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Dettaglio seduta n.185 del 18/11/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Come potete vedere sul banco della Consigliera Ferrero c'è un fiocco azzurro che sta a significare l'avvenuta nascita del figlio Pietro.
Auguri alla puerpera e al neonato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, vorrei conoscere l'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

L'ordine dei lavori è quello convenuto dalla Conferenza dei Capigruppo.
Per stamani è prevista la discussione delle seguenti interrogazioni ed interpellanze: Acquisto tute antincendio, dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, del Consigliere Cavaliere e dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti; Sportello del consumatore, del Consigliere Cavaliere e del Consigliere Chiezzi; Sottopasso SATTI di Balangero, dei Consiglieri Deorsola, Cotto, Ferrero, Casari, Montabone e Saitta.
E' prevista inoltre la discussione dell'interrogazione n. 1515 inerente l'esclusione di Torino come sede di Authority; dell'interrogazione della Consigliera Spagnuolo su "Problema Piemonte" cui risponderà il Presidente Ghigo; dell'interrogazione del Consigliere Ghiglia inerente a "Amianto presso l'Istituto Santorre di Santarosa"; della parte residua delle interrogazioni del Consigliere Chiezzi sul Teatro Stabile, da discutere in seduta segreta.
Ci dovrebbe poi essere, io mi auguro che ci sia, la definizione della questione Venaria. Inoltre, dovrebbe esserci una comunicazione del Presidente Ghigo per quanto concerne l'Aeroporto di Caselle - questione SAGAT.
La questione Angeleri è stata rinviata alla prossima settimana data la sua assenza.



CHIEZZI Giuseppe

E sulle nomine delle direzioni sanitarie? Ieri in Commissione Nomine mi pare sia stato trattato questo tema. Il nostro Gruppo non era presente in quanto partecipava ad un convegno.



PRESIDENTE

Io non ero presente alla Commissione Nomine di ieri, ma so che questo argomento non è stato trattato.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo allora se per cortesia il Presidente pro tempore della Commissione Nomine che si è svolta ieri, che mi sembra abbia proceduto nell'esame dei criteri nonostante l'assenza di molti componenti della Commissione stessa, volesse svolgere una comunicazione in aula su questi criteri. Lei non era presente, Presidente Picchioni, in quanto era con noi al convegno come altri componenti della Commissione. La Commissione si è riunita egualmente, forse si è espressa.



PRESIDENTE

Ripeto che ieri io non ero presente, ma non mi pare abbia trattato questo argomento la Commissione, che è stata presieduta dal Vicepresidente del Consiglio, Foco.



CHIEZZI Giuseppe

Svolga poi una comunicazione su cosa è stato deciso.



PRESIDENTE

D'accordo.



PAPANDREA Rocco

Chiedo la parola anch'io sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Prego.



PAPANDREA Rocco

Avevamo anche chiesto una comunicazione sulle nomine dei direttori regionali che sono in notevole ritardo.



PRESIDENTE

Io non ho citato la questione perché non è stata sollevata alla Conferenza dei Capigruppo.



PAPANDREA Rocco

Era stata sollevata due volte in aula e ci era già stato comunicato che era questione di giorni perché la data di scadenza era fine ottobre.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Pur non essendo un termine perentorio...



PAPANDREA Rocco

Credo che questo si possa discutere, perché era scritto che la Giunta regionale avrebbe provveduto alla nomina dei direttori regionali "entro trenta giorni".



PRESIDENTE

Abbiamo una miscellanea di argomenti, speriamo di poterli trattare tutti.


Argomento: Trasporti su ferro - Viabilità

Interrogazione n. 1481 dei Consiglieri Deorsola, Cotto, Ferrero, Casari Montabone e Saitta inerente a "Sottopasso SATTI di Balangero per modifiche viarie intorno a linea ferroviaria Torino-Ceres"; Interrogazione n. 1227 dei Consiglieri Rosso e Dutto, inerente a "Finanziamenti statali alla Società SATTI che gestisce le Ferrovie Torino-Ceres"; Interrogazione n. 1506 del Consigliere Cavaliere inerente a "Sottopasso SATTI Comune di Balangero"


PRESIDENTE

Procediamo quindi con l'interrogazione n. 1481 dei Consiglieri Deorsola, Cotto, Ferrero, Casari, Montabone e Saitta.
Sullo stesso argomento è stata presentata un'interrogazione urgente anche da parte del Consigliere Cavaliere.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

C'è un'altra interrogazione collegata: è la n. 1227 presentata dai Consiglieri Rosso e Dutto.
Per quanto riguarda l'ultima interrogazione presentata, quella del Consigliere Cavaliere, ho richiesto il testo della risposta in quanto non era nell'elenco delle interrogazioni e interpellanze all'o.d.g. della seduta odierna. Si tratta di un'interrogazione urgente, ma in ogni caso fra qualche minuto sarò in possesso del testo e sarò quindi in grado di riferire.
Rispondo quindi, per il momento, all'interrogazione n. 1481 dei Consiglieri Deorsola, Ferrero, Casari, Montabone e Saitta, e all'interrogazione n. 1227 dei Consiglieri Rosso e Dutto.
Per poter dare risposta compiuta alle interrogazioni in argomento è necessaria un'ampia premessa che chiarisca tutti i termini della questione: in data 21/6/1994 la Direzione Coordinamento Territoriale del Ministero dei LL.PP. ha trasmesso all'Assessorato Regionale ai Trasporti un progetto (realizzazione di un sottopasso veicolare in Comune di Balangero in sostituzione di 5 passaggi a livello), per il raggiungimento dell'intesa Stato - Regione ai sensi dell'art. 81 del D.P.R. n. 616/1997 in data 20/10/1994 l'Assessorato Regionale all'Urbanistica ha accertato che le opere di cui sopra non erano conformi allo strumento urbanistico vigente nel Comune di Balangero (è dotato di Regolamento Edilizio con annesso Programma di fabbricazione) ed ha fatto, nel contempo, presente che non sussistevano elementi di valutazione urbanistica ostativi al perseguimento dell'intesa, ai sensi del 3 comma dell'art. 81 del D.P.R. n.
616/1997 sopracitato a seguito di tale parere, così come prescritto dal D.P.R. 616/77, il Settore Regionale Trasporti in data 9/11/1994 ha chiesto al Comune di Balangero e alla Provincia di Torino di esprimere il loro parere rispettivamente: a) al Comune di Balangero, con deliberazione di Consiglio Comunale, nel rispetto di quanto prescritto dall'art. 32 della legge 8/6/1990, n. 142 b) alla Provincia di Torino, in quanto le opere da realizzarsi andavano a connettersi con l'esistente strada provinciale "Torino-Lanzo".
Successivamente: con nota 1/2/1995, a firma dell'Assessore alla Viabilità e Trasporti, la Provincia di Torino ha espresso parere favorevole con deliberazione n. 5 del 15/1/1996 il Consiglio Comunale di Balangero ha espresso parere contrario alla realizzazione delle opere, non motivando tale parere.
Le motivazioni, comunque, sono state desunte dai verbali relativi al dibattito consiliare, allegati alla delibera stessa e che possono così riassumersi: 1) Problemi idrogeologici: il progetto non prevede opere per la raccolta la regolazione e lo smaltimento delle acque reflue e di percolazione 2) Problemi urbanistici: il Comune di Balngero non è dotato di PRGC e le opere, così come progettate, potrebbero complicare i problemi di viabilità locale 3) Problemi di impatto ambientale.
Preso atto della situazione, è stata convocata una riunione, in data 11/7/1996, alla quale hanno partecipato i rappresentanti del Comune di Balangero, della Provincia di Torino, della SATTI S.p.A., del Ministero dei Trasporti e dell'impresa Impregilo.
Dalla riunione è emerso che: a) il Sindaco di Balangero si è detto d'accordo con l'opera a condizione che, in sede esecutiva, venissero adottati tutti quegli accorgimenti ritenuti necessari per la salvaguardia del sistema idrogeologico della zona e, inoltre, ha assicurato che l'opera era già stata inserita nel redigendo nuovo strumento urbanistico del Comune, affermazione confermata dal progettista del PRGC presente anch'esso alla riunione b) l'opera riveste, come hanno fatto presente i rappresentanti della SATTI grande importanza sia dal punto di vista ferroviario che stradale, in quanto, eliminando 5 passaggi a livello, vengono eliminate le interferenze con la strada provinciale, più volte causa di incidenti mortali la Giunta Regionale del Piemonte, con deliberazione n. 147-11658 in data 6/8/1996, ha espresso favorevole volontà d'intesa con l'Amministrazione dello Stato per la realizzazione delle opere, ai sensi del 3 comma dell'art. 81 del DPR n. 616/1977, dettando alcune condizioni tra cui quelle emerse in sede di istruttoria del progetto, come quelle dettate dal Comune di Balangero con nota del Ministero del LL.PP. - DI.CO.TER. - n. 1552 del 21/10/1996 è stata perfezionata l'intesa Stato-Regione per la realizzazione delle opere in argomento in data 8 gennaio 1997 si è tenuta una riunione in Comune di Balangero convocata dal Comune medesimo, durante la quale il Comune ha avanzato una nuova proposta, la cui validità dello stesso sarebbe stata ancora da verificare, illustrata per grosse linee con tracciati abbozzati su una tavola planimetrica al 10.000, il cui scopo era la realizzazione di un'opera avente caratteristiche diverse da quella già approvata. Il Ministero dei Trasporti, a mezzo del suo rappresentante presente alla riunione, ha dato la propria disponibilità a prendere in considerazione tale proposta, a condizione che la stessa non causasse maggiori oneri per la sua realizzazione e/o impedimenti temporali. A tal fine, il Comune si è impegnato a predisporre, nel tempo di 2 mesi, la progettazione della nuova proposta e a realizzare un accordo di programma con tutte le Amministrazioni coinvolte tese alla convergenza sulla nuova soluzione alternativa rispetto a quella già approvata in data 18/9/1997 è stata convocata un'ulteriore riunione, alla quale erano presenti i rappresentanti del: Ministero dei Trasporti e della Navigazione Provincia di Torino Comune di Balangero SATTI S.p.A. (concessionaria della linea ferroviaria Torino-Ceres) Società Impregilo (concessionaria del Ministero dei Trasporti per la progettazione e l'esecuzione delle opere).
Dalla riunione è emerso quanto segue: il rappresentante del Ministero dei Trasporti ha fatto presente che: a) - il Comune di Balangero, rispetto all'impegno preso nella riunione dell'8/1/1997, non aveva ancora prodotto nessun progetto, salvo quello predisposto dell'Ing. Nicola della Provincia di Torino, che essendo datato 17/9/1997, non aveva ancora ottenuto l'assenso formale di alcuno degli Enti interessati e che, comunque, la sua verifica avrebbe richiesto tempi che non giustificherebbero l'ordine di dare sospesi i lavori b)- i lavori, nel frattempo (giugno), erano già stati consegnati all'impresa Impregilo e che ogni sospensione, se non legalmente motivata avrebbe messo in mora la stazione appaltante il Sindaco di Balangero, illustrando il nuovo progetto, ha fatto presente che le opere in esso previste, pur diverse in taluni aspetti, possono attagliarsi a quelle delle opere già approvate. Ha fatto, altresì, presente che il progetto era già stato approvato il 16/7/1997 dalla Giunta Comunale e che l'ultima stasura, datata 17/9/1997, sarebbe stata sottoposta quanto prima all'approvazione del Consiglio Comunale l'Ing. Nicola della Provincia di Torino, nel mostrare a quanti intervenuti copia del progetto, ha fatto presente che l'opera, così come è stata progettata, migliora la viabilità del territorio ed avrebbe un costo inferiore rispetto all'originaria soluzione, di cui al progetto del Ministero dei Trasporti.
Preso atto di quanto è emerso dal dibattito, è stata chiusa la riunione facendo presente che nel momento in cui tutte le componenti territoriali interessate dall'opera (Comune, Provincia e SATTI) si fossero messe d'accordo, ci saremmo fatti portavoce di tale volontà presso il Ministro dei Trasporti e quello dei Lavori Pubblici affinché potesse essere promosso un accordo di programma.
A seguito della riunione suddetta e dell'incontro che, nel frattempo, io personalmente ho avuto a Roma il 14/10 u.s. con i rappresentanti del Ministero dei Trasporti, ho comunicato al Sindaco di Balangero, con lettera del 16/10/1997, che si è riusciti a conseguire, come peraltro sottinteso dal Ministero stesso con nota del 6/10/1997, la disponibilità a trasferire agli Enti Locali la somma già impegnata per le opere in argomento, onde consentire la realizzazione del progetto in argomento.
Tale impegno, comunque, prevede che l'Ente Locale destinatario del finanziamento si faccia carico dei maggiori oneri dovuti all'impresa per la sospensione dei lavori già nel frattempo avviati.
Qualora venisse assunta tale decisione, la Provincia di Torino e il Comune di Balangero dovranno prendere contatti direttamente con il Ministero dei Trasporti affinché siano assunte le relative procedure.
Sullo stesso tono si risponde alle altre interrogazioni. Se si vuole, posso darle per lette, consegnando il testo scritto, oppure posso leggerle per dare ragione agli interroganti.
In effetti, a conclusione della lettura di questa relazione, c'è da tener presente che è la prima volta che la Regione riesce ad ottenere dal Ministero competente l'aggiudicazione delle risorse assegnate già ad un progetto a cosiddetto "costo chiuso". Si tratta di 7 miliardi.
Per quanto riguarda il progetto dell'Ing. Nicola, c'è da ribadire che, in effetti, da quanto si presume di risparmio nell'esecuzione dell'opera che potrebbe compensare le penalizzazioni del 5% nei confronti dell'impresa Impregilo, che ha tutto titolo di accampare la richiesta dei danni che verrebbe a subire per la mancata cantierizzazione dell'opera, non si è ancora in condizioni di poter determinare l'importo esatto di questi maggiori ribassi. Ci si è adoperati attivamente anche fuori da tutto ci che, non dico sia la competenza dell'Assessorato, per quanto compete direttamente le responsabilità che riguardano le riunioni a carattere di conferenza di servizio, ma la Regione non ha titolo ad indire conferenze di servizi. Il problema è stato affrontato realisticamente da parte della DI.CO.TER: infatti ci siamo recati nuovamente a Roma. La questione potrebbe essere risolta, sempreché la Provincia si assuma l'onere di gestire direttamente l'importo dei sette miliardi che il Ministero mette a disposizione.



