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Dettaglio seduta n.214 del 19/02/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Questione pregiudiziale in merito alle deleghe, non ancora assegnate riguardanti l'Ufficio di Presidenza


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Nel corso della precedente seduta stavamo esaminando il progetto di legge n. 387.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la parola, signor Presidente.



PRESIDENTE

Su quale argomento?



CHIEZZI Giuseppe

Per avere informazioni necessarie allo svolgimento del lavoro del nostro Gruppo in aula e penso anche del lavoro degli altri Consiglieri.
Informo i colleghi - perché forse non ne sono a conoscenza, io ne sono venuto a conoscenza solo ieri - del fatto che ci troviamo di fronte a un Ufficio di Presidenza che non può funzionare perché il Presidente del Consiglio non ha dato le deleghe. E' stato eletto un Ufficio di Presidenza che non può operare! Questo è un elemento di sofferenza...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei può richiamare l'art. 62 sull'ordine delle discussioni.



CHIEZZI Giuseppe

No, questa è ancora una cosa incidentale sulla possibilità di funzionare perché io devo sapere chi fa il questore in quest'aula, ho bisogno di saperlo!



PRESIDENTE

La informo subito. L'Ufficio di Presidenza, cioè io ho provveduto ad individuare i Vicepresidenti secondo il semestre...



CHIEZZI Giuseppe

No, i Vicepresidenti sono stati eletti...



PRESIDENTE

Parlo dei Vicepresidenti vicari. Comunque questo è un argomento su cui io non ho difficoltà a risponderle, ma la informo che procederemo nell'ordine dei lavori già concordato.
Il Vicepresidente vicario è la Vicepresidente Minervini per il primo semestre e poi, come lei sa, a rotazione ci saranno gli altri.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ma le funzioni? Chi si occupa dello stabile, chi del personale, chi dell'ordine pubblico in aula?



PRESIDENTE

Questo argomento lo possiamo discutere in un altro momento.



CHIEZZI Giuseppe

Ma non è possibile funzionare in quest'aula se i Consiglieri non sanno a chi rivolgersi per problemi di funzionalità e di ordine in quest'aula!



PRESIDENTE

Se ha dei problemi si rivolga a chi presiede.



CHIEZZI Giuseppe

Questo è l'elemento che volevo sollecitare all'attenzione dei colleghi che forse non sapevano che a tutt'oggi il Presidente del Consiglio detiene tutte le deleghe! E questo mi sembra un po' inusuale.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei può porre dei problemi solo in base all'art.
62. Ieri, la stragrande maggioranza dei Capigruppo ha concordato...



CHIEZZI Giuseppe

Ma questo viene prima! Questo è proprio il primo passo!



PRESIDENTE

Lei ponga delle questioni a termini di Regolamento!



CHIEZZI Giuseppe

E infatti, a termini di Regolamento, violato perché lei non dà le deleghe, io chiedo ai Consiglieri se sono tutti d'accordo su questo modo di procedere; segnalo inoltre una difficoltà d'aula prima di iniziare perch non so a chi rivolgermi per problemi...



PRESIDENTE

Lei non può fare il processo alle intenzioni! Non si sono verificate difficoltà d'aula, lei non...



CHIEZZI Giuseppe

No, si verifica, perché io voglio sapere una cosa dal questore! Chi è il questore? Lei mi ha risposto "sono io", ma lei è tutto! Io pretendo che il rispetto dello Statuto, del Regolamento, dell'aula, dopo parecchio tempo che lei è stato nominato Presidente, per cortesia dia queste deleghe! Perché le trattiene su di sé? Dia modo agli eletti dell'Ufficio di Presidenza di fare qualcosa!



PRESIDENTE

Le risponderò a suo tempo, Consigliere. Se queste sono le sue osservazioni, non sono...



CHIEZZI Giuseppe

Questa era un'informazione che io volevo dare a tutti i colleghi Consiglieri prima di iniziare i nostri lavori perché mi sembrava importante questo.



PRESIDENTE

Non sono pregiudiziali, non sono preliminari.
La ringrazio per il suo intervento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Passiamo quindi alle comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale di cui al punto 4) all'o.d.g.:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Bellion, Cavallera Farassino, Foco, Ghigo, Peano e Pichetto.
Il numero legale si riduce così a 27 (essendo in presenza di 8 congedi: la metà più uno di 52).


Argomento:

Questione pregiudiziale in merito alle deleghe, non ancora assegnate riguardanti l'Ufficio di Presidenza (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere, immagino per una questione pregiudiziale.



CAVALIERE Pasquale

Sì, Presidente, su due questioni. Una che ritengo, come il collega Chiezzi, anch'io pregiudiziale, cioè che dopo più di una seduta si abbia un Ufficio di Presidenza con tutte le competenze attribuite, perché ciò è corrispondente all'ordinato funzionamento dell'aula, con i rispettivi ruoli e le rispettive responsabilità. Questo mi pare fondamentale.



PRESIDENTE

Per chiarezza: per l'odierna seduta è nominato questore il Consigliere Segretario Toselli, così almeno lei è soddisfatto.



CHIEZZI Giuseppe

E' nominato in questo momento da lei, così?



PRESIDENTE

Non c'è bisogno di una particolare formalità, è per la gestione dell'aula. Comunque ho già detto che se questi sono gli argomenti dobbiamo passare...



CAVALIERE Pasquale

Siamo a una monarchia costituzionale.



PRESIDENTE

No, non è una monarchia costituzionale, è rispetto del regolamento.



CAVALIERE Pasquale

Lei sul momento, con la spada, nomina...



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, andiamo avanti!



PRESIDENTE

Siamo alla votazione dell'art. 1 del progetto di legge n. 387.



CAVALIERE Pasquale

Vorrei porre ancora una questione, Presidente.



PRESIDENTE

Solo se è una questione pregiudiziale, altrimenti le tolgo la parola.



CAVALIERE Pasquale

E' brevissima, Presidente. Volevo sottoporre per l'ennesima volta la necessità che venga convocata, spero - e glielo chiedo - nella giornata odierna, la Commissione Nomine.



PRESIDENTE

Lei mi ha già rappresentato questa esigenza. Occorre indicare delle priorità per il lavoro dell'aula e la prima è l'esame del disegno di legge n. 387.



CAVALIERE Pasquale

La priorità è che c'è un'omissione!



PRESIDENTE

Lei mi ha già rappresentato questa esigenza ed io ne ho preso buona nota.



CAVALIERE Pasquale

C'è una nomina di riserva della minoranza che è vacante da più di sei mesi! Io le chiedo di porre rimedio subito! Convochi in giornata la Commissione Nomine per risolvere il problema, perché c'è un organo che sta operando in forma non completa, senza il controllo della minoranza...



PRESIDENTE

Questa non è una questione pregiudiziale! Le chiedo di terminare subito questo intervento perché il fatto è conosciuto!



CAVALIERE Pasquale

Certo che è conosciuto, gliel'ho già detto diverse volte! Le chiedo però una determinazione in merito.
Siccome è stato contestato il voto che si tenne in aula sulla questione, era stata proposta dall'ex Presidente del Consiglio per la settimana successiva (erano tanti mesi fa) la Commissione Nomine, poi ci sono stati...



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, le ripeto che il fatto è conosciuto dall'Ufficio di Presidenza e che verrà esaminato. Non mi costringa a toglierle la parola!



CAVALIERE Pasquale

Io le chiedo che venga esaminato dalla Commissione Nomine nella giornata odierna!



PRESIDENTE

Non mi costringa a toglierle la parola perché il fatto che lei rappresenta è conosciuto da tempo!



CAVALIERE Pasquale

No, Presidente, perché io le rappresento il fatto che un organo sta operando in maniera non completa, senza la riserva di minoranza, e ci comporta un problema perché si tratta della gestione di un ente regionale...



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, lei non deve illustrare! Le ho già detto più volte che il fatto è conosciuto, quindi le tolgo la parola! Abbia pazienza.



(Il Presidente toglie la parola al Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moro; ne ha facoltà.



MORO Francesco

Presidente, le sottolineo nuovamente, a nome del Gruppo, che riteniamo non opportuno continuare il dibattito, senza prima conoscere le deleghe che lei avrebbe dovuto assegnare all'Ufficio di Presidenza ...



PRESIDENTE

Questo argomento è già stato affrontato. Ho formalmente comunicato all'aula quanto relativo; non si tratta di una questione pregiudiziale.
La ringrazio, comunque, di aver risottolineato il problema.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sempre sul governo dell'aula. Ci sono problemi di manutenzione dell'aula che io speravo, siccome è un po' che vedo sussistere problemi di manutenzione ...



(Voci in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, dica all'Assessore Botta di fare l'Assessore e non il comiziante! Mentre il Consigliere Ghiglia lo lasci parlare perché sappiamo di che pasta è fatto!



PRESIDENTE

E' concesso a tutti di intervenire, ma non di intralciare i lavori.



CHIEZZI Giuseppe

Ci sono dei lavori di manutenzione da fare, a chi mi rivolgo? L'orologio ha delle luci spente, a chi devo dirlo?



PRESIDENTE

Lei sta tenendo un comportamento non a termine di Regolamento, le devo togliere la parola.


