Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.209 del 10/02/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Richiesta di comunicazioni sulla cura Di Bella e questione preliminare


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni; ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Presidente, desidererei che l'Assessore alla sanità facesse, nel corso della mattinata o della giornata, una comunicazione sulla cura Di Bella in Piemonte. E' una questione talmente urgente, almeno per i suoi elementi conoscitivi, che il Consiglio non può assolutamente eludere. La ringrazio dunque, se può dare delle delucidazioni in merito. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

E' una questione preliminare, a seguito della Conferenza dei Capigruppo di ieri, relativamente all'interpellanza urgente sull'attività dell'Assessore Vaglio. Volevo quindi conoscere le determinazioni della Giunta, se il Presidente ritiene che l'Assessore possa rispondere ai quesiti posti dall'interpellanza nella mattinata o, se no, per quale motivo.



PRESIDENTE

Credo che questa risposta il Presidente della Giunta la possa dare nella riunione dei Capigruppo, già prevista per le 14,30.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, mi permetto, non di dissentire, perché non si pu dissentire, ma di segnalarle che questa opzione da lei già caldeggiata nella Conferenza dei Capigruppo di ieri non è stata quella scelta, nel senso che il Presidente si era riservato di dirci questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

La ringrazio, Presidente. L'avevo già anticipato in Commissione: ritengo opportuno svolgere, nel corso della mattinata o della giornata un'informativa da parte degli Assessori alla sanità e all'ambiente sulla tragica e clamorosa questione dell'ACNA, sulla quale non mi trattengo in questa fase, ne parleremo nel corso dell'informativa e del dibattito relativamente ai casi di cancro e tumore, che non erano stati comunicati e che oggi rendono più drammatica la nostra parte di competenza, in relazione ai problemi sia ambientali che di ricostruzione economica e sociale del territorio e della Valle Bormida. Se è possibile, ringrazio.



PRESIDENTE

Il Presidente mi dice che è possibile.
Il Presidente Ghigo intende dare risposta al Consigliere Cavaliere, o attenersi a quanto avevamo indicato?



CAVALIERE Pasquale

Attenersi a cosa? Non è stato indicato alcunché!



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, lasci parlare il Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Nella riunione dei Capigruppo avevo sostenuto essere quello il luogo in relazione al fatto che è prenotata una riunione dei Capigruppo per le ore 14,30. Ma al di là della disponibilità alla risposta di quelle interrogazioni già prenotate, sulle quali nella Conferenza dei Capigruppo si è fatta menzione, credo che l'Assessore Vaglio sia in grado - adesso non è neanche presente in aula, perché ha un impegno - nel corso della prossima seduta del Consiglio, di rispondere alle interrogazioni urgenti. Quindi, la disponibilità alla risposta c'è, è solo una questione temporale, non credo sia questa una condizione contraddittoria.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, chiedo la parola sulle comunicazioni del Presidente.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, capisco che abbiate fatto andar via l'Assessore Vaglio però la disponibilità alla risposta ad un'interpellanza o ad un'interrogazione spero ci sia sempre. Poi, è questione di tempo, a meno che il Presidente Deorsola cambi il Regolamento e dica che è possibile non rispondere alle interrogazioni...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Non abbiamo fatto andare via l'Assessore Vaglio; è andato ad un impegno istituzionale che si chiama Conferenza stampa.



CAVALIERE Pasquale

Vedo che questa volta non l'ha accompagnato!



PRESIDENTE

Non divaghi, Consigliere Cavaliere.
Vorrei inoltre precisarle che il Regolamento eventualmente verrà cambiato dall'assemblea e non dal Presidente.



CAVALIERE Pasquale

Certo. Comunque questa mattina si era impegnato a rispondere alle altre interrogazioni di sei o sette mesi fa, quindi parliamo sempre delle stesse questioni. Grazie.
Ha chiesto la parola l'Assessore D'Ambrosio; ne ha facoltà.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente. Se vuole che comunichi all'assemblea la situazione relativa al caso Di Bella, io lo faccio subito.
Debbo premettere che è una situazione che mi preoccupa non poco, perch trattasi di una vera e propria emergenza sanitaria, di un allarme sociale che, a torto o a ragione, è stato fomentato, portato avanti dagli organi di stampa e da altri, ma che indubbiamente, se riusciremo a superare nel modo migliore, potrà far sì che le riflessioni dovute ci portino a non commettere gli stessi errori in futuro.
La situazione attuale riguarda tutte le Regioni d'Italia, tranne la Lombardia, che ha ritenuto opportuno far eseguire la sperimentazione ministeriale nei due Istituti oncologici a carattere scientifico, mentre ha deciso di procedere con un protocollo proprio per lo studio osservazionale sui pazienti che ne avevano fatto richiesta.
Su indicazione della Commissione Oncologica Nazionale, la Commissione Oncologica Regionale e il Comitato di Bioetica hanno approntato una domanda che tutti gli interessati alla sperimentazione devono far pervenire all'Assessorato alla sanità - Commissione per la sperimentazione del multitrattamento Di Bella - entro il 20 p.v. Man mano che pervengono le domande, con raccomandata con ricevuta di ritorno, queste vengono abbinate per semplificare il lavoro della Commissione Oncologia, al rispettivo protocollo. Come sapete, infatti, vi sono dieci protocolli che sono stati indicati dalla Commissione ad hoc insediata dal signor Ministro e nella quale ci sono componenti sia della Commissione Unica del Farmaco sia del Comitato Etico Nazionale sia della Commissione Oncologica Nazionale.
Noi prevediamo di poter fare effettuare la sperimentazione su circa 300 cittadini piemontesi. Come saranno scelti? Una volta stabilito in quale protocollo possono essere inseriti bisognerà procedere - questa è una cosa veramente non bella - a un sorteggio computerizzato. Ieri però ne abbiamo parlato in Giunta e abbiamo pensato che tutti i cittadini che faranno richiesta di partecipare alla sperimentazione comunque saranno invitati presso i rispettivi poli oncologici regionali per una visita e per valutare l'eventualità, siccome sappiamo a quale protocollo appartengono in base alla domanda, di sottoporli ad uno studio osservazionale a livello regionale.
Per quanto riguarda la possibilità dell'acquisto della somatostatina debbo precisare che questa sostanza da sola, non dà alcun risultato concreto, neppure per quanto riguarda il sollievo iniziale che il cocktail di farmaci può dare ai pazienti. L'augurio dell'Assessore e di tutti noi è che effettivamente il multitrattamento Di Bella, così come il professore preferisce venga chiamato, possa dare questi risultati pseudomiracolistici.
Dal punto di vista strettamente scientifico vi sono dei forti dubbi però questo non è il momento delle contrapposizioni e delle diffidenze, ma è il momento della responsabilità, perché come ho detto all'inizio del mio intervento si è creata una situazione di allarme sociale e di emergenza sanitaria nella quale io vedo l'obiettivo da parte di qualcuno addirittura di destabilizzare un sistema sanitario. E debbo sottolineare, ma non c'è bisogno di farlo perché a tutti voi è noto, che questa situazione ha creato una grave conflittualità tra gli organi dello Stato, perché quando i Pretori ingiungono alle varie aziende di fornire il farmaco, bisogna sottolineare che è un qualcosa che è contra legem e scusatemi se pu sembrare forte questa mia affermazione. Se io dico all'azienda sanitaria di fornire un farmaco che non è stato sperimentato, evidentemente disattendo quella che è la legislazione italiana, però questo - ripeto - non è più il momento delle polemiche, ma è il momento della responsabilità a tutti i livelli, con la speranza che fra tre mesi si possa sapere con certezza (perché in tre, quattro mesi riusciremo ad avere quasi la certezza) se questo cocktail di farmaci può essere valido.
Debbo dire che ieri pomeriggio i farmacisti, attraverso l'Associazione Farmacisti del Piemonte, hanno detto che durante la sperimentazione sono disposti a dare il farmaco a prezzo di costo e questo ci è stato anche sottolineato da Farmitalia. Vedremo in questi sette, otto giorni che saranno, spero, molto proficui per iniziare la sperimentazione, qual è la situazione.
Debbo aggiungere che alla luce dei fatti odierni e con la programmazione per la sperimentazione stabilita a livello regionale dalla Commissione Oncologica e del Comitato di Bioetica, questa sperimentazione può molto probabilmente iniziare entro i primi dieci giorni di marzo.
Sperimentazione che - molti di voi già lo sanno - riguarderà mille persone per quanto riguarda la sperimentazione in senso strettissimo, mentre 1.600 cittadini, mi riferisco in ambito nazionale, saranno sottoposti ad uno studio osservazionale prospettico.
Il Piemonte ha avuto l'approvazione da parte del Ministero perch questa sperimentazione su tutti e 2.600 pazienti possa essere effettuata negli otto poli oncologici piemontesi, che erano stati individuati dal Piano Sanitario regionale e che io in questa sede mi permetto di ricordare: polo oncologico di Torino (San Giovanni Antica sede, Molinette, Mauriziano e Sant'Anna); San Luigi di Orbassano; poli oncologici di Cuneo Alessandria, Novara; inoltre, nei poli oncologici di Biella, Asti e Ivrea.
Quindi i cittadini accederanno - parliamo di sperimentazione globalmente, senza fare distinzioni di sperimentazione né di studio osservazionale prospettico - in queste undici strutture.
Sono a disposizione per eventuali domande.



PRESIDENTE

Sulla comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Su questa vicenda ritengo sia stato utile che abbiamo discusso in Consiglio e in Commissione in modo approfondito, seguendo anche quelli che sono stati i tempi parlamentari e ministeriali a livello nazionale su questo caso.
Non riprendo tutte le osservazioni che abbiamo già fatto in sede di Commissione su questa vicenda, ma solo quelle che mi sembrano le più significative.
Intanto, su questo caso si è imposta una più ampia determinazione del Ministero e delle Regioni in modo più tempestivo perché come abbiamo già più volte discusso in Commissione questa vicenda ha creato una sorta di isteria generale, io dico di clima anche un po' di tifoseria, inizialmente.
Sicuramente ha aperto uno spiraglio di speranza rispetto alla seconda causa di tumori in Italia e in Piemonte e rispetto a situazioni drammatiche di alcune persone e delle loro famiglie. Lo spiraglio di speranza che si è aperto ha creato e stimolato molte aspettative da parte della gente.
Rispetto a queste aspettative era necessario ed è stato opportuno iniziare subito una forma di sperimentazione. Vorrei subito precisare che non riteniamo che la sperimentazione nel giro di tre mesi possa offrire delle certezze e dare delle garanzie. Sicuramente per i malati oncologici la sperimentazione può dare qualche risultato, può offrire qualche sponda di certezza oppure no, ma i risultati della sperimentazione - io credo vanno misurati nel corso di molti mesi o addirittura di anni. Per verificare se il paziente oncologico è realmente guarito, per vedere alcuni risultati, che non siano apparenti, ma siano effettivi nel corso della malattia, e quindi che abbiano in qualche modo tolto il soggetto da questa situazione drammatica, occorrono degli anni.
Non credo quindi che in questi tre mesi noi possiamo offrire certezze alle aspettative che la gente sicuramente vuole e si augura di ottenere da questo tipo di situazione.
Una questione, però, Assessore, la vorrei porre, rispetto al come la Regione Piemonte o comunque lo Stato italiano intende scegliere - ed è brutto il termine scelta, ma in questo momento non ne trovo un altro - i pazienti che saranno sottoposti alla sperimentazione.
Non riprendo il filo logico che ha accompagnato molte delle nostre osservazioni, quindi il fatto che tutti i malati oncologici oggi hanno grosse aspettative da questa forma di sperimentazione e dalla cura Di Bella. Sulla base dei protocolli di intesa ministeriali che individuano i casi oncologici e quindi le neoplasie, i casi di pazienti che devono essere sottoposti alla sperimentazione più stretta, alla primaria sperimentazione si può fare un'analisi approfondita, seppur delicata, rispetto ai bisogni e alle attese di ogni singola persona portatrice di quel tipo di patologia di quel tipo di neoplasia.
Fare un'estrazione a sorte, però, è terribile. E' terribile lasciare in balia del fato, in balia della sorte l'aspettativa di molti malati oncologici che oggi, in questo tipo di sperimentazione, vedono una sponda uno spiraglio di speranza, augurandosi che possa funzionare e divenire certezza.
Quindi, io non so quale possa essere il metodo; ritengo però che un'estrazione a sorte sia il tentativo di non considerare più la persona in quanto tale, in quanto portatore non solo - in questo caso - di una neoplasia ma anche di bisogni e di realtà drammatiche e specifiche.
Sappiamo che rispetto a 100 malati di uno stesso tipo di patologia, di uno stesso tipo di neoplasia, ci sono delle differenze; differenze rispetto a bisogni, rispetto ad aspettative, rispetto a condizioni economiche e sociali, rispetto a condizioni anche psicologiche e quindi di rapporto con la stessa malattia.
Ritengo che il tipo di clima di aspettative che si è creato in Italia da parte dei malati oncologici abbia sottolineato la necessità dei malati di essere considerati non solo come soggetti portatori di una neoplasia, ma di essere considerati e rispettati come persone. Quindi anche il fatto che questo cocktail di somatostatina, questa cura Di Bella possa eventualmente dare dei risultati, dà sponda a questa esigenza del malato di stare meglio e dunque di portare avanti una malattia che può anche rivelarsi fatale e drammatica, con conseguenze inevitabili, ma avendo una sofferenza minore.
Questa scelta mi pare dunque molto inopportuna e chiederei all'Assessore di riflettere sulla necessità invece di considerare i bisogni e le aspettative, le condizioni particolari, drammatiche di ogni singolo soggetto rientrante nel protocollo di intesa ministeriale, non affidando un'eventuale cura e sperimentazione che può rivelarsi come positiva alla sorte o al fato.
Ripeto: mi pare davvero inopportuno, rispetto ad una condizione drammatica come quella che tocca i malati oncologici.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Cosa consiglia la Consigliera? Così il discorso diventa propositivo.



CHIEZZI Giuseppe

Secondo il bisogno, secondo l'accertato bisogno e l'ipotesi di beneficio della cura.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda la sperimentazione in senso stretto, come dicevamo prima, ovvero lo studio osservazionale e prospettico, dobbiamo attenerci a quelle che sono le disposizioni ministeriali.
Però noi abbiamo comunicato a tutte le Aziende, soprattutto a tutti i poli oncologici, che i pazienti saranno comunque invitati presso i rispettivi poli oncologici e che, poiché ogni richiesta è già abbinata ad un protocollo, è nostra intenzione far sì che alla sperimentazione del metodo Di Bella - non nella sperimentazione scientifica nazionale, ma a livello regionale - possano essere inclusi tutti.
Questa è la volontà assunta ieri sera dalla Regione. Debbo dire di più: non si è mai fatta una questione di prezzo; a maggior ragione non la si fa adesso, perché molto probabilmente - come dicevo - saranno abbattuti i costi.
Quindi, in realtà, ad oggi, noi dobbiamo seguire l'indicazione nazionale per quanto riguarda la sperimentazione; per quanto riguarda invece gli altri che hanno fatto domanda...
Però, per fare entrare nella sperimentazione le 300 persone - perch non più di 300 sono - bisognerà pur fare qualche cosa.
Si era pensato a quello che è un sorteggio computerizzato, perché nel momento in cui noi assicuriamo a tutte le persone che fanno domanda, di avere comunque il cocktail di farmaci, non vedo come si possa fare diversamente.
Come sceglie le 300 persone da inserire nella sperimentazione ufficiale?



