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Dettaglio seduta n.181 del 04/11/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino e Picchioni.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Personali scuse al Consigliere Papandrea per avergli tolto la parola durante la scorsa adunanza consiliare


PRESIDENTE

Desidero, inoltre, scusarmi con il Consigliere Papandrea per quanto è accaduto la volta scorsa; con ogni probabilità non ci siamo compresi sulla sua richiesta di parola. In questa settimana qualche volta ci siamo permessi delle battute scherzose, ma era per togliere la tensione al fatto verificatosi; non è comunque nell'intenzione di questo Presidente di questa Presidenza di voler togliere la parola quando la richiede un Consigliere.
Prego, Consigliere Papandrea, può intervenire.



PAPANDREA Rocco

Prendo atto con soddisfazione della comunicazione del Presidente.
Prendo atto che sia stato un incidente e non ci sia stata la volontà di negare la parola. L'episodio è dunque assolutamente chiuso.
Avrei una questione pregiudiziale, una richiesta alla Giunta: che venga data, durante il prossimo Consiglio, un'informazione da parte del Presidente della Giunta o dell'Assessore competente rispetto ai ritardi nell'applicazione della legge 51.
Noi abbiamo dato il nostro contributo affinché la legge venisse approvata nei tempi che ci eravamo dati. Constatiamo però con rammarico che gli impegni successivi, che riguardano la Giunta, non vengono ottemperati.
Chiediamo dunque di conoscere la motivazione di questo atteggiamento perché i 30 giorni previsti dalla legge per le nomine sono scaduti e le nomine non sono state effettuate.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non c'è alcuna motivazione, ma se il Consigliere Papandrea lo ritiene opportuno, posso già in questa sede fare alcune considerazioni che magari non saranno completamente esaudenti rispetto alle sue aspettative, ma che potranno chiarire la questione.
Innanzitutto, in relazione ai tempi, la prima data utile - non la scadenza per la nomina dei Presidenti era il 29 ottobre. Oggi siamo al 4 novembre e abbiamo un leggero ritardo, ma ricordo che non esistono vincoli di data se non quello del 31 dicembre 1997, che è il termine entro il quale dobbiamo procedere alla nomina dei dirigenti.
E' nostra intenzione anticipare di molto questa data perché riteniamo assolutamente necessario procedere in modo accelerato alla nomina dei dirigenti, e questo si evincerà in maniera particolare dalle considerazioni che farò nella mia successiva comunicazione, nella quale appare evidente che il ruolo del direttore regionale è ruolo portante. Attraverso la nomina dei dirigenti daremo anche quelle risposte che l'opposizione in questo ultimo mese ci ha abbondantemente sollecitato e delle quali io naturalmente mi sono fatto particolarmente carico.
Dunque, Consigliere Papandrea, se vuole martedì prossimo, in maniera più articolata e più tecnica, l'Assessore Burzi potrà risponderle e rappresentarle tutta la situazione relativa a queste nomine. Personalmente le posso assicurare che nell'arco di 15 giorni dovremmo riuscire a realizzarle.
Mi creda, Consigliere, per le notizie che sono in mio possesso, entro 30 giorni significa che a partire dal trentesimo giorno è possibile fare le nomine, e non che entro il trentesimo giorno vanno fatte. Quindi, non prima di 30 giorni ed entro il 31 dicembre 1997.
Questa è la scansione temporale che la normativa permette all'esecutivo.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Contratti ed appalti

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito agli intendimenti e alle proposte procedurali e organizzative della Giunta regionale per garantire efficacia e trasparenza all'attività della Regione in particolare per gli appalti


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale", ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Passo ora alla prima comunicazione, sulla quale mi sono impegnato di rappresentare l'argomento sollecitatomi nella Conferenza dei Capigruppo, in relazione agli aspetti procedurali.
Proprio partendo dal presupposto del nuovo modello organizzativo disegnato dalla legge di riorganizzazione dell'Ente, la famosa legge n.
51/97, che - come ricordava il Consigliere Papandrea - tutti hanno contribuito ad approvare, configura un nuovo scenario in tema di responsabilità di strutture, dal quale non si può prescindere per affrontare il problema della razionalizzazione delle procedure, al fine di garantirne correttezza e trasparenza.
Tale organizzazione, funzionale al nuovo ruolo della Pubblica Amministrazione, non più caratterizzata dall'esercizio di un'azione frenante dell'iniziativa privata, e quindi dello sviluppo della società civile, ma soggetto concreto dell'azione propositiva e attiva che le compete, sottintende al principio della distinzione della separazione di ruolo degli organi di direzione politica da quello dei dirigenti.
Agli organi di direzione politica compete la definizione degli obiettivi, dei programmi e degli indirizzi per l'attività dell'amministrazione, nonché la verifica della rispondenza dei risultati della gestione amministrativa. Ai dirigenti spetta la responsabilità della gestione finanziaria, tecnica e amministrativa, dei relativi risultati e l'adozione di atti che impegnano l'amministrazione verso l'esterno, le famose determinazioni.
Vengono così definite le nuove regole per un più limpido rapporto tra "politica" e "amministrazione", con l'obiettivo di effetti positivi non soltanto in termini di efficienza ma anche per quanto riguarda l'imparzialità dell'amministrazione.
Si deve, cioè, passare da un tipo di controllo "burocratico" al controllo "manageriale". Infatti, configurandosi attualmente l'amministrazione come sistema "aperto", in relazione continua con l'ambiente esterno, appare inconsistente l'idea di un rigido e immutabile modello operativo cui dovrebbero uniformarsi i comportamenti amministrativi concreti.
Venendo meno la possibilità di considerare automaticamente realizzate razionalità tecnica, convenienza economica, opportunità sociale, garanzia istituzionale a seguito dell'emanazione di certi atti formali o del rispetto di certe procedure, si legittima nell'ambito dell'amministrazione la funzione manageriale consistente nell'applicazione di metodi e strumenti espliciti a supporto del momento politico. Quest'ultimo deve essere messo in grado di valutare: la razionalità delle scelte assunte; la convenienza economica, l'opportunità sociale; il mantenimento dell'equilibrio nei rapporti diritti-doveri dei cittadini nei confronti dell'organizzazione politico-istituzionale.
Non potendosi riferire a un modello di comportamento precostituito, o a modelli di comportamento cui riconoscere una validità duratura nel tempo il manager viene responsabilizzato sui risultati ottenuti e sulla rispondenza alle attese, demandando alla professionalità il compito di attivare i processi ritenuti più validi, nel rispetto primario del principio di legalità e di totalità trasparenza.
In tale ottica la legge regionale 51/97 prevede i seguenti momenti e strumenti organizzativi: Presso la direzione regionale "Affari istituzionali e processo di delega" è istituito il Settore "Attività amministrativa a supporto della Giunta regionale e delle Direzioni regionali" al quale è demandata l'attività di assistenza, supporto e riscontro di legittimità per la Giunta regionale per tutte le esigenze di funzionamento del processo deliberativo (voglio sottolineare l'aspetto di assistenza e supporto, perché il dirigente è autonomo nell'applicazione delle determine); al medesimo Settore è attribuita l'attività di supporto e consulenza alle strutture regionali per quanto attiene all'elaborazione dei provvedimenti amministrativi di competenza dei dirigenti. Si tratta, evidentemente, di una struttura di supporto alle decisioni o di servizio ai dirigenti, con prevalente valenza preliminare all'adozione dei singoli atti.
E' assegnata ai dirigenti la piena responsabilità della gestione finanziaria, tecnica ed amministrativa ed in questo ambito il polo di responsabilità del funzionamento delle strutture è individuato nel direttore regionale; il medesimo diventa il garante della correttezza delle procedure attraverso la vigilanza sull'azione amministrativa svolta dai dirigenti assegnati alla sua struttura direzionale, con la possibilità di esercitare, previa diffida, il potere sostitutivo in caso di inerzia dei medesimi. L'apporto della struttura funzionariale, conseguentemente subisce sempre più modifiche sostanziali e, per la dirigenza, si legittima anche sotto questo punto di vista, la funzione manageriale. Il manager responsabile di funzione o di struttura non può più ipotizzare il suo rapporto con il "risultato" solo come un adeguamento delle proprie decisioni alle norme di massima esistenti. Decide, piuttosto, in funzione dei risultati che deve raggiungere in termini di efficacia operativa e di concerto con gli accorgimenti che combinano al meglio le risorse. Un cambiamento di questo tipo implica l'acquisizione di competenze manageriali sempre meno specialistiche e amministrative e sempre più a carattere generale e trasversale rispetto all'attività erogata e ai servizi prodotti.
E' prevista, a supporto dell'organico politico, l'istituzione del nucleo di valutazione con il compito di verificare, mediante valutazioni comparative dei costi e dei rendimenti, la realizzazione degli obiettivi la corretta ed economica gestione delle risorse pubbliche, l'imparzialità ed il buon andamento dell'azione amministrativa. Tale nucleo è composto dal dirigente responsabile del Controllo di gestione, da due direttori regionali del ruolo della Giunta, da uno del ruolo del Consiglio e da tre esperti esterni all'amministrazione provvisti di comprovate esperienze e qualificazione nelle discipline di controllo di gestione dell'organizzazione e della gestione del personale; tutti elementi presenti nella legge n. 51. Voi sapete che ad un certo punto vi era la proposta dell'auditing. L'auditing è una situazione che noi abbiamo anche preso in esame - l'auditing è un'organizzazione di controllo sugli atti amministrativi che certifica la validità, la trasparenza, l'ortodossia dell'atto amministrativo - qualcuno sosteneva che questo "comparto" potesse essere affiancato alla Giunta. Questo principio è stato abbandonato e sostituito con quella struttura di supporto perché in realtà la legge n. 51 come ho tentato di spiegare in maniera forse troppo tecnica - demanda la responsabilità dell'atto amministrativo, cioè la determina, al dirigente regionale, di conseguenza ai capi settore che fanno capo al dirigente regionale, come responsabilità gerarchica. Di conseguenza l'aver adottato una legge che per certi versi legittima la responsabilità amministrativa nei confronti del dirigente e poi creare una struttura che controlli attraverso la Giunta, la validità degli atti amministrativi, è un controsenso. Invece, è corretto costituire una struttura di supporto al processo normativo e al processo amministrativo nei confronti dei dirigenti in modo che loro possano avvalersi di una garanzia che non è un controllo ma un supporto. Questo è il principio che ci ha fatti propendere verso la struttura di supporto e non verso quella di controllo. I componenti del nucleo hanno accesso ai documenti amministrativi e relazionano annualmente al Consiglio regionale su tutto il lavoro svolto.
Tra le strutture direzionali particolare importanza riveste la struttura speciale "Controllo di Gestione", alle dirette dipendenze del Presidente della Giunta regionale, con il compito di garantire all'amministrazione l'assistenza tecnica ed il supporto operativo per l'analisi e la verifica di efficiente ed efficace gestione delle risorse finanziarie, di economica gestione delle risorse pubbliche, di imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa. Ciò presuppone un'organizzazione per centri di costo e il ricorso ad una contabilità analitica. La nostra Regione non ha una struttura di contabilità; noi stiamo tentando di costituirla, ma come avviene in qualsiasi azienda moderna, dove esiste un controllo, i centri di costo sono il primo elemento, ma la legge sulla contabilità - che l'Assessore Burzi si è impegnato personalmente con me a realizzare in tempi molto brevi - è l'altro fondamentale elemento di gestione amministrativa e di gestione "budgettistica" in relazione alle risorse della nostra Regione.
Questo diventa ancora più importante nella situazione nel 1998, dove in realtà il trasferimento - che voi sapete è il 70% del budget della Regione Piemonte - delle spese sanitarie, viene tout court sostituito con l'IRAP.
Noi ci troviamo di fronte al fatto di far funzionare una struttura, come quella della sanità che ha dei costi - fortunatamente nella nostra regione per merito di tutti, piuttosto contenuti - e che viene coperta da un trasferimento, cioè da risorse finanziarie che lo Stato demanda in quota parte alla Regione Piemonte; passiamo invece ad un regime dove un gettito di una nuova imposta, che non sappiamo che entità abbia, quanto e come verrà riscossa e come verrà recepita dai contribuenti, perché c'è anche questo aspetto di carattere psicologico, dovrà di fatto tout court, e questo vale già per il bilancio 1998, sostituire il gettito che ci veniva trasferito per la spesa sanitaria.
Voi potete ben immaginare come sia difficile far quadrare il cerchio del bilancio del 1998 non avendo la certezza, se non attraverso la tassa IRAP, di poter pagare le spese sanitarie della Regione Piemonte come di tutte le altre regioni, perché sono esattamente nella stessa nostra situazione.
Ciò presuppone un'organizzazione per centri di costo e il ricorso ad una contabilità analitica che consenta l'analisi e la valutazione degli scostamenti rispetto ai risultati attesi, ma soprattutto l'introduzione di nuove tecniche di valutazione delle politiche pubbliche.
Da quanto sopra premesso si evince che il nuovo modello organizzativo sposta dall'organo politico alla dirigenza apicale il compito di vigilanza e controllo sull'attività amministrativa e gestionale, prevedendo in capo al "Nucleo di valutazione" ed al "Controllo di gestione" la verifica a posteriori attraverso la definizione di parametri di riferimento del controllo, effettuata di concerto con gli organi di direzione politica.
Ho tentato di fare un'analisi di quella che è la situazione che ci troveremo a gestire da quando avremo approvato la legge, da quando nomineremo i dirigenti in avanti.
In tale innovativo contesto normativo l'azione di governo non può che operare lungo le seguenti direttrici: a) revisione della legge regionale n. 8/84 riguardante l'attività contrattuale della Regione, in particolare, con riferimento ai seguenti punti: previsione dell'estensione della trattativa privata a più ditte anche per i contratti di importo non superiore a lire 50.000.000 riformulazione della lettera d) dell'art. 31 per limitare a precisi casi circoscritti il ricorso alla trattativa privata nel caso di urgenza.
b) Attuazione della legge regionale n. 8/84, in particolare, con riferimento ai seguenti punti: istituzione dell'Albo dei Fornitori e sua disciplina con specifico regolamento in corso di predisposizione regolamentazione dei lavori, dei servizi e delle forniture da effettuarsi in economia, altro aspetto sul quale obiettivamente abbiamo sentito la necessità di porre dei limiti di chiarezza studio di fattibilità in merito alla stesura di capitolati generali contenenti le condizioni che possono applicarsi indistintamente a determinati tipi di contratti, da approvarsi ai sensi dell'art. 25 della legge da parte del Consiglio regionale applicazione dell'art. 24 della legge regionale in questione nel senso di prevedere, nei provvedimenti di individuazione degli obiettivi, la procedura più idonea a garantire l'economicità delle iniziative e la speditezza dell'azione amministrativa, nel rispetto dei principi di imparzialità, di concorrenza tra gli imprenditori e della parità di trattamento dei concorrenti individuazione da parte della Giunta regionale di un unico referente nel caso di avvenimenti che interessino una pluralità di direzioni regionali regolamentazione delle casistiche relative alle spese in sanatoria. E' indubbio che ci sono anche dei casi in cui gli avvenimenti hanno corso e poi si pagano una volta avvenuti, quelli che vengono normalmente definiti in sanatoria.
In parallelo la Giunta regionale si impegna a rendere operative ed altamente qualificate le attività riconducibili a quanto di competenza del "Nucleo di valutazione" e del "Controllo di gestione", nonché, ad incrementare adeguatamente con le professionalità necessarie la struttura competente a supportare la Giunta regionale e le direzioni regionali nell'elaborazione dei provvedimenti di rispettiva competenza.
La Giunta regionale, inoltre, ritenendo che lo strumento di controllo più efficace sia quello della trasparenza, si impegna ad assicurare forme adeguate di informazione che consentano la conoscenza di tutti i provvedimenti adottati, nonché, le possibilità di accesso agli stessi. E qua esiste uno dei problemi che so essere oggetto di dibattito, che è quello della conoscenza delle determine, perché è ovvio che questo è un elemento sul quale bisogna porre attenzione.
Infatti sotto l'aspetto organizzativo l'eccesso di informazione è sintomatico di riduzione sino all'annullamento dell'informazione stessa.
Sotto l'aspetto procedurale, per ovviare a tale inconveniente, si è sviluppata la possibilità di una pubblicazione on line in tempo reale degli oggetti dei provvedimenti adottati, con evidenziate le strutture di riferimento. Quando parlo di oggetti intendo i titoli delle delibere. Vedo già il Consigliere Cavaliere (...)



