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Dettaglio seduta n.208 del 02/02/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo l'Assessore Leo.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

b) Comunicazione della Consigliera Anna Benso - Dimissioni da Gruppo MPPE


PRESIDENTE

Comunico che la Consigliera Anna Benso ha inviato, in data 27 gennaio 1998, la seguente lettera:



PRESIDENTE

"La sottoscritta Anna Benso dichiara, a far data oggi, 27 gennaio 1998 di non far più parte del Gruppo consiliare MPPE e di non aver aderito ad alcun altro Gruppo politico".


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Comunicazione relativa all'Assessore Majorino - Remissione delle deleghe relative al legale e al contenzioso al Presidente Ghigo


PRESIDENTE

Comunico la lettera pervenuta in data odierna dal Presidente Enzo Ghigo:



PRESIDENTE

"Con la presente la informo che, con la nota allegata in copia consegnatami nella serata di venerdì u.s., l'avvocato Gaetano Majorino mi ha rimesso le deleghe relative al legale e al contenzioso".



PRESIDENTE

La lettera dell'avvocato Gaetano Majorino, riferita al Presidente dice:



PRESIDENTE

"Con riferimento alla seduta consiliare di martedì 27 gennaio u.s., ti comunico che, avendo le opposizioni di Palazzo Lascaris collegato la questione da loro posta con le mie funzioni di Assessore con delega al legale e al contenzioso, lascio nella tua disponibilità le predette deleghe.
Gaetano Majorino".



CAVALIERE Pasquale

La data?



PRESIDENTE

La data è il 30 gennaio.
La lettera del Presidente è del 2 febbraio.
Le comunicazioni sono esaurite.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Conclusione dibattito Giunta regionale ed esame ordini del giorno connessi


PRESIDENTE

Mi rimetto all'o.d.g. convenuto nella Conferenza dei Capigruppo, in cui si prevede, per la seduta antimeridiana, la conclusione del dibattito sulla comunicazione della Giunta regionale e l'esame degli ordini del giorno connessi.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, da settembre ad oggi, cioè da quando questa maggioranza è stata oggetto di ripetuti attacchi da parte delle forze di opposizione, talvolta anche a sproposito, ho preferito parlare poco piuttosto che rispondere a tutti gli attacchi alla Giunta e alla mia persona. In taluni casi ho preferito scegliere la strada del silenzio.
Il silenzio si offre ad interpretazioni - specie in politica - di ogni genere: lo si può considerare un segno di debolezza; un segno di accondiscendenza; persino il sintomo che non c'è più nulla da dire.
Il silenzio può però anche rappresentare un segno di prudenza, di riserbo, di riflessione. Così è nel mio caso.
In questi mesi sono stato colpito, ancor prima che dall'aspetto politico delle diverse vicende, innanzitutto dagli aspetti umani. Lo stesso, di fronte alla virulenza e all'accanimento di alcuni esponenti dell'opposizione, ho pensato che non ne valesse la pena, che questi aspetti della politica non erano e non sono accettabili.
Il titolo di un libro del capo del partito di maggioranza al governo è "Un paese normale", con ciò auspicando che in tutta l'Italia, dopo gli anni travagliati di Tangentopoli, si potesse e dovesse andare, specie nella vita politica, verso la normalità. E invece sembra persistere una lunga coda di quegli anni. La denuncia, la denigrazione, il pettegolezzo sono le malattie senili di questa agonia in cui si dibatte la crisi della politica.
Se si escludono alcuni rari settori nelle diverse forze politiche tutti sembrano auspicare e preferire la farsa della politica alla politica stessa. Ci si illude che questi metodi garantiscano a chi li adotta il consenso popolare e si ignora invece che concorrono soltanto a denigrare nel loro complesso le istituzioni, le forze politiche, il confronto democratico.
L'opposizione sembra aver scoperto la "scienza" della comunicazione c'è un Consigliere dell'opposizione che nell'80% dei suoi interventi cita un mio ex collaboratore esperto in questa materia, certificandone in questo modo la professionalità.
Considerando che non basta apparire o essere, mi permetto di accreditarmi un minimo di esperienza in questo settore; avendo la capacità di ascoltare prima di comunicare, perché l'ascolto è alla base della comunicazione. Non l'ascolto di nani e ballerine o di servizievoli collaboratori pronti da dire che tutto va bene pur di ingraziarsi il loro capo, ma l'ascolto della gente: il 27,3% dei cittadini di Torino che sei mesi fa hanno votato Forza Italia, il 43% dei torinesi che hanno votato il Polo (sempre durante le elezioni a Sindaco di Torino) e oltre un milione di piemontesi che hanno votato questa maggioranza e il sottoscritto.
Quando mi si chiedono le dimissioni dicendo che il Piemonte le chiede: ma quale Piemonte? I quattro, otto amici del Consigliere Saitta? O i 23, i 25 o i 27 Consiglieri dell'opposizione, che non rappresentano la maggioranza dei cittadini piemontesi che hanno eletto questa Giunta? Mi permetto, rendendomi conto in questo settore di aver "fatto scuola" di suggerire all'opposizione di rivedere la sua strategia di controcomunicazione. A essere così monotematica corre il rischio di andare in overdose, di apparire a lungo andare non in grado di fare proposte politiche alternative, di suscitare nei cittadini - che su questi argomenti non hanno grande interesse - un atteggiamento di rifiuto. Viene da pensare che tutto ciò venga fatto per raggiungere notorietà e visibilità personale.
Prevalgono, in situazioni come queste, solo il muro contro muro e la lotta per il potere fine a se stessa. Si ignorano le persone; scompaiono valori e senso delle istituzioni.
Così a livello nazionale la situazione appare sempre più confusa: nel momento in cui il paese, per meriti ascrivibili non solo a questo Governo pare essere arrivato al termine della prima fase del risanamento economico e alla vigilia dell'ingresso nell'Unione Monetaria Europea, la grande svolta delle riforme istituzionali rischia di dilaniarsi tra polemiche dentro e fuori le forze politiche.
I capi di due delle forze politiche di opposizione sono appena stati rinviati a giudizio, con motivazioni che hanno sollevato perplessità e dubbi anche tra i commentatori ed esponenti politici di segno opposto, sia per quanto riguarda i diritti dei cittadini, sia per quanto riguarda l'indubbia alterazione che si è venuta a creare nel sistema politico italiano.
Come dicevo all'inizio, l'avvelenamento della politica pare riguardare tutto e tutti, compresa questa assemblea.
Vorrei che fosse chiaro fin da subito: quanto ho detto finora non equivale a dire che in questi mesi non è successo nulla e che non sono stati commessi errori, dal sottoscritto come da altri componenti dell'esecutivo.
Ogni qualvolta è accaduto li abbiamo riconosciuti e vi abbiamo posto rimedio.
Certo, l'opposizione esercita il suo dovere quando verifica la legittimità e la correttezza degli atti assunti dalla Giunta. Male sarebbe per tutti se non lo facesse.
Quello che è inaccettabile è l'aggressione verbale, la strumentalizzazione, l'accanimento, il ricorso permanente alla delazione o al pettegolezzo. Questo è inaccettabile.
L'Ulivo soffre di un'incredibile forma di doppiezza: quando fanno qualcosa loro è tutto buono e giusto, mentre se lo fanno gli esponenti del Polo o di altre forze politiche è cattivo e deplorevole. I loro errori sono tutti in buona fede; quelli degli altri sono dolosi. Le loro nomine sono scelte di competenti, quelle nostre sono lottizzazioni. La difesa dei diritti delle persone nel loro caso è garantismo, nel caso del centro destra è attacco alla Magistratura. Vale per loro la regola che i loro amici sono sempre un po' meglio degli amici altrui. E ancora, se qualcuno sostiene le loro ragioni diventa buono, mentre diventa cattivo se coerentemente, continua a sostenere posizioni diverse dalle loro.
E infine, se in qualunque Ente locale del Piemonte governato dall'Ulivo, all'opposizione non si riconosce alcun ruolo istituzionale - al Comune come alla Provincia di Torino l'Ulivo si è assegnato tutte le Presidenze di Commissione - ciò viene sbandierato come un giusto diritto della maggioranza, mentre se in Regione osiamo solo dire che potremmo fare anche noi la stessa scelta diventiamo subito arroganti ed antidemocratici! Per non parlare dei rapporti tra le forze stesse di opposizione: il centro-sinistra, che non esitò per un attimo ad allearsi con la Lega Nord per mandare a gambe all'aria un governo scelto democraticamente dei cittadini, adesso, che non serve più e governa, non solo frustra qualunque legittima aspirazione al federalismo, ma non alza una sola parola di preoccupazione quando si prospetta una soluzione, se così vogliamo definirla, giudiziaria del distacco tra tanti cittadini del nord dalle istituzioni centrali.
Qualcuno addirittura preferisce continuare nel gioco allo sfascio: anche in quest'aula c'è chi fomenta l'aggressione di questa o quella forza politica - di minoranza o maggioranza che sia - per andare verso una crisi che avrebbe come unico sbocco il completo caos politico ed amministrativo.
Alcuni Consiglieri di opposizione, in particolare quelli del Gruppo dei Popolari e dei Verdi, hanno scambiato quest'aula per la succursale di "Striscia La Notizia" o vogliono emulare il procuratore Starr, e ci segnalano prontamente i pranzi fuori porta dell'Assessore Vaglio. Al di là del fatto che Iacchetti e Greggio almeno, personalmente, mi fanno ridere e che il procuratore Starr preferisce occuparsi di piaceri diversi da quello culinario, mi chiedo se possiamo ridurre quest'aula ad un simile spettacolo.
Se non fosse paradossale, mi verrebbe voglia di diramare quotidiane circolari con l'elenco di dove e con chi pranzano e cenano gli Assessori e il Presidente e di chi paga, così eviterei ai Consiglieri Cavaliere e Saitta la fatica di cercare "disinteressati" informatori.
Mi permetterete, almeno questo, di risparmiarvelo, soprattutto per rispetto di quei Consiglieri che invece prendono ancora sul serio il loro mandato.
Venir meno al principio di delega, che dal punto di vista amministrativo significa demandare all'Assessore la gestione della sua struttura riportando a livello collegiale gli atti di natura politico amministrativa, rappresenta lesa maestà di autonomia gestionale, e giocare sulla sottile supposizione "il Presidente sapeva o non sapeva" rappresenta l'ennesima strumentalizzazione nei confronti di chi è responsabile a tutti gli effetti, e io non mi tiro indietro, degli atti politici e amministrativi del Governo piemontese, ma non della legittima discrezionalità che compete ad ogni singolo componente della Giunta.
Ma la controinformazione, tipica cultura di anni addietro, ritorna prepotentemente: sull'"incidente Majorino", il TG3 regionale ha dato la notizia in ben sette edizioni consecutive.
L'on. De Mita, che il Consigliere Saitta conosce sicuramente bene forse meno bene il Consigliere Cavaliere, in un articolo su La Stampa di venerdì scorso ricordava i bei tempi del pluralismo dell'informazione sostenendo che oggi il servizio pubblico non dovrebbe essere la voce del Governo (non fraintendetemi, Governo nazionale, non quello regionale) e quindi dare la stessa notizia sette volte è necessario per accontentare tutti i partiti a cui la redazione piemontese della RAI, nella più smaccata lottizzazione ulivista, fa riferimento.
Nello stesso tempo si citano una volta sola notizie importanti su iniziative del Governo piemontese, ad esempio la presa di posizione nei confronti del Ministro Ronchi che si è espresso nuovamente contro la linea Torino-Milano ad alta velocità.
Mi rendo anche conto che al peggio non c'è mai fine e vorrei allora soprattutto rivolgermi a quelle forze politiche di opposizione quali PDS Rifondazione comunista, Lega Nord, Socialisti del Patto dei Democratici che mi auguro abbiano a cuore le sorti di questa legislatura: comprendo che i colleghi dell'opposizione vi sollecitino ad assumere le stesse spregiudicate modalità, ma avendo alcuni di voi avuto in passato, e vi auguro anche in futuro, responsabilità di governo (chiaramente non qua spero), vi inviterei caldamente, nell'interesse generale, a non assecondarli.
Nessuno più di me sa quanto ci sia bisogno di un'opposizione responsabile, propositiva, dura quando la situazione lo richiede, ma ragionevole quando è necessario.
I problemi del Piemonte sono tanti e tali che richiedono, per essere aggrediti e risolti, anche il vostro aiuto e delle forze politiche che rappresentate anche a livello nazionale.
Tutti noi sappiamo bene che a questa maggioranza non esiste alternativa: e ciò non solo per rispetto del mandato popolare o per veti nazionali evidenti a tutti o perché i numeri non lo permettono, quanto perché non si mette insieme una maggioranza solo contro qualcuno.
Sui temi politici ed amministrativi spesso si è divisa più la minoranza della maggioranza stessa. E' facile fare osservare che, ad esempio sull'urbanistica, Popolari e Verdi avrebbero ben poco in comune, così come su molti altri temi.
E allora mi chiedo se non sia meglio lavorare bene e meglio, nel reciproco rispetto di ruoli e responsabilità, lasciando che siano poi i cittadini a giudicare serenamente. Cittadini che, permettetemi di dirlo poco si appassionano a questi continui balletti e sono ben più preoccupati ed interessati ai problemi reali. Spesso ignoriamo che delle manovre che avvengono in quest'aula riescono solo ad appassionarsi le persone che vivono intorno al circo della politica, mentre gli altri si appassionano a problemi ben più importanti.
Certo, da più parti mi si accusa che sia la maggioranza stessa che abbia contribuito a creare questi problemi, ad offrire all'opposizione argomenti e ragioni per aprire polemiche e per attaccare la Giunta.
A questo proposito, posso assicurare tutti che da oggi si pone anche la parola fine a tutto ciò.
Con l'approvazione del bilancio da parte della Giunta sabato scorso e con l'elezione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio che con l'impegno di maggioranza ed opposizione credo avverrà oggi pomeriggio, si cambia pagina.
Questa maggioranza ha persone, qualità, idee e programmi per governare fino alla fine della legislatura. Subito dopo l'approvazione del bilancio da parte del Consiglio, su mandato di tutte le forze politiche della maggioranza, presenterò la Giunta nuovamente completa di tutti gli Assessori. Ascolterò tutti e poi deciderò per il meglio.
E' mia profonda convinzione che questa maggioranza abbia non solo il diritto, ma anche il dovere di riprendere il suo cammino e di continuare a governare.
Comprendo che in queste difficili settimane ci siano stati momenti di disorientamento, che qualcuno sia anche arrivato a pensare per un attimo che questa esperienza politica potesse finire, ma questo momento è superato.
Comprendo anche l'amarezza di chi si è sentito messo da parte, di chi pensa, a torto o a ragione, di non aver visto riconosciuto il proprio lavoro, le proprie aspettative, la propria rappresentatività politica o di essere stato ingiustamente sanzionato per scelte politiche e amministrative.
Non sottovaluto soprattutto i risvolti umani, laddove qualcuno dei componenti della maggioranza ha pensato di essere stato sacrificato con disinvoltura da parte mia e della maggioranza.
Così non è stato: ho troppo rispetto della dignità personale oltre che politica di tutti per ignorare questi aspetti. E a chiunque abbia pensato questo voglio dire con chiarezza che questa maggioranza non avrebbe potuto fare quanto di buono ha fatto nei primi due anni senza il loro apporto.
Assessori e Consiglieri della maggioranza, nessuno escluso, hanno partecipato con pari dedizione al lavoro svolto finora e se sono stati momentaneamente sacrificati per ragioni politiche, magari tortuose e inique, non mancheranno occasioni per affermare nuovamente il proprio ruolo, le proprie capacità. Questa maggioranza ha bisogno dell'esperienza di tutti loro e sarebbe un peccato se, spinti unicamente da spirito di rivincita - umanamente ma non politicamente comprensibile - si offrissero alla strumentalizzazione politica dell'opposizione.
Io ho deciso di assumermi per intero le mie responsabilità di questa maggioranza: d'altronde gli attacchi ripetuti a questa Giunta sono stati infine rivolti al sottoscritto, finanche ad attaccare persone che hanno lavorato e lavorano con me solo per potermi colpire, come mi ha ammesso candidamente un Consigliere di opposizione.
Se fossi stato veramente convinto che questa esperienza politica era giunta al capolinea, mi sarei dimesso. Ma le dimissioni adesso sarebbero state un gesto inutile ed irresponsabile. Il lavoro da fare è ancora molto e noi abbiamo tutta la volontà politica per portarlo a termine.
Il documento di Bilancio presentato dall'Assessore Burzi e al quale hanno contribuito tutti gli Assessori è un'ottima premessa per il rilancio economico e sociale del Piemonte. Risolto l'Ufficio di Presidenza la maggioranza, l'esecutivo, l'assemblea regionale si trovano ad affrontare temi rilevanti per l'Ente, per la collettività, per l'assemblea stessa. I principali, oltre al Bilancio 98, sono: l'aumento di capitale Expo 2000, lo statuto Finpiemonte, il contributo al Comune per lo Stadio delle Alpi. Non sono i soli temi importanti, ma questi devono trovare una risposta nell'ambito del prossimo mese.
Questo esecutivo chiede alle parti politiche dell'assemblea di definire le condizioni per un dibattito politico soddisfacente affinché l'Ente possa definire strumenti e risposte legislative che già da tempo, a nostro avviso inutilmente trascorso, attende.
Il Bilancio '98 - DL 371 - è stato discusso in Commissione per complessive 62 ore. Ottemperando alle richieste dell'assemblea, successive all'esercizio provvisorio che è stato deliberato a fronte della criticità politica relativa all'Ufficio di Presidenza, la Giunta ha deliberato il 31 gennaio le variazioni al DL 371 imputando le risorse libere e definendo il percorso (PRS entro il 31 marzo; assestamento entro il 30 giugno) per completare la finanziaria della seconda parte della legislatura.
E' su questo che gradirei ci fosse una accesa, approfondita, politica discussione. Come ho detto, entro il 31 marzo presenteremo il Piano Regionale di Sviluppo, Piano più volte evocato, più volte richiesto, come strumento essenziale per lo sviluppo della nostra Regione.
Nulla ci deve distogliere, da oggi in poi, nel continuare a lavorare per il bene della comunità piemontese.
Questo è quanto volevo a voi comunicare, nella speranza che le mie parole possano riportare serenità a questa assemblea e dare la possibilità alla stessa di raggiungere quegli obiettivi che ho citato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Nella riunione dei Capigruppo erano stati sollevati una serie di interventi che non potevano avere un esito in quella sede in quanto non appropriata, inoltre attendavamo di conoscere le comunicazioni del Presidente Ghigo. Se i Consiglieri sono d'accordo, noi chiediamo una sospensione del Consiglio per valutare la situazione alla luce dell'intervento del Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Condivido la richiesta del collega Riba, inoltre chiederei di poter disporre del testo scritto dell'intervento del Presidente Ghigo per poter interloquire, non sulla base di veloci appunti presi, ma su quanto effettivamente detto dal Presidente: studiare un po' prima di parlare.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.50, riprende alle ore 12.10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Care colleghe e cari colleghi, intervengo in relazione ad un antefatto che porto a conoscenza di tutti in quanto l'aula è il nostro luogo di incontro. L'antefatto è l'esposto presentato al procuratore della Repubblica sulla vicenda "Majorino-Vaglio". A seguito dell'andamento dei lavori della scorsa seduta, e anche riflettendo sull'accaduto non a caldo al nostro Gruppo è parso che sia stata messa in moto una vicenda non sola politicamente inopportuna, incomprensibile, sventata, ma una vicenda che può avere qualche rilievo dal punto di vista penale. A nome del Gruppo ho svolto il seguente esposto: "partendo dalla considerazione che un Consigliere regionale - e l'avvocato Majorino è un Consigliere regionale a tutti gli effetti - si qualifica come pubblico ufficiale, ai sensi dell'art. 357 del Codice penale, esercitando una funzione legislativa, sia pure nei limiti formali e sostanziali di cui all'art. 117 della Costituzione, è innegabile che su questa figura istituzionale gravi una serie di doveri e oneri ispirati tutti al perseguimento del sommo fine identificabile nel principio di buon andamento della istituzione. Valore che gode di una copertura costituzionale codificata dall'art. 97 della nostra carta fondamentale.
Il principio in questione, secondo la migliore dottrina amministrativistica, non rimanda un comportamento positivo, preciso, ma denota semplicemente un contenitore programmatico correlato al concetto altrettanto generico, di pubblico interesse. In parole più semplici l'avvocato Majorino, il pubblico ufficiale, persegue il buon andamento della pubblica amministrazione, tende alla realizzazione dell'interesse generale, superando qualsiasi ottica personalistica od individualistica per modellare il proprio comportamento a finalità che comportino un vantaggio per la pubblica collettività.
La legge 26/4/1990, n. 86 ha introdotto una profonda modifica nel campo dei reati contro la pubblica amministrazione; in particolar modo riscrivendo l'art. 323 del Codice Penale, la legge in questione ha voluto delineare una generica ipotesi delittuosa di abuso d'ufficio, che per un verso assorbisse le figure del peculato per distrazione dell'interesse privato in atto d'ufficio espunti dalla nostra legislazione come fattispecie autonoma, e per l'altro consentisse di punire, a tale titolo qualsiasi comportamento del pubblico ufficiale che, anche senza la concretizzazione in un tipico atto amministrativo, determinasse un abuso della sua funzione.
Seguendo quindi la dottrina dominante, il disposto di cui all'art. 323 del Codice Penale realizza un tipico esempio di norma in bianco, che consente di sussumere sotto la propria figura qualsiasi comportamento anche materiale, del pubblico ufficiale, che configuri uno sviamento dal perseguimento dell'interesse generale, proprio dell'Amministrazione.
Tornando al caso, essendo l'avvocato Majorino Assessore regionale al legale, incombe su di lui l'onere di tutelale giuridicamente la Regione Piemonte contro qualsiasi operazione che possa ledere gli interessi del Piemonte.
L'indagine aperta nei confronti dell'Assessore Vaglio, pur nel più ampio rispetto del principio della presunzione d'innocenza che protegge l'imputato, e a maggior ragione il semplice indiziato, potrebbe eventualmente condurre - si prospetta, ovviamente, soltanto un'ipotesi - ad identificare un comportamento pregiudizievole di interessi generali potendo quindi emergere in capo alla Regione Piemonte la figura di parte offesa.
La firma dell'avvocato Majorino in calce al verbale di dichiarazioni spontanee rese al Pubblico Ministero dall'Assessore Vaglio realizza quindi un fortissimo conflitto di interessi, in quanto l'avvocato Majorino che di fatto si qualifica come il difensore a tutti gli effetti del collega, si troverebbe - e si è trovato - contemporaneamente a tutelare gli interessi di un indiziato e di un'eventuale parte lesa. Conflitto di interessi che in capo ad un pubblico ufficiale non può non identificare, a nostro parere una deviazione dal perseguimento del fine pubblico. Qualificabile dunque come si è detto, come comportamento pacificamente ascrivibile alla fattispecie generica dell'abuso di ufficio.
Completa l'assunto la considerazione che il dolo specifico richiesto della norma in questione è agevolmente identificabile nel vantaggio usufruito dall'Assessore Vaglio in maniera ingiusta, perché ottenuto con un comportamento lesivo dei principi a cui deve ispirarsi l'azione amministrativa.
Si trasmettono, pertanto, le suddette considerazioni per le valutazioni di competenza, ritenendo in questo modo di meglio adempiere agli oneri pubblicistici del mandato che il sottoscritto si trova a rivestire".
Questo, per correttezza verso tutti, il merito dell'esposto fatto alla Magistratura. Dispiace che il Presidente Ghigo sulla vicenda non abbia speso una parola; questo lascia allibiti, Presidente Ghigo. Lei ha avuto parole per tutti e contro tutti: nei confronti del servizio RAI televisivo che a suo modo di vedere è una banda di lottizzati al servizio dell'Ulivo verso l'opposizione di questo Consiglio, nei confronti della quale ha proferito parole indegne: opposizione che minerebbe l'istituzione, la democrazia, che non farebbe altro che cose abominevoli. Ma non una parola come Presidente della Giunta regionale, che ci informasse sullo stato della vicenda cui ho accennato.
Il suo è stato un discorso omissivo, da questo punto di vista; nulla ha detto, in particolare, sull'Assessore Vaglio, ma niente ha detto sull'Assessore Majorino, su questi suoi Assessori, che si sono comportati in modo così pregiudizievole.
Lei pare imbavagliato su questo tema. Mentre le hanno lasciato sciogliere la lingua per gettare discredito nei confronti dell'opposizione gliel'hanno ben ben ingessata e congelata quando si è trattato di parlare di parlare dei suoi Assessori.
Ed è chiaro il motivo del suo silenzio. Presidente Ghigo, penso si sia accorto che il pericolo di affondamento della sua esperienza è reale.
Pericolo che si è fatto molto reale - l'abbiamo capito dalle sue parole qualche tempo fa; oggi lei è tornato in aula un po' più rassicurato, ma con la lingua legata. Il pericolo di affondamento è stato - per adesso - da lei risolto come da qualsiasi persona che sta per affondare: si attacca al primo salvagente che le viene lanciato. Alleanza Nazionale le ha lanciato il salvagente; un salvagente che comporta, però, certe prese di posizione: omettere tutto quanto è successo e denigrare la presenza dell'opposizione in quest'aula. Anzi, ancor peggio, cercare di gettare fango su parte di essa: questo è un modo ignobile di fare politica, Presidente. In quest'aula ci sono eletti dal popolo, che rispondono, tutti, del loro mandato e delle scelte politiche che compiono. Lei dovrebbe, portare molto rispetto per tutte le posizioni assunte in aula, poiché vengono assunte in modo pubblico e certamente responsabile, sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista personale.
Lei, invece, ha gettato fango su tutti; ha omesso tutte le responsabilità che lei riveste e si è consegnato al salvagente di Alleanza Nazionale, dal quale personalmente ho desunto l'accentuazione antidemocratica del suo discorso, Presidente, che mi ha molto deluso.
Discorso squilibrato, senza alcun filo politico logico; un discorso nel quale, strumentalmente, si è cercato di dividere i buoni dai cattivi. Un discorso da persona vinta, da persona che non ha più autonomia, da persona che non ha saputo organizzare, fino all'altro ieri, una collegialità nei lavori di Giunta che preservasse la Regione Piemonte, il capo di questa Regione e la sua Giunta da ripetuti errori di cui non smettiamo di stupirci per la loro gravità, superficialità ed anche arroganza, per la confusione tra Partiti, Gruppi e istituzione che questo comportamento sottende.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ci siamo lasciati la scorsa settimana su un episodio politico e istituzionale molto delicato, che avevamo giudicato e giudichiamo grave. Episodio che peraltro non è nato da una iniziativa specifica dell'opposizione, ma che noi come opposizione abbiamo letto sui giornali, nel senso che abbiamo appreso dai giornali che un Vicepresidente di Giunta regionale con l'incarico al legale accompagnava un magistrato, in una veste che poi è diventata quella di difensore, un suo collega di Giunta.
Sfidiamo qualunque amministratore, compreso quello del più piccolo comunello del Piemonte, a poter sostenere una posizione di critica diversa da quella che noi abbiamo sostenuto, perché questo è un episodio di una leggerezza e gravità istituzionale che si commenta da sé.
Noi abbiamo apprezzato la scorsa seduta l'atteggiamento subito tenuta da Alleanza nazionale e la stessa conseguenza che poi ne ha voluto trarre il Vicepresidente della Giunta regionale, Majorino, rassegnando le sue deleghe al Presidente Ghigo.
Come convenuto, oggi il Presidente della Giunta è venuto in aula a dire alcune cose. Io credo, Presidente, che dell'intervento che lei ha fatto indubbiamente alcune cose si possano condividere e non perché le dice lei ma perché ci crediamo noi, per nostra iniziativa e per nostra cultura politica.
Noi condividiamo il fatto, e abbiamo cercato di orientarci in questo modo nell'arco di questi due anni e mezzo, che l'opposizione deve essere una opposizione sui contenuti e che l'opposizione non può prescindere da alcuni principi cardine, io direi prima del consesso civile e ancora, che non della politica.
E' indubbio che noi vogliamo fare opposizione in quest'aula e fuori da quest'aula come Gruppo e non vogliamo assumere atteggiamenti persecutori riguardino essi semplici cittadini o riguardino essi espressioni di una maggioranza o di un esecutivo, perché è evidente che la maggioranza e l'esecutivo devono essere criticati sul terreno della politica e non su altri terreni che non ci hanno mai appartenuto.
Così come noi non abbiamo mai creduto che l'opposizione dovesse in qualche modo prescindere i terreni della politica e attestarsi su terreni di natura giudiziaria. Questo non fa parte della nostra cultura; lo abbiamo criticato, lo abbiamo pagato anche dal punto di vista politico e siamo disposti ulteriormente a pagarlo per riaffermare questo principio.
Noi però, Presidente, non diciamo queste cose sostanzialmente perché le riteniamo noi un valore, ripeto, dal punto di vista della nostra cultura politica e del nostro modo di fare opposizione in quest'aula. E' indubbio che fare opposizione sulla base di questi principi - lo dobbiamo dire paga meno, perché i media vogliono un altro tipo di opposizione e rispondono ad un altro tipo di opposizione, lo vediamo tutti i giorni e forse lo abbiamo visto ancora una volta oggi! Infatti, dopo il suo intervento, Presidente, non sono venuti a intervistare Mario Angeli o Carla Spagnuolo, ma evidentemente paga questo tipo di opposizione e noi dobbiamo fare i conti con questo tipo di cultura che sta anche nei media e rispetto alla quale magari delle realtà piccole potrebbero trarre la loro sopravvivenza se percorressero un certo tipo di strada.
Lei, Presidente, si è lamentato del pluralismo. Io voglio dirle che il nostro Gruppo, che è composto da due Consiglieri, in questa tornata legislativa ha organizzato un convegno sulla salute mentale che ha avuto una grandissima partecipazione (fu presente l'Assessore alla sanità ed anche il Presidente del Consiglio regionale, ci sono state in due giorni più di 300 persone): ebbene, venne il TG3 - lo voglio dire perché l'avrei scritto al direttore del TG3, non l'ho scritto e lo voglio dire in quest'aula, lo ritengo più importante - intervistò il Presidente del Gruppo che aveva dato vita a questo convegno, avevamo degli ospiti importanti intervistò anche questi nostri ospiti importanti; la conclusione fu che il TG3 diede notizia di questo convegno e tagliò l'intervista al Presidente del Gruppo consiliare facendo passare quella degli ospiti! Si vede che noi non avevamo e non abbiamo titolo per comparire con il nostro nome e cognome sul TG3.
Ebbene, io credo che l'aula debba farsi carico di questo tipo di problemi, perché il pluralismo è un valore: cambiano i tempi, cambiano le leggi elettorali, cambiano tante cose, ma alcuni valori restano e noi li difenderemo. Non abbiamo avuto modo di uscire sovente sui giornali in questi anni, vogliamo difendere questi principi nelle sedi istituzionali che noi rispettiamo anche perché le facciamo platea primaria di alcune idee e di alcuni convincimenti che noi abbiamo.
Dette queste cose, Presidente, è evidente che noi non cadiamo comunque nel tentativo, qualora esso ci sia stato e probabilmente c'è stato, di dividere o di cadere nella divisione delle opposizioni. Perché se noi lasciamo il terreno di come intendiamo muoverci nella politica, in questi anni difficili nei quali è difficilissimo fare politica coniugando un po' di politica e un po' di civiltà, e torniamo invece alla politica di questa maggioranza della Regione Piemonte, io e il mio collega Angeli ci siamo posti alcuni interrogativi. E' evidente che nel suo intervento, Presidente lei alza il tiro, nel senso che è più determinato, quanto meno tutta la sua espressione è più determinata. Per carità, facciamo anche parte di una cultura politica che vuole credere comunque, sia dalla maggioranza che dall'opposizione, alla determinazione di chi guida un esecutivo, per Presidente noi ci siamo chiesti quali erano le ragioni politiche che facevano sì che lei potesse alzare il tiro. Che cosa è intervenuto dall'ultima volta che consente al Presidente della Giunta regionale e alla sua maggioranza di alzare il tiro? Noi ci siamo lasciati sulla questione Vaglio-Majorino; ci siamo lasciati su una serie di interrogativi che ci sono stati posti anche formalmente dal Capogruppo di Forza Italia e non ci pare di aver visto delle risposte, che non noi, ma la maggioranza si è data, tali da poter consentire al Presidente della Giunta di alzare il tiro, di dire in maniera esplicita: "adesso si cambia passo; dopo il bilancio noi faremo, noi diremo, noi valuteremo, noi prenderemo delle decisioni, noi presenteremo degli assetti". Perché mi sembra, Presidente, che si potesse alzare il tiro così in maniera determinata se lei fosse venuto qui e - o per conto della maggioranza, o per sua iniziativa di capo dell'esecutivo - ci avesse portato delle risposte, se lei avesse detto: "io presento all'aula questo assetto di maggioranza, questo assetto di Giunta; mi colloco in questo modo sulle questioni che hanno riguardato il Vicepresidente della Giunta regionale e l'Assessore Vaglio".
Tutto questo non c'è stato! Mi pare che noi siamo a fronte di una presa di principio, nel senso che si dice: "adesso diamo l'impressione di una solidità".
Ebbene, Presidente, la valutazione che noi facciamo è che anche il suo intervento sia una sfaccettatura, tutto sommato, della crisi politica che attraversa l'esecutivo e questa maggioranza.
Ci siamo anche chiesti che cosa facesse sì che ci fosse questa alzata di determinazione, che sarebbe giusta se fosse nata da alcune risposte che invece la maggioranza non si è data.
Questo deriva forse dall'atteggiamento di AN? Tutto sommato non ci sembra nemmeno questo, perché noi abbiamo valutato l'attenzione e anche un po' la sofferenza che ha espresso il Capogruppo di AN la volta scorsa, a fronte di un clamoroso e oggettivo incidente che è intervenuto e che prescinde da qualsiasi maggioranza. C'è stata un'autorete, non abbiamo voluto usare asprezza, proprio perché apprezziamo la figura del collega Majorino e ci siamo chiesti cosa sarà successo; evidentemente è stato un incidente, ma un incidente grave, però.
E allora, cosa sarà? Sarà forse la spinta di Forza Italia? Non ci sembra nemmeno questo per la verità, perché Forza Italia non può non vedere che, comunque, stante anche all'intervento del Presidente della Giunta di oggi, c'è stato un differentissimo atteggiamento fra quello che ha riguardato l'episodio Majorino-Vaglio e gli incidenti precedenti.
C'è stata una certa durezza con la quale si è risposto ai Consiglieri Angeleri e Viglietta, anche una certa immediatezza, che non ha niente a che vedere con il tipo di prudenza assoluta che vi è nei confronti dei colleghi Majorino e Vaglio; anche queste cose sono straordinariamente evidenti.
Presidente, basta esaminare: il collega Viglietta non aveva ancora finito di sentire l'interrogazione di Pasquale Cavaliere che già dalla sua maggioranza ci si chiedeva: "Quale sarà il futuro Assessore?"; quindi devo dire che grandi differenze qui ci sono. Non si tratta nemmeno, credo, della spinta che può dare il centro, perché io non credo che il centro, a cui abbiamo dato atto di una proposta politica vera in quest'aula, si sia costituito per non ragionare dal punto di vista istituzionale, perché anche qui non si tratta di volere o di non volere le Commissioni, ma si tratta di capire se noi vogliamo far funzionare la Regione con l'apporto di tutti ritenendo che un apporto possa essere dato e che comunque vada discusso perché questo è il problema.
Arriverei alla conclusione, ringraziando il Presidente che per una volta mi ha concesso di sforare.
Noi crediamo che il confronto ci debba essere, crediamo sia necessario e lo ribadiamo, proprio perché realisticamente la debolezza di questa maggioranza continua; se vogliamo dare un contributo alle istituzioni pensiamo sia interesse prioritariamente di questa maggioranza andare realmente a questo confronto, perché se la relazione del Presidente della Giunta avesse dato le risposte, allora, forse, avremmo potuto comprendere questa muscolatura.
Le risposte non ci sono, tarderanno a venire, probabilmente saranno anche un po' equivoche e per questo ci rivolgiamo alle diverse componenti di questa maggioranza per le ragioni che abbiamo detto, nell'interesse prima di tutto della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Grazie Presidente, prima di intervenire sull'intervento del Presidente della Giunta voglio ricordargli che oggi è il 2 febbraio; non è casuale che io dica questo, non è un fatto puramente cronologico, ma è perché ci avete tenuti in quest'aula per giorni interi per firmare un documento, come maggioranza, che diceva che entro il 31 gennaio 1998 la maggioranza avrebbe proceduto ad una revisione del suo programma per il bilancio, avrebbe riorganizzato la sua struttura in Giunta e avrebbe rivisto alcune questioni sulle quali sono state rilevate, e lei stesso l'ha detto Presidente Ghigo delle criticità, e le ha elencate tutte, che sono proprio il contrario di quello che lei ha detto oggi, totalmente il contrario.
C'è un documento critico nei confronti della sua amministrazione e della sua maggioranza - documento di 35 componenti della sua maggioranza e oggi lei ci dice che "va bene" ed è tutta colpa della minoranza.
Noto questa contraddizione, come lei non sia in sintonia e come non mantenga gli impegni che si è assunto nei confronti della maggioranza, dei suoi 35/34 componenti della maggioranza. Non ha avuto la capacità di realizzare quell'impegno che lei si è assunto solennemente, tenendoci tantissimo tempo qui, altroché minoranza che non manda avanti i lavori del Consiglio! Venendo alle altre questioni da lei sollevate, Presidente, sono convinto che lei non sappia fare politica, io continuo a ripeterlo, ho questa opinione perché lei misura tutto in base alla forza elettorale; lei è convinto che il ruolo dei partiti dipenda dal peso che sono in grado di esprimere.
Lei si sbaglia, la politica non è soltanto un fatto di numeri, è un fatto anche di capacità politica, di senso politico che sicuramente è accompagnato dai numeri.
Io le posso garantire, Presidente, noi siamo quattro amici, non siamo tanti, le posso però dire che pur essendo un piccolo partito abbiamo una forte dignità politica che lei non ha, abbiamo un senso delle istituzioni che lei ha dimostrato di non avere, abbiamo una tradizione politica del cattolicesimo democratico che siamo onorati di rappresentare in quest'aula e che ha dato parecchio anche a questa Regione.
Quindi si tenga per lei questi rilievi di carattere comico, che fanno parte sicuramente della sua esperienza professionale, ma ciò che noi abbiamo sempre fatto qui in quest'aula è opposizione politica con lealtà le questioni le abbiamo poste sempre lealmente; è chiaro che può dare fastidio che questo piccolo gruppo di Popolari non si lasci piegare, non siamo disponibili al compromesso, abbiamo la nostra autonomia e la nostra libertà, introduciamo nei nostri ragionamenti giudizi di carattere etico delle istituzioni.
Per noi la politica non è soltanto compromesso, c'è anche l'etica, la dignità istituzionale e noi abbiamo notato che lei, Presidente, questa dignità non è in grado di garantirla a questa istituzione; quando dei suoi Assessori, rispetto agli errori che hanno commesso, rilevati anche dalla maggioranza, leggono il giornale, hanno questo disprezzo, come il collega Vaglio, nei confronti delle istituzioni, lei non garantisce l'etica delle istituzioni! Quando un suo Assessore comunica di dimettersi e poi cambia opinione, lei non garantisce l'eticità delle istituzioni, questo è il fatto che noi rileviamo.
E' chiaro che questa nostra posizione può dare l'impressione di supponenza, di saccenza, ma di questo siamo orgogliosi e continueremo a rilevare questi fatti.
Presidente, lei si è soffermato sulle ultime questioni dell'Assessore Vaglio, ma io le ricordo - poiché lei non segue bene le vicende che capitano nelle Commissioni perché obiettivamente ha altri impegni istituzionali - che il nostro Gruppo politico ha continuamente insistentemente presentato tantissime proposte di legge, molte delle quali sono state condivise anche dalla maggioranza.
Anche in questo caso abbiamo mantenuto la nostra autonomia; quando era il caso e abbiamo ritenuto utile per il Piemonte assumere una posizione di libertà, l'abbiamo sempre assunta, e continueremo con questa metodologia.
Ma vediamo le questioni di oggi.
Presidente, lei, ancora una volta - e credo che non sia più una novità dopo lunghe fasi di silenzio che lei ritiene che siano prudenza, si presenta con il suo discorsetto scritto, con qualche citazione (per la verità, non sempre perfetta), espone i muscoli, e poi tutto finisce lì.
Tutto finisce lì anche perché, essendo preparati prima, questi discorsi non tengono conto delle ultime vicende.
Presidente, lei non può non dire nulla sulla questione Majorino-Vaglio.
Ricordo che il collega Racchelli chiese le dimissioni dell'Assessore Majorino (in modo personale, disse, in quanto c'era un problema di coinvolgimento del Gruppo); ricordo che lo stesso Capogruppo Ghiglia fece un intervento molto preoccupato per ciò che era capitato. Lei, invece, nel suo intervento non ha fatto emergere neppure un minimo di preoccupazione.
A questo punto, Presidente, ho la sensazione che lei sapesse tutto: lei sapeva - perché era scritto sui giornali - che l'Assessore Vaglio andava dal giudice; lei sapeva che l'Assessore Vaglio vi sarebbe andato con il Vicepresidente Majorino; il Vicepresidente Majorino ha informato il Presidente Ghigo che sarebbe andato con l'Assessore Vaglio dal giudice.
Altrimenti non si capirebbe il suo atteggiamento.
Lei, Presidente, la volta scorsa ha lasciato intendere di voler assumere dei provvedimenti per ciò che è capitato. Non l'ha fatto: mi chiedo per quale motivo. L'unica spiegazione che trovo logica è che lei sapesse tutto quanto. Forse si trova in qualche maniera con qualche altolà da parte dei suoi componenti della maggioranza e da parte dei suoi Assessori.
Allora, Presidente, credo che lei non sia in sintonia con la sua maggioranza; forse è in sintonia con qualcuno, ma non con la sua maggioranza.
Nelle riunioni che abbiamo fatto, negli incontri che abbiamo avuto anche con colleghi di maggioranza, dico chiaramente - non se qualcuno ha il coraggio di dirglielo - che in qualche maniera tutti ormai sentono che questa maggioranza, che questa Giunta è arrivata al capolinea. E non basta un bel discorso: è arrivata al capolinea.
Tutti quanti ci rendiamo conto - tranne lei, Presidente - che è necessario avviare una fase istituzionale per modificare la situazione che si è creata nella Regione Piemonte.
Così non può continuare. Lei ha due Assessori discussi; due che si sono dimessi; il bilancio non approvato (gli effetti li abbiamo visti anche recentemente): questa situazione non può continuare.
Credo allora, Presidente - e mi rivolgo soprattutto alle forze politiche di maggioranza; mi rivolgo a loro perché credo che sotto questo aspetto, per gli interventi che sono stati fatti, ci sia più senso di responsabilità di quanto ne abbia dimostrato lei - che occorra affrontare le questioni istituzionali.
E' stato posto un problema di Regolamento: affrontiamolo, ha senso.
Quando si rinnova un'istituzione, un organo, l'Ufficio di Presidenza, è la sede giusta, è la sede opportuna per fare un ragionamento complessivo.
Anche noi siamo interessati, Presidente, che questa Regione risolva i problemi. Ma se i problemi non li risolve, è perché la maggioranza non è in grado, per sua incapacità, di risolverli.
Noi vogliamo favorire un percorso utile da un punto di vista istituzionale, ma questo percorso è sicuramente impossibile se l'atteggiamento è quello del Presidente Ghigo, se l'atteggiamento è quello della presunzione, della saccenza, della prepotenza di dire che tutto va bene ed è colpa della minoranza.
Questo, collega Gallarini, non è il modo per iniziare a discutere questo, collega Deorsola, non è il modo serio per iniziare una nuova fase.
Iniziamo pure una nuova fase, ma con un atteggiamento di umiltà - umiltà necessaria - chiedendo subito agli Assessori di non intendere le questioni istituzionali, assessorili come fatti privati, come fa il collega Vaglio. E non è un fatto personale nei confronti dell'Assessore Vaglio.
Le istituzioni sono cose serie: non si può decidere "Andiamo via domani", ma ci vanno delibere, determinazioni. Perché se valesse il principio che per lavorare in modo serio bisogna andare da qualche parte l'Assessore alla sanità andrebbe a lavorare alle Molinette, l'Assessore ai trasporti andrebbe sul TGV, l'Assessore all'ambiente andrebbe in qualche discarica...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Poverino!



