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Dettaglio seduta n.207 del 27/01/98 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benso e Farassino.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Comunicazione del Vicepresidente della Giunta regionale Majorino sulla questione Showmont e remissione delle proprie deleghe al Presidente della Giunta regionale Ghigo


PRESIDENTE

Era stata richiesta una sospensione da parte del Consigliere Racchelli appoggiata dal Capogruppo Gallarini; riprendiamo i nostri lavori sulla base dei risultati di questa sospensione.
Chi prende la parola? Prego, Vicepresidente Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Colleghi, ho da fare una dichiarazione molto telegrafica. Premesso che la mia presenza ieri davanti al Pubblico Ministero ad audiendum verbum di quanto ha detto l'Assessore Vaglio, spontaneamente presentatosi, era solamente stata dettata dalla solidarietà nei confronti del collega di Giunta e non altro e che l'iniziativa è stata mia personale - ribadisco senza aver informato né il Presidente né gli altri colleghi di Giunta nella situazione che peraltro si è creata e che è stata indubbiamente drammatizzata, ai fini di sbloccarla, metto a disposizione del Presidente Ghigo le deleghe che mi sono state conferite nel corso di questi due anni e mezzo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In relazione alle dichiarazioni testé sostenute dal Consigliere Majorino prendo atto della sua determinazione e comunicherò nei tempi più immediati possibili, anche in relazione alla necessità di una riunione di Giunta, le mie decisioni in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, credo che per questa istituzione la situazione sia molto più grave di quanto consapevolmente o inconsapevolmente il Presidente, il Vicepresidente e l'Assessore Vaglio ci vogliano far intendere.
Le argomentazioni, così come accennavo prima dell'interruzione, usate dal Vicepresidente, Assessore al legale, Majorino, per giustificare la sua presenza davanti al Procuratore della Repubblica con l'Assessore Vaglio nella mattinata di ieri, sono ben più gravi nelle proprie intrinseche argomentazioni di quel che apparivano.
Io non credo che qualunque avvocato, perché iscritto all'Ordine degli Avvocati, possa entrare in una stanza dove una persona, in qualità di teste, viene in quel momento ascoltata da un Procuratore.
Non basta, credo, essere iscritti all'Ordine degli Avvocati per dire che tutti possono assistere; si può assistere, per quel che ne so, nella misura in cui questa iscrizione all'Ordine degli Avvocati si collega ad una relazione precisa con una persona da difendere. Del resto, l'avvocato Majorino ha anche detto che era nella funzione non parlante di chi appunto, deve dare i calci al predetto per segnalargli quando stare zitto e quando parlare.
Vorrei sapere quanti calci ha dato ieri mattina...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Mi sono permesso di fare dell'ironia per sdrammatizzare.



CAVALIERE Pasquale

L'ha usato lei questo termine, non io, Assessore.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Prova a chiedere al dottoressa Gabetta dove era seduto l'Assessore Majorino: avrebbe dovuto avere le gambe lunghe quattro metri!



CAVALIERE Pasquale

Io non c'ero, lo sapete voi.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

No, ne sapete più voi di noi!