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Sarebbe interessante capire meglio quello che l'Assessore precisava in questo momento, perché questo è un punto fondamentale rispetto allo stesso dibattito in Commissione e al confronto che abbiamo avuto fino a questo momento.
Svolgo una rapida sintesi del punto a cui eravamo rimasti rispetto alla comunicazione dell'Assessore in Commissione.
Il punto era: incontro del Ministro alla Sanità con le Regioni definizione di un percorso insieme alla stesse; assegnazione al Piemonte di un numero di casi rispetto ai quali operare la sperimentazione individuazione dei presidi rispetto ai quali si svolgevano i diversi compiti assegnati alla Regione; questo numero, intorno ai 300 casi, che possono essere sottoposti a sperimentazione sulla base dell'intesa Stato Regioni, ecc., ecc.
Il punto centrale in Commissione era - ricordo - la necessità di individuare i modi, i criteri, le modalità di accesso dei 300 rispetto ad un numero nettamente superiore di richieste invece avanzate. E questa è una prima questione.
A questo punto, io ho sentito - non so se ho capito correttamente - da parte dell'Assessore fare un'affermazione ulteriore, che è quella: questi sono i casi della sperimentazione, rispetto alla quale abbiamo individuato i presidi e dobbiamo definire i criteri per l'accesso alla stessa; d'altro lato noi, complessivamente - se ho capito male, mi corregga - offriamo questo cocktail di farmaci e questa cura a chi lo richiede in Piemonte.
Questo al di fuori della sperimentazione, dei criteri e di quanto stabilito fino a questo momento da Regioni e Ministero della Sanità?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Ai cittadini che fanno richiesta di entrare a far parte della sperimentazione ...



PRESIDENTE

Scusate, lasciamo completare la relazioni, poi le conclusioni ...



MANICA Giuliana

Io volevo capire: quello che voi consentite, sostanzialmente ... Stavo chiedendo un chiarimento, perché il problema - se avevo capito o meno correttamente ciò che l'Assessore stava dicendo - quindi voi lasciate aperta la possibilità di accesso alla sperimentazione, somministriamo la cura a chiunque la chieda. Era un punto indispensabile da chiarire perch cambiava completamente l'ambito del discorso.
Rimaniamo quindi alla problematica: come individuiamo i criteri? Questione estremamente complessa che ha risvolti di carattere umano psicologico, oltreché medico e scientifico di grande entità. Mi chiedo se la scelta, attraverso un sorteggio computerizzato, possa essere quella poi definitivamente più auspicabile. Mi pare una scelta un po' pilatesta: è la sorte che assegna una possibilità di speranza e di accesso. Mi sembra sostanzialmente pilatesta questa scelta. Vi riconosciamo lo sforzo compiuto nello scegliere la linea del Ministero. Vi abbiamo anche riconosciuto di non aver seguito una strada assolutamente dannosa e deleteria quale quella seguita dalla Regione Lombardia e dalla Regione Puglia. Nel momento in cui cerchiamo di individuare i criteri dovremmo inserire qualche cosa di oggettivo. Su questa vicenda c'è una parte di criteri che spetta alla politica e all'amministrazione, ma solo una parte, mentre l'altra parte, a mio avviso, spetta ai tecnici.
La politica deve qui decidere solo in ordine - se lo ritiene - a criteri che riguardano le condizioni di ordine sociale, contesti familiari ovvero difficoltà più complessive di ordine psicologico. Questo è l'ambito rispetto al quale noi possiamo pronunciarci, ma rispetto ad altre problematiche penso debbano essere demandate alla Commissione, ad un Gruppo di lavoro misto in cui sia fortemente presente la componente scientifica e medica per l'individuazione di priorità in questa direzione. Una sorta di protocollo dentro al protocollo: mi parrebbe questa una scelta che affida all'amministrazione i compiti di individuazione dei criteri e ai tecnici il compito precipuo e prioritario.
Detto questo, invitiamo l'Assessore a riflettere in questa direzione.
La scelta pilatesca può essere quella che "lava" di più e crea meno problemi, magari salva la coscienza, ma in questo caso è quella che meno si indirizza verso le grandi problematiche di valenza umana.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Volevo porre anch'io due riflessioni su una situazione così complessa come quella che si è venuta a creare sul caso Di Bella. Le ultime considerazioni che la Consigliera Manica ha posto all'attenzione dell'aula mi hanno indotto ad evidenziare alcuni elementi.
La Consigliera Manica sostiene che la Regione Piemonte, di conseguenza l'Assessorato alla sanità, sulla scelta delle priorità o dell'oggettività di chi può accedere alla sperimentazione - l'amministrazione chiaramente ha seguito quelle che sono state le indicazioni a livello nazionale - deve intraprendere dei criteri all'interno del protocollo.
Quanto evidenziato dalla collega Manica è stato oggetto di approfondite valutazioni. Mi domando, e domando a quest'aula - credo che su questo dibattito un contributo generale possa essere non solo auspicabile, ma sollecitato - quali potrebbero essere i criteri. Siccome si tratta di accesso alla sperimentazione, se noi fossimo in una situazione in cui la cura è disponibile a tutti, si potrebbe adottare il criterio, per esempio di accesso in base al reddito, ma siccome non ci troviamo in questa situazione, perché l'accesso alla sperimentazione non è possibile riferirlo a questo tipo di parametro, mi domando quali altri parametri obiettivamente potremmo introdurre nella scelta dei 300 soggetti da sottoporre alla sperimentazione.
Volevo semplicemente dichiarare che se emergesse dal dibattito qualche suggerimento in questo senso noi non avremmo preclusioni nell'adottarlo.
Onestamente, avendo valutato attentamente la situazione e avendo parlato con l'Assessore e con la Giunta, non vedo allo stato attuale della situazione, un metodo diverso da attuare rispetto a quello della scelta casuale.
Siamo comunque disponibili a recepire altre considerazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pier Luigi

Intervengo sul problema all'attenzione di tutti sottolineando la grave situazione non solo per gli ammalati ma per la nostra Regione e per la sanità tutta.
Prima di tutto, secondo me, assolutamente non dobbiamo garantire la vita o la morte delle persone mediante un sorteggio. Le persone devono essere curate perché con la massima fiducia vogliono accedere alle cure.
Alcune Regioni d'Italia hanno garantito la somatostatina e il metodo Di Bella gratuitamente a tutti coloro che ne facevano richiesta. Quindi sarebbe necessario che la Commissione sanità e la Giunta regionale assumessero un provvedimento anche in Piemonte su questa linea affinch coloro che vogliono essere curati in un determinato modo possano avere come qualsiasi altro ammalato, la garanzia di una cura, la garanzia di interventi sanitari.
Quindi assolutamente no ai sorteggi: devono essere i medici a vedere quali sono i 300 pazienti da sottoporre alla sperimentazione del metodo Di Bella; ma gli ammalati che avanzano la richiesta devono avere anche la possibilità di accedere alla sperimentazione.
Inoltre mi chiedo quali interventi possa la Regione Piemonte fare presso la Commissione oncologica nazionale, presso la Commissione del farmaco affinché in Italia il prezzo dei farmaci sia adeguato a quello delle altre nazioni. Pertanto la somatostatina deve costare anche in Italia poco: questo deve essere un intervento preciso che deve fare il nostro Consiglio, che deve fare anche la Giunta presso gli organi parlamentari che sono competenti nel settore.
Chiedo che si faccia presto in quanto gli ammalati che desiderano ottenere la somatostatina, che desiderano curarsi con il metodo Bella sono ammalati gravi, anzi gravissimi.
Pertanto chiedo che l'Assessore si faccia carico del problema affinch venga risolto nel più breve tempo possibile, non possiamo aspettare oltre né una settimana né un giorno né un'ora: la vita umana vale troppo!



PRESIDENTE

Ricordo che la durata degli interventi è di circa due minuti.



CHIEZZI Giuseppe

Come mai due minuti?



PRESIDENTE

Gli Uffici mi suggeriscono la lettura dell'art. 61, comma 4: "La richiesta di chiarimenti ove prevista non può superare i due minuti".



CAVALIERE Pasquale

Ma si tratta di una comunicazione della Giunta regionale ...



PRESIDENTE

"... su tali comunicazioni ogni Consigliere chiede chiarimenti" - art.
49 - E la richiesta di chiarimenti prevede due minuti.



CAVALIERE Pasquale

E se, invece di chiarimenti, si tratta di approfondimento?



PRESIDENTE

Si affronta un'altra volta.



CHIEZZI Giuseppe

Ma sulle comunicazioni si è sempre aperto un dibattito.



CAVALIERE Pasquale

E' la democrazia decidente!!



PRESIDENTE

Non è democrazia decidente, è rispetto degli articoli 49 e 61 del Regolamento.



CHIEZZI Giuseppe

Lei inventa una prassi.



PRESIDENTE

Non l'ho inventata io, è scritta. Inoltre, una prassi si consolida, non si inventa.



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Simonetti.



(Ulteriori dichiarazioni del Consigliere Cavaliere, fuori microfono)



SIMONETTI Laura

Intervengo, intanto, per un chiarimento.
Per quanto ho potuto capire, i protocolli d'intesa ministeriali hanno classificato alcune caratteristiche dei pazienti portatori di neoplasie per cui tutti i malati oncologici che rientrano in tali caratteristiche, hanno di per se stessi, diritto alla sperimentazione.
Considerando il fatto che la sperimentazione non può attuarsi su tutti i malati di cui sopra, la stessa verrà attuata solo su parte dei pazienti gli altri, però, possono comunque accedere al cocktail di farmaci individuato nella cura "Di Bella", presso i poli oncologici.
Quasi sicuramente tutti coloro che rientrano nelle caratteristiche indicate nei protocolli d'intesa faranno richiesta di accedere al cocktail di farmaci; ma per coloro che non saranno sottoposti alla sperimentazione con quale criterio avverrà la somministrazione? Verranno sottoposti al cocktail di farmaci presso i poli oncologici regionali? Il costo sarà quindi a carico dell'ASL e della Regione e non a carico del soggetto? Dunque, come saranno seguiti coloro che non accedono alla sperimentazione? Occorre infatti capire le differenze di trattamento, dal punto di vista economico da un lato, e, dall'altro, di percorso medico tra quanti saranno sottoposti alla sperimentazione e quanti non lo saranno, ma che potranno accedere al cocktail di farmaci.
Ulteriore riflessione. Un preciso percorso medico differenzierà i soggetti alla sperimentazione e quanti non lo saranno; da un lato, ci sarà una cura e quindi una maggiore attenzione e osservazione del malato, che verrà invece a mancare per quanti verranno esclusi dalla sperimentazione.
Ricordo che l'obbligato percorso di alcuni soggetti è non solo medico ma anche di attenzione psicologica e sociale e quindi di osservazione rispetto al contesto familiare, all'età, che possono portare a situazioni diverse.
La Regione come si esprime su coloro che non saranno soggetti a sperimentazione? Che tipo di percorso medico individua per tali soggetti? Questi ultimi saranno abbandonati ad una sterile richiesta di farmaci al polo oncologico? Tra pazienti affetti da stessa patologia, ci saranno malati di serie "A" e di serie "Z"?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Innanzitutto, chiedo agli altri due Consiglieri che insieme a me da più anni frequentano quest'aula un giudizio autentico sul fatto che a seguito di comunicazione della Giunta regionale mai nessun Presidente ha posto il muro dei due minuti relativamente al dibattito.
Chiedo all'Assessore Majorino e al collega Gallarini se quanto ho dichiarato è reale, vero, autentico o no.
Vorrei inoltre sapere chi è il Presidente della Commissione Regolamento, signor Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

Il Presidente della Commissione Regolamento è Deorsola.