SAITTA Antonino

Presidente, lei ha questo dovere: evitare che l'istituzione sia considerata un fatto...
E poi, Presidente, lei e soprattutto l'Assessore Burzi continuate a dirci di questa magnifica cosa della L. 51, che avete obbligato la 51...
Per contro, ditemi che cosa ha provocato in termini di miglioramento istituzionale in due mesi. E' costata 8 miliardi, ma non è colpa dei funzionari: la 51 è basata sulla 29 e sul principio della differenziazione della responsabilità politica e gestionale.
Ma bisogna saper fare politica, bisogna dare linee politiche. Quali sono le linee politiche che questa maggioranza dà? Qualche riunione in un posto tranquillo? E' questo il modo di fare politica? In politica bisogna avere linee e capacità e saper coniugare i valori con i problemi, per avere un progetto. Io credo che molto spesso - non per tutti gli Assessori, per la verità, ma per parecchi e per qualcuno della maggioranza - ci sia una conoscenza superficiale dei problemi, una scarsa profondità di valori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Voglio fare questo intervento rivolgendomi a tutte le forze politiche del Consiglio, e in modo particolare alle forze politiche di maggioranza quindi ai Gruppi consiliari tutti. Un intervento che spero sufficientemente breve, ma soprattutto sufficientemente chiaro. Quindi, anche a costo di alcuni schematismi, voglio cercare di rendere chiaro ciò che penso e soprattutto le proposte che voglio avanzare a questo Consiglio, in particolare - ripeto - ai Gruppi consiliari delle forze di maggioranza.
Ovviamente non posso che iniziare questo intervento dal giudizio sull'intervento del Presidente Ghigo, che sintetizzo in questi termini.
E' stato un intervento nel quale il Presidente Ghigo ha portato un duro attacco alle minoranze, per firmare un falso armistizio nella maggioranza.
Infatti i punti salienti di questo intervento, che aveva questi obiettivi da parte del Presidente Ghigo sono sostanzialmente 5.
Il primo. Il tentativo di dividere le forze del centro-sinistra nei giudizi che ha portato, in atteggiamenti e comportamenti diversi che le forze del centrosinistra avrebbero tenuto.
Il secondo. Non ha dato nessuna risposta di merito rispetto ad una vicenda per la quale noi abbiamo fatto oggi il Consiglio e per la quale si era rinviata la discussione nel Consiglio la settimana scorsa; mi riferisco alla delicata e grave vicenda istituzionale che ha coinvolto il Vicepresidente della Giunta regionale Majorino e l'Assessore Vaglio.
Su questa questione il Presidente Ghigo non ha risposto; anzi, c'è stata una marcia indietro rispetto alle precedenti comunicazioni, per lo meno da parte del Vicepresidente Majorino e di altri interventi di Consiglieri, e alla sua stessa presa d'atto, Presidente Ghigo, della remissione delle deleghe da parte del Vicepresidente della Giunta regionale.
Sottolineo: un problema creato da voi, tutto creato nella maggioranza e nella Giunta; le minoranze, purtroppo, non c'entrano niente in questa situazione. Dico purtroppo, perché non siamo stati ovviamente capaci d'altronde, credo che neanche se avessimo pensato tutta la notte ad un ingarbugliamento di questo tipo ci saremmo arrivati: l'avete fatto voi questo capolavoro! Il terzo punto, comunicato questa mattina alla riunione dei Presidenti dei Gruppi, ma presente - mi pare - anche nell'intervento del Presidente Ghigo: nessuna presidenza di Commissione alla minoranze. E cioè, un fatto che era stato definito a inizio legislatura, oggi, a metà legislatura, per rivalsa politica nei confronti delle minoranze e per firmare quel falso armistizio all'interno della maggioranza (perché ci sono un po' più di posti e peraltro anche posizioni politiche diverse rispetto a questa questione nella maggioranza), si decide che le Presidenze delle Commissioni alle minoranze vengono cancellate.
Il quarto punto al quale ci troviamo di fronte è una proposta di nomina dell'Ufficio di Presidenza, che dovrebbe essere eletto perché questo è ci che rende - lo sappiamo anche noi - stabili i lavori di questo, instabile da parte della maggioranza, nel senso che verrebbe eletto un Consigliere pronto a dare le dimissioni quando saranno chiariti i problemi di posti da assegnare alle diverse forze, ai diversi uomini e alle diverse donne della maggioranza.
Altro che stabilità dei lavori del Consiglio! Quinto punto. La richiesta di approvare, entro un mese, provvedimenti importanti: bilancio, Expo 2000, Finpiemonte, il contributo al Comune di Torino per lo stadio e altre questioni, che peraltro reputo importanti, da portare alla discussione e all'approvazione del Consiglio.
Questi mi paiono - detto molto sinteticamente - i cinque punti sui quali si articola l'intervento del Presidente Ghigo.
Io lo dico in termini molto precisi: questa è una proposta irricevibile per le minoranze. Non è accettabile.
Qui si chiede la resa incondizionata delle minoranze per non evidenziare le crepe aperte all'interno della maggioranza; per non evidenziare che ci sono delle crepe (che peraltro sono evidenti a tutti quindi è un tentativo anche maldestro di nascondere i problemi della maggioranza), delle crepe aperte grandi come crateri, emerse nella discussione del Consiglio la volta scorsa, ma che si concretizzano con le affermazioni che sono state fatte sia nella riunione dei Presidenti dei Gruppi sia nell'intervento del Presidente Ghigo.
Io vorrei che fosse molto chiaro che le opposizioni - e l'hanno già sottolineato altri interventi prima di me, da ultimo quello del Consigliere Saitta - non sono irresponsabili: non sono irresponsabili. Voi siete irresponsabili, proponendo questo, perché sapete bene che tali proposte rendono inagibili i lavori di questo Consiglio, di questa aula consiliare.
Questo è il punto, dal quale non pensiate di sottrarvi.
E proprio perché non siamo noi gli irresponsabili, ma siete voi maggioranza o alcune forze all'interno della maggioranza, irresponsabili nei confronti dei lavori di questa assemblea consiliare, dovere dare delle risposte.
Le risposte che debbono essere date ai cittadini piemontesi a noi sono ben chiare. Certo, stanno anche nei provvedimenti che qui sono stati proposti, ovviamente con posizioni molto diverse rispetto a quelle enunciate, sulle quali noi non siamo d'accordo nel merito, ma è altra cosa questa, rispetto ai problemi che ho sottolineato prima.
A noi è ben chiari che bisogna dare queste risposte ai cittadini piemontesi; risposte peraltro sollecitate da parte nostra in questi mesi nelle battaglie che abbiamo condotto nelle Commissioni, in Consiglio, nelle proposte e nelle indicazioni che abbiamo dato.
Così come ci è altrettanto chiaro il fatto che non possiamo permetterci di continuare a considerare il ruolo del Consiglio regionale in maniera del tutto marginale rispetto ai problemi di governo sui quali abbiamo sì bisogno di misurarci nel rapporto con i cittadini piemontesi, ma anche rispetto ai grandi problemi in corso di discussione alla stessa Camera dei deputati, al Parlamento.
Mi riferisco alle riforme istituzionali in atto, sulle quali credo ci giochiamo una grande partita proprio in queste settimane e in questi mesi anche con la capacità di ruolo che i Consigli regionali delle Regioni devono avere, in presenza di delicati problemi istituzionali. Lo sappiamo bene che quando si modifica e si innova emergono questioni grandi e delicate e molto difficili da risolvere.
Allora, proprio perché abbiamo chiare tutte queste questioni, noi chiediamo a voi, maggioranza, un preciso percorso istituzionale, che sia un serio percorso istituzionale, non la resa incondizionata di qualcuno per ripeto - firmare falsi armistizi nella maggioranza.
Chiediamo a voi un confronto sul merito dei problemi e delle politiche non chiediamo scambi, chiediamo confronti di merito dentro un serio percorso istituzionale.
Si trovi una sede di discussione, si affrontino tutti i problemi.
Quei cinque punti che ho prima evidenziato non sono scindibili tra di loro: le risposte vanno date nell'ordine, a partire dal problema istituzionale che è aperto, e cioè la questione che riguarda il Vicepresidente della Giunta e l'Assessore Vaglio.
Noi siamo per affrontare l'insieme di queste questioni, ripeto, in un percorso istituzionale serio, credibile, che porti a soluzione tutti i problemi.
Noi siamo disponibili: chiediamo a voi di confrontarvi, di trovare una sede; siamo pronti anche immediatamente a trovare una sede di discussione che - ripeto - affronti queste questioni nell'ordine in cui le ho elencate.
Altrimenti, vuol dire che voi siete degli irresponsabili e vi assumete delle responsabilità rispetto alle quali noi non siamo disponibili.
Noi vogliamo che siano chiare le responsabilità di tutti, comprese quelle di chi vuole il degrado di questo Consiglio e magari costringere, ad un certo punto, ad andare tutti, malamente, a casa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, lei ha chiamato i migliori sarti del regno, però non è colpa nostra se la vediamo nudo! Nel nostro caso il problema è di chi compie degli atti, dei fatti, degli avvenimenti, non di chi li evidenzia.
Non credo sia importante - almeno per il sottoscritto, ma spero per molti in quest'aula - quanti cittadini siano ancora attenti, oltre che ai contenuti, alle forme e ai modi della politica; a me non interessa.
Quando, nella metà degli anni ottanta, assieme a pochi altri amministratori puntavamo il dito sulla degenerazione di una certa politica lo facevamo perché credevamo che una certa politica non potesse funzionare e non poteva - proprio per le forme con le quali si esplicitava - produrre niente di buono per il nostro Paese, per la nostra Regione, per i nostri Comuni. Eravamo isolati, non ascoltati, denunciati, querelati, ma mai ci siamo domandati - volevamo che tanti cittadini prendessero coscienza di questi problemi - a quanti cittadini interessava una certa politica.
Personalmente mi interessa se è giusto o se non è giusto un determinato comportamento; credo che molto del contenuto della politica stia anche nelle forme.
Pertanto il dopo Tangentopoli nell'amministrazione della Giunta regionale del Piemonte non c'è stato. Non c'è stato neppure - a parer mio in gran parte del Paese, perché si continua a parlare di soluzione politica, di amnistia senza aver analizzato i motivi che portarono a quella situazione. Nel nostro Paese non vi è ancora stata la soluzione politica l'amnistia per i terroristi - sia per quelli di destra sia per quelli di sinistra - che sono stati sconfitti militarmente e politicamente. La Nazione ha sconfitto politicamente quei fenomeni, ma la corruzione non è stata sconfitta nel nostro Paese e non si potrà parlare di soluzione politica finche non la si sconfigge. Per sconfiggerla bisogna capire le cause che l'hanno prodotta e la classe politica del nostro Paese non ha ancora riflettuto a sufficienza sulle cause che hanno prodotto la corruzione nel nostro Paese.
A me pare che questa Giunta il problema non se lo sia proprio posto nel senso che sono cominciati "allegramente" dei comportamenti come se nulla fosse successo nel nostro Paese. Le deliberazioni e gli appalti promossi dall'Assessore Vaglio non si proponevano né si formalizzavano così neppure prima del 1992! E' questo il tragico, il paradossale.
I fatti avvenuti sono degni di attenzione da parte del programma "Striscia la notizia", spettacolo della Fininvest; forse il Gabibbo non viene ad intervistarla solo per fare una cortesia a lei, Presidente, perch sa che è del Polo, altrimenti sarebbe venuto, forse, proprio per farle un piacere non è venuto.
Il circo della politica, Presidente, è non assumersi le proprie responsabilità e non capire che ci sono delle cose da cambiare. Quando il Capigruppo del Partito di maggioranza relativa interviene nella riunione dei Capigruppo e dice: "Abbiamo deciso, nelle Segreterie dei Partiti, con i gruppi consiliari, che non daremo le Commissioni alle minoranze", beh, è detto tutto! Ci riporta ai tempi di quando le Giunte venivano decise nelle trattorie romane.
Presidente, io continuerò ad evidenziare ciò che credo sbagliato nella pubblica amministrazione, continuerò come prima e credo che lei non possa fare come Giacobbe alle porte di Sodoma e Gomorra e dire: "Se trovo 50 giusti ..., se ne trovo 30 ..., se ne trovo 10 ...".
Stiamo arrivando a questi livelli. Noi, appunto, abbiamo detto: "Va beh, uno è uno, due sono due, tre sono tre, quattro sono quattro ...". Il problema politico si è già posto e lei non ne ha tratto le dovute conseguenze.
La questione del Vicepresidente Majorino - al quale va comunque la nostra stima, nel senso che non è persona che ha "tirato" particolarmente i nostri strali in questi mesi - è grave. E' grave che si possa pensare che quanto commesso sia normale: è considerato normale un fatto che normale non può essere. E se anche fosse normale per i quattro milioni di abitanti del Piemonte, a me non basterebbe comunque: non è normale! Non è giusto: è fatto che denota una cultura istituzionale molto, molto, deficitaria.
E poi l'Ulivo, le lottizzazioni.
Lei continua, Presidente, a toccare un tasto che obbliga a tornare su questioni accantonate. Lei sostiene che nell'80% dei miei interventi ho toccato la "questione Garrone". Ci ritorno ora, Presidente; pensavo infatti si fosse capita la gravità del problema, ma vedo invece, che si continua a far finta di niente.
Lei sa benissimo che venerdì scorso mi sono recato in Giunta a chiedere i curricula presentati all'Agenzia per il turismo dai candidati alla direzione della stessa, che momentaneamente ha la propria sede in un sottoscala della Giunta: il Regolamento prevede infatti che l'Agenzia nella sua fase di avvio, possa disporre del personale e delle strutture della Regione. Ho chiesto al Presidente pro-tempore dell'Agenzia di avere i curricula dei canditati a Direttore dell'Agenzia, che mi sono stati negati in virtù della legge sulla privacy. Tra l'altro, credo che tale legge attenga all'uso che viene fatto di certe informazioni; diversamente potremmo non poter più leggere nemmeno una deliberazione. La stessa persona che si era rifatta a tale legge, si è poi resa conto della debolezza della giustificazione, tant'è che a una seconda domanda mi è stato ribattuto che l'Agenzia regionale per il turismo è un Ente autonomo - e così risulta dal punto di vista del Codice Civile, relativamente agli assetti societari e ai rapporti nella società. Presidente, lei mi deve spiegare se si è trattato o meno di un suo interesse privato pretendere - ho gli elementi per poter dire quanto sto dicendo - da un Ente autonomo, quale l'Agenzia regionale per il turismo, la nomina come consulente del citato Pier Domenico Garrone.
Del resto, il fatto è a conoscenza di diverse persone della maggioranza: la nomina, infatti, è stata oggetto di trattativa all'interno della maggioranza. Si è accettata una nomina di consulenza annuale al posto di una nomina di Direttore; il tutto è stato oggetto di mediazione, in cambio di un mezzo Assessorato o di qualche Presidenza. Questa la verità dei fatti; non c'è nemmeno necessità di evidenziazione, Presidente Ghigo.
Dirò di più; si è trattata di cosa diversa, ad esempio, dalla nomina di Mondino ... Posso non condividere una certa nomina; posso ritenere che una nomina non sia congruente, non abbia la competenza: sono comunque nomine di cui si assume la responsabilità la Giunta, e la maggioranza. Diversi sono Presidente, gli interessi privati.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Nel suo intervento l'on. Ghigo ha mostrato i muscoli, tentando in questo modo di riappacificare le forze della maggioranza, accusando l'opposizione di tentativi liberticidi, di condizionare quest'aula consiliare al non parlare di politica e dei problemi reali del Piemonte. Mi pare però, ascoltando la relazione, senza voler entrare nel merito del testo scritto dell'on. Ghigo, che sia stato egli stesso a non accennare una sola volta ai problemi reali del Piemonte e a non parlare nemmeno una volta di politica.
Di fronte ai due anni e mezzo che hanno visto l'immagine del Presidente Ghigo assolutamente subalterna, che mai ha potuto esprimere la grinta e la determinazione in progetti di tipo politico, ci sarebbe piaciuto che il suo "mostrare i muscoli" fosse dovuto alla necessità di esprimersi rispetto ad un progetto politico sul Piemonte. Invece, è stato un continuo tentativo di eludere il problema e l'elemento su cui avrebbe dovuto intervenire: la questione gravissima che ha investito quest'aula, il Piemonte, le regole democratiche di trasparenza amministrativa di questo Consiglio regionale: il caso Majorino/Vaglio. Non è stato detto nulla, perseguendo ancora una volta la volontà di non discutere mai né di politica né delle più banali regole di trasparenza amministrativa.
E' gravissimo che il Presidente sia stato muto sulla vicenda che ha investito il Consiglio regionale e il Piemonte, da un lato sul piano istituzionale, e dall'altro, a nostro avviso, dal punto di vista penale. In tal senso, abbiamo presentato un esposto a nome del Gruppo e del nostro Capogruppo per verificare questo tipo di responsabilità, di fronte alla situazione gravissima in cui riteniamo vengano lese le principali regole della democrazia di questa sede istituzionale.
Il Vicepresidente Majorino ha rassegnato le deleghe; l'indagato in oggetto, l'Assessore Vaglio, non ha detto nulla. Noi crediamo invece che debbano essere tratte le dovute conseguenze sul rispetto non solo del piano politico, ma anche del piano istituzionale. Non si può continuare a oltrepassare i limiti, facendo finta di nulla. Il Vicepresidente Majorino ha compiuto un atto gravissimo, che noi abbiamo ritenuto di abuso di ufficio; l'Assessore Vaglio ne ha compiuto uno ancor più grave, ovvero l'accettazione della situazione. Il Presidente Ghigo - e lo stesso Assessore Vaglio - responsabile degli atti collegiali della maggioranza e di quelli compiuti dai suoi Assessori, nonché dalle accettazioni compiute dai suoi Assessori, non detto nulla in merito e non ha tratto alcuna conseguenza.
Mi stupisce che il Presidente di una Regione si accanisca contro l'opposizione, pensando che i riferimenti politici fatti al Presidente Ghigo, come responsabile di questa maggioranza e di questo governo, siano dei riferimenti del tutto personali e degli attacchi personali. Questo mi stupisce.
Non posso commentare oltre perché mi pare davvero un'immaturità politica di un Presidente della Giunta che invece dovrebbe assumersi le sue responsabilità e contare le parole per quello che queste parole vogliono significare.
Ghigo poi ha detto nel suo discorso che ha deciso di assumersi per intero le responsabilità di questa maggioranza: "D'altronde, gli attacchi ripetuti a questa Giunta sono stati fatti in modo personale al sottoscritto"; invece lui ritiene che questa Giunta abbia il diritto, oltre che il dovere, di continuare a lavorare per il Piemonte, su cui sono ancora molte le cose da fare.
Io sfiderei il Presidente Ghigo a dire quali sono state le cose fatte per il Piemonte, perché se è vero che in questa Giunta e in questo Consiglio bisogna cominciare a parlare di politica, quindi di progetti veri, io ho delle perplessità quando questa Giunta, fra le priorità da affrontare nei prossimi mesi, indica Expo2000, Finpiemonte e lo Stadio delle Alpi! Io ho delle serie perplessità! Mi chiedo davvero come i cittadini del Piemonte, che voi dite vi hanno convalidato a portare avanti il governo di questa Regione, possano essere soddisfatti rispetto a questa indicazione, sia pur sommaria e superficiale di priorità politiche in cui questa Giunta vuole esprimersi nei prossimi due mesi! Non credo che Expo 2000, Finpiemonte e lo Stadio delle Alpi siano le priorità politiche su cui questa Giunta debba esprimersi e su cui la Regione Piemonte debba dare delle risposte invece alla comunità piemontese.
Io chiedo qual è stato il programma di lavoro e l'investimento politico che questa Giunta ha fatto sul piano del lavoro e sul piano sociale, sulla sanità; quali sono i suoi programmi obiettivi di qui ai prossimi due mesi! Non è stato approvato nessun piano programmatico, se non il piano sanitario, a distanza di due anni e mezzo, che fra l'altro è già stato rinviato una volta dal Commissario di Governo ed è ritornato in Consiglio! Non ci sono, dopo due anni e mezzo, altri piani, se non la promessa fatta di presentare entro il 31 marzo un piano di sviluppo che oggi ancora non abbiamo e su cui quindi non possiamo discutere.
Il Presidente Ghigo ha evaso ed eluso il problema principale su cui doveva dare la sua comunicazione e quindi una posizione di chiarezza su un fatto gravissimo avvenuto in questa sede, in merito al quale le principali regole democratiche e di trasparenza amministrativa avrebbero imposto un suo intervento decisivo, per dignità, certo, politica in questo senso.
Visto che il Presidente Ghigo continua invece ad attribuire ad altri ad altre forze politiche e all'opposizione, la responsabilità di condizionare in una paralisi quest'aula, io mi permetto di dire al Presidente di questa maggioranza che già solo a livello di Commissione, che dovrebbe essere il livello più banale, più basso, dove si inizia un'interlocuzione seria sui programmi, sui lavori politici, forse l'opposizione è stata l'unica a dare un contributo! Non solo ha garantito per la maggior parte dei casi tecnicamente il numero legale, ma da un punto di vista politico e di programma gli stessi Presidenti di Commissione sono testimoni del lavoro unicamente fatto dalle opposizioni, e dove l'interlocuzione su progetti politici attraverso questa maggioranza è praticamente inesistente! Diventa praticamente impossibile cercare un'interlocuzione, un confronto anche su piani e progetti programmatici come noi auspicheremmo, lavorare appunto attraverso un'interlocuzione con questa maggioranza, che non solo è divisa, ma è muta! Non ha progetti! Non ha capacità di interlocuzione e di argomentazioni! Come si fa spesso dando dei giudizi sulle persone, io mi permetto di dire che sottovalutando questo fatto gravissimo, questo ennesimo incidente di percorso che ha investito questa Giunta da sola, perché su questo l'opposizione non ci ha messo nulla, voi continuate a infilarvi in gabbie buie senza una via di uscita! E mi permetto di dire che questo continuo tentativo di accusare l'opposizione, calpestando le regole di democrazia, e di non parlare di politica, è esattamente il tentativo di chi non avendo argomentazioni tenta di scaricare con la propria aggressività sugli altri e sulla capacità degli altri le proprie incapacità e le proprie incompetenze.
Nonostante il suo intervento sia stato molto comico, banale direi, poco politico, anche con i suoi riferimenti, ritengo molto impropri, a trasmissioni televisive come "Striscia la notizia", sollecito il Presidente Ghigo a tornare a discutere di politica, ma di progetti concreti, su cui fino ad oggi nulla è stato detto, nessuna presa di posizione, nulla nemmeno tra le priorità che Ghigo indica fra i prossimi due mesi. Chiediamo quindi in qualche modo, una ricondizione di democrazia e di sedi democratiche in questo Consiglio regionale. Ci permettiamo di non fare più riferimento ai danni che ha prodotto il pluralismo, non credo che competa a lei Presidente calpestare la cultura e le costruzioni che sono state fatte a seguito di lunghe battaglie.
Concludo dicendo che siamo assolutamente allibiti del modo di fare di questo Consiglio, di questo Presidente della Giunta e di molti suoi Assessori tra i quali Vaglio, che io ritengo nel suo atteggiamento, anche di ascolto e di interlocuzione su un fatto di questa gravità, perlomeno arrogante! E siamo molto preoccupati di come vengano continuamente calpestate non solo l'essenza stessa della politica, ma le più elementari regole di trasparenza amministrativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io avevo chiesto in sede di Capigruppo, al termine della scorsa seduta del Consiglio regionale, che prima di andare a completare l'Ufficio di Presidenza, il Presidente Ghigo venisse in aula a chiarire la posizione sul Vicepresidente della Giunta Majorino, e sull'Assessore Vaglio.
Mai la Lega ha subordinato nessun tipo di votazione a nessun tipo di ragionamento su Presidenze o altri posti. Quindi noi garantiamo che quando questo dibattito avrà fine, noi saremo pronti a votare l'Ufficio di Presidenza; questo però non vuol dire che non siamo estremamente critici nei confronti della scelta del Presidente Ghigo di confermare il Vicepresidente Majorino e l'Assessore Vaglio. Io ho firmato a nome di tutto il mio Gruppo un ordine del giorno che chiede le dimissioni del Vicepresidente Majorino; confermo che voteremo questo ordine del giorno e dico al Presidente Ghigo che non si può inaugurare una nuova stagione se non si danno dei segnali precisi.
Sicuramente io avrei preferito che il rimpasto di Giunta venisse comunicato oggi, perché avrebbe risolto tanti problemi e tante polemiche avrebbe potuto davvero cambiare l'impostazione di questa Giunta soprattutto in vista di una grande battaglia che ci sarà sul bilancio di questa Regione.
C'è anche da dire che siamo stufi di questa situazione. Il nostro Consiglio è diventato impraticabile, ma questo lo ripetiamo da cinque mesi.
E' diventato impraticabile e la gente non capisce il perché; il popolo piemontese sta aspettando delle risposte e noi litighiamo su questioni di date, di poltrone, di posti di sottogoverno.
La Lega è stufa di questa opposizione, noi siamo qui per svolgere un ruolo di opposizione a questa maggioranza di centro destra, che però deve produrre, non può continuare a trascinarsi uno scandalo dietro l'altro.
Sul lungo intervento del Presidente Ghigo io concordo su alcune cose e su altre no, soprattutto non concordo quando parla di colpa dell'opposizione, perché voglio ricordare che i grandi pasticci sono nati tutti in maggioranza e negli ultimi cinque mesi ce n'è stato uno alla settimana e anzi, invece di migliorare la scorsa settimana ne abbiamo avuti almeno due. Però ho anche notato che a dispetto delle parole le poltrone contano non solo per la maggioranza, ma anche per una parte dell'opposizione, perché oggi quando Gallarini ai Capigruppo ha detto che la maggioranza si sarebbe tenuta tutte le Commissioni, c'è stata una reazione un po' scomposta da parte del centro sinistra.
Noi pensiamo che sia giusto che la maggioranza tenga tutte le Presidenze, se c'è uno scopo dietro tutto questo, se con questo si vuole accelerare la realizzazione di un programma che noi non condividiamo, ma che comunque è un programma che è stato votato dagli elettori.
Se invece, come temiamo sia, le Presidenze vengono tenute dalla maggioranza solo perché bisogna avere più posti per tenerle insieme, allora non è più condivisibile questa scelta. Sta a voi dimostrarci di volere andare avanti, sta a lei Presidente Ghigo, che oggi ha tirato fuori gli attributi, bisogna dirlo, dimostrare che questo Consiglio non è da sciogliere.
Però le voglio dare un consiglio, lei ha parlato bene in certe parti del suo intervento, si ricordi però che prima di dare la carica deve avere un esercito dietro, perché noi abbiamo ancora il dubbio che lei abbia questo esercito compatto e unito, pronto a dare la carica.
Voglio ricordare che negli ultimi due anni e mezzo, quando la maggioranza ha deciso di fare muro contro muro con l'opposizione, si sono presentate due soluzioni: 1) schema A, calare le braghe direttamente in Commissione, 2) schema B, calare le braghe dopo uno o due giorni di dibattito in Consiglio. Vediamo se riuscirete ad inaugurare lo schema C).
D'altro canto ho visto un centro sinistra preoccupato, forse perch quella pianticella di Ulivo che si era piantata nel giardino della Regione grazie ai giorni della merla, quelli più freddi dell'anno, si è un po' ghiacciata e non ne vuol sapere di crescere.