Argomento: Esercizi provvisori

Proseguimento esame progetto di legge n. 387: Proseguimento esame progetto di legge n. 387: "Proroga dell'esercizio provvisorio del bilancio di previsione per la Regione e per gli Enti dipendenti dalla Regione"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 5) all'ordine del giorno che prevede il proseguimento dell'esame del progetto di legge n. 387.
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 30 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Sull'art. 2 ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Siamo contrari anche a questo articolo, oltre ad esserlo sull'intero testo di legge, in quanto ritenevamo che si potesse seguire il percorso regolare. Tra l'altro la Giunta ha presentato gli emendamenti con settimane di ritardo, i documenti potevano essere presentati fin dall'inizio di gennaio. Se la Giunta avesse seguito questo iter si poteva svolgere il dibattito e rispettare i tempi della nostra prima decisione di passare all'esercizio provvisorio; di conseguenza concludere l'iter entro il 31 marzo.
Oggi, il progetto di legge diventa urgente solo perché ci sono dei ritardi accumulati per responsabilità della Giunta; spesso il Consiglio si trova di fronte a situazioni di questo genere.
Anche per i prossimi provvedimenti occorre verificare il perch diventano provvedimenti urgenti.
Occorre denunciare l'urgenza che spesso viene creata artificiosamente.
Per questo motivo il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Anch'io credo non ci sia l'urgenza di discutere oggi del bilancio provvisorio. Mancano assolutamente i progetti di una linea di governo regionale e di scelte economiche produttive e strategiche proiettate verso il duemila che tengono conto delle emergenze del nostro Piemonte.
Invece tutto ciò è inesistente e crea forte preoccupazione e incertezza per il futuro, soprattutto dal punto di vista dello sviluppo produttivo e occupazionale per i giovani.
Così pure l'aspetto rigido del bilancio, che la Giunta continua ad enfatizzare che, a mio avviso, è molto negativo e non dà alcuna possibilità di discussione per una diversa programmazione progettuale: è necessaria una linea di governo dell'ente Regione nuova.
Da quanto constatato dal bilancio non c'è una linea di governo nuova di svolta economica, produttiva e di grande capacità di programmazione della Regione Piemonte. I problemi sul piano economico, produttivo e occupazionale sono tantissimi. Vi è anche la totale assenza della sostanza intellettuale, ambientale, sanitaria e socio assistenziale che invece il Piemonte ha bisogno.
Però questa Giunta regionale intende procedere in maniera antidemocratica, intende far approvare un bilancio con l'assurdità istituzionale che ci sono delle esigenze immediate, credo che bisognerà ripristinare una certa legalità anche di rapporti con le minoranze.
Un aspetto importante com'è il bilancio non può essere discusso in modo sostanzialmente disattento da parte della maggioranza e soprattutto da parte della Giunta. Manca addirittura il Presidente dell'esecutivo e questo riprova anche dal fatto che si intende approvare o far approvare celermente uno strumento importante, qualificante, come dovrebbe essere il bilancio nel modo più antidemocratico possibile.
Ritengo questo aspetto politicamente negativo, improponibile e pertanto chiedo che si discuta con più chiarezza e soprattutto si dia la possibilità alle minoranze di poter espletare il proprio ruolo di opposizione o quanto meno di focalizzare i drammatici problemi economici e sociali e sanitari del Piemonte che in questo momento stanno preoccupando enormemente le popolazioni del Piemonte e che a me pare che l'esecutivo non sia in grado di realizzare o quanto meno di dare un sollievo a queste grossissime preoccupazioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Sottolineo anch'io la necessità di non procedere alla discussione di questo bilancio; questa continua proroga definisce secondo noi anche questa incapacità continua di questa Giunta di affrontare realmente i problemi che affliggono il Piemonte. Noi ci troviamo di fronte ad una Giunta che non ha approvato il Piano di sviluppo regionale, siamo in ritardo sul Piano regionale dei trasporti, siamo in ritardo sul Piano assistenziale, non ci sono stati dei significativi interventi sull'occupazione, sul disagio giovanile, sulle politiche sociali. Allora noi ci chiediamo, dopo due anni e mezzo di continue proroghe e continui ritardi in settori importanti strategici, economici, culturali, assistenziali e sanitari del Piemonte perché ci si ostini con questo metodo che manca di dialettica e confronto in quest'aula - spiegherò dopo le motivazioni che mi portano ad esprimere anche questo continuo disagio, di molti Consiglieri anche dell'opposizione di potersi confrontare su problemi reali e sui contenuti, sul merito delle questioni che non sono né i numeri né le proroghe.
Né i numeri né le proroghe di bilancio possono definire il funzionamento o meno di una Regione e nemmeno le politiche che una Regione vuole attuare. Se si vuole far funzionare l'ente regionale, se si vuole avere dei risultati sul territorio di politiche regionali, bisogna presentare gli atti di queste politiche regionali. In assenza di tutti i piani di programmazione fondamentale, tranne il Piano sanitario che tra l'altro è stato rinviato, la cui discussione è andata avanti credo per un anno con cinque progetti di legge diversi presentati dalla Giunta, che quindi hanno significato anche delle diverse incompetenze e incapacità rispetto a quel problema, tutti gli altri strumenti di programmazione fondamentale, parliamo dei trasporti, rispetto all'ambiente, rispetto allo sviluppo regionale sono assolutamente inesistenti.
Oltre al fatto di ribadire che noi siamo fondamentalmente indietro siete fondamentalmente indietro nell'individuare almeno il percorso strategico che inizialmente in quest'aula è stato distribuito come la politica strategica del governo Ghigo e che è stata poi rivista attraverso quel famoso documento che è stato approvato a Natale e che doveva rivedere le politiche del governo Ghigo nell'ambito sociale, nell'ambito ambientale nell'ambito sanitario, noi queste modifiche non le abbiamo ancora viste non abbiamo ancora sentito nulla né in Commissione né in Consiglio sulle prospettive rispetto a questo.
Questo modo di non affrontare i problemi di procedere anche all'approvazione di documenti per proroga, sottolinea un metodo un po' scorretto di questa maggioranza di andare a colpi di voti, che è legittimo da Regolamento, che però toglie l'essenza stessa che la politica dovrebbe avere.
Faccio un caso che è successo in IV Commissione e che vorrei sottoporre all'attenzione di tutti i colleghi oltre a quelli presenti, di un atteggiamento molto scorretto da parte del Presidente della IV Commissione e anche dei presenti che tutto sommato hanno accettato e legittimato questa logica di non confronto sui problemi; per farla in breve, in soldoni come si dice, la discussione sul bilancio è stata affrontata in cinque minuti c'è stata una molto scarsa relazione dell'Assessore Burzi che non è entrato assolutamente nel merito, che ha delegato all'Assessore all'assistenza l'entrare nel merito della questione; dopo circa due minuti, dopo una breve introduzione del funzionario Moratto l'Assessore Goglio non ha nemmeno preso la parola e si è proceduto direttamente alla votazione senza ritenere necessaria la relazione di un Assessore rispetto al bilancio e alle spese che a bilancio doveva mettere rispetto alle politiche assistenziali. Questo ci pare veramente il massimo del minimo, nel senso che qui non si pu continuare nemmeno in Commissione a trovare le sedi di confronto politiche per entrare nel merito delle discussioni, senza pensare che rispetto ai problemi reali dell'assistenza ogni volta ci troviamo di fronte ad una maggioranza assolutamente muta, sorda, assente nella maggior parte dei casi, incapace di garantire il numero legale nella maggior parte dei casi.
E' chiaro, paradossalmente, che quando arriva un documento di bilancio la maggioranza garantisce almeno la presenza se non la capacità di interloquire e quindi si procede a votazione. Questo è un metodo assolutamente scorretto, che non dà la possibilità ai Consiglieri nemmeno di entrare nel merito e di avere gli strumenti di informazione che ci paiono il minimo per entrare in rapporto con quello che stiamo discutendo e con quello che si vorrà votare.
Quindi chiederei anche agli altri Consiglieri di tenere presente quanto è avvenuto ieri in IV Commissione, con una protesta levata da parte dei Consiglieri dell'opposizione che erano presenti e che si sono trovati di fronte all'impossibilità di poter intervenire, perché la votazione era già stata attuata in qualche secondo dal Presidente della IV Commissione e un Consigliere del gruppo, in questo caso di Rifondazione comunista non ha potuto intervenire ad esprimere il proprio parere su un documento di bilancio che è stato portato alla votazione in cinque minuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, vede che la troppa fretta produce effetti contrari a quelli che si vogliono ottenere, perché in democrazia bisogna concedere gli spazi congrui a tutti i rappresentanti dei gruppi per esprimere le loro opinioni. Quando una maggioranza già divisa, debole e inadempiente di atti statutari, cerca di affrettare l'iter dei provvedimenti attraverso la soffocazione dei tempi a disposizione degli altri Consiglieri per discutere, proporre, emendare gli altri provvedimenti, si mette su una strada di ostruzionismo, è la maggioranza che fa ostruzionismo. Comportarsi come si è comportato il Presidente Grasso ieri in una materia affine a questa perché è bilancio, prendendo di sorpresa con un colpo di mano i Consiglieri e ponendo brutalmente a votazione un provvedimento neppure discusso, fatto gravissimo che richiederebbe a questa assemblea di chiedere al Presidente Grasso di occuparsi di qualcos'altro nella seconda metà della legislatura e non come Presidente, genera situazioni che non fanno del bene al nostro lavoro. E anche il modo in cui lei oggi ha cercato nel bel mezzo di un'altra discussione di forzare i tempi e di far votare, alla fine vedrà che provocherà tutto l'effetto contrario. Quindi nei tempi che ci rimangono, almeno in quest'aula, nei diritti che ci rimangono, il Gruppo di Rifondazione con quattro interventi su questo articolo vuole mettere in rilievo il fatto che questa urgenza che voi chiedete è un'autoaccusa gravissima: non si è mai visto che un governo regionale imbavagliato da un bilancio inesistente, costretto a gestire un bilancio nel quale i capitoli politicamente rilevanti sono ridotti a nulla e quindi un governo che dovrebbe soffrire e soffre (soffrisse solo il governo sarebbe niente, il fatto è che fa soffrire il Piemonte), un governo che si è rinchiuso in un modo angusto di procedere, di progettare e di spendere, sia quasi felici (alcuni colleghi di Alleanza Nazionale hanno quasi inneggiato alla votazione dell'art. 1); la maggioranza inneggia al fatto che per un altro mese non potrà fare niente.
Siamo veramente al paradosso, Presidente! Noi siamo contrari all'urgenza di questo provvedimento perché ci sarebbe piaciuto avere di fronte una Giunta che il 7 gennaio si presentasse in aula o in Commissione dicendo: "Bene, c'è un esercizio provvisorio che non consente al Piemonte di decollare per quanto può, ma responsabilmente la Giunta regionale ha accorciato i tempi e, negli ultimi giorni di dicembre e i primi di gennaio, ha lavorato sodo e si è presentata in quest'aula ed in Commissione con il bilancio redatto".
Questo, invece, non è successo, perché il ritardo grave con il quale la Giunta ha deciso, a proprio giudizio, l'impiego delle somme di bilancio, ha messo il Governo nell'imbarazzo di capire se la scadenza del 31 marzo sarebbe stata rispettata o meno.
Quando si parla di qualità del Governo, di rispetto dell'economia e dei problemi sociali del Paese, bisogna che questi elementi siano a conoscenza e all'attenzione dell'aula. Questo non lo diciamo solo noi di Rifondazione Comunista, ma anche i quotidiani, è La Stampa che parla di paralisi, di rinvio, sono gli stessi interlocutori che hanno auspicato una vittoria elettorale da parte del Presidente Ghigo, che esprimono difficoltà e preoccupazione.
Alcuni di loro dicono: "... tra la rappresentazione politica a Palazzo Lascaris, degna di una commedia umana". Da questo punto di vista, perch chiedete l'urgenza? Chiedete l'urgenza per non fare nulla per il Piemonte per un altro mese.
Il nostro Gruppo, da quando vi siete seduti a quei tavoli, spesse volte da solo, ha chiesto che, sia pure dal vostro punto di vista, presentaste immediatamente (l'abbiamo richiesto decine di volte) le coordinate generali di un'azione di governo, che non sono un volantino con sopra scritto: "Governo Ghigo". Consigliere Rubatto - mi rivolgo al Consigliere Rubatto perché sta attento - non è un volantino su cui si scrive: "Governo Ghigo" si mette la foto del Presidente Ghigo e si dice che si faranno tante cose per il Piemonte. Quello è un volantino post elettorale, è un cascame della propaganda elettorale.
Un programma di governo è un programma che si fonda sugli atti previsti dalle leggi e su progetti elaborati dai partiti, dalla società, dalle associazioni, dai rappresentanti economici e sociali.
Noi dall'inizio abbiamo chiesto a questa Giunta che il primo atto fondamentale, quello che si trascina dietro, coordina e indirizza poi tutti gli altri, cioè la formazione del Piano Regionale di Sviluppo, senza il quale si va alla cieca, Assessorato per Assessorato, e alla fine si combinano tutti i guai che non smettono di tormentare questa Regione venisse immediatamente predisposto.
All'inizio, in quest'aula, Presidente Deorsola, se lei ricorda, quando sollevavamo tale questione, vi era del mutismo, i colleghi rimanevano taciturni, sembravamo un po' i soliti ammalati di pianificazione e programmazione che cercavano di chiedere - l'Assessore Burzi dice di sì perché lui, Assessore al bilancio, odia la programmazione e la pianificazione, la ritiene un inciampo se dice di sì al procedere dell'economia; se è vero, si dimetta anche per questo motivo, Assessore Burzi, spero che gli industriali chiedano le sue dimissioni, spero che gli industriali chiedano le dimissioni di un Assessore al bilancio che non crede nella pianificazione e nella programmazione per inattendibilità inadeguatezza, mancanza di affinità, faccia qualche altro mestiere, non gliel'ha ordinato il medico di fare l'Assessore al bilancio - nel silenzio e con i colleghi taciturni, che se non c'era il Piano di Sviluppo la Giunta si metteva su un binario morto.
Le richieste che facemmo sin dall'inizio, che il Piano regionale di sviluppo, ma anche gli altri Piani, fossero veri Piani, adesso, dopo due anni e mezzo, non le facciamo solo più noi di Rifondazione Comunista, ma le fanno anche le Associazioni, le persone responsabili di queste Associazioni che hanno sostenuto anche con favore l'idea che potesse essere consegnato al centro-destra, per una volta, il governo della Regione Piemonte.
Sono preoccupati. "E' allarme tra gli industriali" - titola un quotidiano oggi - "Caos in Piemonte, critico anche chi aveva appoggiato il trionfo del Presidente Ghigo, timori per il Piano di Sviluppo", perché i settori economici, anche quelli che noi riteniamo dominino, secondo i propri interessi, un po' troppo la società, e che noi vorremmo meglio indirizzati, questi settori economici sanno che, alla lunga, senza un Piano regionale di sviluppo non si mobilitano risorse, non le si mettono nei luoghi giusti, non si attivano e si promuovono settori che possono sviluppare tecnologie, economia ed occupazione.
Lo sanno benissimo, vi hanno lasciato vivacchiare per due anni e mezzo perché magari qualche beneficio qua e là faceva comodo a tutti. Adesso si rendono conto che un'intera legislatura può essere veramente messa in un angolo, dal punto di vista del grande processo di sviluppo, dall'assenza di questo Piano. Un Piano che non vi siete mai occupati di realizzare.
Questi sono i motivi per i quali noi ci opponiamo anche all'urgenza nell'approvazione di questa legge. Segua il suo corso ordinario, non c'è alcun bisogno di urgenza. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Mi collego all'episodio che ha citato la collega Simonetti ieri in Commissione sanità, perché sembra stia venendo fuori un orientamento piuttosto pericoloso.
Già la volta scorsa ho detto che in questo periodo sto riflettendo sulla mia esperienza di Consigliere regionale e sul significato in generale dell'istituzione Regione, che dovrebbe avere l'ambizione di diventare il governo del Piemonte e, quest'aula, il Parlamento subalpino. Invece, il Consiglio regionale, praticamente da luglio, è assolutamente improduttivo e l'aula complessivamente è scivolata ad un livello molto basso.
Sono stato tentato sul serio, confrontando i miei altri impegni, di considerare inutile questa mia esperienza, perché molto spesso le giornate passano in modo assolutamente improduttivo. L'unico luogo che apparentemente sembra avere un livello di produzione è la Commissione; le Commissioni consiliari, in cui si lavora seriamente per quello che riguarda il processo legislativo.
Ieri c'è stata la conferma, mi spiace dirlo pubblicamente, collega Grasso, ma non sono d'accordo su questo metodo che certe volte ha sfiorato il ridicolo; anche i tuoi colleghi di maggioranza ridono del fatto che tu raramente entri in argomento di quanto si discute in Commissione. Certe volte dai l'impressione di non cogliere nemmeno di che cosa si stia parlando, ed è un problema, la competenza del Presidente della Commissione.
Ma la cosa che preoccupa è il fatto che, ogni tre passi, ogni tre parole tu dici: "Beh, allora votiamo", anche quando non c'è nemmeno da votare! E' veramente imbarazzante e preoccupante, perché se perfino la Commissione, che era l'unico residuo posto di questo Consiglio che manteneva un certo livello di operatività... E ce ne potete dare atto perché in Commissione non stiamo a chiacchierare: stiamo a lavorare.
Il Consigliere Racchelli, l'altro giorno, si lamentava con l'Assessore D'Ambrosio, dicendo: "Hanno approvato subito la tua Agenzia regionale perché chissà quali interessi...". "Chissà qual interessi": Consigliere Racchelli, non ti permettere mai più, eh!



RACCHELLI Ettore

Politici!



RIGGIO Angelino

Comunque, sai Racchelli perché l'Agenzia è stata approvata in fretta? E sai perché - malgrado noi non lo abbiamo votato, perché non lo consideravamo e continuiamo a non considerarlo valido, ma solo per il fatto che è distinto dal Piano socio-assistenziale - il Piano sanitario ha un suo livello di dignità? Perché in Commissione abbiamo fatto un lavoro veramente enorme! E di questo il Presidente Grasso ce ne ha dato atto pubblicamente in Consiglio.
In Commissione abbiamo fatto un grosso lavoro, facendocene carico senza perdere un minuto! In Commissione non si perde tempo: in Commissione si discute e si approfondisce. Anche perché poi abbiamo la responsabilità del prodotto legislativo che viene fuori dalla Commissione prima e dall'aula poi.
Non si può pensare "Facciamo in fretta". Ma se questa è la linea che sta passando... L'unico momento di risveglio che ha questa maggioranza è il risveglio quantitativo: "Troviamoci, garantiamo il numero, votiamo in fretta, così le cose vanno avanti".
Le cose devono avere una qualità! Se non hanno una qualità, il fatto che vadano avanti non ha risolto il problema della crisi dell'istituzione non risolve il problema della crisi del Piemonte: la aggrava! Quindi non hai fatto un favore alla Commissione, perché se questa è la linea che viene presa ciò porterà la Commissione a svilirsi, a ridursi ad un atto formale, al "passaggio" in Commissione.
Non hai fatto un buon lavoro per la Commissione, tanto più per un atto che è fondamentale (perché il bilancio è l'atto fondamentale del lavoro di amministrazione di questa Regione).
L'Assessore Burzi spesso presenta il bilancio come un fatto tecnico: è un grosso errore. Il bilancio, per definizione, è l'atto politico più elevato che possa essere fatto da una pubblica istituzione. E quindi è stato veramente sbagliato farlo passare così in fretta.
Non hai fatto nemmeno un favore alla tua maggioranza, Consigliere Grasso! Perché inevitabilmente quel dibattito che hai cercato di comprimere in Commissione lo ritroveremo qui, andando a discutere in aula delle questioni - quelle sì veramente tecniche - che potevano essere affrontate in Commissione e che finiranno per avere anche una valenza a livello politico e ingombreranno i lavori di quest'aula.
Quindi io approfitto del fatto che sia stata richiamata tale questione per chiedere che questo spiacevolissimo episodio non abbia più a ripetersi.
Il passaggio in Commissione non è un atto formale: è l'elemento fondamentale del nostro lavoro di Consiglieri regionali.
Se poi si vuole ridurre veramente a nulla, ve ne assumerete una responsabilità veramente grave, che - ripeto - non aiuterà a superare la crisi dell'istituzione, della Regione, ma la aggraverà.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Il nostro intervento avrà anche valenza di dichiarazione di voto perché desideriamo soprattutto sottolineare lo squallore di quest'aula e di questa maggioranza.
E parlo proprio di squallore, perché di fronte alle tante critiche che sta ricevendo l'opposizione da parte della maggioranza, la quale dice: "Voi bloccate i lavori del Consiglio, perché state semplicemente seguendo questioni personali, questioni procedurali, questioni incidentali"; nel momento in cui si vota una legge, che comunque è politicamente importante perché segna una questione di bilancio e di proroga - e va bene - ma soprattutto segna un atto importante, sui banchi della Giunta ci sono tre Assessori.
Ripeto, sui banchi della Giunta ci sono tre Assessori e da parte nostra vi è una grande preoccupazione che sta crescendo. Perché la preoccupazione di oggi relativamente allo scadimento del Governo della Regione Piemonte purtroppo non è più soltanto della minoranza, delle opposizioni, che l'hanno più volte evidenziata in quest'aula, ma viene oggi segnalata in maniera opportuna anche da comparti importanti dell'economia piemontese.
Siamo di fronte ad una proroga; questa viene vissuta quasi come una mezza vittoria, perché comunque approviamo qualcosa che va avanti; le osservazioni delle opposizioni, ancora una volta, non vengono tenute in considerazione; ancora una volta gli atti politici della maggioranza vengono interpretati e presentati come atti tecnici, e vengono presentati così perché il valore politico degli atti che questa maggioranza, anche attraverso l'atto che sta assumendo, sono da valutarsi in termini assolutamente negativi.
E allora, anziché dire che sono termini assolutamente negativi - tutto questo all'Assessore al bilancio non interessa, perché evidentemente oggi c'è un modo di ascoltare che non ha assolutamente...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera, vorrei pregare i componenti della Giunta di essere presenti nei loro banchi nel più alto numero possibile.