CHIEZZI Giuseppe

Non ha dato la delega del Regolamento ...
Chiederei di convocare urgentemente la Commissione Regolamento, nonch l'Ufficio di Presidenza, poiché il cambiamento brutale della prassi non pu essere realizzato in questo modo.
Per quanto riguarda il merito della discussione, Assessore D'Ambrosio intanto vorrei esprimere tutto il mio sconcerto sul come si possa essere giunti a questa situazione. Come mai si è consentito, per anni, di accantonare un'ipotesi di cura? Com'è possibile accantonare per anni un'ipotesi di cura? Mi piacerebbe sapere - e spero che anche a livello parlamentare si stia facendo qualcosa - se ci siano stati interessi economici precisi tra gli elementi che hanno contribuito all'accantonamento di un'ipotesi. Penso che la situazione sia veramente un brutto segno di come si è regolato o si è autoregolato tutto un sistema legato all'industria farmaceutica e alla cura delle persone. E' cosa che lascia allibiti.
Lei, oggi, dice "si sperimenti". Ma come si sperimenta? Con il sorteggio. Assessore, a mio parere è veramente inaccettabile consegnare alla sorte, all'estrazione di un biglietto, la salute delle persone. E allora noi dobbiamo chiedere, come politici, che vengano individuate le persone sulle quali - visto che l'hanno accettato - effettuare questa sperimentazione, che è cosa ben diversa dal regalare la pozione magica.
Non si dica, non lo dicano i politici, ma non lo dicano nemmeno i medici, che un malato vale l'altro, perché sappiamo che non è così, e non parlo delle condizioni economiche, che sono anche le più semplici da verificare, ma delle condizioni della persona (la sua storia, la storia della sua salute fisica e psichica, il tragitto che ha percorso il male, lo stadio dello stesso, le condizioni generali della sua vita, la sua qualità la sua forza psicologica).
Sarà poi il medico a dover dire quali sono le attese di una riuscita della sperimentazione, che sono legate alla forma, al percorso e alla gravità della patologia che è stata individuata. Ma ci sarà una patologia per ogni paziente e ogni paziente - e la cura Di Bella, da quanto ho capito, prende in esame proprio ogni paziente - ha delle prospettive diverse da un altro.
Guai a noi, Assessore, se noi non richiediamo alle strutture mediche che ci devono curare - a meno che non ci curi la sorte - di assumersi la responsabilità di individuare, su nostra richiesta, quali siano i pazienti che, per loro condizioni e per le finalità della sperimentazione (perché la sperimentazione avrà una finalità, o no? O è solo un placebo, "visto che è scoppiato il caso, diamogli questa pozione"?) dovranno essere curati; se ha una finalità, un paziente non vale l'altro per capire se la cura funziona in tre mesi. Un paziente non vale l'altro, ci saranno pazienti che dal punto di vista della sperimentazione possono aiutare tutti i pazienti successivi, se la sperimentazione è una cosa seria.
Ci dicano i medici quali sono i pazienti che, esaminando le condizioni fisiche, psichiche, economiche, ecc., danno il massimo di garanzia che la sperimentazione potrà raggiungere i risultati migliori.
L'estrazione a sorte mi sembra l'equivalente del prendere la pozione magica e berla. Non scherziamo! Si chieda in modo preciso, da questo Consiglio regionale, che vengano individuati i pazienti che dal punto di vista delle attese della sperimentazione possono conseguire i risultati migliori per la collettività.
Insisto, Assessore, perché ci sia un pronunciamento netto contro l'estrazione a sorte, moralmente ignobile e scientificamente inadatta a perseguire lo scopo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Voglio ringraziare l'Assessore e anche il Presidente per la disponibilità offerta al Consiglio nel valutare insieme il percorso che deve essere compiuto.
Mi pare di raccogliere, da parte di molti Consiglieri, una forte perplessità su questo sorteggio computerizzato. Una perplessità che deriva dal fatto che qualcuno, alla fine di tutto, è più fortunato o meno fortunato, secondo l'esito di questa sperimentazione.
E' stata chiesta qualche possibilità di diversificare questa sperimentazione, al di là del sorteggio computerizzato. I metodi oggettivi non esistono, lo sappiamo, specialmente quando, in una situazione di questo genere, si è sotto la pressione e l'urgenza del male e soprattutto di un'opinione pubblica che desidera avere, che impone di avere una soluzione definitiva del male del secolo. Per cui, il problema è estremamente complicato.
Siccome, però, è stato chiesto anche dal Presidente di dare alcuni criteri, credo si possa verificare, nell'ambito del sorteggio computerizzato, cioè nel numero chiuso dei 300, la possibilità di una mediazione che possa far sì che il sorteggio venga in qualche modo pilotato. Si pilotano anche i sorteggi degli arbitri, sulla base di alcune caratteristiche, di alcune frequenze, di alcuni incidenti di percorso o di alcuni voti di gara che sono stati tenuti.
Si sorteggia e pertanto il sorteggio non è mai neutro - e non voglio ricorrere ad esempi clamorosi - ma si può mettere, a monte del sorteggio una griglia indicativa di fattori e di criteri - quelli che vengono chiamati gli input - di modo che il sorteggio vada mirato nei confronti di alcune patologie che non possono essere indifferentemente neutre nei confronti dei medici, ma possono essere, invece, sufficientemente indicative; perché nelle patologie stesse si possa effettuare una reale concreta selezione.
Credo che una Commissione tecnico-scientifica possa lavorare in questo senso, non so se i signori medici possono dare delle indicazioni; io faccio naturalmente delle proposte puramente profane, ma credo che, se a monte ci potesse essere una valutazione che non va alla ricerca del caso per caso ma che pone delle griglie di indicazione e di selezione nei confronti delle patologie che si registrano, probabilmente gli effetti così nocivamente neutri di un sorteggio, potrebbero essere attutiti.
Di questo credo che l'Assessore, avendo raccolto anche gli umori dell'assemblea, si possa fare carico, sempre che questa proposta possa avere una sua validità scientifica e una sua effettuazione pratica. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente, prima di tutto vorrei chiederle se posso intervenire un minuto sulla questione di cui lei ha parlato, della Presidenza sua e della Presidenza della Commissione Regolamento, altrimenti mi dica quando lo posso fare. Se posso farlo adesso, ci metto soltanto un minuto.
Lei ha detto che la Presidenza della Commissione Regolamento è tenuta in questa fase, dal Presidente del Consiglio regionale. Io esprimo qualche perplessità, sia statutaria che di merito. Se il legislatore statutario avesse voluto che la Presidenza della Commissione Regolamento, per la sua rilevanza oggettiva, fosse tenuta dal Presidente del Consiglio regionale lo avrebbe scritto nelle attribuzioni che lo Statuto dà al Presidente del Consiglio, perché la materia è molto complessa.
Non aver messo nelle indicazioni abbastanza specifiche, contenute nello Statuto e nel Regolamento, l'indicazione della Commissione Regolamento da parte del Presidente del Consiglio ci porta a dire, ha portato a dire in questi 25 anni, che ci debba essere una delega espressa del Presidente del Consiglio rispetto alla Commissione Regolamento. Questo non toglierebbe certamente la prerogativa, che indubbiamente è del Presidente del Consiglio, di essere l'interprete ultimo del Regolamento.
In aula il Presidente del Consiglio è l'interprete del Regolamento però, proprio per questo, potersi avvalere di uno strumento a latere presieduto dentro l'Ufficio di Presidenza, può essere un elemento ulteriore che consente al Presidente del Consiglio la formazione autonoma di un parere sulla questione della Commissione Regolamento.
Mi sono permessa di dirle questo, Presidente.
Esiste poi una questione di opportunità, Presidente, sempre rispetto a quella questione, perché secondo me il fatto che - ripeto - per 25 anni ci sia stata questa esperienza dovrebbe essere motivata; si dovrebbe motivare perché ci si differenzia. Ho finito su questo e la ringrazio.
Posso ora intervenire sull'altra questione per due minuti?



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Lei ci dà due minuti, anche se io credo che per la rilevanza e il merito della questione, tra l'altro si tratta comunque di una comunicazione che il Presidente ha dato, i dieci minuti ci stavano tutti.
Ma detto questo, adesso non vedo l'Assessore D'Ambrosio...



PRESIDENTE

E' presente in aula.



SPAGNUOLO Carla

Io aspetto perché se parla con la stampa non può essere attento.



PRESIDENTE

Assessore D'Ambrosio, la prego.



SPAGNUOLO Carla

No, no, lo lasci parlare con la stampa. Ci seguono talmente poco i giornalisti, che la volta che ci seguono almeno si riesca a parlare.



PRESIDENTE

Riazzero il timer.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Dentro i due minuti è sensibile, fuori dai due minuti no, ma ne riparleremo in Conferenza dei Capigruppo.
Assessore D'ambrosio, la questione è molto delicata e siamo qui per dare dei contributi oggettivamente. Ho sentito dire che è una indicazione ministeriale quella della scelta a sorte. La nostra preoccupazione è questa: la somatostatina, diciamo la cura Di Bella, è utilizzata per diverse sintomatologie, dai tumori al seno a tante altre, allora rispetto al tirare a sorte esiste un vero problema che è quello che non ci siano delle esclusioni perché ci potrebbero essere delle esclusioni di patologie.
Non so se questo possa avvenire con la proposta che lei ha fatto. Prima di tutto noi vorremmo essere assicurati che non ci siano esclusioni di patologie, dopodiché affidare tutto alla sorte ci sembra troppo poco. Ci sembra troppo poco e allora noi pensiamo che coloro che sono responsabili dal punto di vista scientifico debbano indicare dei correttivi perch esiste una pluralità di casi (cito ad esempio la differenza tra l'ammalato terminale e altri livelli). Credo che dentro la sperimentazione dobbiamo cogliere tutte le istanze possibili, cioè sperimentare al meglio, e probabilmente il tirare a sorte non consente questo.
Non so se alla fine di questi due minuti che io ho già trascorso - e concludo - lei interverrà di nuovo, ma vorremmo avere qualche livello di approfondimento ulteriore che certamente la natura di introduzione che ha avuto la comunicazione del Presidente della Giunta non poteva forse dare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Io vorrei dire qualche cosa di specifico sulla questione del sorteggio e qualche cosa in generale sulla cura.
Sulla questione del sorteggio: qui si tratta di stabilire se dobbiamo fare una sperimentazione sul serio oppure se dobbiamo fare una somministrazione gratuita, giusto perché siamo pressati dall'opinione pubblica. Perché se si deve fare una sperimentazione sul serio, i criteri della sperimentazione ci sono.
Che cosa abbiamo criticato noi al dottor Di Bella fondamentalmente? Il fatto che il dottor Di Bella non ha saputo indicare una casistica, cioè non ha saputo indicare quanti pazienti ha trattato, per quali forme di tumore a quale stadio, qual era l'età media delle persone che sono state trattate qual era il sesso, qual era la condizione in cui queste persone si trovavano, cioè se c'erano patologie concomitanti, se erano stati trattati in altro modo, qual era anche l'estrazione sociale - perché no? - e qual era stato l'esito della terapia, cioè se aveva dato dei miglioramenti, se aveva dato dei peggioramenti, se alcune persone erano guarite, se altre erano morte e, se erano morte, dopo quanto tempo.
Questo è quanto abbiamo criticato fondamentalmente della cura del professor Di Bella e io personalmente, come responsabile medico, continuo a criticare, cioè quello che manca del cosiddetto metodo Di Bella è il fatto che, forse ha ragione il Consigliere Chiezzi, per responsabilità che sono anche di pressioni delle aziende farmaceutiche, ma in ogni caso c'è una grossa responsabilità sicuramente anche da parte del proponente, non è stato condotto un metodo scientifico! Perché noi non possiamo dare le terapie soltanto perché c'è una folla che la richiede, mediatamente sostenuta o sostenuta da alcuni pretori.
La strada che si è scelta è quella di fare una sperimentazione. La sperimentazione ha dei canoni abbastanza precisi che sono basati sulla selezione della popolazione, che deve essere fatta in modo scientifico sulla somministrazione possibilmente con il metodo del cosiddetto "doppio cieco", cioè si prescrive il placebo o altra terapia contemporaneamente a questo tipo di terapia (non la sa né il medico né il paziente che questa è la terapia che hanno avuto) e si verificano i risultati nel tempo a distanza. Questo è il metodo scientifico, fino a prova contraria, da Galileo in avanti.
Devo dire che a questo punto la questione del sorteggio è una cosa che scientificamente non sta in piedi! Non sta assolutamente in piedi! Non solo, ma la questione del sorteggio - io lo dico per l'Assessore e in una certa misura anche per questo Consiglio, ma soprattutto per l'Assessore rischia di essere un pericolosissimo boomerang, dal punto di vista poi della emotività, perché le persone che saranno escluse dal meccanismo della sperimentazione scientifica, che è una cosa diversa dalla somministrazione gratuita, penseranno di essere state fatte fuori dalla lotteria della vita.
Quanto di più distante ci possa essere da un meccanismo di tipo scientifico! E probabilmente avranno la percezione che sia stata uccisa una speranza.
Allora parliamoci chiaro e val la pena di parlar chiaro, per cui chiedo per cortesia al Presidente di poter avere cinque minuti per allargare il discorso sulla questione dei tumori.
La stragrande maggioranza dei tumori fino a vent'anni fa conduceva a morte. La terapia integrata, soprattutto chirurgica, la chemioterapia, la radioterapia e altre terapie che sono insieme, oggi consentono di guarire più della metà di tutti i tumori diagnosticati. Dopodiché dire "più della metà" da un lato significa che va molto bene, dall'altro lato significa che circa la metà delle persone che hanno questo tipo di diagnosi sanno che sono di fronte ad una situazione disperata, cioè priva di speranza. E allora a quel punto - lo dico perché ho vissuto una vicenda personale che mi ha riguardato da vicinissimo per questa questione - sei disposto anche a credere a tutto. Ma è compito della scienza e dell'istituzione somministrare ciò che scientificamente è stato approvato perché se oggi noi cominciamo soltanto sulla base della pressione popolare a distribuire tutto, domani non si capisce perché non si debba distribuire il "pentacolo" o "l'acqua di Lourdes" con il sistema sanitario. Quindi il criterio è la somministrazione scientificamente dimostrata.
Sulla questione della speranza, il Presidente Picchioni, prima intervenendo, ha parlato del tumore, definendolo "il male del secolo".
Chiedo a questo punto l'attenzione del Presidente della Giunta regionale, perché egli ci ha annunciato che presto avremo questo benedetto Piano di sviluppo della Regione.
Cosa c'entra il male del secolo con il Piano di sviluppo della Regione? C'entra, perché questo è veramente il male del secolo! All'inizio del secolo, morivano soltanto tre persone su cento, di cancro; adesso, nelle grosse metropoli del nord, ne muore una su tre, cioè siamo passati dal 3 al 33%, e questo malgrado i successi della terapia che ho detto prima.
Questi dati si evincono anche da un documento che noi come opposizione abbiamo sollecitato, e l'Assessore gentilmente ha prodotto: quello sullo stato di salute della popolazione piemontese, per il quale abbiamo chiesto un dibattito in Consiglio, perché non si può costruire - Presidente - un Piano di sviluppo prescindendo dal fattore salute.
Lo sviluppo e la salute sono strettamente connesse, cioè non si pu assolutamente costruire un Piano di sviluppo regionale che non tenga conto ad esempio, della vicenda dell'ACNA, che solleciteremo con un'interpellanza.
Il nostro Piano di sviluppo non può prescindere dalle grandi questioni che sono state sollevate da questo documento sullo stato di salute della popolazione piemontese, per esempio, quando si dice che come Regione Piemonte abbiamo un'eccedenza di mortalità per incidenti stradali oppure quando si dice che abbiamo all'incirca un 14% di differenza di mortalità per cancro (sempre per restare sull'argomento) tra il Piemonte e la Calabria.
Non si può costruire un Piano di sviluppo ignorando il fatto che c'è un'eccedenza di mortalità in montagna rispetto alla pianura, e la stragrande maggioranza del nostro territorio - come dice il nome della nostra Regione - è prevalentemente montano.
Non si può costruire un Piano di sviluppo ignorando il fatto che c'è un'eccedenza di mortalità, a tutte le età, per le persone che hanno un reddito più basso e un livello di istruzione più basso.
Se non ci poniamo queste grandi questioni, noi saremo sempre ad affrontare le questioni a valle.
Dico questo perché qual è il motivo per cui si è creata la grande ondata emotiva rispetto alla questione di Di Bella? Si è creata, perché da un lato abbiamo la crescita epidemiologica in modo spaventoso della patologia tumorale; dall'altro, malgrado i grossi successi raggiunti dalla terapia, siamo molto indietro.
Ritorno all'argomento, e ho chiuso; sono stato nei 10 minuti che secondo me, questo argomento merita: Presidente, non sono d'accordo con la sua scelta.
Ritorno sulla questione da cui siamo partiti.
Noi abbiamo bisogno di una sperimentazione scientifica, e dico che, in Piemonte, abbiamo un handicap che spero al più presto andremo a risolvere: non abbiamo un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, cosa che dovrebbe essere l'istituto di Candiolo.
La stragrande maggioranza delle persone che ha così generosamente donato i denari per costruire la struttura di Candiolo non l'ha fatto per avere sottobanco un poliambulatorio o "n" posti letto da mettere sul mercato: l'ha fatto per avere un istituto di ricerca sul cancro. Questo era quello per cui sono stati chiesti i soldi; questo è quello per cui la gente, la stragrande maggioranza dei cittadini piemontesi ha pagato, ed è bene che Candiolo diventi questo.
Detto in sintesi, quindi, io appoggio fortemente quanto detto precedentemente dalla Consigliera Manica e spero di averlo argomentato anche con qualche dato di carattere scientifico.
La selezione non può essere fatta con questo metodo, ma deve essere fatta da un Comitato, che abbia prevalentemente la funzione di andare ad individuare la popolazione sulla quale fare una sperimentazione seria e scientificamente ben costruita.



