Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.20 del 24/10/95 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benso, Griffini e Mancuso.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

b) Riunione del Comitato di solidarietà


PRESIDENTE

Comunico inoltre che il Comitato di solidarietà che, in questo momento si interessa in particolare degli aiuti alla Repubblica Jugoslava, si riunirà giovedì 26 ottobre alle ore 10.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame ordini del giorno n. 50 e n. 59 relativi al Piano Territoriale Regionale - Presentazione questione pregiudiziale


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente l'ordine del giorno n. 50, presentato dai Consiglieri Burzi, Montabone, Ghiglia, Vaglio e Deorsola, di cui al punto 8) all'o.d.g. e, sempre sul PTR con particolare riferimento alla Valle di Susa, l'ordine del giorno n. 59 presentato dai Consiglieri Vindigni Saitta, Marengo e Spagnuolo.
La parola al Consigliere Chiezzi, che intende porre una questione pregiudiziale.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, care colleghe e cari colleghi, la questione pregiudiziale di non passaggio all'esame di questo documento - a norma, mi sembra dell'art. 63 del Regolamento - deriva dalla seguente considerazione.
L'ordine del giorno n. 50 contiene una serie di riferimenti di carattere storico sulla procedura utilizzata dalla Regione Piemonte, e dalla Giunta regionale in particolare, per l'adozione del Piano Territoriale Regionale.
La pregiudiziale verte sul dispositivo concreto di richiesta dell'ordine del giorno; tale documento, a firma dei Consiglieri Burzi Montabone, Ghiglia, Vaglio e Deorsola, chiede che "la Giunta regionale, nel riadottare il Piano Territoriale Regionale e conseguentemente riaprendone i termini per ricevere nuove osservazioni, disponga la divulgazione dei contenuti dello stesso, eventualmente al di là degli obblighi di legge..." (tralascio l'altra parte).
La pregiudiziale sta in questo: il Consiglio regionale, a mio modesto avviso, può richiedere alla Giunta di compiere atti di competenza della stessa: attribuzioni, poteri, compiti che una Giunta deve svolgere. Tra i compiti che una Giunta può svolgere non vi è di certo quello di riadottare strumenti già adottati; cioè, la riadozione di uno strumento non è compito della Giunta, non è previsto da alcuna legge, da alcun Regolamento, anche perché riadottare uno strumento già adottato è cosa impossibile a farsi. E' come andare dal dentista a farsi togliere un dente e chiedere di toglierlo una seconda volta: tolto un dente, quello non c'è più.
Questo ordine del giorno è irricevibile e non votabile, in quanto chiede alla Giunta di fare una cosa che essa non può, in ogni caso, fare cioè non può riadottare il Piano Territoriale Regionale visto che l'ha già adottato. E' un inciampo logico, di fronte al quale, a mio avviso, non si può che ammettere l'impossibilità di chiedere alla Giunta un atto di questo genere. Questo il merito della questione pregiudiziale. Chiedo quindi che non si passi all'esame di questo documento.



PRESIDENTE

Sulla questione sollevata dal Consigliere Chiezzi si deve esprimere il Consiglio con un oratore a favore ed uno contro.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Mi fa piacere cominciare a parlare prima di forma che di sostanza perché, come ho detto più volte, è una delle abitudini che spero che questo Consiglio regionale perda quanto prima.
Nel merito della pregiudiziale - il Consigliere Chiezzi ne è ampiamente dotto, perché in II Commissione questo discorso è già stato ampiamente discusso ed affrontato - faccio due commenti.
Il primo è che la riadozione del Piano è evidentemente possibile perché è già successo. Per quanto ci consta - dopodiché sarà competenza dell'Ufficio di Presidenza o ad organi ad esso preposti definirne la legittimità o meno - il PTR, adottato in data 30/1/1995 e con la previsione di un termine di 45 giorni per la presentazione delle osservazioni, è stato ulteriormente riadottato, con deliberazione del 10/4/1995, in funzione di una variante richiesta sull'art. 7. Tale variante è stata motivata con l'esistenza di impegni elettorali che hanno - credo che su questo sia stato facile concordare per il Consiglio di quella legislatura - "distratto" gli Enti locali dal fornire quelle osservazioni che sono componenti indispensabile affinché l'adozione di un Piano sia piena e possa diventare quello strumento di territorio che è insito nella natura del Piano stesso.
Pertanto sostengo - anche perché la formulazione di questo ordine del giorno, come è noto al Consiglio, è stata mutata, proprio per trasformarla da volontà di Consiglio in impegno nei riguardi della Giunta - che, anche in questo caso, la forma è assolutamente secondaria rispetto all'obiettivo che il merito dell'ordine del giorno si pone e che non discuto perché in questo momento stiamo parlando di pregiudiziale.
Ritengo che questo Consiglio debba approvarne la legittimità e dibattere nel merito di un ordine del giorno che ha determinati obiettivi la riadozione è semplicemente una delle modalità di un provvedimento amministrativo che la Giunta può prendere per ovviare agli inconvenienti di merito che l'ordine del giorno sottende. Qualora così non fosse, prenderemo atto dell'eventuale illegittimità formale del documento e lo riscriveremo in maniera idonea, onde consentire al Consiglio - ponendo fine a quelli che francamente considero interessanti dibattiti sofistici, ma delle assolute perdite di tempo - di considerare il problema che invece è assolutamente serio, ma rispetto al quale questo Consiglio, ormai da quattro settimane pone ostacoli di diversa natura alla sua discussione.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, non so se lei ha presente l'ordine del giorno del Consigliere Vindigni; in pratica, impegna a ripresentare entro 30 giorni il Piano Territoriale Regionale, per cui si potrebbe sollevare anche in questo caso la questione incidentale da lei precedentemente sollevata. E' per assimilazione progressiva: volevo soltanto ricordaglielo.
Pongo in votazione la questione pregiudiziale posta dal Consigliere Chiezzi, che chiede di soprassedere all'esame dell'ordine del giorno n. 50 a firma dei Consiglieri Burzi, Montabone, Ghiglia, Vaglio e Deorsola.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 5 voti favorevoli e 45 contrari.
La parola al Consigliere Burzi per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 50.



BURZI Angelo

Come in parte già detto nell'esame della pregiudiziale, l'attuale Giunta è in procinto di definire le procedure di approvazione, che sono l'ultimo passo dopo l'adozione (o eventuali riadozioni qualora legittime) che faranno diventare il Piano Territoriale Regionale lo strumento principe che informa l'attività di pianificazione sul nostro territorio.
Si tratta di uno strumento che ha avuto un'ampia gestazione. Credo che le prime fasi risalgano ormai a quasi dieci anni orsono, tant'è che, anche tra i funzionari della Regione, è risultato estremamente difficile trovare un'unica competenza in grado di illustrarne le caratteristiche, proprio perché è uno strumento che è andato pian piano stratificandosi e sovrapponendosi e che quindi è di difficile gestione anche operativa.
Credo che questa sia una delle ragioni, non probabilmente l'unica, che ha fatto sì che le osservazioni pervenute all'Amministrazione sul merito dell'adozione del PTR siano state pochissime. Mi pare che soltanto una ventina di Comuni, nell'ambito dei 1.209 della nostra Regione, abbiano emesso regolari osservazioni; soltanto tre Province su otto hanno adempiuto al loro diritto-dovere di osservare.
Credo che da ciò non si possa e non si debba dedurre che il Piano è perfetto, onnicomprensivo, pronto a diventare un valido strumento a cui tutte le successive attività di pianificazione dovranno ottemperare. Questo vale non soltanto per una maggioranza che si è posta come obiettivi principali della propria attività una trasparenza di gestione, una facilità di gestione, una maggiore vicinanza tra Enti locali - istituzioni ed operatori (cittadini o imprese quali esse siano), ma proprio il fatto che le osservazioni siano così poche, credo si possa far condividere dagli altri Gruppi, così come ha convinto facilmente il nostro, che questo strumento non è sufficientemente noto.
Non essendo sufficientemente noto potrà diventare, anziché un principio informatore e guida di tutte le attività di pianificazione (che noi riteniamo essere una delle componenti fondamentali del futuro, non soltanto di questa legislatura, ma dell'intera Regione), uno strumento pericoloso e quindi uno strumento che, nella sua complessità, nella sua burocrazia potrà essere, invece che di aiuto e di guida, quali furono gli auspici di chi lo definì, un ulteriore laccio e lacciuolo.
Allora, quello che si chiede - e nel chiedere c'è già un precedente quello dell'aprile di quest'anno, quando in virtù di una variante posta all'art. 7 sulla parte dei vincoli paesaggistici, l'adozione di questa variante comportò automaticamente una riapertura dei termini della procedura di adozione e conseguentemente un nuovo ciclo per far pervenire all'Amministrazione le osservazioni eventualmente rese disponibili - è che la Giunta, preso atto dell'eventuale dibattito del Consiglio, si faccia carico del fatto che questo strumento fondamentale non è sufficientemente noto. Conseguentemente, individui i provvedimenti amministrativi di competenza che possono essere adottati, onde porre rimedio a questa scarsità di conoscenza (e quella della riadozione è solo un'ipotesi che noi facciamo quale metodologia che, peraltro, ai tecnici che ci hanno aiutato nell'elaborazione dell'ordine del giorno pare essere assolutamente legittima); riaprendo i termini, si potrà consentire agli Enti locali di emettere nuove osservazioni, se ne saranno in grado, andando eventualmente anche al di là di quanto, come obblighi, la legge prevede. La Giunta si impegni a divulgarne i contenuti, istituendo, qualora lo ritenga utile eventuali consultazioni, che riteniamo indispensabili in modo che la finale procedura di adozione e l'approvazione di questo Piano lo faccia diventare davvero quello strumento di pianificazione e di governo del territorio che noi vogliamo che sia, e non semplicemente un ulteriore vincolo burocratico.
Quindi chiediamo al Consiglio di dibattere se la conoscenza di questo strumento sia o meno sufficientemente diffusa a livello di Enti locali, e a noi pare con chiarezza di no. Qualora così sia, quali siano gli strumenti in termini di provvedimenti amministrativi e di nuove fasi che la Giunta possa impegnarsi a sollecitare e a rendere obbligatori per gli Enti locali quali siano le forme di pubblicità di diffusione dello strumento, che riteniamo indispensabili perché - ripeto - lo strumento diventi uno strumento attivo, vivo, di informazione e di pianificazione e non soltanto uno degli ulteriori vincoli burocratici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, ritengo che l'iniziativa assunta dai Gruppi di maggioranza sia di grande utilità, perché permette al Consiglio regionale di discutere di questo importante documento che è il Piano Territoriale Regionale. L'iniziativa è quindi condivisibile, anche perché solleva non soltanto un problema di merito, ma pure di procedura.
Concordiamo sul fatto che un documento così importante debba essere più partecipato, quindi, qualunque iniziativa volta ad una maggiore partecipazione da parte degli Enti locali è condivisibile. Siamo contenti di questa iniziativa, anche perché ci permette - come dicevo prima - di entrare un po' più nel merito di quanto ha fatto il collega Burzi, credo anche a nome degli altri colleghi (ma io mi riferisco soltanto all'intervento del collega Burzi).
Per la verità il collega è entrato poco nel merito, si è soffermato sulle questioni procedurali, ma credo che nel momento in cui il Consiglio regionale inviterà la Giunta a riadottare un Piano Territoriale, un documento già approvato dalla precedente Giunta, significherà che la Giunta altrimenti non lo farebbe - sostanzialmente condivide l'impostazione di quel Piano. Così dovrebbe essere: l'approvazione non è un fatto tecnico non è un'acquisizione burocratica, ma è la condivisione di un Piano approvato dalla precedente Giunta.
Questa sollecitazione, quindi, è perfettamente condivisibile, perché mi pare che colga la novità del Piano Territoriale Regionale rispetto a quelli precedenti (almeno, spero che sia così). Chi ha letto il voluminoso Piano (ma sono più che altro gli allegati a fare volume) ha potuto verificare che è molto sintetico e, sotto questo aspetto, è una grande innovazione rispetto al passato.
Noi siamo dell'opinione che l'esperimento di Piano Territoriale Regionale vissuto al termine dell'ultima legislatura è di qualche interesse come contenuto e come definizione di procedura, anche se contiene alcune carenze, e cercherò di indicare quali sono le carenze di cui la Giunta potrebbe tenere conto nel momento in cui pensa di riadottarlo.
Innanzitutto, questo Piano, rispetto a quelli precedenti (ma per la verità non è mai esistito un Piano Territoriale Regionale), nasce dalla necessità e la lettura lo dimostra - di superare tutte le precedenti forme di pianificazione territoriale; mi riferisco alla pianificazione dei Comprensori, che non produsse alcun tipo di effetto.
Tutta la fase precedente di pianificazione territoriale è stata una fase non operativa, ma esclusivamente di studio, che ha prodotto tantissimi documenti, ma nessun documento operativo. In questo ha ragione il collega Burzi: si è prodotta tantissima carta, tanti studi, ma nessun strumento operativo.
Oggi, il controllo della Regione sui Piani Territoriali Comunali non avviene in termini di coerenza con un Piano Regionale, perché manca un Piano Territoriale Regionale. E' sempre mancato. Quindi, l'attuale difficoltà, l'appesantimento di alcune procedure relative agli Enti locali non deriva dall'esistenza di un Piano Territoriale Regionale, ma dalla sua mancanza. Cioè, in assenza di un Piano Territoriale Regionale, la Regione non verifica la coerenza, ma verifica questioni di merito che competono all'autonomia degli Enti locali.
L'aspetto positivo di quel Piano è che il Piano Territoriale Regionale approvato dalla Giunta, per la prima volta, secondo una cultura dirigista del passato, non è il Piano dei Piani, cioè non è il Piano che controlla tutto, che vuole controllare la pianificazione locale. Contiene, infatti lo rilevo perché mi sembra di grandissimo interesse - soltanto ed essenzialmente linee strategiche che la Regione intende compiere, quindi linee essenziali. Il Piano Territoriale Regionale non prende in considerazione tutte le politiche possibili - che era un'altra scelta che avrebbe potuto compiere il legislatore allora, cioè prendere tutte le politiche settoriali, tutte le cose possibili ed immaginabili e disegnare il territorio della Regione, cosa che non ha fatto - ma seleziona soltanto quelle azioni che ritiene indispensabili per il governo del territorio, e questo mi sembra un altro aspetto importante che la Regione deve valutare con intelligenza.
C'è poi un altro aspetto positivo che spero non venga stravolto, perch mi pare che le norme che compongono il Piano (che è quel piccolo quadernetto) dispongano anche contenuti prescrittivi, ma sono pochissimi e si fondano essenzialmente su indirizzi e direttive volti ad orientare gli Enti locali a fare la propria pianificazione. Non sono quindi assolutamente prescrittivi, ma sono indicazioni, direttive; infatti, vengono indicate come direttive agli Enti locali.
Inoltre, c'è da rilevare che il Piano Territoriale Regionale, così come è stato votato nel passato dalla Giunta, esprime l'interesse - e questo è contenuto in tutto il documento - a valorizzare l'autonomia degli Enti locali nella gestione del territorio, per cui viene immaginato un Piano Territoriale Regionale che non è il Piano dei Piani, cioè non è un sistema di pianificazione - come qualcuno ha detto - a cascata, ma un Piano Regionale che tende soltanto a verificare le coerenze tra il Piano Regionale e i futuri Piani Territoriali Provinciali, cioè un'indicazione di massima per poi fare la redazione dei Piani Provinciali. Quindi, ripeto sotto questo aspetto è di grandissimo interesse.
Nel complesso, credo che invitando la Giunta a riadottare il Piano Territoriale Regionale non si possano ignorare gli aspetti innovativi oltre a quelli che prima ho citato. Quel documento, cioè, è la sede in cui sono indicate le strategie della Regione e si compie la verifica delle coerenze delle politiche dei diversi settori rispetto al Piano; è un documento flessibile e inoltre - questo è un aspetto importante dal punto di vista ambientale - ha valenza paesistica, rispondendo ad un disposto della legge n. 431/85, quindi ha un grande valore e speriamo che non ci sia un ritorno un ripensamento su questo taglio.
Ci sono anche delle carenze. Una carenza che mi pare evidente in quel documento è la non definizione di alcuni elementi strategici. In modo particolare, mi riferisco alle cave e ai siti di smaltimento: questo manca.
Credo che, nel momento in cui la Giunta e la maggioranza pensano di riadottare quel documento, qualche ragionamento sulle cave e sui siti di smaltimento debba essere fatto. Anche se è un lavoro molto difficile e richiede molta determinazione da parte del governo regionale, ciò deve essere fatto; in ogni caso credo che di quel documento vada valorizzata la positività, perché è uno strumento leggero.
Ho avuto modo di vivere l'esperienza dei Comprensori e so che questi documenti costituivano un enorme peso per gli Enti locali. Questo, invece è uno strumento leggero, non è una gabbia rigida, volta a prevedere e prescrivere tutto, ma è una direttiva generale sulle opportunità prevedibili. Quindi sul piano della procedura, contenuta nel documento esso, da parte nostra, è condivisibile.
Vi poi è un problema più di merito, di scelta che viene compiuta: la scelta di fondo contenuta in questo documento è che si abbandona la politica territoriale degli anni passati, quando si pensava ai poli di riequilibrio, mentre ora si parla di deurbanizzazione. La scelta fatta nel Piano Territoriale Regionale è la seguente: "C'è questo processo in corso dal punto di vista territoriale: non costringiamolo, ma governiamolo quindi non obblighiamo a processi diversi rispetto a quelli previsti dal punto di vista socio-economico".
Invito i colleghi Consiglieri, nel momento in cui vorranno esprimere un voto a favore su questo ordine del giorno, a tenere conto di questi elementi di positività. Se da parte dei Consiglieri e della maggioranza vi sarà una maggiore riflessione nei loro interventi e una valorizzazione degli elementi che ho voluto finora evidenziare, il nostro voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, care colleghe e cari colleghi, a mio modo di vedere questo ordine del giorno, dal punto di vista strategico, è l'atto più importante che dal mese di luglio ho visto passare su questi banchi. E' l'atto più rilevante dal punto di vista strategico. Non abbiamo compiuto decisione strategicamente più importante di questa, perché il Piano Territoriale (cioè il progetto che la Regione dà sul proprio territorio di assetto complessivo delle attività che ivi si svolgono, delle tutele che si ritiene necessario attuare, dei vincoli, delle direttrici di sviluppo) è uno dei cuori pulsanti dell'attività regionale insieme alla programmazione economica.
La pianificazione territoriale è uno dei centri vitali della nostra attività. Così come nei Comuni il Piano Regolatore Generale è lo strumento fondamentale della vita del Comune; così come nei Comuni le maggioranze si fanno e si disfano sui Piani Regolatori (quando si fanno o quando non si fanno), a mio parere, anche in Regione Piemonte, la collocazione dei Gruppi su temi di questo genere (Piani territoriali) è una collocazione strategica. Se si va d'accordo sul Piano Territoriale, si va d'accordo su tutto, altrimenti è tutto strumentale. Se invece si guarda il merito, su queste vicende si determinano e si qualificano maggioranze e minoranze.
Il senso dell'ordine del giorno, al di là della forma che pure conta se vogliamo governare e non semplicemente chiacchierare al bar - è molto chiaro ed è strategicamente importante. Il senso è quello di fermare una procedura, giunta già ad una certa fase: quella dell'adozione da parte della Giunta regionale di un testo definitivo, che attende l'approvazione per consegnarlo al Consiglio. Il senso di questo ordine del giorno è, dopo anni (vedremo quanti!): "Fermiamo nuovamente, troveremo la chiave, il marchingegno, anche il tecnico che lo suggerisce e lo sostiene, ma fermiamo la procedura", cioè fermiamo una procedura che - faticosamente, ma finalmente - la Regione Piemonte aveva adottato nel gennaio e poi nell'aprile di quest'anno con una variante, ma: "Fermiamola sine die".
Per carità! Dobbiamo lavorare, dobbiamo sentire, dobbiamo vedere dobbiamo verificare, ma la sostanza rimane quella di fermare questa procedura. Una procedura di cui la Regione Piemonte, insieme ad altre Regioni, ha eccezionale bisogno, perché sulla pianificazione per aree che travalichino gli interessi semplici dei Comuni (quindi per territori vasti che comprendano più Comuni all'interno di una visione regionali) è dal 1939, è dal 1942 che il legislatore nazionale - pensate da quanti anni! aveva individuato nei Piani territoriali e nei Piani paesistici gli strumenti necessari ad una collettività per crescere in modo armonico ed equilibrato rispetto al territorio.
Nel 1942 vi era la legge che prevedeva i Piani territoriali come facoltativi e di competenza del Ministero dei Lavori Pubblici; la legge del 1939, la n. 1497, prevedeva i Piani paesistici come facoltativi e di competenza del Ministero della Pubblica Istruzione. Quindi, siamo ancora anteguerra; si delineava però la necessità che all'interno dello Stato italiano si guardassero gli elementi di sviluppo in modo un po' più vasto rispetto all'ambito comunale.
Poi è venuto il DPR n. 616, che ha consegnato tutta la materia alle Regioni e l'ha qualificata, nel senso che ha assegnato alle Regioni il compito di disciplinare l'uso del territorio sia sotto gli aspetti conoscitivi che normativi e gestionali per tutte le operazioni: salvaguardia, trasformazione e protezione dell'ambiente. A valle di questo crescere legislativo di un interesse, anche la Regione Piemonte, in fasi successive, ha adeguato la propria strumentazione legislativa e ha previsto la necessità di approvare dei Piani territoriali.
I Piani territoriali si sono studiati spesse volte: già nel 1980 a livello di Comprensori era stato fatto uno studio di Piano territoriale passate Amministrazioni si sono cimentate su questo tema e hanno provato anch'esse ad adottare Piani territoriali comprensoriali che, dopo poco tempo, sono stati abrogati, revocati con altre deliberazioni di Giunta.
Successivamente vi è stato un lungo vuoto, assoluto - le Giunte di pentapartito - e, in ultimo, l'ultima Giunta prima di questa, quella Giunta al di fuori di una specie riconoscibile in quanto conteneva due DNA non imparentabili tra di loro (il DNA di centro-sinistra e il DNA di centro destra) comunque in mezzo a quella Giunta un po' strana e priva di una specificazione chiara, finalmente la Regione Piemonte anche in modo innovativo - è stato riconosciuto dal Consigliere Saitta - ha adottato come Giunta regionale il Piano Territoriale Regionale.
A questo punto cosa si tratta di fare? Se si vuole rispettare lo Stato di diritto e non si vogliono snervare le norme che lo sostengono (perch snervando le norme lo Stato di diritto crollerà addosso ai cittadini, non ce lo troveremo più), allora le norme vanno rispettate. La Giunta regionale si trova gli elaborati sin qui svolti, che probabilmente hanno radici fin dal 1980 di livello conoscitivo, poi aggiornati al gennaio e all'aprile di quest'anno; esamina tutti gli elaborati in suo possesso; esamina le osservazioni e, a norma dell'art. 7 della legge n. 56, che fa? "Assume le determinazioni - leggo testualmente - al riguardo e procede con provvedimento motivato alla predisposizione degli elaborati definitivi".
Caro Consigliere Burzi, perché non dite alla Giunta di fare questo? All'interno di queste parole, c'è tutto quel che si vuole. Qui la Giunta non ha nessun laccio e lacciuolo. La Giunta deve semplicemente passare dall'adozione di un provvedimento, fatte le osservazioni, attraverso un'attività che essa determina: assuma quindi le determinazioni al riguardo e proceda alla definizione degli atti.
Cos'è questa storia di proporre ad una Giunta, che si trova con un Piano adottato, di ricominciare tutto da capo? Come fa a ricominciare tutto da capo? Vedi, collega Burzi, non è questione di forma, è questione di sostanza, è questione di comprensione di quel che volete.
Dire "nel riadottare" è dire nulla, è snervare tutto, è pensare che l'Amministrazione sia una cosa "che si fa così", come il gioco delle tre carte nel sottopasso di Porta Nuova, in cui una cosa c'è, poi non c'è, poi c'è di nuovo.
Il Piano è adottato, per riadottarlo bisogna farlo scomparire: è questo che chiedete? Chiedete che la Giunta regionale revochi il Piano? Deve farlo, se lo vuole riadottare. E voi chiedete, appena dopo averlo revocato di riadottarlo? Altro che il gioco delle tre carte sotto Porta Nuova! Si trattano in questo modo lo Stato di diritto e le regole? Se voi avete dei problemi di carattere politico - e figuriamoci se ci si stupisce avete davanti a voi tutto lo spazio previsto dalla legge n. 56 per fare tutto quello che credete, con il tempo che vi abbisogna, nell'ambito di una discrezionalità politica che però rispetti le norme, e non faccia i giochetti! Pensate che la Giunta regionale debba chiedere, sentire? La Giunta regionale è libera di fare quello che vuole: applica l'art. 7, assume le determinazioni al riguardo e procede. E nell'assunzione di determinazioni al riguardo c'è tutto quello che una Giunta responsabile può e deve fare.
Viceversa, la strada che proponete è veramente preoccupante. E' una strada che umilia e mortifica la Regione. Andiamo tutti a Caprarola! Di fronte a fatti di questo genere, Caprarola rimane il nome di un bel Comune costruito su uno sperone, circondato da belle colline del Viterbese impreziosito da un palazzo del Vignola. Punto e a capo. Caprarola rimane questo, non rimane il luogo in cui le Regioni chiedono - non diciamo il federalismo - di contare, di programmare, di essere artefici del proprio sviluppo; ma se le Regioni, laddove possono fare non fanno e rinunciano a fare, rinunciano a se stesse, agli strumenti che oggi hanno e che sono strumenti importanti, fondanti, strutturalmente forti.
Presidente Picchioni, se, anche come Conferenza dei Presidenti, avete alle spalle Regioni che già ora fanno tutto quello che devono per legge penso che la vostra posizione risulti molto più forte nei confronti dello Stato centrale, di rivendicazione, di capacità di agire, di capacità di fare fronte ai propri problemi. Viceversa, da un lato abbiamo Caprarola (vogliamo essere, vogliamo fare) e dall'altro abbiamo una gestione di questi anni - l'ha ricordato anche il Presidente Scalfaro - che non è proprio priva di elementi di dubbio, di incertezza, di debolezza strutturale delle Regioni.
Per questo motivo io ho sollevato: a) la questione pregiudiziale: ordini del giorno di questo genere solo una maggioranza politica li può votare, perché sono fuori dalla logica.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, per cortesia, concluda.



