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Dettaglio seduta n.211 del 11/02/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benso, Farassino e Pichetto.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Possiamo aspettare solo tre minuti? Stanno arrivando gli altri Consiglieri del PDS.



PRESIDENTE

Nessun problema: aggiorniamo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 10,35 riprende alle ore 10,45)



PRESIDENTE

Credo la richiesta di sospensione di tre minuti sia stata ampiamente soddisfatta.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998-2000" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 371.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Per quanto concerne il disegno di legge n. 371, "Bilancio di previsione 1998", che credo sia all'o.d.g. da metà dicembre, conseguentemente anche all'ultima riunione dei Capigruppo svoltasi ieri su analogo argomento, la Giunta recepisce le istanze venute dai Consiglieri Capigruppo sia di minoranza che di maggioranza.
Propone quindi al Consiglio di riportare il disegno di legge n. 371 nella sede della I Commissione, onde possa essere ricongiunto con la nota di variazione o emendamento, che è stata informalmente distribuita ai Commissari della I Commissione nell'ultima riunione.
Nella seduta della I Commissione di giovedì, insieme concorderemo le modalità di audizione e di lavoro consiliare che, in parte, sono già state discusse, ancorché non totalmente definite, nell'analoga riunione dei Capigruppo di ieri.
Conseguentemente a ciò, pur non essendo ancora stabilito il calendario dell'iter dei lavori, appare ragionevolmente chiara la difficoltà di rispettare i tempi imposti dall'esercizio provvisorio che - ricordo - è stato votato dal Consiglio regionale e pone il limite del 31/03 come data ultima; il 31/3 è, evidentemente, il limite in base al quale la legge approvata dal Consiglio regionale deve essere vidimata da Roma, e quindi imporrebbe al Consiglio regionale l'espressione di un voto sullo strumento finanziario entro il 23 febbraio, onde concedere i cinque giorni normali di lavoro al Consiglio per rinviare la documentazione a Roma.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi, Assessore. Vi prego di prestare attenzione alle indicazioni che sta dando all'assemblea: sono di grande importanza.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Conseguentemente a ciò, proporremo, come Giunta, in una riunione che credo terremo nella giornata di oggi, un DDL di proroga dell'esercizio provvisorio - al massimo consentito ulteriori proroghe non possono venire concesse - al 30/4, data che peraltro era quella che originariamente la Giunta aveva proposto nella sessione del 24/12/97 come ipotesi di esercizio dello stesso.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste di intervento, passiamo alla votazione della proposta di portare il progetto di legge n. 371 in I Commissione, per iniziare quel percorso esposto dall'Assessore Burzi ed individuato ieri dai Capigruppo.



CHIEZZI Giuseppe

Noi siamo d'accordo solo sul rinvio in Commissione.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta di rinvio è approvata con 27 voti favorevoli e 17 astensioni.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame progetto di legge n. 378: "Contributo straordinario al Comune di Torino per lo Stadio delle Alpi" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al progetto di legge n. 378, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Gallarini.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, chiedo di intervenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

La mia è una richiesta preventiva, in quanto ieri avevamo chiesto al Presidente di soprassedere momentaneamente al provvedimento e di procedere ad un incontro dei Capigruppo con la Provincia e il Comune; ciò in quanto comunque, il provvedimento non sarebbe stato esaminato in questi giorni. Il Presidente si era detto d'accordo, grosso modo, su questo percorso.
Chiedo dunque come mai invece procediamo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io mi ero detto d'accordo sui principi, non sul percorso, nel senso che ritengo assolutamente corrette le considerazioni del Consigliere Cavaliere di conseguenza, non posticipando la discussione e l'approvazione del disegno di legge per il contributo, ma successivamente, approvata la legge costituiremo e convocheremo la Commissione congiunta con Comune e Provincia per definire il contributo.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Tanto siamo sempre noi che dobbiamo dare il contributo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Ieri, anch'io, intervenendo sull'ordine dei lavori, sull'argomento avevo evidenziato due questioni; Il Presidente Ghigo, con assenso visivo così mi era parso di capire - ha detto che si trattava di due questione che meritavano un approfondimento prima dell'approvazione della legge.
Le questioni erano di due tipi. Uno era un rilievo sulla modalità di erogazione dell'intervento regionale (credo sia importante, ma non per una certa saccenza, avere anche l'attenzione dell'Assessore al bilancio).
Una questione che ieri rilevavo a proposito del contributo per lo Stadio delle Alpi era la modalità di intervento della Regione, in quanto non corrisponde - non nell'entità, l'entità è perfetta - alle modalità definite nel lodo del Prefetto Moscatelli. Nel senso che il meccanismo individuato all'art. 2 della legge è il trasferimento di un contributo triennale di un miliardo al Comune di Torino. Questo meccanismo di carattere contabile, per gli elementi a mia conoscenza, è un meccanismo (...)



PRESIDENTE

Scusi Consigliere Saitta, l'Assessore mi faceva presente che siamo già nel merito del provvedimento.



SAITTA Antonino

Presidente, se lei avesse ascoltato - modestamente non pretendo di essere ascoltato da tutti - ho posto una questione sulle procedure richiamandomi a quanto evidenziato nella seduta di ieri. Probabilmente l'Assessore Burzi non ha sentito, forse era distratto, se avesse prestato attenzione a quanto è stato detto ieri, oggi avrebbe potuto non suggerire quella procedura che ha suggerito lei, Presidente.
Il problema è il seguente: la modalità di intervento della Regione di tipo finanziario non è operativa. Nel senso che il trasferimento al Comune non consente allo stesso di fare il trasferimento ipotizzato; occorre definire una procedura che consenta realmente il raggiungimento dell'obiettivo.
Il secondo aspetto rilevato ieri era quello di avere un momento in cui contemporaneamente la Regione, la Provincia e il Comune, quindi i tre enti al di là del lodo Moscatelli - assumessero un'iniziativa politica definita e precisa affinché in questo triennio ci fosse un'azione non puramente cartacea, ma concreta per trovare una soluzione al problema. Si tratta di un problema che riguarda prevalentemente il Comune di Torino, ma la Regione, nel momento in cui si impegna da un punto di vista economico credo possa assumere un'iniziativa affinché tutti gli enti pubblici alla fine del triennio giungano ad una soluzione definitiva.
Credo che il problema possa essere approfondito ulteriormente in una riunione indetta appositamente sull'argomento.
E' per questo motivo che chiediamo il rinvio del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

In effetti, dato che nella seduta di ieri sono intervenute delle esigenze di parziale riposizionamento di alcuni aspetti legislativi ed è stata evidenziata l'opportunità di un'ulteriore verifica - come è consuetudine in via preliminare - con il Commissario di Governo sulla proponibilità di alcuni aspetti del contenuto della delibera, ritengo che non siamo in condizione di dare delle risposte. Anche se abbiamo già ampiamente discusso di questo argomento in Commissione e fuori dalla Commissione e in aula. Dico fuori dalla Commissione nel senso che ci sono stati gli accordi tra Regione, Comune e Provincia con il Prefetto e che la legge deve semplicemente oggi dare attuazione ad un accordo già intervenuto ai massimi livelli con la presenza del Governo. Abbiamo tuttavia bisogno di valutare il testo definitivo sulla base di una preliminare verifica tecnica, onde evitare che il testo possa successivamente essere oggetto di qualche ulteriore perfezionamento.
Il documento di accompagnamento che il Consiglio regionale deve votare potrebbe essere opportunamente valutato anche dagli altri due soggetti coattori con noi di questa intesa, cioè il Comune e la Provincia. Questo perché, qualora noi approvassimo un ordine del giorno, non condiviso dal Comune o dalla Provincia, finirebbe per essere di fatto un vincolo inutilizzabile o ingestibile.
Pertanto credo - scusandoci del fatto che il nostro Gruppo, da domani non potrà più frequentare il Consiglio regionale fino a lunedì in quanto ci rechiamo a Firenze per il congresso - che tra oggi e lunedì potremo perfezionare la stesura dell'ordine del giorno che non è stato ancora stato perfezionato. Sono stati predisposti alcuni aspetti del contenuto dell'ordine del giorno che riguardano la necessità di una valutazione in corso d'opera sulla destinazione delle strutture sportive e sulla dinamica che è in corso tra le società di gestione e le società sportive. Vi è la necessità del Consiglio regionale di conoscere quali sono le evoluzioni e le intese che si vanno profilando tra Comune, come proprietario di manufatti e soggetti gestori; società che attualmente provvedono attraverso la forma associata della Publigest, alla gestione dello stadio delle Alpi. Per cui ritengo che l'argomento possa essere discusso in via definitiva nella prossima seduta di Consiglio; tale lasso di tempo ci permetterà di stilare un ordine del giorno e valutarne la condivisione con gli altri soggetti coattori con noi dell'intesa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

A nome del Gruppo sottopongo valutazioni un po' diverse da quelle che avete appena ascoltato. Prima che intervenga in conclusione di dibattito la prego, la prego Presidente Ghigo di ascoltare anche le voci di quelli che contano meno.
La prima osservazione è tutta politica e riguarda il ruolo di questa assemblea. Noi non riteniamo che l'assemblea si trovi di fronte al dilemma che deve dare attuazione ad un accordo. Non deve un bel niente! Questa assemblea non deve dare attuazione ad alcun accordo esterno; è l'accordo esterno che è subordinato ad un'eventuale approvazione di una legge. Non invertiamo gli ordini del problema, altrimenti possiamo chiudere questa assemblea elettiva.
All'esterno, Prefetti, Sindaci, fanno quello che credono e poi la Regione paga. Se questa è una legge, noi abbiamo il potere di decidere se è opportuno farlo oppure no: non siamo obbligati a fare un bel niente! Noi valutiamo e decidiamo.
In secondo luogo entriamo nel merito dello stadio. A Torino non si pu affrontare il problema di erogare una somma una tantum o come sine cura non si capisce - per mantenere in vita lo Stadio delle Alpi, senza discutere quanti stadi si stanno progettando e costruendo a Torino. Sulla questione non possiamo "sfogliare la margherita", petalo per petalo. Lo stadio Delle Alpi esiste, con la sua storia, le sue polemiche: è lì. Si dice, però, che si stanno costruendo altri due stadi, facendo riferimento ad iniziative private, addirittura quotate in borsa, perché lo sport calcistico viene privatizzato e gestito da club e da azionisti: sulla base di questo principio si inventano operazioni immobiliari su terreni pubblici, ovvero vendendo il terreno dello stadio comunale a qualcuno che poi vi costruisce i propri affari. Non mi sembra possibile discutere dello stadio Delle Alpi, senza capire quale politica sia in atto come Regione come Comune di Torino, relativamente agli stadi. Mi sembra incredibile che una città impieghi risorse pubbliche e private per mantenere in vita tre stadi.
Il Gruppo di Rifondazione Comunista solleva il problema per cui se la Regione "tira fuori una lira" - non un miliardo, una lira - per lo stadio Delle Alpi, lo faccia pure, ma dopo aver acquisito e discusso quanto s'intende fare sugli stadi nella Città di Torino. Dopo tale discussione una volta emersa la posizione della Regione su quanto si vocifera o su quanto è già stato avviato - visto che sullo stadio Filadelfia mi sembra vi siano atti già compiuti: forse il Presidente Ghigo è perfino andato a dare "il colpo di piccone" - occorrerà fare il punto della situazione sugli stadi.
Quando venne costruito lo stadio Delle Alpi, parlar male di quell'operazione era come parlar male della mamma (...). Guai a chi parlava male dello stadio Delle Alpi! Guai a dire che si poteva utilizzare il "Comunale", portarlo a 35.000 posti seduti, coprirlo come si poteva, senza toccare la tettoia, vincolata dalla Sovrintendenza; guai a dire che costruire un nuovo stadio era uno spreco! Per carità! Juventus e Boniperti in testa non facevano altro che dire: "Viva lo stadio Delle Alpi". E sono gli stessi che ora dicono: "Tenetevelo!". Tenetevelo? Neanche per sogno! Questo il tema che sta sotto la legge in esame. Se poi quest'aula decide di dare un miliardo, va bene; perlomeno, seguiamo una procedura almeno corretta dal punto di vista della politica amministrativa: mettete sul tavolo i tre progetti. Verifichiamo quanto c'è e quanto manca: decideremo a quel punto in cosa e perché spendere. In assenza di tutto questo, si tratterebbe di un'elargizione pura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, volevo soltanto aggiungere a quanto detto dai colleghi un particolare aspetto della questione sul quale sono intervenuto in Commissione, sede in cui ho già avuto modo di esprimere alcune perplessità sul disegno di legge. Aspetto a mio parere estremamente importante, che la Giunta a mio avviso deve valutare con attenzione, che non è solo quello relativo ai "tre stadi", che enunciava il collega Chiezzi. E' vero, questo aspetto deve essere valutato perché ci impegniamo come Regione, con una cifra considerevole, pur avendo a disposizione quest'anno una cifra sicuramente inferiore a quella dell'anno passato, per quanto riguarda le spese libere. Noi parliamo di 14.300 miliardi del bilancio complessivo, ma di 78/80 miliardi di spese libere. Anche i due miliardi che impegniamo nel 1998, sono una cifra considerevole.
Volevo però sottolineare l'attenzione che la Giunta deve necessariamente prestare nei confronti delle società sportive minori.
Dobbiamo ricordare in quest'aula che abbiamo, forse non unica Regione in Italia, ma sicuramente tra quelle all'avanguardia in questo settore, la legge n. 93, che il collega Montabone aveva presentato già nella passata legislatura e che è stata ripresentata in quella attuale ed approvata. Si tratta di una legge all'avanguardia che prevede anche un intervento sull'infrastrutturazione sportiva della Regione, prevedendo il finanziamento delle società sportive minori.
Penso sia importante questa parte della legge n. 93, per la quale la Giunta si è impegnata, anche di fronte al Prefetto Moscatelli e nei confronti della Città di Torino, ad intervenire sulla questione dello Stadio Delle Alpi - che ha anche altre implicazioni sulle quali non voglio intervenire oggi, visto che non è ancora aperto tale dibattito: mi riservo di farlo in seguito.
E' dunque da tener presente l'aspetto, altrettanto importante di altri di far crescere i ragazzi anche attraverso la pratica sportiva. Visto che a tale spirito la legge della Regione Piemonte si è ispirata sin dall'inizio mi auguro che da parte della Giunta vi sia maggiore attenzione a quella parte di legge che finora non ha ricevuto sino ad oggi adeguato finanziamento a fronte alle richieste dell'associazionismo sportivo piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In relazione agli interventi svolti da più Consiglieri, intendo fare due riflessioni.