PRESIDENTE

Grazie. Il suo contributo è stato anche tecnico, e in questo modo si giustifica un maggior tempo.
La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Io recupererò il tempo, al contrario del collega Riggio, per quanto il suo intervento sia stato molto interessante ed apprezzabile. Comunque, in un minuto, vorrei solo ricordare a me stesso e ai colleghi come su una vicenda come questa, dove si parla della vita delle persone, non si possa pensare di costruire atteggiamenti miranti a tentativi ostruzionistici che possono prendere più o meno tempo.
Naturalmente il mio è un auspicio; spero che i colleghi lo recepiscano e mi appello alla loro sensibilità e anche alla loro capacità di capire gli argomenti che si trattano nell'aula per verificare se è possibile fare degli interventi, pur rimanendo nei tempi, che abbiano un nesso con la comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio.
Del resto, noi siamo amministratori e non dovremmo farci condizionare più di tanto dal pathos che ha fatalmente condizionato questa vicenda. Qui non si inventa niente. La Giunta e l'Assessore D'Ambrosio seguono delle direttive del Ministero alla Sanità, per cui credo ci sia stato, da parte loro, un atteggiamento di totale apertura.
Se in quest'aula i colleghi hanno delle buone idee, dei suggerimenti da dare per migliorare la metodologia fin qui individuata, credo che dovrebbero esplicitarli, al di là delle critiche fini a se stesse, perch sarebbe un bene soprattutto per i pazienti portatori di queste patologie certamente non per la maggioranza o la minoranza di quest'aula.
Le patologie tumorali, come è noto, sono molto diversificate tra loro alcune rispondono al cocktail del prof. Di Bella, che si basa anche sulla somatostatina, ma non solo; altre invece rispondono benissimo - e in questo c'è stato un appello molto sensato da parte dell'équipe di detto professore nel continuarle - alle terapie di tipo tradizionale, quali la chemioterapia o le terapie radianti. Indubbiamente alcuni di questi tumori rispondono bene a tali terapie: esistono dei protocolli che cominciano ad avere un po' di anni di esperienza, e quindi su questo si è confortati dai dati.
L'atteggiamento più logico è dunque parso (a me, se non altro) quello di considerare una sperimentazione e, in parallelo, un'osservazione epidemiologica, appunto quello che si farà.
Piuttosto, consiglierei ai colleghi, che so avere ottimi rapporti con i loro parlamentari di area e con i Ministri in carica, di sensibilizzarli sulla vicenda, perché molto si può fare nel Parlamento nazionale.
Noi, per una serie di cose, siamo sudditi del Parlamento nazionale quindi ben vengano le proposte.
Si possono anche capire certi atteggiamenti critici, ma fino a un certo punto, perché oltre poi non si possono addebitare colpe al Presidente Ghigo e all'Assessore D'Ambrosio.
Esiste poi un problema di costi della somatostatina - non è questa la sede per affrontare l'argomento - ma certamente anche su questo il Parlamento molto potrà fare anche per andare contro agli interessi meramente lobbistici di alcune aziende.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Ritengo che ormai la situazione sia sfuggita di mano al Ministero della sanità; prima che i mass media si interessassero alla notizia non si sono attuate con tempestività le azioni necessarie. Questa è una considerazione generale che ritengo di fare quando si è andata configurando la possibilità di un sogno ipotizzato, di una speranza, di una possibilità di ritrovare una soluzione ad un problema gravissimo per la nostra sanità. Bisognava dare tutte le assicurazioni al dottor Di Bella e alla sua équipe che tutto si sarebbe fatto per attuare una sperimentazione precisa e attenta.
Probabilmente non avendo dato tempestivamente tutte le assicurazioni necessarie è chiaro che la cosa ha movimentato i mass media, ha movimentato i cittadini che ritenevano di aver necessità e diritto ad una speranza e questo ha chiaramente comportato la perdita comunque del quadro complessivo. L'Assessore D'Ambrosio si è trovato tra il l'incudine e il martello e non ha potuto comunque andare oltre a quelle che erano le possibilità operative in una situazione molto difficile. Oggi qualsiasi soluzione andremo ad attuare sarà eticamente e moralmente non accettabile: non troveremo alcuna soluzione in grado di accontentare tutti.
Sottolineo che ci troviamo nella situazione di fare delle scelte molto difficili. Per quanto riguarda il sorteggio, dopo l'aver ascoltato i vari interventi che mi hanno preceduto e l'invito rivolto dal Presidente Ghigo a ricercare comunque in quest'aula delle soluzioni possibili, delle altre soluzioni, delle soluzioni anche più estensive, riterrei di dire all'Assessore D'Ambrosio di valutare con la propria Commissione tecnica medica e oncologica - non so bene come si chiama, quella costituita subito dopo lo scoppiare del caso Di Bella - altre possibili soluzioni tecniche che vadano oltre al semplice sorteggio matematico. Se troviamo delle soluzioni che possano in qualche maniera tener conto delle patologie mediche di quanti fanno richiesta, probabilmente non avremmo trovato la soluzione ottimale, ma almeno potremmo dire di aver trovato la soluzione "meno peggio".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Vorrei sottolineare che si sta parlando di sanità e di casi gravissimi di cancro, che in Piemonte, purtroppo, sono tanti, e della possibilità di accesso alla cura Di Bella, presso gli otto poli oncologici del Piemonte.
Per quanto riguarda la cura Di Bella spero sinceramente che i costi elevati siano a carico delle 29 Aziende ospedaliere della Regione Piemonte come avviene per esempio nella Regione Puglia, anche perché vi sono molti casi di pazienti appartenenti a famiglie bisognose. La tematica è delicatissima ed è al centro di enormi preoccupazioni da parte della popolazione piemontese e delle famiglie colpite da questa tragedia che spesso è solo speranza.
Anche per i casi di cancro dove non vi è, a mio avviso, la giusta trasparenza, la conoscenza dovuta ai cittadini, occorre dare maggiori notizie in tutte le otto provincie del Piemonte con tutti i mezzi di propaganda possibile: posso testimoniare che siamo ancora al di là di questa enorme urgenza.
E' però politicamente ed umanamente inaccettabile affidare la salute dei piemontesi al sorteggio. E' inammissibile anche sul piano sanitario perché i casi di pazienti colpiti da questo male del secolo sono diversi tra di loro.
A mio avviso devono essere le strutture pubbliche, sanitarie, i medici a decidere per la sperimentazioni e dare il massimo della garanzia che non è certamente il sorteggio. Devono essere individuati i pazienti gravi e devono essere curati seriamente senza differenze ed esclusioni, come invece pare avvenga. Credo che il Consiglio regionale del Piemonte sia chiamato fortemente in causa da questa vicenda sanitaria, da questa tragedia. La Regione Piemonte si deve pronunciare in modo chiaro, al di là dei protocolli di intesa, evitando il sorteggio e dando la possibilità a tutti indistintamente, di curarsi a bassi costi.



PRESIDENTE

L'Assessore D'Ambrosio desidera fare una puntualizzazione sulla quale proporrei di non riaprire in questa sede la discussione. La discussione di oggi non esaurisce le problematiche dell'argomento, eventualmente ci sarà una successiva occasione in Commissione o in altra sede per approfondire ulteriormente l'argomento.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Dopo la presentazione delle domande da parte dei cittadini piemontesi potremmo avere un quadro completo e dare delle risposte definitive.
E' stata istituita presso l'Assessorato una Commissione per la sperimentazione del multitrattamento Di Bella. Tale Commissione è costituita da professionisti, oncologi e Magistrati scelti in parte dalla Commissione oncologica regionale e in parte dal Comitato di bioetica.
Indubbiamente sarà poi la Commissione per la sperimentazione a dare gli input per decidere come procedere alla scelta dei cittadini.
Nel dibattito di oggi sono state usate le solite parole pesanti: "scelta pilatesca, ignobile". Ho esercitato la professione di medico per ben 27 anni per cui so benissimo che non possiamo affidare al sorteggio la vita dei pazienti. Sono stati individuati i protocolli a livello nazionale e sono stati individuati i nostri a livello regionale.
I protocolli previsti sono i seguenti: Linfoma non Hodgkin ad alta malignità già trattato con chemioterapia.
leucemia linfatica cronica già trattata con due linee di chemioterapia.
Carcinoma della mammella metastatico già trattato con chemio e o ormonoterapia.
Carcinoma del polmone non microcitoma già trattato.
Carcinoma del colon-retto metastatico già trattato con chemioterapia.
Carcinoma del pancreas inoperabile.
Carcinomi squamosi della testa e del collo e dell'esofago già trattato.
Glioblastomi già trattati con chirurgia e radioterapia.
Pazienti oncologici in condizioni critiche di malattia avanzata già trattati con terapie specifiche.
Carcinoma della mammella operabile in donne con più di 71 anni.
Alla luce di quanto detto, i pazienti che faranno richiesta e la cui patologia facesse parte dei protocolli, io non escluderei - premesso che la Giunta di ieri ha stabilito che tutti i cittadini piemontesi che faranno richiesta di essere inseriti nella sperimentazione, dovranno comunque avere una risposta, io non escluderei - dicevo - che tutti i pazienti potranno essere soddisfatti. La Regione Piemonte non distribuisce gratuitamente la somatostatina, e non potrebbe farlo. Ho già sottolineato ieri in Giunta che lo scopritore della somatostatina, l'oncologo Jemen, insignito del Premio Nobel nel 1997, ha sostenuto che molecole potenti, quali la somatostatina non possono e non devono essere usate e distribuite come in un bazar o in una trattoria. Le terapie antitumore vanno sostenute da rigorosi studi scientifici prima di essere utilizzate.
Dunque, se ci sono 70 persone affette da linfoma non Hodgkin ad alta malignità già trattato con chemioterapia - premesso che trattiamo tutte le persone affette da tale patologia - e se possono rientrare nella sperimentazione nazionale non più di 300 persone complessivamente, non vedo quale cosa terribile o ignobile ci possa essere nel ricorrere ad un sorteggio, una volta assicurato a tutti i cittadini piemontesi affetti da tale patologia l'essere trattati a livello di poli oncologici. Quindi trattati e seguiti da medici oncologici in una sperimentazione che potremmo chiamare differenziata, attuata legalmente a tutti gli effetti.
Ricordo che in ogni protocollo è indicata la posologia concordata con il prof. Di Bella; il paziente affetto dal linfoma non Hodgkin ad alta malignità sarà trattato con "tot" milligrammi di somatostatina, con la melatonina, con i retinoidi o con quant'altro.
Quindi, non solo sono stati dati i protocolli, ma per ogni protocollo è specificata la posologia del cocktail di farmaci (ricordo che il prof. Di Bella non vuole che si chiami "cocktail").
Concludo con un invito alla responsabilità da parte di tutti; c'è stata, infatti, grande irresponsabilità o perlomeno superficialità per quanto riguarda questa situazione.
Penso che qualsiasi medico, qualsiasi cittadino, di fronte ad un male incurabile com'è il cancro, abbia il dovere di sperimentare e di procedere su tutto.
Sperimentazione che non è stata attuata per molteplici motivi; non voglio entrare nel dettaglio: potrebbero esserci interessi economici o non volontà della scienza ufficiale. Diciamocelo chiaramente: è stata commessa una serie di errori che non dovremo più commettere; quest'esperienza deve farci riflettere e portarci a sostenere che in queste realtà occorre sollecitamente arrivare ad una sperimentazione.
Caro collega Riggio, tu sai benissimo che si tratterà di una sperimentazione senza tutti i crismi dell'ufficialità e della regolarità: alcune fasi saranno "saltate": non si può fare diversamente. La ricerca randomizzata non può essere fatta - la scelta a caso - ed anche, penso, la comparazione "con placebo" difficilmente sarà attuata. L'essenziale, per adesso, è che si verifichi se la terapia è valida o no. Debbo però dire a giustificazione dei comitati scientifici nazionali che il prof. Di Bella molti di voi l'avranno letto - non ha mai presentato alcun documento scientifico; ha svolto un solo studio sul cancro - uno solo - pubblicato da riviste ufficiali e altri di non grande importanza. Debbo altresì sottolineare che la medicina ufficiale ha portato a risultati eccezionali se è vero, com'è vero, che circa il 75% dei linfomi e delle leucemie guariscono addirittura; non possiamo che dare atto alla scienza ufficiale dei grossi progressi raggiunti.
Questa situazione, tra l'altro, impegnerà tutti nella ricerca, sia a livello nazionale sia a livello regionale; ricerca largamente disattesa finora in Italia.
Il collega Riggio sottolineava la necessità di un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico in Piemonte; per la verità, già quattro mesi fa, abbiamo presentato una richiesta in tal senso: Candiolo, che farà parte della rete oncologica regionale, dovrà essere istituto di ricovero e cura a carattere scientifico.
E' stato sottolineato da tutti voi che il sorteggio è "ignobile" o quanto meno procedura inadeguata; condivido tale giudizio, ma non escludo che si possa arrivare al sorteggio nel momento in cui assicuriamo a tutti i cittadini il trattamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per dire cosa penso coinvolga direttamente la sua funzione Presidente: la situazione dello stabile in piazza Solferino, di cui siamo proprietari e sul quale ho già svolto un'interpellanza ed una richiesta di verifica alla Corte dei Conti, e sul quale continuano a giungere informazioni molto allarmanti. Abbiamo potuto vedere, di persona, lo stato dei locali: sono necessarie spese per la realizzazione di veri pavimenti di impianti elettrici che non esistono.



PRESIDENTE

La informo che è stata presentata un'interrogazione alla quale verrà risposto quanto prima.



CHIEZZI Giuseppe

E' necessario rispondere a quell'interrogazione, e soprattutto in base ad ulteriori informazioni, sarebbe opportuno capire quando sarà reso agibile lo stabile e con quali costi aggiuntivi - oltre ai 7 milioni a mq.
che sono stati pagati, o i 3 milioni a mq. pagati per le cantine.
Bisogna fare chiarezza sullo stato di questo stabile: quanto è costato in che condizioni è, se vi è rispetto delle norme elettriche, idrauliche dei Vigili del Fuoco, e, soprattutto, cosa intendete farne; quanto denaro occorre ancora spendere per renderlo agibile (rimane comunque il discorso sul cosa mettervi all'interno...).
Solleciterei il Presidente del Consiglio ad attivarsi affinch all'interpellanza sia data risposta rapida. Personalmente, ho già chiesto un'audizione alla Corte dei Conti sulla vicenda; chiederei una risposta, se possibile, in giornata.



