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Dettaglio seduta n.19 del 24/10/95 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che è stato distribuito ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, il processo verbale dell'adunanza consiliare del 10 ottobre 1995, che verrà posto in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 66 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa al lancio di "Bravo" e "Brava"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 66 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Risponde il Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, in relazione all'interrogazione presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, relativa alla partecipazione della Regione alla manifestazione "Bravo e Brava" (che se non ricordo male è avvenuta nella serata conclusiva intorno al 10 o all'11 settembre), rendo noto quale è stato l'atteggiamento della Regione in relazione a questo lancio.
Quando, a fine giugno, ci siamo insediati come Giunta, siamo venuti a conoscenza della partecipazione a questa iniziativa da parte del Comune e della Provincia di Torino, mentre la presenza della Regione era assolutamente assente. Pertanto, abbiamo cercato di correre ai ripari e abbiamo identificato un momento promozionale della Regione nella serata di chiusura, durante la diretta televisiva condotta da Pippo Baudo, con l'inserimento di una sfilata.
Il tema che abbiamo tentato di sviscerare è stato quello di come avremmo potuto, in quella sede, promuovere avvenimenti e situazioni di eccellenza della Regione Piemonte. L'obiettivo era quello di veicolare un messaggio che avesse il seguente significato: "A Torino si costruiscono delle buone macchine, e questa è l'occasione per presentare i prodotti della FIAT, ma in Piemonte ci sono anche altri aspetti di grande eccellenza". Lo spettacolo televisivo di per sé supponeva che gli oggetti da promozionare avessero certe caratteristiche; ad esempio, c'era una sfilata dello stilista Armani, per cui la scelta degli Orafi di Valenza unitamente a quella dei Mondiali di sci del 1997 a Sestriere, ci è sembrato potessero rappresentare due aspetti diversificati della nostra Regione da evidenziare.
Come Giunta, abbiamo deciso di assecondare l'iniziativa con questo intervento - l'investimento profuso ammonta all'incirca a 180 milioni - in quanto ritenevamo che questo momento promozionale, che ha dato dei grandi risultati per la città di Torino, dovesse essere assecondato, e per certi versi amplificato, facendolo coincidere con un momento promozionale anche della Regione Piemonte.
Onestamente, ritengo che i risultati raggiunti siano stati estremamente positivi; lo dimostra la fitta rassegna stampa, anche estera, che ha colto con estrema positività gli aspetti particolari della nostra Regione.
Nell'interrogazione mi sembra di cogliere una considerazione di opportunità sul fatto che la Regione, gli Enti pubblici in genere assecondino queste iniziative dell'azienda privata FIAT. E' ovvio che un'azienda importante come la FIAT debba fare e scegliere, in maniera autonoma, certe strategie, ma ritengo che le Amministrazioni, sia regionali che provinciali e comunali, abbiano fatto molto bene ad aderire a tale iniziativa. Credo che continueremo ad agire in questi termini, verificando ed identificando situazioni di opportunità comune di promozione, perché è indubbio che il marchio FIAT è un elemento di promozione per la nostra Regione.
Credo che non sia più corretto assumere quell'atteggiamento conflittuale nei confronti della principale azienda della nostra Regione bensì che sia molto più utile trovare delle forme di collaborazione che possano rappresentare un elemento positivo per tutta la nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ci riteniamo estremamente insoddisfatti del tipo di risposta, perch nell'interrogazione abbiamo segnalato come la politica della FIAT nei confronti della Regione sia sempre stata una politica che, in questi anni si è caratterizzata in modo permanentemente negativo. Si tratta di un'azienda che ha sempre scaricato su questa Regione, così come sull'insieme della Nazione, i suoi problemi, accaparrandosi sempre e solo i vantaggi.
Risale a pochi anni fa la chiusura dello stabilimento di Chivasso, che ha a che fare con il lancio di "Bravo" e "Brava", così come sicuramente c'è un rapporto tra la chiusura dello stabilimento di Chivasso e l'apertura dello stabilimento di Melfi. Temiamo inoltre - e crediamo di non essere smentiti dai fatti - che l'apertura dello stabilimento di Pratola Serra avrà delle ripercussioni, anche a breve periodo, probabilmente già all'inizio del prossimo anno, nei confronti dello stabilimento di meccanica di Mirafiori.
La FIAT, in questi anni, ha utilizzato fondi pubblici per ampliare le sue capacità produttive, ma nello stesso tempo ha smantellato pezzi delle capacità produttive precedenti che aveva, e ciò ha avuto ripercussioni negative, in particolare sul Piemonte oltre che in Lombardia, dove lo stabilimento dell'Alfa di Arese rischia di chiudere. Avevamo un precedente il lancio della "Punto", che aveva avuto caratteristiche simili all'attuale lancio di "Bravo" e "Brava"; dopo pochi mesi dal lancio, la FIAT aveva messo 6.000 lavoratori in cassa integrazione e alcune migliaia in mobilità.
Quello che volevamo segnalare è che sarebbe ora di finirla con atteggiamenti servili da parte delle istituzioni nei confronti di questa azienda. Azienda che munge lo Stato, chiede costantemente dei finanziamenti e poi attua una politica occupazionale negativa: nel momento in cui le cose vanno male, scarica i costi sullo Stato, mentre, nel momento in cui le cose vanno bene (come adesso, per esempio), obbliga i lavoratori a fare 50/60 ore di lavoro settimanale, utilizza gli straordinari, ma non assume. Alcuni mesi fa, ad esempio, aveva promesso che avrebbe fatto assunzioni in cambio di una serie di sabati di straordinario, ma questo non è stato fatto.
Noi crediamo che il compito delle istituzioni non sia solo quello di andare ad applaudire il principe, ma di ricordargli gli impegni assunti cosa che, secondo me, la FIAT sistematicamente non ha fatto e temo - ripeto non farà neanche nel prossimo futuro. Per questi motivi siamo insoddisfatti.
Tra l'altro, segnalo - l'ho letto anche la scorsa settimana - che questo atteggiamento servile coinvolge anche la RAI, tant'è che il Garante ha denunciato una trasmissione della RAI che, trasmessa come un finto servizio scientifico, nei fatti era uno spot pubblicitario. Temo che quando verrà analizzata tutta la serata del lancio di "Bravo" e "Brava" si avrà la dimostrazione di come si sia trattato di un fantastico, enorme spot a vantaggio della FIAT, gratuito, pagato da noi, da quelli che pagano il canone.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 169 dei Consiglieri Ferraris, Spagnuolo e Marengo relativa all'Aeroporto di Caselle


PRESIDENTE

Dò nuovamente la parola al Presidente della Giunta, Ghigo, che risponde all'interpellanza n. 169 in merito all'Aeroporto di Caselle, anche se non è iscritta all'o.d.g.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In relazione alla mia mancata presenza alla giornata inaugurale del primo volo cargo all'Aeroporto di Caselle, premetto che la mia assenza era ampiamente giustificata. Infatti, ero a Roma alla Conferenza Stato-Regioni nella quale, proprio nella mattinata di venerdì, si è ottenuta, in seduta straordinaria, la ripartizione dei fondi per l'alluvione. Una Conferenza che sono riuscito - scusate se me ne prendo il merito - a far convocare dal Ministro Frattini in maniera eccezionale, proprio per ottenere questo risultato. Di conseguenza, personalmente, da questo punto di vista non ho certo nulla da rimproverarmi.
Purtroppo devo notare che il Presidente della SAGAT, nonostante fosse stato avvisato per tempo della mia mancata presenza, ha lasciato sul tavolo di Presidenza il mio nome, mettendomi in imbarazzo, perché chiaramente al tavolo di Presidenza io non sono potuto andare e questo ha suscitato un certo tipo di polemica. Probabilmente, in questo caso, l'ing. Pennella ha sottovalutato questo aspetto.
D'altro canto, invece, a livello di segreteria di Giunta, abbiamo sicuramente il torto di non essere stati in grado di inviare a questa importante manifestazione un rappresentante della Giunta. Approfondendo, ho potuto verificare che questo fatto è stato un errore tecnico, un errore umano, nel senso che la persona che doveva occuparsi di queste cose non ha avuto la sensibilità per comprendere l'opportunità che ci fosse un nostro rappresentante. Di conseguenza, non era presente alcun rappresentante della Giunta, e la cosa mi è molto dispiaciuta; mi sono anche molto seccato e ho chiaramente ripreso le persone che dovevano dare una risposta positiva perché proprio sulla SAGAT io avevo fatto degli interventi che avevano anche a detta dell'ing. Boccardo, ottenuto certi risultati.
Infatti, nel momento in cui nacque la polemica con la Regione Lombardia sullo spostamento da Linate a Torino, io fui sollecitato dall'ing. Boccardo ad intervenire anche pubblicamente, in modo che l'Alitalia potesse verificare, da parte dell'Amministrazione regionale, un interessamento a questo tema. Venni anche intervistato, in un articolo apparso su La Stampa di domenica, da Maurizio Tropeano, il quale mi chiese come io giudicassi l'atteggiamento del Presidente della Regione Lombardia a proposito delle dichiarazioni da lui fatte il giorno precedente.
La mia dichiarazione - se qualcuno la ricorda - fu proprio di critica nei confronti della Regione Lombardia, sostenendo che il merito dell'acquisizione di questa importante e grande opportunità per l'Aeroporto di Torino era totalmente da iscrivere alla SAGAT, la quale, attraverso la sua proposta commerciale, di servizio nei confronti dell'Alitalia, aveva convinto quest'ultima a scegliere Caselle piuttosto che Malpensa. Sostenevo anche che ero molto stupito che il Presidente della Lombardia, che rappresenta uno schieramento che si ispira al liberismo come quello che rappresento io, criticasse il fatto che in un libero mercato un'azienda come l'Alitalia, che non deve subire nessun tipo di condizionamento, avesse scelto un partner piuttosto che un altro.
Di conseguenza, onestamente, per ricondurre questo caso sul tema delle domande poste e trarne una conclusione, dico che c'è stato sicuramente un errore di tipo formale da parte della segreteria della Giunta; tuttavia ritengo che, dal punto di vista politico, nessuno mi possa contestare di non essermi schierato a fianco della SAGAT e di non aver fatto quello che dovevo fare per far sì che i cargo fossero assegnati all'Aeroporto di Caselle. A tale proposito, ho ricevuto ringraziamenti sia dall'ing.
Boccardo che dall'ing. Pennella.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Ghigo.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente della Giunta, la ringrazio per le precisazioni che molto onestamente ha voluto portare in quest'aula. Per quello che mi riguarda, mi ritengo soddisfatta della sua risposta, e credo di potermi esprimere così anche a nome dei colleghi Marengo e Ferraris.
Tutto sommato, ritengo che questa interpellanza sia stata utile, perch le ha consentito di precisare ulteriormente nell'aula del Consiglio regionale, nella quale mi sembra che fino a questo momento non si fosse ancora parlato di tale questione, una sua posizione, una posizione della Giunta regionale che, evidentemente, in questo momento, si va saldando con la posizione dei Consiglieri.
L'interpellanza ha voluto essere un sostegno al ruolo della SAGAT rispetto a questo progetto, che è decisamente importante, e che ha la natura di quei progetti che tendono a valorizzare il sistema economico del Piemonte e l'immagine del Piemonte in Italia.
Le precisazioni che lei ha riportato rispetto al rapporto con la Giunta della Regione Lombardia le avevo lette, perché lei mi aveva segnalato di aver fatto questa intervista. Sono andata a riprenderla e credo non sia mai sufficiente riaffermare, nei confronti della Regione Lombardia, quello che lei qui ha voluto ulteriormente riportare.
Ricordo una sua espressione felice. Quando era parlamentare, una volta consultato in uno dei tanti incontri che facemmo con il Coordinamento dei parlamentari, disse: "Bisogna smetterla di pensare che il Piemonte sia al fondo di Viale Certosa". Mi pare fosse sua questa espressione, ma al di là delle battute questo concetto è veramente molto importante, soprattutto quando si affrontano progetti di così grande rilevanza.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 204 dei Consiglieri Spagnuolo e Angeli relativa al Carcere delle Vallette


PRESIDENTE

Chiede di parlare nuovamente la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo solamente per chiedere - dal momento che il Presidente Ghigo deve assentarsi - se è possibile avere una brevissima risposta all'altra interrogazione che era stata concordata nella Conferenza dei Capigruppo quella riguardante l'episodio del Carcere delle Vallette. C'è una ragione di urgenza, in quanto ci sono stati dei decessi, dei suicidi e, come è già avvenuto nel passato, la sostanza dell'interrogazione recava una richiesta al Presidente della Giunta, richiesta che posso estendere anche al Presidente del Consiglio e che ho già preannunciato: quella di fare un sopralluogo alle carceri, come è stato già fatto nel passato. Chiedo di non andare tanto in là nel tempo, perché ci sono all'interno notevoli tensioni generate anche dal sovraffollamento.
Inoltre, abbiamo tanti nuovi Consiglieri regionali che potrebbero far parte di questa delegazione e rendersi conto di come l'arcipelago carcere perché di questo si tratta - abbia bisogno di attenzione e di sostegno.
Pertanto, se non chiedo troppo, magari solo su questo punto vorrei una risposta. La ringrazio e, su questo, non replicherei più.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera, anche per il suggerimento che ci ha offerto riguardo al sopralluogo al carcere, che cercheremo di calendarizzare il più presto possibile.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ha già risposto il Presidente del Consiglio; credo che sarebbe più opportuno che questa visita la organizzasse la Presidenza del Consiglio: io garantisco la mia presenza.



SPAGNUOLO Carla

L'essenziale era conoscere anche la sua posizione, perché la Giunta ha delle competenze specifiche in ordine alla problematica del carcere.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Approvo la sua richiesta e ritengo estremamente utile che questa visita venga fatta, anche nell'ottica che lei ha sottolineato, cioè il fatto che il Consiglio ha nuove presenze e che, forse, è bene sensibilizzare tutti i Consiglieri su questo grave problema. Le garantisco che, nel momento in cui il Presidente del Consiglio mi comunicherà la data della visita, io garantirò la mia presenza.



SPAGNUOLO Carla

La ringrazio molto.


