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Dettaglio seduta n.200 del 22/12/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Quella di stamane è una continuazione della riunione consiliare dello scorso venerdì, per cui passiamo al punto 5) all'o.d.g.: "Art. 14 Statuto art. 4 Regolamento interno - Adempimenti conseguenti alla scadenza del mandato dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale".
Mi scuso con tutti i colleghi per il ritardo, ma in queste circostanze diventa un obbligo quasi fisiologico.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Intervengo per chiedere l'inversione dell'o.d.g.



CHIEZZI Giuseppe

Ma non doveva parlare il Presidente Ghigo?



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere, è un fatto procedurale; poi noi possiamo esprimerci di conseguenza. L'abbiamo fatto tante volte...



CHIEZZI Giuseppe

Il Presidente Ghigo ha chiesto 48 ore di tempo; gliele abbiamo concesse e quindi, per cortesia, ci dica cosa ha fatto in queste 48 ore.



PRESIDENTE

La procedura amministrativa non elude assolutamente dichiarazioni politiche.



CHIEZZI Giuseppe

E' una procedura scorretta: chiediamo che il Presidente Ghigo faccia la sua dichiarazione.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, non ci sono problemi; non facciamo procedura sulla procedura. Lasciamo terminare la Consigliera Cotto e poi il Presidente Ghigo, se lo riterrà opportuno, farà tutte le comunicazioni.
Siamo alla vigilia di Natale: cerchiamo di non fare l'ultimo tumulto dell'anno.



(Schiamazzi in aula)



PRESIDENTE

Signori, devo sospendere la seduta? Ripeto, è un fatto procedurale, ma questo non elude assolutamente il fatto che il Presidente della Giunta possa fare una comunicazione. Non sappiamo ancora qual è la proposta della Consigliera Cotto! Consigliera Cotto, vada avanti e formuli la sua proposta; poi vedremo.



COTTO Mariangela

A nome della maggioranza, chiedo l'inversione dell'o.d.g. per esaminare il progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998/2000".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Presidente, non mi esprimo sulla proposta della collega Cotto; tuttavia non posso che constatare come questa proposta - ponendosi dopo un Consiglio che si è concluso con un'interruzione seguita alla richiesta precisa e puntuale del Presidente Ghigo di 48 ore di tempo per dare una risposta alla crisi politica che noi abbiamo più volte constatato - si ponga sulla stessa scia delle sedute precedenti: è un altro indice forte di una crisi ormai consolidata.
Suppongo che, per forza di cose, il Consiglio non possa iniziare se non attraverso l'intervento del Presidente Ghigo; penso sia fondamentale che egli ci illustri le proposte nate dalle sue riflessioni. Mi pare evidente però, che il Presidente della Giunta non possa che partire dalla constatazione, visto che non s'intende procedere all'elezione del Presidente del Consiglio, dell'assenza di una maggioranza su un fatto così importante. Chiedo che l'assemblea inizi i propri lavori esattamente dal punto in cui sono stati sospesi la volta scorsa.