CHIEZZI Giuseppe

Ho finito.



PRESIDENTE

Andiamo al b) allora.



CHIEZZI Giuseppe

Guardi, rinuncio! Non mi diverto a parlare di sicuro! E' una fatica! Lei mi solleva da una fatica!



PRESIDENTE

La sopporto molto bene.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

E' noto come, da alcuni anni, è ormai aperta in Europa una competizione fra le diverse Regioni, al fine di acquisire il massimo di risorse, il massimo di investimenti e quindi rispondere al problema drammatico dell'occupazione con la produzione di nuove ricchezze e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Altre Regioni si sono incamminate da tempo su questa strada ridefinendo il loro quadro strategico e, all'interno di questa ridefinizione, riorganizzando il loro quadro territoriale. A titolo di esempio, cito il caso della Regione Rhône Alpes, che ha adottato un suo piano strategico e territoriale nel 1993, oppure il caso della Regione Cataluña, che lo ha adottato pochi mesi fa. Regioni con le quali noi siamo chiamati a confrontarci e anche a collaborare.
Anche la Regione Piemonte, nell'ultimo scorcio della precedente legislatura, si è mossa in questa direzione e la redazione del Piano Territoriale Regionale sicuramente costituiva un tassello di questa riflessione strategica. Noi abbiamo perfetta consapevolezza anche dei limiti nei quali questo lavoro è stato fatto, e certamente uno dei limiti è stata la scarsa informazione e di conseguenza la scarsa partecipazione.
Proprio perché noi non abbiamo una visione giacobina della pianificazione, riteniamo che l'indicazione che è stata data dai Gruppi di maggioranza, di una ripresa di dibattito e di conoscenza su questo strumento, debba essere in qualche modo apprezzata. Contemporaneamente ricordiamo che la riflessione strategica deve essere accompagnata da altri strumenti, in primo luogo la riflessione sugli aspetti del territorio regionale che hanno un valore strategico.
Il nostro ordine del giorno richiede di fare esattamente la stessa operazione per la Valle di Susa, che è appunto oggetto di un approfondimento; l'altra raccomandazione che facciamo è che contestualmente all'adozione del Piano Territoriale Regionale ci sia la presentazione del secondo Piano regionale dei trasporti. Un territorio che non abbia una poderosa, solida, rete di infrastrutture di trasporto rischia di non essere competitivo. Poiché fuori da questo Consiglio si parla di infrastrutture e di Piano regionale dei trasporti, riteniamo che sia arrivato il momento che il Consiglio si pronunci e che quindi contestualmente al PTR ci venga presentato anche il Piano regionale dei trasporti.
Un quarto elemento, strettamente connesso con i tre che ho prima richiamato, è l'assetto istituzionale con il quale noi vogliamo prepararci a questa sfida con le altre Regioni europee. L'assetto istituzionale comporta una ridefinizione del quadro istituzionale regionale secondo linee sulle quali da tempo si stava lavorando: la formazione dell'autorità dell'Area metropolitana torinese e la riorganizzazione del sistema delle Autonomie locali. Se ci si muove in questa direzione, noi saremo molto interessati ed attenti a quanto ci verrà proposto; ma se questo documento ha un significato attendista o, peggio ancora, vuole nascondere la volontà di modificare il Piano secondo linee che non ci sono note, certamente questo documento perderebbe la sua importanza e il suo significato innovativo.
Da questo punto di vista, le cose dette dal Consigliere Saitta, che io condivido, devono trovare una risposta per poter dare un giudizio definitivo e compiuto sull'atto che ci proponete. Allo stesso modo riteniamo di dover avere una risposta dalla maggioranza sull'ordine del giorno che propone di fare la stessa operazione, cioè ripresentare il documento programmatico per l'assetto territoriale della Valle di Susa affinché si possa avere la ricchezza di collaborazione che si auspica sul PTR anche per il documento della Valle di Susa; altrettanto dicasi per quanto riguarda l'integrazione, per noi assolutamente necessaria, fra sistema territoriale e sistema trasportistico.
Ci auguriamo di poter avere dagli Assessori interessati, o anche dallo stesso Presidente della Giunta, se lo ritiene, dei chiarimenti al riguardo in maniera tale da poter esprimere il nostro giudizio di voto, che - ripeto parte da una constatazione positiva della volontà di voler raccogliere il massimo dei contributi su questi importanti documenti. A questa constatazione positiva vorremmo far seguire anche un voto positivo; per ovviamente, abbiamo bisogno di risposte ai quesiti posti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Intervengo per esprimere un apprezzamento all'ordine del giorno presentato dai Capigruppo della maggioranza, perché il Piano Territoriale Regionale è lo strumento politico base - su questo mi associo alla parte iniziale dell'intervento del Consigliere Chiezzi - per il governo del territorio regionale.
E' palese, ed è sentita anche dalle Amministrazioni locali, la necessità, espressa negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto compresi i Consiglieri Vindigni e Saitta, di approfondimento e anche di completamento, lo stesso completamento ed approfondimento per le due tipologie che già individuava la deliberazione del 30 gennaio. Infatti, già la deliberazione del 30 gennaio individuava la tipologia A e la tipologia B di aree in cui, in alcuni casi era necessario approfondire, in altri addirittura ancora definire le aree di intervento. E' dunque necessario un vero dibattito in quest'aula consiliare su questo tema, che diventa lo strumento del governo del Piemonte per i prossimi cinque anni.
Alcune parti di questo Piano Territoriale sono importanti e - direi assodate, ammesse da tutti e anche di carattere pregevole; ne cito una sola, perché studiata nei particolari negli ultimi giorni per la presentazione di un progetto di legge, quella sulle acque superficiali, mai individuate, mai distinte tra rilevanti e non rilevanti, che il Piano Territoriale ha approvato con la deliberazione del 30 gennaio, e che finalmente, dopo dieci anni, individua. Questo è un apprezzamento favorevole alla bozza di Piano Territoriale adottata, poiché da questo deriva il progetto di legge che intende mandare avanti questa parte delegando fin d'ora ai Comuni le autorizzazioni in merito ai corsi non rilevanti.
Inoltre, dobbiamo tenere conto che ci sono state le elezioni amministrative e che quindi in questa Regione c'è una maggioranza diversa così come ci sono maggioranze diverse nelle realtà locali (Comuni e Province). C'è dunque questo "nuovo" che le elezioni e le democrazie danno ed è giusto risentire comunque, anche al di là del fatto di aver avuto un basso numero di osservazioni, le nuove Amministrazioni provinciali, le nuove Amministrazioni comunali, perché tutti possano concorrere alla riformulazione di questo nuovo documento.
Si tratta, in sostanza, di far maturare, inserire, integrare con il giusto confronto politico le esigenze che si ritiene emergano dal territorio per la Regione Piemonte. Questo è un atto politico fondamentale che da parte nostra abbiamo intenzione di rivisitare. Su questo vorrei tranquillizzare, a nome del mio Gruppo, ma ritengo di tutta la maggioranza il Consigliere Chiezzi, che parlava di affossamento. Nessuna intenzione di affossare niente, né di dilatare nel tempo per non avere lo strumento anzi, direi che, semmai, deve esserci una fretta da parte di tutti nel fare questo confronto, per arrivare al più presto possibile a dotare la Regione degli strumenti necessari a coprire quelle lacune, quegli argomenti che per oggettive difficoltà nel momento di prima adozione, non è stato possibile fare.
Quindi nessun attendismo, nessuna dilazione. La Giunta, con le modalità che ritiene, al di là delle formalità, trovi il meccanismo per effettivamente aprire tutto questo confronto, che è un confronto politico perché è su questo che vanno riportate le idee che hanno rinnovato questa Regione; e poi quest'aula decida quali devono essere le linee direttrici del Piemonte nei prossimi cinque anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Esprimerò un'astensione sull'ordine del giorno del Consigliere Burzi perché non si può non tenere in considerazione l'ultimo intervento che mi ha preceduto, che dà - credo - delle motivazioni più politiche ad un certo tipo di atteggiamento della maggioranza. Non ci sono chiari o, almeno, per alcuni versi lo sono troppo, per altri ancora no, gli orientamenti di questa maggioranza rispetto alle questioni fondamentali dell'urbanistica e della pianificazione del territorio.
Gli elementi che ci sono chiari, cioè quelli che ci sono già stati anticipati, destano in noi moltissima preoccupazione. Ho letto, ad esempio alcune delle poche osservazioni fatte al PTR (una ventina), le quali sono tutte di un certo tipo e di una certa cultura urbanistica: nei Comuni dove i torrenti e i fiumi sono esondati si continua a chiedere di non avere vincoli, dei Galassi, dei galassini, ecc., perché è questo il tenore di una concezione ancora estensivistica delle realizzazioni edilizie non adeguate invece alla nuova e moderna pianificazione che dovrebbe invece esserci in un Paese e in una Regione come la nostra.
Per non parlare, poi, dei parchi.



(Commenti in aula)



