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Dettaglio seduta n.22 del 21/11/95 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, il processo verbale dell'adunanza consiliare del 10 ottobre 1995 si intende approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bortolin, Cavallera, Cotto D'Ambrosio, Farassino, Manica, Riba e Toselli.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione n. 145 dei Consiglieri Vindigni, Marengo e Miglietti relativa all'esclusione della linea metropolitana Torino Porta Nuova Collegno dall'Accordo di Programma Stato-Regione Piemonte. Richiesta informazioni iniziative Giunta regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 145 presentata dai Consiglieri Vindigni Marengo e Miglietti.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

In merito all'interrogazione in oggetto si fa presente che lo stato delle opere inserite nell'Accordo di Programma Stato-Regione Piemonte, del 14/4/1994, ha avuto sviluppi difformi a seconda degli interventi.
In particolare, per quanto concerne la linea metropolitana automatica 1, da informazioni in possesso di questo Assessorato non risulta che siano stati adottati provvedimenti che abbiano escluso il finanziamento previsto per detta opera.
A tal proposito, in un apposito incontro avvenuto il 23/10/1995 tra gli Amministratori della città di Torino ed i Ministri del Bilancio e dei Trasporti, si è appreso che a tempi brevi il CIPE sbloccherà i contributi (circa 350 miliardi per Torino) previsti dalla ex legge n. 211/90 per le linee metropolitane. E' stato inoltre precisato che nella scala di priorità per l'assegnazione dei fondi la città di Torino si trova ad essere collocata in seconda posizione subito dopo la città di Brescia.
Per quanto riguarda, infine, le azioni assunte in merito al problema, è attualmente in fase di formalizzazione l'Appendice all'Accordo di Programma tra Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comuni di Torino e Collegno e Ferrovie dello Stato per la costruzione della linea 1 di metropolitana del 18/5/1995.
Fra l'altro, questa mattina abbiamo ricevuto un comunicato stampa dove si dice che il Consiglio dei Ministri, proprio per le metropolitane, in relazione alla finanziaria ha sbloccato i fondi dentro cui dovrebbero esserci tutte le risoluzioni della metropolitana di Torino.
Se il Consigliere vuole il comunicato stampa, glielo posso fornire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Grazie, signor Presidente. Ritengo che la risposta dell'Assessore Masaracchio sia esaustiva per l'interrogazione che noi abbiamo presentato.
Mi consegnerà il comunicato stampa in cui pare che il Governo abbia finalmente sbloccato i fondi che riguardano l'adempimento dell'Accordo di Programma che è intervenuto fra la Regione Piemonte, il Comune di Torino le Ferrovie dello Stato e il Comune di Collegno. Ci riserviamo di esaminare questo comunicato stampa e anche le risultanze della finanziaria ed eventualmente presenteremo, se sarà necessario, un'altra interrogazione perché riteniamo che sia compito principe da parte della Giunta regionale e del Consiglio regionale di perseguire questa strada per dare soluzione a questo annoso problema per cui la nostra città ormai fa parte delle cenerentole per quanto riguarda questo provvedimento. Grazie.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interpellanze n. 223 del Consigliere Cavaliere e n. 224 dei Consiglieri Spagnuolo, Ferraris, Dutto, Marengo e Chiezzi relative ai motivi dell'allontanamento dal proprio incarico del Responsabile del Settore Beni Ambientali, arch. Sertorio


PRESIDENTE

In merito alle interpellanze in oggetto, soltanto non vorrei che ci fossero dei giudizi sulle persone, sull'operato delle persone, anche da parte dell'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al personale

Forse sarebbe meglio discuterle in seduta segreta, se devo esprimere un parere.



PRESIDENTE

Io non sono esperto di queste cose, comunque mi dispiace per il pubblico, saluto i ragazzi che sono presenti, ma non li possiamo intrattenere in questa sede poiché la seduta è segreta, in quanto c'è una valutazione sull'operato delle persone, secondo l'art. 45, comma quarto del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Tutto il pubblico è pregato di assentarsi.
La seduta prosegue in seduta segreta.



(La seduta prosegue in sessione segreta dalle ore 10.25 alle ore 11.15)


Argomento: Parchi e riserve

Interpellanza n. 4 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa alla gestione e ai problemi del personale del Parco La Mandria


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Esaminiamo ora l'interpellanza n. 4 presentata dai Consiglieri Chiezzi Moro, Papandrea e Simonetti.
Se i Consiglieri interpellanti non intendono illustrarla, ha facoltà di rispondere l'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore ai parchi naturali

In risposta all'interpellanza dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, vorrei formulare le seguenti osservazioni.
Con decreto del Presidente della Giunta regionale Brizio n. 1360 del 28/3/1995, è stata effettuata una verifica amministrativa presso l'Ente di gestione del Parco regionale La Mandria. Le risultanze di tale verifica sono state consegnate alla Regione il 5/5/1995. Riguardo all'ipotesi di espansione edilizia e di cambio di destinazione d'uso di immobili sul territorio del Parco regionale La Mandria, si riferisce quanto segue.
L'assetto territoriale del Parco è determinato ai sensi della legge istitutiva dal Piano d'area attualmente in variante. La variante, formulata a seguito di Conferenza, come previsto dalla L.R. 21/7/1992, n. 36, è stata adottata dall'Ente di gestione in data 1/8/1994 - vorrei sottolineare all'unanimità.
L'Ente di gestione, con deliberazione del Consiglio direttivo n. 21 del 24/2/1995, ha approvato le controdeduzioni alle osservazioni presentate rimandando, per talune di esse, ogni decisione all'Amministrazione regionale.
La variante al Piano, così come elaborata dalla Conferenza, prevedeva in linea di massima la conferma delle perimetrazioni vigenti per quanto riguarda le zone industriali, artigianali, residenziali, ecc., con limitati ampliamenti alle sole aree già urbanizzate o compromesse, e prevedeva quale unica nuova zona di sviluppo, l'area classificata "LN" nel Comune di Robassomero, oggetto di sentenza del Consiglio di Stato a favore dei proprietari riguardo al loro diritto ad edificare.
Su tale area "LN" la variante al Piano prevedeva peraltro la realizzazione di un intervento integrato in linea con i recenti orientamenti normativi nazionali subordinato alla redazione di uno strumento urbanistico esecutivo.
Le norme di attuazione prevedevano in generale il ricorso al recupero del patrimonio edilizio esistente con limitati ampliamenti una tantum subordinati alla riqualificazione ambientale e paesaggistica delle aree e degli edifici interessati.
La variante al Piano non prevedeva quindi aree di espansione urbana e per quanto riguarda i campi di destinazione d'uso in zona pre-parco, nella struttura elaborata dalla Conferenza riportava due diverse ipotesi normative che venivano sottoposte alla decisione dell'Ente.
In fase di adozione sono state ampliate alcune aree edificabili ed è stata scelta l'ipotesi normativa che permette in zona agricola il cambio di destinazione d'uso degli immobili.
Con nota n. 4742 del 28/11/1994, l'Assessorato regionale ai parchi naturali ha trasmesso all'Ente di gestione le proprie osservazioni riproponendo di fatto la stesura predisposta dalla Conferenza nell'ipotesi più restrittiva.
Con nota n. 2686 del 12/6/1995, l'Ente di gestione è stato invitato a completare l'esame delle osservazioni e la stesura delle controdeduzioni.
Circa gli indirizzi della Giunta regionale per la gestione del Parco: questi sono espressi nel documento introduttivo della seconda variante del Piano d'area approvato dalla Conferenza in data 21/7/1994 e che consegnerei in copia agli interpellanti, come consegnerei in copia agli interpellanti la verifica amministrativa che ci è stata consegnata in data 5/5/1995.
Questo ovviamente per brevità di discussione e per maggiore chiarezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'interpellanza, che si riferisce ai problemi di gestione del Parco La Mandria, è stata preparata nella metà del mese di giugno in occasione del licenziamento del Vicedirettore dell'Ente La Mandria, effettuato, come dichiarò un sindacalista della Regione Piemonte, con fattispecie intimidatoria, frutto del comportamento fazioso e mistificante dell'Amministrazione tendente a colpire non la professionalità del collega ma il suo coraggio di opporsi in un periodo di prova ad atti poco chiari deliberati dalla Giunta. Queste dichiarazioni - virgolettate da: "intimidatoria" sino a: "dalla Giunta" - sono scritte su un periodico, Il Risveglio, dell'11/5/1995. Il Vicedirettore si è trovato, da un giorno all'altro, con la carriera azzerata, e senza lavoro, nonostante avesse chiesto un trasferimento in Regione.
In relazione a questo fatto, la Giunta regionale nominò una Commissione per accertare dal punto di vista amministrativo che cosa fosse successo questa Commissione nulla ha eccepito dal punto di vista delle procedure.
Rimane però il fatto che questo licenziamento colpisce persona, anche questa di assoluta indipendenza di giudizio, che, sulla base anche delle note pervenute e citate da parte del sindacato, appare come persona colpita da un provvedimento perché dava fastidio in vario modo alla politica che l'Ente, o la sua maggioranza, metteva in atto. Quindi, da questo punto di vista, l'Assessore non ha dato una risposta convincente.
Vi è poi un'altra domanda alla quale l'Assessore non ha risposto e per la quale attenderemmo ancora un'altra risposta in un'altra sede, cioè quando abbiamo chiesto se sia stato riscontrato disordine nell'amministrazione delle pratiche e, in particolare, quante deliberazioni, lettere, documenti, ed atti siano stati ufficialmente smarriti nel corso dell'ultimo anno perché su questo ci sono dei fatti che vorremmo venissero accertati.
Senza leggere tutta la documentazione di sessanta pagine che, or ora ho davanti al mio tavolo, chiedo all'Assessore - per cortesia, visto che lui ha preparato queste sessanta pagine di relazione - di dirmi se in questa relazione sono stati accertati smarrimenti ufficiali di documentazione. Siccome pare che ci siano smarrimenti di questo tipo vorrei essere sicuro del fatto o almeno capire l'Assessore cosa risponde in merito, in modo poi eventualmente da procedere all'esibizione di documentazione scomparsa e via dicendo.
L'Assessore, che ha letto le sessanta pagine, è in grado di darmi questa risposta? Grazie.