PRESIDENTE

In sostanza non abbiamo discusso l'inversione dell'o.d.g. richiesto dalla Consigliera Cotto; incidentalmente è stato invece richiesto da parte dell'assemblea che il Presidente possa comunicare l'esito delle proprie riflessioni, trascorse le 48 ore che aveva richiesto. Ricordo comunque all'assemblea che la richiesta di 48 ore di riflessione non significava automaticamente che alle stesse dovesse far seguito una comunicazione del Presidente della Giunta regionale, in quanto possono essere anche le forze della maggioranza a dover fare una riflessione di questo genere. Comunque non voglio assolutamente pregiudicare il libero arbitrio di ciascuno.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Naturalmente aderisco alla richiesta della Consigliera Cotto a nome di tutta la maggioranza.
Ho preso 48 ore di tempo e, dopo aver fatto delle riflessioni, posso naturalmente confermare - e verrà verificato con la votazione della richiesta di inversione dell'o.d.g. - che il sottoscritto Presidente Enzo Ghigo è sostenuto da una maggioranza; di conseguenza, non c'è alcuna necessità di parlare di crisi.
Però ritengo anche di dire, con estrema sincerità e con chiarezza, che distinguerei le due cose dal punto di vista politico: una è quella relativa al bilancio, che è un fatto amministrativo che dipende dall'esecutivo e dal governo della Regione Piemonte, sul quale la maggioranza ritiene di chiedere la discussione; l'altra è un fatto che riguarda il Consiglio regionale, l'elezione del Presidente del Consiglio, sul quale questa maggioranza ha ancora la necessità di fare alcune riflessioni di carattere politico.
Credo che questo rientri nel novero delle valutazioni, delle considerazioni di carattere politico: ci permettiamo di sottoporre all'assemblea una richiesta di inversione dell'o.d.g. per affrontare per primo - visto e considerato che la scadenza dell'Ufficio di Presidenza non è perentoria e può tranquillamente andare in prorogatio - anziché posporre un fatto amministrativamente importante, ovvero il bilancio.
Ritengo che il Consiglio possa accettare questa mia proposta e naturalmente concordo, in totale sintonia, con la Consigliera Cotto, che ha parlato a nome di tutta la maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Il Consiglio di venerdì scorso si era concluso con la richiesta, da parte del Presidente Ghigo, di 48 ore di tempo per riflettere rispetto a come procedere sul punto all'o.d.g. relativo all'elezione del Presidente del Consiglio e al rinnovo dell'Ufficio di Presidenza. Immediatamente dopo c'è stata una Conferenza dei Capigruppo, su richiesta del Consigliere Saitta e dello stesso Presidente del Consiglio, il quale ha comunicato che avrebbe convocato la Conferenza.
La Conferenza dei Capigruppo si è conclusa con l'intento di convocare oggi l'assemblea consiliare per procedere all'elezione del Presidente e al rinnovo dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio.
Questo quanto deciso dagli organi istituzionali del Consiglio regionale, che hanno deciso di proseguire in questo modo. E questo è un fatto formale e istituzionale che io, comunque, ritengo abbia una sua importanza.
Ma il dato fondamentale è sulla gravità della situazione politica che si sta determinando. Furbizie tattiche, lo sapete, non passeranno mai in questo Consiglio; Presidente Ghigo, mi meraviglio che lei, cancellando tutti gli impegni assunti nei confronti di questo Consiglio regionale oltreché nei confronti del Presidente e dell'Ufficio di Presidenza contraddica quanto dichiarato e cioè che se venerdì scorso non fosse stato eletto il Presidente Picchioni, lei avrebbe rassegnato le dimissioni. Ci sono le sue comunicazioni su tutti i giornali, poi si può negare tutto siamo abituati alle negazioni. Una cosa che non si può negare è che lei Presidente Ghigo, sta tentando di far passare una "furbizia" tattica: lei sa bene che non ha più la maggioranza. Le sue dimissioni non erano legate al bilancio, ma all'elezione o meno del Presidente del Consiglio regionale: fatto politico sul quale non c'è più la maggioranza in questo Consiglio regionale. Ne prenda atto, rassegni le dimissioni. Se ci sono le condizioni si percorra ciò che è stato definito istituzionalmente: l'elezione del Presidente del Consiglio regionale. Se non ci sono le condizioni per eleggere il Presidente del Consiglio, siamo di fronte all'apertura della crisi; crisi peraltro a noi già chiara fin da venerdì scorso.
Le diverse riunioni che si sono susseguite in questi giorni non hanno dimostrato che esiste una maggioranza compatta.
Vi state assumendo una responsabilità grave nei confronti di questo Consiglio, nei confronti dell'istituzione regionale, nei confronti del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente Ghigo, in questi due anni e mezzo ci ha abituati ad atteggiamenti politici che, pur nella profonda differenza di posizioni politiche, il nostro Gruppo ha comunque sempre apprezzato: abbiamo sempre riconosciuto in lei lealtà politica e di comportamento. Oggi, invece, la nostra delusione è grandissima, in quanto, di fronte ad un fatto politico delicatissimo - a fronte delle 48 ore di interruzione, che lei, Presidente ha chiesto per riflettere - la sua maggioranza non è riuscita ad esprimere l'elezione del Presidente del Consiglio, posta all'o.d.g.
Queste sono questioni palesi, chiarissime; da mesi sosteniamo che questa maggioranza è gravemente in crisi. E' in crisi per disavventure avvenute ai diversi Assessori regionali; per qualcosa di più vasto riguardante il collante che mancava a questa Giunta; per un rapporto ancora più grave all'interno dei vari Gruppi politici della maggioranza che da qualche tempo, in maniera sempre più evidente, si scontrano. Si scontrano tanto da non riuscire a formulare una proposta di maggioranza del più rilevante atto istituzionale che un Consiglio regionale può darsi: l'elezione del Presidente del Consiglio regionale e dell'Ufficio di Presidenza.
Pertanto la nostra delusione e un po' rivolta verso la sua persona politica, rispetto alla quale abbiamo sempre assunto una posizione sì di grande conflitto politico, ma anche di riconoscimento di doti di carattere politico. Quindi abbiamo sempre riconosciuto una certa trasparenza politica nella figura del Presidente della Giunta, Ghigo; oggi questo, insieme al naufragio di questa maggioranza, un po' decade. Lei, Presidente, non pu non rendersi conto che abbiamo davanti due adempimenti fondamentali. Uno istituzionale, l'elezione del Presidente del Consiglio regionale, che non si riesce ad eleggere; l'altro è che lei, Presidente, non può dire, in maniera lieve, che, se non possiamo fare questo, facciamo un'altra "cosettina": il bilancio. Il bilancio, Presidente, è l'atto politico più rilevante di una maggioranza. Una maggioranza che non riesce ad esprimere uno dei vertici del Consiglio regionale, nemmeno con una proposta da porre poi in verifica. Presidente, non può dire che non riuscendo a fare quanto istituzionalmente più importante, si passa ad altro punto. E' come dire che non si è maggioranza per esprimere il vertice del Consiglio regionale, a prescindere dalla persona, ma si è maggioranza per predisporre l'atto che qualifica una maggioranza, cioè il bilancio.
Presidente, lei, di fronte a questi due fatti politici deve attestarsi.
Come ha detto il Consigliere Marengo nel suo intervento, queste sono le due questioni più gravi che possono succedere ad un Presidente di Giunta e a lei succedono contemporaneamente.
Ci rifletta. Noi non consentiremo in nessun modo che la sua proposta ammantata come fatto procedurale, ma che è un fatto politico di portata rilevantissima venga accettata. Indubbiamente, infatti, siamo di fronte ad una crisi politica a pieno campo di cui lei, in qualche modo, deve rendere conto al Consiglio ed al Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Caro Presidente Ghigo, lei sta scaricando i propri problemi sul Consiglio regionale mettendo in mora la possibilità del Consiglio stesso di svolgere l'atto costitutivo della propria attività: l'elezione del Presidente del Consiglio.
Presidente Ghigo, da una parte lei non prende atto che ha un problema di maggioranza, che non porta a risoluzione - quindi grande problema politico - dall'altro, non prende atto di un grosso fatto istituzionale.
Lei, a causa delle sue difficoltà di governo, colpisce il Consiglio regionale - l'istituzione principe della Regione Piemonte, quella legislativa - scaricandogli addosso colpe che lo stesso non ha in quanto istituzione, sovvertendo l'ordine dei problemi. Noi, in Consiglio regionale, non riusciamo a prendere alcuna decisione senza una Presidenza tant'è che, terminate le elezioni, per consentire l'avvio dei nostri lavori, quindi come atto propedeutico a qualsiasi atto politico successivo lo Statuto prevede l'elezione del Presidente e dell'Ufficio di Presidenza.
Scaduti i 30 mesi, questo primo atto originario, da cui derivano tutti gli atti, è nuovamente all'o.d.g. e non può essere evitato da "qualche mossa". Non può essere evitato. Il problema politico istituzionale oggi è consentirci di lavorare. Non possiamo iniziare i nostri lavori collega Cotto, nemmeno quelli del bilancio, se alla scadenza statutaria, una volta messo all'o.d.g. il punto da cui tutti gli altri derivano, non viene eletto qualcuno che ci governa, non in prorogatio, ma a tutti gli effetti, come prevede lo Statuto. Se non risolvete questo problema non potete proporre al Consiglio di passare ad altro.
Presidente Ghigo, la scorsa settimana era seduto a quella stessa poltrona senza tre Assessori. Gli stessi tre Assessori oggi non sono presenti; gli stessi tre Assessori, probabilmente, se si mettesse all'o.d.g. lo stesso tema statutario che ci apprestavamo a discutere nella scorsa seduta, non sarebbero presenti. E, insieme a loro, probabilmente non sarebbero presenti alcuni Consiglieri di maggioranza. Presidente Ghigo non può far finta che questo non sia; lei si presenta con degli Assessori limitati nella loro azione di maggioranza e nella loro adesione alla stessa. Questo quanto sotto gli occhi di tutti. Consenta che questo Consiglio non ci impedisca di fare quanto noi, come Consiglieri regionali abbiamo l'obbligo di fare - votare le candidature a Presidente del Consiglio - diversamente, lei occulta e scarica sul Consiglio responsabilità che le sono proprie.
A nome del mio Gruppo, di fronte alla crisi agli occhi di tutti ribadisco l'impressione di essere in una situazione che esige un percorso liberatorio, completo. Per percorso liberatorio intendo la richiesta agli elettori piemontesi di rieleggere un Consiglio regionale completamente rinnovato.
Non siamo in condizione di predisporre un bilancio perché voi impedite che la Regione Piemonte ne abbia uno e impedite che si costituiscano le condizioni necessarie perché questo Consiglio funzioni.
La via d'uscita l'avreste, se poteste contare su una maggioranza valida per tutti gli argomenti e non soltanto per alcuni. In tal caso, non c'è maggioranza. La maggioranza, quando c'è, affronta tutti i temi: non scantona. Senza maggioranza, non consentite di eleggere il Presidente del Consiglio, impedite la discussione del bilancio.
Permanendo una tale situazione, penso che il Presidente del Consiglio rimasto in carica per l'ordinaria amministrazione, possa essere sollecitato dai Gruppi che da tempo richiedono che la soluzione della crisi si avvii attraverso lo scioglimento del Consiglio ed elezioni anticipate a chiedere al Capo dello Stato di prendere atto della situazione di ingovernabilità in cui la Regione Piemonte viene "cacciata" da una maggioranza che non è più tale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Presidente e colleghi, in seguito alla richiesta della collega Cotto, e ad alcuni interventi - tutti dell'opposizione, finora, ma immagino ve ne saranno altri sia da una parte sia dall'altra - ritengo di dover fare alcune considerazioni. E' pur vero che venerdì scorso in Consiglio regionale il Presidente della Giunta, Ghigo, si prese 48 ore di tempo per trovare una soluzione, ma, evidentemente, le 48 ore non sono state sufficienti. Con molta trasparenza, lo diciamo a tutti: le 48 ore non sono state sufficienti per trovare la "quadratura" di alcuni problemi. Ecco quindi che oggi chiediamo s'inverta l'o.d.g. - condivido, ovviamente, la richiesta della collega Cotto.
Non abbiamo alcuna volontà o ipocrisia di nascondere il momento di difficoltà e di profonda riflessione che stiamo vivendo come maggioranza sarebbe ipocrita negarlo, visto che è sotto gli occhi di tutti e che partiamo dal presupposto che i colleghi siano maturi. Venerdì scorso si è tenuto un Consiglio regionale in assenza di nove Consiglieri dei Gruppi federati, ma il fatto che stamattina non solo si siano presentati, ma che la loro Capogruppo abbia mosso la richiesta di cui siamo a conoscenza rende evidente che politicamente la maggioranza, intorno alla Presidenza Ghigo, esiste.
Ci sono - dicevo - problemi per i quali le 48 ore non sono state sufficienti; oggi non siamo in grado di dire se ne basteranno altre 48 o esagerando, se ne occorreranno 480; sicuramente, siamo impegnati all'interno della maggioranza, a trovare delle soluzioni.
La scadenza statutaria era il 19 dicembre, oggi è il giorno 22; credo che ognuno di noi abbia vissuto, all'interno della Regione o di altri Enti locali, slittamenti di termini nei confronti dei quali tre giorni rappresentano una virgola né percepibile né apprezzabile. Anche questo mi sembra un dato da mettere in evidenza.
Dopodiché, è vero che il Presidente Picchioni e l'Ufficio di Presidenza sono "scaduti" il giorno 19, ma è altrettanto reale che il termine è ordinatorio e non perentorio; per due anni e mezzo hanno goduto della nostra fiducia e ce l'hanno ancora. Per noi va benissimo che fino a quando non si troverà un nuovo riassetto di organigramma, l'attuale Ufficio di Presidenza continui il proprio mandato, pur nell'ordinaria amministrazione.
Relativamente al bilancio, si apre un ventaglio a due possibilità: quanto chiediamo noi, ovvero il procedere su bilancio tecnico, rigido, a politiche invariate, ecc., che abbiamo licenziato all'interno della I e di tutte le altre Commissioni. Ad oggi non vediamo ostacoli insormontabili a che questo bilancio possa essere votato da qui al 31 dicembre; chiaramente siamo sensibili e attenti a quanto avviene in quest'aula e attorno a noi.
Se accadranno fatti o avvenimenti relativamente ai quali dovremo cogliere opportunità, necessità o orientamenti, lo faremo. Nessuno di noi ha intenzione di portare alcunché al "massacro", men che meno l'Assemblea regionale.
Quindi, relativamente al bilancio, concordiamo a che si proceda, come ha ribadito il Presidente della Giunta; ad oggi le cose stanno così: saremo attenti e sensibili a quanto avverrà da questo momento in poi e aperti a considerare le opportunità che si dovessero manifestare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Presidente Ghigo e colleghi Consiglieri, così non va. E non solo perché, come hanno già sottolineato i colleghi di opposizione, sono trascorse le 48 ore di tempo che lei aveva richiesto - ma in questi due anni e mezzo ci siamo abituati a ben altro, quindi non mi stupisco più di tanto - ma perché la soluzione di invertire l'o.d.g. e esaminare il bilancio è soluzione che non porta da alcuna parte. Così non va: il Piemonte ci sta solo perdendo; sono quattro mesi che continuiamo a parlare di nulla, per Assessori finiti nella "bufera", e perché, per mille ragioni che lei conosce benissimo - non siete - non siamo - riusciti a discutere leggi importanti e non sono arrivate proposte concrete per il Piemonte.
Così non va: la crisi di Giunta, la crisi di maggioranza non è dettata da disaccordi sul programma, su come affrontare proposte di legge o interventi per l'occupazione o per la sanità, ma dalle poltrone. E' questa la crisi della maggioranza: il mercato delle vacche e delle poltrone.
Abbiamo verificato che questo Consiglio è impraticabile: non pensi Presidente, che rinviando la votazione dell'Ufficio di Presidenza a gennaio, la situazione possa migliorare, perché anche se lei riuscisse a ricompattare la maggioranza sull'Ufficio di Presidenza, tra tre mesi ce ne sarà un'altra - e per il Piemonte andrà sempre peggio.
Cosa volete fare? Prendere 15 giorni per riflettere. E poi? Discutere del bilancio. Ma sappiamo tutti che se iniziamo a discutere del bilancio facciamo una finzione per due o tre giorni, giusto perché l'opinione pubblica sappia che ne abbiamo discusso e poi, quando si avvicina il 31 dicembre e c'è il pericolo di perdere le 60 poltroncine del Consiglio regionale, salta fuori la leggina sull'esercizio provvisorio, che molti voteranno.
Diciamolo chiaramente: in quest'aula può capitare di tutto l'importante è che non si vada a casa.
Allora, Presidente Ghigo, mi rivolgo a lei, le faccio un appello: dimostri di essere il Presidente giusto per questo Piemonte, dimostri di avere "le palle", Presidente Ghigo, si dimetta, senza approvare la leggina sull'esercizio provvisorio...



