Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.189 del 25/11/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

Scarica PDF completo

Argomento:


P FOCO ANDREA


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame ordini del giorno nn. 640, 646, 650 e 651 inerenti ai progetti di mobilitazione della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Esaminiamo l'ordine del giorno n. 640 presentato dai Consiglieri Cotto Rubatto, Dutto, Deorsola, Rossi, Cavallera, Toselli, Casari, Casoni Montabone; e il n. 646 presentato dai Consiglieri Rosso, Dutto, Farassino Bellingeri e Casoni.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Signor Presidente, ho sottoscritto una lettera, assieme ad altri colleghi, al Presidente del Consiglio affinché si tenga una discussione sui problemi legati all'agricoltura, di cui tutti siamo a conoscenza. Vorrei che la lettera fosse acquisita come documento per il dibattito.



PRESIDENTE

Si tratta del documento cui faceva riferimento la Consigliera Cotto? Potremmo allegarlo come documento di sollecitazione al dibattito.



RIBA Lido

Nel documento chiediamo un'introduzione di dibattito e non soltanto l'approvazione di un ordine del giorno.
Mi pare che la Presidenza stia considerando maggiormente la parte circoscritta, dell'ordine del giorno; in tal caso ne presento uno: chiedo un quarto d'ora di tempo per redigerlo.



PRESIDENTE

Nel frattempo potremmo iniziare la discussione.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Vorrei chiedere se l'Assessore non ritiene di intervenire con una comunicazione al Consiglio, così come nello spirito della richiesta fatta in precedenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Gli ordini del giorno mi sono stati consegnati pochi minuti prima della conclusione della seduta di Consiglio di questa mattina.
Sono in attesa di sentire il dibattito: sicuramente interverrò al termine della discussione. Non essendo a conoscenza del contenuto degli ordini del giorno non ritengo di dover svolgere alcuna introduzione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Presidente, mi stavo accingendo ad illustrare l'ordine del giorno quando mi è stato chiesto di permettere d'intervenire alla collega Spagnuolo.
Farò quindi adesso la presentazione dell'ordine del giorno del quale stamattina, tutti, abbiamo ritenuto l'utilità.
Mi spiace che il documento sia stato consegnato all'Assessore solo stamattina.



(Consigliere Riba, fuori microfono: "Ma con tutti i trattori che girano l'Assessore ha bisogno di leggere l'ordine del giorno? E' un atteggiamento provocatorio! E' da una settimana... l'Assessore non ha niente da dire!!")



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, ritengo ci siano problemi - uso testualmente questo termine - antecedenti all'apertura della discussione sull'ordine del giorno, e quindi della possibilità di un'illustrazione da parte sua.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo solamente per sollecitare una presa di posizione da parte di chi ha la responsabilità del governo dell'agricoltura in Piemonte. L'Assessore, infatti, non è un notaio che fa la sintesi delle posizioni degli ordini del giorno; sarebbe doveroso iniziare il dibattito con una comunicazione, con una posizione politica da parte di chi riveste la responsabilità del settore. Il tema in discussione non è di oggi; se l'Assessore non lo conosce, ritengo che lo stesso Presidente Ghigo dovrebbe fare qualcosa. Diversamente, l'introduzione la facciamo fare all'ex Assessore Riba, o al Presidente della Commissione agricoltura.
So che non è compito del Presidente del Consiglio decidere a chi dare voce, ma non so a chi rivolgermi.



PRESIDENTE

Una cosa è certa: non sarò io a svolgere la relazione; non chiamatemi in causa.



SAITTA Antonino

Visto che l'Assessore all'agricoltura non intende svolgere alcuna comunicazione, che il Presidente Ghigo pare disinteressato, e che obiettivamente, non mi parrebbe corretto uno svolgimento da parte dell'ex Assessore, iniziamo con una presa di posizione da parte di chi ha la responsabilità del governo dell'agricoltura in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non voglio mancare di riguardo all'Assessore; rivendico però la possibilità per i Consiglieri regionali di presentare ordini del giorno ai sensi dell'art. 92 e voglio poterlo illustrare.
Io vi chiedo, per cortesia, proprio pensando ai coltivatori diretti che stanno sfilando, che hanno dei grossi problemi, di non usare questo argomento per fare delazioni diverse da quelle che prevede il Regolamento.
L'art. 92, collega Chiezzi, dice che l'ordine del giorno è una proposta diretta a promuovere un pronunciamento su argomenti di interesse generale.
Io l'ho presentato insieme a tanti altri colleghi il 18 novembre stamattina il Consiglio regionale ha stabilito di discutere gli ordine del giorno, non le lettere. Li abbiamo iscritti per discuterli oggi.
Io chiedo, senza mancare di rispetto nei confronti dell'Assessore, di poter illustrare l'ordine del giorno n. 640.
Attendo.



PRESIDENTE

Ho visto la sua mano alzata, io già una volta ho commesso l'errore di non dare la parola a un Consigliere ed è un errore che non farò mai più l'ho promesso allora, quindi prego Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, grazie Presidente, noi per virtù d'ufficio votiamo sempre a favore per l'inserimento di qualsiasi ordine del giorno, senza entrare nel merito, quindi abbiamo votato per l'iscrizione, però io penso, Presidente, e mi rivolgo direttamente a lei che sia irricevibile questo ordine del giorno, che non sia proprio possibile discuterlo.



PRESIDENTE

Ne è già stata votata l'iscrizione dal Consiglio.



CHIEZZI Giuseppe

Riteniamo un diritto dei colleghi iscrivere, così come riteniamo un diritto dei colleghi parlare per fatto personale anche se non condividiamo il fatto personale; però, Presidente, c'è un dispositivo in questo ordine del giorno che mi pare non sia ricevibile da un'istituzione, perché è un dispositivo che sostiene il progetto di mobilitazione di una delle parti in causa.
Secondo me, un'istituzione non può sposare il progetto di un'organizzazione piuttosto che di un'altra e dire "sostengo il progetto della tal organizzazione professionale"; è irricevibile, noi siamo un'istituzione che ha un rapporto con tutte le organizzazioni professionali. Come facciamo e discutere un ordine del giorno che sceglie una tra le tante organizzazioni professionali, e aderire a quel progetto? Allora noi ci annulliamo all'interno della politica di una delle organizzazioni professionali? Mi sembra assurdo.
Così formulato, mi sembra che l'ordine del giorno non faccia parte delle opzioni che può formulare un'istituzione, che non è quella di scegliere l'organizzazione professionale cui far aderire l'intera istituzione.
La Giunta può scegliere un progetto di un'organizzazione o di un'altra discutibile anche quello, ma un governo può scegliere degli alleati -, ma un Consiglio regionale non può scegliere degli alleati! Quindi io sollevo una pregiudiziale di non ricevibilità di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La ringrazio, devo solo farle notare che il Consiglio regionale ha già ritenuto vi sia ricevibilità.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, credo che sia una ragione di disagio per tutti il fatto che ci troviamo di fronte ad una mobilitazione che non è insorta stamattina, perché la settimana scorsa chi usufruiva dei trasporti ferroviari ha visto i treni bloccati dalle manifestazioni dei produttori.
Se n'è parlato in tutta Italia, sono questioni pesantemente all'ordine del giorno di tutti i soggetti che abbiano qualcosa a che fare con le politiche di riferimento per i settori dell'agricoltura.
Francamente stamattina abbiamo preso atto di uno stato di dissolvimento della figura della Presidenza; adesso stiamo prendendo atto che a questo si accompagna un dissolvimento di altre parti della Giunta regionale.
Se almeno l'Assessore all'agricoltura - io sono stupefatto di questo guardasse nei suoi cassetti troverebbe ancora qualcosa, anzi lo faccia vedere anche al Presidente Ghigo, che ha attinenza con le proposte per la politica...
Sì, glieli faccia vedere, perché evidentemente qualcuno ha nascosto i cassetti anche a lei! Erano cassetti che avevano tante note per fare delle altre politiche, a cui sta attendendo con tanto impegno, ma non a quelle che riguardano l'agricoltura! Io sono molto preoccupato che in questo Consiglio regionale, con i coltivatori che stanno aspettando qualche elemento di risposta, noi non siamo in grado di mettere in piedi un dibattito che fornisca alla Giunta l'opportunità di un confronto con il Consiglio e l'occasione da parte del Consiglio di esprimere le proprie posizioni. Devo anche dire che mi sembra riduttivo, con riferimento all'ordine del giorno presentato dalla collega Cotto, affrontare il problema soltanto in termini di ordine del giorno, con un'assenza dal dibattito delle posizioni della Giunta e della maggioranza.
Anche perché l'ordine del giorno non è presentato dalla maggioranza, è sottoscritto da alcuni Consiglieri; non credo che la maggioranza, volendo affrontare un problema, non coinvolga anche l'Assessore.
In ogni caso, c'è la posizione di quell'associazione e c'è la posizione di altre associazioni; in alcuni casi sono posizioni unitarie, in altri casi sono posizioni articolate, ma noi non possiamo liquidare il dibattito su questo argomento con un ordine del giorno che approva le ragioni della protesta di una maggioranza.
Anche per questo il mio Gruppo aveva rinunciato; naturalmente le forme inconsuete possono essere anche inopportune e un Consiglio, che è così vincolato su questa materia dalla scarsa disponibilità della Giunta avrebbe fatto meglio a presentare un ordine del giorno con delle indicazioni assolutamente precise, che rappresentassero la traccia della discussione. E' anche inverosimile che la Giunta non sia in grado di svolgere un'introduzione su questa materia! Quindi, prima che il Consiglio concluda il dibattito in maniera ulteriormente aggravata dalla sua inconsistenza su questo punto, chiedo di sospendere i lavori per mezz'ora; preparo un ordine del giorno che mi riservo di sottoporre all'attenzione e alla firma di quanti riterranno di condividerlo e base di questo prenderemo una decisione, perché così mi sembra di compiere uno scippo a carico di quanti si aspettano qualcosa da questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Consigliera Cotto, c'è una proposta. Sospendiamo la discussione su questo aspetto e riprendiamo su altri punti all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ringrazio il collega Chiezzi che ha fatto una giusta osservazione: ce n'eravamo accorti anche noi.
Da quanto ci risulta, quando abbiamo presentato questo ordine del giorno - che, ripeto, è stato presentato una settimana fa, il 18 novembre perché eravamo attenti alle lotte dei coltivatori diretti sul nostro territorio, per la verità si era mossa solo la Coltivatori Diretti.
Oggi sappiamo che si sono mosse anche altre organizzazioni, e quindi è giustissimo dare solidarietà e sostegno a tutte le organizzazioni, per cui non ci sono problemi: emendiamo l'ordine del giorno in questo senso.
Comunque non ci vergogniamo assolutamente di aver fatto un ordine del giorno che dava sostegno alla Coltivatori Diretti e lo ribadiamo con forza.
Lido Riba dice che è riduttivo discutere tutto l'argomento con un solo ordine del giorno.
Prima, mi sono recata dal Presidente della III Commissione per chiedere dopo l'approvazione degli ordini del giorno che, ripeto, sono un'iniziativa dei Consiglieri che non può essere bloccata da alcuno - di approfondire l'argomento in III Commissione. Il Presidente della III Commissione, Lido Riba, mi ha detto che era d'accordissimo a metterlo all'o.d.g. per un ulteriore approfondimento.
Perché, vedi, caro Riba, io ho letto con attenzione la tua lettera; ti chiedo scusa se in un primo momento l'ho scambiata per un ordine del giorno, ma nella tua lettera non dimostri di conoscere i motivi per cui i Coltivatori diretti protestano.



(Commenti del Consigliere Riba)



COTTO Mariangela

Non ho dubbi che tu possa conoscere le ragioni della protesta, ma nella tua lettera non c'è un rigo contro la protesta nei confronti del Governo perché i trattori non sono in piazza in questo momento contro la Regione Piemonte, ma lo sono contro le misure del Governo centrale, e noi questo lo dobbiamo dire con forza.
Noi dobbiamo stare, prima di tutto, dalla parte dei cittadini e non dalla parte della provenienza politica.
Quando tu dici: "Chiedono che nel corso dell'odierna seduta il Consiglio regionale discuta le ragioni delle proteste degli agricoltori ed esamini la congruità della politica agraria della Regione in relazione alle continue emergenze che coinvolgono il settore produttivo primario", tu conosci le ragioni, però non le esplichi in questa lettera.
La grande petizione dice: "Chiediamo al Governo", e allora noi dobbiamo riportare la discussione nei termini corretti, per rispetto nei confronti degli agricoltori.
Io vorrei continuare illustrando l'ordine del giorno; l'Assessore non ha detto che non aveva nulla da dire, l'Assessore ha detto: "Voglio sentire gli ordini del giorno, la discussione: interverrò dopo".
Chiedo, ai sensi dell'art. 92, di poter illustrare l'ordine del giorno così come deciso dal Consiglio regionale questa mattina.
Comprendo tutte le ragioni, comprendo la necessità di presentare un altro ordine del giorno, ed è giusto poi dare il tempo per presentarlo oppure per modificare i nostri; c'è anche un ordine del giorno della Lega che noi approviamo, condividiamo, e quindi può darsi che la discussione dei due ordini del giorno con il dibattito che seguirà consiglierà di arrivare ad un terzo ordine del giorno, magari da approfondire in Commissione. Per fare delle pregiudiziali per non iniziare a discutere, mentre gli agricoltori sono al freddo, stanno protestando, hanno delle giuste rivendicazioni da portare avanti, mi sembra che veramente non porti molto lontano.
Posso continuare, Presidente?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

L'Assessore Bodo ha chiesto di poter intervenire; ne ha facoltà.



(Consigliere RIBA Lido, fuori microfono: "Noi abbiamo chiesto la sospensione; in altri casi è stata concessa!")



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Posso fare le comunicazioni, l'introduzione, o no?



PRESIDENTE

E' questione di capirci. Mi pare che una serie di osservazioni fossero state fatte perché l'Assessore non interveniva o non apriva questa discussione.
Adesso, io non so se l'Assessore intende aprirla o meno: voi mantenete comunque la richiesta di sospensione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, vorrei ricordare che, durante una delle ultime sedute, quando la maggioranza ha chiesto di interrompere il Consiglio perché doveva preparare un suo ordine del giorno, questo è avvenuto.
In quell'occasione, sono intervenuta e ho ricordato al Presidente in carica che questo era un precedente di cui prendevamo atto, ma che si sarebbe dovuto tenere lo stesso comportamento qualora la minoranza, in fattispecie analoga, avesse chiesto la medesima cosa.
Per quello che riguarda la richiesta della collega Cotto, la quale dice: "Ho diritto di illustrare l'ordine del giorno", questo diritto evidentemente c'è e nessuno lo prevarica; il punto, però, è che deve essere collocato nell'iter che il Consiglio si dà: quando il Consiglio, nel suo insieme, riterrà di illustrare gli ordini del giorno, ci sarà l'illustrazione degli ordini del giorno, ma non possiamo partire...