PRESIDENTE

L'Assessore comunica che la risposta è contenuta nelle sessanta pagine di relazione.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 32 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti relativa al disastro ferroviario sulla linea Milano-Ginevra


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 32, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti, alla quale risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

In ordine agli argomenti sollevati dall'interpellanza in oggetto, si specifica che le Regioni non hanno competenza diretta sul trasporto ferroviario.
Si fa comunque presente che questo Assessorato ha chiesto alle Ferrovie dello Stato notizie sia sulla dinamica del disastro verificatosi che sulle inchieste intraprese. Non sono giunte fino ad ora risposte alle nostre richieste, comunque ci attiveremo ancora una volta perché queste risposte vengano trasmesse al più presto possibile.
In merito ai riferimenti assunti sul ripensare al modo ed alle logiche dell'Alta Velocità, non si ritiene che la disgrazia verificatasi possa e debba modificare gli indirizzi finora assunti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea .



PAPANDREA Rocco

Mi sembra una risposta del tutto notarile, quindi assolutamente insoddisfacente, perché credo che quando succedono incidenti di tale gravità sia veramente incredibile verificare che a distanza di mesi non è ancora pervenuta nessuna risposta alla richiesta di conoscere la dinamica dell'incidente. Come minimo si dovrebbe sollecitare che le risposte arrivino, perché è vero che forse la Regione non ha competenza sul personale delle Ferrovie, ma ha certamente competenze rispetto ai problemi della sicurezza dei lavoratori: fa parte delle competenze di un Assessorato diverso da quello di cui si occupa l'Assessore Masaracchio, ma è competenza della Regione. Credo che assistere a cose di questo genere e poi lamentare che dopo un po' di mesi non si è saputo niente sia pazzesco.
E' compito nostro intervenire con efficacia sul perché i controlli non ci sono, sul perché gli incidenti avvengono e quali sono le ragioni. Non penso che in questo caso, come in molti altri casi, si tratti di fatalità: spesso l'organizzazione del lavoro, il modo in cui si lavora, ha strettamente a che fare con le dinamiche dell'incidente. E credo abbiano a che fare anche le scelte di fondo. Non penso che la scelta di fondo di questa maggioranza, a favore dell'Alta Velocità, venga messa in discussione; può succedere qualsiasi cosa, ma quella scelta resta, mentre invece noi crediamo che ci sia un rapporto tra questi progetti e il fatto che altri settori delle Ferrovie vengano abbandonati o perlomeno godano di molta meno attenzione. Questo implica non solo dei disagi per quanto riguarda il trasporto, ma anche delle ricadute su aspetti collegati, quali il tipo di lavoro che si svolge in questi tratti, come vengono sorvegliati come si svolge concretamente il trasporto delle merci: la disattenzione, il considerarlo meno importante di altri aspetti, alla fine rischia di provocare questi fatti, mentre invece un'attenzione diversa al sistema dei trasporti (e non semplicemente ad una sua parte molto specifica sia per il tipo di linea, sia per l'utenza che può interessarlo), porterebbe probabilmente sia a migliorare le condizioni di viabilità e di trasporto dei cittadini, sia a favorire una maggiore attenzione alla sicurezza e alle condizioni di lavoro e all'evitare questi incidenti.
Non possiamo accontentarci di una risposta che dice "non rispondo perché non so"; spero che rapidamente, invece, ci sia un'ulteriore richiesta di informazioni ed ovviamente a questa si risponda.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Evidentemente non si tratta di una risposta notarile, perché i notai sono molto più precisi in quanto trattano interessi privati su cui poi il cittadino ha da far rilevare determinate competenze anche sul piano di ci che è previsto nel diritto della proprietà privata. Piuttosto è una risposta d'ufficio ed io ne convengo. Ne approfitto per dire che queste sono, alla fine, le motivazioni per le quali un Assessore che incomincia a capire che cos'è la struttura del proprio Assessorato, magari esasperato da talune situazioni provvede alla rimozione dei funzionari oppure al trasferimento degli stessi in altri uffici, per quel concetto dell'opportuna rotazione. Quanto meno per non ledere il diritto dei funzionari e dei dirigenti, o comunque di coloro i quali dovrebbero dare delle risposte ben precise.
Al di là di questa nota polemica, non sono potuto intervenire in merito alle interrogazioni che riguardavano l'Assessore Botta; faccio presente che la realtà della struttura organizzativa ed amministrativa della Regione è qualcosa che deve essere riveduta e corretta da capo a fondo ed è una realtà che noi ci troviamo fra i piedi dopo che è stata costruita negli anni passati attraverso il binario della politica.
Allora, cosa devo dire? Per pietà di grazia mi limito a leggere quanto la velina mi prospetta e lascio cadere lì, anche perché in effetti non ci sono responsabilità dirette da parte della Regione Piemonte per quanto attiene alle Ferrovie dello Stato. Vedremo, quando le Ferrovie dello Stato saranno trasferite alla Regione, come dovremo amministrare anche questo altro comparto, con quali risorse, con quali mezzi. E le risorse non sono soltanto mezzi finanziari. Nella fattispecie, in ogni caso, ciò ha fatto sorridere il Consigliere Ferraris in un convegno politico a Verbania perché io avrei fatto un'interrogazione a me stesso proprio sul disastro.
Presentai l'interrogazione quando ero Consigliere regionale, non ancora Assessore e come Consigliere regionale fui l'unico che si precipitò sul posto a verificare quanto fosse avvenuto: ho verificato che il Prefetto si era interessato della cosa, lo incrociai sul posto. Ho verificato che l'incidente non è accaduto per via dell'alta velocità dei treni, ma perch in quel momento era in corso uno sciopero dei lavoratori per il quale erano diminuite le unità operative proprio nella ferrovia, e ciò ha creato il disastro. E - per carità di patria - siccome io voglio tanto bene ai lavoratori, perché sono anche un sindacalista, ho fatto finta di non aver capito nulla, mi sono ritirato in silenzio, sono tornato in Consiglio regionale, non ne ho fatto una grossa questione e alla fine attendendo di essere l'Assessore ai trasporti ho cercato di sapere dalle Ferrovie dello Stato qualcosa di concreto. Le Ferrovie dello Stato non mi hanno risposto.
Le inchieste ci sono state, è una questione che riguarda il Ministero delle Ferrovie dello Stato.


