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Dettaglio seduta n.210 del 10/02/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Questione incidentale su un'auto appartenente ad un Consigliere parcheggiata nel cortile


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie. Solo pochi minuti per una questione incidentale che ha un risvolto istituzionale, penso, di non poco conto. Stamani ho visto che era parcheggiata nel cortile una Mercedes argentata con il suo muso rivolto verso Via Alfieri. Mi sono chiesto di chi fosse questa Mercedes argentata e vorrei saperlo da lei innanzitutto.



PRESIDENTE

Sono stato tutta la mattina qui e non mi curo di queste minima.



CHIEZZI Giuseppe

Dispiace che lei non lo sappia, perché governando questo palazzo ritengo che sia fatto grave che lei non sia messo al corrente di cosa vi accade.



PRESIDENTE

De minimis non curat pretor, è un vecchio principio.



CHIEZZI Giuseppe

Questo è un altro errore di comportamento e valutazione; questo non è un minimis, Presidente, perché non è mai successo - dato che la Mercedes è di un Consigliere regionale - a mia memoria che un Consigliere regionale potesse accedere con la propria auto e parcheggiare qui dentro. Come me quasi tutti non l'hanno mai fatto: io non ho mai potuto accedere con la mia Cinquecento a questo palazzo. Io le chiedo quale membro dell'Ufficio di Presidenza ha autorizzato quella Mercedes ad entrare, per quale motivo è stata autorizzata, perché era Mercedes o perché era di un Consigliere piuttosto di un altro? E poi le chiedo, comunque, dato che il fatto è grave e dato che abbiamo accertato che almeno un Consigliere ha parcheggiato la sua macchina qui dentro che questo diritto di parcheggiare le macchine sia concesso almeno una volta a ogni Consigliere regionale entro la fine della legislatura. Mi prenoterei per la giornata di domani.
Questa è una pari dignità; chiedo di capire e di sapere com'è che quella Mercedes argentata è entrata. Chi l'ha autorizzata?



PRESIDENTE

Grazie della segnalazione, le fornirò adeguata risposta con il tempo.



CHIEZZI Giuseppe

Me la fornisca adesso. Io per rispetto della privacy non faccio il nome del Consigliere. Però il fatto è grave.


Argomento: Montagna - Boschi e foreste - Formazione professionale

Esame ordine del giorno n. 692 relativo a "Trasferimento dell'Istituto alberghiero di Ceres nel Parco regionale della Mandria" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 692 dei Consiglieri Saitta Montabone, Picchioni, Chiezzi, Cavaliere, Bellion e Simonetti, iscritto all'o.d.g. nella precedente seduta.
Avevamo interrotto la riunione di stamani con una richiesta della Consigliera Casari di sospendere i lavori in attesa di approfondimenti sull'ordine del giorno.
La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

Chiedo all'aula, dopo una riflessione che abbiamo fatto come maggioranza se è possibile che l'ordine del giorno presentato stamattina vada in Commissione per un ulteriore approfondimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ringrazio per la sensibilità che i Consiglieri hanno avuto. Credo sia opportuno tornare in Commissione, ma stando al fatto che la Reggia della Venaria è già occupata, in questo momento bisogna che vada in Commissione al più presto. Quindi il trasferimento dell'ordine del giorno venga portato in Commissione perché deve essere votato al più presto, perché non c'è uno status di arrivo del Formont da Ceres a Venaria, ma il Formont è già lì e quindi bisogna rimuoverlo.



PRESIDENTE

E' una segnalazione dell'urgenza di questo passaggio.
La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Sono d'accordo con il collega Montabone, anche noi accettiamo la richiesta che vada in Commissione. Riteniamo però che visto l'oggetto di tale discussione si debbano coinvolgere più Commissioni congiuntamente essendoci più settori quali la formazione professionale, la montagna e anche l'ambiente per quanto riguarda il Parco della Mandria. Quindi credo debba essere congiunto l'incontro delle tre Commissioni.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La discussione sulle interrogazioni e interpellanze è terminata.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Dutto, Farassino e Gatti.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Comunico che in sede di promulgazione della legge regionale n. 65 del 22/12/97 "Istituzione del Comune di Montiglio Monferrato" si è provveduto ad eliminare il terzo comma dell'art. 4 - Disposizioni finanziarie - in quanto ultroneo e superato dalle nuove normative relative all'organizzazione e competenza degli Uffici regionali (legge regionale 51/97).


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Assegnazione deleghe in materia di legale e contenzioso all'Assessore Pichetto Fratin


PRESIDENTE

Comunico che con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 2 del 3/2/98 le deleghe in materia di legale e contenzioso sono state temporaneamente assegnate all'Assessore Pichetto Fratin.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Costituzione Gruppo consiliare M.P.P.E. - Rinnovamento italiano


PRESIDENTE

Comunico che si è costituito il Gruppo M.P.P.E. Rinnovamento Italiano con Capogruppo Renato Montabone. Comunico che il nuovo Capogruppo del CCD è la signora Casari.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori e in particolare per quanto riguarda il progetto di legge n. 378: "Contributo straordinario al Comune di Torino per lo Stadio delle Alpi"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Sull'o.d.g. chiedo al Presidente della Giunta di ritirare momentaneamente il disegno di legge sullo stadio delle Alpi, sul finanziamento al Comune di Torino per lo stadio delle Alpi, di convocare una Conferenza dei Capigruppo o le Commissioni competenti in audizione con il Comune di Torino e la Provincia di Torino per ragionare sul provvedimento. Credo che manchino, in quel provvedimento, dei passaggi fondamentali per la soluzione del problema quale il destino del Delle Alpi stesso e le prossime questioni relative a possibili nuovi impianti sportivi. Per poter fare questo anche in termini veloci chiedo di convocare con i Capigruppo un incontro perché sono questioni molto grosse che non possono sfuggire al ragionamento e all'apporto di tutto il Consiglio preservando chiaramente le scelte che la Giunta riterrà più opportune, ma crediamo che ci debba essere data la possibilità di dare un contributo su questo punto.



PRESIDENTE

Non so se il Presidente voglia dire qualcosa, comunque rilevo che il punto da lei richiamato è il n. 8) all'o.d.g.; eventualmente, quando si arriverà a quel punto ... L'o.d.g. è stato formalizzato ieri; peraltro credo che visto il tempo a disposizione, difficilmente nella giornata di oggi riusciremo ad arrivarci.



CAVALIERE Pasquale

Io non capisco perché lei si accolli tanti ruoli.
Chiedo se nella Conferenza dei Capigruppo di ieri era stato deciso di votare oggi la legge: io mi atterrò a quella decisione.
In base a quella decisione, anche perché ritengo che le decisioni su quel punto debbano essere urgenti e veloci, e al di là del fatto che si discuta oggi o meno, chiedo se il Presidente Ghigo è d'accordo a fare questo passaggio con il Comune e la Provincia di Torino.
Questo credo di poterlo sapere adesso.



PRESIDENTE

Se il Presidente non ritiene di parlare adesso, passiamo all'esame del ...
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo, Presidente, per chiederle notizie circa l'adempimento istituzionale della nomina dei Presidenti di Commissione e dei Vicepresidenti, perché mi sembra di verificare un silenzio tombale su questa materia e l'indifferenza di una stragrande maggioranza dell'aula.
I Presidenti, tranne il sottoscritto, continuano ineffabili a convocare le loro Commissioni, pur essendo scaduti ormai da un mese, forse qualcosa di più. Non si sente, in quest'aula, alcuna notizia circa i tempi di questo adempimento istituzionale. Sono molto preoccupato.
Gradirei comunque che lei, che deve convocare le Commissioni per l'elezione dei Presidenti, ci dica, non fra una settimana, ma subito, qual è lo stato della situazione e perché non ha ancora convocato - come prevede lo Statuto - le Commissioni. In ogni caso, chiedo che lei le convochi per domani, in modo che l'istituzione possa regolarmente funzionare.
Quindi, al di là della mia richiesta formale - il mio invito a convocare la Commissione - le chiedo come mai non l'ha ancora convocata e che intenzioni ha in proposito.



PRESIDENTE

Le rispondo senza indugio: le Commissioni sono scadute, ma non decadute.
Nei prossimi giorni, dopo un passaggio della Conferenza dei Capigruppo provvederò a convocare senza altri ulteriori indugi le Commissioni.
Credo che ora si possa passare all'esame del progetto di legge n. ...



CAVALIERE Pasquale

Posso avere una risposta dal Presidente Ghigo?



PRESIDENTE

Prego Presidente.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Certe riflessioni del Consigliere Cavaliere meritano un approfondimento. Non ritengo, allo stato attuale delle cose, essendo questo provvedimento iscritto al n. 8) all'o.d.g., di ritirarlo.
Prendo in dovuta considerazione le riflessioni del Consigliere Cavaliere: mi dia il tempo materiale di approfondire l'argomento con le parti, in modo da capire la situazione con Provincia e Comune, nel senso che non siamo ancora entrati in discussione del progetto di legge perciò...



CAVALIERE Pasquale

Io però le ho fatto una richiesta specifica.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Lei mi ha chiesto di ritirarlo; allo stato attuale, non ritengo di ritirarlo.



CAVALIERE Pasquale

Però, credo che si possa prendere una decisione sul fatto di organizzare, tramite la Commissione competente o la Conferenza dei Capigruppo, l'incontro con la Provincia e il Comune.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io non escludo e non ho rigettato le sue considerazioni: non le do la risposta immediata.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Mi pare che al problema da noi sollevato, Presidente, lei non abbia risposto. Ha detto: "Risponderò", ma non ha risposto.
Le Commissioni sono scadute da tempo; il nostro Gruppo ha sollevato questo problema in tutte le Commissioni...



PRESIDENTE

Personalmente, ho grande considerazione di tutti, ma non mi potete riproporre sei volte la stessa domanda.



PAPANDREA Rocco

Se lei ci dà una risposta esauriente...



(Commenti della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

Lei attenda il suo turno: solo per un corretto svolgimento dei lavori.



PAPANDREA Rocco

Sì, ma se lei ci dice di aspettare e poi quando una persona ha il suo turno, lei la interrompe, è difficile riuscire ad intervenire.
1) Da tempo solleviamo il problema delle Commissioni, quindi chiediamo come mai continua questa situazione.
2) Non ci risulta che i Capigruppo debbano discuterne; cioè, esiste un obbligo statutario di rinnovare le presidenze e le rispettive Commissioni ma non è scritto da nessuna parte che si debbano riunire i Capigruppo.



PRESIDENTE

E' un'attenzione.



PAPANDREA Rocco

Noi vogliamo che si prenda un impegno e che, nel frattempo, non si svolgano riunioni di Commissione, perché ormai l'iter di votazione dell'Ufficio di Presidenza si è esaurito e quindi non è più giustificabile che si vada avanti così.



PRESIDENTE

Grazie del contributo. La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Io non voglio contribuire a creare confusione e a passare da un argomento all'altro, ma ero ancora sulla questione dello Stadio delle Alpi.
Anche per favorire una scelta sulla procedura che il Presidente della Giunta intende adottare, volevo soltanto dire che, a nostro parere, le questioni da approfondire sono due. Una è sull'applicazione operativa del lodo Moscatelli, del Prefetto, in termini operativi, cioè sulla modalità del finanziamento; l'altra questione è relativa all'individuazione di una soluzione al problema più generale che vada oltre la contingenza ed escluda la possibilità di un'ulteriore proroga alla scadenza degli impegni assunti con il lodo Moscatelli.
Sono questi i due temi da cui deriva la richiesta di un incontro collegiale con la Provincia e il Comune; quindi non è tanto un rilievo alla Regione, ma un problema più generale.



PRESIDENTE

Grazie del contributo. Possiamo passare all'esame del progetto di legge n. 383 "Modifica alla legge regionale n...."



SIMONETTI Laura

Presidente, scusi, avevo chiesto la parola.



PRESIDENTE

Sì, ma bisogna prenotarsi in tempo: su questo argomento? Su cosa?



SIMONETTI Laura

Visto che ho parlato fuori dal microfono e mi ha rimproverato di non parlare quando avevo chiesto la parola, chiedo a lei, Presidente, di informare il Consiglio sulle procedure che intende porre in atto per l'elezione delle Commissioni, visto che il Regolamento stabilisce che il nuovo Presidente del Consiglio deve indire la nomina, la convocazione di tutti i Presidenti di Commissione. Lei non ha risposto, ha eluso il problema rimandandolo alla riunione dei Capigruppo.
Chiederei che il Consiglio venisse informato sulle procedure e chiedo come mai le Commissioni nel frattempo continuano ad operare. Credo che un'informazione debba essere data; questa è la prima seduta in cui lei Presidente Deorsola, presiede il Consiglio regionale: non è logico che ci debbano essere ben tre interventi per ottenere una risposta. Ci auguriamo che basti una domanda per avere una risposta.



PRESIDENTE

Come ho già detto - ma cercherò di precisare meglio - le Commissioni non sono decadute perciò operano in regime di proroga a pieno titolo. Il passaggio nella conferenza dei Capigruppo era una cortesia, comunque verranno rispettati i termini che non sono perentori, perciò ordinatori ciò significa che la convocazione avverrà in tempi abbastanza ravvicinati.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

La risposta al quesito posto la posso fornire io che ho seguito attentamente la discussione. Credo che non ci sia ancora stata la spartizione completa, quindi non siete ancora in grado di convocare le Commissioni. Diversamente non vedo il motivo, adempiere a questa richiesta è normale.



PRESIDENTE

Le confermo che si provvederà in tempi ravvicinati.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Credo che la mia richiesta di parola non sia dovuta ad un atteggiamento, ma è la terza volta che chiedo la parola, per varie vicissitudini non mi è stata concessa.
Presidente relativamente alla questione del Formont mi pare opportuno ripensare al centro da cima a fondo. Nel senso che il Formont doveva corrispondere, in origine, alla costituzione di un centro di formazione culturale, professionale e di indirizzo di studio per avere dei tecnici, ma anche degli operatori, dell'economia montana. Avere degli operatori per l'economia montana non significa avere dei cuochi! E' giusto avere dei cuochi, ma questo non è l'obiettivo che deve perseguire il Formont! Questa questione la voglio puntualizzare perché è fondamentale ripensare agli obiettivi del Formont. Se si vogliono formare solamente dei cuochi questi corsi possono avvenire anche a Ceres, a Venaria, oppure a Torino in Piazza Castello: credo che questo non sia oggetto di dubbio tanto meno che sia materia di economia montana. Dico questo rispettando quanto si sta facendo al Formont.
Inoltre, visto che si è accennato alla questione dello stadio, ritengo che entro questa seduta debba essere dato corso all'impegno che la Regione aveva sottoscritto con il Prefetto Moscatelli. Evidentemente per la parte che ci riguarda, fatti salvi gli assestamenti tecnici per i quali sollecito il Presidente Ghigo a provvedere.
Infine le chiedo, Presidente, quando intende discutere l'interpellanza urgente sulla questione dell'ACNA, ovvero sui casi di cancro e di altre compromissioni della salute, nascoste per tanto tempo all'attenzione della nostra Regione e della Regione Liguria ...



PRESIDENTE

Collega Riba, ho già detto che l'Assessore provvederà a rispondere in giornata.



RIBA Lido

Pensavo si potesse fare subito, è una questione che richiede un tempo minimo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Lei, Presidente, mi sembra sia passato oltre il punto inerente le interpellanze e le interrogazioni. Le segnalo che aveva promesso di dare risposta sull'interrogazione inerente l'acquisto dello stabile di piazza Solferino. Dato che questa questione è da chiarire, o mi date questa risposta subito oppure annuncio altre iniziative, perché la questione è spinosa e delicata.



PRESIDENTE

Sono due risposte che verranno date in giornata ...



CHIEZZI Giuseppe

Ma se non siamo più sul punto inerente le interrogazione e le interpellanze, come si può rispondere successivamente?



PRESIDENTE

Possiamo riprendere il punto.



CHIEZZI Giuseppe

Allora è terminato il punto "Interrogazioni e interpellanze"?



PRESIDENTE

No, sulle due in questione è ancora aperto. Ricordo a tutti che ci eravamo impegnati anche sull'esame di alcuni ordini del giorno.



CHIEZZI Giuseppe

Quando è previsto il termine di chiusura dei nostri lavori?



PRESIDENTE

Non lo abbiamo ancora individuato. Fissiamo un'ora congrua.



CHIEZZI Giuseppe

Più che fissare un'ora, Presidente, a garanzia che questa non sia una promessa da mercante, le chiederei che questi due argomenti venissero discussi prima di ogni altra votazione, in modo da essere sicuri sulla presenza in aula. Non vorrei che si ponessero in votazione le deliberazioni e a fine giornata si rispondesse alle interpellanze che interessano solo la minoranza. Se c'è da votare, chiederei di farlo dopo la discussione di queste due interpellanze, così come concordato.



PRESIDENTE

Eventualmente interrompiamo, cosa possibile, l'esame del progetto di legge - se riusciamo a fare un paio d'ore di esame dei progetti di legge poi passeremo all'esame di queste due interpellanze.



CHIEZZI Giuseppe

No, Presidente è proprio quello che le ho chiesto di non fare, ovvero di discutere prima le interpellanze e poi i progetti di legge.



PRESIDENTE

Sarei lieto di lasciarle la Presidenza ...



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, fate quello che credete, io le annuncio un ordine del giorno in cui chiediamo che venga istituita una Commissione di inchiesta.
Così tagliamo la testa al toro.



PRESIDENTE

E' nella sua facoltà. Le ho detto che prima della chiusura dei lavori l'Assessore si sarebbe assunto l'impegno a rispondere, così mi hanno confermato su Piazza Solferino e sull'ACNA, permetta che si possa lavorare.
Iniziamo ora i progetti di legge poi ritorneremo ad esaminare queste due interpellanze.


Argomento: Enti strumentali

Esame progetto di legge n. 383: "Modifica alla L.R. 26 gennaio 1976 n. 8 'Costituzione dell'Istituto finanziario regionale Piemontese'"


PRESIDENTE

Passiamo al progetto di legge n. 383 di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Ghiglia, che ha facoltà di intervenire.