(Commenti in aula: "I lavori sono già iniziati")



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e telecomunicazioni

I lavori sono iniziati in quanto la cantierizzazione è già a costo chiuso non potevano non iniziare i lavori! - comunque il Ministero ci ha confermato che si possono continuare i lavori iniziati che, ovviamente, non hanno nei progetti stabilite tutte le opere da realizzare; su questi progetti si dovranno apportare delle correzioni.
Tutto questo, se dovesse costituire un'interruzione dei lavori costituirebbe anche un impegno di onere del 5% nei riguardi della Intergiro che in questo caso chiederebbe i danni.
Se l'accordo di programma supera o dovesse superare anche questo scoglio saremmo alla risoluzione del caso. Ci siamo impegnati molto, speriamo che coloro che hanno delle responsabilità dirette se le assumano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Innanzitutto ringrazio l'Assessore per l'esauriente relazione che ha svolto su questo tema. Devo però rilevare nella sostanza che questa vicenda si potrebbe intitolare: "storia di ordinaria burocrazia". Nel senso che siamo in presenza di un'opera che non è gradita né dalla maggioranza dei cittadini né dal Consiglio Comunale, che si è espresso all'unanimità contro la realizzazione dell'opera. Quest'opera, seguendo l'ordinaria burocrazia è iniziata e mi risulta che stia proseguendo. Bisognerebbe cercare - anche se questo non è il compito istituzionale della Regione - un'iniziativa, non burocratica, per venire incontro alla richiesta dei cittadini. Una richiesta assecondata dal Consiglio comunale e in qualche modo agevolata accettata come principio dalla Provincia di Torino che ha riproposto - su richiesta dell'amministrazione - un progetto che già possedeva. Si sono interessati in molti di questa vicenda, senza trovare, però, uno sbocco.
Anche perché la particolarità di questa vicenda è che l'opera proposta dal Comune e progettata dalla Provincia, secondo le indicazioni del tecnico della Provincia, verrebbe a costare di meno e offrirebbe più garanzie in caso di malaugurate precipitazioni abbondanti: in Italia è sufficiente una precipitazione un po' abbondante per creare dei guai, a volte irreparabili.
Questa è una denuncia che noi, Gruppi del CCD, del CDU e Federalisti avanziamo per evidenziare un'anomalia veramente singolare. Un'opera la cui ubicazione non è gradita né ai cittadini né al Comune né alla Provincia, ma malgrado tutto continua ad andare avanti. Si potrebbe fare un ordine del giorno contro la costruzione dell'opera che - ripeto - non deve dividere maggioranza e minoranza, anche perché in Comune sono tutti d'accordo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e telecomunicazioni

Bisogna capire se noi abbiamo il potere di assumerci la responsabilità di interrompere una cantierizzazione nel momento in cui il Ministero mette a disposizione della Provincia i sette miliardi stanziati. Intanto la Provincia ha presentato un altro progetto, ma deve comunque renderlo cantierabile: non siamo a casa nostra! Si tratta di opere pubbliche e pertanto c'è tutta una prassi da seguire. C'è un progetto della Provincia riconosciuto valido da tutti, anche da questo Assessorato, un progetto che migliora il vecchio e che potrebbe essere cantierato, ma la Provincia deve assumersi la responsabilità di presentare formalmente lo strumento e di riferire tutto quanto è necessario per realizzare un'opera. I sette miliardi il Ministero li ha messi a disposizione della Provincia e del Comune, ma la Provincia e il Comune non si vogliono assumere l'onere di gestirli direttamente. Non so cosa possiamo fare: interrompiamo i lavori al cantiere? Non si costruisce l'opera? Questo è un rischio che si corre per tante altre opere per le quali è stato risolto in questi giorni il contenzioso. Nel frattempo su questi problemi, che perdurano da oltre dieci anni, sono maturate condizioni nuove, una nuova lettura del territorio.
E' evidente che i rapporti con il Ministero competente sono difficilmente risolvibili, probabilmente non si risolvono con la presentazione di un ordine del giorno.
Io sono favorevole all'ordine del giorno, poi vedremo le conseguenze.
Per quanto riguarda l'interrogazione dei Consiglieri Rosso e Dutto, se loro vogliono posso trasmettere il testo di quanto è stato detto, perch riguarda lo stesso argomento.
Sull'interrogazione n. 1506, non ho risposta scritta, comunque la richiesta avanzata dal Consigliere Cavaliere è esattamente quella di cui abbiamo parlato. Se poi la Regione volesse assumersi l'onere di acquisire i sette miliardi per condurre la progettualità a titolo di istituzione, facciamolo pure: interrompiamo i lavori e accolliamoci le competenze anche di ordine finanziario, anche se non c'è un calcolo preciso circa il minore costo così come è stato dichiarato.
Sono disposto a tutte le soluzioni, purché la risoluzione sia di assunzione di responsabilità di tutti e non certamente solo dell'Assessorato.
Quando mi sono arrogato il titolo di convocare una riunione informale per venire incontro alle richieste del Comune, alla fine ho corso il rischio di avere adottato un provvedimento fuori dalle regole, non del tutto istituzionale. Qualcuno avrebbe voluto persino ricorrere alla Procura della Repubblica, per fortuna ho comunicato ufficialmente e formalmente che si trattava di una riunione informale e non certamente di un atto amministrativo formale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

La risposta va bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

A me pare che la questione stia nei termini esposti dall'Assessore; credo però, che manchino non degli elementi, ma degli approcci dell'Assessorato rispetto a questo problema. Ancora una volta l'Assessorato competente non è riuscito a gestire una situazione che andava coordinata e, per l'appunto gestita.
Non si tratta, adesso, di bloccare i cantieri, perché nel frattempo sono andati avanti, ma quando si era in tempo l'Assessore - che non sappiamo dove fosse - non è intervenuto per riuscire a far sì che si realizzasse un'opera adeguata a quello che era il territorio.
Questa, purtroppo, è la verità dei fatti, Assessore; l'avranno avvisata in ritardo gli uffici, non lo so, ma è certo che sulla questione siete intervenuti quando ormai i buoi erano scappati dalla stalla. Quindi la sua opera è stata faticosa, ma inutile.


Argomento: Informazione - Commercio

Interrogazione n. 1503 del Consigliere Cavaliere inerente a "Inserzioni pubblicitarie Regione Piemonte - Sportello del Consumatore"; interpellanza n. 1470 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti inerente a "Istituzione dello sportello regionale del consumatore"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1503 e l'interpellanza n. 1470, entrambe inerenti allo stesso argomento.
La parola all'Assessore Pichetto per la risposta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio e artigianato