PRESIDENTE

Usi delle locuzioni appropriate all'Assemblea, Consigliere Rosso!



ROSSO Roberto

Presidente Ghigo, mandi a elezione questa Regione: lei ne esce a testa alta, potrà spiegare le ragioni del perché non è riuscito a lavorare e saranno i cittadini a decidere se ha ragione lei, l'opposizione o se ha ragione questo nuovo centro che così tanto le sta chiedendo. Perché vede in questo modo dimostra di essere coerente con quanto ha promesso ai cittadini quando l'hanno votata.
Se invece rimanda la sua caduta di alcuni mesi, otterrà solamente una cosa: lei passerà alla storia di questa Regione per essere stato il Presidente che è riuscito a piantare una bella pianta di ulivo nel giardino della Regione Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non so come faccia a dire, il Presidente Ghigo, di poter dimostrare di avere la propria maggioranza integra, quando è palese che non è così. Lei non ha la maggioranza perch il suo candidato, il candidato della maggioranza, cioè Rolando Picchioni non ha i voti di tutta la maggioranza.
Questo determina il fatto che oggi il Presidente Picchioni sia un Presidente di minoranza; non avendo più la fiducia della maggioranza, come dato oggettivo, è Presidente di minoranza della maggioranza, e questo crea tra l'altro, un problema.
Credo sia lecito, Presidente Picchioni, che lei esprima la sua opinione su questa vicenda.



PRESIDENTE

Ho parlato più di mezz'ora su questo.