CAVALIERE Pasquale

Pensavo alla linea rosa.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Quelle sono le chat line, invece questa si chiama non line, vuol dire in tempo reale, perché con il sistema dell'iscrizione dei titoli delle delibere, ormai ampiamente computerizzato, i titoli saranno accessibili a ogni terminale che è collegato con il sistema informativo della Regione.
Questo vale sia per le deliberazioni della Giunta regionale, sia per le determinazioni assunte dai dirigenti. E' qua l'aspetto importante, nel senso che voi potrete, con questo sistema, vedere quali due atti amministrativi importanti, quello politico di indirizzo dove praticamente noi diciamo, secondo le procedure che riteniamo, come devono essere spesi i soldi, dove devono essere indirizzati gli investimenti della Regione Piemonte. L'altro, le determinazioni assunte dai dirigenti che presi gli indirizzi attuano quello che è l'indirizzo che la Giunta ha segnato e voi avrete la possibilità di vedere sia uno che gli altri.
L'accesso specifico agli atti viene garantito con l'invio, di norma nei cinque giorni successivi, di copia integrale dei provvedimenti adottati dalla Giunta regionale. Perciò i titoli on line, il contenuto degli atti deliberativi entro cinque giorni.
Per quanto concerne le determinazioni eventualmente richieste a seguito della consultazione degli oggetti, si provvederà alla loro trasmissione successivamente alla loro efficacia.
Un conto è l'atto di indirizzo, quello entro cinque giorni, mentre invece per quanto concerne le determinazioni che sono quelle che assumono i dirigenti, eventualmente richieste; i titoli li potete vedere subito, per i contenuti richiesti a seguito della consultazione degli oggetti, si provvederà alla loro trasmissione successivamente alla loro efficacia.



(Dai banchi dell'opposizione viene chiesto cosa significa "successivamente alla loro efficacia")



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E' una terminologia tecnica, credo dopo che sono state attuate.



(Altre interruzioni dai banchi dell'opposizione. )



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

No, quella è l'esecutività. L'efficacia è l'impegno contabile, mi dicono. Al massimo per legge dopo 15 giorni.



(Contestazioni dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Siccome questo passaggio mi pare delicato, le suggerirei di riprenderlo dall'inizio.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Sotto l'aspetto procedurale, per ovviare a tale inconveniente (...)



PRESIDENTE

Pregherei il Consiglio di seguire con attenzione. Non mi pare una comunicazione marginale, riguarda anche gli aspetti di trasparenza che poi i Consiglieri vogliono conoscere.
Scusi l'interruzione, Presidente.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Sotto l'aspetto procedurale, per ovviare a tale inconveniente, si è sviluppata la possibilità di una pubblicizzazione on line in tempo reale degli oggetti dei provvedimenti adottati, con evidenziate le strutture di riferimento. Questo vale sia per le deliberazioni della Giunta regionale quelli di indirizzo, sia per le determinazioni assunte dai dirigenti.
L'accesso specifico agli atti viene garantito con l'invio, di norma nei cinque giorni successivi, di copia integrale dei provvedimenti adottati dalla Giunta regionale. Per quanto concerne le determinazioni eventualmente richieste a seguito della consultazione degli oggetti, che sono on line, si provvederà alla loro trasmissione successivamente alla loro efficacia. I tecnici mi dicono entro 15 giorni.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Cioè quando l'atto amministrativo sarà perfetto.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Fatto salvo il principio di legalità ieri come oggi o domani, il fossilizzarsi sulle procedure significa non permettere l'evoluzione del sistema pubblico. E' ovvio, ho fatto questa riflessione che è conclusiva alla mia relazione che ha voluto, e io mi auguro con soddisfazione da parte dei Consiglieri, prendere atto di una situazione che ci è stata segnalata in maniera piuttosto veemente e della quale io ho preso dovuta considerazione. Attraverso queste iniziative, in relazione al cambio culturale che avviene con l'applicazione della legge 51 (le nomine, ripeto verranno realizzate in tempi molto brevi), vengono intraprese altre procedure per garantire in primis i dirigenti nell'assumere atti che trovino confronto o conforto in questa struttura parallela della Giunta dal punto di vista della legittimità e dal punto di vista delle procedure.
L'inconveniente che si potrebbe correre è che con questa nuova attuazione della legge il sistema regionale si blocchi perché i dirigenti, anche giustamente magari, non sono così tranquilli nell'assumere atti amministrativi. Perciò il primo obiettivo è quello di mettere nella totale tranquillità i dirigenti. Certo è che se sbagliano, sbagliano loro, ma è ovvio che siccome sono persone che lavorano per l'amministrazione io intendo fare tutto il possibile per metterli nella condizione di non sbagliare.
Secondo punto: con la revisione della legge 8 e con le iniziative che la Giunta, attraverso questa mia comunicazione, ha deciso di impegnarsi ad assumere, credo che le risposte in merito agli elementi di trasparenza, di chiarezza e di corretta procedura, possano essere evidenziate ed interpretate dal contenuto della mia relazione.