In relazione all'oggetto, presento le seguenti considerazioni.
Le attività in materia di tutela del consumatore svolte dalla Regione Piemonte si basano su fonti legislative e su un'esperienza che ha ormai superato il decennio.
In particolare, occorre richiamare la legge regionale n. 21 del 25 marzo 1985, che rappresenta il testo base in materia, e le sue successive modificazioni, intervenute con leggi regionali n. 23 del 12 luglio 1994, e n. 90 del 19 dicembre 1995. Quest'ultima unicamente per differire il termine di approvazione del Piano triennale di attività, di cui all'art. 1 della legge 21/85, definendone la validità per il triennio 1996/98.
Volendo riassumere in modo estremamente sintetico l'azione svolta dalla Regione, si possono evidenziare questi tre indirizzi seguiti in tale lasso di tempo: sostegno per lo sviluppo dell'associazionismo consumeristico, che costituisce uno degli elementi di "cerniera" nel rapporto fra istituzioni e cittadini una politica di informazione, rivolta a una fascia sempre più ampia di pubblico, con l'uso di strumenti diversi e l'affinamento delle tecniche e dei contenuti la ricerca nel campo della tutela dei consumatori, per offrire il contributo del Piemonte all'adeguamento normativo a livello nazionale e per il recepimento delle direttive europee.
L'attività è stata svolta con il positivo contributo della Consulta regionale per la difesa e tutela del consumatore che, presieduta dall'Assessore regionale al Commercio, è composta da rappresentanti delle Associazioni dei consumatori, del Consiglio e della Giunta regionale dell'Unione delle Camere di Commercio, dell'Università, dell'ANCI e dell' URPP.
La Consulta ha rappresentato non solo un valido supporto all'Amministrazione, ma ha anche contribuito a rendere costante e sistematico il confronto tra le varie istanze associative e le esigenze ed opportunità presentate dagli Enti locali e dalle realtà produttive, con le quali si è impostato un confronto collaborativo e dialettico ma mai conflittuale, dal mondo accademico, che ha testimoniato una sensibilità crescente e offerto competenze e conoscenze sempre di alto livello.
Le Associazioni dei consumatori hanno accentuato la loro rappresentanza, in un quadro di notevole frammentarietà.
Trattandosi di espressioni della società civile, è per molti versi naturale e ineluttabile che la sensibilizzazione dei cittadini passi soprattutto tramite il pluralismo associativo. L'obiettivo da tenere sempre presente è che tale pluralismo eviti di tradursi in conflittualità, ma sia piuttosto un arricchimento di esperienze e di professionalità, veramente rappresentative di tutta la comunità regionale.
Dall'attivazione della legge, le Associazioni sono passate da tre a otto, e oggi rappresentano oltre 5.000 soci, con sedi che coprono l'intero territorio regionale. Ciò è anche indice di una crescente domanda di tutela, che ha trovato una risposta organizzata sia da parte di singoli cittadini, che da parte di organizzazioni sindacali e cooperative.
La loro attività è stata sostenuta anche attraverso la politica contributiva regionale, che ha destinato, dal 1985 al 1996, circa 2.200 milioni di lire, volte ad attività di ricerca sulla qualità dei prodotti e sui comportamenti di consumo, a corsi di educazione alimentare e di diritto, alla produzione e diffusione di materiali di informazione all'assistenza e informazione ai cittadini.
Dal punto di vista dell'evoluzione di tale politica sono stati aumentati i contributi - anche in relazione al maggiore numero di Associazioni - e, dal 1992, si è puntato a privilegiare le attività gestite da più Associazioni oltre che a rafforzare le attività di sportello nelle principali città del Piemonte.
Dal 1993 la Regione Piemonte sostiene, quale strumento d'informazione e approfondimento del diritto europeo dei consumi, l'Associazione europea consumatori italiani e francesi, di cui l'Agenzia europea di informazione dei consumatori costituisce il braccio operativo. Questa - con sede a Torino - è costituita da Associazioni di consumatori e da un centro studi di diritto europeo, rappresenta il centro italiano della rete dei dodici Eurosportelli del consumatore promossi dall'Unione Europea, organizza seminari e convegni, conduce inchieste transfrontaliere, diffonde materiali d'informazione.
Per quanto concerne l'attività di comunicazione svolta direttamente dall'Amministrazione regionale, su proposta della Consulta regionale per la difesa e tutela del consumatore, dal 1986 si è promossa la collana I quaderni del consumatore, che conta attualmente 20 titoli, di cui sono state tirate complessivamente 700.000 copie.
I quaderni sono diffusi in particolar modo attraverso le Associazioni di consumatori, i centri rete delle biblioteche pubbliche, i Comuni e le loro Circoscrizioni, gli uffici di informazioni turistiche, le università della Terza Età; nelle scuole la diffusione è fatta, a seconda degli argomenti trattati dall'opuscolo, in modo più o meno capillare.
Per seguire un aggiornamento tecnologico, i quaderni sono disponibili anche in supporto magnetico: grazie a un semplice dischetto floppy, Enti ed Associazioni possono ulteriormente diffonderne il contenuto in modo personalizzato.
Un'altra collana, Strumenti, è stata dedicata agli atti dei convegni, alle ricerche delle Associazioni e a materiali specifici simili: sono stati stampati 14 titoli per un ammontare complessivo di 20.000 copie.
L'attività di promozione della cultura consumeristica è stata svolta attraverso l'organizzazione di convegni e seminari che hanno trattato il ruolo degli organi di vigilanza, la trasparenza bancaria, le normative sull'esposizione e la vendita di prodotti alimentari, l'accesso alla giustizia, l'informazione ai consumatori, le esperienze di collaborazione transfrontaliera.
Non meno significativi i corsi di formazione e aggiornamento dedicati a funzionari pubblici, dipendenti di Associazioni di categoria, laureati e laureandi, come pure i fruttuosi approcci con il mondo della scuola coinvolto in molteplici modi, che meritano ancora di essere estesi e approfonditi.
Altro strumento attivato è stato il bando per tesi di laurea su argomenti inerenti alla tutela del consumatore: nelle dieci edizioni finora svoltesi sono state 55 le tesi premiate, discusse nelle Facoltà di Economia e Commercio, Agraria, Giurisprudenza, Medicina, Farmacia, Veterinaria Chimica e Scienze naturali; i candidati provengono dall'Università di Torino e di città di altre regioni italiane.
Se la rete di sportelli affronta l'aspetto dell'informazione e della prevenzione, rimane da meglio definire il momento della risoluzione dell'eventuale contenzioso fra consumatore e fornitore di beni e servizi.
Gli strumenti attualmente disponibili non sono così noti e soprattutto strutturati per un'efficace e rapida soluzione delle divergenze contrattuali. Sempre più si vanno affermando sedi diverse rispetto alla via giudiziaria classica. Passi avanti si sono fatti con il potenziamento del ruolo del giudice di pace, e soprattutto con strumenti di conciliazione e arbitrato: anche la Camera di Commercio di Torino sta sperimentando tale via.
Le Camere di Commercio, a seguito della legge di riforma e del recepimento della direttiva europea sulle clausole vessatorie, possono svolgere un ruolo attivo ed efficace. Nulla vieta che tale ruolo sia strettamente legato all'attività già svolta da altre istituzioni pubbliche e alla rappresentanza delle Associazioni dei consumatori.
Nel 1994 la Regione ha parzialmente aggiornato la legislazione in materia.
Con la L.R. 23/94 si riconosce alle Associazioni una maggiore rappresentatività (prevedendone la presenza in numerosi organi consultivi regionali), si assegna un ruolo ai Comuni e alle Provincie nel perseguire gli obiettivi di legge, si prevede l'approvazione di un piano triennale di attività.
Un ulteriore passo in avanti è stato compiuto con l'approvazione da parte del Consiglio regionale, in data 26 marzo 1996, a larghissima maggioranza del primo Piano di attività triennale 1996-1998 in materia di difesa e tutela del consumatore, che costituisce anche la razionalizzazione di un processo politico e normativo in corso di perfezionamento all'interno dei vari settori regionali.
Gli obiettivi che il Piano si pone sono: a) un'efficace protezione contro i rischi per la salute e la sicurezza del consumatore b) un'efficace protezione contro i rischi che possono nuocere agli interessi economici del consumatore c) la promozione e l'attuazione di una politica di informazione del consumatore d) la promozione e l'attuazione di una politica di educazione e di formazione del consumatore orientata alla costruzione di un nuovo e più razionale rapporto socio-economico con la produzione e la distribuzione e) la promozione e lo sviluppo dell'associazionismo fra i consumatori ed il loro diritto ad essere rappresentati ed ascoltati.
Inoltre la Regione, in attuazione a precisi dettami statutari, ed esattamente agli articoli 2, 4, 9 e dell'intero titolo IV dello Statuto riconosce alle Associazioni volontarie sorte per la difesa e tutela del consumatore una funzione sociale ed un ruolo importanti nella determinazione e attuazione dello sviluppo economico e civile della comunità regionale.
Analogamente, nel fissare le linee del piano triennale, si è tenuto conto delle indicazioni emerse in sede di Unione Europea, ed in particolare del documento programmatico approvato dalla Commissione Europea il 31 ottobre 1995.
In esso vengono individuate, per il triennio 1996/98, le seguenti priorità di azione: a) uno sforzo importante per migliorare la formazione e l'informazione dei consumatori b) completare, rivedere e mantenere aggiornato il contesto necessario per far sì che gli interessi dei consumatori vengano interamente presi in considerazione sul mercato interno alla Comunità c) la tutela degli interessi dei consumatori in sede di fornitura di servizi basilari di utilità pubblica d) misure intese a migliorare la fiducia di consumatori nei prodotti, e ad incoraggiare un approccio pratico ai consumi sostenibili e) rafforzare ed aumentare la rappresentanza dei consumatori.
Il Consiglio regionale ha dunque individuato i seguenti programmi per il triennio in corso: a) completamento e attivazione della strumentazione normativa regionale e nazionale sulla tutela del consumatore b) sviluppo dell'informazione sui diritti e doveri dei consumatori e promozione del consumerismo c) avvio e consolidamento della formazione sul consumerismo d) presenza sul territorio regionale di centri di assistenza al cittadino e) promozione delle carte dei servizi e degli accordi intercategoriali finalizzati alla chiarezza delle regole, al contenimento e alla rapida risoluzione del contenzioso fra Organizzazioni dei consumatori Associazioni di categoria, Aziende di gestione di pubblici servizi.
Il Piano triennale individua altresì gli attuatori di queste politiche nella stessa Regione, nelle Associazioni di consumatori e negli Enti locali territoriali, possibili destinatari di contributi regionali.
E' previsto il coinvolgimento in diversa veste, dell'Unione Europea, dello Stato, delle Camere di Commercio, delle scuole di ogni ordine e grado e degli organi di informazione.
Il Piano indica anche i criteri per la scelta dei progetti e di programmi di attività e le priorità di intervento. In particolare si evidenzia come i progetti da incentivare debbano fare esplicito riferimento alle linee di obiettivi sopra richiamate, e che le azioni dell'Amministrazione regionale debbano preferibilmente raggiungere in termini di informazione e formazione l'intero territorio regionale, siano finalizzate ad enfatizzare il ruolo delle Associazioni dei consumatori e degli Enti locali territoriali.
Precise indicazioni di criteri sono altresì definite per l'assegnazione di contributi, che non possono superare la quota dell'80% della spesa ammessa.
Sono preferibili le iniziative sostenute o proposte da più soggetti. Almeno il 50 % delle risorse è destinato alle Associazioni consumeriste. Una quota almeno pari al 10 percento dei fondi è riservata agli enti locali territoriali. Quanto alla spesa ammissibile, essa consiste nella sommatoria di tutte le voci di costo preventivate dalle Associazioni, e che concorrono a realizzare le iniziative. Per gli enti locali vengono esclusi i costi relativi al personale e alle sedi in uso ai medesimi.
A questo proposito mi preme precisare che non solo la Regione ha posto tutte le condizioni normative e regolamentari per attivare un proficuo coinvolgimento di Comuni e Province, ma ha anche sollecitato a più riprese una maggiore presenza di tali enti nell'offrire risposte ai problemi dei consumatori. Si deve peraltro segnalare che le richieste di finanziamenti sono pervenute sinora esclusivamente dal Comune di Ivrea, per un progetto ammesso nel corso del 1995 ma non attuato, e per cui si è dovuto procedere alla revoca del contributo, e dalla Provincia di Cuneo per l'anno in corso.
Da una prima analisi delle proposte pervenute da finanziarsi sull'esercizio 1998, risultano le richieste dei Comuni di Alba, Bra, Collegno e della provincia di Cuneo, che saranno esaminate con la massima attenzione, per incrementare un rapporto tra Regione ed Enti locali che ha indubbiamente bisogno di ampliarsi.
Il piano triennale stabilisce che il principale obiettivo cui finalizzare la scelta dei progetti da finanziare consiste nell'assicurare la presenza sul territorio regionale di centri di assistenza al cittadino in ragione di almeno uno sportello per ciascuna provincia. Tali sportelli debbono essere accessibili a tutti i cittadini per almeno cinque giorni alla settimana e per otto ore al giorno. Possono essere gestiti da una o più Associazioni preferibilmente con l'intervento dell'ente locale (di sostegno finanziario e organizzativo o esclusivamente di patrocinio. La Regione cura la messa in rete degli sportelli al fine di assicurare - cosi recita il piano triennale un omogeneo servizio sull'intero territorio regionale.
Le risorse finanziarie indirizzate dal bilancio regionale verso questo settore sono state crescenti e hanno raggiunto in effetti somme considerevoli. Nel 1995 è stata destinata complessivamente la somma di L.
381 milioni, nel 1996 di L. 500 milioni, nel 1997 di L. 1.450 milioni, di cui 885 milioni quali contributi alle Associazioni consumeriste e agli enti locali territoriali, e la restane quota come attività dell'Amministrazione regionale.
Per l'anno 1997, sono pervenute richieste da parte dei soggetti titolati per un importo pari a 1.706 milioni, in pratica quasi il doppio della somma disponibile. Gli uffici preposti hanno dunque svolto un'accurata istruttoria delle richieste, applicando i criteri dinanzi citati, per pervenire a una proposta di assegnazione e quantificazione dei contributi che è stata deliberata dalla Giunta regionale il 30 giugno scorso.
Le spese prospettate sono state ritenute ammissibili fino all'80% della cifra richiesta per le spese gestionali (utenze, affitto locali cancelleria), per l'acquisto di libri e riviste specialistiche, per convenzioni volte a offrire servizi professionali (con preferenza per quelli legali), per le spese di personale assunto dalle Associazioni (con un massimale di 40 milioni di lire), per il rimborso di spese di viaggio (con un massimale di 2 milioni di lire), per la pubblicità del servizio sul territorio e la promozione.
Analogamente sono stati stabiliti, e minutamente descritti in deliberazione i criteri per il finanziamento dei programmi di informazione, ai convegni e agli incontri promossi dai proponenti.
Poiché numerose proposte erano relative a corsi di formazione di funzionari e degli operatori di sportello, per ridurre i costi e por omogeneizzare la formazione, si è ritenuto di non finanziare tali iniziative, ma di organizzare direttamente tali corsi, come in effetti è avvenuto incaricando dell'incombenza il CEDEC (Centro Europeo di Economia del Consumo) e l'USAS per due iniziative supportate con finanziamenti regionale.
Rispetto alla rete di sportelli sul territorio, la selezione è stata effettuata incentivando quelli già operanti e che hanno dato prova, sulla base delle notizie in possesso del Servizio, di funzionare al meglio. La proposta approvata dalla Giunta regionale ha dunque ammesso a contributo i seguenti soggetti: al Movimento Consumatori di Torino £. 53.040.000 per l'attività di sportello, 4.000.000 per la redazione e diffusione di opuscoli per la tutela del consumatore, 7.200.000 per la realizzazione di un periodico di informazione, 10.800.000 per realizzazione e gestione dello sportello Internet, per un totale di 75.040.000 all'Adiconsum di Torino £. 56.320.000 per lo sportello, 8.000.000 per l'informazione sulla prevenzione nelle scuole superiori, 6.400.000 per l'informazione diretta ai cittadini della prima cintura di Torino 3.200.000 per la pubblicità del servizio di sportello, 1.600.000 per la promozione dell'Associazione, per un totale di £. 75.520.000 al Comitato Difesa Consumatori Piemonte, per l'attività dell'Agenzia Europea, il contributo di £. 112.600.000 all'Adiconsum di Ivrea per £. 16.400.000 per l'attività di sportello 2.400.000 per informazione e pubblicità, per un totale di 18.800.000 all'Adiconsum di Biella £. 2.200.000 per l'attività di sportello all'Adiconsum di Novara £. 42.712.000 per l'attività di sportello all'Adiconsum di Verbania £. 40.960.000 per l'attività di sportello promozione e informazione all'Adiconsum di Asti per £. 57.840.000 per l'attività di sportello all'Adiconsum di Alessandria per £. 69.760.000 per lo sportello 4.800.000 per informazione e pubblicità, 20.000.000 per cinque convegni su temi del consumerismo, per un totale di 96.560.000 alla Provincia di Cuneo, in collaborazione con Adiconsum e Movimento Consumatori, £. 37.960.000 per l'attività di sportello, 7.000.000 per l'informazione per un totale di £. 44.960.000 all'Unione Tutela Consumatori d Novara per £. 8.000.000 per l'attività di sportello, 8.000.000 per l'informazione in TV, 1.600.000 per la pubblicità per un totale di 7.600.000 alla Federconsumatori di Alessandria £. 7.600.000 per l'attività di sportello alla Federconsumatori di Novara £. 6.800.000 per l'attività di sportello alla Federconsumatori di Biella £. 6.800.000 per l'attività di sportello alla Federconsumatori di Torino £. 73.440.000 per un corso sui diritti dei consumatori, 77.200.000 per interventi in dieci scuole elementari del Piemonte, 64.000.000 per le carte dei servizi, 32.000.000 per una ricerca sull'incidenza dei costi del diritto allo studio nella scuola dell'obbligo per un totale di 246.640.000 all'Associazione Consumatori Utenti di Torino £. 2.848.000 per la ricerca in collaborazione con USL e Provincia sulla corretta applicazione della L.
46/90 sugli impianti elettrici nei condomini, 8.128.000 per la redazione del manuale di prevenzione agli acquisti di macchine, 8.321.000 per sette incontri di informazione, 8.000.000 per una ricerca sulla carta dei servizi sulla refezione scolastica, 8.000.000 per una ricerca sui bisogni della Terza Età, per un totale di 35.297.000.
La Giunta regionale ha stabilito che le Associazioni e gli Enti beneficiari presentassero entro il 10 luglio scorso una relazione intermedia circa l'attività di sportello, comprensiva di casistica con l'indicazione dei numeri di casi trattati per voce. Inoltre entro il prossimo 28 febbraio 1998 deve essere presentato il consuntivo dell'attività svolta, pena la revoca del contributo, che è stato ad oggi erogato nella misura del 50 all'esecutività della deliberazione succitata, con riserva di liquidare la restante quota previa analisi dei consuntivi, accompagnati da documentazione contabile, con giustificativi in originale, il prospetto specificato voce per voce delle spese, una relazione dettagliata circa l'attività svolta e la presentazione dei materiali eventualmente prodotti.
Tra i servizi attivati in collaborazione con le Associazioni consumeriste allo scopo di mettere in rete gli sportelli presenti sul territorio, la Regione ha proposto di attivare un servizio telefonico mediante Numero Verde unico per tutta la regione. L'iniziativa consente ai cittadini di accedere in modo immediato e gratuitamente agli sportelli, per sottoporre le rispettive problematiche.
La scelta del numero verde è dunque motivata dalla necessità di offrire all'utenza uno strumento di facile uso, che si è andato affermando in modo sempre più ampio nell'ambito dei pubblici servizi. Componendo il numero telefonico assegnato (precisamente il 167-574574) l'utente è messo in contatto con lo sportello competente per territorio. Si tratta naturalmente di un servizio di prima assistenza, ovvero di un primo, immediato contatto cui può far seguito un approfondimento curato direttamente dal personale e dai volontari delle Associazioni. Ad essi spetta seguire nel migliore modo possibile l'evolversi dell'istanza di intervento a tutti i livelli.
L'iniziativa è stata assunta con carattere sperimentale, volendo verificare da un lato l'efficacia di un nuovo strumento di raccolta delle segnalazioni dei consumatori, e dall'altro essendo ormai ben presente le necessità di accertare la validità della rete territoriale messa in atto dalle Associazioni consumeriste.
La proposta di collaborazione è stata rivolta, in modo indistinto, a tutte le Associazioni che partecipano alla Consulta, ed è stata accolta da Adiconsum, Movimento Consumatori, Unione Tutela Consumatori. Altre Associazioni hanno ritenuto di non poter garantire il servizio con la continuità e l'impegno orario richiesto dall'assessorato. Le Associazioni aderenti hanno comunque permesso di attivare una rete di dodici sportelli più l'Agenzia Europea d'Informazione al Consumatore, tali da coprire il territorio di sette delle otto province piemontesi, con la sola esclusione di Vercelli, per la quale peraltro è in programma di attivare il servizio già dal prossimo gennaio '98.
Per adeguatamente diffondere tra la popolazione la conoscenza del nuovo servizio, è stata predisposta una campagna d'informazione, che doveva avere la caratteristica della capillarità e della immediatezza, per raggiungere anche gli utenti meno attenti alle informazioni veicolate sui mass-media più utilizzati, come giornali e periodici. In sostanza, si è ritenuto di attivare i seguenti mezzi: affissione di oltre 6.000 manifesti in tutto il territorio piemontese distribuzione di depliant illustrativi, mediante appositi cartelli banco presso i Comuni e i 1.500 uffici postali, grazie alla disponibilità delle Poste Italiane; - inserzioni sui principali quotidiani e sulle testate periodiche che aderiscono al progetto di collaborazione con l'editoria locale, approvato con DD.G.R. del 23.10.96 e del 24.02.997.
Riguardo a questo ultimo aspetto, si è decisa la realizzazione di pagine cosiddette publi-redazionali, sui quotidiani La Stampa e La Repubblica costituite da una parte tabellare, relativa all'inserzione pubblicitaria vera e propria, e da una parte redazionale curata dagli operatori delle rispettive testate.
La stesura degli articoli informativi è stata quindi espletata dalle rispettive redazioni, che si sono avvalse dei comunicati emessi dall'Ufficio Stampa della Giunta regionale, in concomitanza con il lancio dell'iniziativa, ed in particolare in occasione della conferenza stampa tenutasi presso la sede della Giunta regionale il 30 settembre 1997.
Le dichiarazioni dell'Assessore, del sottoscritto, riprese negli articoli informativi, sono state rese nel corso della suddetta conferenza stampa.
Non è stata dunque violata la prescrizione dell'impersonalità della comunicazione pubblicitaria, poiché tali interventi non compaiono nella parte "tabellare", ma in quella redazionale, che ha un più ampio contenuto informativo, e non già meramente pubblicitario.
Le affermazioni contenute in tali testi, quando non riportino esplicite dichiarazioni dell'Assessore delegato, che in tale veste presiede la Consulta regionale per la Tutela dei Consumatori, debbono essere riferite all'autore dell'articolo, ovvero alla redazione della testata, e non comportano dunque condivisione da parte della Regione.
Devo peraltro dire che si potrà raccomandare e fare più attenzione, nel prosieguo di iniziative di questo genere, perché mi rendo conto che alcune affermazioni più forti, ancorché redazionali, in una pagina che risulta promozionale della Regione, possono indurre in un'interpretazione equivoca da parte dell'attore: me ne rendo perfettamente conto.
La presenza di un Numero Verde unico per tutto il Piemonte - mi pare che questo fosse un quesito specifico dell'interrogazione - non significa che sia stato attivato un solo recapito telefonico. Anzi, è d'uopo precisare che le linee telefoniche attivate sono esattamente: 5 per la provincia di Torino; 2 ciascuna per le province di Cuneo e Novara; 1 ciascuna per le province di Alessandria, Asti, Biella e Verbano-Cusio-Ossola, per un totale di 13 linee, che consentono contemporaneamente l'accesso telefonico del consumatore allo sportello.
In pratica, chiamando il Numero Verde, dall'apparecchio di chiamata automaticamente il computer SIP smista la chiamata sullo sportello più vicino, in base ai prefissi telefonici.
L'attività finora svolta - ciò mi consente di dare i primi dati di 20 giorni di attività del Numero Verde - ha permesso di stilare una prima verifica, sulla base dei dati raccolti presso le sedi territoriali.
Nell'arco del primo mese di funzionamento il Numero Verde ha canalizzato 1.204 richieste di cittadini, così suddivise per provincia: Alessandria n. 106 Asti n. 96 Biella n. 60 Cuneo n. 99 Novara n. 70 Torino n. 709 Verbania n. 42.
Una prima catalogazione, sulla base degli argomenti proposti dai cittadini permette la seguente suddivisione: problemi con ditte artigiane: n. 64 problemi nell'ambito del commercio: n. 103 problemi con aziende municipali: n. 57 tematiche condominiali: n. 54 problematiche relative al settore credito/assicurazione: n. 78 problemi relativi a intermediazioni immobiliari: n. 44 problemi riscontrati nei confronti di enti locali: n. 79 tematiche relative alle offerte di lavoro: n. 19 rapporti con liberi professionisti: n. 61 segnalazioni di pubblicità ingannevole: n. 11 problemi relativi a servizi: n. 25 tematiche relative all'offerta turistica e ai trasporti: n. 22 problemi relativi a utenze: n. 220 problemi relativi alla vendita a domicilio: n. 83 problemi in campo sanitario: n. 17.
Naturalmente questi sono numeri assoluti, che non hanno granch significato, ma vanno rapportati alla dimensione del fenomeno. Se su un fenomeno si trovano 100.000 soggetti, è chiaro che 17 o 23 telefonate sono un numero molto basso; ma se su alcuni fenomeni vediamo che ci sono 44 telefonate, che riguardano ad esempio le intermediazioni immobiliari faccio un riferimento a caso - è evidente che si tratta di un fenomeno che non coinvolge giornalmente migliaia e migliaia di cittadini, quindi assume una rilevanza che deve essere verificata.
In conclusione, questa analisi a largo raggio sull'attività posta in campo dall'Istituzione regionale per la difesa del cittadino-consumatore (che gli interpellanti mi hanno permesso di fare, ponendomi quesiti a 360 gradi), ha posto in evidenza un'esperienza di una certa ampiezza, che ha sviluppato numerosi strumenti e modalità di intervento, sostenendo - ed è un impegno la crescita di una diffusa cultura consumerista, di cui è sicuro indice il moltiplicarsi delle adesioni alle Associazioni volontarie che operano specificamente nel settore.
L'attività e l'esperienza piemontese è stata valutata e presentata in più sedi, sia a livello europeo che nazionale, come è avvenuto nell'ottobre 1996 a Roma, nel corso della I Conferenza Nazionale dei Consumatori.
Desidero sottolineare che, così come le politiche finora attuate hanno sempre ottenuto l'ampio consenso del Consiglio regionale, che ha avuto modo a più riprese di offrire il proprio contributo in sede legislativa e di indirizzo (e mi preme ricordare ancora quel dibattito di questa settimana se vogliamo anche accademico, che riguarda l'ordine del giorno sulla tutela dei consumatori e sulla legge nazionale, che non so se verrà esaminato oggi in Consiglio), parimenti una valutazione complessiva e positivamente critica delle realizzazioni compiute e delle prospettive di impegno deve necessariamente e doverosamente essere tracciata ancora dal Consiglio.
Così è peraltro previsto dalla periodica revisione del Piano triennale di attività, ma è possibile che anche in sede di Commissione Permanente e di Consulta regionale si possa svolgere un proficuo confronto, con l'obiettivo di offrire nuove idee ed eventualmente nuovi indirizzi alle politiche di tutela del consumatore.
Si tratta, cioè, di capire se i meccanismi, le iniziative, da un lato l'appoggio alle associazioni - che ricordo di fatto sono emanazioni delle maggiori organizzazioni sindacali - i sistemi di divulgazione sono quelli giusti, ovvero se raggiungono l'obiettivo, quindi se hanno efficacia oppure se vanno rimodulati.
Occorre anche porci un quesito: qual è il consumatore da tutelare? D'accordo, sono tutti da tutelare, ma pongo questo dubbio in termini problematici, di discussione, eventualmente in Commissione, in sede di riesame dei programmi: non è che noi tuteliamo chi tutelato è già? O andiamo solo a dare maggior tutela a chi ha già una tutela? Quando facciamo le campagne sulla stampa, dando il Numero Verde, come raggiungiamo coloro che non leggono il giornale e che forse sono coloro che hanno maggior bisogno di tutela? Questo è il grande dubbio che pongo. Probabilmente nessuno ha la verità e la soluzione in tasca, però ritengo necessario un dibattito in questo Consiglio, o meglio in Commissione, sede più appropriata per la problematicità dell'argomento, che veda un confronto, anche acceso ricordando che alle porte abbiamo una grande rivoluzione, dove il ruolo della Regione a mio parere deve essere attivo e importante: la rivoluzione dell'euro.
Per 4.300.000 piemontesi, in particolare per quelle fasce meno acculturate meno protette, il cambio della moneta fra tre anni sarà un vero shock.