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 146 dei Consiglieri Vindigni, Riba, Manica e Bortolin relativa al quarto stralcio del Piano decennale ANAS della grande viabilità


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 146, presentata dai Consiglieri Vindigni, Riba, Manica e Bortolin, cui risponde ancora l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Circa il primo quesito dell'interrogazione: quanto pubblicato su Il Sole 24 Ore del 20/9/1995 corrisponde alla proposta fatta dal Commissario Straordinario dell'ANAS, dottor Dangiolino, al Ministro dei Lavori Pubblici Paolo Baratta. La proposta concerne un elenco di opere che potrebbero essere avviate nel 1995 o più verosimilmente nel 1996, utilizzando, per il loro finanziamento, avanzi di amministrazione.
Circa il secondo quesito dell'interrogazione: nell'Accordo italo francese siglato tra i Ministri dei LL. PP. Merloni e dell'Equippement Bosson, in occasione del Summit di Governo del 26/11/1993 per la realizzazione del nuovo collegamento Cuneo-Nizza e la ricostruzione del Tunnel del Colle di Tenda, i Ministri hanno voluto sottolineare l'importanza del miglioramento della SS n. 24 "del Monginevro" tra Oulx e il valico, e della RN n. 94 tra il valico e Briançon, ed hanno sottoscritto un impegno reciproco, prendendo atto dei progetti di miglioramento della SS n. 24 che il Ministro Merloni si è impegnato a realizzare entro il 1997 anche in previsione dei Campionati mondiali di sci alpino che si svolgeranno al Sestriere. Il Ministro Bosson, per parte sua, si è impegnato al miglioramento della RN n. 94 ed alla progettazione comune del miglioramento dell'attraversamento di valico, interessante gli abitati di Monginevro e di Clavière.
Circa il terzo quesito dell'interrogazione: la precedente Giunta regionale non ha ritenuto opportuno sottoporre al Consiglio la delibera di espressione del parere regionale, in quanto lo stesso non si era ancora potuto perfezionare in modo compiuto, essendo pervenuta, dall'VIII Commissione della Camera, la proposta ANAS per lo stralcio triennale 1994/1996 solo il 12/5/1995. Il Presidente Brizio si limitò, quindi, ad una risposta interlocutoria in data 16/5/1995, ove, peraltro, sottolineava come nella proposta pervenuta dalla Commissione VIII della Camera non fossero ricomprese neanche tutte le opere incluse in Accordo di Programma Stato Regione, stipulato il 13/4/1994, oltre alle indicazioni prioritarie regionali avanzate all'ANAS in data 17/2/1995.
Circa il quarto quesito dell'interrogazione: premesso che la Commissione VIII della Camera ha restituito la proposta di Piano Stralcio 1994/1996 con una relazione sostanzialmente negativa; che la Commissione Trasporti del Senato non ha ancora inserito all'ordine del giorno dei lavori le proposte ricevute dal Ministro dei LL.PP.; che la proposta di legge finanziaria, in discussione al Parlamento, prevedeva una dotazione di soli 5.800 miliardi per l'ANAS, di cui 2.300 per mutui e 2.800 per l'esercizio ordinario, il giudizio della Giunta non può che essere negativo, a fronte delle esigenze viarie del Piemonte.
A tal proposito, volevo dire qualcosa di più per quanto è stato dichiarato dall'Assessore alla viabilità del Comune di Novara.
E' comunque intenzione della Giunta regionale rassegnare quanto prima alla competente Commissione consiliare la proposta di indicazioni regionali per lo stralcio attuativo triennale 1994/1996.
Al di là di questa lettura, ai colleghi Consiglieri che mi hanno interrogato devo dire che non è certo che questo stanziamento ci sia; si teme che sia fortemente ridotto, ragion per cui ci troveremo di fronte all'impossibilità di realizzare le strade del quarto stralcio.
Evidentemente dovrà crearsi una priorità sia in sede di Commissione che in sede di Consiglio, perché ci sono delle opportunità emergenti (più di quante ce ne possano essere in aspettativa) da parte, giustificatissima, di ogni Comune.
Così come avevo preannunciato, per quanto comunicato dall'Assessore alla viabilità del Comune di Novara, l'Assessore Masaracchio non dice no alla tangenziale est di Novara in quanto, oltretutto, non ha poteri per dire no o sì, la Giunta non ha poteri per manipolare il Piano Stralcio dovrà essere il Consiglio, che è sovrano, a stabilire quali saranno le priorità e, in ogni caso, non è la Regione che finanzia queste strade: è lo Stato che le finanzia. Quando arriveranno i soldi, se dovesse venirci una lira in più, in quel momento aggiungeremo una strada in più a quelle che abbiamo indicato nel Piano Stralcio (quello che voi conoscete, presentato a suo tempo dal Presidente Brizio).
Devo dare una doverosa informazione. Nel momento in cui potevo inviare quel Piano Stralcio così come era stato tenuto nei cassetti dell'Amministrazione regionale in Giunta, mi sono fatto carico di restituirlo agli uffici competenti affinché attingessero tutte quelle notizie utili e necessarie atte a conoscere se vi sono progetti di fattibilità, progetti che possono essere immediatamente posti in cantiere.
Ciò per evitare che le priorità siano un mero fatto politico e non scelte razionali per il benessere della nostra collettività e quindi del nostro territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Apprezzo la diligenza con la quale l'Assessore ha risposto all'interrogazione, ma non posso ritenermi soddisfatto per gli aspetti politici che erano sottintesi nelle interrogazioni e che l'Assessore non ha voluto riprendere.
Il primo aspetto politico riguarda le conseguenze di accordi internazionali fra gli Stati circa l'assetto del territorio della nostra Regione. Chiedevo se era vero che ci fosse stato un accordo intergovernativo da cui derivavano gli interventi in corso sulla SS n. 24.
L'Assessore mi ha confermato l'esistenza di tale accordo.
Devo prendere atto che mai, per quello che mi risulta, gli organi della Regione Piemonte, Giunta o Consiglio, sono stati informati o hanno avuto modo di ratificare questo tipo di accordo. E poiché la Regione Piemonte è una Regione di frontiera - anzi, al momento è l'unica Regione italiana che ha una frontiera comunitaria, per cui è fortemente sollecitata in tante parti del proprio territorio ad accordi di tipo intergovernativo, e su questo aspetto bisogna fare chiarezza - bisogna valutare fino a che punto si può accettare che accordi rilevanti che incidono sull'organizzazione dell'assetto del territorio, sia direttamente che indirettamente (direttamente perché riguardano taluni corridoi, indirettamente perch impegnano delle risorse sulla base di accordi di tipo nazionale che di fatto limitano la possibilità di spendere risorse sul resto del territorio regionale) possano essere accettati impunemente da parte della Regione senza che ne sia in qualche modo attrice e parte propositiva, anche nell'ambito di accordi internazionali.
Mi pare che questo modo di intendere il ruolo delle Regioni sia una concezione superata nell'ambito della costruzione di un sistema politico europeo, dove le Regioni sono destinate ad avere un ruolo sempre crescente (prova ne è la costituzione, all'interno della Comunità, di un Comitato delle Regioni costituito allo scopo di farle partecipare alle scelte comunitarie). Ci troviamo invece di fronte ad una mortificazione, ad una prevalenza sulle Regioni stesse da parte degli organismi governativi, i quali prendono le loro decisioni senza nemmeno consultarci, senza nemmeno comunicare e soprattutto impegnando delle risorse che vanno poi a penalizzare la capacità propositiva ed attuativa della nostra Regione.
Il secondo aspetto si collega strettamente con questa ultima considerazione. Vale a dire: come la Regione riesce ad incidere sulla pianificazione nazionale e sull'utilizzo delle risorse nazionali. Nel caso specifico questo quesito deve essere applicato al contesto della pianificazione della rete stradale.
L'Assessore ha fotografato una situazione che è piuttosto pasticciata e confusa. Obiettivamente le cose stanno così perché l'ANAS avrebbe dovuto predisporre il Piano triennale 1994/1996, avrebbe dovuto acquisire i pareri delle Regioni e delle Commissioni parlamentari; ovviamente tutto ci avrebbe dovuto essere fatto almeno entro il 1993 trattandosi di una pianificazione 1994/1996, ad oggi invece il piano non è stato ancora approvato. La Regione però è latitante rispetto alla formazione di questo piano, perché la legge n. 531, quella che appunto fa obbligo di predisporre Piani Stralcio per l'attuazione del piano decennale delle strade, su questo è precisa: dice che le Regioni si devono pronunziare e, come è avvenuto in passato sul primo e sul terzo Piano Stralcio, le Regioni si pronunziano con voto del Consiglio. Invece ad oggi la Regione si è pronunziata esclusivamente con lettere che certamente hanno un valore indicativo, ma non hanno quella pregnanza politica che può avere un voto del Consiglio ovviamente proposto dalla Giunta, perché comunque c'è una maggioranza, su cui si possono creare anche delle convergenze, ma in mancanza di un voto del Consiglio chiunque di fatto è autorizzato ad inseguire qualunque progetto, qualunque iniziativa. E questo mortifica la politica, mortifica il ruolo delle Regioni! La Regione senza questo piano rischia di essere semplicemente un canale nel quale vengono moltiplicate le esigenze localistiche che fra di loro possono essere contraddittorie.
L'Assessore ha detto che la Giunta precedente, tramite il suo Presidente Brizio, nel maggio 1995 si è limitata a fare una comunicazione nel momento in cui da parte della Commissione parlamentare in data 10 maggio si chiedeva alla Regione Piemonte di esprimersi su questo piano.
L'Assessore non ci ha detto che c'era una precedente lettera del febbraio 1995 in risposta all'ANAS che aveva trasmesso il Piano Stralcio e al quale Piano Stralcio si doveva rispondere non con una lettera, ma con un atto deliberativo.
Mi rendo perfettamente conto che nella primavera del 1995 c'erano le elezioni in vista per cui diventava difficile far lavorare le Commissioni e il Consiglio su questo atto deliberativo, però questa Giunta si è ormai insediata da quattro mesi, quindi ha il dovere di esprimersi comunque con un suo atto di pianificazione per quanto riguarda la rete stradale del Piemonte.
L'Assessore ci ha detto che intende presentare questo piano quanto prima alla Commissione. Queste affermazioni - mi consenta, Assessore - così generiche, "quanto prima", politicamente non vogliono dire nulla! Noi ci dobbiamo abituare a definire delle scadenze, delle date; allora io le chiedo di precisare la scadenza nella quale pensa di poter portare in Commissione questo piano. Con questo piano, sulla base delle convergenze delle maggioranze, del voto che la Commissione esprimerà, sarà poi facile più chiaro e più corretto, rispondere alle sollecitazioni locali, compresa quella che ha ricordato l'Assessore a proposito della città di Novara basta leggere le rassegne stampa che ci vengono consegnate dai diversi uffici del Consiglio nonché leggere l'elenco delle interrogazioni presentate per capire come ci sia una pluralità di sollecitazioni, e noi credo che faremmo male, ridurremmo il significato del nostro ruolo se ci limitassimo semplicemente a star dietro a tutte le sollecitazioni che provengono da ogni parte. Abbiamo bisogno di un atto di programmazione; c'è la legge che ce lo impone, avete il dovere di presentare questo atto di programmazione, dopodiché ognuno si assumerà le sue responsabilità, saranno fatte delle scelte, saranno individuate delle priorità, però è questo il modo per elevare la qualità della politica di questo consesso e quindi è un duplice dovere quello che ci deve arrivare: il rispetto di una legge e il rispetto di un'istituzione.
Questo le chiedo, Assessore: di operare perché si possa rapidamente assolvere a questo duplice dovere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio per una breve replica.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Prendo atto degli appunti, li registro, sono tutti calzanti e non fanno neanche una grinza. Avrei fatto bene a presentare il Piano Stralcio così com'era stato presentato dall'ex Presidente Brizio. Sono stato molto più scrupoloso; certo, non vado a dire chi è responsabile di queste lungaggini ma è certo che nel settore viabilità e trasporti, appena sarà possibile bisognerà rivedere come implementare tutti gli uffici di competenze diverse che possano essere aggiuntive e che diano la possibilità di far svolgere il lavoro ai dirigenti oppure ai direttori di settore in maniera più veloce.
Se sarà possibile già nella prossima Commissione Trasporti il Piano Stralcio verrà presentato. Nel caso in cui l'ANAS, che si attarda a dare mille notizie l'una diversa dall'altra, continui a non confrontarsi con chiarezza con la Regione, presenterò il Piano Stralcio così come l'aveva presentato l'ex Presidente Brizio e poi il Consiglio sarà sovrano di stabilire le priorità del caso.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interpellanza n. 174 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti relativa agli ammanchi all'Economato della Regione


