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Dettaglio seduta n.197 del 18/12/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Dato che non vedo presente la maggioranza, se non con pochi e qualificati componenti, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Minervini effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Il numero legale della seduta odierna è di 29 Consiglieri; poiché hanno risposto solo in 25, aggiorniamo la seduta tra mezz'ora.



(La seduta, sospesa alle ore 10,57 riprende alle ore 11,30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Esame ordine del giorno n. 672 inerente a: "Mancata accettazione da parte del Consiglio di Stato della sentenza di annullamento delle nomine dei Direttori generali della sanità"


PRESIDENTE

Informo il Consiglio che è stato presentato un ordine del giorno collegato all'argomento, che mi pare dovrebbe essere posto in votazione.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo all'Assessore D'Ambrosio se può svolgere la replica, o anche il Vicepresidente Majorino.



PRESIDENTE

Ricapitolando, da parte del Consigliere Chiezzi è stata avanzata una proposta che chiede una replica da parte dell'Assessore, mentre il Consigliere Ghiglia è contrario. Secondo il Regolamento, dovrei mettere ai voti la questione.



CHIEZZI Giuseppe

Bisognerebbe sentire cosa ne pensa l'Assessore D'Ambrosio.



PRESIDENTE

Può darsi che l'Assessore voglia dare delle risposte.
Lei, Assessore, ritiene opportuno che, al di là dei fatti procedurali si debba dare una risposta e che ci siano gli elementi per fornirla? Risposta che non comporterebbe una discussione, ma una chiusura.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente, ritengo opportuno un intervento della Giunta in risposta all'ordine del giorno una volta discusso il documento.
Ieri nella parte finale del mio intervento ho sottolineato che, fermo restando i Commissari, valuteremo in Giunta - oggi - la possibilità di emanare nuovi provvedimenti, correggendoli nel senso indicato dal TAR del Piemonte il 27 novembre u.s.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione dell'ordine del giorno.