PRESIDENTE

Sulla comunicazione del Presidente Ghigo è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente per questa comunicazione.
Vorrei fare qualche osservazione su un tema che ritengo importante e che non è ancora stato messo a fuoco, che è quello relativo alle responsabilità delle "determine".
Adesso dico una cosa un po' sgradevole, ma che penso corrisponda alla verità delle cose: cosa sono le determine, sono importanti o meno? Tutta la vicenda di Tangentopoli è stata una vicenda di determine, nel merito delle cose fatte! Tutta l'esplosione e la conoscenza di quegli episodi di malversazione e di corruzione erano relativi atti che oggi chiamiamo "determine", cioè atti di pura e semplice gestione amministrativa, di decisioni politiche che venivano a monte della decisione di determina.
Allora le determine sono questo! Saranno il massimo numero di decisioni prese dalla Pubblica Amministrazione con il massimo di rilievo esterno! Sono i contratti! Ho fatto questa premessa, anche sgradevole, per dire che dobbiamo occuparci di questo settore amministrativo, che una volta era cogestito da tecnici e politici; adesso, sulla base delle leggi vigenti, quelle nazionali e la nostra, viene - si dice, ma bisogna approfondire il significato di questa cosa - assegnato alla responsabilità del dirigente che ha la responsabilità di gestire un indirizzo e una decisione politica.
Ecco: in cosa consiste questa responsabilità e a chi si risponde di questa responsabilità? E' indubbio che la responsabilità del dirigente è quella di scegliere come fare una gara. Il dirigente è responsabile perché dovendo partecipare ad un salone espositivo, sulla base di una decisione della Giunta, decide chi invitare per fare lo stand e via dicendo. Questa è la responsabilità del dirigente. Il dirigente, siccome è persona come tutte le altre, compirà scelte sempre giuste, a volte inesatte, molte volte discrezionali e discutibili. Di queste scelte il dirigente a chi risponde? Senz'altro risponde all'Assessore e alla Giunta regionale, dal quale o dalla quale ha avuto l'input per mettere in moto una procedura. Qui apro un'opinione: la responsabilità del dirigente che è resa alla Giunta regionale comporta la necessità che su quell'atto compiuto dal dirigente la Giunta regionale o l'Assessore sia responsabile di fronte al Consiglio. Perché se noi non facciamo questo collegamento, che l'Assessore è sempre responsabile anche delle determine - responsabile in ultima analisi, responsabile secondo la responsabilità politica che un componente del governo ha in un'aula - noi daremmo al dirigente una responsabilità che comporta solo onori e non oneri o viceversa, nel senso che il dirigente non potendo difendere la validità del proprio atto in un'aula come questa, viene ad essere esposto a ogni sorta di impossibilità di interloquire sulla responsabilità che ha esercitato.
Dato che il dirigente non può rispondere, esso responsabile di quell'atto, a un interrogante che chiede come mai è stata fatta questa scelta, o ci troviamo di fronte a una grossa pagina bianca all'interno dell'impalcatura Bassanini, che mi sembra non sia possibile, oppure questa pagina bianca va risolta nel senso che gli Assessori rispondono in toto, in quest'aula, sulle determine prese dai propri dirigenti.
Se non è così e il dottor X compie una gara d'appalto sulla quale vengono sollevati dei dubbi, l'interlocuzione tra il Consigliere regionale che, sulla base di un bilancio approvato e di una delibera di Giunta che ha valutato, vede la gestione di quella decisione in modo critico, da chi ottiene responsabilmente le risposte? Se la cosa si chiude al funzionario, dovrebbe ottenerla dal funzionario, ma il funzionario non parla in Consiglio! Allora, o il funzionario - e dovrebbe essere la Bassanini 3 - si dice che ha rilevanza nei confronti del Consiglio regionale e il Consiglio regionale allora rivolge l'interpellanza direttamente al funzionario e ne ha dal funzionario una risposta, ma se il Consigliere regionale che secondo me ha titolo per chiedere conto di una determina perché il Consigliere regionale ha votato un bilancio e il Consigliere regionale magari ha votato una delibera di Consiglio o comunque può chiedere notizie su una delibera di Giunta, allora il Consigliere regionale, non potendo avere una risposta da chi si dice abbia la responsabilità, deve avere una risposta perché guai se non fosse così, perché se non fosse così allora i canali a disposizione del Consiglio regionale sono solo più quelli della Magistratura! Guai se non fosse così! Se è così io ritengo però, forse, che questa interpretazione che ho dato debba essere un po' conformata in modo leggibile e ufficiale. Perché è una situazione che può scoppiare domani mattina, cioè domani mattina ci pu essere un Consigliere che critica una determina e chiede urgente risposta.
Chi la fornisce e quali sono i limiti di questa risposta? Sono limiti, come io penso, di totale responsabilità dell'Assessore o l'Assessore rende risposte solo per interposta persona? "Il Consigliere mi ha chiesto una cosa, io come Assessore non ne so nulla perché io ho solo preso la grande decisione, è poi il mio funzionario che ha invitato solo tre ditte", e l'Assessore legge un documento senza "farlo proprio responsabilmente", quindi difendendolo o meno.
Sui tempi, poi, delle determine, penso che la determina debba essere come la delibera di Giunta, resa disponibile un minuto dopo l'approvazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Vorrei invitare sommessamente l'aula a seguire questo dibattito che complessivamente non mi pare marginale.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente. Credo che, seppur debolmente, si cominci a mettere mano, pur senza avere tutta la convinzione necessaria e analisi dei fatti che hanno preceduto questa necessità, a dei problemi veri. Infatti, il problema non è chi fa gli atti, perché a mio parere è abbastanza irrilevante se è l'Assessore o il dirigente. Soprattutto, in un contesto in cui i dirigenti sono scelti dagli Assessori, e sappiamo cosa sta avvenendo in questi giorni, quanti ricatti e quante raccomandazioni.
Allora, il problema non è di chi fa, ma qual è il processo di trasparenza dell'atto che si compie. La riforma della legge n. 8 dell'84 nei punti indicati, è importante perché, così com'è, non dà le necessarie garanzie dei processi di trasparenza, per una discrezionalità non sempre giustificata. Quindi, le modifiche, che vanno nel senso di correggere queste storture, sono di adeguamento a quanto va adeguato. Questo è giusto.
Mi permetto, poi, di sottolineare la necessità di un regolamento per i contributi. Non è possibile che nel nostro Ente vengano dati contributi anche superiori a 100-200 milioni e colui che li riceve basta che faccia un foglietto con scritto: ho speso bene i soldi che mi sono stati dati. Non credo sia moderno questo modo di procedere; in qualche Assessorato esiste un regolamento, ma non c'è un regolamento complessivo.
Il problema del processo di trasparenza è legato - non è un fatto di poco conto, o trascurabile - a un modo di procedere quasi contabile se, e denota un certo tipo di mentalità, la delibera, la determina o quant'altro è accessibile oggi, domani, dopodomani. Qui subentra una questione di cultura amministrativa: da un lato c'è la cultura vecchia, prefettizia, per cui la delibera si può vedere quando è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e, dall'altro, la cultura di un'Amministrazione trasparente, che dice e concepisce l'atto amministrativo trasparente in quanto tale, cioè che lo si può vedere in qualsiasi momento, nel momento in cui nasce, nel momento in cui viene approvato ed il giorno dopo.
Perché non si può vedere il giorno prima? Spiegatemelo qual è il motivo recondito per cui l'Amministrazione non può farlo vedere. Cos'ha da nascondere la Pubblica Amministrazione? Una Pubblica Amministrazione che non ha niente da nascondere, non ha niente da nascondere: questo è il problema. Salvo quando ci sia un motivo particolare per cui - non so quale possa essere - un atto non si pu vedere.
Altro problema è l'adeguamento telematico della Regione, e qui siamo all'anno zero, nel senso che qualche Assessorato ha in rete il proprio procedimento, ma prima che sarà in rete tutta la Giunta, campa cavallo; e quando sarà in rete la Giunta con il Consiglio saremo al terzo millennio.
Non possiamo affidarci a questo sistema, bisogna produrre un sistema più moderno.
Mi permetto anche di dire, Presidente, che un organismo autonomo, in questa situazione di transizione, che valuti la congruità degli atti, per lo meno su richiesta di parti del Consiglio, ci deve essere. Valutiamo se si può affidare questo compito, insieme ad altri esperti, al Difensore Civico o comunque ad un organismo che valuti questi aspetti.
Inoltre, Presidente, affinché tutta la partita che lei ci ha rappresentato possa essere non una variabile dipendente, ma una priorità le suggerisco di assegnare ad un componente della sua Giunta una delega alla trasparenza.
Altre cose vorrei dire sulla questione dell'informazione esterna della Giunta. Questa non è estranea ad un obiettivo di trasparenza, anzi oserei dire che è una delle cause principali dei problemi in cui ci siamo imbattuti e quindi ci aspettiamo con altrettanta energia che ci venga data la necessaria trasparenza anche in quel settore. Porre dei problemi senza definire delle soluzioni, senza ben analizzare quali sono i veri problemi che l'hanno generato - e quello della comunicazione esterna è uno di questi credo non faccia cogliere tutta la dimensione del problema stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Signor Presidente, l'intervento del Presidente Ghigo richiede un commento sia per il contenuto sia per il momento in cui è stato collocato.
Credo che ai colleghi della maggioranza, e in modo particolare al Capogruppo di Alleanza nazionale, non sfugga il fatto che questa comunicazione avviene dopo che la maggioranza ha abbandonato l'aula la scorsa seduta di Consiglio. Riprendiamo, quindi, il discorso dal momento in cui la maggioranza ha abbandonato la riunione dei Capigruppo: non si pot completare la seduta di Consiglio regionale perché la maggioranza abbandon l'aula.
L'abbandonò mentre si stava discutendo di una questione specifica: la "questione Vaglio". Probabilmente si tratta di una discussione che al collega Ghiglia crea molta noia, ma si stava discutendo di questioni specifiche e di rilievi non banali. Mi pare che l'intervento del Presidente Ghigo, laddove propone delle modifiche ad alcune procedure, in qualche maniera, per una certa parte, tiene conto del fatto che bisogna definire procedure molto più precise e molto più trasparenti.
Sotto questo aspetto riteniamo che l'intervento del Presidente Ghigo sia puntuale: condividiamo le indicazioni che ha formulato. Intendo soltanto commentarle per evitare di assegnare alla norma un ruolo di tipo politico. La norma può risolvere qualche problema, può darci qualche garanzia, ma sicuramente non è in grado di risolvere problemi di carattere politico e tanto meno problemi di carattere morale e tanto meno questioni di carattere etico. Il problema che abbiamo di fronte e il seguente: le norme le possiamo affinare, ma sappiamo perfettamente che tutte le norme sono aggirabili.
Pertanto, credo, Presidente, che questa fase di grande cambiamento, che sta avvenendo nelle istituzioni pubbliche, nel nostro caso mi riferisco alla Regione, debba essere seguita con grande attenzione.
Nessuno di noi è in grado, oggi, di formulare un'ipotesi organizzativa soddisfacente per applicare la legge n. 29.
Ho la sensazione che il modello organizzativo si deve costruire sul campo man mano che si va avanti. Sono dell'opinione - a differenza del Consigliere Cavaliere - che non occorrano altri livelli di controllo. Una volta definite chiaramente le responsabilità dei dirigenti e le responsabilità dei politici - avendo definito per legge che c'è una responsabilità dei dirigenti che è di tipo civile, di tipo contabile e di tipo penale - queste devono essere esercitate fino in fondo e ognuno deve svolgere il proprio ruolo.
Non sono necessari né il difensore civico né un altro organo; occorre questo sì, un meccanismo di autotutela della Giunta regionale, direi della Regione, che garantisca chiaramente la divisione di compiti. Infatti il livello di responsabilità tra il ruolo di gestione e il ruolo politico è un livello di difficile definizione: questione estremamente importante.
Così come credo sia importante che i dirigenti abbiano un supporto di carattere giuridico - lei, Presidente, il concetto lo ha sottolineato nelle scelte che devono compiere. Noi parliamo di dirigenti che hanno magari competenze di carattere tecnico, ma non è detto che abbiano anche delle competenze di carattere amministrativo.
Il supporto di carattere amministrativo deve essere anche un supporto forte per garantire il dirigente nello svolgimento degli atti e abbia quella necessaria sicurezza quando vengono stese delle determinazioni.
Credo che i Consiglieri possano svolgere un utile ruolo per garantire quella trasparenza affinché tutto il processo di scelte che si compiono a livello di deliberazioni del Consiglio regionale, della Giunta e oggi delle determinazioni, vengano messe in rete in modo che ogni Consigliere possa accedere.
Questa mi sembra la priorità fondamentale: consentire ai 60 Consiglieri di intervenire immediatamente, dopo che l'atto è stato assunto, e di esaminarlo; atto che dà ai dirigenti una grande garanzia; sapendo di essere controllati è un fatto importante.