PRESIDENTE

Assessore, lei aveva cinque minuti di tempo per rispondere! Ne ha utilizzati ben di più. Deve ridurre il pensiero in pillole, come ci dice qualcuno.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al commercio e artigianato

Presidente, non possono farmi le interpellanze su tutto lo scibile!



PRESIDENTE

Meno male che ce n'è una sola! Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Noi cercheremo di essere più sintetici, anche perché devo dire che ho apprezzato e mi ritengo soddisfatto della risposta.
D'altro canto, la risposta è entrata molto nei particolari, ma trattando appunto di un tema rispetto al quale è importante dare un'informazione precisa, ovvero la tutela dei consumatori, credo che questo tipo di risposta sia in qualche modo rassicurante sul modo in cui si lavora, cioè che si tende appunto a informare adeguatamente, perlomeno noi che abbiamo sollevato una serie di quesiti abbiamo avuto la risposta.
Tra l'altro, credo che l'Assessore sappia che su questa tematica c'è stato un recente dibattito in Commissione su una proposta di legge e un ordine del giorno che dovranno approdare, spero oggi o domani, in Consiglio.
Questi due documenti sono stati votati all'unanimità, quindi anche da noi proprio per testimoniare in parte l'apprezzamento che abbiamo avuto del tipo di azione svolta dalla Regione finora. La Regione Piemonte è stata tra le pioniere in Italia da questo punto di vista. Questa informazione ci è stata utile ed è bene anche diffonderla, perché serve a verificare gli effetti che questa iniziativa legislativa ha avuto. La risposta data dall'Assessore, che poi leggerò con più attenzione, è abbastanza rassicurante, nel senso che dimostra che non solo è stata un'iniziativa sulla carta intelligente, ma che sta avendo delle ripercussioni pratiche positive.
Aggiungo ancora alcune considerazioni.
Noi eravamo preoccupati intorno al problema del numero verde, nel senso che si mettesse in atto una struttura regionale che si occupasse di questo problema; noi volevamo sottolineare che a nostro parere le due cose dovrebbero restare separate. La risposta che ci è stata data da questo punto di vista è rassicurante: si tratta anzi di una iniziativa di coordinamento quanto mai utile.
Sulle considerazioni finali fatte dall'Assessore: sono convinto anch'io che probabilmente sarà utile, sulla base di questa informazione, avere una discussione anche nella sede della Commissione competente.
Sul problema delle associazioni. Alcune delle considerazioni fatte dall'Assessore colgono un problema vero, però dobbiamo stare attenti a un elemento. E' vero cioè che queste associazioni sono sorte da chi in fondo ha già un'esperienza sulla tutela, però noi dobbiamo valorizzare il fatto che queste associazioni si sono mosse in anticipo e hanno cominciato a fare esperienza, semmai quindi dobbiamo aiutarle ad avere maggiore capacità di coinvolgimento per andare a raggiungere quei settori che sono più difficili da raggiungere. Se questa esperienza cresce, può essere un elemento che la fa conoscere e quindi ottenere effetti positivi.
Ribadisco, in conclusione, la richiesta di avere copia scritta della risposta, perché credo vada letta con maggiore attenzione, per la quale comunque ci riteniamo soddisfatti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io l'interrogazione l'avevo posta su una questione molto specifica, cioè l'uso della comunicazione di questo servizio. Non entro nel merito perch non ho approfondito la questione, però ricordo che ancora una volta sono state violate le leggi regionali che vietano agli Assessori, nelle forme di pubblicità su televisioni, giornali e riviste, di comunicare le iniziative in termini di intervista o altro con l'Assessore in posizione di esponente del servizio regionale.
E' evidente che questa sia una violazione perché le nostre leggi parlano chiaro; chiedo quindi che vengano rispettate.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interroganti consideriamo evaso questo punto.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione n. 1447 del Consigliere Cavaliere e interrogazione n. 1450 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti inerenti a "Fondazione Sandretto-Re Rebaudengo"


PRESIDENTE

L'Assessore Leo è pronto a rispondere alle interrogazioni inerenti alla Fondazione Sandretto-Re Rebaudengo, mentre per quanto concerne la parte residua del Teatro Stabile mi pare non abbia ancora a sua disposizione tutti gli elementi.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Esatto.



PRESIDENTE

Passiamo dunque all'esame delle interrogazioni nn. 1447 e 1450, la prima a firma del Consigliere Cavaliere, la seconda a firma dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Giudico di interesse generale e di grande importanza queste questioni perché non sono solo limitate a un fatto singolo, ma rappresentano un discorso più generale. Pertanto, cercherò di dare la risposta più dettagliata e precisa possibile a tutti i quesiti posti.
La legge n. 292/68 prevede la possibilità da parte del Ministero dei Lavori Pubblici di realizzare interventi di manutenzione straordinaria, restauro e ristrutturazione impiantistica sul patrimonio statale e non statale, purch quest'ultimo sottoposto ai vincoli di cui alla Legge n. 1089/39.
Lo spirito di tale legislazione, analogamente a quanto previsto dalla Legge n. 1552/61, è quello di aiutare privati, istituzioni religiose o famiglie nella conservazione del patrimonio culturale sottoposto a vincolo, i cui interventi conservativi devono sopportare costi più elevati degli altri interventi di ristrutturazione proprio a causa della complessità delle condizioni imposte dal vincolo medesimo.
La Legge n. 1537/93 (Legge Finanziaria) trasferiva i fondi del Ministero dei Lavori Pubblici per quanto concerne gli interventi sul patrimonio non statale alle Regioni e i fondi sul patrimonio statale al Ministero per i Beni culturali.
Dopo diversi incontri con le altre Regioni in sede di Conferenza Stato Regioni, si convenivano concordemente le modalità del riparto nazionale e le linee generali di indirizzo per l'applicazione della legge.
La Regione Piemonte allora inviava a tutti i Comuni una circolare (prot. n.
1125 del 10/2/95) chiedendo proprio la collaborazione degli stessi e la medesima diffusione della norma, invitando i possessori pubblici e privati di patrimonio culturale non statale a presentare progetti, sulla base delle leggi precedentemente citate.
Le istanze pervenute sono state circa 1.200 e dopo ampia istruttoria formulata ovviamente dagli uffici, con deliberazione n. 251-44377 del 27/3/1995 furono definiti i criteri e approvato il piano di finanziamento.
Per gli immobili di proprietà privata, fermo restando il valore storico artistico del bene, anche in considerazione dell'elevatissimo numero di richieste pervenute, la Giunta regionale propose, tra i criteri di priorità, di finanziare quei progetti che oltre ai fini di conservazione come prevedeva la legge, davano garanzie di pubblica fruizione attraverso un vero e proprio progetto di riconversione della destinazione del bene e che avessero in corso o dichiarassero la disponibilità a stipulare una convenzione con il Comune o altro Ente pubblico locale per garantire il pubblico godimento del bene ristrutturato.
Quindi siamo stati più rigorosi rispetto alle altre Regioni che hanno applicato semplicemente la legge per la conservazione. Noi abbiamo posto un criterio ulteriore di vincolo rispetto al coordinato deciso dalla Conferenza Stato-Regioni che diceva soltanto "conservazione".
In applicazione di tale indicazione, l'Amministrazione, presieduta all'epoca dal Presidente Brizio, ha individuato due interventi esemplari sul patrimonio privato: la trasformazione del Palazzo settecentesco Re Rebaudengo e il Museo d'Arte contemporanea; la trasformazione della Certosa di San Francesco di Avigliana in sede dell'Università della legalità del gruppo Abele, stanziando rispettivamente L. 350.000.000 e L. 300.000.000; i secondi, quelli per l'Università della legalità, integrati con ulteriori contributi di L. 200.000.000, con deliberazione del 6/8/1997. La società APEE ha successivamente notificato alla Regione Piemonte la cessione in comodato di porzione dell'immobile alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo...