RIBA Lido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ci ha preoccupato non poco la gestione della questione, condotta sul filo dell'impostazione tradizionalmente tecnico-giuridica da parte del Vicepresidente della Giunta regionale, Majorino - e intendo ribadirlo anche all'Assessore D'Ambrosio.
Capisco che l'Assessore D'Ambrosio non sia nelle condizioni politiche anche se non gli difetta competenza ed impegno, di porre qui, in modo aperto, schietto e franco, quella che è ormai la situazione di crisi della sanità, così come si sta manifestando a seguito della decapitazione dei suoi vertici, nonché della crisi, più generale, del Consiglio e della Giunta regionale. Nella discussione di ieri, infatti, si è nuovamente tentato di bypassare il problema, accettando la discussione per quel tanto che i Regolamenti impongono: in sostanza, nessun intervento da parte della maggioranza, se non quello, calzante ed incalzante del Consigliere Ghiglia sia verso il Consiglio sia verso la Giunta.
Assessore D'Ambrosio, faccia in modo che l'argomento non si trascini ulteriormente, dopo tre anni di vicissitudini conseguenti all'iniziativa dell'allora Consigliere di opposizione Majorino, di avvio della lunghissima procedura presso gli organi della Magistratura amministrativa, da cui sono derivate tutte le conseguenze che conosciamo. Conseguenze vissute dalla Giunta e dal Consiglio dell'epoca in modo molto drammatico: furono pagati prezzi molto alti per affermare la legittimità e la legalità dell'impostazione data. Proveniamo tutti da una situazione che si è costruita su vicende interne al Consiglio, non in conseguenza di un vortice o di un avvenimento atmosferico.
Vi sono tre questioni. Il Vicepresidente Majorino non riesce ad immaginare una soluzione - lui, che ne immagina sempre tante! - a mettere a punto una soluzione giuridica della vertenza.
Relativamente all'Assessore D'Ambrosio, pur non essendo in genere reticente nel pronunciarsi, discutere ed intrattenersi costruttivamente con il Consiglio, ho la sensazione che non gliene sia data più di tanto l'opportunità.
Volendo chiudere la vicenda all'interno di un incidente giuridico, è chiaro che si cerca di evitare che la discussione ritorni troppo al malessere della sanità che si sta creando in Piemonte.
In questo senso, vorrei tornare al confronto che c'è stato ieri tra il mio collega e compagno Riggio, l'Assessore D'Ambrosio e la collega e compagna Bortolin, laddove si disse: "La sanità va malissimo". Si è ribattuto che la risposta alla sanità, invece, è prestigiosa; alla fine dei conti, una tale condizione di prestigio non è evidentemente riconducibile all'amministrazione del solo ultimo periodo, la quale, comunque, non ha certamente risparmiato i propri sforzi per consolidare la situazione.
Tant'è, purtroppo, che questo risultato, oggi, è a rischio; repentaglio che è causato dall'incertezza nella gestione dei vertici.
Chiedo all'Assessore D'Ambrosio e al Vicepresidente Majorino assorbito da infelici ed infauste carte che, assillandolo dalla mattina alla sera, non gli toglieranno certo il sonno, ma nello stesso tempo non gli assicurano quel prestigioso risultato al quale sperava forse di pervenire adducendo, all'epoca, alla via giudiziaria - di chiarire un punto cruciale della vicenda. Se la sanità viene affidata a Direttori generali perciò a dei manager, è perché si attribuisce loro ruolo, responsabilità e soprattutto capacità di interpretazione intelligente delle strategie politiche della Regione in campo sanitario, come si fa nelle aziende private laddove si nomina l'Amministratore delegato, ovvero il manager.
Condizioni totalmente disperse dalla precarietà e dall'incertezza dell'attuale condizione dei manager della sanità.
Ci è stato detto: "Abbiamo nominato i Commissari in quanto considerati i più attendibili rispetto alla necessità di svolgere il ruolo di capace ed intelligente applicazione delle direttive e delle strategie politiche di organizzazione sanitaria in Piemonte, anche perché il più anziano tra i Direttori sanitari e i Direttori amministrativi non sarebbe stato altrettanto capace". Valutazione che sicuramente ha qualche fondatezza, ma tant'è: in una situazione che non riesce ad uscire da una prolungata crisi non varrebbe la pena che nella triade ci fossero altri due soggetti capaci di interpretare intelligentemente e validamente la politica della Regione? Faccio questa domanda perché ci sono stati casi di manager capaci individuati da parte del più anziano tra i due o magari da parte di tutti e due, così come casi di manager, pur accreditati di titoli che li renderebbero idonei a rivestire la funzione manageriale, non automaticamente all'altezza del compito loro affidato.
Dal punto di vista strettamente giuridico, il pronunciamento del Consiglio di Stato, non concedendo la sospensiva, ha in pratica convalidato per un ulteriore periodo di tempo il pronunciamento del TAR. Se non erro addentrandomi in un campo che mi è poco congeniale e me ne scuso - si pone il problema della permanenza in carica ad altro titolo delle stesse persone rispetto alle quali la nomina fu dichiarata illegittima.
L'obiettivo di soluzione - ed è su questo che voglio chiudere - pare essere quello di completare il terzo capitolo della spiegazione che dovrebbe portare alla legittimazione delle nomine, cioè la premessa delle graduatorie e la motivazione ("manca la motivazione comparativa, daremo la motivazione comparativa"). Questa è l'impostazione che mi pare si stia seguendo. L'ho presa in considerazione, non sto parlando di cose dissimili da quelle che credo siano le impostazioni che si stanno tenendo a livello di Giunta. Anche per questo credo che il mio intervento non sia teso alla ricerca di argomenti estranei a ciò che è oggetto di questa riflessione.
