo tipo di strutture (i Co.Re.Co.), devo dire che io sono un amministratore - mi ritengo tale - che non ha mai avuto eccessive simpatie per i Co.Re.Co. Abbiamo avuto sempre grandi difficoltà; li riteniamo una struttura che ha avuto fasi successive numerose di modificazioni anche legislative, mai sufficienti e mai congrue ci auguriamo che l'applicazione dei decreti Bassanini e dell'intera normativa Bassanini possa portare ad un sostanziale miglioramento di questa situazione, di questa struttura.
Dobbiamo però notare che questa Amministrazione arriva alle soglie dell'applicazione dei decreti Bassanini in maniera del tutto impreparata anche per questo istituto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Picchioni; ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Questo confronto a più voci su un tema certamente importante, ma credo forse per l'Assessore o gli Assessori di secondo livello, mi porta ad una considerazione che può essere generale: a cosa servono le consultazioni? Lei, Assessore, al di là della sua volontà un po' bonapartista di tenere accentrato presso i suoi uffici il controllo del territorio, ha sentito, in una mattina, i vari rappresentanti degli organismi periferici dei Co.Re.Co. e ha sentito delle motivazioni che non erano campate in aria che non erano pretestuose, che non erano assolutamente artificiali.
Non mi sa dire nulla rispetto alle motivazioni di merito; lei qui, oggi pomeriggio, ha portato solamente una considerazione un po' peregrina: che tutte le altre Regioni lo fanno.
L'ha detto lei: che noi siamo gli ultimi, che c'è la Lombardia di qua che c'è la Lombardia di là. Io ho capito così: lei ha fatto un riferimento una comparazione con altre Regioni.
Ora, la specificità dell'autonomismo significa soprattutto la specificità del territorio, checché ne dica Bassanini; la specificità dell'autonomismo significa soprattutto il rapporto tra territori, Comuni ed abitanti; la specificità dell'autonomismo significa il livello di servizio come ha ricordato un momento fa l'amico Vindigni.
Sono dunque questi i motivi e i moventi che devono originare un riformismo, che non può essere solamente un riformismo movimentista, purch sia, per avere domani qualche medaglietta sul risvolto della giacca, ma che devono portare al miglior servizio possibile tra l'amministrato e l'amministratore.
Lei - e io gliene do atto - con me a Casale ha voluto istituire - non so se sia poi andata avanti - la Consulta dei piccoli Comuni. Lei ha sentito la Consulta dei piccoli Comuni, fiore all'occhiello della sua attività di amministratore, su questo specifico problema? Ha sentito quanto i piccoli Comuni, cosiddetti "Comuni polvere" sentano in maniera forse anche drammatica il fatto che "Federico Imperatore in Como", in questo caso il Sindaco di Torino, ecc. ecc. come Presidente dell'ANCI non senta le sollecitazioni, le motivazioni che vengono dai piccoli Comuni del Piemonte? Non sente, forse, che su questo si potrebbe innescare un'ennesima polemica della Lega; ciascuno di noi può trovare un "Alberto di Giussano", sempre per riferimenti tardo-poetici della nostra infanzia.
Il problema che noi ci poniamo, che lei si deve porre, con costruttività di approccio è verificare quanto detto dai colleghi.
Non vi sono emendamenti alfanumerici, ostruzionistici; ci sono motivazioni che possono essere accettate o respinte, che però hanno una loro base solida.
Personalmente, non credo a disegni illuministici che si fanno tracciando sulla lavagna alcuni segni "+" o "-". Domando ai Consiglieri regionali Gallarini, Cotto, Toselli, a Galli - ai Consiglieri della maggioranza - a coloro che sono sul territorio, in buona fede, se sentono la necessità di mettere in campo una riforma di questo genere, salvo quanto detto: "Quando entrerà a regime la legge Bassanini tutto sarà risolto..." oppure se sentono necessità diverse, e non di dare una consulenza generica perché la spesa storica deve rimanere in quanto supporta la struttura.
Vediamo quali sono i livelli di governo, oggi, nel Paese e nel nostro territorio.
Quante volte abbiamo parlato, in quest'aula, di accordi di programma e di patti territoriali; ma anche solamente il problema normativo procedurale ha bisogno di una struttura: non di uno sportello al cittadino, ma di uno sportello all'amministratore, proprio perché la vita amministrativa porta sempre a dilatazioni e di responsabilità e di impegno e di lavoro.
Invece di farne una questione neo-centralistica, perché così parrebbe perché non vogliamo considerare la natura delle cose per come esse si presentano, per come esse sono? Voglio fare ancora un minimo appunto: vale la pena perdere due ore su una cosa di questo genere, e lo dico come riflesso all'opportunità politica della maggioranza, oppure, considerando la questione nella sua essenza, nel suo merito, non varrebbe la pena, forse, da parte della maggioranza, di dare "disco verde" ad una cosa che è stata discussa, che sarà controversa ma che comunque qui vede, trasversalmente, posizioni diverse dei singoli Consiglieri? Ognuno di noi ha un portato del proprio territorio, della propria realtà, dei propri vissuti; ma non sappiamo forse noi, ancora una volta lo possiamo ripetere - quali sono le bardature pietrificate di una burocrazia che non viene assolutamente sconfitta, né con la legge n. 51 n con la buona volontà degli Assessori, ma che si perpetua sempre più negativamente in maniera parossistica nella gestione con il territorio? Potrei parlare dell'iter defatigante di alcune cose che si perdono nella palude, Presidente Ghigo: ma lei finirà il suo mandato con che cosa? Qual è il valore dello sportello al cittadino, della sburocratizzazione di cui abbiamo parlato in quest'aula? Ma nulla! Il servizio nei confronti dei cittadini è peggiorato di gran lunga. Va bene: la legge è entrata a regime solamente poche settimane fa, ma non c'è stato nemmeno quel cambio di mentalità che poteva essere dato anche da quei seminari più o meno intellettualistici con cui ci siamo confrontati, con cui il personale si è confrontato, per vedere le nuove linee di navigazione della nuova legge sul personale.
Tutto continua come prima.
Tutto peggio di prima, perché abbiamo dato un'illusione illuministica che tutto sarebbe cambiato attraverso quella legge; nulla viene assolutamente mutato, tutto viene peggiorato, con discriminazioni di ordine economico che favoriscono alcuni e penalizzano altri, e che pertanto creano un valore aggiunto di polemica e di ostilità nei confronti di quei servizi che noi vorremmo potenziare.
Il problema ci porta considerazioni più vaste di questo emendamento; è un emendamento politico, non è un emendamento ostruzionistico. E' un emendamento che nei suoi 50 milioni vuole fermare un iter legislativo che Assessore glielo assicuro, sarà fermato. Lei è solo! Anche se ha una maggioranza che, in questo momento, le fa difesa d'ufficio, lei è solo! La gente, sul territorio, non la segue; ed io vorrei, prima ancora che lei procedesse in questa legge, che sentisse la Consulta di piccoli Comuni: per parte mia, sono pronto a recedere dalla mia posizione e prendere atto di quanto sortirà da un tale incontro.
