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Dettaglio seduta n.193 del 02/12/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Casari, Farassino, Ferrero Racchelli e Vaglio.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla sentenza del TAR di annullamento delle nomine a Direttore generale delle ASL - dibattito (seguito) -Esame ordini del giorno nn. 658 e 659 connessi


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulle comunicazioni della Giunta regionale in merito alla sentenza del TAR di annullamento delle nomine a Direttore generale delle Aziende sanitarie.
La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Commentavamo con alcuni Consiglieri, durante la pausa pranzo, l'assenza di senso di sicurezza da parte della maggioranza, non tanto un disappunto per l'accaduto quanto un disagio. Una mancanza da parte della Giunta dell'Assessore e del Presidente di dare una garanzia a questo nostro Consiglio.
Il richiamo rivolto alla minoranza alle responsabilità penso sia un richiamo non dovuto: siamo tutti preoccupati e siamo responsabili e lo abbiamo dimostrato in tutti questi mesi all'Assessore e a tutta la Giunta abbiamo lavorato per riuscire a fare approvare il Piano sanitario, abbiamo garantito in Commissione la presenza, ma soprattutto abbiamo lavorato con serietà, con obiettività, per consentire a questa Giunta di portare a casa dei risultati per il nostro Piemonte.
Tutti abbiamo avuto modo di essere sentiti in queste ore, in questi ultimi giorni, dai Direttori generali sul territorio e abbiamo avvertito la loro forte preoccupazione. Assessore, c'è una forte preoccupazione sul territorio su quanto è avvenuto e per quanto potrebbe ancora succedere.
Questa mattina ci siamo soffermati tutti sugli interventi del Vicepresidente Majorino, dell'Assessore D'Ambrosio, del Presidente Ghigo ma anche dell'Assessore Goglio: Assessore, questa non è una partita che si gioca soltanto sul campo della sanità, è una partita che si gioca su tutto il campo del sanitario e anche dei servizi socio-assistenziali. In quanto sul territorio esiste un rapporto integrato dei problemi che non riguardano soltanto la sanità. Quindi il problema dei Direttori sanitari coinvolge direttamente anche l'Assessore Goglio: gradiremmo che anche da parte sua ci fosse senso di responsabilità.
Assessore Majorino, certo il suo non è stato un esposto al TAR, ma alla Magistratura. Qualcuno ricordava questa mattina "chi di spada ferisce di spada perisce". Volevo ricordare che non siamo stati noi, forze politiche della minoranza, a produrre ricorsi al TAR in questo avvenimento; sono stati i Direttori generali esclusi, noi ci siamo solo attenuti a quello che stava succedendo, abbiamo svolto un dibattito in aula, ma non abbiamo prodotto ricorsi.
Questa è una lunga storia, che ha gettato fango su molti di noi, storia che ha visto anche nella prima fase della vostra conduzione comportamenti negativi, che abbiamo controllato e visto in quest'aula soprattutto nei confronti di chi vi aveva preceduti. Tutti ricordiamo i titoli apparsi sui quotidiani: "giudicateli", e si riferivano a cinque nostri rappresentanti.
Inoltre i telegiornali nazionali in quei giorni fornivano comunicazioni veramente drammatiche su cosa stava succedendo ad alcune persone di questo Consiglio regionale.
Il Presidente Ghigo nell'ultimo intervento della settimana scorsa dichiarava che all'atto del suo insediamento si erano trovati i cassetti vuoti, che la macchina operativa, dopo due anni e mezzo si trovava ancora in grosse difficoltà, non è ancora messa a punto: chissà cosa è successo si chiedeva in passato in quest'aula consiliare.
Lo scorso anno è stata assunta la decisione di escludere tutti i precedenti Direttori generali nominando nuovi responsabili, assumendo, quindi, una responsabilità politica e azzerando le nomine.
A questo punto mi domando: non si deve incominciare da capo, azzerando tutte quante le nomine? Gli obiettivi a cui erano chiamati e sui quali saranno giudicati gli attuali Direttori, trasformati in commissari, saranno ancora obiettivi validi? Questi Direttori generali, trasformati in commissari, avranno sempre la scadenza a febbraio? Quindi quando andremo a giudicare i risultati raggiunti sugli obiettivi approvati dalla Giunta, i Direttori generali attuali, trasformati in commissari, proseguiranno soltanto in questi tre mesi oppure da oggi, trasformati in commissari ricomincerà l'anno di attesa per poterli giudicare? Io, ricorrente, che ho vinto un ricorso al TAR e vedo gli attuali Direttori trasformati in Commissari come mi comporto domani mattina? Non si ritiene che sia un atto di abuso da parte di questa Giunta il trasformare i Direttori in commissari quando un TAR annulla le nomine? Devo fare ricorso quindi alla Magistratura? Sono domande che mi sono posto questa mattina. Mi domando anche se non sia opportuno invece applicare la legge n. 10 e nominare commissari il più anziano d'età fra i due Direttori che rimangono: il Direttore sanitario e il Direttore amministrativo e ripartire ancora dall'inizio con una procedura che sia trasparente in grado di dare indicazioni precise sulle nomine.
Un'ultima affermazione: noi non abbiamo formato i Direttori generali né lo scorso anno né due anni fa, abbiamo seguito tutte le procedure indicate dalle norme sui titoli di studio, sulle capacità - dimostrabili - di almeno 5 anni, in direzione di aziende e così via.
I requisiti dettati dalle norme sono stati applicati meramente; non abbiamo, però, formato i Direttori generali. E questa è una grossissima carenza in un campo, quello della sanità, importantissimo. Altre Regioni hanno attuato percorsi di preparazione e formazione dei Direttori generali prima della nomina. Noi, questo, non l'abbiamo fatto.
I 32 Direttori regionali generali che abbiamo nominato recentemente con la legge 51 sono persone che hanno alle spalle un vissuto all'interno dell'amministrazione e, quindi, capacità e senso di responsabilità: conoscono bene la macchina burocratica, conoscono, per loro esperienza tutto il nostro ambiente. Ma per i Direttori generali della sanità cos'è successo? Li abbiamo meramente nominati, con tutte quelle carenze che alcuni, dalla Consigliera Suino ad altri, stamattina indicavano.
Non si rileva, dalla realtà piemontese, un giudizio completamente positivo su tutti i nominati; e non soltanto su coloro che stamattina alcuni hanno indicato, ma anche su altri, non c'è giudizio obiettivo e sereno da parte del territorio piemontese.
Mi chiedo se la Giunta sarà in grado di trovare risposte adeguate o se sia opportuno cercare di ricostruire il percorso, che porti a tutti un po' di serenità. Oggi, siamo in situazione ben diversa: occorre prenderne coscienza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Presidente Ghigo, è di nuovo martedì, e come ogni martedì che si rispetti siamo di nuovo qui con altri problemi che colpiscono la maggioranza e la Giunta.
Siamo di nuovo qui a sancire l'impraticabilità di questo Consiglio effettivamente, non si riesce più a lavorare. Sono d'accordo con le analisi dei colleghi dell'opposizione per quanto riguarda il problema specifico della nomina di questi Direttori, ma devo aggiungere che fatto analogo era già successo nella scorsa legislatura, quando non c'era il Polo a governare, ma altri partiti. Ma questo potrebbe essere un aggravante: nessuno ha imparato dagli errori della Giunta Brizio, evidentemente.
La sanità in Piemonte è grosso problema. L'altra settimana parlavamo delle APT, della scorretta gestione di alcune di esse; ma un conto è la promozione turistica, altro è la salute dei cittadini.
E' indispensabile una riflessione. E' ancora possibile, in questo Consiglio, programmare degli interventi nel campo della sanità, nel campo del lavoro o di quello delle riforme? Mentre altre Regioni del nord stanno parlando di referendum per verificare la volontà dei cittadini rispetto alle riforme nonché per forzare la mano ad un Governo di sinistra, che dopo aver parlato tanto di federalismo non ne ha ancora prodotto, in questo Consiglio ci fermiamo su problemi nuovi, ogni settimana, che non vengono sollevati e creati dall'opposizione, ma che nascono all'interno della maggioranza.
Vista la situazione, ribadisco quanto detto lo scorso Consiglio: non bastano le dimissioni del Presidente Ghigo! Per essere coerenti, preso atto del fallimento della maggioranza votata dai cittadini piemontesi, dobbiamo tornare alle elezioni. Dobbiamo chiedere ai cittadini piemontesi chi vogliono che governi questa Regione! E' per questi motivi che ho ripresentato, anche oggi, due emendamenti ai due ordini del giorno proposti dalla sinistra, che aggiungano al discorso delle dimissioni del Presidente e dell'Assessore, anche l'impegno allo scioglimento del Consiglio regionale.
A cosa porterebbero le dimissioni del Presidente Ghigo? O alla formazione di un'altra Giunta, sempre di destra, che non può avere sorte migliore, o ad un nuovo agglomerato, tipo quello sperimentato alla fine della scorsa legislatura, un maxi-governo, un maxi-inciucio. Ed è questo che noi assolutamente rifiutiamo.
Quindi, se i proponenti degli ordini del giorno accetteranno il nostro emendamento, ci sarà un nostro voto favorevole; nel caso contrario rimarrebbe il sospetto che la richiesta di dimissioni del Presidente Ghigo sia strumentale, e non parteciperemo al voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Daniele

Con una riflessione istintiva ho ritenuto che il nostro Vicepresidente fosse ingenuo, in quanto non ha tratto lezione dai fatti svoltisi nella passata legislatura, attinenti alle problematiche oggetto della seduta odierna.
A seguito, però, dell'intervento del Consigliere Ghiglia, posso affermare che il Vicepresidente Majorino ha agito in modo diabolico. Il collega Ghiglia ha evidenziato che la sentenza ha segnato alcuni aspetti positivi nell'operato della Giunta. Quegli stessi aspetti, però, hanno costituito l'alibi e la copertura - o pseudocopertura - del provvedimento delle nomine in discussione.
Purtroppo, questo non è servito; il disegno non si è realizzato in quanto il TAR ha scoperto il trucco. Trucco che consiste nell'obiettivo di voler indicare Direttori che appartenessero a determinate aree, senza tener minimamente conto delle necessità della sanità piemontese.
Non poteva quindi essere possibile esplicitare o rendere trasparenti le motivazioni delle nomine - ritenute assenti nel dispositivo della sentenza.
Vede, Assessore D'Ambrosio, i Direttori generali sono figure estremamente importanti; sono destinati a sostituire i Comitati di gestione, che pur con i loro limiti, erano organismi collegiali, con tutti gli aspetti positivi che risiedono in organi retti da diverse voci, che mantengono una gestione equilibrata dovuta all'apporto di diverse culture e testimonianze.
I Direttori generali devono racchiudere in sé aspetti professionali, ma anche grandi doti politiche, ed esprimere un carisma e doti di manager di elevata qualità.
Una storiella che si raccoglieva in periferia, durante il periodo delle nomine: "L'Assessore è in cerca di teste su cui poggiare il cappello, per soddisfare l'equilibrio delle forze politiche presenti in Giunta", rendendo in tal modo un cattivo servizio al sistema sanitario.
Vorrei ancora sottolineare lo scarso spirito di squadra della Giunta, che opera per compartimenti stagni. A turno sono presenti gli Assessori sotto tiro, con un generale disinteresse da parte degli altri.
Il Settore sanitario è il più importante del governo regionale ed ha bisogno di un lavoro collettivo che viene sistematicamente disatteso.
Infine, un'ultima osservazione: ritengo che nominare commissari i Direttori generali sia un grave errore di legittimità.
Infatti, da quello che si intuisce, gli stessi saranno riconfermati. Mi pare che la sentenza ne abbia azzerato l'operato e che pertanto si dovranno riadottare i criteri e formare le nuove graduatorie.
E' evidente che si tratta di una palese indicazione di merito prima di verificarne i titoli. A meno che i commissari rimangano in carica sino alla sentenza del Consiglio di Stato.
E questo non mi pare proprio opportuno, tenendo conto del diverso ruolo dei Commissari, che hanno compiti molto limitati.
Dopo quanto ho esposto in queste ultime argomentazioni, si pensi allo stato psicologico degli interessati, che dovranno operare nell'incertezza del proprio futuro, senza sapere se saranno confermati o meno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Signor Presidente, Consiglieri, già il collega Grasso ha avuto modo di svolgere alcune considerazioni su questa vicenda che, certo, è iniziata molto lontano ed ha avuto alcune vicissitudini che sono state ricordate.
Per la verità, la storia è stata ricostruita dai vari interventi in modo abbastanza fedele dal punto di vista anagrafico; poi è chiaro che le recite a soggetto possono essere viste da destra o da sinistra o dal centro, per cui ognuno ha modo di verificare le cose da una propria angolatura.
Per quanto riguarda certe affermazioni relativamente al fatto che "la sanità piemontese è allo sfascio", beh, non crediamo che ciò possa dipendere da questa vicenda. Certo, tutta questa infelice successione di personaggi che si sono avvicendati alla guida delle USL in questi due anni ha sicuramente nuociuto, ma non riteniamo che la sanità piemontese sia allo sfascio.
Per questo motivo si è alla ricerca di un ancoraggio che possa essere definitivo e che si concretizzi nell'insediamento dei vertici di queste Aziende, che gestiscono 6.500 miliardi all'anno, e quindi il 70 dell'intero bilancio regionale, in maniera tale che ci possa essere una stabilità. Stabilità della quale tutti siamo alla ricerca, ma che per motivazioni che, molto spesso, non sono dipese da noi, non siamo ancora riusciti a raggiungere e a conquistare.
Vorrei però sviluppare un punto già affrontato sia dal collega Ghiglia che dal collega Grasso, e che peraltro è stato anche sollevato dal collega Marengo in un pour parler che abbiamo avuto nel corso della mattinata.
Mi riferisco al ruolo del TAR che, giustamente, deve essere valutato indipendentemente dall'angolatura dalla quale lo si osserva.
Il fatto che una Giunta regionale, un esecutivo, all'atto in cui individua delle figure manageriali... In questi ultimi tempi, un po' tutti ci siamo riempiti la bocca di questo aggettivo; molte volte, purtroppo, dietro questo riempirsi la bocca non c'è una sostanza di peso specifico proporzionato alla cornice che tende a descrivere queste figure.
Si tratta, in ogni caso, di persone che, dal punto di vista manageriale o meno, avrà comunque in capo e ha avuto in capo la responsabilità di gestire, per ogni Azienda sanitaria, 400-500-600 miliardi all'anno, il doppio o il triplo delle risorse discrezionali di cui l'intera Regione pu disporre nel corso di un esercizio finanziario.
Queste nomine dovrebbero nomine essere in piena responsabilità e fiducia di una Giunta e di un esecutivo, che oggi sono di centro-destra, domani potrebbero essere di centro-sinistra, l'altro ieri erano di un governo di fine legislatura, come fu quello della Regione Piemonte nell'ultimo anno dal '94 al '95.
In ogni caso - come dicevo, con molta pacatezza e molta obiettività dobbiamo ammettere che sarebbe auspicabile che in questo Paese, finalmente gli esecutivi avessero in capo le loro responsabilità, in base a criteri di fiducia dei quali poi, ovviamente, si risponde all'elettorato alla fine di ogni ciclo legislativo; che ci fosse riconosciuta una carta autonomia e non ci fossero interferenze o invadenze.
Queste, poi, possono anche essere lette come le legge il Consigliere Chiezzi, e dire: "Non è stata sicuramente una lettura politica o un indirizzo politico che il TAR ha dato; semplicemente il TAR si è limitato a riconoscere e a difendere, a tutelare l'interesse di privati cittadini.
Però, scusate: è come se, alla fine di ogni concorso pubblico, con 10 mila concorrenti per 20-30-100 posti (questa è di norma la proporzione dei concorsi pubblici che si svolgono nel nostro Paese), a fronte di 100-200 vincitori occorresse spiegare al di là di quello che è il risultato finale individualmente a ciascuno dei 9.800 concorrenti esclusi il perché e il percome ognuno di questi non è stato inserito nei primi 100-200. Ci sembra una motivazione pretestuosa, che in ogni caso non condividiamo.
Riaffermiamo dunque il principio per cui ci dovrebbe essere - è già stato detto stamattina da altri colleghi e noi condividiamo questa impostazione una separazione netta di poteri.
L'esecutivo, un organismo regionale, come in questo caso (ma anche comunale o di qualsiasi altro Ente) ha in capo le responsabilità e la riconosciuta maturità - riconosciuta dall'elettorato - per prendersi le proprie responsabilità, senza che ci siano interferenze esterne che possiamo condannare per quanto riguarda il passato, ma anche per il presente indipendentemente dalla sedia e dall'ottica dalla quale ognuno di noi osserva e subisce questi fenomeni. Ci sembra comunque di dover ribadire in modo fermo e categorico questo concetto.
Nei due ordini del giorno che sono stati presentati, l'uno a firma dei Consiglieri Riba, Spagnuolo ed altri (senza trascurare gli altri che non cito, dal primo all'ultimo), l'altro a firma di Rifondazione comunista e dei suoi quattro Consiglieri (in cui si coglie nuovamente l'occasione, come è stato fatto la settimana scorsa, per chiedere la sfiducia), si chiedono le dimissioni nell'uno di tutta la Giunta e nell'altro del Presidente Ghigo, del Vicepresidente Majorino e dell'Assessore D'Ambrosio.
Ovviamente, come Gruppo, li rigetteremo, votando contro queste mozioni di sfiducia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Mi sembra che il dibattito si stia svolgendo con un atteggiamento, per quanto riguarda la Giunta, di inopportuna rassegnazione. Con questo intendodire che non stiamo impiegando una giornata per affrontare una questione banale, ma la stiamo impiegando, almeno per quanto riguarda il nostro Gruppo, anche nel tentativo di avere un'indicazione di strategie e di politica sanitaria che, partendo dal ripetersi di una situazione di debacle portata a compimento dall'operato della Giunta, in questo caso credo che veramente il Vicepresidente Majorino abbia assunto in pieno il suo ruolo di persona di riferimento nell'ambito della Giunta perché tiene banco su questa materia da quando la materia si è posta, quindi già dalla precedente legislatura. Però noi non riusciamo ad ottenere da parte della Giunta, Presidente Ghigo, una determinazione; ma perché non siete più determinati e se avete degli argomenti non li esponete con una determinazione che è anche quella di cercare di convincere gli altri? Vedete che siamo convinti dell'esistenza di una situazione di debacle, di crisi! Ci arrivano anche le notizie di una riunione della Giunta che segue a un'altra riunione che non ha deciso e anche quest'altra non ha deciso e la maggioranza è indecisa, per cui noi in un certo senso non togliamo l'assedio da questo problema finché non ci direte qualche cosa di più e non ci darete i termini politici sui quali svolgere un dibattito! Qui viene sottratta al confronto politico la materia, perché stamattina le comunicazioni dell'Assessore, mi scuserà, sono state non dico recitanti, ma d'ufficio, remissive (va bene, dobbiamo fare questo, vuol dire che passiamo un'altra giornata e poi si vedrà). Non è così: la crisi della sanità ci convoca tutti! Vorrei anche aggiungere, signori della Giunta tutti, che a questo Consiglio è stato chiesto un lavoro fitto, costante, collettivo, a livello di Commissione, per quanto riguarda la sanità, che non ha riferimento ad altra materia. E' sistematico che il Presidente della Commissione, Grasso, chieda tempo ad altre Commissioni, ed è sistematico che tutti diano la più ampia disponibilità a dare dei contributi, dopodich ad oggi siamo in pendenza di una situazione di incertezza istituzionale per quanto riguarda il governo delle aziende sanitarie che è oggetto di clamore. Non è oggetto di una invenzione dell'opposizione o di una circostanza giornalistica, ma è oggetto di clamore, non si parla d'altro oggi nel mondo della sanità e di tutto ciò che le è adiacente e che riguarda qualche decina di migliaia di lavoratori, di operatori, più tutti gli altri! Abbiamo varato un piano sanitario con molte perplessità, l'hanno già detto i miei colleghi, mancava il piano socio-assistenziale; voglio dire: fosse venuto in mente che bisognava dare una risposta, no! Si farà in un altro modo, un'altra volta, in un altro tempo! Poi c'è la questione delle aziende private, la questione delle camere iperbariche, cioè in questo periodo quello della sanità è un nodo che si sta ponendo fortemente.
Presidente Ghigo, le sembra che ci sia da parte nostra una insistenza fuori luogo nel cercare di venire a fondo di questa partita? L'hanno già detto in tanti e ognuno lo dice seconda la propria valutazione io lo dico da Consigliere regionale presente nella scorsa legislatura: io vi invito a riprendere gli atti di come l'attuale Vicepresidente Majorino si scagliò contro la discrezionalità, da lui indicata come crimine, di atti che non erano discrezionali, portandoli tutti al cospetto della Magistratura amministrativa, penale e quant'altro! Cosa vai dicendo Majorino? Sei tu che hai creato questa procedura! Sei tu l'antesignano di questa impostazione! Da parte tua dovresti essere coerente con quello che hai detto e con le denunce che hai fatto, invece qui c'è una contraddizione! C'è anche una responsabilità personale! Io capisco il collega Gallarini che, preoccupato quanto me che non raramente richiamo il rischio globale per il futuro dell'istituzione a seguito di questi avvenimenti, dice "chiedete di nuovo le dimissioni". No noi chiediamo oggi, ed illustreremo l'ordine del giorno, la sfiducia nei confronti degli esponenti della Giunta e segnatamente del Vicepresidente che ha condotto, impostato, gestito, ordinato culturalmente e giuridicamente questa materia.
Presidente Picchioni, è da quasi trent'anni, come molti altri, lei compreso, che faccio politica, non sarà un merito, ma io non ho mai avuto occasione, essendo stato in questi trent'anni per ben ventinove all'opposizione e uno in maggioranza, di fare una denuncia alla Magistratura. Sarò distratto, sarà che uso altri argomenti, sarà comunque che mi presento con una valutazione circa la centralità della sede politica ed istituzionale, ma Majorino no! Quando ha avuto l'occasione, l'ha fatto! Eccome! E sì che fu destabilizzante...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Dopo ti rispondo, Riba. Io non ho mai fatto la politica in Via Tasso!