SPAGNUOLO Carla

Io non mi preoccupo per niente. Noto che la Giunta, per essere presente ad un atto di bilancio, deve essere richiamata dal Presidente del Consiglio e devono essere fatte notare le situazioni.
D'altro canto, anche lei Presidente, è abbastanza solo, perch l'Ufficio di Presidenza, in questo momento, non c'è.



PRESIDENTE

Ci sono dei congedi.



SPAGNUOLO Carla

Lo so. Inoltre - Presidente, questo riguarda anche un po' lei - devo dire che allo squallore della Giunta, che ormai vive di rinvii, anzi sopravvive o spera di sopravvivere di rinvii, si aggiunge una preoccupazione che io le consegno sulla gestione dell'Ufficio di Presidenza.
Mi riallaccio alla questione delle deleghe che prima hanno sollevato i due colleghi dell'Ufficio di Presidenza, sulla quale io non sono intervenuta, perché lei non intendeva dare la parola e io non voglio mai forzare le posizioni che il Presidente dell'aula assume, qualunque esso sia; però voglio soltanto esprimere questo concetto.
La questione delle deleghe è urgente ed è importante, perché sta andando avanti tutta una serie di impegni che comunque dovrebbero avere una responsabilità.
Io faccio riferimento, per esempio, ad un'ulteriore riunione che vi è stata ieri della Consulta delle elette, che doveva varare una prima iniziativa, anche importante, e senza le deleghe finisce che questi organismi vanno avanti in maniera assolutamente confusa, nel senso che ci dovrebbe essere un responsabile dell'Ufficio di Presidenza, questo non c'è o non è stato prorogato; i funzionari, per la parte di loro competenza, non hanno alcuna indicazione di come comportarsi. Quindi, un organismo importante rischia di procedere fra la logica del "sussurri e grida", che veramente non serve a nessuno.
Ho citato questo fatto come ultimo esempio, ma credo che la questione delle deleghe, dopo quasi un mese di permanenza del neo-Presidente eletto debba essere affrontata. Deve essere affrontata rapidamente perché in tutte le sue parti attiene al rapporto con l'aula, cioè non c'è niente che riguardi l'Ufficio di Presidenza che non attenga alla nostra vita e alla nostra quotidianità.
Ho fatto un esempio rispetto alla questione di ieri, mi auguro che nessuno me ne voglia su questo. Ho scelto anche su questa questione la strada della chiarezza perché la logica con la quale si va avanti, fra sussurri e grida, è una logica rispetto alla quale mi sono profondamente stancata: ognuno faccia quello che deve fare. Se non lo vuole fare, faccia un'altra cosa, ma è necessario, Presidente, che vengano date, su tutti i terreni, delle competenze chiare e rapidamente, perché altrimenti viene intralciato il livello di lavoro dei singoli Consiglieri che non sanno più quali sono i loro punti di riferimento.
Detto questo, aggiungo la mia e nostra preoccupazione al fatto che, a fronte di una Giunta che è sempre più inadeguata - e uso un termine assolutamente gentile - rispetto ai suoi compiti, non vorrei che venisse avanti un Ufficio di Presidenza che non ha le proprie competenze esplicitate e quindi rispetto al quale non ci si può porre.
Spero di averlo detto in modo sufficientemente garbato a lei Presidente, perché credo che sia molto importante che il Presidente, nel momento in cui presiede l'aula, non venga aggredito, ed è per questo che ho scelto anche la strada di questa dichiarazione di voto perché veramente noi oggi siamo di fronte a una situazione politica di questa maggioranza che è gravissima.
Il Presidente del Consiglio sempre di più deve farsi carico di non interpretare il suo ruolo come Presidente di una maggioranza; sappiamo che lei non lo vuole fare, ma ci permettiamo di doverlo ulteriormente sottolineare perché è proprio nei momenti molto gravi, di crisi - e questo è un momento di grave crisi di questa maggioranza - che il ruolo che pu svolgere il Presidente del Consiglio regionale deve essere di più un ruolo super-partes e questo vale anche per l'Ufficio di Presidenza che però deve potersi muovere nella chiarezza dei propri compiti, non per se stesso, ma per rispetto all'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, questa mattina è palese, credo a tutto il Consiglio, quanto sia sottovalutato da questa maggioranza e dalla Giunta l'importanza del documento della legge che si sta approvando: il secondo provvedimento sull'esercizio provvisorio.
Probabilmente questa maggioranza ritiene che l'introduzione dell'esercizio provvisorio sia una cosa del tutto normale e quindi uno dei soliti strumenti che si utilizzano per dar tempo a chi avrebbe dovuto farlo nei tempi passati di raccogliere le idee e dice nella relazione che "le innovazioni derivanti dall'introduzione dell'IRAP e l'avvio della riforma contenuta nei provvedimenti Bassanini rendono meno chiaro il grado di riferimento".
Credo che questo denunci e sia una presa di coscienza di quanto in tutto questo tempo avrebbe dovuto essere fatto e non è stato fatto, perch mai ci siamo trovati di fronte a un provvedimento, messo in discussione che tentasse di riunire tutta la materia del bilancio e dare una spiegazione dell'effetto che l'applicazione di quel bilancio ha sull'economia e la vita dei cittadini della Regione Piemonte.
A livello nazionale credo che alcune cose siano state fatte, ma io non ho sentore, almeno personalmente non ho avuto alcun accenno, che ci porterebbe a un modo nuovo di vedere il bilancio e quindi indurrebbe la Giunta ad esprimere i suoi giudizi sul tempo trascorso, sui bilanci passati.
Dovrò fare un'operazione: dopo aver sentito il Consigliere Riggio, mi prenderò la "briga" - credo che dovrebbero farlo tutti i Consiglieri - di non partecipare alle riunioni del Consiglio regionale, bensì a tutte quelle delle Commissioni, perché mi pare di aver capito che l'unico luogo dove è possibile avere un'idea precisa e compiuta di ciò che sta avvenendo nella Regione Piemonte siano proprio le Commissioni. Mai, infatti, a livello del Consiglio vi è stata una relazione onnicomprensiva su questa materia, che può partire dal piano di sviluppo e dal disegno di riorganizzazione, ma che dovrebbe partire sicuramente dalla lettura del bilancio consuntivo dal quale i Consiglieri regionali e tutti coloro che sono interessati sotto il profilo economico, sociale, culturale alla vita della Regione Piemonte avrebbero potuto avere di prima mano un quadro di riferimento preciso.
Faccio un esempio: il piano sanitario nazionale conferisce alla Regione Piemonte per i suoi compiti, previsti per legge, 6.850 miliardi; in questo settore operano 58.000 dipendenti. Ebbene, io non sono riuscito a sentire in quest'aula, durante le discussioni del bilancio (dei tre bilanci consuntivi passati e dei due bilanci preventivi passati), una sola parola sullo stato di salute dei cittadini, che cosa producono 58.000 dipendenti e 6.850 miliardi di spesa pubblica, più tutta la spesa privata che gira attorno al sistema della sanità. Io non sono riuscito come Consigliere regionale a capire, mi auguro che l'abbiano fatto i cittadini, ma ho qualche dubbio perché da parte della Giunta regionale in fase di bilancio preventivo e in fase di bilancio consuntivo non è stata detta una sola parola nel merito.
Un altro esempio. Ho appreso anch'io con grande sorpresa alcuni giorni fa che sia da parte del pubblico che del privato c'è stata una rinuncia massiccia ai fondi europei! La Regione Piemonte non è in grado di mettere in moto e di valorizzare quelle che sono le grandi opportunità date dai fondi dell'Unione Europea: vi sono sia Comuni sia Province sia privati che stanno rinunciando ad attingere a quei fondi. Eppure la Regione Piemonte almeno fino a qualche anno fa, si era distinta per essere una di quelle Regioni che riusciva ad utilizzare più di altre Regioni quelle che erano le opportunità della Comunità europea. Oggi leggo sui quotidiani che molti stanno rinunciando a queste opportunità per la farraginosità dei procedimenti; bisognerebbe approfondirne le ragioni. Dalla Giunta regionale non ho sentito né in occasione di bilanci preventivi, né in occasione di bilanci consultivi, un approfondimento sull'utilizzo dei fondi comunitari e quindi la compartecipazione della Regione alla costruzione e all'utilizzo dei fondi comunitari.
Non so quale sia lo spirito di questa maggioranza e di questa Giunta.
Questa mattina non è presente, su un provvedimento come la prosecuzione "l'allungamento" dell'esercizio provvisorio, il Presidente della Giunta forse non sono stato attento al motivo della sua assenza, forse è ammalato ...



PRESIDENTE

E' impegnato a Bruxelles per motivi istituzionali.



MIGLIETTI Franco

Mi rendo perfettamente conto, combinazione una volta si riunisce il Consiglio su un provvedimento di grande delicatezza ed è a Roma, un'altra volta è a Bruxelles. Sicuramente è utile che sia in questi luoghi per difendere i problemi della comunità piemontese, ma credo che anche questo Consiglio abbia il diritto esprimere delle considerazioni su dei provvedimenti così delicati, in presenza del Presidente della Giunta.
Abbiamo presentato nel mese di marzo del 1997 un provvedimento banalissimo, che hanno assunto quasi tutte le Regioni, l'istituzione della conferenza permanente dei rapporti fra la Regione Piemonte e le autonomie locali. Provvedimento tramite il quale autonomie locali, in una sede appropriata, e non in una sede consultiva avulsa da quello che è il rapporto con il Consiglio regionale, possono esprimere le loro considerazioni sia sui bilanci sia sull'organizzazione complessiva: cose che vengono qui dette nella relazione alla prosecuzione dell'esercizio provvisorio.
Ebbene il provvedimento è ancora lì che giace. Da parte della Giunta non vi è stata nessuna iniziativa. I decreti Bassanini, sia il n. 59 che il n. 127, hanno continuato il loro iter. Credo che sia quasi completato il quadro dell'operazione che era prevista dai due disegni di legge, ma da parte della maggioranza e della Giunta non si proferisce parola nel merito.
A parte il fatto che questa legge potrebbe tranquillamente andare in porto da sola per via ordinaria. E' sufficiente che venga approvata entro il 6 o 7 di aprile, quindi potrebbe essere approvata in via ordinaria quindi senza l'urgenza. Ma la maggioranza ha diritto di porre il problema dell'urgenza della legge, sapendo che fa due operazioni: allunga il tempo dell'esercizio provvisorio, la seconda - operazione che sicuramente non qualifica l'operatività di questa amministrazione - presenta un provvedimento con un articolo di urgenza.
Fate pure, mi auguro che il provvedimento - almeno questo lo abbiamo chiesto e ci era stato garantito - venga corredato di una relazione, almeno per capire quali sono gli orientamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, ogni qualvolta da un po' di tempo a questa parte mi tocca intervenire su questi temi in un'aula complessivamente distratta. Mi viene in mente un magnifico racconto arabo che riferiva di un profeta che, giunto in un villaggio, predicava il rigore, la serietà e la solidarietà.
All'inizio quando giunse in questo villaggio aveva molti seguaci. Pian piano il numero dei seguaci si ridusse fino al momento in cui fu solo.
Nonostante questo continuava a predicare, allora un suo amico gli chiese che senso aveva e lui gli rispose "per non conformarmi alla maggioranza che non crede in queste cose".
Anch'io mi trovo nella situazione di essere il predicatore, ovvero continuo a ripetere delle cose per non conformarmi a questa distrazione complessiva che ormai aleggia in questo Consiglio regionale. Voglio esprimere, ogni tanto, la volontà di indignarmi verso un metodo di non governo da parte di questa Regione. Se da parte della minoranza, ma anche da parte della maggioranza, non c'è la capacità di indignazione verso ci che sta succedendo, significa che ci stiamo avvicinando tranquillamente volente o nolente, verso le elezioni anticipate. E' incredibile Consigliere Scanderebech, che non ci sia ogni tanto una sorta di reazione per l'assunzione di una iniziativa che permetta di superare le difficoltà che stiamo vivendo e che condurranno per forze di cose - Scanderebech, tu che hai responsabilità del tuo partito dovresti saperlo - alle elezioni anticipate. Non può vivere una Regione in questa situazione ...



(Commenti del Consigliere Scanderebech)



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech non interrompa.



SAITTA Antonino

Quando viene proposto, come oggi, un disegno di legge che proroga l'esercizio provvisorio - c'è stato anche in passato - ancora di un mese, e questo esercizio provvisorio viene proposto senza averlo collegato ad un disegno politico amministrativo in grado di definirne l'emergenza e la necessità, si crea un limite.
Se fosse stato presente il Presidente Ghigo mi sarei rivolto a lui, mi rivolgo all'Assessore Burzi. Il problema complessivo di una Giunta e degli Assessori - ognuno ha sicuramente delle qualità - è quello di non sentire oltre alle esigenze del proprio settore. Non mi pare che gli Assessori, per come seguono il dibattito - tranne evidentemente qualcuno - svolgano un lavoro collegiale di partecipare ad un bisogno complessivo. Collega Burzi e Vicepresidente Majorino è questo il limite. Per cui continuerò a ripete queste cose anche se sono solo, perché mi pare che non ci si debba conformare a questa situazione che sta vivendo la Regione.
Per quanto riguarda l'esercizio provvisorio, mi rendo conto che non c'è neppure il senso della gravità dell'atto che stiamo compiendo.
Probabilmente qualche Assessore che è più Assessore di spesa per il suo ruolo se ne rende conto, ma complessivamente questo fatto manca. Ma voi sapete che gli enti gestori dei servizi socio assistenziali stanno vivendo una situazione drammatica? Non riescono a fare i bilanci, hanno difficoltà di cassa, non riescono a dare il contributo alla povera gente che ha bisogno, che non lavora che ha dei problemi, non riescono a dare il contributo mensile, non sanno come fare. Tutti i 67 enti di gestori di servizi socio assistenziali sono in questa situazione drammatica. Probabilmente anche determinata da una modalità in cui si è proceduto all'esercizio provvisorio sulla base di un bilancio tecnico, che non era tecnico, con i capitoli a zero.
Io mi fermo qui, non aggiungo altro perché mi pare che la situazione sia abbastanza nota, debbo dire che questa rassegnazione complessiva che aleggia in quest'aula mi induce a ritenere che anche il bilancio di previsione per il 1998, che sarà fatto a metà anno, quindi ormai con una parte dell'anno tutto consumato, questo bilancio di previsione per forza di cose non potrà avere un respiro alto; ancora una volta non sarà legato, non può essere collegato al Piano regionale di sviluppo, che è l'unico riferimento che permette di valutare le scelte che la Giunta intende compiere, sarà un altro atto puramente tecnico, una somma di tante esigenze, una ripartizione di alcune risorse più o meno consistenti che ci saranno, e in questa maniera noi ci avviamo o alle elezioni anticipate e probabilmente credo che a questo punto sia la cosa più utile rimettere il mandato agli elettori, ammettere il fallimento di questa esperienza mi sembra la cosa più coerente se ci crediamo ancora nelle istituzioni ricominciare daccapo oppure, l'altra soluzione è che questa situazione complessiva in cui la Regione ormai è diretta come Giunta, ma anche come Consiglio regionale che è l'altro grande problema e per il quale il Presidente del Consiglio io credo che debba anche assumersi una responsabilità in questo senso perché la situazione sta anche riguardando enormemente anche il Consiglio regionale, o c'è una reazione che permetta di far tornare la primazia della politica, non del semplice atto amministrativa quando c'è l'atto amministrativo, la primazia della politica o altrimenti io credo che tutti quanti possiamo metterci la coscienza a posto dicendo che come minoranze l'abbiamo detto e ogni tanto lo facciamo ma complessivamente abbiamo reso un servizio non utile per la nostra comunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. Io ho letto con molta attenzione la relazione a questo disegno di legge che stiamo discutendo oggi e intravedo subito nella relazione una sorta di scusa a quelle che sono le motivazioni reali per cui si approva questo provvedimento. Provvedimento che il mio gruppo approverà per una questione di stile e perché ritiene che la fortissima crisi che passa attraverso questa maggioranza non può cadere su quelli che sono i problemi dei piemontesi e della nostra Regione. Mi spiego meglio: il Piemonte, la Regione Piemonte, l'istituzione è ormai bloccata da qualche mese, non riesce più ad assumere nessun provvedimento che abbia valenza politica per la nostra Regione.



