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Dettaglio seduta n.191 del 28/11/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Bellion, Ferrero Mancuso, Marengo, Masaracchio, Peano, Racchelli, Toselli.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(La Consigliera Segretaria Minervini effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale.



CHIEZZI Giuseppe

Chiederei cortesemente la verifica dei Consiglieri in congedo.



PRESIDENTE

Pregherei la Consigliera Minervini di provvedere al conteggio dei Consiglieri presenti.
Comunico che i Consiglieri presenti sono 26; nel frattempo, abbiamo ricevuto i congedi dei Consiglieri Farassino e Bellingeri: il numero legale è quindi garantito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Si possono vedere i congedi? Vorrei vedere la lettera. Grazie.



PRESIDENTE

Collega, i congedi vengono comunicati dagli Uffici: non c'è alcuna autenticità. O lei sta obiettando che io sto dicendo il falso... Il Gruppo lo ha comunicato ufficialmente; la lettera sta pervenendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Allora, se la lettera sta pervenendo... aspettiamo.



PRESIDENTE

Gli uffici mi comunicano che è norma e prassi di questo Consiglio regionale che gli Uffici dei Gruppi segnalino i congedi e che successivamente, nell'arco della giornata... E' per questo motivo che il numero legale è passato da 27 a 26... Da oggi possiamo anche cambiare la prassi: o arrivano le lettere timbrate... Non vorrei che sembrasse che il Presidente cambi le norme a proprio piacimento; si trattava soltanto di quanto avveniva finora.
Non ci sono problemi, Consigliere: da oggi stabiliamo che abbiamo bisogno delle lettere firmate e sottoscritte! Il Consiglio regionale è sovrano: il Presidente si adegua immediatamente; io parlo secondo quanto mi viene comunicato dagli Uffici.
La seduta è sospesa 15 minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 10,25 riprende alle ore 10,35)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 364: "Sottoscrizione del primo aumento di capitale della CONSEPI S.P.A e ordine del giorno n. 655 collegato" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Chiedo di capire quale legge stiamo discutendo. Abbiamo a nostre mani un testo approvato dalla I Commissione permanente, a maggioranza dei Consiglieri presenti, all'unanimità dei votanti, nella seduta del 27/11/1997. E' dunque un testo da discutere, in quanto modificato in Commissione; credo sia opportuno ripetere sia la relazione sia il dibattito generale. Nei fatti si tratta di una legge nuova; chiedo al relatore Consigliere Ghiglia, in cosa è stata modificata la relazione conseguentemente alla variazione di due articoli, se vengono sottolineate le differenze di testo.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, il Consigliere Papandrea domanda a lei, quale relatore, se esistono differenze tali, nel nuovo testo, da dover essere sottolineate per contezza di tutti i Consiglieri.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Non esistono, nel nuovo testo, differenze di tale rilevanza da dover rifare la relazione, tranne eventuali differenze, che non esistono, ma che non si vogliono capire.
Ieri, in sede di I Commissione, sono stati approvati i due emendamenti della Giunta, il principale dei quali - quello all'art. 1 - relativo al cambiamento della denominazione della società.
Non ci sono quindi novità rilevanti, da questo punto di vista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Personalmente, rilevo che le differenze sono più significative, cito ad esempio l'art. 3, di nuova introduzione, sul quale torneremo, credo, in fase di discussione. Articolo che inserisce in legge la possibilità, se non l'invito, all'alienazione dei titoli.
Credo valga la pena aggiungere argomenti alla discussione svolta; a mio avviso, infatti, nella fase successiva, sono state dette cose imprecise.
Ci è stato detto che siamo di fronte ad una situazione di emergenza e che i tempi sono stretti. Cosa reale, ma per il Consiglio; infatti, la Giunta ed alcuni Assessorati, per esempio l'Assessore Vaglio, erano informati della situazione da molto tempo.
Abbiamo ricevuto documenti del gennaio 1997, che testimoniano come la Regione Piemonte, insieme alla società, abbia presentato progetti di finanziamento INTERREG - progetti da attuare assolutamente, in fretta essendo quelli che giustificano l'elemento di emergenza.
In assenza dell'approvazione della legge si perderebbero i finanziamenti. Non comprendiamo però il motivo per cui un anno fa, al momento della presentazione dei progetti, pur essendo evidente che la società non era in grado di finanziarli e quindi necessitava di una capitalizzazione, non è stato affrontato il problema; lo si è semplicemente rinviato a novembre, in modo tale da obbligare questo Consiglio ad una situazione del tipo "prendere o lasciare", a non intervenire nel merito del "problema CONSUSA" (ora CONSEPI), nonché dei progetti INTERREG. Questi ultimi, nei fatti, definivano già il mutamento di situazione e di vocazione della società, il futuro della società stessa.
Sarebbe stato corretto, da parte di chi in quel momento presentava tali proposte, venirne a discutere in Consiglio in tempo: discutere delle modifiche che, tra l'altro, hanno portato alla necessità della società di modificare lo Statuto. La Regione Piemonte, maggiore azionista, ha votato a favore della modifica di Statuto: correttezza avrebbe voluto, per un Ente strumentale varato con legge del Consiglio regionale, che la modifica dello Statuto venisse discussa in aula, soprattutto nella parte relativa alle finalità della società.
Diversamente si è tenuto il tutto all'oscuro del Consiglio; a mio avviso abbastanza deliberatamente si è instaurata la prassi di arrivare all'ultimo momento: modo migliore per non permettere alcuna discussione. Ci siamo quindi trovati alla necessità di una seduta di Consiglio stamattina.
E' bene che queste cose si sappiano; l'opposizione agisce in situazioni di questo genere, perché obbligata da un atteggiamento di non trasparenza che non permette l'azione di controllo, nonché di indirizzo, che spetta al Consiglio. Ritengo sia stato un errore varare progetti, in sostanza la truck station, legati ad un'iniziativa praticamente di promozione turistica: sarebbe stato più utile inserirlo all'interno di una discussione sul turismo.
D'altro canto, noi stessi avevamo ipotizzato strade diverse dall'aumento di capitale proposto; si potevano anche utilizzare delle "controllate" della Regione per permettere il finanziamento ed andare avanti.
Ci siamo invece trovati di fronte a scelte che, al momento, appaiono obbligate. Tuttavia, se accettiamo queste modifiche, occorre fare una riflessione seria; tra l'altro, votando la legge, accettiamo anche le modifiche dello Statuto - rispetto alle quali esprimiamo un giudizio positivo - e i progetti di questa società.
I progetti da noi elencati sono inseriti nelle relazioni; cioè, tutti i progetti e le operazioni di cui parlavamo (pista, ecc.) sono nelle relazioni del Presidente della società e, in qualche modo, erano anche appoggiate dalla Giunta.
La Giunta, come azionista di maggioranza, ha votato le relazioni in cui sono contenute tutte queste opzioni, che fanno sì che ci troviamo ad acquistare un'area in cui si svolgeranno delle attività turistico commerciali, delle attività quali una pompa di benzina (perché nella relazione c'è scritto che si vuole acquisire anche tale possibilità), cioè qualcosa di molto simile ad un grosso autogrill.
Tra l'altro nell'ipotesi che questo progetto vada avanti, bisognerebbe vedere cosa ne pensano i commercianti della zona, se sono contenti di trovarsi una tale concorrenza. A tale proposito ricordo che qui, ogni tanto, sentiamo dire che si vogliono difendere i piccoli commercianti, poi però non si analizzano certi progetti in cui addirittura siamo coinvolti in prima persona. Ma riprenderemo questi argomenti successivamente.
Voglio ricordare che questa società ha perso finora quasi un miliardo e mezzo; nel 1996, ha perso 430 milioni ed è possibile che si continui così solo per mantenere in piedi questa struttura molto leggera (il Consiglio d'Amministrazione e un dipendente).
Inoltre, leggendo la relazione - e quando potremo farlo, interverremo più nel merito - si rileva tutta una serie di cause, di cui non si conosce il costo, e cose di questo genere.
La prospettiva, dunque, è quella di mantenere in piedi il finanziamento ad una società che, attualmente, perde oltre 400 milioni l'anno, e rispetto alla quale il Presidente non ci ha saputo assicurare che non sarà così nel futuro.
Il rischio è che questo tipo di perdita si proietti, purtroppo, nei prossimi anni.
Quindi riteniamo che, se fosse ancora possibile individuare una soluzione diversa, di semplificazione della struttura e di unificazione con altre consociate della Regione, forse avremmo anche questo elemento di risparmio, che non sarebbe da buttar via.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, la proposta di aumento di capitale potrebbe essere un'occasione per far emergere la capacità della Giunta regionale di introdurre nel nostro modo di amministrare qualche novità.
Devo invece confessare che questa proposta di aumento di capitale si pone nella vecchia e ormai consolidata abitudine di non porsi mai il problema di come funzionano le nostre partecipate e di che tipo di apporto possono dare allo sviluppo del Piemonte, che è l'obiettivo di carattere generale. Era già successo con BIC, in occasione dell'aumento di capitale adesso si ripete con CONSEPI.
La Giunta regionale propone un aumento di capitale senza far riferimento ad un obiettivo di carattere generale. Sarebbe molto più logico che queste scelte venissero fatte in funzione del Piano regionale di sviluppo, che manca: soltanto in questa funzione e in quest'ottica si pu valutare l'utilità di alcune partecipate.
Non essendoci il Piano di sviluppo, le scelte sono invece molto legate a vicende un po' personali, a spinte, a disegni magari preparati prima delle scelte che oggi dobbiamo compiere - ripeto - come è successo per BIC e come succede oggi per CONSEPI.
Che cosa capita, dal mio punto di vista, per CONSEPI (che io chiamo CONSUSA, per intenderci)? L'autoporto - lo sappiamo - non ha più senso; nel frattempo si è fatto un autogrill (lo diceva il collega che mi ha preceduto), ma la realtà qual è? E' che CONSEPI costa circa mezzo miliardo all'anno soltanto per vivere: 250 milioni di oneri per il Consiglio d'amministrazione, 250 milioni per il personale ed altre spese. Quindi questa società, che non ha altre entrate tranne qualche interesse attivo, per vivere ha bisogno di un finanziamento annuo di 500 milioni.
Questa è stata la regola di questi anni, questa sarà sicuramente la situazione che si ripeterà nel 1997, nel 1998, nel 2000, cioè fino a quando gli investimenti che dovrà realizzare CONSEPI sulla base dell'aumento di capitale potranno produrre qualche reddito.
La Giunta, quindi, che cosa ha pensato? Abbiamo una società che perde 500 milioni l'anno: la manteniamo in piedi. Questa è la grande scelta strategica di carattere economico! Perde 500 milioni all'anno, la manteniamo in piedi.
E' una scelta imprenditoriale - lo domando soprattutto a chi ha voluto introdurre in questa maggioranza elementi di gestione imprenditoriale quella di mantenere ancora in piedi una società che produce mezzo miliardo all'anno di passivo? Che non produce reddito? Ha senso aumentare il capitale di 1.800.000.000, per poi ripresentarsi tra qualche anno per un altro aumento di capitale (perché questo aumento di capitale sarà eroso dalle passività di CONSEPI)? Ha senso immaginare un aumento di capitale sulla base di progetti magari finanziati dalla Comunità Europea, che produrranno effetti soltanto di qualche anno? Ha senso immaginare di aumentare il capitale sociale di 1.800.000.000 senza un Piano economico che dimostri che CONSEPI può avere delle entrate (perché questa dimostrazione non c'è stata)? Mi pare, in sostanza, che ci sia una grandissima leggerezza.
Noto un grande attivismo da parte del Presidente Bonansea a trovare delle modalità per dare delle funzioni nuove a CONSEPI, ma rilevo un'incapacità, un'insufficienza della Giunta ad esaminare bene la situazione di CONSEPI.
