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Dettaglio seduta n.188 del 25/11/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Dobbiamo, purtroppo, lamentare la mancanza di alcuni colleghi, impediti dalle varie manifestazioni che si stanno svolgendo sulle strade del Piemonte.
Mi scuso quindi con tutti i presenti per il ritardo con il quale hanno avuto inizio i nostri lavori.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion, D'Ambrosio, Farassino e Ferrero.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario di Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario di Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Secondo quanto convenuto nella Conferenza dei Capigruppo dovremmo iniziare i lavori con gli ordini del giorno nn. 643 e 645 presentati rispettivamente dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti e dai Consiglieri Saitta, Cavaliere, Spagnuolo e Riba, che sono connessi alla discussione sui risultati della Commissione d'inchiesta relativa ai fatti attribuiti al Consigliere Angeleri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, in sede di Conferenza dei Capigruppo espressi la mia personale contrarietà e del mio Gruppo a procedere con la discussione sugli ordini del giorno a firma del Consigliere Chiezzi ed altri, in quanto nel Regolamento non vi è alcun articolo che impegna il Consiglio regionale a discutere prima gli ordini del giorno in oggetto rispetto ad altri che invece sono stati presentati cronologicamente prima.
Pertanto, desidero avere un'interpretazione del Regolamento che preveda che questa mattina dobbiamo discutere gli ordini del giorno presentati dal Consigliere Chiezzi ed altri prima degli altri ordini del giorno che da alcuni mesi sono nell'o.d.g. di convocazione del Consiglio.
In subordine alla interpretazione che il Presidente vorrà dare del Regolamento consiliare chiedo l'inversione dell'o.d.g. perché si proceda con i punti successivi che per me rimangono - lo ripeto - i punti principali a termini di Regolamento.
L'ordine del giorno a firma del Consigliere Chiezzi e altri è un normale documento e come tale deve essere collocato in coda e deve lasciare la priorità a tutti gli altri.



PRESIDENTE

La valutazione della Conferenza dei Capigruppo è stata molto chiara. Si ritiene - almeno da parte della maggioranza e il Presidente la condivide che l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi e quello presentato dal Consigliere Saitta e altri, attengano strettamente organicamente, direi intimamente, alla discussione relativa alle valutazioni sull'operato dell'ex Assessore Angeleri. Siccome però l'ordine del giorno presenta anche una indubitabile valenza politica - e questo è anche corroborato dall'ordine del giorno pervenuto successivamente presentato dagli altri Capigruppo - e vista anche la connessione tecnica rispetto alla discussione che ho testé annunciato, personalmente credo che questo debba essere discusso all'inizio di seduta. Però è stata fatta una formale richiesta di inversione dell'o.d.g. ai sensi dell'art. 51, comma secondo, che recita: "L'inversione di punti all'o.d.g. può essere proposta dallo stesso Presidente, dalla Giunta o dal rappresentante di un Gruppo consiliare" (nella fattispecie il Consigliere Ghiglia.
"Sulla proposta, se non accolta tacitamente dal Consiglio, può chiedere di parlare, dopo il proponente, un eventuale Consigliere contrario e la votazione avviene per alzata di mano. La proposta è approvata se ottiene il voto favorevole della maggioranza dei Consiglieri presenti".


Argomento:

Presentazione questione pregiudiziale


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Chiedo la parola per porre una questione pregiudiziale alla votazione.
Interverrò, pertanto, non sulla richiesta avanzata dal Consigliere Ghiglia.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Credo che la proposta del collega Ghiglia non sia proponibile perch trattasi della continuazione dell'argomento di cui all'art. 60 del Regolamento, che impone al Consiglio di discutere dell'argomento nella seduta successiva alla presentazione delle conclusioni della Commissione d'inchiesta.
Oggi ci troviamo di fronte alla prosecuzione di un dibattito non terminato, in quanto eravamo rimasti intesi che finita la fase in seduta segreta ci sarebbe stata una fase che non necessitava di seduta segreta.
Pertanto non si può mettere ai voti una discussione che per Regolamento deve essere fatta, in quanto prosecuzione della volta scorsa.
Questo è il problema.



PRESIDENTE

Credo che questo possa essere compreso benissimo nel secondo comma dell'art. 51, lo mettiamo anche ai voti, lei si è espresso contrariamente con le motivazioni che sono ineccepibili, almeno secondo quanto ritengo io.
Sentiamo adesso un Consigliere a favore.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Per adesso non mi esprimerò né a favore né contro. Chiedo solo, se è possibile, al Presidente perché abbiamo vissuto all'interno della Commissione e poi dei Capigruppo e poi stamattina abbiamo ascoltato, già preannunciata per la verità la richiesta del collega Ghiglia, chiederei due minuti di sospensione perché ci si possa consultare con la maggioranza.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10,30 riprende alle ore 10,45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Voglio solo ricordare, per memoria storica, che il 19 novembre u.s.
chiudendo la riunione del mattino, svoltasi in seduta segreta, relativa agli argomenti riguardanti l'art. 60, ho detto le seguenti parole: "E' stato presentato un ordine del giorno a firma del Consigliere Chiezzi ed altri. Mi pare opportuno che ci sia il Presidente della Giunta per la valutazione di merito sull'ordine del giorno stesso, essendo un ordine del giorno di chiara implicazione politica. Nella Conferenza dei Capigruppo lo prenotiamo, per cui lo calendarizzeremo per le prossime sedute".
Questo è stato fatto anche nella Conferenza dei Capigruppo; la richiesta del Consigliere Cavaliere mi sembra quindi pertinente, perch secondo l'art. 60, dobbiamo dare lettura del risultato della Commissione di inchiesta nella seduta immediatamente successiva alla presentazione, ai singoli Consiglieri, dei risultati della Commissione stessa. Siccome questi risultati non hanno potuto essere discussi se non in seduta segreta, è chiaro che oggi ci sarà il prosieguo di quella discussione.
Pertanto, non possiamo che applicare il Regolamento, quindi senza alcuna votazione in aula (su questo sono d'accordo) seguendo la norma che esso prescrive.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia, ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. La lettura del Regolamento e delle parole che lei ha detto nell'ultima seduta del Consiglio regionale non mi sembrano assolutamente univoche né mi sembrano avvalorare un certo tipo di tesi. Ma su questo non voglio tornare.
Nella riunione dei Capigruppo di maggioranza è venuta una proposta alla quale abbiamo aderito, che ci sembra salvaguardare sia la discussione che il prosieguo dei lavori, soprattutto riguardo alle questioni portanti e determinanti come l'ordine del giorno sui coltivatori, che oggi manifestano in tutte le piazze d'Italia.
Proponiamo quindi una mozione d'ordine nella quale chiediamo il contingentamento dei tempi a cinque minuti per ogni Gruppo consiliare per discutere dell'ordine del giorno e ovviamente ritiriamo la proposta di inversione dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Grazie. Secondo l'art. 61 del Regolamento, devo convocare la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, perché il comma quinto dell'art. 61 recita: "Quando sia in discussione il bilancio e il rendiconto annuale della Giunta, l'elezione o la revoca del Presidente della Giunta o degli Assessori o altro argomento di rilevante importanza, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari può concordare in linea di massima la durata del dibattito e il tempo a disposizione per ogni singolo Gruppo, che potrà essere utilizzato con uno o più interventi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Non rilevo nel dibattito che stiamo per affrontare gli estremi proposti dal Consigliere Ghiglia. Ritengo che la richiesta del Consigliere Ghiglia tenda semplicemente ad impedire un dibattito sufficientemente approfondito su questo tema, quindi sia un'iniziativa prettamente politica di ostruzione delle espressioni più marcatamente democratiche che ci possono essere in questo Consiglio e che evidentemente corrispondono ad una maggiore difficoltà da parte della maggioranza, che in queste settimane evidentemente non ha vissuto buone giornate.
Ritengo dunque del tutto inutile partecipare ad una Conferenza dei Capigruppo che voglia costringere i Consiglieri regionali, per motivi politici di parte, a formulare osservazioni in un arco di tempo che non sia quello regolamentare.
Il Gruppo di Rifondazione Comunista, quindi, non parteciperà alla riunione dei Capigruppo. Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, però devo convocare la Conferenza dei Capigruppo, perché la proposta è stata avanzata formalmente.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Scusi, Presidente, prima della sospensione per la riunione dei Capigruppo, poiché credo che l'importanza della questione meriti di essere annotata dall'assemblea (i Capigruppo possono poi decidere come disporre il lavoro in merito), desidero porre all'attenzione del Consiglio la necessità di discutere con procedura d'urgenza la questione dell'emergenza riguardante il problema posto dalle manifestazioni degli agricoltori, qui come in tutta Italia; oggi, come da alcuni mesi.
Ho indirizzato, come primo firmatario, ma ci sono le firme di tutti i Gruppi, la lettera al Presidente del Consiglio, al Presidente della Commissione consiliare competente, oltre che naturalmente al Presidente della Giunta ed all'Assessore, perché tale questione, al di là del merito che concerne la materia specifica dell'agricoltura, ci interessa come questione politica di ordine generale. Pertanto, come Consiglio, ci interpella ed interessa.
Chiedo dunque a lei, signor Presidente, di predisporre, nella riunione che seguirà la sospensione, un'ipotesi di lavoro in modo che questa emergenza abbia lo spazio che la situazione richiede e ci sollecita.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente. Nel suo intervento, il collega Ghiglia aveva già espresso l'intenzione di discutere l'ordine del giorno che abbiamo presentato proprio a favore e sostegno dell'agricoltura, a sostegno delle lotte che la Coldiretti sta facendo in tutte le città.
Ringrazio comunque il collega Riba per avere posto il problema all'attenzione di tutto il Consiglio. Penso sia necessario dedicare nella giornata parte del tempo ad esaminare i problemi, le rivendicazioni e le richieste che le associazioni di categoria fanno alla Regione Piemonte allo Stato, alla Comunità Europea. Quindi, mi associo alla richiesta e alla riunione dei Capigruppo direi di contingentare il tempo per permettere una lunga discussione sull'argomento.



PRESIDENTE

Sospendo dunque la seduta e convoco la riunione dei Capigruppo in sala A.



(La seduta, sospesa alle ore 10,53 riprende alle ore 11,23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Conferenza dei Capigruppo ha deciso all'unanimità di applicare l'art. 61, comma quinto, concordando pertanto la durata del dibattito a disposizione di ogni Gruppo nella misura di cinque minuti.
Successivamente, ci saranno le dichiarazioni di voto per ogni singolo Gruppo, pertanto il tempo a disposizione per ogni Gruppo è di altri cinque minuti. Così è stato concordato da tutti i Gruppi presenti alla Conferenza dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio i colleghi per il lavoro svolto, nel senso che siamo felici che i colleghi abbiano deciso - nella riunione dei Capigruppo alla quale il nostro Gruppo non ha voluto partecipare - di intervenire cinque minuti; è un loro diritto, noi rivendiamo il diritto del nostro Gruppo che non ha concordato quanto previsto dal comma cinque dell'art. 61. Si tratta di un comma chiaramente opzionale nel senso che non è in alcun modo cogente per l'aula, in quanto dice che la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi pu concordare, in linea di massima, la durata del dibattito, quindi fa chiaramente capire che è un patto che può essere sottoscritto o meno.
Certo se è sottoscritto all'unanimità vale per tutti, se non è sottoscritto all'unanimità vale per chi lo sottoscrive: il nostro Gruppo richiede per esso l'applicazione del Regolamento integro da un concordamento in linea di massima che non ci vede partecipi avendolo annunciato preventivamente.
Quindi noi richiediamo la parola, tutti e quattro i Consiglieri disponendo, a nostro giudizio, dei dieci minuti cadauno per un intervento di carattere generale e poi le altre regole regolamentari per quanto riguarda le dichiarazioni di voto.



PRESIDENTE

Devo dire all'assemblea che si sta istituendo un precedente pericoloso nel senso che se un Gruppo non partecipa, e non si riesce pertanto a concordare con lo stesso Gruppo il contingentamento dei tempi, è chiaro che si mette l'assemblea in una situazione estremamente difficile. Nel senso che poi il Gruppo in aula rivendica piena libertà d'azione, sempre nell'ambito della norma dei dieci minuti stabiliti dal Regolamento. Non voglio assolutamente forzare la situazione, però mi pareva opportuno che il Gruppo di Rifondazione partecipasse alla riunione e che le stesse osservazioni avanzate in aula dal Presidente del Gruppo venissero svolte nell'ambito dalla conferenza dei Capigruppo, perché altrimenti si istituirebbe un precedente pericolosissimo perché darebbe modo a tutti i gruppi o ad ogni Gruppo, di rivendicare una libertà d'azione fino al limite a giungere all'anarchia.
Vorrei avere il conforto dell'aula su un problema di questo genere. Un domani ogni Gruppo potrebbe rivendicare una libertà d'azione sul fatto che non era presente.
Le parole "può concordare" è un termine sia estensivo che restrittivo.
Quando c'è stato il tentativo di applicazione di questo comma dell'art. 61 noi abbiamo anche domandato alla Camera dei Deputati una linea di comportamento. L'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati rispose che le parole "può concordare" significano che una volta concordati i tempi, tutti i Gruppi politici devono attenersi alla volontà della maggioranza dei Gruppi. Per cui qui c'è già un vulnus nel senso che il Presidente del Gruppo di Rifondazione comunista non ha partecipato alla conferenza dei Capigruppo.