Vedete, amici della sinistra, uno dei vantaggi di non aver chiesto nulla all'inizio della legislatura è che non possono portarci via nulla e quindi noi siamo molto più liberi di poter scegliere.
Qualcuno ha parlato di un tentativo di dividere l'opposizione effettivamente traspariva dall'intervento di Ghigo questo tentativo; non so che effetto possa avere avuto sul centro sinistra, posso dire che non dovevamo aspettare l'intervento di Ghigo per sapere che la Lega non è unita con questo centro sinistra, come non è unita con questo centro destra.
Noi abbiamo un nostro percorso e lo portiamo avanti, anche se abbiamo quattro Consiglieri su 60 e non siamo uniti con questo centro sinistra per molti motivi, ai quali se ne aggiunge uno in particolare, che lei ha ricordato nel suo intervento e bisogna dire la verità, è stato anche l'unico Consigliere di questa Regione ad esprimere una specie di solidarietà con la Lega.
Cari colleghi della sinistra, voi che parlato tanto di solidarietà, non ho sentito una sola persona, né in privato né in pubblico, dire che è scandaloso che dirigenti e persone normali iscritte a un movimento siano processate e venga chiesto il rinvio a giudizio con massima pena, un ergastolo più vent'anni, solo perché portavano questo fazzoletto verde! Questo è scandaloso! Allora io vi dico, signor Papalìa e tutti gli altri Magistrati, che il fazzoletto verde lo porto anch'io e se volete sono qui venite a prendermi.
E' scandaloso che nessuno abbia detto niente, quando mafiosi sono in giro solo perché si pentono, per finta, e accusano altre persone; quando una città come la nostra è diventata invivibile, non è più possibile uscire perché ci sono extracomunitari illegali che violentano le nostre donne e che rendono invivibile oltre alla città anche il resto del Piemonte; quando siamo pieni di problemi fin sopra i capelli e si pensa a togliere il diritto alla libertà di espressione, perché attenzione, questo si sta tentando di fare! E trovo un parallelo particolare con quanto è successo - purtroppo devo ripetermi - davanti alla FIAT a settembre, cari aderenti a Rifondazione comunista, quando voi per primi avete dimostrato che in Italia la libertà non è assoluta, ma che la Lega evidentemente ne può esercitare solo una piccola fetta, forse perché rappresenta un popolo che si vuole liberare dal giogo romano.
Questo Consiglio regionale è da sciogliere, l'abbiamo detto diverse volte, siamo in una minoranza che dice questo, lavoreremo per poter andare a nuove elezioni, ma nel frattempo cerchiamo di uscire da questa impasse cerchiamo di iniziare a lavorare per il nostro Piemonte.
Presidente Ghigo, cerchi di dimostrarci che quelle che ha detto non sono solo parole per uscire da una situazione disastrosa della sua maggioranza, ma che possono anche concretizzarsi in fatti.
La gente vuole le Regioni al centro della politica, questo è emerso da diversi sondaggi: diamo un segnale del cambiamento.
La gente, al nord, vuole le riforme: a Roma non sembra che questo sia inteso. Cominciamo qui, dalle Regioni, a dare un segnale per queste riforme. Basta litigare. Possibile che non si riesca a rendersi conto che esiste una lunga mano romana, che spreme la nostra gente, che fa picchiare gli allevatori, che distrugge la nostra cultura, che mina la libertà di pensiero Mi rivolgo dunque non solo al Presidente Ghigo, ma a tutti i Consiglieri che sono qui, convinti di rappresentare cittadini del Piemonte che non ne possono più e vogliono delle riforme e dei fatti.
E' ora di alzare la testa, per il nostro Piemonte, signori: alziamola!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Presidente Ghigo, ho sentito che questa mattina molti Consiglieri l'hanno vista nuda, addirittura con i muscoli.
Io, per mia fortuna e per fortuna del mio Gruppo, l'ho vista assolutamente vestita, anche in maniera elegante, e ho potuto constatare ed apprezzare non l'espressione di una presunta e malinterpretata muscolarità ma, in molte parti del suo discorso, un taglio importante nella sua istituzionalità.
Lei non ha fatto, a mio modo di vedere, un intervento di maggioranza lei ha fatto anche un intervento di maggioranza, ma ha fatto un intervento istituzionale nel momento in cui ha richiamato a dei diritti-doveri tutti noi. E come diritti-doveri io intendo soprattutto il dovere di tutti i Consiglieri regionali del Piemonte, siano essi di maggioranza o di opposizione, il dovere - lo ribadisco - di dare la possibilità alle istituzioni di esistere.
La politica, a mio avviso, si deve condurre sempre su due piani distinti: uno è il piano della politica, quindi della polemica dell'attacco sui provvedimenti amministrativi, sul tentativo anche legittimo di modificare delle maggioranze o di costringere delle maggioranze a non essere più tali: l'altro livello, quello più alto, è rappresentato dalle istituzioni.
E sulle istituzioni non si può fare politica. Non si può permettere nel nostro caso, che un Ufficio di Presidenza non venga completato e non ne venga completata l'elezione per motivi politici e strumentali politicamente legittimi, ma istituzionalmente strumentali e pertanto inaccettabili. Perché se la politica non si ferma neanche di fronte al rispetto per le istituzioni e per le sue regole, non ci sono più le regole non ci sono più le istituzioni.
Io credo che il tavolo delle regole sia sempre aperto, debba essere sempre aperto; ma per sedersi attorno a qualsiasi tavolo, e quindi anche al tavole delle regole ed al tavolo di tutte le discussioni che da queste regole derivano, bisogna avere comunque delle regole. E le nostre regole basi sono lo Statuto, il Regolamento e, in questo caso specifico, il completamento dell'Ufficio di Presidenza come garante dei lavori del Consiglio e della prosecuzione della vita legislativa ed amministrativa negli interessi di tutti.
Se mancano queste regole, che sono quelle basilari e minimali di una convivenza democratica, non dico non travagliata, non dico non burrascosa ma quanto meno istituzionalmente normale e tranquilla, non esiste nessuna possibilità di dialogo.
Non si possono mescolare le istituzioni con la propaganda; non si pu strumentalizzare sul valore delle istituzioni e sulle regole prioritarie che devono muovere tutte le nostre azioni politiche.
Come il Parlamento non può - e ci mancherebbe altro - scherzare e sbeffeggiare le istituzioni, così neanche la propaganda politica legittima, la strumentalizzazione della politica, altrettanto legittima possono inficiare quella che è la nostra Carta base: il nostro Statuto e conseguentemente, la sua applicazione e il suo Regolamento.
Siamo su piani che non possono - caro Marengo - rientrare nei cinque punti sollevati, perché sono piani diversi. Non si può mettere assieme l'Ufficio di Presidenza e le Commissioni, perché l'elezione, il completamento di quell'articolo che richiama l'elezione del Presidente del Consiglio e dell'Ufficio di Presidenza, che è l'istituzione Regione Piemonte, non può essere subordinato alle decisioni sulla divisione delle Commissioni tra maggioranza e minoranza. Sono due piani distinti, e noi su questo non possiamo accettare alcun tipo né di condizionamento e neanche di riapertura di discorso.
Quello sull'Ufficio di Presidenza è per noi un discorso a sé stante che va chiuso oggi. Vorrei anche ricordare a tutti che c'era l'impegno di chiuderlo oggi: troppe volte ci dimentichiamo degli impegni che tutti assieme prendiamo, aggiungendo la volta dopo un pezzo successivo alla cosiddetta trattativa.
La trattativa, in politica, ci sta a 360 gradi; secondo me, sulle istituzioni e sui suoi principi non si tratta, non si può trattare.
E allora, lei ha fatto bene, Presidente Ghigo, debitamente vestito, a parlare e a scagliarsi politicamente dal suo punto di vista contro un'opposizione per taluni versi strumentale.
Io non mi spavento della polemica politica e vorrei ricordare ai colleghi della minoranza che il ruolo di una maggioranza e di una Giunta ma voi lo sapete meglio di me - non è quello di prendere gli schiaffi! Nel dibattito dell'aula consiliare, è giusto, è corretto, comunque è nelle regole che un'opposizione attacchi, tenendo tutte le proprie posizioni, giusto o sbagliato che sia non tocca a noi valutarlo; ma non è giusto che una maggioranza, ogni volta, debba dire: "Va bene; scusate se esistiamo". Ci caricate di improperi, di illazioni, talvolta anche di insulti; ci dite che siamo comici, ridicoli, senza gli attributi, con gli attributi (per fortuna questa volta almeno una parte dell'opposizione è soddisfatta, perché come è stato sostenuto dalla stessa parte di questa opposizione gli attributi il Presidente li ha mostrati).
Io ho sempre detto che non è questo il tono e il livello della polemica politica, ma ci sta anche questo; però non si può sempre chiedere ad una maggioranza di subire, perché una maggioranza - e anche questo sta nelle regole - ha anche il dovere di reagire e di porre, seppure con garbo, non necessariamente con la muscolarità, quelle che sono le proprie idee.
Ormai si è ingenerata l'idea, anche attraverso una visione parziale e faziosa dei media, che "la minoranza attacca" - e va benissimo - e che la maggioranza non ha mai niente da dire e subisce.
Sono anche preoccupato - ho colto la stessa preoccupazione in altri colleghi - del fatto che anche i nostri Consigli regionali siano seguiti part-time. Infatti, nelle cronache leggo che i Consiglieri "x", "y" e "z" della minoranza hanno detto 1, 2 e 3 e che i Consiglieri "x", "y" e "z" della maggioranza hanno difeso le loro posizioni.
Questo atteggiamento non è indice - secondo me - né di pluralismo né di democrazia.
Devo sottolineare che ho particolarmente condiviso, Presidente - la invito a potenziare non questo suo attacco, ma questa sua segnalazione l'attacco alla lottizzazione - che io invece definisco vergognosa - della RAI piemontese.
Il Governo, il Parlamento italiano hanno preso atto che nella RAI nazionale non andavano bene le cose ed è stato cambiato il Consiglio di amministrazione. Mi auguro che al più presto anche nella Regione Piemonte si possa raggiungere un minimo di pluralismo.
Ha ragione la Consigliera Spagnuolo quando dice che passano le regole passano le leggi, cambiano le maggioranza, ma se non c'è il pluralismo, che vuol dire libertà, non passa nulla; anzi, tutto passa, ma passa inutilmente.
Pertanto questo richiamo forte e deciso ad un servizio, almeno quello pubblico, un pochino più equilibrato noi lo appoggiamo e lo condividiamo in toto.
Non c'è stata la decisione dei Partiti sul non dare le Commissioni alle minoranze, c'è stata una decisione di gran parte della maggioranza; ma vorrei porre un'altra cosa sul tavolo delle regole. In una delle tante proposte originarie - ricordo di averlo detto più volte - noi proponevamo altre due cose, non come scambio, ma come gioco delle regole: la maggioranza tiene le Commissioni di merito e contemporaneamente viene istituita, per legge, una Commissione di controllo sugli atti di gestione amministrativa con ampi poteri e magari anche altre Commissioni di controllo, come per esempio la Commissione sulle nomine, che vengono affidate alla minoranza.
Queste a me sembrano le regole serie di un gioco istituzionale corretto, un po' più alto che supera la propaganda; tenendo, però, sempre ben distinti i due livelli. Su tale argomento sono dispostissimo a discutere a 360 gradi; mi sembra corretto. Tante volte, come esponente di minoranza, ho subito invece le prepotenze di chi non mi dava neanche la possibilità di controllare.
Quindi poniamo questo argomento sul tavole delle regole.
C'è chi fa la politica in via Tasso; risponderà in via Tasso sulla questione Majorino. C'è chi ha pensato già di trasferire il dibattito ad un altro livello, l'altro, se riterrà risponderà.
Mi rivolgo ora alla Lega, ma non per fare il solito gioco della politica dove assistiamo ogni giorno a un teatrino: sette mesi c'era l'asse D'Alema-Berlusconi e faceva arrabbiare Fini; oggi c'è l'asse D'Alema-Fini e fa arrabbiare Berlusconi; domani forse ci sarà l'asse Polo-Lega - Alleanza Nazionale e Lega mi pare improbabile non perché ci sia qualche retropensiero. Per quanto riguarda la posizione del Segretario di Partito io condivido la politica sulle idee - anche sulle idee sbagliate della Lega che la politica non si fa con i magistrati, con la minaccia di ergastoli non si fa con il tintinnare delle manette: si fa affrontando le radici del disagio. Io sono d'accordo; offrii solidarietà alla Lega quando venne aggredita davanti alla FIAT; ribadisco la solidarietà a tutti quei militanti della Lega che dovessero essere perseguitati perché la pensano in un certo modo; provengo da un Partito che è stato a lungo perseguitato solo perché la pensava in maniera diversa da troppi altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ho apprezzato, almeno nelle intenzioni, il Presidente Ghigo per la comunicazione fatta in aula. L'ho apprezzato soprattutto perché egli ci dice oggi che vuole lasciare la strada del silenzio per quella delle risposte. Il Presidente Ghigo, con toni molto più pacati di quelli che io ho avuto in altri momenti in questa sala - dove le risposte non sono mai pervenute - ha detto che intende seguire la strada delle risposte: leggero passetto in avanti, che io ho apprezzato.
Le violenze non sono soltanto nei toni, ma spesso anche nei silenzi cioè nelle non risposte.
Fatto questo apprezzamento, devo rilevare che ci siamo lasciati nella scorsa seduta del Consiglio regionale, dopo più riunioni dei Capigruppo con dei fatti puntuali e delle risposte che da lei Presidente dovevano venire in quest'aula oggi. Una delle risposte, che non competeva soltanto a lei, avrebbe dovuto risolversi nei giorni scorsi quando i Gruppi di minoranza chiedevano perlomeno di avere, entro venerdì mattina, delle informazioni sulle Commissioni, per potersi organizzare al loro interno e per fare un chiaro discorso di quadro istituzionale.
Devo rilevare, oggi, che queste risposte sono state date in una comunicazione avvenuta all'interno della riunione dei Capigruppo della durata di circa 30 secondi, dove il Capogruppo di maggioranza relativa ci ha comunicato che era intenzione della maggioranza mantenere tutte le Commissioni.
Dice questo chi fa il Capogruppo di un Gruppo che non ha intenzione di accedere a nessuno di questi posti di grande prestigio, soprattutto se determinati con una certa logica.
Ebbene, questo era un punto sul quale, trattandosi di Commissioni consiliari per l'andamento di questo Consiglio regionale dal punto di vista istituzionale, mi sarebbe piaciuto confrontarmi.
E' chiaro che questo è un fatto rilevante, ma nella riunione dei Capigruppo della scorsa seduta abbiamo assunto l'impegno di darci tempi e modi o, perlomeno, di dividere in due questa giornata, per discutere due fatti, estremamente importanti.
Il primo, che con quello delle Commissioni era pregiudiziale al secondo, era di avere comunicazioni da parte del Presidente, relativamente al fatto incidentale che aveva interessato il Vicepresidente Majorino e l'Assessore Vaglio.
Nella relazione del Presidente, che ho esaminato attentamente, non c'è che un accenno - che non dà nessuna risposta - al fatto specifico per il quale stamattina ci siamo riuniti.
Presidente Ghigo, se lei, oggi, intende percorrere una strada diversa da quella del silenzio, deve dirci se la scorsa seduta consiliare, quando ha comunicato in aula che il Vicepresidente Majorino aveva rassegnato le deleghe, intendeva "tutte" le deleghe o soltanto quelle riferite al Legale.
E il Vicepresidente Majorino deve dirci, se realmente ha rassegnato le deleghe allora, come mai sono state sottoscritte solo le deleghe particolari, dopo riunioni di Partito che hanno deciso per lei, per la Giunta, per il Presidente, quelle che erano le cose da farsi? Se così non fosse, si smentiscano subito i giornali che hanno riportato queste notizie così come la diatriba relativa a deleghe che doveva rimettere lei soltanto e non anche l'Assessore Vaglio, presente, quel giorno, forse per ragioni diverse, dove lei non avrebbe dovuto essere.
Le chiedo, Presidente, se il fatto che l'Assessore Majorino abbia rimesso quelle deleghe specifiche, per lei è sufficiente per il buon andamento della sua Giunta, rispetto ad atteggiamenti ed interventi svoltisi in aula la volta scorsa. E mi dica, Presidente, quando lei, la prossima settimana dovrà assentarsi, il Vicepresidente Majorino potrà occuparsi delle deleghe al legale e ai rapporti con il Consiglio; se così non è viene castrata anche la sua posizione di Vicepresidente.
Infatti, in caso di sua assenza, Presidente Ghigo, pur essendo lei a detenere le deleghe, il Vicepresidente le gestisce di nuovo automaticamente? Queste sono alcune delle risposte in specifico che pensavo di ricevere oggi.
Presidente, successivamente lei assume, nelle intenzioni - ed io le credo, fino a prova contraria: in passato non le ho creduto sempre e solo quando mi ha dato prove contrarie - la decisione secondo la quale "Oggi si cambia pagina: dopo il bilancio presenterò la Giunta nuovamente al completo".
Il Consigliere Saitta, in precedenza, ha ricordato che 35 firme, la mia compresa - primo firmatario lei, Presidente Ghigo - facevano accenno ad alcune criticità che andavano risolte nell'ambito del governo della Regione Piemonte. Ebbene, io invece ipotizzo che lei, sostenendo di voler presentare una Giunta nuovamente al completo, ha invece intenzione di provvedere, semplicemente, alla sostituzione di un Assessore - assente in questo momento. Temo anche che lei pensi di aver risolto i problemi sostituendo il Presidente del Consiglio, e, com'è stato detto già in altre sedute, lasciando che la "ciurma" buttasse a mare l'ex Presidente e il Gruppo MPPE.
Se si ritiene che le criticità fossero dovute al Presidente del Consiglio Picchioni, lo si dica: può darsi che cambiando Presidente del Consiglio si siano risolte.
Altre soluzioni, rispetto alle criticità finora dibattute in quest'aula ed anche all'esterno, per quel poco che mi era dato di dibattere - non le ho viste.
Ebbene, può darsi che le criticità si risolvano anche affidando tutte le Presidenze di Commissione alla maggioranza. Personalmente, per la verità, nei primi due anni e mezzo di questa legislatura, le criticità le ho sempre potute vedere quando erano membri di maggioranza a presiedere le Commissioni. Quasi sempre, gli intoppi venivano fuori in questo modo. Non credo che questo sia il modo di risolvere le criticità.
Oppure si risolvono andando ad eleggere un Ufficio di Presidenza provvisorio, laddove il Capogruppo di Forza Italia - così come ha fatto, ed era comprensibile - andrebbe a ricoprire, per un mese e mezzo, in attesa di "acquisti" o meno all'interno della maggioranza, una posizione che pu consolidare una maggioranza che non c'è? Oppure - ancora - le criticità si risolvono dicendo che il 28 febbraio inizierà un'era nuova e che da qui ad allora, tutti assieme, dovremmo discutere due/tre provvedimenti estremamente importanti, Finpiemonte, lo Stadio Delle Alpi, Expo 2000 e il bilancio? Le chiedo, Presidente, è in questo modo che sono state superate le criticità? Successivamente, nel suo intervento, lei sostiene, Presidente, che presenterà il nuovo assetto di governo: sentirà tutti, e poi deciderà.
Anche quando si è trattato di verificare l'assetto dell'Ufficio di Presidenza, "ha sentito tutti" e poi ha deciso oppure ha lasciato che decidessero altri, pur di starsene tranquillo dov'era ad aspettare che la ciurma mandasse a mare altri? Presidente, è una domanda che le faccio, spero che lei mi risponda.
Preferisco che lei, quando io alzo i toni, venga qui e mi dia un ceffone al silenzio in cui lei si chiude.
Presidente, si può trovare una soluzione: ma per non arrivare al muro contro muro si deve aprire quel confronto al quale hanno accennato i Consiglieri Marengo e Spagnuolo; Presidente non pregiudichi, attraverso azioni di forza, quello che sarà il futuro.
Si apra veramente un confronto fra tutti i Gruppi consiliari, chiudendo le porte a quei rappresentanti di Partito che ci hanno messo in questa condizione e si discuta del futuro e delle attività della Regione Piemonte a favore dei cittadini piemontesi! Se così lei saprà fare, Presidente, può darsi che si trovi veramente la soluzione ai problemi del Piemonte, non in quest'aula! Non in quest'aula attraverso "la mandata a mare" del MPPE, che permette di dividere più posti in meno persone! E neanche attraverso la proposta di scambi di posti, ma se lei farà questo, probabilmente risolverà i problemi del Piemonte! Se lei non avrà la forza di farlo, dopo aver ascoltato tutti, se non avrà la forza di decidere, probabilmente io devo dire che il problema non saranno più gli altri, non sarà più la sua Giunta, non sarà più il Consiglio, le minoranze, il Regolamento, ma il vero problema, Presidente sarà - come io penso che sia ora - lei!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie Presidente.
I Consiglieri regionali presenti ieri alla riflessione guidata dal Vescovo Emerito di Verona su invito del Cardinale Saldarini, hanno avuto modo di riscontrare l'attualità di analisi dei nostri problemi: problemi di carenza di dialogo, problemi resi più difficili dal desiderio di vincere che a volte è giusto, ma a volte è sfrenato. Problemi resi difficili dalla carenza del coraggio di perdere e a volte del desiderio sfrenato di perdere per poi vincere.
In politica si perde e si vince a fasi alterne. L'importante è non farsi guidare da una logica ambigua per vincere o per perdere ad ogni costo, perché se è vero che c'è chi ha interesse a vincere, è altrettanto vero che c'è chi ha interesse a perdere o a far perdere per chiamare al voto gli elettori piemontesi e vincere, così almeno spera, domani.
In questo Consiglio ci deve essere il confronto nell'interesse della Regione Piemonte, lo ha detto bene la collega Spagnuolo e lo ha ribadito chi ci invitava ad affrontare le questioni istituzionali con un atteggiamento di umiltà. Lo ha sottolineato il collega Marengo chiedendo un percorso istituzionale serio e il confronto sui problemi per tentare di dare le giuste risposte ai cittadini piemontesi.
Io vorrei tornare alla semplicità del linguaggio. Per dialogare, per confrontarci, è necessario assumere tutti un atteggiamento di umiltà e di responsabilità, evitando di scaricare tutto sempre e solo sugli altri: vale per la maggioranza, vale per la minoranza, vale per i singoli Gruppi, al proprio interno e all'esterno.
L'intervento del Presidente Ghigo non deve essere interpretato solo come un duro attacco alle minoranze e tanto meno per firmare un falso armistizio con la maggioranza. Se voglio veramente il dialogo, il confronto, io vado a leggere nell'intervento del Presidente i passaggi propositivi di incontro e di dialogo e sottolineo la pagina 7 dove il Presidente dice: "Nessuno più di me sa quanto ci sia bisogno di un'opposizione responsabile e propositiva, dura quando la situazione lo richiede, ma ragionevole quando è necessario. I problemi del Piemonte sono tanti e tali che richiedono, per essere aggrediti e risolti, anche il vostro aiuto e delle forze politiche che rappresentate anche a livello nazionale", pur non dimenticando i passaggi duri verso l'opposizione.
La complessità delle problematiche poste vede, all'interno della maggioranza, diversità di opinioni e questo è noto da tempo. La contrapposizione dura, a volte violenta, continua, ci può impedire di avere il tempo per vedere bene, in modo oggettivo, i problemi; rischia di confinarci semplicemente in un ruolo di difesa aprioristica della maggioranza, perché quando si è solo attaccati la reazione è scontata.
Il dibattito politico non deve essere spostato nelle aule giudiziarie diciamo con forza no alla politica col ricorso all'intervento della Magistratura! Così come diciamo, collega Rosso, no agli interventi generalizzati della Magistratura nei confronti delle direzioni politiche dei partiti.
Non c'è rivalsa politica, collega Marengo, per le Presidenze di Commissione. Forse è solo un tentativo di aprire un dialogo che i continui attacchi politici e non hanno fino ad oggi reso difficile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, le dure e risentite parole del Presidente della Giunta regionale pronunciate oggi nell'aula del Consiglio contro le opposizioni lasciano sbigottiti ed increduli e preoccupano molto nei contenuti. Non tanto perché il capo dell'esecutivo si è scoperto aggressivo è nel suo diritto - ma perché esse provocano dubbi gravissimi di concezioni antidemocratiche e antipluralistiche, criticabili perch arroganti nella concezione del potere. Spero però che siano solo di facciata. Non credo che siano le forti prese di posizione politiche delle minoranze, che fanno il loro ruolo, a paralizzare il Consiglio regionale bensì l'incapacità, le risse di puro potere e di poltrona dei membri della maggioranza di centro-destra e dell'esecutivo regionale.
Non c'è stato, nella lunga esposizione oratoria del Presidente della Giunta regionale, un solo accenno ai gravissimi e drammatici problemi economici, sociali, produttivi e occupazionali del Piemonte che invece giornalmente si aggravano e non trovano risposte dal governo regionale.
Vedremo se le parole chiare e ottimistiche del capo dell'esecutivo della maggioranza di centro-destra avranno i dovuti riscontri politici nel prosieguo dell'attività legislativa regionale e se vi sarà ancora attività perché vi è una profonda e continua crisi della Regione che porta alla inefficienza istituzionale.
Certo, lo spettacolo politico desolante e preoccupante delle destre che hanno umiliato per mesi la vita legislativa del Consiglio regionale e costretto spesso i Consiglieri delle opposizioni a fare da garanti della legalità istituzionale degli atti e delle procedure amministrative della Giunta regionale, mortificano il Piemonte ed i piemontesi.
Constateremo veramente, nella complessa e delicata battaglia sul bilancio 1998 della Regione Piemonte e sulla elezione dell'Ufficio di Presidenza, quale sarà la reale compattezza della maggioranza di centro destra nel conseguimento dei propri obiettivi politici, certamente distanti dai nostri, e non credo che ciò avverrà. Ma anche la stessa vicenda politica importante e scottante Majorino-Vaglio non è stata posta nel rilievo centrale dovuto anche per le ripercussioni penali e istituzionali che fanno discutere e preoccupare i piemontesi.
Pertanto, è rigorosamente necessario ridiscuterla in Consiglio regionale, anche perché il Vicepresidente della Giunta ha dato indietro le deleghe al Presidente Ghigo; maggiormente, però, l'Assessore alla montagna indagato, deve sentire il dovere morale, il senso pieno della correttezza istituzionale e del ruolo di governo che ricopre nell'esecutivo della Regione Piemonte.
Certamente i difficilissimi problemi anche esistenziali della gente piemontese residente in montagna, nelle 44 comunità montane piemontesi vanno visti in un'ottica politica più seria e puntuale di quelli invece gestiti dall'attuale linea governativa regionale dell'attuale Assessorato.
Il Piemonte per tutti i grandissimi problemi economico sociali ha veramente bisogno di una svolta politica, di cambiamento e di rinnovamento per cui è necessario procedere immediatamente a legiferare, a governare le materie istituzionali con le emergenze soprattutto occupazionali e ambientali. Diversamente è doveroso lo scioglimento ed il ricambio istituzionale.
Credo che sia importante che la Giunta e il Presidente riflettano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Credo che sia passata la tensione, comunque spero di non essere più pesante e determinato di quanto non lo sia stato il mio Presidente questa mattina, che penso abbia dato un k.o. definitivo all'opposizione, anche se vedo i colleghi così tranquilli e sbalorditi.