GHIGLIA Agostino, relatore

La 1 Commissione, nella seduta del 19 gennaio 1997, in seguito all'incontro che si è tenuto con i membri del Consiglio di Amministrazione della Società e attraverso un ampio dibattito che ha analizzato il percorso di attività e le prospettive future di FINPIEMONTE s.p.a., ha esaminato e approfondito il DDL n. 383 predisposto dalla Giunta regionale relativo a: "Modifica alla legge regionale 26 gennaio 1976, n. 8 'Costituzione dell'Istituto finanziario regionale piemontese'".
Con tale Disegno di legge la Giunta regionale intende in primis adeguare la norma che individua le categorie di soggetti potenziali soci della Finpiemonte S.p.A., al mutato quadro normativo disciplinante l'attività creditizia.
A seguito dell'abrogazione della legge bancaria (D.L. 12 marzo 1936) e della sua sostituzione con il nuove testo unico in materia creditizia (decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385), si è reso necessario recepire le nuove definizioni tecnico-giuridiche dei soggetti esercitanti l'attività creditizia.
Si è inoltre ritenuto, con l'occasione, di prevedere fra i potenziali azionisti anche società ed Istituti finanziari privati al fine di favorire ipotesi di allargamento della compagnia societaria a nuovi, qualificati soggetti, con l'obiettivo di rafforzare ulteriormente le capacità finanziarie ed operative della Finanziaria regionale, in una logica sempre più stretta collaborazione e ricerca di sinergie fra settore pubblico e privato.
In considerazione dell'imminenza di una assemblea straordinaria della Finpiemonte S.p.A. che dovrà esaminare - oltre ad altre modifiche statutarie - anche quella conseguente alla presente modifica normativa, la Giunta richiede altresì la dichiarazione di urgenza della legge.
La 1 Commissione consiliare pertanto, nella stessa seduta, ha licenziato a maggioranza il DDL n. 383. Tale testo viene rimesso all'Aula per la sollecita approvazione.".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, chiederei, forse secondo procedura non corretta, ma sufficientemente utile per conoscere le dimensioni del provvedimento, che l'Assessore Burzi gentilmente anticipasse alcune di quelle che saranno probabilmente le sue conclusioni finali, naturalmente non impedendo che queste vengano rese al Consiglio nei tempi stabiliti.
Dunque, qualche sua riflessione sul "percorso di attività e le prospettive future di Finpiemonte": nella relazione, infatti, è detto in maniera assolutamente succinta; coloro che, come me, non hanno potuto partecipare ai lavori della I Commissione, vorrebbero sapere in cosa consistono il "percorso di attività" e le "prospettive future" nonché le nuove "definizioni tecnico-giuridiche in materia creditizia".
Credo sia necessario dare al Consiglio alcune note di regia informazioni che l'aula potrà far proprie.
Il relatore, collega Agostino Ghiglia, ha letto "attraverso un ampio dibattito che ha analizzato il percorso di attività e le prospettive di Finpiemonte": sarebbe opportuno che la Giunta regionale, a conoscenza dei termini del problema molto più di quanto possa esserlo io che non ho partecipato ai lavori della Commissione, ci dicesse il motivo per cui si è arrivati al provvedimento in discussione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Faccio innanzitutto presente che la Giunta ha predisposto il progetto di legge in discussione, che modifica il comma 2 dell'art. 1 della legge istitutiva della Finpiemonte, in quanto in tal senso sollecitata dal Consiglio di amministrazione della Finpiemonte. Quest'ultimo, in questo caso - e mi è stato ricordato dalla stessa Finpiemonte che non tutte le decisioni del Consiglio di amministrazione, com'è facilmente intuibile segnatamente in una società del genere, sono unanimi - nel chiedere e sollecitare la Giunta a proporre questa modifica al comma 2 dell'art. 2 della legge istitutiva di Finpiemonte ha espresso una decisione presa all'unanimità.
Mi corre l'obbligo di ricordare, anche se ricordo circostanza nota, che nel Consiglio di amministrazione sono presenti anche amministratori indicati e designati dalle minoranze.



CHIEZZI Giuseppe

Quale minoranza?



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Non faccio né nomi cognomi, ma ricordo esserci stata una decisione consiliare, la quale, attuando e rispettando la normativa di Finpiemonte che prevede la rappresentanza delle minoranze, ha nominato quattro rappresentanti della stessa, su ha tredici componenti.



CHIEZZI Giuseppe

Per memoria, Vicepresidente, può ricordare le rappresentanze di quale minoranza?



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Le risultanze delle elezioni in Consiglio regionale sono le seguenti: un 1 Consigliere d'amministrazione del PPI, due del PDS e uno dei Socialisti-Patto dei democratici.
Dunque, il Consiglio di amministrazione ha chiesto all'unanimità la modifica in discussione, sul presupposto dei seguenti rilievi. Oltre all'abrogazione della legge bancaria, si è rilevato all'unanimità di prevedere, fra i potenziali azionisti, anche Società e Istituti finanziari privati, al fine di favorire ipotesi di allargamento della compagine societaria.
Il Consiglio di amministrazione aggiungeva, nel ragionamento fatto per proporre unanime la modifica in discussione, che, anche per questa via, è possibile "convogliare risorse finanziarie e organizzative private sulla realizzazione di progetti di interesse più generale, che diversamente rimarrebbero inattuati in ragione dell'insufficienza di risorse rese disponibili dagli Enti pubblici interessati".
Inoltre, vi era anche l'esigenza di dover adeguare il secondo comma della legge istitutiva di Finpiemonte, - che richiamava la legge bancaria del lontano 1936: un regio decreto - alla nuova normativa in materia di legge bancaria istituita col decreto legislativo del settembre 1993.
Devo far rilevare, tra le altre considerazioni, che, a ben vedere, la modifica del II comma è più formale che sostanziale. Questo lo dico con particolare riguardo...



PICCHIONI Rolando

Mi scusi, Vicepresidente, desideravo semplicemente sapere, da parte sua e della Giunta, il percorso di attività e le prospettive future di Finpiemonte. Poiché è stato detto questo nell'ambito della relazione del Consigliere Ghiglia, credevo che, sia pure una succinta memoria di quanto è stato fatto e di quanto è in itinere, sarebbe stato opportuno per la conoscenza del Consiglio. Vorrei sapere solo questo.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Mi suggerisce giustamente il Presidente Ghigo di risponderle che recentemente c'è stata un'assemblea, nel corso della quale Finpiemonte ha illustrato lo stato dell'arte attuale della società. All'assemblea ha partecipato personalmente il Presidente Ghigo, il quale mi suggerisce di trasferire questa considerazione, cioè a dire che a tempi brevissimi farà avere a tutti i Consiglieri, non solo ai componenti della I Commissione, la situazione dello stato di fatto. Quindi, non è che non glielo voglia dire Presidente Picchioni, ma, poiché siamo in uno snodo del disegno di legge istitutivo di Finpiemonte, snodo che ha avuto innumerevoli contestazioni da parte dei componenti della minoranza della I Commissione, ritengo di rimanere in questo alveo.
Come stavo dicendo, la modifica proposta, a ben leggerla, con la lente di ingrandimento, è più formale che sostanziale, perché il secondo comma che si tende a modificare per le ragioni che ho detto, non pensate dalla Giunta, ma suggerite dallo stesso Consiglio di Amministrazione, è quello che riguarda i soci della Finpiemonte.
I soci della Finpiemonte possono essere, oltre che la Regione in prima persona, che è quella che detiene la maggioranza, Enti pubblici territoriali e locali, enti pubblici economici, società a prevalenza di partecipazione regionale, Aziende di credito di cui alle lettere a), b) e d) dell'art. 5 della legge bancaria del '36 - la legge istitutiva di Finpiemonte era del 1976 e all'epoca vigeva la legge bancaria del 1936 (consorzi di artigiani e piccole e medie imprese). L'aggiunta, oltreché la modifica della legge bancaria, è quella di estendere la possibilità di essere soci della Finpiemonte anche a società ed istituti finanziari privati. E qui è sorto il contendere in sede di I Commissione e presumibilmente sarà il contendere che sorgerà anche oggi.
Al riguardo, devo rilevare che la questione è più formale che sostanziale, perché il testo originario dell'art. 1 che tendiamo a modificare, nel riferirsi con il linguaggio burocratico legislativo della legge, si riferiva ai soci possibili di Finpiemonte, anche alle aziende di credito di cui alle lettere a), b) e d).
Se leggiamo gli articoli 3), 4) e 5) della legge bancaria del '36 vediamo che i possibili soci erano "Istituti di credito e Banche di diritto pubblico, banche e aziende di credito in genere, comunque costituite che raccolgano fra il pubblico depositi a risparmio in conto corrente e sotto qualsiasi forma". Quindi, già la legge istitutiva del '76 apriva - per così dire - al privato, per cui ben potevano essere soci, dal '76 ai giorni nostri, dico a caso, anche la Banca Brignone e la Banca Sella.
Ma c'è di più; leggendo lavori preparatori che, come vi è noto, possono essere lavori interpretativi della legge in essere, leggerò brevemente l'intervento fatto nella seduta consiliare del 22 dicembre 1975, dal Consigliere Simonelli, che apparteneva alla Giunta di sinistra dell'epoca.
Tutto questo ha un carattere interpretativo; diceva: "E' bene che si sia allargato a tutte le banche, con esclusione soltanto delle filiali di istituzione di credito straniero". Quindi, già l'interpretazione della legge istitutiva di Finpiemonte era nel senso che le banche, anche private potessero partecipare.
In sede di Commissione è stato sollevato il pericolo che diceva in particolare il Consigliere Miglietti, che entreranno grosse banche. Io ricordo che, nell'incontro avuto con il Vicepresidente e il direttore di Finpiemonte, il direttore aveva risposto, perché nulla aveva da nascondere parlando anche a nome del Consiglio di Amministrazione, che, sì, l'Istituto Bancario San Paolo potrebbe essere uno dei possibili soci, così come la Cassa di Risparmio e la Banca Popolare di Novara. La Cassa di Risparmio l'ho già detto, appartiene a quella categoria di soggetti che già nel testo originario ben potevano essere soci.
Ciò premesso - e qui in un certo senso concludo quanto dovrei dire dopo il dibattito - va ricordato che, a parte queste considerazioni (che a mio avviso sono assorbenti) e non senza dimenticare che ai fini dell'ingresso del privato, che so essere quanto il Gruppo di Rifondazione Comunista aveva contestato in Commissione, preoccupato soprattutto dell'ingresso del privato o della possibile prevalenza del privato sul pubblico, già la normativa vigente, entrata in vigore nel 1976, all'art. 3 diceva: "Finpiemonte, per conseguire gli scopi consentiti dalla legge, oltre a svolgere attività in forma diretta, può avvalersi anche di Enti o Società pubbliche e private".
Quindi, c'era una possibile presenza del privato. In ogni caso, e questa è la considerazione conclusiva che faccio, e che è veramente, ad avviso della Giunta e mio, preclusiva di ogni altra preoccupazione che è stata mostrata dai commissari di minoranza in Commissione e che presumibilmente verrà ribadita oggi, cioè a dire non ci possono e non ci devono essere preoccupazioni dal fatto che entrino dei privati e possano prendere la mano a una società come Finpiemonte che è tipicamente pubblica per due ragioni, autonome e connesse fra di loro.
La prima è che per legge in Finpiemonte la Regione deve avere la maggioranza, quanto meno il 51%, e oggi ha una maggioranza che supera abbondantemente il 51%. Quindi una scalata del privato non potrà esserci con questa norma preclusiva della legge istitutiva di Finpiemonte, che obbliga la Regione ad avere la maggioranza.
La seconda ragione, anch'essa rilevante e connessa con la prima, è che qualunque istituto finanziario privato o banca privata dovesse fare la richiesta di diventare socio, passerebbe sotto le forche caudine dell'assemblea. In occasione di quella assemblea faremo presente alla I Commissione, l'ho già ricordato stamattina a proposito di Expo 2000, la situazione in quel momento di Finpiemonte e le opportunità di queste richieste a diventare soci. Comunque, in sede di assemblea la Giunta regionale sarà presente con il suo Assessore competente o con il suo Presidente o altro componente della Giunta, per verificare, dopo di avere coinvolto anche la Commissione sia pure in via consultiva, per eventualmente impedire quelle richieste a divenire soci da parte di soggetti, siano essi banche o, come dice la modifica che proponiamo istituti finanziari, qualora vi siano motivi seri per impedirlo, cioè poca solvibilità o altro.
Quindi, c'è questa garanzia che comunque è l'argomento finale o preclusivo a togliere di mezzo tutte le preoccupazioni di una scalata del privato in Finpiemonte, perché questa era in buona sostanza la preoccupazione che è stata data a me nella veste di Assessore competente alle partecipate in quelle due mattinate di Commissione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

Presidente Ghigo, lei chiede la parola, però prima di lei l'hanno richiesta tre Consiglieri.



SPAGNUOLO Carla

Ma non è una cortesia che ci fate!



PRESIDENTE

Certo, non è una cortesia. Non ho bisogno di sapere che non è una cortesia! Stavo solo avvisando il Presidente che c'erano tre Consiglieri che avevano fatto richiesta di parola prima di lui, nient'altro.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Le questioni poste dal collega Picchioni sono questioni di una grandissima rilevanza politica che la Giunta nella sua risposta ha totalmente evaso e sicuramente ha evaso il Vicepresidente Majorino che ha parlato di questioni giuridico-formali riferite...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Ho parlato della legge che discutiamo oggi; punto e basta!



SAITTA Antonino

D'accordo, ma la domanda era un'altra. E' una domanda che condivido totalmente perché il collega Picchioni ha fatto riferimento al ruolo complessivo di Finpiemonte nell'economia piemontese, cioè alle prospettive future di Finpiemonte. Questo è il tema, che è politico e non è soltanto formale, se ci si fermasse alle risposte del Vicepresidente Majorino.
Io credo che questo tema debba essere sviluppato con attenzione essendo queste le risposte, soprattutto del Vicepresidente Majorino che ha la responsabilità in ordine alle partecipate, il timore - speriamo che non sia vero - è che non ci sia una posizione politica della Giunta regionale sulle partecipate. Riprendo un vecchio problema: non c'è una posizione della Giunta sulle partecipate, perché una posizione politica sulle partecipate della Regione deriva da un piano regionale di sviluppo che manca e che arriverà a marzo, aprile, maggio... Io ricordo che il Vicepresidente Majorino aveva promesso due anni fa, a Pasqua, la riforma delle partecipate. Si ricorda Vicepresidente? Sono passate tante Pasque e tanti Natali, non si è avuto ancora nulla e non credo neppure che si arriverà a una posizione politica sulle partecipate. Questo è un fatto grave, Vicepresidente Majorino! Questo è un fatto grave e lei sa perfettamente che è grave perché alcune operazioni, qualche ipotesi di ristrutturazione complessiva sul sistema delle partecipate avrebbe potuto perlomeno essere immaginata, pensata. Io credo che un Assessore con questa volontà, pur non avendo grandissime competenze sul settore, ma con un modesto impegno e studiando un po' il problema, con un minimo di profitto avrebbe potuto arrivare qui in Consiglio immaginando una riorganizzazione: cosa che non è avvenuta.
Dunque, ritornando a Finpiemonte: una è la questione della modifica della legge (l'ingresso dei privati) e mi pare che dopo i chiarimenti che sono stati dati, come Gruppo riteniamo che la proposta sia condivisibile.
Il problema politico continua però a essere inevaso, sullo sfondo, perch non c'è una posizione. Io sarei curioso di conoscere - cosa che far chiederò, lo sto chiedendo - che cosa il Presidente della Giunta regionale Ghigo, oppure il Vicepresidente Majorino, ha detto nell'assemblea degli azionisti che si è svolta il 28 settembre 1997: se ha svolto un ruolo che è proprio di chi ha la maggioranza (mi pare del 64%) di Finpiemonte a indicare nell'assemblea degli azionisti le prospettive e il ruolo di Finpiemonte. Io spero che questo sia stato fatto; sono curioso di leggere qual è questa posizione che non può essere, non credo che possa essere soltanto una semplice dichiarazione di carattere formale: Finpiemonte ha raggiunto risultati positivi, siete stati talmente bravi come Consiglio d'amministrazione che vi aumentiamo gli emolumenti da 80 a 120 milioni al Presidente, com'è stato fatto, e cosa che era già avvenuta lo scorso anno a gennaio da 50 a 80 milioni, quindi in un anno gli emolumenti del Presidente sono aumentati da 50 a 120 milioni perché ha raggiunto risultati! Se è questa la valutazione politica che il Presidente Ghigo ha svolto in quella seduta dell'assemblea, siamo di fronte proprio a una incapacità politica della Giunta nel suo complesso, al di là del Presidente, a esprimere una posizione politica di Finpiemonte.
Quindi io noto che questa affermazione contenuta nella relazione del Consigliere Ghiglia non è assolutamente vera, perché la I Commissione non ha analizzato il percorso di attività e di prospettive future di Piemonte! Non è assolutamente vero, quindi va cancellato, e credo che questo tema vada ripreso con l'attenzione necessaria, anche perché richiede una grandissima attenzione.
Il collega Picchioni ha una grande fiducia di ottenere queste risposte qui in Consiglio. Forse perché ormai siamo da parecchio tempo qui in opposizione, ma la nostra opinione ci porta ad essere non ottimisti, nel senso che queste risposte questa Giunta, il Vicepresidente Majorino e il Presidente Ghigo, non ce le darà, non perché non ha voglia, ma perché non ha mai pensato a un ruolo politico di Finpiemonte all'interno dell'economia piemontese! Questo è il timore che abbiamo, ma siamo disponibili a ricrederci.
Se questo avverrà, nonostante questa nostra sfiducia, saremo contenti di confrontarci perlomeno con una posizione ogni tanto su qualche argomento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, abbiamo ascoltato il dibattito che è intervenuto fino a questo momento. E' indubbio che la relazione del Consigliere Ghiglia farebbe presupporre un ampio dibattito politico intervenuto sulle prospettive, sulla linea programmatica di Finpiemonte.
Dobbiamo osservare, come già hanno detto alcuni colleghi, che questo dibattito sulle politiche di Finpiemonte non è intervenuto fino a questo momento e non è intervenuto certamente in aula oggi, perché in aula oggi questo non si è sviluppato e devo dire nemmeno nella I Commissione. E' pur vero che nella I Commissione ci sono stati degli approfondimenti. Oggi il Vicepresidente Majorino ha delineato nel suo lungo intervento le motivazioni di carattere societario e giuridico in base alle quali si addiviene a questo testo, al testo che oggi è in aula, tuttavia io desidero riprecisare che un vero dibattito politico nella I Commissione, in ordine alle politiche di Finpiemonte, collegate ai progetti di sviluppo del Piemonte, a maggior ragione al Piano di sviluppo del Piemonte, non vi è stato.
Per cui noi crediamo che senza dovere allungare molto i tempi - se il Capogruppo Gallarini e il Presidente della Giunta fossero d'accordo potremmo prevedere un dibattito politico in I Commissione sulle prospettive, sulle priorità, sui campi di intervento di Finpiemonte e subordinare a tempi brevissimi l'approvazione dello Statuto.
Noi non siamo qui per dire che questo Statuto non deve essere approvato o che queste modifiche devono essere approvate diversamente; siamo qui semplicemente a ribadire qualche cosa, Presidente Ghigo, che per la verità nel passato è già avvenuta - nel passato che io conosco - direttamente due volte, nel senso che vi fu nella I legislatura una riunione di I Commissione presieduta allora dal Presidente della I Commissione, dal Presidente del Consiglio che era la sottoscritta e dal Presidente della Giunta regionale che era Brizio, dove si discussero le priorità di Finpiemonte, proprio perché Finpiemonte per sua natura, più che ogni altro ente strumentale, deve essere collegato alle politiche programmatiche che la Regione si dà e anche un poco alle priorità. Per cui potremo riproporre questo iter che già si è sviluppato in termini brevissimi e quella potrebbe essere la sede nella quale discutere di qualche progetto un pochino più nel merito di quanto ci possa dire oggi il Presidente della Giunta, che - ci rendiamo conto - è stato colto probabilmente in maniera non dico non preparata, ma improvvisa e quindi lì si potrebbero approfondire i contenuti.
Non credo che questo porterebbe tempi lunghi, nel senso che una riunione di questo tipo si può rapidamente programmare. Questa è la proposta che intendo aggiungere alle osservazioni che ci ha fatto il collega Vicepresidente Majorino, e forse può essere interesse di tutti perché, oltretutto, Finpiemonte nella sua vita ha avuto delle evoluzioni nel senso che ha cominciato sul terreno della programmazione economica in particolare, poi si è molto sviluppata sulle politiche ambientali, poi ha cambiato anche un po' impostazione rispetto allo sviluppo delle politiche ambientali.
Oggi c'è un riferimento di Finpiemonte sempre in materia ambientale, ma riferito prevalentemente a tutta la tematica dei tossico nocivi su cui ha delle specializzazioni. C'è tutto il discorso, importantissimo, dei parchi tecnologici, dei parchi scientifici che sono l'evoluzione del momento. In particolare per alcuni settori, pensiamo al Verbano.
Questa, Presidente Ghigo, potrebbe essere un'occasione per avere da lei qualche informativa; abbiamo, per esempio, tutto il comparto tessile che sta operando in questo senso. Io stessa in questo momento non saprei rispondere, può essere un'occasione per un bilancio più approfondito.



