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Dettaglio seduta n.196 del 17/12/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti argomenti: progetto di legge n. 379: "Modificazione alla L.R. 9/10/95, n. 72 'Provvedimenti per la salvaguardia del territorio e per lo sviluppo socio economico delle zone montane' e modifiche alla L.R. 18/6/92, n. 28, già modificata dalla legge regionale 18/6/1992, n. 29, così come modificata dalla legge regionale 3 gennaio 1997, n. 2" progetto di legge n. 371: "Bilancio di previsione 1998 e pluriennale 1998/2000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è accolta all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Richiesta comunicazione su sentenza del Consiglio di Stato


PRESIDENTE

Inversione punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.
CAVALIERE In ordine alla recente decisione del Consiglio di Stato...



PRESIDENTE

Nel corso della seduta l'Assessore darà la comunicazione.
CAVALIERE Scusi, Presidente, ritengo che la questione sia di una certa rilevanza e credo che l'Assessore, il Presidente ed il Vicepresidente, proprio perch in quest'aula sono state dette delle cose precise rispetto all'argomento debbano fornire immediate delucidazioni, perché non siamo in presenza di un problema di second'ordine o superficiale: si tratta della sorte e della gestione della sanità piemontese. Chiediamo dunque immediati lumi chiediamo di conoscere subito.



PRESIDENTE

Lo facciamo durante la seduta.
CAVALIERE No, Presidente, io chiedo...



PRESIDENTE

Ma non possiamo cambiare sempre...
CAVALIERE Presidente, non è colpa nostra se la Giunta continua a fare degli atti sbagliati che si riverberano sui problemi del Piemonte.



PRESIDENTE

Pongo allora in votazione l'inversione dell'o.d.g.. L'Assessore si impegna a dare, nel corso della seduta, la comunicazione sull'atto di ieri del Consiglio di Stato. Credo sia un atto di correttezza dovuto al Consiglio; non è per un minuto in più o un minuto in meno che questo Consiglio si senta leso nei suoi diritti e nelle sue prerogative. Se lei insiste, sono costretto a mettere in votazione l'inversione.
Prego, Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente, è vero che un minuto in più o un minuto in meno non conta, ma in questo caso sono anch'io dell'opinione che il minuto che abbiamo di fronte a noi sia quello giusto per affrontare questo tema perché l'Assessore ha anche fatto dichiarazioni e dato informazioni alla stampa, indicando le soluzioni da dare al problema.
Penso quindi che, di fronte alla vigenza tutta tonda della sentenza del TAR, sia assolutamente necessario che quest'aula possa sentire subito le intenzioni dell'Assessore e dare subito delle indicazioni, perché sappiamo che la tempestività di decisione in questa materia è importante.
Le intenzioni della Giunta, così come sono apparse sui giornali, ci preoccupano e vorremmo poterne discutere subito.



PRESIDENTE

Ne discutiamo. Contro la proposta di una discussione immediata c'è una richiesta da parte del Consigliere Montabone.
MONTABONE Vista la disponibilità dell'Assessore, comunicataci dal Presidente del Consiglio, ritengo estremamente inopportuno discutere immediatamente anziché durante il corso della seduta odierna. Mi dichiaro, quindi contrario a che si cambi l'o.d.g. del Consiglio.



PRESIDENTE

Ai sensi del Regolamento, pongo in votazione l'inversione dell'o.d.g.
richiesta dal Consigliere Cavaliere.
Chi è favorevole è pregato di alzare la proposta di inversione è respinta con 19 voti favorevoli e 24 contrari.
CAVALIERE A che punto dei lavori intende mettere in discussione la comunicazione dell'Assessore?



PRESIDENTE

Prima della fine della seduta.
CAVALIERE Come era suo obiettivo: non discutere la faccenda e, come al solito fare il Presidente della maggioranza. Grazie, Presidente.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame progetto di legge n. 106: "Modifiche alla L.R. 26/4/93, n. 11 'Nuovo ordinamento degli Enti operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata. Abrogazione L.R. 16/12/87, n. 65'" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 6) all'o.d.g.
CAVALIERE Non ho la documentazione relativa all'argomento perché non mi è stata consegnata.



PRESIDENTE

Gli uffici l'hanno consegnata da tempo.
CAVALIERE A me non è stata consegnata, quindi chiedo il tempo necessario per poterla visionare.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame progetto di legge n. 198: "Istituzione della valutazione di impatto occupazionale - V.I.O."