Ma lei, Presidente, è solo e nella solitudine di questo suo atto lei non agirà a favore dei piccoli Comuni; il suo sarà nient'altro che un atto di arroganza neocentralistica, che non le fa onore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Durante l'ultima audizione tenuta su questo problema, sono stato avvicinato da una persona invitata a esprimere la propria opinione, che con grande preoccupazione e un po' di stupore si disse incredula di questo provvedimento; secondo valutazioni che mi ha detto largamente condivise tra le forze consultate, avrebbe prodotto nient'altro che un aumento della spesa - e non una diminuzione - e avrebbe costretto il Co.Re.Co ultimo rimasto ad un'attività assolutamente ingestibile.
Argomenti ripresi dai colleghi, in base ai quali si può dire che il provvedimento è sbagliato per merito e per tempo.
Per merito perché, in effetti, delle strutture decentrate in stretto contatto con i Comuni, in forme di consulenze moderne, penso rientrino in quella riorganizzazione dello Stato che una volta, un po' di anni fa chiamavamo lo Stato delle autonomie. Parola magica almeno per la sinistra che addirittura fondò accanto all'ANCI (Associazione nazionale dei Comuni d'Italia) la Lega delle autonomie locali. Spirito autonomistico che non era di parte, anche l'ANCI ne è sempre stata portatrice, e un largo arco di forze ha sempre battagliato su questo.
Personalmente, ho iniziato gli impegni amministrativi nel 1970: tra le prime cose con le quali sono venuto a contatto c'era la battaglia per lo Stato delle autonomie, che la sinistra faceva un po' di più, gli altri un po' meno, ma che comunque legava localmente - amministravo un Comune di 6000 abitanti - tutte le forze.
Che oggi, in tempo sbagliato e inopportuno - la Bassanini arriverà, ma non c'è - si porti ad estinzione queste strutture, stupisce, poiché non vi era la necessità e si sopprime una serie di strutture che viceversa, in presenza di una politica seria, potrebbero impersonificare le cose anche diverse tra loro, ma tutte un po' convergenti, che hanno detto i colleghi.
Certo, anche il sottoscritto non esprime alcuna nostalgia per i Co.Re.Co. Chiunque abbia amministrato sa che anche i Co.Re.Co. sono fatti di carne e ossa, sono gestiti da persone; sappiamo che se in linea generale si poteva anche - allora, non più oggi - tollerare che gli atti e le decisioni di un Comune passassero al vaglio di una legittimità che andava oltre quella del Segretario comunale, l'esperienza concreta (penso vissuta non solo da me) è che in certi momenti invece il Co.Re.Co. e i suoi Presidenti sembravano più una cinghia di trasmissione di attività politiche di contrasto ai provvedimenti stessi che non quelle persone di scienza che spogliatesi come arbitri da ogni tendenza di parte esaminavano i provvedimenti e secondo rigore e onore decretavano il loro visto o meno.
Così sappiamo che non è stato, questo ha provocato anche una caduta generalizzata di consenso su qualsiasi tipo di controllo, una deriva che è poi difficile frenare.
Quindi nessuna nostalgia, però la sostanza di questo emendamento che a prima vista non è parente delle considerazioni che hanno fatto i colleghi e nemmeno della mia in quanto incrementa ancora questa cifra, è condivisibile perché segnala la necessità in questo momento di dare forza e risorse economiche a strutture che riteniamo debbano rimanere in vita in forma decentrata e avere i mezzi per operare. Quindi, se i colleghi presentatori non cambiano idea (sentirò magari anche le loro dichiarazioni di voto), non siamo come Gruppo ostili a prendere in considerazione un voto favorevole se questo emendamento viene riconfermato nella sua struttura dai colleghi che l'hanno presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Anch'io ritengo, signor Presidente e colleghi, di dover intervenire nell'ambito di questa discussione su un argomento squisitamente politico.
Se fosse stato uno degli "n" emendamenti da 50 milioni, con tutto il rispetto, non dico che non valesse la pena di intervenire, sarebbe valsa comunque la pena, però probabilmente non ci avremmo badato con tanta cura e attenzione. Quindi io scomporrei la forma dal contenuto.
Per quanto riguarda la forma, l'Assessore Vaglio si è espresso e anche con l'Assessore Burzi aveva avuto modo di parlare, quindi noi non voteremo a favore di questo emendamento per una questione di natura finanziaria.
Per quanto riguarda invece il contenuto io capisco anche la necessità che i proponenti hanno avuto di portare in aula a forza i contenuti, non tanto i 50 milioni, quanto tutta la concettualità che sta a monte.
Il provvedimento è in Commissione; anch'io ho avuto modo di ascoltare le considerazioni che sono state fatte e le audizioni. In effetti io ritengo che in Commissione ci sia lo spazio, e siamo fiduciosi, non contro la Giunta, per quanto ci riguarda, ma con la Giunta per ritagliarsi degli spazi di riflessione che tengano conto della realtà (il provvedimento è stato presentato un anno fa, nel frattempo sono successe delle cose, il mondo si muove). Sono fiducioso - ripeto - sul fatto che si possa ritagliare uno spazio di riflessione con la Giunta, in accordo con la Giunta, non contro il provvedimento della Giunta, in Commissione affinch si tenga conto delle dinamiche che son venute avanti e di alcune considerazioni che obiettivamente qualche supporto lo hanno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Intendo svolgere un paio di riflessioni su questo emendamento.
Considerato a priori il ruolo che fino ad oggi hanno svolto i Co.Re.Co.
e ritenendo ovviamente prioritarie ed opportune le considerazioni svolte sulla legge Bassanini e quindi sul fatto che entro un anno sostanzialmente verranno meno quelle forme di decentramento territoriale di questa istituzione di controllo, non si possono però dimenticare le difficoltà che oggi i Comuni, in particolare i più piccoli, hanno rispetto a tutta quella serie di attività amministrative che in qualche modo impone una necessità di coordinamento nonché una serie di capacità acquisite che oggi sostanzialmente i Comuni non hanno.
Noi crediamo che la Regione debba farsi carico di questo grado di difficoltà, pur nell'attesa dei termini previsti dalla legge Bassanini.
Pertanto, nell'attesa di un anno ci pare inopportuno oggi definire una riduzione così alta rispetto alle necessità che invece i Comuni hanno per quanto riguarda le consulenze e le necessità di chiarimenti e di aiuti amministrativi. Tagliare i fondi è sostanzialmente inopportuno anche rispetto al merito e quindi alle difficoltà che si esprimono da più parti.
Dicevano i colleghi dell'VIII Commissione (della quale io non faccio più parte) che hanno assistito alle consultazioni che da più parti si levano voci accorate di difficoltà amministrative e sulle quali non riteniamo di esprimere una valutazione sul come si andrà a definire. Riteniamo però di porre all'attenzione di una Giunta che si è sempre voluta dichiarare contro la burocrazia e a favore invece di elementi anche di informazione rispetto ai cittadini e al territorio, quindi rispetto ai Comuni, che non accettare nemmeno nel merito e rispetto ad un confronto ampio queste sollevazioni che vengono da parte dei Consiglieri significa far finta di nulla e non vedere che i problemi esistono.
Non accettare questo emendamento deve però prevedere un'argomentazione ampia di percorso che questa Giunta si vuole dare anche rispetto all'informazione, al coordinamento soprattutto dal punto di vista amministrativo che si intende dare nel rapporto Regione-Comuni e in particolare, ripeto, con i Comuni più piccoli che vivono estreme ed enormi difficoltà sotto questi aspetti.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, ha facoltà di replicare l'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore agli Enti locali