La nostra convinzione - ed è la domanda che poniamo nell'ordine del giorno - è che a questo punto occorra un'altra impostazione, perché questa impostazione faticosa, rivelatasi impraticabile, ci ha portati ad una situazione di precarietà. C'è un giudizio da trarre nei confronti dei responsabili nell'ambito della Giunta. Poi, con la situazione di crisi che si è aperta nella vicenda del nostro Consiglio regionale, capisco che è perfino troppo assolutorio parlare della specifica questione di crisi che riguarda gli Assessori, il Presidente del Consiglio, il Vicepresidente Majorino e l'Assessore alla sanità, perché oggi ci stiamo occupando segnatamente di questo settore.
Noi chiediamo al Consiglio di prestare un po' di attenzione. Ho visto un Consigliere della maggioranza che mi ascolta e pertanto parlerò a lui.
Ricordo che tempo fa Sandro Pertini, allora Presidente della Camera, andò a fare un comizio nella sua Liguria dove erano presenti ad ascoltarlo soltanto cinque suoi compagni socialisti dell'epoca. Nello sconcerto e nello sconforto generale, gli organizzatori, a gran voce, sottolineando questo loro insuccesso e dicendo di volersi dimettere da non so cosa chiesero a Pertini, che pochi mesi dopo divenne Presidente della Repubblica, di rinunciare al comizio. Pertini rispose: "No, quei cinque compagni hanno tutti i diritti che avrebbero 5 mila compagni messi insieme". Per cui, ringraziando il Consigliere Grasso che, in qualità di Presidente di Commissione, mi sta ascoltando e avendo disturbato il Consiglio con un'invocazione troppo solenne, parlerò anche al collega della maggioranza che sta ascoltando, oltre che all'Assessore e al Vicepresidente Majorino sempre assorto alla ricerca di una soluzione giuridica al problema che non viene mai.
Guardate che in una condizione di struttura solida dell'esecutivo problemi di questo genere pongono l'interrogativo a chi ha fatto queste scelte di risponderne anche in propri atti e di trarne le conseguenze sul piano giuridico. E' un'esigenza da parte del Consiglio che ci sia questa sensibilità.
Probabilmente, l'ordine del giorno non avrà maggiore fortuna degli altri, ma questo non è un pretesto, è una proposta di metodo, di individuazione di responsabilità con le relative conseguenze a carico dell'esecutivo, altrimenti al Consiglio non resta che prendere atto e subire esso stesso gli elementi di indebolimento che invece dovrebbero essere rimossi attraverso comportamenti politici di chi è direttamente responsabile.
Infine, vorrei sottolineare un elemento per chiudere il mio intervento dato che mancano pochi secondi, ma non credo di sottrarre tempo prezioso al Consiglio perché ne abbiamo molto a disposizione prima di passare ad altro se mai passeremo ad altro. Questo elemento è la necessità di aprire una fase di reimpostazione della procedura per la nomina di nuovi Direttori generali allo scopo di garantire quella attesa, indispensabile stabilità nel governo delle strutture sanitarie piemontesi.
Questo è l'ordine del giorno firmato anche da altri Capigruppo dell'opposizione, che sicuramente interverranno nel corso del dibattito.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo brevemente sull'ordine del giorno presentato dalle minoranze sulla mancata sospensiva da parte del Consiglio di Stato di annullamento delle nomine dei Direttori generali delle ventinove AA.SS.LL. piemontesi, che ha portato rabbia ed incredulità tra la popolazione e gli stessi operatori sanitari piemontesi.
Questo fatto politico negativo alimenta ulteriormente lo stato di disagio e di caos da tempo già presenti nelle strutture sanitarie piemontesi per le riproposizioni sbagliate delle nomine e con la riproposizione degli ex Direttori generali a Commissari.
La Giunta regionale, nella sua collegialità politica, ha combinato in modo grave e pericoloso questo pasticcio, rendendo sempre più incerta e precaria la sanità piemontese, che invece dovrebbe avere un risalto maggiore.
Questa vicenda sconcertante conferma l'agire politico arrogante dell'esecutivo regionale che sempre più spesso dimostra incapacità assoluta a gestire la pura e semplice ordinaria amministrazione. Ma non solo, sta provocando anche la paralisi legislativa creando caos e difficoltà all'operato del Consiglio regionale. La Regione Piemonte è sempre meno credibile, non solo rispetto allo Stato, ma anche agli altri Enti locali minori, dalle Province ai Comuni, alle Comunità montane, che si aspettano molto di più nel rapporto interlocutorio con la Regione Piemonte.
Questo ordine del giorno, che va a rimarcare quanto ho sottolineato in precedenza, è un monito severo a questo modo di agire della Giunta e tende a far sì che la stessa Giunta ne tragga tutte le dovute conseguenze politiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo sull'ordine del giorno, signor Presidente. Ieri ho già avuto modo di esprimere alcune considerazioni in ordine alla vicenda dei Direttori generali e dei Commissari. Credo di avere espresso con sufficiente chiarezza la posizione dei Popolari, cioè un giudizio negativo che per come si sta procedendo.
Oggi intervengo a sostegno dell'ordine del giorno che abbiamo presentato insieme alle altre minoranze e per risollecitare in qualche maniera la Giunta a rivedere la propria impostazione. Spero che dopo il momento di reazione comprensibile rispetto ad una decisione espressa dal Consiglio di Stato di non esprimersi sulla richiesta di annullamento, oggi che è passata qualche ora in più, la Giunta, gli Assessori, possano valutare più freddamente che cosa è capitato e rendersi conto che continuare ad agire come si è fatto finora, cioè cercando di salvaguardare un'impostazione antica introducendo ogni volta qualche elemento di novità si è rivelata e si sta rivelando una metodologia errata in quanto continua a portare risultati negativi.
Noi gradiremmo - l'ha già detto il Consigliere Riba - che la Giunta si rendesse realmente conto del disagio reale che esiste nel settore sanitario per la continua modificazione al vertice. Anche in questo caso è comprensibile che la maggioranza minimizzi alcuni problemi, ma essere chiari e franchi può aiutare a trovare una soluzione più utile per la sanità piemontese.
