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Dettaglio seduta n.194 del 04/12/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Per quanto riguarda le "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bellingeri, Benso Farassino, Ghigo e Vaglio.



PRESIDENTE

Ricordo che domani la Conferenza dei Capigruppo è convocata per le ore 12.00, dapprima in seduta tematica sul rinnovo degli organismi dell'Ufficio di Presidenza, indi in seduta ordinaria.
La I Commissione non si tiene stamane; se ci sarà tempo, sarà convocata a fine seduta.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Comunicazione del Vicepresidente Majorino in merito alla sentenza del TAR che annulla le nomine dei Direttori delle ASL


PRESIDENTE

Il Vicepresidente Majorino ha chiesto di fare una comunicazione all'aula.
A lei la parola, Vicepresidente.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Signori Consiglieri, ho chiesto di fare una comunicazione relativamente alla deliberazione assunta ieri mattina alle ore 13.00 dalla Giunta regionale, che ha per oggetto i provvedimenti urgenti assunti in seguito alle tre sentenze di identico contenuto - è noto, se n'è parlato l'altro ieri - del TAR-Piemonte, con le quali sono state annullate le nomine dei Direttori generali delle Aziende sanitarie effettuate a suo tempo dalla Giunta (febbraio 1997).
Ritengo doveroso fare questa comunicazione, data la comprensibile attesa, in particolare da parte dell'assemblea, del provvedimento di Giunta assunto.
La deliberazione è stata assunta dopo attenta e responsabile meditazione, su proposta dell'Assessore D'Ambrosio. Preferisco leggere il testo, anziché riassumerlo, perché nel riassumere si potrebbe anche, sia pure involontariamente, saltare qualche passaggio o falsare - ripeto - sia pure involontariamente, qualche concetto.
La relazione dell'Assessore D'Ambrosio è in questi termini.
"Il T.A.R. Piemonte, con sentenze nn. 566, 567 e 570, depositate il 27/11/1997, ha annullato i provvedimenti di nomina dei Direttori Generali delle Aziende sanitarie, come specificato in allegato (allegato 1).
Sostanzialmente le pronunce del Tribunale, pur dando atto dell'idoneità dei nominati, contestano una incompletezza di motivazione nei provvedimenti adottati dalla Regione Piemonte, in quanto, fra l'altro, la procedura di scelta dei candidati non fa evincere l'iter logico che sta alla base della stessa.
La Regione, per la doverosa tutela dei propri atti amministrativi presenterà quanto prima appello al Consiglio di Stato per la riforma delle sentenze de quibus, previa sospensione delle stesse, adottando, in base alla decisione assunta, i provvedimenti conseguenti.
Nelle more, peraltro, è necessario rimediare al gravissimo vuoto di potere che si è venuto a creare nel massimo vertice delle Aziende sanitarie.
La scelta più opportuna, ad avviso della Giunta, è quella del commissariamento; ciò per due ordini di ragioni.
Innanzitutto la legge regionale n. 10/1995 prevede espressamente (legge regionale vigente, che disciplina queste nomine), all'art. 12, comma 7, che 'Nei casi di decadenza o vacanza dell'ufficio, in alternativa al subentro del Direttore più anziano (sanitario o amministrativo), fino alla nomina del Direttore generale, la Giunta regionale può procedere, in via eccezionale, al commissariamento dell'Azienda mediante la nomina di un Commissario'.
Inoltre l'alternativa di nominare il più anziano d'età fra il Direttore sanitario e quello amministrativo (art. 12, comma 5, legge regionale 10 cit. e art. 3, comma 6, decreto legislativo 502/1992) osta con il fatto che verrebbe non posta nelle condizioni di operare nella sua completezza la triade dirigenziale che, per legge, guida le Aziende sanitarie.
In quest'ultimo caso, infatti, la menomazione della triade direttoriale (Direttore generale, Direttore amministrativo e Direttore sanitario) in tutto il Piemonte determinerebbe una gravissima carenza nell'esercizio pieno dell'attività richiesta.
La Regione, nell'ottica di questa scelta, deve confermare al posto di Commissario gli attuali Direttori generali fondamentalmente per mantenere la continuità gestionale e amministrativa in capo al massimo vertice dell'Azienda sanitaria e praticamente di tutto il comparto sanitario del Piemonte.
Si rileva la necessità di tale conferma anche dal fatto che agli attuali Direttori generali sono stati formalizzati degli obiettivi aziendali finalizzati alla verifica del loro operato ex art. 1, comma 6, L.
17/10/1994, n. 590.
Pertanto, tenuto conto che i medesimi Direttori generali erano stati nominati nel febbraio dell'anno in corso e quindi, nell'imminenza del termine annuale previsto per il raggiungimento degli obiettivi, vi è la fondata possibilità che tale attività venga del tutto vanificata con gravissime ripercussioni sulla sanità pubblica regionale.
Ai Commissari sono attribuiti tutti i poteri spettanti per legge al Direttore generale, con la precisazione che la nomina dei Direttori amministrativo e sanitario e conseguenti contratti non potranno avere durata quinquennale ma durata, per relationem, a quella commissariale e comunque non superiore a mesi tre dalla nomina del Direttore generale.
Per quanto riguarda la nomina dei Commissari delle Aziende Ospedaliere 'Maggiore della Carità' di Novara e 'S. Luigi' di Orbassano si dà atto che è stata effettuata la previa informazione al Rettore dell'Università in data odierna (ieri). Per quanto attiene all'Azienda U.S.L. 18 di Alba, la Giunta si riserva di adottare un separato provvedimento (oggi stesso) stante l'intervenuto rinvio a giudizio per i reati di cui agli artt. 81 609 bis, 609 septies, 660 c.p. dell'attuale Direttore generale".
La Giunta ieri, con separato provvedimento, ha deciso di proporre appello al Consiglio di Stato avverso le decisioni del 27 novembre 1997 e contestualmente ha dato mandato ai difensori di proporre appello e di chiedere la sospensiva delle sentenze del 27 novembre, in quanto - com'è noto - le sentenze del TAR sono esecutive di diritto, per cui colui il quale appella ha facoltà - in questo caso verrà esercitata, anzi è stata esercitata e viene esercitata - di chiedere al Giudice d'appello del Consiglio di Stato la sospensione dell'esecuzione; sospensione che è prevista dall'ordinamento in tutti i casi in cui si ritenga l'opportunità la convenienza e la legittimità di concederla.
"La durata dell'incarico di Commissario è fissata, stante quanto sopra esposto, fino alla data della comunicazione dell'ordinanza che il Consiglio di Stato pronuncerà in sede cautelare sull'appello delle dette sentenze del T.A.R., che può ragionevolmente prevedersi per il 16 corrente mese o al più tardi entro il mese di gennaio 1998, con riserva di valutare l'opportunità di una successiva eccezionale proroga per un periodo di massimo tre mesi".
Questo cosa vuol dire? Che, in base al calendario del Consiglio di Stato, il giorno 16 dicembre, in ultima udienza pre-natalizia, per provvedere sulle sospensioni che sono piovute al T.A.R. avverso tutti gli altri T.A.R. nazionali, si può prevedere, data la delicatezza della materia e l'urgenza - che penso sia incontestabile - di vedere una decisione cautelare; si può prevedere ragionevolmente che al 16 dicembre venga esaminata anche la questione che interessa. Qualora non fosse possibile per motivi tecnici e organizzativi del Consiglio di Stato, provvedere per il 16 dicembre, sicuramente, stante l'urgenza, il Consiglio di Stato provvederà entro il mese di gennaio.
"Tutto ciò premesso: viste le sentenze del T.A.R. Piemonte nn. 566, 567 e 570, depositate il 27/11/1997, con le quali sono stati annullati i provvedimenti di nomina dei Direttori generali delle Aziende sanitarie che sono stati indicati in allegato (allegato 1) visto l'art. 12 della l.r. 10/1995 la Giunta regionale, unanime delibera 1) di demandare a separato atto deliberativo la proposizione di gravame avverso le stesse sentenze (l'atto deliberativo è stato assunto ieri) 2) di disporre il commissariamento delle Aziende sanitarie interessate dalle sentenze e, di conseguenza, di nominare Commissari i signori individuati accanto a ciascuna Azienda nell'elenco allegato (allegato 2: i nomi e i cognomi sono i medesimi dei Direttori generali la cui nomina venne annullata) 3) di riservarsi di adottare un separato provvedimento (che verrà adottato nella tarda mattinata di oggi, al massimo nel pomeriggio) per quanto attiene l'Azienda U.S.L. n. 18 di Alba 4) di stabilire la durata dell'incarico commissariale, fino alla data della comunicazione dell'ordinanza che il Consiglio di Stato pronuncerà in sede cautelare sull'appello delle dette sentenze del T.A.R., che pu ragionevolmente prevedersi per il 16 corrente mese o, al più tardi, entro il mese di gennaio 1998, con riserva di valutare (a provvedimento del Consiglio di Stato cognito) l'opportunità di una successiva eccezionale proroga per un periodo massimo di tre mesi (la ragione di aver scritto un massimo di tre mesi è che si arriva poi al febbraio, quando ci sarà da valutare gli obiettivi) 5) di attribuire ai Commissari così nominati tutti i poteri spettanti a norma di legge ai Direttori generali, nei limiti specificati in narrativa 6) di confermare ai Commissari il compenso economico spettante ai Direttori Generali, nonché l'erogazione della quota incentivante, se dovuta, così come fissati in precedenza con deliberazioni della Giunta regionale".
Questa è la decisione di ieri, che ho riferito fedelmente.
L'Assessore D'Ambrosio mi chiede una puntualizzazione.



