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Dettaglio seduta n.192 del 02/12/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 4 e dell'11 novembre 1997 si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, Farassino, Ferrero, Rosso e Salerno.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Prima di procedere all'esame delle interrogazioni e delle interpellanze, ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Sono le ore 11,10: mi sembra che il ritardo dei nostri lavori sia dovuto al fatto che la Giunta si è appena riunita...



PRESIDENTE

Anche la IV Commissione...



CHIEZZI Giuseppe

IV Commissione che però è finita parecchio tempo prima, circa mezz'ora prima.
Dicevo, il ritardo è dovuto al fatto che la Giunta regionale - pare - si sia riunita per prendere provvedimenti a seguito della sentenza di annullamento della nomina dei Direttori generali.
Chiedo allora che il Consiglio regionale inizi affrontando questo problema, perché in Commissione l'Assessore ha dato - non so se a tutti noi l'abbiamo avuta - copia della gravissima sentenza del TAR. A seguito di questo c'è una deliberazione di Giunta, che però non conosciamo e di cui chiederemmo di disporre al fine delle repliche alla comunicazione dell'Assessore.
Mi sembra un tema di assoluta rilevanza per la comunità piemontese, la quale al momento non dispone di una guida all'interno delle Aziende sanitarie e delle Aziende ospedaliere. Quindi chiederei se si concorda di procedere su questo.



PRESIDENTE

D'accordo.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Comunicazione della Giunta regionale in merito alla sentenza del TAR di annullamento delle nomine dei direttori generali delle Aziende Sanitarie dibattito


PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Le sentenze nn. 566, 567 e 570 del TAR Piemonte, depositate il 27 novembre 1997, hanno annullato, adducendo una parziale carenza di motivazioni, le nomine dei Direttori generali delle Aziende sanitarie piemontesi effettuate dalla Giunta regionale in data 14 e 24 febbraio 1997.
Ribadisco subito che tali nomine vennero effettuate seguendo i principi di correttezza ed imparzialità che devono sottendere all'azione della Pubblica Amministrazione, tant'è vero che sono gli stessi giudici del TAR a scrivere nelle sentenze che "sono stati forniti elementi significativi circa le ragioni delle scelte operate, individuando parametri obiettivi per l'assunzione delle decisioni finali attraverso un corretto riferimento alle situazioni specifiche di ciascun Ente, così da razionalizzare l'operazione di identificazione del candidato da assegnare alla guida di ogni singola Azienda".
Questo è il testuale pensiero del TAR.
Anche se subito dopo le stesse sentenze mi pare che travisino la realtà dei fatti, in particolare quando tornano a parlare di graduatorie con attribuzione di punteggi, è bene ribadire che le famose cinque società alle quali fu affidato il compito di esaminare gli aspiranti Direttori generali non hanno mai fornito alla Regione una graduatoria né tantomeno dei punteggi, ma solamente delle valutazioni in valori, divise in fasce bassa media e alta. Per questo motivo, ieri la Giunta ha dato mandato ai propri legali di proporre immediatamente appello al Consiglio di Stato.
Basta leggere la comunicazione finale del lavoro svolto dalle società di consulenza per capire che non sono mai state - come ho appena detto elaborate graduatorie in base a punteggi attribuiti; si parla invece di valori espressi in fasce bassa, media e di eccellenza.
Proprio da queste istruttorie effettuate, si è ritenuto di considerare potenziali candidati a ricoprire gli incarichi direttoriali soltanto coloro collocati, per le specifiche valutazioni (capacità manageriale, tecnico organizzativa, comunicativa e di attenzione al sociale, con conoscenza relativa della riforma sanitaria), nelle fasce media e di eccellenza.
Tale iter seguito è stato desunto dai principi contenuti nelle decisioni del Consiglio di Stato, che confermava il primo annullamento delle nomine della Giunta Brizio (dicembre 1994), e pertanto confidiamo che già in sede di sospensiva il Consiglio di Stato da noi adito riformi l'odierno annullamento da parte del TAR Piemonte, anche perché nel principio della comparazione contenuto nella sentenza del TAR Piemonte non vi è traccia alcuna.
Viene strano sapere che tutte le nomine sono state annullate per questo difetto di comparazione; al limite era comprensibile il perch dell'annullamento di dieci nomine, ma come si fa ad annullare le nomine dei candidati che, trovandosi in una fascia di eccellenza, non avevano motivi di comparazione, se non quello parziale della caratteristica personale in rapporto all'Azienda nella quale dovevano essere nominati? Se poi il TAR intendesse una comparazione generale, allora è bene che tutti sappiano che tale comparazione dovrebbe equivalere a 415, elevato a 415, moltiplicato per 28, e penso che il TAR non volesse assolutamente questo.
E' dunque una sentenza che ci lascia perplessi e lascia addirittura - come diceva l'avvocato Majorino - qualche dubbio.
In questa situazione la Giunta, al fine di assicurare nell'attuale fase di vacanza dell'organo direttoriale una continuità gestionale e amministrativa, è orientata a riconfermare i Direttori generali con una deliberazione che sarà assunta fra poche ore, trasformando la loro nomina in Commissari; ciò ai sensi dell'art. 12, comma 7, della legge regionale n.
10/95.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Non so se sia previsto, ma chiederei l'intervento dell'Assessore Majorino a completamento della comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio anche in relazione alla frase interessante che ha detto il collega D'Ambrosio e cioè che l'Assessore Majorino ritiene che quella sentenza lasci qualche dubbio.
Vorremmo capire di cosa si tratta: a quali considerazioni, o di carattere giuridico o di carattere politico, l'Assessore Majorino si ricolleghi.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Sollecitato dalla Consigliera Spagnuolo, completando la comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio, rendo noto che l'espressione usata dall'Assessore D'Ambrosio "la sentenza nella sua motivazione lascia dubbi" va interpretata nel senso che la Giunta ritiene, dopo aver esaminato a fondo la motivazione della sentenza, con la censura che viene mossa dal TAR alle 28 delibere con le quali vennero nominati i Direttori generali, che l'operazione non sia consistita in una o più violazioni di leggi regionali o statali, ma in una modesta - io la definisco modesta, ma se volete possiamo cambiare termine - o parziale mancanza di motivazione in quanto ecco perché lascia dubbi o, meglio, perplessità - si è scritto che "pur essendoci elementi significativi circa la relazione delle scelte operate individuando parametri oggettivi per l'assunzione delle decisioni finali" è mancato - ecco la mancanza di motivazione parziale - l'ultimo tassello: ci viene contestato di non avere fatto una comparazione dei designati con le indicazioni di quelle che - mi si consenta - chiamo le "famigerate" società di consulenza. Noi ci portiamo dietro questo peccato originale come in un certo senso se lo è portato dietro la Giunta Brizio, nel senso di essere stati incastrati dall'errore di avere dato a queste società di consulenza una ridda di valutazioni.
Comunque la Giunta Brizio rimase - uso una parola impropria incastrata. Ora sembrerebbe, poiché non potevamo eliminare le società di consulenza, che avremmo dovuto tener conto delle loro indicazioni. In tal senso avevamo chiesto anche un parere al Consiglio di Stato, in sede consultiva, per vedere se si poteva ricominciare tutto da capo, viceversa il Consiglio di Stato, in sede consultiva - mi riferisco al novembre/dicembre 1996 - ci disse che non era possibile che si doveva proseguire con le delibere precedenti, compresa quella che nomina le società di consulenza. Però, al TAR - e questo consentitemi di ribadirlo che scrive "elementi significativi circa le ragioni delle scelte operate attraverso le individuazioni dei parametri oggettivi..." sarebbe dovuto bastare per dire che nessun errore era stato commesso. La decisione è andata oltre, a nostro avviso sbagliando, errando sotto il profilo strettamente giuridico, non certo politico, dicendo: dovevate, dopo avere tenuto questo comportamento procedurale, fare una comparazione con quanto avevano statuito le società di consulenza deliberate all'epoca dalla Giunta Brizio.
Se si prendesse alla lettera l'affermazione - ecco perché lascia perplessi - che doveva essere fatta una comparazione, si dovrebbe fare una comparazione dei 28 designati con gli altri quattrocento o trecentonovanta rimasti, compreso l'ultimo, delle classifiche delle società.



CAVALIERE Pasquale

Dipende dalle fasce delle comparazioni.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Non è che con questa interruzione si risolve il problema. Noi riteniamo che questa comparazione non andava fatta in quanto avevamo proceduralmente seguito un criterio che lo stesso TAR ci dice che andava bene, tant'è vero che se non si leggesse subito la parte finale, dove c'è scritto che si annullano le nomine, sembrerebbe di avere una sentenza del TAR che ci dice di aver fatto bene; invece c'è questa battuta finale, dove si pretende la comparazione. La questione, sul piano dello stretto diritto, è molto opinabile, quindi noi abbiamo incaricato i difensori di stendere l'atto d'appello e di chiedere, davanti ad ogni cosa, la sospensiva. Nel frattempo, siccome i vertici non possono rimanere "decapitati", abbiamo provveduto, attuando una delle due alternative che ci consente la legge regionale n. 10: anziché far sì che venga nominato il più anziano d'età fra Direttore sanitario e Direttore amministrativo, abbiamo scelto l'altra via consentita sempre dalla legge n. 10 - di commissariare.
Noi abbiamo ritenuto di seguire la via del commissariamento, disignando la decisione sarà presa fra poche ore, ma l'orientamento nostro è questo a commissari gli stessi Direttori generali dichiarati decaduti unicamente ai fini di garantire la continuità della gestione nell'interesse pubblico. Penso che questo sia stato un comportamento corretto. Abbiamo scelto questa strada in quanto, se si fosse fatta la scelta di nominare il più anziano di età fra Direttore amministrativo e Direttore sanitario, cessava la continuità dell'azione amministrativa dei direttori. Infatti, come noi confidiamo, dal momento che è da ritenersi o è quanto meno ipotizzabile, che vi sia la sospensiva, in tal caso ci sarebbe stato un viaggio di andata e ritorno - sulla sospensiva abbiamo motivo di ritenere che la pronunzia avverrà tra pochissime settimane, presumibilmente ancora nel mese di dicembre. Se annullassimo i Direttori non commissari nominando il più anziano di età fra di loro, qualora tale provvedimento venisse sospeso si creerebbe una situazione di vero caos. In questa maniera si garantisce - penso che questo sia incontestabile - la continuità dell'azione amministrativa dei vertici delle UU.SS.LL.
Spero di essere stato chiaro, comunque sono entrato nei dettagli per chiarire quella espressione usata dall'Assessore D'Ambrosio, che va intesa solo nel senso da me spiegato.



PRESIDENTE

Sulla comunicazione della Giunta è aperto il dibattito.
Informo il Consiglio che è stato presentato sull'argomento un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Riba, Spagnuolo, Saitta e Cavaliere.
Ha chiesto la parola la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà



BORTOLIN Silvana

Intervengo brevemente per dire al Vicepresidente della Giunta regionale, alla Giunta stessa, nonché alla maggioranza, che se c'è qualcosa di "famigerato" in quest'aula - riporto solo un breve ricordo storico - non si può che andare all'esposto dell'allora Consigliere Majorino nei confronti delle nomine che la Giunta Brizio fece con molto sforzo, con molta oculatezza, con la ricerca, davvero seria, di corrispondere alle necessità della gestione della sanità in Piemonte.
L'auspicio sarebbe di mantenere un po' di buon gusto e di capacità di evitare - mi consenta, Vicepresidente - di intervenire sulla questione e di dire cose che potrebbero essere totalmente ribaltate nei suoi confronti con l'aggravante che fu lei a dare il "via" all'annullamento delle prime nomine dei Direttori generali, con l'esposto che ho ricordato.
Due brevissime considerazioni. La prima. Mi ha fatto piacere sentire l'Assessore D'Ambrosio sostenere che la graduatoria degli "esperti consulenti" consegnata alla Giunta fu di mera valutazione nei confronti dei candidati; un complessivo giudizio: eccellente, medio, ecc. Quindi, non un punteggio su cui fare riferimento; ciononostante, questa Giunta ha voluto non motivare i Direttori generali fatti decadere con la prima sentenza del TAR, e quindi trasformarli da Commissari in Direttori effettivi, garantendo una certa continuità, peraltro con scelte considerate positive anche dal territorio. Su questi Direttori generali, trasformati in Commissari sarebbe estremamente interessante prima della conferma definitiva, compiere quella valutazione che la legge ci chiede dopo un anno di governo.
Occorrerebbe cogliere - nonostante lo sforzo da compiere per essere ancora propositivi sulla questione - l'occasione negativa fornita dal TAR tra l'altro, Assessore, correttezza vorrebbe che la sentenza fosse consegnata a tutti i Gruppi e non solo a qualcuno, e a tutti i Consiglieri per poterne discutere nel merito, avendo di fronte un documento negato alla stragrande maggioranza dei presenti in questo Consiglio regionale.
Potremmo - dicevo - far tesoro della sentenza negativa, per la sanità per la popolazione piemontese, cogliendo l'occasione per una riflessione su cos'è stato quest'anno di governo da parte di questi Direttori sanitari.
Purtroppo, non ho sentito alcun tipo di valutazione di questo genere di volontà espressa dalla Giunta, nemmeno nell'intervento dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Intervengo per alcune incongruenze rilevate nelle relazioni dell'Assessore D'Ambrosio e dell'Assessore Majorino.
Si giudica una sentenza "dubbiosa" - lanciandosi su strade impervie...
quando mi pare sia ormai arcinota la considerazione giuridica che, grosso modo, richiede una sorta di motivazione alle nomine in oggetto, quand'esse si discostino - poi si possono chiamare in tanti modi - dal modulario dalle fasce, dalla graduatoria, dai punteggio.
Questo quanto ribadito da parte della Giunta, e in particolare dall'Assessore che ha seguito la questione legale, il quale ha intimamente auspicato, nella sua storia politica, che ci fosse motivazione al discostamento da una certa graduatoria. Questa, grosso modo, la posizione giuridica della Giunta, avendo l'Assessore Majorino la competenza di seguire la partita legale e, probabilmente, di poterla seguire solo con le proprie intime convinzioni di partenza.
Queste le convinzioni. Le ultime nomine, che credo in parte oggettivamente riferite a quelle fasce, per la restante parte, come abbiamo più volte detto, inspiegabilmente non si sono riferite alle stesse, ma ad altri criteri. Criteri che credo possano anche essere rivendicati, per la dovuta discrezionalità della Giunta, posto che essa motivi le nomine all'interno di competenze precise. Nomini quindi chi ritiene più opportuno motivando che per tale azienda si ritiene possieda le necessarie caratteristiche un tecnico piuttosto di un altro.
Questa motivazione non andava comparata con "28 per 415", perché le fasce di riferimento non sono state tutte toccate dalle ultime nomine dovevano essere semmai motivate solo all'interno delle fasce di riferimento. Era un lavoro che poteva benissimo essere fatto.
L'Assessore sostiene che le nomine della Giunta "erano mancanti di un tassello": beh, occorre smettere, su tale delicata materia, di fare nomine mancanti di tasselli.
Questo quanto volevo sottolineare: una scelta sbagliata della Giunta regionale, le cui conseguenze verranno ancora una volta pagate dagli utenti e dalle Aziende sanitarie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo molto brevemente per esprimere una valutazione simile a quella espressa prima dalla collega Bortolin, in termini forse più espliciti, se ci riuscirò.
Incomincerei con il dire che il problema della sanità, in modo particolare le questioni dei Direttori generali, oggi hanno un problema, cioè l'assetto definitivo della struttura sanitaria dirigenziale ha un problema che è la presenza del Vicepresidente Majorino in Giunta. Nel senso che questa presenza, che non è passiva, ma mi pare una presenza attiva di consulenza di carattere politico ed anche di carattere giuridico, è in qualche maniera è viziata da una sua posizione iniziale: questo suo peccato originale di aver assunto una posizione che è costretto a difendere sempre e in qualunque momento, indipendentemente dagli sviluppi che ha avuto la vicenda.
Questa sua posizione di ancoraggio, di non doversi contraddire sta creando, ha creato e continua a creare una situazione di grave incertezza.
E' questo il problema. Credo che questa presenza sia estremamente dannosa per dare una struttura stabile. Lo dico al collega Majorino con estrema sincerità: mi pare che si stia di nuovo ripercorrendo una vicenda dove lui ormai è in contraddizione.
Lei, Vicepresidente, è in contraddizione, perché mi pare che questo rilievo del TAR - carenza di motivazione - non sia molto diverso da quello del passato.
Solo che in passato, forte della sua posizione assunta allora, si è preferito seguire un'altra strada e mettere in discussione le scelte compiute da quella che lei definisce "famigerata Giunta Brizio"...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Volevo dire "anomala". Rettifico.



SAITTA Antonino

Oggi lei ha suggerito di fare ricorso, di fare appello al Consiglio di Stato, proprio perché il Consiglio di Stato parla di carenza di motivazione.
Credo che a questo punto sia abbastanza evidente che se la Giunta Ghigo, anziché avviare, per motivi politici, un'azione nuova (che poi anche questa, è stata fallimentare), avesse fatto ricorso al Consiglio di Stato, come decide di fare oggi, probabilmente la situazione della sanità piemontese non sarebbe quella situazione obiettivamente drammatica incerta, indefinita che ci troviamo oggi.
A questo punto della vicenda, mi pare di dover rilevare che la sua posizione è stata estremamente dannosa, Vicepresidente, e credo che, per avergliela consentita, il Presidente Ghigo, abbia anche lui delle responsabilità; non lo dico dell'Assessore alla sanità, perché ha dimostrato - l'ha detto anche chiaramente - di non conoscere bene le questioni di carattere giuridico, in quanto è Assessore alla sanità, ma lei, che l'ha consigliato, l'ha consigliato obiettivamente male.
Credo che, a questo punto, si ponga obiettivamente una questione di carattere politico e credo che chi ha vissuto allora le vicende della sanità non possa che confermare una contraddizione nella sua posizione Vicepresidente, nella posizione complessiva della Giunta, che si è appiattita, indipendentemente dalla composizione politica, sulle sue posizioni di allora.
Per questo ritengo che occorrano sicuramente delle iniziative per dare stabilità alla struttura dirigenziale delle Aziende sanitarie locali iniziative serie, cogliendo anche l'occasione per evitare di confermare Direttori che si sono dimostrati non all'altezza del compito, e per rivedere le procedure (invito che rivolgo a tutta la Giunta).
Quando si è discusso di queste nomine in Commissione nomine l'Assessore era molto arrabbiato per le posizioni espresse dall'opposizione, ma in sostanza, allora, rilievi non molto distanti basta leggere i verbali - da quelli formulati dal TAR erano stati sollevati anche da parte delle minoranze (allora la riunione era presieduta dal Presidente Picchioni). Per cui mi pare che oggi ci troviamo in una situazione il cui sviluppo ero stato immaginato da parte delle minoranze.
Credo dunque che questa vicenda debba mettere la Giunta in una situazione il più di buon senso, senza continuare a lasciarsi prendere dal livore politico al quale è sempre ispirato il collega Majorino per le posizioni espresse allora.
Va data immediatamente una gestione alle strutture delle ASL e credo che dal punto di vista politico - ed è questo che chiediamo - sia giunto il momento che chi ha avuto responsabilità per la situazione che si è determinata sia conseguente rispetto agli atti che ha compiuto, e quindi non soltanto il Vicepresidente Majorino, ma anche il Presidente e l'Assessore alla sanità.


Argomento:

Saluto agli alunni della Scuola Media Statale "Umberto Saba" di Torino


PRESIDENTE

Nel frattempo desidero salutare i professori e gli alunni delle classi III C e III D della Scuola Media statale "Umberto Saba" di Torino.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Comunicazione della Giunta regionale in merito alla sentenza del TAR di annullamento delle nomine dei Direttori generali delle Aziende Sanitarie dibattito (seguito)


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ascoltate le comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio e del Vicepresidente della Giunta, avv. Majorino, e sentite le prime battute del dibattito, intervengo per esprimere alcune considerazioni che noi possiamo fare in ordine alla vicenda complessa e difficile che getta un'altra volta nel caos le Aziende sanitarie locali e le Aziende sanitarie ospedaliere in Piemonte, con una contemporaneità particolare: nel caos un'altra volta nel corso di questi due anni, mentre il Piano sanitario regionale, mandato indietro dal Commissario di Governo con alcune osservazioni contemporaneamente non riesce a diventare legge di programmazione di questa Regione.
La situazione per la sanità è preoccupante, e questa vicenda è preoccupante anche alla luce delle considerazioni che abbiamo sentito. La riflessione che ci è venuta, soprattutto ascoltando il collega Majorino, è che lui è stato ed è, su tutta questa vicenda delle nomine, un'ingombrante presenza all'interno della Giunta.
Ingombrante perché? Perché comincia da una vicenda precedente, quella relativa al suo esposto e a quella che, con un lapsus freudiano - poi ce l'ha confermato - ha chiamato la "famigerata Giunta Brizio", mentre voleva dire un'altra cosa...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Ho sbagliato. Ho detto "le famigerate Commissioni, le famigerate società di consulenza".



MANICA Giuliana

Va bene, comunque il riferimento era chiaro; se poi non era famigerato era anomalo, i lapsus freudiani sono comprensibili, li conosciamo da tanto tempo, Assessore Majorino: non sarà la prima volta che capita! Detto questo, parlavo di un'ingombrante presenza, perché, nascendo da quel comportamento tutta la vicenda, che cosa ha fatto la Giunta Ghigo e l'Assessore alla sanità D'Ambrosio? Trovandosi davanti ad una situazione delle Aziende sanitarie in cui vi erano dei Commissari che stavano operando, Commissari che stavano operando con diverse, differenziate valutazioni da parte dei territorio...
Noi ricordiamo che rispetto ad alcuni, consistentemente, ad esempio le assemblee dei Sindaci si esprimevano favorevolmente dicendo che in quel territorio l'Azienda sanitaria era ben governata, era ben diretta, vi era una rispondenza rispetto alle popolazioni e ai loro bisogni di salute.
Davanti a tutto questo, avrebbe potuto scegliere sulla base di una comprovata professionalità (magari di lavoro ed esperienza), procedendo ad una conferma o quanto meno trovando in quei territori e in quelle situazioni le sufficienti motivazioni, Assessore, che lei avrebbe potuto dare e che oggi il TAR le conferma di non aver dato e di non aver potuto dare.
Questa sarebbe potuta essere una soluzione che, probabilmente, non ci avrebbe fatto ritrovare nel caos in cui ci ritroviamo oggi e in cui si ritrova la sanità piemontese.
Ma qui c'era quell'ingombrante presenza del Vicepresidente della Giunta l'Assessore Majorino, che ha consentito di accentuare i dubbi e le non convinzioni in ordine a una decisione che forse avrebbe trovato una soluzione per la sanità piemontese in questo momento.
Pertanto, la nostra preoccupazione è molto alta. E' molto alta in ordine alle vostre comunicazioni, ma soprattutto in ordine alla prospettiva e al futuro, perché voi ci offrite l'intenzione della Giunta, questa volta di rinominare, confermare transitoriamente Commissari gli attuali Direttori generali, in una situazione di grave incertezza normativa e procedurale: come vi muoverete in questa direzione? Continuerete in questa linea dell'incertezza determinata dalla sua presenza e dai suoi atti precedenti Assessore Majorino? O questa volta farete i ricorsi che non avete voluto e potuto fare la volta precedente rispetto a motivazioni che sono identiche a quelle che vengono presentate adesso? Questa è la questione di ordine procedurale che in modo contraddittorio adesso dovrete risolvere in questo modo? Ci offrite questa soluzione, ce la dite? Ci dichiarate solo delle intenzioni o ci dite che cosa fare? E ce le attendiamo certamente, rispetto alle vostre reticenti comunicazioni, da una comunicazione più puntuale che a questo punto è dovuta inevitabilmente da parte del Presidente della Giunta che deve decidere, rispetto a questa collegialità che non esiste e a questa contraddizione palese all'interno delle decisioni della Giunta, che cosa fare rispetto al fatto che in questo momento, nella più grande preoccupazione, la più alta possibile, non ci sta qualche cosa di indifferente, ma ci stanno importanti aziende sanitarie, ci sta una parte della competenza regionale che raccoglie alcune delle più vaste dimensioni a livello non solo complessivo di problemi, ma di dimensioni anche di bilancio all'interno del bilancio della Regione Piemonte.
Ci sta qualche cosa che coinvolge in modo compiuto non solo gli operatori di quel settore che vivono oggi nella più grande incertezza, ma ciò che è più grave le cittadine e i cittadini utenti della sanità piemontese.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

La comunicazione sull'annullamento da parte del TAR delle nomine dei direttori generali è iniziata, da parte dell'Assessore, con queste testuali parole: "Il TAR ha travisato i fatti; tutte le nomine sono state annullate per difetto di comparazione, al massimo potevano rientrare in questo difetto dieci nomine. Nell'assumersi la responsabilità di una continuità gestionale ed amministrativa rispetto all'annullamento di queste nomine si procederà con la nomina degli ex direttori generali come Commissari".
Io vorrei ricapitolare la storia dei direttori generali negli ultimi due anni e in particolare negli ultimi ventitré mesi.
Negli ultimi 23 mesi la sanità piemontese ha visto per oltre 5 volte un cambio dei suoi vertici. Partiamo il 29/12/1994 con la Giunta Brizio (Assessori Bonino e Cucco): i direttori nominati sono stati dichiarati decaduti dal TAR nel luglio 1995. Il Consiglio di Stato conferma il provvedimento del TAR, quindi l'annullamento delle nomine.
Seconda nomina: luglio 1995. Subentrano i direttori più anziani, fra amministrativi e sanitari, quindi direttori supplenti.
Terza nomina: marzo 1996. Vengono nominati i Commissari, l'annullamento del TAR avviene il 22 gennaio 1997.
Quarta nomina: febbraio 1997. Nomina dei direttori generali: il 29 novembre 1997 il TAR li dichiara decaduti. Ora ci troviamo di fronte alla quinta nomina.
Non entro nel merito di come verranno effettuate le prossime nomine, ma qui ci troviamo di fronte ad una sentenza del TAR che esprime alcune valutazioni. Prima fra tutte si dice che le nomine da parte di questa Giunta sono state effettuate senza una motivazione, tanto - dice l'Assessore - si tratta di ordinaria amministrazione e su questo non era necessaria una comparazione, una motivazione che entrasse nel merito delle competenze.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Consigliera Simonetti, non mi faccia dire cose che non ho mai detto n pensato! Io non ho mai pensato le cose che lei sta dicendo adesso!