CAVALIERE Pasquale

C'entra, c'entra, perché proprio ieri in Commissione abbiamo avuto modo di parlarne. L'Assessore Angeleri continua a dire che non ha assolutamente intenzione di toccare, ecc., però leggiamo interviste molto esplicite di Assessori che dicono: "Bisogna togliere il 50% dei parchi della nostra Regione". Rispetto a queste intenzioni, rispetto a questo approccio ai problemi, io non me la sento di dare l'avallo politico, perché ritengo che ci sia un disegno molto ambiguo e molto oggetto di pressioni - mi si consenta di dirlo - da parte della lobby dei costruttori, a cui l'attuale maggioranza è molto, molto sensibile, che su questo argomento si fa sentire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Signor Presidente, gentili Consiglieri, se il Piano Territoriale Regionale deve essere uno strumento urbanistico di indirizzo alla pianificazione per l'utilizzo del territorio, a tale scopo chi meglio delle Amministrazioni locali e provinciali che conoscono il territorio nel dettaglio o - come ho sentito dire - in area vasta, devono concorrere alla sua formazione? Così come posto in essere dalla legge n. 56, detto PTR invece, potrebbe assumere alcuni aspetti dirigistici, ponendo nelle condizioni di semplici consultanti o al limite di ricorrenti le parti che invece avrebbero dovuto essere le proponenti iniziali, lasciando all'organismo Regione il coordinamento delle varie esigenze generali evitando il contrasto di interessi locali, e tutelando le grandi scelte regionali di sviluppo ed interregionali.
Come Lega Nord siamo favorevoli ad un'ulteriore riapertura dei termini però estremamente condizionata nei tempi in cui questa deve essere realizzata e posta in essere.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dò la parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Intervengo molto brevemente sull'ordine del giorno presentato dai Capigruppo della maggioranza. Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi, e ha ragione il Consigliere Chiezzi quando dice che il valore strategico dei Piani Territoriali è fondamentale, così come è fondamentale la partecipazione degli Enti locali alla formazione della decisione che dovrà poi addivenire in Consiglio regionale, perché in questa fase - voglio ricordarlo - siamo in itinere.
Il sottoscritto, nella qualità di Presidente della Commissione tecnico urbanistica e della Commissione cosiddetta 91 bis per la tutela e la valorizzazione dei beni ambientali, ha convocato le Commissioni in sede congiunta per lunedì 30 ottobre, proprio per acquisire il parere tecnico da parte di entrambe le Commissioni, parere che non era stato espresso perch ci si trovava nella fase immediatamente successiva alle elezioni amministrative. Ripeto, siamo in itinere; peraltro condivido la parte dell'ordine del giorno nella quale si richiede alla Giunta regionale - come dice la stessa legge all'art. 7 - che, prima di giungere alla redazione degli elaborati definitivi per l'approvazione del Piano Territoriale Regionale, si disponga un ciclo di consultazioni con gli Enti locali piemontesi, al fine di acquisire gli opportuni elementi per la verifica all'eventuale modifica ed integrazione del Piano stesso.
Voglio inoltre ricordare al Consigliere Chiezzi che quello della revoca, dell'autotutela è un principio generale, cioè la Giunta, nella propria autonomia, potrebbe anche addivenire alla revoca del Piano Territoriale; prima, però, dobbiamo concludere l'iter procedimentale, così come prescritto dalla legge, tenuto conto del fatto che ci siamo ritrovati davanti ad un Piano Territoriale già confezionato dalla precedente Amministrazione regionale, che comunque si basava sulla legge n. 45 approvata nel dicembre dello scorso anno, adottata a tambur battente il 30 gennaio e variata ad aprile, perché ci si era ritrovati di fronte alle difficoltà sulle emergenze paesistiche.
Mi parrebbe più opportuno addivenire a quello che richiede l'ordine del giorno, cioè ad un ciclo di consultazioni e di informazione con gli Enti locali al fine di avere un panorama completo sul territorio, in modo da non arrivare a quelle difficoltà che, per esempio, stanno incontrando in questi giorni i Comuni fluviali interessati dal Piano Territoriale Operativo, i quali si ritrovano in una babele anche dal punto di vista del linguaggio urbanistico e di quello della pianificazione territoriale, con la dissociazione tra il settore pianificazione territoriale e il settore urbanistico. Quindi la richiesta che proviene dalla maggioranza mi sembra della massima importanza, richiesta peraltro condivisa anche negli interventi dei suoi colleghi di opposizione.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno del Consigliere Vindigni, io ho avuto modo di leggerne solo una bozza. In ogni caso, si parla di un approfondimento per quanto riguarda la Valle di Susa, cioè di una lente di ingrandimento sul Piano Territoriale Regionale che è già stato adottato, ma che deve essere ancora approvato dal Consiglio regionale.
La richiesta di addivenire ad una consultazione su un progetto che non c'è ancora - o meglio, c'è uno studio, un rapporto fatto da una Commissione di esperti incaricata dal precedente Assessore, dalla precedente Giunta e che mi sembra debba ancora essere visto dall'attuale Giunta per poi essere proposto agli Enti locali - o che comunque viaggi in parallelo, mi lascia alquanto perplesso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Chiedo che la votazione avvenga per appello nominale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Saitta ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, cari colleghi, io non avevo nessun tipo di pregiudizio nei confronti dell'ordine del giorno ma, dopo questi interventi, credo abbia ragione il collega Chiezzi.
Il Consigliere Chiezzi - probabilmente l'esperienza è stata utile - ha individuato qual era l'obiettivo ultimo di questo ordine del giorno, che non era quello di procedere, dare gambe al Piano Territoriale Regionale, ma quello di fermare la procedura. E infatti l'Assessore Botta, con molta chiarezza, ha detto: "La Giunta può anche revocare, perché...", e ha elencato alcuni elementi che suggeriscono alla Giunta di revocare quel documento.
Io avevo già detto che, se durante il dibattito non fossero emerse delle conferme in senso positivo sul valore del Piano Territoriale adottato allora dalla Giunta, il nostro voto sarebbe stato un voto contrario. E siamo di questa opinione.
Noi votiamo contro questo documento, perché notiamo una scissione di opinioni all'interno della maggioranza che ha sottoscritto quel documento (per lo meno non sono stati evidenziati gli obiettivi); in ogni caso restando soltanto alle cose scritte, rileviamo una divergenza di posizioni tra la maggioranza politica che sostiene questa Giunta e le posizioni dell'Assessore. L'Assessore ha voluto evidenziare tutti gli aspetti negativi, mettendo in conto anche la possibilità di revoca del documento la maggioranza che sostiene la Giunta ha messo invece in evidenza più gli aspetti positivi, cioè la volontà di andare avanti, in ogni caso, sulla procedura avviata (cosa che mi pare abbia anche fatto l'intervento del Consigliere Pichetto, sottolineando gli aspetti positivi del documento).
Stante questa divergenza di posizione, è chiaro che il nostro voto non sarà un voto favorevole e concordiamo con la posizione del collega Chiezzi: individuiamo un pericolo per arrestare un processo interessante dal punto di vista della pianificazione territoriale.
E voglio dire alla maggioranza che la posizione che continua ad assumere, cioè quella di voler mandare a mare tutto quello che è stato prodotto dalla precedente Giunta, è un grandissimo errore: il Piano Territoriale Regionale adottato dalla Giunta, per le sue caratteristiche era - lo ripeto - fortemente innovativo e certamente non dirigista. Se si potesse adoperare una categoria politica per definire quel Piano, si potrebbe dire che era un Piano "liberal" sicuramente, quindi mandare all'aria quel minimo che era stato messo in piedi da quella Giunta, da quella maggioranza, per governare il territorio, per dare alcune strategie mi pare uno dei più grandi errori. Se la posizione sarà questa - come immagino che sia - ciò significa che ci troviamo di fronte ad una maggioranza che non ha alcun interesse a governare il territorio, ma preferisce lasciar andare tutto così com'è, che è un errore gravissimo! E' un errore soprattutto nei confronti dei Comuni, perché la difesa delle Autonomie locali non si assume dicendo che bisogna fare nulla, ma assumendosi delle responsabilità. Credo che sarebbe molto più utile per le Province e per i Comuni sapere che cosa la Regione pensa in termini di grande strategia sulle questioni più importanti; invece questo non si vuole fare e noi riteniamo che sia un grandissimo errore.
Spero che le considerazioni che sto facendo siano delle considerazioni errate (me lo auguro ancora), ma se corrispondessero alla verità, ci troveremmo davvero di fronte ad una maggioranza con un'enorme insensibilità sulle questioni del territorio, il che lascia presagire un futuro non certamente positivo per la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Nel preannunciare un ovvio voto favorevole da parte del Gruppo di Forza Italia all'ordine del giorno, vorrei ribadire ulteriormente tre motivazioni.
Se è un fatto ritenuto formale che soltanto venti Comuni abbiano fornito osservazioni e tre Province su otto, si dica con chiarezza che quanto previsto dalla legge nella procedura di adozione e conseguente approvazione è un atto formale, trascurando il fatto che gli Enti locali non hanno soltanto il diritto - mi si consenta di dire - ma anche il dovere di esprimere un'opinione; se è un fatto formale, come tale possiamo ritenerlo esaurito.
In questo il Consigliere Chiezzi ha perfettamente ragione: la Giunta ha già oggi tutti i poteri per cui la legge le consente di ritenere concluso il ciclo di adozioni: i tempi sono scaduti, sono già stati prorogati una volta in funzione di un vincolo ben più importante (quello elettorale) e quindi possiamo - visto che i poteri ci sono - definire chiuso il ciclo di adozioni e approvarlo. Ma questo è un modo di fare dirigista, e mi fa molto piacere che Chiezzi sia di opinione contraria, perché per me è fonte di continua rassicurazione vedere che il collega Chiezzi ed io, non casualmente, non siamo d'accordo, rappresentiamo proprio dei modelli diversi.
L'ordine del giorno presentato dai Gruppi della maggioranza ritiene invece che sia un onore ed onere degli Enti locali esprimere una valutazione su un documento così palesemente importante.
Il Consigliere Galli della Lega ha detto che loro riterrebbero indispensabile una riapertura, purché gli Enti locali avessero i tempi definiti; venga lasciato alla Giunta l'onere di definire quanti siano, ma siano in qualche misura agevolati nell'opportunità di esprimere delle osservazioni, e io vorrei dire anche invitati caldamente ad esprimere queste osservazioni, tant'è vero che nell'ordine del giorno ho suggerito che la Giunta si impegni a diffonderne i contenuti anche al di là di quanto previsto normalmente dalla legge.
Il Consigliere Pichetto ha già detto che, per alcune parti, è palesemente espressa una valutazione positiva, per esempio su quanto riguarda la Carta dei vincoli (ex lege n. 431/85). Anche qui ricordo al Consigliere Chiezzi che questa legge è stata promulgata dieci anni fa e sempre per amore della sostanza e non della forma, se un Consigliere di prima legislatura ne chiede l'adozione dieci anni dopo, nonostante la legge prevedesse 90 giorni per la sua attuazione, lo fa perché ritiene che questa carta, che stabilisce quali corsi d'acqua abbiano vincoli paesaggistici rilevanti oppure no, sia una componente fondamentale per dare finalmente agli Enti locali la possibilità di agire.
A noi sembra indispensabile che i Comuni esprimano la loro opinione.
Non c'è bisogno di dietrologia per capire che questa maggioranza ritiene che i beni ambientali e culturali siano un fatto di sviluppo e non di vincolo; non c'è bisogno di nessuna forma astratta di definizione o di blocco di procedure per dire che quando si parlerà dell'utilizzo delle risorse ambientali e culturali, probabilmente su tale tema vi sarà un dibattito che vedrà le parti contrapporsi in quella dialettica corretta che questo Consiglio richiede. Non c'è, da parte nostra, nessun intento se non quello di ottenere le osservazioni che sono previste dalla legge, che noi vediamo come un fatto sostanziale e non formale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Avevo detto che noi apprezzavamo la volontà di autorizzare il processo di partecipazione attorno al Piano Territoriale Regionale, perché non abbiamo una visione giacobina o illuministica della pianificazione; avevo però subordinato il nostro giudizio definitivo ad una serie di risposte in merito all'approfondimento sulla Valle di Susa, per la quale chiedevamo di riaprire la consultazione oltre che sull'adozione del PTR anche relativamente al Piano regionale dei trasporti, nonché una serie di azioni nel campo del riassetto del sistema delle Autonomie locali.
Queste risposte non le abbiamo avute né dell'Assessore né tanto meno dal Capogruppo di Forza Italia, che credo abbia parlato a nome della maggioranza; non solo, ma dall'intervento dell'Assessore è emersa la vera volontà di questa Giunta, se non di questa maggioranza: revocare il Piano perché non lo condivide. La Giunta vorrebbe revocarlo, ma di fatto non lo fa, nascondendosi dietro l'alibi della partecipazione.
Se la volontà è questa, è chiaro che noi non possiamo condividerla. Noi riteniamo che ogni maggioranza, a maggior ragione una maggioranza nuova che si forma, abbia tutto il diritto di rimettere in discussione il lavoro che ha ereditato; deve però dirlo apertamente ed esplicitamente, deve dire che cosa non condivide e che cosa vuol fare. Questa maggioranza non ci dice perché non condivide questo Piano; non ci dice che cosa vuol fare e si nasconde dietro l'alibi della partecipazione per prendere tempo e per non farci sapere quello che vuol fare.
Per queste ragioni, noi non possiamo condividere l'ordine del giorno proposto e quindi voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Signor Presidente, prendo la parola per esprimere il voto contrario del nostro Gruppo a questo ordine del giorno che, in un primo tempo, avevo accolto in senso positivo, in quanto io ero Sindaco di uno di quei venti Comuni che avevano fatto le osservazioni in tempo utile, tramite la Provincia (perché questo era quanto previsto).
La preoccupazione che mi sorge è quella espressa prima dal Consigliere Chiezzi e poi dal Consigliere Vindigni ed altri, cioè che non si voglia procedere in termini positivi, ricercando effettivamente la partecipazione degli Enti locali, senza però condividere formalmente questo Piano Territoriale, che i Comuni ormai aspettano da parecchi anni.
Per questo motivo esprimiamo voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Credo che l'intervento del Consigliere Chiezzi sia stato istruttivo per tutti, perché abbiamo visto che, sulla base di processi ad intenzioni, è riuscito a far cambiare parere ai rappresentanti della minoranza.
Prendiamo atto quindi che c'è una forte preponderanza dell'impostazione politica che il collega Chiezzi ha dato, e speriamo che questo non avvenga anche a livello nazionale.
Al di là di questa battuta, sono convinto che non si possano fare processi alle intenzioni, in quanto l'ordine del giorno è estremamente chiaro.
In questo documento i rappresentanti della maggioranza chiedono di rivedere e di indire un nuovo ciclo di consultazioni con le Amministrazioni locali, stante il fatto che - considerato che si era nel periodo antecedente alle elezioni e vi era fretta, da parte dell'allora Assessore di portare a termine il Piano Territoriale - non si è potuto procedere con la dovuta calma su un documento e un provvedimento così importante, come lo stesso Consigliere Chiezzi ha sottolineato.
Senza fare della dietrologia, credo sia legittimo che i Capigruppo della maggioranza chiedano di riaprire le consultazioni e di verificare le posizioni degli Enti locali, soprattutto perché non tutte le Province (soltanto tre lo hanno fatto) hanno presentato le loro osservazioni al Piano Territoriale. E il convincimento mi viene ancor più da due fatti essenziali, proprio quelli che richiamava il collega Chiezzi.
Innanzitutto, senza questo ordine del giorno la Giunta avrebbe potuto ugualmente riaprire delle consultazioni, e questo è stato sottolineato anche dall'Assessore, per poi portare in aula il Piano Territoriale da sottoporre al giudizio di tutti i Consiglieri. Quindi, ancora una volta, il giudizio dell'aula sarà sul Piano Territoriale e non su un ordine del giorno.
In secondo luogo, mi sembrerebbe opportuno che la partecipazione fosse fatta di diretti contatti e di assemblee fra l'Ente Regione e gli altri Enti locali. Non spaventa neppure il fatto che, ad oggi, la maggior parte degli Enti locali siano governati da forze politiche diverse da quelle che qui sostengono la maggioranza.
Quindi, dichiaro il voto favorevole del mio Gruppo all'ordine del giorno, che rappresenta semplicemente un invito alla Giunta a fare ciò che è nelle sue competenze.
Anche se stracciassimo l'ordine del giorno, la Giunta avrebbe tutte le competenze per fare ugualmente quello che chiediamo con questo documento ma ritengo che in questo momento sia opportuno un invito ed una sollecitazione da parte del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Debbo dire che il Consigliere Montabone probabilmente è stato disattento rispetto al dibattito, perché non è vero che è stato l'intervento del Consigliere Chiezzi a far cambiare opinione ai Consiglieri Saitta e Vindigni. L'intervento del Consigliere Chiezzi è stato il primo eppure i Consiglieri Saitta e Vindigni hanno svolto i loro interventi esprimendo inizialmente un atteggiamento favorevole rispetto all'ordine del giorno, ovviamente condizionato da alcune risposte che dovranno essere date dall'Assessore.
Non abbiamo sentito da parte dell'Assessore alcuno degli apprezzamenti che sono stati fatti dal Consigliere Saitta rispetto alla necessità all'urgenza e alla qualità del Piano Territoriale.
Non abbiamo sentito alcuna garanzia da parte dell'Assessore che la consultazione non sia una scusa per dilazionare all'infinito l'adozione del Piano Territoriale, che non sia un alibi per revocare (questa è stata la parola utilizzata dall'Assessore). Anzi, al contrario, è stata richiamata questa facoltà.
Per questo, da parte dei Consiglieri, ed anche per quanto mi riguarda sono nate alcune preoccupazioni; ribadisco dunque il voto negativo all'ordine del giorno presentato dai Consiglieri di maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, signor Presidente. Non capisco la sostanza vera di questa discussione, e vi spiego il motivo. Rimango abbastanza stranito di fronte al fatto che, proprio da parte della minoranza, soprattutto da parte della sinistra, si voglia contrastare un ordine del giorno che mira esclusivamente a dare la possibilità di libera, democratica e basilare espressione ad un numero maggiore di Comuni di quelli che si sono espressi finora.
Non vedo assolutamente uno scandalo nel fatto che i Comuni, che gli Enti locali, che saranno i fruitori del nuovo Piano Territoriale, si esprimano. Mi sembra la cosa più naturale oltre che più democratica del mondo. E non riesco a capire tutte queste preoccupazioni, tutte queste interpretazioni esoteriche e dietrologiche, che mirano a vedere dietro all'ordine del giorno chissà quali disegni, chissà quali modi di favorire così ho sentito dire nel corso del dibattito - gruppi di potere o lobby di costruttori.
Personalmente, non conosco neanche un costruttore, però ritengo che, se i Comuni risponderanno, sarà un momento importante di democrazia, a meno che i Comuni che risponderanno o quelli che saranno chiamati a rispondere non facciano tutti parte di lobby strane, per cui chiedano delle nuove consultazioni per coprire interessi di chissà quale tipo.
Credo che la consultazione in sé non abbia nulla di nascosto, non abbia dei secondi fini, ma che sia un elemento di chiarificazione, anche perch per l'adozione di un Piano così importante e strategico, i Comuni che si sono espressi sono veramente in numero troppo esiguo. Dare modo anche agli altri di esprimersi, iniziando una nuova rete di consultazioni, a mio avviso è estremamente opportuno. Si sono aspettati tanti anni per fare il Piano Territoriale; quindi non capisco perché si voglia dare un'accelerazione eccessiva e, a mio modo di vedere, sbagliata, soltanto perché con un ordine del giorno si chiedono nuove consultazioni per dare modo alla maggior parte di coloro che saranno i fruitori di questo Piano di esprimersi.
Nel sostenere questa tesi annuncio il voto favorevole di Alleanza Nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Come Giunta, volevo solo dire che condividiamo l'ordine del giorno presentato e che ci impegniamo a disporre un ciclo di consultazioni con gli Enti locali - scarsamente informati nella passata legislatura anche per problemi relativi alla scadenza elettorale - entro sei-sette mesi; esaurite le consultazioni, porteremo in Consiglio il Piano Territoriale.
Questo è l'impegno che la Giunta assume nel sostenere l'ordine del giorno presentato dai Capigruppo della maggioranza.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 50, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che la Giunta regionale, in data 30/1/1995, ha adottato il Piano Territoriale Regionale ai sensi e per gli effetti della L.R.
5/12/1977, n. 56 e successive integrazioni che con successiva deliberazione in data 10/4/1995, tenuto conto della predetta adozione e che il Piano Territoriale era stato depositato per il pubblico al fine della raccolta di eventuali osservazioni da presentare nei 45 giorni previsti dalla legge e quindi entro il giorno 8/4/1995, la Giunta regionale ha proceduto all'adozione di un'apposita variante con particolare riferimento ai contenuti dell'art. 7, sul sistema delle emergenze paesaggistiche, delle Norme di attuazione del Piano medesimo che la variante predetta corrisponde, tra l'altro, alla segnalazione emersa dai pareri resi dalle Province, come esplicitamente richiesto dai rispettivi Presidenti, di ottenere una congrua proroga dei termini di consultazione delle scelte e degli elaborati del Piano stante la coincidenza con il periodo elettorale di rinnovo dei Consigli e la conseguente opportunità che i pareri siano espressi dagli organi eligendi che nella stessa relazione al Piano più volte viene fatto riferimento alla complessità dello strumento urbanistico a scala regionale che deve porsi la finalità di evitare o comunque ridurre al massimo i costi dei processi pianificatori in atto e di esaltarne tutti i possibili benefici nonché agli effetti che lo stesso impone alla pianificazione urbanistica già in corso di attuazione prevista dalle singole Autonomie locali che l'intreccio di competenze in materia tra la Regione l'istituzione provinciale, ma soprattutto con gli Enti locali, non pu considerarsi assurgente nelle procedure e nei tempi previsti dalla legge che è bene ricordare costituiscono termini di minima e che in fase di formazione, adozione ed approvazione del primo Piano Territoriale Regionale non possono certamente considerarsi esaustivi di un'opportuna divulgazione ed analisi dell'informazione che lo stesso irrilevante numero delle osservazioni pervenute nei due periodi a disposizione può essere sintomo di insufficiente conoscenza non solo dei contenuti del Piano, ma della sua stessa formazione ed approvazione considerato che il Piano, per rivestire un ruolo di reale strumento di governo del territorio, deve necessariamente configurarsi come un sistema complesso, ma condiviso e caratterizzato dal contributo attivo di una molteplicità di soggetti che possono intervenire già nella fase di formazione dello strumento stesso e non già soltanto in sede di osservazioni rilevato che la totale incongruenza del numero di osservazioni ricevute (venti) nei confronti di uno strumento urbanistico a scala regionale, a fronte di ben 1.209 Amministrazioni comunali, rende la procedura non solo incoerente, ma lo stesso strumento poco credibile per la mancanza dei necessari contributi derivanti da scelte, opzioni e vincoli derivati proprio dalla pianificazione locale ritenuto infine che non sia sostenibile il completamento dell'attuale procedura, non solo sotto l'aspetto dell'opportunità e della qualità dello strumento pianificatorio che soffre di insufficiente consenso ed apporti provenienti dalle altre istituzioni e parti interessate, ma anche sotto l'aspetto più propriamente giuridico considerando che lo stesso è stato, di fatto, coerente con la lettera, ma non certamente con lo spirito della legge che auspica una partecipazione attiva estesa, almeno, a tutti i soggetti con competenza di pianificazione territoriale chiede che la Giunta regionale, nel riadottare il Piano Territoriale Regionale e conseguentemente riaprendone i termini per ricevere nuove osservazioni, disponga la divulgazione dei contenuti dello stesso ed eventualmente, al di là degli obblighi di legge, disponga un ciclo di consultazioni con le Amministrazioni locali, al fine di ottenere eventuali elementi di modifica ed integrazione e successivamente, ai sensi del disposto dell'art. 7 della legge n. 56 del 5/12/1977, si possa provvedere all'approvazione".
Come richiesto, si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 56 hanno risposto SI' 34 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri L'ordine del giorno è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'ordine del giorno n. 59, presentato dai Consiglieri Vindigni, Saitta, Marengo e Spagnuolo, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che: nell'ambito delle attività programmate per la stesura del Piano Territoriale Regionale fu compreso uno specifico approfondimento relativo alla Valle di Susa, considerata zona di particolare valore strategico per lo sviluppo regionale nel marzo 1995 i tecnici e gli altri Enti incaricati predisposero un documento preliminare consegnato ed illustrato il 4/4/1994 ai Presidenti delle Comunità montane e ai Settori regionali interessati considerato che: tale illustrazione non ha provocato la necessaria discussione ed acquisizione di pareri, essendo coincisa con la fase preelettorale molte Amministrazioni hanno subìto radicali cambiamenti a seguito delle elezioni amministrative del 23 aprile scorso appare opportuno far circolare ogni informazione aggiornata utile a far affrontare i rilevanti problemi che incombono sulla Valle (nuova linea ferroviaria Torino-Lione; nuovi impianti idroelettrici; elettrodotti Campionati mondiali di sci 1997) nel più ampio quadro conoscitivo impegna la Giunta regionale 1) a ripresentare entro 30 giorni il Piano Territoriale Regionale Approfondimento Valle di Susa - agli Enti locali (Comuni e Comunità montane) della Valle e alle organizzazioni sociali e culturali presenti sul territorio, allo scopo di acquisire nei successivi 30 giorni ogni parere utile 2) a presentare tale documento e i contributi pervenuti alla competente Commissione consiliare".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 20 voti favorevoli e 32 astensioni.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame progetto di legge n. 33: "Amministrazione straordinaria delle Aziende di Promozione Turistica" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo ora l'esame del progetto di legge n. 33, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La relazione è stata svolta dal Consigliere Toselli nel corso della seduta di questa mattina.
Non essendovi richieste di parola, si proceda all'esame del relativo articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Bertoli, Riba, Angeli Spagnuolo, Cavaliere, Bellion, Rubatto e Ferraris: emendamento sostitutivo dei commi secondo e terzo: "2. Gli Amministratori straordinari già nominati per ciascuna APT sono confermati nella loro funzione fino all'adozione dei provvedimenti di modifica alla citata legge n. 12/87 e comunque non oltre il 31/3/1996".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 23 voti favorevoli e 31 contrari.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Bertoli, Riba, Angeli Spagnuolo, Cavaliere, Bellion, Rubatto e Ferraris: al comma secondo, dopo le parole "il Presidente della Giunta regionale" aggiungere le parole "sentita la competente Commissione regionale".
La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione.



RIBA Lido

A me sembra che questa aggiunta sia del tutto logica ed ovvia; pertanto credo che possa essere senz'altro accolta, perché in materia di nomine esiste una Commissione regionale che ha il titolo e la funzione di esaminare le proposte. Ritengo che non si possa procedere ad un'operazione di nomine riguardanti ben venti istituti senza avere preliminarmente sentito la competente Commissione regionale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ritengo che questo emendamento possa essere accettato. Il Presidente della Giunta regionale nomina, sentita la competente Commissione regionale: è questa la lettera dell'emendamento.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta accoglie l'emendamento, che pongo quindi in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Bertoli, Riba, Angeli Spagnuolo, Cavaliere, Bellion, Rubatto e Ferraris: al termine del comma secondo, aggiungere le parole "gli Amministratori sono scelti tra i dirigenti della struttura regionale. Ai medesimi saranno corrisposti i rimborsi spese e le indennità di missione secondo le vigenti disposizioni".
La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione.



RIBA Lido

Credo che su questo si possa fare un riferimento anche alla prima parte della discussione (naturalmente non prendo molto tempo). Noi siamo in presenza di un'attività dei Commissari che dura da tre anni circa (l'ultima deliberazione era ancora della Giunta Brizio con la proposta dell'Assessore Cantore). Questi Commissari hanno continuato a svolgere la loro attività adesso si tratterebbe di confermarli attraverso un provvedimento di proroga (che peraltro avrebbe potuto essere fatto anche con deliberazione di Giunta) oppure di prendere altre decisioni.
Devo però far presente che, con l'adozione di questa legge, quand'anche si dovesse arrivare alla nomina dei sostituti, la Giunta arriverebbe a fare questa operazione verosimilmente non prima di dicembre. E' infatti un'operazione che può essere fatta solo dopo l'approvazione della legge da parte del Commissario del Governo, sempre che l'approvi, attraverso una procedura che prevede di sentire la Commissione per le Nomine, come è stato correttamente accettato di fare: poi si assegnerebbe il tempo massimo a questi Commissari fino al 31/3/1996. Si tratta di un periodo di tre-quattro mesi, durante il quale non prevediamo una specifica funzione di attività di liquidazione delle APT, perché non è prevista dalla legge. Questa attività di liquidazione potrà essere prevista soltanto con il disegno di legge organico, che naturalmente definirà anche i termini, le procedure per la liquidazione dell'esperienza delle APT e delle istituzioni medesime, la destinazione del personale e l'utilizzazione delle somme ritirate dall'impegno sul bilancio, ma sarà tutta materia del bilancio per il 1996.
Allora, in termini di possibilità operativa, cosa configura la nomina di Commissari, eventualmente esterni, che sostituiscano per tre mesi gli operatori e sui quali ci possono essere delle opinioni soggettive? Immagino che qualcuno sarà valido e qualcuno lo sarà meno, ma, obiettivamente, si tratta di persone che hanno governato le APT in questi ultimi tre anni.
Se si deve arrivare alla nomina di persone che abbiano una funzione di carattere transitorio e volendo comunque sostituire questi Presidenti (attualmente con le funzioni di Commissari), devo ricordare che i Commissari erano stati nominati scegliendoli tra i Presidenti delle APT che avevano proseguito in quella funzione. Noi proponiamo che questa funzione sia assunta da funzionari della Regione, che possono essere i soggetti immediatamente più in grado di realizzare una direttiva regionale.
Mi pare - ma su questo vorrei sentire la Giunta - che ci sia stata anche l'ipotesi di utilizzare la persona che attualmente svolge la funzione di Revisore dei conti per una funzione di tipo commissariale, volta ad un avvio di tipo amministrativo dell'opera di cessazione delle attività delle APT.
Richiamando una parte del dibattito di questa mattina, dico che occorre far sì che non rimanga lo spazio temporale per una valutazione che si riferirebbe alla nomina di venti soggetti individuati attraverso criteri certamente di professionalità, ma che non hanno nessun compito da svolgere e prefigurano in qualche maniera un impegno, l'occupazione di uno spazio che deve essere evidentemente rinviato alla definizione di una norma generale sulla riorganizzazione delle APT. Questa potrebbe essere un'ipotesi per trovare un'intesa sulla nomina delle persone che devono sostituire gli attuali Commissari.
Non siamo più intervenuti relativamente al mantenimento e alla proroga di questi Commissari, anche se si sarebbe potuto insistere su questo. Ci dica adesso la Giunta, l'Assessore, se intende stabilire una norma che preveda o di incaricare di questa funzione funzionari della Regione o di utilizzare Revisori dei conti già nominati presso le APT; oppure ci dica quale altra procedura intenderebbe eventualmente adottare, sapendo che lo spazio è di tre mesi e quindi non è possibile svolgere alcuna funzione, se non attraverso una continuazione dell'attività già svolta dagli attuali Commissari.
Naturalmente, con l'approvazione di questa legge, nulla vieta che siano reincaricati gli attuali Commissari delle APT; tuttavia, chiedo alla Giunta un parere politico in merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo emendamento proporrebbe di scegliere per il commissariamento i dirigenti della struttura regionale.
Dovessi dare un ordine di preferenza rispetto agli emendamenti presentati il Consigliere Riba lo sa - avrei dato una preferenza agli attuali Commissari; per cui questa ipotesi non mi pare opportuna rispetto ad un commissariamento.
Non bisogna dimenticare che nelle APT non vi sono soltanto coloro che una volta erano Presidenti e che oggi sono i Commissari più volte reiterati, da Cantore a Montabone, ecc. (sempre per una serie di motivi che ci hanno condotto a questa situazione), ma ci sono già funzionari di livello regionale che sono i Direttori delle APT, tutti funzionari preparati che conoscono il loro mestiere nelle diverse sfaccettature dell'attività delle APT e dei vari punti di informazione presenti sul territorio regionale. Quindi, a mio parere è preferibile che sia l'Assessore, sentita la Commissione Nomine, a nominare, avvalendosi, per la parte che è di promozione turistica, delle esperienze professionali dei Direttori delle APT (peraltro - lo ripeto - funzionari regionali) e avvalendosi dei Commissari, però dicendo loro chiaramente qual è la logica di questo commissariamento. Diversamente lasceremmo nell'incertezza questi Commissari, che non sapranno se dovranno badare principalmente alla promozione turistica oppure - per dirla in termini crudi - all'azzeramento delle APT, in attesa di una legge di riforma. Quindi, dico la verità rispetto a questo emendamento mi trovo d'accordo ancora meno che su quello precedente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, chiedo scusa a questo Consiglio regionale, ma, vista l'importanza della riforma sulla promozione turistica piemontese che fra pochi giorni sarà portata all'esame della competente Commissione, vorrei dedicare qualche minuto e spiegare la reale motivazione per la quale si è arrivati alla presentazione di questo disegno di legge. Innanzitutto, non sto a ripetere quanto è stato detto dal relatore Consigliere Toselli e quanto è stato detto in III Commissione presente il Presidente Lido Riba.
Nella precedente legislatura il dibattito su questo tema è stato lungo già nei precedenti cinque anni si è parlato di progetto di riordino della promozione turistica per una serie di motivazioni in cui non entro tuttavia, non si è arrivati a concludere e a portare a compimento la riforma di cui si è tanto parlato.
Il Consigliere Bellion, questa mattina, parlava di un diretto contatto con le esigenze degli operatori turistici. Il diretto contatto da lui avuto, l'ha avuto anche il sottoscritto a nome della Giunta; proprio questo contatto ha avvalorato ancora di più la necessità di arrivare in tempi brevissimi ad un progetto di riordino della promozione turistica.
Da parte di tutti i soggetti interessati - non sto parlando solamente di soggetti privati, ma parlo ovviamente anche di realtà pubbliche, delle Province, dei Comuni e delle Camere di Commercio - c'è stata un'unanimità di consensi nel voler riconsiderare a tutti gli effetti la promozione del territorio piemontese.
Vorrei ricordare un dato, che è significativo rispetto all'industria del turismo piemontese. La percentuale di PIL, a cui contribuisce il turismo in Piemonte, si avvicina al 3%. Vorrei solo far notare che la Lombardia, che non è sicuramente Regione che si dedica al turismo o ha vocazione turistica, ha una percentuale che si assesta attorno al 6-7%. Mi sembra quindi che le indicazioni che arrivano sia dal pubblico che dal privato rispettino delle esigenze legittime, delle richieste legittime di fare promozione sul territorio in maniera organizzata e professionalmente preparata.
Nel programma di questa Giunta è stato quindi inserito questo significativo passaggio, cioè quello di pervenire in tempi strettissimi alla nuova definizione di quelle che erano le vecchie Aziende di Promozione Turistica, probabilmente nate - lo dicevamo anche nel dibattito di questa mattina - già vecchie in partenza, quindi già obsolete.
Perché, quindi, questo disegno di legge tende a commissariare degli Enti peraltro già commissariati da molti anni? Questa è sostanzialmente solo una prima tappa. Vorremmo nominare degli Amministratori straordinari e vorrei appunto ricordare che gli attuali Amministratori, di fatto, sono già Amministratori straordinari nominati nella precedente legislatura.
Non ritengo - e questa è stata la motivazione per la quale non abbiamo votato il primo emendamento presentato - che gli attuali Commissari siano da ritenersi idonei in una fase di chiusura di questa esperienza. Ho infatti notato che gli attuali Commissari - non tutti, per la verità, ma la maggior parte - sono legati, anche per un discorso di interessi (non dico illegittimi, ma per interessi personali) legittimi nel settore del turismo.
A questo proposito, vorrei ricordare la risposta che ho dato al Gruppo di Rifondazione Comunista sull'APT del Canavese, a seguito di una domanda postami qualche settimana fa all'interno del Consiglio regionale. Il Commissario di quella APT - fatti i dovuti accertamenti che mi ero impegnato a fare - è una persona legata al settore del turismo, e molti sono quelli che hanno interessi in questa direzione.
A questo punto, ritengo che si debba in qualche modo intervenire per definire una linea che sia la più chiara e la più trasparente possibile.
Come è possibile intervenire in questo senso? La linea di questa Giunta è quella - checché ne dica il Consigliere Cavaliere - di non difendere assolutamente interessi particolari in nessuna direzione, bensì di indirizzare il suo lavoro verso un'unica caratteristica principale, che è quella della trasparenza.
Proprio per questo, abbiamo ritenuto utile nominare Commissari che abbiano preventivamente, rispetto alla definitiva liquidazione che avverrà successivamente delle Aziende di Promozione Turistica, caratteristiche di professionalità legate, in particolare, alla conoscenza dei bilanci. Tutto questo, ovviamente, salvaguardando, in questi mesi che ci separano dall'attuazione del progetto di revisione, la promozione sul territorio attraverso il competente lavoro dei Direttori delle stesse APT, richiamato già dal Capogruppo del CDU, Consigliere Montabone.
Vorrei aggiungere, per concludere, che questo Consiglio non vota un provvedimento al buio, ma - come ho già avuto modo di dichiarare all'interno della Commissione - entro pochi giorni questa Giunta presenterà la bozza di progetto di legge da discutere. In quel senso condivido, con estrema attenzione, le preoccupazioni del Consigliere Bellion, proprio perché la promozione del turismo in Piemonte deve tendere a costruire quella industria del turismo che in precedenza non ha avuto l'attenzione che meritava.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo per dichiarazione di voto.