PRESIDENTE

Consiglieri, seguite l'intervento del collega Montabone. Prego continui Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Che la crisi sia evidente lo dimostra il fatto che non solo Assessori che fino al mese di aprile potranno dividersi soltanto i dodicesimi del bilancio precedente, ma anche il responsabile di questa Giunta...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, un Consigliere continua ad insultare una collega Consigliera. Questa è innanzitutto maleducazione! La prego di richiamarlo per insulto personale verso...



PRESIDENTE

Consiglieri, permettete al collega Montabone di svolgere il proprio intervento in sufficiente silenzio. Grazie.



MONTABONE Renato

Vuol dire, Presidente, che dopo che sono stato interrotto tre volte lei fa come quell'arbitro che alza la mano durante il gioco, fa proseguire l'azione e poi eventualmente l'ammonizione la dà dopo, oppure si supera così?



PRESIDENTE

Il tempo sarà recuperato. Io ho visto che c'era un dibattito ma non ho sentito parola, dato che il tono era sufficientemente basso.
Lasciamo cortesemente terminare il collega.



MONTABONE Renato

No, Presidente, scusi. Io sono stato interrotto quattro volte e la Consigliera Spagnuolo ha chiesto la parola. Io gliela cedo volentieri per capire che cosa sta accadendo in aula.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente la ringrazio, ma credo che ci voglia una spiegazione.
Io mi sono avvicinata al Consigliere Mancuso che mi ha detto "voi continuate a menare la danza ed è per questo che gli Assessori non ci sono". A questo punto io gli ho detto che forse doveva moderare un pochino i termini e il Consigliere Mancuso mi ha risposto che con me, che sono un vecchio arnese della Prima Repubblica, non aveva nessuna intenzione di discutere e che io me ne andassi e che "quando ci voleva ci voleva".
Io voglio dire che sono orgogliosa di avere partecipato alla Prima Repubblica perché aveva dei valori che non hanno niente a che vedere con questo. Per quello credo che in queste svolte volti nuovi abbiamo preso e dato incarichi rilevanti a vecchi arnesi della Prima Repubblica, se volessimo seguire questo tipo di comportamento.
Non faccio nomi ma le delibere, gli incarichi, anche molto rilevanti che in questa città e in questa Regione vengono dati da questa maggioranza possono dimostrare in maniera evidentissima che l'utilizzo e il riciclo di vecchi arnesi della Repubblica viene fatto oggi da questa maggioranza e forse anche da Alleanza Nazionale, partito e gruppo consiliare verso il quale io ho sempre avuto il maggiore dei rispetti possibili dimostrati in quest'aula, anche durante il dibattito che riguardava il Vicepresidente Majorino e visto che Mancuso non ha memoria politica, la sottoscritta quando era Presidente del Consiglio regionale del Piemonte auspicò che per democrazia ci fosse nell'Ufficio di Presidenza un rappresentante del Movimento Sociale Italiano, cosa che avvenne con tutto il rispetto, perch quella era nei fatti una svolta di democrazia.
Per cui io rinvio al mittente la maleducazione politica e impari che la storia di ognuno, ogni tanto, può e deve anche essere rispettata.



(Applauso del Consigliere Picchioni)



SPAGNUOLO Carla

E con questo io voglio dire che non ho niente da dire al Gruppo di Alleanza nazionale perché l'atteggiamento che il Consigliere Mancuso ha avuto, ritengo sia un atteggiamento di maleducazione personale, di mancanza di conoscenza e di rispetto della storia di ognuno.
Io vado orgogliosa di avere dedicato la mia vita alla politica.
Dovremmo valutare come, se e perché è caduta la Prima Repubblica; questo è un giudizio che consegnamo alle forze politiche e, forse per la gravità e la complessità di ciò che sta avvenendo nel nostro Paese, dobbiamo consegnarlo alla storia.



PRESIDENTE

Credo debba essere mantenuto in quest'aula il massimo del rispetto personale.
Nei confronti della collega Spagnuolo, non solo c'è la mia totale condivisione per la storia politica sua, che l'ha vista a volte vicina al partito a cui faccio parte io, altre volte meno vicina, ma deve essere dato atto del suo comportamento sempre assolutamente tenuto al massimo livello della dignità politica.



(Commenti dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Stiamo tutti sereni. Ho detto che credo debba essere tenuto in quest'aula il massimo della correttezza anche interpersonale. Aggiungo che nei confronti della collega Spagnuolo, c'è la massima stima mia e ritengo di tutta l'aula, così come il suo impegno negli anni passati giustifica e dimostra assolutamente consono.
La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Credo che abbiamo cose più importanti da fare, ma, visto che sono stato chiamato in causa, rispondo alla collega.
Trovo abbastanza scorretto il fatto che una chiacchierata fatta quasi nei corridoi fra due Consiglieri debba essere portata all'attenzione di tutto il Consiglio. Comunque lei ha ritenuto di farlo, è un suo problema.
Siccome la collega, nel tempo, più volte, ma questo voi non siete tenuti a saperlo, mi ha fatto notare che noi di Alleanza Nazionale dobbiamo stare particolarmente attenti a dire certe cose (non vedo perché) nell'ambito di questo brevissimo scambio di battute io facevo notare alla collega che se gli Assessori sono magari momentaneamente assenti è perch hanno anche qualche altra cosa da fare e i tempi della danza che - si diceva - viene "menata in lungo", portano anche ad andare magari nei corridoi ed affrontare altre questioni.
Rilevo il fatto che...
Saitta, stai bravo, lasciami parlare, parli sempre tu; posso parlare una volta io?



SAITTA Antonino

Il Presidente deve intervenire!



PRESIDENTE

Cerchiamo di contenere gli interventi.



MANCUSO Gianni

Concludo dicendo che ho consigliato alla collega di non venire a dare consigli a me e ad altri del mio Gruppo perché non ritenevo di averne la necessità. Poi lei ha riferito ciò che ha riferito; libera di farlo, per mi sembra che si sottragga tempo e si trovino altre argomentazioni per parlare di cose che francamente all'aula ed ai nostri amministrati piemontesi non interessano.



PRESIDENTE

Voglio dare un commento, come l'ho dato prima. Credo che il "menare in lungo" - se ho capito - se vuol dire l'utilizzo delle possibilità previste dallo Statuto, queste sono e saranno ampiamente tutelate dal sottoscritto come Presidente. Perciò è un dialogo che mi auguro non debba ripetersi perché, se ci sono delle valutazioni, si fanno chiedendo di intervenire.
Invito perciò a tenere un linguaggio consono e io sarò comunque difensore di tutte le possibilità di intervento e di svolgere le argomentazioni, così come ogni Consigliere riterrà di doverle svolgere.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, inviti magari il Consigliere Salerno ad avere un po' di curiosità per quello che sto per dire. Il collega Mancuso non è la prima volta che ricorre a certe intimidazioni personali nei confronti di colleghi. La prima volta ha usato le mani, cercando di strappare il microfono entro il quale parlava il collega Cavaliere; adesso ha usato la lingua un po' come avrebbe usato le mani, usando anche dei vocaboli evidentemente a lui molto consoni: "menare", che di solito si accoppia a "menare le mani" e non "menare le delibere" o "menare le leggi".
Questa attività muscolare, offensiva - una vera volgarità politica quella che ha detto il Consigliere Mancuso - verso una collega che, per storia ed impegno anche personale, del quale io ho potuto verificare la passione, la competenza, anche se non sempre sono stato d'accordo con lei ma che merita rispetto da tutti noi; la collega viene insultata come "vecchio arnese" della Prima Repubblica, da un Consigliere. Questa è una volgarità politica, è una maleducazione personale. E' la seconda volta che il Consigliere Mancuso tenta un'intimidazione e, nella sua replica, il Consigliere Mancuso ha quasi l'orgoglio di dire quello che ha fatto, visto che mentre parlo continua ad agitare le mani, forse per tenerle ferme e non doverle far menare. Io non so quale sia stata la storia giovanile del Consigliere Mancuso, se abbia fatto parte di squadre che menavano le mani io non so questo, ma il prurito che gli vedo scorrere in viso e il suo agitarsi potrebbe anche far pensare a esperienze di questo genere.
Io chiedo formalmente che l'Ufficio di Presidenza si riunisca subito per valutare il fatto. In subordine, se questo il Presidente non intende farlo, e sarebbe fatto grave, chiedo una breve sospensione per poter riflettere con le minoranze su quanto è avvenuto. Grazie.



PRESIDENTE

Il fatto è stato stigmatizzato, verrà esaminato nel primo Ufficio di Presidenza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Mi permetto di rilevare, Presidente, che il fatto non è stato stigmatizzato.



PRESIDENTE

Scusi, qui non parliamo sull'art. 2, ma parliamo sul fatto incidentale.
Lei vuole parlare sul fatto incidentale?



SAITTA Antonino

Presidente, non credo proprio che il fatto sia stato da lei stigmatizzato, perché l'intervento di precisazione del collega Mancuso sottende un grande fastidio per il dibattito, per il confronto politico che è l'elemento caratterizzante di tutte le assemblee e, in questo caso della nostra assemblea legislativa.
Io credo che lo stesso Presidente del Consiglio, Deorsola, pu confermare come gli interventi svolti su una questione così importante non sono stati sicuramente interventi di tipo ostruzionistico, ma interventi nel merito, contenuti nel tempo, molto puntuali e precisi.
Quindi, il giudizio del collega Mancuso deve essere stigmatizzato in aula, da parte sua, con precisione perché, se dovesse valere questo giudizio e diventasse il giudizio prevalente in quest'aula anche da parte del resto della maggioranza, vorrebbe dire che la causa delle difficoltà in cui si trova la Regione Piemonte e i tempi lunghi per l'approvazione del bilancio dipendono esclusivamente dalla minoranza.
Siccome lei, Presidente, sa che questo non è assolutamente vero, noi chiediamo - come Gruppo dei Popolari - un intervento preciso e forte per rompere questa sensazione che l'intervento del collega Mancuso ha introdotto anche in questo confronto di oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, lei sta cercando di "archiviare" con un rinvio ad una chiacchierata nell'Ufficio di Presidente, quando ci sarà, un avvenimento che mette la seduta in condizioni di non poter essere proseguita.
Noi non accettiamo.
Io credo che nessuno di noi - non so quanti dalla maggioranza certamente penso di poter dire tutta l'opposizione - accetti di proseguire una discussione, dopo che è intervenuta una lesione dell'onorabilità, dello stile e di un qualche cosa che era quel poco rimasto di un modello di rispetto delle istituzioni e delle persone.
Rispettarsi come persone - Presidente - è una condizione per poter rispettare collettivamente e collegialmente l'istituzione, per poterne usufruire, per poterla far funzionare.
Quindi, per favore, Presidente, non metta la questione tra parentesi sospenda per cortesia la seduta per il minimo indispensabile - non c'è niente da "menare" in termini di tempo - per il tempo indispensabile ad irrogare la sanzione che l'Ufficio di Presidenza ritiene, perché senza di questo noi non possiamo proseguire la seduta.
Credo che questo sia il minimo che l'aula adesso debba esigere dal Presidente e dall'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

L'evidenza ci dimostra ancora una volta che i tentativi beceri, banali e scontati da parte di tutta la minoranza, ormai, di strumentalizzare e di impedire il regolare svolgimento di...



(Commenti e proteste dai banchi della minoranza)



GHIGLIA Agostino

Questa sollevazione urlante dimostra quello che dico.
Io sono stufo, Presidente, in quest'aula... Se si lascia anche a me visto che qualcuno che urla è sempre maestro di democrazia per gli altri e sempre poco per sé stesso - la possibilità di compiere un ragionamento forse riesco a farlo; se invece, come al solito, si urla... Perché quando si viene colpiti nel vivo, quando si tenta di smascherare il tentativo di impedire il regolare procedimento aministrativo d'aula, è chiaro che qualcuno si agita, Presidente.
Ma visto che questo giochetto lo vediamo da mesi e visto che per mesi lo abbiamo subìto con il garbo, con il silenzio, credendo che il dialogo potesse essere utile, quanto meno a fare qualche piccolo interesse dei piemontesi, che vedono i loro interessi continuamente messi sotto i piedi dalla strumentalità di un'opposizione che tenta soltanto di impedire...



(Commenti del Consigliere Saitta)



GHIGLIA Agostino

Senta! Senta Saitta, il difensore invitto e invincibile delle istituzioni e anche del mio pensiero, che pretendo di terminare...!



PRESIDENTE

Lei termini, restando ai fatti, poi le valutazioni...