CAVALIERE Pasquale

Sì, certo, ha parlato mezz'ora, ha fatto una relazione importante portando elementi sui quali dovremo certamente riflettere, ma la sua, nel '95, fu una candidatura anche politica, motivata politicamente all'interno di questa maggioranza e ora, quali sono le condizioni politiche, anche in relazione a quanto lei correttamente ha trasmesso ai Gruppi di minoranza in questi giorni, rispetto alla situazione? Non so chi sia il Penelope che di notte disfa gli accordi che di giorno fa il Presidente Ghigo; quello che preoccupa maggiormente il sottoscritto e credo e spero molti altri Gruppi in quest'aula, se le cose sono, ma non possono che essere così, quelle che abbiamo letto sui giornali: l'accordo si basa su posti alla Cassa di Risparmio, al San Paolo, negli Assessorati nelle Vicepresidenze: spartizione in genere del potere.
Io mi chiedo, e chiedo anche a lei, Presidente Picchioni, quale proposta di candidatura lei ci fa, in questa logica. Quale Presidente sarebbe se il 15 o il 30 gennaio lei venisse rieletto, in base ad un possibile - che al momento non vediamo - accordo della maggioranza di Ghigo? E' una questione importante.
Personalmente credo, e penso sia evidente a tutti, che si sia sfaldata da qualche mese a questa parte, la proiezione politica di questa Giunta della quale abbiamo visto, nei primi sei mesi di vita, qualche tratto. In questi ultimi mesi non esiste più alcuna politica della maggioranza; non vedo come possa continuare ad esistere.
Se ci fosse stata una soluzione, il Presidente Ghigo avrebbe potuto esprimerla un mese fa, 15 giorni fa. Non ha avuto la forza di farlo 15 giorni fa, non ha avuto la forza di farlo venerdì scorso, non ha la forza di farlo oggi. Presidente, è in crisi la leadership della maggioranza.
Anche se lei, per strani accordi di potere, trovasse una "quadra" tra un mese, ritengo che comunque il Consiglio regionale possieda tutti gli elementi per poter credere e supporre che il Piemonte verrà gestito, nei prossimi due anni e mezzo, nel modo che ho detto.
Questa la considerazione che, obiettivamente, dobbiamo e possiamo fare.
Senso di responsabilità vorrebbe - responsabilità che in passato abbiamo riconosciuto - che venissero compiute scelte diverse da quelle proposte in precedenza. Credo sia dato abbastanza obiettivo, palese e privo di faziosità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, da "buon Mandronio" voglio proporre un ragionamento abbastanza semplice, palmare; non sono d'accordo con la proposta della Consigliera Cotto, per un motivo molto semplice: non m'interessa - e credo non debba interessare alcun collega di questo onorevole Consiglio regionale - far finta di discutere il bilancio. Mi interessa discuterlo realmente! Dire che oggi si passa alla discussione del bilancio, cari colleghi, è finzione.
E' perdere tempo, così come successo per tutta la settimana continuiamo ad andare avanti a balletti, a tentoni, cercando di trovare soluzioni - che per ora non si sono trovate. Mi auguro che riusciate a trovarle celermente, poiché, continuando di questo passo, non si riesce più a comprendere il motivo per cui, al mattino, ci presentiamo puntuali alle 9,30 per iniziare la seduta di Consiglio, visto che poi, normalmente, per questioni fin troppo conosciute, ma facendo finta di non conoscerle, ci troviamo tutti in situazione di difficoltà, ad aspettare che finalmente qualcuno ci porti la "buon novella" o venga a dirci qualcosa su quanto sta succedendo.
La maggioranza deve prendere una decisione per uscire dall'impasse, dal momento di stallo determinato dalla nomina del Presidente del Consiglio regionale. Abbiamo un atto importantissimo da predisporre: il bilancio. Se le 48 ore previste non bastassero, se ne occorressero altre 72, se avete bisogno di tempo, prendetevelo: basta trovare una soluzione. Una potrebbe essere rappresentata da una "leggina" per procedere con il bilancio provvisorio e convocare il Consiglio, una volta per tutte, in modo coerente con quanto dobbiamo fare.
Dopodiché, procedete a tutte le discussioni necessarie per trovare delle intese; ci verrete poi a dire quali sono, secondo voi, le proposte utili per continuare il nostro lavoro. Diversamente, non facciamo l'interesse di alcuno, tanto meno quello dei cittadini piemontesi.
Francamente, sono abbastanza tormentato dal passare giornate intere senza fare nulla, andando avanti indietro: mi pare di essere a Montecitorio, nel corridoio "dei passi perduti", nel Transatlantico, senza riuscire a capire cosa sto a fare qua.
Pragmaticamente, ritengo che la strada sia quella di andare all'esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il Gruppo MPPE accede alla richiesta della Consigliera Cotto; vi accede, non la propone "con". Vi accede perché ritiene che una reale verifica di una maggioranza la si possa avere soltanto, e quasi esclusivamente, su provvedimenti legislativi. Se così non fosse, potremmo avere maggioranze unite su provvedimenti legislativi e maggioranze disunite nel momento in cui gli stessi provvedimenti si vogliono veder assunti, gestiti, portati avanti rappresentati da altre persone.
Fatto, a mio modo di vedere, assolutamente secondario per la politica regionale rispetto al primo elemento: quello della volontà di portare avanti, con una maggioranza, i provvedimenti legislativi.
Non ci nascondiamo, pur non avendo partecipato nelle ultime 24 ore ad alcuna riunione che vedeva coinvolti segretari regionali, che esistono dei problemi, ma non sui provvedimenti legislativi. Nel momento in cui il Consiglio regionale si prefigge di portare al proprio o.d.g. un provvedimento importante, anche se non definitivo - da più parti si è detto che questo bilancio era, nella fattispecie, quasi come un esercizio provvisorio - noi siamo d'accordo.
Se analizziamo la trafila che si è snodata in Consiglio regionale rispetto a quanto ci si prefiggeva come maggioranza, verifichiamo che avremmo dovuto iniziare a discutere il bilancio nei primi giorni della scorsa settimana.
Legittimamente, le minoranze hanno messo in campo tutte le possibilità di portarci, nei tempi, al non inizio della discussione del bilancio. Nello stesso tempo, però, le minoranze devono prendere atto che la maggioranza legittimamente, può chiedere all'aula di discutere il bilancio. Bilancio che poi, fra l'altro, non ha soltanto da difendere questioni politiche, ma anche gestionali, strutturali importanti.
Un bilancio che si differenzia dall'esercizio provvisorio soltanto perché offre l'opportunità ai dirigenti della Regione, appena nominati, di poter svolgere il proprio lavoro.
Ebbene, prima di decidere se proporre o meno l'esercizio provvisorio - che avrebbe comunque le ripercussioni che dicevo in precedenza sul personale della Regione - bisogna verificare, su un tema dove la maggioranza si presenta in modo unitario, quale sarà l'atteggiamento della minoranza. Se la minoranza dovesse accedere a legittime forme di ostruzionismo rispetto al bilancio pervenuto in aula dopo essere stato presentato in Commissione forse la maggioranza dovrebbe apprestarsi a riflettere, per non aggravare la sua situazione di verifica, sull'opportunità della presentazione del bilancio provvisorio.
Questa è cosa che compete alla Giunta, perché il bilancio provvisorio non perviene in aula, se prima non è stato approvato dalla Giunta stessa.
Quindi, signor Presidente, in questo momento è importante che i Gruppi consiliari presenti dicano con estrema franchezza quale atteggiamenti intendono assumere sul bilancio presentato in aula e che i Gruppi di maggioranza chiedono venga discusso prioritariamente rispetto agli altri argomenti.
Tutto è importante. L'elezione del Presidente del Consiglio regionale è estremamente importante, però in questo momento è un provvedimento secondario per i cittadini della Regione Piemonte rispetto all'approvazione del bilancio.
Credo che la maggioranza si verificherà su questo atto, sia esso bilancio provvisorio sia esso bilancio "vero" portato in aula dalla Giunta.
Come dicevo prima, non ci nascondiamo le difficoltà esistenti tuttavia, credo che proprio le votazioni sui provvedimenti - e il bilancio è uno di questi - ci permetteranno di verificare a fondo qual è la condizione di base della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Sono esterrefatto da quanto sta accadendo, perché i Consiglieri e i Capigruppo di maggioranza dimenticano che la scorsa settimana abbiamo passato molto tempo in quest'aula e non perché la minoranza abbia fatto ostruzionismo sul bilancio (non lo si è neanche iniziato a discutere!), ma perché abbiamo passato ore ed ore, anche giornate intere, aspettando i Consiglieri di maggioranza.
Abbiamo aspettato pure la Consigliera Cotto, che venerdì non c'era e poi è venuta a fare una proposta che smentiva le dichiarazioni fatte in precedenza.
Si è presentata a nome di una cosa che non so bene cosa sia, visto che lo Statuto prevede Gruppi e dei Capigruppo: non prevede altro.
Quindi non so di cosa si parli statutariamente; dal punto di vista politico so cosa sta avvenendo, ma in quest'aula esistono solo strutture previste dallo Statuto e dal Regolamento, che non mi pare prevedano strutture federate (almeno per ora), a meno che i Gruppi si sciolgano, formando un solo Gruppo, cosa del quale prenderemo atto.
Fino a quel momento, si può parlare in quanto Capogruppo di un Gruppo poi si può anche dire: "Parlo a nome di altri", ma non esiste una struttura federata; quelle sono cose che stanno fuori da quest'aula: qui dentro non c'entrano.
La realtà è che siamo arrivati alla scadenza naturale della Presidenza del Consiglio e dell'Ufficio di Presidenza.
Lo Statuto prevede un termine di trenta mesi, non di trenta mesi più i giorni necessari per mettersi d'accordo per trovare un altro candidato.
Quindi, andare oltre i trenta mesi è fatto inaccettabile, antistatutario: è una violazione dello Statuto.
Poiché esiste questa scadenza della quale siamo tutti a conoscenza, si sapeva già che ci si doveva mettere d'accordo per trovare un candidato! Come diceva il Consigliere Cavaliere, sappiamo bene che uno dei candidati naturali era l'attuale Presidente che, non sorretto dalla maggioranza - tra l'altro è pure in minoranza - è sfiduciato dai suoi alleati; il fatto stesso che rifiutino di rivotarlo, esprime una sfiducia.
Il Regolamento cosa dice? Non parla di seconda scadenza, parla del primo momento in cui ci si trova a votare il Presidente; non dice alcunch rispetto a che si debba provvedere prima ad atti politici o decidere quale maggioranza esiste.
Dice che il Consiglio, come primo atto, procede all'elezione dell'Ufficio di Presidenza. Questo è il primo atto: quando non c'è più l'Ufficio di Presidenza, il Consiglio procede al suo rinnovo.
Gli atti politici vengono dopo, compresa l'elezione del Presidente della Giunta, per cui il discorso che faceva il Consigliere Montabone (che non vedo in aula in questo momento) non è accettabile.
Non ha senso dire che "la maggioranza si verifica con la votazione dei provvedimenti". Lo sappiamo; però, il nostro Statuto e il nostro Regolamento dicono delle cose chiare: dicono che l'Ufficio di Presidenza è il primo atto da compiere. E poiché siamo in assenza dell'Ufficio di Presidenza, occorre procedere in questo senso.
Tra l'altro, chiedo all'attuale Presidente di essere interprete del Regolamento e dello Statuto, i quali dicono che si deve provvedere a quello, non ad altro.
Quello è l'atto pregiudiziale agli atti politici, per cui a mio parere non si può neanche andare in esercizio provvisorio.
Ci troviamo attualmente in un vuoto di potere che può essere colmato ovvero la transitorietà dell'attuale Presidente Picchioni è finalizzata all'elezione del nuovo Ufficio di Presidenza, non allo svolgimento dei normali fatti politici. Ribadisco dunque che non è presentabile alcun provvedimento se non quello relativo all'elezione del Presidente, con le forme previste dallo Statuto.