In discussione non c'è solamente la legittimità di una posizione politica, ma la gestione di tutto il settore sanitario. L'obiettivo, se viene ritenuto fondamentale, deve mettere gli Assessori, a partire dall'Assessore Majorino all'Assessore D'Ambrosio, a tutta la Giunta, in grado di cancellare quanto è stato fatto finora, pensando invece ad una reimpostazione complessiva - come chiediamo nell'ordine del giorno - della procedura di nomina dei Direttori generali.
Credo che questo sia fondamentale. Qualunque altra soluzione, in qualche maniera legata alla difesa di una posizione politica espressa in Consiglio recentemente o in passato, porterebbe a risultati negativi.
Quindi, non chiediamo una sorta di mea culpa dell'Assessore Majorino o dell'Assessore D'Ambrosio, ma, obiettivamente, al di là degli aspetti formali, credo occorra, come procedura amministrativa, la convinzione, se non l'esplicitazione, che quanto realizzato finora si è rilevato inutile e continua ad essere inutile.
Chiederei anche all'Assessore D'Ambrosio e all'Assessore Majorino di esplicitare puntualmente cosa intende fare la Giunta da questo momento in poi e anche i tempi che prevede di utilizzare per giungere ad una soluzione. In sostanza, chiedo agli Assessori che cosa succederà d'ora in poi: i Commissari resteranno tali? In quanto tempo si nomineranno i Direttori? Vorremmo sapere quale tipo di metodologie si intendono adottare, se rispettare totalmente ed integralmente ciò che richiede il TAR, oppure se si intende ancora seguire qualche procedura che viene ritenuta dalla Giunta valida, ma in ogni caso perfettamente coincidente con la sentenza espressa dal TAR. L'Assessore Majorino aveva contestato totalmente la sentenza del TAR, ma in modo particolare alcuni aspetti, dando un giudizio su tale parere e dicendo che non era obbligatorio seguire alla lettera ciò che richiede, ma che è possibile ancorarsi a qualche altro elemento per giungere alla nomina dei Direttori.
Credo sia importante avere queste informazioni; se queste procedure venissero espletate, il Consiglio potrebbe dare qualche utile suggerimento alla Giunta, anche perché mi pare, a questo punto, che la Giunta abbia bisogno di suggerimenti utili per dare stabilità alla sanità piemontese.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per sottolineare come, ancora oggi, riproponiamo con il presente ordine del giorno una questione centrale per il Piemonte e per i cittadini piemontesi che vedono la sanità piemontese nella bufera. Nel senso che la mancanza di vertici certi rappresenta un elemento di grandissima incertezza sia per "li rami" - come si usa dire in termini classici - ma anche per coloro che in questo momento, per una procedura corretta e condivisibile, per un'eventuale procedura non condivisibile, comunque ricoprono determinati incarichi di responsabilità.
Credo che ognuno di noi, parlando con qualche Direttore generale prima e con qualche Commissario adesso, abbia recepito il senso di disagio, di incertezza e di precarietà con il quale operano dei responsabili che, per ruolo e per materia, dovrebbero invece operare in un clima di grande certezza e stabilità.
Questo non c'è per una vicenda intricatissima - lo abbiamo sempre detto all'Assessore - nata non bene e che tuttavia continua a peggiorare. Ieri abbiamo ricordato che, al di là della bocciatura politica - che le opposizioni fecero delle scelte operate dalla Giunta regionale di centro destra - la giustizia amministrativa, in fasi ormai reiterate, ha espresso un giudizio negativo sulle scelte operate dalla Giunta.
Ieri l'Assessore D'Ambrosio ha ascoltato le varie prese di posizione dell'opposizione, fatta eccezione per la cosiddetta difesa d'ufficio del suo Capogruppo - anche questo legittimo, non ci stupisce - ed è stato sostanzialmente silenzioso rispetto a quanto è avvenuto, anche se in precedenza, non soltanto lui, ma anche il Vicepresidente della Giunta avevano ritenuto di avere una certa sicurezza rispetto a ciò che sarebbe poi intervenuto da parte del Consiglio di Stato. Così non è avvenuto e noi siamo in una situazione nuovamente grave e difficile per la sanità piemontese.
Ci preoccupa il fatto che in quest'aula non sia stato delineato un percorso politico-amministrativo e, aprendo le braccia, si dica che è così senza fare commenti.
Tutto questo avviene in un clima politico della maggioranza molto delicato. Ieri abbiamo assistito a due piccoli episodi che una maggioranza dovrebbe in qualche modo affrontare nell'ordinaria amministrazione, cioè quello delle nomine di due Presidenti di due Commissioni importanti. In tale occasione, abbiamo riscontrato una maggioranza profondamente disorientata. Un silenzio dell'Assessore competente, un silenzio anche di altre parti della Giunta che è un'interfaccia della sanità, perché anche l'assistenza in qualche modo ne verrebbe coinvolta.
Non abbiamo delle prese di posizione, la Vicepresidenza della Giunta ha difeso l'argomento finché poteva e poi si è fermata di fronte all'evidenza.
In assenza del Presidente della Giunta - oggi a Roma - avevamo molte perplessità a discutere l'argomento, ma lo abbiamo fatto lo stesso.
Dobbiamo però registrare che anche ieri, quando era presente il Presidente della Giunta regionale, non c'è stata alcuna presa di posizione, quasi fosse una materia - lo abbiamo già notato altre volte - nel bene e nel male affidata a... Questo avviene anche nella maggioranza, perché ieri abbiamo assistito all'intervento - d'ufficio, normale - del Capogruppo di Alleanza Nazionale, che ha detto tutto il bene possibile dell'Assessorato alla sanità della Regione Piemonte; probabilmente esagerando i toni, considerata la situazione attuale, e quindi anche in questo caso si è trattato di difesa d'ufficio, delle "grida" della difesa d'ufficio.