Intanto per essere chiari la Giunta come ha sempre fatto terrà conto di quanto dichiarato dai soggetti consultati nelle due consultazioni. Devo dire che una voce allarmata se non altro è arrivata dai Presidenti dei Co.Re.Co., ma sono necessarie almeno due precisazioni, se non addirittura tre.
La prima precisazione è che non esistono volontà bonapartistiche o neocentralistiche in questa operazione come voi potete ben notare da un'attenta lettura del disegno di legge, anzi. Noi abbiamo rilevato la protesta, la non soddisfazione di alcune parti del Piemonte settentrionale e mi riferisco alle Province di Vercelli, di Novara, del Verbano Cusio Ossola e di Biella, che attualmente gravitano su Novara con grande difficoltà di spostamento. Se voi avete fatto attenzione al disegno di legge avrete notato che le strutture funzionariali di consulenza sul territorio non solo permangono, ma vengono ampliate a tutte le Province del Piemonte; quindi passano da quattro a otto. Noi non abbiamo dimenticato che in Consiglio sono stati numerosissimi i colleghi che hanno sottoscritto il referendum per l'abrogazione dei Co.Re.Co. e non nutriamo preoccupazioni su tentativi di cavalcare la tigre da parte della Lega, perché sappiamo che la Lega è stata una delle prime forze politiche a sottoscrivere l'abolizione dei Co.Re.Co.
In ultimo un chiarimento: i Co.Re.Co. - i comitati, quindi parliamo della parte elettiva - hanno ridotto il loro lavoro del 60%. Questo equivale ad una riduzione drastica del numero di sedute. Poiché il capitolo in discussione non finanzia la struttura, ma finanzia i Comitati Regionali di Controllo o, per meglio intenderci, finanzia i gettoni di presenza dei Comitati Regionali di Controllo, ad una diminuzione del lavoro del 60% è corrisposta una diminuzione, conseguente, del numero di sedute, ovviamente non del 60%, ma una diminuzione consistente del numero di sedute. Cosa che a consuntivo ha portato i nostri uffici a praticare una riduzione di finanziamento. Il mettere altri cinquanta milioni si potrebbe fare qualora ci fosse il presupposto che il numero di sedute dei singoli Co.Re.Co. possa aumentare, il che non è nei fatti e che non è stabilito dalla legge.
Potenziare la struttura - e il disegno di legge depositato in VIII Commissione lo dimostra - è intenzione di questa Giunta, proprio perch abbiamo rilevato, così come hanno rilevato tutti i colleghi che hanno assistito alle consultazioni, che gli Enti locali hanno veramente bisogno di consulenze. Non c'è altrettanto attenzione al fatto che i quadranti vengano mantenuti o meno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Ho chiesto di intervenire in quanto intendo aggiungere due considerazioni. In primo luogo, la risposta ad una precedente domanda del Consigliere Montabone relativa al cap. 10045. Precedentemente avevo accantonato la risposta, ora sono in grado di fornirla. Quei dieci milioni sono relativi ad una polizza stipulata dalla Segreteria di Giunta del Presidente Brizio e confermata poi dalla Segreteria di Giunta successiva relativa ad infortuni, che possono accadere nel corso dell'esercizio, agli amministratori.
Inoltre, confermo e ribadisco che una polizza ulteriore che copre i rischi di natura amministrativa - non so se stipulata dalla Giunta Brizio o successivamente - esiste.
Credo che anche il dibattito sul cap. 10060, in discussione in questo momento, abbia in parte utilmente dimostrato una tesi, visto che ha toccato tantissimi temi, avanzata da un progetto di legge giacente in VIII Commissione da circa un anno. Mi pare che il Presidente di Commissione Picchioni abbia ricordato alcuni aspetti della legge n. 51, La legge n. 51 che il Consigliere Picchioni conosce benissimo per aver presieduto il Consiglio durante il faticoso travaglio che questa legge ha avuto, riguarda anche gli aspetti organizzativi che, guarda caso, quando deliberammo in termini di direzione dei settori, furono oggetto - e il Consigliere Montabone lo ricorderà altrettanto bene - di attenzione.
La tematica nella legge Bassanini sottesa al capitolo relativa alla struttura dei Co.Re.Co. è ben più ampia di quanto non lo sia la semplice voce di bilancio. Tale tematica si può riassumere dicendo che qualunque stanziamento può essere variato in assestamento di bilancio, perché le variazioni da capitolo a capitolo sono state una connotazione sistemica credo, di tutti gli Assessorati di tutte le precedenti legislature. Anche da questo punto di vista, al di là delle motivazioni sostenute dall'Assessore Vaglio come posizione della Giunta sull'emendamento, non si devono trarre considerazioni specificamente politiche dal diniego in merito perché sarà poi il dibattito di aula che specificherà la posizione sul disegno di legge oggetto del commento, come pure lo sarà su altre posizioni di altri capitoli.
Rinnovo la richiesta di aiutare l'esecutivo ad avere un quadro complessivo dei suggerimenti, perché anche ad eccezione del caso mi fa piacere che sia stato giudicato proficuo - dei Gruppi consiliari, caso a s stante proprio perché si tratta di una tematica specifica. Sul resto, in assenza di un quadro complessivo, la posizione della Giunta sugli emendamenti rimarrà per ora negativa, senza che da ciò si debba trarre alcune trarre alcuna valutazione a nostro avviso politica sugli stessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Innanzitutto ringrazio l'Assessore Burzi per essere stato così puntuale rispetto all'informativa che, ahimé, temevo fosse proprio questa. Mi dispiace di doverlo anche dire all'allora Assessore Gallarini, perché ho usufruito anch'io di quella polizza senza saperlo. Vedete che, esaminando a fondo il bilancio, a volte si riesce a discutere di questioni poco note.