CAVALIERE Pasquale

Dicevo, vorrei sapere, Vicepresidente Majorino, quanti calci ha dato all'Assessore Vaglio per invitarlo ad un atteggiamento piuttosto che ad un altro.
E' grave, Assessore, perché lei aveva la possibilità, come credo tutti noi di esprimere la solidarietà al suo collega di Giunta nei tanti modi in cui lo si può fare (o in cui ognuno di noi può non esprimere la solidarietà al collega di Giunta).
Nella fattispecie, lei ha usato la sua funzione politica di Vicepresidente della Giunta regionale, quindi il vertice della Giunta regionale, che assumendosi la difesa fattiva, formale o non formale, garantisce i comportamenti dell'Assessore. Questo lo si può fare politicamente in quest'aula, come ha fatto il Presidente Ghigo assegnando ai funzionari morti tutta la responsabilità, come ha continuato a fare l'Assessore Vaglio ancora l'altro ieri nelle sue dichiarazioni stampa, anche se sono morti venti giorni dopo i fatti; lo può fare in quest'aula come difesa politica tecnica, istituzionale del comportamento di un suo collega di Giunta, di un suo Assessore, non credo sia lecito usare la carica che ricopre per indubbiamente interferire, indubbiamente e psicologicamente interferire in altre funzioni! Questo è quello che appare da ciò che ci ha detto l'Assessore, non da supposizioni giornalistiche. L'Assessore Vicepresidente era già stato uso ad essere incaricato dal Presidente della Giunta regionale a tenere rapporti con la Procura della Repubblica di Torino... Perché l'ha detto il Presidente Ghigo, nei ragionamenti passati, quando parlammo delle questioni Turismo-Angeleri: aveva incaricato il Vicepresidente Majorino di conoscere quale era lo stato della situazione, se cioè vi era un'inchiesta aperta, se non c'era, quali potevano essere le probabili o non probabili imputazioni riferite a quel caso.
Quindi ci troviamo di fronte a una continuazione di atteggiamento, di incarico; questi sono fatti che sono stati detti in quest'aula, ma separati hanno una loro dimensione, assieme hanno una dimensione, un'entità e una gravità del tutto diversa.
Presidente, lei come al solito non ne sapeva niente? Quante sono le cose che non sa? (mi domando a questo punto). Mi domando anche se sono più le cose di questa Giunta che conosce o più quelle che non conosce, perché i fatti più importanti o più gravi che sono avvenuti non erano a conoscenza del Presidente Ghigo, raccogliendo tutte le non conoscenze e mettendole l'una dietro l'altra.
Ma, allora, mi consenta questa facile constatazione: cosa ci sta a fare? Lei serve a dare qualche medaglia in giro, a fare qualche discorso, a dare qualche coppa, a fare qualche fotografia, a rilasciare qualche intervista o a presiedere il massimo organo di governo della Regione, che consiste nell'esprimere quotidiane azioni di governo nell'organo collettivo della Giunta? Credo sia questa la funzione principale; poi c'è anche il dare le coppe fare le inaugurazioni, ecc., ma credo sia questa la preminente azione cui lei è deputato.
E ancora, l'ultima considerazione. Penso che lei ne fosse a conoscenza perché dal racconto del Vicepresidente Majorino si è capito: "Cosa dici, ti accompagno io, non ti accompagno io?". "Beh, sì, accompagnami tu, così sono più tranquillo".
A questo racconto possiamo credere o non credere; diventa irrilevante il credere o il non credere rispetto al fatto fondamentale che adesso, con questo episodio, è chiaro che ci troviamo di fronte ad un evidente vilipendio delle istituzioni.
Lei, Presidente Ghigo, la sua Giunta sta vilipendendo questa istituzione continuamente, ed è ora che lei ci dia una risposta più convincente.
Se esiste veramente la sua buona fede, l'unica risposta convincente sarebbero le sue dimissioni. Lei non le dà e quindi non è in buona fede Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ho potuto anch'io riflettere, in queste ore di sospensione, sulle affermazioni fatte dal Vicepresidente Majorino e, or ora, ho ascoltato l'ulteriore illustrazione del comportamento dello stesso da se stesso illustrata, e della decisione di rimettere le deleghe al Presidente Ghigo.
Desidero osservare alcune cose.
Veniamo a sapere che due Assessori, anzi un Assessore e un Vicepresidente hanno concordato, nella giornata di venerdì scorso, la possibilità di unire le loro vicende di carattere personale davanti ad un colloquio con un Magistrato che sta indagando su una certa questione che, per ora, riguarda uno dei due Assessori.
Hanno concordato un atto da entrambi voluto, nel senso che c'è chi ha proposto - l'Assessore Majorino - e c'è chi ha accettato, perch l'Assessore Vaglio, se voleva difendere la propria autonomia di cittadino di fronte all'organo istituzionale della Magistratura, poteva benissimo accorgersi di questo grave fatto, di questa evidente inopportunità ed andare dal Magistrato con il proprio avvocato.
La prima questione che vorrei osservare è che non si possono oggettivamente scindere le due situazioni: quella dell'Assessore Vaglio e quella dell'Assessore Majorino. Perché se l'Assessore Majorino riconosce, come ha fatto un attimo fa, di avere, sia pure in buona fede, mosso da sentimenti rispettabili di solidarietà, compiuto un atto che lo porta a rimettere le deleghe al Presidente, non vi è dubbio che altrettanto dovrebbe fare l'Assessore Vaglio, che di quell'atto è maggiormente responsabile.
L'Assessore Majorino, sul piano personale ed umano può avere tutte le attenuanti derivanti da un moto di solidarietà verso una persona, mentre l'Assessore Vaglio, accettando come avvocato difensore anche l'avvocato Majorino, non ha di sicuro compiuto alcun atto di solidarietà, se non un atto inteso come ulteriore tutela della propria posizione.
Se il Vicepresidente Majorino riconosce questo come un atto lesivo di un corretto comportamento politico, morale ed istituzionale, io mi rivolgo al Presidente Ghigo, che penso non sia soltanto il cestino nel quale consegnare le decisioni affinché poi decida; mi rivolgo al Presidente Ghigo per chiedergli se non ritenga di garantire ai componenti della propria Giunta pari dignità e pari opportunità.
Se l'atto è tale da provocare la rinuncia alle deleghe da parte dell'Assessore, dato che l'atto è stato fatto a favore di un altro Assessore, che l'ha accettato, ed entrambi sono andati di fronte al Magistrato, par conditio, pari dignità e pari opportunità vorrebbero che i due Assessori rimettessero le deleghe. E se un Assessore generoso - come è stato il Vicepresidente Majorino - le ha rese spontaneamente, dopo aver con generosità fornito un aiuto che non doveva dare, anche un Assessore non altrettanto generoso dovrebbe essere condotto ad eguale comportamento.
Poi, riguardo ad entrambi, dico che la presenza dell'Assessore Majorino all'interrogatorio è senz'altro la presenza di un avvocato della persona indagata, non di un avvocato del Foro di Torino, perché non penso che un avvocato del Foro di Torino possa passare le proprie giornate entrando in uffici in cui un Pubblico Ministero interroga un cittadino difeso da un altro avvocato. Non me ne intendo molto, ma mi sembra che questo non sia possibile.
E' indubitabile che l'avvocato Majorino si trovava in quel luogo in quanto avvocato dell'Assessore Vaglio, e questo è l'elemento amministrativo burocratico. Pensiamo, però, un attimo a questo fatto: la rilevanza oggettiva della presenza dell'avvocato Majorino attiene di più al ruolo di Gaetano Majorino, cittadino di professione avvocato, o la rilevanza oggettiva del ruolo di Gaetano Majorino è, in quella circostanza, di essere il Vicepresidente della Giunta regionale? Se ragioniamo su questo, colleghi, penso diventi difficile per ciascuno di noi pensare che aveva una oggettiva preminenza e rilevanza il fatto che il Vicepresidente Majorino fosse un avvocato. Invece, sembra molto più plausibile e quasi oggettivo che in quella sede vi fosse, sì l'Assessore Majorino, ma soprattutto il Vicepresidente della Giunta regionale. Anche perché l'Assessore Vaglio l'avvocato ce l'aveva.
Non si capisce nemmeno perché, in una fase ancora istruttoria improvvisamente l'Assessore Vaglio debba scegliere due avvocati, anzich uno solo, e soprattutto scegliere uno dei due che è anche Vicepresidente della Giunta.
Questo è un altro elemento di forte disturbo di tale situazione, perché ci troviamo di fronte alla predominanza di una figura istituzionale che sta esercendo un potere specifico, anche potenzialmente conflittuale con quello dell'Assessore Vaglio, e svolgendo, dimenticando tutto ciò, un semplice ruolo di difesa di un cittadino indagato.
E' un fatto grave, questo, Assessore Majorino; è un fatto molto grave.
Senza parlare dell'intersezione dei due interessi privati: l'interesse che lega l'Assessore Vaglio e l'Assessore Majorino nel momento in cui stipulano incarichi di difesa. Tali incarichi hanno rilevanza obiettiva; sono regolati e controllati dall'Ordine professionale; legano economicamente due soggetti per una vicenda che è sì personale - gli imputati, gli indagati hanno sempre rilevanza personale - ma, nel momento in cui l'Assessore Majorino si presenta come difensore, non è più del tutto personale, perch l'Assessore Majorino, come componente della Giunta, ha partecipato a decisioni collegiali che ineriscono all'Assessore Vaglio e alla sua difesa.
Avendo l'Assessore Majorino assunto la difesa dell'Assessore Vaglio, tutto si intreccia e si complica.
Questo è un problema di tutela di tutti, maggioranza e minoranza; qui non c'è più una distinzione: l'hanno chiesto tutti, quest'aula ha chiesto chiarezza.
Il Vicepresidente Majorino, correttamente, si è alzato e ha preso le proprie decisioni.
Presidente Ghigo, faccia chiarezza per quest'aula. Lei stesso ha detto: "Di fronte a questa decisione devo riflettere, devo riunire la Giunta".
Bene, per quanto riguarda il mio Gruppo, prego il Presidente Ghigo di svolgere il lavoro che ci ha annunciato, di farlo al più presto, di farlo quando crede, anche oggi stesso, di liberare quest'aula da una situazione di grave impaccio ed imbarazzo.
Chiedo quindi, sempre a nome del mio Gruppo, che prima di proseguire ad alcun altro affare inerente alla nostra vita organizzata del Consiglio e dell'aula consiliare, ci sia da parte del Presidente Ghigo un'illustrazione delle proprie decisioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Indubbiamente, questa mattina siamo intervenuti in quest'aula "a caldo" (come si suol dire) e abbiamo cercato, anche con un po' non dico veemenza di toni ma comunque con un po' di toni accesi, di mettere in assoluta evidenza l'incongruità politica e professionale di questa vicenda, così come ci era stata presentata, dai giornali prima di tutto.
Adesso non siamo più a caldo e quindi abbiamo avuto un momentino di tempo per riflettere su quanto è accaduto e anche per ragionare sulle dichiarazioni rese dal Vicepresidente della Giunta Majorino, rispetto al quale il nostro Gruppo vuole esprimere direttamente comprensione umana, e desidero sottolineare questo passaggio.
Tuttavia, al di là di questo, abbiamo delle profondissime preoccupazioni di carattere politico. Perché? Per due ordini di ragioni.
Prima di tutto, ci permettiamo di dire che non ci convince la ricostruzione della vicenda. Intanto per una ragione politica generale, cioè in fondo il Consigliere Majorino, dal punto di vista politico, aveva anche un riferimento. Quando ha raccontato l'accaduto, a me è venuto immediatamente in mente il comportamento dell'on. La Russa nel caso Previti, quindi a mio parere c'era un punto di riferimento abbastanza ineccepibile dal punto di vista politico.
Ma ciò che non ci convince di questa maggioranza è che un Vicepresidente di Giunta regionale, anche avveduto come è sempre stato l'avvocato Majorino accompagni un Assessore indagato e che il Presidente della Giunta non ne sappia niente.
Ci chiediamo, io mi sono chiesta, il nostro Gruppo si è chiesto: "Ma in questa Giunta, di che cosa vi parlate?". Perché se non vi parlate quando un Assessore è indagato, rispetto ad una vicenda peraltro amplissimamente annunciata; se non vi dite che il Vicepresidente della Giunta regionale uno dei vertici, esponente di punta di una componente significativa di questa maggioranza, decide di accompagnare da un Magistrato un Assessore (per che cosa? Per fare l'avvocato? Forse no, ma certamente per fare il Vicepresidente della Giunta regionale)...
Nel senso che, lì, cosa è successo? Che la Giunta regionale del Piemonte è andata a sentire "come va".
Io mi sono chiesta anche un'altra cosa, e me la chiedo per maggioranza ed opposizione: ma che figura fa questa Regione Piemonte? Cioè, la Regione Piemonte, di per sé, va a sentire dal Magistrato, bussa alla porta, entra si siede e dice: "Io vorrei, come Vicepresidente della Giunta regionale sentire un po' come va questa cosa".
Va per che cosa? A sentire perché? Per influenzare? Per capire? E' legittimo porsi l'interrogativo: per coprire? In questo modo, diamo un'impressione pesantissima, anche come istituzione! E allora ecco perché l'istituzione, a questo punto, non può che fermarsi un momento, riflettere; deve però dare delle risposte, perché non riusciamo a credere che il Presidente della Giunta regionale non sapesse.
Nella storia politica, si sono consumate vicende complesse anche nel passato; anche nel passato, dovendole valutare, ci si diceva: "Se sapeva, è gravissimo; se non sapeva, è altrettanto grave!".