(Commenti in aula)



SPAGNUOLO Carla

E' stato iscritto all'o.d.g., ma le modalità di discussione possono essere tali per cui una maggioranza o una minoranza chiede alla Giunta di attestarsi sul problema generale che oggi è all'o.d.g.
Poi verranno anche discussi gli ordini del giorno specifici, ma resta il precedente che l'altra volta abbiamo invocato.



PRESIDENTE

Tra l'altro, ricordo questo precedente.
La parola al Consigliere Montabone: prego di attenersi al discorso della richiesta di sospensione.



MONTABONE Renato

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, fa bene a richiamare questa cosa in aula, signor Presidente, perché ci troviamo in una fattispecie alquanto strana.
Mi riferisco al fatto che ci sia un Consigliere che ha la parola e che viene interrotto immediatamente senza sapere che cosa vuol dire; al fatto che si richiami un precedente avvenuto dopo un'ampia discussione precedente che, secondo me, può anche diventare la regola perché mai a nessuno è stato tolto il diritto di una riflessione, purché ciò avvenga dopo un'ampia discussione sapendo che cosa si ha intenzione di proporre: una sospensione per studiare un ordine del giorno alternativo e magari mettere assieme un ordine del giorno unitario! Questo sì che ha un senso! Ma chiedere la sospensione, senza aver dato la possibilità di discutere, non dico l'ordine del giorno, ma di fare un proprio intervento su un tema che si era stabilito di portare oggi in aula e che può scaturire nella presentazione di più ordini del giorno (dopo le eventuali sospensioni che il Consiglio voglia chiedere), mi sembra un po' voler giocare sull'essere protagonisti a tutti i costi in una certa materia.
Quindi, signor Presidente, ritengo che, poiché lei ha dato la parola ad un Consigliere, che è stata tolta da un altro che ha posto una mozione d'ordine...



PRESIDENTE

No, al limite sono stato io, non è stato un altro Consigliere.
Sino a prova contraria, ho cercato di dirigere un po' il traffico.



MONTABONE Renato

Poiché io non sono un profondo studioso del Regolamento, non lo sono stato in passato e non lo sono neanche adesso, credo che se il Regolamento non osta, lei deve dare la parola al Consigliere che l'ha chiesta affinch possa dire quello che ritiene di dover dire in aula! Dopodiché ci saranno tutte le determinazioni del caso; il Consigliere Chiezzi dice che si dà sempre il voto per un'iscrizione, poi si richiama a dei precedenti e dice che non bisogna interrompere, quando lui costantemente interrompe tutti i Consiglieri! Allora, Chiezzi, diamoci un po' di regole! Le regole non possono valere solo per gli altri, valgono anche per te! Vedi, in quest'aula...



PRESIDENTE

Non vedo il Consigliere Chiezzi.



MONTABONE Renato

Però si sente, si sente come al solito!



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, se intende interloquire prenda il suo posto.



MONTABONE Renato

Il Consigliere Chiezzi a volte non si vede, ma si sente costantemente nell'interrompere. Ma a prescindere da questo, voglio dire che i regolamenti servono, anche se nella passata legislatura c'era un noto esponente di questa parte della minoranza che diceva "io il regolamento non lo condivido perché non l'ho votato, quindi faccio quello che mi pare" e parlava per trenta minuti in aula. Non dev'essere così! Allora lei, signor Presidente, in questo momento faccia la cortesia, prima di qualsiasi altra cosa, disponibile a concedere qualsiasi richiesta che venga dai banchi sia della maggioranza che della minoranza, di ridare la parola al Consigliere che l'aveva già ottenuta.



COTTO Mariangela

Ai sensi dell'art. 92.



MONTABONE Renato

Dopodiché riverifichiamo tutto: i regolamenti, gli articoli, tutto!



PRESIDENTE

Intendo solo ribadire che anche alla stessa Consigliera Cotto mi pare di aver permesso un intervento poco fa (non certamente quello che era sua intenzione): l'illustrazione dell'ordine del giorno. Però se i Consiglieri continuano a chiedermi la parola e tutti sull'argomento che abbiamo innescato, io sono in difficoltà a togliere la parola.
La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non so se anche su questo argomento non perderemo l'occasione di avvitarci in ore di conversazione e di contraddittorio.
Se il problema era rappresentato da una certa latitanza dell'Assessore come hanno detto i Consiglieri Saitta e Riba, e in questo momento invece l'Assessore si dichiara disponibile a intervenire sull'argomento, mi richiamo al buon senso e dico che dovremmo aspettare che l'Assessore si pronunci. Dopodiché si può anche determinare una sospensione del Consiglio o meno.
Credo però che sia inopportuno non dare la parola all'Assessore all'agricoltura, Bodo, che la richiede sull'argomento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin, Presidente della III Commissione.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, in questo caso chiedo la parola come Consigliera e non in qualità di Presidente della III Commissione.
Voglio solo far rilevare, su un argomento di così grande importanza che non importa quale associazione oggi protesti, importa invece sapere e registrare che vi sono problemi grossi di una parte dell'economia del Piemonte che il Consiglio regionale vuole discutere e vuole arrivare, qui o in altra sede, a qualche determinazione, in collaborazione con il Governo nazionale e con tutti coloro che vogliono seriamente affrontare la questione. Però, Presidente, io devo sottolineare che è stato lei Assessore - mi scusi - che ha introdotto questa discussione in questo momento perché ha dichiarato che sarebbe intervenuto solo dopo aver preso visione ed aver ascoltato l'illustrazione degli ordini del giorno, per cui il Gruppo a cui io appartengo desidera, oltre che con i colleghi firmatari discutere la lettera che è stata consegnata stamattina e presentare anche un ordine del giorno.
E' per questa semplice ragione, Presidente, che abbiamo chiesto la sospensione: il tempo necessario, indispensabile, per rispondere ad una richiesta dell'Assessore Bodo che giustamente, a mio parere, vuole avere di fronte gli ordini del giorno che questo Consiglio dovrà discutere e votare.
Ribadisco questa richiesta, semplicissima, modesta, ma anche rispettosa di una volontà politica espressa dall'Assessore, oltre che di una necessità del Gruppo. Credo che questo forse sia sfuggito al dibattito che per ragioni non certo legate ai problemi dell'agricoltura oggi è in fibrillazione, o solo per questo.



PRESIDENTE

Ma il Presidente stava facendo uno sforzo per cercare di capire. Da parte del Presidente non c'è nessuna difficoltà a concedere la sospensione ma mi pare che ci siano stati degli interventi nettamente contrari.



BORTOLIN Silvana

Ma è lei che decide, Presidente.



PRESIDENTE

E infatti, adesso che non vedo altre mani alzate, sospendo i lavori per una quarto d'ora.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.19 riprende alle ore 16.42)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

NOMINE


(Distribuzione delle schede)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
In attesa che vengano perfezionati gli ordini del giorno, si proceda alla distribuzione delle schede per le nomine di cui al punto 78) dell'o.d.g., in giacenza ormai da molte settimane.
Prima dell'appello nominale darò la parola al Consigliere Chiezzi che ne ha fatto richiesta.
Per quanto concerne l'Ente per il diritto allo studio universitario (scheda n. 8), occorre fare la sostituzione del signor Casolo. Il Consigliere Cavaliere mi informa che il posto in sostituzione del signor Casolo deve essere riservato alla minoranza. Io non so se questo corrisponda al vero, comunque rendo edotto il Consiglio che questa nomina dovrebbe essere riservata alla minoranza. C'è infatti la candidatura del signor Bocazzi da parte del Gruppo Verdi e democratici.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, grazie, Presidente. Volevo fare questa osservazione a verbale per i nostri lavori, perché in una recente interpellanza il mio Gruppo ha sottolineato l'impressione che il Gruppo di Alleanza Nazionale sia particolarmente vorace nel proporre l'occupazione di poltrone di sottogoverno e siamo stati anche criticati dal Gruppo stesso, il quale ha detto che questo non corrisponde alla realtà dei fatti.
Allora, per proseguire questo confronto di idee, segnalo solo che il Gruppo di Alleanza Nazionale, in questo pacchetto di nomine, si distingue fra tutti gli altri come il Gruppo che ha presentato più proposte per l'assegnazione di questi posti, il che, almeno per questa volta, non contraddice la nostra impressione di Gruppo particolarmente attivo nella corsa alle poltrone di sottogoverno. Grazie.



PRESIDENTE

Si proceda alla chiamata per appello nominale per la votazione a scrutinio segreto delle nomine.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame ordini del giorno nn. 640, 646, 650 e 651 inerenti ai progetti di mobilitazione della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione degli ordini del giorno sulla mobilitazione dei coltivatori diretti.
La parola alla Consigliera Cotto, che illustra l'ordine del giorno n.
640, presentato insieme ai Consiglieri Rubatto, Dutto, Deorsola, Rossi Cavallera, Toselli, Casari, Casoni e Montabone.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente.
Da questa mattina i coltivatori diretti del Piemonte percorrono, con i loro trattori, le vie delle nostre città, manifestando contri i soprusi del Governo: dagli aumenti IVA all'introduzione dell'IRAP, dalla mancanza di una strategia europeista alla carenza di una politica di sviluppo per il settore primario...
Chiedo scusa, mi sono interrotta perché ho visto che c'era l'attenzione di pochissimi colleghi e vorrei, invece, ci fosse la stessa attenzione che c'era questa mattina.
Le manifestazioni di oggi non resteranno un fatto isolato; le organizzazioni di categoria sono fortemente decise a proseguire la protesta fino a quando non sarà intrapresa una politica seria nei confronti dell'agricoltura. Molti Consigli comunali di piccoli Comuni del Piemonte hanno già approvato ordini del giorno di solidarietà, di sostegno alle giuste rivendicazioni degli agricoltori che stanno scendendo in piazza.
Noi abbiamo proposto questo ordine del giorno all'attenzione del Consiglio regionale martedì scorso e volevamo chiedere già in quell'occasione di poterlo discutere ed approfondire, magari mandarlo già alla III Commissione, perché ci rendevamo conto dell'urgenza di dare una risposta a questi cittadini piemontesi che sono duramente provati, sia dal tipo di lavoro sia dalla mancanza di risposte da parte del Governo centrale.
Chiedo scusa se prima ho alzato un pochino i toni, ma nei miei occhi c'era ancora l'immagine di tanti agricoltori che partecipavano alla giornata del Ringraziamento e dicevano: "Ringraziamo Dio, ma non i politici. Non riusciamo a capire perché 800 milioni di cittadini muoiono di fame, hanno problemi relativi al cibo e a noi viene impedito di produrre.
Veniamo pagati per non lavorare.".
Sono frasi che suonano come macigni. Noi non abbiamo la pretesa di aver fatto un ordine del giorno risolutivo dei problemi, ma, come dice l'art. n.
92, volevamo proporre un dibattito in Consiglio sull'argomento, pronti a modificare, integrando l'ordine del giorno, con i suggerimenti che emergeranno dalla discussione.
Penso non tutti i colleghi abbiano letto l'ordine del giorno, anche perché ne sono giunti altri e oltretutto spesso manca proprio il tempo per farlo.
Mi permetto, quindi, di leggere l'ordine del giorno: "Il Consiglio regionale del Piemonte valutato che i segni di cambiamento prodottisi nei fatti politici economici e sociali, che caratterizzano il nostro Paese, continuano a provocare in questi ultimi anni, una sostanziale disattenzione per l'agricoltura italiana accompagnata dalla recente irresponsabile politica punitiva, sul piano fiscale, per quanto riguarda IRAP e IVA, da parte del Governo constatata l'incapacità delle istituzioni centrali di promuovere efficaci azioni di tutela dei livelli di produzione e di rinegoziazione delle quote in sede comunitaria, secondo gli interessi generali dell'agricoltura e dello stato preso atto dell'essenziale contributo che l'agricoltura fornisce all'esportazione ed alla bilancia dei pagamenti della indispensabile funzione di presidio del territorio che svolgono le aziende agricole del grave stato di disagio economico e sociale in cui si trova la maggioranza degli imprenditori agricoli piemontesi dell'esodo inarrestabile di forza lavoro del settore agricolo e dello spopolamento dei piccoli centri montani e collinari delle disagiate condizioni di lavoro dei terreni montani e collinari sostiene (lo sosteniamo con forza, pur recependo il suggerimento del Consigliere Chiezzi) il progetto di mobilitazione della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti articolato sulle fondamentali misure strutturali di rilancio dell'agricoltura italiana nel periodo 1998-2000 approva gli obiettivi del confronto proposto, consapevole di interpretare le esigenze generali della categoria e del paese, rivolti al rilancio degli investimenti produttivi, alla definizione di interventi infrastrutturali e finanziari, alla realizzazione delle decisioni del mercato del lavoro aderisce all'invito a conformare ed indirizzare, per quanto di competenza la propria attività alla scelta di rinnovamento del metodo dell'azione politica del Governo in materia di agricoltura deliberata dalla Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti." Ho già detto prima, quando tentavo di iniziare l'illustrazione dell'ordine del giorno che si è disponibili - mi sono consultati con i tanti colleghi della maggioranza e non, mi riferisco alla Lega Nord - ad estendere il discorso oltre alla Coltivatori diretti a tutte le organizzazioni di categoria che stanno sostenendo le lotte degli agricoltori.



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 646 dei Consiglieri Rosso, Dutto Farassino, Bellingeri e Casoni.
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Il nostro ordine del giorno è documentato sulla base di interessanti dati emersi da due relazioni trasmesse al Governo e al Parlamento da apposite Commissioni. Si tratta di relazioni che hanno fatto emergere dei dati scandalosi. Cito immediatamente il dato più eclatante: facendo un censimento delle mucche da latte presenti in Italia la produzione di latte che potrebbe derivare da questi animali, dovrebbe essere pari ad 87 milioni di quintali; in Italia la quota comunitaria assegna 99 milioni di quintali di produzione.
Quindi il latte prodotto da mucche in Italia dovrebbe essere nettamente inferiore alle quote assegnateci dalla CEE.
Come fa ad esistere una sovrapproduzione di latte, come fanno ad esserci questi splafonamenti delle quote? La risposta è semplice: c'è qualcuno che produce il latte senza avere le mucche. Evidentemente c'è qualche gioco strano, non a livello minimale, non a livello di piccole percentuali, ma si tratta di un fenomeno generalizzato. Forse un fenomeno non generalizzato a livello di numero, ma con delle produzioni quantitative comunque enormi. Parliamo di latte prodotto, non sappiamo con quali sistemi.
A fronte di questa situazione che, evidentemente, è sfuggita completamente di mano al Governo e a tutti i controlli che dovevano essere fatti, succede che giungono le multe della CEE.
Queste multe chi vanno a colpire? Colpiscono chi il latte lo produce veramente. Le multe vanno a colpire veramente gli agricoltori piccoli e medi che avendo gli animali nei capannoni il latte lo producono: non si pu dire alla mucca di produrre solo una determinata quantità di latte! Se la mucca c'è il latte lo produce.
Quindi per traffici loschi di persone che si arricchiscono, altre persone oggi vengono messe in rovina. Questa notte sono stato nel presidio degli agricoltori lungo la ferrovia Cuneo-Torino nei pressi di Savigliano.
Ebbene, ci sono degli agricoltori effettivamente disperati perché le multe che devono pagare vogliono dire per loro rischiare di chiudere l'azienda o comunque doversi indebitare pesantemente senza poi sapere se verranno loro restituiti i soldi o comunque vedere volatilizzati i risparmi di anni di duro lavoro.
Qual è la loro colpa? La colpa di avere semplicemente lavorato e prodotto. Questa è una cosa scandalosa! Per cui questo ordine del giorno impegna la Giunta e il Consiglio a continuare nelle azioni di governo affinché vengano date le quote a chi ha le mucche in stalla; contiamo le mucche e ridistribuiamo le quote togliendole a coloro che non hanno mucche.
Spero che l'ordine del giorno venga votato da tutti a prescindere dalle posizioni politiche, proprio per rispetto agli agricoltori veri, a quelli che lavorano veramente.