CAVALIERE Pasquale

In che data?



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Non ho la data del passaggio alla Fondazione. La stessa Fondazione ha stipulato, in data 30 luglio...



CAVALIERE Pasquale

Assessore, la data è importante.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Ha ragione, me la procurerò senz'altro.



CAVALIERE Pasquale

Assessore, esaminiamo l'interrogazione quando avrà questa data.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Termino con queste informazioni, comunque sono disposto a non considerarla chiusa.



CHIEZZI Giuseppe

Non apriamo il dibattito, Assessore, ritorni preparato!



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Quando si ha un esame e il 90% delle risposte, non si è proprio impreparati. Non volete nemmeno che termini l'esposizione?



CHIEZZI Giuseppe

Senza quella data, affrontiamo due volte il dibattito.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Va bene, lo faccio per rispetto al Consiglio, per non appesantire i lavori del Consiglio e non far sentire due volte la stessa cosa.


Argomento: Partecipazione e informazione: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1515 presentata dai Consiglieri Spagnuolo e Angeli inerente a "Esclusione di Torino come sede per l'Authority" - Proposta di iscrizione dell'ordine del giorno connesso n. 638


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1515.
La parola alla Consigliera Spagnuolo per l'illustrazione.



SPAGNUOLO Carla

L'illustrazione dell'interrogazione è semplice e risponde alla preoccupazione del nostro Gruppo, ma non solo del nostro Gruppo, che la città di Torino e la regione Piemonte via via subiscano un processo di depauperamento di risorse, di possibilità, di ipotesi di sviluppo.
L'interrogazione pone questo problema attraverso alcune esemplificazioni: la questione dell'Authority è molto importante. Indubbiamente, come è stato detto da più parti, Torino ha una indubbia vocazione di carattere scientifico e di carattere tecnologico, ha una sua preparazione scientifica di non recente data, ma che poggia le sue radici in tutto ciò che è rappresentato dalla cultura scientifica e tecnologica del Politecnico delle telecomunicazioni, di tutto ciò che è l'innovazione che in questo campo ha visto nella nostra città e nella nostra regione un laboratorio straordinariamente importante ed anche delle priorità.
La questione dell'Authority è una, ma ci sono altre grandi questioni: le grandi infrastrutture, la viabilità, le politiche aeroportuali, ma non solo queste, tutto il tema dell'informazione.
Pensiamo, ad esempio, all'importanza delle problematiche sull'informazione e il rischio della dequalificazione della RAI rispetto alla quale questo Consiglio regionale, unitamente alla Giunta, nel passato, ma anche più recentemente si è mosso per mantenere questo livello di qualificazione per la nostra città e la nostra regione.
E' per questo motivo, Presidente, che il nostro Gruppo pone il problema e ritiene che, al di là delle differenze di posizione che ci possono anche essere in questo Consiglio regionale - penso per esempio alla questione delle infrastrutture, ci sono delle differenze di posizione, ma sarebbe importante poter discutere dell'insieme di queste questioni in Consiglio regionale - si vada ad un Consiglio specifico sul caso Piemonte, in modo che vengano discusse le varie questioni in maniera organica.
E' per questa ragione, Presidente, che stamattina - e ringrazio i Capigruppo che già l'hanno firmato - abbiamo presentato un ordine del giorno collegato all'interrogazione che chiede che il Consiglio regionale dibatta la problematica di Torino e la problematica di sviluppo del Piemonte, andando a realizzare una scaletta di richieste al Governo.
E' evidente, è lo spirito col quale alcuni colleghi dell'opposizione hanno firmato questo ordine del giorno, che sulle questioni specifiche vi possono essere delle posizioni diverse. Per esempio, i colleghi di Rifondazione Comunista hanno firmato questo ordine del giorno impegnandosi, sulla parte del dispositivo, a fare questo Consiglio regionale, poi il dibattito porterà le differenziazioni.
Ho chiesto anche ai Capigruppo della maggioranza - in particolare ne ho parlato con la collega Cotto, con il collega Deorsola, con il collega Rubatto, non ho fatto in tempo a parlare con i colleghi Ghiglia e Gallarini se vogliono apporre la loro firma per richiedere questo dibattito, perch il caso Piemonte si impone e deve essere imposto con più forza anche al Governo.
Recentemente ci sono state delle prese di posizione da parte di alcuni parlamentari, penso al collega Chiamparino, ma non solo lui, che ha riproposto l'esigenza di avere una lobby del Piemonte che porti i nostri problemi, perché ci sentiamo ormai un po' assediati da questo punto di vista. Sono stata presente alla recente assemblea dell'ASCOM, alla quale ha partecipato anche il Presidente della Giunta regionale, il quale ha detto: "Recentemente abbiamo preso posizione su alcuni punti importanti", per occorre fare il punto della situazione, in modo che il Consiglio regionale da questo punto di vista, possa eventualmente, pur nella differenza di posizioni, che voglio sottolineare, dare più forza perché la questione Piemonte diventi una questione anche per il Governo.
In essa esiste il problema di Torino, perché vediamo anche i problemi che l'aeroporto recentemente ha avuto; sono esemplificazioni alle quali si possono dare delle risposte diverse, ma è necessario fare il punto della situazione e porsi nei confronti del Governo nazionale. Peraltro, essendo nella fase in cui ormai le elezioni sono passate, quindi le eventuali spinte e controspinte di natura elettorale sono superate, ci sembra questo il momento più opportuno per farlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Vedo adesso l'ordine del giorno della Consigliera Spagnuolo che potrei anche condividere. Dico "potrei" perché lo condivido nello spirito, anche per quanto riguarda l'iscrizione -.
Noi lo voteremo soltanto se all'interno si inserisce l'impegno a svolgere questo Consiglio regionale straordinario alla presenza di tre Ministri: Maccanico, Burlando e Ronchi. Avanzo questa richiesta, altrimenti corriamo il rischio - so che non è questo lo spirito, non dubito che lo spirito sia positivo e propositivo per rilanciare questa cosiddetta lobby piemontese di avere dei parlamentari che vestono due giacche.
Io, Consigliere regionale del Piemonte, membro di un Partito che sta all'opposizione del Governo italiano, non posso sentirmi dire da degli autorevoli parlamentari dell'Ulivo o del PDS, che vogliono costituire una lobby piemontese perché sono preoccupati del futuro di Torino, perché sono preoccupati del futuro del Piemonte, quando questo futuro di Torino e del Piemonte viene continuamente compromesso dalle prese di posizioni del Governo della Repubblica. Governo della Repubblica che è un Governo di centro-sinistra.
Pertanto, c'è l'utilità - ripeto - di fare un Consiglio regionale se a questo Consiglio regionale vengono invitati i tre Ministri: Ronchi Burlando e Maccanico, due dei quali, Burlando e Maccanico, nella campagna elettorale di aprile sono venuti a Torino a promettere uno la metropolitana e i finanziamenti (...)



PRESIDENTE

Lei, Consigliere Ghiglia, sta facendo un discorso di merito.



GHIGLIA Agostino

No, faccio una dichiarazione di voto sull'iscrizione dell'ordine del giorno. Riprendo il discorso. Il Ministro Burlando continua a ripetere che non ci sono i finanziamenti per la metropolitana, nonostante li abbia promessi, e il Ministro Maccanico, non dimentichiamoci, aveva promesso l'Authority. Io voglio vedere i soldi non le promesse! Le promesse le fanno da trent'anni.
Se questi Ministri vengono a dare delle risposte definitive bene altrimenti si rischia di fare un Consiglio regionale strumentale che tenta impropriamente, di fare del Consiglio regionale, della maggioranza di centro-destra il fulcro di un problema che sta unicamente a Roma e nei parlamentari dell'Ulivo di Roma.



PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame dell'interrogazione n. 1515, alla quale risponde il Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Regione Piemonte, di comune accordo con il Comune e la Provincia di Torino, è impegnata da tempo, e presso più sedi, a promuovere e sostenere le oggettive motivazioni che vedono Torino come naturale sede dell'Authority.
Tra le iniziative intraprese voglio ricordare: Il 23 settembre 1996 si è svolto a cura della Regione l'incontro con i Parlamentari piemontesi dal tema "Il Piemonte per lo sviluppo" in cui è stata sottolineato con urgenza il problema dell'Authority.
Colloquio con il Presidente del Consiglio dei Ministri nello scorso dicembre per sostenere le iniziative a favore dello sviluppo di Torino e del Piemonte. In tale occasione è stata sollecitata da parte del Presidente della Giunta regionale l'attenzione del Governo nei confronti della candidatura di Torino quale sede dell'Autorità delle telecomunicazioni.
Dallo scorso anno ad oggi sono state inviate ripetute lettere al Presidente del Consiglio dei Ministri e al competente Ministro per ribadire le ragioni di Torino e del Piemonte sul tema Authority.
Dossier ITP sulle oggettive caratteristiche possedute da Torino per ottenere la sede dell'Authority, realizzato recentemente in collaborazione con il Comune di Torino.
La Regione, pertanto, non ha mai cessato di interessarsi del problema ed intende proseguire con incisive azioni presso il Governo, in sinergia con le altre realtà istituzionali, con le forze sociali e produttive piemontesi.
Vi ricordo che il dossier consegnato a tutti i Consiglieri regionali conteneva un'articolata, argomentata proposta di motivazioni e di soluzioni. Motivazioni per cui ritenevamo che l'Authority dovesse essere assegnata a Torino e soluzioni di tipo operativo nel momento in cui questa decisione fosse stata assunta nei nostri confronti.
Oltre al caso Authority, la Regione è intenzionata a intraprendere nuove iniziative a favore delle grandi infrastrutture dei trasporti e delle comunicazioni (si pensi al convegno svoltosi proprio ieri sulle tematiche del sistema ad alta capacità ferroviaria) e contro il depauperamento di organismi e realtà importanti (Aeroporto di Caselle, RAI, strutture militari). Struttura quest'ultima che viene presa poco in considerazione ma che rappresenta, in relazione alle voci che anche se sono state dai rappresentanti del Ministero della difesa personalmente a me smentite, sono preoccupanti.
Concordo quindi con la proposta dei Consiglieri Carla Spagnuolo e Mario Angeli, volta alla convocazione di una seduta straordinaria aperta del Consiglio regionale, per affrontare le problematiche legate allo sviluppo del Piemonte. Dichiaro però - come ho fatto anche pubblicamente - una qualche disattenzione nei confronti di quelle che sono le tematiche del nostro territorio e di conseguenza credo che tutto quello che può essere fatto a livello istituzionale per richiamare questa attenzione, sia dal mio punto di vista ben accetto. Di conseguenza se una giornata di discussione in Consiglio su queste problematiche è opportuno farla, io do la mia disponibilità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Ringrazio il Presidente della Giunta regionale perché indubbiamente esprime una sensibilità rispetto all'interrogazione posta.
L'interrogazione da noi presentata ha anticipato la presentazione di un ordine del giorno sulle prese di posizione, tutte comprensibili. Il nostro Gruppo ritiene che probabilmente siano certamente utili anche le presenze dei Ministri, ma pensiamo anche che debba essere enucleata una posizione del Consiglio regionale di carattere complessivo e non un po' episodica o un po' parziale. Questo rischio ci pone nella condizione di vedere la nostra Regione via via impoverirsi. Per cui la nostra esigenza è la richiesta di una discussione di carattere generale per fare un progetto progetto che potrebbe poi essere presentato ai Ministri. Un'interfaccia globale da parte del Governo occorre calibrarla in modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità: il Consiglio regionale e la Giunta regionale. In questo senso mi auguro che l'ordine del giorno venga intanto sottoscritto dalle diverse parti, soprattutto nel suo dispositivo perché ci rendiamo perfettamente conto che nel merito delle questioni ci possono essere delle differenze, ma discuterle in Consiglio regionale in maniera omogenea, in modo che ci sia un progetto Piemonte, magari differenziato tra maggioranza e opposizione, riteniamo possa essere importante.
Pertanto invito i colleghi della maggioranza a volere sottoscrivere la richiesta di questo dibattito; colgo l'occasione per ringraziare i colleghi dell'opposizione che hanno sottoscritto questo documento.