PRESIDENTE

Grazie Consigliera.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

La ringrazio signor Presidente. Credo che vi sia una parte di verità e una parte non totalmente veritiera in quello che c'è scritto nella relazione.
In I Commissione ci è stata fornita la documentazione da parte di Finpiemonte, dopo che abbiamo chiesto l'audizione, ma sicuramente non siamo entrati nel merito, perché l'argomento che era all'ordine del giorno era la modifica dello Statuto di Finpiemonte e non certamente la verifica dell'attività di Finpiemonte, per cui c'è stata fornita la documentazione sull'attività di Finpiemonte ma non si è aperta la discussione. Quindi credo che i suggerimenti che sono stati dati prima da chi mi ha preceduto siano assolutamente pertinenti.
Bisogna trovarsi in Commissione con all'ordine del giorno l'attività e la futura programmazione di Finpiemonte per poterla approfondire.
Non è mia abitudine far notare queste cose, ma mi permetto di farlo spero in modo educato: quando gli Assessori portano in aula un provvedimento su un qualsiasi argomento, su quell'argomento dovrebbero essere informati, perché se vengono poste delle domande è lecito specialmente da parte della minoranza, ottenere delle risposte.
Questa modifica dello Statuto non è così banale come il Vicepresidente Majorino intendeva prospettare, perché significa una cosa molto seria mentre prima erano accreditati alcuni istituti bancari ad entrare nel capitale di Finpiemonte, sempre dopo la clausola di un articolo dello Statuto di Finpiemonte che garantisce comunque sempre la maggioranza del capitale pubblico, ora si apre la possibilità ad istituti privati italiani ed esteri - in base alle nuove norme comunitarie - di poter accedere ad una parte del capitale di Finpiemonte.
Credo si tratti di una cosa molto importante, vuole dire adeguarsi ai dettati internazionali della Comunità Europea a cui, per necessità, si appoggia l'Istituto San Paolo. Abbiamo scoperto da quell'audizione che era proprio un problema interno all'istituto bancario, che ha sottoscritto la parte più consistente del capitale con la Regione Piemonte, il quale aveva la necessità di trasferire le proprie azioni di Finpiemonte a una società totalmente privata, quindi non più con una partecipazione e sottomessa alla regolamentazione delle aziende creditizie di livello pubblico, ma totalmente privata. Era una necessità interna.
Noi riteniamo che questa sia un'operazione assolutamente accettabile e un altro appunto che vorrei toccare è che non basta l'argomentazione che all'interno del Consiglio di amministrazione di Finpiemonte è rappresentata la minoranza per zittire la minoranza.
La minoranza e la maggioranza che sono nel Consiglio di amministrazione di Finpiemonte devono essere sottoposte all'unisono, con la "correità" di decisione che assume, a quella che è la sovranità del Consiglio regionale quindi indipendentemente, in qualsiasi società partecipata della Regione Piemonte, rappresentanti della minoranza o della maggioranza prenderanno le proprie decisioni in quel contesto. Noi riteniamo che sia nostro dovere dare un giudizio pubblico in questa sede di quale è la nostra volontà sia per quanto riguarda la partecipazione al voto, sia per quanto riguarda il nostro giudizio nel complesso dell'operato della partecipata.
Noi saremo d'accordo e quindi voteremo a favore di questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Nella discussione di questa legge ci siamo trovati di fronte ad una serie di fatti, a mio avviso, relativamente gravi.
Condivido il giudizio, che è già stato espresso da altri Consiglieri sul fatto che sarebbe stato più utile discutere della modifica dello Statuto e della modifica della legge anche sulla base di un'informazione più ampia dell'attività e del programma di Finpiemonte. Questo è un primo motivo; però ce ne sono altri.
Noi ci siamo trovati, per l'ennesima volta, da parte dello stesso Assessorato, quello dell'Assessore Majorino - rispetto al quale non ho nulla dal punto di vista personale - davanti ad una prassi che riteniamo scorretta: quella dell'urgenza.
In Commissione ci siamo trovati di fronte ad un ennesimo provvedimento urgente, come Consusa, come quello che ci troveremo domani (se ne discuteremo), perché ci sono Enti esterni, in cui la Regione ha un ruolo determinante, che avanzano richieste di urgenza per approvare aumenti di capitale o modifiche di legge in quanto hanno delle scadenze fissate.
La Giunta conosce quelle scadenze in tempo utile, però le porta al Consiglio sempre in ritardo, in modo che il Consiglio non abbia la possibilità di approfondire l'argomento, avendo la pistola puntata dell'urgenza.
Questo ha fatto sì che non si siano fatte le consultazioni sulla legge perché da una parte c'era la fretta e dall'altra l'Assessore Majorino, che ci diceva che si trattava di un problema marginale, del tutto formale.
Tuttavia, ci sono tre righe: "oltre alle medie imprese operanti nella Regione nonché a società ed istituti finanziari privati" talmente marginali che la banca San Paolo, se non si fosse intervenuti, non avrebbe più potuto essere azionista; la banca San Paolo, una volta privatizzata, non avrebbe più potuto far parte della compagine azionista.
Dire una cosa del genere è usare un argomento truffaldino, perché il fatto che banche come il San Paolo o istituti come Gemina o Ifim non possano partecipare alla compagine azionaria della Finpiemonte - fino a oggi, se non modifichiamo la legge, ma se la modifichiamo lo potranno fare non si può definire marginale e formale: si tratta di sostanza! Un conto è se si parla della Banca Brignone o della Banca Sella, banche a base regionale; gli istituti che non avevano una base esclusivamente regionale, invece, non potevano farlo: si tratta di argomenti di notevole spessore, per cui si arriva ad una modifica della legge.
Questo rilievo, che non è secondario, non è stato accolto - io credo con una certa scorrettezza - anche da parte del Presidente della Commissione, che ha voluto decidere a maggioranza e non guardare la sostanza del provvedimento.
Io credo che sulle consultazioni normalmente non si vada avanti a maggioranza o minoranza, bensì sulla base di una valutazione dell'importanza del provvedimento.
Su questo non si è voluto fare consultazioni, se non con la Finpiemonte che era d'accordo, perché proponeva la modifica; quindi una consultazione dal punto di vista della legge, del tutto inutile, nel senso che avevamo già acquisito il parere di Finpiemonte, che era promotrice dell'iniziativa di legge.
Ritengo che si tratti di una scorrettezza, perché il problema è di sostanza.
Quindi non mi tranquillizzano gli argomenti che ha usato il Vicepresidente Majorino sul fatto che la Regione Piemonte comunque manterrà la maggioranza, perché un conto è avere nella compagine azionaria degli istituti finanziari come la Banca Sella, ad esempio, altro conto è avere istituti finanziari di diverso spessore.
Nella Telecom, un istituto finanziario torinese della famiglia Agnelli con lo 0,6% delle azioni, ha nominato il Presidente. E' evidente quindi come in questi casi il peso degli istituti finanziari sia importante, e il San Paolo ha un peso economico che credo superi largamente quello della Regione Piemonte (soprattutto se vanno in porto le ulteriori operazioni di cui si discute in questi giorni).
Credo che aprire a questo tipo di entità modifichi il quadro di cosa è la Finpiemonte. Può essere che siano tutti d'accordo: tutti meno noi.
Però questo non è un argomento per non entrare nel merito in modo approfondito, come si sarebbe dovuto, perché - ripeto - si tratta di una questione di notevole spessore.
Oltre ai motivi di sostanza, ci sono anche motivi formali che mi preoccupano, ed è esattamente l'iter per cui si è arrivati a questo. Il Presidente dice che manteniamo il controllo e quindi i nostri rappresentanti in Finpiemonte ci tutelano: sono loro che hanno il voto di gradimento e sono loro che esprimono il gradimento rispetto ai nuovi soci.
Da questo punto di vista - scusi, Assessore Majorino - soprattutto alla luce di come si è giunti qui, non sono assolutamente tranquillo, e spiego perché.
I rappresentanti della Regione Piemonte, tutti, di minoranza e maggioranza, hanno votato una modifica dello Statuto che va contro la legge, che richiede una modifica della legge. Se si fossero attenuti allo spirito della legge, avrebbero dovuto sospendere tutto e rimettere il problema al Consiglio regionale e alla Giunta; poi, si sarebbe discussa un'eventuale modifica.
Ma sino a quando, come oggi è, la legge dice certe cose e avere espresso un parere positivo rispetto ad una modifica dello Statuto che contrasta la legge, che fa sì che loro siano in quel Consiglio di amministrazione, è un fatto grave.
Loro non potevano dare quel voto. Loro, essendo rappresentanti della Regione, dovevano attenersi allo spirito della legge e quindi non potevano dare un giudizio di quel genere.
A maggior ragione, figuriamoci se verranno a consultarci quando si tratterà delle questioni che ricordavo prima, di dare un giudizio di gradimento! Se già fanno quello che gli pare in questa occasione e poi ci sottopongono una modifica di legge che nasce da loro e non da noi figuriamoci cosa avverrà in futuro! Se i rappresentanti della Regione Piemonte si comporteranno come si sono comportati finora, ciò non mi tranquillizza, perché noi il controllo non lo abbiamo.
Inoltre, visto l'operato di questa Giunta, che ci porta sempre tutto all'ultimo momento, a cose fatte, il controllo è ancora minore, al di là che siano rappresentate più forze politiche dentro l'istituto di una maggioranza molto vasta, di una maggioranza che sappiamo essere favorevole alle privatizzazioni, tanto da considerarla "una fede"; senza, per rendersi conto di quanto succede nella nostra Regione. Noi non siamo d'accordo a privatizzare sempre e comunque, anzi siamo per una linea opposta. I fatti, purtroppo, spesso ci danno ragione. In questi giorni avrete letto tutti che un'azienda situata in Corso Regina rischia di chiudere e quindi di licenziare 380 lavoratori.
Tale azienda prima era pubblica, successivamente è stata privatizzata.
Si tratta delle ex acciaierie Ilva. Ai lavoratori e ai cittadini erano stati illustrati i vantaggi di questa privatizzazione, le conseguenze per sono state diverse da quelle prospettate.
Nella provincia di Alessandria vi sono varie aziende che sono state privatizzazione e poi chiuse: Morfeo, Ilva e altre.
Il dire che si è d'accordo alla privatizzazione, denota un atteggiamento "leggero" perché non fa i conti con la realtà.
Noi siamo contrari al provvedimento anche per motivi di merito che permette a degli istituti finanziari e banche private importantissime di entrare a far parte della Finpiemonte e condizionarla in modo significativo ...



CHIEZZI Giuseppe

Presidente Deorsola, se non è interessato ai nostri interventi ce lo dica!



PRESIDENTE

Sono interessatissimo.
Continui il suo intervento, Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Per questi motivi esprimeremo voto contrario al provvedimento in esame e a quello successivo strettamente collegato.


Argomento:

Questione pregiudiziale su un'auto, appartenente ad un Consigliere parcheggiata nel cortile


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Sollevo una questione pregiudiziale perché il Consigliere Chiezzi, ad inizio seduta di Consiglio, ha sollevato una questione che ritengo rilevante: c'era un'auto parcheggiata nel cortile che non è di quelle che hanno accesso al cortile del Consiglio regionale. Risulta che l'auto sia di un Consigliere regionale. Il proprietario dell'auto ha spiegato agli uscieri che poi ne avrebbe parlato con il Presidente. Io non ritengo che sia un "fatterello" di poco conto. Si considera l'istituzione come se fosse una famiglia, un fatto privato: "nessuno mi può fermare perché poi io ne parlo con il Presidente che è un mio amico". Io voglio capire se il Consigliere, proprietario dell'auto, ne ha parlato con il Presidente, se ha avuto l'autorizzazione e perché ha avuto l'autorizzazione da parte del Presidente e se è lecito che sia così. Se tale comportamento è lecito credo che il rischio sia che lei, Presidente, domani si trovi 60 Consiglieri che chiedono di parcheggiare la propria auto nel cortile di Palazzo Lascaris.



PRESIDENTE

Personalmente, non ho autorizzato nessuna immissione, comunque far delle ulteriori indagini.
La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

La cosa è molto più semplice: era un fatto voluto, forse una provocazione simpatica, nel senso che tanti Consiglieri hanno difficoltà provenendo da fuori Torino - di parcheggio, quindi soggetti a pagare una grande quantità di multe. Pertanto abbiamo chiesto, ed ho chiesto anch'io ripetutamente, di poter avere dalla Regione non un parcheggio non gratuito ma la disponibilità di un posto dove portare le automobili pagando di tasca nostra. Per gli Assessori il problema non esiste, ma anche i Consiglieri hanno un'anima! Non vi era da parte mia alcuna volontà di fare un atto particolare, vi chiedo scusa, so che il Consigliere Chiezzi lo ha fatto con una certa goliardia...



CHIEZZI Giuseppe

Volevo richiamare l'attenzione.



RACCHELLI Ettore

Se lo vogliamo sollevare, il problema esiste. Ci sono dei Consiglieri che abitano a Torino e possono recarsi in Consiglio usando il tram oppure a piedi, ma ci sono anche dei Consiglieri che abitano fuori Torino e che, se non arrivano davanti a Palazzo Lascaris verso le 8.30, hanno delle grandi difficoltà a trovare parcheggio. Non credo - io ne ho prese tante di multe e le ho tutte pagate - sia un problema continuare a pagare le multe, per non credo sia giusto non riconoscere un problema forte. Non chiedo che la Regione Piemonte metta a disposizione dei Consiglieri che provengono da fuori un parcheggio gratuito - lungi da me l'idea - ma che ci sia la possibilità di avere un posto dove posizionare la macchina. E' un atto dovuto, un atto di delicatezza verso chi fa tanta strada per venire qui a volte per nulla e tanta strada per tornare a caso dopo aver fatto nulla.
La macchina, Consigliere Chiezzi, io l'avevo parcheggiata con il muso verso l'ingresso, poi siccome ho visto che dava poco nell'occhio, l'ho girata dall'altra parte per attirare l'attenzione. Ha avuto l'effetto che io desideravo. Ho sollevato il problema ripetutamente al Presidente del Consiglio precedente, l'ho formalizzato anche al Presidente del Consiglio attuale, lo formalizzo al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Presidente e colleghi, io sul fatto specifico non intendo intervenire.
Anch'io ho visto l'auto, in effetti è molto vistosa, lo sarebbe stata meno la Cinquecento del Consigliere Chiezzi.
Avanzerei la seguente proposta: i membri dell'ufficio di Presidenza possono esaminare, in tempi brevissimi, la possibilità di una convenzione da parte della Regione con un parcheggio, in effetti nella scorsa legislatura esisteva una convenzione con un parcheggio custodito. Penso che il problema si possa risolvere percorrendo una proposta di questo genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

La questione in esame è all'o.d.g. da tempo, non solo da oggi.
Volevo dare un'informazione al Consigliere Racchelli: neanche gli Assessori possono parcheggiare le auto nel cortile di Palazzo Lascaris.
Tant'è che gli autisti, quando vengono multati per aver parcheggiato in divieto di sosta, pagano la multa di tasca propria. E sto parlando degli autisti degli Assessori, con macchina di servizio della Regione.
Quindi, neanche le macchine di servizio della Regione possono essere parcheggiate all'interno.
A me non pare, Consigliere Racchelli, che la tua sia stata una provocazione felice!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Non vorrei che questo problema, incidentale, si trasformasse in un'ennesima prebenda per i Consiglieri regionali. Il disagio dei Consiglieri che arrivano da fuori Torino è indennizzato dalla "trasferta" a seconda dei chilometri di distanza da Torino.
Per esperienza personale, provenendo da fuori Torino, compro l'abbonamento mensile per la "zona blu": dalle 8,30 alle 9,00 si trova parcheggio di fronte al palazzo, dopo le 9,00 si trova un po' più distante.
Credo opportuno che ci si comporti da cittadini, da persone normali, a confronto con problemi normali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Il collega Chiezzi viaggia su una "500", io su una "Regata", targata 18813F, quindi di dodici anni. Probabilmente i termini della questione stanno nel "lei non sa chi sono io!". In Italia c'è il vezzo di dire "lei non sa chi sono io!" Probabilmente, con la mia vecchia "Regata", non oserei dirlo; certo è che se uno possiede una "Mercedes" nuova, si sente più qualificato e giustificato. Si tratta di un brutto vezzo degli italiani.
Personalmente, ritengo che i Consiglieri regionali, essendo compensati per i loro grandi sacrifici dal bilancio della spesa pubblica, dovrebbero qualche volta comportarsi come quei cittadini che utilizzano i mezzi pubblici anche se non c'è nessuno che li aiuta a scendere dal tram, pur avendo male alle ginocchia...!


Argomento: Enti strumentali

Esame progetto di legge n. 383: "Modifica alla L.R. 26 gennaio 1976 n. 8 'Costituzione dell'Istituto finanziario regionale Piemontese'" (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Faccio un breve preambolo rispetto alla questione incidentale.
Pregherei il Presidente di sollecitare nuovamente il Comune di Torino, più volte interessato dal sottoscritto nella persona del Vicesindaco Carpanini e dell'Assessore Corsico, affinché, almeno nei giorni di Consiglio, venga riservata una quota-parte del marciapiede di via Dellala ai Consiglieri.
Credo sia atto dovuto a tutte le assemblee elettive.
Detto questo, credo che la provocazione di stamani possa servire alla presa di coscienza di un problema reale.
Voglio però ritornare alla ragione della mia richiesta di parola. Ho richiesto al responsabile della Giunta ragguagli sul "percorso di attività", sulle "prospettive future", riportate sulla relazione del collega Ghiglia.
Il Vicepresidente è stato ultroneo, nel senso che è andato ben al di là della mia richiesta e ha voluto soprattutto recepire e darci spiegazioni delle nuove definizioni tecnico-giuridiche relative ai soggetti che esercitano l'attività creditizia.
Nel prosieguo della relazione del collega, si accennano questioni che mi pare meritino una puntualizzazione. Sarei grato al Presidente se potesse egli stesso fornirle. La dizione è "In una logica di sempre più stretta collaborazione e ricerca di sinergie fra settore pubblico e privato".
Desidererei sapere se si tratta di affermazione retorica, ottativa esortativa .... Ultimamente, infatti, il grado di - come dice il Presidente "criticità" fra la Finpiemonte e i soggetti finanziari della città, sono stati tali che la Compagnia S. Paolo non ha voluto sottoscrivere l'aumento di capitale proposto.
Quando domando il percorso attuato, non faccio solamente una pura petizione di domanda di parola. Desidererei sapere se la richiesta avanzata agli Istituti di credito - e che non è stata ricevuta - sia dovuta a scarsa valutazione della Finpiemonte, ad una scarsa valutazione del suo management, ad una scarsa valutazione sulla ricaduta economica della Finpiemonte sull'attività produttiva: sui campi di azione in cui la Finpiemonte opera.
Mi pare pertanto doveroso ottenere, non in I Commissione, ma soprattutto in Consiglio, alcune valutazioni sui motivi per cui i nostri massimi Istituti di credito abbiamo ritenuto di non sottoscrivere l'aumento di capitale. E vorrei saperlo dall'interna corporis e non dagli Istituti bancari. Sappiamo cos'ha risposto il dott. Maranzana, il Presidente del S.
Paolo, su questa banca, che non dev'essere solamente piemontese, ma con interessi diversi, ecc. ecc.
Ora, il problema della Finpiemonte come si pone, signor Presidente, nei confronti degli altri Enti strumentali? Abbiamo avuto notizia che il raffronto, il confronto e soprattutto l'intersezione o l'interferenza con una certa società appena nata, Consepi, che voleva avere diritto non solamente di parola, ma anche di appropriarsi di un'attività puramente creditizia, ha posto molti problemi a tanti Consiglieri.
Il rapporto funzionale, direi orizzontale e non verticale, con queste società, come si pone? Qual è la valutazione che dobbiamo dare rispetto a questi rapporti, che non sono puramente di sovrapposizione? Nel passato, penso alla Promark, altre società hanno creato molti fastidi; penso alla Telematica, con altra società di infrastrutture e così via. Si trattava, infatti, di bandierine che si volevano mettere in campo per occupare un territorio e per avere diritto di opzione per attività future.
Il problema ci ricorda, ci fa ricordare, signor Presidente, che già nella passata legislatura c'è stato un minimo tentativo da parte di questo Consiglio regionale, di razionalizzare gli interventi attraverso un uovo di colombo. Due holding, una per le infrastrutture, se le infrastrutture esistono ancora o devono essere ancora fatte in questa Regione, e l'altra per la sua attività finanziaria. Questa è la minima razionalizzazione di una casa che non può essere sgangherata in tutte le direzioni.
Dico sgangherata, perché quando si parla della Finpiemonte, mi preoccupo tanto dello spettro dell'attività.
La Finpiemonte fa attività in ogni senso, sembra una clonazione del premio Grinzane Cavour. C'è una bonomìa avanzante, per cui si passa dall'attività puramente finanziaria all'attività sanitaria all'attività assistenziale, all'attività infrastrutturale, adesso siamo arrivati anche all'attività dei beni culturali. Mi domando: le risorse umane, la Finpiemonte, dove le prende? Qual è la garanzia del suo management? Quali sono le opzioni a catena, qual è la catena di Sant'Antonio che fa sì che delle persone, più o meno a latere della nostra attività politica, vengano improvvisamente riciclate e poste in quelle posizioni di comando unicamente come contentino delle varie vicende politiche che toccavano noi come toccano voi, toccavano la Prima Repubblica come toccano la Seconda, ma che comunque non danno la garanzia, a fronte di una espansione senza limite della sua attività, di quella tenuta professionale che invece queste società dovrebbero avere? Adesso so che anche la Finpiemonte si interessa, ancora una volta, al progetto di Venaria.
Signor Presidente, quali sono le garanzie? Ma sul problema del restauro, di cui la scuola italiana vanta la primazìa nel mondo, non si pu giocare con la cooptazione di questo o di quel management, di questo o di quell'esperto, che poi tale non è.
Questi sono problemi su cui dobbiamo avere una cognizione ben chiara perché è chiaro che su fatti che possono essere puramente lasciati ad una "aura mediocritates" di professionalità, la Finpiemonte possa esercitare tutto il suo potenziale; ma su fatti estremamente delicati e specifici credo che la Finpiemonte debba dare delle garanzie di assoluta certezza e di assoluta probità culturale e professionale.
E' cambiata la cosa. Le devo dire, Presidente, che rispetto agli anni passati, quando la Finpiemonte si vantava, oppure si vociferava che avesse soprattutto investito in BOT, forse perché i BOT non rendono più, dobbiamo rendere atto sia alla Giunta, sia agli indirizzi politici, che la Giunta ha dato alla Finpiemonte. Però, una chiarificazione sui campi di indirizzo sulle priorità di essi, sugli esercizi che essa vuole dare, sulle garanzie professionali che questa deve dare comunque al Consiglio, credo sia un fatto assolutamente non eludibile.
Mi auguro che questo sia nell'ambito delle sue conoscenze, non solamente delle sue responsabilità istituzionali, perché credo che esista una problema complessivo degli enti strumentali, partendo dalla Finpiemonte. Io, certamente, approverò questa legge, ma voglio mettere dei punti interrogativi, voglio sollevare dei problemi, voglio suscitare non qualche perplessità, ma qualche elemento di discussione, perché l'indirizzo di questo nostro maggiore ente strumentale possa essere il più chiaro, il più limpido, il più razionale possibile.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