GHIGLIA Agostino

Che pretendo di terminare dicendo quello che credo, perché in democrazia, in un'aula, si può dire quello che si crede! Chiaro? Per tutti spero! E allora, fatta questa breve premessa, di denuncia della strumentalità lo ripeto - becera e banale con la quale ci si appiglia a qualsiasi cosa pur di interrompere una discussione di merito - perché sul merito in quest'aula non si parla mai, perché evidentemente non si hanno gli argomenti - voglio anche dire, Presidente, concludendo, che sono contrario alla sospensione della seduta; che per l'irrogazione della sanzione l'Ufficio di Presidenza si potrà riunire, dopo che avrà preso in considerazione l'irrogazione delle sanzioni per il passato, che riguardano un Consigliere per un gesto di due anni fa e un Capogruppo della minoranza per un'espressione pubblica in quest'aula di tre mesi fa.
Dopodiché l'Ufficio di Presidenza, fatte le opportune valutazioni e tenuto conto degli opportuni equilibri e dell'oggettiva gravità dei singoli fatti, potrà eventualmente decidere di pensare anche qualcosa sul collega Mancuso.
Dico ancora una parola sul collega Mancuso, perché mi corre l'obbligo.
Vede, Presidente, nel merito io non sono d'accordo, perché per me la prima Repubblica non significa nulla, nel senso che io rispetto tutti rispetto le idee di tutti, rispetto il passato di tutti.
Per me, quando una persona è per bene, in passato può aver fatto quello che voleva, perché per noi di Alleanza Nazionale conta il futuro, contano i valori condivisi e conta il futuro: non andiamo a chiedere il DNA di nessuno.
Quindi, per quanto riguarda l'affermazione in sé, io non posso che non essere d'accordo e non posso che condannare l'espressione di Mancuso.
Però, Presidente, devo dire un'altra cosa, perché alla fine non è giusto che la maggioranza in un'aula debba necessariamente prendere schiaffi da tutti nel rispondere.
Vede, Presidente, se io le dico una cosa in corridoio, se io dico una cosa ad un collega in corridoio, o mentre mi si avvicina e mi parla, posso agire in due modi: se sono un uomo di stile, io non la userò mai in aula pubblicamente; se di stile ne ho un po' meno, mi baserò sulla cosa detta in un corridoio per fare un attacco politico e strumentale che - anche qui prescinde dal merito della questione e prescinde anche dal merito dell'attacco personale.
Però, Presidente, come al solito, è una questione di stile: noi vogliamo parlare di merito, in quest'aula.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Montabone e al Consigliere Chiezzi, inviterei i colleghi che intervengono a non usare termini come "becero" e "banale", anche perché secondo me non ci sono le condizioni per usare questi termini.
Ho detto prima che in questa discussione i termini sono stati rispettati: non si può condizionare le espressioni di chiunque dei Consiglieri, né della maggioranza né della minoranza, ad un determinato filone. Perciò, finora, la discussione è avvenuta nei termini regolamentari.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Nell'esprimere la mia solidarietà alla Consigliera Spagnuolo, voglio rigettare l'affermazione di chi dice che non si stava discutendo nel merito delle cose, perché io stavo facendo un intervento sul bilancio provvisorio la proroga del bilancio provvisorio, e stavo discutendo nel merito delle cose. Addirittura stavo dicendo il perché il mio Gruppo avrebbe votato a favore; ripeto: il perché il mio Gruppo avrebbe votato a favore.
Però, in questo momento, non intervengo sul provvedimento di bilancio.
Devo dire che mi sento "arnese" della prima Repubblica e, come me, in quest'aula, dovrebbero sentirsi arnesi della prima Repubblica non soltanto Consiglieri di vecchie formazioni politiche, ma anche Consiglieri di nuove formazioni politiche; non soltanto Assessori esponenti di nuove formazioni politiche, ma anche Assessori esponenti di vecchie formazioni politiche!!!.
E allora, la questione personale, che può essere importante e rispetto alla quale esprimo piena solidarietà alla Consigliera Spagnuolo, in questo momento diventa politica.
Io chiedo a questi signori, appartenenti a tutti i Gruppi politici, se sentono di dover subire, con questo atteggiamento, quelle che sono state le negatività soltanto della prima Repubblica oppure se non intendono rigettarle.
Perché questo fatto sta cominciando a diventare un pochino incomprensibile.
Il fatto che il nuovo, il nuovismo, per esempio il turismo di carattere comunitario o romano che assume il Presidente della Giunta, senza essere presente ad un dibattito come questo, se questo è il nuovo e se l'incisività che il Presidente della Giunta ha nell'Unione Europea così come a livello romano è la stessa che determina in queste occasioni in Consiglio, io dico che si tratta soltanto di turismo! E che potrebbe benissimo, forse senza cambiare le condizioni, essere presente in quest'aula, anziché chiamato da impegni altrove.
Agli Assessori, della Prima e della Seconda Repubblica, figli della Prima o della Seconda Repubblica, io chiedo, nel merito di quel provvedimento che si stava discutendo, se si rendono conto che fino alla fine di aprile potranno spendere soltanto i dodicesimi! Ci sarà qualcuno che sarà contento di spendere i dodicesimi perché aveva tali e tanti budgets sui propri capitoli che fino al mese di aprile continuerà a spendere quei soldi. Ce ne saranno altri invece che forse contenti non lo saranno, perché probabilmente chi ha delle linee politiche diverse da quelle che si sono attuate finora, vorrebbe che il bilancio permettesse loro di attuare queste linee politiche.
Io credo però che questo fatto incidentale superi di gran lunga quello che è il merito del provvedimento che stiamo discutendo, ripeto: il merito! E quindi dico al Presidente del Consiglio di sospendere la seduta, magari anche solo per qualche minuto, perché questo fatto deve essere segnalato! Deve essere segnalato perché altrimenti, anche soltanto in termini regolamentari, per affermare quelle che sono le proprie idee, i Consiglieri potrebbero trascinarla ben oltre gli impegni che i Capigruppo in cinque ore di riunione di questa nuova Seconda Repubblica hanno stabilito ieri. Anzi: nuova Seconda Repubblica dopo i due anni e mezzo!



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, ho chiesto di intervenire nuovamente anche per fatto personale, se ritiene, perché il collega Ghiglia ha accostato il mio nome e la mia persona e un comportamento della mia persona.



GHIGLIA Agostino

No, il tuo nome non l'ho fatto, Chiezzi! Vai a leggerti i verbali! Quindi, il fatto personale non c'è.



CHIEZZI Giuseppe

Era comunque un'allusione evidente a un mio comportamento di qualche mese fa...



GHIGLIA Agostino

Ti sei sentito chiamato in causa, quindi sei colpevole!



CHIEZZI Giuseppe

Parlo proprio per quello, non mi tiro certo indietro! Se il collega dice che non alludeva a me, allora tutto finisce, ma siccome secondo me alludeva a un atto da me compiuto...



GHIGLIA Agostino

Non sei mio giudice, Chiezzi! Tu hai questa mentalità, Chiezzi: non sei il mio giudice!



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo conferma se alludeva a me perché le allusioni in un'aula come questa non sono una bella cosa; si parla liberamente ed esplicitamente in modo che ciascuno possa dire la propria. Dato che, magari mi sbaglio, io ritengo che alludesse a una mia iniziativa personale, accostando questa iniziativa personale ai fatti che hanno caratterizzato oggi il comportamento del collega Mancuso, io volevo segnalare all'aula che non accetto questo collegamento, innanzitutto perché l'episodio di cui sono stato protagonista è stato un episodio che ho svolto fuori dal banco...



(Commenti del Consigliere Griffini)



CHIEZZI Giuseppe

Poi parlerà anche Mancuso per dire che ha fatto la stessa cosa! Io l'ho svolto fuori dal banco e soprattutto l'ho svolto pubblicamente assumendomi la responsabilità di quello che facevo di fronte a tutti! Non sono andato da un collega a minacciarlo! Io sono sceso e con un atto di intemperanza, mentre andavo verso l'aula, mi sono rivolto a voce con un epiteto fondato dall'ira che avevo, sbagliato, ma che detto a voce alta e forte poteva anche contenere elementi di fraternità e affettuosità, dire "delle ..." a volte lo usiamo, ma "arnese della Prima Repubblica" non lo usi nemmeno per scherzo! Io ho usato un epiteto, che non dovevo usare mosso dall'ira e da un'ingiustizia che avevo subito come Consigliere regionale.
Con ciò, Presidente Deorsola, dopo quella mia iniziativa, caro Ghiglia il Presidente del Consiglio ha sospeso la seduta. L'ha sospesa e ha fatto bene a sospenderla! Poi il Consigliere Chiezzi attendeva ed auspicava un chiarimento da parte dell'Ufficio di Presidenza, non per dire che aveva fatto bene a rispondere così, ma per chiedere che si riconoscesse l'ingiustizia subita dal Consigliere che poi aveva portato lo stesso Consigliere ad atteggiamenti impropri. Atteggiamenti sui quali io, non appena ho avuto l'occasione e soprattutto prima che finisse la Presidenza di Rolando Picchioni, io autonomamente - senza cercare simmetrie o scusanti, ma ero stato provocato, non l'ho detto! - mi sono alzato e doverosamente, per rispetto all'istituzione, ho chiesto scusa: senza attenuanti, senza simmetrie od altro!



GRIFFINI Massimo

Dopo tre mesi!



CHIEZZI Giuseppe

No, appena ho potuto farlo! Appena ho potuto farlo perché l'Ufficio di Presidenza non mi convocava! Il primo momento in cui io mi sono sentito in dovere di chiudere quella questione, l'ho fatto.
Allora non accetto questo parallelismo e questa analogia di comportamento: il mio, sbagliato fin che volete, ma pubblico; il suo privato, di volgarità e intimidazione personale! Però, Presidente Deorsola, il Consiglio era stato sospeso e quindi io chiedo che anche in questa occasione lei sospenda, almeno brevemente almeno per consentire alle minoranze di valutare il fatto, questo Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

Sarebbero ancora iscritti a parlare su questa questione i Consiglieri Cotto, Gallarini, Angeleri e Rosso; ritengo però opportuna una sospensione della seduta di cinque minuti.



GHIGLIA Agostino

Per che cosa?



PRESIDENTE

Per una pausa di riflessione.



GHIGLIA Agostino

Spero che non sia per una riunione dell'Ufficio di Presidenza!



PRESIDENTE

Non c'è nessuna riunione. E' una semplice sospensione del Consiglio per cinque minuti! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,54 riprende alle ore 12,37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prima di passare agli interventi sull'art. 2 del progetto di legge n.
387 desidero fare alcune puntualizzazioni.
Chiedo a tutti i Consiglieri di tenere un comportamento consono con la dignità dell'aula, in particolare di non dare inizio a discussioni fuori dall'ufficialità che potrebbero portare ad un rallentamento dei lavori. In particolare intendo richiamare formalmente il collega Mancuso, il quale mi pare abbia fornito delle spiegazioni; nel senso che non intendeva esprimere valutazioni né sulle persone dei colleghi né in particolare sulla persona e sull'attività della collega Spagnuolo, alla quale va tutto l'apprezzamento in termini politici, per l'impegno attuale e del passato.
Sulla vicenda non ho inteso riunire l'Ufficio di Presidenza in quanto non è al completo; ci sarà un successivo esame della vicenda da parte dello stesso. Spero che l'episodio possa essere considerato chiuso. Ribadisco ancora una volta che tutta la discussione sul progetto di legge regionale n. 387 si è svolta - secondo me - nel pieno rispetto del Regolamento.
Riprendiamo ora la discussione sull'art. 2.
La parola al collega Montabone, che è stato interrotto nel suo intervento dall'episodio.



MONTABONE Renato

Inizio il mio intervento prendendo spunto da una frase della Consigliera Spagnuolo sul progetto di legge n. 387.
La collega Spagnuolo diceva che la proroga all'esercizio provvisorio potrebbe essere considerata, da parte della maggioranza, come una mezza vittoria. Credo sia difficile sostenere tale affermazione.
Il Consigliere Gallarini nella relazione ha evidenziato due punti per giustificare la proroga: l'introduzione dell'IRAP e l'avvio della riforma contenuta nei provvedimenti Bassanini, che rendono meno chiaro il grado di riferimento.
Entrando nel merito del provvedimento in esame ritengo che quanto affermato non si possa sostenere in aula per un motivo semplicissimo: se ci fossero, ad oggi, le motivazioni per la proroga all'esercizio provvisorio del bilancio, non si riuscirebbe a capire come mai il bilancio vero e proprio sarebbe già stato approvato dalla Giunta e giunto in Commissione.
Se ci sono dei problemi - mi rivolgo all'Assessore - al fatto che non si possa oggi approvare il bilancio perché ci sono le due motivazioni evidenziate, allora mi chiedo come sia possibile - mi fornirà le dovute spiegazioni nelle varie Commissioni e quando si dibatterà il bilancio stesso in aula - che il bilancio approvato dalla Giunta, senza queste particolarità, sia in Commissione.
Ci troviamo di fronte più che ad una proroga all'esercizio provvisorio del bilancio, ad una proroga della maggioranza. Proroga della maggioranza che prima era fino alla fine di marzo e oggi, con questo provvedimento che io voterò - viene prorogata fino al 31 di aprile.



GALLARINI Pier Luigi

30 aprile.