RIBA Lido

Bisogna rivendicare le proprie azioni, con coerenza! E' una scelta legittima, rivendicala solo con coerenza!



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Dopo ti spiegherò perché sono coerente, e non con ragionamenti cervellotici, ma con i verbali alla mano del 1995!



RIBA Lido

Quei verbali sono già stati oggetto di esame da parte della Magistratura e di tutti! Con quelli non spiegare più! Spiega di oggi! Anzi io vorrei interrompere il mio intervento, Presidente, per sentire dalla Giunta a che punto siamo! Sono stati nominati dei Commissari? Non sono stati nominati dei Commissari?



PRESIDENTE

La Giunta le darà la risposta.



RIBA Lido

Si attiverà la sentenza nominando Commissari quelli che non andavano bene per fare i direttori generali per cui vengono nominati con una rapidissima triangolazione? Tutti atti che la Giunta organizza al suo interno, ma non si elude e non si fuga il sospetto che la discrezionalità in questo caso abbia forti connotazioni di discrezionalità gestita all'insegna di interessi politici.
Di scelte politiche di parte, di parte politica! Certo che persone di alto valore sono state mantenute al loro posto ci mancherebbe! - ma ci risulta anche che persone attorno alle quali c'era un grande consenso sono state sostituite da altre persone rispetto alle quali in alcuni casi non c'è il grande consenso; che il giudizio che deve orientare un'azione discrezionale che è quello dell'utenza, ma non l'utenza del singolo cittadino, bensì quella dei Sindaci e degli amministratori, sia un'utenza che oggi sta segnalando gravissime carenze, gravissime opportunità nelle scelte rispetto alle quali la motivazione - lo leggo dalla sentenza - parte dal fatto che la Giunta ha teso porre rimedio a situazioni di criticità indicando le persone ritenute idonee, per il titolo, la valutazione e la professionalità, a risolvere le questioni di criticità. Sarebbe fin troppo facile e perfino inopportuno citare situazioni che hanno già evidenziato i miei colleghi, non per citare Alba ma ho il sospetto che quando si pongono delle questioni che gridano vendetta ci sia un partito che insorge per dire "è propaganda politica". Ma scherziamo? Ma quale propaganda politica! Propaganda politica è dire "vediamo un po' se è opportuno"? Perché io questo ebbi a dire: "vediamo un po' se è opportuno, se non è il caso, se non si ritiene che l'individuo che la Giunta..." per carità, propaganda politica! Allora, questo a sottolineatura che la nomina magari fu politica, va a sapere, perché non c'era alcuna ragione di insorgere, e come si risolve questa situazione di grande, ciclopica incertezza che oramai si è determinata nelle Aziende e nelle Unità sanitarie? Noi non abbiamo mai negato un contributo critico o un apporto di merito a qualsiasi discussione, ma sottratti, preclusi alla opportunità di segnare un ruolo più complessivo del Consiglio regionale, certo che oggi dobbiamo chiedere con forza la ricostituzione di una condizione di agibilità, di normalità attorno a tutta la partita della sanità. Di sottrazione all'Assessore Majorino, il quale si è collocato in una filiera di comportamenti che è stata la via maestra attraverso la quale vi siete inoltrati: da un lato gli atti discrezionali, dall'altro la natura molto opinabile dell'orientamento della discrezionalità! Infine la remissione all'organo della Magistratura che altri potrebbero dire "vediamo fino a che punto è opportuno e debito", ma tu no, perché tu l'hai sempre invocato e gli hai fornito anche...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Mi dai troppa importanza. Non è così.



RIBA Lido

Casomai la colpa globale della Giunta è di aver guidato l'operazione in questo modo, magari doveva essere guidata con più autonomia e con una maggiore precisione dell'indirizzo politico e non di quello giudiziario o di quello legale sul quale, Assessore, non hai dimostrato di essere particolarmente accorto. Oggi siamo al cospetto di una situazione in cui tutte le UU.SS.LL. ritornano a vivere nell'incertezza più totale. Pertanto chiediamo quali sono gli orientamenti che verranno assunti o quali sono se sono già stati assunti. Non vorrei che ci trovassimo - lo dico per anticipare una preoccupazioni - di fronte a dei fatti compiuti la cui inopportunità emerge già fin d'ora dal sospetto che si vada in direzione che noi non condivideremo. Le conclusioni del dibattito dovrebbero essere gli elementi sui quali si riparte per una discussione vera su che cosa si intende fare in questa condizione. Se invece ritenete di registrare semplicemente le nostre prese di posizione, i nostri contributi come la fatica alla quale si deve assoggettare periodicamente la Giunta - perch questa è l'impressione che si coglie - allora invochiamo veramente la disponibilità ad accogliere la nostra meditata proposta di cercare di cambiare qualche cosa di sostanziale nella direzione politica di questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Tenterò di ritornare indietro nel tempo, al momento dell'insediamento della Giunta Ghigo. Appena venne insediata la Giunta Ghigo ho colto, tra le righe, il seguente spirito: adesso arrivano i nostri e rimetteremo le cose a posto.
Che cosa è avvenuto da quel momento? A parte le leggi sul bilancio che, veramente, mi auguro che quest'anno vadano in modo ben diverso dagli anni scorsi. Mi auguro che sia l'Assessore competente, sia gli Assessori tutti e il Presidente Ghigo, impostino il bilancio come atto politico fondamentale di questa istituzione e quindi vi siano le relative relazioni. Quindi il consultivo dell'anno passato, che cosa produrranno in termini di qualità della vita e della condizione di vivibilità della nostra Regione gli spostamenti e le poste di bilancio.
Quindi tutti i documenti connessi, partendo dal documento di programmazione unica al Piano generale che riguarda il trattamento dei rifiuti e che cosa sta producendo e che cosa produrrà in termini di qualità della salute il Piano sanitario. Mi auguro che vada in questa direzione, lo dico oggi cogliendo l'occasione di questo intervento per dare anche una certa rotta a quello che non è stato fino ad oggi.
La Giunta Ghigo si è presentata come una Giunta che intendeva mettere al primo posto la trasparenza, corredata da una grandissima efficienza quindi un nuovo modo di governare. Credo che nessun governo della Regione Piemonte abbia durato più di due anni e mezzo, questa sta superando i due anni e mezzo, e quindi eravamo tutti ansiosi di capire, anche con il nuovo sistema elettorale, che cosa avrebbe prodotto.
Che cosa è successo in questi anni? Il Piano sanitario è stato fermato, non credo annullato, ma comunque ha avuto dei problemi. Mai una relazione che abbia affrontato i problemi fondamentali che credo siano di interesse non soltanto di questo Consiglio regionale, ma di tutte le autonomie locali all'interno del Piemonte per quanto riguarda la parte pubblica, istituzionale, ma anche di tutte le organizzazioni che vanno da quelle imprenditoriali ai sindacati, a quelle del commercio.
Invece è avvenuto che questa maggioranza - all'interno della quale vi è questa Giunta - ne "infila" una dopo l'altra. Credo che siano almeno un paio di mesi che tutte le volte che dobbiamo intervenire, interveniamo su un fatto particolare che non riguarda le condizioni generali del Piemonte ma momenti di impasse che smentiscono quelle dichiarazioni emerse all'indomani delle elezioni della Giunta, sostenuta da questa maggioranza.
Probabilmente non tutti la vivono come "arrivano i nostri", ma io quando ero piccolo e andavo a vedere un film, quando arrivavano i nostri dicevo: "Finalmente sono arrivati i nostri".
Purtroppo oggi i nostri non sono arrivati. Mi stupisco di alcune dichiarazioni che sono state fatte in quest'aula: una dal Presidente della Commissione sanità che dice che dobbiamo avere pazienza in quanto le norme che regolamentano questo Paese sono talmente astruse, talmente impraticabili che ci portano a questi impasse. Ma badate, le stesse norme le stesse regole sono quelle che hanno portato a quell'impasse, ma con un'aggravante che è avvenuta prima: il primo annullamento delle nomine perché quella era la prima volta che si applicava quella legge, quindi non c'era memoria storica di come si potesse applicare quella legge, e la parte sollevata, come hanno già detto molti - poi il Vicepresidente Majorino ci dirà che non è stato lui, lui non c'entra nulla, lo sappiamo tutti che quando si cambia sedia, si cambia giacca, si cambia mentalità è successo anche a me, ho faticato abbastanza a passare dalla maggioranza alla minoranza, ho sofferto, perché gli strumenti che ha in mano la minoranza sono infinitamente inferiori agli strumenti che ha in mano la maggioranza.
Forse non tutti i Consiglieri di maggioranza se ne rendono conto ancora sono infinitamente inferiori.
Avevate di fronte a voi il percorso tracciato e badate che quel percorso tracciato non lo si può dimenticare perché non è che cambiando una maggioranza, cambiando un'amministrazione gli atti che sono stati compiuti prima non esistono più: non è vero. Voglio vedere come ne verrete fuori da questa situazione; soltanto il Consiglio di Stato vi può risolvere il problema, ma avreste dovuto intraprendere quella strada al primo annullamento. Dovreste sapere - essendo degli amministratori - che quegli atti non sono cancellati dalla faccia delle terra, ma esistono; la conseguenza di quegli atti si protrarrà nel tempo, perché se per caso voi pensaste di non ripercorrere correttamente quella strada, e di dimenticare che cosa è stato fatto prima, verrete chiamati - non parlo del sistema penale che non mi interessa - dalla Corte dei Conti a pagare di tasca vostra tutto il lavoro svolto in precedenza. Non lo potrete dimenticare chiunque venga a governare. Avete commesso un errore prima, un altro successivamente ed un altro ancora commetterete. Fate attenzione: non si possono predisporre atti che precostituiscano il futuro orientamento.
Ritengo che anche quando si pensa di arrivare a fare i "mostri" non ci si possa trasformare in Don Chisciotte, che dopo aver combattuto la battaglia contro i mulini a vento, se ne torna a casa con la coda bruciata.
Quindi, sempre dalla posizione costruttiva che abbiamo assunto, credo dobbiate prestare molta attenzione a come procederete, in futuro, su questi atti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Un argomento così ricco di contenuti specialistici e amministrativi non può certo essere affrontato dal sottoscritto con la competenza e la profondità di altri colleghi e compagni del Gruppo.
Vorrei soffermarmi sugli aspetti di carattere generale, sugli effetti della vicenda nell'opinione pubblica regionale, partendo da una considerazione sulla crisi del sistema regionale: il federalismo stenta ad avanzare, perché le istituzioni regionali sono in crisi, non sono credibili. E' stata troppo facile l'accusa di chi diceva che non si vuole sostituire al centralismo statale la pesantezza della burocrazia regionale solo al fine di mantenere le cose come stanno. Sta a noi, alle istituzioni regionali, invertire questa tendenza, cambiare questo clima quest'immagine. E ciò avviene con atti politici e amministrativi, con il modo con cui governiamo.
Purtroppo, il Piemonte vive pesantemente tale situazione di crisi grazie proprio al fatto che questo governo continua con strafalcioni ed errori, che certamente non contribuiscono a migliorare l'immagine e il rapporto con la società piemontese.
Sinora abbiamo avuto a che fare con vicende relativamente banali, che però hanno pesato come macigni in quest'aula, impegnando i nostri lavori per decine di sedute, su argomenti che avevano la loro importanza, ma che certamente erano circoscritti.
Ricordo, solo per titolo, la vicenda delle trappole del collega Viglietta, i pasti caldi e le tipografie del Consigliere Angeleri.
Oggi, ci troviamo di fronte ad un fatto ben più grave, sia perch riguarda il bene primario della salute dei cittadini, della gestione di un importante comparto della pubblica amministrazione, sia per dimensione economica sia perché interessato ad un profondo processo di riorganizzazione, strettamente legato al rilancio del Paese, dell'economia nazionale.
Questo processo richiede timonieri e piloti esperti, qualificati pienamente legittimati.
Con la vicenda di cui stiamo parlando, si decapita proprio la struttura di comando di questo processo.
Avete dimostrato di non essere in grado di garantire una direzione autorevole, sperimentata, capace di far passare il sistema della sanità del Piemonte attraverso un profondo processo di riforma, che ne aumenti l'efficienza e l'efficacia, senza far venir meno i diritti alla salute dei cittadini.
Questo processo - ripeto - richiede una guida sicura, esperta legittimata.
Per le ragioni che abbiamo detto, analizzate ed ampiamente descritte la struttura di comando, la squadra di comando della sanità piemontese non risponde a questi requisiti. Con il vostro modo di gestire state delegittimando questa struttura di comando.
Credo sia questo un motivo più che sufficiente per chiedere ai primi responsabili di tutto ciò, di "passare la mano", proprio perché la sanità piemontese possa avere una guida più ferma, più sicura, più autorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Se non disturbo troppo, gradirei fossero presenti gli Assessori Leo e Cavallera, ai quali, nel corso dell'intervento, dovrei porgere qualche domanda.
Colleghi Consiglieri, con la sentenza del TAR, di nuovo, la sanità piemontese è nel caos. C'è incertezza nel punto più delicato, quello della Direzione generale; la Giunta, probabilmente, nominerà i Commissari che dovranno rivestire quel ruolo che stamattina in più interventi veniva ricordato. Quindi, piena incertezza proprio nel momento cruciale, nel quale dovremmo riapprovare in Consiglio il Piano sanitario e successivamente avere strutture sanitarie pienamente operative per portare avanti il Piano stesso, che dovrebbe garantire la salute ai piemontesi.
Si solleva con gravità un interrogativo rispetto a quanto accaduto, che sicuramente non garantirà serenità in un comparto già travagliato da grossi problemi.
Sabato scorso, presente anche l'Assessore D'Ambrosio - che ringrazio nuovamente - il nostro Gruppo ha organizzato un convegno sul più grande ospedale della nostra Regione, le Molinette. Nei vari interventi affioravano i gravi problemi che colpiscono l'ospedale, anche se valevano in generale, per tutto il mondo della sanità.
Siamo di fronte a problemi grossi, che gravano sul comparto più delicato, sul quale la Regione ha piena competenza. Il federalismo rispetto a questo punto, è già stato attuato in larga misura: c'è piena competenza - tant'è - anche nella nomina dei Direttori generali.
Seconda considerazione. La sentenza del TAR mette in evidenza - e credo che su questo occorra riflettere a fondo, tutti - una questione politico istituzionale di primaria grandezza, che riguarda i poteri, il rapporto tra i poteri, chi li esercita e come esercita i poteri nello Stato e nella società italiana.
Ritengo - e l'ho sostenuto non oggi, ma in un dibattito che allora vedeva me in maggioranza e alcuni colleghi, a partire dall'Assessore Majorino, il Vicepresidente della Giunta che allora era invece in minoranza, ma lo stesso Gallarini e altri - lo sostenevo e lo sostengo tuttora, perché voglio essere coerente, e credo di essere coerente, al di là...
Vedi, Consigliere Miglietti, che uno sia maggioranza o all'opposizione ci sono alcune questioni di fondo sulle quali non è lecito cambiare la giacchetta a nessuno.
Ed io sostengo, come coerentemente ho sostenuto allora, che agli amministratori eletti dal popolo debba essere riconosciuta piena autonomia nel decidere su Dirigenti che debbono portare avanti una politica sanitaria definita dal Consiglio regionale, dal Governo eletto dal popolo: debbono avere piena autonomia di nominare i Dirigenti di alta amministrazione nella Pubblica Amministrazione. Ciò valeva per i Direttori generali delle ASL vale allo stesso modo per i Direttori regionali.
Non vorrei che anche sui Direttori regionali, che avete nominato da poco, succedesse la stessa cosa che stiamo discutendo oggi per i Direttori generali delle ASL: non lo escludo, visto che siamo in queste condizioni.
Io sostengo questo oggi, come lo sostenevo allora, e proprio per questo ho le carte in regola per sostenerlo oggi.
Il Vicepresidente Majorino non ha assolutamente le carte in regola per sostenere questo oggi, perché la responsabilità massima per la quale noi siamo oggi in queste condizioni è dovuta all'esposto che l'allora Consigliere Majorino all'opposizione fece al TAR e fece alla Magistratura.



(Commenti del Vicepresidente della Giunta Majorino)



MARENGO Luciano

Lei può dire quello che vuole: io, in quelle stanze, ci sono passato e so chi ha fatto gli esposti alla Magistratura; lo so io come il Presidente Picchioni.
E' stato sbagliato - ed è stata una scelta politica voluta ancora dal Vicepresidente Majorino, subìta dal Presidente Ghigo e dall'intera Giunta non dico dall'intera maggioranza, perché c'erano posizioni diverse anche nella maggioranza - non aver fatto opposizione al Consiglio di Stato.
Non aver fatto opposizione rispetto alla sentenza del TAR, allora (parlo del 1995), è stata una grave scorrettezza istituzionale.
E' stata la prima volta che una Giunta, perché di parte politica diversa, non ha preso posizione affinché ci fosse una continuità amministrativa reale: per scelta politica, Vicepresidente Majorino, avete fatto questa scelta che, ripeto, è stata subìta dalla Giunta, anche se altre parti della maggioranza non erano d'accordo.
Quindi - Presidente Ghigo - oltre che di cattivo gusto, aver dato la gestione di questa partita al Vicepresidente Majorino è anche stato sbagliato. L'avvocato Majorino probabilmente è un bravissimo avvocato...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

No, io sono Assessore. Dopo le dirò qualcosa anch'io.



MARENGO Luciano

Lei può dire quello che vuole. Ripeto: io in quelle stanze ci sono passato e so, per esserci passato. So, glielo garantisco che so, e come me sa il Presidente Picchioni.
Sicuramente l'Assessore Majorino sarà un bravo avvocato, però, a proposito delle procedure che sono state attuate noi dell'opposizione avevamo obiettato, mi pare nella Commissione nomine del febbraio o marzo (non ricorso esattamente il giorno, ma credo che fosse il 13 febbraio, se non sbaglio).
Avevamo detto che infilarsi in quella procedura, definita da alcuni avvocati, significa infilarsi in una procedura che non permetteva più di uscirne, perché veniva totalmente meno qualsiasi, non solo discrezionalità ma motivazione della discrezionalità giusta da parte della Giunta regionale, quindi dell'Assessore competente e dei Presidenti.
Peraltro, se non ricordo male, è tanto vera questa questione dell'esposto al TAR, che poi era riconosciuta da tutti, che - ripeto, se non ricordo male - addirittura alcuni di questi avvocati che avevano fatto ricorso al TAR hanno avuto incarichi da parte della stessa Giunta regionale (ma questo lo dico solo per memoria).
A fronte di questo - ed è questo il motivo per cui mi sono permesso di disturbare i colleghi Leo e Cavallera - chiedo all'Assessore Leo e all'Assessore Cavallera, al Presidente del Consiglio Picchioni, al Presidente del Gruppo del PPE, Montabone, che stanno in questa maggioranza: ma che cosa avete voi da dire? Che cosa dite rispetto alle accuse che sono state fatte anche a voi (perché voi con me e con altri siete stati protagonisti e avete condiviso quelle scelte)? Che cosa avete da dire quando il Vicepresidente Majorino dice che sono state fatte "scelte famigerate da parte della Giunta Brizio per sostenere...".



(Commenti del Vicepresidente Majorino)



PRESIDENTE

No, no, Consigliere. L'Assessore ha parlato di "famigerate società di consulenza".



MARENGO Luciano

Non cambia molto. Presidente, lei alla mia domanda risponda lo stesso.



PRESIDENTE

Visto che mi chiama in causa, lei sa benissimo, tutti i vecchi Consiglieri sanno benissimo che io ero contrario ad adire alle società di consulenza.



(Commenti del Vicepresidente Majorino)



PRESIDENTE

Che poi lei le abbia chiamate famigerate, ecc., questa è una sua responsabilità.
Io sono sempre stato contrario, perché con questo si declinava la responsabilità di un organo politico-amministrativo, responsabilità che competeva solo al Consiglio.
L'ho sempre detto, l'ho detto in tutte le sedi, anche nelle sedi giudiziarie.