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 198, di cui al punto 7) all'o.d.g.. Tale documento è stato licenziato con parere negativo dalla Commissione. E' relatore il Consigliere Papandrea, che ha facoltà di intervenire.
PAPANDREA, relatore Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Il problema dell'occupazione costituisce anche per il Piemonte una delle più gravi emergenze sociali ed economiche. Nonostante il recente positivo andamento della produzione in alcuni settori nessun beneficio si è riscontrato in termini di incremento dell'occupazione.
Purtroppo in altri settori elementi di crisi di varia natura hanno privato di prospettive di lavoro migliaia di lavoratori.
L'emergenza occupazione è una priorità di intervento che richiede la predisposizione di varie misure, dalla difesa dei redditi alla promozione di misure attive capaci di indurre comportamenti che, iniziando da una qualificazione della spesa pubblica, inducano incrementi occupazionali.
Sinora i grandi investimenti attraverso la spesa pubblica hanno avuto attenzione prevalentemente all'oggetto materiale degli stessi, alla sua utilità, necessità, opportunità.
Si ritiene opportuno inserire nel procedimento di decisione della spesa pubblica una dettagliata Valutazione dell'Impatto Occupazionale (V.I.O.) indotta dalla spesa stessa.
Nelle decisioni di spesa pubblica sia per la realizzazione di infrastrutture che per l'acquisto di beni e servizi, l'Ente pubblico ha a disposizione varie soluzioni per realizzare l'obiettivo che si è proposto.
Si ritiene opportuno che le varie alternative siano approfondite ed illustrate attraverso la valutazione delle conseguenze che possono produrre sull'aumento dell'occupazione nei settori interessati dall'investimento.
La valutazione di impatto occupazionale evidenzia tra le varie alternative quella capace di avere migliori risultati in termini di incremento dell'occupazione. Tale fatto pone il decisore pubblico in grado di assumere esplicitamente e responsabilmente scelte che hanno precisi riflessi sull'occupazione.
Con la valutazione di impatto occupazionale (V.I.O.) si arricchisce di un fattore di qualità la procedura della spesa pubblica che si ritiene non possa prescindere dall'esame delle conseguenze occupazionali delle proprie scelte.
La V.I.O. consente di inserire nell'attività di programmazione regionale l'obiettivo della tutela ed incremento dell'occupazione in modo esplicito, chiaro ed inequivoco; non più come in passato una conseguenza indiretta, non valutata di un investimento, ma bensì un elemento fondamentale a sostegno di una scelta di investimento anziché di un'altra.
Il problema della valutazione degli effetti occupazionali è posta con sempre maggiore insistenza anche dall'Unione Europea ed è presumibile che nei prossimi anni la capacità di fornire una attendibile valutazione degli effetti occupazionali diventi un elemento con cui si determina la quota di fondi strutturali da assegnare ai diversi paesi.
L'effetto della legge è duplice.
In primo luogo aggiornare la qualità delle decisioni in ordine alla spesa pubblica comprendendo in esse gli aspetti occupazionali.
In secondo luogo rendere trasparenti le decisioni assunte in tutti i loro aspetti, funzionali, occupazionali.
L'articolo 1 illustra le finalità della legge per orientare la spesa pubblica in funzione anche dell'incremento occupazionale.
L'articolo 2 precisa l'ambito di intervento proposto per spese superiori ai 2 miliardi per opere e lavori pubblici e per spese superiori ad 1 miliardo per acquisto di beni e servizi.
L'articolo 3 indica quali sono i soggetti obbligati alla redazione della relazione di Impatto Occupazionale (V.I.O.) ed all'attuazione degli interventi previsti dalla legge.
L'articolo 4 amplia le possibilità di applicazione della legge alle Società per azioni pubbliche ed a partecipazione pubblica.
L'articolo 5 illustra i contenuti e le procedure previste per la redazione della Relazione Valutazione Impatto Occupazionale sulla base di uno schema definito dalla Giunta regionale.
L'articolo 6 autorizza i soggetti attuatori ad avvalersi di strutture specializzate per la valutazione di impatto occupazionale ed a costituire apposite strutture.
L'articolo 7 precisa l'attività del Consiglio e della Giunta regionale in ordine alla redazione ed esame della Relazione di V.I.O. e prevede l'istituzione di un ufficio di monitoraggio.
L'articolo 8 prevede la possibilità che vengano presentate osservazioni al rapporto del Presidente della Giunta regionale sulle Relazioni di V.I.O.
L'articolo 9 regola l'accesso alle Relazioni di V.I.O. da parte dei cittadini.
L'articolo 10 prevede la possibilità della Regione di compartecipare alle spese degli Enti Locali nella predisposizione della Relazione V.I.O.
L'articolo 11 prevede per l'anno 1997 un impegno di spesa di lire 500 milioni al cap. 15.950 'Fondo di riserva per le spese obbligatorie'".
A tale relazione, desidero, però, aggiungere delle ulteriori considerazioni.
Purtroppo, il discorso del Presidente, il quale ha detto che l'argomento è apparentemente superato, non corrisponde al vero, perch questo argomento è drammaticamente sempre più all'o.d.g.
Infatti, ho appena sottoscritto un documento relativo ad una fabbrica a cavallo tra Asti e Alessandria che sta chiudendo, e più di 200 famiglie si ritroveranno con dei serissimi problemi.
Circa due settimane fa ho partecipato a Moncalieri ad un'assemblea della DEA, fabbrica tra l'altro tecnologicamente avanzata ed estremamente competitiva nel suo settore, una fabbrica certamente di punta, rispetto alla quale si profilano seri problemi occupazionali.
Lo stesso giorno, nella mattina, ad Ivrea c'era stata un'ennesima manifestazione dei lavoratori dell'Olivetti, che chiude.
Potremmo fare un elenco lunghissimo di situazioni di questo genere.
Pensiamo anche ai casi in cui l'economia va bene. Pensiamo alla FIAT, che ormai resta l'unica grande azienda di questa Regione; forse non è l'unica ma nonostante questa ditta tenda ad indebolirsi e a ridursi, rischiamo di essere sempre più concentrati sulla FIAT, non perché questa si allarghi, ma perché tutto quello che non è FIAT tende a sparire, anche quei settori su cui si puntava.
Negli anni scorsi si diceva: "In questa Regione si dovrebbe puntare allo sviluppo di settori tecnologicamente più avanzati (ne ho elencati alcuni), e ridurre il peso dell'automobile". Purtroppo, sta avvenendo il contrario, non perché l'automobile cresca, ma perché gli altri settori si indeboliscono.
E' pur vero che nella nostra Regione ci sono delle situazioni diversificate; infatti, ci sono alcune isole felici da un punto di vista occupazionale, però se guardiamo il grosso della Regione, ci troviamo di fronte ad un territorio che ha il più alto tasso di disoccupazione del nord ovest dell'Italia, con determinate aree (il Torinese, l'Alessandrino ed altre) che hanno tassi di disoccupazione anche superiori alla media nazionale.
Questa è anche una delle ragioni per cui, tra l'altro, siamo oggetto di un obiettivo CEE, siamo cioè destinatari di alcuni fondi.
Leggiamo quotidianamente notizie positive sulla FIAT, però è drammatico, da questo punto di vista, che non esistano mai delle analisi occupazionali sulla situazione di questa Azienda.
Ancora di recente, sono state confermate 1.000 assunzioni con un contratto a termine; tali assunzioni sono il frutto della scelta del Governo di attuare i decreti sulla rottamazione, quindi sono frutto di un finanziamento da parte dello Stato alla FIAT così come ad altre aziende automobilistiche (anche quelle che non risiedono in Italia).
A fronte di questo si è parlato delle 1.000 assunzioni - e queste ci sono indubbiamente state - ma quello che non viene mai detto è quanti sono i posti di lavoro in FIAT, cioè quanti erano all'inizio dell'anno e quanti sono dopo 12 mesi. Non si dice, ad esempio, se questi 1.000 hanno colmato la differenza tra quelli che c'erano un anno fa e quelli che ci sono oggi (perché nel frattempo un certo numero di operai sono andati in pensione).
Non è così. I 1.000 posti di lavoro, che non sono stabili, ma sono legati a questo tipo di provvedimento e hanno un contratto a tempo determinato, non riempiono neanche il turn-over.
Quindi, in un'azienda che va bene, come può essere la FIAT, anche quest'anno si conclude con un deficit occupazionale; inoltre vi sono diversi problemi nei comparti collegati, che varie volte abbiamo affrontato in questo Consiglio.
La proposta di legge di Rifondazione comunista parte da questi dati cioè non è una proposta di legge risolutiva, assolutamente: ce ne rendiamo conto. Da questo punto di vista, pensiamo che sia più importante ed efficace la proposta di legge avanzata da Rifondazione comunista al Governo relativa alla riduzione d'orario, quella delle 35 ore.
Riteniamo che una politica di controllo sugli orari avrà un'efficacia vera da un punto di vista occupazionale; certamente non su tutto il territorio nazionale, ma in particolare nelle aree, come la nostra, che hanno ancora, nonostante i problemi esistenti, un tessuto di medie e grandi aziende.
Teniamo conto degli elementi che ricordavo prima: alla FIAT, nonostante l'annata buona da un punto di vista della produzione e dei profitti, non vi è stata nuova occupazione, in compenso c'è stata una quantità di straordinari pazzesca. Sono stati siglati accordi per 34 sabati lavorativi cioè c'è stato un aumento effettivo di lavoro. Questo è stato uno dei mezzi (la flessibilità sull'orario) per non assumere, pure in una situazione di mercato che "tirava" e di relativa maggiore competitività della FIAT stessa.
Quindi - ripeto - pensiamo che dovessero esservi altre tipi di politica sull'occupazione. Quella del VIO non è una politica attiva; si tratta principalmente di uno strumento per le verifiche e il controllo, al quale riteniamo si debbano affiancare politiche attive, di cui una è, appunto quella dell'orario di lavoro ridotto.
Per esempio, pensiamo che quello che sta facendo la Francia, da questo punto di vista, sia utile e importante; sarebbe utile copiarla non solo per l'Alta Velocità e per il TGV, ma anche nelle innovazioni che ha introdotto nella politica occupazionale.
Il Governo francese ha infatti indicato una serie di altre strade possibili. Recentemente, ha varato un provvedimento per assumere 350 mila giovani, con contratti a tempo determinato per 5 anni; 5 anni sono indubbiamente un periodo serio, lungo, e sono 350 mila giovani che vengono assunti in settori assimilabili a quelli che noi chiamiamo lavori socialmente utili.
Non si tratta, cioè, di occupazione che va a sostituire altra occupazione, ma di andare alla ricerca di nuovi settori in cui investire nuovi settori che hanno molto a che fare con la cura del territorio, il risanamento delle città ed anche la cura delle persone.
Credo sarebbe utile - se mai faremo una Conferenza occupazionale prendere conoscenza di questi elementi innovativi introdotti dal Governo Jospin, così come - ripeto - sarebbe utile discutere seriamente dell'orario di lavoro.
Tra l'altro, nella fase successiva della discussione sul bilancio, noi chiederemo che l'Osservatorio del mercato del lavoro abbia una competenza in più, o comunque l'abbia in modo più preciso: un osservatorio sugli orari effettivi svolti per poter avere degli strumenti che facciano superare il dibattito ideologico sugli orari. Ciò in modo da misurare effettivamente le cose che io penso; per esempio, verificare se è vero che gli straordinari comportano la riduzione dell'occupazione, cioè indubbiamente comportano una flessibilità per le aziende, ma quella flessibilità è tutta a danno dell'occupazione.
Quindi, se si farà una legge sulla riduzione dell'orario, accompagnata da una certa rigidità degli orari (non una totale rigidità), credo che possa avere un senso.
Teniamo conto che ci sono Paesi che ci hanno preceduto in questo campo prima ricordavo la Francia, dove tra l'altro è successo un paradosso: proprio nei giorni in cui il Governo francese varava la legge sulle 35 ore forse lo stesso giorno, è avvenuto che la Toyota ha deciso di fare un insediamento produttivo in Francia, scegliendola in alternativa all'Inghilterra, smentendo quindi coloro che dicono che se si fanno certe leggi le aziende scappano. La Toyota ha detto: "No, sappiamo che fanno la legge, però non ci interessa, abbiamo delle prospettive più di lungo termine".
D'altro canto, la Germania è il Paese europeo che ha il maggior numero di marchi presenti sul proprio territorio (Opel, Ford, Gruppo Volkswagen Mercedes, BMW): ebbene, in Germania, dove il costo del lavoro è sicuramente molto più elevato che in Italia, dove l'orario è stabilmente di 35 ore da un certo periodo, soprattutto nel comparto automobilistico e addirittura nel caso Wolkswagen si arriva ad orari di 28,5 ore settimanali, non si trova ad avere una fuga delle aziende automobilistiche, ma addirittura un aumento. Infatti la Germania è il Paese che ha il maggior numero di stabilimenti in Europa e quest'anno nel comparto automobilistico, dove lavorano 730.000 addetti, gli addetti stabili sono aumentati di 25.000 unità. Non si tratta di 25.000 assunzioni, bensì di 25.000 posti di lavoro in più, quindi le assunzioni sono state maggiori perché c'era pure la quota di turn-over che è stata coperta.
Questo smentisce ancor di più l'ipotesi che certe politiche porterebbero invece a un abbandono da parte delle aziende.
Nel nostro Paese, dove la flessibilità in questi anni è stata sicuramente maggiore, sia sugli orari sia sull'utilizzo degli impianti perché siamo l'unico Paese che utilizza ampiamente il terzo turno nelle lavorazioni in produzione, è rimasta un'unica azienda automobilistica e il numero di posti di lavoro è poco superiore al 10% di quelli presenti in Germania.
Queste sono le politiche occupazionali che bisognerebbe introdurre nel nostro Paese, però - ripeto - l'oggetto della legge è molto più modesto l'oggetto della legge è un altro: è quello di introdurre un elemento per verificare come gli investimenti in senso lato che fa la Regione, non solo quelli mirati all'occupazione, possono avere una ricaduta occupazionale.
Noi riteniamo che la Regione dovrebbe introdurre anche questo tipo di valutazione. Tra l'altro, in molte leggi, quelle più legate al rilancio del settore industriale o direttamente occupazionale, è già presente questo tipo di priorità, però noi riteniamo che dovrebbe essere una priorità più ampia se abbiamo in mente che quello occupazionale è un problema serio e drammatico, è una delle prime emergenze. Se introduciamo anche questo elemento può darsi che ci rendiamo conto come lo stimolare investimenti che hanno una ripercussione positiva sull'occupazione può fare risparmiare l'Ente locale, lo Stato, su altri temi quali le politiche assistenziali, le politiche di sostegno ai redditi di quelle famiglie che magari poi sono colpite dalla disoccupazione.
Noi pensiamo che occorrerebbe - questo è il senso della proposta introdurre questo criterio. Noi abbiamo presentato questa proposta di legge in varie Regioni; in una (la Regione Basilicata) è stata accolta introducendola in una legge più ampia ed è stata presa in considerazione anche in altre Regioni. Noi riteniamo che sia una politica da introdurre anche a livello nazionale perché è un'esigenza forte.
Tra l'altro, non ho qui a mie mani l'articolo, però una decina di giorni fa è stato pubblicato un articolo che riportava le dichiarazioni di un commissario dell'Unione Europea, quello che si occupa delle politiche industriali, che a proposito dell'utilizzo dei fondi strutturali legati all'occupazione denunciava il fatto che non ci fosse un consuntivo che permettesse di quantificare l'efficacia di queste politiche. In pratica chiedeva una politica di valutazione, ed è un aspetto che sta sorgendo sempre con più forza all'interno delle istituzioni comunitarie. Sempre in questa dichiarazione veniva detto che bisogna privilegiare gli investimenti in settori ad alta densità di manodopera per fare degli investimenti che siano in sintonia con lo scopo con cui questi fondi vengono distribuiti ai singoli Stati. Si tratta di sollecitazioni che sono già venute probabilmente nel prossimo periodo quando si tratterà di decidere le nuove elargizioni di fondi, credo che verrà chiesto conto anche delle effettive ricadute occupazionali che queste hanno. Mi pare che nella discussione sui fondi per la Reggia di Venaria questo problema sia già sorto, cioè ad un certo punto da parte dell'Unione Europea è venuto un aut-aut: va bene l'investimento, però deve avere una ricaduta in termini di posti di lavoro stabili, perché è questo il tipo di priorità.
La Regione Piemonte dovrebbe quindi decidere a nostro avviso, come finora non ha deciso di fare, di dotarsi di uno strumento di valutazione per trovarsi più attrezzata per il futuro.
Purtroppo, questa nostra proposta non è stata presa in considerazione nonostante sia depositata in Consiglio da quasi due anni. Noi riteniamo che si tratti di una miopia, ma anche di qualcosa di più: rispetto al problema lavoro e disoccupazione c'è una disattenzione forte.
Nei prossimi giorni, quando discuteremo di bilancio, avremo modo di trovare conferma di questa nostra affermazione, ma ci pare che tutto l'operato di questa Giunta denoti la disattenzione con cui in questi anni ha affrontato il problema.
Un anno fa l'Assessore al lavoro e ai trasporti parlò di 5 miliardi che andavano al lavoro solo perché andavano ad Assessorati di cui lui aveva la gestione: ciò dimostra il tipo di confusione che c'è stata spesso, la non priorità, la disattenzione su quello che invece è il problema sociale più drammatico di questa Regione perché si ripercuote in modo complessivo.
Spesso si parla di disagio giovanile; io credo che il disagio giovanile principale sia il fatto che i giovani non hanno lavoro oppure hanno dei lavori insicuri, incerti, ed è uno degli elementi per cui non si sposano non mettono su famiglia, vivono in situazioni drammatiche, anche psicologicamente difficili, però rispetto a questo, che è il problema sociale più drammatico del nostro Paese, c'è una grande disattenzione.
Ci è stato detto che la proposta è interessante, che vedranno come valutarla, l'IRES farà uno studio, forse si attueranno delle attività malgrado tutto però alla proposta del Gruppo di Rifondazione comunista si risponde di no. Nonostante il Gruppo di Rifondazione comunista abbia lasciato a lungo la proposta in Commissione affinché ci fosse una volontà di interloquire.
Noi non abbiamo mai detto che la proposta da noi presentata sia da intendere come prendere o lasciare, ovvero che non può essere modificata neanche di una virgola; ci siamo resi disponibili ad accogliere emendamenti, proposte, ovviamente nello lo spirito della legge.