(Commenti dai banchi dell'opposizione)



SCANDEREBECH Deodato

Saitta, io il discorso l'ho preparato prima dell'intervento del Presidente; te lo confesso, l'ho preparato stamattina, mi sono alzato presto e te lo dico in confidenza, per correttezza.
Oggi più che mai sento il bisogno di intervenire, dopo che ho ascoltato in silenzio tutte le pesanti e ingiustificate accuse che alcuni colleghi hanno portato avanti oggi e negli ultimi consigli, accuse rivolte al Presidente Enzo Ghigo, al Gruppo Forza Italia nonché la chiamata in causa più volte del partito Forza Italia.
Ripeto, ancora una volta, che prima di intraprendere l'attività politica pensavo che la politica fosse l'arte del pensiero, in cui ognuno di noi potesse trovare uno spazio di confronto delle proprie idee e delle proprie capacità costruttive, in modo da apportare vantaggio a tutta la collettività.
Oggi, invece, con grande rammarico, devo constatare che alcuni esponenti di questa assemblea, naturalmente appartenenti alla Prima Repubblica, adoperano la fantasia delle proprie idee, esponendo cartelli ironici - caro Pasquale sto facendo riferimento a quel brutto gesto dell'altro giorno - di spregevole gusto, studiando e imponendo tecniche diaboliche da regime sovietico, qual è stata la modalità di voto che ha visto l'elezione del Presidente Deorsola...



PRESIDENTE

Mi dispiace non posso accettare una cosa di questo genere. La segretezza del voto non può essere assolutamente assoggettata o riportata a metodi di votazione che corrispondono a Paesi che noi abbiamo criticato e che non corrispondono assolutamente alla dignità di questa assemblea!



SCANDEREBECH Deodato

Sì, ma prima d'ora...



PRESIDENTE

No, prima d'ora niente! Prima d'ora si dà la garanzia dei voti! Credo sia la prima sacrosanta garanzia che questo Consiglio deve assicurare a s stesso, anche a lei Consigliere! Proceda.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie.
... adoperando infine la fantasia e la forza delle idee, che qualcuno si vanta di avere, per infangare una persona, il Presidente Enzo Ghigo, che ha solo il demerito di essere un grande lavoratore, consentitemelo alla piemontese, che ha dimostrato capacità e onestà intellettuale a vantaggio di tutta la collettività piemontese, di non appartenere alla Prima Repubblica e quindi libero da ogni laccio o lacciolo e senza scheletri nell'armadio.
Ecco quindi che, nel mezzo del cammin della sua vita, il Dante Alighieri di questa assemblea rimane imbrigliato dalla vecchia Cultura Politica, la quale adopera con maestria il detto "ogni nodo prima o poi viene al pettine".
Ed ecco che il poeta accompagnato dal suo allievo entrano nella selva oscura in cui si smarriscono e presi dallo sconforto pensando di purificarsi dal peccato e dalla perdizione; il maestro scambia un bidone di benzina vuoto per il partito Forza Italia, mentre l'allievo, sperando nella salvezza e nella redenzione, accusa di narcisismo il Presidente Ghigo e scambia l'onesto, serio e forte Gruppo di Forza Italia per una società che si occupa di compravendita adoperando come dice lui la logica mercificante.
Ecco quindi che come nella Divina Commedia in questa aula non poteva mancare la voce del poeta Virgilio, il quale pur essendo il segretario di un partito che di nome si chiama PDS ma di fatto è composto da tutti gli uomini del vecchio Partito Comunista.
Quest'ultimo getta fango sugli ideali e valori di Forza Italia pensando di potersi appropriare con il suo partito della tradizione socialdemocratica Europea, cambiando solo la sigla e continuando a proporre soluzioni stataliste e dirigiste alla crisi dello Stato sociale.
Questo nuovo PDS incline ancora alle tentazioni egemoniche sulla scuola, sulla cultura e sulla stampa e appare tuttora tentato da quel giustizialismo con cui ha criminalizzato l'avversario politico, salvo poi fingere di pentirsene.
Quindi dallo scenario della Divina Commedia si deduce che la Prima Repubblica non vuole dunque morire e la natura dei partiti che l'animarono non vuole realmente mutare.
In questo scenario, nel quale il cambiamento è più invocato che perseguito, si evidenzia il Gruppo consiliare di Forza Italia, con la sua straordinaria carica innovativa.
Rispetto e in antitesi agli altri gruppi politici, Forza Italia non ha lobby, scelte, presenze, responsabilità, radici affondate nella Prima Repubblica; questo gruppo è la vera novità di questo Consiglio, nonché la sua vera forza.
E' ormai evidente e chiaro che il PDS punta a ricacciare tutto e tutti ad iniziare da Forza Italia, verso destra, per farsi come unico riferimento del centro e della sinistra.
A tal proposito vorrei innanzitutto venisse fatta chiarezza su un punto: autodefinirsi su posizioni di centro o convergere su questa posizione non può equivalere a costruire un partito di centro.
La nascita di un partito di centro rappresenterebbe l'interruzione dell'evoluzione del sistema politico verso un assetto bipolare.
Significherebbe far risorgere, nonostante il superamento del proporzionalismo, un sistema a tre poli (centro, sinistra e destra) che restituirebbe l'equilibrio politico al ricatto della teoria dei due forni e dei due stagni.
Altra cosa è essere forza di centro, come Forza Italia, all'interno di uno schieramento, per impedire uno scivolamento, talora possibile, verso posizioni populistiche e illiberali.
A seguito di tutte le sollecitazioni e apprezzamenti ricevuti in questi ultimi giorni dagli avversari politici del mio Partito Forza Italia, mi sia consentito di compiere la mia missione e recare giovamento a tutti gli uomini e le donne della Regione Piemonte, con la narrazione di ciò che ha veduto il Poeta insieme a Beatrice nel suo viaggio esplorando il Paradiso cioè Forza Italia.
Forza Italia non appartiene al passato, ma nasce dalla grande speranza e dalla grande voglia di cambiamento della gente, dall'esigenza di profondo rinnovamento del sistema e del costume politico italiano.
E' il rivivere e il riaffermarsi della grande tradizione liberaldemocratica oppressa per decenni dalle ideologie totalizzanti, che hanno diviso e insanguinato l'Europa per gran parte di questo secolo.
E' la forza della verità che sconfigge la cappa di piombo della menzogna dei regimi comunisti.
E' il primato della persona e del cittadino che scardina le impalcature opprimenti dello Stato etico e del partito Stato.
E' la cultura dell'economia di mercato contro l'autarchia grigia del sistema collettivistico dei Paesi comunisti.
E' la libertà e l'autonomia della società contro le rigide strutture dello Stato.
E' lo Stato al servizio dei cittadini, anziché i cittadini al servizio dello Stato.
Se la nostra storia comincia dopo il crollo della Prima Repubblica, il nostro patrimonio ideale viene da lontano ed ha radici profonde: il filone federalista di Gioberti e Salvemìni, la tradizione del liberalismo economico di Einaudi, la visione europeista e atlantista di De Gasperi.
Ma ci sentiamo in una sintonia particolare soprattutto con il pensiero di don Luigi Sturzo, rimosso e obliato dalla cultura politica democristiana, che grazie a noi è tornato al centro del dibattito politico italiano.
Con Luigi Sturzo noi crediamo nella democrazia come libertà e come antistatalismo, imperniata sulla centralità della persona, dei suoi diritti, dei suoi valori; noi crediamo nel principio di sussidiarietà (da voi tanto sbandierato, ma mai attuato) come cuore di una visione federalista dello Stato; noi crediamo nella libertà dell'insegnamento e nella difesa della scuola privata; noi siamo contrari all'interventismo dello Stato nell'economia e avversi al parlamentarismo assemblearistico e alla partitocrazia.
Dunque, Forza Italia non è il "partito azienda", "il partito che non c'è", come qualcuno si ostina ancora a sostenere.
Questa è una critica infondata, perché non considera una verità innegabile: siamo nati da poco più di tre anni e in tutte le elezioni abbiamo ottenuto risultati eccezionali, con più di otto milioni di cittadini che, nonostante una lunga serie di menzogne, di criminalizzazioni e di attacchi contro Forza Italia e il suo leader, hanno mantenuto costante il loro voto e addirittura rafforzato la loro fiducia, avendo come fonte unica del proprio convincimento la loro coscienza e il loro spirito di libertà.
Forza Italia non è un partito provvisorio, in attesa che rinascano i vecchi partiti.
Siamo una forza liberale, ma popolare; siamo una forza cattolica, ma non confessionale, caro Saitta; siamo una forza nazionale, ma non centralista, che ha nel consenso della gente la sua stessa ragione di essere.
Una grande speranza e una grande missione, quella di trasformare profondamente il Paese, di rinnovarlo moralmente, di ammodernarlo per legarlo definitivamente all'Europa, di renderlo più giusto e più libero nella democrazia e nel benessere.
Ecco la vocazione ed il ruolo politico di Forza Italia.
Il nostro metodo politico è il realismo: essere quella voce che l'Italia più dinamica e più povera domandano.
Non vedere e non capire tutto questo rivela i segni inquietanti del conformismo e del regime, contro cui dobbiamo reagire.
Gran parte del sistema dell'informazione ci guarda senza obiettività perché rifiuta sistematicamente di valutare la ricchezza e la varietà di esperienze, di culture, di uomini che costituiscono la modernità di Forza Italia.
Troppi opinionisti sono celebrativi o addirittura servili nei confronti del potere; malevoli e sprezzanti nei nostri confronti.
Ma noi di Forza Italia siamo gente positiva, concreta, costruttiva.
Abbiamo fede nei nostri ideali, e per questi ideali siamo disposti a combattere.
Vogliamo costruire il primo partito d'Italia, ma per raggiungere questo obiettivo così ambizioso dobbiamo mettere in campo un'organizzazione efficiente.
Abbiamo celebrato 10 congressi provinciali in Piemonte, 116 in tutta Italia, da cui è nata la nuova classe dirigente; le nostre azzurre ed i nostri azzurri hanno votato direttamente i loro dirigenti locali, non più con le deleghe, non più con i tesseramenti artificiali, come fanno gli altri partiti, ma direttamente, entrando nella cabina elettorale.
Oggi tira una brutta aria.
Aria di regime, aria illiberale, aria di conformismo, aria di dirigismo e giustizialismo.
La battaglia che si dovrà combattere per ripristinare lo Stato di diritto, per inverare e difendere i diritti inviolabili della persona, per salvare la democrazia e garantire le libertà, ci vedrà in prima fila, al primo posto.
Forza Italia sarà il primo ed ineliminabile baluardo delle libertà e della democrazia.
Io, insieme ai colleghi del mio Gruppo ed al Presidente Enzo Ghigo leader indiscusso di questa maggioranza, siamo onorati di appartenere a Forza Italia, così come siamo altrettanto onorati di avere un leader Nazionale di nome Silvio Berlusconi, al quale vanno i nostri più vivi ringraziamenti per essere "sceso in campo" e aver permesso al Piemonte di non cadere nella trappola della sinistra!