PRESIDENTE

L'Assessore vorrebbe anche integrare.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Io mi sono limitato a leggere il complesso della decisione, che vive da ieri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Presidente e cortesi colleghi, come ha detto poc'anzi il Vicepresidente Majorino - quindi non l'avvocato Majorino - la Giunta regionale ieri, su mia proposta, ha adottato una deliberazione che riconferma i Direttori generali decaduti come Commissari delle Aziende sanitarie regionali.
Tale decisione deriva dalla consapevolezza che in questa fase delicatissima dell'attuazione della riforma del sistema sanità soltanto un vertice al completo, la cosiddetta triade direttoriale, può assicurare completezza e certezza di un'azione gestionale a pieno regime.
Ovviamente, come ho ripetuto in questi giorni, la Giunta e il sottoscritto, lungi dal voler disattendere le sentenze del TAR-Piemonte ritengono che i provvedimenti di nomina dei Direttori generali adottati nel febbraio scorso siano pienamente motivati e conformi alle decisioni del Consiglio di Stato del settembre 1996; ricordo che per il Consiglio di Stato non era necessaria neppure la comparazione.
Con questa convinzione, affrontiamo serenamente il giudizio del Consiglio di Stato sulla sospensiva richiesta dalla Giunta; spero vivamente oggi gli avvocati sono a Roma - che il nostro ricorso venga discusso già il 16 di questo mese.
Nel caso in cui il Consiglio di Stato non dovesse accogliere la sospensiva, provvederemo senza indugi a reiterare i provvedimenti di nomina dei Direttori generali secondo le indicazioni del TAR-Piemonte. Infatti, i provvedimenti di nomina dei Commissari sono temporanei e - così com'è stato sottolineato con la deliberazione e dal Vicepresidente Majorino - comunque non vanno oltre i tre mesi; ci consentono, tra l'altro, di evitare il caos della sanità in questo periodo molto delicato, perché finalmente dovrebbe partire la riforma.
Per l'USL 18 di Alba-Bra (anche questo già sottolineato), la Giunta ha deciso di non confermare in veste commissariale l'ex Direttore generale dott. Ezio Agostinucci, e si riserva oggi stesso di definire il nuovo assetto gestionale della predetta Azienda sanitaria locale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Vorrei avere solo un cenno, prima di intervenire sulla questione: questa decisione l'avete presa sulla base di un parere richiesto a qualcuno o no? MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Non ci sono state richieste esterne di consulenza. Gli avvocati che ci avevano supportato nella nomina dei Direttori generali sono stati sentiti e convocati in Giunta, ed anche un altro avvocato...
CHIEZZI Quindi avete avuto un'ulteriore consulenza da quegli avvocati che vi avevano detto che avevate operato per il meglio... e anche da un altro avvocato.
Allora, Vicepresidente Majorino, avete avuto delle consulenze esterne Ghiglia permettendo - avete avuto le due consulenze precedenti più il parere di un altro avvocato.
Mi basta: avete avuto alcune consulenze, di che tipo non mi interessa molto, vi siete appoggiati anche ai pareri dei due avvocati che vi avevano già così ben consigliato nel passato più un altro avvocato che...
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Abbiamo chiesto un parere; alla fine la decisione di ricorrere è stata della Giunta...
CHIEZZI D'accordo.
Signor Presidente, questa decisione mi appare un esplicito e ripetuto aggiramento della sentenza del TAR; un aggiramento confermato e tenace nella prospettiva addirittura di aggirare la sentenza del TAR e anche Vicepresidente Majorino - di aggirare sin d'ora, come espressione di volontà, l'eventuale negazione della sospensiva da parte del Consiglio di Stato; negazione della sospensiva che, se avverrà, voi già dite che l'aggirerete, riconfermando per tre mesi gli stessi Commissari.
Questo fatto, Vicepresidente Majorino, lo esprimo anche a lei come decano di questo Consiglio, con il quale ho avuto un'esperienza nelle passate legislature di persona, oltre che capace per storia e competenza persona attenta a questi problemi, di cui io non mi dimentico.
Il problema è questo: voi compite un atto molto pericoloso, perché tra le due strade che avete davanti scegliete quella del commissariamento; non scegliete la strada di avere un Direttore generale - che era la strada consentita - affidando la direzione generale al più anziano dei due.
Quest'ultima, mettendo a capo delle Aziende un Direttore generale, era una strada che consegnava pienezza di poteri a un Direttore che veniva scelto come dice la legge - tra il più anziano dei due, fattispecie già utilizzata una volta. Era una scelta di piena facoltà di agire in pienezza di poteri.
Viceversa, voi dite: "No, non scegliamo la strada di avere un Direttore generale vero, noi commissariamo le Aziende".
Sappiamo che la nomina del Commissario è una nomina immotivata (pu anche essere motivata, ma è immotivata): il Commissario viene scelto e non ha bisogno di motivazioni, nel senso che qualunque nomina di un Commissario può essere fatta senza una riga di motivazioni nel merito (è capace, non è capace, va bene in quel luogo o no); lo sappiamo.
La caratteristica di un Commissario è segnata dalla facoltà di non provare a motivare il perché di una scelta, libera l'Amministrazione di ogni possibile contenzioso e di ogni obbligo relativo a far capire a terzi o ai cittadini perché si è scelto uno piuttosto che l'altro. Il Commissario viene scelto sulla base di una decisione che non fa i conti con problemi di merito.
Se il Commissario - ed è così - è figura non soggetta a questo esame e a questa accurata illustrazione dei motivi, Vicepresidente Majorino, una figura amministrativa così costruita, vorrà pur dire qualcosa ai fini dei compiti che può avere; di sicuro - potrebbe aiutarmi lei se fosse seduto insieme a me nei banchi dell'opposizione, ma non lo è - le leggi che regolano questa figura e che consentono la nomina immotivata quando si commissaria presuppongono l'esercizio di poteri diversi da soggetti nominati in relazione ad altre procedure, in particolare di procedure motivate.
Il Commissario non è un Direttore generale, perché non ci sarebbe bisogno di eleggere i Direttori generali chiedendo - dice la legge motivazione. Invece - e questo è un aggiramento e io presuppongo anche nella mia ignoranza, che ci sia un'ipotesi di abuso - voi dite che assegnate la nomina - qui sta l'abuso, secondo me - ai Commissari, figure ben limitate nel loro potere di azione, nella sostanza della loro nomina.
Dite: "Sono Commissari, ma noi Giunta assegniamo ai Commissari, sui quali non ci deve essere nessuna motivazione, gli stessi poteri dei Direttori generali". Io lo trovo un fatto gravissimo.
Vicepresidente Majorino, potrò sbagliarmi - faremo fare le verifiche del caso - ma a me questo sembra un abuso, perché se non fosse un abuso vorrebbe dire che tra Commissario e Direttore generale non c'è differenza e allora non capisco perché dobbiamo montare una macchina talmente straordinaria che ha fatto inciampare più di una Giunta per mancanza di motivazioni, per mettere al vertice della sanità delle persone, quando basterebbe nominare dei Commissari.
E' una contraddizione esplicita: un Commissario non può essere come un Direttore generale, e non potete dirlo nemmeno voi, perché in questo modo sfasciate tutta la struttura amministrativa e la struttura procedurale che per far gestire la sanità leggi nazionali e leggi regionali richiedono contenuti e motivazioni congrue. Troppo facile sarebbe! Lasciateli Commissari! C'è inoltre un altro elemento. Voi dite: "Attenzione, la nomina del Commissario può essere - lo dice la legge 10 - presa in via eccezionale".
Trovo anche qui un elemento di contraddizione, perché questa nomina non soddisfa alla richiesta di eccezionalità della situazione e perché nel lungo iter che ha visto la nomina dei Direttori generali già una volta è stata utilizzata.
A mio parere, l'eccezione è stata spesa, è finita; anche da questo punto di vista, non potete fare di un'eccezione la regola e ripetere in via eccezionale, ma per la seconda volta, un provvedimento che questa Regione Piemonte ha già assunto pochi mesi or sono.
L'eccezionalità è tale se vale una volta almeno nell'arco di una stessa procedura, e qui siamo dentro le revoche dei Direttori generali; ripetuta due volte - a mio modestissimo avviso, ma i vostri consulenti ne sapranno di più se li avete interpellati su questo - ritengo che ci sia un vizio anche nell'applicazione di questa regola dell'eccezionalità, perché non è eccezionale, è già stata eccezionale la volta precedente. Anche per questo ritengo che la prima scelta, quella del Direttore generale supplente, dava pienezza di poteri ed era più attenta e non abusava di alcunché, mentre adesso penso che ci sia un forte abuso e ci sia una volontà di disattendere, e non so se questa - Vicepresidente Majorino - sia anch'essa un abuso (chiederemo la verifica).
Non so se un comportamento di un'Amministrazione regionale di disattenzione e volontà di non tener conto di una sentenza della giustizia amministrativa, non so se nominare dei Commissari come se fossero Direttori, riconfermando tale nomina - anche se la sentenza del Consiglio di Stato non darà ragione alle vostre richieste - non configuri un elemento di incongruità - che io definisco di abuso, sarò impreciso, non sono un tecnico della materia - una sofferenza di carattere amministrativo legislativo, di legittimità.
Per questo motivo esprimo sconcerto e preoccupazione per la decisione assunta. Intravedo in voi anche molta sicumera: i Commissari avranno molte difficoltà ad interpretare il ruolo da voi assegnato, identico a quello precedente, ma con un vestito diverso. Vestito che li obbligherà nuovamente se ho capito bene - a nominare il Direttore sanitario, mi riferisco ai contratti di cui ha parlato il Vicepresidente Majorino; atti e contratti che il Commissario deve assumere nei confronti del Direttore sanitario e del Direttore amministrativo.
Mi pare che i vertici nominino i due Direttori; se i Direttori non ci sono più e c'è il Commissario, probabilmente sarà questi a dover scegliere il suo Direttore amministrativo e il suo Direttore sanitario: questo è nuovamente un atto di scelta che metterà in difficoltà i nostri Commissari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA Intervengo per qualche commento sulla scelta compiuta dalla Giunta scelta indubbiamente difficile perché la materia è diventata molto complessa.
Al punto in cui si trova la situazione, credo che qualunque soluzione adottata verrebbe sicuramente contestata. Già nella scorsa seduta avevamo detto che il percorso per giungere alla nomina è stato molto complesso, in alcuni momenti contraddittorio.
Non richiamerò le considerazioni svolte nella precedente seduta in ordine al ruolo e alla funzione del Vicepresidente Majorino su questa vicenda e sull'inopportunità di un suo ruolo attivo nella procedura per le nomine dei Direttori generali. Tuttavia, sulla decisione assunta ieri esprimo qualche dubbio: si sono offerti ancora più elementi per successivi ricorsi.
Come ha detto il collega Chiezzi, nominare come Commissari gli stessi Direttori generali decaduti, è obiettivamente una procedura che porge il fianco alla giusta osservazione che, in qualche maniera, si tenta di eludere una sentenza del Tribunale Amministrativo. Sarebbe bene conoscere l'opinione dell'Assessore D'Ambrosio rispetto al rischio, che è reale.
Abbiamo anche dei dubbi che tra le due strade possibili previste dalla legge n. 10, cioè l'ipotesi di nominare il Direttore più anziano tra il Direttore sanitario e il Direttore amministrativo e il commissariamento quella intrapresa sia la più utile.
La stessa Giunta, in situazioni abbastanza analoghe, ha nominato il Direttore più anziano, mentre oggi nomina il Commissario. In situazioni analoghe la stessa Giunta ha tenuto dei comportamenti diversi, pertanto c'è una incoerenza e una contraddizione.
Non ci pare che la situazione odierna sia diversa rispetto a quella determinatasi allora, quando venne nominato il Direttore più anziano.
Quindi oggi viene applicata una procedura che può essere sicuramente contestata.
Con queste considerazioni non intendo dare dei suggerimenti, di cui non sono capace, pero, per chi vuole fare delle contestazioni, obiettivamente il problema esiste, è reale.
L'altra osservazione è che, a questo punto, nutro dei grandissimi dubbi che il Consiglio di Stato possa accogliere il ricorso della Regione Piemonte; dei grandissimi dubbi perché, in passato, la Regione non si era appellata.
In sostanza, negli anni si è formato un giudicato che va tutto in controtendenza rispetto agli elementi che la Regione Piemonte pu utilizzare per fare ricorso alla sentenza del TAR. Inoltre c'è quel parere del Consiglio di Stato di cui parlava la volta scorsa il Vicepresidente Majorino. Un parere richiesto nel mese di giugno del 1996 per giungere alla definizione di una procedura per la nomina dei Direttori. In quella richiesta di parere, il Vicepresidente Majorino chiese se si poteva annullare la deliberazione di incarico alle cinque società, cioè il lavoro compiuto dalle cinque società. Il Consiglio di Stato, giustamente, rispose che il TAR prima e il Consiglio di Stato poi, hanno detto chiaramente che quella deliberazione ha un suo valore, va attuata; le valutazioni espresse vanno tenute presenti e se non le si tiene presenti, va motivata la decisione che compie la Giunta.
Credo che, sulla base del parere espresso dal Consiglio di Stato, le decisioni che doveva assumere all'inizio dell'anno la Giunta dovevano essere molto più motivate rispetto al passato. Mi pare che la Giunta abbia ripercorso, in modo identico, alcune procedure del passato, cioè la Giunta ha forzato il po' le procedure per dimostrare che non si teneva conto di quella deliberazione, di quel lavoro di selezione, di quei punteggi dati inventando delle modalità, stabilendo dei criteri (le fasce medie, alte ecc.), immaginando che in questa maniera si potessero stabilire dei meccanismi automatici per giungere alla nomina dei Direttori.
Agendo in questo modo, non si è solamente elusa la sentenza del TAR, ma anche il parere del Consiglio di Stato, il quale dice che questa è una nomina fiduciaria e che sta alla Regione decidere, l'importante è che motivi il lavoro di selezione.
Questo non è avvenuto nelle nomine che ha compiuto la Giunta all'inizio dell'anno e, giustamente, il TAR le ha annullate.
Quindi che cosa, probabilmente e presumibilmente, potrebbe accadere nei prossimi mesi? Che il Consiglio di Stato, dopo aver dato il proprio parere nel mese di giugno 1996, per forza di cose non potrà contraddirsi. Mi pare che il futuro sia già definito: il Consiglio di Stato non accetterà il ricorso del TAR.
Non so se la Giunta abbia compiuto collegialmente questa valutazione o se, ancora una volta, abbia deciso soltanto il Vicepresidente Majorino.
Rilevo un forte ancoraggio alle posizioni del passato assunte dal Vicepresidente; temo che l'atto assunto ieri non farà altro che aumentare l'instabilità del comparto della sanità.
Mi stupisce il fatto che la Giunta - non il Vicepresidente Majorino non abbia tenuto conto del parere del Consiglio di Stato. Non so se la Giunta - molto distratta in questo momento, per la verità...



(Commenti fuori microfono del Vicepresidente Majorino)