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 650, testé presentato dai Consiglieri Riba, Saitta, Angeli, Bortolin e Gatti.
La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione.



RIBA Lido

Signor Presidente del Consiglio regionale, noi avevamo richiesto un dibattito, in quanto le ragioni di questa protesta sono complesse. Dico questo perché le manifestazioni in realtà si stanno susseguendo: ci sono state quelle dei produttori di latte di qualche giorno fa, ci sono le mobilitazioni della confederazione degli agricoltori della CIA e credo che per un Consiglio regionale sarebbe obiettivamente riduttivo assumere come riferimento una manifestazione, ancorché assolutamente significativa e alle cui ragioni io aderisco.
Quindi non c'è nessun elemento di distinguo in questo senso; mi sembra che il Consiglio regionale del Piemonte, una Regione in cui l'agricoltura rappresenta qualcosa come il 5-6% del PIL, e 150.000 occupati diretti oltre che a tutti gli indotti, debba rappresentare qualcosa di più come dato del problema che non il momento di adesione - un po' scontata e tutto sommato un po' ininfluente - nel quadro complessivo alle ragioni di una manifestazione.
Dico questo perché la Regione Piemonte in modo particolare fa una grande fatica, non tanto a occuparsi dell'agricoltura, ma ad occuparsi del Piemonte nel suo insieme.
Vedete, colleghi, con quanta fatica oggi siamo riusciti ad intavolare un minimo di discorso su una questione di profondo e diffuso interesse per il Piemonte, mentre invece con quanta disponibilità il Consiglio si impegna, fa da cassa di risonanza a tutto ciò che come avvenimento passa per altri luoghi e, comunque, per Torino.
Forse questo mio intervento suonerà un po' fuori luogo, perché finisco per fare come il prete in chiesa che minaccia i poveri presenti dei disastri che capiteranno sugli assenti. Naturalmente i presenti sono accorati più di prima, ma gli assenti continueranno a rimanere tali, sempre ammesso che glielo riferiscano.
Io inviterei invece i presenti attenti, ringraziandoli, ad avere attenzione non tanto al problema di un settore o di una categoria quanto al problema organizzativo complessivo dell'armonia del Piemonte.
Io dico sempre che Torino fintantoché non si accorgerà di dovere essere o di potere essere la capitale del Piemonte, e non soltanto il capoluogo della Regione, continuerà a perdere delle opportunità per il suo sviluppo e le parti dell'economia della Regione Piemonte continueranno ad attrezzarsi per conto proprio. Tant'è che oggi molte parti del Piemonte, come voi ben sapete, vivono meglio di Torino dal punto di vista del reddito, dei parametri economici e forse anche della felicità individuale, questo io non lo so, ma devo desumere che ci sia una certa concatenazione tra questi eventi.
Parlare dell'agricoltura e prendere atto dell'argomento diventa una maniera di occuparci dell'economia della società piemontese nel suo insieme; questo è un dato che trasversalmente riguarda tutte le Province.
Voi sapete che la provincia di Torino conta 35.000 coltivatori, contro i 47.000 della provincia di Cuneo, contro invece le poche migliaia di Alessandria, Vercelli, Novara. Detto questo e avendo per queste ragioni fatto lo sforzo di impegnarmi per l'ennesima volta, immagino con l'ennesima sfortuna, sulla questione di questa partita dell'agricoltura, lamento di non essere in ciò adeguatamente accompagnato dal collega Assessore; mi permetta Assessore Bodo, è un invito. Capisco che le voci acclamanti nel deserto finiscono per generare una condizione di ingratitudine ulteriore però bisogna parlare di questi argomenti perché siamo qui anche per rappresentare queste attese e questi problemi.
Ecco perché noi avevamo chiesto un dibattito e cerchiamo, comunque, di tenere il discorso sugli ordini del giorno a livello di dibattito: innanzitutto perché i coltivatori oggi chiedono, quelli del latte, alla UE di eliminare le quote di produzione, qualcuno chiede di eliminare le multe.
In ogni caso questo Consiglio regionale, non senza dividersi profondamente qualche mese fa aveva tenuto una posizione sufficientemente equivoca sull'argomento, perché sembrava ci fosse la possibilità di un'attenzione alle richieste da parte del governo.
Quando il Presidente della Giunta vuole fornire elementi di contestazione al governo, usi questo; usiamolo assieme.
Il governo disse "non faremo neanche lo sconto di una lira ai Cobas pagheranno fino all'ultima lira"; mi sembrava una voce clamorosa. "Fino all'ultima lira".
Adesso la proposta del governo è: "pagate sola a metà". Forse in quel momento si sarebbero accontentati di pagare solo a metà, adesso non vogliamo più pagare niente.
E' evidente che una condizione così frazionata, episodica, occasionale non va bene, perché non va bene a livello del governo e non va bene a livello della UE, che su questa materia prima ha preteso l'assolvimento integrale, tracotante, del pagamento delle nostre multe, e adesso invece prende atto delle difficoltà del nostro stato.
Io riferisco l'opinione del Presidente della Commissione Finanze della Camera, che l'ha espressa nella mia Provincia soltanto sabato, laddove ha detto che sarà tutto vero, ma è singolare dover pagare delle multe per un eccesso di produzione su un comparto per il quale importiamo il 40% del fabbisogno dall'estero; non lo diceva per sostenere le ragioni di chi avendo compiuto delle infrazioni dovrà anche pagare, ma per porre uno scenario di politica economica.
Nel mondo della globalizzazione noi che deteniamo prodotti ad alta definizione e abbiamo un fabbisogno alimentare soddisfatto soltanto al 50 60%, sulla media, dai nostri prodotti, non potremmo reggere autoriducendoci per definizione e per principio molto al di sotto del nostro potenziale produttivo, perché questa non è politica della globalizzazione, questa è vecchia politica della difesa dei redditi attraverso le quote di produzione che erano la paleopolitica della CEE. Sta a noi porre delle questioni di sostanza su questo argomento e credo che stia alla Regione, la quale Regione, evidentemente su questo punto, ha la circostanza di essere titolare di riferimento della maggiore quota delle politiche agrarie.
Secondo problema; voi sapete che una delle richieste dei produttori è quella di non aumentare al 20% l'IVA sul vino, perché l'IVA sul vino era al 16% e il 4% in più non lo pagherà con disponibilità nessun consumatore tanto meno i commercianti penseranno di scaricarlo sui consumatori, ma penseranno di scaricarlo sui produttori. E questo, in una Regione che sta producendo qualcosa in più della metà del suo potenziale nel settore dei vini ad alta definizione - perché ci sono le quote comunitarie - è un altro problema significativo; dopodiché, può anche darsi che sia giusto, ma allora bisogna spendere quell'incasso per una promozione del nostro prodotto in modo che le quote di mercato non siano penalizzate. Questa è un'altra cosa.
Vengo ad un'ultima questione, che non so se la collega Cotto difende e se sì non so con quale valutazione finale; uno degli aspetti che costituisce un atto di confusione di linguaggi all'interno del mondo dell'agricoltura e nella posizione delle organizzazioni professionali è l'opposizione di una parte dei coltivatori, delle loro organizzazioni alla tassazione delle aziende agricole in base al bilancio.
Tassare in base al bilancio può essere sicuramente un elemento di complicazione e di appesantimento, ma se non si tassa in base al bilancio si tassa in base al reddito catastale.
Questo significa che se io posseggo 10 ettari di terra e ho una normale attività, pagherò in base a quei 10 ettari; se ho 10 ettari sui quelli ho un allevamento di 1.000 capi da latte (dai quali ricavo, grosso modo, 10-20 miliardi), pagherò la stessa cifra di quello che ha solo i 10 ettari.
Mi pare che la cosa sia un po' arcaica. Comprendo le ragioni di quanti invece di avere 10 ettari, ne hanno 100 e faranno una battaglia per continuare a pagare niente, ma questo è un elemento rispetto al quale vorrei una relazione, un dibattito. Non possiamo dire che va bene così! Se avessimo detto a tutti che va bene così, lo Stato avrebbe ancora un'inflazione al 20% e il bilancio sarebbe ancora in deficit per qualcosa come l'8 o il 10% del PIL: non avremmo risanato.
Bisogna invece fare delle politiche. E poiché queste politiche non si fanno by-passando la Regione, ho manifestato le mie ragioni rispetto a cose che rappresentano un distinguo.
Questo è il modo di essere di un'istituzione che è soggetto di riferimento e di deleghe per la politica agraria.
Ritengo che la tassazione in base al catasto vada bene entro un determinato volume di movimento economico dell'azienda o di dimensione aziendale; oltre una determinata fascia, è nell'interesse di tutti che questa economia diventi moderna e competitiva con le sue regole. Questo è il dato di fondo.
Questi sono problemi enormi, perché il fatto che tanti produttori con 10 o 5 ettari debbano competere con aziende che su quello stesso terreno fanno 20 o 30 volte il loro giro d'affari, avendo le stesse imposte chiaramente non va bene.
L'IRAP: una delle ragioni della protesta è che le aziende agricole dovranno pagare un'IRAP del 10%, come è nella media; naturalmente non è un saldo indistinto o un saldo zero, perché pagavano e non pagavano.
La nostra richiesta, l'ordine del giorno che speriamo possa essere sostenuto da tutto il Consiglio regionale, sostiene le ragioni del disagio afferma che il disagio c'è ed è motivato; richiede soltanto al Governo di rivedere le sue proposte nell'ambito della Finanziaria 1998 per quanto riguarda gli interventi fiscali a carico del comparto agricoltura concertando gli interventi assieme alle organizzazioni di categoria, (tutte quante), così come si è fatto per i comparti dell'industria dell'artigianato, del commercio e del lavoro dipendente. Ovviamente concertare non vuol dire ricevere.
Credo di avere espresso, se ci sono riuscito, la filosofia di questo ordine del giorno, e mi aspetto un adeguato consenso.



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 651, testé presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea.
La parola al Consigliere Moro per l'illustrazione.



MORO Francesco

Signor Presidente, in questi giorni assistiamo a una dura protesta, a volte fatta anche in modo scorretto dalla Coldiretti che, con iniziative di mobilitazione in cento città italiane e in tutti i capoluoghi di Provincia attacca aspramente la politica agraria del Governo, specialmente su importanti tematiche quali l'IRAP, l'IVA, il Piano fiscale, definendola una politica irresponsabile e punitiva dell'importante settore agricolo.
Tuttavia questo è un Governo di poco tempo, quindi le responsabilità sono anche del passato.
In questi giorni, oltre alla Coldiretti si stanno mobilitando anche altre confederazioni importanti; ad esempio, la Confcoltivatori è mobilitata per il profondo disagio che coinvolge il mondo agricolo specialmente - come è stato detto - per quanto riguarda l'IVA sui prodotti vinicoli e il Piano fiscale, definito iniquo e che sicuramente dovrà essere modificato.
Probabilmente le destre in Regione Piemonte non ricordano le fallimentari politiche agrarie dei vari Governi centristi di centro-destra per arrivare a quelli recenti, governi Berlusconi e Dini, che tanto danno hanno dato all'agricoltura italiana e anche piemontese.
Così pure la Coldiretti - ed è per questo che la cito, secondo me era improponibile un ordine del giorno solo sulla mobilitazione della Coldiretti - pur essendo l'organizzazione sindacale di categoria agricola più potente e rappresentativa, spesso dimentica le proprie gravi responsabilità e le scelte congressuali di non appartenenza politica (come purtroppo ha avuto nel recente passato), ed ora attacca duramente, come se non avesse queste responsabilità, tra l'altro per l'abbandono delle campagne e la divisione nelle campagne.
Certo, occorre una diversa politica agraria governativa, ma soprattutto occorre una diversa politica agraria regionale che privilegi di più la cooperazione agricola (dall'azienda agricola singola o associata) specialmente le più piccole aziende, a partire dalla zootecnia, la viticoltura, l'agriturismo, nonché la valorizzazione dei prodotti agricoli locali, del sottoprodotto, del latte, dei formaggi.
L'agricoltura italiana va potenziata con leggi nazionali e regionali con più fondi, soprattutto fondi strutturali (le direttive comunitarie 2B e 5B, fondi strutturali CEE), che non arrivano con la dovuta rapidità e che sono poi di danno, perché non consentono lo sviluppo dei progetti che invece dovevano essere finanziati con questi obiettivi. Così pure il pagamento dei danni per le recenti calamità d'annata (la grandine, il gelo ecc.,), cose che non vengono assolutamente realizzate e che danno sconcerto e rabbia nel mondo agricolo; così pure i danni non ancora del tutto risarciti alle aziende agricole alluvionate nel '94.
Manca anche uno stato di estrema sicurezza dei fiumi, specialmente a ridosso delle aziende agricole che vivono ancora uno stato di difficoltà e di paura, quando si verificano abbondanti precipitazioni.
Bisogna quindi incentivare la presenza fisica dell'uomo sul territorio come grande e insostituibile presidio umano, specialmente nelle zone montane, collinari e di pianura degradate; le recenti calamità alluvionali ne hanno evidenziato l'estrema e decisiva importanza anche per l'ambiente oltre che per la difesa idrogeologica del territorio e per la coltivazione e gli allevamenti.
Ai gravi problemi insoluti esistenti in agricoltura si sono aggiunti fatti politici preoccupanti come l'azione corporativa dei grandi produttori delle quote latte, che pretendono con azioni corporative di lotta di difendere cause sbagliate, privilegi economici assurdi, scegliendo forme di lotta ad oltranza quali i blocchi stradali senza alcun preavviso, con forti disagi per i cittadini lavoratori e a discapito delle stesse organizzazioni di categoria, che vengono penalizzate da queste forme di lotta sicuramente non corrette.
Non si può chiedere in sede comunitaria, pena la nostra credibilità internazionale, di rivedere i parametri, se non si mette ordine a tutta la grave inadempienza del passato sulla questione delle quote latte, che ripeto - è una questione del passato, che oggi non può essere risolta così rapidamente o comunque così in sordina.
Sulle quote latte esistono gravi responsabilità dell'AIMA, dei tanti Governi del passato, compresi quelli di Berlusconi e di Dini; è quindi una questione che va approfondita e soprattutto dibattuta.
Oggi, anche alla luce della mobilitazione della Coldiretti nelle città e in campagna, che invia anche ordini del giorno solo antigovernativi ai Comuni, occorre una diversa linea di politica agraria nazionale, ma soprattutto regionale, anche per le deleghe della Bassanini alle Regioni per dare un diverso sbocco e sviluppo economico, sociale, produttivo ed occupazionale, che oggi è carente nella politica regionale agraria per il Piemonte.
Non credo inoltre che giovi politicamente alla maggioranza regionale di centro-destra strumentalizzare a fini elettorali queste importanti iniziative di mobilitazione agricola, solo antigovernative, della Coldiretti, che spesso dimentica le proprie responsabilità del passato forse per crearsi l'etichetta di rivendicazioni giustissime, ma che per oggi toccano le aziende agricole, sempre penalizzate e dimenticate dai vari Governi centrali e regionali del passato. Su tematiche importantissime come: l'IVA al 20% sui vini che secondo me è una percentuale assurda; il piano fiscale che entrerà in vigore il primo gennaio e che darà drammaticità alle aziende agricole che dovranno attrezzarsi di strumenti e di mezzi certamente non idonei alla loro struttura, specialmente per le aziende agricole più piccole. Quindi occorre più serietà e sensibilità sui drammatici problemi agrari, nazionali e piemontesi, per una loro diversa risoluzione e per dare più produttività, occupazione e salvezza territoriale e ambientale al nostro Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Daniele