Diversamente, ci troviamo di fronte ad un golpe, perché se per ipotesi occorressero trenta mesi per mettersi d'accordo, l'attuale Ufficio di Presidenza rimarrebbe in carica per altri trenta mesi. Ciò non è possibile.
La scadenza temporale prevista dallo Statuto non è interpretabile, perch dopo l'indicazione dei trenta mesi c'è un punto. Il termine non è certamente interpretabile o flessibile alle diverse esigenze politiche.
Chiedo dunque che il Presidente Picchioni prenda atto di questo e si comporti da Presidente provvisorio - perché questo prevede lo Statuto procedendo agli adempimenti previsti. Ripeto, lo Statuto e il Regolamento prevedono che come primo atto si proceda alla rielezione del Presidente e dell'Ufficio di Presidenza. E io chiedo, a nome del mio Gruppo, che si faccia questo e non altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi rivolgo in modo particolare al Presidente Ghigo e anche a lei Presidente Picchioni, avendo io posto, qualche mese fa, il problema del rischio grave che incombeva sull'istituzione. Quando parlo di istituzione non mi riferisco al Consiglio regionale. Il Consiglio regionale vivrà la vicenda che gli diventa gradualmente propria sulla base di come si evolve questa incredibile situazione. Penso all'istituzione Regione.
Voglio ricordare che il giudizio dei Presidenti delle Province si sta facendo preoccupato nei confronti dell'istituzione; guardi, Presidente Ghigo, che è qualche cosa che va oltre: parte dal modo di gestirla, ma finisce per essere un pesante rapporto tra istituzioni che non si sentono governate, non si sentono guidate e non vogliono condividere, non sentendosene responsabili, una situazione che ha il suo epicentro e il suo fulcro dissolutivo nel governo di questa Regione.
Vengono avanzate alcune proposte da parte della maggioranza, e mi riferisco anche a quella della collega Cotto. Capisco e rispetto la fatica lo sforzo e la drammaticità della condizione che coinvolge la maggioranza d'altronde questo Consiglio regionale non è nuovo a vicende di questo genere, ne ha già vissuta una così nella scorsa legislatura, e voglio anche ricordare, dopo tutto il problema di dissoluzione, che l'epilogo comunque non fu quello di una riedizione.
Presidente Ghigo, uso una frase che da noi si era usata ad altro proposito ma mi pare che sia sinteticamente calzante: questa maggioranza, ammesso che ne abbia avuto una, ha esaurito interamente la spinta propulsiva che l'aveva portata a formare il proprio programma ed anche a vincere le elezioni, per una serie di circostanze, con appena il 39% di consensi.
Quindi con una vocazione a governare tutta da dimostrare, e in seguito non dimostrata del tutto.
Questa spinta propulsiva non esiste più. E' vero che numericamente si può invocare l'esistenza di 35 voti qua e là, anche su dei passaggi istituzionali che invocano la misurazione fisica della maggioranza. Ma con questo? A che cosa serve? Quali soluzioni propone? Quali indirizzi crea? Quale bilancio ha consentito di proporre? Apro solo una parentesi su questo punto. La discussione del bilancio, se vi arriveremo, non potrà che essere un ulteriore elemento di dissoluzione perché gli elementi intrinseci della sua staticità tradizionale non si propongono come elementi nuovi di impostazione di un'idea di governo, ma partono addirittura da modeste e mediocri proposte di variazione rispetto alla spesa storica, anzi alla spesa consuetudinaria.
Ho il dovere - lo ha già fatto il compagno Marengo - di richiamare a tutti voi, anche ai colleghi della maggioranza, che quando si aprono queste situazioni, occorre fare una distinzione. La situazione è stata aperta dalla consunzione della maggioranza sugli atti fondamentali, sugli indirizzi, sul suo modo di essere, oppure è dovuta alla proposta del centro, che richiede una diversa organizzazione della maggioranza? Ma attenzione: una diversa organizzazione della maggioranza implica comunque un'organizzazione di idee, un progetto politico completamente diverso, tant'è che è su questo che non si trova l'accordo, perché quella maggioranza è comunque finita. Quest'altra maggioranza - voi dite - pu nascere all'interno di quei numeri; vediamo, ma non è certo nata all'interno di quei numeri, in quanto i numeri di per sé non sono un elemento che suffraga la consunzione del progetto politico, altrimenti abbiamo veramente la sensazione che il dato numerico sia un dato di occupazione, a questo punto, e non di gestione e non di governo e non di indirizzo.
Dicevo che abbiamo il dovere di richiamarvi - perché facciamo parte tutti del Consiglio regionale - al fatto che una situazione di questo genere, se non è governata, ci porta al fallimento. Apprezzo gli sforzi non è che qui non ci sia un dialogo, anzi mi pare che il dialogo ci sia; è la regia, l'indirizzo, l'esito del dialogo che non sta producendo niente.
Apprezzo gli sforzi del Capogruppo Gallarini, così come del Capogruppo Montabone, di ribadire, pur nella difficoltà e nella criticità della situazione, la richiesta o l'esigenza - non voglio interpretare, ma comunque è questa la mia sensazione - di governare questo processo verso uno sbocco. Ho però l'impressione di una grandissima reticenza, motivata debolmente - consentitemi di dirlo.
Cosa vuol dire che i numeri per approvare il bilancio ci sono? Voglio ricordarvi che le maggioranze di tutte le Amministrazioni, da quella di Levice (per menzionare il più piccolo Comune del Piemonte) al Governo nazionale, tutti gli anni hanno approvato dei bilanci. Il dato che contraddistingue una maggioranza non è soltanto l'approvazione del bilancio, fatto tecnico, ma è la costruzione, la realizzazione, la predisposizione di una politica, che qui evidentemente non siamo più in grado di proporre; da parte vostra, almeno, non ne abbiamo visibilità.
Presidente Picchioni, la proposta dalla collega Cotto di inversione dell'o.d.g. - non se la prenda, la collega - non è proponibile, perché qui non si tratta di una discussione di merito su una serie di provvedimenti delibere, leggine e altre cose per cui invertiamo l'o.d.g. prima di affrontarle.
Lo stesso Presidente Picchioni ha avvertito - non sarebbe corretto non dargliene atto - del grave rischio che c'è per l'istituzione: si pone il problema che un conto è rimanere in una condizione di svolgimento dell'ordinaria amministrazione perché comunque un riferimento ci sia, altro conto è la situazione che qui si sta determinando. Per cui non siamo colleghi della maggioranza - nella condizione di invertire l'o.d.g., ma soltanto nella condizione di prendere atto che quel passaggio dell'o.d.g.
quel punto dell'o.d.g., non può essere rinviato. Siamo solo nella condizione di prendere atto che quel punto dell'o.d.g. - e non sto qui a sottolineare di quale punto si tratti - essendo esso stesso un elemento costitutivo della crisi della maggioranza, ne sottolinea l'esistenza quindi non può essere risolto se non in un quadro di superamento di quella crisi. Di conseguenza, non può essere ulteriormente approfondito adesso non si tratta di invertirlo, ma di prendere atto della situazione e di reiscriverlo in una riunione del Consiglio regionale, che evidentemente verrà posticipata di parecchi giorni, di qualche settimana: questa è la situazione.
Dopodiché, posto che la situazione è questa, l'altra ipotesi è di invertirlo iscrivendo all'o.d.g. la discussione sul bilancio. Mi pare che il Presidente Ghigo l'abbia intesa così, come un elemento per dimostrare che la crisi non esisterebbe, perché si è in grado di passare ad un'approvazione del bilancio.
A questo proposito sottolineo quello che avevo già posto come problema di apprensione, anche nostra: se non si guida questo tipo di processo, si rischia di tentare di passare alla discussione di un progetto di bilancio che, per quanto ci riguarda, va completamente riscritto.
Il nostro contributo al dibattito non sarà ostruzionistico, ma di merito, se lo si vuole affrontare. La conseguenza è che prenda corpo l'ipotesi autonomamente prospettata dalla maggioranza, non chiesta dall'opposizione - sia chiaro che non c'è nessuna opposizione, credo, che chieda l'adozione di un esercizio provvisorio - di prendere atto della situazione in cui si trova per tentare di proporre un possibile governo della medesima tramite l'esercizio provvisorio.
L'approfondimento, una volta avviata la discussione, rischia effettivamente di condurre - per mancanza di regia, a questo punto - non all'esercizio provvisorio, ma alla non approvazione del documento di governo politico finanziario per l'anno prossimo.
A questo punto della discussione - e naturalmente altri interventi lo sottolineeranno ulteriormente, il compagno Marengo l'aveva fatto fin dall'inizio - non si può che rilevare la crisi della maggioranza maturata attorno al provvedimento principale rispetto al quale c'è stata tutta la predisposizione dei tempi e degli argomenti politici. La sovrapposta continuità delle riunioni di questi giorni ha ulteriormente dimostrato che la crisi esiste ed è particolarmente difficile da superare.
Il Presidente Ghigo e la maggioranza ne traggano le conseguenze; noi naturalmente, siamo qui per continuare la discussione sull'o.d.g. che ripeto - non può essere oggetto di inversione, ma soltanto di una diversa organizzazione dei nostri lavori; ad oggi non siamo in grado di eleggere il Presidente del Consiglio regionale e l'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Dopo la seduta sconcertante di venerdì scorso, le risultanze dei Capigruppo avevano stabilito, per lunedì 22 dicembre, la discussione sulla Presidenza e sull'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte. Pertanto è politicamente inaccettabile - come chiede il centro destra - l'inversione dei punti all'o.d.g. del Consiglio, discutendo il bilancio 1998 senza una volontà politica precisa ma solo furbescamente.
L'intenzione dell'inversione dei punti all'o.d.g. denota un atteggiamento arrogante, scorretto, privo di stile, che rimarca una forte debolezza e, di conseguenza, la fine di una maggioranza di centro-destra che per oltre due anni ha mal governato il Piemonte causando gravi e irreperibili danni.
Non è un fatto procedurale, ma squisitamente politico. In questo modo il Presidente dell'esecutivo intende assurdamente scaricando i gravi problemi della sua maggioranza sul Consiglio regionale, privandolo, quindi, delle proprie prerogative istituzionali, come quella di legiferare.
Occorre la completa pienezza istituzionale delle funzioni del Consiglio regionale attraverso il Presidente e l'Ufficio di Presidenza; in questo modo, senza l'elezione, si commette una grave violazione di legge: l'art.
126 della Costituzione prevede che il Consiglio regionale può essere sciolto se non ha una maggioranza ed un Presidente.
Bisognerebbe anche capire meglio che cos'è il Gruppo federale costituitesi di recente, chi ne è il Capogruppo e quale ruolo politico svolge, anche perché tale Gruppo sta assumendo un ruolo politico importante in questa crisi, crisi creatasi per il potere.
I gravi problemi urgenti del Piemonte, dalla sanità all'agricoltura e le priorità occupazionali, avrebbero dovuto imporre all'esecutivo, alla maggioranza altre scelte politiche di governo, invece di meschine lotte intestine di basso governo che hanno imposto una gravissima crisi istituzionale e che portano solo, ed esclusivamente, allo scioglimento del Consiglio regionale e a nuove elezioni con tutte le estreme conseguenze.
Signori della maggioranza, vi siete assunti tali e gravissime responsabilità delle quali ne dovrete rispondere a tutti i piemontesi che guardano con preoccupazione le vicende politiche di questa Regione all'avanguardia nel nostro Paese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