SIMONETTI Laura

Non vi è comparazione, cioè nel momento in cui non c'è la comparazione non si esprimono le modalità e i criteri con cui la Giunta ha scelto un direttore generale anziché un altro.
Non sono state quindi esplicitate le motivazioni che hanno portato alla scelta dei direttori generali. Nella sentenza del TAR si dice che l'Amministrazione avrebbe dovuto partire invece dalle risultanze dell'istruttoria per poter effettuare le nomine.
I compagni del mio Gruppo leggeranno parti della sentenza del TAR, ma io desidero sottolineare alcuni rilievi importanti di questa sentenza, in particolare a pagina 16 laddove dice: "Non sono state esplicitate le modalità impiegate per estrarre tra i tanti il candidato più idoneo all'esercizio di quelle funzioni. (Omissis) ma non implica altresì che l'Amministrazione sia esonerata dal dovere di rendere comprensibile il processo di formazione della sua volontà, ed in particolare le modalità di valutazione degli elementi di giudizio acquisiti in sede istruttoria, al fine di consentire la verifica di legittimità delle decisioni assunte".
Ci troviamo pertanto in un contesto in cui non ci sono gli elementi di valutazione della scelta e quindi siamo in assenza di una legittimità che ha portato alla verifica delle compatibilità e delle competenze. Pertanto: illegittimità per assenza di verifica e quindi illegittimità anche delle nomine.
La sentenza infatti dice: "Ne consegue, allora, l'illegittimità degli atti di nomina, per carenza di motivazione, non essendo stata data compiuta indicazione delle modalità di selezione dei candidati, e cioè di come siano state in concreto valutate le risultanze dell'istruttoria allo scopo effettuata. La circostanza che l'Amministrazione potesse anche discostarsi dall'esito di quell'attività preliminare, fornendone adeguata motivazione fa sì che tutte le nomine siano da considerarsi viziate, a prescindere dai punteggi inizialmente conseguiti dai candidati prescelti, in quanto solo una specificazione esaustiva dell'iter logico seguito può consentire la verifica di legittimità delle determinazioni assunte; né è condivisibile la tesi per cui il ricorrente avrebbe inteso censurare solo le nomine relative ai soggetti ai quali era stato attribuito un punteggio inferiore al suo (...)".
Ho scelto solo un pezzo importante di queste oltre venti pagine della sentenza del TAR per dire che non è proprio visibile il fatto che questa sentenza del TAR accogliesse il metodo che questa Giunta ha seguito nelle nomine e che poi solo nella valutazione finale in sostanza dica "considerando queste valutazioni le nomine sono da ritenersi illegittime".
Sottolineo che oggi ci troviamo a discutere in quest'aula non di come debbano essere nominati nuovamente i vertici della sanità piemontese, ma dei ritardi che la sanità piemontese continua a subire sulla base di - a nostro parere - incompetenze e inadeguatezze di questa Giunta rispetto a questi problemi.
Ci troviamo ad oltre tre anni dall'insediamento di questa Giunta, con un Piano sanitario regionale che è stato respinto e rinviato al Consiglio regionale da parte del Commissario di Governo (anche sulla base di osservazioni del Consiglio dei Ministri), per cui ad oggi non abbiamo lo strumento fondamentale di programmazione sanitaria, non abbiamo il Piano sanitario regionale! Per l'ennesima volta, ci troviamo di fronte ad un annullamento delle nomine dei Direttori generali, che non sono stati motivati, quindi hanno vizi di legittimità in quanto non si è proceduto alla loro scelta con motivazioni sulla base di criteri trasparenti di professionalità e competenza; forse ci troviamo di fronte ad una nuova lottizzazione.
Allora, senza vertici della sanità piemontese, senza lo strumento di programmazione sanitaria, a me sembra che non solo si stia portando la sanità piemontese alla paralisi, ma direi quasi allo sfascio.
Quando in Commissione sanità ci troviamo a discutere in fretta e furia le modifiche ad un Piano sanitario regionale, ci viene da pensare quanto poi questo Piano sanitario regionale potrà essere portato avanti come strumento fondamentale di programmazione da dei Commissari, quindi non da dai Direttori generali, che tra l'altro - la burla continua - sono gli stessi Direttori generali ieri considerati illegittimi con l'annullamento delle loro nomine da parte del TAR.
Di fronte a questo panorama che - ripeto - sta portando la sanità piemontese non solo alla paralisi, ma allo sfascio completo, mi sembra che si ponga un problema politico complessivo.
In primo luogo, le nostre valutazioni politiche sono rivolte ovviamente al capo di questa Giunta, quindi al Presidente Ghigo, e all'Assessore D'Ambrosio, i quali non si sono dimostrati assolutamente non adeguati ad amministrare e a governare questa sanità piemontese.
Rispetto a questi pasticci, anche amministrativi, a queste inadeguatezze e ritardi che ci portano oggi a discutere, a distanza di tre anni, di un Piano sanitario ancora respinto e rinviato dal Commissario di Governo, di fronte a questo disastroso panorama, mi sembra che l'unica strada coerente da seguire sia quella di voltare pagina e di accedere alle dimissioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Mi scusi, Presidente, ma noto che dall'inizio di questo dibattito non è presente in sala il Presidente della Giunta regionale. Finora sono stati presenti - adesso è arrivato anche l'Assessore Pichetto - soltanto gli Assessori di Alleanza Nazionale.
Questo non è un problema che riguarda soltanto la sanità, questo è un problema che riguarda la Giunta regionale, è un problema che riguarda la maggioranza; in prima persona riguarda chi deve condurre la Giunta, e cioè il Presidente della Giunta regionale. Nessuno ci farà credere che sia fatto di qualcuno, perché la guida politica di questa Giunta è del Presidente della Giunta regionale.
Questo è un dibattito di rilievo regionale, riguarda il governo della sanità in Piemonte: voglio sottolineare questa mancanza di sensibilità e questo atteggiamento, che è politico, del Presidente della Giunta, che mi permetto di richiamare e di condannare.



PRESIDENTE

La ringrazio per il suo rilievo; mi pare opportuno che tutta la Giunta sia presente in sala, perché il dibattito non è assolutamente di seconda mano.



SPAGNUOLO Carla

Aspetteremo il Presidente della Giunta.



(Il pubblico esce dall'aula consiliare)



PRESIDENTE

Salutiamo ancora le scolaresche che ci hanno accompagnato in questi nostri lavori: buon lavoro e buono studio. Grazie.
Il Consigliere Angeli può prendere la parola.



ANGELI Mario

Prima di esprimere la mia opinione personale, chiedo che il Presidente Ghigo esprima la propria valutazione su tutta la vicenda, che credo rappresenti una situazione abbastanza importante e anomala non solo per la Giunta, ma per l'intero Consiglio regionale del Piemonte.
Io non so se la Giunta Brizio o le società o chi per esse siano anomale o famigerate; so solo che da quando sono in questo Consiglio regionale sono un neofita del Consiglio regionale - esiste questo tormentone infinito, lo voglio chiamare così, della nomina dei Direttori generali.
Ci sono i Direttori generali, ci sono i Commissari, ci sono le società si segue una pratica, se ne segue un'altra: non si capisce bene dove si vuole andare a finire. Nel frattempo, restiamo in una situazione addirittura incredibile, dove non esiste nulla di quello che bisogna fare né gli obiettivi da dare a questi Direttori, che non ci sono.
Il Piano sanitario regionale è stato rinviato; oggi ci affrettiamo in IV Commissione a discutere le richieste che vengono fatte dal Governo: vorrei capire a chi consegneremo questo Piano sanitario regionale, se questi Commissari dureranno nuovamente un anno.
Credo che esista un metodo, Vicepresidente Majorino, per nominare questi beati Direttori generali delle Aziende sanitarie; credo che esista un metodo chiaro, limpido, trasparente, senza tanti problemi, per procedere alle nomine effettive e piantarla con questo grandissimo tormentone per cui non si riesce più a capire se siamo un Consiglio regionale, se siamo una bocciofila o altro.
Io facevo parte di un Consiglio comunale che - debbo dirlo in tutta onestà e in tutta verità - non per merito mio, ma per merito di tutti, era di gran lunga più serio di questo Consiglio regionale; più serio nel senso che, al momento di prendere delle decisioni, si assumevano quelle più responsabili e si andava in quella direzione - maggioranza e minoranza facevano ognuna la propria parte.
Se non arriviamo a gestire questo Consiglio regionale in un modo almeno più consono rispetto al significato delle istituzioni, sbagliamo tutto, non facciamo gli interessi dei nostri amministrati, non facciamo gli interessi del Piemonte, non facciamo gli interessi di nessuno; rischiamo di creare della malasanità - non è così in Piemonte, per fortuna, grazie alla buona volontà di chi si impegna senza avere delle regole, senza avere nulla.
Allora - lo dico con estrema franchezza ed estrema tranquillità cerchiamo di fare queste nomine, ma non rivolgiamoci al TAR, Vicepresidente Majorino, perché io credo che il TAR nelle nomine regionali non c'entri assolutamente nulla: il Tribunale Amministrativo Regionale non c'entra nulla.
Già l'altra volta potevamo fare tranquillamente ricorso al Consiglio di Stato: adesso non saremmo di nuovo qui a rivedere la nostra situazione e a fare tutti questi ragionamenti.
Abbiate pazienza, colleghi Consiglieri e Giunta regionale, ma credo che dobbiamo darci una regolata, anche perché io mi sento un po' frustrato di venire qui dentro; mi sento veramente frustrato perché non riesco mai a capire se entro boccia ed esco pallino, a dirvela in termini molto franchi non riesco a capire se siamo qui per amministrare o per fare cosa: cerchiamo di darci una regolata, cerchiamo di vedere e di avere delle risposte certe.



PRESIDENTE

Ha ora la parola il Consigliere Moro.



SPAGNUOLO Carla

Mi scusi, Presidente, ma il Consigliere Angeli nel suo intervento ha richiesto una valutazione da parte del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Può darsi che il Presidente la dia alla fine.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie Presidente. Sarebbe opportuno, prima di iniziare il mio intervento, che il Presidente della Giunta regionale facesse una comunicazione su questa delicata materia.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta regionale si è riservato di rendere la comunicazione dopo il dibattito.



RIGGIO Angelino

Non sono le conclusioni di un dibattito, sono la premessa.



