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Dettaglio seduta n.186 del 18/11/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Benso, Farassino, Ferrero e Marengo.


Argomento: Trasporti aerei

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale inerente a "Declassamento dell'Aeroporto di Torino-Caselle"


PRESIDENTE

Desidero informare che è stata presentata un'interpellanza urgente (n.
1581) dal Consigliere Cavaliere sull'aeroporto di Caselle e un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti, che dovrà poi essere iscritto ed eventualmente votato.
La parola al Presidente della Giunta regionale.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale La vicenda relativa all'aeroporto di Torino-Caselle rappresenta motivo di seria preoccupazione per chi, come la Regione e le altre istituzioni locali, è impegnato per lo sviluppo del territorio.
La Regione intende fare chiarezza sul declassamento dello scalo torinese che comporta danni considerevoli all'immagine e soprattutto all'economia di Torino e del Piemonte, non senza dimenticare che la propria partecipazione azionaria nella SAGAT è modesta ed è limitata all'11,42 mentre è il Comune di Torino a detenere la maggioranza assoluta (pari al 50,76%).
Proprio per chiarire, la Regione, ai sensi della apposita legge regionale, ha richiesto ai due membri di nomina regionale appartenenti al Consiglio di amministrazione della SAGAT, di fornire tutti i chiarimenti e le notizie in loro possesso relative alla vicenda.
Nel frattempo è necessario che le istituzioni e le forze sociali e produttive locali individuino le possibili soluzioni per far fronte ai danni che il declassamento dello scalo potrà arrecare al sistema Piemonte nel suo complesso, in termini produttivi e di turismo dovuti in particolare a una perdita di traffico consistente. Si presume, infatti, che i lavori di messa in sicurezza dell'aeroporto, una volta iniziati, possano durare parecchi mesi con conseguente persistenza della diminuzione del traffico aereo.
In altre parole dobbiamo operare tutti insieme affinché il danno sia il più possibile contenuto.
Si consideri, inoltre, che questa vicenda può compromettere seriamente ogni possibile investimento futuro sul nostro territorio: si pensi, ad esempio, quale credibilità possono avere Torino e il Piemonte, a causa di quanto sta accadendo oggi al nostro aeroporto, nel momento in cui avanzano la candidatura alle olimpiadi invernali del 2006.
Nell'ambito della valorizzazione dell'aeroporto torinese, la Regione non si è mai sottratta dal sostenere ogni iniziativa ritenuta utile allo sviluppo, al potenziamento e alla sicurezza dell'aeroporto, nel contesto di uno scenario internazionale che richiede una costante evoluzione degli standard qualitativi.
Tant'è vero che lo scorso settembre la Regione ha presentato al CIPE circa 120 progetti di interventi vari tra i quali figura anche un progetto relativo all'aggiornamento tecnologico dell'aeroporto di Torino-Caselle.
L'ammontare complessivo di tale intervento è di 8 miliardi e 200 milioni di lire, di cui 2/3 circa a carico della SAGAT ed il residuo 1/3 con finanziamento statale relativo a questa delibera CIPE.
Recentemente la Regione ha sollecitato il Ministero del Tesoro a mettere a disposizione i fondi.
Per vostra informazione oggi la SAGAT - informazione fornita ieri con la presenza del Ministro Burlando a Torino - parteciperà alla Commissione per la valutazione del declassamento dell'aeroporto che si terrà a Roma.
Attendiamo di avere informazioni e notizie per quanto concerne l'esito di questa riunione.
Ieri, in questo incontro informale avuto con il Ministro Burlando in cui era presente l'attuale Presidente, il dott. Pennella, si rappresentava con il Sindaco Castellani e la Presidente Bresso l'eventualità, la possibilità e la speranza che il declassamento potesse rientrare nel tempo necessario per intraprendere i lavori e rispondere alle sollecitazioni poste dalla Commissione.
La cosa sulla quale naturalmente prendo impegno nei confronti del Consiglio è che una volta avuta la relazione dei due Consiglieri all'interno della SAGAT, questa relazione sarà da parte mia resa nota e pubblica presso il Consiglio regionale, in modo che le valutazioni possano poi essere fatte in maniera più concreta e più articolata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: ordine del giorno n. 636 a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti "Declassamento dell'aeroporto di Caselle" ordine del giorno n. 641 a firma dei Consiglieri Cavaliere, Spagnuolo Chiezzi, Saitta e Riba "Declassamento dell'aeroporto di Caselle" ordine del giorno n. 638 dei Consiglieri Spagnuolo, Angeli, Saitta Cavaliere, Riba, Rosso e Chiezzi "Probabile esclusione di Torino come sede dell'Authority per le telecomunicazioni" ordine del giorno n. 639 del Consigliere Rubatto "Progetto di collegamento tra la strada statale 31 e la 457 dell'ANAS di Torino".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
I documenti sono iscritti all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale inerente a "Declassamento dell'Aeroporto di Torino-Caselle" (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Sono un po' deluso dalla comunicazione del Presidente Ghigo, che inizia con un messa in luce di un ruolo non fondamentale della Regione Piemonte nell'ambito della società SAGAT. Questo non depone a favore di una presa di posizione forte della Regione.
E' vero, abbiamo solo l'11%, ma iniziare mettendo le mani avanti su questo problema mi sembra disattendere un ruolo che la Regione ha nel settore della programmazione e della organizzazione del sistema dei trasporti di cui l'aeroporto Sandro Pertini è uno dei tasselli fondamentali.
Quindi pongo in rilievo il fatto che il Presidente Ghigo cerca di dire che il problema è più di altri che nostro. No, il problema è nostro tanto quanto di altri soggetti. Non si tiri indietro il Presidente Ghigo, perch il sistema dei trasporti è competenza della Regione e se succede qualcosa all'aeroporto di Torino questo riguarda in primo luogo la sua attività di Presidente, oltre che la sua attività di vigilanza su quello che accade all'interno di un ente del quale possediamo una parte.
Da questa premessa si capisce il tono basso assunto dal Presidente Ghigo e l'assenza di presa di posizione precisa in ordine a quanto sta succedendo.
La situazione è veramente preoccupante ed è probabilmente foriera di danni economici alla comunità piemontese; penso che vadano anche quantificati.
Di fronte a un disastro di questo genere, cioè il declassamento dell'aeroporto, vedremo cosa si verificherà questo inverno nella riduzione dei voli già programmati e nella riduzione dei voli che si pensa di attirare su Caselle; chiedo che sia messa in moto una procedura che permetta di quantificare questo danno per poi verificare in quale modo potrà essere compensato.
Ci troviamo di fronte, Presidente Ghigo, ad una grave inadeguatezza e scorrettezza di comportamento da parte dei responsabili della SAGAT, che hanno nascosto agli enti proprietari quali fossero le condizioni di insufficienza dal punto di vista della sicurezza dell'aeroporto.
Come Regione Piemonte abbiamo incontrato in forma ufficiale, in due occasioni, nel giugno 1996 e il 24 febbraio del 1997, i vertici SAGAT che hanno illustrato le proprie proposte manageriali in ordine allo sviluppo dell'attività dell'aeroporto; in quelle due occasioni non hanno detto una sola parola sul fatto che stavano predisponendo progetti e investimenti in un aeroporto del quale non si preoccupavano di mettere a norma l'attività di base, cioè quella di essere messo in condizioni di funzionare. Le regole sono note alla SAGAT, ai dirigenti, e non sono state illustrate agli azionisti di riferimento.
Questo è un comportamento di grave scorrettezza, un comportamento in cui manca la prima qualità di un manager pubblico, che è quella di rispondere in modo pronto, agli azionisti pubblici senza alcuna reticenza illustrando le priorità dei problemi che devono governare.
Questi due responsabili della SAGAT non hanno detto alcunché in sede di Consiglio regionale; da quello che ha detto il Presidente Ghigo devo presupporre che neanche lui e l'Assessore competente siano stati informati di questo; la stessa cosa, leggo sui giornali, è avvenuta per il Sindaco di Torino, non so se per altri enti.
Dato che la managerialità pubblica è fattore importante e non deve in alcun modo essere considerata una managerialità di serie B, ma è managerialità di serie A e quindi devono fare progetti, investire e fare programmi di sviluppo coerenti e con il sostegno delle amministrazioni pubbliche, il fatto di avere nascosto questi elementi è prova di grave insufficienza, o di sottovalutazione, e un manager pubblico che gestisce un rapporto non può sottovalutare che se opera in condizioni di insicurezza mette a rischio tutta l'attività, la correttezza, il senso del ruolo che un manager pubblico deve avere.
Il manager pubblico non può essere isolato nella propria attività o sentirsi isolato in zona franca; deve avere un colloquio quotidiano e continuo con gli enti a ciò dedicati.
In secondo luogo esiste anche il problema delle informazioni che non sono pervenute al Consiglio regionale dai nostri nominati. Sono nominati di Consiglio o di Giunta? Di Consiglio. Qui si apre un altro problema: non possiamo avere due pesi e due misure. Vi sono due componenti del Consiglio di amministrazione nominati, dal Consiglio regionale ed un membro del Collegio dei Sindaci nominato dalla Giunta: non usiamo due pesi e due misure. Se vi è stata grave mancanza da parte delle due persone nominate dal Consiglio, che non hanno dato informazione di quanto erano venute a conoscenza - e qui occorrerebbe un punto interrogativo, ma pare che il Consiglio di amministrazione sapesse queste cose, a meno che Presidente e amministratore delegato non abbiano taciuto al Consiglio di amministrazione queste notizie, ma ritengo la cosa un po' esagerata, pur nella superficialità della gestione - gli stessi provvedimenti e lo stesso giudizio di inadeguatezza e grave scorrettezza vanno addebitati, dal nostro punto di vista, ai vertici della società ed ai nostri rappresentanti alla SAGAT, che nulla hanno fatto per chiarirci il problema.
Terzo punto. Cosa fare, adesso? Il Presidente Ghigo ha accennato a un'ipotesi d'intervento che condivido: al di là dei provvedimenti che chiediamo vengano messi in atto, attraverso la convocazione urgente dell'assemblea dei soci, si avviino tutte le iniziative, e i relativi investimenti, capaci di tentare una riclassificazione a brevissimo termine dell'aeroporto, in modo da consentirgli di operare in sicurezza -non vogliamo premere in alcun modo per un esercizio al di fuori della sicurezza certificata dagli Enti competenti, siano essi il Ministero o Civilavia.
Rimane una preoccupazione gravissima: relativamente alla SAGAT occorre girare pagina a tutti livelli, con una nuova assemblea dei soci individuando dirigenti capaci di svolgere adeguatamente il ruolo di manager pubblico, ad es. indicando due nuove persone rappresentanti il Consiglio regionale in assemblea. Sono precisi i doveri che un nominato dal Consiglio regionale ha verso il soggetto che gli ha affidato un incarico così importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Ho aggiunto la mia firma all'ordine del giorno proposto dai colleghi del centro sinistra perché lo condivido e perché sono convinto che in occasioni come questa sia inevitabile un minimo di approfondimento. Dovremo sicuramente tornare sul sistema trasportistico aeroportuale piemontese, ma anche in quest'occasione il problema va discusso con attenzione.
Finora, sempre e soltanto in occasioni di grave emergenza ci siamo occupati del sistema aeroportuale piemontese; anzi, per meglio dire, ci siamo occupati dell'aeroporto di Torino, perché un sistema aeroportuale piemontese non esiste: esistono componenti sparse di un sistema che non esiste - e anche questo è un problema. Problema che assume rilevanza particolare, Presidente Ghigo, nel momento in cui - mi riferisco a parti dell'intervento di ieri del Ministro Burlando - dovremo rapportarci con il sistema aeroportuale del nord Italia, con le scelte strategiche dell'aeroporto intercontinentale della Malpensa, e con il livello di servizio che viene mantenuto all'aeroporto di Linate e a quello di Caselle per quanto ci riguarda. Tutto si muove all'interno di una situazione che finora mi sembra sia rimasta pericolosamente priva di attenzione da parte della Regione Piemonte.
Certo c'è stata attenzione alla nomina dei nostri membri nel Consiglio di amministrazione; c'è stata attenzione a episodi di emergenza, vedi, ad esempio, l'incidente del cargo russo - ne abbiamo discusso in Consiglio regionale nella Sala Viglione. Ricordiamo tutti che in quell'occasione avevamo sollecitato un più ampio dibattito sul sistema aeroportuale piemontese; non c'è più stata l'opportunità, l'occasione. Mi sembra che oggi ne discutiamo, ma nuovamente all'interno di un'emergenza...
Non so se sia lecita la distrazione con cui stiamo svolgendo questo dibattito. Smetto di parlare: possiamo benissimo scrivere ai giornali chiedendo le dimissioni del Presidente della Giunta regionale insieme al vertice della SAGAT! Vedo i colleghi della maggioranza...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

RIBA



PRESIDENTE

I colleghi della maggioranza mi sembrano oramai lontani. Capisco che la giornata di oggi... Lontano dalla centralità di questi problemi.
Comprendo che in questi giorni ci siano altre centralità: anche noi viviamo le vicende elettorali.



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

RIBA



PRESIDENTE

Lo so, Agostino, però ti ricordo che l'altra volta abbiamo discusso della questione dell'aeroporto di Caselle quando si era schiantato un cargo russo. In quella occasione - non so quanti lo avessero fatto, ma io lo avevo fatto - avevo posto con una certa convinzione, non so se fermezza (questo dipende da come uno riesce a farlo) il che si dovesse discutere del sistema aeroportuale piemontese, partendo da due elementi.
Primo: che stando ad un dato, che magari riesce ad attirare l'attenzione anche di qualcuno della maggioranza in altro affaccendato (come quasi sempre)...



PRESIDENTE

MONTABONE



PRESIDENTE

Scusa, Presidente, io non sono affatto affaccendato in altre cose.



PRESIDENTE

RIBA



PRESIDENTE

Ma gli altri sono affaccendati.



PRESIDENTE

MONTABONE



PRESIDENTE

Ma tu non puoi richiamare sempre tutti, non puoi parlare della maggioranza sparando nel mucchio.



PRESIDENTE

RIBA



PRESIDENTE

Richiamo quei colleghi della maggioranza che mi sembrano interessati ad altre cose.
Personalmente, caro Montabone, rivendico il fatto di non abusare affatto dell'opportunità di critica e di attacchi nei confronti della maggioranza.
Lo faccio quando si tratta di discutere di questioni quasi di vita o di morte per il Piemonte!



PRESIDENTE

Ma forse il problema dell'aeroporto di Caselle non è un problema piemontese, per tanti Consiglieri. Ci sono tanti Piemonte, purtroppo.
RIBA Di questo ce ne stiamo rendendo conto. La ringrazio, Presidente, della solidarietà, perché in effetti è un problema di questo Consiglio.
Abbiamo discusso del problema dell'aeroporto di Caselle nella triste circostanza dell'incidente occorso al cargo russo. In quella occasione, ci furono delle divisioni all'interno di questo Consiglio, ma io ricordo quali furono le posizioni del mio Gruppo: che l'aeroporto di Caselle doveva attrezzarsi in termini di strutture, di indirizzo politico e di strategia per assicurare un'infrastruttura fondamentale per il sistema moderno dei trasporti. Ciò, partendo da una circostanza del tutto oggettiva - che credo sia nota - e cioè che l'aeroporto di Lione, per una città che ha la stessa popolazione di Torino, ha un traffico superiore (il doppio) rispetto a quello dell'aeroporto di Caselle.
Naturalmente, poiché non presumo che il Piemonte non abbia un bisogno trasportistico, segnalo una cosa del resto a tutti nota, ovvero che il traffico trasportistico del Piemonte si indirizza da altre parti.
Si indirizza verso Nizza, si indirizza verso la Malpensa (e questo potrebbe essere corretto in un quadro di riorganizzazione del nostro sistema nord-italiano), si indirizza da altre parti.
Non sto a commentare cosa significhi per l'aeroporto di Torino perdere l'appuntamento rispetto alle opportunità di sviluppo di tutte le moderne relazioni, di tutte le moderne modalità dell'economia. I giornali sono pieni di osservazioni in merito e credo che aggiungerei solo o preleverei qualche stralcio da considerazioni molto dotte ed approfondite di cui tutti disponiamo.
Tra l'altro, dal punto di vista dell'informazione, ho trovato un po' elusiva la relazione del Presidente Ghigo. Non intenzionalmente, ma, dato che l'argomento è questo, dico elusiva, nel senso che noi dobbiamo pur capire come la Regione Piemonte (che utilizza, trasferisce al suo interno un traffico aeroportuale pari alla metà di quello che sarebbe il suo potenziale) pensa di collocarsi su questo terreno, su questo argomento, ad esempio in relazione alle connessioni con l'aeroporto intercontinentale di Malpensa, che comunque interessa la nostra Regione.
Vorrei capire - senza che vi mettiate a ridere - come si collega con l'altro piccolo aeroporto (che peraltro sta svolgendo una sua funzione) che è quello minore nel sud del Piemonte (non citando, evito), cioè l'aeroporto di Levaldigi; come si collega rispetto ad una situazione trasportistica che oramai, nelle altre Regioni, vede una pluralità di scali e di sistemi.
Può darsi che vadano tutti male, che la cosa migliore sia quella di avere soltanto Caselle così com'è, però dobbiamo avere uno studio, un approfondimento sotto questo aspetto.
L'incresciosa questione sta nel fatto che oggi ne discutiamo a seguito di un altro incidente, peraltro non più causato dalle circostanze, ma dal cattivo governo, dalla cattiva gestione di questo aeroporto. Abbiamo dei nostri rappresentanti: non ci hanno informato o hanno informato qualcuno che non ha informato il Consiglio regionale.
Il Piemonte ha la circostanza di essere collocato in un'ansa del territorio nazionale per cui il sistema trasportistico offre delle opportunità: è collegato all'Europa, è collegato all'interno, ma per il momento sconta soltanto una marginalizzazione, una marginalità che è del tutto evidente.
Credo che a questo punto dobbiamo essere messi nella condizione...
Chiudo qui, perché gli elementi di non grande partecipazione mi lasciano...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