Inoltre, non possiamo non rilevare che il resto della maggioranza è stato complessivamente silenzioso, perché pare che anche il resto della maggioranza dica: "E' cosa di...". Assessore, onestamente ne sarei preoccupato se fossi nei suoi panni di natura politica, in una situazione così debole - voglio usare un eufemismo - di questa maggioranza e di questa Giunta e su un tema che ormai si è ingarbugliato su se stesso. Lo hanno detto molto bene i colleghi che, in qualche modo, hanno una competenza istituzionale in questa materia o addirittura una competenza che deriva dalle professionalità di tipo sanitario che siedono nei banchi di quest'aula. Lo hanno detto altre parti dell'opposizione, ma anche da parte nostra non possiamo non mettere in evidenza che ormai è necessaria una forte decisione o - sarebbe auspicabile - una forte presa di coscienza del livello della gravità della situazione, che in qualche modo rimescoli le carte e abbia il coraggio politico ed amministrativo di procedere a quanto viene auspicato e chiesto nell'ordine del giorno, ovvero l'apertura di una fase di reimpostazione della procedura per la nomina di nuovi Direttori generali, allo scopo - dice il nostro documento - "di garantire l'attesa ed indispensabile stabilità nel governo delle strutture sanitarie piemontesi".
Al limite, il nostro ordine del giorno, a fronte della grande difficoltà, è un documento pacato, non è affatto arrogante o - come si dice "lancia in resta", della serie "armiamoci e partite". E' un ordine del giorno che, in maniera responsabile, pacata, anche prudente, dice: "Rivedete tutta la materia".
E' per questo che noi riteniamo che l'Assessore D'Ambrosio, che - lo voglio dire - si è attestato fino a questo momento nella sua attività d'aula e nella sua attività di Commissione, per quanto ci dicono, in un atteggiamento che talvolta sa anche ascoltare (e di questo gliene abbiamo dato atto), debba, non in maniera strumentale, ma per una risposta ad un atteggiamento pacato che abbiamo portato in quest'aula, replicare attestarsi su questo documento e dirci quali sono le sue posizioni; non voglio nemmeno dire della Giunta regionale, perché mi pare che non ci siano: è evidente che sotto il piano politico non ci sono. L'Assessore D'Ambrosio deve dire come intende attestarsi rispetto a questo nostro documento, a questo richiamo alla responsabilità e al fatto che si debba ripartire dall'inizio.
Restiamo quindi in attesa, non formalmente, non strumentalmente, di conoscere come si pensa di affrontare la strada che potrebbe portarci ad uscire dal vicolo cieco nel quale oggi la sanità piemontese si trova; ci non per una valutazione politica che noi diamo, ma per una conseguenza politica che indubbiamente deriva anche dalla giustizia amministrativa che alla fine, dice la parola ultima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Si sta svolgendo, e non è all'o.d.g., un ampio dibattito sui problemi della sanità. E se si deve svolgere una seduta con un ampio dibattito sui problemi della sanità io sono perfettamente d'accordo, perché l'ho chiesto più di una volta.
Oggi, però, che parliamo di nomine dei Direttori generali e dei Commissari, voglio assolutamente dire che vi è uno stato di disagio in queste nomine, però la Giunta regionale, l'Assessorato regionale alla sanità, non hanno assunto alcun provvedimento in violazione del diritto regionale, come dice l'ordine del giorno. Il provvedimento poteva e doveva essere così effettuato, perché era finalmente necessario uno stato di continuità in questa "ristrutturazione" della sanità della nostra Regione.
Il disagio - ecco perché vorrei un dibattito in quest'aula sulla sanità è di anni ed anni; anni e anni che si sono succeduti in una sanità in Piemonte veramente disastrosa. Oggi si sta facendo qualcosa per curare proprio dal punto di vista clinico, questa nostra sanità, e quel qualcosa è la nomina del Direttore generale che è stato riconfermato Commissario ripeto - per una continuità.
Le iniziative intraprese dalla Giunta regionale per portare a compimento un disegno riorganizzativo delle Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende Sanitarie Ospedaliere sono meritevoli di attenzione, perch si sta facendo di tutto per ristrutturare e per governare la nostra sanità.
Ieri ho sentito dei colleghi parlare di sanità migliore o di sanità peggiore. Non sono d'accordo né con gli uni né con gli altri. La sanità purtroppo, è ancora in difficoltà; però, fare qualcosa per renderla più efficiente è già merito di plauso per l'azione che sta svolgendo questa Giunta.
Sono dunque contrario a questo ordine del giorno e voterò contro, ma sono pronto a votare a favore di una richiesta di dibattito su tutti i problemi della sanità (dibattito che è già stato chiesto da tempo).
Ma non venga fuori tutte le settimane un dibattito sui problemi della sanità solo perché i giornali riportano delle notizie - certe volte smentite, certe volte vere! La sanità è qualcosa di molto più serio delle notizie giornalistiche! Noi dobbiamo andare avanti su un progetto riorganizzativo, e l'Assessore D'Ambrosio e questa Giunta lo stanno facendo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Ci troviamo a discutere, non tanto - Consigliere Rubatto - su notizie giornalistiche, che sono state smentite, ma su problemi reali che stanno continuando a portare la sanità piemontese alla paralisi.
La mancata accettazione di richiesta della sospensiva, da parte del Consiglio di Stato, della sentenza di annullamento dei Direttori generali della sanità, sottolinea con evidenza l'illegittimità del conferimento agli stessi Direttori generali che sono stati annullati dal TAR, attraverso la nomina di Commissari.