Argomento: Contratti ed appalti

Interpellanza n. 1338 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea inerente a "Appalto-concorso Servizio Antincendi Boschivi"


PRESIDENTE

Passiamo ora a discutere l'interpellanza n. 1338, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Il nostro Gruppo ha presentato questa interpellanza in quanto, in seguito ad un controllo effettuato sulle deliberazioni, si è trovato di fronte ad una deliberazione che, a nostro parere, presenta alcuni elementi di perplessità.
Si tratta di un acquisto consistente che, alla fine, equivale a L.
1.561.369.000 circa, per l'aggiudicazione di un appalto per la fornitura di tute anticendio. Tra l'altro, pare che in passato questo tipo di appalto non fosse centralizzato, ma più decentralizzato; attualmente non so come stiano le cose.
In ogni caso, esaminando l'appalto e la deliberazione, abbiamo riscontrato degli elementi di perplessità, verificando che l'appalto era stato sì aggiudicato con una gara, ma che successivamente erano state apportate delle modifiche, essendo richieste delle migliorie tecniche alla tuta in oggetto.
In questo passaggio, la fornitura ha variato il suo prezzo da L. 730.000 a L. 970.000: si tratta di un aumento intorno al 25% del costo iniziale.
Questo non è più stato soggetto ad appalto, ma è stato soggetto ad una trattativa tra la ditta che aveva vinto l'appalto originale e l'Amministrazione regionale, che ha identificato i miglioramenti da apportare.
Tra l'altro, la tuta in questione non è stata soggetta a una modifica integrale: alcune parti sono rimaste tali e quali, altre sono state modificate (in particolare sono tre le parti variate), passando da L.
334.000 a L. 435.000, con un aumento del 31%.
Per quanto riguarda le calzature, queste hanno subito un aumento più contenuto, ma comunque superiore al 25%, passano da L. 121.000 a L.
155.000. Teniamo presente che a tali prezzi deve essere aggiunta l'IVA.
Soprattutto ci aveva colpito l'aumento del costo dei caschi, passati da L.
81.000 a L. 186.000: il 230% in più del prezzo originale.
La miglioria tecnica ci pare, dunque, significativa. E non riusciamo a capire come mai, quando si fa un appalto, che è sufficientemente preciso sfuggano dei particolari, per cui appunto un casco che costava L. 81.000 arriva ad aumentare di prezzo di L. 105.000 (in realtà è di più, perché con l'IVA il tutto viene maggiorato di circa il 20%). Questo è un primo elemento di perplessità.
Secondo noi l'appalto deve essere fatto in modo corretto, permettendo a tutte le ditte di conoscere fin dall'inizio le caratteristiche dei materiali da fornire. Conoscendo le caratteristiche, le ditte avanzano le loro offerte, non che si fa un'offerta per una cosa che costa 80.000 lire e poi, attraverso rapporti tra l'Amministrazione e la ditta, si arriva a un aumento così consistente.
Un altro aspetto ci ha colpito, analizzando la deliberazione e gli allegati. Nell'incontro avvenuto il 26 novembre 1996 tra i funzionari dell'Assessorato e una serie di altri soggetti (Vicepresidente dell'Associazione regionale volontaria antincendi boschivi, ecc.), c'erano due rappresentanti di una ditta: il signor Alberto Bosco e il signor Giuseppe Capello. Questi rappresentavano la ditta Prometeo, quella che ha vinto l'appalto e che è oggetto della trattativa.
Non riusciamo a capire perché nelle due riunioni successive siano sempre presenti gli stessi signori - Alberto Bosco e Giuseppe Capello - ma uno rappresenti la ditta Prometeo e l'altro la ditta Polaris (probabilmente questa non era tra quelle che avevano partecipato all'appalto originale).
Ci stupisce: una persona originariamente rappresenta una ditta e poi ne rappresenta una diversa.
Tali elementi non sono chiariti nella delibera; in ogni caso, ci pare che ci sia qualcosa di non trasparente.
Vorremmo avere già nella risposta dell'Assessore degli elementi di chiarificazione, perché - ripetiamo - queste ci sembrano cose, per un'oculata amministrazione, non del tutto trasparenti.
Per quanto riguarda invece gli elementi iniziali messi in rilievo, ovvero l'aumento consistente del prezzo della tuta e di alcune sue parti in particolare, ci pare che ci troviamo di fronte a un tipo di appalto che nei fatti, sia stato falsato successivamente dalle modifiche introdotte.



PEANO PIERGIORGIO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio per la risposta.