Finora la proposta non è neppure stata accolta dai banchi dell'opposizione; ci avevano risposto che avevano bisogno di più tempo per approfondire l'argomento, spero che con il tempo concesso - il provvedimento è in discussione oggi dopo qualche mese che è iscritto all'o.d.g. - ci sia una modifica di atteggiamento sia da parte della minoranza sia da parte dell'intero Consiglio, in quanto - ripeto - il problema occupazionale è drammatico: questo è un piccolo strumento, ma utilissimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO Grazie Signore Presidente. Vi è in Piemonte oggi una situazione economica ed occupazionale difficilissima e grave che preoccupa enormemente l'opinione pubblica e soprattutto i giovani. Già vi è stata un'ampia illustrazione sulla difficile situazione piemontese, presentata dal Consigliere Papandrea, relatore della proposta di legge, partendo appunto dalla FIAT, per arrivare alla drammatica situazione della valle Scrivia un'area degradata del Piemonte sud. Area che, mentre prima era una delle aree più tranquille, oggi vive una situazione veramente preoccupante.
Tant'è che sono previsti fondi strutturali per le aree degradate del Piemonte. La Valle Scrivia è una delle aree più degradate, non solo dal punto di vista occupazionale, ma anche dal punto di vista ambientale.
Per dare risposte alla disoccupazione vi è stata una proposta di legge di Rifondazione Comunista, sulla riduzione dell'orario di lavoro - a parità di salario - a 35 ore. Proposta che può portare, a nostro avviso, più lavoro e quindi più occupazione, come sta avvenendo in Francia. In Francia vengono firmati contratti per cinque anni per settori economici e produttivi strategici, come possono essere i lavori socialmente utili proposti anche in Italia.
Pertanto sono proposte interessanti che possono fornire degli utili suggerimenti anche a livello regionale.
Nelle priorità socio-economiche strategiche la Regione Piemonte dovrebbe, a nostro avviso, collocare il drammatico problema occupazione che, pericolosamente, ha colpito il Piemonte portandolo ad una fase veramente difficile.
Questo è il motivo per cui, come Gruppo di Rifondazione comunista abbiamo ritenuto di dare assoluta priorità al drammatico problema sociale: il Piemonte deve dotarsi di uno strumento politico di attuazione sull'occupazione.
Finora l'esecutivo non ha preso nella dovuta considerazione tale strumento; la maggioranza di centro-destra, che da oltre due anni e mezzo dirige il Piemonte, ha affrontato il problema in modo assolutamente insufficiente.
La politica del Piemonte non deve essere assolutamente Torino-centrica nella provincia di Alessandria vi sono situazioni drammatiche. Proprio oggi vi è stata la chiusura di una fabbrica la Delphi/Packard di Quattordio che in questo momento ha 230 famiglie senza posto di lavoro.
Noi abbiamo proposto il dibattito su questo episodio, che sta facendo discutere tutta la provincia di Alessandria, sperando che in quest'aula entro oggi venga approvato il relativo ordine del giorno, anche per dimostrare che la Regione Piemonte esiste.
Debbo sottolineare che non sempre nel Piemonte sud si sente la presenza della Regione Piemonte. Questi 230 lavoratori, che hanno perso il posto di lavoro e che questa mattina hanno occupato la linea ferroviaria Torino Genova, vogliono delle risposte dal Piemonte. Noi dobbiamo darle ed è questo anche il senso dell'ordine del giorno che deve coinvolgere non solo noi Consiglieri proveniente dalla zona dell'alessandrino, ma tutto il Consiglio regionale. Chiedo assolutamente la priorità a questo problema affinché entro oggi vengano date delle risposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.
VINDIGNI La questione sollevata dal Gruppo di Rifondazione comunista con la presentazione dell'ordine del giorno è di estrema importanza. Anche perch le esperienze sull'economia e sull'occupazione della spesa pubblica non sono esaltanti.
Ho avuto modo, in altre occasioni, di ricordare come un recente studio dell'IRES, commissionato a questo ente da parte della Regione rivolto a valutare l'impatto sull'economia e sull'occupazione dei fondi comunitari assegnati alla Regione con regolamento CEE 2052, ha fatto emergere come il 10% circa dei beneficiari non risulta più esistente. Inoltre ha fatto emergere come solo il 29% dei beneficiari ha risposto al questionario inviato dall'IRES per poter conoscere l'impatto sull'economia e sull'occupazione dell'aiuto pubblico; quindi il 71% non ha ritenuto opportuno fornire questi dati alla Regione.
E' chiaro che in questo contesto la Regione rischia di essere vista come un semplice ufficiale pagatore: un ente che eroga delle risorse, fa dei piaceri, addirittura può essere visto come un ente che dà delle mance.
Quindi il ruolo istituzionale della Regione rischia di essere veramente sacrificato e sottovalutato.
E' per questo motivo che abbiamo prestato particolare attenzione alla proposta di legge del Gruppo di Rifondazione comunista e, di conseguenza abbiamo presentato un ordine del giorno con il quale si impegnava la Giunta a gestire il regolamento CEE 2081 per il triennio '97/99 ponendo dei vincoli più stringenti nei confronti dei beneficiari.
Certo fra questa posizione e quella di Rifondazione comunista, che pu apparire eccessivamente rigida, ci può essere una via di mezzo. Tra il lassismo, con il quale si gestiscono le risorse pubbliche, e un'impostazione eccessivamente dirigistica, la via di mezzo è proprio la ricerca dell'incontro e della soluzione politica. Peraltro anche altre Regioni italiane, prima fra tutte la Basilicata, che lo voglio ricordare è risultata essere la Regione con la più alta capacità di spesa di fondi comunitari perché chiuderà i conti al 31 dicembre con una capacità di spesa pari al 45%, si è dotata di una legge sull'impatto occupazionale delle risorse pubbliche.
Poste tali premesse, l'atteggiamento di sufficienza della Giunta regionale mi pare il meno adeguato alla circostanza. Sufficienza che si è tradotta in una sorta di rifiuto ad entrare nel merito, come si trattasse di argomento inutile, ozioso, sul quale si perde solo tempo.
In un tale contesto, con una Giunta regionale ed una maggioranza che non intende discutere una proposta, sulla quale conveniamo per quanto riguarda le impostazioni di carattere generale, ma avremmo qualcosa da dire sul merito - e presenteremo in tal senso un emendamento - se viene a mancare la volontà della maggioranza e di tutto il Consiglio di muoversi in questa direzione, diventa del tutto inutile ragionare.
Questo il motivo per cui sarebbe opportuno che la Giunta riflettesse su quanto stiamo dicendo e che ritornasse sui propri passi, riprendendo l'argomento, magari in sede di aggiornamento della legge regionale sulla programmazione. Aggiornamento che ormai s'impone. La legge finanziaria del 1996, infatti, ha modificato radicalmente gli strumenti della programmazione, introducendo le cosiddette "forme di programmazione negoziata". Inevitabilmente, la Regione, se vuol far sì che nel nostro territorio arrivino le risorse legate alla programmazione negoziata, deve adeguare i propri strumenti di programmazione alle indicazioni nazionali.
In questo quadro, inevitabilmente, la legge n. 53 dovrà essere sottoposta a revisione; e prima ciò avviene, meglio è. In questo contesto la proposta d'istituzione della valutazione di impatto occupazionale potrebbe essere ripresa.
Ci permettiamo quindi, come Gruppo, signori Presidente della Giunta regionale e del Consiglio, di invitare ad una riflessione e ad un impegno di rivedere l'argomento, magari in sede di revisione delle procedure di programmazione, di non passare alla votazione di questa proposta di legge e di assumere l'impegno di un lavoro proficuo, rapidamente.
Se così fosse, c'è la nostra disponibilità e volontà di cooperare affinché nasca un disegno di legge il più aderente possibile alle necessità.
Se la Giunta non accetta questa proposta, che ci pare dettata dal buon senso, ci asterremo dal votare sul disegno di legge del Gruppo di Rifondazione Comunista, perché non la condividiamo nella sua interezza, ma ancora una volta dovremo registrare questo come uno degli argomenti che fa parte della lunga lista delle occasioni sprecate.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Credo che quella in esame possa essere considerata una proposta di legge che oltre ad entrare nel merito, in modo specifico, del problema occupazione nonché di una risoluzione governativa rispetto all'impatto occupazione, può portare in quest'aula, una volta tanto, degli elementi di discussione franca e concreta su problemi reali del territorio.
Trovarsi oggi, dopo un anno di stazionamento della proposta di legge in Commissione, in una Regione che ha livelli di disoccupazione altissimi, in particolare giovanile ma non solo, a discutere con in un'aula assolutamente disinteressata, con un Assessore che non si è ancora espresso - lo avrà fatto, spero e mi auguro, in Commissione, ma ai Consiglieri che non ne fanno parte non risulta e non può risultare - mi pare a dir poco deludente.
Delusione derivante dal fatto che un'autorità istituzionale del livello di un'aula di Consiglio regionale, non affronti con la dovuta serietà ed importanza una proposta di legge dalle importantissime potenziali implicanze sociali sul territorio e per la nostra Regione.
Intanto, quello dell'occupazione è dato allarmante: è emergenza, oltre che economica, sociale. La stessa discussione che invade il nostro Paese sull'andamento positivo della produzione, che non si trasforma in un'effettiva distribuzione del reddito e in effettivo aumento del livello occupazionale ...
Presidente, chiederei un minimo di silenzio: mi diventa difficile anche parlare da sola, visto che di questo si tratta ... .
Credo che con l'introduzione di elementi certi, attraverso questa proposta di legge, con la valutazione di impatto occupazionale - il V.I.O.
si arricchiscano le procedure e i fattori di qualità della spesa pubblica, riqualificandola e condizionandola in qualche modo, con le conseguenti scelte in termini occupazionali.
Intanto, la proposta di legge, e dunque la valutazione di impatto occupazionale, consente di inserire per la prima volta, nella programmazione regionale, l'obiettivo ultimo di tutela e di incremento dell'occupazione in modo esplicito, chiaro ed inequivoco. Non più, come in passato, in maniera assolutamente indiretta, e non più valutata come investimento, ma come elemento fondamentale a sostegno di una scelta d'investimento, anziché di un'altra.
Riteniamo che la nostra proposta di legge, che inserisce tra i propri obiettivi una riqualificazione della spesa pubblica in funzione della tutela e dell'incremento occupazionale, sia una risposta moderna ed alternativa ad un'esigenza che si leva ormai da più parti: affrontare, una volta tanto in maniera seria e attraverso la programmazione regionale, le problematiche relative al tessuto occupazionale.
La valutazione dell'impatto occupazionale viene posta con sempre maggiore insistenza anche a livello europeo; il Consigliere Papandrea nell'illustrazione iniziale ha già rilevato i casi di alcune grandi realtà europee significative, moderne ed avanzate in tal senso, come quella della Francia. Occorre, a questo punto, porsi in maniera determinata ed avere la capacità di affrontare la problematica con un'attenta e attendibile valutazione degli effetti occupazionali che questa potrebbe avere e fare quindi in modo che la proposta diventi un elemento concreto di superamento con cui si possano determinare quote di fondi strutturali da assegnare ai diversi Paesi.
L'effetto che questa legge si propone di avere in tal senso è, da un lato di aggiornare e quindi offrire una rilettura della spesa pubblica nonché della sua costruzione, comprendendovi tutti gli aspetti occupazionali che risultano parte fondamentale ed integrante di un ambito più ampio di programmazione regionale. In secondo luogo, in qualche modo rendere più chiare e trasparenti tutte le decisioni assunte, tutti i loro aspetti, sia funzionali sia occupazionali.
Relativamente ai vari articoli e i settori specifici d'intervento dei soggetti obbligati, ci risulta sia stato espresso un parere positivo rispetto a questo progetto di legge, sicuramente interessante, moderno ed alternativo per sopperire almeno in parte alle esigenze occupazionali, su cui un Ente istituzionale quale la Regione Piemonte non può tardare.
Chiediamo quindi che anche l'Assessore al lavoro dia una propria valutazione istituzionale, sconfortati dal fatto che una legge che ha stazionato, che propone novità ed una nuova modernità di valutazione e di impatto con cui si preannuncia sulla fase occupazionale, veda in qualche modo un disinteresse e non abbia avuto in quest'aula un'espressione dell'Assessore regionale al lavoro, che ha grandi responsabilità in materia.
Riteniamo che questa Regione sia decisamente in ritardo nel settore occupazionale; non si sono visti in questi due anni e mezzo interventi mirati al territorio ed al settore occupazionale, quindi è un dovere legislativo non più derogabile quello di intervenire in questa direzione.
C'è stato uno sforzo da parte del Gruppo di Rifondazione Comunista nel proporre un nuovo modo di affrontare, sia dal punto di vista del bilancio che legislativo, la questione dell'occupazione, quindi la valutazione dell'impatto occupazionale. Chiediamo un'attenta valutazione di queste nostre riflessioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Goglio.
GOGLIO, Assessore al lavoro Grazie Presidente, intervengo brevemente perché quanto avevo da dire l'ho già detto in Commissione, ma siccome la Consigliera Simonetti ha richiesto una maggiore illustrazione in aula, non ho difficoltà a farlo.
Penso che sulle finalità del progetto di legge non ci sia altro da aggiungere. Come Giunta abbiamo seguito l'argomento con molta attenzione l'occupazione é uno degli argomenti al quale rivolgiamo maggiore attenzione.
Questo è un progetto di legge che io ho ereditato, era già in Commissione quando ho assunto l'incarico di Assessore al lavoro. Va ricordato che in VII Commissione, prima di procedere all'esame del progetto di legge, si è ritenuto utile effettuare delle consultazioni sull'argomento, coinvolgendo 30 enti: l'Università, alcuni rappresentanti dell'API, dell'Unione Industriale, Artigianato, Commercianti, Agricoltori Cooperative e Sindacati, Enti locali, Enti strumentali della Regione Agenzie regionali per l'impiego.
Alle consultazioni hanno preso parte l'Unione edilizia, la Federpiemonte, l'Associazione Commercianti, la FederApi e la Confartigianato.
I consultati hanno espresso rilievi critici sul progetto di legge, pur essendo stata riconosciuta l'utilità di avere una conoscenza della ricaduta occupazionale in riferimento alle opere pubbliche. In particolare, è stata sottolineata la farraginosità delle procedure ed il rischio di avere costi aggiuntivi. E' stato inoltre acquisito il parere dell'Assessore al bilancio e dell'IRES.
Da parte dell'Assessorato al bilancio sono stati avanzati giudizi sostanzialmente negativi, mentre l'IRES ha sottolineato la complessità della materia, per la quale sarebbe necessario uno specifico approfondimento.
Sulla base di tali rilievi si è proposto il non accoglimento del progetto di legge, ritenendo nel contempo necessario riproporre all'IRES l'approfondimento della questione per giungere infine ad attribuire ampliandone le competenze e le professionalità necessarie, al servizio dell'Osservatorio del mercato del lavoro il monitoraggio sulla ricaduta occupazionale delle opere pubbliche.
Questo l'avevo già a lungo esposto e dibattuto in Commissione; il parere della Giunta resta tale, pertanto siamo contrari a questo progetto di legge 198.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA A fronte delle consultazioni avvenute, durante le quali è giunta anche una comunicazione scritta da parte delle Organizzazioni Sindacali, che esprimono un giudizio positivo, quindi un altro parere significativo da questo punto di vista, rispetto alla nostra proposta in Commissione ed anche successivamente, rispetto alla proposta del Consigliere Vindigni abbiamo più volte detto di essere disposti a discutere, a modificarla in alcune sue parti, ad esempio se si ritiene che la quantità di spesa sia troppo bassa.
Ci siamo sentiti dire che è una proposta interessante, ma che ha dei limiti, però quando si è discusso di come superare eventualmente questi limiti non abbiamo ricevuto nessuna proposta.
Abbiamo mantenuto la nostra proposta con lo stesso spirito; questo non per rigidità, perché quando ci siamo trovati di fronte a delle modifiche le abbiamo prese in considerazione. Eravamo, quindi, disponibili alla flessibilità, ma non essendo venuta alcuna proposta di modifica, abbiamo mantenuto la nostra proposta, che sta a sottolineare che al di là delle parole restano gli atti, che sono quelli che ricordavo prima.
Sottolineo come l'art. 1 ricordi la drammaticità del problema, oltre ai compiti istituzionali dell'Osservatorio del mercato del lavoro. Da questo punto di vista esistono gli studi effettuati dall'IRES; io non so quanti Consiglieri l'abbiano letto, ma c'è uno studio sulla valutazione dell'impatto occupazionale dei fondi strutturali europei, che però non presenta una valutazione finale: si dice che è tutto molto complicato e che per fare una vera valutazione bisognerebbe progettare qualcosa, vedere quanti posti si vengono a creare e quanti contemporaneamente se ne distruggono, un procedimento molto complesso.
Sono considerazioni interessanti, però alla fine non si sa dire rispetto a centinaia di miliardi investiti negli anni scorsi in Piemonte quanti posti di lavoro si sono sacrificati, se uno, cinque o mille. Da questo punto di vista c'è lo zero.
Consideriamo quindi importante incominciare ad avere uno strumento, che poi potrà essere corretto, modificato, ma che comunque introduca un elemento della valutazione.
Pensiamo che per la Regione, proprio per le competenze ulteriori che avrà in questo campo, e non solo per le competenze specifiche nel mercato del lavoro e dell'occupazione, ma anche per le competenze complessive di spesa che dovranno accrescere, il dotarsi di uno strumento di analisi dell'effetto che hanno le proprie spese sia un elemento importante.
Noi continuiamo a suggerirglielo.
L'art. 1 parte appunto dal fatto che in questa Regione il problema del lavoro è grave e dice che la Regione fa una scelta precisa, orienta la sua spesa pubblica in funzione del miglior rapporto costi-benefici ed anche rispetto all'aumento occupazionale.
Come vedremo, è una legge semplice, non è una legge complessa o farraginosa come si suol dire: indubbiamente, introduce un elemento di valutazione.
Un'ultima considerazione su coloro che sono venuti alla Consultazione e si sono espressi criticamente. Purtroppo, tra questi ci sono quelli che fanno volentieri a meno del dover rendere conto dei finanziamenti che ricevono, quindi il loro l'atteggiamento non ci ha stupito.
Riteniamo che sia un atteggiamento miope da parte del mondo imprenditoriale, perché siamo di fronte ad un mondo imprenditoriale abituato a pensare che quando licenzia rende più efficiente la propria azienda.
Non siamo sicuramente di fronte ai soggetti più sensibili da un punto di vista della disoccupazione; lo sono da un punto di vista generale, cioè lo considerano un male generale, ma quando guardano il loro agire specifico, considerano che tagliare posti di lavoro sia il modo più efficace per rendere competitiva un'economia. Ripeto: riteniamo che questa sia invece una visione assolutamente miope.