(Considerazioni fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Rispondo innanzitutto al Consigliere Saitta, rispetto alla tecnicità del disegno di legge relativamente al destinatario dei contributi regionali: sono stati predisposti degli emendamenti in totale sintonia con il Comune di Torino.
D'altro canto, le considerazioni che il Consigliere Angeleri ha portato in quest'aula rispetto l'ulteriore necessità di approfondimento e di formulazione di un ordine del giorno che possa anche comprendere una maggior definizione di quanto sarà "il dopo", credo di poter accedere alle richieste fatte, impegnandomi anche a rispondere a quanto emerso dalle giuste riflessioni del Consigliere Angeleri relativamente alla legge n. 93.
Di conseguenza, mi sembra assolutamente accettabile che la discussione del disegno di legge venga posticipata a martedì prossimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Signor Presidente, dovrei prendere anche il tempo che non mi è stato concesso ieri sera.
Il problema Stadio è certamente importante e deve essere discusso in quest'aula del Consiglio regionale. I problemi importanti, però, sono anche lo sport minore e il problema degli anziani, l'assistenza. Lo sport minore perché, se non veniva realizzato quello Stadio, probabilmente di campi sportivi minori ne potevano essere realizzati almeno 500 o 1000 (non me ne intendo molto di lavori). Comunque, lo Stadio c'è e purtroppo dobbiamo tenercelo. Tenere lo Stadio, però, non significa dover dare dei contributi.
Nel nostro bilancio vi sono delle manchevolezze. Il programma dell'Assessorato all'assistenza è un programma veramente meritorio di attenzione al negativo, perché si sta facendo molto poco. Quindi, sarebbe opportuno affrontare questo discorso, prima della questione Stadio.
In secondo luogo, occorrerebbe dare più soldi, fare più interventi per lo sport minore, perché i ragazzi delle nostre città, dei nostri paesi possano trascorrere un sano tempo libero.
A questo dobbiamo pensare, più che alle grosse società, che spendono miliardi per l'acquisto di calciatori e poi devono garantire che lo Stadio funzioni, ma questo deve avvenire senza gli interventi regionali.
Così come ieri ero contrario allo stanziamento per "Juvecentus", oggi sono contrario ai soldi che si vogliono dare per lo Stadio delle Alpi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rubatto. Credo che la proposta di slittamento a martedì sia acquisita da tutta l'assemblea, per cui, se non ci sono visibili contrarietà, non c'è bisogno di votazione.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 566: "Primo prelievo dal fondo di riserva di cassa, di cui al capitolo 15970 dello stato di previsione della spesa del bilancio '98, della somma di L. 36.018.373.047 per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 566, di cui al punto 17) all'o.d.g..
In Commissione la votazione ha avuto l'esito seguente: favorevoli i Gruppi Forza Italia, AN, CDU, CCD, Federalisti; contrari i Gruppi PDS e Rifondazione Comunista.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 26 voti favorevoli, 18 contrari e 3 astensioni.


Argomento: Enti strumentali - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 342: "Costituzione dell'agenzia regionale per i servizi sanitari"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 342, di cui al punto 7) all'o.d.g.. E' relatore il Consigliere Casoni, che ha pertanto la parola.



CASONI William, relatore

Grazie, Presidente. Il disegno di legge n. 342 concerne la costituzione dell'Agenzia regionale per i servizi sanitari.
"Il presente disegno di legge propone di istituire una nuova struttura operativa, l'Agenzia regionale per i servizi sanitari, dotata di propria personalità giuridica, autonomia tecnica e amministrativo-contabile e con una capacità di organizzazione autonoma da realizzarsi nel rispetto dei limiti del finanziamento determinato dalla Regione Piemonte e dalle direttive della Giunta regionale e dell'Assessorato regionale alla sanità.
La costituzione di una Agenzia regionale per i servizi sanitari è resa opportuna dall'insieme delle competenze assegnate alla Regione, sia dal processo di riordino del servizio sanitario regionale avviato, in ottemperanza al decreto legislativo 502/1992, con le leggi regionali 39/1994, 8/1995 e 64/1995, sia dalle disposizioni contenute nel recente Piano Sanitario Regionale 1997/1999.
La sua costituzione è anche resa maggiormente necessaria dal processo di aziendalizzazione delle ASL e dai nuovi obiettivi che come Aziende esse devono perseguire. Dunque, diventa necessario prevedere un organismo di raccordo che garantisca unità nell'eterogeneità della realtà piemontese.
L'Agenzia è elemento di raccordo, tra l'Assessorato regionale alla sanità e le aziende, al fine di mantenere unità di indirizzo politico amministrativo.
E' organismo di consulenza tecnico-amministrativa dell'Assessorato per svolgere in modo più efficiente ed efficace, nell'unitarietà, la funzione di programmazione sanitaria propria della Regione.
L'Agenzia svolge compiti di supporto metodologico anche a favore delle Aziende sanitarie, il che risulterà particolarmente utile in un momento di passaggio istituzionale che richiede l'interpretazione delle nuove norme statali e regionali.
All'Agenzia viene anche riconosciuta, sebbene in forma subordinata ai compiti precipui di cui si è parlato, la facoltà di fornire prestazioni di consulenza ad enti, associazioni, ecc., anche privati, con un'ulteriore garanzia di uniformità di indirizzo nel conseguimento degli obiettivi regionali, nell'ottica di una sempre maggiore efficienza dei servizi ed integrazione sul territorio dei servizi pubblici e privati.
Il finanziamento dell'Agenzia avviene mediante una quota fissata annualmente dalla Regione Piemonte ed iscritta su apposito capitolo di spesa istituito nel bilancio annuale di finanziamento e denominato 'Erogazione all'Agenzia regionale per i servizi sanitari della quota annuale di finanziamento'. Peraltro, l'Agenzia si autofinanzia con i ricavi derivanti dall'attività prestata ad enti esterni alla struttura sanitaria pubblica della Regione Piemonte." In particolare volevo segnalare le attribuzioni di questa Agenzia, che sono, in particolare: il monitoraggio del processo di attuazione del Piano Sanitario Regionale e dello stato della salute della popolazione, l'analisi dell'impatto economico conseguente alla realizzazione degli obiettivi programmatici regionali, lo sviluppo del sistema informativo e di quello degli indicatori, l'elaborazione dei progetti per la promozione e l'educazione alla salute, la verifica e la revisione della qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie di cui agli artt. 10 e 14 del decreto legislativo n. 502, la progettazione, la promozione e lo sviluppo di modelli organizzativi gestionali innovativi, anche su base sperimentale orientati all'efficienza, all'efficacia e al miglioramento qualitativo dei servizi sanitari, nonché la piena attuazione del processo di aziendalizzazione, con particolare riferimento alle iniziative di formazione per i dirigenti dell'Azienda sanitaria.
Io penso che questa sia un'Agenzia che effettivamente serve, con il nuovo processo legislativo in campo sanitario, soprattutto come raccordo tra le varie unità presenti sul territorio piemontese, che si occupano in particolare della sanità e della salute dei cittadini. Grazie.



PRESIDENTE

Ad integrazione della relazione del Consigliere Casoni, l'Assessore D'Ambrosio intende portare un ulteriore contributo alla discussione. Ne ha facoltà.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente, gentili colleghi, l'art. 3 della Legge Regionale 12 dicembre 1997, n. 61 "Norme per la programmazione sanitaria e per il Piano Sanitario Regionale per il triennio 1997-1999", pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione il 31 dicembre 1997, istituisce l'Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari. L'Agenzia è definita dallo stesso articolo 3 come Ente di diritto pubblico, dotato di personalità giuridica e sottoposto alla vigilanza della Giunta regionale.
Sempre l'art. 3 della citata legge regionale finalizza l'attività dell'Agenzia a garantire idoneo supporto alle Aziende Sanitarie nonch all'Assessorato regionale alla sanità nel processo di sviluppo omogeneo degli obiettivi programmatici fissati dalla Regione in ambito sanitario.
Ci troviamo dunque a discutere il disegno di legge regionale relativo alla costituzione dell'Agenzia; disegno di legge licenziato dalla IV Commissione nel mese di ottobre ultimo scorso, dopo ampio ed approfondito dibattito.
Consentitemi una considerazione di carattere generale: credo che in tutte le moderne organizzazioni complesse siano necessari tre macro elementi di fondo che possono rendere l'organizzazione stessa efficace ed efficiente. Un vertice con funzioni di strategia generale e di controllo una linea operativa con funzioni di erogazione delle prestazioni ed una struttura di staff con funzioni di supporto tecnico e metodologico all'intera organizzazione.
Sono convinto che il sistema sanità della nostra Regione, così come delineato dalle leggi nazionali e regionali di riferimento, possa essere considerato anch'esso un'organizzazione complessa, dove il vertice coincide con l'Assessorato alla sanità, la linea operativa coincide con le Aziende Sanitarie e dove lo staff di supporto coincide proprio con l'Agenzia di cui al disegno di legge regionale che oggi viene discusso in aula.
Se da un lato, quindi, le Aziende Sanitarie sono state costituite con le leggi regionali nn. 39/94 e 10/95 e le Direzioni regionali con la legge regionale n. 51/97, manca ancora uno dei tre macroelementi cui facevo riferimento in precedenza, proprio per chiudere quel cerchio ideale (Assessorato-Aziende-Agenzia) che consegnerebbe al sistema sanità della Regione tutti gli strumenti necessari per fare quel salto verso la sanità del terzo millennio, già delineato dal Piano sanitario 1997/1999, ma ancora da concretizzare in tutti i suoi aspetti.
Ritengo pertanto di estrema importanza strategica per il Servizio Sanitario Regionale l'istituzione dell'Agenzia, proprio perché oggi ci troviamo di fronte ad un sistema ancora monco. Del resto la necessità di un supporto tecnico è dimostrata dal numero di consulenti esterni cui tutti gli Assessori alla sanità, di qualsiasi appartenenza politica, hanno fatto ricorso negli anni passati ed ancora oggi.
La Sanità infatti è materia veramente complessa e connotata da elementi fortemente tecnici che non possono essere, oggettivamente, patrimonio di tutti. Sì, il funzionario dell'Assessorato conosce bene le questioni cui è preposto dal punto di vista amministrativo, conosce la normativa di riferimento o tutte le deliberazioni assunte dalle Aziende rispetto ad un determinato problema, ma per programmare, per monitorare, per capire l'impatto economico delle proprie scelte, per costruire un sistema di indicatori, per conoscere la prevalenza e l'incidenza di certe patologie e per poterne quindi determinare la rete dei servizi, per fare cioè la sanità vera, quella che serve al cittadino, non bastano i riferimenti normativi o la correttezza degli atti dal punto di vista amministrativo.
Certo, gli atti devono essere formalmente corretti ed in perfetta sintonia con la normativa di riferimento, ma soprattutto devono essere utili. E perché siano utili devono rispondere alle reali necessità dei cittadini. E perché rispondano alle reali necessità dei cittadini occorre che il contenuto degli atti derivi da analisi, da valutazioni e da considerazioni che non possono fare a meno di un forte sostegno tecnico senza il quale il contenuto degli atti potrebbe rivelarsi inefficace inattuabile o addirittura dannoso.
Per non parlare poi delle diseconomie e degli sprechi di risorse derivanti da atti, sia pur corretti dal punto di vista formale, ma inutili o quanto meno inefficaci.
Ecco, credo che l'attività dell'Agenzia possa davvero fornire questo tipo di supporto tecnico-metodologico che considero irrinunciabile.
Certo, oggi si fa ricorso a consulenti esterni per i motivi che ho illustrato. Con l'istituzione dell'Agenzia, le professionalità di supporto verranno strutturate in un Ente unico e razionalizzate sia tra loro che con gli uffici dell'Assessorato. Lo stesso meccanismo dovrà scattare sul versante delle Aziende Sanitarie, che avvalendosi dell'Agenzia potranno razionalizzare le numerose consulenze che periodicamente vengono attivate.
Il disegno di legge relativo alla costituzione dell'Agenzia si compone di 14 articoli. Il filo conduttore di tutta la legge è la massima duttilità ed adattabilità organizzativa dell'Agenzia stessa, proprio per poter seguire in parallelo il quadro di riferimento del Servizio Sanitario Nazionale, in così rapida evoluzione sia normativa che organizzativo gestionale.
Sono convinto che questa debba essere la caratteristica prevalente dell'Ente che stiamo costituendo: l'adattamento alla naturale evoluzione dell'assetto del servizio sanitario per poter fornire risposte sempre aggiornate e qualitativamente efficaci sia a chi programma e controlla le attività sanitarie (l'Assessorato), sia a chi le gestisce direttamente (le Aziende Sanitarie).
A testimonianza di ciò desidero portare alla vostra attenzione l'articolo 9, dove le funzioni attribuite all'Agenzia non sono rigidamente schematizzate, bensì vengono definite dal Direttore Generale nelle aree operative in coerenza con il Piano di attività.
In questo senso viene concretizzato quel principio di adattabilità organizzativa dell'Agenzia. Le funzioni, definite all'art. 4, sono tutte di supporto tecnico-scientifico all'Assessorato alla sanità, e non una sovrapposizione all'attività istituzionale delle Direzioni regionali, ma una collaborazione appunto tecnica ad esse.
Inoltre, il comma 2 dello stesso art. 4 definisce il rapporto tra Agenzia e Aziende Sanitarie: supporto metodologico finalizzato alla omogeneizzazione dei livelli assistenziali su tutto l'ambito regionale attraverso due principali strumenti.
Da un lato, l'analisi, la comparazione e la diffusione di esperienze valide non solo di Aziende sanitarie piemontesi, ma anche extraregionali o di altri Paesi; dall'altro lato, le intese interaziendali che l'Agenzia ha il compito di favorire.
Sono convinto che dai processi di razionalizzazione delle risorse e di miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza dei servizi sanitari, non possano che derivare economie che già da sole basterebbero a giustificare l'investimento che la Giunta intende fare con l'istituzione dell'Agenzia.
Non solo, ma a proposito di economie ritengo che quanto previsto all'art. 5 e cioè le prestazioni a favore di terzi - possa ulteriormente ridurre i costi di gestione dell'Agenzia posti a carico della Regione, se parte di questi verranno coperti con una sorta di autofinanziamento.
Infine, il controllo della Giunta sull'Agenzia: le previsioni di cui all'art. 2 (nomina del Direttore Generale), all'art. 3 (approvazione dello statuto), all'art. 11 (approvazione del Piano di attività e spesa) all'art. 12 (verifica annuale e relazione semestrale) e all'art. 14 (quota di finanziamento), mi sembrano tali da poter bloccare sul nascere qualsiasi tipo di inefficienza o di inefficacia, in misura ancora maggiore rispetto a quanto sia possibile per le Aziende Sanitarie regionali.
Concludo invitando ognuno ad una attenta riflessione sul significato innovativo dell'Agenzia e sulle ricadute positive che la sua attività pu avere su tutto il sistema sanità della nostra regione. Mi auguro, anzi sono sicuro che dall'attivazione di questo fondamentale strumento possa derivare soltanto innovazione, qualità, efficacia ed efficienza per il Servizio Sanitario Regionale.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore per questo ulteriore contributo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Moro; ne ha facoltà.