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, voglio qui ricordare che stiamo parlando di un settore dove operano 400.000 aziende, di cui circa l'80% è condotto con un solo famigliare e con manodopera famigliare. Il numero degli occupati è pari a 1.400.000 unità; dobbiamo allora sapere l'Europa deve sapere - che tutto questo mondo, fatto d'impresa, ma anche di socialità, di occupazione, di produzione di beni di consumo e quant'altro non si cancella con un colpo di spugna.
E' incredibile dover affermare questo di fronte al dato in cui l'Italia, come attesta uno studio effettuato dalla Comunità Europea, ha il più elevato numero di aziende agricole d'Europa e quindi ha il più elevato numero di occupati ed è secondo solo alla Francia in termini di valore aggiunto.
Siamo leader nell'ortofrutta, nel riso, nel vino e nel mais, e siamo al terzo posto per ciò che concerne il latte, le carni bovine, la barbabietola da zucchero, il frumento e i semi oleosi. Fa dunque specie sapere che a fronte di tutto questo l'Italia è all'ultimo posto dei Paesi dell'Unione Europea nel rapporto fra finanziamenti erogati dal FEIOGA e produzione lorda vendibile.
Questo è un dato di fatto che va cambiato, soprattutto tenendo presente anche l'Agenda Santer e qui invochiamo la Regione affinché dia il suo apporto perché queste cose cambino. Infatti, il progetto Santer sembra essere funzionale, ma ci porterà non solo ad una impossibilità di investimenti che poi generano occupazione e valore aggiunto, ma addirittura l'impossibilità di mantenere lo stato attuale delle cose.
Tempi bui e amari per l'agricoltura. Voglio ricordare alcuni momenti che hanno penalizzato questo settore: la forte rivalutazione degli estimi catastali; l'aumento dei contributi previdenziali; la riduzione del sostegno comunitario ai prezzi agricoli; le riduzioni portate alla legge finanziaria del 1997; per non citare l'IRAP che avrebbe dovuto sostituire 5 imposte e praticamente le imposte che vengono sostituite per il settore agricolo sono solo quella per il Servizio sanitario nazionale e la tassa di concessione governativa sulla partita IVA. Se attualmente viene mantenuta la percentuale che è stata ipotizzata, viene meno anche un criterio della sostituzione dell'IRAP. Difatti il settore agricolo, mentre finora pagava 580 miliardi, ne pagherà 1.920! Io chiedo alla Regione alcune cose. Innanzitutto, stante il quadro che ho descritto, c'è un lampo di luce che è dettato dalla legge finanziaria che all'art. 40, comma 10, contiene una subdelega per un decreto che prevede impegni per una nuova politica agricola. Ecco, io chiederei alla Regione di mettersi in questo filone e di farsi portavoce, con la propria credibilità e con la propria rappresentanza, di aiutare il Governo in questo nuovo orientamento. In particolare, lo dico all'Assessore, lo dico alla Giunta, bisogna che ci sia un percorso legislativo nuovo: noi vogliamo che ci siano delle leggi che prevedano dei razionali investimenti nell'agricoltura, che aumentino le risorse, ma che soprattutto non lascino spazio a contributi a pioggia, che è quello che noi non vogliamo. Quindi io sollecito l'Assessore in particolare a dare un iter legislativo al suo settore perché consenta un più razionale impegno delle risorse della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Considerando i tre diversi ordini del giorno presentati vorrei fare una valutazione sulle differenze che in questi documenti sono contenute. Uno si rivolge in particolare alla protesta degli allevatori rispetto al problema delle quote latte. Da quasi dieci giorni, come tutti sappiamo, gli allevatori che protestando contro il prelievo delle quote latte stanno paralizzando gran parte del nord Italia sui percorsi ferroviari. Io condivido pienamente l'ordine del giorno della Lega, tant'è vero che ho posto la mia firma in calce a tale ordine del giorno, per un motivo preciso. Avevo alcuni dubbi alcuni mesi fa sulla reale consistenza di questa distribuzione di quote latte, mentre dalle ultime risultanze delle Commissioni che sono state incaricate pare effettivamente che ci siano milioni di quote latte prodotte da produttori che non hanno vacche da latte. Quindi mi sembra effettivamente una richiesta giustissima quella di riassegnare le quote latte sulla effettiva distribuzione di chi ha vacche da latte perché è impensabile che possa produrre latte chi non è in grado di produrne. Questa mi sembra una considerazione elementare che dovrebbe essere condivisa da tutti e credo che il Ministro dell'agricoltura, Pinto dovrebbe ragionare su questo fatto perché un calcolo matematico della quantità di latte che si produce in Italia dovrebbe essere sufficientemente semplice: moltiplicando il numero delle vacche da latte presenti sul territorio per una produzione media che non può mai superare alcuni eccessi o andare al di sotto di altri minimi.
Quindi, se noi sappiamo che c'è un determinato numero di vacche da latte sul territorio, non si capisce come mai la produzione di latte sia il 20% superiore alla media di produzione di queste vacche da latte.
Effettivamente il fenomeno delle cosiddette "quote di carta" è significativo: ci sono persone che hanno speculato su questo affare, chiedo quindi da un lato che vengano restituite le multe a chi effettivamente è in possesso delle quote latte e ha prodotto latte in buona fede e che vengano d'altro lato pesantemente invece perseguiti coloro che hanno attuato delle truffe a livello appunto di possesso di quote non possedendo le relative vacche da latte.
Questo per quanto riguarda l'ordine del giorno della Lega che condividiamo in pieno, appoggiamo e abbiamo - ripeto - anche sottoscritto.
L'altra questione invece (la manifestazione di oggi delle organizzazioni sindacali e del mondo agricolo in genere) attiene a un problema a mio avviso di carattere politico e politico nazionale. Mi spiego meglio: i coltivatori oggi chiedono che il Governo dia un chiaro segnale di cosa intende per settore agricolo e mondo agricolo. Qui sappiamo tutti che le finanziarie si possono fare in diversi modi: si può incentivare di più un settore piuttosto che un altro o un altro ancora. Dalle organizzazioni sindacali viene avanzata una proposta molto semplice: viene chiesto che le finanziarie dei prossimi tre anni prevedano 20.000 miliardi di investimento nel comparto del settore primario, cioè quello dell'agricoltura, suddivisi in tre tranche da 6.000 miliardi l'anno.
Per un settore primario come quello dell'agricoltura, per il quale la bilancia delle nostre importazioni-esportazioni è in deficit di 14.000 miliardi all'anno, cioè la bilancia dei pagamenti nel settore agroalimentare è passiva per 14.000 miliardi, mi sembra che un investimento di 6.000 miliardi all'anno per aiutare questo settore sia il minimo per non perdere ulteriori quote di mercato, per aiutare questo settore. I coltivatori, come chiedono che vengano investiti questi miliardi? Chiedono investimenti produttivi, cioè aiuti per l'innovazione tecnologica interventi per la qualità e la sicurezza dei prodotti.
Ricordiamo tutti il fenomeno della mucca pazza, quindi sappiamo che la qualità ed il controllo delle produzioni hanno un'importanza non relativa ma sostanziale.
E' importante la razionalizzazione delle strutture commerciali e le relative filiere, cioè il fatto di creare le filiere laddove esistono le possibilità di farle; il riordino fondiario - ha ragione il collega Riba quando dice che la parcellizzazione delle aziende agricole in Italia è la più bassa di tutti i Paesi europei (in Francia la dimensione media delle aziende agricole è il triplo di quella italiana, quindi si possono attuare sinergie e utilizzare macchinari che nelle nostre aziende agricole, per esempio, non è conveniente utilizzare); le facilitazioni di accesso al credito agrario: anche questo è importante, perché, oggi, coloro specialmente i giovani - che vogliono accedere ad investimenti nel settore agricolo trovano molta difficoltà ad ottenere finanziamenti dal credito agrario, e dalla cassa relativa; lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile: altro elemento fondamentale. Se non incentiviamo i giovani ad investire o a rimanere in questo settore, nei prossimi anni ci ritroveremo con una situazione di mancanza di cultura agricola, di orientamento all'agricoltura e altre misure infrastrutturali che sono necessarie.
Senza dimenticare le politiche del lavoro; anche in agricoltura, come negli altri settori industriali e commerciali, è fondamentale la politica del lavoro part time, del lavoro interinale, dell'apprendistato e altre forme, per permettere una gestione più elastica delle stesse aziende agricole. L'agricoltura, cioè, non deve sentirsi vincolata o incastrata in parametri troppo rigidi.
Per questi motivi, abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno della Consigliera Cotto e siamo perfettamente in linea con il contenuto di tale documento.
Mi preme fare un'ultima considerazione, che ritengo importante: il Governo, nei confronti del quale i coltivatori delle varie province, a turno, stanno manifestando proprio per rappresentare in maniera evidente il loro disagio e la loro richiesta, cosa prospetta nella nuova finanziaria? Prospetta l'introduzione dell'IRAP e l'aumento dell'IVA su determinate produzioni.
Se il Governo non recepirà le richieste del mondo agricolo ritengo che il Ministro Pinto, che a Roma viene definito più comunemente "Ministro fantasma", che non ha lasciato traccia nelle produzioni agricole, non fa interventi, né in sede comunitaria né in sede nazionale, che emergano a livello pubblico, a questo punto dovrebbe prendere una decisione.
Penso che se non riuscirà a trasformare l'esigenza del settore in atti concreti, il Ministro Pinto farà bene a dare le proprie dimissioni perch in questi due anni non è stato in grado di risolvere nessuno dei problemi che oggi affliggono l'agricoltura. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Grazie, signor Presidente. Voglio ringraziare il Gruppo della Lega Nord per aver presentato il proprio ordine del giorno e devo dire che i dati forniti dal collega Dutto, unitamente ad altri che non ha citato, ma che mi sono pervenuti grazie al lavoro svolto dalle Commissioni, mi hanno fatto riflettere in riferimento ad un comportamento che il sottoscritto aveva tenuto precedentemente e quando la vicenda "quote latte" era scoppiata e si davano le prime avvisaglie delle manifestazioni. La Regione aveva ampiamente dibattuto e preso una posizione, ricordata dal collega Riba, la più unitaria possibile, pur avendo delle difficoltà in quanto all'epoca il Governo non intendeva occuparsene, sostenendo che gli allevatori avrebbero dovuto pagare in toto il conto delle multe che era stato presentato a fronte delle multe CEE.
Questi dati hanno fatto riflettere il nostro Gruppo consiliare ed è per questo motivo che daremo il nostro voto favorevole all'ordine del giorno presentato.
Debbo ringraziare peraltro la collega Cotto per aver voluto accogliere dai firmatari dell'ordine del giorno l'interesse di addivenire ad una soluzione che vedesse le manifestazioni, quindi le Organizzazioni Sindacali, più ampiamente rappresentate. Dico ampiamente perché l'ordine del giorno, che è stato scritto il 18 novembre, non ha visto le associazioni e le Organizzazioni Sindacali muoversi immediatamente in una direzione che, se non è totalmente comune, le pone in prima linea, così come devono essere, soprattutto perché sono a tutela di un settore strategico, non soltanto per la provincia di Cuneo quanto per la regione Piemonte, per gran parte dell'Italia.
Ci troviamo davvero in difficoltà in riferimento ad un discorso molto più ampio e generale, anche perché siamo di fronte ad un Governo che certamente in questo momento non aiuta il comparto intero. Non aiuta il comparto intero perché non soltanto nella finanziaria, ma nella politica gestionale quotidiana e nella programmazione, limita davvero gli allevatori, i coltivatori e coloro i quali ruotano intorno al mondo agricolo, penalizzandoli fortemente.
Discuteremo prossimamente in III Commissione il progetto di legge sul distretto del vino; si andrà certamente a valorizzare un settore che fino ad oggi non è stato assolutamente valorizzato a sufficienza e che vede anche un altro settore in particolare, quello del turismo, farne parte.
Bisogna anche aggiungere che, se noi pensiamo di dare dei compensi economici ai Presidenti dei Comitati dei distretti del vino e ai Presidenti delle enoteche, il Governo invece fa degli aumenti in senso di IVA, non dal 16 al 20%, ma dal 9 al 20%, con i quali porta ad aumentare il costo del vino.
Questo significa che su 12 bottiglie, 2 praticamente le beve il fisco.
Ci auguriamo allora che il fisco per lo meno sappia bere bene e beva dei vini pregiati quali lo Chardonnay delle Langhe o il buon Barolo, unitamente all'Asti, che non dobbiamo assolutamente dimenticare.
Ma quando viene proposto un ordine del giorno dall'opposizione, che chiede una convergenza su problemi concreti, dobbiamo anche dire che ci resta difficile capire, quando si cerca di far muovere la Regione stessa e l'intero Consiglio in certe direzioni, peraltro direzioni che l'Assessore Bodo sta affrontando: sarà lui a dirci come e in che modo intenderà porvi mano.
Siamo però in difficoltà: il Governo nazionale negli ultimi anni ha praticato tagli pari a 2500 miliardi: probabilmente, c'è contrasto fra la politica di collaborazione dell'opposizione a livello regionale, visto che a livello nazionale, il Ministro Pinto ed i suoi funzionari penalizzano gli imprenditori agricoli.
Le manifestazioni indette non soltanto da Coldiretti, ma anche da altre associazioni e confederazioni devono essere valutate da un punto di vista generale. E' reale, tutto parte dalle quote-latte, ma non dobbiamo dimenticare che vi sono altri comparti, interni al settore, in agitazione.
Ha fatto bene la collega Cotto a ricordare la giornata di ringraziamento svoltasi domenica, cui ho partecipato personalmente. Ho sentito diversi agricoltori riferirsi, nel parlare di cattiva politica nell'affrontare i problemi, non alla Regione Piemonte, ma al governo nazionale ed all'attuale Ministro, che secondo loro non li sta minimamente tutelando.
Questo il messaggio di diverse persone, che riporto in questo Consiglio; messaggio che ho raccolto personalmente da parecchi cittadini fortemente preoccupati, partecipando a diverse riunioni svoltesi in provincia di Cuneo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Ho aderito all'ordine del giorno che presenta come primo firmatario la Consigliera Cotto, perché credo che la Regione Piemonte debba manifestare non solo a parole la solidarietà nei confronti di chi, oggi, è in una condizione ingiusta, ma anche per l'utilità di sottolineare alcune carenze che hanno portato alle manifestazioni di cui leggiamo sui giornali.
La mia adesione al documento è sempre più convinta, soprattutto successivamente all'intervento - mi si consenta la battuta - di "Tovarich" Moro, che mi ha riportato indietro nel tempo: eravamo al 1997 o a quarant'anni fa, all'epoca della guerra fredda? Ciò mi rende sempre più convinto nel firmare l'ordine del giorno sottolineando però un aspetto grave: l'assenza di attenzione nei confronti dell'agricoltura, anche da parte di questo Consiglio.
Il dibattito di oggi pomeriggio "tira avanti", come solitamente avviene, in modo stanco, tranne alcuni interventi degli "addetti al settore". Riscontro davvero scarso interesse.
Purtroppo questo è fatto naturale, derivante dal degrado dell'attuale società, sempre più attenta alle lobby potenti e forti. Se oggi parlassimo di industria e del futuro del settore industriale, certamente si presterebbe al dibattito molta più attenzione.
Oggi, invece, parliamo di un settore che, purtroppo conta il 5/6% del prodotto interno lordo, che evidentemente sposta pochissimi capitali: l'attenzione è quindi relativamente bassa.
Sarebbero invece utili profonde riflessioni: si tratta di un mondo portatore di un'economia che per noi piemontesi è importante, anche per l'alto livello qualitativo della produzione enogastronomica, che diventa in particolare in alcune zone del Piemonte, una forza di traino non indifferente nel settore turistico.
Occorre riflettere anche sulle scelte effettuate da parte del Governo centrale: sia l'IRAP sia l'aumento dell'IVA sono segno di disattenzione verso un mondo che, evidentemente, "non interessa in termini di interessi" scusate il gioco di parole.
Disattenzione rilevata nei confronti di tutto il Piemonte. Sarebbe facile fare degli esempi, citando l'Authority, l'Alta velocità, il passante ferroviario o un investimento importante per il Piemonte, come la Reggia di Venaria: tante parole, che non hanno ancora visto alcuna concretizzazione.
E' utile che l'ordine del giorno richiami l'attenzione del Governo nazionale, cosa che finora non abbiamo purtroppo verificato.
Non sto a ripetere le valutazioni svolte molto bene dal collega Dutto che entrando nel merito della questione ha fatto capire che vi sono aziende ingiustamente in crisi, oggi; o le sollecitazioni del collega Casoni, nei confronti dei giovani agricoltori, che probabilmente avrebbero bisogno, da parte non solo del governo centrale, ma anche di altre istituzioni di un'attenzione maggiore. E' certo che in questo momento noi abbiamo alcune aziende, di cui molte aziende piemontesi, in grande difficoltà e rispetto a queste ultime noi dobbiamo assolutamente prendere una posizione netta nei confronti del governo che deve dare risposte.
Abbiamo settori di questa nostra Regione profondamente in crisi, non possiamo assolutamente permetterci che realtà che fino ad oggi, pur nelle mille difficoltà hanno lavorato, entrino in questo stato di crisi come altri settori importanti della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Grazie signor Presidente, anch'io in parte condivido che c'è poca attenzione su questo problema, da parte di tutti noi, in quanto ci troviamo di fronte ad un problema di una valenza tale che probabilmente non riusciamo neanche bene, tutti quanti, a comprendere quali possano essere gli obiettivi da porsi e quali le scelte politiche di fondo da compiere sull'agricoltura.
Scelte politiche che sono state fatte nel passato a favore dell'industria automobilistica, ad esempio.
Credo che le stesse scelte debbano essere fatte per aumentare l'occupazione nella nostra agricoltura, che è la pecora nera dell'economia piemontese a tutti i livelli.