PRESIDENTE

SAITTA



PRESIDENTE

Giunta molto distratta: noto non soltanto la mancanza del Presidente Ghigo su un tema così importante, ma anche quella di molti Assessori. La questione che stiamo dibattendo è delicata e non è problema del Vicepresidente Majorino o dell'Assessore D'Ambrosio! Vicepresidente, credo che con la richiesta di parere abbia già indirizzato il Consiglio di Stato a non accogliere il suo ricorso al TAR.
Do questa lettura: il Consiglio di Stato ha espresso il proprio parere in modo molto chiaro, non credo che assumerà una decisione in contraddizione con il parere espresso lo scorso anno.
Il continuare ad appigliarsi a qualcosa, interpretando la legge in modo diverso, secondo la nostra modesta opinione è procedura che offre ancor più il fianco a potenziali ricorsi.
E' questa una responsabilità forte da parte della Giunta, la quale, a questo punto, si sta dimostrando incompetente e indirizzata unicamente dal desiderio di dimostrare che la decisione assunta in relazione al lavoro svolto nel 1994 dalla società di consulenti è sbagliata. Invece, il Consiglio di Stato nel 1996, il TAR in precedenza e successivamente, hanno detto che di quel lavoro non si può non tener conto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.
SUINO Come Gruppo abbiamo ascoltato con molta attenzione e preoccupazione quanto comunicato dal Vicepresidente e condividiamo abbastanza quanto detto dai colleghi della minoranza: siamo non solo preoccupati, ma anche disagiati, perché abbiamo l'impressione che ci si stia ingarbugliando sempre più.
L'impressione, non da esperti e quindi con la modestia del caso, "a pelle", è che ad errore si vada ad aggiungere errore, e questo sarebbe tragicamente pericoloso per l'intero Consiglio e soprattutto per le conseguenze che queste scelte provocheranno sul territorio.
Di fatto, è come se si fosse dichiarato, stamani, che all'ostacolo posto con la sentenza del TAR si è deciso di non rispondere; né lo si salta né si cerca di trovare il modo per superarlo: si decide di aggirarlo. Come conclusione - ma personalmente non sono così competente da poterne essere certa - "si elude la sentenza".
Di fatto, non si sceglie la strada del più anziano tra i due candidati che consentirebbe pienezza di poteri al ruolo, alla funzione, alle mansioni del manager, assegnando alle Aziende un Direttore generale vero, ma si sceglie la strada del Commissario.
I conti non tornano: la strada del Commissario è un'evidente elusione delle questioni poste dalla sentenza. Di fatto, la scelta del Commissario non richiede motivazione. In questo si manifesta l'elusione delle questioni poste. Dopodiché, si assegna ai Commissari un potere che non spetta loro poiché di fatto essi dovrebbero risolvere questioni di emergenza ed eccezionalità, non garantire l'ordinaria amministrazione.
In questo caso, invece, all'elusione si aggiunge la scelta di dare pieni poteri, riconoscendo i Commissari nella triade, quindi all'interno dell'Azienda, con la valenza piena che spetta al Direttore.
Il dubbio che vi possa addirittura essere un eccesso - non so se chiamarlo abuso - di potere e quindi che di nuovo si ritorni in una di quelle contestazioni che la sentenza ha espresso relativamente alla discrezionalità e all'arbitrarietà, mi pare sia più che reale.
Siamo sicuri che non si ravvisi un abuso di potere? Non si sta andando ad aggrovigliare ulteriormente una matassa dalla quale si ha la sensazione che la Giunta non sia nelle condizioni di uscire? Ad una situazione di eccezionalità, la Giunta, messa dinnanzi all'assioma "guardate che avete compiuto un'eccezionalità non giustificata" risponde con un'altra eccezionalità, ulteriormente aggravante.
Cosa chiedeva la sentenza del TAR, sostanzialmente? "Fornite delle motivazioni", "Venga fatta una comparazione motivata". La risposta è: "Nominiamo i Commissari e diamo loro pieni poteri di manager dell'Azienda riconfermando la triade perché solo essa è quella che garantisce...".
C'è un inghippo: probabilmente avete certezze tali da confortarvi in questa scelta; ma se, per caso, sono le stesse certezze che hanno indotto a bloccare il tutto e chiedere al Consiglio di Stato se si poteva eludere una deliberazione, i risultati saranno deflagranti! Lo sbaglio sta a monte! E si continua a scivolare in modo sempre più contorto e rovinoso.
Nella sentenza, tra l'altro, c'è una serie di elementi che, perlomeno in situazione di emergenza della quale riconosciamo le difficoltà avrebbero dovuto imporre maggiore attenzione e maggior razionalità.
Le parole hanno un peso; e le parole che stanno scritte lì dentro pesano come macigni. Ne ricordo soltanto alcune, ma credo che abbiano certamente tolto i sonni - almeno spero - a molte persone che si ritrovano coinvolte in questa vicenda, perché sono macigni.
La sentenza del TAR diceva: "...dare motivazioni e comparare le scelte...", ma anche: "...non c'è stata convinzione, ma c'è stata supponenza e arroganza..."; sono parole tratte dalla sentenza. Si dice inoltre che le motivazioni sono incomplete e che c'è incompetenza. Viene fatto un elenco (con punti 1, 2, 3, ecc.) di questa incompetenza; cito solo i titoli, per non rubare troppo tempo: incompetenza ed eccesso di potere per contraddittorietà; eccesso di potere per difetto di motivazione...
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Ma queste erano le tesi dei ricorrenti, il TAR non riferisce le sue opinioni...
SUINO Vicepresidente, è chiaro che sono le motivazioni alle quali si sono appellati i ricorrenti, certamente.
Dicevo: eccesso di potere per contraddittorietà, per difetto di motivazione, per illogicità, per perplessità con scelte arbitrarie più che discrezionali, per sviamento... ma certamente. Dopodiché venivano indicati anche i parametri, le capacità alle quali ci si doveva appellare nel momento in cui si sceglievano i Direttori.
Le capacità richieste erano le seguenti: capacità manageriale, capacità tecnico-organizzativa, capacità di comunicativa, attenzione all'ambito del sociale, più tutta un'altra serie di sottoparametri.
Si richiedeva anche che per ognuna delle Aziende, per ognuno dei territori venissero indicati i punti critici, le priorità - ne conviene vero, Vicepresidente? - i problemi veri di quel territorio; a quel punto doveva scattare l'abbinamento tra le capacità e le peculiarità, le priorità dei territori e su quelle bisognava dare motivazione.
Banalizzando, se in un determinato territorio una delle priorità, ad esempio, era la carenza nell'ambito minorile e quindi occorreva una specificità esperienziale nell'ambito dei minori, della loro tutela, ecc.
occorreva andare a mettere...
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Si sceglieva un Direttore...
SUINO Mi fa piacere che lei condivida.
Mi domando quali siano stati i criteri; qual era, ad esempio, la criticità nell'Azienda di Alba-Bra, perché quello che è stato l'abbinamento mi farebbe pensare a delle strane criticità che ci sono in quel territorio (chiusa la parentesi).
Le motivazioni, però, non sono state date, le comparazioni non sono state date.
Vicepresidente Majorino, per carità, lei può avere assolutamente ragione e titolo di sorridere circa queste semplici, modeste osservazioni.
Noi siamo assolutamente felici della vostra sicurezza e certezza; il risultato, però - consentiteci - ci impone di esprimere pubblicamente preoccupazione e di chiedervi se avete la certezza reale che in questo modo non si vadano ad aggiungere ulteriori problemi e difficoltà ai problemi già sorti.
Di fatto non s'è risposto a quanto richiesto, nel bene o nel male, non s'è risposto con motivazioni, con comparazioni: si è eluso il problema, si è aggirato l'ostacolo, si va a commissariare - ci si augura che i tempi vengano rispettati e che quindi quei Commissari non diventino sine die dando a dei Commissari e riconoscendo ad una triade che verrà messa nella condizione di avere come vertice massimo il Commissario, gli stessi poteri che dovrebbero essere riconosciuti ai Direttori.
Tutto questo ci preoccupa. Riteniamo che non siate stati nella condizione di rispondere adeguatamente e che a quel gravissimo danno che ci sta facendo rotolare da due anni se ne aggiunga un altro che perlomeno consentiteci - ci lascia alquanto preoccupati.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Innanzitutto credo che sia inspiegabile l'assenza del Presidente della Giunta che, certo, aveva da fare a Roma, però mi pare che preferisca più avere a che fare a Roma che seguire questi importanti problemi che dovrebbe in qualche modo guidare.
E' forte non solo il dubbio, ma la piena consapevolezza circa la procedura adottata nella Giunta segreta che si è tenuta ieri. Tutti abbiamo saputo che ieri era in corso una seduta segreta, quindi è un po' come il segreto di Pulcinella, nel senso che non capiamo cosa ci sia di segreto semmai, più che di segreto, ci doveva essere qualcosa di ponderato, di pensato.
In ogni caso, più che un dubbio è una convinzione che la procedura che avete adottato serva più che a salvaguardare la sanità piemontese a salvaguardare le nomine che avete compiuto. Questa è la convinzione piena che emerge dalle contorte decisioni che avete assunto.
Quando il Vicepresidente e anche l'Assessore sostengono che, in caso di non sospensiva, si procederà cosi come il TAR ci ha indicato, perché non farlo subito, per non rischiare di bloccare di nuovo ulteriormente tutto? C'è una strada maestra, che è quella più volte indicata dal TAR, che tra l'altro si inserirebbe a metà del lavoro fatto dalla Giunta. Se la Giunta dicesse: "Beh, abbiamo fatto un lavoro di analisi, di modulazione lo stesso TAR ci dice che mancava solo un pezzo parziale che non era stato compiuto", si facesse quello; perché non fare quello, che farebbe in modo di non trovarsi nelle prossime settimane, nei prossimi mesi nuovamente impantanati? Questa è la forte convinzione che emerge anche seguendo l'iter degli atteggiamenti della Giunta. Nella presenza di altre nomine non effettuate da questa Giunta si sono indicati come Commissari non gli amministratori ma quelli che indica la legge; in presenza invece di nomine di questa Giunta, la stessa Giunta segue un altro criterio.
Ci troviamo di fronte - è abbastanza evidente, è oggettivo - ad atteggiamenti contraddittori che hanno un'unica coerenza: quella di salvaguardare le nomine di questa Giunta. Questa è l'unica coerenza che si ritrova in passaggi che, per il resto, rimangono e sono del tutto contorti.
Credo che questo sia da stigmatizzare pienamente. La strada maestra era e rimane quella di rispettare l'indicazione del TAR, che permetterebbe di uscire dall'indeterminatezza in cui si trova la sanità piemontese.
Questa strada non la si vuol scegliere; ci si assumerà ancora una volta la responsabilità di tenere nello stato di confusione e di caos la sanità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.
SALERNO Il Consigliere Cavaliere dice che questa è stata una decisione che ha voluto semplicemente salvare le nomine. Io, invece, credo che questa sia stata una decisione molto responsabile, che va in una direzione diversa, e cioè nella salvaguardia di quell'azione oggi in Regione Piemonte coerente con la riforma sanitaria e coerente con l'azione della sanità piemontese. E non credo assolutamente che si tratta di salvare dei posti, delle nomine.
In questa decisione della Giunta credo di poter vedere soprattutto un atto di coerenza, collega Suino, perché credo che qui si tratti veramente di coerenza, ché coerenza dice e vuole che si creda molto nel proprio operato, si creda molto nei criteri che si sono adottati a suo tempo in queste scelte. E difatti è un atto di coerenza credere ancora di più oggi nelle procedure che si sono adottate, nell'iter amministrativo che proprio il TAR sembra che dica in apertura che si è rispettato. A me pare di vedere una contraddizione soprattutto del TAR, il quale dice, proprio in apertura di motivazione, che l'iter amministrativo e la procedura amministrativa sono stati rispettati.
Allora, a questo punto, la contraddizione di chi è? Non già dell'Assessorato alla sanità e non già della Giunta, perché mi sembra che abbia fondamentalmente creduto, come atto di coerenza - lo torno a ripetere nelle proprie procedure; procedure che, in riferimento alle precedenti nomine e alla precedente sentenza del TAR, hanno cambiato totalmente l'iter amministrativo. La Giunta ha qui motivato, mentre nelle precedenti, forse la carenza di motivazioni c'era; sicuramente c'era una certa standardizzazione, non c'era un rilievo delle criticità delle varie Aziende, tant'è che mi sembra che la Consigliera Suino intervenga non già su questa nomina, ma su quella precedente della Giunta Brizio.
A questo punto credo che, una volta per tutte, si debba dire che non si tratta né di abuso né di altro. Ripeto: si tratta di un atto di coerenza.
O vogliamo pensare che il TAR sia il sacro tempio della verità oppure crediamo in quello che è: esattamente il primo stato di contenzioso amministrativo; non si tratta né di civile né di penale né di altro: è un contenzioso amministrativo.
Occorre dunque pensare al TAR come al primo grado di ricorso del quale chiunque può avvalersi, di fronte ad un atto amministrativo, ma - ripeto il TAR non è il sacro tempio della verità; esiste un'ampia giurisprudenza che dimostra come tante, tantissime e anche molto importanti decisioni del TAR siano state sospese, annullate.
Il TAR non è l'ultimo anello della giurisdizione amministrativa: è il primo; tant'è che contro il TAR è previsto, da una procedura amministrativa, un ricorso, perché si può pensare che anche il TAR, nel suo giudizio possa non raccogliere la verità completa, e il Consiglio di Stato in tante occasioni ha annullato queste sentenze.
Era un dovere assoluto fare un intervento a difesa di questa Giunta che ha agito correttamente, che ha scelte i manager assolutamente mettendoli in correlazione con le criticità delle Aziende sanitarie, che ha scelto i manager con motivazione e non con comparazione, collega Suino perché la comparazione è stata proprio...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

SALERNO



PRESIDENTE

Mi stupisco come tante volte si chieda l'attenzione di questa maggioranza, visto chi è già intervenuto non ascolta assolutamente niente: chi è intervenuto prima dovrebbe per lo meno ascoltare gli interventi anche da questa parte; invece, si telefona, si parla, si ride...
Ad ogni modo, in relazione alla comparazione, voglio ricordare che è stato proprio il Consiglio di Stato, con una decisione, a dire che la comparazione non è una procedura da adottare. Il Consiglio di Stato, con una decisione, non un semplice parere, una decisione: andiamole a leggere queste cose.
Oltre tutto sarebbe stato un lavoro improbo: 400 alla seconda, si sarebbe andati a 16.000 comparazioni.



PRESIDENTE

SAITTA



PRESIDENTE

Ma, no! Questo è quello che dice lui!