PRESIDENTE

L'Assessore Burzi ha bisogno di raccogliere ulteriore documentazione: risponderà in giornata.
Informo che anche l'Assessore Cavallera si è dichiarato disponibile a rispondere all'interpellanza urgente sul problema-Acna immediatamente dopo aver potuto acquisire ulteriore documentazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Chiedo informazioni all'Assessore D'Ambrosio, relativamente alle interrogazioni sulla prevenzione.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 1111 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea, Simonetti inerente a "Disfunzioni e carenze riscontrate presso la residenza 'Stelle d'Argento' - La Vigna di Carmagnola"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., "Interrogazioni e interpellanze" passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 1111, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti, alla quale risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

In riferimento all'interpellanza in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di conoscenza.
In seguito ad un esposto dei Carabinieri di Carmagnola, in data 25/5/96, segnalante casi di scabbia verificatisi presso la struttura Stelle d'Argento, l'Azienda Sanitaria Regionale 8 di Chieri, Servizio Igiene e Sanità pubblica, competente per territorio, attraverso il Dr. Valenza e la Dr.sa Scala, effettuava in data 28/5/96 un primo sopralluogo per la consueta indagine epidemiologica relativa al caso.
In tale circostanza veniva sentito il Dr. Tiralongo, Direttore Sanitario della residenza, e si assumevano informazioni sui casi sospetti compatibili con la patologia oggetto dell'indagine. Il successivo 3 giugno la Dr.sa Fassino, Specialista dermatologa della ASL, compiva una visita agli ospiti oggetto della segnalazione confermando la diagnosi di scabbia.
Veniva così concordato con il Direttore Sanitario un piano di profilassi per il contenimento dell'infezione consistente in: 1) ricovero del signor L.T. presso l'Ospedale S. Lazzaro di Torino in quanto soggetto particolarmente colpito dalla patologia 2) avvio immediato di trattamento specifico sui due casi individuati sospetti e sui contatti (ospiti R.S.A. nucleo III) 3) isolamento degli ospiti R.S.A. III fino a trattamento avvenuto e fino ad esclusione della patologia 4) protocollo di visita medica a tutto il personale di assistenza della struttura al fine di escludere casi secondari di infestazione. Allo stesso personale, nel contempo, venivano impartite disposizioni precise sull'uso di guanti e materiale monouso e, più in generale, sulle norme di sicurezza da rispettare 5) lavaggio degli indumenti personali degli ospiti in lavatrice ad alte temperature evitando la promiscuità della biancheria 6) attività di informazione ai parenti ed ai visitatori degli ospiti circa la situazione verificatasi e sui potenziali rischi di trasmissione dell'acariosi.
Il 19/9/96 veniva notificato al Dipartimento Prevenzione dell'Azienda 8, dal Reparto di Chirurgia dell'Ospedale S. Lorenzo di Carmagnola, un caso di scabbia riscontrato occasionalmente su un paziente proveniente dalla Residenza "Stella d'Argento" e ricoverato presso il presidio ospedaliero per altre patologie.
Visti i precedenti casi verificatisi nel mese di giugno, in quello stesso giorno veniva effettuato un sopralluogo (dott. Valenza e dott.ssa Scala) per verificare la situazione con particolare riguardo al nucleo R.S.A. III maggiormente interessato dal problema.
Si concordava pertanto con il Dr. Tiralongo di far sottoporre a visita specialistica presso l'Ospedale dermatologico S. Lazzaro di Torino tutti i pazienti che presentavano sintomi compatibili con la scabbia e contestualmente di adottare tutti gli accorgimenti necessari per il loro isolamento, consistenti nell'applicazione del protocollo già concordato per i casi verificatisi nel mese di giugno e riformalizzato con lettera del 10/10/96.
Oltre i casi positivi (cinque su otto) riscontrati sugli ospiti pervenivano anche tre notifiche di scabbia relative al personale di assistenza della struttura. In data 17/10/96 venivano visitati dallo specialista Dr. Colombo i pazienti già riscontrati positivi per la patologia, tutti i rimanenti ospiti del nucleo R.S.A. III, i casi sospetti presenti negli altri nuclei e tutto il relativo personale di assistenza con le seguenti risultanze: a) su 22 anziani visitati 11 erano considerati sospetti di essere affetti da scabbia e trattati con terapia specifica. Tutti i pazienti tranne 1 appartenevano al nucleo R.S.A. III b) su 17 operatori di assistenza, 8 risultavano affetti da scabbia e venivano allontanati dal posto di lavoro fino a guarigione avvenuta.
In data 28/10/96 è stata effettuata una nuova visita per verificare l'efficacia della terapia. Sulla base della certificazione rilasciata dal Dr. Colombo la situazione risultava notevolmente migliorata, residuando solo alcuni casi con la patologia in attività.
Una successiva visita del 16/11/96 rivelava in 10 pazienti un riacutizzarsi della patologia, il che consigliava, agli esperti dermatologi, una modifica dei protocolli terapeutici utilizzando anche preparati galenici, i quali, non essendo dispensati dal S.S.N., hanno causato l'incremento di costi a carico dei pazienti.
I nuovi protocolli si sono comunque dimostrati efficaci e, in capo a poco tempo, l'emergenza scabbia era superata, come del resto confermava la nota prot. 5840 del 15/4/97 con cui l'ASL 8 forniva gli elementi di chiarimento richiesti dal mio Assessorato con lettera prot. n. 1384/49/773 del 25/3/97.
Per tutto il protrarsi della situazione di emergenza, comunque, i parenti degli ospiti venivano costantemente tenuti informati, sia sulla situazione epidemiologica sulla scabbia, sia sui protocolli di sicurezza che dovevano essere osservati.
Stesso discorso vale per il personale di assistenza ed infermieristico.
Per quanto riguarda gli aspetti di tipo organizzativo, e, più in particolare, le carenze di personale segnalate anche dagli interpellanti si fa presente che in data 7/11/96, alle ore 14,30, la Commissione di Vigilanza della competente ASL effettuava un accurato sopralluogo e redigeva un verbale in cui veniva contestata alla Direzione della Residenza "Stella d'Argento" una carenza di personale rispetto agli standard previsti dalla Regione: il personale addetto alla assistenza era infatti conteggiato in 32 unità contro le 41 previste dalla DGR n. 41 del '95.
Tale situazione generava una lettera di denuncia di irregolarità e diffida in data 22/1/97, cui il Responsabile della struttura rispondeva controdeducendo in data 29/1/97. Nel successivo mese di febbraio l'Assessorato all'Assistenza chiedeva chiarimenti in merito, cui seguivano risposta della ASL 8 e della Commissione di Vigilanza.
Nel corso del 1997, comunque, la competente Commissione di Vigilanza effettuava più sopralluoghi alla struttura "Stella d'Argento". L'ultimo compiuto alla fine dello scorso settembre (di cui fornirò copia, come richiesto, agli interpellanti), rilevava come i problemi di personale fossero stati completamente superati; in servizio risultavano infatti esserci 10 ADEST per il nucleo R.A., 9 ADEST per il nucleo R.A.F., 27 ADEST per il nucleo R.S.A., per un totale di 46 dipendenti contro i 41 previsti dalla citata DGR n. 41.
A disposizione per ulteriori chiarimenti, si porgono distinti saluti.



VEDI RISPOSTA SCRITTA (riascoltata - non ha integrato)



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. Mi pare sia stata ben descritta dall'Assessore tutta la parte relativa alla Residenza "Stelle d'Argento - La Vigna", che ha visto l'emergenza scabbia. Non sono state affrontate, però, le tematiche, le problematiche poste in rilievo nell'interpellanza.
Nell'interpellanza avevamo posto alcuni problemi, la maggior parte dei quali, all'epoca, cioè nel febbraio del '97, irrisolti, in particolare per le scarse norme di sicurezza igienico-sanitarie e la difficoltà, dovuta al personale inadeguato, nei numeri e nei tempi, di poter sopperire a tutte le funzioni di assistenza ed ai vari turni che dovevano essere ripartiti all'interno della Residenza "Stelle D'Argento".
Tali problemi, che come conseguenza inevitabile incidevano anche sulle norme sanitarie ed igieniche, che lasciavano a desiderare, hanno determinato, da un lato, l'impossibilità per i pazienti di essere assistiti e curati in un luogo in cui peraltro i familiari pagavano una quota non irrisoria; dall'altro, non hanno consentito ai familiari di individuare nel corso del tempo, un punto di riferimento certo nel personale.
L'emergenza scabbia è stata uno di quegli elementi che ha esasperato queste difficoltà, per cui, per i casi che si sono verificati, non è così scontato, come ha detto l'Assessore, che i pazienti e i loro familiari ne venissero informati.
Tale difficoltà e l'organico ridotto, che doveva essere incrementato di almeno otto unità, di cui sei assistenti e due infermieri professionali sulla base dei criteri individuati dalla delibera regionale, sicuramente ha determinato delle gravi difficoltà, non solo per i familiari, ma anche per i pazienti stessi, nell'essere informati.
Il fatto che alla fine del 1997 il personale e l'organico della Residenza Assistenziale Sanitaria "La Vigna" sia stato adeguato rispetto ai criteri e agli standard previsti dalla delibera regionale, non risolve il problema che invece hanno dovuto sopportare i familiari e i pazienti per ben otto mesi, perché la difficoltà di organico - ripeto - di ben otto persone in meno ha comportato gravi difficoltà.
Un altro elemento che non è stato affrontato dall'Assessore, e che considero invece importante, è che l'emergenza scabbia, quindi delle nuove situazioni che si sono venute a verificare all'interno della Residenza, ha comportato dei costi aggiuntivi rispetto alle quote iniziali, che i familiari dei pazienti sono stati obbligati a pagare.
Il problema scabbia e il suo rapido diffondersi all'interno della Residenza Sanitaria forse è stato anche dovuto alla difficoltà del personale di riuscire a seguire tutti i pazienti e ad assisterli in modo tempestivo, perché la carenza era cronica. Forse questo è dovuto ad un limite della Regione e della direzione della Residenza Sanitaria Assistenziale "La Vigna". Questo limite che ha causato l'emergenza e le carenze ormai note, non è accettabile e mi pare assolutamente inopportuno che sia stato sottoposto al pagamento, invece, dei familiari dei pazienti.
Coglierò l'occasione per analizzare la copia dell'ultimo verbale nel quale sono state rilevate delle insufficienze anche dal punto di vista strutturale. Chiedo all'Assessore D'Ambrosio di verificare, insieme all'Assessore Goglio, rispetto alle strutture socio-assistenziali i requisiti e gli standard strutturali e di organico, che nella maggior parte delle residenze sanitarie assistenziali oggi in Piemonte non vengono assolutamente rispettati.
La carenza degli organici porta necessariamente delle difficoltà nell'assistenza dei pazienti e quando ci sono emergenze, ad esempio quella della scabbia, come abbiamo visto, vi sono costi aggiuntivi che poi sono sopportati dai famigliari dei pazienti. Io chiedo alla Regione di intervenire e di non aspettare ulteriori casi perché sono molti i malati cronici non autosufficienti che sono ricoverati in queste strutture sanitarie assistenziali.
Oltre a una necessità di potenziamento di queste strutture, io credo debba essere anche potenziata la vigilanza della Regione e dei suoi comitati di vigilanza e di controllo per l'accettazione e la verifica dei requisiti, non solo strutturali, che sono fondamentali, ma anche funzionali, quindi anche per una motivazione in più degli organici, di coloro che operano per una causa che oltre che per l'assistenza degli anziani penso debba essere almeno degna.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINERVINI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; per quale ragione?



CAVALIERE Pasquale

Perché vedo finalmente in aula l'Assessore Vaglio. Il Presidente Ghigo aveva detto che non appena fosse tornato l'Assessore egli avrebbe proceduto alla risposta in ordine alle interrogazioni riguardanti il suo operato.
Quindi, chiedo se è possibile questo, oppure se l'Assessore non è preparato ci dica che non è preparato e rimandiamo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Allora, l'Assessore Masaracchio cortesemente...



CAVALIERE Pasquale

Scusi Presidente...



PRESIDENTE

Dopo, non è ancora scaduto il termine, lo vediamo...



CAVALIERE Pasquale

No, Presidente, sta scadendo lei nella conduzione di quest'aula!



PRESIDENTE

Questa è una sua valutazione.



CAVALIERE Pasquale

Sì, è una mia valutazione, però c'era una richiesta e il Presidente Ghigo aveva detto che si sarebbe proceduto non appena fosse rientrato l'Assessore. Oppure ci dica il Presidente o l'Assessore che questa mattina non intende dare la risposta. Io non obbligo l'Assessore ad essere preparato, ma se non è preparato lo dica! Ne abbiamo discusso nella Conferenza dei Capigruppo, la quale stabilisce l'o.d.g. e nella Conferenza dei Capigruppo è stato stabilito...



PRESIDENTE

Abbia pazienza, mi permetta, lei ha espresso molto bene quello che riteneva di dire.



CAVALIERE Pasquale

No, non ho ancora espresso bene!



PRESIDENTE

Non alzi la voce. Abbiamo inteso la sua istanza.



CAVALIERE Pasquale

Invece non ha inteso, Presidente, perché lei continua a omettere la questione!



PRESIDENTE

No, io non ometto assolutamente nulla.
La parola al Consigliere Saitta.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, lei aveva un impegno da rispettare...



PRESIDENTE

Le tolgo la parola, abbia pazienza.



CAVALIERE Pasquale

Mi tolga pure la parola. Lei Presidente doveva procedere a quanto stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo e non può permettersi di decidere come un organo monocratico!



PRESIDENTE

Le chiedo di non disturbare i lavori dell'aula.



CAVALIERE Pasquale

No, è lei che sta disturbando! Sono decisioni della Conferenza dei Capigruppo!



(Il Presidente toglie la parola al Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, vorrei innanzitutto invitarla a definire attraverso una riunione dell'Ufficio di Presidenza qualche meccanismo che consenta una conduzione un po' più serena nel rapporto anche tra i Gruppi consiliari altrimenti diventa molto difficile, in sostanza.
A parte però questa questione, desidero anch'io richiamare il fatto che questo problema l'abbiamo posto ieri in un paio di riunioni e questa mattina il Presidente Ghigo ha detto, poiché nel preciso momento in cui è intervenuto mancava l'Assessore Vaglio, "al momento del ritorno dell'Assessore Vaglio, se l'Assessore ritiene si può rispondere".
Siccome è stata fatta un'interrogazione urgente io credo, proprio per l'impegno che si è assunto lo stesso Presidente Ghigo, che sia giunto il momento di dare una risposta, senza sotterfugi, a cui lo stesso Presidente Ghigo non voleva ricorrere. Mi pare sia stato molto chiaro, ha detto "quando arriverà l'Assessore Vaglio se ne potrà discutere". Per cui Presidente, io credo che sia giunto il momento di farlo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ho ascoltato l'intervento, in parte entrando in aula, ma lo stavo ascoltando anche fuori. Io non ho detto le cose che il Consigliere Saitta in questo momento ha ripetuto. Io ho detto che il luogo dove mi sarei espresso era la Conferenza dei Capigruppo delle 14,30. Nonostante questo ho anche aggiunto che l'Assessore Vaglio era disponibile a rispondere alle interrogazioni in elenco, quella sull'istituto alberghiero e quella sulle piste, che erano state identificate nella riunione dei Capigruppo e sulle quali credo non ci sia nessun motivo per non rispondere.
Per quanto riguarda l'interrogazione urgente io ho detto che non c'era nessun motivo per non rispondere, non ho specificato quando, nel senso che io, per esempio, posso immaginare che il tempo giusto sia la seduta di martedì prossimo.



CAVALIERE Pasquale

Basta dirlo!



PRESIDENTE

Passiamo dunque all'interrogazione...



CAVALIERE Pasquale

Posso avere la parola, Presidente?