MARENGO Luciano

Come lei sa, non era il solo a sostenere questo, ma poi abbiamo deciso tutti, in maggioranza e in Giunta, di andare in questa direzione.
Come lei sa bene, anch'io ero contrario a questa scelta, ma poi tutti insieme abbiamo deciso che era giusto andare in questa direzione.
Io me ne assumo la responsabilità, non mi discolpo oggi: assumo pienamente quella responsabilità, e vi domando di nuovo che cosa avete da dire rispetto alla scelta sulle famigerate società, alla scelta fatta dalla Giunta Brizio, visto che i Consiglieri Montabone, Leo e Cavallera ne facevano parte, in allora.
Io non ci starei in una maggioranza che dice queste cose! Io non ci starei, al posto vostro! Non ci starei in una maggioranza di questo tipo! Vedi, Cavallera, tu puoi anche ridere, perché eri Assessore allora e lo sei anche oggi...
Non so se lo sarai ancora domani...



(Commenti dell'Assessore Cavallera)



GRIFFINI Massimo

Sì, sì.



MARENGO Luciano

Può darsi. Tu sei così sicuro, Griffini, tra voi alessandrini probabilmente vi siete già messi d'accordo, che questa sera il Presidente Ghigo ribadirà che Cavallera, fino alla fine della legislatura, sarà Assessore (adesso sto facendo delle battute scherzose, ovviamente).
Io non ci starei in una maggioranza che ha l'ardire di dire queste cose. Perché separa dalle scelte che avete compiuto, che abbiamo compiuto tutti insieme, e le questioni che sostiene oggi il Vicepresidente Majorino un abisso! Per questo motivo politico vi chiedo davvero di dire la vostra e che cosa ne pensate, qui in Consiglio regionale e non magari venendomi a parlare dopo, non mi interessa questo, mi interessa che cosa dite qui in Consiglio regionale, oggi! In questo ambito io ho apprezzato la correttezza dell'Assessore D'Ambrosio che questa mattina ha detto che non sono state considerate come graduatorie quelle definite, ma unicamente come elemento di valutazione che è esattamente l'opposto di quello che però è stato sostenuto e fatto poi nelle procedure che sono state seguite e che hanno portato a questa situazione. E capisco anche perché l'intervento del Presidente di Alleanza nazionale, Ghiglia, questa mattina se la sia presa tanto con l'Assessore D'Ambrosio, ovviamente senza citarlo, perché l'intelligenza politica e anche dialettica di Ghiglia è nota, ma questa mattina nella sostanza credo che a nessuno sia sfuggito che di fatto il Consigliere Ghiglia ha sostenuto che l'Assessore D'Ambrosio sostanzialmente è dimissionario rispetto alle cose che pensa Ghiglia, nell'intervento. Visto che sono già stati registrati gli interventi, basta rileggere quello pronunciato dal collega Ghiglia per comprendere come la sostanza politica sia stata questa.
Ovviamente non dico, Ghiglia, che hai chiesto le dimissioni. L'hai detto nella sostanza, nei termini in cui hai posto le questioni, così sono andate esattamente le cose, ma poi credo che questa non sia neanche una novità.
Allora, rispetto alla situazione che si è determinata, io credo - mi avvio alla conclusione, chiedo scusa per il tempo preso, però sono stato...



PRESIDENTE

Mi scusi Consigliere. Il Regolamento concede dieci minuti per ciascun oratore, stamattina ne hanno usufruito tutti; poi ci sono anche gli "spiccioli" della Presidenza che può concedere all'uno e all'altro, in ordine anche alla delicatezza dell'argomento.



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Lei ha preso 13 minuti questa mattina, lo ricordo bene.



GHIGLIA Agostino

No, io ho preso 11 minuti e 55 secondi.



PRESIDENTE

Ha preso 13 minuti circa.



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Adesso lei sta rubando il mestiere al Consigliere Marengo che ha detto che lei ha in antipatia l'Assessore.



MARENGO Luciano

No, no, non ho detto che ce l'ha in antipatia.



PRESIDENTE

Comunque il Consigliere Marengo si stava avviando alla conclusione.



MARENGO Luciano

Mi avvio alla conclusione.
Credo non siano sufficienti le dichiarazioni che sono state fatte nelle relazioni, sono necessari atti precisi per superare le incertezze che ci sono nel mondo della sanità. Credo che voi dobbiate riconoscere esplicitamente di aver sbagliato e dobbiate dare le dimissioni.
Di fronte a questo atto, che è l'unico che rende possibile affrontare le questioni della sanità, noi nell'interesse della salute dei piemontesi siamo disponibili a confrontarci con proposte, con indicazioni, a contribuire e partecipare alla definizione di proposte che permettano di superare questa situazione di incertezza e di caos. Dovete sapere che sui problemi della sanità il dibattito non finisce qui! Sulle questioni della salute il dibattito non si esaurisce in quest'aula: ne dovete rispondere al Consiglio regionale, al mondo della sanità, ma soprattutto ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha ora la parola per la replica l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, debbo chiarire a tutti, oltre che ai Consiglieri, ai cittadini piemontesi, che questa materia che presenta difficoltà notevoli e sulle quali è molto facile disquisire, molte volte senza cognizione di causa, la sanità, non è stata gestita in questi due anni e mezzo da nessun altro, ma solo ed unicamente dal sottoscritto per cui assumo tutta la responsabilità per le procedure fin qui adottate e in ogni sede, traendone se del caso le dovute conseguenze.
Sono certo di aver proceduto fino ad oggi con la massima correttezza e trasparenza amministrativa. Trasparenza e correttezza confermatemi ieri sera per quanto attiene la materia delle nomine dei Direttori generali dai due illustri avvocati amministrativisti che hanno supportato il sottoscritto e la Giunta nelle procedure di nomina. Io mi permetto di fare i nomi di questi due avvocati amministrativisti: sono il prof. Videtta e l'avvocato Monti.
Molti Consiglieri questa mattina ed oggi pomeriggio si sono esercitati con parole in libertà, a volte avendo scarsa cognizione di causa e di merito riguardo alla sostanza della questione. Una questione estremamente complessa dalla quale effettivamente uscirne è oltremodo difficile.
Debbo dire che - e in questo sono d'accordo con il mio Capogruppo e con il Consigliere Marengo - indubbiamente se non avremo nuove procedure di nomine per gli amministratori le cose saranno sempre più difficili; la discrezionalità da parte della Giunta dovrebbe essere di altra natura. In queste nomine, noi di discrezionalità ne abbiamo avuta pochissima, legati come eravamo, tra l'altro, a sentenze del TAR e del Consiglio di Stato andate in giudicato.
Qual è stata la procedura? Sarò estremamente sintetico. Spero di avere quanto prima la possibilità di parlare con i responsabili del Tribunale Amministrativo Regionale, ma devo dissentire da alcune affermazioni che si possono leggere nella sentenza stessa.
Voglio dare lettura di un documento di cui forse i Consiglieri, anche quelli della passata legislatura, non sono venuti a conoscenza.
In data 9/12/1994 i rappresentanti delle cinque società esaminatrici scrivevano: "(Omissis) Ogni candidato ha fruito di un colloquio della durata di circa un'ora, uguale per tutti, articolato sulle quattro componenti base individuate in intesa con l'Assessorato". La prima di queste quattro componenti base era la capacità manageriale. Non ricordo quale dei Consiglieri intervenuti ha giustamente detto che noi non avevamo manager, ma non ci sono manager della sanità in quasi nessuna parte d'Italia; stiamo cercando di formarli, non abbiamo istituito direttamente un corso, ma i nostri direttori generali in carica attualmente hanno seguito tutta una serie di corsi. E' chiaro che sarebbe opportuno e necessario che ci fosse una scuola di management sanitario, ma purtroppo non c'è ancora in Italia.
Torno alla lettura del documento: "Sono state valutate le seguenti attitudini dei direttori generali nominandi: capacità manageriale, capacità tecnico-organizzativa; capacità comunicativa; attenzione al sociale e conoscenze relative alla riforma.
Le declaratorie delle singole componenti sono dettagliate in allegato con la lista ufficiale dei candidati raggruppati per capacità emergenti".
Ecco il fatto nuovo: le capacità emergenti che questa Giunta ha valutato supportata, come dicevo, dai pareri dei due illustri amministrativisti sono state ponderate con una scala da 0 a 5 e sono state definite, sempre dalle società esaminatrici, tre fasce: una bassa, una media e una di eccellenza.
In quello che era stato l'iter procedurale si era stabilito che i candidati che avessero ottenuto anche solo una votazione nella fascia bassa non potessero essere nominati come nel caso, ad esempio, del Direttore generale di Asti.
Conclude questa comunicazione con le seguenti parole: "Il complesso delle valutazioni, di conseguenza i valori di sintesi, esprimono la potenzialità dei candidati a ricoprire la funzione di Direttori generali.
Si vuole sottolineare che la valutazione condotta dalle Commissioni non inerisce all'attuale funzione espletata dai candidati, bensì vuole individuare, come sopra premesso, i dati di tendenza." Quindi penso non ci sia stata nessuna discriminazione politica o volontà politica nel nominare questi Direttori generali, ma una volta stabilite le griglie ci siamo attenuti strettamente a queste.
La situazione che si è venuta a creare con la sentenza del TAR è indubbiamente una situazione grave, ma non presenta questa criticità enorme, come è stato sottolineato in questa sede, perché il legislatore proprio prevedendo casi simili a questo, che tra l'altro si sono verificati in gran parte d'Italia, aveva pensato ad un meccanismo automatico che poteva - e la legge regionale n. 10 è stata molto valida nel chiarire ulteriormente le cose - in caso di impedimento del Direttore generale sostituirlo sollecitamente con il più anziano di età tra il Direttore amministrativo e il Direttore sanitario, oppure, nei casi di urgenza poteva prevedere la nomina di un Commissario. Questa sera in Giunta decideremo quale soluzione adottare.
Penso di aver agito per il meglio e di non aver commesso irregolarità.
Fra l'altro, come ha sottolineato il mio Capogruppo, il modo in cui si sono operate le scelte e l'assunzione delle decisioni finali non hanno rilevato irregolarità di sorta. Indubbiamente queste nomine vanno integrate da ulteriori richieste fatte dal TAR. Noi, in seguito a questo colloquio che avremo con i responsabili del tribunale amministrativo, cercheremo di integrare queste delibere e possibilmente di riparare con sollecitudine a quello che è sì un danno per la sanità piemontese, ma non va drammatizzato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Intervengo, colleghi Consiglieri, sotto due profili. Un primo profilo per quasi fatto personale, per il quale avrei potuto anche non intervenire e uno per quanto è stato detto nei miei confronti non improprio, ma quale Assessore al legale e Vicepresidente della Giunta.
Il mio intervento sarà nel complesso brevissimo, perché ho poche parole da dire, anche perché moltissime opinioni da me espresse dal gennaio 1995 sono state alterate.
Espliciterò ora quanto è stato fatto anche - visto che sono uno dei componenti della Giunta - da parte mia in occasione delle nomine dei Direttori generali, nomine che risalgono al febbraio 1997.
Si è atteso il febbraio 1997 a fare queste nomine perché avevamo la sentenza del TAR del luglio 1995 e poi, siccome erano stati proposti appelli avverso la sentenza di annullamento, si era necessariamente dovuto attendere prima di procedere alle nomine ad una sentenza definitiva.
Dopo che il Consiglio di Stato confermò la sentenza di annullamento del TAR del 27 luglio 1995, cominciammo, all'interno della Giunta, a porci il problema della nomina dei Direttori generali, alla luce anche delle valutazioni di quanto lo stesso Consiglio di Stato aveva additato.
Siccome la questione non era di facile soluzione - penso che questo lo si vorrà ammettere - fra le altre iniziative che assunsi con la Giunta, fu quella di chiedere un parere consultivo - anziché ad un avvocato, ad un professore più o meno emerito - al Consiglio di Stato, perché il Consiglio di Stato è organo giurisdizionale, come giudice d'appello davanti al TAR ma è anche organo consultivo al quale si possono chiedere pareri, anzich chiederli a consulenti privati. Pertanto, di fronte alla complessità della procedura di nomina dei Direttori generali, venne richiesto parere al Consiglio di Stato. Volevamo appunto fare le cose nel migliore dei modi come siamo convinti di avere fatto, quindi in data 10 luglio 1996 venne chiesto questo parere. Quindi se era possibile e legittimo, in base alla regola dell'autotutela, revocare, annullare quella delibera della Giunta Brizio 15 novembre 1994, con la quale era stato commissionata - leggo il quesito posto al Consiglio di Stato in sede consultiva - cinque società di esperti la istruttoria della selezione dei candidati alla nomina di Direttori generali.
Secondo quesito: legittimità della riapertura dei termini di tale selezione, dopo che i provvedimenti di nomina sono stati annullati in sede giurisdizionale.
Vi risparmio la motivazione, passando immediatamente alla conclusione del Consiglio di Stato: non era consentito, sotto il profilo della legittimità, eliminare, revocare, o annullare che dir si voglia, la deliberazione che aveva delegato le cinque società di esperti a fare quella tal selezione e, in secondo luogo, che non era possibile riaprire i termini perché ci sarebbe stata violazione della par condicio. Riaprendo i termini tutti coloro che avrebbero potuto porre le loro candidature sarebbero venuti in concorrenza sleale o comunque illegittima nei confronti di coloro che nel 1994 avevano presentato le loro domande.
Avevamo - come dire? - sbarazzato il terreno da dubbi legittimi, tant'è vero che, mi confermavano poco fa sia il Presidente Picchioni sia - mi pare il Consigliere Marengo, c'erano dubbi anche nell'allora Giunta-Brizio ter, sul fatto di conferire questi poteri a quelle società di esperti.
Per intanto, è stato tolto di mezzo questo dubbio.
Dopodiché, non è che io sia stato il dominus ex machina della situazione, come sostengono i Consiglieri Marengo, Riba ed altri. Certo all'interno della Giunta ho espresso le mie opinioni, così come, in particolare, l'Assessore D'Ambrosio che ha seguito in primissima persona la procedure delle nomine dei Direttori generali dopo quelle confluite nei provvedimenti del febbraio del 1997. In allora, feci presente alla Giunta e prima di me l'Assessore, che dovevamo attenerci alla direttiva del Consiglio di Stato, resa non con parere consultivo, che aveva riguardato altre questioni, ma con la sentenza che aveva confermato l'annullamento.
Di conseguenza, il nostro comportamento nelle procedure di nomina è stato il seguente, e intendo sottolinearlo in quanto "cuore" delle 28 motivazioni oggi censurate dal TAR. Cioè a dire : "In ciascuna della 28 deliberazioni del febbraio 1997, in coerenza con quanto stabilito dai giudici amministrativi è stato additato in primis il problema, l'esigenza la criticità di quella determinata USL. Consentitemi di semplificare: una certa USL poteva avere problemi di personale turbolento, un'altra di bilanci finanziari che "non quadravano", ecc. Basterebbe prendere le deliberazioni che qualche giorno fa sono state annullate e leggereste che abbiamo, in ciascuna deliberazione, additato la criticità, l'esigenza o i problemi - per dire in una sola parola - di quella determinata USL.
Successivamente, si è incasellato in quella determinata USL, o ASL che dir si voglia, il Direttore generale, sulla scorta del curriculum, combinato con le valutazioni delle società di esperti.
Siccome il Consiglio di Stato, in sede consultiva ci aveva detto che non potevamo fare a meno di quelle valutazioni, ne è conseguito il ragionamento logico, giuridico, politico che è stato fatto: additare i problemi di una certa USL e collocare nella casella relativa il Direttore generale.
Questo, a mio avviso e ad avviso della Giunta e dell'Assessore D'Ambrosio in particolare, è stato un comportamento corretto. Invece, il TAR ci contesta che non dovevamo limitarci ad additare i problemi di una certa USL e a motivare la scelta del Direttore generale limitatamente sulla scorta del di lui curriculum e dell'inserimento nella fascia di eccellenza di cui alle famose società, ma che avremmo anche dovuto anche illustrare dopo aver addotto, in positivo, i motivi per cui Tizio veniva nominato, i motivi della mancata nomina degli altri.
Le domande erano 400: portando alle estreme conseguenze il ragionamento del TAR contenuto nella sentenza del 27 novembre, ogni nome avrebbe dovuto essere paragonato con più di 300 altri candidati. Ecco perché dissentiamo da quella valutazione.
Questo quanto, relativamente al percorso che ha portato alle deliberazioni annullate; ma anche se il Consiglio di Stato ci desse torto o anche se, conformandoci, addivenissimo alla comparazione richiesta riteniamo di aver agito in modo serio. Ripeto, a costo di apparire noioso: indicazione dei problemi di una certa USL e incasallamento del Direttore generale non senza motivazione, ma visto il di lui curriculum - forse sarebbe utile avere il tempo di leggere una deliberazione-tipo di quelle annullate - e considerazione della di lui condizione, secondo quanto valutato dalle società di esperti. Questo per quanto riguarda la legittimità politico-amministrativa delle scelte fatte.
Non c'è stato nulla di trascendentale da parte mia. Ringrazio i colleghi Riba, Marengo ed altri, che mi considerano il deus ex machina dell'operazione.



(Commento dei Consiglieri Marengo e Riba fuori microfono: "Glielo riconosciamo")



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Ma, scusate, gli altri Assessori si farebbero manovrare, a comando, da me? Non esageriamo!! Il percorso che ho testé descritto - e non mi ripeto più - e che è stato condiviso dalla Giunta, mi pare molto, molto corretto.
Arrivo a quanto contestato del mio comportamento tenuto nel gennaio 1995. Fu nei primi giorni di quell'anno, infatti, che scoppiò il caso delle deliberazioni della Giunta-Brizio; il 17 gennaio 1995 fu la prima volta che si parlò dello scandalo, del "fattaccio", delle deliberazioni dell'allora Giunta. Vorrei però delineare brevemente le linee essenziali del mio comportamento di Consigliere di opposizione - e qui potrebbe esaurirsi la mia replica. In allora il mio comportamento fu il seguente: sul piano politico sostenni che c'era stata una lottizzazione.
Era la mia opinione di Consigliere di minoranza dell'epoca. E motivai la lottizzazione non in maniera banale: "E' stato lottizzato e quindi voi della Giunta Brizio ter, avete commesso questo fatto politicamente illecito e scorretto".
No, motivai quella che a mio avviso era una lottizzazione: in allora ero convinto che lo fosse, ed anzi, lo sono tuttora, ora per allora.
Dicevo ciò in quanto - ecco il perché c'era stata lottizzazione - si era trattato di 28 delibere volutamente prive di motivazione, anzi motivate solo con una formula di stile, tutte uguali - questo è un dato di fatto oggettivo - in calce delle quali cambiava unicamente il nome del Direttore generale, senza parlare del suo curriculum, dei suoi meriti o dei suoi demeriti, con l'indicazione del numero degli utenti incolonnati al corrisponde numero dell'USL.
Questo era il filone nel quale mi ero mosso in allora.
Il 17 gennaio 1995, su questi due capisaldi della mia opinione (lottizzazione e dimostro quale), ebbi l'occasione di dire (ho sfogliato tutti i verbali successivi, sono arrivato ai primi di marzo, ma mi pare che non ci sia altro al di fuori di questo): "L'opinione pubblica e l'uomo della strada piemontesi cosa hanno recepito" (nel frattempo la questione di queste delibere era già venuta fuori sui giornali)? "In loro - preferisco leggere, così doso parola per parola - 'si è ingenerata l'impressione e/o la convinzione che le nomine siano state lottizzate o spartite'".
Inoltre soggiungevo: "Oggi - era il 17 gennaio 1997 - l'ANSA ha comunicato che il Procuratore della Repubblica ha iniziato indagini preliminari ai soli fini (questo va sottolineato) - dicevo in allora - di acquisire notizie e documenti per eventualmente formalizzare una vera e proprio inchiesta".
"Qualora ritenesse di ascoltarmi" - il Procuratore - "potrebbe ricordarmi che parlare con chiarezza e con certezza di lottizzazione significa dire un qualcosa che in termini di Codice Penale rappresenta" - può rappresentare "un abuso innominato di atti d'ufficio". Qualora questo evento si verificasse" - qualora venissi chiamato - "io dovrò dire al Procuratore che ho parlato di lottizzazione, perché l'opinione pubblica era stata invasa da questa parola: dai commenti in questo senso, dai quotidiani torinesi, dai mass media, i quali appunto - non voglio infliggervi la lettura dei titoli che tutti ricordate" (però ne citavo alcuni): "'Il giallo di Natale per le nomine'; 'Ora la Regione accusa i selezionatori'; 'Tempesta sui manager' ecc. - parlavano chiaramente di lottizzazione e cose simili".
E ancora: "Gli errori che si annidano nei vostri provvedimenti rivolto a Brizio e alla sua Giunta - sono questi. Ritengo che sia estremamente grave, per chi voglia gestire bene la cosa pubblica e, nella specie, la salute pubblica: tutti i vostri provvedimenti sono perfettamente identici, fotocopia l'uno dell'altro, e allora come potete pensare che di fronte a queste identità di provvedimenti noi vi crediamo quando dite che avete valutato, che avete visto i profili redatti dalle società", e quindi che avete motivato? Il mio atteggiamento in allora fu questo. Che poi, ad adjuvandum, le cose che sono scritte qui le abbia scritte - e questo sarebbe infantile se mi sottraessi alle mie responsabilità - in un esposto alla Procura...
Però, erano queste le cose, cioè a dire il filo logico era questo: poiché non c'è motivazione - e non c'era veramente, perché i richiami erano: "Vista la legge, viste le selezioni delle società (che stamattina ho ingiuriato), visto il percorso seguito, visto..., visto..., visto..., si nomina Tizio", senza parlare né delle capacità né delle non capacità degli interessati - ne ricavo la lottizzazione. Valuti il Procuratore se così è praticamente, avevo riportato quello che avevo detto in aula.
Io che, come ho detto prima, non ho mai fatto la politica in via Tasso in definitiva mi ero permesso, data l'importanza della cosa, di esternare al Procuratore le stesse cose che dicevo il 17 gennaio 1995, con le medesime parole.
Lottizzazione perché? Perché non c'è motivazione. Questo è tutto.