PRESIDENTE

SALERNO



PRESIDENTE

E' stato il Consiglio di Stato che, con una decisione, ha detto che non si deve procedere a comparazioni. Credo quindi che si debba dare atto alla Giunta e all'Assessorato alla sanità di aver agito con coerenza; coerenza che credo non solo gli debba essere riconosciuta, ma soprattutto avvalorata da questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Ci rendiamo perfettamente conto che si tratta di una materia ormai sempre più complessa; l'espressione più semplice che verrebbe è: "Sempre più ingarbugliata". Ma - ripeto - ci rendiamo conto di questo.
Abbiamo già espresso nella seduta precedente le valutazioni, nel senso che abbiamo già detto che probabilmente gli errori che questa Giunta ha fatto risalgono alla prima sentenza del TAR e alla non opposizione al Consiglio di Stato a quella prima sentenza.
Oggi, però, ci attestiamo nel nostro intervento su questa nuova fase (vogliamo chiamarla così), che è rappresentata dalla scelta che la Giunta ha fatto in ordine ai Commissari. Scelta ratificata nella delibera che ci è stata consegnata questa mattina.
Quindi, al di là delle valutazioni di merito e dei giudizi politici pesanti che già abbiamo espresso nella seduta precedente, ma anche in altre circostanze, ci attestiamo sull'attuale provvedimento e sulla scelta che la Giunta ha fatto.
Anch'io devo dire che siamo molto perplessi, proprio sul modo con il quale, di fronte a questione così importante e delicatissima per il Piemonte, ancora una volta in quest'aula la Giunta si presenta a ranghi ridottissimi; nel senso che questa vicenda continua sostanzialmente ad essere demandata alla competenza del Vicepresidente Majorino e alla competenza...
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Mi scusi, il Presidente è alla Conferenza Stato-Regioni presieduta dal Presidente del Consiglio Prodi: non vi è andato per cose minori. Questo solo per notizia.
SPAGNUOLO So benissimo che il Presidente Ghigo è alla Conferenza Stato-Regioni ma da quando sono in quest'aula di Conferenze Stato-Regioni ce ne saranno state 350. Tuttavia quando in aula si affrontavano questioni così delicate che possono stravolgere la sanità piemontese (se non l'hanno già stravolta), si diceva ad un altro Assessore di andare alla Conferenza Stato Regioni o si motivava l'assenza. Tutto qui: non è mai caduto il mondo se un Presidente di Giunta regionale non è andato alla Conferenza Stato-Regioni.
Ma in questa materia, abbiamo un déjà vu cronico. La valutazione che facciamo è che già la volta precedente abbiamo dovuto chiamare in aula il Presidente della Giunta, che è stato per metà della seduta fuori, perché si discutevano queste cose; in aula c'erano esclusivamente il Vicepresidente Majorino, l'Assessore D'Ambrosio e l'Assessore Masaracchio, tant'è che da parte nostra ci siamo permessi di dire: "Ci sembra una cosa demandata ad Alleanza Nazionale"; dopodiché il Presidente della Giunta è rientrato e ha fatto delle dichiarazioni peraltro veramente sottili - le vorrei chiamare così - cioè senza un vero spessore, non dico di merito, perch probabilmente non tocca a lui lo spessore di merito in una materia peraltro complicatissima, ma certamente sottili dal punto di vista dello spessore politico. Ma - anche in questo caso - si tratta di un déjà vu, a cui siamo purtroppo abituati, soprattutto negli ultimi tempi.
Torniamo comunque alla deliberazione e alla scelta in essa contenuta.
Innanzitutto - è già stato fatto notare da alcuni colleghi e lo voglio richiamare - è lapalissiano che le sentenze del TAR siano esecutive. Si è scelto quindi di non dare esecuzione alla sentenza del TAR, pure in attesa del ricorso al Consiglio di Stato, che questa volta è stato proposto (e quindi chiaramente ci si chiederà, in quelle sedi, perché non era stato proposto in situazione assolutamente analoga, ma anche questo lo abbiamo già detto).
Veniamo alla scelta fatta dalla Giunta e contenuta nella delibera. Ad un certo punto vi è un passaggio in cui si dice: "Nelle more, peraltro, è necessario rimediare al gravissimo vuoto di potere che si è venuto a creare nel massimo vertice delle Aziende sanitarie", per cui si fa il salto e si dice: "La scelta più opportuna è quella del commissariamento".
Quindi, non si sceglie di dare esecuzione alla sentenza del TAR; si dice che si farà ricorso al Consiglio di Stato; non ancora avendo fatto ricorso al Consiglio di Stato, si fa la scelta del commissariamento, e si tenta di darle una motivazione. Dico si tenta, perché è anche normale che si dovesse dare una motivazione alla scelta del commissariamento.
Giustamente, si cita la legge 10, e si dice: "La legge, in caso di decadenza o di vacanza dell'ufficio, in alternativa prevede il subentro del Direttore più anziano"; e poi si dice: "In via eccezionale, si può fare riferimento al commissariamento dell'Azienda, mediante la nomina di un Commissario".
Certo la materia è delicata; noi qui non vogliamo "maramaldeggiare" perché la materia è oggettivamente delicata, però c'è una cosa che il nostro Gruppo si permette di osservare: che in questa deliberazione, pur avendo fatto questa scelta e questo percorso, ci sembra estremamente carente la motivazione dell'eccezionalità.
Come è motivata l'eccezionalità? Questo è un altro punto che consegno all'attenzione dei vostri esperti e alla vostra attenzione politica. Ci sembra che l'eccezionalità non sia sostanzialmente motivata perché la legge 10 indica un certo percorso e parla del Direttore più anziano, però dice: "in via eccezionale si può ricorrere ai Commissari".
L'eccezionalità non viene motivata, anzi viene motivata dalla lettura che abbiamo fatto adesso; quindi - ripeto - con tutte le delicatezze del caso, ci permettiamo di esprimere alcune considerazioni.
Come viene motivata la scelta dei Commissari? Come l'esigenza di mantenere la continuità gestionale e amministrativa, con il fatto che sono stati fatti dei programmi. E a nostro avviso c'è un altro elemento debole in questa deliberazione, cioè che al Commissario vengono dati tutti i poteri che avevano i Direttori generali, quindi dando anche tutti questi poteri di nuovo non siamo nella logica dell'eccezionalità.
A nostro parere questi elementi rendono la deliberazione debole e ci sembra rendano la scelta del commissariamento non motivata nella sua eccezionalità. Anche qualora si ritenesse che la scelta del commissariamento fosse giusta, noi non la valuteremmo come una scelta giusta perché ci permettiamo di dire che ci sembrava doverosa, a questo punto, l'applicazione dell'esecutività della sentenza del TAR.
Riteniamo quindi che all'interno della deliberazione ci siano queste due gravi carenze. Due gravi carenze che possono esporre questo provvedimento a ulteriori ricorsi, mentre la scelta di una via maestra probabilmente avrebbe potuto essere una scelta che esponeva meno l'Amministrazione.
L'unica eccezionalità e limitazione che noi vediamo per i Commissari è quella temporale sostanzialmente, perché viene dato un limite di tempo seppure subordinato.
Sono delle osservazioni che ci siamo permessi di consegnare alla Giunta, che è responsabile di questo tipo di scelte, e anche un po' all'aula; sono delle motivazioni, però, che ci preoccupano fortemente perché ci sembra che la Giunta si sia allontanata dalla via maestra che avrebbe dovuto attuare in esecuzione della sentenza del TAR, seppure in attesa del ricorso al Consiglio di Stato; tuttavia, anche la scelta del commissariamento, opinabile, non è sufficientemente motivata nelle sue caratteristiche di eccezionalità.
Questo non fa che complicare un quadro che come cittadini piemontesi prima ancora che come Consiglieri regionali, ci preoccupa moltissimo e che non potrà far altro, purtroppo, perché noi non l'auspichiamo, che aggravarsi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.
MANICA Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, la deliberazione che esaminiamo questa mattina ci richiama ad alcune considerazioni.
Un brevissimo inciso iniziale: concordo anch'io con quanto hanno richiamato prima sia il Consigliere Cavaliere che la Consigliera Spagnuolo cioè che l'assenza del Presidente Ghigo in un dibattito come questo ci imbarazza fortemente e imbarazza tutta l'aula per l'importanza della decisione in oggetto. Anche noi eravamo a conoscenza del fatto che il Presidente Ghigo era a Roma alla riunione della Conferenza Stato-Regioni ma anche a noi è sorta immediata la considerazione che davanti a tale importanza ed eccezionalità del dibattito, che coinvolge lo stato dell'intera sanità piemontese, la sua presenza in aula fosse quanto meno opportuna.
Detto questo, vengo al merito del provvedimento.
La deliberazione che ci viene presentata, partendo dalla situazione di gravissimo vuoto di potere all'interno delle Aziende sanitarie piemontesi sia le ASL che le ASO, assume la decisione in via del tutto eccezionale di nominare Commissari i Direttori generali - tranne uno rispetto al quale vi è un provvedimento a parte, separato - Direttori generali che per effetto della sentenza del TAR erano decaduti dalla carica in oggetto. Vengono addotte due motivazioni a questa scelta: la prima, un percorso consentito dalla legge 10 (art. 10, comma 7); la seconda, la necessità della presenza piena dell'intera triade direzionale nella direzione della sanità piemontese, elemento della continuità.
Queste due motivazioni a mio avviso sono insufficienti. Innanzitutto perché leggendo attentamente l'art. 12 della legge 10 è del tutto evidente che il percorso che l'articolo ci consegna come soluzione, in caso di vacanza del Direttore generale, non è linearmente quello che la Giunta in questo momento ha scelto, perché in questo caso la legge al comma 5 dell'art. 12 propone una soluzione immediata e diversa, e cioè che al Direttore generale subentri il Direttore più anziano per età scelto tra il Direttore amministrativo e quello sanitario, fino alla nomina del nuovo Direttore.
Al comma 7, quindi in subordine a questa soluzione, si dice che nei casi di decadenza o di vacanza dall'ufficio, in alternativa al subentro del Direttore più anziano fino alla nomina del nuovo, la Giunta regionale pu procedere in via eccezionale al commissariamento dell'Azienda mediante nomina di un Commissario che rimane in carica e via dicendo.
Questo è l'articolato della legge: il comma 5 indica l'ordine di soluzione in caso di vacanza; il comma 7 dice che in alternativa a quello ma come subordinata e in via del tutto eccezionale, si può assumere l'altra decisione.
Se le cose stanno così e se in questi due lunghi anni e mezzo di assoluta precarietà dei vertici delle Aziende sanitarie piemontesi, sia le ASL che le ASO, si sono in occasioni diverse e precedenti assunte anche diverse decisioni in applicazione dell'art. 12 della legge 10, a questo punto noi ci chiediamo perché una decisione come questa.
E' una decisione che non trova sufficiente motivazione nell'articolato della legge; è una decisione che non trova sufficiente motivazione rispetto alla realtà concreta delle Aziende sanitarie perché, ai Commissari sono attribuiti tutti i poteri spettanti per legge al Direttore generale con la precisazione che la nomina dei Direttori amministrativi e sanitari e conseguenti contratti non potranno avere durata quinquennale, ma durata per relationem - a quella commissariale e comunque non superiore a mesi tre dalla nomina del Direttore generale.
Questo vuol dire che non è assolutamente vero che con questa decisione eccezionale voi consolidate l'intera triade direzionale e mettete le Aziende nella condizione di funzionare meglio. Non è vero per precedenti decisioni assunte in modo diverso, e non è vero anche in virtù della limitazione inevitabile che la nomina di un Commissario trascina con sé per quanto riguarda i vertici e per quanto riguarda altre decisioni. Questo vi è talmente noto e ovvio che l'avete, per forza, addirittura scritto nella premessa al testo deliberativo.
Non solo, ma questa situazione crea un ulteriore stato di precarietà di ordine materiale, oltreché psicologico, all'interno della direzione delle aziende. Cosa che vi è del tutto nota perché, così come gli elementi di preoccupazione all'interno delle Aziende sono stati rappresentati a noi penso che siano stati di più e meglio rappresentati all'Assessore in questi giorni dalle varie realtà piemontesi, sia dalle Aziende sia dagli amministratori pubblici.
Se queste motivazioni, dal punto di vista del funzionamento delle Aziende e dell'applicazione della legge, non sono quelle che sorreggono la delibera, allora è del tutto inevitabile - consentiteci - che la motivazione vera sia un'altra e sia di tipo "ideologico".
Ideologica, e qui c'è il famoso "teorema Majorino": non si ricorre precedentemente, rispetto ad una decisione del TAR (la prima)...
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Non è una decisione mia, ma è collegiale, della Giunta.
MANICA Lo preciserà dopo, adesso sto intervenendo io.
La prima decisione del TAR, quella sì era il tempio della verità, in quanto era una sentenza avversa ad una scelta di una Giunta che aveva un'altra collocazione di ordine politico-amministrativo.
Questa sentenza del TAR, non è più la sentenza del tribunale della verità perché è una sentenza avversa ad una decisione di una Giunta di altra colorazione politica. Questa è la conclusione che noi traiamo.
Pertanto sulla base del "teorema Majorino" difende ideologicamente quella scelta con questo atto di commissariamento, non motivato dalla legge e dalle esigenze della sanità piemontese, ma semplicemente, testardamente difende la prima decisione sbagliata che ha portato, inevitabilmente, a questa conseguenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.
RUBATTO Le gravi conseguenza che possono avere sulla nostra sanità questi continui ricorsi e controricorsi dovevano senz'altro far assumere alla Giunta regionale un provvedimento coraggioso. Secondo me la Giunta regionale ha assunto questo provvedimento coraggioso, un provvedimento di continuità, per dare alla sanità regionale la continuità nelle direzioni generali. Un provvedimento di eccezionalità, infatti questa grave situazione, conseguenza dei ricorsi sulla nostra sanità, doveva far assumere questo provvedimento, come un caso eccezionale. Continuità ed eccezionalità che noi abbiamo sempre chiesto, e che noi desideriamo che la nostra Giunta regionale, in particolare in questo settore, porti avanti.
Attendiamo, quindi, quanto dirà il ricorso al Consiglio di Stato dopodiché agiremo a seconda del responso di questo ricorso; per ora siamo grati che la Giunta regionale abbia assunto questo provvedimento proprio al servizio della sanità della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità La mia replica sarà brevissima, anche perché per impegni assunti dovremmo discutere il Piano sanitario.
Ringrazio i Consiglieri dell'opposizione per qualche osservazione opportuna. Sottolineo, per coloro che non lo sapessero - e le tante parole in libertà dette fanno presupporre che non si ha una conoscenza completa quanto sia delicata e complessa la materia.
Ringrazio il Consigliere Rubatto, che ha sottolineato sinteticamente le motivazioni per le quali noi abbiamo assunto la decisione di nominare i Commissari per dare quella continuità che dovevamo assolutamente assicurare, in seguito proprio a quanto c'è stato evidenziato dall'opposizione, e che io, ovviamente, non condivido nella totalità.
Martedì scorso a questa assise è stata presentata una sanità piemontese da quinto mondo. Questo assolutamente non corrisponde a verità, perch quanto è stato dichiarato in quest'aula è anche un'offesa a molti dei Direttori generali in carica che sono persone validissime e stimate dagli stessi Consiglieri dell'opposizione. Per cui ho ritenuto necessario proporre alla Giunta che gli stessi venissero nominati. E' chiaro che ve ne saranno quattro o cinque che stanno disattendendo, nel senso che, per la complessità dell'Azienda a livello locale, non riescono a dare quell'input di cui ha bisogno la sanità, così come sono convinto che la struttura complessa, forse tra le più complesse d'Italia, come quella delle Molinette, presenti delle carenze che sono state evidenziate e sottolineate in un convegno organizzato sabato scorso dal PDS.
Quanto scritto sulla Repubblica di questa mattina mi rattrista enormemente; in realtà penso che le Molinette, per le professionalità, per gli operatori a tutti i livelli, sanitari e non, siano organizzate bene.
E' stato anche sottolineato che questa deliberazione costituisce un elemento di sofferenza, evidenzia incongruità, illegittimità, qualcuno ha sostenuto abuso: ebbene, questo lo vedremo; lo vedremo sollecitamente perché mi è stato adesso confermato da Roma che quasi certamente il 16 dicembre sarà discusso il nostro ricorso al Consiglio di Stato, ricorso che era dovuto, ma che, lo ribadisco, non significa affatto che la Giunta voglia disattendere le sentenze del TAR.
Non so a quale sentenza si riferisca l'intervento della collega Suino ma sinteticamente voglio leggervi un brano dell'ultima sentenza.
La sentenza del TAR recita: "L'amministrazione ha ritenuto di adempiere in modo esaustivo all'obbligo di motivazione, giacché da una parte ha indicato le criticità di ogni Azienda e quindi le problematiche specifiche che sarebbero state chiamate a gestire i Direttori generali (pag. 14) dall'altra ha rappresentato le attitudini professionali del soggetto prescelto, assumendole coerenti con le caratteristiche dell'ente cui veniva preposto. Sennonché, in tal modo, pur fornendo elementi significativi circa le ragioni delle scelte operate, e pur individuando parametri obiettivi per l'assunzione delle decisioni finali (attraverso il corretto riferimento alle situazioni specifiche di ciascun ente, così da razionalizzare l'operazione di identificazione del candidato da assegnare alla guida di ogni Azienda), l'Amministrazione non ha altresì esplicitato le modalità con cui, tra i vari aspiranti alla nomina, è pervenuta ad individuare quel determinato soggetto, ovvero non ha chiarito come ha utilizzato le risultanze dell'istruttoria effettuata dalle società di consulenza".
Società di consulenza che noi abbiamo tenuto in grande considerazione ma che non abbiamo esaminato dal punto di vista del punteggio, ma soltanto delle fasce che erano state evidenziate e che forse non sono state considerate in precedenza, cioè la fascia bassa, la fascia media, la fascia di eccellenza. Tra l'altro il Consiglio di Stato ci disse che non eravamo tenuti ad effettuare alcuna comparazione.



(Voci in aula: "Non è vero!")



PRESIDENTE

D'AMBROSIO, Assessore alla sanità



PRESIDENTE

La richiesta, come lei diceva, collega Saitta, poteva essere formulata in modi diversi; il Consiglio di Stato ci ha detto che non eravamo tenuti a fare le comparazioni.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Capisco che ognuno ha le proprie tesi e le vuole difendere, però ci sono mille modi e mille mezzi per poterle difendere, anche nel corso della mattinata. Si possono benissimo fare degli incisi per quanto concerne il provvedimento che dovremmo portare alla vostra attenzione.
Personalmente, sono limitato dal Consiglio; alla fine, mi prendo "botte dall'uno e dall'altro" - anche da parte degli Assessori che non sono in aula.
Dunque, abbiamo concordato con i Gruppi di minoranza e di maggioranza che entro le 13.00 dev'essere approvato il provvedimento sulla programmazione sanitaria regionale, per una motivazione puramente tecnica: approvato il documento i nostri uffici devono predisporre l'atto nella sua formulazione corretta per il Commissario di Governo, che attende l'arrivo dell'atto fino alle ore 13.30, per essere trasmesso a Roma.
Potremmo tranquillamente discutere l'ordine del giorno successivamente proprio per correttezza amministrativa e di comportamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Va benissimo quanto da lei proposto, Presidente, a condizione che ci sia l'impegno in tal senso, con la presenza dell'Assessore.