VAGLIO Roberto, Assessore alle foreste

Grazie, Presidente, e grazie anche ai colleghi che hanno voluto presentare questa interpellanza, perché ritengo che sia estremamente importante proprio per tranquillizzare gli interroganti, ricordare alcune questioni.
Innanzitutto occorre precisare che qui non si tratta di un appalto, ma di un appalto-concorso, e questo è all'origine di tutta la risposta che darò.
Osservazioni generali 1. La Regione Piemonte ha la piena competenza di legge in materia di incendi boschivi ex art. 69 D.P.R 616/77. Ai sensi della L.R. 16/94 i soggetti che compongono il servizio antincendio boschivi regionale sono: Regione, Corpo Forestale dello Stato, volontariato antincendi boschivi.
2. I rapporti tra Regione, Corpo Forestale dello Stato e volontari antincendio - raggruppati in un'unica Associazione denominata Associazione Regionale Volontari Antincendi Boschivi del Piemonte - sono stabiliti da apposite convenzioni (ovviamente sottoscritte già da anni).
3. In base a queste convenzioni la Regione è tenuta a fornire il materiale di protezione individuale e quant'altro necessario allo svolgimento del servizio antincendi (ad esempio le autovetture, le radio e quant'altro).
4. In base all'articolo 6, comma 2 lett. b) della L.R. 16/94, la Regione è tenuta a: fornire al personale adibito alle operazioni di cui alla presente legge l'assistenza logistica, il necessario equipaggiamento personale e di gruppo ed i medicamenti di pronto soccorso.
5. Il D.Lgt 626/94 (miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro) prescrive all'art. 3 comma 1 lett. a) che per ogni attività, venga studiato uno scenario di rischi e che i relativi dispositivi di protezione individuale (DPI, così definiti dal D.Lgt 475/92), siano idonei a proteggere l'operatore dai rischi così contemplati (Cfr. Allegato II comma 1 del D.Lgt 475/92). Contemporaneamente non esiste una specifica norma per i DPI da impiegarsi negli incendi boschivi.
L'applicazione di norme derivanti da altri campi di impiego, es. DPI per Vigili del Fuoco, non è possibile in quanto contraddittoria con il principio di legge sulla specificità e idoneità dei DPI. La giurisprudenza conforta sul fatto che la forma dell'appalto concorso sia da adottarsi da parte di una Pubblica Amministrazione ogni qual volta non sia disponibile un progetto né una precisa soluzione tecnica da adottare.
6. Per le considerazioni di cui sopra la Regione Piemonte ha indetto un apposito appalto concorso nel quale ogni ditta doveva presentare una relazione illustrante: 6.1. I termini di valutazione dei rischi ambientali e delle condizioni di operatività connesse all'attività antincendi boschivi nella Regione Piemonte su cui la Ditta ha basato la propria proposta.
6.2. La specificità e l'idoneità del materiale proposto all'utilizzo cui lo stesso è destinato.
6.3. I criteri utilizzati per definire ed ottenere l'adeguato livello di comfort degli equipaggiamenti proposti.
7. Considerata l'assoluta priorità di tutelare l'integrità fisica degli operatori e del volontariato la normativa impone che i DPI siano adeguati alla morfologia dell'utilizzatore finale (1) e che questi, testualmente "segnali immediatamente le eventuali deficienze dei dispositivi e dei mezzi di sicurezza e di protezione, nonché le altre eventuali condizioni di pericolo cui venissero a conoscenza operando direttamente, in caso di urgenza e nell'ambito delle proprie competenze e possibilità, per eliminare o ridurre dette deficienze o pericoli (2)". Per questo il materiale individuato in sede di gara come rispondente ai requisiti tecnici ed economici è stato quindi sottoposto alla valutazione della Associazione AIB che ne ha proposto gli adeguamenti di foggia derivanti dalla applicazione della propria esperienza nello specifico ambito degli incendi boschivi in Piemonte.
Risposta alle specifiche domande Domanda 1: Quante e quali ditte abbiano partecipato all'appalto.
Risposta 1: Come risulta dal verbale di gara n. 29/96 e dalla D.G.R. 13516 del 4/11/96, le ditte partecipanti sono state le seguenti: 1. A.T.I ECOSYSTEM S.R.L. - CONFEZIONI MAVICO - MOLO SANTE S.n.c.
2. TACCONI S.p.A. di Pavia 3. PROMETEO S.p.A. di Sommariva del Bosco (CN) Domanda 2: Per quali motivi l'offerta della ditta Prometeo sia risultata la migliore.
Risposta 2: La Commissione Tecnica d'appalto era composta dai seguenti esperti: Prof. Ing. Francesco Mazzini, docente di Prevenzione Incendi presso l'Università "La Sapienza" di Roma Dott. Giancarlo Liguori, medico presso l'ospedale C.T.O. di Torino, Centro Grandi Ustionati, esperto in chirurgia plastica Sig. Giancarlo Cesti, Tecnico degli incendi boschivi presso il Servizio Forestazione e Risorse Naturali dell'Assessorato dell'Agricoltura Forestazione e Risorse naturali della Valle d'Aosta, istruttore del personale del Corpo Forestale Valdostano e delle Squadre antincendio valdostane Dott. Mauro Fasano, responsabile Servizio Antincendi Boschivi della Regione Lombardia Dott. Edoardo Martinengo, Direttore del Settore Economia Montana e Foreste della Regione Piemonte Dott. Franco Licini, Responsabile del Servizio Economia Montana della Regione Piemonte Dott. Luca Del Negro, funzionario addetto attività antincendio del Servizio Foreste della Regione Piemonte. La Commissione tecnica, applicando i criteri riportati nel verbale n. 29/96 e valutando nel corso dei lavori, le diverse offerte, con verbale n. di gara 39/96 ha riconosciuto che l'offerta identificata con la sigla Prom. 1, presentata dalla Società Prometeo, ha ottenuto il maggior punteggio tecnico ed economico.
Si riporta di seguito un estratto del verbale 39/96 relativo all'attribuzione dei punteggi tecnici ed economici.
Attribuzione finale punteggio tecnico A questo punto la Commissione procede ad eseguire l'attribuzione del punteggio tecnico complessivo alle diverse proposte, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 6 del CSA e del paradigma dei diversi elementi e relativi valori ponderali determinati nel corso della prima seduta di cui al verbale n. 29/96.
Punteggio tecnico ponderato finale Prom. Prom. ATIATIATIATI Tacconi Tacconi Tacconi 1 2 1 2 3 4 1 2 3 49,94 48,45 37,47 39,41 39,27 41,01 38,66 28,95 30,89 L'offerta identificata con la sigla Prom. 1 ha ottenuto il massimo punteggio pari a punti 49,94; essa viene quindi definita come "migliore offerta tecnica" e ad essa vengono attribuiti pertanto 70 punti, secondo la formula di cui al verbale della prima seduta. Applicando tale modello procedurale, alle diverse offerte si attribuiscono i seguenti punteggi: Punteggio tecnico finale in settantesimi Prom. Prom. ATIATIATIATI Tacconi Tacconi Tacconi 1 2 1 2 3 4 1 2 3 70,00 67,92 52,52 55,25 55,05 57,49 54,19 40,58 43,31 Successivamente la Commissione procede all'apertura delle offerte economiche, accertandone la regolarità in conformità alla normativa vigente in materia di procedure concorsuali.
Valutazione delle offerte economiche Il Presidente dà lettura delle offerte, che risultano essere le seguenti: Offerta economica lire Prom. 1Prom. 2ATI 1 ATI 2 ATI 3 ATI 4 782.0000 899.000 820.000 759.000 1.324.000 1.263.000 Tacconi 1Tacconi 2Tacconi 3 763.850 666.850 515.580 L'offerta economica identificata con la sigla Tacconi 3 è la più bassa essa viene quindi definita come "migliore offerta economica" e ad essa vengono attribuiti pertanto 30 punti, secondo la formula di cui al verbale della prima seduta.
Applicando tale modello procedurale, alle diverse offerte si attribuiscono i seguenti punteggi: Punteggio offerta economica Prom. Prom. ATIATIATIATI Tacconi Tacconi Tacconi 1 2 1 2 3 4 1 2 3 19,79 17,21 18,87 20,39 11,69 12,25 20,26 23,21 30,00 Attribuzione del punteggio complessivo tecnico economico In base ai risultati su espressi, la Commissione procede alla somma dei punteggi tecnici ed economici conseguiti dai diversi concorrenti, ottenendo la seguente graduatoria finale: Punteggio finale offerta tecnico economica Prom. Prom. ATIATIATIATI Tacconi Tacconi Tacconi 1 2 1 2 3 4 1 2 3 70,00 67,92 52,52 55,25 55,05 57,49 54,19 40,58 43,31 19,79 17,21 18,87 20,39 11,69 12,25 20,26 23,21 30,00 89,79 85,14 71,40 75,64 66,74 69,74 74,45 63,79 73,31 In base a questo risultato, l'offerta che ha ottenuto il maggior punteggio tecnico ed economico è quella presentata dalla Società Prometeo S.p.A. ed identificata con la sigla Prom. 1.
Pertanto la Commissione tecnica propone all'Amministrazione Regionale di aggiudicare la fornitura oggetto dell'appalto concorso in argomento a detta Società.
Domanda 3: Per quali motivi siano stati richiesti dei miglioramenti successivamente alla gara, senza perciò rispettare il capitolato.
Risposta 3: 1) L'amministrazione, durante il procedimento dell'appalto concorso, può richiedere ai concorrenti meglio classificati modifiche ai progetti presentati, affinché l'opera meglio risponda alle finalità che deve soddisfare e anche più economica, o in genere subordinare l'aggiudicazione all'introduzione nel progetto di determinate varianti (3).
2) La normativa impone che i DPI siano adeguati alla morfologia dell'utilizzatore finale (4) e che questi, testualmente, "segnali immediatamente le eventuali deficienze dei dispositivi e dei mezzi di sicurezza e di protezione, nonché le altre eventuali condizioni di pericolo cui venissero a conoscenza operando direttamente, in caso di urgenza e nell'ambito delle proprie competenze e possibilità, per eliminare o ridurre dette deficienze o pericoli (5)". Per questo il materiale individuato come rispondente ai requisiti tecnici ed economici è stato sottoposto alla valutazione della Associazione AIB che ne ha proposto gli adeguamenti di foggia derivanti dalla applicazione della propria esperienza nello specifico ambito degli incendi boschivi in Piemonte.
3) Non esistendo delle normative specifiche per i DPI da impiegarsi in attività antincendi boschivi, l'Amministrazione ha seguito le indicazioni generali contenute nel D.Lgt 626/94 e D.Lgt 475/92 (6), procedendo ad indire apposito appalto concorso nel quale alle ditte concorrenti veniva richiesta (cfr. Art. 5 del CSA): 3.1) La valutazione dello scenario di rischio e delle condizioni di operatività connesse all'attività antincendi boschivi nella Regione Piemonte su cui la Ditta ha basato la propria proposta 3.2) La descrizione, coerente con lo scenario di rischio precedentemente definito, della specificità e l'idoneità del materiale proposto.
3.3) I criteri utilizzati per definire ed ottenere l'adeguato livello di comfort degli equipaggiamenti proposti.
3.4) Certificazioni, omologazioni, risultati di laboratorio proprio o riconosciuto a norma di legge, e dichiarazioni, autenticate ai sensi della legge 15/68, relative agli aspetti di sicurezza, specificità, idoneità e comfort riportate in relazione.
3.5) Ogni altra documentazione che contribuisca ad una obiettiva valutazione tecnica delle caratteristiche di protezione, specificità idoneità e comfort del prodotto stesso.
4. Il capitolato perciò, a differenza di quanto prevedono le procedure di pubblico incanto e/o licitazione privata, non conteneva la definizione puntuale delle caratteristiche specifiche di ogni singolo componente il DPI.
5. Stante la necessità della coerenza tra il DPI proposto a seguito della valutazione dello scenario di rischio di ogni singola ditta e la necessità di intercompatibilità tra ogni elemento componente il DPI non era possibile, pena il travisamento dell'appalto, procedere ad aggiudicare per singolo componente. Per questo la Commissione tecnica stessa ha ravvisato la necessità di richiedere l'adeguamento di alcuni componenti il DPI valutato "migliore offerta tecnico economica". Infatti, come risulta dal verbale n. 39/96, testualmente, Al fine di far meglio corrispondere l'equipaggiamento offerto (Prom. 1) alle esigenze della Amministrazione appaltante, la Commissione Tecnica, in base ai risultati ottenuti e nel rispetto ed in applicazione di principi giurisprudenziali consolidati rileva la necessità ed opportunità di richiedere alla Società Prometeo tramite i competenti uffici tecnici regionali, di apportare perfezionamenti al prototipo presentato ed identificato con la sigla Prom. 1, in merito alle seguenti componenti: 5.1) Visibilità della tuta (applicazione di strisce retrorifrangenti) 5.2) Dispositivo di avvertimento della temperatura esterna (spostarlo in una zona più sicura).
5.3) Calzature (migliorare la tenuta laterale della caviglia e mantenere le caratteristiche di resistenza e coibenza del gambaletto anche dopo l'esposizione a fiamma limitata).
5.4) Occhiali (perfezionamento che ne consenta l'impiego anche ai portatori di occhiali da vista) 5.5) Maschera antifumo (perfezionamento delle cinghie di tenuta) 5.6) La Commissione tecnica propone che, per quanto attiene ai punti 1) e 2), la realizzazione delle migliorie sia vincolante agli effetti della stipula contrattuale.
6. Come risulta dal verbale dell'incontro del 26/11/96 tra Settore Economia Montana e Foreste, Società Prometeo e Associazione Regionale Volontari Antincendi Boschivi del Piemonte - rispettivamente Ente appaltatore, Ditta fornitrice e soggetto beneficiario della fornitura - avanzato dall'Associazione all'Assessorato Economia Montana e Foreste con nota n.
1445 del 15/11/96, l'Associazione ha richiesto di introdurre delle migliorie alla foggia dei dispositivi di protezione individuale al fine di far meglio corrispondere la fornitura alle proprie esigenze operative.
Questo verbale e gli altri che hanno concordato le migliorie, sono parte integrante del contratto Rep. n. 8325 del 2/7/97. Le migliorie e la bozza di contratto sono state approvate con D.G.R. 19844 del 9/6/97.
Domanda 4: Perché in presenza di modifiche sostanziali dal punto di vista tecnico ed economico (il prezzo del casco, ad es., è salito da lire 85.000 IVA a lire 186.000 + IVA), non sia stata prevista una nuova gara ad appalto.
Risposta 4: 1) Vedasi Risposta 3 in merito alla facoltà dell'Amministrazione di introdurre migliorie ai progetti risultati vincitori di gare ad appalto concorso.
2) Le modifiche richieste dall'Amministrazione non hanno modificato l'oggetto dell'appalto. L'appalto concorso riguardava la fornitura di equipaggiamenti protettivi per il servizio antincendi boschivi della regione Piemonte e non la fornitura, per singoli lotti dei componenti elementari dei DPI. Non sono stati richiesti dei componenti aggiuntivi o aventi funzione diversa da quella oggetto di gara.
3) Le migliorie al progetto vincitore per quanto riguarda la foggia ed alcune caratteristiche tecniche dei singoli componenti i DPI sono: 3.1) Verbale di gara n. 39/96 per quanto riguarda gli aspetti di: 3.1.1. Visibilità della tuta: applicazione di strisce retrorifrangenti 3.1.2. Dispositivo di avvertimento della temperatura esterna: spostamento in zona più sicura 3.1.3. Scarponi: miglioramento della tenuta laterale della caviglia e capacità di mantenimento delle caratteristiche di resistenza e coibenza del gambaletto anche dopo l'esposizione a fiamma limitata 3.1.4. Maschera antifumo: perfezionamento delle cinghie di tenuta.
3.2. Verbale gruppo misto (Settore Economia Montana e Foreste Associazione AIB - Ditta Prometeo) in data 26 novembre 1996; per quanto riguarda: 3.2.1. Calzoni: 3.2.1.1. modifica del gambaletto e del sistema di chiusura alla caviglia tramite ampliamento della ghetta interna e del gambale esterno con apertura/chiusura di quest'ultimo per mezzo di cerniera di 30 cm. per permettere di indossare e/o sfilare i pantaloni con lo scarpone calzato 3.2.1.2. eliminazione della giunzione giubbotto - pantalone per mezzo di cerniere 3.2.1.3. realizzazione di una pettorina con 3 tasche e relativa pattina chiudibile con tratti di velcro e munita di bretelle con elastico regolabili 3.2.1.4. innalzamento del punto vita per aumentare la copertura dei fianchi 3.2.1.5. abbassamento dell'apertura anteriore.
3.2.2. Giacca: 3.2.2.1. accesso alle tasche interne anche dall'esterno 3.2.2.2. applicazione di strisce rifrangenti sulla parte anteriore e posteriore 3.2.2.3. apposizione, sul lato destro del petto, di un passante per l'aggancio dell'apparecchio ricetrasmittente dimensionato e posizionato secondo le indicazioni fornite dal Rappresentate dell'Associazione AIB 3.2.2.4. rimodellazione e ridimensionamento della lunghezza, per mantenere un'adeguata sovrapposizione ai pantaloni, anche nel compimento di movimenti estremi.
3.2.3. Scarponi: 3.2.3.1. innalzamento della parte in cuoio per fornire maggiore protezione alla caviglia 3.2.3.2. miglioramento della rigidità e aderenza della suola 3.2.3.3. pellame in colore marrone testa di moro (anziché rosso) 3.2.4. Guanti: 3.2.4.1. applicazione a ciascun guanto di un occhiello in tessuto autoestinguente per l'aggancio al cinturone 3.2.5. Cinturone: 3.2.5.1. è stato escluso dalla fornitura in quanto elemento già ampiamente in possesso da parte dei volontari.
4. Il casco (Cfr. nota Prometeo n. 1528 del 10/4/97), rispetto a quanto proposto in sede di gara, presenta una calotta di foggia diversa realizzata in vetroresina autoestinguente - lavorazione a mano per successiva sovrapposizione di tele sul modello, anziché in materiale plastico iniettato - con caratteristiche quindi di maggior rigidità e resistenza.
Il casco proposto da tutte le ditte era in materiale plastico iniettato, in policarbonato, e non in vetroresina.
Le caratteristiche del casco richiesto dall'Associazione AIB erano analoghe al modello di casco adottato dai Vigili del Fuoco di Trento e da molte altre Pubbliche Amministrazioni.
Domanda 5: quale sia il costo definitivo dell'appalto, dopo le migliorie apportate e quali fossero i costi previsti dalle ditte escluse dall'aggiudicazione.
Risposta 5: 1. D.G.R. 7197 del 18/3/96. Importo a base di gara: lire 1.682.788.464 o.f.i.
D.G.R. 19844 del 9/6/97. Importo appaltato (dopo le migliorie apportate): lire 1.651.369.450 o.f.i.
2. in base all'articolo n. 2 del capitolato speciale d'appalto testualmente: 2.1. Importo complessivo a base d'asta: lire 1.414.000.000 I.V.A. esclusa.
2.2. L'offerta dovrà essere presentata facendo riferimento ad un singolo equipaggiamento protettivo e formulata secondo il modello Allegato I del presente Capitolato Speciale (unico per uno o più equipaggiamenti proposti).
2.3. Al momento dell'aggiudicazione il numero di equipaggiamenti da fornire, verrà automaticamente adeguato, fino alla concorrenza dell'importo complessivo.
2.4. In ogni caso l'assegnatario non potrà pretendere maggiorazioni di prezzo o indennizzi di alcun genere ed a nessun titolo.
3. In base al comma 3 dell'articolo 2 del CSA sopra citato qualunque ditta fosse risultata aggiudicataria avrebbe fornito materiale fino alla concorrenza dell'importo complessivo di lire 1.682.788.464 o.f.i., come da precitata D.G.R. 7197 del 18/3/96.
4. Variazione di costi rispetto all'offerta di gara (nota Prometeo 15029 del 10/4/97). A seguito delle modificazioni e maggiori lavorazioni richieste il valore del DPI ammonta a lire 979.250 IVA esclusa.
Domanda 6: se si conoscano i motivi per cui il signor Capello Giuseppe ha dapprima rappresentato la ditta Prometeo e poi quella Polaris.
Risposta 6: Il signor Capello è il presidente della ditta Polaris S.r.l.
Ricerca e Studi per la Sicurezza - ed è consulente della Società Prometeo.
La partecipazione diretta del signor Capello ha interessato la fase di messa a punto delle migliorie richieste dalla Amministrazione e dalla Associazione AIB per la successiva presentazione del materiale prototipale all'Ente certificatore per il rilascio del CE seguendo le specifiche procedure.
Domanda 7: quali siano stati gli oggettivi elementi di confronto che hanno permesso di valutare la congruità delle spese aggiuntive per le migliorie dal momento che non è stata bandita una nuova gara di appalto.
Domanda 8: se essi non ravvisino condizioni di sviamento dei risultati di gara di appalto.
Risposta 7 e 8: 1. Le migliorie hanno interessato: 1.1. Tuta - da lire 334.200 a lire 435.700 (+ 30,28%) 1.2. Casco - da lire 80.000 a lire 186.000 (+ 132,50%) 1.3. Calzature - da lire 121.500 a lire 155.000 (+ 27,57%) 2. Rispetto all'offerta originale per il DPI identificato dalla sigla Prom 1. (lire 782.000) le migliorie hanno conseguito un importo unitario per DPI pari a lire 979.250 ovvero un aumento del 25,22 3. Per quanto riguarda tuta e calzature l'aumento è congruo in conseguenza della oggettiva maggiore lavorazione.
4. Analogo modello di casco è stato acquistato dai Vigili del Fuoco di Trento (ordine n. 216 del 29/12/93) e dalla Regione Toscana (contratto n.
5087 del 25/2/94) a lire 198.000 IVA esclusa. Pertanto il valore del casco offerto (lire 186.000 IVA esclusa) è da ritenersi congruo e conveniente.
5. Tenendo conto delle variazioni di prezzo conseguenti alle migliorie richieste dalla Commissione Tecnica e dall'utilizzatore finale, l'offerta presentata dalla Ditta Prometeo ed identificata con la sigla Prom. 1 risulta comunque la più conveniente dal punto di vista tecnico ed economico ed abbia ancora una differenza positiva di 10,16 punti rispetto all'offerta (cfr. Offerta sigla ATI 2) presentata dalla Ditta seconda classificata. Per tali motivi il valore complessivo delle migliorie introdotte al DPI è da ritenersi congruo ed inoltre l'introduzione di tali migliorie non modifica ne svia in alcun modo il risultato dell'appalto.
6. Di seguito si riportano i prospetti impiegati per il calcolo dei nuovi punteggi tenendo conto del valore delle migliorie apportate, applicando i medesimi criteri di valutazione approvati nel verbale della Commissione Tecnica n. 29/96: Offerta economica lire Prom. 1Prom. 2ATI 1 ATI 2 ATI 3 ATI 4 979.250 899.000 820.000 759.000 1.324.000 1.263.000 Tacconi 1Tacconi 2Tacconi 3 763.850 666.850 515.580 L'offerta economica identificata con la sigla Tacconi 3 è la più bassa essa viene quindi definita come "migliore offerta economica" e ad essa vengono attribuiti pertanto 30 punti, secondo la formula di cui al verbale della prima seduta.
migliore offerta x 30 punti offerta da valutare Applicando tale modello procedurale all'offerta con migliorie identificata dalla sigla Prom. 1 si sarebbero attribuiti 15,80 trentesimi.
Punteggio offerta economica Prom. Prom. ATIATIATIATI Tacconi Tacconi Tacconi 1 2 1 2 3 4 1 2 3 15,80 17,21 18,87 20,39 11,69 12,25 20,26 23,21 30,00 Procedendo alla quantificazione del punteggio tecnico ed economico con tale elemento si ottiene la seguente graduatoria finale comprensiva delle migliorie apportate: Punteggio finale offerta tecnico economica Prom. Prom. ATIATIATIATI Tacconi Tacconi Tacconi 1 2 1 2 3 4 1 2 3 70,00 67,92 52,52 55,25 55,05 57,49 54,19 40,58 43,31 15,80 17,21 18,87 20,39 11,69 12,25 20,26 23,21 30,00 85,80 85,14 71,40 75,64 66,74 69,74 74,45 63,79 73,31 Domanda 9: se non ritengano che codesto modo di aggiudicare le forniture risulti affatto privo di trasparenza.
Risposta 9: 1. tutti i passaggi seguiti dall'Amministrazione sono coerenti con quanto stabilito dalla normativa in materia di appalti e di sicurezza sul lavoro 2. tutti i passaggi procedurali che hanno portato all'aggiudicazione della fornitura prima e alla definizione delle migliorie poi, oltre alla relativa stipula contrattuale, sono ripercorribili in atti formali accessibili, su richiesta, al pubblico in base alla normativa vigente 3. al procedimento ha preso parte un soggetto terzo - l'Associazione Volontari Antincendi boschivi del Piemonte - che ha agito nella esclusiva tutela degli interessi dei propri 6.858 soci aderenti espressi nelle forme statutariamente previste".
Questa è la risposta che era dovuta.
Devo aggiungere che mi fa estremamente piacere aver potuto portare in Consiglio questa risposta proprio perché possa essere valutata non la non trasparenza, bensì la trasparenza delle operazioni seguite dai nostri servizi regionali, l'adeguatezza del materiale, i dispositivi di protezione individuale che sono stati distribuiti ai volontari antincendi boschivi, e la puntuale applicazione che la Regione Piemonte sta attuando della L.R.
16/94 per la protezione dei boschi del Piemonte dal pericolo di incendi.
Concludo ringraziando l'Assessore al patrimonio che ha presieduto ovviamente la gara d'appalto e che ha consentito di completare nei termini a sua conoscenza la risposta alla vostra interpellanza.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ringrazio l'Assessore per avere fornito la risposta anche se ho un punto di vista diametralmente opposto al suo.
A seguito della lunga esposizione non so se il Presidente consentirà qualche piccola percentuale di commisurazione dei tempi.
Espongo un antefatto: venerdì pomeriggio, all'uscita dalla riunione in cui mi ero recato a Pinerolo per sentire l'Assessore Botta che esponeva l'applicazione della variante alla legge urbanistica, sono stato avvicinato da una persona alla quale non ho chiesto il nome che si è qualificata dicendomi "io sono la persona che si è occupata dei caschi". Ci ho messo un momento a riprendermi e poi ho avuto un colloquio con questa persona alla quale ho detto le cose che ripeterò qui. Questa persona mi faceva presente che quei caschi, i vincitori della gara, non funzionavano nel modo più assoluto, effettuava qualche rimostranza, mi diceva che la questione partiva da lontano, che il capitolato l'aveva fatto Riba, rivangava insomma cose passate. Io ho risposto a questa persona che non ero interessato a quel tipo di osservazioni, che avevo fatto una osservazione critica sulla gestione di questa gara. Osservazione critica che purtroppo riconfermo e accentuo ancora oggi perché, secondo me, dalla relazione dell'Assessore emerge una evidente scorrettezza nella gestione di questa gara.
Evidentissima! Perché avete falsato i risultati di una gara! Questo è incontrovertibile perché voi disponevate di un capitolato speciale d'appalto - per un appalto-concorso, certo! - e l'appalto-concorso è cosa diversa, dal punto di vista della precisione sulla individuazione dell'opera o della fornitura, da un appalto di fornitura, perché l'appalto concorso lascia aperte delle interpretazioni in sede di gara da parte delle ditte concorrenti.
L'appalto-concorso sostanzialmente dice: "ho bisogno di una tuta, dovrebbe servire a questo, fate delle offerte" e indica alcune caratteristiche. Le ditte, sulla base di quel capitolato, presentano dei progetti e il capitolato di un appalto-concorso prevede che loro possano aggiungere o togliere o accentuare certe particolari d'offerta. Questa è la libertà di un appalto-concorso: chiedere alle ditte che contribuiscano in sede di gara pubblica e con offerta pubblica a una loro interpretazione della fornitura.
Ed è quanto le ditte han fatto, tant'è che ogni ditta non ha presentato una sola fornitura, ma ne ha presentate tante! Tre tute, quattro caschi, cinque calzoni e via dicendo.
A seguito di quella gara, che è pubblica, con prezzi che sono stati confrontati in modo trasparente attraverso la pubblica gara, cosa è successo? E' successo che, attraverso riunioni di una Commissione tecnica integrata con i responsabili dell'associazione (forse sono stato avvicinato da uno di loro, non lo so), questi risultati di gara - che hanno visto pesare scelte tecniche, quindi qualità, con prezzo e confrontando tutte le offerte mischiando valutazioni tecniche e offerta economica - hanno fatto vincere, sulla base di un prodotto dei tre offerti, una ditta - sulla base di un prodotto! - inizia quindi un procedura che io continuo a vedere molto, ma molto scorretta. Perché non nego che una fornitura di questo tipo, sulla base di un appalto-concorso, non debba vedere il perfezionamento della fornitura, ma la parola "perfezionamento" è inequivoca: si tratta di perfezionare un manufatto in base a ciò che è questo manufatto, non si tratta di cambiare la natura del manufatto, perch se questa cambia mutano le condizioni in cui questo manufatto può essere offerto in una gara pubblica.
Allora, piccoli scostamenti, in cui la cifra rispetto a quella offerta in gara è piccola, possono rientrare in quella flessibilità che si può anche presupporre a seguito di un appalto-concorso, ma quando la variazione di prezzo che viene riconosciuta alla ditta che aveva vinto, (io dico l'altro appalto) è dell'ordine delle centomila lire rispetto alle ottantamila lire offerte, perché quando un casco viene offerto con 80.000 lire di valore gli si riconoscono 186.000 lire, cari colleghi, caro Assessore, quello non è più il casco offerto in gara pubblica! E il prezzo che è stato contrattualmente riconosciuto per quella fornitura è un prezzo arbitrario fatto fuori gara, nel chiuso di una stanza! Va bene? Alla presenza di un consulente! Quello della Polaris. Alla presenza di un consulente! Allora, dato che gli appalti pubblici nascono proprio per garantire parità di condizioni alle ditte e sono gli unici che le garantiscono, non le trattative private attorno a un tavolo con il produttore in cui si fa il braccio di ferro per vedere quale prezzo riconoscere, io dico - caro Assessore che uno scostamento di questo genere viola i risultati della gara! Non c'è santi! Se il casco non doveva essere di plastica, di policarbonato iniettato, ma di vetroresina, il capitolato doveva dirlo! Perché nessuno sa in quel giorno, con quella condizione di mercato e con quel livello di fornitura, a quanto poteva essere offerto il casco in vetroresina dalle altre tre ditte o, meglio, anche da una ditta che non aveva partecipato alla gara d'appalto e che magari era specializzata in caschi in vetroresina.
Questo nessuno può dirlo e voi non potevate, a mio giudizio, falsare in questo modo i risultati di una gara. Perché avete scritto un capitolato per acquistare, ad esempio, una cravatta di lana e nel corso della trattativa successiva all'appalto avete deciso di comprare una cravatta di seta; è sempre una cravatta (vorrei vedere aveste comperato addirittura un paio di pantaloni!) ma dovevate fare un appalto per la cravatta di seta.
L'insieme delle risposte date, quindi, continua a preoccupare moltissimo.
Ci sono poi altri perfezionamenti, che non sono comunque dei perfezionamenti, perché le variazioni, ad esempio, nella tuta da 334.000 lire a 435.000 lire sono altra cosa; se le strisce catarifrangenti dovevano essere offerte, doveva essere fatto in fase di gara d'appalto e non dopo.
Penso che l'Assessore Vaglio abbia commesso una scorrettezza rispetto ai risultati di una gara che è stata turbata dalla gestione successiva della stessa, che ha cambiato natura alle forniture che regolarmente si erano confrontate con forniture di altre ditte e poi, in modo scorretto, sono state trasformate in altre forniture.
Non mi dilungo, perché a questo punto c'è poco da fare. Noi abbiamo presentato un esposto alla Magistratura per verificare se quanto abbiamo detto corrisponda anche a qualche illecito penale, come a me sembra dal punto di vista dello sviamento e del turbamento dei risultati di gara.
Aspetteremo questi risultati. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Voglio brevemente replicare al Consigliere Chiezzi, per dire che qualora quanto esposto dal Consigliere Chiezzi fosse condivisibile o fosse esatto ebbene, quanto detto può significare che la complessa procedura di questo appalto conteneva un vizio o anche più vizi amministrativi - questo lo dico solo come mera ipotesi, che va esclusa alla luce di quanto detto dall'Assessore Vaglio - che potevano essere fatti valere davanti al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte.
Nessuno dei concorrenti esclusi ha ritenuto di far valere questi vizi denunciati dal Consigliere Chiezzi. Quindi non capisco perché la sede politica debba trasformarsi in una sorta di sede giudiziaria tipo il TAR del Piemonte.
Per carità, nell'aula politica si può dire tutto, ma pretendere di far valere in questa sede i vizi dell'atto amministrativo tipo sviamento di potere, che è uno dei vizi classici della illegittimità dell'atto amministrativo, mi pare fuori luogo.