I temi sollevati in primis dal Consigliere Picchioni, poi ripresi dalla Consigliera Spagnuolo e dal Consigliere Saitta, necessitano indubbiamente di un approfondimento e di una risposta in tempi anche brevi. Il ruolo strategico che la Finpiemonte riveste nell'ambito degli enti strumentali ha indubbiamente la necessità di essere espletata, rappresentata e magari discussa in maniera più ampia in una sede opportuna, che io ritengo possa essere la I Commissione. La Commissione è la sede più idonea in quanto permette di avere presenti anche rappresentanti della struttura di Finpiemonte.
Ritornando all'intervento del Consigliere Picchioni, volevo tranquillizzarlo nel senso che la Finpiemonte non stabilisce che tipo di restauro viene fatto a Venaria perché - dico ahimé - queste cose vengono fatte dalle Sovraintendenze che agiscono per conto loro.
Ringrazio l'ente strumentale Finpiemonte perché ha permesso a questa Regione di presentare un progetto per la parte che riguarda Borgo Castello che rivedremo perché ci sono alcune indicazioni sulle quali Finpiemonte Consigliere Cavaliere, non c'entra. Per quanto riguarda la Reggia a Venaria, Finpiemonte ci ha permesso di istruire il progetto di presentazione presso la Comunità Europea.
Vi è la necessità di razionalizzare le indicazioni politiche per quanto riguarda le società partecipate. Ricordo in proposito l'iniziativa dei parchi in rete che Finpiemonte in questo momento sta portando avanti. Di tale iniziativa faceva riferimento anche la Consigliera Spagnuolo. Si tratta di una politica finanziaria di maggior respiro per quanto concerne gli impegni e le partecipazioni; non si tratta di investimenti in titoli di Stato, che, come diceva il Consigliere Picchioni, obiettivamente in questo momento rendono molto poco.
Ringrazio i Consiglieri della sollecitazione che mi darà la possibilità, all'interno della I Commissione, nei tempi che il Presidente deciderà - la mia disponibilità è immediata - di relazionare insieme ai vertici di Finpiemonte. Se lo riterrete opportuno, come responsabile di questa Giunta e del governo della Regione Piemonte, solleverò tutte le tematiche che i vari Consiglieri, in maniera particolare il Consigliere Picchioni, hanno così ben rappresentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Dichiaro che vi è la disponibilità immediata e totale della I Commissione a discutere la situazione della Finpiemonte; anche perch riteniamo che dal punto di vista concettuale e politico esiste la necessità di dibattere sulle prospettive di Finpiemonte.
Alcune osservazioni del collega Picchioni sono sicuramente meritevoli di approfondimenti. In effetti penso che all'interno della gamma di competenza di Finpiemonte non ci possa rientrare tutto; soprattutto in un mondo come quello odierno in cui vengono richieste le super specializzazioni. All'interno di quel dibattito ragionevolmente razionalmente, si dovrà dedicare uno spazio anche per sviscerare alcune osservazioni sollevate dal collega Picchioni. Quindi la nostra disponibilità è immediata, ovvero da quando il progetto di legge n. 371 ritornerà in Commissione. Abbiamo firmato la convocazione prima e l'emendamento sulla prima nota di variazione sul bilancio, ma nessuno ci vieta di programmare subito una seduta di Commissione sull'argomento, se il Presidente della Giunta sarà già in grado di parteciparvi.
Un'ultima osservazione relativamente a quanto detto dal collega Papandrea nel suo intervento, che ha ritenuto - il parere ovviamente come al solito è legittimo - che sia stata una scorrettezza da parte della Presidenza della I Commissione di non essere andati alle consultazioni. M spiace che il Consigliere Papandrea non sia in aula.
Ritengo che all'interno di una Commissione, dopo aver dibattuto intorno agli argomenti, votare e quindi democraticamente esprimersi credo non sia come procedere a colpi di mitra, ma semplicemente procedere a colpi di consensi o meno nei confronti di una proposta, laddove quella proposta non fu fatta all'inizio di Commissione troncando o impedendo che ci fosse dibattito. Il dibattito si sviluppò per tre riunioni di Commissione successive; in una di queste fu sentita Finpiemonte che non pot intervenire direttamente con la Presidenza, ma intervennero il Vicepresidente, il Direttore e altri funzionari.
Riteniamo quindi di aver dato tutto lo spazio possibile, per quanto riguarda la Presidenza della I Commissione, e poi ovviamente a conclusione del dibattito in genere si vota.
Per quanto riguarda la data, possiamo anche sentire a strettissimo giro i colleghi o comunque i Gruppi consiliari presenti in I Commissione (che sono quasi tutti) per fissare una data già la settimana prossima, quindi con Presidente della Giunta e Gruppi consiliari in modo tale che si possa in tempi brevissimi fare in I Commissione quel dibattito che è stato auspicato da più parti negli interventi di oggi e che noi condividiamo per quanto concerne sia l'urgenza che il merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Se valgono le considerazioni fatte dal Consigliere Picchioni, se il Presidente Ghigo ritiene valide alcune considerazioni fatte e utile un approfondimento, credo che questo approfondimento abbia un senso, una ragione e una logica se fatto prima che accadano delle scelte, Presidente perché fatto dopo è solo un utile esercizio di dialettica, che però non riesce a modificare l'attuale situazione.
Io non conosco nei dettagli, sebbene anch'io ascolti tutto questo raggio, ho seguito un po' superficialmente la questione dei poli integrati dei centri tecnologici, delle aree attrezzate (non so in quanti modi Assessore Pichetto, si chiamino queste strutture): ebbene, tutti questi ambiti vedono la partecipazione, diretta o indiretta, della Finpiemonte.
Per quelli che ho potuto superficialmente analizzare (non per tutti evidentemente e poi non ho certamente la verità in tasca), posso dire con sufficiente sicurezza che moltissimi di questi centri sono dei poli economici vuoti, che il più delle volte si riducono nel lavoro che produce la loro realizzazione: di scatole in quanto tali, e il tutto si conclude quando si è costruito, nella migliore delle ipotesi; quando invece non siamo, nella peggiore delle ipotesi, a fronte di vere e proprie truffe come il polo di Tortona dove la Finpiemonte si presta a compravendite di terreni...
Si informi, Presidente Ghigo, io gliel'ho già detto un anno fa: si informi perché non si capisce come mai la società collegata della Finpiemonte non abbia acquistato direttamente i terreni dalla FIAT, ma li abbia dovuti prima acquistare Gavio e poi rivenderli a maggior costo alla Finpiemonte.



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, le ricordo che il termine "truffa" ha un significato tecnico specifico penalistico. Lei riconferma questo termine?



CAVALIERE Pasquale

Io lo uso in termini politici, nel senso che ritengo una truffa quando si fanno vedere cose diverse da quelle che sono. Questa è la peggiore delle ipotesi.
La migliore delle ipotesi è che questi centri tecnologici non hanno alcuna prospettiva occupazionale. Si ponga la verifica su quali erano gli obiettivi e si vedrà che le aziende che dovevano comparire non si sono sviluppate, se non esauriti i finanziamenti, quelli che magari servivano anche ad acquistare i macchinari! Ecco, una volta esaurita quella fase, è finito tutto.
Allora, se siamo in presenza, nella maggiore delle attività della Finpiemonte, cioè questi poli di sviluppo, di questa situazione (e fosse vero solo il 10% di ciò che sostengo sarebbe una situazione non buona), io credo che capire come si vuole continuare sia un approfondimento da fare prima e non dopo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola passiamo alla votazione dell'art. 1.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

C'era una proposta della collega Spagnuolo che occorre in qualche maniera valutare, nel senso che è stata fatta, quindi non può cadere nel vuoto più completo, anzi credo che lei Presidente l'avesse appuntata. La collega Spagnuolo sostanzialmente dice "non approviamola oggi questa modifica dello statuto, aggangiamoci a questa opportunità per fare una valutazione più ampia nei termini che il collega Picchioni prima ha indicato".
Io mi esprimo su questa proposta che condivido. La condivido anche perché non c'è più un problema di urgenza, nel senso che c'era un'urgenza alla modifica statutaria per il 28 gennaio che è già passato. Infatti, la Giunta aveva preparato questa proposta il 3 gennaio e ci aveva detto della necessità che occorreva fare in fretta perché il 28 gennaio bisognava portarla in assemblea. L'assemblea si è tenuta; purtroppo il Consiglio d'amministrazione della Finpiemonte è rimasto deluso della Regione perch non ha potuto procedere alla modifica dello statuto, quindi oggi siamo fuori tempo, in sostanza. Allora, ritengo che non approvandola oggi probabilmente può costituire un reale incentivo per un approfondimento serio su quelle tematiche che prima sono state indicate, che non riguardano tanto una conoscenza di ciò che fa la Finpiemonte. Il problema posto dal collega Picchioni è diverso: è del ruolo che si vuole assegnare alla Finpiemonte tenendo conto e partendo dalla constatazione che essendo oggi lo spettro di intervento molto ampio, probabilmente questa non è la modalità più utile per intervenire; quindi è del ruolo che la Regione intende assegnare.
Pertanto, indipendentemente dalla presenza degli amministratori della Finpiemonte o del suo direttore, credo che questa valutazione la possiamo fare autonomamente come Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi sembra che tutti gli interventi svolti siano stati molto argomentati e legati ad un giudizio, una critica e un'opinione su un'attività di questo ente strumentale. In particolare, gli interventi dei colleghi Saitta Spagnuolo e Picchioni, hanno dato anche linee di interpretazione del ruolo di Finpiemonte che sono tutte da approfondire. Specialmente Picchioni, e forse lo ha fatto anche in modo non conseguente a un lungo tragitto di approfondimento del tema, perché è Consigliere regionale senza incarico di Presidente del Consiglio da non molto, tant'è che non ha potuto partecipare agli approfondimenti in I Commissione, ma anche così, quindi con un approccio nuovo al problema, ha messo in luce che è un fatto importante discutere la politica della Finpiemonte.
Io temo, Presidente Ghigo, che se non affronteremo questa discussione prima dell'approvazione della legge, perderemo l'occasione di approvare la legge come frutto di un approfondimento. Approvata la legge i dibattiti diventano quello che si sa; la legge è stata approvata, poi facciamo un po' di discussioni astratte su un modo d'essere della Finpiemonte. Si può dare molta più forza e anche molta più possibilità ai Consiglieri, ad esempio per Picchioni, di approfondire un tema nella veste di Consigliere regionale; penso che, oltre a garantire l'esercizio a un collega che inizia a dare un grosso contributo al dibattito, questo consenta anche alla Giunta regionale di disporre di argomenti per approvare la legge, che rendono più forte la nostra azione nei confronti della Finpiemonte.
Quindi solleciterei la possibilità di discutere rapidamente la questione, Gallarini, sentite anche le nuove argomentazioni in quest'aula.
Sono d'accordo anch'io che non occorre sapere dalla Finpiemonte chissà che occorre che ci chiariamo le idee, che la Giunta regionale proponga la sua visione strumentale della Finpiemonte e che si possa fare questo nel giro di una settimana, consegnando poi all'aula il frutto di questo lavoro attraverso i pronunciamenti che i vari Gruppi avranno su questa legge.
Quindi condivido la proposta di Spagnuolo e Saitta di avviare questa fase di approfondimento a seguito della quale la prossima settimana giungeremo a votare la legge. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie signor Presidente. Io non concordo sulla proposta che è stata avanzata dalla collega Spagnuolo, né sul rafforzativo del collega Chiezzi per due motivi credo di sostanza.
Prima di tutto questa modifica dello Statuto è una modifica reale ma potenziale per quanto riguarda l'eventuale accesso di nuovi soci, perch l'articolo viene sostituito "altri soci possono essere" e quindi si evidenzia; non sto a spiegarlo perché è ben chiaro, non si vanno a identificare determinati soggetti pubblici o privati per cui a priori si possa necessariamente definire il percorso futuro della Finpiemonte.
Questa modifica statutaria non fa altro che creare nuove potenzialità per la Finpiemonte, quindi il potenziale accesso di nuovi partner indipendentemente da tutta la discussione sul merito e anche dagli eventuali singoli che domani andassero a bussare alla porta di Finpiemonte assolutamente non è che approvando oggi, come a mio avviso dobbiamo approvare, questa modifica si tracci già necessariamente un percorso.
Si fornisce semplicemente alla Finpiemonte la possibilità di potenziare la propria attività che è un'attività credo assolutamente meritoria.
In secondo luogo l'urgenza: l'urgenza c'è sempre, perché è vero che l'assemblea straordinaria è trascorsa, ma è altrettanto vero che proprio perché la modifica dello Statuto è una modifica che non può che arricchire ma che poi sul merito di eventuali nuovi accessi al capitale Finpiemonte anche il Consiglio, o i Consiglieri del Consiglio di amministrazione su indicazione della Giunta, su indirizzo del Consiglio, saranno chiamati a pronunciarsi sul merito, io non vedo assolutamente questa modifica statutaria come una modifica statutaria che possa inficiare alcunché o definire già nei minimi termini un percorso.
Semmai può dare l'avvio a delle nuove possibilità, sicuramente non si tratta di un punto finale, ma di un punto di partenza di un percorso.
Concludo dicendo che sinceramente il fatto di prolungare, proprio per quello che ho detto finora, di una settimana l'esame e il voto della legge alla luce di quanto mi sono permesso di sostenere, appare privo di un fondamento reale o di una reale necessità, perché in una settimana noi non andremo né ad aggiungere degli altri articoli, né ad individuare dei soci né a definire in un modo più preciso quello che già è contenuto come potenzialità nel presente disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, io mi sono permessa di avanzare quella proposta che non aveva assolutamente, e lo ribadisco anche a nome dei colleghi, una volontà dilatoria, nel senso che non vogliamo prorogare sine die questa cosa, anzi le ho anche detto che se mi fossi trovata sola avrei detto "va bene facciamolo anche dopo", come mi sembra di averle detto personalmente.
Però, considerato che molti gruppi che sono intervenuti convengono che sia indispensabile questo approfondimento preventivo ribadisco - e guardo anche il Presidente della I Commissione - questa volontà assolutamente non dilatoria né da parte mia, né da parte, per quello che ho potuto recepire degli altri gruppi di minoranza che sono intervenuti.
Direi che se noi potessimo impegnarci non per questo giovedì, perch forse ci sono dei problemi - c'è un'assemblea nazionale - ma magari per giovedì prossimo a mettere questo punto all'ordine del giorno con l'impegno comunque che assolutamente il martedì dopo la questione torni in aula credo che in questo non ci sia assolutamente natura dilatoria.
Vorrei essere corretta anche con lei; se fosse soltanto per me direi "passiamola", ma poiché diversi gruppi ritengono comunque che la discussione non sarebbe così approfondita se il testo fosse già passato sarebbe bene ci fosse un impegno assolutamente temporale che io credo, a nome dei diversi gruppi, di potermi prendere. Ci siamo consultati e vorremmo farlo giovedì prossimo - forse c'è un'assemblea a Roma e forse le Commissioni giovedì non si faranno - quindi il martedì dopo possiamo già fissare la data...



PRESIDENTE

Giovedì mattina le Commissioni si possono fare, così era l'intesa.



SPAGNUOLO Carla

Non voglio intervenire in questa questione. Qualora si facciano va bene questo giovedì, qualora non si facessero perché c'è un po' di dibattito nel quale io non posso entrare in questo momento, fisseremmo il giovedì dopo con l'impegno di tornare il martedì in aula.
Mi permetto di dirlo perché mi sembra che le ragioni dei gruppi che sono intervenuti, ovviamente ribadisco per il collega Ghiglia, e dei gruppi di opposizione hanno anch'esse una loro logica.



PRESIDENTE

Rispetto a questa proposta c'è una valutazione del Presidente?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Devo dire che come è valida la considerazione fatta dalla Consigliera Spagnuolo e da altri Consiglieri, cioè la disponibilità ad approfondire e di conseguenza la non volontà delatoria, credo che sia altrettanto valida perché fino a prova contraria credo di dover avere da parte del Consiglio un minimo di considerazione, la considerazione che ho fatto prima io e la disponibilità che ho dato prima io.
Cioè, non è vero che se oggi viene approvata questa legge, che è di tipo tecnico ed è stato spiegato ampiamente dal Vicepresidente Majorino questo significa che poi la Giunta e il Presidente, che di fronte a sollecitazioni ha preso un impegno specifico, non lo mantiene.
Voi chiedete una cosa e io chiedo invece di dare riscontro all'impegno che ho assunto in quest'aula.