Se questo non può avvenire immediatamente, perché ci sono delle difficoltà probabilmente occorre che la Giunta, in modo quasi a estrazione a sorte verifichi, attraverso i meccanismi che ritiene più utili, la correttezza di carattere amministrativo di alcune determine. Proprio perché, oggi, alcuni dirigenti non hanno quel tipo di formazione.
Ripeto, il comportamento degli Assessori non è un problema risolvibile con le determine che riguardano, invece, i dirigenti.
Il problema sui comportamenti degli Assessori, che non sempre assumono degli atteggiamenti di carattere ortodosso, vanno risolti con decisioni di carattere politico. Se l'atteggiamento di un Assessore è di grande discrezionalità, quindi non risponde a quei requisiti fondamentali di obiettività che devono avere, allora occorrono interventi di carattere politico che il Presidente di una Giunta e la maggioranza devono assumere.
Noi abbiamo notato che per la "vicenda Vaglio" non sempre questi comportamenti sono stati di grande obiettività.
Per i comportamenti assunti dall'Assessore Vaglio non siamo in grado di poter affermare che l'Assessore non si è ispirato ai principi fondamentali a cui si deve ispirare un amministratore pubblico. Anche per alcune scelte che non soltanto l'Assessore Vaglio, ma alcuni Assessori compiono soprattutto su alcune materie dove c'è una grandissima discrezionalità anche in questo caso non ci sentiamo di affermare che i comportamenti di questi Assessori sono coerenti con i principi fondamentali della pubblica amministrazione e in modo particolare quello dell'obiettività. Infatti alcune scelte non sono spiegabili sulla base di questi principi.
Dopo che lei, Presidente, ha assunto questi impegni, che condividiamo deve assumersi qualche impegno in più per il ruolo che, a questo punto diventa molto più definito: un ruolo di tipo politico anche nei confronti di Assessori affinché in ogni momento il ruolo degli Assessori sia coerente con i principi fondamentali della pubblica amministrazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie Presidente. Dall'aver ascoltato la lettura delle note test lette, così le ha volute chiamare il Presidente della Giunta, la prima proposta che mi sentirei di fare, considerato l'impegno serio che ne sottende, potrebbe essere quella di trasmettere questo testo alla I Commissione, per esempio, che è la Commissione che riguarda anche l'organizzazione e l'insieme di queste problematiche, perché proprio per lo sforzo che in questo testo è contenuto ci possano essere eventualmente anche gli apporti dei Consiglieri regionali che intendono partecipare a questo lavoro.
Alcune questioni sono condivisibili, per esempio quella dell'estensione della trattativa privata a più ditte, anche quando si tratta di aggiudicare dei lavori sotto i 50 milioni. Riteniamo che, per la verità, tutta una serie di regole siano già presenti, ma che in questo testo ci sia sostanzialmente l'impegno da parte di tutto l'esecutivo di fare un riferimento espresso alle regole esistenti, che talvolta non sono state attuate e questo ha creato indubbiamente delle incoerenze, se non proprio delle scorrettezze, ma sicuramente una non trasparenza nelle procedure. Ci che volevo in particolare richiamare era l'esigenza di normare, con una particolare attenzione, una questione che ho visto segnalata qui e cioè l'individuazione di un unico referente nel caso di avvenimenti che interessino una pluralità di direzioni regionali. E' indubbia questa esigenza, soprattutto nel campo della promozione, perché nel campo della promozione, laddove minori di per sé sono le regole, se vogliamo, e maggiore è il ricorso all'immagine della Regione, questa esigenza è più sentita.
Io credo, signor Presidente, che lei in qualche modo debba fare un po' leva su quel ruolo che più forte è riconosciuto al Presidente della Giunta regionale a seguito, se non dell'elezione diretta, della designazione diretta da parte degli elettori del Presidente della Giunta stessa, perch evidentemente i dirigenti in particolare sentono fortemente questo nuovo ruolo della Presidenza della Giunta regionale. Quindi trasformerei in positivo ciò che oggi in qualche modo può essere vissuto forse non bene dai suoi stessi Assessori. E' indubbio che a prescindere dai rapporti di fiducia, magari politica ecc. si possano innescare dei meccanismi anche di eventuale gelosia nella gestione di questi rapporti, magari che passano attraverso la Presidenza e tutto questo può ingenerare degli equivoci quando il tutto si ferma a degli equivoci e non determina invece poi dei comportamenti che assumano le caratteristiche della scorrettezza.
A volte, per imporsi rispetto a delle decisioni che sono state assunte alla Presidenza in una logica anche di coordinamento.
Se al coordinamento politico si danno gambe operative anche attraverso un coordinamento di funzionari, dando più procedure a quello che è il coordinamento dei funzionari che già siede presso la Presidenza della Giunta regionale, questo potrebbe essere utile.
Io sarei più prudente, invece, per il meccanismo che si vorrebbe mettere in piedi per le spese in sanatoria, perché bisognerebbe invece cercare di evitare le spese in sanatoria e semmai prevedere qualche capitolo di spesa che faccia riferimento a questo tipo di voce e non svilupparlo volta per volta.
Per quello che riguarda i criteri sui contributi, questa è peraltro un'esigenza che da anni è presente nella pubblica amministrazione; quando esisteva la Commissione di controllo numerose furono le occasioni nelle quali si sottoposero i criteri inerenti i contributi che venivano dati soprattutto i più importanti. La VI Commissione si è impegnata recentemente su mia richiesta, ma poi accolta dall'Assessore Leo, di definire per esempio le caratteristiche di quando la Regione intende accedere ed essere parte delle fondazioni. Io credo che la VI Commissione dovrebbe esaminare i criteri per i più importanti contributi, perché quando ci sono delle griglie di riferimento anche il comportamento è più facile, è un po' come avere le rotaie, è più difficile deragliare.
Cercando di essere però brevi e anche un po' politici il punto è proprio questo, perché le leggi le abbiamo, le procedure forse vanno messe a punto e con questo testo si fa un passo avanti per cercare di mettere a punto le procedure. Io chiederei che la prima Commissione esaminasse questo testo e che ci fosse invece un approfondimento specifico anche nella VI Commissione per le questioni che attengono ai contributi e alle fondazioni perché tutto ciò per la verità, poi, quando avviene è a tutela dell'Assessore, non è fatto contro l'Assessore né contro la Giunta. E' a tutela dell'Assessore; quello però per cui lei dovrà operare, Presidente dal punto di vista più politico riguarda i comportamenti. Una questione sono le leggi, una cosa sono le procedure delle delibere fatte correttamente; però io voglio cogliere, e la voglio trasmettere al Presidente della Giunta regionale, un'osservazione molto felice che ha fatto la Consigliera Cotto in una riunione che abbiamo avuto, quando ha detto che il sofisticatore che ha l'intenzione di sofisticare è anche quello che farà molta attenzione a far sì che il vino sofisticato abbia le bollette in regola nel trasferire questo prodotto.
La questione delle procedure è certamente importante per questo grande labirinto che è la pubblica amministrazione in generale e anche un po' la Regione per le tante competenze, ma non ci mette al riparo dalle forzature che si vogliono fare nei confronti delle procedure. Allora io credo Presidente, che il suo compito, anche dopo i numerosi incidenti che hanno riguardato recentemente questa Giunta, sia quello di badare con forza ai comportamenti politici dei componenti dell'esecutivo, che si traducono poi evidentemente in comportamenti amministrativi, perché è indubbio che i dirigenti hanno la responsabilità delle cosiddette determinazioni con la nuova legge, ma è la responsabilità del redigere correttamente sotto il profilo amministrativo il provvedimento; la responsabilità politica resta sempre in capo all'Assessore e mi sembra, per la verità, che a maggior ragione nel momento in cui l'Assessore non firma più il provvedimento perché esso è a tutto campo di responsabilità del dirigente, la responsabilità politica sia ancora più accentuata, perché il dirigente fa una determinazione a seguito di una scelta politica che quindi diventa ancor più forte, ripeto, in capo all'Assessore.
Certamente queste sono delle premesse e noi siamo abbastanza soddisfatti anche come Gruppo per aver potuto concorrere a richiedere queste linee di comportamento. Però sappiamo bene, Presidente, lei stesso credo ne sia perfettamente consapevole, che bisogna poi fare un passo ulteriore rispetto al comportamento di tutto l'esecutivo e di quelle componenti, lo voglio dire ancora una volta, anche funzionariali che hanno delle valenze più politiche, che con buona differenza, perché è evidente che ci sono profonde differenze di comportamento, rappresentano gli elementi un pochino più deboli di questi comportamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la comunicazione che ha reso oggi il Presidente Ghigo in aula ha una notevole rilevanza, non tanto per la giornata di oggi, quanto per il futuro della nostra Regione.
Il documento che ci ha fatto pervenire e che ha illustrato nella sua comunicazione, è da leggere con estrema attenzione. E' un documento molto positivo, fors'anche migliorabile e per questo io accedo alle richieste di alcuni Consiglieri, in particolare della collega Spagnuolo, che dice che potrebbe essere forse migliorato, dico forse perché riconosco un grande sforzo fatto anche da parte dei funzionari nel redigere questo documento.
Accedo quindi alla richiesta della Consigliera Spagnuolo di esaminarlo eventualmente in una Commissione di merito che certamente non avrà delle competenze specifiche sul documento stesso, ma potrebbe, attraverso le esperienze di tutti i Consiglieri che ne fanno parte, forse in alcuni settori migliorarlo. Dico migliorarlo perché probabilmente su questa materia raggiungere la perfezione credo sia decisamente impossibile.
Uno degli elementi positivi che è contenuto in questo documento, e lo dice uno che ha avuto delle responsabilità sia di carattere amministrativo che di carattere politico (non solo a livello di Enti locali, ma anche nell'ente legislativo Regione Piemonte), elemento positivo che avanza da più parti anche a livello di Enti locali, è il tentativo forte e giusto di individuare responsabilità ben precise, siano esse responsabilità di carattere politico, siano esse responsabilità di carattere amministrativo.
In passato, il fatto per esempio che i Sindaci riassumevano in se stessi tutte le responsabilità, quelle di carattere amministrativo e politico, e poi cercavano a loro volta di scaricare responsabilità di carattere amministrativo ad altri, creava veramente una grande confusione fra i cittadini, non soltanto della nostra Regione, ma dell'intera Nazione.
Sembrava quasi di giocare allo "scaricabarile" e questa confusione sulle responsabilità ci portava ad individuare raramente quelli che erano i veri responsabili.
Credo quindi che questo documento prioritariamente voglia distinguere quelle che sono le responsabilità.
Condivido anche chi dice che comunque anche i funzionari vanno agevolati rispetto allo svolgimento di loro funzioni ben precise. E vanno agevolati con una struttura (forse è già contenuta all'interno di questo documento, che io - dico la verità - non ho ancora letto attentamente) che dia loro il sostegno di carattere giuridico là dove i funzionari non arrivano ad essere competenti in tutto. Non è che quando avremo nominato i direttori regionali nomineremo persone che sanno tutto di tutto: nomineremo persone che avranno i loro grandissimi pregi e forse anche delle piccole non conoscenze. Credo quindi che una struttura che dia loro garanzie anche di carattere giuridico, legislativo, di diritto amministrativo, molto forti, probabilmente agevolerà quella che è la loro funzione.
Il Consigliere Chiezzi ha posto un problema che però è il problema in più, cioè il Consigliere regionale che desideri avere chiarimenti rispetto ad una determina, quindi svolta dal funzionario regionale, dovrebbe poter avere risposte, ma non solo: il funzionario regionale che ha firmato la determina ha il diritto di poter dare queste risposte qualora questa determina creasse un minimo di confusione.
Ebbene, io credo che si potrebbe inventare - lo dico così a caldo quindi non so neanche se è utile dirlo - una sorta di Commissione di controllo di gestione che permetta ai Commissari di fare domande, ma che permetta ancor di più ai funzionari di dare delle risposte. Questo sarebbe un passaggio intermedio assolutamente necessario tra quelle che sono le responsabilità di carattere politico che competono fino in fondo agli Assessori, ma anche ai Consiglieri in alcune decisioni, e quella che Chiezzi chiama come l'unica via per chiarire, che è quella della Magistratura.
Io ritengo che questo passaggio intermedio di una Commissione di controllo sugli atti amministrativi sarebbe estremamente interessante.
Sono ancora d'accordo con chi dice che l'organizzazione si migliora man mano che si va avanti. Sono convintissimo di questo, l'ho detto in apertura del mio intervento: non esiste la regola ottimale rispetto a queste tematiche. Però oggi mi sembra di poter dire che la proposta che il Presidente Ghigo ci ha reso nota in aula è un passo in avanti, forse migliorabile, ma senz'altro positivo.
Voglio chiudere questo mio breve intervento dicendo al collega Saitta per onestà, che la maggioranza - gliel'ho già detto peraltro alla riunione dei Capigruppo - nella scorsa seduta non ha abbandonato l'aula.



