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Dettaglio seduta n.219 del 03/03/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli e Farassino.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Esprimo, a nome del Consiglio e mio personale, le condoglianze al Consigliere Gatti toccato da un lutto familiare.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 17, 18, 19, 22, 23 e 24 dicembre 1997 e quelli del 20, 21 e 27 gennaio 1998, i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Questione procedurale e proseguimento esame sull'interpellanza n. 1804 presentata dai Consiglieri Saitta, Riba, Cavaliere, Rosso, Spagnuolo Chiezzi, Montabone inerente a "Affidamento incarico di consulenza società A.C.T.A."


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Intervengo, Presidente, per chiedere quale articolo del Regolamento ha applicato, in quanto non mi risulta esista un articolo che fa "intuire" al Presidente che un Consigliere possa intervenire per fatto personale. Mi pare che nel Regolamento sia chiaro che debba essere esplicitato dal richiedente. Volevo sapere se ci sono altri articoli inerenti tale argomento, a meno che lei non abbia delle capacità telepatiche, a noi sconosciute.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo nuovamente su questa vicenda per portare un contributo di serenità. Nel momento in cui è stata data la parola al collega Angeleri ho avuto l'impressione che il Presidente l'abbia concessa ritenendolo firmatario dell'interrogazione: questa è stata la mia impressione.
Probabilmente è andata così in quanto l'interpretazione del fatto personale in quanto Angeleri era Assessore, aprirebbe un precedente anche un po' delicato, oltre al fatto di essere poco ortodosso dal punto di vista statutario, anche perché il Consigliere Angeleri non ha chiesto di intervenire per fatto personale. Dato che questi episodi possono succedere a tutte le Presidenze che si sono susseguite negli anni e che si susseguiranno la proposta che mi permetto di fare è la seguente: chiaramente dicendo che di fatto personale non si può parlare perch altrimenti si aprirebbe un precedente delicato, che il Consigliere Angeleri come avviene in maniera diffusissima - pur non essendo d'accordo sul testo di questa interrogazione, la firma, seppure a posteriori, ma in via tecnica, per salvare una situazione.
Tante volte il collega Cavaliere firma gli emendamenti in via tecnica anche se non è per niente d'accordo con il contenuto. Questo gesto consentirebbe, una tantum, al Presidente di dire che effettivamente ha avuto l'impressione che quella interrogazione fosse firmata anche dal collega intervenuto e ci consentirebbe di non aprire la questione, quasi automatica, del fatto personale perché è Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Intervengo per dichiarare che è sconcertante che un Presidente del Consiglio, anche di prima nomina, dia la parola ad un esponente del Consiglio regionale non firmatario di un'interpellanza o interrogazione.
Tale atteggiamento non è previsto dal Regolamento; lo stesso dicasi per il fatto personale non chiesto in anticipo. A mio avviso sono fatti di estrema gravità. Non comprendo quindi il perché lei, Presidente, non ammetta lo sbaglio, l'errore. Diversamente credo sia impossibile procedere nei lavori in quanto c'è questa pregiudiziale sulla conduzione dei lavori di questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Apprezzo la proposta suggerita dalla Consigliera Spagnuolo, tutto sommato la considero una proposta di buon senso. Però voglio rimarcare un certo sconcerto per gli interventi che si sono susseguiti dopo il mio. Tali interventi non sono entrati nel merito della questione posta nell'interrogazione, ma si sono avventurati verso il vizio procedurale che magari sulla scorta di una disattenzione, magari sulla scorta di una non dichiarazione precedente del sottoscritto, hanno aperto una delle mille se non di più, "risse" verbali in aula su questioni che poco o nulla hanno a che vedere con la nostra Regione e con il tema in discussione.
Penso che in quest'aula tutti debbano capire e riconoscere che sono stati eletti dai cittadini e che quindi devono cercare di rappresentarli al meglio: ognuno riveste il proprio ruolo sia di maggioranza sia di opposizione. Ritengo però che si debba in qualche modo ricondurre ad un minimo di dignità la discussione in quest'aula. Errori possiamo commetterne tutti quanti; molte volte, anche se sulle questioni pregiudiziali dovrebbero intervenire due Consiglieri, in realtà intervengono poi dieci quindici colleghi.
Ritengo, ancora una volta, che debba prevalere il buon senso, così come sicuramente è prevalso nella proposta della Consigliera Spagnuolo, e che si debba riportare - ed è un invito che faccio anche al Presidente del Consiglio - in quest'aula un dibattito il più serio possibile. Non dobbiamo dimenticare, mai, di rappresentare altri cittadini; se non prevalesse il buon senso non si farebbe che squalificare l'operato di un'istituzione e quello nostro, di Consiglieri regionali.
Chiudo il mio intervento accogliendo la proposta della Consigliera Spagnuolo; vengo immediatamente a firmare una delle interrogazioni, in modo che l'incidente possa essere ricondotto alla giusta misura.



PRESIDENTE

Credo che con questa disponibilità l'incidente procedurale possa essere considerato risolto.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. L'incidente non è risolto, almeno per quanto riguarda il mio Gruppo: il collega Angeleri, pur avendo avuto la parola senza averne titolo, va adesso a firmare, tecnicamente, un'interpellanza in modo da averne titolo a posteriori.
L'incidente non è chiuso: basta che questa prassi venga sempre utilizzata. L'incidente non è chiuso: visto l'utilizzo di questa prassi sia diritto dei Consiglieri, le prossime volte, di ricevere la parola e di andare a firmare, successivamente, l'interpellanza.
L'incidente sarebbe chiuso, invece, senza questa prassi come elemento di riferimento - e noi non lo richiederemmo - se il Presidente del Consiglio dicesse, tranquillamente che ha avuto una svista, che chiede scusa al Consiglio: nessuno interviene, "amici come prima" e proseguiamo.
La prassi, naturalmente, non verrà riproposta: tutti sbagliamo, anche il Presidente del Consiglio, a volte! Scelga fra le due strade, Presidente; la firma del collega Angeleri proporrà a un componente del nostro Gruppo di alzare la mano e di ricevere la parola, anche senza aver firmato l'interpellanza - perché forse, poi andrà a firmarla. Se non è così, tutto "l'inciampo" che adesso non produciamo lo riproporremo alla prima interpellanza che verrà discussa.
Chiederei al Presidente di dirci quale delle due strade sceglie.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Intervengo semplicemente per dire, Presidente, che nulla osta a chi è intervenuto dire che il Consigliere Angeleri potesse in tante forme intervenire; ma se si applicasse questa procedura, che correttamente la Presidente Spagnuolo ha indicato come una delle vie d'uscita, si aprirebbe un precedente per cui, quando vi è un'interrogazione in aula, teoricamente potremmo intervenire sempre tutti. Questo è il punto, Presidente.
D'ora in poi, con quel precedente, quando vi è un'interrogazione in aula potremo intervenire tutti.



PRESIDENTE

Voglio solo ricordare che in una delle precedenti riunioni ci siamo riservati di affrontare il problema relativamente al numero degli interventi in sede di discussione delle interrogazioni; abbiamo innanzitutto preso atto della prassi esistente; prima di innovare dovevamo ovviamente, puntualizzare questi aspetti. Non ho alcuna difficoltà a ricostruire la vicenda; alla richiesta di parola del Consigliere Angeleri dato che durante la mattinata si erano aggiunte di firme a interrogazioni e interpellanze, non ho verificato se il Consigliere Angeleri aveva firmato il documento.
C'erano però due titoli, in qualche modo, anche se nel dare la parola non ho scelto l'uno piuttosto dell'altro; la possibilità di intervento del Consigliere Angeleri, mi era parso derivasse dal fatto di aver firmato il documento. Così non era; il Consigliere Angeleri, successivamente, si è dichiarato disponibile a firmare tecnicamente, poiché diversamente non avrebbe avuto diritto, in quanto non firmatario, di avere la parola. Credo non ci sia da innovare nulla, ma, semplicemente, di chiudere una vicenda che, anche per le modalità in cui si svolta, credo sia stata sufficientemente trattata.
Credo perciò di dover dichiarare chiuso l'incidente e di dare la parola al Consigliere Riba.
(Dichiarazioni fuori microfono del Consigliere Chiezzi: "... solo per ribadire che lei sta aprendo un precedente")



PRESIDENTE

Non considero chiuso l'argomento, lo vedremo in una revisione complessiva.



(Dichiarazioni fuori microfono del Consigliere Cavaliere: "Voglio solo sapere se si chiude tecnicamente...")



PRESIDENTE

Lo esamineremo in sede di Commissione Regolamento.



(Dichiarazioni fuori microfono del Consigliere Cavaliere: "Lo stabilisca adesso")



PRESIDENTE

Non stabiliamo nessun precedente: su questo non do più la parola.
Consigliere Riba, prego.



(Dichiarazioni fuori microfono della Consigliera Simonetti: "Sulla questione procedurale non ho ancora parlato")



PRESIDENTE

La questione incidentale è chiusa.



(Dichiarazioni fuori microfono del Consigliere Chiezzi: "Ce n'è un'altra!")



PRESIDENTE

Ho già dato la parola al Consigliere Riba; lei, Consigliera Simonetti ha il diritto di chiedere la parola ed io gliela darò quando sarà il suo turno.



(Dichiarazioni fuori microfono della Consigliera Simonetti: "... questione incidentale: ritengo di dover parlare prima del Consigliere Riba, che entrerà nel merito...")



PRESIDENTE

Lei ha chiesto la parola: gliela darò quando sarà il suo turno.



(Dichiarazioni fuori microfono del Consigliere Chiezzi: "La collega ha chiesto di parlare su questione incidentale: senta di cosa si tratta, poi valuti...")



PRESIDENTE

Non ho ancora richiesto i suoi insegnamenti: quando ne avrò bisogno con molta umiltà lo richiederò.
Prima che alzasse la mano la Consigliera Simonetti, ho dato la parola al Consigliere Riba.



(Dichiarazioni fuori microfono della Consigliera Simonetti: "Il mio intervento è prioritario...")



PRESIDENTE

Il suo intervento sarà prioritario quando verrà dichiarato tale. Abbia pazienza: lei non ha diritto di parlare quando lo ritiene; lei chiede la parola e le sarà data, non appena il Consigliere Riba avrà svolto il suo intervento.



(Dichiarazioni fuori microfono del Consigliere Chiezzi: "E' questione incidentale, Presidente")



PRESIDENTE

Non c'è questione incidentale.



(Dichiarazioni fuori microfono del Consigliere Chiezzi: "Non si possono violare i diritti così")



PRESIDENTE

Non si vìola nessun diritto, ma lei non può violare il diritto degli altri 56 Consiglieri.



(Proteste dai banchi di Rifondazione comunista)



PRESIDENTE

La ringrazio dei complimenti. Lei ha richiesto la parola e le sarà data dopo l'intervento del Consigliere Riba.



(Reiterate proteste dai banchi di Rifondazione comunista)



PRESIDENTE

Le sarà data dopo. Noi abbiamo chiuso la questione incidentale, siamo ritornati...



(Ancora proteste dai banchi dell'opposizione: "Il Duce non c'è più!")



PRESIDENTE

Noi non siamo seguaci di...
Siamo seguaci del Regolamento. Anche sul presupposto che chi sta presiedendo commetta degli errori, lei rispetti la carica se non la persona.



(Dichiarazioni fuori microfono del Consigliere Chiezzi: "Io rispetto la carica. Ho da segnalare alla carica che c'è un Regolamento. E' la carica che...")



PRESIDENTE

Le tolgo la parola.



(Proteste dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Lei non ha la parola.



(Dichiarazioni fuori microfono del Consigliere Chiezzi: "Noi chiediamo al Consigliere Riba di tener conto che abbiamo una questione preliminare posta e non ci viene data la parola")



PRESIDENTE

La invito a non disturbare i lavori del Consiglio.



(Dichiarazioni fuori microfono del Consigliere Chiezzi: "Io non sto disturbando!")



PRESIDENTE

Allora stia zitto, che non ha la parola.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, naturalmente avevo detto che avrei preso la parola una volta chiusa la questione procedurale. Adesso sono costretto, come dire, a prendere la parola in una condizione di repentaglio, non condivisa assembleare. Quindi consideri questo mio intervento come un intervento in un'assemblea che discute della questione procedurale nell'ambito di una questione di merito, per cui sono anch'io costretto a segnalare Presidente, che - questa è la mia visione dell'accadimento - secondo un'osservazione che mi sforzo di considerare o di proporre in maniera oggettiva, stamattina deve essere sfuggito sia a lei sia all'assemblea che all'Assessore Angeleri che lui in realtà stava parlando in una condizione non prevista dal Regolamento, che consente di dare la parola sulle interpellanze agli estensori, ai firmatari dell'interpellanza medesima.
Potremmo discutere se l'aggiunta della firma tecnica ad un'interpellanza è possibile sulla base della sola richiesta, ma credo che l'aggiunta di una firma debba essere consentita anche dai firmatari di un'interpellanza, altrimenti ci troveremmo in una strana situazione per cui la firma tecnica è un fatto dichiarato a fini politici, firmo tecnicamente per poter intervenire, però deve esserci una premessa di consenso altrimenti non...
Quindi questa firma non poteva essere aggiunta a meno che i firmatari io essendo tra questi, avessero avuto obiezioni, non avrei avuto obiezioni dal punto di vista tecnico per consentire l'intervento del dibattito, ma doveva essere esplicitato.
Presidente Deorsola, è dei grandi ammettere un errore, può darsi che sia stata questa la situazione e che la relativa constatazione consentirebbe di chiudere la questione incidentale, altrimenti non riusciamo a risolverla. Io stesso sono costretto a fare un intervento di merito perché lei mi ha dato la parola a questo fine premettendo che per questo intervento non significa, per quanto mi riguarda, il superamento o la conclusione della questione incidentale. Se la maggioranza vuole farsi ostruzionismo da sola ha tanti di quegli espedienti regolamentari politici, tecnici di merito che noi non possiamo impedirglielo più di tanto, però visto che si dà di nuovo la parola io la vedo così.
Si è trattato di un errore nel quale si può essere incorsi, definita in questo modo la questione probabilmente si assume e si conclude, altrimenti è difficile trovare una forma che alteri il Regolamento fino al punto da rendere ordinaria la situazione e la procedura che si è svolta. Detto questo e quindi rimettendo alla discussione sulla parte accidentale ulteriori valutazioni e presa d'atto di considerazioni conclusive, vorrei sul merito della questione fare tre considerazioni. La prima è che si è adottata disinvoltamente dal punto di vista politico una procedura di conferimento di consulenze in maniera generalizzata per tutto ciò che riguardava la predisposizione della socio-informazione ai fini dell'adozione dei regolamenti comunitari e relativi finanziamenti da parte della Giunta e qui interpello direttamente il Presidente per sapere se questa procedura di affidamento generalizzato di lavoro a mezzo di consulenze sia stata una scelta, sia stata una casualità, sia stata una questione politicamente meditata.
Lo dico perché essendo diventato quello dell'applicazione dei regolamenti comunitari un lavoro ordinario della Regione, tale lavoro doveva essere svolto in via ordinaria attraverso la funzione dell'organico di questa Regione, dei dirigenti che hanno il titolo, il livello, credo la professionalità, sicuramente il dovere professionale di svolgere questo tipo di lavoro, altrimenti ci indurremmo a considerare elemento da gestire con consulenze tutto ciò che è innovativo e ovviamente la Regione si ridurrebbe a svolgere pratiche amministrative di tipo tradizionale in un'ipotesi del tutto monotona relativamente alla definizione del proprio ruolo.
Seconda questione Presidente. Qualora si fosse deciso che il sistema da utilizzare era quello delle consulenze, faccio un'ipotesi, non sto assumendo un comportamento definito, scelto, assunto in via ordinaria chiedo alla Presidenza e alla Giunta se si è tenuto conto per esempio del fatto che noi abbiamo alcuni livelli professionali utilizzati per le normali attività istituzionali, vedasi per esempio il Comitato urbanistico quello che ha sostituito il CUR, nel quale i membri del CUR sono assolutamente richiesti di non svolgere attività professionale relativa all'esperimento alla formazione dei Piani regolatori, cioè ciò per la quale hanno un incarico professionale o hanno una responsabilità specifica di organizzazione di tipo generale e un ruolo nei confronti dell'istituzione regionale non gli consente più di agire come liberi professionisti, perch in questa situazione...



(Rivolgendosi all'Assessore Botta)



RIBA Lido

Tu non c'eri ancora qui quando c'era il CUR e i membri del CUR non potevano assolutamente svolgere questo tipo di lavoro. E poi si saranno fatti, ma questa era la situazione per la quale tanti architetti...



(Interruzione dell'Assessore Botta)



RIBA Lido

Sì, ma, Assessore Botta, guarda che la conosco bene la cosa, perché gli architetti che erano membri del CUR non svolgevano attività professionale in relazione...



(Interruzione dell'Assessore Botta)



RIBA Lido

Sì, ma se poi tu hai cambiato le regole, io stavo ricordando al Presidente Ghigo quale era la deontologia che si era assunta...



(L'Assessore Botta controbatte)



(Proteste dai banchi dell'opposizione)



RIBA Lido

Ma sai che sei una bella testa?! Quando c'era il CUR era così, dopo non è più stato così perché non c'era più il CUR, ma finché era il CUR quella era l'impostazione. E' chiaro? Quella situazione era posta a presidio di una sostanza e di una chiarezza di rapporti tra i soggetti che hanno una situazione protetta e assistita dall'opportunità di essere consulenti a qualche titolo delle istituzioni e di garantire quelli che invece rispetto a questo sono dei soggetti che devono essere poi giudicati.
Terza questione: in genere l'utilizzazione di consulenze costituisce un rapporto di riferimento tra il consulente e l'area funzionariale della Regione e l'Assessore. Non significa l'appalto ad un ente terzo, ad un ente esterno, pubblico o privato che esso sia, di funzioni che sono proprie della Regione. In questo caso invece mi pare o ci pare che sia del tutto trasparente l'assunzione di una funzione di tipo generale, sia come soggetti ai quali viene conferita una funzione propria della Regione e sia come soggetti.
Ed è questo, Assessore Botta, che voglio in particolare sottolineare perché la ACTA, ma non è l'unico caso, ha utilizzato questa opportunità professionale per un'autosegnalazione ripetuta, diffusa, insistita e obiettivamente esposta in termini di promozione e di propaganda della propria azienda; al di là del riquadro che gli è stato riservato c'è in tutto il testo un permanente richiamo alle attività che deve svolgere la ACTA, le attività che svolge in sede europea, le attività che svolge da altre parti. Questo addirittura avrebbe a che fare con i problemi dell'antitrust delle norme sulla concorrenza, delle norme sulla deontologia professionale. Da questo punto di vista quindi siamo di fronte ad un problema che è ancora tutto da dirimere, perché l'impressione - ho concluso, però vorrei una risposta - è che la Giunta abbia risposto in termini difensivi, qualche volta elusivi, rispetto alle questioni che ritornano sull'uso di consulenze, sul ruolo dei consulenti, sul rapporto tra amministrazione e consulenti, sui rapporti professionali tra i consulenti e gli utenti delle attività regionali; la Giunta ha qualche volta risposto, ma non mi è parso assolutamente che abbia cercato di sciogliere questo nodo.
Concludo la mia replica a questa interpellanza, che ho firmato insieme ai colleghi Saitta, Cavaliere, Carla Spagnuolo ed anche i Gruppi di Rifondazione e Rinnovamento italiano, chiedendole espressamente di informare il Consiglio su come la Giunta intende ricollocare i propri rapporti con i numerosi consulenti che operano su tutta la partita dei fondi comunitari: quelli che riguardano la montagna li abbiamo già discussi in una precedente occasione, adesso stiamo discutendo questi, ma mi risulta che ce siano ancora altri. Le chiedo se intende in qualche maniera ritornare ad una corretta deontologia che prevederebbe: 1) che le consulenze abbiano un valore soltanto come appoggio all'attività dell'amministrazione, che quindi siano un fatto interno tra l'amministrazione e i professionisti che vengono utilizzati e non siano costituiti come rapporti di rilievo esterno attraverso i quali appare una sorta di appalto da parte della Regione di funzioni proprie 2) se l'assunzione di funzioni o di rapporti di questo genere si considera che sia un elemento incompatibile con lo svolgimento poi di libere attività sul mercato che verrebbero ad essere agevolate e in qualche maniera assecondate dall'avere svolto questo tipo di ruolo da parte della Regione terza ed ultima questione, se non ritiene il Presidente e la Giunta che i dirigenti, i funzionari di alto livello della Regione, proprio per la professionalità che gli viene attribuita, riconosciuta e della quale devono essere titolari, non siano essi che devono, riorganizzando naturalmente il proprio ruolo anche professionale, essere titolari dello svolgimento di questi rapporti, di queste funzioni che sono la moderna, la più attuale attribuzione di compiti alla Regione in connessione con l'attuazione delle politiche comunitarie.
In conclusione, come intende superare la questione che ci ha già ricorrentemente posti in situazioni di incertezza, di difficoltà e anche di imbarazzo per come viene ad essere percepita la Regione nei rapporti con i consulenti professionali e con gli utenti di queste pratiche che hanno a che fare con tutta l'attuazione degli indirizzi comunitari.