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Io improvviso, non leggo, e cerco di non contribuire - per lo meno nelle mie intenzioni, poi spero di non cadere nell'errore - a trasformare il Consiglio in una farsa molto terrestre, non divina, come alcuni interventi.
Tra l'altro, ho una curiosità: vorrei sapere quali sono le due Province che sfuggono al mio conto e in cui Forza Italia ha tenuto i congressi provinciali. Evidentemente noi di Rifondazione comunista ci sbagliamo: ne facciamo solo otto, e ci piacerebbe sapere come gli altri riescono a farne dieci.
Ma prima di entrare nei problemi di questa mattina, volevo affrontare un tema sollevato dal Consigliere Rosso. Noi, come forza, ci siamo sempre tradizionalmente opposti ai reati di opinione; quindi condanniamo soprattutto quando riguarda partiti politici ed esponenti politici, gli interventi della Magistratura che vanno in questo senso. Condanniamo appunto, quando si tratta di questo; negli altri casi, vogliamo andare a vedere di che si tratta. Però, se le denunce sono per reati di opinione indubbiamente noi siamo per esprimere la nostra solidarietà così come loro per tutti quelli che sono stati condannati in questi anni per reati di questo genere.
Non condividiamo, invece, altri toni del Consigliere Rosso, perché noi condanniamo tutta la violenza che subisce la popolazione italiana, da qualsiasi parte provenga.
Non abbiamo nostre donne da tutelare: noi condanniamo gli atti di violenza nei confronti delle donne, chiunque esse siano, di qualsiasi nazionalità, perché - ripeto - non abbiamo "nostre donne", e da chiunque vengano fatti, siano essi extracomunitari, cittadini italiani, calabresi siciliani, piemontesi o lombardi.
I toni usati questa mattina ci hanno lasciati perplessi: avevano una scala di valori diversa dalla nostra.
Per quanto riguarda la comunicazione del Presidente Ghigo - come molti Consiglieri hanno rilevato - sottolineo che si tratta di un intervento assolutamente reticente.
Noi avevamo convocato il Consiglio regionale su determinati problemi che si continua ad eludere. Il mostrare i muscoli è un'operazione di corto respiro: è da due anni che ci ritroviamo costantemente di fronte a questo esercizio, poi la realtà smentisce.
Noi avremmo voluto che il Presidente si assumesse delle responsabilità sui problemi in discussione.
Oggi ci troviamo di fronte ad un fatto strano: una settimana fa l'Assessore Majorino aveva rimesso le deleghe, questa mattina scopriamo che non è così. Non credo di aver sentito male, probabilmente c'è stato un ripensamento da parte dell'Assessore; l'Assessore Majorino rimette solo la delega al legale. Con questo atteggiamento riconosce implicitamente che vi è una certa ragionevolezza nel nostro esposto; sia il Vicepresidente Majorino sia la Giunta riconoscono che vi è una relativa incompatibilità tra il rivestire questo tipo di delega e l'aver assunto le difese del collega di Giunta Vaglio.
Se si riconosce il fatto rimettendo la delega al legale non è più comprensibile il successivo comportamento dell'Assessore Majorino e del Consigliere Ghiglia. Se si riconosce che esiste un'incompatibilità, che è stato compiuto un errore, bisogna andare fino in fondo.
L'errore è grave, richiedeva pertanto il gesto compiuto una settimana fa e non una dimissione part time.
Così come è fatto grave non pronunciarsi sull'altro Assessore coinvolto: siamo di fronte a due pesi e a due misure. L'Assessore Vaglio era l'unico esponente della Giunta al corrente che sarebbe stato difeso dall'avvocato Majorino, quindi vi è una certa corresponsabilità sul lato specifico.
Leggo testualmente la comunicazione del Presidente Ghigo: "comprendo anche l'amarezza di chi si è sentito messo da parte, di chi pensa, a torto o a ragione, di non aver visto riconosciuto il proprio valore, le proprie aspettative, le proprie rappresentatività politiche, di essere stato ingiustamente sanzionato per le scelte politiche e amministrative".
Effettivamente lo scorso anno ci siamo trovati di fronte a due casi in cui due Assessori, a fronte di un'indagine aperta nei loro confronti, hanno rimesso le loro deleghe e si sono dimessi. Il Presidente Ghigo era intervenuto con nettezza, rivendicando una sua capacità di direzione e di assunzione di responsabilità. In questo caso, invece, il Presidente Ghigo non si è pronunciato. Non si è pronunciato non solo sulla vicenda che riguarda l'avvocato Majorino, ma anche sul motivo per cui l'Assessore Vaglio si è recato dal giudice.
E' la prima volta che non c'è stato alcun pronunciamento da parte del Presidente Ghigo. Ripeto, che sono stati instaurati due pesi e due misure.
Sugli Assessori precedenti coinvolti, nel momento in cui è iniziata un'indagine nei loro confronti, c'è stata una discussione in aula e sono state assunte delle responsabilità.
Abbiamo visto che né l'Assessore Vaglio né il Presidente Ghigo in questo affrontano il problema. Tale atteggiamento credo sia da attribuire a problemi politici. Infatti, sia il Vicepresidente Majorino - che rimette parzialmente le dimissioni - sia l'Assessore Vaglio fanno parte della stessa area politica, cioè sono uno membro del Gruppo di Alleanza nazionale e l'altro del Gruppo che si è recentemente federato con AN. Ciò dimostra come il potere del Presidente Ghigo sia discrezionale, molto limitato e non supera determinati confini: quando coinvolge altre forze politiche che non sono Forza Italia non è in grado di assumere responsabilità.
Tale atteggiamento dimostra il contrario di quanto voleva evidenziare questa mattina, cioè l'esposizione dei muscoli. Questi muscoli non ci sono perché laddove dovrebbe mostrarli non è in grado di farlo, pertanto si ritira e accetta che vi siano territori sui quali altri possono governare.
Inoltre, ripeto, non si pronuncia sull'episodio; speriamo che almeno lo faccia in replica.
Non è minacciando sfaceli che le cose si risolvono, in passato varie volte ci è stato detto che ci avrebbero messo in riga loro, poi i fatto hanno pietosamente smentito le parole.
Se si vuole - lo hanno già detto altri Consiglieri di minoranza andare verso un confronto con le minoranze lo si faccia a tutto campo senza prima sbattere la porta in faccia.
Credo che assumendo questi atteggiamenti non si riesca a governare la Regione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, intervengo perché mi sembra corretto farlo dopo quanto dichiarato la scorsa seduta. La mia presa di posizione della scorsa seduta che ha espresso anche coraggio, ha voluto essere uno "strumento" per aprire un dibattito e un discorso anche all'interno della maggioranza.
Non voglio oggi fare delle considerazioni sull'intervento del Presidente che reputo ancora molto aperto e che può essere, anche nella giornata di oggi, oggetto di ulteriori interventi.
Vorrei fare una considerazione su quanto ascoltato in aula inerente la comunicazione del Presidente.
Il Consigliere Saitta nel suo intervento parlava di responsabilità globale da addossare all'opposizione. Credo che non si sia mai detta una cosa di questo tipo, però affermo che vi è comunque parte di colpa da attribuire anche all'opposizione.
I termini assoluti o assolutisti che ho sentito ancora oggi in quest'aula sono dei termini, soprattutto in politica, ma anche nella vita che non si dovrebbero usare. Si dice sempre "Mai dire mai". Abbiamo visto grandi amori finire e poi riaccendersi; situazioni degenerate, recuperate.
Soprattutto in politica, il "mai" non esiste.
Di fronte ad alcuni interventi, importanti per come sono stati esposti e per chi li ha esposti, mi auguro che il mio Capogruppo sappia cogliere prima di ogni altro quanto va colto. Quando il peso degli interventi è tale per cui la riflessione è dovuta, credo ci si debba fermare un secondo a riflettere. Distruggere e delegittimare, ma soprattutto non riconoscere determinate opportunità è sempre facile, ma non fa parte di una cultura come la nostra che invece, credo, è rivolta al dialogo e alla ricerca costante e continua di una possibilità, senza mai degenerare.
In tal senso, mi spiace che il mostro deforme cui ho accennato nel mio intervento dell'altro giorno non sia stato subito capito. In questo mostro deforme c'è un'altra cosa che aborrisco e alla quale non vorrei ritornare.
Su quanto ho ascoltato oggi, però, credo necessaria una riflessione, anche veloce.
Nato dalla seconda Repubblica, poiché - purtroppo - non ho partecipato alla prima, nel senso che non ho conosciuto i valori e soprattutto le grandi cose che nella prima Repubblica la politica ha potuto esprimere, mi accorgo che i tempi della politica stanno ritornando ad essere quelli che permettono i processi e gli sviluppi di cui la politica necessita. Questo mio intervento non significa la resa: credo solo ci sia la consapevolezza di essere arrivati ad un percorso che ci ha portati alla fine. Se l'opposizione, nelle parole che oggi ho ascoltato, ci ha fatto capire esserci un qualcosa di perseguibile, credo lo si debba fare con pragmatismo, concretezza, ma soprattutto con la coerenza che tante volte ascolto nei discorsi, ma che poi non vedo messa in pratica nella prassi politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente e colleghi, partirei dalla relazione del Presidente Ghigo, che ovviamente è il punto di riferimento sul quale ci attestiamo.
All'interno della relazione sono state annunciate e svolte alcune considerazioni rispetto alle quali si sono sentiti commenti abbastanza diversificati.
Come Gruppo tentiamo di interpretare la relazione in modo razionale e politicamente proporzionato alla fase che stiamo vivendo all'interno di questo Consiglio. Non siamo, ovviamente, del parere di taluno che dice laddove si parla di completamento della Giunta entro fine febbraio, che "si tratta di sostituire il tassello". Ci sembra che nella relazione del Presidente la considerazione sia più ampia e più profonda.
C'è stato anche un riferimento implicito al documento firmato "dai 35".
Documento che, certo, auspicava un rinnovamento entro la fine di gennaio.
E' vero, siamo al 2 febbraio, ma è altrettanto vero che, giorno più giorno meno - se anche si arrivasse a fine febbraio, o comunque alla data di approvazione del bilancio così com'è stato il riferimento del Presidente Ghigo - riteniamo che in una fase così difficile e complessa per le cornici esterne di carattere nazionale che tutti viviamo giorno per giorno e all'interno di queste, per tasselli interni, nostri, di Regione Piemonte e delle varie realtà, pure complesse e difficili, di Gruppi, di movimenti, di posizioni - e questo vale sia all'interno della maggioranza sia della minoranza - i riferimenti contenuti in relazione, indipendentemente dal fatto che sia passato il 31 gennaio, parlano di una reimpostazione così come si parlava nel documento firmato "dai 35". Reimpostazione che sintetizza quanto possiamo dare, come significato, alle critiche espresse in allora nel documento: volontà di ripresa e di rilancio, attraverso uomini, calibrature e redistribuzioni, implicite all'interno di quel documento e implicite nella sintesi che il Presidente ha voluto cogliere in quel suo passaggio in relazione.
Come giustamente sottolineava il Consigliere Racchelli, sono state espresse alcune considerazioni - tutte rispettabilissime, naturalmente particolarmente politiche, di fondo, relativamente allo sviluppo del modo di essere in Regione e ai rapporti fra maggioranza e minoranza, così come saranno da oggi in poi.
Stamattina, alla Conferenza dei Capigruppo, non ho detto, Consigliere Cavaliere, che le decisioni sono state assunte dalle segreterie regionali ho detto che ci siamo visti in questi giorni, ma venerdì della settimana scorsa in modo particolare, con le segreterie regionali cui fa capo la maggioranza. Penso sia perfettamente legittimo; non si tratta di scivolare né verso la prima Repubblica né verso il vuoto di quanto ci sta davanti, se impostiamo le cose su coordinate che non abbiano una logica di razionalità politica. Si tratta semplicemente di fare riferimento al momento politico che stiamo vivendo - anche noi della maggioranza - all'interno della Regione. Quindi, la decisione annunciata stamattina a nome della maggioranza aveva il significato di punto fermo rispetto ad un dialogo intercorso la settimana scorsa tra la stessa maggioranza e i Capigruppo della minoranza.
Non possiamo immaginare di essere stati paracadutati stamattina su quella decisione; se dobbiamo e vogliamo capire le esigenze diversificate di tutte le forze politiche presenti all'interno del Consiglio è altrettanto legittimo pretendere - o comunque considerare - che anche noi abbiamo il diritto di capire "come siamo messi" e quali sono le posizioni le intenzioni, le disponibilità, se si vuol uscire dalla situazione di stasi in cui ci troviamo dai primi giorni di settembre e dalla quale, per quanto ci riguarda, vogliamo uscire bene e il più in fretta possibile.
Se la premessa è questa, il dialogo - non vorrei parlare di consultazioni ... - fra Gallarini a nome della maggioranza, perché così ha deciso la stessa in una sua riunione, e i colleghi Capigruppo delle forze politiche presenti all'interno del Consiglio, è stato teso a verificare quale fosse un possibile terreno di percorribilità rispetto ai problemi di fronte ai quali ci troviamo.
Penso che nessuno, all'interno di quest'aula, possa sottovalutare il fatto che, forse per la prima volta - ma se anche non fosse così non sarebbe sminuita l'importanza del momento - abbiamo eletto, 12 giorni fa il Presidente del Consiglio regionale. Il meccanismo attraverso il quale siamo arrivati a quell'elezione è noto a tutti, anche se, naturalmente, c'è chi lo legge in un modo e chi in un altro. Sono trascorsi 30 giorni dal 19 dicembre, scadenza dell'Ufficio di Presidenza: 30 giorni per considerare le difficoltà che la maggioranza ha incontrato nell'arrivare a quella scelta e a quell'elezione. Ma dal 21 gennaio sono già passati 12 giorni.
Lo Statuto, riteniamo, può essere interpretato in modo elastico: c'è chi può dire che per contestualità si intendono cinque minuti, chi altro può dire che si intendono cinque ore o due giorni, non credo che si possa intendere cinquanta giorni. Questo mi sembra un dato che sarebbe offensivo addebitare ad altri, un'interpretazione erronea; penso che sia un dato condivisibile da tutti. E allora, ritenevamo e riteniamo che a dodici giorni dall'elezione del Presidente responsabilmente tutta l'assemblea dovesse e debba, per quel che ci riguarda ancora stamattina, in conformità anche all'o.d.g., e ringraziamo il Presidente Picchioni per essere stato così schematico, ma preciso nella convocazione e nella stesura dell'o.d.g.
che prevedeva al mattino (poi certo la mattinata si sta rivelando particolarmente lunga, ma non è la prima volta, d'altra parte i problemi all'o.d.g. non meritano di essere amputati o compressi) questa discussione e il pomeriggio l'elezione dell'Ufficio di Presidenza. Questo - ribadiamo è secondo noi una necessità ormai inderogabile.
Sul fatto poi, collega Marengo, che all'interno dell'Ufficio di Presidenza si possa leggere un carattere di provvisorietà in qualche membro, direi che viviamo in momenti in cui è provvisorio il fatto che al mattino si considerino alcune cose e nel pomeriggio queste cose cambino. A proposito dell'intervento di Deo Scanderebech qualcuno di voi ha commentato dicendo: "Il Presidente Berlusconi ieri ha detto alcune cose" e lui ha risposto: "Quando ho scritto questo, non lo sapevo ancora". Questo significa che il momento è particolarmente convulso, le fibrillazioni hanno una frequenza particolarmente elevata, molte volte di ore o di mezz'ore.
Allora penso proprio che non ci sia un tassello della politica attuale che può essere estrapolato dal mosaico complessivo e dire "per quel tassello valgono leggi bibliche e tempi biblici, per tutto il resto invece i tempi sono quelli della società di oggi" e quindi il secondo, il minuto, i fotogrammi e così via.
Ritengo quindi che quei dodici giorni siano un termine molto lungo.
Ritengo che si debba ottemperare oggi pomeriggio al completamento dell'Ufficio di Presidenza, che oggi nasce per quel che è. D'altra parte anche il nome che si può prestare ad un certo carattere di provvisorietà è un nome che era stato fatto ed inserito in Ufficio di Presidenza un mese e mezzo, due mesi fa. Non ci sembra che sia stato un qualcosa di scandaloso: quel nome ha dato il proprio contributo con umiltà e semplicità e con spirito collaborativo per il periodo durante il quale è stato chiamato a partecipare all'Ufficio di Presidenza. Questo penso che sia un criterio che valga per tutti all'interno dei sessanta che possono essere eletti speriamo e immaginiamo, oggi pomeriggio all'interno dell'Ufficio di Presidenza.
Detto questo, per tornare a quel dialogo e a quei colloqui di cui parlavo, che si sono svolti la settimana scorsa, noi alla fine di quella perlustrazione, di quel sondaggio se così possiamo chiamarlo, abbiamo tratto una convinzione: che era difficile (ci auguriamo che il dibattito di oggi contribuisca a renderlo meno difficile o addirittura più facile) legare alcuni punti, ma non legare nel senso del do ut des classico di bancarelle che non devono entrare in quest'aula, ma il do ut des politico cioè l'intesa su alcuni percorsi.
Questo ci sembra nobile e rivendichiamo l'esigenza di concordare.
D'altra parte, Marengo stamattina ha chiesto o comunque ha svolto una considerazione tendente a dire "siamo disponibili a ipotizzare un percorso che consenta, all'interno di alcuni punti che riteniamo fondamentali, una definizione di una certa razionalità e di una certa collegialità istituzionale, d'aula, e fra le forze politiche che siedono in quest'aula".
Rispetto a questa affermazione noi siamo decisamente convinti che la nostra risposta debba essere positiva. Ma la settimana scorsa, durante i colloqui che abbiamo avuto, noi abbiamo tratto la convinzione che alcune posizioni fossero notevolmente diversificate all'interno dei Capigruppo e quindi dei Gruppi della opposizione, perché? Perché in modo direi legittimo dal punto di vista politico c'è chi privilegia un percorso, c'è chi pone particolare attenzione ad un obiettivo o comunque ad un settore dell'istituzione e c'è chi pone particolare attenzione ad un altro obiettivo o ad un altro settore. Il massimo comun denominatore, se così lo possiamo chiamare, che io ho riscontrato all'interno di quei dialoghi e di quei colloqui, è stato molto ridotto.
Allora noi abbiamo preso atto con piacere stamattina, e ci auguriamo che quanto ha detto Marengo che è non il Capogruppo, ma è addirittura il segretario regionale della forza più grande di opposizione all'interno del Consiglio, rappresenti - la politica è fatta pure di picchi e di avvallamenti - un momento di congiunzione e di nuova sintesi all'interno anche delle forze di opposizione, perché se è lecita l'esigenza politica della minoranza di avere una maggioranza che sia, come dire, omogenea nella propria interlocuzione, e noi per la verità molte volte pecchiamo di eterogeneità (queste sono responsabilità nostre), è altrettanto legittimo che una maggioranza sappia, non tanto qual è l'interlocutore, quanto qual è il punto di interlocuzione e qual è la sintesi di questa interlocuzione.
Ci sembra che attraverso il discorso di Marengo si possa individuare un punto di sintesi di interlocuzione che consenta di affrontare il percorso istituzionale così come chiesto da Marengo. D'altra parte, Mariangela Cotto ha fatto addirittura un'affermazione che mi è anche piaciuta alla fine del suo intervento, relativamente al fatto che politica significa anche che bisogna capire le difficoltà degli altri, ma gli altri devono capire le nostre, laddove per difficoltà si intende la estrema difficoltà di capire esattamente quale può essere una linea di percorso individuata.
Allora, al fine di individuare questa linea di percorso, noi riteniamo che si possa trovare un momento da subito, intendo dire da stasera o da domani mattina, ma comunque trovare un percorso che partendo da quei colloqui che ci sono stati la settimana scorsa, partendo dalle prese di posizione politiche di fondo che sono state espresse stamattina all'interno del Consiglio, si possa ragionevolmente individuare dei punti espressi dal Presidente e se riteniamo ce ne siano altri, ma istituzionalmente sicuramente ci sono (vedi Presidenze di Commissione e quant'altro), noi riteniamo che un percorso e un tavolo per stabilire questo percorso possa essere assolutamente ripristinato. Però abbiamo anche noi, come del resto voi, avuto e abbiamo la necessità di capire esattamente, al di là delle posizioni che molte volte vengono annunciate, la differenza fra apparenza e sostanza, la differenza fra obiettivi diversificati e necessità che questa diversificazione si esprima poi in una sintesi di superamento rispetto a quelle giustificazioni.
Chiedo scusa al Consiglio se scorro rapidamente i vari interventi per cogliere qualche punto.
La Consigliera Spagnuolo nel suo intervento, fra le altre cose che sono state un fondo comune rispetto anche ad altri interventi, metteva in evidenza la differenza di comportamento, se così possiamo dire, che questa maggioranza ha avuto nei confronti di Viglietta, Angeleri, Vaglio e Majorino. La difficoltà, la sofferenza per trovarci in queste condizioni la patiamo tutti. All'interno del nostro Gruppo abbiamo avuto una discussione molto lunga, approfondita, molto sofferta, l'ultima delle quali stamattina perché è vero che attraverso la relazione del Presidente ci attestiamo nella presa d'atto di quanto avviene, ma è altrettanto vero che i nostri costi interni per queste prese di posizione possono essere anche molto alti; io mi limito a questo.
Abbiamo sofferto "x" per quanto riguarda il collega Viglietta e il collega Angeleri quando vivemmo quelle situazioni, il costo di oggi è superiore a "x", nel senso che ci attestiamo, torno a ripetere, sulla relazione del Presidente, ma non possiamo sottacere, ovviamente, le sofferenze del nostro dibattito che ancora stamattina si è estrinsecato attraverso il Gruppo.
Per quanto riguarda il Consigliere Saitta penso che dal punto di vista politico alcune considerazioni siano state riprese in quel cappello iniziale laddove certo abbiamo posto l'accento sull'intervento del Consigliere Marengo; certamente questi colloqui hanno una grande utilità.
Alla fine di quel giro d'orizzonte io ho avuto una percezione molto attendibile, dal nostro punto di vista della maggioranza, di quale fosse il termometro della situazione e questo in politica è sicuramente utile, nel senso che per capire quale percorso vale o quale può essere il migliore bisogna innanzitutto rendersi conto di quale è il terreno sul quale il percorso va sviluppato.
Se non si capisce la natura del terreno ovviamente è difficile stabilire un percorso che possa essere il migliore.
Mi scuso Presidente, penso di sottrarre ancora pochissimo, però mi sembra che in passato, qualora abbiamo potuto essere sintetici lo siamo stati; stamattina siamo ad un passaggio nel quale diventa molto difficile o quanto meno superiore alle mie possibilità, essere più sintetico di quanto stia facendo, ma vedrò di esserlo.
Per quanto riguarda invece la proposta del Consigliere Saitta, relativa ad un percorso di governo istituzionale, questo ovviamente non lo consideriamo, così come consideriamo invece - riprendo e ribadisco quanto detto prima - l'individuazione di un percorso istituzionale che consenta a questa maggioranza e a quella o questa opposizione di stabilire un modus vivendi che consenta istituzionalmente di raggiungere i risultati migliori nell'interesse della gente che siamo chiamati a governare in Piemonte.
Per quanto concerne quindi il dialogo la risposta è sì; siamo disponibili a dialogare, così come riteniamo che esistano le condizioni per procedere nel pomeriggio di oggi all'elezione dell'Ufficio di Presidenza.
E vengo adesso all'intervento che ha fatto il collega Roberto Rosso: penso che non solo chi ha parlato dopo di lui, e sotto certi aspetti siamo stati solo noi della maggioranza, entro certi limiti, ma anche chi ha parlato prima di lui, però non voglio assolutamente interpretare altri interpreto solo noi stessi, noi esprimiamo grosso modo le stesse valutazioni che ha espresso Roberto Rosso rispetto al fenomeno dell'ergastolo e dei vent'anni relativamente a quelle manifestazioni e a quella posizione nei confronti della Lega. Riteniamo anche noi che sia abbastanza scandaloso che si cerchi di risolvere i problemi che la società di oggi pone, soprattutto al nord del nostro Paese, e che la risposta che si tenta di individuare sia di quel tipo: guai se ci fossero nel giro di poco tempo altre risposte o pseudo risposte di quel tipo.
Le risposte vanno date sul terreno delle riforme e invece mentre si assumono provvedimenti o iniziative di quel genere sul piano delle riforme purtroppo risposte non ne arrivano o laddove arrivano si hanno grossi dubbi sul fatto che possano arrivano fino a termine; mi riferisco alla Bicamerale e nel caso in cui arrivino fino al termine si hanno anche dei grossi dubbi sul fatto che l'intensità e il carattere di quelle risposte siano proporzionati e adeguati all'intensità della domanda che viene dal paese e dalla società civile e alla pressanza con cui quella domanda viene rispetto ai tempi di risposta.
Ci auguriamo proprio che possa essere fatto un salto di qualità risposte vere e non tentativi di sviare il discorso peggiorando ulteriormente la situazione attraverso atteggiamenti di quel tipo.
Probabilmente, anche se il tempo che ho sottratto è stato di 21 minuti ritengo di aver sicuramente omesso qualche razionalità di organicità, ma penso che si possa chiudere, arrivati a questo punto, immaginando che per quanto riguarda l'esito di questa discussione questo si possa concretare nell'esame anche degli ordini del giorno che sono stati presentati rispetto ai quali magari potremmo chiedere due minuti per rifletterci sopra, in modo tale che poi nel pomeriggio si possa espletare quanto previsto come elezione di Ufficio di Presidenza a completamento, disponibili dal punto di vista politico - e penso di parlare a nome dell'intera maggioranza, avendo fatto quei sondaggi la settimana scorsa - a sedersi per individuare quei percorsi istituzionali che assieme riusciremo a definire come efficaci.



PRESIDENTE

Innanzitutto grazie, Consigliere. Se ho ben compreso, lei vorrebbe sospendere la seduta per due minuti. Poiché c'è anche pausa pranzo sospendiamo per mezz'ora.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Mi scuso se riprendo la parola, ma lo faccio in un minuto, perché credo che la chiarezza sia necessaria: io ho posto cinque punti. Tralascio il primo , che è una questione politica (il tentativo di dividere le forze di centro sinistra è un punto politico, non di percorso istituzionale), ma i quattro punti di percorso istituzionale sono: risposte su Vaglio e Majorino; Presidenze di Commissione; Ufficio di Presidenza instabile approvazione delle leggi che sono state proposte dal Presidente Ghigo.
Questi quattro punti non possono essere scissi neanche oggi. Lo dico solo per chiarezza rispetto a ciò che io ho detto, in modo che ci sia un'interpretazione autentica.



PRESIDENTE

Grazie per la precisazione, mi pare utile per tutto il Consiglio.
Possiamo allora sospendere per mezz'ora - non di più - in modo che le forze politiche abbiano il tempo necessario per un ultimo giro di consultazioni.
Poi esauriremo, ovviamente, il problema attinente al dibattito sulla comunicazione della Giunta e proseguiremo al secondo punto all'o.d.g.
Consigliere Cavaliere, prego.



CAVALIERE Pasquale

Ci sono riunioni di Capigruppo?



PRESIDENTE

No. La seduta riprende alle ore 15.45.
(La seduta, sospesa alle ore 15.12 riprende alle ore 16.32)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Come sapete, ci sono due ordini del giorno. Prima del loro esame, il Consigliere Gallarini chiede la parola; prego.