Quindi, sostanzialmente, la Giunta finanzia una società che produce passivo. Questo è il problema vero, Assessore Majorino. E' un problema vero: pensateci prima! Quella che svolge CONSEPI non è una grande attività, perché fa niente anche se in futuro dovrà essere l'Ente appaltante per alcuni progetti finanziati da INTERREG.
Mi chiedo: non ha più senso, non è forse più utile che questa attività venga svolta da Finpiemonte? Finpiemonte fa tante cose, se realizza altri due progetti, non c'è bisogno di un altro Consiglio d'amministrazione, e quindi ci sarebbe già un risparmio di 250 milioni; non essendoci bisogno di altro personale, si risparmierebbero 500 milioni. Quindi, con una semplice operazione di trasferimento di queste competenze, di questo ruolo di CONSEPI alla Finpiemonte avremmo già attuato una parte dell'esigenza del cofinanziamento al progetto di INTERREG.
Mi stupisco. Non riesco a capire come la Giunta, l'Assessore al bilancio, il Presidente Ghigo, l'Assessore Majorino o altri qui presenti non si pongano questo problema e interpretino invece il ruolo di CONSEPI come un'occasione per mantenere una società priva di senso, magari per qualche Consiglio d'amministrazione.
Il nostro, quindi, è un rilievo fortemente critico su questo progetto.
Qualche dubbio sta emergendo, per la verità; mi pare che si cominci a pensare alla vendita delle azioni.
E' un'ipotesi, questa, ma ciò che noi chiediamo è di valutare concretamente la possibilità di trasferire il ruolo di CONSEPI all'interno di Finpiemonte, per arrivare ad un riordino complessivo delle partecipate.
Non si possono avere tante società, ne sono sufficienti due: una di carattere finanziario e una di competenza sui trasporti: due holdings! Diversamente, ha ragione il Consigliere Papandrea: che senso ha gestire un autogrill per la Regione Piemonte? Ridurre il compito della Regione Piemonte a un'attività da pompa di benzina, in sostanza! Non mi pare ci si possa mettere su questo piano.
Dunque, il nostro giudizio sull'aumento di capitale è fortemente negativo, anche perché il finanziamento avverrebbe tramite i fondi accantonati per il 1998 sul disegno di legge per lo sviluppo della collina: grande provocazione nei confronti di chi propose quella legge, sottoscritta non soltanto dal compianto Paolo Ferraris, ma anche da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale. E se ne impegnano i fondi, che dovevano consentire lo sviluppo di parte del territorio piemontese, per finanziare una società decotta, una società che produce perdite. Mi pare un'operazione che non regge sotto tutti gli aspetti.
Chiedo di rivedere l'intera modalità di finanziamento. Chiedo un impegno affinché giunga in Consiglio la proposta di legge sullo sviluppo della collina, che è stata oggetto di una vera e propria imboscata in Commissione! Imboscata guidata dal collega Toselli, ma probabilmente suggerita da qualcun altro. Ma quella legge è stata vittima non soltanto di un'imboscata, ma anche di un'incertezza procedurale nei rapporti con l'Unione europea; ora, la proposta può rimettersi in cammino solo se il Consiglio regionale lo vuole, se le forze politiche presenti in Consiglio regionale sono disponibili.
Concludendo, il mio intervento è finalizzato a dire "no" alla proposta in discussione ed a chiedere che, perlomeno, ci si impegni ad un trasferimento del ruolo di CONSEPI all'interno di Finpiemonte ed a modificare immediatamente le modalità di finanziamento dell'aumento di capitale. In questo senso ho presentato un ordine del giorno che chiede che la III Commissione riesamini in tempi brevi il progetto di legge n. 230 sullo sviluppo della collina alla luce dei rilievi formulati dall'Unione Europea, e che impegna la Giunta regionale a mantenere nel bilancio di previsione per il 1998 il finanziamento per la proposta di legge sullo sviluppo della collina.
Questo quanto chiediamo come Gruppo dei Popolari; chiediamo anche evidentemente, una presa di posizione dei Gruppi consiliari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, in Commissione e in Consiglio si è dipinta la CONSEPI come una società fallimentare. Vorrei ricordare a tutti i signori Consiglieri che quando una società per azioni è in fallimento porta i propri libri in Tribunale, così come determinate regole di contabilità relative ai bilanci impongono. La CONSEPI ha un capitale che si aggira intorno ai 12 miliardi; dai bilanci risulta che ha perso, dal 1993 ad oggi circa un miliardo e mezzo. E' evidente che non si tratta di fallimento: se così fosse, quasi tutte le partecipate della Regione Piemonte dovrebbero portare i libri in Tribunale! E parlo delle società costituite non da questa Giunta, ma da tutte quelle che l'hanno preceduta! Se verificassimo i costi delle nostre società partecipate e degli Enti che manteniamo rispetto ai servizi che forniscono e alle attività economiche che svolgono, probabilmente la Regione Piemonte dovrebbe azzerarne tutte le attività.
CONSUSA nasce con legge regionale non soltanto come società di gestione dell'autoporto, ma come società di intervento sull'intero territorio della Valle di Susa, costretta a svolgere, in questi anni, una continua funzione di recupero rispetto alle leggi nazionali e alle impostazioni di livello europeo che sono man mano intervenute.
Va ricordato che fino al 1992, anno di abolizione delle frontiere doganali, CONSUSA ha maturato e recuperato perdite di due milioni al giorno, soltanto perché un Ministro della Repubblica non firmava l'autorizzazione doganale, ritenendo che l'autoporto della Valle d'Aosta di Freney potesse svolgere quelle funzioni.
Il collega Chiezzi aveva ragione quando nel 1989 riteneva l'intervento che la Regione faceva attraverso CONSUSA di importanza nettissima rispetto alla politica dei trasporti in Piemonte. Aveva ragione perché né il Consigliere Chiezzi né altri potevano pensare che in così breve tempo si sarebbero abolite le frontiere doganali.
Un'ulteriore ragione rispetto alla CONSUSA: la Regione, assieme agli altri soci, ha saputo individuare un'area di rilevantissima importanza rispetto alle politiche piemontesi del trasporto che ha, e che avrà un'importanza strategica nei confronti dell'Europa del Nord. Così come la grande intuizione è stata, più di cento anni fa, il traforo ferroviario del Frejus.
Qui si è voluto dipingere questa società come una sorta di carrozzone che non ha alcun senso. Questa società è stata costituita dalla Regione: la proprietà di questa società è della Regione e della Finpiemonte.
Altra cosa che ho rilevato da alcuni interventi è che si vorrebbe - e potrebbe essere anche una cosa giusta da farsi - che la Finpiemonte subentrasse alla CONSUSA e che gestisse la logica dalla legge di costituzione dalla CONSUSA stessa. Vi faccio notare che Finpiemonte ha gestito quest'area fino al 1995; infatti, l'amministratore delegato della società, quando vi erano Presidente e amministratore delegato, era espressione di Finpiemonte. Ripeto, era espressione di Finpiemonte, era la Finpiemonte che gestiva, in accordo con la Regione Piemonte, questa società. Anche la Finpiemonte potrà acquistare le quote azionarie della Regione, non vedo però cosa cambierebbe rispetto alle intuizioni che non si sono verificate prima e che potrebbero non verificarsi dopo.
Inoltre voglio far osservare che si tratta di una società per azioni: non è la Regione Piemonte ad aver proposto l'aumento di capitale, è la società per azioni che ha proposto l'aumento di capitale ai propri soci; la Regione Piemonte ha soltanto assicurato, nell'assemblea, che sarebbe intervenuta nell'aumento di capitale. La Finpiemonte, socio non irrilevante della società, tanto è vero che fino al 1995 gestiva la società stessa, non ha detto che non avrebbe sottoscritto le azioni. Pertanto, la Regione Piemonte può anche non sottoscrivere le azioni e mettere le proprie a disposizione di chiunque, per esempio della Finpiemonte stessa, ma cosa cambierebbe rispetto alla programmazione dalla società? Abbiamo nominato nel 1995, verso fine anno o forse all'inizio del 1996 un nuovo Consiglio di amministrazione. Consiglio di amministrazione che ha presentato proposte simili a quelle di tutti gli autoporti d'Italia di confine, rispetto alla riconversione di una società che non poteva più vivere, rispetto all'attività di transito, solo su funzioni doganali.
Guardate che l'autoporto non gestiva la dogana, non ha mai gestito la dogana, che in realtà è gestita dal Ministero delle finanze: l'autoporto gestisce il traffico. In allora, c'erano privati che gestivano la società perché le case di spedizioni si occupavano delle pratiche affinché le dogane potessero svolgere le loro funzioni.
Oggi mi si dice che il "piazzale autoportuale" - lo si potrebbe anche sminuire ulteriormente - questa zona territoriale autoportuale è stata trasformata in un autogrill. Innanzitutto così non è, perché si sa benissimo che ogni mese sostano nell'autoporto per servizi circa cinquemila TIR, ai cui conducenti si offrono alcuni servizi. Per esempio, in quell'autoporto i TIR non vengono rubati come accade sull'autostrada del Frejus - sulle autostrade avviene anche questo. In quella zona i camionisti pernottano, si lavano, mangiano, hanno dei punti di riferimento telefonici e via fax con le loro ditte. Se non fosse altro dal punto di vista del servizio, in una logica di trasporti internazionali, già questa società avrebbe svolto, anche se in perdita, la propria funzione.
Faccio dei paralleli: è chiaro che il Teatro Regio non rende niente, ma offre dei servizi; è chiaro che il castello di Rivoli non dà utili, ma è cultura. Ebbene, in questo caso, si offrono servizi. Certo, il parallelo può far drizzare i capelli a molti in quest'aula, ma lo dico per far capire l'importanza di questo autoporto. Dopodiché, c'erano anche dei progetti concorrenziali rispetto ad altre società per azioni, dove interviene la Finpiemonte, la quale non ha mai lasciato decollare questi progetti. Ma è evidente che c'è concorrenzialità, per esempio, nei confronti di SITO con questa società, allora bisogna verificare che cosa deve fare SITO e che cosa deve fare CONSUSA! Bisogna anche verificare comportamenti, negli anni di Finpiemonte in SITO e in CONSUSA. Verifica che sono disponibile a fare ad ampio raggio.
Oggi si propone un aumento di capitale per ripristinare la possibilità di entrate, per far sì che il Regio, per esempio, oltre a costare, possa vendere biglietti ed avere delle entrate; ebbene, in questo Consiglio regionale tutti possono svolgere l'azione che credono, assumendosene, come sempre fanno, le relative responsabilità.
Consigliere Saitta, sono d'accordo a che la Giunta verifichi i capitoli di intervento per l'aumento di capitale della CONSUSA. Ma nel momento in cui una società per azioni propone la riconversione di un autoporto ed interventi in Valle di Susa per strategie intrafrontaliere, non credo sia possibile dire: "Provvediamo all'aumento di capitale e sciogliamo la società per venderla ad altri", a meno che la Finpiemonte "cacci i soldi" cosa che non ha mai fatto: il denaro della società finanziaria della Regione Piemonte è sempre stato reso interamente dalla CONSUSA - non per creare un deserto, ma per farla diventare veramente una società attiva.
L'impressione è che la Finpiemonte abbia sempre "remato" contro CONSUSA per interessi presenti altrove.
Rispetto a questo vi sono, probabilmente, responsabilità non tanto di questa Giunta, quanto di quelle precedenti cui ho appartenuto anch'io e di quelle ancor più precedenti.
Concordo con il discorso portato avanti dal Consigliere Saitta: occorre verificare tutte le nostre società, con un Piano di carattere generale per arrivare ad una/due holding di intervento della Regione Piemonte. Occorre però l'impegno dell'Assessore: ci presenti un Piano affinché si possa attuare in tutte le società lo screening di questi giorni della CONSUSA.
Stiamo criminalizzando una società che ha una perdita di 400 milioni l'anno; probabilmente, ve ne sono altre che hanno perdite annuali di miliardi, e non ne parliamo! Ho finito, signor Presidente, e ringrazio il Consigliere Chiezzi di avermi ceduto i suoi 5 minuti d'intervento. Ormai si fa così; il Consigliere Chiezzi è come il collega Rivalta: non avendo votato il Regolamento, fa tutto da solo - e non lo rispetta! Ed io mi sento in dovere di non rispettarlo, come fa lui.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Sono cose che succedono anche alla Camera; vi è scambio del monteore anzi, del "monteminuti" di ogni Gruppo...