PRESIDENTE

Si è così conclusa la discussione sull'interpellanza n. 1804.
Ha ora la parola la Consigliera Simonetti.



CAVALIERE Pasquale

Il Presidente Ghigo non dice più niente? Ha detto le bugie e rimane tutto così?



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

A me dispiace che non mi sia stata data la parola quando l'ho richiesta perché avevo chiesto la parola come Consigliera per porre un fatto procedurale, una pregiudiziale prima di entrare nel merito dell'argomento quindi prima dell'intervento del Consigliere Riba.
Quello che è avvenuto stamattina è una violazione del Regolamento da parte del Presidente del Consiglio. Anch'io intendevo proporre un contributo di valutazione rispetto all'accaduto perché nell'ambito della discussione di un'interpellanza, un Consigliere che non ha firmato l'interpellanza stessa, che non ha esposto, prima di chiedere la parola, la motivazione che lo induceva a chiederla e quindi per esempio il fatto personale, ha richiesto semplicemente la parola come se fosse un firmatario dell'interpellanza e il Presidente del Consiglio, senza richiedere informazioni sulle motivazioni che lo portavano a richiedere la parola, ha concesso semplicemente la parola. Dopo l'accaduto alcuni Consiglieri hanno posto questa questione, cioè un fatto nuovo che non è indicato in nessun articolo del Regolamento in cui nell'ambito della discussione di un'interpellanza un qualsiasi Consigliere che non avesse posto l'accento sul fatto personale potesse parlare e il Presidente del Consiglio ha dato lui la parola.
La nostra intenzione era quella di sottolineare il fatto che si era sicuramente verificata una situazione nuova, un fatto nuovo, ma anche di sottolineare che c'era stato uno sbaglio da parte del Presidente del Consiglio, forse per il fatto che è alla sua prima esperienza da Presidente del Consiglio, sebbene sia stato Presidente della Commissione Regolamento quindi pareva anche un po' strano, però poteva sicuramente sbagliarsi.
Di fronte a queste sollecitazioni, a queste valutazioni dei Consiglieri, il Presidente del Consiglio, nella sua durezza, ha detto "io non ho sbagliato, anzi ritenevo ci fosse fatto personale". Fatto personale come? A me non pare venga indicata nel Regolamento una valutazione individuale del Presidente del Consiglio se un Consigliere possa aver pensato di aver richiesto la parola per fatto personale o no. Non credo che il Presidente del Consiglio abbia la dote di entrare nella testa dei Consiglieri per valutare il perché i Consiglieri chiedono la parola. Questo è il primo elemento.
Il collega Angeleri che aveva richiesto la parola ha espresso a quel punto di averla richiesta per fatto personale, comunque a seguito dell'intervento del Presidente del Consiglio.
La collega Spagnuolo ha poi individuato un'altra strada che però non chiudeva la vicenda o perlomeno la chiudeva solo temporaneamente perch comunque la vicenda rimaneva come un fatto accaduto e quindi come un precedente rispetto al resto. A quel punto il Presidente del Consiglio ha invece proposto un'altra soluzione, dicendo "no, non è più fatto personale io ho dato la parola non perché pensassi che la chiedesse per fatto personale, ma perché mi pareva, avevo intuito che potesse aver firmato l'interpellanza" e invece non l'ha firmata, quindi il Presidente del Consiglio si è sbagliato, cioè riteneva, aveva pensato, aveva immaginato che il collega Angeleri avesse firmato l'interpellanza. Di fatto invece non l'ha firmata, quindi il Presidente del Consiglio ha sbagliato. Tutti possiamo sbagliare; la questione si sarebbe risolta con il fatto che una disattenzione del Presidente del Consiglio ha portato a dare la parola a un Consigliere che in quel momento non ne aveva diritto perché non ne aveva fatto richiesta a termini di Regolamento.
Noi non volevamo più di tanto, credo anche gli altri Consiglieri e non solo noi del Gruppo di Rifondazione comunista, perdere il nostro tempo chissà per quale motivo. Nel momento in cui abbiamo ritenuto fosse stato violato il Regolamento e quindi si creano le condizioni per un fatto precedente, per cui in seguito altri Consiglieri possono, e questo non lo si può negare perché nel momento in cui si crea un precedente vengono violate alcune norme regolamentari, non lo si può consentire ad altri Consiglieri, volevamo sottolineare questo fatto invitando il Presidente del Consiglio, nel momento in cui ha ritenuto di aver sbagliato di dire che avesse sbagliato e la questione si sarebbe risolta. La questione invece non è risolta perché il Presidente del Consiglio continua ad evadere, a far finta di nulla e a dire che la vicenda... Prima dice che la vicenda è chiusa, poi dice che non è chiusa, che ci saranno altri momenti per discuterne! Io credo...



PRESIDENTE

Io voglio dare la possibilità di parlare a tutti, ma lei sta ripetendo...



SIMONETTI Laura

Mi faccia finire l'intervento!



PRESIDENTE

Abbia pazienza! Lei sta ripetendo delle cose che abbiamo già sentito più volte questo pomeriggio.



SIMONETTI Laura

A me non interessa! Questo è il mio pensiero!



PRESIDENTE

L'abbiamo già sentito più volte. Io ho detto che la questione è chiusa e sarà portata all'attenzione...



SIMONETTI Laura

Presidente, io chiedo di finire il mio intervento!



PRESIDENTE

Lei non può parlare su tutte le cose che le saltano in testa!



SIMONETTI Laura

Ma scherziamo!!



PRESIDENTE

Bisogna seguire un ordine. Lei sta riproponendo delle questioni che sono già state esaminate, più volte.



SIMONETTI Laura

Lei è un po' maschilista, Presidente del Consiglio!



PRESIDENTE

Io non mi sento maschilista.



SIMONETTI Laura

Non sono stata un ex Assessore e non ho ricoperto in passato cariche pubbliche, anche perché ho solo 24 anni, poi sono una donna...



PRESIDENTE

Lasci stare il fatto di essere donna! Io le posso solo invidiare l'età giovanile!



SIMONETTI Laura

Visto che sono una donna, capisco che magari può avere questo limite questo eccesso di maschilismo...



PRESIDENTE

Concluda il suo intervento, la prego.



SIMONETTI Laura

Tutto questo non solo l'ha portata a non darmi la parola quando l'ho richiesta, ma continua anche ad interrompermi e a non lasciarmi esprimere compiutamente il mio pensiero! Io voglio esprimere compiutamente il pensiero; se dico cose che le sembrano noiose può pensare di non ascoltare io invece ritengo che anche da Consiglieri giovani e inesperti lei abbia comunque delle cose da imparare, visto e considerato che oggi un "errorino" l'ha fatto.
Chiedo al Presidente del Consiglio di trovare le sedi opportune per valutare questa vicenda, perché in queste condizioni, senza la chiarezza e la valutazione esplicita del Presidente del Consiglio, per quanto ci riguarda non ci sono le condizioni di procedere ad affrontare alcunché e nessun altro argomento in questo Consiglio.



PRESIDENTE

A chiarezza, l'ho già detto una volta, ma magari può aiutare: il problema relativo alle discussioni sulle interrogazioni ed interpellanze viene esaminato per verificare se la prassi riconosciuta oggi è una prassi da coltivare, da continuare ad osservare, oppure no.
Con questo, vi prego vivamente di considerare chiusa la vicenda.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pier Luigi

Intendo solo chiedere al Presidente e a noi tutti se possiamo chiudere il fatto incidentale nei tempi più brevi possibili, per parlare dell'ordinario.
Ci eravamo lasciati la volta scorsa con l'impegno di esaminare oggi Expo 2000, la Giunta aveva preso l'impegno di presentare le linee delle partecipate e le linee generali del Piano di sviluppo. La Giunta ha mantenuto l'impegno presentando in Consiglio queste linee; chiediamo quindi se è possibile passare a Expo 2000. Questo era stato chiesto anche dal Consigliere Marengo nel penultimo Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Credo ci sia stato un equivoco che vorrei subito chiarire, avendone parlato con il collega Angeleri.
Nell'illustrazione dell'interrogazione che ho fatto relativamente all'ACTA, ripeto, non ho espresso un giudizio negativo nei confronti dell'ACTA. Non era questo il compito e l'obiettivo che ci eravamo posti così come non ho espresso un giudizio negativo nei confronti dei dirigenti.
Ho espresso un giudizio politico nei confronti di chi ha la responsabilità del settore, che non ha sufficientemente vigilato, così come continuo ad essere dell'opinione, anche perché le risposte sono state tutte insufficienti, che la Giunta, il Presidente in questo caso, rispetto a comportamenti non sempre corretti da parte della struttura, deve assumere alcune iniziative.
Presidente, stiamo notando un po' tutti questo fatto: quando viene rilevato qualcosa di poco ortodosso nelle procedure, il meccanismo di difesa è un meccanismo che pone gli interpellanti o gli interroganti contro la struttura, oppure contro i consulenti.
Vorrei riprendere questo tema: non è questo l'obiettivo. Noi qui facciamo politica, quindi richiamiamo chi ha responsabilità a svolgere un ruolo di vigilanza.
Quindi, nel momento in cui rileviamo - come abbiamo fatto - che non c'è stata sufficiente vigilanza e il comportamento di qualche funzionario non è stato coerente con alcuni principi classici della Pubblica Amministrazione notiamo un'omissione di iniziativa da parte dell'Assessore al personale e da parte dell'Assessore competente.
Rispetto alle questioni di Showmont, che abbiamo definito poco ortodosse, è stato l'Assessore al personale e il Presidente conseguentemente ad assumere iniziative nei confronti della struttura, dei dirigenti, dei funzionari che hanno avuto dei comportamenti amministrativi non ortodossi? Nel caso specifico c'è stato sicuramente un comportamento non ortodosso: la pubblicità della società ACTA, ed è stata assunta un'iniziativa.
Presidente, lo ripeto anche per concludere questa vicenda che mi sembra sia stata sviscerata a sufficienza: non vogliamo essere strumentali o bloccare l'attività della Regione, come lei continua a ripetere. Noi chiediamo che il Presidente della Giunta regionale garantisca tutto il Consiglio quando fa un rilievo esatto, preciso e puntuale.
Questo lo chiediamo a lei, quindi il nostro comportamento non è strumentale e neppure è un atteggiamento che vuole boicottare l'attività.
Sono rilievi e quando i rilievi vengono fatti e sono fondati, io credo che al di là delle sue posizioni politiche, lei deve avere la forza ed il coraggio di essere conseguente.
Su questa vicenda la richiamiamo ad essere conseguente.
Concludo dicendo che se il Presidente ritiene di voler ancora approfondire o comunicarci qualche iniziativa sul caso specifico, cioè sugli incontri di novembre, oppure sulla questione della pubblicità, se il Presidente ci assicura di darci qualche comunicazione più precisa sospendiamo la nostra richiesta alla Corte dei Conti, se questo può essere utile a rasserenare il clima.
Se, invece, la posizione del Presidente è quella di prima, cioè di difesa, cieca e assoluta su ciò che è stato fatto, con un atteggiamento quasi di presa in giro nei confronti di chi ha posto l'interpellanza evidentemente i nostri strumenti di difesa sono totalmente diversi.
In più, Presidente, la invito a fare un ulteriore lavoro: verifichi (il termine è già scaduto per la presentazione dei progetti integrali) se qualcuno dei presentatori dei progetti presentati ha qualche legame con i consulenti e con gli associati alla società ACTA. E' l'unica maniera per rispondere in modo chiaro ed evidente che l'attività promozionale fatta a spese della Regione e dalla società ACTA non ha prodotto quelle non trasparenze che noi rivediamo in questa sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, vorrei sollevare non una questione incidentale, ma una preghiera di ordine politico. Credo, però, che l'ora del pomeriggio sia già sufficientemente tarda per cui mi rimetterei a domani mattina.
Voglio solamente dare un indice della riflessione che mi auguro l'assemblea faccia, anche per chiarezza. Innanzitutto, la conferenza stampa di ieri sera del Presidente della Giunta, nel corso della quale il Presidente ha espresso alcuni suoi pareri assolutamente legittimi, ma di cui mi sfugge il senso culturale e politico del riformismo del suo governo.
La seconda questione che mi auguro possa essere analizzata dall'assemblea riguarda le novità romane, che non possono non avere un'incidenza particolare sulla stessa. Si è costituito l'UDR; cosa significa l'UDR nella fattispecie del Piemonte e che cosa significa nella scomposizione dello spettro politico del Polo? La terza domanda, e qui mi rivolgo al Capogruppo di Alleanza Nazionale riguarda il Congresso di Verona.
Il Congresso di Verona ha portato delle novità assolutamente rilevanti per non dire significative, per cui la collocazione stessa di Alleanza Nazionale non è un fatto strumentale, siamo onesti e seri fino in fondo! Non è un fatto strumentale; Consigliere Ghiglia, non sorrida, io non faccio le battute "alla Cossiga", se voi siete i Tony Blair o meno. Io prendo atto di posizioni e dichiarazioni politiche ben precise che al Congresso di Verona - e cito solamente quelle "Noi possiamo essere anti-capitalisti anti-classisti, ecc., ma non possiamo essere anticomunisti" - per cui ci sono posizioni politiche che devono essere tutte rapportate anche a questa assemblea e che pertanto si devono misurare non con il clima politico di questa assemblea, ma con i rapporti di forza che intercorrono nella maggioranza tra le forze che la compongono e tra le forze di maggioranza e di minoranza per quanto di novità l'attualità di questo periodo storico o di questi tempi storici ha proposto all'attenzione non solamente degli italiani, ma di tutte le forze politiche e culturali.
Su questo voglio dunque solamente anticipare che domani mattina proporrò al Consiglio di discutere e di riflettere comunemente, perché mi pare che sia dovere di questo Consiglio prendere atto delle situazioni che vengono a prospettarsi a livello dell'opinione pubblica e pertanto anche delle decisioni che devono essere la conseguenza naturale.



PRESIDENTE

Credo che potremmo o in chiusura di giornata o domani mattina convocare eventualmente la Conferenza dei Capigruppo per valutare se introdurre questo argomento o meno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per un'ulteriore preliminare. Stamattina le avevo chiesto di acquisire ai lavori del Consiglio la proposta di deliberazione n. 573 "Modifica al Regolamento interno del Consiglio regionale", visto che lei ha convocato per domani le Commissione, in modo da poterla votare ed esaurire un punto che, se non viene esaurito adesso, non ha più senso farlo successivamente.
Quindi volevo chiederle in ordine a questa tempistica...



PRESIDENTE

Avevamo detto "entro la giornata", cioè se risolviamo... Bisogna per seguire, anche se non come un modello immutabile, l'ordine dei lavori indicato nella Conferenza dei Capigruppo, altrimenti è assolutamente inutile che si riunisca la Conferenza dei Capigruppo e si navighi a vista.



CHIEZZI Giuseppe

Infatti, io mi attengo alla Conferenza dei Capigruppo, nella quale si è deciso anche di fare questo punto.



PRESIDENTE

Sì, però mi dia la possibilità... Già non siamo riusciti a svolgere le interrogazioni relative al responsabile regionale per la sede di Roma; uno degli impegni - confermato più volte - era quello di esaminare e votare il disegno di legge n. 384, per cui io passerei all'esame di questo argomento.



CHIEZZI Giuseppe

No, il disegno di legge 384 non è una questione semplice.



PRESIDENTE

Credo ci fosse un'intesa di cui si era parlato alla Conferenza dei Capigruppo...



CHIEZZI Giuseppe

No, non c'è nessuna intesa, Presidente. Io gradivo...
Farà parte delle tante inadempienze, che irrigidiranno ulteriormente il nostro comportamento, perché noi ci troviamo adesso a lavorare in una situazione in cui un diritto di un nostro Consigliere è stato violato.
In presenza di violazione di diritti, per noi si procede secondo il passo che riusciamo a tenere.
Se poi non arriva nemmeno la delibera del Regolamento, che o arriva adesso o non serve più, va bene.
Lei vuol passare al disegno di legge n. 384? Allora, sul disegno di legge n. 384 non ci siamo. Non ci siamo, perché i patti non sono stati rispettati.
Alla Conferenza dei Capigruppo, e forse anche in aula, è stato detto che la Giunta avrebbe presentato ieri le linee del Piano regionale di sviluppo e le linee della politica sulle Aziende a partecipazione regionale, cosa che non ha fatto.
Se il documento è quello che ho in mano - poi magari i funzionari del Gruppo hanno preso un documento sbagliato - non esageriamo! Ci sono certe parti del nostro corpo che oggi trovano anche spazio in prima pagina, ma non esageriamo! La paginetta con uno smilzo indice di niente non può assolutamente rappresentare le linee di indirizzo del Piano regionale di sviluppo.
Quindi, non ci si prenda in giro! Si presenti un documento leggibile sia pure in sintesi, per le finalità contenute nel Piano regionale di sviluppo e si proceda, come da accordi verbali. Altrimenti siamo sempre in assenza del minimo dei minimi: sapere qual è l'indirizzo.
Vi leggo questo indice, i titoli del Piano regionale di sviluppo Sintesi: Prospettiva Piemonte; Nuove opportunità occupazionali; individuare e valorizzare i punti dell'azione di governo; i compiti dei pubblici poteri; gli obiettivi da conseguire; alcune competenze rivisitate; gli ambiti di intervento diretto; la Regione in rappresentanza degli interessi piemontesi (chissà di chi?); apertura internazionale (per carità!); scelte di bilancio; attuazione della programmazione; organizzazione interna consapevolezza delle decisioni; necessità di un quadro di riferimento conclusioni; organizzazione di una struttura di primo intervento".
Tutto qui; stessa cosa per quanto riguarda gli allegati.
Noi aspettiamo dunque che, al più presto, ci venga consegnato qualcosa che assomigli a delle linee di indirizzo del Piano regionale di sviluppo e non uno smilzo indice, che non è neppure paragonabile all'indice contenuto nella "Relazione sulla situazione economica sociale e territoriale del Piemonte del '96".
Quindi, direi: sbrigatevi a fare quello che avete promesso di fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Ghigo. Prego.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ho chiesto la parola per puntualizzare e ricordare al Consigliere Chiezzi che i patti che erano stati assunti erano di un tenore diverso da quello che lui ha rappresentato.
Si era detto che la Giunta si doveva impegnare a fornire le linee principali del Piano di sviluppo e delle partecipate.
Si era anche detto - ricordo bene - che era sufficiente un indice e si era anche detto che era sufficiente che questi documenti venissero consegnati al Presidente del Consiglio, come gesto politico nei confronti di una richiesta che l'opposizione aveva avanzato a fronte di un dibattito.
Si era detto che i documenti non sarebbero stati discussi neanche in Commissione e che invece venivano discussi in Consiglio.
Io voglio semplicemente ricordare al Consigliere Chiezzi che la Giunta non avrà forse rappresentato in maniera così esaustiva come il Consigliere si aspettava il Piano regionale di sviluppo, ma voglio ricordare a tutti i Consiglieri che il Piano regionale di sviluppo sarà presentato e trasferito al Consiglio regionale entro la fine di marzo.
Si tratta, in pratica, di 25 giorni. In quell'occasione, ho inteso - e sono sicuro di aver inteso bene - che era sufficiente rappresentare un indice degli argomenti, per poi approfondire in dettaglio nel momento in cui il Piano di sviluppo potesse essere presentato.
Devo dire che mi dispiace particolarmente che il Consigliere Chiezzi che nelle sue battaglie di contrapposizione politica ha sempre dimostrato grande lealtà, in questa occasione abbia invece deciso un comportamento diverso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi, per fatto personale.