Argomento: Informazione - Attivita' di promozione

Interpellanza n. 101 dei Consiglieri Bellion e Cavaliere ed interpellanza n. 112 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relative alla DGR n. 181-1145 del 30/8/1995 - Inserzione pubblicitaria sul notiziario "Meeting per l'amicizia fra i popoli"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente le interpellanze n. 101 e n. 112, alle quali risponde l'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo

L'inserzione pubblicitaria sul notiziario Meeting per l'amicizia fra i popoli è sostanzialmente da inquadrare nell'ordinaria attività di comunicazione e promozione istituzionale dell'Assessorato regionale al turismo.
La promozione rappresenta, infatti, il punto finale della più generale azione di valorizzazione del territorio e della sua offerta turistica, cui è preposto l'Assessorato al turismo.
In questo senso ed unicamente con questo obiettivo va intesa l'azione promozionale sul notiziario del Meeting.
Consentitemi di fare due ordini di considerazioni per motivare ulteriormente l'iniziativa.
Da un lato, la necessità di individuare, in un mercato continuamente sollecitato e inondato di messaggi pubblicitari, pubblici specifici "media" idonei che consentano di non disperdere il messaggio stesso. E' indubbio che la testata in argomento risponda, in questo senso, pienamente all'esigenza di una comunicazione di tipo istituzionale.
In secondo luogo, la valutazione di congruità della spesa che si richiamava anche nelle interpellanze.
Da questo punto di vista, l'investimento è risultato particolarmente favorevole all'Amministrazione regionale. Infatti, il costo contatto, a fronte di un pubblico potenziale di 500.000 lettori, è stato pari a L. 14 un decimo circa rispetto ai costi ordinari di testate di pari diffusione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi, l'Assessore Angeleri fa muro nel rispondere a domande che richiedevano, o speravano, in una risposta più sincera. Fa muro nel difendere la decisione di finanziare indirettamente un movimento politico: Comunione e Liberazione. Questo è un finanziamento indiretto che si fa paravento di finalità turistiche e, in realtà, non è altro che un modo per fiancheggiare, con i soldi dei contribuenti, un movimento politico.
Se tutto questo è normale, ahinoi! Questo non è normale, Assessore Angeleri! Non so se questa decisione sia già stata presa; penso di sì, e proprio dall'Assessore Angeleri. Ma questo non è normale. Ciò fa parte di quei comportamenti irregolari che la pubblica amministrazione, purtroppo ha intrattenuto nel passato non solo a questi modesti livelli. La logica con cui le amministrazioni pubbliche, quindi il denaro pubblico è confluito a fiancheggiare iniziative di carattere politico, ha avuto dimensioni ben maggiori e all'interno di questa prassi - per fortuna! - un bel giorno l'Italia che amministra la giustizia si è svegliata e ha cominciato ad indagare, a scoprire che l'amministrazione del denaro pubblico ha avuto momenti di improprietà anche di rilevanza penale.
Assessore, ad una risposta come la sua (che dice che il costo contatto è stato di L. 14), io dico che se vogliamo ancora diminuire i costi contatto probabilmente basta presentarsi a grandi assemblee politiche, a grandi raduni di piazza, il cui costo contatto è esattamente nullo. La Regione va, partecipa, costo contatto: zero, ed abbiamo fatto pubblicità alla nostra Regione. Quindi, il problema non è quello.
Il problema è che verifico un'insistenza nell'errare che non so se definire diabolica, ma certo lascia inquieti. E lascia inquieti maggiormente in queste ore, quando, solo nella giornata di ieri, si leggono sui giornali dichiarazioni dell'Assessore Leo che mischiano il sacro con il profano, i giudici con le messe. Mischiare il sacro con il profano non è cosa bella: per un credente penso proprio di no, ma penso non lo sia nemmeno per un laico attento alla correttezza dell'agire politico.
Il nostro Gruppo ritiene che questa correttezza non ci sia stata e prego il Presidente della Giunta di verificare attentamente questo finanziamento al Meeting per l'amicizia fra i popoli, così come la prego di verificare gli accadimenti del passato in ordine a questo tipo di finanziamento.
Per il futuro sia così gentile da informarci su quali decisioni intende intraprendere, cioè se la Regione Piemonte continuerà a fare inserzioni di questo tipo e con questa valenza prettamente di parte e partigiana nei confronti di un movimento politico oppure se intende chiudere questi rubinetti che erogano impropriamente a vantaggio di qualcuno dei denari che provengono da tutti.
Ritengo la risposta assolutamente insoddisfacente e la nostra preoccupazione rimane intensa rispetto alla data in cui abbiamo presentato l'interpellanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Sarò brevissimo. Non concordo, così come ha già dichiarato il collega Chiezzi, sulle argomentazioni dell'Assessore Angeleri. E' indubbio che il meeting di Rimini sia un grosso avvenimento culturale, politico, sportivo che si tiene da molti anni con successo per gli organizzatori.
Credo che sia abbastanza giusto che le amministrazioni locali di Rimini, la Regione Emilia Romagna e quanti altri, prendano atto di questa manifestazione anche come un veicolo turistico e culturale per la propria Regione e diano un sostegno finanziario. Trovo però abbastanza discutibile che la Regione Piemonte individui a Rimini un importante evento che richiama centinaia di migliaia di persone e vada a fare lì una propria promozione turistica. Nel nostro Paese abbiamo decine, anzi centinaia, di manifestazioni importantissime, in cui potremmo promuovere le nostre iniziative.
E' evidente che, in questo caso, si è trattato di una forma di sostegno politico ad un movimento politico affine, nel senso che Comunione e Liberazione, comunque, ha in sé un braccio politico che si è sempre presentato e ha sempre presentato propri candidati alle elezioni. Quindi quello che è stato fatto è un sostegno politico. Della stessa natura sarebbe fare un'inserzione pubblicitaria al Festival nazionale dell'Unità o su Il Popolo, Il Secolo od altro.
Un altro aspetto che voglio evidenziare è che abbiamo deliberato - mi pare il 30 del mese, comunque successivamente all'evento - il finanziamento che era già avvenuto due settimane prima. La deliberazione che era stata fatta anticipatamente era stata ritirata dalla Giunta il giorno 7. Vorrei capire se è legittimo deliberare un finanziamento che è già stato elargito anche perché sulla deliberazione del 30 si dice di autorizzare "l'inserzione che avverrà"; ma la deliberazione è del 30 e l'evento era già avvenuto.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 30 del Consigliere Cavaliere ed interrogazione n. 48 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relative al rischio di inquinamento ambientale ad opera dei rifiuti tossici dell'ex FIDOM di Piossasco interrogazione n. 35 del Consigliere Cavaliere ed interpellanza n. 50 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relative all'ex IPCA di Ciriè