PRESIDENTE

Tutti gli argomenti di rilevanza politica, legislativa o amministrativa non li abbiamo mai messi in un cassetto.
La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Signor Presidente, sono d'accordissimo; le faccio unicamente rilevare che il Consiglio è iniziato un'ora e mezzo dopo l'orario prefissato: è un problema vostro, non nostro.



PRESIDENTE

Non è un problema mio.
CAVALIERE Beh, lei è preso in mezzo.



PRESIDENTE

Oggettivamente, sono sempre responsabile.
CAVALIERE Capita, questo, ai Presidenti di Consiglio... Però la causa di quanto sta accadendo non è dovuta alla minoranza, responsabile come sempre.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Legge regionale rinviata dal Governo in data 17 novembre 1997: "Norme per la programmazione regionale per il triennio 1997/1999"


PRESIDENTE

Passiamo alla legge regionale rinviata dal Governo in data 17 novembre 1997.
Relatrice è la Consigliera Minervini, che ha facoltà di intervenire.
MINERVINI, relatrice Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Il DDLR n. 238, con il quale si è provveduto a dettare norme per la programmazione sanitaria regionale e ad approvare il piano sanitario regionale e ad approvare il piano sanitario regionale per il triennio 1997 1999, è stato oggetto di rilievi da parte del Consiglio dei Ministri nella seduta del 14/11/1997.
Tali rilievi concernono sia l'articolato della legge, in particolare per quanto attiene alle intese di programma, sia il contenuto del PSR, di cui agli allegati a), b) e c) del disegno di legge.
Si ritiene quindi necessario procedere ad alcune modifiche del testo approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 15/10/1997.
Con riferimento al capo III "Intese di programma", il Consiglio dei Ministri ha rilevato che tali intese incidono sulla sfera di competenza attribuita a taluni dei soggetti della programmazione regionale (Aziende Sanitarie ed Enti Locali), determinando una compromissione dei rispettivi apporti.
Concordando con l'impostazione governativa, si è proceduto ad una riscrittura dell'intero capo III, che - accorpando quanto disposto dagli articoli 10 e 11 - privilegiasse gli aspetti sostanziali del contenuto delle intese rispetto ad una rigida regolamentazione dei rapporti fra le parti contraenti.
Il Consiglio dei Ministri ha poi mosso due rilievi specifici in ordine all'articolo 10, comma 2 e all'articolo 11, comma 7.
In particolare, in ordine al comma 2 dell'articolo 10, secondo il rilievo mosso, non si evidenzia la riconduzione alla programmazione sanitaria regionale dell'attività svolta non in gestione diretta, nel rispetto degli indirizzi del DPR 14/1/1997.
Si è ritenuto pertanto di specificare che le intese di programma devono determinare il volume di prestazioni sanitarie aggiuntivo, rispetto a quello erogabile dalle strutture delle ASL, necessario al raggiungimento dei livelli assistenziali quali-quantitativi programmati in sede di PSR. Si è altresì esplicitato che, ai fini del soddisfacimento di detto fabbisogno è consentito il ricorso esclusivamente alle strutture accreditate ai sensi del DPR 14/1/1997.
Nell'ambito delle modalità di reperimento delle prestazioni sanitarie verranno quindi utilizzate prioritariamente le strutture pubbliche.
Ciò nondimeno residuano margini di utilizzo delle strutture private accreditate, il cui apporto è particolarmente qualificato nel panorama sanitario piemontese, in specie per quel che concerne le strutture gestite da enti a carattere religioso.
Ai fini del pieno rispetto del principio di autonomia organizzativa e gestionale dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie, il comma 7 dell'articolo 11 viene invece abrogato, eliminando così ogni riferimento alla eventuale imposizione da parte della Regione di vincoli per la gestione delle Aziende.
Rispetto ai contenuti del Piano, i rilievi del Consiglio dei Ministri concernono in particolare l'allegato A) nei punti 2.2 (Dipartimento di Prevenzione), 2.2.1. (Sanità Pubblica), 2.2.2. (Sanità Pubblica Veterinaria); l'allegato B) nei punti 3.1. (Riabilitazione Intensiva), 4 (Lotta alle Malattie Neoplastiche), 15 (Formazione Professionale Sanitaria); l'allegato C) nel punto 6 (Prevenzione delle Dipendenze Riabilitazione e Reinserimento dei Tossico-alcooldipendenti).
Le considerazioni svolte in sede governativa sottolineano come, per alcune particolari situazioni, le scelte operate non siano in linea con gli indirizzi generali previsti dalla normativa statale ovvero, esorbitando dalle specifiche competenze regionali, vengano impropriamente a sostituirsi a quelle autonomamente determinabili in sede aziendale.
Si è ritenuto al riguardo di apportare quelle modifiche che fossero in grado di dissipare ogni dubbio circa la piena rispondenza dei contenuti di piano alle indicazioni statali ed alla giusta valorizzazione dell'autonomia aziendale.
In occasione del rinvio il Governo ha inoltre formulato alcune osservazioni su altre parti dell'articolato e del Piano; osservazioni di cui l'Amministrazione regionale si impegna a tener conto in fase di attuazione.
Sia la rielaborazione del testo legislativo, frutto della positiva valutazione delle considerazioni governative, sia la disponibilità manifestata in ordine alle osservazioni finali rappresentano la volontà da parte regionale di instaurare - nell'ambito delle rispettive competenze e comunque, con il massimo spirito collaborativo - un aperto confronto fra livelli istituzionali diversi".



PRESIDENTE

Emendamento presentato dai Consiglieri Simonetti, Moro e Papandrea: Capo III Sostituire il titolo con le parole "Intese di programma".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.
SIMONETTI Brevemente, due parole sul percorso del Piano sanitario regionale. Le nostre critiche, già in occasione della discussione in Consiglio, erano state profonde e radicate proprio nell'impostazione generale del Piano sanitario regionale, che ritenevamo inadeguato rispetto alle necessità della sanità piemontese e non tutelativo di alcune leggi e normative. Il ragionamento svolto dal Consiglio dei Ministri, nell'ambito delle osservazioni mosse al documento che hanno portato il Piano sanitario regionale ad essere ridiscusso in Consiglio, costituiva parte integrante delle nostre osservazioni di allora.
In particolare, sull'art. 10 si è individuata una marcata carenza rispetto al ruolo e alla progettualità, nell'ambito della programmazione locale, data alla Conferenza dei Sindaci e quindi agli Enti locali.
Prima della presentazione dell'emendamento della Giunta, in base al quale si potrà forse meglio entrare nel merito della questione, abbiamo presentato un emendamento per una questione di merito più generale e più complessiva.
Già in sede di discussione iniziale sul Piano sanitario regionale avevamo criticato l'impostazione del Capo III e in particolare l'individuazione di due soggetti di programmazione: da un lato sanitaria regionale, dall'altro sanitaria locale. Riteniamo quest'individuazione di soggetti lesiva del ruolo della Regione e né consona né pertinente rispetto ai riferimenti legislativi a nostra disposizione oggi. Non vi sono infatti leggi, né nazionali né locali, che individuino, nell'ambito delle aziende sanitarie locali e nei Direttori generali, organi di programmazione locale.
La legge nazionale, a partire dal decreto legislativo n. 502, che introduce l'aziendalizzazione, si riconosce solo la Regione come Ente ed organo di programmazione regionale. L'inserimento da parte della Regione Piemonte ci pareva un'esaltazione impropria ed inopportuna del processo di aziendalizzazione.
L'art. 10, come riformulato dall'Assessorato in seguito alle osservazioni del Ministro, parla unicamente delle intese di programma fra Regione e Aziende sanitarie locali e del ruolo che gli Enti locali e la Conferenza dei Sindaci dovranno rivestire nell'ambito delle stesse.
Questo per non dare adito a false interpretazioni legislative, che in futuro potrebbero non solo apportare problemi alla Regione Piemonte, ma creare un precedente nell'individuare in modo improprio i soggetti che hanno competenza istituzionale nell'attuazione della programmazione locale.
Queste osservazioni, riportate in aula dopo averle fatte proprie come Gruppo in sede di Commissione consiliare, riguardano un contesto complessivo; non è un merito specifico generale, ma riguardano un'impostazione generale, sulla quale, secondo il Gruppo di Rifondazione comunista, sarebbe più opportuno non creare false interpretazioni che potrebbero risultare contraddittorie rispetto all'attuazione della programmazione sanitaria.



PRESIDENTE

Emendamento presentato dai Consiglieri Simonetti, Moro e Papandrea: Capo III Art. 10 Il comma 3 diventa comma 2 Il comma 2 diventa comma 3.
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.
SIMONETTI L'emendamento propone semplicemente una differenziazione nella costruzione dei commi.
In particolare, il comma terzo, che chiediamo venga inserito al posto del comma secondo, fa riferimento alle osservazioni del Ministro sul Piano sanitario, relativamente al ruolo importante che devono assumere nell'ambito degli indirizzi e della programmazione sanitaria regionale a livello locale, i Sindaci, la Conferenza dei Sindaci e gli Enti locali.
Con una discussione in Commissione siamo riusciti a rendere più chiaro l'articolo nell'individuazione del soggetto, cioè il Direttore generale, il quale in qualche modo deve acquisire le linee d'indirizzo da parte della Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti di Circoscrizione.
Considerando questi elementi, ci pareva necessario, dopo il titolo "Intese di programma" e dopo la considerazione di cosa sono le intese di programma, prima dell'articolazione e delle indicazioni delle attività e quindi degli obiettivi delle intese di programma, inserire il ruolo della Conferenza dei Sindaci, proprio per rispondere alle osservazioni del Ministro che facevano riferimento ad un ruolo che, nell'ambito del Piano sanitario, non veniva esplicitato nella Conferenza dei Sindaci; inserirlo al secondo comma in qualche modo dà anche un ruolo non subalterno alla Conferenza dei Sindaci e agli Enti locali, che invece devono esprimere valutazioni di merito circa le proposte programmatiche della Regione per quanto riguarda i Direttori generali. Tutto questo ci pareva più di tutela rispetto ad un ruolo - quello delle autonomie locali, dei Sindaci - che nell'ambito della programmazione, viene definito anche dalle leggi regionali e nazionali.
Anche se alla fine questo emendamento corrisponde tecnicamente ad uno spostamento di commi, ci pare meno lesivo perlomeno delle autonomie della Conferenza dei Sindaci, come invece viene riproposto nell'ambito del Piano sanitario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio in merito ai due emendamenti presentati dalla Consigliera Simonetti ed altri.



PRESIDENTE

D'AMBROSIO, Assessore alla sanità



PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'emendamento al Capo III, che recita: "Sostituire il titolo con le parole 'Intese di programma'", debbo sottolineare che il Capo III è costituito da un solo art. (art. 10), che è già intitolato "Intese di programma"; il Capo III non può avere lo stesso titolo dell'articolo, ma deve indicare l'argomento generale di cui trattano i vari articoli.
Tra l'altro, debbo evidenziare - così com'è stato sottolineato dalla Consigliera Simonetti in quest'aula già in sede di discussione - che il partito di Rifondazione non è mai stato d'accordo per quanto riguarda la programmazione locale. Indubbiamente qualcosa verrà rivisto nella modifica del. 502, ma non tutto. Tra l'altro, posso dire che sicuramente verrà accettata la proposta a che nella definizione della programmazione in ambito locale non partecipi solo la Conferenza dei Sindaci, ma i Sindaci dell'unità locale stessa, per cui non possiamo accettare questo articolo.
Per quanto attiene invece all'emendamento al Capo III, art. 10, che propone un'inversione dei commi, personalmente penso che la cronologia dei due commi sia corretta, anche se con la proposta si voleva evidenziare di più uno anticipandolo, posticipando l'altro; tuttavia, al secondo o al terzo posto, la sostanza cambia poco: l'essenziale è che venga recepito quanto formulato nel Piano.



PRESIDENTE

Quindi l'Assessore D'Ambrosio non accoglie i due emendamenti.
Pongo in votazione il primo emendamento, relativo alla sostituzione del titolo con "Intese di programma".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 27 contrari e 10 astensioni.
Pongo ora in votazione il secondo emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 27 contrari e 10 astensioni.
Procediamo alla votazione dell'art. 10 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 27 voti contrari 12 astensioni 4 L'art. 10 è approvato.
ART. 19 Emendamento presentato dai Consiglieri Gallarini, Mancuso, Rubatto, Cotto e Angeli: Pag. 109 - Unità Spinali Dopo il terzo capoverso, aggiungere il periodo: "La Giunta regionale potrà finanziare con risorse regionali le unità spinali non rientranti nei parametri della pianificazione nazionale".
Emendamento presentato dai Consiglieri Simonetti, Angeli, Moro, Papandrea Foco e Gatti: Pag. 109 - Unità Spinali Unipolari Alla fine del paragrafo, aggiungere le parole: "Per l'attuazione delle unità spinali unipolari previste, la Regione interviene con risorse proprie secondo quanto previsto dall'art. 13, D.L.
502/92".
La parola alla Consigliera Cotto per l'illustrazione dell'emendamento della maggioranza.
COTTO Con questo emendamento prendiamo atto delle Direttive nazionali, per vogliamo far notare la dimensione, la territorialità della nostra popolazione, la sua distribuzione sul Piemonte.
A nostro parere, è necessario arrivare a più di una unità spinale.
L'argomento è stato discusso molto in Commissione, si è fatto anche presente che l'utenza può essere ampliata, se pensiamo alla vicina Lombardia, quindi ai bacini di utenza.
In sostanza, vogliamo far riflettere tutto il Consiglio e l'Assessore sulla possibilità reale di poter accogliere questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione dell'emendamento della minoranza.
SIMONETTI In sede di Commissione la questione era stata affrontata bene - credo nel merito.
Inizialmente - anche per spiegarlo a colleghi che non hanno assistito ai lavori della Commissione - il Piano sanitario regionale prevedeva, anche su sollecitazione delle opposizioni, tre unità spinali, di cui una come quella già attuata presso il CTO di Torino e l'altra presso l'Azienda Maggiore Carità di Novara e il Borsalino di Alessandria. Tre unità spinali sulla base di valutazioni generali di esigenze del territorio e di utenza che necessita in Piemonte di questo tipo di prestazioni.
Le osservazioni del Consiglio dei Ministri riguardano il merito della questione. Entrando nel merito, il Consiglio dei Ministri dice: "Un decreto ministeriale stabilisce i bacini di utenza per unità spinali unipolari. Il Piemonte, sulla base del suo bacino di utenza, può aver diritto a finanziare attraverso lo Stato una sola unità spinale; nulla toglie che, se ritiene necessario intervenire per la costruzione, l'ampliamento o il potenziamento di altre unità spinali, può farlo con risorse proprie".
Sulla base di questo ragionamento, in Commissione è stato presentato un emendamento da parte della Giunta in cui sostanzialmente si toglievano le altre due unità spinali e rimaneva inserita nel Piano sanitario nonostante la si ritenesse inadeguata e non esaustiva delle esigenze - solo l'unità spinale del CTO di Torino.
Visto che, viceversa, si concordava in modo univoco sulla necessità di un potenziamento complessivo delle unità spinali, noi abbiamo portato questo ragionamento in Commissione, ritenendo opportuno il potenziamento delle unità spinali regionali e quindi opportuno che si potenziassero anche quella di Novara e del Borsalino di Alessandria; peraltro sono state promesse sulle quali si sono già realizzati dei protocolli di costruzione presso le comunità locali, chiedendo l'intervento della Regione con risorse proprie, come è permesso da leggi nazionali.
I dubbi emersi in Commissione erano soprattutto in merito al fatto che sembra - ma è ancora tutto molto vago - che ci sarà una revisione di questo famoso decreto ministeriale che andrà a rivedere i bacini di utenza rivedendo i bacini di utenza, alla Regione Piemonte potrebbe spettare (anzi, quasi sicuramente è così) un'altra unità spinale unipolare.
Però, visto che non volevamo ragionare sulla base di valutazioni ipotetiche del Consiglio di Ministri e sulla base di ipotetiche modifiche di un decreto ministeriale che oggi dice altre robe, ritenevamo opportuno impegnare la Regione Piemonte a farsi carico di impegni che sostanzialmente si era già assunta.
Riteniamo fondamentale che le unità spinali, sia di Alessandria che di Novara, vengano potenziate e proseguano il loro potenziamento.
Quindi abbiamo formulato questo emendamento, da inserire nel Piano sanitario, perché ciò sicuramente le dava anche più autonomia, più legittimità e più autorevolezza, chiedendo l'impegno della Regione a finanziare comunque con proprie risorse le altre unità spinali che non fossero finanziate dallo Stato.