MORO Francesco

E' in discussione in quest'aula l'importante progetto di legge n. 342 sulla costituzione dell'Agenzia regionale per i servizi sanitari del Piemonte.
Su tale progetto vi era già stata in IV Commissione la netta e totale opposizione del Gruppo della Rifondazione comunista insieme anche al Gruppo del PDS.
Tale struttura sanitaria proposta dall'Assessorato competente metterebbe in discussione la stessa funzionalità dell'Assessorato regionale ed il rapporto già precario con le 29 Aziende Sanitarie Locali piemontesi.
Si verrebbe a costituire uno spreco finanziario notevole ed un doppione istituzionale con grossi rischi operativi e istituzionali. Non credo, anzi penso di avere la certezza che l'istituzione di tale Agenzia sanitaria non darebbe quel supporto tecnico positivo che l'Assessorato regionale dice che avverrà per la sanità piemontese, anzi aggraverà la già precaria situazione sanitaria del Piemonte.
Diventerà, in sintesi, un'altra consulenza esterna, costosa privatistica e creerà confusione, contrapposizione e burocrazia, che già regna ampiamente e crea problemi e difficoltà operative e sanitarie al Piemonte e alla nostra sanità.
Quindi credo che tale Agenzia sia assolutamente da non costituirsi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



(Brusìo in aula)