PRESIDENTE

Passiamo all'esame di tre interrogazioni e di un'interpellanza relative all'ex FIDOM di Piossasco ed all'ex IPCA di Ciriè, cui risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Se i colleghi sono d'accordo, rispondo congiuntamente alle interrogazioni e all'interpellanza, perché il problema in sostanza è unico.
Per rispondere alle interrogazioni citate dal Presidente, si richiamano i contenuti della deliberazione della Giunta regionale n. 80-312 del 24/7/1995, avente per oggetto la "Richiesta di provvedimenti straordinari ed urgenti per fronteggiare la situazione di incombente pericolo nelle aree industriali ex Interchim in Comune di Ciriè (TO), ex FIDOM in Comune di Piossasco (TO) ed ex Nuova Roma in Comune di Tortona (AL), oggetto di stoccaggio di rifiuti speciali e tossico-nocivi. Art. 5 della legge n.
225/92".
La Giunta regionale, a luglio, ha chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un provvedimento urgente ai sensi della legge di Protezione Civile. Con tale deliberazione, infatti, si rilevava che nella nostra regione sono state individuate tre situazioni di stoccaggio di rifiuti tossico-nocivi contenuti in serbatoi e fusti fatiscenti, in condizioni di completo abbandono da parte degli ex proprietari, già perseguiti penalmente, che richiedevano l'immediato intervento di bonifica al fine di evitare danni irreparabili all'ambiente ed all'incolumità e salute pubblica.
Come è noto, le vicende riguardanti i due siti oggetto di interrogazione avevano subìto la seguente evoluzione: 1) ex Interchim in Comune di Ciriè (TO).
In frazione Borche n. 23, Comune di Ciriè, presso lo stabilimento già di proprietà della società Interchim, risulta stoccato un quantitativo presunto di 4.300 tonnellate di rifiuti speciali e tossico-nocivi.
Dal luglio 1989, a seguito della dichiarazione di fallimento della società Interchim, lo stabilimento è inattivo e, nel marzo 1992, il Tribunale Civile e Penale di Torino ha autorizzato il curatore fallimentare ad abbandonare lo stabilimento in località Borche n. 23, stante l'antieconomicità della conservazione degli immobili e dei relativi impianti e materiali.
Con l'ordinanza n. 182 in data 7/11/1992 il Sindaco di Ciriè, a seguito della segnalazione di pericolosità dell'impianto da parte dell'Ispettore dell'USL di Ciriè e del Comandante della Polizia Municipale, ha ingiunto al curatore fallimentare di provvedere all'esecuzione degli interventi necessari alla messa in stato di sicurezza dello stabilimento relativamente ai rifiuti in esso depositati.
A seguito dell'inottemperanza all'ordinanza da parte del curatore fallimentare e degli ex amministratori dell'Interchim, il Comune di Ciriè in accordo con la Provincia di Torino e su sollecitazione della Prefettura di Torino, ha appaltato e portato a compimento nel luglio 1994 un intervento di messa in sicurezza del sito, utilizzando la somma derivante dall'escussione della garanzia fideiussoria stipulata dall'Interchim a favore dell'Amministrazione provinciale.
Il Presidente del Comitato Tecnico Consultivo di Protezione Civile Regionale, prof. Gaudenzio Verga, a seguito del sopralluogo effettuato in data 4/3/1994, nella sua relazione ha evidenziato situazioni di pericolo grave connesse all'elevata tossicità dei residui, non fronteggiabili con i limitati interventi di messa in sicurezza posti in atto.
Con propria deliberazione, la Giunta comunale di Ciriè, in data 18/7/1995, ha sottolineato il persistere del pericolo per la pubblica incolumità derivante dalla situazione di degrado ambientale del sito e ha richiesto all'Amministrazione regionale la promozione di ogni iniziativa per accelerare l'attuazione dell'intervento.
2) Ex FIDOM in Comune di Piossasco (TO).
In Strada Volvera km 1,550, in Comune di Piossasco, presso il deposito ex FIDOM di proprietà del signor Gannuscio Calogero, risulta abusivamente stoccato dal 1988 un notevole quantitativo presunto in 6.000 mc di rifiuti speciali e tossico-nocivi.
La dislocazione dei depositi, la natura delle sostanze, la presenza di falde acquifere nei terreni circostanti il deposito costituiscono motivo di gravissimo allarme per le Amministrazioni comunali e per tutte le popolazioni interessate.
Il procedimento penale, conclusosi con la definitiva condanna del proprietario dell'impianto (sentenza depositata in data 1/2/1993) non ha comportato da parte del proprietario del deposito o delle imprese che hanno conferito nel medesimo le sostanze tossico-nocive, lo sgombero totale e la bonifica dell'intera area.
Il Comune di Piossasco, in data 27/5/1993, ha denunciato lo stato di pericolo del deposito, costituito da sei serbatoi e sette fuori terra in cui risultavano stoccati 6.000 mc di sostanze tossico-nocive.
Con propria nota del 28/6/1993, il Presidente della Giunta regionale nel rappresentare la situazione di grave rischio ambientale derivante dal deterioramento dei serbatoi e delle strutture, ha richiesto un sopralluogo sul sito della Commissione Grandi Rischi.
La relazione del prof. Carlo Merli, esperto della Commissione Grandi Rischi, incaricato dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile, a seguito del sopralluogo in data 13/7/1993, ha evidenziato la situazione di grave rischio ambientale connessa al pessimo stato di conservazione dei serbatoi e ha indicato misure immediate per la messa in sicurezza del sito.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, preso atto della sussistenza del potenziale pericolo per l'ambiente e per le persone, con propria ordinanza n. 2326/FPC in data 20/7/1993, ha incaricato il Prefetto di Torino a provvedere all'attuazione dei necessari interventi a breve termine, assegnando la somma di L. 100 milioni.
La Giunta regionale, nel condividere le preoccupazioni che hanno reso necessario l'urgente intervento prospettato, preso atto che anche la Provincia aveva assicurato la propria partecipazione finanziaria, con deliberazione n. 182-27535 del 5/8/1993 ha assegnato a favore del Comune di Piossasco un finanziamento fino alla concorrenza massima di L. 200 milioni a fronte della spesa complessiva stimata in L. 400 milioni circa.
Il Prefetto di Torino, in data 12/8/1993, ha decretato l'incarico al Comune di Piossasco di effettuare l'affidamento e la gestione dei lavori di messa in sicurezza del sito ex FIDOM, assegnando al Comune la somma di L.
100 milioni stanziata con ordinanza n. 2326/FPC del 20/7/1993.
Il Sindaco di Piossasco, in data 13/8/1993, con proprio provvedimento ha affidato alla ditta Servizi Industriali S.r.l. un primo lotto di lavori di messa in sicurezza del deposito ex FIDOM per l'importo di L. 210 milioni ed a tali lavori ha dato sollecito avvio; lo stato finale dei lavori è stato predisposto in data 2/11/1994.
Pur tuttavia, Il Prefetto di Torino, con nota del 12/4/1995, segnalava la grave situazione dei serbatoi del deposito.
La Petrol Dragon di Rossi Andrea, ditta che aveva a suo tempo conferito sostanze tossico-nocive nel deposito, aveva avviato nel giugno 1994 le operazioni di ritiro; le stesse sono state interrotte nel marzo 1995 a seguito della revoca di tutti gli affidamenti bancari di cui Rossi Andrea beneficiava, come venne notiziato a questa Regione dalla nota dell'avv.
Forchino in data 18/7/1995.
In conseguenza di ciò, la maggior parte delle sostanze tossico-nocive depositate in origine, continuano ad essere stoccate presso il sito e la loro natura continua a provocare corrosioni e cedimenti anche alle strutture già ripristinate.
La Giunta comunale di Piossasco, con proprio atto deliberativo n. 299 del 21/7/1995, ha evidenziato che in data 23/6/1995 venne accertato un nuovo deterioramento al serbatoio n. 12.
Poiché gli interventi di contenimento effettuati sono riusciti a tamponare solo parzialmente lo stato di pericolosità evidenziato dagli organi tecnici competenti, continuando pertanto a sussistere lo stato di emergenza, con la deliberazione del 24 luglio scorso si confermava quanto approvato dal Comune ed il perdurare dello stato di emergenza per l'ambiente, l'igiene e la pubblica incolumità.
Considerata pertanto l'indifferibilità ed urgenza di provvedere con strumenti straordinari che consentano l'esecuzione degli interventi immediati sulle aree in questione, con l'utilizzo di fondi statali e regionali, con atti extra ordinem la Giunta regionale ha deliberato nel luglio scorso di proporre al Presidente del Consiglio dei Ministri la dichiarazione dello stato di emergenza per i Comuni di Ciriè, Piossasco e Tortona, ai sensi dell'art. 5 della legge 24/2/1992, n. 225, e la conseguente adozione di provvedimenti straordinari ed urgenti atti a fronteggiare con tempestività ed efficacia la situazione di emergenza ed a chiedere l'adozione dell'ordinanza di attribuzione di poteri straordinari ai Sindaci dei Comuni di Ciriè, Piossasco e Tortona o loro delegati, al fine di attuare gli interventi necessari ed urgenti anche in deroga alle normative vigenti. Tale ordinanza è stata emanata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, individuando i Sindaci quali Commissari delegati all'esecuzione delle opere di bonifica, attribuendo loro i poteri straordinari definiti per l'urgenza.
Il Presidente della Giunta regionale, con nota prot. n. 10023/RIF del 26/7/1995 indirizzata al Ministero dell'Ambiente ed al Ministero del Bilancio e Programmazione Economica, ha chiesto ai due dicasteri l'immediata e diretta erogazione dei fondi necessari per avviare le bonifiche di che trattasi, previa indicazione dei costi dei relativi interventi, quantificati dalle Amministrazioni comunali in L. 6 miliardi e 700 milioni per l'ex società FIDOM, in L. 5 miliardi e 855 milioni per l'ex società Interchim, oltre ai costi della bonifica per l'ex Nuova Roma, spese allocabili su fondi ex FIO 1989, a cui si aggiunge un apporto finanziario della Regione pari a L. 5 miliardi.
Circa le autorizzazioni rilasciate alla ex ditta Blotto S.r.l. di Ciriè, per la quale il Consigliere Cavaliere, nella sua interrogazione n.
35, chiede notizie, si segnala che la ditta - autorizzata in via provvisoria ai sensi del DPR n. 915/82 con DGR n. 65-52704 del 27/3/1985 ha ottenuto la proroga della propria attività con successive deliberazioni della Provincia di Torino, ad iniziare dalla DGP n. 8681-55134 del 27/11/1986, fino alla sospensione di ogni autorizzazione allo smaltimento disposta dalla stessa Provincia di Torino con deliberazione della Giunta provinciale n. 125-10689/1153 del 24/11/1988.
La Provincia di Torino ha poi consentito ad un ripristino dell'autorizzazione con deliberazione della Giunta provinciale n. 152 8625/98 del 24/3/1992, con validità fino al marzo 1997.
Peraltro, la stessa Amministrazione provinciale, a seguito di sopralluogo, ha rilevato la mancanza di licenza di usabilità delle costruzioni della ditta Blotto, per cui l'ha diffidata con atto n. 146360 del 25/11/1993.
Il Settore regionale Smaltimento rifiuti e Risanamento atmosferico, a sua volta, ha diffidato la ditta Blotto, ai sensi dell'art. 10 del DPR n.
203/88, con atto n. 6605/RIF del 6/6/1994, per omessa presentazione di documentazione per variazione degli impianti.
A seguito di quest'ultima diffida, la Provincia di Torino ha sospeso l'efficacia dell'autorizzazione concessa nel 1992 con atto n. 89171 del 23/6/1994.
Blotto Annibale, infine, ha ceduto la titolarità della vecchia ditta alla DSA di Ciriè, a far tempo dal 24/3/1995. Tale nuova ditta è stata autorizzata ai sensi del DPR n. 203/88 - con DGR n. 168-45898 del 5/5/1995 a seguito delle integrazioni presentate dopo la diffida e sulla base del parere favorevole del Sindaco di Ciriè e dell'USL competente.
La DSA, in data 20 giugno u.s., ha comunicato di aver adempiuto alla diffida regionale e ha chiesto alla Provincia di Torino il ripristino dell'autorizzazione del 1992.
Terminata la lettura della parte predisposta, vorrei fare due precisazioni. Come ben sanno i Consiglieri interroganti, che peraltro sono sempre attenti anche con successive interrogazioni ed interpellanze, ci troviamo di fronte a situazioni in continua evoluzione.
Per quanto riguarda la bonifica - primo obiettivo che mi sono posto a fronte degli appelli anche disperati che venivano dai Sindaci di fronte a questa situazione di emergenza - il passo iniziale è stato, appunto l'ordinanza ed il finanziamento della bonifica, perché ovviamente non sfugge a nessuno che bisognava mettere a disposizione subito i fondi.
Dopo aver esaminato a fondo l'ordinanza emanata dalla Protezione Civile e avendo rilevato la necessità di stabilire modalità di finanziamento meno farraginose, nel corso dell'estate abbiamo preso ripetutamente contatto con il Ministero della Protezione Civile, affinché i 5 miliardi che la Regione impiega nell'operazione potessero essere suddivisi equamente fra tutte e tre le realtà. Vi erano già degli impegni diretti ed indiretti di circa 2 miliardi per Tortona, che sono quindi confermati, mentre per i 3 nuovi miliardi reperiti all'interno del nostro magro bilancio si è chiesto alla Protezione Civile di poterne destinare uno e mezzo a Piossasco e uno e mezzo a Ciriè, senza le modalità che il Presidente del Consiglio aveva pensato in un primo tempo, cioè di dover versare questi fondi alle casse centrali dello Stato, dopodiché lo Stato avrebbe provveduto a versarli ai Commissari.
Se questo era teoricamente possibile per quanto riguardava Ciriè e Piossasco, era certamente assurdo per quanto riguardava Tortona, perché mi risultava che un miliardo era già stato messo a disposizione del Comune per cui avremmo dovuto farci restituire le risorse, versarle alla Cassa centrale dello Stato e così via: a suon di decreti ministeriali di uno e dell'altro Ministero sarebbero passati cinque-sei mesi. Tale proposta è stata accolta da parte del Ministero della Protezione Civile, insieme ad una migliore ridefinizione delle somme finanziate dall'ordinanza a fronte degli effettivi costi urgenti.
Per quanto riguarda la parte successiva, il discorso Blotto, DSA e così via, ci sono notizie che si susseguono ogni giorno; nel frattempo, vi è anche stata l'audizione delle Regioni, e in particolare della Regione Piemonte, che coordina le Regioni in seno alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, davanti alla Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e le attività illecite ad esso connesse. Ovviamente siamo stati ascoltati in sede parlamentare alla Camera a Roma e abbiamo fornito tutta una serie di indicazioni di carattere storico e anche di carattere prospettico, con riferimento alle leggi regionali nuove che abbiamo approvato recentemente ad iniziare da quella nuova sui rifiuti, ma soprattutto abbiamo anche dato il nostro giudizio sulle situazioni che avevano richiamato l'attenzione del Governo con questa ordinanza.
Successivamente, la Commissione ha addirittura fatto un sopralluogo e ha ascoltato, in termini di istruttoria, tutti i soggetti che riteneva opportuno ascoltare. Di solito, come metodo di lavoro, le Commissioni parlamentari prima interrogano ed ascoltano, poi chiedono la documentazione; naturalmente è stata chiesta anche a noi, che abbiamo provveduto a mettere a loro disposizione tutto quanto avevamo in archivio su questa vicenda.
Per il resto posso solo dire che, d'intesa con i Sindaci e i Commissari ad acta, Commissari incaricati, delegati dal Presidente del Consiglio, vi sarà da parte nostra il massimo impegno, la massima attenzione, il massimo supporto. Il pregresso, ovviamente, può essere oggetto di tutti i commenti che si vuole e io potrei semplicisticamente dire che sono Assessore dal mese di luglio, però credo, per fortuna, di poter vivere una stagione insieme con i colleghi della Giunta e il Presidente e tutto il Consiglio che può rappresentare l'avvio di una fase che porterà finalmente alla bonifica dei siti prima evidenziati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ringrazio l'Assessore, perché si è dilungato abbastanza sulla questione, però non mi pare che abbia colto lo spirito dei problemi che abbiamo di fronte, come invece mi pare abbia colto la Commissione parlamentare di indagine sui rifiuti riunitasi a tale proposito la scorsa settimana.
Noi - ed è il caso delle due-tre aziende citate nelle interrogazioni abbiamo dei problemi di abbandoni, di lasciti, di migliaia e migliaia di tonnellate di rifiuti tossico-nocivi. L'Assessore ha illustrato tutti i passaggi, tutte le problematiche anche burocratiche lunghissime; credo per che sia venuto il momento - anche perché abbiamo gli elementi per poterlo fare - di interrogarci sul perché è potuto avvenire questo, se cioè ci siamo trovati di fronte a fenomeni occasionali, fortuiti nella loro negatività, oppure se abbiamo di fronte un meccanismo che ha prodotto questo sistema.
Io credo che il meccanismo che ha prodotto questo sistema ce lo troviamo di fronte, a partire dalle vicende delle società citate, come problema generale. Da questo punto di vista credo che sui rifiuti industriali tossico-nocivi si siano verificate due dinamiche che hanno prodotto il fenomeno. La prima, determinata da quelle società che avevano autorizzazioni per smaltire rifiuti derivanti dalle proprie lavorazioni; la seconda, dalle società autorizzate al cosiddetto "ammasso e cernita".
Queste due dinamiche hanno prodotto il problema. Nel 1986 la Regione ha autorizzato allo smaltimento tutta una serie di soggetti, molti dei quali solamente a smaltire rifiuti propri; dopodiché ha delegato queste autorizzazioni alle Province, le quali non potevano più riaprire l'iter dell'autorizzazione, ma solo controllare. Con quelle funzioni è difficile riuscire poi a togliere le autorizzazioni, qualora si verificassero, come si sono verificate, situazioni pericolose.
A mio parere, era un meccanismo proprio ben studiato, perché ha favorito dei soggetti molto precisi. Nella nostra Regione abbiamo avuto un mercato ristretto: da una parte, vi erano alcuni soggetti che possedevano le autorizzazioni per smaltire rifiuti propri e che poi hanno avuto buon gioco, facili argomentazioni, soprattutto spinti dal mercato che non aveva soggetti di riferimento, a chiedere degli allargamenti di queste autorizzazioni; dall'altra, vi erano delle società che non avevano impianti, non avevano capacità, non avevano la serietà per poter esprimere questi lavori, ma hanno potuto smaltire i rifiuti nella nostra regione su scala industriale, attraverso meccanismi di trasporto, di commercio, di stoccaggio e quant'altro, di fatto illegali.
Così è accaduto che quei soggetti che ho indicato prima fossero i protagonisti di questa vicenda. Fra tutti, cito il famoso Andrea Rossi, che tra l'altro non è della nostra Regione, è del Milanese. Costui invent protetto dalla Regione Lombardia e dalla Regione Piemonte, da tutti, il sistema per trasformare i rifiuti in petrolio, cosa che, se fosse stata vera, avrebbe meritato il Premio Nobel. Ma non era vera! In alcuni pentoloni, scaldava i rifiuti e diceva che quel meccanismo avrebbe prodotto il petrolio!



PRESIDENTE

Un Cagliostro del Duemila.