PRESIDENTE

La Giunta? GOGLIO, Assessore al lavoro E' contraria.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 3 voti contrari 24 astensioni 7 L'art. 1 è respinto.
A questo punto, la votazione dell'art. 1 è preclusiva, perché se l'art. 1 non è approvato, è inevitabile che la legge non possa essere più votata.
Consigliere Papandrea, mi pare che questo non sfugga al suo buon senso.
Comunque proseguiamo con la votazione degli altri articoli.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 3 voti contrari 24 astensioni 7 L'art. 2 è respinto.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 3 voti contrari 24 astensioni 7 L'art. 3 è respinto.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 3 voti contrari 24 astensioni 7 L'art. 4 è respinto.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 3 voti contrari 24 astensioni 7 L'art. 5 è respinto.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 3 voti contrari 24 astensioni 7 L'art. 6 è respinto.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 3 voti contrari 24 astensioni 7 L'art. 7 è respinto.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 3 voti contrari 24 astensioni 7 L'art. 8 è respinto.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 3 voti contrari 24 astensioni 7 L'art. 9 è respinto.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 3 voti contrari 24 astensioni 7 L'art. 10 è respinto.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 3 voti contrari 24 astensioni 7 L'art. 11 è respinto.
Ha chiesto la parola per il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.
PAPANDREA Credo che sia negativo non aver potuto illustrare la proposta. Oltre un anno fa, avevamo chiesto prima al Governo Prodi poi anche a questa Regione di indire una conferenza occupazionale.
Riteniamo che sia un'esigenza tuttora forte, tuttora attuale. Tra l'altro, avevamo anche votato un ordine del giorno in merito, quindi non credo che il tempo che si dedica ad affrontare questo argomento sia sprecato: ne abbiamo sicuramente usato molto di più per cose meno significative, meno importanti.
Comunque, spero sempre che si arrivi ad una riflessione più ampia, per cui non riprendo tutte le norme che tendevano a individuare i mezzi per rendere efficace questo strumento e i soggetti obbligati (che come si sarebbe potuto vedere erano solo Enti pubblici).
Tra l'altro si sarebbe potuto rilevare come la proposta di legge non introduceva ancora elementi vincolanti, coercitivi; diciamo che la valutazione, alla fine - a differenza della valutazione di impatto ambientale, che è un elemento vincolante - sarebbe semplicemente stata un elemento di orientamento.
Lo ricordava già il Consigliere Vindigni: qualche altra Regione, in cui il problema occupazionale è un problema serio, anche più che nella nostra l'ha già adottato come provvedimento.
Io spero che, in qualche modo, nel prossimo periodo si possa tornare su questo argomento, magari all'interno di un dibattito più ampio.
Pur sapendo che il risultato probabilmente sarebbe stato questo, anche se abbiamo cercato di evitarlo (lo abbiamo temuto a partire da un certo momento, soprattutto quando il provvedimento è stato respinto in Commissione) abbiamo comunque voluto portare al voto questa proposta di legge, perché vogliamo sottolineare la sensibilità, l'interesse di questa Regione verso il problema più serio che c'è.
Sistematicamente, ci troviamo di fronte a buone parole, però queste parole non sono seguite da fatti, non sono seguite da politiche; le poche leggi esistenti vengono attuate in modo insufficiente: nella nostra Regione, non solo per i fondi strutturali come ricordavo prima, ma anche rispetto alle singole leggi, non esiste uno strumento che ci dica: "Questa legge ha avuto efficacia".
Ancora quest'anno abbiamo votato 3-4 leggi in cui si indica l'occupazione come una delle priorità centrali, a volte viene elencata come la prima delle priorità, ma non abbiamo mai elementi che ci permettano di dire: "Effettivamente, la legge 28, ecc. o l'insieme delle leggi che abbiamo ha avuto questa ricaduta, ha avuto questo effetto".
Quindi noi riteniamo che il problema ci sia. Da una parte c'è una spesa insufficiente, dall'altra c'è una spesa dovuta ad erogazioni pioggia, senza dare una reale priorità a questo, che per noi resta il problema più drammatico e importante che un Ente pubblico, in particolare un Ente come il nostro, un Ente di governo, di programmazione dovrebbe avere come finalità centrale da affrontare.
Parliamo spesso di federalismo, ma credo che anche in questa capacità di affrontare i problemi di una determinata zona si manifesti la volontà di spostare il potere dal centro verso la periferia.
Al di là del termine federalismo o meno, Rifondazione comunista è sempre stata d'accordo su un decentramento effettivo del potere e del Governo verso le Regioni; tuttavia, credo che questo si debba anche coniugare con una capacità delle Regioni stesse di governare.
Finora questo non si è verificato, e così non è stato soprattutto negli ultimi anni, con questo tipo di Giunta, in una fase in cui il problema è diventato più drammatico di prima.
Teniamo conto che siamo in una situazione in cui, apparentemente, va tutto bene; ci sentiamo dire che l'economia va bene, tranne in un elemento: i tassi di disoccupazione, che sono tassi crescenti anche nella Regione Piemonte. Ciò avviene pure nella Provincia di Torino ed anche nelle Province del Piemonte che stanno bene, nelle cosiddette "isole felici" piemontesi, dove è vero che la disoccupazione è molto più bassa di quella delle Province di Torino e di Alessandria, ma è una disoccupazione che aumenta, quindi il problema è generale! Certo, dove è ancora bassa si sente meno, però non è che lì stia diminuendo: anche lì abbiamo lo stesso trend sui giovani e su tutta la popolazione.
Credo quindi che questa miopia, questo non affrontare il problema sia un elemento drammatico che testimonia un'incapacità di governo e lo testimonia anche con il fatto che questa legge non viene presa assolutamente in considerazione, non viene considerata neanche degna di essere ascoltata da parte dei Consiglieri che probabilmente hanno cose più importanti a cui pensare come l'elezione di qualche Presidente o altri problemi più "seri" che nelle prossime giornate avremo di fronte.