MONTABONE Renato

Ritengo che sarebbe opportuno un ordine del giorno ben preciso - che personalmente sottoscriverei - d'impegno per la Giunta ad una verifica di tutte le società della Regione Piemonte, in particolare di quanto si attuerà attraverso quest'aumento di capitale, ed anche della possibilità di azzerare e di vendere anche a privati - anche se si tratterebbe di un gravissimo errore: qualche COOP costruirebbe un grande magazzino su un'area che non ha funzione commerciale, ma di supporto al traffico pesante.
Verifichiamo tutto.
Chiedo però al Gruppo di Rifondazione Comunista e a tutti i Gruppi di minoranza di non assumersi la responsabilità, oggi, ultimo giorno, pur con tutte le carenze e i ritardi con cui la Giunta ha presentato questa discussione, di non lasciare aperta la speranza affinché questa società possa operare in Valle Susa - valle che ha estremamente bisogno di iniziative a supporto dell'occupazione.
La società, che oggi criminalizziamo, aveva creato circa 200 posti di lavoro in Valle Susa; oggi, li potrebbe ricreare in via minore, ma certamente costerebbero meno con quest'aumento di capitale, che non altri posti di lavoro che strapaghiamo e che non hanno alcun ritorno. Ma questo ci porterebbe ad una discussione molto più ampia; sono mesi che attendiamo un dibattito in aula sul lavoro. Forse, sarebbe davvero il momento di attuare tale dibattito, nonché uno screening del ritorno che abbiamo di certi tipi di finanziamenti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri Se è vero quanto ho sentito, ovvero che del tempo messo a disposizione del collega, circa 17 minuti, una parte è dovuta alla compiacenza di Rifondazione Comunista, certamente l'intervento del Consigliere Montabone ha reso un servizio a chi è contrario alla ricapitalizzazione della società in discussione.
Mi chiedo, guardando in faccia i membri della maggioranza, come si possa sostenere, per 17 minuti, il mantenimento in vita di questa società sulle motivazioni rese dal Capogruppo Montabone.
Non c'è ragione per mantenere in vita la società; come ho già detto in sede Commissione, l'unica logica è liquidarla. Qualsiasi persona di buon senso liquida una società che non risponde più al proprio motivo costitutivo.
Tuttavia, possono però esservi altri ragionamenti a sostegno della tesi del mantenimento di questa società, ma di totale responsabilità della maggioranza e della Giunta: rivitalizzarla per tentare di vendere le azioni al miglior prezzo possibile e quindi non perdere cospicui investimenti di denaro pubblico. Credo sia questa l'unica ragione a favore di chi sostiene che la società debba essere mantenuta in vita.
La società aveva una sua validità - l'abbiamo dibattuto in Commissione e oggi siamo al secondo turno di Consiglio regionale -, ma ha finito la sua ragion d'essere nel momento in cui sono state abbattute le barriere doganali. La società era nata per rendere un servizio, se non di gestione del sistema doganale, di sosta obbligatoria per il sistema stesso. Non contesto l'ottimo motivo per cui era stata creata.
Si potrebbe sperare in una rivitalizzazione, assolutamente non così ovvia, rifinanziandola; e in tal senso, abbiamo presentato un emendamento che riduce il capitale di rifinanziamento da 3 miliardi a 1 miliardo e 300 milioni circa. Occorre fare dei conti; probabilmente, con non poca superficialità, chi ha avanzato questa proposta non ha nemmeno provveduto a verificare quanto necessario per i due progetti presentati, che potrebbero eventualmente rivitalizzare il recupero dell'investimento.
La società ha, oggi, otto miliardi di investimenti, da aggiungere al miliardo e 300 milioni necessari per ricapitalizzare e coprire perdite che non possono essere imputate alla società, ma che sono ascrivibili alla mancata liquidazione della società, o perlomeno al cambiamento del proprio oggetto costitutivo, il primo gennaio 1993, cessata la funzione affidatale.
Tutto questo non è stato fatto; ed anche i progetti di risanamento presentati dalla società sono terribilmente deboli.
Se in una proiezione a breve termine abbiamo chiesto, con un emendamento all'ordine del giorno, che venga modificato il momento di verifica, per decidere se mantenere, trasformare o liquidare la società il 31 dicembre dell'anno 1999 e non dell'anno 2000 - quindi ancora in tempo affinché l'intervento venga acclarato a questo Consiglio regionale - è solo per tentare di recuperare il valore delle azioni, che oggi è pari a "zero".
Il valore del vuoto assoluto è "zero". Se si trattasse di un sottovuoto forse qualche valore aggiunto potrebbe essere calcolato; nel nostro caso il valore è zero.
Questo dovrebbe essere il compito da svolgere, con totale assunzione di responsabilità, da parte di chi voterà l'aumento di capitale, con cautela e chiarezza di fronte al Consiglio regionale ed alla comunità piemontese.
Vi sono poi altre possibili direzioni - vi è, per esempio, l'idea di portarvi l'Istituto delle piante da mezza montagna -; una nutrita serie di ragionamenti formulati per permettere alla società, in questi due anni, di recuperare valore aggiunto ed essere ancora un servizio per la Valle di Susa ed il Piemonte in senso più lato.
Non credo vi sia altra ragione; tutte le motivazioni addotte dal Presidente della Commissione, Montabone, alla luce di un ragionamento razionale andrebbero proprio nella direzione della liquidazione o della vendita sul mercato, per il puro valore dell'area, particolarmente strategica.
Chiedo alla Giunta e alla maggioranza di avere almeno la compiacenza di valutare le motivazioni addotte, come minoranza, in termini generali, e dunque di apportare le modifiche proposte con gli emendamenti. Questo naturalmente, se decidete di mantenere in vita la società; la maggioranza l'avete: in democrazia sono i numeri ad avere ragione. Ve ne assumerete la totale responsabilità, ma, almeno accogliete quelle modifiche che noi riteniamo doverose e prudenziali per chi dovrà fare una certa scelta.
Diversamente, se caparbiamente riterrete inconsistenti i progetti presentati e qualsiasi ragionamento addotto in quest'aula, significa che le ragioni stanno da un'altra parte. Anche seguendo il ragionamento del collega Montabone, e quindi mischiando la società con altre, significa comunque che le ragioni stanno da un'altra parte, sia per le società che egli ha citato sia per quella in discussione.
Bisognerebbe, probabilmente, essere molto più chiari e parlare delle ragioni recondite alla base di certe posizioni. Credo che questo sia n logico né possibile: abbiate la prudenza e la compiacenza di accettare i suggerimenti di una minoranza che non vuole essere soltanto "contro" demolitrice, ma che cerca di suggerire prudenza a chi, con questa proposta non ne ha utilizzata nemmeno un po'.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, approvo totalmente l'intervento del collega Montabone; mi spiace soltanto, caro Renato, che quanto hai detto non sia stato seguito con attenzione dall'opposizione. Mi aspetterei, su dibattiti di questo genere, che anche in occasione di interventi della maggioranza, l'opposizione sia pseudoattenta.
Visto che sul tema dobbiamo dare dei giudizi politici, partirei da uno strano criterio avanzato dall'opposizione. La maggioranza, in questi ultimi anni, in questo Polo, viene spesso accusata di essere troppo aziendalista nella gestione della cosa pubblica; la critica si basa sul fatto che le attività cosiddette pubbliche non dovrebbero essere improntate al puro discorso del ricavo-costo-utile. Relativamente alla società in discussione oggi, invece, è l'opposizione a sostenere il discorso aziendalista su società con finalità di carattere generale e pubblico. Vorrei che ce ne rendessimo conto! Il principio secondo il quale se non c'è utile si chiude la società, è assolutamente aziendalista, collega Saitta.
L'accusa che viene di solito rivolta al Polo, ogni volta che gestiamo attività pubbliche, è l'eccessivo aziendalismo. Se si accetta tale principio, lo si deve calare all'interno di un criterio manageriale, non di risultato di esercizio.
Trovo veramente curiosa la situazione che si è venuta a creare. Il criterio manageriale bada maggiormente alla gestione, e non soltanto al risultato di esercizio. Quindi, non sta tanto nel vedere alla fine dell'anno se una società ha guadagnato o ha perso, se "la chiudiamo o la manteniamo in piedi", quanto invece nell'avere una certa managerialità ed economicità nella gestione dell'esercizio.
Vorrei ancora dire qualcosa sulla CONSUSA. Chi esce dal tunnel di frontiera - sull'itinerario dell'autostrada che dal 1999 collegherà Parigi Lione-Torino - non trova mai niente; non trova strutture di alcun genere! Non è una questione di autogrill! Parlare di autogrill è uno sbeffeggiamento, non è un termine appropriato per un'area di quella metratura e con quella finalità. In un autogrill si entra per un cappuccino; quanto di cui stiamo parlando è cosa diversa.
Potrebbe trattarsi di una stazione di servizio, nella quale chi entra trova strutture di supporto, il che non significa un bar.
Potrebbe essere una stazione di trasmissione e ricevimento fax, una segreteria generale, un centro di informazione, ecc. Significa tante altre cose, caro Papandrea, non si tratta dell'autogrill o della pompa di benzina, che possiamo fare in qualsiasi momento! E' una struttura che deve essere il primo sportello del Piemonte per chi arriva da Parigi o da Lione, dalla Francia, e quindi la ritengo essenziale.
In Francia, strutture del genere esistono già, collega Saitta.
Ti faccio l'esempio di Briançon. Chi va a Briançon, arrivando nel piazzale centrale, si trova dinanzi ad una costruzione, ad un centro polifunzionale nel quale, quando si entra, si rimane con il naso all'insù.
E si pensa: "Ma guarda che roba! Ma noi non le abbiamo, queste cose!".
Bene, se finalmente a Susa viene identificata un'area sulla quale costruire una struttura di quel genere, non capisco perché debba esservi un attacco sviscerato e negativo nei confronti di tale attività.
Inoltre, mi pare strumentale il concetto secondo il quale CONSUSA viene identificata come uno dei tanti buchi neri della nostra Amministrazione rispetto alla quale è necessario dire: "Oddio! Chiudiamo tutto e risparmiamo soldi".
Personalmente, invece, credo in un intervento finalizzato ad una vera struttura di servizio, credo in un'attività a ridosso del confine attraverso il quale - come diceva il collega Montabone - sono transitati 5.000 TIR (ma abbiamo un'idea di cosa vuol dire?), e che sia di supporto a chiunque viaggi, a chiunque entri in Italia dalla Francia.
Ritengo quindi che questo sia un ulteriore atto di fiducia nei confronti di questa iniziativa, che mi pare abbia tutte le carte in regola per essere positiva.
Per concludere, è chiaro che, se eventualmente una gestione continua ad essere non soddisfacente...
Il problema è che, come in tante altre società con partecipazione della Regione, normalmente viene scelta la forma della società per azioni; ci soltanto perché nel Codice Civile italiano - Consigliere Saitta - non esiste l'istituzione di una forma aggregativa societaria diversa dalla società per azioni di tipo commerciale (come sono tutte le società per azioni per antonomasia), che preveda anche la partecipazione di Enti pubblici, quindi con finalità non esclusivamente commerciali.
Ripeto, in Italia non abbiamo ancora istituito nel Codice Civile una forma di questo genere; continuiamo a gestire con le S.p.A., che hanno finalità commerciali, che sono quindi soggette a tutte le varie discipline alle quali devono sottostare le società per azioni e le attività commerciali, per cui credo sia una piccola lacuna.
Voglio aggiungere: in tutte queste società, in tutti questi Enti in cui la Regione è presente, io non starei tanto a discutere, alla fine dell'anno, della richiesta di una revisione contabile, come sento dire un po' di qua e un po' di là (ad esempio anche per l'Ente Grinzane Cavour).
Noi, in realtà, abbiamo bisogno non tanto di una revisione contabile per capire se la pezza giustificativa è coperta o meno da un movimento finanziario, economico, patrimoniale; più che di una revisione contabile abbiamo bisogno di una certificazione delle finalità raggiunte.
C'è una sostanziale differenza, Presidente. In CONSUSA, come negli altri Enti in cui partecipa la Regione, abbiamo bisogno di una certificazione, il che vuol dire avere, alla fine di ogni anno, una certificazione relativa all'azione, alla gestione amministrativa, per sapere se è stata indirizzata e ha avuto come obiettivo il fine per il quale è stato costituito l'Ente stesso.
Concludo esprimendo il nostro voto favorevole, per dare fiducia a questa operazione di grande impatto per il territorio e di grande servizio di grande apporto al traffico che dalla Francia arriverà in Italia.
Infatti - nessuno lo ha rilevato - a partire dal 1999 l'autostrada della Maurienne, quella che dal Frejus arriva a Lione e poi a Parigi, sarà completata, cari signori! Non avremo più il traffico forte dei 5.000 TIR di cui parlava il collega Montabone, ma forse ne avremo 15.000.
In questo, teniamo anche conto di una piccola previsione, andiamo un po' più in là del nostro naso!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Presidente e colleghi, anche noi riteniamo di dover dare un contributo su tale questione, avendola vissuta prima in I Commissione e poi in Consiglio; ancora ieri abbiamo assistito al ritorno in Commissione del disegno di legge, che questa mattina è nuovamente in aula. Immaginiamo che sia qui per il percorso definitivo, anche se molti emendamenti ostruzionistici e un certo annuncio da parte del Gruppo di Rifondazione comunista non fanno ben sperare circa il fatto che prima del 30 novembre (se oggi è l'ultima giornata di Consiglio) possa arrivare in porto.
Come dicevo, desideriamo svolgere alcune considerazioni sul disegno di legge così come è oggi, dopo gli aggiustamenti avvenuti in Commissione.
Per quanto riguarda il prelievo dal capitolo sulla collina, pur non ritenendola, come il Consigliere Saitta, una provocazione, e avendo tutti noi Capigruppo di maggioranza a suo tempo firmato quel progetto di legge crediamo che valga la pena - ma ci affidiamo alla Giunta - non solo di mantenere in vita sul '98 un capitolo ad hoc, ma anche di prelevare la cifra oggi necessaria da un altro capitolo; valuterà l'Assessore al bilancio se ciò è possibile o meno.
Questo, ovviamente, dal punto di vista politico; i conti vanno poi fatti con le necessarie quadrature contabili.
La seconda considerazione è invece relativa alle varie osservazioni che ho sentito: "Questo intervento s'ha da fare", "La società andrebbe chiusa" oppure "Bisognerebbe interpellare Finpiemonte o altri soggetti per vedere se questo discorso si può chiudere o no".
Sulla funzionalità e sul rendimento della società, ieri CONSUSA oggi CONSEPI, mi associo al parere espresso dal collega Salerno, e cioè che il rendimento deve essere ottimale all'interno di una gestione manageriale della società.
Certo, se si tratta di una società di servizi non possiamo analizzarne i bilanci con la stessa lente, lo stesso filtro che useremmo per esaminare aziende di tipo privatistico che non devono fornire servizi. Questa ci sembra una distinzione fondamentale.
Sull'opportunità di cogliere l'occasione dell'INTERREG per iniettare iniziativa nuova all'interno della società, non dimentichiamo che si sono susseguite Giunte di colori diversi, ma Calissano ha gestito l'agonia di questa società per molti anni senza che nessuno intervenisse, nessuno compresi noi che stiamo parlando in questo momento.
Quindi anche il drammatizzare di punto in bianco una situazione alla quale per anni si è assistito, mentre si spegneva come una candela, senza spendere una parola o senza mettere in moto una virgola di azione che consentisse di invertire la tendenza, dà il segno di quanto sia necessario all'interno di questo Consiglio regionale, esaminare il problema di tutte queste "partecipate".
Quando dico tutte, intendo dire la stessa Finpiemonte, sotto certi aspetti, il CSI e così via: occorre cioè fare un quadro complessivo della situazione, che consenta di metter mano ad un settore che è alimentato con una cinquantina di quei miliardi all'interno dei 130 disponibili di cui parlava l'Assessore Burzi in I Commissione, e che per l'anno 1998 non sarà più pari a 130: oggi come oggi, sono solo 50. Sono risorse ingenti, facenti parte delle potenzialità discrezionali della Giunta e della Regione nel suo complesso. A maggior ragione, finalizzare meglio, o comunque "spremere" da queste risorse un rendimento più elevato dell'attuale, penso sia nell'interesse complessivo. Riteniamo quindi - come dicevo - che l'"iniezione" vada fatta al fine di un'opportuna rivitalizzazione, di un irrobustimento.
Dopodiché, la strada può essere duplice: ci si può arroccare sul nome della società e sul Consiglio d'amministrazione - come qualcuno ha detto oppure la si può valorizzare cogliendo l'opportunità dell'INTERREG per un potenziamento che rivitalizzi e inietti "anima economica" all'interno delle azioni CONSEPI, al fine di esaminare seriamente la possibilità o di alienazione o di assorbimento da parte della Finpiemonte, società finanziaria regionale.
Condivido quanto diceva il collega Saitta, ovvero che le due holding potrebbero rappresentare un traguardo e un obiettivo nel segno della semplicità, della razionalità e, probabilmente, della maggiore efficienza degli strumenti a disposizione della Regione.
Lasciamo alla Giunta, e al Vicepresidente Majorino in particolare, la valutazione di quest'opportunità, che non ci sembra da sottovalutare e che probabilmente sfocerebbe in maggiore efficienza e maggiore efficacia. Ma ci rimettiamo - ripeto - ad un'analisi della Giunta che non so se potrà avvenire nella giornata di oggi. Un conto è scegliere una delle due strade in perfetta libertà di programmazione economica all'interno della Regione altro è dover scegliere sotto il peso - e lo chiamo solo "peso" - di emendamenti ostruzionistici che tendono a dire: "O si sceglie una strada o il 30 novembre passerà invano." Auspichiamo che la scelta possa essere fatta senza compressioni e senza condizionamenti di alcun tipo; esprimiamo da subito, ovviamente, il parere favorevole sul disegno di legge, cogliendo positivamente il concetto che ne sta alla base, salvo verificare successivamente il percorso che la Giunta intenderà sottoporci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, vorrei convenzionare il mio tempo con lei, se permette. Del mio Gruppo ha già parlato il collega Papandrea; intenderemmo fare tre interventi di dieci minuti: sottratti i cinque "regalati" al Consigliere Montabone, ne rimangono 25. Non intendo certamente utilizzarli tutti, però forse andrò qualche secondo oltre i dieci minuti: veda lei se interrompermi.