Le ultime iniziative sono quelle dell'aumento dell'IVA sui vini, che è una posizione che non riesco a comprendere. Tenendo conto che vorremmo che i coltivatori rimanessero a lavorare la campagna, le nostre colline, le nostre mezze montagne, l'Appennino ligure piemontese, senza ricevere più nulla, senza sapere a cosa vanno incontro, ecco che la stessa natura si ribella nei confronti dell'uomo. Sono d'accordo con Cavaliere quando dice che non essendoci più l'uomo a curare la natura, frane, smottamenti e allagamenti avvengono perché né i boschi, né i campi sono più curati; non ci sono più gli allevamenti, nella mezza montagna non esiste più la figura del contadino, ci troviamo in una condizione incredibile! Io ho firmato un ordine del giorno che condivido; sono d'accordo con Riba quando dice che è opportuno aprire un dibattito all'interno di questo Consiglio regionale per sollecitare il nostro governo su delle cose importanti. Io credo che dobbiamo essere uniti in questa scelta e non dividerci su quattro ordini del giorno; uno che parla di quote latte che sono andate in un determinato modo, perché prima a nessuno interessava mungere le mucche, ma interessava piuttosto ucciderle per ottenere i finanziamenti dall'Europa; poi è stata rivista una seconda quota e adesso siamo alla terza quota.
Dobbiamo avere un programma complessivo per quello che riguarda il nostro paese e la nostra agricoltura.
Credo che l'agricoltura abbia la possibilità di essere un momento trainante della nostra economia e se noi la abbandoniamo, se non lavoriamo assieme e non cerchiamo di trovare il modo più opportuno per poter realizzare degli obiettivi programmatici anche a livello centrale, per poter dire che la nostra agricoltura e i nostri prodotti, i prodotti mediterranei, sono ancora dei prodotti valevoli in campo nazionale e internazionale, perderemo questa occasione. E' giusto, siamo in Europa dobbiamo fare le quote, dobbiamo avere l'importazione e l'esportazione però credo che l'Italia non debba essere seconda a nessuno per quello che riguarda i suoi prodotti, particolarmente per i prodotti mediterranei e per l'agricoltura.
Sarebbe un errore fondamentale, oggi, votare quattro ordini del giorno.
Quattro ordine del giorno che più o meno esprimono un disagio complessivo devono trovare un comune denominatore; devono trovare un modo per poter chiedere al nostro governo, al governo centrale, qualsiasi esso sia, che si metta definitivamente mano a un programma per l'agricoltura.
Dobbiamo prepararci per il pacchetto Santer, dobbiamo prepararci per il futuro, perché verranno ancora diminuita - rispetto a quello che c'è scritto nel pacchetto Santer - le quote di produzione dell'Italia. Se vogliamo andare incontro a questi argomenti con noncuranza, facendo degli ordini del giorno che rischiano solo di essere bocciati, credo che non facciamo un buon servizio a nessuno e tanto meno agli agricoltori piemontesi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Grazie Presidente, credo che farò recuperare qualche secondo all'aula.
Prendo la parola semplicemente per dire che - ovviamente siamo i cofirmatari e quindi è assolutamente d'accordo con il documento presentato ed illustrato dalla collega Cotto - i documenti presentati dalla Lega sono ampiamente condivisi anche da noi e analogamente direi anche quello presentato da Rifondazione Comunista che evidenzia, secondo il nostro parere, un gravissimo pericolo in cui sta versando l'agricoltura italiana.
Noi abbiamo vissuto in prima persona l'escamotage del DL n. 143 che cancellando il MIRAF, ha ricreato una nuova struttura ministeriale che oggi si identifica nel MIBA. Stiamo anche vivendo, e direi in modo molto preoccupato, la redazione del DPCM per l'applicazione della 143 e cioè per il decentramento delle funzioni attualmente svolte dal governo agli enti locali e alle Regioni.
Ebbene, il DPCM attualmente in gestazione, già presentato e che verrà discusso venerdì prossimo alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni italiane e immediatamente di seguito alla Conferenza Stato Regioni, è un DPCM che non va assolutamente nel senso richiesto dalle organizzazioni professionali e dalle Regioni italiane. E' uno strumento di legge che non decentra assolutamente nulla, che mantiene la competenza dell'AIMA al Ministero, che mantiene la competenza del Corpo forestale dello Stato al Ministero, caricandone alle Regioni gli impegni finanziari: è in pratica un documento che denota una preoccupante sordità del governo nei confronti delle istanze che arrivano dal territorio.
Ma c'è una preoccupazione in più che va a sommarsi a questa; il Ministero del bilancio, come ha già citato il collega Riba, ha cercato una soluzione per correre in soccorso alle Regioni terremotate, all'Umbria e alle Marche. Non è riuscito ad escogitare altro, a quanto pare, che un sostanziosissimo taglio alle risorse del FEOGA per circa 600 miliardi, che andranno ad incidere per la maggior parte sull'obiettivo 5B. Questo è ovviamente un ridurre i finanziamenti all'agricoltura, già gravemente penalizzata dalle ultime "trovate" della Finanziaria illustrate da tutti i colleghi intervenuti prima e che quindi non sto a ripetere.
Ecco perché ritengo che oggi sia profondamente ingiusto scaricare sulle Regioni e sugli Enti locali le responsabilità di una situazione agricola nazionale in gravissima difficoltà. E' una responsabilità pienamente governativa. E' una questione di scelte; ovviamente la politica è scelta.
Quindi il Governo fa le scelte che ritiene più opportune e determina dolorosissimi tagli a tutti, perché le regole di Maastricht sono rigide e devono essere rispettate; però, non dimentichiamoci e non nascondiamoci che questi tagli vanno anche a gravare in modo tragico su un settore, quello agricolo, già in serie difficoltà, tutte quelle difficoltà che l'Azienda 2000 Santer ha evidenziato in questi ultimi tempi.
Mi sembra profondamente ingiusto sentir dire che la Regione in questo processo ha delle responsabilità, e chiedere di impegnare il Governo regionale a successivi passi, dichiarazioni, programmi, illustrazione di interventi.
Santo cielo! Se il FEOGA viene tagliato di 200 miliardi, non so di quali interventi potrà parlare la Regione Piemonte, che sarà oggetto di questi tagli.
Per contro, la nostra Regione sta cercando - e devo dire con un una fortissima collaborazione e sollecitazione da parte di tutto il Consiglio di attuare, nei tempi più brevi e più rispettosi delle leggi attualmente in vigore, il decentramento amministrativo in campo forestale ed agrario.
Questa, se vogliamo, è una risposta estremamente positiva nei confronti dell'agricoltura piemontese.
Quindi, è proprio per questo motivo che mi sento di elogiare il lavoro svolto dai colleghi di Rifondazione comunista, che hanno evidenziato una carenza del Governo, carenza che ovviamente non può essere valutata in modo esclusivo, ma che nel contesto dei tagli della Finanziaria, delle manovre previste per rientrare nei canali Maastricht danneggia pesantemente l'agricoltura italiana.
In conclusione, quale soluzione? Evidentemente con questi chiari di luna; con questo riaccentramento delle competenze in campo agricolo sul Ministero; con questo taglio delle risorse a disposizione delle Regioni da parte del Governo, credo che una risoluzione, una risposta da parte della Regione sia di estrema difficoltà.
C'è però un segnale molto positivo. Oggi i colleghi di tutti i Gruppi sono intervenuti e si sono espressi con competenza, capacità e grande sentimento nei confronti di questa materia.
Questo, se non altro, è il mattino di una buona giornata; ci dà la speranza, come Gruppo dei federalisti, che l'atteggiamento delle forze politiche della nostra Regione nei confronti dell'agricoltura e delle zone svantaggiate sarà finalmente diverso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, quando ho chiesto di sentire l'illustrazione degli ordini del giorno non intendevo minimamente sottrarmi ad un intervento in questo Consiglio sulle problematiche principali che affliggono l'agricoltura.
Mi sembrava - forse è stato un atto di disattenzione - che nelle situazioni passate gli ordini del giorno venissero sempre prima illustrati e poi discussi.
Detto questo, veniamo al disagio dell'agricoltura di oggi. Le manifestazioni a cui diversi di voi si sono richiamati danno ovviamente il senso della demoralizzazione e dell'insoddisfazione generale del mondo agricolo.
Ci sono due tipi di manifestazioni in atto nel nostro Paese: la maggioranza sono di carattere generale, altre riguardano un problema specifico.
Questa mattina, prima di recarmi in Consiglio regionale, ho incontrato una delegazione dei coltivatori che protestano. Questi hanno istituito un punto di concentramento in corso Stati Uniti, ma non come contestazione verso la Regione Piemonte (questo sia chiaro); si sono semplicemente riuniti lì per poi andare a manifestare davanti al Governo.
Ebbene, i coltivatori che ho incontrato hanno sottoposto alcune problematiche rispetto alle quali è bene che anche questo Consiglio o comunque chi lo ritiene opportuno faccia delle riflessioni.
Mi è stata data una soddisfazione di carattere generale su chi ha la conduzione della politica agraria; mi è stato detto che, a livello nazionale, manca un disegno sulla politica agricola; è stato lamentato che al di là delle parole, tutti considerano il settore agricolo anziché un settore economico al pari degli altri un settore residuale, ma l'insoddisfazione, la demoralizzazione e la protesta di oggi e di questi giorni riguardano principalmente tre aspetti: la caduta del reddito agricolo la rilevante carenza di risorse finanziarie a sostegno dello sviluppo agricolo il prelievo fiscale esasperante che si manifesta attraverso le modifiche apportate alla legislazione fiscale: continuano aumenti dell'imponibile da assoggettare a tassazione attraverso le rivalutazioni dei redditi, e questo incide su IRPEF, ILOR, ICI e Servizio Sanitario Nazionale.
Ed è di questi giorni la preoccupazione più seria che terrorizza il mondo agricolo: le modifiche proposte dal Ministro delle Finanze, che riguardano l'IRA, l'IVA e l'IRAP.
Ed ancora: la finanziaria del 1998 (che credo sia già stata votata) taglia sostanzialmente le gambe, perché anche se si parte da 3 miliardi e 117 milioni, da questo si defalcano 700 milioni per la questione dei rimborsi ai Consorzi agrari e alla Federconsorzi, arrivando a 2.417 miliardi.
Inoltre, ci sono altre detrazioni per 750 miliardi che riguardano tranche di pagamenti per multe quote latte dal 1988 al 1993, cioè in sostanza rimangono a livello nazionale di riparto fra le Regioni 1667 miliardi.
Ebbene, cari colleghi, devo ricordare a tutti voi che la disponibilità dell'Assessorato all'agricoltura, mi riferisco al periodo 1991 al 1993, era la bellezza di: 1.200, 1.300 e 1.400 miliardi all'anno! Le disponibilità finanziarie di oggi dell'Assessorato all'agricoltura sono di 620 miliardi per la stragrande maggioranza dei quali noi siamo solo dei passasoldi oltre che passacarte, perché questi fondi arrivano dal Ministero e li mandiamo agli istituti per il concorso pubblico degli interessi sui prestiti contratti dal mondo agricolo, prestiti tra l'altro che continuano ad aumentare e continua quindi ad aumentare la sofferenza. Questo aumenta il disagio di un settore che viene sottovalutato e che in questo momento sta pagando due aspetti importanti. Da una parte, sta pagando la politica economica europea o la politica di globalizzazione dei mercati; dall'altra sta pagando la rivalutazione della lira verde. Questi due fattori stanno provocando una caduta verticale dei redditi. A questo proposito, però, io voglio anche dire che il Ministero dell'Agricoltura, sulla questione della rivalutazione della lira rispetto all'Euro, ha a disposizione 502 miliardi che sono lì dalla bellezza di sei mesi e che il Ministro non destina a nessun tipo di intervento! Altro che Regione che non ha soldi! Io non credo che questo Assessorato o questo Assessore abbia dei problemi per portare avanti la politica regionale dell'agricoltura, come non credo che questa Giunta abbia dei problemi a portare avanti quelle che sono le condizioni di governo e di iniziative. I problemi ci sono, eccome! Il problema è che lo Stato centrale scarica sulle Regioni finanziamenti molto, ma molto meno consistenti rispetto al passato! Questi sono i problemi! Allora, affinché voi sappiate, perché l'Assessore non ha nulla da nascondere, sulle quote latte, lo dico qui in quest'aula come l'ho detto più volte al Ministero e come l'ho detto altrove: io difendo i produttori agricoli! Difendo i produttori agricoli per una ragione molto semplice: perché prima ancora di far pagare i produttori agricoli, qualsiasi Governo che è in carica deve andare non solo con il Ministro, ma con tutto il Governo completo a discutere con la Commissione dell'Unione Europea! Perch non è accettabile che gli altri Paesi abbiano quote superiori ai loro consumi e alle loro produzioni del 30%! Il nostro Paese ha delle quote che sono inferiori al 35% dei suoi consumi. Allora gli altri si oppongono perché l'Italia è diventato il loro Paese di collocazione dei prodotti! E' su questo aspetto che ai produttori di latte io riconosco il diritto e secondo me la giustezza della posizione che hanno intrapreso.
In questo senso, l'ho ribadito più volte e l'ho detto anche otto giorni fa al Ministero dell'Agricoltura, al Sottosegretario che chiedeva un aiuto anche degli Assessori, premesso che il Governo nella delega ha ritenuto bene di "sbolognare" gli Assessori e quindi di non farli più far parte del Comitato nazionale per le politiche agricole, comunque chiedeva un aiuto degli Assessori, io ho risposto che per avere un aiuto degli Assessori, che potesse in qualche modo dare un contributo alla soluzione di questo problema, dovevamo avere i dati su cui poter ragionare. Sono passati otto giorni, mi spiace, ma questi dati dal Governo non sono ancora arrivati! All'amico Riba devo dire che io non credo di lasciarlo solo nel deserto ad acclamare, no! Io sto attento, sto seguendo quelle che sono le impostazioni del tuo Gruppo e tue personali sulle quali mi confronto e credo che ci sono tanti progetti di legge che sono oggi in discussione e che non c'entrano niente coi cassetti! I cassetti erano ben ben vuoti, non c'entrano niente! Progetti di legge che da una parte e dall'altra sono stati elaborati in questi due anni e che dovrebbero trovare l'iter per poter arrivare ad una conclusione, sempre che la minoranza ovviamente voglia il bene dell'agricoltura.
Sulla questione dell'IVA. Io avevo imparato, quando era uscita l'IVA che questa era un'imposta sui consumi. Questo Governo, aumentando l'aliquota IVA, aumenta semmai il prezzo del vino e quindi crea dei problemi ai produttori agricoli, ma quello che invece è temuto e che è ben più grave è l'IRAP! Perché l'IRAP ha come base imponibile gli elementi dell'IVA e non tiene conto invece di alcune cose che dovrebbero essere dedotte, ad esempio la manodopera, per cui le aliquote del 3% nel 1998, del 3,50% nel 1999 e del 4% nel 2000 sostanzialmente si triplicano, questo è il discorso! Riferendomi poi al fatto che noi non seguiamo i problemi e che non si propone di reimpiantare i vigneti, io ho la soddisfazione (dico soddisfazione perché mi è giunto proprio l'altro giorno) di riferire al Consiglio che la Regione Piemonte, l'Assessore all'agricoltura e il suo Assessorato, in collaborazione con i consorzi viticoli, ha presentato un progetto all'Unione Europea per l'impianto di 2.500 ettari di vigneto in questa Regione. Ebbene, da Bruxelles, e io oggi ho emanato una circolare alle organizzazioni agricole e ai consorzi che si occupano di questi problemi, è giunta l'approvazione. Dò una sintetica lettura del documento: "A decisione della Commissione del 14/11/97 relativa al miglioramento dell'efficienza delle strutture agrarie in Piemonte a norma del Regolamento ecc. viene concessa l'autorizzazione".
Ma non solo, noi abbiamo anche gli altri 225 ettari che ci provengono dal riparto nazionale dei 2.442 ettari, per cui oggi come oggi il Piemonte avrà la possibilità nell'arco di due anni di impiantare vigneti per 2.725 ettari.
Ritengo quindi che l'Assessorato, tenuto conto della realtà della nostra Regione, della collina e della viticoltura piemontese, abbia in qualche modo dato un contributo sostanziale a quelle che erano le problematiche che almeno una parte di questo mondo lamentava.
Mi ero preparato un'altra serie di questioni che volevo affrontare, ma siccome non ritengo che quello di oggi sia un dibattito sull'agricoltura perché un dibattito sull'agricoltura a mio modo di vedere va approfondito maggiormente, ebbene io non vengo qui a dirvi che cosa è stato fatto in questi due anni. Voi dite che non abbiamo fatto nulla, io invece sono disponibile a dimostrare che abbiamo fatto tante e tante cose. A parte questo, che fa parte del gioco della politica, credo che l'Assessore debba affermare davanti al Consiglio, ma non solo - prendendo a prestito quanto disse il Consigliere Marengo, che oggi ricopre un alto ruolo di responsabilità politica, essendo Segretario regionale del maggior partito di minoranza - che il confronto non avviene solo in quest'aula, ma avviene anche nella società.
Benissimo, io il confronto lo accetto sia in quest'aula che fuori, ma a condizione che vada nella direzione di risolvere i reali problemi del mondo agricolo e non sia soltanto un confronto che macina parole, con le quali si dicono tante cose, ma poi non si realizza che la minima parte di quanto detto.
In questo senso, anche per la mia origine ed il mio percorso di lavoro per l'impegno che ho in questo momento, affermo con coerenza e serietà di continuare a dedicare le mie forze alla soluzione dei problemi del mondo agricolo.
Certo, questo sarà possibile soprattutto nel momento in cui ci saranno i mezzi e cioè nel momento in cui tutti in quest'aula saranno disponibili a dare il proprio contributo, che l'Assessore è ben lieto di raccogliere nell'interesse dell'agricoltura, delle famiglie degli agricoltori e dei contadini piemontesi. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore, ma ha dimenticato di dare il suo parere sugli ordini del giorno presentati.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Il mio parere è favorevole per quanto riguarda gli ordini del giorno presentati dalla Consigliera Cotto e dalla Lega Nord, relativi alle quote latte.
Riguardo agli altri ordini del giorno, sono contrario.