SAITTA Antonino

Anche adesso!



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Non c'è motivazione?



SAITTA Antonino

Mi pare che il TAR dica questo.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Un momento! Io penso che abbiate letto, o comunque abbiate avuto la possibilità di leggere le 28 delibere del 17 febbraio 1997!



SAITTA Antonino

Il TAR cosa dice?



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Non dice che manca la motivazione, dice che di tutto il percorso...



SAITTA Antonino

Quindi è una piccola lottizzazione.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

No, una piccola omissione per non aver fatto la comparazione. La contestazione è questa. Le opposizioni possono dire...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Lasciamo svolgere al Vicepresidente il suo intervento senza interruzioni.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Non è che non ci siano motivazioni, perché allora pregherò l'Assessore D'Ambrosio di infliggervi la lettura di tutte le delibere. La motivazione c'è.
Si è detto: "Però non avete completato la motivazione - questo è il concetto - con la comparazione.
E va bene. Se abbiamo sbagliato, è stato per la mancata comparazione ma direi che è proprio un fatto incontestabile che le motivazioni siano corpose.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il Consiglio di Stato non ci aveva detto di fare le comparazioni.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, on. Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io farò un intervento non tanto sull'analisi dell'accaduto, perché è già stato ampiamente sviscerato.
Mi permetto solo di sottolineare che in realtà la sentenza del TAR sostiene una carenza di motivazione comparata: obiettivamente, la contestazione che ci viene mossa è di non aver comparato; d'altro canto il Consiglio di Stato nel suo parere sosteneva che questo non dovesse essere fatto.
Ma - ahimé - questo con il senno di poi, nel senso che con il senno di poi abbiamo ampiamente parlato e discusso; probabilmente - e riprendo una parte dell'intervento del Consigliere Marengo, che condivido - c'è un peccato originale, nel senso che quando lui fa riferimento alla soluzione di continuità dal punto di vista amministrativo, il fatto che questa Giunta abbia deciso a suo tempo di non contrastare il parere del TAR può essere stato obiettivamente uno sbaglio (anche qua, con il senno di poi, e comunque all'epoca si era deciso di fare così, di conseguenza me ne assumo come credo ogni componente della Giunta debba fare, la mia parte di responsabilità, forse io un po' di più, essendo Presidente).
Questo era anche dovuto ad una situazione diversa rispetto alla quale non voglio entrare nel merito.
D'altro canto, questa situazione di rapporto tra istituzione e Tribunali amministrativi emerge in maniera chiara e palese da un documento assunto e sottoscritto da tutte le Regioni il 30 ottobre, con il quale si contesta l'ingerenza del Tribunali amministrativi nell'ambito delle decisioni che dovrebbero essere demandate a totale discrezionalità alle Amministrazioni pubbliche.
Ahimé, questo fenomeno - non è naturalmente una scusante - avviene in tutte le Regioni italiane, a fronte di atti amministrativi di questo genere che le varie Giunte assumono.
Non è una scusante; sta di fatto che mi permetto di sottolineare - e chiaramente ne darò copia - questo documento assunto dalla Conferenza dei Presidenti nei confronti di questa situazione, segnalata alle autorità del Governo nella Conferenza Stato-Regioni.
E' vero: questa ingerenza c'è stata. Nel percorso di identificazione dei nominativi, noi abbiamo ritenuto di seguire le indicazioni che avevamo assunto dal parere del Consiglio di Stato.
Riteniamo, io ritengo... E qua voglio dire alcune cose, perché in quest'aula sono state fatte delle considerazioni che io mi permetto - ed è il motivo per cui ho preso la parola - di rigettare nella maniera più totale.
Ho sentito parlare di ipotesi di piccola lottizzazione. Ho sentito parlare di uno scarso interesse da parte del Presidente su questo processo decisionale che ha portato alla nomina dei direttori generali, poi sospesi dal TAR.
Ebbene, queste sono affermazioni che sento il dovere di rigettare nella maniera più totale, perché questo percorso decisionale di nomina ha visto un profondo e attento lavoro da parte di tutta la Giunta. Voglio anche sottolineare che non per mia specifica volontà, ma di tutti i componenti della Giunta, si sono realizzate delle scelte compatibilmente con i vincoli che i vari processi ci avevano posto, perché in realtà - come diceva giustamente l'Assessore - non abbiamo potuto agire in piena discrezionalità dato che c'era una sentenza del TAR, un ricorso al Consiglio di Stato, e quindi c'era la necessità di percorrere certi passaggi per tentare di arrivare al risultato positivo ovvero la completa attuazione delle nomine.
Noi, in totale buona volontà, lo abbiamo fatto; non abbiamo proceduto ad alcuna forma di lottizzazione, come invece ho sentito dire in quest'aula, ma abbiamo scelto i nominativi che ritenevamo avessero le caratteristiche per svolgere il ruolo a seconda delle necessità di ogni singola USL. Tant'è vero che l'elemento che secondo me manca ancora a parte dei Consiglieri (mi sembra infatti di aver capito che quei documenti non sono in vostro possesso) è proprio la lettura di ogni singola delibera di motivazione.



CHIEZZI Giuseppe

Li abbiamo letti eccome!



SAITTA Antonino

Li abbiamo anche contestati.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Avevo capito di no, dunque mi correggo.
Può darsi che io sia in difetto, ma torno a ripetere che posso sostenere che queste delibere, dal punto di vista della motivazione, erano state giudicate da noi ampiamente sufficienti, forse non sufficienti per quell'elemento che ci viene contestato della comparazione.
Adesso noi che cosa possiamo fare? I problemi non sono di facile soluzione perché la situazione è obiettivamente molto complessa; non siamo in una situazione di vacanza perché voi sapete che fortunatamente c'è una legge regionale che prevede che nel momento in cui ci fosse un impedimento automaticamente subentrano.
Noi dobbiamo ancora valutare se il percorso che decideremo di assumere come diceva l'Assessore, sia quello di nomina dei Commissari oppure di attuazione della legge regionale: sono le due alternative che abbiamo da attuare. Questa decisione che potrebbe sembrare obiettivamente semplice da assumere non lo è, perché ci sono delle implicazioni che dobbiamo attentamente valutare.
D'altro canto, in situazioni di questo genere credo che ognuno di voi convenga che la fretta non è sicuramente una buona consigliera, perciò io ritengo che la Giunta debba necessariamente riflettere maggiormente su questo tipo di decisione.
L'altra decisione è di addivenire alla sentenza del TAR e di conseguenza rimettere mano alle nomine motivandole maggiormente, in senso comparativo. Noi non abbiamo altra strada, e questa è la strada che intraprenderemo, nel senso che ci vorrà chiaramente il tempo materiale per rimettere in piedi queste nomine, ma indubbiamente l'unica strada che d'altro canto ci indica il TAR è quella di rimotivare in senso comparativo le nomine e noi già da subito tenteremo di fare questo.
Queste sono le indicazioni che sento di dare al Consiglio; discuteremo ancora questa sera e credo domani assumeremo la decisione: se legge regionale o commissari, perché ci sono ancora degli aspetti che dobbiamo chiarire. Credetemi, non è incapacità né disinteresse perché voglio ricordare (anche se è un fatto al quale potete dare poco significato) che noi, venuti a conoscenza della sentenza del TAR per vie non dirette perch la notifica ci è stata fatta lunedì, già domenica mattina ci siamo riuniti avendolo saputo da persone che ne erano venute a conoscenza, ed abbiamo cominciato ad analizzare la sentenza del TAR proprio per tentare di accelerare il processo di decisione perché è nostro obiettivo, come io so essere obiettivo di tutti i Consiglieri...



CAVALIERE Pasquale

Scusi Presidente, lei ha appreso in maniera non ufficiale della sentenza del TAR?



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

E' stata depositata il 27 novembre! Il 27 novembre! E noi l'abbiamo appresa il 29.



PRESIDENTE

Lasciate proseguire il Presidente.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Dicevo che sia i Consiglieri di maggioranza che quelli d'opposizione hanno dimostrato interesse e dedizione su un tema importante come la sanità. Il Consigliere Marengo diceva che questo è il settore nel quale le Regioni hanno più autonomia: certo, hanno più autonomia perché la sanità rappresenta il 70% del volume complessivo delle gestioni che la Regione deve assolvere. Devo dire che su questo tema onestamente non ritengo si possa addebitare a nessuno di avere avuto poca attenzione.
Questo è un incidente di percorso, noi ci prendiamo le nostre responsabilità perché è abitudine assumersi le proprie responsabilità. A fronte di una sentenza del TAR che dice che le nostre nomine non sono sufficientemente motivate (in sostanza dice questo), cercheremo di motivarle meglio perché io non rinnego una nomina di quelle che sono state fatte! Di conseguenza, noi le rimotiveremo e cercheremo di far sì che queste nomine attraverso l'esatta interpretazione del TAR possano essere accettate.



PRESIDENTE

Il dibattito sulle comunicazioni della Giunta è terminato.
Sono stati presentati in merito i seguenti ordini del giorno: ordine del giorno n. 658 presentato dai Consiglieri Riba, Spagnuolo Saitta e Cavaliere ordine del giorno n. 659 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea e Simonetti.
Passiamo pertanto all'illustrazione del primo ordine del giorno.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Questo ordine del giorno, ancorché scritto e presentato stamattina, ha fedelmente anticipato e rispecchiato i termini del dibattito che si è svolto oggi e quindi regge ampiamente le conclusioni che sono succintamente indicate nella richiesta, nell'interesse della collettività, che si assumano immediatamente gli atti necessari a garantire la gestione delle Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende Sanitarie Ospedaliere. Esprime altresì sfiducia (il Consiglio) nei confronti del Presidente della Giunta del Vicepresidente e dell'Assessore competente.
Il Vicepresidente Majorino in un certo senso si è fatto carico del ruolo che competeva a me nell'illustrare l'ordine del giorno, richiamando con una apparente, secondo me, poco motivata soddisfazione il suo comportamento storico su questa materia, che è consistito nell'attivare una procedura per motivazioni politiche che si sono rivelate, si è visto quanto, pregiudizievoli per l'autonomia e le opportunità di comportamento di questo Consiglio regionale. E' stato lui, credo, naturalmente promuovendo la collegialità della Giunta, ma gli altri Assessori li abbiamo già richiamati in causa, comunque l'Assessore Majorino è stato il sostenitore della omissione, grave, politica, una grave scelta politica sottesa all'omissione della Giunta Ghigo di non adire al Consiglio di Stato rispetto alla procedura che portava all'annullamento delle nomine fatte dalla Giunta Brizio.
Richiamo integralmente l'intervento del collega Marengo perché oltre che preciso è particolarmente calzante dal punto di vista della dottrina dottrina che lui ed altri colleghi hanno appreso attraverso la dura pratica di chi ha dovuto rispondere, anche per iniziative del collega Majorino, in molte stanze, in molte circostanze, di quel limpido, e risultato tale comportamento, ma voi avete scelto di fare affossare quelle nomine per due motivi.
Prima di tutto per una delegittimazione, ex post, di un comportamento poi risultato limpido, della precedente Giunta. Secondo motivo per aprirvi il varco ad un comportamento, in questo caso a vostro favore, interamente discrezionale. Spiegatemi che differenza di motivazione c'è quando uno indica la motivazione in maniera succinta o in maniera più estesa; tant'è che adesso state spiegando a tutti che la vostra motivazione era ampia, ma naturalmente, quando si passa a questo genere di valutazione c'è sempre un tale che ti dice, Assessore Majorino, che la tua motivazione è ridicola rispetto a quella che l'accusatore riterrebbe una motivazione utilizzabile: la conclusione è venuta di conseguenza.
Probabilmente in questi due anni di "pasticciamenti", qualche opportunità di comportamento discrezionale c'è stata. Io non sosterrei come sostiene, il Presidente Ghigo, che rifarebbe tutto nello stesso modo in quanto è assolutamente convinto di quello che ha fatto e può anche ostendere dei risultati clamorosi: non esageriamo! Devo forse riallacciarmi all'intervento della collega Suino sulla clamorosità al contrario dei risultati? Devo richiamarvi le peregrinazioni di Sindaci e amministratori che vi dicono che ci sono tante cose che non vanno bene! Mi pare che il richiamo a tutto ciò che ha ispirato il comportamento della Giunta, che ci ha portati a questa situazione, abbia messo in evidenza delle responsabilità precise, non delle casuali circostanze impreviste. L'aver impiantato una procedura politica per invalidare quella che era stata l'iniziativa condotta all'insegna della richiesta sollecitata anche dai Presidenti delle Giunte regionali - documento a cui faceva riferimento il Presidente Ghigo - sull'autonomia dei Consigli regionali delle Regione rispetto agli organi della Magistratura amministrativa, va bene, ma qui si è agito in una ipotesi secondo una finalità e una filosofia assolutamente contraria, aprendo il varco a comportamenti discrezionali. I comportamenti discrezionali hanno motivato delle pesanti impugnative da parte dei tribunali amministrativi, la conseguenza è che oggi la sfiducia è totale. Il giudizio sull'azione condotta non può che essere un giudizio di plateale insufficienza, inopportunità dei comportamenti: la conclusione non può essere generalmente accusatoria nei confronti di tutti. La conclusione a cui perviene l'ordine del giorno, è selettiva e mette in evidenza una globale, collettiva, totale e indistinta responsabilità di tutti. Vorrei che questo fosse chiaro quando mi rivolgo ai colleghi della maggioranza colleghi della maggioranza che nei vari interventi hanno anche dimostrato una consapevolezza che riconosco. Consapevolezza della gravità della situazione, dell'imbarazzo di fronte alle responsabilità che riguardano dei loro colleghi di maggioranza, che siedono nei banchi della Giunta. Capisco anche la necessità di formulare degli interventi che abbiano alcuni contenuti suggeriti dalle circostanze, dall'opportunità. Ritengo che qualcuno apprezzerà il nostro ordine del giorno per il suo equilibro. Nel senso che ripercorre la storia di una situazione che ci è stata proposta e riguarda un caso clamoroso - non è stata oggetto di alcuna invenzione - e individua le responsabilità. Mi pare che le responsabilità principali siano quelle in termini di strategia politica e di conduzione del Vicepresidente avvocato, Assessore Majorino, dell'Assessore D'Ambrosio; è chiaro che il Presidente della Giunta, non sta da un'altra parte rispetto alla conduzione di questi fatti, di queste procedure, alla creazione di questa situazione.
Per cui il nostro ordine del giorno esprime non una richiesta di dimissioni come ci accusate sempre di fare - ma un giudizio. Se poi voi ritenete che altro debba essere il giudizio, evidentemente altra sarà la votazione; mi pare che trarre una conclusione, esprimere un giudizio motivato circoscritto rispetto a chi ha condotto un'operazione sia oggi un atto doveroso da parte di questo Consiglio regionale.
Ecco perché francamente mi aspetto - in coerenza con gli interventi anche della maggioranza - un atto consequenziale nella valutazione dell'ordine del giorno che abbiamo presentato in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie Presidente. Innanzitutto chiederei al Presidente Ghigo di presentare in aula la decisione che assumerà rispetto a questo problema prima che la decisione venga assunta, proprio per l'importanza e la delicatezza della questione e per come questa coinvolga tutti. Noi abbiamo letto sui giornali le seguenti frasi: "nomineremo gli amministratori commissari"; adesso apprendiamo che non si farà così, ci dite che prenderete del tempo, che può darsi che si farà così. Insomma, non sapete ancora cosa fare. Il Presidente ha detto che prenderà tempo - non so cosa significhi prendere tempo - attendiamo queste decisioni e vorremmo discuterle insieme, se è possibile.
L'altra cosa che il Presidente, dopo una giornata di discussione ha detto, è che in effetti, forse, hanno sbagliato a non ricorrere al Consiglio di Stato, che se ne assumeranno le responsabilità. Cosa significa assumersi le responsabilità? Non significa dire ce le siamo assunte e andarsene a casa alla sera; ma si prende atto che certe scelte politiche hanno danneggiato la sanità piemontese.
L'altra questione che volevo sottolineare riguarda sia la vicenda oggi all'esame sia anche altre vicende: la concezione, direi quasi eversiva, che questa Giunta, e in generale la destra del nostro Paese, ha delle istituzioni. Nel senso che noi viviamo in una democrazia, così come le altre democrazie europee, che è fatta di sistemi, di pesi e contrappesi che determinano per l'appunto quell'equilibrio democratico che è la democrazia.
E' fatta di organismi autonomi, che dovrebbero essere indipendenti, come la Magistratura.
Mi preoccupa sentire, al di là della normale dialettica che permette un giusto sistema di equilibrio, il continuo ricorso, che ritengo abbastanza pericoloso, a giudizi quali invadenza, interferenza ed altro. Questo anche perché la trasformazione degli amministratori in Commissari sarebbe un atto politico in direzione del non riconoscimento delle leggi dello Stato e, in qualche modo, di contestarle in maniera eversiva.
Il Presidente ha detto che rivendica tutte quante le nomine. Resto del giudizio - come il Vicepresidente Majorino, allora - che le nomine siano state in parte oggettive e in parte soggettive. Queste ultime le abbiamo rilevate tutti: sbordavano un pochino, rispondevano a pressioni; non tutte si riferivano ai moduli, alle graduatorie, ecc. E' cosa che abbiamo potuto vedere e leggere, politicamente, negli atti della Giunta - e non poteva essere altrimenti, vista la dialettica presente nell'esecutivo.
Mi ha preoccupato, però, anche il riferimento della collega Suino a precisi richiami rispetto, per esempio, all'amministratore di Alba-Bra.
Credo sia sbagliato non riconoscere che alcune nomine sono state inopportune. Abbiamo anche capito che il Presidente Ghigo non vuol rimuovere quell'amministratore che, in un ospedale del Piemonte - non dico quale - gli ha dedicato una lapide, in cui il Presidente Ghigo è citato in latino: quello non lo rimuoverà! Tutto ciò sta ormai nella storia del nostro Piemonte!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, intervengo per completare l'illustrazione dell'ordine del giorno che abbiamo sottoscritto.
Volevo aggiungere a quanto già detto dal collega Riba alcune considerazioni per aggiornare il documento sulla base di interventi del dibattito di oggi, che hanno in qualche maniera svelato come si è svolta la vicenda all'interno della Giunta ed il ruolo svolto dal Vicepresidente Majorino nelle scelte compiute, sin dall'inizio dell'insediamento dell'esecutivo.
L'intervento del collega Majorino ha dimostrato chiaramente che egli ha rivestito un ruolo non marginale nelle scelte compiute dalla Giunta regionale. Il suo intervento, con la lettura puntuale del verbale della seduta del gennaio 1995, dimostra chiaramente che il Vicepresidente Majorino è prigioniero del suo passato: guarda più all'indietro che al futuro; è più proteso a confermare la validità di quell'opposizione anzich dare una soluzione utile alla sanità piemontese.
Il Presidente Ghigo ha detto, ad un certo punto, che non si pente delle scelte compiute; ma credo che dopo quanto sta succedendo, una sorta di "minipentimento", il Vicepresidente Majorino lo dovrebbe provare! Vicepresidente, lei ha dato consigli sbagliati, altrimenti il TAR non avrebbe annullato le deliberazioni delle nomine! Un po' di pentimento non lo prova? Oppure è talmente cocciuto da continuare a sostenere: "Abbiamo fatto la scelta giusta; è questa, la migliore! Sbagliano tutti! Il TAR ha compiuto una scelta di carattere politico!".
Mi è parso, in certi momenti, che l'intervento del collega D'Ambrosio ed il suo, siano stati protesi a dimostrare unicamente che la sentenza del TAR sia stata motivata più da un punto di vista politico che da un punto di vista amministrativo.
Parole pesanti: soprattutto lei, Vicepresidente, che si è rivolto alla Magistratura, dovrebbe avere maggior fiducia nell'autorità giudiziaria, e ritenerlo un organo indipendente. Lei, oggi, ha mosso dei rilievi alla sentenza del TAR, non di carattere giudiziario, ma di carattere politico.



(Commenti del Vicepresidente Majorino)



SAITTA Antonino

Lei avrebbe dovuto dire "Abbiamo sbagliato". Non solo non l'ha detto ma fa passare all'interno della Giunta una posizione del TAR che non è quella scritta nella sentenza, che conclude dicendo: "Ne consegue allora l'illegittimità degli atti di nomina, per carenza di motivazione, non essendo stata data compiuta indicazione delle modalità di selezione dei candidati e cioè di come siano state in concreto valutate le risultanze dell'istruttoria allo scopo effettuata". Non è pioggerellina!