CAVALIERE Pasquale

Proprio così; con quel meccanismo ha stoccato tonnellate e tonnellate di rifiuti tossico-nocivi e, quando venivano controllati, lui diceva che erano lì perché dovevano essere trasformati in petrolio. Lo stesso meccanismo l'ha usato l'Interchim, che doveva usare i rifiuti dei colori per produrre colori nuovi: un meccanismo che non esiste! Però gli sono state date le autorizzazioni per poterlo fare: questo è il problema! Poi, allargando quelle autorizzazioni, si è smaltito per conto terzi si sono smaltiti i rifiuti di società che non avevano l'autorizzazione; ad esempio, anche la società pubblica Castalia, che ha gestito i rifiuti della nave Zanoobia, ha mandato a smaltire rifiuti tossico-nocivi industriali presso siti non autorizzati. Quindi, addirittura società a carattere nazionale, che dovrebbero essere serie e controllate, hanno mandato a smaltire rifiuti tossico-nocivi industriali presso siti non autorizzati! Queste sono le dinamiche e i problemi che abbiamo di fronte. Se si osservano i personaggi, si può rilevare che c'è una ventina di soggetti intrecciati nelle varie proprietà: sono sempre gli stessi che hanno gestito il mercato illegale dei rifiuti.
Questo è un meccanismo che si è potuto mettere in essere con la complicità della Regione Piemonte, la quale ha concesso questo tipo di autorizzazioni e che, quando doveva controllare, ha delegato la competenza di controllo alle Province che però non potevano revocare le autorizzazioni. Questo meccanismo perverso, in un certo verso, continua perché i criteri autorizzativi messi in essere dalle nuove normative regionali sono peggio di quelli di prima! Nel contesto dei problemi che elencavo tutto è peggio di prima! Se facciamo tesoro di ciò che è avvenuto, dobbiamo rivedere quegli aspetti normativi anche da questo punto di vista; diversamente consentiremo a quei soggetti di continuare a fare quello che è stato fatto in passato, cioè accatastare milioni di tonnellate di rifiuti, cosa che a loro conviene - è un rischio calcolato - perché non sono perseguibili penalmente. I riscontri nel nostro sistema penale rispetto a quel tipo di reati sono limitati: si rischia tutt'al più qualche multa e quindi vale la pena di guadagnare facilmente molti miliardi! La conseguenza di tutto ciò è che i siti da bonificare non sono solo quelli elencati nel nostro piano, sono tantissimi, e li bonifichiamo con i soldi pubblici: alla fine è così! Con i soldi della collettività andiamo a bonificare questi siti, con il rischio, che attualmente è concreto, che neanche quel vecchio sito diventi di proprietà pubblica, nel senso che pu avvenire che coloro che hanno messo in essere tutto il meccanismo perverso di cui parlavo prima (chiamiamola "truffa ecologica"), alla fine, una volta ripulito il sito, ritornino anche proprietari! Capite che questo meccanismo non è possibile! E' quindi a questo problema che dobbiamo mettere mano, Assessore.
Dobbiamo mettervi mano, rimuovendo i problemi anche legislativi che determinano questo fenomeno, rimuovendo anche le persone che hanno gestito tale meccanismo. Non è possibile che questo meccanismo sia stato gestito da Dirigenti di settori dove, negli ultimi quindici anni, sono stati arrestati Assessori reo confessi, e che questi funzionari restino ancora lì. In un Paese civile, questo non è possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Dalla risposta dell'Assessore, che ha attraversato con fatica la lunga storia con date che risalgono ad alcuni anni ed i serbatoi e le situazioni di rischio che permangono, risulta evidente che il danno ambientale, che deriva direttamente dalle attività economico-produttive, è un danno che riusciamo a fermare alla fonte, oppure nascono tutti i problemi che con difficoltà rincorriamo.
La richiesta di discutere, di avere una Regione che affronta di petto il problema dell'economia e della produzione industriale diventa centrale.
E' questo il punto di confronto tra le forze politiche, nell'assetto di un'economia che, in questi anni, si è sempre disinteressata dei problemi ambientali e che ha prodotto profitto, accantonando tutti i costi che le attività produttive comportavano in ordine al danno all'ambiente, e che avrebbero dovuto essere, viceversa, incorporati nella stessa attività produttiva e contabilizzati nei prezzi e nei costi.
Da questo punto di vista passi in avanti gli ultimi Governi non ne hanno fatti, perché nei confronti delle attività produttive, le leggi sugli scarichi hanno continuamente deregolato e depenalizzato. Quindi, in Italia con gli ultimi Governi (da Ciampi a Dini) stiamo viaggiando in una direzione del tutto opposta.
Viceversa, a livello internazionale, qualche preoccupazione in più esiste. Cito, per fare solo un esempio, il fatto che si sta costruendo un PIL che nei propri metodi e contenuti di calcolo deve introdurre anche i costi ambientali. Da questo punto di vista, Assessore, lei con affanno e fatica sta correndo dietro ad un problema. L'auspicio è che si riesca, sia pure con ritardo e sia pure con i soldi pubblici - perché a questo punto bisogna usare i soldi pubblici - ad evitare le situazioni di rischio gravissime e di seguirle.
Si auspicherebbero anche prese di posizione della Regione di carattere politico, e su questo probabilmente ci si divide, perché è difficile trovare un accordo, al di là degli assensi verbali, sui contenuti di una politica economica alternativa a quella finora seguita, secondo le logiche del mercato capitalistico.
Il rammarico e le corse dell'Assessore Cavallera, se non sono collegate ad un impegno attivo affinché cambi il modello di sviluppo, i contenuti dello sviluppo economico, le leve economiche per produrre valore aggiunto lasciano il tempo che trovano. Lei continuerà a correre, Assessore, e sarà affannato, ma non avrà la nostra compassione. Potrebbe averla, e potrebbe avere una condivisione delle sue fatiche, se accanto a queste rincorse a posteriori, affannose, insufficienti ed onerose per il pubblico denaro e per i contribuenti, affiancasse qualcosa di nuovo, una luce di speranza un'economia che cominci ad essere regolata diversamente, unitamente a leggi che perseguano pesantemente dal punto di vista penale queste cose. Tutto questo, invece, non succede, l'Assessore e la Giunta non si muovono e quindi rimane un divario aperto.
L'ultimo elemento è questo, Assessore. Il collega Cavaliere ha già ricordato che esiste una stasi, una stagnazione all'interno dell'Assessorato, dovuta alla permanenza per lustri di un medesimo apparato. I pochi colleghi presenti nella passata legislatura ricordano che l'allora Consigliere Massimo Marino, poi diventato Assessore nello stesso luogo in cui è Assessore oggi Cavallera, aveva sollevato questo problema come Consigliere regionale, sollecitando un ricambio all'interno delle responsabilità in questo settore. Poi si sedette sulla poltrona di Assessore, e lì rimase comodamente seduto dal punto di vista della rotazione degli incarichi.
Ora, non è vero quanto dice l'Assessore Cavallera, quando sostiene di essere Assessore solo da due mesi. Io non so da quanti anni sia Assessore ma sicuramente sono tantissimi. Quindi non è Assessore da due mesi, e questo lo dico anche perché la funzione di Assessore è all'interno di una funzione collegiale di Giunta, quindi non si può sostenere che si è Assessori solo da due mesi, anche se si ha una delega diversa. Infatti l'Assessore Cavallera ha condiviso tutte le deliberazioni delle Giunte degli ultimi due anni - non due mesi - anche quando c'era l'ex Assessore Marino.
Assumetevi dunque le vostre responsabilità anche personali relative a tutta la durata del vostro incarico, e non fate sempre i novizi dicendo: "Sono appena arrivato", "Mi sono appena occupato di ambiente".
Indirettamente, l'Assessore Cavallera si è occupato di ambiente, in Giunta per due anni, approvando i provvedimenti che un'altra persona produceva quindi, non si schermi dietro il noviziato.



PRESIDENTE

Lei sa che c'è la grazia di Stato: lui ce l'ha solo da due mesi.



CHIEZZI Giuseppe

Lui comunque non è novizio.
Con queste premesse auspico che, in Commissione, si avvii - sentiremo gli altri Gruppi - l'esame di un assetto dell'economia piemontese da questo punto di vista, per produrre delle determinazioni che vadano in controtendenza rispetto a quella attuale.
Purtroppo sarà molto difficile, e nello stesso Consiglio di oggi metteremo nuovamente a confronto due posizioni contrastanti, delle quali una, di certo, non va a favore della tutela ambientale del territorio. Ci rivediamo fra pochi minuti su questo tema.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Interventi per calamita' naturali

Interpellanza n. 113 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa al commissariamento e alla destituzione dei responsabili degli Uffici regionali decentrati dell'agricoltura delle Province di Alessandria e Asti


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 113, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, cui risponde l'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

L'interpellanza dei colleghi Chiezzi e Papandrea risente delle notizie apparse sulla stampa relativamente agli interventi attuati presso i Settori decentrati dell'Assessorato regionale all'agricoltura di Asti ed Alessandria.
Occorre precisare che gli interventi attuati non prevedono alcun commissariamento dei settori, né tanto meno la destituzione dei Dirigenti dei settori di Alessandria ed Asti.
Si tratta esclusivamente di una serie di provvedimenti tecnici tra cui il rafforzamento di tali settori, con la creazione di una struttura flessibile incaricata di occuparsi solo dei problemi relativi all'alluvione, lasciando ai Dirigenti dei settori tutta la restante attività.
Da una parte, il Ministro dell'Agricoltura e il Sottosegretario alla Protezione Civile, unitamente ai Presidenti nazionali delle tre Organizzazioni professionali agricole, hanno lamentato ritardi ed inefficienze della Regione Piemonte negli interventi per il settore agricolo ed a loro si aggiungono le giuste e più che giustificate proteste dei produttori alluvionati.
Dall'altra parte, si è assistito ad alcune prese di posizione - non degli interpellanti - atte a far credere che tutto era nella normalità e che da parte dell'Assessore e della Giunta si è fatta una facile ricerca di capri espiatori.
Durante la prima riunione con i Dirigenti dei settori centrali e periferici, a metà luglio, nessun problema particolare mi è stato evidenziato e, ad un mio invito preciso a sveltire le pratiche per attuare i pagamenti appena si fossero resi disponibili in bilancio i fondi stanziati, nessuno ha sollevato obiezioni.
Informato del fatto che negli ultimi giorni di agosto sarebbero stati disponibili i fondi, il 28 agosto ho convocato, di mia iniziativa, una riunione con tutti i Dirigenti, centrali e periferici, per fare il punto della situazione ed avviare i pagamenti.
Durante queste riunioni, su dichiarazione della Responsabile di Alessandria e del funzionario incaricato dal Dirigente di Asti a partecipare alle riunioni in quanto assente e fuori città, è emerso che viste le procedure in atto e stanti i sopralluoghi effettuati, si poteva emettere il decreto di pagamento per un numero esiguo di pratiche.
Pur ammettendo che la legge n. 185 del 1992 impone tempi lunghi di istruttoria e non è adatta, nella sua ordinarietà, ad affrontare un evento straordinario come l'alluvione, appariva evidente che i due settori in questione si presentavano in arretrato nell'eseguire le istruttorie.
A questo punto, si è cercato di porre rimedio alla difficile situazione, che solo in quel momento veniva rappresentata, e si sono decise le seguenti iniziative: 1) predisporre una strumentazione di carattere tecnico-giuridico che consentisse di erogare anticipi fino al 50% del danno subìto, sulla base della domanda presentata e convalidata dalle Commissioni comunali già in possesso dei settori decentrati 2) provvedere rapidamente a predisporre le deliberazioni di riparto dei fondi e a renderle immediatamente operative con accredito sui conti dei servizi decentrati 3) modificare la procedura informatica del CSI affinché consentisse il pagamento di acconti prima dell'emissione del decreto 4) si imponeva altresì la velocizzazione delle pratiche, tenuto conto che un secondo possibile acconto del 30% era erogabile ad avvenuta emissione del decreto. Occorreva pertanto accelerare al massimo le istruttorie, al fine di essere in grado di erogare il secondo acconto.
Rimaneva aperto un problema: quello di far sì che alle pratiche relative all'alluvione venisse prestata attenzione prioritaria, senza che tutti gli altri settori di attività accusassero rallentamenti. Basta pensare che in Piemonte sono stati presentati 8.300 piani di miglioramento aziendale - tutti da istruire - cui si deve dare una risposta in tempi brevi: dai controlli sulla viticoltura alle normali attività di routine che attengono a migliaia di pratiche.
Si sono così costituite le due strutture flessibili, come previsto dall'art. 40 della legge n. 34/89, denominate "Coordinamento per la gestione degli aiuti destinati alle aziende agricole danneggiate dall'alluvione del novembre 1994".
A capo delle due strutture, operano i Dirigenti pari grado di Vercelli e Novara, dottor Ardizzone e dottor Bertini, e ciò in considerazione del fatto che queste due Provincie sono state toccate marginalmente dagli eventi alluvionali.
Contestualmente, il personale tecnico proveniente dagli SDA delle città di Vercelli e di Novara è stato fatto confluire ad Alessandria e ad Asti per aumentare la capacità operativa dei settori. Ad Alessandria provenienti da Vercelli, operano i tecnici regionali Tricerri, Castellani Natalia, Pasteris, Pili e Reviglione. Ad Asti, provenienti da Novara operano i tecnici regionali Bolognino, Pesa, Ziliotto, Monte, Marcellino e Giani. I Dirigenti di Asti ed Alessandria rimangono in carica per tutte le altre competenze ordinarie, affiancati da queste strutture.
Circa le prese di posizione delle Organizzazioni sindacali, registro solo il fatto che non si può operare con due pesi e due misure. Ad Asti nell'incontro del 4 settembre, quando due delle tre Organizzazioni hanno fatto capire che, a loro avviso, velocizzando le procedure non sarebbe stato necessario costituire la struttura flessibile, ho chiesto che manifestassero questa posizione in un comunicato che affermasse come secondo loro, lo stato delle pratiche fosse a buon punto, ed io avrei soprasseduto alla costituzione della struttura. Questo comunicato personalmente, non l'ho mai visto.
Una delle due Organizzazioni deve poi sincronizzarsi con il proprio Presidente nazionale, che a mezzo stampa ha sollecitato rapidi interventi ed affermato che nessun pagamento era stato fatto. E' il caso di dire che o sbaglia il Presidente nazionale oppure alla sua Organizzazione provinciale è sfuggito qualche cosa.
Devo dire, ad onor del vero, che il 21 settembre u.s. il Dirigente dello SDA di Asti ha chiesto a me e al dottor Bertini di far istruire dalla struttura flessibile anche le pratiche di danni riguardanti le abbondanti piogge del 1993, di cui ho riferito nel passato Consiglio, su interpellanza della Consigliera Cotto. Questo è un riconoscimento della validità della soluzione adottata; non ho potuto accontentarlo, perché il mandato conferito al dottor Bertini si limita solo alle pratiche dell'alluvione del 1994.
L'unico documento pervenuto da Alessandria, a firma delle tre Organizzazioni sindacali, è quello emesso il giorno precedente la manifestazione. Ne cito alcuni passi significativi: "Dopo il tempestivo avvio del pronto intervento, a tutt'oggi le aziende agricole sono in attesa dell'erogazione per gli aiuti previsti dalle vigenti disposizioni. Le tre Organizzazioni hanno manifestato più volte l'esigenza di una sollecita corresponsione degli aiuti, evidenziando che ogni ulteriore ritardo rischia di provocare una preoccupante crisi del sistema produttivo. Le tre Organizzazioni ribadiscono la necessità di un immediato superamento degli ostacoli burocratici tuttora esistenti e sollecitano alla competente istituzione una tempestiva erogazione dei previsti fondi alle aziende agricole così gravemente danneggiate".
In questa situazione era palese che occorresse un intervento di supporto e non era pensabile che, a dieci mesi dall'alluvione, i produttori dovessero attendere ancora per molto tempo prima di vedere qualche aiuto.
Valutando anche gli aspetti economici, si può pensare che questa erogazione di denaro creerà occupazione nei settori dell'edilizia dell'artigianato e della meccanica agricola. Se avessimo atteso oltre altro tempo, i costi della ricostruzione sarebbero stati sicuramente superiori per inflazione e per aumento dei costi.
Queste sono state le riflessioni della Giunta e dell'Assessore all'agricoltura. In questo senso ci siamo mossi, sicuri dell'approvazione dei produttori agricoli che da troppo tempo attendono e che in questi giorni vedono realizzarsi le loro aspettative, certi di non aver gettato alcun discredito sulla struttura dell'Assessorato ma, semmai, un loro rafforzamento per gli sforzi fatti e l'impegno profuso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi, nell'interpellanza si ventilava l'impressione che nei rapporti tra l'Assessore e le sue strutture fossero nati problemi in quel di Alessandria e di Asti, e che l'Assessore avesse compiuto una sorta di atti, apparentati - dal punto di vista immaginifico con il commissariamento dell'Assessorato. Sembrava, cioè, che l'Assessore avesse sollevato dalla diretta responsabilità di compiti che per ufficio e competenza erano assegnati ad una struttura, sottraendo questi compiti da quella struttura per assegnarla ad altre strutture (la parola "commissariamento" va e viene, però il senso era questo).
Questo è vero o non è vero? Da quel che ho sentito, e se ho capito bene, questo è vero. Cioè, in effetti ad Asti e ad Alessandria c'erano strutture dell'Assessorato all'agricoltura competenti e responsabili della gestione dei fondi; queste strutture sono state disattivate ed, al loro posto, sono state costituite nuove strutture con dipendenti provenienti da altre Province. Se ho capito bene, questi dipendenti da Vercelli sono andati ad Alessandria, da Novara ad Asti, a creare le cosiddette strutture flessibili ed hanno disattivato in tutto o in parte le strutture precedenti, che sono rimaste ad Alessandria e ad Asti a svolgere altri compiti di istituto, ma ai quali è stata sottratta questa competenza.
Dalla risposta dell'Assessore ho capito che qualcosa non funzionava ad Asti e ad Alessandria. Questo, ad esempio, non è successo a Cuneo, dove le cose sono andate diversamente, a giudizio dell'Assessore.
Le considerazioni che svolgo sono le seguenti.
L'Assessore ha fatto una premessa importante. Di fronte a questi ritardi e ad informazioni assunte, ci ha detto che le leggi che i funzionari sono obbligati a rispettare erano inadeguate rispetto all'urgenza dei compiti. Se è così, l'Assessore dovrebbe dare una voce inequivoca alla correttezza di comportamento dei funzionari, perché se i funzionari devono operare secondo la legge e la legge è inadeguata, il comportamento dei funzionari sarà inadeguato, non per colpa loro, ma in virtù di una legge che loro come funzionari seguono.
Questo dovrebbe essere chiarito dall'Assessore, perché se è chiarito sgombriamo il campo da incapacità, da necessità di commissariamento burocrazia che non funziona e via dicendo. Se così non è, l'Assessore deve essere più esplicito e dire: "C'è stata una disfunzionalità (perché anche queste vanno portate alla luce) che ho rilevato in modo esplicito e di fronte alla quale ho posto in essere i provvedimenti". Invece l'Assessore ha fatto un po' di slalom.
Rimane il fatto, Assessore, che a mio parere le responsabilità prime sono sempre di chi amministra. Quando ci troviamo di fronte ad un'alluvione, non ci vuole un Premio Nobel per pensare che le leggi ordinarie, se si vuole fare fronte con urgenza ai danni, forse provocano qualche rallentamento ed inciampo, ed è l'amministratore in quanto tale che deve preoccuparsi - espressa la volontà politica di fare fronte alle conseguenze dell'alluvione in termini rapidi - se la legislazione e la struttura preposta a tale compito sono adeguate.
Tutto questo è compito dei politici, che non possono accorgersi all'ultimo minuto, perché non se ne sono accorti prima, che bisognava modificare le leggi nazionali, le leggi regionali o fare domande ai Ministeri per adeguare il proprio comportamento di amministratori e la loro struttura all'urgenza del momento; viceversa, mi sembra che, come al solito, ci si accorga sempre troppo tardi che ci sono leggi inadeguate (e in questo caso alla fine di agosto, mentre la catastrofe è avvenuta i primi di novembre dall'anno precedente). E allora si fa quello che ha fatto l'Assessore: si prende qualcuno un po' più bravo da qualche altra Provincia e lo si sposta per rafforzare una struttura che forse era inadeguata.
Considero la risposta dell'Assessore insoddisfacente, proprio perch non è chiara sul malessere che, evidentemente, questo provvedimento ha creato e che poi si è trasformato in interpellanze, in voci, in articoli di giornali che parlavano di commissariamento, cosa non tanto diversa, secondo me, da quanto è stato fatto.
Quello che manca, Assessore, è un'esplicita illustrazione di questi fatti in termini chiari: questi uffici funzionavano o non funzionavano? Per quale motivo sono stati disattivati? Rimandare semplicemente la parola al sindacato, che può avere, attraverso due organismi o due persone, voci diverse, è veramente troppo poco.