CHIEZZI Giuseppe

Ho dichiarato anche il perché.



PRESIDENTE

Quello che mi preoccupa non sono i dieci minuti, Consigliere Chiezzi che lei potrebbe rivendicare, mi preoccupa moltissimo, oggi, ma soprattutto a futura memoria per l'assemblea, il precedente che si viene ad istituire.
Il Regolamento viene applicato come lo ha ritenuto il 100% di tutti i Gruppi presenti, ma se questo viene ad essere inficiato da una sua presa di posizione, giusta, legittima, non voglio assolutamente giudicare, si crea un precedente di estrema gravità. Questo mette anche in discussione non solo la natura della conferenza dei Capigruppo, ma il fatto che un Gruppo astenendosi può un domani rivendicare una libertà d'azione al limite di qualunque cosa. Questo è un grosso problema pregiudiziale per il quale credo che il Gruppo di Rifondazione, sempre così attento alla norma, possa fornire qualche suggerimento costruttivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Trovo la sua comunicazione, mi permetta, eccessivamente allarmante.
Innanzitutto noi abbiamo un Regolamento che non mi sembra improntato ad anarchia, nel senso che siamo in una situazione in cui ogni collega pu intervenire per dieci minuti: non è anarchia questa. L'applicazione del tempo, dieci minuti, cinque minuti per gli emendamenti, è la situazione normale. Il nostro Regolamento ad oggi è chiaro nel prevedere la possibilità, per chi concorda, (e se tutti concordano meglio) la possibilità di decidere una costrizione diversa dei tempi a disposizione dei Gruppi.
Questa è una facoltà in più che abbiamo, ma è una facoltà che viene esercitata da chi concorda ed è soggetta ad una concordia, lo dice esplicitamente il testo del Regolamento.
Quindi non mi sembra drammatica la cosa, se invece, nella revisione del Regolamento, si vuole superare questo stato delle cose, esplicitamente bisogna dire che la conferenza dei Capigruppo - non so, Presidente, quanto sia poi corretto - può, a maggioranza, decidere tempi a disposizione diversi da quelli di norma; nutro dei dubbi in merito.



PRESIDENTE

C'è un problema, Consigliere Chiezzi, noi abbiamo concordato, mi dispiace che non sia stato presente, all'unanimità. Se lei fosse stato presente probabilmente ...



CHIEZZI Giuseppe

Io non ero presente perché ho detto che non concordavo con l'applicazione, ho detto questo in aula. A mio parere a quel punto lei stesso poteva anche evitare di riunire la conferenza dei Capigruppo, perch un Gruppo non era d'accordo. Va benissimo che lei abbia convocato la conferenza, ma non incolpi il Gruppo e il Presidente del Gruppo di non aver partecipato alla conferenza dei Capigruppo. Non ho partecipato dicendo che non concordavo con questa linea, esplicitando quindi a tutti i colleghi una contrarietà di un Gruppo che chiede il rispetto dei diritti regolamentari.
Il senso di questo nostro Regolamento è quello che possiamo tutti insieme concordare tempi diversi o anche concordarli parzialmente. Una straripante maggioranza concorda di parlare poco, quattro Consiglieri di un Gruppo decidono di avere a disposizione il proprio diritto integro e si va avanti senza drammi.



PRESIDENTE

Ho semplicemente messo l'assemblea di fronte ad un fatto che solleva preoccupazioni. Certamente non sono in grado di disputare con lei Consigliere Chiezzi, all'infinito su un'interpretazione del comma quinto dell'art. 61, è certamente un problema di riforma regolamentare. Ringrazio i Capigruppo che hanno partecipato e si sono autolimitati al numero di minuti prescritti; vedremo nel corso della seduta se il Consigliere Chiezzi vorrà esercitare il comma 1 dell'art. 61.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Questa mattina sembra che il nostro tempo trascorra sulle schermaglie procedurali anziché su elementi di sostanza come potrebbe essere, ad esempio, l'abbiamo già ribadito più volte, la discussione sugli ordini del giorno relativi alle manifestazioni promosse dalla Coldiretti e da altre organizzazioni di categoria degli agricoltori.
Credo che il comma quinto dell'art. 61 sia abbastanza chiaro e credo anche che la Conferenza dei Capigruppo, come ha fatto, possa decidere il contingentamento e la riduzione dei tempi medesimi, anche perch altrimenti, Presidente, come è stato già dimostrato stamattina nelle discussioni procedurali relative alla mia richiesta di inversione dell'ordine del giorno, la Conferenza dei Capigruppo diventa uno strumento politico che, ancorché previsto dal Regolamento, è assolutamente inutile inoperativo e non decide più nulla e trasferisce tutti i suoi poteri alle decisioni dell'assemblea.
Se questa è l'interpretazione, cioè a dire che la Conferenza dei Capigruppo non conta assolutamente più nulla, neanche quando prende le sue decisioni a stragrande maggioranza, e si permette ad un gruppo che non vuole partecipare alla Conferenza dei Capigruppo di mettere continuamente in discussione tutto ciò che viene deciso, è di tutta evidenza che la Conferenza dei Capigruppo non esiste più come organo e neanche come soggetto politico e di regolamentazione dei lavori dell'aula.
A questo punto, Presidente, c'è sempre il ricorso all'assemblea che in ogni consesso democratico è sovrana e può decidere democraticamente con il voto ciò che i Capigruppo - che qualcuno ritiene forzatamente - hanno interpretato e deciso.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Ordini del giorno n. 643 e n. 645 inerente le risultanze della Commissione d'inchiesta ex art. 60 del Regolamento interno.


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 643, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui al punto 5) all'o.d.g.: La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Abbiamo presentato questo ordine del giorno al termine della discussione avvenuta in seduta segreta sulla relazione della Consigliera Spagnuolo in merito alla Commissione di inchiesta; tale Commissione era stata attivata anche in seguito alla relazione svolta precedentemente dalla Commissione tecnica incaricata dalla Giunta.
All'epoca, comunque, avevamo individuato elementi che, da soli potevano portare già ad una decisione. Infatti, anche se l'esito finale di quella Commissione era stato tale per cui ognuno doveva trarre le proprie valutazioni, la nostra conclusione è che, con la sua denuncia, il Consigliere Cavaliere non ha attaccato l'onorabilità del Consigliere all'epoca Assessore, Angeleri, in quanto gli elementi da lui rilevati nei suoi interventi non appaiono inventati, ma hanno una base obiettiva e reale.
Ci pare quindi che il successivo atto dell'Assessore, ovvero le sue dimissioni, sia da apprezzare: è un'assunzione di responsabilità da apprezzare, sebbene nelle sue motivazioni l'Assessore dell'epoca, Angeleri avesse esposto come motivo di fondo la mancata fiducia del suo Gruppo politico.
Noi riteniamo, però, che esista un intreccio tra questo elemento, che è un elemento politico che testimonia la crisi di questa maggioranza, e la sussistenza di alcuni fatti.
Su questi fatti e sulla gravità dei medesimi sappiamo che ci sono altre indagini in corso, ma indubbiamente non si è trattato di accuse campate per aria, inventate di sana pianta.
Si è rilevato che alcune cose non andavano, tant'è vero che anche negli interventi che si sono svolti successivamente ciò è stato confermato praticamente da tutti, anche da parte di chi non condivide la nostra impostazione.
Negli stessi interventi della maggioranza sono stati evidenziati alcuni elementi del funzionamento non solo di quell'Assessorato, ma degli Assessorati in genere; spesso è stato detto che tale comportamento non è ascrivibile solo a quel tipo di Assessorato. Queste sono le considerazioni emerse.
Noi riteniamo però che non sia corretto scaricare le responsabilità puntare il dito di accusa sul livello inferiore: occorre un'assunzione di responsabilità da parte di chi deve controllare e far sì che le cose vadano in modo diverso.
Da questo punto di vista, riteniamo che lo stesso atteggiamento di assunzione di responsabilità dell'Assessore Angeleri debba essere assunto dal Presidente della Giunta. Anche perché è stato rilevato che quel tipo di comportamento non è un caso isolato, ma ve n'è un susseguirsi, per cui occorre che ciascuno si assuma le proprie responsabilità.
Lo stesso Presidente Ghigo, all'inizio di questa discussione, aveva detto: "Mi assumo anche le mie responsabilità".
Crediamo che nelle conclusioni della Commissione, sia quella interna che quella elaborata dal Consiglio, emergano indubbie responsabilità collettive della Giunta; il Presidente Ghigo dovrebbe applicare verso di s lo stesso tipo di atteggiamento che ha chiesto o che ha detto avrebbe adottato nei confronti degli Assessori o di altri eventuali responsabili.
Da parte sua, rassegnare le dimissioni sarebbe quindi un elemento di coerenza.
L'ordine del giorno, in qualche modo, sottolinea questo aspetto, lo sollecita, qualora ci fosse un'amnesia da parte del Presidente della Giunta rispetto alle cose che lui stesso aveva detto e all'impegno che aveva assunto.
D'altro canto ci sembra che tutta la vicenda, oltre a questi aspetti abbia fatto emergere una crisi politica della maggioranza, con indubbi, ma significativi, sommovimenti interni: l'ex Assessore, Consigliere Angeleri è uscito dal Gruppo di Forza Italia; una Consigliera che era "prestata", ma manteneva un buon rapporto con Forza Italia, ha voluto ribadire che il suo allontanamento dal Gruppo non era più un patto amichevole, ma era qualcosa di diverso (il che ha avuto anche delle ripercussioni sulla composizione dell'Ufficio di Presidenza).
Crediamo che l'insieme di queste cose, ma anche il dibattito svoltosi sulla stampa, gli articoli apparsi dimostrino una crisi evidente di questa maggioranza; tra l'altro, la crisi si manifesta nell'impasse di questo Consiglio, nel senso che è un fatto reale che da mesi il Consiglio è bloccato, non riesce a lavorare e a portare avanti alcun provvedimento.
Anche stamattina ne abbiamo avuta una dimostrazione; infatti, il Capogruppo di uno dei due Gruppi principali della maggioranza, Ghiglia sente queste difficoltà e in fondo vuole evitare il dibattito.
Non voglio ripetere il termine di prima, anche se lo penso; non credo fosse offensivo di nulla, tuttavia l'atteggiamento di stamattina ha portato: 1) a perdere due ore di tempo; 2) a contingentare un dibattito che, alla fine, è sulla fiducia nei confronti del Presidente della Giunta.
Questo è un segno evidente di difficoltà, ovvero si ha difficoltà ad affrontare questo tipo di dibattito, perché c'è una crisi dentro la maggioranza che probabilmente coinvolge anche il Gruppo di Alleanza Nazionale, che si evidenzia anche in altri momenti.
Per esempio, il Gruppo di Alleanza Nazionale non partecipa ai lavori della Commissione per la revisione dello Statuto, che era considerata la Commissione principe dentro questo Consiglio; sono settimane che non vi partecipa più. Pare (ma non è mai stato detto ufficialmente), perché ci sono problemi di Presidenza della Commissione.
Ma potremmo continuare a lungo ad elencare i motivi per cui, secondo noi, c'è una crisi dentro questa Giunta Riteniamo che il modo migliore per assumersi le responsabilità di tale situazione, per arrivare a discuterne in modo vero e permettere al Piemonte di andare avanti con un Governo diverso, in grado di affrontare i problemi sia quello (ma se non si riuscisse in questo, si potrebbe arrivare anche ad atti più drastici), di accettare da parte del Presidente della Giunta regionale l'ordine del giorno presentato dal Gruppo di Rifondazione comunista.
Potrebbe addirittura anticiparci, non permettere che venga neanche messo in discussione, rassegnando le proprie dimissioni prima della fine della discussione.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'ordine del giorno n. 645 presentato dai Consiglieri Saitta, Cavaliere, Spagnuolo e Riba.
La parola alla Consigliera Spagnuolo per l'illustrazione.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, passando alla fase politica delle valutazioni abbiamo presentato questo ordine del giorno che parte da una considerazione molto precisa e cioè dall'ampiezza della dimensione dei comportamenti amministrativi che in questa vicenda appaiono troppo sovente e ciò riguarda un po' tutti gli Assessorati - comportamenti amministrativi non chiari.
Noi abbiamo presente il documento con il quale il Presidente Ghigo aveva varato la sua maggioranza. Abbiamo presente il documento che portava la dicitura "Governo Ghigo" e abbiamo ben chiare tutte quelle parti che attenevano al lancio dell'immagine della Regione Piemonte, ma soprattutto abbiamo molto chiare quelle parti che riguardavano le procedure, lo snellimento delle procedure, la non-burocrazia, il fatto di intervenire rendendo la macchina regionale più efficiente, diciamo sufficientemente organizzata e rispondente proprio all'abbattimento della burocrazia intesa non solo in senso negativo, ma anche in senso positivo.
Ebbene, noi dobbiamo constatare che praticamente dopo due anni e mezzo cioè dopo un periodo relativamente lungo, tutta una serie di episodi, a partire da quelli esaminati dalla Commissione d'inchiesta, ma non solo, ci rilancia invece una macchina amministrativa non organizzata, una macchina amministrativa non gestita sotto il profilo politico o meglio ancora possiamo dire gestita non bene, con gravi carenze, con gravi lacune sotto il profilo politico.
Abbiamo voluto mettere in evidenza tutto questo non per piccole manifestazioni o contributi di scarso peso, ma perché l'insieme delle grandi iniziative che potrebbero qualificare anche sotto il profilo della promozione la nostra Regione è stata gestita con grande leggerezza, con una carenza profonda dal punto di vista delle procedure, ma soprattutto - lo ripetiamo - dal punto di vista del controllo politico, dell'elemento politico di questa Giunta! E' indubbio allora che quello che abbiamo esaminato nel settore del turismo e della promozione turistica ci collega a tutta un'altra serie di episodi che hanno ingenerato in questa maggioranza altri incidenti gravi.
Pensiamo per esempio alla mancanza di controllo politico per ciò che riguarda le deliberazioni che hanno poi portato alle dimissioni dell'Assessore Viglietta; pensiamo alla discussione che è stata fatta per quello che riguarda le deliberazioni dell'Assessore Vaglio; abbiamo sentito la difesa anche da parte dell'Assessore all'agricoltura di alcuni provvedimenti deliberativi: nell'insieme, un meccanismo complessivo difficile, un meccanismo complessivo non controllato, e non controllato da chi? Sarebbe troppo semplice scaricare le responsabilità sui dirigenti che peraltro, in questa vicenda specifica hanno dichiarato anche tutto il loro stato di sofferenza per talune situazioni e collateralità della parte politica.
E' per questo che esaminando più a fondo le questioni noi abbiamo individuato nel coordinamento di questa serie di iniziative, che sia dal punto di vista amministrativo, ma soprattutto dal punto di vista politico fanno capo al Presidente della Giunta regionale, una gravissima responsabilità di carattere politico.
In sostanza, in una Regione che vuole essere presentata come una Regione moderna, all'avanguardia, una Regione per la quale ci si è preparati a snellire le procedure, a guardare al futuro, una Regione che si presenta con la sigla dello "spirito europeo", noi abbiamo una gravissima carenza politica di conduzione di questa maggioranza.
Quindi, tutto ciò che abbiamo rilevato in questa relazione, ma anche le vicende di questi ultimi mesi che hanno posto in evidenza una gravissima crisi della Giunta regionale e della sua maggioranza, ci impongono e ci hanno portato a valutare che è indispensabile voltare pagina in maniera netta, che il Presidente della Giunta deve assumersi, di fronte a fatti gravissimi, ampi e generalizzati, le sue responsabilità.
Pertanto lo invitiamo - per queste ragioni e per altre che non possiamo illustrare per la brevità dei tempi che ci siamo dati - a rassegnare le sue dimissioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervenendo sull'ordine del giorno presentato da Rifondazione comunista vorrei rilevare che è fuori dubbio che con il protrarsi ormai da tempo di una latente e grave crisi politica della maggioranza di centro-destra e dell'esecutivo regionale, il Piemonte è in una difficilissima situazione istituzionale che ne paralizza l'attività del Consiglio e la possibilità di affrontare i drammatici problemi politico-economici e occupazionali della nostra Regione.
La stessa relazione della Commissione d'inchiesta sul caso Angeleri che ha accertato il grave disordine amministrativo dell'Assessorato e di tutta la Giunta regionale, ne evidenzia l'incapacità di governo e di corretta e trasparente gestione politico-amministrativa della Regione.
Vi è quindi estrema urgenza di cambiare linea politica che arreca continuamente danni materiali e di immagine per la nostra Regione, sia nel nostro Paese che in Europa, e per i gravi e insoluti problemi economico occupazionali piemontesi che non sono presi nella giusta considerazione.
In questi due anni e mezzo di potere il governo regionale non è giunto alla soluzione di questi problemi. Devo inoltre sottolineare una gravità amministrativa sistematica da parte della Giunta che è spesso assente in occasione delle principali iniziative del Piemonte sud, iniziative di carattere sociale e produttivo. Mi riferisco, ad esempio, all'assenza domenica scorsa a Valenza all'inaugurazione della Caserma dei vigili urbani della città; a Tortona ieri per l'inaugurazione di un istituto di corsi di formazione professionale, in un'area ad alto degrado produttivo e occupazionale qual è la Valle Scrivia, e potrei citarne altre ancora.
Vi è quindi l'esigenza estrema, a fronte di questa incapacità politica di direzione e della mancanza di un corretto ruolo di governo dell'Ente Regione, di cambiare linea e valutare diversamente soluzioni politiche e di ricambio governativo, perché questa Regione si sta avviando ad un degrado politico molto serio.
Gli importanti interessi economici e occupazionali della nostra Regione, che è anche cerniera con l'Europa, non possono essere mortificati o vanificati dal comportamento politico assolutamente insufficiente di questo esecutivo che penalizza il Piemonte specialmente in un momento politico così importante e delicato, quale quello attuale che meriterebbe sicuramente, per la gravissima situazione economica, sociale e produttiva dell'intero Piemonte, un esecutivo che vada alla vera e seria risoluzione dei drammatici problemi che sta attraversando il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Grazie, Presidente. Il Gruppo di Rifondazione Comunista poco fa ha accusato il nostro Gruppo, nella fattispecie il Capogruppo Consigliere Ghiglia, di perdere tempo e penso che da quel banco una simile affermazione e critica sia abbastanza risibile. Dico di più: talvolta, il Gruppo di Rifondazione Comunista, come gran parte della minoranza, non perde tempo perché vuole, come sta facendo da qualche mese, intossicare letteralmente l'attività di questo Consiglio.
Per numerosi ed importanti progetti di legge la minoranza e l'opposizione hanno, molto strumentalmente, presentato le famose migliaia di emendamenti e quindi l'attività del Consiglio, come ho già denunciato in un altro intervento, sembrerebbe paralizzata...