MONTABONE Renato

Se aprile avesse 31 giorni, probabilmente, anche sulla precisa posizione assunta dal Presidente della Giunta, pur di rimanere in carica un giorno in più, la data sarebbe stata spostata al 31 aprile! Detto questo motiverò il nostro voto favorevole al provvedimento. Il nostro Gruppo voterà questo provvedimento perché sarebbe impensabile bloccare anche nei dodicesimi - prima che la maggioranza possa riverificarsi, rivedersi ovvero assumere la posizione che la porti fuori dal guado - far subire ai piemontesi ulteriori danni. Cioè non vedere attuate neanche quelle poche linee politiche che negli anni passati si sono riuscite ad attuare bloccando e ingessando - così come politicamente è già ingessata questa Giunta - anche tutta l'economia di questi ultimi mesi del Piemonte.
Queste sono delle giustificazioni sul fatto che il nostro Gruppo voterà il provvedimento.
Il mio intervento è certamente stato poco organico, in quanto una parte è stata svolta nell'intervento precedente, quando un Consigliere di maggioranza - il Consigliere Saitta - richiamava l'opportunità che gli Assessori fossero presenti in aula oggi. Certo, gli Assessori - come dicevo prima - dovrebbero essere presenti oggi, perché attraverso questo provvedimento devono rendersi conto che fino al 30 di aprile potranno spendere solo quei dodicesimi. Ci sono degli Assessori che di quei dodicesimi sono contenti, perché avevano dei plafond così alti nel bilancio precedente da permettere loro di sopravvivere ancora fino al 30 di aprile.
Altri invece, volendo impostare delle linee politiche nuove, certamente non lo potranno fare perché il bilancio dell'anno precedente non permetterà loro di farlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Molto brevemente, valutato che comunque stiamo trattando dell'art. 2 della proroga dell'esercizio provvisorio e non volendo comunque entrare nel merito delle affermazioni che ho sentito prima fare relativamente ai lavori della IV Commissione, ritengo doveroso, non adesso ma quando il Presidente del Consiglio me lo concederà, di poter argomentare al Consiglio di quanto è stato lo svolgimento in IV Commissione del provvedimento che ha portato al parere su un provvedimento di variazione di bilancio. Quindi l'avvenimento è stato un parere dato su una variazione di bilancio su spesa corrente. Questo vorrei argomentarlo qualora il Presidente mi dia successivamente all'esame di questo provvedimento, la possibilità di farlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Forse dovevo intervenire prima del Presidente della IV Commissione.
Stamattina a parte l'episodio di prima che anch'io non condivido ho sentito l'intervento della collega Simonetti e veramente ieri in Commissione c'era stato un attimo di disattenzione non solo del Presidente Grasso, ma anche della collega Simonetti. Però condivido le sue rimostranze perché in Commissione secondo me chi chiede la parola dovrebbe essere invitato a parlare sia durante la votazione che a conclusione della stessa.
Ho notato anche ieri in Commissione che la collega Suino è uscita perché aveva chiesto pure lei la parola, comunque non ha sollevato questo caso in quest'aula. Ritengo che però il Consigliere Chiezzi ha detto che se non succedevano queste cose probabilmente noi andavamo più celermente verso l'approvazione di questa proposta di legge che adesso è in votazione. Non sono proprio convinto, collega Chiezzi, che noi potessimo votare più velocemente questa proposta, perché se non veniva sollevato il caso della collega Simonetti e se non veniva sollevato il caso che è successo purtroppo increscioso di questa mattina c'erano altri problemi per i quali l'opposizione frena molto i lavori di questo Consiglio.
Con questo concludo dicendo che voterò a favore di questa proroga dell'esercizio provvisorio in quanto è necessario che ci sia per poter dare la possibilità agli Assessore di spendere quel minimo che sarà di loro competenza, ma è anche necessario che tutto il Consiglio lavori molto, in particolare modo la Giunta per far sì che entro il 30 aprile ci sia un bilancio approvato, altrimenti di 30 aprile purtroppo non ne vedremo altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Adeguandomi alle dichiarazioni di voto del mio Capogruppo, volevo fare alcune annotazioni a margine di quanto è successo stamane.
Innanzitutto esprimendo alla collega Carla Spagnuolo tutta la mia solidarietà e la stessa solidarietà a tutti colleghi della Prima Repubblica. Riportando il fatto, di per sé incidentale, alla sua fisiologia e pertanto anche ad una dinamica confidenziale che si è svolta in questa assemblea, vorrei richiamare la sua attenzione e quella di tutti i colleghi ad alcune considerazioni diverse, e forse anche più pertinenti, al clima in cui noi tutti siamo costretti a vivere.
Le do tutta la mia simpatia, signor Presidente del Consiglio, perch vedendo da questi banchi quanto è difficile assicurare l'agibilità democratica di un'assemblea, capisco nello stesso momento come noi tutti siamo responsabili di fronte all'opinione pubblica e soprattutto di fronte a noi stessi, del grado non solamente di democraticità dell'assemblea, ma anche del grado di correttezza istituzionale che all'assemblea noi dobbiamo assolutamente assicurare.
Viviamo in un clima irrespirabile e questo clima irrespirabile non è dato tanto dai regolamenti che vengono applicati più o meno, non è dato dalle posizioni di per sé fisiologicamente corrette della minoranza, non è dato dalla presenza più o meno continua degli Assessori o più o meno continua del Presidente, ma è dato da un complesso di cose e da un complesso di colpe che ci deve rendere tutti partecipi delle cose che possiamo fare e di che cosa noi possiamo mettere in essere.
Non possiamo confondere le cause con le conseguenze e se siamo sufficientemente chirurghi da capire quali sono le cause motivazionali di questo clima e dello sbandamento di questa assemblea, non possiamo assolutamente eludere una presa di coscienza che tutti, dalla maggioranza alla minoranza, in questo momento dobbiamo fare.
Vedete, il gruppo di Forza Italia, che rappresenta in questa assemblea il gruppo di maggioranza relativa, ci ha portato a considerazioni diverse che partono dai ditirambi, esercizi di elogio e di stile, del nostro collega Scanderebech, a difese di ufficio che sono state fatte via via dai Capigruppo o dai Consiglieri che si sono avvicendati; però non si esorcizzano i mali, non si va al fondo della questione e il fondo della questione oggi, dopo più di due anni e mezzo, è rappresentato dal suo esecutivo nella sua persona più rappresentativa.
Io credo, personalmente, che la situazione di questo Consiglio potrà essere sanata o perlomeno risanata se viene tolta l'occasione, se viene tolta la causa, se viene tolta la responsabilità prima che l'ha determinata.
Noi ci troviamo di fronte ad un Presidente direi politicamente latitante, un Presidente politicamente irresponsabile, ci troviamo di fronte ad un Presidente che dal punto di vista operativo, dal punto di vista della sua tempra morale, dal punto di vista della sua capacità operativa, dal punto di vista della sua conoscenza dei problemi, dimostra giorno per giorno che non è adatto a riassumere la cultura di governo di questa Regione. Non è un problema di parte, perché con questo non voglio assolutamente dividere il campo tra una formula politica che esiste e una formula politica che potrebbe esistere; io credo che la maggioranza, e pertanto credo di essere al di sopra di ogni sospetto, abbia tutti i numeri, abbia tutte le titolarità politiche, abbia tutti i mandati elettorali, abbia anche tutti gli uomini per cambiare, nell'ambito del suo esercizio politico, del suo mandato politico, quella che è una conduzione di governo.
Per cui non faccio il discorso pro domo mea, non faccio il discorso per una completa alterazione degli equilibri politici, faccio un discorso che porta chiaramente ad individuare, nel capo dell'esecutivo, il massimo responsabile dell'attuale situazione politica e governamentale di questa Regione.
Su questo, al di là della difesa d'ufficio che almeno i Consiglieri di Forza Italia fanno, per una questione di stile, nei confronti del Presidente (cosa che non si verifica da parte del Presidente nei confronti degli Assessori), credo che questa coscienza debba essere una coscienza che non tocchi solamente le minoranze, ma che tocchi soprattutto i Consiglieri della maggioranza. I Consiglieri della maggioranza devono capire che l'occlusione, non solamente democratica, ma operativa di questo Consiglio di questa Regione esiste ed è lì e che non ci sono assolutamente dei placebo, delle vie succedanee, degli alibi di nessuna sorta che possono portare oggi ad individuare, nella responsabilità e nella irresponsabilità politica del Presidente, la causa dei malesseri e della criticità della nostra Regione. Leggiamo i giornali! Quando ieri, nella IV Commissione, è stata fatta, da parte del dott.
Valpreda - faccio l'esempio perché ho partecipato - una specchiata illustrazione di cosa la Regione potrà fare nel campo della prevenzione della salute, della sanità animale, ecc., io domando - e sono sicuro che l'intelligenza dell'Assessore Burzi potrà dare delle risposte in sede di bilancio - quali sono le poste di bilancio che potranno rispondere a quei requisiti, a quei principi, a quelle linee politiche ed operative che una parte dell'Assessorato alla Sanità ieri ha illustrato.
Sono sicuro che lei potrà rispondere, ma vorrei che la coerenza fra i principi che vengono discussi ed enunciati e le poste di bilancio che possono rendere operativa questa azione, possa avere effettivamente un'estrinsecazione del documento di bilancio. Temo, però, che, al di là dei principi, tutto possa rimanere una lettera morta e, pertanto, ancora una volta, noi possiamo essere ricondotti ad una quotidianità senza anima senza respiro e senza progetto.
Voglio dire allora che, nel momento stesso in cui le ho espresso la mia solidarietà, dico anche che la democrazia decidente di questa assemblea è una democrazia ogni giorno di più mortificata, e non c'è solamente un problema di Regolamento. C'è anche un problema di Regolamento (pensi se io lo posso dimenticare, non cambio di parere perché ho cambiato di poltrona) ma non c'è solamente un problema di Regolamento, perché nel momento stesso in cui individuiamo un interlocutore credibile, un interlocutore che tiene vive le sue opinioni e le sue espressioni per almeno dieci secondi, e poi non le smentisce al di fuori di quest'aula o in quest'aula, noi abbiamo un punto di riferimento che non è della maggioranza o della minoranza, ma è un punto di riferimento dell'intera istituzione. E questo vale più di mille Regolamenti, perché sappiamo che lì ci sarà un parametro di giudizio che potrà assicurare non solamente la maggioranza, ma tutta la minoranza, e pertanto tutta l'istituzione.
Allora, non è solamente un problema di maggioranza e di minoranza. Io credo che la maggioranza non debba essere, proprio per le sue intelligenze e le sue tensioni, una foresta pietrificata, che va dietro al nulla, ma credo che nell'ambito della maggioranza si deve svolgere una coscienza autocritica di quello che noi possiamo rappresentare.
Quante volte abbiamo dovuto tacere di fronte a delle immissioni, di fronte all'elusività di alcuni problemi, proprio perché una certa ragion di stato ci poneva ad essere prudenti e a non dire in questa assemblea quello che doveva essere detto! Noi crediamo che questa Regione possa avere un futuro migliore di quanto essa oggi si merita, e la discussione di questo provvedimento, che in tempi appena normali sarebbe stato varato in dieci, quindici secondi, ne è l'occasione. Ma non vedete che non si va avanti su nulla? Non vedete che ogni cosa diventa un espediente? Bisogna allora rimuovere le cause per cui c'è questa deriva perniciosa per l'istituzione e questa deriva perniciosa per l'istituzione non pu essere fatta da comprimari, ma dalla responsabilità, dalla titolarità politica di chi rappresenta questa assemblea. Ed è per questo che io faccio un richiamo, non solamente alle forze della minoranza, ma alle forze della maggioranza, perché ci sia questa coscienza del Consiglio. Perché il bilancio non verrà approvato, perché tutti ci faremo sempre più coscienti della ineluttabilità della crisi e delle elezioni anticipate, che sarebbero la prima vera mortificazione nei confronti di un'assemblea che, nel suo ventennale percorso, non ha mai conosciuto una mortificazione.
Ma questo vale molto di più del nostro budget personale, se noi tutti domani saremo chiamati di fronte all'opinione pubblica per l'assunzione di un diritto-dovere che non siamo stati capaci ad assumere e che pertanto noi dobbiamo, in questa sede, dover assumere rimuovendo le cause prime ed ultime di questo impatto.
Quando il mio collega Montabone dice che si fa solamente del turismo comunitario o del turismo romano, con un'incidenza che, se è uguale a quella che si sta svolgendo in quest'aula, dimostra nient'altro che un danno clamoroso per l'erario, allora noi vogliamo che su queste cose ci sia effettivamente la chiarificazione, perché non si possono smentire oggi, per sopravvivere, quelle cose che ieri si affermavano per esistere.
Ma dov'è il programma? Dov'è questo orgoglioso modello del Polo? Dove sono le assunzioni? Abbiamo fatto, certo, un grande cammino assieme, però, oggi come oggi proprio per dimostrare da tutti i punti di vista, che vanno dai grandi temi che riguardano per esempio i patti territoriali, così come riguardano tutti i fondi CEE, che sono delle criticità ben presenti e che denunceremo nell'ambito del bilancio, oggi noi dobbiamo dimostrare, dobbiamo far sì che questa nostra Regione assuma una tensione diversa e dica veramente la parola fine, perché anche il documento di bilancio potrà essere approvato se contestualmente alla sua approvazione, almeno per quanto concerne noi ci sarà, non la promessa di una verifica politica, rimandabile sine die, ma l'assunzione irrevocabile e ferma di una crisi politica che deve essere contestuale all'approvazione stessa del bilancio.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo alla votazione dell'art. 2.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 6 voti favorevoli 30 voti contrari 16 L'art. 2 è approvato.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
E' iscritto a parlare il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Abbiamo già detto nei nostri interventi della gravità del provvedimento che stiamo discutendo. L'hanno detto molti degli interventi che sono stati di merito e faccio notare come gli interventi di merito sulla legge, come spesso accade, avvengano quasi esclusivamente da parte della minoranza.
Abbiamo ritenuto grave che si sia arrivati al bilancio provvisorio e riteniamo grave che si protragga. Abbiamo però la sensazione che questa gravità non venga percepita nelle file della maggioranza, anzi abbiamo un'altra impressione, cioè che la maggioranza, se potesse, se ci fosse una scadenza dell'esercizio provvisorio al 31 dicembre, farebbe i salti di gioia. La maggioranza non vuole discutere il bilancio, non l'ha mai voluto se si potesse andare avanti come si è andati avanti fino adesso, sarebbe la cosa migliore.
Penso che l'unica preoccupazione che ha la maggioranza, o perlomeno la Giunta, è che scade il 30 aprile. C'è questo termine del 30 aprile altrimenti, in sè, non ci sarebbe preoccupazione; inoltre, non è neanche vero che si è obbligati a rispettare i dodicesimi, perché in I Commissione abbiamo già avuto varie volte comunicazione di spese che andavano oltre i dodicesimi: si dovessero rispettare i dodicesimi, alcuni Assessorati sarebbero bloccati dall'inizio. Invece, non c'è questo blocco, cioè c'è una comunicazione che non è doverosamente discussa, anche per colpa nostra, non solo per colpa degli altri; per lo meno, finora in I Commissione si va avanti così, cioè si comunica che c'è stato uno sfondamento della spesa e si va avanti.
Credo che questo sarebbe il metodo migliore per governare dal punto di vista della maggioranza, cioè quello di non dover dar conto, andare avanti alla giornata, portare avanti provvedimenti parziali, come quelli che discuteremo, forse, successivamente, che sono provvedimenti di natura anche finanziaria, di poterlo fare al di fuori di qualsiasi quadro di riferimento, non solo del Piano regionale di sviluppo e di altri Piani di sviluppo, ma pure di una legge finanziaria.
Anche le poche cose dette dal Consigliere Grasso questa mattina tendono a dimostrare questa cosa, perché lui appunto ha banalizzato la discussione sul provvedimento di ieri pomeriggio nella sua Commissione, dicendo che si trattava solo di emendamenti ad una legge finanziaria e di un parere da dare doverosamente.
Così concepiscono anche la seconda parte della discussione finanziaria che stiamo facendo. Vero è che hanno accolto che nelle Commissione se ne discutesse - ci mancava che dicessero di no - però poi il modo in cui lo vivono è questo: si tratta solo di emendamenti. Non si tratta del bilancio vero, si tratta di emendamenti che potevano essere liquidati in qualche minuto.
Tra l'altro, emendamenti che abbiamo scoperto largamenti incompleti perché ieri mattina, nella riunione della VII Commissione, abbiamo scoperto che ci mancano parecchi miliardi nel settore artigianato e commercio che saranno messi con un ulteriore emendamento in corso d'opera.
Anche quel documento è un documento preciso che da parte nostra non c'è stata alcuna intenzione di ostruire i lavori, di cercare pretesti.
Ieri mattina, in VII Commissione, se volevamo avere dei pretesti, ne avremmo avuti "a uffa", perché mancavano gli Assessori, c'era contemporaneamente la Conferenza dei Capigruppo, i lavori sono stati svolti in condizioni assolutamente incredibili, e lo sanno quei pochi che c'erano.
Se avessimo voluto dire: "Guardate che il Regolamento dice che quando c'è contemporaneamente un'altra discussione, non si fa", lo avremmo potuto fare; avessimo voluto dire: "Guardate che ci vuole l'Assessore", invece sapevamo che l'Assessore era malato e abbiamo accettato di interloquire con i funzionari dell'Assessorato; abbiamo accettato anche che un Assessore non fosse presente lì, ma in un'altra Commissione.
Quindi non abbiamo cercato pretesti, abbiamo però voluto per lo meno conoscere le voci di bilancio, invece pare che in IV Commissione non sia neanche stata accettato un'impostazione del genere.
Questo per dire che quando facciamo delle domande è perché pensiamo che il bilancio sia una cosa seria e vada discusso.
Tuttavia siamo preoccupati, perché quando lunedì avremo le consultazioni... Io ricordo le prime consultazioni; quando sono venute le persone consultate, ci è stato detto: "Va beh, la discussione la faremo dopo, perché tanto questo è un bilancio prevalentemente tecnico, per cui la faremo nella seconda parte".
Nella seconda parte è stato dato un documento assolutamente incomprensibile che, oltre tutto - ripeto - non è neanche completo, perch si è scoperto che non tutte le voci...



(Scampanellìo del Presidente di richiamo del tempo a disposizione)



PAPANDREA Rocco

A me fa vedere il dott. Regolamento, però alcuni Consiglieri hanno parlato 13 minuti discutendo di un articolo e non gli è stato detto nulla credo che bisognerebbe utilizzare la flessibilità con tutti, non solo con alcuni: o si ha flessibilità o non si ha; però non si possono utilizzare due pesi e due misure.



PRESIDENTE

Ho solo fatto un cenno sul minuto, ma lei aveva visto...