BORTOLIN Silvana

E' però un po' imbarazzante intervenire in una situazione d'aula che dire disattenta è dire forse poco: aspetto almeno che l'Assessore sia libero.
Io ho ascoltato, come il resto del mio Gruppo, le relazioni del Consigliere Casoni e dell'Assessore. Devo dire che, dopo il dibattito vivace e produttivo che c'è stato in Commissione, con le opportune modifiche anche dettate da organismi ai quali noi facciamo riferimento come il Coresa o ad altri soggetti che hanno opportunamente aiutato a correggere in positivo questo disegno di legge, il risultato finale è abbastanza soddisfacente. Se messa in essere nel modo previsto dalla legge l'Agenzia posta in questi termini può davvero consentire alla sanità piemontese di avere tutti i presupposti per guardare, come diceva l'Assessore, al terzo millennio con fiducia.
Io, però, Assessore, ho un chiodo fisso, che ripeto anche in questa sede.
Abbiamo predisposto gli strumenti; abbiamo un Piano sanitario, che tutti insieme abbiamo detto essere dignitoso ma monco perché manca il socio assistenziale e speriamo che tra qualche tempo si possa in quest'aula discutere anche questa parte di Piano; abbiamo altre leggi vigenti molto importanti; adesso abbiamo all'attenzione del Consiglio l'ultimo tassello ovvero l'Agenzia regionale per i servizi sanitari.
Mancano però a noi i presupposti per esprimere con la stessa fiducia l'intenzione e il rapporto verso il futuro, perché non siamo ad oggi ancora in grado di valutare la portata degli accordi di programma stabiliti e stipulati con i commissari.
Abbiamo ancora una forte precarietà nell'assetto complessivo della sanità piemontese: lo sottolineo, senza voler prendere del tempo, come un punto dolente da troppo tempo.
Abbiamo poi la necessità - ma mi pare che l'impegno dell'Assessore sia stato assunto e quindi vi sia disponibilità - di ascoltare in Commissione e di parlarne anche in sede di Consiglio, qualcosa a proposito dei progetti realizzati dai Direttori generali da lei scelti, Assessore, in campi così importanti (la prevenzione, la programmazione e l'alta direzione della sanità della nostra Regione che lei ha voluto scegliere e responsabilizzare), qualcosa ristetto alle linee sulle quali in questi mesi e anni futuri vogliono e vogliamo muoverci.
Abbiamo poi l'ultimo punto dolente, ma sul quale torneremo abbastanza presto, che è quello delle risorse finanziarie. Noi abbiamo progetti (attraverso i quali vogliamo sentire la progettualità complessiva dell'Assessorato attraverso l'Assessore e le Direzioni); abbiamo strumenti legislativi, ma poi abbiamo bisogno delle risorse.
Solo se avremo la possibilità di poter fare una valutazione complessiva, in fretta e puntuale, insieme al rispetto delle scadenze che il Piano sanitario prevede, avremo la possibilità, Assessore e colleghi Consiglieri, di dire che stiamo facendo un salto di qualità verso il terzo millennio.
Ad oggi no. Ci mancano i presupposti; ci manca la conoscenza, ci mancano gli impegni che questa Giunta vuole assumere coerentemente con le leggi in questa direzione.
Su questo disegno di legge vi è il nostro consenso, soprattutto perch la proposta prevede uno strumento agile e non ingessato da momenti burocratici non produttivi; vi è il nostro consenso perché l'Agenzia pu muoversi a tutto campo nella Regione Piemonte, nei confronti del pubblico nei confronti dell'Assessorato, nei confronti delle Aziende, ma anche nei confronti di supporti nell'ambito del privato, che non potrà che portare benefici nell'integrazione tra pubblico e privato per offrire la totalità dei servizi di cui la popolazione piemontese ha bisogno.
Credo di poter fare contemporaneamente - non se se altri colleghi interverranno - anche la dichiarazione di voto.
Il nostro sarà un voto favorevole, ma aspettiamo - Assessore - gli appuntamenti. La aspettiamo; aspettiamo la Giunta; aspettiamo di discutere le questioni che ho richiamato brevemente prima: con molta disponibilità con apertura di idee, certamente; senza prevenzioni, ma la aspettiamo a tempi anche brevi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Ho partecipato direttamente ai lavori della IV Commissione, in occasione della discussione relativa a questo DDL e li ho seguiti con grande attenzione.
Devo riconoscere che le minoranze hanno veramente contribuito alla discussione, all'arricchimento dei lavori stessi.
Mi sono resa conto, in particolare, di come il PSR recentemente approvato abbia davvero la necessità di una struttura che lo supporti e lo sviluppi in tutta la regione.
E' un Piano ambizioso, un Piano ricco di spunti, un Piano profondamente innovativo rispetto al passato.
Vengono introdotti principi di revisione organizzativa dei servizi sanitari; vengono introdotte nuove modalità di erogazione delle prestazioni; vengono previste priorità e sinergie che possono ottimizzare le risorse e rendere più efficaci gli interventi sanitari.
Mi riferisco ad esempio ai Dipartimenti ospedalieri oppure al forte sviluppo che il Piano prevede per i servizi domiciliari, semiresedenziali o residenziali, o ancora alle nuove funzioni come quella della qualità e quella delle relazioni con il pubblico.
In questo scenario così profondamente innovativo, ma certamente più utile ai cittadini, non è possibile pensare che le Aziende sanitarie marcino a velocità diverse.
Ospedali dove si rimane ancora ricoverati per un'appendicite otto-dieci giorni, accanto ad ospedali dove per la stessa appendicite si entra al mattino e si esce alle cinque di pomeriggio.
Aziende nelle cui strutture si aspetta un'ecografia fino a 90 giorni accanto ad Aziende in cui il tempo di attesa per la stessa ecografia è di 3 4 giorni.
Distretti che fanno ADI accanto a Distretti che non l'hanno ancora attivata.
Credo che uno degli obiettivi più qualificanti del Piano sia proprio l'omogenea distribuzione dei servizi sanitari su tutto il territorio regionale.
Bene. Se è vero questo, è altrettanto vero che per raggiungere l'obiettivo occorre concretizzare quello che il Piano stesso ha previsto all'art. 3.
Credo che bene abbia fatto l'Assessore D'Ambrosio ad aver programmato l'istituzione dell'Agenzia.
Una struttura che si preoccupi di monitorare lo stato di attuazione del Piano e lo stato di salute della popolazione; che studi il rapporto tra costi e benefici delle attività sanitarie; che crei in regione un sistema di indicatori idonei a misurare la sanità nelle varie Aziende; che sviluppi gli strumenti per il controllo di qualità e che si occupi dell'innovazione organizzativa e gestionale.
Una struttura di questo genere mi pare proprio utile ed efficace.
Affermo ciò anche in base alle esperienze analoghe già introdotte in altre regioni con risultati molto positivi: mi riferisco al Friuli all'Emilia Romagna, alle Marche.
Quanto all'articolazione del disegno di legge, mi sembra di poter sottolineare positivamente da un lato la scelta dell'Assessore D'Ambrosio di impostare l'ente alla massima flessibilità possibile, dall'altro i meccanismi di garanzia e di controllo da parte della Giunta che evitano il rischio di fughe in avanti.
Quanto alla presunta sovrapposizione dell'attività dell'Agenzia a quella dell'Assessorato, mi pare proprio un falso problema: l'Agenzia non decide, non attribuisce risorse alle aziende, non elabora proposte di deliberazione, non svolge controlli e non verifica l'attività dei Direttori generali delle aziende.
E' chiaro, invece, che fornisce a chi deve svolgere questi compiti un supporto sugli strumenti e sulla metodologia utile per la loro gestione. N tanto meno l'attività dell'Agenzia si sovrappone a quella delle Aziende sanitarie.
Nessun dubbio, quindi, sulla validità dei contenuti del disegno di legge, che a mio avviso può davvero dare quella spinta ulteriore al processo di rinnovamento del servizio sanitario regionale, già iniziato dall'Assessore D'Ambrosio, soprattutto con l'approvazione del Piano sanitario regionale.
Il mio intervento vale anche come dichiarazione di voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Il nostro Gruppo, già in Commissione, aveva espresso parere positivo sul disegno di legge in esame, anche perché in tale sede, come ricordava la collega Bortolin - eravamo riusciti, attraverso un percorso non molto lungo ma incisivo, ad apportare modifiche opportune e necessarie, con l'apporto anche degli appunti che il Coresa aveva fatto pervenire, di modifica al disegno di legge stesso. Abbiamo ritenuto pertanto di approvarlo in quanto così come è pervenuto in aula, il testo ci pareva corretto.
Ho ascoltato, questa mattina, Assessore, una sua proposta di emendamento al comma primo, dell'art. 4 dove lei chiede di aggiungere le seguenti parole: "...delle attività sanitarie di quelle sanitarie a rilievo socio-assistenziale". Condividiamo l'emendamento anche se avremmo voluto come già evidenziato in un nostro precedente intervento - che l'Agenzia non fosse soltanto definita come agenzia per i servizi sanitari, ma che già nel titolo la dicitura fosse "Agenzia per i servizi sanitari e socio assistenziali".
Ci è stata fornita dall'Assessorato la comunicazione che non era possibile cambiare dicitura in quanto i fondi erano di natura sanitaria nell'altro caso i fondi si sarebbero dovuti reperire a livello regionale.
Sarebbe stata opportuna - e mi rivolgo all'Assessore all'assistenza da parte dei due Assessori la capacità di riuscire a cogliere l'opportunità di un'agenzia che poteva veramente essere, sul territorio, supporto non soltanto ai servizi sanitari, ma anche a quelli socio-assistenziali.
Non importa. Approveremo il disegno di legge così com'è stato redatto ci auguriamo che in futuro quanto detto possa comunque essere realizzato.
Credo che l'agenzia che sta nascendo abbia una forte esigenza di supporto sotto il profilo tecnico, programmatorio, ma anche operativo, per l'Assessorato alla sanità, sia per la realizzazione del Piano sanitario regionale nelle sue linee di intervento sia anche, in prospettiva, per i futuri Piani. L'agenzia dovrebbe essere quell'elemento che dal 1999 in poi sarà in grado di fornire all'Assessorato alla sanità tutti i dati necessari per costruire il futuro della sanità piemontese.
Quindi un'agenzia - come alcuni hanno ricordato - agile e snella , in grado di dialogare soprattutto con il territorio per costruire tutti i presupposti su alcune politiche fondamentali che riguardano anche una possibile rivisitazione della territorialità delle aziende. Stiamo parlando del futuro della sanità regionale; dovremmo, anche in un tempo relativamente veloce, ripensare alla territorialità delle aziende sanitarie. Questo è un lavoro che l'Agenzia potrebbe svolgere presentando in Commissione e in Consiglio delle proposte in merito.
Di conseguenza chiederei che l'Agenzia sappia dialogare non soltanto con l'Assessorato, con la sanità piemontese, ma anche con il Consiglio e con la Commissione.
Credo che questo sia estremamente importante. Non ci deve essere soltanto un rapporto diretto con alcuni, ma anche con il Consiglio, in quanto è l'aula che deve fare la programmazione sanitaria futura.
Chiederei che lo Statuto dell'Agenzia non sia soltanto un documento definito dal direttore dell'Agenzia stessa, ma un documento che venga in qualche modo, Assessore, visto anche dalla Commissione competente.
Si è detto che dovrà essere un luogo di monitoraggio estremamente importante; noi dobbiamo monitorare sempre il presente per intuire tutti i passaggi futuri. Monitorare non soltanto i dati, gli elementi e i numeri ma soprattutto la qualità dei servizi del nostro territorio per riuscire a garantire e capire che cosa possiamo fare. Un obiettivo molto importante di cultura politico-sanitario e socio assistenziale che non va dimenticato ed è un richiamo al ruolo dell'Agenzia - è il discorso sulla prevenzione.
Per terminare sottolineo che avrei preferito che l'Agenzia avesse la seguente dicitura: "Agenzia sanitaria e dei servizi socio-assistenziali".
Come mi è stato detto non è possibile attribuirle tale nome, comunque chiederei che l'Agenzia diventi un anello di congiunzione fra i due Assessorati. Non dimentichiamo il ruolo importante che essa può svolgere può diventare attivo in un progetto di unificazione dei due Assessorati, di conseguenza di tutti i servizi sanitari e socio-assistenziali.
Inoltre non siamo soltanto in presenza di piani da attuare, ma di profonda trasformazione della sanità piemontese. Razionalizzare le risorse non significa farlo soltanto per quelle economiche, ma anche e soprattutto, per quelle umane. Le risorse umane sono quelle che poi qualificano il territorio, forniscono veramente la qualità ai servizi. E' da un po' di tempo che, recandomi sul territorio e parlando con i nostri operatori che lavorano sia nei servizi sanitari che in quelli socio assistenziali, mi pare di cogliere una certa "stanchezza". Stiamo attraversando un periodo di grossa trasformazione, trovo che la "stanchezza" manifestata sia preoccupante.
Occorre che l'Agenzia non pensi soltanto a qualificare o razionalizzare risorse economiche, ma anche a qualificare e razionalizzare le risorse umane che sono quelle più importanti per la sanità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Signor Presidente, Assessore alla sanità, il programma di interventi nel settore della sanità di questa Giunta regionale è stato un programma meritevole di attenzione, un programma all'avanguardia, un programma che ha caratterizzato in meglio la sanità piemontese che, ad inizio legislatura era veramente allo sfacelo.
Il Piano sanitario regionale è stato un altro fiore all'occhiello di questa Amministrazione; un fiore all'occhiello che con l'intervento di tutti i Gruppi, sia di maggioranza sia di opposizione, ha migliorato al massimo possibile l'efficienza e gli interventi nella sanità regionale.
Ora, quest'agenzia regionale per i servizi sanitari.
Dico sinceramente, Assessore, che in un primo momento ho creduto che questa avrebbe potuto essere la copia di qualcosa già esistente. Ho creduto che il Piano sanitario regionale, le Direzioni sanitarie e l'intera struttura sanitaria, con l'impegno massimo garantito alla nostra sanità fosse già quanto di meglio la Regione potesse avere nel settore.
Dopo aver letto il testo legislativo, però, e con la massima fiducia che ho nell'Assessorato e nell'Assessore che lo dirige, sono divenuto favorevole alla legge; una legge ben fatta e che può veramente migliorare ancora quanto già attuato nella sanità.
Un unico punto che non condivido: l'emendamento testé proposto. E' molto difficile, Assessore, delimitare le attività sanitarie, gli interventi sanitari a quelli di rilievo socio-assistenziale. Come Movimento crediamo in una sanità efficiente a garanzia dei pazienti, una sanità preparata al servizio dei pazienti. Tutto ciò l'abbiamo dimostrato in ogni nostro intervento.
Non crediamo al limite tra sanità e assistenza. Sanità e assistenza sono la stessa cosa; la sanità è assistenza per certi malati, che devono essere garantiti come gli altri.
Quindi, personalmente, sono contrario all'emendamento, che non voterò.
Le chiedo, Assessore, un intervento, una proposta, una "piccola" legge chiamiamola "leggina" - per l'istituzione di un'Agenzia dei servizi assistenziali regionali. Occorre coordinare in meglio il settore assistenziale della nostra Regione, per dare dei parametri affinché nei nostri ospedali, nelle nostre agenzie sanitarie ospedaliere, agenzie sanitarie locali non vengano bistrattati molti anziani, non vengano dismessi dagli ospedali - ho chiesto per questo una Commissione d'indagine.
Mi auguro che l'Assessore D'Ambrosio e l'Assessore Goglio si trovino per preparare questa "leggina" sui servizi assistenziali che è anche una più ampia e una più favorevole meritoria dimostrazione che anche nel settore assistenziale la nostra Regione è all'avanguardia.
Detto questo il mio voto sarà favorevole al provvedimento e contrario all'emendamento. Ringrazio l'Assessore per il suo impegno e spero che l'agenzia sia veramente portatrice di frutti buoni nella sanità della nostra Regione che ne ha molto bisogno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Il nostro Gruppo, in sede di Commissione, ha espresso forti critiche di merito, non possiamo essere accusati di essere strumentali perché abbiamo ritenuto assolutamente inopportuna la costituzione di un'Agenzia per i servizi regionali rispetto ai compiti che la stessa doveva svolgere. Tra i compiti e le attribuzioni di questo ente strumentale noi riteniamo che vi siano sostanzialmente tutte le competenze fondamentali della sanità pubblica regionale e tutti gli obiettivi dell'azione stessa che l'Assessore, come potere esecutivo nell'ambito della sanità, deve assumere come propria responsabilità. Tra questi abbiamo il monitoraggio sul Piano sanitario regionale, sul quale crediamo invece che l'Assessorato debba necessariamente attivare al proprio interno canali di osservazione e di controllo attraverso un rapporto più stretto e di collaborazione con le aziende sanitarie.
All'agenzia viene attribuita l'analisi dell'impatto economico rispetto al rapporto costi-efficacia. Questa prerogativa si scontra con una contraddizione evidente: non avendo ancora la Regione Piemonte predisposto un Piano di sviluppo, la programmazione sanitaria non può essere effettuata in stretto collegamento rispetto ad un'analisi di valutazione economica e di impatto territoriale dei servizi sanitari.
Il rapporto costi-benefici e costi-efficacia sono dei parametri di valutazione che noi più volte abbiamo sottolineato come una necessaria competenza delle aziende sanitarie.
La Regione, anche su indicazione ministeriale e del prossimo Piano sanitario nazionale, dovrà maggiormente attivarsi per potenziare le aziende sanitarie e i loro compito riguardo all'effettuazione dei controlli di qualità. Spesso ci troviamo a discutere di come la sanità sia "scivolata" dietro ai profitti, dietro ai costi, all'efficienza piuttosto che all'efficacia e alla qualità delle prestazioni. La qualità e il controllo delle prestazioni e il rapporto costi-benefici credo siano gli indicatori più importanti sui quali misurare l'efficienza e la qualità di un servizio pubblico, ma la Regione fino ad oggi non ha fornito gli input necessari in merito.
Viene poi attribuita all'Agenzia l'elaborazione di progetti per la promozione e l'educazione alla salute. Ci pare assolutamente inopportuno che un Piano sanitario inadeguato e monco, soprattutto rispetto alla parte dell'educazione sanitaria e dell'educazione alla salute, attribuisca ad un ente strumentale il compito di elaborare questi progetti. Noi crediamo non sia suo compito.
La Regione e l'Assessorato alla sanità in primis deve avere la capacità, come forza di governo, di offrire degli strumenti di programmazione seria e interloquire e dialogare con le aziende sanitarie affinché queste si adeguino e raggiungano gli obiettivi stabiliti dalla Regione.
La legge attribuisce la verifica e la revisione della qualità dei servizi all'agenzia e, ancor peggio, la facoltà di entrare nel merito del processo di accreditamento. Non vorrei dilungarmi sulla necessità di discutere ancora e di più sul processo di accreditamento che, in questa Regione, ha seguito dei percorsi un po' anomali rispetto alle indicazioni sanitarie nazionali e che quindi ha inseguito il privato anche attraverso delle proroghe o deroghe temporanee e permanenti.
Attribuire la competenza di entrare nel merito dei processi di accreditamento anche all'agenzia sanitaria per i servizi, mi pare costituire non solo un declassamento della Regione, come organo prioritario di programmazione, ma anche una delega continua ad altri enti, forse per incapacità di gestire la programmazione sanitaria.
Altro elemento di critica, oltre a quelli citati che evidenziano il fatto che sostanzialmente si delega gran parte della sanità regionale della programmazione e pianificazione sanitaria regionale ad un ente che di fatto costituisce un sorta di doppione dell'Assessorato, è la possibilità che l'agenzia fornisca prestazioni di consulenza e di supporto, non solo alla Regione ma anche ad enti ed associazioni private, cosa che da noi potrebbe non essere condivisa, ma significativa rispetto alle esigenze organizzative e gestionali dell'agenzia stessa.
Alla luce dei compiti attribuiti all'agenzia tramite questa proposta di legge (la funzione di accreditamento e di verifica dei requisiti e, nel medesimo tempo, la possibilità di offrire ad enti e associazioni private forme di consulenza e di supporto) noi crediamo si generi una situazione assolutamente non trasparente ed ambigua, che ci preoccupa molto per le sorti della sanità e del territorio.