Il fatto che un Presidente di Giunta regionale tranquillamente debba ammettere che non sa che il suo Vicepresidente di Giunta accompagna un Assessore da un Magistrato, per andare a sentire rispetto ad una vicenda di indagine pluri-pluri-pluri preannunciata, è di una gravità politica, ma anche un po' istituzionale, molto pesante.
Anche perché in questi giorni si è parlato molto - voi stessi lo avete fatto - delle varie componenti che concorrono alla formazione di questa maggioranza; si è parlato di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, del Centro, ecc.: ma Forza Italia, Alleanza Nazionale e il Centro, come, quando e con quali forme si parlano delle grandi questioni che avvengono in Giunta e in Piemonte? A questo punto, come vedete, non è più una questione di maggioranza e di opposizione: è una questione di carattere istituzionale, perché è l'immagine della Regione che è stata fortissimamente depauperata.
Ripeto, qui c'è qualche cosa che non va profondamente nella Giunta, che si riverbera sulle istituzioni. Questa è una di quelle rare occasioni - e mi rivolgo ai Capigruppo di maggioranza - nelle quali il non funzionamento politico delle componenti della maggioranza si riverbera pesantemente sull'istituzione, ed è una questione che riguarda tutti.
Per questo motivo non possiamo più accontentarci delle dichiarazioni del Presidente della Giunta, che si alza e dice di prendere atto della situazione, mentre l'Assessore Majorino rimette le deleghe. No, Presidente lei deve dire a quest'aula come intende andare avanti.
E' curioso che il Vicepresidente Majorino, che si muove in una logica che lui stesso ha voluto chiamare di solidarietà, rimetta le deleghe, mentre l'Assessore Vaglio, beneficiario di una situazione incredibile, dal punto di vista del rapporto della Regione Piemonte con la giustizia, se ne stia tranquillamente seduto al suo posto.
Sono questioni che proprio non ci convincono. Anche come persona, non sono mai d'accordo a punire l'elemento più debole, qualsiasi sia il processo e qualsiasi sia la situazione rispetto alla quale dò una valutazione e mi colloco. Pertanto tale disparità di comportamento all'interno della Giunta regionale assolutamente non la comprendo. La questione più grave è che noi non ci muoviamo neanche più nella logica del gioco delle parti tra maggioranza e opposizione, perché è stata screditata l'immagine, il comportamento, la condotta della Regione Piemonte. Non si può andare in un processo o in una situazione nella quale un esponente della Giunta si trova e dire: "Siamo qui per sentire". Sentire per poi fare che cosa? Al di là del gioco delle parti, la nostra preoccupazione è fortissima perché vi è una questione di credibilità istituzionale, rispetto alla quale il Presidente della Giunta deve dare delle risposte che non possono continuare ad essere quelle che già abbiamo sentito: prendere tempo, non mi riguarda, non lo so, sono cose di altri, quindi prendo tempo.
Noi non lo possiamo più consentire, non l'abbiamo consentito prima e diciamo con forza che certamente non lo consentiremo nemmeno in questa circostanza, perché - ripeto - questa circostanza determina un salto di qualità, andando a colpire l'immagine istituzionale di tutti noi in un campo delicatissimo: il rapporto tra la Pubblica Amministrazione e l'amministrazione della giustizia.
Sappiamo quanto delicato sia questo rapporto e quanto duramente il nostro Paese stia soffrendo per tutta una serie di situazioni e di immagine. Per cui anche noi crediamo che se il Presidente della Giunta non dice chiaramente all'aula che cosa intende fare, non si possa fare nient'altro.
Non pensi questa maggioranza che, risolta la questione "Majorino-Vaglio" noi concorriamo ad eleggere l'Ufficio di Presidenza o altri punti all'ordine del giorno! A questo punto si tratta di una questione istituzionale rispetto alla quale noi vogliamo avere risposte da parte di chi ha la direzione politica, per Statuto, di questa maggioranza, che è proprio il Presidente della Giunta regionale.
Il Presidente della Giunta regionale non deve più prendere tempo, non pu prendere tempo: ci deve dire come intende comportarsi rispetto non soltanto al Vicepresidente della Giunta, ma anche rispetto a se stesso e all'altro Assessore, che ha analoghe - se non più gravi - responsabilità.
Se stiamo alla ricostruzione della vicenda fatta dal Vicepresidente Majorino, in un caso il Vicepresidente Majorino era ispirato da quella che lui ha voluto chiamare "solidarietà"; nell'altro caso vi era certamente un interesse di carattere personale.
In questa interpretazione vi è senz'altro una situazione molto più grave e molto più pesante, da entrambi i punti di vista.
Presidente, ci rivolgiamo esclusivamente a lei per avere informazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Il Presidente Ghigo, nell'intervista di fine anno, ci ha detto che la Regione Piemonte gode di buona salute. Mi sono già riferito a questo suo intervento la volta scorsa, dicendo che si trattava di pura e semplice propaganda; la realtà è notevolmente diversa: oggi tutti ce ne rendiamo conto.
La situazione è drammaticamente difficile perché questa non volontà da parte del Presidente Ghigo di guardare con coraggio, con serietà, con dignità politica la grave situazione della Regione, sta aggravando, ancora di più, lo stato di crisi dell'istituzione regionale.
Presidente, se ne deve rendere conto. I segnali sono evidenti. Non si tratta soltanto della tediosa insistenza di un'opposizione che deve fare opposizione, ma ormai c'è anche la richiesta forte da parte della sua maggioranza.
Ciò che è successo la scorsa seduta, ciò che è successo oggi, ciò che è successo in questi mesi la dovrebbe indurre ad assumere una posizione coraggiosa. Noi l'avevamo consigliata in tempi non sospetti, ma la situazione si sta aggravando.
Non ci interessano più, Presidente, le sue dichiarazioni telegrafiche, del tipo: "Comunicherò la decisione, in relazione alle decisioni del Vicepresidente". Questa è una banalità di chi non ha senso politico. Le decisioni su fatti così importanti vanno assunte subito e in fretta.
Presidente, credo che a lei non sfugga il fatto che siamo di fronte a delle responsabilità, ammesse dal Vicepresidente che si è reso conto di aver commesso un atto irresponsabile dal punto di vista politico oltreché dal punto di vista professionale. Ma ciò che preoccupa è come l'Assessore Vaglio, che è la causa, l'elemento, non senta neppure il dovere, la dignità di intervenire, di spiegare la sua posizione: questo è gravissimo.
Lei, Presidente, dovrebbe richiamare l'Assessore Vaglio a fornire spiegazioni sulla sua posizione; c'è sicuramente una responsabilità del Vicepresidente Majorino, ma anche dell'Assessore Vaglio.
L'Assessore Vaglio non interviene. Ha chiesto di essere difeso dall'avvocato Majorino; l'Assessore Vaglio, con la sua consueta arroganza quando viene richiamato a questa sua responsabilità, finge di non sapere nulla.
Assessore Vaglio, lei è chiamato in causa, è il primo ad essere chiamato in causa; in altri momenti, altri Presidenti avrebbero ritirato le sue deleghe, avrebbero chiesto le sue dimissioni, perché lei praticamente ha chiesto alla Giunta, al Vicepresidente di essere difeso per degli atti irregolari dal punto di vista amministrativo.
Mi stupisce che un uomo di legge, prudente, come l'avvocato Majorino abbia assunto la decisione di difendere degli atti irregolari, come l'assegnazione di lavori e di incarichi con lettere.
Avvocato Majorino, lei è un uomo di diritto: si assegnano dei lavori con delle lettere? Si danno degli incarichi professionali con le lettere? Sa cosa ha detto il Presidente Ghigo la scorsa seduta? Che erano procedure non ortodosse. Era sufficiente che lei seguisse questo suggerimento di una persona che non ha grande esperienza politica.
Credo che, a questo punto, sia fondamentale - prima di procedere ulteriormente in questa consunzione dell'istituto regionale - che il Presidente riunisca velocemente la Giunta per decidere cosa intendere fare.
Vogliamo sapere che cosa vuol fare l'Assessore Vaglio; vogliamo sapere che cosa vuol fare il Vicepresidente Majorino. Non ci accontentiamo della lettura del giornale da parte dell'Assessore Vaglio, mi sembra irrispettoso nei confronti del Consiglio, come è stato, Presidente Ghigo, irrispettoso nei suoi confronti che l'Assessore Vaglio non lo abbia informato.
Lei non ha detto alcuna parola di censura nei confronti dell'Assessore Vaglio: assolutamente nulla.
Non vorrei, essendo di questo tenore il clima che prevale in aula, che per il coraggio, la grande capacità, la "furbata" compiuta, l'Assessore Vaglio venisse promosso Vicepresidente.
Non mi stupirei: queste, ormai, sono le regole della seconda Repubblica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Colleghi Consiglieri, credo che nessuno in questo Consiglio, a partire dalla Giunta e dalle forze di maggioranza, possa non sostenere che in questi due anni e mezzo io ed il mio Gruppo abbiamo tenuto un atteggiamento estremamente responsabile nei confronti dell'istituzione regionale. Ci partendo da un presupposto molto preciso: la nostra voleva e vuole essere un'opposizione politica, un'opposizione fondata su progetti diversi e alternativi tra loro.
Proprio perché si trattava di progetti, era legittimo, giusto, necessario un confronto di merito sui problemi; parallelamente ai confronti, ci sono state, a volte, delle convergenze tra questa parte dell'opposizione e la maggioranza; ci sono anche stati, proprio per l'atteggiamento responsabile da opposizione tutta politica, degli screzi con le stesse forze che stanno nei banchi dell'opposizione.
Abbiamo sempre difeso questa nostra opposizione e la difendiamo anche oggi non sto facendo autocritica, per essere molto chiari! Abbiamo ritenuto sempre, che fosse giusto questo tipo di opposizione politica: quindi un'opposizione responsabile.
Ebbene, oggi, di fronte ai fatti che tutti conosciamo, questo non è più possibile; io ed il mio Gruppo saremmo degli irresponsabili, se oggi non traessimo le conclusioni di quanto avvenuto da parte della Giunta, del suo Presidente, del suo Vicepresidente, dell'Assessore Vaglio.
Personalmente, non avevo letto l'articolo su "La Stampa"; forse, proprio per quelle caratteristiche che dicevo in precedenza parlando del mio modo di intendere l'opposizione politica, ho letto il titolo e mi sono fermato lì. Quando alcuni colleghi mi hanno riferito quanto veniva riportato dall'articolo, stentavo a crederci: non pensavo fosse avvenuto quanto sappiamo.
E' la seconda volta che esprimo con sincerità - è già avvenuto nel corso dell'assemblea consiliare della settimana scorsa - la mia solidarietà con l'imbarazzo del collega Ghiglia, manifestata nel suo intervento.
Sicuramente nessuno può pensare che io e il collega abbiamo idee e opinioni uguali: siamo infatti molto diversi, da tutti i punti di vista.
Anche oggi esprimo solidarietà all'imbarazzo del collega Ghiglia nel dover sostenere posizioni che permettano, dal suo punto di vista, alla maggioranza di sopravvivere.
Ritengo che l'intervento di questa mattina del Vicepresidente Majorino abbia aggravato, dal punto di vista istituzionale oltreché politico, la posizione sua e della Giunta; in primo luogo, quella del Presidente Ghigo.
Fino a prova contraria, la responsabilità della Giunta - che sappia o non sappia - è del Presidente, che è tenuto a conoscere ciò che fa l'esecutivo così come i cittadini sono tenuti a conoscere le leggi. Non è possibile per un cittadino, dire: "Non conosco la legge, non mi potete condannare".
Lo stesso principio vale per il Presidente della Giunta rispetto a quanto la Giunta e gli Assessori fanno. Tanto più quando si tratta di problemi istituzionali, com'è avvenuto in quest'occasione.
L'Assessore Vaglio - ha ragione il collega Saitta - furbescamente ha coinvolto nel fatto il Vicepresidente Majorino, senza informare - si dice il Presidente della Giunta, la Giunta e, tanto meno, la maggioranza. L'ha denunciato in termini molto precisi il Consigliere Racchelli questa mattina.
La mancata informazione è già, di per sé stessa, l'atto che deve costringere l'Assessore Vaglio a rassegnare le dimissioni prima di chiunque altro.
Ho apprezzato il gesto del Vicepresidente Majorino - lo dico sinceramente di restituire le deleghe al Presidente della Giunta regionale; allo stesso modo, disprezzo l'atteggiamento fin qui tenuto dall'Assessore Vaglio nei confronti dei suoi colleghi di Giunta e di questo Consiglio.
Una Giunta che più volte - ma qui ha passato ogni limite - ha affrontato delicate questioni istituzionali quali affari di famiglia.
Voi non siete una famiglia, ma i garanti di un'istituzione democratica; non è possibile, per tutti i Consiglieri, di maggioranza e di opposizione stare allo sbando istituzionale nel quale sono stati messi; e in primo luogo lei, Presidente Ghigo, che riveste la massima responsabilità, essendo il Presidente della Giunta regionale.
Non siamo e non possiamo essere sottoposti ad un'istituzione che sia trattata come fatto privato di qualcuno che pensa alla sua carriera ed ai suoi obiettivi. Non ci stiamo; non ci possiamo stare! L'istituzione non pu starci! Quando una Giunta è incapace di attenersi alle regole istituzionali, per inesperienza e quant'altro, non può governare la Regione, non può governare il Piemonte: è una Giunta che deve andarsene! Vedete, colleghi, è molto grave quanto accaduto; è grave se davvero non ne avete parlato. E per lei, Presidente Ghigo, è ancor più grave, forse, il non averne parlato.