(Commenti del Vicepresidente Majorino)



SAITTA Antonino

Capisco che per lei sia imbarazzante ammettere di aver avuto torto (...).
Questione del parere richiesto al Consiglio di Stato. I pareri - lei è avvocato, e lo sa meglio di me - che dà un organo o un avvocato, dipendono da come si pongono i quesiti; a seconda di come si pongono i quesiti i pareri possono essere diversi. Dipende da cosa si chiede.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Sono così abile da aver condizionato anche il Consiglio di Stato?!



SAITTA Antonino

No, per carità! Lei ha fatto passare per parere del Consiglio di Stato, un'opinione dello stesso organo sulla base di un parere che ha formulato lei; ed è cosa diversa! Le risposte sono diverse a seconda di quel che si chiede.
E' chiaro che lei, essendo prigioniero del suo passato, molto probabilmente ha posto al Consiglio di Stato un quesito teso a rafforzare la sua ipotesi, che non voleva smentire. Diversamente, si sarebbe pentito si sarebbe oggi presentato qui con un minimo di pentimento.
La Giunta non può continuare a lasciarsi condizionare dalle opinioni politiche oltreché giuridiche del Vicepresidente Majorino.
Non metto certamente in dubbio l'intelligenza giuridica del Vicepresidente Majorino, ma il suo ruolo politico. Se la Giunta si lascia ancora condizionare dai suggerimenti antichi, politici del Vicepresidente continua a mettersi su una strada sbagliata.
Bene ha fatto il Consigliere Marengo a richiamare la responsabilità di alcuni Assessori che facevano parte della maggioranza precedente - ha parlato dei colleghi Leo e Cavallera, giustamente. Il Vicepresidente Majorino vi ha fatto commettere un atto incoerente, con delle scelte sbagliate e probabilmente ve ne farà commettere un altro che ha le stesse caratteristiche.
E' per questo che chiediamo che il Vicepresidente, non avendo lucidità politica visto che subisce il condizionamento del suo passato, si metta da parte e non dia più consigli, visto che quelli che ha dato si sono rivelati errati. I consigli che ha dato hanno messo ancora di più in imbarazzo degli Assessori che allora avevano partecipato a quelle scelte, che lei denunci con un esposto alla Magistratura.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Se ascolto lei, farò l'Assessore muto.



SAITTA Antonino

No! Può anche dimettersi: è quello che noi chiediamo! Noi chiediamo le dimissioni.
Lei oggi continua a ripetere, in modo ostinato, "convinto oggi per allora", cioè continua ancora a dire che ciò che è capitato è stato irrilevante.
Lo dico anche al collega D'Ambrosio, che non ha questo passato, quindi è più libero.
Quando il Vicepresidente vi convince, e convince lei, che i criteri adottati sono obiettivi, perché sono state definite le griglie questa è una modalità errata, perché le griglie sono state definite, ma non esiste un testo sacro che definisca le griglie per nominare i direttori.
Le griglie sono state definite da chi doveva compiere la scelta, e molto probabilmente si tratta di griglie - io non dico per favorire delle lottizzazioni - per fare delle scelte che, molto probabilmente, sono discrezionali.
Di questo l'Assessore D'Ambrosio non si deve stupire. Quando dico che negli atti, soprattutto di alta amministrazione, c'è una certa discrezionalità, voglio dire che quando si fanno delle nomine non esistono atti completamente asettici.
Su questo, Vicepresidente Majorino, lei si deve convincere e deve convincere anche l'Assessore del suo partito che è così, Se si continua su questa strada, continuerete ancora a trovarvi degli intoppi, confermando un'opinione antica di continuare a mettere la sanità piemontese in enorme difficoltà.
Mi avvio alla conclusione, dicendo che, a questo punto, io credo che il Vicepresidente Majorino debba dimettersi, e credo che il Presidente della Giunta regionale - che non c'è - non possa ignorare questo fatto. Non pu ignorare che è stato consigliato male! Il Vicepresidente Majorino, allora del Movimento Sociale, adesso di Alleanza Nazionale, ha dato un consiglio che ha fatto fare al capo della Giunta regionale una brutta figura; a tutta la Giunta, compreso, in modo particolare...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Ma lei mi sopravaluta!



SAITTA Antonino

Sì, la sopravvaluto, perché la ritengo un abile politico. Il Presidente Ghigo dovrebbe, in qualche maniera, rendersi conto di questo fatto ed essere conseguente, ritirandole le deleghe o perlomeno sgridarla, dirle "Majorino, che cosa mi hai fatto fare?".



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Può darsi che all'interno della Giunta lo faccia!



SAITTA Antonino

Questo non avviene, per cui credo che l'ordine del giorno sia perfettamente motivato. Concludo nel dire che la dimostrazione di questa grande confusione (giuridica e politica) deriva dal fatto che, dopo un lungo dibattito, non si sa ancora che cosa fare! Se ricorrere, se confermare.
La situazione è caotica. Questo conferma ancora di più che le scelte che avete compiuto sono state delle scelte politicamente e giuridicamente non sempre fondate e spesso contraddittorie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Mi sembra - e ci sembra - che il dibattito di oggi, questo dibattito così lungo, per certi versi sia stato utile. E' stato utile dal punto di vista politico, perché peraltro, in conclusione, abbiamo assistito ad una dichiarazione molto importante da parte del Presidente della Giunta regionale.
Il Presidente della Giunta regionale ha ammesso l'errore della Giunta regionale, e cioè ha detto: "Dobbiamo riconoscere di avere commesso un errore nel momento in cui non abbiamo ricorso - rispetto alla prima sentenza del TAR - al Consiglio di Stato".
Questo è un atto, dal punto di vista politico, importante, nel senso che, se da un lato, possiamo riconoscere l'onestà anche del Presidente della Giunta regionale, dobbiamo però dare anche un giudizio politico molto severo, che coincide con quanto abbiamo detto in conclusione del nostro ordine del giorno.
Tuttavia, il dibattito di oggi - e mi rivolgo in particolare all'Assessore D'Ambrosio - è un dibattito utile, ma ci preoccupa molto perché abbiamo rafforzato la nostra convinzione - lo abbiamo detto anche nell'intervento precedente - che in tutta questa vicenda vi sia stata una forte responsabilità da parte del Vicepresidente della Giunta regionale.
Ciò, Assessore Majorino, non tanto per il fatto che la si ritiene deus ex machina chissà per che cosa o per una qualche influenza speciale di carattere politico, ma - mi permetta - per una sua delega specifica.
Infatti lei è sì il Vicepresidente della Giunta regionale, ma delegato ad affrontare le questioni di carattere giuridico, in particolare le questioni attinenti al contenzioso.
E dobbiamo dire che, rispetto a tali questioni, la competenza del Vicepresidente della Giunta regionale, per la responsabilità di tipo istituzionale che il Presidente della Giunta le ha conferito, purtroppo - e dico purtroppo per la sanità piemontese - ha portato a dare dei consigli sbagliati.
Questo riguarda il passato, ma poiché bisogna guardare anche al futuro la situazione attuale, quella di oggi, ci preoccupa ancora di più. Perch ci preoccupa di più? In questo senso mi rivolgo all'Assessore D'Ambrosio, che porta invece la responsabilità - si direbbe a Roma - del dicastero alla sanità Assessore D'Ambrosio che peraltro abbiamo conosciuto e conosciamo anche come persona e come amministratore sensibile su tutta una serie di questioni.
L'ha detto prima l'intervento del collega Riggio, ma io stessa riconosco che, su una serie di temi, l'Assessore D'Ambrosio è persona che quanto meno ci ha abituati ad ascoltare.
Questo, in politica, è un elemento positivo, perché se ci aveste ascoltato - mi spiace farlo, anche perché talvolta abbiamo avuto consuetudini di carattere amministrativo favorevoli, ma devo nuovamente chiamare in causa il Vicepresidente Majorino - quando abbiamo fatto la prima Commissione Nomine, noi avevamo detto che a quella sentenza del TAR bisognava ricorrere al Consiglio Stato.
Questo, in allora, non è stato ascoltato. Qualche volta l'opposizione dice anche delle cose che sono dei consigli, non sempre sono dei fatti strumentali.
In questo senso mi rivolgo all'Assessore D'Ambrosio, perché - ripeto è persona che nell'arco di questi due anni e mezzo ci ha dimostrato di saper anche ascoltare.
Il punto qual è? Che l'approccio che oggi viene dato dal Vicepresidente Majorino, ma nel suo ultimo intervento anche dal Presidente della Giunta regionale, cioè rifare il tutto nello stesso modo, è un approccio che ci preoccupa.
Rifare tutto nello stesso modo è un po' una dichiarazione di pervicacia politica, che porterà a ripetere degli errori. Perché è vero, collega che ha la delega al legale, lei dice "la sentenza dice che la motivazione non è compiuta", ma lei sa meglio di me che quando dice "la motivazione non è compiuta" è in generale: non soltanto le motivazioni che sono state date ma anche le eventuali motivazioni che non sono state date rispetto a degli esclusi. Non dimentichiamo infatti (lei ci ha cortesemente dato copia della sentenza oggi in aula) che la sentenza fa riferimento anche a soggetti esclusi. Allora, la questione della non compiutezza delle motivazioni è per relazione, sia in relazione a coloro che hanno avuto l'indicazione da parte della Giunta regionale che magari non è stata compiutamente motivata, ma anche la non compiutezza deve essere letta, mi sia permesso (non voglio fare l'avvocato, ma leggo i documenti), in senso lato, Assessore, e deve essere letta in senso lato anche rispetto a coloro che possono essere stati esclusi. Questa è una sentenza, ci può piacere o non piacere, ma resta una sentenza! Allora mi preoccupa l'aspetto politico, Assessore D'Ambrosio, che per una pervicacia di origine - e su questo già si sono spese molte parole e non voglio andare oltre - per un atteggiamento politico che però ho sentito anche da parte del Presidente della Giunta, lei venga ulteriormente consigliato male, con grave danno, di che cosa? Della sanità piemontese! Perché noi siamo veramente già dentro un caos, non vorrei per la sanità piemontese che andassimo dentro un baratro, perché a un certo punto noi finiremo in una vicenda così importante in una logica di ricorsi che si inseguono. Assessore D'Ambrosio, mi rivolgo in particolare a lei, anch'io ringraziandola per le sensibilità che ogni tanto ha saputo esprimere e non è neanche la prima volta che glielo diciamo, né con piaggeria, ma non dobbiamo dire a un Assessore: "guarda che alcune cose che stiamo sentendo in questo dibattito non aiuteranno assolutamente". Qui ci vuole forse più coraggio, nel senso che la situazione va esaminata e riesaminata a tutto campo. A tutto campo! Anche scevra, Assessore, da condizionamenti politici sia rispetto al passato, ma sia rispetto a tante componenti, perch ripeto - questa è una sentenza che non fa riferimento soltanto a una carenza di motivazione generica, ma a una completezza di carenza di motivazioni e di fattispecie, considerando tutti i ricorrenti potenziali.
Certamente i portatori di un diritto soggettivo quanto meno. Questo è un problema che va affrontato.
Ci è dispiaciuto poi, almeno alla nostra parte politica, che alcuni Assessori che sono stati richiamati ad un giudizio politico, questo giudizio politico non l'abbiano dato. Mi rivolgo in particolare, dal momento che lo vedo entrare in aula e sedersi al suo banco, all'Assessore Leo. C'è chi ci abitua ad ascoltarci e ad essere sempre attento, però oggi c'è stata una mancanza politica perché rispetto a determinate chiamate in causa di tipo politico, non si può far finta di non sentire perché poi non vale, come ha detto il collega Marengo, che poi le cose mi vengano dette in privato, perché le cose dette in privato possono non contare niente o essere persino fastidiose talvolta. Allora io credo che ci debba essere da parte di tutte le componenti della Giunta regionale una assunzione di responsabilità ampia rispetto alla gravità del problema, che è un problema vero, è un problema rispetto al quale noi nel nostro ordine del giorno abbiamo dichiarato la sfiducia. La sfiducia che oggi noi riteniamo di interpretare e che quanto meno tutta la sanità piemontese non può non esprimere, seppure con una graduazione ritengo ancora di responsabilità nei confronti del Presidente della Giunta regionale, del suo Vicepresidente e dell'Assessore D'Ambrosio.
In questo senso ribadiamo quanto contenuto nel nostro documento.



PRESIDENTE

Ha ora la parola il Consigliere Chiezzi.
Lei illustra il suo ordine del giorno?



CHIEZZI Giuseppe

Noi abbiamo prenotato quattro interventi.



PRESIDENTE

Sì, ma uno è l'illustrazione, gli altri sono interventi normali: sono cose diverse.



CHIEZZI Giuseppe

Gestisca lei il mio tempo in relazione al fatto che se sbordo sul tempo dei colleghi, ci saranno colleghi che rinunceranno al loro intervento.



PRESIDENTE

Ho un monte minuti dal quale attingere.
Comunque adesso lei illustra l'ordine del giorno?



CHIEZZI Giuseppe

Sì, illustro l'ordine del giorno, poi rinunceranno gli altri compagni del Gruppo se consumerò il tempo dei loro interventi.
Presidente, il nostro ordine del giorno chiede le dimissioni perch quanto è accaduto è di enorme gravità e ci sembra che il Presidente Ghigo che non c'è, e il Vicepresidente Majorino, che sta telefonando...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

No, sto ascoltando; stacco subito.



CHIEZZI Giuseppe

Ci sembra che non se ne rendano conto perché prima che Berlusconi e i suoi uomini decidessero di impiegare il loro tempo in politica, io ricordo (forse lo ricorda anche il Presidente del Consiglio) che a Torino c'è stato un Assessore che avendo fatto entrare un po' più di neve del necessario nelle scarpe dei suoi cittadini, tardando un po' a dire agli spazzaneve: "toglietela, visto che ne cade tanta", ha avuto la dignità di dimettersi perché ha creato un danno alla vita dei suoi concittadini. Si è dimesso perché ci siamo bagnate un po' troppo le scarpe! Ha preso atto di un suo errore e ai tempi in cui Berlusconi non c'era, un politico della Prima Repubblica se ne andò.



PRESIDENTE

Però l'anno scorso che ci siamo bagnati molto di più le scarpe, non si è dimesso. Lo dico a mo' di battuta.