PRESIDENTE

Va bene.



CHIEZZI Giuseppe

Torniamo a CONSUSA-CONSEPI.
Proporre un impiego di capitale della rilevanza di mezzo miliardo subito e un miliardo e 800 milioni successivamente, in una situazione caratterizzata dalla mancata predisposizione degli strumenti di riferimento per questa società, pare al nostro Gruppo, non dico un'indecenza come dicono altri colleghi, ma perlomeno un errore.
Nella nota integrativa al bilancio d'esercizio - colleghi Gallarini e Montabone, che avete svolto interventi per certi versi meditativi e dunque apprezzabili - si dice che questa società dovrebbe agire operando per l'attuazione del Piano regionale di sviluppo e del Piano regionale dei trasporti. Due documenti che, a due anni e mezzo dall'insediamento, la Giunta regionale non ha ancora predisposto.
Si tratta quindi di un'inosservanza della legge, come tante altre.
Penso sia un attentato all'economia, vista la mancata possibilità di ragionare sulla base di programmi seri e verificabili, proporre la riproposizione di un esborso di capitale da parte della Regione. E' fatto gravissimo! Se in Consiglio ci fosse un'opposizione coesa su questo tipo di priorità, il nostro Gruppo affronterebbe questo tema come centrale.
Non lo affrontiamo in tal modo poiché siamo i soli a porre questo elemento come pregiudiziale a qualsiasi ulteriore esborso di capitale della Regione in aziende o società di capitale, le quali dovrebbero intervenire all'interno di un progetto di sviluppo economico.
Quanto proposto, molto probabilmente, comporterà un ulteriore spreco di denaro pubblico; auspicheremmo che a fronte dell'assenza di un Piano regionale di sviluppo il Consiglio regionale si rifiuti di discutere alcunché di carattere economico e di sviluppo! Il fatto che la Giunta regionale sia arrivata "all'ultimo minuto" senza Piano regionale di sviluppo e con il ricatto di tempi ristrettissimi che dovrebbero costringere il Consiglio a deliberare comunque, ci pare assolutamente inaccettabile! Il progetto proposto dalla società ci pare del tutto inadeguato a sostenere un qualsivoglia intervento pubblico.
Si fa un gran parlare, anche nella Bicamerale, del ruolo del settore pubblico e di quello privato; a me pare che un intervento, come descritto dalla società stessa, di "supergrill", sia quanto più di antieconomico si possa pensare. Non sarà un autogrill, collega Montabone, ma ci capiamo...
basta leggere quanto scritto nel progetto per capire che per chi transita con mezzi pesanti in autostrada è un centro di servizi dove si mangia, si comprano i giornali, i biscotti, si parcheggia, si fa benzina: è un supergrill! Per quale motivo questo tipo di attività dovrebbe essere gestita dal settore pubblico? Questa la discussione che proponiamo. Non mi pare un intervento di interesse pubblico gestire questo tipo di servizi.
Viceversa, gestire un teatro pubblico ritengo sia compito d'intervento pubblico. Non è questo - lo chiedo ai colleghi - uno di quei settori nel quale il privato dovrebbe intervenire? Perché mai dobbiamo pensare che questo intervento sia dovuto dal settore pubblico? Ed è l'unica cosa concreta che propone la società, accanto ad altre di vaghezza estrema: lavorare per diventare agenzia di sviluppo; disponibilità a predisporre Piani di vario tipo per la Regione. Consigliere Montabone, finora non è stato attuato alcunché, anche se lo si ripropone in termini generici.
Si tratta quindi di attività che si realizzano unicamente in quelle progettate dalla società l'Autoplose, in questa s.r.l il cui 50% è stato acquisito dalla società CONSUSA - CONSEPI.
Nutriamo perciò fortissimi dubbi sulla validità e sull'opportunità di realizzare il progetto con esborso di capitale pubblico; dalla relazione emerge che il traffico pesante non è in grado di reggere economicamente questa società. Infatti, si auspica che la società sia in grado di attrarre anche traffico turistico.
L'ermetismo della proposta è totale e preoccupante. Cosa significa attrarre "traffico turistico"? Il Consigliere Montabone dice che non è relativo a quell'area, ci auguriamo non sia così, però a pag. 2 c'è scritto: "Ci auguriamo che le politiche di Autoplose..." - sottolineo che Autoplose è la società che ha avuto un fabbricato in comodato da CONSUSA " siano quelle di reperire anche utenza turistica": mi pare indubitabile.
Autoplose, società che gestisce un edificio, non può che avere intenzioni di reperire, per propri fini, utenza turistica in quel luogo fisico e non altrove; lo sviluppo della Valle di Susa può essere, semmai, interesse di un ente strumentale.
La questione, quindi, lascia dei dubbi anche per quanto riguarda il regime dei suoli: non vorrei che si mettesse in moto un marchingegno che valorizza le aree con modifiche ai Piani regolatori. Il problema del regime dei suoli, su questo sito, è vetusto e non risolto. Il suolo è di proprietà del Comune di Susa, ma vi è un diritto di superficie verso CONSUSA; ci sono contenziosi aperti da più di un decennio con i proprietari che non hanno accettato le indennità provvisorie. Nella relazione è scritto che tutto ci rientra nei pesi che la società, così ricapitalizzata, dovrà affrontare. Si dice, dunque, che il Comune di Susa trasferisce - quante volte, Consigliere Montabone, lo abbiamo sentito dire - a CONSUSA la piena proprietà delle aree, ma anche che in cambio deve ricevere un corrispettivo: onere economico non da poco e neppure, che io sappia, stimato. Quando sarà stimato dall'UTE - in Italia, ultimi in Europa, non abbiamo la legge sull'uso dei suoli - verrà fatto sulla base della legge del 1965 probabilmente, sulla base di quella legge - a strumenti urbanistici vigenti? Faccio seguire a questa frase un punto interrogativo - sarà assai elevato. Il punto interrogativo è dato dal seguente dubbio: sono in corso variazioni di destinazione urbanistica? Come Regione Piemonte, stiamo forse attivando mentalità di carattere speculativo, per cui fintanto che la società è pubblica individuiamo cambiamenti di destinazione d'uso, che potranno assumere valore speculativo soprattutto dopodomani, quando magari si cederanno le aree a privati? Su questo non c'è chiarezza né certezza di esborso; i contenziosi ancora in atto - che ricapitalizziamo sono d'incerta risoluzione, o meglio, di risoluzione certa se coloro che non hanno accettato l'indennità provvisoria si vedranno riconoscere quanto il privato riteneva "giusto" nel proprio interesse, ricavare da quell'area. Faremo ridere i privati.
C'è un grossissimo punto interrogativo relativo agli irrisolti problemi urbanistici e di gestione della proprietà dell'area, tuttora da risolvere.
E non si possono certo risolvere con la procedura, scelta dalla Giunta, di strangolarci all'ultimo minuto - quando c'era tutto il tempo necessario per attivarsi. Chi sostiene la necessità della ricapitalizzazione dice: "Va beh, anche se ha ragione il collega Chiezzi ovvero che tutto deve essere ancora risolto, non parliamone, non approfondiamo gli elementi dubbi, non richiediamo dati, non chiediamo niente: a scatola chiusa, si preferisce ricapitalizzare piuttosto che chiudere la società. Si tratta dell'ennesimo elemento di sofferenza e di gravità di comportamento amministrativo della Giunta regionale.
Noi segnaliamo, come minoranza, che non è questo il modo di comportarsi. Gli argomenti che portiamo potrebbero contenere, anche dal punto di vista della maggioranza, qualche verità, qualche contenuto da approfondire, ma neppure chi, nella maggioranza, valutasse così il nostro ragionamento, sarebbe in grado di essere conseguente a queste cose.
La massa di emendamenti da noi presentati vuole segnalare in quest'aula la scorrettezza e l'inaccettabilità di una procedura che costringe il Consiglio regionale a non discutere. Noi, invece, vorremmo discutere un diverso tipo di progetto per questa società; se non esiste un progetto serio - come diceva il Consigliere Miglietti - si liquidi la società. Si potrebbe facilmente dimostrare che si perdono meno soldi pubblici liquidando una società per la quale non c'è avvenire serio; ma questa discussione è impedita da una situazione di colpevole ritardo da parte della Giunta regionale.
I nostri emendamenti intendevano verificare, rispetto a questo ragionamento, serio e duro, di addebito di responsabilità alla Giunta regionale, se c'era sintonia da parte di una quota dell'aula. Non mi sembra si sia in questa situazione; conseguentemente, chiediamo maggiori garanzie e impegni al fine di uscire da una situazione che non ci sembra corrisponda all'interesse pubblico. Non ci pare che la collocazione dell'area e le individuate possibili prospettive di gestire il centro servizi rientrino in una politica di impegno di risorse pubbliche; possono invece essere consegnate ai privati, che le svolgono benissimo.
Chiediamo alla maggioranza, anche in questa costrizione di tempi, se non sia interessata a ragionare con noi su impegni più cogenti da assumere successivamente all'aumento di capitale.
Come Gruppo, infatti, soffriamo della mancanza di confronto di opinioni in questa sede; chiediamo che perlomeno si possa verificare se è possibile discutere sul dopo-aumento di capitale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Signor Presidente e colleghi, l'argomento che stiamo dibattendo è sorretto da un disegno di legge della Giunta e da un ordine del giorno collegato. Il nostro Gruppo ha presentato degli emendamenti sia al disegno di legge sia all'ordine del giorno. Personalmente, ho il compito di illustrare gli emendamenti.
Della società in discussione si è parlato a lungo; essa avrebbe potuto rivestire un ruolo importante nel quadro di organizzazione del sistema dei trasporti e delle relazioni economiche, come concepito agli inizi degli Ottanta, che ha subito però profonde trasformazioni negli ultimi anni soprattutto in relazione alla costituzione del Mercato Unico.