PRESIDENTE

Le premesse sono state fatte da due Assessori competenti.
RIBA (fuori microfono) Anche il Gruppo del PDS sollecita una premessa da parte del Presidente della Giunta regionale, Ghigo: per l'andamento del dibattito è indispensabile.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In relazione alla sollecitazione che i Consiglieri dell'opposizione mi pongono, devo sottolineare che le comunicazioni sono state fatte dagli Assessori competenti in materia, di conseguenza non ho altro, dal punto di vista tecnico, da aggiungere.
Il Consiglio regionale può tranquillamente accettare che alla fine del dibattito esporrò le mie considerazioni di carattere generale sulla questione. Onestamente, al di là delle sfumature interpretative che ognuno può dare su alcune affermazioni o alcuni sostantivi o aggettivi usati credo che la sostanza sia quella già espressa sia dall'Assessore competente che dal Vicepresidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

In relazione ai gravissimi fatti avvenuti nella Regione Piemonte, prima con la bocciatura del Piano sanitario regionale da parte del Consiglio dei Ministri ora con l'annullamento da parte del TAR dei Direttori generali ora diventati commissari - si sta paralizzando il settore della sanità piemontese. Pertanto credo sia utile e molto importante leggere le motivazioni della sentenza del TAR.
La sentenza del TAR testualmente recita: "Riferisce il ricorrente che, in vista della nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie regionali, la Regione Piemonte emanava prima un "avviso" per l'acquisizione della disponibilità al conferimento dell'incarico (v. delib. Giunta 18 ottobre 1994 n. 2-39340) e definiva poi i criteri per la scelta dei soggetti da destinare a tali funzioni, ivi compresa la decisione di avvalersi di cinque società di consulenza per l'individuazione dei profili di esperienza e di formazione dei candidati (v. delib. Giunta 15 novembre 1994 n. 1-40271); che, a seguito dell'istruttoria effettuata, la Giunta regionale adottava gli atti di nomina, escludendone il ricorrente; che egli proponeva impugnativa dinanzi a questo Tribunale, conseguendo l'annullamento delle varie delibere di nomina dei direttori generali (sent. n. 430/95), in ragione della carenza di motivazione delle scelte compiute, anche e soprattutto per l'omesso riferimento all'istruttoria che la medesima Amministrazione aveva promosso che, dopo la nomina di direttori generali supplenti, la Giunta regionale li sostituiva con Commissari straordinari, in relazione al cui incarico, per si ripresentavano le medesime perplessità già espresse in precedenza, sì da indurre questo Tribunale a disporne la sospensione cautelare; che intanto il Consiglio di Stato (sent. n. 1009/96) confermava in appello l'orientamento del giudice di primo grado, e quindi l'obbligo di motivare adeguatamente i provvedimenti di nomina; che, a seguito di ciò, la Giunta regionale prima approvava i criteri di nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie regionali, sostanzialmente coincidenti con quelli precedentemente adottati per la valutazione dei vari candidati, poi provvedeva alla formale individuazione dei soggetti preposti a dette funzioni, adottando allo scopo le deliberazioni in data 14 febbraio e in data 24 febbraio 1997.
Ritenendo illegittime le determinazioni assunte, l'interessato - che era escluso dalle nomine - proponeva impugnativa. Deduce: 1) Violazione di legge con riferimento ai principi sulla efficacia della legge nel tempo, in relazione all'efficacia del giudicato. Violazione di legge con riferimento all'art. 1 d.l. 512/94, in relazione all'art. 16 dello Statuto Regione Piemonte. Incompetenza.
Essendo stati adottati gli atti di nomina a seguito del giudicato amministrativo formatosi sulle decisioni giurisdizionali di annullamento dovevano trovare applicazione le sole norme vigenti all'epoca delle nomine annullate, sì che alcun rilievo doveva assumere la sopraggiunta legge reg.
n. 10/95, nonché le altre posteriori norme richiamate. Inoltre, essendo demandata la competenza in materia alla Regione, così genericamente indicata, avrebbe dovuto provvedere alle nomine il Consiglio, e non la Giunta, ai sensi dell'art. 16 dello Statuto della Regione Piemonte.
2) Eccesso di potere e violazione di legge per vizio del procedimento.
Violazione di legge con riferimento all'art. 2, comma 3, della legge reg.
n. 39/95. Violazione di legge con riferimento all'art. 7 della legge reg.
n. 39/95. Violazione di legge con riferimento all'art. 24 dello Statuto della Regione Piemonte (legge n. 338/71). Eccesso di potere per contraddittorietà. Eccesso di potere e violazione di legge per vizio del procedimento, nonché dei principi generali, normativi e giurisprudenziali sull'attività consultiva.
Se dovessero risultare infondate le censure sub 1), si porrebbe allora il problema del rispetto della norma di cui all'art. 2, comma 3, della legge reg. n. 39/95, ovvero della disposizione per cui le nomine attribuite alla Giunta regionale sono effettuate sulla base di criteri di carattere generale assunti dal medesimo organo, sentita la Commissione consultiva per le nomine, ai sensi dell'art. 24 dello Statuto. Senonché nella circostanza la suddetta Commissione non è stata interpellata sui criteri di nomina anche perché la Giunta non ha assolutamente predeterminato alcun criterio di nomina; né tali, d'altra parte, possono essere ritenuti i criteri di valutazione fissati nel 1994, posto che si doveva altresì stabilire in quale modo si sarebbe addivenuto all'individuazione dei Direttori generali con riferimento alle singole aziende. Pertanto è accaduto che la Commissione consultiva ha finito per pronunciarsi sui requisiti dei vari candidati e non sui criteri per la scelta dei soggetti da destinare alla funzione di Direttore generale delle Aziende sanitarie.
3) Violazione di legge con riferimento all'art. 1, comma primo, del disegno di legge n. 512/94, convertito dalla legge n. 509/94. Eccesso di potere per difetto di istruttoria, travisamento dei fatti, mancata considerazione di circostanze essenziali e vizio del procedimento. Violazione di legge con riferimento all'art. 3 della legge n. 241/90. Eccesso di potere per difetto di motivazione, illogicità, contraddittorietà e perplessità.
Molti tra i soggetti nominati risultano privi dei requisiti di legge (alcuni risultano essere stati consulenti di aziende di modeste dimensioni mentre altri non hanno esercitato il richiesto tipo di mansioni dirigenziali) e ciò appare sintomatico dei profili di eccesso di potere per travisamento dei fatti e mancata considerazione di circostanze essenziali oltreché di difetto di istruttoria. Ne è poi ulteriore conferma la circostanza che quattro dei soggetti prescelti hanno un'età che non consentirà loro di portare a termine l'incarico, visto il limite massimo di settant'anni fissato dalla legge e la durata quinquennale del rapporto di lavoro all'uopo costituito; il che avrebbe dovuto escluderne la nominabilità.
Peraltro, non risulta che i provvedimenti impugnati abbiano affrontato il problema della coerenza delle caratteristiche proprie di ciascun nominato con le mansioni che venivano chiamati a svolgere, cioè non è stata data una motivazione tale da dimostrare che il nominato costituiva la scelta migliore, con riferimento all'azienda che era chiamato a dirigere.
4) Violazione di legge con riferimento all'art. 3 della legge n. 241/90.
Eccesso di potere per difetto di motivazione. Violazione di legge con riferimento agli artt. 3 e 97 della Costituzione. Eccesso di potere per vizio del procedimento, carenza di istruttoria, perplessità, illogicità e contraddittorietà.
Violazione di legge ed eccesso di potere con riferimento ai principi tutti - normativi e giurisprudenziali - sulla ottemperanza alle decisioni dei giudici amministrativi. Violazione del giudicato. Violazione di legge con riferimento all'art. 3 del decreto legislativo n. 502/92, in relazione altresì - alla legge regionale n. 10/95.
Pronunciandosi sugli iniziali provvedimenti di nomina, il giudice amministrativo (di primo e di secondo grado) aveva sancito il principio per cui le determinazioni assunte dall'amministrazione dovessero essere sorrette da un'adeguata motivazione, idonea a chiarire le ragioni per le quali si fossero operate quelle specifiche scelte, anche in relazione alle risultanze dell'istruttoria all'uopo effettuata. Ma gli atti ora impugnati appaiono elusivi del giudicato, atteso che, se è vero che le nomine sono motivate in relazione alle asserite qualità del nominato, accertate in rapporto ai parametri a suo tempo stabiliti ed in riferimento alla struttura che il nominato stesso è chiamato a reggere, è altrettanto che ancora una volta, molti dei candidati nominati hanno punteggi inferiori rispetto a quelli del ricorrente (ben 15 candidati su 28 hanno ottenuto punteggi inferiori al 16 attribuito al ricorrente, laddove altri candidati con punteggi superiori a 16 sono stati esclusi senza una riga di motivazione)".
Si rileva, dunque, tutta una serie di gradi di violazione.
Ritengo pertanto che la motivazione del TAR che ha annullato le nomine sia assolutamente seria e vada tenuta nella dovuta considerazione.
Il fatto stesso che il Piemonte, in questo momento, sia sprovvisto di Direttori generali e quindi dell'elemento fondamentale della direzione politica e della gestione sul territorio di tutta l'attività giuridica amministrativa e programmatoria delle UU.SS.LL., è fatto di gravità assoluta.
La stessa legge regionale bloccata dalle direttive sulla n. 502 non ottemperate nella legge è fatto che dimostra che la Regione, la Giunta regionale, e soprattutto la maggioranza, non fanno pratica di serietà in quest'attività, che invece è tematica importante: riguarda la salute dei cittadini e soprattutto la sanità, bene prezioso che a mio avviso non viene tenuto nella dovuta considerazione, serietà e sensibilità da parte di questa Giunta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Inizio il mio intervento rifacendomi al ragionamento iniziale dell'Assessore. Sostanzialmente, egli sostiene che può anche essere discutibile la scelta, la risposta, la decisione del TAR. Anche ammesso che si ragioni in quest'ottica, Assessore, non va dimenticato che la sentenza fors'anche discutibile, è conseguente alla scelta che la Giunta di cui lei fa parte - la Giunta-Ghigo - ha voluto assumere, nell'ambito della sanità piemontese. Scelte di origine esclusivamente politica, che hanno sconvolto quella che era l'impostazione, l'avvio, l'organizzazione delle aziende.
Questo il motivo d'origine.
Dopodiché, il Consigliere Angeli ha parlato di "tormentone". Ci sono state scelte politiche, ma c'è anche il vizio di fondo di portarci appresso un'ombra. Stamattina, freudianamente, si è vinta quest'ombra, nella figura nel personaggio, nella persona del Vicepresidente Majorino. Consentiteci di far rilevare quanto la Giunta, nelle ultime settimane, si sia sperticata nell'accusare esponenti della minoranza di "imballare" i lavori del Consiglio, di "imballare" i lavori della Giunta, di non "lasciar lavorare" peraltro di storica memoria -; perlomeno per buon gusto, Presidente Ghigo, occorreva evitare che gli stessi personaggi che a loro tempo, nella storia di qualche anno fa, si sono resi protagonisti dell'aver "imballato" per anni la sanità piemontese, oggi sono gli stessi che vanno aggiungendo motivazioni, evidentemente, con carenze conseguenti. Altrimenti, non si sarebbe giunti, forse, a questo risultato.
La nostra non è pretestuosa critica, approfittando dei banchi dell'opposizione: siamo profondamente preoccupati. Non ci soddisfa per nulla la risposta del Presidente Ghigo: stiamo parlando di più della metà del bilancio della Regione Piemonte. Non è possibile che su una vicenda del genere ci si senta dire, dal Presidente della Giunta regionale, che gli Assessori competenti "hanno fornito le risposte del caso: non c'è nient'altro da aggiungere". Non c'è nemmeno la componente capace di dire: "Siamo preoccupati; stiamo facendo del nostro meglio..." Possibile che non si riesca ad aggiungere nulla? Si parla della sanità piemontese, che è paralizzata! Non si può più muovere! Quindi, non siamo noi a strumentalizzare, anche perché siete bravissimi nel mettervi da soli in contesti di clamorosi autogol! Sapete garantire stabilità alla sanità piemontese o continuiamo con le incertezze? Sono ormai due anni che "da una parola in su", ci viene detto che da parte vostra c'è capacità, c'è serietà, c'è sobrietà, c'è "il nuovo che avanza" e via di questo passo: ma non è successo niente! Non è successo niente! Abbiamo visto soltanto non scelte, grandi dubbi, grandi incertezze e anche vigliaccheria nel non assumersi delle responsabilità e delle risposte.



PRESIDENTE

Usiamo dei termini consoni, perché vigliaccheria mi pare che sia un po' esagerato.



SUINO Marisa

Pardon. Venire meno, molte volte, ad esempio in sede di Commissione all'assunzione di quelle che devono essere le difese. Le difese, molte volte, le fanno i funzionari e i dirigenti. Spetta agli Assessori difendere quelle che sono le scelte politiche! Mi sto arrabbiando sul serio, perché non si prende sul serio questa vicenda!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Non si arrabbi così!



SUINO Marisa

Eh no, Assessore! Non è sufficiente che ci sia buon senso disponibilità, attenzione da parte di un singolo: occorre un insieme che collabori e lavori.
Forse è anche il caso di ricordarci che alcune delle scelte fatte hanno ad esempio portato a delle nomine che - delicatamente, di conseguenza al richiamo fatto dal Presidente - sono perlomeno opinabili.
Faccio un esempio esplicito: alcune delle nomine fatte in questa Regione, mi riferisco chiaramente ai Direttori, beh, in termini di efficacia e di capacità... A meno che per efficacia e capacità ci si richiami alle molestie sessuali.
Allora, se efficacia e capacità sono da commisurarsi in termini di 19 esposti, 19 pendenze che calano sulla testa di un personaggio - e sono mesi e mesi che lo sappiamo - e le donne che hanno provveduto a denunciare questo personaggio sono obbligate tutti i giorni a condividere i metri quadri, le stanze, i corridoi dove questo personaggio, acquisendo giorno in giorno sempre più baldanza, continua ad andare avanti e indietro... Eh, no scusate! Queste sono scelte che perlomeno gridano vendetta, e forse un po' di giustizia in tal senso c'è stata.
Lei sa molto bene, Assessore, che siamo assolutamente sempre interessati a discutere del merito e non ne facciamo una questione di parte: cerchiamo di essere operativi e costruttivi, perché ci interessa la bontà del risultato conclusivo, però il troppo stroppia da tutte le parti.
Su questa richiesta di giustizia sono mesi che chiediamo un intervento e quindi, quando si fa riferimento, come ha detto l'Assessore Majorino, a "famigerate questioni relative al passato"...