PRESIDENTE

L'esame delle interrogazioni ed interpellanze è così terminato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benso, D'Ambrosio, Griffini e Mancuso.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 12: "Norme per lo sviluppo dello sport e delle attività fisico-motorie".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
Propongo inoltre di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 45: "Definizione dei compiti e delle funzioni dei Presidenti dei Gruppi consiliari. Integrazione della L.R. 13/10/1972, n. 10".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 40 voti favorevoli e 5 contrari.
Propongo infine di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 60 relativo al Teatro Regio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Esame ordine del giorno n. 60 relativo al Teatro Regio


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto l'ordine del giorno n. 60, testé iscritto all'o.d.g.
Il Consigliere Chiezzi ieri ha avuto un'audizione con i rappresentanti del Teatro Regio; il presente documento è la risultante della discussone di ieri mattina e sarebbe opportuno che pervenisse alla Sovrintendenza del Teatro Regio entro le ore 12 in quanto, a quell'ora, si svolgerà la conferenza stampa.
Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerato che in data 23/10/1995 ha avuto luogo presso la VI Commissione consiliare un incontro con la Sovrintendenza e la Direzione artistica del Teatro Regio di Torino, nel corso del quale la Sovrintendente Elda Tessore ha presentato una dettagliata ed articolata relazione sulla situazione attuale e sulle prospettive dell'Ente lirico torinese, nonch sulle problematiche che attualmente attraversano il comparto della musica lirica italiana, in questa fase di riordino delle competenze fra Stato e Regioni in materia di spettacolo a seguito dell'abrogazione del Ministero per il Turismo e lo Spettacolo e la conseguente emanazione della legge n.
203/95 considerato l'alto grado di interesse rivolto dalla Regione Piemonte nei confronti del Teatro Regio di Torino, che trova riscontro in una costante e proficua collaborazione, che si esplica non solo in termini di sostegno finanziario all'attività istituzionale dell'Ente, ma anche con l'elaborazione di comuni progetti indirizzati alla promozione e allo sviluppo della cultura musicale sull'intero territorio regionale, quali la partecipazione delle formazioni orchestrali e corali del Teatro Regio al Circuito musicale regionale 'Piemonte in Musica'; o la realizzazione di comuni iniziative indirizzate alla formazione di giovani cantanti con la coproduzione di allestimenti che hanno costituito per i partecipanti nuove e reali occasioni di maturazione artistica e professionale; o ancora l'organizzazione di attività specificatamente indirizzate alle giovani generazioni, quali 'La Scuola all'Opera' rilevati l'interesse e la disponibilità del Teatro Regio di Torino a sviluppare un proprio ruolo nel settore dei processi formativi specificatamente indirizzati alla qualificazione di nuovi quadri tecnici ed artistici nel settore dello spettacolo, anche con l'accesso, tramite la Regione Piemonte, agli appositi programmi di finanziamento da parte dell'Unione Europea rilevati i positivi esiti dell'attuale gestione dell'Ente lirico, sia in termini economici, come dimostrato dal ripianamento del deficit pregresso e dal mantenimento del pareggio di bilancio, grazie anche al consistente aumento delle entrate proprie, sia in termini di sviluppo ed ampliamento dell'attività, testimoniati dall'incremento del numero di spettacoli e di presenze paganti, nonostante una politica di finanziamento pubblico che anacronisticamente continua a relegarlo all'ottavo posto su tredici Enti lirici, non tenendo conto, nell'assegnazione delle risorse del perseguimento e del raggiungimento di obiettivi di economicità efficienza e produttività preso atto che l'attuale fase di riordino delle competenze in materia di spettacolo, conseguente all'emanazione della legge 30/5/1995 n. 203 rende opportuna ed urgente una presa di posizione da parte delle Regioni affinché si eviti che un'interpretazione 'centralistica' dell'art. 2 della citata legge porti ad una valutazione degli enti e delle attività secondo criteri di classificazione che verrebbero a sezionare trasversalmente le varie categorie del settore, creando inevitabilmente artificiose graduatorie, con il rischio di aggravare ulteriormente le sperequazioni già in atto ritenuto auspicabile, al contrario, che il riordino delle funzioni rappresenti la reale occasione per un riassetto complessivo ed organico del settore, capace di realizzare un nuovo modello normativo e culturale, e che questo avvenga attraverso l'emanazione di specifiche leggi di settore rilevato, in accordo con quanto sostenuto dalla Sovrintendente del Teatro Regio di Torino, che l'emendamento alla legge finanziaria per l'anno 1996 in discussione in data odierna alla V Commissione Programmazione Economica e Bilancio del Senato, il quale prevede l'attribuzione di una delega al Governo per l'emanazione di decreti legislativi volti a 'disciplinare la trasformazione facoltativa degli Enti lirici e delle Istituzioni concertistiche assimilate di cui alla legge n. 800/67 in soggetti con personalità giuridica di diritto privato', contrasti con l'esigenza irrinunciabile che la materia sia regolamentata da appositi provvedimenti legislativi che garantiscano parità di trattamento per i tredici Enti lirico-sinfonici e ne valorizzino le singole identità specificità e capacità invita il Presidente del Consiglio regionale e il Presidente della Giunta regionale: ad adoperarsi affinché il Teatro Regio di Torino possa ulteriormente consolidare il proprio ruolo di prestigiosa istituzione culturale favorendo lo sviluppo della sua attività, indirizzata alla produzione, alla diffusione, alla formazione e alla promozione della cultura musicale e in particolare di quella lirico-sinfonica, sia a livello regionale, attraverso una sempre più stretta ed articolata collaborazione con la Regione Piemonte, attraverso l'individuazione di comuni obiettivi e linee operative, sia a livello nazionale, affinché venga riconosciuto e conseguentemente valutato il raggiungimento di positivi risultati in termini di attività artistica e di efficienza gestionale a manifestare alle forze politiche nazionali e al Presidente della V Commissione Programmazione Economica e Bilancio del Senato la propria preoccupazione, in piena sintonia con quella espressa dalla Sovrintendenza dell'Ente Teatro Regio di Torino, relativamente alla prospettiva di un riordino della natura giuridica e delle funzioni degli Enti lirici attraverso l'approvazione di un emendamento alla legge finanziaria anzich attraverso un apposito disegno di legge che affronti in maniera organica la riforma degli Enti lirico-sinfonici e garantisca parità di trattamento per i tredici Enti, valutandone oggettivamente la produttività, le capacità economico-gestionali e le qualità artistico-culturali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 27: "Modifica alla L.R. 26/3/1990, n. 14 'Istituzione della Riserva naturale speciale della Garzaia di Carisio'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 27, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Griffini, oggi in congedo.
Dò pertanto per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "Con il presente disegno di legge si intende modificare la L.R.
26/3/1990, n. 14 'Istituzione della Riserva naturale speciale della Garzaia di Carisio', onde consentire la realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Milano.
Il collegamento è contemplato nel quadro programmatico regionale come linea strategica strettamente connessa all'ulteriore futuro collegamento Torino-Lione. Infatti l'aggiornamento del Piano regionale di sviluppo (settembre 1991) stabilisce che, nell'ambito dei corridoi plurimodali, si sono contemplati i collegamenti ferroviari ad Alta Velocità di Torino con Lione e con Milano-Venezia previsti dal Master Plan dell'Unione Europea.
La Regione Piemonte ha, con deliberazione della Giunta regionale n. 92 32806 del 7/3/1994, espresso il parere ex art. 6 della legge 8/7/1986, n.
349 'Istituzione del Ministero dell'Ambiente e norme in materia di danno ambientale', relativo a 'Modifiche ed approfondimenti al Progetto Sistema Ferroviario ad Alta Velocità - tratto Torino-Milano' presentato da TAV S.p.A. (Concessionaria dell'Ente Ferrovie dello Stato).
A seguito del parere regionale, come previsto dall'art. 6 del DPCM del 27/12/1988 'Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formazione del giudizio di compatibilità di cui all'art. 6 della legge 8/7/1986, n. 349, adottato ai sensi dell'art. 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10/8/1988, n. 377', la Commissione VIA del Ministero dell'Ambiente, il 24/10/1994, ha espresso il proprio parere motivato.
Il parere regionale riguardo agli impatti non mitigabili a carico delle aree protette o comunque di elevato pregio naturalistico, richiede la definizione di specifici interventi di compensazione da stabilirsi con appositi strumenti di raccordo.
In generale, dal punto di vista tecnico, la Regione sottolinea l'opportunità di utilizzare tecniche bioingegneristiche di recupero e di ripristino ambientale e richiede che l'uso di materiali non biologici sia limitato allo stretto indispensabile e concordato preventivamente.
Il parere della Commissione VIA del Ministero dell'Ambiente richiede nel caso di attraversamento delle aree protette che siano adottati tutti i possibili accorgimenti per ridurre gli impatti su sistemi naturali nella fase di cantiere, di utilizzare tecniche di ingegneria naturalistica in eventuali interventi di sistemazione spondale, di introdurre barriere fonoassorbenti opportunamente occultate mediante quinte di vegetazione.
Al fine di consentire la realizzazione della infrastruttura ferroviaria e poiché è stata convocata dal Ministro dei Trasporti la Conferenza dei servizi per l'approvazione del Progetto esecutivo e per l'acquisizione di tutte le autorizzazioni di competenza di tutti gli enti convocati, è opportuno pertanto provvedere alla modifica della legge regionale istitutiva della Riserva naturale speciale della Garzaia di Carisio inserendo, conformemente a quanto previsto dalla legge regionale istitutiva del Parco naturale della Valle del Ticino e del Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po, un comma che preveda la realizzazione di infrastrutture e di impianti previsti da piani e programmi di rilievo regionale e nazionale, ovvero da piani di settore, subordinatamente alla stipulazione di apposita convenzione con la Regione Piemonte previo parere dell'Ente di gestione.
La convenzione consentirà di definire e concordare con la TAV S.p.A.
concessionaria dell'Ente Ferrovie dello Stato, le opportune misure di compensazione e/o di mitigazione al fine di garantire il minore impatto ambientale possibile e l'esecuzione di opere di miglioramento ambientale nell'area protetta e nelle zone limitrofe.
La V Commissione ha esaminato il testo e lo ha licenziato a larga maggioranza, e pertanto lo rassegna ora all'aula consiliare raccomandandone una sollecita approvazione".
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 45 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 hanno risposto SI' 50 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame progetto di legge n. 33: "Amministrazione straordinaria delle Aziende di Promozione Turistica" - Esame ordine del giorno di non passaggio all'esame dell'articolato