SPAGNUOLO Carla

Prima di fare la dichiarazione di voto, pregherei l'Assessore di voler esplicitare a quest'aula che cosa volesse dire nel momento in cui ha affermato che gli attuali Amministratori non sono idonei, perché portatori di interessi personali. Queste sono le sue espressioni.
Mi siedo nuovamente, perché prima di esprimere un voto, visto che c'è stata una continuità di Amministrazioni peraltro di colori diversi che si sono succedute in questo campo, vorrei sapere che cosa lei intendesse dire.
Non credo di essere stata la sola ad aver colto queste parole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere. E' sempre sull'argomento? Lei si sente assorbito dall'intervento della Consigliera?



CAVALIERE Pasquale

Sì, mi sento assorbito.



PRESIDENTE

Sono delle formule parlamentari, non sono dei neologismi.



CAVALIERE Pasquale

Volevo solo ulteriormente specificare che l'Assessore Angeleri ha test dichiarato che i Commissari straordinari nominati dall'allora Assessore Cantore, e confermati poi dall'Assessore Montabone, hanno interessi personali privati nel campo del turismo. Io ho sentito questo.
Poiché mi pare un argomento interessante, vorrei che l'Assessore Angeleri, nel suo solito stile, spiegasse meglio questo concetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Anch'io avrei piacere di conoscere meglio dall'Assessore quali sono questi elementi negativi che ha riscontrato in merito ad alcuni Amministratori straordinari delle APT. In particolare, ha fatto riferimento all'Amministratore straordinario del Canavese, la signora Sada.
Vorrei anche riprendere l'intervento del Consigliere Riba in merito al nostro emendamento. Mi pare che questo emendamento andasse incontro ad un'esigenza oggettiva che è quella di nominare, comunque, per questi tre o quattro mesi, una persona che avesse qualche conoscenza, non soltanto dell'argomento in termini generali, ma specifica rispetto alle APT.
Il suggerimento offerto dal nostro emendamento è quello di scegliere dei dipendenti regionali, ma anche di ricercare nell'ambito suggerito dei Revisori dei conti. Dall'Assessore non abbiamo sentito nessuna indicazione di carattere oggettivo, cioè non ha specificato in quale ambito andrà a pescare questi Amministratori straordinari. Sarebbe necessario precisare altrimenti un ambito enorme di discrezionalità è lasciato alla maggioranza seppur contemperato dal fatto che ne deve riferire in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Credo che, in questo momento, sia logico fare un po' di chiarezza su tutte le vicende che hanno portato a nominare, non solo il sottoscritto, ma anche precedenti Assessori, i Presidenti delle APT.
Noi facciamo riferimento ad una legge che è del 5/3/1987; i Presidenti delle APT non venivano nominati attraverso un commissariamento, ma attraverso un'elezione democratica dall'assemblea delle APT. Sarebbe utile che tutti i Consiglieri conoscessero a fondo questa materia, perch all'interno di quell'assemblea, per legge, vi erano rappresentanti delle Amministrazioni comunali, degli imprenditori turistici, delle cooperative turistiche, delle associazioni del tempo libero, delle Pro Loco ed operatori che certamente - ed era legittimo - avevano degli interessi rispetto al campo della promozione turistica. Promozione che deve essere sempre più considerata come un'attività economica forte per il nostro Paese.
Giusto è il rilievo che l'Assessore faceva prima: soltanto il 3% del PIL in Piemonte rispetto ad alcune altre Regioni. Ci sono Regioni che, pur avendo vocazioni pari alla nostra, non di primaria importanza per il campo turistico, hanno comunque qualcosa in più.
Quando l'Assessore parla di pubblico e privato, parla di quel pubblico e di quel privato che già nel 1987 partecipavano alla costituzione delle APT. All'interno di quelle assemblee, nella maggior parte dei casi, furono eletti democraticamente i Presidenti che ancora oggi sono i Commissari.
E' stato fatto un accenno ad un attuale Commissario di APT; non lo riprendo, anche perché questo Commissario sarebbe veramente da difendere in quanto è stato uno dei migliori in tutto il Piemonte.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



MONTABONE Renato

Consigliere Cavaliere, per favore, lancia il tuo amo da un'altra parte! Nella maggior parte dei casi, non sto difendendo me stesso, ma sto difendendo il mio predecessore, perché sotto questo aspetto io non ho bisogno di difendermi.
Sono stati riconfermati i Presidenti che, legittimamente, erano stati nominati da queste assemblee democratiche. Come dicevo prima, all'interno di queste assemblee democratiche c'era gente che di turismo viveva e aveva forti "interessi" nel campo (interessi tra virgolette): erano operatori turistici, rappresentanti delle cooperative turistiche, rappresentanti delle associazioni del tempo libero. In alcuni casi sono stati eletti Presidenti i rappresentanti delle Pro Loco, in altri casi i rappresentanti delle agenzie di viaggio, in altri casi ne sono stati eletti altri.
Ebbene, da allora in poi, per quanto riguarda i commissariamenti (non so per il periodo antecedente alla mia gestione assessorile) sono stati sempre riconfermati questi Commissari. I motivi erano semplici (sto parlando dell'ultimo periodo): il fatto che una legge così importante com'è stato rilevato - richiedesse un esame approfondito non permetteva, a sei mesi dalle elezioni, di intervenire rispetto ad una riforma delle APT che doveva vedere un Consiglio rifatto interamente.
Quindi io credo che l'Assessore non volesse riferirsi ad interessi particolari, ma che il termine "interesse" volesse solo ed esclusivamente dire "perché interessati alla materia turistica". Così io la prendo, e sono sicuro che l'Assessore l'ha voluta intendere in questo modo.
Svolgo la dichiarazione di voto (siamo ancora su un emendamento, mi sembra): sono contrario all'emendamento proposto. Sono invece favorevole alla presentazione di questa legge ad articolo unico, anche se - come è già stato rilevato - forse si poteva risolvere il problema con una semplice deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Alla luce anche delle dichiarazioni del Consigliere Montabone, credo che, come firmatario dell'emendamento, prima che l'Assessore risponda valga la pena fare alcune precisazioni.
Intanto, collega Montabone, il percorso che ha seguito per illustrarci le vicende che dal 1987 ad oggi sono accadute non credo debba essere fatto nei confronti dei Consiglieri, ma soprattutto nei confronti degli Assessori, perché le questioni che si sono evidenziate, le richieste avanzate dai colleghi del centro-sinistra che mi hanno preceduto e le domande fatte all'Assessore Angeleri restano in piedi tali e quali, anche dopo il suo intervento.
Di conseguenza, io reitero le domande che abbiamo posto in precedenza e, se responsabilità da parte degli attuali Amministratori straordinari delle Aziende di Promozione Turistica ci sono, vengano evidenziate con chiarezza dall'Assessore Angeleri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo

Probabilmente non sono stato compreso o non sono stato sufficientemente chiaro, per cui voglio precisare la mia posizione. Ritenevo di essere stato chiaro, perché subito dopo - ed è una parte che mi sono anche appuntato parlavo di nominare Commissari quelle persone che, rispetto alla definitiva liquidazione che avverrà in marzo, abbiano caratteristiche di professionalità legate in particolare alla conoscenza dei bilanci. Con questo rispondo a chi mi ha posto il quesito: "Dove andrete a pescare i futuri Commissari?".
Sicuramente quella che arriva dal Presidente della III Commissione pu essere un'indicazione rispetto agli eletti Revisori dei conti; comunque nell'ambito di competenze specifiche, il tutto può essere tranquillamente verificato con il contributo dell'Albo professionale dei Revisori dei conti.
In sostanza, l'indirizzo che noi vogliamo dare rispetto a queste ipotesi di commissariamento è un indirizzo diverso in termini di interessi che il Commissario deve avere, perché siamo in una fase di liquidazione di un'esperienza.
Con queste parole penso di aver chiarito quello che non avevo chiarito in precedenza.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Potete ritenervi soddisfatti o insoddisfatti dei chiarimenti forniti dall'Assessore, ma naturalmente non vi può chiarire più di quanto ha fatto.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Ferraris ne ha facoltà.



FERRARIS Paolo

Più andiamo avanti in questa discussione, più l'approfondiamo, più sono stupito. Ringrazio il Consigliere Montabone per aver ricordato, non ai Consiglieri, ma all'Assessore Angeleri, cosa c'era scritto nella legge forse, se l'avesse letta prima, avrebbe evitato di dire alcune cose.
Tuttavia, visto che siamo in una fase di amarcord, vorrei ricordare quello che è emerso di importante, di positivo e di negativo nel dibattito che c'è stato su questa materia nella precedente legislatura.
Nella sostanza, l'esperienza delle APT ha avuto un grave aspetto negativo: quello di essere una struttura esageratamente organizzata ed esageratamente costosa rispetto alle funzioni che svolgeva, perché il 90 della spesa era destinata a costi fissi di funzionamento. Questa è la conseguenza di una logica di decentramento che, purtroppo, è presente in nuovi disegni di legge ed è quindi fortemente insediata in questa maggioranza.
Invece, l'aspetto positivo di quella legge e dell'esperienza delle APT era che, nella sostanza, si chiamavano sul piano locale a partecipare ai processi di programmazione e di intervento nel settore del turismo tutte le forze che di questi problemi si occupavano. Questa è stata un'esperienza positiva, che ha consentito, in aree magari marginali rispetto ai grandi temi turistici, di svolgere una funzione di rilancio e di costruzione di una cultura in questa direzione, mobilitando risorse anche estranee a quelle che la Regione aveva mobilitato, coinvolgendo Comuni, Camere di Commercio e quanti altri (Associazioni albergatori, ecc.) per questo obiettivo hanno dato il proprio contributo.
Il disegno di legge che viene presentato oggi è una cosa incredibile perché è la conferma di tutte le cose negative: si riconferma tale e quale una struttura com'è, si riconfermano gli addetti, le sedi e tutti i costi fissi (che sono il 90%). A questo proposito è stata fatta una proposta di buon senso: i Commissari siano dipendenti regionali, prendiamoli tra i dirigenti. Questa è l'unica possibilità di ridurre, seppure di poco, i costi, perché comunque i dipendenti regionali già sono pagati; ma questa proposta non viene accolta.
Con questa legge, dunque, accogliamo tutte le cose negative e cancelliamo l'unica esperienza positiva che c'è stata, che era nell'aver riconosciuto, anche in una fase di commissariamento, che comunque uno sforzo di relazioni con le forze locali che si occupano di turismo c'era stato. Questa mi sembra una cosa incredibile.
Se ne aggiunge una terza, che è stata appena adesso ricordata.
L'Assessore ha più volte detto, ma non l'ha scritto nella legge, che bisogna considerare questa esperienza come una fase di liquidazione di quanto è avvenuto. Allora, se così si voleva che fosse, doveva essere scritto che i Commissari hanno il compito di liquidare le APT. Questo non c'è scritto nella legge, e quindi questo compito non lo possono esercitare.
Poi l'Assessore dice: esperti di bilancio. Ma che bilancio, Assessore? Lo sa che il 90% - lo ripeto - sono stipendi dei dipendenti, pagamenti delle bollette dell'energia elettrica, della SIP, del riscaldamento, degli affitti (dove si affitta)? Ma che cosa vanno a controllare? Ci sono dei bilanci che hanno fatture che stanno in due paginette! E' una cosa ridicola! Noi commissariamo le APT per andare a esaminare dei bilanci che hanno dieci fatture di funzionamento per un anno? Questa mi sembra una presa in giro di questo Consiglio regionale!



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo

Ma dov'eri nella precedente amministrazione?



FERRARIS Paolo

Non ti preoccupare: ero qui e facevo il mio dovere! Tu incomincia ad imparare a fare l'Assessore, e dopo alzi la voce!



(Accesi commenti in aula e richiami all'ordine da parte del Presidente Picchioni)



FERRARIS Paolo

Mi dispiace per la reazione. Comunque, Assessore Angeleri, io ero qui e credo di aver fatto dignitosamente il mio dovere; vedremo, alla fine della legislatura, chi di noi due l'avrà fatto meglio.
Su un'altra cosa ritengo veramente incredibile l'affermazione dell'Assessore (poi il Consigliere Montabone, in qualche maniera, l'ha aggiustata): quella degli interessi. La gente che opera lì svolge un interesse che è stato garantito dalla legge; è diventato Commissario, in alcuni casi, o Presidente, perché democraticamente così è stato scelto. Le assicuro che io ne conosco alcuni, di questi Presidenti, e sono persone di assoluta trasparenza ed assolutamente irreprensibili.



PRESIDENTE

Non voleva dire questo, l'Assessore. Lui ha detto che erano portatori di interessi sani.



FERRARIS Paolo

Io non faccio delle forzature, come sono state fatte in questi giorni anche su interpretazioni di norme di legge.



PRESIDENTE

Consigliere Ferraris, mi scusi, le ricordo che allo scoccare dei tre minuti il tempo a sua disposizione è finito.



FERRARIS Paolo

Finisco prima. Dico soltanto qual è la sensazione che alla fine di questa vicenda ho maturato, sapendo che la cosa che a noi interessa di più e su cui vogliamo confrontarci è il disegno di legge di riforma delle APT.
L'Assessore lo ha annunciato, dice che lo presenterà a giorni; credo che ci avrebbe risparmiato la perdita di un pomeriggio, di riunioni in Commissioni, ecc., se avesse deciso di presentare il disegno di legge: questa era la cosa più importante.
Credo invece che questo passaggio intermedio - che è inutile ed è una brutta cosa - alla fine, probabilmente, serva solo a dare un po' più di potere all'Assessore: la scelta dei Commissari, totalmente inutili rispetto alle esigenze di intervento in questo settore, ma scelti da lui.
Questo è un altro brutto capitolo che scrive questa maggioranza, e per queste ragioni voteremo contro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

La mia dichiarazione di voto sarà brevissima, perché mi sembra che l'insieme del dibattito parli già da sé. Noi siamo stati chiamati a pronunciarci su un disegno di legge; la stessa maggioranza, Presidente Ghigo, per bocca del Consigliere Capogruppo di un Gruppo di maggioranza, ha detto che questo è un testo decisamente superfluo, che se si voleva, al limite in maniera forse più chiara, si poteva procedere attraverso una deliberazione.
In sostanza, si fa una legge per battere un po' il pugno su una questione, e lo si fa male; più volte, anche in Commissione, mi sono permessa di dire che registro, soprattutto da parte di alcuni e fra questi mi sia consentito - da parte di questo giovane Assessore, un po' di insofferenza.
E' forse giusto, quando si diventa Assessori per la prima volta alla Regione Piemonte, sentirsi autorevoli. Ma l'autorevolezza si conquista anche attraverso il tipo di proposte che si portano avanti e la conoscenza degli argomenti, che certamente non si può improvvisare.
Credo che oggi, in aula, si sia assistito ad una mancanza fondamentale di conoscenza della normativa in materia di APT, tant'è che c'è stato bisogno di un intervento del Capogruppo Montabone che ha richiamato la legge, che quindi doveva essere commentata in maniera diversa.
Ho letto recentemente un articolo di fondo molto bello di Norberto Bobbio, che diceva che una delle caratteristiche di un politico deve essere quella della prudenza.



PRESIDENTE

Della preveggenza.



SPAGNUOLO Carla

Della preveggenza, ma parlava proprio della prudenza e diceva: "Questo nostro tempo è caratterizzato da un'assenza di prudenza". Io credo che soprattutto negli interventi dei componenti della Giunta - che, di per s riassumono delle grandi fette di responsabilità quando intervengono e soprattutto quando intervengono su interi comparti di materia - ci debba essere quella prudenza che fa sì che le espressioni siano misurate.
Si può correggere quello che si vuole, anche con solidali interventi da parte dei banchi della maggioranza, ma le espressioni che l'Assessore Angeleri ha usato, e anche l'intervento svolto successivamente dall'Assessore Angeleri nel voler esplicitare le sue parole, non soltanto non hanno chiarito, ma hanno lasciato dei margini di ambiguità che io non credo sia corretto lasciare rispetto ad una categoria di persone a suo tempo nominate e che sono certamente portatrici di esperienze. E' come se noi dicessimo che nominiamo degli avvocati: è chiaro che gli avvocati hanno degli studi professionali! Io credo che, quando si vuole innovare, lo si debba fare conoscendo a fondo i provvedimenti e l'iter che deve essere seguito per innovarli, e soprattutto usando la prudenza ed un senso di responsabilità, che mi sembra sia un po' mancato.
Per questi motivi, voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Intervengo per dichiarazione di voto sull'emendamento. Credo ci sia un problema, nel senso che noi abbiamo - e credo sia logico parlare anche di questo - un atteggiamento della Giunta Ghigo che, essenzialmente, fa riferimento a questa lotta antiburocratica che, per alcuni aspetti, sarebbe auspicabile e seria se si profondesse veramente in questo campo. Per altri versi, nasce con delle profonde incoerenze, nel senso che mi pare un pochino discutibile il fatto che l'Assessore Angeleri faccia questa lotta burocratica, lui, il nuovo (nel senso che arriva nuovo e contro il passato sistema). Anche perché, se veramente si vuole mettere mano a questo problema, bisognava e bisognerebbe senz'altro contemplare gli emendamenti che sono stati proposti, che davano un termine al commissariamento e che dicevano chi doveva commissariare e per fare cosa.
Tutti questi elementi mancano, per cui l'Assessore Angeleri avoca a s semplicemente il fatto di poter nominare dei propri fidati; così, invece di dare consulenze, come fa l'Assessore Masaracchio, potrà nominare i propri fidati.



PRESIDENTE

Atteniamoci al tema.



CAVALIERE Pasquale

E' in tema, nel senso che noi abbiamo duecento dirigenti in esubero, da quel che dice il Presidente Ghigo, e nominare come Commissari delle APT i dirigenti regionali mi sembrerebbe d'uopo invece di andare, magari, a spendere dei soldi per nominare qualche amico di Angeleri. Questo credo che sia importante.



(Proteste dai banchi della Giunta)



MASARACCHIO Antonino, Assessore regionale

Sono attacchi personali questi!



PRESIDENTE

La prego, Assessore Masaracchio! Ho capito che sono attacchi personali: potrà poi rispondere per fatto personale.