RIBA



PRESIDENTE

Presidente, io l'ho già ringraziata e torno a farlo, ma ho la sensazione che si tenda ad interpretare questo dibattito un po' come: "C'è un avvenimento, la minoranza, l'opposizione lo utilizza per...".
Credo che la minoranza, l'opposizione farebbe ben volentieri a meno di poter utilizzare argomenti come questi per affrontare problemi come quelli che questi temi e questi avvenimenti sottendono.
Personalmente, da cittadino del tutto disinformato, ero convinto di qualche cosa che avrò pur letto da qualche parte.
Sapevo che l'aeroporto di Caselle era stato addirittura attrezzato per il volo cieco, per cui non c'erano più problemi; tant'è che una volta parlando con altri colleghi di Cuneo - Casoni, Toselli ed altri - della possibilità di usufruire integrativamente dell'aeroporto di Levaldigi (anziché di quello di Genova, più lontano) nella circostanza di particolari giornate in cui l'aeroporto di Torino non era accessibile, mi è stato detto: "Ma bisognerebbe essere informati! Adesso Caselle è attrezzato per il volo cieco, quindi si atterra sostanzialmente in qualsiasi caso".
Si atterra sì! Si atterra sulle case vicine, in qualsiasi situazione! Ho dunque la sensazione che attorno a questo ci sia stata anche un'omertosa manipolazione dell'informazione che doveva invece segnalare al Piemonte, in modo preoccupato, l'esistenza di una situazione di rischio di dissoluzione del nostro sistema trasportistico più avanzato, dal momento che, da parte nostra, non sono certo mancate le opportunità e l'impegno a discutere del sistema trasportistico.
Mi sembra quindi doveroso e nell'interesse del nostro Consiglio chiedere un azzeramento dei vertici della società, perché sono persone che governano da tempo l'istituzione, per cui hanno avuto tempo e opportunità per operare, nonché l'azzeramento dei nostri stessi rappresentanti, perch mi pare che questa situazione segnali comunque una limitata professionalità da parte dei medesimi, o l'utilizzazione di una parte molto limitata della loro professionalità Chiedo inoltre che si volga il dibattito sul sistema trasportistico aeroportuale del Piemonte e del nord-Italia, perché non accetterei una contrapposizione, Caselle, Malpensa od altro. Noi siamo un territorio che ha tutta la sua contiguità; abbiamo bisogno di ragionare di un sistema e credo che come Consiglio regionale abbiamo una qualche legittimazione a farlo: questo è proprio un classico problema di nostra competenza.
C'è anche l'incongruenza del fatto che, sostanzialmente, pare sia un problema della Città di Torino. Questo non basta.
Una struttura di una Regione deve essere rappresentata anche nella sua composizione societaria in maniera più ampia, in modo che siano più complessivamente espressi, e naturalmente investiti e impegnati, gli interessi ai quali un'infrastruttura di questo genere deve fare fronte.
Immagino quindi che vi sia condivisione del nostro ordine del giorno per quanto riguarda le decisione per l'immediato e la calendarizzazione di un dibattito sull'intero sistema aeroportuale in tempi brevi.



PRESIDENTE

Ho iscritti a parlare, in sequenza, i Consiglieri Bertoli, Gallarini Galli, Spagnuolo, Ghiglia, Deorsola, Montabone, Saitta, Rosso, Cavaliere e Vindigni.
La parola al Consigliere Bertoli.
BERTOLI Ritengo anch'io che la comunicazione che ha testé fatto il Presidente non sia adeguata all'importanza dell'argomento in discussione.
Non è soltanto un problema di turismo, nel senso che è anche un problema di turismo, ma l'aeroporto è un nodo essenziale per un sistema che intende collocarsi sul mercato globale.
La mondializzazione dell'economia, turismo incluso, necessita di un aeroporto moderno. Ci sono mercati enormi nel futuro, io mi auguro anche per il Piemonte, come la Cina e l'India, e questi mercati non si possono raggiungere che in aereo o in nave. In occasione degli Stati generali della Provincia di Torino, l'ingegner Cantarella, parlando degli stabilimenti FIAT in Russia, affermava (ma poi lo abbiamo letto anche da altre parti) che questi faranno parte di un sistema che vedrà produrre la componentistica per tanta parte nella Provincia di Torino. Quindi, per organizzare la produzione su questa scala sono necessari quei nuovi mezzi di trasporto, perché persone e merci non possono ancora essere spostate con reti immateriali.
E' anche opportuno osservare che le due Province più attive del Piemonte quelle di Biella e Cuneo, dispongono di due aeroporti, seppur minori.
Questo a ulteriore conferma che un sistema aeroportuale adeguato è estremamente importante, direi necessario, per non rimanere tagliati fuori da questo mercato globale che ha come uno dei suoi elementi costitutivi anche il sistema aeroportuale.
Le disgrazie o i problemi di Caselle sono ricorrenti. Ciò quindi dovrebbe convincere questo Consiglio e gli altri enti che a vario titolo ne hanno la responsabilità di affrontarli in modo adeguato. Le questioni che di tanto in tanto Caselle solleva sono di varia natura.
C'è innanzitutto un problema di accessibilità dalla parte est della nostra Regione.
Ci sono problemi di inquinamento acustico con le conseguenti polemiche che questo solleva e le interruzioni che qualche volta sono determinate per iniziativa di qualche pretore per la mancanza di un riferimento legislativo certo.
C'è stata poi la questione della pista unica che quando, per qualche ragione, è oggetto di lavori diventa risicata ed incerta e può concorrere a provocare sciagure come quella dell'Antonov.
E' un aeroporto che non funziona ventiquattr'ore su ventiquattro, di notte è chiuso. Oggi è arrivato il declassamento! Io non credo che un aeroporto di questa natura, con queste caratteristiche possa rispondere alle esigenze che il Piemonte ha. La nostra regione è la seconda o terza esportatrice nella classifica delle Regioni italiane. Ci sono prospettive che diventi i prodotti piemontesi si affermino ulteriormente sul mercato estero e perché questo possa avvenire ha anche bisogno di una rete infrastrutturale moderna, di altre questioni (reti immateriali sicuramente, di formazione professionale), ma sicuramente di un aeroporto adeguato. Per cui credo che l'occasione del piano dei trasporti sia da cogliere in modo necessario per affrontare anche il problema del sistema aeroportuale del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.
GALLARINI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, svolgerò alcune considerazioni di carattere generale, dopodiché interverrà per il nostro Gruppo il collega Galli che scenderà più in profondità relativamente all'argomento Caselle.
Innanzitutto, per quel che sappiamo, i due Consiglieri della SAGAT che la Regione Piemonte ha nominato non hanno avuto in capo alcuna delega n dal Presidente né dall'Amministratore delegato, allora - colleghi Riba e Chiezzi, ma mi rivolgo a tutti - non facciamo di ogni erba un fascio. Il Presidente e l'Amministratore delegato sono stati nominati dal Comune di Torino! Poi c'è qualcuno che sussurra anche qualche nome che ha ispirato al Comune di Torino il fatto di nominare Tizio piuttosto che Caio, ma non viviamo in un convento, sappiamo come vanno le cose, è abbastanza normale.
Però le responsabilità totali sono in capo - ripeto - a Presidente e Amministratore delegato. I nostri due Consiglieri non vedo cosa possono venire a dirci visto che da quando sono entrati in quel Consiglio d'amministrazione non hanno avuto in capo una sola delega. Dopodiché se Presidente e Amministratore delegato hanno accantonato, come sembra, circa 40 miliardi e li hanno investiti in BOT anziché intervenire sulle infrastrutture con una ventina di miliardi o poco più, che da stime che ci risultano sarebbero stati sufficienti, è un'altra questione. Collega Riba io ho apprezzato la battuta che ha fatto sul "volo cieco", ma purtroppo è triste apprezzare una battuta di questo genere, anche se è realistica.
Se otto mesi fa hanno avuto questi primi segnali, in questo periodo anziché continuare a investire in BOT probabilmente avrebbero dovuto questo sì, responsabilmente mettere in campo un progetto che normasse l'aeroporto rispetto alla sicurezza. Questo non è stato fatto. Quindi quando Riba chiede l'azzeramento io penso che si possa essere d'accordo fra l'altro ha chiesto l'azzeramento dei vertici e ci sta anche bene. Per vertici noi intendiamo queste due figure (Presidente e Amministratore delegato) che io non conosco neanche e penso che neppure all'interno del Gruppo ci sia una vasta conoscenza di queste figure, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Seconda considerazione: il futuro di Caselle.
Noi condividiamo la proposta di andare ad una progettazione all'interno del sistema aeroportuale che veda disegnato il ruolo di Caselle. Qui la Regione probabilmente può avere la statura, se dimostreremo di averla, per non scendere al campanilismo gretto del Comune di Torino che in un recente passato, per esperienza diretta vissuta (era la prima legislatura del Sindaco Castellani, ma visto che il Sindaco è rimasto lo stesso penso proprio che la considerazione possa valere ugualmente), vedeva Malpensa 2000 come un qualcosa che potesse oscurare Caselle! Questo non è possibile perché Caselle non potrà mai essere competitivo con Malpensa 2000, sono due cose diverse! Quindi, quando nel Novarese si chiede il collegamento con la Malpensa non si chiede un qualcosa che porti via un collo all'aeroporto di Caselle per dirottarlo su Malpensa, non è questa la dimensione del problema! E se in Comune le cose vengono viste, come in un recente passato, in questo modo, c'è grande miopia all'interno del Comune, di chi lo governa ovviamente, per quanto riguarda il problema. Caselle deve avere un suo ruolo che deve essere complementare a Malpensa 2000, cioè ci vuole un progetto che all'interno della realtà di Malpensa 2000, che è una realtà di caratura europea a livello dei tre maggiori aeroporti d'Europa, veda un ruolo per Caselle, e la Regione può partecipare a disegnare questo progetto di complementarità.
Questo è il secondo punto.
Penso che all'interno di queste due considerazioni di fondo, responsabilità per ignavia, per trascuratezza e per superficialità vadano in capo ai due personaggi che hanno gestito lo spegnimento di Caselle rispetto a prospettive che ci sarebbero dovute essere.
Ovviamente il mondo non si ferma oggi, quindi per il futuro siamo d'accordo che si vada a progettare un disegno all'interno del quale Caselle abbia il massimo spazio, ma non uno spazio alternativo conflittuale nei confronti delle realtà circostanti.
Sono d'accordo con il Consigliere Riba, quando parla dell'opportunità di raccordare Caselle con i due satelliti, che possono essere razionalmente inseriti: Cerione e Cuneo-Levaldigi. Questo fatto è indispensabile, ma in un'ottica che coscientemente abbia la dimensione del problema e quindi non sia vissuto in modo campanilistico e frustrante, come spesso Torino e il Piemonte vivono nei confronti della Lombardia e di altre regioni. Bisogna tenere presente che il Piemonte ha una propria geografia, Torino non è Milano neanche dal punto di vista geografico, quindi non potrà mai esserlo.
Però è possibile disegnare un ruolo, uno spazio, un progetto e, per quanto ci riguarda, siamo d'accordo nel creare un'occasione che, tra l'altro, non dovrà essere l'occasione effimera di un giorno o due ore di discussione, ma dovrà essere, soprattutto da parte della Giunta, un'azione propositiva che consenta al Consiglio di confrontarsi su queste proposte e di arrivare a definire quel ruolo che - concordiamo - è fondamentale per la nostra regione, purché sia vissuto in modo maturo e razionale, quindi in un quadro di complementarità rispetto alla realtà dei sistemi aeroportuali del nord del nostro Paese. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Siamo di fronte ad una situazione molto preoccupante, perché quanto è successo riguardo all'Aeroporto di Caselle, l'essere fuori norma dei servizi di sicurezza e quindi la gravissima inadeguatezza, è una questione che certamente tocca tutta la tematica aeroportuale, ma è soprattutto una questione prettamente di immagine - e mi rivolgo al Presidente della Giunta, che so sensibile su questi aspetti.
Non voglio fare una polemica di parte, ma un ragionamento a prescindere dalle posizioni. Questa Giunta - possiamo essere d'accordo o non d'accordo fa un grande investimento sulla questione turistica, sulla questione dello spirito europeo come questione di immagine, dopodiché è sufficiente la notizia di un Aeroporto non a norma, per cui non esistono situazioni di sicurezza, non esistono situazioni di tutela, per azzerare un immenso lavoro o quanto meno per azzerarlo nell'immagine.
Il Piemonte, dunque, da questa vicenda trae un depauperamento oggettivo, ma anche di immagine. Quindi, da questo punto di vista, occorre chiamare alle responsabilità vere quanti avevano la responsabilità di conoscere, e conoscevano, e quanti avevano la responsabilità di prevenire questa situazione e quindi di intraprendere tutti gli atti necessari.
Noi stessi riteniamo necessario l'azzeramento dei vertici, perché il Presidente o l'Amministratore delegato, a fronte di una situazione di questo genere, pur essendone in qualche modo a conoscenza, non hanno compiuto tutti gli atti necessari, anche perché la questione Caselle non è in discussione solo oggi; la questione Caselle, con tutti i suoi problemi "aeroporto-non aeroporto, sicurezza, ecc.", è stata anche nel passato più recente all'o.d.g., tanto come il disastro che è stato qui richiamato, ma la questione sicurezza per un aeroporto che voglia essere mediamente competitivo è una delle prime questioni da porre. Pertanto, riteniamo di essere di fronte ad un danno di carattere economico, un danno che pu riguardare il turismo, siamo di fronte ad una deminutio. Non vogliamo metterci in conflittualità con l'aeroporto Malpensa, ma è indubbio che questo fatto comporterà una oggettiva diminutio del Piemonte nei confronti di una realtà, quella milanese e quella del Malpensa, con la quale sarebbe bene avere anche la logica di misurarsi in positivo.
Questo ci fa fare dei passi indietro molto gravi dal punto di vista della sicurezza, dal punto di vista di una subalternità, magari sbagliata ma che talvolta sentiamo, e poi dal punto di vista dell'immagine.
Per queste motivazioni ritengo che la Regione, che peraltro poco tempo fa ha fatto un'audizione con i vertici della SAGAT, debba essere severissima.
Ho letto che ci sarà un vertice, non so se è già stato fatto, Presidente, o se è in previsione, e penso che in quella circostanza la Regione dovrà essere severissima.
Con la presentazione del nostro ordine del giorno chiediamo l'azzeramento dei vertici ed indichiamo anche i nostri nominati, perch pensiamo ci siano delle responsabilità anche da parte di chi è chiamato a gestire una situazione in termini operativi, quindi il Presidente l'Amministratore delegato e chi li ha nominati.
Questi sono fatti gravi, di fronte ai quali ci chiediamo cosa faccia il Consiglio di Amministrazione, nel suo insieme. Quando c'è da ricoprire un incarico, si corre, ma un Consiglio di Amministrazione ricopre anche delle responsabilità, perché anche il disastro precedente dell'Antonov aveva visto riunioni, incontri, relazioni, prese e assunzioni di responsabilità che oggi non possono essere dimenticate o attribuite ai pochi vertici.
Ritengo, dunque che il Consiglio di Amministrazione abbia una propria responsabilità. Cosa fare allora? Intanto questa può essere, purtroppo, ma comunque l'occasione per una messa a punto sulle questioni di carattere aeroportuale che riguardano il Piemonte.
Io chiedo che, a seguito dell'incontro del Presidente della Giunta, forse anche dell'Assessore ai trasporti o comunque del Vicepresidente della Giunta, con i vertici ci sia un altro momento, magari in Commissione o anche in Consiglio, nel quale si ritorni su questo argomento perché è una delle emergenze che il Piemonte ha e che potrà essere discussa nella giornata che terremo sul caso Piemonte. Questo - ripeto - è un danno non facilmente recuperabile, perché accanto al danno vero vi è un danno di immagine per la nostra Regione rispetto al quale bisognerà lavorare, dopo aver chiamato alle responsabilità coloro che responsabilità dirette hanno e dopo aver fatto il punto della situazione anche con i vertici degli altri Enti locali che devono porsi questa questione e insieme trovare delle soluzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Inizio il mio intervento con il dire che siamo assolutamente contrari all'azzeramento del Consiglio di amministrazione della SAGAT.
E' giunto il momento di dare un nome e un cognome alle persone responsabili; non si può sempre fare di tutta l'erba un fascio scaricando sugli stessi responsabilità di altri. I responsabili hanno un nome ed un cognome e si chiamano: Valentino Castellani, Sindaco della città di Torino detentore del 50,76% delle azioni della SAGAT. Azionista non solo di maggioranza, ma controllore e potenziale distruttore, modificatore incrementatore della SAGAT: primo responsabile.
Vediamo ora i secondi e terzi responsabili. Sappiamo bene - e i colleghi sicuramente più di me hanno delle conoscenze giuridiche - che in un consiglio di amministrazione i ruoli sono diversi e la gestione compete non al consiglio di amministrazione nel suo insieme, ma in primo luogo all'amministratore delegato. In questo caso amministratore delegato già della scorsa legislatura, con un Presidente nominato e segnalato dalla città di Torino.
Dico queste parole anche per stabilire dei paletti; sembra quasi che questa Regione per non aver - si dice da una parte della minoranza - affrontato il problema del sistema aeroportuale mondiale, regionale e quanto altro, debba anche essere responsabile di quanto avviene a Caselle! Signori, gli azionisti di maggioranza - che hanno la maggioranza nei consigli di amministrazione - hanno delle responsabilità che sono commisurate e proporzionate alla percentuale di azioni in loro possesso.
Scusi, Presidente, anch'io, come il Consigliere Riba, rivendicherei non l'attenzione, perché ognuno può prestare l'attenzione che crede, ma quanto meno che il vocio si mantenga a toni accettabili altrimenti mi distraggo e visto che dico delle cose "gravi", per le quali poi sicuramente verr attaccato da qualcuno, vorrei almeno mantenere un filo logico, altrimenti dico delle cose gravi e sconnesse causando dei problemi.
Innanzitutto distinguiamo le responsabilità: un consigliere di amministrazione nominato dalla Regione e un Consigliere di amministrazione nominato dall'assemblea dei soci.
Vi faccio anche presente che ci troviamo di fronte ad una società per azioni e vi faccio presente che i consiglieri di un consiglio di amministrazione di una qualsiasi società per azioni non possono alzarsi al mattino e dire: "secondo me c'è qualche cosa che non va, vado a riferire al Presidente della Giunta regionale"; prima di tutto devono far valere le loro posizioni all'interno del consiglio di amministrazione, semmai sono il Presidente o l'amministratore delegato che, essendo Presidente e amministratore delegato - voglio sottolineare questo concetto tre volte nominati e scelti dal Sindaco Castellani, debbono avere la sensibilità di andare a dire ai partner pubblici, cioè a quelli che "cacciano il grano" che c'è qualcosa che non funziona, oppure che c'è una situazione di criticità. Non il singolo Consigliere di amministrazione, anche perch verrebbe a meno non solo ad un suo dovere, ma anche perché il consiglio di amministrazione è un organo collegiale, quindi il singolo consigliere non può decidere autonomamente. Cerchiamo di non stravolgere le regole basilari di quello che è il diritto di questo Stato.
Le informazioni che gradirei avere sono le seguenti: la data in cui il consiglio di amministrazione è stato informato di questa criticità e se lo è stato; chi era presente al consiglio di amministrazione quando è stato informato dell'eventuale criticità.
Ma Civilavia - organismo di controllo sugli aeroporti italiani - se la situazione è veramente così grave da portare ad un declassamento dell'aeroporto torinese, dov'era in questi anni? Civilavia dipende dal Ministero dei trasporti, ma dov'era Civilavia in questi anni? Visto che la situazione dell'aeroporto di Caselle sembra essere grave e tutti noi potenzialmente abbiamo rischiato fino ad oggi la vita atterrando con un aereo a Caselle, mi chiedo dov'era Civilavia; anche perché in Italia non abbiamo duecento aeroporti internazionali: a malapena una per regione.
Ripeto, Civilavia dipende dal Ministro dei trasporti. Il Ministro dei trasporti sulla Repubblica di oggi dichiara, penso lo abbia dichiarato a latere dell'incontro di ieri dove si parlava di altre problematiche: "dei problemi di Caselle abbiamo saputo solo la scorsa settimana e ce ne siamo preoccupati immediatamente". Noi dovremmo dire al Ministro dei trasporti che sarebbe opportuno non tanto azzerare i vertici o il consiglio di amministrazione della SAGAT, ma iniziare semmai ad azzerare i vertici di Civilavia che dovrebbero occuparsi dei controlli sulla sicurezza: evidentemente finora non hanno fatto.
Se è vero, come sembra essere vero, che Civilavia ha fatto l'ultima visita a Caselle alla fine del 1996, e non ha mosso censure in merito agli aiuti visuali luminosi, la cosa mi sembra un po' grave.
Inoltre non capisco il perché il problema venga presentato in questa sede, se non per la legittima preoccupazione che tutti noi abbiamo nei confronti degli utenti, nei confronti della vita, anche nostra e di chi prende l'aereo, e nei confronti di una S.p.A in cui la Regione Piemonte partecipa con un misero 11,2%. Misero perché è poco; poco soprattutto per le responsabilità che, come al solito, si tenta in qualche modo, anche in maniera indiretta, di imputare a qualcuno. Ci sono delle parti politiche in qualche ente, che nominano, legittimamente, i loro "amici" rappresentanti, ma poi quando si presentano dei momenti di difficoltà gli stessi enti sono disposti immediatamente, senza neanche accertare i fatti a sbranare i loro "figli". Ad oggi né al Comune di Torino né che alla Provincia né alla Regione i vertici della SAGAT ci hanno riferito formalmente alcunché; ma tutti sono già pronti a chiedere dimissioni azzeramento, ecc. Ma signori: prima andiamo a fare una valutazione anche delle responsabilità! Se il Pretore Guariniello scoprisse domani che la responsabilità oggettiva è del Ministro Burlando, da cui dipende Civilavia al quale magari i vertici della SAGAT hanno segnalato...
Io non sto facendo una difesa dei vertici della SAGAT, però vorrei riportare la discussione in limiti un po' più razionali, perché "qualcuno già sapeva, o perché i controlli non sono stati fatti, o perché il Consiglio di amministrazione non è stato informato"; allora, prima di andare ad individuare delle responsabilità, chiediamo di conoscere esattamente le cose. Da questo punto di vista credo sarebbe opportuno da parte del Presidente della Giunta come membro dell'assemblea dei soci e non per un vincolo di mandato tra nominati della Regione, che non esiste in questi termini, perché si è già posto più volte il vincolo che può legare il rappresentante di un ente pubblico in una società per azioni. Non è un vincolo così immediato che chieda ai vertici della SAGAT un'informativa anche rispetto alle domande che mi sono permesso di porre oggi; dobbiamo sicuramente saperne di più prima di dare dei giudizi sommari e di andare a dire che la vera colpa è del presunto mancato interesse sul sistema aeroportuale torinese, piuttosto che andare a vedere che le responsabilità stanno da tutte altre parti.
I nomi e cognomi dei responsabili li ho detti all'inizio e non li rifaccio, quindi Presidente, mi esprimo in maniera contraria all'azzeramento del Consiglio di amministrazione perché prima vorremmo conoscere.
Credo che questo Consiglio regionale per tutelare i cittadini piemontesi, più che per rivendicare delle quote societarie irrisorie, abbia bisogno di conoscere prima di poter dare dei giudizi.
Non so se tramite un'audizione, se tramite una relazione, se tramite una convocazione; magari possiamo convocarli dal Consiglio di amministrazione ma prima di tutto dobbiamo conoscere.
Spero che il Presidente della Giunta abbia appuntato queste mie modestissime richieste, perché se dobbiamo trovare oggi delle responsabilità in queste cose, facendo soltanto della propaganda politica sicuramente andremo a scoprire che tutti sono colpevoli tranne noi.