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 33, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco, relatore

Colleghe e colleghi Consiglieri, già nella scorsa legislatura era stata a lungo dibattuta l'esigenza di procedere ad una revisione della L.R.
5/3/1987 n. 12 e ad un riordino delle Aziende di Promozione Turistica che dalla stessa venivano costituite.
Nonostante che tutte le componenti politiche e le categorie economiche del turismo si fossero unanimemente espresse a favore di un riordino, non si era tuttavia pervenuti alla formulazione di una proposta definitiva in tal senso.
L'esigenza di uscire dallo stato di incertezza attuale e di pervenire ad un nuovo assetto dell'organizzazione di promozione turistica della nostra Regione permane tuttavia inalterata e si fa, anzi, sempre più pressante e indilazionabile.
Che si debba procedere rapidamente ad un riordino dell'attuale organizzazione è unanimemente condiviso e, in tal senso, pervengono sollecitazioni da tutte le forze politiche e da parte delle categorie economiche e dai soggetti pubblici e privati che operano sul territorio.
La Giunta regionale ha manifestato la ferma intenzione, espressa nel documento programmatico presentato al Consiglio e nelle audizioni con la III Commissione, di affrontare l'argomento e di pervenire, in tempi rapidi alla definizione di una nuova organizzazione di promozione turistica.
Il disegno di legge che si sottopone all'approvazione del Consiglio regionale rappresenta la prima tappa del processo di riordino delle Aziende di Promozione Turistica.
La composizione degli organi delle Aziende di Promozione Turistica è stata d'altra parte, fin dall'inizio, una delle remore più gravi al funzionamento delle Aziende di Promozione Turistica stesse.
Il procedimento di nomina complessiva degli organi (revisori assemblea, Consiglio, Presidente) aveva richiesto quasi due anni, data la sua macchinosità.
La composizione pletorica ha comportato un costo notevole e reso difficile, se non impossibile in alcuni casi, il funzionamento di Aziende che dovevano avere un'operatività snella (si pensi che ogni Azienda ha in media 28 amministratori, per un totale di 560 amministratori per le 20 Aziende di Promozione Turistica e che il Collegio dei revisori è formato da 3 commercialisti, mentre per i Comuni, anche con un bilancio ben superiore ne basta uno).
Sotto il profilo dell'opportunità, pare del tutto fuori luogo andare a ricostituire degli organi pletorici insufficienti con un procedimento che si prevede duri non meno di sei mesi, quando si intende procedere ad un riordino complessivo delle Aziende di Promozione Turistica.
La sospensione delle procedure di rinnovo degli organi e lo scioglimento degli organi ancora in funzione o già rinnovati (Collegi dei revisori) viene disposta non in via amministrativa, ma con provvedimento legislativo che va ad incidere direttamente sulla L.R. n. 12/87. Lo scioglimento e il non rinnovo degli organi e la nomina di un Amministratore straordinario nell'imminenza del riordino di enti e aziende è d'altra parte una prassi di intervento seguita in modo abbastanza costante sia dalle Regioni che dallo Stato.
Proprio in materia di organizzazione turistica, in tal senso si è comportata la Regione Emilia Romagna che con legge 1/2/1993, n. 9, ha sciolto gli organi delle Aziende di Promozione Turistica e nominato Amministratori straordinari e, con successiva legge del 9/8/1993, n. 28, ha disposto il riordino delle Aziende di Promozione Turistica.
Numerosi sono anche i riferimenti statali che si possono ritrovare per una tale procedura; ad esempio, in occasione della trasformazione dell'Ente Nazionale Italiano per il Turismo, delle Ferrovie dello Stato e di altri Enti.
Il disegno di legge in esame risulta quindi quanto mai necessario sul piano del merito e del tutto corretto sotto il profilo giuridico, e si propone pertanto la sua approvazione da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie al relatore.
Apriamo pertanto la discussione generale.
E' iscritto a parlare il Consigliere Bellion. Prego.



BELLION Marco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, per chi come noi vive in diretto contatto con la realtà turistica piemontese, compenetrata da mille problemi, ben sa che da anni (e pur dopo il varo della legge quadro nazionale e di quella regionale sul turismo, che vorrei ricordare già allora vide le critiche e l'astensione del Gruppo PCI-PDS) la nostra organizzazione turistica ha vissuto e vive - come veniva poc'anzi ricordato priva di certezze definite sia sotto il profilo delle risorse economiche che di quelle umane. Si vive, quindi, in un clima di provvisorietà e di precarietà cui occorre, a nostro avviso, porre termine in tempi brevi viste anche le importanti scadenze internazionali che vedranno la nostra Regione sotto i riflettori dell'intero sistema informativo mondiale.
Con questa esplicita dichiarazione, crediamo che nessuno possa insinuare un qualche recondito fine se, con la presentazione dell'ordine del giorno, che credo sia stato consegnato a sue mani, chiediamo di non passare all'esame dell'articolato del progetto di legge n. 33, che prevede l'amministrazione straordinaria di questi Enti (pur essendo in presenza di amministratori da anni), anche perché crediamo non vada nella direzione di urgenza poc'anzi ricordata.
La nostra proposta, illustrata nell'ordine del giorno, è di confermare gli attuali amministratori delle Aziende - cosa che crediamo la Giunta avrebbe già dovuto fare da tempo, per evitare quell'immobilismo assoluto in cui questi ultimi si stanno trovando - fino all'entrata in vigore della nuova legge di riordino delle APT stesse o alla contestuale proposta del nuovo modello organizzativo. L'ordine del giorno nasce proprio dalla preoccupazione sui tempi, che riteniamo debbano essere ristretti.
Vogliamo poi esprimere tutte le nostre perplessità sulle prime dichiarazioni dell'Assessore nell'andare alla creazione dell'Agenzia unica regionale a capitale misto che, per quel poco che abbiamo letto sui quotidiani o sentito in Commissione, ci sembra in netto contrasto con quanto affermato dall'art. 4 della legge n. 217, dove è normato l'espletamento delle attività di promozione e propaganda delle risorse turistiche locali da parte della Regione.
Riteniamo, inoltre, che debba avvenire al più presto una puntuale discussione sul territorio, allo scopo di individuare in modo più preciso e puntuale le esigenze del turismo e la funzione delle Aziende di Promozione Turistica sul territorio stesso, anche in considerazione di quanto espressamente riportato dall'art. 3 della legge n. 142.
Noi riteniamo che la legge di riforma dell'organizzazione turistica sia un problema serio, delicato, proprio perché non si tratta di una legge settoriale qualsiasi, come il Presidente ricordava prima, ma ne abbiamo presente l'importanza e il grande peso; crediamo che una legge di riforma debba nascere non solo dal voto di un'assemblea, ma dal convincimento di scelte di fondo che tengano conto di tutto il nostro territorio regionale.
Per questi motivi, chiediamo al Consiglio di non passare all'esame degli articoli del progetto di legge n. 33.



PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno ed è già stato illustrato; pu pertanto parlare un Consigliere contrario.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono convinto che l'Assessore rispetto alle cose dette dal collega in questo momento, abbia ben presente l'importanza della legge costitutiva delle APT; non solo: sono altrettanto convinto che abbia ben presente che nel momento in cui si mette mano alla riforma di questa legge, vadano tenute in alta considerazione le cose che sono state testé dette. Per la verità, vivendo io una realtà simile a quella del collega che è intervenuto precedentemente, credo che l'Assessore avrà la sensibilità per verificare tutte le opportunità, affinché il territorio regionale piemontese possa vedere la presenza di uffici e attività di promozione turistica, che certamente non vanno disintegrate ed abolite.
Qualche preoccupazione al sottoscritto era venuta nel momento in cui leggendo sui giornali, non soltanto quelli di tiratura nazionale, ma anche quelli locali, pareva - credo per un'errata comprensione da parte di chi scriveva - che tutto il problema potesse essere risolto con un risparmio derivante dal personale che non veniva più destinato alle funzioni cui era adibito in passato. Mi sono chiarito personalmente con l'Assessore rispetto a questo problema e credo che non sussista la volontà di dare questa impostazione alla legge di modifica delle APT.
Oggi non siamo in presenza di un disegno di legge di modifica delle APT; credo che l'Assessore si sia trovato di fronte ad una prorogatio di commissariamento che, ahimé - dico ahimé perché avevo io stesso dovuto prorogare i Commissari delle APT nel 1994, quando fui eletto Assessore - si trascinava da tempo, addirittura dal mio predecessore; quindi - ripeto l'Assessore si è trovato di fronte ad un commissariamento in prorogatio che andava avanti da più anni. C'è una giustificazione anche a questo fatto: per arrivare ad una legge di riforma delle APT ci vuole il tempo necessario perché questa venga votata in aula, proprio per la delicatezza e per le sensibilità qui presenti rispetto a questa materia.
L'Assessore - dicevo - si è trovato di fronte a due possibilità: o prorogare gli attuali Commissari delle APT, che certamente si sarebbero trovati, ancora una volta, provvisori e precari rispetto alla gestione stessa delle APT, oppure commissariare ex novo - chiedo scusa, non ho visto i termini, ma probabilmente sono contenuti all'interno di questi articoli per partire da zero rispetto ad una proposta di riforma delle APT che così come è stato ricordato dal collega Toselli nella sua relazione - altre Regioni hanno fatto, in particolare l'Emilia Romagna, regione ancora più importante del Piemonte sotto l'aspetto turistico, per creare un qualche cosa di veramente attuale.
Dico questo perché a tutti è ben presente il fatto che le attuali APT che hanno svolto un emerito lavoro nel passato, non offrono più i riscontri che dovrebbero dare rispetto all'azione che la Regione Piemonte vuole fare nel campo della promozione turistica. Come dicevo, l'Assessore si è trovato di fronte ad un bivio: o prorogare gli attuali Commissari o azzerare tutta una situazione che rende certamente meno precari quei Commissari che verranno eletti, perché si tratta di una precarietà che va da oggi al momento in cui si farà la riforma delle APT.
Credo che tutte quelle considerazioni che il collega Bellion faceva prima - che mi trovano concorde - debbano essere tenute in alta considerazione; però, non in questo momento. Bisognerà tenerne conto nel momento in cui si discuterà la legge di riforma delle APT stesse, perché le osservazioni che il Consigliere Bellion ha messo in campo attengono più alla materia della riforma e non tanto alla materia del commissariamento.
Oggi ci si stupisce quando si parla di commissariamento delle APT: sappiate che le APT erano commissariate da anni, perché, anziché arrivare ad una impostazione decisamente nuova, si andava in prorogatio. Oggi si arriva al commissariamento non in prorogatio, un commissariamento chiaro che dice: "Oggi commissariamo e commissariamo fino a quando la legge di riforma delle APT non sarà operante".
E' per questo che credo si debba chiedere ai colleghi firmatari di questo ordine del giorno, pur avendo delle ragioni nel presentarlo rispetto alle sensibilità che hanno sulla legge di riforma delle APT, di ritirarlo in quanto ritengo che non sia attuale, cioè che non scaturisca gli effetti che loro stessi si propongono.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Marengo, Ferraris, Spagnuolo, Peano, Riba Rubatto ed altri, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che il progetto di legge n. 33 costituisce l'avvio del processo di soppressione della struttura di promozione turistica costituita con la L.R.
5/3/1987 n. 12 non si ravvisano le condizioni previste dagli artt. 5 e 24, comma sesto, della citata legge n. 12 per il commissariamento delle APT considerato che il superamento dell'attuale sistema promozionale non può che avvenire contestualmente alla proposta del nuovo modello organizzativo che dovrà essere esaminato ed approvato dal Consiglio visto l'art. 79 del Regolamento consiliare decide di non passare all'esame degli articoli del progetto di legge n. 33 invita la Giunta regionale a presentare la proposta di amministrazione straordinaria delle APT contestualmente o nell'ambito del disegno di legge di riordino a confermare, fino all'approvazione del suddetto disegno di legge gli attuali Amministratori delle Aziende a considerare, nella proposta di riordino, la funzione degli Enti locali e le deleghe che devono essere previste a favore di Comuni, Province e Comunità montane".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Poiché vi è una controversia sui numeri, si proceda alla votazione di tale ordine del giorno per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 hanno risposto SI' 26 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri L'ordine del giorno è respinto.
La parola al Consigliere Riba per una dichiarazione in merito.



RIBA Lido

L'esito dell'ordine del giorno segnala che su questa materia c'è una significativa perplessità e anche una problematicità che preghiamo la Giunta di tenere in considerazione. Ove si procedesse, l'area dei firmatari e le opposizioni non parteciperebbero più al seguito della discussione su questo argomento.



PRESIDENTE

Io posso solamente fare da passaparola, però credo che la discussione si sia svolta in maniera così civile e corretta da non meritare assolutamente un provvedimento o la minaccia di un provvedimento di questo genere.
C'è stata una proposta da parte di Lido Riba, credo che la maggioranza abbia qualcosa da dire.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Mi sembra che da parte di un Gruppo della minoranza ci sia l'intenzione di lasciare l'aula rispetto all'analisi di questo punto.



(Commenti in aula)



MONTABONE Renato

Ci sono altri Gruppi? Non avevo inteso.
Credo che sarebbe utile in questo momento sospendere brevemente la seduta per dare modo ai Capigruppo di verificare tutte le opportunità in merito a questo provvedimento. Altro non so cosa dire, perché non riesco a trascinare in aula coloro che non ci sono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

No, io non sono d'accordo con la proposta del Consigliere Montabone. Mi pare evidente che siamo di fronte ad un fatto politico. Noi abbiamo posto una questione pregiudiziale; chiediamo che questa venga accolta dalla maggioranza e di conseguenza non si proceda alla votazione della legge.
Noi non siamo contrari alla riforma delle APT, ma ci pare inutile anche per le argomentazioni portate dal Consigliere Renato Montabone nel suo primo intervento, nominare nuovi Commissari. Ci sono già i Commissari per cui chiediamo che ci sia il ritiro di questa legge. Discutiamo tutto nell'ambito generale della riforma delle APT. Diversamente, manterremo la nostra posizione di non partecipare ai lavori dell'aula per quanto riguarda questo argomento.