CHIEZZI Giuseppe

Tutti possiamo sbagliare, posso sbagliarmi anch'io, ma in quest'occasione non mi sono sbagliato, pertanto rimango "leale".
Innanzitutto non si è mai pronunciata la parola "indice", anzi nell'ultima riunione mi ricordo di aver detto che l'importante è che sia un documento presentabile; di indice, Presidente Ghigo, con me non ha mai parlato. E' anche vero che abbiamo detto che non lo avremmo discusso volevamo solo che venisse presentato. Ma per sapere se l'oggetto presentato corrisponde alle promesse bisogna analizzarlo, non posso ritirare una busta senza aprirla. La apro, leggo che non è una linea programmatica di sintesi del Piano regionale di sviluppo, ma è un elenco, un piccolo indice, quindi lo segnalo in quest'aula. Pertanto i patti da parte mia continuano ad essere quelli assunti in passato. A riprova della mia lealtà, Presidente Ghigo, sul secondo documento, che è proprio impresentabile, non mi pronuncerò, anche perché un piccolo sforzo di cucire un ragionamento c'è stato. Sono talmente leale che non le contesto il secondo documento - anche se avrei voglia di farlo - dove per metà si riporta l'elenco delle partecipate e l'altra metà non è certo un documento politico, ma almeno si rileva il tentativo di seguire un filone.
Per quanto riguarda il primo documento noi non possiamo essere presi in giro Presidente Ghigo! Quindi presenti un documento che possa avere dignità; ne prenderemo visione, non lo discuteremo, non abbiamo chiesto di discutere le partecipate oggi. Però abbiate la cortesia, stasera, domani di presentare le linee sintetiche di un Piano regionale di sviluppo. Avete la relazione socio-economica dell'IRES, consultatela; fate almeno questo! Quindi i patti io li rispetto; li rispetti anche lei, Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonello

Presidente, anch'io ho avuto la tentazione di leggere il documento, per cui le riflessioni che farò vengono in qualche maniera condizionate dallo stesso. Non tanto sulle linee di sintesi del Piano regionale di sviluppo sulle quali il collega Chiezzi ha perfettamente ragione: questo è un indice e avremo modo di discuterne. Il documento che venne distribuito, mi pare nel 1996, il famoso documento "colorato" come avevamo detto allora sul Piano regionale di sviluppo aveva una sua comunicazione sicuramente molto più avanzata rispetto ad un semplice indice, perché prefigurava qualche scelta ed un'opinione sul Piemonte. Il documento allora allegato, anche se soltanto in termini organizzativi, individuava un'azione di governo molto più strutturata rispetto ad un semplice indice. Si potrebbe polemizzare a lungo, ma non lo faccio.
Perché abbiamo chiesto le linee di sintesi del Piano regionale di sviluppo e delle società a partecipazione regionale? Lo abbiamo chiesto al momento della discussione, dell'aumento di capitale di Expo 2000, in quanto volevamo capire se la sottoscrizione del terzo aumento del capitale sociale di Expo 2000 era in qualche maniera collegato ad un disegno strategico, al di là della semplice indicazione che bisogna mantenere Expo 2000 perché è utile, perché le fiere sono utili, hanno una ricaduta, etc., questo lo avevamo detto e ripetuto e tutti quanti siamo d'accordo. Lo avevamo chiesto perché si immaginava che la Giunta fornisse qualche elemento in più sulla scelta che si stava compiendo, soprattutto in relazione al fatto che da parte della minoranza, ma anche condiviso dalla maggioranza, era emerso che una semplice sottoscrizione di capitale, a fronte di una perdita d'esercizio annuale di 6 miliardi e 800 milioni, era un'operazione sicuramente a favore della società, ma dal punto di vista delle prospettive non ne offriva, perché le questioni centrali non erano state affrontate.
Per questioni centrali si intende il costo della struttura e della proprietà sulla quale lei, Presidente, ha detto che le questioni sono separate, sostengo, invece, che siano perfettamente collegate. In queste linee di sintesi, per quanto riguarda le società a partecipazione regionale, non c'è nessun elemento che lascia rafforza la scelta dell'amministrazione. Nel senso che le linee contengono, in termini più diluiti, già un'indicazione contenuta nel programma della Giunta Ghigo del giugno 1995, laddove si diceva che la Regione deve rivendicare, realizzare la funzione di ente che legifera e quindi deve rivedere tutte le società, i loro bilanci, se sono efficienti oppure no, dopodiché fare una scelta. Mi pare che questo documento contenga soltanto quelle indicazione di carattere generico. Agli effetti del nostro disegno di legge il n. 384, nessun elemento innovativo esiste. In più credo che, rispetto alla discussione della scorsa seduta, sia intervenuto un incontro di cui hanno riferito i giornali, da parte della Regione relativamente all'ipotesi di una partecipazione del Comune di Torino e della Provincia. I giornali hanno riferito che questa condizione non è così totale da parte degli enti, da parte della Provincia e del Comune di Torino e mi pare, per quello che ho letto, che il Comune di Torino e la Provincia chiedano prospettive più precise per questa società, in termini di costi d'esercizio, ma anche relativamente all'immobile che è stato una delle questioni affrontate nell'incontro tra Regione e Comune di Torino.
Presidente, non possiamo esimerci da una valutazione sulla questione della struttura, tema affrontato in quell'incontro. Credo che qualche comunicazione su questo tema debba essere fornita; quando si parla di prospettive della società credo che per forza di cose ci si riferisce al fatto dell'enorme costo della struttura. Pertanto qualche indicazione deve essere data.
In ogni caso mi permetto di osservare che i documenti forniti non ci danno elementi in più rispetto a quelli che conoscevamo, assolutamente nulla, sono assolutamente ininfluenti per cui continuiamo ad avere un giudizio negativo sull'operazione di sottoscrizione dell'aumento di capitale, perché da parte sua, Presidente e da parte del Vicepresidente Majorino, non sono state fornite indicazioni, prospettive che questa perdita d'esercizio in un tempo ragionevole possa essere ridotta. Mi pare che nulla sia stato detto in questa sede a questo proposito, per cui la nostra opinione continua ad essere quella del passato, semmai i documenti presentati ci rafforzano in un giudizio non positivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Presidente e colleghi, intervengo per aggiungere la mia voce a quella del Presidente Ghigo; riteniamo che gli impegni assunti siano stati rispettati dalla Giunta. La volta scorsa, infatti, avevamo annunciato, con molta onestà e senso del realismo che la Giunta e la maggioranza non avrebbero potuto presentare nella giornata di lunedì - ieri - o di martedì oggi - la sintesi di un documento che ancora non esisteva e non esiste.
Non si può fare la sintesi di qualcosa che non esiste; si possono presentare delle linee, una scaletta, come ha fatto la Giunta: non si poteva andare più in là. Questo, quanto annunciato all'incontro al quale avevamo partecipato con il Presidente Ghigo la volta scorsa, alle 19.30 prima di chiudere il Consiglio. Con altrettanto realismo e, soprattutto senso di responsabilità, abbiamo informato i colleghi che non avremmo presentato una pseudosintesi di un qualcosa che ancora non esisteva, in modo raffazzonato. Il secondo Piano regionale di sviluppo che la Regione appronta in 25 anni di vita possa può essere un qualcosa di raffazzonato; e questo non per parte di schieramento, di maggioranza o di altro tipo, ma nell'interesse generale dell'istituzione.
La Giunta ha presentato quanto era possibile presentare, così come avevamo annunciato all'incontro di cui ho detto prima. Riteniamo che la Giunta abbia ottemperato agli impegni assunti, nei limiti di quanto seriamente si poteva considerare in allora e si è potuto attuare oggi.
Personalmente, e con me il Presidente, abbiamo ripetuto almeno due volte che non avremmo potuto presentare alcuna sintesi: non si può scrivere il riassunto di un romanzo che non c'è; il Presidente ha ribadito l'impegno a presentare il tutto entro la fine di marzo - al di là di questo riteniamo non si possa andare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Provo un certo imbarazzo nei confronti del documento. Vorrei chiarire che noi non abbiamo chiesto una sintesi del Piano regionale di sviluppo non avevamo chiesto un "concentrato" del Piano. C'era stato detto che era in corso d'opera; pensavamo che la definizione del progetto fosse un po' più avanzata di quanto delineato dal collega Gallarini. Siamo relativamente stupiti che a marzo non si abbia ancora idea di quanto conterrà un documento della portata del Piano regionale di sviluppo, che verrà consegnato a fine mese. E' questo, naturalmente, un elemento di forte preoccupazione.
Come Gruppo pensavamo che se anche non era possibile avere una sintesi un concentrato del documento, si potesse perlomeno ricevere un'illustrazione delle linee principali del Piano: gli assi strategici contenuti.
Questo quanto si chiedeva: una sorta di relazione. E' incredibile che ad inizio marzo non esista ancora un qualcosa su cui lavorare; in quest'ultimo caso, saremmo veramente in una situazione difficile imbarazzante. I documenti vengono redatti o con pressapochismo e dilettantismo, oppure vengono appaltati all'esterno. Verranno ad un certo punto consegnati da qualcuno, e la Giunta farà da passacarte, presentandoli al Consiglio.
Diversamente, significa che lo state discutendo, approfondendo e che ne definirete il testo nei prossimi giorni, in modo preciso. Un'idea di cosa dev'essere il Piano l'avrete; diversamente, credo che il Piemonte sia in una situazione tragica.
A meno che non ci sia alle spalle un appaltare tutto all'esterno compresa l'elaborazione del Piano di sviluppo regionale, fatto che io mi auguro non sia. Spero che quanto detto dal Consigliere Gallarini sia impreciso, al fine di giustificare la gaffe della consegna di queste paginette che contengono l'indice di un testo - se esiste un indice, grosso modo, dovrebbe esserci anche il contenuto - e che si tratti di un intervento teso a difendere e giustificare un atto relativamente indifendibile.
Occorre sanare la situazione. Come abbiamo più volte ripetuto, nutriamo un'ostilità forte nei confronti del provvedimento; ostilità che ci aveva portati a presentare una serie di emendamenti al tavolo della Presidenza.
Per responsabilità avevamo concordato di superare quella fase con la presentazione delle linee di quanto poteva essere il futuro contenuto del Piano regionale di sviluppo, che era in corso d'opera molto avanzato.
Se da parte della maggioranza c'è la volontà di non ottemperare agli impegni assunti e di continuare a mantenere un atteggiamento ostruzionistico, sul provvedimento in questione relativo ad "Expo 2000" faremo un approfondito dibattito; riteniamo infatti si tratti di uno sperpero di risorse pubbliche.
La situazione va sanata; l'accordo con cui si era concluso il Consiglio regionale precedente non è stato rispettato, non per nostra responsabilità.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Chiedo se sia possibile convocare una Conferenza dei Capigruppo affinché si possa verificare, ricordando quanto detto la volta scorsa, se sia possibile proseguire nei lavori.



PRESIDENTE

Quanto da lei richiesto, Consigliere, mi pare opportuno.
La seduta è sospesa per un quarto d'ora per una Conferenza dei Capigruppo in Sala A.



(La seduta, sospesa alle ore 16.57 riprende alle ore 18.41)


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 512: "Programma di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata di cui all'art. 2, comma 63, lettera d), della Legge 23 dicembre 1996, n. 662 'Modifica alla deliberazione n. 272 C.R. 12411 del 30 luglio 1996'"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 512 di cui al punto 6) dell'o.d.g.
Trattandosi di proposta di deliberazione non è prevista la relazione ma se l'Assessore intende brevemente illustrarla almeno negli obiettivi, ne ha facoltà, a meno che l'aula la consideri già sufficientemente conosciuta.
Ricordo al Consiglio che tale proposta di deliberazione è stata licenziata dalla Commissione competente con il seguente esito: favorevoli i rappresentanti dei Gruppi Forza Italia, AN, CDU, PDS e Pensionati per l'Europa; non hanno partecipato alla votazione i rappresentanti dei Gruppi PPI e Rifondazione comunista.
La parola all'Assessore Botta, così avrà anche modo di illustrare l'emendamento che è pervenuto.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale pubblica

Si tratta di una deliberazione che è stata approfondita in Commissione a settembre, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva.
E' una deliberazione che riguarda i programmi di riqualificazione urbana; c'è necessità di rispondere al Ministero dei Lavori Pubblici con le modifiche che sono state introdotte in sede di approvazione in Commissione così come c'è necessità di apportare una modificazione per rispondere al Ministero dei Lavori Pubblici che con nota del 28/10/1997 ha richiesto alla Regione di precisare che saranno comunque rispettati i vincoli della deliberazione CIPE del 16/3/1994 nella ricollocazione dei finanziamenti del quadriennio 1992/1995 e che quindi occorre emendare la proposta di deliberazione con l'emendamento che si propone qui in aula.



PRESIDENTE

L'illustrazione è stata svolta e anche il chiarimento sull'emendamento.



CHIEZZI Giuseppe

A me sembra che abbia illustrato solo l'emendamento e non la delibera.
Noi chiedevamo l'illustrazione della delibera.



PRESIDENTE

L'illustrazione mi pare sia stata adeguata, anche perché questa proposta di deliberazione è stata esaminata in Commissione.
Se non ci sono richieste di parola passiamo alla votazione dell'emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Noi gradiremmo che l'Assessore illustrasse davvero la deliberazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Mi rivolgo all'Assessore Botta.
Assolutamente non con uno spirito dilatorio, però anch'io chiederei tre minuti, non di più, di illustrazione del testo della deliberazione, perch ho visto che il nostro Gruppo probabilmente non era in Commissione quando è stato licenziato il provvedimento. Allora, poiché è previsto dal Regolamento che gli Assessori possano, se lo si richiede, illustrare le deliberazioni, le chiedevo proprio una brevissima introduzione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore edilizia residenziale pubblica

Si tratta di una proposta che viene fatta dalla Giunta regionale al Consiglio e che riguarda la ripartizione in base a criteri all'interno di ambiti di programmazione e delle deleghe fissate con deliberazione del Consiglio regionale. Sono finanziamenti che vanno a localizzarsi su progetti presentati dai Comuni.
Nella nota che avevo inviato a tutti i Capigruppo per sollecitare l'esame e la conseguente approvazione in quanto si tratta di una deliberazione che avrebbe dovuto essere già approvata, richiedevo l'urgenza proprio perché devono essere collocati entro 60 giorni dal 31 gennaio quindi entro la fine del mese di aprile, questi finanziamenti su progetti già presentati dai Comuni delle varie Province della Regione Piemonte. Con questa delibera e con le modifiche che sono state apportate in Commissione si prevede la possibilità, qualora i finanziamenti non vengano tutti collocati perché dagli uffici dell'Assessorato non siano ritenuti idonei tutti i progetti presentati dai Comuni, la possibilità - dicevo - di ricollocarli su altri Comuni, per esempio quello di Ciriè che ultimamente so che ha presentato la domanda.
Si prevede quindi la possibilità di ricollocare i finanziamenti già previsti nella delibera originariamente (67 miliardi) in pieno e rispondere con gli emendamenti che abbiamo apportato in Commissione alle sollecitazioni che ha fatto il Ministero dei Lavori Pubblici e il Comitato di Edilizia Residenziale Pubblica. Quindi in sostanza l'urgenza è motivata dal fatto che dobbiamo anche rispondere al CER e al CIPE.



PRESIDENTE

Ritengo che la deliberazione sia stata adeguatamente illustrata.
E' pertanto aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Io non capisco bene l'urgenza di questa deliberazione per questo motivo, Assessore.
Questi sono finanziamenti che vengono collocati a seconda dei progetti presentati e sulla base di un'istruttoria. Questi progetti erano passati al vaglio dei criteri del Consiglio regionale? O addirittura del Consiglio regionale? Con questa delibera voi chiedete che le eventuali ricollocazioni non passino più in Consiglio? Io capisco questo; posso aver capito male. Mi sembra però che voi chiediate al Consiglio regionale di rinunciare a vedere le proposte e autorizzare le proposte di ricollocazione di finanziamenti. Quindi è un provvedimento di delega al buio, o quasi, alla Giunta regionale, che non capisco se non derivi semplicemente dai ritardi con cui la Giunta regionale ha affrontato questo problema. Se la Giunta regionale non era in ritardo poteva prevedere un passaggio in Consiglio. Dato che su queste delibere di finanziamento di edilizia spesso i tempi non vengono rispettati, e non sarebbe la prima volta che la Giunta ottiene dal Consiglio la rinuncia del Consiglio stesso a svolgere il ruolo previsto di programmazione, questo sarebbe un altro tassello da aggiungere allo svuotamento dei poteri del Consiglio.
Vogliamo capire, quali sono i motivi, quali le urgenze, se ci sono delle manchevolezze da parte dell'Amministrazione regionale che porta i termini a scadenza e poi, con il ricatto di perdere i finanziamenti, impone al Consiglio di rinunciare al proprio ruolo. Se ho capito bene, non è una grande delibera, questa.



PRESIDENTE

Desidero solo informare che questa delibera è stata licenziata dalla II Commissione il 15 settembre e che era stata sollecitata più volte; questo per pura informazione.
In Commissione hanno espresso voto favorevole i Gruppi Forza Italia Alleanza Nazionale, CDU, PDS e Pensionati per l'Europa. Non hanno partecipato alla votazione i Gruppi PPI e Rifondazione Comunista.
Comunico che sono pervenuti degli emendamenti alla proposta di deliberazione, che stiamo protocollando. Sono 27 emendamenti a firma del Consigliere Cavaliere.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Prima ho chiesto la cortesia dell'Assessore Botta di avere, come peraltro da Regolamento, un'illustrazione della deliberazione; l'Assessore ci ha dato le sue motivazioni.
Questa deliberazione non ha avuto l'unanimità in Commissione; questo non è un problema, però anch'io mi associo alla domanda fatta fuori verbale precedentemente dal collega Chiezzi, nel senso che anch'io mi chiedo: questa deliberazione è stata licenziata in Commissione l'11 settembre del '97; sono passati quattro mesi. In questi quattro mesi, le problematiche contenute in questa delibera, come sono state affrontate? Presumo che in questi quattro mesi i Comuni si siano trovati ad affrontare problematiche di recupero urbano. L'urgenza che adesso determina una scadenza, come è stata affrontata in questi quattro mesi? Si è presentata? Se non si è presentata, perché? E' soltanto una domanda che pongo, ma che condizionerà il nostro voto in quanto non sono assolutamente chiare, a questo momento, le ragioni dell'urgenza né le motivazioni per le quali non si è trovato in questi mesi il motivo, lo si è fatto per altri provvedimenti, di affrontare anche questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente. Questo è un provvedimento utile, che ci dà modo di approfondire la questione dei Piani di recupero urbano ed anche la gestione di questo servizio da parte della struttura della Regione.
Si tratta di un settore abbastanza all'avanguardia della Regione, che però non mi pare sia stato valorizzato, nell'organizzazione della struttura, a sufficienza.
Colgo anche l'occasione per porre, sui Piani di recupero urbano, una questione. Questi Piani utilizzano i finanziamenti statali, credo i fondi dell'edilizia popolare, per intervenire in quelle collocazioni urbane in cui si sono inseriti una serie di sfilacciamenti, di invecchiamenti. Si immagina dunque che si tratti di recupero urbano, cioè che si intervenga per recuperare quella parte di territorio, ad esempio un quartiere degradato, interessato da edilizia pubblica e da altre tipologie di questa natura.
Invece, non sempre è così. Io chiedo all'Assessore che i progetti presentati dai Comuni vengano valutati anche in considerazione di quanto essi prevedono di nuova costruzione urbana, nel senso che dietro molti di questi progetti di recupero urbano si cela in realtà nuova urbanizzazione utilizzando il superamento delle norme dei Piani regolatori, permesso dalla normativa in oggetto.
La normativa, cioè, prevede di superare i Piani regolatori e allora succede che nel recupero urbano presentato alla Regione ci sia il recupero di un edificio di edilizia popolare di 30 o 40 anni fa, degradato, la sistemazione dell'area attorno a questo quartiere ed a questo edificio, e succede anche che ci sia nuova urbanizzazione, approvata con il Piano di recupero urbano, residenza normale.
Chiedo quindi all'Assessore di valutare questo aspetto.
Sono stati presentati, inoltre, una serie di emendamenti, altri ne presenteremo perché si abbassi il tetto dei Comuni che possono partecipare ai progetti di recupero urbano, nel senso che sia permesso di partecipare anche ai Comuni al di sotto degli 8.000 abitanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Franco Maria, Assessore edilizia residenziale pubblica

Intendo ancora fare alcune precisazioni in base alle sollecitazioni pervenute dai Consiglieri.
Intanto vorrei ricordare che la Giunta regionale, con deliberazione n.
198 del 14 luglio scorso, aveva già provveduto al riparto dei fondi assegnati dello Stato con il decreto ministeriale 7 aprile 1997, come ho già detto in apertura pari a circa 67 miliardi di lire, secondo gli indirizzi approvati dal Consiglio regionale; quindi ci siamo mossi sulla linea data dal Consiglio regionale con deliberazione del 30 luglio 1996, n.
272.
Come ho già detto, nella seduta dell'11 settembre scorso, la II Commissione ha approvato la proposta con una modifica e, in seguito, il CER, con nota del 28 ottobre 1997, ha approvato la programmazione dei fondi effettuata con la citata delibera di Giunta, che - ripeto - si muoveva sulla base di una deliberazione del Consiglio regionale del 30 luglio '96 in merito alla rilocalizzazione dei finanziamenti del quadriennio '92-'95 ha richiesto alla Regione di precisare che, comunque, dovranno essere rispettate le percentuali obbligatorie previste da una delibera CIPE del 16 marzo 1994 per ciascun tipo di intervento finanziato.
Vi è dunque un emendamento della Giunta che, appunto, è in linea con quanto detto adesso, cioè per rispondere alla richiesta del Ministero dei lavori pubblici.
Per quanto riguarda le osservazioni fatte dal Consigliere Chiezzi e dalla Consigliera Spagnuolo, l'urgenza c'era già allora, nel senso che avremmo chiuso la partita dei programmi di riqualificazione urbana e avremmo comunque consentito alla Giunta di essere tranquilla per la primavera del '98.
In ogni caso, in questi giorni gli uffici stanno esaminando i progetti che sono stati presentati dai Comuni con più di 8000 abitanti, perché era già previsto dalla delibera del Consiglio regionale del 30 luglio 1996 e occorre quindi poter chiudere con l'assegnazione definitiva.
La domanda successiva del Consigliere Chiezzi e della Consigliera Spagnuolo era relativa agli eventuali residui. Anche in questo caso, noi ci muoviamo sempre sulla linea della deliberazione consiliare del 30 luglio 1996 e volevamo ulteriormente ribadirlo: in questa deliberazione si propone al Consiglio regionale di poter ricollocare i finanziamenti che eventualmente residuassero, di questa prima partita dei progetti presentati dai Comuni...