PRESIDENTE

Su questo "famigerato", vorrei avere il termine esatto usato dall'Assessore Majorino, perché non mi pare che sia stato detto "famigerata Giunta". Vorrei avere la trascrizione.



SUINO Marisa

Chiedo scusa, Presidente, non per interromperla, ma io ho trascritto formalmente: "le famigerate società di consulenza che ci portiamo dietro come peccato originale nato con la Giunta Brizio".
Ho trascritto mentre l'Assessore parlava.



PRESIDENTE

Ma allora non era "famigerata Giunta Brizio", come è stato detto. E poi, guardate che anche su "famigerato" ci sono dei termini interpretativi ambigui.



SUINO Marisa

Non ho stenografato, ma volendo posso anche provvedere.
Per concludere, non possiamo non preoccuparci: è nostro dovere farlo ed è nostro dovere richiedere che ci sia perlomeno una reazione adeguata alle necessità del comparto sanità Anche perché, di fatto, le grandi scelte sono state: Piano sanitario da una parte e Piano socio-assistenziale dall'altra; due Assessorati che non si parlano; due Assessori che non dialogano; Piano socio-assistenziale ancora in ballo, alle primissime battute in IV Commissione, dopo che si era detto - ed era stata una pregiudiziale assunta da questa Giunta - che sarebbe stato discusso subito, che avrebbe visto la sua conclusione in contemporanea con l'esito procedurale, amministrativo e burocratico del Piano sanitario.
Siamo ancora agli albori! Abbiamo dunque il dovere di richiedere di fare sul serio, di fare sul serio per quelle che sono le necessità di questa Regione nell'ambito di tutto il comparto sanità e socio-assistenziale.
Sappiamo che ci possono essere delle scelte conseguenti: vi chiediamo di assumere queste scelte.
Vi chiediamo però - caro Presidente Ghigo - di non viverla come una questione tecnica.
Questa è una questione profondamente politica e lei ha il dovere di darci le risposte che noi, altrettanto per dovere, ma con molto più afflato, con molta più convinzione, con molto più senso di responsabilità le chiediamo di fornirci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Devo dire che oggi...



SUINO Marisa

Si sta arrabbiando...



MANICA Giuliana

Si sta annoiando...



GHIGLIA Agostino

No, no, Ghiglia non si arrabbia e non si annoia, cioè si annoia spesso ma si arrabbia mai.



(Commenti in aula)



GHIGLIA Agostino

Sono buono e tollerante, ho l'aplomb dei moderati, e talvolta qualcuno dei moderati veri in questa sala la dimentica.



CAVALIERE Pasquale

Si è sfogato a Santa Rita ieri sera.



GHIGLIA Agostino

Mi sfogo dove credo: grazie al Cielo non devo ancora chiedere il permesso a nessuno.
Non sono annoiato, oggi, anzi sono appena rimasto - come dire vivacizzato da questo pathos, da questa partecipazione emotiva che addirittura spinge taluni Consiglieri, per dare più forza alle loro convinzioni e seguendo un perfetta tecnica della comunicazione, anche a battere i pugni sul tavolo, per ingenerare in tutti noi la certezza che si partecipa veramente in maniera emotiva a questo dibattito.
Mancherebbe - secondo la scena classica di un'ottima tecnica di propaganda politica e di diffusione del pensiero - un bel lancio di fogli perché solitamente il lancio di fogli segue nella gradualità della comunicazione come esempio estremo e paradossale di espressione di un pensiero.
Io non condivido questo atteggiamento, non perché non condivida le preoccupazioni, che sono di tutti, sul futuro della sanità piemontese, ma anche sull'attualità e sull'oggi della sanità piemontese.
Sono altrettanto preoccupato, ma per motivi assolutamente diversi.
Il collega Moro, prima, ci ha letto lungamente...



CHIEZZI Giuseppe

Non l'ha finita.



GHIGLIA Agostino

Non l'ha finita. Meno male, perché credeva, forse, di essere in sede di ostruzionismo, ma questo lo farà in un altro momento. Non ha finito di leggere la motivazione, però è servito anche a me, perché visto che mi era stata appena consegnata, non facendo parte della IV Commissione, ho avuto modo - grazie al collega Moro, che è un comunista costruttivo - di leggere quello che è stato depositato, la sentenza del TAR.
Inoltre, ciò mi consente di fare i complimenti al TAR, che è veramente un TAR sprint nella Regione Piemonte, perché, nonostante lo sciopero degli impiegati amministrativi, è riuscito a scrivere una motivazione in tempo reale; abbiamo dunque un TAR da record in questa Regione, e gliene siamo particolarmente grati (al TAR).
Io sono preoccupato, colleghi - consentite di dirlo ad uno che fa anche un po' di opposizione, molto modesta, talvolta - non da una legittima strumentalizzazione politica degli accadimenti, che fa parte del ruolo, ma sono veramente preoccupato dalla motivazione del TAR, perché noi ci troviamo di fronte ad una situazione e a delle motivazioni che, a mio avviso, sono preoccupanti per il futuro di qualsiasi tipo di scelta amministrativa.
Quello che mi preoccupa di questa sentenza del TAR è che, di fatto, anche se non si dovrebbe, si passi dalla forma alla sostanza, e si passi al merito delle questioni.
Credo che questa, colleghi, debba essere una preoccupazione di tutti perché nel momento in cui il TAR, di fatto, pretende di scrivere sotto dettatura le delibere e le decisioni di una Giunta regionale, di una Giunta comunale, di un Governo, di un Ministero; allora forse dovremmo interrogarci se esista ancora quella, sempre citata e raramente applicata divisione dei poteri che mantiene in piedi una democrazia.
Sulle motivazioni della sentenza. Io vorrei leggere anche le parti positive nel negativo, perché è vero che si è arrivati ad un annullamento ma è altrettanto vero che si riconoscono alla Giunta tutta una serie di passi che sono stati fatti con correttezza per addivenire ad una serie di nomine trasparenti: "Sennonché, in tal modo, pur fornendo elementi significativi circa le ragioni delle scelte operate, e pur individuando parametri obiettivi per l'assunzione delle decisioni finali (attraverso il corretto riferimento alle situazioni specifiche di ciascun ente, così da razionalizzare le operazioni di identificazione del candidato da assegnare alla guida di ogni azienda)".
Ce n'è un altro simile, ma io vorrei sottolineare questo passaggio perché riconosce una correttezza nella predisposizione, poi alla fine annulla, ma - come dire - sancisce la correttezza di tutto ciò che c'è prima della decisione finale e anche questo, secondo me, è da sottolineare in positivo, a merito della Giunta regionale e dell'Assessore D'Ambrosio.
Quindi non si dice che non sono esistite delle procedure, non si dice che non sono stati fissati dei parametri obiettivi, non si dice che le scelte non sono state operate in base a criteri e parametri obiettivi, il passaggio di cui stavo dando lettura si conclude così: "l'Amministrazione non ha altresì esplicitato le modalità con cui, tra i vari aspiranti alla nomina, è pervenuta ad individuare quel determinato soggetto, ovvero non ha chiarito come ha utilizzato le risultanze dell'istruttoria".
C'è un altro passo che secondo me è ancora più importante. Io non intendo leggere tutta la sentenza, perché ognuno in quest'aula ovviamente estrapola il pezzo che gli interessa.
Il passo è questo: "(omissis) Che non ci si trovi in presenza di un procedimento di tipo concorsuale, come è pacificamente riconosciuto, assume rilievo al solo fine di escludere la configurabilità di una graduatoria (e quindi l'automatica individuazione degli aventi titolo alla nomina), ma non implica altresì che l'Amministrazione sia esonerata dal dovere di rendere comprensibile il processo di formazione della sua volontà, ed in particolare le modalità di valutazione degli elementi di giudizio acquisiti in sede istruttoria".
Io - ribadisco - sono preoccupato da queste motivazioni. Ho fatto un paragone sicuramente improprio: se l'allenatore della Juventus deve scegliere tra Inzaghi e Amoruso che hanno segnato dieci gol a testa in dieci partite e dimostrano lo stesso livello di forma, hanno la stessa altezza ed entrambi i capelli neri, qualora mettesse anche all'interno di un computer le qualità dei due e chiedesse qual è il soggetto migliore da inserire nella squadra per la partita successiva, il computer uscirebbe con due nomi.
Ora, se noi partiamo da due assunti che credo siano stati anche specificati nella motivazione della sentenza del TAR: uno, che c'è stata una corretta gestione delle procedure preventive, quindi nella considerazione dei titoli dei soggetti, e questo è un assunto che il TAR riconosce; due, se c'è stata non un'ipocrita neutralità nelle scelte dell'Assessore, come dice il Consigliere Saitta in una nota dell'ANSA (lui magari preferirebbe né la neutralità né l'ipocrisia ma qualche scelta più marchiatamente politica), ma visto che non è stato fatto si sceglie addirittura di denunciare la neutralità, quasi che la neutralità dovesse essere una prova contro la bontà delle intenzioni della Giunta e non a favore delle intenzioni della Giunta! Se uno fosse veramente neutrale nell'amministrazione io gli farei una statua, non gli darei addosso, ma tant'è: qui facciamo tutti politica quindi usiamo le parole - a partire dal sottoscritto - talvolta come viene soprattutto nei ragionamenti giuridici, ma se la Giunta ha agito con criteri di neutralità reali e riconosciuti dal TAR perché si riconosce una correttezza nelle procedure, cos'è che non si riconosce alla fine? Il fatto di non aver spiegato bene, secondo il TAR, la scelta tra i soggetti che sono rimasti esclusi.
Questo potrebbe addirittura presupporre che la Giunta non solo avrebbe dovuto motivare le scelte fatte, ma anche motivare al contrario tutte le scelte non fatte, il che - colleghi - secondo me è preoccupante perch mette a rischio qualsiasi tipo di scelta, passata, presente e futura! Qui non ci troviamo di fronte ad una Giunta che ha scelto discrezionalmente in maniera partitica, politica, lottizzata, in maniera assolutamente avulsa da parametri obiettivi, no! Qui ci troviamo di fronte ad una Giunta che su parametri obiettivi, come viene riconosciuto, ha fatto anche delle scelte! Ma questo è assolutamente un atto dovuto perché altrimenti si arriva alla non scelta, si arriverà all'assurdo di non poter più scegliere alcuno perché non ci saranno mai sufficienti e sufficientemente approfondite prove a contrario che uno è peggio dell'altro! E' questa la mia preoccupazione: la preoccupazione della sentenza di questo TAR che a mio avviso entra molto nel merito, pretende di scrivere gli atti della politica! Pretende di sostituirsi alle amministrazioni! Io questo lo dico non sottovoce, perché sono preoccupato invece di questa impostazione, io credo - mi auguro - giuridica, ma più ancora giurisprudenziale del TAR del Piemonte, ma sono altrettanto sicuro (poi magari verrò anche smentito) che il Consiglio di Stato chiamato a pronunciarsi a sua volta non potrà avallare delle impostazioni di questo tipo perché altrimenti non solo siamo alla morte della politica, ma siamo alla morte della pur minimale possibilità di scelta anche sulla base di parametri obiettivi! E questo per qualsiasi amministrazione - colleghi facciamo attenzione - di ieri, di oggi, di domani, in qualsiasi consesso! E' una cosa di una gravità assoluta, è la cosa più grave di tutte! Bene ha fatto quindi - concludo Presidente - la Giunta, che si appresta a farlo, a ricorrere al Consiglio di Stato perché noi non dobbiamo ricorrere contro qualcuno che ha cercato di tutelare dei presunti diritti noi dobbiamo ricorrere contro qualcuno che sta tentando, secondo me, anche con motivazioni di questo tipo, di sostituirsi alla politica, di sostituirsi all'amministrazione. E questo per la democrazia, prima ancora che per il nostro Consiglio regionale, è inaccettabile!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Noi qui siamo chiamati a discutere dell'operato della Giunta e non a giudicare l'operato del TAR. Io non ho la capacità né le conoscenze per giudicare una sentenza da un punto di vista giuridico. Credo che l'organismo superiore la valuterà, non so come farà, non voglio incorrere nell'infortunio di dire che si comporterà in un modo per poi magari essere smentito, ritengo però che non si possa intravedere nelle motivazioni di questa sentenza la volontà, nascosta o neanche tanto nascosta, di condizionare l'azione dei politici. Per poter fare queste affermazioni ci vorrebbe perlomeno, oltre alla libertà di poterle fare gratuitamente...



GHIGLIA Agostino

Grazie, grazie!



PAPANDREA Rocco

Certo, la libertà di poterle fare nel senso che uno le fa qui, tanto non costa nulla!



GHIGLIA Agostino

Grazie che me lo consenti.