CHIEZZI Giuseppe

Quella volta l'Assessore dell'epoca si dimise per questo.
Quanto hanno fatto in questo frattempo, Ghigo, Majorino e D'Ambrosio, è qualcosa di peggio che non far entrare un po' di neve nelle scarpe dei cittadini: hanno messo in un canto la possibilità della sanità di funzionare! Vi rendete conto di questo o no? E badate che voi siete all'inizio dei vostri guai! Non alla fine! Siete solo all'inizio, Majorino! Non vi rendete conto che la sanità è in una situazione di stallo e non ne uscirà tanto facilmente, perché se mantenete l'atteggiamento che avete di difendere cioè il vostro operato e di riconfermare quello che avete fatto, ricordatevi che quando motiverete, a posteriori, sulla base di una sentenza del TAR, le stesse scelte precedenti, non illudetevi che chi ha ricorso non abbia buone ragioni per continuare a ricorrere, con ragione di merito! Quindi voi siete ai primi passi di uno sfacelo che state determinando e non ve ne rendete conto! Per questo chiediamo le dimissioni.
Purtroppo in quest'aula la continuità amministrativa dal punto di vista dell'azione di Giunta regionale non c'è stata, perché due Assessori (che non hanno mai smesso per un solo minuto del loro tempo, da quando sono stati nominati Assessori nelle Giunte Brizio fino a oggi, di fare gli Assessori), non hanno deciso di avere la dignità di una presenza politica in quest'aula su questo tema, dimostrando - e cambia anche evidentemente il nostro giudizio su questi due Assessori - di tenere di più alla poltrona che occupano da tempo che non ad un incarico gestito in termini di dignità e di coraggio politico. Si sono assolutamente estraniati da una vicenda che li vede attori a tutti i titoli! Ieri e oggi! Sono gli unici di tutti noi che risponderanno per quel che han fatto prima e dopo questi eventi del 1994 e del 1997.
Rimane un fatto - Vicepresidente Majorino - gravissimo, e lo dico più al Vicepresidente Majorino che non al Presidente Ghigo che è arrivato dopo.
Questo attacco al TAR è una vera vergogna! Ed è una vergogna anche come ha fatto il Presidente Ghigo - portare in quest'aula l'argomento della discrezionalità che si richiede nell'azione amministrativa - che condivido applicando questo argomento per contrastare in modo immotivato l'azione del TAR, in una situazione che è peculiare del Piemonte. E' solo il Piemonte che ha deciso di "costringere" la propria discrezionalità amministrativa all'interno di un lavoro svolto da società, costato ai contribuenti quattrocento milioni, deciso dagli Assessori Leo e Cavallera.
Quando un'amministrazione si autovincola e si autocostringe deve poi essere sufficientemente conseguente per rispettare la coerenza del quadro da lei stessa promosso. Nessuno ha obbligato la Giunta regionale a spendere quattrocento milioni, per scegliere i Direttori generali. Se qualcuno avesse chiesto il mio parere in merito sarebbe stato negativo, ma nessuno me lo ha chiesto, a differenza di altri.
Cari colleghi, una volta che si è deciso di stare in quel quadro bisogna essere seri e rispettare le stesse condizioni di costrizione che avete determinato.
L'attacco al TAR è un attacco vergognoso, perché il TAR non fa altro che dire: visto che vi siete costretti all'interno di un esame certificato numerato e graduato, per cortesia voi dovete agire con la vostra discrezionalità nel diritto, riconosciuto a tutti i concorrenti, di capire come mai sono state o non sono state indicate certe persone.
Quindi voi siete solo all'inizio di questa situazione, l'attacco al TAR è veramente un attacco indegno di un'amministrazione: un vero atto di guerra.
In questa procedura avete pagato degli avvocati, ai quali avete chiesto alte consulenze, spero che, nei confronti di questi avvocati che hanno fornito alte consulenze, voi non spendiate denaro pubblico. Colgo l'occasione per chiedere se la parcella è già stata inviata in Regione e a quanto ammonta e se intendete onorarla. Già quando avevate segnalato la vostra intenzione, a nome del Gruppo avevo espresso perplessità sull'opportunità di farvi scudo di consulenze che poi non servono a nulla perché se l'atto è viziato da illegittimità non c'è avvocato che serva! Vi è un'altra questione che intendo sollevare. In numerose aziende sanitarie-ospedaliere vi sono delle gestioni che fanno rimpiangere, a chi lavora in quelle ASL e aziende sanitarie, le vecchie gestioni con tutti i difetti delle vecchie gestioni, cosiddette politiche. Ci sono lamentele estesissime: "questi non sono managers, sono peggio dei politici di una volta".
Voi, di fronte a questa situazione, riconfermate tutta la procedura? State attenti, vi mettete in una situazione difficile. Inoltre, oggi - mi rivolgo al Vicepresidente, visto che il Presidente Ghigo non è in aula, è sempre a spasso - chi governa le aziende sanitarie? In mano di chi sono? Voi state facendo trascorrere le ore e i giorni, lasciando intatta questa incertezza che è gravissima ed è prova di incapacità di governo. Chi le governa le ASL? Non i Direttori che non ci sono più; non avete effettuato alcuna nomina e non avete preso alcuna decisione, non muovete nemmeno gli spazzaneve con la neve per terra: state lì a guardare che cada! E noi non dovremmo chiedere le vostre dimissioni, a fronte di un comportamento di questo genere che è anche di inerzia nei confronti della vostra azione? Quello che conta non sono le vostre intenzioni, sono i risultati: in tutto questo settore cioè voi continuate a ripetere gli stessi errori e ne uscite con questo atteggiamento.
Secondo noi, è necessario che lasciate il campo. Solo così dimostrerete di fare un atto di dignità politica che può riconsentire ad un'istituzione di fare veramente il punto, non abbarbicandosi ad una procedura che il TAR ha dichiarato illegittima perché non motiva le scelte, così come non erano motivate allora; voi avete scritto qualche pagina, ma in queste pagine avete mescolato delle motivazioni in modo ripetitivo. Noi le abbiamo lette tutte; abbiamo anche scritto degli articoli sulle vostre motivazioni: in nove delibere, voi parlate genericamente di capacità manageriale, in altre sette di elevate capacità comunicative, in sei delibere di generiche capacità di gestione; si tratta di delibere poco più che scritte con il ciclostile e anche contraddittorie. Vicepresidente Majorino, ad esempio ad Alessandria dite che tra i problemi elencati compare la disorganizzazione e poi assegnate a chi ha gestito quella disorganizzazione il ruolo di Direttore generale: insomma, c'è anche contraddizione sull'analisi che fate e le responsabilità di un commissario già in quel luogo nominato! Quindi sono delibere scritte con superficialità, non determinano nulla dovreste dimettervi nell'interesse della Regione; ormai la vicenda è complicata, ingarbugliata e voi stessi dimostrate di voler continuare a ingarbugliare ulteriormente.
Questi sono i motivi per cui voteremo a favore anche dell'altro ordine del giorno che segnala l'esigenza delle vostre dimissioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Intervento brevemente, in quanto già ben illustrato dal nostro Capogruppo, sul nostro ordine del giorno.
E' veramente grave e preoccupante discutere oggi, in Consiglio regionale, sulle cause della sentenza del TAR che ha annullato le delibere dei Direttori generali delle 29 UU.SS.LL., poi diventati commissari. Quindi un fatto politico molto negativo e rilevante che ha creato preoccupazione e rabbia tra la gente e tra gli operatori della sanità piemontese. Non vi sono state dai due esponenti dell'esecutivo valutazioni politiche chiare sulla vicenda, ma giustificazioni; anche il capo dell'esecutivo di questa Regione ha fatto dichiarazioni molto carenti sui criteri di nomina sbagliati. Grave poi la posizione della Giunta per un audito attacco al TAR che invece ha giustamente sentenziato per diritti violati verso i cittadini piemontesi lesi nei loro diritti professionali.
Il TAR ha considerato la nomina dei Direttori generali mancanti di alcuni tasselli per cui ha annullato le nomine. E' inutile sottolineare questo fatto molto negativo che contribuisce enormemente a dare forte incertezza sanitaria alle UU.SS.LL. del Piemonte che, di fatto, sono bloccate nell'esercizio dell'attività. La sanità piemontese è in una fase drammatica: mancanza di esecutività del Piano sanitario perché bocciato dal Governo per mancanza di filoni importanti, annullamento delle nomine dei Direttori generali da parte del TAR e conseguente latitanza delle direzioni delle UU.SS.LL. nell'esercizio delle proprie attività, anche a livello locale.
Nel nostro ordine del giorno vengono rimarcate alcune gravissime affermazioni contenute nella sentenza: "non consente di comprendere come è perché i nominati sia siano preferiti agli altri candidati selezionati" "non ha chiarito come ha utilizzato le risultanze dell'istruttoria effettuata dalle società di consulenza", "non si sono esplicitate le modalità impiegate per estrarre tra i tanti il candidato più idoneo all'esercizio di quelle funzioni", "l'amministrazione avrebbe dovuto procedere all'esame di quelle risultanze per desumere elementi di valutazione utili all'identificazione dei soggetti cui affidare la guida delle Aziende sanitarie ed ospedaliere".
Infine, "ne consegue l'illegittimità degli atti di nomina".
Sulla base politica di queste inequivocabili dichiarazioni della sentenza del TAR vi è quindi un chiaro pronunciamento di illegittimità degli atti. Cosa di non poco conto, se si pensa che si tratta di pronunciamento di chiara condanna da parte di un organo così importante.
Il nostro Gruppo, nel proprio ordine del giorno, richiama la gravità assoluta della sentenza, vista l'importanza primaria del comparto della sanità piemontese, e ritiene non più tollerabile, per gli interessi del Piemonte, l'insipienza e la superficialità sulla conduzione della vicenda da parte della Giunta regionale di destra. Come ha già affermato il Capogruppo Chiezzi, e come risulta dal nostro ordine del giorno, chiediamo le dimissioni del Presidente della Giunta e dell'Assessore competente.
Infine, crediamo fermamente che il Piemonte, per le gravi emergenze sanitarie che lo hanno colpito, abbia veramente bisogno di voltare pagina sia nella conduzione politica e sociale dell'Ente Regione sia per quanto concerne la Giunta nel suo collettivo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Dell'ordine del giorno firmato dai Capigruppo Riba, Spagnuolo, Saitta e Cavaliere, credo si debba sottolineare lo sforzo e la volontà politica nonostante l'emotività, che il dibattito ha confermato, e la problematicità dell'argomento, di rimanere nel merito delle questioni della sanità sottolineando una serie di difficoltà e inefficienze per chiedere, oltrech per proporre, la sfiducia nei confronti del Presidente, del Vicepresidente e dell'Assessore competente. Si chiede inoltre che la Giunta nell'interesse della collettività, assuma immediatamente gli atti necessari, tali da garantire la gestione delle Aziende sanitarie locali e delle Aziende ospedaliere.
Una richiesta di questo genere, che non è di parte, ma che rileva l'attaccamento e la volontà di contribuire comunque a garantire alla collettività piemontese la continuità nella tutela, nella cura e nella prevenzione della salute, non può che essere accolta. Va sottolineato inoltre come non si possa, per affrontare anche la provvisorietà - abbiamo sentito dall'Assessore che la Giunta, stasera dovrebbe riunirsi per nominare i Commissari - non tener conto di alcuni rilievi del TAR nei confronti dell'atteggiamento della Giunta e dei provvedimenti che sono stati adottati.
Pur condividendo l'intervento del collega Marengo che per quanto riguarda nomine di tale importanza ha rilevato la necessità della discrezionalità, ma anche della totale responsabilità di chi le assume della Giunta, in questo caso - va comunque sottolineata la necessità di tener conto di alcuni rilievi che il TAR Piemonte fa alla Giunta e alle deliberazioni adottate, per non tornare a compiere lo stesso, identico errore.
Personalmente, sono rimasta abbastanza colpita dal fatto che si sottolinea la necessità di rendere comprensibile il processo di formazione della volontà espressa con la scelta e con le nomine compiute.
Devo dire, Assessore e colleghi del Consiglio, che effettivamente, per quanto riguarda alcune nomine, anche noi siamo stati colpiti dalla non comprensibilità della scelta.
Non faccio nomi, ovviamente, indico le località, ma credo che per coloro che ci vivono o per coloro, colleghi del Consiglio, che conoscono la realtà di queste località, possa risultare abbastanza chiaro perché non è stato possibile comprendere quelle scelte, che hanno significato il cambiamento di chi era fino ad allora destinato a governare la sanità, e la destabilizzazione, la precarietà: ciò che noi sottolineiamo nell'ordine del giorno.
Parlo, ad esempio, di Pinerolo, dove, per altre vicende, siamo stati chiamati a valutare la lottizzazione, la scelta clientelare voluta da un politico. Penso ad Asti; ma, scusate colleghi Consiglieri, un po' ovunque si dice tranquillamente che chi lì governa é stato voluto da un deputato di un partito di maggioranza, quello del Presidente della Giunta regionale del Piemonte.
Non si tratta di questioni sommerse, ma questioni di cui tranquillamente parlano amministratori, cittadini, coloro che operano nell'ambito della sanità. E lei, Assessore, ne è a conoscenza quanto e più di me, sicuramente.
Come si può comprendere la scelta compiuta per l'Azienda sanitaria di Casale? Un cittadino che proviene da un'importante città campana importante, ma molto lontana dal Piemonte, che ha dimostrato - il collega Cavaliere citava un'amenità compiuta da questo Direttore generale - di non conoscere assolutamente la realtà locale.
Il TAR ci ricorda l'elemento portante di una nomina: requisiti e qualità professionali coerenti con le specifiche esigenze delle aziende di destinazione!, di cui, tra l'altro, abbiamo discusso a lungo in questa sede, in Commissione Nomine, in Commissione Sanità. E' il minimo da richiedere a un Direttore generale.
Potrei andare avanti con l'elenco, citando Alba, ma anche il VCO, dove si è voluto sostituire un Direttore generale che con estrema difficoltà era riuscito a mettere insieme tre sedi di una stessa Provincia, tre città che hanno la vocazione ad essere capoluogo, e quindi a dirimere una questione politica ed amministrativa grave, con una persona che ha reintrodotto l'astiosità, la competitività tra Comuni e non ha saputo - o potuto - per mancanza di capacità affrontare le questioni presenti in quell'area, in quel territorio.
Occorre, anche nel momento della conferma a livello di Commissari avere il coraggio di affrontare le questioni aperte nella nostra Regione.
Penso a Vercelli, Assessore, dove un Direttore generale si permette di chiedere di far quadrare il bilancio facendo economia sui farmaci. Nella discussione del Piano sanitario credo di aver citato per esteso la lettera di questo Direttore generale, il quale non ha avuto la censura da parte di nessuno, Presidente del Consiglio, ed è una vergogna! Questa sì che è una vergogna! Allora il TAR, pur nella difficoltà di comprensione dell'atteggiamento che tiene nei confronti di atti di alta amministrazione, di scelte discrezionali, tuttavia ci sottolinea problematiche presenti, evidenti, che creano estrema difficoltà e precarietà nel governo della nostra Regione.
Voglio concludere l'intervento richiamando ancora alla responsabilità della Giunta nell'affrontare il momento di precarietà, assumendosi però la responsabilità anche di cambiare laddove, in un anno o poco meno di gestione della sanità, sono risultati evidentissime lacune e incapacità; di questa gravissima carenza soffre la popolazione, ma soffriamo anche tutti noi.
Dunque, si lasci la lottizzazione per scegliere la qualità.
Fatelo oltre che dirlo e aver, da questo punto di vista, professato una verginità che non avete mai avuto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Ci troviamo a fare delle conclusioni un po' parziali, perché non abbiamo elementi completi di informazione, in un dibattito politico che per l'ennesima volta, è arrivato oggi in quest'aula ad evidenziare tutte le incapacità, le incompletezze e le incompetenze di questa Giunta in termini di programmazione.
La conclusione naturale del dibattito di oggi è l'inadeguatezza e l'incapacità a governare di questa Giunta, in particolare sulle questioni della sanità.
Negli ultimi mesi ci siamo trovati più volte in quest'aula a discutere e dibattere dell'incapacità di definire norme e requisiti, non solo per quanto riguarda le strutture private, ma anche a proposito del Piano sanitario regionale, che è stato respinto dal Commissario di Governo e rinviato in sede di Commissione e poi di Consiglio. L'atto prioritario e fondamentale di programmazione, l'unico atto che questa Giunta si vantava di aver promosso e di essere riuscita a far entrare in vigore, in realtà è stato bocciato e rinviato dal Commissario di Governo.
Oggi ci troviamo - ripeto - per l'ennesima volta a discutere dei vertici delle Aziende sanitarie locali. Già solo il fatto che i vertici di queste Aziende sanitarie locali, in meno di due anni, 23 mesi, abbiano visto oltre cinque cambiamenti è la dimostrazione che ci troviamo con una sanità che, sostanzialmente, non riesce a decollare, che non ha uno strumento di programmazione da poter attuare e nemmeno la stabilità, la continuità e la garanzia di avere dei Direttori generali che possano in qualche modo seguirla. Se poi pensiamo che ogni Direttore generale, negli ultimi due anni, non è riuscito a stare in carica per più di cinque mesi questo ci dà già il senso della discontinuità che paralizza il sistema sanitario e il Servizio sanitario.
Già all'epoca, in alcuni nostri interventi, avevamo criticato il modo di procedere alle nomine di questa Giunta. Nomine che sin da allora avevamo ritenuto come non motivate, perché avevano sì preso come punto di riferimento i famosi tre parametri, le tre cosiddette fasce (la capacità di managerialità, l'attenzione al sociale, la capacità comunicativa), ma senza entrare nel merito di questi parametri di valutazione.
C'era una grande discontinuità, anche di valutazione di giudizio nelle motivazioni che accompagnavano le nuove nomine presentate da questa Giunta.
Non ripeto i casi già citati dagli altri Consiglieri, a partire da quello di Alessandria; le Consigliere del PDS avevano citato anche quello di Pinerolo e di Alba-Bra.
Ricordo un altro caso, quello dell'USL 6, il cui bilancio è stato chiuso con oltre 11 miliardi di utile. Questo Direttore generale ovviamente ovviamente nel paradossale, cioè nella coerenza paradossale - è stato riconfermato, perché il criterio seguito è stato quello della valutazione economica, e quindi del bilancio, anche se questo utile di 11 miliardi ha comportato la chiusura di servizi essenziali, a partire da quelli che prestava direttamente l'Azienda sanitaria locale (quindi la struttura ospedaliera) ai servizi territoriali.
A chi dovranno rivolgersi i cittadini in futuro? A Direttori generali che dovranno attenersi a criteri di tipo economico, per cui faranno essenzialmente una valutazione dei costi, riducendo anche i servizi, se questo può portare ad una loro eventuale riconferma? Questo dibattito può essere utile per valutazioni politiche da parte della Giunta, che possono vedere anche estreme conseguenze.
La sanità piemontese, che ha visto e continua a vedere questa paralisi anche per la mancanza del suo strumento essenziale di programmazione, che è il Piano sanitario, ha bisogno di risposte concrete.
Già da qualche giorno, da parecchie ore, sappiamo che il TAR ha annullato le nomine dei Direttori generali: ci troviamo di fronte ad un Consiglio regionale, ad una Giunta che ancora oggi non sa cosa fare. Oggi non si sa, anzi non c'è chi amministra e gestisce la sanità piemontese, n sappiamo chi sarà domani.
La Giunta non sa quale criterio scegliere; non sa se confermare nuovamente, come è stato detto stamane dall'Assessore in sede di Commissione, i Commissari nelle persone degli ex Direttori generali, le cui nomine sono state annullate dal TAR (e questo sarebbe il procedere di una burla e di una presa in giro che continua) oppure se scegliere un altro percorso.
Sicuramente, la cosa più corretta e trasparente sarebbe ripartire da zero, azzerare il tutto e valutare davvero sulla base delle competenze e delle professionalità, eventualmente partendo anche dalla valutazione che l'utenza, il cittadino, l'Ente locale, la Conferenza dei Sindaci, esprimono sul modo di gestire il Servizio sanitario; ciò a tutela, in modo prioritario e a prescindere da tutto il resto, della salute dei cittadini.
Credo che questi elementi non possano soccombere o soggiacere ad elementi di valutazione economica. Stiamo parlando di sanità e soprattutto della salute dei cittadini, per cui mi sembra che il TAR non possa essere richiamato, e a questo proposito mi stupisce la posizione della Giunta.
Non vorrei richiamare in causa sempre l'Assessore Majorino, perch ritengo che la responsabilità sia innanzitutto politica di questa Giunta e quindi da riferire alla persona del Presidente Ghigo, che non vedo in aula: sicuramente sarà poco interessato a questa vicenda, che invece non mi sembra così banale e superficiale.
La sentenza del TAR ha ritenuto esserci un'assenza di motivazioni rispetto alla comparazione. Anche se è vero che non mancavano tutte le motivazioni, credo che l'assenza della comparazione sia uno degli elementi principali, perché la comparazione, quindi un'analisi per cui la Giunta dice il motivo per cui ha scelto una persona anziché un'altra, è in qualche una valutazione attraverso la quale si esprimono delle competenze. Se questa valutazione non è stata fatta è chiaro che si può anche in modo superficiale conservare e confermare un dubbio di eventuale lottizzazione perché di questo si tratta.
Il TAR ha fatto il suo dovere; ha espresso le motivazioni di illegittimità per cui si è proceduto all'annullamento delle nomine. A questo punto la Giunta deve assumersi delle responsabilità! E' doveroso, io credo, a seguito di questo dibattito, un dibattito politico, prendere atto della grande incapacità di questa Giunta di governare la Regione Piemonte nei suoi settori principali. Oggi ci troviamo a discutere di sanità, domani potremmo trovarci a discutere di lavoro o di trasporti.
Pensando alla sanità, manca lo strumento di programmazione essenziale che è stato ritenuto inadeguato, in qualche modo, in alcuni suoi elementi comunque è stato rinviato dal Consiglio dei Ministri e dal Commissario di Governo; sono state annullate le nomine dei direttori generali. A questo punto mi pare doveroso che questa Giunta prenda una decisione che sia coerente per dare una risposta concreta e di coerenza ai cittadini piemontesi, rassegnando subito, immediatamente a partire dal Presidente Ghigo, le proprie dimissioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ho apprezzato le dichiarazioni dell'Assessore D'Ambrosio quando si è assunto le responsabilità in toto, ma credo che non possiamo seguirlo su questa strada, nel senso che foss'anche vero che lui è il solo responsabile, questo sarebbe già un motivo per dire che la Giunta è complessivamente responsabile perché su una vicenda di questo genere non è possibile che un Assessore decida in solitudine. Apprezziamo la sua assunzione di responsabilità in quanto componente della Giunta, in quanto Assessore alla sanità, ma la responsabilità non può che essere di tutta la Giunta.
Questo non è un incidente di percorso insorto improvvisamente, ma una vicenda lunga che, tra l'altro, ha coinvolto altri esponenti di questa Giunta, il Presidente ed il Vicepresidente. Temo invece che questa dichiarazione mascheri il fatto che non c'è un funzionamento realmente complessivo. C'è un certo atteggiamento di delegare da parte di ogni Assessore verso gli altri non guardando oltre le proprie competenze. Questo è un errore soprattutto quando ci si trova di fronte a vicende di questo tipo, cioè vicende che riguardano la parte principale dell'attività della Regione, il pezzo più consistente che la Regione amministra sia da un punto di vista quantitativo, ma anche per le ricadute sociali che questo ha.
Credo quindi che pur essendoci questo problema, che secondo me rafforza l'esigenza di richiesta di dimissioni complessive della Giunta e del suo Presidente, non possiamo non dare a tutti la responsabilità.
E' chiaro che non si può andare avanti non analizzando attentamente cosa si deve fare. Certo, si deve fare questa analisi attenta, ma bisogna anche essere rapidi nelle decisione perché attualmente le ASL sono in una situazione di non chiarezza, non hanno un capo, non hanno un governo. E' una situazione che non si può sostenere e che avrebbe richiesto già un intervento più rapido, ma oggi abbiamo sentito dire "rifletteremo, vedremo" e questo è un sintomo di come funziona oggi questa Giunta.
Negli ultimi mesi che abbiamo vissuto, da settembre in poi, siamo andati avanti a emergenze, a problemi che esplodono a fronte di un'incapacità di programmazione e di governo, cioè un'assoluta incapacità di governare: non un provvedimento, non un ordine del giorno viene mantenuto, ma non perché la minoranza si inventa chissà che cosa, perch succedono dei fatti gravi, perché - ripeto - succedono dei fatti gravi! Non per altro. In certi casi sono fatti prevedibili, non fatti imprevedibili e questo è uno di quelli.
Condivido anch'io il giudizio negativo verso gli apprezzamenti che sono stati portati nei confronti del TAR: non è possibile sospettare che ci siano delle manovre dietro, cioè che o sono dei "pazzerelloni" oppure se si dice che hanno fatto una sentenza strana bisogna spiegare perché; non si può solo lanciare il sasso e poi tirare indietro la mano. Se non ci sono stati interessi strani nelle motivazioni di chi ha emanato questa sentenza vuol dire che indubbiamente non è stato fatto quanto era necessario o quanto era prevedibile si dovesse fare. Da questo punto di vista condivido il fatto che sono stati chiesti dei pareri al Consiglio di Stato, ma sono stati chiesti - come ci ha detto il Vicepresidente Majorino - sul fatto se si poteva annullare o meno la procedura iniziale. Non è stato chiesto un parere a tutto campo, sono stati richiesti dei pareri precisi e a quelli loro si sono attenuti e hanno risposto, ma credo che già dalle sentenze precedenti del TAR si dovesse dedurre che ci voleva un'ampia motivazione.
Queste forse sono un po' più motivate delle prime, ma il TAR dice: "guardate che noi vi abbiamo chiesto delle scelte motivate e non un po' più motivate; vi chiediamo delle scelte che siano complete, che siano chiare che eliminino il problema del fatto che si fa discrezionalità". All'inizio c'è un atto che il Consiglio di Stato ha detto che non si può annullare cioè la decisione di aver fatto ricorso alle società di consulenza. A partire da questo bisognava concatenare i fatti successivi e il fatto di avere ancora una volta sbagliato io credo che sia un cosa incredibile, cioè non si doveva più commettere questo errore e chi l'ha commesso, cioè la Giunta nel suo complesso, deve trarre le conseguenze e rassegnare le dimissioni! Dovrebbe addirittura anticiparci, non permettendoci di votare gli ordini del giorno.
Questo è l'ennesimo episodio di incapacità di governo o di non governo da parte di questa Giunta che non può che portarci a trarne le conseguenze se la Giunta non lo fa, chiedendo il venir meno della fiducia, ma anche l'atto conseguente al venir meno di questa fiducia che sono le dimissioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Signor Presidente, io sono rammaricato per due motivi. Il primo è che io avevo chiesto una risposta pubblica da parte dell'Assessore Leo dell'Assessore Cavallera, del Presidente Picchioni e del Presidente Montabone, affinché dicessero che cosa ne pensano delle affermazioni che qui sono state fatte e che riguardano anche la loro responsabilità di due anni fa.
Non ho avuto risposte; ho precisato che le risposte è bene che si diano in Consiglio e non privatamente perché privatamente non hanno alcun senso e alcun significato.
Il secondo motivo è che vedo che la maggioranza si è squagliata. Il Presidente della Giunta non c'è più, il Presidente del Consiglio non c'è più, alcuni Presidenti di Gruppo, evidentemente annoiati, forse...



MORO Francesco

L'Assessore non c'è più.