PRESIDENTE

Mi pare di intendere che la risposta sia negativa. Consigliera Spagnuolo, ritiene che dobbiamo porre in votazione la richiesta? La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Poiché abbiamo rispetto delle posizioni che si assumono, e dato che a rafforzativo della proposta presentata dal nostro Gruppo è intervenuto il collega Saitta, il quale nel suo ragionamento ha detto che comunque la data del 28 gennaio è ormai passata, volevamo solo capire se l'urgenza era una sua valutazione - sempre rispettabile, per carità - oppure se era dettata da ragioni ulteriori.
Se così non fosse, si tratterebbe di un atto di cortesia nei confronti delle opposizioni; diversamente - ripeto - ogni Gruppo si attesterà.
Personalmente non credo che su una proposta del genere si debba votare.
Noi non facciamo questa richiesta; ma se il Presidente ci esplicita le eventuali ragioni dell'urgenza, forse comprendiamo meglio la sua posizione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Le motivazioni dell'urgenza sono chiaramente quelle per le quali, come qualcuno ha ricordato, l'assemblea di Finpiemonte non ha potuto procedere nell'ultima assemblea straordinaria (e di questo si è dispiaciuta molto) a causa della mancata approvazione della modifica da parte del Consiglio regionale.
Allo stato attuale è assolutamente necessario che questo provvedimento venga approvato, per consentire a Finpiemonte di convocare un'altra assemblea straordinaria e, naturalmente, realizzare questa modifica di Statuto.



PRESIDENTE

Tenuto conto anche delle parole della Consigliera di non richiedere una formalizzazione, passiamo alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 41 voti contrari 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 41 voti contrari 4 L'art. 2 è approvato.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Il mio Gruppo, come ha già detto l'on. Picchioni, darà un voto favorevole al progetto di legge in esame, con tutti i dubbi che sono già stati espressi. Per la verità, i dubbi che oggi ho sulla Finpiemonte non sono soltanto per la Finpiemonte.
In questo Consiglio, sia dai banchi della maggioranza che dai banchi della minoranza, in questi due anni e mezzo è stata più volte richiamata l'esigenza di avere un quadro completo di ciò che fanno le partecipate della Regione per il nostro Piemonte. Nel caso specifico, la Finpiemonte è ancora più importante.
La Finpiemonte è la finanziaria della Regione e quindi dovrebbe essere il braccio economico, operativo del Piemonte stesso.
Da quanto è stato detto dai responsabili della Giunta in questo Consiglio, non appare chiaro - o meglio - a me sembra che non appaia chiaro neanche a loro, quello che sta facendo la Finpiemonte in questo momento. Ad esempio, mi piacerebbe sapere cosa sta facendo la Finpiemonte, con tutte le sue partecipate, rispetto ai Parchi tecnologici. Sentiamo sempre parlare di queste iniziative, ma non sappiamo cosa si sta facendo in merito.
La Finpiemonte, essendo finanziaria della Regione Piemonte, deve avere degli indirizzi ben precisi, certamente dall'esecutivo della Regione, ma anche da questo Consiglio.
Cosa si vuole, come si vuole trasformare, come deve operare la finanziaria della Regione per le attività sul nostro territorio? Ho la sensazione, anche facendo riferimento alle moltissime partecipate che ha la Regione Piemonte, che molte di queste stiano facendo attività similari a quelle della Finpiemonte.
Ciò cosa significa? Che probabilmente ci sono delle partecipate che in questo momento vivono sulla carta, per fare i doppioni di quello che fa già la nostra finanziaria.
Sono quindi d'accordo che si voti oggi questo progetto di legge, ma sono anche estremamente preoccupato. All'art. 1, ad esempio, rilevo un'iniziativa a mio modo di vedere opportuna, ovvero l'apertura alla partecipazione a Finpiemonte di Enti pubblici territoriali, ma anche di Enti privati, come le banche. Se ciò avverrà senza che la Regione dia degli indirizzi ben precisi alla sua finanziaria, rischiamo di essere, non dal punto di vista delle quote, ma dal punto di vista politico, in minoranza.
Di questo sono preoccupato! Occorrono dunque degli indirizzi non solo per la Finpiemonte, ma anche per tutte quelle partecipate, dove - guarda caso - c'è sempre la Finpiemonte e rispetto alle quali è necessario che ci venga presentato un riordino in Commissione e in questo Consiglio.
Se manchiamo di questa sensibilità e manchiamo di questo indirizzo facciamo sopravvivere in alcuni casi soltanto dei carrozzoni, che anzich essere produttivi per il territorio piemontese, sono soltanto i mezzi per mantenere in vita - dal punto di vista politico - alcune persone nella nostra Regione.
Accedo dunque alla volontà di trattare il discorso Finpiemonte nell'ambito della Commissione; credo che l'audizione con i responsabili di Finpiemonte debba avvenire dopo i chiarimenti che il Presidente della Giunta e gli Assessori interessati ci dovranno fornire in Commissione sulle linee programmatiche di questa società.
Dopodiché, abbiamo il dovere di indirizzare al meglio i soldi della Regione Piemonte, attraverso i nostri rappresentanti in Finpiemonte, pur lasciando le singole libertà di ogni Consigliere nel Consiglio d'amministrazione, e attraverso le assemblee dei soci.
La Finpiemonte, in questo momento, sta facendo di tutto: è già stato detto; probabilmente fa alcune cose benissimo, perché ha le professionalità per poterlo fare, e fa invece delle altre cose che potrebbe fare direttamente la Regione Piemonte, dando gli stessi incarichi che dà Finpiemonte in secondo battuta.
Finpiemonte sembra quasi un organismo di seconda elezione, e non si riesce a capire perché non venga scavalcato quando le competenze sono tipicamente regionali e non quelle di una finanziaria della Regione.
Pertanto, accedendo al fatto di discutere in Commissione il discorso di Finpiemonte, chiedo al Presidente e agli Assessori, responsabili della materia, di venirci a spiegare - cosa che da due anni chiediamo, compreso il sottoscritto anche quando faceva parte della maggioranza - quelle che sono le società partecipate della Regione Piemonte. In questi due anni e mezzo - lo dichiaro ufficialmente - non si è fatto assolutamente nulla molto spesso i rappresentanti della Regione partecipavano alle assemblee dei soci senza sapere quello che andavano a fare o solo a dire dei sì per sentito dire. Il Consiglio regionale, di questo non è mai stato informato lo dico adesso in minoranza, ma l'ho detto tante volte anche quando ero in maggioranza; adesso faccio parte della minoranza mi sento di dirlo ancora più con forza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Noi, come Gruppo, voteremo a favore di questo testo, perché - lo ribadisco - nella proposta fatta non avevamo nessuna volontà dilatoria, ma un'effettiva volontà di approfondire e di chiarire delle linee politiche di Finpiemonte. Chiederei al Presidente dalla I Commissione o nelle dichiarazioni di voto o al termine della votazione, di fissare in aula la data della seduta nella quale la I Commissione interverrà in proposito.
Questo perché Finpiemonte non ha alle sue spalle, fino a questo momento una vera politica di sviluppo né di ente strumentale né di un grandissimo contributo allo sviluppo del Piemonte. Noi negli anni siamo stati in parte responsabili, come Regione, con la differenza di responsabilità che ovviamente ha l'esecutivo rispetto all'aula, però complessivamente la Regione Piemonte è stata responsabile di uno scarso apporto a Finpiemonte nei suoi vari campi di intervento, anzi talvolta di politiche confuse, di situazioni nelle quali Finpiemonte è stata una realtà che si è prestata ad essere assolutamente minoritaria rispetto anche a rapporti con privati e quindi non poteva, da una posizione fortemente minoritaria, garantire un controllo anche rispetto alle politiche o alle attività societarie nella quale essa veniva a trovarsi. Quindi ha svolto in alcune circostanze un ruolo inutile o, peggio ancora, dannoso per la Regione Piemonte, in quanto non riusciva ad essere un elemento di stimolo o di controllo o di conoscenze rispetto alle politiche che venivano avanti in alcuni settore.
Penso ad esempio ad alcune realtà di carattere ambientale nelle quali tutto questo è avvenuto con posizioni assolutamente minoritarie. Oggi si aprono dei nuovi campi di intervento. Penso per esempio a tutte le politiche che attengono ai parchi tecnologici: noi però non abbiamo ancora una visione di come questo concorra allo sviluppo o del Piemonte o di quei settori anche a livello territoriale. Si tratta di una politica tutta ancora da sviluppare.
Un altro terreno, abbastanza nuovo - è stato ricordato prima nel dibattito è quello di carattere culturale. Ci sono ambiti nei quali le professionalità non si improvvisano; ambiti nei quali si possono determinare delle sovrapposizioni dannose. E' dell'insieme delle politiche degli enti strumentali e delle partecipazioni che la I Commissione dovrà discutere: forse oggi deve essere chiesto un metodo di lavoro diverso. Nel senso che noi abbiamo avuto, anche attraverso il provvedimento assunto, la possibilità per esempio per i dirigenti di Finpiemonte di avere emolumenti molto forti. Ebbene, è assolutamente indispensabile che il ruolo dei partecipanti in Finpiemonte sia più strettamente collegato alla volontà della Giunta regionale e della Regione in generale. Troppo spesso i rappresentanti di Finpiemonte sono stati, nei diversi settori, del tutto scollegati dalle politiche individuate dalla Giunta regionale del Piemonte.
Crediamo che questo non serva e non sia servito nel passato né a Finpiemonte né tanto meno all'attività della nostra Regione.
Infatti, noi non possiamo parlare di un bilancio in termini politici e programmatici positivo; anzi, dopo molti anni, noi siamo costretti a continuare a parlare di una politica di rilancio di Finpiemonte. Ci significa che si tratta di una società, di un ente strumentale che ha segnato il passo troppo a lungo. Quindi una discussione approfondita e un indirizzo forte della Giunta regionale del Piemonte non soltanto corrisponde alle leggi istitutive, ma corrisponde ad una forte esigenza politica ed economica della Regione Piemonte rispetto allo sviluppo della Regione stessa. In questo senso - e riservandoci di intervenire nella I Commissione - noi esprimiamo il voto favorevole a questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Nel ribadire il voto favorevole di Alleanza nazionale su questo provvedimento, vorrei riprendere come appello alla Giunta regionale, e segnatamente al Vicepresidente Majorino, quanto nell'intervento del collega Montabone è stato sollevato.
I primi a sollevare in quest'aula l'esigenza di provvedere alla sburocratizzazione dell'ente Regione - anche attraverso una seria opera di revisione di tutte le partecipate, addirittura degli enti strumentali o delle collegate in qualche modo, delle quali la Regione Piemonte fa parte fu il Gruppo Alleanza nazionale unitamente ad altri colleghi. Già da oltre due anni lo poneva come obiettivo a questa Giunta.
Nel votare a favore del provvedimento noi chiediamo, ancora una volta che la Giunta, in tempi brevi, presenti un progetto di razionalizzazione delle partecipazioni della Regione nei vari Enti. A tutt'oggi esistono Commissioni, enti, consorzi, società per azioni, società consortili e altre forme societarie che rappresentano una spesa inutile o spesso doppiata o triplicata.
Credo che l'obiettivo da perseguire, entro tempi brevi, sia di razionalizzare questa partecipazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il nostro Gruppo voterà contro il provvedimento in esame innanzitutto perché è contrario nel merito alla proposta di allargare le maglie entro le quali possono passare degli interessi privati che riteniamo, in questa situazione, non siano in grado di sviluppare all'interno della Finpiemonte attività di interesse pubblico, legato ad un programma regionale di sviluppo. Siamo quindi contrari proprio nel merito sull'apertura proposta.
In secondo luogo, segnaliamo anche noi che la Giunta regionale non ha mai, in tutti questi anni, tenuto fede a quanto promesso - l'ha ricordato anche il collega Ghiglia, poco fa: il punto sulla situazione degli Enti strumentali, che richiediamo ciclicamente, trascinandoci ormai da anni.
Segnaliamo in ultima istanza e con disagio, che la Giunta non ha permesso neppure a colleghi che votano a favore del provvedimento di approfondire maggiormente la materia, per poter argomentare, con qualche ragione in più, il loro "sì".



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI' 44 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Enti strumentali

Esame proposta di deliberazione n. 564: "Approvazione di modifiche ed integrazioni allo Statuto della Finpiemonte S.p.A."


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 564, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 44 voti favorevoli e 4 contrari.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordini del giorno n. 608 e n. 612 relativi a "Algeria: crimini contro l'umanità."


PRESIDENTE

Esaminiamo ora gli ordini del giorno n. 608 dei Consiglieri Salerno Casoni, Griffini, Mancuso, Minervini, Ghiglia, e n. 612 dei Consiglieri Spagnuolo, Ferrero, Cotto, Simonetti, Manica, Casari, Benso, Minervini, di cui al punto 33) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Spagnuolo



SPAGNUOLO Carla

Chiederei possa essere votato anche un ordine del giorno presentato come Consigliere regionali a dicembre, sulla questione della protezione delle bambine e dei bambini da abusi e violenze, essendovi a breve l'organizzazione di un convegno legato a tale problematica.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 608, il cui testo recita: "Questo Consiglio regionale premesso che, l'Algeria, secondo quanto si apprende dalle TV e dai giornali di tutto il mondo, è martoriata da una delle più sanguinose ed inumane guerriglie terroristiche con crimini e stragi perpetrate da un cieco e feroce fanatismo islamico che, vittime di queste crudeltà risultano essere le popolazioni inermi ed i soggetti più deboli e indifesi quali donne e bambini, che, nella maggior parte dei casi, vengono massacrati (i più vengono sgozzati) nell'ambito di bestiali esecuzioni di massa rilevata l'importanza politica che su questi temi di grande gravissima attualità anche le Regioni in quanto organi rappresentativi della volontà popolare si esprimano nei confronti di tutti gli atti terroristici e nella fattispecie quelli perpetrati con inaudita ferocia e violenza nell'Algeria.
impegna il Presidente del Consiglio regionale e il Presidente della Giunta regionale ad inviare un messaggio al Presidente del Consiglio On. R. Prodi ed al Ministro degli Esteri On. L. Dini, di ferma condanna degli attuali attentati ed episodi terroristici compiuti in Algeria da movimenti fanatici islamici per sollecitarLi a loro volta ad inoltrare alle popolazioni ed al Governo Algerino un messaggio di solidarietà per i lutti e gli atti di violenza subiti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 16 Consiglieri).
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 612, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Considerate le drammatiche, efferate stragi che stanno insanguinando l'Algeria, in una guerra dichiarata unilateralmente da un nemico senza volto dove la perdita di vite umane, dove i morti sono molti, troppi per assistervi passivamente, dove lo scontro produce reiterate e persistenti violazioni dei diritti umani. Dal 1992 l'Algeria combatte per la propria identità con una ferocia che pochi Paesi hanno conosciuto, da quando il "golpe bianco" interrompe un cammino ispirato alle regole della democrazia.
Da quando i generali, le forze militari decisero, una notte del gennaio '92, di sospendere il processo elettorale che avrebbe portato il Fis (Fronte Islamico di Salvezza) a conquistare la maggioranza in Parlamento in Algeria, lentamente ma con una progressione inarrestabile, si è instaurata una guerra civile strisciante Preso atto della brutalità con cui bambini, donne, ragazzine rapite e poi stuprate vengono uccisi, giovani e vecchi decapitati. Questo l'incredibile scenario in cui è precipitata l'Algeria. Un Paese annegato nel sangue e nella violenza che ha provocato negli ultimi cinque anni la perdita di oltre 100 mila vite umane Tenuto conto che è la popolazione civile, ad essere ostaggio della ferocia del furore di vendetta, a pagare un così alto tributo di sangue, dove le donne sono le principali vittime dei massacri così come sono sempre state le donne a pagare il prezzo più alto in trent'anni di regime a partito unico, dal 1962 agli anni Novanta.
Visto che questa tragedia ha colpito un numero elevatissimo di civili, vere vittime delle violenze esercitate da una parte da bande armate che agiscono sotto la copertura del Corano, dall'altra da gruppi paramilitari legati al potere algerino Considerato che un Paese civile non possa tacere di fronte a tante barbarie e che è inaccettabile ogni immobilismo della comunità internazionale impegna la Presidenza del Consiglio a prendere contatti con il Governo italiano perché si faccia promotore insieme all'Unione Europea e all'ONU di azioni umanitarie volte a fermare gli atti di inammissibile violenza e barbarie nei confronti di tutto questo popolo "senza difese" ed in particolare dei ragazzi, delle donne, degli anziani".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 613 relativo a "Istituzione di un Osservatorio sulla condizione dell'anziano in Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 613 dei Consiglieri Deorsola Cotto, Rubatto, Ghiglia, Minervini, Angeleri, Suino, Spagnuolo, Chiezzi Simonetti, Saitta, Riba, Casari, di cui al punto 34) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Preso atto della grave condizione degli anziani in Piemonte venutasi a creare a seguito della situazione economica generale e delle riduzioni della spesa pubblica nel settore socio assistenziale; - Valutata con preoccupazione la annunciata gravosa riforma pensionistica e le ipotesi di revisione dello stato sociale; - Considerato necessario monitorare il fenomeno attraverso l'acquisizione del maggior numero di utili informazioni per proporre i più adeguati provvedimenti il Consiglio impegna il Presidente del Consiglio regionale ad istituire un "Osservatorio sulla condizione dell'anziano in Piemonte" coinvolgendo: Associazioni di volontariato - Associazioni Professionali mediche e paramediche - Enti Locali - A.S.L. - A.S.O. - Associazioni sindacali Istituti previdenziali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Iscrizione argomenti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: Ordine del giorno n. 648 "Conferenza regionale sui diritti dei minori per un piano regionale dell'infanzia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 691: "Riconoscimento dei diplomi universitari per l'esercizio della libera professione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.
Ordine del giorno n. 694: "Liberalizzazione del commercio".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, sull'iscrizione. Dato che vengono presentati a raffica ordini del giorno, come Gruppo, ormai da lunghissimo tempo, votiamo favorevolmente all'iscrizione, perché è un diritto di accesso. C'è un ordine del giorno presentato dal mio Gruppo, che può essere assolutamente non condiviso; chiedo solo, poiché vedo che lei fa avanzare ordini del giorno anche solo per l'iscrizione, di far avanzare l'ordine del giorno per l'istituzione della Commissione di inchiesta sull'acquisto dello stabile di Piazza Solferino, che io ho portato sul suo tavolo ormai da due ore.
Chiedo, quindi, libero accesso anche alle nostre proposte, perché noi votiamo quelle di tutti, sperando in una simmetria di comportamento.



PRESIDENTE

Non avevo ancora esaurito, Consigliere Chiezzi, tutta la disponibilità del tavolo.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Lei non ha sicuramente bisogno di essere sostenuto da noi, ma sui primi due ordini del giorno ci eravamo impegnati, come Capigruppo, a non intervenire, probabilmente è per questo motivo che non è stata data la parola al collega Rubatto.
Sugli altri ordini del giorno, voteremo a favore per l'iscrizione.
Riguardo all'ordine del giorno sul commercio, la prego di non metterlo in votazione oggi, perché noi ci riserviamo di presentare altri ordini del giorno ed anche perché non era convenuto che oggi quel tipo di ordine del giorno venisse votato.
Per l'iscrizione, dunque, votiamo a favore, mentre chiediamo che venga votato l'ordine del giorno sugli abusi sessuali anche senza discussione anche se questa non era l'intesa. Grazie.



PRESIDENTE

Questo, in qualche modo, mi pare ricompreso sul discorso della tutela.
La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Presidente, chiediamo che l'ordine del giorno sulla liberalizzazione del commercio venga discusso e messo ai voti, visti alcuni grandi elementi di attualità, quali la grande presa di posizione in tutta Italia, non solo nella regione Piemonte, della categoria delle piccole imprese commerciali che, sulla base di questo disegno di legge, così com'è, dovrebbero avere un danno finanziario rilevantissimo e gravissimo.
Abbiamo avuto già soltanto in Piemonte, l'altro ieri a Cuneo e ieri a Torino, manifestazioni molto significative. Credo che il Consiglio regionale abbia il dovere di prendere delle posizioni.
Le voglio chiedere, Presidente, se non fosse discusso oggi, di rinviare la discussione al massimo a domani o comunque di discuterlo in questa sessione di Consiglio, dando modo eventualmente alla minoranza di presentare altri ordini del giorno sull'argomento, ma entro la giornata di domani mandarlo in votazione.