BORTOLIN Silvana

Ha fatto mancare il numero legale.



MONTABONE Renato

No, non ha fatto mancare il numero legale. Non si dice che "la maggioranza ha fatto mancare il numero legale"! Si dice che alcuni Consiglieri, non essendoci, hanno fatto mancare il numero legale, perch basterebbe chiedere qual è l'elenco dei presenti e degli assenti alla chiusura della scorsa seduta consiliare per vedere chiaramente che certamente mancavano molti colleghi della maggioranza che hanno il dovere comunque di mantenere il numero legale, ma vista l'ora e il trascinarsi della riunione dei Capigruppo che prima è stata di tutti i Capigruppo, poi soltanto di maggioranza, i Consiglieri se ne sono andati, siano essi di maggioranza o di minoranza. Quindi, è anche ingiusto che i giornali il giorno dopo abbiano titolato: "La maggioranza si assenta dall'aula e fa mancare il numero legale". Così non è. Alcuni Consiglieri, un numero prevalente di Consiglieri di questo Consiglio regionale, se ne sono andati a casa, sia essi di maggioranza che di minoranza, e non c'è più stato il numero legale in aula per poter proseguire la discussione in atto, o, se non si voleva proseguirla, ufficialmente aggiornarla alla seduta di oggi.
Lo dico perché non è giusto che chi è stato qui fino alle 20,30 la scorsa settimana si debba sentire accusato di aver fatto mancate il numero legale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Devo dire che sono assolutamente soddisfatto riguardo alla comunicazione del Presidente della Giunta, sulle iniziative che si intendono adottare o che la Giunta intende adottare in applicazione della legge di riorganizzazione recentemente adottata.
Vorrei però fare una premessa: il dibattito di oggi mi è sembrato un dibattito molto corretto e garbato; da parte di alcuni, però, ho avuto la sensazione che si dovesse a tutti i costi cercare di trovare qualcosa che non va o qualcosa che è troppo poco, nella relazione del Presidente della Giunta.
Io sinceramente, oltre a quello che c'è scritto nella relazione che abbiamo ricevuto, che è stata oggetto di comunicazione verbale da parte del Presidente Ghigo, penso che, per assicurare la correttezza e la trasparenza degli atti amministrativi ci sia soltanto la divinazione, la palla di vetro o la ricerca nelle frattaglie degli animali morti. Perché più garanzie di quelle che vengono date a priori e a posteriori, attraverso la creazione di un settore di attività amministrativa a supporto dell'attività della Giunta regionale e delle direzioni e di un nucleo a posteriori di valutazione e quindi a garanzia dei risultati ottenuti, mi domando, prima di domandare ai colleghi della minoranza, quali altre garanzie possano essere date, se non quelle di ricorrere ad uno sciamano che in preventiva o successivamente possa inventarsi una sicurezza ed una garanzia maggiore.
"Controllo di gestione alle dirette dipendenze del Presidente della Giunta regionale, con il compito di garantire all'Amministrazione assistenza tecnica e il supporto operativo per l'analisi e la verifica di efficiente ed efficace gestione delle risorse finanziare, di economica gestione delle risorse pubbliche, di imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa": questa, colleghi, se mi consentite è la più alta garanzia, non soltanto tecnica, amministrativa e gestionale, ma politica che può essere fornita dalla Giunta regionale e dal Presidente.
Il Presidente, più che avocare a sé la struttura speciale sul controllo della gestione che assicura quanto ho appena letto, credo non possa fare.
Credo, allora, che queste valutazioni siano di una certa importanza soprattutto quando si rivolgono alla Giunta che manifesta, con questa comunicazione, una volontà di trasparenza, di buona amministrazione, di efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa e dei suoi procedimenti inequivocabili.
Devo dire di credere molto in questo impegno di tipo politico; a mio avviso il messaggio forte è laddove si dice che la struttura del controllo della gestione opera alle dirette dipendenze del Presidente della Giunta.
Questa per me è la forte garanzia politica e amministrativa perché in qualche modo il Presidente della Giunta si assume la responsabilità diretta della struttura di controllo, oltre poi ad una struttura di valutazione sui risultati ottenuti, e anche questa non è poca cosa; a me sembra grande cosa perché negli altri Enti locali non esiste un nucleo di valutazione che si occupi di andare nel merito di quella che è stata a posteriori l'efficacia dell'azione amministrativa.
Attenzione, perché sembra che si dia tutto per scontato, sembra che la Giunta faccia sempre poco, che le assicurazioni che dà siano sempre minimali. Io vorrei soltanto far rilevare che nei Comuni questo nucleo di valutazione non esiste e quindi quello che succede, succede: una volta approvata la delibera o la determina, l'Assessore ha fatto quello che ha fatto o non ha fatto quello che non ha fatto e nessuno può più dire nulla.
A me sembra, invece, un grande atto di responsabilità, oltre che di rispondenza alla legge, oltre che a quei criteri di trasparenza e di buona amministrazione, quella del nucleo di valutazione e la possibilità di avocare alla Presidenza e alla Giunta il controllo della gestione. La sicurezza mi deriva da questo, perché gli altri punti, colleghi - e riprendo da dove ho iniziato - sono tutti punti di pura forma.
Il Presidente avrebbe potuto indicare a maggiori garanzie altri 150 punti; tra l'altro, vorrei anche sapere dal collega Cavaliere, anche se non c'è, magari poi me lo scrive per lettera o mi manda un comunicato stampa quali sono queste continue pressioni e ricatti a cui i dirigenti sono stati, sono o saranno costretti a subire, perché io sarò il primo a denunciarli. Se mi si segnala però il chi, il dove, il come e il quando, io sarò il primo a denunciarli, perché le parole sono pietre (come diceva un poeta), le affermazioni hanno una loro gravità. Se ci sono dei dirigenti che hanno ricevuto dei ricatti o delle pressioni indebite, mi possono mandare una lettera anonima con tutti gli estremi ed io mi farò parte diligente per verificare la fondatezza di questi elementi e il primo a denunciare delle irregolarità. Però facciamo attenzione a lanciare delle pietruzze nello stagno solo perché qualcosa di male si deve dire dell'amministrazione e delle proposte: le parole sono pesanti! Visto che dei fatti sono già stati portati alla nostra attenzione vorrei continuare a ragionare sugli atti e sui fatti e non fare illazioni che sono anche un po' ingiuriose.
La revisione, per esempio, della legge riguardante l'attività contrattuale della Regione: previsione ed estensione della trattativa privata a più ditte anche per i contratti di importo non superiore ai cinquanta milioni, va benissimo. Mi stupisce che non sia ancora stato fatto, ma a discolpa dell'amministrazione dico anche un'altra cosa. Ad esempio nel regolamento sulle trattative private del Comune di Torino è prevista, per iscritto, una trattativa privata ufficiosa, in cui si contattano almeno tre ditte e sulla base delle risultanze di questa gara ufficiosa si determina, se si è sotto ad una certa soglia, di procedere con la trattativa privata; se si è sopra ad una certa soglia, di procedere invece con altri tipi di gara. Io dico di più: perché più ditte? Tutte le ditte.
La Regione Piemonte non andrà certo in deficit perché spedirà cinquecento lettere in più! Servono i computer, spediamo a tutte le ditte di computer la partecipazione alla gara, anzi spediamo a tutte le ditte l'invito ad iscriversi agli albi dei fornitori: una garanzia di trasparenza assoluta. Qui non c'è bisogno di contratti chiari con nessuno e non si deve aver paura di allargare al massimo il numero dei soggetti referenti: risponderà chi avrà i numeri. Non la vedo come una dispersione o come una spesa eccessiva. L'istituzione dell'albo fornitori è una cosa che secondo me non ha alcuna importanza, lo dico con molta onestà; ma perché non ha alcuna importanza? Perché l'albo fornitori dipende come lo si usa. Allora istituiamo l'albo fornitori totale! Non sto scherzando.
Chiamiamo tutti i fornitori, non li obblighiamo neanche ad iscriversi ad un albo. Non è necessario controllare attraverso l'albo l'attendibilità la solvibilità di una determinata ditta: è un atto unilaterale da parte della ditta che si iscrive all'albo. Quindi non ci sono dei controlli particolare, si richiedono certi requisiti, ma sono talmente minimali che è sufficiente avere una ditta.
La dicitura: "Lo studio di fattibilità in merito alla stesura dei capitolati generali contenenti le condizioni che possono applicarsi indistintamente a determinati tipi di contratti.." mi pare un po' discutibile. Fare uno studio di fattibilità su capitolati generali contenenti condizioni generali, mi sembra necessiti delle spiegazioni perché è tale e tanta la varietà di contratti stipulati che prevedere dei capitolati generali mi sembra un po' discutibile, ma su questo argomento ci torneremo.
L'ultima cosa e concludo. Oltre all'efficienza, all'efficacia dell'azione amministrativa e alla trasparenza degli atti, questa Giunta deve garantire la tranquillità dei dirigenti, la tranquillità dei quadri e la tranquillità dei responsabili di settore. Non è più possibile che accada che un Gruppo "x", magari quello di Alleanza nazionale, aspetti qualche mese, dopo aver fatto la richiesta magari di un computer, perché in questa Regione si teme, ormai, di fare le trattative private. Per avere un computer si aspettano due anni perché più soggetti richiedano più computer: questo è un atteggiamento inaccettabile.
Quindi oltre a garantire capacita, efficienza, efficacia, garantiamo la tranquillità: dato molto importante, altrimenti dovremmo essere noi a mettere in mora l'amministrazione.
Intendo anche ribadire che io ho abbandonato l'aula e la Commissione dei Capigruppo - visto che sono stato stimolato su questo episodio occuper ancora un minuto del tempo a disposizione per fatto personale - perch ritenevo che l'Assessore Vaglio, cui era stato chiesto di allontanarsi, che è anche Capogruppo dei federalisti, avesse tutti i titoli per partecipare alla riunione dei Capigruppo. Quindi non ritenevo di dover continuare a riunirmi senza la presenza dell'Assessore Vaglio che veniva chiamato direttamente in causa.
Ribadisco, che mi sono alzato e me ne sono andato volutamente dalla riunione dei Capigruppo e dall'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Non intendo fare un intervento troppo esteso. La traccia presentata dal Presidente Ghigo merita una riflessione che non sono in grado di fare in questo momento, in quanto sarebbe semplificatorio ed elusivo pensare che un dibattito, come quello che si è aperto oggi, possa essere risolto con alcuni elementi di indirizzo amministrativo. Tuttavia è chiaro che lo sforzo che vedo profilarsi è una risposta anche alle iniziative, alle richieste alle battaglie che abbiamo proposto per ridisegnare un modello organizzativo dell'istituzione che, in qualche modo, possa assecondare un'aspirazione che continua ad essere presente nelle valutazioni che si fanno in alcune sedi di questo Consiglio regionale, ma che bisogna un pochino riproporre.
Se mi consentite - l'aula è un po' distratta, quindi mi si perdonerà una battuta - cito la famosa frase rivolta agli uomini adulti e molto impegnati: "rimanete fedeli agli ideali della vostra giovinezza"; l'autore non si può dire perché c'è discussione se sia stato Pajetta o Rosselli. In ogni caso ritengo che l'istituzione dovrebbe tentare di rimanere fedele agli ideali che in qualche maniera furono quelli della sua giovinezza istituzionale ed amministrativa e che ci sono nella carta costituzionale del Consiglio regionale, ma che in seguito sono stati in alcuni casi disattesi, manomessi, in altri casi anche traditi - è avvenuto anche questo nella storia del Consiglio regionale. Il Presidente Ghigo ha assunto la gestione di una Regione che era già, non per colpa di questo Consiglio regionale, lontana dagli ideali che ne avevano ispirato la costituzione.
Vorrei ricordare che il nostro Gruppo - allora era PCI - aveva da tempo posto la discussione su temi come la Regione che riforma se stessa proseguendo su un processo di "attrezzatura" istituzionale e amministrativa per renderla idonea ad affrontare i compiti per i quali era stata istituita.
Il collega Ghiglia, con il quale in genere non conveniamo su molti argomenti, è un collega attento al dibattito sulle istituzioni. Nel suo intervento ha fatto parecchi riferimenti al Consiglio comunale per sottolineare il carattere più evoluto dell'impostazione che si dà la Regione rispetto al carattere più elementare dell'organizzazione che vige per i Consigli comunali. Poi evidentemente anche lì i casi varieranno parecchio.
Ma è questa confusione istituzionale che potrebbe essere un elemento su cui sviluppare una parte della nostra analisi, perché la Regione è per sua natura un'istituzione con compiti - dico delle ovvietà che poi nella pratica non si rintracciano - profondamente diversi da quelli di governo che sono tipici del Consiglio comunale.
La Regione deve esercitare una sovranità espressa attraverso la facoltà di produrre delle leggi che costituiscono dei fatti giuridici che altre istituzioni non possono proporre. Noi che siamo oggi a metà strada tra un fallimento della Regione e una speranza, un fallimento di un vecchio modello di Regione e la speranza e il progetto di un nuovo modello di Regione, dobbiamo ragionare - e uso delle espressioni che credo siano dovute - perché poc'anzi ancora la collega Manica mi ricordava che in occasione di una visita di un sottosegretario nel quasi lontano territorio dell'Ossola, amministratori dicevano "per carità non date alle Regioni, è meglio il governo, è più accessibile e più vicino". E' chiaro che non è così, ma vale sempre il discorso del "così è se vi pare", nel senso che se alla gente pare così questo diventa il terreno sul quale si valuta, si tengono in conto le questioni, ci si rapporta rispetto ad un'istituzione.
Non per dire che nel bene ce n'è per tutti, ma è chiaro che è proprio così, nel senso che compete al governo della Regione, ma anche al Consiglio regionale; io alle volte ho raccolto qualche consenso in più rivolgendo le mie valutazioni problematiche alla Giunta e degli scetticismi, secondo me fuori luogo, se invece mi riferisco al Consiglio.
Io mi riferisco al Consiglio, perché ci sono i compiti che riguardano la messa in funzione di questa istituzione che non deve essere ridotta a formare un elemento tribunalizio che nei confronti di ciò che si fa, non si sa da chi, non si sa quando, non si sa neanche se, quasi per un elemento che alla fine diventa un'inerzia, colpevole non pone, non attrezza s stessa e non si mette in funzione di essere altra cosa; per cui la sproporzione tra il governo, l'amministrazione e l'indirizzo, tra la gestione e il dibattito politico, tra gli atti amministrativi e gli atti di elaborazione, continua a rappresentare un problema.
Io oggi, di fronte ad una traccia che ho considerato utile, mi limito a dire che abbiamo bisogno di cominciare a ragionare sulla Regione di domani.
La Regione che stiamo costruendo, la Regione che non potrà nascere colleghi, per il fatto che c'è stata una riforma promossa dalla Bicamerale che riorganizza i compiti dello Stato, ne attribuisce altri alla Regione se poi non nasce una nuova condizione culturale, politica di consapevolezza istituzionale vedrete che qualsiasi cosa ricadrà in quella condizione per cui la risposta non terrà conto della situazione, ma sarà sempre una risposta che è prodotta da un'istituzione che si è col tempo logorata.
Naturalmente sarebbe ingeneroso generalizzare il discorso. Ho letto nei documenti di indirizzo del governo Ghigo - e noi l'avevamo sottolineato per individuare un atto di responsabilità - che anche negli atti della vostra giovinezza c'erano delle aspirazioni e io credo che queste non abbiano avuto neanche tempo di essere tradite dall'oggi al domani. E' che, oramai probabilmente siamo presi da un meccanismo che rifiuta una riorganizzazione e nello stesso tempo, rispetto alla società civile, non stabilisce quel dialogo che dovrebbe portare dei forti stimoli, perché è molto più facile andare da un'istituzione e dire "Ti dò centomila lire", anziché andare dall'istituzione e dire "Discutiamo assieme come creare degli orizzonti in cui risolviamo tanti problemi". E' stata ricordata qui la frase "Ti porto il pesce o ti insegno a pescare?"; questa Regione vuole incamminarsi su questo complicato e difficile terreno, producendo la sfida del proprio rinnovamento? Allora è chiaro che la separazione netta tra i ruoli della parte politica e i ruoli della parte amministrativa non soddisfa tutte le attese e le esigenze, ma è un fatto positivo.
Dopodiché, dato che Ghiglia ha ricordato di avere abbandonato la riunione dei Capigruppo - e non vedo la connessione del perché poi tutto il gruppo abbia abbandonato l'aula, perché mi sembravano due riunioni con portata e funzioni e anche con messaggi politici diversi - io dico a lei Presidente della Giunta e colleghi, che se le riunioni dei Capigruppo continuano ad essersi solo per decidere l'ordine dei lavori delle sedute mi sembra che abbiano una portata insufficienti rispetto alla responsabilità collettiva alla quale dobbiamo fare fronte per produrre un'organizzazione di indirizzi che configuri già un pochettino la forma fisica, giuridica e politica e amministrativa della Regione di domani.
Concluderei prendendo atto e dando atto che se l'elaborazione e l'indirizzo operativo si muovono nella direzione che indichiamo, allora si aprono dei nuovi capitoli e sarà sicuramente una sfida interessante.
Per la nostra parte abbiamo già ripetutamente posto il problema e quindi daremo tutto il nostro contributo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellingeri.