Com'è possibile che un Presidente della Giunta, rispetto alla presentazione di un'interrogazione, al fatto che un suo Assessore è da venti giorni indagato, non si informi, non ne discuta, non cerchi di capire quanto è avvenuto, qual è la posizione dell'Assessore (anche per difenderlo!)? Ah, già: qui siamo di fronte al fatto che di difesa si cerca di prenderne il meno possibile nei confronti degli Assessori: abbiamo già avuto modo di verificarlo altre volte, in questo Consiglio.
Di fronte a questo fatto, chiedo agli altri Assessori: ma voi vi rendete complici di questi fatti? A tutti gli Assessori di questa Giunta rivolgo questa domanda: vi volete rendere complici? Perché stando lì al vostro posto, di fronte alla gravità di ciò che è avvenuto, voi vi rendete complici della trasgressione grave delle regole istituzionali e delle regole democratiche in questa assemblea! Ma come è possibile che l'Assessore e il Vicepresidente non parlino di una scelta, come quella che qui è stata comunicata dal Vicepresidente Majorino con il Presidente della Giunta e anche con il resto della Giunta? Ma com'è possibile? E' possibile solo se, appunto, si pensa di affrontare questioni come queste come fatti personali e privati, per cui una persona, anche se è Vicepresidente, è libera di andare in Procura a dimostrare la propria solidarietà, cercando - io credo - rispetto alla Magistratura, di far pesare il fatto che c'è un'istituzione presente! Eh sì, così lei ha detto, Vicepresidente Majorino. Io apprezzo il suo gesto, ma lei così ha detto! Forse ingenuamente. Sicuramente molto più furbescamente l'Assessore Vaglio l'ha coinvolta in questo fatto.
Ma il Presidente Ghigo che ci sta a fare allora, se non è in grado di governare fatti come questi? Se non è in grado di governare fatti come questi, come può pensare di governare il Piemonte? Come può pensare di essere credibile nei confronti delle istituzioni? Noi non ci fidiamo più, a questo punto. Qualsiasi atto, qualsiasi delibera qualsiasi legge che venga proposta da questa Giunta, non ci possiamo più fidare a causa di ciò che è avvenuto, se non c'è chiarezza, trasparenza con atti precisi che debbono avvenire oggi! Non domani.
Presidente Ghigo, lei non può prendere atto di ciò che ha detto il Vicepresidente Majorino e riservarsi, a tempo indeterminato, di venire a darci una risposta! No, no! A questo Consiglio il Presidente Ghigo l'Assessore Vaglio e il Vicepresidente Majorino - che l'ha già fatto peraltro - devono rassegnare le dimissioni, immediatamente! Immediatamente perché questo è un atto di trasparenza politica dovuto a questa istituzione.
Se non lo fanno immediatamente, Presidente Ghigo si prenda un po' di tempo assuma questa decisione, riunisca la Giunta, venga a riferire in Consiglio su che cosa intende fare per risolvere la questione.
Non è pensabile che oggi si esca da questo Consiglio con la presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Majorino senza dire altro.
Credo che se non avviene questo, il proseguimento dei lavori di questo Consiglio sia reso impossibile dalla sua posizione, quindi lei si sta assumendo la responsabilità di paralizzare i lavori di questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Presidente Ghigo, all'apparenza lei sembrerebbe un Presidente fatto di gomma, perché sono cinque mesi che arrivano a lei e alla sua maggioranza delle bordate incredibili; eppure sembrerebbe che tutte queste cose le rimbalzino addosso senza toccarla.
In realtà non è così, perché io sono convinto che lei sia stufo di dover essere ricattato, di dover passare il tempo a decidere chi va e chi viene in quel posto, chi va o chi si deve togliere da quel posto di sottogoverno.
Penso che sia stufo di sostituire Assessori: prima Viglietta, poi Angeleri poi c'è stato un intermezzo quando Picchioni era di troppo, allora è stato accantonato; oggi Majorino, che difende Vaglio, e dice: "Io non so niente".
Grave questo fatto di non saper niente, perché non è la prima volta che lo sento. Mi ricordo che anche sulla questione Angeleri aveva dichiarato di non sapere nulla.
Mi domando come lei possa continuare a sopportare tutto questo. E la maggioranza c'è; e la maggioranza non c'è; è trenta una volta, un'ora dopo è trentadue, oggi è trentatré o è tornata a trenta! E' peggio di una squadra di calcio che un giorno ha un bomber che continua a far gol e la settimana dopo se lo ritrova a giocare contro.
Questo però non è un gioco! Questo è il Consiglio regionale del Piemonte! Dobbiamo lavorare! La Lega è anche stufa di fare questa opposizione, perch è un'opposizione che ci porta a litigare e non a produrre! Non si produce niente! Se fossimo un'azienda ci avrebbero già liquidato da tempo! Però per fortuna, o per sfortuna, siamo un'istituzione e alle istituzioni è permesso di tutto.
Allora capisco bene perché questa Giunta sbaglia come minimo le date sulle delibere, è costantemente in ritardo; perché negli Assessorati c'è un vasto e diffuso caos amministrativo. Capisco bene! Capisco bene perché non c'è assolutamente informazione all'interno della Giunta, e figuriamoci all'interno della maggioranza! Non voglio più entrare nel discorso Vaglio, perché secondo me anche lui dovrebbe rimettere le deleghe, così come ha fatto l'Assessore Majorino.
Però io vado ancora oltre, Presidente. Io lo so che lei non si dimette per fare il bene del centro-destra e per mantenere le promesse che ha fatto quando è stato eletto, però c'è un limite a tutto, perché se lei avesse dimostrato a questo Consiglio di avere quegli attribuiti, come le avevo già detto a dicembre, a quest'ora saremmo già sulla via di quelle elezioni che avrebbero fatto chiarezza in questa Regione! Invece lei l'altra volta, a dicembre, ha pensato bene di continuare nel discorso della trattativa: abbiamo visto dove siamo arrivati! Allora io dico: Presidente Ghigo, quando toccherà a lei parlare, quando interverrà, prenda le redini, tiri forte queste redini, non ci vuole tanto e dica: "Signori, mi avete stufato, mi dimetto, andiamo a elezioni"! Prepari un bel foglio, dove mette lei la sua firma per primo, da mandare al Presidente Scalfaro; le nostre quattro firme ci sono: sciogliamo questo Consiglio e che siano gli elettori a decidere!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Presidente Ghigo, io vorrei rileggere una delle durissime frasi che le ho detto l'altro giorno: "Lei non paga mai di persona, né per i suoi collaboratori né per coloro che l'hanno aiutata ad essere punto di riferimento della società piemontese".
Oggi si ripete una scena già vista: il Vicepresidente Majorino ha rimesso le deleghe e lei dice: "Devo riunire la Giunta per assumere le determinazioni del caso". Lei Presidente, non è solo un componente della Giunta: è colui che dà le deleghe agli Assessori che compongono la Giunta è l'organo propositivo della Giunta, e la Giunta è un organo che è stato eletto dal Consiglio regionale.
Dica oggi, Presidente, qui al Consiglio riunito - Consiglio che ha eletto lei e la Giunta stessa - quali sono le determinazioni che proporrà alla Giunta, in maniera tale che non siano decisioni che magari appaiono prese nella stanza istituzionale della Regione Piemonte, cioè della Giunta, e che invece vengono assunte come quelle prese in precedenza in tutt'altra sede.
Chieda ai suoi Consiglieri della maggioranza e della minoranza, al Consiglio regionale, cosa pensano delle determinazioni che lei intende proporre.
Vicepresidente Majorino, stamattina ho detto che ero estremamente dispiaciuto di questo incidente, e lo ripeto ora, per l'amicizia e la stima che ti devo; però ho anche l'obbligo, per quella onestà e per quella lealtà che mi contraddistingue, di dirti cosa succederà. Succederà che ti diranno come ti hanno già detto: "Rimetti le deleghe e poi vedremo". La stessa cosa fu detta, ai tempi, all'ex Assessore Angeleri e a Viglietta; passeranno una riunione o due, e non soltanto quelle ufficiali e, Majorino, tu sarai costretto da coloro dai quali avevi la Vicepresidenza, oppure da coloro che ti hanno eletto a Vicepresidente, a dare le dimissioni.
E' un gioco già visto, sulla cui riuscita io sarei pronto a scommettere.
Queste sono cose che abbiamo già visto in altra occasione.
Io, Presidente Ghigo, sono stato uno di quelli che l'ha votata ad essere Presidente, perché tutti assieme siamo stati votati a rappresentare la Regione Piemonte; lei non è stato eletto direttamente dal popolo. Io sono stato uno di quelli che l'ha votata e io sono anche uno di quelli che ha votato ad Assessore, nell'organigramma, l'avvocato Majorino, così come Vaglio, come Angeleri e come Viglietta.
La proposta della Giunta e delle deleghe che lei ha assegnato agli Assessori è venuta esclusivamente da lei, un atto interno di delega fiduciaria ad ogni singolo Assessore, che per la sua materia rappresenta a tutti gli effetti, in vece sua, la Regione Piemonte.
Ebbene, oggi c'è stato un altro incidente, un altro sbaglio; altri incidenti o sbagli sono stati compiuti in passato da coloro che lei ha delegato a rappresentare la Regione nella specifica materia: e lei Presidente, pensa di non avere responsabilità su questo? Lei, Presidente pensa di liquidare nella fattispecie questo, ma anche tutto quello che è avvenuto da settembre in poi, con un intervento di 20 secondi, dicendo: "Riunirò la mia Giunta e poi prenderò le determinazioni del caso"? Le sue determinazioni, Presidente, le vogliamo discutere qui in questo Consiglio, fra quelli che l'avevano votata e che hanno votato i suoi Assessori e anche fra quelli che non li hanno votati allora (e chissà cosa faranno domani)! Altrimenti, Presidente, ci viene il sospetto che lei, pur di difendere la sua poltrona di Presidente, non solo mandi al macero i suoi collaboratori, facendoli cadere uno alla volta e non difendendoli mai (quasi che la responsabilità lei non l'avesse) ma stia mandando al macero l'istituzione, cosa ben più grave! Credo che in questo momento abbiamo il dovere di sentire quali sono le sue determinazioni in merito; altrimenti ci ritroveremo qui una delle prossime settimane con le dimissioni imposte all'Assessore Majorino, non certo da questo Consiglio, a discutere di tutt'altra cosa da quella che vogliamo discutere oggi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, signor Presidente. Prima di tutto, credo che debba essere riconosciuta al Vicepresidente Majorino una grande serietà e un grande senso di responsabilità nei confronti di tutti noi, perché nessuno fino adesso in questo Consiglio ha avuto un senso dell'onore e della dignità del ruolo tanto grande come il suo che, di fronte ad un peccato veniale - se lo vogliamo considerare un peccato, e ci sarebbe da discutere a lungo - non si è dimesso - cominciamo a precisare i termini - ma ha messo a disposizione le proprie deleghe.
Io credo che pochi sarebbero stati disposti a fare altrettanto e credo che il Vicepresidente Majorino abbia dato a tutti noi un'importante lezione di stile e di dignità umana e politica (primo punto).
Secondo punto. Forse qualche collega non lo conosce bene, o non conosce bene il suo Gruppo, ma nessuno impone niente a Gaetano Majorino. Nessuno gli ha imposto né le dimissioni, né di mettere a disposizione le deleghe perché Majorino è un uomo che non ha bisogno di imposizioni. Majorino è un uomo che ha scelto liberamente di mettere a disposizione le proprie deleghe, perché né lui né noi avremmo accettato, su un non peccato e su una strumentalizzazione politica che sfiora l'indecenza, imposizioni di alcun tipo. Questo lo volevo dire perché credo sia importante.
Personalmente patisco un po' quando in quest'aula qualcuno tenta di dare agli altri lezioni di democrazia. Le lezioni di democrazia dovremmo avere l'umiltà di recepirle tutti, e la prima lezione di democrazia è quella di rispettare le regole del gioco, ovvero di rispettare le istituzioni, quindi la Costituzione e gli Statuti.
La prima lezione della democrazia che si fa oggi in quest'aula da parte della minoranza è quella della lesione delle istituzioni. Vorrei ricordare a tutti i colleghi che l'articolo inerente all'elezione del Presidente del Consiglio regionale titola: "Elezione del Presidente del Consiglio e dell'Ufficio di Presidenza". E' un articolo solo, è una sola votazione e noi oggi siamo in votazione.
Oggi non stiamo discutendo soltanto su una comunicazione del Presidente, e bisogna prendere atto che se democraticamente la maggioranza si fosse voluta sottrarre a questa comunicazione, avrebbe addirittura potuto farlo ma nessuno si è voluto sottrarre.
Ciò detto, noi respingiamo qualsiasi tentativo dilatorio, perché il tentativo è quello di non portarci a votare l'Ufficio di Presidenza, è quello di paralizzare le istituzioni, è quello non di danneggiare la Giunta, ma di impedire il governo della Regione Piemonte. E' fin troppo chiaro.
Ma che senso ha rinviare, rimandare? Rimandare per cosa? Colleghi, noi, come Alleanza Nazionale, siamo un po' stufi di processi a cielo aperto, di giubilazioni improvvisate di questo o quel personaggio e di provocazioni continue, anche un po' stucchevoli, che tentano continuamente di frenare - questo sì - il processo democratico di quest'aula, che tentano di impedire che quest'aula faccia quello che deve fare, cioè anche votare e votare innanzitutto i propri rappresentanti nelle istituzioni.
