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Dettaglio seduta n.183 del 11/11/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino, Ferrero, Ghigo e Goglio.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, in particolare in merito alla richiesta di comunicazione sulla vicenda giudiziaria dell'ex Assessore Angeleri e all'assenza del Presidente Ghigo alla seduta odierna


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere per una pregiudiziale; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

La pregiudiziale che intendo presentare è la seguente: il Vicepresidente della Giunta regionale si era impegnato, in ordine alla richiesta di una comunicazione sulle notizie stampa apparse venerdì scorso sulla "questione Angeleri", a fornire una comunicazione. Comunicazione preventivamente fissata per il pomeriggio: volevo dei chiarimenti in merito.



PRESIDENTE

Siccome lei, Consigliere Cavaliere, questa mattina non era presente, le fornisco alcuni chiarimenti. Il Presidente della Giunta regionale si è recato a Bruxelles, speriamo rientri in tempo utile. Inoltre, la seduta del pomeriggio terminerà alle ore 17,30, perché, come era facilmente prevedibile, impegni elettorali fanno sì che il Gruppo di Forza Italia abbia richiesto la chiusura anticipata della seduta pomeridiana, per poter assistere al comizio dell'on. Berlusconi che si terrà ad Alessandria.
Inoltre, è stato consegnato il documento relativo alle conclusioni della Commissioni d'inchiesta, ai sensi del comma terzo dell'art. 60 del Regolamento interno del Consiglio regionale, che pertanto verrà discusso nella seduta successiva.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Prendo atto che il Presidente della Giunta regionale si è recato a Bruxelles, del resto lo "spirito europeo" lo porta sempre più spesso in Europa.
Tuttavia, Presidente, visto che qualcuno ha pensato bene di fare delle anticipazioni alla stampa su questo argomento, credo ci debba essere oggi la lettura di quel documento.



PRESIDENTE

Non posso farlo, Consigliere Cavaliere, perché il Regolamento recita: "Saranno comunicate al Consiglio nella seduta successiva alla presentazione delle conclusioni stesse".
Ieri abbiamo fatto un'eccezione per tutti i Capigruppo in modo da avere contezza immediata, però ai Consiglieri il documento è stato consegnato solo stamane. Nella prossima seduta di Consiglio questo punto avrà la precedenza.



CAVALIERE Pasquale

Comunque intendo sapere se è prevista, da parte della Giunta regionale una comunicazione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Come avevo precisato nella riunione dei Capigruppo, non esiste il diritto politico di un Gruppo consiliare o di un Capogruppo o di un Consigliere di chiedere comunicazioni alla Giunta e di averne immediatamente il diritto politico di avere la comunicazione. Peraltro faccio presente che, essendo la Giunta venuta a conoscenza del deposito della relazione da parte della Presidente della Commissione d'inchiesta Consigliera Spagnuolo, ai sensi dell'art. 60 del Regolamento, siccome c'è un'evidente connessione fra le cose valutate e scritte nella relazione e l'oggetto della comunicazione richiesta dal Consigliere Cavaliere venerdì e ribadita oggi, la Giunta aderisce alla richiesta del Presidente Picchioni di unire le due discussioni la prossima settimana in occasione del dibattito principale relativo alla relazione presentata dalla Consigliera Spagnuolo in veste di Presidente della Commissione d'inchiesta.
Questo anche per evitare un ulteriore spezzettamento delle questioni strettamente connesse.
Qualora la Giunta ritenesse di fare oggi la comunicazione avremmo una discussione oggi e, sugli stessi argomenti, martedì prossimo. E questo sarebbe un modo molto abile di tentare di impedire il normale svolgimento del Consiglio. Impedire, naturalmente, in senso democratico: tutto quello che lei fa è sempre in senso democratico... La Giunta, però, ritiene di non rintuzzare tale tentativo, non sottraendosi a quanto richiesto, ma unendo due discussioni sullo stesso argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non ero a conoscenza dell'assenza del Presidente Ghigo alla riunione di oggi pomeriggio - e non mi pare che se ne sia parlato alla Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Questa mattina ho annunciato la sua assenza: dovrebbe tornare...



CHIEZZI Giuseppe

Deve essere stato preso da impegno improvviso...



PRESIDENTE

Potrebbe essere, semplicemente, un ritardo dell'aereo.



CHIEZZI Giuseppe

Altrimenti, sarebbe stato così cortese, venerdì, alla Conferenza dei Capigruppo, da evitare che concordassimo una comunicazione della Giunta all'inizio del pomeriggio. Chiedo che venga reso noto all'aula se, alle ore 12,15 di venerdì scorso, era a conoscenza del Presidente Ghigo l'odierno impegno di Bruxelles. E' inutile che noi organizziamo i nostri lavori in presenza di un Presidente della Giunta che non indica quali sono le sue disponibilità. Tra l'altro, vi è la questione della Reggia di Venaria, per la quale vi è un ordine del giorno che è necessario venga discusso, ed eventualmente approvato, in tempo utile per consentire le azioni e le iniziative che il Presidente vuole mettere in atto.
I fatti sono sostanziali, non formali: il Presidente, ieri, ha rilasciato una dichiarazione a La Stampa di contumelie politiche, in pratica, verso i Gruppi di opposizione; non si presenta in aula, forse per impegni improvvisi a Bruxelles, ferma una nostra iniziativa sulla Reggia di Venaria, che è fatto molto importante: c'è di che parlare!



PRESIDENTE

A discarico di quanto imputato al Presidente, ricordo che di fronte alle mie rimostranze in sede di Conferenza dei Capigruppo relativamente al fatto che forse sarebbe stato opportuno, per questa settimana, soprassedere al Consiglio, nessuno, fra i componenti della maggioranza, si è pronunciato. Qualcuno della minoranza, invece, ha eccepito che si poteva andare avanti. Il Presidente Ghigo mi ha informato che egli non sapeva, a quella data, che l'on. Berlusconi avrebbe parlato, oggi, ad Alessandria.
L'impegno di Bruxelles era già noto, ma l'impegno era di ritornare nel pomeriggio, proprio per rispettare la scansione dei tempi dei lavori, che prevedeva, in mattinata, la discussione di interrogazioni ed interpellanze nel primo pomeriggio lo svolgimento di deliberazioni e progetti di legge nonché, nel tardo pomeriggio, il problema di Venaria e delle comunicazioni che sono state ricordate. Mi spiace per l'imprevista variazione sul tema che non credo sia imputabile al Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Credo che il Presidente sia dove la sua funzione lo porta; lo "spirito europeo" è spirito aperto. Preciso, per confermare quanto detto dal Presidente Picchioni, che non sapevo di questo impegno ad Alessandria.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Presidi privati di diagnosi e cura

Comunicazioni della Giunta regionale in merito al problema della sicurezza delle camere iperbariche - Presentazione ordine del giorno n. 628 (connesse interrogazioni n. 1539 e n. 1557 ed interpellanze n. 1535 e n. 1560)


PRESIDENTE

Ha ora la parola l'Assessore D'Ambrosio per la comunicazione in merito al problema della sicurezza delle camere iperbariche.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Cortesi colleghi, permettetemi di rivolgere un pensiero alle vittime di Milano, i dieci cittadini e l'infermiere che hanno trovato tragica morte nel tunnel del "Galeazzi".
Molti di voi sanno che in Piemonte vi sono quattro camere iperbariche attive: una alle Molinette, una in Via Pola, l'OTIP, un'altra a Fara Novarese, presso la Casa di cura "I cedri"; l'ultima è invece una camera iperbarica furgonata, mobile, gestita dal Corpo Nazionale Squadre di salvamento e dall'Ordine dei Cavalieri di Malta. Sulla sicurezza e sulla funzionalità delle stesse, dopo i fatti di Milano, c'è stato l'interessamento da parte del sottoscritto e da parte della Magistratura.
Personalmente, mi sono attivato immediatamente, chiedendo ai Direttori generali se le quattro camere iperbariche funzionanti fossero state sottoposte a collaudo e se le verifiche fossero state effettuate - ancorch nulla di normato vi sia, in tal senso, in Italia. Uno degli scopi della Commissione della quale di qui a poco vi parlerò è proprio quello di poter avere delle linee-guida che possano essere utili alla Regione Piemonte ed anche a livello nazionale.
A seguito del mio interessamento, la risposta dei Direttori generali delle quattro UU.SS.LL. dove insistono le camere iperbariche, mi ha molto rassicurato, anche se per quanto riguarda l'impianto antincendio non c'è accordo tra gli ingegneri del Politecnico, i quali, in accordo con l'operato della Magistratura del dottor Guariniello, sostengono che l'impianto antincendio deve essere a getto interno alla camera, e i tecnici dell'Assessorato, che sostengono invece l'efficacia dell'impianto antincendio con estintori.
Nel dubbio, ho ritenuto opportuno costituire due Commissioni: l'una tecnica e l'altra clinica. La prima è costituita dall'ingegnere dell'ISPESL, Baldino, dall'ing. Inzaghi, Ispettore regionale dei Vigili del Fuoco, da tre componenti dell'ARPA, l'ing. Campobello, l'ing. Vicedomini e il signor Calì, e da tre funzionari dell'Assessorato, rispettivamente l'ing. D'Elia, la dott.ssa Burchio e la dott.ssa Laganà. La Commissione avrà i seguenti compiti: dovrà innanzitutto individuare, anche alla luce delle attuali conoscenze tecniche, eventuali miglioramenti alle attuali condizioni di sicurezza degli impianti. Dovrà stabilire - come dicevo poc'anzi - linee-guida relative alle procedure di utilizzo delle camere iperbariche, tali da garantire la sicurezza degli operatori e dei pazienti e dovrà infine formulare un documento di sintesi dei complessi percorsi autorizzativi che coinvolgono diversi Enti ed Istituti. Sui percorsi autorizzativi non vi è niente di normato a livello nazionale, tant'è che anche per quanto riguarda l'impianto antincendio esiste il dubbio se debba essere il Corpo dei Vigili del Fuoco, la ditta produttrice delle camere iperbariche o l'autorità sanitaria preposta a concedere l'autorizzazione.
E' stata dunque insediata questa Commissione, che entro 8 giorni dovrà darci delle risposte, anche perché, alla luce della non certezza e della non assoluta sicurezza proprio per quanto riguarda il sistema antincendio di cui sono dotate queste camere iperbariche, si è provveduto, in data di ieri, a far sospendere l'attività di routine delle camere iperbariche fermo restando che le urgenze (e per urgenze si intendono: le intossicazioni da monossido di carbonio; la malattia da decompressione ed embolia gassosa, quindi palombari e sub; le infezioni anaerobiche o miste dei tessuti molli; le ischemie acute, traumatiche e non, a carico dei tessuti molli, quindi anche le sindromi da schiacciamento; le ustioni associate ad intossicazioni da ossido di carbonio oppure estese, come possono derivare da un congelamento) possono accedere parimenti alla terapia iperbarica, perché se così non fosse ci sarebbe pericolo di vita per i pazienti affetti dalle patologie prima descritte. La Commissione medico-clinica è costituita dal prof. Emanuelli delle Molinette, dal prof.
Angeli del S. Luigi e da un rianimatore-anestesista del CTO, prof. Viletto.
Questa Commissione dovrà fornirci anzitutto con precisione quali sono le patologie che traggono il maggior vantaggio dalla terapia iperbarica - e indubbiamente, dalle esperienze pregresse, quelle che ho citato poc'anzi sono quelle che usufruiscono di maggiori vantaggi - ma dovrà dirci anche visto l'aumento che c'era stato dell'utilizzo di questa terapia, quali patologie possono effettivamente trarre giovamento dalla terapia stessa. Il tutto è stato chiesto con estrema sollecitudine, per cui entro 8-10 giorni daremo nuovamente l'autorizzazione al funzionamento delle camere iperbariche per quelle patologie per cui la terapia iperbarica si dimostrerà veramente efficace, ferme restando le cinque patologie prima citate che costituiscono casi di irrinunciabile necessità, essendo una terapia salvavita.
Questo è quanto; ovviamente, sono disponibile a rispondere alle eventuali domande dei colleghi.