PRESIDENTE

Su che cosa? Stiamo andando avanti.



CAVALIERE Pasquale

Su questa comunicazione del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Brevemente.



CAVALIERE Pasquale

Io sono sempre breve, Presidente.
Presidente Ghigo, contrariamente a quanto si è sempre impegnato, lei sta compiendo una grave omissione e invitando anche il suo Assessore a una grave omissione.
Noi abbiamo fatto delle domande specifiche all'Assessore e anche ritengo, molto semplici che crediamo l'Assessore possa, nella loro sostanza, dirimere subito. Il problema non si è posto adesso, ma avendo lui saputo che alcuni giorni fa abbiamo chiesto dei chiarimenti in ordine a questioni specifiche, io credo che l'Assessore abbia conoscenza precisa delle questioni che poniamo, che grosso modo sono due: in ordine agli Interreg e in ordine ai progetti speciali...



PRESIDENTE

Mi permetta, Consigliere.



CAVALIERE Pasquale

Sto intervenendo sulla questione...



PRESIDENTE

Lei non può sviluppare nuovi argomenti.



CAVALIERE Pasquale

Io non sto sviluppando! Sto solo dicendo...



PRESIDENTE

L'Assessore Vaglio si è dichiarato disponibile a rispondere all'interrogazione n. 1461 da lei presentata, perciò se lasciamo la parola rapidamente all'Assessore Vaglio...



CAVALIERE Pasquale

Termino subito, Presidente, per dire non a lei, ma al Presidente Ghigo che ci sta impedendo di portare dentro quest'aula una questione che noi riteniamo importante. Dopodiché non si lamenti se per poter parlare di un problema dovremo ricorrere alle conferenze stampa; dovremo pur esprimere le questioni! La nostra prima istanza è l'aula istituzionale, è questo Consiglio dove l'Assessore è invitato a dare delle risposte a problemi precisi di informazione che gli sono stati chiesti. Informazioni di cui l'Assessore non può non disporre in questo momento.
Dopodiché, siccome Presidente lei, per quanto nuovo, ha ben inteso la questione, io non posso che osservare, ancora una volta, quanto lei sia omissivo e quanto lei continui a coprire comportamenti scorretti nella gestione dei suoi Assessorati, nella gestione della sua Giunta; quanto lei continui a gestire una cattiva amministrazione; quanto lei continui ad omettere delle precise risposte.
Questo è un problema - Presidente - a cui lei non vuole ovviare.



(Commenti del Presidente della Giunta regionale)



CAVALIERE Pasquale

No, non è questione di martedì, Presidente, perché quando vengono poste delle precise domande, non si può, rispetto a queste cose... soprattutto quando altre questioni sono state poste prima; dopodiché, interverremo lo stesso...



PRESIDENTE

Abbia pazienza, qui stiamo svolgendo le interrogazioni. Le ripeto Consigliere Cavaliere, che l'Assessore Vaglio è disponibile a dare risposta ad una sua interrogazione: lei non può impedire...



CAVALIERE Pasquale

Per carità, tanto con quell'interrogazione all'argomento ci arriviamo lo stesso. Come vede, i suoi secondi con la politica non c'entrano molto.



PRESIDENTE

Non si tratta dei secondi. Il problema è quello di lasciare la possibilità all'Assessore Vaglio di rispondere all'interrogazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi: su questo argomento o su cosa?



CHIEZZI Giuseppe

Ho chiesto di intervenire sull'argomento, perché anche il mio Gruppo è firmatario di questa interrogazione. L'abbiamo firmata perché siamo venuti a conoscenza che sugli argomenti trattati nell'informazione ci sono delle preoccupazioni e vogliamo dei chiarimenti.
Non capisco perché si cerchi sempre di sminuire le questioni da noi sollevate, di rimandarle a tempi successivi.
Nel momento in cui i firmatari dell'interpellanza, preoccupati e senza voler fare il colpo di teatro e basta, vengono in quest'aula prima di andare dai giornali, e vi dicono esplicitamente: "Siamo preoccupati di una situazione, volete per cortesia illustrarla?", sensibilità del Presidente della Giunta regionale vorrebbe che drizzasse un po' le orecchie, capisse che si tratta di tema estremamente delicato, non cacciasse fuori dall'aula questo tema, anzi, immediatamente, mettesse in condizioni l'aula di conoscere.
Se questo non succede, Presidente Ghigo, è chiaro che tutti noi ci rivolgeremo in altri modi all'opinione pubblica, ma per una volta che correttamente, prima che la notizia esca, si dice: "Chiariamo in aula la questione", lei invece rimuove il problema. Non lo rimuova!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non l'ho rimosso.



CHIEZZI Giuseppe

Non lo rimuova oggi, non lo rimuova quando in un'aula pubblica del Consiglio noi le poniamo il problema: lo affronti immediatamente!



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo e la Giunta hanno inteso l'urgenza, già ieri, che alcuni Gruppi hanno voluto porre a quell'interrogazione.



CHIEZZI Giuseppe

Ma io ho voluto perorare la questione, visto che siamo tutti Consiglieri regionali, in modo che nessuno possa poi dire che siamo andati da altre parti, chiedendo di risolvere oggi questo problema.



PRESIDENTE

Il Presidente e l'Assessore si sono impegnati a dare una risposta in tempi ravvicinati: credo che dobbiamo lasciare loro qualche ora di tempo.
Questa successiva istanza non fa che ribadire l'urgenza che alcun Gruppi, alcuni Consiglieri pongono in quell'interrogazione.
Hanno chiesto la parola il Consigliere Riba e poi il Consigliere Saitta. Prego, Consigliere Riba.



RIBA Lido

Con brevità anglosassone, se una volta ci riesco, intervengo per sollecitare la comunicazione dell'Assessore Vaglio e del Presidente Ghigo in risposta all'interpellanza che concerne la questione all'oggetto di questi brevi interventi.
Aggiungo anche che il fatto di procrastinare - lo dico valutando l'opportunità e l'interesse del Consiglio - non servirebbe né a ridurre eventualmente la complessità del tema né tanto meno per converso, per opposto servirebbe ad aumentare la preoccupazione e la valutazione circa una forma di imbarazzo che c'è, anche se probabilmente voi direte che non è così.
Ricordo che gli elementi e i quesiti posti nell'interpellanza, che io non ho firmato perché ieri non ero presente a Torino, ma ha firmato il mio collega Bellion e quindi riporta pienamente la firma, l'adesione del Gruppo, riguardano questioni che non hanno bisogno di una ricerca cartacea.
Io stesso ho fatto qualche sondaggio negli uffici per sapere e capire: ho visto che si sapeva e si capiva, quindi si era ampiamente al corrente di ciò che era oggetto della richiesta.
La questione, in estrema sintesi, è la seguente: esiste una situazione di privilegio (voluto, casuale, costruito, ricercato o invece magari non incoraggiato ma di fatto realizzatosi) tra alcune aree di consulenti o di soggetti che, in pratica, hanno inteso, nell'ambito della loro libertà di impresa, acquisire una posizione di privilegio; si chiede di capire se questa posizione di privilegio si è instaurata, è stata tutelata, è stata incoraggiata, ha creato degli imbarazzi o ha creato delle vere e proprie posizioni illegittime.
Questo è l'oggetto dell'interpellanza, e credo che gli argomenti siano ampiamente noti.
Dai cenni che fa l'Assessore Vaglio, rilevo che non ha nessun problema di tipo specifico a rispondere all'interpellanza.
Ritengo dunque valga proprio la pena di affrontarla oggi, perché si è posta in termini di urgenza e mi pare che il Consiglio, obiettivamente, sia già coinvolto da questo tipo di problema e abbia bisogno di essere subito messo in condizione di discuterne.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Saitta, credo però che questa discussione, che in parte riprende...



CAVALIERE Pasquale

... Presidente, lei faccia il Presidente del Consiglio!



PRESIDENTE

Lei faccia il Consigliere e parli quando ha la parola.
Credo che tali richieste non facciano altro che sollecitare un'urgenza che il Presidente della Giunta e la sua Giunta già conoscono.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Riformulo la proposta di una riunione dell'Ufficio di Presidenza o dei Capigruppo per esaminare la conduzione del Consiglio: mi pare importante.
Per quanto riguarda quell'interpellanza urgente, ricordo che si tratta di temi noti.
Io stesso, qualche mese fa, ho avuto modo di avanzare al Presidente della Giunta regionale qualche dubbio in ordine a queste consulenze; credo dunque che abbia avuto sicuramente il tempo per controllare e riflettere sulle questioni che sono state poste e che non erano soltanto una chiacchiera, ma avevano un significato, in quanto mi sono rivolto personalmente al rappresentante dell'istituzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente Deorsola, lei, in questo momento, è anche il mio Presidente perché nel momento in cui presiede l'aula è il Presidente di tutti, anche ad personam.
E allora, in questa sua prima seduta, desidero veramente comprendere anche un po' la difficoltà di avvio e la generosità che lei sta dimostrando, dal suo punto di vista, nei confronti della maggioranza che l'ha eletta; però, le chiederei di essere un po' meno generoso - se vogliamo metterla benevolmente - e dare le responsabilità ai soggetti a cui queste competono.
Aggiungo inoltre, molto sommessamente, che non compete nemmeno a lei dirci quando questa interrogazione avrà una risposta, perché il Presidente della Giunta regionale si era impegnato a darci una risposta questa mattina.
Per esempio Ghigo, oggettivamente, non avevo capito che si dovesse andare ad una risposta alle ore 14.30, ma mi era parso di capire che ci avrebbe detto questa mattina se si rispondeva o meno a questa interrogazione.
Quindi, dato che le minoranze che hanno sottoscritto questo testo sollecitano questa risposta, la Giunta dica per cortesia all'aula se risponde e, se non risponde, perché: molto semplicemente.
Mi sono permessa - Presidente Deorsola, lo comprenderà - di chiederle soltanto di essere non così generoso (voglio interpretarla così) altrimenti il suo rapporto con i Gruppi dell'aula può nascere non al meglio, e questo non è interesse di nessuno: sono anche convinta che non sia la sua volontà.
Ci permetta questi suggerimenti (dal nostro punto di vista evidentemente).
Ritengo inoltre - sommessamente, come ho detto prima - che sia utile una Conferenza dei Capigruppo, perché ognuno dica le prime impressioni questo è normale - e magari si aggiusti un pochino il tiro, qualora fosse necessario.
La ringrazio, Presidente.



PRESIDENTE

La ringrazio di queste sue osservazioni. Devo dire che non ho inteso essere particolarmente generoso con nessuno: questo è stato, è e sarà il mio comportamento.
Mi sono solo permesso di ricordare come alcune istanze fossero già state rappresentate nella riunione di ieri dei Capigruppo: sicuramente il Presidente della Giunta e i suoi Assessori sapranno tenerle in considerazione, nei tempi consentiti.
La parola al Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non intendo sottrarmi alla risposta dell'interpellanza urgente, ma per una legittima necessità di approfondire ulteriormente l'argomento la Giunta si impegna a rispondere nella prossima seduta di Consiglio. Mi rendo conto che l'opposizione vorrebbe la risposta oggi, onestamente ritengo che possa essere accettata dall'opposizione la risposta martedì nella seduta del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signore Presidente, come al solito in quest'aula mi succede che non capisco a che titolo sto intervenendo, se sulle comunicazioni del Presidente - che poi non è neppure una comunicazione ma una risposta impropria - o su altri argomenti all'o.d.g.
Detto questo gradirei un po' di normalità nei rapporti o almeno il rispetto minimo del Regolamento per quanto obsoleto e insufficiente sia.
Non possiamo trasformare quest'aula in un mercato, cercando di imporre risposte alle interrogazioni non calendarizzate, con la sola volontà della prepotenza. Ieri qualche collega, nella conferenza dei Capigruppo rimproverava il fatto - ovviamente addebitato alla maggioranza, alla Giunta di non seguire le procedure corrette per quanto riguarda le decisioni che i Capigruppi assumono nella conferenza. Vorrei sottolineare che una Giunta risponde, credo che sia la norma, alle interrogazioni e alle interpellanze quando è pronta a rispondere. I Capigruppi hanno fissato dei punti all'o.d.g., e vanno rispettati. Non è possibile che ogni volta si tenti di forzare la mano parlando fuori microfono e tentando di imporre delle risposte. Questa non è né democrazia né rispetto del Regolamento. Le chiedo, Presidente, di essere generoso il giusto - non ho visto una sua particolare generosità - nei confronti del Regolamento, delle prerogative e dei compiti anche della Conferenza dei Capigruppo. Una volta fissati i punti all'o.d.g. questi devono essere rispettati.
Mi permetto anche di dire che sono ovviamente e conseguentemente contrario a qualsiasi riunione dei Capigruppo per discutere su questa vexata quaestio che per me non è vexata, nel senso che c'è stata la conferenza dei Capigruppo nella quale si sono assunte delle decisioni. Noi vorremmo poter lavorare e poter seguire il percorso giusto, corretto e logico sulla base di queste decisioni.



PRESIDENTE

Ricordo all'aula che alle ore 14.30 verrà convocata la conferenza dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Innanzitutto il collega Ghiglia non era presente ieri alla conferenza dei Capigruppo ...



GHIGLIA Agostino

C'ero, sono andato via prima.



CAVALIERE Pasquale

Va bene, è andato via prima, quindi non ha sentito quando abbiamo affrontato il punto. Il punto è stato sollecitato al Presidente della Giunta il quale si è riservato di chiedere all'Assessore se era - con la formula che si conviene in questi casi - pronto a dare la risposta. Ora vorrei sapere dall'Assessore, conoscendo il problema, il perché non è pronto a dare la risposta. Nel senso che sui tratti della questione sollevata credo che sia precipuo interesse dell'Assessore, del Presidente dare delle risposte immediate.
Per quanto riguarda il mio Gruppo e altri Gruppi della minoranza avevamo presentato delle interrogazione mesi or sono e siamo ancora in attesa delle risposte. Quando si presenta un'interrogazione o un'interpellanza urgente è perché c'è un problema di una certa entità.
Sono convinto che l'Assessore conosca bene il problema, pertanto si deve dire che l'Assessore non è pronto a rispondere o non conosce a sufficienza il problema per poter dare una risposta. Oggi è stato detto "prendiamo atto anche di questo, per quello che ci riguarda renderemo pubbliche oggi pomeriggio di una conferenza stampa le questioni che volevamo...." Attento a cosa?



(Interruzione dell'Assessore Vaglio)



PRESIDENTE

Non ho inteso nessuna minaccia. Lei concluda il suo intervento Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Lei, Presidente, non sentirebbe niente da quell'orecchio, non è questo il problema!