CAVALIERE Pasquale

L'Assessore Masaracchio dà le consulenze a suoi amici, mentre l'Assessore Angeleri nominerà Commissari suoi amici.
Invece credo che l'Assessore, se vuol prendere la parola, debba precisare meglio cosa ha detto prima, che ha semplicemente sorvolato: dica cosa intendeva dire rispetto ai Commissari nominati dall'allora Assessore Cantore e poi confermati dal suo successore, Montabone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi pare, Presidente, che la pervicacia che la Giunta impiega nel difendere questo tipo di impostazione andrebbe riservata ad un'altra causa.
Noi abbiamo sollevato notevoli questioni che riguardano un atto di grandissima rilevanza esterna, perché vengono defenestrati i venti Commissari delle APT che sono stati nominati, su proposta dell'allora Assessore Montabone, con deliberazione del 13/6/1994.
Io capisco che lo si possa fare per delle ragioni che hanno una loro motivazione nel giudizio totalmente negativo espresso dall'Assessore Angeleri, ma abbiamo il coraggio di dire che di questo si tratta? Abbiamo forse come Consiglio regionale dato delle direttive che sono state disattese? Abbiamo forse fatto qualche obiezione sui bilanci che ci sono stati tutti sottoposti? Esiste per caso un atto di intervento di qualsivoglia natura in qualsivoglia sede nella quale è stato posto in essere un elemento di giudizio a cui in qualche modo ci possiamo collegare? Lei capisce, Presidente del Consiglio, che la mancanza di questi elementi, inevitabilmente, configura un atto che non si regge in piedi dal punto di vista della sua opportunità di merito, perché in tre mesi nessuno farà niente di questi Commissari; i Direttori ci sono già e sono quelli che di fatto svolgono la loro attività. Questi nuovi Commissari o sono Commissari liquidatori, ma bisogna dirlo, o sono delle persone delle quali cerchiamo almeno di dare un elemento di giustificazione.
La proposta dei funzionari della Regione era perché questo configura un atto di avocazione della funzione in una situazione preliminare alla liquidazione, che peraltro non è ipotizzata, anche perché le deliberazioni del 1993 dell'allora Assessore Cantore dicevano che i Commissari sono nominati in attesa delle modifiche alla legge n. 12, previste dopo sei mesi. Questa proiezione nel tempo delle situazioni esclude che la permanenza si possa poi ridurre a tre mesi, perché, se così fosse, è chiaro che non avrebbero nemmeno il tempo di sedersi e prendere conoscenza dei cassetti e delle piante di ficus che ci sono nei loro uffici.
Per la serenità del Consiglio, ma anche per un dialogo che su questa materia vorrei pur che ci fosse, vorrei sottolineare che noi abbiamo proposto una serie successiva di opportunità affinché su questa materia si trovasse un minimo di convergenza. L'ultima di queste opportunità è che non si insista nell'apertura di una disponibilità al buio a nominare chicchessia. Vogliamo stabilire le categorie che si nominano; noi abbiamo proposto i funzionari della Regione e un'altra categoria, i Revisori dei conti: sentiamo, adottiamo un ordine del giorno, prendiamo atto di un impegno e di una dichiarazione dalla Giunta. Però voi capite che, qualora dovessimo avallare, addirittura con un testo di legge, l'apertura di una discrezionalità a nominare persone individuabili esclusivamente sulla basi di candidature da parte della Giunta senza altri vincoli, ciò si configurerebbe inevitabilmente come l'apertura di una fase di totale arbitrio di queste APT, che non ha niente a che vedere con la loro liquidazione.
Quindi, mentre annuncio il voto contrario del nostro Gruppo, ritengo che ci sia ancora lo spazio per una risposta da parte della Giunta che non eluda il problema che abbiamo continuato a porre su questa materia.



PRESIDENTE

Lei ha posto tanti interrogativi, sui quali non voglio entrare nel merito e li passo alla maggioranza, affinché le possa rispondere. Devo per dirle che, un momento fa, il Presidente della Giunta ha accettato l'emendamento da lei proposto che aggiunge le parole "sentita la competente Commissione regionale".
Questo, al di là di un ossequio alla minoranza, mi pare significhi soprattutto che il Presidente non intende esercitare - è una mia interpretazione, non so se sono in diritto di farla - quella discrezionalità che lei teme. Mi pare di no, vista anche la disponibilità che è propria del Presidente Ghigo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Anche noi votiamo contro, pur essendo stato accolto l'ultimo emendamento proposto.
Siamo d'accordo con molte delle considerazioni fatte, ma ho voluto intervenire a causa di un problema sorto dopo l'intervento dell'Assessore Angeleri. Mi è parso che l'Assessore abbia fatto riferimento ad una nostra interpellanza che riguardava una APT in cui noi presupponevamo ci potessero essere dietro degli interessi. La risposta ci incuriosisce, perch accennava, dopo indagini svolte successivamente, all'individuazione di presunti interessi; ci interesserebbe sapere quali risultati queste indagini, in modo specifico, hanno dato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Nell'annunciare il voto favorevole di Alleanza Nazionale a questo provvedimento, vorrei esprimere l'interpretazione che il nostro Gruppo intende dare a questo provvedimento.
Dato per scontato che tutto il Consiglio regionale ha concordato sugli aspetti turistici e quindi sul fatto che vanno rinnovate le normative riguardanti questo settore particolare (su questo mi sembra che ci sia concordia da parte di tutti), abbiamo appurato che le APT, finora, hanno utilizzato oltre il 90% della propria disponibilità finanziaria per coprire spese di gestione e solamente il 10% in attività di pura promozione turistica. E ciò è l'esatto contrario di quello che dovrebbe fare un'organizzazione che si occupa di promuovere il turismo. Questo logicamente, non per colpe degli Amministratori, ma per l'impostazione della legge.
L'Assessore si è già espresso sul fatto di voler, entro il mese di marzo, predisporre la nuova legge che prevederà la nuova Agenzia regionale del turismo.
Questi Commissari avranno in sostanza un compito di liquidazione; mi sembra quindi giusto scegliere dei professionisti: possiamo vedere come dove e quando (nessuno vuole imporre personaggi particolari, si pu decidere quali possono essere e di quali categorie professionali, su questo penso che ci sia la massima disponibilità), però dobbiamo nominare delle persone che siano in grado di gestire questa fase di transizione, cioè che siano in grado di gestire la liquidazione delle attuali APT, la nascita e la transizione della nuova Agenzia regionale del turismo.
Non mi dilungo sugli aspetti interni delle problematiche del turismo che ci porterebbero a più ampie considerazioni, però ritengo opportuno che come in ogni società che si pone in una fase di transizione, vengano inserite delle persone in grado di gestire le fasi di transizione anche da un punto di vista professionale. Poiché si tratterà di modificare radicalmente queste strutture, ritengo che anche in questo caso debba essere adottata tale procedura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intervengo per una rapida dichiarazione di voto che preannuncio positivo, e per una veloce sintesi del vivace dibattito.
Credo sia comprensibile che, nell'ambito del rispetto del gioco delle parti, ci sia una giusta sottolineatura d'interpretazione quando a qualcuna delle parti fa comodo.
Nei corridoi - e non è mia abitudine riferire discorsi di corridoio qualcuno ha detto: "Potremmo utilizzare i dirigenti regionali, dato che sono in sovrannumero". Ammettendo che questo sia vero, se l'Assessorato avesse scelto la dirigenza regionale con questa modalità, saremmo stati giustamente subissati da un nucleo di critiche. Inoltre, non credo che l'eventuale esubero di dirigenti regionali - qualora ci sia e qualora venga enumerato in un certo modo - troverebbe una soluzione nella gestione assolutamente temporanea di una fase molto squisitamente professionale qual è la liquidazione delle APT.
Voglio dire che ci sono i fatti e ci sono le parole. Le parole talora si prestano, soprattutto se uno ha voglia di farlo, ad interpretazioni di parte. C'è un progetto molto chiaro di Agenzia regionale per il turismo: era scritto nel programma.
Noi vorremmo avere l'abitudine, da subito, di cercare di trasformare il programma in fatti. Questa è una delle componenti, non soltanto nell'area del turismo, che caratterizzerà l'azione di questa maggioranza.
Si è scelta la tesi del commissariamento, di strutture già commissariate per porle in liquidazione, per sottolineare che chi oggi è responsabilmente coinvolto dalla gestione di queste strutture non necessariamente è idoneo a porle in una rapida ed efficiente liquidazione proprio per l'umano comprensibile coinvolgimento e, quindi, interesse (che è lecito e legittimo, come ha sottolineato l'intervento del Consigliere Montabone).
C'è un impegno chiaro da parte dell'Assessore e della Giunta a portare nella Commissione competente, e successivamente in aula, il progetto di legge per la costituzione dell'Agenzia regionale per il turismo. Questi sono i fatti.
Per quanto riguarda il resto, temo e voglio continuare a pensare che siano solo parole ed utilizzi di parole, come in parte è successo nella discussione dell'ordine del giorno precedente, quando una minoranza normalmente tesa alla ricerca della democrazia ha votato contro alcune interpretazioni, tutt'altro che suffragate dai fatti e tanto meno dalle parole, di un documento chiaramente equivoco.
Nel rispetto della forma - e mi rivolgo nuovamente al Consigliere Chiezzi che talora è davvero sinonimo di sostanza - credo che il Consiglio debba e possa avere il rispetto delle parole per ciò che significano, e non per ciò che a qualcuno di noi piacerebbe potessero significare.
Concludo, dicendo che il Gruppo Forza Italia voterà favorevolmente.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n. 3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 21 voti favorevoli, 24 contrari e 3 astensioni.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Bertoli, Riba, Angeli Spagnuolo, Cavaliere, Bellion, Rubatto e Ferraris: il comma quarto è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 21 voti favorevoli, 24 contrari e 3 astensioni.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

L'Assessore Angeleri aveva delle cose da dire: lei non può tarpare le ali alla Giunta.



PRESIDENTE

Io non tarpo le ali a nessuno. Lei è troppo intelligente per attribuirmi delle responsabilità che non posso avere.



CAVALIERE Pasquale

Le questioni dette dopo...



PRESIDENTE

Se l'Assessore Angeleri non ritiene che le dichiarazioni fatte da qualche Consigliere possano rappresentare un fatto personale, lei non pu obbligarlo a farne un fatto personale.



CAVALIERE Pasquale

No, io non voglio che l'Assessore Angeleri mi risponda perché gli ho detto che nominerà i suoi amici. Su quello non voglio che risponda: lui sa che ho ragione.
Voglio che risponda alle cose che ha detto prima, cioè "i Commissari nominati dall'allora Assessore Cantore, poi confermati da Montabone hanno".



PRESIDENTE

Ha già dato la risposta.



CAVALIERE Pasquale

No, ha dato la risposta al Consigliere Montabone.



PRESIDENTE

Ha dato la risposta a tutto il Consiglio. Non si parla ad aures, in questo Consiglio.



CAVALIERE Pasquale

Poiché quelle cose le ha dette l'Assessore Angeleri, l'interpretazione di ciò che voleva dire la vorrei da lui. Ha detto quelle cose...



PRESIDENTE

Ha già risposto il Consigliere Montabone e ha dato tutte le risposte che sono state riconosciute dal Consigliere della minoranza come assolutamente confacenti e pertinenti.
La parola all'Assessore Angeleri per fatto personale.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo

Intervengo solo per fatto personale. Probabilmente il Consigliere Cavaliere non ha letto il comma secondo dall'art. 1 che dice che "Il Presidente della Giunta regionale nomina per ciascuna Azienda di Promozione Turistica un Amministratore straordinario". Non li nomina quindi l'Assessore, l'Assessore non nomina amici suoi.
La Giunta, nella persona del suo Presidente e nella sua collegialità nominerà dei Commissari, tenendo presente innanzitutto la professionalità di ciascuno nell'interesse della collettività.



PRESIDENTE

Mi pare che sia stata data risposta dall'Assessore, dalla maggioranza dal Consigliere Burzi e anche dal sottoscritto, quando ho dato assicurazione che il Presidente della Giunta avrebbe proceduto alle nomine sentita la Commissione competente.
La parola al Consigliere Ghiglia per dichiarazione di voto.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, non so se voglio parlare per dichiarazione di voto se vuole dico così... Sinceramente, però, sono un po' stufo e sconcertato dal fatto che sia diventato uso comune, anche in sede di votazione l'insinuazione, gli insulti, il lancio di sospetti pesanti anche a microfono spento. Le chiederei di fare il possibile affinché questa prassi indegna e indecente anche per il luogo in cui siamo, finisca.
Personalmente, non sono disposto a tollerarla: d'ora in avanti, tutte le parole di questo tenore che sentirò verranno da me prese e portate all'attenzione del Procuratore della Repubblica. La Giunta è un organo collegiale dove sono rappresentati...



CAVALIERE Pasquale

Portagli le consulenze di Masaracchio!



GHIGLIA Agostino

Chiedo che venga verbalizzato l'urlo ferale del Consigliere Cavaliere.
Chiedo che venga verbalizzato, perché l'urlo ferale del Consigliere Cavaliere - che lo qualifica - deve essere riportato alla nostra attenzione, perché desidererò quererarlo a nome di Alleanza Nazionale.
Cadono anche le bottiglie... Nonostante la voce del Consigliere Cavaliere sia molto più sgradevole di quella di Aretha Franklin, riesce a rompere lo stesso le bottiglie... Chiedo comunque che questa prassi Presidente, cessi, perché io, come Capogruppo di una forza politica che sostiene lealmente la maggioranza, non sono disposto a tollerare l'insulto continuo a microfono spento da parte di chicchessia.



PRESIDENTE

Faccio una mia dichiarazione.
Consigliere Ghiglia, io non ho sentito, assolutamente, nessun insulto a microfono spento. Può essere successo, ma alle mie orecchie non è pervenuto alcun insulto, e se l'avessi sentito avrei applicato il Regolamento.
Facciamo delle chiarificazioni, non un dibattito dialettico solamente per amor di tesi!



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, mi permetterà di dire - io ho il coraggio di parlare a microfono acceso, a differenza di altri - che, se nominare gli amici dell'uno o dell'altro significa prescindere dai requisiti di capacità e professionalità che vengono richiesti dalla legge, è un insulto alle decisioni che vengono prese.



PRESIDENTE

Non è un insulto.



GHIGLIA Agostino

Certo che è un insulto.



PRESIDENTE

Signora Spagnuolo, siamo in sede di votazione. Lei ha già fatto la dichiarazione di voto e quindi andiamo avanti.



SPAGNUOLO Carla

Chiedo di intervenire per fatto personale.



PRESIDENTE

Non c'è alcun fatto personale! Abbia pazienza: passiamo alla votazione.
Non c'è nessun fatto personale! Io non vedo assolutamente nessun fatto personale!



MARENGO Luciano

Io non ho fatto la dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Lei, Consigliere, può intervenire per dichiarazione di voto, altri non possono farlo: non ci sono fatti personali.



SPAGNUOLO Carla

...mi consenta di spiegare le ragioni per le quali chiedo il fatto personale, dopodiché lei mi può dire che non devo intervenire.
Io credo di avere posto, molto serenamente, prima, all'Assessore Angeleri un interrogativo su cosa volesse dire "i rappresentanti precedenti nelle APT non erano idonei a svolgere quella funzione, perché portatori di interessi personali" - dichiarazione a microfono acceso. Credo di aver posto una questione serenamente, perché le due parole erano molto delicate riguardavano una categoria di persone - ripeto - con assoluta serenità.
L'Assessore non ha risposto.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo

Ho risposto.



SPAGNUOLO Carla

L'Assessore non ha risposto.



PRESIDENTE

Ma non è un fatto personale!



SPAGNUOLO Carla

Allora, accelero.



PRESIDENTE

Mi dica dov'è il fatto personale.



SPAGNUOLO Carla

Il fatto personale è, in questo momento, nelle dichiarazioni del Consigliere Ghiglia: non si può sparare nel mazzo!



PRESIDENTE

Se è un "mazzo", non è un fatto personale. Abbia pazienza!



SPAGNUOLO Carla

Mi scusi: io sono un Consigliere...



PRESIDENTE

Ma non è un fatto personale!



SPAGNUOLO Carla

Chiedo di intervenire per fatto personale, perché la cosa di carattere generico ci coinvolge tutti...



PRESIDENTE

Non è fatto personale: prego togliere la voce alla Consigliera Spagnuolo.
Non è un fatto personale!



SPAGNUOLO Carla

Benissimo! Benissimo! Porteremo la cosa nelle sedi giuste!



PRESIDENTE

Non prendete in giro la Presidenza! Non prendete in giro la Presidenza!



SPAGNUOLO Carla

Quanto sta avvenendo in quest'aula è grave!



PRESIDENTE

Non si può prendere in giro la Presidenza!



SPAGNUOLO Carla

Lei non può permettere...



PRESIDENTE

Non si può prendere in giro la Presidenza! Anche se lei è stata past President!



SPAGNUOLO Carla

Non importa!



PRESIDENTE

Non è un fatto personale, perché lei, un momento fa, ha detto che non si può sparare nel mucchio! Nel mucchio c'è tutto il Consiglio...



SPAGNUOLO Carla

Appunto!



PRESIDENTE

...per cui non è un fatto personale! Consigliere Marengo, prego, prenda la parola, se vuole fare la dichiarazione di voto. Prenda la parola, per cortesia. Consigliere Marengo prende la parola? Allora passiamo alla votazione.
Lei, Consigliera Spagnuolo, non mi può convincere né gridando né stando zitta! Non è un fatto personale!



CAVALIERE Pasquale

Presidente, posso argomentare il fatto personale?



PRESIDENTE

No, nemmeno lei può parlare.



CAVALIERE Pasquale

Posso argomentare il fatto personale? Posso argomentare il fatto personale?



PRESIDENTE

La richiamo all'ordine! La richiamo all'ordine ai sensi dell'art. 55!



(Urla da parte del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Lei non parla! Lei non parla! Consigliere Marengo, gliel'ho data prima la parola, non l'ha presa!



MARENGO Luciano

Allora andiamo via.



PRESIDENTE

Gliel'ho data prima la parola!



MARENGO Luciano

Non me l'ha data: stava litigando con la collega Spagnuolo!



(I Consiglieri dei Gruppi di minoranza abbandonano l'aula)



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI' 31 Consiglieri.
L'art. 1, e pertanto l'intero testo della legge, è approvato.



(I Consiglieri dei Gruppi di minoranza rientrano in aula)


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame progetto di legge n. 12: "Norme per lo sviluppo dello sport e delle attività fisico-motorie"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 12, iscritto all'o.d.g. nel corso della seduta di questa mattina.
Relatore è il Consigliere Montabone, che ha facoltà di intervenire.



MONTABONE Renato, relatore

Signor Presidente, cari colleghi, si sa che lo sport è molto utile per unire i popoli: io spero che sia questa l'occasione per unire anche i Consiglieri.
Ci troviamo di fronte ad un provvedimento, signori Consiglieri, già approvato alla fine della precedente legislatura, che portava il titolo allora come ora: "Norme per lo sviluppo dello sport e delle attività fisico motorie" e curava le parti relative alla disciplina delle attività e alla formazione professionale degli operatori sportivi.
Il Governo ha sollevato eccezione di illegittimità costituzionale facendo anche riferimento alle leggi istitutive e di disciplina del Comitato Olimpico Nazionale Italiano del 1942. Non devo dirlo io, qui in questa sala, ma è difficile verificare il discorso di costituzionalità riferendosi ad una legge del 1942, cioè ad un periodo antecedente alla Costituzione.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



MONTABONE Renato, relatore

Non fatelo per me, fatelo per lo sport! Consigliere Cavaliere, fallo per lo sport!



PRESIDENTE

Vi prego, volete prendere posto, oppure...



CAVALIERE Pasquale

Lo spettacolo lo state facendo voi...



PRESIDENTE

Va bene, non importa, ognuno si accontenta degli spettacoli che vuole.
Vada avanti, Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato, relatore

Tenendo presenti le osservazioni, anche se non condivisibili, del Commissario del Governo, si tende a portare una legge che non dà luogo a contenziosi rispetto ai rilievi che dal Commissario stesso sono stati portati. Infatti, con la presente proposta di legge la Regione si propone di tracciare chiaramente la propria strategia in materia di sport, fornendo un quadro sistematico di orientamento per la propria azione e di indirizzo per gli Enti locali e gli altri soggetti pubblici e privati. Nel contempo la Regione intende mettere in atto interventi di sostegno sia per migliorare e completare l'offerta di impianti e servizi sportivi sia per favorire la diffusione e la qualificazione della pratica sportiva, nonch per pervenire alla definizione di alcuni aspetti normativi per una maggiore tutela dell'utenza.
La Sezione I della proposta di legge indica le finalità e le modalità dell'intervento della Regione nel settore dello sport e delle attività motorie, finalità che possono riassumersi nell'obiettivo di garantire le condizioni sociali e materiali per una pratica sportiva e fisico-motoria diffusa e di favorire lo sport per tutti, utilizzando al meglio gli strumenti programmatici di indirizzo, di governo del territorio, di tutela della salute, di regolamentazione e di sostegno promozionale alle strutture e alle attività.
Nel proseguimento delle finalità indicate dalla legge, risulta essenziale la collaborazione e il concorso dei soggetti che a vario titolo incidono in modo sostanziale nella formazione e nell'attuazione della politica sportiva: Enti locali ed Enti pubblici, CONI e Federazioni sportive, Università e Istituto Superiore di Educazione Fisica, Enti di promozione sportiva, Associazioni sportive ed organi scolastici.
La Sezione II riguarda l'impiantistica sportiva. Va tenuto conto che già in passato la Regione Piemonte aveva fatto con il Credito Sportivo una convenzione che permetteva di intervenire per 50 miliardi all'anno per l'attuazione e il miglioramento degli impianti sportivi già esistenti.
Quello che si propone di interesse notevole in questa legge è che oggi non solo più gli Enti pubblici possono accedere a questi finanziamenti, ma attraverso la fideiussione che la Regione stessa darà, potranno accedere a questi finanziamenti del Credito Sportivo anche le Associazioni sportive che sono oggi considerati Enti privati; le Associazioni sportive che, come sapete, hanno dei bilanci irrisori e che, di conseguenza, mai sarebbero state in grado di dare delle fideiussioni bancarie al credito sportivo.
Con l'attuazione di questa legge, si apre quindi tutta un'attività di intervento sull'impiantistica sportiva, non soltanto più da parte degli Enti pubblici, ma anche da parte delle Associazioni private.
La Sezione III della proposta di legge riguarda la promozione e le attività sportive fisico-motorie. Per addivenire alle considerazioni che ha fatto il Commissario del Governo, si è ritenuto di portare avanti questa parte della legge assestante e di riproporre, perché questo è già stato fatto dal sottoscritto e dall'Assessore Angeleri, un'altra parte, in un'altra legge, quella che riguarda la professionalità degli addetti a questa materia particolarmente importante.
Ringrazio veramente di cuore la Commissione, il suo Presidente e in particolare la Consigliera Suino che ha dato interventi di estrema importanza per l'attuazione di questa legge, modificandola in alcune sue parti rispetto al provvedimento che già era stato approvato nel 1995, alla fine della scorsa legislatura, e chiedo quindi al Consiglio di approvare la legge.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Montabone.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame progetto di legge n. 33: "Amministrazione straordinaria delle Aziende di Promozione Turistica" (seguito)


PRESIDENTE

Devo solamente rettificare il risultato della votazione precedente in merito al progetto di legge n. 33, che è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI' 29 Consiglieri.
Erano state computate due persone che invece non avevano votato.