PRESIDENTE

Voglio suggerire che la serie di emendamenti presentati dalla minoranza potrebbero anche rappresentare il cammino virtuoso dell'incontro fra le due parti.



MARENGO Luciano

Presidente, lei sa fare molto bene il suo lavoro di Presidente del Consiglio, ma non è lei che deve rispondere.



PRESIDENTE

No, io volevo solamente dare un suggerimento.
La parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Volevo confermare la posizione della Lega Nord. Siamo dell'idea che queste APT debbano essere riformate, però, specialmente dopo l'intervento del Consigliere Montabone, si è evinto chiaramente un ragionamento di questo tipo: considerato che i Commissari ci sono e li hanno nominati gli altri, togliamo questi e mettiamo i nostri.
Noi non siamo assolutamente d'accordo su questo, mentre riteniamo terribilmente importante una riforma dell'Azienda Promotrice per il Turismo, perché - come diceva Arpino - il Piemonte manca di un ufficio stampa.
Noi suggeriamo: ritirate questa legge, proponete la nuova legge riformata nel giro di una settimana o quindici giorni e noi la voteremo tutti compatti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Farassino.
Nessun altro chiede la parola, i Gruppi lasciano l'aula.



(I Consiglieri dei Gruppi di minoranza abbandonano l'aula)



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 12.25 riprende alle ore 12,30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i Consiglieri di prendere posto.



(I Consiglieri dei Gruppi di minoranza rientrano in aula)



PRESIDENTE

Voglio ricordare l'art. 52, comma secondo, del Regolamento: "Ogni volta che il Consiglio stia per procedere ad una votazione, il Presidente verifica se il Consiglio sia in numero legale per deliberare, se del caso disponendo l'appello nominale dei presenti, che deve comunque essere effettuato qualora lo richieda un Consigliere".



(Commenti del Consigliere Marengo)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Marengo, lei è in aula o fuori aula?



MARENGO Luciano

Adesso è ripresa, la seduta.



PRESIDENTE

Allora si può accomodare.



MARENGO Luciano

Io volevo solo contestare, rispetto a prima, che lei doveva verificare che ci fosse il numero legale.



PRESIDENTE

No, un Consigliere doveva domandare alla Presidenza di verificare se c'era il numero legale. Il Regolamento lo dice chiaramente.



RIGGIO Angelino

E' la Presidenza che decide.



PRESIDENTE

Infatti. Nessuno lo ha domandato. Poiché non c'è stata nessuna richiesta da parte di alcun Consigliere perché venisse fatto l'appello nominale, per verificare che ci fosse il numero legale, io ho dato la sospensione che mi era stata invece richiesta.
Il quarto comma dell'art. 52 del Regolamento così recita: "Il Presidente, qualora abbia accertato l'impossibilità di procedere ad una votazione per mancanza del numero legale, rinvia la prosecuzione del dibattito sull'oggetto in esame ad una successiva seduta".
Mi pare che nessun Consigliere abbia domandato la verifica del numero legale. Vedo la maggioranza completamente latitante rispetto al richiamo del Regolamento, art. 52, commi secondo e quarto; prendo atto che non c'è il numero legale e rinviamo questo argomento alla prossima seduta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, voglio intervenire molto brevemente, perché ritengo che sebbene quanto accaduto potrebbe essere considerato di poco conto, non si può ripetutamente passare sopra ad episodi del genere. E lo dico proprio per il rispetto, sempre e comunque, dei rispettivi ruoli istituzionali.
Tralasciando le sue competenze relativamente all'aspetto richiamato, e cioè sulla presenza del numero legale o meno, vorrei soffermarmi sulle dichiarazioni da lei testé fatte in apertura della seduta, che sono divagate in osservazioni politiche sul ruolo della maggioranza e quant'altro, che non ritengo opportuno che lei esprima nel ruolo che riveste.
Voglio segnalare questo fatto, perché lo ritengo importante e ritengo che il Consiglio lo debba stigmatizzare.



PRESIDENTE

Io non ho fatto alcuna divagazione di ordine politico sul ruolo della maggioranza e tanto meno su quello della minoranza. Cerco solamente di sollecitare i singoli Gruppi politici ad aiutare l'Ufficio di Presidenza nel condurre avanti una seduta che - ho già visto dall'inizio - è piuttosto inquieta.
Anche per quanto riguarda l'interpretazione dell'art. 52, non sono un procedurista ferreo, non sono un procedurista blindato, cerco solo di trovare il buon senso, perché le cose possano andare in porto avendo io stesso sollecitato di trovare una via d'uscita attraverso l'esame dei vari emendamenti.
Non credo dunque che il discorso da me svolto meriti alcuna censura semmai merita la censura il tentativo di portare in porto una legge indipendentemente dal mio colore politico, a favore di una parte o a favore dell'altra.
Ritengo di aver applicato in modo corretto il Regolamento, secondo il dettato dei commi secondo e quarto dell'art. 52.


Argomento:

Inversione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 45.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo sull'ordine dei lavori. Lei ha testé annunciato l'esame del disegno di legge n. 45; tanto per rodare un po' tutti sull'applicazione di questo Regolamento, faccio rilevare che noi non abbiamo deciso una variazione dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Infatti, volevo proporla.



CHIEZZI Giuseppe

Dato che la proposta che lei fa è iscritta successivamente ad altre riterrei più opportuno seguire l'o.d.g. con il punto 7), che prevede l'esame dell'ordine del giorno sulla situazione RAI, che aspetta già da tempo e sul quale mi sembra anche che il Consiglio abbia una concordia che in questo momento, forse non nuoce.



PRESIDENTE

E sul quale abbiamo discusso e abbiamo trovato tutte le consonanze necessarie.



CHIEZZI Giuseppe

Quindi pregherei di seguire l'o.d.g.



PRESIDENTE

Mi permetta, Consigliere Chiezzi, poiché conosco gli impegni pomeridiani di molti Consiglieri, pregherei invece, e rimetto la decisione all'assemblea, di invertire l'o.d.g. e di esaminare il progetto di legge n.
45.
Pongo dunque in votazione la proposta di inversione dell'o.d.g.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 36 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astensione.


Argomento: Gruppi consiliari - Trattamento economico dei Consiglieri

Esame progetto di legge n. 45: "Definizione dei compiti e delle funzioni dei Presidenti dei Gruppi consiliari. Integrazione della L.R. 13/10/1972 n. 10"


PRESIDENTE

Esaminiamo dunque il progetto di legge n. 45.
La parola al relatore, Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la proposta di legge n. 45 presentata dai Consiglieri regionali Picchioni, Deorsola, Foco, Benso Minervini e Peano ha come titolo "Definizione dei compiti e delle funzioni dei Presidenti dei Gruppi consiliari", ed è un'integrazione alla L.R.
13/10/1972, n. 10.
I Presidenti dei Gruppi consiliari sono figure che operano all'interno del Consiglio regionale senza che una disposizione di legge ne definisca e disciplini i compiti in modo organico. Ci troviamo, sostanzialmente, in presenza di una carenza organica del corpus delle leggi regionali.
Le leggi regionali, nel corso degli anni, hanno assegnato ai Presidenti dei Gruppi consiliari numerose nuove ed impegnative competenze, che essi svolgono in relazione al funzionamento dei Gruppi - di cui gestiscono sia i fondi assegnati per le spese di funzionamento, con obbligo di presentare annualmente all'Ufficio di Presidenza una nota riepilogativa circa il loro utilizzo, sia il personale assegnato ai Gruppi ai sensi delle LL.RR. n. 20 del 1981 e n. 2 del 1992, personale che dipende funzionalmente dal Presidente del Gruppo - nonché ai sempre più intensi contatti con la comunità regionale al fine di interpretarne le esigenze.
Numerose ed impegnative sono anche le incombenze che i Presidenti dei Gruppi svolgono, collaborando con il Presidente del Consiglio e l'Ufficio di Presidenza, per l'organizzazione dei lavori degli organismi consiliari ovvero gli adempimenti che la recente legislazione regionale ha posto in capo ai Presidenti dei Gruppi.
La normativa regionale in materia di status dei Consiglieri risale al 1972. Da allora sono intervenute numerose modifiche che l'hanno adeguata alle esigenze di miglior funzionamento degli organismi regionali. Nessuna di queste ha però considerato la figura dei Presidenti di Gruppo e le nuove ed impegnative competenze che essi svolgono.
Si ritiene opportuno pertanto procedere all'organica definizione del ruolo e dei compiti assegnati ai Presidenti dei Gruppi consiliari e all'integrazione delle norme in materia di indennità aggiuntive al fine di tener conto di quanto sopra e di mettere i Presidenti dei Gruppi consiliari in grado di adempiere pienamente a tutte le incombenze connesse con il loro incarico.
E' stata pertanto predisposta la presente proposta di legge che definisce ruolo e competenze dei Presidenti dei Gruppi e prevede - in analogia a quanto già attuato in altre Regioni (si veda ad esempio la legge della Regione Umbria n. 20 del 1991) - di erogare loro un'indennità aggiuntiva al fine di riconoscere l'ulteriore impegno loro derivante, in aggiunta alle funzioni dei Consiglieri regionali, dai crescenti ed impegnativi compiti che svolgono all'interno del Consiglio regionale.
La quantificazione degli oneri per l'anno 1995 viene stimata in L. 30 milioni e trova adeguata copertura nel cap. 10000 del bilancio per l'esercizio in corso.
Dopo attento esame l'VIII Commissione ha approvato il testo così come sopra illustrato e ne auspica una sollecita approvazione in aula.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Deorsola è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Il Gruppo di Rifondazione Comunista ha già espresso in sede di Commissione un giudizio negativo su questo disegno di legge, così come, tra l'altro, avevamo già fatto nella precedente occasione. Riteniamo che non sia opportuno sia per le polemiche che aveva suscitato nel momento in cui era stata proposta la legge complessiva, ma in particolare perch ritenevamo che, dopo il rinvio da parte del Commissario del Governo, la vicenda si fosse conclusa. Ci sembra dunque negativo riproporlo, perch espone nuovamente a polemiche negative le istituzioni che rappresentiamo.
Non aggiungo altro, perché già nella precedente discussione avevamo espresso le ragioni più generali di valutazione dell'opportunità di intervenire con provvedimenti del genere che sono, a mio avviso giustamente impopolari.
Noi pensavamo che sarebbe stato più utile, per il momento, non parlarne più, semmai rinviare il problema alla prossima legislatura e ritenere chiusa la vicenda. Vediamo che non è così, ce ne dispiace e voteremo contro.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 voti favorevoli 45 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 voti favorevoli 45 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 voti favorevoli 45 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 54 hanno risposto SI' 49 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Partecipazione e informazione: argomenti non sopra specificati - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 48 in merito alla situazione RAI in Piemonte