Questo è un gioco al massacro che sicuramente non salva l'istituzione. Qui nessuno ha mai tentato - tanto meno noi l'abbiamo mai proposto - di forzare con i numeri, ma non si può disattendere anche quella che è la nostra carta fondamentale, il regolamento dei nostri lavori, perché altrimenti che democrazia è? E' la democrazia dell'improvvisazione; ma la democrazia si fa sulle leggi non sull'improvvisazione.
Allora io credo che, per rispetto alle leggi e alle istituzioni, noi possiamo fare tutta la polemica politica che vogliamo (ci mancherebbe altro!), però dobbiamo anche stare alle regole del gioco. E il nostro gioco oggi è quello dell'elezione dell'Ufficio di Presidenza. Non ci sono rinvii possibili, per quanto ci riguarda.
A tal proposito, Presidente, le chiedo una convocazione dei Capigruppo, per decidere quale sia la prosecuzione dei lavori. Io non voglio richiamarmi ad un Regolamento che anche oggi, signor Presidente, ha dimostrato tutta la sua inconsistenza ed inadeguatezza.
Se questo Regolamento valesse ancora qualcosa, noi dovremmo basarci sull'art. 49, relativo alle comunicazioni della Giunta o del Presidente della Giunta. L'art. 49, al secondo comma, dice che "tre Consiglieri o rappresentanti di un Gruppo possono chiedere che sulle comunicazioni della Giunta si apra la discussione. In tal caso il Consiglio decide se e quando svolgere tale discussione. Può altresì decidere che la discussione si svolga in Commissione". Nessuno l'ha chiesto. Al punto 3): "Sulle proposte di cui al secondo comma è ammesso l'intervento di un solo Consigliere a favore e di uno contro".
Il fatto che qualche collega sorrida nel sentire questo articolo del Regolamento dimostra che al Regolamento non crede più, quindi che non crede più alle regole del gioco o quanto meno alle regole che dovrebbero disciplinare il nostro gioco. Quindi questo Regolamento è da buttare via perché io deduco che non serve più a niente e noi non siamo disposti ad accettare e ad avallare con un comportamento, ancora una volta lassista e remissivo, il fatto che in questo Consiglio si calpestino le regole, le leggi, i regolamenti, si dimentichino quotidianamente le regole del gioco.
Il Presidente Ghigo ha fatto una comunicazione; noi tutti non ci siamo sottratti ad un dibattito; il Vicepresidente Majorino ha fatto delle dichiarazioni estremamente pesanti sul piano umano - lo comprendiamo ancora una volta e lo ringraziamo per questa sua enorme sensibilità; abbiamo discusso; il Presidente della Giunta è stato molto chiaro: farà le comunicazioni che riterrà nella prima seduta utile. Oggi noi non abbiamo altro da fare che provvedere all'elezione dell'Ufficio di Presidenza altrimenti, quando le regole vengono troppo calpestate, viene non solo violentata e lesa la democrazia, ma viene a regnare l'anarchia.
Noi crediamo che un Consiglio regionale non debba essere dominato dall'anarchia e dall'approssimazione, ma debba essere dominato dalle regole che tutti insieme ci siamo dati.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere. Le posso solamente ricordare che, al di là dell'art.
49, c'è anche la questione incidentale che può essere rapportata all'art.
63.
Vorrei brevemente ricordare il processo di questa mattina. C'è stata una questione incidentale sollevata dal Consigliere Cavaliere; si sono aggiunti tanti altri interventi da parte dei Consiglieri e c'è stata una mozione seppure non formalizzata, di sospendere i lavori del Consiglio da parte dei Consiglieri Racchelli, Gallarini, Salerno e Ghiglia, appoggiata anche dal Presidente della Giunta.
Sulla base di questa sospensione, ci sono state le comunicazioni in aula da parte del Presidente della Giunta e dell'Assessore e pertanto si è aperta la discussione in termini assolutamente regolamentari.
Accanto a questo, sono stati presentati degli ordini del giorno connessi alla discussione in corso.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Volevo garbatamente far notare al collega Ghiglia che la sua argomentazione non può essere condivisa, in quanto un collega, in apertura di seduta, ha posto una questione di carattere incidentale. Su tale questione si è collocata la Giunta regionale del Piemonte; il Presidente della Giunta ha dato due comunicazioni all'aula, che poteva benissimo non dare, perché il Presidente della Giunta poteva tranquillamente dire quello che ha detto adesso il Consigliere Ghiglia.
Noi siamo in votazione di un percorso che riguarda il Presidente del Consiglio e l'Ufficio di Presidenza e quindi interverremo dopo il completamento di questo punto all'o.d.g..
Il Presidente della Giunta ha fatto due comunicazioni; il Vicepresidente della Giunta è intervenuto due volte: a questo punto, direi che siamo tutti collocati rispetto alle comunicazioni del Presidente e del Vicepresidente della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Presidente e colleghi, non entrerò nel merito - l'ha già fatto il Consigliere Ghiglia e adesso la Consigliera Spagnuolo - della questione incidentale, che può essere letta in un modo o nell'altro. Chi ha esperienza in quest'aula - e ormai l'abbiamo tutti - sa benissimo che il Regolamento può essere letto calcando la mano sulla parte sinistra della riga o sulla parte destra, a seconda delle posizioni; questo lo sappiamo tutti.
E' un dato, comunque, che noi ci siamo lasciati mercoledì della settimana scorsa, dopo aver votato il Presidente del Consiglio, ponendoci il quesito se valesse la pena, alle 11 di sera, proseguire per l'elezione dell'Ufficio di Presidenza; il buon senso ha voluto - e noi abbiamo condiviso quella scelta - che si sospendesse, per riprendere al prossimo Consiglio (convocato per oggi).
Il fatto di dire, al di là delle virgole e degli accenti, che nella sostanza siamo in corso di votazione, mi sembra dunque non fuori luogo.
Il Presidente Ghigo in questi giorni è stato crocefisso più volte e da più parti; noi, invece, ci sentiamo di ringraziarlo per l'atteggiamento che ha tenuto e che tiene, anche perché in situazioni del genere non è facile conservare la calma, la serenità e il senso di responsabilità per resistere rispetto alle ondate che, certo, prendono spunto da un qualche fatto specifico, ma che tentano di travolgere tutto e tutti, dimenticando il loro motivo originario.
Sotto questo aspetto specifico, giunti a questo punto, mi sento di spendere una qualche considerazione relativamente al Presidente Ghigo.
Se il Presidente sa, è colpevole perché sa, e l'atteggiamento è da condannare in ogni caso (in questi ultimi mesi è sempre stato così); se il Presidente non sa, è colpevole comunque, perché non sa.
Tuttavia, vorrei provare a mettermi nei panni di un qualunque Presidente della Giunta, del Piemonte o di altre Regioni.
Ovviamente rispetto a quanto è stato detto stamattina dal Vicepresidente Majorino e poi ribadito dal Presidente sull'accaduto di ieri abbiamo già detto nel primo intervento che si tratta di un fatto gravissimo e di provare estremo imbarazzo. Non sappiamo cos'altro potevamo dire per classificare quanto è avvenuto, avendo anche detto in modo rispettoso e sereno che avremmo comunque atteso le dichiarazioni del Vicepresidente Majorino, che poi abbiamo ascoltato.
Penso proprio che il Presidente non sia tenuto e non possa sapere tutto della Regione Piemonte. La stragrande maggioranza di noi sa che in un Comune, in una Provincia, in un Ente pubblico avvengono quotidianamente diecimila cose, per cui se il Presidente ha detto che non sapeva, non sapeva; mi sembra proprio che andare oltre... Certo, lo si può fare, si pu discutere anche per ore, ma non credo che tale strada possa essere condivisa in queste considerazioni da parte nostra.
Dicevo che, nella sostanza, siamo in corso di votazione, perché mercoledì scorso abbiamo sospeso nell'intesa di riprendere stamattina; dopodiché n il Presidente né altri si sono arroccati su posizioni chiuse di difesa o hanno imbracciato lo Statuto e il Regolamento e l'hanno usato per dire: " No, non discutiamo", anzi c'è stata molta disponibilità, molta apertura.
Siamo venuti in Consiglio come al solito, per procedere in un modo; un fatto esterno giornalistico - peraltro avvenuto, da quel che abbiamo sentito - ci ha costretti a procedere in un'altra direzione, per cui abbiamo accantonato i programmi e ci siamo messi a parlare d'altro. Certo si tratta di altro molto importante, di altro che non poteva essere sottovalutato e sottaciuto; tuttavia, alla fine di questa discussione penso proprio che si debba riprendere la votazione così come fu interrotta mercoledì della settimana scorsa.
Svolgo alcune considerazioni circa l'atteggiamento del Vicepresidente e del Presidente e gli impegni che sono stati assunti.
Per quanto riguarda il Vicepresidente, noi apprezziamo la sensibilità umana e politica che lo ha portato in pochissimo tempo - non è facile - nel giro di qualche mezz'ora, ad assumere le proprie decisioni; decisioni che il Vicepresidente Majorino, in modo autonomo - e come Gruppo lo confermiamo perché abbiamo vissuto da vicino questa vicenda - si è sentito di comunicare all'aula.
Se le cose stanno così, ringraziamo il Vicepresidente; apprezziamo questa sensibilità - torno a ripetere - umana e politica; non condividiamo che l'Assessore Vaglio o anche altri Assessori debbano dimettersi, quasi si fosse travolti da quell'ondata della quale parlavo prima, che può essere molto pacatamente compressa e confinata nel fatto in sé stesso, che è circoscritto, sul quale il Vicepresidente ha assunto un atteggiamento di grandissima responsabilità.
Detto ciò, il Presidente Ghigo che cosa ha detto? Ha chiesto una piccola pausa per riflettere su quanto è stato detto e sulla decisione assunta dal Vicepresidente Majorino.
Anche in questo caso - l'abbiamo già detto in qualche altra occasione - non siamo come a "Rischiatutto": non si deve dare una risposta in trenta secondi. Per certi problemi non bastano trenta secondi e neanche trenta minuti.
Tuttavia, mi sento di condividere il percorso suggerito o ipotizzato dal collega Ghiglia, quando dice che il Presidente Ghigo si impegna alla prossima riunione di Consiglio - riunione che ovviamente non si vuole spingere in là nel tempo, perché si può concordare di fare il più in fretta possibile - ad informare, a comunicare l'esito e le considerazioni finali di una riflessione che mi sembra dovuta e responsabile; mi sembra altrettanto responsabile da parte nostra concedere il tempo necessario affinché la riflessione sia compiuta e arrivi quindi ad una conclusione.
Su alcune questioni relative al senso di responsabilità, Consigliere Marengo, riconosciamo che all'interno di questo Consiglio - in questi due anni e mezzo l'abbiamo vissuto tutti - ci sono stati degli atteggiamenti di grande responsabilità da parte di qualche forza di opposizione, in particolare da parte del PDS, su molte questioni.
Rivendichiamo comunque da parte nostra, cioè da parte della maggioranza altrettanta responsabilità in vari settori nel raggiungere dei compromessi accettabili dal punto di vista politico su disegni e progetti di legge, su delibere e grosse programmazioni o nomine interne ed esterne alla Regione ciò per un senso superiore di responsabilità e di equilibrio che abbiamo visto negli atteggiamenti altrui e che abbiamo cercato di corrispondere con atteggiamenti nostri, mi sembra in misura molto equilibrata e pacata.
Detto questo, per venire a una qualche conclusione; detto del Vicepresidente Majorino, del quale - sintetizzo - apprezziamo la tempestiva riflessione e quindi la dichiarazione spontanea e autonoma (l'abbiamo apprezzata soprattutto perché è avvenuta in questo modo), mi sento di rigettare nella forma più categorica quanto diceva Renato Montabone, ovvero che siamo di fronte a un gioco solito, per cui è stato detto, imposto... Lo dico avendo vissuto la vicenda abbastanza da vicino, certo non dall'interno del Vicepresidente Majorino, perché solo lui, dal punto di vista umano purtroppo l'ha vissuta.
Dicevo anche dell'atteggiamento del Presidente, che mi sembra responsabile e condivisibile, cioè quello di prendere un minimo di tempo per riflettere su questa questione, che rappresenta un fatto politicamente importante. Non si può dire che questa sia stata una virgola incidentale della quale s'è parlato di striscio all'interno del Consiglio; no, è un fatto che ci tiene impegnati da stamattina alle 11 circa e quindi, dal punto di vista politico, si è dedicato tutto lo spazio necessario e al quale il Presidente ritengo dedicherà, così come ha detto, una pausa breve per assumere delle decisioni. Mi sembra che questo tempo glielo dobbiamo assolutamente accordare.
Questo per quanto riguarda il Vicepresidente e il Presidente.
Per quanto riguarda invece la discussione di oggi, penso proprio di poter esprimere in sintesi la nostra volontà di chiudere in tempi ragionevoli questa discussione, alla quale abbiamo dedicato uno spazio razionalmente proporzionale all'importanza e al peso specifico dell'evento, per proseguire senza esitazioni al completamento dell'Ufficio di Presidenza perché - lo ribadisco ancora una volta - riteniamo di essere in corso di votazione.