PRESIDENTE

La legge non ha potuto essere approvata per la reiezione dell'articolo 1, rimangono comunque agli atti sia l'articolato che le sue dichiarazioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 670 "Crisi occupazionale della Ditta Delphi/Packard di Quattordio"


PRESIDENTE

Collegato a questa proposta di legge c'è un ordine del giorno a firma pressoché di tutti i Consiglieri (Gatti, Angeli, Moro, Griffini, Chiezzi Cavaliere, Cavallera, Cotto, Rubatto, Ferrero, Deorsola, Grasso, Riba Saitta, Spagnuolo e Foco), il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte appreso che circa 200 lavoratori della fabbrica Delphi/Packard di Quattordio (componentistica per auto) in provincia di Alessandria hanno assunto la decisione estrema di occupare, stamani verso le ore 11, i binari della linea Torino - Genova, nei pressi di Felizzano tale disperata decisione è scaturita in seguito all'intento della Direzione Aziendale di chiudere lo stabilimento di Quattordio (AL) con la conseguente perdita di 230 posti di lavoro considerato che circa il 70% di questi lavoratori risiedono in Comuni delle Province di Asti e di Alessandria, contigui a Quattordio, che hanno subito i drammatici avvenimenti dell'Alluvione '94 con tutti i risvolti economici negativi prodotti da quella calamità la quasi totalità dei dipendenti è di giovane età, al primo lavoro, in situazioni familiari monoreddito tale crisi occupazionale è determinata dalle problematiche di mercato legate al settore della componentistica dell'auto, alla mobilità delle lavorazioni, alla globalizzazione dell'economia impegna la Giunta regionale ad assumere ogni possibile iniziativa atta a scongiurare la chiusura dello stabilimento di Quattordio con la conseguente grave perdita di 230 posti di lavoro prevalente mano d'opera femminile ad avviare, nel più breve tempo possibile tutti gli incontri (Unione Industriali, Sindacati, Proprietà), volti a conoscere il quadro dettagliato dell'Azienda ad incontrare altresì tutti gli Enti locali di zona (Sindaci, Presidenti delle Province di Alessandria e Asti) ad avviare rapidamente tutti gli incontri presso i Ministeri del Lavoro e dell'Industria al fine di impedire la chiusura dello stabilimento a coinvolgere i parlamentari della zona per fornire tutte le informazioni ad avviare una collaborazione che consenta il mantenimento dell'unità produttiva di Quattordio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Esame progetto di legge n. 322: "Modificazioni alla L.R. 37/79 (Adeguamento dell'indennità di residenza fissata dalla L. 8 marzo 1968, 221 in favore dei farmacisti titolari di farmacie rurali)"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 322 di cui al punto 8) dell'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Mancuso che ha pertanto la parola.
MANCUSO, relatore Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Il presente disegno di legge propone la modificazione dell'articolo 3 della L.R. 37/79 ai fini di riconoscere il diritto del titolare di farmacia rurale a vedersi corrispondere l'indennità di residenza, benché non residente nel Comune ove ha sede la farmacia rurale. Infatti, anche sulla base di quanto riconosciuto dalla sentenza del Pretore di Novara n. 362 del 18/11/1995, tale indennità va intesa come "indennità per disagiata sede di lavoro o servizio" e, quindi, nulla ha a che vedere con la residenza del titolare della farmacia medesima.
Anche la legislazione nazionale (r.d. 1265/1934 e l. 221/1968) è orientata ad assicurare il servizio farmaceutico nelle zone rurali privilegiando il fatto che i titolari garantiscano la regolare apertura delle farmacie nelle sedi disagiate, piuttosto che la residenza in loco.
Si riconosce al farmacista rurale un'"indennità" finalizzata all'esigenza di premiare la disagiata residenza e di integrare il basso reddito proveniente dalla gestione della farmacia.
La modifica dell'articolo 3 della L.R. 37/79 è peraltro resa necessaria dalla attuale competenza dell'Organo di Gestione delle Aziende sanitarie regionali, ai sensi dell'articolo 3 della L.R. 21/91, in ordine al diritto e alla misura dell'indennità a favore dei farmacisti rurali.
Nell'articolo 2 è fissato un termine provvisorio per la presentazione delle domande da parte di coloro che acquistano tali diritti nel 1977 per effetto della presente norma.
I benefici economici derivanti dall'applicazione del comma 1 dell'articolo 2 del presente disegno di legge decorrono dalla data di entrata in vigore della legge.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola l'Assessore D'Ambrosio; ne ha facoltà.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il disegno di legge regionale n. 322 che modifica la legge regionale 3 luglio 1979, n. 37 (Adeguamento dell'indennità di residenza fissata dalla Legge 8 marzo 1968, n. 221 in favore dei farmacisti titolari di farmacie rurali) è stato presentato anche in seguito ad una sentenza del Pretore di Novara (n. 362 del 18/11/1995) che fornendo un'interpretazione evolutiva della norma regionale ha riconosciuto il diritto del titolare di farmacia rurale a vedersi corrispondere l'indennità di residenza benché non residente nel Comune ove ha sede la farmacia rurale, in quanto tale indennità va intesa come indennità per disagiata sede di lavoro o servizio e non più come residenza effettiva.
Con questa legge si definiscono altresì quelle che sono le indennità stabilite tra l'altro già dalla L.R. 37/79. Le indennità erogate sono le seguenti: Lire 2.500.000 + Lire 796.000 ISTAT, quindi Lire 3.296.000 annue, per farmacie ubicate in Comuni fino a 1000 abitanti Lire 1.250.000 + Lire 796.000 ISTAT, quindi Lire 2.040.000 annue, per farmacie ubicate in Comuni da 1.001 a 2.000 abitanti Lire 850.000 + Lire 796.000 ISTAT, quindi Lire 1.646.000 annue, per farmacie ubicate in Comuni da 2.001 a 3.000 abitanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moro; ne ha facoltà.
MORO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, è in discussione il disegno di legge n. 322 presentato dalla Giunta regionale che modifica la L.R. 37/79 (Adeguamento dell'indennità di residenza fissata dalla L. 221/68 in favore dei farmacisti titolari di farmacie rurali).
In IV Commissione, durante la discussione, si era chiesto da parte nostra l'elencazione precisa delle farmacie rurali dei Comuni delle otto Province del Piemonte, anche per avere un preciso quadro di riferimento di realtà di sedi cosiddette disagiate di farmacie.
Il contributo finanziario che la Giunta regionale intende stabilire l'indennità finalizzata all'esigenza di premiare la residenza disagiata di farmacie, potrebbe anche determinare posizioni economiche più vantaggiose rispetto a quelle sprovviste di tali certificazioni, quindi la concreta possibilità anche di maggiori arricchimenti. Ecco perché avevamo chiesto una dettagliata specificazione.
Riteniamo che vi debba essere un maggiore approfondimento e chiarezza in una materia sanitaria così delicata ed importante per la salute dei cittadini piemontesi residenti in zone svantaggiate di montagna e di collina, ma anche di pianura.
Ribadiamo pertanto la nostra richiesta di avere una elencazione più precisa di queste farmacie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 34 astensioni 3 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 voti contrari 1 astensioni 3 L'art. 2 è approvato.
Indìco infine la votazione nominale, mediante procedimento elettronico dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI' 33 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame progetto di legge n. 106: "Modifiche alla legge regionale 26 aprile 1993, n. 11 'Nuovo ordinamento degli Enti operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata. Abrogazione legge regionale 16 dicembre 1987, n. 65'" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame progetto di legge n. 106 di cui al punto 6 all'o.d.g.
La parola al relatore Consigliere Salerno.
SALERNO, relatore Il disegno di legge n. 106 ridisciplina l'art. 20 della legge inerente l'attività e la gestione delle ATC.
Precedentemente alla modifica, l'art. 20 conferiva alla Giunta regionale compiti di controllo, di legittimità e di merito sugli atti e sul programma di attività e di spesa, annuale e pluriennale, sul bilancio di previsione e sul conto consultivo (che è propriamente il bilancio d'esercizio).
Poiché tale preciso compito viene già assegnato dalla legge in generale e dal codice civile ad un organo istituzionale di controllo costituito dal Collegio sindacale, la modifica interviene per correggere un "doppione" di evidente inutilità e di possibile confusione.
Pertanto alla Giunta regionale spettano compiti di esame sostanziale sugli obiettivi raggiunti, sulla gestione da un punto di vista programmatico dell'ente, mentre al Collegio sindacale spettano propriamente i compiti di esame di legittimità degli atti contabili e degli impegni di spesa veri e propri.
In questo modo si è raggiunta una chiarezza di compiti e si sono risolti i doppioni che esistevano nel precedente art. 20.



PRESIDENTE

ART. 1 Emendamento presentato dagli Assessori Botta e Majorino: nel comma 3 dell'art. 20, dopo il secondo periodo, è aggiunto il seguente periodo: "I Collegi sindacali, a cadenza quadrimestrale, sono tenuti a relazionare ai rispettivi Consigli di amministrazione in ordine all'attività di controllo espletata".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 4 astensioni.
Emendamento presentato dagli Assessori Botta e Majorino: Dopo il comma 4 dell'art. 20 è aggiunto il seguente comma: "4bis. E' data facoltà alle ATC, compatibilmente con gli equilibri finanziari e gestionali, di sottoporre i bilanci al controllo di società di revisione." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 4 astensioni.
Pongo in votazione l'art. 1 così emendato. per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
Emendamento presentato dagli Assessori Botta e Majorino: Dopo l'art. 2 è aggiunto il seguente articolo: ART. 2 bis 1. Nel comma 1 dell'art. 13 della L.R. n. 46/1995, le parole "25 per cento" sono sostituite dalle parole "50 per cento".
2. Nel comma 2 dell'art. 13 della L.R. n. 46/1995, le parole "25 per cento" sono sostituite dalle parole "50 per cento".
Di conseguenza, il titolo della legge è così integrato: "... e alla legge regionale 46/1995.".
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 2 bis è approvato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Angeli, Cavaliere, Manica e Saitta: ART. 4 - Norma transitoria A decorrere dall'entrata in vigore della presente legge, i programmi di attività e di spesa, i bilanci preventivi e i conti consultivi delle ATC sui quali la Giunta regionale non si è ancora pronunciata ai sensi della legge 26 aprile 1993, n. 11 e relativo regolamento di attuazione, sono soggetti alla disciplina dei controlli previsti dall'art. 20, come modificato dal precedente art. 1.
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 4 è approvato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 hanno risposto SI' 28 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Comunita' montane - Montagna

Progetto di legge n. 379: "Modificazioni alla legge regionale 9 ottobre 1995, n. 72 'Provvedimenti per la salvaguardia del territorio e per lo sviluppo socio-economico delle zone montane e modifiche alla legge regionale 18 giugno 1992, n. 28 già modificata dalla legge regionale 18 giugno 1992, n. 29"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 379.
Relatore è la Consigliera Bortolin, che ha facoltà di intervenire.
BORTOLIN, relatrice Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri Il provvedimento in esame costituisce proroga ai disposti combinati delle leggi 72/95 'Provvedimenti per la salvaguardia del territorio e per lo sviluppo socio-economico delle zone montane e 28/92 già modificata dalla legge regionale 18 giungo 1992, n. 29 e 3 gennaio 1972, n. 2'.
L'esigenza di dar corso a tale provvedimento è sorta a causa della mancata approvazione in tempo utile del disegno di legge relativo al Testo Unico delle leggi sulla montagna, DDL n. 210, attualmente all'esame della I Commissione dopo un lungo percorso istruttorio che ha visto coinvolte le Commissioni III e VIII; i tempi dell'esame si sono protratti soprattutto in riferimento alle procedure necessarie e correlate alla notifica presso l'Unione europea.
Quanto all'art. 1, infatti, va rilevato che la legge n. 3 gennaio 1997 n. 2 che già aveva sostituito il comma 4 dell'art. 21 della legge regionale 9 ottobre 1995, n. 72 ne limitava la vigenza al 1997, in previsione dell'entrata in vigore del Testo Unico di cui sopra, il quale, peraltro all'art. 51, ne riprende il contenuto. La proroga di tale disposizione fissata al 30 giugno '98, pertanto, si rende indispensabile al fine di evitare il vuoto normativo che si verrebbe a creare qualora, come sembra probabile, il DDL n. 210 non fosse approvato entro la fine dell'anno in corso.
Analoghe ragioni sorreggono poi l'ulteriore proroga contenuta nell'art.
2, che si giustifica anche in ragione del fatto che, ove il DDL n. 210 non entrasse in vigore entro il 31 dicembre 1997, acquisterebbe efficacia la ridelimitazione delle Comunità Montane già operata dalla legge 18 giugno 1992, n. 28, la quale, oltre ad essere parte diversa da quella attualmente prevista all'interno del Testo Unico delle leggi sulla montagna, non sarebbe preceduta, come invece è espressamente contemplato dal DDL n. 210 da una fase transitoria di preparazione, con effetti deleteri per le Comunità stesse."



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.
VAGLIO, Assessore al coordinamento delle politiche per la montagna La Giunta ringrazia i colleghi commissari per la disponibilità in quanto si tratta di un provvedimento che dobbiamo reiterare per mantenere l'attuale sistema delle Comunità montane. C'è stata una grandissima collaborazione, non possiamo fare altro che ringraziarvi.



PRESIDENTE

ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 40.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli40.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 40.
L'art. 3 è approvato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI' 43 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.
RIBA Signor Presidente, a questo punto dei nostri lavori, dopo averle consentito di constatare che non c'era da parte nostra intenzione di utilizzare troppo tempo per la discussione di argomenti che potevano essere rapidamente licenziati - cosa che abbiamo fatto - le riproporrei, per dare lo spazio che la discussione richiede, di passare alla questione-sanità.