(Proteste del Consigliere Chiezzi riguardo alle affermazioni del Consigliere Salerno)



SALERNO Roberto

Inviterei il Consigliere Chiezzi a rispettare i Consiglieri regionali quando intervengono, come faccio io nei suoi confronti. Dire: "intossicare l'attività di un'aula", non vuol dire che lei è un tossico, Consigliere Chiezzi, vuol dire altro.
Vorrei ancora aggiungere che le dimissioni di una Giunta regionale possono essere chieste quando l'attività amministrativa è morta, quando non procede...
La invito, signor Presidente, a far tacere il Gruppo di Rifondazione Comunista.



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, è un termine parapolitico, così siamo d'accordo.



SALERNO Roberto

Mi sembra evidente che il senso era politico, non penso certo che lei vada a spacciare droga in un'aula di Consiglio! Vorrei concludere, Presidente. Se l'attività di una Giunta - dicevo - è immobile e morta, allora si può pensare che la richiesta delle dimissioni sia lecita. A me pare, invece, che l'attività di questa Giunta, in questi due anni e mezzo, sia stata caratterizzata da grandi provvedimenti. Non vorrei nominarli tutti, collega Chiezzi e collega Spagnuolo, però qualcuno importante credo ci sia stato e non in tanti anni, ma in due anni e mezzo.
Qualcuno vorrei citarlo, perché lo merita: la riforma dell'art. 17 avvenuta in grande apertura verso tutte le forze politiche; la legge sul turismo; la legge sulla caccia; il Testo Unico dell'artigianato, che abbiamo portato avanti con grande colloquio con tutte le parti politiche e le associazioni di categoria.
Ricordo ancora il Piano sanitario regionale, la legge sul personale...



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



SALERNO Roberto

Consigliere Chiezzi, non chiosi sugli interventi, impari a stare in aula anche lei! Come ho già chiesto la volta scorsa, anche in questa occasione ribadisco all'aula di cercare di funzionare sui temi concreti, cioè sulla politica vera. Non si possono passare giornate intere come quest'ultima, in riferimento al caso Angeleri: chiedere ancora la discussione e portare nuovamente in aula l'argomento, quando ci sono già state le dimissioni del collega Angeleri, quando c'è stata una dichiarazione del Presidente della Giunta che ha cercato di fare chiarezza in questa direzione.
Di fronte a queste posizioni già chiare, già dette, trite e ritrite, io chiedo che quest'aula torni finalmente a fare politica per la regione quella politica per la quale tutti i Consiglieri qui presenti sono stati eletti da 4 milioni di piemontesi.
Riguardo all'ordine del giorno, dunque, il nostro Gruppo si dichiara assolutamente contrario, mentre chiede un ritorno della politica in aula.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente. Ci troviamo ancora una volta a parlare dei problemi della maggioranza e non rimane che prendere atto che i lavori ordinari del Consiglio sono bloccati. Perché ogni settimana ci sono dei problemi nuovi in questa Giunta, ogni settimana c'è un conseguente dibattito, ogni settimana questa maggioranza riesce a litigare anche al proprio interno.
Oggi siamo qui - mentre fuori ci sono gli allevatori - a parlare del caso Angeleri, a discutere di fatti personali, a litigare sulle procedure d'aula.
Penso che questo Consiglio, ma soprattutto questa Giunta, si debba svegliare, debba affrontare determinati argomenti e non aspettare che arrivino gli allevatori qui dentro a svegliarci.
Per venire all'argomento della relazione della Commissione d'inchiesta e degli ordini del giorno di oggi, lascerei da parte la questione Angeleri e parlerei invece di quanto emerge dalla Commissione d'inchiesta, che fa impallidire le questioni legate all'ex Assessore Angeleri.
Abbiamo verificato gravissimi problemi di gestione dell'Assessorato e di gestione di questa Giunta, deliberazioni in sanatoria, controlli amministrativi inesistenti, scaricabarili degli stessi controlli scaricabarili di chi doveva verificare chi pagava le fatture, gestione di questa maggioranza perennemente in ritardo. E questo ritardo, a volte, ha giustificato delle procedure amministrative estremamente scorrette addirittura abbiamo appreso dell'esistenza di una "Giunta parallela", di funzionari che si trovano, propongono e poi non è sicuro che riferiscano agli Assessori quello che hanno deciso. Abbiamo anche verificato la scarsa propositività di questa maggioranza e quindi pensiamo che il Presidente Ghigo si debba dimettere.
La Lega Nord appoggia i due ordini del giorno presentati dalle forze della sinistra. Ma questo non basta; mi chiedo: se il Presidente Ghigo si dimettesse, che cosa succederebbe? Succederebbe che, evidentemente qualcuno tenterebbe di rifare una maggioranza, un nuovo Presidente, una nuova Giunta.
Noi abbiamo detto più volte che non siamo disponibili a nessun tipo di accordo: il Polo ha vinto queste elezioni, il Polo deve governare, se non ci riesce si torna alle elezioni amministrative; prendendo atto dell'inefficienza non solo di questa Giunta, ma anche dell'impraticabilità di questo Consiglio. Ha ragione il Consigliere Ghiglia sull'utilità delle riunioni dei Capigruppo: cosa servono quando si decidono all'unanimità dei presenti determinate cose, poi, ovviamente, c'è sempre l'eccezione, e queste eccezioni vengono anche permesse.
Pertanto presentiamo due emendamenti: l'emendamento all'ordine del giorno n. 643 e l'altro all'ordine del giorno n. 645. Con tali emendamenti proponiamo di aggiungere al termine del documento le seguenti parole: "il Consiglio regionale si impegna a porre in essere le procedure previste per addivenire allo scioglimento del Consiglio regionale e quindi alle elezioni anticipate." Questa è l'unica via se vogliamo essere coerenti con gli elettori che ci hanno votati. Non vorrei che, invece, la richiesta delle dimissioni del Presidente della Giunta nascondesse possibili e nuove aggregazioni che non sono state votate dagli elettori.
Noi dobbiamo semplicemente prendere atto del fallimento di una forza politica, il Polo, e tornare a chiedere agli elettori cosa ne pensano.