PRESIDENTE

Grazie, interrompiamo un attimo gli interventi dei Consiglieri, perch il Vicepresidente Majorino vuole fare una comunicazione ad ulteriore informazione dei dati relativi alla SAGAT.
La parola al Vicepresidente della Giunta.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Ho chiesto di fare una brevissima comunicazione in argomento sottolineando che io - scusatemi se parlo in proprio - uso una diligenza normale nella mia veste di Assessore delegato agli enti strumentali. La diligenza è superiore al normale quando si tratta di verificare le numerose società a partecipazione regionale nelle quali la Regione ha la maggioranza.
In questo caso la mia diligenza era di tipo medio, perché non abbiamo la maggioranza; però ciò nonostante non potevo, faccio onorevole ammenda dell'errore che ho commesso all'inizio della comunicazione fatta dal Presidente, non potevo evidentemente in tale veste, pur usando una normale diligenza, conoscere immediatamente il numero dei Consiglieri di amministrazione o dei sindaci di nomina regionale.
Venerdì mattina, appena nota la questione, telefonai agli uffici e chiesi chi è il rappresentante della Regione e quando è stato nominato nella SAGAT. Mi è stato detto che i rappresentanti sono due e mi si fecero i nomi dei signori Firpo e Berrino.
Viceversa, attraverso un'ulteriore verifica fatta pochi minuti fa, sono venuto a conoscenza - e in tal senso rettifico - che la Regione nel Consiglio di amministrazione ha un solo rappresentante, in quanto lo Statuto della SAGAT prevede per la Regione la nomina di un solo rappresentante nel Consiglio di amministrazione. Visto che abbiamo l'11 evidentemente lo Statuto avrà fatto le sue brave carature nei confronti degli azionisti.
Il solo rappresentante che è stato nominato nel Consiglio di amministrazione della SAGAT, con delibera 2/8/1996, è il rag. Ellenio Firpo (riconfermato); evidentemente anche in passato era questo signor Firpo.
La nomina è della Giunta, in quanto "ai sensi dell'art. 2, terzo comma legge 39 che attribuisce alla Giunta regionale la competenza in materia di nomine di designazione dei componenti gli organi collegiali di amministrazione di controllo delle società", quindi la competenza era nostra e in tal senso abbiamo provveduto. Mi è stato detto che erano due perché c'è anche un revisore dei conti che peraltro, come voi sapete, se responsabilità ci sono del vertice e dell'intero Consiglio si amministrazione, i sindaci verificano principalmente la parte contabile e amministrativa. Comunque, visto che ci saranno altri interventi, prima della chiusura della discussione vi potrò precisare chi è il sindaco nominato.
Voglio avere il documento, perché già una volta mi avevano detto Berrino e Firpo, rettifico è solo Firpo. Adesso voglio verificare e vi dir il nome e cognome del sindaco, anche se nell'arco delle responsabilità vere o presunte che ci sono, forse più vere che presunte, il sindaco penso che per le funzioni che ha ne possa avere minori o nessuna. Comunque sar ulteriormente preciso nel corso della seduta.
CAVALIERE Ho un documento della SAGAT, che è l'allegato del bilancio con tutti i nomi del Consiglio di amministrazione e di fianco del Comune di Torino e della Camera di Commercio: alla Regione Piemonte corrisponde Claudio Berrino, Consiglio di amministrazione 96/98, e al Collegio dei revisori e dei sindaci, Sergio Orru. Questo è quello che la SAGAT dice in giro.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Avevo erroneamente indicato il signor Berrino come uno dei due componenti del Consiglio di amministrazione di nomina della Giunta regionale; in realtà, solo il signor Firpo è stato nominato dalla Giunta.
Il signor Berrino è stato cooptato, o nominato che dir si voglia dall'assemblea, all'interno della quale noi siamo sempre i "piccolini" dell'11%. Non so dire al collega se ci sia stato accordo politico, in quanto non ho partecipato a quell'assemblea. Certo, è probabile ci sia stato accordo, ma possono anche aver discusso e "baccagliato" per un'intera giornata ...: sono mere ipotesi.
Il membro del Collegio sindacale che erroneamente - questa volta l'errore, scusabilissimo, l'ha commesso lei, Consigliere Cavaliere - non è il sig. Orru...
CAVALIERE L'ha commesso la SAGAT! MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Comunque, il sig. Orru venne nominato componente del Collegio sindacale in occasione del rinnovo dello stesso; evidentemente, si è dimesso - dico "evidentemente" perché non si sono verificati altri eventi nei di lui confronti. Tal che il 14 aprile 1997 viene nominato dalla Giunta relativamente ai Sindaci la competenza è esclusiva della Giunta regionale il signor Piero Vittorio Vietti, che ritengo sia né padre né figlio né il fratello e neanche cugino dell'on. Vietti ...; questo per chiarire la compagine sociale di appartenenza.
Dunque, un Sindaco e un componente del Consiglio di amministrazione, ai quali, come ha già detto il Presidente Ghigo nel corso della sua comunicazione introduttiva, viene chiesto di darci notizia, ai sensi della legge n. 39, la quale prevede, com'è noto a tutti voi, di fornire chiarimenti e notizie ...



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Consiglieri, non innervosiamoci per così poco ... Non facciamo una questione formale su un fatto fondamentalmente scontato qual è il rappresentante della Regione nel Collegio sindacale. Insomma...



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

La Giunta regionale, avvalendosi di quanto dispone la legge n. 39 del 1994 sulle nomine, ovvero in forza della normativa per la quale gli amministratori di nomina regionale sono tenuti a corrispondere a richiesta di informazioni avanzate dal Consiglio regionale o dalla Giunta.
In tal senso, come Giunta abbiamo chiesto loro di fornirci informazioni e segnatamente abbiamo chiesto al sig. Firpo, se il Consiglio di amministrazione - di cui Firpo è componente - aveva, da oggi andando indietro nel tempo, parlato della questione; se era stato informato dal Presidente o dal Vicepresidente della questione che "bolliva in pentola" nel caso di informazione, quale posizione è stata assunta; se è stato per caso detto, dal sig. Firpo e dagli altri componenti: "Poco importa, ci penseremo a fine anno 1997".



(Rumorio in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, possiamo, porre fine alla comunicazione e andare sul dibattito politico? Per cortesia! MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale ...abbiamo chiesto, doverosamente, a tutto campo, informazioni sulla vicenda al nostro rappresentante.



(Il Consigliere Cavaliere, fuori microfono, chiede d'intervenire per una precisazione)



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, lei ha la parola prenotata: preciserà dopo. Non possiamo fare così! Mi aiuti anche lei! Lei chiederà tutte le spiegazioni al Presidente Ghigo e riceverà tutte le risposte.
CAVALIERE Intendo fare una precisazione sulla comunicazione.



PRESIDENTE

Dopo parlerà... Possibile che lei non comprenda, con la sua intelligenza, che ha il momento, l'occasione e pertanto tutta la disponibilità necessaria per fare ulteriori domande al Vicepresidente.



(Breve intervento del Consigliere Cavaliere fuori microfono assolutamente incomprensibile)



PRESIDENTE

Nella replica finale le risponderà il Presidente.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Chiederei in conseguenza della comunicazione, che non si tenga conto nel mio precedente intervento, degli strafalcioni che ho detto in base ad un'informazione errata. (Chiedo vengano cancellati dal verbale).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.
GALLI Presidente e colleghi, è indubbio che il declassamento dell'aeroporto di Torino si pone come un grosso problema anche a livello economico. In una società che si sta globalizzando dal punto di vista economico, l'importante è avere un costante e immediato collegamento perlomeno con l'Europa, se non con il resto del mondo. Tutto ciò è essenziale. Diversamente, molto facilmente il Piemonte rimarrà tra le Regioni di classe A) nella Comunità europea, ma tenderà a scivolare sempre più e, di conseguenza, anche gli investimenti nella nostra Regione.
Non tanti mesi fa ho avuto il piacere di sentire il rappresentante della SAGAT - in Commissione, se non erro -: non mi sembrava fosse emersa una situazione di disagio, tale da lasciare presagire, a distanza di pochi mesi un declassamento dell'aeroporto. Il fatto mi lascia veramente stupito: o i dirigenti, i massimi rappresentanti della SAGAT ignoravano la necessità di adeguare l'aeroporto a mezzi più moderni o sono stati perlomeno superficiali nel non provvedere in questi termini.
Vi è poi un altro aspetto molto interessante, che mi auguro emerga dal dibattito o da informative che sicuramente i rappresentanti di tutti gli aeroporti piemontesi dovranno rendere nelle consultazioni che ci saranno in occasione del nuovo Piano dei trasporti, in cui spero che finalmente si riesca a pianificare il trasporto aereo nella Regione Piemonte.
Come ha detto il mio Capogruppo Gallarini, l'Aeroporto di Caselle non deve essere concorrenziale con la Regione Lombardia (anche perché ormai si è perso troppo tempo, e quindi concorrenziale non lo potrà più essere), ma deve essere per lo meno efficiente e dare il servizio che ci si aspetta.
Ricordiamoci che nella Regione Piemonte abbiamo tre aeroporti: uno di carattere internazionale (come quello di Torino) e due minori: Cuneo Levaldigi e Biella Cerrione. Vi sono inoltre degli aeroporti minori che, al di là del volo ludico, attualmente non possono servire ad altro.
Ci sono delle Province che non hanno servizio aeroportuale di nessun genere, con nessuna caratteristica, e questo anche a livello di protezione civile è un grosso handicap.
Non dimentichiamo che il VCO non ha un servizio di questo genere, salvo una pista di fortuna in prossimità di Domodossola, che sfido chiunque ad atterrarvi se non la conosce più che in maniera decente.
Vorrei anche sapere se la società SAGAT ha dei fondi giacenti, dei fondi inutilizzati, dei fondi che potevano essere utilizzati preventivamente nell'adeguamento tecnico che dovrebbe essere di pertinenza di un aeroporto di prima categoria.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

GALLI



PRESIDENTE

Vista l'attenzione, interrompo.