PRESIDENTE

In merito al punto 7) all'o.d.g., esaminiamo l'ordine del giorno n. 48 presentato dal Presidente Ghigo e dal sottoscritto. Al riguardo, è stata presentata l'interpellanza n. 131 dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Mi permetto di suggerire l'integrazione di tutto il testo dell'interpellanza Chiezzi relativa al CEA al posto del quarto comma del nostro ordine del giorno, in quanto quest'ultimo è più sintetico.
L'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Spagnuolo viene invece assorbito dall'ordine del giorno n. 48.
Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno n. 48, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte richiamati gli impegni per lo sviluppo del polo torinese nelle strategie aziendali della RAI, impegni assunti dalla Presidente del Consiglio di amministrazione Letizia Moratti in occasione della sua visita a Torino il 23 marzo scorso preso atto delle preoccupazioni nuovamente espresse dalle Organizzazioni sindacali aziendali per la mancanza di garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali e sulla valorizzazione delle attività produttive e di ricerca degli insediamenti torinesi della RAI preso atto altresì dell'inadeguata fascia oraria in cui è ripresa la trasmissione del TG scientifico 'Leonardo' (alle ore 11,30 dal lunedì al venerdì su Raitre) e delle proteste avanzate dal Comitato di Redazione dei servizi giornalistici per l'ulteriore penalizzazione del lavoro della redazione torinese di fronte all'ipotesi che la RAI intenda disfarsi anche del Centro di Calcolo Elettronico Aziendale che oggi annovera a Torino circa 150 addetti ed è all'avanguardia nel settore tecnologico, disponendo di strutture informatiche d'avanguardia e reti dedicate per le telecomunicazioni rilevato che esso offre attualmente un servizio che non potrebbe essere svolto da un centro esterno alla RAI, perché risulterebbe più costoso osservato che da questo ennesimo smembramento dell'azienda non risulta affatto chiaro quale vantaggio la RAI trarrebbe dall'operazione, mentre ne trarrebbero vantaggio particolari interessi di gruppi privati osservato che si tratta di una nuova fase del processo di riduzione dell'attività della RAI a Torino previsto dal Piano Agnes nel 1979 considerata la difficoltà ad avere risposte certe sul 'caso Piemonte' nel quadro della strategia nazionale della RAI, difficoltà più volte verificata nel corso di questi anni e confermata dalle comunicazioni svolte nella seduta consiliare del 3 ottobre dai Presidenti del Consiglio e della Giunta regionali impegna la Giunta e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale a richiedere che il Consiglio di amministrazione sospenda immediatamente ogni delibera relativa allo smantellamento del CEA e a concordare un incontro a breve scadenza con il Ministro delle Poste, la Commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI e il Consiglio di amministrazione dell'azienda radiotelevisiva pubblica, per discutere sul complessivo problema degli insediamenti RAI in Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 51 Consiglieri presenti.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Esame ordine del giorno n. 49 relativo alla chiusura del locale "Hiroshima Mon Amour"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 49, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Cavaliere, Saitta, Rubatto, Spagnuolo, Marengo, Burzi, Leo, Rossi Casari, Montabone e Vaglio, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Vorrei fare una brevissima dichiarazione di voto su questo argomento.
Nell'esprimere il voto contrario di Alleanza Nazionale a questo ordine del giorno, ritengo che sia stata giustificata, da parte del Comune di Torino, la chiusura di tale circolo, a cui molti riconoscono peraltro un'attività culturale di grosso peso. Su questo non indulgo, perché non la ritengo tale, ma questo è secondario.
Semplicemente bisogna rilevare che questo circolo, come molti altri del territorio torinese, si trovava in una situazione di palese irregolarità.
A mio avviso, non possiamo permetterci di distinguere tra il circolo "Hiroshima Mon Amour" e il circolo della bocciofila, perché le associazioni ricreative culturali godono di un regime fiscale particolare, ma per godere di questo regime devono osservare certe leggi, cioè devono consentire l'accesso solo ed esclusivamente ai soci. Se così non avviene, queste associazioni culturali, che gestiscono di fatto ristoranti, birrerie spacci di vario genere, aggirano la legge ed evadono il fisco.
Il Comune di Torino, per una volta positivamente, sta facendo non solo un censimento dei circoli presenti sul territorio, ma sta valutando tutte le singole situazioni per vedere se la loro attività corrisponde all'oggetto sociale, ma soprattutto se corrisponde alla legge.
Proprio per cercare di capire qualcosa di più sull'"Hiroshima Mon Amour", e per non lasciarmi guidare da sentimenti di parte od ideologici nei confronti di questa associazione culturale, ho chiesto all'Assessore Prele del Comune di Torino una spiegazione dettagliata.
Il circolo - lo vorrei ricordare - è stato chiuso, perché si trovava in una situazione di grave irregolarità, in quanto all'ingresso dello stesso nonostante l'accesso dovrebbe essere consentito solo attraverso la tessera c'era un cartello: "Soci - L. 14 mila", quindi coloro in possesso della tessera e "Non soci - L. 24 mila". Il che significa che lì potevano entrare i soci regolarmente tesserati, e questo è giusto, ma potevano entrare pagando di più ma aggirando la legge, anche i non soci. Quindi, non veniva più ad essere un'associazione ricreativa e culturale, ma diventava un esercizio commerciale come tutti gli altri.
Queste sono le motivazioni per le quali il Comune di Torino ha chiuso il circolo "Hiroshima Mon Amour".
E' una decisione che Alleanza Nazionale condivide, per cui voteremo contro l'ordine del giorno proposto da altri Gruppi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Intervengo per dichiarazione di voto. Il Gruppo Lega Nord non parteciperà al voto, in quanto non considera questo ordine del giorno di pertinenza del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Il Gruppo Forza Italia voterà a favore dell'ordine del giorno nonostante condivida le motivazioni addotte dal collega Ghiglia.
Risulta che le sanzioni che hanno chiuso quel circolo ed altri circoli nelle stesse date, essenzialmente nell'ambito del quartiere San Salvario ma non solo, siano di natura amministrativa.
Nell'ambito di un approfondimento delle motivazioni della sanzione amministrativa, è ben vero che quasi tutti i circoli, quasi tutte le associazioni culturali ricorrono, credo in maniera scorretta e perci giustamente sanzionate dal punto di vista fiscale amministrativo, a prezzi differenziati, perché i non soci hanno contestualmente l'opzione di associarsi e di usufruire del prodotto che l'associazione culturale produce. Una parte del sovrapprezzo è dedicata alla tessera. Ma è anche vero che nello Statuto di quella associazione, come di quasi tutte le associazioni culturali, è previsto che il tesseramento venga poi avallato da un direttivo, per cui il socio dovrebbe iscriversi ed essere approvato dal direttivo per avere diritto all'usufrutto del prodotto e del servizio erogato dall'associazione.
Quindi, da questo punto di vista l'irregolarità è palese, e sulla gravità di essa non mi pronuncio.
Mi pronuncio invece sul fatto che questa decisione venga presa dal Comune oggi, in un momento particolarmente critico della vita del quartiere San Salvario e della comunità, non differenziando tra varie associazioni culturali che sono uguali da un punto di vista amministrativo, ma ben diverse dal punto di vista della produzione culturale.
Per quanto riguarda l'"Hiroshima Mon Amour", al di là del fatto che il prodotto non sia forse ideologicamente così affine alla parte che rappresentiamo, è comunque un prodotto culturalmente giudicato valido da tutti ed è in fase di collaborazione, ormai quasi decennale, con la Regione e con il Comune.
Credo che, proprio in questa fase di tensione nell'ambito del quartiere, il Comune debba procedere discrezionalmente e lasciare chiusi i circoli che, chiusi per sanzione amministrativa, non sono in grado di produrre alcun prodotto di natura culturale. Quindi, oltre a motivare la chiusura con il fatto che si è utilizzata la modalità dell'associazione culturale per eludere o, peggio, evadere il fisco, si aggiunge il fatto che alcuni circoli non hanno comunque una produzione degna di nota culturale o sociale.
L'"Hiroshima Mon Amour" non è in queste condizioni. Riteniamo che questi locali debbano riprendere la loro attività, onde costituire un'alternativa, non l'unica certamente, ad un degrado palese del quartiere e che quindi rappresentino un'opportunità per lo stesso.
Tra l'altro, mi fa molto piacere che sia una parte, erroneamente considerata di centro-destra - riteniamo di essere, non da ora, la parte innovativa e di progresso di questa maggioranza e non solo qui - a richiedere che venga fatta una distinzione nel merito e non nella forma di chi produce cultura, ancorché questa non sia esattamente quella che noi preferiremmo fosse erogata.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Chi vi parla, quando era Assessore al Comune di Torino, ha definito il Regolamento dei circoli. I colleghi Leo, Angeleri ed altri che erano con me sanno che questa è una materia molto complessa e che deve essere sempre seguita con giustizia e prudenza.
Indubbiamente, se irregolarità ci sono (e di qualunque natura), queste vanno perseguite come sempre. In questa materia, però, ci sono tutti gli strumenti per fare in modo che le irregolarità vengano perseguite, ma notificandole. Non credo assolutamente che in questo circolo ci fosse la volontà di violare la legge, ammesso che violazioni siano avvenute.
Peraltro, si tratta di uno dei circoli più vecchi di Torino; ricordo che il collega Leo, quando era Assessore al Comune, dopo averlo visitato ci disse che il circolo "Hiroshima Mon Amour" svolgeva una funzione assolutamente importante dal punto di vista culturale, e questo avviene ancora adesso.
Bisogna poi dire che, se ci sono le cose giuste, ci sono anche le cose opportune. Mi è sembrata una "perla" il fatto che nel momento in cui si discuteva di una problematica, che era e resta bollente, quella degli extracomunitari, si chiudessero le porte di un circolo che comunque rispetto alla funzione culturale e di integrazione fra cittadini di diverse culture, nella nostra città svolge una certa funzione.
Se bisogna intervenire, si intervenga; c'è anche un'azione di carattere preventivo, in base alla quale il Comune, avendo quel regolamento, pu svolgere tutta una funzione di segnalazione di irregolarità che, in breve tempo, possono essere sanate.
La motivazione per la quale il Consiglio regionale del Piemonte, almeno per la nostra parte politica, ha sottoscritto l'ordine del giorno è quella di voler sottolineare che, proprio in momenti così delicati, le pochissime strutture che esistono e che attengono all'integrazione devono essere favorite, guidate e corrette, e non devono essere solo oggetto di azioni drastiche. Questo era il significato e, pertanto, voteremo l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Aggiungo pochissime cose, perché sono pienamente d'accordo con la collega Spagnuolo e, casualmente, anche con il collega Burzi.
Il problema è di natura procedurale: c'erano delle irregolarità di natura procedurale, che peraltro sono presenti in tantissimi locali della nostra città e della nostra regione. Il problema è che molte tessere venivano pagate prima, poi, per difficoltà tecnico-procedurali, venivano rilasciate immediatamente la volta dopo. Per cui credo che sia importante porre la questione prima evidenziata dalla collega Spagnuolo, cioè quella dell'opportunità.
In un momento come questo, in cui il tema dell'immigrazione diventa scottante, soprattutto in un quartiere molto "caldo" in questo senso, credo che l'"Hiroshima Mon Amour" fosse l'unico locale che poteva in qualche modo favorire un'attività di integrazione fra quella gente e garantire un'attività culturale. Era dunque sì importante bloccare queste irregolarità - diciamo di tipo procedurale - ma in questo caso l'iniziativa mi pare inopportuna, per cui ritengo che il Consiglio regionale dovrebbe esprimersi a favore di questa importante attività culturale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, colleghe e colleghi, chiedo scusa se ripeterò alcune cose che sono già state dette, ma mi pareva importante una testimonianza.
Personalmente, in una funzione passata, ho chiuso due circoli per le stesse ragioni per le quali il Comune di Torino ha chiuso questo circolo in questo momento.
Conosco molto bene tutta la meritoria attività di "Hiroshima Mon Amour", ma quando il Sindaco si trova sul tavolo una denuncia, una relazione da parte delle Forze dell'Ordine, non può far altro che intraprendere quella strada, a volte con grande difficoltà.
Condivido l'impostazione dell'ordine del giorno, perché chiede che la Regione faccia di tutto perché l'impedimento venga rimosso. Credo che ve ne siano tutte le possibilità; nulla impedisce al Comune di Torino, una volta regolarizzata la questione, di riaprire immediatamente il circolo e di affrontare questo problema perché è un problema - come diceva la Consigliera Spagnuolo - che deve essere portato all'evidenza di tutti.
Quindi credo che bisogna entrare nel merito per capire quali sono le funzioni e come si possa ovviare ad una serie di pericoli che comunque costantemente, i circoli corrono nella loro normale attività.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo, che interviene in qualità di Consigliere.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente, anche per l'attenzione al rispetto delle forme.
La Consigliera Spagnuolo, il Consigliere Burzi e il Consigliere Miglietti hanno espresso perfettamente la situazione.
Volevo solo aggiungere due considerazioni.
La prima. La Regione può anche stimolare, su questa importante materia delle riflessioni, perché quando Assessori capaci tecnicamente e sensibili culturalmente, come è stata al commercio l'Assessore Spagnuolo, avevano un certo atteggiamento, anche le leggi potevano essere gestite con oculatezza.
Ma quando ciò non avviene, è opportuno che ci si diano delle indicazioni perché è una questione che riguarda una generalità di problematiche che non dipendono solo dai circoli.
Seconda considerazione: è stato evidenziato - ma voglio sottolinearlo in un momento di allarme sociale, di preoccupazione, di tensione, di difficoltà di integrazione, seppure siano giustissime le cose ricordate da alcuni colleghi sul rispetto delle regole - un incoraggiamento a chi obiettivamente (questo mi sento, in onestà, di dirlo) ha sempre svolto in quella zona questo ruolo, in maniera crescente, di capacità di aggregazione, di proposta culturale, di dialogo; non dico che sia il minimo che l'Amministrazione debba fare, ma ritengo che un incoraggiamento sia doveroso, e non invece un atteggiamento opposto.
Le regole si possono e si devono sempre far rispettare (ma vi è anche una progettualità che è stata tante volte in questa sala invocata), in quanto possono consentire un superamento positivo di queste problematiche.
Mi pare che l'ordine del giorno sia, in questa direzione, molto equilibrato e che lo si possa votare e suggerire al Comune di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Credo che sia da evidenziare non tanto (in questo, poi, rischia di avere ragione il Consigliere Ghiglia nel dire che ci sono delle leggi ecc.) il problema di un caso specifico - e in questo credo che possa e debba essere interessato anche l'Assessore Leo - ma la carenza di aggregazioni culturali nella città e nella regione, nel senso che c'è bisogno non solo di quelle esistenti, c'è bisogno ancora di più, perché c'è poca cultura, poca aggregazione culturale dal basso. Non mi riferisco solo a Torino, ma anche alle cittadine della provincia, che non hanno una grande attività culturale.
In questo senso e con questo spirito ho firmato l'ordine del giorno per cercare di sviluppare, di appoggiare, di aiutare, di favorire quei momenti che sviluppano il più possibile le aggregazioni giovanili positive.
Questo è il problema di fondo. I circoli, di qualsiasi natura e coloritura anche politica, svolgono certamente questa funzione; bisogna però anche che vi sia una regolamentazione diversa, forse più precisa.
In questo senso, in futuro, potrebbe intervenire anche la Regione, per normare forse meglio la materia, perché siano maggiormente sviluppate le realtà di base rispetto alle finte aggregazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Mi rivolgo al Consigliere Cavaliere per dirgli che non vorrei che ci prendessimo in giro sui termini "cultura", "aggregazioni culturali". Credo si tratti di dizioni assai impegnative.
Inoltre, non mi pare che nel quartiere San Salvario, l'"Hiroshima Mon Amour" - un bel nome, che può piacere o non piacere - si sia mai fatta promotrice di qualche iniziativa veramente culturale, di largo respiro; ad esempio, una qualche proposizione, qualche documento, qualche riunione allargata.
Mi pare che ci troviamo di fronte ad un locale commerciale e non bisogna in alcun modo spacciarlo per locale culturale. Se poi ci deve essere cultura, facciamo cultura, non politica, perché negli anni passati mi sembra di aver visto che l'"Hiroshima Mon amour" avesse agli ordini del giorno discussioni del tipo "comunismo cinese". E non c'entra il fatto che io parli "da destra", ma è quasi tutto a senso unico: comunismo cinese dibattito sulla Palestina, sui fedayin.
Concordo quindi con la chiusura di un locale di questo genere.



(Commenti in aula)



SALERNO Roberto

Tu fai del sarcasmo, Consigliere Cavaliere. Mettiamo sempre il Presidente in condizione di avere un Consiglio fuori dalle righe. Tu fai del sarcasmo, ma lasciamo perdere.
Concordo nel votare contro l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte appreso che è stata effettuata la chiusura del locale torinese di Via Belfiore 'Hiroshima Mon Amour' osservato che il circolo 'Hiroshima Mon Amour' da anni svolge attività culturale, tanto più preziosa perché esercitata in un quartiere difficile quale quello di San Salvario invita la Giunta regionale ad intraprendere ogni possibile azione volta a consentire quanto prima la riapertura del locale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 33 voti favorevoli, 5 contrari e 3 astensioni.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,10)



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