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale pubblica

Demandava alla Giunta regionale l'individuazione, in base ai criteri cioè il riparto che abbiamo fatto con la delibera 14 luglio 97.
Pertanto credo di aver risposto alle osservazioni dei Consiglieri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vindigni; ne ha facoltà.



VINDIGNI Marcello

Questa delibera assume un'importanza che non vale la pena sottacere in questo Consiglio, perché, pur essendo stata assunta alla ripresa dei lavori dell'anno scorso, quindi nell'autunno del 1997, anticipava alcuni orientamenti che sarebbero poi stati confermati con atti successivi.
Mi riferisco in particolare al bando recentemente emesso dal Ministero dei lavori pubblici per i Contratti di quartiere; mi riferisco anche agli orientamenti di cui si parla relativi alla riforma dei fondi strutturali.
Nella deliberazione in questione avevamo convenuto di utilizzare, tra l'altro, le risorse destinate per l'utilizzo dei fondi per i recuperi urbani non al rifinanziamento dei programmi già presentati e poi successivamente approvati della Giunta nell'ottobre 1997, ma anche ad altre proposte che potevano pervenire da altri Comuni del Piemonte.
Ciò allo scopo di innescare una vera e propria politica regionale a favore del risanamento urbano e delle periferie in particolare.
Questa proposta richiedeva, ed è questo il motivo principale per cui intervengo, un'azione concertata non solo da parte dell'Assessorato all'edilizia residenziale pubblica per l'utilizzo dei fondi di propria competenza, ma anche da parte dell'Assessorato al lavoro, dell'Assessorato all'industria, dell'Assessorato alla formazione per quanto riguarda talune misure del documento unico di programmazione.
In sede di Commissione, chiedemmo un impegno in tal senso agli Assessori competenti.
Mi pare di ricordare che era presente a quella riunione l'Assessore Pichetto, il quale però prese degli impegni generici; successivamente ebbi modo di capire il perché di questa genericità, in quanto la ripartizione delle competenze per le diverse misure del DOCUP non era ancora stata decisa e, di conseguenza, l'Assessore Pichetto non poteva parlare a nome di altri Assessori.
Oggi però ciò è avvenuto; la misura 5.3 in particolare ha stretta attinenza con l'attuazione dei programmi di recupero urbano, viene costituito un fondo di rotazione per creare delle attività economiche nelle zone degradate.
In questo senso, limitare il solo intervento ai programmi di riqualificazione urbana sarebbe sbagliato.
Chiedo dunque agli Assessori un pronunciamento, perché i programmi di riqualificazione urbana toccano territori dove quasi sempre non ci sono residenze, non ci sono delle situazioni di crisi pregresse, mentre i programmi di recupero urbano toccano per loro definizione territori caratterizzati da disagio sociale.
I programmi di riqualificazione urbana, hanno, dal punto di vista di Rifondazione Comunista, il difetto di rinunciare a sostenere la pianificazione come regola principale di comportamento. Si tratta infatti di strumenti che presentano ... - il Consigliere Racchelli dissente, ma io sostengo il contrario ... - un difetto: consentire varianti ai Piani regolatori senza che queste vengano discusse secondo gli iter ordinari.
Il suggerimento per l'Assessore, che si traduce in una mia richiesta di verifica, è che tra le priorità di finanziamento non rientrino quelle operazioni che prevedono lo scavalcamento della procedura ordinaria di redazione delle varianti di Piano regolatore e quindi che si privilegino strumenti d'intervento coerenti con i Piani regolatori e che non richiedano varianti. Ciò in modo da conoscere, all'interno dell'equilibrio tra "PRU e PRIU", il vostro comportamento rispetto a queste due famiglie di strumenti: "con" o "senza" varianti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Sul merito del provvedimento in discussione è già intervenuto, per il nostro Gruppo, il collega Vindigni: sono quindi già state proposte parziali risposte.
Quando abbiamo scelto di indicare i due provvedimenti di possibile definizione per stasera, uno era quello sollecitato dalla Giunta per reali ragioni d'urgenza, l'altro quello relativo alla costituzione della Riserva dell'Orrido di Foresto: provvedimento che ha proprie ragioni di urgenza e relativamente al quale era emersa in Commissione la votazione unanime da parte della maggioranza.
Vorrei solo capire se la maggioranza intende mantenere tale posizione: diversamente, discuteremmo platonicamente/virtualmente un provvedimento in presenza di emendamenti, per quanto mi consta, tesi a sollecitare un comportamento coerente con quanto espresso dalla maggioranza relativamente all'altra ipotesi di provvedimento, sulla quale - in questo momento manca il Capogruppo Ghiglia - mi pare siano state proposte condizioni non corrispondenti a quelle espresse in Commissione.
Prima di procedere o di rinviare chiedo esplicitamente di chiarire quanto s'intende fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Ho sentito di sfuggita la richiesta del collega Lido Riba; richiesta che - mi permetto di dire - non c'entra assolutamente nulla con il provvedimento in discussione, formalmente in votazione.
Come tutti sappiamo, non si tratta di quiz; un provvedimento così importante per gli interessi del Piemonte non può essere posto in secondo piano rispetto alla domandina-quiz, peraltro neanche alla Giunta, ma ad un altro partito politico, sulla posizione del Gruppo rispetto ad altro argomento quale l'Orrido, la Coppa dei Campioni alla Juventus o, se vogliamo, Disneyland a Rivoli.
Dopodiché, Presidente, non posso accettare che i lavori del Consiglio ma soprattutto questo provvedimento fondamentale per gli interessi dei cittadini piemontesi, vengano subordinati ad una domanda, alla quale peraltro, per pura cortesia, do una mia interpretazione senza entrare nel merito. Ricordo che siamo, però, in sede di discussione e di votazione di tutt'altro. Mi spiace, ma non posso accedere ad alcun tipo di richiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

La questione, Presidente, è di carattere istituzionale: la prerogativa legislativa del nostro Ente, non può essere messa così in discussione. Si è discusso, nella Conferenza dei Capigruppo, delle questioni da poter votare nel proseguimento dell'attuale Consiglio regionale e di quello di domani.
Personalmente, mi sono permesso di sollecitare un provvedimento all'esame del Consiglio da quattro anni, poiché già presentato nella passata legislatura e ripresentato dal sottoscritto due anni e mezzo fa all'inizio della legislatura attuale. Provvedimento rispetto al quale sono state attuate delle consultazioni che hanno permesso di raggiungere, con altri Enti ed interlocutori, un sostanziale orientamento, e per il quale si è ulteriormente mediato con le Comunità montane, ecc.: si tratta di preservare una delle zone più caratteristiche della Regione, tra l'altro presa a studio e riferimento da molti programmi scientifici, televisivi nazionali, tantissime volte.
Il punto non è cosa ognuno pensa sul provvedimento; al di là del pronunciamento in Commissione, ciascuno può ritenere di pensarla e di votare come ritiene. Non sono certamente per limitare una prerogativa di questa natura! Ma non mettere in discussione il provvedimento è altra cosa! Diventa soggettiva l'urgenza di tutti i provvedimenti: in questa soggettività non potrà esser messa in secondo piano, almeno da parte del mio Gruppo, l'attività legislativa.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, hanno facoltà di replicare gli Assessori competenti.
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

In merito all'intervento del collega Chiezzi, che condivido pienamente devo dire che nello specifico (probabilmente non su questa misura) già il Comitato di sorveglianza di luglio sull'attuazione del DCUP, quindi in un verbale preliminare, ha recepito quella che era stata un'impostazione data dalla Giunta regionale di privilegiare nell'ordine di finanziamento quegli interventi che avevano la caratteristica di essere urbanisticamente già "a posto". In fondo è indirettamente ciò che il collega Chiezzi esprimeva ritengo proprio che la priorità debba essere quella di ciò che sta già in un contesto urbanistico che è stato approvato con una procedura "regolare" e quindi ha avuto tutta quella serie di elementi, compresa la pubblicità e il diritto da parte del cittadino anche di opporsi, mentre il meccanismo dell'accordo di programma che ha il fine di velocizzare, di smuovere determinate situazioni, non deve essere - su questo condivido - un grimaldello per fare chissà che cosa sotto la spinta dell'urgenza per l'utilizzo dei fondi. Sul fatto quindi di eventualmente rassicurare e specificare, qualora ce ne fosse bisogno, che è elemento di priorità l'avere interventi che sono già sostanzialmente a posto con quella che è la normativa urbanistica sono perfettamente d'accordo.
Per quanto riguarda l'applicazione delle misure, faccio una considerazione in merito all'intervento svolto dal collega Vindigni. Nei piani di recupero urbano è importante l'attuazione pratica, perché finora siamo su una grande impostazione teorica con l'impegno dei 30-40 miliardi quello che è l'importo del fondo rotativo, ma sono state individuate queste aree degradate. E' importante anche semmai collegare un'altra misura (adesso il numero della misura non la ricordo, ma è quella relativa agli interventi sui soggetti no profit, che ha in gestione l'assistenza). Si tratta di un intervento che deve essere utilizzato e stimolato dai Comuni in particolare, per creare le condizioni di spesa di questi fondi e di vero recupero urbano perché altrimenti si corre il rischio, viste anche le tipologie delle domande, delle manifestazioni di interesse che ci sono nei progetti, di utilizzare i fondi in modo puramente sporadico che hanno solo come risultato lo spostamento del barbiere nella casa di fronte messa a posto! Mentre lo spirito che ha la misura inserita nel DCUP è molto più alta ed ampia; si tratta cioè di creare in alcune aree un nuovo humus di tipo imprenditoriale, commerciale, quindi di occupazione e di vivibilità di quelle aree.
Peraltro, tutto questo è in linea, precorre addirittura quello che è lo spirito che muove l'agenda del Duemila, cioè i punti base dei nuovi interventi dell'Unione Europea 2000/2006, così come saranno definiti o decretati, ma che hanno come elemento di fondo proprio un settore specifico che è il recupero urbano.
Pertanto, non solo una questione di ordine tecnico-amministrativo nel definire i confini, ma un'attenzione che deve essere di tutti i soggetti attori nell'attuazione, in particolare dei Comuni, per rendere concreta ed effettiva l'attuazione delle misure.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore per questa prima risposta da parte della Giunta.
L'Assessore Botta intende intervenire?



(L'Assessore Botta si avvicina al banco della Presidenza)



PRESIDENTE

Sospenderei la seduta per tre minuti.



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



PRESIDENTE

Abbiate cortesia, ma non riusciamo a trovare un momento di lavoro.
La seduta è sospesa per tre minuti tre. Vi prego quindi di non allontanarvi dall'aula, possibilmente.



(La seduta, sospesa alle ore 19.34 riprende alle ore 19.36)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende rispettando la sospensione dei tre minuti; in questo caso abbiamo addirittura anticipato la ripresa.
Si possono ipotizzare i lavori in questo modo: andiamo avanti con l'esame della proposta di deliberazione n. 512; immediatamente dopo portiamo all'esame dell'aula il progetto di legge n. 89 di cui al punto 20) dell'o.d.g. Domani mattina inizieremmo i lavori, se ci riusciamo anche questa sera, con la dichiarazione del Presidente Ghigo, la consegna del documento e così come avevamo previsto.
Lo svolgimento dei lavori così ipotizzato credo abbia il più ampio consenso.



MASARACCHIO Antonino, Assessore regionale

Presidente, io domani sarò a Roma per quattro incontri governativi, per cui mi raccomando, anche se sono assente, di approvare i corsi di formazione.



PRESIDENTE

Questo è un altro suggerimento di cui terremo sicuramente conto, ma domani abbiamo molti provvedimenti, mi auguro che possa essere votato anche quello.
Con questo tipo di lavoro credo che possano considerarsi ritirati gli emendamenti presentati dal Consigliere Cavaliere.



SPAGNUOLO Carla

Domani cosa facciamo?



PRESIDENTE

Domani, se non riusciamo stasera, avremo l'intervento del Presidente Ghigo, la consegna del documento, Expo 2000 e poi andiamo avanti se riusciamo a fare ancora altre cose.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Le deleghe, signor Presidente.



PRESIDENTE

Certo, le deleghe: avevamo detto che avremmo iniziato l'esame delle deleghe.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 512: "Programma di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata di cui all'art. 2, comma 63, lettera d), della Legge 23 dicembre 1996, n. 662 'Modifica alla deliberazione n. 272 C.R. 12411 del 30 luglio 1996'" (seguito)


PRESIDENTE

Con l'ipotesi di lavoro testé formulata credo di poter ritenere formalmente ritirati gli emendamenti del Consigliere Cavaliere. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento presentato dall'Assessore Botta, il cui testo recita: "Poiché il Ministero dei Lavori pubblici con nota 28/10/1997 ha richiesto alla Regione di precisare che saranno comunque rispettati i vincoli della deliberazione CIPE 16/3/94, nella rilocalizzazione dei finanziamenti del quadriennio 1992/1995, occorre emendare la proposta di deliberazione nel modo seguente: alla lettera d) del dispositivo, dopo l'ultimo capoverso che si conclude con le parole 'nei successivi dieci mesi' va aggiunto il capoverso: 'resta fermo in ogni caso il rispetto degli obiettivi e delle percentuali obbligatorie previste dalla delibera CIPE 16/3/94 per la programmazione dei finanziamenti 1992/1995'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 43 voti favorevoli e 4 astensioni.
Pongo ora in votazione la proposta di deliberazione, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 43 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 89: "Istituzione della Riserva naturale speciale dell'Orrido di Foresto e Stazione di Juniperus oxycedrus di Crotte San Giuliano" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 89 di cui al punto 20) dell'o.d.g.
Ricordo che tale progetto di legge è stato licenziato all'unanimità dalla Commissione competente, nella quale erano presenti i Gruppi Forza Italia, Alleanza nazionale, PDS, CDU, CCD, Rifondazione comunista, PPI e Verdi democratici.
Relatore è il Consigliere Cavaliere, che ha facoltà di intervenire.