PRESIDENTE

Sulla base della comunicazione, procediamo con brevi interventi dei Consiglieri. Rimanderei alla prossima settimana la discussione sulle interrogazioni ed interpellanze collegate, ovvero la n. 1535, la n. 1539 la n. 1557 e la n. 1560.
Vi è poi il connesso ordine del giorno n. 628, a firma dei Consiglieri Riggio, Suino, Bortolin, Riba, Chiezzi, Manica, Saitta, Angeli, Simonetti Moro, Marengo e Cavaliere, che si intende già iscritto.
Ripeto: procediamo con brevi comunicazioni e rinviamo alla prossima settimana la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Mi pare che l'Assessore, per le cose che ho letto sui giornali e le comunicazioni che ha fatto oggi, si sia comportato con grande circospezione e prudenza, come è necessario in questi casi per evitare generalizzazioni ed inutili polveroni, inutili allarmismi. Ha fatto bene ad istituire la Commissione tecnica e la Commissione clinica; ha fatto bene ad assegnare i compiti che ha elencato nella sua comunicazione.
Mi chiedo soltanto come queste due Commissioni si collochino rispetto all'altra apposita Commissione sulle camere iperbariche operanti in Piemonte che, mi pare all'indomani dell'evento del Galeazzi, l'Assessore istituì (per lo meno, così avevo letto sugli organi di informazione) Commissione - mi pare - definita politico-amministrativa. Quella Commissione - sempre per quello che ho letto - immediatamente si mise al lavoro, e dopo qualche giorno, l'Assessore comunicò che le camere iperbariche operanti in Piemonte sono sicure e che i sistemi antincendio risultano efficienti.
Queste furono le sue affermazioni, che vennero immediatamente smentite dalla Procura di Torino, che diceva delle cose completamente diverse. Dico questo non per sottolineare un contrasto tra le posizioni della Regione e quelle della Procura: si tratta evidentemente di indagini diverse.
Sono però stupito per un fatto, e preferisco esplicitarlo chiaramente.
La costituzione di una Commissione di indagine politico-amministrativa come è stato già fatto, crea qualche dubbio sulla certezza che i controlli sulle camere iperbariche siano stati effettuati con periodicità e frequenza. Diversamente, un Assessore non costituisce una Commissione di indagine politico-amministrativa per sapere se le camere iperbariche sono sicure.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Non ho mai parlato di una Commissione politico-amministrativa.



SAITTA Antonino

Ho letto questo (notizie ANSA): "L'Assessore istituisce una Commissione politico-amministrativa per verificare se sono sicure". Conclusa l'indagine, l'Assessore dice: "Sono sicure, il sistema antincendio va bene". Il Pretore Guariniello dice: "No, non vanno bene".
A parte questo fatto - poi l'Assessore risponderà - mi pongo questo problema: che l'Assessore, la Giunta istituisca una Commissione di indagine sulla sicurezza degli impianti mi sembra un fatto strano, perché immagino dovrebbe essere così, cioè la sicurezza dovrebbe essere verificata periodicamente, sempre, da parte degli organi preposti alla verifica.
Quindi, il fatto che, immediatamente, l'Assessore abbia istituito un'indagine politico-amministrativa è un segno, a mio parere, della consapevolezza di insufficienti controlli regionali sulle strutture pubbliche e private operanti nel settore sanitario.
E' una preoccupazione che preferiamo esplicitare in modo chiaro, perch a questo punto viene naturale chiedersi - dopo che questa Commissione ha già concluso i suoi lavori - e sarebbe interessante conoscere - se l'Assessore non può rispondere adesso, lo dirà la prossima volta - quali e quanti sono stati i controlli disposti ed effettuati nelle quattro camere iperbariche dal momento in cui sono state installate. Al di là dei giudizi e delle opinioni espresse dai costruttori delle camere iperbariche, la Regione, con le sue strutture, quanti controlli ha effettuato? Quali risultati hanno dato finora? Che tipo di verifiche sono state fatte? Questo dà sicurezza reale! Perché se si dovesse constatare che i controlli non sono stati fatti in modo frequente allora il problema non è tanto costituire una Commissione d'indagine, il problema è di creare un sistema che verifichi in modo periodico e frequente la sicurezza non solo di questi impianti, ma di tutti gli impianti. Cioè un modo più serio, più completo, per rispondere ad una giusta paura presente nell'opinione pubblica.
La seconda questione...



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, la prego di svolgere un intervento brevissimo perché tanto poi riprendiamo tutta la questione.



SAITTA Antonino

Concludo. Questa vale evidentemente come richiesta per la volta prossima: saremmo anche curiosi di sapere quali controlli sono stati effettuati non soltanto sulle camere iperbariche, ma sulle attrezzature sanitarie che hanno un certo pericolo e quali sono stati i risultati finora raggiunti e quali provvedimenti ha assunto l'Amministrazione regionale.
Questo mi sembra un modo corretto per affrontare il problema al di là di una semplice Commissione che è una risposta emotiva ad un problema immediato che magari ci mette a posto, ma che sostanzialmente non dà una risposta nel lungo periodo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Sono convinto anch'io che l'Assessore si sia attivato con tempestività dopo i fatti accaduti a Milano e abbia cercato di capire se anche in Piemonte le camere iperbariche erano nelle stesse condizioni di quelle di Milano.
Resto anch'io abbastanza sorpreso da un fatto: a livello statuale è previsto che ogni anno vengano controllati gli ascensori, vengano controllate le bilance, ma non si controllano delle attrezzature dove una scintilla scoccata da un abito in fibre sintetiche può scatenare un incendio attorno ai 500 gradi centigradi! Non so se questo è un corretto modo di agire da parte della Pubblica Amministrazione! A me pare di no! Quello che mi stupisce veramente è che non ci sia una Commissione che tutti gli anni, periodicamente, controlli queste camere iperbariche. Vorrei capire se c'era o meno una struttura che doveva verificare queste attrezzature. Mi venga detto la prossima volta. Non vado oltre, però lo stupore mi resta, Assessore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Anche noi rivolgiamo doverosamente il pensiero alle vittime che ci sono state nelle camere iperbariche di Milano. Ritengo però che per rivolgere il pensiero alle vittime ed affrontare la discussione in modo serio per evitare che tragedie di questo tipo si ripetano in altre Regioni ed in altri luoghi, noi del Gruppo di Rifondazione Comunista ci aspettavamo una relazione più approfondita, con dei dati rispetto alla situazione non solo delle camere iperbariche del Piemonte, ma in particolare alla situazione dello stato di sicurezza e dei controlli che le camere iperbariche del Piemonte hanno avuto. In particolare, facciamo riferimento ad una società privata, la OTIP, sulla quale avevamo presentato delle interpellanze, ma non entro nel merito di queste, su cui chiediamo necessariamente una relazione con dati precisi sui controlli e se questi controlli siano stati effettuati; sulla posizione di questa struttura privata, vorremmo sapere se si tratta di una struttura accreditata dalla Regione Piemonte perché questo sicuramente cambia anche la situazione con cui si affrontano determinate questioni e determinati problemi relativi a questo settore. Se è una struttura accreditata, che quindi ha goduto della fiducia dell'Assessore dell'Ente regionale, affinché potesse sostanzialmente entrare nel sistema sanitario nazionale, vorremmo sapere quali sono stati i rimborsi delle prestazioni, quanti controlli sono stati effettuati e, a questo punto, se è così, se non esistano delle normative, sulla base di quali requisiti si è proceduto ad un convenzionamento o ad un accreditamento di una struttura che sembra non abbia gli elementi, perché gli elementi non esistono a livello nazionale dal punto di vista normativo.
Rispetto invece alle indagini che sono state effettuate dal Viceprocuratore Guariniello, che ha sollevato determinate questioni relativamente alle norme di sicurezza, noi ci aspettavamo dall'Assessore una relazione più approfondita. Non basta dire: "Sospendiamo urgentemente tempestivamente, le prestazioni nelle camere iperbariche per verificare" nonostante sappiamo che le norme di sicurezza non possano dare adito al verificarsi di incidenti perché ci sono state le prove, ma questo non basta! Cioè si fa riferimento, con la Commissione d'indagine del Viceprocuratore, ad un decreto del Presidente della Repubblica del febbraio 1997, laddove l'art. 2 fa riferimento ad alcune norme di sicurezza e all'adeguamento che le strutture che possiedono camere iperbariche devono effettuare, quindi alla responsabilità che le Regioni hanno rispetto all'adeguamento di tali strutture alle norme di sicurezza.
Dunque, se in primis le strutture pubbliche devono essere sotto l'attenzione dell'Ente regionale, di chi ha quindi il compito più alto di programmare la sanità e di tutelare la salute del cittadino, a maggior ragione più attenzione deve essere riposta verso quelle strutture private che hanno goduto della fiducia dell'Ente regionale e che per questo entrando nel sistema sanitario, devono soddisfare alla logica di tutela della salute e non alla logica del profitto.
Vengono definite alcune questioni sulle norme di sicurezza: sulla base di valutazioni di esperti, il sistema antincendio a pioggia è l'unico sistema in grado di fornire una certa sicurezza. Il fatto che l'Assessore stesso abbia detto che il sistema delle bombole sia un sistema utile non so cosa vuol dire. Utile vuol dire che è in grado, in caso di incidente, di salvare la vita delle persone che stanno all'interno della camera iperbarica, oppure no? L'utilità di un sistema di sicurezza consiste nel fatto di riuscire a salvare le persone, non di poter essere utile da un punto di vista marginale o parziale! Chiedo perciò all'Assessore di fornirci degli elementi di discussione di analisi, sui controlli che vengono effettuati, sull'adeguamento alle norme di sicurezza e sui requisiti in possesso delle strutture private, in questo caso noi partiamo dall'OTIP che è la struttura privata che ha come elemento centrale la camera iperbarica, che è l'attualità di oggi, ma di tutte le strutture private accreditate che svolgono una funzione sanitaria.
Solleviamo ancora la questione in riferimento al fatto che noi riteniamo che tre quarti delle cliniche private presenti nella nostra Regione non abbiano neppure i requisiti minimi stabiliti dalle linee-guida ministeriali per poter aprire la loro attività sanitaria, non per essere addirittura accreditati! Riteniamo perciò importante che l'Assessore ci fornisca questi dati in questa sede. Non so perché non siano stati forniti dati sui controlli di queste strutture; se questo documento è in preparazione sarebbe grave, se non lo è sarebbe reticenza, quindi ancora più grave. Noi riteniamo che debbano essere forniti già oggi in questa sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Chiedo scusa, sono arrivato in ritardo e non ho potuto ascoltare la relazione dell'Assessore. Come Gruppo abbiamo sollecitato, già mercoledì della scorsa settimana, l'Assessore a riferire in IV Commissione. Devo dire che la relazione dell'Assessore è stata estremamente breve ed anche abbastanza deludente. Noi non abbiamo voluto insistere in Commissione proprio perché l'argomento, così com'era, richiedeva una discussione sicuramente più ampia ed in sede di Consiglio. Siamo rimasti abbastanza delusi nel sentire che l'Assessore sostiene che si tratta di una serie di sfortunate coincidenze. Sicuramente, quando accadono delle disgrazie c'è una serie di sfortunate coincidenze, però non è il nostro compito, quello di legislatori ed amministratori per quanto riguarda la sanità, il fatto di prendere atto di queste sfortunate coincidenze. Chiedo dunque che su questo episodio ci sia un atteggiamento diverso da parte dell'Assessore. Sono anche stupito che il Presidente del Consiglio non accetti di discutere la comunicazione sulle camere iperbariche.
Noi abbiamo predisposto un ordine del giorno collegato, proprio perch pensiamo che questa situazione richieda un impegno politico forte da parte del Consiglio regionale.
Ha ragione la Consigliera Simonetti quando parla di reticenza: c'è bisogno di un atteggiamento più coraggioso, che sia all'altezza della tradizione della sanità piemontese. Come organizzazione della sanità in Piemonte, abbiamo dato una serie di dimostrazioni estremamente negative con Assessori che sono stati denunciati e sono finiti in galera, ma siamo stati all'avanguardia su moltissime questioni e per diverso tempo la legislazione nazionale è andata al traino di quelle che erano le capacità organizzative e di proposta che venivano avanti dalla Regione Piemonte.
Coraggio, non ci mancano le professionalità nell'Assessorato! Non ci manca io spero - il coraggio politico di avere un atteggiamento di avanguardia rispetto a questa nuova frontiera, che è la frontiera della sicurezza. Non è possibile dire ai cittadini che si accingono a farsi curare, quindi ad avere un sollievo dalle loro pene o evitare pericoli di morte: "Guardate che però possono capitare alcune circostanze che...". Occorre maggiore coraggio nel definire con estrema precisione quali sono i criteri per l'accreditamento delle strutture private e pubbliche. Facciamo delle iniziative pilota su questo, cerchiamo di non ragionare sempre a posteriori: sulle disgrazie, sul malaffare, sulla malasanità; ragioniamo sempre dopo. Incominciamo a costruire delle linee-guida e dei meccanismi di controllo, il che significa: investiamo sul personale di controllo, sia quello centrale sia quello periferico, per elevare la nostra capacità di controllo, e andiamo ad individuare i nodi burocratici, perché il cittadino medio, in base all'informazione che ha ricevuto dai media, non capisce di chi sia la responsabilità.
Noi abbiamo un dovere, essendo legislatori: quello di eliminare tutti gli impicci burocratici che diventano poi alibi per inefficienze, ritardi disgrazie e andiamo a costruire dei meccanismi sulla base di un'etica della responsabilità. Non è possibile che dietro alla burocrazia le responsabilità si nascondano.
Da ultimo, Assessore, una cosa importante: noi abbiamo un dovere nei confronti dei Direttori generali. Noi stiamo facendo un monitoraggio siamo un grande partito e abbiamo la capacità e la possibilità di farlo dei comportamenti dei vari Direttori generali. I Direttori generali sono estremamente preoccupati di far quadrare i conti: non è questo lo spirito con cui debbono muoversi. Noi dobbiamo lanciare un messaggio chiaro e forte ai Direttori generali: se non raggiungono obiettivi di salute, se non garantiscono prestazioni efficaci e sicure agli utenti, possono raggiungere tutti gli obiettivi economici che vogliono, ma verranno mandati a casa.