PRESIDENTE

Propongo di incominciare ad iscrivere l'ordine del giorno sulla liberalizzazione del commercio e quello presentato dal Consigliere Chiezzi.
Dopodiché, quello sulla liberalizzazione del commercio, mi pare si possa portare in votazione domani (è una proposta). Quello, invece, della istituzione di una Commissione di inchiesta, credo che occorrerebbe sentire prima la relazione...



(Intervento di alcuni Consiglieri, che parlano fuori microfono)



PRESIDENTE

Adesso interverrà la Consigliera Spagnuolo. Vi chiedo solo di poterli iscrivere, perché ci siamo impegnati, gli Assessori sono disponibili a svolgere due relazioni.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Se posso intervenire in un clima di serenità, vorrei dire che, dato che questo ordine del giorno non era stato preannunciato, noi oggi abbiamo iscritto e votato degli ordini del giorno che erano stati preannunciati per esempio quello sull'osservatorio degli anziani. Questo ordine del giorno non è stato in alcun modo preannunciato. Noi siamo disponibili ad iscriverlo, se abbiamo l'impegno che verrà discusso in una prossima seduta di Consiglio, che non è quella già convocata in questa tornata, anche perché la materia richiederebbe diversi tipi di approfondimento, anche nei confronti della Giunta.
Questo è un argomento che deve essere iscritto all'o.d.g. con un tempo congruo, Presidente. E' pur vero che ci sono delle manifestazioni, ma comunque la questione non si esaurisce con le manifestazioni di Torino; è una questione in discussione al Parlamento.
Prima di votare l'ordine del giorno, il nostro Gruppo vorrebbe avere ad esempio, un incontro in Commissione con le Associazioni del commercio e l'Assessore competente, per sentire le posizioni delle Associazioni. Perch non ci muoviamo nella logica di acquisire posizioni o benevolenze? Colgo l'occasione di chiederle, Assessore, di farsi promotore di un'audizione in Commissione con le Associazioni del commercio, perch questa è una grande questione di carattere europeo, di carattere economico che attiene a delle categorie, quindi non è materia sulla quale ci debbono essere, non dico delle improvvisazioni, ma delle accelerazioni.
Atteso che oggi ci sono queste manifestazioni ed altre ce ne saranno che non ci sono delle scadenze, perché la legge ha dei tempi che possono essere medi, che la discussione è appena cominciata, io chiedo di farla con un senso di responsabilità. Approvare degli ordini del giorno semplicemente per dire domani che abbiamo approvato tale ordine del giorno, mi sembra di scrivere alla captatio benevolentia, della quale, per la verità, queste categorie non hanno bisogno perché hanno dimostrato che al momento opportuno votano e si esprimono con una serie di valutazioni che non attengono a posizioni che possono essere improvvisate. Questo lo dico con rispetto di tutte le posizioni che vengono portate avanti e, per carità, a maggior ragione delle posizioni che sono espresse in questo documento che peraltro, Presidente, noi non abbiamo visto, che non conosciamo e sul quale per poterci anche attestare dovremmo fare degli approfondimenti.
Noi abbiamo visto, per esempio, che la Confcommercio del Piemonte è passata - l'Assessore non potrà non darmene atto - nell'arco di 48 ore da prime dichiarazioni favorevoli fino a bruciare in piazza le licenze. Voglio quindi dire che posizioni che anche dal loro punto di vista devono essere approfondite, evidentemente ci sono.
Non possiamo votare un ordine del giorno così, a prescindere dal fatto che ci sono stati dei precedenti, che voglio richiamare all'attenzione del Presidente Picchioni, nei quali assolutamente si è dato tempo alla maggioranza di presentare un suo ordine del giorno. Non lo dico rimproverando, dico solo che io mi sono alzata, il Presidente si ricorderà e ho detto "qualora avvenga la stessa fattispecie per le opposizioni ci verrà dato tempo per presentare dei documenti", ma anche solo per attestarci rispetto al documento presentato è necessario conoscere tutta una serie di questioni che non si possono conoscere nell'arco di 24 ore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Io davvero non capisco questa necessità: di essere assolutamente inerti e immobili di fronte a un disegno di legge che è talmente chiaro nei suoi intendimenti e nei suoi contenuti che mi sembra incredibile che il Consiglio regionale, dopo ancora che le categorie hanno dimostrato la totale avversità e sono scese in piazza praticamente in tutta Italia, debba addirittura consultare le parti, quasi fossimo incapaci di intendere e di volere e quindi di non saper leggere un testo di legge! Pare che con questo disegno di legge, collega Spagnuolo, vengano abolite - e non mi pare di dover aspettare le categorie da consultare che ce lo vengano a chiedere o dire - le licenze commerciali! Non solo vengono abolite quelle, ma vengono aboliti anche i requisiti dei preposti alla vendita! Ci troveremo cioè dei commercianti che ci venderanno dei prodotti senza alcuno specifico requisito di conoscenza.
Sulla questione degli orari poi la situazione è ancora più drammatica! Le attività commerciali, che sono quasi tutte esercitate da imprese famigliari, si troveranno addirittura a dover fare i conti con l'allungamento delle giornate di lavoro!



CAVALIERE Pasquale

Presidente, ma sta facendo un comizio!



SALERNO Roberto

Cerca di avere un po' di rispetto, Cavaliere! Sto parlando io! Cerca di avere un po' di rispetto per gli altri, in questo caso per me lasciandomi finire l'intervento!



PRESIDENTE

Prosegua, Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Mi chiedo per quale motivo il Consiglio regionale non debba essere investito di un problema che oggi è sul tappeto! Io posso capire l'opportunità di aspettare, entro domani, un altro ordine del giorno della minoranza. Direi di fissare alla prossima seduta del Consiglio la votazione di questo ordine del giorno, signor Presidente. Non credo che il Consiglio regionale possa pronunciarsi mesi dopo rispetto a gravi situazioni sul campo come questa!



PRESIDENTE

Io credo che si possa, se ci saranno i voti necessari, iscrivere questo documento.
Per quanto riguarda la calendarizzazione, dato che oggi la giornata è piena in quanto ci siamo impegnati ad avere la risposta a due interpellanze importanti, sarà la prossima Conferenza dei Capigruppo a decidere.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Credo che l'urgenza dichiarata dal Consigliere Salerno davvero non esista, perché io pur appartenendo a un Gruppo dell'opposizione (vorrei che l'Assessore mi prestasse un attimo di attenzione, il collega Salerno è sempre attento a far rispettare il silenzio assoluto quando lui parla e poi disturba) non considero che la nostra Regione, e lo dico - ripeto - pur appartenendo ad un Gruppo di opposizione - si possa definire Regione inerte e immobile, e l'ha ripetuto per ben due volte il Consigliere Salerno.
Riconosco invece, pur con le critiche che noi puntualmente facciamo che la Giunta e l'Assessore su questa questione non siano immobili e inerti, per cui l'urgenza di un dibattito politico certamente esiste...



SALERNO Roberto

Allora discutiamolo! Perché non volete discutere?



BORTOLIN Silvana

L'urgenza e la necessità di discutere devono anche essere accompagnate dalla possibilità di tutti i Consiglieri di potersi esprimere e quindi ad un'iscrizione corretta dell'argomento all'o.d.g. del Consiglio regionale ma mi pare che il Presidente abbia già sottolineato questa volontà.
Io voglio solo ricordare al Consigliere Salerno che non deve parlare per tutta la categoria, per tutti i commercianti del Piemonte! Parli per quelli che lui conosce e per quelli che le associazioni a lui vicine organizzano.
Non più tardi di ieri, da indagini portate avanti da associazioni di categoria sono emerse invece percentuali rilevanti di consenso rispetto ad una parte della posizione e del decreto governativo.
Da questo punto di vista, dato che in piazza sono state bruciate solo le copie delle licenze come atto dimostrativo e non assolutamente le licenze, vi è la necessità che il Consiglio regionale discuta anche rispetto al resto della presenza...
SALERNO Ma non si possono prendere in giro i commercianti così! E' una presa in giro dei commercianti!



PRESIDENTE

Mi pare di cogliere che questo ordine del giorno non possa essere discusso oggi.



BORTOLIN Silvana

Mi scusi, Presidente, ma io vorrei concludere l'intervento.
Dicevo che c'è la necessità certamente di ragionare anche rispetto alla nostra presenza nell'ambito dell'Europa e dell'adeguamento degli orari e dell'organizzazione del commercio in questo contesto.
La Regione Piemonte, prima della conclusione del mandato precedente, ha approvato una legge, che è operante, che prevede il contributo ai Comuni per la formulazione, la predisposizione, l'approvazione di piani regolatori dei tempi, e in particolare...
Io mi fermo perché dato che è un argomento che interessa almeno all'Assessore al commercio, desidererei che ascoltasse, visto che non ha il dono dell'ubiquità per ascoltare più persone.
Dunque, il problema è che dobbiamo contestualmente - Assessore, mi rivolgo direttamente a lei - avere la lettura di ciò che è stato fatto da parte della Regione per l'adeguamento degli orari, anche in relazione alla legge regionale vigente (peraltro i finanziamenti su questa legge ci sono) e a ciò che i Comuni in questa direzione hanno fatto.
Io credo che abbia forte attinenza la predisposizione del piano regolatore dei tempi per quanto riguarda la qualità della vita e la vivibilità delle nostre città in relazione al provvedimento governativo che è oggetto di discussione anche nella nostra Regione, non parlo di Consiglio.



PRESIDENTE

Dobbiamo ancora valutare se iscrivere o meno, non interveniamo nel merito.



(Il Consigliere Cavaliere chiede la parola)



PRESIDENTE

Lei ha diritto alla parola nei tempi ...
Intende parlare su questi argomenti? La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io sono calmissimo. Sull'argomento volevo dire che non si può fare demagogia spicciola in questa maniera, perché gli argomenti del Consiglio sono stati stabiliti ...



PRESIDENTE

Voglio solo ricordare che c'è l'impegno a dare una risposta su due interrogazioni ritenute molto importanti da parte dell'Assessore Burzi e da parte degli Assessori Vaglio e Cavallera. Se lei sta in termini assolutamente concisi la ringrazio.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, avrei già finito. Direi che facendo così lei innervosisce le persone.
La tua posizione collega Salerno è demagogica perché l'ordine del giorno è stato stabilito nella Conferenza dei Capigruppo, dove sono stati stabiliti che venivano discussi, come avviene in tutte le Conferenze dei Capigruppo. Ogni gruppo ha diversi ordini del giorno che ritiene importantissimi e ognuno potrebbe alzarsi e dirlo. Il mio Gruppo ha presentato venti ordini del giorno che giacciono anche da 8 o 9 mesi decidiamo, la prossima Conferenza dei Capigruppo, se seguiremo un ordine cronologico, se per importanza votato a maggioranza o per sorteggio...



PRESIDENTE

La prego di concludere il suo intervento perché dobbiamo porre in votazione.



(Commenti dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Le ho chiesto di concludere con una certa concisione il suo intervento perché dobbiamo chiedere all'assemblea se vuole calendarizzare o meno questi...



CAVALIERE Pasquale

Se mi vuole anche scrivere gli interventi io dico cosa vuole lei.



PRESIDENTE

Concluda il suo intervento.



CAVALIERE Pasquale

Ho concluso, Presidente.



PRESIDENTE

Poniamo in votazione per l'iscrizione l'ordine del giorno...



(Proteste dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Siamo semplicemente sul punto se iscriverli o meno per la continuazione dei lavori.



(Proteste da parte del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, care colleghe e cari colleghi, non mettiamoci reciprocamente in difficoltà, nel senso che io ho appena dichiarato che sull'iscrizione all'ordine del giorno, anche di ordini del giorno che non erano stati preannunciati perché possono nascere anche successivamente, il mio Gruppo è intenzionato a votare sempre a favore di questo accesso. Per se questo accesso diventa anche la decisione di votare immediatamente quell'ordine del giorno allora la questione cambia.
Se si chiarisce che c'è la volontà di iscrivere all'ordine del giorno ma non di discutere, un ordine del giorno sul commercio noi vogliamo votare a favore dell'iscrizione, così come speriamo che i colleghi voteranno a favore dell'iscrizione all'ordine del giorno dell'istituzione della Commissione di inchiesta. Si dice solo che c'è un gradimento che quest'aula possa acquisire anche ordini del giorno non concordati o comunque di cui a un certo punto un Gruppo dice "è urgente almeno iscriverlo": se viceversa non si chiarisce questo elemento, cioè si intende inserire obbligatoriamente uno di questi ordini del giorno non concordati come elemento da discutere e da votare, allora si cambia anche la natura dell'iscrizione e il giudizio del nostro gruppo può cambiare.
Non vorremmo cambiasse, nel senso che un ordine del giorno non concordato tra tutti può accedere certo, ma per un giudizio di tutti: non si fa la forzatura di maggioranza di chiederne poi la votazione, altrimenti la forzatura diventa sull'iscrizione e sull'iscrizione ci dividiamo. Io però vorrei essere tolto da questo imbarazzo.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Ghiglia, il primo firmatario Salerno aveva chiesto la cortesia all'assemblea di iscrivere...



(Proteste del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Cerchiamo di razionalizzare i lavori.
Si è chiesto di iscrivere questo ordine del giorno e di portarlo in votazione successivamente. Da un punto di vista pratico è la stessa cosa che si voti oggi o si prenda atto con il protocollo perché questo stesso ordine del giorno è già stato dallo stesso primo firmatario richiesto che non venga passato alla votazione, perciò è ininfluente.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Presidente, mi spiace dovere intervenire perché stiamo intervenendo un po' tutti, secondo me, in maniera impropria. Io vorrei fare una distinzione ed è una questione da dirimere ai Capigruppo. Da sempre quando ordini del giorno presentano caratteristiche di attualità o di urgenza è sempre stato un patto non scritto che non immediatamente, ma in un arco temporale per cui questi ordini del giorno non vadano a perdere di attualità vengano votati. E' sempre stato fatto e su ogni richiesta che proviene solitamente o il maggior numero delle volte da parte delle minoranze. Il Consigliere Salerno aveva chiesto che andasse in votazione stasera e ci rendiamo conto che non è possibile.
Domani potrebbe anche essere presto, però se anche volessimo passare i Capigruppo non si può negare la possibilità di un ordine del giorno che ha una sua attualità, altrimenti ci troveremo costretti in futuro per puro spirito - ma non credo debba essere questo lo spirito che ci debba animare tutti a dire sempre no quando altri colleghi solleveranno dei problemi di stringente attualità. Non sta neanche in piedi il fatto di dire "consultiamo le categorie su un ordine del giorno", perché da sempre un ordine del giorno può anche essere la testimonianza di una legittima posizione politica di impostazione culturale o di principio.
Dopodiché va benissimo non votarlo oggi, può anche andar bene non votarlo domani, però noi a questo punto ai Capigruppo chiederemo con fermezza che venga inserito all'o.d.g. della prossima volta, chiedendo poi anche eventualmente, per la sua attualità, l'inversione dell'o.d.g., perch credo che questo stia nel gioco corretto delle regole o nelle regole corrette del gioco.



CAVALIERE Pasquale

Convochiamo la Commissione Regolamento.



PRESIDENTE

Non ne vedo la motivazione. Porrei in votazione l'iscrizione, con l'intesa che non se ne discute oggi.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Tra l'altro, probabilmente sono più attratto dal Consigliere Cavaliere.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Siamo preoccupati di questa attrazione fatale, Presidente, perch potrebbe essere un'altra monaca di Monza che risponde al sorriso accattivante di Egidio: non comprendiamo più...



PRESIDENTE

In senso politico-culturale!



RIBA Lido

Tra l'altro, mi trovo anche a mio agio rispetto al suo modo più bonario di presiedere e di cercare di dirimere secondo un'idea di collegio immediatamente giudicante su quel che si può fare e si è ritenuto più o meno opportuno.
In parte se n'è già parlato, e la mia collega Bortolin ha già espresso alcune considerazioni di merito, come l'urgenza segnalata richiedeva.
Io ritengo che se la maggioranza vuole fare un po' di auto ostruzionismo, utilizzando gli argomenti che conseguono all'iniziativa nazionale del Governo, ciò da parte nostra richiede un'adesione.
Peraltro, rispetto a questa marcia dei commercianti, a differenza del mio collega Casoni, provo un po' di disagio per essere entrambi appartenenti alla Provincia che dà i natali a questo tipo di iniziativa.
Ciò non tanto perché l'iniziativa non sia in sé brillante, ma perché, come abbiamo visto tutti, il 60% dei commercianti invece ha un atteggiamento favorevole alla posizione assunta dal Governo.
Però, ha ragione il Consigliere Ghiglia su questo punto, cioè se ci sono questioni che riguardano in modo significativo modalità importanti di organizzazione degli interessi, modalità di definizione di questioni che riguardano interessi di vaste categorie - e questo certamente è un argomento di questa natura - è bene che il Consiglio regionale, come faceva sin dai suoi esordi negli anni '70, sia messo in condizione di poterne discutere e di poterne discutere positivamente.
Da questo punto di vista, considero opportuno che non si sia preteso di discuterlo oggi o domani, perché non è una questione che perde la sua attualità fra una settimana; possiamo dunque portarla alla Conferenza dei Capigruppo, per dare lì la definizione cronologica degli argomenti da trattare sotto forma di ordini del giorno.
Quella è la sede giusta. L'argomento ci trova disponibili e attrezzati per discuterne; il Consiglio regionale può certamente svolgere una funzione utile affrontando il problema, però adesso ho chiesto di parlare perché era già la seconda o terza volta che si concludevano questioni sulle quali c'era stata una sostanziale discussione preliminare e volevo esprimere queste considerazioni. Se come hanno detto anche i colleghi di AN si è disponibili a discuterne nella Conferenza dei Capigruppo per l'iscrizione in una delle prossime sedute, per me va bene cercare di far posto pure a questo argomento, unitamente ad altri ordini del giorno (anche nostri) che hanno bisogno di essere iscritti.
Voglio concludere, Presidente, dicendo che a questo punto non è più necessaria l'iscrizione all'o.d.g. di stasera, proprio per la procedura nel senso che il documento è depositato, è presentato e verrà inserito sulla base delle decisioni della Conferenza dei Capigruppo: non ha bisogno di questa discussione, non essendo pretesa nell'ambito di questa seduta di Consiglio.
In questo modo, agiamo anche in coerenza con il nostro Regolamento: non credo di far torto alle posizioni dei colleghi di AN, che hanno qui richiamato l'importanza che danno ad un loro ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Per brevità, devo dire che concordo con quanto testé richiamato anche dal collega Riba.
Noi siamo più che disponibili a discutere a tempi brevissimi di tale questione, perché è molto importante. Tuttavia questa sera non ci sembrava e non ci sembra congrua l'iscrizione all'o.d.g. di questo documento.
Converremo quanto prima il percorso da seguire nella Conferenza dei Capigruppo, perché votare contro l'iscrizione assumerebbe una valenza politica che peraltro non vogliamo assumere.
Quindi possiamo prendere una decisione anche domani mattina, nella sede della Conferenza dei Capigruppo o quando lei vorrà convocare una Conferenza dei Capigruppo, in modo da concordare un percorso a breve.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



(Commenti del Consigliere Riba)



CAVALIERE Pasquale

Io e il Presidente Deorsola abbiamo una concezione molto, molto rigida del Regolamento e quindi abbiamo una grande sintonia sulla questione del Regolamento.
Credo sia ragionevole ciò che poneva adesso la collega Spagnuolo, nel senso che potremo valutare in sede di Conferenza dei Capigruppo le urgenze rivendicate dal collega Ghiglia.
Ciò dichiarandoci disponibilissimi a prenderle in considerazione, così come speriamo abbiano altrettanta disponibilità gli altri Gruppi nei nostri confronti, cosa che non ha dimostrato la maggioranza questa mattina.
Infatti, l'urgenza di discutere della questione della montagna e dell'Assessore Vaglio - come avete visto - è ben grave per i problemi posti; tuttavia, la maggioranza non ha ritenuto di dover procedere, a fronte di un'interpellanza sottoscritta da numerosi Gruppi.
Non credo che si possano avere due pesi e due misure anche su questo.