Certamente, si tratta di società nella quale gli azionisti, la Regione in primis, si sono impegnati in maniera significativa dal punto di vista economico-finanziario. Nei confronti della stessa il sistema locale valsusino aveva grandi attese: negli ultimi anni la società ha vissuto per nella più ordinaria amministrazione. Ciò soprattutto perché è mancata, da parte della Regione, qualsiasi indicazione sulla missione strategica che la società avrebbe potuto svolgere in un quadro totalmente nuovo.
A me non risulta, per il passato, documentazione relativa a proposte di ridefinizione del ruolo strategico della società; certamente, la situazione non poteva trascinarsi nel tempo, anche perché, pur in condizione di ordinaria amministrazione, la società accumulava, in mancanza di business perdite che negli ultimi tempi sono state nell'ordine dei 400 milioni all'anno.
Quindi, bene ha fatto l'attuale Consiglio di amministrazione a ragionare su una nuova missione della società. Missione contenuta in un documento dal titolo "Proposte", che è stato presentato ed approvato dall'assemblea tenutasi il 22 maggio.
Forse, sarebbe stato opportuno, prima di partecipare a quell'assemblea stando ai rilevanti cambiamenti che venivano proposti, sia nella denominazione sia nella missione, la discussione che stiamo facendo oggi.
I due progetti INTERREG, che nel settembre scorso hanno riscosso l'apprezzamento da parte del Comitato di sorveglianza e della Commissione intergovernativa, e che successivamente sono stati approvati con deliberazione della Giunta regionale, sostanzialmente tendono a fare di una parte importante dell'area in disponibilità alla Società CONSEPI una stazione di servizio specializzata per il traffico pesante. Accanto a questa destinazione, che direi "naturale", è stata affastellata tutta una serie di altri compiti ed altri obiettivi che non ci convincono.
Nel presupposto che tutto quest'insieme di iniziative venisse approvato, la società ha proposto all'assemblea dei soci un aumento di capitale di tre miliardi. Oggi, noi dobbiamo deliberare sulla sottoscrizione di tale aumento e, implicitamente, sul progetto strategico che lo sottende.
Il Gruppo del PDS non condivide il progetto strategico, perché ci pare affastellato e incoerente, e poiché si sovrappone come finalità, ad altre società a partecipazione regionale ben più solide: la Finpiemonte, tanto per dirne una, pur socia della società, il cui Presidente ha fatto presente che la modifica della ragione sociale creerebbe un doppione della Finpiemonte stessa. In questo contesto CONSEPI avrebbe una funzione assolutamente marginale e non sarebbe nelle condizioni di risolvere i problemi economici della società.
Questa la ragione per la quale, a nostro parere, in questo momento occorre muoversi nel modo seguente. Innanzitutto, limitare l'aumento di capitale della società esclusivamente a sostegno dei progetti INTERREG.
Questi ultimi hanno il costo complessivo di circa 3 miliardi e 300 milioni più 700 milioni circa di IVA: 4 miliardi.
Poiché il contributo dei soci, il cofinanziamento della società al progetto INTERREG ammonta all'incirca ad 1 miliardo e 400 milioni, la quota di competenza della Regione, in base alla sua partecipazione azionaria è di 927 milioni.
Per potersi patrimonializzare e, in prospettiva - quella che noi indichiamo - per poter vendere l'area attrezzata a truck station, occorre che della società vi sia un pieno titolo di proprietà; occorre passare dall'attuale diritto di superficie ad una piena titolarità.
Poiché la società sta trattando con il Comune di Susa la cessione della nuda proprietà di quest'area, possiamo ritenere che, grosso modo, la società abbia bisogno di altre risorse per acquisire questo nuovo titolo di proprietà.
Siamo dunque dell'opinione che l'aumento di capitale della società debba essere limitato ad 1 miliardo e 500 milioni.
Pertanto, la quota che tocca alla Regione per far fronte a queste due esigenze è il 62% di 1 miliardo e 500 milioni.
Tutti gli emendamenti che abbiamo presentato alla parte economica partono da questo dato: dimezzare l'aumento di capitale e quindi ridurre in proporzione, la quota di partecipazione della Regione.
Secondo aspetto, altrettanto importante; se non ci convince il Piano strategico messo in piedi occorre chiedere alla società di lavorare, nei prossimi mesi, ad un nuovo Piano strategico. La Regione possiede però il 62% delle azioni; riteniamo quindi che debba indicare delle linee.
Come Gruppo riteniamo che queste ultime debbano rispondere essenzialmente, a tre finalità.
La prima. Concorrere allo sviluppo locale del territorio e della Valle di Susa in particolare. Questo, non perché la Valle di Susa sia di moda, ma perché il valore patrimoniale della società è stato realizzato anche grazie all'acquisizione di terreni agricoli locali pagati "quattro soldi", in cambio del fatto che si venivano a creare posti di lavoro in grande quantità. Non possiamo pensare di far gestire da forze non locali, magari estere, o di altre Regioni, per esempio il Trentino, senza che ci siano ricadute locali.
Seconda finalità. La società dove muoversi nella direzione di un consolidamento di processi economici positivi, in atto in questo territorio.
Terza indicazione. La società deve comunque svolgere una missione di interesse regionale.
All'interno del Gruppo abbiamo cominciato a ragionare sua una possibile linea di riqualificazione e di rilancio strategico della società, che pospettiamo non tanto in via definitiva - "prendere o lasciare: questa e la più bella idea del mondo" - ma per dare il senso dell'impegno positivo e costruttivo che stiamo profondendo nell'esaminare il problema.
A noi pare che la missione di questa società possa essere il favorire l'agricoltura di montagna. In quel territorio, infatti, stiamo assistendo alla ripresa significativa di tale tipo di agricoltura, per esempio sotto forma di viticoltura, grazie anche all'investimento regionale, di 2 miliardi e 700 milioni, nel progetto di rilancio della viticoltura nell'Alta Valle di Susa, nonché al rilancio della frutticoltura: ai relativi corsi partecipano centinaia di persone. In questo territorio esiste da settant'anni l'Istituto Vittorino Vezzani, che si occupa di zootecnia, e che vive un po' "nella luna". Forse, se agganciato ad una politica regionale potrebbe fare qualcosa di più. In ultimo, ma non ultimo abbiamo il problema della collocazione dell'Istituto Nutrizione piante glorioso istituto presente a Torino da oltre 100 anni, che ha avuto e svolto un compito fondamentale a livello internazionale per la valorizzazione della frutticoltura, che oggi viene "sfrattato", in quanto "figlio di nessuno": perché non farlo nostro, evitando che si disperda un patrimonio di conoscenze di alto valore scientifico. E' chiaro che si prefigura una struttura che si potrebbe assimilare, che potrebbe avere come modello, per esempio, L'Istituto S. Michele, che opera nel Trentino oppure istituti analoghi che operano in Valle d'Aosta.
Questa linea di indirizzo strategico, è tutta da verificare; diamoci dei tempi certi.
E qui veniamo alle modifiche che noi proponiamo all'ordine del giorno presentato dalla Giunta. Riteniamo che il momento di verifica sulla possibilità di sviluppo della società - in "parole povere", se "tenerla in piedi" o meno - debba essere ravvicinato rispetto alla data proposta, 31 dicembre 1999. Tale data potrebbe essere, invece, il 31 maggio 1998; entro tale termine, infatti, occorrerà approvare il bilancio 1997, sicuramente per quella data, avremo idee precise rispetto all'andamento del programma INTERREG, e nel frattempo la Giunta, i Gruppi consiliari, in accordo con il sistema locale potrebbero ragionare sulle ipotesi di rilancio strategico della società.
Ripeto. Pur apprezzando il lavoro svolto dal Consiglio di amministrazione, che ha autorizzato lo opportunità offerte da INTERREG 2 non ci pare ancora ci sia chiarezza, probabilmente per mancanza di dialogo approfondito, allargato a tutti i diversi soggetti. Riteniamo che nei prossimi mesi questo dialogo si possa avviare, che si possa definire la missione.
Se la società ha delle prospettive, si venda la truck station trasformando un capitale immobilizzato in capitale liquido, impegnando quest'ultimo per una nuova linea.
Se la società manca di prospettive, la si metta in liquidazione cercando di "portare a casa" il massimo possibile.
Ringrazio per l'attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Prima della replica, le chiederei, Presidente, non una sospensione del Consiglio, ma pochi minuti per consentire a Consiglieri e Assessori della maggioranza più direttamente interessati al problema, di appartarsi per valutare le variazioni proposte all'ordine del giorno da Consiglieri d'opposizione. Emendamenti che a mio avviso meritano di essere approfonditi e valutati, ai fini di uno sblocco e di una definizione a tempi brevissimi della situazione.



PRESIDENTE

Per economizzare il tempo propongo, nelle more della situazione convocare una "mini" Conferenza dei Capigruppo sui lavori della prossima settimana? La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.20 riprende alle ore 13.05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.



PRESIDENTE

ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 30 voti contrari 14 L'art. 1 è approvato.



PRESIDENTE

ART. 2



PRESIDENTE

Gli emendamenti presentati dal Gruppo di Rifondazione Comunista sono stati ritirati.
1) Emendamento presentato dal Consigliere Vindigni: Art. 2 - comma 1, prima riga, sostituire "n. 1.855.554" con "n. 927.777"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni per l'illustrazione.