PRESIDENTE

Pregherei l'Assessore di rispondere la prossima volta. Sono state fatte tante domande, tante riflessioni utili per un approfondimento.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Mi scusi se chiedo la parola, ma quando abbiamo accettato la comunicazione, presupponendo una vera e propria comunicazione a pochissimi giorni da una strage, rimandando qualche puntualizzazione alle interpellanze, pensavamo che l'Assessore si sarebbe presentato in quest'aula con una vera relazione che ci facesse capire alcune cose. Questo non è avvenuto e non può essere accettato senza aggiungere qualcosa. In questo senso: non penso che l'Assessore sappia soltanto le cose che ci ha detto, sarebbe un pessimo Assessore, bisognerebbe solo per questo chiedere che vada ad incaricarsi di altre questioni. Io non penso che sia così, non penso che l'Assessore, di fronte a quello che è successo, non abbia convocato tutti i suoi dirigenti, tutti i Direttori generali, i responsabili delle camere iperbariche pubbliche e private, gli altri colleghi che si occupano di sicurezza, i Vigili del Fuoco. Io penso che abbia intrapreso queste azioni minime che competono a chi gestisce la sanità. L'Assessore, però, che nella sua relazione non ha detto nulla - ed è questo l'elemento che mi preme sottolineare - ha poi preso una decisione drammatica. L'Assessore, mentre da un lato non fa capire al Consiglio cosa stia succedendo, dall'altro, ha "chiuso le camere iperbariche", cioè ha detto: attenzione le camere iperbariche da oggi funzionano solo per i pazienti per i quali il rischio di entrare nella camera è inferiore al rischio di starne fuori. Cioè la vita la salvano di più stando dentro che fuori. Per questi pazienti le camere iperbariche continuano a funzionare per tutti gli altri pazienti le camere iperbariche non funzionano, perch il rischio che corrono, per la loro salute, entrando, è maggiore del rischio - dice sempre l'Assessore - che corrono standone fuori. Questo provvedimento è di una gravità eccezionale e forse ha anche delle conseguenze di carattere amministrativo gigantesche, e noi vorremmo capire perché è stato preso. Chi deve effettuare i controlli non l'ha detto, ha detto soltanto: non si sa. Come: non si sa? In quale modo le camere iperbariche giungono in un luogo e, attraverso una convenzione con il privato o attraverso i Direttori generali, funzionano? L'Assessore non ha spiegato queste cose e allora penso che si metta in un grave imbarazzo nel dire: discutiamo la prossima volta. Ma discutiamo di cosa? L'Assessore ci dica qui, oggi, quello che sa, che non ha detto. I controlli sono stati effettuati dalla Regione, da una struttura regionale, dai Direttori regionali, dai Vigili del Fuoco? Sono stati fatti? Quando? Questi dati penso siano in possesso dell'Assessore. Non può non essersi occupato di queste questioni. Il controllo è stato fatto? Sì o no? Quante volte? Quando l'ultima volta? Le strutture sono convenzionate? Quanti interventi sono stati fatti? Sono risposte brevi, non sono relazioni di tre ore, ma ci permetterebbero di capire se abbiamo reagito a dovere di fronte ad una disgrazia. La reazione c'è stata, le camere iperbariche sono chiuse. Come mai avete chiuso le camere iperbariche?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ho chiesto la parola in quanto anch'io credo che la situazione imponga una discussione più approfondita. Concordo con il Consigliere Chiezzi: l'Assessore dovrebbe relazionarci sulla situazione piemontese per darci modo di riflettere sull'argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Potrei dire che siamo alle solite e in effetti siamo alle solite. C'è il Consigliere Saitta che, probabilmente, ha fatto gli auspici nei ventricoli di un pollo prima, quindi sa già quello che intendo dire infatti mi interrompe mentre devo ancora iniziare a parlare. Se forse mi ascoltasse prima di inalberarsi a prescindere, come era solito fare Tot forse riuscirebbe a capire cosa intendo dire.
Intendevo dire - però il Consigliere Saitta aveva capito bene - che siamo alle solite perché non è possibile che in questo Consiglio regionale... Presidente, posso parlare o facciamo solo frizzi e lazzi. Se posso parlare tranquillamente bene, altrimenti mi metto ad urlare, sollevo un'indegna gazzarra: le so fare tutte, questo gioco lo so fare in tutti i modi.



PRESIDENTE

La stiamo ad ascoltare.