PRESIDENTE

Emendamento presentato dalla Consigliera Cotto: aggiungere al IV capoverso il seguente paragrafo: "e tutte le iniziative in tale direzione intraprese dalle altre organizzazioni di categoria".
sopprimere l'ultimo capoverso e sostituirlo con il seguente: "sostenuta da tutte le organizzazioni di categoria anche se con modalità diverse".
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Un piccolo intervento per integrare quanto avevo già preannunciato sull'ordine del giorno, ovvero aggiungere, alle parole "sostiene il progetto di mobilitazione della Confederazione..." ecc., "e tutte le iniziative in tale direzione intraprese dalle altre organizzazioni di categoria".
Lo stesso concetto viene inserito in fondo: "è sostenuta da tutte le organizzazioni di categoria, anche se con modalità diverse".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Per dichiarazione di voto, anzi una dichiarazione di preoccupazione per l'ordine del giorno della collega Cotto ed altri, quando dice: "...in questi ultimi anni una sostanziale disattenzione per l'agricoltura italiana accompagnata dalla recente irresponsabile politica punitiva, sul piano fiscale, per quanto riguarda IRAP e IVA, da parte del Governo".
Se vogliamo fare della demagogia di buon prezzo, facciamola pure, vuol dire che la Regione avrà un'importanza sempre minore. Io però mi sento a disagio nel sentir ragionare come ho sentito fare anche da parte dell'Assessore Bodo, su questo punto.
Per quanto riguarda i problemi del fisco e la risposta data, di "dissennata politica fiscale", io vi dico di provare ad uscire di qui e vedrete cosa si dice di aziende che hanno qualche miliardo di utili tassato in base al catasto e non in base al bilancio. Scrivetelo pure, andremo a parlare della grande autorevolezza della Regione nel giudicare i problemi della politica agraria, perché voi di dissennata politica ne avete parlato sempre a proposito del Governo, anche quando risana il bilancio, anche quando dà un po' di dignità all'Europa, anche quando ottiene dall'Europa il diritto di reimpianto che non aveva più per la mancanza di credibilità.
Ritengo quindi che il termine "dissennata" sia eccessivamente propagandistico; secondo me fareste bene a toglierlo, poi, se volete lasciarlo, fate pure, è nel vostro diritto. Io mi permetto di dare qualche consiglio, stiamo facendo una riunione che ha qualche aspetto di contenuto tecnico.
Quando dite: "Aderisce all'invito a conformare il Consiglio regionale ed indirizzare, per quanto di competenza", cioè di competenza del Consiglio, "la propria attività alla scelta di rinnovamento del metodo dell'azione politica del Governo in materia di agricoltura deliberata dalla Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti", io faccio presente soprattutto agli amici dei coltivatori diretti, che quando, per tanti anni come Assessore all'agricoltura ci sono stati i rappresentanti dirigenti della Coldiretti, una proposta del genere non si è mai sentita in questo Consiglio regionale. Cioè che il Governo e il Consiglio regionale siano invitati a conformarsi ed a conformare la propria attività alla politica della Coltivatori diretti ed anche delle altre organizzazioni, quand'anche fossero divise, va bene, tutto fa demagogia! Oggi stiamo dando un contributo a sollevare le sorti di questo Consiglio che sicuramente resterà agli atti per tante generazioni.
A me sembra inaudito che si possa deliberare, come Consiglio regionale laddove l'Assessore segnala il proprio disappunto rispetto alle nostre richieste (quelle di riflettere, di pensare, di avere una nostra proposta) di conformarsi alle deliberazioni della Coltivatori diretti e magari anche a quelle delle altre organizzazioni professionali.
Colleghi, deliberate quello che volete, ma state attenti a non deliberare di diventare ridicoli, perché così lo diventate davvero.
Ridicoli, nel giudicare in questo modo fazioso e sommario la politica del Governo, lo si diventa meccanicamente, perché nessuno, da Il Sole-24 ore al giornale della Confindustria o della Confagricoltura, giudica in questo modo sommario e superficiale. Ridicoli nell'invitarvi a disertare alla vostra funzione, conformandovi a qualcosa di qualcun altro.
Sarà un onore votare contro, se la questione viene proposta in questo modo.
Io ho l'occasione di dire alle organizzazioni professionali, quelle presenti perché le altre se ne sono andate, non ritenendosi convocate da questa modalità di discussione, che così purtroppo facciamo un significativo passo indietro rispetto allo sforzo, vostro e di tutti, di presentare una credibile piattaforma - perché no? - delle organizzazioni professionali, della Regione e delle istanze piemontesi, per attraversare un momento di grande difficoltà, come questo.
Per quanto poi l'Assessore dica che il nostro ordine del giorno è da respingere, chiedo allora cosa siano questi inviti al comune senso della responsabilità. Cosa c'è da respingere? Noi diciamo: "Premesso che la Regione non può non essere profondamente partecipe di una situazione di disagio che coinvolge in modo così diffuso uno dei settori più significativi dell'economia regionale..." - tento di leggere ciò che può avere prodotto disagio - "...esprime" - il Consiglio regionale - "la propria adesione alle richieste di discussione dei provvedimenti concernenti l'agricoltura previsti nella finanziaria 1998, ai fini di concertarne l'impostazione con le organizzazioni generali di rappresentanza della categoria dei coltivatori".
Il Consiglio regionale esprime questo ed "...Impegna la Giunta a presentare al Consiglio regionale, entro il prossimo mese di dicembre, una propria posizione in ordine a: quote latte; - sistema di tassazione da aliquote imposte a carico dell'agricoltura sostegni a favore dei settori più esposti alla competizione dai processi di globalizzazione nel campo agricolo sostegno allo sviluppo dell'agricoltura di qualità che applica tecniche di compatibilità e qualificazione dell'ambiente".
Ci sono perfino le proposte di legge dell'Assessore.
Vorrei veramente essere confortato se si tratta di un mio settarismo interpretativo o se, veramente, c'è una sommarietà che sarebbe opportuno fosse oggetto di riflessioni più attente. Guardate che per quanto ci riguarda in nessun campo, ma tanto meno in materia di agricoltura, ci potete contestare dei comportamenti sommari, sbrigativi o propagandistici.
Ci troviamo di fronte ad un comportamento, capisco la Lega fa una sua proposta che io non condivido, ma la Lega dimostra una sua coerenza...



PRESIDENTE

La prego, Consigliere Riba, di attenersi ai tempi.