MARENGO Luciano

L'Assessore non c'è, ma devo dire che è stato presente fino adesso magari aveva dei motivi impellenti e quindi non voglio infierire sull'Assessore, ma altri non li vedo. Mi rammarico molto che la maggioranza non sia presente, non partecipi a questa discussione in termini adeguati e soprattutto che non faccia delle scelte. Ci sono già stati altri fatti, per i quali noi abbiamo chiesto le dimissioni del Presidente, le dimissioni della Giunta, che non sto ad elencare. Anche il Presidente Ghigo, nelle conclusioni del precedente dibattito, ve ne ha dato atto: tutti gli altri fatti avvenuti non sono paragonabili con la gravità della situazione che si è venuta a creare nel settore più delicato che riguarda i cittadini piemontesi, cioè la sanità. Si sta parlando della salute e dalla capacità di intervento rispetto ai problemi della salute dei cittadini piemontesi.
Rispetto a quanto è avvenuto fino ad oggi in questo Consiglio, questa situazione è di gran lunga politicamente, amministrativamente molto più grave, per l'incidenza che ha rispetto ai bisogni dei cittadini piemontesi.
Purtroppo, credo che gli operatori dalla sanità si siano convinti che non c'è nessuna certezza di governo e, quindi, di responsabilità da parte dei massimi dirigenti delle Aziende sanitarie locali. Questo è il punto sul quale abbiamo bisogno di riflettere tutti insieme, e in particolare voi esponenti della Giunta.
Il Presidente Ghigo diceva che questa sera si deciderà se fare i Commissari o utilizzare la legge regionale. Certamente questo è un fatto non indifferente, ma il problema è che io non credo che questa scelta, da sola, senza tirare le conclusioni politiche di ciò che è avvenuto con degli atti concreti da parte dei diretti interessati e dei diretti responsabili riesca a superare ciò che si è ingenerato: l'incertezza totale all'interno dalle Direzioni Sanitarie, perché questo è ciò che è avvenuto e questo sarà ciò che continuerà ad essere purtroppo anche dopo le scelte che farete questa sera o domani mattina. In questo senso la responsabilità politica e amministrativa della Giunta è totale, ed è stato confermato anche nelle repliche da parte del Vicepresidente Majorino che ha confessato, davanti al Consiglio regionale - senza che nessuno gli chiedesse confessioni anche perché non siamo né il TAR né la Procura - le denunce che aveva fatto a suo tempo. Lei ha letto ciò che aveva fatto, e quindi le denunce presentate assumendosi la responsabilità: lo faccia anche oggi rispondendo al Consiglio.
Il Presidente Ghigo ha preso le distanze su un punto fondamentale delle affermazioni del Vicepresidente della Giunta, e cioè ha riconosciuto motivandolo con il senno di poi, non poteva essere altrimenti - che la Giunta ha sbagliato a non fare opposizione al TAR per garantire la continuità amministrativa, questo è stato affermato perché fa parte della correttezza istituzionale, ma tutto questo, deus ex-machina o no Vicepresidente Majorino l'ha voluto lei, è lei il maggiore responsabile di queste scelte. Credo sia sbagliato, Presidente Ghigo, lasciare l'incombenza di questo a chi si era esposto da Consigliere di opposizione nei termini in cui si era esposto su questa materia non su altre, sugli stessi nomi.
Questo è il punto sul quale bisogna trarre le conclusioni perché c'è una responsabilità massima negli errori compiuti, c'è stata nelle scelte compiute, denunciate puntualmente da tutte le opposizione nella Commissione nomine del 13 febbraio, l'ho già detto nel precedente intervento, c'è stato un mix di incompetenza e di arroganza perché si è cercato contemporaneamente di avere discrezionalità e farraginosità nelle procedure, con il parere che si è chiesto ai due amministrativisti che qui sono stati ricordati da parte dell'Assessore D'Ambrosio. Non si è tenuto conto, nelle scelte che si sono fatte, delle capacità dimostrate sul campo con una procedura inventata. Quella procedura farraginosa, inventata da due amministrativisti, è arrivata dopo. Erano già state assunte delle decisioni e questa procedura era così confusa, che si pensava da parte della Giunta di utilizzare questa procedura per avere mano libera nella più totale discrezionalità per cancellare alcune competenze e alcune capacità dimostrate sul campo. Questo è ciò che è avvenuto, io non faccio nomi e non mi riferisco a cose specifiche anche se potrei farlo. Si è scelta quella procedura, si è commissionato agli amministrativisti di individuare una procedura che permettesse contemporaneamente di avere una grande confusione e mano libera. Lo sapete tutti che è andata così in alcune situazioni molto precise, comunque lo sanno quelli della Giunta che hanno deciso di percorrere questa strada.
Questo è assolutamente incomprensibile per il TAR e inaccettabile per Consiglio regionale. Inaccettabile da un punto di vista politico e da un punto di vista amministrativo. Ritengo, quindi, se volete scegliere di dare ordine nel settore della sanità, fare delle scelte coraggiose che vadano anche in controtendenza a quella che è oggi un'impostazione amministrativa da parte di alcuni organismi - che come dicevo nel primo intervento non condivido - ovvero avere il coraggio - e mi rivolgo al Presidente, al Vicepresidente e all'Assessore alla sanità - di dare le dimissioni.
Comunque per il nostro Gruppo la questione sanità non si conclude oggi.
La questione della salute è così importante per i piemontesi che, al di là di come si concluderà oggi la votazione sugli ordini del giorno, questo è un tema sul quale la nostra battaglia politica sarà molto precisa, dura e radicale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Verso la fine - mi auguro - di questo lungo dibattito, voglio ribadire quanto già annunciato nell'intervento precedente, circa il nostro voto sui due ordini del giorno. Ovviamente, voteremo contro.
Al di là di questo, però, intendo cogliere qualche spunto emerso dal dibattito. La Consigliera Bortolin, ad esempio, ha fatto alcune affermazioni che se fossero dimostrate sarebbero assai gravi, citando possibili pressioni su alcune nomine, tipo quella di Asti. Colleghi, la vergogna di Vercelli ognuno la può misurare...; sono giudizi politici che assolutamente non condividiamo.
Nel parlare di pressioni e fatti del genere, penso che occorrerebbe soppesare e misurare meglio le questioni; diversamente, si corre il rischio di cogliere un'occasione come questa per andare a ritroso e rivedere tutte le motivazioni alla base delle nomine di Casale, Asti, Pinerolo, ecc.
Penso che nei mesi passati dal febbraio scorso ad oggi e dall'allora scelta della Giunta, l'Assessore e l'esecutivo abbiano avuto modo di verificare la funzionalità e il rendimento dei Direttori generali. Ci avviamo al febbraio prossimo, quando scatterà la verifica: immaginiamo che come in altri settori, sia stata raccolta, seriamente e correttamente, una serie di elementi, e che altri ne verranno raccolti nel caso in cui si scegliesse la soluzione dei Commissari. Questo anche se ho colto personalmente, nella considerazione del Presidente Ghigo nell'ultimo suo intervento, che vi sono ancora possibilità di valutazione nei confronti delle due strade di fronte alle quali la Giunta si trova. Bene ha fatto la Giunta a non assumere una decisione per esempio stamattina, alla vigilia del dibattito - o ieri sera. Ritengo infatti che la seduta di oggi abbia portato elementi e valutazioni che indirizzeranno la scelta verso una soluzione di responsabilità - lo sarebbe comunque: riconosciamo infatti all'intera Giunta, Presidente e Assessori, senso di responsabilità - che consenta di gestire i tre mesi che trascorreranno da oggi a febbraio, con una certa tranquillità, senza imboccare direzioni, non dico pericolose, ma di un certo tipo.
Detto questo, immagino che la soluzione adottata dalla Giunta impedirà quel caos che noi, comunque, non riteniamo ci sia stato.
Certo, all'interno del mondo della sanità e di tutto il personale, dai livelli più alti a quelli più bassi, che gestiscono 6.500 miliardi e soprattutto, la nostra salute di cittadini piemontesi, tutta la "telenovela", ovviamente, non ha portato tranquillità.
Purtroppo, ha creato incertezza, che permane per ragioni che già abbiamo avuto modo di illustrare nell'intervento precedente; ragioni esterne al comportamento della Giunta e alle scelte che la Giunta fece.
D'altra parte, furono ragioni esterne anche quelle che turbarono le scelte assunte dalla passata Giunta. Quindi, il giudizio sulla separazione dei poteri e sulla non commistione tra politica e Magistratura valeva allora come oggi: punto fermo e bussola di orientamento della nostra valutazione sulla questione dei principi politici ai quali ci ispiriamo e per i quali lavoriamo.
Esiste dunque incertezza; ci auguriamo che nella giornata di domani la Giunta assuma la decisione più saggia, visto il momento particolarmente delicato.
Aspettiamo con fiducia, per quanto ci riguarda, la decisione che la Giunta adotterà. Rigetteremo, ovviamente, sia il contenuto che la forma dei due ordini del giorno presentati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Anche noi voteremo contro i due ordini del giorno.
Vorrei però riprendere, molto brevemente, un concetto che mi sembra importante. Ho seguito quasi tutto il lunghissimo dibattito di oggi; devo dire che, ancora una volta, a mio avviso, si sono alzati eccessivamente i toni del discorso e del ragionamento. Ancora una volta, abbiamo assistito ad un tentativo di processo sommario, che non ammette repliche e giustificazioni, ad un bombardamento di affermazioni piene di certezze abbiamo assistito ad una lunga elencazione di virtù e di "l'avevamo detto l'avevamo previsto, l'avevamo paventato, intuito, immaginato, sognato" dimenticandoci che - grazie al Cielo - in questo nostro Stato esiste ancora, dal punto di vista giuridico e amministrativo, la possibilità del dubbio e vari gradi di giudizio, in cui tutto può essere messo in discussione, in maniera sicuramente più completa e giuridicamente sostanziosa di quanto possiamo fare noi dando giudizi un po' troppo ultimativi e sommari sulla Giunta regionale, su chi è stato l'artefice e l'attore principale delle scelte della Giunta regionale del Piemonte.
Sono risuonate parole forti, di durissima condanna, di grave preoccupazione, quasi che la Giunta regionale sia stata artefice e attrice di una strage.
Se volontariamente l'Assessore D'Ambrosio avesse diffuso un virus, gli attacchi non sarebbero stati più violenti. Abbiamo raggiunto il massimo: incompetenza, arroganza, confusione voluta, cercata per potere fare delle scelte: dolo, riserva mentale. Tutto il peggio.
Questa Giunta "luciferina", nella sua brutalità, ha fatto dolosamente le scelte più turpi, ovviamente senza beneficio del dubbio, quasi per come dire? - cattiveria congenita e atavica. Non si capirebbe il motivo di tanta cattiveria, soprattutto a fronte di un "primo tempo" - per usare termini calcistici. Siamo infatti solo al primo tempo della partita, non così favorevole.
Ringrazio i colleghi che mi danno i suggerimenti, ma so già da solo quello che devo dire, magari male; quindi, faccio da me: meglio sbagliare da soli, che lasciarsi consigliare male. Io, invece, oggi, ho visto che pochi colleghi della maggioranza sono intervenuti, ma penso non ce ne fosse neanche bisogno per rigettare tante, troppe accuse infondate e ingenerose anche perché la controprova è difficile.
Personalmente, sono sicuro che qualora la Giunta motiverà in maniera adeguata un ricorso al Consiglio di Stato, la partita, alla fine, potrebbe anche ottenere un risultato diverso e magari opposto.
Io non credo, assolutamente, che le nomine dei manager delle ASL potessero essere fatte in maniera più trasparente. Questa Giunta ha fatto il possibile e l'impossibile per ridurre al lumicino i parametri della discrezionalità. Ha fatto una serie di valutazioni ed espresso motivazioni tali da rendere questa scelta assolutamente trasparente e meritocratica.
Voglio ancora una volta sottolineare che non è perché tante persone ripetono la stessa cosa o come diceva Lenin (mi pare fosse proprio lui) che ripetendo sette volte una menzogna, questa diventi la più fulgida delle verità. Non ho mai creduto a questo discorso.
Non è perché voi avete ripetuto tutto il giorno che le cose sono state fatte male, nel peggiore dei modi, con riserva mentale, magari con un po' di dolo, facendo le scelte...



MARENGO Luciano

Se è di Lenin, credo sia scritto in un libro che mi è sfuggito.



GHIGLIA Agostino

Ti assicuro che è di Lenin: viene dai banchi dell'ideologia più pura comunque vedrò di farti avere l'estratto, anzi tutto il libro, perch l'estratto potrebbe venire interpretato dolosamente, quindi è meglio l'intero capitolo.
Non è che per questo ci convinciate del fatto che avete ragione voi. Io invece continuo a rimanere, con molto garbo, sicuro che abbia ragione la Giunta; che la Giunta, l'Assessore D'Ambrosio, il "deus ex machina" nominato sul campo Majorino, il Presidente Ghigo e tutti gli altri Assessori abbiano agito nel migliore e nel più trasparente dei modi. Ne rimango profondamente convinto.
Non ho mai creduto che una cosa non convincente od una non verità ripetuta tanto abbia più ragione di una verità vera.
Quindi, i nostri interventi sono stati limitati, perché a fronte di una sequela di considerazioni assolutamente legittime - però, a mio avviso tanto legittime quanto non solo poco condivisibili, ma anche un po' strumentali, per giocare il ruolo dell'opposizione, cioè quello di tentare non solo di dare un indirizzo e sorvegliare, ma anche quello di distruggere l'esistente, di modificarlo - non sono convinto.
Io continuo ad essere convinto della bontà delle scelte, fino a quando le massime istanze a cui ci rivolgeremo non ci diranno il contrario, perché i processi sommari non portano bene, ma soprattutto non fanno bene a nessuno non fanno bene alla sanità.
Dopodiché mi è sembrato anche un po' fuori luogo il catastrofismo sulla situazione attuale della sanità. Non è vero niente! Domani la Giunta farà delle scelte, e ovviamente non ho dubbi sul fatto che saranno le più sagge e le migliori possibili: non lascerà la sanità del Piemonte in una situazione disastrosa.
La situazione della sanità del Piemonte rimane quella che è oggi: il quadro della funzionalità, dell'efficienza, della più o meno funzionalità della più o meno efficienza della sanità piemontese non viene modificato da questa sentenza del TAR.
Non è che oggi cadano i muri degli ospedali, i medici si mettano in sciopero, i paramedici, ad esempio, buttino via le siringhe e i camici. No non succede niente.
Quindi facciamo attenzione a non fare noi dei danni alla sanità piemontese ma soprattutto ai cittadini che dicono: "Madonna mia, che cosa è successo!".
Sono anni, purtroppo, che a causa di tutta una serie di cose, che sono state abbondantemente ripetute anche oggi, la sanità piemontese vive dei momenti di difficoltà per quanto riguarda la forma, ma non nella sostanza.
Vivaddio, quasi tutti quelli che si sono succeduti alla guida degli ospedali, delle USL e quant'altro, i vari Assessori hanno sempre governato e tentato di governare questi processi con il massimo del buon senso e della responsabilità. E sicuramente, da due anni e mezzo a questa parte anche con il massimo indiscutibile della trasparenza, dell'obiettività e delle scelte meritocratiche.
Ed è proprio nella difesa di queste scelte e nell'equilibrio con cui secondo me, vanno trattati questi argomenti, che siamo convinti di votare contro questi ordini del giorno.
Ciò non per fedeltà alla maggioranza, ma perché crediamo che la Giunta abbia operato le scelte migliori e siamo convinti che questo verrà fuori.
Siamo convinti che ancora domani la Giunta farà le scelte migliori, le scelte disinteressate, le scelte migliori possibili per la sanità piemontese; non per la sanità come entità astratta, ma per i cittadini piemontesi e per la salute dei quali tutti noi abbiamo il massimo rispetto e per la quale l'Assessore D'Ambrosio ha sempre dimostrato il massimo dell'impegno, dell'efficienza, della trasparenza e dell'interesse.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola passiamo alla votazione degli ordini del giorno.
Su entrambi gli ordini del giorno è stato presentato il seguente emendamento aggiuntivo da parte del Gruppo Lega Nord: aggiungere al termine: 'e si impegna a porre in essere le procedure previste per addivenire allo scioglimento anticipato del Consiglio regionale e quindi ad elezioni anticipate'".
Chiedo ai firmatari se accettano questo emendamento.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

L'altra volta avevamo presentato un ordine del giorno in cui si chiedevano delle dimissioni; la Lega aveva fatto un'integrazione e l'avevamo accettata. Adesso, questo tipo di inserimento mi sembra estraneo quindi, per quanto mi riguarda, non è accettabile.



PRESIDENTE

L'emendamento non è accolto dai proponenti. Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 658, presentato dai Consiglieri Riba, Saitta Cavaliere e Spagnuolo, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della sentenza del TAR Piemonte che in data 27 novembre u.s.
ha annullato le nomine a Direttore Generale dei 28 managers scelti dalla Giunta nel febbraio scorso e che la causa è individuata nella 'carenza di motivazione' rilevato che anche in precedenza nessuna nomina di direttori generali delle Aziende Sanitarie Locali ed Ospedaliere è mai stata annullata per violazioni di legge statale o regionale, e, comunque, la Giunta Ghigo ha voluto per motivi politici sconvolgere l'iniziale avvio delle Aziende stesse considerato che, alla prova dei fatti, dopo oltre due anni dall'insediamento della Giunta, non si è in grado di garantire stabilità e continuità alla sanità piemontese, perdendo tempo prezioso ed irrecuperabile nel raggiungimento di un accettabile livello di prevenzione tutela e cura della salute sottolineato il fatto che i cambiamenti di gestione delle Aziende sanitarie voluti dalla Giunta Ghigo, hanno destabilizzato le Aziende stesse, dirette in alcuni casi da persone non all'altezza o non a conoscenza del territorio e della materia preoccupato che il nuovo assetto della sanità, così come prefigurato dai Decreti e dalle Leggi statali e regionali, non riesce a decollare mentre prevale la totale incertezza nella programmazione e amministrazione anche a causa di una legge di Piano Sanitario Regionale non ancora approvata definitivamente e separata, senza un valido motivo, dalla gestione della Assistenza e che tutto ciò avviene con una pesantissima ricaduta sui cittadini chiede che nell'interesse della collettività si assumano immediatamente gli atti necessari a garantire la gestione delle Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende Sanitarie Ospedaliere esprime fiducia nei confronti del Presidente, del Vicepresidente della Giunta e dell'Assessore competente".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 20 voti favorevoli e 30 contrari (2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
Passiamo ora al secondo ordine del giorno n. 659, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.
Anche a questo ordine del giorno è stato proposto l'emendamento aggiuntivo da parte del Gruppo Lega Nord.
I proponenti intendono accoglierlo?



CHIEZZI Giuseppe

Il nostro Gruppo - lo ha già ripetuto tante volte - è favorevole alle immediate dimissioni della Giunta Ghigo e all'immediato scioglimento del Consiglio regionale, però ci sono i nostri ordini del giorno. Se la Lega vuole proporne di propri lo faccia, noi ci misureremo su quegli ordini del giorno, ma sui nostri non accettiamo che la Lega si inserisca.



PRESIDENTE

Anche in questo caso l'emendamento aggiuntivo proposto dalla Lega non viene accolto.
Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno n. 659 presentato dal Gruppo di Rifondazione comunista, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte alla luce della sentenza con cui il TAR del Piemonte, il 27 novembre u.s., ha annullato le ventotto nomine a Direttore Generale effettuate dalla Giunta regionale nel febbraio 1997, indicando come causa dell'annullamento la 'carenza di motivazione' a causa di ciò, la sanità piemontese, priva di una guida sicura e continua, in balìa a molteplici mutamenti di gestione, periodicamente guidata da persone scelte con criteri niente affatto trasparenti, priva financo di un piano sanitario, è nel caos più ingovernabile, con gravi danni per la tutela della salute dei cittadini considerato che all'interno di quest'ultima sentenza del TAR, a proposito delle ultime nomine è dato leggere affermazioni gravissime quali: 'non consente di comprendere come e perché lo si sia preferito agli altri candidati selezionati'; 'non ha chiarito come ha utilizzato le risultanze dell'istruttoria effettuata dalle società di consulenza; 'non si sono esplicitate le modalità impiegate per estrarre tra i tanti il candidato più idoneo all'esercizio di quelle funzioni'; 'non implica altresì che l'Amministrazione sia esonerata dal dovere di rendere comprensibile il processo di formazione della sua volontà, ed in particolare le modalità di valutazione degli elementi di giudizio acquisiti in sede istruttoria, al fine di consentire la verifica di legittimità delle decisioni assunte' 'l'Amministrazione avrebbe dovuto procedere all'esame di quelle risultanze per desumere elementi di valutazione utili all'identificazione dei soggetti cui affidare la guida delle aziende sanitarie ed ospedaliere, confrontando e ponderando i dati raccolti, integrandoli eventualmente con ulteriori elementi ivi non considerati, giungendo infine ad una scelta ragionata e trasparente dei candidati in possesso di requisiti e qualità professionali coerenti con le specifiche esigenze delle aziende di destinazione. Ma di tale fase procedimentali intermedia non si riscontra traccia... non consente di comprendere quale sia stato l'iter intermedio, pur decisivo per verificare il corretto esercizio della potestà discrezionale dell'Amministrazione'; 'Ne consegue, allora, l'illegittimità degli atti di nomina' vista l'illegittimità sopra esplicitamente richiamata e ritenute ormai intollerabili l'insipienza e la superficialità con cui questa Giunta procede anche nell'ambito delicatissimo della gestione ed amministrazione della sanità conseguentemente chiede le immediate dimissioni del Presidente Enzo Ghigo e dell'Assessore alla sanità, Antonio D'Ambrosio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 21 voti favorevoli e 31 contrari (2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Richiesta d'esame legge rinviata dal Governo inerente a: "Norme per la programmazione sanitaria e per il Piano sanitario regionale per il triennio 1997-1999" (rinvio)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

C'era all'o.d.g. il discorso dell'aggiornamento del piano sanitario. Se il Consiglio è disposto ad andare avanti noi siamo disponibili ad affrontarlo immediatamente proprio perché la questione del piano sanitario non può ulteriormente aspettare.