Una battuta invece sull'emendamento proposto che introduce la dicitura "socio-assistenziale". Noi lo riteniamo un emendamento demagogico, perch ci troviamo di fronte ad una Regione che ha proposto e che ha approvato due strumenti di programmazione assolutamente diversi e assolutamente distaccati l'uno dall'altro. Uno che segue la parte sanitaria e l'altro la parte socio-assistenziale. Non si capisce perché e per quale motivo si tenta in qualche modo di offrire una sponda demagica nell'introdurre il concetto assistenziale nel momento in cui siamo assolutamente consapevoli che oggi sul territorio non esistono momenti veri di sinergia fra la sanità e l'assistenza. Non sono certo due piani separati che possono creare un momento di sinergia, anzi due piani separati al massimo esasperano la rottura ormai storica tra la sanità e l'assistenza.
Oltre agli elementi di critica citati, vorrei sottolineare un fatto nuovo. L'Assessore - e credo il Consiglio regionale - auspicherebbe che l'istituzione di una nuova agenzia per i servizi sanitari archivierebbe questo spropositato ricorso della Giunta alle consulenze esterne. Perché se è vero che le consulenze esterne, in generale, vogliono offrire un supporto alla Giunta per questioni organizzative e gestionali nel momento in cui esistono le difficoltà, è anche vero che, nel caso della sanità, questa Agenzia per i servizi sanitari, così proposta, è esattamente questo.
Invece pare che, con una deliberazione del 29 dicembre del 1997, la Giunta regionale abbia attribuito una consulenza esterna alla ditta Gustrang, consulenza che dovrebbe avere il compito di coordinare l'attività fra le Aziende sanitarie e l'Agenzia regionale per i servizi sanitari.
Visto che questa deliberazione è del 29/12, e l'Azienda regionale per i servizi sanitari il 29/12 non è stata costituita, e considerando le motivazioni che hanno spinto la Giunta a costruire questa Agenzia per i servizi sanitari, noi ci chiediamo il perché di questa consulenza. Ci pare non solo inopportuna, ma ci pare che vada esattamente a sostanziare ed a legittimare quei discorsi che abbiamo sempre fatto; trascende cioè esattamente dal singolo caso il fatto che questa Giunta ritenga necessario di continuare a ricorrere a consulenze esterne che vanno oltre il rimedio di natura eccezionale, che può essere giustificato e compatibile rispetto alle necessità.
In questo caso, quindi, è un'attribuzione di una consulenza che va oltre, che crediamo legittimi un'evidente non autosufficienza ed incompetenza di natura politica e amministrativa di questa Giunta.
Noi abbiamo posto un'interpellanza rispetto a questa consulenza chiedendo quali siano le motivazioni - nonostante vi siano degli strumenti che possono offrire un supporto organizzativo e gestionale - che portano la Giunta a questo continuo sperpero di denaro pubblico, a questo continuo ricorre a consulenze esterne. Chiediamo sulla base di quali competenze e necessità questo avvenga.
Il tipo di consulenza è specifico rispetto all'argomento che stiamo affrontando oggi, a questo tipo di consulenza vengono affidati parte dei compiti che generalmente vengono affidati all'Agenzia, nonostante venga attribuita un mese e mezzo prima che l'Agenzia viene formalmente costituita, sia sul piano legale che amministrativo; a questa consulenza vengono attribuiti compiti di coordinare il lavoro dell'Agenzia.
Ci sono anche dei fatti nuovi, di fronte ai quali non ci pare assolutamente opportuno riconoscere all'Agenzia per i servizi sanitari un ruolo importante.
La Regione deve rimpadronirsi del ruolo proprio, che è di programmazione e che finora non ha effettuato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Grazie, Presidente. Con l'approvazione dell'Agenzia per i servizi sanitari, che si dovrebbe completare oggi, si completa un tassello importante per l'organizzazione complessiva della sanità in Piemonte.
Il Piano sanitario ha avuto esito positivo l'Agenzia, in Commissione ha avuto esito positivo, e colgo l'occasione per ringraziare i colleghi che hanno in maniera collaborativa lavorato per portare a compimento questo provvedimento.
E' stato comunque un lavoro svolto con molta attenzione. Si sono inserite delle modifiche, anche in relazione alle osservazioni del Co.Re.Sa., che hanno completato in maniera organica il provvedimento.
E' già stato toccato, sull'argomento, quanto c'era da dire, un argomento che ritengo importantissimo. Sottolineo quanto la collega Simonetti ha certificato come una negatività, che invece noi vediamo come una profonda ricchezza ed una profonda positività, cioè il supporto che l'Agenzia compie, come consulenza, nei confronti di Enti ed Associazioni anche private, che potrebbe determinare anche un'autonomia finanziaria dell'Ente. Probabilmente questo non potrà garantire una totale autonomia finanziaria, ma può comunque aiutare l'Agenzia a finanziarsi in parte.
Un altro aspetto che voglio citare riguarda la filosofia che deve stare alla base dell'Agenzia. Infatti, l'Agenzia regionale viene definita come "Ente strumentale della Regione, dotato di propria personalità giuridica autonomia tecnica e amministrativa-contabile, con una capacità di organizzazione autonoma, da realizzarsi nel rispetto dei limiti di finanziamento, determinati dalla Regione Piemonte e dalle direttive della Giunta regionale e dell'Assessorato regionale alla sanità".
Voglio citare l'autonomia tecnica, amministrativa e contabile. E' importante che questa si realizzi, che non determini un ufficio decentrato dell'Assessorato, ma che l'Agenzia abbia un compito di autonomia vera quindi è importante - ed è un messaggio che mando alla Giunta - che la Giunta possa determinare delle giuste scelte, in modo di rispettare questa filosofia.
Siamo quindi favorevoli al provvedimento e questo vale anche come dichiarazione di voto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Noi avevamo votato contro il Piano sanitario regionale, in quanto esso era separato dal socio-assistenziale. E qua si incominciano ad evidenziare le prime crepe. A differenza di come abbiamo votato per il Piano, saremo favorevoli alla proposta di legge, perché crediamo debba esserci un momento di coordinamento per quanto riguarda le Aziende sanitarie e tutto quanto concerne la salute - e non solo la salute - in Piemonte.
Penso che il benessere dei cittadini piemontesi debba essere salvaguardato in tutti i modi, quindi questa Agenzia la valuteremo per quello che farà successivamente.
Oggi, dunque, diamo un voto favorevole con una riserva, che è quella di valutare i risultati nel futuro e quanto si riuscirà a dare in più ed in meglio riguardo alla prevenzione per la salute dei cittadini piemontesi.
Esprimo, invece, un voto contrario riguardo al voler aggiungere il socio-assistenziale al sanitario. L'avevo già espresso in occasione del voto del Piano sanitario regionale: credo sia difficilissimo trovare un momento di scissione di questi due sistemi e credo che, per quanto riguarda il socio-assistenziale, debba dotarsi di un proprio osservatorio, di una propria Agenzia, in quanto i soggetti gestori, i soggetti reali sono i Comuni o i loro consorzi. Quindi, in accordo con Comuni e consorzi, il socio-assistenziale dovrà dotarsi di un proprio osservatorio. Io avrei preferito che il tutto fosse collegato e che quindi il socio-assistenziale ed il socio-sanitario trovassero un compendio. Penso che i due Assessorati dovranno avere un coordinamento molto stretto per trovare la definizione.
Non si può parlare solo in termini economici, ma in questo caso è proprio in termini economici che occorre parlare, perché il costo dell'assistenza non vada solo per la sanità, ma continui ad avere il suo apporto per l'assistenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Dico una cosa personale. In questo periodo sto considerando seriamente la mia esperienza di Consigliere regionale, sarà che la professione, per via delle influenze, in questo periodo mi carica parecchio, ma sto riconsiderando molto questa esperienza perché penso che ognuno debba misurare il proprio tempo di vita rispetto alle scelte che ha fatto.
L'impressione che ho è che quello che riguarda me non sia un periodo felicissimo, non ho una percezione di utilità come singolo Consigliere, e ciò che è grave è che la mia percezione è che complessivamente questo Consiglio regionale non sia utilissimo al Piemonte.
Faccio questa constatazione ad alta voce perché in questo periodo, che è stato indiscutibilmente di grave crisi di questa istituzione, forse questa riflessione personale può essere condivisa dai singoli Consiglieri e può essere uno strumento perché tutti quanti ci facciano un pensiero.
Mi veniva di dirlo adesso perché complessivamente il Consiglio regionale, malgrado ci sia stata di recente questa indagine che è stata fatta dal Consiglio regionale della Toscana a proposito delle aspettative dei cittadini italiani rispetto alle varie istituzioni che dice che oggi come oggi l'istituzione a cui i cittadini guardano con più attesa e con più speranza è proprio la Regione, malgrado ci sia stato questo - dicevo - noi non riusciamo ad essere veramente quello che vorremmo essere, cioè questo famoso Parlamento subalpino che aspira giustamente e correttamente ad avere una grande dignità nell'ambito di un'Italia costruita su una base federativa. Complessivamente i provvedimenti che sono passati attraverso quest'aula sono stati di bassissimo profilo, il dibattito politico è stato veramente basso. Ieri mi lamentavo del fatto che un documento importante come la relazione sullo stato di salute della popolazione piemontese non sia stato discusso in quest'aula, quando quello dovrebbe essere l'atto fondante, il documento fondativo su cui costruire la nostra progettualità prima di tutto in campo sanitario, ma non solo in campo sanitario, facevo accenno al piano di sviluppo.
Ho accennato in altre occasioni alla legge di Parkinson, non quella del morbo, ma quella che dice che nelle assemblee elettive gli argomenti vengono discussi con un'attenzione che è inversamente proporzionale alla loro importanza. Mi sembra che nel Consiglio regionale del Piemonte questa legge di Parkinson trovi il massimo di applicazione, nel senso che certe volte si discute per ore di problemi da nulla e quando, come questa mattina, si discute di una legge veramente importante, io guardavo l'aula nel momento in cui l'Assessore, che crede onestamente al suo mandato, con una certa partecipazione umana parlava di questa legge, e contavo le presenze. Guardavo l'interesse dei vari Consiglieri che facevano crocchio che leggevano il giornale, il Presidente della Giunta alla fine del dibattito ci ha fatto la cortesia di ritornare in aula e di sedersi. Mi scusi Presidente, ma glielo dico perché sono stato anch'io Presidente di una Giunta come Sindaco: sui provvedimenti più importanti (ricordo la battaglia per la Viberti o per gli estimi catastali che abbiamo fatto a Nichelino), sui grandi progetti, gli Assessori erano sicuramente i protagonisti, però come Sindaco mi sentivo coinvolto in prima persona sia nei momenti di successo, come potrebbe essere questo, sia nei momenti di insuccesso, com'è stato sicuramente tutta la vicenda dei direttori generali. Ebbene, anche in quell'occasione il Presidente della Giunta non c'era. Non è una bella prova! Il Presidente della Giunta si misura soprattutto nel fatto di sapere sostenere gli Assessori nei progetti più qualificanti e nelle sconfitte più squalificanti, e soprattutto nei progetti di carattere interassessorile.
Ho voluto fare questa lunga premessa per dire che quella che viene discussa oggi è una legge veramente importante. La Regione Piemonte e le Regioni in generale, se vogliono aspirare ad essere governo regionale devono superare quello che è un grosso limite del passato: la Regione Piemonte è stata a lungo un ente prevalentemente di gestione, e questo ha sempre mortificato la capacità di essere organo di indirizzo, di programmazione e di controllo.
Quella che oggi viene presentata è una legge che era inevitabile seguisse alla approvazione del piano sanitario regionale. Come ha già detto la Consigliera Bortolin (non ripeto le cose che ha detto in merito alla legge perché le condivido in pieno, così come condivido la sua dichiarazione di voto) noi abbiamo votato contro la legge di piano fondamentalmente perché prevedeva questa divisione fra il sanitario e il socio-assistenziale, ma è una legge dignitosa che richiedeva uno strumento in grado di valorizzare questa capacità di indirizzo, di programmazione e di controllo. Possibilità che noi non potevamo garantire soltanto con i nostri uffici: abbiamo bisogno di un organismo che sia capace di seguire nel modo più alto le politiche sanitarie. E questo provvedimento io spero che venga approvato con entusiasmo perché non sono moltissime le occasioni in cui questa assemblea ha la possibilità di licenziare qualche cosa che può essere utile alla collettività. Naturalmente che sia utile, questa è una previsione: sarà opportuno, Assessore, che noi facciamo, così come abbiamo detto in Commissione, una verifica tra un anno per vedere qual è lo stato di attuazione di questa legge e quali sono le difficoltà. Questo è il nuovo modo di legiferare, nel senso che noi cerchiamo di non fare più delle leggi che siano inapplicabili, ma leggi che siano semplici e da controllare nel tempo.
In merito alla legge è già intervenuta nello specifico la Consigliera Bortolin, aggiungo soltanto una cosa che mi sembra molto importante: questa Agenzia diventa uno strumento formidabile per andare a costruire una classe dirigente di amministratori in campo sanitario. Io capisco la grossissima difficoltà nella nomina dei direttori generali perché paradossalmente malgrado ci fossero moltissime richieste di diventare direttore generale le persone che in realtà avevano veramente questa qualifica erano davvero scarse. Io penso che l'agenzia in modo dichiarato e in modo assolutamente trasversale con il suo operare quotidiano, soprattutto con il suo interagire con le Aziende Sanitarie Locali e con le Aziende Ospedaliere nel cercare di realizzare accordi di tipo interaziendale, diventi uno strumento di formazione di molti amministratori in campo sanitario, che siano in grado non tanto di fare pareggiare i bilanci e nemmeno a garantire una maggiore quantità di prestazioni (perché non è vero che più servizi più prestazioni e più medicine danno più salute), quanto di verificare concretamente che le prestazioni che vengono date vengano date al momento giusto, nel modo giusto e alla persona giusta, andando a risolvere una volta per tutte quella che, oggi come oggi, sembra diventata "la questione delle questioni": le liste d'attesa.
Come vengono affrontate, oggi come oggi, le liste d'attesa? O alzandosi presto al mattino (e le persone più robuste fanno la coda per ore, per poter essere i primi e per potersi garantire determinati posti) oppure attraverso una micromafia, che di fatto esiste, per cui se conosci il tal professore, il tal primario o - perché no? - il tal operatore che lavora in quell'ospedale, in quella struttura, hai la possibilità di aggirare il meccanismo, oppure ancora, pagando.
Personalmente, non trovo assolutamente scandaloso che per un esame o per una prestazione sanitaria si debba aspettare anche tre mesi. Che cosa deve determinare la selezione? Non certo i tre meccanismi di cui ho parlato prima, ma deve essere basata sulla necessità dei singoli cittadini. E' una cosa complicata, abbastanza difficile, rispetto alla quale occorre una forte guida, che può essere attuata soltanto se si eleva la capacità di governare il processo di aziendalizzazione, in modo tale che questo non sia staccato dall'obiettivo principale.
E l'obiettivo principale non può essere la garanzia della quadratura del bilancio, ma una prestazione sanitaria adeguata ai nostri cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Prendo la parola solo per fare un intervento che vuol essere anche una dichiarazione di voto del Gruppo.
In premessa, il Consigliere Riggio si riferiva chiaramente ad un certo allentamento dello stato di veglia del Consiglio. A questo proposito bisogna dire che, purtroppo, molto spesso il Consiglio si trova di fronte ad allungamenti di discussioni sul nulla, come il collega ricordava, e che purtroppo, magari dopo tante giornate - io stesso le ho denunciate - il Consiglio non riesce a rilevare qual è il grado politico nello specifico di quella discussione.
Va da sé che bisognerebbe ritornare a discutere, e a discutere di grandi questioni, di questioni importanti a livello politico: è l'auspicio di tutti, anche di questa maggioranza.
Per quanto riguarda il disegno di legge, credo che sia importantissimo che rappresenti esattamente quell'anello mancante che ricordava il collega Grasso, cioè quel tassello di managerialità in grado di garantire quel supporto tecnico e gestionale di cui il Piano sanitario regionale, dopo la costituzione delle Aziende sanitarie e dopo la nomina delle Direzioni regionali, aveva bisogno per trovare una giusta esplicazione.
Tengo a ribadire che l'Assessore alla sanità, contrariamente ad alcune critiche e ad alcune osservazioni giunte dalla minoranza, si è sempre presentato puntualissimo sia in fase progettuale sia in fase programmatoria sia nei grandi appuntamenti, se vogliamo anche tristi e difficili, come la questione delle camere iperbariche e come quella del metodo Di Bella.
Credo che l'Assessore abbia dato ampia dimostrazione di operatività, di attenzione e di grande senso di responsabilità. Il fatto che queste Aziende sanitarie siano direttamente controllate e rispondano direttamente all'Assessore alla sanità dà esattamente modo di capire qual è il grado di operatività e di riferimento che queste Aziende operano direttamente con il vertice dell'Assessorato.
Credo sia un disegno di legge non solo utile, ma essenziale nel cammino di questa aziendalizzazione globale, che è positiva - se vogliamo - nel cammino della sanità; penso che sia anche stato un merito di questa Giunta averlo fatto dopo pochissime Regioni in Italia (mi pare che solo il Friuli e l'Emilia Romagna abbiano adottato un disegno di legge analogo) e che rappresenti un elemento di come questa Giunta, nello specifico l'Assessorato alla sanità, abbia dato prova di avere qualità operative e programmatorie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, procediamo alla votazione dell'art. 1 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 33 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 33 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 33 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: 1) Alla lettera a) del comma 1 dell'art. 4 sono aggiunte, in fine, le parole: "delle attività sanitarie e di quelle a rilievo socio assistenziale".
Ha chiesto la parola la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Presidente, noi non voteremo questo emendamento. Si tratta di una mera correzione tecnica che pensiamo non apporti alcuna modifica al disegno di legge; tuttavia vogliamo cogliere quest'occasione per dire all'Assessore e alla Giunta che questa legge non è frutto della programmazione n improvvisata né illuminata di qualcuno, ma che è prevista da una legge regionale che organizza la sanità nel nostro Piemonte e quindi è l'attuazione di una legge già esistente, e non quella di Piano.
Noi non votiamo e non accogliamo questo emendamento per significare che, per quanto riguarda l'assistenza, è vero che si coordina il rilievo sanitario, ma è altrettanto vero che siamo ancora molto lontani da un minimo di programmazione e che - come noi abbiamo esplicitato in un'interpellanza presentata al Consiglio regionale di cui sollecitiamo la discussione - oggi si gestisce il socio-assistenziale senza alcunché di linee programmatiche.
Non accogliere questo emendamento ha dunque un duplice significato politico e una sottolineatura che non posso più fare come intervento, ma che faccio come dichiarazione di voto.
Noi attendiamo certo l'importanza di questa legge, ma guai a noi banalizzarla al punto da farla diventare la panacea di tutti i mali della sanità del Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie. Passiamo quindi alla votazione dell'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 30 voti favorevoli, 5 contrari, 10 astensioni; 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 38 voti contrari 4 astensioni 2 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 42 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 42 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 42 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 42 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 42 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 42 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 42 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 42 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 42 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 42 voti contrari 4 astensioni 1 L'art. 14 è approvato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI' 43 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Turismo: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento alla questione dell'Agenzia regionale per la promozione turistica