PAPANDREA Rocco

Ma ho visto che ad altri non viene fatto, quindi credo che se si decide una certa flessibilità nel corso di una discussione, la si debba decidere per tutti: non si utilizzano due pesi e due misure.
Comunque stavo avvicinandomi alla conclusione, dicendo che i documenti che stiamo discutendo sono addirittura incompleti per ammissione degli Assessorati che, arrivando lì, dicono: "Però ci sono queste voci che dovranno essere inserite...". In questo modo, credo che sviliamo anche quelle che sono le funzioni di questa assemblea e dei momenti alti che avevamo deciso che invece dovessero avere un significato, quale appunto la consultazione con le parti sociali nei momenti fondamentali, e il bilancio è un momento fondamentale.
Riteniamo che la responsabilità dell'essere giunti a questo punto sia totalmente della maggioranza al suo completo, dal Presidente alla Giunta e a tutta la maggioranza.
Per questa ragione il voto sull'esercizio provvisorio da parte nostra è contrario, anche se lo riteniamo un provvedimento ovvio e necessario.
Vogliamo però sottolineare come la responsabilità di questa situazione, che ripeto - è drammatica e non da affrontare a cuor leggero, sia delle maggioranza, per cui il provvedimento se lo debbano votare loro Noi votiamo contro, perché il nostro voto contro è anche un giudizio nettamente negativo dell'operato della maggioranza stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente e colleghi, io non intervengo tanto sulla dichiarazione di voto relativamente al DDL di proroga al 30 aprile (o al 31 come diceva il collega Montabone), perché mi sembra superfluo e pleonastico dire che il voto del nostro Gruppo sarà favorevole, così come lo è stato resto in I Commissione dove lo abbiamo esaminato, quanto sulle dichiarazioni, oserei dire la filippica che il collega Picchioni ha pronunciato qualche minuto fa.
E allora, visto che il suo discorso si è imperniato soprattutto sulla figura del Presidente Ghigo, additandolo all'assemblea, ma non solo all'assemblea, come latitante, irresponsabile e impegnato in turismo romano e turismo comunitario, scomporrei queste sue affermazioni dal giudizio politico.
Il giudizio politico: ovviamente, in quest'aula, pur se percorse da mille difficoltà, esistono ancora una maggioranza ed una minoranza.
La maggioranza ha grossissime difficoltà al proprio interno: le sta vivendo da mesi: ci sono stati alcuni passaggi e ce ne saranno altri; la situazione non è facile, non è stata semplice e non è semplice. E questo non lo diciamo oggi, e non lo dico solo al collega Picchioni ma a tutta l'aula: lo abbiamo detto anche quando altri ancora non lo dicevano.
E' da qualche mese che, direi con molta onestà intellettuale riconosciamo l'esistenza di grossi problemi all'interno di quest'aula nel suo complesso, aula che, per una serie di ragioni, si è avvitata su se stessa.
Ma quando dico aula, non intendo tanto lo spazio fisico all'interno del quale noi siamo soliti svolgere il nostro Consiglio regionale, quanto il complesso "istituzione Regione" nei suoi sessanta componenti, quindi i rapporti in Commissione, i rapporti personali, i rapporti tra maggioranza e minoranza, e così via.
Mettiamoci tutto quanto di politico esiste in rapporti di questo tipo.
Stiamo vivendo da alcuni mesi questa fase con molta preoccupazione stiamo vivendo in mezzo a molte difficoltà; riteniamo comunque che le difficoltà siano complessive: la maggioranza ha le proprie, ma abbiamo modo di constatare ogni giorno che anche la minoranza ha le sue. Non so poi se in valore assoluto, sono superiori le une o le altre. Certamente di quelle della maggioranza noi ci dobbiamo fare carico maggiormente; non solo perch facciamo parte della maggioranza, ma perché, istituzionalmente, è una maggioranza che deve governare e quindi noi sentiamo il dovere di farci carico in modo maggiore delle difficoltà e dei problemi.
Pochi giorni fa il Presidente Ghigo disse che ad un rimpasto in Giunta lo ribadimmo anche noi, come Gruppo di Forza Italia - per una ristrutturazione non tanto di programma, ma di riallineamento, di aggiornamento rispetto ad un programma e di ristrutturazione della Giunta e della maggioranza nel suo complesso, avremmo messo mano dopo il bilancio.
Quanto vissuto in questi giorni ci ha fatto capire che i tempi dovrebbero essere accelerati, non so se ne avremo la forza e le capacità, ma sicuramente c'è la convinzione che questi tempi andrebbero accelerati.
Anche il Presidente è convinto di questa accelerazione dei tempi, proprio ieri ne parlavamo.
Per quanto riguarda la valutazione politica del collega Picchioni sostengo che sia legittima, ma noi la respingiamo. Nel senso che non accettiamo che si addebiti la responsabilità dell'avvitamento, della degenerazione di quanto è avvenuto all'interno di quest'aula, all'interno dei rapporti istituzionali, personali, al Presidente della Giunta. Questa affermazione la respingiamo nel modo più categorico. Riteniamo, questo sì che stiamo cercando di individuare alcune questioni di fondo. Ho la presunzione che alcuni di noi, all'interno della maggioranza, ne abbiano individuate alcune, probabilmente ancora no, ma in ogni caso sarebbe presuntuoso ritenere di aver fatto, o di avere in tasca oggi la radiografia di tutti i mali che affliggono l'istituzione Regione. Complessivamente abbiamo vissuto grosse difficoltà per cui anche dal nostro punto di vista diventa difficilmente immaginabile il procedere a lungo - non il menare a lungo - in queste condizioni. Siamo altrettanto convinti che assolutamente non dovremmo prestarci al perdurare di una situazione di questo genere. Per quanto riguarda l'individuazione delle cause che sono sicuramente complesse, invito tutti - cominciando da me stesso - a fare un esame di coscienza.
Tutti noi siamo assolutamente in grado di rivedere alla moviola quanto è avvenuto in questi ultimi cinque, sei mesi, sia all'interno dei propri comportamenti sia all'interno dei comportamenti dell'istituzione Regione Piemonte nel suo complesso. Da un esame di questo genere molto probabilmente trarremo condizioni, motivazioni per proseguire. Certo mettendo mano laddove si deve mettere, mi riferisco a quanto detto prima dal Presidente. Questo però è un percorso politico, una valutazione politica, ognuno, ovviamente, ha la titolarità dei propri giudizi politici.
Io ho espresso quelli che, secondo noi, con molta correttezza, onestà intellettuale e politica riteniamo siano non coincidenti con quelli individuati dal collega Picchioni, ma siano molto più generalizzati, più complessi e che sono da riallacciarsi al passato.
Probabilmente, come diceva Garcia Lorca, "la morte ha deposto le uova nella ferita", ci troviamo, per una serie di motivi, in questa situazione.
Per quanto riguarda la questione del Presidente "latitante", del Presidente irresponsabile, le motivazioni abbiamo già avuto modo di esprimerle nel corso di molte sedute di Consiglio durante le quali abbiamo parlato di queste cose: è da molti mesi che si fanno pochi provvedimenti amministrativi e quindi poche sono le discussioni di merito e molte invece le questione di fondo o politiche o di polemica politica. Quindi n latitanza né irresponsabilità del Presidente; ieri e oggi il Presidente si è recato a Bruxelles per degli incontri istituzionali in ambito UE.
Per quanto riguarda l'incontro avvenuto a Roma, il Presidente non poteva mancare in quanto riveste la carica di Vicepresidente della Conferenza delle Regioni. Pertanto rigettiamo nella forma più categorica l'affermazione che questi viaggi a Roma e a Bruxelles, che portano il Presidente Ghigo ad essere, purtroppo, molte volte assente in queste assemblee, possano essere visti come turismo comunitario o romano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

L'intervento sulle dichiarazioni di voto del collega Gallarini sull'esercizio provvisorio in qualche maniera mi ha sollecitato ad un intervento conclusivo perché ha ripreso alcune considerazioni del collega Picchioni che credo meritino - in questa fase, poi sicuramente potranno essere sviluppate in altri momenti - una prima valutazione. Il collega Gallarini, con la sua consueta serenità, non soltanto oggi, ma già in diverse occasioni, ha rilevato le difficoltà complessive in cui vive l'ente Regione. Debbo dire che il Consigliere Gallarini ha ammesso con grande franchezza e serenità le difficoltà - non oggi per la verità - da parte della maggioranza. Non parlerò della latitanza del Presidente, né di turismo comunitario o romano, lo ritengo in questo momento non molto opportuno.
Il problema evidenziato dal collega Picchioni esiste nei termini da lui stesso indicati. Il Consigliere Picchioni ha fatto un'analisi della situazione complessivamente abbastanza compiuta. Nel senso che ha fatto uno sforzo per capire quali sono le motivazioni per cui la maggioranza così consistente, una maggioranza con un programma di una certa qualità del '95 oggi è bloccata. Il collega Picchioni ha ripreso un ragionamento da me fatto in passato, individuando gran parte, non totalmente, delle responsabilità in chi dovrebbe essere il momento di sintesi della proposta di iniziativa politica: lo ha individuato nel Presidente Ghigo. Credo che questa analisi sia giusta, questa analisi corrisponde al vero. Di che cosa soffriamo tutti come maggioranza e opposizione? La mancanza di un interlocutore politico. Credo che sia anche un problema della maggioranza cioè qualcuno che faccia sintesi della proposta, qualcuno che assuma l'iniziativa di governo al di là delle posizioni che possono prendere i Capigruppo ed è una difficoltà che sentiamo anche noi. Io molto spesso quando intervengo, ma credo un po' tutti sentiamo questo problema, non sappiamo bene a chi rivolgerci, perché sarebbe naturale aspettarsi che dopo sollecitazioni, critiche, ci fosse una sorta di reattività politica, una presa di posizione. Io credo che tanta parte degli incidenti che emergono qui potrebbero essere sicuramente superati con un'iniziativa politica, cioè con una forte leadership. Questo è il problema vero. Se il nostro ragionamento, per dare una soluzione a questa crisi noi lo facciamo dando per scontato che non esiste un problema Ghigo, cosa che mi pare non sia così scontato neppure dalla maggioranza, ma se lo dessimo per scontato che la soluzione dei problemi della maggioranza può essere ricercata accelerando i tempi della sostituzione di un Assessore, accelerando alcune procedure non risolve il problema politico, non lo risolve assolutamente perché questa è una ricetta soltanto di tipo temporale, è un'aspirina in sostanza, non affronta la questione reale che è un problema di governo.
Questa mi pare la diagnosi che sottolineo e sottopongo alla vostra attenzione fintanto questo problema della sintesi, della responsabilità di governo, dell'iniziativa politica manca, io credo che qualunque soluzione si vuol dare a questa crisi è una non soluzione, ci troveremo allo stesso problema, io dico ci troveremo alle elezioni anticipate perché questo si verificherà normalmente con una difficoltà enorme da parte del Presidente del Consiglio che dovrà assumersi un ruolo non suo perché il Presidente sarà giustamente tentato di tenere assieme in qualche maniera la maggioranza, di non creare grandi difficoltà e per forza di cose verrà spinto ad esprimere più la posizione di una parte del Consiglio anzich della totalità del Consiglio, cioè verranno amplificate le difficoltà in cui si trovò il collega Picchioni in passato, che era stato un po' il meccanico della maggioranza che aveva difficoltà.
Io credo che il Presidente Deorsola sarà chiamato ad un ruolo ancora maggiore, non soltanto di meccanico e non so se sarà il suo questo compito se riuscirà a svolgere un ruolo di questo tipo, perché oggi la situazione ancora più deteriorata rispetto al passato. Guardate che se questo dibattito noi lo facciamo e come lo stiamo facendo indipendentemente dalla presenza di Ghigo è anche indicativo del fatto che non è più diventato un interlocutore a cui affidare la soluzione della crisi. A me pare questa sottolineatura che ha fatto il collega Picchioni vada in qualche maniera sviluppata e anche la soluzione che lui immagina da chi in qualche maniera fino all'altro giorno aveva una responsabilità di tipo istituzionale: non è una filippica, collega Gallarini, quanto un Consigliere che ha avuto responsabilità istituzionali dice "guardate approviamo pure il bilancio, il bilancio può anche non essere un problema, ma affrontiamo la crisi politica per uscire da questa situazione" esprima un'opinione che forse dalla minoranza può non essere condivisa totalmente, ma esprime anche un percorso che può essere una via d'uscita che dà il senso di una volontà complessiva del Consiglio che è interessata alle istituzioni, non tanto a marcare una contrapposizione. Io vorrei che questo venisse anche valutato, come è stato valutato per l'attenzione con cui avete seguito questo intervento e vi ringrazio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie Presidente, questo intervento è per annunciare che noi voteremo contro questo provvedimento e ci sono diverse motivazioni per questo.
Innanzitutto dobbiamo renderci conto oggi ancor più di quello che è successo nel passato che questo Consiglio regionale è già morto e viene tenuto in vita da qualche macchina artificiale; forse sarebbe bene staccare la spina e mandarci tutti a casa. Lo so che è una cosa drastica, ma è necessaria. Ancora oggi abbiamo assistito all'episodio del Consigliere Mancuso; voglio dire che anche la Lega condanna quanto detto da Mancuso ma non è l'unico episodio di questo tipo a cui abbiamo assistito in questo Consiglio, ce ne sono stati tanti altri: mi ricordo di quando si diceva che i Consiglieri di AN avevano ancora il sangue dei partigiani addosso, mi ricordo quando si insultava il Presidente Picchioni dicendo che era un Presidente delle palle, mi ricordo tanti insulti partiti da maggioranza e opposizione, sempre in generale. Siccome questa non è la Camera dei Deputati con 630 deputati dove si riesce a fare ancora politica e non ci sono scontri personali oltre quei 4 o 5 che sono abituati per carattere a farli, qui siamo solo in 60 e in questi tre anni di inattività siamo riusciti a passare il tempo insultandoci l'uno con l'altro; i casi più eclatanti dell'abbandono dell'ex Assessore Angeleri, con evidentemente risentimento personale nei confronti del Presidente Ghigo, i problemi legati alla sostituzione del Presidente Picchioni, secondo me accoltellato all'ultimo momento solo perché aveva due o tre voti e non danneggiava in teoria la consistenza della maggioranza, i problemi legati ai tanti rapporti, anche fuori di qui, voglio citare nei nostri confronti l'aggressione che fece Rifondazione presente la Consigliera Simonetti davanti alla Fiat che sicuramente non migliorano i rapporti interpersonali tra i Consiglieri di questo Consiglio. Tutto questo esclusivamente perch non si è riusciti a lavorare, soprattutto in questi ultimi sei mesi. La gente mi ferma per strada e mi chiede "adesso cosa farete per quel problema, cosa farete per quell'altra cosa" e io sono costretto a dire che non facciamo nulla perché non possiamo, perché ogni martedì ce n'è una, c'è un problema; oggi parleremo del problema Vaglio, ma la prossima settimana ce ne sarà un'altra. Allora come è già capitato a dicembre, però quando la poltroncina da Consigliere regionale viene quasi smossa da sotto il sedere dei Consiglieri, si interrompono i litigi e si fanno passare queste leggine, esercizio provvisorio, adesso c'è la proroga, per fare in modo che si possa continuare a litigare un altro po', perché se poi non ci pagano più non ci troviamo più per litigare. Noi siamo estremamente contrari a questo provvedimento e diciamo che forse è giunto il momento di lasciar perdere, di dare tutti le dimissioni e di andare alle urne e non pensiate che sia così lontano questo evento, perché se noi diamo le dimissioni e andiamo alle urne almeno possiamo ancora guardarci allo specchio e dire che l'abbiamo deciso noi, ma quando ci fermeremo sul bilancio e nonostante questa proroga che passerà, perché la maggioranza garantirà i voti, ma sono convinto che se non bastassero quelli di maggioranza ci sarebbe qualcuno pronto a garantirne la maggioranza, passa questo provvedimento, poi abbiamo il bilancio; questo bilancio non passerà, ci fermeremo su questo documento scadranno i termini e quando saranno scaduti, oltre ad aver fatto questa figura di inefficienza per tre anni di seguito, mia cara maggioranza cosa capiterà? Ci autoscioglieremo senza neanche averlo voluto.
E allora, evitiamo di inasprire ancora questo confronto. Questo non è solo un problema del Presidente Ghigo; io capisco che qualcuno adesso attacchi il Presidente Ghigo pensando di far capire a qualcuno della maggioranza che, se venisse sostituito il Presidente Ghigo con qualche altro Presidente, si potrebbe andare avanti.
Non è così, non è solo il Presidente Ghigo, è tutto il Consiglio che non va. Peccato, noi siamo tutti figli di una legge elettorale pessima perché sarebbe stato bello avere una legge elettorale come quella del Comune, dove se il Sindaco si dimette si va tutti alle elezioni.
Invece qui - guarda caso - abbiamo vissuto tranquilli per due anni perché se si dimetteva il Presidente Ghigo si andava tutti a casa; passati i due anni, andiamo avanti con queste polemiche.
Il problema è che questa maggioranza non ha funzionato fin dall'inizio continua a non funzionare, da sei mesi è ferma e adesso è ora di andare a nuove elezioni.
Decideranno i cittadini se aveva ragione l'Ulivo e gli consegneranno anche il governo di questa Regione, oltre a tutto il resto, se aveva ragione chi governava e dice continuamente che questa opposizione non lascia governare, o se aveva ragione la Lega, affidandoci il governo di questa Regione, permettendoci di dimostrare quello che siamo in grado di fare noi leghisti, "i secessionisti", come qualcuno ci chiama.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