PRESIDENTE

No, la prego, continui Consigliere Galli. Riprenda la parola, mi faccia la cortesia. Oggi è molto difficile.
GALLI Non è per suscitare polemiche, ma tante volte viene richiesta attenzione da parte dell'opposizione; giustamente la richiedo anch'io perché penso di aver espresso dei concetti che dovranno essere vagliati nel prossimo Piano dei trasporti della Regione Piemonte.
Da quanto detto penso che emerga in maniera chiara quello che sarà il destino dell'aeroporto di Torino. A questo punto, evidenzio anche come l'aeroporto sia stato fagocitato dalle varie urbanizzazioni e non sia stato difeso dagli Enti che partecipavano alla sua gestione, per cui adesso ci troviamo in una situazione in cui questo aeroporto, gestito a maggioranza dall'Amministrazione comunale di Torino con la partecipazione minoritaria di altri Enti, non può più svilupparsi in maniera seria, a meno di costi astronomici per gli espropri, per l'allungamento delle piste, per l'abbattimento del rumore e quant'altro.
Ciò ci impone una chiara riflessione, che deve essere non una difesa ad oltranza, ma una difesa possibile di quello che si può fare sull'aeroporto di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.
DEORSOLA Presidente, colleghi, chi fosse capitato oggi pomeriggio in quest'aula e dopo aver sentito alcuni interventi di colleghi Consiglieri che mi hanno preceduto, avrebbe potuto avere il dubbio se quel signore lì, seduto al centro della Giunta, sia il Sindaco Castellani o il Presidente Ghigo. Ci in quanto l'attuale minoranza che siede in Consiglio regionale, svolgeva delle argomentazioni come se la maggioranza del Consiglio di amministrazione della SAGAT fosse stata nominata dalla Giunta del Presidente Ghigo.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Signori, vi prego! Un po' di rispetto! Oggi è difficilissimo tenere un minimo di ordine e di compostezza.
Consigliere Deorsola, vada pure avanti.
DEORSOLA Dicevo, quello spettatore dei nostri lavori, riavutosi da questa primitiva difficoltà di capire i ruoli, potrebbe poi valutare con più attenzione il grave problema che si è venuto a verificare.
Detto questo, entro nella parte di Consigliere e devo rappresentare la grave preoccupazione per questi fatti, I danni a seguito di questo utilizzo parziale, utilizzo limitato nel tempo a causa della mancanza di strumentazione tecnica adeguata per favorire l'atterraggio e il decollo in condizioni di visibilità che non siano quelle del cielo terso sono facilmente prevedibili.
Questa situazione crea sicuramente un grave danno, non solo all'immagine del Piemonte, che con grande fatica si cerca di rilanciare e di promuovere, ma anche - è già stato richiamato - al turismo e alle attività economiche sotto molti aspetti.
Il primo problema è dunque quello di recuperare questo declassamento annunciato nel più breve tempo possibile. Se le notizie circolate rispondono a verità, quello che verrebbe dichiarato è un declassamento significativo, per cui occorre valutare come possa essere recuperato, in un primo tempo, uno dei due livelli di declassamento e, successivamente, il secondo.
Questa mi pare la prima preoccupazione, prima ancora di andare a ricercare delle responsabilità che non stanno in quest'aula se non per una parte minimissima. Le responsabilità vanno cercate nella sala del Consiglio comunale, vanno ricercate a casa di chi ha la possibilità di determinare la linea della società e chi ha la possibilità, in sede di assemblea, di determinare i vertici.
Sui vertici, credo debbano essere acquisite ancora ulteriori notizie rispetto alle responsabilità che ci sono (se ci sono, ma oggettivamente credo che delle responsabilità esistano).
Inoltre, bisogna vedere in che misura sono stati predisposti dei momenti di verifica della sicurezza.
A questo proposito, sarebbe interessante svolgere un'indagine a più ampio respiro, nel senso che esistono dei problemi di sicurezza anche rispetto al trasporto per ferrovia - e la collega Cotto ha già anticipato questo problema, presentando un'interrogazione - così come, specialmente nella stagione invernale verso la quale stiamo andando, esistono dei problemi di oggettiva sicurezza rispetto al traffico autostradale (e pare che ve ne sia stata una triste verifica anche questa mattina nel sistema autostradale in Provincia di Torino).
Come dicevo, il problema è più complessivo, e lascio questo messaggio al Presidente e all'Assessore competente.
Restando al problema della SAGAT, oggettivamente, credo che sarebbe opportuno verificare, anche attraverso l'audizione in Commissione del rappresentante nominato dalla Regione nel Consiglio d'amministrazione, per cercare di avere ulteriori notizie sull'informativa che c'è stata a livello di Consiglio d'amministrazione.
Fatto questo, noi ci sentiremo più sereni nel richiedere alcuni interventi, anche di azzeramento, rispetto al Consiglio d'amministrazione.
Quindi, la richiesta che fanno sia il Gruppo CCD-CDU che il Gruppo dei Pensionati per l'Europa è di avere un'audizione per determinare successivamente i provvedimenti da adottare.
Successivamente a questa audizione e a questi provvedimenti, credo debba essere lasciata anche una richiesta al Presidente e all'Assessore competente per individuare un piano per un vero rilancio del sistema aeroportuale piemontese o meglio del sistema aeroportuale del Nord-ovest.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.
MONTABONE Signor Presidente, colleghi Consiglieri, chiedo subito scusa al collega Riba perché quando prima ho interferito con il suo intervento, l'ho fatto soltanto perché ritenevo generalizzasse troppo rispetto alle non sensibilità dei Consiglieri di maggioranza. Ce n'erano alcuni che erano molto attenti, gliel'assicuro, alcuni che credono che questo argomento sia di vitale importanza per il futuro della Regione Piemonte. E uno di questi mi creda, è il sottoscritto.
Ma detto questo, io leggo sulla rassegna stampa di oggi fornitaci dall'Ufficio Stampa del Consiglio regionale un titolo estremamente interessante: "Il treno arriverà in aeroporto". Lo dice il Ministro Burlando. Perché questo? Perché partendo proprio dal fatto che questo dibattito dovrebbe essere molto più incentrato sul sistema dei trasporti aeroportuali del Piemonte che non su altre cose, anche se poi arriver anche alle altre cose, dico che rispetto a tutto il discorrere che si fa sull'Alta velocità appare evidente a tutti che il collegamento via aerea è di assoluta necessità rispetto a tutto il resto dei collegamenti che il Piemonte potrà avere.
Leggo anche in questo articolo, ed è questo un oggetto di ulteriore preoccupazione, che se il Piemonte "topperà", il Ministro Burlando dice che il discorso dell'Alta velocità per il collegamento con la Francia passerà non attraverso Torino, ma attraverso Milano e Genova, tagliando quindi totalmente fuori Torino e gran parte del Piemonte da questi collegamenti.
Questo è un altro argomento sul quale, con estrema chiarezza in quest'aula senza troppi giri di parole, io credo che il Consiglio regionale, una volta per tutte in termini politici chiari, dovrà esprimersi.
Ma vengo al dunque. Certo è che in questo momento quando si declassa un aeroporto come quello di Caselle è assolutamente necessario che la Regione Piemonte faccia un'attenta riflessione e anche un'attenta individuazione se ci sono, delle responsabilità che hanno fatto sì che questo accadesse.
Anche in questo caso io credo che sia necessario non sparare nel mucchio perché - è già stato detto da alcuni colleghi - qui si sta parlando di una società per azioni; nelle S.p.A. ci sono Consiglieri, Presidenti Vicepresidenti, che hanno delle deleghe ben precise: a queste deleghe corrispondono dei diritti, ma anche dei doveri e delle precise responsabilità. Ho detto "se ci sono".
Certo che fa dubitare che ci siano rispetto a un fatto. Civilavia è venuta a fare un sopralluogo nel momento in cui è avvenuto il fattaccio del cargo russo che è caduto su Caselle. A quel momento, Civilavia ha fatto rilevare quelle che erano le anomalie dell'aeroporto di Caselle? Secondo: si legge sui giornali (l'informazione in questo momento io la ottengo solo dai giornali) che questi problemi erano già stati evidenziati da una perizia richiesta dalla società SAGAT al Politecnico e che nel 1994 o 1995 questa perizia era stata depositata presso la società SAGAT. Quindi dove si deve andare a verificare le eventuali responsabilità dei mancati interventi che non ci sono stati? Si potrebbe rispondere per esempio (credo sia assolutamente necessario peraltro già chiesto anche da altri Consiglieri) che i vertici della SAGAT vengano a riferirci come mai in questi due anni, se erano a conoscenza di queste imperfezioni dell'aeroporto, non abbiano messo mano ai capitali - è emerso anche questo aspetto nel dibattito di oggi - hanno investito in BOT anziché intervenire su queste cose. E' stato detto che la SAGAT ha 40 miliardi investiti in BOT e che con questi 40 miliardi molto probabilmente se si fosse deciso di intervenire, oggi non ci troveremmo in queste condizioni.
Siccome però il dibattito di oggi è stato fatto quasi ad accusare la Regione Piemonte che attraverso i suoi nominati all'interno del Consiglio d'amministrazione della SAGAT non avrebbe fatto sì che questi interventi fossero fatti, io mi chiedo un'altra cosa che appare ancora più eclatante per il Piemonte: è mai possibile che ragionando in termini europei parlando di collegamenti ferroviari e non, almeno con il resto d'Europa non appaia così evidente che la partecipazione della Regione Piemonte in una società di gestione dell'aeroporto è troppo bassa? E che non è pensabile che la città di Torino possa pensare, attraverso una partecipazione così alta, di essere l'unico proprietario di un aeroporto che non può assolutamente essere considerato soltanto un aeroporto metropolitano? Perché se tale è la considerazione che si ha, certamente l'aeroporto di Caselle non avrà mai quelle funzioni che noi tutti in quest'aula vorremmo che avesse.
E allora, questo 10%, Presidente, non era pensabile che permettesse alla Regione, per esempio, di avere una persona ai vertici di questa società? E se questa persona ai vertici della società non c'è, io vorrei sapere il perché.
Vorrei anche sapere da chi sono stati proposti all'assemblea dei soci per ricoprire le loro cariche, il Presidente e l'Amministrazione delegato.
Vorrei sapere se il Presidente della Regione Piemonte ha mai ipotizzato di presentare anch'esso un Vicepresidente o un Consigliere che avesse determinate deleghe all'interno di questo Consiglio d'Amministrazione e, se non c'è, perché non c'è? Mi risulta, poi, che parte delle azioni non siano state svolte neppure direttamente dal Comune e dalla Provincia, ma che a lato di questi due Enti locali abbia giocato un grandissimo ruolo, rispetto alle indicazioni ed alle funzioni che i Consiglieri dovevano avere, la Camera di Commercio.
E in qualche caso, a qualcuno dei membri dei Consigli d'Amministrazione è anche stato detto: se tu fossi da un'altra parte, probabilmente potresti fare il Vicepresidente.
Riguardo a queste cose, Presidente, io voglio sapere, perché se non sappiamo queste cose, probabilmente, come spesso capita, possiamo continuare a sparare nel mucchio e dire che i Consigli di Amministrazione che inciampano in una situazione del genere sono completamente da azzerare ma non individueremo mai i responsabili della situazione.
Un'altra cosa salta agli occhi: in un articolo di Repubblica di stamattina c'è scritto che non si sa ancora se il compito di individuare le cose che non vanno nei sistemi aeroportuali sia di Civilavia o dell'ENAV.
Io penso che questo si debba sapere. Se il Ministero non è in grado di farlo, allora non riesco a capire come possano, gli Amministratori dell'aeroporto, ascoltare l'uno o l'altro.
Sottolineo ancora una questione: bisognerebbe verificare, proprio in base a quel foglio che mi ha passato gentilmente il collega Cavaliere, la composizione del Consiglio di Amministrazione. Non soltanto le azioni che noi abbiamo fanno sì dell'essere considerati Ente di assoluta minoranza non soltanto le nomine che sono state fatte ai vertici della società fanno individuare la Regione come Ente di assoluta minoranza, ma anche il Consiglio di Amministrazione stesso.
Io non so quanto abbia sottoscritto la Camera di Commercio delle azioni della SAGAT; certo è che la Camera di Commercio ha quattro Consiglieri di Amministrazione contro l'unico Consigliere di Amministrazione che ha la Regione, più un altro che poi è stato surrogato dall'assemblea. Penso dunque, che la Camera di Commercio abbia contribuito alle nomine dei vertici di questa società.
E allora, quando si spara bisogna sapere di chi sono le responsabilità altrimenti si rischia di autospararsi.
Personalmente chiedo, e lo chiederò anche ai vertici della SAGAT, se verranno in Commissione a riferirci: se è vero che la SAGAT conosceva la situazione dal 1994, dopo aver indicato due professori del Politecnico suggeriti - mi si dice - dal Comune di Torino e dalla Provincia di Torino per fare delle perizie sull'aeroporto di Caselle; se è vero che la SAGAT ha 40 miliardi investiti in BOT e come mai non è intervenuta dal 1994 ad oggi nell'effettuare quegli interventi che erano necessari.
Inoltre, chiedo se Civilavia, nel 1996, quando è caduto il Cargo a Caselle ed è venuto a rilevare le condizioni dell'aeroporto, non abbia rilevato queste assolute difficoltà. E se le ha rivelate, mi chiedo come mai Civilavia ci dica oggi che dobbiamo chiudere l'aeroporto, date le particolari condizioni, e perché non l'abbia detto un anno fa. Perché io che ho volato con la nebbia e di notte, vorrei essere rassicurato da Civilavia che sino ad oggi le condizioni dell'aeroporto mi permettevano di volare in assoluta sicurezza.
Quando mi daranno queste risposte, incomincerò a verificare le eventuali responsabilità della chiusura di un aeroporto che è di vitale importanza, se crediamo nei trasporti, nei collegamenti e nelle comunicazioni del Piemonte per e dall'Europa intera.
Questo è quanto ci dobbiamo dire.
Dire che la responsabilità è dell'uno o dell'altro, senza conoscere bene, per esempio, i verbali dei Consigli di Amministrazione e le attribuzioni delle reali responsabilità che hanno i singoli Consiglieri all'intero del Consiglio stesso, ci pare inopportuno.
Ricordo che voglio sapere da chi sono stati indicati i vertici della società.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA Faccio alcune considerazioni. Una, in ordine alla necessità di assumere un'iniziativa immediata, da parte dell'azionista Regione Piemonte, per chiedere una convocazione dell'assemblea degli azionisti, con la richiesta esplicita di decidere le misure necessarie per attivare qualche soluzione di emergenza in modo da garantire la sicurezza dell'aeroporto, in previsione delle prossime scadenze festive.
Questa mi pare la prima urgenza, la prima necessità: bisogna che questa convocazione, non solo sia fatta, ma che si svolga velocemente ed urgentemente.
Al di là della convocazione, credo che gli azionisti, soprattutto pubblici, debbano riunirsi in fretta per verificare se le indicazioni fornite dall'Amministratore delegato, che è anche direttore, corrispondono a verità. Cioè se veramente è possibile mettere in piedi urgentemente delle misure in modo che l'aeroporto venga rinsavito in termini di categoria.
La seconda questione è molto più generale. Ritengo che, in tema di aeroporto, il Vicepresidente Majorino, il Presidente Ghigo, l'Assessore Masaracchio, non debbano avere un atteggiamento di inferiorità nei confronti del Comune di Torino. Ci vuole un po' di coraggio: è la Regione Piemonte, non il Comune di Nichelino, di Moncalieri o di Rivoli, che ha delle competenze in materia di trasporti. Non si preoccupi dell'11%: ha la forza e la competenza politica per poter intervenire con autorevolezza su questi temi; non è un problema di quote, perché si può avere anche il 100 o non avere nulla, perché si sta parlando di privatizzazione, ma il ruolo politico resta.
Io temo, anche per una certa insicurezza con la quale sono stati comunicati i nostri rappresentanti, che questa autorevolezza politica da parte della Regione non ci sia. Non si sa bene qual è il nostro rappresentante oppure si sa qual è, ma un altro è stato nominato dall'assemblea, probabilmente non rappresenta la Regione, probabilmente suggerito dall'Assessore o dal Presidente, quindi non rappresenta la Regione.
Questo dà il senso di un'insufficiente autorevolezza nell'affrontare questi temi: si arriva in Consiglio non sapendo chi è il proprio rappresentante. Dopodiché si può avere anche il 20%, il 40%, il 50% delle azioni, ma non è una fatto quantitativo; resta il fatto - e mi pare che l'ordine del giorno presentato abbia questo significato - che le minoranza hanno chiesto l'azzeramento completo del consiglio di amministrazione della SAGAT - quindi anche le dimissioni dei due rappresentanti della Regione - a dimostrazione che non c'è utilizzo strumentale della vicenda.
Non possiamo continuare ad assumere tale atteggiamento ogni volta che si presenta una vicenda di questo tipo, delegando responsabilità al Governo, al Comune di Torino; ma la Regione che cosa fa? Credo che il dibattito odierno, e soprattutto le comunicazioni, dimostrino con evidenza che manca una politica regionale sulla questione dei trasporti.
La Regione Piemonte o per responsabilità del Governo o per responsabilità del Comune di Torino - che io non escludo - sta continuando a ridurre il suo peso e il suo ruolo nel contesto nazionale.
Ieri ho percepito tale sensazione nell'intervento del Ministro Burlando: mancanza di interventi concreti da parte della Regione Piemonte nel ruolo da assegnare all'aeroporto di Caselle rispetto all'aeroporto di Malpensa.
E' vero che nel piano dei trasporti nazionali e internazionali l'aeroporto di Malpensa è intercontinentale, mentre quello di Caselle è solo di carattere internazionale, ma all'interno di questa decisione abbiamo assunto un'iniziativa che ci permette di far svolgere realmente un ruolo internazionale all'aeroporto di Torino? Il problema della Torino-Milano è così secondario rispetto ad una differenza gerarchica fra l'aeroporto di Malpensa e l'aeroporto di Caselle? Credo che la differenza di ruolo sia legata alla necessità di un collegamento veloce tra Torino e Milano, mancando questo elemento forte credo che il ruolo di Caselle sia un ruolo - ed ha ragione in questo senso il collega Montabone - non di tipo internazionale, ma un ruolo secondario.
Pur riconoscendo errori e responsabilità complessivi della classe politica piemontese, credo che in questo non ci siano delle differenze. Ha fatto bene la collega Spagnuolo a porre il problema del Piemonte, il problema dell'aeroporto è sicuramente di grande importanza, ma il problema centrale verte sul Piemonte; potremmo avere il Presidente, l'Amministratore delegato, il Direttore come rappresentanti della Regione Piemonte, ma se non abbiamo un'idea, e soprattutto una forza politica, per imporre un'idea forte sul ruolo da assegnare al Piemonte, noi possiamo continuare a lamentarci, ma non facciamo assolutamente nulla.
E' chiaro che coloro che hanno delle responsabilità paghino, ma è altrettanto chiaro che occorrono degli interventi immediati, per rendere entro Natale, l'aeroporto di Caselle di una categoria superiore: è necessario avere un'idea più generale sul ruolo da assegnare al sistema dei trasporti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.
ROSSO Oggi, come al solito, facciamo i massimi sistemi: ho sentito parlare dei rapporti con la Malpensa, ho sentito parlare della sinergia Caselle Levaldigi, i grandi sistemi dei trasporti, ma il problema di oggi è semplicissimo: hanno declassato l'aeroporto di Caselle.
Come ogni buon tecnico di calcio sa, se si va in serie "B" non si pensa a vincere lo scudetto, ma si pensa a tornare in serie "A".
Oggi il dibattito mi ha abbastanza sconcertato. Ho sentito parlare di investimenti in BOT, ho visto che la Giunta non conosceva con sicurezza chi erano, quanti erano i membri del Consiglio di amministrazione, ho sentito parlare di sostituzione di membri del Consiglio di amministrazione per accordi politici. Mi chiedo come sia possibile che si riesca a far politica anche sulla salute dei cittadini, che fino a pochi giorni fa non sapevano di atterrare in un aeroporto a rischio, e sul futuro economico della nostra regione.
Come ho già detto in precedenti interventi in Italia abbiamo sempre bisogno che ci siano dei morti per poter intervenire, così è successo per la camera iperbarica, così è successo per il cinema "Statuto" a Torino.
Mentre per l'aeroporto di Caselle, nonostante il caso del cargo russo precipitato, non è avvenuto neanche questo; si continua a gestirlo tranquillamente, interrogandoci sui responsabili del declassamento.
Sicuramente i responsabili sono quelle persone che hanno la maggioranza in Consiglio di amministrazione, siccome la maggioranza del Consiglio di amministrazione è stata nominata dalla Giunta e dal Sindaco Castellani è evidente che se si deve trovare qualche responsabile bisogna spostare l'attenzione sul Consiglio comunale di Torino. Però qui siamo in Regione Piemonte e dobbiamo parlare di quelle che possono essere le responsabilità della nostra Regione. Per quanto riguarda il rappresentante della Regione ho sentito dire: "poverino, da solo che cosa poteva fare!".
Se non serve avere un Consigliere di amministrazione cosa lo nominiamo a fare? Lasciamolo a casa, lasciamo al Comune di Torino la totale gestione.
Se invece lo nominiamo è evidente che egli deve verificare il comportamento di una maggioranza, maggioranza di Consiglieri nominati da un Comune dell'Ulivo, quindi una maggioranza politica diversa da quella che governa la Regione Piemonte. Se il rappresentante regionale ha questa responsabilità si deve dimettere, così come si deve dimettere tutto il Consiglio di amministrazione e l'amministratore delegato.
Noi del Gruppo della Lega voteremo l'ordine del giorno che chiede le dimissioni del vertice della SAGAT e del rappresentante nominato dalla Regione. Vorrei che questa richiesta fosse anche un po' da esempio al Comune di Torino, sperando che nel Consiglio comunale di lunedì la sinistra, che qui ha fatto delle ottime proposte e degli ottimi discorsi anche in Comune si comporti nello stesso modo e chieda e ottenga, visto che ha la maggioranza, le dimissioni di questi signori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.
VINDIGNI La Regione Piemonte in passato ha prestato molta attenzione al ruolo del sistema aeroportuale, considerato essenziale per l'internazionalizzazione dell'economia del Piemonte.
Non si è limitata a dare delle indicazioni di natura programmatica strategica, come le ha date nel primo Piano generale dei trasporti del 1976, che dava appunto al sistema aeroportuale un ruolo centrale, ma è entrata nelle compagini azionarie delle società che gestiscono gli aeroporti del Piemonte al fine di partecipare concretamente alla vita di queste società e acquisire informazioni di prima mano che potessero anche determinare indirizzi politici e sostegni allo sviluppo di questa realtà.
Da questo punto di vista io sono d'accordo con chi in quest'aula ha detto che la presenza dei nostri rappresentanti nei Consigli di amministrazione delle società partecipate non è correlata alla quantità di quote che possediamo, ma è in relazione agli indirizzi politici che esprimiamo e all'autorevolezza. I nostri rappresentanti sono portatori di interessi generali che li mettono in condizione di avere un ruolo importante, se sono capaci, all'interno degli organi dove sono nominati.
Quindi non è questione di numeri, ma è questione di teste e di indirizzi. Solo così è giustificata la nostra presenza in questi enti; se invece la presenza serve a collocare in maniera clientelare, o per ragioni di potere o di pura e semplice rappresentanza di forze politiche o di correnti, uomini di fiducia o uomini a cui si deve qualche gratitudine in questi organismi, è chiaro che nemmeno con il 50 o il 60% si potranno mai realizzare indirizzi politici.
Nel sistema aeroportuale del Piemonte il ruolo di Caselle è centrale perché è un aeroporto di più antica data, quello più attrezzato, più vicino all'Area metropolitana, un aeroporto che ha, in termini territoriali, delle grandi potenzialità, come forse nessun altro aeroporto del nord Italia ha.
Forse l'aeroporto di Verona ha un intreccio di collegamenti di tipo autostradale come il nostro, ma non ha l'intreccio di collegamenti di tipo ferroviario.
Per questo motivo, proprio per la centralità che l'aeroporto di Caselle aveva e ha per lo sviluppo economico della nostra Regione, esso è stato oggetto di importanti investimenti, quasi tutti fatti - è bene notarlo - in autofinanziamento, perché l'aeroporto ha reso moltissimo. Voglio ricordare che all'inizio degli anni '80 tra questi investimenti era stata compresa anche l'apparecchiatura che aveva consentito di dare all'aeroporto Torino Caselle la qualifica di I.L.S. di III categoria. Allora Torino Caselle in termini di sicurezza di atterraggio era l'aeroporto all'avanguardia di tutto il nord Italia, tant'é che i voli di Linate e di Genova venivano dirottati su Torino.
Come mai oggi ci troviamo in questa situazione di penalizzazione e di declassamento? La ragione, per quello che ho potuto appurare in queste pochissime ore, perché la discussione mi ha preso un po' in contropiede, è abbastanza semplice.
L'ICAO, cioè l'organizzazione internazionale addetta alla sicurezza degli aeroporti in tutto il mondo, ha dato delle prescrizioni sin dal 1995 che imponevano il monitoraggio di tutte le attrezzature elettriche dell'aeroporto; il monitoraggio comportava il collegamento di ciascun punto luce con la torre di controllo, in maniera tale da poter intervenire laddove c'era un guasto o il fine di mantenere quelle condizioni di sicurezza che attribuivano all'aeroporto di Torino la categoria che prima richiamavo.
Per quale motivo da allora, 1995 ad oggi, non sono stati fatti gli investimenti che la direttiva ICAO imponeva? Certamente si tratta di investimenti importanti, mi dicono nell'ordine di alcune decine di miliardi. Non è che in questo periodo la società non disponesse di queste risorse; la società ha fatto investimenti sbagliati, perch contemporaneamente ha investito una somma, che poteva essere utilizzata per la sicurezza, sul famoso Cargo Center.
E' stata fatta una scelta strategica che non era supportata da nessun accordo, da nessuna scelta politica a livello nazionale, sperando attraverso quei 40 miliardi - se ricordo bene - che sono stati investiti nel Cargo Center, che è stato utilizzato solo per un anno, di poter catturare traffico al sistema aeroportuale milanese.
Questa scelta si è rivelata sbagliata, perché l'Alitalia ha dirottato una parte del trasporto merci su Caselle solo in una fase assolutamente contingente in attesa che Milano terminasse i suoi lavori.
E' chiaro che se noi come Regione non sappiamo tutelare i nostri interessi e farli valere politicamente anche con accordi consolidati, siamo sottoposti a queste oscillazioni e a queste avventure. Tanto più grave è il fatto che di fronte a questo investimento sbagliato, persistendo la necessità di adeguare le condizioni di sicurezza alle direttive dell'ICAO non sono state utilizzate queste decine di miliardi di cui ci ha parlato l'Assessore Gallarini, che non dobbiamo dimenticarlo è stato Assessore al bilancio e alle partecipazioni, quindi se ha fatto queste affermazioni è perché ha motivo di poterle fare.
La società ha accantonato una quarantina di miliardi in attesa di nuovi investimenti, quando invece c'era la necessità impellente di fare quelli che l'ICAO imponeva.
Io non voglio essere cattivo, ma siccome i compensi degli amministratori sono legati agli utili, non vorrei che questi investimenti fossero stati in qualche modo congelati per tenere alti gli utili del periodo. Questo sospetto mi viene.
Certamente la società e il vertice aziendale hanno sottovalutato questo problema; devo ricordare che il vertice aziendale ha sollecitato delle comunicazioni alla Regione attraverso la Commissione competente. Ci hanno illustrato le loro strategie, i loro problemi, ma non ci hanno parlato di un problema sicurezza, quindi questo è un fatto molto grave.
Il vertice aziendale è formato da un Presidente che è stato Ingegnere Capo al Comune di Torino e da un amministratore delegato che, per quello che mi risulta, rappresenta la Camera di Commercio; l'amministratore delegato è anche direttore generale, ha troppi incarichi e avendo troppi incarichi forse non ha potuto seguire adeguatamente l'attività della società e quindi ha sottovalutato questo problema del quale oggi dobbiamo discutere. A questo punto cosa fare? Credo che la discussione che abbiamo avviato debba essere propedeutica ad un incontro rapido, da farsi nel giro di pochi giorni, del vertice aziendale e di Civilavia con il Consiglio nella sede apposita.
A me pare che la sede più opportuna sia la II Commissione.
Ci dica la SAGAT come stanno le cose, come si pensa rapidamente di rimediare a questa situazione di declassamento che penalizza non solo la società, ma l'intera Regione, ma invitiamo pure Civilavia, che deve dirci a quali condizioni può essere attuato un percorso graduale, affinché, in un tempo relativamente breve, Caselle ritorni a riavere la classificazione di sicurezza 3B), che la poneva all'avanguardia nel sistema aeroportuale italiano.
C'è un ulteriore appuntamento cui siamo chiamati: la discussione sul secondo Piano generale dei trasporti. Per quanto personalmente ricordo, le indicazioni sul sistema aeroportuale sono piuttosto vaghe, anche se si parla comunque di problema di sicurezza - evidentemente già noto.
Credo però che l'episodio debba farci ragionare maggiormente sulle strategie da mettere in campo per superare la situazione di affaticamento economico che la nostra Regione sta vivendo.
Altre Regioni, altre città, altre aree metropolitane hanno superato situazioni di difficoltà, proprio utilizzando al meglio le potenzialità aeroportuali.
Faccio il caso di Manchester: attorno all'aeroporto sono stati creati circa 20.000 posti di lavoro. Occorrono strategie, politiche economiche non atteggiamenti dimessi, di rinuncia alla propria capacità non solo di legiferare, ma di programmare. Atteggiamento riscontrato anche ieri all'incontro con il Ministro Burlando: così non va. Se continuiamo a mantenere quest'atteggiamento, inevitabilmente non svolgeremo il nostro compito e non concorremmo a far uscire il Piemonte dalla crisi economica che sta vivendo e che mi pare venga in quest'aula troppo sottovalutata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Presidente e colleghi, vorrei ricordare al Consiglio il dibattito svolto lo scorso anno in seguito alla vicenda dell'ANTONOV, nel quale furono espressi una serie di luoghi comuni, di conformismi, di inesattezze illuminanti al fine di spiegare quanto è avvenuto in questi anni. Intanto la Regione non si è accorta che le maggiori compagnie aeree nazionali e internazionali da un anno denunciano la situazione d'insicurezza dell'aeroporto di Caselle. Nessuno se n'è accorto! La Regione si è occupata dell'aeroporto per contrattare qualche nomina con altri partiti o con la Camera di commercio, o ancora, per qualche inaugurazione: di questo si è occupata la Regione relativamente all'aeroporto; questo l'apporto istituzionale, di conoscenza dei problemi.
Il collega Vindigni ha già illustrato con esattezza la condizione storica; invece d'intervenire sulla condizione di sicurezza si sono attuate una serie di operazioni economiche, difese anche dalla Giunta regionale visto che di queste questioni si è parlato in Consiglio regionale in occasione dei grandi ragionamenti sullo sviluppo economico: "Non facciamo in modo che il Piemonte perda i cargo..." Questo il ragionamento, "pompato" dalla SAGAT ad arte, mistificando il fatto che si era a conoscenza che l'accordo per i cargo era di soli due anni, per poi ritornare all'aeroporto di Malpensa. Ciononostante, la SAGAT ha investito decine di miliardi in opere stabili, non giustificate - e la Regione ha difeso questa scelta.
Infatti, tutte le volte che si è discusso dei cargo, in quest'aula e sui giornali, la Regione ha detto...
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Cos'ha detto? CAVALIERE Non lo so, Assessore, visto che lei in quest'aula non può parlare; ma quando parla ai giornali, anche lei dice che i cargo...
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni ...i cargo? CAVALIERE ... debbono rimanere a Caselle.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Quello che stiamo dicendo tutti! CAVALIERE Ecco: quello che stiamo dicendo tutti: è evidente che anche questa volta non ha capito di cosa stiamo parlando.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Ah, già, io non capisco mai niente.
CAVALIERE No, non è che non capisca niente: non ha capito di che cosa stiamo parlando, adesso. Lei, poi, non può replicare, quindi...