PAPANDREA Rocco

Quando si fanno affermazioni così gravi verso organismi dello Stato ci vorrebbe anche un minimo di motivazione. Invece di denunciare gli altri perché fanno un eccesso di motivazioni, bisognerebbe almeno esprimere qualche piccola motivazione anche perché dietro queste sentenze ci sono delle persone che le hanno motivate.
Ripeto che prima di giudicare l'operato e fare affermazioni così gravi bisognerebbe dire perché, come mai si vogliono fare queste cose, altrimenti sono accuse gratuite. Resta il fatto che - come dicevano già altri colleghi ci troviamo di fronte ad un tormentone sul settore della sanità che forse, è il settore più consistente dal punto amministrativo e governativo di questa Giunta.
La superficialità con cui questa Giunta affronta il problema è estremamente grave. Anche in questa occasione la Giunta ha manifestato uno scarsissimo spirito di squadra, ognuno pensa di operare bene nel campo assegnatogli, scaricando sugli altri le responsabilità; atteggiamento riscontrato anche nella figura del Presidente della Giunta.
Noi ci troviamo di fronte ad una ennesima dimostrazione che non siamo governati da una Giunta, ma da un governo spezzettato.
Credo che la responsabilità sia collettiva e in particolare del Presidente. Inoltre il trovarsi spesso a ridiscutere atti amministrativi significativi della Giunta è un modo per bloccare l'attività del Consiglio regionale. Non dico che c'è la volontà di farlo, però nei fatti o per volontà o per incapacità ci troviamo - cosa spesso denunciata - a ridiscutere, a perder tempo e quindi a non affrontare altre problemi che abbiamo da tempo all'o.d.g.
Oggi ci troviamo nuovamente di fronte ad una sentenza sulle nomine quindi l'errore viene ripetuto e questo è grave. Il fatto di esserci trovati già in passato di fronte a delle nomine impugnate dal TAR avrebbe dovuto spingerci a evitare di commettere altri errori sulle nomine.
Come Gruppo abbiamo deciso di non citare parzialmente la sentenza riteniamo sia utile conoscerla integralmente. Già nella lettura della sentenza da parte del Consigliere Moro emerge che non c'era soltanto qualche problema ma qualcosa di più serio.
Pertanto continuo nella lettura della sentenza.
A pag. 7 tale sentenza recita: "In tale situazione, alla luce dei principi enunciati nelle citate sentenze, la motivazione dei provvedimenti avrebbe dovuto chiarire non solo i "meriti" dei singoli candidati in rapporto alla specifica azienda, alle sue caratteristiche ed esigenze, ma altresì i motivi per i quali venivano esclusi dalle nomine candidati che, come il ricorrente, hanno ottenuto nella famosa selezione, punteggi superiori alla maggior parte dei candidati nominati. E' evidente che una motivazione che enunci solo i meriti del candidato in relazione alla singola azienda, senza specificare altresì per quale motivo questi sia stato preferito ad altri con punteggi superiori, in realtà sia elusiva delle statuizioni delle sentenze cui si doveva dare ottemperanza.
5) Eccesso di potere per sviamento. Eccesso di potere per illogicità e contraddittorietà. Violazione di legge con riferimento all'art. 3 del decreto legislativo 502/92, in relazione all'onere di ottemperanza al giudicato amministrativo. Eccesso di potere per disparità di trattamento e violazione dell'onere della comparazione. Violazione di legge ed eccesso di potere con riferimento ai principi tutti - normativi e giurisprudenziali sull'attività consultiva della P.A., in relazione, anche, agli artt. 2 e 7 della legge regionale n. 39/95. Violazione di legge con riferimento all'art. 3 della legge n. 241/90. Eccesso di potere per difetto di motivazione. Violazione di legge con riferimento all'art. 97 della Costituzione.
Appare evidente che tutta l'attività amministrativa in materia di nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie regionali si sia estrinsecata, in realtà, in un estremo tentativo di eludere le relative norme; il che integra una ipotesi di eccesso di potere per sviamento.
Inoltre il non aver dettato criteri preventivi in ordine alle nomine e l'aver sottoposto alla competente commissione consiliare un pacchetto di nomine senza inviare altresì gli atti necessari per verificare se i criteri utilizzati nella scelta erano idonei a garantire che ad amministrare le aziende fossero chiamate le persone in possesso dei titoli e delle qualità migliori, appare dimostrativa di una chiara volontà di mantenere un'ampia libertà di scelta (arbitraria più che discrezionale) che prescindesse anche dalla autolimitazione che l'amministrazione si era imposta. Infine l'essere addivenuti alle nomine attraverso provvedimenti di nomina di singoli soggetti, le cui modalità di individuazione erano e sono ignote, in alcun modo emerse a seguito di una comparazione fra i candidati, neppure fra quelli aventi caratteristiche identiche o analoghe, ed il non essersi dati carico, neppure ex post, di giustificare le esclusioni di coloro che rispetto ai nominati - presentassero profili più elevati, pare all'evidenza - sintomo di una precisa volontà di evitare la doverosa valutazione comparativa, che imponeva, una volta individuata l'esigenza dell'azienda, di raffrontarla con la caratteristica di tutti i candidati al fine di individuare - tra essi - non uno che apparisse idoneo, ma quello che risultava il più idoneo a dirigerla".
In queste motivazioni ci sono già le risposte ad alcuni interrogativi posti dai Consiglieri, si vede che quelli del TAR sono stati lunghi e prolissi ma preveggenti.
Riprendo la lettura della sentenza: "Il ricorrente conclude dunque per l'annullamento degli atti impugnati.
Si è costituita in giudizio la Regione Piemonte, resistendo al gravame. Con memoria del 21 aprile 1997 è stato rilevato che la questione della competenza della Giunta regionale è ormai coperta da giudicato, giacché la relativa censura era stata respinta dal Tribunale con la sentenza n.
430/95; quanto alla dedotta violazione dell'art. 2, comma 3, della legge regionale n. 39/95, se ne assume la inapplicabilità al procedimento di scelta dei direttori generali. Per il resto il ricorso sarebbe infondato in quanto erroneamente basato sull'assunto che la selezione di cui si discute sia una sorta di concorso richiedente una scelta comparativa tra i vari candidati.
Si è costituita in giudizio anche l'Università degli studi di Torino, a mezzo dell'Avvocatura distrettuale dello Stato, chiedendo il rigetto del ricorso.
Si sono costituiti in giudizio, poi, il dottor Gianluigi Boveri, il dottor Luciano Scarabosio, il dottor Carlo Quaglia, il dottor Giorgio Martiny, il dottor Giampaolo Costamagna, il dottor Emilio Zerella e l'ing.
Giovanni Zenga, controinteressati, opponendosi all'accoglimento del ricorso.
Con memoria del 4 novembre 1997 l'amministrazione regionale ha ulteriormente controdedotto alle argomentazioni attribuitele, assumendone l'infondatezza.
In ogni caso l'impugnativa sarebbe inammissibile, per essere stati contestualmente impugnati numerosi provvedimenti, del tutto autonomi e privi di qualsiasi connessione oggettiva, e comunque derivanti da distinti procedimenti e distinte istruttorie, sì da essere insussistenti i presupposti per l'impiego dello strumento del ricorso cumulativo."



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Devo dire che io conosco la seconda parte di questa storia infinita avendola vissuta in maniera diversa, ma non conosco, se non in maniera indiretta avendola comunque letta sui giornali, la prima parte.
E' una vicenda che probabilmente è stata valutata dal TAR non in maniera specifica sul provvedimento, ma ritengo che la valutazione sia stata una valutazione data su tutta la vicenda nel suo complesso. Purtroppo viviamo in un momento politico particolare, dove la politica ha perso il suo primato, e questo è uno dei più grossi problemi che stiamo vivendo oggi.
La separazione dei poteri, che aveva prima ricordato il Consigliere Ghiglia, è uno dei problemi indispensabili per la convivenza democratica.
Noi viviamo in un momento dove i poteri vivono una continua osmosi e non sono perfettamente definiti.
Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria. In questa storia molto complessa, una storia che va avanti da 4-5 anni, ci sono state delle azioni a cui hanno corrisposto delle azioni uguali o contrarie risultato: vanno a penalizzarsi i nostri cittadini piemontesi.
Ritengo che la Giunta, nel fatto specifico, abbia comunque svolto un'azione con scrupolo. Io ho seguito la vicenda in maniera esterna, ma comunque con contatti con le parti in causa, e mi pare che la Giunta abbia agito con scrupolo, con attenzione, con equilibrio e con la consulenza giusta di persone che chiaramente conoscevano la materia in tutte le sue parti e avevano comunque dato delle valutazioni sulle deliberazioni d'incarico abbastanza precise, anzi avevano valutato che le deliberazioni potessero essere poco attaccabili da parte di un ricorso. Ciò nonostante il risultato lo abbiamo visto tutti: la decisione è stata cassata.
Questo però deriva da un profondo ingabbiamento che regola tutta l'attività amministrativa, non solo regionale, ma anche provinciale e statale; l'ingabbiamento con queste regole comporta che più parti in causa devono esprimere dei pareri su dei provvedimenti che - ma questo è un parere personale - non dovrebbero avere altri pareri. L'indicazione dei Commissari dovrebbe essere un'indicazione fiduciaria da parte della Giunta.
Ritengo che il TAR non dovrebbe dare nessun parere su queste indicazioni fiduciarie; chiaramente, dicendo questo mi riferisco anche al passato quindi secondo me non avrebbe dovuto dare pareri ora così come non avrebbe dovuto darli nel passato. Questo fa parte delle regole del gioco, che sono scritte in una certa maniera; ciò lede comunque una gestione della Giunta che, in questi casi, dovrebbe essere estremamente discrezionale e fiduciaria.
Per quanto riguarda le azioni adottate dalla Giunta nei confronti del fatto concreto, diamo il nostro parere. Probabilmente oggi la Giunta non poteva far altro che ricorrere più in alto; ha comunque espresso una valutazione e una necessità di avere una continuità nella gestione delle Aziende sanitarie, continuità richiesta dai territori e dai cittadini, per poter continuare a svolgere l'azione che è stata intrapresa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Non entrerò nel merito della sentenza del TAR e svolgerò il mio intervento come un normale Consigliere regionale, che non fa neanche parte della Commissione sanità, ma che segue con l'interesse dovuto il problema della sanità in Piemonte.
Penso sia opportuno rilevare, nello scorcio del dibattito che si è svolto finora in questa assemblea, che gli interventi dei due Assessori competenti sono stati scarni e pochi gli interventi svolti dai Consiglieri della maggioranza.
Mi pare che però il problema che stiamo affrontando sia di grande importanza per la popolazione del Piemonte e di notevole rilievo politico.
Se il problema è questo, credo che bene abbia fatto la Consigliera Suino ad affrontarlo col pathos che ci ha messo nel suo intervento; mi pare che questo modo di affrontare la discussione sia di gran lunga più rispondente alla necessità e alla pregnanza, al valore di questo problema che non il sorriso sdrammatizzante che aveva il Consigliere Ghiglia quando ha svolto il suo intervento.
Le Aziende sanitarie locali e le Aziende ospedaliere del nostro Piemonte sono di nuovo decapitate: il settore è ancora una volta nel caos. Questo è un settore che io credo debba poter lavorare con serenità, con la maggiore serenità possibile, avendo a che fare con la sofferenza delle persone.
Invece, è un settore che da anni vive nell'incertezza; vive nell'incertezza per altre ragioni, ma anche per una vicenda che ha avuto origine da un esposto fatto nel passato Consiglio regionale dal Vicepresidente Majorino.
Forse non sarà signorile, ma mi pare opportuno, a questo punto richiamare, Vicepresidente, quell'adagio popolare che lei forse conosce che dice: "chi di spada ferisce, di spada perisce". E non vorrei, anzi, che la Giunta, questa maggioranza, fosse trascinata ulteriormente nella palude dell'immobilismo, dell'indeterminatezza proprio da un fatto, da un esposto da un'azione concreta evocata, promossa, sollecitata nella passata legislatura dal Vicepresidente dell'attuale maggioranza.
Questa situazione in cui, appena dopo essere uscita, si trova nuovamente la sanità piemontese ingenera incertezza sui Direttori sanitari che sono stati trasformati in amministratori straordinari proprio quando dovrebbero attuare la programmazione sanitaria in Piemonte, dipendente da un Piano regionale che, ancorché fermo, è stato approvato da questo Consiglio; dovrebbero realizzare nelle Aziende sanitarie locali i Piani definiti e particolari delle varie zone per dare un migliore assetto organizzativo e rispondere meglio alle esigenze della sanità in Piemonte.
Vorrei concludere il mio intervento rivolgendo al Presidente di questa Giunta una richiesta.
Presidente, le chiedo questo: dateci o datemi (non voglio coinvolgere altri in questa richiesta) la possibilità di lavorare dall'opposizione in un contesto di ragionevole capacità di governo della vostra maggioranza.
Soltanto questo le chiedo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo anch'io dopo l'intervento del collega Angeli e di molti Consiglieri regionali, perché ci sembra che non soltanto in questa convergenza di tipo giuridico-politico, ma su tutta questa materia sia indispensabile cercare di fare il punto della situazione, ognuno per la propria parte, e assumersi le proprie responsabilità.
Il collega Angeli ha parlato di tormentone: questo è indubbio. Mi permetterei di aggiungere che se in questa materia, così importante ed essenziale, di competenza primaria delle Regioni - peraltro materia che interessa tutti i cittadini piemontesi, riguardando la problematica della salute - ci sono state difficoltà (indubbie) sin dall'inizio di questa vicenda (pensiamo anche alla prima fase, che ha riguardato la competenza della cosiddetta Giunta Brizio), tuttavia le difficoltà sono continuate e peggiorate pesantemente, non soltanto dal punto di vista giuridico, ma anche dal punto di vista politico.
E oggi noi, purtroppo - dico purtroppo, anche se non vorrei usare quest'espressione - siamo costretti a dire che oggi la sanità è nel caos! Questo per ragioni oggettive e perché sono passati, dall'insediamento della nuova Giunta, circa due anni e mezzo, nei quali non è mai stata data alcuna certezza. Anzi, vi è stato, rispetto alla materia, un avvilupparsi ulteriore delle evidenti responsabilità di carattere politico. E se tali responsabilità erano evidenti anche prima della sentenza, nel momento in cui arriva la stessa, esse sono ancora più chiare.
In sostanza, il primo annullamento avvenne per iniziativa di un Consigliere dell'allora opposizione, che presentò ricorso; oggi verifichiamo che l'annullamento delle ultime nomine avviene sostanzialmente, con lo stesso tipo di motivazione: carenza di motivazione.
Il gioco ci sta tutto; la sentenza del TAR che abbiamo ricevuto stamattina, ma che comunque è, nelle sue varie parti, sufficientemente chiara, dichiara: "Non può infatti ritenersi sufficiente il riferimento alle valutazioni compiute per il candidato prescelto, perché ciò ne attesta l'idoneità all'incarico conferito, ma non consente di comprendere come e perché lo si sia preferito agli altri candidati selezionati".
Non possiamo non fare un minimo excursus. Nella Pubblica amministrazione vige il principio secondo il quale, assunta una determinata scelta, l'amministrazione la dovrebbe difendere. Abbiamo invece assistito al fatto che a fronte della prima sentenza del TAR la Regione ha compiuto la vera scelta politica che oggi ci mette nel caos, ovvero il dire: "Va benissimo quest'annullamento; non ci difendiamo, non ci opponiamo.
'Facciamo noi' dal punto di vista politico".
Siamo stati noi, collega Ghiglia, a dire che il TAR aveva fatto bene ad intervenire, poiché l'attivazione aveva avuto, originariamente, matrice politica.
Mi farò dare dai nostri gentilissimi resocontisti l'intervento del collega Ghiglia e lo regalerò per Natale all'avvocato Majorino: l'intervento del collega Ghiglia è esattamente la condanna più forte dell'atteggiamento assunto a suo tempo. Non c'è dubbio; lei, collega Assessore, non ha seguito quell'intervento. Io la guardavo: mentre il Consigliere Ghiglia parlava, lei seguiva anche altre cose; altrimenti, un moto naturale di disappunto avrebbe dovuto averlo. Sostanzialmente, si trattata della condanna vera del suo comportamento politico, pure in allora.