PRESIDENTE

Le ricordo, Consigliere Rosso, che gli emendamenti devono essere accettati dai firmatari degli ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

L'intervento di merito del Gruppo del PDS è stato svolto in modo puntuale dalla Consigliera Bortolin; sugli aspetti specifici emersi, non mi propongo di intervenire.
Intendo comunque sottoporre il mio pensiero al Presidente Ghigo, con la consueta franchezza che mi caratterizza e che mi porta a rivolgermi direttamente ai soggetti cui mi rivolgo, nonché al Consiglio ed ai colleghi della maggioranza.
Rispetto ai grandi problemi che travagliano la Regione - l'Authority e di altre importanti vicende quali il ruolo del Piemonte, l'occupazione ecc. - le questioni di cui stiamo parlando parrebbero più circoscritte.
L'insufficienza politica della Giunta regionale, rispetto ai grandi temi, è già di per sé una premessa, una condizione.
Credo che i colleghi della maggioranza saranno sollecitati a "fare quadrato" visto l'attacco al Presidente della Giunta; successivamente valuteranno come riutilizzare la situazione a fini del tutto interni.
Personalmente, ho sentore della situazione e ne sono preoccupato; non sono per lo scontro ad alcuno dei grandi enti che hanno la responsabilità di creare il futuro della Regione, indipendentemente dai loro colori: grandi sfide ci attendono e ci riguardano tutti. Al nostro interno, nel nostro ente, ognuno parla delle responsabilità in cui si trova direttamente coinvolto.
L'ordine del giorno. Una maggioranza solida, sicura, presenta un palma res di realizzazioni diverse da quelle rilevate dal Consigliere Salerno: collega, una volta tanto, in questo Consiglio regionale, parliamo davvero di politica! Gli esempi riportati sono riferiti o all'art. 17 della legge sulla caccia - modestamente, varata dalla Giunta Brizio - o alla quantità di cose di cui sapete bene. Abbiate almeno la modestia di riconoscere che quanto realizzato è minimale. La prospettiva di altri tre anni di realizzazioni di questo genere porterebbe il Piemonte al disastro; un disastro ci riguarderà tutti. Credetemi, sono sincero e perfino accorato: non si tratta di avere individuato un'operazione da propaganda di palazzo ma di pervenire ad una prima verifica sul lungo periodo.
Nella relazione - credo redatta con molta onestà, anche dal punto di vista dei contrappesi politici: la presenza dei Consiglieri Gallarini e Montabone rende indubitabile la linearità della solidità dei ragionamenti ci sono atti che richiamano alla responsabilità del Presidente.
Innanzitutto, atti di collegialità di Giunta, in alcuni casi inequivoci. Il Presidente, a sua volta, si è sempre occupato, anche personalmente, di turismo, che porta direttamente all'obiettivo-immagine.
L'immagine è una strategia evidente, palmare, innegabile per questa Giunta.
C'è poi una quantità di condizioni che non si possono presentare se non come difformi dall'elemento d'imprescindibile taratura, di misura, che caratterizza un corretto comportamento istituzionale.
Si sono rotte tutte le regole del liberismo, della concorrenza; c'è una trattativa che ha messo in imbarazzo i Presidenti e i funzionari delle APT.
Condurre una trattativa diretta significa avocare a sé il potere infrangendo ogni regola della libera concorrenza del mercato e del liberismo tanto invocato - al quale tutti quanti guardiamo con rispetto.
Mi rivolgo ai colleghi della maggioranza; di fronte alla votazione riproponete il problema in modo malaccorto: e la maggioranza si ricompatta.
Colleghi, se tutto deve servire a ricompattarsi, ci si ricompatti, ma sia chiaro vi state ricompattando su degli errori. Possiamo compattarci tutti, sui grandi progetti del Piemonte, ma certamente non sulle responsabilità: sono già due gli Assessori dimissionari, e si prospetta una terza situazione di crisi. Non si può più affermare che si tratta di "intemperanze ossessive della propaganda".
Mi aspetto dai colleghi della maggioranza la difficile, ma inevitabile valutazione del fatto che l'immagine di un'amministrazione si difende anche traendo in modo esplicito le conseguenze dagli atti compiuti.
Successivamente, si impostano nuovi processi, nuovi percorsi, altrimenti proprio a carico del mio Gruppo, sarebbe un insensato apprezzamento dire che si vuole boicottare: tutt'altro! Sia nel merito che metodologicamente.
Però, a questo punto, colleghi della maggioranza, tocca anche a voi: si è posta una questione di grande sostanza politica, quindi dobbiamo anche valutare se voi ci state ad affrontare, conseguentemente, le questioni di rilevanza importanza politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, a differenza del collega Riba mi pare di notare che da parte della maggioranza non c'è un'azione politica tesa a far quadrato attorno al Presidente, perlomeno non mi è parso finora.
Finora c'è stata - fatto frequente - una difesa di Alleanza Nazionale non tanto per l'operato del Presidente ma per il proprio operato, nel senso che AN si pone oggi come la forza che cerca di tenere in piedi la maggioranza e si vuole proporre come forza attiva.
Sicuramente finora non è mai stata una posizione di difesa del Presidente.
Questo lo dico perché dò una lettura diversa rispetto alle considerazioni che prima il collega Riba faceva.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno mi pare che sia più che motivato, anche se il risultato, in termini di votazioni, sarà abbastanza scontato; è motivato sul piano politico e sul piano amministrativo, quindi lo condividiamo totalmente.
Partiamo dalla constatazione che esiste realmente una crisi e questo è il dato di oggi, il dato di questi mesi in cui si sta procedendo a lavorare con Regolamento alla mano; stiamo diventando esperti in citazioni di articoli e di commi, di pregiudiziali, di fatti personali. Questo è il segno della reale crisi e crea difficoltà a chi deve presiedere questa assemblea; è il segno non tanto di una crisi del Consiglio, è un segno della crisi della maggioranza, perché una maggioranza coesa ha sicuramente gli elementi e la forza, dal punto di vista numerico e anche politico, per superare gli attacchi dell'opposizione.
D'altronde stamattina il nostro lavoro è iniziato subito con una divisione all'interno della maggioranza su come procedere.
Una posizione è quella di Gallarini e una posizione è quella di Ghiglia, modello che abbiamo già verifichiamo diverse volte. C'è sostanzialmente una posizione di AN che ritiene che le difficoltà della maggioranza siano risolvibili con il Regolamento, evitando di affrontare le questioni politiche; evita sempre di portare in Consiglio le questioni politiche e questo evidentemente è sbagliato, perché rimanda un problema lo rimanda enormemente.
In sostanza questa Giunta, questo Presidente, non riesce in due mesi neppure a sostituire un Assessore. Questo è un segno della crisi, è il segno di un'incapacità dal punto di vista politico a governare il Piemonte perché non riuscire a sostituire un Assessore quando si ha una maggioranza di 35 Consiglieri è veramente un segno di grave crisi. La sua maggioranza Presidente, non l'aiuta a svolgere il ruolo che gli elettori le hanno assegnato.
D'altronde, obiettivamente, quando sono stati fatti i rilievi dalla Commissione presieduta dalla collega Spagnuolo, il Presidente ha assunto qui in aula un atteggiamento di impegno per evitare il ripetersi dei fatti citati in quella relazione, ma debbo constatare, Presidente, che la delega al turismo in questo periodo di tempo, dalle dimissioni di Angeleri, lei non l'ha gestita in termini molto diversi.
Lei ci aveva assicurato che non si sarebbero mai più fatte delibere a sanatoria e invece lei, Presidente, ha fatto delibere a sanatoria. Lei si è assunto un impegno in occasione delle dimissioni di Angeleri, degli attacchi di Angeleri e della vicenda di Vaglio, dicendo "basta con le delibere in sanatoria", ma alcune recenti delibere che riguardano l'Assessorato al turismo, quindi da lei presentate, sono state fatte a sanatoria e lei continua a farne.
C'è una delibera del 6 ottobre dove lei sana alcune iniziative del 25 e del 28 settembre; è lo stesso comportamento di Angeleri, che lei ha criticato.
C'è un'altra delibera del 6 ottobre dove lei sana delle spese già di maggio e giugno. Vedo una delibera del 6 ottobre per la stampa dei cofanetti contenenti monografie della serie "Itinerari letterali", quelli del Grinzane Cavour, che tra l'altro non so per quale motivo debbano essere a carico della Regione Piemonte, considerato che la Regione Piemonte attraverso una convenzione dà un miliardo e cento milioni; qui c'è la delibera di stampa di questa iniziativa, stampata a giugno già distribuita ai Consiglieri.
Quindi, Presidente, io credo che in qualche momento lei ci consideri poco. Ci viene a dire "basta con le sanatorie" e poi lei continua a farle.
Ci sono quindi elementi, e concludo, per chiedere le sue dimissioni.
Noi chiediamo le sue dimissioni non solo per una sua evidente - e ammessa anche da lei - inesperienza non ancora colmata ad essere capo del governo della Regione Piemonte, ma perché lei Presidente non ha più una maggioranza che la sostiene. Se ne renda conto, lei non ha più una maggioranza che la sostiene, le dichiarazioni giornalistiche che abbiamo sentito dai Capigruppo di maggioranza lo dimostrano.
Lei è incapace persino a sostituire un Assessore, è incapace persino a fare quel minimo di ristrutturazione della Giunta che lei stesso ha già promesso diverse volte. Lei, sostanzialmente, è imbrigliato in questa maggioranza divisa, non coesa, che sta facendo affondare la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Credo che questi due anni e mezzo siano stati caratterizzati da gravi incapacità di governare da parte di questa Giunta, gravi irresponsabilità nessun progetto e poche idee. Questa è l'estrema conseguenza di una sostanziale, sia nel contenuto che nella forma, incapacità di governare di questa maggioranza.
Prima, qualcuno, dal banco della maggioranza, diceva "facciamo politica"; vorrei ricordare a quest'aula che ad oggi, dopo due anni e mezzo di governo, nulla è stato fatto rispetto ad una progettualità che invece inizialmente era stata promessa agli elettori del Piemonte. Si parlava di progetti forti su settori importanti, il lavoro e la sanità.
Non abbiamo un Piano regionale di sviluppo, un Piano dei trasporti, non abbiamo un Piano sanitario regionale, perché quello che è stato approvato in quest'aula è stato bocciato dal Commissario di governo. Ad oggi, quindi il Piano sanitario regionale non ha ancora visto il visto governativo.
E' stata varata da questo Consiglio la legge di ristrutturazione del personale che peraltro, ad oggi, non è ancora stata applicata. Viviamo quindi, in un Piemonte che vede un'incapacità di questa Giunta nel realizzare dei progetti. I progetti effettivamente non ci sono; mancano atti e strumenti fondamentali di programmazione e questi, uniti all'evidente mancanza di una maggioranza reale, mancanza di due Assessore ad oggi non completamente sostituiti, in riferimento alla relazione della Commissione di inchiesta che è stata istituita dal Consiglio ai sensi del Regolamento, rappresentano gli elementi chiari, visibili, della necessità di dare una svolta e quindi di tornare alle elezioni, chiedendo al Presidente della Giunta, che è il responsabile di tutte queste questioni e di questa maggioranza, di rassegnare le proprie dimissioni.
La relazione della Commissione d'inchiesta ha reso visibile il grave disordine amministrativo in cui si è svolta in questi due anni l'attività dell'Assessorato al turismo e di conseguenza di tutta la Giunta regionale.
Atti che hanno segnato un'incongruità degli atti amministrativi rispetto all'evolversi degli avvenimenti.
In particolare, noi abbiamo segnalato nel nostro ordine del giorno l'estrema gravità di un atto compiuto dalla Giunta regionale che attribuiva il conferimento di un incarico all'Azienda di promozione turistica di Torino per occuparsi di interventi tecnici organizzativi nello stesso giorno in cui l'iniziativa Europeade veniva inaugurata.
Questi, insieme ad altri fatti che riguardano altri Assessorati (penso a quello dell'Assessore Vaglio e alla prima questione relativa all'ex Assessore Viglietta), hanno espresso, e lo si esprime ormai settimanalmente in ogni seduta di Consiglio, come questa Giunta non goda più della sua maggioranza, ma sia una Giunta sostanzialmente debole.
Sugli organi di stampa, poi, alcuni componenti della maggioranza, una parte forte di questa maggioranza, Alleanza nazionale, chiede la definizione di una linea politica e strategica a questa Giunta per i prossimi anni. Sinonimo che questa linea politica e strategica forte ad oggi non è stata attuata.
Nel momento in cui si esprimono queste gravi disattese questioni su cui la Giunta ormai procede giorno per giorno, passo dopo passo, e considerando invece che questa Giunta ha la responsabilità di dare una direzione politica e di avere un ruolo politico importante in una Regione come il Piemonte che ha sicuramente delle caratteristiche economiche e sociali che la distinguono in parte anche da altre Regioni d'Italia, tali osservazioni rendono evidente come questa Giunta non sia assolutamente all'altezza e sia sostanzialmente incapace di governare la Regione Piemonte.
Atti di scorrettezza politica, incompletezza, incompetenza, pochi progetti, poche idee, scorrettezze amministrative, grave disordine in cui si muove una Giunta che sembra continui a far finta di niente e non vede invece cose che potrebbero vedere anche i ciechi.
Siamo in presenza quindi di un'evidente crisi di questa maggioranza che di fronte ad un progetto politico complessivo non ha visto risultati.
Rileviamo l'inesistenza di progetti di programmazione seri rispetto ai grandi settori come i trasporti, la pianificazione, lo sviluppo e la sanità. Mi sembra evidente richiedere a questo punto di voltare pagina, di assumersi le proprie responsabilità...
Vedo però che il Presidente Ghigo non è presente: ciò lascia ad intendere una totale inosservanza a questioni che invece risultano delicate, non per l'opposizione, ma per questa maggioranza e per un Consiglio che non è più in grado di sostenere questo ruolo e di adempiere al proprio ruolo di Consiglio regionale e di Giunta regionale perch effettivamente non vi sono più le condizioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dopo aver ascoltato tante voci ovviamente a sostegno degli ordini del giorno presentati, visto che sono state espresse dai firmatari degli stessi, che chiedono le dimissioni del Presidente, per quanto ci riguarda spendiamo qualche considerazione non ripetitiva rispetto a quelle che abbiamo già avuto modo di esprimere nel corso degli ultimi Consigli. Non staremo quindi a fare l'elenco dei provvedimenti che sono stati portati avanti da questa Giunta, approvati da questa maggioranza nei due anni e mezzo di legislatura. Ne abbiamo già parlato, quindi almeno noi cerchiamo di non essere ripetitivi e non lo saremo.
Visto però che siamo a pochi giorni dall'approvazione del piano sanitario, anche se poi a Roma sono state fatte delle osservazioni, per cui dovremo riportarlo in Commissione e in Consiglio, mi auguro in tempi brevissimi, non posso non rilevare che quello è stato un punto fondamentale nella sequenza di tasselli dei primi due anni e mezzo. Devo aggiungere inoltre che proprio ieri la Giunta ha adottato il bilancio 1998 e le delibere o le determine con le quali vengono nominati i direttori regionali. L'Ufficio di Presidenza peraltro lo ha fatto venerdì della settimana scorsa.