PRESIDENTE

Dovremmo ancora passare, brevemente, a due provvedimenti, dopodich discuteremo quanto da lei proposto.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 370: "Estinzione anticipata di mutui contratti a pareggio del disavanzo dei bilanci regionali di anni precedenti"


PRESIDENTE

Passiamo dunque all'esame del progetto di legge n. 370, di cui al punto 13) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà d'intervenire.
GALLARINI, relatore Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: La I Commissione, nella seduta del 20 novembre 1997, nell'esaminare e approfondire il DDL n. 370 predisposto dalla Giunta regionale relativo a: "Estinzione anticipata di mutui contratti a pareggio del disavanzo dei bilanci regionali di anni precedenti", ha fatto emergere che la necessità di finanziare investimenti a sostegno dell'economia piemontese in presenza di trasferimenti statali insufficienti, ha costretto la Regione a fare ricorso all'indebitamento, nei limiti consentiti dalla normativa in materia.
I mutui sono stati stipulati alle migliori condizioni di tasso vigenti tempo per tempo; il miglioramento dei conti nazionali, il contenimento dell'inflazione e la liberalizzazione dei capitali in ambito europeo, hanno consentito e causato una rapida discesa dei tassi a livelli tali da rendere notevolmente oneroso l'attuale carico di oneri finanziari.
Il presente disegno di legge si propone, come obiettivo, quello di ridurre gli oneri finanziari mediante estinzione anticipata dei mutui in essere e apertura di nuove operazioni di finanziamento a tassi competitivi se possibile anche mediante emissione di prestiti obbligazionari.
L'estinzione anticipata, che potrebbe riguardare tutto il debito residuo al 1 gennaio 1998, pari a circa 1000 miliardi, viene considerata in alternativa alla rinegoziazione e deve consentire di dimostrare l'effettivo vantaggio economico quale raffronto tra le rate di ammortamento attualmente pagate e quelle che verranno pagate dopo l'estinzione anticipata.
Il raffronto con la rinegoziazione dovrà tenere anche conto delle penali previste dai singoli contratti di mutuo per i casi di estinzione anticipata.
L'articolo 1 autorizza l'estinzione anticipata dei mutui ponendo come unica condizione la effettiva convenienza economica.
L'articolo 2 registra i conseguenti movimenti finanziari che il bilancio regionale deve registrare.
L'articolo 3 dichiara l'urgenza del provvedimento in modo da consentire la più ampia e approfondita valutazione delle proposte che verranno inviate alla Regione.
Alla luce di tale analisi la I Commissione consiliare pertanto, nella stessa seduta, ha licenziato a maggioranza il DDL n. 370. Tale testo viene rimesso all'aula per la sollecita approvazione.".



PRESIDENTE

ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 38 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 38 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 38 astensioni 4 L'art. 3 è approvato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico su tale provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI' 34 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 539: "Modifica degli artt. 14 e 82 dello Statuto della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 123 della Costituzione" presentata dalla Commissione speciale per la revisione dello Statuto


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 539, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Relatrice è la Consigliera Spagnuolo, che ha facoltà di intervenire.
SPAGNUOLO, relatrice Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: Con deliberazione n. 221 del 4 giugno 1996 il Consiglio regionale del Piemonte, valutata la necessità di dare corso ad un'azione di aggiornamento delle finalità statutarie ai nuovi bisogni della società e di adeguamento alle tematiche del nuovo regionalismo ed alle normative sopravvenute dal 1971 ad oggi, ha istituito, ai sensi dell'art. 19 dello Statuto e dell'art.
40 del Regolamento interno del Consiglio, la Commissione speciale per la revisione dello Statuto. Con l'ordine del giorno n. 565 del 25 luglio 1997 il Consiglio Regionale del Piemonte ha invitato la Commissione speciale per la revisione dello Statuto a prendere esame prioritariamente la questione della composizione dell'Ufficio di Presidenza e di valutare l'opportunità di proporre le conseguenti modifiche statutarie affinché siano vigenti, se possibile, già per il rinnovo dell'Ufficio di Presidenza previsto, ai sensi dell'art. 14 ultimo comma dello Statuto, per la metà della legislatura.
La Commissione speciale per la revisione dello Statuto, in attuazione del su richiamato ordine del giorno, ha posto all'esame dei propri lavori l'articolo 14, 1 comma e, conseguentemente, l'articolo 82, 3 comma dello Statuto.
In data 20 settembre 1997, i componenti presenti alla seduta della Commissione speciale per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte hanno licenziato, con parere favorevole unanime, le proposte di modifica statutaria.
Articolo 14, 1 comma dello Statuto La Commissione Statuto ha ritenuto di modificare l'art. 14, 1 comma dello Statuto non prevedendo più specificatamente il numero dei Vice Presidenti e dei Consiglieri Segretari, rinviandone alle disposizioni regolamentari l'individuazione precisa.
La composizione dell'Ufficio di Presidenza deve infatti tener conto delle aggregazioni elettorali presenti in Consiglio regionale. Lo stesso articolo 14, ad oggi vigente, al 2 comma, prevede che l'Ufficio di Presidenza sia composto in modo da assicurare la rappresentanza delle minoranze.
A tal fine sarebbe opportuno che l'Ufficio di Presidenza venga costituito in modo tale da tener conto delle presenze plurime delle minoranze del Consiglio regionale, rispettando nel contempo l'equilibrio tra le forze politiche.
La Commissione avrebbe allora potuto procedere nella modifica statutaria aumentando semplicemente il numero dei componenti, in considerazione delle minoranze oggi presenti in Consiglio regionale. Tale scelta però non avrebbe risposto alle esigenze di dinamicità che il sistema politico invece richiede, in quanto le aggregazioni elettorali sono suscettibili di variazioni da una legislatura ad un'altra.
Peraltro il procedimento di revisione dello Statuto è particolarmente complesso e non risponde alle esigenze di adeguamento immediato alle nuove realtà che di volta in volta si possono verificare. Inoltre l'obiettivo della Commissione è quello di scrivere norme che non fotografino situazioni presenti, così rischiando che nascano già vecchie, ma norme che invece riescano a superare le barriere temporali.
Si è quindi ritenuto opportuno non prevedere direttamente in Statuto la consistenza numerica dell'Ufficio di Presidenza stesso. E, prendendo a modello l'art. 63 della Costituzione nel quale viene disciplinato l'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, la Commissione speciale per la revisione dello Statuto propone al Consiglio regionale del Piemonte di modificare l'articolo 14 1 comma in tal senso rimandando, la composizione dell'Ufficio di Presidenza, al Regolamento interno del Consiglio regionale.
Articolo 82, 3 comma.
L'articolo 82, 3 comma oggi vigente, prevede che nessuna iniziativa per la revisione o l'abrogazione, totale o parziale, dello Statuto, può essere presa se non sia trascorso almeno un anno dall'entrata in vigore dello statuto o dell'ultima modifica.
In considerazione che la modifica statutaria proposta è uno stralcio del lavoro di revisione che la Commissione speciale ha l'incarico di predisporre, è necessario abrogare il comma succitato, in quanto non sarebbe poi successivamente possibile addivenire ad altre modifiche di Statuto a causa del divieto di assunzione di qualsiasi iniziativa di revisione e di abrogazione totale o parziale senza che sia trascorso un anno dall'ultima modifica.".



PRESIDENTE

Saprete tutti che la deliberazione intende estendere l'Ufficio di Presidenza ad una unità in più, in attesa che altre più radicali soluzioni possano accompagnare i desiderata del Consiglio.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Diventa particolarmente interessante discutere la deliberazione che avvia l'ampliamento dell'Ufficio di Presidenza in un'occasione che mi sembra convalidi la grande opportunità di rendere questo istituto il più possibile rappresentativo dei Gruppi consiliari. Ciò ben oltre l'unità che viene indicata, che rimane, comunque, molto distante dalla possibilità di garantire una rappresentanza molto vicina a quella che viene usualmente eletta nel Consiglio regionale.
Dico questo perché relativamente alla proposta di legge sulla quale ha lavorato il nostro Gruppo, che con molta pazienza ha atteso i lavori di Commissione e con molta pazienza ha atteso di poter discutere un progetto di legge approvato già da altre Regioni nel medesimo testo, mi risulta che codesta Presidenza, e quindi in larga misura posso parlare dell'Ufficio di Presidenza, ha deciso in pratica una procedura che non ha consentito al nostro Gruppo neppure di illustrare il merito dei pochi articoli - pensate un po': 11, compresa la norma finanziaria! - di una legge che è già dispositivo regionale di altre Regioni.
Mi dicono che ci sono state interpretazioni regolamentari, non voglio entrare nel merito di queste interpretazioni, entro però nel merito di una decisione di interpretazione regolamentare che ha soffocato la possibilità di un Gruppo consiliare di esporre, almeno in aula e pubblicamente, il merito delle proprie proposte.
Devo anche dire che ho molti dubbi su questa interpretazione regolamentare, non so da chi suggerita, sulla quale purtroppo non si pu fare nulla, così pare, perché l'operato dell'Ufficio di Presidenza è insindacabile. Mi lamento di questo trattamento ingiusto che il nostro Gruppo ha subito, perché ci è stato impedito di esporre i contenuti di una legge; siamo un'assemblea legislativa e penso che impedire ad un Gruppo di illustrare una decina di articoli di legge sia una decisione molto pesante punitiva e pericolosa; l'attività legislativa dovrebbe essere riconosciuta come un elemento di valore, anche se non condivisa, perché è il frutto del lavoro di un Gruppo su un tema (la difesa dell'occupazione) che penso non debba essere trascurato o - Presidente - trattato a colpi di interpretazione regolamentare, che ci ferma nella proposizione politica di un tema così importante.
Questo atteggiamento ci delude, impedisce lo sviluppo di un'attività legislativa che non avrebbe fatto perdere molto tempo, si tratta di 10 articoli, e impedisce un confronto politico che potrebbe lasciare qualche seme, perché anche da una proposta che non si condivide, a seguito di un dibattito può nascere qualcosa da parte di altri Gruppi o da parte della Giunta.
Esprimo quindi lamentela e disappunto su questo; probabilmente non riusciremo a difendere il nostro diritto "perché il Regolamento qui" "perché il Regolamento là", ma eleviamo una protesta vibrata di carattere politico-istituzionale sulla decisione dell'Ufficio di Presidenza.
Per questi motivi, questa deliberazione è particolarmente utile, anche se insufficiente, perché l'ampliamento dell'Ufficio di Presidenza dovrebbe comprendere molte più unità per garantire la rappresentanza di tutti i Gruppi.



PRESIDENTE

Intendo dare una spiegazione riguardo al fatto precedentemente verificatosi.
Innanzitutto, mi pare indiscutibile, incontestabile, che, essendo stato bocciato l'articolo 1, la legge non sta in piedi. E' una valutazione mia: a me sembra indiscutibile, al Consigliere Chiezzi no.
Secondo punto: il Consigliere Papandrea ha illustrato per oltre 20 minuti la proposta di legge; hanno parlato il Consigliere Moro e la Consigliera Simonetti, malgrado la legge non potesse avere un prosieguo (secondo me). Il Consigliere Papandrea ha fatto ancora una congrua dichiarazione di voto, per cui non ho tolto assolutamente la parola a nessuno. Mi dispiace, ma credo che se vengono lumi per fatti di questo genere sarei bene confortato.
Devo dire, poi, che la responsabilità è solo mia, perché non ho attivato alcun organo collegiale.
Per quanto riguarda, invece, questa deliberazione, mi riservo di dare una risposta più congrua venerdì prossimo, quando tratteremo i rapporti del Consiglio e, naturalmente, i rapporti dell'Ufficio di Presidenza nei confronti del Consiglio.
La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Grazie, Presidente. Sono molto sorpreso di trovare oggi, in aula questa proposta di deliberazione, proposta di deliberazione che esce - se ho ben capito - direttamente dalla Commissione Statuto, alla quale il mio Gruppo non ha partecipato e alla quale il mio Gruppo non ha dato alcun tipo di assenso.
Visto che non ritenevamo che rientrasse nella competenza della Commissione Statuto, che è una Commissione di studi e di predisposizione di riforma, quella di licenziare delle proposte di deliberazione - non lo sapevamo, perché a questo punto la Commissione Statuto avrebbe potuto portare 57 delibere modificative e noi ci troveremmo qui a votarle - io chiederei, Presidente, di ripresentare questa deliberazione in VIII Commissione; diversamente non potremmo essere favorevoli.
Chiedo dunque una sospensione in aula ed un passaggio in Commissione altrimenti il nostro voto più benevolo potrebbe essere di astensione, non essendoci potuti esprimere nel merito e soprattutto perché nessuno ci ha mai detto che dalla Commissione Statuto potevano uscire proposte di deliberazione. Questo, secondo me, è un fatto anomalo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ghiglia propone, dunque, di rinviare la deliberazione alla Commissione competente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.
DEORSOLA Volevo considerare se non sia opportuna una rapidissima convocazione dei Capigruppo per valutare questo provvedimento.



PRESIDENTE

Possiamo solamente accantonarlo e discuterlo domani mattina.


Argomento: Trasporti su gomma

Esame proposta di deliberazione n. 532: "Integrazione dell'elenco delle Associazioni di categoria maggiormente rappresentative in seno alla Commissione prevista dall'art. 5 della legge 8/8/1991, n. 264: 'Disciplina dell'attività di consulenza per la circolazione dei mezzi di trasporto' Modifica DCR 490-CR16133 del 1º dicembre 1992"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 532, di cui al punto 16) all'o.d.g..
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale proposta di deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli e 3 astensioni.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Esame proposta di deliberazione n. 530: "L.R. 9/1980. 'Interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale'. Aggiornamento del programma pluriennale ed approvazione del relativo programma di attuazione" (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 530, di cui al punto 24) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Vindigni.
VINDIGNI La legge, che riporta lo stesso titolo, in qualche modo ha fatto il suo tempo ed era bisognevole di un aggiornamento. Peraltro, la questione del riequilibrio delle attività industriali nel nostro territorio mi pare che debba tener conto anche dei finanziamenti per le zone obiettivo 2 dati dall'Unione Europea; certamente si pone il problema di un utilizzo equilibrato delle risorse a favore dell'allocazione delle attività industriali nel territorio stesso, in modo da far sì che non ci siano situazioni eccessivamente penalizzate.
In concreto, mentre per le zone obiettivo 2 i contributi sono sicuramente cospicui e importanti, per le zone che non rientrano in questa fattispecie, è possibile agevolare gli insediamenti industriali con la legge 9.
La nostra sensazione, però, è che prevalga una concezione tradizionale dell'applicazione di questa legge e del relativo impatto territoriale. Per cui vorremmo chiedere all'Assessore competente se è in programma una rivisitazione della legge 9.
Avevo già esposto queste argomentazioni un anno fa, e già allora avevamo dato un voto di astensione; oggi questo voto è rafforzato dal fatto che, nonostante la delibera sia stata confezionata in maniera più precisa e più argomentata rispetto a quella del 1996, emerge chiaramente che le procedure della legge 9 non sono state totalmente applicate.
In particolare, ho avuto modo di constatare che le Province a cui compete fare le proposte alla Regione non fanno una adeguata pubblicizzazione della legge stessa e quindi si limitano ad assemblare le proposte che arrivano. Ciò ci porta a dire che i settori e l'Assessorato competenti dovrebbero dare alle Province indicazioni più precise sulle modalità di attuazione.
Con queste motivazioni, esprimiamo dunque un voto di astensione, ma gradiremmo sapere dall'Assessore se è in corso o in programma la revisione della legge stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Tale proposta, che capita oggi in discussione insieme alla nostra sulla valutazione di impatto occupazionale, mi permette di riprendere gli argomenti già sviluppati prima.
Siamo di fronte ad una proposta di legge che ci dimostra l'insufficienza dell'azione regionale; in questo caso, addirittura, ci troviamo di fronte a strumenti di legge assolutamente superati dalla realtà.
Questa è una di quelle leggi che ha a che fare con gli interventi a favore del sistema economico del Piemonte e anche dell'occupazione. Nello specifico, ci sono due elementi da sottolineare.
Il primo. Questo tipo di interventi continua ad essere fatto senza avere una valutazione degli effetti che determina. E' un problema che avevo già affrontato, ma questo è un esempio concreto: siamo di fronte ad una legge che continua a fare una politica di cui non si conoscono gli effetti né da un punto di vista del rilancio economico, tanto meno da un punto di vista del rilancio occupazionale.
Il secondo. Questo è un provvedimento superato per quanto riguarda il riequilibrio del sistema industriale. La legge, infatti, è stata varata negli anni in cui esisteva una fortissima concentrazione in determinate zone del Piemonte (mi riferisco al Torinese e ai suoi dintorni, Orbassano Collegno, Settimo).
Si diceva: "Bisogna decongestionarle; occorre favorire la decongestione di queste aree". Purtroppo il sistema industriale torinese è diventato più equilibrato, nel senso che queste aree si sono decongestionate, ma in malo modo, con chiusure di fabbriche, licenziamenti, ecc., senza avere uno sviluppo armonico diverso.
Quindi anche noi non voteremo questo provvedimento, quand'anche dovuto dal fatto che c'è una legge; anzi, voteremo contro, perché vogliamo sottolineare l'esigenza di una rivisitazione di tutta la politica su questi terreni.
VINDIGNI E dobbiamo votare la delibera senza l'Assessore?