GALLARINI Pier Luigi

Dopo esserci consultati su quei quattro punti riassunti dal Consigliere Marengo prima che la seduta fosse interrotta, sul primo punto, riguardante la richiesta sulla posizione del Vicepresidente e dell'Assessore Vaglio immagino che il Presidente intenderà fare alcune precisazioni relativamente alla lettura del documento di questa mattina.
Per quanto riguarda il resto, ribadiamo la nostra richiesta di arrivare a votare l'Ufficio di Presidenza nel pomeriggio, così come previsto all'interno dell'o.d.g.
Per quanto riguarda le Commissioni, ovviamente non possiamo che confermare quanto abbiamo detto questa mattina, ribadendo però anche la disponibilità a riconsiderare la questione, come maggioranza, all'interno delle nostre strutture politiche, così come abbiamo fatto per arrivare questa mattina a tale definizione.
Non ce la sentiamo quindi, oggi, di smentire, ma sicuramente ce la sentiamo di impegnarci - questo sì - politicamente a lavorare, affinché si arrivi ad una determinazione di altro tipo, che possa ribadire quel che è stato nella prima parte della legislatura; ciò a fronte di un impegno, che peraltro è emerso stamattina all'interno del dibattito, relativamente ad alcune questioni (fondamentale quella della modifica del Regolamento).
Siamo disponibili ovviamente a ragionare intorno ad un'ipotesi di ordine del giorno o un'ipotesi che consenta di trovare un percorso che possa delineare e sancire un impegno di questo genere.
Per quanto riguarda il resto, cioè i punti amministrativi fondamentali (quali il bilancio, di cui ha parlato il Presidente stamattina nella sua relazione), penso che anche su questi, da domani mattina, si possa essere disponibili per considerare un percorso nell'interesse dell'intero Consiglio regionale e nell'interesse politico di tutti i Gruppi che rappresentano le forze politiche all'interno di quest'aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta regionale; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Intervengo per riprendere e puntualizzare quanto già detto, pur ritenendo di aver già espresso la mia posizione sul caso specifico che era oggetto di comunicazione nel discorso di stamattina, anche se forse non l'ho fatto in maniera articolata e ampia, come qualcuno sostiene avrei dovuto fare.
Credo comunque valga la pena di puntualizzare in maniera più chiara quello che - secondo me - si evinceva già dalle cose dette questa mattina in modo da evitare che possa essere oggetto di una non corretta interpretazione.
Le questioni nel merito erano due. Per quanto riguarda le deleghe dell'Assessore Majorino, quelle al legale e al contenzioso rimangono a capo del Presidente, naturalmente in attesa e con l'impegno di una futura definizione, impegno che assolverò in maniera più ampia dopo l'approvazione del bilancio, come giustamente interpretato da qualcuno.
Per quanto riguarda invece la questione legata all'Assessore Vaglio, mi permetto di dire che la spontaneità della presentazione dell'Assessore Vaglio presso la Procura rappresenta un elemento che non ritengo debba indurmi, allo stato attuale delle cose, a prendere nessun provvedimento; mi riservo, chiaramente, se dovessero esserci degli sviluppi (cosa che non ritengo), di interpretare o di valutare la situazione in un secondo momento.



PRESIDENTE

Connessi alla discussione testé conclusa con la replica del Presidente ci sono due ordini del giorno, il n. 685 e il n. 686: uno a firma del Gruppo di Rifondazione nel suo complesso e l'altro a firma dei Consiglieri Cavaliere, Saitta, Spagnuolo, Riba, Montabone, Chiezzi e Rosso.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Prendo la parola sulle dichiarazioni del Capogruppo di Forza Italia e del Presidente Ghigo per esprimere la nostra profonda insoddisfazione rispetto agli elementi che ci sono stati riproposti e che, in qualche maniera, mi sembra mettano in evidenza uno stato di profonda confusione oltre che di disagio nell'ambito della maggioranza.
Dico questo perché non sono mancati, anche negli interventi di questa mattina, momenti, accenti, valutazioni che noi avevamo interpretato, ma che oggettivamente così ci erano parsi, riflessivi, quanto meno nell'intervento dei Consiglieri Gallarini, Racchelli, Cotto (non considerando quello del Consigliere Scanderebech, che ha spaziato di più sui temi della poetica dantesca).
Si percepisce uno sforzo per stare nel merito della crisi di questa Regione.
Crisi della quale sono profondamente noti tutti gli elementi che l'hanno causata.
Il Segretario del mio Partito, il collega Marengo, questa mattina aveva manifestato la disponibilità - disponibilità, condivida da tutti i Gruppi dell'opposizione, anticipata già nella riunione dei Capigruppo - a trovare una strada autorevole e dignitosa per uscire da questa situazione di drammatica crisi, consentendo al Consiglio non certamente di riprendere un glorioso cammino, ma quanto meno di operare.
In questo periodo sono stati sollevati argomenti che richiamavano profondamente alla riflessione. Mi ricollego al discorso del Presidente Picchioni - intervento avvenuto prima di congedarsi da Presidente del Consiglio regionale - quando, citando Mortati, disse che i Partiti sono la democrazia che si organizza; seguendo questa citazione, in un passaggio meno importante, ma altrettanto ripetuto nella storia, dico che le conclusione democratiche sono la democrazia che si realizza, non soltanto che si organizza.
Dal dibattito svoltosi ci aspettavamo - e fiduciari ci aspettiamo ancora - una capacità di trarre le conclusioni dalle valutazioni emerse.
E' stato lo stesso Presidente Ghigo a porre il problema delle dimissioni dell'Assessore Majorino; ognuno può interpretare se stesso sulla base delle valutazioni e delle opportunità che gli derivano dalle più recenti riunioni della maggioranza. Sono a conoscenza delle dichiarazioni le quali mi preoccupano e dovrebbero preoccupare tutti - rilasciate dal Segretario regionale di Forza Italia, Rosso, in un recente convegno a Buronzo. In tale occasione disse che da lunedì il Consiglio regionale avrà una vera Giunta, una vera politica di centro-destra, che stanno uscendo da una situazione di incertezza, quindi hanno risolto i loro problemi e hanno deciso un comportamento all'altezza di questa intenzione.
E' chiaro che il dibattito svolto oggi è viziato dal fatto che probabilmente noi qui abbiamo recitato delle parti; non certamente il nostro Gruppo, ma probabilmente la maggioranza, imbarazzata dalla profonda discrasia, dall'incolmabile contrasto, dalla insostenibile divaricazione che esiste tra le velleità di quanti si sono creati un'astrattezza o quanto meno una caricatura - peggio ancora - di Consiglio. Tutto ciò non illegittimamente - per carità - infatti i Segretari regionali dei vostri partiti intervengono legittimamente con il Segretario regionale del nostro partito che è qui presente. Quanto meno è caricaturale immaginare che si possa uscire da questa situazione con un'invocazione delle comune responsabilità che devono, peraltro, essere resa operanti soltanto relativamente all'elezione dell'Ufficio di Presidenza. Ma chi mai aveva voluto sottrarsi all'argomento? Fa bene il Presidente Picchioni a consigliare la lettura di Hobsbawn "Il secolo breve" a quanti vogliono avere dimestichezza, può servire come traccia, probabilmente è troppo impegnativo, ma è soltanto un libro di 300 pagine. E' utile leggerlo per capire come le connessioni che portano alla vita di ogni pezzo, di ogni istituzione siano tutte intensamente prodotte dalle vicende, dalle culture, dalle trasformazioni, dalle intense evoluzioni culturali, ideali, politiche di questo secolo, in un ambito che spazia e mette in collegamento tanti momenti e tanti pezzi.
Forse tutto questo può apparire astratto, se si vuole discutere soltanto di quanto tempo ci impieghiamo ancora ad eleggere i membri dell'ufficio di Presidenza, perché tutto il resto non ha cittadinanza. Ma noi siamo venuti qui in aula, anche oggi, riproponendo il problema di una responsabilità comune di una istituzione che ci è stata consegnata dalla storia della civiltà del Piemonte, da generazioni di amministratori che ci hanno preceduto, dalle fatiche del periodo fondante dal '70 al '75 e dalle stratificazioni che sono avvenute in seguito.
Quel Regolamento che voi volete cambiare e che noi vogliamo cambiare perché forse è necessario cambiare per realizzare un'evoluzione - sappiate che non è stato voluto da una forza di opposizione; il Regolamento che in larga misura è stato costruito anche dalle opposizioni. Soltanto che noi non siamo i padroni assoluti di quel Regolamento, ma il Regolamento come lo Statuto è la storia di questa nostra modesta istituzione subalpina. Lo cambieremo volentieri questo sì, appena ci avrete dato la sensazione di essere in grado, perlomeno, di affrontare il problema dell'evoluzione del sistema regionale nell'ambito di un passaggio federale, magari avvalendovi dei ragionamenti dei colleghi della Lega. Solo allora potremmo veramente pensare a riorganizzare con i nostri documenti i progetti di una istituzione che si trasforma per andare avanti, non soltanto per consentire ad una Giunta incapace, inetta, inidonea di portare a casa ugualmente dei provvedimenti. I provvedimenti che noi abbiamo osteggiato sono stati in qualche maniera, anche se con meno determinazione, osteggiati da tanti di voi - non diteci che non è così - molto spesso le preoccupazioni sono in casa vostra come in casa nostra. Molte volte abbiamo rinunciato alle opportunità regolamentari perché ci sembrava fondamentale privilegiare il progetto dell'istituzione.
Il nostro Gruppo già qualche mese fa poneva il problema dell'istituzione in quanto la traiettoria era intuibile.
Se noi oggi accondiscendessimo a dire - come ci chiedete - che la questione dell'Assessore Vaglio e del Vicepresidente Majorino non è rilevante al punto da richiedere quella stessa operazione di quanto meno di sospensione delle deleghe ipotizzata dallo stesso Presidente, ci renderemmo complici di un atteggiamento che comunque non può sbloccare il lavoro di questa istituzione. Sono l'Assessore Vaglio, nel proprio lavoro, e il Vicepresidente Majorino, con il proprio comportamento, che hanno prodotto la situazione oggetto della nostra preoccupazione. Per questo ci vuole un atteggiamento diverso. Noi non avevamo proposto di inseguirli fin dove avranno interesse a collocarsi, avevamo proposto un atto di responsabilità.
Un atto di autorevolezza da parte del Presidente della Giunta; le deleghe gli spettano, se le riprenda. Poi, nel quadro di una riorganizzazione della Giunta, deciderà come ritiene; questa era la richiesta, inequivoca, chiara rispettosa delle esigenze degli interessi del Consiglio.
Quando si fanno i conteggi di quanto siamo idonei o di quanto eventualmente si misura in maniere millesimata - uso un termine del Presidente Picchioni - i comportamenti della minoranza per dire fin dove sono congrui, compatibili con le sensibilità, con le suscettibilità, beh siamo frutti di diverse impostazioni, di diverse liste elettorali, ma quello che ci unisce è la preoccupazione di ridare agibilità a questo Consiglio regionale. Questo ci unisce e su questo ci avete trovati comunque tutti compatti. Anche stamattina, negli interventi di tutti i Gruppi.
E' inutile ricercare soccorso da questa parte dell'aula; sicuramente è possibile, invece, trovarvi disponibilità all'impegno.
Chiediamo che l'Ufficio di Presidenza sia individuato con proposta definitiva, e non come "cappello in attesa di": ci rendiamo perfettamente conto che non siete in grado di compiere delle scelte. Non avete bypassato quel "Capo di Buona Speranza" oltre il quale c'è la seconda fase, aurea della Giunta Ghigo che ricompensa tante delusioni, amarezze, fallimenti.
Avete parlato di disponibilità, relativamente alle Commissioni; ne prendiamo atto: ci avrebbe fatto piacere che si fosse parlato anche del significativo contributo che nelle sedi consentite si era cercato di apportare.
Non possiamo, a questo punto, che procedere nella nostra iniziativa rivolta ad ottenere ciò cui il Consiglio ha diritto: la discussione delle deleghe relative ai due Assessori oggetto di clamorosa, inconsueta e per certi versi impensabile, iniziativa giudiziaria. Attendiamo risposte di disponibilità, finora totalmente mancate. Il resto, naturalmente, riguarda il protrarsi di questa giornata di lavoro; ciò che ci preoccupa profondamente e la pressoché scontata impossibilità di rimettere in prospettiva positiva la vicenda di tutto il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, credevo, immaginavo, ho sperato, per un certo momento, che la proposta e il metodo offerto dal collega Marengo per trovare una soluzione alla crisi - sicuramente istituzionale, ma noi aggiungiamo anche politica - fosse colta da parte della maggioranza. In fondo, il collega Marengo ha offerto un metodo che, colto con intelligenza politica, avrebbe permesso di risolvere una situazione di empasse notevole.
La maggioranza non ha saputo coglierla, collega Gallarini, per cui ci troviamo allo stesso punto di partenza di questa mattina, con la situazione aggravata dal fatto che lo stesso intervento del collega Gallarini, con la sua problematicità, ha evidenziato la difficoltà complessiva, da parte della maggioranza, ad assumere decisioni.
Quando il collega Gallarini parla di difficoltà, sofferenze, costi conferma un'opinione ormai diffusa: soltanto i ciechi possono dire che la maggioranza gode di buona salute.
Ci siamo lasciati, dopo l'intervento del collega Racchelli che nella sua essenzialità ha colto il problema, dicendoci "ci troviamo tra un po'".
Ritrovarci ora in questa situazione significa non voler neppure raccogliere la mano tesa dalla minoranza. Si rifiuta il soccorso, l'aiuto; si vuole sostanzialmente, lo scontro. Il passo successivo, infatti, colleghi della maggioranza, non può che essere lo scontro! Per quale motivo la minoranza dovrebbe soccorrere, aiutare la Giunta Ghigo a superare le sue difficoltà? In base a cosa? Cosa c'è in cambio? Niente. La minoranza deve fare la minoranza, con più forza e più insistenza dopo che la maggioranza ha dimostrato e continua a dimostrare l'incapacità di rendersi conto della situazione.
E' questo il vero problema.
L'ipotesi, che il Presidente Ghigo ha in mente, che nessun Assessore è sostituibile, è un grandissimo errore. "Majorino non si può toccare", ha sbagliato, ma "non si può toccare". (A proposito del Vicepresidente Majorino: ho spiegato l'incidente a un mio collega dell'Emilia Romagna, che l'aveva letto sui giornali, il quale mi ha chiesto se l'avvocato in questione fosse alle prime armi! Ho dovuto spiegargli se si trattava di legale dalla lunga esperienza!) Dicevo: il Vicepresidente non si può toccare, l'Assessore Vaglio è stato "leggero", e via di questo passo. Questo non è un metodo politico! Non mi rivolgo più al Presidente Ghigo, perché su questo c'è totale e completa incomunicabilità; mi rivolgo alle forze di maggioranza, alla collega Cotto, che nel suo intervento ha colto alcuni elementi utili ad un confronto: è questo lo spazio. Le forze politiche di maggioranza - lasciamo un attimo la Giunta che, per forza di cose, tenta di autoperpetuarsi - i Gruppi consiliari devono dare uno sbocco alla situazione. La Giunta è incapace di farlo: è assolutamente incapace.
Le questioni da affrontare sono due. La prima è quella istituzionale (che non significa "governo istituzionale": la maggioranza ha i numeri e ha il diritto di governare). Le forze politiche di maggioranza e, soprattutto la forza politica che ha più consenso, Forza Italia, ha il dovere di assumersi la leadership per una soluzione alla crisi istituzionale; e non può farlo parlando a tre, quattro, cinque, voci - o essere imbarazzata.
Deve muoversi con la convinzione di essere un Partito dalle responsabilità enormi.
Le questioni possono essere risolte; Forza Italia non può ignorare la debolezza complessiva della maggioranza e dedurne che le minoranze devono essere escluse dalle Presidenze delle Commissioni! Dov'è la logicità di questo ragionamento? E' illogico! E' ragionamento che risponde soltanto a esigenze di singole forze politiche.
Per quanto riguarda le istituzioni c'è il problema dell'Ufficio di Presidenza, c'è il problema delle Commissioni. E non si tratta di problema di occupazione di posti; come ben sapete, le Commissioni guidate dalla minoranza sono state quelle che hanno lavorato, complessivamente, meglio.
Debbo anche notare che molto spesso le minoranze hanno svolto un ruolo di aiuto, garantendo il numero legale in tantissime situazioni di Commissione.
Sostenere che confermare la situazione attuale vorrebbe dire danneggiare la Regione, non è reale! Sapete bene che non e così; tutti sappiamo che non e così. Un tale ragionamento risponde soltanto ad una logica perversa all'interno della maggioranza per creare uno scontro inutile, che aggrava la crisi istituzionale.
Chi non è interessato alla crisi istituzionale deve per forza di cose rifiutare questa modalità, che ci impone lo scontro. Vogliamo rifiutare lo scontro? Abbiamo la possibilità per farlo; confermiamo la situazione attuale.
Ripeto al collega Gallarini che, per quanto riguarda i Popolari, siamo totalmente disponibili - lo ripeto pubblicamente, perché mi pare che abbia senso, e tutto deve essere trasparente - a procedere al completamento dell'Ufficio di Presidenza. E' chiaro che questa situazione è diventata, in sostanza, kafkiana e va completata al più presto; va completata entro oggi o quando lo si riterrà opportuno, evidentemente noi siamo disponibili.
Siamo disponibili, come dire, a una modalità di modifica del Regolamento, che non è la cosa più negativa: è il frutto di periodi diversi; siamo disponibili a rivederlo, per rendere più facile la governabilità e i diritti della minoranza, in termini sostanziali e non in termini formali.
Dunque lo spazio c'è, questa disponibilità è completa, totale, e siamo in grado di dare il nostro contributo. Più disponibilità di così per risolvere la crisi istituzionale! Vogliamo fare l'ordine del giorno? Facciamolo! Ma se si vuole rifiutare la disponibilità che è stata offerta prima dal collega Marengo e che viene riconfermata oggi da parte dei Popolari, allora la maggioranza faccia ciò che vuole. Sappia, però, che si sta mettendo in un angolo e che questo atteggiamento porterà per forza di cose a una situazione di crisi reale e di difficoltà estrema per il Piemonte. Questo è il problema che abbiamo di fronte.
Cari colleghi, anche se per ora non la si coglie chiaramente, credo che la crisi politica della Giunta in questa situazione venga amplificata.
Teoricamente la minoranza potrebbe essere interessata a un aggravamento della crisi politica della Giunta, ma nel momento in cui il PDS, i Popolari e gli altri che sono intervenuti si pongono l'esigenza che le istituzioni funzionino, si pongono un problema di interesse per il Piemonte.
Se ragionassimo soltanto in termini egoistici, sarebbe molto più logico che il Presidente Ghigo continuasse a governare come non sa governare, che il Vicepresidente Majorino continuasse a fare le grandi leggerezze che sa fare, che l'Assessore Vaglio facesse ciò che ha fatto, che questa situazione della Giunta permanesse (ormai il Presidente Ghigo riassume nelle proprie mani una molteplicità di deleghe). Questo sarebbe per noi l'ideale: vorrebbe dire arrivare al Duemila con una Giunta che non ha dato risultati positivi.
Noi però preferiamo avere una controparte politica, vogliamo avere un confronto politico. Da questo punto di vista, può avere senso l'appello del Presidente Ghigo; se è stato fatto con questo significato, il Presidente Ghigo ha ragione.
Richiamarsi alla comune responsabilità è doveroso - e, per quanto ci riguarda, non ci siamo mai tirati indietro rispetto a questo problema - ma la comune responsabilità deve essere veramente tale. Non si assumono posizioni, come lei, Presidente, ha assunto, che non rispondono alle logiche della sua maggioranza o, perlomeno, rispondono soltanto a una parte di essa e non sicuramente a quegli interventi espressi oggi e che pongono un problema istituzionale che deve essere affrontato prioritariamente.
Prima ancora di approvare questo ordine del giorno, che noi condividiamo, in cui chiediamo le dimissioni dell'Assessore Vaglio e del Vicepresidente Majorino per le questioni discusse, invito nuovamente le forze politiche di maggioranza - e mi appello alle forze di centro e a Deorsola, che avrà grandi responsabilità di carattere istituzionale - a tenere conto di questi aspetti, che sono estremamente importanti. Perch Presidente Deorsola, difficilmente lei riuscirà a governare un'aula in questa situazione, in cui a chi, per esempio, vuole dare un contributo per risolvere la crisi, viene risposto: "No, grazie, siamo autosufficienti".
Lo vedremo.



PRESIDENTE

Ricordo che siamo in dichiarazione di voto per cui può intervenire un solo esponente per Gruppo, a meno che altri esponenti dello stesso Gruppo si dissocino dalla dichiarazione.



MARENGO Luciano

Io chiedo di intervenire sul secondo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Va bene.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo anch'io sulle dichiarazioni rese dal collega Gallarini per dire a lei Presidente che qui non si può proprio lavorare, ci si impedisce di lavorare! Perché? La scorsa settimana - si ricorda - noi ci siamo presentati in quest'aula, ricchi o poveri delle nostre intenzioni, che erano quelle di sollevare il problema di una conoscenza dell'assetto istituzionale (Ufficio di Presidenza e Commissioni) che la maggioranza voleva proporre. Arrivati in aula siamo stati costretti a fare altro: abbiamo passato tutta la giornata a discutere del caso Vaglio-Majorino; alla fine della giornata finalmente - in sede di riunione dei Capigruppo siamo giunti al punto che dovevamo trattare all'inizio della giornata stessa, cioè elezioni dell'Ufficio di Presidenza - quadro complessivo.
Bene. In quella seduta dei Capigruppo si disse: "Sì, va bene, forniremo un quadro venerdì mattina". Ci siamo presentati venerdì mattina alla riunione dei Capigruppo, la maggioranza arriva e dice: "Il quadro non c'è ancora". Bene. Si è detto: "Troviamoci lunedì mattina alle nove su questa questione". Stamattina alle nove, nove e mezza, abbiamo fatto la riunione dei Capigruppo e finalmente la maggioranza si è presentata con un'idea.
Finalmente! La maggioranza ha detto: "Il quadro è il seguente: le Commissioni spettano tutte alla maggioranza. Punto". Finalmente si poteva cominciare lavorare.
Quindi alle nove e mezza di questa mattina la maggioranza ha un'idea finalmente, e la espone. Alle sedici e trenta, dopo una serie di riunioni ufficiali e non ufficiali, cosa succede? Bello bello, anche lui, Gallarini entra in aula e ci dice: "A proposito di quella questione siamo disponibili a riconsiderare per giungere a determinazioni di altro tipo". Ma insomma quando avete un'idea, è un'idea labile, un pensiero labile, non avete un minimo di fermezza! Non si può lavorare in questo modo, Presidente! Non si può lavorare con una maggioranza che al mattino dice una cosa e al pomeriggio ne dice un'altra, facendo un po' il verso al neo-Presidente Deorsola che fa questo in pochi minuti: prima dice una cosa e pochi minuti dopo la nega, come nella riunione dei Capigruppo di venerdì! E' estremamente difficile lavorare in questa situazione, perché chi ho di fronte? Il Gallarini delle nove e mezza o l'ultimo Gallarini delle sedici e trenta? Comunque sia, al Gallarini delle sedici e trenta non si può che dire: "va bene, allora riconsiderate e tornate a dirci la vostra nuova idea, visto che voi ci dite 'vogliamo riconsiderare'". E dato che il quadro complessivo rientra nelle condizioni di governabilità del nostro Consiglio, sia come Ufficio di Presidenza sia come Commissioni, purtroppo dico purtroppo - dobbiamo attendere, prima di avviare la fase complessiva di sistemazione istituzionale di tutte queste responsabilità, che la maggioranza ci dica una buona volta cosa intende fare. Se questa mattina aveste preso una posizione dicendo: "per miei motivi, per mille ragioni che potete portare, dopo trenta mesi cambiano indirizzo: le Commissioni le prende la maggioranza", sarebbe stata una posizione politica, una posizione che può essere contrastata dalle minoranze. Ma se voi, al primo contrasto su una decisione di questo genere, che penso dobbiate aver preso con avvedutezza, cambiate le carte in tavola, guardate che la mancanza di fermezza in ogni decisione è veramente una sciagura per una forza di governo e per una maggioranza! Piuttosto siate meno fermi, ma quando prendete delle posizioni, rispetto a queste siate credibili! Io ho di fronte una maggioranza che non è più credibile! Allora, Presidente, non si può lavorare in questa situazione. Gallarini ci ha testé detto: "Siamo disponibili a rivedere"; ma rivedete in fretta! Trovatevi adesso! Dateci modo di passare a tutte le elezioni che credete con il quadro da voi prescelto, qualunque esso sia. A noi andava bene anche il quadro totale del no, facevamo la nostra battaglia, ma almeno si procedeva. Mi sembra che siamo tornati al punto di partenza, cioè alla fine del Consiglio della scorsa settimana, senza una proposta organica istituzionale della maggioranza. Fatti questi ordini del giorno penso e spero che giunga questa proposta.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere. Praticamente lei ha anche illustrato il n. 685, il suo ordine del giorno.



CHIEZZI Giuseppe

No, io ho parlato solo su Gallarini.



PRESIDENTE

La discussione era finita, adesso siamo in dichiarazione di voto dell'ordine del giorno.



CHIEZZI Giuseppe

No, non sono d'accordo, magari per l'ultima volta, con l'interpretazione del Presidente.
Noi abbiamo finito il dibattito; Gallarini ha fatto l'ultimo intervento, Ghigo ha replicato. Il dibattito quindi era da considerarsi concluso. Invece si alza un Consigliere, Marengo chiede la parola; non bisognava dare la parola a Marengo.



PRESIDENTE

Si, ma era nell'ambito...



CHIEZZI Giuseppe

Era un collega che tornava sugli argomenti e ricordava alla maggioranza che vi erano dei punti che aspettavano risposta. Quindi c'è stato un intervento che ha riaperto il dibattito, c'è stata una sospensione, dopo la sospensione il Consigliere Gallarini ha detto le cose che ha detto, quindi agganciando il proprio intervento al secondo intervento del Consigliere Marengo, che non era dovuto, a termini burocratici di Regolamento.
Dopodiché ha preso la parola il Consigliere Riba, intervenendo nel merito di quello che aveva detto Gallarini; lei ha poi detto che poteva essere una dichiarazione di voto, ma è un po' sfilacciata la questione.
Io gradirei che il collega Papandrea potesse illustrare l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Io capisco che ci possono essere delle fuorvianze, però è un po' difficile contenere nei termini strettamente contenutistici la discussione.
Si prende sempre il filo di qualcosa o di qualcuno.
La parola alla Consigliera Spagnuolo. Siamo sempre nell'ambito della dichiarazione di voto.