Questi due provvedimenti di per se stessi dimostrano come la Giunta stia lavorando e stia lavorando con delle prospettive che da un lato attraverso la nomina dei direttori regionali, chiudono una lunga fase di 25 anni di esistenza della Regione durante la quale il rapporto all'interno dei suoi 3.000 dipendenti era gerarchicamente strutturato in un certo modo.
La gerarchia istituzionale e funzionariale all'interno della Regione non funzionava; non ha funzionato né con le Giunte di pentapartito né con le Giunte di sinistra né - per venire a tempi recenti - dal 1990 al 1994 col Brizio 1 e il Brizio 1 bis e poi col Brizio 2 quando al governo c'erano DC e PDS. Non è quindi con un colpo di bacchetta magica che il Presidente Ghigo o altri Presidenti possono fare quello che gli strumenti a disposizione non ti consentono di fare. E' stata approvata una legge sul personale per responsabilità in fondo di tutti, non voglio addebitare responsabilità specifiche: sta di fatto che il Consiglio ha impiegato quasi due anni per portare a termine quella legge dal momento in cui è partita.
Questo è un dato di fatto e noi non possiamo mai prescindere dalla realtà.
Finalmente però è approdata, è vigente e finalmente ha consentito alla Giunta di procedere alla nomina di questi direttori regionali che rappresentano il primo tassello intorno al quale costruire un nuovo modo di essere.
Certo, io personalmente ho fatto parte della Commissione d'inchiesta ex art. 60 presieduta dalla collega Spagnuolo, che ringrazio ancora per la diligenza e l'impegno profusi all'interno di quella vicenda che è durata a lungo, anche se poi nelle conclusioni si dice che i tempi - effettivamente è vero - a fronte della mole dei problemi, sono stati anche troppo brevi.
Abbiamo quindi vissuto questo emergere del disordine amministrativo, ma io penso che chiunque abbia fatto parte di organismi esecutivi e abbia avuto "mani in pasta", nel senso buono, con l'amministrazione di questa Regione (non sto a ripetere tutti coloro e le coalizioni che si sono succedute negli ultimi anni), possa rendersi conto che purtroppo questo è un dato di fatto: il disordine amministrativo esiste. Poi ci sono settori e Assessorati dove paradossalmente, non per merito molte volte dell'Assessore, esiste un tipo di preparazione e di impostazione che non essendo omogenea all'interno della Regione consente ad alcuni picchi di elevarsi in un certo modo e ad altre zone d'ombra di livellarsi su livelli di soglia molto bassi.
Qui purtroppo si torna al discorso precedente: gli strumenti legislativi a disposizione dell'esecutivo e delle maggioranze che hanno guidato la Regione in tutti questi anni avevano sempre il limite di dover stare nelle cornici nazionali. Finalmente il salto di qualità lo si è fatto. Noi non crediamo, e lo abbiamo già detto in occasione dell'approvazione della legge sul personale, che questa legge sia il toccasana; sicuramente è un salto grosso, un salto notevole rispetto al modo di essere del passato.
Sicuramente dal punto di vista della gerarchia piramidale delle responsabilità (e prima ancora dell'introduzione stessa o della sottolineatura della responsabilità che dal '68 in poi era andata scemando non solo nel nostro ma in tutti gli Enti pubblici, dalla scuola alla sanità e così via), questo è finalmente un tassello in controtendenza - e noi siamo fiduciosi che, salvo verifiche in corso d'opera, riesca ad incidere in modo propulsivo - che consentirà di cambiare riferimento rispetto al quadro funzionariale della nostra Regione.
Per quanto riguarda il Piano trasporti citato dalla Consigliera Simonetti, certo, non lo abbiamo ancora approvato, però è arrivato in Commissione e la Giunta lo ha approvato oltre un mese e mezzo fa sostanzialmente - anche se ci saranno i tempi della Commissione e del Consiglio - la progettualità relativa ai trasporti è già sui nostri tavoli.
Tornando agli ultimi provvedimenti, penso che nei prossimi giorni forse già nella prossima seduta di Commissione prevista per giovedì mattina, avremo modo di parlare di bilancio.
Da quello che si evince dai pour parler avuti con l'Assessore competente, bilancio significa, sostanzialmente, prevedere un progetto che articolato in un certo modo, riguarda il secondo 50% della legislatura.
Quello di cui stiamo discutendo non è una virgola, bensì un progetto all'interno del quale avremo modo di sviscerare le questioni e di vivere la progettualità della Giunta; l'opposizione avrà modo di criticarla e di fare proposte alternative, ma - voglio dire - lo strumento è stato adottato già nella Giunta di ieri.
Quindi, salvo intervenire eventualmente in fase di dichiarazione di voto (ma se possiamo risparmiare tempo lo faremo volentieri), ora ascolteremo la comunicazione annunciata dal Presidente, sul quale valuteremo se intervenire o meno; comunque nel caso non intervenissimo dichiariamo il nostro voto contrario agli ordini del giorno presentati.
Tali documenti, pur partendo dal pretesto della relazione Angeleri sostanzialmente riportano sul tavolo una serie di argomenti che sono oggetto di dibattito quanto meno da un mese e mezzo all'interno di questa assemblea, senza alcuna novità.
A fronte di questo, invece, il Presidente già negli ultimi due o tre Consigli ha illustrato proposte innovative, annunciato innovazioni relative a trasparenza e tese ad eliminare quel disordine che la relazione della collega Spagnuolo e la Commissione di inchiesta hanno messo in evidenza e che noi condividiamo.
In effetti, c'è un certo disordine non solo nel settore che abbiamo esaminato, ma probabilmente anche negli altri; purtroppo, è diffuso un comportamento di un certo tipo.
Riteniamo però che le gambe per dare vita e velocità alle innovazioni annunciate siano fondamentalmente quelle che passano attraverso l'applicazione della legge 51 e quindi, punto cardine fondamentale, la nomina dei Direttori generali, già deliberata ieri dalla Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Siamo a poco più di metà del cammino di questa esperienza di governo e partendo da un fatto e non da un pretesto, la relazione ultima della Commissione di inchiesta, il nostro Gruppo si è permesso di presentare un ordine del giorno con il quale invita il Presidente della Giunta a dimettersi, per due ordini di problemi.
Da un esame di questo cammino, risulta un'inadeguatezza dell'azione svolta dal Presidente Ghigo sui due grandi versanti lungo i quali si pu esprimere un giudizio politico di un'attività di legislatura: il versante grosso e il versante minuto. Si può scegliere uno dei due versanti entrambi sarebbe meglio - ed ottenere dei risultati.
Nelle brevi osservazioni che dirò, cercherò di illustrare i motivi in base ai quali ci pare che su entrambi i versanti il Presidente Ghigo abbia realizzato un fallimento a tutto tondo, un fallimento dovuto probabilmente al fatto di aver scelto per il proprio ruolo un'impronta un po' effimera caratterizzando la propria iniziativa con un'interpretazione del ruolo di Presidente che ha privilegiato non un progetto per la Regione Piemonte, ma una presenza, la propria, come elemento sostitutivo e succedaneo di un progetto.
Non vi è stata un'analisi in conseguenza di questo fatto, di questo spendersi in immagine (propria, soprattutto, nemmeno degli Assessori) tanto meno vi è stata l'elaborazione di un progetto per il Piemonte.
Il Presidente Ghigo poteva - e secondo me doveva - scegliere un'altra strada, quella di diventare Presidente forte in forza di un progetto. E un Presidente può diventare forte in forza di un progetto che egli costruisce in armonia con la propria Giunta.
Un Presidente, quindi, che si qualifica per un'attività forte di coordinamento e di indirizzo di tutte le deleghe che compongono le attività di governo e che egli ha assegnato ai componenti di Giunta.
Questo era un modo forte di proporsi, alternativo all'effimero dell'apparire, e che avrebbe consentito al Presidente Ghigo, in due anni e mezzo, ad oltre metà del cammino, di presentare un Piano regionale di sviluppo.
In una situazione di così grave crisi, diversamente connotata sul territorio regionale, così come - non so se l'ha letta - viene illustrata nella relazione IRES del 1996, come è possibile pensare di far fronte ai grandi problemi che ha il Piemonte (da quelli delle aree industriali in grave crisi, il Torinese e altre aree del Piemonte, a tutto il problema delle aree agricole, la collina e la montagna), in questa multiformità di situazioni economico-sociali, senza disporre di un progetto vero.
Noi non disponiamo di un progetto per il Piemonte e, di volta in volta la scelta del Presidente Ghigo, coerente con l'enfasi alla propria immagine, è stata quella di appoggiarsi, ora qui, ora là, sui vari problemi, ma in modo oscillante e anche inefficace.
Faccio solo un esempio: l'Alta Velocità. Secondo il nostro punto di osservazione, è un esempio tipico dell'insufficienza dell'azione del Presidente Ghigo, che pure l'ha sposata acriticamente all'inizio del suo mandato, ripetendo quanto avevano fatto in precedenza le altre Amministrazioni elogiandola al di là di ogni enfasi possibile.
In questo suo aderire al progetto di Alta Velocità, non si è accorto che la sua era un'adesione del tutto legata all'immagine propria, al seguire un'onda dominante.
Infatti, il Presidente Ghigo non ha inserito l'Alta Velocità neppure in uno degli atti di programmazione che dovrebbero contenere queste scelte: il Piano territoriale di coordinamento. Si è disinteressato del problema.
Noi disponiamo oggi di un Piano che è poco meno di una guida turistica nel quale non è contenuta la scelta dell'Alta Velocità, che viene rimandata ad altro documento. Questo dimostra che la capacità di governo del Presidente Ghigo è stata bassissima: ha governato la propria immagine facendo spendere una montagna di soldi anche con arroganza, quando rispondendo in Consiglio alla nostra interpellanza, ha detto di non saper dire a cosa servissero tutti i soldi spesi per attività promozionali, e che per saperlo occorreva dare un altro incarico.
Di questo si è occupato, ma neppure rispetto a quei problemi su cui sembrava avesse un'intenzione di governo è poi stato conseguente, perch nel documento del Piano territoriale non esiste l'Alta Velocità.
E ancora, questo suo appoggiarsi ad un tema strumentalmente a fini di immagine personale, lo ha condotto a non accorgersi neppure che l'Alta Velocità oggi è cambiata, che il Ministro Burlando e il Ministro Ronchi hanno introdotto elementi fortemente critici del vecchio progetto, elementi che hanno raccolto anche alcune - non tutte di certo - delle osservazioni critiche che, ad esempio, il nostro Gruppo a livello parlamentare e nelle varie Regioni ha presentato, e si tratta di una strada che consegna alle Regioni altri aspetti.
I bersagli grossi, il Piano regionale di sviluppo, il Piano dei trasporti, ma anche quei bersagli che abbiamo acconsentito che venissero approvati, sono bersagli privi di contenuti, assolutamente inefficaci tutti di facciata. Anche l'ultimo, il Piano sanitario, giunto con un ritardo intollerabile ed in modo inadeguato, è stato nuovamente un fallimento di fronte al Commissario di Governo; per non dire di tutta l'attività urbanistica che ha prodotto quel topolino dell'art. 17 che non produce alcuna possibilità di movimento e di delega, proprio perché il Presidente Ghigo, invece di ristrutturare la situazione normativa riguardante l'urbanistica nell'unico modo possibile, quello della legge urbanistica, ha intrapreso una strada di piccolo cabotaggio.
Se almeno il Presidente Ghigo avesse fatto quello che di solito fa il buon padre di famiglia in casa propria! Il buon padre di famiglia tiene in ordine la casa, paga le bollette al momento giusto, non va in rosso finanziariamente, evita che in famiglia si litighi, cioè fa una piccola politica di piccolo cabotaggio che può anche avere la sua dignità, e ce l'ha senz'altro.
Avesse almeno fatto questo, il Presidente Ghigo: una messa a punto meticolosa degli aspetti più ordinari, più minuti del governo, che pure sono importanti, e quindi un controllo dell'efficienza degli uffici, del rispetto dei tempi nelle deliberazioni, della regolarità delle fatture.
Avesse messo un piccolo ordine nello stato delle cose! Questo, il Presidente Ghigo, non l'ha fatto, perché abbiamo visto che anche quest'ultimo fatto, la relazione della Commissione d'inchiesta, mette di fronte a tutti noi che alcune pratiche sono in uno stato confusionale. Vi è lo stato confusionale di tutte le fatture esaminate dalla Commissione d'inchiesta, che ad un certo punto mi è sembrata arrendersi ad un ulteriore approfondimento, perché non si capisce dove cominciano, chi le paga, quando le paga, per conto di chi, con quali criteri. Anche nelle piccole situazioni si è verificata l'esistenza di uno stato conflittuale tra momento politico e momento amministrativo, uno stato conflittuale tra Assessori e funzionari che ha creato numerosissimi attriti. Attriti che hanno portato a non rispettare le scadenze, quindi a fare deliberazioni false o a deviare i percorsi amministrativi in modo incomprensibile.
Per tutti questi motivi (insufficienza nel progetto ed insufficienza nella gestione, quindi fallimento nel versante importante e progettuale e fallimento nel versante ordinario, che pure potrebbe caratterizzare una gestione non molto progettuale) il governo Ghigo realizza un fallimento a tutto tondo.
Riteniamo che la nostra richiesta di dimissioni si inserisca, come abbiamo già detto un'altra volta, in una richiesta successiva di sciogliere il Consiglio regionale ed andare a nuove elezioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, tento di ricapitolare cosa è successo perché la lettura degli avvenimenti è importante per l'analisi della situazione. Oltre all'azione di governo generale che è stata illustrata da molti esponenti delle minoranze, abbiamo avuto degli Assessori, molti Assessori, della Giunta guidata dall'On. Ghigo travolti da una serie di fatti - collega Salerno. Si tratta di capire se questi fatti - collega Gallarini - sono stati incidenti in cui inconsapevoli principianti della politica sono incappati nelle maglie della burocrazia regionale, oppure sono state altre cose.
Per come conosciamo i fatti, ci sono state altre cose: Assessori che gestivano la cosa pubblica per conto dei cittadini e che hanno usato l'Assessorato per favorire degli amici. Questo è avvenuto e questo lei Presidente Ghigo, lo sapeva o non lo sapeva? E' così o non è così? Si tratta di capire se lei, Presidente, è disponibile, con le cose che ha detto al Piemonte, a fare il Presidente a tutti i costi. Evidentemente lei è disponibile a fare il Presidente a tutti i costi, sopportando anche certe azioni e comportamenti continuativi.
Essendo lei a capo di questa gestione, si dovrebbe sentire responsabile ammesso che non fosse a conoscenza di alcuni fatti - nei confronti dei cittadini, nei confronti dell'impegno elettorale che ha preso.
Si dovrebbe sentire responsabile e dire: "Io questi fatti non posso tollerarli". Diversamente, questi fatti li tollera infatti in un primo momento, quando accadono lei dice: "Non è vero"; come seconda risposta invece: "Sì, è vero, ma sono stati i funzionari"; terza risposta: "Il patteggiamento non è ammissione di colpa".
Questo è avvenuto. I fatti ed i comportamenti passano nella storia di questo Consiglio come se fosse del tutto naturale che avvengano in questo modo. Io non ritengo sia naturale e credo che questa maggioranza non debba approfittare di una caduta dell'etica nella politica che nuovamente c'è per giustificare tutto: non si approfitti di questo, perché i fatti avvenuti sono gravi in qualunque momento storico avvengono. La sua azione di governo è al momento magnificata solo dal Borghese o dai giornali che pagate, perché questa è la realtà, o è il Borghese che scrive...