RIBA Lido

Ma d'altra parte, Presidente, se noi non rimettiamo a posto qualche pezzo, questo è un modo di falsare tutto il senso di un dibattito. Fuori in strada, ci sono i trattori, ciò significa che qualche problema c'è.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente.
Faccio un'unica dichiarazione di voto sui quattro ordini del giorno.
Sull'ordine del giorno n. 640, prima firmataria la Consigliera Cotto faccio la seguente osservazione. Quando la Democrazia Cristiana operava, in quanto tale, nella politica italiana, successe questo fatto: la Coldiretti nel momento in cui il Consiglio regionale elesse Assessore Emilio Lombardi - sul proprio giornalino, scrisse: "Abbiamo finalmente - Emilio Lombardi era funzionario della Coldiretti - un nostro uomo all'Assessorato all'agricoltura." In quell'occasione il fatto generò un po' di sconcerto perch richiedemmo all'Assessore Lombardi di dirci qualcosa in merito - - allora c'era ancora la DC, tutta l'arroganza della DC e tutta la compenetrazione tra Coldiretti e DC - se si sentiva l'uomo della Coldiretti o meno, forse il Presidente Picchioni si ricorda dell'episodio.
L'Assessore Lombardi a tale domanda non rispose. Però mai, l'Assessore Lombardi, uomo della Coldiretti, si sognò di proporre in quest'aula una mozione del tipo: adesso faccio quello che mi dirà di fare la Coldiretti.
Probabilmente lo fece, non lo so, ma non lo disse mai, né pretese che il Consiglio regionale lo autorizzasse a fare questo. Ma allora vigeva la Democrazia Cristiana. Oggi, che la Democrazia Cristiana non c'è più qualcuno propone di fare quello che neppure la DC, quando aveva un anello di congiunzione fortissimo con la Coldiretti, si sognava di fare.
Allora non peggioriamo lo stato di cose presenti! Ha ragione il Consigliere Riba che dice di non scherzare, giungere a "inchiodare" la politica di un Consiglio regionale alla politica della Coldiretti è un po' troppo, non è serio, non è degno di un'istituzione! "inchiodare" la politica delle istituzioni alle politiche, magari tra loro contraddittorie di tutte le organizzazioni professionali è un non senso.
Quindi, quanto propone la collega Cotto è un non senso.
Pertanto questo ordine del giorno, se per caso rimane nella sua stesura originale, è nelle prime due parti propagandistico, pertanto non lo voteremo. Nella parte di "presa d'atto" è acqua fresca, perché è la descrizione di uno stato di cose che può essere condiviso, ma non lascia nessun segno. Negli ultimi tre punti è una abdicazione del ruolo del Consiglio regionale, quindi non possiamo votarlo.
Per quanto riguarda il nostro ordine del giorno, sul quale ringrazio il collega Vaglio e altri che hanno detto di apprezzarlo e di votarlo inviterei l'Assessore a leggerlo. Mi stupisce che non abbia detto alcunch questo può essere disinteresse, però mi stupisce che reputi inaccettabili le cose scritte.
In questo ordine del giorno noi scriviamo che il Consiglio regionale preoccupato che non si risolve... rilevato che c'è una responsabilità del Governo, che può aver sottovaluto... e quindi creato, contribuito...
osservato che i produttori al 70% sono produttori che si sono mossi nella legalità; osservato che nella cosiddetta illegalità non si può fare un mucchio solo tra chi ha sbagliato a compilare un modulo e chi, invece, è ricorso a quote carta; osservato che il Governo aveva fatto un decreto poi ritirato - che pareva potesse...; osservato che questo fatto può far degenerare in forme strumentali questa protesta; osservato di tutelare fino in fondo chi ha agito nella legalità, in modo che non paghi sbagli commessi da altri. Osservato che risolvere questo problema vuol dire dare una grossa mano ad una politica seria di un settore primario, chiede alla Giunta di chiedere al Parlamento di fare alla svelta e di decidersi - sulla base del decreto presentato e poi ritirato che pare una buona base di partenza - a fare chiarezza e riportare legalità a tutto questo.
Cosa c'è che non va in tutto questo?



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Volevo solo dichiarare che se vengono mantenuti gli ordini del giorno troverei molta difficoltà ad esprimere il voto.



PRESIDENTE

Sta facendo una dichiarazione di voto che è già stata fatta da un esponente del suo Gruppo. Lei, può intervenire se si dissocia da questa dichiarazione del suo Presidente.



BORTOLIN Silvana

Mi dissocio non partecipando alla votazione.
La proposta che volevo avanzare è la seguente: su una materia di tale rilevanza, che presenta la necessità di arrivare ad una sintesi il più possibile unitaria in questo Consiglio, non sarebbe il caso di sospendere la discussione sugli ordini del giorno a questo punto e di rinviarli in Commissione, per tornare al primo Consiglio utile, tentando una mediazione sui quattro ordini del giorno presentati?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Daniele

Grazie Presidente. Vorrei ribadire alcuni concetti che sono emersi soprattutto sul tenore dell'ordine del giorno della collega Cotto.
Anch'io sono stato contattato dalla Coldiretti, ma questa non pretendeva da noi una pagella, oppure di essere più bravi rispetto ad altre organizzazioni, perché questo sarebbe stato un torto alla Coldiretti stessa.
La Coldiretti ha sollevato un problema reale a favore dell'intero settore agricolo.
All'Assessore: l'ordine del giorno che noi abbiamo proposto era propositivo, perché abbiamo chiesto di fare forza tutti insieme nel percorrere iter legislativi che consentano di migliorare la politica della Regione in questo campo.
Mi pare anche che Riba abbia accennato, nei confronti del Presidente della Giunta, e io la trasferisco all'Assessore, che se c'è motivo di polemica, oppure motivo di contrasto, con il governo, noi questo lo appoggiamo, perché crediamo che la politica del governo qui dovrebbe essere più attenta. E se il governo ha fatto una subdelega su un decreto, dove mette a disposizione dei denari per fare una nuova politica sull'agricoltura, qui deve essere fatto lo sforzo della Regione e mettere in cantiere la sua credibilità a favore di questo provvedimento che sta cercando di portare avanti il governo.
Quindi non capisco come su un ordine del giorno, in cui noi abbiamo chiesto in propositivo una solidarietà a questo settore, non possa essere accettata. E' una cosa che non riesco a capire.



PRESIDENTE

E' stata fatta una proposta di rinviare tutto in Commissione agricoltura.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Per una puntualizzazione: la mia proposta deriva da una proposta iniziale della Consigliera Cotto che nessuno ha ripreso.



PRESIDENTE

Lei ha fatto una proposta e vale per se stessa, indipendentemente dai padrini o dalle madrine che l'hanno supportata.
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Io inizialmente avevo fatto la proposta al Presidente della III Commissione, però prima ancora che il collega Riba chiedesse la sospensione del Consiglio per fare l'ordine del giorno. Ero d'accordissimo sul fatto che si sarebbe potuta approfondire prima tutta la tematica in Commissione e poi arrivare in Consiglio.
Personalmente penso, dopo tutta la discussione fatta oggi, di rimettermi a quello che decidono i Consiglieri della maggioranza.
In Commissione il problema dell'agricoltura dovrà comunque arrivare anche per quel riferimento che faceva l'Assessore: è importante, a due anni e mezzo dal nostro mandato, fare il punto della situazione su cosa è stato fatto e su cosa rimane da fare. Però è un discorso molto più ampio che riveste anche aspetti che non sono ancora stati dibattuti qui.
Per il resto rimetto la decisione all'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Avete posto oggi un problema di urgenza e credo non rinviabile.
L'Assessore è quindi perché al termine di questa discussione si voti sugli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta della Consigliera Bortolin, Presidente della IV Commissione, di rinviare tutta la discussione in Commissione per un completamento, per vedere quali sarebbero le possibili compatibilità tra i diversi ordini del giorno, che noi tutti abbiamo colto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La richiesta è respinta con 17 voti favorevoli e 28 contrari (1 Consigliere non ha partecipato al voto).
Mi pare che proprio venendo incontro alle esigenze segnalate sia dal Consigliere Riba che dal Consigliere Chiezzi, l'Assessore voglia proporre un correttivo rispetto all'ultimo punto finale.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Nell'ultimo capoverso dell'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Cotto e altri: "aderisce all'invito a conformare ad indirizzare per quanto di competenza la propria azione per la risoluzione dei problemi dell'agricoltura."



PRESIDENTE

E' stata una correzione rispetto ad un'esigenza di chiarimento.



(Interruzione del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

A noi non interessa quello che si fa fuori da questo Consiglio. Adesso sono state fatte delle richieste che hanno sollevato giustamente le vostre perplessità. Mi pare che l'Assessore le abbia accolte, non so se in maniera sufficiente o meno, credo che questo potrebbe essere ancora un tentativo di dividere le competenze da quelle altrui.
Sulla base della formulazione riformulata da parte dell'Assessore Bodo chi è d'accordo alzi la mano.



(Interruzione del Consigliere Montabone)



PRESIDENTE

La proposta dell'Assessore è una risposta ad una osservazione sollevata da parte del Consigliere Chiezzi e del Consigliere Riba prima. L'unica cosa che si può domandare alla Consigliera Cotto è se lei accetta l'emendamento.



COTTO Mariangela

L'Assessore mi aveva chiesto, ero favorevole.



(Interruzioni del Consigliere Montabone)



PRESIDENTE

Assessore, rilegga la correzione.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

"Aderisce all'invito a conformare ed indirizzare per quanto di competenza la propria azione per la risoluzione dei problemi dell'agricoltura".



PRESIDENTE

Io però suggerisco, per una maggiore comprensibilità "Aderisce all'invito a conformare... A che cosa? Non mi pare che ci sia un complemento di termine.



CHIEZZI Giuseppe

All'invito di chi?



PRESIDENTE

Anche questo. "Aderisce all'invito di confermare...". All'invito di chi?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Propongo di sospendere la seduta per una riformulazione di questo ultimo capoverso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Alcune osservazioni che hanno fatto i colleghi della minoranza potrebbero anche trovarmi d'accordo, a patto che non si facciano delle pregiudiziali su questo.
L'intervento del Consigliere Chiezzi, che prima riteneva quasi non accettabile questo ordine del giorno, perché riportava la frase "il metodo di azione politica del Governo in materia di agricoltura deliberata dalla Confederazione nazionale della Coltivatori Diretti", è quasi una sorta di pregiudiziale rispetto ad un programma che la Coltivatori Diretti ha proposto al Governo.
Ma quante volte in quest'aula abbiamo portato...



PRESIDENTE

Consigliere Montabone, non mi faccia un discorso di questo genere.
Siamo in votazione e lei, in quanto firmatario dell'ordine del giorno n.
640, mi deve dire se accetta o meno quanto ha detto l'Assessore.
Non mi faccia discorsi politici.



MONTABONE Renato

Lo dico, Presidente, perché qualora l'Assessore addivenisse ad un cambio della formulazione di questo ordine del giorno, aderendo alla pregiudiziale che ha posto il Consigliere Chiezzi, non sarei d'accordo. Per me, l'ordine del giorno va bene così.



PRESIDENTE

Accetta o non accetta? Non è una pregiudiziale. Io, però, devo riferirmi al primo firmatario, la Consigliera Cotto, che ha aderito alla riformulazione dell'Assessore Bodo; nel caso lei non aderisse, può ritirare la sua firma dal documento.



(Il Consigliere Saitta chiede la parola)



PRESIDENTE

Su che cosa?



SAITTA Antonino

Su questa formulazione.



PRESIDENTE

Lei non è firmatario di questo ordine del giorno, abbia pazienza! Non può parlare, adesso.
Possono intervenire i firmatari dell'ordine del giorno.



SAITTA Antonino

Non posso esprimere la mia opinione?



PRESIDENTE

No, perché siamo in votazione! Il Consigliere Montabone è intervenuto in quanto firmatario dell'ordine del giorno.



SAITTA Antonino

Lo firmo anch'io.



PRESIDENTE

Bisogna vedere se loro accettano. Venga a firmarlo, se vuol firmarlo!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Se tutti domandiamo eccezioni, non ci sono più regole! Abbia pazienza Consigliere! Sono larghissimo nei confronti di tutti.
Adesso c'è un emendamento ad un ordine del giorno della maggioranza: se lei vuole intervenire, venga a firmare! Il Consigliere Saitta ha firmato l'ordine del giorno della maggioranza.
La riformulazione dell'Assessore relativa all'ultimo periodo è la seguente: "Conferma il proprio impegno per un'azione volta a risolvere i problemi dell'agricoltura"; in pratica, sostituisce l'intero periodo finale.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, io l'ho sottoscritto, perché la quasi totalità del contenuto è condivisibile, e avrei un desiderio, che voglio tornare ad esprimere in Consiglio, in modo particolare alla collega Cotto.
Mi pare che l'Assessore, introducendo questa modifica, abbia in parte tenuto conto delle osservazioni, e di un'osservazione non irrilevante emerse durante il dibattito.
Credo che per dare un certo peso e valore a questo ordine del giorno che ha un significato di ordine politico, ci sia ancora lo spazio - quindi come sottoscrittore lo chiedo anche agli altri colleghi - per giungere partendo da quel testo presentato dalla collega Cotto, ad un documento approvato ad ampia maggioranza (direbbe Chiezzi a maggioranza straripante) il che mi sembrerebbe utile per il significato che si può dare all'iniziativa oggi indetta.
Per cui, anziché rinviare ad una successiva seduta, chiedo - è stato fatto oggi, l'ora è tarda, e possiamo anche fare uno sforzo - di tentare di introdurre qualche modifica nell'ordine del giorno, per tenere conto delle osservazioni emerse.
Credo che questo renderebbe onore a tutti i firmatari.



PRESIDENTE

Questo era un fatto procedurale. Poiché ho letto tutti gli ordini del giorno, credo che le compatibilità - questo è un mio giudizio soggettivo dei vari ordini del giorno siano delle compatibilità possibili.
Invece di rinviare in Commissione - lo domando soprattutto alla Consigliera Cotto - credo che nella mattinata di domani si possa ricomporre un ordine del giorno unitario e porlo subito alla votazione dell'assemblea all'inizio della seduta. Però mi rimetto certamente alla prima firmataria.