PRESIDENTE

No, adesso la correggo io, per cortesia. Siamo nel corso di un procedimento di votazione, che periodizza tre fasi diverse: l'elezione del Presidente l'elezione dei Vicepresidenti e l'elezione dei Segretari. Tutti questi tre periodi di votazione possono ammettere - e lo ammettono - discussioni preliminari; per cui non siamo in corso di votazione.
Ho voluto sottolinerare questo aspetto per correggere...



GALLARINI Pier Luigi

Mi scuso per la grettezza dell'affermazione, non sono solito a tale comportamento, purtroppo non sono neanche portato ad interpretare Statuti: prendo atto della sua interpretazione e la faccio mia...



PRESIDENTE

Il mio ruolo è per tutelare l'assemblea nelle sue prerogative.



GALLARINI Pier Luigi

Le do atto di averla tutelata, però una considerazione politica che ribadisco è - al di là delle forme e dei Regolamenti - che noi abbiamo dedicato uno spazio sufficiente e proporzionato all'evento. Pertanto appena sarà chiuso l'argomento - non è facile ipotizzare quando, ci auguriamo il più presto possibile - riteniamo si debba proseguire nella votazione dei Vicepresidenti e dei membri dell'Ufficio di Presidenza.
Mi scuso ancora per aver semplificato troppo il passaggio.



PRESIDENTE

E' solamente per chiarire. Abbiamo iniziato i lavori questa mattina alle ore 11.47, non per colpa del Presidente e non per colpa della Presidenza. I lavori li abbiamo terminati alle ore 12.36, non per colpa del Presidente.
Abbiamo ripreso i lavori alle ore 14.30 e adesso sono le ore 16.19 comunque c'è tutto il tempo per far fronte all'ordine del giorno, così come è stato redatto.
La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo anche oggi pomeriggio per rispondere ad un gesto del Vicepresidente Majorino, che questa mattino anch'io ho sollecitato.
Il gesto compiuto dal Vicepresidente Majorino è significativo. Nessuno gli ha chiesto nulla, nessuno lo ha pressato, gli è stato chiesto solo che, di fronte ad un fatto grave che metteva in imbarazzo non solo l'opposizione venisse compiuto un gesto di dignità, un gesto forte.
Anche noi della maggioranza siamo in grado di capire quando un'opportunità va chiesta con civiltà ed educazione.
Quindi lo ringrazio perché non è stato pressato da nessuno e nessuno lo ha obbligato a consegnare le sue deleghe; il Vicepresidente Majorino si è riunito con il suo Gruppo e ci ha comunicato le proprie decisioni.
Vorrei rispondere, però ad alcune affermazioni che ho ascoltato questo pomeriggio e anche questa mattina. Chissà perché negli interventi dei Consiglieri quando si parla di questo rito tribale, che apparterrebbe al Presidente che non sa difendere i suoi uomini, si dimentica che questo rito tribale fa parte anche di questo Consiglio.
Questo Consiglio si dimentica che a volte, con Consiglieri e con gente meno potente, che riveste ruoli meno importanti, il rito del massacro è stato messo in pratica con semplicità, con serenità. Lo avete fatto anche con il semplice Consigliere Racchelli quando, in una riunione di Consiglio, avete preteso che io consegnassi le mie dimissioni, ma l'ho fatto con serenità perché sono impegni che poi alla fine si possono benissimo eludere. Però lo avete fatto in maniera tribale, quindi...



MARENGO Luciano

In maniera istituzionale, forse confondi.



RACCHELLI Ettore

Ripeto, tribale, perché non c'è stato un dibattito, ma un'offesa anche al ruolo che il Consigliere ricopre.
Consigliere Marengo, quando intervenite sui fatti dell'Assessore Angeleri dell'Assessore Viglietta e degli altri, vi prego di ricordare anche il mio nome, perché sono "geloso" di appartenere a questa classe di personaggi che in questo Consiglio hanno dovuto subire anche in maniera non giusta.
Consigliere Marengo, lei definisce l'atteggiamento dell'opposizione politico e non strumentale; ma, Consigliere Marengo, è un'opposizione concordata e gestita come avete voluto voi! Si tratta di un'opposizione non certo fatta gratuitamente, ma in modo da ottenere ampi spazi e ampi percorsi; trovo che il PDS non debba certo sollevare delle osservazioni a noi.
Affermo che il rito tribale, anche di divisioni politiche, instauratosi in questo Consiglio ha prodotto un figlio deforme. Un figlio deforme di cui oggi noi della maggioranza in parte ci vergogniamo e che voi dell'opposizione non portate più a passeggio.
Presidente Ghigo, quello che le chiede la minoranza è quello che le chiediamo anche noi: una forte ripresa di questa maggioranza, una forte presa di posizione sua, una ricostruzione della sua Giunta che, oggi come oggi, è inevitabile, perché il Presidente è stato votato dal popolo.
Dunque, Presidente, ne prenda atto, si ricostruisca la sua Giunta, si ricostruisca un programma, si ricostruisca una maggioranza, venga qui e poi vedremo se la maggioranza farà la sua parte o se invece dovrà essere sostenuta dall'opposizione.
Quanto detto dal Consigliere Marengo francamente offende anche la maggioranza e i Capigruppo, che sono la parte politica di questa maggioranza: non possono non tenerne conto, perché hanno vissuto anche loro questa situazione e hanno fatto la loro parte affinché questo tipo di politica andasse in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