PRESIDENTE

Mi pare che i due emendamenti siano omologhi, Assessore; poi c'è anche un problema di collocazione nell'ambito del testo: se dopo il terzo paragrafo oppure dopo il terzo capoverso.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



PRESIDENTE

D'AMBROSIO, Assessore alla sanità



PRESIDENTE

Nel Piano avevamo concordato con l'opposizione, a che in Piemonte vi fossero tre unità spinali, alla luce delle necessità proprio oggettive: infatti moltissime persone, purtroppo, hanno bisogno di ricorrere alle unità spinali per il numero sempre maggiore di incidenti stradali ed anche sul lavoro. Il signor Ministro ci ha evidenziato che c'è un decreto ministeriale del 29 gennaio 1992, nel quale si dice che non può esservi più di un'unita spinale ogni 5-6 milioni di cittadini. Ecco il motivo per cui è stato rivisto questo punto, alla luce di queste osservazioni fatteci dal Consiglio dei Ministri stesso. Nel rivedere però questo paragrafo, noi abbiamo detto che nel corso di validità... "la dotazione di posti letto viene prevista in unità spinale unipolare attiva presso l'Azienda ospedaliera CTO di Torino e in due cilindri per la riabilitazione post acuta presso l'Azienda Ospedaliera Maggiore della Carità di Novara e SS.
Antonio e Biagio di Alessandria presso la struttura Borsalino. Nel corso di validità del Piano - abbiamo scritto - viene effettuato uno studio di fattibilità relativo all'individuazione di due nuove unità spinale - quindi anche per le acuzie - presso le suddette Aziende ospedaliere, anche in base alla divisione dei bacini minimi di utenza che potrà essere effettuata in sede di normativa nazionale di riferimento".
Debbo aggiungere che il signor Ministro ieri mi ha detto che le linee guida per la riabilitazione sono pronte e con le linee guida entro un mese e mezzo, due mesi vi sarà un nuovo decreto con il quale si stabilisce proprio alla luce di quanto ho detto, cioè dell'aumento dei casi di medulolesi per incidenti stradali e per incidenti sul lavoro l'assegnazione di due unità spinali ogni 3-4 milioni di cittadini, per cui noi riavremmo, quindi, subito la possibilità di avere il finanziamento statale per un'altra unità spinale. Per quanto riguarda la terza, è una cosa sulla quale possiamo discutere ma che non possiamo specificare nel Piano adesso perché così come è stato formulato è stato concordato con l'Ufficio legislativo del signor Ministro.
Per cui io dico no a questo emendamento, non nella sostanza, ma per i motivi che vi ho detto poc'anzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco per dichiarazione di voto.
FOCO Intanto resto francamente stupito, non so come definirlo, da questa inversione di marcia da parte dell'Assessore.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Più chiaro di come sono stato! FOCO Perché mi pare strano che, nel momento in cui viene predisposto un Piano, nel momento in cui l'Assessore fa seguito ad impegni assunti non solo in quest'aula, sollecitati dall'opposizione, ma che hanno trovato, in tutti i Consiglieri eletti nelle varie realtà "scoperte" da unità spinale una grossa alleanza complessiva confermata stamattina dalla presentazione di un altro emendamento - mi auguro poi che i colleghi siano conseguenti alla presentazione dell'emendamento, perché se leggo bene le firme sono presenti tutti i Gruppi della maggioranza che uniti ai voti dei Consiglieri della minoranza, formano l'unanimità del Consiglio, perché i due emendamenti sono simili - però, lasciando perdere questo aspetto, proseguo nel mio ragionamento, cioè mi stupisco che l'Assessore non fosse a conoscenza di un decreto ministeriale del '92 che stabiliva certi parametri. E', francamente, mi si consenta, una perplessità, un dubbio, una preoccupazione ulteriore che si aggiunge alle altre. Non sono intervenuto nei due giorni di dibattito sui Direttori generali, e non vorrei recuperare oggi i tempi non utilizzati allora...
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Chieda anche lei le dimissioni! FOCO Per cui mi pare strano questo atteggiamento. O si pensava, non vorrei introdurre polemiche, ma è la terza volta che vengo interrotto - di voler far apparire che la Giunta regionale, il Consiglio regionale, la Regione Piemonte era d'accordo a costituire tre unità spinali e il Governo centrale, cattivo, ecc,. ha voluto bocciare questa proposta. Non mi pare che sia così! Quando non rispettiamo le leggi, sappiamo...
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Il decreto è del '92, quindi non c'entra l'attuale Governo.
FOCO Infatti, è un decreto del '92. Ma mi riferisco, Assessore, poich stiamo parlando nell'aula del Consiglio, non possiamo non tenere conto di quanto viene scritto o, dichiarato sulla stampa delle nostre realtà (Novara, Alessandria). In questa sede qualcuno, a mio parere inesperto anche se riveste alte responsabilità regionali in un partito, ha detto "E' stato bocciato per colpa della Bindi". Al fine di evitare che poi qualcun altro ripeta che è colpa della Bindi, ribadiamo che si è trattato semplicemente di rispettare un decreto ministeriale. Quindi pensavo che la Giunta, l'Assessore sapessero già che quell'operazione non poteva che essere sostenuta con risorse regionali, oppure bisognava avere il coraggio come chi governa normalmente deve avere, di dire dei sì o di dire dei no e mettere responsabilmente il Consiglio regionale di fronte alle sue responsabilità, non prenderlo in giro! Pertanto, dichiaro a nome del Gruppo PDS il voto favorevole ovviamente all'emendamento da noi presentato e mi auguro di avere anche quello di coloro che hanno firmato un emendamento molto simile al nostro.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto per dichiarazione di voto.
COTTO Io non sono preoccupata delle eventuali polemiche o della disinformazione che può nascere circa la competenza, la responsabilità della Regione Piemonte o dello Stato. La mia preoccupazione è rivolta ai cittadini che hanno bisogno di queste tre unità spinali proprio per quelle motivazioni che ci hanno indotto a presentare l'emendamento.
Abbiamo però sentito la risposta dell'Assessore; abbiamo sentito dell'impegno dello Stato per arrivare a due e della disponibilità della Giunta di vedere successivamente, con risorse proprie, di risolvere il terzo polo. Quindi, siamo dell'avviso di ritirare l'emendamento.
Abbiamo presentato un ordine del giorno col quale impegniamo la Giunta regionale a finanziare con risorse regionali le unità spinali eventualmente non rientranti nei parametri della pianificazione nazionale.
Per chi ha bisogno dei servizi poco importa che il problema sia risolto dalla Regione o dallo Stato: importante è che venga risolto. Quindi noi non facciamo polemiche: chiediamo a tutti di approvare il nostro ordine del giorno.



PRESIDENTE

Pertanto l'emendamento n. 3, a firma della Consigliera Cotto ed altri è ritirato.
La parola al Consigliere Moro per dichiarazione di voto.
MORO Ovviamente noi siamo favorevoli all'emendamento presentato; vorrei per sottolineare la questione relativa alla realizzazione ad Alessandria di un'unità spinale (mi riferisco all'area ex-Borsalino di Alessandria).
Si tratta di una realtà che è stata ampiamente dibattuta anche in Commissione ed è stata recepita a suo tempo dall'Assessore, tant'è che in fase di consultazione, quando le associazioni dei disabili erano state informate anche dal Prefetto di Alessandria che si era fatto carico di questo problema, erano state date ampie garanzie che l'unità spinale ad Alessandria sarebbe stata realizzata.
Nella mia città, come avrete appreso dai giornali, c'è grande sconcerto e preoccupazione perché la notizia diffusa di un eventuale rinvio o comunque la non realizzazione di questa unità ieri ha creato, soprattutto nella giornata dei disabili, sconcerto e rabbia.
Io credo che a questo punto sarebbe corretto e onesto accettare questo emendamento che andrebbe a sanare una situazione grave. Ad Alessandria ci sono 100 e più casi all'anno che vengono handicappati gravemente su questo problema e che incidono pesantemente sui bilanci delle famiglie; questo problema era stato posto, sottolineato anche dal Prefetto, dalle autorità cittadine e dalle associazioni, ed era stata data per certa la realizzazione. Credo pertanto che sarebbe corretto, anche per dimostrare una grande sensibilità da parte del Consiglio regionale e quindi da parte dell'Assessorato competente, accettare questo emendamento e finanziare la realizzazione di questa unità con le risorse della Regione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento n. 4, sottoscritto dai Consiglieri Simonetti, Angeli, Moro, Papandrea, Foco e Gatti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli e 29 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Simonetti, Moro e Papandrea: Pag. 240, punto 8 dopo la parola "servizio" sostituire il resto del comma con le parole: "con un'apertura continua 24 ore su 24 sia nei giorni feriali che festivi (secondo quanto previsto dall'art. 5 e 6 del D.M. 444/1990), nonch sostegno dei progetti già in corso o in via sperimentale ed attraverso l'istituzione su tutto il territorio regionale di Unità di Strada che consentano l'integrazione delle attività del SERT".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.
SIMONETTI Si tratta di un emendamento chiarissimo, che fa riferimento ad un'osservazione del Consiglio dei Ministri in cui ha spiegato esplicitamente che i SERT devono essere aperti, come previsto dai decreti ministeriali, 24 ore su 24. Mi pare un escamotage quello di inserire solo un riferimento legislativo che però non esplicita la volontà di questa Giunta e di questa Regione di procedere o perlomeno di attivarsi affinch possa essere garantita in tempi brevi l'apertura dei servizi per le tossicodipendenze 24 ore su 24.
Ripeto, questo emendamento risponde esattamente alle osservazioni che sono state fatte dal Consiglio dei Ministri.



PRESIDENTE

Assessore, accoglie l'emendamento oppure no? D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Il riferimento al D.M. 444/90 (artt. 5 e 6) è assolutamente esplicito rispetto all'apertura dei SERT 24 ore su 24, per cui io lascerei questa formulazione anche perché così è stata concordata. Sarebbe tra l'altro anche una ripetizione perché gli artt. 5 e 6 del Decreto Ministeriale n.
444/90 dicono esattamente quanto è stato esposto dalla collega Simonetti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti per dichiarazione di voto.
SIMONETTI Va benissimo dire che si fa riferimento ai decreti legislativi, ma formulerei la questione in altri termini.
Il Piano sanitario è uno strumento di programmazione seria e anche complessa, per renderlo più chiaro rispetto all'interpretazione e per rendere esplicita la volontà di questa Giunta di adempiere agli articoli citati, che fanno riferimento all'apertura dei SERT 24 ore su 24 ore, non è sufficiente dire che viene già evidenziato in altri articoli. Pertanto chiedo un'esplicitazione che possa essere accettabile su questo punto.
Altrimenti mi sembra cercare di sviare una strada per non dire in modo chiaro ed esplicito che si vuole attivare la strada dell'apertura 24 ore su 24.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto 4 voti favorevoli e 31 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 19 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 voti favorevoli 31 voti contrari 14 astensioni 4 L'art. 19 è approvato.
La parola alla Consigliera Simonetti per dichiarazione di voto sull'intero testo della legge.
SIMONETTI Indipendentemente dalle osservazioni fatte dal Consiglio dei Ministri e dal Commissario di Governo, questo Piano sanitario è sostanzialmente inadeguato rispetto alle esigenze. Risulta uno strumento inadeguato, e in parte lesivo, dell'autonomia e della necessità di dare, invece, più potere anche agli Enti locali.
Questa Giunta ha espresso la sua incompetenza nel riuscire anche ad attuare e far entrare in vigore uno strumento così importante di programmazione come il Piano sanitario regionale, che si è visto rinviato in Consiglio regionale. Un Piano sanitario regionale che ad oggi non potrà essere attuato in quanto siamo anche in carenza dei vertici sanitari delle aziende sanitarie locali. Pertanto un Piano sanitario che, nonostante abbia visto delle rilevanze da parte del Consiglio dei Ministri, non è riuscito neppure a rispondere, in modo adeguato, alle osservazioni.
In particolare la questione dei SERT, dove si tenta, in ogni modo, di non esplicitare le norme a cui si fa riferimento per l'apertura dei servizi 24 ore su 24, che è uno degli elementi sui quali, con esposti e con ricorsi, il Commissario di Governo ha ritenuto di dare un giudizio negativo. Un giudizio negativo sul Piano sanitario nel suo complesso, e in particolare sulle unità spinali dove la Giunta, non accettando il nostro emendamento, in qualche modo non ha risposto alle esigenze che da più parti nel tessuto sociale e nelle comunità locali si levano per il potenziamento di queste strutture, di queste prestazioni ormai insufficienti solo con la sede del CTO di Torino.
Questo Piano sanitario ha espresso l'incapacità della Giunta, è stato rinviato e nella medesima settimana sono state annullate le nomine.
Il nostro voto sarà contrario a questo Piano sanitario regionale perch non risponde all'esigenza di coordinamento, inoltre ripropone una logica sostanzialmente aziendalistica ed ospedalocentrica della sanità. Non prevede un potenziamento dei servizi territoriali, non prevede aree in cui vi è il coordinamento fra la sanità e l'assistenza. Mancanza, quindi, di sinergia, mancanza di coordinamento fra aree che invece dovrebbero vedere un intervento sinergico tra la sanità e l'assistenza; volontà di intervenire solo in modo strumentale, ospedalocentrico sulla base di pressioni.
Quindi riteniamo che non solo non sia adeguato, ma sicuramente è il peggior Piano che si sia approvato negli ultimi anni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.
MANICA Le osservazioni del Commissario di Governo al Piano sanitario fanno riferimento in particolare a due articoli della legge, l'art. 10 e l'art.
11, inoltre avanza osservazioni su alcune parti significative degli allegati di Piano.
Sia la sostanza delle osservazioni del Commissario di Governo che le risposte che vengono date da parte della Giunta regionale, discusse peraltro anche in Commissione, non modificano la sostanza del Piano e di quelle ragioni che ci avevano portato ad esprimere un voto contrario in occasione della discussione precedente sulle norme di programmazione sanitaria, e, per il Piano sanitario regionale, per il triennio 1997/99.
Ragioni che vorremmo sintetizzare, per brevità, nelle seguenti.
Separazione tra Piano sanitario regionale e Piano socio-assistenziale che diventa sempre più negativa e difficile; ce ne rendiamo progressivamente conto, mentre procediamo nella discussione in Commissione sul Piano socio-assistenziale.
Le incongruenze e le impossibilità di individuare sinergie sono sempre maggiori; ritengo che questa percezione non sia solo convinzione della minoranza: qualche dubbio penso si stia facendo largo anche all'interno della Giunta e tra le fila della maggioranza. Le altre ragioni per cui avevamo espresso voto contrario al Piano erano legate alla necessità di potenziare maggiormente la parte relativa alla prevenzione e alle attività distrettuali, al fine di assumere un concetto complessivo di salvaguardia di tutela della salute e non una visione di ordine esclusivamente sanitario, poiché da quell'impostazione derivava inevitabilmente, la concezione ospedalocentrica di cui in molti casi abbiamo parlato.
Non rilevavamo possibilità e sinergie d'intervento tra le norme di programmazione del Piano e le intese di programma che si siglano con le Aziende sanitarie, e non vedevamo sufficientemente valorizzato il ruolo delle amministrazioni e dei Comuni.
Queste le ragioni che in allora ci hanno portato ad esprimere voto contrario, che riconfermiamo, nella loro sostanza, anche in quest'occasione.
Aggiungo, relativamente al dibattito apertosi sulla questione delle tre Unità spinali all'interno della realtà regionale piemontese, che in seguito alla bocciatura dell'emendamento presentato, come forze di opposizione abbiamo depositato testé un ordine del giorno sull'argomento.