GHIGLIA Agostino

Non ho neanche la pretesa di essere ascoltato, mi sarebbe sufficiente non essere disturbato.
L'Assessore D'Ambrosio sente il dovere, e di questo lo ringraziamo, di fare una comunicazione al Consiglio regionale sullo stato dell'arte, su quelle che sono le conoscenze attuali. L'Assessore ha assunto certo un provvedimento grave, però vorrei rovesciare la medaglia: ha assunto un provvedimento grave a tutela della salute di tutti i cittadini.
Tale decisione è stata assunta in un momento - come viene evidenziato dalla stampa, dai media, da tutte le prese di posizione assunte sui fatti tragici della clinica milanese - di confusione legislativa e di confusione sulle regole di sicurezza che dovrebbero sovrintendere le camere iperbariche.
Vorrei anche ricordare che ho sentito dei toni quasi come se l'episodio, la tragedia immane che ha colpito quei cittadini, fosse successa in Piemonte. Non è successo in Piemonte, stiamo tentando di drammatizzare una situazione che, anche grazie all'intervento tempestivo dell'Assessore D'Ambrosio, non potrà diventare drammatica. Stiamo tentando di montare un caso su una situazione particolare che, guarda caso, tutti coloro i quali adesso si scatenano a stigmatizzare, prima non si erano assolutamente occupati. Sottolineo, proprio per il garbo che ci dovrebbe condurre su una vicenda come questa, visto che nessuno di noi l'aveva mai né sottolineata né si era stracciato le vesti, che un provvedimento è stato assunto. Probabilmente, non c'erano provvedimenti alternativi se non quello di mettere, anche solo in potenza, a rischio l'incolumità dei cittadini piemontesi. A differenza dei colleghi della minoranza, io partirei dalla parte opposta del ragionamento ringraziando l'Assessore D'Ambrosio per essere stato il primo e il più tempestivo fra gli Assessori italiani a cercare immediatamente una soluzione nel groviglio di leggi e di incertezze, che ancora regnano; tant'è che la stessa Procura di Milano nutre dei dubbi sui capi di imputazione riferibili ai soggetti "responsabili". Pertanto, ritengo profondamente ingiusto, profondamente ingeneroso, profondamente strumentale che si tenti addirittura di girare la realtà dei fatti quasi fosse responsabilità dell'Assessore D'Ambrosio il non aver potuto prevedere l'imprevedibile che peraltro non è neanche successo in Piemonte, ma in un'altra regione.
Cerchiamo di essere moderati e garbati su una questione di questa delicatezza e di concedere tempo all'Assessore, che, peraltro, non si è tirato indietro nel venire in aula nella prossima seduta con tutti i dati che, legittimamente, gli sono stati richiesti, anche in questa sede. Non bisogna colpevolizzare chi non ha alcuna colpa se non il merito di essere intervenuto subito ed immediatamente in una situazione di rischio addirittura potenziale.
Altrimenti, Presidente, continuiamo in un clima di attacco che non è sconsiderato, ma che diventa strumentale, comunque aprioristico addirittura quando un membro di questa Giunta e di questa maggioranza agisce per il bene comune; il che mi sembra veramente troppo!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Siamo di fronte ad una vicenda gravissima per la quale non dobbiamo compiacerci del fatto che non sia avvenuto nella nostra regione: il problema esiste. L'Assessore D'Ambrosio peraltro non si è assolutamente dichiarato non attento, anzi, ha messo in evidenza problematiche gravi che lo hanno portato a prendere provvedimenti: vorremmo che su questo punto ci fornisse qualche ulteriore approfondimento. Proprio per il senso di responsabilità che un Assessore alla sanità, di qualunque parte politica esso appartenga, dovrebbe avere. La dimensione della problematica, che avrebbe potuto colpire il Piemonte, è gravissima. Pertanto, chiedo questo livello di approfondimento. Anche noi, opposizione, stiamo facendo il nostro dovere, non si tratta di voler essere né ingenerosi né ingiusti perché in questa vicenda prevale la problematica della sicurezza, della preoccupazione, della responsabilità.
Il collega Angeli poc'anzi mi faceva un'osservazione. Quando in Piemonte, e a Torino in particolare, successe il fatto drammatico del rogo del Cinema Statuto, e quindi cominciò la grande politica della sicurezza in quel tipo di ambienti, anche gli Assessori di altri Comuni, che avevano quel tipo di problema, si sono interessati ed hanno cercato di evitare questo tipo di incidenti.
In questo caso, non si tratta di fare degli interventi di parte politica - come ho sentito da alcuni Consiglieri - ma credo che l'Assessore D'Ambrosio, sia come Assessore sia come medico, si renda conto che abbiamo tutti un dovere in più rispetto a questi problemi, ovviamente ognuno dalla propria parte: lei ha una responsabilità diretta, noi una responsabilità di acquisizione di tutti gli elementi.
Quindi, è in questo senso che noi ci uniamo alla richiesta avanzata di volere sì considerare questo intervento come risposta ad una serie di interrogazioni, ma anche come una comunicazione sulla quale tutti si possano attestare.
Ritengo che l'Assessore darà la propria disponibilità - che personalmente chiamerei senso di responsabilità e non generosità - di voler dettagliare meglio: tutti noi, infatti, siamo responsabili di fronte ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Crediamo che certi interventi non aiutino assolutamente l'Assessore alla sanità ad affrontare con la necessaria serietà, che peraltro ha dimostrato, problemi così grossi, ma, soprattutto, che toccano la sensibilità di tutti i cittadini. Quindi, di coloro che hanno usufruito o che potrebbero aver bisogno di usufruire di questo servizio, ma anche di coloro che, quotidianamente, vivono problematiche di tutela della salute e che si apprestano con preoccupazione ad utilizzare le strutture pubbliche ma molte volte, Assessore, anche strutture private che sopperiscono alle carenze o alle lungaggini di cui fanno difetto le strutture pubbliche nell'erogare i servizi.
Abbiamo in quest'aula più volte affrontato questioni sanitarie sotto forma di richiesta di maggior controllo, severità e vigilanza da parte dell'Assessore alla sanità, nei confronti dei servizi non solo privati, ma anche pubblici. Voglio ricordare al collega Ghiglia che abbiamo dovuto aspettare i NAS, ad Alessandria, per venire a conoscenza di malati psichiatrici trattati in modo tale da - credo - creare nella nostra coscienza di amministratori pubblici parecchie perplessità, difficoltà ed anche problemi seri nei confronti dei cittadini del Piemonte.
Abbiamo tutti sentito la risposta del Presidente della Regione Lombardia, dopo la grave disgrazia verificatasi in quella regione con l'incendio della camera iperbarica. Abbiamo dunque sentito un Presidente di Giunta regionale dire, con sicurezza estrema, che erano state svolte tutte le necessarie verifiche e che si trattava, dunque, di disgrazia.
Non la "farò lunga" perché tutti abbiamo ascoltato il tono, la sicurezza e le parole pronunciate con poca responsabilità da quel Presidente, che ha svolto anche un durissimo attacco nei confronti del Ministro della Sanità, partendo proprio dalla certezza di aver fatto tutto quanto necessario e possibile per tutelare i cittadini.
Abbiamo poi verificato, alla prova dei fatti, che quella certezza poggiava sul nulla e che si era sentito raccontare, da parte di quel Presidente della Giunta, con parole peraltro degne di nota, non la verità su quanto avveniva ed era avvenuto nella Regione Lombardia.
Abbiamo ascoltato con attenzione, la settimana scorsa, l'Assessore della nostra Regione, che ci ha detto non esserci problemi in Piemonte.
Sicuramente aveva anch'egli elementi per dare queste poche certezze al Consiglio regionale. Abbiamo però dovuto aspettare che il "nostro" dottor Guariniello ordinasse un'indagine per verificare che invece, anche in Piemonte, la sicurezza non era di casa.
Assessore, la nostra, assolutamente, non è mancanza di fiducia, non è intenzione di sfruttare tutte le occasioni per fare opposizione; con la presentazione di un serio e responsabile ordine del giorno vogliamo a lei affiancarci affinché in Piemonte si faccia tutta la luce necessaria e possibile sulla realtà e si assumano tutti i provvedimenti per superare questa fase di difficoltà, della Regione, dei servizi sanitari, ma anche dei cittadini a poter utilizzare un servizio che, in questo momento, non è disponibile per mancanza di certezze, per controlli inadeguati, per le carenze che anche lei ha sottolineato.
Sarei allora per chiedere al Presidente del Consiglio di non attendere una settimana per approvare l'ordine del giorno che abbiamo depositato, al fine di essere davvero al fianco di un Assessore che crediamo non voglia essere assente o reticente, per affrontare nella settimana di tempo che ci divide dal prossimo Consiglio le questioni che abbiamo sottolineato. E caso mai, per sentire dall'Assessore cosa ha potuto fare e quali primi risultati abbiamo ottenuto, come Regione, nei confronti dei Direttori sanitari e dei nostri servizi per avere tutte le garanzie su un servizio che oggi abbiamo, per molta parte, sospeso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Signor Presidente, Assessore, ricordo che avevo concluso, alcuni giorni fa, il mio intervento in sede di votazione del Piano Sanitario Regionale con questa frase: "Una sanità più efficiente, una sanità più preparata, una sanità più umana".
"Una sanità più efficiente": devo dare atto, in questo particolare momento, dopo il tragico rogo di Milano, che l'Assessore alla sanità ha messo in atto tutto quanto gli competeva per rendere più sicure le camere iperbariche esistenti in Piemonte. Mi chiedo però un'altra cosa: perché si interviene soltanto tutte le volte che accade qualcosa di grave? In questo momento, in cui devo dare atto all'Assessore di aver fatto tutto il possibile per mettere in piedi le due Commissioni - delle quali chiedo venga riferito in aula il verbale conclusivo delle indagini condotte chiedo vengano posti in atto altri interventi per rendere più sicura la sanità: camere operatorie, centri di Pronto Soccorso, tutti quei particolari servizi dei vari ospedali che devono essere più sicuri.
Potremmo in questo caso, veramente, uscire da quest'aula con la coscienza a posto. Non dobbiamo intervenire soltanto in seguito al fatto grave; occorre prevenire, rendere gli apparati ospedalieri, i centri sanitari, siano essi pubblici o privati, più sicuri: molto più sicuri, in ogni loro settore, per non dover dire, dopo la tragedia: "Potevamo fare, ieri".
Come già ricordato dalla Consigliera Bortolin, anche ad Alessandria siamo intervenuti dopo l'intervento dei NAS: dobbiamo rendere più sicura la nostra sanità; non dobbiamo più dover dire "Avremmo potuto intervenire".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Presidente e colleghi, se qualche decina di giorni fa avessimo dovuto rispondere ad una domanda specifica "cosa sono le camere iperbariche" probabilmente saremmo andati a leggerlo in qualche enciclopedia. Per fortuna, nessuno di noi, o pochi di noi, erano a conoscenza di cosa sia una camera iperbarica e quale sia il suo utilizzo. Ci ha informati in precedenza l'Assessore, facendo riferimento a terapie assolutamente urgenti e non dilazionabili per salvare la vita di qualche ammalato grave; molti di noi non sapevano, me compreso, che una camera iperbarica può servire a salvare la vita di un paziente.
Oggi, tristemente, tutti diventiamo profondi conoscitori di quella che è una camera iperbarica, in un'occasione come questa, laddove l'Assessore ci fa una comunicazione, certamente non compiuta, ma credo ne verranno altre, perché l'Assessore ha il dovere non di sapere tutto, ma di indagare e di verificare il tutto, e per fare questo ci vuole probabilmente un po' di tempo.
Ebbene, oggi qualcuno di noi ipotizza già quali possono essere le norme di sicurezza di una camera iperbarica. Si parla di impianti a pioggia, di altri tipi di sicurezza. Confesso di sentirmi a disagio rispetto ad interventi del genere, perché non ho le cognizioni tecniche per poter contraddire o per dire che è giusto l'intervento che è stato fatto in aula da qualche collega.
C'è però un fatto inconfutabile: è avvenuto un disastro e dei cittadini italiani hanno lasciato la vita in una camera iperbarica. E allora, come spesso accade quando avviene una catastrofe di questo o di altro tipo ciascuno si mette ad indagare su quali sono le responsabilità.
Ebbene, a me piacerebbe sapere - in una prossima eventuale comunicazione dell'Assessore, quando avrà la perfetta cognizione di quello che sta avvenendo - di chi è la responsabilità sulla sicurezza non delle camere iperbariche, ma sulla sicurezza negli edifici pubblici ed in particolare negli ospedali. Credo che una camera iperbarica sia allocata in un ospedale, e, se è allocata in un ospedale, dovrà avere determinati requisiti.
Condivido quanto diceva prima il Consigliere Chiezzi: questa camera iperbarica da qualcuno sarà stata fabbricata, e quel qualcuno si sarà posto, a fronte delle leggi o non a fronte delle leggi (se non ci sono), il problema di come far funzionare in sicurezza una camera iperbarica, se ad esempio deve essere controllata ogni tanto, così come controlliamo gli ascensori - diceva prima il collega Angeli. Questi controlli sono stati svolti? Ovvero i controlli dei "cavalieri" sono stati svolti, cioè quell'impianto ha bisogno di avere dei controlli costanti, oppure di averne un certo numero nel tempo? Queste sono le informazioni che noi possiamo avere dall'Assessore la prossima volta.
Devo dire che l'Assessore si è assunto una responsabilità ed ha agito nel migliore dei modi. Se non era e non è certo che queste camere siano in sicurezza ha fatto bene, salvo per i casi di assoluta urgenza, a chiuderle.
Molto spesso ci sentiamo sensibilizzati da questi fatti dopo che è accaduto l'incidente.
Ha ricordato prima la collega Spagnuolo che a Torino, in Piemonte, ma forse non in tutta Italia, la sensibilità alla sicurezza negli edifici pubblici è venuta dopo una gravissima catastrofe che ha colpito Torino. I Sindaci di allora e quelli attuali in Piemonte sono stati e sono tenuti ad osservare delle norme di sicurezza che nel resto d'Italia forse non sono mai state attuate.
La sensibilizzazione avvenuta in Piemonte dopo l'incendio del Cinema Statuto nel resto d'Italia non è avvenuta del tutto, anche se certamente sarà migliorata. I Sindaci piemontesi, però, sono stati sottoposti a controlli e a norme non scritte, a volte persino inventate sul momento dai Vigili del Fuoco e da altri preposti al controllo, cosa che non si verificata in alcuna parte d'Italia.
Io credo - e ho finito - che sarebbe opportuno che la normativa su tutta la sicurezza, ed in particolare di quella di impianti del genere, non fosse fatta dalle singole Regioni, non fosse ipotizzata dal singolo Assessore di turno che, più o meno, è a conoscenza di che cos'è una camera iperbarica. Sarebbe opportuno che ci fossero dei tecnici che ci sappiano dire con esattezza quali sono le modalità per mettere in sicurezza questi impianti.
Se non sarà così, noi potremmo trovarci, come stiamo facendo oggi, a discutere su una presa di posizione giusta dell'Assessore (che non avendo la certezza della sicurezza ha chiuso, per i casi meno gravi, le camere iperbariche), ma nel contempo potremmo trovarci a piangere altri morti nella regione vicina, perché non esistono delle norme precise in merito.
Ipotizzare oggi che ci siano, a caso, dei colpevoli sarebbe estremamente sbagliato; è però assolutamente doveroso ipotizzare che da oggi in poi ci siano comunque dei responsabili rispetto a questo tipo di strutture.
Chiudo il mio intervento ringraziando ancora l'Assessore per la comunicazione.



PRESIDENTE

Assessore, lei è stato ancora sollecitato ad integrare la sua comunicazione.



(Il Consigliere Grasso chiede la parola)



PRESIDENTE

Ma perché non vi iscrivete subito? Tutte le volte mi fate dare la parola all'Assessore, e poi c'è sempre qualcuno, all'ultimo momento, in zona Cesarini, che chiede la parola: ci vuole così poco ad alzare la mano! Prego, Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Chiedo scusa, Presidente: in effetti avevo la manina alzata, ma probabilmente non lo aveva notato.
Volevo solo riferire, ringraziando anch'io l'Assessore per la tempestiva comunicazione, quanto emerso in Commissione. In quella sede l'Assessore ci ha reso edotti della situazione piemontese, informandoci sul numero delle camere iperbariche, che io non conoscevo, presenti sul territorio piemontese, sulla loro localizzazione e sul tipo di funzionamento.
Probabilmente, non solo in Piemonte o in Lombardia, ma neppure su tutto il territorio nazionale si aveva il senso del pericolo che potevano avere queste camere iperbariche. Sui milioni di trattamenti effettuati dalle camere iperbariche, fino ad ora si era verificato un solo incidente, tra l'altro su una camera monoposto, quindi di tecnologia antiquata; quindi non si conosceva bene il tipo di problemi che si poteva determinare.
Il quadro normativo è alquanto difficile da interpretare. Dalle notizie che, bene o male, abbiamo avuto tutti dai giornali e dalla televisione pare che l'unico controllo da effettuare sulle camere iperbariche per avere l'omologazione fosse quello di verificare la pressione del serbatoio quindi un normalissimo controllo che viene effettuato su tutti i serbatoi che vengono utilizzati per svariate attività. Pare anche che il controllo del sistema antincendio da parte dei Vigili del Fuoco non fosse indispensabile, ma fosse un'ulteriore salvaguardia in più che si poteva applicare o non applicare a queste camere iperbariche, in quanto non era imposta per legge.
Da questo capite - e capiamo - quanto sia oggi indispensabile porre mano a questa problematica affinché quanto non si conosceva prima, che oggi conosciamo, faccia sì che non si verifichino più fatti analoghi.
All'Assessore devo solo dire che ci ha comunicato subito qual era la realtà piemontese, non poteva probabilmente fare di più. Se ha posto comunque in salvaguardia le camere iperbariche sul territorio piemontese è un'opera di salvaguardia effettiva per evitare problemi analoghi.
Il quadro normativo appena chiarificato darà certezze sul futuro.