Per quanto riguarda l'emendamento da me presentato relativo ai quadranti dei Co.Re.Co., io stimo troppo l'amico Vaglio per pensare che lui possa mettere, dopo la discussione di oggi, in relazione il fatto che molti di noi sono stati sottoscrittori del referendum per l'abolizione dei Co.Re.Co. ad un fatto politico, completamente diverso, che ho posto oggi.
Ho detto con molta chiarezza, Assessore Vaglio, che io sono per abolire i Co.Re.Co. Le mie esperienze di carattere amministrativo mi portano - e mi rivolgo anche al Consigliere Chiezzi - a dire che sono per l'abolizione dei Co.Re.Co., anzi per l'abolizione di tutti i Co.Re.Co., perché abolirne solo alcuni e lasciarne uno a Torino vuol dire concentrare e non decentrare. Io credo che Vaglio lo abbia capito perfettamente. Caro Assessore, è vero che i Co.Re.Co. hanno diminuito del 70% il loro lavoro, ma è altrettanto vero ed inconfutabile che quel lavoro che è diminuito del 70% è concentrato tutto in alcuni periodi dell'anno, in due mesi durante i quali, se la legge della Giunta, oggi in Commissione, venisse approvata, rischieremmo la paralisi amministrativa proprio sui bilanci dei Comuni. E' così. E' inconfutabile: con questa legge, da conti fatti, andremmo incontro alla paralisi amministrativa sui bilanci dei Comuni. Se il Co.Re.Co. di Torino dovesse solo impegnare qualche decina di minuti ad esaminare il bilancio dei Comuni, in attesa dell'abolizione completa, alla quale io sono favorevole, di tutte le sezioni decentrate del Co.Re.Co. del Piemonte andrebbe incontro ad una paralisi amministrativa. Invece, rispetto alla consulenza che continuerebbe a venire decentrata sui territori provinciali e quindi raddoppiata rispetto ai quadranti dei Co.Re.Co. che ci sono oggi (uno per ogni Provincia), io dichiaro senza ombra di dubbio che sar d'accordo, perché noi abbiamo la necessità di avere un organismo di consulenza, decentrato nelle varie Province, che permetta ai nostri amministratori di ottemperare al meglio alle loro funzioni di carattere amministrativo. Ora, tutto questo non è pensabile che si faccia prima che i Comuni vengano completamente aboliti, anzi, approfitto di questo lapsus perché potrei cominciare a discutere di questo magnifico documento che ci è stato portato questa mattina dal Presidente Ghigo, che ha partecipato al convegno "Gli Stati Generali per il federalismo", tenutosi recentissimamente a Roma il 25/3/1998, dove è emerso che sono i Comuni a voler abolire le Regioni. Gli Enti locali tendono in questo momento a non attribuire più alcuna funzione alle Regioni.
Inoltre, c'è l'istituzione di un capitolo apposito, con un emendamento presentato dalla collega Spagnuolo, che ci darà modo di parlare dell'attuazione dei Bassanini e quindi di dire cosa pensano le Regioni rispetto a questo documento, come pure i veri federalisti. Credo e spero dopo due ore di dibattito, che questo emendamento che ho presentato relativo ai quadranti dei Co.Re.Co., sia stato compreso perfettamente. E' un emendamento talmente politico, Assessore Burzi, che in questo momento Montabone non ne fa una questione di cinquanta milioni e neanche di una lira, ma vuole semplicemente dimostrare che il disegno di legge che verrà discusso in Commissione - così dò alla Giunta la possibilità di correggersi non è più attuabile, perché se fosse stato attuato due anni fa poteva avere un qualche significato, ma oggi siamo decisamente in ritardo. Mi accontento anche di lire zero, Assessore Vaglio, e così non la metto in difficoltà, Assessore Burzi, perché non le farò dire di nuovo che "si vedrà dopo, in occasione dell'assestamento di bilancio". Mi accontento anche di lire zero, basta che il Presidente Ghigo si alzi e dica che la Giunta regionale, sentito il dibattito consiliare, intende ritirare il disegno di legge dalla Commissione. E' semplissimo, non si tratta di una questione economica, ma di una questione politica. E informo che, se non c'è questa dichiarazione da parte del Presidente della Giunta regionale, manterr l'emendamento. Informo anche quei colleghi Consiglieri della maggioranza che so essere d'accordo su questa impostazione e che, probabilmente saranno obbligati, per una sorta di dovere corporativo, a votare contro questo emendamento, che voteranno a favore di un disegno di legge contrario al decentramento. Lo dico con molta chiarezza, perché ognuno di noi su questo tema ha posizioni diverse, ma credo che un punto di riferimento preciso lo si possa evidenziare proprio su questo aspetto. Credo che la maggioranza, su questo provvedimento, potrebbe anche essere diversa da quella corporativa, che ormai molto spesso dimostra di non avere neanche i numeri in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, l'Assessore al bilancio ci ha invitato a non trarre delle conseguenze politiche per il fatto che questo emendamento non viene accolto. In realtà, questa constatazione rileva una contraddizione, perch se accoglie l'emendamento fa una valutazione politica, che d'altronde gli è propria, ma se non lo accetta accoglie la proposta della Giunta di modifica dei Co.Re.Co.