E' già stato detto sia dalla maggioranza che dalla minoranza che il comportamento del Vicepresidente Majorino è politicamente indifendibile anche se sul piano umano è stato compreso.
Il Vicepresidente Majorino ha compreso la gravità della situazione ed ha rimesso le deleghe. Bene fa il Presidente Ghigo a prendersi un momento di riflessione: la fretta è cattiva consigliera, sempre. Non si può dire che non può aspettare.
La stessa maggioranza ha bisogno di riflettere; da qualche mese stiamo facendo degli approfondimenti per rilanciare il programma del 1995, non abbiamo bisogno di scriverne altri. E' sufficiente rilanciare il programma con il quale ci siamo presentati agli elettori e gli stessi ci hanno votati.
Condivido quanto detto dai Consiglieri Ghiglia e Gallarini. Anch'io, come altri colleghi, pensavo - evidentemente mi sbagliavo - di essere in votazione. Do atto comunque al Presidente Picchioni della sua buona volontà di portare a compimento l'ordine del giorno che ci vede qui riuniti, ovvero gli adempimenti conseguenti all'elezione dell'Ufficio di Presidenza. Questo proprio come atto di buona volontà, al fine di contribuire a guadagnare tempo, per poter terminare, giustamente, questa discussione con gli adempimenti conseguenti e poter arrivare a chiudere con quanto relativo all'elezione dell'Ufficio di Presidenza.
Per ora, mi fermo qui.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Apprezzo che già parte dell'intervento del collega Gallarini, e soprattutto quelli dei colleghi Racchelli e Cotto, abbiano superato la linea di ragionamento del collega Ghiglia, della quale comprendo la motivazione l'ambascia come Capogruppo e leader impegnato e rappresentativo di una parte significativa di questa depressa, frammentata e oramai consumata maggioranza.
Ho apprezzato - dicevo - gli interventi che sono seguiti, poiché ero estremamente preoccupato dall'eventualità di una linea proterva, che intendesse rilevare quanto si sta svolgendo in questo Consiglio come questione di tipo amministrativo, da gestire con Regolamento in mano, in termini di procedura.
Di che procedura si poteva parlare? Il mio collega di partito, Marengo, ha richiamato il collega Vaglio in termini molto duri: "apprezzo" in contrapposizione a "disprezzo"; termini di messaggio, naturalmente non letterari.
Ma il silenzio arrogante dell'Assessore Vaglio, che nulla dice, non mi preoccupa tanto come linea di atteggiamento politico, poiché si tratta sicuramente di una linea, di un atteggiamento giudiziale.
Vicepresidente Majorino, non so se lei abbia mentito a noi o ai giudici o se si è semplicemente confuso (mettiamola così...). Una delle tre ipotesi è sicuramente reale: nessun giudice avrebbe ammesso il collega Majorino ad assistere ad un interrogatorio al cospetto di un Procuratore (o sostituto Procuratore), se non si fosse presentato come esponente della difesa.
Qualsiasi avvocato iscritto al Foro di Torino può essere ammesso, per una questione relativa alla sua sollecitudine nei confronti di un cittadino convocato dal giudice.
Non è così, evidentemente - e, in ogni caso, nessuna di queste questioni può lasciare le cose come prima -. Si tratta di capire fino a che punto si è inteso trasgredire alla norma imprenscindibile della sua riservatezza, di cui abbiamo già parlato; fino a che punto si è inteso organizzare la difesa.
E' un messaggio che rivolgo ai colleghi della maggioranza, soprattutto al collega Ghiglia, per far emergere che non stiamo ponendo una questione di Regolamento, ma di etica, di politica, di morale: una questione assolutamente dirimente l'avventura politica della maggioranza.
Inoltre, Vicepresidente Majorino, non credo che la sua figura sia così sconosciuta; diversamente, davvero son tentato di credere a imbarazzanti ipotesi: non sappiamo se lei ha commesso una leggerezza, un'irregolarità un reato. Lei, persona di legge, si sarà data una risposta; quella giuridica spetta ad altri, a noi spetta quella politica.
Si è, per caso, inteso lanciare un segnale, nei confronti della Magistratura, di solidarietà, di autorevolezza della difesa? Chiedo esplicitamente al collega Vaglio: "Chi è il suo avvocato? Qual è il suo collegio di difesa?". Questa comunicazione, in ogni caso, la deve al Consiglio, poiché è anche dirimente rispetto alla discussione di oggi.
E veniamo all'idea, poi ampiamente rientrata, di circoscrivere la vicenda che riguarda quell'insieme di situazioni divenuto ormai la caratteristica "la vicenda" della Giunta-Ghigo, ad una questione regolamentare.
Collega Ghiglia, seriamente, pensa davvero che dopo sei mesi di mancanza di nomina di un Assessore, si possa porre una questione di tipo regolamentare? Siamo stati rimproverati - il collega Marengo l'ha richiamato in maniera assolutamente serena - di aver concesso molta collaborazione all'istituzione evidentemente; l'abbiamo fatto perché, in ogni caso, il Piemonte ha bisogno di un riferimento nelle sue istituzioni. Questione ripetutamente posta: i messaggi che arrivano dal territorio sono oramai di giudizio disperante e disperato nei confronti della Giunta regionale.
Pensa che il fatto che da sei mesi non si riesca a nominare un nuovo Assessore possa essere un messaggio rassicurante, del tipo "tutto va bene se non fosse per l'opposizione, che ha anche fatto sprecare denaro" - mi riferisco, Presidente Ghigo, ad una sua intervista relativamente all'ostruzionismo.
Non credo che possiamo, come Gruppo, essere individuati quali soggetti che hanno abusato del diritto di parola. Lo devo anche ai miei colleghi che, in undici, praticamente passano gran parte del loro tempo ad assistere ad un confronto rispetto al quale avrebbero molte cose da dire, ma ci rinunciano per senso di responsabilità, pur avendo ciascuno di loro ben altra capacità di contribuire ad impegnare il tempo del Consiglio.
E lei, Presidente Ghigo, non si rende nemmeno conto che sono trascorsi sei mesi di paralisi totale e ci viene a dire che "l'importante è eleggere l'Ufficio di Presidenza e superare questa strettoia regolamentare: poi proseguiamo".
Non so se ha colto bene lei oppure se ho colto bene io l'intervento del collega Racchelli: il figlio deforme che tutti ci imbarazza è evidentemente, questa conduzione...



RACCHELLI Ettore

Questo tipo di politica!



RIBA Lido

Questo tipo di politica! Ha fatto bene, collega Racchelli a porre la questione; non lo dico per rispondere in maniera ulteriormente provocatoria. E' un messaggio che ci sforziamo di ripetere costantemente nessuno mette in dubbio che il Consiglio, nel suo insieme, abbia ogni autorevolezza e legittimazione. E' l'espressione dell'esecutivo che non è più interprete e non ci fornisce le condizioni per svolgere il nostro tipo di lavoro.
E' questo che intendeva dire, collega Racchelli? E' esattamente quanto pensiamo noi.
Non potete dirci, oggi: "Abbiamo preso atto delle disponibilità del Vicepresidente Majorino" - e che quindi non si tratta di dimissioni, ma di disponibilità; "Abbiamo preso atto dei silenzi dell'Assessore Vaglio".
"Ancora una volta, nel mio privato, sontuoso, isolato e un pochettino inconcludente privato, deciderò e poi riferirò".
Noi lavoreremo nelle nostre sedi e aspetteremo che ci portiate un quadro politico delineato, una condizione di chiarezza, di affidabilità dei ragionamenti che sarete in grado di porre alla premessa di una nuova seduta di Consiglio, e poi decideremo.
Mi pare che anche la collega Cotto abbia convenuto sul fatto che non esistono assolutamente le condizioni per andare avanti. Sarebbe derogare al nostro dovere, sarebbe un atto di banale comodità dire: "Votiamo l'Ufficio di Presidenza".
Il Consiglio ha, per caso, trasgredito qualche volta al suo dovere? O è la Giunta o è la maggioranza che non lo sta facendo, il suo dovere? Allora, una volta tanto - lo dico con estrema chiarezza - aspetteremo che ci portiate il chiarimento sulla Giunta, sulla maggioranza, sulle responsabilità della stessa vicenda che si è verificata oggi! E poi passeremo, se ci saranno le condizioni, a votare quell'Ufficio di Presidenza che la situazione ci suggerirà di votare, per poter procedere al governo del Consiglio in attesa di ricostituire un governo dell'esecutivo.
E Vaglio, se non sono stato sufficientemente chiaro, adesso abbia la cortesia, la correttezza, la compiacenza, se preferite, di dire la sua versione a questo Consiglio, in modo che quanto meno non veniamo a conoscere i messaggi soltanto attraverso i giornali.
Perché vedi, Vaglio, io ti devo dire con estrema franchezza una sola cosa: tutto capisco come linea di difesa, perché se è linea di difesa giudiziaria siamo in un altro campo; tu ti sospendi, ti dimetti, esci dalla responsabilità che hai e ti difendi come credi, ma fintantoché tu sei Assessore non puoi rilasciare delle dichiarazioni che lanciano ancora una volta il sospetto nei confronti di un tuo integerrimo funzionario che deve continuamente essere sospettato perché morto di portare lui la responsabilità che è tua! Capito!? Perché io, relativamente a quella persona che ho conosciuto, esigo che ci sia la restituzione piena della onorabilità che gli viene in qualche maniera offuscata! Non è così che ci si rapporta rispetto a questo imbarazzante caso! E scusate se lo dico con calore, perché fui testimone delle sofferenze che a quel degnissimo funzionario causarono già alcune vicende che poi, per fortuna, si risolsero bene; almeno adesso! Ognuno di noi deve affrontare le proprie responsabilità, ma - ripeto compete al collega decidere se le vuole affrontare sulla base delle responsabilità che gli competono, togliendo la sua presenza da quella posizione e acquisendo la libertà, altrimenti riferisca tutto e riferisca anche a noi, in modo che quello che verrà detto sarà poi oggetto di un giudizio, di severità, di carattere regolare, di irregolarità, di eventuali menzogne, di quello che dovremo accertare o di altre verità, che peraltro non ci sono state rivelate.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, credo che molta parte del problema - non che se non ci fosse questo problema le cose muterebbero - sia dovuta anche al fatto che abbiamo pensato, e il fatto non ci è stato ancora con sufficienza chiarito, che l'Assessore Majorino avesse partecipato in qualità di formale avvocato difensore dell'Assessore Vaglio.
Pertanto, ritengo di chiedere all'Assessore Vaglio di dirci, in modo che almeno una parte del problema sia superata, chi ha nominato nella giornata di ieri come avvocato difensore e quali sono stati gli avvocati che hanno compiuto gli atti formali conseguenti del suo interrogatorio.
Credo che questa sia una cosa importante da sapere, che è da stamani che chiediamo, al di là delle altre questioni politiche generali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Sarò telegrafico, perché sulla gravissima vicenda in discussione in Consiglio regionale, cioè che il Vicepresidente Majorino ha difeso l'Assessore Vaglio davanti al Magistrato, vi è già stato il pronunciamento chiaro del nostro Capogruppo, compagno Chiezzi.
A questo punto del dibattito, però, dopo tanti pronunciamenti qualificati di Consiglieri regionali di minoranza e di maggioranza, e la stessa positiva restituzione delle deleghe da parte del Vicepresidente Majorino nelle mani dell'on. Ghigo, credo vi sia soprattutto l'urgenza - secondo me è un atto dovuto - di un pronunciamento del neo-Presidente del Consiglio Deorsola, che dovrebbe rappresentare invece il futuro di questo Consiglio regionale e della maggioranza.
Non è più possibile procedere in Consiglio regionale in modo così scandaloso e vergognoso, con arroganza, insensibilità ed incapacità da parte della maggioranza e dell'esecutivo! Il Piemonte, come tutti sappiamo, ha gravissimi problemi economici, sociali e occupazionali, che non possono essere ignorati e disattesi. Occorre la piena funzionalità del Consiglio e della Giunta, altrimenti ci dovrebbe essere il pronunciamento - dovuto - da parte dell'elettorato.
Ma a questo punto io chiedo anche all'Assessore Vaglio - che non ha ancora preso la parola e che dovrebbe farlo, dopo tutto quanto è emerso da questo dibattito - di dire chiaramente chi sono i suoi legali e rendere edotto il Consiglio su questa vicenda che, a mio avviso, si sta avviando su un percorso pericoloso o quanto meno grave per la Regione Piemonte, che a questo punto dovrebbe anche rendersi conto, almeno da parte della Giunta che il modo di procedere così vergognoso e scandaloso non la qualifica certamente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

E' solo per una precisazione, perché lei prima non era presente, Presidente Picchioni.