PRESIDENTE

Ha ora la parola l'Assessore D'Ambrosio per la replica.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, voglio ribadire, anche se penso proprio di non aver bisogno di farlo, che non mi sottrarrò ad alcuna responsabilità né tanto meno all'etica delle responsabilità cui è stato fatto riferimento né sarò assente né tanto meno sarò reticente perché non c'è alcun motivo per cui il sottoscritto possa essere reticente su una materia del genere e di fronte a questa che è stata una grossa disgrazia che forse poteva essere prevenuta. Ripeto: forse poteva essere prevenuta.
Debbo subito dire ai Consiglieri dell'opposizione che mi era stato chiesto di fare una comunicazione, non una relazione. Io qui ho tutte le relazioni delle quattro UU.SS.LL. dove insistono le quattro camere iperbariche e sarebbe sufficiente leggervi il tutto, però secondo me è più opportuno che io vi faccia in modo sintetico comunque una relazione completa che, così come ha detto il Presidente del Consiglio, sarebbe opportuno che io presentassi martedì prossimo.
I problemi della sanità e dell'insicurezza sui posti di lavoro e la non messa a norma di tutte le strutture nel pubblico impiego e nella sanità sono tali e tanti che se un magistrato, ancorché non "nostro", perché io penso che la collega Bortolin abbia detto occasionalmente "il nostro dottor Guariniello", se qualsiasi magistrato che si interessa del DL n. 626 si muovesse in tal senso, noi dovremmo chiudere almeno il 70% delle strutture pubbliche. Ecco allora l'impegno a che sollecitamente si faccia tutto quanto è possibile per mettere a norma le strutture e per mettere gli operatori, sanitari e non, in condizioni di sicurezza che oggi - oggi! - io purtroppo devo affermare a volte possono mancare. Per troppi anni è stata tralasciata questa cosa importantissima sulla quale molte volte si è discusso, si sono fatti convegni e quant'altro, ma non è mai stata impegnata una lira in questo senso. Non per merito del sottoscritto, ma perché c'era la possibilità di poter impegnare delle risorse, devo dire che circa 600 dei 2.000 miliardi che sono stati attribuiti con il provvedimento ex art. 20 sono destinati alla messa a norma della strutture sanitarie.
I problemi della sanità sono tali e tanti - ripeto - che quando succede un fatto di questo tipo indubbiamente è molto facile sparare a zero sui responsabili. Io penso che un obiettivo precipuo non solo della sanità, ma di tutti i settori del pubblico impiego, debba essere quello di decentralizzare il più possibile, di responsabilizzare. Ecco, in ogni settore ci deve essere un responsabile.
Il collega Riggio prima faceva riferimento alla responsabilità dei Direttori generali. E' chiaro: i responsabili in prima persona sono i Direttori generali delle UU.SS.LL. dove insistono le camere iperbariche.
Infatti sono i Direttori generali che, unitamente alle strutture dove ci sono le camere iperbariche, hanno risposto alla mia richiesta rassicurandomi circa l'esistenza di verbali di collaudo delle apparecchiature, di visite periodiche ed omologazione delle camere stesse.
Debbo però sottolineare che non vi è una normativa precisa; non si sa con precisione se i responsabili dell'Istituto per la prevenzione e la sicurezza del lavoro debbano intervenire autonomamente o su richiesta. Non si sa purtroppo se sono i Vigili del Fuoco a dover dare l'autorizzazione per la funzionalità del sistema antincendio oppure i tecnici dell'ISPESL o addirittura i tecnici dell'Agenzia regionale per l'ambiente (ARPA).
Sono tutte cose che vanno normate, e normate sollecitamente; c'è l'impegno del sottoscritto in tal senso. Martedì prossimo darò le risposte specifiche soprattutto in riferimento a quelle che sono state le comunicazioni avute dai Direttori generali e dalle strutture dove sono presenti le camere iperbariche.
Debbo però dire, concludendo, che la decisione, ancorché ovviamente a seconda dei punti di vista criticabile, di sospendere l'attività routinaria, cioè solo l'attività programmata per la patologie che comunque pare possano avere un riscontro positivo dalla terapia iperbarica (questo è il motivo che sta alla base della scelta della Commissione di clinici perché negli ultimi tempi a mio modo di vedere si è esagerato nel ricorrere alla terapia iperbarica per alcune patologie), fermo restando che il ricorso - dicevo - alle urgenze che ho elencato potrà essere effettuato per tutta sicurezza non essendoci una normativa specifica e non avendo la certezza che può venire solo da sopralluoghi fatti da tecnici che fanno riferimento direttamente al sottoscritto, avrà validità solo per 8-10 giorni, non più di questi, perché la Commissione mi ha assicurato che in questo arco di tempo sarà in grado di dare delle risposte definitive.
Debbo aggiungere una cosa a proposito del dottor Guariniello che non ha aperto nei miei confronti alcuna indagine penale, come invece qualche agenzia o addirittura qualche giornale ha affermato. Mi ha parlato in modo molto cordiale, d'altronde una cosa nella quale credo e che sto portando avanti è proprio la necessità di una collaborazione effettiva fra le istituzioni ed io ho aspettato la nomina dei Direttori regionali soprattutto quella del responsabile del Dipartimento di prevenzione, per essere ricevuto immediatamente, subito dopo la nomina, dal dottor Guariniello per discutere di questo che è un problema di grossissima attualità e di grande importanza, che non è che sia stato sollevato per la disgrazia della camera iperbarica, ma che è a nostra conoscenza e per la quale io chiedo l'impegno di tutti, a prescindere dalla critica che viene facile in una situazione del genere.
Il dottor Guariniello mi ha comunicato che il sistema antincendio adeguato del tipo automatico a getto d'acqua - vedete, questa è l'ipotesi sostenuta dagli ingegneri del Politecnico, vi sono altri ingegneri, altri tecnici, i quali sostengono che addirittura questo tipo di sistema antincendio, automatico a getto d'acqua, possa essere pressoché inutile - è presente solo in una delle quattro camere iperbariche esistenti sul territorio piemontese, quella di Fara Novarese; le altre tre invece hanno un impianto con estintori che secondo le ditte produttrici era idoneo.
Staremo a vedere. E poi ha aggiunto che...



CHIEZZI Giuseppe

Per cortesia, Assessore, ci può leggere questa breve lettera del dottor Guariniello?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Certo.
"All'Assessore alla sanità della Regione Piemonte.
Con riferimento alle camere iperbariche situate presso lo Studio medico OTIP e l'Ospedale S. Giovanni Battista di Torino, segnalo, per quanto di competenza, che, allo stato degli accertamenti fin qui condotti, tali camere risultano" - tra l'altro, abbiamo già chiesto anche noi personalmente alle ditte costruttrici delle camere iperbariche di avere delle documentazioni specifiche per quanto riguarda soprattutto l'impianto antincendio - "sprovviste di un sistema antincendio adeguato del tipo automatico a getto d'acqua in pressione collegato a rilevatori di fumo, in modo da intervenire immediatamente in caso di necessità, presentandosi munite solo di estintori portatili né risultano in possesso di registri di manutenzione". Invece questi registri di manutenzione cui fa riferimento il dottor Guariniello esistono, la documentazione è qui, io riferir direttamente al Magistrato della presenza dei registri e del collaudo che nel momento in cui i funzionari (funzionari nostri che sono al servizio della Magistratura e che poi però per una strana situazione se possono sparare contro l'Assessore regionale, lo fanno con...)



CHIEZZI Giuseppe

E' sempre stato così.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' normale?



CHIEZZI Giuseppe

E' così.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Dipende dai punti di vista.
Concludendo, assicuro innanzitutto il Presidente e i Consiglieri che martedì non farò la comunicazione, ma la relazione e approfitto per chiedere...



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, mi scusi, ma come si conclude la lettera?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Si conclude con la firma: "Il Procuratore della Repubblica Aggiunto Raffaele Guariniello".



CHIEZZI Giuseppe

Quindi, segnala solo che non ha trovato i registri di manutenzione e che non c'è il sistema antincendio automatico.



PRESIDENTE

Ha concluso, Assessore?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

No, mi permetto, concludendo, di chiedere cortesemente agli organi preposti di fornirmi sollecitamente, qualora vi siano interpellanze urgenti oppure ordini del giorno importanti e parimenti urgenti, la documentazione completa, perché ad oggi, non ho ancora avuto nulla di tutto questo.



PRESIDENTE

Certo, è un'emergenza anche la nostra.
La Consigliera Bortolin aveva fatto una proposta, non so se formale o puramente interlocutoria, riguardo alla discussione dell'ordine del giorno.
Però io chiedo, se possibile, e lo chiedo soprattutto al Presidente della Commissione e all'Assessore, se in occasione della riunione della IV Commissione di domani, che mi pare convocata per le 14,15, potranno essere approfonditi tutti quegli aspetti che voi qui avete sottolineato, fatta salva l'autorità del Consiglio. Non abbiamo sempre bisogno di avere tutta la platea a nostra disposizione, si può lavorare in Commissione, questo mi pare un momento opportuno di approfondimento, ci sono anche delle vecchie interrogazioni della Consigliera Simonetti in cui si chiede come mai rispetto alle nove camere iperbariche della Lombardia o alle dodici della Liguria, il Piemonte ne abbia solamente quattro. Sono molte le cose che devono essere approfondite. Siccome la risposta dovrà essere compiuta rispetto ai suggerimenti, alla riflessione e alle domande che sono state elevate, credo che il discorso potrà essere approfondito domani in Commissione se l'Assessore è d'accordo e se il Presidente lo vuole mettere all'o.d.g. Suggerirei anche di dare la massima pubblicità alla questione per cui pregherei di aprire la seduta della Commissione alla stampa ed ai mezzi audiovisivi, proprio perché ci sia su questo problema così delicato e su questa emergenza così delicata la massima trasparenza e comunicazione possibile. L'ordine del giorno presentato potrebbe essere completato od integrato domani, se i proponenti lo ritengono opportuno, e credo che questo possa essere un momento di riflessione comune, appropriata perché si arrivi la prossima settimana in Consiglio con una relazione, la più compiuta possibile.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Grazie, Presidente. Dato che l'ordine del giorno è firmato da più Gruppi, le chiedo la cortesia di avere qualche minuto per interpellare i firmatari ed addivenire ad una conclusione unitaria. Personalmente condivido la sua proposta, sottolineando il fatto che domani in Commissione ci sia la massima apertura e pubblicità, nel senso che possano partecipare gli organi di stampa. Questa, però, è la posizione di uno dei firmatari per cui chiederei qualche minuto per decidere collegialmente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Ricordo che non abbiamo ancora le risposte delle case produttrici n della richiesta che abbiamo fatto a Roma di sapere...