CAVALIERE Pasquale

Possiamo ripetere la votazione?



PRESIDENTE

Possiamo rifarla, se volete, ma lei Consigliere è dentro o è fuori? Mi dica solamente dov'è.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

No, no, lei non è... Lei è dentro o fuori? Lo dica.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

No, lei è dentro o fuori? Se lei prende posto, certamente ne ha tutto il diritto.



CAVALIERE Pasquale

Chiedo la parola per fatto personale.



PRESIDENTE

No, no, nessun fatto personale. Poiché ci sono delle osservazioni sulla votazione precedente, la rifacciamo, così tagliamo la testa al toro!



(Intervento di alcuni Consiglieri che chiedono la parola)



PRESIDENTE

No, adesso siamo in votazione. Abbiamo sospeso questo esame, adesso procediamo nuovamente alla votazione. Ripeto: abbiamo sospeso l'illustrazione del progetto di legge n. 12; ho fatto una dichiarazione relativa ad un computo sbagliato dei voti in seguito alla richiesta sollevata da qualche Consigliere di ripetere la votazione. Rifacciamo la votazione, vengano quindi riaperti i seggi.



(Proteste da parte di alcuni Consiglieri)



PRESIDENTE

E' la procedura che abbiamo comunicato prima: c'è stato soltanto uno sbaglio di computo, ma poiché qualcuno ha eccepito che bisognava rifare la votazione, la rifacciamo.



(Interruzioni in aula)



PRESIDENTE

Adesso siamo in votazione.



(Interruzioni in aula)



PRESIDENTE

Intanto lei deve dire se è dentro o fuori e se ha preso posizione.
Prego il Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(Interruzioni dei Consiglieri Saitta e Chiezzi)



PRESIDENTE

No, non le ho dato nessuna parola. Ho detto che siamo in sede di votazione. Consigliere Chiezzi! Guardate, non prendete assolutamente posizione. Noi siamo adesso in sede di votazione, Consigliere Chiezzi! Lei il Regolamento lo osserva in maniera ultronea!



(Il Consigliere Segretario procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

Io non voglio assolutamente rifare un discorso sulla procedura. Vi dico semplicemente di andare a leggere l'art. 69, quarto comma.
Si proceda nella votazione.
Prego, Consigliere Segretario, proceda.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Vi prego, siamo in sede di votazione.



(Il Consigliere Segretario procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI' 29 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame progetto di legge n. 12: "Norme per lo sviluppo dello sport e delle attività fisico-motorie" (seguito) - Sull'ordine e sulla gestione dei lavori, con particolare riferimento alle polemiche testé intercorse tra la Presidenza ed alcuni Consiglieri


PRESIDENTE

In merito al progetto di legge n. 12 c'è stata l'illustrazione da parte del relatore Montabone. Apriamo la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marengo; ne ha facoltà.



MARENGO Luciano

Credo che ciò che è accaduto in quest'aula in queste ultime due sedute mi riferisco a quella di oggi e a quella di giovedì della settimana scorsa - sia molto grave. Sia molto grave e denoti che da parte della maggioranza, o da parte di alcune parti della maggioranza in modo particolare, si cerchi di supplire all'incapacità di confronto di merito con le proposte che sono fatte in modo costruttivo da parte delle opposizioni unicamente con l'arroganza dei numeri.



(Commenti in aula)



MARENGO Luciano

Presidente, posso andare avanti? Sentivo una voce alla mia sinistra.



(Commenti in aula)



MARENGO Luciano

Ah, era un'interferenza telefonica.
Con l'arroganza dei numeri, con l'arroganza di alcune affermazioni delle quali forse non si riesce neanche a rendersi conto della gravità di ciò che viene detto. E' successo questa mattina; per quanto riguarda giovedì scorso, mi riferisco alla scelta che avete fatto come maggioranza sui Co.Re.Co.; questa mattina e oggi rispetto alla legge sulle APT, dove l'opposizione ha dimostrato fin troppo coraggio, fino a proporre, proprio perché si conviene sulla necessità di riforma di questi Enti, che si prorogassero gli attuali Commissari, che sicuramente non sono di parte nostra. Sono stati nominati dall'Assessore Cantore, primo escluso di Forza Italia in queste elezioni regionali, sono stati riconfermati dall'attuale Capogruppo del CDU Montabone quando era Assessore, quindi lungi da noi l'appartenenza politica di questi Commissari; tuttavia, proprio perché è necessario che su questa legge si proceda in fretta, ritenevamo di andare alla proroga di questi.
Presidente Picchioni, nell'intervento successivo l'Assessore Angeleri non ha chiarito questo in aula, semplicemente ha glissato, ha detto che gli attuali Commissari vanno cambiati perché sono portatori di interessi personali. Peraltro credo che questo comparirà nei verbali del Consiglio quindi non dico nulla di stravolgente, nel senso che sarà tutto registrato nei verbali del Consiglio.
Questa è un'affermazione molto grave che denota da un lato l'arroganza...



(Precisazione da parte dell'Assessore Angeleri)



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

"Sia pure legittimi": e ci sarà nel verbale.



MARENGO Luciano

Infatti, vedremo il verbale. Comunque, "portatori di interessi personali".



(Interruzioni)



MARENGO Luciano

Per quanto riguarda la calma - figurati! - io ce l'ho, e credo di avere anche il buon senso, cosa che mi pare manchi molto nella maggioranza, dopo aver ascoltato le affermazioni gravi dell'Assessore Angeleri e le minacce indistinte fatte prima dal Capogruppo di Alleanza Nazionale, Ghiglia, ai Consiglieri ("io vado alla Procura, perché qui, a microfoni spenti, si fanno delle affermazioni gravi e calunniose"). Questo in Consiglio non si può dire! Chiedo a lei, Presidente Picchioni, di tutelare la dignità e la possibilità, da parte dei Consiglieri di questo Consiglio, di potersi esprimere e di poter esprimere le loro idee. Questo deve poter avvenire per tutti i Consiglieri, di maggioranza e di minoranza: parlare nel microfono e se tu, Ghiglia, senti qualcosa fuori dal microfono, ti prego di dirlo nel microfono. Non fare delle minacce indistinte, come hai fatto prima, nei confronti di tutti i Consiglieri!



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



MARENGO Luciano

Minacce, minacce sono state fatte al microfono. Anche questo sarà credo, presente nei verbali. Anzi, non "credo": sarà sicuramente presente nei verbali di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Ma l'intervento del Consigliere Ghiglia era nei confronti della Presidenza.