(Risa in aula)



PRESIDENTE

Consigliere, che lei faccia il menù per tutti è veramente esorbitante...
CAVALIERE La SAGAT ha investito miliardi, pur sapendo che l'investimento era a rischio. E questo in virtù di una gestione della Camera di Commercio molto più attenta ai piccoli guadagni immediati che allo sviluppo progettuale dell'aeroporto.
Tutto ciò si evince anche dalle cosiddette privatizzazioni avvenute all'interno della SAGAT, che io chiamo "all'amatriciana": si è costituita una serie di società di gestione dei servizi aeroportuali - come la AIRCARGO, Cirié 2000, la Torino Servizi e, ultimamente la Pista, società cui partecipano anche designati della Regione - gestite direttamente, quasi tutte, da membri del Consiglio di amministrazione della SAGAT. Quindi, si privatizzano dei servizi che vengono poi divisi tra i membri del Consiglio di amministrazione: un'egemonia, quella della Camera di Commercio, evidente anche dall'anomala condizione dell'amministratore delegato Boccardo, che è anche direttore, e riveste dunque una doppia carica: il che, dice tutto! Il ruolo della Regione è stato assai debole. Proseguendo nella logica di sempre, il problema, per la Giunta regionale, è stato capire, in accordo con altri Partiti ed altre Giunte, quali erano le nomine possibili (chi si poteva nominare lì).
Non cosa si può fare lì, ma chi possiamo nominare; tant'è che la nomina di Firpo è stata fatta in maniera confacente al numero di rappresentanti che il Consiglio regionale può avere, mentre quella di Berrino è stata contrattata politicamente, sempre in questa logica.
I limiti di questa situazione sono questi. Occorre dunque cambiare radicalmente ragionamento, azzerando questa situazione, e ricominciando a ragionare dalle potenzialità reali, vere del sistema aeroportuale piemontese.
In questo ha ragione il collega Riba quando sostiene che è possibile sviluppare, ed anche avviare, una forma di competizione con Malpensa, non con Caselle, perché questo è impossibile, ma con un sistema reticolare che può vedere Biella, Levaldigi, gli altri poli assieme in un ragionamento.
Queste cose non sono all'ordine del giorno dei ragionamenti della Giunta regionale, perché questa Giunta non ha né idee né progetti; tutt'al più, quando accade un fatto del genere, c'è la grande presa di posizione meno male che in questo si è stati un po' prudenti! - sul fatto che "si toglie a Caselle", "si toglie a Torino", "si toglie al Piemonte".
Il problema vero è che il Piemonte non riesce a proporre nulla.