PRESIDENTE

Però ci sono degli approfondimenti da fare rispetto alle domande che sono state fatte. Non voglio dire che debba essere conclusiva; è una tappa di approfondimento rispetto a quanto voi stabilirete.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Solo per chiedere all'Assessore se, nella propria relazione, pu rendere edotti tutti i Consiglieri per quali patologie viene utilizzata oggi la camera iperbarica. E' importante perché l'Assessore ha fatto riferimento al fatto che oggi l'utilizzo delle camere iperbariche viene fatto anche per attività che non sono state riconosciute dall'Istituto Superiore di Sanità, proprio perché il privato è un potente induttore di spesa e quindi, pur di non tenere ferme queste strutture, ha incentivato l'utilizzo per una serie di altre patologie.



PRESIDENTE

Mi pare che questo sia opportuno approfondirlo.
Sospendiamo la seduta per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 16,06 riprende alle ore 16,09)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Riteniamo di proporre al Consiglio, anziché di svolgere la seduta della IV Commissione che limiterebbe l'informazione e la discussione ai soli membri della Commissione stessa, di svolgere per un tempo limitato, ma sufficiente per sentire la relazione e non la comunicazione dell'Assessore per magari approfondire ancora l'argomento, un Consiglio straordinario domani pomeriggio alle ore 14. Potremmo aggiornare l'attuale seduta a domani e poi svolgere tranquillamente la Commissione Sanità. In questo modo, consentiremmo davvero a tutto il Consiglio e a tutti i Consiglieri che provengono da realtà diverse, che non fanno parte della IV Commissione di affrontare collegialmente un tema così delicato ed importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Come Gruppo di Alleanza Nazionale sono assolutamente contrario a questa richiesta; sono addirittura contrario poi, non ne faccio parte, quindi se si vuole impiegare male del tempo si è sempre liberi di farlo - a riunire domani la IV Commissione, perch l'Assessore D'Ambrosio ha appena dichiarato che domani non sarà in grado di avere alcun dato diverso o significativamente o sostanzialmente diverso rispetto ad oggi. Se vogliamo continuare sulla via dell'allarmismo artefatto, facciamolo pure, ma diversamente io mi chiedo a cosa serva che lui vada addirittura in IV Commissione a riferire quanto ci ha appena riferito in Consiglio.
Conseguentemente a questo ragionamento, ci sta anche - a mio modestissimo avviso - l'assoluta infondatezza ed impercorribilità della richiesta della Consigliera Bortolin, perché noi domani andremmo (forse negli ultimi tempi questa abitudine si è un po' ingenerata in questo Consiglio regionale) a discutere di nulla sul nulla e soltanto sulla base di articoli di giornale, sulla base di servizi giornalistici delle televisioni e sulla base della discussione, che già oggi abbiamo affrontato, riguardante le dichiarazioni dell'Assessore D'Ambrosio. Mi sembra veramente che si voglia creare un clima di allarme, terrore ed emergenza, che non esiste.
Siamo dunque totalmente contrari alla proposta di Consiglio straordinario. Se poi, domani, il Presidente della Commissione, perch credo che le regole in questo Consiglio, anche quelle scritte e non soltanto quelle forzatamente emotive, debbano ancora valere, deciderà, di concerto con il Vicepresidente, che sarà opportuno ridiscutere quanto già discusso oggi in questo Consiglio regionale, sta nell'autonomia della Commissione e semmai dell'Ufficio di Presidenza deciderlo, altrimenti anche in questo caso ci troveremmo di fronte ad un'inutile forzatura - lo ribadisco ancora una volta - a fronte di richieste pretestuose.



PRESIDENTE

La Consigliera Bortolin ha domandato di discutere ed eventualmente approvare l'ordine del giorno a firma dei Consiglieri Riggio, Angeli Saitta, Marengo ed altri. L'Assessore D'Ambrosio mi ha sollevato alcune perplessità in ordine alla completezza di questo ordine del giorno che potrebbe essere integrato con osservazioni aggiuntive sopraggiunte nel corso della discussione.
L'Assessore ha proposto di fare una convocazione della Commissione, sia pure con tutti i limiti e le difficoltà temporali.
Vi ricordo che in merito l'art. 43 del Regolamento recita che il Consiglio regionale si riunisce in via straordinaria per la trattazione di oggetti determinati su richiesta: del Presidente della Giunta regionale oppure di un quarto dei Consiglieri in carica. Mi suggeriscono la convocazione per domani, ma bisogna vedere se siamo tutti d'accordo: dovrei indire la convocazione dei Capigruppo.
E' stata avanzata la proposta di sospendere questa discussione e riprenderla domani pomeriggio. C'è un'opposizione netta fondata sul fatto che l'Assessore D'Ambrosio ha detto che non era in grado di dare tutte le risposte che attengono, non solamente gli uffici locali, ma anche gli uffici romani.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Innanzitutto mi scuso per essere venuto meno al mio dovere di Capogruppo, non sono intervenuto in quanto c'era un dibattito di merito molto attrezzato e competente. Adesso siamo di fronte ad un dibattito politico, pertanto intervengo.
Questa questione ha interessato il Piemonte perché si è posta in maniera particolarmente drammatica. Non possiamo eludere dall'argomento per un tempo che rischierebbe di essere eccessivo rispetto all'urgenza. Mi pare che l'Assessore D'Ambrosio non abbia detto che non aveva gli elementi, ha semplicemente detto che aveva previsto di rispondere ad un'interpellanza non di affrontare un dibattito. Ha detto che nella prossima seduta giungerà in aula con una relazione e con dei dati, abbiamo bisogno di una discussione politica urgente per decidere alcuni indirizzi e porre alcune questioni di valutazione, in merito al comportamento dei settori della medicina, anche pubblica, anche se, nel caso lombardo, si trattava di medicina privata. Credo che sbagli - naturalmente non voglio dare giudizi il collega Ghiglia ad atteggiarsi rispetto a questa proposta collocandola tra le pretese dell'opposizione. Collega Ghiglia, quando verrà presentato un ordine del giorno di alto profilo di questo Consiglio regionale noi vi daremo tutto l'apporto con convinzione, ma oggi questo Consiglio regionale non può prescindere dall'affrontare l'emergenza. Realisticamente che cosa possiamo fare? Parlare d'altro o affrontare il problema? Abbiamo ritenuto che per affrontare il problema occorreva un'introduzione organica da parte dell'Assessore rispetto al quale ci possiamo collegare con un dibattito; non vedo la necessità di convocare la Commissione fra due giorni, che cos'altro potrebbe dire di diverso? Riproponiamo questa richiesta ritenendo con ciò di fare cosa utile ai fini dell'assolvimento del compito che compete al Consiglio nel suo insieme.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo per chiedere una convocazione dei Capigruppo per affrontare questo problema. Inoltre, volevo porre una domanda all'Assessore D'Ambrosio per sapere la data della lettera del Pretore Guariniello. Dopodiché ci attesteremo nel dibattito politico perché - con rispetto di tutte le posizioni - ci sentiamo forse un po' stanchi di sentir dire che stiamo discutendo sul nulla: Lei, Consigliere Ghiglia, si annoia; mi permetta di dirle che probabilmente lei, forse, sta sottovalutando anche le conseguenza che questi dibattiti sul nulla stanno portando in quest'aula e non solo in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Intervengo per una comunicazione tecnica. In Commissione Sanità ed Assistenza i problemi, per fortuna, non mancano mai, quindi le argomentazioni da portare all'o.d.g. sono sempre tantissime. Il punto che avevamo iscritto all'o.d.g. di domani alle ore 14,15: "Esame dell'Agenzia regionale sanità" non ci è pervenuto, in quanto la I Commissione non ci ha trasmesso il provvedimento. Per cui abbiamo comunque a disposizione, dalle ore 14,15 alle ore 15,45, un tempo congruo per discutere su questa problematica. Lo pongo comunque all'attenzione dei Commissari qualora si ritenesse di svolgere in Commissione il dibattito sulle camere iperbariche aperto a tutti i Consiglieri che intendono partecipare.