PRESIDENTE

Ricordo al Consiglio l'impegno di discutere sul problema ACNA.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Volevo porre una questione "incidentale", se così si può definire relativa all'Agenzia regionale per il turismo. Leggo sulla Rassegna Stampa del Consiglio regionale il seguente articolo: "Per il turismo piemontese è iniziato l'anno zero." Su questo siamo tutti d'accordo. "Il punto di partenza è la neonata agenzia regionale, un consorzio costituito....in cui la Regione detiene l'80% delle quote. L'Atr - spiega il direttore Pierdomenico Garrone - vuole essere la leva per far eccellere il sistema turistico regionale. Inoltre - spiega sempre il direttore Pierdomenico Garrone - l'Atr sta assumendo uno staff di 10 professionisti..." poi cita tutte le altre iniziative compreso il salone del Bit di Milano che è gestito, di fatto dal nostro Assessorato al Turismo, ma promosso dall'agenzia. C'è, insomma, una gran confusione.
Vorrei capire - posto che non mi è stato consentito di conoscere i curriculum per la nomina di direttore dell'agenzia - se è stato nominato come apprendiamo dagli organi di informazione, Pierdomenico Garrone direttore dell'Agenzia regionale del turismo.



PRESIDENTE

Voglio solo ricordare che abbiamo assunto l'impegno di lasciare quest'aula verso le ore 13.30 e di discutere sull'ACNA.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La notizia genera sconcerto anche nel mio Gruppo. Il nostro Gruppo ha presentato sulla questione un'interpellanza. L'attuale Consiglio direttivo ha nominato Pierdomenico Garrone non direttore generale, bensì coordinatore generale con funzioni di direttore. Questo girovagare delle parole probabilmente è dovuto al fatto che, se Pierdomenico Garrone fosse stato nominato direttore, ci sarebbe stata una violazione dello Statuto, che prevede che, per tutta la materia relativa al personale, l'assemblea debba fissare dei criteri e poi, successivamente, il Consiglio direttivo applicando questi criteri, possa fare le nomine.
Poiché Pierdomenico Garrone è stato nominato - vado a memoria, ma penso di andarci vicino - "coordinatore generale, con funzioni di direttore", la notizia che - viceversa - è stato nominato direttore, in che rapporto sta con quella decisione? E' stato nominato coordinatore con funzioni di direttore - che è una cosa - o è stato nominato direttore? Perché in entrambi i casi c'è una violazione più o meno esplicita dei diritti dell'assemblea. Si può aggiungere, però, nel caso in cui venga venduta la nomina di direttore, che vi è stata propagazione di notizie false, nel senso che i cittadini hanno il diritto di capire se il dott. Garrone è coordinatore con funzioni di direttore o se è direttore, perché le due cose sono formalmente e sostanzialmente diverse.
Se non è così, io chiedo una rettifica, una smentita di questo. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Chiedo scusa, Presidente. Ieri si è assunto l'impegno di discutere oggi a mezzogiorno la questione dell'ACNA e questo lo chiedo per quelle 55 indagini nascoste per anni, che hanno portato anche alla morte di operai.
Io dichiaro che, o si incomincia a discutere dell'argomento - e siamo già in ritardo di 40 minuti - altrimenti il mio Gruppo abbandona l'aula. Non si può avere questo atteggiamento di scherno nei confronti dei problemi dell'ACNA. O imparate a dirigere il Consiglio regionale, ed è questione della Presidenza, altrimenti noi ci comporteremo di conseguenza.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, so che c'è questo impegno. Chiedo alla cortesia del Consigliere Saitta di intervenire dopo l'intervengo dell'Assessore Cavallera.



RIBA Lido

Io pongo alla Presidenza del Consiglio il problema di rispettare un impegno che è stato preso su una questione fondamentale per la vita della gente del Piemonte!



PRESIDENTE

L'ho già detto due volte: c'è questo impegno che dobbiamo rispettare.
Abbiamo 60 minuti scarsi per la discussione, non possiamo aprire la questione incidentale, qualunque sia, perché c'è bisogno di abbandonare l'aula entro 60 minuti.
C'era ancora una questione del Consigliere Saitta.



RIBA Lido

Se lei apre una questione sul dott. Garrone...



PRESIDENTE

Non apriamo nessuna questione.



RIBA Lido

Decidiamo se facciamo il Consiglio regionale o se facciamo altro!



PRESIDENTE

Lei ha perfettamente ragione, però si era già prenotato il Consigliere Saitta. Un minuto e poi passiamo al discorso ACNA.



RIBA Lido

Io sono già prenotato da tre giorni!



PRESIDENTE

Sia cortese, Consigliere Riba, un minuto e passiamo alla relazione dell'Assessore Cavallera.



RIBA Lido

Lei sia autorevole!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sarò brevissimo, d'altronde mi pare sia stato consentito di esprimere un'opinione su questa vicenda e noi non vogliamo esimerci, anche se siamo del parere che bisogna passare immediatamente alla discussione dell'ACNA.
Chiedo al Presidente Ghigo di assumere un'iniziativa di censura nei confronti del dott. Garrone, perché ha dato un giudizio pesante nei confronti dell'istituzione regionale. Una persona che non è neppure direttore non può dire che "per il turismo piemontese inizia l'anno zero".
Credo che il Presidente abbia il dovere di mandare a casa questa persona perché offende l'istituzione regionale, gli Assessori che si sono fin qui succeduti, come se non si fosse fatto assolutamente nulla. Ci sono poi altre indicazioni che fornisce il dott. Garrone, che non attengono alla sfera dell'agenzia del turismo, ma all'attività politica della Giunta regionale.
Chiedo quindi che il Presidente assuma un'iniziativa, altrimenti ripresenteremo noi il problema attraverso un'interrogazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere, per la sua sinteticità.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Questione ACNA ed esame ordine del giorno n. 696