MINERVINI MARTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea, che l'ha richiesta.
PAPANDREA Dobbiamo pensare a come superare questo gravissimo infortunio per la Regione Piemonte, che presenta delle ripercussioni gravi, forse persino più gravi del tragico evento di un anno fa.
Anche se, per fortuna, non ha avuto delle conseguenze in termini di vite umane, dal punto di vista complessivo dello sviluppo della nostra Regione questo evento rischia di essere ancora più grave. Credo quindi che dobbiamo ragionare sul perché e come siamo arrivati a questa situazione, e a come uscirne.
Dobbiamo però avere chiaro che se ne esce intervenendo sulla struttura aeroportuale in modo tale da superare i problemi che essa ha, e non con delle altre operazioni che magari riescono a tamponare la declassificazione, ma che in realtà rinviano soltanto l'intervento sull'aeroporto e sulla sua struttura.
Penso che sia stata proprio questo tipo di ottica miope ad averci portato a questa situazione, per cui occorre andare ad un cambiamento.
Secondo me bisogna intervenire sui responsabili e sulla politica che è stata responsabile della situazione. Abbiamo dei vertici che hanno compiuto delle scelte: questi vertici, a mio parere, vanno azzerati. E vanno azzerati non solo per quanto si scoprirà, ma perché quanto è avvenuto e quanto è emerso finora dimostra come questi vertici siano incapaci di svolgere il ruolo che sono stati chiamati a svolgere.
E devono essere azzerati sia i vertici operativi sia chi ha approvato la politica che essi hanno proposto, perché credo che dietro ci sia anche questo. Non possiamo riflettere solo sulle capacità individuali e sui vertici: questi hanno proposto delle politiche, e credo che occorra discutere anche su queste. Il problema non può essere semplicemente un'operazione di rinnovo di poltrone, ma vi deve essere anche una riflessione sulle politiche proposte.
Su questo credo che la Regione non possa sminuire il proprio ruolo. E' vero che la Regione ha un doppio ruolo, uno che riguarda l'Assessore Majorino in quanto delegato agli Enti strumentali e l'altro che riguarda l'Assessore ai trasporti del Consiglio regionale o dell'Assemblea o del Parlamento regionale piemontese - come ogni tanto vorremmo chiamarci vorremmo anche sentirci chiamare Ministri - però la capacità di intervenire sui problemi non c'è.
Anche se non avessimo nemmeno l'1% di azioni dell'aeroporto di Torino anche se non vi fossimo dentro come Ente strumentale, il problema comunque riguarderebbe la Giunta regionale, e in particolare l'Assessore ai trasporti, che invece se n'è bellamente fregato del dibattito in aula (il che ogni tanto fa sì che abbiamo delle preoccupazioni sul processo di federalismo, anziché esserne entusiasti).
Credo che abbiamo questa doppia competenza, in primo luogo in quanto partecipanti. In base a questo aspetto, prima ancora dell'incidente di un anno fa, al momento del rinnovo dei vertici della SAGAT, li abbiamo chiamati qui e abbiamo discusso con essi: non mi risulta, però, che ci siano state critiche da parte della maggioranza né, purtroppo, di gran parte delle forze politiche rispetto a quello ci sono venuti a prospettare.
All'epoca, solo due Gruppi espressero delle posizioni differenti: il Gruppo di Rifondazione comunista e il Gruppo dei Verdi.
I vertici della SAGAT chiedevano una riconferma - su questo noi avevamo già espresso dei dubbi - e hanno parlato della loro intenzioni: costruire alberghi, effettuare operazioni immobiliari sulle aree interessate e altre cose di questo genere. Hanno parlato di grandi operazioni economiche, ma non hanno parlato molto dell'aeroporto e delle sue condizioni, cioè del fatto che l'aeroporto si occupa di voli, di far viaggiare la gente e che c'è un problema rispetto a tutto questo.
Non solo; ci hanno anche detto che loro, poiché hanno un'ottica prevalentemente economica davanti ai loro occhi, intendeva fare sull'azienda SAGAT un'operazione che molti definiscono di "spezzatino". In sostanza, si tratta di individuare le parti più interessanti da un punto di vista economico per mantenerle dentro le aziende, andando invece a liberarsi delle altre, appaltandole, con una logica di riduzione dei costi che sta sopra e prima della logica sia della sicurezza che della qualità del servizio fornito a chi vola.
Attenzione: all'epoca alcuni, tra cui quelli che subivano quel processo di terziarizzazione (come viene anche definito), di frammentazione, di espulsione dall'azienda principale, erano venuti a denunciare questo aspetto. Ci hanno detto: "Attenzione che queste cose qui avranno delle ripercussioni sulla sicurezza dei voli".
All'epoca - può darsi che ricordi male - non ricordo di aver sentito delle polemiche, delle critiche nei confronti delle scelte della SAGAT.
Noi avevamo espresso delle critiche e oggi, quando poniamo il problema di cambiare vertici, poniamo anche il problema di cambiare questa politica perché non possiamo pensare che la sicurezza dei voli abbia solo a che fare con impianti moderni: ha anche a che fare con delle persone che lavorano e che devono essere qualificate. Non si possono effettuare degli appalti su cui si cerca di tagliare i costi delle ditte, di ridurre al minimo, andando incontro a personale di qualità minore, di qualità inferiore alle esigenze.
Nel nostro ordine del giorno solleviamo questo aspetto: pensiamo che occorra fare un gesto coraggioso, soprattutto se si vuole chiedere di rivedere il problema del declassamento con i vertici nazionali. Penso che lo possiamo fare con maggiore forza se andiamo da loro dicendo che abbiamo azzerato i vertici e - credo - ancora di più se gli diciamo che, rispetto alla politica che quei vertici hanno portato avanti (politica economica politica di cui si occupano, non nel senso di politica di cui spesso parliamo, ma delle scelte che loro hanno compiuto), suggeriamo un ripensamento.
Bisogna fare dei passi indietro e andare ad una politica che metta al centro il fatto che l'aeroporto fornisce un determinato tipo di prodotto e di servizio e che prima di tutto c'è quello. Dopodiché si possono sviluppare altre iniziative perché se ci si preoccupa delle altre iniziative, magari nell'immediato sembra di avere dei successi anche economici, invece poi ci si ritrova di fronte a una situazione per cui quel poco che si ha di successo viene sprecato molto rapidamente e si ha un danno che è duraturo e che sarà difficile recuperare.
Se vogliamo dare un segno, la prima cosa da fare è un'assunzione di responsabilità, anche da parte nostra, riconoscendo che forse ci siamo sbagliati nel dare fiducia a questi vertici e quindi occorre sfiduciarli.
Al contempo, quando andremo a individuare nuovi vertici, bisogna fare una riflessione seria sul tipo di politica che si intende attuare e io ritengo che il problema della sicurezza debba avere la centralità.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola ha facoltà di replicare il Presidente della Giunta.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Desidero svolgere, in questa breve replica, alcune considerazioni in merito al dibattito che si è svolto oggi sul tema dell'aeroporto.
La prima considerazione riguarda le osservazioni e gli stimoli che sono stati rappresentati in quest'aula sugli aspetti più di macroeconomia, anche se voglio ricordare la battuta del Consigliere Rosso, il quale usando un paragone calcistico sosteneva che quando si va in serie B bisogna poi preoccuparsi di tornare in serie A e non immaginare o pensare in grande. E' indubbio che questo è il primo obiettivo, al di là di un elemento di considerazione generale nel rapporto con Malpensa, con l'aeroporto di Cuneo Levaldigi e con l'aeroporto di Biella che rappresentano il sistema aeroportuale piemontese che si potrà vedere realizzato e completato nel momento in cui Malpensa assumerà il ruolo di aeroporto del Piemonte e della Lombardia, perché questa è la visione che noi abbiamo in questo senso: una forma satellitare di aeroporti con competenze specifiche che possono vedere quello di Torino in maniera principale, ma lo stesso aeroporto di Cuneo Levaldigi piuttosto che l'aeroporto di Biella.
Queste considerazioni sono oggetto di continue e assidue valutazioni nell'ambito dell'Assessorato ai trasporti e nell'ambito dei rapporti che noi abbiamo con il Ministero dei Trasporti, non ultimo ieri dopo l'incontro con il Ministro Burlando si è tenuta una riunione specifica proprio su questi temi.
Da una parte dell'opposizione è emersa la volontà, non tanto sottintesa, di identificare in questa situazione comunque qualche responsabilità da parte della Giunta che al limite ritengo possa considerarsi in senso oggettivo generale, ma non nel caso specifico. Di conseguenza queste considerazioni sono di carattere strategico e non di carattere particolare. Le richieste che sono state fatte verranno prese in considerazione; mi sembra che anche la maggioranza proporrà un ordine del giorno. Naturalmente questi ordini del giorno verranno presentati e discussi. Al di là delle preoccupazioni che in primis io sento, devo dire che l'Assessorato ai trasporti ha sempre tenuto stretti rapporti con i vertici istituzionali della SAGAT. In quest'aula oggi si sono fatte tante battute (Consiglieri messi di qui, messi di là, su e giù), però nel momento in cui un organo acquisisce dei ruoli istituzionali, un Ente come la Regione si contrappone al ruolo istituzionale rappresentato che nel caso specifico erano il Presidente e l'Amministratore delegato! Dico questo perché qui ho sentito battute del tipo "non conoscevate i nomi dei vostri Consiglieri": noi come Regione, come Assessorato, parliamo con il Presidente e con l'Amministratore delegato, non parliamo con altri...
CHIEZZI E con il nominato vostro.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Certo, anche con il nominato nostro, ma il rapporto istituzionale è in primis con queste due figure.
Il Consigliere Cavaliere faceva riferimento alla questione dei cargo sicuramente questa è una scelta che ad oggi sembrerebbe non eccessivamente indovinata, perché si sono fatti degli investimenti che non hanno poi avuto quella ricaduta che si riteneva dovessero avere, in seguito alla scelta dell'Alitalia di spostare i cargo già direttamente a Malpensa, pur non essendo ancora Malpensa strutturata per ricevere i cargo.
Posso citare casi specifici di interessamento personale, ma l'Assessore Masaracchio e la sua struttura possono elencare una quantità enorme di interventi specifici che la Regione Piemonte ha fatto a supporto delle strategie che l'aeroporto di Caselle...
CAVALIERE Appunto! GHIGO, Presidente della Giunta regionale No, la Regione non concordava, nel senso che poi il Consiglio d'amministrazione ha deciso attraverso i suoi organi determinate strategie.
Questi organi...
CAVALIERE Questo è stato ed è grave! Avete supportato scelte sbagliate, questo è il problema! GHIGO, Presidente della Giunta regionale La richiesta che viene fatta da più parti di azzeramento del Consiglio d'amministrazione da parte dei rappresentanti all'interno del Consiglio d'amministrazione della SAGAT sarà oggetto di discussione attraverso gli ordini del giorno che sono stati presentati. Onestamente devo dire che non ho ancora avuto modo di leggere quello che presenterà la maggioranza perch è in fase di formulazione; mi riservo quindi di esprimere un parere specifico venendone a conoscenza.
Ritengo che prima di tutto si debba - ed è questa, in un certo senso la considerazione che più mi interessa - tentare in tutti i modi possibili di riparare questa criticità. Questo è il primo obiettivo che il Consiglio regionale e la Regione devono porsi prioritariamente. Poi, in un secondo momento, una volta riparata l'emergenza, potremo anche fare un'analisi molto attenta di quelle che sono le responsabilità, ma oggi noi siamo di fronte a una criticità che penalizza fortemente la nostra Regione e che crea un gap che difficilmente potremo recuperare se non con grande fatica.
Perciò io dico che prima di tutto dobbiamo trovare una soluzione che garantisca ovviamente la sicurezza, ma che dia anche una risposta immediata a questa criticità.
Dopodiché io sono il primo, come del resto è stato anche dichiarato da più parti, a prendere in esame quelle che sono le eventuali responsabilità.
Siccome però in quest'aula le responsabilità della Regione sono sempre additate in maniera piuttosto decisa da parte dell'opposizione, mi permetto di dire - non per un mero calcolo di percentuale - che nel caso specifico dell'aeroporto di Caselle noi non ci tiriamo indietro come Ente regionale perché abbiamo competenze sui trasporti e perché dobbiamo sviluppare strategicamente la rete dei trasporti, però qui si parla di responsabilità soggettive! E allora le responsabilità soggettive sono chiaramente di chi ha la maggioranza nell'ambito di un ente! Noi abbiamo quelle oggettive eventualmente, come strategia, ma questo è un altro discorso.
Non facciamoci prendere dalla solita enfasi di identificare colpevoli o non colpevoli, perché questo è il momento in cui dobbiamo trovare una soluzione a una criticità, dopodiché c'è tutto il tempo e la necessità, che io condivido, di individuare il responsabile e chi ha sbagliato nel non portare avanti gli interventi di ammodernamento tecnico che sono assolutamente necessari, ma non solo da oggi, perché oggi stiamo scoprendo che erano necessari due o tre anni fa e che si sapeva che erano necessari! Oggi però abbiamo l'obiettivo prioritario di tentare di riclassificare questo aeroporto in modo che il danno nei confronti della Regione Piemonte sia il minore possibile.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La discussione è terminata. La discussione inerisce anche l'ordine del giorno nn. 636 e l'ultimo ordine del giorno presentato dai Consiglieri Cavaliere, Riba, Spagnuolo, Chiezzi e Saitta; l'ordine del giorno della maggioranza non mi è ancora pervenuto. Procediamo pertanto alla messa in votazione degli ordini del giorno che sono presenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Casoni; ne ha facoltà.
CASONI Chiedere dieci minuti di sospensione, perché è in fase di predisposizione l'ordine del giorno della maggioranza; ciò per consentire di visionarlo e perfezionarlo. Grazie.



PRESIDENTE

Se non ci sono obiezioni, sospendiamo il Consiglio per dieci minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 18.00 riprende alle ore 18.30)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.
SPAGNUOLO Gentile Presidente, vorrei sottoporre alla sua sensibilità di Presidente la procedura che è stata adottata, che deriva dalla sua sensibilità e cioè quella di sospendere il Consiglio regionale in attesa che la maggioranza elaborasse un documento. Non eccepisco sulla scelta, ma voglio sottolineare appunto alla sensibilità del Presidente del Consiglio che, qualora una richiesta del genere venisse fatta dall'opposizione analogamente lei abbia la cortesia di concedere tale sospensione, e mi permetterò di ricordarglielo garbatamente. Grazie.


Argomento: Trasporti aerei

Esame ordini del giorno n. 636, 641 e 642 inerenti a "SAGAT"


PRESIDENTE

Certo, Consigliera Spagnuolo.
Sono stati presentati tre ordini del giorno: uno da parte del Gruppo di Rifondazione Comunista (n. 636), uno da parte della minoranza (n. 641) e uno da parte della maggioranza (n. 642).
L'ordine del giorno della maggioranza, a firma dei Consiglieri Ghiglia Pichetto, Cotto, Montabone, Gallarini, ed altri, viene adesso distribuito.
Il testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerata la situazione di grave disagio e di immagine che si è venuta a creare con il declassamento dell'aeroporto di Torino considerata, inoltre la necessità di acquisire elementi di informazione più precisi, al fine di verificare le responsabilità anche degli Amministratori della SAGAT impegna la Giunta regionale ad attivare un'audizione immediata formale del Presidente dell'Amministratore Delegato e del C.d.A. della SAGAT ad attivarsi per la convocazione di un'Assemblea dei Soci al fine di individuare e attuare un Piano di riclassificazione dell'Aeroporto anche attuando immediate soluzioni intermedie." La parola al Vicepresidente della Giunta, Majorino.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale La Giunta è contraria all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi. E' altrettanto contraria all'ordine del giorno presentato dalla minoranza.
Non sono costretto a motivare tale contrarietà, perché il dibattito dura ormai da tre ore.
L'ordine del giorno della maggioranza, invece, viene condiviso in ogni sua parte.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 636, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato l'avvenuto declassamento dell'aeroporto di Caselle per inadeguatezza degli impianti luminosi della pista le ultime acquisizioni dell'inchiesta avviata dal Procuratore aggiunto Raffaele Guariniello nei confronti della Società SAGAT che la società SAGAT, da quanto sinora emerso, avrebbe potuto cedere l'impianto luminoso della pista di volo e le sue pertinenze all'Ente Nazionale Assistenza al volo (analogamente a quanto avvenuto per gli impianti radioelettrici), il quale si sarebbe in tal modo fatto carico degli oneri della manutenzione e del mantenimento degli standard richiesti dalle normative nazionali ed internazionali che la SAGAT preferì invece non cedere tali impianti, mantenendo così gli oneri e responsabilità di manutenzione ed aggiornamento preoccupati per le gravi ripercussioni che il declassamento del Sandro Pertini e la conseguente, grave, riduzione dei voli avranno in termini di occupazione e di collegamento della nostra Regione alle reti sovranazionali della comunicazione, del turismo e, più in generale, degli scambi dalla noncuranza manifestata dai responsabili della sicurezza dell'aeroporto a fronte dei ripetuti segnali d'allarme (basti ricordare l'incidente del cargo russo dello scorso anno e il black out che paralizz lo scalo torinese, quest'estate, in seguito ad un temporale) impegna la Giunta regionale del Piemonte a procedere ad un'immediata verifica dei motivi per cui la SAGAT non cedette l'impianto luminoso della pista di volo all'Ente Nazionale Assistenza al Volo e, nello stesso tempo, non effettuò gli interventi necessari a garantire la sicurezza dello scalo, della cui urgenza gli amministratori erano consapevoli, preferendo investire in altri settori, ad es. nel Cargo Center a verificare quali impegni sono stati inseriti dalla Società nel proprio piano di investimenti per garantire la sicurezza operativa dell'aeroporto e quali di questi non siano stati assolti a verificare eventuali responsabilità od omissioni a carico dei dirigenti della SAGAT, e procedere alle decisioni conseguenti, anche qualora esse comportassero l'azzeramento dei vertici dell'azienda ad attivarsi immediatamente affinché la cattiva gestione d'impresa degli amministratori e dei dirigenti SAGAT non ricada in nessun modo sui lavoratori dello scalo ad indagare sulla relazione tra i processi di terziarizzazione avviati dalla SAGAT all'interno dello scalo e l'evidente peggioramento della qualità dei servizi ed in particolare della sicurezza a comunicare al Consiglio regionale gli esiti delle proprie rilevazioni e, consultati anche gli altri azionisti della Società, le modifiche eventualmente intervenute a seguito dell'inchiesta nei rapporti con i vertici dell'azienda e con il suo Consiglio d'Amministrazione." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 19 voti favorevoli e 30 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno della minoranza n. 641, a firma del Consigliere Cavaliere ed altri, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato l'avvenuto declassamento dell'aeroporto di Torino causato dall'inadeguatezza dei sistemi di sicurezza constatato che la Società di gestione dell'aeroporto (SAGAT) non ha informato adeguatamente gli Enti pubblici azionisti delle condizioni di sicurezza dell'aeroporto considerato che i due rappresentanti nominati dalla Regione non hanno informato la Giunta e il Consiglio regionale di tale situazione preso atto che questa situazione sta recando grave danno all'immagine del Piemonte e possibili danni economici per la prossima stagione invernale chiede al fine di pianificare le necessarie politiche atte al rilancio e alla messa in sicurezza dello scalo, le dimissioni dell'attuale vertice della Società di gestione ed un immediato concerto con gli altri Enti pubblici azionisti per individuare soluzioni rapide, volte ad ottenere una riclassificazione dell'aeroporto, chiede la dimissioni dei due rappresentanti nominati dalla Regione." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 19 voti favorevoli, 29 contrari e 1 astensione.
Passiamo all'esame del terzo ordine del giorno (n. 642), presentato dalla maggioranza.
La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.
SAITTA Costato che il contenuto dell'ordine del giorno della maggioranza contrasta con la stessa impostazione che il Presidente Ghigo ha dato nella sua replica laddove ha scisso le due questioni: la questione urgente e immediata, ovvero un intervento per mettere in sicurezza l'aeroporto e la necessità di rinviare ad un momento successivo le questioni sulla politica dei trasporti.
Per quanto riguarda la prima parte del documento l'invito rivolto alla Giunta regionale per la convocazione di un'assemblea mi pare superfluo; lo stesso Presidente Ghigo, interrompendo il mio intervento, ha informato l'aula che l'assemblea è già stata convocata. Pertanto mi chiedo che senso abbia che la maggioranza impegni la Giunta ad attivarsi per convocare un'assemblea che è già stata convocata. Obiettivamente mi sembra superfluo o perlomeno non è a conoscenza delle iniziative assunte dal Presidente che ha ...