BELLINGERI Gian Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, direi che sono abbastanza in linea con quanto ha detto Lido Riba poco fa, per cui non possiamo pretendere da questa nota che il Presidente ha fatto circolare e poi ha anche illustrato, una profondità di analisi di tutti i problemi che sono sulla carta. E' una nota interessante, e l'abbiamo dedotto dal dibattito che ne è scaturito.
Personalmente ritengo che siamo in un momento molto importante, cioè siamo nel momento in cui la Regione, quindi la Giunta e il Consiglio devono finalmente dimostrare la loro capacità di autonomia. Non occorre tanto attendere quanto sappiamo essere in elaborazione da parte del governo centrale, quanto diventare propositivi nel fatto organizzativo, procedurale e di funzionamento dell'amministrazione regionale.
Un'amministrazione regionale, detto per inciso, di cui noi non dobbiamo essere contenti. Vi assicuro che da quando siedo in questo Consiglio tutte le persone che si rivolgono a me lamentano l'insufficiente funzionamento burocratico amministrativo dell'ente regionale, sia in termini di tempi sia in termini di qualità, sia in termini di costo. E noi siamo individuati come i responsabili di questo cattivo funzionamento.
Quindi è il momento in cui dobbiamo intervenire per migliorare una situazione. Dobbiamo intervenire soprattutto per mettere fine a quelli che erano e sono attualmente gli alibi del cattivo funzionamento. Gli alibi sono: l'esagerata ingerenza degli organi politici, l'esagerazione e la confusione delle leggi, la mancanza di personale adeguato sia in termini numerici che qualitativi. Tutto ciò con un rimando a competenze centrali che non permettono un giusto funzionamento.
Bene, qui ci troviamo di fronte ad un fatto importante, possiamo chiamarlo con la parola di moda "federalista" oppure "decentramento", chiamatelo come volete, però sta avvenendo un fatto importante: la sclerosi dell'apparato centrale ha convinto a passare la mano e a dare delle responsabilità alle organizzazioni periferiche. La Regione gioca questo ruolo.
Ritorno su quello che io chiamo un documento di buona volontà. Lascio perdere il fatto particolare se dobbiamo fare l'albo dei fornitori o quant'altro, queste cose per me sono già procedure; parliamo di organizzazione. Ebbene, io non so se la Giunta nel suo insieme abbia coscienza di quello che bisogna affrontare per fare questa riorganizzazione. Io temo fortemente che questa Regione, quindi la Giunta e il Consiglio, aspetti semplicemente ciò che il Governo centrale deciderà.
Io faccio appello a tutti i colleghi del Consiglio affinché diventiamo parte attiva per disegnare quella Regione futura cui faceva riferimento Lido Riba; ossia dobbiamo diventare noi l'espressione di un'organizzazione che funzioni e che risponda alle esigenze dei Piemontesi. Questo cosa vuol dire? Vuol dire toccare l'organizzazione! Toccare l'organizzazione vuol dire avere dei professionisti che definiscano in modo inequivocabile le responsabilità, le verifiche, le trasparenze, le procedure e le relative sanzioni! Occorre definire in modo chiaro quello che deve essere il mandato degli Assessori in chiave di indicazioni, di input politici, e quelle che sono le responsabilità dei dirigenti e di tutta l'organizzazione amministrativa.
Il Presidente Ghigo ha fatto menzione al ruolo centrale del controllo di gestione. Il controllo di gestione ha un ruolo centrale, Presidente, è vero, però io ritengo ci sia ancora un po' di confusione. Il controllo di gestione è un'organizzazione responsabile della verifica dell'efficacia e dell'efficienza, della realizzazione dell'input politico in chiave amministrativa. Non è l'organo che controlla l'esatta procedura e quanto i vari responsabili si sono attenuti alle procedure. Il controllo di gestione è qualcosa che travalica questo. E' giusto che sia avocato al Presidente perché è uno strumento di valutazione dell'efficacia e dell'efficienza dell'insieme Giunta e organizzazione amministrativa.
Io ritengo che per controllare l'attinenza dell'operato sia degli Assessorati e dei loro uomini sia dei dirigenti e della struttura amministrativa, occorra una funzione di auditing che si riferisca alle procedure che devono esistere e che faccia una relazione sull'esatta realizzazione.
Comunque non voglio entrare in questi discorsi che io ritengo abbastanza tecnici, il consiglio che dò io è che quando si affronterà la riorganizzazione delle strutture amministrative della Regione, dei ruoli dell'Ente politico e quindi della Giunta, dei Consiglieri, eccetera, ci sia un ampio dibattito e - ultima considerazione - ci si rivolga a degli esperti, perché siamo veramente carenti di organizzazione, strumenti e procedure.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, quello di oggi è sicuramente un momento molto positivo, perché siamo venuti a trattare questo argomento attraverso una forma che inizialmente non abbiamo condiviso. Abbiamo già avuto modo di dire la scorsa seduta quali erano le motivazioni per le quali ritenevamo che il Consiglio dovesse occuparsi - ed oggi è stato ripreso questo concetto - di argomenti più alti, maggiormente politici maggiormente caratterizzanti, e non appiattirsi invece a livello di Comitato regionale di controllo o qualcosa del genere.
Finalmente oggi emergono due parametri fondamentali, due fatti. Uno innovativo, ed è sicuramente lo spunto dalla legge n. 51 che ha consentito al Presidente della Giunta di annunciare delle iniziative che l'applicazione di quella legge consente, quindi scorporando questa volontà in due parti distinte. Da una parte la volontà della Giunta di rendersi trasparente il più possibile attraverso sottolineature che nella nota che il Presidente ha letto e distribuito sicuramente ci sono (anche noi siamo d'accordo sul fatto che eventualmente in I Commissione ci possa essere un affinamento e una discussione più approfondita), ma direi già che queste iniziative consentono di apprezzare questa volontà attraverso lo strumento nuovo che fino a ieri non esisteva. Anche questo non dobbiamo dimenticarlo: la legge n. 51 l'abbiamo approvata a fine luglio, è diventata esecutiva ai primi d'agosto e ancora siamo qui a pensare ai direttori generali nei confronti dei quali anch'io rigetto, se non motivata e specificata, quella affermazione - ripetuta peraltro - del Consigliere Cavaliere, il quale ha parlato di ricatti in atto in questi giorni in vista della nomina dei direttori generali. Se ricatti ci sono e se il Consigliere Cavaliere è a conoscenza di fatti di questo tipo, anche noi come il collega Ghiglia gradiremmo conoscerli; immaginiamo però che non sia così perché già molte volte affermazioni altrettanto pesanti del Consigliere Cavaliere si sono poi ridimensionate fin quasi all'estremo opposto, a fronte di prove e dimostrazioni venute avanti.
Dicevo che la volontà della Giunta - per tornare all'iniziativa annunciata dal Presidente - dimostra due cose: la volontà di rendersi trasparente, attraverso il mezzo nuovo, che prima non esisteva, della legge 51 e le potenzialità di questa legge.
Questa legge, cioè, è un mezzo attraverso il quale la Regione può compiere a livello di istituzione, un grosso salto di qualità nel trasformarsi da Ente di gestione ad Ente di programmazione e di legislazione, perché in quest'aula, da oggi in poi, avremo modo di discutere pressoch esclusivamente di programmi, di linee politiche, di contrapposizioni, di alternative rispetto alle proposte della Giunta e della maggioranza che vengono dalle opposizioni: questo sarà un confronto auspicabile ed in grado di elevare la quota di volo di questa nostra assemblea, quindi della Regione Piemonte in un momento storico in cui Dio sa quanto abbiamo bisogno di elevare i toni e i livelli di questo confronto. E sicuramente, quella legge e la volontà di applicarla in un certo modo, annunciata dal Presidente, rappresentano un punto di svolta rispetto a questi problemi.
Non condividiamo le proposte di chi vorrebbe istituire ulteriori livelli di controllo, quindi la proposta del Consigliere Cavaliere, tesa ad istituire un'ipotetica delega alla trasparenza affidata in capo ad un Assessore. Questa delega già c'è, è in capo al Presidente della Giunta, che guida l'esecutivo: prima veniva esercitata con i mezzi di cui disponeva oggi, disponendo della legge 51, ha la possibilità di avere mezzi notevolmente più incisivi nella direzione voluta.
Condivido, quindi, quanto diceva il Consigliere Saitta, cioè dire basta ad ulteriori livelli esecutivi di controllo, anche se non sono così ottimista come il collega Riba e il collega Bellingeri - che di solito non lo è; io non sarei così ottimista, né pensando al testo che è uscito finora dalla Bicamerale, relativamente al federalismo in capo alle Regioni, n pensando a come il Ministro Bindi ha reagito in questi giorni alla tragedia del Centro Galeazzi. Non si reagisce, secondo me, cercando di sciacallare sul comportamento della Regione Lombardia, in questo caso, dicendo che bisogna istituire a livello nazionale un'agenzia di controllo su tutte le questioni della sicurezza della sanità.
Non è questo un modo federalista di reagire di fronte ad una strage, di fronte alla quale tutti ci inchiniamo, ma nei confronti della quale riteniamo che le Regioni abbiano in capo l'autorevolezza per poter esercitare, come del resto è stato fino ad oggi. Dopodiché, se sbagli ed errori ci sono, bisogna punire i colpevoli, ma non è questa la ragione n per istituire controlli di agenzia a livello centrale, sopra la testa delle Regioni, né - mi permetto di dire, ma non c'entra nulla con il dibattito che stiamo facendo - per scagliarsi contro il privato a fronte di un pubblico.
Alcuni interventi che sono venuti oggi da più parti - cito quelli dei Consiglieri Riba e Bellingeri - dimostrano come (io condivido queste considerazioni) la nostra Regione, il nostro Ente, a livello di risposta rispetto alle necessità per quei cittadini che, ad esempio, partono da Cuneo, ma anche da zone più vicine a Piazza Castello o a Palazzo Lascaris e vengono in Regione, quindi hanno mille miglia da compiere in questa direzione. E questa, per la verità, è una direzione che dipende in gran parte da noi, ma non solo da noi, perché la legge 51 è uno strumento attraverso il quale si può incidere in misura maggiore rispetto al passato ma non è ancora lo strumento che consente all'Ente Regione di avere quei poteri in grado di compiere la svolta a 180 gradi, della quale necessiteremmo.
Perché vede, Consigliere Bellingeri, il fatto di dire che ci sono degli alibi, certo, alibi ce ne sono molti, ma l'alibi principale non è più quello degli stipendi, perché gli stipendi regionali, con la legge 51 aumenteranno soprattutto per la dirigenza e saranno spesso al di sopra degli stipendi del settore privato.
La ragione che rallenta il sistema è semmai in una certa mentalità e non costa nulla cambiare le mentalità, ma sappiamo che è la cosa più difficile di questo mondo, perché la mentalità spesso è quella che chi è seduto dietro lo sportello e molte volte porta un berretto, cerca di inventare mille modi per dire no ad una proposta, ad una semplificazione ad uno snellimento. Inventare, invece, mille modi per poter dire di sì di fronte a quella richiesta è il salto culturale maggiore che dobbiamo fare.
Però, nell'ambito dei poteri della Regione, i poteri sono limitatissimi perché la legge del settore pubblico è legge nazionale, mentre sarebbe opportuno che andasse nella direzione di un federalismo personalizzato alle singole Regioni e alle singole realtà: una cosa è il Friuli Venezia Giulia altro è la Sicilia, altro è il Piemonte, altro sono le Marche. Quindi non sarei tanto ottimista, come in qualche squarcio di intervento ha fatto capire essere qualche collega, anche se alcune considerazioni sono condivisibili.
La fase che stiamo vivendo è sperimentale, quindi concordo con il Consigliere Saitta quando dice che la linea annunciata e la nuova volontà che si fonda sulla legge 51 andranno corrette in corso di movimento, quindi devono essere aperte a correzioni e modifiche che il tempo e il campo richiederanno. Mi permetto di dire nuova volontà, non tanto perché è stata annunciata il giorno dopo il caso Vaglio, ma nuova perché è stata annunciata solo quando la legge 51 ha consentito di annunciarla - il termine dei 15 giorni circa. L'occasione, certo, è stata il giorno dopo il caso Vaglio, ma sicuramente, al di là di questo stimolo, oggi ci sono condizioni che prima non c'erano.
Esprimo dunque grande soddisfazione per quanto è stato annunciato dal Presidente, per lo studio e lo sforzo che stanno dietro a quelle enunciazioni, ed apprezzo la volontà del Presidente, quindi dell'intera Giunta, di innovarsi per contribuire a rendersi maggiormente trasparenti ma anche a compiere un ulteriore passo in avanti verso la conquista di quella maturità ancora lontana che può consentire alla Regione di rivendicare quel federalismo che, nonostante tutti auspichiamo, la nostra convinzione è che oggi ancora non ci sia nelle proposte uscite dalla Bicamerale e negli atteggiamenti che a livello romano ogni giorno vengono assunti in considerazione di fatti contingenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Non approfitterò molto della sua cortesia, però non posso continuare a tacere quando continuamente, così come ha fatto il collega Gallarini...