SPAGNUOLO Carla

Sì Presidente, mi atterrò alla dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n. 686, di cui noi siamo firmatari come gruppo. E' uno di quei momenti nei quali in realtà non vi sono moltissime cose da dire; sono le cinque del pomeriggio, ci siamo lasciati la scorsa seduta dicendo che avremmo avuto delle risposte. Queste risposte di carattere istituzionale non sono venute.
Questa mattina il Presidente della Giunta ha fatto un suo intervento molto determinato, nel quale ha riaffermato il ruolo di questa maggioranza e lo ha riaffermato quasi volendo far comprendere all'aula che per qualche ragione - che però poi non si è capita affatto - i problemi della maggioranza sarebbero sostanzialmente risolti.
Già questa mattina abbiamo cercato di spiegare le ragioni per le quali non ci sembra affatto che i problemi della maggioranza siano risolti, a meno che i problemi della maggioranza, mi scusi Presidente in carica, non fossero rappresentati dalla rielezione del Presidente Picchioni, perché le altre questioni di carattere politico che sono intervenute dopo e che sono all'oggetto di questo ordine del giorno, non sono dipese dall'opposizione sono dipese sostanzialmente da una vicenda giudiziaria che abbiamo appreso essere in corso, che riguardava l'Assessore Vaglio, e da un incidente su cui abbiamo già anche troppo parlato che ha riguardato e riguarda il Vicepresidente Majorino.
Allora mi permetta, Presidente Ghigo, non è assolutamente una risposta quella che lei ha dato in ordine a Vaglio e Majorino, perché è evidente, è quasi tautologico quello che lei ha detto in aula, in quanto il Vicepresidente Majorino aveva dato la disponibilità a rimettere le sue deleghe del legale e pur comprendendo la questione che è nata non poteva fare altrimenti, nel senso che esiste una sofferenza di comportamento politico istituzionale che porta al fatto che le deleghe vengano congelate.
Che poi il Presidente della Giunta si riservi dei comportamenti in ordine a quanto avverrà a Vaglio, anche questo mi sembra assolutamente nell'ordine delle cose, perché l'Assessore Vaglio ha una vicenda giudiziaria in corso ed è chiaro che delle determinazioni, a seconda delle evoluzioni di questa vicenda, il Presidente della Giunta dovrà pure assumere.
Per cui in realtà, nonostante tutto quello che si è detto stamattina e che anche il nostro Gruppo ha detto, ci sembra di poter affermare che non sono intervenute risposte politiche e istituzionali.
Su una cosa io vorrei fare una forte precisazione; noi come gruppo di opposizione, e per questo credo anche i colleghi del PDS e in particolare il collega Marengo che è intervenuto, non abbiamo affatto pensato di tendere una mano alla maggioranza quando alcune cose sono state dette, ma abbiamo pensato, per quello che riguarda la nostra parte - ahimé non voglio interpretare nessun altro - di mettere in evidenza delle esigenze politiche che riguardano anche questa maggioranza e che riguardano il ruolo di questa Regione; non abbiamo inteso tendere una mano alla maggioranza dicendo che è necessario un confronto forte.
Abbiamo messo in evidenza, sulla base della nostra esperienza, le esigenze oggettive della Regione Piemonte in questo momento.
Ci sono poche cose da dire e io recupererò il tempo in più che ho preso questa mattina.
Questa giornata, che potrebbe essere interpretata come una giornata abbastanza banale, tutto sommato, rischia di essere una giornata centrale del comportamento che si svilupperà tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione, nel senso che anche qui, dopo l'apertura che c'era stata nel senso di evidenziare le esigenze vere e di sottoporle alla maggioranza noi abbiamo ascoltato un intervento del collega Gallarini che è un po' ispirato alla logica del "poi si vedrà". Votiamo l'Ufficio di Presidenza superiamo le impasse determinate dalle problematiche Vaglio-Majorino, le superiamo nella maniera più scontata possibile, ho già cercato di dirlo, e "poi si vedrà".
Noi non crediamo che la logica del "poi si vedrà" sia una risposta n politica né istituzionale, perché per quello che ci riguarda noi non abbiamo mai pensato alla logica del rapporto sulle Commissioni come una sorta di do ut des di carattere politico istituzionale e quindi questo lo vogliamo ancora ribadire.
Se mi è permessa una valutazione credo che si apra una stagione di fortissima contrapposizione e a questo punto personalmente ritengo che la fortissima contrapposizione sia positiva e che porterà a delle conseguenze.
Non è oggi una giornata indolore per come si conclude, se il segretario regionale di Forza Italia ha detto: "Da oggi comincia un ruolo forte della Giunta di centro-destra".
Io credo che noi possiamo dire che comincia anche un'opposizione determinata, finalmente sui contenuti, perché anche noi abbiamo vissuto vorrei usare una parola del Consigliere Ghiglia - con un po' di noia questa giornata, perché discutere sine die come stiamo facendo da mesi le questioni interne della Regione Piemonte ci annoia anche un po'.
Passando alla logica dello scontro e del confronto sui temi che riguardano il Piemonte, sui contenuti concreti, credo si apra davvero una stagione nuova, nella quale probabilmente non sarà assolutamente sufficiente rispondere con dei discorsi determinati, bisognerà rispondere con delle politiche di contenuto. Ripeto, muoversi con una logica di rispetto vero nei confronti delle opposizioni sarebbe stato invece più utile per quello che riguarda l'evoluzione di questa stagione politica alla Regione Piemonte.
Ma tutto sommato, questa strada che invece si è ritenuto di imboccare forse chiarirà i rapporti politici e sarà un elemento di chiarimento anche istituzionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Credo che sia necessario ritornare su una questione centrale e che attende all'intervento di stamattina del Presidente e al suo solito metodo di non rispetto istituzionale di quest'aula, non dando le risposte precise nonostante ci si sia riservati di farlo, a domande precise che si pongono in quest'aula.
Occorre dunque ribadire che non siamo al bar, nel senso che noi siamo qui in quanto votati da migliaia di cittadini, e quando parliamo abbiamo la responsabilità delle cose che diciamo e dobbiamo ottenere delle risposte.
Abbiamo tutti la responsabilità delle cose che diciamo, anche il collega Scanderebech, e tutti abbiamo il diritto e il dovere di essere ascoltati.
Credo che il Presidente non possa nascondere il fatto - e qui sta in maniera emblematica la politica del Presidente della Giunta e di altri esponenti della Giunta - che le deleghe, il ruolo di Majorino sono state stamattina e per tutta la giornata, oggetto di trattativa politica. Il problema è questo, Presidente!. Non possiamo far finta di non vedere le due frasi dimenticate nel suo discorso, che non dimenticava niente: tutto era preciso ed era cancellato ciò che doveva essere cancellato, ma detto tutto ciò che doveva essere detto.
E due parole non erano dette, perché non dovevano essere dette, perch potevano essere dette cinque ore più tardi, se questo poteva servire a...
L'etica di questa Giunta è dunque oggetto di trattazione politica: questo è il problema.
Il problema è che il dire del Presidente non è; "Sì, sì", "No, no"; è: "Dipende". "Dipende se posso difenderti"; "Dipende se non posso difenderti". Questo è il problema vero.
Un quotidiano, l'altro giorno, parlava della vicenda del Presidente del Consiglio, definendo il collega Deorsola il "Visconte dimezzato" di Calvino; io credo che non sia così, nel senso che, semmai, mi pare più idoneo nella veste di "Barone rampante" piuttosto che di "Visconte dimezzato".
Il vero dimezzato è il Presidente Ghigo, che comincia ad essere ormai da tempo un Presidente a responsabilità limitata. Lo vediamo oggettivamente nelle cose, quando le sue decisioni (ammesso che ne abbia), anzi, le sue non decisioni sono frutto di una non responsabilità, di una non autorità che, per l'appunto, non viene esercitata.
Tra l'altro, rispetto al problema delle deleghe al legale e al contenzioso, vorrei ricordare al Presidente della Giunta che l'Assessore Majorino è anche Vicepresidente, quindi nel momento in cui lei sarà assente, ritornerà in possesso delle deleghe in discussione; ad esempio quando lei sarà in Giappone nei prossimi giorni, l'Assessore Majorino avrà di nuovo le deleghe.
Questo solo per ricordare come stanno le cose tecnicamente.
Ma questa situazione, Presidente, sta producendo ormai da mesi in Piemonte delle situazione imbarazzanti e gravi.
Ne ricordo solo due, e termino. Solo due, perché sono quelle che ho recentemente cercato di seguire da vicino e che dimostrano l'assenza totale del Governo Ghigo.
Una è il progetto di Venaria, nella parte riguardante il progetto ambientale, cioè La Mandria, un progetto tutto da rifare, a giudizio di tutti gli interlocutori.
Infatti, mentre la parte monumentale, che è stata seguita, tutto sommato è stata fatta bene, la parte ambientale, che dovrebbe competere a livello europeo con un progetto decente, è un progetto che rischia di fallire. Tutto da rifare.
Le Olimpiadi. Io ho visto il progetto di Venezia e ho visto il nostro progetto. Il progetto di Venezia era un progetto al quale si lavorava da un paio di anni, e lo si vede: molto preciso, molto attento.
Torino ha vinto, ma Torino ha vinto - sappiamo - non tanto per il progetto, quanto per una condizione politica che, giustamente, è stata avanzata.
Quel progetto è veramente buttato giù in modo frettoloso e brutto. Ad esempio, per quanto attiene alla compatibilità ambientale, ma non solo per quello, è un progetto non competitivo.
Allora, a cosa serve che lei vada, la prossima settimana, in Giappone a perorare un progetto che non ha seguito, che non è stato in grado di condizionare, che non ha approfondito e che forse non conosce nemmeno? Io ho fatto solo due esempi, ma potremmo estendere questi due esempi a tutte le altre questioni - grandi e piccole - che si stanno realizzando in questo momento.
Senza parlare della questione dello Stadio Delle Alpi, che vedrà la necessità di assumere delle decisioni, tenuto conto che si vanno a dare di nuovo 3 miliardi alla Juventus, senza dire niente su cosa dovrà essere il Delle Alpi, su cosa si fa del Comunale, ecc. E non si tratta solo di un contributo al Comune: quello è un progetto che avete portato avanti direttamente - ripeto - senza dire niente di cosa si fa del Delle Alpi, e via dicendo.
Questo solo per fare degli esempi, e concludo Presidente, Il vostro non governo è concreto, reale, e i cittadini se ne stanno accorgendo, al di là della propaganda del Consigliere Ghiglia - perché è l'unico che sta facendo propaganda - che sta in Consiglio regionale fino alle ore 17.00 con una "giacchetta" e difende le peggiori cose che si possono fare dal punto di vista amministrativo, per poi indossare un'altra "giacchetta" dalle ore 17.30 in Consiglio Comunale e sostenere che quelle stesse cose non si possono fare ...



GHIGLIA Agostino

Mai fatto una cosa di questo genere!



CAVALIERE Pasquale

Lo hai sempre fatto. Allora mi correggo, con la stessa "giacchetta" le cose che in quest'aula amministrativamente difende le attacca in Comune.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Sugli ordini del giorno in votazione avevamo sollevato un problema, ma come hanno già evidenziato da altri colleghi, abbiamo avuto delle risposte reticenti.
Ci troviamo di fronte, nel caso del Vicepresidente Majorino, ad un reo confesso che riconosce una relativa incompatibilità tra il comportamento assunto e il proprio mandato. Lui stesso, la maggioranza e il Presidente Ghigo dicono che quanto successo è una quisquilia, una cosa di scarsa importanza; quindi è sufficiente eliminare quella incompatibilità. Secondo loro è una questione venale, non politica; se fosse una questione politica dovrebbe riguardare il Vicepresidente Majorino nella sua interezza e non solo quel particolare tipo di delega Pertanto si decide che il comportamento assunto denota una leggerezza.
Noi non crediamo sia stata una leggerezza, è stato un episodio gravissimo che ha arrecato danno all'immagine della Regione Piemonte. Come istituzione, con questo episodio abbiamo rasentato il ridicolo: un Assessore che deve tutelare la Regione va a fare l'avvocato di uno che pu essere denunciato perché arreca danno alla Regione. Secondo noi è un fatto molto grave, ma si decide che è un problema da niente, rinviando il tutto ad un possibile rimpasto.
Assumere un atteggiamento del genere è inaccettabile, dimostra una leggerezza incredibile. L'atteggiamento del Presidente Ghigo è incredibile soprattutto rispetto a situazioni simili avvenute in passato.
Per quanto riguarda il comportamento dell'Assessore Vaglio, non è vero che si è recato di sua spontanea volontà, ovvero è parzialmente vero. Si è recato indubbiamente di sua iniziativa, ma la scorsa settimana in quest'aula ci hanno raccontato - cosa che noi non sapevamo - che la guardia di Finanza si è recata per vari giorni presso l'Assessorato rovistando lo stesso. Dopo questo episodio c'è stato l'atto di Vaglio.
Mi ricordo un fatto accaduto in corso Marconi dove la guardia di Finanza è andata a fare le perquisizioni e successivamente il Presidente della FIAT, insieme al suo collaboratore Mattioli, si è recato dai giudici spontaneamente a rilasciare le dichiarazioni: successivamente sono stati ambedue condannati. Quindi quel gesto di collaborazione dell'Assessore Vaglio c'è stato, ma quel gesto non lo assolve, anche alla luce dei precedenti. Il Presidente Ghigo di solito decide, in queste situazioni, di fare il giudice, ma con l'intervento di oggi pomeriggio ha fatto una cosa ancora più grave, praticamente ha detto che gli altri due Assessori, che hanno preceduto l'Assessore Vaglio, non hanno avuto lo stesso atteggiamento. Credo che sia falso, sia l'Assessore Viglietta, sia l'Assessore Angeleri hanno dimostrato massima disponibilità e collaborazione con la Magistratura, non si sono nascosti. Non hanno avuto un atteggiamento diverso, nel momento in cui hanno saputo di essere indagati hanno fatto passi simili a quelli fatti dall'Assessore Vaglio però il Presidente Ghigo decise di "condannarli", anticipando anche un giudizio della Magistratura.
La collaborazione con la Magistratura c'è già stata anche allora: siamo di fronte alle stesse condizioni che hanno portato alle dimissioni degli Assessori Angeleri e Viglietta, ma questi ultimi hanno rimesso le deleghe invece per questo ultimo caso non è andata nello stesso modo.
Noi crediamo che il problema sia politico; i due Assessori in questione non hanno compiuto qualcosa di meno grave: la Magistratura indagherà e deciderà sulla presenza di irregolarità. Sicuramente nel caso del Vicepresidente Majorino qualcosa di grave è accertato, ma appartenendo al Gruppo di Alleanza nazionale, è intoccabile.
Siamo di fronte a persone che sono intoccabili, appartengono ad una forza politica che ha un forte potere di ricatto politico dentro la maggioranza, quindi, in questo caso, si fa finta di niente. Credo che siamo di fronte ad una gravità incredibile sia da un punto di vista istituzionale sia da un punto di vista politico perché conferma l'anomalia che c'è nella nostra Regione di un peso esorbitante di Alleanza nazionale che riesca condizionare l'operato complessivo della Giunta e della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Sarò molto breve, perché molte cose le ho già dette questa mattina nelle dichiarazioni di voto e sono state riprese anche negli interventi dei Consiglieri Saitta Spagnuolo, pertanto mi limiterò ad avanzare alcune considerazioni.
Questa mattina, peraltro dopo averne discusso, con gli altri Gruppi dell'opposizione, quindi non a titolo personale, neanche a titolo del mio Gruppo, ho avanzato una proposta di percorso istituzionale. Prendo atto che questa proposta è stata respinta dalle forze della maggioranza, lo ha comunicato il Presidente di Forza Italia Gallarini e lo ha ribadito il Presidente Ghigo. Da tale atteggiamento deduco che la maggioranza non abbia problemi, forse l'unico problema che aveva era quello di cambiare il Presidente del Consiglio.
Sono sicuro che di problemi la maggioranza ne abbia tanti e che quindi non sia in grado di dare risposte, però in politica contano i fatti. Il fatto è che oggi, nonostante l'intervento dei Consiglieri Racchelli, Cotto e Gallarini (non l'ultimo, quello precedente), non viene accettato il proposto percorso istituzionale e non vengono date risposte alle questioni poste. E' evidente che vi sono grossi problemi all'interno della maggioranza, che coinvolgono tutti.
Probabilmente i Consiglieri (parlo di 60 Consiglieri) non si sono ancora resi conto che poiché in politica contano i fatti, andando avanti di questo passo il Consiglio regionale "non ne uscirà più".
La scelta della maggioranza è lo scontro; si è negata la nostra proposta di percorso e si è scelta la strada dello scontro, d'altronde assolutamente legittimo da parte della maggioranza. Occorre però ricordare che lo scontro porta all'avvitamento delle posizioni; lo dico per esperienza politica per i Consiglieri che non hanno avuto occasione di costruirsela in passato.
Lo scontro porta ad un ingovernabile avvitamento delle posizioni, tanto più in campagna elettorale - come sta avvenendo in questo momento: ognuno tende a massimizzare i risultati per il suo schieramento, per il suo Partito, per il suo Gruppo.
Volevo sottolineare tali questioni perché forse manca la consapevolezza di dove si andrà, inevitabilmente, a finire.
La vostra incredulità sarà presto smentita dai fatti; e non mi riferisco allo scontro di oggi, che potrà essere più o meno lungo: non è questo il problema. Si arriverà sicuramente a respingere gli ordini del giorno, forse si arriverà a votare l'Ufficio di Presidenza, ma lo scontro è aperto sul merito dei problemi, e sarà sul merito dei problemi che questo Consiglio diventerà ingovernabile, in tutte le situazioni e in tutte le sedi di lavoro, a partire dalle Commissioni.
Non dimenticatevi, colleghi di maggioranza, che il numero legale, nelle Commissioni, non riuscivate a garantirlo neanche in 35 Consiglieri se non c'erano le minoranze: non lo garantirete più. Il bilancio non è acqua fresca! Non è atto che una Giunta, una maggioranza in crisi possono pensare di far passare; il bilancio non passa nelle condizioni in cui siete! Credo, quindi, che rifiutando la proposta di percorso istituzionale compiate oggi un grande errore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Alla ripresa della seduta pomeridiana, mi sarei aspettato alcune risposte alle domande poste stamani. E' arrivata una sola risposta alle tre/quattro domande: "Poi si vedrà"; "Mi riservo, poi si vedrà". Sulla questione Majorino/Vaglio: "Mi riservo, poi si vedrà"; sulla questione delle Commissioni: "Poi si vedrà". Aggiungo qualcosa io: "Si vedrà, se vi comporterete bene, se vi dobbiamo dare la Presidenza delle Commissioni".
Credo sia difficile accettare un discorso di reciproca collaborazione come per altro già avvenuto in molte occasioni, finora, da parte di alcuni membri della maggioranza e della minoranza.
E' stato accennato con molta chiarezza che le Commissioni non si sarebbero dovute discutere nella loro composizione - a chi andavano le Presidenze, le Vicepresidenze - ma, per esempio, verificare invece se non fosse maggiormente opportuno, per il buon funzionamento della Regione nel suo complesso, ridurre il numero delle Commissioni stesse. Ricordo che in questa prima parte della legislatura è stato difficilissimo mantenere il numero legale, anche se chi stava all'opposizione non ha "accelerato" al fine di farlo venir meno.
Se così stanno le cose, non so come si possa prevedere un buon funzionamento della seconda parte della legislatura; se le cose stanno come ci è stato riferito oggi, pur prendendo atto del minimo di disponibilità ad una discussione più aperta di stamattina, non so come le Commissioni potranno funzionare.
Sull'Ufficio di Presidenza si è detto - anche qui - "Poi si vedrà".
Personalmente, non so cosa si potrà ancora vedere; la disponibilità di alcuni, come il collega Gallarini, di essere eletto e di lasciare il proprio posto a seconda di come si evolveranno le situazioni? Ci sarà qualcuno della minoranza che aspetta di essere acquisito per un posto nell'Ufficio di Presidenza o per una Presidenza di Commissione? Oppure, di fronte alla situazione di completo ingessamento dell'attività regionale, si vorrà magari far credere che in quest'aula consiliare non si riesce più a fare nulla, solo perché le minoranze "sono cattive" e non hanno accettato le caramelle che si proponevano loro perché stessero "buone"? Cosa possono fare le minoranze? Possono soltanto verificare, sui singoli provvedimenti, quanto farà la maggioranza. Uno di questi provvedimenti sarà il bilancio! Badate, non pensiate che dietro lo spauracchio eventuale di scioglimento di Consiglio le minoranze possono ricredersi nelle loro convinzioni; non pensiate che le minoranze vengano in soccorso delle vostre incapacità, per paura dello scioglimento del Consiglio! Ma qualcuno lo pensa! Come pensa che "Poi si vedrà: se state bravi vi diamo un pezzo in più, un pezzo in meno".
Spero che questo non avvenga. Richiamo però l'attenzione di tutti i Gruppi consiliari, sia di maggioranza sia di minoranza: non sarà più possibile arrivare a compromessi di questo tipo, perché non sarebbero neanche minimamente paragonabili - perché di gran lunga superiori - a quello che nella I Repubblica, collega Scanderebech, si chiamava consociativismo, parola che non riesco a pronunciare bene.



SCANDEREBECH Deodato

Si vede che non sei stato un mio elettore.



MONTABONE Renato

No, non sono stato un tuo elettore, Scanderebech. Nonostante tu abbia citato Don Sturzo e "Salvemìni", stamattina, io non sono stato un tuo elettore.



SPAGNUOLO Carla

E soprattutto non lo sarebbero stati loro!



MONTABONE Renato

Dico di più. In un passaggio del tuo intervento mi hai chiamato "allievo di Picchioni": io voglio dirti qui in quest'aula ufficialmente che sono onorato di essere allievo di Picchioni! Per due motivi: uno, perch Picchioni ha la possibilità di insegnare qualcosa; due, perché se uno è allievo, Scanderebech, è perché sta andando a scuola. Qui c'è gente che a scuola non ci è mai andata! Detto questo, concludo, non con una posizione più difficile, più dura di quella che ho paventato stamattina, ma con le stesse aperture; ripeto: con le stesse aperture. Invece di dire "poi si vedrà", invece di fare le riunioni dei Gruppi di maggioranza per riferirci che poi si vedrà, provate a farci una volta una proposta che si veda subito, perché le proposte del "poi si vedrà" saranno difficilmente attuabili in questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo alla votazione degli ordini del giorno.
Indìco dapprima in votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 685, a firma dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea, Moro e Simonetti, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte appreso che l'Assessore regionale all'Economia Montana, Roberto Vaglio prevenendo l'azione del Magistrato, è comparso spontaneamente dinanzi all'Autorità Giudiziaria, nell'ambito dell'inchiesta aperta a suo carico ed inerente la procedura seguita per realizzare la partecipazione della Regione Piemonte alla rassegna espositiva denominata Showmont '97 nella necessità di reperire un giusto equilibrio tra la garanzia costituzionale di presunzione d'innocenza fino a prova contraria e correttezza morale dei comportamenti di chi è stato investito dell'onere di concorrere alla migliore gestione del governo regionale tenuto conto della considerazione che gli ex Assessori regionali Matteo Viglietta e Antonello Angeleri rassegnarono immediatamente le dimissioni all'atto dell'apertura di un'azione investigativa nei loro confronti esprime fiducia ed attenzione verso il lavoro della Magistratura a tutela dell'interesse generale al rispetto della legalità nonché ad un'azione amministrativa imparziale ed ispirata unicamente al principio di buon andamento della pubblica gestione invita l'Assessore Roberto Vaglio, in coerenza con quanto compiuto dai propri colleghi di Giunta, a rassegnare le dimissioni dall'incarico, in attesa delle decisioni dell'Autorità Giudiziaria".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 56 votanti 55 hanno risposto SI' 24 Consiglieri hanno risposto NO 31 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'ordine del giorno n. 685 è respinto.
Indìco ora la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'ordine del giorno n. 686 presentato dai Consiglieri Saitta, Spagnuolo Riba, Montabone, Rosso e Chiezzi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerata la gravissima vicenda dell'assunzione della difesa legale dell'Assessore Vaglio da parte del Vicepresidente della Giunta regionale avvocato Gaetano Majorino vista l'assoluta incompatibilità politica di tale posizione, anche in relazione all'eventuale corresponsabilità dello stesso Vicepresidente della Giunta regionale e Assessore al legale di quanto commesso da un esponente della Giunta regionale chiede le immediate dimissioni del Presidente della Giunta regionale, del Vicepresidente e dell'Assessore Vaglio, in quanto non ha informato la Giunta e il Consiglio dell'atto giudiziario che lo ha coinvolto".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 57 votanti 56 hanno risposto SI' 24 Consiglieri hanno risposto NO 32 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'ordine del giorno n. 686 è respinto.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Art. 14 Statuto, art. 4 Regolamento Interno - Adempimenti conseguenti alla scadenza del mandato dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al secondo punto all'o.d.g. che prevede il proseguimento degli adempimenti conseguenti alla scadenza del mandato dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 14 dello Statuto e dell'art. 4 del Regolamento interno.
Dobbiamo procedere all'elezione dei due Vicepresidenti che devono essere votati a scrutinio segreto; ciascun Consigliere, ai sensi dell'ottavo comma dell'art. 4 del Regolamento, può votare un solo nome.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Non essendo ancora in corso la votazione, ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, spero ben che non siamo ancora in votazione, perch proprio non possiamo esserci, nel senso che sulla base del lavoro che è stato svolto da tutti i Capigruppo, dalla scorsa settimana fino ad oggi, si deduce che dopo l'ultima proposta del Capogruppo di Forza Italia siamo fermi, nel senso che l'ultima proposta dichiara una disponibilità a riconsiderare la proposta del mattino. Questa "riconsiderazione" è stata enunciata: venga illustrata e portata a conseguenze intelleggibili da parte di tutto il Consiglio, perché non è mai stato messo in discussione il fatto che occorresse, prima della votazione, avere un quadro delle intenzioni politiche sulla gestione istituzionale del Consiglio, e non si pu separare, Presidente, la gestione istituzionale del Consiglio in due corni.
Il Consiglio ha le sue strutture, una struttura governa atti materiali di vita (luce, bollette, lavori, personale) e l'altra, la struttura delle Commissioni, governa gli atti legislativi e deliberativi; ma è una sola la struttura che governa il Consiglio, in vari momenti e in vari aspetti.
Non è mai stata contestata, da parte della maggioranza, l'opportunità e la necessità di fornire a tutta l'aula un quadro delle intenzioni di maggioranza, fornito il quale si può passare ai voti.
Dato che questo quadro non c'era la settimana scorsa, non c'è stato venerdì, c'è stato stamattina ma è stato contraddetto pochissimi minuti fa io chiedo che si ripristini una chiarezza. Se quella di stamani è la vostra decisione, venga ripetuta in quest'aula, Gallarini.
Non c'è una contestazione da parte del mio gruppo. Venga ripetuto che il quadro è il seguente: le minoranze sulla base delle votazioni saranno garantite nell'Ufficio di Presidenza, vedano poi le minoranze come, la maggioranza invece ritiene che le Commissioni siano di responsabilità di colleghi della maggioranza.
Per quanto riguarda il mio gruppo basta questo per passare ai voti, ma se questo non c'è e non c'è stato, e non vorrei che si cambiasse idea per la terza volta, Presidente, allora attendiamo questo elemento di chiarezza di onestà, di civiltà nei rapporti.
Questa riconsiderazione, Gallarini, quando avviene? Avviene tra l'elezione dell'Ufficio di Presidenza e l'elezione delle Commissioni avremo di nuovo un intervallo lungo quanto una trattativa tra l'elezione dell'Ufficio di Presidenza e l'elezione delle Commissioni oppure questo intervallo travalica l'elezione delle Commissione di maggioranza per andare a dopo il bilancio? A parte la cosa stupefacente che ormai siamo a una tale labilità dell'azione di governo per cui invece di fare prima le Giunte e poi le Giunte fare i bilanci, la nuova scoperta è che prima si fanno i bilanci e poi si fanno le Giunte. Quindi c'è un'inversione dei termini del problema che è veramente preoccupante.
Comunque la novità introdotta in quest'aula dal Presidente Gallarini è una novità di cui occorre assolutamente tenere conto.
In ogni caso, Presidente, aspetto lumi dalla maggioranza: io chiedo anche se non ci sono risposte di alcun tipo, una breve sospensione del Consiglio per riflettere su questi avvenimenti, ma spero di non doverla chiedere e di trovare risposte esaurienti da parte della maggioranza stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie Presidente. Io avevo capito che noi eravamo passati ad affrontare il punto due all'ordine del giorno, quindi interpreto quella del collega Chiezzi, semmai, come una questione pregiudiziale, o sospensiva del Consiglio.
Questo per avere un'idea dei tempi di lavoro del nostro Consiglio altrimenti ci troveremmo di fronte alla solita maglia Bernarda interpretativa, per cui tutti intervengono.
Noi la interpretiamo come questione pregiudiziale, ovviamente siamo contrari e qualora la questione fosse sospensiva saremmo contrari anche alla sospensiva; a termini di Regolamento chiediamo che si proceda in un intervento per gruppo semmai su questa questione, se è una pregiudiziale diversamente non può essere altro, ma non ci sono state proposte in tal senso, che una partecipazione al dibattito sull'elezione dell'Ufficio di Presidenza. Però io credo che da questo punto di vista un'interpretazione vada data, perché troppe volte in questo Consiglio grazie all'abilità di alcuni colleghi, tra cui il principe è il collega Chiezzi, ci siamo trovati un po' in difficoltà sulla scaletta dei nostri lavori.
Prima chiederei l'interpretazione, poi vorrei fare l'intervento.