CHIEZZI Giuseppe

Il turbamento dei risultati è reale.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Perché, allora, gli altri due concorrenti - che già solo per il fatto di aver partecipato alla gara e perché l'affare era cospicuo, nel senso buono della parola - non sono ricorsi al TAR, se è vero quanto sostiene il Consigliere Chiezzi? Perché evidentemente non volevano esercitare il diritto di aver torto, cosa che potevano anche fare.


Argomento: Nomine - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale riguardante il ritardo delle nomine dei direttori regionali


PRESIDENTE

Prima di terminare i lavori della mattina, il Presidente Ghigo vorrebbe fare una comunicazione riguardante il ritardo delle nomine dei direttori regionali, sollecitata dal Consigliere Papandrea.
Prego, Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

La legge dice che si devono nominare "entro 30 giorni" dall'atto che abbiamo svolto in questo Consiglio, i direttori regionali.
Io chiedo alla Giunta e al Consiglio (perché esiste un'autonomia del Consiglio per la quale ci siamo battuti e che vorrei si esercitasse) perch questo non è stato fatto, cioè perché quel termine che era "entro 30 giorni" e non "a partire da", non è stato rispettato, nonostante sia stata esercitata da parte della Giunta una giusta pressione sul Consiglio affinché rispettasse i tempi, mentre la stessa non ha poi rispettato i tempi che le competono. Credo che questo sia un fatto grave.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

L'articolo 48 della legge regionale n. 51/97 prevede, in sede di prima attuazione della struttura, dei termini entro i quali provvedere alle nomine dirigenziali. In particolare: 30 giorni dall'adozione del provvedimento deliberativo di istituzione delle direzioni regionali per l'individuazione dei direttori e dei titolari delle strutture speciali nonché ulteriori 20 giorni per quanto riguarda i responsabili di settore e le posizioni di staff.
Il successivo art. 51 prevede invece che le varie funzioni dirigenziali previste dalla legge regionale n. 51 siano attribuite provvisoriamente ai responsabili delle strutture previste dalla L. R. n. 42/86, a cui sono affidate le corrispondenti attività; quanto sopra previa rideterminazione delle strutture e comunque non oltre il termine del 31 dicembre 1997.
In tale contesto normativo appare del tutto evidente come l'unico termine inderogabile si configuri in quello finale, relativo alla fase transitoria la quale, consideratane l'eccezionalità, non potrà eccedere il periodo previsto in legge (31/12), salvo diversa volontà espressa del legislatore.
I termini di cui all'art. 48 assumono per contro un significato meramente indicativo rispetto al termine finale del procedimento che, si ribadisce la norma transitoria proposta in aula ha tassativamente introdotto.
Quanto sopra premesso riassume brevemente lo stato attuale del procedimento delle nomine dirigenziali.
In data 30/9, come richiesto dalla legge, è stato adottato il provvedimento deliberativo di istituzione delle direzioni regionali; in data 20/10, quale presupposto per le nomine, sono stati approvati i criteri per l'affidamento e la revoca della funzione di direttore regionale. La proposta dei criteri per le nomine dei dirigenti di Settore sono attualmente, secondo le modalità stabilite dal Contratto collettivo nazionale di lavoro, all'esame delle Organizzazioni Sindacali, concluso il quale saranno oggetto di approvazione da parte della Giunta regionale. Ad oggi sussistono pertanto le condizioni per provvedere, nel rispetto del termine finale del procedimento stabilito dall'art. 51 del 31/12, alle nomine dei Direttori regionali e delle strutture speciali. Le deliberazioni relative sono in corso di predisposizione; se ne prevede l'approvazione presumibilmente entro la fine della settimana, ovvero, consideratane la complessità allorquando tutti gli elementi necessari a supporto delle decisioni degli organi politici siano stati raccolti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Voglio ricordare all'aula che questa legge ha avuto un iter lunghissimo; a luglio si disse che c'era una scadenza, scadenza alla quale ci siamo tutti attenuti. Tant'è vero che la Giunta e l'Assessore presentarono un emendamento all'art. 48 per ridurre da 60 a 30 giorni il tempo. Non le minoranza, non gli altri Gruppi, ma la Giunta presentò l'emendamento con il termine fissato di 30 giorni. Sappiamo che nel mese di settembre sono stati concessi dieci giorni per applicare l'articolo, anche altri articoli avevano dei termini da rispettare! Se sappiamo che la consuetudine è questa, ci comporteremo di conseguenza.
Di fronte ad una comunicazione, puramente formale, si nasconde il fatto che la Giunta, prima ha sollecitato il fatto che tale termine era urgente chiedendo un accorciamento dei tempi, adesso, per ragioni che non ci vengono comunicate i tempi vengono allungati.
Evidentemente dietro questa scadenza si nascondono delle difficoltà, non saranno più delle difficoltà sui criteri, saranno difficoltà nell'individuare le persone; però non dobbiamo prenderci in giro! Questo Consiglio viene preso in giro e una legge non viene rispettata.
Concludo invitando il Presidente del Consiglio regionale a far valere la sua autonomia e a non subire più i ritardi della Giunta, ma ad intervenire con un atto proprio.



PRESIDENTE

L'invito sarà senz'altro accolto.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,00)



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