VINDIGNI Marcello

Illustro brevemente i quattro emendamenti nel loro insieme.
La ratio degli emendamenti è la seguente. Riteniamo che l'aumento di capitale che le Regione sottoscrive in questo momento deve essere legato esclusivamente a programmi di sviluppo certi. Vale a dire i due programmi INTERREG per la truck station e l'acquisizione della nuda proprietà.
La valutazione è che complessivamente queste operazioni comportino per la società un esborso di un miliardo e mezzo circa. Pertanto, la quota di competenza della Regione è di 927 milioni. Gli emendamenti vanno in questa direzione. Dei 927 milioni circa 550 verrebbero versati nel 1997: come impianto finanziario non si modificherebbe nulla; invece di versare 3/7 verseremmo 5/8: nessuno ce lo impedisce. La parte restante si dovrebbe versare entro il 30 giugno 1998.
Gli emendamenti rispondono a questa filosofia.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta non accetta questo emendamento, pur apprezzando la marcia di avvicinamento da parte del Gruppo PDS al disegno di legge. Infatti, in un primo tempo - in Commissione e negli interventi dell'altro ieri - vi era una preclusione assoluta all'aumento di capitale in questione.
Quindi, ripeto, apprezziamo questa marcia di avvicinamento, perché in definitiva si dice: "Sia pure in parte, l'aumento di capitale trova una sua giustificazione".
Devo però ricordare che, anche aderendo alla tesi peggiore per il disegno di legge della Giunta, tesi secondo la quale la società CONSEPI dovrebbe essere liquidata o le sue azioni alienate, se proprio, per avventura, per assurdo si dovesse arrivare a questa soluzione senza ulteriori verifiche e senza altro operare al riguardo, è quanto meno necessario "rivitalizzare" le attuali azioni, per poter arrivare all'alienazione.
A tale proposito, è stato inserito (ed è già stato approvato in Commissione) un emendamento in forza del quale la Giunta è autorizzata, sin d'ora, ora per allora, volta che abbia fatto tutte le verifiche del caso e volta che ci sia la convenienza finanziaria, ad alienare queste azioni.
Ciò però, ripeto, nel caso si presenti tale possibilità: se abbiamo inserito questo emendamento, significa che la valutiamo come una possibilità - fatte tutte le valutazioni del caso - vera e reale.
Proprio per attuare questa possibilità e la relativa valutazione di convenienza e congruità del prezzo, è necessario fare nel suo intero, e non solo parzialmente, l'aumento di capitale per - come dicevo - rivitalizzare (o, se si vuole, "rimpolpare") il valore delle azioni.
Questa è la ragione di sintesi per la quale siamo contrari all'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 18 voti favorevoli e 30 contrari.
Si proceda dunque alla votazione dell'art. 2 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 voti favorevoli 30 voti contrari 19 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 voti favorevoli 30 voti contrari 19 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Riba, Miglietti e Suino: 1) Al comma 3, sostituire alla prima riga la frase: "lire 1.298.887.800 per l'esercizio 1998, pari a sette decimi della quota sottoscritta" con la frase: "lire 371.110.800 per l'esercizio 1998, pari alla quota residua del capitale sottoscritto" Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Riba, Miglietti, Suino e Bertoli: 2) Al comma 4, sostituire alla seconda riga il numero: "1.298.887.800" con il numero: "371.110.800" Emendamento presentato dai Consiglieri Vindigni, Riba, Miglietti e Suino: 3) Al comma 3, sostituire alla penultima riga: "1.298.887.800" con: "371.110.800".
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta è contraria per gli stessi motivi illustrati nella mia precedente replica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

A commento del comma 4 dell'art. 4, quello che specifica la copertura per quanto attiene all'anno 1998 ("si provvede mediante riduzione di L.
1.298.000 dal cap. 27170", che è stato oggetto, mi è parso, di parecchi interventi nel corso del dibattito), ci tengo a chiarire qual è stata la ratio della copertura, le motivazioni e le possibili conseguenze di questa operazione.
Il cap. 27170 della legge finanziaria n. 16 del 1997, che è la finanziaria in vigore e l'unico strumento finanziario utilizzabile in questo momento per provvedere, come la legge prescrive, alla copertura per i disegni di legge pluriennali, ha due voci attualmente utilizzabili: il disegno di legge "Interventi per occupazione", 4 miliardi e mezzo; il disegno di legge "Interventi per i settori collinari" che è stato oggetto di interventi, per 3 miliardi.
Le altre due voci preventivamente previste nell'ambito dello stesso capitolo sono state già oggetto di utilizzo e quindi non sono più utilizzabili ai fini della copertura finanziaria.
Dico peraltro che, in questo caso, abbiamo scelto, ma del tutto in misura casuale, di attuare la copertura utilizzando il capitolo relativo al disegno di legge "Interventi collinari". A questo proposito, preannuncio che la Giunta è ampiamente disponibile ad accettare l'ordine del giorno nel quale si auspica questo intervento, peraltro già realizzato.
Infatti, nel documento che è a mano di tutti i Commissari della I Commissione, lo stesso cap. 27170 relativo alla finanziaria 1998 (quindi quella da consultare e da approvare, di cui abbiamo discusso ieri) ripropone integralmente i due DDL con le stesse identiche cifre dell'allegato 5). Quindi non c'è neanche bisogno di emendamento.
Per quanto riguarda la scelta di provvedere alla copertura, ciò che interessava era di poter utilizzare una parte dei 7 miliardi e mezzo tuttora disponibili, comunque provenienti, dall'uno o dall'altro dei due capitoli, nella misura che si voglia ritenere.
Qualunque sia la misura scelta - in questo caso quella del comma 4 non c'è bisogno di interventi di ripristino, perché il ripristino è già previsto nell'allegato 5), che porta, per lo stesso capitolo, le stesse voci (evidentemente prima della discussione e dell'esame in aula) esattamente com'era per il pluriennale.



PRESIDENTE

Procediamo dunque alla votazione cumulativa degli emendamenti all'art. 4.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Gli emendamenti sono respinti con 15 voti favorevoli e 30 contrari e 4 astensioni.
Si proceda ora alla votazione dell'art. 4 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 voti favorevoli 30 voti contrari 4 astensioni 15 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 voti favorevoli 30 voti contrari 4 astensioni 15 L'art. 5 è approvato.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Majorino, per la replica.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Svolgerò una breve e sintetica replica alle principali argomentazioni svolte nei confronti del disegno di legge.
La prima obiezione è che il documento, legato a CONSUSA - ora CONSEPI non si collocherebbe in un riordinamento delle società cosiddette partecipate. Riordinamento a parer mio, necessario, e che verrà effettuato dalla Giunta in occasione del Piano di sviluppo. Spero che non mi si accusi del verbo al futuro - "verrà effettuato" -; intanto, verrà mantenuto l'impegno assunto.
Relativamente al ritardo nel formulare il Piano di sviluppo, motivo ricorrentemente esposto dalle opposizioni in pregiudizio della Giunta, devo far rilevare che il legislatore costituente, nel 1970, evidentemente non si rese conto della complessità dell'elaborazione di un Piano di sviluppo oppure - ipotesi che penso inopportuna - di aver solo voluto scrivere un qualcosa tipo "libro dei sogni".
La realtà è la seguente.
I legislatura (1970-1975): non è stato presentato alcun Piano di sviluppo; e va beh, si era alla prima legislatura, al rodaggio.
Seconda legislatura (1975-1980) approvazione del Piano da parte del Consiglio regionale con deliberazione del luglio 1977, cioè due anni dopo.
Terza legislatura, arriviamo all'approvazione del Piano di sviluppo in data 13 dicembre 1984; evidentemente, più si va avanti nelle legislature più l'azione amministrativa e legislativa si fa complessa e più difficoltosa diviene l'elaborazione del Piano di sviluppo. Comunque, una Giunta di sinistra (1980/85) che peraltro, per definizione, si riteneva precisa, puntuale, lo ha elaborato nel 1984, dopo quattro anni di legislatura.
Così per la IV legislatura (1985/'90) che lo ha elaborato nel febbraio 1989, trascorso il quarto anno.
Con questo, non voglio "mettere la croce" sulle spalle delle Giunte che si sono succedute dal 1970 al 1995; voglio solamente risottolineare che il Piano di sviluppo è documento di rilievo assai pesante.
Quinta legislatura (1990/95): del Piano di sviluppo non se ne fece nulla.
Sesta legislatura, quella attuale: lo predisporremo - lo ha detto a chiare note in altra occasione l'Assessore Burzi - nel marzo 1998.
Quindi, la censura di fondo delle opposizioni direi proprio che va fermamente respinta; non seccamente, ma fermamente respinta.
Altra obiezione: "in definitiva, quali sono motivazioni alla base dell'aumento di capitale, a fronte di una società che ha collezionato perdite che oggi ammontano ad un miliardo e mezzo".
Faccio presente che le perdite sono state "collezionate" dalla società dal primo gennaio 1993, quindi negli anni 1993/94/95; innanzitutto, pur essendoci perdite anche per il 1996 e il 1997, come ha preannunciato il Presidente della CONSEPI, Bonansea, il grosso del disavanzo, circa 500 milioni all'anno, è del periodo 1993-1995.
Dunque, e la mia non vuole essere polemica ma osservazione vera e reale, dal momento in cui le disposizioni CEE hanno chiuso i dazi doganali e svuotato in parte di contenuto le funzioni della società, perché non la si è liquidata nel 1993, 1994, 1995? Perché, come risulta negli atti societari CONSUSA, si pensava ad una riconversione e ad una riqualificazione, cui si è pervenuti nel corso dell'assemblea del maggio 1997, in conseguenza della quale, fra l'altro, si è ritenuto di proseguire l'attività e di procedere all'aumento di capitale.
Manifestando il dissenso della Giunta all'emendamento illustrato dal Consigliere Vindigni, che propone di ridurre il capitale da sottoscrivere replico risottolineando che la sottoscrizione, tesa in primo luogo a rivitalizzare e rimpolpare il valore patrimoniale delle azioni CONSEPI sarebbe valida anche nel caso della possibilità, valutata dalla Giunta, di futura alienazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni per dichiarazione di voto.



VINDIGNI Marcello

Il nostro voto sarà di astensione poiché riteniamo prematuro sottoscrivere un aumento di capitale dell'entità proposta, non suffragato da un progetto strategico convincente e tale da indicare un'effettiva prospettiva di risanamento.
Ovviamente, noi riteniamo che ciò si possa ottenere dando attuazione dell'ordine del giorno che voteremo successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, manteniamo il giudizio negativo sul disegno di legge.
Confesso che gli interventi dei Capigruppo di maggioranza, successivi alle sollecitazioni espresse dalla minoranza, sono stati tali da sollevare qualche dubbio e qualche preoccupazione sul futuro. Mi pare che l'ordine del giorno in qualche maniera raccolga un percorso di un certo interesse che permette di tenere sotto osservazione l'evoluzione di CONSEPI: questo mi sembra un fatto positivo. Debbo però rilevare che si sarebbe potuto sicuramente tenere sott'occhio la vicenda CONSEPI prima. Se quel processo tante volte invocato dal Partito popolare - credo anche da parte della maggioranza - di rivedere complessivamente le partecipate, fosse stato compiuto ci si sarebbe resi conto della necessità di eliminare qualche società.
E' chiaro che trovandoci di fronte alle necessità di cofinanziare due progetti finanziati dalla Comunità europea c'è l'urgenza, ma questo è dovuto ad un ritardo dell'amministrazione regionale per non aver operato prima.
Ad oggi, non esiste un Piano di sviluppo, quindi manca un riferimento politico importante. Sarebbe stato molto più serio mantenere l'obiettivo di realizzare quei due programmi agli effetti del cofinanziamento se l'aumento di capitale fosse stato sottoscritto da Finpiemonte; se quest'ultima avesse avuto problemi di carattere finanziario, l'impegno finanziario della Regione Piemonte si sarebbe potuto trasferire sulla stessa. In tal modo avremmo definito un percorso molto più credibile per il futuro dalla CONSEPI, non tanto in quanto tale, ma per le funzioni che la stessa pu svolgere per la realizzazione di quei programmi.
Ormai, comunque, questo ragionamento è complessivamente inutile; il nostro voto sarà negativo per le motivazioni già addotte in fase di discussione generale.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Non è detto che Finpiemonte non sottoscriva.