PRESIDENTE

L'Assessore non c'è. Propongo di rinviarne l'approvazione a domani mattina, se si desiderano i suoi chiarimenti.
Quindi la delibera relativa all'allargamento dell'ufficio di Presidenza e questa verranno approvate domani mattina, prima della discussione generale del bilancio.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Comunicazione dell'Assessore alla Sanità in merito alla vicenda delle nomine dei Commissari sanitari


PRESIDENTE

Come convenuto alla Conferenza dei Capigruppo, l'Assessore alla sanità fornirà comunicazione al Consiglio in merito alle ultime vicende della nomina dei Direttori e dei Commissari nominati in loro vece.
Prego, Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Presidente, colleghi, la nota ufficiale circa la discussione avanti alla IV Sezione del Consiglio di Stato ci perverrà domani, 18 dicembre.
Posso però anticiparvi che il Presidente della IV Sezione del Consiglio di Stato, dott. Pezzana, letti gli atti, ha proposto a tutte le parti in causa di discutere direttamente nel merito la questione, stabilendo una data abbreviata, il 26 marzo 1998, dimostrando così una grande sensibilità al problema; si pensi che la discussione nel merito da parte della IV Sezione del Consiglio di Stato, così mi dicono gli avvocati, sono fissate normalmente a distanza di uno o due anni dalla prima udienza.
Pertanto, debbo dire che non corrisponde al vero la notizia apparsa sul quotidiano La stampa di oggi, secondo la quale sarebbe stata respinta la richiesta di sospensiva della sentenza del TAR Piemonte avanzata dalla Regione al Consiglio di Stato.
Debbo altresì aggiungere e sottolineare che non ho rilasciato ieri alcuna dichiarazione, notizia o quant'altro al giornale La Stampa di Torino, che titolava, virgolettando, questa mattina.
Fermi restando i Commissari, valuteremo in Giunta domani la percorribilità di emanare nuovi provvedimenti, correggendoli nel senso indicato dal TAR Piemonte il 27 novembre u.s.
Debbo altresì chiarire che le intese di programma andranno definite entro 90 giorni dall'entrata in vigore del Piano Sanitario regionale; il Piano entra in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale, pubblicazione che avverrà il 23 o il 28 dicembre.
Dette intese saranno senz'altro sottoscritte con i Direttori generali che sicuramente saranno nominati, e quindi saranno in carica, per il 15 aprile 1998.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Signor Presidente, abbia pazienza, però queste comunicazioni dell'Assessore sono incredibili perché ci troviamo nuovamente di fronte ad un atto gravissimo che getta tutta la sanità pubblica in uno stato di ingovernabilità! Cioè la mossa che aveva fatto la Regione Piemonte l'ultima - di richiedere la sospensiva al Consiglio di Stato è stata nuovamente un fallimento! Un po' come fallimento è stata la nomina dei direttori generali a fronte della sentenza del TAR.
Allora, la situazione paradossale e inadeguata è che abbiamo un Assessore che a fronte di una sentenza del TAR che dichiara illegittime le nomine...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, mi scusi. Invito tutto il Consiglio a prestare un minimo di attenzione! Non si sta discutendo di un problema marginale per questo Consiglio! Prego, Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Voglio solo dire che non si può continuare a procedere con una Giunta regionale, io parlo più che dell'Assessore D'Ambrosio, che so persona di buona volontà, riconosco questo, però a parte la persona di buona volontà è l'inadeguatezza del ruolo che svolgete! Un Presidente che dirige una Giunta regionale in cui lavora l'Assessore D'Ambrosio che di fronte a una sentenza del TAR che dichiara illegittime le nomine, viene in aula e ci racconta "è una sentenza che sì, solo alla fine, e poi chiede..."! E' una sentenza che vi dichiara l'illegittimità di una nomina! E voi venite a qui a darne una lettura minimalista, e intanto è una sentenza che ha provocato uno scasso dentro la sanità; ha cancellato i direttori generali, voi li avete rinominati in quel modo, secondo me, in punto di diritto oltre che politico, indecente! Chiedete la sospensiva al Consiglio di Stato, dicendo "si dia la sospensiva a questa sentenza"; il Consiglio di Stato non dà la sospensiva, e l'Assessore D'Ambrosio - bello bello - si presenta qui e dice "la richiesta non è stata respinta, bensì solo rinviata; il Consiglio si riunirà a marzo". Ma non è questo il modo - cari colleghi della Giunta - di reagire! Non è minimizzando, mettendovi le fette di prosciutto sugli occhi ("non voglio vedere"), facendo gli struzzi! Siete di fronte a una illegittimità dichiarata, sulla quale non vi è stata data alcuna sospensiva e quindi siete in presenza di un non-governo della sanità, di fronte al quale non potete avere questo atteggiamento di far finta di nulla! Siete in piena irregolarità: voi avete una sentenza che vi rifiutate di prendere atto e di eseguire! E' un fatto gravissimo questo! E solo chi ha un minimo di rapporti con l'apparato dirigenziale delle aziende sanitarie sa benissimo in quale situazione oggi lavorino i Commissari già direttori generali, i direttori sanitari e i direttori amministrativi, che non sanno quale sia il loro futuro e che se li s'incontra anche casualmente rappresentano una situazione di estremo disagio, di prospettive personali di possibilità di agire! Voi state dentro questa situazione e venite qui a dire in due minuti: "non è respinta", ma questo è formalismo suicida! Voi non avete ottenuto la sospensiva: dovete agire per ripristinare una direzione della sanità adatta a gestire un piano sanitario! A cosa è servito approvare il piano sanitario, che siete in questa situazione? E a fronte di questo, cosa proponete? Non si è capito! Nuovi provvedimenti? Nuovi provvedimenti che avete già detto che vogliono riconfermare i direttori illegittimamente nominati? Ma questo è un altro suicido! Se sono stati nominati illegittimamente, voi dite "comunque li rinomineremo legittimamente". Non avete preso atto che sulla procedura di nomina dovete cominciare tutto da capo, dovete azzerare tutto e rimettere in piedi una scelta di direttori generali a prova di tutela dei diritti dei cittadini! A prova di tutela dei diritti dei 480 cittadini piemontesi che hanno fatto domanda, si sono candidati, hanno sopportato un esame, per far parte di una rosa di prescelti. Allora voi dei diritti di questi cittadini cosa ci dite? A fronte di una sentenza e della non accettazione del ricorso al Consiglio di Stato? Ci preoccupa il fatto che voi procediate come se nulla fosse. Guardate che i direttori generali che oggi avete chiamato Commissari, ai quali avete dato le stesse funzioni dei direttori generali, non sono per nulla tranquilli! Loro non sono direttori generali che stanno gestendo, in quel modo e con quel ruolo, le aziende: loro si sentono Commissari che non sanno che fine faranno! E in questo modo la sanità non si governa, Assessore D'Ambrosio. La sua buona volontà di Assessore non basta! Voi dovete presentare in quest'aula una procedura, delle scelte precise che rimettano a posto una questione che, viceversa, sottovalutate e continuate a ingarbugliare. Vi avevo detto la scorsa volta che i guai sono appena iniziati. Lo ripeto: i guai sono appena iniziati, non ne uscite con questa strategia. Non ne uscite!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA Signor Presidente, anch'io come il collega Chiezzi non posso che rilevare che la cosiddetta comunicazione, che io definirei un telegramma dell'Assessore D'Ambrosio, e non una comunicazione di carattere politico istituzionale...
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Io non sono un politico di professione, sono un pragmatico.
SAITTA Saper fare politica non è un difetto, anzi credo che molti problemi derivino dal fatto che ci siano tante persone che non sanno fare politica.
TOSELLI E' un pregio, è un pregio.
SAITTA No, non è un pregio. Ti renderai conto, collega Toselli, che non è un pregio e forse lo hai già sperimentato.
Quella dell'Assessore è stata una comunicazione telegrafica, una comunicazione formale, non è una comunicazione politica: molto formale, più da burocrate che da Assessore alla sanità piemontese, nel senso che lei vuole farci perfino credere che il Piemonte deve essere contento, che la Regione Piemonte deve essere contenta perché fortunatamente il Consiglio di Stato è stato molto attento nei confronti del Piemonte e alla fine di marzo 1998 si discuterà nel merito. Credo che lei si aspettasse, nel momento in cui ha fatto questa dichiarazione, un applauso da parte del Consiglio regionale per il grande merito che lei ha avuto di riuscire a fare anticipare una discussione e credo che lei stia commettendo un altro errore, perché questo è un errore di presunzione pesante, sua e del Vicepresidente Majorino, il quale continua a ripeterci ormai da anni che la strada che avete imboccato è la strada giusta. A questo punto soltanto le pietre non si rendono conto del fatto che la strada da voi imboccata è la strada che sta portando al disastro nella gestione della sanità! Continuate a dire che le scelte fatte sono giuste, ma prima c'è stato il TAR e adesso il Consiglio di Stato che non dà la sospensiva. Sostanzialmente non si esprime sulla sospensiva, questo è il vero problema: non si esprime sulla sospensiva, non si esprime per le motivazioni che la volta scorsa mi sono permesso di ricordare al Vicepresidente Majorino che faceva riferimento alla sentenza del Consiglio di Stato, antica, e poi faceva riferimento a un parere del Consiglio di Stato su un quesito che lui aveva posto. Ma su quella sentenza, su quel parere non c'è nessuna indicazione, giustamente che lascia in qualche maniera suggerire che la strada da voi avviata sia la strada giusta! Il Consiglio di Stato - lo ripeto per l'ennesima volta: leggetevi bene le carte, perché a questo punto ho l'impressione che non vengano appositamente lette - attraverso la sentenza e attraverso il parere richiesto da parte dell'Assessore Majorino, dice sostanzialmente che il TAR ha ragione, è questo il problema! Il TAR ha ragione: le delibere vanno motivate! Continuate a ritenere che questa non sia una sentenza giusta, ma leggete la delibera di nomina dei Commissari, oppure l'ordine del giorno che è stato respinto la volta scorsa! Nella scorsa seduta noi abbiamo chiesto, come minoranze, di ritirare il provvedimento e di applicare la sentenza del TAR, vi siete rifiutati accusandoci di essere dei presuntuosi e di assumere posizioni strumentali. Ma che cosa fate oggi? Lo chiedo all'Assessore D'Ambrosio, all'Assessore Majorino, lo chiederei anche al Presidente Ghigo se fosse interessato al rilevante tema in discussione.
Semplicemente applicate la sentenza del TAR, applicate ciò che abbiamo chiesto il 13 dicembre; avete fallito! E' stato un fallimento. Tutta la linea politica, amministrativa messa in piedi per la nomina dei Commissari si è rilevata fallimentare. Questo è il problema, altrimenti non saremmo qui a discuterla.
Assessore D'Ambrosio, la invito a non assumere questo atteggiamento di sufficienza altrimenti non saremmo qui a discutere ...
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Lei, Consigliere Saitta, mi tratta male.
SAITTA No, Assessore io non la tratto male, dicevo semplicemente che il suo intervento telegrafico e di grande sufficienza era rivolto quasi ad incolpare le minoranze: la colpa in questo caso è sua. E' colpa della Giunta che ha approvato un provvedimento collegiale e seguito una via difensiva che si è rilevata totalmente fallimentare.
Oggi si applica la sentenza del TAR. Voglio vedere come farete ad applicare la sentenza del TAR dopo il "pasticcio" che avete creato con la nomina dei Commissari! Quella deliberazione di nomina dei Commissari ha complicato ancora di più le cose. Infatti nella nomina dei Commissari attraverso la delibera, si fa riferimento all'ipotesi di sospensiva della sentenza del TAR, quindi non essendoci più la sospensiva quella delibera decade automaticamente. Quindi non siete neppure stati capaci di prevedere una via d'uscita, una ruota di scorta a questa procedura sbagliata.
Quindi non so cosa succederà: il caos continua. Oggi la Giunta - - se qui prevalesse la politica, anziché la superficialità e la sufficienza e l'arroganza da parte complessivamente della Giunta - avrebbe dovuto fare una sorta di mea culpa di carattere politico. Tale atteggiamento sarebbe stato anche coerente per le cose che abbiamo detto la volta scorsa e le risposte date dall'Assessore Majorino la scorsa volta: ci sarebbe aspettati che l'Assessore Majorino si fosse presentato dimissionario.
Stiamo discutendo di sanità: la questione centrale della gestione sanitaria l'avete totalmente sbagliata.
Non sto a ripetere nuovamente che è ora di chiedere le dimissioni, le abbiamo già chieste, intanto ormai in questo Consiglio regionale queste questioni pare non abbiano più importanza, è più importante fare le riunioni sulla Presidenza della I Commissione e assistere a litigate della maggioranza, anziché discutere di questioni così importanti.
Siamo di fronte ad un'istituzione regionale - come rilevava il Consigliere Foco oggi - che sostanzialmente sottovaluta le questioni politiche. D'altronde un tema così importante, discusso ai margini di un Consiglio regionale, discusso in assenza del Consiglio regionale, discusso senza una comunicazione che indichi delle vie per dare una soluzione al problema, dà il senso del vuoto politico di questa maggioranza. Maggioranza arroccata sul passato con un Presidente della Giunta regionale che non si rende conto di essere in mano ad una via, indicata dall'Assessore Majorino che sta portando lo stesso Presidente Ghigo a farsi affossare su questa vicenda. Presidente Ghigo, non so dove sia, lo invito a rendersi conto di che cosa le sta combinano la sua Giunta: lo sta facendo affossare, non dia più ascolto al Vicepresidente Majorino, non dico questo in quanto sono della minoranza, ma perché basta mettere insieme, cosa è successo un anno fa, cosa è successo subito dopo, cosa è successo con la sentenza del TAR cosa succede adesso con il Consiglio di Stato, per capire che si è di fronte ad un fallimento: chi ha deciso? Il Vicepresidente Majorino. Chi ha accettato? L'Assessore D'Ambrosio e la sua Giunta.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Ho motivato le 28 deliberazioni.
SAITTA Oppure dobbiamo ritenere che questa è una vittoria della Giunta! E' una vittoria della Giunta questa? Mettendosi una mano sulla coscienza può dire che la Giunta ha fatto bene su questa vicenda? Non so cosa significhi fare bene, ma può anche essere che in questa fase della vita politica e istituzionale, fare bene significhi fare quello che avete fatto.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale La Giunta ha motivato per responsabilità le 28 delibere.
SAITTA Ma lo ha fatto in modo illegittimo. Il TAR ha detto che è illegittima e il Consiglio di Stato, sulla richiesta di sospensiva, non si è espresso.
Quindi ha ritenuto, probabilmente, che è meglio entrare nel merito. Quando il Consiglio di Stato non si esprime su una richiesta di sospensiva non lascia prevedere che il parere successivo di merito sia un giudizio di merito favorevole per chi ricorre. Normalmente è così. Poi può capitare di tutto, ma questo mi pare che sia una costante nelle procedure di carattere giudiziario.
Concludo rilevando l'incapacità complessiva della Giunta, a partire dal suo Assessore alla sanità e dal Vicepresidente Majorino, e a questo punto credo di tutta la Giunta, la quale non può esimersi dall'assumersi le proprie responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Sottoscrivo sotto ogni punto di vista l'intervento del collega Saitta e anche quello del collega Chiezzi, del resto anche le implicazioni politiche che delineava il collega Saitta sono evidenziate dal fatto che a rappresentare la Giunta sono praticamente solo più gli Assessori di Alleanza nazionale. Questo evidenzia il segno politico emergente di questa Giunta. Non siamo stati noi, Assessore D'Ambrosio, a dare il significato politico e tecnico alla sospensiva del Consiglio di Stato, l'avete data voi nel dibattito della scorsa seduta; dicendo che il vostro atteggiamento era conseguente al fatto che il Consiglio di Stato sicuramente avrebbe concesso la sospensiva.
Tutto è partito da quel presupposto. Ci ricordiamo tutti le cose dette in questa sala solo quindici giorni fa, non potete ora dire, quindici giorni dopo: no, quello non è un fatto importante. Quando sappiamo benissimo che cosa significa nel linguaggio giuridico la non concessione della sospensiva.
Pertanto credo che la decisione di non sospensiva da parte del Consiglio di Stato rafforzi indubbiamente e inequivocabilmente la sentenza del TAR. Credo quindi, a maggior ragione, che dobbiate rispettare tale sentenza e non possiate far rientrare dalla finestra ciò che il TAR ha fatto uscire dalla porta. Visto il tempo prezioso che avete perso per agire su un problema complesso, ma che proprio per questo necessiterebbe di determinazione e chiarezza di idee molto precisa, dopo il dibattito della volta scorsa, dopo quanto ci avete detto e dopo i fatti accaduti - la non sospensiva del Consiglio di Stato - mi chiedo se le istituzioni abbiano ancora un senso, oppure se s'intende affermare che anche il Consiglio di Stato "fa politica" e tutte le sciocchezze riportate la volta scorsa a proposito del TAR.
Se, invece, le istituzioni hanno ancora un senso, queste vanno rispettate; cosa che non avete fatto, a mio parere, successivamente alla sentenza del TAR: colpa grave, che sta indubbiamente danneggiando il comparto e la sanità piemontese.
Di questo vi accusiamo e di questo credo che dobbiate rendere conto non tanto a noi che ne siamo abbastanza consapevoli, quanto all'opinione pubblica, all'utenza, ai cittadini piemontesi, che vedono in modo sempre più chiaro che lo stallo della sanità piemontese è chiaramente responsabilità della gestione politica della Giunta regionale.
Di questo occorre, in qualche modo, assumersi le conseguenti responsabilità.
Vede, Vicepresidente Majorino, se la volta scorsa avesse avuto ragione i fatti sarebbero andati diversamente. Anche solo per orgoglio personale.
dovrebbe dire: "Non è andato bene ciò che avevo indicato; la strada che io ho indicato non è stata quella giusta." E credo che l'Assessore Masaracchio, in questo, sarebbe stato più coerente: si comporterebbe certamente in questo modo, se toccato da un problema di tale natura...!!