PRESIDENTE

Passiamo ora alla discussione sull'ACNA.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente. Cercherò di essere breve su una materia che è difficilmente comprimibile in tempi brevi, perché si tratta di una telenovela che risale al 1986/87.
Vediamo prima le informazioni di cui disponiamo in ordine alla vicenda del Re-Sol.
Voi sapete che se, fino ad ora, non si è costruito il Re-Sol nel sito dell'ACNA; questo è dovuto principalmente alla mobilitazione di tutti gli abitanti della Valle Bormida e dell'Albese (quando parlo di Valle Bormida parlo della Valle Bormida cuneese, astigiana ed alessandrina), ed anche a tutte le azioni che la Regione Piemonte, in qualche caso d'intesa con gli Enti locali, ha intrapreso presso le varie giurisdizioni amministrative (TAR Liguria, Consiglio di Stato, TAR Lazio, ecc.).
Fino a fine '94, inizi '95, una decisione della Commissione Via aveva finalmente riconosciuto l'impianto Re-Sol, non un semplice impianto chimico, ma un impianto chimico integrato ed un vero e proprio impianto di smaltimento rifiuti; come tale, quindi, da sottoporre a valutazione di impatto ambientale con il coinvolgimento anche della Regione Liguria.
Questo ai sensi della legge istitutiva del Ministero dell'Ambiente e delle leggi che regolano la valutazione di impatto ambientale.
La Commissione Via, nel gennaio 1996, aveva dato un giudizio pilatesco dichiarando compatibile il Re-Sol, ma mettendo una serie di condizioni che di fatto apparivano quasi impossibili da attuare. Ad esempio, la bonifica del sito (chi conosce la situazione sa cosa vuol dire la bonifica del sito), o una serie di altre questioni legate anche alla bonifica di Pian Rocchetta e ad altre questioni gestionali interne all'ACNA. Ne cito una per tutte: le derivazioni abnormi di acqua dal Bormida.
La questione, posta in varie occasioni dal Piemonte, è il dubbio (e forse qualcosa in più del dubbio) che il rispetto dei limiti della legge Merli avvenga, non tanto per bontà intrinseca del processo produttivo, ma proprio per l'indiretta di diluizione in una enorme massa d'acqua, che fa sì che le concentrazioni limite siano entro i valori della legge Merli.
A fronte del parere della Commissione Via, in sede cautelare, abbiamo intrapreso ricorso straordinario al Capo dello Stato.
La procedura non era conclusa, ma abbiamo ritenuto opportuno, per ragioni prudenziali, o di impugnare il provvedimento. Dopodiché vi è stato il cambio di governo a livello nazionale e si è arrivati a due iniziative: da un lato, l'iniziativa del Ministro Ronchi, e, dall'altro, la risoluzione del Parlamento, di circa un anno fa, che aveva dato indicazioni al Governo di esplorare ipotesi alternative al Re-Sol, costituendo anche una Commissione tecnico-scientifico mista, di procedere a definire un Piano di bonifica, e di procedere ad individuare interventi a valenza socio economica per il rilancio della valle e quindi diverse opportunità occupazionali nella valle stessa. Quando parlo di valle mi riferisco sia alla Valle Bormida ligure sia alla Valle Bormida piemontese che ai fini ambientali e socio-economici costituiscono comunque un unicum.
Vengo ora al decreto VIA del giugno 1997 del Ministro Ronchi. E' un fatto positivo perché dichiara il parere negativo, quindi la non compatibilità ambientale dell'impianto Re-Sol, proprio per una serie di ragioni fondamentali che coincidono quasi esattamente con la delibera che la Giunta regionale aveva adottato in proposito.
Tali ragioni sono le seguenti: la mancata conoscenza del sito dal punto di vista geognostico nonch dell'inquinamento presente le carenze dello studio dell'impatto ambientale in ordine alle alternative al Re-Sol. Infatti, tutto si basava sul fatto che il Re-Sol fosse l'unico modo, disponibile realmente, per svuotare i famosi lagoons che contengono reflui salini dell'ordine di circa 350.000 tonnellate (quindi sostanzialmente metri cubi), parte già solidificata, parte ancora liquida.
Un'altra valutazione negativa contenuta nel decreto Ronchi è che per poco che possa inquinare, il Re-Sol costituirebbe comunque un inquinamento aggiuntivo e questo non è accettabile. Peraltro, non dimentichiamoci di un'altra famosa risoluzione parlamentare, quella del gennaio 1990, che prevedeva comunque che il Re-Sol, se mai si doveva fare, non doveva essere realizzato in Valle Bormida.
Questo decreto VIA negativo poggiava anche sull'opera della Commissione tecnico-scientifica mista, Ministero e Regioni Piemonte e Liguria, che si era costituita proprio a seguito della risoluzione parlamentare del marzo 1997. Era quindi supportata dai verbali di questa Commissione che nel giro di poco tempo aveva verificato l'esistenza di soluzioni alternative. Già si sapeva, infatti, che il completamento dell'impianto Re-Sol sarebbe costato circa cento miliardi, a carico dell'ACNA, ma la Commissione aveva verificato che esisteva una soluzione che complessivamente poteva costare 190 miliardi (una delle questioni poste era "se si va a un'alternativa al Re-Sol si va incontro a costi che sono insopportabili"). La soluzione proposta dalla Commissione era di portare i reflui solidi di questi lagoons in Germania all'interno di miniere di salgemma e per la parte liquida provvedere con i sistemi tradizionali esistenti sul mercato (si parlava di 100-150.000 tonnellate da smaltire per questa via). Addirittura erano stati interpellati alcuni smaltitori esistenti sul mercato nazionale, tra i quali anche la Servizi Industriali (ricorderete tutti la notizia che si stava sperimentando qualcosa in questo senso).
Noi abbiamo comunque apprezzato positivamente la proposta che era venuta da questo Comitato tecnico che sostanzialmente diceva che questi 90 miliardi in più, andando verso un'alternativa al Re-Sol, potevano ridursi notevolmente qualora per questo smaltimento si fosse ricorsi ad una gara internazionale; con ogni probabilità si sarebbero spuntati costi nettamente inferiori. Peraltro, poteva addirittura l'ACNA o il Gruppo Enichem provvedere in via autonoma perché non gli manca certo il know-how, le capacità tecnologiche ed anche di finanziamento.
In sostanza, questo era il giudizio moderatamente positivo che avevamo dato su questa vicenda dicendo: "abbiamo un decreto VIA, abbiamo delle ragioni valide, senz'altro anche se verrà impugnato - come poi è stato - da parte dell'ACNA, il giudizio non potrà che essere a nostro favore".
L'impugnativa c'è stata ad agosto 1997; contro questa impugnativa al TAR Lazio ha resistito il Ministero dell'Ambiente, quindi il Governo, e allo stesso modo ci siamo costituiti anche noi come Regione Piemonte attraverso l'avv. Romanelli e l'avvocatura regionale, in particolare l'avv. Ciavarra.
Adesso è giunta la notizia del deposito di questa sentenza in base alla quale il ricorso dell'ACNA è stato accolto. Non ne conosciamo ancora le motivazioni, possono essere sostanziali oppure anche solo formali in ordine alla procedura. Quando le conosceremo, l'Assessorato competente senz'altro, interporrà appello al Consiglio di Stato perché sono dieci anni circa che si vive questa vicenda difendendoci in tutte le sedi; non mancherà certo questo ulteriore passaggio.
Per quanto riguarda lo stato dell'arte in ordine ai finanziamenti previsti dai piani di bonifica e di sviluppo socio-economico, noi dobbiamo ricordare che a cavallo dei primi anni '90 avevamo avuto la dichiarazione della valle Bormida come zona ad elevato rischio di crisi ambientale. In quella fase erano stati prefigurati finanziamenti grandiosi, dell'ordine di 300-400 miliardi, che però erano stati respinti da parte di tutti gli esponenti piemontesi delle varie istituzioni, dalla Regione agli Enti locali, perché sostanzialmente avevano come impostazione quella di mantenere la produzione dell'ACNA e "se non fate troppo i cattivi, vi diamo una serie di misure di accompagnamento". Addirittura, infatti, si erano messe in risalto una serie di proposte grandiose in ordine a impianti sportivi, campi da golf e quant'altro; era balzato subito agli occhi che si trattava di una soluzione che non era accettabile perché non imperniata sulla prioritaria bonifica del sito, sulla cessazione delle attività inquinanti, sulla riduzione drastica dei prelievi di acqua dal fiume.
Ricorderanno bene i colleghi che hanno vissuto la precedente legislatura quanto si è discusso su questa questione e quanto ci si è mobilitati anche in quest'aula con notevole presenza di pubblico, di abitanti della valle.
In questa legislatura e anche nella precedente, il Parlamento ha portato avanti degli stanziamenti per le cosiddette aree critiche dal punto di vista delle attività industriali.
Per quanto riguarda la nostra Regione abbiamo avuto stanziamenti per Casale (problematica amianto), per Novara-Trecate (industrie a rischio) e per la Valle Bormida, dell'ordine di residui 20 miliardi per ogni area di questo tipo.
Noi ci siamo attivati; il Consiglio regionale a cavallo tra il 1996 e il 1997 ha approvato il piano, demandando poi alla Giunta di definire nel dettaglio col Ministro dell'Ambiente il necessario accordo programmatico.
Questo accordo c'è stato sia per Casale che per Novara; per la Valle Bormida è recente, infatti a gennaio il Ministro Ronchi ha autorizzato la spesa di questi 20 miliardi, ripartiti nel seguente modo: 2,2 miliardi al monitoraggio, fatto questo molto importante perché in ordine alla problematica dei microinquinanti occorre tenere sotto controllo l'evoluzione del problema per quanto riguarda il corso d'acqua Bormida e i siti latistanti, compreso anche il discorso di qualità dell'aria soprattutto nelle zone più vicine allo stabilimento 10 miliardi per azioni di bonifica e di recupero ambientale 7,8 miliardi (ossia il complemento a 20) come primi interventi di tipo strutturale, vale a dire il completamento di impianti di depurazione o di ciclo delle acque.
Queste priorità sono state definite d'intesa con i Comuni della Valle Bormida e delle Province; aspettiamo che da un giorno all'altro arrivi il vero e proprio decreto di trasferimento dei fondi per dare inizio agli interventi.
Credo che la buona volontà che è stata posta in essere dalla Regione e anche un certo clima di fiducia che in questi ultimi mesi si era diffuso nella valle, debba a mio avviso avere quanto prima una precisa conferma da parte del Governo nel suo complesso.
Per quanto riguarda le azioni specifiche, per esempio il ricorso al Consiglio di Stato, il completamento del Piano dei venti miliardi, il previsto Piano di sviluppo - come lo ha definito il Parlamento ecocompatibile per la Valle Bormida, siamo attrezzati a sostenere il dibattito a livello ministeriale, anche d'intesa con le realtà locali, ma credo sia giunto il momento che il Governo assuma una posizione definitiva e complessiva in tutte le sue articolazioni. Quando parlo di Governo mi riferisco alla Presidenza del Consiglio, al Ministero dell'ambiente in primis, al Ministero della sanità e al Ministero dell'industria.
Cosa chiediamo dal versante piemontese? Chiediamo alla Regione Liguria che cessi di mantenere un atteggiamento ambiguo e quindi, superata la fase di anni fa quando la Regione aveva autorizzato l'inceneritore Re-Sol, si renda conto che esistono alternative allo stesso. Si renda conto che la bonifica o la difesa dei posti di lavori nella valle non possono che scaturire da un'intesa con la Regione Piemonte alla quale non possono essere poste condizioni inaccettabili.
Quindi no al Re-Sol detto da tutti, dal Governo nel suo complesso e anche imposta alla Regione Liguria e all'ACNA - quest'ultima è pur sempre un'azienda che fa parte del gruppo ENI quindi un'articolazione del governo.
No, anche all'ipotesi, da parte della Regione Liguria, di utilizzare il sito di Cengio come polo di smaltimento sotto qualsiasi forma lo vogliamo considerare. Non dobbiamo essere "presi in giro"; siamo in grado anche noi di leggere i documenti che su altri versanti vengono presentati. Non pu essere Cengio un sito dove attivare attività di questo tipo, semmai si deve bonificare. Noi chiediamo degli interventi di messa in sicurezza del sito chiediamo l'avvio delle bonifica. Siamo peraltro coscienti di quanto sia opera colossale una messa in sicurezza e una bonifica di un sito come quello di Cengio perché ci sono milioni e milioni di metri cubi di terra di residui stoccati nei decenni e quindi bisogna procedere con l'analisi costi-benefici, con un cronoprogramma.
Per quanto riguarda la questione che ha interessato i lavoratori quindi la salute nella Valle Bormida - argomento sul quale potrà senz'altro aggiungere qualcosa il collega D'Ambrosio come Assessore alla sanità - per noi non è una novità. Infatti sul fronte piemontese avevamo sempre messo in risalto la pericolosità di queste lavorazioni, e in merito avevamo ricevuto anche varie lettere di diffida. Lettere di diffida in quanto l'ACNA disponendo di valenti avvocati - se si partecipava ad un convegno, e quindi si interveniva, poi si riceveva a casa una raccomandata con scritto "la prossima volta stia attento a parlare; non è nulla dimostrato". Ora, la notizia che avevano occultato dei referti viene dall'ACNA stessa e quindi più direttamente di così non si poteva avere conferma.
Non dimentichiamo che lo stabilimento dell'ACNA è collocato in Liguria speriamo - come senz'altro succederà - in un'azione innanzitutto della Regione competente, ma anche da parte della Regione Piemonte con il coinvolgimento delle unità sanitarie competenti della Regione nel suo complesso. Però, è giunto il momento di nominare un'autorità super partes non è una vicenda, quella dell'ACNA, per la quale si può far ricorso a quelle che sono le istituzioni esistenti, comunque queste vanno tutte coinvolte: l'Arpa del Piemonte, l'Arpa della Liguria, la sanità del Piemonte, la sanità della Liguria. Occorre, però - come prevedeva anche la risoluzione parlamentare - che si arrivi alla nomina di un'autorità che abbia compiti di garanzia in ordine al monitoraggio e abbia compiti di sovrintendenza alla bonifica.
Bonifica che, per le cifre colossali che sono in gioco, deve rientrare nella legge Ronchi, la n. 22/97, modificata nell'autunno scorso dove sono previste bonifiche di rilievo nazionali per le quali la mano pubblica pu intervenire fino ad un 50% del contributo. In questo modo l'ACNA finalmente arriverà ad avviare la bonifica iniziando anche da Pian Rocchetta.
Sottolineo da Pian Rocchetta perché si tratta di un sito per il quale la Commissione VIA aveva detto che, qualora venisse costruito il Re-Sol, si doveva prevedere alla sua bonifica .
Non dimentichiamo che il Parlamento ha prescritto al Ministro Ronchi di presentare, al termine del lavoro della Commissione, anche un programma di questo tipo che, ahimé, ha assunto dopo le ultime notizie anche profili di tutela della salute, oltre alle preoccupazioni in ordine alla vicenda Re Sol in sede di giustizia amministrativa.
Concludo dicendo che noi avevamo già chiesto da tempo un incontro al Ministero e proprio questa mattina la Segreteria del Ministro ha confermato che l'incontro con il Ministro Ronchi e con il Ministro Bersani è fissato per il 24 febbraio. Incontro al quale parteciperanno non solo gli Assessori competenti ma anche i Presidenti delle Regioni Piemonte e Liguria.
Potrebbe essere positivo se si giungesse all'approvazione di un documento che confermi l'unitarietà degli intenti per proseguire una battaglia che non è cominciata oggi, ma che noi abbiamo la convinzione di portare avanti con la stessa determinazione con la quale è stata portata avanti finora.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Abbiamo chiarito a posteriori - grazie all'iniziativa delle organizzazioni sindacali interne, della stampa, tra l'altro su "Il Manifesto" è comparso un articolo sull'argomento in oggetto molto interessante - la fondatezza delle denunce che in quest'aula avevamo avanzato. Denunce presentate già nella scorsa legislatura sull'esistenza di rischi per la salute e dell'esistenza di finsionomie cancerogene di cui si sospettava l'esistenza. l'ACNA, nelle figure dei suoi dirigenti, nonché di uno dei due medici, il dottor Genova, provvidero ad occultare questi elementi compiendo un crimine, un delitto del quale oggi ci interroghiamo su come deve essere assunta una misura di perseguimento da parte della Regione. Quindi, come abbiamo chiesto nell'interpellanza firmata dal sottoscritto e dai Consiglieri Foco e altri, noi abbiamo avviato l'iniziativa perché la nostra presenza nella valle ci sottopone ad un dovere di monitoraggio della situazione. Con gli altri compagni e colleghi che cortesemente hanno aderito alla nostra iniziativa (i Consiglieri Carla Spagnuolo e Montabone) abbiamo posto innanzitutto il quesito su che cosa intende fare la Regione.
Ho apprezzato l'illustrazione e, in generale, la conduzione dell'Assessore Cavallera. Assessore Cavallera, lei sa che, nei confronti del suo lavoro, non abbiamo obiezioni, se non circostanziate o motivate da argomenti che poniamo sempre. Caso mai ci chiediamo cosa ci stia a fare in una Giunta che complessivamente non è all'altezza della serietà che la situazione del Piemonte richiede, e questo è un interrogativo a cui speriamo risponderà, cercando di non essere evasivo ed ecumenico.
Tornando su questo punto, il problema è di una determinazione che deve essere - Assessore Cavallera - derimente e dirompente e, se del caso, non ecumenica.
Non è il caso che la Regione Piemonte, che ha avuto costantemente un rapporto intenso con la popolazione, fondato sulla serietà, soprattutto sulla onestà e sulla chiarezza, sia poi coinvolta in una responsabilità collettiva che grava su di noi.
Il costituirci parte civile, l'avviare un processo legale un'iniziativa con la Magistratura è un nostro atto di dovere imprescindibile. Ogni Ente, ogni istituzione, soprattutto in un processo di tipo federalista, assume le proprie posizioni sulla base del merito che esse rappresentano e poi cerca di rapportarsi con gli altri (se non sono stato abbastanza chiaro, mi riferisco ai rapporti con la contigua Provincia e Regione Liguria), soprattutto per disattendere, questo è un problema a livello di Governo, a livello più complessivo, di affrontare i problemi occupazionali.
La discesa da 3000 a poco più di 50 occupati della nostra regione, alla quale ci siamo in qualche maniera rassegnati nel corso di questi anni, è forse servita a risolvere il problema occupazionale? E' forse servita a occultare il rischio ambientale ed il rischio sulla salute? E' forse servita a creare qualche prospettiva economica di rinascita della Valle Bormida? Sono tutte risposte clamorosamente evidenti a coloro che seguono la partita. E' certo che oggi si è creata una linea di tardiva attestazione attorno all'ipotesi, lo dico per i colleghi che hanno partecipato a questa iniziativa nella fase che è nata con questa legislatura; noi ci siamo trovati nella situazione imbarazzante, persino comica, ma reale - quindi bisogna dirla - che, siamo andati per "suonare" e siamo stati clamorosamente "suonati", e questo, quando succede a livello individuale è doloroso, quando capita ad un'istituzione è vergognoso. Qualcosa non ha funzionato, perché siamo andati per chiedere la chiusura dell'ACNA e loro stanno per aprire il Re-Sol.
Io non so se il decreto del Ministro Ronchi sia stato volutamente incautamente, inopportunamente, saggiamente o non saggiamente fatto in modo che potesse essere annullato dal TAR; so soltanto che il TAR adesso l'ha annullato, per cui la battaglia riprende e l'idea che nel sito dell'ACNA si possa fare ancora un polo tecnologico, un polo di smaltimenti, rimane e ritorna ad essere drammaticamente attuale.
Potrei testimoniare qui i racconti dei nostri vecchi contadini che hanno dovuto smettere di coltivare il Dolcetto (che era il più dolce di tutti perché c'era un'esposizione d'aria marina che lo rendeva particolarmente gradevole e prezioso) perché nel Dolcetto si è trovato il fenolo, così come si è trovato nel latte. Questi sembrano solo dei dati e d'altra parte alcuni, esagerando sul ragionamento attorno ai dati, hanno trascurato il problema politico, altri hanno posto il problema politico disgiungendolo da alcuni aspetti tecnici, tant'è che oggi l'indennizzo che può essere costituito soltanto da un progetto serio, saggio, autorevole e praticabile di ricostruzione dell'economia della vallata è ancora l'interrogativo che abbiamo di fronte.
Vengo alla seconda questione della nostra interpellanza. Quando ci fu la dichiarazione di zone ad alto rischio ambientale (soltanto a ricordare i nomi, mi pare fosse il Ministro della sanità, De Lorenzo, quindi questi fatti si illustrano da soli), la dichiarazione di alto rischio ambientale fu accompagnata dall'impegno finanziario che doveva essere in quella accezione. Questo fu oggetto di un confronto serrato, anche in questo Consiglio regionale; il Ministro dell'industria era determinato su questo punto, dicendo che le industrie dovevano rimanere e che i soldi servivano per metterle a regime dal punto di vista ambientale.
Fu una cosa da manuale: le industrie inquinavano da cinquant'anni documentatamente, e la dichiarazione di zona ad alto rischio ambientale doveva servire soprattutto per dare loro i soldi che rivendicavano per mettersi in regola con le nuove norme, che non rendevano più convenienti i cicli economici di quelle produzioni, che ormai venivano prodotte in competizione con l'India, con i Paesi sottosviluppati.
Da quella legge bisognerebbe sapere (io lo chiedo all'Assessore, lui lo chiederà ai Ministri) quali sono le risorse stanziate, perché non saranno certo quei banali venti miliardi a pensare di risolvere il problema di cinquant'anni di inquinamento? Federalismo vuol dire avere, anche nei confronti del Governo, un'interlocuzione non compiacente, non subalterna.
Ognuno, poi, con i propri Partiti se la vedrà come ritiene, ma l'istituzione, in quanto tale, è rappresentante di una domanda, di un obbligo sociale, di un problema storico che non si risolve con quei venti miliardi, ammesso che siano stati erogati perché allora si parlava di duemila miliardi.
Ricorda, Assessore Cavallera? Duemila miliardi, si disse. Poi, togli di qua, togli di là, i soldi per l'ACNA non si potevano usare, per l'Enichem e la Montefibre nemmeno, pian piano son tornati ad essere le quattro lire per un depuratore o per qualche altra cosa.
Questa è la vicenda, quindi la partenza era sontuosa, ma è andata in direzioni che obiettivamente si sono rivelate vergognosamente impraticabili.
Terza questione del nostro interrogativo. Noi riteniamo che il Bacino della Bormida abbia assunto una drammatica caratterizzazione di portanza e di modello europeo. Non abbiamo bisogno di un polo tecnologico, visto nella logica che, essendo lì adesso, si fa l'inceneritore, si spendono 150 miliardi perché c'è bisogno di inceneritori industriali, passando di deduzione in deduzione, come se potessero esistere pezzi del nostro territorio vocati ad una dismissione per la storia e per sempre; abbiamo bisogno di sapere se c'è la capacità e la volontà di porre alla Comunità Europea l'ipotesi, attraverso il Governo e l'iniziativa delle Regioni, di costituire, attraverso una fondazione, una grande operazione intellettuale e culturale che stanzi i fondi, che realizzi gli studi e le ricerche storiche, che questo patrimonio diventi almeno oggetto di una cultura e sia la premessa di un'impostazione ed elaborazioni che valgano anche a proporre cosa era cento anni fa, cosa è stata trasformata negli ultimi cento anni che cosa è adesso e che cosa potrà diventare questa Valle fra dieci o vent'anni, in tempo utile perché questa generazione affronti le responsabilità che ha condiviso con quella precedente dell'industrializzazione. L'ultima questione posta dall'interpellanza è come diceva un autorevole Presidente della Giunta e poi del Consiglio Viglione, molto saggiamente, per quanto bonariamente, alla contadina: "metà soldi, metà consigli", nel senso che noi non andiamo a dare altri consigli che sono già stati erogati in misura pantagruelica nel tempo, sia in termini di solidarietà sia in termini di raccomandazione.
La Regione Piemonte con il suo FIP, con una piccola quota del suo bilancio, con un processo pluriennale di destinazione ad un piano specifico di sviluppo, di risanamento e di ricostruzione, può, se vuole e c'è l'impegno della Giunta, mettere a disposizione i 15, 20 o 30 miliardi nel quinquennio, che sono necessari per affrontare un caso (obiettivamente che sia unico è persino superfluo e mi sembra riduttivo richiamarlo) che è clamoroso di un'area che ha tutte le opportunità per ricostruirsi una sua prospettiva produttiva, ma che senza un intervento specifico che in qualche maniera colmi i differenziali che ci si sono venuti accumulando in questo periodo, non può obiettivamente farcela. E guardate che lì - questo è a conoscenza di tanti, sicuramente dell'Assessore - potenzialmente ci sono molte opportunità di investimenti attorno ad attività artigianali e piccole industrie e connesse attività di supporto di terziario. E' un territorio che ne ha tutte le vocazioni e meno male che c'è stata condivisione nel Consiglio, e io ne prendo atto con piacere, per riconoscerle almeno l'autonomia come comunità montana della Valle Bormida e Uzzone, perch neanche quello c'era nella Valle Bormida: era un'appendice della comunità montana dell'Alta Langa! Una cosa che riflette tutto insieme un caos della storia di cui noi siamo responsabili direttamente, ma che abbiano dovuto lottare per avere la loro comunità montana sembrava semplicemente singolare. Comunque non ce l'hanno ancora, ma almeno questo: che ci sia in quella zona intercorrelata tra il Piemonte e la Liguria, tra le Province di Alessandria, Cuneo e Savona, uno spazio per opportunità di sviluppo da sostenere con un investimento ad hoc della Regione Piemonte.
L'ultima questione sulla quale voglio insistere in modo specifico è questa, se vale ancora, dato che non trovo una filosofia migliore per quanto elementare: metà soldi, metà consigli. Interroghiamoci su quel settore, non abbiamo bisogno di inventare delle leggi speciali, abbiamo il FIP e ad altri strumenti, si tratta di decidere un programma che metta l'Assessore in condizione di arrivare là dicendo "la Regione ha fatto queste cinque o sei cose" e vi assicuro che sono le cose particolarmente attese e ritenute indispensabili dalla popolazione di quel territorio.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non mi dilungherò molto perch condivido in toto l'intervento di Riba.
Vorrei solo porre una questione che l'Assessore Cavallera dovrebbe conoscere bene, per esperienza naturale visto che abita in un territorio che per decenni è stato terra di conquista della Liguria. Terra di conquista della Liguria lo è ancora adesso con Cengio, ma lo è per i rifiuti! Non è stata certo terra di conquista della Liguria per l'industrializzazione, ma solo per i rifiuti! E non vorrei che continuassimo ad andare avanti sulla stessa strada sulla quale si è andati avanti in questi ultimi 15 anni. Ricordo la vicenda dell'Ecolibarna, del ritrovamento dei fusti nello Scrivia, dei petroli di Tortona; adesso abbiamo ancora i fusti a Rivalta e in altre località che continuano a rimanere lì e rappresentano un pericolo! Un pericolo costante per le popolazioni, un pericolo incredibile per le cose che hanno trovato! Si sono spesi fior di miliardi all'interno ad esempio della Ecolibarna senza risolvere mezzo problema! I lagoons di Ronco Scrivia non sono mai stati bonificati e sono dello stesso livello di quelli dell'ACNA! Ci sono problemi vastissimi e gravissimi rispetto ai quali questo Consiglio regionale complessivamente deve dare una volta per tutte una risposta ferma nei confronti dello stesso Governo, di chi prende certe decisioni, di chi deve darci delle risposte.
Quel territorio in questi anni ha dovuto sopportare inquinamenti vari da parte della Regione Liguria senza che nessuno intervenisse; siamo riusciti a fermare, a prezzo di enormi fatiche, la discarica, il centro tecnologico di Mereta, ancora una volta sui bordi del torrente Scrivia dove tutti i paesi, tutte le cittadine attingono acqua! E' una cosa incredibile: insensibilità da parte di chi vuole intervenire in un territorio per distruggerlo! Giustamente, come diceva il Consigliere Riba, dobbiamo cercare come Regione Piemonte di dare un contributo a quell'area che va dalle montagne del Savonese fino ad Alessandria, per cercare di riqualificare anche l'occupazione che ha subito delle contrazioni disastrose e le sta subendo ancora. La Regione deve dare un segnale a queste popolazioni che esistono che non sono un'area di frontiera, un'area di conquista.
Voglio portare un esempio che mi sembra banale, ma anche significativo: che non sia come succede in alcuni Comuni come quelli di Alessandria e di Asti che non trovano di meglio che portare la loro immondizia a Pisa, a costi indicibili, basta non fare un intervento qualunque esso sia per quelle zone. Sono scelte queste che hanno dell'incredibile! Non si riesce a definirle altrimenti! Le amministrazioni che hanno avuto più sensibilità si troveranno oggi punite, perché hanno avuto la responsabilità di premunirsi in tempo, ma ci saranno delle rivalse a livello di città che sono incredibili! Questo non è il valore che noi dobbiamo trasmettere complessivamente dobbiamo trovare soluzioni valide per tutto il territorio che diano non dico la garanzia totale, ma il massimo delle garanzie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Desidero intervenire anch'io brevemente sulla gravissima vicenda dell'ACNA di Cengio, uno dei problemi ambientali ed ecologici di grandissima rilevanza politica, sociale ed economica per la Valle Bormida il Piemonte e l'intero Paese. Quindi un problema ambientale di dimensione nazionale ed internazionale.
Com'è ormai noto, il TAR della Regione Lazio ha incredibilmente annullato il decreto ministeriale sul Re-Sol; è una notizia molto preoccupante e gravissima, che umilia e preoccupa nuovamente le popolazioni martoriate della Valle Bormida, i Comitati pro-rinascita, le stesse istituzioni democratiche impegnate nella bonifica della Valle Bormida e della sua rinascita ambientale, civile e occupazionale.
Necessita l'immediata e totale chiusura dell'ACNA, non solo in modo formale e legale, ma soprattutto sostanziale.
La stessa incredibile vicenda sulle analisi nascoste è gravissima e preoccupa enormemente l'opinione pubblica piemontese e nazionale.
Vi è nella Valle Bormida la necessità di bonifica e di rilancio produttivo e occupazionale da parte della Regione Piemonte, che deve farsi sentire maggiormente, oltre che con i fondi europei e governativi. Si sta facendo troppo poco e a rilento.
Desidero ribadire che come comunisti piemontesi sulla tematica ambientale relativa alla Valle Bormida abbiamo una unica linea, comune anche con i nostri compagni della Liguria. Non così sono le altre forze politiche: è inutile urlare in Piemonte se contestualmente non si urla in Liguria. Invocare il federalismo serve a poco se le posizioni delle Regioni, in Liguria e in Piemonte, non collimano.
Purtroppo la vicenda ACNA e Re-Sol non trova soluzioni perché tutte le forze politiche in Liguria, esclusa Rifondazione comunista, sono per il mantenimento dell'ACNA e l'inquinamento del Re-Sol.
Questa è una constatazione che nessuno ci può disconoscere.
Certamente occorre un chiaro pronunciamento politico del Consiglio regionale del Piemonte nuovamente a proporre alla Giunta l'immediato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR - questo è già stato detto dall'Assessore - e chiedere al Governo gli interventi proposti dalla Commissione mista: la messa in sicurezza e bonifica del sito - anche per i lavoratori - e il monitoraggio continuo sotto la sorveglianza di un'autorità garantita. Bisogna inoltre richiedere, oltre ai finanziamenti già concessi per il Piano di risanamento, le risorse finanziarie necessarie e doverose allo sviluppo socio-economico ed occupazionale della Valle Bormida, valle che merita ampiamente l'attenzione della Giunta e del Consiglio regionale.
Infine la Giunta regionale e il Consiglio debbono assumere tutte le iniziative per la definitiva chiusura dell'ACNA che ormai ha oltre cento anni: le parole non servono più, occorrono i fatti.