(Commenti del Presidente della Giunta regionale)



PRESIDENTE

SAITTA



PRESIDENTE

Quindi la Regione non ha ancora chiesto la convocazione dell'assemblea.
Per cui rispetto all'informazione precedente questo ordine del giorno ha senso perché cerca di colmare una lacuna della Giunta regionale perché, di fronte a questo evento, non ha neppure chiesto la convocazione dell'assemblea dei soci.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

SAITTA



PRESIDENTE

Assessore Burzi, non significa nulla il 10%, è ora di finirla con questa percentuale di partecipazione! Stiamo parlando della Regione Piemonte! Non è un Consiglio comunale è la Regione Piemonte! Occorre che la Regione entri in questa ottica, può e deve intervenire con l'autorevolezza che gli deriva dalle sue funzioni.
Per cui contato che questa sollecitazione della maggioranza è una giusta sollecitazione. Si tratta di una sollecitazione al Presidente e alla Giunta perché né Presidente, né l'Assessore Masaracchio, né il Vicepresidente Majorino finora si sono attivati per chiedere la convocazione dell'assemblea dei soci per un piano di intervento immediato.
Sono contrario all'ordine del giorno in quanto lo considero superfluo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Noi, ovviamente, siamo favorevoli all'ordine del giorno perché crediamo che, molto responsabilmente, si vogliano evitare, da parte nostra, dei processi sommari senza avere la conoscenza dei fatti e degli atti compiuti dalla SAGAT nei mesi ed eventualmente negli anni passati riguardo alla questione della sicurezza.
Sottolineo che la notizia del declassamento dell'aeroporto di Caselle risale a pochi giorni fa; sicuramente qualcun altro, quando ne avrà occasione, anche il Consigliere Saitta quando farà il Presidente della Giunta regionale, sicuramente sempre e comunque per ogni occasione e per ogni avvenimento tempestivamente saprà e capirà immediatamente la cosa migliore da fare. La Giunta regionale, con il suo modesto 10% se si attivasse anche a quattro giorni dall'avvenuto declassamento, con due giorni festivi di mezzo per chiedere la convocazione dell'assemblea dei soci, farebbe comunque un atto assolutamente tempestivo, visto che l'azionista di maggioranza non l'ha ancora chiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.
MONTABONE Dichiaro il mio voto favorevole all'ordine del giorno presentato dalla maggioranza. Sull'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Chiezzi e altri mi sono astenuto, mentre ho votato contro l'ordine del giorno di presentato dagli altri colleghi della minoranza.
Con questo ordine del giorno noi abbiamo il dovere - come ha già detto il Consigliere Ghiglia - di verificare a fondo le eventuali responsabilità politiche nell'ambito del Consiglio di amministrazione della SAGAT: per questo chiediamo che vengano sentiti i vertici e il Consiglio di amministrazione della società. Ma c'è un altro punto - e da questo capirete perché ho votato contro l'ordine del giorno a firma dei Consiglieri Riba Spagnuolo ed altri - noi ci siamo detti che occorre necessariamente intervenire per mettere fine a questo declassamento dell'aeroporto. Se noi in questo momento chiedessimo l'assoluto azzeramento dei vertici del Consiglio di amministrazione della SAGAT, così come viene scritto in questo ordine del giorno, non ci sarebbe più nessuno che potrebbe garantire nell'immediatezza, l'intervento sull'aeroporto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.
GALLARINI Dichiaro il voto favorevole del nostro Gruppo all'ordine del giorno per le ragione già espresse dai Consiglieri Ghiglia e Montabone.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Noi come Gruppo voteremo contro l'ordine del giorno della maggioranza innanzitutto perché - non desidero riprendere quanto detto dal Consigliere Saitta che condivido - abbiamo avuto delle relazioni di carattere diverso da parte della Giunta e pertanto ci sembra che chiedere alla Giunta di convocare un'assemblea dei soci, che tutto sommato è già in corso significhi aggirare il problema.
La motivazione di fondo è che in questa vicenda pare, dal punto di vista politico, che la Regione Piemonte rinunci un po' al suo ruolo trainante e che si nasconda dietro la preoccupazione di non esautorare i propri rappresentanti nel Consiglio di amministrazione, si nasconda dietro la problematica di una scarsa presenza o modesta presenza nella SAGAT. Sono tutte questioni di carattere burocratico; noi abbiamo la grande questione della sicurezza, abbiamo una problematica che attiene non ad una qualche linea morta, qualche tronco ferroviario morto, ma al nostro aeroporto.
In Consiglio regionale abbiamo avuto delle relazioni diverse da parte della SAGAT e quindi la Regione avrebbe potuto cogliere l'occasione per gestire un ruolo politico, al di là della percentuale del 10%. Si è rinunciato a svolgere questo ruolo, credo che questa sia una responsabilità politica. Su un tema come questo si sarebbe potuto tentare di andare ad una proposta il più possibile unitaria. Questo dividersi su grandi questioni in logiche modestissime di maggioranza e di opposizione senza tentare di guardare ad un ruolo politico della Regione nel suo insieme, è qualcosa di deludente.
Questa responsabilità politica, questa mancanza di gestione politica nasce proprio da una volontà della maggioranza che in senso negativo vogliamo sottolineare.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.
MANICA Intervengo per dichiarazione di voto su questo ordine del giorno.
Due sole considerazioni: la prima, che io condivido con la Consigliera Spagnuolo, è che ci siamo chiesti come su un argomento di questa importanza che coinvolge complessivamente le istituzioni piemontesi al massimo livello, quindi la Regione, la Provincia e il Comune di Torino, noi siamo dovuti arrivare in quest'aula a un dibattito che ha voluto per forza trovare delle contrapposizioni. Un dibattito che ha voluto per forza individuare delle responsabilità da una parte o dall'altra invece di assumere lo spirito con il quale il dibattito è stato affrontato e con cui lo stesso ordine del giorno, firmato dal mio Capogruppo, si approcciava alla questione, consentire cioè alle istituzioni piemontesi, alla Regione al Comune e alla Provincia di Torino, di agire nel modo migliore per intervenire su una situazione che dal punto di vista delle infrastrutture a livello piemontese presentava elementi di difficoltà.
Questa è la prima considerazione che francamente ci ha lasciato stupiti.
A questo si aggiunge il fatto che il testo dell'ordine del giorno presentato dalla maggioranza, rispetto alla evoluzione dei fatti e alla necessità di intervento, è reticente, tacitiano dal punto di vista della considerazione che qui viene fatta.
L'ordine di richieste che invece potevano essere anche concordate tra i gruppi, e che sono avanzate dai testi degli altri ordini del giorno, sono estremamente più puntuali e a ridosso dell'evoluzione che la situazione oggi ha avuto.
L'ultimissima considerazione è che con rammarico prendiamo atto che non si è voluto far giocare al Consiglio regionale e alla Giunta regionale un ruolo, in questo momento, che era quello che noi auspicavamo e che sarebbe stato all'altezza della situazione. Queste sono le considerazioni che facciamo e le ragioni per cui non voteremo questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Presidente, a me preoccupano le dichiarazioni di chi, come anche l'Assessore Burzi, dice che questo problema ci riguarda in percentuale alle nostre azioni. Questo significa concepire la problematica in una maniera riduttiva e non all'altezza di quello che dobbiamo amministrare.
Mi stupisce anche che il Presidente Ghigo richiami abbastanza polemicamente il Comune di Torino su uno dei temi sui quali lui vanta quotidianamente sui giornali di trovare una completa simbiosi con il Sindaco Castellani; tant'è che gli propone anche i patti anti interrogazione, contro Ghiglia e Cavaliere.
Guardando oggettivamente il problema, se ci fossero delle responsabilità di poca vigilanza o di poca attenzione del Comune di Torino, per quanto ci riguarda se le dovrà assumere; invece, non guardando il problema in sé, ma guardando chissà cosa, si procede con un ordine del giorno veramente pleonastico e che non dà il senso del governo.
Forse dà il senso del governo che non siete, questo sì, questo senso lo dà appieno, ancora una volta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Anche noi voteremo contro questo ordine del giorno presentato dalla maggioranza. Vogliamo sottolineare che nel nostro ordine del giorno, e nell'ordine del giorno dell'opposizione che abbiamo firmato, abbiamo considerato tutta la questione in modo approfondito, seriamente preoccupati e individuando anche degli indirizzi e delle soluzioni.
L'atteggiamento che abbiamo tenuto non è ambiguo, ma fa parte di una politica; l'atteggiamento che teniamo in questo Consiglio regionale lo terremo anche, con un analogo ordine del giorno, al Comune di Torino.
Riteniamo che su una questione di tale entità e di tale importanza, come l'aeroporto di Caselle, la Regione Piemonte, per l'importanza politica di un ente che definisce e programma anche le politiche dei trasporti, doveva comunque esprimersi con maggior determinazione.
Questo mutismo dimostra sostanzialmente un atteggiamento reticente, un atteggiamento subordinato alla politica che finora è stata attuata dal Consiglio di amministrazione. E' un ordine del giorno assolutamente superfluo, poco approfondito, quindi non entra nel merito della questione non individua delle soluzioni.
Il nostro voto sarà contrario a questo ordine del giorno. Vorremmo invitare il Presidente della Giunta regionale ad esprimersi e prendere una posizione almeno in questioni di questa importanza ed entità.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno n. 642.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 18 contrari e 1 astensione (Rosso).


Argomento:

Inversione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo l'inversione dell'o.d.g. per passare all'esame della proposta di deliberazione n. 533 "Riparto per l'anno 1997 dal Fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali", iscritta al punto 27) dell'o.d.g., in quanto domani l'Assessore non ci sarà e la ripartizione deve essere fatta in tempo utile, per cui bisognerebbe approvarla stasera.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Spesa socio - assistenziale

Esame proposta di deliberazione n. 533: "Riparto per l'anno 1997 dal Fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali di cui alla L.R. n. 62/1995 e successive modificazioni ed integrazioni e alla L.R. n. 24/1992 e successive modificazioni ed integrazioni"


PRESIDENTE

Passiamo dunque all'esame della deliberazione n. 533.
La parola all'Assessore Goglio.
GOGLIO, Assessore all'assistenza e servizi Grazie Presidente, grazie colleghi. Cercherò di essere rapido. Questa deliberazione è per il saldo da assegnare agli enti gestori dei servizi socio-assistenziali.
In data 12/5/97, avevamo predisposto una deliberazione di 52 miliardi e 540 milioni, quale acconto dell'importo globale, di 73 miliardi; con la deliberazione in oggetto diamo il saldo.
Ci auguriamo che l'anno prossimo, i fondi siano ben superiori. Quest'anno le risorse erano queste; pertanto daremo, a saldo, quanto possibile.
Non credo ci sia da aggiungere qualcosa in particolare; sono intervenuto soprattutto per chi non era presente in Commissione, nella cui sede abbiamo meglio approfondito l'argomento. Allegato alla deliberazione i Comuni e gli Enti che percepiscono il saldo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO I 73 miliardi proposti nella deliberazione n. 533, illustrata dell'Assessore Goglio, sono ancora, a nostro avviso, inadeguati rispetto alle vere esigenze del Piemonte in materia socio-assistenziale.
Vi è certamente, il problema contorno e di difficile soluzione delle deleghe alle Province, rispetto alle giuste esigenze del territorio piemontese relativamente al settore socio-assistenziale.
Nella proposta di deliberazione discussa in Commissione IV, non sono cambiati i criteri per la ripartizione dei fondi, che sono ancora, a nostro avviso, anacronistici e poco sensibili alle vere esigenze territoriali piemontesi, che sono, invece, completamente diversi.
Mancano dati certi sulla realtà di difficoltà dei servizi assistenziali, sulle mancate attuazioni, manca il monitoraggio e vi sono scarse risorse La nostra non è una critica politica preconcetta alla proposta di deliberazione del riparto fondi per il 1997; ma una seria constatazione della mancanza di volontà e sensibilità dell'Assessorato nel mettere a disposizione del Piemonte, in materia socio-assistenziale, fondi più cospicui e mirati alla salvaguardia delle vere e gravi esigenze ed emergenze socio-assistenziali presenti sul territorio.
Come Gruppo, ci asterremo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione n. 533, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 34 voti favorevoli e 6 astensioni.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Comunico che domani mattina alle ore 9,30 è convocata la VII Commissione; alle h. 10 si terrà il Consiglio regionale, che per "esigenze di servizio" del PDS - chiamiamole così - terminerà alle h. 14.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Nel calendario dei nostri lavori, sottolineo l'esigenza che il Presidente Ghigo svolga una comunicazione sull'intervista rilasciata a La Stampa il 10 novembre di quest'anno. Inoltre, chiedo se è possibile giungere alla votazione degli ordini del giorno sul problema dell'utilizzo della Reggia di Venaria.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Rispetto alla sollecitazione del Consigliere Chiezzi - suffragata da analoga richiesta da parte del Consigliere Cavaliere, se non vado errato ritengo, nell'ambito delle valutazioni del Regolamento e delle opportunità che mi sono offerte come Presidente della Giunta, di non dovere accedere alla richiesta e, di conseguenza, di non ritenere opportuno fare alcuna comunicazione sulla sollecitazione che i Consiglieri Chiezzi e Cavaliere mi hanno sottoposto.



PRESIDENTE

Voglio ricordare al Consiglio, a tutela dei suoi diritti e delle sue prerogative, che ci sono tutti gli strumenti regolamentari e procedurali (interpellanze urgenti, ordini del giorno, risoluzioni) con i quali il Presidente della Giunta regionale può essere sollecitato a rispondere magari, domani. Deve però esserci un atto formale di richiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI A me basta così, nel senso che non ho interesse ad obbligare il Presidente della Giunta regionale a svolgere una comunicazione, che ritenevo dovuta tra persone leali.
Quindi non presenterò alcuna interpellanza con la quale chiedere il motivo della dichiarazione delle sciocchezze al giornale. Verifico purtroppo, che siamo in presenza di un Presidente della Giunta regionale che sui giornali grida alla politica-scandalo e poi non ha il buon senso si accettare di ripetere le stesse cose che ha detto in un'intervista in quest'aula, affinché i suoi colleghi possano interloquire con le idee da lui espresse su un giornale, negando a quest'aula quanto ha concesso ad un giornalista.
Questo è un fatto politicamente gravissimo, deludente, che squalifica lei come Presidente della Giunta regionale.
Non presenterò alcuna interpellanza, perché buon senso, correttezza e lealtà politica avrebbe dovuto indurla a ripetere in quest'aula quanto detto ai giornali, in modo da poterne dibattere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Mi chiedo se sia possibile che nei confronti del Presidente della Giunta si usino certe parole ed un frasario indegno di quest'aula. Le chiedo formalmente, Presidente, di riunire l'Ufficio di Presidenza per valutare una censura al Consigliere Chiezzi: o in quest'aula si rispettano la regole della buona educazione oltre che del confronto democratico o questo non è un Consiglio regionale, ma un mercato. Ognuno è libero di andare al mercato a dire quel che vuole, nessuno è libero, in un'aula consiliare, di offendere in questo modo il rappresentante della Giunta regionale, che è anche il leader della maggioranza.
Faccio richiesta formale: valutatela come credete.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Esame ordine del giorno n. 553 relativo alla "Problematica per la gestione manutenzione e recupero del Castello di Venaria Reale"; ordini del giorno n. 611 con emendamento (uguale al n. 617) e ordine del giorno n. 619 relativo a "Destinazione Reggia di Venaria Reale"; ordine del giorno n. 623; ordine del giorno n. 626


PRESIDENTE

Passiamo al punto 54) all'o.d.g., iniziando con l'esame dell'ordine del giorno n. 553, a firma del Consigliere Chiezzi, Benso, Bortolin, Foco Suino, Minervini, Cotto, Rosso, Simonetti, Casari, Gallarini, Riba Deorsola, Montabone, Saitta, Rubatto, Spagnuolo e Ghiglia.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Considerato che in data 19 maggio 1997 ha avuto luogo, presso la sala Consiliare del Comune di Venaria, un incontro con il Sindaco Giuseppe Catania, il Segretario Generale Emanuele Mirabile, il dirigente Marco Laezza, nel corso del quale sono emerse diverse problematiche per la gestione, manutenzione e recupero del castello di Venaria Reale Considerata la convenzione quinquennale che la Sovrintendenza per i beni ambientali e architettonici del Piemonte ha stipulato con l'A.V.T.A.
Associazione Venariese Tutela Ambiente a valere fino al 31/12/2000 Considerata la convenzione stipulata tra A.V.T.A. e la Regione Piemonte Considerata la Convenzione tra il Comune di Venaria Reale e l'Associazione Venariese Tutela Ambiente per la promozione e valorizzazione del Castello di Venaria reale, nonché per la programmazione e realizzazione di manifestazioni presso lo stesso Castello Preso atto che il Castello di Venaria Reale, quale bene demaniale di notevolissimo valore monumentale e storico sito sul territorio del Comune di Venaria Reale, è da restituire al Comune, alla Provincia, alla Regione all'intero territorio nazionale, oltre gli stessi confini nazionali, nella sua integrità storica ed architettonica Rilevato l'interesse artistico, storico e turistico della Reggia di Venaria Reale Rilevate le scarse sinergie tra Sovrintendenza, Comune, Provincia Regione, Ministero dei Beni Architettonici e l'A.V.T.A.
Impegna il Presidente della Giunta 1. - A dare la giusta importanza al ruolo dell'Amministrazione Comunale nel recupero, gestione, amministrazione del Castello di Venaria Reale 2. - A definire come centrale il rapporto tra Ministero e Comune Venariese per l'utilizzo e la manutenzione del castello di Venaria 3. - A rivedere la convenzione quinquennale che la Soprintendenza ha stipulato con l'A.V.T.A., individuandola come "gestore unico" del Castello 4. - A far sì che la gestione degli spazi avvenga nel rispetto delle competenze di Ministero, Sovrintendenza, Regione, Comune, Provincia, per la messa a punto di una progettualità di vasto respiro, che attiri i finanziamenti necessari per il recupero del Castello e dello stesso centro storico della Città".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 611 del Consigliere Chiezzi, a cui do la parola.
CHIEZZI Intervengo brevissimamente per ricordare ai colleghi che questo è un ordine del giorno che illustra le proposte, a questo punto, del Gruppo di Rifondazione Comunista. Solo questo.
Poiché dopo c'è un altro ordine del giorno solo con la mia firma Giuseppe Chiezzi, questo ordine del giorno del giorno a firma Pino Chiezzi e degli altri componenti del Gruppo che andranno a firmare è, a questo punto, la proposta del Gruppo Rifondazione Comunista, quella che era stata fermata all'inizio dal Presidente Ghigo che chiese, per cortesia, di soprassedere a questa nostra iniziativa.
Il Gruppo fu d'accordo, soprassedemmo: adesso va in votazione.