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, lei sta intervenendo per fatto personale. Io non fermo altri interventi, però il fatto personale non esiste, non abbiamo da fare dichiarazione di voto, il suo è un secondo intervento. La prego sommessamente, abbiamo altre occasioni per ritornare sull'argomento...



CAVALIERE Pasquale

Presidente, è la terza volta che non mi concede il fatto personale...



PRESIDENTE

Perché non c'è; è un richiamo politico quello che avviene. Il fatto personale, Consigliere Cavaliere, è l'offesa; poi lei sa che dipende dal Presidente...



CAVALIERE Pasquale

Mi permetta, da Regolamento (...)



PRESIDENTE

E' il Presidente che lo concede (...)



CAVALIERE Pasquale

Dopo aver sentito le motivazioni per cui si chiede di intervenire per fatto personale. Quindi lei adesso ascolta le mie motivazioni, poi deciderà, autonomamente, se esiste o meno il fatto personale. Il fatto personale non consiste in offese, ma nell'essere tirato in ballo assegnando, in questo caso al sottoscritto, dei pensieri che non (...)



PRESIDENTE

Ma questo fa parte della discussione. Se ogni Consigliere (...)



CAVALIERE Pasquale

Lei può dire che non esiste fatto personale, però allora non ci sarà mai il fatto personale! Quando si attribuisce ad un Consigliere un giudizio che non gli appartiene è fatto personale. Siccome il Consigliere collega Gallarini ha ritenuto di dover attribuire al sottoscritto (...) Va bene non c'è fatto personale, allora è un fatto collettivo.