PRESIDENTE

E' convocata la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16,20 riprende alle ore 16,50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico la decisione assunta in sede di Conferenza dei Capigruppo. Sul problema sanità, relativamente alle comunicazioni ulteriori che l'Assessore D'Ambrosio renderà in quest'aula, e sulla base anche dei documenti e dei dati che gli perverranno nel frattempo, il Consiglio regionale sarà convocato venerdì 14 novembre, alle ore 9,30. L'o.d.g. prevederà la discussione delle interrogazioni ed interpellanze e dell'ordine del giorno n. 628, sulla base, come ho detto prima, della comunicazione che farà l'Assessore.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 360: "Disposizioni in materia di tasse di concessione regionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 360, di cui al preavviso scritto all'o.d.g. ai sensi dell'art. 51 del Regolamento.
La votazione in Commissione ha avuto il seguente esito: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU e MPPE; contrari i Gruppi PDS e Rifondazione Comunista.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato nella seduta dell'11/11/1997 - questa mattina: la convocazione era alle ore 9 - il progetto di legge n. 360, predisposto dalla Giunta regionale relativo a: "Disposizioni in materia di tasse di concessione regionale".
E' emerso, dalla lunga ed articolata discussione - ben tre riunioni di Commissione sono state dedicate all'argomento - che la normativa statale in materia di tasse di concessione è notevolmente evoluta nel corso di questi ultimi anni e anche in modo favorevole al cittadino, perché la semplificazione ha comportato minori costi sia in termini di versamenti veri e propri che di costi di esercizio.
Il presente disegno di legge si propone pertanto di allineare la normativa regionale a quella statale.
Infatti, con vari provvedimenti, lo Stato ha soppresso tutta una serie di proprie tasse di concessione considerate antistoriche ed antieconomiche soprattutto, sia per l'esiguità del gettito che per i costi e la complessità di riscossione.
Si è così verificato, tra l'altro, che nelle Regioni a Statuto speciale ciò è importantissimo - i cittadini non sono più tenuti al pagamento delle tasse di concessione, che invece sono rimaste in vigore nelle Regioni a Statuto ordinario - tipo la nostra.
Il disegno di riordino statale è poi proseguito con la legge n. 662/96 che da una parte ha previsto la massima semplificazione possibile per i contribuenti sia in termini di versamenti e di eventuali conguagli per il recupero di somme versate in eccesso, anche fra tasse diverse (ad esempio i crediti IVA dei contribuenti, recuperati con minori versamenti di IRPEF o persino IRAP, come ha sancito il DL n. 241/97) che di procedimenti sanzionatori, con possibilità di definire il contenzioso in termini rapidi e molto meno onerosi. Ma tale legge ha d'altra parte previsto anche la soppressione di alcune tasse comunali e provinciali assorbendole nell'istituenda IRAP, che pure è una tassa, almeno nella sua enunciazione regionale. Solamente per le Regioni, e nonostante precise e circostanziate richieste regionali, questo processo di semplificazione e di riordino non è avvenuto, essendosi limitato il Parlamento all'art. 3, comma 143, primo capoverso, punto 5), lettera d), della legge n. 662/96 a stabilire "la previsione per le Regioni della facoltà di non applicare le tasse sulle concessioni regionali".
Tale possibilità, nella sua interezza, è tuttavia destinata a restare lettera morta per almeno un biennio, cioè fino a quando l'IRAP non supererà la fase di rodaggio iniziale (anni 1998/1999 almeno) e quindi cesserà di essere gestita direttamente dallo Stato e le Regioni potranno legiferare in merito.
Infatti, pur trattandosi in generale di cifre molto esigue, le Regioni a priori non possono rinunciare semplicemente al gettito che da esse attualmente ricavano (per la nostra Regione sono circa 12/13 miliardi complessivamente, caccia esclusa). Proprio per questo le Regioni avevano chiesto a Governo e Parlamento di poter riassorbire queste tasse e il loro gettito nell'istituenda IRAP, con opportuni e molto modesti ritocchi delle aliquote o per categorie o in generale. Sarebbero rimaste escluse da questo procedimento, e quindi in vigore, solo le tasse di concessione su caccia e pesca in quanto tasse non legate a precise attività produttive.
Con il presente disegno di legge si cerca di ovviare a quanto sinora esposto, prevedendo di procedere per tappe e per gradi, ed esattamente all'art. 1 si prevede di dare immediata attuazione a quanto previsto dalla legge n. 662/96 e cioè di rinunciare a diciassette tasse di concessione in linea di massima di importo molto esiguo, oramai pressoché inesistente, che sono di inutile appesantimento per il cittadino contribuente, oppure, come nel caso dei trasporti, rappresentano una costosa e poco funzionale partita di giro, e sempre per importi modesti.
Per alcune attività, come gli esercizi pubblici, il presente provvedimento rappresenta un significativo passo avanti sia per gli utenti che per la Pubblica Amministrazione, infatti rinunciando ad un gettito di importo abbastanza modesto, si liberano cittadini ed uffici da numerosissime incombenze veramente defatiganti e da costi di esercizio realmente proibitivi.
Infatti, vi sono alcune attività, come quella citata, che pur essendo soggette a tassa di concessione regionale, sono gestite e controllate completamente a livello locale. Questo comporta per la Regione e per gli Enti locali un notevole aggravio di costi in termini di interscambi di informazioni che, pur con tutta la buona volontà e collaborazione, non sono mai sufficientemente tempestive.
Al mancato gettito del primo articolo si sopperisce con i maggiori gettiti derivanti dagli artt. 2 e 3, dove la differenza di incremento 20% e 100% è unicamente basata sul fatto che alcune tasse di concessione (nella nostra Regione non più ritoccate dal 1989) sono oggi altamente al di sotto della soglia minima per rendere economicamente accettabile la riscossione delle tasse stesse, che peraltro in molti casi non può essere abbandonata in quanto la Regione deve emettere dei provvedimenti attuativi o autorizzativi in materia. Inoltre, in alcuni casi, si è cercato anche di equiparare gli importi (che comunque restano modesti) a quelli in vigore nelle Regioni limitrofe, anche se, in linea di massima, nella nostra Regione le tariffe risultano, anche dopo questo provvedimento, più favorevoli per gli operatori economici ed i singoli cittadini.
Con l'art. 4 si provvede ad aggiornare l'importo della tassa di abilitazione all'esercizio professionale, delegandone le funzioni all'Ente per il diritto allo studio, come già avviene per le tasse universitarie.
Con l'art. 5 si introduce, per favorire il contribuente, la facoltà di compensazione in analogia ai provvedimenti statali.
Con l'art. 6 si annullano crediti e debiti inferiori a L. 20.000 per un'esigenza di omogeneità con la legislazione statale e per liberare le strutture regionali da costosi procedimenti amministrativi.
La I Commissione consiliare, pertanto, nella stessa seduta, ha licenziato a maggioranza il disegno di legge n. 360. Tale testo viene rimesso all'aula per la sollecita approvazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Gallarini è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Questo è un provvedimento che avremmo anche potuto votare, anzi, che avremmo voluto e speriamo di poter votare alla fine dei lavori. Tra l'altro, in Commissione abbiamo votato a favore di alcuni articoli: l'art.
1 e gli ultimi articoli.
I motivi per cui finora votiamo contro questo provvedimento risiedono negli artt. 2, 3 e 4, che prevedono, come è stato detto nella parte finale della relazione del Consigliere Gallarini, un incremento di questi tributi per una parte dei soggetti tassati. Noi avevamo quarantasette tributi l'Assessore si è presentato con questo progetto di legge, in cui ci si spiega che nell'arco di due o tre anni si punta, attraverso un intervento abbastanza marginale sull'IRAP, ad eliminarli tutti. Ci è anche stato detto che alcuni non sono eliminabili da subito, perché sono vincolati da leggi nazionali, quindi i tempi di questa operazione non sarebbero comunque controllati da noi, in quanto oggi non è possibile procedere in quel senso altri, tra cui i diciassette presentati, sono abolitivi da noi, perché di competenza regionale.
Se il provvedimento fosse rimasto così, avremmo chiesto una sua integrazione, ma lo avremmo votato. Tuttavia, non riteniamo corretto, a fronte di questa operazione, averne una compensativa sulle altre figure. I motivi sono due.
Il primo è che gran parte dei diciassette contributi contenuti nella lista che ci è stata sottoposta - ciò vale per quindici - danno all'erario regionale delle cifre irrisorie: si va da un'entrata annuale di un milione in un caso fino a 20 milioni; molti di questi hanno un'entrata di 5/10 milioni. E' chiaro che la gestione di questi tributi (ad esempio semplicemente l'invio dei bollettini) è più costosa del loro mantenimento quindi l'abolizione poteva tranquillamente avvenire prendendo atto di questo fatto.
Inoltre, ce ne sono due di maggiore consistenza: uno di 2 miliardi e 100 milioni e l'altro di 390 milioni, che è l'unico su cui abbiamo una certa perplessità, in quanto si tratta di una tassa che autorizza gli scarichi di acque reflue in acque pubbliche da parte di soggetti privati.
Su questo, pur avendolo votato, avevamo delle parziali perplessità per la natura del provvedimento (nel senso che andava ad individuare delle figure rispetto al problema degli scarichi); tuttavia, all'interno della logica che ci era stata prospettata di un futuro aumento dell'IRAP, potevamo accettarlo.
Quello che riteniamo non accettabile è scaricare questi costi sugli altri, i quali, avendo la sfortuna di avere delle gabelle simili a queste ma imposte da una legge dello Stato, si ritrovano due volte sfortunati: una prima volta perché la tassa è imposta da una legge dello Stato e non è abolita, una seconda perché gli viene incrementata del 20%. E' pur vero che con questo provvedimento ci si allinea alle altre Regioni, però, nel frattempo, la situazione concreta attuale nella nostra Regione è di questa natura. Quindi, il nostro suggerimento era: "Nel frattempo cominciamo a fare quello che è possibile, senza però applicare questo secondo tipo di misura".
Noi voteremo contro ed invitiamo a votare contro gli incrementi; se questo tipo di indicazione passerà - abbiamo presentato anche degli emendamenti in proposito - voteremo a favore del provvedimento complessivo.
Proponiamo inoltre - e anche su questo abbiamo presentato degli emendamenti di integrare la tabella dei diciassette tributi.
In Commissione, dove abbiamo lavorato alcune ore per approfondire l'argomento, è emerso che esistevano altri tributi che potevano essere aboliti dalla Regione, altri cinque: la nostra proposta è di integrare la lista con questi cinque tributi. In alcuni casi, questi hanno la stessa caratteristica di quelli che ricordavo prima: si tratta di cifre irrisorie quindi abbiamo tutto da guadagnare dalla loro abolizione: si tratterebbe di fare una vera semplificazione con - credo - soddisfazione di tutti. In un caso, è una partita di giro: la cifra, apparentemente, è consistente (1 miliardo e 600 milioni), però sono soldi che con una mano vengono presi e con l'altra vengono dati. Credo che bisognerebbe lasciarli là dove sono senza fargli fare questo giro, semplificando l'operazione.
In ultimo, pensiamo possa essere abolito anche il n. 47, quello relativo all'iscrizione agli Albi. Pur trattandosi di un contributo che devono pagare le Camere di Commercio - così mi sembra - riteniamo che anche in questo caso si possa fare una partita di giro, magari più consistente dei 400 milioni previsti.
Con le Camere di Commercio noi abbiamo una convenzione per il mantenimento di questi Albi, convenzione che - lo avevo già detto quando era stata discussa in sede di bilancio - considero eccessivamente onerosa.
Si potrebbe cominciare non chiedendo più questi 400 milioni per la tenuta degli Albi, ma contemporaneamente ottenere che il costo della tenuta diminuisca al di sotto di questa cifra.
Chiediamo quindi che venga ampliato il tipo di tributi da abolire portandoli a ventidue, tralasciando solo quelli che siamo impossibilitati ad abolire. Suggeriamo però che gli artt. 2, 3 e 4, che invece prevedono una compensazione, vengano aboliti e si rimanga solo con questo. Credo che ne deriverebbe una certa utilità, perché andiamo ad una semplificazione necessaria in moltissimi casi.
In particolare, ripeto, l'operazione relativa ai tributi sulla tenuta degli Albi si potrebbe effettivamente avviare, trasformando quei tributi in una partita di giro. Sugli altri due si può operare attraverso un contenimento generale dei costi, per far sì che non sia necessaria una compensazione. Comunque si può avviare un'operazione pulita e, tra due anni, completarla con l'abolizione di tutte le altre e l'incremento dell'IRAP.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Concordo anch'io con la considerazione introduttiva del collega Papandrea nel riconoscere che il lavoro in Commissione, anche se abbiamo dovuto faticare un po', è servito, perché ci ha permesso di avere qualche elemento più preciso per poter fare una valutazione nel merito diversamente, non si sarebbe potuta fare una riflessione precisa e puntale come quella che stiamo avviando.
Concordo sull'obiettivo che l'Amministrazione regionale si è posta, che l'Assessore si è posto; concordo su questa necessità di cominciare ad utilizzare tutti gli spazi possibili per avviare una semplificazione del sistema tributario di competenza regionale e quindi l'eliminazione di una serie di tasse di concessione regionale, laddove è possibile.
Mi pare che questa iniziativa dell'Assessore sia lodevole; condividiamo l'obiettivo, ma non condividiamo le modalità con le quali lo si vuole raggiungere.