PRESIDENTE

Allora questo ordine del giorno è precluso? CHIEZZI No, viene messo in votazione. Chiarivo, dal punto di vista politico che il contenuto di questo ordine del giorno corrisponde alle proposte del Gruppo di Rifondazione Comunista.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo integrato così recita: "Il Consiglio regionale considerato il lavoro svolto dal Comitato per la Reggia di Venaria Reale e dalla Commissione tecnico-amministrativa e contenuto nella relazione approvata dalla Giunta regionale con D.G.R. n. 1-22582 considerato che tale lavoro ha preso, per la prima volta, in appropriata considerazione l'obiettivo del restauro e valorizzazione della Reggia di Venaria Reale e del Borgo Castello della Mandria, attraverso la cooperazione dei vari soggetti istituzionali interessati alla definizione di un progetto di grande complessità e di eccezionale valore per la comunità piemontese, italiana ed europea considerato che il restauro e valorizzazione della Reggia di Venaria è possibile soltanto attraverso il concorso di un rilevante finanziamento da parte dell'Unione Europea per l'enorme somma necessaria per i lavori di restauro ed organizzazione delle funzioni da collocare nel complesso monumentale riaffermato l'obiettivo prioritario di organizzare i contenuti e le modalità di predisposizione del progetto in modo da rispondere adeguatamente a tutte le richieste dell'Unione Europea circa l'attendibilità e congruità del progetto, della sostenibilità economica del rilievo sociale e culturale indotto nella comunità piemontese invita il Presidente della G.R. on. Enzo Ghigo a sostenere, nella prossima riunione del Comitato per la Reggia di Venaria Reale, l'opportunità di definire in modo certo, plausibile e documentato la destinazione di tutto il complesso della Reggia di Venaria Reale, compresa la destinazione museale prevista nella citroniera ed annesse scuderie a sostenere l'opportunità di predisporre anche per la parte museale un progetto intrinsecamente collegato alle caratteristiche storiche ed al ruolo assunto dalla Reggia di Venaria a partire dal XVII secolo come Palazzo di piacere e di caccia, realizzazione di interesse europeo ed esempio di dimora delle delizie per le case reali d'Europa a considerare che tra le ipotesi sinora formulate per la funzione museale, può assumere valore d'eccezione e di preminente interesse europeo la previsione di un museo internazionale dell'arte e dei giardini, che allacciandosi alla realizzazione seicentesca del Castello e del giardino documenti l'evoluzione della cultura dei giardini, del rapporto architettura-natura sino ai nostri giorni, comprendendo i temi del paesaggio, dell'ambiente naturale e dei parchi a considerare che tale ipotesi può essere affiancata ad altre congruenti arti applicate, dalle arti legate alla costruzione e restauro dell'ammobiliamento, alle diverse e ben presenti, in Piemonte, arti decorative, che si sono sviluppate sul nostro territorio sino ad oggi ed in generale al sistema delle cosiddette arti applicate, delle quali può a buon titolo far parte l'arte dei giardini a considerare pertanto come scelta museale da approfondire e proporre in sede Europea quella relativa all'insieme delle arti applicate a partire dall'arte dei giardini, con tutte le attività di ricerca, studio documentazione, formazione professionale, produzione di beni e servizi, che a tale proposta possono accompagnarsi; - di organizzare nella primavera del 1998, in occasione della Rassegna Internazionale dell'Arte dei giardini dedicata ad André Le Notre, una mostra sulla Reggia di Venaria e sul suo parco come esempio di cultura delle residenze reali e dei giardini in ambito europeo a proporre al Comitato per la Reggia di Venaria la nomina di una nuova Commissione scientifica, integrata con le competenze scientifiche e culturali presenti sul territorio e competenti per responsabilità nella tutela e valorizzazione dei beni culturali, con l'incarico di elaborare una proposta univoca e documentata per l'utilizzo museale della citroniera e delle scuderie, nel rispetto delle scadenze europee".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 26 contrari e 1 astensione.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'ordine del giorno n. 619, sempre del Consigliere Chiezzi, a cui do la parola per l'illustrazione.
CHIEZZI Intervengo più che altro per dire ai colleghi, che lo conoscono già dalla scorsa riunione, che questo ordine del giorno, viceversa, non è quello di Rifondazione comunista.
Questo ordine del giorno è stato predisposto partendo dalle discussioni che abbiamo avuto anche in Commissione, partendo dal tentativo di giungere ad un ordine del giorno unitario di tutto il Consiglio, e quindi è un ordine del giorno che non ripropone le scelte del precedente, ma le filtra attraverso le proposte che sono state da me sentite sia in Commissione sia in aula e poi verificate con il Presidente della Giunta regionale, on. Enzo Ghigo, che in questo momento sta facendo altro e non ascolta.
L'elemento che vorrei mettere in rilievo in questa nostra discussione (essendo la nostra parola una delle poche cose di cui disponiamo e che qualificano anche la nostra attività, dato che penso che anche in politica la parola data conti qualcosa) - e prego di essere semmai smentito dal Presidente Ghigo, se non dico il vero o se mi comporto in modo sleale - è che questo ordine del giorno, che sottolineo alla comprensione dei colleghi non è l'ordine del giorno di Rifondazione Comunista, ma è un ordine del giorno predisposto d'intesa con il Presidente Ghigo.
Per come l'avevo lasciato, recava due firme: quella dell'on. Ghigo e del sottoscritto.
Poi è successo qualcosa. Lo stesso Presidente della Giunta regionale - vi ricordate - in aula correttamente ha detto: "Condivido, di massima, questo testo".
In effetti, è un testo nato così, sulla base di tutto quello che vi ho detto prima e in ultimo sulla base di un confronto diretto con il Presidente Ghigo.
Da questa posizione non mi muovo, nel senso che ho raggiunto un consenso su un testo con il Presidente Ghigo; mantengo questo consenso su un testo che non è il mio e che non corrisponde alle proposte di Rifondazione Comunista, ma corrisponde alla volontà del Gruppo di Rifondazione Comunista di cercare in quest'aula una maggioranza che indicasse una strada da seguire. E mi sembrava di averla raggiunta quando avevo tenuto conto dei suggerimenti dell'aula e li avevo anche confrontati con quelli del Presidente Ghigo.
Questo solo per dire all'aula che si tratta di un ordine del giorno che il Gruppo vota come era stato concordato in una situazione di compromesso con altre idee, in particolare quelle del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 619, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che il lavoro svolto dal Comitato per la Reggia di Venaria Reale e dalla Commissione tecnico-amministrativa e contenuto nella relazione approvata dalla Giunta regionale con D.G.R. n. 1-22582 del 30/09/1997 che tale lavoro ha preso, per la prima volta, in appropriata considerazione l'obiettivo del restauro e della valorizzazione della Reggia di Venaria Reale e del Borgo Castello della Mandria, attraverso la cooperazione dei vari soggetti istituzionali, interessati alla definizione di un progetto di grande complessità e di eccezionale valore per la comunità piemontese, italiana ed europea che il restauro e la valorizzazione della Reggia di Venaria sono possibili soltanto attraverso il concorso di un rilevante finanziamento da parte dell'Unione Europea per l'enorme somma necessaria per i lavori di restauro e per l'organizzazione delle funzioni da collocare nel complesso monumentale riaffermato l'obiettivo prioritario di organizzare i contenuti e le modalità di predisposizione del progetto, in modo da rispondere adeguatamente a tutte le richieste dell'Unione Europea circa l'attendibilità e congruità del progetto, della sostenibilità economica del rilievo sociale e culturale nella comunità piemontese esprime una valutazione positiva sull'attività svolta finora dal Comitato e dalla Commissione tecnico-amministrativa che, se pur in breve tempo, ha elaborato un piano di destinazione da giudicarsi complessivamente coerente e qualificato invita il Presidente della Giunta regionale On.le Enzo Ghigo, per quanto di sua possibilità e competenza, a operare al fine di: accelerare i tempi per un'univoca definizione dell'insediamento museale nella citroniera e nella grande scuderia promuovere una scelta che tenga conto, nella definizione della parte museale, della coerenza con le caratteristiche storiche ed il ruolo assunto dalla Reggia di Venaria come grande residenza di corte e come Palazzo di piacere e di caccia, modello internazionale per le grandi Regge d'Europa.
In tale contesto, particolare attenzione dovrà essere data alla valorizzazione dell'arte dei giardini che, con la ricostruzione dell'intera area dei giardini tra la Reggia e il Parco della Mandria e con i connessi problemi di manutenzione e di reperimento e formazione del personale necessario, offrirà l'opportunità di realizzare attività formative documentarie, di ricerca di grande interesse.
Una scadenza importante sarà nel 2000, in occasione del terzo anniversario della nascita di Andrée Le Notre, la realizzazione di una grande mostra sulla sua vita e attività, sull'arte e la cultura dei giardini in Europa tra XVII e XVIII secolo, già messa in cantiere nel recente incontro di Torino con le altre Regge europee, cui hanno dato l'adesione Versailles Berlino, Madrid e Londra proporre al Comitato per la Reggia di Venaria l'insediamento di una commissione che, attraverso un'ampia consultazione del mondo scientifico nazionale ed internazionale, e dei grandi operatori europei operanti nell'allestimento di nuovi musei, definisca proposte specifiche e modalità precise per l'espletamento del concorso internazionale per il progetto del museo nella citroniera e nella grande scuderia di Venaria organizzare, nel corso del 1998, una mostra sulla Reggia di Venaria, sul suo parco e giardino come esempio di cultura delle residenze reali e dei giardini in ambito europeo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 20 contrari e 11 astensioni.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 623 presentato dai Consiglieri Gallarini, Ghiglia, Montabone, Casari, Minervini, Benso e Cotto.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte presa visione del documento elaborato dalla Commissione tecnica amministrativa per la destinazione d'uso della Reggia di Venaria e della nota aggiuntiva per l'utilizzo del Borgo Castello e Parco della Mandria approvato dal Comitato per la Reggia di Venaria e dalla Giunta regionale in data 30 settembre u.s. e trasmesso all'Unione Europea considerato l'ampio dibattito che si è svolto nell'opinione pubblica, nelle assemblee elettive interessate e, in particolare, presso la Commissione consiliare competente che ha confermato lo straordinario interesse che la proposta di recupero e valorizzazione della Reggia di Venaria e del parco della Mandria ha riscontrato ritenuto inoltre importante il confronto che, a partire dal dibattito sulle destinazioni della Reggia, si è aperto sull'intero sistema museale metropolitano, che ha individuato nel riordino dei musei un punto qualificante per una politica di sviluppo culturale, economico e turistico di Torino e del Piemonte considerato infine l'impegno straordinario di elaborazione progettuale, di analisi e valutazione delle ricadute economiche e occupazionali, di ricerca di soluzioni gestionali dell'intervento, sia nella sua fase di cantiere sia nella sua fase a regime, determinato dai vincoli e dalle condizioni imposti dall'utilizzo dei fondi strutturali dell'U.E.
esprime la propria approvazione per la decisione assunta dalla Giunta regionale di inserire il recupero della Reggia di Venaria e del parco della Mandria tra i programmi degli interventi strutturali dell'U.E. e accoglie gli indirizzi generali indicati nelle relazioni approvate conferma l'apprezzamento del Consiglio per l'operato del Presidente della Giunta regionale in seno al Comitato per la Reggia conferma per quanto attiene l'individuazione del tema dell'insediamento museale nelle scuderie e nella citroniera, della Reggia, le opzioni individuate dal documento stesso e in tale ambito indica quali priorità: il museo delle civiltà antiche, il museo delle arti e dei giardini, delle arti decorative e applicate in Europa: dalla vita di corte, alla civiltà borghese fino alla società post-industriale invita la Giunta regionale, nell'ambito degli accordi con gli altri partner istituzionali coinvolti nell'intervento, ad accelerare i tempi per l'individuazione definitiva del progetto di museo da realizzarsi. A tal fine pare opportuno l'insediamento di una nuova Commissione che, in tempi brevissimi, anche attraverso un'ampia consultazione del mondo scientifico nazionale e internazionale e dei grandi operatori europei attivi nei settori degli allestimenti museali, definisca proposte specifiche e modalità precise per l'espletamento del concorso internazionale per la progettazione del museo propone in occasione del terzo centenario della morte di André Le Nôtre una mostra sul Castello di Venaria, sul suo parco e giardino come esempio di cultura delle residenze reali d'Europa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 20 voti favorevoli, 4 contrari e 9 astensioni.
Passiamo infine all'ultimo ordine del giorno (n. 626) presentato dai Consiglieri Saitta e Suino.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte udita in data 04/11/1997 la comunicazione del Presidente della Giunta regionale, on. Enzo Ghigo, in ordine alla definizione dell'insediamento museale presso la reggia di Venaria Reale condividendone il contenuto e specificatamente: la richiesta formulata dai rappresentanti delle istituzioni piemontesi nella riunione del Comitato per la Reggia di Venaria del 29/10/1997, per l'istituzione di un Comitato apposito per il "riordino degli insediamenti museali, di riallestimento, secondo una concezione moderna dei musei stessi..." le indicazioni fornite dal Presidente della Giunta per procedere alla formulazione di una proposta per la Reggia di Venaria attraverso un concorso di progetto la approva".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 4 contrari.
Comunico che domani mattina il Consiglio avrà inizio alle ore 10 con il prosieguo dell'o.d.g. relativamente a progetti di legge e proposte di deliberazione.


Argomento: Nomine

Comunicazione del Vicepresidente del Consiglio regionale, Foco, in merito alla riunione della Commissione Nomine del 17/11/97


PRESIDENTE

Prima di sciogliere la seduta, il Vicepresidente del Consiglio, Foco intende svolgere una breve comunicazione in ordine ai lavori della Commissione Nomine che si è tenuta ieri.
FOCO, Vicepresidente del Consiglio regionale Si tratta di una comunicazione che è stata richiesta dall'aula.
Ieri pomeriggio alle ore 14 si è svolta, come da convocazione all'o.d.g., la riunione della Commissione Nomine che ha espresso il parere in ordine allo schema di delibera sui criteri generali per la nomina dei direttori generali delle Aziende Sanitarie Regionali (punto 3) dell'o.d.g.).
La commissione ha successivamente esaminato il punto 4): "Nomine da calendarizzare" (si tratta dell'elenco delle nomine da pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte) e il punto 5): "Nomine da effettuare", che sono quelle sulle quali dovremmo votare domani, esclusa quella della Commissione regionale per il Pubblico impiego perché su questa è previsto il parere delle Organizzazioni Sindacali.
Non ho altro da aggiungere.
CHIEZZI Sono stati approvati i criteri? FOCO Il punto 3): "Parere in ordine allo schema di delibera sui criteri generali per la nomina dei direttori generali delle Aziende Sanitarie Regionali" è stato approvato.
CHIEZZI All'unanimità? FOCO No, non all'unanimità.
CHIEZZI Si può avere la documentazione? FOCO Certo, tutto è verbalizzato, Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Chiedo allora al Presidente della Commissione Nomine pro tempore di disporre affinché sia fornita copia dei criteri che sono stati approvati.
FOCO Non c'è alcun problema, li ho addirittura a mano, per cui glieli posso dare anche subito.



PRESIDENTE

Va bene.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.16)



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