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 174 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti.
Trattandosi dell'operato di persone, anche la discussione di questa interpellanza viene svolta in seduta segreta, ai sensi dell'art. 45, comma quarto, del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Prego pertanto il pubblico presente, nonché tutti i funzionari addetti ai lavori, di abbandonare l'aula.
La seduta prosegue in seduta segreta.



(La seduta prosegue in sessione segreta dalle ore 11.55 alle ore 12.05)



PRESIDENTE

*****


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione n. 198 dei Consiglieri Foco, Ferraris, Cavaliere e Angeli relativa al Comune di Alessandria - Adozione variante al PRG di modifica destinazione d'uso località Chiozzo


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito all'interrogazione n. 198, presentata dai Consiglieri Foco Ferraris, Cavaliere e Angeli, risponde l'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

In merito all'interrogazione n. 198, ho fatto verificare la situazione dagli uffici, e devo comunicare ai Consiglieri che, ad oggi, non è stata intrapresa alcuna iniziativa, in quanto, a seguito di una verifica effettuata dal mio Assessorato, non risulta essere stata trasmessa alla Regione alcuna deliberazione di approvazione di variante al Piano regolatore generale da parte del Comune di Alessandria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

La risposta fornita dall'Assessore è, a mio parere, un po' troppo sbrigativa, nel senso che la vicenda della località Chiozzo riveste un particolare rilievo per quanto riguarda il Piano regolatore della città di Alessandria.
Si tratta di un'area di 264 mila metri quadri, sulla quale sono previsti, o sarebbero previsti, insediamenti commerciali di un certo rilievo.
Il Consiglio comunale di Alessandria quasi all'unanimità ha utilizzato un sistema abbastanza nuovo per quanto riguarda il meccanismo di deliberazione. Infatti, si tratta di una deliberazione di iniziativa del Consiglio comunale, di fronte ad un'inerzia da parte della Giunta di quel Comune.
Non so se l'Assessore ha avuto modo di leggere e di fare valutare dai suoi uffici il testo della deliberazione. E' un atto che formalmente - solo perché il Consiglio non lo può fare in quel momento - invita gli uffici, fa obbligo agli uffici competenti di predisporre tutti gli aspetti tecnici riguardanti la modifica di variante al Piano regolatore generale.
La questione non è stata portata in Consiglio regionale per una disquisizione tecnico-formale se quell'atto in sé significhi già modifica del Piano regolatore generale o meno.
E' un atto riguardante l'aspetto sostanziale. Se viene assunto o meno o se perviene un atto di questo tipo alla Giunta regionale, come lo si considera? Anche l'Assessore Viglietta è interessato a questa interrogazione. Per voi non è stato fatto alcun atto da parte del Comune di Alessandria. La cosa mi pare francamente un po' strana.
La vera e propria variante non è stata formalizzata con successive deliberazioni. Però c'è un atto, rilevante sul piano politico, assunto da un Consiglio comunale nella sua interezza.
Quindi, per quanto riguarda l'aspetto politico, mi ritengo abbastanza insoddisfatto.
Sul piano tecnico, non ho la competenza per entrare nel merito. Per torno a ripetere - quell'atto ha una consistenza abbastanza notevole perché si tratterebbe di permettere o meno l'insediamento nella realtà di Alessandria di un altro megacentro commerciale. Quindi, se il Consiglio comunale ha adottato quell'atto, ha già espresso il suo parere estremamente negativo nei confronti di quell'insediamento, parere che, tra l'altro condivido.
Sarei tentato di chiedere informazioni sulla vicenda Benet (essendo a conoscenza del fatto che era in corso un'ispezione da parte degli uffici regionali), ma non fa parte dell'interrogazione odierna, però voglio ricordare che proprio in questi giorni è stato aperto questo supermercato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Mi dispiace di avere dato una risposta che fa ritenere il Consigliere Foco insoddisfatto.
Purtroppo è il riscontro oggettivo che ho avuto dagli uffici. Ritorner a sentire gli uffici. Le procedure di legge sono quelle, poi se vogliamo possiamo entrare nel merito e nella sostanza e dibattere in Consiglio le varianti ancora non trasmesse all'Assessorato.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza n. 47 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea ed interrogazione n. 143 dei Consiglieri Rosso, Farassino e Dutto relativa alla valorizzazione dell'area ex Nebiolo a Torino