La Giunta regionale ci propone di raggiungere questo obiettivo mantenendo il principio dell'invarianza del gettito, cioè dice in sostanza "elimino alcune tasse regionali: diciassette, venti, quelle che saranno elimino queste tasse, però il mancato introito in qualche maniera lo debbo recuperare". Come si recupera? Aumentando le tasse delle altre concessioni che non si possono eliminare, indipendentemente dalle caratteristiche che queste tasse hanno. Per cui notiamo che questo principio dell'invarianza del gettito porta ad aumentare il gettito di alcune imposte come il permesso per la ricerca di sorgenti di acque minerali e termali, che aveva dato un gettito nel 1996 di un milione, lo aumentiamo del 100% e quindi lo portiamo a 2 milioni. Non mi pare una grande operazione, obiettivamente.
Capisco che si tratta di imposte il cui costo di gestione è maggiore, ma proprio il fatto che il costo di gestione è più alto del gettito induce a lasciarla così com'è, non ad aumentare il gettito.
Noi proponiamo che questa operazione di semplificazione delle tasse regionali avvenga immaginando anche una riduzione del gettito. La riduzione del gettito, approvando questa proposta, è di 2,6 miliardi; Credo che il bilancio regionale possa sopportare una riduzione delle proprie entrate di 2,6 miliardi. Sfido chiunque ad immaginare che non sia possibile fare un'operazione di riduzione di alcune spese correnti dell'ordine di 2,6 miliardi. La cosa è possibile. E' possibile per due motivi: uno, perch credo che tutti siamo convinti che c'è qualche sacca di non produttività all'interno dell'Amministrazione regionale; secondo, perché se eliminiamo alcune tasse di concessione regionale diminuiscono i costi di gestione. Noi abbiamo chiesto in Commissione quali erano i costi di gestione di alcune imposte; ci è stato detto che è difficile quantificarli perché non c'è una contabilità in termini di centri di costo. Io penso che una stima anche soltanto sintetica sia possibile farla: i costi CSI, i tabulati, le verifiche. Cioè a dire: queste imposte che rendono poco hanno un costo che è notevole.
Proponiamo quindi - è il significato degli emendamenti - di aggiungere fra le tasse di concessione da eliminare completamente tutte le altre che la legge consente, quindi di completare la tabella A) con le altre che sono consentite. Secondo: di eliminare gli aumenti del 20% sulla tabella B) e il raddoppio delle tasse di concessione sulla tabella C). Questa ci sembra la modalità per iniziare una procedura di semplificazione che corrisponda anche ad un'opera di riduzione delle spese correnti.
Se questo non avviene, cioè se noi abbiamo soltanto l'eliminazione di alcune imposte e non avviene una riduzione delle spese, non è un'invarianza di gettito; in realtà, sostanzialmente, è un aumento del gettito che serve per coprire delle spese diverse, non più quelle di gestione che ad un certo punto non ci dovrebbero più essere. So perfettamente che le questioni non sono immediate, tuttavia il bilancio della Regione, per come l'ho conosciuto in questi anni, consente di iniziare a fare un'operazione seria che avrebbe un significato perché non condividiamo completamente, per fare un esempio, che per pareggiare i conti si aumenti del 100% il costo per la licenza di pesca nelle acque interne, passando dai 3,2 miliardi previsti nel 1997 a 6,4 miliardi. Questa è un'operazione che non ci sembra corretta.
Mi rendo conto che questa è l'operazione più facile perché interessa 72.794 soggetti (leggo qui), è l'operazione più facile - ripeto - ma le operazioni più facili non è detto che siano le più eque. Per cui la nostra proposta è quella di chiedere alla Giunta di rinunciare a questo principio dell'invarianza del gettito impegnandola invece ad una revisione, visto che si sta poi parlando del bilancio, delle proprie spese, una revisione delle spese pari al gettito che verrebbe eliminato con l'eliminazione di queste tasse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, condivido anch'io gli interventi svolti dai colleghi Papandrea e Saitta. Vorrei aggiungere solo pochissime parole a quanto è già stato detto.
Credo che anche da parte nostra vi possa essere un richiamo ad una coerenza di affermazioni che vengono fatte a livello nazionale. Allora, il Polo a livello nazionale sta contestando al Governo la politica di risanamento di questo disastrato Paese contestando il fatto che si è dovuto intervenire anche su una recrudescenza delle tasse e delle imposte. Credo che questa sia una buona occasione per dimostrare la volontà da parte della Giunta regionale del Piemonte di non andare a penalizzare - condividendo l'impostazione che hanno dato i Consiglieri che mi hanno preceduto - le categorie produttive. Non potendo eliminare quelle tasse, visto che sono legate ad un sistema impositivo dello Stato, non capisco perché si voglia assumere la responsabilità di incrementare le tasse relative ad una serie di attività produttive con aumenti che vanno dal 20% al 100%! Eliminando tutta la tabella che qui è stata presentata, si rinuncerebbe a 2,6 miliardi, di fronte ad un - io dico - "avanzo di amministrazione" (probabilmente non è totalmente corretta la mia dizione) che si aggira nel consuntivo a circa 1.850 miliardi! Sono certo che non è corretta la dizione che sto utilizzando, ma non voglio stare qui a sviscerare all'interno dei 1.850 miliardi. Sicuramente 2,6 miliardi sono poca cosa rispetto ad un bilancio di 5.500 miliardi, che rappresentano il bilancio reale della Regione Piemonte depurato del settore sanità.
E' vero che poi all'interno dei 5.500 miliardi vi sono i trasferimenti vincolati dello Stato e i trasferimenti a seguito dei provvedimenti dell'Unione Europea (anche questi vincolati), comunque credo che all'interno di questo il margine per sopportare una cancellazione di tributi, facendo un'operazione secondo noi meritevole di apprezzamento, non sia uno di quei problemi che portano al dissesto della Regione Piemonte.
Quindi, anche noi saremmo a perorare la causa della cancellazione di tutta la tabella, così com'è stata qui impostata, quindi le diciassette tasse senza alcun aggravio ed aumento sulle altre tabelle.
Vi è poi un'altra soluzione che potrebbe anche essere perorata, che è quella di mantenere la tabella A), n. 7, e la tabella A), n. 20, se proprio si ritiene che non sia sopportabile sotto il profilo del bilancio il depennamento di tutte le tabelle. Noi saremmo per cancellarle tutte e diciassette, senza praticare alcun aumento, per quel principio che ho detto prima, ma se proprio la Giunta regionale non potesse rinunciare ai 2 miliardi e 500 milioni, potrebbero essere cancellate le quindici tabelle lasciando le due che prima ho detto. Questa è una scelta politica che devono fare l'Assessore e la Giunta regionale, e noi, in base alle risposte che avremo, vi faremo conoscere il nostro atteggiamento. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Quando ci è stato presentato questo provvedimento non potevamo che condividere le linee e gli obiettivi della Giunta, cioè quelli di eliminare una serie di imposte e di semplificare la normativa impositiva della Regione. Poi, andando ad analizzare meglio le varie tabelle, ci siamo accorti che, se il provvedimento restava quello proposto dalla Giunta, le cose così non erano. Dobbiamo infatti fare una suddivisione. Qui c'è una tabella che prevede di eliminare una serie di imposte, in cambio ci sono altre due tabelle che prevedono, una un aumento del 20% su una serie numericamente maggiore di imposte, e, l'altra, un aumento addirittura del 100% su una nuova serie di imposte. E' chiaro che eliminando un'imposta vi è una semplificazione, ma andando ad aumentare altre imposte, non parliamo di semplificazione, anzi, parliamo di andare ad ingarbugliare ancora di più una situazione che è già ingarbugliata. Penso, ad esempio, alle tabelle riguardanti le farmacie: ci sono delle tabelle ponderose che verrebbero variate, quindi complicate, costringeremmo intere categorie a doversi nuovamente informare, a dover conoscere delle nuove forme di denuncia, dei nuovi importi, ecc.
Mi sembra dunque che questo provvedimento non colga l'obiettivo che si prefissava la Giunta, obiettivo che potrebbe invece venir colto se si apportassero delle piccole modifiche, cioè se si limitasse il provvedimento in modo da eliminare quelle quindici imposte che producono un reddito ridicolo - mi sembra di 110 milioni o qualcosa del genere - che non ha alcuna incidenza nell'ambito globale delle entrate della Regione, lasciando tutto il resto così com'è, cioè non facendo variazioni. Il minimo reddito inferiore che ne ricaverebbe la Regione verrebbe sicuramente compensato dai minori costi di gestione che la Regione ha, perché sono sicuro che per incassare queste quindici imposte, per 110 milioni annui, la Regione spende più di quanto incassa, quindi non avremmo bisogno di misure compensative perché la Regione avrebbe dei risparmi da altre parti. Inoltre semplificheremmo veramente qualcosa e non andremmo a provocare dei nuovi problemi burocratici a tutte le altre categorie che oggi si vedrebbero, per due anni, aumentare o comunque cambiare gli importi da versare, e poi fra due anni sarebbero nuovamente di fronte ad un provvedimento che finalmente elimina tutto.
Per concludere, la nostra proposta è: eliminiamo tutte le imposte che è possibile eliminare, senza però andare a ritoccare le imposte che restano.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Grazie, Presidente. L'obiettivo della legge era quello di eliminare alcune imposte che l'IRAP permetteva di eliminare, secondo quanto stabilito dalla legge nazionale, e l'Assessore ha in maniera coerente eliminato una parte di queste imposte. Bisogna riconoscere che quanto si poteva fare è stato fatto, tant'è che questa legge imponeva una limitazione molto parziale a tutte le tasse di concessione comunale, regionale, ecc., mentre alcune altre, anzi la maggior parte, l'IRAP stessa imponeva di non eliminare. L'Assessorato ha dunque potuto fare semplicemente quello che ha potuto fare, cioè eliminare solo quelle imposte che stavano nella tabella A). Bisogna però preoccuparsi anche di qualche altra cosa riguardo all'IRAP; capisco che questa è un'imposta che interesserà poco i piemontesi e trovo strano che tante forze politiche che parlano di proteggere i ceti medi, le attività produttive, non riescano ad accorgersi che l'IRAP, in realtà, è un autentico macigno per le attività produttive, per quei ceti medi che molto spesso anche l'opposizione cita. Perché l'IRAP è fondamentalmente un'imposta che farà pagare molto di più di quello che attualmente pagano le piccole imprese, attraverso quei balzelli, perch andrà a tassare alcuni costi che vengono dichiarati indeducibili. L'IRAP è fondamentalmente una tassa che si potrebbe definire incostituzionale, una tassa totalmente illegittima, perché non è possibile pensare - e non so come abbia potuto farlo il Ministro Visco - di dire ad un imprenditore, che finiva con un certo risultato d'esercizio, che doveva tassarsi per IRAP non su quel risultato d'esercizio, ma su quel risultato, che era quello reale aggiungendo il costo del denaro e quello della manodopera. Il Ministro Visco - non so se è un attentatore alle attività produttive, alle piccole e medie imprese - è riuscito a creare un'imposta che graverà non sul risultato reale, quindi la capacità reale e produttiva dell'imprenditore ma su un utile IRAP del tutto artificiale.
Mi chiedo, poi, come mai alcune forze politiche continuano a dire: andiamo ad eliminare quelle imposte o quelle tasse il cui costo è quasi identico al gettito che danno. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che quegli uffici preposti e addetti al controllo e all'esazione di quell'imposta dovrebbero in realtà chiudere. Se per la riscossione di un'imposta ci sono circa cinquanta addetti che lavorano e se questa imposta ha un gettito identico al costo per il quale questi addetti sono stati impiegati, non pensate che l'imposta si possa eliminare facilmente, perché probabilmente i cinquanta addetti rimarrebbero senza lavoro.
Non mi pare che questa sia una strada percorribile oggi. Mi domando dunque come facciano alcune forze politiche, che tanto sono attente all'occupazione, che tanto sono attente ai ceti medi e alle attività produttive, a dire di eliminare quelle imposte. In quella maniera si manda a casa, perché non c'è un'altra occupazione; mandiamo a casa quegli addetti perché la risposta sul campo sarebbe solo questa! Noi non pensiamo al significato dell'IRAP, il peso aggiuntivo finanziario che avranno le piccole e medie imprese; ci preoccupiamo solo di aggiustamenti, di piccole cose: aggiungiamo mille lire là, togliamo un "x%" dall'altra parte.
Sono provvedimenti quasi dovuti, quasi obbligati. In realtà, ci dobbiamo chiedere se le attività produttive del Piemonte riusciranno a sopportare il peso fiscale di questo sistema "Ulivo". Sistema che penalizzerà le imprese che hanno tanta manodopera, perché il Piemonte è caratterizzato da imprese che non hanno lavoro nero. Consigliere Papandrea lei sa che in Piemonte le attività produttive sono caratterizzate da un grosso indebitamento bancario, quasi tutte, e da una manodopera non in nero? L'IRAP, sulla quale il Consigliere Papandrea va a vedere alcuni balzelli, sarà veramente un autentico macigno per il sistema produttivo del Piemonte.
Dichiaro il voto favorevole a quell'unica strada a cui l'Assessore pu accedere in quanto l'IRAP, se voleva semplificare qualcosa, avrebbe dovuto permettere l'aggiunta di uno 0,25 di aliquota ed eliminare tutte le altre ma l'IRAP non ha concesso questo. Quindi, si deve purtroppo accettare anche questa nuova imposta di un Governo che mi pare si possa definire non certo ladro, ma sicuramente irre-sponsabile.



PRESIDENTE

La discussione generale è così terminata; l'esame dell'articolato è rinviato alla pros-sima seduta, nel corso della quale, come concordato in sede di Conferenza dei Capigruppo, esamineremo inizialmente alcune interrogazioni ed interpellanze, le comunicazioni dell'Assessore alla sanità e gli ordini del giorno relativi alle camere iperbariche. A fine mattinata vi sarà l'esame del progetto di legge n. 360, in quanto ci sono dei termini perentori affinché possa, una volta approvato, entrare in vigore l'1/1/1998.
Domani verrà convocata la Commissione Sanità e credo sia opportuno anche dietro suggerimento della Consigliera Spagnuolo, fare un sopralluogo alle camere iperbariche dell'Ospedale Molinette. Questo ovviamente dovrà essere concordato a livello di Commissione con i buoni auspici dell'Assessore. A tale Commissione sono invitati e sollecitati a partecipare tutti i Capigruppo.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,30)



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