PRESIDENTE

Grazie per gli interventi. Dalla discussione si evince chiaramente che gli ordini del giorno non potrebbero avere i 40 voti necessari e comunque l'ora e gli impegni già assunti...



SAITTA Antonino

Ci sono, ma non è opportuno.



CAVALIERE Pasquale

Non è opportuno.



PRESIDENTE

Allora, se ci sono, li iscriviamo, e verranno calendarizzati successivamente.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Comunque, io non li metto in votazione.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordine del giorno n. 648 relativo a "Conferenza regionale sui diritti dei minori per un piano regionale dell'infanzia"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'approvazione dell'ordine del giorno n. 648 dei Consiglieri Benso, Bortolin, Casari, Cotto, Manica, Minervini, Simonetti Spagnuolo, Suino, iscritto all'o.d.g. nella seduta odierna, il cui testo recita: "Le quotidiane drammatiche notizie di violenze ed abusi sui minori sono solo la punta dell'iceberg di una più complessiva e profonda situazione di negazione dei diritti dell'infanzia".
Le statistiche ci consegnano dati preoccupanti: ogni giorno un minore subisce violenza sessuale, otto subiscono maltrattamenti, quattro/cinque sono vittime di infortuni sul lavoro, uno si suicida, tre tentano il suicidio, cinquantaquattro abbandonano la scuola (dati del Telefono Azzurro).
Il fenomeno è particolarmente grave ed accentuato in alcune parti del Sud del Paese, ma anche nelle grandi regioni del Nord, nella regione Piemonte esiste una realtà che richiede di intervenire senza indugio a partire dalle istituzioni.
Pertanto il Consiglio regionale del Piemonte esprime la propria viva preoccupazione e condanna nei confronti degli atti e della cultura di violenza verso i minori si impegna e sollecita la Giunta regionale elaborare un piano per l'infanzia, sollecitando ad operare in tal senso il Parlamento ad approvare importanti leggi regionali quali: l'informazione e l'educazione sessuale nelle scuole, il sostegno all'impegno di cura e alle famiglie, il Piano Socio assistenziale regionale, rilanciando e finanziando, in particolare, il progetto obiettivo materno-infantile ed i Servizi ad esso connessi ad applicare la legge nazionale 28 agosto 1997, n. 285 "Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza ad attivarsi in tal senso in previsione della Conferenza regionale sui diritti dei minori per un Piano regionale sull'infanzia promosso per i primi mesi del 1998 dalla Consulta regionale delle Elette".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.


Argomento: Università

Esame ordine del giorno n. 691 relativo a "Riconoscimento dei diplomi universitari per l'esercizio della libera professione"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 691 dei Consiglieri Foco, Saitta Riba, Vaglio, Montabone, Spagnuolo, cavaliere, Casari, Dutto, Chiezzi Casoni, Rubatto, Gallarini, Angeleri, Cotto, iscritto all'o.d.g. nella seduta odierna, il cui testo recita: "Premesso che con legge n. 341 del 19/1/1990 vennero istituiti, tra gli altri titoli, i diplomi universitari che l'istituzione di tali corsi di diploma ha trovato favorevole riscontro tra gli studenti che hanno potuto avvalersi di questa presenza che pertanto ha acquisito sempre maggiore rilevanza sul tessuto sociale produttivo ed occupazionale dell'intero territorio regionale che tale positiva situazione è ampiamente riscontrabile anche dal numero degli iscritti ai corsi constatato che a fronte di tale positiva evoluzione emergono gravi ostacoli e limiti per il mancato riconoscimento da parte dello Stato italiano dell'esercizio delle professioni correlate a tali diplomi a differenza di quanto accaduto in altri Stati dell'Unione Europea che tale mancato riconoscimento rappresenta una grave discriminazione creando altresì la paradossale situazione secondo la quale un diplomato tecnico di un Paese europeo può esercitare la libera professione in Italia mentre un analogo profilo italiano non può esercitare né in Italia n all'estero che con legge 127/97 (Bassanini 2) è stata rinviata agli accordi di comparto della funzione pubblica la regolamentazione degli accessi ai pubblici concorsi il Consiglio regionale chiede ai competenti Ministeri e al Governo l'emanazione di norme che pongano fine all'attuale situazione discriminatoria mediante il riconoscimento dei diplomi per l'esercizio della libera professione propone alla Giunta regionale di intervenire presso la funzione pubblica per validare ai fini concorsuali i diplomi universitari".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1449 del Consigliere Chiezzi inerente a "Acquisto sede di Medio credito"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 1449, presentata dal Consigliere Chiezzi.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

L'acquisto di questo stabile di Piazza Solferino ha alcune caratteristiche preoccupanti e anche alcune cose curiose. Tra le cose curiose c'è il fatto che - sulla base degli atti che si possono leggere la Giunta regionale ha proceduto all'acquisto, per una cifra di circa 14 miliardi attualizzata, di uno stabile in Piazza Solferino. Uno stabile aulico, ricco di elementi decorativi sia di carattere artificiale colonne, capitelli - sia di carattere naturale, piante di alto fusto; un piccolo e bello palazzo nobiliare.
Il tutto in due mesi. C'è un'altra cosa preoccupante. Quando la Giunta regionale ha chiesto agli uffici di fare una perizia, la perizia degli uffici chiarisce, nelle primissime pagine che, leggo testualmente: "risulta arduo individuare il più probabile valore di mercato su basi comparative facendo cioè riferimento a recenti trasferimenti di beni similari, poich anche in relazione all'attuale contingenza economica trasferimenti del genere nella zona di riferimento non risulta ne siano avvenuti, quanto meno nel recente periodo, dichiara l'impossibilità di comparare il valore di questo bene con altri valori analoghi compravenduti in questo periodo." Inoltre aggiunge: "...anche esistesse quella informazione di mercato (che non esiste) come è noto (ma è noto a tutti, evidentemente non alla Giunta regionale) fra l'offerta di vendita e il prezzo effettivamente pattuito possono manifestarsi scostamenti anche di apprezzabile entità." Quindi gli uffici avvertono la Giunta che il bene non è comparabile e se anche lo fosse gli scostamenti in quella zona, per quel tipo di fabbricato, tra cosa si chiede e cosa si dà, sono talmente aleatori che anche quella comparazione potrebbe risultare inesatta.
Prima osservazione è la seguente: una Giunta che cerca di spendere in modo oculato il denaro pubblico dovrebbe, di fronte ad una perizia che inizia in questo modo, fermarsi, perché sta cercando di comperare un bene per il quale la cifra non è congrua anche rispetto alle leggi di mercato.
Una Giunta dovrebbe fermarsi, la nostra Giunta non si è fermata! Entrando nell'ipotesi di una Giunta che non si ferma, tutti ci domandiamo il perché si vuole comunque procedere all'acquisto di quel palazzo e non di un altro. Come mai si è proprio innamorati di questo palazzo? E' l'unico palazzo esistente? Sono gli unici uffici esistenti? Ammesso di fare questo, prudenza del buon padre di famiglia richiederebbe che le stime fossero più di una e da parte di più soggetti sia pubblici che privati e anche da parte di soggetti più vicini o meno vicini alla realtà territoriale. Tutto questo in modo da avere un incrocio di perizie di soggetti diversi, anche con criteri diversi, per riuscire a confinare, entro uno spazio economico il più ristretto possibile, il valore del bene. In poche parole, di essere sicuri di spendere il denaro oculatamente. Invece la Giunta, tranquillamente, riceve una sola stima con quanto detto e sulla base di questa sola stima acquista il palazzo. Cosa acquista e quanto paga? Acquista un palazzo - a cinque milioni e trecentomila al metro quadro poi abbattuto fino a circa cinque milioni - e la stima definisce che di questi cinque milioni metà sono di suolo e metà di costruzione. Quindi mette metà del valore nel suolo. Sempre in questa stima, sulla base dei cinque milioni e trecentomila al metro quadro, a conti fatti risulta che se noi considerassimo la cifra pagata divisa per gli uffici veri, non per le cantine e le soffitte, ma il primo e il secondo piano, noi veniamo a pagare quella costruzione sette milioni al metro quadro. Prezzo diviso per i metri quadri, perché la cantina e la soffitta non vengono utilizzati. Sette milioni al metro quadro è una bella cifra da pagare nel momento in cui non si ha una comparazione! Oltre a questo cosa compriamo? Compriamo per circa 680 milioni di giardino. Spesa che di sicuro penso non rientri in una gestione oculata delle risorse pubbliche per acquisire uffici, anche volendo acquisirli.
Ci siamo "imbarcati" nell'acquisto di un bene fuori mercato. Ma questo è legittimo? Noi abbiamo presentato l'esposto alla Corte dei Conti perch riteniamo che questo non sia un atteggiamento da pubblico amministratore: lavora con i soldi degli altri e con i soldi degli altri non si compra un bene nel centro storico di carattere aulico fuori mercato, spendendo i soldi perché intanto non sono suoi. I soldi sono della collettività e pertanto li devo usare in modo molto oculato.
Pertanto - ripeto - abbiamo presentato l'esposto.
L'altro elemento riguarda il costo dell'area. Chiedo all'Assessore Burzi, quando la perizia di stima dice che metà del costo al metro quadro ovvero dei cinque milioni, è il valore dell'area, a che area si riferisce? Questa è la domanda centrale del mio intervento. A che aree si riferisce? Il Valore al metro quadro sono cinque milioni, metà è area. Quale area? E' fondamentale sapere a quale area si riferisce, perché devo sapere quale bene acquisto con quella cifra; si dice che l'area è due milioni e mezzo al metro quadro, ma quale area? Chiederei preliminarmente questa risposta.
Questi sette milioni al metro quadrato, in realtà di quegli uffici belli, sono sette milioni che probabilmente non bastano a rendere agibile utilizzabile l'edificio. Chi ha fatto insieme a me il sopralluogo avrà potuto vedere che di certo sette milioni al metro quadro non comprendono un pavimento che non esiste. In quell'edificio, tutti i piani che abbiamo visitato, metaforicamente sono "senza pavimento" e con il solaio; è un edificio dotato di solaio, ma non di pavimenti! In quanto non penso che in un ufficio possa essere utilizzato un pavimento dotato di una vecchia moquette piena di "bòje": sicuramente va tolta.
Quindi, per rendere agibile, anche dal punto di vista igienico, questo edificio senza pavimento bisognerà provvedere: tremila metri quadrati di pavimento - per brutto che sia, ma dobbiamo mettere un pavimento scadente in un edificio di questo genere? No. - comportano un costo di uno, due o tre miliardi.
Poi abbiamo visto anche gli impianti elettrici, messi, tolti, un po' ci sono, un po' mancano. L'impianto elettrico, se è da rifare, e sarà da rifare perché le esigenze dell'organizzazione degli uffici regionali non è l'esigenza dell'organizzazione degli uffici precedenti, bisognerà rifare l'impianto elettrico e metterlo a norma.
Poi ci sono altri punti interrogativi, parliamo dell'abitabilità; i vigili del fuoco hanno concesso il nullaosta? L'impianto elettrico è a norma? L'impianto termico è a norma? E' vero o non è vero, ci hanno fatto vedere un cassone, un archivio mobile, che trasferisce chissà cosa da un piano all'altro: tutto ciò non dà problemi con i Vigili del Fuoco, non è una gigantesca canna fumaria, contro ogni normativa? Eppure si tratta di un archivio che forse è stato, addirittura, contabilizzato e pagato. Tutto quest'insieme di elementi è sorretto dal dubbio esplicito e inequivoco degli Uffici, che fermano, in pratica, un'attività di questo genere, che poi comunque prosegue visto che l'incarico dell'Ufficio si ferma alla stima. Stima che, come vedete, lascia molto perplessi da tutti i punti di vista: cifra globale, stato dell'edificio, cifra pagata per ciascun elemento, cifra pagata per l'area.
La mia illustrazione ha voluto sottolineare i punti più salienti delle nostre perplessità; da ciò possono derivare altri giudizi - quando si è accettato di dire che metà del valore riconosciuto ai metri quadrati del solaio era il costo dell'area: quale area, Assessore Burzi? Dalla risposta dell'Assessore deriveranno altri ragionamenti.
Vorrei ancora chiedere quando e quanto ha pagato l'edificio il venditore attuale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

Mi scuso ancora per non aver potuto rispondere stamattina, ma la presenza contestuale in I Commissione mi ha impedito di aver in mano il relativo modesto plico di documenti.
Peraltro, il Consigliere Chiezzi e altri colleghi ricorderanno che già ci fu una, per quanto veloce, illustrazione in sede di I Commissione, cui mi offrii disponibile, credo proprio su sollecitazione del Consigliere Chiezzi, qualche giorno prima che la Giunta deliberasse.
Ringrazio il Consigliere Chiezzi, la cui illustrazione mi permette una specie di filo conduttore della mia - spero velocissima - replica.
Intanto non si tratta di due mesi, ma cinque.