PRESIDENTE

Indìco dunque la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 hanno risposto SI' 32 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 663, presentato dai Consiglieri Cotto, Griffini Grasso, Montabone, Angeleri, Gallarini, Rubatto e Mancuso


PRESIDENTE

ordine del giorno n. 664, presentato dai Consiglieri Simonetti, Chiezzi Moro, Cavaliere, Peano, Manica, Foco, Suino e Gatti



PRESIDENTE

e ordine del giorno n. 662, presentato dai Consiglieri Spagnuolo Cavaliere, Chiezzi, Riba, Rosso e Saitta



PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare gli ordini del giorno n. 663 e 664, connessi alla legge testé approvata.
Il testo dell'ordine del giorno n. 663 recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la deliberazione legislativa relativa al Piano sanitario regionale 1997/1999 ed il successivo rinvio da parte del Governo nonché l'odierna discussione sul medesimo argomento considerata l'importanza degli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione per postumi di lesioni midollari, articolata nei tre poli di Torino, Novara e Alessandria unitamente agli altri interventi di riabilitazione post-acuta tenuto conto delle osservazioni governative e delle controdeduzioni regionali impegna la Giunta regionale a finanziare con risorse regionali le Unità spinali non rientranti nei parametri della pianificazione nazionale".
L'ordine del giorno n. 664 recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a seguito della riapprovazione del Piano sanitario regionale ravvisata l'importanza e la necessità di realizzare nella Regione Piemonte tre Unità spinali da collocarsi a Torino, Novara ed Alessandria considerata inadeguata rispetto alle necessità la sola Unità spinale del CTO di Torino, che risulta finanziata dallo Stato impegna la Giunta regionale a reperire nel bilancio 1998 i fondi necessari alla realizzazione delle Unità spinali non finanziate dallo Stato, di Novara e del Borsalino di Alessandria".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 664.
SIMONETTI L'ordine del giorno ricalca esattamente le argomentazioni proposte con l'emendamento, ovvero la necessità, a questo punto, vista la non volontà di inserirlo nel Piano sanitario regionale, perlomeno d'impegnare la Giunta in modo più preciso e certo ad intervenire con proprie risorse, prelevando queste ultime dai fondi del bilancio del 1998 per finanziare le Unità spinali di Novara e del Borsalino di Alessandria, che non rientrano in quelle finanziate dallo Stato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.
MONTABONE Ho firmato uno dei due ordini del giorno e dichiaro il mio voto favorevole ad entrambi i documenti, similari, che però a mio modo di vedere nascono quasi da una sorta di coalizione territoriale ben precisa.
Come sapete, sono sempre contrario alla nascita di provvedimenti legislativi o di ordini del giorno che identificano zone che territorialmente sono "protettorati" di alcuni Consiglieri.
Lo dico in quest'occasione, nell'annunciare il mio voto a favore perché mi risulta che l'Assessore e il Presidente della Giunta regionale così com'è stato riferito in aula, avevano già assunto degli impegni rispetto al Borsalino di Alessandria. Impegni che quindi penso siano stati valutati dal punto di vista delle logiche sanitarie e non dei campanilismi.
Altrimenti, verrebbe da chiedersi il motivo per cui sono rappresentate due città del Piemonte Sud. Perché non una terza città? Perché non Cuneo, non Asti, Consigliera Cotto? Ritengo comunque che l'Assessore, avendo assunto con il Presidente della Giunta regionale impegni ben precisi, abbia fatto delle valutazioni logistiche, non dettate da interventi di protettorato territoriale.
Se così non fosse, seppure non dichiaratamente, avalleremmo logiche che personalmente non condivido assolutamente.
Per questi motivi, voto in modo favorevole entrambi gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.
COTTO Pensavo d'intervenire già in precedenza, ma giustamente la Consigliera Simonetti mi ha chiesto il tempo materiale per illustrare il suo ordine del giorno.
Nella mia dichiarazione di voto avrei così sottolineato che non si tratta di lobby di alessandrini o di novaresi. Si tratta unicamente di riconfermare quanto già previsto nel precedente Piano sanitario regionale che un decreto del Governo ha modificato. Da sempre c'è stata la volontà della Giunta di trovare una soluzione che rimettesse a posto le cose. La ricerca di tale soluzione è stata un po' faticosa; per questo avevamo presentato un emendamento, che poi abbiamo ritirato, vista la disponibilità dell'Assessore.
Manteniamo invece l'ordine del giorno; prima abbiamo cercato di unificarlo insieme alla collega Simonetti, ma non c'è stato il tempo materiale di farlo. Per questo motivo, oltre ad esprimere il voto favorevole per il nostro ordine del giorno, comunico che voteremo anche l'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Simonetti ed altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.
FOCO I due interventi che mi hanno preceduto facilitano la dichiarazione di voto del nostro Gruppo, perché è vero che noi non siamo primi firmatari dell'ordine del giorno che ci vede presenti in numero consistente, ma francamente non riusciamo a cogliere i motivi che differenziano il voto su questi due ordini del giorno.
Avrei auspicato che le due prime firmatarie degli ordini del giorno concordassero su un unico ordine del giorno, ma permanendo i due provvedimenti, ci esprimiamo a favore sia di quello che abbiamo firmato sia dell'altro ordine del giorno. Non vediamo nessuna contraddizione in questo voto, se non che quello firmato da noi è più chiaro per quanto riguarda l'aspetto della tempistica (1998).
Mi permetta però, Presidente, una riflessione. Probabilmente il Consigliere Montabone non ha seguito, come normalmente fa, attentamente il dibattito sul Piano sanitario regionale, altrimenti si sarebbe accorto che ha votato - non ricordo la data, mi pare il 20 novembre - un Piano regionale che prevedeva unità spinali a Torino, Novara e Alessandria.
Probabilmente oggi non ha seguito di nuovo una discussione che ha visto invece divise minoranza e maggioranza per quanto riguarda il mantenimento di quelle indicazioni.
Quindi nessun campanilismo in quest'aula; tuttavia, siccome il Consigliere ci torna sovente, non vorrei che quando si parla di altre province diverse dalla provincia di Torino o di alcune sue valli, ci fossero dei campanilisti.
La Regione Piemonte ha un'ampia realtà territoriale e alle volte guardare con l'attenzione dovuta da parte di chi vive su quei territori non è campanilismo, ma anzi è il nostro ruolo, una nostra funzione.



(Commenti del Consigliere Montabone)