(Voci in aula)



CAVALIERE Pasquale

Non dico che paga sottobanco, paga con le delibere comprando gli spazi pubblicitari, vi ricordo tutta la polemica che abbiamo fatto sui modi di fare comunicazione.
Sono stati spesi da questa Giunta quindici miliardi per far dire all'informazione locale che si opera bene. Se invece ci si esprime liberamente lo fa il "Borghese" e basta.
Mi pare che l'azione di governo di questa maggioranza, al momento in Piemonte, la intravedono solo i clochard i quali non potranno dormire in un posto riscaldato a Torino: solo loro vedono la vostra azione di governo!



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Prendo atto degli ordini del giorno presentati da vari Gruppi di opposizione a conclusione (l'ennesima conclusione) dello stesso dibattito per affermare alcune cose di cui sono estremamente convinto: questa maggioranza, questa Giunta, io per primo, non ha alcuna intenzione di sottrarsi al confronto, alla verifica, al dibattito in quest'aula, quando questo sia funzionale ed orientato a dare un impulso positivo agli interessi della collettività piemontese che, da ruoli diversi, siamo stati chiamati a governare.
Ora fatico a vedere in questi ordini del giorno un reale interesse al buon andamento della cosa pubblica, mentre mi è facile intravedere ben altro.
Vediamo con rigore i fatti oggetto di contestazione: vi è stata una analisi di atti e procedure da sempre applicate in questo ente, che tutti abbiamo riconosciuto essere poco ortodosse e suscettibili di modificazioni atte a rendere tutta l'azione amministrativa più lineare e trasparente.
Voglio ricordare in proposito un mio specifico impegno e una mia specifica comunicazione in quest'aula nella quale ho assunto specifici impegni su cambi di norme e rivisitazioni di leggi che sono oggetto di una deliberazione assunta dalla Giunta il 12 novembre 1997: primo atto al quale ho dato corso sull'impegno assunto in quest'aula.
Una considerazione su questo va fatta: questa maggioranza ha ereditato strutture e procedure molto variegate, con punte di obiettiva eccellenza amministrativa e situazioni di estrema debolezza di cui si è potuta rendere conto solo con una esperienza diretta quotidiana di lavoro.
Se un appunto posso fare prima di tutto a me stesso ed a questa Giunta è di aver tardato a mettere mano ad una profonda riorganizzazione delle strutture, recuperando ritardi accumulati in particolare nella passata legislatura che certo è stata così tormentata da far segnare il passo al Piemonte, anche rispetto alle innovazioni che in tema di ristrutturazione dei compiti tecnici e politici era obbligatorio avviare.
Due anni per riordinare una macchina così complessa sono stati appena sufficienti; chi ci critica, in decenni aveva appena saputo scalfire la superficie del problema.
Oggi, grazie al lavoro che la Giunta, ma anche quest'aula, hanno fatto la "rivoluzione" è partita e su questa ci misureremo, perché ci auguriamo di aver avviato un processo di innovazione radicale, quindi non una "pezza" ad un problema contingente, ma un progetto di riforma di cui risponderemo se non darà i risultati sperati: perché abbiamo fatto scelte di strategie organizzative e strutturali e di persone con cui attuarle.
Confido molto sulla azione di incisivo riordino amministrativo che l'applicazione della legge 51 ci consente e nel riconoscere che avremmo forse dovuto essere su questo più rapidi nell'azione, mi rifiuto categoricamente di accettare che vengano addebitati a questa Giunta disordini amministrativi frutto, se mai, di prassi consolidate negli anni.
L'azione di riordino intrapresa ci consente l'analisi approfondita di atti e procedure e situazioni pregresse e annose che ci rendono determinati a proseguire un'opera di linearità e trasparenza che non possiamo certo dire di aver ereditato.
Certo occorre ora che i dirigenti sappiano assumersi le responsabilità che la legge attribuisce loro, che sappiano comprendere l'esigenza della modernizzazione ponendosi al servizio del cittadino che sta al centro della loro attività.
Quindi non invitatemi a dare le dimissioni: ho sufficiente responsabilità e rispetto delle istituzioni per dirvi che qualora ritenessi questa Giunta, questa maggioranza inidonea a ottemperare al mandato che gli elettori le hanno ampiamente riconosciuto sarei il primo a trarre le dovute conseguenze.
Ma non è così.
Anzi, rivendico con orgoglio a questa Giunta ed alla maggioranza che la sostiene, risultati positivi.
Il nostro è il primo governo regionale che si è posto e ha conseguito l'obiettivo di governare anche per lungo termine, cioè per lasciare qualcosa di concreto dietro a sé, dopo aver trovato, al proprio insediamento, se non proprio i cassetti vuoti, certo una macchina poco funzionante e poco funzionale, sommersa dell'ordinaria amministrazione.
Il nuovo corso è passato sia attraverso scelte di carattere organizzativo sia per tramite di quelle amministrative a partire dalla completa messa in rete della pubblica amministrazione regionale come premessa per una effettiva informatizzazione del processo amministrativo a tutela del cittadino.
Il cambiamento si è riflesso anche sulla produzione legislativa mettendo in cantiere poche leggi ma di portata strategica.
Marcatamente nella direzione della sburocratizzazione è andata la semplificazione della normativa urbanistica.
Certo tutto è migliorabile e noi vogliamo migliorare, vogliamo farlo nell'interesse di questa regione a cui dobbiamo saper dare di più in termini di operatività e di idee.
Per questo questa Giunta e questa maggioranza non possono accettare n di essere narcotizzate in dibattiti senza presupposti, né paralizzate da strategie dell'insinuazione e del sospetto che nulla hanno a che fare con la politica, anzi sono la negazione della politica stessa, della capacità di lavorare per costruire attraverso idee e strategie.
La maggioranza deve recuperare la consapevolezza, la tensione l'ambizione di inizio legislatura.
Abbiamo il dovere di esercitare fino in fondo il mandato degli elettori.
Noto, purtroppo, che talvolta si preferisce farsi male da soli, dando argomenti ad una opposizione che non ha né idee né programmi.
Questa Giunta e questa maggioranza hanno idee e forze intellettuali per affrontare a pieno ritmo la seconda parte della legislatura, continuando la stessa linea di azione.
La Regione sta impostando il nuovo programma regionale di sviluppo questo è un tema che viene evocato da più interventi dell'opposizione: lo stiamo predisponendo. Colgo l'occasione per dire al Consigliere Chiezzi che ha citato il Piano territoriale, che nel Piano territoriale l'inserimento dell'Alta velocità è previsto.
Lei, Consigliere Chiezzi ha sostenuto che non c'è l'inserimento dell'Alta velocità, mentre non è così.
La Regione sta impostando un nuovo programma regionale di sviluppo con il ruolo delle nuove direzioni regionali e con la gestione delle risorse di breve e lungo periodo attraverso il bilancio, che trasformeremo da risultato di somma di scelte settoriali, in strumento per compiere in modo costruttivo e consapevole quelle scelte.
Certo in questi anni si sono spese poche parole, annunciati pochi libri dei sogni, ma compiuti tanti passi, all'apparenza oscuri, per far funzionare la Regione. Questo nella convinzione che una pubblica amministrazione che funziona crea molti più posti di lavoro di tante conferenze sull'occupazione e che la riforma in senso federale e regionale dello Stato si ottiene soltanto sulla base di una riconosciuta maggiore efficienza della Regione, altrimenti è vuota rivendicazione.
Tutti noi sappiamo bene che le dimissioni di questa Giunta non porterebbero a nuove elezioni, ma aprirebbero un periodo di instabilità e confusione di cui forse i Consiglieri di opposizione hanno nostalgia. Loro non noi, non questa maggioranza, men che meno i cittadini piemontesi.
Collega Cavaliere, colleghi Chiezzi e Saitta, mi chiedo se avete parlato recentemente con i vostri elettori; se lo avete fatto non potete non aver percepito il bisogno che c'è di certezze, di speranze, di lavoro.
Certo non vogliono confusione, insinuazioni, pettegolezzi.
E allora mi chiedo se confusione, insinuazioni e pettegolezzi non servano a coprire pesanti responsabilità che ha il Governo centrale sostenuto dalle forze che sono opposizione in quest'aula.
Responsabilità che derivano da mancate scelte che penalizzano gravemente il Piemonte; penso all'Authority, all'Alta Velocità, al passante ferroviario, dove con un atto di coraggio la Regione ha stanziato 50 miliardi per il suo completamento e la sua realizzazione, per citare solo le questioni macroscopiche che si vuol fare passare in second'ordine.
Allora mi chiedo come possa il PDS non dimostrare in quest'aula, anche dai banchi dell'opposizione, di essere forza di governo, forza capace di confrontarsi sui fatti, ma capace anche di dimostrare di contare a livello nazionale nel difendere il nostro Piemonte, senza bisogno di ricorrere agli aspetti deteriori della contesa politica per avere ruolo e visibilità.
Concludendo: se si dovesse aprire una fase di instabilità, di confusione, di irresponsabilità, non ci sarebbe alcun bisogno di ordini del giorno: me ne andrei prima io. Non conosco e non voglio conoscere il mercanteggiamento tra partiti. La mia stella polare non sarà certo il mio personale consenso, ma la consapevolezza di poter lavorare con diligenza e con efficienza al servizio di una Regione che merita molto.