GHIGLIA Agostino

Fantasia!



SPAGNUOLO Carla

Adesso è la fantasia, prima era la noia: siamo a categorie sempre astratte, ma i fatti sono quelli che sono. Collega Ghiglia, i fatti stanno tutti nel suo intervento.



(Commenti del Consigliere Ghiglia fuori microfono)



SPAGNUOLO Carla

Ma, vede, lei è passato dalla noia alla fantasia...; collega, io l'ho ascoltata, mi consenta di andare avanti. Tra noia e fantasia o fastidio come in questo caso - bisogna saper ascoltare tutti gli avversari, sia che si sia in maggioranza sia che si sia all'opposizione - può darsi che, prima o poi, questa Giunta si renda conto che sta governando perché ha dei numeri, ma senza alcun collante politico.
La prima parte di seduta è stata molto interessante; seduta nella quale il Presidente della Giunta, volutamente, era assente. Erano presenti in aula gli Assessori di Alleanza Nazionale, come se questa cosa dovesse passare come uno dei tanti piccoli o grandi incidenti, di cui il Presidente della Giunta e la restante parte dell'esecutivo poco si occupava.
No! Questo è un grande incidente, perché nasce di nuovo da una scelta politica della Giunta, assunta inizialmente: "Il TAR, tutto sommato, ci ha reso un servizio; ricominciamo noi, daccapo".
Quel tipo di atteggiamento, oggi, vi piove addosso, ma purtroppo piove addosso al Piemonte e sta facendo precipitare la sanità piemontese nella più grande delle incertezze. Personalmente, comprendo benissimo gli operatori del settore, che non sanno più come muoversi, che non nutrono più alcuna certezza. I vertici della sanità si trovano nella condizione di aver avuto due annullamenti al TAR; ancora non si sa se la Giunta ricorrerà al Consiglio di Stato o meno: è chiaro che tutto questo si ribalta in un campo e in un settore delicatissimo, che necessita di certezze.
Non che avvisaglie non ce ne siano state; qualche collega, intervenendo in precedenza, lo ha già detto, ma al di là delle osservazioni che ci siamo permessi di fare, voglio ricordare che quando andammo in Commissione Nomine, sulla parte relativa ai criteri di nomina dei 27 Direttori generali delle aziende UU.SS.LL. e ospedaliere della Regione Piemonte - mi sono riletta i verbali e faccio riferimento in maniera esplicita a quello d'inizio anno, precisamente del 13 febbraio 1997 - noi non partecipammo al voto, abbandonammo la seduta insieme agli altri Gruppi di opposizione. Ma non solo, argomentammo! Il verbale non lo riporta, e dice semplicemente che abbiamo abbandonato la seduta, ma noi argomentammo, in particolare con il collega Majorino, relativamente al fatto che i criteri e la procedura con la quale si era addivenuti alla formulazione dei criteri presentava gravi lacune.
La responsabilità politica di questa Giunta è reiterata; c'è nel momento in cui non ci si appella alla sentenza del TAR, ma c'è successivamente, quando nella Commissione Nomine, il 13 febbraio, vi abbiamo detto che quel percorso non era sufficientemente motivato dal punto di vista giuridico. Addirittura, eccepimmo che un parere sembrava essere arrivato a copertura di una decisione politica già assunta. L'abbiamo detto in quella sede, lo diciamo oggi in quest'aula: ci sembra che si proceda pezzo dopo pezzo, a commettere errori su errori.
Con tutta la simpatia personale che possiamo anche avere, dobbiamo dire che questa Giunta di centro-destra è partita dall'assunto politico che faceva capo alla posizione dell'allora Consigliere Majorino, oggi Vicepresidente della Giunta regionale.
Si tratta di vizio di origine, calato sulla Giunta di centro-destra, che continua a commettere errori di natura politica; e il Presidente della Giunta regionale non può far finta che non esistano o che non ci siano perché questa è la più grande questione che riguarda la Regione Piemonte.
Questa è una scelta sulla quale l'opposizione ha vigilato, che l'opposizione ha detto, in più circostanze, essere una scelta di natura politica con molti errori, e quindi è una decisione ed un errore politico annunciato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Anch'io mi associo allo stupore nell'aver visto nella prima fase del dibattito, fino a quando non è stato richiamato ufficialmente dalla Presidenza del Consiglio, che il Presidente della Giunta non era presente in aula, perché questa è una cosa grave, molto grave, che riguarda l'intero Piemonte e gran parte di quello che è il nostro bilancio.
Io mi rivolgo all'Assessore D'Ambrosio: adesso, se tutto va bene, andremo ad approvare il Piano sanitario.
Nel Piano sanitario è previsto che, entro i tre mesi dall'approvazione del Piano, debbano essere fatte le intese di programma dal Direttore generale.
Assessore, chi farà queste intese di programma? Le faranno dei Commissari che nulla rappresentano e che non sanno se resteranno in carica oppure no? Oppure si sospenderanno le intese di programma? Ma che cosa significa sospendere le intese di programma? Sospendere le intese di programma significa che il Piano resta lettera morta, perché il Piano si sostanzia nell'attività delle Aziende.
Qualche volta lei è stato accusato da una componente della minoranza con cui non sono d'accordo, di spingere troppo l'acceleratore sulla questione delle Aziende.
Io sono invece convinto che, dal punto di vista dell'aziendalizzazione in Piemonte si sia fatto troppo poco. Troppo poco, perché si è data veramente troppo poca dignità a queste Aziende, proprio a partire dal fatto di dare dignità ai Direttori di queste Aziende, i quali non debbono essere valutati per il risultato economico, ma debbono diventare veramente dei protagonisti della pianificazione.
Sono quelli che trasformano le cose che sono state dette nel Piano sanitario in carne e sangue, in operatività quotidiana. Questo però non possono farlo dei Direttori che sono tenuti letteralmente in ostaggio dalla loro instabilità.
Assessore, abbiamo partecipato insieme a moltissime Conferenze di servizio. E' veramente incredibile come si possano ridurre delle persone anche qualificate.
Ci sono dei Direttori generali che sono veramente delle persone proprio tristi, di basso profilo - è stato lei a dirmelo, non sono stato io - ma ci sono anche persone qualificate, costrette dalla loro instabilità ad avere questo atteggiamento terribile, servile, preoccupate più dell'immagine che di progetti di lungo periodo.
Come si fa ad avere un'ampia progettualità, se non si è sicuri di restare all'indomani? Adesso andiamo a commissariare, e si trasformano i Direttori generali in nome della stabilità, in commissari: trasformiamo in commissari anche persone come Agostinucci, che è stato...?



(Richiamo del Presidente)



RIGGIO Angelino

Chiedo scusa. Trasformiamo in commissari anche dei Direttori generali che sono sotto inchiesta per molestie sessuali? Trasformiamo in commissari anche dei Direttori generali che hanno detto che gli ammalati psichiatrici non sono più cosa che li riguarda? Io credo sul serio, Assessore, che lei sia preoccupato come noi e che abbia perfettamente capito lo spirito con cui è intervenuta la collega Suino, che è veramente preoccupata.
Al di là degli show del Consigliere Ghiglia in Consiglio, sul fatto di dire che tutto va bene...
Non è vero: questo è un momento drammatico! Si parla di 7 mila miliardi, di oltre metà del nostro bilancio, che saranno spesi comunque.
Presidente, parliamoci chiaro: con questo, non si ferma la spesa sanitaria! Ma non si può qualificare! Non si può qualificare, perché manca completamente quell'elemento di aziendalizzazione forte che si può avere soltanto con la dignità dei nostri Direttori generali.
Non si può qualificare, perché non si può andare ad individuare dove c'è un eccesso di ospedalizzazione, dove c'è un eccesso di ricorso a cure improprie, ad attività improprie.
Non si può fare una selezione della spesa, perché questo richiede un'ampia progettualità, che non avremo.
Siamo dunque in un momento di emergenza, ed è stupefacente che metà del dibattito si sia svolto con i banchi della Giunta occupati soltanto da due o tre Assessori e con la maggioranza che stava come assistendo ad un fatto qualunque.
Qui siamo in presenza di un fatto che, al di là delle responsabilità...
E le responsabilità - è stato detto - sono molto chiare, perché in questo momento il Vicepresidente Majorino non può tirarsi fuori! Il Vicepresidente Majorino è stato responsabile di un ricorso al TAR.
Il ricorso alla Magistratura da parte del Consigliere Cavaliere è stato tanto stigmatizzato - ed io sono in parte d'accordo con alcune annotazioni fatte talvolta dal Consigliere Angeleri - ma, Consigliere Majorino, ed ora Assessore Vicepresidente della Giunta...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Io, in allora, non feci alcun ricorso al TAR: poi spiegherò meglio cosa ho fatto.