PRESIDENTE

Non voglio tarpare le ali al dibattito, ma ricordo a tutti che ci eravamo assunti degli impegni.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Proprio per gli impegni assunti il mio intervento sarà brevissimo.
Evidenzio alcune sottolineature che ritengo importanti. Stiamo attraversando una fase delicata perché la bocciatura del Re-Sol è stata attuata dall'ultimo Ministro dell'ambiente, anche se sensibilità verso il problema era già stata dimostrata dai precedenti Ministri. Però - ripeto l'unico Ministro che ha compiuto un atto concreto in quella direzione è stato il Ministro all'ambiente.
Oltre ad essere contestata dalla Regione Liguria la decisione a livello politico, è stata impugnata anche a livello amministrativo dalla società e questo apre un conflitto diverso, politico che deve vedere la Regione Piemonte confutare le ragioni del Re-Sol. Soprattutto contestare alcune posizioni che non sono valide in particolare quelle che, in maniera ideologica, pongono al centro la questione occupazionale, dicendo delle cose non vere. Le poche centinaia di lavoratori rimasti lo sono stati in relazione al fatto che vi erano più di millecinquecento occupati prima e le politiche della direzione ACNA sono state verso la diminuzione del personale. Ricordo che la vicenda ACNA ha avuto altri percorsi, altre storie in passato. Voglio ricordare che gli operai dell'ACNA scoprirono la pericolosità delle loro produzioni quando nel famoso processo alla cosiddetta "fabbrica del cancro" l'IPCA i periti di parte dell'IPCA famosi medici i cui nomi non è il caso di citare - andarono in tribunale dicendo "abbiamo lo scoop, abbiamo scoperto che l'IPCA non può essere condannata perché muoiono nella sua fabbrica muoiono dei lavoratori, per non è l'unica, anche nell'ACNA di Cengio..." Da quella frase gli operai dell'ACNA di Cengio presero i primi contatti e capirono cosa stava succedendo. Successivamente vi è stata una rottura con il problema della tutela della salute.
Credo anche che bisogna, dalla vicenda che ha attraversato e sensibilizzato in parte la nostra regione, trarre anche degli insegnamenti generali.
Voglio fare un esplicito riferimento al Presidente Ghigo e mi riferisco ad esempio al dibattito sulle deleghe ambientali della Bassanini. Sapete che c'è stato un confronto su queste problematiche, il Presidente Ghigo ha attaccato il Ministro dell'ambiente dicendo che alcune deleghe spettano alle Regioni. Mentre una concezione federalista dello Stato non prevederebbe alcune deleghe ambientali come l'AMPA che spettano allo Stato non alle Regioni. Nella fattispecie se venisse accettata la posizione del Presidente Ghigo, la questione ACNA, dal punto di vista ambientale verrebbe decisa dalla Regione Liguria.



SALERNO Roberto

Potremmo dichiarare guerra alla Liguria.



CAVALIERE Pasquale

Questa potrebbe essere un'ipotesi.
Ho sottolineato tali aspetti, perché quando si parla di queste cose bisogna in qualche modo legarle alla loro vera applicazione, a cosa effettivamente può succedere.
Termino il mio intervento facendo un appello all'Assessore affinché si riprenda con le Comunità locali, e in particolare con la Val Bormida l'intesa fondamentale per rilanciare la posizione storica del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Cercherò di essere brevissima. Non è più il caso di rifare la telenovela dell'ACNA, è già stata fatta puntualmente negli interventi che mi hanno preceduto. Anche se è da poco che rivesto la carica di Consigliera regionale, la questione mi è nota come astigiana. Voglio comunque ricordare anche il Consiglio regionale aperto convocato ad Alba su questo problema.
Ricordo tantissimi interventi. C'è stata una discussione che si è protratta per circa sei ore e al termine del dibattito si è detto: "la diagnosi è stata fatta, oggi chiediamo una ricetta efficace". Invece, a quanto pare stiamo facendo dei passi indietro, nonostante la competenza, la puntualità dell'Assessore e dell'Assessorato - che mi sembra giusto ringraziare pubblicamente.
Il passo indietro è dovuto al fatto che non sappiamo quante e quali saranno le risorse a disposizione per la bonifica del sito. Sappiamo invece, e l'abbiamo appreso con molto rammarico, che il TAR del Lazio ha annullato un "atto concreto" come l'ha definito il collega Cavaliere, del Ministro Ronchi.
A questo punto mi sembra giusto che il Consiglio regionale approvi l'ordine del giorno che abbiamo presentato poco tempo fa, che porta la firma di tutti i Gruppi e che in parte ha ripreso il collega Moro nel suo intervento, soprattutto relativamente all'impegnare la Giunta al ricorso immediato al Consiglio di Stato - siamo certi che la Giunta lo farà - e a chiedere altri provvedimenti che non sto ad elencare, vista la fretta di lasciare l'aula.
Chiedo al Presidente l'impegno di votare l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Anch'io non porterò via molti minuti all'aula, anche perché il nostro Capogruppo è intervenuto ampiamente, illustrando non solo la mozione presentata con altri Gruppi, ma anche sottolineandone alcuni aspetti e passaggi.
Intervengo, quindi, semplicemente per evidenziare ancora alcuni elementi, esprimendomi immediatamente sull'ordine del giorno che anche noi abbiamo firmato, ritenendo quello di oggi un passaggio significativo.
Mi pare che, seppur con difficoltà, che alle volte hanno visto quest'aula discutere sino oltre mezzanotte, salvo una volta - un'eccezione siamo sempre riusciti, alla fine, in sede consiliare a concordare un unico documento.
Aspetto sicuramente di forza per la Regione, per il Consiglio, ma anche per la Giunta.
Il nostro Capogruppo ha riconosciuto il lavoro dell'Assessore Cavallera; ritengo però che il ruolo della Regione-istituzione, e quindi dell'Assessore, non sia solo quello di essere "contro" qualcosa e "contro" le iniziative che l'altra Regione, la Liguria, storicamente ha assunto, con incisività notevole, riguardo all'ACNA.
Noi, come Regione, dobbiamo promuovere una nostra iniziativa altrettanto forte, che segua, naturalmente, il passaggio della legge, i ricorsi, ecc., ma che sia una "nostra" proposta! Altrimenti - e mi pare di averlo già detto in quest'aula quando abbiamo parlato dell'impianto, del Piano di smaltimento rifiuti tossici-nocivi predisposti dalla Regione Liguria, contrastando la localizzazione a Mereta di un impianto - non possiamo solo dire dei "NO". Dove volete che la Regione Liguria risolva i suoi problemi di smaltimento? Dove può: guarda caso, nella cresta del versante verso un'altra regione.
Noi dobbiamo sì contrastare queste iniziative, ma contemporaneamente dialogare con la Regione Liguria e renderci conto che non può mancare una nostra risposta propositiva.
Non vorrei, infatti, vista la nostra, per certi aspetti, "non politica", che la soluzione Re Sol non finisca per andar bene, alla fin fine, anche a noi, poiché ci risolve comunque un problema. Lì confluiranno magari, i rifiuti dello stesso Piemonte.
Su tali questioni dobbiamo contrastare, ma anche dialogare con l'altra Regione e concordare la soluzione dei problemi; altrimenti, sarà solo guerra ma non soluzione del problema.
Seconda riflessione, Assessore: quando parliamo di proposta dobbiamo coinvolgere la Regione Liguria. Il collega Riba parlava di "fondazione" perché si tratta di grande occasione, non solo per il Piemonte e la Liguria, ma per l'intero nostro Paese e l'Europa, di verificare come risolvere gravi problemi di smaltimento. 10 milioni di metri cubi di terreno inquinato sono una montagna! Mi pare che i tecnici abbiano qualche difficoltà a spostare una montagna da un'altra parte (...), non solo, ma a costi proibitivi! Il problema non investe solo il caso-Acna; perché dunque non lanciare una proposta che possa coinvolgere la Regione, il Governo italiano e l'Unione Europea per un progetto di alto valore, che possa coinvolgere tutti? Pensiamo sia possibile affrontare questi problemi, giocando ognuno il proprio ruolo, in modo corretto ed anche distinguendo il problema "singolo" chiamiamolo così - dall'aspetto istituzionale: del Consiglio regionale e della Giunta regionale, che, ripeto, non può non giocare il proprio ruolo.
E, questo, chiunque governi dall'altra parte.
Ultima osservazione che "butto lì", sperando di non rovinare l'intero mio discorso propositivo; non vorrei che fossimo tutti felici per il fatto che nell'altra Regione governa una compagine politica diversa dalla nostra: "Guarda come siamo bravi, noi, a contrastare i cattivi...": non risolveremmo mai più il problema. Dobbiamo essere noi a fare il salto qualitativo, che non può non coinvolgere e trovare d'accordo la stessa Regione Liguria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Probabilmente, nessuno più di me può avere a cuore il futuro di quella vallata: abito vicinissimo alla valle Bormida e ho visto per vent'anni scorrere quel fiume, rosso. In Cina scorrono il fiume Giallo, il fiume Azzurro: noi avevamo il fiume rosso, non di nome ma di fatto...! Ritengo di aver titolo a parlare a favore di una vallata, che ha subito danni per decine di anni.
E' problema, chiaramente, sovraregionale, direi anche sovranazionale: potrebbe tranquillamente riguardare l'Unione Europea.
Abbiamo avuto una regione che ha procurato dei danni ed una regione che li ha subiti.
Le problematiche poste in precedenza dai Consiglieri Foco e Riba mi preoccupano un poco. E' chiaro che ragionare e discutere rientra comunque nella discussione politica che sempre si deve fare fra i vari Enti e le varie parti politiche, ma metterci in condizione di esporre una disponibilità forte ad investire, come Regione, per la soluzione del problema; la metterei, comunque, come non prioritaria, ma secondaria, prima chiederei al Governo nazionale di porsi il problema nella sua complessità.
Ci sono state, comunque, delle determinazioni che hanno indicato un investimento anche cospicuo, sia per la bonifica sia per lo sviluppo socio economico della Valle Bormida. Noi dobbiamo richiamarci fortemente al soddisfacimento di queste indicazioni già concordate, dopodiché solamente in seconda battuta potremo valutare una possibilità di investimento qualora possibile, da parte della Giunta e quindi della Regione Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Nell'ordine del giorno che è stato sottoscritto da tanti, propongo di aggiungere, tra gli impegni della Giunta regionale, una questione che è stata posta e che qui non trova riscontro, cioè: "assumere iniziative amministrative giudiziarie nei confronti di eventuali responsabili di errori, che avessero recato pregiudizio alla salute delle persone".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Bisogna prima di tutto dire basta ad una situazione insostenibile.
Detto questo, nelle sedi opportune, chi deve prendere provvedimenti cautelari li prenda. Mi riferisco a tutti i livelli, compresa l'imposizione di una bonifica. Io sono d'accordo con il Consigliere Cavaliere: il Ministero confermi il suo ruolo e dimostri quanto sia necessario mantenere in sede centrale certe cose, nel momento in cui prende provvedimenti. Per l'Enichem di Pieve Vergonte, il Ministro Ronchi, questi provvedimenti li ha adottati, imponendo la bonifica. So che è orientato in questo senso, quindi noi chiediamo che ci siano i provvedimenti che comportino l'avvio della bonifica.
Per il resto, l'invito al dialogo è musica per le mie orecchie, ma dialogo vuol dire dialogare da una posizione di forza, di coerenza, per cui tutte le azioni che devono essere fatte (parte civile, costituzione e ricorsi) sono dati per scontati. Il dialogo vuol dire convergere su un percorso possibile che porti alla bonifica, ad uno sviluppo di tipo diverso nella valle. Potrei elencare molte situazioni, non ne ho il tempo, che comunque riguardano i fondi CEE che sono stati mobilitati, d'intesa con i Comuni e le Comunità Montane - mi riferisco alle filiere agro-forestali ecc.. La fantasia ha già lavorato, probabilmente dovremo presentare un provvedimento più organico, faremo anche questo.
Vi sono iniziative portate avanti con il Sindaco di Cortemilia, che potrei rendere note, ma non dimentichiamo che dobbiamo metterci in sintonia con la risoluzione parlamentare, quindi, quando il Consigliere parla di risorse nostre, io dico "va bene", infatti quando si parla di risorse dell'Unione Europea si parla di cofinanziamenti e si presuppone pertanto anche un intervento della Regione. Se poi occorre, definiamo un quadro sotto questo profilo siamo in corso d'opera, lo ribadisco, perché uno dei compiti della Commissione, istituita in virtù di quel dialogo che è stato avviato, era anche quello di individuare le linee per un programma di sviluppo socio-economico. Probabilmente occorrerà creare dei momenti di confronto più approfondito, ad esempio in Commissione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Ricordo solo la puntualizzazione che è stata richiesta. Prima di "richiede al Ministro dell'ambiente", aggiungere: "assumere iniziative amministrative e/o giudiziarie nei confronti di eventuali responsabili di errori che avessero recato pregiudizio alla salute della persona". Questo è l'elemento che, se i primi firmatari ritengono accettabile, possiamo considerare, non tanto come un emendamento ma come parte integrante del documento stesso.
Pongo in votazione l'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte avuto conoscenza dell'accoglimento del ricorso avanzato nell'agosto scorso dall'ACNA avverso il decreto del Ministro dell'Ambiente recante giudizio negativo sull'attivazione del Re-Sol sentita l'ampia relazione dell'Assessore all'Ambiente sulle iniziative assunte dalla Regione Piemonte e sulle conclusioni delle diverse attività dato atto che occorre procedere fin da subito a impedire che l'inopinata sentenza del TAR Lazio impedisca l'attuazione degli interventi suggeriti dalla Commissione mista costituita nel marzo 1997 a seguito della risoluzione parlamentare dello stesso mese ritenuto che tali interventi appaiono ancor più urgenti in relazione alla persistente pericolosità del sito, confermato anche dalle preoccupanti notizie apparse sulla stampa in ordine all'occultamento delle analisi effettuate sui lavoratori dello stabilimento ritenuto altresì indispensabile che si pervenga finalmente a garantire oltre gli interventi di risanamento, anche lo sviluppo ecosostenibile della Valle Bormida.
Impegna la Giunta regionale A proporre ricorso immediato al Consiglio di Stato avverso la sentenza TAR Lazio a chiedere al Governo di procedere agli interventi suggeriti dalla Commissione mista costituita nel marzo 1997 che vede anche la presenza del Ministero dell,Ambiente e della Regione Liguria relativamente alle modalità di eliminazione dei lagoon, di messa in sicurezza e bonifica del sito, di sospensione sostanziale del prelievo delle acque del Bormida, di monitoraggio in continuo dell'attività, sotto la sorveglianza di una Autorità garantista, qualificata per competenze complessive e super partes di richiedere, oltre ai finanziamenti già concessi per il Piano di risanamento dell'area critica ad elevata concentrazione di attività industriale "Valle Bormida", approvato dal Ministro per l'Ambiente in data 14 gennaio u.s., le risorse finanziarie necessarie allo sviluppo socio economico della Valle già concordato fin dal 10 luglio 1997 presso il Ministero dell'Ambiente, nel quadro complessivo della sollecitazione avanzata dalla stessa risoluzione parlamentare del marzo 1997.
Richiede al Ministro della Sanità di assumere tutte le iniziative necessarie per la tutela della salute dei lavoratori dell'ACNA e degli abitanti della Valle Bormida".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.
Desidero ricordare che la riunione dei Capigruppo è convocata per lunedì prossimo alle ore 12,00 e che martedì alle ore 9,00 e alle ore 14,30 è convocato il Consiglio regionale, con all'o.d.g. tutti i punti già iscritti e gli argomenti licenziati dalle Commissioni. Grazie.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13,56)



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