PRESIDENTE

E' stata presentata, da parte dei Consiglieri della minoranza, Riba Marengo, Spagnuolo, Angeli, Saitta, Cavaliere, Manica, Bortolin, Miglietti Vindigni, Suino, Riggio, Bertoli e Gatti, la richiesta che l'ordine del giorno venga votato a scrutinio segreto.
Non è assolutamente possibile, perché le votazioni avvengono a scrutinio segreto quando si tratta di nomine, art. 66, salvo quanto stabilito dagli artt. 32 e 33 dello Statuto, nonché ogni volta che si tratti di questioni riguardanti persone.
Lo scrutinio segreto, art. 66, III comma, si effettua anche quando lo richiedono nove Consiglieri, sempreché il Presidente della Giunta regionale non dichiari che l'oggetto investe il programma politico o la propria permanenza in carica. Deve dichiararlo.
Siccome è scritto nell'ordine del giorno stesso, si vota per appello nominale.
La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ritengo di non accedere alla richiesta di votazione a scrutinio segreto perché è una votazione sull'ordine del giorno che deve essere palese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto. Abbiamo perso due ore e venti minuti per questioni procedurali. Ricordo che pu parlare per cinque minuti.



CHIEZZI Giuseppe

Ha visto, Presidente, che il nostro Gruppo non ha neppure utilizzato i dieci minuti.
Noi conserviamo questo ordine del giorno anche in relazione al fatto che su molte questioni il Presidente non ha neppure interloquito, perché ho visto che ha letto un testo preparato in precedenza, quindi ha letto argomentazioni che non colloquiavano neppure con le moltissime osservazioni che sono giunte.
Mi è parso un po' stralunato questo intervento del Presidente ed è un po' curiosa l'osservazione che le procedure poco ortodosse non siano in alcun modo addebitabili ad una gestione lunga due anni e mezzo. Questo è veramente strano, lei si assolve da responsabilità così lunghe e persistenti e si assolve dal fatto che, se siamo giunti a conoscerle questo non è dovuto ad un'iniziativa autonoma e di buon governo; il cattivo governo sarebbe continuato cinque anni, se da parte dell'opposizione non si fossero avute congrue iniziative atte a scoperchiare uno stato di cose nel quale lei caldo caldo stava.
Ed è questa una delle ragioni per cui chiediamo le dimissioni, perch anche lei, così dicendo, ammette di essersi disinteressato per due anni e mezzo di procedure poco ortodosse.
Quindi noi rimaniamo fermi nella nostra richiesta, voteremo anche l'ordine del giorno presentato successivamente dall'altra parte del centro sinistra di opposizione. In questo momento mi stanno consegnando un altro ordine del giorno su cui dovrei pronunciarmi; se non posso farlo adesso interverrò successivamente per un'altra dichiarazione di voto.
Ad ogni modo, sull'emendamento della Lega, quello iniziale che riguarda l'ordine del giorno n. 645, ribadisco che - l'ho detto alla fine del mio intervento - noi siamo per le dimissioni di questa Giunta e per aprire la procedura di elezioni anticipate. Su questo non c'è dubbio, anche perch qualche tempo fa, avevamo presentato un ordine del giorno (votato insieme ad altri), in cui c'era scritto, in modo esplicito, questo fatto.
Quindi diciamo che siamo d'accordo, e questo fatto è contenuto implicitamente nel nostro ordine del giorno, già sancito con un nostro voto.
Però, essendo il fatto elettorale un argomento squisitamente politico e di grande rilievo, e conservando nei confronti delle posizioni secessioniste della Lega un distinguo più che netto, questo distinguo non ci consente di firmare, su temi politici di questa rilevanza, un ordine del giorno insieme ad una forza che riteniamo instradata su un percorso da contrastare nettamente e, non solo, pericolosissimo per la democrazia nel nostro Paese.
Quindi, se la Lega vuole presentare un suo ordine del giorno, in cui anch'essa, come noi abbiamo già fatto qualche tempo fa, auspica l'inizio delle procedure per le elezioni anticipate, noi lo voteremo, ma sul nostro ordine del giorno preferiamo non avere affiancamenti con la forza secessionista.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

In questo dibattito e nelle conclusioni del Presidente noi ci limitiamo a prendere atto di alcune questioni.
Da un lato, il tono della replica del Presidente, molto tranchant e per la verità un tono che parte molto dall'alto, senza averne assolutamente, a nostro avviso, le motivazioni.
Dico questo, perché, Presidente, come è già stato fatto notare, noi siamo arrivati a mettere in evidenza gravi difficoltà amministrative disordine e quant'altro, non per iniziativa del Presidente della Giunta.
E' stato detto, ma vale la pena, proprio per il tono della replica, di ricordarlo al Presidente; anzi, devo ricordare che anche quel documento che lei ha voluto richiamare, cioè quello con il qualche ha portato diversi punti all'esame del Consiglio, era stato ampiamente sollecitato dalle opposizioni e quasi concordato con il Presidente della Giunta regionale quale condizione per concludere, anche in questo caso, fasi precedenti di dibattito su fatti gravi che sono emersi in questa Giunta e in questa maggioranza.
Il Presidente ha voluto usare, in questa conclusione, delle parole forti, delle espressioni forti; ci ha detto: "la rivoluzione è partita, non abbiamo messo una pezza giustificativa, stiamo ponendo in essere delle strategie organizzative, abbiamo ritenuto di aver scelto le persone necessarie per applicarle".
Presidente, mi spiace doverglielo dire, ma nella sua replica c'è di nuovo un tentativo di scaricare la responsabilità sui dirigenti, perché in pratica si dice di nuovo: "Se i dirigenti faranno il loro dovere, questi problemi saranno evitati".
Nella sua replica, Presidente, c'è il vizio di fondo di non volersi accorgere che siamo invece di fronte a delle pesanti responsabilità di carattere politico, responsabilità che sono emerse e che - mi permetta proprio lo stesso Consigliere Angeleri volle oltretutto dichiarare alla stampa. Per cui queste responsabilità politiche sono state richiamate da una componente della sua stessa maggioranza, prima che dall'opposizione.
Ci spiace quindi dover vedere che anche un lavoro così attento e minuzioso è caduto su un terreno e su un atteggiamento di risposta che non possiamo assolutamente condividere, così come non condividiamo un giudizio un po' approssimativo.
Desidero inoltre fare due considerazioni su un giudizio che ho sentito esprimere dal Presidente, il quale ha detto: "Ho trovato i cassetti vuoti".
A me non pare che si possa dire che sono stati trovati i cassetti vuoti, perché sono circa due anni che votiamo provvedimenti impostati dalla Giunta precedente (ad esempio, la legge sull'artigianato); provvedimenti alla cui realizzazione l'opposizione ha concorso, talvolta creandosi anche degli imbarazzi, perché li aveva preventivamente impostati. Ricordo la legge sul personale, che nasce come una proposta precedente, e tanti altri provvedimenti anche in materia di territorio, per cui non credo proprio che si possa dire che sono stati trovati dei cassetti vuoti.
Voglio però fare una conclusione finale, Presidente (e chiuderò nei cinque minuti). E' vero che l'art. 66 dice che "Lo scrutinio segreto si effettua anche quando lo richiedano nove Consiglieri, sempre che il Presidente della Giunta regionale non dichiari che l'oggetto investe il programma politico o la propria permanenza in carica".
Tuttavia, lei sarebbe stato più convincente a proposito della saldezza della sua maggioranza se avesse accettato lo scrutinio segreto.
Non avere accettato lo scrutinio segreto è una dichiarazione di debolezza da parte sua, di non convinzione della sua maggioranza, la quale non l'ha sostenuta, una maggioranza che è divisa e che abbiamo visto in pesante crisi: anche lei ne è convinto, tant'è che vuole lo scrutinio pubblico.
Presidente del Consiglio, le volevo dire che, forse, anche il fatto di richiamare in aula il Presidente della Giunta è stato un po' come orientarlo su una risposta. Glielo dico, come sempre, in maniera molto sorridente, ma mi permetto di dirglielo.



PRESIDENTE

Ma chi doveva dare una risposta? Io non potevo certo essere il suo ventriloquo!



SPAGNUOLO Carla

Però lei non doveva richiamare il aula il Presidente: abbia pazienza questa è la mia opinione.



PRESIDENTE

Ma la risposta doveva darla lui! Comunque, anch'io, sorridendo, le ricordo che esiste il combinato disposto Regolamento e Statuto, il quale all'art. 33 recita: "Il Presidente e la Giunta cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia espressa per appello nominale col voto della maggioranza dei Consiglieri assegnati alla Regione".



SPAGNUOLO Carla

Presidente, posso dirle una cosa? Ho avuto l'impressione che se lei non avesse richiamato in aula, e soprattutto non avesse richiamato l'attenzione del Presidente della Giunta, il Presidente della Giunta sarebbe tranquillamente uscito e noi avremmo votato a scrutinio segreto.
Lei è abile e attento - questo gliel'ho sempre riconosciuto - ma mi consenta una piccola critica: se lei non lo avesse richiamato, il Presidente della Giunta sarebbe stato fuori.



PRESIDENTE

Ma chi avrebbe risposto, allora? Io dovevo fare applicare il Regolamento!



SPAGNUOLO Carla

Ma il Presidente della Giunta non è obbligato a rispondere! Dice sempre :"Il che non vuol dire che il Presidente della Giunta debba sempre rispondere".



PRESIDENTE

Però c'era anche il combinato disposto dello Statuto.



SPAGNUOLO Carla

Abbia pazienza: accetti questo piccolo richiamo! La ringrazio molto.



PRESIDENTE

Ma certo, per carità: si immagini, se non lo accetto! Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Marengo ne ha facoltà.