SAITTA Antonino

Le osservazioni dell'Assessore Burzi, per quanto riguarda il finanziamento, tengono conto delle nostre preoccupazioni e la contemporanea approvazione dell'ordine del giorno mi pare rafforzi quell'opinione da tutti condivisa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Voteremo contro il provvedimento per ragioni di metodo e di merito collegate tra loro. L'esserci trovati ancora una volta con leggi presentate all'ultimo momento, quando il tempo per verificare sia la bontà dei progetti sia il futuro della società c'era tutto, ci porta a rimettere in discussione il metodo di lavoro della Giunta. Metodo che impedisce la discussione, obbligando tra l'altro la minoranza ad utilizzare armi come quella dell'ostruzionismo della quale farebbe volentieri a meno.
Tutti sanno bene che il nostro Gruppo è sempre disponibile a discutere approfonditamente i problemi; chiaramente, quando ci viene impedito utilizziamo i metodi a nostra disposizione perlomeno per un minimo di approfondimento. Rinunciando all'ostruzionismo abbiamo voluto assumere un atteggiamento responsabile; in ogni caso, non accettiamo i contenuti dei progetti presentati né i contenuti delle scelte della società CONSUSA, che diventa CONSEPI dopo aver modificato il proprio Statuto, dandosi addirittura finalità diverse. Nella parte modificata dallo Statuto si dice "in particolare la società promuove l'attivazione di progetti e programmazione afferenti alle politiche comunitarie nazionale e regionali...".
Se avessimo avuto a disposizione maggior tempo, avremmo proposto soluzioni, quale quella indicata dal Consigliere Saitta, di razionalizzazione delle società a partecipazione regionale e non quella di mantenere l'ennesima società con vocazioni simili ad altre.
Non servono società regionali in competizione tra loro! Per questo motivo, manteniamo il voto contrario al provvedimento.
Per il futuro, sentendoci un po' garantiti dall'ordine del giorno che verrà proposto, opteremo per soluzioni diverse dall'"inventarsi" cosa da fare rispetto alle partecipate, affrontando concretamente la possibilità che la società in esame trovi una collocazione diversa all'interno delle società controllate dalla Regione. Avremmo preferito farlo adesso, nel momento in cui se ne discute l'aumento di capitale; non è stato possibile anche per questo motivo esprimeremo voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto per dichiarazione di voto.



DUTTO Claudio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, la Lega voterà contro il provvedimento; quanto emerso dal dibattito ci ha convinti che stiamo andando incontro all'ennesimo sperpero di denaro pubblico.
Analizziamo velocemente la storia di questa società, nata per scopi che oggi non esistono più: fornire determinati tipi di servizi, in presenza delle dogane. Servizi che oggi non hanno più senso: di fatto, la società ha perso completamente la propria operatività. Tant'è che negli ultimi anni ha prodotto solamente perdite; a fronte dei costi sostenuti per mantenere la propria esistenza, non produceva praticamente alcun reddito: i ricavi erano pari a zero.
Economicamente, la società non aveva alcun senso di esistere; su mercato privato sarebbe stata liquidata da tempo. Le prospettive future sono di fallimento o, perlomeno, di intero consumo del suo capitale.
E' vero, come diceva il collega Montabone, che attualmente la società non è ancora in stato fallimentare, che ha ancora attività maggiori dei debiti, ma dovendo far fronte a costi senza entrate, ben presto si consumerebbe l'intero capitale, entrando quindi in stato fallimentare.
Le prospettive, i nuovi programmi, sono del tutto nuovi. Vanno, fra l'altro, a far da doppione a compiti di altri Enti, soprattutto di altri Enti pubblici, che nulla hanno a che fare con questa società. E' chiaro che esiste una manovra atta unicamente a salvare, a prorogare nel tempo la società, che di economico ha ben poco.
Contro questo tipo di assistenzialismo la Lega voterà contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone per dichiarazione di voto.



MONTABONE Renato

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, voteremo a favore di questo provvedimento legislativo. La società non era nata con funzioni doganali ma di intervento su tutto il territorio della Valle di Susa, cosa ben diversa da quanto detto in quest'aula. La società, per la prima volta, dopo anni di difficoltà non solo di tipo economico, ma soprattutto di tipo politico, con l'aumento di capitale, probabilmente, potrà iniziare a svolgere la funzione che le era stato affidata per legge regionale.
E' chiaro che rispetto alla società in discussione, così come alle altre, la Regione dovrà attuare un controllo più diretto, che a mio parere dovrà attuare anche nei confronti della società madre: la Finpiemonte.
Dico con molta chiarezza che vorrò verificare, per esempio, chi sono i rappresentanti Finpiemonte, come avvengono le nomine, e su quali tipi di iniziative la Finpiemonte assume o meno delle decisioni.
Vorrò anche verificare, e chiederò alla data del 30 maggio, riportata nell'ordine del giorno, la posizione assunta dalla Finpiemonte rispetto a quest'aumento di capitale, e chiederò direttamente all'Assessore quali saranno le azioni che avrà attuato nei confronti della Finpiemonte affinch sottoscriva l'aumento di capitale stesso.
Signor Vicepresidente e signori colleghi, la Finpiemonte non è un'emanazione strana, "messa lì", che non deve ricevere ordini da alcuno la Finpiemonte sta gestendo capitali regionali: non deve, quindi, assumere iniziative non coordinate con le politiche della Regione.
Voterò a favore, ma chiedo all'Assessore che verifichi come intende comportarsi la Finpiemonte e soprattutto quali sono le idee di programmazione di carattere generale che si pone nei confronti della CONSUSA. Ritengo che la Finpiemonte possa anche diventare, successivamente l'unica società di gestione; ma la stessa deve occuparsi di queste cose e non mettersi in concorrenza con altre, cui partecipa.
Votiamo quindi a favore del provvedimento, ribadendo ancora una volta che dalle conoscenze che abbiamo noi, la società non è per niente fallimentare; molte altre, di indirizzo pubblico e regionale sono fallimentari: questa non lo è. Si tratta di società da riconvertire e non da risanare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno per dichiarazione di voto.



SALERNO Roberto

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il voto di Alleanza Nazionale è favorevole.
Con quest'operazione si presume, si auspica, che si apra una nuova fase in questa realtà, molto importante, a ridosso del valico con la Francia.
Torno a ripetere che il criterio troppo rigidamente aziendalistico, che ho sentito esporre dall'opposizione, di costi, ricavi, perdita: chiusura della società, è in ogni caso esagerato.
Vorrei anche aggiungere che affidare la gestione di questa realtà ad un Ente dalle competenze già molto estese come Finpiemonte, non è, a parer mio, la direzione da seguire.
Quando si concentrano nel medesimo Ente molte competenze diverse tra loro, anche come realtà geografica, molto spesso si parla di centralismo puro e conseguentemente di eccessiva burocratizzazione. In tali casi, si ricorre invece alle singole autonomie; si cerca di scindere gli Enti troppo grossi. Oggi, invece, si presume, in positivo, di andare al contrario: osservazione certamente non approvabile.
Torno a ripetere che dovrebbe aprirsi una fase nuova della CONSUSA; non si tratterà di un autogrill dove andare a bere un cappuccino dopo aver passato il valico. Visti i 5.000 TIR oggi, ma, soprattutto i 15.000 di domani, una volta aperta, nel 1999, l'autostrada della Maurienne che arriverà a Torino da Parigi, si auspica che colui che arriverà in quest'area per transito di servizio, di merci, trovi non solo un cappuccino, ma centrali di trasmissione-fax, servizi di segreteria e quant'altro. Mi pare sia questa la direzione di CONSUSA.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, nell'annunciare il mio voto contrario vorrei riprendere, perché penso siano di un certo valore, le osservazioni mosse dal collega Montabone. Se emerge, da parte di rappresentanti della maggioranza, la necessità di capire meglio il ruolo delle società consociate, della Finpiemonte, degli Enti strumentali, a partire da quest'ultima discussione, penso sia opportuno farlo, per esempio attraverso un Commissione di lavoro, che faccia la radiografia di queste situazioni.
Sono allarmato: si è detto che ci sono molte altre società partecipate dalla Regione che hanno situazioni di deficit, di perdite. Dobbiamo capire quali sono e per quale motivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini per dichiarazione di voto.



GALLARINI Pierluigi

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, esprimeremo solo il nostro voto, peraltro già preannunciato nell'intervento precedente, nel quale abbiamo illustrato le motivazioni del voto stesso.
Ci sembra che l'ordine del giorno abbia composto alcune esigenze da più parti segnalate, e che possa essere letto come la risultante di un percorso che per ora si intravede soltanto. Il collega Saitta insisteva sul problema dei controlli; certo, dovremo attuare controlli, ma penso che tale orientamento emerga dall'atteggiamento del Consiglio di oggi e dall'ordine del giorno riassuntivo, predisposto dalla Giunta.
Al di là del disegno di legge iniziale, riteniamo che i contributi provenienti dall'ordine del giorno, che hanno consentito non solo di superare l'ostruzionismo, ma anche di arrivare, entro il 30 novembre, ad utilizzare opportunità che se non colte in questo momento avrebbero affossato definitivamente la CONSEPI, rappresentino un ulteriore passo in direzione della valorizzazione della società. Quest'ultima - se questo sarà il percorso scelto - potrà confluire nella Finpiemonte o seguire altre strade, ma l'essersi posti obiettivi precisi riteniamo rappresenti un'iniezione migliorativa delle volontà politiche del disegno di legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo del provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 30 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il seguente provvedimento: ordine del giorno n. 656 "Riesame progetto di legge n. 230 recante provvedimenti per la tutela e lo sviluppo dei territori e dell'economia collinare".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 46 voti favorevoli.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame ordine del giorno n. 655 relativo a "Valutazione situazione societaria CONSEPI"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 655 collegato alla discussione del progetto di legge testé terminata, presentato dai Consiglieri Cotto Deorsola, Gallarini, Angeli, Rubatto, Ghiglia e Vindigni.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

L'ordine del giorno è da noi condiviso nella sua stesura, che tiene conto del dibattito e dei contributi forniti e che, in particolare, prende le distanze dal piano strategico approvato dall'assemblea della società il 22 maggio 1997.
In questo senso impegna la Regione, quale azionista, ad intervenire per una migliore puntualizzazione del Piano strategico e della missione della società, fissando un termine, il 31 maggio, per lo sviluppo di tale attività. Termine legato alla data ultima di approvazione del bilancio 1997.
Siccome non riteniamo che gli ordini del giorno vadano intesi giolittianamente, come sigari e croci di cavalierato che non si negano a nessuno, votiamo il documento nella convinzione e nella persuasione che la Giunta trovi il modo per dare attuazione allo stesso ordine del giorno facendo proposte precise per quanto riguarda la missione della società stessa e trovando i necessari momenti di verifica e di confronto con le competenti Commissioni consiliari.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la L.R. 11/1980 finalizzata alla realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci e per l'interscambio tra sistemi di trasporto considerato che, in coerenza con quanto previsto dalla citata L.R. 11/1980 e, segnatamente, di quanto disposto dall'art. 4 della ora citata legge regionale, è stata costituita CONSUSA avente per oggetto l'attuazione e la gestione diretta o indiretta di una area attrezzata per servizi di trattamento delle merci oltreché di assistenza e supporto a veicolo e persone ("autoporto") situata in territorio del Comune di Susa vista la L.R. 1/1985 la quale all'art. 1 precisa il ruolo della Regione Piemonte quale assuntrice di una partecipazione azionaria in CONSUSA considerato il ruolo svolto dalla CONSUSA attraverso la gestione di servizi a supporto del traffico nazionale ed internazionale oltreché di funzioni doganali rilevato che in forza di disposizione CEE, a decorrere dal 1 gennaio 1993 è stata sancita la libera circolazione delle merci in ambito comunitario con ovvie e conseguenti conseguenze sull'autoporto di CONSUSA rilevato che la Società CONSUSA ha predisposto un piano di rilancio con relativa delibera di variazione dell'oggetto sociale e della denominazione da CONSUSA a CONSEPI ritenuto che la Società può ancora svolgere una funzione positiva a vantaggio del territorio sul quale è storicamente insediata e di taluni comparti dell'economia regionale, funzione che non emerge con chiarezza dal documento "Proposte" approvato dalla Assemblea della Società il 22/5/97 ritenuto che la Regione, come azionista di maggioranza assoluta, ha il dovere di definire le nuove finalità della Società e sollecitare l'assunzione di un progetto strategico conforme alle nuove finalità, non escludendo, nel caso in cui la Società non dovesse più avere una funzione strategica a livello regionale, di alienare in tutto o in parte le azioni possedute dalla Regione impegna la Giunta Regionale ogniqualvolta ve ne sia convenienza sotto il profilo finanziario ad alienare in tutto o in parte le azioni di propria appartenenza privilegiando in primo luogo una destinazione di servizio pubblico rivolto al traffico, compatibile con l'approvando Piano regionale dei trasporti ad effettuare una approfondita verifica ed una valutazione della situazione societaria di CONSEPI alla data del 31 maggio 1998, ed a riferire quindi senza dilazione, alla competente Commissione nella prospettiva di una possibile alienazione delle azioni di appartenenza regionale, nei limiti della normativa oggi approvata e qualora non fosse definito un adeguato e convincente piano strategico che giustifichi la significativa e qualificante partecipazione regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 42 voti favorevoli e 5 astensioni.