I colleghi dell'opposizione che mi hanno preceduto hanno evidenziato lo stato di difficoltà e di crisi politica della Giunta; a me non resta che rilevare tre elementi che hanno caratterizzato il comportamento del Presidente Ghigo nel giro di una settimana. Tre negazioni, dopo tre affermazioni.
Il Presidente Ghigo aveva dichiarato ai giornali, e i giornali hanno scritto, che si sarebbe dimesso qualora non fosse stato rieletto alla Presidenza del Consiglio il Consigliere Rolando Picchioni. Affermazione smentita immediatamente dopo.
L'altra affermazione, fatta qui in Consiglio che non abbiamo letto, ma ascoltato: "datemi 48 ore di tempo per prendere una decisione". Oggi è stato detto che in fondo le 48 ore non erano perentorie, possono essere anche 480, possono essere mille giorni. Anche qui si denota un atteggiamento incoerente del Presidente Ghigo.
Terzo atteggiamento incoerente del Presidente Ghigo: il Presidente Ghigo ci aveva detto, nella riunione dei Capigruppo, che avrebbe predisposto le procedure per l'esercizio provvisorio, anzi ci ha spiegato la bontà dell'esercizio provvisorio; non solo, l'Assessore al bilancio Burzi, si era poi profuso in una grande contorsione per spiegare che l'esercizio provvisorio andava anche bene. Pertanto ci siamo lasciati con l'ipotesi del bilancio provvisorio.
Oggi il Presidente Ghigo, dopo aver fatto delle affermazioni non al bar, ma in seno alla riunione dei Capigruppo, dice che si può discutere il bilancio.
Presidente, dire che il suo atteggiamento è incoerente, mi pare abbastanza evidente. D'altronde lei si ostina a non leggere politicamente che cosa sta avvenendo nella maggioranza. Non si tratta soltanto di questioni formali, non si tratta - come sostiene Rifondazione Comunista del fatto se esiste o meno il Gruppo federato; il problema vero della maggioranza è che il Polo è in forte crisi, come alleanza politica, e c'è una posizione, espressa da alcuni Gruppi, di riorganizzare politicamente il modo di agire all'interno della maggioranza. Il cosiddetto Gruppo federato pone un problema importante; non esprime un giudizio, ma pone il problema da quanto leggo sui giornali, del maggior peso politico all'interno della maggioranza. Le questioni del maggior peso politico all'interno della maggioranza - come tutte le questioni di peso politico - sono sempre, per forza di cose, collegate ad un problema di riorganizzazione del potere.
Sotto questo aspetto, non mi scandalizzo, ma questo è il nocciolo che il Presidente Ghigo non affronta.
Credo, Presidente, che questa crisi non sia determinata da divergenze di posizioni politiche nella soluzione da dare ai problemi del Piemonte, ma dall'incapacità del centro-destra di esprimere una politica e un governo autorevole e competente. Tranne qualche eccezione questa Giunta di centro destra, questo governo non si è rilevato all'altezza dei problemi del Piemonte. Questo è il problema vero che pone - mi è parso di capire - il Gruppo federato di centro.
La mia opinione è che in ogni caso, fermo restando questa composizione della maggioranza, è difficile dare una soluzione ai problemi qui sollevati.
Credo che questa crisi debba essere affrontata non con delle finzioni ma con qualche atto di coraggio. Atto di coraggio che deve compiere il Presidente della Giunta regionale, il quale è in evidente difficoltà.
Probabilmente sa cosa sta succedendo, ma non intende assumere alcuna iniziativa; mi sembra un po' come il tenente Drogo nel "Deserto dei Tartari" che dalla sua fortezza cerca di capire se arrivano i tartari, non rendendosi conto che l'invasione della fortezza in sostanza è già avvenuta.
Pertanto, Presidente Ghigo, si renda conto che ormai la sua maggioranza che io paragono ad uno Stato maggiore, non è più motivata; gli uomini della maggioranza hanno perso tutto l'entusiasmo del 1995; litigano tra loro per problemi politici e di potere, e gli ufficiali passano gran parte del loro tempo a costruire la successione del comandante. E lei, Presidente, non solo non se ne accorge, ma crede ancora di disporre di soldati e ufficiali fedeli.
La situazione non è più così; non siamo nel 1995. Mi pare evidente una fase di ammutinamento all'interno della maggioranza di centro-destra. Lei di questo si deve rendere conto per la responsabilità e per il ruolo che la popolazione piemontese le ha assegnato con elezione diretta. Credo che lei abbia il dovere, a questo punto, dopo una serie di finzioni - che in politica si possono fare fino ad un certo punto - di constatare la realtà una volta per tutte, ed assumere iniziative politiche.
Credo anche che il tentativo di scaricare la crisi politica sulla minoranza sia un tentativo maldestro, privo di senso - tra l'altro anche abbastanza puerile. A questo punto, con un Presidente del Consiglio di minoranza, con un Presidente della Giunta che non può più contare su una maggioranza - altrimenti si sarebbe passati alla rielezione del collega Picchioni a Presidente - credo che la cosa più realistica sia procedere come lei stesso ha pensato in un momento di lucidità, all'esercizio provvisorio, di aprire una serie di verifiche e confronti tra le forze politiche, affinché la Regione abbia un governo autorevole e all'altezza dei problemi del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo di Rifondazione Comunista crede che la soluzione dell'inversione dell'o.d.g. sia un modo chiaro ed evidente di eludere il problema, di aggirare l'ostacolo, di evitare di affrontare un problema essenziale, non da poco: la mancanza, in questo Consiglio, di una maggioranza politica su temi di rilievo.
(Noto l'assenza di parecchi Assessori e in particolare del Presidente Ghigo. Chiedo al Presidente del Consiglio di garantire la presenza della Giunta e del Presidente: mi pare che la questione riguardi in particolare la maggioranza e che quindi quest'ultima dovrebbe essere interessata a sentire quanto abbiamo da dire).
Manca - dicevo - una maggioranza politica su un tema di rilievo qual è l'elezione del Presidente del Consiglio; maggioranza che non c'è. Spesso in quest'aula abbiamo assistito a tensioni; spesso il peso politico di Alleanza Nazionale ha creato nella maggioranza molti problemi. Abbiamo assistito all'uscita di due Assessori e a continue tensioni che hanno visto la mancanza di forza, unità e compattezza nella maggioranza.
Una maggioranza, dunque, un po' virtuale, in bilico un po' troppo spesso, travagliata e che ha subito troppe volte, anche di recente...
Chiedo un minimo di dignità, come Consigliera, e dunque di essere ascoltata e seguita anche dal Presidente del Consiglio. Abbiamo avuto la delicatezza e la pazienza di aspettare dei giorni; mi pare che adesso potendo entrare nel merito della questione, si possa pretendere anche un po' di attenzione.
Maggioranza, dicevo, travagliata e che troppe volte, anche di recente ha subito critiche sostanziali da alcune sue stesse parti politiche, su un progetto politico che si è dimostrato debole. Progetto politico presentato inizialmente dall'on. Ghigo, come Presidente della Giunta e di una maggioranza che si apprestava a governare il Piemonte, che nelle sue parti più importanti non è stato attuato. Un progetto senza alcuna idea, che elude i problemi sostanziali del Piemonte, scaricandoli sulle competenze degli altri Enti locali.
Penso al lavoro, ai trasporti, alla sanità: non è stato portato avanti, in questa Regione, alcun progetto politico forte, alternativo, volto ad affrontare i problemi.
In quest'aula, colleghi Consiglieri, non siamo né al bar né al mercato: non si può continuare con un "teatrino" in cui si susseguono litigi per i posti, per le corse al potere.
I vostri problemi politici, di basso valore - a questo punto - tanto morale quanto di entità politica, non possono continuare a portare al suicidio quest'istituzione democratica, con tentativi di rimando e di rinvio continuo.
Non si può continuare in questo modo. Siamo in un Consiglio regionale, in un Ente che, in qualche modo, deve proporre la propria autorità; siete e siamo pagati per fare gli interessi dei cittadini del Piemonte.
Esprimo grande tristezza nello stare in questo Consiglio; non stupiamoci, a questo punto, se non vi è più e se non si riesce a raccogliere nelle nuove generazioni un certo interesse nelle istituzioni democratiche.
Il Piemonte necessita di un progetto politico forte, di chiarezza. Se come ha detto inizialmente l'on. Ghigo ma anche il Capogruppo Gallarini c'è bisogno di tempo per ricompattare una maggioranza che oggi politicamente non esiste, si prenda tutto il tempo necessario; non possiamo accettare, però, che ci sia ancora una volta una maggioranza parziale e concordata parzialmente per affrontare un qualche problema. Non si pu accettare, in questa situazione, di affrontare il bilancio, che viene definito dal Presidente Ghigo come squisitamente amministrativo, mentre per noi è invece squisitamente politico.
C'è bisogno di chiarezza. Di fronte all'evidente crisi della maggioranza dal punto di vista politico, occorre assumere con chiarezza le proprie responsabilità e predisporre gli atti conseguenti.
Assunzione di responsabilità - e mi rivolgo particolarmente al Presidente Ghigo, che non vedo in aula - significa anche, di fronte alle richieste della minoranza e del nostro Gruppo, procedere a quanto previsto all'o.d.g., non violando le norme previste dallo Statuto e dalla Costituzione.
Ci pare un percorso assolutamente chiaro affrontare l'o.d.g. che abbiamo alla discussione del Consiglio. Non si può pensare di attestare la mancanza di maggioranza politica procedendo a fare altro. Non è accettabile alcuna violazione sia statutaria sia delle norme costituzionali; non si tratterebbe di percorso chiaro e di rispetto delle istituzioni democratiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Ho sentito dire che la maggioranza ha goduto di cortesia e di grande disponibilità in questi giorni da parte della minoranza. D'altra parte, da una donna così gentile come la Consigliera Simonetti e da un Gruppo così garbato e moderato come quello al quale lei appartiene, non potevamo aspettarci altro che disponibilità, gentilezza e cortesia nei nostri confronti. Di questo. ovviamente. la ringrazio.
Devo anche dire che a me è stato insegnato che molte volte in democrazia un po' di pazienza e disponibilità non massimalista (dare a tutti la possibilità di pensare, di capire, di esprimersi, di approfondire) solitamente viene tollerata e, anzi, è un segno di grande civiltà rapportuale.
Detto questo, ringrazio il Presidente della Giunta perché nei momenti difficili, critici, non di crisi, ma critici - è diverso - usa la testa e non usa le "palle"...