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 47 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Signor Presidente, signori Consiglieri, risponderò anche all'interrogazione n. 143 presentata dai Consiglieri Rosso, Farassino e Dutto che riguarda lo stesso argomento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi per l'illustrazione dell'interpellanza n. 47. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

La ringrazio, Presidente, per consentire agli altri colleghi interpellanti di avere memoria della questione.
Abbiamo presentato l'interpellanza perché a Torino, fra le tante aree industriali dismesse, vi è un'area industriale (la ex Nebiolo) portatrice di una storia lontana del movimento operaio nel quartiere Barriera di Milano.
Questa area industriale è di proprietà del Comune di Torino, che l'acquisì a suo tempo con progetti mutati nel corso degli anni - dai progetti di recupero dell'area a fini produttivi artigianali, a fini di servizi, al fine di realizzare il magazzino dell'economato del Comune di Torino, per il quale è stato predisposto un progetto, poi abbandonato.
Sia per le costruzioni di pregio e di valore architettonico che insistono sull'area, e sia per la storia che in queste costruzioni il movimento operaio e la stessa industria Nebiolo hanno svolto, si ritiene sia un'area da non trattare in modo qualunque, ma degna di avere un'attenzione di carattere storico-urbanistico che vada al di là di una semplice utilizzazione per costruire delle case. A questo proposito un gruppo di docenti della Facoltà di Architettura, di ingegneri, di architetti, ha scritto una lettera al Sindaco della città di Torino e al Presidente della Giunta regionale - della cosa forse ne parlerà il Vicepresidente Majorino che penso abbia ricevuto questa lettera - che leggerei perché è breve e significativa: "Egregio signor Sindaco, egregio signor Presidente della Giunta regionale, come ella ben sa, il Comune di Torino ha in corso di perfezionamento gli atti amministrativi e progettuali, rivolti ad impiegare finanziamenti per l'edilizia residenziale su un insieme di immobili di proprietà comunale quali la 'ex Nebiolo' di Corso Novara, angolo Via Bologna.
A quel fine il Comune, fra altri atti, sta predisponendo lo strumento urbanistico esecutivo, il piano particolareggiato dell'area 'ex Nebiolo' che dovrebbe costituire il progetto di base per realizzare le abitazioni e i servizi ritenuti necessari ed opportuni.
Proprio sulle scelte di quel piano particolareggiato, i sottoscritti sollevano le più ampie riserve in quanto: a) non pare che si tengano in debito conto le caratteristiche o il complesso di indubbio interesse storico-architettonico e documentario da assumere nella sua globalità. Questo non solo per una modesta parte della manica che prospetta sulla Via Padova, collocata ad intersezione di due importanti tracciati viari e di trasporto pubblico, in fregio all'anello della cinta cavouriana in un punto di possibile interscambio con l'importante direttrice di penetrazione al centro, costituita dalla linea tranviaria n. 18.
b) Le destinazioni previste nell'insieme non paiono consentire l'utilizzo di quell'importante complesso di proprietà pubblica per qualificare, ammodernare il sistema di servizio in un quartiere estremamente povero di spazi, di relazioni e di impianti sociali.
Per le ragioni esposte i sottoscritti, nel timore che l'operazione di finanziamento dell'edilizia residenziale, una volta innescata, prenda il sopravvento anche su volontà di recupero più attente e meditate in ordine alle destinazioni e ai caratteri del complesso 'ex Nebiolo', chiedono di impiegare finanziamenti per l'edilizia residenziale in un quadro di localizzazione territoriale che non imponga a tutti i costi l'utilizzo del complesso Nebiolo, consentendo invece una più meditata valutazione in ordine al suo riuso; di avviare eventualmente, anche attraverso il concorso, una fase di valutazione di progetti di recupero per destinazioni non solo residenziali, di aprire immediatamente la discussione e il confronto più ampio nel quartiere, nella città, coinvolgendo anche le forze della cultura".
Su questi temi, che la lettera succintamente richiama, il Gruppo di Rifondazione Comunista ha anche organizzato un convegno che si è svolto in una scuola prospiciente l'area della "ex Nebiolo", nella quale abbiamo dibattuto questi temi. A questo convegno la Giunta regionale con grande gentilezza ha inviato anche un proprio rappresentante, la Consigliera Benso, che ha assistito a tutti i nostri lavori.
Ovviamente su questa questione non poniamo alcun problema di parte politica: i firmatari di questa lettera corrispondono ad un problema di merito e non di schieramento politico. Noi abbiamo semplicemente sposato questa causa, speriamo che altri facciano altrettanto.
L'interpellanza tende a focalizzare il seguente problema: esiste la volontà del Comune di Torino di utilizzare quest'area per costruire delle case; si sollecita, da parte di forze della cultura, una scelta differente che tenga conto innanzitutto della strategia di quest'area, della sua storia, dei suoi valori architettonici, rivedendo il piano particolareggiato, facendo dei concorsi od altro.
Chiederei all'Assessore di prestare attenzione alle decisioni del Comune di Torino, di cui la Giunta regionale è al corrente, sulla praticabilità di una discussione e definizione di una destinazione d'uso di quest'area, di questi immobili più coerente con la storia e le necessità del quartiere.
Questo è il punto nodale sul quale chiederei la risposta. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

La proposta di intervento oggetto dell'interpellanza e dell'interrogazione sopra richiamate riguarda l'area urbana di trasformazione "ex Nebiolo", individuata come ambito 9.31 - prioritario per la realizzazione di edilizia residenziale pubblica - dal Piano regolatore generale di Torino, approvato il 24/5/1995.
In fase di approvazione regionale nessuna delle modificazioni introdotte ex officio e riguardanti l'ambito suddetto ha inciso sul regime di intervento proposto dall'Amministrazione comunale e volta a consentire la trasformazione dell'area.
Poiché la predisposizione degli strumenti urbanistici esecutivi e la definizione dei loro contenuti è di esclusiva competenza comunale, è stata avanzata in data 4/8/1995 una richiesta di informazioni in merito al Sindaco della città di Torino.
La risposta fornita dall'Amministrazione comunale, dall'Assessore all'urbanistica, architetto Franco Corsico, in data 2/9/1995 - prot. n.
2909/95 X-9-PP/42-10/3 - risulta esaustiva sia per quanto riguarda le caratteristiche della proposta progettuale, sia per quanto concerne le misure di tutela delle preesistenze edilizie ritenute meritevoli di valorizzazione (vedasi in proposito il contributo, nella fase di progettazione, del Politecnico di Torino - Dipartimento Casa Città - ed i pareri espressi in merito dalla Sovrintendenza ai monumenti del Piemonte).
Se ritenete leggerò, o se preferite, consegnerò la risposta scritta dell'arch. Corsico.
Ad ulteriore chiarimento della citata nota del Comune di Torino, si segnala che, a fronte di un indice territoriale ammissibile di 1 mq/mq (approvato in via definitiva riducendo l'originale proposta di 2,70 mq/mq del Progetto preliminare di PRG), la proposta progettuale risulta orientata sull'utilizzo di un parametro non superiore a 0,71 mq/mq, garantendo il mantenimento di alcune significative maniche di fabbricato, in aderenza alle richieste espresse dalla Sovrintendenza ai monumenti del Piemonte.
Per quanto concerne la richiesta di illustrazione al Consiglio regionale dei contenuti del Piano particolareggiato, è appena il caso di segnalarne la improcedibilità, risultando lo stesso strumento esecutivo in oggetto non ancora adottato dal Consiglio comunale ma, come semplice proposta progettuale degli uffici, di fatto sottratta in questa fase a legittime forme di valutazione e controllo esterni.
Inoltre l'arch. Lombardi Sertorio, l'allora dirigente del Settore Beni Ambientali in risposta alla mia richiesta di chiarimento diceva: "Con riferimento alla nota n. 8014 del Presidente della Giunta regionale in data 25/7/1995, qui pervenuta il 19/9/1995, si comunica che l'area 'ex Nebiolo' in Torino, sita in Corso Novara, angolo Via Bologna, non è soggetta a vincoli di tutela ambientale e paesistica e pertanto il Settore non ha competenza in merito al Piano particolareggiato che risulterebbe in via di definizione". L'area è inclusa fra le zone urbane di trasformazione del Piano regolatore generale vigente e secondo l'interpellanza sembra essere interessata ad interventi di edilizia residenziale assistiti da finanziamento regionale.
Se i Consiglieri interroganti ritengono posso leggere la risposta scritta inviatami dall'arch. Corsico, altrimenti la consegno.