PRESIDENTE

Ma ho sentito.



COTTO Mariangela

Benissimo. Siccome mi hanno detto che forse non è stato interpretato correttamente quello che volevo dire, senz'altro per incapacità mia ribadisco che il mio intervento sarebbe stato molto breve proprio per poter collaborare con lei per far sì che si riuscisse a finire la discussione su questo argomento per poi arrivare al...



PRESIDENTE

Ho sentito, ho sentito. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Quella di oggi credo sia stata ancora una volta la dimostrazione di come un errore squisitamente formale - ripeto, squisitamente formale - sia stato in qualche maniera impugnato, portato ad una amplificazione, una moltiplicazione di quello che è il vero significato della situazione dell'Assessore Majorino, che è sicuramente difficile in questo momento.
Questo è l'ennesimo esempio di come una pura formalità sia stata in realtà usata - questa sì in maniera tribale - per attaccare nella persona l'Assessore Majorino, per evocare nuovamente scenari incredibili.
Il Consigliere Cavaliere ha detto che il Vicepresidente Majorino avrebbe usato la sua presenza istituzionale per condizionare in qualche maniera il Magistrato. Ma dove questa cosa? E' un'autentica pazzia pensare questo quando già un Magistrato, indagando su un Assessore e la Giunta, li chiama ad una deposizione! Questa è semplicemente una fantasia incredibile! Siamo ancora una volta nel Paese delle marche da bollo, delle formalità, dei timbri; quindi conta di più un fatto, ancorché sia foriero di un significato molto più ampio, per decretare la fine e richiedere la testa di un uomo di grande esperienza come il Vicepresidente Majorino, che purtroppo dobbiamo dirlo - ha commesso un errore formale.
Quindi siamo di nuovo al sacrificio di un Consigliere, di un Assessore, di un componente della Giunta, credo esclusivamente sulla base di una pura formalità. Non c'è alcun significato di altra natura nell'errore.
Credo che l'Assessore Vaglio conosca il Vicepresidente Majorino da circa trent'anni, quindi questo rapporto è stato sicuramente dettato dall'amicizia, da uno slancio del momento, non significativo di alcun'altra cosa! Pertanto, nonostante anche io apprezzi il gesto dell'Assessore Majorino debbo dire che questo Consiglio, l'opposizione, ha usato anche questa volta in maniera veramente tribale un argomento formale che non era di alcun peso specifico e di alcuna sostanza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Vaglio; ne ha facoltà.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Colleghi, non era ovviamente un'intenzione mia, al di là di un atteggiamento provocatorio che oramai è diventato una consuetudine tra me e il Consigliere Saitta, in quanto sono stato per tanti anni residente a Rivoli e quindi un minimo di conflittualità credo che sia anche benefica in quest'aula per sdrammatizzare minimamente il clima, ma credo di dover dare, non tanto delle spiegazioni, ma un'informazione su come sta diventando difficile e pesante - molti colleghi anche dell'opposizione questo lo sanno - amministrare in questo Paese.
A seguito di un esposto contro ignoti, la Magistratura, nel mese di dicembre, ha aperto un'indagine sulla partecipazione della Regione Piemonte allo Showmont dell'ottobre '97.
Questa indagine, contro ignoti, ha fatto sì che per un mese circa agenti della Guardia di Finanza frequentassero quasi quotidianamente gli uffici dell'Assessorato all'Economia montana e foreste, procurandosi tutta la documentazione che, d'altra parte, non era segreta o misteriosa, essendo già a disposizione di voi colleghi dell'opposizione, in quanto richiesta proprio il giorno dell'apertura di quel Salone.
Ebbene, proprio a seguito di questa inchiesta aperta dalla Magistratura torinese, mi fu consigliato da colleghi e da amici di nominare un difensore per tranquillità personale, cosa che feci nel mese di dicembre, nominando l'avv. Bissacco.
Non risultò, fino a lunedì-martedì della passata settimana, che questa indagine avesse portato ad un qualsiasi risultato. Furono interrogate dalla Guardia di Finanza numerose persone a conoscenza dei fatti, funzionari in servizio e dirigenti in pensione; furono interrogate segretarie e dattilografe.
Una settimana fa all'incirca - adesso non ricordo, ma se non lunedì, fu martedì - il mio difensore di fiducia mi informò di aver parlato con il Magistrato inquirente e di essere stato messo al corrente che, per definire la pratica, egli aveva la necessità di avere informazioni supplementari.
Il mio avvocato mi consigliò quindi di chiedere un incontro con il Magistrato inquirente, durante il quale metterlo al corrente dei fatti secondo le mie informazioni. Cosa che è avvenuta ieri: il mio avvocato ha avuto l'appuntamento per ieri, e io sono andato a conferire con il Magistrato inquirente.
Nella giornata di venerdì, l'amico Majorino, che era venuto a sapere di tale questione, ha chiesto di accompagnarmi.
Non ha avuto ovviamente - perché non l'abbiamo ritenuto, non l'abbiamo pensato, anzi, e assolutamente non era nelle mie intenzioni - la nomina ad avvocato di fiducia.
Quando ci siamo presentati dal Magistrato inquirente, questi ha ritenuto che la presenza dell'avvocato Majorino fosse dovuta ad un incarico o comunque che l'avvocato Majorino fosse codifensore; cosa che, devo dire in tutta onestà, io non ho smentito e di cui - vi prego di credere - non ho valutato la portata.
Come ricordava il Consigliere Salerno, conosco l'avvocato Majorino da quando avevo, credo, 10-12 anni, per cui, forse, l'unica affermazione giusta è di quel collega dell'opposizione che ha detto che "a volte capita che certe cose siano fraintese, perché interpretate un po' come questioni di famiglia", però non di famiglia in senso negativo, ma direi in senso estremamente positivo.
Io non avevo intenzione di coinvolgere l'avvocato nel mio collegio di difesa, però è un fatto che l'avv. Majorino fu presente in quella sede come codifensore e sottoscrisse i verbali che il Magistrato inquirente stese.
D'altra parte sono documenti che prima o poi diventeranno pubblici: sarebbe perfettamente inutile negare ciò che è di tutta evidenza.
Voglio anche dire che mi sono reso conto solo questa mattina che l'avvocato Majorino era stato considerato come codifensore della mia persona. Ne abbiamo parlato a lungo: ritengo e continuo a ritenere che non ci siano state ingerenze da parte dell'avvocato Majorino né che ci siano state esposizioni da parte sua per quanto riguarda la Giunta o comunque l'istituzione.
Per maggior tranquillità del collega Pasquale Cavaliere, devo dire che il mio difensore e l'avvocato Majorino erano seduti a circa 4 metri da me, che ero seduto al tavolo del Magistrato inquirente, con a fianco un capitano della Guardia di Finanza che verificava con puntualità che nessuno potesse prendermi a calci o tirarmi per la giacca.



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, lei ha avuto contezza delle cose che ha detto l'Assessore, per cui...
Prego.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, dobbiamo constatare che le cose che ha detto l'Assessore sono molto diverse da quelle che ha detto stamani l'avvocato Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Ma la sostanza è identica.



CAVALIERE Pasquale

No, Vicepresidente, c'è una differenza molto sottile, ma sostanziale.
Lei ha detto, facendo tutte le premesse, dopo "volevo esprimere la solidarietà, ecc.", "mi affacciai anch'io e dissi al Pubblico Ministero che, data la mia veste di avvocato iscritto al libero Foro, iscritto negli Albi forensi di Torino, intendevo assistere all'interrogatorio, fermo restando che la nomina del difensore formale e sostanziale era la prima quella fatta venti giorni prima".
Invece, l'Assessore Vaglio ci dice che nella sua interpretazione praticamente, l'ha nominata il Magistrato.
Ma non potrebbe essere diversamente, perché non credo - come abbiamo supposto stamani - che basti essere iscritto all'Ordine degli Avvocati per poter assistere agli interrogatori che in quel momento sono in corso e adempiuto. Sappiamo come avvengono quegli incarichi contestuali: lei è stato, in quel momento, contestualmente, con il suo consenso o con una sua richiesta - questo non lo sappiamo - nominato avvocato difensore dell'Assessore Vaglio, tant'è che ha perfino firmato i verbali di interrogatorio, da quel che ci ha detto l'Assessore Vaglio.
Lei ci ha detto delle cose non vere; lei stamattina ci ha detto anche delle cose non vere, omettendo il fatto che l'Assessore ha dovuto dire: credo che la cosa si commenti da sola.
Chiedo, Presidente, anche l'immediata sospensione del Consiglio, perché è una cosa che ha delle implicazioni vaste e diverse anche nei confronti della Magistratura, per le cose che sono state dette in quest'aula, e chiedo che la Giunta si riunisca e dia una risposta a questo Consiglio.



PRESIDENTE

Riassumendo l'ordine dei lavori, abbiamo terminato la discussione generale su questo fatto. Esistono, alla Presidenza, due ordini del giorno connessi con la discussione, ma esiste una richiesta formalizzata da parte del Consigliere Ghiglia di convocare i Capi gruppo.
Sospendiamo dunque il Consiglio e convochiamo la riunione dei Capigruppo per vedere come proseguire i nostri lavori.



(La seduta, sospesa alle ore 17.00, riprende alle ore 21.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi ha deciso che il Consiglio proseguirà i suoi lavori lunedì 2 febbraio alle ore 9.30 concludendo la discussione iniziata stamani sulla questione incidentale.
Nel pomeriggio, intorno alle 14.30, si procederà al completamento delle procedure e delle votazioni per il rinnovo dell'Ufficio di Presidenza.
Ricordo che comunque nel pomeriggio di lunedì prossimo si procederà a tale adempimento relativo all'Ufficio di Presidenza.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 21,03)



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