MARENGO Luciano

Io ovviamente ero già orientato a votare l'ordine del giorno che abbiamo presentato, ma ho iniziato il mio intervento proprio dicendo che ero già orientato perché anche se non fossi stato orientato, adesso voterei l'ordine del giorno che è stato presentato, dopo la replica del Presidente Ghigo. Perché il Presidente Ghigo nella sua replica ha detto due cose che non sono assolutamente convincenti per nessuno, tanto meno per me.
La prima: ha cercato di scaricare ancora una volta (veniva già rilevato prima dalla Consigliera Spagnuolo) sui dirigenti la responsabilità. I dirigenti hanno sicuramente delle responsabilità burocratiche amministrative, ma le responsabilità politiche - Presidente Ghigo - sono tutte sue e della sua Giunta! Non può pensare di scaricarle su altri. Le responsabilità politiche di aver fatto o di non aver fatto, di aver fatto bene o male, sono esclusivamente della Giunta! Non può essere addebitato al personale della Regione, quasi con un ricatto all'indomani della nomina dei dirigenti, che o si comportano come la Giunta chiede oppure questa Giunta scaricherà sempre responsabilità politiche, anche sue, sui dirigenti.
Questo è assolutamente inaccettabile! La seconda affermazione che lei ha fatto nella sua relazione è che ha trovato i cassetti vuoti. Presidente Ghigo, se lei avesse trovato i cassetti vuoti quando è arrivato, noi da due anni e mezzo saremmo qui con le mani in mano! Non avremmo saputo cosa fare, se avessimo dovuto aspettare i progetti della Giunta di centro-destra e se la Giunta di centro-destra non avesse invece avuto la possibilità di lavorare su progetti che sono stati presentati dalla precedente Giunta e dalla precedente maggioranza! Tutti i progetti di legge più significativi e più qualificati che sono stati approvati da questo Consiglio regionale sono stati progetti presentati dalla precedente maggioranza! Alcuni Assessori peraltro, come Leo e Cavallera, sono ancora presenti nella sua Giunta e credo possano essere buoni testimoni di come in questi due anni e mezzo si sia potuto lavorare in questo Consiglio perché c'erano questi precedenti, perché se avessimo - ripeto - dovuto aspettare le proposte che questa maggioranza e questa Giunta avrebbero dovuto fare, noi da due anni e mezzo saremmo qui con le mani in mano! Aspettiamo il piano di sviluppo, il piano dei trasporti è stato presentato due anni e mezzo dopo e potrei continuare con l'elenco. Non sarebbe stato approvato il testo unico dell'artigianato; non sarebbe neanche stata approvata la legge sul personale se non fosse stata presentata immediatamente all'indomani dell'insediamento della Giunta la nostra proposta di legge! Nostra proposta di legge che pure era molto diversa da quella che avete presentato voi; una legge sulla quale abbiamo peraltro lavorato per modificarla in modo che fosse più accettabile rispetto alle necessità che ha la Regione di funzionare.
Chiudo la mia dichiarazione di voto ringraziando io, invece, il Presidente Picchioni di aver richiamato il Presidente Ghigo. Credo che abbia fatto bene a richiamarlo perché per me e credo per il resto dell'opposizione oggi il Presidente Ghigo è già nei fatti dimissionario perché nel momento in cui il Presidente Ghigo non ha accettato il voto segreto ha ammesso che lui di questa maggioranza non si fida! Non è assolutamente sicuro! Ha avuto timore, io credo molto giustificato Presidente Ghigo, quindi se vuole rimanere lì chieda sempre il voto palese mai il voto segreto! Perché se chiede il voto segreto io temo che vada a finire come con Juvecentus, e io quindi capisco benissimo che lei abbia chiesto che si voti in modo palese. Ma questa è una ammissione di debolezza politica, di divisioni della maggioranza, è l'ammissione di non avere più la maggioranza e quindi la constatazione che questa Giunta non pu continuare a governare il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, io credo che il Presidente Ghigo abbia letto un intervento al quale non credeva: non era il suo tono, probabilmente gli è stato suggerito da qualcun altro, mi sembra il tono di un'altra componente attiva in Consiglio regionale, perché ha sottovalutato un fatto obiettivo: che l'opposizione in questi due anni e mezzo è stata un'opposizione seria e costruttiva. Non solo ha sottovalutato questo fatto, ma ha rivolto alle opposizioni delle accuse pesantissime - delle accuse pesantissime! - che non fanno parte del suo modo di essere e di fare politica così come l'abbiamo conosciuto in Consiglio regionale. Mai - mai! - il Presidente della Giunta ha fatto questi richiami negativi al passato. Normalmente è noto come persona moderata; mai ha fatto questi richiami che costituiscono un'offesa ad alcuni suoi Assessori che hanno avuto un ruolo e hanno un ruolo importante anche in questa Giunta e anche ad alcuni Consiglieri che hanno fatto parte delle maggioranze che si sono succedute nella Regione Piemonte. Quindi non soltanto lei offende la minoranza, ma offende anche la sua maggioranza, alcuni uomini della sua maggioranza.
Lei ha fatto delle allusioni pesantissime che non le fanno sicuramente onore e con qualche affermazione eccessiva, come quella che lei non conosce il mercanteggiamento dei partiti! Io capisco che questa può essere una sua aspirazione ed è giusto che questa sia una stella polare, come lei ogni tanto dice, per il modo con cui in Regione bisogna comportarsi, ma io credo che ci sono elementi noti per dimostrare che forse lei non ha mercanteggiato, ma la sua maggioranza, alcuni componenti della sua maggioranza hanno mercanteggiato dal punto di vista politico. Nei prossimi giorni avremo la dimostrazione che se lei non ha mercanteggiato è stato notaio inattivo, testimone di un mercanteggiamento che si è svolto alle sue spalle.
Sul fatto della produzione legislativa ha già detto prima il collega Marengo; io mi rifaccio totalmente alle sue considerazioni che sono tutte completamente condivisibili.
Presidente, noi abbiamo parlato con i nostri elettori, li conosciamo e abbiamo continuamente occasioni per capire, dal nostro punto di vista evidentemente, che cosa chiede il Piemonte a questa Giunta regionale.
Quello che le posso assicurare è che gli elettori del Piemonte, quelli che conosciamo e quindi parlo evidentemente a nome dei Popolari, ma penso anche a nome di qualcun altro, non ne vogliono più sapere di questo grande spreco della Regione Piemonte! Io non voglio riprendere le polemiche degli anni passati, ma penso a tutta l'attività promozionale enorme, ai miliardi che sono stati spesi. Lei Presidente non ha saputo vigilare nei confronti dei suoi Assessori. Quando la Commissione presieduta dalla collega Spagnuolo ha presentato un documento firmato anche dai suoi Capigruppo (Montabone, Cotto e Gallarini) laddove si dice che un suo Assessore ha esercitato delle pressioni, che sono state adottate delle procedure spicce, ma Presidente lei che cosa ha fatto dopo questa relazione? Che cosa ha fatto? E ci richiama alle nostre responsabilità? Ma lei, Presidente, ha fatto nulla! Come ha fatto nulla il suo Assessore nei confronti di alcuni funzionari! Ma soprattutto nei confronti di alcuni suoi Assessori! Presidente, lei si ricorda che cosa ha detto qui quando è nata la questione Angeleri? Che lei difendeva l'operato del suo Assessore! La Commissione, con le firme dei Capigruppo di maggioranza, ha detto che il comportamento non era non solo ortodosso, ma c'era qualcosa di più ed è stato scritto e sottoscritto! E lei che cosa dice su questo? Niente! Lei dice che questo è un dibattito narcotizzato. Allora mi sembra evidente che ci sono più che motivi per richiedere e confermare le richieste di dimissioni.
E' perfettamente vero quanto ha detto il collega Marengo: questa sua volontà di non procedere al voto segreto è il segno e la conferma di ci che noi abbiamo sostenuto, cioè che lei ha una maggioranza soltanto formale, non ha più una maggioranza perché sono anch'io convinto che se si fosse proceduto al voto segreto lei non avrebbe avuto la maggioranza! La crisi c'è, indipendentemente dal risultato della votazione su questo ordine del giorno, e per quanto mi riguarda accolgo l'emendamento dei colleghi della Lega Nord.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente. Sinceramente non ho capito la reazione del Presidente Ghigo, perché penso che questo sia il momento giusto Presidente, per chiudere l'argomento. Lei è il Presidente, quindi un minimo conta ancora all'interno di questa maggioranza.
Se lei avesse accettato il voto segreto e fosse uscita una maggioranza compatta, almeno sulle vicende della Commissione d'inchiesta e del collega Angeleri avrebbe chiuso l'argomento. Diversamente, lascia la possibilità di diverse interpretazioni.
La Lega Nord conferma la richiesta di dimissioni, unita all'impegno dello scioglimento. Presidente Ghigo, lei ha ragione quando dice che non bastano le dimissioni; l'intento della Lega Nord non è quello di far dimettere il Presidente Ghigo per permettere "ribaltoni e ribaltini inciuci e inciucetti". L'intento della Lega Nord è quello di far dimettere il Presidente Ghigo per andare a nuove elezioni.
Se ho capito bene, riguardo all'ordine del giorno presentato dalle forze dell'Ulivo è stato accettato il nostro emendamento. Quindi, anche noi voteremo a favore di questo ordine del giorno. Ne abbiamo presentato anche uno nostro, che naturalmente voteremo.
Abbiamo difficoltà, invece, riguardo all'ordine del giorno del Gruppo di Rifondazione Comunista, che, se non ho capito male, non accetta il nostro emendamento, ma poi voterà il nostro ordine del giorno.
L'ordine del giorno di Rifondazione Comunista per noi è insufficiente perché pensiamo che non si possa separare il momento delle dimissioni dal momento dell'impegno allo scioglimento del Consiglio, perché non vogliamo che si instauri una procedura che potrebbe portare alle maggioranze più strane.
Collega Chiezzi, non è possibile che Rifondazione Comunista, anche sulla questione politica di una maggioranza che non sta più in piedi, tiri fuori questioni a livello nazionale, ideologiche, strumentalizzi il discorso di autodeterminazione del popolo padano, perché se io dovessi fare lo stesso ragionamento, potrei portare ad esempio la grande dimostrazione di democraticità che avete fatto davanti alla FIAT, il 6 settembre, laddove non avete permesso ad un Sindacato libero di fare una manifestazione rompendo il suo gazebo.
Ma non voglio portare questo argomento adesso, anche se un argomento di questa portata, visto che è coinvolta Rifondazione Comunista, sarebbe da discutere; è all'o.d.g. da due mesi e non siamo mai riusciti a discuterlo: questa è un'altra conferma di quanto dicevo, cioè della difficile praticabilità di questo Consiglio.
Quindi, non per fare una ripicca, ma unicamente perché non siamo d'accordo a chiedere soltanto le dimissioni del Presidente Ghigo, non parteciperemo al voto dell'ordine del giorno di Rifondazione Comunista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, la replica del Presidente Ghigo credo si fondi su un'analisi non veritiera dei fatti, di ciò che è accaduto. Nel senso che gli incidenti ripetuti e gravi accaduti a diversi suoi Assessori non sono da quel che al momento abbiamo potuto apprendere, riconducibili solo al disordine amministrativo, ecc..
Questo è l'elemento essenziale per cui la sua analisi si fonda su presupposti sbagliati e pertanto le conclusioni del suo ragionamento sono completamente errate. Ma non potrebbe essere altrimenti, perché, a differenza di ciò che dice, il Presidente non vuole trarre le conclusioni dell'immobilismo di questa maggioranza.
Lei, Presidente, inizialmente ha dichiarato che se questa maggioranza non fosse nelle condizioni di governare, ne trarrebbe le conseguenze da solo. Questo, da qualche mese, è evidente, perché da qualche mese questa maggioranza non è in condizione di governare il Piemonte. Quindi, se lei è coerente con quanto dichiara, ha già tutti gli elementi per poter trarre le conclusioni e per poter dimostrare quello che lei definisce il suo "senso di responsabilità nei confronti dei cittadini del Piemonte".
Lei, invece, ha difeso certi comportamenti, perché in effetti non ha mai condannato le azioni amministrative dell'ex Assessore Angeleri.
Io, tra l'altro, invito il collega Angeleri a ritornare nel Gruppo di Forza Italia, perché le sue azioni sono state perdonate, il Presidente Ghigo non ha alcun rilievo da fare, quindi non è vero che lei non è stato difeso. Lei è stato difeso, Consigliere Angeleri, non perché il Presidente volesse effettivamente farlo, ma perché per difendere se stesso doveva difendere anche lei.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno n.
643, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la relazione della Commissione d'inchiesta istituita ai sensi dell'art. 60 del Regolamento consiliare come da Decreto del Presidente del Consiglio regionale in data 19/09/1997 visto il grave disordine amministrativo nel quale si è svolta l'attività dell'Assessorato al turismo e della Giunta regionale, con atti incongruenti con la realtà delle cose ritenuto necessario interrompere tale prassi, che arreca danni materiali ed immateriali alla Regione Piemonte ed al proprio corretto rapporto con le organizzazioni economiche e sociali e con l'insieme della cittadinanza ritenuto che l'atto necessario per avviare una svolta in termini di correttezza, puntualità, trasparenza amministrativa dell'azione del governo regionale consista in una formale soluzione di continuità nell'azione del governo regionale che soggettivamente ed oggettivamente ha gestito la situazione di inadeguatezza amministrativa senza porvi rimedio rilevato in particolare il fatto di estrema gravità compiuto dalla Giunta regionale che ha approvato, il 24 luglio 1996, il conferimento dell'Azienda di Promozione Turistica di Torino dell'incarico di occuparsi degli interventi tecnici, organizzativi ed amministrativi relativi alla 33' Europeade lo stesso giorno in cui, in realtà, essa veniva inaugurata al fine di voltare pagina rispetto a tale preoccupante incapacità a svolgere un corretto ruolo di governo invita il Presidente della Giunta regionale a rassegnare le proprie dimissioni." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 19 voti favorevoli e 28 contrari (non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri).
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 645, integrato dall'emendamento presentato dalla Lega Nord, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte A conclusione del dibattito svoltosi sulla relazione della Commissione d'inchiesta, istituita dal Presidente del Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 60 del Regolamento del Consiglio regionale, inerente all'eventuale lesione della onorabilità del Consigliere Antonello Angeleri nel corso della seduta del 16 settembre 1997 Considerata la relazione che pone in evidenza gravi ritardi, comportamenti amministrativi non chiari e determinati dall'urgenza delle scadenze, oltre al ricorso costante alla sanatoria e ciò anche per iniziative di rilevante impegno economico e di immagine Visto che tale situazione è una costante, non solo nel settore di competenza dell'ex Assessore Angeleri, ma in generale nel più vasto campo delle iniziative legate alla promozione della regione Piemonte Atteso che tutto il comparto della promozione è coordinato stabilmente presso la Presidenza della Giunta regionale Vista, dunque, la responsabilità diretta di tale coordinamento anche sotto il profilo politico-amministrativo del Presidente della Giunta regionale Constatato che tale disordine, nell'assunzione di provvedimenti, è di danno per la Regione Piemonte, per gli organismi, associazioni e privati che con essa si trovino a dover collaborare Ritenuto che tale grave situazione debba cessare e che la Regione debba compiere un salto di qualità nell'azione del governo regionale adottando comportamenti amministrativi lineari e trasparenti A fronte dei numerosi incidenti che hanno riguardato più Assessori della Giunta Ghigo, individua una responsabilità diretta di chi deve guidare la Regione e conferire alla Giunta l'indirizzo politico-amministrativo ai sensi dello Statuto regionale.
invita Il Presidente della Giunta regionale a rassegnare le proprie dimissioni." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 23 voti favorevoli e 33 contrari.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 647 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale constatata la ormai cronica incapacità della Giunta regionale a svolgere i suoi compiti vista la relazione della Commissione d'inchiesta da cui emerge un generalizzato disordine amministrativo nell'attività degli Assessorati considerato che l'ordinaria attività legislativa e deliberativa del Consiglio regionale è fortemente rallentata da lunghe discussioni e polemiche inconcludenti preso atto di quanto emerso dal dibattito odierno chiede al Presidente e alla Giunta regionale di rassegnare le proprie dimissioni si impegna a porre in essere le procedure previste per addivenire allo scioglimento del Consiglio regionale e quindi ad elezioni anticipate." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' respinto con 23 voti favorevoli e 33 contrari.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: ordine del giorno n. 640 presentato dai Consiglieri Cotto, Rubatto Deorsola, Rossi, Toselli, Casoni, Montabone sul disagio economico e sociale degli agricoltori.
ordine del giorno n. 646 presentato dai Consiglieri Rosso, Farassino Dutto, Bellingeri, sulle quote latte.
Chi è favorevole all'iscrizione di tali ordini del giorno è pregato di alzare la mano.
Vengono iscritti con 56 voti favorevoli.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.50)



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