CHIEZZI Giuseppe

Gradiremmo che la leggesse.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

L'arch. Corsico, in data 2/9/1995, in risposta alla nostra richiesta diceva: "La progettazione del Piano particolareggiato Nebiolo si è avvalsa del contributo del Politecnico di Torino, Dipartimento Casa-Città, come da deliberazione della Giunta comunale in data 31/5/1994.
Il complesso edilizio esistente nell'isolato compreso tra il Corso Novara e le Vie Bologna, Padova e Como non è stato riconosciuto dal nuovo Piano regolatore generale in alcuna delle categorie degli 'edifici di interesse storico', ma è stato compreso in area destinata a zona urbana di trasformazione (ambito 9.31 prioritario per la realizzazione di edilizia residenziale pubblica), da attuare, secondo le indicazioni grafiche del Piano stesso, previa la demolizione di ogni preesistenza edilizia.
Il progetto di Piano particolareggiato, attuativo del nuovo strumento urbanistico generale, avvalendosi del disposto di cui all'art. 7 delle norme di attuazione del medesimo e nel rispetto dei suoi indirizzi compositivi, orientati alla 'ricerca di qualità urbana aderente alle regole geometriche... di trasformazione proprie della Città storicamente consolidata, quali i fili edilizi...', prevede concentrazione dell'edificato diversa da quella indicata dal grafico del Piano regolatore generale, sia per realizzare più ampi spazi a pubblici servizi, sia per mantenere parte degli immobili esistenti, meritevoli di essere salvaguardati ed utilizzati in ragione del loro buono stato di conservazione e della loro dignità architettonica. In merito a quest'ultimo aspetto si ricorda che la Sovrintendenza per i beni ambientali ed architettonici di Torino, contattata dalla Civica Amministrazione in occasione della fase progettuale del piano esecutivo di cui trattasi richiamato il proprio precedente nulla osta alla demolizione della maggior parte degli edifici esistenti sull'isolato (preordinata alla costruzione di magazzino centralizzato dell'Economato), aveva richiesto il mantenimento di 'alcune parti del fabbricato industriale (per esempio, l'angolata fra Via Bologna e Via Padova)... considerando di inglobarlo progettualmente nell'insieme dei nuovi edifici previsti'. La soluzione progettuale del Piano particolareggiato, che contempla conservazione di preesistenze edilizie maggiore rispetto a quella minima sopra indicata, ha conseguito il 'compiacimento' della Sovrintendenza per i beni culturali ed ambientali espresso con nota del 23/8/1994.
Si comunica inoltre che il Piano particolareggiato è attuativo del Piano regolatore generale, che, documentato di ricche analisi dei fabbisogni e delle preesistenze, individua, sul territorio comunale, gli immobili destinati a pubblici servizi e, nel caso delle zone di trasformazione - come la presente - ne determina la superficie minima. Come consentito dal Piano regolatore generale, il piano esecutivo eleva notevolmente lo standard minimo prescritto (da mq/ab 18,00 a mq/ab 35,53) ed estende altresì la tipologia dei servizi previsti: da verde pubblico soltanto, a verde pubblico, a parcheggi pubblici, ad attrezzature di interesse comune e ad attrezzature di interesse generale.
Inoltre, conformemente alle indicazioni del nuovo strumento urbanistico generale, il progetto di Piano particolareggiato non contempla esclusivamente destinazione residenziale, bensì anche attività di servizio alle persone e alle imprese, nella misura massima di 3.600 mq di superficie lorda di pavimento, pari al 18% della S.L.P. totale consentita nella zona di trasformazione di cui è caso".
Conclude così la lettera dell'Assessore all'urbanistica del Comune di Torino, Franco Corsico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

La Lega non è soddisfatta della risposta in quanto mi sembra di aver capito che, secondo l'Assessore Corsico, la questione non è di competenza regionale. Mi risulta invece che, relativamente ai Piani regolatori, la Regione possa avanzare delle osservazioni e delle controdeduzioni.
Ho già avuto a che fare con l'Assessore Corsico (quando ero Capogruppo nella Circoscrizione n. 3 di Torino) in merito alla destinazione dell'area ex Venchi Unica. Stesso discorso - la collega Suino sorride perché sa quanto poco sono considerate le Circoscrizioni - stesse risposte di Corsico, molto evasive, che dicono che comunque non c'era la competenza e che il residenziale a Torino serve.
Ho altri dati dai quali risulta che Torino, anche se si sta spopolando ha bisogno di servizi e che quindi potremmo mantenere quest'area storica utilizzandone una parte per servizi alla popolazione (sale riunioni, ecc.) e trasformandone un'altra in parco.
Non penso che sia necessario in questo momento trasformare gran parte di quest'area in area residenziale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Majorino per la parte di sua competenza.