(Commenti dell'Assessore Burzi)



SAITTA Antonino

No, non è forzata. Siccome siamo a livello di proposta, cosa fa la Giunta? Non accogliendo l'emendamento e mantenendo la sua proposta ritiene che il Consiglio la approverà sicuramente. Mi pare questa la conclusione da trarre. Se ad un certo punto, durante il dibattito, dovesse emergere una diversa organizzazione, che richiede un maggiore impegno di carattere finanziario, noi non avremmo più le risorse sufficienti, perché abbiamo già fatto una scelta, che adesso è a livello di proposta. Al di là delle scelte che si vogliono compiere - adesso non parteggio con queste prime considerazioni né per un'ipotesi né per l'altra - dico soltanto che, per sostenere una scelta, sarebbe stato utile e prudente mantenere gli stessi stanziamenti di oggi. Questo non vuol dire che i soldi di questo capitolo debbono essere, per forza di cose, impegnati nei gettoni di presenza che non si pagano più, ma queste risorse potrebbero essere utilizzate per potenziare alcuni servizi alternativi rispetto a quelli che adesso solo il Co.Re.Co. fornisce. In sostanza, credo che la Giunta dovrebbe fare - ed è l'occasione per farla - una valutazione un po' più completa sullo sportello del cittadino che il Presidente Ghigo introdusse al momento della presentazione della Giunta. Lo sportello del cittadino, a nostro avviso come dicemmo già allora, corrispose ad un'impostazione che continua ad essere impropria, perché presuppone un rapporto diretto tra Regione e cittadino, come se la Regione svolgesse compiti di gestione. L'impostazione diversa, contenuta anche in alcune riflessioni del Presidente Ghigo, è quella di pensare ad una Regione che non gestisce, ma che decentra agli Enti locali compiti di gestione. In questo senso, con una Regione diversa lo sportello del cittadino, obiettivamente, non ha più senso.
Che cosa occorre, invece? Uno sportello degli Enti locali, uno sportello per gli Enti locali; i Co.Re.Co. possono trasformarsi in organi di consulenza per gli Enti locali. Si tratta, a questo punto, di trovare il punto di equilibrio tra decentramento, qualità di consulenza e risorse disponibili. In sostanza, io credo che convenga mantenere queste risorse per affrontare questo problema in modo più complessivo, il che non vuol dire finanziare i Co.Re.Co., ma - ripeto - affrontare sul serio questo problema. Teniamo queste risorse così come sono, dopodiché discuteremo se bisogna fare uno sportello per il cittadino o uno sportello per gli Enti locali; sicuramente da questi capitoli potremo trovare delle risorse sufficienti per modificare i Co.Re.Co.. Perciò obiettivamente se le materie dei Co.Re.Co. sono ridotte, non è che possiamo mantenere le risorse per...
Però, cautelativamente, è importante mantenerle.
Allora, l'invito che faccio ancora una volta, ed è anche dichiarazione di voto, è quello di invitare la Giunta, e quindi anche il Presidente Ghigo, a non dare per scontato che la maggioranza del Consiglio, che il Consiglio approverà quel disegno di legge così com'è.
Per quale motivo Giunta, per quale motivo Presidente, vuole imporci già dal punto di vista economico, una scelta, mentre per altri disegni di legge non c'è una conseguenza in termini finanziari? Infatti, per alcune leggi in aumento c'è l'elenco di quelle che vediamo finanziare; questa comporta una diminuzione ed è stata introdotta. Credo che lo stesso principio valga sia per le leggi che richiedono un maggior aumento, un maggiore impegno che per quelle che comportano una diminuzione.
Se ci interessa - e credo che ci interessi - mantenere una certa libertà di scelta, credo che dal punto di vista prudenziale sia opportuno che le risorse restino così come sono.
Sono quindi d'accordo sull'emendamento dei 50 milioni, ma sarei ancora più d'accordo se lo stanziamento restasse quello che già era indicato nel 1997.
Per questo motivo il nostro è un voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

La discussione è stata molto interessante e, se la Giunta avesse la volontà di riflettere senza pregiudizio sulla serie di ragionamenti che sono stati fatti, ci sarebbero degli spunti di valutazione molto utili.
L'ultimo intervento fatto dal collega, quando pone in relazione le tante problematiche che hanno gli Enti locali e quindi una sorta di interpretazione dello Sportello del cittadino come sportello delle autonomie e fa riferimento alla grande esperienza che comunque è stata accumulata dai Co.Re.Co., indubbiamente introduce un elemento di valutazione, un elemento anche di grande interesse di per sé.
La storia dei Co.Re.Co., come moltissimi di voi sanno (senz'altro l'Assessore competente), è stata una storia travagliata negli anni, di graduale riduzione di competenze, perché man mano che si accresceva il concetto di autonomia da parte delle Regioni e in qualche modo il concetto di federalismo andava riducendosi l'esigenza anche culturale, oltre che politico-istituzionale, dei controlli.
Questo, però, in un'epoca nella quale vi è bisogno di trasparenza e di omogeneità di carattere amministrativo, non deve valere di per sé: pu essere tenuto in considerazione, anche nel momento in cui abbiamo discusso sia la proposta della Giunta e sia, adesso, l'emendamento del collega Montabone.
Tuttavia, la Giunta, anche in questo brevissimo arco di discussione (abbiamo discusso non so se due o tre emendamenti, forse tre, uno è stato ritirato, quattro) ha tenuto, dal punto di vista dei criteri di riferimento, un comportamento molto diverso.
Perché? Il collega Burzi, prima, nel momento in cui abbiamo discusso sull'emendamento inerente ai Gruppi consiliari, ci diceva: "Non intenderei mettere capitoli o riferimenti specifici, se non ho dei progetti da finanziare". E secondo questa logica, ha quindi accettato di finanziare la legge 28 - perché è già legge esistente - e di non finanziare invece, con un aumento generico, una normativa ipotizzata ed in itinere, che riguardava le proposte fatte da Consiglieri vari, sulla normativa dei Gruppi che doveva essere cambiata.
A questo punto, però, chiedo all'Assessore Burzi: come mai a fronte di una normativa in itinere - qua c'è un punto che non va, Assessore! C'è incoerenza, profonda incoerenza - normativa che è in Commissione, che non è ancora stata licenziata (per quel che mi risulta), sulla quale vi è stata una consultazione (peraltro con argomenti di consultazione vari, complessi contraddittori, contrastanti il testo stesso presentato dalla Giunta), non solo si mette una posta a bilancio (e questo lo capisco), ma si decide di variare, come se quella legge fosse già approvata.
Allora ci sono criteri diversi; prendo atto che l'Assessore al bilancio... Lei si compiace, io no...