(Dichiarazione fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

Mi lasci rispondere, poi lei si dichiarerà soddisfatto o insoddisfatto.
Dicevo, cinque mesi; infatti, intorno al mese di luglio, ci fu un colloquio nell'ufficio del Presidente del Consiglio e venni informato, come neo Assessore, che si era - ahimé - interrotta una trattativa, durata parecchi mesi - credo più di un anno e mezzo - che doveva portare all'acquisizione di un immobile di proprietà del Banco di Sicilia.
Partecipai all'incontro e come neo Assessore venni informato che di fronte a un'offerta da parte nostra, al Banco di Sicilia, formalizzata dalla Direzione al patrimonio - mi pare di ricordare, a memoria, circa 8 miliardi e mezzo - il Banco di Sicilia aveva controreplicato che tale proposta non era ritenuta sufficiente, richiedendo una cifra significativamente maggiore, rendendo quindi impossibile la prosecuzione della stessa trattativa.
Venni quindi verbalmente sollecitato dal Presidente del Consiglio, in successione ci furono anche solleciti scritti, a definire urgentemente se esistevano ulteriori possibilità, vista l'urgenza amplificata dalle esigenze del Consiglio, il quale vedeva la trattativa del Banco di Sicilia resa impossibilitata.
Nei giorni successivi, non ricordo con quale tramite, venimmo a conoscenza della disponibilità da parte della CRT e del Mediocredito dell'immobile in oggetto: qui inizia la vicenda che velocemente ripercorro.
Dunque, da luglio al 27 novembre, data della deliberazione, tenendo pur conto del mese di interruzione estivo, circa 5 mesi. Dopodiché, i tempi non credo abbiano valore, perché se, come credo, la Giunta regionale ha bene operato nell'interesse della collettività, ne dovrebbe derivare un valore di merito per essere stati celeri. Qualora avesse mal operato, un mese diciotto o ventisette sarebbe equivalente. Per nostro conto, crediamo di aver operato benissimo.
La valutazione dell'immobile, la perizia cui anche il Consigliere Chiezzi alludeva un attimo fa, porta il valore complessivo dell'immobile a 12 miliardi 987 milioni: esattamente l'informazione sulla base del quale ci siamo mossi per iniziare una trattativa. Do un'informazione probabilmente imprecisa per rispondere all'ultima parte dell'intervento del collega Chiezzi: so che l'immobile era a valore di libro del Mediocredito e quindi in tal senso acquistato per circa 16 miliardi. Fra l'altro, la perizia di conferimento di tale immobile sui libri contabili del Mediocredito è stata poi utilizzata, per alcuni aspetti, anche in sede valutativa. Non so da chi il Mediocredito l'abbia comprato; volendo, credo ci si possa informare, ma non ho cognizione di tale informazione.
Dalla perizia, cito anche un altro elemento: il valore medio degli immobili in quell'area, data anche l'aleatorietà di mercato esistente in questo periodo, va, se non ricordo male da 4,5 a 6 milioni al mq. Credo sia riportato nelle prime pagine della perizia. Avendo noi una perizia di 4,9 al mq., poiché correttamente, come diceva il Consigliere Chiezzi compriamo diverse componenti di un immobile, come sempre è, per 2199 metri, pari a 10 miliardi e 800 milioni, ovvero la componente assolutamente prioritaria all'interno dei 12 miliardi e 900 milioni complessivi.
Non abbiamo chiesto altre perizie perché 4.900.000 ci sembrava cifra già abbastanza bassa, per non riuscire a chiudere la trattativa, visto che la prima richiesta, a noi formalizzata da parte del Mediocredito è stata di 5 miliardi e 500 milioni. Quindi 12.987.000.000 più un valore di arredi forfaitizzati in 40/50 milioni - valore talmente basso che quindi non è stato neanche evidenziato, che ci porta a circa 13.100.000.000, ovvero esattamente il valore al quale l'immobile è stato comprato. Il valore attualizzato è 13.100.000.000, 14.500.000.000 è quanto la Regione esborserà in 30 mesi. Abbiamo scelto 30 mesi per non indebitare ulteriormente la Regione maturando e quindi per far aggio sulla capacità di indebitamento della Regione, utilizzando il tasso più basso 6,50% che la Regione Piemonte abbia mai utilizzato nella sua storia per indebitarsi.
Nell'ultimo mutuo stabilito nello stesso periodo, di circa 44 miliardi per l'edilizia sanitaria, il tasso che venne pattuito, per 44 miliardi fu di qualche decimo di punto superiore.
Abbiamo quindi pagato 13 miliardi e 100 milioni un immobile che da perizia vale 12 miliardi 897 milioni in un momento di mercato, che io credo tutti i torinesi possano riconoscere non particolarmente vispo, collocato in una posizione strategicamente indispensabile per le vicinanze con Palazzo Lascaris, che è e rimane uno dei due epicentri della vita del Consiglio regionale e della Regione Piemonte. Su questa decisione che ripeto, è stata auspicata dal Consiglio e sulla quale non solo non ci sono perplessità, Consigliere Chiezzi, mentre nelle lettere successive, una del 5 settembre - quella a cui lei allude - una del 7 novembre e una del 14 novembre, ci sono ulteriori informazioni.
In quella del 5 settembre, il Presidente Picchioni, a nome dell'Ufficio di Presidenza, scrive: "Le segnalo pertanto l'assoluta necessità di avviare al più presto le trattative con la proprietà per l'acquisto della palazzina suddetta e dei locali collegati con le attrezzature e gli arredi presenti che ne costituiscono il necessario completamento e che potranno essere molto utili agli uffici del Consiglio regionale". Dice ancora che "l'Ufficio di Presidenza, visitandoli, aveva ricavato un'impressione estremamente positiva e rilevato la rispondenza di tali locali alle più urgenti esigenze di locali del Consiglio regionale." Il 7 novembre, cioè due mesi dopo - per alcuni procediamo troppo celermente, ma per altri i punti di vista sono diversi - fu scritto: "Gentile Assessore, in relazione alla necessità più volte evidenziata nel corso degli ultimi due anni di acquisire nuovi spazi, sottolineiamo che tale esigenza è diventata ormai pressante e improcrastinabile".
Dopo un lungo elenco di esigenze, la lettera conclude: "Per quanto sopra, auspichiamo che le trattative per l'acquisto della palazzina del Medio Credito in Piazza Solferino siano state avviate e proseguano in termini positivi. L'immobile, infatti, risponde all'esigenza di immediato utilizzo, da parte del Consiglio, così come anticipato nella nota del 5." Infine, su mia richiesta specifica, il 14 novembre è aggiunta una serie di voci di costo. Avendo acquistato l'immobile, ed avendolo disponibile l'urgenza è di averlo immediatamente disponibile, e lo è dal giorno successivo all'atto o alla prima fase dell'atto che è stata firmata evidentemente poi sarà il Consiglio nella sua autonomia a decidere quando il trasferimento avverrà, in che modo e in che parti.
Comunque, con una nota del 14/11, si osservava: "Ad integrazione, si evidenziano i costi di locazione che verrebbero a cessare" e in particolare quattro costi: Via S. Teresa 7, Via Arsenale 14, Via Biancamano 4/B, Corso Matteotti n. 12, i siti attualmente in affitto da parte della Regione Piemonte, per complessivi 252 milioni, che sarebbero venuti a cessare qualora si fosse proceduto all'acquisto. In tal senso, quindi, abbiamo proceduto e si ipotizzava anche una serie di ipotesi relative a una distribuzione di uffici regionali per i Gruppi, per l'Ufficio Legislativo il Difensore Civico, CO.RE.RAT., Associazione Consiglieri, nonch Commissioni consiliari e relativi uffici di supporto.
Credo, per la parte riguardante i prezzi, di aver risposto, e anche per quanto riguarda i tempi; c'è ancora l'ultima parte - che è quella che mi vede comprensibilmente meno preparato, anche perché di Ingegnere ho soltanto il titolo di studio e nulla più. C'è una valutazione positiva del 4 settembre del Servizio Sicurezza, Settore Patrimonio, che immagino sia stato il documento che ha permesso poi ai dirigenti del settore di procedere alla analisi di fattibilità dell'acquisto.
Infine, pur sommariamente - mi vorrà scusare di ciò il Consigliere Chiezzi - c'era ancora un appunto che credo possa concludere il mio intervento, che dice: "Disponiamo di certificato di abitabilità e di concessione edilizia dell'immobile con destinazione ad uso uffici disponiamo di certificati di conformità dell'impianto elettrico dell'impianto termico a regola d'arte. Non risulta che nell'immobile ci sia presenza d'amianto" (tra l'altro la tecnica esecutiva del periodo della costruzione dell'edificio ci induce ad escludere che fosse stato utilizzato l'amianto, come componente edile, se non eventualmente in parti trascurabili). Tra l'altro gli ascensori, ancorché da lei non richiesto sono adeguati alla legge 46/90.
Esiste un archivio meccanizzato, come lei dice nell'interpellanza, e la sua descrizione è presente anche nella relazione tecnica accompagnatoria alla richiesta di nulla osta provvisorio ai Vigili; quindi, per il fatto stesso che è presente in questa richiesta, risulta in regola.
La situazione delle soffitte e della cantina è esposta nei certificati di abitabilità e di concessione edilizia. Nel 1985 è stata fatta domanda per il certificato prevenzione incendi e contestualmente è stata avanzata richiesta per nulla osta provvisorio. Tale richiesta era considerata fase procedurale che impediva relativa assunzione; la richiesta di nulla osta provvisorio doveva essere infatti allegata - e così risulta, se è avvenuto alla documentazione da cui risultava che le misure minime erano state ottemperate.
Non ho, ma lo dico come inciso, compreso quale fosse l'espressione che si riferiva all'area, quindi non so rispondervi in tal senso. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Non sono per nulla soddisfatto e non penso che la questione si chiuda così, come diceva l'Assessore Burzi. Intanto è una trattativa di due mesi, perché le stime cominciano a settembre, ma la deliberazione in cui si dice: "la Giunta dà mandato di trattare", è del 6 ottobre.
Questo è il punto: comincia di lì la trattativa; una trattativa che, su un immobile di questo genere, con una stima che inizia dicendo "non siamo in grado di stimare nulla" e dura due mesi e porta a casa 13, 14 miliardi io sostengo, visti i prezzi e il contenuto del bene, che sia stata stranamente precipitosa. Non si chiude una trattativa di due mesi su un immobile così difficile da valutare.
Quindi, su questo sono insoddisfatto.
Sono insoddisfatto, inoltre, sulla copertura che l'Assessore Burzi ha cercato di avere dalle attività del Presidente del Consiglio, Picchioni. E' un tentativo di copertura, perché sappiamo benissimo che gli acquisti li fa la Giunta e li fa per coprire le necessità di Consiglio che non sono state risolte. Allora è chiaro che il Presidente del Consiglio pro-tempore incalza la Giunta perché si dia una soluzione, ma incalza la Giunta all'interno di un quadro di scelte politiche che il Presidente del Consiglio non controlla, perché è la Giunta che decide cosa comprare o non comprare, tant'è - e non è contraddittorio, questo che il Presidente del Consiglio scrive, dicendo: "Va beh, abbiamo saputo che comperate questo almeno sbrigatevi", ma, nello stesso tempo, segnala il fatto che questo acquisto non risolve tutti i problemi.
Questa segnalazione non può essere messa lì come un nulla, perché è la segnalazione di un Presidente che, a valle di una decisione, che non controlla e che deve subire, di parziale sistemazione dei problemi degli uffici, comunque annota, anche in quella fase in cui deve dire: "Va bene fate alla svelta", che non era sufficiente.
E questo, per un componente dell'opposizione del Consiglio è importante, perché anche il vostro Presidente del Consiglio, eletto da voi vi aveva segnalato che stavate facendo un acquisto oneroso e non sufficiente a risolvere i problemi. E' stato un allarme che non avete colto.
Nulla ha detto, poi, l'Assessore sulle opere che bisogna effettuare prima di entrare in questo stabile, perché guarderemo bene che non si utilizzi senza che sia in perfetto ordine, da tutti i punti di vista.
In ultimo, sono un po' sconcertato dal fatto che non si sappia cosa si è comperato. Perché - ed è per questo che confermo la richiesta di una Commissione di inchiesta - l'Assessore non l'ha ripetuto, ma, se guardate la perizia, riguardo ad esempio al fabbricato bello, quello aulico su Piazza Solferino, si dice che vale 5 milioni al metro quadrato. Cinque milioni al metro quadrato, dei quali due milioni e mezzo sono il costo dell'area. Verifico che l'Assessore Burzi non sa cosa ha comprato, perch ha detto di non sapere qual è l'area.
Il costo dell'area è di due milioni e mezzo al metro quadrato, ma quale area? Si possono fare parecchi ragionamenti, io ne suggerisco due.
Qual è l'area riferita ai due milioni e mezzo al metro quadrato? L'area è quella sotto l'edificio (prima ipotesi). Siccome, cioè, per tutti i piani dell'edificio, su tutti i metri quadrati, si dice che per ognuno di quei metri quadrati, di quei cinque milioni, due milioni e mezzo derivano dall'area, posso pensare che quell'area è quella che sta sotto l'edificio.
Se è così, sapete quanto abbiamo pagato l'area che sta sotto l'edificio solo l'area, il terriccio? Sette milioni al metro quadrato! Per un Gruppo che ha contestato l'acquisto dell'Università dall'Italgas, per 400 mila lire al metro quadrato, di un terreno occupato da una discarica industriale, cosa dovrei fare per una Regione che acquista il terreno a 7 milioni a metro quadro, Presidente Ghigo? Ripeto: 7 milioni! Potrebbe l'area non essere questa, Assessore Burzi; potrebbe essere tutta, riferendo cioè a 2,5 milioni a metro quadrato costruito potreste dire: "questa è tutta l'area". Se fosse tutta l'area, quindi giardino e tutto il resto (quello che sta sotto le case e le piante), l'avreste pagato comunque 2,5 milioni a metro quadro. E' sempre un bel pagare ed è sempre un bel pagare se voi mi dite che avete trattato per due mesetti, Presidente Ghigo! Avete trattato per due mesetti per comperare a 2,5 milioni a metro quadrato l'area, se è tutta, per questo chiedevo di capire. Ma se è tutta cari colleghi e Presidente Ghigo, se in quei due milioni e mezzo io ho pagato tutta l'area, come mai ci sono porzioni di area che pago due volte? Ricomincio da capo. Se il costo riconosciuto per l'area è riferito a tutta l'area, come mai quando considero il giardino la pago due volte? Ma se l'ho già pagata! Se mi è già costata 2,5 milioni a metro quadro, perch devo aggiungere una nuova cifra per comprare un'area che ho già acquistato? E aggiungi un altro milione! Per il giardino, a quel punto, aggiungi un milione a metro quadro, e lo stesso per il parcheggio scoperto. Il parcheggio scoperto costa. Ma se è l'area che incorporata nei metri quadrati fa 2,5 milioni a metro quadrato l'ho già pagata una volta quell'area lì! Perché aggiungo un altro milione? Allora non è tutta l'area! Torniamo da capo. Allora se non è tutta l'area, è quella sotto il fabbricato, ma se è quella sotto il fabbricato son 7 milioni a metro quadro! Ma 7 milioni a metro quadro bisognerebbe discuterli un tantino di più! Non solo per due mesi perché nelle trattative immobiliari sappiamo che i mesi sono i giorni, può andare avanti un anno, un anno e mezzo, due anni gli immobili si mettono in vendita e si vendono dopo dieci anni! E un immobile di quel genere, Presidente Ghigo, un immobile così bello, così aulico, così difficile, in una zona così pregiata e in una situazione di mercato piatta e così difficile da utilizzare, perché non penso che se la Corte dei Conti mi darà ragione, Burzi e Ghigo faranno la loro suite lì dentro, sarà difficile, quindi è difficile da utilizzare, fuori mercato anche per il venditore, allora considerate tutte queste cose dire che "in due mesi abbiamo chiuso, loro han chiesto 16 e noi gliene abbiamo dati 13" è da faciloni, perlomeno! Allora, dato che l'Assessore non ha risposto alla questione di come sono stati fatti i conti, io alla buona ho fatto dei ragionamenti che possono essere giusti o sbagliati, a questo punto completamente insoddisfatto e mentre continuo a cercar di capirne qualcosa di più di questo acquisto, confermo la richiesta di spendere qualche ora del nostro tempo per verificare questa vicenda attraverso una Commissione d'indagine.
Commissione d'indagine, Presidente del Consiglio, che io chiederei avesse anche i poteri di accertare questo valore di stima in altre forme, la possibilità di sentire esperti e comparazioni di vario tipo su un tema che gli stessi nostri uffici che secondo me avete messo in una gravissima difficoltà - gravissima! - e si vede leggendo ciò che hanno scritto, che i nostri uffici hanno dipanato secondo il loro punto di vista, che in una situazione di oggetto privo di mercato deve essere accompagnato da altri punti di vista perché loro stessi sostanzialmente dicono "guardate che per questi beni si dice un valore, ma poi viene compravenduto anche a notevole distanza, in alto o in basso", perché questo immobile poteva essere venduto a venti miliardi, ma poteva magari anche essere venduto a otto! Questo è il problema, noi non l'abbiamo confinato! Abbiamo agito in modo molto superficiale e fare questo coi soldi pubblici non è bene e noi speriamo che la Corte dei Conti ci risponda.
Quindi io chiederei adesso, Presidente, visto che abbiamo discusso, se è possibile inserire questo ordine del giorno, altrimenti lo votiamo un'altra volta, magari domani mattina, non lo so, dica lei Presidente se oggi o domani.



PRESIDENTE

Registriamo la sua insoddisfazione in merito alla risposta.
Passiamo ora alla risposta...



CHIEZZI Giuseppe

E l'ordine del giorno, Presidente?



PRESIDENTE

Gli ordini del giorno non li abbiamo in votazione: insieme a quello sul commercio andrà alla prossima riunione della Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanze n. 1753, a firma dei Consiglieri Cotto, Angeleri, Rubatto Minervini, Gallarini e Casari; n. 1750 dei Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea e Simonetti; n. 1757 dei Consiglieri Riba, Foco, Marengo, Manica Suino, Riggio, Miglietti, Bertoli, Spagnuolo e Montabone, in merito all'ACNA di Cengio.


PRESIDENTE

Passiamo ora alle interpellanze n. 1753, a firma dei Consiglieri Cotto Angeleri, Rubatto, Minervini, Gallarini e Casari; n. 1750 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti; nonché alla n. 1757 dei Consiglieri Riba, Foco, Marengo, Manica, Suino, Riggio, Miglietti, Bertoli, Spagnuolo e Montabone, in merito all'ACNA di Cengio.
Trattandosi di interpellanze possono essere illustrate.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Anche a nome degli altri firmatari e tutti i membri della V Commissione del Gruppo PDS, sempre a condizione che la maggioranza ancora presente rimanga in aula, altrimenti riprendiamo domani e utilizziamo dell'altro tempo, sempre prezioso, ma l'argomento non può essere risolto soltanto con una risposta burocratica.
Io peraltro voglio stringere...



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente, prima che intervenga il collega Riba vorrei chiederle di aggiungere il mio nome al documento. Grazie.



PRESIDENTE

D'accordo, gli uffici ne prenderanno atto.



RIBA Lido

Sostanzialmente, anziché intrattenere il Consiglio sulle questioni che peraltro ci sono note della vicenda ACNA così come si è svolta, io voglio molto sinteticamente, pensando che possa essere anche più efficace limitare le considerazioni a due aspetti.
Il primo è che quando fu emesso il decreto legge di dichiarazione della Valle Bormida come zona ad alto rischio ambientale, furono decisi anche degli stanziamenti per il risanamento e il recupero perché questo era un elemento direttamente connesso alle caratteristiche delle zone ad alto rischio. Anzi, in modo particolare abbiamo sempre coltivato un recondito e peraltro motivato sospetto circa il fatto che le dichiarazioni di alcune aree come zone ad alto rischio ambientale fossero anche finalizzate a rifornire di risorse finanziarie alcuni grandi stabilimenti per poter rimuovere la condizione o perlomeno agire rispetto a qualche parametro di rimozione o di riduzione del dato dell'inquinamento per continuare la propria attività.
Espresso questo richiamo, il quesito che c'è nell'interpellanza o che comunque io qui ripropongo, è come sono state attivate dal Ministero dell'Ambiente per quanto consti alla Regione Piemonte...
Io adesso sto zitto perché gli altri parlano! Se gli altri stanno zitti io parlo!



MONTABONE Renato

Mi scusi, Presidente, vorrei intervenire per una mozione d'ordine.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Intanto chiedo anch'io di associare la mia firma all'interpellanza.
Stiamo parlando di uno dei problemi più grossi della Regione Piemonte: non so se un argomento del genere possa essere messo in coda ad un Consiglio alle ore 20 e se si dà abbastanza dignità a coloro che soffrono questo problema da alcuni anni e sono venuti qui negli anni passati a sentire delle discussioni di una rilevanza enorme e se possiamo continuare a discutere in questi termini. Per carità si può fare tutto, io su questo avrei intenzione anche di dire la mia, oltre che apporre la firma ai documenti e quindi non so se il Consiglio delle otto di stasera, con neppure il numero legale presente, possa discutere di un argomento così importante.



PRESIDENTE

Io credo che siamo ancora in condizioni sufficienti di approfondire.



RIBA Lido

Dopo il tentativo che ho esperito di introdurre l'argomento, avendo constatato che per motivate ragioni i colleghi non sono in condizione di partecipare convenientemente in relazione alla dimensione dell'argomento a questo tipo di dibattito per due ragioni; la maggioranza non c'è più e quindi non può partecipare e la minoranza che può partecipare a questa ora della serata ha tanti di quegli avvenimenti della giornata da commentare quelli della serata da prospettarsi, che sicuramente non può dedicare l'attenzione e la tensione che furono consuete in altri periodi di vita di questo Consiglio ai problemi della Valle Bormida.
Per cui accolgo come inevitabile la proposta metodologica del collega Montabone che mi fa piacere sottoscriva anche il documento, come dei colleghi Spagnuolo e Angeli. Direi di dedicare domani mattina o nel corso della seduta di domani il tempo che la situazione richiede a questa riflessione e a questo aggiornamento della nostra posizione. Aggiungo per i colleghi che sentono parlare dell'argomento nel Consiglio forse per la prima volta in questa legislatura che nella scorsa legislatura furono almeno una trentina le sedute del Consiglio in cui il problema fu approfondito alla presenza di qualche decina a volte centinaia di abitanti della Valle Bormida, fino a mezzanotte, furono fatti Consigli aperti ad Alba, quindi è bene, Presidente che non sorvoliamo con una valutazione affrettata in corso alla seduta. Spero che anche Cavallera condivida.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Due sottolineature; dichiarandomi disponibile a rispondere domani mattina nel corso delle interrogazioni. Perché in prima mattina vi è un impegno cui non posso derogare. Sottolineo che la Regione negli ultimi tempi ha seguito questa vicenda con il massimo impegno, domani se ne darà conto nella risposta, e soprattutto comunico ai colleghi una cosa molto importante, abbiamo ricevuto notizia nel corso del tardo pomeriggio che il TAR Lazio ha annullato il decreto del Ministro Ronchi che dichiarava la non compatibilità ambientale dell'impianto Re-Sol.
Siamo in possesso solo del telex di notizia, non abbiamo ancora le motivazioni della sentenza che ovviamente saranno rimesse alla nostra attenzione al più presto possibile. Per la cronaca richiamo ai colleghi il fatto che con questo annullamento non si passa automaticamente ad un giudizio di compatibilità positiva in quanto la pratica ritorna sul tavolo del Ministro Ronchi. E' stato infatti annullato un decreto, certamente questa è una notizia molto preoccupante e questa era la ragione per la quale io in qualche modo, come i colleghi sanno, cercavo di rimettere la risposta complessivamente questa sera. Tuttavia non c'è problema. Domani mattina avremo modo di approfondire tutta la questione.



PRESIDENTE

Ritengo che esista ancora il numero legale da un punto di vista tecnico, se però l'opportunità politica è quella di far slittare a domani possiamo aderire a questa ipotesi. Io credo che ci siano ancora le condizioni per proseguire questa sera, anche perché abbiamo una serie di impegni e anche per non recare offesa a chi si è fermato finora.
La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io credo che su un tema come questo della Valle Bormida e dell'ACNA voglio solo ricordare al Consigliere Riba che non solo la passata legislatura, ma anche questa con il contributo di tutti, ha affrontato il problema. Personalmente con l'Assessore Cavallera ho avuto modo di entrare nel merito nei rapporti con il Ministero all'ambiente romano. Io credo onestamente che il tema, che è uno di quelli che ha segnato maggiormente la vita di questo territorio negli ultimi anni, richieda indubbiamente un attimo di maggior platea, diciamo così, o che ci sia perlomeno la possibilità che anche gli organi di informazione, che tanto danno orecchio ai pettegolezzi, possano invece essere rappresentativi di un'istanza che un'assemblea importante come questa può rappresentare su un tema così importante.
L'unica cosa che mi permetto di chiedere alla parte di assemblea che è rimasta, perciò accedendo alla richiesta che è venuta da alcuni Consiglieri di rimandare a domani la discussione, avendo naturalmente l'Assessore la sua disponibilità, che questo sia fatto o domani mattina in apertura, ma a un'ora certa di Consiglio, se lo convochiamo alle 9,15/9,30 che si sia qua tutti alle 9,30 e si possa trattare questo argomento o perché naturalmente domani, ma non voglio tediare più di tanto i Consiglieri vista l'ora, ma abbiamo un impegno che è quello relativo al bilancio e poi abbiamo ancora da discutere alcuni progetti di legge che sarebbe opportuno discutere.
Quello che mi permetto di chiedere è che si faccia poi fede all'o.d.g.
che è stato da tutti sottoscritto.



PRESIDENTE

Come proposta credo che questa discussione possa essere aggiornata domani a mezzogiorno, nel senso che alle 9,30 si potrebbe dare inizio al discorso relativo al bilancio. Verso mezzogiorno, quando ci saranno i rappresentanti della stampa e della televisione, cioè il massimo di audience, credo che potremmo proseguire questa discussione.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,08)



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