CAVALIERE Pasquale, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo a mani dei Consiglieri recita: "La Regione Piemonte che è sempre stata considerata un punto di riferimento per la politica delle aree protette sta, in questa fase riflettendo su un nuovo assetto delle stesse.
Nel mentre procede il progetto di modifica complessiva del sistema non si può non considerare che comunque la politica regionale dei parchi piemontesi accusa carenze sia sotto il profilo amministrativo che sotto quello strettamente scientifico. Non ci soffermiamo in questa sede sul primo aspetto, riferendoci invece al secondo.
Occorre a questo proposito osservare che la rappresentatività dei diversi ecosistemi regionali, che un Piano delle aree protette dovrebbe perseguire non è, ad oggi, realizzata in Piemonte.
Permangono alcuni squilibri tra gli ecosistemi montani e collinari ampiamente rappresentati, e quelli delle zone umide e fluviali, delle brughiere, delle steppe, delle vaude, delle baragge, del patrimonio carsico.
Anche se con gli anni questo squilibrio, molto evidente all'inizio si sta pian piano attenuando grazie soprattutto all'istituzione del Parco del Po, non si può tuttavia dimenticare che restano tuttora escluse dal sistema dei parchi piemontesi alcune zone riconosciute di valore assoluto spesso anche a livello internazionale.
In altri casi, si tratta di piccolo zone che varrebbe la pena proteggere accorpandone la gestione delle arre tutelate più vicine.
E' questa la situazione in cui si trova l'area dell'Orrido di Foresto scavalcato dal Rio Rocciamelone e dalla serie di contrafforti rocciosi e valli sospesa ai suoi lati, nella basse Valle di Susa in Comune di Bussoleno (TO), sulla sponda sinistra della Dora Riparia.
Si tratta di un territorio che si sviluppa tra i 500 e i 900 metri di altitudine su rocce prevalentemente di tipo calcareo-cristallino-marmoreo.
L'esposizione sud con piovosità da i 700 agli 800 mm, annui a seconda della quota e con evapotraspirazione fortissima ha favorito l'insediamento di una vegetazione a praterie xerofile, formazioni steppiche e boschi di roverella.
L'elemento naturalisticamente e ambientalmente di maggior rilievo e' costituito da una popolazione di "juniperus oxicedrus", specie mediterranea presente in rari esemplari arborei.
L'interesse sotto il profilo vegetazionale dell'area ne ha da tempo stimolato la segnalazione da parte della comunità scientifica ai fini della conservazione. Si ricordano, tra le altre, le richieste di tutela avanzate dalla Società botanica italiana (1979-Censimento dei biotopi di rilevante interesse vegetazionale meritevole di conservazione in Italia, Camerino vol. II, scheda 2.13), da Pro Natura Val di Susa (1974 - Piano per le aree da istituire a Parco in valle di Susa) e da Giordano, Mondino, Palenzona Rota, Salandin in "Annali dell'Istituto Sperimentale per la selvicoltura di Arezzo" (vol. V, 1978, p. 131, e segg. e 191/92).
Ma al di là dell'aspetto botanico-vegetazionale l'area si caratterizza sotto il profilo ambientale, anche per l'elevato interesse morfologico e paesaggistico.
Nel primo caso, ci troviamo di fronte alle altissime pareti dell'Orrido e ai bianchi contrafforti marmorei che delimitano due livelli di valli sospese che insieme costituiscono uno spettacolare basamento su cui s'innalza la vetta del Rocciamelone a lungo ritenuta la più alta vetta delle Alpi. E non a caso. Il vertice della perfetta piramide del Rocciamelone ha qui la più spettacolare verticalià delle Alpi: 3000 metri di dislivello in soli sette chilometri in pianta, tra la vetta e la pianura con la città di Susa.
L'interesse paesaggistico è di primaria importanza. Contrariamente all'Orrido di Chianocco già tutelato da apposita legge regionale che si trova a soli quattro chilometri in un'analoga struttura geologica, ci troviamo qui di fronte a un'emergenza geologica visibilissima, che domina il paesaggio della media Valle di Susa. I contrafforti calcarei segnano l'area come dei bastioni e fiancheggiano il profondo solco al di sopra del quale si erge il Rocciamelone, montagna simbolo della valle.
Anche il Truc di San Martino che contrassegna il lato destro dell'Orrido ha una forma piramidale molto regolare, di straordinario effetto scenico.
L'insieme connota un interesse paesaggistico storicamente apprezzato anche se oggi sottovalutato: una lapide della fine del '700 ricorda che nel 1769 in viaggio per Susa, l'imperatore d'Austria Giuseppe II volle fermarsi "a bere e a mangiare un pezzetto di pane" contemplando il superbo spettacolo che gli si presentava.
Non secondario è l'interesse storico-archeologico della zona.
Davanti all'Orrido sono state trovate iscrizioni ed elementi decorativi marmorei di un importante tempio alle Dee matrone del I-II secolo d.C.
All'interno dell'Orrido è in fase di scavo una stazione neolitica della metà del III millennio a.C.
Nell'area proposta a riserva naturale speciale sono stati inoltre censiti 19 siti con coppelle, incisioni rupestri, figure antropomorfe.
Alla base della montagna sono presenti le antiche cave da cui fu ricavato il marmo per il Duomo di Torino nel XV secolo e per colonne ed edifici monumentali nella Torino del XVI-XVIII secolo. Per la loro importanza Amedeo di Castellamonte, nel 1638, ne ricevette il feudo.
Di interesse storico-documentario sono infine i resti dell'antico lazzaretto, aggrappati alla parete dell'Orrido. Questo interessante territorio corre oggi innumerevoli pericoli.
Dall'apertura sconsiderata di strade sul cui uso è lecito diffidare, al taglio e incendio degli esemplari più sviluppati di Juniperus oxicedrus.
L'intero comprensorio potrebbe invece trovare motivi che alla tutela ambientale affianchino la valorizzazione culturale e sportiva.
La presenza della riserva naturale speciale potrebbe incentivare la riattazione delle grange, mentre l'attività di arrampicata sportiva oggi praticata sulle pareti dell'Orrido - ove di fatto si è costituita una palestra di free climbing - potrebbe continuare, non interferendo con la componente botanica di pregio tutta localizzata sul lato sinistro.
Il provvedimento di tutela non interferisce con abitazioni permanenti né con attività economiche in atto. La consistenza edilizia nel territorio perimetrato a riserva naturale speciale si riduce a 20 grange rustiche di cui 2 o 3 riattate.
La proposta di legge prevede, inserendosi nella filosofia recentemente sancita dall'accorpamento delle aree protette, la gestione del Parco naturale Orsiera-Rocciavré e della Riserva naturale dell'Orrido e la stazione di Leccio di Chianocco.
L'istituzione della Riserva naturale speciale dell'Orrido di Foresto e stazione di Juniperus oxicedrus di Crotte-San Giuliano tende a tutelare oltre le caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche dell'area così come dotato dall'art, 1 della legge regionale 12/90, la peculiarità delle stazioni di Juniperus oxicedrus (ginepro coccolone art. 1/2/3).
Le funzioni di direzione e di amministrazione sono affidate all'Ente di gestione del Parco naturale Orsiera-Rocciavré, della Riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco e della Riserva naturale speciale dell'Orrido di Foresto e stazione di Juniperus oxicedrus di Crotte-San Giuliano (art. 4).à La composizione del Consiglio direttivo è prevista all'art. 5, mentre per l'espletamento delle funzioni istituzionali si avvale di proprio personale individuato in pianta organica (art. 6).
Sull'intero territorio della riserva naturale, oltre al rispetto delle leggi nazionali e regionali, in materia di tutela dell'ambiente, flora e fauna, nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca, è fatto divieto di: aprire e coltivare cave di qualsiasi natura, aprire nuove discariche esercitare attività venatorie, salvo gli interventi consentiti dalla legge regionale 8 giugno '89, n. 36, alterare e modificare le condizioni di vita degli animali, abbattere o danneggiare gli alberi che abbino particolare valore ambientale o scientifico, e gli esemplari Juniperus oxicedrus costruire nuove strade e ampliare le esistenti.
Sono comunque consentiti gli interventi tecnici finalizzati a raggiungere l'equilibrio faunistico e ambientale, ma fino all'approvazione del Piano naturalistico, di cui all'art. 10, ogni intervento di modificazione dello stato all'art. 13, comma terzo, lettera A), B), C) della legge regionale 56/77 e sottoposto a preventive autorizzazioni del Presidente della Giunta regionale (art. 7).
Per quanto riguarda il sistema sanzionatorio, le violazioni ai vincoli e ai permessi di cui all'art. 7 sono regolati dall'art. 8 della medesima e comportano sanzioni di tipo amministrativo. Le stesse violazioni accertate ai sensi della legge regionale 2 marzo 1984 n. 15, sono sanzionate nel rispetto delle norme di cui al capo I della legge 24 novembre 1981, n. 689.
La sorveglianza prevista nell'art. 9 si affida al personale di vigilanza da recuperarsi nella pianta organica dell'ente; agli agenti di polizia locale urbana rurale, alle guardie di caccia e pesca, al Corpo forestale dello Stato.
In ultima analisi, la tutela è affidata anche alle guardie ecologiche volontarie di cui all'art. 37 della legge regionale 2/11/82, n. 32.
La riserva naturale speciale dell'Orrido di Foresto e stazione Juniperus oxicedrus di Crotte-San Giuliano sarà oggetto di un Piano naturalistico redatto e approvato ai sensi dell'art. 25 della legge regionale 12/90; quest'ultimo conterrà anche nome ed indirizzi relativi all'edificabilità e all'uso del suolo, che saranno prevalenti nei confronti di eventuali norme difformi dagli strumenti urbanistici comunali (art. 10).
Gli artt. 11, 12 riguardano norme di finanziamento per la gestione della riserva naturale e le norme finali (artt. 13, 14) confermano la corretta dizione di "Ente di gestione del parco naturale Orsiera Rocciavr e Riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco e della Riserva naturale speciale dell'Orrido di Foresto e stazione di Juniperus oxicedrus di Crotte-San Giuliano", prevedendo che sino all'insediamento del Consiglio direttivo (di cui all'art. 5) le funzioni di amministrazione della riserva medesima, siano esercitate dagli organi dell'Ente di gestione del Parco naturale dell'Orsiera Rocciavré e Riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco.
La V Commissione ha esaminato il testo della proposta di legge sottoponendolo alle consultazioni con gli enti e le associazioni interessate, accogliendo le richieste in esse e approvandola all'unanimità.
Pertanto, si richiede al Consiglio regionale una pronta e unanime approvazione".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, io devo dire che sono in grossa difficoltà ad intervenire su questo provvedimento che è uscito dalla V Commissione di cui non faccio parte. Devo anche dire che io personalmente, con altri colleghi anche, ma non c'è una visione unitaria all'interno del Gruppo, sono contrario a questo progetto di legge.
Devo, però, dire anche un'altra cosa. Prima ho fatto un intervento di un certo tipo perché era stata posta in maniera evidente una condizione ostativa alla delibera che poi è stata approvata, delibera che penso attendessero, con una certa trepidazione, i tanti cittadini che sono in lista d'attesa per avere un alloggio o un contributo.
Questa proposta sembra sia stata trasformata in una sorta di accordo cioè si vota la delibera sull'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata se poi si vota l'istituzione del Parco della Riserva Naturale dell'Orrido di Foresto.
Questa mi sembra una condizione impossibile, che renderebbe addirittura nullo un contratto, perché sembra essersi esercitata una sorta di "tentata violenza morale" nei confronti dei Consiglieri e della maggioranza; voglio dirlo perché ritengo che comunque sia un modo di interpretare la politica ed i lavori del Consiglio che non ha nulla né di legittimo né di democratico.
Proprio perché non ne voglio fare una questione - e lo dico incidentalmente - e proprio perché non c'è una visione unitaria all'interno del mio Gruppo, senza per questo voler proporre delle dilazioni eccessive io chiedo che questa proposta di legge torni in Commissione per un ulteriore approfondimento o che, in alternativa, vada, per l'approfondimento del caso, alla Conferenza dei Capigruppo.
In caso contrario, preannuncio il mio voto personale contrario, vedremo gli altri colleghi come si esprimeranno, tenendo anche presente che siamo la provincia che ha più parchi, più aree protette, più riserve e che c'è quasi una contrarietà tradizionale ad aumentare ulteriormente il numero delle riserve naturali e dei parchi in Piemonte.
Chiedo, quindi, un ritorno in Commissione del provvedimento.
Devo anche dire - Presidente - che il rifiuto di una proposta di questo genere - lo dico con molto garbo e molto sommessamente - mi sembrerebbe veramente una grave forma di forzatura, visto che solitamente si accede ad ogni richiesta di sospensione, riesame ed approfondimento che viene proposta dai vari Gruppi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Grazie, Presidente. Il mio è un intervento miratamente del Gruppo che rappresento e che quindi non coinvolge assolutamente né la mia funzione nell'ambito della Giunta né la Giunta stessa.
In quanto Consigliere comunale, per due legislature, del Comune di Bussoleno, sul quale andrà ad incidere questa nuova area protetta, qualche cosa da dire l'avrei. Soprattutto ricordando ai numerosi colleghi che ancora oggi siedono su questi banchi e che erano presenti nella fase finale della passata legislatura, che il medesimo progetto fu presentato dall'allora collega Walter Giuliano, attualmente Assessore alla Provincia di Torino, e che trovò l'opposizione generalizzata da parte delle opposizioni in allora, maggioranze oggi.
Questo poco importerebbe, se le questioni che in allora suggerirono il mio voto negativo non sussistessero tutt'oggi.
E' vero quanto ricordato dal collega Ghiglia: la Provincia di Torino oggi è l'area omogenea italiana che annovera la maggiore percentuale di territorio protetto sotto le varie forme di tutela che la nostra legislazione ci consente.
Questo è un tassello che viene a crearsi in più, in un'area di una certa fragilità. Infatti, sull'area in cui si va a costituire la nuova zona protetta, insistono ed insistevano tradizionalmente gli interessi agrosilvopastorali della popolazione di Foresto, attualmente frazione del Comune di Almese, storicamente Comune della Valle di Susa. Su questa zona in particolare, insisteva da tempo la richiesta della costruzione di una pista agrosilvopastorale che congiungesse il Comune di Foresto con tutte le zone a pascolo e con tutte le zone boscate a monte.
Esistono ovviamente sentieri e mulattiere che storicamente hanno sempre consentito l'accesso alla monticazione, ai pascoli, alle zone boscate, ma non esiste una viabilità che consenta di intervenire con mezzi meccanici e con sistemi più moderni.
Su questo nacque, nella passata legislatura, il primo momento di scontro con l'allora Amministrazione, profondamente contraria all'istituzione del Parco stesso. Ma non solo, nella stessa area insistono delle richieste per diritti di sfruttamento delle sorgenti a scopo idroelettrico. Anche su questa questione, la Giunta precedente a quella che si confrontò con noi, quindi le tre Giunte dell'Amministrazione precedente (ricordo incidentalmente quella del Sindaco Alpe), ebbe un notevole confronto con le popolazioni e con le imprese richiedenti.
La montagna di cui parliamo è una montagna all'indiritto della valle ed è una montagna il cui non utilizzo a fini pastorali negli ultimi 40 anni ha fatto sì si ricoprisse di una flora spontanea, di un bosco spontaneo non controllato, soggetto spesso e volentieri (come sanno bene il Corpo Forestale dello Stato e i volontari dell'Antincendio Boschivo) ad essere percorso sistematicamente da incendi.
Questo dovrebbe prevedere una infrastrutturazione di piste tagliafuoco che consenta il controllo, l'intervento, lo spegnimento. Per tutti questi motivi, nella passata legislatura si chiese al Consiglio di non affidare la gestione di quest'area protetta, qualora si volesse procedere all'Ente Parco Orsiera-Rocciavrè con il quale, non è un mistero, le popolazioni locali hanno ormai da anni un rapporto estremamente teso e difficile, ma che fosse affidata la tutela al Comune di Bussoleno.
Su questo scoglio si sciolse il Consiglio e non fu possibile procedere all'approvazione.
Oggi, la stessa questione viene riproposta, ma con mio dispiacere personale - provenendo da quell'area geografica del nostro Piemonte, soffro l'insorgere di certi screzi - i rapporti tra le popolazioni residenti, gli imprenditori agricoli e la direzione del parco non sono sicuramente migliorati. Anzi, continuano ad esserci quotidiane proteste per le difficoltà create dalla numerosa presenza di cinghiali nell'area, per l'incapacità d'intervenire strutturalmente sugli edifici all'interno del parco e quant'altro.
Non ritengo che il torto sia solo da una parte: mi ritrovo notaio di una situazione estremamente tesa.
Tutte queste considerazioni mi portano a ritenere che, probabilmente le consultazioni o comunque le riunioni di Commissione, non siano state esaurienti.
Concordo sulla proposta del Presidente del Gruppo di Alleanza Nazionale ovvero sul rinvio in Commissione del provvedimento per ulteriore approfondimento; qualora la proposta non fosse recepita dal Consiglio regionale, annuncio fin d'ora il voto negativo del Gruppo dei Federalisti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Griffini.



GRIFFINI Massimo

Intervengo soltanto per chiarire alcuni punti dell'intervento dell'Assessore Vaglio: gli approfondimenti in Commissione ci sono stati così come le audizioni previste. In queste ultime, inoltre, mi sembra si sia trovato un accordo tra le parti, una volta appianate le divergenze insorte in un primo momento. Il lavoro della Commissione è stato svolto; i Consiglieri presenti hanno avuto tutto il tempo necessario per richiedere in quella sede, eventuali informazioni: scaricare sulla Commissione un lavoro mal fatto può essere anche giusto se ogni Consigliere si addossa la propria responsabilità. Si è votato: se qualche collega è venuto in Commissione solo per garantirsi il gettone di presenza ed ha votato senza sapere di cosa si trattasse è un suo, personale, problema.
Ritengo che in Commissione il lavoro sia stato svolto, a mio avviso, in modo più che approfondito. Annuncio il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Non vorrei ci fosse una sorta di presunzione da parte di chi ha sostenuto che il lavoro di Commissione non è stato svolto adeguatamente.
Questo il mio punto di vista.
Sul provvedimento si sono anche innestate considerazioni successive personalmente, non ero a conoscenza della datata richiesta di poter intraprendere una determinata strada per raggiungere successive zone di pascolo. Collega Cavaliere, non puoi essere semplicista: una volta estesa la zona protetta - come tu sai benissimo - non si potrà più fare alcunché.
Non ritengo lesivo di alcun tipo di lavoro richiedere un ulteriore approfondimento; lavoro peraltro svolto correttamente e qualitativamente dal Presidente della Commissione.
Si tratta comunque di un provvedimento sul quale anche l'Assessore Vaglio, notoriamente conoscitore più di tutti noi dei territori montani e della Valle di Susa, ha riconosciuto ulteriori considerazioni.
Mi associo anch'io, non pregiudizialmente, su quanto di relativo al lavoro della Commissione, proponendo di rimandare, semplicemente, la votazione ad un ulteriore approfondimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Intervengo brevemente, soltanto per dichiarare il mio voto favorevole alla proposta di legge. A mio avviso, l'istituzione di riserve naturali o di parchi naturali è veramente meritevole di attenzione; la salvaguardia della natura è di estrema importanza.
Quella zona della Valle di Susa dev'essere, secondo me, salvaguardata e protetta, e deve avere ulteriori garanzie d'intervento in tal senso.
Essendo già passata e discussa in Commissione, ritengo che la deliberazione non debba ulteriormente ritornare in quella sede diversamente, se tutte le proposte discusse in Commissione dovessero ritornarvi, questo Consiglio regionale non riuscirebbe a risolvere mai nulla.
Annuncio il mio voto favorevole a procedere alla votazione della deliberazione immediatamente. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Roberto

Personalmente, voterò a favore: voto che, ovviamente, non impegna il Gruppo. Relativamente alla questione le opinioni sono diverse - così come accaduto molte volte sulla caccia.
Nessuno deve sentirsi costretto; per coerenza, avendo votato a favore in Commissione, farò lo stesso in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo per annunciare la dichiarazione di voto del Gruppo; dato il tipo di provvedimento ed il lunghissimo iter - giace in Commissione da due anni e mezzo - sarebbe ridicolo chiederne un ulteriore rinvio.
Tra l'altro, per un certo periodo c'è stato un rimpallo tra la I e la V Commissione, finché non si è trovata soluzione alla parte economica del provvedimento.
Ritengo, dopo due anni e mezzo, che un Consigliere di minoranza abbia diritto di veder votati i provvedimenti proposti. Mi stupisce che relativamente ad un lavoro sul quale la Commissione si è espressa unanimemente, ci siano modifiche di comportamento in aula.
Per parte nostra, rispetto ai provvedimenti di Commissioni di cui non facciamo parte, diamo fiducia ai compagni che le seguono e ci comportiamo di conseguenza, anche se non abbiamo potuto seguire l'iter preciso del documento.
Ognuno è libero di fare quanto vuole; non mi sembra si sia in presenza di "casi di coscienza"; sono questioni di diversa natura. Si tratta di zone protette, che si ritiene abbiano un valore: potrebbero essere utilizzate anche dal punto di vista economico.
Come Gruppo abbiamo espresso voto favorevole; il fatto che la Provincia di Torino abbia il maggior numero di zone protette in Italia, credo sia nostro merito - e non demerito - tenendo anche conto dell'interessante vasta zona montuosa e collinare: zone come "La Mandria" sono indubbiamente di grande valore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglietta.



VIGLIETTA Matteo

Signor Presidente, premetto che non faccio parte della Commissione che ha esaminato questo progetto.
Faccio presente però che esistono motivi di illegittimità che comunque devono essere rispettati, qualunque sia il parere di questo Consiglio.
La legge statale n. 157 limita al 20% le aree protette in zona di montagna e al 30% in zona di pianura. La legge regionale n. 70 ha recepito queste indicazioni.
Ritengo che in Provincia di Torino il limite del 20% in montagna sia stato già ampiamente superato. Non ho dati certi da poter suffragare questa affermazione. Ritengo però che sia necessario un ritorno in Commissione per verificare questi dati perché diversamente, lo ripeto, andremmo nell'illegittimità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il mio sarà un intervento brevissimo per dichiarare che il nostro Gruppo, in coerenza al voto che aveva espresso in Commissione, che era stato favorevole, voterà favorevolmente a questo provvedimento anche in aula.



PRESIDENTE

Grazie per la sinteticità molto apprezzata, data anche l'ora.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho ascoltato con molta attenzione gli interventi che si sono succeduti, in particolare quelli dei colleghi Ghiglia, Vaglio e Salerno.
Devo dire che ci sono alcune sottolineature che mi pare debbano essere in qualche modo riprese.
Non ho avuto modo di partecipare in Commissione alla votazione su questo provvedimento, che tra l'altro è avvenuta solo qualche giorno fa. E' vero che questo provvedimento è all'o.d.g. della seduta odierna, ma è anche vero che è stato approvato in Commissione solo il 20 febbraio, quindi proprio pochi giorni fa.
Ritengo che la richiesta legittima di rinvio, avanzata da più Consiglieri, debba essere accolta, perché molte volte è stata data in quest'aula la possibilità di approfondire un argomento, in questo caso del progetto di legge n. 89.



PRESIDENTE

Mentre do la parola al Consigliere e relatore Cavaliere, gli chiedo proprio in qualità di relatore, una sua valutazione sull'ipotesi avanzata dal Consigliere Ghiglia di ritorno in Commissione.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, credo che su questa proposta si sia già espresso il Presidente della Commissione.
Per quanto riguarda la questione politica posta dal Consigliere Ghiglia, devo dire che nella Conferenza dei Capigruppo c'è stata sì una situazione pregiudiziale, ma posta da alcuni rappresentanti della maggioranza che non volevano procedere alla discussione di questo punto che è diverso.
Le questioni poste dall'Assessore Vaglio non hanno fondamento o, quanto meno, l'Assessore Vaglio non conosce le determinazioni successive del provvedimento.
Il perimetro del parco è diverso da quello precedente. Si è tolto il Comune di Mompantero, si sono tolte tutte le parti non essenziali e indispensabili. Inoltre, si è proceduto all'accordo con l'Amministrazione comunale principale che è quella di Bussoleno, non con il Sindaco attuale ma con quello precedente, il Sindaco leghista.
Quando era stata fatta l'audizione si era addivenuti ad una conclusione, tant'è che il Parco è diventato Riserva Naturale Speciale con vincoli diversi, tant'è che è possibile aprire la pista antincendio, quindi i motivi non sussistono.
Credo invece importante che venga approvato questo provvedimento, per a questo punto, visto che anche il Capogruppo di Forza Italia ha parlato a titolo personale, io chiedo all'Assessore ai parchi pro-tempore di dirmi la posizione dell'Assessorato ai parchi.



(Commenti del Presidente Ghigo)



CAVALIERE Pasquale

Eh no, Presidente, perché a questo punto io intendo conoscere la posizione non solo dell'Assessore ai parchi, ma della Giunta sul provvedimento, in modo che il voto poi avrà un suo esito.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, on. Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io non posso che confermare, in relazione al risultato che ha fornito la Commissione, che il voto della Giunta e di conseguenza dell'Assessorato di cui ho la delega, su questo provvedimento era ed è favorevole, come del resto è stato proposto in Commissione. Ciò nondimeno è un argomento sul quale mi rendo conto possa esserci anche posizione di coscienza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, chiedo innanzitutto di mettere in votazione la mia proposta di ritorno in Commissione.
Sulla pregiudiziale abbiamo discusso e abbiamo votato, pertanto chiedo che venga messa in votazione la richiesta di rinvio in Commissione. E' un voto assolutamente legittimo.