Oggi ci troviamo a discutere con una Giunta disinteressata al problema forse perché non vede la gravità dello stesso. Non solo ci troviamo per l'ennesima volta e per l'ennesimo giorno, dopo anni di continue sostituzioni, a discutere della nomina dei Direttori generali, ma ci troviamo a discutere di questo in una situazione di grande gravità, perch ai Direttori generali, vertici della sanità piemontese, questo processo di aziendalizzazione attribuisce un grande ruolo di manager, di personaggi che, all'interno della sanità, possono definirne gli indirizzi, le risoluzioni e gli sviluppi futuri. Ci troviamo a discutere di nomine che sono state dichiarate illegittime, quindi prive di una motivazione.
Se vogliamo davvero discutere dei reali problemi della sanità, quindi dei problemi del territorio, della gente che non riesce a ricorrere alle strutture sanitarie, quindi ad entrare una volta tanto come Consiglio regionale nel merito dei problemi reali della gente, allora non possiamo non pretendere che la Giunta regionale del Piemonte svolga delle nomine che siano motivate e quindi che i Direttori generali delle UU.SS.LL. siano persone competenti in materia. E' una pretesa ovvia e conseguente alla valutazione di avere un sistema sanitario che funzioni, che sia efficiente e produca anche efficacia nei confronti della gente, per la tutela della salute, e nelle prestazioni sanitarie che vengono erogate.
Con questi procedimenti continui, con questo paradossale evolversi di una situazione di totale incertezza, la Giunta e l'Assessore sono in una situazione di assoluta cecità, nonostante la situazione sia paradossalmente chiara.
A questo punto, ci poniamo delle domande perché la situazione sanitaria piemontese non può rimanere incerta a vita, non possono non esserci garanzie nei confronti dei cittadini che usufruiscono del sistema sanitario, perché le nomine non vengono motivate e quindi non si dichiara in tutto e per tutto la competenza di coloro che debbono gestire la sanità piemontese a livello regionale. Di questo si tratta, visto e considerato che in quest'aula, non solo l'Assessore, ma gran parte della maggioranza del Consiglio regionale si ostina a credere e ad inserire nel Piano sanitario che i Direttori generali corrispondono ad un organo di progettazione e programmazione locale. Se così è, se diamo questa importanza ai Direttori generali, allora questi, nel momento in cui saranno nominati, dovranno avere delle motivazioni che corrispondano a criteri di professionalità e competenza e non solo di managerialità, com'è stato detto qualche settimana fa in quest'aula ed in sede di Commissione consiliare per motivare i criteri di scelta delle nomine.
Cosa ne facciamo della graduatoria costata alla Regione Piemonte centinaia e centinaia di milioni? Vorrei capire cosa ne pensa la Giunta.
Non è più accettabile che ci sia un muro di silenzio rispetto ad una graduatoria che è costata, che è stata pagata, che dovrà essere o non essere utilizzata. O non la si utilizza, e quindi la Giunta se ne libera nel senso che non la fa più propria, dandone delle motivazioni, utilizzando altri criteri che siano elencati e motivati, oppure la si utilizzi e si prendano le prime ventotto persone, motivando perché non si sceglie il ventottesimo anziché il ventinovesimo, per esempio.
Queste sono osservazioni generali che esigono chiarezza. Non è più accettabile, non solo l'incertezza di stabilità della sanità piemontese, ma il muro di silenzio che questa Giunta continua ad erigere nei confronti di procedure che non prende in considerazione. Non si capisce come verranno nominati i nuovi Direttori generali, non si capisce come procederà la Giunta, non è stato detto nulla in merito, non c'è stato ancora l'intervento dell'Assessore, in questa giornata o nella giornata di ieri che abbia in qualche modo sviscerato il problema, che abbia avanzato le proprie intenzioni. Si continua a riconfermare una scelta - anche attraverso le vie legali di questa Giunta, e questo è molto grave - ed un percorso che in più sedi è stato dichiarato illegittimo.
Il nostro Gruppo e tutta l'opposizione hanno espresso grandi perplessità e forti disappunti sulla gravità di questa situazione, sul continuare a procedere imperterriti di fronte all'evidenza di illegittimità. Il nostro Gruppo ha presentato anche un esposto, ma da più parti nel settore legislativo, normativo e giuridico si levano perplessità sul fatto che questa Giunta abbia riconfermato delle scelte che sono state dichiarate illegittime.
Di fronte a questa situazione abbiamo bisogno di risposte. Vogliamo sapere come si procede, se la Giunta si ostina a perseguire imperterrita il percorso che da più parti è stato dichiarato illegittimo. Cosa intende fare della graduatoria, se non intende, in questa fase estremamente delicata per la sanità piemontese, attivare una nuova reimpostazione, una riflessione sulle procedure? Credo che questi elementi, che oggi riguardano i Direttori generali che ieri hanno riguardato la mancata approvazione e la riapprovazione del Piano sanitario, queste continue tensioni esistenti in Consiglio regionale e nella maggioranza, confermino come la sanità piemontese si trovi in una situazione molto grave e pericolosa e come la Giunta non sia in grado di affrontare i problemi sostanziali e reali che il Piemonte, in quanto realtà regionale di un Paese che ha le proprie caratteristiche, propone.
Ritengo che da parte della Giunta ci siano troppe contraddizioni troppe mancanze, troppe lacune, poche idee e pochi progetti. Chiedo all'Assessore un intervento in cui entri nel merito delle procedure e dia delle risposte alle questioni poste in quest'aula. Chiedo infine all'Assessore come intende procedere in futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Condivido quanto affermato alcuni minuti fa dalla Consigliera Spagnuolo: nel dibattito che abbiamo svolto nel momento in cui siamo venuti a conoscenza della sentenza del TAR, questo Consiglio ha tentato in tutti i modi di svolgere la propria funzione. I 47 Consiglieri regionali vengono chiamati così e non sono ancora chiamati deputati, con la conseguente preminenza nella competenza dell'approvazione delle leggi del governo regionale; Consiglieri regionali, la parola stessa ne definisce la funzione: dare consigli pubblicamente, durante i lavori del Consiglio regionale o delle Commissioni, all'esecutivo.