PRESIDENTE

Se il Consiglio è d'accordo, possiamo procedere fino alle ore 19.



(Commenti dai banchi del Gruppo di Rifondazione comunista)



PRESIDENTE

Mettiamo ai voti la proposta, voi non avete potere di veto! Devo mettere in votazione la proposta, sulla quale possono intervenire un Consigliere a favore ed uno contro.



(Commenti della Consigliera Simonetti e del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Consiglieri, è stata fatta una proposta che devo mettere all'attenzione dell'assemblea.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, chiusa la votazione su questi ordini del giorno rimane un grosso punto interrogativo che secondo il mio punto di vista non permette di procedere oltre in un confronto con la Giunta regionale. Il punto interrogativo è quello relativo al vuoto di gestione che la Giunta regionale mantiene in tema sanitario. C'è attualmente un vuoto di gestione.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

No.



CHIEZZI Giuseppe

Chi gestisce le ASL? Chi le sta gestendo? A questa domanda non si può dare risposta perché la Giunta tentenna e rimanda una decisione che aveva in potere di fare. Non l'ha fatta; lascia la sanità priva di una guida. Mi sembra quindi che finché la Giunta regionale non decide che guida dare alla sanità, qualunque sia questa guida, qualunque scelta voglia compiere, mi sembra che sia impossibile procedere ad atti inerenti una sanità priva di guida. Noi daremmo adito alla Giunta regionale di continuare a far finta che la sanità possa essere governata.
Volete fermare questa attività di governo; non volete scegliere e non avete scelto fino adesso, volete ancora rimandare, a stasera, a stanotte, a domani mattina, a quando non lo so! Siamo contrari a questo allungamento dei tempi che lascia la sanità priva di un governo, ne prendiamo purtroppo atto, ma non possiamo in quest'aula accedere a decisioni in ordine alla sanità prima che la sanità abbia un peso.
Tuttavia mentre faccio queste osservazioni a seguito dell'esito della votazione, se viceversa si vuole continuare a fare qualcosa in quest'aula allora sollevo un problema molto, molto imbarazzante, Presidente Picchioni.
Perché un giornale di oggi dà notizia di una decisione del Presidente Ghigo su atti di competenza semmai del Consiglio, inerenti a poteri estranei alla Regione, di cui il Presidente della Giunta non ha informato il nostro Consiglio? Allora, dato che gli atti di cui il Presidente della Regione dà notizia sul giornale di oggi sono relativi a impegni finanziari da lui decisi...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Deciso niente!



CHIEZZI Giuseppe

Venga fatta una smentita una volta tanto! Dicevo di impegni finanziari da lui decisi a seguito di un incontro con il Rettore per investimenti della Regione, non dovuti, ma su cui si avrebbe intenzione di lavorare, io chiedo che...



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



CHIEZZI Giuseppe

Lasciami finire.
Io chiedo che su questa notizia, se si vuole ancora procedere in quest'aula, venga data una comunicazione da parte del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Siccome però qui è stata fatta una proposta da parte del Consigliere Riggio per il proseguimento dei lavori con le votazioni del piano sanitario...



(Coro di "No" dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Consiglieri, per favore, parla un oratore a favore e uno contro.



SPAGNUOLO Carla

No, no.



PRESIDENTE

Perché no? Quando viene fatta una proposta io la devo rimettere alla valutazione dell'assemblea.



CHIEZZI Giuseppe

Ma non è così, Presidente.



PRESIDENTE

Come non è così?



CHIEZZI Giuseppe

Non è così perché la domanda è stata generica.



GHIGLIA Agostino

Ma per favore!



CHIEZZI Giuseppe

Per essere messa ai voti dovrebbe essere una proposta...



(Proteste dai banchi di Alleanza nazionale)



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, vengo disturbato da questa canea! C'è una canea che mi sta disturbando!



GHIGLIA Agostino

Guarda che qui non sei a casa tua! Forse ti sei confuso con il cortile di casa tua!



PRESIDENTE

La canea non esiste perché qui siamo in un'assemblea...



(Vibrate proteste del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Consiglieri, vi prego, abbiamo solamente un po' più di riguardo nel parlare.



GHIGLIA Agostino

Ma l'educazione è difficile insegnarla alla sua età!



CHIEZZI Giuseppe

Forse Ghiglia stava di nuovo per annoiarsi!



PRESIDENTE

Aveva chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

E io non parlo?



PRESIDENTE

Lei parla dopo, prima ha alzato la mano la Consigliera Spagnuolo, lei parlerà dopo.



GHIGLIA Agostino

Ma non eravamo uno a favore e uno contro!?



PRESIDENTE

Possibile che io non possa vedere una questione procedurale? Adesso vediamo!



(Proteste del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

La Consigliera Spagnuolo potrebbe parlare per un fatto procedurale!



SPAGNUOLO Carla

E' quello che faccio, Presidente.



PRESIDENTE

Quando il Consigliere Chiezzi dice: "voglio che la proposta venga formalizzata", anche lei lo può capire, no? Possibile che io debba sempre prendermela con la maggioranza o con la minoranza? Il Consigliere Chiezzi ha detto "voglio che venga formalizzata la proposta"!



GHIGLIA Agostino

Ma Presidente, dia l'interpretazione una volta per tutte del Regolamento!



PRESIDENTE

E io la do! Io la do!



GHIGLIA Agostino

Ma lei non la sta dando! Lei la sta cambiando!



PRESIDENTE

Io non cambio assolutamente nulla! Lei deve essere meno energumeno nelle sue valutazioni!



GHIGLIA Agostino

Io non sono un energumeno! Io dico quello che sento! Perché qui abbiamo capito tutti una cosa...



PRESIDENTE

Tutte le volte che lei parla, fa autorete alla maggioranza! Abbia pazienza!



GHIGLIA Agostino

Sia meno supponente!



PRESIDENTE

Non sono supponente, però conosco il Regolamento che lei non conosce!



GHIGLIA Agostino

E allora lo applichi!



PRESIDENTE

E io lo applico! Perché è stato detto...



GHIGLIA Agostino

Lei si contraddice continuamente!



PRESIDENTE

Le tolgo la parola! Le tolgo la parola!



(Vibrate proteste del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

Le tolgo la parola! Quando una persona mi dice: "voglio che venga formalizzata la proposta" e la Consigliera Spagnuolo voleva porre una questione procedurale, stia tranquillo che io la parola a favore gliela do. Ma prima c'era una questione procedurale.



GHIGLIA Agostino

Su una questione d'ordine?



SPAGNUOLO Carla

La questione è procedurale. Infatti mi sembrava che non fossimo ancora in questa fase e io la ringrazio, Presidente, in quanto io volevo porre al collega Riggio un interrogativo. Mi pare di aver capito che il collega Riggio avrebbe fatto questa proposta sulla base di un qualche cosa di concordato.



RIGGIO Angelino

Così mi è stato riferito.



SPAGNUOLO Carla

Ecco, appunto. Poiché noi non abbiamo concordato niente, noi non siamo neppure stati chiamati al tavolo in cui si concorda, probabilmente c'è proprio stato un equivoco. Quindi mi collocavo a monte della proposta del collega Riggio, perché chiedevo di chiarire il punto che noi non abbiamo concordato nulla, per cui questa proposta non può avere quel tipo di contenuto.
La proposta non esiste in quanto tale.



PRESIDENTE

Adesso sentiamo la formalizzazione della proposta da parte del Consigliere Riggio.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, intendo capire meglio come era nata la proposta del collega Riggio; se per caso c'è stato un equivoco.
L'altra cosa che mi permetto di dire in subordine è - anche se la proposta venisse mantenuta, ma non credo, in quanto non ci sono le condizioni - eventualmente di convocare la conferenza dei Capigruppo. Oggi è stata una giornata molto tesa proprio su questi argomenti, forse non c'è neanche l'economia politica per affrontare in coda questo problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Con il mio intervento intendevo semplicemente esprimere la preoccupazione di noi Consiglieri della IV Commissione - l'Assessore ne è testimone - rispetto al fatto che determinate scadenze importanti di pianificazione stanno tutte quante saltando. Quindi la richiesta che pensavo fosse stata concordata - chiedo scusa ai colleghi della minoranza era perfettamente in linea con le cose che abbiamo detto oggi.
Così come eravamo preoccupati, e continuiamo ad esserlo, sulla vicenda dei Direttori generali, altrettanto lo siamo per il fatto che il Piano sanitario sia stato bloccato. Chiedo ancora scusa ai colleghi della minoranza per la mia interpretazione.
Mi rendo conto che in un clima di questo genere, in cui perfino all'interno della maggioranza ci si rimprovera in un modo così aspro, forse non ci sono le condizioni e veramente me ne dispiace.



PRESIDENTE

Ognuno prende la sua parte, noi prendiamo la nostra. Voglio solamente ricordare che stamattina la Consigliera Manica ha fatto una sottolineatura molto importante: qui c'è una vacatio regis, in quanto c'è la decapitazione di tutti i Direttori generali e una vacatio legis, in quanto il Piano sanitario regionale non è stato approvato ed ha bisogno di esserlo.
Questa è stata una sottolineatura politica importantissima. Di fronte a questa vacanza io chiamo alla responsabilità tutta l'assemblea affinch possa valutare, nel senso più costruttivo del termine, i problemi, perch qui la sanità non è né dell'Assessore D'Ambrosio, né mia, né del Consigliere Ghiglia! Credo che su questo argomento, probabilmente, ci debba essere una riflessione più ponderata, da parte di tutto il Consiglio.
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Chiedo scusa al collega Marengo, ma in effetti avevo alzato la mano in contemporanea con il Consigliere Ghiglia.
Faccio mie le preoccupazioni del collega Riggio, preoccupazioni che sono condivise da tutti i componenti della IV Commissione. Ne avevamo già parlato; al collega Riggio esprimo tutta la mia simpatia e formalizzo io la richiesta: chiedo al Consiglio di andare avanti sulla legge rinviata dal Commissario di Governo "Norme per la programmazione sanitaria e per il Piano sanitario regionale per il triennio 1997/1999" chiedendo formalmente l'inversione dell'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Poiché questa sera la Giunta deciderà se fare i Commissari o utilizzare la legge regionale alla quale faceva riferimento il Presidente Ghigo, credo che potremmo prenderci una settimana e calendarizzare che nel prossimo Consiglio discuteremo come primo punto all'o.d.g. il Piano sanitario.



PRESIDENTE

E' stata formalizzata una proposta. La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Credevo di essere stato rimosso dalla cronaca, quindi non osavo. Non capisco più a che titolo sto prendendo la parola.
Presidente, sono preoccupato di due cose: la prima è il fatto che la Giunta sollecitamente, più in fretta possibile, debba fare delle nomine; di sua competenza ovviamente la scelta.
Dall'altra sono preoccupato dell'urgenza che ha questo Piano sanitario regionale.
Se noi fossimo in una situazione ordinaria andrebbe benissimo la proposta del Consigliere Marengo, ma noi siamo in una situazione eccezionale e indipendentemente dal giudizio politico sull'attività della Giunta, credo sia un nostro preciso dovere far fronte - lei Presidente lo richiamava prima - a questo dovere di equilibrio nei confronti della sanità piemontese.
Pertanto mi permetterei di chiedere di non discutere questa sera, ma neanche di aspettare una settimana, eventualmente di convocare un Consiglio straordinario nella settimana, per discutere il Piano sanitario regionale.
Poiché l'urgenza è indifferibile, ci dovrà dire la Giunta se ci sono i tempi. Se i tempi non sono sufficienti, mi permetto di chiedere anche una seduta notturna oggi, ma sicuramente non di arrivare la prossima settimana altrimenti rischiamo una situazione di instabilità e di confusione enorme.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo per chiedere la convocazione della Conferenza dei Capigruppo per chiarirci sugli equivoci emersi: non è possibile che per una questione si convochino due Consigli alla settimana, non programmati.



PRESIDENTE

D'accordo.
La seduta è sospesa per la convocazione della Conferenza dei Capigruppo.



(La seduta, sospesa alle ore 17.05, riprende alle ore 18,50)


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame progetto di legge n. 303: "Istituzione del Comune di Montiglio Monferrato mediante fusione degli attuali Comuni di Colcavagno, Montiglio e Scandeluzza (AT)"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito all'unanimità che il Piano sanitario regionale verrà discusso nella seduta di giovedì 4 dicembre alle ore 9,30. L'o.d.g. si intende limitato solo a questo punto: discussione ed eventuale approvazione.
La I Commissione si riunirà al termine della seduta assembleare.
Adesso, secondo quanto convenuto nella Conferenza dei Capigruppo passiamo all'esame del progetto di legge n. 303, approvato da tutte le forze consiliari, relativo all'istituzione del Comune di Montiglio Monferrato mediante fusione degli attuali Comuni di Colcavagno, Montiglio e Scandeluzza (AT).
Relatore è il Consigliere Cotto, che ha facoltà di intervenire.



COTTO Mariangela, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, Signori Consiglieri La legge 8.6.1990 n. 142, articoli 11 e 12 e la legge regionale piemontese 2.12.1992 n. 51, articoli 3, 5 e 10 disciplinano l'iter di istituzione di nuovi Comuni mediante fusione di due o più Comuni contigui.
L'istituto della fusione risponde all'esigenza di maggiore razionalizzazione amministrativa del territorio, permettendo ai Comuni di piccole dimensioni, e che da tempo vivono situazioni amministrative e finanziarie difficili, di riorganizzarsi tra loro, onde poter svolgere in forma associata funzioni comunque non più sostenibili da un solo Ente.
In Piemonte, dove circa il 95 dei Comuni è inferiore ai diecimila abitanti (l'83 è sotto i tremila abitanti, il 52 è sotto il mille), il problema riorganizzativo del territorio è particolarmente sentito; i piccoli Comuni non riescono più a svolgere puntualmente i compiti e le funzioni che la legge gli attribuisce; da qui l'esigenza di forme di gestione congiunta di attività per offrire ai cittadini migliori servizi.
Tali motivazioni hanno indotto i Comuni di Colcavagno, Montiglio e Scandeluzza in provincia di Asti, a richiedere alla Regione, con deliberazioni di Consiglio comunale rispettivamente dell'8.6.1996 n. 16 27.9.1996 n. 22 e 28.6.1996 n. 38 assunte all'unanimità dei presenti l'avvio dell'iter di fusione delle loro Amministrazioni per addivenire alla creazione di un Comune unico.
Con le medesime deliberazioni, le tre Amministrazioni hanno richiesto altresì che il Comune risultante dalla fusione si articoli in Municipi secondo le norme di legge.
La presente relazione accompagna pertanto il disegno di legge riguardante l'istituzione del Comune di "Montiglio Monferrato", mediante la fusione degli attuali Comuni di Colcavagno, Montiglio e Scandeluzza, ai sensi degli articoli 11 e 12 della legge n. 142/1990 e degli articoli 3, 5 e 10 della legge regionale 51/1992. I necessari dati tecnici ed illustrativi sono evidenziati nella relazione integrale allegata alla presentazione del disegno di legge.
Illustrazione del disegno di legge e risultati del referendum consultivo indetto ai sensi di legge. Il disegno di legge allegato formalizza l'istituzione del Comune di "Montiglio Monferrato", così come richiesto dagli attuali Comuni di Colcavagno, Montiglio e Scandeluzza, il quale risponde ai requisiti prescritti dalla l. 142/1990 per i procedimenti di fusione. La fusione proposta risulta essere non solo finanziariamente sostenibile, ma anche migliorativa dal punto di vista qualitativo e quantitativo dei servizi e delle funzioni svolte dalle attuali tre Amministrazioni comunali.
Il disegno di legge in esame, in particolare, prevede nell'articolo 1 oltre all'istituzione del nuovo Comune, anche l'istituzione di 2 Municipi ognuno corrispondente rispettivamente al territorio di Colcavagno e Scandeluzza, con il compito di gestire i servizi di base, nonché altre funzioni delegate dal nuovo Comune, ai sensi dell'articolo 12 della l. n.
142/1990; ciò al fine di garantire alle attuali comunità locali, anche dopo l'intervento aggregativo, strumenti volti a valorizzare le loro peculiarità e a riconoscere loro una autonomia gestionale, sia pure ridotta, nel quadro della struttura unitaria del nuovo Ente locale. Il medesimo articolo demanda, inoltre, allo statuto del nuovo Comune la determinazione della sede municipale, nonché la disciplina di adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi da assicurarsi alle comunità di ognuna delle tre Amministrazioni comunali.
L'articolo 2 dispone, invece, la concessione di contributi regionali secondo quanto previsto dalla l. n. 142/1990 e dalla l.r. n. 51/1992, allo scopo di incentivare il processo di fusione dei Comuni e di contribuire alle spese che gli stessi devono sostenere per la realizzazione della loro fusione.
I contributi straordinari previsti per incentivare l'istituto della fusione hanno la precisa funzione di promuovere l'azione aggregativa dei Comuni piemontesi, onde facilitare un processo riorganizzativo territoriale indispensabile per il conseguimento, nell'ambito delle realtà locali, di una gestione amministrativa più efficace ed efficiente, rispondente maggiormente alle mutevoli esigenze sociali. L'attività regionale di incentivo, dunque, deve essere incisiva e protratta nel tempo, proprio al fine di motivare fortemente gli Enti locali a porre in essere tutte le iniziative tendenti al superamento della frammentazione amministrativa attualmente esistente, tra cui la fusione.
L'articolo 2, inoltre, attribuisce al nuovo Comune sorto dalla fusione per gli anni 1999, 2000, 2001 la precedenza su ogni altro soggetto, a parità di condizioni, nell'ottenimento di qualunque contributo o incentivo regionale ed esonera i cittadini del medesimo dal pagamento integrale o del cinquanta per cento di tributi o tasse regionali, specificatamente indicati nello stesso articolo.
Tale esonero è previsto in quanto si reputa giusto, in caso di fusione agevolare non solo le amministrazioni comunali ma anche i cittadini, i quali, quindi, possono così conseguire dei vantaggi diretti per essere stati favorevoli al processo di fusione.
L'articolo 3, relativo alle disposizioni finali e transitorie, demanda alla Provincia di Asti, ai sensi della l.r. n. 51/1992, la definizione di ogni rapporto conseguente la fusione dei 3 Comuni interessati.
Nelle disposizioni transitorie è prevista, altresì, l'individuazione della disciplina elettorale per la prima elezione dei prosindaci e dei consultori dei Municipi, nonché l'individuazione del soggetto competente per gli adempimenti connessi alle prime elezioni degli organi del nuovo Comune.
Infatti, pur essendo la disciplina elettorale di competenza statale non esiste normativa specifica statale che disciplini le prime elezioni degli organi di Comuni istituiti a seguito di fusione, se non le disposizioni legislative sulle elezioni dei Sindaci e dei Consiglieri comunali; pertanto, poiché sino alla elezione del Consiglio comunale del nuovo Comune non potrà essere redatto lo statuto e, quindi, stabilita la disciplina sull'elezione degli organi dei Municipi, viene a crearsi una vacatio legis in ordine alle disposizioni elettorali applicabili alle prime elezioni dei prosindaci e dei consultori, visto che le stesse devono svolgersi contestualmente con quelle del nuovo Consiglio comunale, secondo quanto stabilito dall'articolo 12 della l. 142/1990.
Di conseguenza, considerato che l'articolo 133, secondo comma, della Costituzione attribuisce alla Regione la competenza a disciplinare l'istituzione di nuovi Comuni, pare corretto attribuire alla Regione la competenza a prevedere, con norma transitoria, la disciplina elettiva degli organi dei Municipi del nuovo Comune.
La proposta di legge individua infine la sede municipale provvisoria e la disciplina transitoria per il periodo intercorrente tra la data di istituzione del nuovo Comune e l'elezione dei suoi organi. La proposta di fusione sopra illustrata è stata sottoposta a referendum consultivo indetto con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 3205 del 21.08.97 , a norma dell'articolo 11 l. 142/1990 e dell'articolo 3 l.r.
51/1992, il giorno 26.10.1997.
Il quesito sottoposto a referendum consultivo ha ottenuto il seguente responso: elettori complessivi n. 1542 votanti n. 1087 voti validamente espressi n. 1074 favorevoli n. 943 contrari n. 131.
Dunque, deve ritenersi accolto, in quanto i voti attribuiti alla risposta affermativa non sono stati inferiori alla maggioranza dei voti validamente espressi dagli elettori complessivi dei tre Comuni interessati così come disposto dall'articolo 36 della l. r. 16.1.1973, n. 4.
L'ottava Commissione, dopo approfondito esame e dopo aver esperito tutte le procedure previste dalla normativa in materia, ha licenziato il testo così come sopra illustrato e ne raccomanda una sollecita approvazione in Aula.
Gli allegati citati nella presente relazione sono i medesimi già allegati alla relazione di presentazione del disegno di legge n. 303."



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 40 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 40 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 40 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 40 L'art. 4 è approvato.
Indìco infine la votazione nominale, mediante procedimento elettronico dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 38 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno presentati all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,15)



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