PRESIDENTE

Questa fattispecie è regolamentata dal primo comma dell'art. 81 che recita: "Il Consiglio può rinviare alla Commissione l'esame dell'intero testo o di singoli articoli quando gli emendamenti proposti rendano necessaria ed opportuna un'ulteriore istruttoria".
Credo che per semplicità si possa passare direttamente alla votazione sulla proposta di rinvio, perciò chi è favorevole al rinvio in Commissione voterà sì, chi è contrario voterà no.
Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sulla proposta di rinvio in Commissione.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 24 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il provvedimento è rinviato in Commissione.



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Due considerazioni, entrambe politiche. La prima è rivolta al Presidente Ghigo, affinché dica qualcosa sul fatto che ancora una volta, non è la prima, a fronte di una propria decisione, come Presidente della Giunta regionale, viene smentito da larga parte della Giunta, oltre che dalla maggioranza.
Presidente Ghigo, io non ho mai visto succedere questo fatto così ripetutamente senza che il Presidente prendesse atto di questa sconfessione politica e rassegnasse le proprie dimissioni, magari per ricominciare da capo. Io non ho mai visto una cosa del genere, e guardi, Presidente, che non prendere atto delle situazioni politiche vuol dire uccidere tutto. Vuol dire che non ci sta più nulla e ci sta tutto; non c'è più una maggioranza l'opposizione vede i voti della maggioranza convergere con i suoi, lei rimane quindi a governare cosa? Cosa guida, lei? Lei guida una maggioranza che non c'è più! Presidente, continuo a pensare che, anche dal punto di vista del suo futuro, non si possa continuare in questo modo, con sue determinazioni che vengono immediatamente smentite. Ne prenda atto, consenta a quest'aula di vedere se si può proseguire in un altro modo.
Noi, come Gruppo, l'abbiamo detto e ridetto in tutte le salse, non siamo interessati a nuove maggioranze, per noi le due maggioranze passano attraverso il voto elettorale, i nostri quattro voti non li daremo a nessun tipo di ipotesi ribaltativa.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E' solo un rinvio.



CHIEZZI Giuseppe

Non è un rinvio, Presidente, questi fatti pesano come macigni. E' il rinvio contro il parere del Presidente della Giunta regionale e contro l'Assessore competente. Non è un fatto da poco, questo. Vuol dire Presidente Ghigo, che quello che dice lei conta niente. Se viene smentita una piccolezza del genere, che ne è delle decisioni importanti? La seconda questione riguarda gli accordi presi nelle riunioni dei Capigruppo. Per noi non esistono più accordi, Presidente, basta! Tutti gli accordi sono cancellati perché l'accordo di esaminare questi due provvedimenti era stato preso: noi abbiamo garantito sul primo provvedimento, anche se non l'abbiamo votato, la maggioranza non ha garantito il secondo provvedimento. Con voi accordi non se ne possono fare e consideri pure cancellato ogni tipo di accordo pregresso. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Volevo commentare questo fatto. Può essere data un'interpretazione consueta, è un fatto tecnico a cui siamo stati abituati, però questa volta io credo che il Presidente della Giunta si renda conto che finché si lascia guidare dal Consigliere Ghiglia e dall'Assessore Vaglio, fatti come questi continueranno a capitarne.
Presidente, non la segue più nessuno, anzi, più passa il tempo e sono sempre meno gli uomini della maggioranza che la seguono.
Questa volta si è trovato proprio solo, solo con l'Assessore Botta, con l'astensione dell'Assessore Leo, il resto proprio non l'ha seguita. Nessuno l'ascolta più! Presidente, io le consiglio di togliere la delega a chi non l'ascolta più. La delega è un rapporto di fiducia politico; nel momento in cui non c'è più fiducia nei suoi confronti, lei deve togliere la delega ai suoi Assessori.
Se ciò che dice il capo dell'Amministrazione non viene seguito, noi chiediamo immediatamente, non tanto le sue dimissioni, che lei non darà mai, ma di togliere ai suoi Assessori la delega.
Questo è un fatto che chiediamo con forza: tolga la delega ai suoi Assessori che non l'hanno seguita. Altrimenti non si può più governare, nel senso che non c'è più una maggioranza, non c'è qualcuno che ha responsabilità.
Tolga la delega all'Assessore Bodo, all'Assessore Burzi, all'Assessore Vaglio, all'Assessore Goglio, all'Assessore Majorino, all'Assessore D'Ambrosio. Tolga loro la delega, non la seguono più, gliene importa nulla di ciò che lei dice e l'hanno detto chiaramente. Non è un fatto tecnico, è un fatto politico.
Ma come fa, Presidente Deorsola, a non essere garante di un accordo preso nella riunione dei Capigruppo? Lei non si rende conto di quello che è capitato, lei si è reso garante di un patto che era stato assunto e che anche lei non ha garantito. Ma qui vi fate ostruzionismo da soli! La collega Spagnuolo, giustamente, oggi ha reagito duramente ad una modalità con la quale si svolgono i lavori in aula, nei rapporti che si sono instaurati. Vi fate ostruzionismo da soli! E' evidente che i prossimi provvedimenti che saranno discussi, a partire da Expo 2000, nonostante le paginette che studierete stanotte ecc., sono segnati dalla mancanza di un rapporto, di un patto serio che era stato raggiunto, che non era un accordo terribile, era un accordo a mantenere ciò che era stato deciso in Commissione.
A questo punto, Presidente, i casi sono due: se lei ha la maggioranza con sé, come ritiene di avere e come ha dichiarato ieri sera alla televisione, se ha questa convinzione, tolga la delega agli Assessori che hanno disobbedito, li cambi, personale ce n'è e credo che molti ambiscano a svolgere questo ruolo.
Un consiglio: lo faccia immediatamente.
Se lei, invece, ritiene più utile dimettersi per rivedere un po' tutto sarebbe la soluzione migliore, ma siccome crediamo che lei non abbia questa forza, perché l'ha dimostrato anche in diverse occasioni, e i suoi Assessori che le hanno disobbedito in questo momento non sono neppure dispiaciuti, se ne deve rendere conto. Non sono dispiaciuti, sono contenti di averla messa in difficoltà.
Ma come fa l'Assessore Vaglio ad aver detto quello che ha detto quando lei ha fatto quelle dichiarazioni? L'Assessore Vaglio deve rendere conto a lei, che è il capo dell'Amministrazione, lei che è stato indicato direttamente dal popolo...



(Intervento dell'Assessore Vaglio che parla fuori microfono)



SAITTA Antonino

Ascolti bene le mie parole, Assessore Vaglio, ho detto: indicato dal popolo, non eletto. Assessore Vaglio lei non si rende ancora conto che non è il feudatario della montagna; lei è un componente della Giunta che deve rendere conto alla sua maggioranza e soprattutto al Presidente della Giunta...



(Intervento dell'Assessore Vaglio che parla fuori microfono)



PRESIDENTE

Non interrompiamo chi sta svolgendo gli interventi.



SAITTA Antonino

Assessore Vaglio, lei fa bene a parlare perché conferma un'opinione di disprezzo nei confronti del Consiglio. Lei deve rendere conto al Consiglio lei è Assessore di tutti e, soprattutto, deve rendere conto al Presidente della Giunta. Lei non ritiene di dover rendere conto al Presidente della Giunta! Lei si comporta come meglio ritiene! E così anche l'Assessore Burzi. Collega, lei che è Assessore alla programmazione, a quanto di globale vi sia, non ascolta più il Presidente Ghigo? E' di un altro partito, fa parte della minoranza il Presidente Ghigo? Assessore Bodo, lei che è silenzioso, fa anche il "franco tiratore"? Assessore Goglio ..., ma come? Non ascolta più nessuno? So a cosa ci troviamo di fronte, all'"Armata Brancaleone", a "I dilettanti allo sbaraglio"? Questa è "La corrida", non è "Striscia la notizia". Questa è "La corrida! Dilettanti allo sbaraglio"! Questa Regione non può essere governata da dilettanti allo sbaraglio! Presidente, mi dispiace rivolgermi continuamente a lei ed essere critico. Vorrei però, tolta la polemica che normalmente si esprime tra maggioranza e opposizione - alla quale anch'io eccedo in alcuni momenti che lei si rendesse conto, a questo punto, di avere accanto degli Assessori infidi nei suoi confronti. Infidi! Questi sono Assessori infidi, i quali sorridono persino di quanto accaduto, anziché di battersi il petto.
Sorridono persino! E sono contenti di aver fatto quanto han fatto. Sono Assessori infidi, che non si rendono conto dell'atto politico grave che hanno compiuto.
L'aspettiamo, su questa questione; lei non può chiedere all'opposizione di tenere un atteggiamento costruttivo - come ci chiederà domani - quando non è in grado di chiederne uno altrettanto costruttivo agli Assessori che lei ha nominato.
Non può chiedere a noi una corresponsabilità, quando le persone a lei più legate non l'hanno nei suoi confronti.
Non venite a dirci, domani, che la minoranza è irresponsabile, che vuol fare ostruzionismo. La minoranza svolge un ruolo politico.
Lei, Presidente, non ha più una maggioranza, ma soltanto degli Assessori infidi: se ne guardi bene. Guardi che la politica, molto spesso è come la "Via Crucis": c'è chi tradisce, c'è chi frusta: si finisce anche sul Calvario, in croce.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, penso che i Consiglieri Chiezzi e Saitta, nei loro interventi, abbiano spostato l'oggetto dell'attenzione, che in questo momento è un altro: le minacce del Consigliere Cavaliere, fatte uscendo da quest'aula, fuori microfono: "Da qui al 2000 non passerà più alcun provvedimento!" Penso si tratti di ricatti inaccettabili ...



(Considerazioni fuori microfono del Consigliere Cavaliere)



ANGELERI Antonello

So che tu, collega Cavaliere, non sei abituato a metodi democratici: lo so e l'ho sperimentato sulla pelle, personalmente. Dato che conosco i tuoi metodi, ti chiedo, per cortesia, di lasciarmi parlare. Tu esprimi minacce politiche, io esprimo valutazioni politiche sulla scorta delle tue minacce inaccettabili.
La vergogna di cui tu parli molto spesso dev'essere la tua: vergognarsi di fare determinate affermazioni in quest'aula, anche se a microfono spento.
Nella precedente Conferenza dei Capigruppo è stato sollevato un problema legittimo da parte del sottoscritto e, mi pare, anche del Consigliere Ghiglia. Non avendo partecipato alla votazione in Commissione il 24 febbraio si aveva piacere di valutare ulteriormente questo provvedimento. Il che non significava e non significa votare contro astenersi. Penso sia richiesta legittima, così come avvenuto soprattutto in questi ultimi mesi da parte dell'opposizione su moltissimi provvedimenti: ritornare in Commissione e rivalutarli con attenzione. Penso sia richiesta del tutto legittima e del tutto democratica; può darsi ci sia qualcuno non abituato a questa democrazia, ma penso si debba anche saper ascoltare.
Penso che il Presidente non necessiti di avvocati difensori; vorrei però richiamare in aula - i colleghi Chiezzi e Saitta fanno la loro parte l'impegno che si è assunto: votare, non discutere "come" votare. Tant'è che le dichiarazioni in questo senso dei Capigruppo erano, compresa quella del collega Gallarini, a titolo personale, lasciando liberi i colleghi di votare come credevano. Così come il sottoscritto appartenente alla maggioranza si è espresso chiedendo il rinvio in Commissione - non si è espresso contro il provvedimento.
Non entro nel merito, per esempio, di quanto già sollevato giustamente e correttamente dal Consigliere Ghiglia. Il continuo scambio: "Passa questo se passa il resto", con atteggiamenti cui prestare molta attenzione, poich minano il sistema di democrazia di quest'aula.
Abbiamo parlato dell'importanza e dell'urgenza di un provvedimento portato in aula dall'Assessore Botta, relativo a 8.000 abitanti del Piemonte. Provvedimento posto sullo stesso piano di un disegno di legge approvato in Commissione il 24 febbraio del 1998 - non 1997! Sfido chiunque a verificare sull'o.d.g. dei lavori di questo Consiglio quanti sono i provvedimenti iscritti da mesi; non entro nel merito di alcuni, sicuramente più importanti e dell'Orrido di Foresto e di altro.
Ognuno, torno a ripetere, svolge la sua parte, così l'opposizione e la maggioranza, ma non è corretto falsare i termini delle questioni. Non vi era alcun accordo sul voto favorevole; l'accordo era di portare in votazione il documento. Documento che è stato votato e rimandato in Commissione, com'è avvenuto in miriadi di altre occasioni.
Penso occorra prestare molta attenzione ai lavori futuri dell'aula quando il Consigliere Chiezzi, rispetto ad una valutazione dell'Assessore Vaglio, afferma: "Aspettiamo i provvedimenti dell'Assessore Vaglio, venga l'Assessore, e poi vediamo!", in realtà muove un'altra minaccia.
Per carità, in fondo siamo l'espressione, lo specchio della società che va in questa direzione - e noi, forse, anche. Personalmente, di questo comportamento mi vergogno: sono cose che in quest'aula devo dire con estrema chiarezza, perché in quest'aula noi non rappresentiamo solo noi stessi, ma rappresentiamo centinaia di migliaia di cittadini piemontesi! E questa farsa continua - continua! - che in quest'aula, devo dire con bravura e anche con grande capacità, alcuni Consiglieri dell'opposizione continuano a perpetuare, è una farsa che io penso debba essere conosciuta anche all'esterno. Mi auguro che una volta tanto dai mass media (poi come al solito queste discussioni arrivano alle otto e mezza di sera, quando giustamente - i giornalisti e le televisioni sono già andati via) qualcosa possa essere ripreso. Perché guarda caso in quest'aula negli ultimi mesi se un provvedimento può passare da due ore ad un mese, passa in un mese, non passa in due ore! Per carità, è tutto legittimo, lo prevede il Regolamento di questo Consiglio. Se in quest'aula c'è la possibilità di rinviare discussioni con artifizi che correttamente il regolamento consente, questo di fatto è l'indirizzo che alcuni - solo alcuni, devo dire - Consiglieri dell'opposizione continuano a portare avanti.
Questo sicuramente non è un metodo di confronto che si possa definire democratico.
Rispetto quindi anche alle ipotesi future di provvedimenti che in quest'aula devono arrivare, quei provvedimenti di cui parla il Consigliere Cavaliere, quelli cioè da domani al Duemila, mi auguro che possano essere oggetto di un'attenzione diversa e di un'attenzione più responsabile, parlo di quella responsabilità che noi dobbiamo sentirci addosso e che ci hanno dato gli elettori nel 1995 quando ci hanno mandati qui ad amministrare la Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Inizio il mio intervento facendo mie tutte le preoccupazioni espresse dal Consigliere Angeleri. Le preoccupazioni per l'agibilità, ma anche la credibilità e addirittura l'esistenza della democrazia in quest'aula perché io vorrei riportare la questione nei suoi binari reali. C'è stato un accordo: un accordo - io però lo vorrei sottolineare 25 volte - sul voto di un provvedimento e su questo vorrei dire che se non ci fosse stata la mia richiesta, legittima e democratica, di approfondimento in Commissione sarebbe, stando ai numeri, mancato il numero legale. Quindi non avremmo risolto nulla comunque.
L'accordo - secondo passaggio - era non di votare a favore del provvedimento, e ci mancherebbe anche che fossimo già arrivati a questo tipo di coercizione morale, da farci imporre dal Consigliere Cavaliere - o dai deliri mistici del Consigliere Saitta che parla di qualcuno che finisce addirittura morto in croce! - come dobbiamo votare! Perché io lo rifiuto questo metodo violento! Metodo violento al quale mi ribello! Quindi non come votare, come qualcuno vorrebbe tentare di imporci, ma di votare! E abbiamo votato. E l'aula che è sovrana in qualsiasi Parlamento, consesso e Consiglio del mondo, si è espressa liberamente, senza coercizioni e ricatti da parte di nessuno! In quest'aula c'è qualcuno che tenta di negare il valore fondamentale della democrazia e della libertà di voto e di pensiero di ciascuno di noi! Attenzione Presidente Ghigo! Attenzione a questo ricatto! Perché in gioco c'è molto di più dell'Expo 2000 e dell'Orrido di Foresto e di quattro parchi, c'è la democrazia! In quest'aula non si pu neanche più votare liberamente, dietro la minaccia di non passare più niente fino al Duemila! Allora io le dico che se non passa più nessun provvedimento da domani iniziamo a dirlo che in quest'aula fuori microfono, rigorosamente fuori microfono, si minaccia di bloccare l'azione amministrativa di una Giunta che governa tre milioni e mezzo di italiani! Perché questa è la verità! Io sono preoccupato di questo, non che un Consiglio si esprima liberamente, perché non c'è nessuna sfiducia se uno chiede di tornare in Commissione per capire, perché non faceva parte di quella Commissione! C'è il desiderio di approfondimento, questo c'è!



RIBA Lido

Ma andiamo avanti così? Presidente, noi ce ne andiamo!