MARENGO Luciano

No, no, era un intervento nei confronti dei Consiglieri. Lui indistintamente, ha detto che i Consiglieri, a microfono spento, usano calunnie, affermazioni gravi e diffamazioni nei confronti di altri Consiglieri. Questo è ciò che è stato detto da parte del Consigliere Ghiglia in questo Consiglio.
Ci sono stati, ed era del tutto evidente, errori anche nella votazione precedente, tant'è che si è dovuta rifare, ma solo in seguito alle proteste della minoranza, altrimenti tutto sarebbe proceduto con l'assegnazione dei 31 voti.
Di fronte a questo stato di cose, nonostante il fatto che sulla legge relativa allo sport noi siamo d'accordo - come ha ricordato il Consigliere Montabone intervenendo prima - non proseguiremo i lavori in quest'aula perché non ci sentiamo garantiti nella correttezza e nella regolarità dei lavori di quest'aula consiliare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Io non vado indietro fino all'altra seduta per la nomina dei Co.Re.Co.
mi fermo a questa, per dire che sono molto dispiaciuto di quello che è successo.
Vorrei ricordare al Consigliere Marengo - a cui peraltro riconosco insieme al suo partito, sicuramente un certo stile da quando siamo qui insediati - che la bagarre non è nata su un confronto costruttivo: è nata sul sarcasmo - lo chiamo elegantemente sarcasmo - del Consigliere Cavaliere, il quale non ha costruito niente dicendo "eleggi i tuoi amici" a microfono spento. Un sarcasmo che comunque ritengo intollerabile.
Cavaliere, tu sarai anche un ragazzo volenteroso alla ricerca della verità, ma non la puoi affrontare in questa maniera, perché dicendo "eleggi i tuoi amici", automaticamente ti attiri un insulto. Non puoi dire ad un amministratore pubblico, il quale deve eleggere (si è chiarito che non elegge lui, ma si elegge collegialmente), che elegge "degli amici". Quindi su quel sarcasmo - non per fare il violino - credo che il Capogruppo Ghiglia abbia fatto bene a dire che era stufo, perché ero stufo anch'io. Il confronto facciamolo costruttivamente, non su queste battute.
Poi si è innescata una certa esasperazione ed un certo protagonismo.
Consigliera Spagnuolo, nel dire una frase generica, non è detto che ci si rivolga a lei. Allora, sarà per fatto personale o che lei ha una specie di virus del protagonismo, ma ha dovuto anche alzare la voce e gridare in questa maniera.
Sono dispiaciuto di questo tono e mi auguro che non si ripeta più.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo per esprimere il voto favorevole alla proposta su cui è intervenuto il collega Montabone, ma pure per annunciare, anche per quanto riguarda il nostro Gruppo, l'abbandono di questa sala. Questo avviene solo per sottolineare, con un gesto grave per un'assemblea democratica, una certa difficoltà nell'agibilità politica e democratica del Consiglio regionale.
Questa mancanza di agibilità deriva dal fatto che oggi, ma è successo già le volte scorse, c'è un'insofferenza forte nei rapporti tra la maggioranza e la minoranza; notiamo - ma questo lo diciamo senza particolare astio - un'incapacità del ruolo della Presidenza a garantire l'agibilità e il confronto. Il Presidente dovrebbe sapere, dopo anni di esperienza, che la minoranza ha il diritto, il dovere, di esprimere con forza le proprie posizioni e di provocare anche le risposte da parte della maggioranza.
Garantire il confronto sui problemi è il ruolo della Presidenza. Quando la Presidenza non garantisce questo confronto, è evidente, Presidente Picchioni, che tutti, minoranza in modo particolare, sollevano questioni procedurali, questioni formali. Le solleva anche la maggioranza, ma quando si trova impedita a dover esprimere con chiarezza le proprie posizioni: questo è normale, è sempre successo così.
Lei dovrebbe quindi farsi garante di queste cose: adotti il meccanismo più opportuno, riunisca i Capigruppo, sospenda il Consiglio, riunisca l'Ufficio di Presidenza, ma questa agibilità del confronto deve essere garantita. E' chiaro che a qualcuno può sembrare un fastidio; certe forze forse della maggioranza, mal sopportano il fatto che la minoranza intervenga spesso; forse possiamo dare l'aria di essere dei saccenti, ma questo diritto deve essere garantito, Presidente.
Credo anche che il Presidente della Giunta, on. Ghigo, debba fare uno sforzo in più rispetto ai numerosi impegni che ha: nei momenti di confronto duro, nei momenti in cui qualche suo Assessore sbanda, fa delle affermazioni gravi su interessi privati, prenda in mano la situazione! Non voglio dare consigli ed essere ancora saccente, ma prenda in mano la situazione. Richiami l'Assessore a stare zitto.
Credo che, se non avessimo assistito all'intervento dell'Assessore Botta sull'ordine del giorno relativo al PTR e poi a quello dell'Assessore Angeleri sulla questione delle APT, molte questioni si sarebbero risolte.
Invito quindi il Presidente della Giunta a svolgere un ruolo di coagulo della maggioranza. E' il leader di questa maggioranza, per cui certe forme assunte dagli Assessori debbono essere, per forza di cose, tenute in un ambito ristretto. Non possono avere la parvenza politica, perché, quando ci sono atteggiamenti come quello tenuto dal collega Assessore al turismo esplodono le questioni a cui abbiamo assistito.
Prenda in mano la situazione, se ne ha la capacità e la voglia. Se invece desidera che il confronto assuma questi brutti rilievi, pu tranquillamente farlo, sia il Presidente del Consiglio, sia il Presidente della Giunta regionale.
Collega Salerno, non è questione - non so come ha definito l'intervento della collega Spagnuolo - di protagonismo. La collega ha chiesto, in qualche maniera, di dimostrare una sua posizione, diversa da un giudizio generico espresso dal collega Ghiglia. Questo lo deve fare non la collega Spagnuolo, ma il Presidente del Consiglio.
Il Presidente del Consiglio deve censurare la maggioranza e la minoranza, assolutamente: deve censurare la minoranza quando è il caso, ma anche la maggioranza! Nessuno può dire qualunque cosa. Quindi l'invito che faccio è di sospendere questa seduta del Consiglio. La sospenda Presidente, convochi i Capigruppo, rifletta bene su cosa sta capitando.
Abbiamo ancora quattro anni e mezzo di fronte: non si possono affrontare i problemi del Piemonte in questo clima. E' un fatto di estrema gravità; c'è un problema di agibilità democratica.
Lei non faccia - glielo ricordo - il Capogruppo dell'intera maggioranza, non lo faccia più, perché questo oggi ha irritato enormemente le posizioni assunte dalla minoranza; non faccia più il Capogruppo della maggioranza.
Per quanto riguarda la maggioranza, ci sono gli altri Capigruppo, e sono tanti: possono tranquillamente svolgere loro, questo compito. Il raccordo tra la maggioranza lo faccia il Presidente Ghigo; lei faccia il Presidente del Consiglio, al di sopra: censuri, dia la parola, richiami sospenda, questo è il suo ruolo. Se si mette a fare il Capogruppo della maggioranza, noi non ci sentiamo rappresentati, il Consiglio non si sente rappresentato dal suo ruolo ed è normale, come è capitato, ciò che è capitato.
Quindi noi abbandoniamo l'aula anche per sottolineare questo fatto grave, che richiede un ripensamento da parte di tutti, penso anche da parte della minoranza, per forza di cose. Quando le cose non vanno bene, ci sono delle responsabilità collettive (non voglio dire che è tutta colpa della maggioranza), ma credo che un ripensamento, un attimo di pausa faccia bene a tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intervengo molto velocemente per dichiarare il voto favorevole alla legge sullo sport presentata dal Consigliere Montabone ed un sincero rammarico che questo argomento così importante per la nostra Regione caschi in un momento di confusione. Ma credo che un minimo di contributo alla confusione debba essere portato.
Non entro nel merito del ruolo del Presidente del Consiglio, non ne ho né la competenza né la capacità; entro invece nel merito di alcune parole che credo soltanto la tensione del pomeriggio possa giustificare, ma poich non le condivido e ho rispetto per tutte le componenti della minoranza come ovviamente della maggioranza, credo debbano essere sottolineate.
Non c'è mai stata, Consigliere Marengo, arroganza dei numeri. In questi pochi mesi di attività di Consiglio abbiamo dato concrete dimostrazioni le dimostrazioni sono nei fatti, non nelle parole o nelle interpretazioni di voler essere rispettosi dei ruoli e del dialogo, quando questo è costruttivo.
Molto velocemente, credo di dover ricordare la gestione che è stata fatta delle Commissioni; molto velocemente mi tocca ricordare anche l'ordine del giorno che il Consigliere Saitta ha oggi richiamato e la mia costruttiva critica di tale documento. Non si può, non credo sia utile (o meglio, si può benissimo, ma non credo sia utile), sulla base di interpretazioni, votare pro o contro un documento che è scritto e potrà essere interpretato - quando non si comprende, si chiede - ma che è univoco, inequivoco nella sua interpretazione e - aggiungo, come correttezza vuole - concordato nei suoi sviluppi in Commissione; se fossimo stati arroganti potevamo già inserirlo all'o.d.g. quattro-cinque sedute fa.
Sono stati richiesti dei chiarimenti. A seguito di questi chiarimenti (sulla base di quella che pretestuosamente viene dichiarata arroganza dei numeri avremmo potuto votare la legge già da tempo) abbiamo discusso in Commissione, abbiamo discusso ai Capigruppo, abbiamo discusso fuori, e questo modo di procedere non ci genera alcun rammarico, perché lo riteniamo costruttivo. Su tale strada, non sulla base dei numeri, intendiamo proseguire.
C'è un altro commento, però, che mi stupisce non venga sostenuto; e ci probabilmente avviene anche per una, peraltro comprensibile, tendenza del Consigliere Marengo ad udire più facilmente le interferenze a sinistra. Il Consigliere Cavaliere sta seduto, seppur di poco, alla sua destra; soltanto nella seduta di oggi, a microfoni spenti, ma udito chiaramente - io non voglio interpretare, ma credo che a questo si riferisse il Consigliere Ghiglia - ha detto all'Assessore Angeleri che "nomina gli amici"; a me e a qualcun altro che "sostenevamo gli interessi dei costruttori" (ammettendo poi che gli interessi dei costruttori fossero degli interessi legittimi, e su questo eventualmente ci sarà da disquisire); inoltre ha usato delle espressioni, che non credo siano facilmente accettabili, a riguardo delle consulenze dell'Assessore Masaracchio.
Allora, se regole ci devono essere nel rispetto di queste istituzioni di cui noi forse (è la nostra prima legislatura) siamo ignoranti, ma con molta umiltà desiderosi di apprendere - ci aspetteremmo, da chi più di noi ha esperienza, uguale rispetto per l'istituzione. Inoltre, credo che quelle che io considero offese francamente inaccettabili, non tanto per i singoli Consiglieri, ma per questa istituzione, sia che provengano da sinistra che da destra, dalla propria parte che dall'altra, dovrebbero essere - perch no? - censurate (ma certamente non desidero farlo io), anziché accusare il Presidente del Consiglio di fare il Capogruppo della maggioranza, cosa che secondo me non fa, perché se lo facesse potrebbe tutelarci ben di più, e d'altronde non solo non deve essere suo compito, perché compete a noi, più o meno degnamente, di svolgere questo ruolo.
Forse c'è stato un eccesso di liberalismo - ammettendo che il liberalismo possa essere un eccesso - che ha consentito che alcune considerazioni, in un clima giocoso e di serena competizione politica siano state finora accettate; anch'io mi impegno, da adesso in poi, a non accettarle più. Quindi, che ciascuno si faccia carico della proprietà e del significato anche etimologico di ciò che dice. E questo lo dico specificamente nei riguardi del Consigliere Cavaliere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Sarò molto breve, Presidente, perché ritengo che quanto è capitato oggi sia non solo sconveniente, non solo strano, ma vada completamente al di fuori delle norme all'interno delle quali ci siamo comportati nelle passate legislature, sia dai banchi della minoranza che oggi dai banchi della maggioranza. Oltre a questo, io conosco da troppo tempo e ho troppo rispetto per l'intelligenza dei Consiglieri Marengo, Saitta e Spagnuolo per pensare che nei loro interventi ci fosse la volontà di dare lezioni di democrazia al Consiglio.
L'ambiente è estremamente avvelenato, non solo per la presenza di toni che non sono consoni a quest'aula, ma forse perché siamo, in questa legislatura, eredi di un sistema consociativo che non c'è più e quindi ci mancano le regole di concertazione e di consultazione. Io credo che ci sia da parte della maggioranza, la piena disponibilità a riscrivere delle regole comportamentali, che tengano conto del buon senso, dell'educazione e della democrazia in cui si deve muovere questa assemblea.
Ritengo, invece - e lo dissi prima dell'ultimo intervento al mio collega Assessore Angeleri - che le provocazioni debbano essere rigettate sempre, comunque, e che non debbano più costituire motivi sui quali si creano questi dissidi profondi all'interno del Consiglio tra maggioranza e minoranza.
Detto questo, visto che l'intervento era sul progetto di legge n. 12 ritengo di dover esprimere il voto favorevole del Gruppo Federalista Liberaldemocratici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi, alcuni Gruppi, e il Gruppo di Rifondazione Comunista insieme a loro, hanno sollevato un problema di agibilità politica di questo Consiglio.
Adesso, Presidente, per consentire a chi presta il proprio servizio in questo Consiglio come Consigliere regionale di essere sicuro di lavorare in un ambiente politicamente agibile, occorre dare la sicurezza a tutti questi Consiglieri, a tutti noi, che esiste un custode dell'equilibrio tra le parti che, aiutato dall'applicazione e gestione del Regolamento, assicuri a tutti che questo equilibrio esiste.
Questo custode è lei. Lei sa benissimo che si tratta di un equilibrio molto delicato, perché in democrazia ci sono scontri aspri, momenti di tensione, ma guai se in noi si affacciasse anche solo l'idea, il sospetto che qui non ci sia questo equilibrio. Lei deve tenere il Consiglio regionale in strada ed evitare che vada fuori carreggiata. La sua preoccupazione deve essere quella di tenerci tutti in strada: oggi ne siamo usciti.
Il fatto che noi abbandoneremo, insieme ad altri, quest'aula (tutti i Gruppi, quindi non c'è un partito preso), è preoccupante: c'è un Consiglio che non è in grado di litigare come si deve litigare in democrazia su certi provvedimenti. Allora - esprimo il mio pensiero - lei forse sta cercando di tenere in carreggiata la maggioranza, e facendo questo e cercando di fare troppo questo, rischia di mandare fuori strada il Consiglio.
Lei deve tenere in strada tutti noi. E' il Consiglio che lei deve tenere in carreggiata. La maggioranza e la minoranza hanno le forze per fare le loro battaglie. All'interno di questo equilibrio, Presidente, ci sono momenti delicati, previsti anche dal Regolamento. Ad esempio, il fatto personale è il momento più delicato e che richiede, a mio modo di vedere il massimo equilibrio e rispetto da parte della Presidenza, perché il fatto personale è una cosa che punge.
Una persona può anche essere punto da qualcosa che non c'era, ma deve essere in grado di dirlo, e il Regolamento su questo è molto chiaro: quando un Consigliere alza la mano e chiede di parlare per fatto personale dovrebbe sussurrarlo e il Presidente dovrebbe dire: "Spieghi in cosa consiste". E qualora la questione non dovesse essere accolta, il Presidente deve rimettere al Consiglio il problema del fatto personale.
Sempre sul fatto personale, qualche tempo fa, ho avuto molte difficoltà a sollevare una questione che mi aveva punto, e non riuscivo nemmeno a spiegare perché ero stato punto! La Consigliera Spagnuolo oggi ha dovuto urlare per riuscire a spiegare i propri motivi; il Consigliere Cavaliere non ci è nemmeno riuscito.
Quando si solleva il fatto personale, lo si fa di malavoglia, perché si è stati feriti o comunque ci è sembrato di essere stati feriti ingiustamente; quindi è un momento che, anche dal punto di vista personale ed emotivo, è brutto per il Consigliere che lo chiede. Ed è un momento in cui l'equilibrio del Presidente dovrebbe, a mio modo di vedere, garantire a tutti la convinzione di essere in un luogo in cui su certi argomenti non si fanno questioni di parte ed è possibile agire.
Vi è poi un altro aspetto, che è quello relativo alle cose che si dicono in quest'aula. L'art. 12 dello Statuto della Regione Piemonte è chiaro: i Consiglieri regionali, in parole povere, possono dire quello che credono, cioè questo è il luogo della libertà, della libertà di opinione; i Consiglieri sono liberi di dire anche le fesserie, sono liberi di dire quello che credono, perché questa è l'agibilità della democrazia.
Guai a noi se cominciassimo a dire: "Si può parlare, ma stai attento a cosa dici", cioè quello che ci ha detto adesso Alleanza Nazionale: state attenti a cosa dite. Eh no! "Siamo stufi" - ha detto il Consigliere Salerno "Siamo stufi di sentire certe cose". Non siamo mai stufi di sentire alcunché in quest'aula! Perché la democrazia consiste nel non stufarsi e nel consentire a tutti di dire, in questo luogo, quello che credono.
E se un Consigliere dice: "Tu fai l'amico dei tuoi amici", questo Consigliere risponderà di quello che dice politicamente. Punto e basta. Non deve essere minacciato o sentirsi dire: "Smettila di dire queste cose" perché questo vuol dire essere stufi della democrazia, non del Consigliere Cavaliere, che risponde politicamente di ogni parola giusta e sbagliata che dice.
Questa è una riflessione che dobbiamo fare, perché la democrazia è anche questo, è anche poter dire: "Attenzione, privilegi i tuoi amici". Lo dico, e me ne assumo le responsabilità. In quest'aula un'opinione di questo genere ha legittimità; ha legittimità dire: "Mi pare che dietro il provvedimento ci siano gli interessi dei costruttori".
E' legittimo! Se non parliamo di queste cose, se non portiamo a nudo anche attraverso questi interventi che possono apparire spericolati, i temi che stanno dietro i provvedimenti che prendiamo, noi svuotiamo quest'aula ne rendiamo una finzione. Noi dobbiamo essere invece ben felici di agire in un'aula in cui, da questo punto di vista, siamo liberi e tutelati dallo Statuto, che dice che "i Consiglieri non possono essere perseguiti per le cose che dicono". Dobbiamo avere piena agibilità.
Vedo, invece, molta insofferenza da parte di Alleanza Nazionale, che addirittura dice - anche per bocca del Consigliere Burzi, il che mi ha stupito - "Noi, certe cose, non le accetteremo più". Ma cosa non accettate? Voi qui accettate tutto quello che vi sarà detto! Accettate nel senso che lo udite, e fa parte della dialettica democratica. Se poi qualcuno di noi avrà il cattivo gusto, la mano pesante, pagherà dei prezzi politici nei luoghi in cui li pagherà, cominciando da qui, ma è solo il giudizio sintetico-politico che poi può essere da noi espresso, e non attraverso una censura a ciascuno di noi, altrimenti la democrazia diventa una cosa finta.
E allora, rispetto al problema della democrazia e in cosa consiste in quest'aula il tema del rapporto democratico e l'accettazione di questo rapporto, mi sembra che da parte della maggioranza ci sia molta gracilità di comprensione (la metto proprio molto soft). La democrazia invece comporta queste cose, le critiche aspre, dure; anche dal punto di vista della pesantezza, possono essere pesanti quanta basta, ma non è accettabile che ci sia qualcuno che dice: "Non accetteremo più frasi di questo genere".
Questo io lo trovo inaudito, lo trovo ademocratico, fuori dalla democrazia. Noi qui non siamo un Gruppo di amici: siamo rappresentanti della popolazione, rappresentanti di ceti, di interessi, e via dicendo, che si confrontano e devono potersi confrontare nel modo che credono, senza che nessuno dia i voti, né il Presidente del Consiglio né tanto meno un Capogruppo di un Gruppo consiliare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Devo dire che sono particolarmente contento quando mi vengono date certe lezioni di democrazia, perché questo mi fortifica ancora di più nelle mie convinzioni.
Vedi, caro Chiezzi - antepongo anche il caro proprio per essere il meno minaccioso possibile - non era mia intenzione minacciare alcuno dei Consiglieri in quest'aula. Tu dici che in democrazia bisogna accettare tutto. Molto bene. Allora voi, tu, che sei il principe dei democratici, e ne hai appena dato una dimostrazione, accetta che io in quest'aula esprima le mie considerazioni sulle valutazioni che su me stesso, il mio partito e altri vengono fatte da alcuni Consiglieri.
Se la democrazia è, secondo la tua interpretazione, l'accettazione sempre e comunque di qualunque cosa venga detta, ma non delle opinioni espresse liberamente in un'aula, il che è iperlegittimo, ma delle cose che non si ha il coraggio di dire in un'aula e che si dicono tra il serio e il faceto, a microfono spento, ebbene, io, questo concetto di democrazia sinceramente non lo condivido.
Ritengo che la democrazia si fermi laddove chi ha la libertà e il dovere di esprimere tutte le cose che vuole non ha il coraggio di esprimerle nel modo dovuto, quando ha la parola, con un microfono acceso e con un verbale che consenta a lui, domani, di rispondere anche politicamente delle cose che dice. Per me questa non è la democrazia, ma è la legge del Far West.
E visto che io mi considero un democratico e un garantista, credo che questa sia un'interpretazione, dal mio punto di vista, corretta di democrazia. La democrazia non è l'avvertimento paramafioso, la democrazia non è lanciare a microfono spento insulti a chicchessia. Questa non è la democrazia; questa è una degenerazione liberticida del termine democrazia.
Detto questo, mi scuso con tutti i colleghi che si sono sentiti minacciati od offesi dalle mie dichiarazioni precedenti, mi scuso in particolare con la Consigliera Spagnuolo e ribadisco che non era assolutamente mia intenzione attaccare altri che non fossero il Consigliere Pasquale Cavaliere, del Gruppo dei Verdi (non so se c'è qualche aggiunta democratici o meno, ma non importa), che siede nella seconda fila dei banchi, partendo da sinistra, terza sedia, quello con la giacca azzurra.
Ritengo di aver precisato esclusivamente con chi ce l'avevo prima assumendomi le responsabilità di quello che dico. Non intendo offendere nessuno; né il sottoscritto né tanto meno Alleanza Nazionale ha inteso o intende minacciare, perché io non ho minacciato nessuno. Io ho minacciato perché anche questo in democrazia vale, una querela; la libertà di querela è altrettanto valida quanto la libertà di parola e di libera espressione del pensiero, perché è troppo facile non avere il coraggio, il senso civile che forse viene addirittura prima della democrazia, ma direi la personalità, di esprimere pubblicamente le proprie opinioni, senza poi esserne chiamati a rispondere. E allora, nel pieno rispetto della democrazia, nel pieno rispetto della libertà di tutti, rivendico la mia libertà di non accettare un continuo stillicidio di accuse ed insinuazioni.
Vedi, Consigliere Chiezzi, se tu ti senti punto, io oggi dovrei andare a casa pieno di bozzi, perché di punture da parte del Consigliere Pasquale Cavaliere dei Verdi ne ho ricevute per tutto il pomeriggio e, alla fine anche le punture fanno male e infastidiscono. Io non intendo proseguire su questa via. Libertà di accettare da parte tua, libertà di accettare da parte mia: se questa è la democrazia vale per tutti, a 360 gradi! Detto questo, credo di aver chiarito sufficientemente il pensiero di Alleanza Nazionale. Non credo di dover essere rimbrottato ogni volta che prendo una posizione, magari di contrasto, solo perché nell'ambito di una coalizione di centro-destra noi rappresentiamo la destra. Quindi non so se passiamo per essere quelli più cattivi, più protervi e più arroganti, non è questa la nostra intenzione, però rivendichiamo anche noi la libertà di contraddire, perché anch'io ho fatto per tanti anni, in tanti Consigli, la minoranza e l'opposizione, anch'io uso dei termini ovviamente diversi, più acidi, più cattivi, più combattivi, però questi li uso - consentitemelo - a verbale, perché chi vuole mi chiami a rispondere delle mie parole. Solo chi agisce con riserva mentale o con dolo ha il timore di essere chiamato a rispondere delle cose che dice; io questo timore non ce l'ho, lo dico al microfono! In conclusione, per dichiarazione di voto, per non rubare ulteriore tempo sul progetto di legge sullo sport, Alleanza Nazionale esprime ovviamente il proprio parere favorevole.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Per rasserenare con una battuta - se mi è consentito - il clima, sono stata in dubbio se prendere la parola, perché non volevo essere giudicata troppo colpita dal virus del protagonismo, collega Salerno. Il mio intervento di prima era ispirato ad una profondissima preoccupazione delle regole e di quanto avviene in quest'aula.
Prendo atto di quanto ha voluto precisare adesso il Consigliere Ghiglia; di ciò che si esplicita, bisogna sempre prendere atto, per sostanzialmente, Consigliere Ghiglia, io dissento a fondo dall'impostazione che c'è nel suo intervento e dall'impostazione che c'era nel suo intervento di prima. Quando ho chiesto la parola per fatto personale, mi sono sentita collettivamente come componente di questo Consiglio e individualmente come Consigliere regionale, offesa. Questo è quanto. Potevo avere torto o ragione, ma questa era la questione personale.
Esiste una norma della Costituzione che dice che i Consiglieri non possono essere perseguiti per le opinioni e i voti espressi. Poi ci sono delle forme che devono, da parte di tutti, essere in qualche modo più rispettate; io di questo voglio dare atto, ma - Presidente Picchioni - lei è un politico, lo dico con la "P" maiuscola, di grandissimo valore e mi dispiace moltissimo entrare in conflitto proprio con lei, che peraltro è conosciuto per straordinarie doti di tessitore.
Ebbene, io devo dire che, osservando quello che sta avvenendo dall'inizio di questa tornata legislativa, l'ansia, che in lei evidentemente c'è, di concorrere a condurre la navicella della maggioranza fa sì che, magari non volendolo assolutamente, nascano delle diffidenze delle diffidenze anche personali nei Consiglieri di questo Consiglio, che talvolta rischiano di non sentirsi tutelati, magari sbagliando, su questioni di carattere generale, ma che sono molto importanti.
Lei, prima, ha ritenuto di togliermi la parola ed io ho reagito come ho reagito, perché ritenevo che quella fosse una questione estremamente importante che conduceva anche, lo si voglia o meno, a logiche di offese personali nei confronti dei singoli Consiglieri che devono venire in quest'aula liberi, certamente con il massimo della correttezza possibile di poter esprimere al microfono ciò che essi sentono.
Io farò un cosa, Presidente: personalmente prenderò tutto il dibattito che si è svolto e lo leggerò a fondo ulteriormente; non mi permetto di invitare lei a fare altrettanto, perché evidentemente lei ha tutti i livelli di autonomia e di capacità per valutare che cosa fare (lo dico con il rispetto che della sua persona ho sempre avuto e che lei conosce benissimo). Tuttavia, credo che - me lo permetta - anziché togliermi la parola, lei forse avrebbe dovuto, dal mio intervento, sentirsi anche in qualche misura tutelato e magari farlo proprio, perché sulle questioni di principio, secondo me, non bisogna recedere.
In questo senso - ripeto - forse una rilettura di come noi dobbiamo stare in quest'aula da parte di tutti può essere importante, perché se ci si sente colpiti anche da un intervento, che magari ha delle caratteristiche di generalità, vuol dire che qualche cosa di un po' scorretto in quest'aula complessivamente sta avvenendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Io vorrei esprimere quattro parole quattro, soprattutto non tanto in veste di Capogruppo della Lega Nord, quanto in veste di doyen d'âge di questo Consiglio, me lo consentiranno gli amici Consiglieri. Penso che se andassimo a guardare le carte d'identità, sarei sicuramente il più anziano ma anche se non lo fossi anagraficamente, consentitemi questa veste di doyen d'age per esprimere un certo rincrescimento e dispiacere per quanto è successo oggi, anche se personalmente non vedo un'enorme gravità in quanto è successo, forse abituato a ben altri scontri, a ben altri dibattiti addirittura scontri fisici, sia al Comune di Torino che in Parlamento.
Non mi sembra che sia successa una cosa così grave; sono d'accordissimo oltretutto con quanto ha espresso il collega Pino Chiezzi: questa è un'istituzione nella quale ognuno ha libertà di parola. Ci mancherebbe! Ognuno di noi è qui per mandato popolare, non sicuramente per sua scelta o perché ha pagato qualcosa, quindi rappresenta una parte di popolo ed è giustissimo che dica le cose e nel tono che ritiene più opportuno. Questa è democrazia. Quindi se c'è un richiamo, anche se amichevole, questo pu essere fatto dal Presidente, che è la persona che ha la facoltà di impedire che succedano certe cose, arrivando ai limiti di una sospensione del Consiglio.
Sono d'accordo con quanto espresso dalla Consigliera Spagnuolo sulle forme che vanno rispettate: il rispetto dipende sempre dalla pressione sanguigna di ogni singolo relatore in questo Consiglio. Se una persona ha la pressione alta, dirà le cose in modo differente da un'altra che ce l'ha bassa. In realtà, noi stiamo sperimentando dei teoremi dialettici, e rimarremo prigionieri ognuno del proprio teorema, fintanto che non avremo un ulteriore scontro.
Volevo soltanto dire che noi, come opposizione (cerco di fare il doyen d'age non con saggezza, ma con più anni sulla gobba per ricordare un fatto importante) ci poniamo, salomonicamente, in questa posizione: se da una parte, come Gruppo della Lega Nord, per solidarietà con l'opposizione rinunciamo a votare la legge sullo sport - sulla quale peraltro siamo d'accordo, addirittura abbiamo collaborato nelle competenti Commissioni dall'altra parte invitiamo l'opposizione e tutti i Capigruppo ad una riflessione su quanto dovrà avvenire dopo.
Oggi, infatti, dobbiamo votare la scelta da parte del Consiglio della bandiera di questa Regione, la bandiera del Piemonte. Penso che non ci sarà tempo per una seduta del Consiglio prima del 4 novembre, che è la data nella quale dovremmo presentare la nostra bandiera insieme a quelle delle altre Regioni al Quirinale, su espresso desiderio del Presidente della Repubblica.
Inviterei quindi l'opposizione a ritornare in aula per il provvedimento sulla bandiera, perché è una questione importante, e sarebbe antipatico che un progetto di legge di questo tipo passasse senza il consenso unanime di tutto il Consiglio, maggioranza ed opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ho un problema, nel senso che non so come spiegare ai miei amici che hanno ascoltato il TG3 domenica sera i motivi per cui il Presidente Ghigo ha detto che ero il più bravo delle opposizioni, ed ora, in due giorni, il più cattivo.
Credo che soprattutto la vicenda di oggi denoti il fatto che vi è un atteggiamento da parte della Giunta molto determinato nel portare avanti a tutti i costi disegni, progetti di legge, anche laddove ci sarebbe lo spazio per confrontarsi, dialogare e discutere. Questo spazio viene completamente e continuamente eliminato e si procede a colpi di maggioranza. Questo è un dato oggettivo rispetto a determinati atti avvenuti oggi e nella scorsa seduta di Consiglio.
Per quanto riguarda i miei atteggiamenti in aula, le cose che ho da dire, quando il Presidente mi lascia il microfono acceso, le dico a microfono acceso; quando me lo spegne, le dico a microfono spento, ma in ogni caso le dico, perché ho il coraggio delle mie idee e delle mie azioni.
Ho sempre assunto direttamente la responsabilità delle cose che dico, che faccio e che scrivo. Se queste cose non piacciono e se si ritiene di essere stati lesi in qualche diritto, nell'onorabilità o in quant'altro, c'è modo di riferirsi agli organi competenti.
Quando, rispetto ad un provvedimento di nomina di alcune persone, non vengono spiegati da parte dell'Assessore i criteri ed i motivi per cui non si vogliono nominare i dirigenti, e non si vuole dire da quali categorie verranno presi, mi pare del tutto evidente che la mia conclusione induttiva e deduttiva può solo essere quella che la scelta avverrà unicamente per affinità politica e in modo discrezionale da parte dell'Assessore o di chi per esso.
Questo è il giudizio politico di cui mi assumo la responsabilità e dico che evidentemente l'Assessore Angeleri o chi per esso vuole nominare i suoi amici nelle APT. Allo stesso modo, ho evidenziato il fatto che questa maggioranza procede in modo massiccio con le consulenze esterne per individuare competenze che sono già presenti nei nostri uffici, e che invece preferisce andare ad individuare all'esterno, con il criterio dell'affidabilità politica.
Sono queste le questioni di cui mi assumo la responsabilità. Del resto sono cose - basta riprendere il verbale - che ho detto nel microfono. Sono fatto così, per cui credo che dovrete abituarvi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Innanzitutto desidero ringraziare il Consigliere Farassino per l'appello che ha voluto estendere a tutto il Consiglio. Mi ha anticipato perché onestamente avevo proprio intenzione, nel mio intervento, di richiamare questo momento importante.
Obiettivamente, come il Consigliere Farassino ha detto, sarebbe molto antipatico che la bandiera del Piemonte non venisse approvata unanimemente dal Consiglio. Credo e spero che non succeda.
Prendo questo spunto per allargare l'appello specifico del collega Farassino ad un tema particolare, ad un atteggiamento che ritengo debba essere generalizzato, e quando dico generalizzato intendo sia nei comportamenti della maggioranza che in quelli dell'opposizione.
Credo che il clima di oggi non sia stato particolarmente acceso. Ci sono stati dei momenti dialettici e delle situazioni nelle quali chiaramente qualcuno può essersi sentito offeso. Mi permetto comunque di richiamare tutti i Consiglieri a quelli che sono i reali problemi che la nostra Regione oggi vive, ed alle soluzioni che a questi bisogna dare.
Voglio anche dire che la nostra non è una maggioranza o una Giunta arrogante, com'è stato sottolineato dal Consigliere Marengo, perché - l'ha ricordato anche il Capogruppo Burzi - la nostra disponibilità nei confronti delle opposizioni è stata esemplare fin da subito. Scusate se lo ripeto, ma è una cosa di cui mi vanto particolarmente: unica Regione d'Italia nella quale sono state affidate delle Presidenze di Commissione alle opposizioni.
La disponibilità l'abbiamo dimostrata subito, ancora prima - o appena dopo - di essere insediati. E' ovvio che nel prosieguo delle azioni di governo della Giunta - vengo alla considerazione del Consigliere Cavaliere ci troviamo, su specifici argomenti, a dover assumere il ruolo di maggioranza. Ma - vivaddio! - siamo una maggioranza e vogliamo esserlo! Come dice il collega Saitta, sempre prodigo di consigli, siamo una maggioranza forse non così preparata come egli vorrebbe. Può darsi che in qualche occasione ci scappi una parola di troppo; ma l'atteggiamento delle opposizioni nei confronti di tali parole di troppo è strumentale.
Atteggiamento che fa sì parte della dialettica politica e democratica tanto evocata in questo Consiglio, ma che si traduce in buone e brave strumentalizzazioni. Bisogna avere il coraggio di dirlo! Le considerazioni su sfumature, su aspetti formali - seppure legittime, che è giusto la maggioranza ascolti e mediti - ogni tanto - permettetemi - lasciano il tempo che trovano.
Non mi sento colpito - lo dico soprattutto ai Consiglieri della maggioranza - da quanto dice il Consigliere Cavaliere (a microfoni spenti o accesi); sono valutazioni sue personali, assolutamente soggettive: prendiamole per quelle che sono. Per parte nostra, siamo tranquilli e rilassati su quanto dice il Consigliere Cavaliere: dice cose non vere, di conseguenza possiamo ascoltarle, e basta.
Credo debba essere questo l'atteggiamento nostro e della maggioranza.
E' un diritto esprimere sospetti; il collega ha sicuramente molti pregi, ma anche - se me lo permette - il culto del sospetto. Del resto, credo sia legittimo anche questo. Non dobbiamo preoccuparci minimamente, ma proseguire sulla nostra strada, sulla strada di una maggioranza, di un governo che ha un proprio programma. Il commissariamento delle APT era scritto nel programma: non abbiamo fatto altro che attuarlo. Abbiamo fatto questo - come dice il Consigliere Cavaliere - a "botte di maggioranza". Sì l'abbiamo fatto a botte di maggioranza: è un nostro diritto.
E' importante, in ogni modo, ritornare al dibattito e alla dialettica politica che permette a tutti di esprimere le proprie opinioni, che dà la possibilità alle opposizioni di muovere critiche nei confronti delle azioni della Giunta. Noi le ascoltiamo e ne facciamo tesoro - mi creda Consigliere Saitta - ma andiamo avanti per la nostra strada.
Le aperture nei confronti dei contributi che ci provengono dalle opposizioni sono state tantissime. Su determinati argomenti però, quelli che noi riteniamo strategici per il governo di questa Regione, non ci sono aperture: c'è la maggioranza che porta avanti il proprio programma di governo.