PRESIDENTE

L'art. 63 parla di una questione pregiudiziale quando un determinato argomento non debba discutersi. Mi pare che questo non sia stato l'oggetto della richiesta, oppure che la discussione debba rinviarsi.
Leggiamo il Regolamento "devono essere proposte prima che abbia inizio la discussione", per cui il momento temporale scelto dal Consigliere Chiezzi è certamente appropriato.



CHIEZZI Giuseppe

Se c'è qualcuno che ha introdotto una questione sospensiva è Gallarini non è Chiezzi.



PRESIDENTE

Lei ha posto temporalmente in maniera giusta il problema, al di là che sia una pregiudiziale o una sospensiva.
Il secondo punto dice: "Tutte le questioni hanno carattere incidentale la discussione non può proseguire prima che il Consiglio si sia pronunciato su di esse. Su tali questioni può parlare soltanto un oratore per ciascun gruppo consiliare": io credo che questa sia una questione incidentale.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Se ho memoria, mi sembra che questa non si possa ascrivere né alle questioni sospensive né incidentali, ma era, mi sembra, un impegno assunto dai colleghi della maggioranza nell'ultima Conferenza dei Capigruppo perché nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, dal punto di vista politico noi avevamo detto che comprendevamo benissimo che la maggioranza non avesse ancora preso una decisione, però abbiamo chiesto che la maggioranza ci comunicasse delle decisioni prima di votare il punto all'ordine del giorno.
Per cui mi rifarei all'impegno che era stato preso, che in parte ha avuto una risposta prima dal collega Gallarini con la logica del "poi si vedrà" sulla quale già ci siamo attestati, ma volevo capire se questa risposta riguardava le questioni precedenti o riguarda - mi pare di capire adesso il tutto.



PRESIDENTE

Mi pare che le questioni siano tutte incidentali, come dice il secondo comma dell'art. 63, il quale ammette che su questa questione che è incidentale, rapportata tematicamente a quanto ha detto Gallarini o a quanto non ha detto Gallarini, potrebbe pronunciarsi un oratore per gruppo.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Mi spiace. Magari qualche collega (inteso come maschi e femmine) si è sentito indispettito, perché ho chiamato "principe" il collega Chiezzi però vorrei dire che...



CHIEZZI Giuseppe

Lei è una regina.



GHIGLIA Agostino

I titoli sono gratis: vi dico tutto quel che volete, non è questo il problema.
Però, abbiate pazienza. C'è un o.d.g.; nel momento in cui si dice che siamo passati al punto 2) dell'o.d.g., le pregiudiziali che voi sollevate Riba - rispetto a quello che diceva il Consigliere Gallarini, vengono a cadere, perché sono relative all'altro punto all'o.d.g.
A mio parere, questa interpretazione sarebbe assolutamente forzata. Di conseguenza, ritengo che queste debbano essere o pregiudiziali o sospensive; che, a termini di Regolamento, se ne esiste più di una, vadano raccolte e che vi debba essere un solo intervento per Gruppo, signor Presidente.
Su questo, mi permetto di insistere.



PRESIDENTE

Vorrei dire solamente che il Consigliere Chiezzi ha posto la questione correttamente, dal punto di vista temporale, perché il Regolamento dice che la questione pregiudiziale (cioè il fatto che un dato argomento non debba discutersi) deve essere proposta prima dell'inizio della discussione, per cui è ineccepibile.
Sia la pregiudiziale che la sospensiva, assumono comunque un carattere incidentale e debbono essere discusse dai Gruppi con un solo oratore per Gruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per una mozione d'ordine, perché il mio Gruppo ha quasi sempre - tolto forse un paio di volte - partecipato alla Conferenza dei Capigruppo. In più riunioni della Conferenza dei Capigruppo abbiamo, di comune accordo, concordato un percorso: di comune accordo, incidentalmente o meno, ma di comune accordo. Questo percorso, sulla base dell'ultimo intervento del Presidente Gallarini, risulta non concluso.
Allora, poiché credo nella serietà del lavoro che abbiamo svolto all'interno della Conferenza dei Capigruppo, io chiedo - mozione d'ordine che si proceda ad una convocazione della Conferenza dei Capigruppo, in modo da riannodare il filo che là avevamo tenuto insieme, tutti quanti. Se ci sono dei cambiamenti, si faccia la seduta dei Capigruppo e vediamo un po' di dipanare questa matassa.
Quindi chiedo formalmente la convocazione dei Capigruppo. Grazie.



GHIGLIA Agostino

Eh no, Presidente! Mi spiace, ma in questo momento io sto contravvenendo al Regolamento, perché o il Consigliere Chiezzi, come lei ha riconosciuto, prima ha posto una questione pregiudiziale o sospensiva oppure ha posto una mozione d'ordine, rispetto alla quale mi devo richiamare all'art. 59 del Regolamento sulle disposizioni generali, nel quale si prevede che un oratore può intervenire una volta sola.
Il Consigliere Chiezzi non può intervenire una volta sulla questione pregiudiziale, vedendo se va; poi, allora, la questione viene interpretata come pregiudiziale, per cui interviene di nuovo per chiedere una mozione d'ordine: in questo modo, andiamo a violare tutta la regolamentazione dei dibattiti, e generali e particolari.



PRESIDENTE

Però, Consigliere Ghiglia, "tranne che per un richiamo al Regolamento".
Il Consigliere Chiezzi l'ha fatto, il richiamo al Regolamento.



GHIGLIA Agostino

Quale richiamo al Regolamento ha fatto?



PRESIDENTE

Sì, perché l'art. 11, ad esempio, dice che la Conferenza dei Capigruppo può essere convocata ogni qual volta lo richieda il Presidente della Giunta o il Presidente di un Gruppo consiliare.



GHIGLIA Agostino

Chiedo scusa, Presidente, allora le faccio una domanda io. Visto che questa può essere considerata come una questione - anche questa! pregiudiziale o sospensiva del dibattito in corso, chiedo che ricada nella disposizione generale, per cui più pregiudiziali o più sospensive vengano riunite in una sola discussione con un solo intervento per Gruppo.



PRESIDENTE

Va bene. Sulla questione sospensiva Chiezzi (non si può chiamare pregiudiziale), che si rapporta anche come articolazione della sua proposta ad una Conferenza dei Capigruppo, si apre una discussione alla quale pu partecipare un Consigliere per Gruppo.



CAVALIERE Pasquale

Quanti minuti si può intervenire?



PRESIDENTE

Non deve parlare dieci minuti: cinque minuti. Gli interventi di carattere incidentale o pregiudiziale sono temporalizzati in cinque minuti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Io non sono un profondo conoscitore del Regolamento, perché il Regolamento lo si deve verificare di volta in volta.
A me sembra che il Consigliere Chiezzi abbia chiesto non so se una sospensiva od una sospensione, ma ha chiesto di sospendere un attimo il Consiglio, affinché i Gruppi di minoranza potessero fare delle riflessioni dopo le comunicazioni che sono intervenute prima, quelle che dicevano "poi si vedrà"...



(Commenti in aula)



MONTABONE Renato

Beh, se non l'ha chiesto lui, lo chiedo io.
Perché? Per potersi organizzare e verificare quali possono essere i comportamenti il più possibile utili ai lavori dell'assemblea.
Di fronte ad una richiesta come questa - che non so se è la medesima del Consigliere Chiezzi, perché non l'ho capita bene - chiedo alla maggioranza di accedervi. Perché se si pensa di recuperare il tempo rispetto ad un muro di questo tipo, poi magari il tempo lo si perde dopo sul dibattito, perché, a quel punto, ogni Consigliere ha diritto di accedere al dibattito sui singoli argomenti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

E' stata richiesta una sospensione. Facciamo dieci minuti, un quarto d'ora al massimo. Alle ore 18.30 riprenderà il Consiglio.



CHIEZZI Giuseppe

Chiediamo la stessa elasticità consentita alla maggioranza.



PRESIDENTE

Venti minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 18.15 riprende alle ore 19.10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Innanzitutto ringrazio il Presidente e i colleghi per aver concesso la sospensione dei lavori; si è protratta più a lungo del previsto, ma succede spesso in queste ultime sedute di Consiglio.
Prendo atto che, da parte del collega Gallarini, è stato detto, e confermato, che per quanto riguarda l'intero assetto istituzionale vi è l'intendimento, da un lato di procedere subito all'Elezione dell'Ufficio di Presidenza, dall'altro di ricercare una riconsiderazione per quanto riguarda le decisioni sulle Commissioni per giungere a determinazioni di altro tipo rispetto a stamani.
Di fronte a questa proposta, come Gruppo confermo la contrarietà a non avere un quadro istituzionale preciso. In questo modo non si consente ai Gruppi di minoranza di capire se si possono assumere responsabilità all'interno dell'intero quadro; sfogliando la margherita siamo costretti a perdere una visione di insieme e, come Gruppo di minoranza e come Gruppo di Rifondazione comunista, perdiamo la possibilità di studiare una nostra prospettiva di impegno, anche solo attraverso il voto. Su questa posizione siamo rimasti soli, perché anche all'interno della minoranza non abbiamo trovato una disponibilità a richiedere alla maggioranza una coerenza di comportamenti che noi manteniamo.
Per quanto riguarda l'elezione dell'Ufficio di Presidenza le osservazioni che avanza a nome del Gruppo di Rifondazione comunista sono le seguenti. Voi avete visto, colleghe, l'impegno modesto, ma volenteroso che abbiamo sviluppato in questi due anni e mezzo con tre Consiglieri di recentissima nomina e con nessuna esperienza amministrativa. Avete visto come abbiamo cercato in questi due anni, tutti insieme, di dare contributi di crescere, di polemizzare, anche quando è stato necessario, cercando sempre di avere un'onestà intellettuale di fondo. Nessuno di voi, penso possa accusarci di dire fuori dall'aula cose diverse da quelle dette in Consiglio regionale.
Quindi un'opposizione netta, dura, frontale, non laterale. Anche quelle poche volte che ci siamo recati dalla Magistratura - il Consigliere Ghiglia lo ha fatto molto di più - lo abbiamo sempre detto prima all'aula; non so se il Consigliere Ghiglia in Comune abbia sempre tenuto lo stesso comportamento. Questo per illustrarvi il comportamento del nostro Gruppo.
E' stato anche un Gruppo fisicamente presente e non silente.
Pertanto, finiti i primi trenta mesi nei quali l'elezione dell'Ufficio di Presidenza ha avuto l'esito che sapete, noi sottoponiamo all'attenzione dell'aula il lavoro svolto dal nostro Gruppo. Proponiamo all'aula un ragionamento osservante dello spirito statutario regolamentare che sottintende al rinnovo, dopo trenta mesi, di tutto l'Ufficio di Presidenza la volontà e la possibilità e la giustezza di dare, attraverso una rotazione degli incarichi nell'Ufficio di Presidenza, il massimo possibile di rappresentanza dei Gruppi nell'arco dell'intera legislatura. La legislatura è stata sdoppiata in due, anche perché avendo un Ufficio di Presidenza ristretto ed essendo i Gruppi più numerosi, si è voluto dare la possibilità all'aula, con la rotazione, di avere nell'arco dell'intera legislatura il più possibile una rappresentanza ampia.
Sulla base di queste considerazioni, è indubitabile che il principio di rotazione dovrebbe prevedere a questo punto un avvicendamento nell'Ufficio di Presidenza, sulla base soprattutto della consistenza numerica e, se è possibile, anche di attività e politica. Non vi è dubbio che tra i Gruppi che potrebbero - non perché lo richiedono, ma per obiettività istituzionale assumere in questa seconda tornata un incarico nell'Ufficio di Presidenza rientra il nostro Gruppo. Rientra, in modo quasi naturale, non dovrebbe essere oggetto nemmeno di discussione. In altre Regioni la nomina dell'Ufficio di Presidenza non è neppure oggetto di discussione perché si accede sulla base della consistenza dei Gruppi.
Quindi, questo elemento di pari dignità politica dei Gruppi, pari dignità numerica dei Gruppi, pari possibilità di assumere un ruolo di servizio è stato alla base della posizione del nostro Gruppo, sia in aula ufficialmente, sia singolarmente, con molti di voi, sia nell'ambito della minoranza.
Ci dispiace dover osservare che non sarà la logica istituzionale a muovere gran parte della minoranza, soprattutto dell'Ulivo in senso stretto. Quest'ultimo, viceversa, ripropone per i trenta mesi che ci aspettano gli stessi Consiglieri eletti per la prima parte della legislatura. Questo, a giudizio del nostro Gruppo, non si richiama ad alcuna correttezza e logica istituzionale; ce ne dispiace molto, perché in modo obiettivo, e anche al di là delle intenzioni o delle parole che su fatti come questi contano poco, si realizza una discriminazione istituzionale nei confronti di Rifondazione Comunista che ci preoccupa molto.
Infatti, parlando da stretto punto di vista di parte, è proprio partendo da una discriminazione contro Rifondazione Comunista che la Regione Piemonte ha un governo guidato dal Polo, per una divisione, non voluta da noi, ma decisa da altri. Purtroppo, vedo che questa discriminazione continua anche in occasione del rinnovo dell'Ufficio di Presidenza.
Cari colleghi e colleghe, voteremo un candidato di bandiera Capogruppo o un altro candidato: mi confronterò con il mio Gruppo. Inoltre poiché la logica di occupare poltrone non è quella che ci muove, se, come probabilissimo, il Gruppo di Rifondazione Comunista non potrà accedere all'Ufficio di Presidenza, dichiariamo subito in modo chiaro e netto che non siamo disponibili ad alcun contentino successivo, di qualsiasi ordine e grandezza, nella sua materialità e nel tempo. Il Gruppo di Rifondazione Comunista continuerà il proprio lavoro, ed anche se la maggioranza deciderà di richiedere il contributo delle opposizioni nelle Commissioni, il nostro Gruppo non chiede, non darà, non offrirà e non accetterà alcun incarico di questo tipo. Non abbiamo interesse ad assumere responsabilità; l'abbiamo fatto in Commissione, spero di non aver agito malamente - non era comunque mia intenzione. Non abbiamo questa volontà.
Come Gruppo ritenevamo, in questa seconda parte di tragitto, di poter dare un contributo istituzionale; questo non è stato possibile, per obiettiva discriminazione. Ce ne dispiace, la subiamo, ne siamo vittime, ne prendiamo atto; non pensiamo che si sia trattato, anche dal punto di vista delle minoranze, di un momento di ossequio alle regole istituzionali e ce ne dispiace.
Vi comunicheremo il nome del nostro candidato. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Intervengo soltanto per esprimere e porre come candidatura alla Vicepresidenza del Consiglio il nome della collega Marta Minervini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Intervengo per proporre come candidatura della Vicepresidenza del Consiglio il collega prof. Andrea Foco; anticipo anche la proposta del nominativo che come Ulivo proponiamo all'elezione di ruolo di Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza: il collega Pier Giorgio Peano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Mi sembra di aver fatto capire, nella giornata di oggi, che la Lega come minimo, in questo Consiglio rappresenta un terzo polo, se non addirittura un quarto.
Abbiamo capito ormai da tempo, che ogni tanto ci sono degli agganci istituzionali fra destra e sinistra; tant'è vero che circa un anno fa denunciavo un "inciucio" tra destra e sinistra - e il Presidente Picchioni mi disse che la parola "inciucio" era meglio tenerla fuori da quest'aula e di trovare un sinonimo. Oggi, scopro che il sinonimo più azzeccato è "percorso istituzionale": molto più elegante...! Noto che nonostante le parole del Presidente Ghigo, dure nei confronti della sinistra, il percorso istituzionale verrà comunque tentato. Confermo quanto dico da tanto tempo: non ci interessa la Presidenza di Commissione e quindi non intento alcun tipo di trattativa per percorsi istituzionali.
Come Gruppo voteremo scheda bianca all'elezione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, ma vorrei far presente - ed è appello che rivolgo non alla maggioranza, che giustamente eleggerà i membri che le spettano, ma alla minoranza - che se proprio occorre essere democratici, come da anni mi sento dire in questo Consiglio, sarebbe giusto dare uno spazio anche alla Lega all'interno dell'Ufficio di Presidenza.
Infatti, se è vero che un Presidente di Commissione controlla e imposta i lavori è pur vero che si può fare altrettanto anche senza rivestire la carica di Presidente: tutti i Consiglieri regionali possono partecipare ai lavori di Commissione. Non è così nell'Ufficio di Presidenza: o si è membri o non si può partecipare.
Non mi sembra, questa, l'intenzione dell'Ulivo; voteremo lo stesso il nostro candidato, il collega Claudio Dutto. Dopodiché, auguro a "Marengo e compagni" un buon percorso istituzionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

Per quanto riguarda l'Ufficio di Presidenza, il nostro Gruppo propone i nomi dei colleghi Francesco Toselli e Pier Luigi Gallarini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Come Gruppo di Rifondazione Comunista, come già ribadito dal nostro Capogruppo, ci riteniamo discriminati relativamente all'elezione dei membri dell'Ufficio di Presidenza.
Voteremo alla Vicepresidenza il nostro Capogruppo e per quanto riguarda la carica di Consigliere Segretario, la collega Laura Simonetti.



PRESIDENTE

Le indicazioni sono state date da tutti i Gruppi politici.
Possiamo pertanto procedere all'elezione dei due Vicepresidenti, ai sensi dell'art. 4, comma 8, del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Vi verrà distribuita una scheda bianca sulla quale occorrerà indicare il nome del candidato a Vicepresidente che intendete votare.
Per quanto riguarda invece i Consiglieri segretari, si procederà successivamente, sempre a scrutinio a segreto, alla relativa votazione, ai sensi del comma 9 dell'art. 4 del Regolamento, con una seconda scheda sulla quale ciascun Consigliere può indicare due nominativi e non tre (sempre per la quota riservata alle minoranze).
Si proceda pertanto alla distribuzione delle schede per l'elezione dei Vicepresidenti.



(La Consigliera Segretaria Minervini procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Il risultato della votazione è il seguente: Presenti e votanti 57 Consiglieri Hanno ottenuto voti: Marta Minervini 29 Andrea Foco 19 Pino Chiezzi 6 Schede bianche 2 Scheda nulla 1



PRESIDENTE

Proclamo eletti Vicepresidenti del Consiglio regionale i Consiglieri Marta Minervini ed Andrea Foco, che hanno riportato il maggior numero di voti.
Si proceda alla distribuzione delle schede per l'elezione dei Consiglieri Segretari.



(La Consigliera Segretaria Minervini procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Il risultato della votazione è il seguente: Presenti e votanti 56 Consiglieri Hanno ottenuto voti: Pietro Francesco Toselli 32 Pierluigi Gallarini 31 Piergiorgio Peano 18 Laura Simonetti 7 Claudio Dutto 2



PRESIDENTE

Proclamo eletti Segretari del Consiglio regionale i Consiglieri Pietro Francesco Toselli, Pierluigi Gallarini, Piergiorgio Peano, che hanno riportato il maggior numero di voti.
Prima di chiudere questo mio mandato, desidero ringraziare sentitamente la Segreteria generale, nella persona della signora Rovero; la signora Garabello per l'aula e le Commissioni, gli stenotipisti - sempre così bravi l'Amministrazione, gli uffici tecnici, il servizio della documentazione e della comunicazione, l'Ufficio di Presidenza e la mia Segreteria.
Grazie a voi tutti.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Prego gli esponenti dell'Ufficio di Presidenza neoeletto a prendere posto al banco della Presidenza.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Desidero anzitutto ringraziare i Colleghi che hanno voluto manifestare la loro fiducia nei miei confronti con il loro voto. Mi auguro che il mio mandato darà motivo anche a coloro che oggi non mi hanno votato di sentirsi da me rappresentati correttamente e con onestà.
E questo mi introduce ad una prima considerazione, ovvia se si vuole ma essenziale e fondamentale nel mio ruolo: il Presidente dell'Assemblea come lo intendo io e come ritengo corretto che sia, infatti, è e deve sempre essere il Presidente di tutti, il garante del corretto svolgimento della dialettica politica, il punto di riferimento di maggioranza ed opposizione, il custode dei diritti delle minoranze, l'alfiere di coloro che vedono conculcati i propri legittimi diritti.
Non si tratta di affermazioni che rasentano la semplice petizione di principi universalmente accolti. In un sistema bi-polare come quello che si è venuto affermando nel nostro Paese, assume ruolo ancor più pregnante la tutela e la garanzia per le minoranze, ove non siano tenute nella dovuta considerazione, ove non possano esprimere la propria capacità politica, ove non possano esercitare le funzioni ad esse spettanti.
E la garanzia, Colleghi Consiglieri, deve essere data non solo nel momento ultimo della deliberazione, ma anche in quello ben più importante della formazione del progetto politico. Invero, ho sempre fortemente ritenuto che funzione principe della minoranza sia la proposta politica, il controllo dell'operato della maggioranza, la facoltà di critica (mi auguro sempre costruttiva), la possibilità dunque di proporsi al giudizio dell'elettorato, a fine legislatura, quale forza che ha concorso a controllare e garantire il rispetto delle regole democratiche e partecipative.
Ho voluto esprimere senza mezzi termini il mio pensiero a riguardo della minoranza non per esaltare una non creduta scelta consociativa, ma solo per ribadire e sottolineare l'essenza del bi-polarismo, che ormai non può non pervadere tutti gli organi del nostro paese.
Dirò di più: ho sinora parlato di maggioranza e minoranza, ma in realtà la funzione di garanzia che voglio esercitare concerne non solo i diritti della minoranza intera quale componente essenziale ed ineliminabile di un corretto rapporto democratico, ma anche e soprattutto i diritti del singolo componente di questa Assemblea che, per qualunque motivo, sia pregiudicato nell'esercizio delle sue prerogative.
Introduco dunque il secondo tema del mio proposito, e cioè il rapporto con la maggioranza.
Io ritengo che purtroppo, e qui la colpa è stata mia come degli altri colleghi del Polo ad ogni livello territoriale, l'aggregazione di forze e movimenti politici di centro-destra attraversi una fase di incertezza politica e soprattutto di mancanza di determinazione.
Io credo e voglio dire che la scelta di ricoprire questo ruolo così importante e significativo, non solo di garante e custode dei diritti di tutte le componenti, ma anche di spicco e rilievo politico, non avrebbe compiuto coronamento se non si accompagnasse alla ferma ricerca di sviluppare e perseguire concretamente una forte progettualità che caratterizzi e distingua il nostro sentire.
Noi, ed io in particolare, riteniamo prioritari alcuni punti che dovranno essere perseguiti con determinazione. Questa seconda parte della legislatura dovrà servire per recepirli.
In primo luogo ritengo necessario conferire maggiore funzionalità all'Assemblea ed alle Commissioni consiliari al fine di concorrere nel modo più corretto, trasparente e snello all'assunzione delle determinazioni e dei provvedimenti, nel rispetto di tutte le sue componenti ma anche delle esigenze di governo, come autorevolmente richiamato dal Presidente della Camera dei Deputati on.le Violante, per giungere ad una autentica "democrazia decidente", apportando anche gli opportuni correttivi regolamentari e funzionali.
Non posso non parlare di federalismo. Mi sarei astenuto dal farlo perché sembra di toccare tema che non può esser dimenticato pena venire tacciati come non alla moda. Non è così! Ritengo essenziale e non più prorogabile un intervento deciso ed inequivoco per riconoscere alle Regioni ed agli altri enti locali quella corretta e compiuta autonomia che da tempo le nostre genti ci richiedono.
E' ben vero che nel progetto c.d. di Bicamerale ciò viene contemplato; ma è altrettanto vero che si ignora se e quando la Bicamerale avrà un esito positivo ed in quale misura.
Dobbiamo agire, colleghi Consiglieri, utilizzando al massimo le potenzialità legislative che ci vengono riconosciute per elaborare ed attuare, a piccoli passi ma concreti ed operanti, quel riconoscimento alla nostra esigenza di più accentuata autonomia e diversità.
Non è un brutto "monema" parlare di "piemontesità". I piemontesi sono tutti coloro che nascono e vivono con lealtà nella nostra Regione, operando in essa, amandola e concorrendo alla sua promozione, al suo sviluppo, al suo inserimento nel resto del mondo.
Del resto, se vogliamo fare richiami alle disposizioni normative, basti ricordare il sempre citato principio di sussidiarietà che ci viene rammentato dal Trattato dell'Unione Europea.
E' sempre più impellente e non dilazionabile consentire la partecipazione al massimo livello deliberativo degli organi più vicini prossimi dunque a coloro cui le determinazioni assunte sono rivolte.
Ma non voglio dimenticare un aspetto a me particolarmente caro, e cioè il riguardo che il pubblico deve avere nei confronti delle fasce deboli, di chi è bisognoso, meritevole di attenzione, di cura, di tutela.
Io sono stato personalmente promotore dell'Osservatorio Regionale sull'usura. Mi sono reso conto, e l'esatta percezione si è formata nel tempo, che si tratta di fenomeno devastante. Chi ha responsabilità pubbliche non può restare indifferente alla domanda di soccorso che si leva da coloro che sono coinvolti in tali tristi vicende.
Ma le parti deboli, bisognose di protezione sono purtroppo tante ed in tutti i settori: da chi assume sostanze stupefacenti a chi è dedito all'alcoolismo, da chi non riesce a trovare un onesto lavoro a chi proviene da altri Paesi intendendo vivere nel rispetto delle nostre leggi, a chi è emarginato e solo per motivi di età, di ceto, di razza.
Ecco, io ritengo che la nostra Regione non possa legittimamente rifiutarsi di affrontare questi problemi, perché l'intervento pubblico è fonte di solidarietà e di amore per il nostro territorio e per chi vi abita.
La posizione che mi avete chiamato a ricoprire dunque mi appare dalle molteplici sfaccettature, tutte egualmente meritevoli di mia personale ed assidua attenzione.
Non voglio e non posso però dimenticare la forte connotazione politica che comunque riveste il mio ruolo, pur nella salvaguardia, ripeto, dei diritti di tutti i Consiglieri.
E così ritengo che anche da questa posizione lo schieramento democratico cui appartengo debba esprimere con forza, determinazione e dignità i propri progetti politici, la propria filosofia, la propria visione del mondo, cercando di realizzare i propri programmi.
Noi tutti siamo chiamati ad una grande funzione che è quella di migliorare la nostra Regione.
Ebbene, noi dobbiamo indicare - con umiltà - ma nello stesso tempo con ferma determinazione - la visione del Piemonte che abbiamo, dobbiamo passare dal mondo fantastico di Borges o Bioy Casares a quello concreto del legislatore che ha a cuore la cosa pubblica e vive con sereno partecipato attaccamento alla propria Regione.
Questo impulso io voglio dare con l'aiuto di voi tutti.
Non posso in questo momento non ringraziare, per tutto quanto ha saputo svolgere il collega Presidente Picchioni e gli amici dell'Ufficio di Presidenza, con i quali ho trascorso due anni e mezzo di lavoro assai proficuo per la nostra Regione.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Secondo le intese assunte in sede di Conferenza dei Capigruppo, il Consiglio regionale è convocato per i giorni 10 e 11 feb braio 1998. L'o.d.g. verrà puntualizzato nella seduta dei Capigruppo di lunedì 9 febbraio, alle ore 12.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 21.00)



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