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Formazione professionale

Interrogazione n. 1461 del Consigliere Cavaliere inerente a "Istituto alberghiero Formont alla Reggia di Venaria"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 1461 inerente l'Istituto alberghiero Formont alla Reggia di Venaria.
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore alla forestazione e all'economia montana

Rispondo all'interrogazione n. 1461 che è una delle due interrogazioni presentate giacenti al momento presso il mio Assessorato. Abbiamo avuto modo di dare già risposta scritta in data 24 novembre 1997 all'interrogante, quindi procederemo anche a dare informazione all'aula relativamente a questa vicenda. Così come, giustamente, conoscendo "l'efficienza" dei nostri uffici, come ha detto il Consigliere Cavaliere in linea di massima avremmo anche potuto essere in grado di rispondere oggi all'altra interrogazione presentata, non fosse che l'interrogazione l'ho vista questa mattina e non ho avuto materialmente il tempo di procedere all'esame degli atti che invece il Consigliere Cavaliere ha già visionato tranquillamente da giovedì. Le urgenze di solito sono un po' come i CD rom dei moderni computer, ci sono urgenze per due, urgenze per quattro, ci sono urgenze per otto e quant'altro. Io le urgenze le recepisco, comprendo benissimo quali sono le istanze alle quali dare le risposte, ma non accetto le provocazioni di tipo politico che arrivano dal territorio e che non sono inerenti a questioni del Consiglio, ma dico ufficialmente a tutti gli interroganti che domani mattina, alle h. 8.00, troveranno sul loro tavolo la risposta scritta a quest'interrogazione - per questione deontologica chiedo ai colleghi di attendere la risposta martedì prossimo.
L'azione di percussione che state portando avanti è estremamente interessante e intelligente: dal punto di vista dell'opposizione state facendo il vostro dovere; non potete però pretendere che un'interrogazione presentata stamattina abbia una risposta completa ed esauriente tre ore dopo averne preso visione.
In ordine all'interrogazione n. 1461 del Consigliere Cavaliere inerente all'istituto alberghiero Formont, alla reggia di Venaria Reale, si comunica quanto segue.
Con i fondi forestazione del FIO del 1983 furono eseguiti dalla Regione Piemonte lavori di restauro e ristrutturazione dei piani superiori di parte della manica nord est del Castello della Mandria, in Venaria Reale - e non già della Reggia. La destinazione dei locali ristrutturati resta quindi vincolata alla formazione.
Con deliberazione della Giunta regionale 5/6/95, n. 212/46579, vennero assegnati all'Ente di gestione del "Parco regionale La Mandria" i beni immobili di proprietà regionale, inclusi nel Parco, con esclusione dei locali del Borgo Castello, ristrutturati con il sopramenzionato finanziamento FIO.
In data 4 settembre 1996, la Regione Piemonte e il Formont e l'associazione Formont sottoscrivono una convenzione per la gestione del Centro di formazione professionale di operai forestali, volontari antincendi boschivi, presso i locali di proprietà regionale siti nella manica nord est del Castello della Mandria.
Nella deliberazione programmatica di accordo tra Governo e Regione Piemonte per il riutilizzo della Reggia di Venaria presso il Castello della Mandria è tuttora previsto il Centro di formazione per la forestazione e le attività di sviluppo per l'economia montana.
Nell'ipotesi di Piano di sviluppo dell'Associazione Formont il ruolo del Centro di formazione della Mandria è previsto per le seguenti attività: formazione di operai forestali formazione di volontari antincendi boschivi accompagnatori turistici ed operatori ambientali formazione di volontari per la protezione civile (legge n. 626) nel settore forestale centro di ricerca comparata per le attività di montagna centro di convegni per studi di settore.
La formazione alberghiera è limitata al supporto dei corsi residenziali di cui sopra.
Inoltre, lo stesso Piano prevede - cito il Piano di sviluppo del Formont - "come abbiamo avuto modo di dire nelle pagine precedenti, Formont può operare e sviluppare la propria attività solo se presente sul territorio montano. Per il centro di Ceres è senz'altro necessario lasciare l'attuale contenitore, inadeguato dal punto di vista delle normative di sicurezza e di igiene, nonché eccessivamente oneroso in termini di canone di locazione".
In accordo con la comunità montana Valli di Lanzo è possibile destinare in tempi relativamente brevi una specifica struttura che avrebbe anche la possibilità di continuare la scuola alberghiera; naturalmente, accanto a nuove attività legate al settore artigianale e commerciale.
In via immediata, la Comunità montana può dare ospitalità ad uno sportello Formont.
Si ritiene pertanto che la temporanea sistemazione dei corsi presso il centro di Ceres consenta l'effettivo avvio del Centro di formazione nel Castello della Mandria e una miglior gestione dei nuovi corsi che devono essere avviati in ottemperanza ai contratti collettivi nazionali di lavoro degli operai forestali e della convenzione con l'associazione regionale antincendi boschivi.
Relativamente alla formazione nelle valli di Lanzo è impegno sia della Regione sia del Formont sia della locale Comunità montana, la ripresa dell'operatività non appena sia stata messa a disposizione un'idonea sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, non tratterò questioni riguardanti l'interpellanza su cui l'Assessore Vaglio si è detto non preparato - e quindi chiedere informazioni sul recente ruolo del Consorzio USAS nel Formont. Non tratter altresì altre particolari questioni, poiché alcuni dei motivi dello spostamento del Formont dalla montagna alla pianura sono assolutamente indicibili.
Voglio invece considerare il fatto che lo stesso termine "Formont" rimanda a "formazione montana"; ciò quanto scritto nello Statuto, nelle finalità, ecc. Tutti concordano sul fatto che la struttura ospitante finora il Formont non è "a norma" e che occorrerebbe un enorme dispendio di risorse per poterla rendere agibile - considerando anche il fatto che si tratta di immobile in affitto e non di proprietà. E' però da tener presente che esistono, in quella zona, strutture regionali, per la cui ristrutturazione la Regione ha speso più di un miliardo, assolutamente inutilizzate.
Dunque: si stava in affitto in una struttura inagibile, pagando molto vi sono strutture regionali non utilizzate: cosa si fa? Si spendono 300/400/500 milioni per rendere adeguabile parte della manica della reggia di Borgo Castello e ospitarci il Formont.
Perlomeno, Assessore, si è trattato di mancanza di programmazione. Lei avrebbe dovuto, due anni fa, porre mano al problema e risolverlo in loco valutando la presenza di strutture regionali e di quant'altro. Invece, si è scelta la soluzione più irrazionale, più illogica, più penalizzante, che è quella di portare a Borgo Castello e alla Mandria questo servizio. Scelta fatta dal Presidente del Formont (credo), quindi indicato dall'Assessore Vaglio come Presidente del Formont, o indicato, nel Formont, dall'Assessore Vaglio - mi permetta, Assessore. Non risulta questo? Mi assumo allora la responsabilità di dire che il Presidente del Formont è stato indicato in quel ruolo dall'Assessore Vaglio. Me ne assumo tutta la responsabilità.
Quindi, il Presidente del Formont, indicato e voluto dall'Assessore Vaglio alla Presidenza del Formont; l'Assessore Vaglio e le altre strutture del Formont si trovano concordi in una scelta che non potrebbe mai vedere la Comunità Montana concorde, però abbiamo il Presidente nella duplice veste di Presidente del Formont e Presidente della Comunità Montana, quindi non si capisce poi quali siano le tutele da fare.
Le altre questioni - ripeto - sono abbastanza indicibili. Penso che lei, Assessore Vaglio, abbia danneggiato, penalizzato la montagna. Se continua di questo passo la chiameremo l'Assessore all'illegalità montana non all'economia montana...



MANCUSO Gianni

Presidente, non consenta questo linguaggio!



PRESIDENTE

Consigliere Mancuso, non interrompiamo, lasciamo terminare il Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ho detto Assessore all'illegalità montana; credo di aver detto tutto.
Voglio solo dire all'Assessore Vaglio, che ultimamente guarda anche lui le montagne dall'elicottero, che c'era un altro Assessore provinciale, questa volta alla montagna, che amava molto guardare quelle montagne dall'elicottero e scendendo e poi mettendo i piedi sulla terra, bench montana, si è reso conto che dall'alto fanno un'altra impressione.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore Vaglio, intendo precisare che, a termini di Regolamento, l'interrogante o uno degli interroganti ha diritto di replicare. Mi dicono che c'è una prassi per cui più interroganti potrebbero intervenire, io di questo non sono a conoscenza.
Prego, Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Non metto in discussione il Regolamento. Vorrei solo evitare che il Presidente ci impegnasse, d'ora in avanti, anziché firmare tutti su uno stesso foglio un'interrogazione, di fare le fotocopie e di presentarle con delle firme singole. Se il Presidente in questo momento intende fare in modo che quella prassi ormai consolidata vada avanti e che tutti i firmatari dell'interrogazione possano intervenire sull'interrogazione stessa, va bene, altrimenti adotteremo il sistema della carta sciupata che andrà sul banco del Presidente, anziché in una copia, in 20, 30 o 40 copie così potremo parlare tutti e avremo trovato una soluzione burocratica, dal punto di vista regolamentare. Chiedo quindi al Presidente di verificare l'opportunità di dare la parola a chi l'ha chiesta, e io sono uno di quelli che l'ha chiesta.



PRESIDENTE

Pur nella chiarezza del Regolamento, dato che mi si parla di questa prassi che in qualche modo è consolidata, io intendo portare l'argomento ai Capigruppo, in modo da avere un chiarimento, non sul testo del Regolamento ma sul rapporto che ci deve essere in aula.
La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Scusi, Presidente, mi può dire per cortesia l'articolo del Regolamento che impedirebbe o impedisce - a sua indiscrezione - agli interroganti di svolgere l'oggetto dell'interrogazione?



PRESIDENTE

L'art. 89, al punto 7), dice: "Dopo la risposta orale della Giunta, in Consiglio e in Commissione, l'interrogante o uno degli interroganti..." ecc., "ha diritto di replica per dichiarare se è soddisfatto".



PICCHIONI Rolando

Allora qual è stata la procedura attuata stamattina, nella fattispecie? C'è stata una dichiarazione, se non erro, da parte dell'Assessore; poi c'è stata una risposta da parte del Consigliere Cavaliere. Tutti coloro che hanno perlomeno sottoscritto o firmato una interrogazione, non hanno diritto di parola? Mi pare assurdo!



PRESIDENTE

Dice: "l'interrogante o uno degli interroganti".



PICCHIONI Rolando

Ma assolutamente la prassi è che, qualunque interrogazione venga fatta deve essere svolta dalle persone che interrogano. Questa è veramente una cosa abominevole, se si va ad inverare una prassi di questo genere!



PRESIDENTE

Io ho detto...



PICCHIONI Rolando

Ma non importa nulla, questo, signor Presidente, non si è mai detto che un interrogante o un interpellante non possa svolgere la sua interrogazione o la sua interpellanza, anche in risposta all'Assessore. Ma queste sono cose veramente innovative, che offendono il senso democratico dell'assemblea.
Quando mai in questa assemblea si è impedito all'interrogante di intervenire? Questo è un problema di non poco conto, perché attiene, signor Presidente della Giunta, alle scelte che lei ha indicato per la Reggia di Venaria e pertanto è un problema implicante...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Una parte.



PICCHIONI Rolando

Sì, una parte. Allora, questo è un problema implicante una delle scelte fondamentali che la sua Amministrazione si è data, e io credo che su questo, al di là del merito, ci sia proprio il diritto di ognuno di esprimersi. Non ci sono dei pensieri cumulativi o delle sintesi a posteriori, su queste cose, perché non c'è una volontà generale in questa assemblea di esprimere il pro e il contro rispetto a quanto dice un Assessore che viene interrogato. Qui c'è la volontà precipua e soggettiva di ogni persona di poter parlare ed esprimere il proprio pensiero!



PRESIDENTE

Il testo mi pare chiarissimo. Dato, però, che si è introdotta una prassi, la democrazia deve avere le sue regole; c'era questa prassi, io non intendo innovare ad una prassi, intendo portare l'argomento alla Conferenza dei Capigruppo.



PICCHIONI Rolando

Non è un problema di testo, ma di democrazia oggettiva!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ho ascoltato attentamente la lettura da parte sua del testo e quando lei legge "l'interrogante o uno degli interroganti" afferma ancora di più che l'interrogante sono i singoli interroganti, i quali possono essere sostituiti, qualora lo domandino, da uno solo! Quindi il Regolamento dà la possibilità all'interrogante singolo, cioè a tutti coloro che firmano l'interrogazione o, se questi sono d'accordo, a uno solo degli interroganti, di intervenire: questa è proprio la realtà interpretativa del Regolamento!



PRESIDENTE

Non intendo innovare una prassi che valuteremo a livello di Conferenza dei Capigruppo. Le do comunque la parola sull'interrogazione.



MONTABONE Renato

Guardi Presidente che è il Regolamento, non è una prassi!



PRESIDENTE

Questo lo valuteremo dopo. Comunque lei ha la parola sull'interrogazione.



MONTABONE Renato

Io voglio dire, Presidente, che lei in questo momento sta interpretando in modo sbagliato il Regolamento! Lei in questo momento, Presidente...



PRESIDENTE

Ma lei ha la parola.



MONTABONE Renato

No, io ho ragione, ma lei non mi dà la parola! Se lei non mi dà la parola perché interpreta...



PRESIDENTE

Ma le ho già dato la parola! Le ho già dato la parola! Può svolgere il suo intervento.



MONTABONE Renato

Bene.



PRESIDENTE

Evidentemente non ha inteso quello che si è detto in quest'aula. Io intendo il Regolamento in un certo modo; non intendo innovare una prassi che si è finora instaurata. Ne parleremo a livello di Conferenza dei Capigruppo. Adesso, ripeto, lei ha la parola sull'interrogazione.