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 656 "Riesame progetto di legge n. 230 recante provvedimenti per la tutela e lo sviluppo dei territori e dell'economia collinare".


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 656, presentato dai Consiglieri Spagnuolo, Cavaliere, Saitta, Cotto, Suino e Picchioni.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Ho letto velocemente l'ordine del giorno presentato; non posso votare un documento che riporta inesattezze.
Nelle premesse si dice che in data 31 ottobre la III Commissione consiliare ha "espresso parere negativo in merito al progetto di legge n.
230...": non è così. In quella sede la Commissione, o comunque l'Ufficio legale, doveva rispondere in merito ad una richiesta di chiarimenti da parte dell'Unione Europea. Il parere negativo, se c'è stato, è stato su questo, e non, assolutamente, sul progetto di legge n. 230.
Questo quanto, solo per chiarezza; ho partecipato a quella riunione e sono intervenuto anche per dichiarare la validità del progetto di legge.
Per motivazioni che non sto a ripetere per brevità, si era ritenuto che rispondere fosse in qualche modo inopportuno.
La premessa del documento, dunque, non corrisponde al vero.



PRESIDENTE

Potremmo apportare la seguente correzione: "In data 31 ottobre 1997 presso la III Commissione si è interrotto l'iter del progetto di legge n.
230 recante 'Provvedimenti per la tutela e lo sviluppo dei territori e dell'economia collinare".
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Come sapete, il giorno di quella Commissione, purtroppo, non ho potuto essere presente per noti motivi personali.
A chiarimento della situazione, vorrei dire una volta per tutte che cosa si può fare, perché l'ho detto singolarmente ad ognuno di voi, ma evidentemente le cose non si chiariscono mai sufficientemente.
Non ritengo - lo dissi al Consigliere Saitta, lo dissi al Consigliere Gatti, lo dissi ad altri Consiglieri - che vi fossero delle risposte esaustive e sufficienti alle osservazione dell'Unione Europea.
Voi sapete bene che, in caso di notifica di un provvedimento, una risposta alle osservazioni è vincolante: se la III Commissione avesse dato all'Unione Europea la risposta, così come era stata formulata, e la Commissione dell'Unione Europea l'avesse ritenuta non soddisfacente, il progetto sarebbe stato definitivamente bocciato.
Pertanto, per questioni di prudenza, la Commissione ha giustamente preso un po' di tempo, e quindi, come ricordava il Consigliere Angeleri, il terzo periodo della premessa è impreciso, dunque da modificare.
Per quanto riguarda il punto "ritenuto che", come abbiamo anche sottolineato in Commissione più volte, è profondamente vero che non esistono norme di legge specifiche per i territori collinari, ma non solo per questi: non esistono delle precisazioni di legge per tutti i territori marginali che non siano di montagna.
Credo dunque che occorra integrare il periodo con "i territori collinari e gli altri territori marginali della nostra Regione".
Per quanto riguarda l'impegno, sono d'accordo sul secondo punto, e cioè di mantenere l'impegno finanziario. Invece, per quanto riguarda il primo credo che le istanze del Consigliere Gatti debbano in questo punto essere puntualmente riprese: la III Commissione deve dare immediatamente avvio al Gruppo di lavoro che, in tempi brevissimi, riveda la legge 230 non solo alla luce dei rilievi formulati dalla Commissione europea, ma anche dei problemi sollevati in merito a tutti gli altri territori marginali non di montagna.
Perché dico questo? Perché mentre esistono provvedimenti nazionali (la Costituzione) che definiscono la specificità della montagna, e provvedimenti dell'Unione Europea (il livello NUZ 3) per quanto riguarda la marginalità di montagna, non esistono analoghi provvedimenti né per la collina né per la pianura del nostro Paese.
Poiché potrebbe configurarsi una problematica conflittualità tra gli obiettivi 2 e 5b e gli obiettivi di una legge regionale sulle marginalità credo che l'impegno della Regione e del Consiglio debba essere quello di avviare al più presto un gruppo di lavoro che risolva definitivamente queste conflittualità.
La Giunta quindi proporrebbe al Consiglio di non tener conto del terzo punto delle premesse e di modificare, così come ho suggerito, il primo punto dell'impegno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Farò uno sforzo per tentare di non lasciarmi prendere dalla polemica perché è inopportuno e perché non so chi rappresenta la Giunta, se il Presidente Ghigo o l'Assessore Vaglio.
Concordo su alcuni rilievi. Quanto diceva il Consigliere Angeleri è giusto: quella precisazione mi pare utile e va fatta; però, le osservazioni del collega Vaglio continuano ad essere sul merito della proposta.
Noi non pretendiamo che la proposta venga approvata così com'è - lo ripeto - ma chiediamo che venga esaminata con un atteggiamento costruttivo.
Quello che proponiamo è che si ritorni in Commissione, dove queste questioni possono essere esaminate.



VAGLIO Roberto, Assessore regionale

Va bene.



SAITTA Antonino

E' questo il significato. Abbiamo chiesto soltanto questo; dopodich l'ho detto anche in Commissione - ci pareva che, invece, ci fossero delle tendenze di tipo diverso.
L'obiettivo, però, è quello di una legge sulla collina: riesaminiamo i problemi anche alla luce delle questioni dette.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Anch'io ritengo positivo il suggerimento, quindi la correzione proposta dal Consigliere Angeleri è pressoché accolta - credo - dai firmatari dell'ordine del giorno. Voglio solo sottolineare due questioni.
La prima al Presidente del Consiglio e al Consiglio è di ordine più generale: noi non riusciamo più, come Consiglio regionale, a far fronte al processo di istruttoria delle proposte di legge di iniziativa del Consiglio regionale, perché non abbiamo la possibilità di supportarne l'iter rispetto all'Unione Europea.
Noi riceviamo delle osservazioni da parte dell'Unione Europea; se a queste osservazioni dobbiamo rispondere con l'annullamento delle proposte di legge e la sollecitazione a che la Giunta ne faccia di proprie (perch la Giunta ha invece il supporto tecnico necessario per interloquire con l'Unione Europea), direi che interrompiamo il processo democratico di proposizione di norme, di leggi, interrompiamo quello che è il lavoro primario del Consiglio regionale, Consiglieri di maggioranza e di opposizione. E' il caso di questo testo, ad esempio.
Presidente, dopo averla sollecitata in Commissione ed aver chiesto ai Capigruppo di porre la questione in sede di riunione di Capigruppo, ritengo di porla a lei e al Consiglio. Effettivamente, per quanto riguarda una parte consistente di problematiche che il Consiglio deve affrontare (mi riferisco alla parte che riguarda la VII Commissione e la III Commissione ma, se vogliamo, possiamo anche elencare gli argomenti di questa importanza e di questo interesse che devono per forza avere un rapporto con l'Unione Europea, con la Comunità europea), si limita il lavoro di ogni Consigliere.
Quindi chiedo davvero a lei, Presidente, all'Ufficio di Presidenza e ai Capigruppo di affrontare tale questione; senza questo impegno noi, per quanto riguarda la III Commissione, interromperemo per almeno più della metà le proposte che abbiamo all'attenzione.
Svolgo invece una considerazione brevissima, di carattere politico sulle osservazioni dell'Assessore Vaglio. L'Assessore Vaglio è entrato nel merito dicendo: "Possiamo modificare il primo punto dopo 'ritenuto che'".
Noi parliamo di norme di legge, ma potremmo parlare dell'assenza di attenzione politica: occorrerebbe formulare questo punto in altro modo.
Chiederei, però, di consentire alla Commissione di riflettere ancora perché la Commissione non è entrata nel merito.
Le osservazioni fatte possono certo essere pertinenti e giuste ricordo ad esempio quelle del collega Casoni in Commissione - ma occorre anche che la Commissione abbia la possibilità di approfondire l'argomento.



PRESIDENTE

In ordine a quanto da voi suggerito, l'Ufficio di Presidenza fa le seguenti proposte: al primo comma, "in data 31 ottobre 97, presso la III Commissione, si è interrotto l'iter del progetto di legge n. 230 recante "Provvedimenti per la tutela e lo sviluppo dei territori e dell'economia collinare" al terzo capoverso della premessa, aggiungere, dopo le parole "al momento della seduta", le parole "non vi è stata una valutazione unanime sulle controdeduzioni ai rilievi a suo tempo formulati dai competenti organismi dell'Unione Europea" al quarto comma, sempre della premessa, sostituire la parola "assenza" con la parola "carenza" Invece, per quanto riguarda la sua denuncia in quest'aula in merito alla carenza di strutture di supporto per il lavoro legislativo, credo che con l'assetto dei settori, l'intero problema verrà affrontato da questo ufficio di Presidenza o dal prossimo in maniera, mi auguro, organica e sistemica, perché evidentemente è una lacuna talmente grave da pregiudicare completamente i nostri lavori e la nostra conoscenza degli stessi.
Pongo in votazione l'ordine del giorno, come modificato, il cui testo recita: "Premesso che: in data 31 ottobre 1997 presso la III Commissione consiliare si è interrotto l'iter del progetto di legge n. 230 recante "Provvedimenti per la tutela e lo sviluppo dei territori e dell'economia collinare" il P.d.L. n. 230 era stato a suo tempo sottoscritto da rappresentanti di numerosi Gruppi politici al momento della seduta non vi è stata una valutazione unanime sulle controdeduzioni ai rilievi a suo tempo formulati dai competenti organismi dell'Unione Europea.
Ritenuto che: la carenza di norme di legge specifiche per i territori collinari sia di pregiudizio allo sviluppo di vaste aree del territorio regionale (dal momento che i Comuni interessati sono circa 500 e rappresentano quasi il 40% del territorio regionale) e contribuisca ad aggravare i fenomeni di impoverimento economico e demografico e di degrado ambientale che riguardano queste zone il Consiglio Regionale del Piemonte impegna la III Commissione consiliare a riesaminare in tempi brevissimi il progetto di legge n. 230 alla luce dei rilievi formulati dai competenti organismi dell'Unione Europea e tenendo conto delle osservazioni e delle proposte di emendamento già depositate, in modo da consentirne il passaggio in aula entro la fine dell'anno impegna la Giunta regionale a mantenere gli stanziamenti già previsti per l'attuazione di questo provvedimento legislativo nel bilancio pluriennale 1997-1999, tranche 1998 e a prevedere un corrispondente stanziamento in sede di predisposizione del bilancio annuale di previsione 1998.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.


Argomento: Enti strumentali - Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 353: "Prima integrazione alla legge regionale 1 settembre 1977 n. 53 (Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1997 di Enti strumentali della Regioni e di Enti di gestione di aree protette)"


PRESIDENTE

Passiamo rapidamente all'esame del progetto di legge n. 353, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Non essendoci richieste d'intervento, passiamo alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 30 astensioni 13 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 30 astensioni 13 L'art. 2 è approvato.
Indìco infine la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 27 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Enti strumentali - Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 362: "Seconda integrazione alla L.R. 1/9/1997 n. 53 (Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1997 di Enti strumentali della Regione e di Enti di gestione di aree protette)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 362, di cui al punto 11) all'o.d.g..
Non essendoci richieste d'intervento, passiamo alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 30 astensioni 13 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 30 astensioni 13 L'art. 2 è approvato.
Indìco infine la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 27 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Comunico che la III e l'VIII Commissione sono convocate immediatamente in seduta congiunta.
La V Commissione è convocata per lunedì alle ore 14.
La Commissione Sanità è convocata per martedì alle ore 9.
Il Consiglio è convocato per martedì alle ore 9,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,14)



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