MAJORINO Gaetano, Assessore all'edilizia residenziale

Rispondo per la parte che si riferisce all'edilizia residenziale in quanto anche il mio Assessorato è coinvolto dall'interpellanza presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
L'interpellanza è diretta a conoscere aspetti di carattere generale e specifici relativamente al recupero edilizio e funzionale dell'area industriale dismessa denominata ex Nebiolo.
L'Assessorato all'edilizia residenziale è coinvolto in tale intervento in quanto sono stati localizzati ed assegnati fondi per l'edilizia sovvenzionata e per l'urbanizzazione delle aree e merita di indicare e riassumere in sintesi gli atti assunti dalla Regione prima di procedere ad una più puntuale precisazione.
I precedenti sono in questo senso, cioè a dire che con deliberazione della Giunta regionale 29/12/1994 la Giunta stessa ha assegnato all'Agenzia Territoriale della Casa di Torino le risorse necessarie per realizzare 135 alloggi di edilizia pubblica.
Tale intervento si configura come sostituzione e ristrutturazione urbanistica e il finanziamento assegnato è stato di 1 miliardo 378 milioni 234 mila per progettare l'intervento. Con il medesimo atto la Giunta regionale ebbe ad accantonare la somma di 29 miliardi 463 milioni 366 mila per la realizzazione degli interventi in seguito all'approvazione dei progetti da parte della competente Commissione tecnica.
Il progetto doveva essere presentato all'esame della Commissione entro il 7 luglio scorso ed essere esaminato entro il mese di agosto. Di conseguenza il cantiere dovrebbe essere aperto entro il 1996.
A questo punto va ricordato che con altra deliberazione di Giunta del 17/10/1994 è stato localizzato un finanziamento di 1 miliardo 566 milioni 145 mila per realizzare opere di urbanizzazione prima e secondaria a valere sul Fondo di rotazione di cui all'art. 5 della legge n. 179/92.
L'erogazione di tali fondi avverrà attraverso mutuo decennale senza interesse concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti direttamente alla Città.
Va precisato che il Consiglio regionale ha deliberato che questi fondi possano essere assegnati solo qualora almeno il 60% della capacità edificatoria dell'area sia destinato dallo strumento urbanistico esecutivo all'edilizia residenziale sovvenzionata.
Fatte queste precisazioni, sotto il profilo della cronistoria della vicenda va ricordato che sulla medesima area la Città di Torino ha presentato un'istanza di finanziamento per ulteriori 50 alloggi, destinati alla locazione a tempo determinato, ai sensi dell'art. 9 della legge n.
493/93, da realizzarsi a cura di imprese di costruzioni private.
Con deliberazione del 14/3/1995 la Giunta regionale ha classificato tale intervento non finanziabile immediatamente in quanto ritenuto non conforme allo strumento urbanistico all'epoca vigente ed in regime di salvaguardia, ma tuttavia ammissibile successivamente a seguito dell'approvazione dello strumento urbanistico.
Infine, qui veniamo un po' al cuore della risposta agli interpellanti con deliberazione del 9/6/1995 la Giunta municipale di Torino ha presentato istanza di rilocalizzazione del finanziamento già concesso, senza addurre precise motivazioni al riguardo. L'Assessorato, a sua volta, ha chiesto con apposita nota, i chiarimenti necessari a definire le motivazioni, che si ritenevano e si ritengono doverose, di un'eventuale revoca dei finanziamenti assegnati. Di pari passo è stata sospesa ogni determinazione in merito alla concessione di ulteriori fondi.
In conclusione e pertanto la Regione è in attesa delle determinazioni della Città di Torino in merito all'utilizzo dei finanziamenti richiesti ed assegnati, l'operatività dei quali dipende dalle risposte che verranno fornite all'Amministrazione regionale. Si tratta infatti di interventi, sia residenziali che di urbanizzazione, ovvero di revocare o rilocalizzare i finanziamenti per la residenza pubblica; in questo caso però verrebbero dichiarati decaduti i finanziamenti per l'urbanizzazione dell'area.
Questo è tutto e con particolare riguardo sono stati messi in evidenza i provvedimenti comportamentali della Città di Torino.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Majorino, la risposta è stata complessiva e complessa.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Anche il problema è complesso ed importante. Io non dichiaro né soddisfazione né altro per quello che è stato detto, per solleciterei un comportamento della Giunta regionale che mi desse il modo di dichiararmi soddisfatto.
Il problema che noi abbiamo posto alla Regione Piemonte non è un problema che riguarda le procedure. Sappiamo bene che il Comune di Torino nell'ambito del proprio Piano regolatore, realizza strumenti esecutivi e fa quello che crede, poi la Regione Piemonte li esamina quando sono approvati ma non entriamo nel merito di questo.
La sollecitazione che vi abbiamo proposto è la seguente: noi affermiamo, e non solo noi (c'è tutto un mondo professionale ed universitario, culturale, che solleva il problema di quest'area), che secondo quanto prevedono le intenzioni più o meno consolidate del Comune di Torino, l'area in questione verrebbe trattata in modo non adeguato rispetto ai valori architettonici, storici e documentari che esprime. Noi vi poniamo questo problema, come Gruppo, ma anche rilanciando osservazioni che nel mondo che si occupa di queste questioni vengono confermate.
Di fronte a queste asserzioni vi chiediamo: "Cosa intendete fare?". Ma non dite che non c'è la legge; le leggi ci sono, Assessore Botta, le leggi basta scovarle, avete tutte le leggi che vi possono anche consentire in prima persona di porre questioni al Comune di Torino. La legge sulla difesa dei valori architettonici nei Comuni è una legge che vi permette di dire che la facciata su Corso Novara di questo complesso di edifici è una facciata degna di salvaguardia, di decoro, di valorizzazione. Il problema non è delle leggi, il problema è: avete esaminato questa questione? Vi siete fatti un'opinione? Anche secondo voi questa zona potrebbe essere meritevole di una trasformazione urbanistica, non per costruire semplicemente delle nuove case in periferia, ma per salvaguardare, di più di quanto non faccia questo progetto di Piano particolareggiato, gli edifici esistenti, trovando altre destinazioni? Oppure, esaminata la questione, voi dite: "No, riteniamo che non ci sia motivo perché la Regione Piemonte proponga al Comune di Torino un diverso utilizzo di trasformazione urbanistica". Questo è il merito che vi chiediamo, dato che l'interpellanza è vecchia e voi avete a disposizione fior di tecnici ai quali chiedere e al di là delle leggi vigenti, perché la Sovrintendenza, certo, dice che non è tutelato e quindi fate quello che volete, ma il problema che vi poniamo è culturale a livello più ampio, non solo di vincoli legislativi, ma di opportunità di trasformazione, di salvaguardia di una cultura delle emergenze del territorio che si faccia carico, al di là dei vincoli esistenti, di una trasformazione della città più adeguata qualitativamente.
Su questo tema noi vi sollecitiamo, per dire: "Fatevi parte attiva e non rimanete semplicemente in attesa di quel che il Comune dice, Assessore Botta, tenuto conto che esistono delle leggi regionali". Ho citato la legge n. 34; vi fate parte attiva per discutere con il Comune di Torino questa eventualità? Siete stati anche interessati direttamente dai firmatari di questa lettera; ci sono stati dei convegni. Vi fate questo carico? Se la risposta è: "Sì, ci facciamo carico perché leggendo i documenti e sentendo la discussione ci sembra che valga la pena spendere qualche ora della nostra attività per approfondire il problema", posso dire allora di essere soddisfatto, non nel senso che acquisite in toto le argomentazioni, ma acquisite il fatto che bisogna discutere il problema. Se, viceversa, la risposta è: "Ma la legge, il Piano particolareggiato non è ancora arrivato", allora mi sento di dichiararmi insoddisfatto, ma in generale perché non mi sembra che la politica nostra (regionalismo, la Regione forte) debba limitarsi a questo.
Noi vi diamo la carta per agire liberamente e con approfondimento del tema su un fatto che è importante. Vedete, i privati speculano, e questa è una questione, ma a volte, speculando, i privati salvaguardano anche dei valori. Ad esempio, la FIAT è stata capace di salvaguardare il valore architettonico che esisteva al Lingotto, il fabbricato lungo con la pista sul tetto, e, a mio modo di vedere, ha fatto questo consentendo anche di utilizzare tutti i baracconi industriali presenti sull'area del Lingotto per fare pessimi centri espositivi; nelle due cose, comunque, non si pu dire che la FIAT non abbia valorizzato il Lingotto; poi ha fatto anche di più, ma questa è contestazione politica.
Il pubblico, che dovrebbe essere invece l'esempio della conservazione rigorosa ed attenta di ogni, anche piccolo, patrimonio architettonico esistente, cosa fa? Demolisce la Venchi Unica. Guardate che la Venchi Unica non ha un valore architettonico, storico e culturale inferiore a quello del Lingotto! E la Nebiolo è come la Venchi Unica ed è come il Lingotto; valori su cui l'ente pubblico dovrebbe avere la massima attenzione culturale, al di là delle leggi.
Questo è quello che noi vi chiediamo, un'attenzione che parta dall'atteggiamento culturale di verificare fino in fondo che non scompaiano nella città piccoli e grandi valori più o meno vincolati.
Cosa mi rispondete, visto che il diritto di parola la Giunta ce l'ha sempre, a questa sollecitazione?



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi. Ringraziamo il suo sforzo maieutico, ma attendiamo un po' di tempo proprio perché loro possano rispondere alle sue sollecitazioni.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 163 dei Consiglieri Dutto, Bellingeri, Farassino e Galli relativa alla ricomparsa dei lupi in Alta Valle Stura. Rischi crescenti per mandrie e greggi. Necessità di assicurare servizi assicurativi a copertura regionale