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 663, a firma dei Consiglieri Cotto, Griffini, Angeleri, Gallarini, Rubatto e Mancuso, di cui ho dato lettura precedentemente.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 664, a firma dei Consiglieri Simonetti, Chiezzi, Moro, Cavaliere, Peano, Manica e Foco; anche di questo provvedimento ho dato lettura precedentemente.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.
Secondo quanto convenuto - sono le ore 12,56 e ringrazio tutto il Consiglio per la comprensione che ha dimostrato nei confronti proprio dei lavori tecnici dell'assemblea e degli uffici - informo l'assemblea che è pervenuto alla Presidenza un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Spagnuolo, Cavaliere, Riba, Saitta, Chiezzi e Rosso, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte conosciuta la deliberazione di Giunta regionale con la quale si nominano i Commissari straordinari delle Aziende sanitarie piemontesi appreso che i Commissari straordinari sono gli attuali Direttori generali decaduti a seguito della recente sentenza del TAR considera tale scelta, come le precedenti, superficiale, immotivata, contraddittoria e foriera di nuova instabilità per la sanità piemontese invita la Giunta regionale a ritirare il provvedimento in oggetto e a mettere urgentemente in essere tutti gli atti conseguenti alle motivazioni della sentenza del TAR".
Chi illustra questo ordine del giorno? E' chiarissimo.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Majorino.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale La Giunta, ovviamente e motivatamente, non condivide questo ordine del giorno e vi chiedo solo 5 minuti per motivarne il perch contemporaneamente, sempre nei 5 minuti, anche se stanno passando velocemente, vorrei replicare a tutto quanto, in maniera manifestamente infondata, è stato detto prima.
Primo punto. Il Consigliere Chiezzi aveva ironizzato sul fatto che c'era i consulenti che avrebbero partecipato con noi o quasi (o l'ha fatto capire) ad assumere questa decisione, il che non è vero.
I consulenti vennero unicamente interpellati - visto che erano stati i nostri difensori davanti al TAR - per conoscere la loro interpretazione delle motivazioni del TAR e per sapere se, a loro avviso, c'era la possibilità teorica di appellare. Non li abbiamo interpellati sulla scelta che fu nostra e solo nostra, della delibera di Giunta - commissariare - e della sua motivazione.
Nel dilemma tra nominare il più anziano di età fra l'amministrativo e il sanitario, e viceversa i Commissari, ci siamo assunti questa responsabilità, e lo abbiamo fatto motivatamente (richiamo la motivazione non la leggo, che riteniamo fondata).
Senza voler fare della retorica, lo abbiamo fatto realmente perch questo era l'interesse vero, reale e superiore della sanità piemontese onde garantirne la continuità gestionale.
Per quanto riguarda l'altra decisione che abbiamo preso - noi e solo noi - ovvero di appellare, ricordo quello che aveva già detto la volta scorsa: abbiamo seguito il criterio del doppio binario, cioè a dire da un canto appello avverso alla decisione del TAR e, nello stesso tempo contestualmente, già da ieri, lavoro degli uffici dell'Assessorato alla sanità per verificare come si possa colmare quella modesta - ripeto modesta lacuna, di difetto di motivazione ritenuto dal TAR.
A nostro avviso non c'è difetto di motivazione, perché avevamo indicato le criticità delle Aziende; avevamo incasellato i nomi dei Direttori generali in questa maniera, attraverso i cosiddetti "fatti concludenti" che sono fatti di motivazione dell'atto amministrativo; con questi fatti concludenti avevamo ottemperato anche alla questione delle famose 5 società. Per questo motivo abbiamo appellato.
Contemporaneamente, poiché non possiamo sempre andare davanti al giudice - questa volta siamo stati trascinati dal giudice, non ci siamo di certo andati noi - abbiamo ritenuto di seguire, in omaggio al criterio del doppio binario, cioè a dire di conferire agli uffici dell'Assessorato alla sanità e allo stesso Assessore D'Ambrosio di colmare quella modestissima lacuna, cioè a dire comparando in qualche maniera convincente i pareri delle allora consulenze. Quindi si sta procedendo in questo senso. Certo non è, come diceva il Consigliere Cavaliere "allora potevate provvedere a colmare le lacune", ma non è - mi consenta - colmare le lacune una cosa semplice, non è come fare una pizza, tanto per dirla giusta. E' un lavoro di non facile soluzione, che confidiamo - adesso non vincolate i miei termini (altrimenti poi ci sarà il mio teorema), non vincolate la Giunta ai termini di questa opera di colmare la lacuna - verrà fatta - confido entro 30 - 40 giorni, questo non facile lavoro, in modo che indipendentemente dalle decisioni del TAR, indipendentemente dalla sospensiva o non sospensiva, noi colmeremo la lacuna e prenderemo noi i provvedimenti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Come tre e tre? Confidiamo di farlo entro un mese. Allora, visto che qui la discussione è tutta paragiusdizionale "se il TAR sospenderà..." ciononostante provvederemo ugualmente a colmare le lacune.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Comunque, io non ho altro da aggiungere per completare il mio no all'ordine del giorno, che riguarda soprattutto e principalmente, da quello che è dato di capire, una censura alla Giunta per quanto riguarda la nomina dei Commissari straordinari, che è stata fatta nell'interesse della sanità piemontese per garantire la continuità perché o bene o male, ci saranno i bravi, i mediocri, i cattivi fra i nominati Direttori generali, ma peraltro sono sicuramente in grado di garantire la continuità, poi verranno giudicati a febbraio per i loro primi obiettivi. Non ho altro da aggiungere perché penso, in sintesi, di aver detto chiarissimamente il pensiero della Giunta, che è il pensiero della Giunta e non un mio teorema.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.
CAVALIERE Intervengo solo per dire che le argomentazioni testé dette dal Vicepresidente continuano ad aggiungere confusione alla confusione, nel senso che non ha nulla di coerente ciò che ha dichiarato in ordine alla motivazione della delibera. Ripetiamo: poteva essere scelta la strada maestra, quella cioè di andare incontro a quelle che erano le motivazioni del TAR, si continua invece a procedere per prove ed errori, come nell'insegnamento degli animali. Gli animali apprendono per prove ed errori, solo sbagliando apprendono la strada giusta. Questo, di fatto terrà nell'instabilità la sanità piemontese, questa è la vostra scelta perché tutte le cose che lei ha affermato, Vicepresidente, adesso sono dei tentativi che molto probabilmente si rivolgeranno in atti diversi che dovranno essere compiuti. Questo è il punto che lei stesso ha ammesso mentre si poteva procedere in una maniera più coerente e stabilire una volta per tutte dei punti fermi. Ancora una volta la Giunta ha scelto la sua linea rispetto a questo problema, una linea che porterà inevitabilmente alla paralisi della sanità piemontese.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Spero che sia un falso profeta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il parere del Gruppo di Rifondazione comunista rimane quello di dichiarare che la Giunta regionale con questa deliberazione ha violato la sentenza del TAR: fatto grave sul quale chiederemo la verifica se non ci sia la configurazione, per tutta la modalità e le scelte che hanno dipanato la materia, di qualche illecito penale.
In secondo luogo, sottolineo il fatto che l'Assessore non ha risposto alle contestazioni che abbiamo formulato e, in aggiunta, contesto la dichiarazione dell'Assessore che la Giunta abbia garantito la continuità nella gestione della sanità. Non ritengo che voi abbiate garantito la continuità perché la continuità è data dalla continuità della gestione e della funzione. Voi la funzione l'avete interrotta! Se volevate dare continuità era alla funzione del Direttore generale che dovevate dare continuità e l'unico modo per dare continuità a questa funzione era quella di nominare il più anziano tra il Direttore amministrativo e sanitario. Voi avete dato continuità a un vostro errore: questa è la continuità che avete dato! Perché avete confermato i Direttori illegittimamente nominati come Commissari ai quali poi avete, in sovrabbondanza e con irregolarità, abuso ed eccesso, a nostro avviso, consegnato a questi pseudo-Commissari i compiti dei Direttori generali.
E' veramente un grande pasticcio; quindi chiediamo che la deliberazione venga ritirata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA Credo che questo dibattito, signor Presidente, sia stato alla fine utile perché ha permesso di esprimere rilievi e opinioni su questa vicenda ma non ha scalfito minimamente l'opinione della Giunta e della maggioranza.
Forse c'era la presunzione da parte nostra di introdurre qualche utile elemento di riflessione in modo che la maggioranza si rendesse conto degli errori reali che sono stati commessi e che si stanno commettendo. Tuttavia mi pare che l'intervento odierno del collega Salerno di Alleanza Nazionale sia stato indicativo della leggerezza con cui il tema è stato affrontato delle informazioni che sono state date alla maggioranza su questo tema. Un intervento che è tutto politico, proteso a dimostrare la validità delle scelte, ma non fondato sulle valutazioni giuridiche e sulle opinioni espresse da parte del TAR e del Consiglio di Stato e anche attraverso un parere del Consiglio di Stato.
Collega Salerno, le cose non stanno nei termini in cui lei le ha riferite e quindi in cui gliele hanno raccontate! Le cose sono in termini diversi, non sono nei termini in cui continuamente il Vicepresidente Majorino le riferisce qui. Il Vicepresidente Majorino per forza di cose tende a minimizzare ciò che è capitato e che sta capitando, dicendo: "E' una piccola cosa, la sistemiamo". La cosa è totalmente diversa! E' stata annullata la nomina: questo è il fatto! Io capisco l'imbarazzo a dover ammettere degli errori, ma le nomine sono state annullate. Questo è il dato di fatto: il TAR le ha annullate! Motivazioni piccole, motivazioni grandi: il TAR le ha annullate, quindi non valgono più! Questo è il dato grave dal punto di vista giuridico e dal punto di vista politico-amministrativo. Posso capire che si minimizzi, ma io noto un grande errore, una grande responsabilità; riprendo quell'argomento non perché non l'ha ripreso il Vicepresidente Majorino, ma perché l'ha ripreso l'Assessore D'Ambrosio, in ordine a quel parere del Consiglio di Stato.
Assessore D'Ambrosio: il parere richiesto dal Vicepresidente Majorino al Consiglio di Stato nel 1996 non è una risposta che dice: "Non bisogna fare le comparazioni", vi ha raccontato una cosa errata! Non c'è scritto! Assolutamente! Il parere del Consiglio di Stato è un parere che dà la risposta a una domanda posta dal Vicepresidente Majorino: si può annullare la delibera del 1994? Il lavoro fatto dalle società? Il Consiglio di Stato dice: no, non si può annullare. Le sentenze successive del TAR non hanno annullato la delibera, ma hanno annullato alcune procedure adottate per giungere alla nomina dei Direttori. Quindi da questo parere del Consiglio di Stato non si evince un suggerimento a non fare delle comparazioni. Io l'ho letto e mi pare di capire che il Consiglio di Stato ha detto ciò che era già contenuto nelle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato in appello, cioè che la scelta dei Direttori è una scelta che richiede un rapporto fiduciario, che il lavoro delle società va tenuto presente, ci si può discostare se è motivato, quindi ripete - il parere del Consiglio di Stato - la necessità di dare una motivazione completa, idonea su tutte le scelte che vengono compiute.
Quindi giustamente il TAR ha detto nella sua sentenza: "motivate". Era questo già che diceva il Consiglio di Stato, non diceva: "non fate le comparazioni". Questa è una decisione vostra, della Giunta, che non ha voluto fare delle comparazioni.
Così come la decisione di stabilire delle fasce è una decisione della Giunta, non del Consiglio di Stato! E' una decisione che ha creato una griglia, opinabile, sulla cui base sono state fatte le scelte compiute.
Quindi è stato commesso un duplice errore da parte della Giunta.
Se volete vi leggo ciò che ha scritto il Consiglio di Stato e poi concludo perché mi pare ci sia un'incomprensione oppure c'è una comprensione ma non si vuole evidentemente ammetterla; sapete che cosa ha chiesto l'Assessore Majorino? Lo dico agli altri componenti della Giunta che erano qui prima...
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale L'avevo già anche detto l'altro ieri in aula.
SAITTA No, no. Sapete cosa ha chiesto? Ha chiesto se è legittimo rimuovere la delibera del 15 novembre 1994 con la quale venne commissionata a cinque società di esperti la selezione dei candidati alla nomina a Direttore generale. Ha firmato il Presidente Ghigo per la verità, quindi il Presidente della Giunta...
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale E' la Giunta che ha chiesto questo.
SAITTA Sì, in ogni modo il Presidente Ghigo ha chiesto di annullare una delibera che aveva assunto la precedente Giunta.
Debbo dire che se fossi stato in Giunta e avessi fatto parte della precedente maggioranza, qualche dubbio a chiedere un parere per annullare una delibera alla cui assunzione ho partecipato l'avrei avuto, l'avrei ritenuto un atteggiamento di sfiducia, incoerente, non so che cosa, ma obiettivamente mi pare che questa richiesta di parere sul piano politico sia davvero un nonsenso! Concludo dicendo che questa delibera della Giunta regionale di nomina dei Commissari non è motivata. Guardate che la questione triade per cui non il Direttore, ma il Commissario, non è una motivazione...



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, la prego di concludere.
SAITTA Concludo. Non è una motivazione: guardate che questa delibera è immotivata! Anche questa deliberazione può essere oggetto di ricorso, per cui avremo il ricorso avviato al Consiglio di Stato, un altro ricorso al TAR, il caos giuridico completo! Se volete mantenere la continuità in questa maniera, mi pare che sbagliate.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Nel suo intervento di replica, l'Assessore D'Ambrosio a un certo punto ha detto al Consiglio: "Ho sentito tante parole da parte degli intervenuti probabilmente non ci si rende conto della straordinaria complessità della materia".
Noi vorremmo rassicurare l'Assessore D'Ambrosio che abbiamo assoluta consapevolezza della straordinaria complessità della materia e del ginepraio giuridico, politico e amministrativo nel quale oggi, purtroppo per la sanità piemontese e per i cittadini del Piemonte, questa Giunta è caduta.
Ma pur avendo un percorso oggettivamente molto complesso, intricato, si potrebbe non continuare a commettere degli errori.
Nei precedenti interventi il nostro Gruppo aveva avanzato delle considerazioni di natura politica, di preoccupazione nei confronti del comportamento dell'attuale Giunta rispetto alla problematica giuridico amministrativa del governo della sanità in Piemonte. Oggi, invece, ci limitiamo a fornire delle osservazioni in base alle quali ci sembra che la deliberazione adottata ieri sia carente di motivazioni - mi sono permessa anche di dire dove la vedo carente di motivazioni, anche in maniera evidente - e contraddittoria. In quanto l'attribuire gli stessi poteri dei Direttori generali ai Commissari significa effettivamente compiere un atto che va contro la normativa legislativa esistente oggi, la cosiddetta legge n. 10, citata nella deliberazione stessa.
Noi crediamo di aver fornito un contributo, ci auguriamo che la Giunta lo consideri. Crediamo tuttavia che non sarà così, perché abbiano notato anche nel corso di questi ultimi dibattiti, una pervicacia quasi a non voler assolutamente recepire alcune delle riflessioni anche di carattere collaborativo che vengono avanzate. Infatti, il punto in cui abbiamo evidenziato che c'è una carenza grave nella deliberazione - dove ci pu essere indubbiamente un ricorso al TAR, anche avverso a questo provvedimento - ci sembra che tutto quello che noi diciamo venga anche un po', pregiudizialmente, non tenuto in considerazione. Ci sembra, dagli atteggiamenti, che ci sia una sorta di presunzione nel gestire una cosa che, peraltro, è diventata indubbiamente una questione di sabbie mobile.
Per questo motivo ci siamo permessi di presentare un ulteriore ordine del giorno che, come diceva il Presidente del Consiglio, si commenta da solo, nel senso che ribadisce che questa scelta è superficiale. La deliberazione adottata è una scelta superficiale, immotivata contraddittoria rispetto alla legislazione precedente; questo è sintomo di grande, ulteriore instabilità per la sanità piemontese.
Siamo, purtroppo, convinti che tutto questo cadrà nella disattenzione non verrà preso in considerazione e siamo convinti che si continuerà a sbagliare.
Il nostro ordine del giorno invita la Giunta regionale a ritirare un provvedimento carente, non motivato, contraddittorio e a riprendere la sentenza del TAR e a partire da quest'ultima.
Con questo ordine del giorno crediamo di dare un contributo vero. Non si tratta di un ordine del giorno di presa di posizione politica, un po' fine a se stessa. Abbiamo, in questi nostri interventi fatto uno sforzo di motivazioni, che peraltro non ci competerebbe; noi potremmo tranquillamente assumere delle posizioni politiche, invece noi non abbiamo agito esaminando gli atti, dando un contributo. Se non verrà preso in considerazione sarà ancora più grave la responsabilità politica che avrete perché, rispetto anche solo a questa porzione di procedimento, noi vi stiamo delineando un percorso, potremmo - ripeto - non farlo per senso di responsabilità lo abbiamo fatto, ma ci sembra che cada nella disattenzione e anche un po' nella superbia politica. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.
MIGLIETTI Al di là di quanto detto dai colleghi, vorrei evidenziare il percorso che, a posteriori, si potrà leggere, ovvero tutto quanto è avvenuto dal momento nell'annullamento da parte del TAR delle nomine per i Direttori delle unità sanitarie.
A posteriori - e credo che andrà così, perché vorrei capire il perch non dovrebbe andare così, vista la pervicacia con cui la Giunta ha nominato le stesse persone che hanno ricevuto un annullamento per quanto riguarda la loro nomina di Direttore, a Commissari - dalla deliberazione si evince, al punto 5, "di attribuire ai Commissari, così nominati, tutti i poteri spettanti a norma di legge, ai Direttori generali nei limiti specificati in narrativa"; in più al punto 6 "di confermare ai Commissari il compenso economico spettante ai Direttori generali, nonché l'erogazione della quota incentivante, se è dovuta, così come fissati in precedenza con deliberazioni della Giunta regionale." Che cosa avverrà alla fine di questa martoriata procedura? Avverrà che chi è stato nominato Direttore generale la prima volta, verrà nominato Direttore generale la seconda volta senza soluzione di continuità sia nei poteri sia nel trattamento economico. Questo ritengo sia assolutamente un percorso inaccettabile, anche sotto il profilo del buonsenso, oltrech sotto il profilo legislativo, ma ci sarà qualcuno che dirà il perché. Non vi sarà assoluta interruzione di continuità, ignorando totalmente quello che è stato il deliberato del Tribunale Amministrativo Regionale. Quindi prendendo in giro colui che ha fatto ricorso - quindi tutti quelli che stanno all'interno del ricorso - che ha ottenuto ragione dal Tribunale Amministrativo Regionale. Ci vuole tutta la faccia di questa Giunta per poter sostenere questo iter.
Vorrei, ancora una volta, se me lo consentono l'Assessore competente e il Vicepresidente Majorino, focalizzare qual è il quadro che verrà fuori alla fine. Oppure che non vogliate - strada secondo me del tutto opinabile da parte di chi vorrà intraprenderla - di cambiare totalmente tutti i nomi di coloro che sono stati nominati la prima volta. Dopo aver imboccato questa strada, anziché la strada più semplice di nominare il più anziano di età - come previsto dalla legge che vi avrebbe lasciato campo libero per la scelta motivata dei nuovi Direttori generali - voglio capire che co-sa succederà nel momento in cui o cambierete tutti i nomi dei Direttori generali o quando riconfermerete tutti i nomi dei Direttori generali.
Sottolineo che, dal momento dell'assunzione della prima delibera all'assunzione dell'ultima delibera con cui andrete ad assumere le responsabilità, non c'è soluzione di continuità; inoltre voi ve ne siete fregati totalmente di quello che è stato il risultato del Tribunale Amministrativo.
Credo che prima di non accettare l'ordine del giorno proposto, ci dovreste pensare cinque minuti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'ordine del giorno n. 662, di cui ho dato lettura precedentemente.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI' 17 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri L'ordine del giorno è respinto.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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