(Richiamo del Presidente riguardo all'espressione usata)



GHIGLIA Agostino

...da bowling!



PRESIDENTE

Si dà il caso che conosco anche l'inglese!



GHIGLIA Agostino

Ognuno in politica sceglie e usa gli strumenti che gli sono più consoni e più adatti, quindi noi ringraziamo il Presidente Ghigo per avere, con molto equilibrio e molta saggezza, usato la testa e non altro.
La cosa che però vorrei respingere con forza è questa idea, questa sensazione - se i colleghi della maggioranza me lo consentono - di difesa che noi oggi abbiamo in quest'aula.
Noi siamo quasi rasserenati a sentirci dire che siamo un'armata Brancaleone, che siamo in crisi profonda, che siamo allo sbando, che non avete (mi rivolgo agli Assessori) fatto nulla, che siete i peggiori, che non avete obiettivi, non avete realizzazioni, che non avete fatto nulla per il pregresso e non riuscirete a fare nulla per il futuro.
Io quest'aria e questa condizione psicologica la voglio respingere con molta fermezza. Perché vorrei ricordare, anche se viviamo in una società un po' narcotizzata, nella quale c'è la rimozione quasi immediata degli accadimenti, che solo pochissimi mesi fa il Governo centrale di questa nazione è finito sull'orlo della crisi per questioni più gravi, se paragonate al fatto che siamo un misero Consiglio regionale, però magari più futili, se paragonate alla sostanza vera dei problemi.
Vediamo una maggioranza nazionale che litiga brutalmente, belluinamente sui giornali per una questione di posti. Il Presidente del Consiglio del Governo italiano non è più neanche in grado di decidere una nomina di alto profilo, che i partiti della sua maggioranza gli pongono l'out-out, lo fanno recedere, gli fanno stracciare i curricula e gli impongono i tavoli per discutere di posti, non di politica.
Io credo nello spoil system, lo dico da quando sono entrato in Consiglio non mi scandalizzo neanche, però devo anche dire che non mi sembra proprio che nel Governo nazionale prevalga la nobiltà della politica.
Oggi al Governo nazionale c'è un mercato, un caravanserraglio all'interno della maggioranza che ha una fortuna, rispetto a noi, ha una fortuna sola - colleghi - e cioè l'aver dato 30 volte il voto di fiducia, e sapete benissimo che se fosse stato solo per la maggioranza, voi a quest'ora...