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 163 presentata dai Consiglieri Dutto, Bellingeri, Farassino e Galli.
Risponde l'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'Assessorato agricoltura della Regione Piemonte, consapevole della grande importanza dell'alpeggio non solo da un punto di vista economico, ma anche per quanto si riferisce all'attività di gestione e conservazione del territorio montano, ha contribuito per diversi anni al pagamento del premio per l'assicurazione contro i rischi vari, stipulata annualmente dall'Associazione Regionale Allevatori del Piemonte (ARAP), che risarciva una parte del valore degli animali morti durante l'alpeggio per cause accidentali.
L'assicurazione alpeggio, stipulata fino al 1994, ha comportato una spesa da parte della Regione di circa 300 milioni annui, a fronte di un rimborso, per ogni animale morto per cause accidentali, di L. 700.000 per ogni bovino e L. 50.000 per ogni pecora o capra. Detti rimborsi coprono circa il 25% del valore degli animali morti, tuttavia per certi alpeggiatori hanno rappresentato un indennizzo non trascurabile.
Con l'entrata in vigore del Regolamento CEE n. 2078/92, che prevede il trasferimento della gestione del premio alpeggio dalla Regione all'AIMA, si sono materialmente interrotti i contatti tra gli alpeggiatori e le Associazioni Provinciali Allevatori (APA) che provvedevano alla raccolta delle domande, alla sottoscrizione della polizza assicurativa, alla liquidazione del premio alpeggio e alla riscossione di quella piccola parte di premio assicurativo che competeva agli allevatori.
Con il Regolamento CEE n. 2078/92 le domande di premio vengono inviate all'AIMA direttamente dall'allevatore o tramite le organizzazioni di categoria; è venuto così a mancare quel punto d'incontro che era rappresentato dall'APA, cosa che ha costituito un notevole ostacolo per il proseguimento del sistema assicurativo in atto, oltre al fatto che diversi allevatori non erano interessati all'iniziativa, in quanto già possedevano un'assicurazione aziendale globale che concorreva a risarcire i danni subìti dagli animali portati in alpeggio.
A queste oggettive difficoltà si è aggiunta quella che il gruppo di società di assicurazione, che partecipavano all'operazione, ha informato che, nel caso in cui l'adesione non avesse riguardato, come per il passato un elevato numero di capi alpeggiati, sarebbe stato difficile stipulare una nuova polizza anche con risarcimento inferiore dei danni.
Inoltre, la scarsa disponibilità di fondi iscritti nel bilancio 1995 relativamente all'applicazione dell'art. 17 della L.R. n. 63/78, che permette di coprire le spese inerenti le misure di carattere zootecnico hanno costretto l'Assessorato ad operare delle priorità nelle quali, in accordo con il mondo allevatoriale rappresentato dalle relative associazioni, non è rientrata la misura relativa all'assicurazione del bestiame alpeggiato.
Il competente settore dell'Assessorato agricoltura, conscio della problematica sorta dall'eliminazione dell'assicurazione, attende di poter verificare le proprie risorse finanziarie per l'anno 1995 per capire in quale modo porre rimedio alla situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non posso sicuramente dichiararmi soddisfatto da quanto ho appreso in questo momento: non è che la conferma che viene a mancare questo tipo di assicurazione. Ho un grosso timore relativamente a questi allevatori che praticano l'alpeggio: che il pericolo esistente dei lupi e, più in generale, altri pericoli di perdita degli animali allevati, soprattutto degli ovini, possa farli desistere dalla loro attività o perlomeno possa fargli scegliere altre località dove svolgere l'alpeggio, con il risultato che certe montagne, ove questa è ormai una delle pochissime risorse economiche, vengono abbandonate del tutto. Ma l'abbandono totale di una montagna può comportare delle conseguenze ecologiche che poi provocano danni ben più pesanti. Ricordiamo che ormai questi montanari, questi pastori, che abitano ancora sulle nostre montagne, fanno un vero servizio alla collettività andando a dare un minimo di vita e di controllo ecologico a queste zone che, se completamente abbandonate, resterebbero in balìa degli eventi.
Pertanto, invito ancora l'Assessore e la Giunta a rivedere la situazione, a vedere se esiste una possibilità finanziaria per riuscire a venire incontro a questi casi, cioè riuscire comunque a pagare i danni a cui vanno incontro questi pastori.
Direi che esiste il caso analogo, a cui si può fare riferimento, dei cinghiali: agli agricoltori viene pagato il danno causato dai cinghiali sarebbe altresì logico e giusto pagare anche i danni che vengono causati dai lupi o da altri eventi naturali.


Argomento: Calamità naturali

Interrogazione n. 177 dei Consiglieri Farassino e Dutto relativa ai danni riportati dalle aziende piemontesi in seguito all'alluvione del novembre 1994. Ritardi nel risarcimento degli stessi


PRESIDENTE

Siamo giunti all'esame dell'ultima interrogazione della mattina, la n.
177 presentata dai Consiglieri Farassino e Dutto relativa ai danni riportati dalle aziende piemontesi in seguito all'alluvione del novembre 1994.
Però abbiamo una comunicazione sull'alluvione che, credo, sarà fatta domani. Vogliamo rinviarla, oppure volete la risposta puntuale? L'Assessore Bodo mi dice di voler rispondere adesso perché domani non ci sarà; dopo questa interrogazione, la seduta è terminata.
Prego, Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Una precisazione per quanto riguarda la precedente interrogazione: prendo atto delle indicazioni, mi riservo di verificare la fattibilità per il 1996.
L'interrogazione dei Consiglieri Farassino e Dutto torna sui problemi sorti circa gli indennizzi agli agricoltori alluvionati.
Su questi eventi ho già informato il Consiglio regionale a seguito di un'interrogazione a firma dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea del 24 ottobre scorso in cui si lamentava un eccesso di intervento sulla struttura regionale al fine di risolvere i problemi.
I gravi ritardi prospettati, infatti, erano reali a fine agosto e non in questo momento, per cui nelle province di Alessandria ed Asti, colpite gravemente nel novembre 1994, si stanno chiudendo le pratiche ed un rilevante numero di anticipi sono stati erogati.
Sono ancora da definire alcuni dettagli circa le indennità compensative per i terreni non ripristinabili, ma, a parte questo, da circa tre mesi i Settori decentrati utilizzano lo stesso metro di valutazione per tutte le pratiche e gli indennizzi sono a buon punto e i sopralluoghi già ultimati.
Occorre fare un breve cenno riassuntivo di come si sono svolte le cose fino al momento attuale: il 28 agosto scorso, nella prima riunione dei dirigenti dei Settori decentrati per discutere le pratiche inerenti l'alluvione, mi sono reso conto di come in alcune province gli indennizzi alle aziende agricole alluvionate procedessero a rilento: mentre a Novara e Vercelli si era a soluzione e Cuneo e Torino erano in grado a breve di erogare i contributi nelle province di Alessandria e Asti i sopralluoghi e le istruttorie procedevano a rilento preso atto della situazione ho immediatamente informato il Presidente della Giunta e ho proposto una soluzione tecnica che prevedesse l'invio ad Alessandria ed Asti di due strutture flessibili composte da personale regionale proveniente dai settori di Vercelli e Novara ed incaricate di occuparsi esplicitamente del "problema alluvione" la Giunta ha concordato con questa soluzione e con una delibera sono state costituite fino al 31 dicembre due strutture flessibili ai sensi dell'art. 40 della L.R. n. 34/89 permaneva il problema di sveltire ulteriormente l'iter delle pratiche, si è così attivata con una delibera di Giunta una procedura accelerata che consentisse di erogare anticipi del 50% dell'importo denunciato dai produttori agricoli danneggiati senza aver ancora ultimato le procedure burocratiche contemporaneamente il sottoscritto con l'aiuto dei parlamentari piemontesi è riuscito a fare recepire nell'ultimo testo di legge riguardante gli indennizzi agli alluvionati, le procedure emanate dalla Giunta per velocizzare le erogazioni; in questa sede si è poi ridotta la soglia della Produzione Lorda Vendibile che dà diritto a ricevere gli indennizzi portandola a zero. In questo modo tutti gli agricoltori alluvionati all'interno delle zone già perimetrate saranno indennizzati.
Al momento attuale gli anticipi sono in via di chiusura in tutte le province, le istruttorie sono terminate e a breve potremo erogare il secondo acconto portando fino al 90% gli anticipi in attesa dei collaudi per il saldo.
Come ho già detto il Ministero più volte sollecitato dai miei uffici non ha ancora dato risposte circa le indennità compensative e i terreni non ripristinabili; visti i ritardi sono orientato a trovare una formula che ci conceda di erogare degli anticipi in attesa che il M.I.R.A.A.F. ci dia precisi parametri su cui muoverci.
Tutti questi passaggi sono stati seguiti dalle organizzazioni professionali che mi hanno di volta in volta segnalato i problemi e le emergenze; da loro so che attualmente la situazione procede in maniera positiva.
Effettivamente c'è un problema che riguarda le infrastrutture in quanto stanno arrivando adesso i progetti per poterle istruire.
Complessivamente penso che la situazione sia in via di soluzione e di questo ho avuto la sensazione sabato scorso recandomi ad Alessandria. Non ho ricevuto particolari proteste, ma segnalazioni di situazioni che si dovrebbero momentaneamente correggere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Sulle parole dell'Assessore dovrei dichiararmi soddisfatto; non so fino a che punto queste assicurazioni corrispondano alla realtà, cioè a quello che sta succedendo alle aziende alluvionate, che di soldi, così come mi risulta, almeno fino a pochi giorni fa, ne hanno visti ben pochi. Purtroppo tutte queste ca-renze, questa burocrazia, questa inadeguatezza, citate dallo stesso Assessore, stanno aggiungendo danni ai danni e rendono la situazione sempre più precaria. Ci sono certe aziende che dopo aver sopportato l'alluvione ora non riescono più a sopportare la crisi finanziaria e sono costrette a chiudere: hanno dovuto sospendere i lavori di ricostruzione ed altre cose.
Prendo nota delle assicurazioni dell'Assessore, voglio veramente sperare che questa sia la volta buona, cioè che, dopo tutte queste assicurazioni, queste parole, arrivino finalmente i soldi agli alluvionati ed alle aziende.



PRESIDENTE

Grazie, finalmente un Consigliere soddisfatto.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il lavori del Consiglio riprenderanno alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,55)



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