(Commenti da parte dell'Assessore Masaracchio fuori microfono)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.
RIGGIO Sono veramente esterrefatto che una discussione di questo genere avvenga in circostanze così incredibili.
Da un lato, mi rendo conto del motivo per cui il Presidente del Consiglio, Picchioni, abbia cercato di rinviare la discussione: probabilmente, per non parteciparvi: questa sembra la strategia seguita come Presidente della maggioranza e non come Presidente del Consiglio.
Non riesco a spiegarmi l'assenza del Presidente della Giunta regionale ... .



PRESIDENTE

E' a Roma.
RIGGIO Motivo di più perché il Presidente del Consiglio, a questo punto richiedesse che la discussione avesse luogo all'inizio del Consiglio quand'era ancora presente il Presidente della Giunta regionale! Una cosa di questo genere può essere ignorata dal Presidente della Giunta? Abbiamo detto già l'altra volta che degli 11200 miliardi di bilancio della Regione Piemonte 7000 sono per la sanità: è il comparto più corposo della nostra spesa. Su una questione così importante andiamo verso una situazione di disastro strategico! Si può dire quel che si vuole, ma questa è la sostanza! Ne è consapevole, per primo, l'Assessore alla sanità letteralmente oppresso da questa situazione di disastro. Viene a mancare completamente qualsiasi capacità di decisione strategica! Abbiamo Direttori generali che vivono crisi di identità incredibili: non sanno se sono Direttori generali, Commissari straordinari, Commissari ordinari Commissari a vita, se sono dei supplenti! Dovremmo garantir loro, con una "leggina", delle sedute psicanalitiche.
Direttori che non hanno alcuna certezza del futuro, con quale capacità strategica possono costruire discorsi di lunga prospettiva? Non è vero che le intese di programma possono essere decise dai Commissari, i quali non ne hanno la facoltà; possono decidere soltanto per l'arco temporale per cui sono stati nominati. Le intese di programma non nascono come funghi, dall'oggi al domani. Realisticamente, non avremo nuovi Direttori nel breve periodo; le intese di programma saranno firmate da soggetti tirati fuori all'ultimo momento? Le persone nominate circa un anno fa saranno verificate per nove mesi in quanto Direttori e per tre mesi in quanto Commissari, rispetto agli obiettivi prefissati? E gli obiettivi, che fine fanno? A questa situazione generale aggiungiamo anche qualche altra "cosina": ad esempio, il fatto che si era preso impegno formale, fortissimo, che immediatamente dopo la discussione del Piano sanitario, contestualmente avremmo avuto l'approvazione del Piano socio-assistenziale.
Mentre l'Assessore alla sanità era ammalato, come Gruppo del PDS avevamo sollecitato il Presidente Picchioni - che gentilmente ci sta ascoltando con virtù medianiche, visto che non è in aula - a discutere il Piano prima addirittura delle ferie. Non siamo stati ascoltati, malgrado la disponibilità a non discuterlo contestualmente al Piano socio assistenziale. Il Piano sanitario regionale è stato rinviato; dopodiché ha subìto gli incidenti di percorso che conosciamo; il Piano socio assistenziale è in "alto mare".
E l'integrazione fra sanità e assistenza, a questo punto, per quanto riguarda il 1998, un anno complesso, difficile, in cui il Piano sanitario regionale dovrebbe iniziare ad avere sostanza tramite le intese di programma e i Consorzi cominciare ad entrare a regime, non potrà essere garantita. In un tale contesto di disastro il Presidente del Consiglio regionale dice "Meglio discutere alla fine, quando non ci sono più giornalisti, quando non ci sono neanche io; meglio discutere alla fine così non c'è nemmeno il Presidente della Giunta, che avrà la sua giustificazione": e tutto "passa liscio" come l'olio.
Quest'anno è anche l'anniversario della tragedia del Titanic: si dice che mentre il transatlantico stava andando a sbattere sull'iceberg famoso nella grande sala l'orchestra continuava a suonare e tutti quanti continuavano a ballare. La Giunta regionale sta facendo sprofondare il Piemonte, perché quello che ho detto sulla sanità, che pure per la buona volontà, per l'onesto impegno dell'Assessore alla sanità, con cui rimangono tutte le differenze politiche, ma a cui riconosco il coraggio di avere fatto una onesta sfida personale rispetto a questa questione, quello che vale per la sanità vale ancora di più, e peggio, per tutti gli altri Assessorati.
Questa Giunta è diventata un ostacolo per lo sviluppo del Piemonte. Ho detto prima come sia un ostacolo per lo sviluppo della sanità, dal punto di vista strategico, ma, in generale, sta diventando un ostacolo; ci vorrebbe un gesto di dignità, di onestà intellettuale. Non lo dico per l'Assessore alla sanità, ma per il Vicepresidente della Giunta regionale, Majorino, che ha guidato la questione: l'onestà intellettuale vuole che, se qualcuno si è impegnato su qualche cosa ed ha creato disordine ed ha fallito, ed ha creato disordine ed ha fallito ancora, ed ha creato ulteriore disordine ed ha fallito ulteriormente, ne prenda atto: sarebbe un gesto di onestà intellettuale, sarebbe un modo per dare dignità a questa Giunta.
Un colpo d'ala - Vicepresidente Majorino - un gesto di dignità: si dimetta, ci faccia questa cortesia, non a noi Consiglieri dell'opposizione ma al Piemonte. Faccia questo gesto di dignità, per questa Giunta agonizzante, per l'interesse del Piemonte!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI E' paradossale trovarsi nuovamente a discutere dei Direttori generali: la storia cronica e drammatica di questi Direttori generali che hanno portato e continuano a portare alla paralisi la sanità piemontese procede in una situazione in cui l'Assessore, anche con le sue dichiarazioni, che più che altro sono state una sorta di telegramma, assolutamente sintetico e senza una comunicazione reale sull'accaduto, dimostra di non voler vedere al di là del proprio naso, ma nemmeno all'interno di casa propria.
Si è voluto, anche oggi, in quest'aula, negare l'evidenza.
L'annullamento delle nomine, inizialmente da parte del TAR, ed il pronunciamento del Consiglio di Stato, che ha respinto la richiesta della Giunta, è un fatto chiaro, sul quale ci troviamo e dobbiamo confrontarci e sul quale la Giunta - in primo luogo il Presidente Ghigo, ma anche l'Assessore D'Ambrosio - doveva delle spiegazioni o perlomeno rispondere al Consiglio, che ha posto delle domande chiare, in merito al futuro della sanità piemontese: su cosa si vorrà fare domani, per iniziare questo procedimento e questo provvedimento, che è ipotizzato alla data di domani così ha detto l'Assessore, noi non abbiamo avuto alcuna spiegazione o delucidazione in merito.
Ci troviamo, invece, a ragionare con elementi di assoluta chiarezza che hanno portato fino ad oggi la situazione della sanità piemontese nella totale instabilità, paralisi e quindi mancanza di strumenti reali di programmazione; pensiamo al Piano sanitario regionale ed alla situazione paradossale in cui l'Assessore oggi ci dice che le intese di programma dovranno essere realizzate entro 90 giorni dall'approvazione del Piano stesso.
Noi riproponiamo esattamente gli stessi elementi che abbiamo proposto la volta scorsa, quando si è discusso dell'annullamento delle nomine da parte del TAR; in quell'occasione dicevamo che lo strumento di programmazione sanitaria per eccellenza, cioè il Piano sanitario, non poteva avere alcun valore di programmazione, nel momento in cui ci trovavamo di fronte a dei Commissari che, essendo tali, non potevano essere pareggiati nelle loro funzioni rispetto ai Direttori generali.
Le funzioni di programmazione e quindi le funzioni sanitarie per eccellenza in ambito straordinario non possono essere attribuite ai Commissari, esattamente nello stesso modo in cui vengono attribuite ai Direttori generali.
Avevamo sollevato dei dubbi di legittimità nel fatto che venissero riconfermati esattamente gli stessi nomi che sono stati dichiarati illegittimi e comunque immotivati, quindi non correlati da motivazioni da parte di questa Giunta quando furono nominati Direttori generali.
La storia continua e questa Giunta non si rende conto che, nonostante il TAR abbia annullato le nomine ed il Consiglio di Stato abbia respinto la richiesta di ricorso, se da un lato vi è una situazione incontrollabile della paralisi della sanità, dall'altro c'è una chiarezza di illegittimità di scelte portate avanti da questa Giunta. Una illegittimità di scelte che viene confermata ormai in ogni sede e che rende chiara la responsabilità politica della Giunta in questo contesto.
Questa Giunta non è stata in grado di affrontare con legittimità e con ruolo politico la questione dei Direttori generali; il Piano sanitario, che è stato approvato con due anni e mezzo di ritardo, è tornato in Consiglio regionale perché risultava non congruo e non unico nella sua completezza rispetto alle richieste ministeriali.
Oggi ci troviamo nuovamente a discutere dei Direttori generali rispetto ai quali il Consiglio di Stato si è espresso in modo negativo. Mi pare quindi ovvio che questo Assessorato, questa Giunta non sia in grado neppure di fare fronte alle questioni di ordinaria amministrazione, quali la motivazione di nomina dei Direttori generali; non è in grado di vedere l'evidenza, quindi ci troviamo di fronte ad una situazione in cui l'incapacità di governare e di far fronte all'ordinaria amministrazione ci porta a dover ammettere queste responsabilità.
C'è una responsabilità politica su questa questione; la sanità piemontese ha bisogno di sforzi, di interventi reali, straordinari, in senso assolutamente positivo e non può essere paralizzata da una Giunta che non è in grado di motivare neppure le nomine dei Direttori generali.
La Giunta non è stata in grado di attuare interventi seri di prevenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Grazie, signor Presidente. Poco fa, ascoltando il collega Riggio credevo di assistere al promo di uno spot di un film del genere catastrofico, anziché ad un giudizio, magari, anzi sicuramente legittimamente negativo, polemico e distruttivo nei confronti della Giunta regionale e dell'Assessore D'Ambrosio.
Però, sinceramente, questa banalizzazione della politica, in cui si usano gli stessi aggettivi, gli stessi termini, gli stessi ragionamenti per qualsiasi cosa, indipendentemente dal merito della questione, mi è sembrata veramente un po' sopra le righe.
Come tanti di noi, sono abituato al teatrino della politica, ci rido sopra, lo prendo un po' come un gioco delle parti, però non lo condivido.
Io sono abbastanza presente ai lavori di quest'aula e spesso ho apprezzato gli interventi nel merito e nelle capacità, anche tecnici di tanti colleghi, come il collega Riggio; oggi mi è sembrato un po'... Lo dico, senza voler ledere la sua onorabilità (ci mancherebbe altro!), per il suo intervento mi è sembrato veramente un po' aprioristico, un po' fuori luogo, un po' sopra le righe.
Lo dico perché vedi, anche se ci si dovrebbe rivolgere alla Presidenza io credo che...
RIGGIO Non chiederò di intervenire per fatto personale.
GHIGLIA Infatti, io non voglio... Ribadisco tutta la mia stima personale e politica, però credo che si possano dire tante cose durissime, in politica ma quando si arriva a mettere in dubbio la dignità di una persona, o comunque a dire che "l'atteggiamento non è dignitoso", nel senso che l'unico atteggiamento dignitoso sarebbe quello di prendere le dovute conseguenze - e secondo me, per come la vedo io, sono le conseguenze che D'Ambrosio debba continuare a fare ottimamente l'Assessore come ha fatto fino adesso, ma non credo che questa fosse la sua intenzione - mi sembra che si vada un po' sopra le righe, anche perché...
RIGGIO Non ho chiesto nulla per l'Assessore D'Ambrosio.
GHIGLIA L'Assessore Majorino, allora, ma il discorso è identico, perché pure l'Assessore Majorino ha la sua dignità da tutelare, e io intendo difenderla.
Anche perché, al di là della legittima polemica politica che comprendo mi pare che la novità non sia dirompente.
L'Assessore D'Ambrosio ha fatto - è vero - una comunicazione breve, ma ha dato una comunicazione tanto breve quanto importante; ha detto che le notizie - di cui tutti siamo stati portati a conoscenza anche dalla stampa di questa mattina - erano prive di fondamento, e non è poca cosa.
Questa non è una condanna preventiva dell'operato e delle decisioni della Giunta: non lo è proprio dal punto di vista formale, tecnico giuridico.
Non lo è: semplicemente, non lo è.
Poi possiamo dire tutto, ma il fatto che il Consiglio di Stato si sia riservato di decidere (credo a fine marzo) non è una condanna. Certo, in questo periodo di tempo potranno essere legittimamente anche fatte delle scelte - io non entro nel merito - rivoluzionarie, di mantenimento della situazione attuale, che ribadiscano le scelte precedenti.
Questo, però, non aggiunge nulla al dibattito che abbiamo già fatto la settimana scorsa e non ci spinge a rinnovare oggi una solidarietà e un appoggio incondizionato a D'Ambrosio e Majorino, perché è banale e non ne hanno bisogno, tanto più che non esiste un vero fatto nuovo. Poi ognuno lo legge un po' con i suoi occhi, ma secondo me non esiste.
Questa è la realtà dei fatti. C'è una riserva di giudizio, e io a questo mi fermo, perché ogni parola in più che diciamo diventa veramente il terreno giusto, legittimo, nobile, magari anche della polemica politica che però può spingerci a mettere in dubbio la dignità delle persone o ad usare toni un po' altisonanti; tuttavia ciò non aggiunge nulla - o aggiunge ben poco, a mio avviso - alla discussione della settimana scorsa.
Oltre tutto, il discorso non si può neanche allargare ad altri argomenti, perché credo che si possa dimostrare con dati oggettivi che la sanità piemontese forse non sarà l'optimum - perché la sanità ottima in Italia, ahimè, non esiste da nessuna parte - ma è sicuramente tra le migliori gestioni della sanità per quanto riguarda la nostra nazione.
Quindi, per carità, si può fare tutto, però, rimanendo alla realtà dei fatti, non si può usare qualunque cosa per fare una critica a 360 gradi magari sulle cose che tutti assieme abbiamo approvato e alle quali abbiamo acceduto anche con il voto.
Rinnovo pertanto piena fiducia, piena stima e pieno riconoscimento dell'altissima dignità degli Assessori Majorino e D'Ambrosio, anche questa sera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO Per assurdo, ci troviamo nuovamente in questo Consiglio regionale a discutere della sanità piemontese.
Infatti, il Consiglio di Stato, prevedibilmente, non accoglierà la richiesta di sospensiva della Giunta regionale contro la sentenza del TAR di annullamento delle nomine dei Direttori generali delle 29 ASL per illegittimità dell'atto deliberativo, determinando così il caos totale nella sanità piemontese.
Questo fatto politico conferma l'assurdità di comportamento dell'esecutivo nel delicato campo della sanità del Piemonte e la paralisi dell'attività sanitaria della Regione Piemonte.
La Giunta, nella sua collegialità politica ed istituzionale, ha combinato in modo grave l'ennesimo pericoloso pasticcio, rendendo sempre più incerta e precaria la sanità del Piemonte.
Questa incredibile vicenda sanitaria conferma l'agire arrogante del Governo regionale di centro-destra, che sempre più spesso dimostra incapacità assoluta a gestire le cose istituzionali di pura gestione non solo amministrativa, ma anche legislativa.
Siamo dunque arrivati al paradosso politico, alla paralisi istituzionale, alla sempre meno credibilità istituzionale dell'Ente Regione, sia di fronte allo Stato che agli altri Enti locali minori (come le Province, i Comuni e le Comunità montane).
Credo che, purtroppo, a questo punto della legislatura, la Giunta debba assumersi la piena responsabilità politica della mancanza di una vera ed organica maggioranza, delle continue sconfitte e di perdita di credibilità per trarne le dovute conseguenze politiche e logiche, rassegnando le dimissioni che mi paiono dovute.
Ricordiamoci che queste cose avvengono in un momento delicatissimo e che questa Giunta regionale è recidiva, in quanto aveva già avuto da parte delle minoranze un orientamento ben preciso: non riconfermare come Commissari i vecchi Direttori generali.
Così facendo si è invece assunta un'altra grave responsabilità, per cui, a questo punto non c'è altra via politica che le dimissioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, svolgo un breve intervento per sottolineare un grandissimo disagio che emerge dopo questa ulteriore tappa nella quale noi prendiamo atto...
RIBA Tappa o "tampa"? SPAGNUOLO Stanno bene tutte e due, però nel mio percorso logico c'era la prima cioè la tappa estremamente negativa a cui viene esposta la sanità piemontese da una gestione di questa Giunta e di questa maggioranza che indubbiamente non ha saputo trovare una soluzione che non venga bocciata dalla giustizia amministrativa. E' quindi una situazione di grandissimo disagio perché un campo importantissimo per i piemontesi sta diventando sempre di più un campo minato, irto di difficoltà, nelle quali ci si ingarbuglia da un punto politico-amministrativo e dal quale la Giunta dimostra di non saper uscire.
Abbiamo già detto l'altra volta, senza iattanza, come si usa dire, che ci rendevamo conto delle grandi difficoltà, ma ciò che è un po' sconcertante, Assessore, oggi, almeno per noi, al di là del sottolineare la grandissima difficoltà in cui la sanità si trova, è il fatto che tutto sommato, nonostante quello che può dire il collega Ghiglia, ci si trova di fronte ad una Giunta che non sa indicare degli indirizzi, che di fatto oggi si presenta imbavagliata, senza una soluzione e non riusciamo a capire a che cosa si affida. Perché poi complessivamente anche l'intervento dell'Assessore è stato volto a dire: "va bene, è andata così, adesso vedremo". Ci sembra davvero un po' poco, anche perché ciò che noi ci permettiamo di dire è che probabilmente in questa materia si deve avere un coraggio politico. Il coraggio politico di dire che si è sbagliato, che si è gravemente sbagliato; il coraggio politico di dire che bisogna ricominciare da capo, trovando delle soluzioni - vere! - che consentano di ricominciare da capo. Perché pensare di salvare una impostazione originaria ci sembra ormai impensabile, in quanto - ripeto - sempre di più la giustizia amministrativa sta dando torto alle azioni di questa Giunta.
Ed è illusorio pensare che un qualche pallido intervento di motivazione, di aggiustamento, possa risolvere una questione pesantemente ingarbugliata sotto il profilo giuridico, sotto il profilo amministrativo e sotto il profilo politico.
Inoltre, c'è un altro aspetto che va tenuto in conto, cioè l'esasperazione degli esclusi, che non può essere poi così facilmente sottovalutata, a fronte del fatto che la complessità amministrativa e giuridica tutto sommato tende a dare ragione più a chi è escluso che non a chi viene pallidamente motivato nella assunzione di determinate responsabilità.
Quindi, è difficile poter dire questa sera come possiamo concludere.
Indubbiamente sottolineiamo la gravità della situazione per la sanità piemontese; gli errori reiterati di questa maggioranza che riteneva che quanto meno il Consiglio di Stato sarebbe venuto in suo soccorso e il suggerimento che noi vogliamo dare di ricominciare da capo sotto il profilo politico e sotto il profilo amministrativo, con un atto di assunzione di responsabilità e di coraggio amministrativo che noi vogliamo sollecitare.
Rispetto a questo però, per la verità, abbiamo anche poca fiducia perch probabilmente una vicenda di questo tipo sarebbe più facilmente gestibile da una Giunta forte, da una Giunta che sapesse essere governo del Piemonte ma anche il modo con il quale forse l'argomento più importante del Piemonte viene discusso questa sera in coda, quasi a non volere dare la sensazione che di questo si parli, quasi a volere sottacere l'importanza oggettiva di questo problema, in assenza del Presidente della Giunta e nella distrazione di questo esecutivo, testimonia di come purtroppo noi abbiamo la più assoluta convinzione che questa Giunta in realtà non sappia più governare questi processi.
E' per questo che io mi sono permessa di parlare di una tappa ulteriore di disagio e di disastro perché, purtroppo per noi e purtroppo per la sanità piemontese, non siamo più alla "tampa", non si tratta più soltanto come dire - di una brutta figura: ormai siamo al disastro nella sanità! Un disastro che richiederebbe un colpo d'ala, di ingegno e di capacità giuridica, ma soprattutto un governo politico che questa Giunta e mi permetto di dire questa maggioranza dimostra di non saper assumere neanche sulle piccole questioni, figuriamoci su una questione così importante e delicata.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi non siamo qui a dilettarci delineando un quadro catastrofico. Il Consigliere Ghiglia ha detto che noi proponiamo al Consiglio regionale un film di genere catastrofico. Non rappresentiamo assolutamente né una commedia né un film di questo genere! Con responsabilità noi sottolineiamo, Assessore, la difficoltà ormai davvero al limite dell'accettabile di governare la sanità in Piemonte.
Questa è una constatazione, non è un'accusa ed è una constatazione che parte da una serie di dati di fatto e la vicenda dei direttori generali è una parte, che però crea uno stato di grave difficoltà e disagio nella sanità piemontese.
Io credo che la Giunta no, ma l'Assessore sì abbia consapevolezza, come l'abbiamo noi opposizione - girando le varie aziende sanitarie del Piemonte e parlando con interlocutori che possono essere cittadini o lavoratori o operatori del settore della sanità - del senso di disagio determinato dalla precarietà che dura almeno quanto dura la Giunta attuale della Regione Piemonte. Perché nonostante la sicurezza con la quale in quest'aula si è annunciato di voler porre fine ad uno stato di precarietà del governo della sanità nominando manager in grado di garantire capacità e continuità, siamo a due anni e mezzo nella stessa situazione di partenza.
Questo è un dato di fatto di cui prendere consapevolezza che non ha nulla certamente di prefigurazione di carattere catastrofico, ma che ha tanto di grossa preoccupazione, di grossa assunzione di responsabilità anche da parte dell'opposizione che non lancia da questa parte accuse a vanvera nei confronti della maggioranza. Fa presente, anche con toni accesi, certo, la situazione esistente nella Regione Piemonte.
Io vorrei chiedere con calore al Consigliere Ghiglia: ci dica dove ha appreso i dati che fanno a lei pronunciare in questa sala che la sanità piemontese è la migliore d'Italia.
GHIGLIA Una delle migliori.
BORTOLIN Una delle migliori, certo; ma vorremmo sapere questi dati...
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Sono del Ministero della Sanità! BORTOLIN Sì, Assessore, ma il suo Capogruppo deve fornire degli elementi oltre a fare un'affermazione generica e generale che non aiuta lei, prima di tutto e non aiuta la Giunta e la maggioranza ad affrontare correttamente i problemi e a risolverli. Perché se è vero che i livelli assistenziali di questa sanità piemontese sono buoni e sono eccellenti, di certo non li ha potuti realizzare lei, Assessore, in due anni di governo della Regione Piemonte! Lei ha trovato una storia e una realtà che hanno consentito in questi anni di poter far dire al Ministero, e a tutta l'Italia, quanto si sta dicendo sulla sanità piemontese.
Dobbiamo lavorare, Assessore, affinché in futuro non si possa dire il contrario. Le basi le dobbiamo fissare oggi, domani e dopodomani garantendo un buon governo della sanità piemontese. Questa è la grossa preoccupazione che abbiamo, che esprimiamo anche in questa sede e che non può certamente esimersi dal dire anche che molte sono le cose che non vanno. Può esserci un buon livello di prestazioni, ma lei, come noi, come la Giunta e come la maggioranza, dovrebbe avere la consapevolezza di quali e quanti sono i problemi ancora da risolvere in questa Regione. In questo modo, senza direzione e senza governo della sanità a livello di aziende noi non siamo in grado di affrontare i problemi ancora irrisolti. Non affrontandoli facciamo regredire anche ciò che di buono siamo riusciti a realizzare nella gestione della sanità piemontese.
Noi abbiamo approvato una legge di Piano sanitario, ma, Assessore, ci dica, con i suoi direttori generali, qual è la progettualità, quali sono i programmi che da qui al termine del 1998, ad esempio - ne discuteremo in sede di bilancio - quali sono gli obiettivi per migliorare lo stato di salute della popolazione del Piemonte? E come, con questa precarietà di direzione delle aziende, si intende operare e in che modo si intende imporre ai Commissari - che saranno prorogati fino a marzo - di non fare la gestione giorno per giorno, che crea grossi problemi al governo regionale e a lei, Assessore, prima di tutto, ma di essere credibili non soltanto per il tempo di governo - per il quale loro sono sicuri di rimanere al loro posto - ma per il 1998? Quindi di siglare dei programmi, degli accordi che diano questo respiro, che diano tranquillità ai cittadini. Noi facciamo parte di questa comunità e laddove viviamo vogliamo questa chiarezza questa tranquillità, questa sicurezza.
Le affermazioni dell'opposizione, certamente animose, ma forse con maggior spirito critico, descrivono ciò che avviene nella sanità del Piemonte. Non facciamo discorsi segnati dalla piaggeria che non aiutano lei, Assessore, ho già avuto modo di dirlo in questa sede, a correggere gli errori e le storture che anche i suoi funzionari, che anche il suo apparato molte volte provoca.
Le questioni che poniamo vanno nella direzione di migliorare il governo della sanità. Conosciamo quali sono le difficoltà - mi riferisco alla realtà dalla quale provengo - ognuno di noi conosce le difficoltà di gestioni, sappiamo che in campo vanno messi anche strumenti organizzativi.
Per esempio deve essere approvata in fretta la legge per l'agenzia per la sanità; devono essere avviati quei servizi di supporto al governo della sanità, al suo Assessorato, ma anche al territorio. Inoltre deve essere fatta una seria riflessione sulla capacità dei direttori generali che oggi sono Commissari riguardo al futuro. Il giudizio lo dobbiamo dare anche in relazione alla capacità di progettare più lontano del 28 o 30 del mese di marzo 1998, anche rispetto a questa scadenza: la capacità di vedere più lontano della mera vigenza dalla loro presenza nelle aziende territoriali.
Noi mediteremo su quali iniziative politiche vorremmo e potremmo assumere per affermare chiaramente, non soltanto in quest'aula, ma più complessivamente nella comunità piemontese, le questione che ho posto certamente nell'ottica di essere alternativi al governo della Regione Piemonte, così come la forza che qui è opposizione vuole e non sempre con metodi politici e con argomenti politici accettabili essere alternativa al governo nazionale o al governo di qualche ente locale, in quanto così è la dialettica e il rapporto politico. Il problema è che noi vogliamo essere alternativi ma con un progetto forte per la sanità piemontese, esprimendo la capacità progettuale di governo non soltanto in quest'aula, ma anche fuori. Quindi mettendo alla prova, ancora una volta, la sua capacità Assessore, la capacità complessiva di questa Giunta di cui lei fa parte che ha dimostrato di non essere collegiale, infatti tante volte è stato lasciato solo, anche in questa occasione e la denuncia che noi facciamo della non presenza del Presidente della Giunta regionale, Ghigo, è sottolineatura dalla solitudine di un Assessore in un momento così delicato e precario di gestione della sanità in Piemonte. Questo è lo spirito con il quale noi molte volte avanziamo delle affermazioni che partono sì dall'opposizione, ma che sono anche di sostegno e di incentivazione ad una capacità di governo fino ad oggi non dimostrata: uno dei punti deboli è l'assunzione collegiale di responsabilità. Le iniziative politiche che assumeremo vanno nella direzione di essere alternative a questa maggioranza, ma nei fatti di fare chiarezza ad una proposta che davvero possa garantire tranquillità ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La comunicazione è stata discussa; la seduta ha termine e riprenderà domani mattina.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,20)



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