(Commenti dell'Assessore Burzi)



SPAGNUOLO Carla

Però l'ho colta in fallo, Assessore: mi dia atto. L'ho colta in fallo su un criterio.
Lei prima, un'ora fa, ha detto una cosa, e io l'ho anche aiutata perch ho detto: "Va bene, allora accediamo a questo criterio"; criterio che in allora mi sembrava saggio, nel senso che, se c'è una legge, si finanzi in un modo o in un altro; se è in itinere, no.
In questo caso è in itinere, e lei decide di finanziare, di modificare.
L'ho dunque presa in fallo, Assessore: lei adotta, a seconda che le proposte vengano fatte da Consiglieri o vengano fatte da Assessori, criteri di carattere diverso. E questo, caro collega Burzi, è molto, molto grave (sottolineato). E' vero: è avvenuto un attimo fa! E allora, nello sviluppo - non breve - che si prevede di questa discussione - forse non breve - invito i colleghi a tenere a mente che già in soli quattro emendamenti lei ha tenuto criteri opposti su situazioni analoghe.
Peraltro, mentre in un caso si è trattato di una legge che prevede uno stanziamento di 300 milioni, in questo caso si tratta di organismi decentrati sul territorio, rispetto ai quali la Giunta decide che la sua proposta - Assessore Vaglio, mi rivolgo a lei - verrà approvata: l'Assessore, pur in presenza di una normativa non certa, decide uno stanziameno, perché la normativa è in trasformazione.
Finisco. Ho voluto più che altro mettere in evidenza questo aspetto; ne terremo conto e il nostro voto sarà favorevole all'emendamento.
In prospettiva, terremo conto su tutto di questa divergenza e cercheremo di capire, anche nello sviluppo successivo della discussone, se questo riguarderà sempre ciò che propongono i Gruppi o se potrà riguardare anche ciò che emerge dall'esecutivo o della maggioranza; maggioranza peraltro silente, tranne che, in questo caso, per l'intervento del Consigliere Gallarini, il quale non potrà non darmi atto di questa divergenza, perché anche lui era presente con me a quella riunione, quando abbiamo preso atto di un criterio che ritenevamo univoco, ma che tale invece abbiamo accertato non essere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bellion; scusi, Consigliera Bortolin, non l'avevo vista. Prego.



BORTOLIN Silvana

Svolgo la dichiarazione di voto del Gruppo; probabilmente il Consigliere Bellion non la condividerà e si è prenotato.
Per quanto riguarda il nostro Gruppo - che ha delle divergenze, certo su questo argomento - voglio però esprimere subito un voto complessivamente a favore dell'emendamento, rilevando peraltro nei confronti del comportamento dell'Assessore Vaglio, ma anche della maggioranza, una sorta di schizofrenia - se mi è consentito - di carattere prettamente politico.
Noi ci troviamo, in molte occasioni, a sostenere con estrema convinzione la necessità di...



PRESIDENTE

Siamo verso la fine dei nostri lavori: prego favorire al massimo gli interventi e di mantenere il brusìo molto limitato.