L'altro ieri si è tenuto a Milano un convegno che credo non sia sfuggito a molti dei presenti, vale a dire un convegno sui distretti industriali italiani. Da questo convegno è venuta fuori un'immagine forte del Paese, di un Paese agguerrito, competitivo, capace di reggere il confronto con le altre economie, anche in momenti di turbolenza come quelli che abbiamo vissuto negli ultimi mesi. Ma questo Paese ha dato un'immagine forte di sè grazie al contributo dei rappresentanti dei distretti industriali, vale a dire quelle parti dell'Italia che hanno saputo reggere l'economia e la competizione ed entrare nella competizione mondiale.
Personalmente ho avuto uno spaccato dell'Italia che non conoscevo: aziende che producono addirittura il 90% della produzione mondiale nel settore, aziende con 1.500 miliardi di fatturato e 3.000 dipendenti di cui ignoriamo addirittura il nome, ma che al Governo che era lì rappresentato hanno detto: "liberateci dai lacci e dai lacciuoli e faremo vedere, signor Presidente - era presente il Presidente Prodi - i 'sorci verdi', come lei ha detto agli altri Paesi".
Dico questo perché, tra le testimonianze che sono state portate c'erano quelle di imprenditori piemontesi leader dei loro distretti e delle loro economie. E direi che sono stati proprio alcuni di questi imprenditori piemontesi a dare la carica a questo convegno.
Uno di questi imprenditori (il Presidente dell'Associazione Industriali vercellesi, titolare di un'azienda che produce valvolame, che esporta il 60% del fatturato, in tutte le gare internazionali di valvolame compete con i suoi colleghi di Lumezzane, perché in questo settore, come sanno gli addetti, l'Italia primeggia), concludendo il suo intervento, ha detto: "Approfitto dell'occasione per chiedere a qualcuno dei presenti se ci pu dare una mano per migliorare i collegamenti fra S. Maurizio d'Opaglio e la Val Sesia con l'autostrada dei trafori".
Bene! Si va a Milano per chiedere una cosa importante per lo sviluppo dell'economia di un pezzo del Piemonte. Questo vuol dire che il Piemonte latita, che nel momento in cui l'economia, il Paese nel suo insieme, entra in una fase positiva di ampio respiro e quest'analisi non è solo della periferia del Piemonte, l'ho letta nelle dichiarazioni recenti, nella solita lettera trimestrale fatta dal Presidente della Federpiemonte, quella della fine di gennaio, che ha pure questo tono, nel momento in cui si aprono questi scenari per l'economia, il Piemonte latita. Gli imprenditori le forze vive di questa regione, chiedono aiuto altrove, non chiedono aiuto a questo governo, e ciò deve farci riflettere.
Perché il Piemonte latita? Latita - io condivido l'analisi che è stata fatta dal Presidente Picchioni - perché chi dovrebbe fare sintesi latita e quando è presente non si vede che ci sia.
E proprio perché qui si è parlato di turismo comunitario, io devo ricordare che il Presidente Ghigo ha rappresentato l'Italia, assieme ad altri pochi, nel Comitato esecutivo del Comitato delle Regioni dell'Unione Europea. Se ricordo bene, aveva anche la Presidenza del sottogruppo dedicato alle politiche dei trasporti. Nessuno sapeva, nessuno si è accorto che il Presidente Ghigo avesse quel ruolo.
La mia sensazione è che il Presidente, di fronte alla crisi che l'istituzione Regione sta vivendo, scappi, tutte le scuse sono buone.
Questa situazione è inaccettabile, perché ci porta in distonia rispetto all'economia, alla società reale di questa regione, che chiede ben altro che ha bisogno di altro apporto, di altri interlocutori. E nel momento in cui - su questo dobbiamo riflettere - il Paese entra in un circuito virtuoso, sono i territori che sanno entrare in sintonia con questo processo di competizione e di crescita che prendono il treno dello sviluppo. I territori che non entrano in sintonia sono destinati a marginalizzarsi.
In questo senso, l'esperienza dei distretti ci dimostra che il Piemonte, come somma di subsistemi, non si marginalizzerà, ma come sistema regionale, con rappresentanza politica inadeguata corre il rischio di farlo.
Questo è il rischio che stiamo correndo e la responsabilità primaria è di chi ha governato la Regione in questi anni e di chi la rappresenta primariamente, avendo la responsabilità di Presidente del governo.
Io mi auguro che il Presidente Ghigo guardi in faccia la realtà così com'è, non solo la realtà che vede qui dentro, che pensa di governare facendo il muro di gomma e pensando che ciascuno di noi faccia prevalere il suo interesse personale rispetto all'interesse generale. Guardi in faccia la realtà così com'è e ne tiri le conseguenze, prima che questo processo di marginalizzazione della politica della nostra Regione arrivi a punti ineluttabili, a punti che creino situazioni di vuoto che ci farebbero perdere troppo tempo e che ci porterebbero ad allontanarci sempre di più dal circuito virtuoso che si è aperto nel Paese.
Guardi in faccia la realtà, Presidente, e ne tiri le conseguenze.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo per dichiarazione di voto.
Nell'intervento svolto precedentemente nel quadro del dibattito generale abbiamo avuto modo di dire, come Gruppo, che oggi siamo nuovamente di fronte ad una giornata molto esplicita dal punto di vista politico, cioè ad una giornata che mette in assoluta evidenza la crisi politica presente in questa Regione, nell'esecutivo e nella maggioranza.
Abbiamo messo in evidenza come un elemento di proroga arrivi addirittura ad essere considerato qualcosa di positivo. Perché positivo? Perché consente di andare avanti una qualche altra manciata di giorni.
E allora, dai banchi dell'opposizione (ma mi permetterei di dire anche dai banchi del buon senso o del buon senso che aleggia in alcuni Consiglieri, mi auguro anche i Consiglieri della maggioranza), credo sia venuto il momento nel quale non si può più ritenere che un'altra boccata di ossigeno in termini temporali possa essere utile a qualcuno, e soprattutto al Piemonte.
Oggi, come ricordavo prima, abbiamo letto di prese di posizioni del mondo industriale, ma - guardate, colleghi della maggioranza - ormai è un coro comune quello che sentiamo quando usciamo da queste stanze, da parte del mondo economico, da parte del mondo sociale, da parte del mondo dell'impresa, da parte anche di cittadini che dicono: "Questa Giunta non sta facendo niente, questa Giunta è un elemento di freno". Non possiamo nemmeno più dire "di freno allo sviluppo del Piemonte": è un elemento di freno e basta, perché nemmeno le linee di sviluppo del Piemonte sono state individuate e ormai sono trascorsi più di tre anni.
Da parte di chi ha iniziato questa legislatura, seppure dai banchi dell'opposizione, ma nella logica che dovrebbe accomunare chi viene eletto in un Consiglio regionale di pensare in qualche modo prima o poi di passare anche al Governo (perché si viene eletti non per ruoli precostituiti, ma per contribuire allo sviluppo di una Regione, e quindi teoricamente si viene eletti per andare a governare l'Ente per il quale si viene eletti) vi è sempre stata una filosofia di comprensione delle difficoltà dell'esecutivo, di comprensione dei percorsi inizialmente magari molto lenti di avvio anche di una maggioranza, per cui abbiamo cercato di capire anche le difficoltà che venivano da parte della maggioranza e dell'esecutivo.
Da parte nostra, oggi, non ci sono più ragioni per trovare motivi di serenità, per pensare che la situazione possa migliorare anche dal punto di vista della maggioranza.
La situazione dell'esecutivo della Regione Piemonte e della maggioranza è assolutamente e irrimediabilmente imbottigliata.
Abbiamo un Presidente della Giunta che, quando deve assumere una decisione, guarda in viso il Capogruppo di Alleanza Nazionale e, a seconda dell'espressione del Capogruppo di Alleanza Nazionale, per lo più, si trattiene dal dire ciò che vorrebbe (ormai questi sono fatti evidenti).
Abbiamo dei malesseri che avvertiamo anche in componenti della maggioranza che, per esperienza politica - e ben venga un po' di esperienza politica in quest'aula, che ne ha troppo poca - hanno la consapevolezza che ci troviamo in una situazione di assoluto imbottigliamento, rispetto al quale anche la nostra parte - che per cultura acquisita nel tempo nelle Amministrazioni o nelle logiche della politica - non può dire altro che ormai siamo persino un po' in ritardo per una resa dei conti dentro la maggioranza. Nel senso che è straordinariamente difficile che questa maggioranza trovi un colpo di reni improvviso per ricostituire un tessuto minimamente accettabile del governo della Regione Piemonte.
Mi sono permessa di fare queste considerazioni, e l'ho già detto in uno di questi interventi anche al Presidente Ghigo, dicendogli che la sua figura oggi è assolutamente e irrimediabilmente logorata; mi sembra inoltre di poter dire che anche le figure di validi Assessori di questa Giunta - ed alcuni ce ne sono - rischiano di essere assolutamente e irrecuperabilmente logorate e che non servono più sacrifici individuali nello stare dentro questa maggioranza per pensare, prima o poi, di raddrizzare una baracca che fa acqua da tutte le parti.
Abbiamo assistito ad un salto di qualità in negativo, ad un peggioramento in negativo che via via si è andato consumando in questi ultimi mesi, che attiene proprio anche al ruolo del Consiglio regionale.
Presidente Deorsola, questa mattina, prima che si verificasse un episodio su cui non intendo assolutamente tornare (perché si è commentato da sè, ha avuto i suoi sviluppi, ha avuto le sue dichiarazioni, ha registrato alcuni silenzi, ma su questo ci saranno poi delle valutazioni politiche che ognuno è libero di trarre), mi sono permessa di ricordarle quanto ormai il logoramento di questa maggioranza e di questo esecutivo sta pervadendo il Consiglio regionale, rischi di diventare qualche cosa in base al quale anche i rapporti di civiltà, di correttezza, di lealtà dentro il Consiglio regionale rischiano di logorarsi.
Credo che questo sia qualcosa di gravissimo rispetto al quale una forza come la nostra, che ha sempre pensato che si dovesse in qualche modo cercare di collaborare anche facendo un'opposizione collaborativa, oggi sta cominciando a pensare che, in assenza di una frattura chiara e netta da parte di questo esecutivo, forse non vi è altra strada che quella di andare alle elezioni anticipate.
Questa è una considerazione che stiamo veramente affrontando, perch quando viene meno il ruolo di un esecutivo, viene meno il ruolo di una maggioranza, c'è un imbottigliamento di una situazione politica (perch questo è il contesto nel quale opera questo esecutivo), quando vi è un logorarsi di rapporti tra le forze politiche, quando vi è una situazione di mancanza di riconoscimento degli elementi minimi in cui un consesso deve operare, per potersi continuare a rispettare reciprocamente credo che forse la soluzione migliore debba essere quella di dire: "Voltiamo pagina".
Voltiamo pagina tutti e complessivamente, perché continuare così significa veramente dare una botta violentissima all'istituzione Regione Piemonte, oltre che non risolvere in alcun modo, anzi aggravare i problemi del Piemonte.
Io credo, Presidente del Consiglio - lo hanno detto anche altri - che lei forse in questo momento è l'unica persona che può fare in modo che il degrado che pervade questa Regione non si aggravi.
E lei può concorrere a far sì che questo degrado non si aggravi se avrà l'attenzione, momento per momento, di essere un Presidente del Consiglio super partes - mi permetta, Presidente, perché anch'io sono stata, per qualche tempo, nella sua collocazione - un Presidente del Consiglio che quando deve prendere una decisione non guarda negli occhi i Capigruppo della maggioranza che l'ha eletta, perché al di là delle parole finché ci saranno questi comportamenti, Presidente, lei non ci garantisce.
Ma noi crediamo che lei invece ci debba e ci voglia poter garantire tutti e crediamo che in una fase di disfacimento come quella che noi stiamo attraversando e di inutilità per il Piemonte della continuazione di questa Giunta, proprio la figura del Presidente del Consiglio regionale debba e possa essere una figura di garanzia. Con questa profondissima preoccupazione, ma anche con queste considerazioni il nostro voto al provvedimento sarà convintamente negativo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento pongo in votazione il provvedimento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 30 Consiglieri si sono astenuti 16 Consiglieri La legge è approvata.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Non intervengo nel merito di quanto è stato detto sulle valenze della Giunta per parlare della sfiducia al Presidente che non mi pareva fosse messa all'ordine del giorno. Avremo modo, nel dibattito, e ci sarà un momento in cui al di là dell'esercizio provvisorio gli Assessori potranno assumersi il ruolo e la competenza di riferire sulle proprie competenze.
Tuttavia volevo solo rivolgere al Consigliere Vindigni una domanda indipendentemente dal fatto che comunque la pregnanza di tutto quello che si diceva a Milano era anche dovuta al fatto che nel Piemonte ci sono aziende e fior di aziende. Ad ogni modo chiedo al Consigliere Vindigni se conosce la localizzazione di San Maurizio Dopaglio, se sa quanto dista San Maurizio Dopaglio dall'autostrada, quali sono le strade che collegano San Maurizio Dopaglio all'autostrada, che cosa è la vicenda della tangenziale di Borgomanero, e inoltre se la strada di San Maurizio Dopaglio è provinciale oppure statale, visto che per il momento di strade regionali non ve ne sono. Ovviamente chiedo al Consigliere Vindigni se, essendo al corrente di tutto questo, era veramente il caso di fare il caso di San Maurizio Dopaglio che non può produrre in quanto non ha il collegamento con l'autostrada che passa da Borgomanero.



VINDIGNI Marcello (fuori microfono)

...se vuole la risposta scritta o in Commissione.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Le risposte in Commissione si chiedono per strumentalizzare anche la risposta subito, tanto che sia fruibile sui giornali. Io la risposta l'ho già data, se non ha capito verbalmente gliela scrivo.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verrannoallegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 14,00)



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