(Interruzioni da parte di alcuni Consiglieri della minoranza)



GHIGLIA Agostino

Presidente, non solo vengo richiamato da lei, ma addirittura dagli altri Capigruppo! Quello che voglio dire è che questa maggioranza non ha bisogno di ripiegarsi su se stessa. Voi semplicemente avete avuto la fortuna di disporre malamente, con l'abuso, con la forzatura, di meri strumenti regolamentari, perché, se fosse per una questione politica, la gloriosa maggioranza dell'Ulivo sarebbe a casa da tempo e questo è un dato che noi della maggioranza del centro-destra della Regione Piemonte non dobbiamo dimenticare mai.
I problemi esistono, ci sono problemi di equilibrio, ci sono problemi di carature politiche: si devono affrontare, non sono problemi drammatici.
Sono problemi politici che hanno o possono avere una loro dignità, e come tali vanno affrontati con l'equilibrio e con il tempo.
Per quanto riguarda formalmente l'elezione dell'Ufficio di Presidenza ne abbiamo visti in questi anni, in tutti i Consigli in cui si rinnova tale Ufficio (non sto parlando del Consiglio della Regione Piemonte) un po' di tutti i colori. Faccio un esempio: al Consiglio comunale di Torino ci si scandalizzava se il Presidente veniva rinnovato due mesi dopo (ed è previsto da una legge) e nessuno alzava le barricate; altrettanto legittimamente, se noi avessimo chiesto un mese fa o se chiediamo oggi qualche giorno in più, penso non cambi assolutamente nulla. E penso che questo non sia la testimonianza di una gravissima crisi politica, ma sia semmai la testimonianza di un momento di criticità (che non è una crisi) di un momento di riequilibrio, un momento di ponderazione dei problemi esistenti. Non per giocare in difesa, ma per rilanciare questa maggioranza politica, per rilanciarne i programmi, per rilanciare l'attività della Giunta, per riprendere l'orgoglio di non giocare in difesa.
Ho, inoltre, colto qualche sirena; in quest'aula ci sono le sirene che sperano di trovare, dall'altra parte, chi prende le gomene per costruire subito un ponte.
Io ho sentito un collega che più volte si richiamava ad altri colleghi della maggioranza dicendo che hanno ragione loro. Poi, per carità, ognuno dalle sirene si difende come può, ma il tentativo è talmente banale e questa maggioranza è molto più forte che questa "melodietta" improvvisata... Non è questo il problema; non è questo il problema! Si dimostra semplicemente il tentativo di una forzatura puramente politica sapendo benissimo che tutto è destinato a cadere nel vuoto perché la maggioranza durerà per i prossimi due anni e mezzo, mettendo anche un'ipoteca sui successivi cinque anni. Anche se non sono il diretto interessato, mi sento assolutamente tranquillo nell'affermarlo.
Detto questo, il problema esiste; siamo in un momento di riflessione di cui tutti noi abbiamo bisogno. Per far sì che questo momento di riflessione possa compiersi, e per non danneggiare il Piemonte con tenzoni che rischiano di essere esclusivamente sterili e dannosi per tutti, ma soprattutto per i cittadini che noi dobbiamo rappresentare, credo che anche per quanto riguarda il nostro o.d.g. sia opportuno un momento di riflessione.
La proposta è quindi di una sospensione - visto che anche l'ora è adatta... - affinché la maggioranza si possa riunire per una riflessione sull'ordine dei lavori e, conseguentemente, una riunione della Conferenza dei Capigruppo per decidere cosa fare, avendo un unico obiettivo: quello del bene del Piemonte; obiettivo, credo, comune a tutti.



PRESIDENTE

Mi pare che il dibattito sia terminato. Abbiamo sentito l'intervento della Consigliera Cotto in favore di un'inversione dei punti dell'o.d.g.
interventi diversi da parte dei Consiglieri, tra i quali il collega Angeli sulla reiscrizione dell'o.d.g.; un intervento del Consigliere Ghiglia che richiede un'interruzione dei lavori per una successiva Conferenza dei Capigruppo, onde verificare il percorso delle prossime ore, dei prossimi giorni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo di Rifondazione Comunista non respinge l'esigenza della maggioranza di una riflessione, ma chiede alla stessa di riflettere senza violare lo Statuto.
Il Gruppo di Rifondazione Comunista chiede questo all'on. Ghigo innanzitutto, e a tutti i Capigruppo di maggioranza. Chiediamo però la stessa cosa al Presidente del Consiglio: agire senza violare lo Statuto dato che gli artt. 14 dello Statuto e 4 del Regolamento sono molto chiari e netti. Recita lo Statuto: "Il primo atto che compie il Consiglio è l'elezione del Presidente del Consiglio. (...) Il Presidente del Consiglio dura in carica trenta mesi." Dato che l'art. 4 del Regolamento recita: "Il primo atto del Consiglio è l'elezione del Presidente del Consiglio", ne deriva chiaramente che, terminati i 30 mesi - lo Statuto non dice altro il primo atto del Consiglio è l'elezione del Presidente del Consiglio. Non c'è dubbio, non c'è equivocità: è il primo atto che un Consiglio regionale deve compiere; un atto che dura 30 mesi e non 30 mesi e un giorno! E' scritto sullo Statuto, la "legge delle leggi". Finiti i trenta mesi, va da sé, anche seguendo il Regolamento, che il primo atto è questo e non pu essere un altro.
Noi non vogliamo costringervi a compiere tale atto, oggi; chiediamo che non si violi il Regolamento e che nessun atto, prima di questo, venga compiuto. In questo, in mancanza dell'appoggio della maggioranza, ci rivolgiamo in ultima superiore istanza al Presidente del Consiglio affinch non vi siano comportamenti in violazione dell'elementare norma prevista in tal senso.
Per questi motivi, come Gruppo, non parteciperemo a riunioni della Conferenza dei Capigruppo che tendano a raggiungere accordi di altro tipo.
Rimaniamo in aula attendendo di votare il Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

Gli articoli da lei citati, il n. 14 dello Statuto e il n. 4 del Regolamento, mi pare abbiano interpretazioni controverse, restrittive o estensive, a seconda di varie componenti l'assemblea; credo sia opportuno a questo punto, un pronunciamento dell'Ufficio di Presidenza, in modo che alla ripresa dei lavori lo stesso possa dare una risposta.



CHIEZZI Giuseppe

L'Ufficio di Presidenza, finiti i trenta mesi,, a norma di Statuto è scaduto, quindi non può dare risposte...



PRESIDENTE

Certamente, ma come lei sa l'art. 14 riguarda l'insediamento...



CHIEZZI Giuseppe

Ma l'Ufficio di Presidenza è scaduto...



PRESIDENTE

Sì, ma lei adesso chiede a me un parere e anch'io sarei scaduto...
quindi tanto vale chiedere all'Ufficio di Presidenza un'interpretazione relativamente alla deriva consequenziale che comportano determinati ragionamenti...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Non sono né un giurista né uno studioso di queste cose, ma concordo con quanto ha detto il collega Chiezzi. Lo Statuto è stato approvato con legge dello Stato, quindi è da intendersi perentorio, non ordinatorio. Al di là dei 30 mesi il primo atto che deve compiere il Consiglio è quello della rielezione del Presidente del Consiglio. Non si può parlare d'inversione dell'o.d.g. perché lo deve stilare il Presidente. Fintanto che non ci sarà un Presidente, non può esserci né o.d.g. né riunioni di Presidenza ufficiali.
Essendo lo Statuto da intendersi perentorio, qualsiasi decisione contraria allo stesso, secondo il mio modesto avviso, potrebbe essere impugnata al TAR.
Proprio per questa ragione, anche la Lega non parteciperà a riunioni di Conferenza dei Capigruppo fintantoché non ci sarà una nuova rielezione del Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

Abbiamo sentito le varie posizioni in campo; credo opportuno convocare l'assemblea per le ore 15.00. Successivamente, la Conferenza dei Capigruppo. Nel tempo necessario ci convocheremo come Ufficio di Presidenza per dare una risposta collegiale posto dal collega Chiezzi e dall'on.
Farassino.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.15)



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