PRESIDENTE

Vorrei fare alcune considerazioni personali, visto che sono stato chiamato in causa, e ringrazio coloro che lo hanno fatto.
Sono anch'io rammaricato per come è finita la giornata, per le discussioni emerse, per le valutazioni più o meno opinabili, comunque - mi auguro - dettate in buona fede, che hanno investito anche l'Ufficio di Presidenza.
Intendo fare osservazioni di ordine sparso. E' possibile che la disponibilità e la liberalità della maggioranza siano state interpretate come debolezza. Il fatto di aver interpretato in maniera strumentale la disponibilità della maggioranza ha portato ad accentuare, a mio avviso al di là del dovuto, alcune posizioni che forse avrebbero potuto essere evitate.
Seconda considerazione. Quando una maggioranza si presenta in maniera più o meno blindata, con il blocco delle sue argomentazioni indipendentemente dal merito che le riguardano, è evidente che la minoranza tenta tutti gli escamotage che la procedura le consente. Ma il fatto che la minoranza ricerchi questi escamotage non significa che il Presidente la debba seguire.
Sulle interpretazioni del Regolamento e dello Statuto ci possono essere opinioni diverse, opinabili, difformi; ma fin quando il Presidente è condotto dalla sua buona coscienza e non da posizioni di parte, il Presidente le interpreta correttamente.
Caro collega Saitta, forse sei troppo legato a concezioni elitarie - o particolaristiche - della politica. Ognuno ha un suo processo storico alle spalle e la sua scuola di pensiero e di provenienza. Io non mi sento Capogruppo della maggioranza, ma Presidente di questo Consiglio; ho cercato di espletarne la Presidenza, al di là dei fatti procedurali piccoli o grandi, cercando di collegare le anime della maggioranza e della minoranza tra loro.
Tutto ciò - come ha ricordato poc'anzi il Presidente Ghigo - è stato evidenziato nelle Commissioni. Lo ripeto per l'ennesima volta: quello piemontese è l'unico Consiglio regionale in Italia che ha affidato quattro Presidenze di Commissione alle minoranze - e in tutte le occasioni pubbliche o private, assembleari o commissionali si è domandato un parere che fosse al di sopra delle parti da parte del Presidente. Sempre.
Non accetto dunque definizioni del tipo "capo della carovana": non le accetto assolutamente. Se per caso la procedura venisse forzata in modo tale da parte di persone che credono, con la loro competenza, esperienza e certamente, con il loro avveduto giudizio, di mettere in mora il Presidente, il Presidente non ci sta. Fin quando mi competerà una lettura corretta degli articoli del Regolamento, tale corretta lettura l'applicher sempre, indipendentemente dalle minacce, indipendentemente dalle censure indipendentemente dagli scatti di nervosismo, che possono venire anche dai banchi della Giunta o della maggioranza.
Collega Chiezzi, credo che se domani potessimo leggere i verbali di questa assemblea dal 23 aprile in poi - da quando siamo stati insediati il 90% di questi verbali comprenderebbero tuoi scritti o tuoi detti.
Pertanto, non credo assolutamente si possa parlare di fatti censori nei confronti di chicchessia.
Quando, nel passato, è stato da te sollevato un problema di fatto personale, dopo le tue insistenze ti ho dato la parola per spiegare come mai dovevi parlare per fatto personale; ma l'escamotage dialettico è stato tale che, invece di spiegarmi come mai dovevi parlarmi per fatto personale mi hai spiegato il fatto personale: è evidente che dal punto di vista della procedura bisogna stare attenti. Ecco dunque che mi sono permesso - e me dispiaccio con la Consigliera amica Carla Spagnuolo - di non aver dato la parola alla collega, di non averla fatta proseguire, proprio perch indipendentemente dal fatto che il Consigliere Chiezzi avesse costituito un precedente - sul quale dovremo forse puntualizzare la riforma del Regolamento - nel momento stesso in cui si innescava un ulteriore giro di tavolo su fatti personali, ho creduto, visto il surriscaldamento dell'assemblea, che si potesse in un certo momento ammortizzare questa tensione attraverso delle spiegazioni che in quel momento erano necessarie.
Sul problema, poi, che si voglia forzare il Regolamento, ecc., la scorsa settimana c'è stata un'interpretazione controversa. Dico a tutti alla maggioranza e alla minoranza, che se vogliamo arrivare ad un discorso costruttivo che non porti le presenze una contrapposta all'altra, ci sono delle sedi, al di là dell'aula, nelle quali si può trovare la compensazione e la complementarità alle singole idee.
Quello sollevato la scorsa volta sul diritto delle minoranze ad essere presenti nei Co.Re.Co. era un problema assolutamente sacrosanto, e ne ho colto lo spirito liberale, democratico, garantista da parte della Consigliera Spagnuolo, però il combinato disposto delle due leggi e del Regolamento faceva sì che comunque, se non ci fosse stato l'accordo politico fra maggioranza e minoranza, al di là di quelli che potevano essere gli espedienti regolamentari, la minoranza non aveva i 31 voti per poter eleggere i propri rappresentanti nel Co.Re.Co.
Anche riguardo a questa mattina, io non posso forzare i Gruppi di minoranza a domandare la verifica del numero legale. Però io credo che negli argomenti, soprattutto negli strumenti regolamentari che la minoranza può portare avanti, ci debba essere anche il tempismo necessario per porre questi problemi.
Così pure per la votazione di oggi; gli artt. 67 e 69 del Regolamento recitano: "Il Presidente, qualora ritenga che sussistono dubbi sul risultato, può disporre la ripetizione del voto per appello nominale" e "Nell'ipotesi di irregolarità, l'Ufficio di Presidenza, valutate le circostanze, può annullare la votazione e disporre che si ripeta". Questo per precisare alcuni punti sui quali la sensibilità del Consiglio si è soffermata.
Io non sono il custode di equilibri forti; io sono custode di equilibri labili, perché l'equilibrio politico si forma ogni giorno e si infrange nella misura in cui un provvedimento, una legge, un deliberato può creare effettivamente fra di noi anche dei casi di coscienza o dei fatti di contrapposizione politica. Questo non lo accetto, proprio per quello che ha detto la Consigliera Spagnuolo; non lo accetto per quello che è stata la mia vita politica e parlamentare qui dentro; non lo accetto, perché ho sempre creduto nella capacità, nella volontà e nell'assoluto valore del dialogo. Non accetto che, per questioni e per beghe post correntizie, si possa dire che siamo dei capi carovana o dei capi di corrente.
Non lo accetto, perché credo che questo sia effettivamente un insulto al Consiglio stesso. Il Consiglio deve far valere, al di là della bontà dei propri provvedimenti, delle proprie leggi, dei propri articolati, anche la correttezza della procedura e, quando la correttezza della procedura pu essere messa in forse da interpretazioni che possono essere certamente opinabili, allora spetta al Presidente, nella sua buona fede, fosse anche nella sua ignoranza, applicare la norma che ritiene più giusta.
Detto questo, credo di aver preso anche male il suo rimprovero Capogruppo Ghiglia; l'ho preso male, perché non ho sentito quelle che potevano essere le valutazioni offensive, ecc. A questo proposito, c'è anche un articolo sull'oltraggio, perché nello stesso momento in cui alcune persone dicono che si deve far rispettare il Regolamento - e l'articolo dell'oltraggio prevede appunto la sanzione e la censura per le persone che oltraggiano - qualcuno dice che invece questa è senz'altro libera democrazia, una democrazia fatta di confronti diversi, di confronti a tutto campo, per cui si può benissimo arrivare a dire tutto e il contrario di tutto.
Io credo che un'autodisciplina, anche per quanto riguarda le cose dette a microfoni spenti, i chiacchiericci e i mormorii, debba essere alla base del nostro contegno e della nostra correttezza politica in quest'aula. Se smantelleremo tutta questa selva selvaggia di sospetti, questa dietrologia micragnosa e tante volte lercia, tante volte vergognosa che c'è dietro alle cose, dietro ai provvedimenti, dietro a quello che noi pensiamo (perché qui si pensa sempre che ci debba essere sempre qualcosa dietro l'angolo), se valuteremo effettivamente le cose per quello che sono (e tante volte sono molto meno lubriche e molto meno sporche di quello che uno può pensare) allora probabilmente faremo un discorso non solamente di correttezza e rispetto individuale per noi, ma anche per la stessa Regione.
Accetto, certamente con amarezza, il discorso che si è fatto in questo Consiglio, in questa giornata estremamente difficile. Però autodisciplina vuol dire anche autocoscienza di quello che si è. Noi non siamo portavoci di interessi occulti, opposti fuori da quest'area, ma siamo portatori di quello che ci porta la nostra intelligenza e la nostra capacità di conoscere le cose. Se riusciremo a smorzare, a neutralizzare questo circuito critico che ci porta ad essere in campi contrapposti (cosa che come giustamente è stato ricordato, forse la stessa legge elettorale ci porta a fare), probabilmente recupereremo per questo Consiglio una propria dignità, una propria correttezza, una propria serenità.
Nel passato Consiglio, anche se ero in un Gruppo di maggioranza, non mi sono mai permesso di protestare fermamente contro la Presidenza, perch credo che la Presidenza abbia un ruolo difficilissimo, amici. E proprio nella misura in cui voi l'aiutate, potrete far sì che la Presidenza possa sempre, nell'atto delle sue funzioni, avere quella serenità quell'imparzialità di giudizio che voi tutti reclamate e che la Presidenza stessa, per prima, deve declinare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Per ricomporre una certa calma in quest'aula consiliare e per dibattere di modi e metodi per una discussione democratica, inevitabilmente e in modo estremamente giustificato (ovviamente non entro nel merito del dibattito che c'è stato), è stato interrotto l'esame del progetto di legge sullo sport.
Riprendendo il discorso prima iniziato, molti Capigruppo sono intervenuti soltanto per accennare al fatto che, pur essendo d'accordo con la legge, non avrebbero potuto però votarla per i motivi che hanno poi esposto.
Poiché questa proposta di legge ha visto lavorare insieme più Gruppi consiliari, indistintamente di maggioranza e di minoranza, così come è stato ricordato dagli stessi intervenuti, proprio per rispetto al lavoro che si è svolto, mi permetto di chiedere, se il Consiglio è d'accordo, di votarla in un altro momento. Ciò per lasciare spazio ad un altrettanto importante disegno di legge, che è quello sulla bandiera del Piemonte a cui ha fatto accenno il Consigliere Gipo Farassino, e per evitare che un argomento importante come lo sport passi a lato di un dibattito che, pur essendo estremamente importante, in questo momento rischia di sminuirne il significato.
Credo, Assessore, che questa proposta si possa accettare, per ricondurre a momenti di più calma e tranquillità l'esame di un progetto di legge che - come ho già detto - ha avuto il consenso di tutte le forze politiche in Commissione e sulla quale hanno lavorato in molti, per cui merita altrettanta dignità del dibattito svolto in precedenza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Vorrei chiedere alla Presidenza del Consiglio se si può avere una sospensione di cinque minuti ed una riunione di Capigruppo.



PRESIDENTE

Credo che sia concedibile.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19.40 riprende alle ore 20)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sospendiamo quindi l'esame del progetto di legge n. 12 sullo sport, che verrà ripreso nella prossima seduta.


Argomento:

NOMINE


PRESIDENTE

Ricordo che la nomina del Comitato tecnico regionale per lo smaltimento e il riutilizzo dei rifiuti non ha ricevuto i voti necessari. Abbiamo sottoposto il problema all'Ufficio legislativo del Consiglio; il parere espresso precisa quanto segue: "Fermo restando che il Comitato, affinché sia validamente costituito deve essere composto in modo che ogni profilo professionale sia assicurato (così come richiesto dal comma secondo dell'art. 36) e che quindi è necessario che siano nominati nove esperti di altrettanta esperienza professionale, da scegliere all'interno delle candidature presentate occorre anche assicurare il rispetto dell'art. 72 del Regolamento del Consiglio regionale, nonché del precitato art. 36, sesto comma, della legge regionale in oggetto.
La previsione della nomina degli esperti da parte del Consiglio regionale, con voto limitato ai due terzi degli eligendi, postula e richiama il rispetto della riserva dei posti per la minoranza (nel caso in ispecie tre su nove). La nomina di tutti i componenti dell'organo (appartenenti alle singole e specifiche professionalità richieste) fa sì che l'organo sia legittimamente costituito e possa altrettanto legittimamente operare (cfr. Consiglio di Stato - Sezione V - decisione n.
767 dell'8/7/1977).
La mancata nomina nei termini di legge dei nove esperti provocherebbe l'attivazione del potere sostitutivo del Presidente del Consiglio regionale, ex art. 4, secondo comma, della legge 15/7/1994, n. 444 ('nei casi in cui i titolari della competenza alla ricostituzione siano organi collegiali e questi non provvedano alla nomina .... ad essi spettante ....
la relativa competenza è trasferita ai rispettivi Presidenti')".
Questo è il parere del Responsabile del Servizio legislativo del Consiglio, Giuseppe Fraudatario.
Visto il parere espresso dal Servizio legislativo, esaminato in Ufficio di Presidenza in data odierna, si procede all'annullamento della deliberazione del 18 ottobre riguardante il Comitato tecnico regionale per lo smaltimento ed il riutilizzo dei rifiuti; si procederà pertanto ad una nuova votazione.


Argomento: Stemma - Gonfalone

Esame progetto di legge n. 49: "Adozione della bandiera della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 49: "Adozione della bandiera della Regione Piemonte".
Relatore è il Consigliere Vindigni, che ha facoltà di intervenire.



VINDIGNI Marcello, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Con L.R. n. 4 del 1984 la Regione Piemonte provvide all'adozione del proprio Gonfalone e dello Stemma.
In quella sede, a differenza di altre Regioni, il legislatore non estese la norma all'individuazione di una bandiera.
Si rende ora necessario colmare tale carenza, considerato che in più occasioni nel passato la partecipazione istituzionale del Piemonte a singole manifestazioni avrebbe potuto meglio realizzarsi attraverso un simbolo su bandiera piuttosto che stemma o gonfalone. Una determinazione è resa oltremodo urgente dall'opportunità espressa dalla Presidenza della Repubblica di ospitare presso il Palazzo del Quirinale una Sala delle Bandiere delle Regioni e Province autonome.
Il presente disegno di legge ha dunque il solo scopo di integrare la L.R. n. 4/84, stabilendo che gli stessi elementi grafici e coloristici dello stemma possano essere trasposti su bandiera. Contemporaneamente vengono precisate, secondo corretto canone araldico, le misure dello stemma, non indicate nel disegno allegato alla citata legge".



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, possiamo procedere all'esame dell'articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Ghiglia, Toselli, Vaglio Montabone e Picchioni: al comma primo, alla parola "arancione" sostituire la parola "oro".
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Credo che questo emendamento cancelli lo spirito della discussione che si è svolta in sede di VIII Commissione in modo affrettato. Forse bisognava approfondire meglio la questione, perché nella relazione che abbiamo dato per letta sono scritti i motivi per cui sono richiamati certi colori rispetto al gonfalone del 1984.
L'emendamento stravolge tutto lo spirito della legge, quindi non permette di votarlo, così come ci eravamo intesi in sede di Commissione.



PRESIDENTE

Sull'emendamento n. 1) ci sono delle riflessioni, oppure lo ritirate? La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Essendo uno dei firmatari di quell'emendamento, personalmente sarei anche disponibile al ritiro (poi gli altri verificheranno); a dire il vero non si è mai vista una bandiera con delle frange arancioni. Si pu inventare tutto, ma le frange di una bandiera o sono color oro o sono argentate. Per carità, si faccia pure la bandiera verde, gialla, blu, ecc.
ma le frange arancioni sono il massimo della fantasia, anche se capisco che l'arancione richiama i colori del nostro gonfalone, della tradizione.
In definitiva, se ritenete di voler dire questo, cioè che si devono fare le frange arancioni, si ritiri pure l'emendamento, ma rischiamo di farci ridere dietro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Non intervengo sui colori, sui quali ognuno potrebbe esprimere i propri gusti (oro, argento, arancione, rosso). Intervengo unicamente per richiamare quanto avvenuto nella discussione dell'VIII Commissione, ove c'è stato un accordo unanime su quei colori che avevano un riferimento storico (poi possono piacere di più o di meno, ma questo sta alla sensibilità e al gusto di ciascuno di noi).
Abbiamo fatto un compromesso - perché questo è stato - rispetto ad ipotesi diverse formulate inizialmente da parte di singole persone, neanche da parte dei Gruppi. Peraltro noi, come Gruppo, non abbiamo mai discusso di come dovesse essere la bandiera.
Tuttavia sottolineo che siamo di nuovo in presenza di un fatto grave.
In Commissione è stato raggiunto un accordo unanime, ad eccezione del Gruppo di Rifondazione Comunista, che aveva deciso di votare in maniera diversa. Ci ritroviamo un emendamento diverso, quindi non farò mai più accordi con nessuno: questo è chiaro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Non vorrei - e mi rivolgo al Consigliere Marengo - che venisse fatta una questione di principio su un emendamento che non intende essere né una provocazione né l'annullamento di accordi presi in Commissione.
Concordo però con quanto ha detto il Consigliere Montabone, pregando i colleghi con cui è stato raggiunto un accordo di valutare questo aspetto: non si è mai vista - non che non si possa inventare - una bandiera con le frange arancioni; oltretutto, una bandiera rossa, blu e argento con le frange arancioni è esteticamente brutta (secondo me è una cosa veramente terribile).
Detto questo, stante anche l'interpretazione più tradizionale possibile che abbiamo voluto dare a questa bandiera del Piemonte (scegliendo la bandiera più antica, nella quale la frangiatura arancione rappresenterebbe una sovrapposizione di epoca più moderna perché risale alla Repubblica di Alba, ecc.), se accettassimo semplicemente la bandiera piemontese, a questo punto con una frangia, visto che è obbligatoria, di un colore magari più neutro, ma anche più normale quale il color oro o argento, non credo che faremmo - se mi si consente - un torto anche al basilare gusto estetico e alla normalità di quello che comunque è un vessillo ufficiale. Sinceramente e lo ripeto in questa sede - le frange arancioni mi sanno più di bandiera dell'Aiax piuttosto che di bandiera della Regione Piemonte.
Questo comunque non vuole essere la distruzione di un accordo, ma semplicemente un invito a fare una bandiera normale, che sarebbe null'altro che la bandiera più antica con la quale contraddistinguere la Regione piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Volevo prendere la parola per dire che mi sento in tremendo imbarazzo perché se le cose stanno come dice il Consigliere Marengo, cioè che era stato preso un accordo, devo essere d'accordo con lui: effettivamente la cosa è brutta. Non possiamo trovare un'altra soluzione? C'era stata anche una proposta di mettere una specie di bindello, di nastro, come si usa nelle bandiere brunate: invece di mettere un nastro bruno sull'asta, si metta un nastro arancione. Questa potrebbe essere una mediazione.



PRESIDENTE

Scusi, può ripetere? Mi dispiace, ma non ho sentito.



FARASSINO Giuseppe

Dato che c'era stato un accordo, ma, effettivamente, una frangia arancione non si è mai vista, e poiché c'era stata anche la proposta di abbinare un nastro, ma a parte, legato all'asta come si fa nelle bandiere brunate, invece di metterlo nero, potremmo metterlo con i colori del gonfalone, che pende in questo modo.



PRESIDENTE

Mi pare una proposta accettabile.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Intervengo solo per dire che la proposta del Consigliere Farassino mi pare degna della massima attenzione. Il colore arancione resterebbe comunque nel complesso della bandiera, sia pure nella posizione del nastro e si potrebbero così avere le parti terminali in oro, che mi paiono più compatibili con una bandiera normalmente esibita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Intervengo per una precisazione. Forse i Consiglieri che non hanno partecipato all'VIII Commissione non possono capire, ma quel gonfalone, che sarà bello o brutto, non lo so, ha comportato una discussione molto approfondita, per cui sono stati scelti quei colori che, grosso modo rappresentano lo stemma antico che principalmente prende riferimento dalla dinastia dei Savoia, e i colori rosso, blu e arancione, che sono quelli della Repubblica di Alba del 1700. Poiché abbiamo fatto una discussione molto compressa, e sarebbe invece opportuno discutere più a fondo, si pu cambiare, decidere che la bandiera del Piemonte è quella dei Savoia, va benissimo; posso anch'io essere d'accordo, però - ripeto - lo si deve fare con una discussione più approfondita.



PRESIDENTE

Mi pare che la mediazione del Consigliere Farassino possa conciliare le due cose.
Prego, Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Volevo solo precisare che quella non è la bandiera dei Savoia, e se è la bandiera dei Savoia, lo è tanto quella come quella italiana, perch anche i Savoia, con l'Unità d'Italia, hanno adottato quella bandiera l'hanno legittimata.
Quella che noi vogliamo è la bandiera dello Stato piemontese. L'emblema dei Savoia, lo ripetiamo, è un'aquila bifronte, con scritto sotto "F.E.R.T.", e chiunque lo può vedere nello stemma, l'emblema della Provincia. Quindi - ripeto - non è la bandiera dei Savoia, ma quella dello Stato piemontese; i Savoia avevano un loro simbolo araldico differente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Soltanto per ribadire che la proposta dell'on. Farassino mi sembra una giusta mediazione tra l'esigenza che i colori, come è stato discusso in VIII Commissione, permangano nel nuovo gonfalone, senza che questo sembri perché non voleva esserlo nello spirito di chi ha firmato l'emendamento una rottura, una modifica di qualunque tipo di accordo nato nell'VIII Commissione. Quindi, si rinunci alle frange arancioni, che francamente sono alquanto inusuali - anche se immagino che siano uscite da una lunga discussione - si rinunci alle frange oro o argento e si adotti l'idea del nastro, peraltro tutt'altro che inusuale, che richiami l'arancione e completi con il suo colore il gonfalone della Regione piemontese.



PRESIDENTE

L'ulteriore emendamento potrebbe dunque essere così formulato: "La bandiera è accompagnata da un nastro di colore arancione annodato al culmine dell'asta".
Procediamo dunque alla votazione dell'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Deorsola: aggiungere il seguente nuovo comma: "2. La bandiera è accompagnata da un nastro di colore arancione annodato al culmine dell'asta".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Ghiglia, Toselli, Vaglio Minervini, Casari e Grasso: - il comma secondo è soppresso.
Il comma secondo diceva: "I colori richiamano nella simbologia quelli del gonfalone e dello stemma adottato con la L.R. 16/1/1984, n. 4 (Adozione del gonfalone e dello stemma della Regione Piemonte)". A questo punto, però, il comma si può mantenere, perché se facciamo il nastrino, questo ricorda la simbologia.
L'emendamento è dunque ritirato.
La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Non svolgerò la dichiarazione di voto; chiedo solo che ci venga concesso un minimo spazio sul prossimo notiziario della Regione per commentare questa adozione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI' 43 Consiglieri.
L'art. 1, e pertanto l'intero testo della legge, è approvato.


Argomento:

NOMINE (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 11) all'o.d.g. si distribuiscano le schede per la nomina precedentemente annullata.
Comitato tecnico regionale per lo smaltimento ed il riutilizzo dei rifiuti (L.R. n. 59/95). Nomina di nove esperti in materia di rifiuti come di seguito specificati: un avvocato esperto in materie giuridiche, legali ed amministrative un geologo un esperto in materie economiche e finanziarie un chimico esperto in processi e in rilevamenti ambientali un medico esperto in igiene ambientale un ingegnere esperto in impianti ed in metodologie di smaltimento dei rifiuti un ingegnere civile esperto in opere pubbliche un agronomo o agronomo forestale esperto in riutilizzo di biomasse un biologo o naturalista esperto nella gestione dei rifiuti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Silvana Fantini (esperto in materia giuridica), Claudio Viviani (geologo) Riccardo Beltramo (esperto in materia economica e finanziaria), Nicola Gior gione (medico esperto in igiene ambientale), Gregorio Gaido (ingegnere esperto in smaltimento dei rifiuti), Alessandra Brigatti (biologo esperto nella gestione dei rifiuti), Attilio Tornavacca (chimico esperto in rilevamenti ambientali), Annamaria Ciaccia (ingegnere esperto in opere pubbliche), e Giovanni Scavarda (agronomo esperto in riutilizzo di biomasse). Gli ultimi tre in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9, comma settimo, L.R. n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,30)



< torna indietro