Credo che da molte parti sia stato evidenziato come, dopo l'errore iniziale - e sotto un certo aspetto poteva anche essere comprensibile - si continui a perseverare in un'azione che probabilmente, come abbiamo già detto l'altra volta, metterà questa Giunta nella condizione di non saper più come fare ad uscire da questo problema.
Che cosa è avvenuto? Se dopo la sentenza del TAR aveste imboccato la strada prevista, cioè quella di nominare Commissario il più anziano al vertice delle UU.SS.LL., avreste avuto campo libero. Al proposito condivido l'intervento della Consigliera Spagnuolo, che in sostanza dice che questo ordine del giorno non è assolutamente duro, non è un ordine del giorno come avremmo potuto fare - e come abbiamo già fatto - in cui si chiedeva l'azzeramento del governo regionale, ma è estremamente collaborativo, perché indica per la terza volta una strada che noi riteniamo sarebbe utile intraprendere da parte dell'esecutivo.
Non voglio fare il veggente, ma cerco di prefigurarmi e di prefigurare agli Assessori competenti, al Vicepresidente Majorino, all'Assessore D'Ambrosio e al Presidente della Giunta che cosa avverrà, se è vero quanto ho potuto leggere questa mattina da alcuni appunti che sono stati presi circa la politica che intendete intraprendere, la strada che intendete intraprendere dopo la sentenza emanata in questi giorni di rigetto della vostra richiesta di interrompere l'efficacia della determinazione del TAR.
Nel momento in cui andrete ad assumere la deliberazione in cui nominate i Direttori generali che avete nominato prima, defenestrati dalla sentenza del TAR, da voi riconfermati con le stesse caratteristiche dei Direttori generali come Commissari sia sotto il profilo giuridico che sotto il profilo del compenso economico (per cui è esistita una continuità), nel momento in cui riprenderete le deliberazioni per rinominarli Direttori generali partiranno frotte di ricorsi, perché non avete avuto neanche un attimo di pausa dopo la sentenza del TAR per riprendere le fila del discorso. E io credo che tutti quelli che sono stati esclusi nella prima fase, nella seconda fase e che saranno esclusi nella terza fase, ma che penseranno di avere un qualche motivo per cui uno ha fatto il ricorso e ha messo in moto la sentenza del TAR, si assoceranno a tutti gli altri, il che dimostra una caparbietà nella debolezza tale che personalmente ritengo ingiustificata.
Sarebbe bene, allora, che voi prendeste in considerazione i consigli che vi provengono dai Consiglieri regionali nel loro compito istituzionale che sono rappresentati da questo ordine del giorno, e ritornaste a quello che era ciò che avreste dovuto fare immediatamente dopo la sentenza del TAR: individuare il più anziano di età, nominarlo Commissario, avere una pausa di riflessione, motivare e quindi riprendere la sentenza del TAR con tutte le richieste che ha fatto al governo regionale e agli Assessori competenti, riformulare la proposta e, a quel punto, finalmente pensare di avere un assetto istituzionale per quanto riguarda le Aziende sanitarie regionali.
Questo è quanto vi chiede questo ordine del giorno, e questo è quanto nel loro compito istituzionale i 47 Consiglieri che qui siedono hanno tentato di farvi capire in tutta questa vicenda.
Non concordo con il Consigliere Rubatto: non si è entrati nel merito della sanità, ma si è entrati nel merito di una procedura giuridico amministrativa che era di competenza del governo regionale. Quindi, la sanità in questo momento non è entrata per nulla, si è fatto un dibattito credo - abbastanza ricco e che ha anche portato alla definizione del Piano sanitario regionale.
Certo che se si dovrà intervenire nel merito del Piano sanitario regionale, considerando le condizioni in cui oggi si trova la sanità bisognerà farlo in un momento successivo; oggi il problema che abbiamo di fronte, che la Giunta regionale ha di fronte, è quello di sciogliere questo nodo.
Io ritengo che la strada più sensata e più giusta sia quella prevista da questo ordine del giorno, per cui invito il Vicepresidente Majorino e l'Assessore D'Ambrosio ad accettare di buon grado questo documento e quindi di approvarlo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Vorrei partire da una considerazione: se la Giunta procedesse alla nomina di altri Direttori sanitari, inevitabilmente si aprirebbe, a pochi mesi dalla loro precedente nomina, una crisi reale nella gestione della sanità piemontese. Più che dibattere di problemi di ordine critico dovremmo centrare il nocciolo del problema: una vera pastoia burocratica nella quale il TAR si è calato - non vorrei dire in modo un po' sospetto accelerando molto i tempi rispetto a quanto normalmente impiega in vicende di questo genere, per concludere che le nomine avevano qualcosa che "non andava".
Siamo in attesa che il Consiglio di Stato si pronunci nel merito, cosa che non è ancora avvenuta. Si è trattato del rinvio del pronunciamento ad una prossima riunione. Si tratta dunque di un rinvio, non di dissenso o di cose di altro genere. Con molta responsabilità, la Giunta ha assunto la scelta migliore, la più logica e sensata possibile: per il prossimo trimestre, in attesa dall'effettiva pronuncia del Consiglio di Stato, ha confermato quali Commissari i Direttori precedentemente nominati. Tutto ci per non gettare la sanità in una grande crisi, come invece vorrebbe fare l'opposizione.
Il dibattito sulla pronuncia del TAR l'abbiamo già svolto ampiamente Presidente; abbiamo notato che sono stato seguiti gli indirizzi della sentenza del Consiglio di Stato: la Giunta ha dunque agito con grande rispetto...