GHIGLIA Agostino

Ecco, questa è la dimostrazione di democrazia anche di qualcun altro che poi si appella sempre all'agibilità democratica dell'aula! Ma bisogna che vengano fuori questi atteggiamenti, fintoistituzionali fintocollaborativi, in realtà conniventi con l'irresponsabilità diffusa che ormai regna in quest'aula! Io di questo sono preoccupato e devo denunciarlo! La politica delle regole vale finché c'è una mediazione politica corretta, non quando c'è il ricatto! Questa non è più politica delle regole, questa non è più politica! Siamo alla lotta ancestrale! Quindi io ho sentito il bisogno di cercare da una parte di riportare la questione sui suoi veri contenuti, e adesso lo dico anche con meno enfasi quando mai non si è acceduto ad una richiesta di approfondimento? E dico anche qui, tanto per dimostrare tutta la volontà propositiva mia personale anche, che se il Presidente della V Commissione intende mettere questo punto che è stato rinviato in Commissione al primo punto dell'o.d.g. della prossima seduta, io che non faccio parte della V Commissione, vado, mi informo, per me può essere liberata in mezz'ora la prossima volta ed essere votata al primo punto dell'o.d.g., ma nessuno pu negare a un qualsiasi Consigliere qui dentro, che peraltro non fa parte di quella Commissione, il diritto legittimo all'informazione! E che dilazione c'è? Una settimana? Di una proposta, è già stato detto, che giace addirittura da quattro anni? E' chiaro che questa affermazione può essere usata a favore o contro, ma io non faccio parte di quella Commissione. I miei diritti possono valere quanto quelli di un altro? Che dilazione c'è a votare fra una settimana? Nessuna.
Quindi questo dimostra tutta la strumentalità di un attacco inverecondo, urlato e ufficioso! Che non inficia assolutamente la maggioranza, perché - grazie al Cielo - su una questione, mi si consenta di questa irrilevanza - visto che appena usciamo da Torino siamo pieni di parchi e di aree protette! - su una questione di questa irrilevanza non si misura una politica! Questo è il classico problema strumentale tanto per dirle: "Ti lasciamo passare un intervento fondamentale per migliaia di cittadini solo se in cambio ci dai il voto..." su qualunque cosa poi, perché il collega Cavaliere ai Capigruppo, dopo aver sfogliato l'o.d.g., ha detto "ma c'è anche l'Orrido di Foresto al punto 20) dell'o.d.g."; allora se deve passare quello che interessa tutti i cittadini pigliamo il numero 20, ma poteva essere il 21, il 25, il 47! Non fregava niente a nessuno, Presidente, fino a un'ora fa, che l'Orrido di Foresto venisse votato oggi! E' chiaro? Credo sia abbastanza chiaro a tutti: non importava niente a nessuno.
Voglio quindi denunciare l'assoluta normalità di un dibattito democratico, di chi chiede delle spiegazioni ed un approfondimento manifestando anche in aula un atteggiamento non dilatorio, essendo disposto a votarlo - contro o a favore, questo poi lo deciderò - anche la prossima volta. Una settimana non cambia nulla.
E' giusto, però, denunciare la strumentalità della goccia che viene sempre tenuta sul limite del vaso, per far sì che questo vaso minacci sempre di traboccare a comando, per poi togliere l'ultima goccia se in cambio si versa un alto bicchiere.
Questa logica, Presidente, indipendentemente dal merito, è una logica che da troppi mesi sta conducendo questo Consiglio verso un baratro e noi ci stiamo cadendo dentro. Dobbiamo, almeno noi, nel rispetto delle regole del gioco democratico, denunciare il rischio del baratro, denunciare la minaccia continua che viene fatta su ogni provvedimento - se no si accede ad altre richieste - e dire come stanno andando le cose in Piemonte, senza paura, perché così tutti i cittadini potranno decidere liberamente chi fa gli interessi della comunità e chi, a questi interessi, subordina sempre ed esclusivamente la strumentalità della più bassa politica di bottega e di partito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Mi rivolgo al Presidente Ghigo, perché in effetti, dopo i problemi sulla questione dell'Expo 2000, del bilancio, delle deleghe, ecc., la Giunta ha bocciato la proposta delle opposizioni sull'Orrido di Foresto quindi portiamo in trionfo questa ricostituita linea forte, capace di misurarsi, di vincere, di mettere in riga le opposizioni! Presidente, il collega Saitta ed io le chiediamo le sue dimissioni perché coloro che in realtà fanno finta di sostenerla, non vogliono le sue dimissioni, ma vogliono la sua pelle politica. Questa è una questione di cui lei deve essere consapevole, perché questo gioco è del tutto trasparente da parte delle opposizioni. Le opposizioni, poi, non hanno il dovere di tenere un comportamento omogeneo rispetto a tutte le opposizioni in ogni caso, all'interno del gruppo delle opposizioni - e dico delle opposizioni - lei non ha mai trovato un voto in dissenso rispetto alla linea espressa dai Gruppi.
Questo è il minimo di autorevolezza politica che i Gruppi devono avere.
Le questioni di libertà di coscienza certamente si pongono; anche noi le poniamo riguardo all'etica, alla morale, alla pace o alla guerra, al divorzio, all'aborto, ecc.. Certo, ma sulla questione dell'Orrido di Foresto andiamo ad invocare la libertà di comportamento e di coscienza? Siamo al banale, siamo all'affossamento della dignità dei comportamenti! E' inutile cercare di camuffarla in altra maniera, noi da questa parte Presidente Ghigo - siamo agevolati ad osservare le espressioni dei suoi Assessori: di consenso, di dissenso, di appostamento, di diversificazione di atteggiamento e quant'altro.
Ci rendiamo conto, ne abbiamo anche discusso in un recente convegno pubblico, e da questo punto di vista registrando posizioni autorevoli del mondo della cultura e dell'informazione, che questa maggioranza, in modo particolare il Gruppo di Forza Italia, non utilizza le categorie politiche che sono proprie dei comportamenti deontologici della politica. Nel senso che se c'è una situazione in cui il Presidente va in minoranza ripetutamente, ci sono dei provvedimenti bloccati ripetutamente, si riorganizzi, ne tragga le conseguenze, si può dimettere, può proporre un rimpasto, può proporre una riorganizzazione, perché voi tutto potete dirci ma non che in privato non riconosciate che gli Assessori non sono assolutamente all'altezza della situazione.
Lo dite tutti i momenti e in tanti, non faccio nomi perché il problema non è di chi lo dice o non lo dice, il problema è che lo si dice, lo si percepisce, lo si attesta.
Rileviamo, inoltre, il fatto che da sei mesi manca un Assessore al turismo. Presidente, mi ascolti, utilizzi categorie politiche, se non le nostre, almeno autorevoli, non faccia surrettiziamente l'Assessore al turismo, prenda le deleghe relative alle riforme istituzionali. Perch queste devono essere, al di là dell'importanza e della dignità di tutti gli Assessori, in una situazione di emergenza come questa devono essere in capo a chi ha la massima autorevolezza nel rappresentare le posizioni dell'esecutivo e della maggioranza.
Noi non possiamo più discutere con il Presidente Ghigo della questione dell'Orrido di Foresto, in quanto Assessore di merito, e discutere con altri Assessore - qualsiasi essi siano - delle deleghe, dell'attuazione della Bassanini e quant'altro. Questa non è più una categoria politica utilizzabile.
Riguardo al rilanciare a carico dell'opposizione delle responsabilità per l'utilizzazione di un Regolamento o quant'altro, io parlo per la mia parte politica che si sente coinvolta nel dramma che ricade sul Piemonte della scomparsa, del venir meno della capacità di dirigere, di costituire un punto di riferimento, di interpretare la politica delle esigenze da un punto di vista lontano dal nostro, ma certo serio e coerente, e la sofferenza che ne deriva dal fatto che ormai l'istituzione regionale viene considerata saltuariamente e qualche volta fa notizia soltanto per la confusione nella quale si ritrova costantemente.
Voi dite che è colpa dell'opposizione? Fatele valere, facciamole valere queste affermazioni, perché nel merito di un Piano di sviluppo che continua a non esserci, delle linee di un Piano di sviluppo che - per boicottaggio o per altro - vengono presentate in termini assolutamente irricevibili, noi abbiamo molti argomenti da far valere sul merito.
Non possiamo più andare avanti in una situazione in cui lei consapevole, sceglie una linea di basso profilo pur di sfuggire, di passare al di sotto dei radar del giudizio e di sopravvivere, perché ci dà la sensazione (e non è una sensazione isolata) che questa maggioranza oggi concepisca in termini strani, per tutta la deontologia politica, il rapporto tra se stessa e l'istituzione.
Abbiamo la sensazione, direi la consapevolezza, che per lei, Presidente Ghigo, per la sua maggioranza, per la sua Giunta, perché la maggioranza ha atteggiamenti molto diversi e li manifesta con il dissenso che vi è data occasione di esprimere (non possibilità, ma occasione, tutte le volte che c'è l'occasione di esprimere), allora l'oggetto, l'azienda è Forza Italia l'azienda è la maggioranza relativa, l'azienda è Alleanza Nazionale, che deve sopravvivere e l'istituzione è l'oggetto del comportamento aziendale.
Capito? L'impresa è l'azienda, l'impresa è la maggioranza che deve sopravvivere. Il Piemonte non è più il soggetto della politica, ma è un oggetto verso il quale ci si atteggia o lo si utilizza. L'importante è sopravvivere.
Se poi l'istituzione non è più un riferimento, non ha più autorevolezza o altro, la situazione ricade sul Piemonte.
Presidente, lei dice che è stato un incidente tecnico quello che ha riguardato la votazione sulla Commissione di indagine e sui comportamenti dell'Assessore Vaglio.
Oggi è di nuovo una situazione incidentale che vede divisi la maggioranza, un gruppo di Assessori, un gruppo di comportamenti? Le questioni tendono significativamente a ripetersi.
Certo, domani potremo tentare di passare ad altri argomenti l'ostruzionismo, l'abbiamo ripetuto tante volte, nasce dalla volontà, dalla presenza nella maggioranza di due linee: una è la sua, che probabilmente ha anche questi elementi di strategia, di tattica del comportamento, non è di particolare rispetto dei rapporti con tutti, ma di opportunità di sopravvivere nelle condizioni date; poi c'è la linea seguita da Alleanza Nazionale, forte dei suoi Assessori, che le impone, Presidente, un rigore una determinazione che sarebbe degna di una diversa compattezza, di una diversa capacità politica e anche di una diversa rappresentatività. Se lei ha intenzione di rimettere in piedi la sua Giunta, deve in qualche modo renderlo noto. Non è sufficiente essere al corrente che questo tentativo è in atto da mesi, che lei è consapevole che senza una riorganizzazione profonda difficilmente riuscirà a conquistare quell'autorevolezza che ha bisogno per far "transitare" il bilancio e tutti gli altri provvedimenti significativi. Noi siamo profondamente allarmati per il rischio che corre il Piemonte dal non avere un punto di riferimento in questa istituzione.
Quelli che come me sono abituati a ragionare in termine di società civile sanno che ci sono poteri economici forti, poteri che utilizzano tutte le opportunità; tale azione è un esercizio democratico come tutti gli altri se ci sono dei poteri istituzionali, amministrativi, delle istituzioni autorevoli in grado di ricomporli nella logica delle contrapposizioni, dei conflitti sociali, dei conflitti dei vari interessi che si muovono all'interno di una comunità. Ma questo avviene proponendo un disegno, il resto è logica di sopravvivenza.
Domani lei dirà che tutto sommato la giornata è passata, c'è stato l'atteggiamento determinato dell'opposizione, ma tutto è finito. Guardi che io - per quanto riguarda la votazione di Expo 2000, avevamo deciso di assumere una posizione di non opposizione - non sono affatto contento del fatto che i provvedimenti stiano subendo dei rallentamenti, siamo tentati di assumere un atteggiamento sia di denuncia del fatto che questo Consiglio regionale è nell'impossibilità di proseguire. Dopodiché non si sfuggirà alla responsabilità principale che è quella della composizione della Giunta, della rappresentanza della Giunta, della sua capacità di porre obiettivi forti, organizzare e anche, se vuole, di sostenere un forte dibattito con il Consiglio regionale. Spesso, essendo "vecchio" - e me ne duole - ho assistito altre volte ad interventi di Presidenti, ma questi intervenivano per ultimi per sistemare alcune cose di perfezionamento politico, non si sostituivano sistematicamente ad un gruppo di Assessori non in grado di reggere il confronto, perché non portatori di una organizzazione dei contenuti dell'azione politica. Non generalizzo e non sparo nel gruppo, faccio dei riferimenti, come fanno tutti sapendo che in giro si parla significativamente di una iniziativa, di un'azione politica inadeguata, non all'altezza di un momento sempre più drammatico per i problemi del Piemonte.
Si capisce che lei adesso sarà nuovamente avvolto da una sollecitazione a considerare tutto questo la protervia dell'azione dell'opposizione determinata e troppo aggressiva. Inoltre continuerà a sfuggire all'altro problema: una maggioranza sfilacciata, delle opzioni politiche all'interno della maggioranza che vanno anche un pochino riconsiderate, la situazione del Polo. Non sono questioni private la ricomposizione della Giunta, la ridefinizione degli obiettivi politici e la ricomposizione dell'esecutivo.
Queste sono le questioni significative. Dire queste cose, Presidente Ghigo significa forse svolgere un'azione pretestuosa o significa dare un giudizio rispetto all'ennesimo incidente che dimostra come siamo costretti ad invocare - si fa per dire - la libertà di coscienza sull'Orrido di Foresto per poter salvare la maggioranza e per poter camuffare la crisi politica che la contraddistingue? La questione all'ordine del giorno di questa sera lo so bene che non era l'Orrido di Foresto in sè, nei contenuti, poi può anche darsi che l'Assessore Vaglio avesse una sua posizione rispetto ad una strada, ma non credo che ciò possa determinare una posizione politica della maggioranza.
C'era evidentemente altro. La questione è nata su un argomento che comunque non è secondario - in ogni caso si tratta di questioni che investono la cultura politica, l'azione amministrativa - e dimostra fino in fondo che il problema è tutto politico; l'aspetto contingente è soltanto un'occasione per sottolineare ulteriormente questo tipo di problema. Chiediamo inoltre a lei, Presidente Ghigo, di essere esplicito nel prendere in consegna, come problema principale oggi, la questione della istituzione, il ruolo, la funzione, il destino.
Se lei lo farà io, peccando ancora una volta di disponibilità, le dico che da parte nostra ci sarà un'attenta considerazione di un Presidente che sa affrontare la questione in questi termini. Ma se lei sfugge a questo tipo di problema noi non accetteremo che venga sottratta all'agenda politica la questione principale che riguarda la Regione. Questo discorso vale in qualche misura anche per il Presidente del Consiglio regionale Deorsola, non per le stesse, simmetriche responsabilità, ma perché lei è il garante del Consiglio. Non dico che non ci sono colpe da parte di tutti e mie in modo particolare - non parlo del mio Gruppo politico - però non bisogna autoassolversi attribuendo ad altri le colpe.
Poniamo il problema, trovate gli elementi di correzione, l'azione politica da svolgere e, forse, l'istituzione vivrà un momento di recupero della sua centralità e della sua dignità. Altrimenti credo che qui venga segnato il destino dell'istituzione e questo, francamente, mi rende molto preoccupato perché noi stiamo in qualche maniera compromettendo la qualità di un'istituzione che ci è stata affidata dai cittadini piemontesi. Tutti siamo stati votati, una forza di opposizione, potete essere voi, possiamo essere noi, ha sempre due doveri imprescindibili l'uno è quello di interpretare il mandato conferitogli dagli elettori, l'altro è quello di sostituire la maggioranza. L'una e l'altra cosa fanno parte dell'etica dei doveri dell'opposizione, nessuna delle due cose si fa comunque a prescindere dell'etica dei comportamenti. Ma l'etica dei comportamenti adesso interpella il Presidente del Consiglio per quello che riguarda l'istituzione e il Presidente della Giunta per quello che riguarda il governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, innanzitutto vorrei sottolineare che il disegno di legge in oggetto è stato approfondito per due anni e mezzo in Commissione; tant'è che è stato oggetto di un'audizione del Presidente della Giunta. Il Presidente della Giunta, che è anche temporaneamente reggente del servizio dei parchi, dopo approfondimenti e dibattiti ha - credo a nome della sua Giunta, perché di solito avviene così - dato l'assenso della Giunta altrimenti il provvedimento avrebbe avuto un iter diverso e non sarebbe stato votato all'unanimità dai componenti della Commissione. Il fatto che sia del tutto strumentale la richiesta che il provvedimento ritorni in Commissione, mi pare evidente dai fatti. Infatti le questioni poste dal Consigliere Viglietta che hanno colpito il Capogruppo di Forza Italia di congruità legislativa del provvedimento erano state affrontate dal servizio competente.



(Commenti del Consigliere Viglietta)



CAVALIERE Pasquale

Se un provvedimento è illegittimo viene bocciato dal Commissario di Governo.
Non si tratta, collega Ghiglia, di parlare fuori microfono; se mi capita di parlare fuori microfono è perché in quel momento non ho il microfono.



GHIGLIA Agostino

No, non è vero!



CAVALIERE Pasquale

Ma non ho alcuna difficoltà...



GHIGLIA Agostino

Tu le cose gravi le dici fuori microfono!



CAVALIERE Pasquale

Io non ho alcuna difficoltà, forse a tua differenza...



PRESIDENTE

Vi prego di non interrompere chi svolge l'intervento.



CAVALIERE Pasquale

Ripeto: io non ho alcuna difficoltà, collega Ghiglia, a dire che per quanto mi riguarda questa Giunta, il Presidente di questa Giunta e la Giunta nel complesso, nei suoi provvedimenti ha perso l'autorevolezza...



GHIGLIA Agostino

Non hai detto questo!



ANGELERI Antonello

Non hai detto questo!



CAVALIERE Pasquale

Ha lo stesso significato.



ANGELERI Antonello

Non hai detto questo! Non hai detto questo!



PRESIDENTE

Lasciate svolgere l'intervento al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Poi vengo a te, Angeleri, non ti preoccupare! Dicevo che non ha nessuna autorità morale, per quel che riguarda il mio Gruppo da oggi - da oggi! - perché gli accordi politici... per quanto riguarda il sottoscritto molti provvedimenti non sarebbero mai passati, per quanto riguarda ognuno di noi! Se vediamo la mole dei provvedimenti, la caratteristica di ogni provvedimento, molti di questi non accontentavamo Consiglieri di maggioranza e di minoranza, la politica, l'istituzione e anche la responsabilità (è accaduto sulle modifiche all'art. 17: le modifiche che sono state approvate non soddisfacevano, ed era una questione grossa che noi ponevamo di governo del territorio, e così tante altre cose). Ma adesso è diverso perché quando viene meno quel minimo di gestione politica, non democratica, quel minimo di gestione politica del rapporto istituzionale, per quel che riguarda il mio Gruppo ogni atto di permanenza di questa Giunta al governo è un danno alla comunità piemontese e il mio Gruppo si comporterà di conseguenza.
Quando del resto la comunità piemontese è sottoposta non all'azione legislativa, politica, istituzionale, di un Consigliere di minoranza, ma la comunità piemontese, cioè la Giunta piemontese, è sottoposta agli umori di alcuni esponenti della maggioranza e abbiamo visto che quando si unisce l'umore di Viglietta, di Angeleri e di Vaglio...



ANGELERI Antonello

Che cosa vuoi dire? Cosa vuoi dire?



CAVALIERE Pasquale

Che quando si unisce l'umore...



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, non faccia delle valutazioni ultronee.



ANGELERI Antonello

Cosa vuoi dire? Devi dirlo!



PRESIDENTE

Lasciamo svolgere l'intervento, poi se ritenete per fatto personale questa volta credo ci siano le condizioni.



CAVALIERE Pasquale

Certo, certo, facciamo riparlare tutti oggi.
Quando si unisce l'umore di Viglietta, di Angeleri e Vaglio, credo che questo sia foriero di grandi proponimenti per il Presidente Ghigo, di grandi proponimenti per la concezione della Pubblica Amministrazione che hanno questi Consiglieri, questi Assessori, questi malversatori della Pubblica Amministrazione!



ANGELERI Antonello

Stai attento a quello che dici!



CAVALIERE Pasquale

Malversatori della Pubblica Amministrazione!



PRESIDENTE

La richiamo ad un linguaggio che sia adeguato alle situazioni.



CAVALIERE Pasquale

Presidente Ghigo, lei doveva controllare questi Assessori! Questi Assessori stanno controllando lei, Presidente!



ANGELERI Antonello

Io mi alzo e me ne vado! Non posso accettare la gravità di questa situazione!



CAVALIERE Pasquale

Lei è un malversatore della Pubblica amministrazione! E l'ha stabilito la Commissione di questo Consiglio!



ANGELERI Antonello

Io non posso accettare la gravità di quest'aula! Siamo un'istituzione democratica, non siamo in un Tribunale! Non è un processo!



PRESIDENTE

Resta la verbalizzazione, c'è un giudizio che non è problematico.



ANGELERI Antonello

Non siamo in un Tribunale! Non è un processo!



CAVALIERE Pasquale

Infatti io mi rifaccio...



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere io la richiamo ad esprimere delle valutazioni e non a dare dei giudizi che comportano delle situazioni di imbarazzo.



CAVALIERE Pasquale

Situazioni di imbarazzo?



PRESIDENTE

Di imbarazzo perché non compete a noi dare quel tipo di valutazioni, ma ad altri organi istituzionali, perciò lei concluda il suo intervento. Io però il dovere di richiamarla a quelle valutazioni che devono essere suffragate perché se si usano dei termini tecnici bisogna poi riuscire a suffragare queste valutazioni. Concluda.



CAVALIERE Pasquale

Prosegua, semmai.



PRESIDENTE

Prosegua e concluda.



CAVALIERE Pasquale

Quando avrò esaurito il mio tempo scorporato dalle interruzioni io certamente terminerò il mio intervento.
Mi riferisco, Consigliere Angeleri, a quanto ha stabilito sul suo comportamento come Assessore non la Magistratura, non altri organismi, ma la Commissione del Consiglio regionale che è stata incaricata di analizzare il suo operato.



ANGELERI Pasquale

E che cosa ha stabilito?



PRESIDENTE

Consigliere Angeleri, le darò la parola dopo, se riterrà.



CAVALIERE Pasquale

Ha stabilito che lei ha malversato la Pubblica amministrazione.



ANGELERI Antonello

No! Io abbandono l'aula! Questo non è emerso assolutamente!



PRESIDENTE

Le conclusioni sono riportate, sono scritte. La invito ad attenersi ai fatti e non ad esprimere dei giudizi che non...



CAVALIERE Pasquale

A chi sta invitando? Glielo chiedo perché sta guardando di là.



PRESIDENTE

A tutti e due.



ANGELERI Antonello

Io abbandono l'aula per protesta!



PRESIDENTE

Le dichiarazioni sono registrate, ognuno si fa carico ovviamente delle dichiarazioni che...



ANGELERI Antonello

In quest'aula non è possibile accettare processi!



CAVALIERE Pasquale

Posso proseguire Presidente?



PRESIDENTE

Prosegua il suo intervento.