BORTOLIN Silvana

Notiamo una non coerenza di carattere politico nel comportamento della Giunta e della maggioranza nei confronti del tema del decentramento, che ci preoccupa. In ogni occasione, su vari argomenti, vi è l'affermazione convinta della necessità di sburocratizzazione, di decentramento della Regione; anche se, nel merito, non siamo assolutamente pronti, esprimiamo parere assolutamente convinto nei confronti della legge Bassanini. Andiamo ad operare su un tema estremamente delicato - condivido quanto detto dai colleghi in precedenza. I Comuni hanno sofferto il controllo da parte dei Co.Re.Co.; hanno pagato, anche, un controllo insufficiente per molte deliberazioni adottate. Controllo insufficiente perché non è riuscito a limitare i danni di comportamenti non sempre coerenti rispetto alla legislazione da parte dei Comuni. Dall'altro, oggi, in una fase di trasformazione e quindi di non definizione della situazione, si vedono modificare il rapporto rispetto ai Co.Re.Co. decentrati a livello di quadrante, con volontà espressa di fatto nella posta di bilancio da parte della Giunta di andare ad un accentramento del Co.Re.Co. a livello regionale. Ma perché? Se siamo in una fase di transizione l'attesa di definire completamente e complessivamente il ruolo del controllo consentirebbe di avere (...). Assessore, esprimo una mia interpretazione sulla vicenda e sostengo l'emendamento con le argomentazioni che le sto illustrando. Lei potrà, alla fine, decidere se accogliere o meno l'emendamento.
Modificare la situazione attuale, attraverso una volontà espressa da un disegno di legge in itinere, ma con una posta di bilancio che conferma la decisione di andare verso un annullamento dei Co.Re.Co. decentrati e concentrare in un unico momento il controllo - espresso soprattutto al momento dei bilanci - a livello regionale, è a mio modo di vedere un'incoerenza di carattere politico.
E' necessario, trattandosi peraltro di cifra del tutto irrisoria rispetto al bilancio, rivedere la posizione della Giunta, accogliere la volontà espressa o inespressa del Consiglio regionale (in effetti, non abbiamo sentito, se non attraverso il Capogruppo Gallarini e gli Assessori opinioni politiche da parte della maggioranza), soprassedere su questa decisione e verificare in modo approfondito la questione per decidere, con tutta tranquillità, nelle settimane e nei mesi futuri, anche alla luce di ciò che intendiamo fare rispetto al decentramento, al supporto ai Comuni al rapporto positivo che vogliamo instaurare con gli Enti locali.
Da questo punto di vista, sottolineo il sostegno e il voto positivo di gran parte del Gruppo del PDS all'emendamento presentato nonché la necessità di non insistere con lo stesso atteggiamento e di accogliere le esortazioni a favore dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Chiedo scusa ai colleghi se questo mio intervento ci porterà oltre le ore 20, termine prefissato per i lavori dell'odierna assemblea.
Per l'importanza che l'argomento ha assunto e sta assumendo, anche alla luce degli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, ritengo necessario sottolineare come la questione travalichi le mura di quest'aula e arrivi nelle assemblee dei 1200 e oltre Consigli comunali, delle 40 e oltre Comunità montane, delle 50 e oltre assemblee che governano i nostri parchi e che in tutti questi anni hanno dovuto subire l'ipocrisia - e mi assumo la responsabilità di questo termine - delle procedure attuate dai tanti Co.Re.Co. presenti sul nostro territorio, che differenziandosi l'uno dall'altro, hanno creato tante piccole repubbliche di giurisprudenza. In una realtà una certa norma veniva interpretata in un modo e a dieci chilometri di distanza in un altro, a seconda della realtà politica presente all'interno di quel consesso o di quel Co.Re.Co.
Sto pensando alle decine e decine di Sindaci che si sono dovuti difendere nei Tribunali con tanto di deliberazioni vistate dai Co.Re.Co.
che non li hanno assolutamente tutelati di fronte alla legge.
Quindi, una grande ipocrisia che credo debba essere messa al bando. Il ripercorrere antiche strade, come oggi si sta facendo e come domani la maggioranza cercherà di fare, credo sia scarsamente produttivo.
Ciò che il Ministero ha fatto con la legge n. 142, credo che l'assemblea debba trovare il coraggio di fare con la legge n. 59 anticipando di tempi di quanto la Bassanini ci fa intravvedere per il prossimo futuro.
Oltrettutto, la specificazione dell'Assessore secondo la quale i 500 milioni finirebbero in gettoni di presenza credo sia rafforzativo rispetto ripeto - alla grande ipocrisia che è l'approvazione dei bilanci. Alcuni colleghi ricordavano già questo momento; chiedo all'Assessore se sia a conoscenza del metodo o dei criteri attraverso i quali questi 1500 bilanci verranno approvati nei prossimi giorni - perché credo che di giorni si tratti - se non quello, altrettanto ipocrita, dell'estrazione a sorte: atto estremo di ipocrisia nei confronti dei nostri amministratori.
Chiedo che la cifra iscritta a bilancio venga riproposta per creare quella rete di servizio informativo per le realtà dei piccoli Comuni che oggi, come già ribadito anche negli interventi del collega Montabone (che ringrazio per l'opportunità che ha dato a quest'aula di dibattere di questo argomento presentando il proprio emendamento), vivono tra mille difficoltà.
Questo sportello informativo toglierebbe l'amministratore dall'impaccio e dall'ipocrisia di questo sistema le nostre migliaia di Consiglieri comunali.



PRESIDENTE

Mi scusi Consigliere Bellion, il voto ufficiale del suo Gruppo era un voto a favore; il suo è un voto contrario o di astensione?



BELLION Marco

E' un voto di astensione.



PRESIDENTE

Ha ora la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo della Rifondazione comunista non era affatto contrario all'emendamento presentato sulle spese per i Co.Re.Co. che è in discussione in quest'aula, per cui a riconferma del medesimo da parte del Consigliere Montabone, si dichiara favorevole nel contenuto e voterà positivamente. Innanzitutto perchè se si arriverà entro un anno alla chiusura dei quattro Co.Re.Co. decentrati con in funzione solo quello di Torino, in conformità quindi alla legge Bassanini, si permette che gli uffici periferici possano divenire almeno organi di consulenza per i piccoli Comuni e le Comunità montane che sono alle prese con grandi problemi.
Durante l'audizione dei Presidenti dei quattro Co.Re.Co. piemontesi che è avvenuto in VIII Commissione, che è la Commissione consiliare competente per questa tematica, questi espressero forti perplessità e preoccupazioni per l'attività stessa dei Comuni e delle comunità montane, per la loro sopravvivenza e anche per la competenza acquisita dal personale del Co.Re.Co. che loro temevano andasse vanificato, comunque non era più confacente al ruolo che essi avevano conseguito.
Io credo che sarà impossibile e difficile capire e gestire da Torino le deliberazioni dei 1209 Comuni del Piemonte, senza la consulenza territoriale necessaria per le differenti articolazioni che il Piemonte ha in tutte le otto Province. Non sarà nemmeno un risparmio finanziario quello di addivenire alla chiusura dei tre Co.Re.Co. territoriali, ma creerà difficoltà e preoccupazioni tra le popolazioni dei piccoli centri, specie montani e collinari, disagiati del Piemonte, perché bisogna entrare nella realtà di questi Comuni. Bisogna tenere conto di tutta la specificità dei problemi che spesso noi non teniamo in considerazione.
Occorre davvero che la Regione Piemonte dia dei servizi amministrativi precisi ai piccoli Comuni; le varie spese che avrebbero per consulenze sarebbero troppo esose e sarebbe quindi impossibile per loro avere una possibilità di accedervi. Penso quindi che i Co.Re.Co. decentrati, il loro personale, potrebbero svolgere questi servizi e informazioni giuridico amministrative importanti per questi centri che spesso - ripeto - non sono tenuti in considerazione, comunque non hanno quella valenza che invece dovrebbero avere perché rappresentano le popolazioni del Piemonte e quindi gli interessi generali del Piemonte.
Credo che annullare i tre Co.Re.Co. nei vari quadranti sia anche un errore, però la legge Bassanini prevede che tra un anno avverrà questo.
Ribadisco in conclusione che l'emendamento presentato dal Consigliere Montabone è importante e va votato positivamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea per differenziare il suo voto da quello del Gruppo.