RIGGIO Angelino

Questo rivolgersi alla Magistratura ha imballato, in un modo incredibile, la sanità piemontese.
Più che come Consigliere, come operatore della sanità, come rappresentante anche dei miei assistiti, le dico che io non ho fiducia, non tanto nell'Assessore D'Ambrosio, ma in questa Giunta. Non ho fiducia nel come spenderà questi 7 mila miliardi a disposizione, perché sa che cosa manca, Vicepresidente Majorino? Manca la certezza, che dovrebbe avere ogni cittadino, che lei operi nell'interesse prima di tutto della collettività e non della sua parte politica.
Vi faceva molto comodo tenere in scacco una certa parte del Consiglio alcuni Consiglieri con un'inchiesta di carattere giudiziario! Vi faceva molto comodo, e si è scelta una strada. Questa strada, oggi, ci porta questo tipo di instabilità.
Assessore D'ambrosio, le chiedo veramente di associarsi alla mia sfiducia e alla sfiducia che esprimo come operatore oltre che come Consigliere nei confronti dei suoi colleghi di Giunta e nei confronti di un Presidente di Giunta che non ha capito, in allora, quando c'è stata la prima sentenza del TAR, e continua a non capire, la gravità di questo fatto. Siamo in presenza di qualcosa di estremamente grave.
Assessore, come ricorderà, all'inizio di questa nostra attività di Consiglio spesso le rimproveravo quell'eccesso di interventismo che nella sanità è estremamente dannoso; la richiamavo a fare quello che tocca a noi come Regione: il Piano sanitario, la stabilità dei Direttori generali.
Queste erano le cose di cui avevamo bisogno, al di là di alcune intuizioni anche felici che può avere avuto lei o che sono emerse in questo Consiglio.
La questione delle protesi dentarie, la questione dello screening mammario o alcune cose che personalmente ho sollevato, come il day-service l'assistenza domiciliare ai malati di tumore in fase terminale: sono tutti progetti interessanti, ma che sono avviati e sono finiti in vicoli ciechi perché non c'è stata una grande progettualità da parte delle aziende nel saperle portare avanti perché mancava questo elemento fondamentale, questo elemento forte che poteva essere dato dalla stabilità.
Noi abbiamo bisogno di recuperare quest'ampia progettualità e lei deve dare atto, Assessore, che l'opposizione, e in particolare il partito che io rappresento, ha sempre lavorato indipendentemente dalla sua collocazione in maggioranza o in minoranza perché la sanità piemontese potesse procedere su questa strada.
Noi ci siamo assunti, con un atto di responsabilità molto forte, di poter portare qui il piano sanitario nei tempi più brevi e se si è rimandato non è certo per colpa dell'opposizione né del nostro partito malgrado ci fosse stato un impegno solenne assunto da lei in Consiglio che questo doveva essere portato insieme al piano socio-assistenziale che è perso nelle nebbie! Ci siamo assunti la responsabilità di votare in tempi rapidi il finanziamento ex art. 20; abbiamo fatto delle Commissioni straordinarie, ci siamo assunti la responsabilità di elaborare insieme e di lavorare nel modo più costruttivo per costituire l'Agenzia regionale per i servizi sanitari.
Non siamo noi che imballiamo la sanità, sono i suoi colleghi di Giunta Assessore, ci rifletta!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi pare che siamo dentro un interrogativo che è tutto politico e che è il seguente: se i direttori generali non sono stati nominati secondo procedure di trasparenza e legittimità, come dimostra la sentenza del TAR, secondo quali criteri sono stati nominati? Ripeto: se non sono stati nominati secondo criteri di trasparenza e legittimità, lo dice la sentenza del TAR, secondo quali criteri li avete nominati? Il punto politico, Presidente Ghigo, è proprio questo, perché la sentenza del TAR (ne cito solo due righe) dice che i criteri trasparenti quelli che avete prodotto sia alla Commissione Nomine sia in giudizio, non consentono di comprendere come e perché un candidato sia stato preferito agli altri. Dice poco? Per lei, dalla sua alta statura di governo, questa è una cosetta da niente? No! E non è una cosetta tecnica, Presidente Ghigo da scaricare agli Assessori Majorino e D'Ambrosio perché il TAR, cari colleghi, non ha fatto politica, il TAR ha semplicemente tutelato dei diritti violati di cittadini italiani. Questo è quello che ha fatto il TAR nient'altro! Ha esaminato la documentazione secondo la quale voi avete scelto e in sostanza ha detto: "Abbiate pazienza, cara Giunta regionale e Presidente del Consiglio - cara Commissione Nomine (penso dica anche questo, per cui il corollario della Commissione Nomine non so se non debba anch'esso essere verificato), avete agito in modo tale che alcuni cittadini non sono in grado di conoscere i motivi della loro esclusione". Questo è un fatto di importanza capitale per una Pubblica Amministrazione, per un governo pubblico e non per l'allenatore della Juventus! E' fatto capitale perché sono il rispetto dei diritti e doveri dei cittadini; sono imparzialità della Pubblica Amministrazione; congruità dei propri provvedimenti; motivazione di provvedimenti tra i più delicati quelli della scelta di una persona alla quale affidare un importante incarico pubblico. Poi su questo avete fallito, ma per motivi politici!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Bisogna rivolgersi alle sedi opportune, se c'è questo sospetto.



CHIEZZI Giuseppe

La sede opportuna è il TAR! La sede opportuna a oggi è il TAR che ha detto: "viste le vostre motivazioni, manca quella sostanziale, perché avete escluso una persona a favore di un'altra?"



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Le rispondo dopo, Chiezzi, ma questo non è esatto perché le motivazioni ci sono.



CHIEZZI Giuseppe

No! Le motivazioni, Assessore, non ci sono! Vada a pagina 14 della sentenza: "(la procedura) non consente di comprendere come e perché lo si sia preferito agli altri candidati selezionati". "(l'amministrazione) non ha chiarito come ha utilizzato le risultanze dell'istruttoria effettuata dalle società di consulenza". "Non si sono esplicitate le modalità impiegate per estrarre, tra i tanti, il candidato più idoneo all'esercizio di quelle funzioni". Ne consegue l'illegittimità!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Io ho l'impressione che molti di voi non abbiano letto le motivazioni.



PRESIDENTE

Assessore, prenda nota di quanto dice il Consigliere Chiezzi e poi gli darà la risposta in sede di replica.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, noi abbiamo letto tutta la sentenza, abbiamo stralciato queste dichiarazioni che sono non ambigue, non equivoche, nette! Dagli atti che voi avete prodotto, analizzata la caratteristica dell'azienda e analizzata la caratteristica del vincitore, non si capisce perché non abbia vinto un altro. E' quello il problema! Un altro che sulla base della selezione fatta dalla società di consulenza appariva anche "migliore" di quello che voi avete scelto. Questo manca! E dite poco? Per un escluso da un incarico di questo genere? Non è poco sul piano del diritto.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Perché il TAR fa riferimento ancora al punteggio ed è questo l'errore grosso.



CHIEZZI Giuseppe

Ma il punteggio voi non l'avete rifiutato, Assessore!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'abbiamo rifiutato, eccome!



CHIEZZI Giuseppe

No. Voi, dopo tutto quello che ha fatto l'Assessore Majorino (denunce alla Magistratura e via dicendo) alla fine, alla prova dei fatti, il lavoro svolto dalla società di consulenza lo avete tenuto lì! Nulla avete detto! Anche in Commissione vi avevo sollecitato a dire qualcosa sul merito; voi l'avete ritenuto valido (non so se l'abbiate pagato voi questo lavoro o se l'abbia pagato la passata Amministrazione) e quindi l'avete acquisito. Nel momento in cui voi acquisite un lavoro che prevede delle valutazioni anche soggette a valutazione numerica, come tutti sappiamo, seppur non comprata e venduta in forma di graduatoria, voi avete dei giudizi pesati da società di consulenza e voi con quei giudizi dovete fare i conti! Invece non avete fatto i conti con quei giudizi perché non spiegate come mai in una certa ASL non c'è più Tizio, ma c'è Caio, che magari aveva meno punteggio di Tizio. Voi questo dovete spiegarlo, se volete rispettare i diritti dei cittadini! E il TAR, per come la vedo io, ha proprio solo cercato di tutelare il diritto di un cittadino di capire come mai è stato escluso da una nomina a direttore generale. Oggi questo cittadino non lo capisce perché voi non l'avete spiegato.
Come mai non avete spiegato tutto ciò? Perché eravate distratti. Male andatevene! Non è così.
Allora perché non potevate spiegarlo con argomenti rispettosi dei diritti di quel cittadino? Voi non potevate spiegare come mai (prendo una USL a caso, quella di Asti) un direttore generale che aveva ben operato dall'inizio è stato sostituito con un altro direttore generale. Provate a spiegare questo fatto! Evidentemente non riuscite a spiegarlo! Torno all'interrogativo centrale: se non sono stati nominati con questi criteri, con quali altri criteri li avete nominati? Amicizie? Clientele? Lottizzazioni? Simpatie? Appartenenze? Convenienze? Sussurri? Sulla base di quali altri criteri, se non questi? E' per questo motivo che già nel marzo di quest'anno il mio Gruppo aveva detto di non riconoscere con sicurezza, nella prassi di scelta effettuata dalla Giunta regionale, l'inesistenza di una logica di lottizzazione. Cosa che riconfermiamo pari pari: non riconosciamo l'inesistenza di una logica di lottizzazione. Guardando questi percorsi ci si chiede (ho citato quello di Asti, ma ci sono altri percorsi, tutti politici): come mai ad Asti è finito Tizio invece di Caio? Percorso politico, forse inesprimibile, nel rispetto di diritti degli altri concorrenti che non sono stati nominati.
Oggi, Presidente Ghigo, la sanità è senza guida e anche senza un Piano ove l'avesse, non sarebbe un Piano operativo, perché non c'è chi potrebbe gestirlo in termini di amministrazione. E adesso cosa fate? Questo è il secondo interessante capitolo.
A fronte di tutto questo e di una sentenza del TAR, voi la gettate in politica; lo fate voi, per creare uno scudo alla vostra violazione di diritti, dicendo: "Ma questa è politica, non è amministrazione".
Quella è solo amministrazione. Il TAR ha verificato la violazione di diritti soggettivi di cittadini; voi dite: "Ma questa è politica". Bene andate avanti su quella strada e cosa fate, con un atto gravissimo? Voi sulle nomine che il TAR ha detto violano i diritti dei cittadini effettuate delle scelte, Presidente Ghigo, politiche; una l'avete effettuata: chiedete la sospensiva (scelta politica, Vicepresidente Majorino, scelta politica pura).
Potete non chiedere la sospensiva; invece scegliete quella strada perché? Perché la buttate voi in politica, immiserendo un ruolo dello Stato di diritto, quello della giustizia amministrativa, e calpestando l'autonomia di quello stesso ruolo. La gettate in politica e dite: "Sospensiva". Da un lato; poi, a riprova della volontà di negare quanto una sentenza ha determinato, voi proponete, per gli stessi Direttori generali nominati in violazione dei diritti soggettivi, una riconferma - così avete detto - nominandoli Commissari.
Ma questo è un bell'atto di prepotenza! Voi insistete nel dire che, pur mancando le motivazioni - e agli atti non ci sono - quegli ex Direttori generali li riconfermate come Commissari.
State attenti a fare questo; state attenti perché il Commissario voi lo scegliete per il semplice fatto che non deve essere motivato. Questo è il trucco: dato che il Commissario, per carità, è solo un Commissario e non devo motivarlo, posso farlo senza motivazione. Ma, calma, questo è un travisamento, perché se voi nominate come Commissari dei Direttori generali su cui avevate malamente motivato, questa è anche la riconferma di quella motivazione. Questo, se voi lo perseguite, è un fatto sul quale il mio Gruppo chiederà delle verifiche, perché non è possibile prendere in giro i soggetti che sono stati esclusi e le sentenze del TAR; anche perché il Commissario non è un Direttore generale: il Commissario è ordinaria amministrazione, altrimenti dovreste motivare.
Perché non dovete motivare sul Commissario? Perché il Commissario fa nulla, fa girare la macchina così com'è, per questo non dovete motivare. E allora, se non motivate e scegliete il Commissario...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Aspetta due o tre ore e vedrai che saranno motivati!



CHIEZZI Giuseppe

Ma il Commissario non deve essere motivato per la proprietà del ruolo del Commissario. Il Commissario non si motiva: me l'avete ripetuto qualche mese fa, quando avevate nominato i Commissari.
Il Commissario non deve essere motivato.
Bene, non deve essere motivato perché serve a poco o a nulla ai fini dello sviluppo di un progetto; serve a gestire l'ordinaria amministrazione.
Quindi voi non li motivate, ma li riconfermate: è una strada pericolosissima, questa. Non si azzardino quei Commissari a uscire dalle strette competenze dei Commissari, non si azzardino a farlo, perché se sono Commissari faranno i Commissari.
E l'Assessore D'Ambrosio non può venirci a dire in Commissione che è uguale, che siccome sono le stesse persone, un Commissario è uguale a un Direttore generale.
Lei l'ha detto in Commissione, vorrei che lo ripetesse qui.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Me l'ha detto un funzionario.



CHIEZZI Giuseppe

Non sono uguali. Non sono uguali perché hanno un compito diverso. E questa dei Commissari è una scelta; una scelta non obbligata. Potevate scegliere l'altra strada; la strada che il nostro Gruppo ritiene (già da allora) preferibile, quella di azzerare tutto e di avviare una regolare nomina con criteri trasparenti di correttezza dei Direttori generali, al di fuori di ogni diatriba legata a vicende che ci hanno condotto fino a oggi.



PRESIDENTE

I lavori riprenderanno in sessione pomeridiana alle ore 14,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,37)



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