COTTO Mariangela

Ringrazio il collega Saitta per aver apposto la sua firma all'ordine del giorno; quindi questo ordine del giorno, oltre ad aver avuto le firme di tutti i rappresentanti della maggioranza, vede anche l'adesione del Gruppo della Lega Nord e del PP.
Tutto è perfettibile, siamo d'accordo, però io sto pensando a quegli agricoltori che ritornano a casa, dopo essere stati tutto un giorno per le strade a protestare.
Il Consiglio regionale non riesce neanche a dar loro un ordine del giorno, ad approvare nella stessa giornata un ordine del giorno, Consiglio regionale convocato alle 15 che termina alle ore 19.
Personalmente, suggerisco di votare gli ordini del giorno. Ringrazio il PP perché, con questo atto, il Consigliere Saitta ha dimostrato veramente di aderire e concordare sul discorso; inoltre, tutto l'argomento agricoltura, con una relazione dell'Assessore, dovrà essere approfondito in Commissione.
Però io sono dell'avviso di chiudere questo Consiglio con un ordine del giorno a favore di chi sta lottando oggi e ha lottato tutto il giorno.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 640, modificato con l'emendamento testé proposto dall'Assessore, il cui testo recita: Il Consiglio regionale del Piemonte valutato che i segni di cambiamento prodottisi nei fatti politici, economici e sociali, che caratterizzano il nostro Paese, continuano a provocare in questi ultimi anni, una sostanziale disattenzione per l'agricoltura italiana accompagnata dalla recente irresponsabile politica punitiva, sul piano fiscale, per quanto riguarda IRAP e IVA, da parte del Governo constatata l'incapacità delle istituzioni centrali di promuovere efficaci azioni di tutela dei livelli di produzione e di rinegoziazione delle quote, in sede comunitaria, secondo gli interessi generali dell'agricoltura e dello stato preso atto dell'essenziale contributo che l'agricoltura fornisce all'esportazione ed alla bilancia dei pagamenti della indispensabile funzione di presidio del territorio che svolgono le aziende agricole del grave stato di disagio economico e sociale in cui si trova la maggioranza degli imprenditori agricoli piemontesi dell'esodo inarrestabile di forza lavoro del settore agricolo e dello spopolamento dei piccoli centri montani e collinari delle disagiate condizioni di lavoro dei terreni montani e collinari sostiene il progetto di mobilitazione della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti articolato sulle fondamentali misure strutturali di rilancio dell'agricoltura italiana nel periodo 1998-2000 approva gli obiettivi del confronto proposto, consapevole di interpretare le esigenze generali della categoria e del paese, rivolti al rilancio degli investimenti produttivi, alla definizione di interventi infrastrutturali e finanziari, alla realizzazione delle decisioni del mercato del lavoro aderisce all'invito a conformare ed indirizzare, per quanto di competenza, la propria attività alla scelta di rinnovamento del metodo dell'azione politica del Governo in materia di agricoltura deliberata dalla Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 10 contrari (3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 646, il cui testo recita: Considerato che: la Commissione governativa d'indagine sulle quote latte, nelle due relazioni trasmesse al Governo ed al Parlamento, rispettivamente, in data 26 aprile e 31 agosto 1997, ha accertato l'origine e la natura di quella parte della produzione lattiera che, risultando in eccesso rispetto alla quota assegnataci dall'Unione Europea, determina la formazione delle cosiddette multe sul latte la parte di produzione che determina l'applicazione delle sanzioni a carico del settore lattiero nazionale, stimata in circa 3 milioni di quintali per la campagna 1996-1997, è stata definitivamente individuata non come latte prodotto da chi alleva e munge le vacche, bensì come latte fatturato da una pluralità di soggetti che poco o niente hanno a che fare con lo svolgimento di attività zootecniche in riferimento ai rilievi di cui al punto precedente la Commissione suddetta ha definitivamente accertato che più di due milioni di quintali di latte sono fatturati da soggetti titolari di quota ma privi di vacche da latte, che una quantità almeno equivalente, sebbene al momento determinabile solo per difetto, è fatturata da soggetti in possesso di un numero di vacche lattifere assolutamente insufficiente a giustificare la quantità di latte prodotta e che, non meno di cinque milioni di quintali di latte sono fatturati nel quadro di contratti di soccida e comodato fasulli e/o irregolari la Commissione governativa di indagine ha stimato che la produzione italiana di latte, intesa come produzione realisticamente ottenibile dai circa due milioni di vacche da latte che risultano presenti sul territorio nazionale sia quantificabile in circa 87 milioni si quintali, rendendo, in tal modo, ancora più evidente quanto il superamento della quota comunitaria di 99 milioni di quintali, sia dovuto a fatti non legati all'allevamento di vacche da latte sul territorio nazionale i fatti di cui ai punti precedenti hanno profondamente condizionato la possibilità di dare corretta attuazione al regime comunitario delle quote latte ed hanno contribuito a determinare una situazione di continua e crescente incertezza, cui si è cercato di fare fronte con numerosi provvedimenti legislativi che sono stati sovente emanati in condizioni di urgenza e necessità e che, in più di una occasione, sono entrati in contrasto, sia tra loro, sia con la normativa comunitaria di cui avrebbero dovuto garantire l'attuazione in ragione di quanto sopra vi sono fondati motivi per ritenere che, per quanto attiene l'attuazione del sistema delle quote latte, tanto la legislazione vigente, quanto le amministrazioni pubbliche competenti in materia, non sono state, finora, in grado di consentire la piena e corretta attuazione del regime comunitario e ciò ha, di fatto, impedito che si realizzassero le condizioni minime per garantire la legittimità dell'applicazione del medesimo regime, specie per quanto riguarda la richiesta del pagamento del prelievo supplementare a carico dei produttori in questi giorni, in Piemonte, Lombardia e Veneto, migliaia di produttori di latte stanno ponendo in essere una pacifica e democratica protesta affinché si provveda all'immediata restituzione delle somme trattenute a titolo di prelievo supplementare.
Tutto ciò premesso il Consiglio regionale del Piemonte impegna il Presidente della Giunta e la Giunta regionale ad attivarsi, urgentemente e fattivamente, avanti al Presidente del Consiglio dei Ministri affinché il Governo: a) provveda alla immediata restituzione agli allevatori delle somme trattenute a titolo di prelievo supplementare dagli acquirenti relativamente alle campagne di commercializzazione 1995-96 e 1996-97 b) emani specifiche disposizioni volte a prevedere, per ciascuna delle principali forme di irregolarità accertate dalla Commissione governativa di indagine, l'istituzione di sanzioni da irrogare a titolo di condono delle ipotesi di reato compiute dai soggetti interessati e ad utilizzare gli importi recuperati per regolare la situazione debitoria dell'Italia nei confronti dell'Unione Europea c) a procedere alla riassegnazione delle quote in base a criteri che riconducano la titolarità a produrre a coloro che effettivamente sono produttori di latte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 14 astensioni.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 650 il cui testo recita: " Il Consiglio regionale con riferimento alle manifestazioni dei coltivatori in corso in tutta la Regione ed in diverse aree del Paese premesso che la Regione non può non essere profondamente partecipe di una situazione di disagio che coinvolge un modo così diffuso uno dei settori più significativi dell'economia regionale premesso altresì che l'agricoltura è oggetto di un processo di adeguamento delle politiche comunitarie e di modifica di regole e normative di natura economica, normativa e fiscale da parte del Governo Nazionale tenuto presente che l'ampia competenza in materia di agricoltura affidata alle Regioni impone, in ogni caso, l'assunzione da parte del Consiglio regionale di un ruolo adeguato alla gravità della situazione al fine di evitare che misure di razionalizzazione di livello europeo o nazionale deprimano ulteriormente l'agricoltura della nostra Regione evitare che l'armonizzazione delle normative fiscali si traducano in decurtazioni insostenibili del reddito per le imprese più deboli e non in condizione di sopportarne l'impatto esprime la propria adesione alle richieste di ridiscussione dei provvedimenti concernenti l'agricoltura previsti nella finanziaria 1998, ai fini di concertarne l'impostazione con le organizzazioni generali di rappresentanza della categoria dei coltivatori impegna la Giunta 1) a presentare al Consiglio regionale, entro il prossimo mese di dicembre una propria posizione in ordine a "quote latte" sistemi di tassazione ed aliquote di imposta a carico dell'agricoltura sostegni a favore dei settori più esposti alla competizione ed ai processi di globalizzazione in campo agricolo sostegno allo sviluppo dell'agricoltura di qualità, che applica tecniche di compatibilità e qualificazione dell'ambiente 2) a sottoporre al Consiglio, entro il prossimo mese di dicembre, un progetto organico di indirizzi legislativi e di politica agraria per la parte di sua competenza, finalizzate alla tutela dell'agricoltura regionale ed alla tutela dei redditi e dell'occupazione nel settore".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 30 astensioni.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 651 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preoccupato della mancata risoluzione del problema delle quote-latte che ha provocato la protesta degli allevatori rilevato che c'è una responsabilità da parte del Governo che può aver sottovalutato la situazione e fatto lievitare incertezze favorendo posizioni che hanno tutto l'interesse a strumentalizzare la rivolta osservato che i produttori che si sono mossi sempre nella legalità sono oltre 70 mila su 100 mila osservato che occorre distinguere bene tra chi non ha compilato perfettamente un modulo e chi è ricorso alle quote di carta per lucrare sfacciatamente osservato che il Governo circa un mese fa ha ritirato un decreto che avrebbe potuto mettere ordine nella delicata vertenza latte osservato che tale inopportuna scelta rischia di consegnare il movimento nelle mani di chi pensa solo alla rivolta e a difendere comunque i propri profitti osservata la necessità di tutelare fino in fondo chi ha agito nella legalità affinché non si trovi obbligato a pagare per sbagli che non ha commesso osservato che dalla risoluzione del problema deriva la credibilità ed il futuro del settore primario e che a questo fine occorre mettere fine a tutte le inadempienze impegna la Giunta regionale a richiedere al Parlamento l'immediato esame del provvedimento sulla restituzione delle multe partendo dai contenuti di chiarezza e legalità del decreto decaduto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' respinto con 14 voti favorevoli e 30 astensioni.


Argomento: Nomine

- Ente per il diritto allo studio universitario.


PRESIDENTE

Informo il Consiglio che la votazione sull'Ente per il diritto allo studio universitario dovrà essere ripetuta. Si tratta della sostituzione del signor Casolo, stato indicato a suo tempo dalla minoranza, con una lettera del Capogruppo del PDS, Marengo. L'art. 32 dello Statuto recita: "Nel caso di nomina regolata da norme di legge che garantiscano una riserva di posti per le minoranze sono eletti i candidati proposti sostenuti dalle minoranze nell'ordine di voti riportati fino a raggiungere la riserva dei posti predetti"; domani - ripeto - si dovrà ripetere la votazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, io posso anche essere d'accordo che ci sia la riserva di quota della minoranza, ma la riserva di quota della minoranza comporta anche una riserva di quota della maggioranza. Nella scorsa votazione in sostituzione di un membro della maggioranza è stato eletto con un voto o con tre voti una persona che non aveva riserve di nessun tipo! Sono d'accordo che ci sia la garanzia in quota minoranza, ma ci deve essere altresì la garanzia in quota maggioranza. E la garanzia in quota maggioranza non può che esserci con la metà più uno dei voti oppure con il richiamo di maggioranza.
E' stata sostituita all'Ente per il diritto allo studio nella scorsa tornata, perché c'era un'altra dimissione, una persona che è stata nominata con pochissimi voti: uno, due o tre voti! Chiedo delle spiegazioni rispetto a questo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, da un po' di tempo mi sto interessando delle procedure per le nomine. Ovviamente, per colpa mia, non riesco ancora ad avere il quadro generale.
Posso concordare o non concordare, questo è irrilevante, sulla quota spettante alla maggioranza o alla minoranza; il mio problema è nel confronto delle autocandidature. Io mi chiedo: quando è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte è stato scritto che tutti i cittadini piemontesi che non facevano parte della minoranza non potevano autocandidarsi? Altrimenti c'è un vizio, cioè io cittadina piemontese apro il bollettino, lo leggo e dico: "Ma guarda, ho la professionalità per andare a ricoprire questo posto, allora faccio la domanda". Dopo veniamo a sapere che non poteva essere fatto in virtù di una delibera.
Quindi io chiedo se è stato scritto, quando è stato pubblicato, che non potevano partecipare a questa autocandidatura i cittadini che si riconoscono nella maggioranza di questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Io posso solamente dire, a fronte di quanto è successo in questa votazione, che in sede di scorsa votazione del sig. Casolo, tanto per ricordarlo ai colleghi, il Presidente proclamò eletti in seno al Consiglio d'amministrazione dell'Ente per il diritto allo studio universitario quale rappresentante con funzioni di Presidente il signor Postiglione e quali rappresentanti i signori Danielli, Lombardi, Lamberti, Casolo e Chiama.
Questi ultimi due in rappresentanza delle minoranze, ai sensi del combinato disposto dell'art. 9 della L.R. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento.
Siccome il signor Casolo oggi viene sostituito e appartiene naturalmente alla quota spettante alle minoranze è chiaro che la votazione che noi siamo in procinto di ripetere, non può che non spettare alla quota di riserva della minoranza.



MONTABONE Renato

D'accordo, però quando è stata sostituita la Lamberti quanti voti ha preso il sostituto della Lamberti?



PRESIDENTE

Non lo so, non lo posso sapere! Posso solamente rifarmi alle leggi e alle procedure che sono state seguite.



COTTO Mariangela

Io chiedo la sospensione della proclamazione di questa nomina.



PRESIDENTE

Infatti non vi è proclamazione.



COTTO Mariangela

Chiedo anche di avere domani, o in una prossima riunione, risposta al quesito che ho posto circa la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

D'accordo. Procediamo con la proclamazione delle altre nomine.
Sezione decentrata della Commissione Regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali - Sede di Torino - (art. 8 L.R. 20/89) - sostituzione del sig. Peirano.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Picco.
Commissione provinciale tecnica di vigilanza farmaceutica - (art. 13 D.P.R. n. 94/89) Provincia di Cuneo - sostituzione della signora Bravo Maria Teresa.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletta la signora Fissore.
Consorzio per il Sistema Informativo Regionale (C.S.I.-Piemonte) - (art.
12 Statuto) - sostituzione del signor Bonesso.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Vescovo.


Argomento: Nomine - Comitato regionale e sue sezioni

- CO.RE.CO. (L. n. 142/90 e L.R. n. 40/94). Nomina di 1 esperto effettivo (art. 42, comma 1, lettera a, numero 3 legge 142/90). Sezione di Alessandria per il territorio delle attuali Province di Alessandria e di Asti - sostituzione del signor Carlo Alberto Ravazzano - membro effettivo dimissionario - iscritto da almeno 10 anni all'albo dei dottori commercialisti o dei ragionieri, scelto in una terna proposta dai rispettivi ordini professionali.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Cesario.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consiglio è convocato domani pomeriggio alle ore 14.
Ha chiesto la parola il Presidente Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Intervengo solo per chiedere al Presidente del Consiglio se è possibile domani, ad inizio lavori, poter svolgere una comunicazione sul tema delle Olimpiadi.



PRESIDENTE

Mi scuso, Presidente, ma domani, secondo la procedura che abbiamo vagliato nell'ambito della Conferenza dei Capigruppo, visto che oggi non abbiamo potuto svolgere alcun esame di progetto di legge, ci sarà la discussione dei progetti di legge e delle deliberazioni; nell'ambito della giornata di domani, comunque, lei potrà fare la sua comunicazione.
Chiedo dunque che domani si inizino i lavori in modo puntuale, con le proposte di legge e le delibere per un numero congruo che ci possa permetta di dire che siamo ancora capaci ad essere legislatori.
Ad un certo punto del pomeriggio darò la parola al Presidente Ghigo perché faccia la comunicazione sulla possibilità della presen-tazione della candidatura, da parte del Piemonte, alle Olimpiadi invernali.
Ieri c'è stata la presentazione di questo problema a Roma, presso il CONI, sia da parte dell'Assessore allo sport della Provincia di Torino sia da parte dell'Assessore allo sport al Comune di Torino. E' dunque necessario che ci sia una tempestiva comunicazione del Presidente della Giunta al Consiglio regionale.
Credo che questo argomento non possa essere lasciato in un cantuccio; è di un'attualità e di una tempestività assoluta, per cui domani parleremo anche di questo. Grazie.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19,20)



< torna indietro