(Brusìo in aula)



SALERNO Roberto

Capisco benissimo che i primi banchi dell'opposizione sono i meno interessati alla crisi della sanità, al di là degli interventi biblici nei quali si tratta dell'esistenza stessa della Giunta.
La decisione della Giunta va nel senso della logica, della razionalità e del buonsenso; penso sia altrettanto logico aspettare il 31 marzo con giustificata fiducia ed ottimismo.
Come ho già detto, sulla sentenza del TAR abbiamo già dibattuto. Spero che con l'ordine del giorno si chiuda questa ennesima discussione per non mettere in crisi non tanto la sanità, quanto il funzionamento del Consiglio regionale, che da quattro-cinque mesi tenta, senza riuscirci, di deliberare e di legiferare. In realtà, continuiamo ad avvitarci, con grande maestria dell'opposizione, in lunghissime ed esasperanti discussioni sulle medesime tematiche. Credo che il 31 marzo sia da attendere con estrema serenità.
Respingiamo dunque l'ordine del giorno, che porterebbe la sanità in una crisi che al Piemonte non potrebbe che fare del male.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Il mio sarà un intervento breve, anche perché vedo che il Consiglio non è molto interessato, oggi come tante volte nel passato, ai dibattiti sui problemi che affliggono il nostro Piemonte.
La Lega condivide l'ordine del giorno presentato dalle forze del centro sinistra - e dunque voteremo l'ordine del giorno - anche perché non abbiamo sentito, nella giornata di ieri, risposte soddisfacenti da parte dell'Assessore e della Giunta regionale.
Comunque, in senso più generale, non riusciamo ad individuare, su tante materie, proposte concrete provenienti dall'esecutivo. Giunta che in questo momento - lo confermano anche le presenze in aula - è impegnata nella quadratura del cerchio; quadratura che appare di ora in ora più difficile e che sta portando via da tanti mesi troppo tempo agli interessi di questo Consiglio, che dovrebbe rappresentare gli interessi dei cittadini.
Alla gente non interessa sapere chi è l'Assessore alla sanità o ai trasporti; non interessa se a governare sia il Polo, l'Ulivo o la Lega: alla gente interessa che i loro piccoli grandi problemi vengano risolti.
Quando la gente va in ospedale e non viene accettata perché manca il registro, quando deve aspettare mesi per poter fare degli esami, e magari muore nel frattempo, quando è sempre in coda, quando vengono negati posti letto perché sono tutti occupati, quando sopravvengono tutti questi grandi e piccoli inconvenienti, passano in secondo piano le esigenze politiche del Consiglio regionale e risalta in primo piano l'esigenza della tutela della salute.
Non che i Direttori generali possano essere la cura di tutti i mali, ma mi pare che in questa Regione i Direttori generali seguano un po' la sorte degli Assessori: si sa quando entrano in carica, ma non si sa quanto durano! Abbiamo visto troppe volte cambiare sia gli Assessori sia i Direttori: tutto questo cambio di vertice non può fare bene alla sanità piemontese.
Ma non è solo la sanità ad essere allo sbando; dovremmo fermarci un attimo a ragionare su tutti i problemi del nostro Piemonte. Abbiamo trasporti da Terzo Mondo; la FIAT non è più in grado di garantire l'occupazione a tutti i piemontesi; Torino è diventata una città invivibile e non ci sono proposte di miglioramento. Laddove si potevano fare delle battaglie per aumentare l'occupazione, per portare a Torino e al Piemonte Enti che potessero rilanciare l'economia, non le abbiamo fatte e abbiamo perso tutto. Non solo non siamo riusciti ad ottenere l'Authority, ma ci siamo fatti portare via tutto quello che Roma o altre Regione hanno voluto portarci via senza alcuna resistenza.
Allora, io mi chiedo a questo punto e non mi stanco di ripeterlo: che cosa facciamo in quest'aula? Facciamo Consigli che iniziano dopo tre quattro ore dalla convocazione; si discute di sanità e non c'è nessuno che ascolta - sì e no 3 o 4 Consiglieri! Allora, non possiamo stupirci se la gente è delusa dalle istituzioni! Istituzioni governate da qualsiasi partito. La gente è delusa perché pensava di mandare delle persone che rappresentassero i loro interessi e invece in quest'aula, in questa maggioranza, ho visto troppe persone pensare prima a se stesse e pensare che gli interessi dei cittadini possono anche attendere.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

Signor Presidente, intervengo semplicemente per chiedere, anche a nome della collega Cotto, una breve sospensione dei lavori in modo da permetterci di partecipare al Comitato di solidarietà convocato per le ore 12,30.



PRESIDENTE

D'accordo, i lavori del Consiglio sono aggiornati alle ore 14,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,43)



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