PAPANDREA Rocco

Ovviamente se intervengo è per differenziarmi dalla dichiarazione di voto che è stata fatta dal Consigliere Moro, anche se non credo di differenziarmi da quella che è un'impostazione politica che Rifondazione comunista ha espresso più volte su questo problema. Cioè rispetto ai Co.Re.Co. - lo abbiamo già detto - eravamo per la loro abolizione e l'elemento che ha portato il Gruppo perlomeno al discorso è quello di questa contraddizione fra il fatto che per arrivare ad abolirli si passa attraverso una fase di centralizzazione.
In primo luogo sottolineo che manteniamo un'opposizione a questo tipo di struttura. In secondo luogo, ho il dubbio che una struttura inutile in modo centrale possa essere utile in modo decentralizzato, quindi non voter a favore dell'emendamento. Non voterò contro perché raccolgo l'invito che è stato fatto dal collega Montabone di abbinare a questo voto un giudizio sulla proposta di legge che è stata presentata dall'Assessore Vaglio in VIII Commissione, legge che non condivido e che ritengo sbagliata.
Pertanto il mio sarà un voto di astensione proprio per sottolineare questa differenza con la Giunta e in particolare con la proposta di legge presentata dall'Assessore Vaglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano per dichiarazione di voto.



PEANO Piergiorgio

Anch'io, Presidente, desidero differenziarmi dalla dichiarazione di voto del mio Capogruppo. Abbiamo tutti ascoltato, Assessore Vaglio l'audizione in Commissione con i rappresentanti dei Co.Re.Co.
Rappresentanti un po' di parte che hanno cercato in qualche modo di raccontare la propria storia politica sul territorio e anche di evidenziare quanto oggi la chiusura dei Co.Re.Co. di quadrante potrebbe creare sul territorio piemontese grosse difficoltà per tutti i nostri Comuni.
Ho vissuto l'esperienza dei Co.Re.Co. quando ancora queste strutture erano a livello comprensoriale e molto numerose. Ricordo il lavoro allora svolto il rapporto con il territorio, con gli Enti locali, l'esigenza che il territorio aveva di confronto, di dialogo, di aiuto, che i Co.Re.Co.
potevano fornire. Pertanto oggi condivido, in particolare pensando ai territori delle nostre Province, laddove i Comuni sono veramenti tanti e piccoli, l'esigenza di uno sportello delle autonomie che consenta a tutti quanti i nostri amministratori, e Segretari comunali, di trovare un lungo confronto con qualcuno che li possa aiutare. Comprendo che l'esigenza di chiudere i Co.Re.Co. sia ormai assimilato da tutti e che debba in qualche modo essere attuata nel tempo.
Volevo ricordare un'esperienza che questa sera non abbiamo voluto evidenziare, forse il collega Riba l'ha accennata. Ricordo all'Assessore che oggi esiste ancora del personale, sul territorio negli ex comprensori che svolge attività, in particolare per quanto riguarda le fasi istruttorie sulle pratiche di urbanistica e dei Piani regolatori. Non comprendiamo dopo l'approvazione dell'art. 17, modificato in questa sede, quanto oggi queste sedi decentrate possano ancora servire al territorio.
I piccoli Comuni chiedono la presenza di CO.RE.CO. sul territorio. Il mio voto sull'emendamento sarà diverso da quello del mio Capogruppo, perch considero utile ripensare il tutto e mantenere a bilancio i 700 milioni e non i 500.
Quindi il mio voto sull'emendamento sarà d i astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 hanno risposto SI' 11 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.


Argomento:

Esame ordine del giorno n. 665 inerente a: "Violazione diritti umani in Tibet"


PRESIDENTE

Prima di sciogliere la seduta pongo in votazione l'ordine del giorno n.
665 di cui al punto 7) dell'o.d.g. relativo alla violazione dei diritti umani in Tibet, firmato da tutti i Consiglieri, il cui testo recita: Il Consiglio regionale del Piemonte Considerando che prima dell'invasione cinese del 1949, il Tibet era riconosciuto "de facto" da numerosi Stati e che, secondo i principi stabiliti dal diritto internazionale il Tibet è un territorio occupato Considerando che ben tre risoluzioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, votate nel 1959, nel 1961 e nel 1965 hanno riconosciuto il diritto del Tibet all'autodeterminazione Considerando che il carattere specifico delle perduranti violazioni dei diritti dell'uomo in Tibet riguarda i tibetani in quanto popolo che afferma la propria identità ed il proprio desiderio di mantenerla intatta e che quindi le violazioni dei diritti dell'uomo in Tibet derivano in gran parte da una discriminazione razziale e culturale istituzionalizzata Condanna le gravi e sistematiche violazioni dei diritti dell'uomo in Tibet ed in particolare, l'arresto e la detenzione arbitrari, la tortura, dei religiosi; le violazioni dei diritti delle donne, in particolare le sterilizzazioni e gli aborti forzati; la privazione della libertà religiosa; tutte offese che, assieme alla distruzione della ricca cultura tibetana ed al trasferimento di popolazione cinese, minacciano la sopravvivenza stessa del popolo tibetano ed equivalgono di conseguenza ad una pulizia etnica sollecita il Governo Italiano ad impegnarsi affinché: la questione dell'occupazione del Tibet e della sua decolonizzazione sia messa all'ordine del giorno dell'Assemblea delle Nazioni Unite il Governo cinese ponga fine alle violazioni dei diritti dell'uomo e si impegni a rispettare le convenzioni internazionali sottoscritte vengano rilasciati tutti i prigionieri politici in Tibet ed in particolare venga subito liberato il piccolo Gedhun Choekyi Nyima, già riconosciuto da Sua Santità il Dalai Lama come reincarnazione del Panchen Lama le autorità cinesi accolgano la proposta del Capo del Governo Tibetano in esilio di aprire un vero negoziato sul futuro del Tibet.
impegna la Giunta regionale a sostenere e finanziare primi interventi che possano contribuire a preservare l'identità culturale dei profughi e migliorino le condizioni di vita dei campi profughi dove trovano rifugio le migliaia di tibetani che fuggono dalla repressione cinese.
Incarica il Presidente della Giunta regionale a trasmettere il presente ordine del giorno al Governo Italiano, al Governo della Repubblica Popolare Cinese, a Sua Santità il Dalai Lama, al Governo Tibetano in esilio e al Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.
Ricordo che domani è convocata la Conferenza dei Capigruppo alle ore 10.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,27)



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