MONTABONE Renato

Allora Presidente, mi permetto ancora di sottolineare, dato che ho la parola e la ringrazio di avermela data, che questa non è una prassi, ma è proprio una questione regolamentare perché il Regolamento è chiarissimo e non può essere interpretato in altro modo. Ripeto: non può essere interpretato in altro modo e quindi la ringrazio di avermi dato la parola mantenendo quello che il Regolamento sostiene.
Vengo al merito della questione.
Il problema che è stato sollevato dal Consigliere Cavaliere attraverso l'interrogazione, alla quale io ed altri Consiglieri abbiamo aderito proprio per poter intervenire, non è un problema di poco conto.
Per quanto riguarda il Formont, Assessore, non è perché io sono seduto in questo momento sui banchi della minoranza che intervengo, perché pensavo le stesse cose anche quando ero seduto sui banchi della maggioranza, quindi ho il dovere, in coscienza, con molta tranquillità e molta onestà distinguendo da altri tipi di interventi, di dire quello che penso.
Il Formont sappiamo tutti che è la formazione per l'attività in montagna: non si occupa solo di scuole alberghiere e di formazione professionale specifica, ma di formazione professionale in genere. Ci sono sedi del Formont in altre parti della nostra Regione che organizzano attività professionali attinenti proprio alla montagna. Per questo è giusto che l'Assessore alla montagna se ne occupi. Il settore del Formont ha una fortissima attinenza e se non vogliamo che la formazione professionale sia un caso a parte rispetto a tutta l'evoluzione che può avere nella Regione Piemonte nell'occupare i nostri giovani, dico che non la si può slegare nel modo più assoluto - credo che l'Assessore condivida - da quella che è un'attività di promozione turistica forte sul territorio.
Così come non la si può slegare da quella che è l'attività di formazione professionale sul territorio, cioè non è perché un'attività professionale si svolge in montagna che non fa parte del sistema della formazione professionale in genere. Tant'è vero che il Formont è sempre stato gestito in passato da funzionari dell'Assessorato allo sport, ma i fondi sono sempre stati passati dalla Formazione professionale.
Il Formont ha un'importanza determinante per quello che riguarda il turismo, quindi formazione professionale e turismo.
Ora, lei sa bene, Assessore, qual è la valenza di tipo turistico che hanno le valli di Lanzo. Le valli di Lanzo non hanno quelle caratteristiche forti delle altri valli piemontesi, in particolare della Provincia di Torino, ma hanno una valenza importantissima rispetto a un particolare tipo di turismo, io lo chiamerei proprio il "turismo verde", un turismo diverso da quello, per esempio, della valle di Susa.
Ebbene, perché il turismo abbia un significato forte in questa valle non può non avere un centro propulsivo di formazione professionale per le attività del turismo, una delle quali non può che essere quella dell'istituto alberghiero. Allora, qual è la logica che fa sì che un istituto alberghiero che trova la sua sede naturale in una valle montana perdipiù in un paese che ospita direttamente anche la comunità montana venga trasferito a valle? Assessore, io e te - uso il "tu" perché lo dico in termini di amicizia abbiamo lottato per anni per evitare che tutto quanto era il beneficio del flusso turistico scendesse come i fiumi verso valle! E abbiamo tentato a mo' di pompa idraulica, di riportarlo sui territori montani per tutte le motivazioni che più volte abbiamo detto e che condividiamo.
Allora io credo che lo spostamento, visto da questo punto di vista, a valle dell'istituto alberghiero che invece dovrebbe veramente coordinare quella che è l'iniziativa di accoglienza turistica nella valle di Lanzo perché prerogativa proprio tipicamente di quella valle, spostarlo sulla Reggia di Venaria è veramente una cosa sbagliata! Ma aggiungo di più: un aspetto che è già stato accennato nell'intervento del collega Picchioni. Il collega Picchioni ha sottolineato come sia un'implicanza lo spostamento dell'istituto alberghiero di Ceres nella Reggia di Venaria. Abbiamo svolto in questa sede un amplissimo dibattito su quelle che dovranno essere dal punto di vista ottimale le prospettive della Reggia di Venaria. Secondo me, con questo spostamento si va a ipotecare il discorso della Reggia di Venaria con cose che nulla, dei grandi sistemi e dei grandi progetti per Torino e per il Piemonte, hanno a che fare con la destinazione ottimale e ultima di grande livello della Reggia di Venaria! Io quindi chiedo all'Assessore Vaglio di ripensare a questa soluzione perché dal punto di vista caratteristico e delle opportunità, sia rispetto alla valle montana sia rispetto alla Reggia di Venaria, questa è una decisione assolutamente assurda!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo per dire che la prima riunione presieduta dal Consigliere Deorsola conferma le preoccupazioni che avevamo espresso sul significato di questa Presidenza, cioè di un tentativo di normalizzare i lavori in aula con una visione abbastanza angusta che il Consigliere ha più volte espresso; probabilmente è uno dei motivi per cui è stato scelto, oltre ai motivi politici che abbiamo già rivendicato. Non mi piacerebbe, per motivi ecologici e per problemi di costi che fossimo obbligati ad aumentare la quantità di rifiuti da riciclare aumentando la dose di carta che inviamo al Consiglio, se si trovasse una soluzione più ragionevole che comportasse un risparmio sia di costi che di rifiuti da produrre sarebbe più razionale mantenendo una prassi storicamente adottata perlomeno nei due anni e mezzo che io ero qui.
Rispetto all'interpellanza sono molto colpito da un aspetto, noi abbiamo sentito la lettura di una risposta che non affrontava un tema di fondo. Ci ha risposto l'Assessore alla montagna e ci spiega perché è stata fatta una scelta che danneggia concretamente la montagna e le comunità montane. Non ha importanza se poi il Presidente di quella comunità montana ha dato il benestare, è vero che c'è anche quella doppia figura per cui ha interessi da un'altra parte nel fare quella scelta, io credo che l'Assessore alle comunità montane avrebbe dovuto riflettere seriamente su una scelta che sicuramente danneggia l'economia montana, non c'è dubbio.
Sappiamo tutti bene che c'è una tendenza all'abbandono della montagna da parte di quasi tutte le aziende che forniscono servizi e non solo; il fatto che l'Assessorato stesso che dovrebbe contrastare questa tendenza invece la appoggi e ritenga normale che accada credo sia estremamente grave e dannoso due volte, perché sembra quasi che sia una tendenza inarrestabile l'abbandono delle zone montane a cui non si può fare niente se persino l'Assessore alla montagna accetta cose di questo genere.
Credo che sia una scelta politica, indipendentemente dalla procedura l'Assessore alla montagna avrebbe dovuto scattare immediatamente a dire "questo non si fa, si deve cercare un'altra soluzione" e non lasciare andare avanti le cose in un certo modo e poi sull'onda dell'emergenza che è una delle parole d'ordine di questa Giunta, cioè arrivare all'ultimo momento e poi dire "si fa quello che si può", perché i tempi non permettono altro, sulla base di una giustificazione di questo tipo si fa una scelta che poi contrasta con quello che dovrebbe essere l'operato dell'Assessore.
Allora chieda di fare l'Assessore a qualcos'altro, ma se fa l'Assessore alla montagna deve preoccuparsi prima di tutto dell'economia montana e non fare scelte che contrastino.
Condivido anche che l'incoerenza della scelta fatta pure se si guarda l'aspetto della collocazione del Centro di informazione rispetto a quello che dovrebbe essere invece l'utilizzo di quell'area della Reggia e di quello che sta intorno alla Reggia; anche da questo punto di vista ci troviamo di fronte a una scelta non comprensibile, anzi sicuramente infelice, quindi siamo completamente insoddisfatti dalla risposta e dall'operato che sta a monte della risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Grazie Presidente. Credo che nel merito sia già stato detto a sufficienza dai colleghi che mi hanno preceduto e il mio intervento resterà nei tempi prefissati. Non si può però fare a meno di rilevare come questa decisione della Giunta e dell'Assessore non solo contraddica quanto dichiarato dal Presidente Ghigo nel documento programmatico che diede vita allora a questa maggioranza, e gli esempi si sono susseguiti in questi due anni assai numerosi, ma penso che sia anche in netta contraddizione con quella legge sulla montagna di cui più volte questa Giunta e questa maggioranza si sono fatti vanto, direi più a parole che nei fatti.
Già lo ricordava il collega Montabone, io però vorrei sottolinearlo ulteriormente come i dati che ci sono stati presentati in numerose indagini vuoi dell'ISTAT, vuoi dell'IRES, ci dicano come la qualità della vita in senso lato in queste aree del nostro territorio stia subendo una flessione al ribasso importante. Importanti sono i dati, ad esempio, sulle aspettative di vita notevolmente inferiori nei territori montani, con una durata molto più bassa rispetto agli altri territori di permanenza in vita.
Un altro aspetto importante che mi preme sottolineare è come anche il tasso di scolarità stia scendendo nelle nostre valli, tasso di scolarità che è in calo certamente non solo per lo spopolamento, come veniva ricordato prima ma proprio per quell'indice di qualità della vita che sta scendendo. Una scolarità che sta calando conseguentemente a scelte di cosiddetta "razionalizzazione" che in questi anni sono state portate avanti sui nostri territori montani, soprattutto per quanto riguarda i trasporti e i collegamenti con le città, con le aree metropolitane. Le difficoltà, i tempi di percorrenza che addirittura si stanno allungando in determinate aree rispetto a quello che era cinquant'anni fa; oggi raggiungere le scuole nelle città con i mezzi pubblici addirittura prevede dei tempi maggiori vuoi perché le ferrovie sono state in buona parte tagliate, vuoi perch sono state magari razionalizzate come si diceva prima, sta di fatto che anche questo sicuramente è un disincentivo al proseguimento degli studi.
Ebbene io credo che questa scelta di andare a togliere una risorsa come quella del Formont nelle valli di Lanzo, spostandola alla Mandria, sia parallelamente ad altre che si stanno operando, quale la chiusura o comunque i tagli sull'ultimo bilancio per il consorzio forestale dell'alta Valle di Susa, che ci vedono contrari perché conseguenti a degli obiettivi che non possiamo assolutamente condividere.
Vorrei poi chiedere all'Assessore, anche perché mi pare di ricordare che nella delibera di "assenso" della comunità montana Valli di Lanzo a questa operazione ci sia comunque un vincolo al ritorno della scuola stessa nella valle, come rispetto a questa legittima aspettativa delle popolazioni montane delle Valli di Lanzo l'Assessore intende operare e quali sono i tempi affinché questo possa realizzarsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Stiamo predisponendo un ordine del giorno collegato a questa materia che ritengo estremamente importante e chiedo un minuto di tempo per sottoscriverlo e farlo sottoscrivere eventualmente dai colleghi e consegnarlo alla Presidenza.



PRESIDENTE

Un minuto ha richiesto e un minuto è concesso.



(La seduta, sospesa alle ore 13,25, riprende alle ore 13,29)


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' stato presentato l'ordine del giorno n. 692, a firma dei Consiglieri Saitta, Montabone, Picchioni, Chiezzi, Cavaliere, Bellion e Simonetti, inerente al "Trasferimento dell'Istituto Alberghiero di Ceres nel Parco Regionale de 'La Mandria'", il cui testo recita: "Il Consiglio regionale in ordine al trasferimento dell'Istituto alberghiero di Ceres nel parco regionale della Mandria impegna la Giunta regionale a rivedere tale decisione, sospendendo ogni trasferimento per non pregiudicare in tal modo il progetto di recupero globale della Reggia di Venaria con interventi occasionali ed approssimativi oltreché gli interessi legittimi della popolazione alpina delle valli di Lanzo." Non esiste l'assorbimento dell'ordine del giorno nell'interpellanza pertanto tale ordine del giorno deve essere iscritto con 40 voti.
Chi è favorevole all'iscrizione di tale ordine del giorno è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità.
Vi è richiesta di un minuto di sospensione.



(La seduta, sospesa alle ore 13.33, riprende alle ore 13.34)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Non c'è assolutamente nessuna intenzione di alcun genere, tanto meno ostruzionista. Intendevo chiedere al Presidente della Giunta regionale sulla base delle argomentazioni addotte, se intendeva pronunciarsi sull'ordine del giorno, non sull'ammissibilità dal punto di vista procedurale, ma ammissibilità dal punto di vista politico. Credo che le argomentazioni presentate, interessino la grande maggioranza di questo Consiglio, anche se questo, pur non essendo compreso nel progetto globale della Reggia di Venaria, potrebbe essere domani una specie di "usucapione" del Borgo Castello. Noi abbiamo tantissimi episodi, purtroppo negativamente eclatanti, nella città di Torino - vedasi Palazzo Carignano - dove l'usucapione effettuato da anni, fa sì che gli stessi non possano essere liberati per i fini istituzionali che si vorrebbero realizzare.
Credo che il Presidente ci potrebbe dare qualche assicurazione in merito.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno, prima iscritto, verrà posto in votazione successivamente, non immediatamente dopo le dichiarazioni del Presidente Ghigo.
La parola al Presidente della Giunta Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In relazione alle preoccupazioni espresse dal Consigliere Picchioni voglio ricordare che per quanto concerne il progetto di Borgo Castello sul quale in quest'aula già alcuni Consiglieri hanno sollevato delle osservazioni, ma anche le associazioni ambientaliste e la comunità del Parco della Mandria - la Giunta regionale ha dato disponibilità a rivedere alcuni aspetti sottoposti alla nostra attenzione.
Il predetto progetto presentato, che subirà ulteriori modifiche presso la Comunità europea, non prevede nel Borgo Castello l'insediamento del Formont. In relazione anche ad un aspetto - ricordato precedentemente dal Consigliere Bellion - ovvero che esiste un accordo (il Consigliere Bellion citava una delibera della Comunità montana) che prevede, nel momento in cui la Comunità montana recupera gli spazi per esercitare la funzione di formazione della montagna, il centro, che noi ci siamo trovati nella situazione di dover collocare per un'emergenza geologica, ritorni nella sua sede naturale che convengo essere chiaramente la montagna e di conseguenza la Comunità montana che fa capo nelle valli di Lanzo.
Volevo sottolineare questo aspetto per tranquillizzare i Consiglieri.
D'altro canto mi faccio anche carico di far sì che questo impegno venga assolutamente assolto perché noi dobbiamo, entro il duemila, realizzare il progetto anche per Borgo Castello; indubbiamente dove oggi è collocato il Formont sono previste funzioni diverse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Proprio per le cose che diceva il Presidente Ghigo, che conferma appieno la validità di quell'ordine del giorno, chiedo che innanzitutto si proceda alla messa ai voti dell'ordine del giorno su Formont. Prendendo spunto da quanto diceva il Presidente della Giunta regionale, sottolineo che Borgo Castello ha un altro progetto che non contempla certo quell'attività, per quanto riguarda il progetto di rivalutazione della Reggia di Venaria. La questione del Formont e la sua "discesa" in valle non è direttamente connessa ad una situazione idrogeologica, non è "franato" il Formont a valle. Lo spostamento del Formont in quell'edificio regionale poteva essere una soluzione, però gli interventi previsti non sono ancora stati attuati e non è neppure previsto, da parte dell'Assessore, di intervenire, non ci ha mai pensato sinora.
Nell'interesse della politica montana vi dovevano, e potevano, essere almeno 100 altre soluzioni che prevedessero la permanenza del Formont in montagna: questo il problema.
Quanto l'Assessore Vaglio non ha spiegato - perché non può farlo - è il motivo per cui si è portato il Formont a Venaria: non c'è alcuna ragione.
Ripeto: potevano esserci altre 10/15/20 soluzioni, in montagna, prima di assumere la decisione più sbagliata - quella intrapresa. Quindi, l'ordine del giorno, che chiede di riconsiderare questa scelta, prendendo atto di quanto già compiuto, credo sia del tutto coerente con quanto abbiamo detto e quanto confermato anche dal Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Signor Presidente, prendiamo atto, intanto, della sua dichiarazione ovvero che esiste una volontà della Regione - non l'avevamo ancora letto su nessun documento ufficiale - di riportare la scuola alberghiera nelle Valli di Lanzo o, comunque, in una realtà montana.
Ritengo inoltre sia stato, il suo, un lapsus quando ha addebitato alla Comunità montana il compito di reperire e sistemare una sede idonea per il ritorno della scuola alberghiera. Non dimentichiamo, Presidente, che il Formont è uno strumento della Regione che la stessa si è data per la formazione professionale nelle aree montane. Penso, quindi, che: debba essere la Regione stessa a provvedere a reperire i locali idonei.
Dopodiché, ritengo che quanto detto possa essere oggetto di un'ulteriore integrazione dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

Volevo chiedere, a nome del Gruppo Federato e a nome di Forza Italia se è possibile sospendere la discussione dell'ordine del giorno: anche la maggioranza avrebbe necessità di avere ulteriori informazioni sull'argomento.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.43)



< torna indietro