CAVALIERE Pasquale

Io credo che il Presidente della Giunta debba prendere atto che di fronte a una sua posizione - alla posizione della Giunta! - si è visto il dissociamento non solo della maggioranza, ma soprattutto - come ha ricordato il collega Saitta - dei suoi Assessori. Perché vede, Presidente Ghigo, fa più impressione a noi che a lei, vedere il suo Assessore Burzi votare baldanzoso, sorridente e soddisfatto, quasi fosse alla Loggia del Giaguaro (quelle votazioni che si fanno nelle associazioni di amici) votare soddisfatto e sorridente capendo l'implicazione perché il voto è senz'altro libero e ognuno di noi deve potere esprimere in quest'aula un voto libero, ma le conseguenze di ogni nostro voto, il mio compreso, sono sempre politiche. Sono sempre politiche. E io cerco, quando voto, sempre di capire, di analizzare, di vedere che conseguenze può avere quel voto.
Ebbene, questo voto ha delle conseguenze politiche e chi l'ha espresso in un certo modo, almeno gran parte o meglio parte di coloro che l'hanno espresso, conoscevano le conseguenze politiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pier Luigi

Presidente e colleghi, condivido molto di quanto è già stato detto da alcuni colleghi, Angeleri e Ghiglia per essere precisi.
Collega Riba, al di là di quanto noi viviamo qui dentro, quando oggi alla Conferenza dei Capigruppo la collega Spagnuolo, di opposizione (questo è al di sopra di ogni sospetto), ha fatto alcune considerazioni molto dure nei confronti di alcuni atteggiamenti, penso che non solo noi siamo stati indotti in meditazione; tutti possiamo meditare su quegli interrogativi.
Vede, Consigliere Cavaliere, quando lei dice che in quest'aula sono passati provvedimenti che non vi soddisfacevano, che però avete lasciato passare lo stesso, beh, questa è democrazia.
Ci hanno insegnato tutti che si può anche non condividere dei provvedimenti, ma questo non significa mettersi di traverso per impedire che le maggioranze elette liberamente possano portarli in porto, salvo poi pagarne le conseguenze (se questi sono effettivamente scandalosi o dannosi per la società) nella successiva tornata amministrativa. Scusi la presunzione, collega Cavaliere, io ho fatto anche l'opposizione all'interno di quest'aula e ritengo di averla fatta nel rispetto di chi portava avanti determinati provvedimenti.
Dunque, è vero, Consigliere Riba, che all'interno dell'opposizione ci sono atteggiamenti di un certo tipo e atteggiamenti di un altro. E molte volte, così come noi all'interno della maggioranza ci siamo sfilacciati ad esempio sull'Orrido di Foresto, per un rinvìo in Commissione, l'opposizione si è divisa sulla caccia.
Non è vero, come ha detto lei, che l'opposizione non si è mai divisa anche se è molto più facile essere uniti sui no, anziché sui sì, e questo è sotto gli occhi di tutti.
In ogni caso - dicevo - il concetto di democrazia dovrebbe significare fare tutti la propria parte per migliorare i provvedimenti, per cercare di imporre provvedimenti o misure alternative, ma non affermazioni dentro o fuori microfono tipo quelle che abbiamo sentito oggi.
Certo, non è tutta l'opposizione che fa queste affermazioni, ne siamo ben convinti, infatti distinguiamo, però purtroppo ci sono state affermazioni di questo tipo.
Il Consigliere Ghiglia ha detto molto bene; ha detto che lui, prima di votare per il rinvio in Commissione, ha votato a favore del provvedimento in Commissione, avrebbe votato a favore in Consiglio e rivoterà a favore in Commissione. Ma a fronte del collega Viglietta, che solleva un interrogativo sulla legittimità del provvedimento, personalmente non mi sento di essere sordo.
Quante altre volte, su analoghi interrogativi, abbiamo acceduto, noi della maggioranza, al rinvio in Commissione! E allora, perché due pesi e due misure? Perché tutto quel che viene da una parte è nero, grigio, brutto e negativo, e invece tutto quello che viene da altre parti è di altro segno, di altro colore, di altra positività? Perché? Certo, è molto triste trovarsi a quest'ora, alle 21,15, all'interno di questo Consiglio, a dibattere intorno a queste questioni. E' molto triste constatare come quell'avvitamento di cui parlavamo già in qualche Consiglio precedente continui, purtroppo, a progredire, e ancora una volta io penso che ognuno di noi debba cercare di fare il possibile per risalire in superficie.
E' difficile immaginare come l'avvitamento di quest'aula possa consentire di risalire in superficie, ma ci dobbiamo provare. Non si tratta di essere maggioranza o opposizione; il Presidente Ghigo oggi è stato sommerso di critiche, di richieste di dimissioni, ecc.. Sembra che ormai non sia possibile entrare al mattino in quest'aula se non con la convinzione che prima di sera occorra, in ogni caso - e il padre eterno molte volte dà una mano (padre eterno in senso laico, non vuole essere offensivo del Padre Eterno nel quale credo, peraltro) trovare un pretesto per arrivare a chiedere le dimissioni del Presidente Ghigo.
Si ha questa sensazione. Cerchiamo di stemperare queste situazioni; c'è stato un rinvio in Commissione, come ce ne sono stati su altri argomenti.
Fra una settimana si può passare in Commissione ed arrivare in aula. Non è stata una bocciatura! E se fosse stata una bocciatura, cosa sarebbe successo? Non solo la minaccia di non far passare più alcun provvedimento da qui al 2000, ma magari altro ancora! Il Consigliere Miglietti suggerisce l'eliminazione fisica! Beh, si può anche pensare che, procedendo proporzionalmente, si arrivi a determinazioni di quel tipo.
Quindi, semplicemente per spiegare perché noi abbiamo acceduto al rinvio in Commissione (l'interrogativo sollevato dal collega Viglietta ci sembrava e ci sembra degno di attenzione, come altre volte è successo su altri provvedimenti) e per ricondurre la questione nell'alveo della sua cornice naturale e razionale, senza esagerazioni, anche se le esagerazioni ci sono state e sono preoccupanti.
Io penso che il concetto di tutti noi 60 e dei Gruppi ai quali apparteniamo debba essere di condividere o meno i provvedimenti, ma di riconoscere il diritto a chi oggi é ancora maggioranza, e lo é, perché i numeri ci sono ancora e la volontà dei provvedimenti anche, possa portare avanti dei propri provvedimenti, come del resto altri di quest'aula all'atto in cui hanno recitato il ruolo di opposizione, hanno consentito ad altre maggioranze, e la storia del Consiglio ne fa testo, di portare avanti loro provvedimenti opponendosi, per quanto era possibile, con le argomentazioni possibili e nelle quali credevano, ma riconoscendo però il diritto che una maggioranza possa portare avanti i propri provvedimenti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che occorra riflettere ed avere coscienza degli atti che si commettono. Non si può commettere un atto e pensarci dopo, e poi lamentarsi per le conseguenze che ha avuto.
Noi ci siamo trovati di fronte ad un provvedimento, votato all'unanimità dalla Commissione, che è giunto in quest'aula, un provvedimento molto semplice, tra l'altro, estremamente semplice approfondito a lungo. Il provvedimento ha il numero 89, tutti gli altri provvedimenti che sono in discussione hanno numeri più alti, cosa che dimostra come da molto tempo fosse in discussione.
L'Assessore competente, nonché Presidente della Giunta, ha detto che avrebbe votato a favore; dopo le conclusioni del relatore, ha detto che avrebbe votato anche contro il rinvio della discussione e si è trovato in minoranza. Chi l'ha sfiduciato con il voto sono tutti i suoi Assessori meno tre, di cui due hanno votato con lui e uno si è astenuto. Gli altri hanno votato contro il Presidente della Giunta.
C'è una maggioranza malata, incapace di governo. Ci sono dei Consiglieri, come il collega Angeleri, che hanno presentato molti emendamenti ad un provvedimento della Giunta, che sul provvedimento successivo hanno fatto delle critiche simili a quelle delle opposizioni che su tutti i provvedimenti seri discussi in questo periodo hanno espresso delle critiche e delle riserve e poi si vengono a lamentare con noi perch rileviamo la crisi.
Ci sono dei Consiglieri che sono entrati in maggioranza, usciti dalla maggioranza e rientrati in maggioranza, nell'arco di sei mesi varie volte sempre il collega Angeleri e membri del suo Gruppo. Questo problema lo sentiamo, è grave e sentiamo gravemente la sfiducia data al Presidente. Di fronte ad un voto di sfiducia della sua maggioranza come può la minoranza fare finta di nulla e non chiedere le dimissioni del Presidente? Se non facessimo questo gesto dovremmo andare a casa. Abbiamo una maggioranza incapace di governare inoltre, di fronte ad atteggiamenti vissuti questa sera, ci viene anche chiesto di far finta di nulla. Prima la maggioranza provoca il disastro poi dice: "Per favore, scusateci, ci siamo sbagliati facciamo finta che non sia successo nulla". No, è successo. In quest'aula sistematicamente, il Consigliere Ghiglia e Alleanza Nazionale vogliono mostrare i muscoli; questa sera lo hanno fatto fregandosene degli accordi presi: un'ennesima prova di esibizione di muscoli.
Quanto avvenuto oggi avrà delle conseguenze. Il fatto che la maggioranza si avviti nella propria crisi, incapace di trovare una soluzione, è di una gravità tale da impedirci di andare avanti nei lavori.
Non si possono esaminare provvedimenti seri, importanti, con spreco di denaro pubblico, in una situazione di crisi della maggioranza così profonda; in una situazione in cui il Presidente della Giunta è stato sfiduciato dai suoi Assessori: non si può. Noi non ci stiamo; domani prenderemo atto di quanto è avvenuto oggi e ci comporteremo di conseguenza.
Sarebbe più serio che il Presidente della Giunta traesse le conseguenze di quanto è avvenuto oggi e domani non aprire la discussione sul provvedimento di Expo 2000.
Vogliamo sapere quali provvedimenti intende assumere il Presidente della Giunta di fronte a questa crisi.
Noi di Rifondazione comunista gli consigliamo di dare le dimissioni, ma anche altri Gruppi la pensano nello stesso modo.
Visto che non è possibile costituire una nuova maggioranza, è meglio sciogliere il Consiglio regionale e andare al voto. In questo modo la Regione avrà una maggioranza in grado di governarla, non si può continuare per altri due anni in questa situazione.



PRESIDENTE

Ricordo al Consiglio che dalla riunione dei Capigruppo è stata avanzata la richiesta di anticipare alle ore 13.30 gli insediamenti delle Commissioni.
La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Stamattina sono giunto in Consiglio con circa mezz'ora di ritardo.
Mentre passavo dal corridoio sentivo a gran voce il collega Saitta - in un intervento di cui non capivo ancora il contenuto, dopo tanti giorni di Consiglio passati a discutere questioni non attinenti i problemi profondi del Piemonte - ed ho pensato che forse oggi poteva essere la giornata buona per discutere provvedimenti importanti. Ma quando entro in aula vi trovo il nostro grande politico che stava intervenendo - grande politico in quanto poc'anzi ha detto a me che non capivo niente di politica, lui probabilmente ne capisce molto - che discuteva di una questione riguardante la copertina di un ultimo libercolo. Non so chi abbia stampato il libercolo in oggetto non conosco i particolari.
Mi sembra di vedere questo Consiglio regionale andare verso livelli molto bassi, forse verso il livello dei Consigli comunali dei più piccoli paesi del Piemonte. Stiamo discutendo su questioni di eccessivo formalismo di lana caprina del tipo il perché l'Assessore Vaglio è andato a pranzo con alcuni funzionari: siamo inchiodati su questi discorsi da mesi.
Pertanto mi domando, Consigliere Saitta, ma qual è la grande politica di cui tu parli! Gli interessi di questa Regione, quelli profondi di cui parli, sono forse questi? Discorsi sui quali ti accanisci per mezze giornate e non ci lasci andare avanti di un metro sui grandi provvedimenti.
Questa, forse, Consigliere Saitta, è la tua politica non è la mia! Tant'è che anche tu avrai ricevuto la lettera, come tutti gli altri Consiglieri dove ho denunciato questo atteggiamento. Questo Consiglio regionale avrebbe dovuto assumere delle posizioni chiare e non le ha mai assunte, perché deve discutere di quel libro, di quella copertina. Tant'è che i giornalisti mi chiedono che cosa vengono a fare in Consiglio, che cosa devono scrivere forse della copertina di un libro? Qualche giornalista dice "veniamo qui a vedere questa grande montagna che poi partorisce questi topolini".
Sull'argomento inerente alla votazione, dico che qualche volte il Presidente della Giunta è anche caduto in "disgrazia", ma erano questioni di tutt'altro genere. Erano momenti in cui qualche frizione poteva anche esserci. Erano momenti sicuramente difficili, vi erano alcune tensioni nel Consiglio, giustamente cavalcate alla grande dall'opposizione.
Consigliere Cavaliere non è vero che era da due anni e mezzo che tale progetto di legge era in Commissione, forse era stato discusso due anni e mezzo fa, poi non si è continuata la discussione.
Ad oggi, dopo due anni e mezzo, mi pare anche legittimo - non mi pronuncio sulla validità del provvedimento - che qualche Consigliere, anche di maggioranza, anche Capogruppo possa esprimere un legittimo dubbio in riferimento non alla qualità del lavoro della Commissione - sul quale il Consigliere Ghiglia non ha proferito parola - ma soltanto sul fatto che sono state avanzate delle considerazioni. L'Assessore Vaglio, che considero un grande conoscitore del territorio montano, ha avanzato alcune considerazioni precise in merito all'istituzione di questa zona protetta che credo sia già protetta naturalmente, forse talmente protetta che non ci va nessuno, tranne qualche camoscio.
Dico che su questo argomento non si può scatenare una gazzarra di questo genere. Noi abbiamo veramente bisogno, collega Riba, di ritornare a discutere su questioni di grande merito. Consigliere Riba, te ne accorgi anche tu che la banalità non è della Giunta, ma è di arrovellarci su questi argomenti, sono queste le banalità di un Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Se il Presidente del Consiglio ritiene che l'azione che svolgono le minoranze attraverso lo strumento delle interrogazioni - ruolo di controllo non debba essere più svolto, come richiede il collega Salerno, lo dica e censuri il comportamento della minoranza, altrimenti censuri il comportamento del Consigliere Salerno. Noi ci avvaliamo degli strumenti offerti dal dibattito, dal Regolamento, strumenti essenziali che hanno le minoranze soprattutto per il controllo dell'attività. Credo che un richiamo in questo senso debba esserci, perché se si minacciano, come è stato fatto le minoranze di svolgere questo ruolo, l'agibilità politica in questa sede non esiste ed è un fatto grave. Per cui, Presidente, lo invito ad un richiamo oppure ad affrontare questo tema nella riunione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Credo che l'argomento meriti un approfondimento nella conferenza dei Capigruppo, come alcuni atteggiamenti assunti oggi.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, intervengo per ricordale la promessa di votare entro oggi la deliberazione di modifica del Regolamento.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Prima di concludere abbiamo alcuni adempimenti. Il primo è l'iscrizione, con 31 voti, del progetto di legge n. 356 "Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali", e in rapida successione l'iscrizione, che ha bisogno di 40 voti, della proposta di deliberazione del Consiglio regionale n. 573 "Modifica al Regolamento interno del Consiglio regionale".



CHIEZZI Giuseppe

Questa non era già prenotata, Presidente?



PRESIDENTE

Non risulta, ho verificato.



CHIEZZI Giuseppe

Protesto formalmente perché era stato detto in aula di prenotarla, e anche ai Capigruppo! Protesto formalmente contro il responsabile di questa omissione, perché l'ho detto ai Capigruppo e in aula.



PRESIDENTE

Comunque, cominciamo con il progetto di legge n. 356.



(Commento della Consigliera Minervini: Non ci sono i voti, non ci sono i voti.)



PRESIDENTE

Lo verificheremo, se ci sono o non ci sono i voti.
Si proceda quindi alla votazione per appello nominale per l'iscrizione (che ha bisogno di 31 voti) del progetto di legge n. 356: "Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali".



(Il Consigliere Segretario Toselli procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 28 hanno risposto SI' 28 Consiglieri Il provvedimento non è iscritto; il numero legale non e garantito perciò il Consiglio è aggiornato a domani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Io credo che il Presidente Ghigo si renda perfettamente conto che domani non può imporci delle tappe forzate. Non avendo avuto neppure la capacità di fare iscrivere all'o.d.g. un suo provvedimento, che se non approvato domani comporta i poteri sostitutivi da parte del Governo. Lei sa perfettamente, come Vicepresidente della Conferenza, della gravità di questa situazione in cui la sua maggioranza l'ha messo perché non è iscritto! Adesso non so quali sono le procedure per domani, Presidente Deorsola in ogni modo il Consiglio questa sera non l'ha iscritto.



PRESIDENTE

Sì, questa sera non era in condizione di iscriverlo; si valuterà domani mattina, credo che ci saranno le condizioni per iscriverlo.



SAITTA Antonino

Comunque il Consiglio non l'ha iscritto, quindi io suppongo che occorrano le 24 ore.
Io sottolineo questo atto di grande irresponsabilità politica - collega Salerno che non c'è più - sull'applicazione della legge Bassanini - ripeto un grave atto di irresponsabilità politica! - ed è un motivo in più Presidente, che conferma, dopo quello che è capitato prima, che un suo impegno che lei ha sollecitato anche attraverso un giusto e opportuno intervento da parte degli altri Presidenti, se non trova una attuazione è un problema esclusivo suo, nel senso che la sua maggioranza non era qui presente a sostenere l'iscrizione all'o.d.g. perché in qualunque momento chi non è d'accordo potrebbe eccepire che devono passare almeno ventiquattr'ore.



PRESIDENTE

Io continuo a dare la parola, anche se in realtà non avendo il numero legale sono solo dichiarazioni che recepiamo con interesse.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Sottoscrivendo l'intervento del collega Saitta, per cui non ripeto quanto già detto, io chiedo al Presidente Ghigo una valutazione immediata di questo accadimento perché anche a me sembra che adesso noi siamo, da un punto di vista politico e regolamentare, impediti di discutere domani questo tipo di provvedimento. Lo si poteva iscrivere stamattina o in altri momenti; io non sapevo neanche che non fosse iscritto, non mi sono curato di questo. Il mio Gruppo insieme ad altri Gruppi dell'Ulivo sta lavorando da ieri proprio per approfondire, valutare e proporre degli elementi di integrazione, e guardate che ho qui testimoni ancora colleghi che hanno lavorato e che ritenevano che domani comunque il provvedimento dovesse essere iscritto perché è un atto dovuto. Non di approvare una cosa che eventualmente non è recepibile, ma certamente almeno compiere il gesto dopo quello che si è posto - di discuterlo in aula: questa era una questione assolutamente dovuta.
Quindi io ritengo che il Presidente Deorsola, essendo esponente della maggioranza (credo), abbia valutato insieme alla Presidenza quando e come porre in votazione l'iscrizione all'o.d.g. di questo provvedimento, ma a questo punto io riterrei che noi, avendo partecipato ai lavori fin molto dopo l'esaurimento della presenza della maggioranza, abbiamo il diritto di conoscere la valutazione stasera, adesso, del Presidente Ghigo su questo passaggio.



PRESIDENTE

Io però devo solo rilevare che la votazione è stata infruttuosa per mancanza del numero legale per cui continuiamo i lavori che non sono tecnicamente lavori di Consiglio perché non c'è più il numero legale. Lo voglio solo rilevare, perciò credo che non si possa continuare e bisogna andare alla...



RIBA Lido

Ma una valutazione politica il Presidente Ghigo la potrebbe dare.



PRESIDENTE

Una valutazione informale se il Presidente ritiene di darla, ovviamente la può dare.
Mi riservo comunque di consultarmi con i dirigenti; io ritengo che prevalga la mancanza del numero legale, nel senso che rende infruttuosa la votazione, ma secondo me, in una prima valutazione, ciò non impedisce la sua riproposizione domani mattina. Mi riservo comunque di valutare.
La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Questa sera si sono drammatizzate alcune situazioni. Anch'io non potevo conoscere esattamente il momento in cui sarebbe stato messo in votazione questo progetto di legge; purtroppo questo è avvenuto in un'ora in cui tanti Consiglieri non erano più presenti e forse l'enfasi della discussione precedente ha fatto perdere di vista ad alcuni la necessità di rimanere per sottoscrivere l'iscrizione di questo documento. D'altro canto, si sono anche sentite in aula delle affermazioni su quello che sarebbe stato lo svolgimento dei lavori di domani.
Io chiedo al Presidente del Consiglio la valutazione necessaria per iscrivere domani mattina questo progetto di legge. Se è possibile...



PRESIDENTE

Mi permetta, Presidente, di interromperla. Voglio solo richiamare l'art. 52, che al punto 4, dice: "Il Presidente, qualora abbia accertato l'impossibilità di procedere ad una votazione per mancanza del numero legale, rinvia la prosecuzione del dibattito sull'oggetto in esame ad una seduta successiva".



CAVALIERE Pasquale

Bisogna verificarlo prima, questo.



PRESIDENTE

Si verifica implicitamente. Ho solo richiamato l'art. 52, poi verrà valutato.



CAVALIERE Pasquale

L'altro articolo dice che devono passare 24 ore prima di esaminare il provvedimento.



PRESIDENTE

Questo verrà valutato, io volevo solo richiamare l'art. 52, senza per questo tirare delle conclusioni definitive.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi sembra di poter dire che il provve dimento potrà essere iscritto domani mattina al dibattito dell'aula. Poi naturalmente, l'aula, che è sovrana, deciderà se affrontarlo o meno.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 21,45)



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