PRESIDENTE

La ringrazio comunque.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo sulla prima parte della comunicazione dal sottoscritto sollecitata. Quando sollevai il problema non avevo la legge sotto mano sono andato poi a procurarmela in quanto me la ricordavo impostata in un certo modo. Noto con dispiacere che né il Presidente né l'Assessore la conoscono per come è scritta.
Il punto 4 dell'art. 48 recita: "La Giunta e l'Ufficio di Presidenza entro 30 giorni dall'adozione del provvedimento deliberativo dell'istituzione delle direzioni generali - provvedimento adottato dal Consiglio regionale il 30 settembre - nomina i rispettivi direttori".
Pertanto ci troviamo di fronte ad un'inadempienza nei confronti della legge; ci sarà in merito una discussione nella prossima seduta di Consiglio in quanto non è iscritta nell'ordine del giorno della seduta odierna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per chiederle di applicare fino in fondo il Regolamento, mi riferisco alla richiesta sollevata dal Consigliere Cavaliere di intervenire su fatto personale. Lei non gli ha concesso di intervenire, in effetti il Regolamento prevede questo, ma dato che il Consigliere Cavaliere insiste per avere questo diritto, la prego di applicare il Regolamento che dice di chiedere al Consiglio con un voto di pronunciarsi se si possa dare o meno la parola per fatto personale al collega Cavaliere. Quando c'è un contrasto tra il Presidente e il richiedente il Consiglio si pronuncia.



PRESIDENTE

Avrei preferito che tale richiesta fosse stata sollevata dal Consigliere Cavaliere.
L'art. 60 del Regolamento al secondo comma recita: "2. Se il Consigliere insisterà avverso alla decisione del Presidente deciderà il Consiglio senza discussione, per alzata di mano." Pongo in votazione la richiesta del Consigliere Cavaliere di intervenire per fatto personale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La richiesta è approvata con 56 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Volevo semplicemente replicare al collega Gallarini, che mi attribuisce non ripetutamente, ma in questa occasione, altre volte lo hanno fatto esponenti del suo Gruppo, il fatto di sollevare questioni in sostanza inesistenti. Sono abbastanza allibito da questo giudizio perché la comunicazione, e le importanti decisioni che vengono prese dal Presidente vengono assunte in considerazione di fatti molto precisi. E' consuetudine in vasti settori della Giunta, un uso non ortodosso dei contratti di appalto con le ditte esterne. I fatti sono stati riconosciuti dagli strumenti di conoscenza che la Giunta si è data: sulla questione Angeleri mi pare che il documento del gruppo di analisi della Giunta abbia detto delle cose molto chiare. La Commissione consiliare deve ancora finire i suoi lavori, ma comunque risulta che l'appalto contestato - e se n'è parlato la scorsa settimana quello dell'Assessore Vaglio - è del tutto irregolare - ammesso anche dalla Giunta e dal Presidente - perché avvenuto attraverso procedure non regolari.
Come sapete non esiste più il Commissario di Governo; quando esisteva gli appalti stipulati dal Consigliere Gallarini venivano bocciati dal Commissario di Governo. Quando il collega Gallarini ha stipulato un appalto ho potuto ricorrere al Commissario di Governo che glielo ha bocciato.
Non c'è più la figura del Commissario di Governo - il collega Gallarini si è impegnato molto a togliere questa figura - pertanto non abbiamo nessun altro strumento per dimostrare che quell'appalto è irregolare salvo il ricorso alla Magistratura dove però ci deve essere anche un'ipotesi di peculato o altro, ma non è sempre detto: voglio sperare che un appalto irregolare non abbia con sé sempre degli interessi personali. Ci sono comunque delle procedure che non vanno bene, è questo è stato acclarato giustamente e debolmente il Presidente sta assumendo dei provvedimenti di riforma anche della legge sugli appalti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Se il Presidente me lo consente, prima di entrare nel merito della comunicazione relativa all'incontro con il Vicepresidente Veltroni, volevo fare un'altra comunicazione al Consiglio regionale in relazione ad un convegno che si terrà il giorno 17 di novembre a Torino con il Ministro Burlando e il Ministro Ronchi. Volevo anticipare questo tipo di informazione.
Il convegno è il 17 novembre alle ore 14,30 al Lingotto organizzato dalla Regione Piemonte, dal Comune di Torino e Provincia di Torino. Il tema del convegno è l'asse di comunicazione ovest est da Torino a Lubiana. Per conto del Ministro Burlando noi abbiamo organizzato l'appuntamento e in questo convegno naturalmente aprirò i lavori io come Presidente della Regione Piemonte, dopodiché parleranno i Sindaci delle città che vengono toccate, come noi speriamo, dalla linea ferroviaria Torino Lubiana e di conseguenza il Sindaco Albertini, il Sindaco Castellani, il Sindaco Illy di Trieste per quanto concerne l'asse. Dopodiché parleranno i tre Presidenti delle Regioni, i due perché io faccio la relazione introduttiva, e concluderà il convegno, dopo l'intervento del Ministro Burlando e del Ministro Ronchi, l'On. Fassino.
L'On. Fassino è il Sottosegretario credo della Comunicazione; Torino Lubiana rappresenta un fatto internazionale non indifferente ed è giusto che il Sottosegretario agli Esteri possa intervenire su un tema di questo genere. Questa è un po' la configurazione del Convegno, ho voluto anticiparlo in modo che, essendo un momento particolarmente importante del percorso che questo Consiglio regionale a larga maggioranza ha indicato come prioritario per quanto riguarda gli aspetti delle infrastrutture e dei collegamenti sul nostro territorio, io con piacere comunico che quella sarà l'occasione nella quale mi auguro che il Ministro Burlando e il Ministro Ronchi diano il loro bene placido al via del collegamento ad alta potenzialità tra Torino e Milano e di conseguenza verso Trieste.



CHIEZZI Giuseppe

Il titolo del Convegno?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Da Torino a Lubiana.
Scusate, sono stato particolarmente inesatto nell'enunciare il titolo del Convegno perché il titolo esatto è "Da Lione a Budapest, una direttrice ferroviaria vitale per l'Europa". Perciò Lione compare a tutti gli effetti 17 novembre Centro Congressi Lingotto Sala Londra alle ore 14,30. Il Convegno è solo al pomeriggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie per questa importante comunicazione. Le ho chiesto la parola per sapere se a questo Convegno sono stati invitati anche rappresentanti europei e rappresentanti responsabili. Ad esempio, il Ministro dei trasporti francese è stato invitato a una comunicazione oppure no? Dato che il tema è proprio linea importante per l'Europa e dato che a livello europeo si discute, in Francia si discute, volevo sapere se avevate allargato qualche contributo, se siete ancora in tempo ad allargare o a richiedere contributi europei su questo tema. Grazie.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Allora entro più nel particolare. Rendo più razionale l'esposizione leggendovi i partecipanti del Convegno.
E' organizzato dalla Regione Piemonte, dalla Provincia di Torino e dal Comune di Torino, in accordo con il Ministero dei Trasporti. Alle 14,30 dovrebbe esserci una mia presentazione in questo Convegno, alle 14,45 l'apertura dei lavori - perché chiaramente la mia comunicazione non fa parte dei lavori - poi parla il Ministro Claudio Burlando, Ministro dei Trasporti e poi parla Sergio Pininfarina, Presidente del Comitato Promozione Alta Velocità.
Interventi del Sindaco di Torino Valentino Castellani, del Sindaco di Milano Gabriele Albertini, del Sindaco di Trieste Riccardo Illy e dell'Amministratore delegato delle Ferrovie Gianfranco Cimoli. Poi ci sarebbe la pausa caffè. Alla ripresa dei lavori alle 16,45 per la gioia del Consigliere Cavaliere parlerà il Ministro dell'Ambiente Edoardo Ronchi eletto in un collegio di Torino.
Dopo l'intervento del Ministro all'Ambiente Edoardo Ronchi interverranno la Presidente della Provincia di Torino Mercedes Bresso, il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il Presidente del Veneto Giancarlo Galan, il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Giancarlo Cruder e l'Amministratore delegato della TAV S.p.A. Roberto Renon. Alle 18,15 trarrà le conclusioni della giornata di lavoro il Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri Piero Fassino. Sono stati invitati a partecipare a questa giornata il Presidente della Rhone Alpes al quale daremo la parola, Charles Millon; il Sindaco della città di Lione Raymond Barre e il Sindaco della città di Lubiana Dimitrij Rupel.
Questa è la bozza di lavoro definita con il Ministero dei Trasporti che naturalmente noi ci sentiamo di sottoscrivere per la sua articolazione e la sua completezza e credo possa essere obiettivamente un Convegno di particolare importanza.
L'aspetto che mi permetto di sottolineare è che giudico particolarmente importante e mi auguro foriero di buone notizie per il nostro territorio, è che questo Convegno si svolga nella città di Torino e nella nostra Regione.



PRESIDENTE

Presidente, ha terminato la comunicazione?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Sì, ho terminato questa, posso fare l'altra. Però vorrei fare una considerazione, non che mi sottragga a ricevere considerazioni nell'ambito del dibattito del Consiglio. Io per correttezza mi sono sentito di fare questa comunicazione, che per certi versi avrei potuto fare in una riunione di Capigruppo, forse sede più adeguata al tipo di comunicazione. D'altro canto voglio anche aggiungere che questa comunicazione avrei potuto fare a meno di farla, nel senso che è stato un atto di rispetto nei confronti del Consiglio perché ritengo che il tema sia molto importante e che il momento sia particolarmente strategico e di grande importanza per la nostra Regione.
E' ovvio che questo io l'ho fatto come atto di rispetto nei confronti del Consiglio per informare il Consiglio. Se adesso in aula si apre un dibattito su "invita questo invece che l'altro", "mettiamo questo invece che l'altro", io ve lo dico subito: comunicazioni non ne faccio più! Eh scusate!



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Questo tipo di comunicazione!



PRESIDENTE

Non possiamo accettare questa affermazione, Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi permetta di chiarire.



PRESIDENTE

Devo difendere il ruolo del Consiglio, me lo consenta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Farò tutte quelle comunicazioni che vengono iscritte all'o.d.g., che il Consiglio mi richiede e alle quali chiaramente non mi sono mai sottratto e mai mi sottrarrò.
Questo ha voluto essere un atto di particolare sensibilità e di particolare gentilezza, però è indubbio che ritengo questo.



PRESIDENTE

La ringrazio per la precisazione, che era anche necessaria.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Sulla comunicazione.
Ringrazio il Presidente per aver voluto illustrare al Consiglio questa iniziativa di cui ad esempio io non ero al corrente. Non posso però non entrare nel merito, a rischio che il Presidente non faccia più comunicazioni, ma spero di no, perché i rilievi credo che siano...



PRESIDENTE

Il Presidente ha chiarito quell'affermazione, per cui non corriamo quel rischio. Prosegua.



CAVALIERE Pasquale

Mentre mi pare un'impostazione molto istituzionale (con i Sindaci, i Presidenti delle Giunte, ecc.), non capisco la presenza del dottor Pininfarina, da solo, cioè come membro - credo - del Comitato promotore dell'Alta velocità, essendoci anche Comitati contro l'Alta velocità.
Allora, se c'è una presenza non istituzionale del Comitato promotore dell'Alta velocità dovrebbe esserci, mi pare ovvio e opportuno, anche un rappresentante dei Comitati contro l'Alta velocità. Credo che sia obiettivo.



GALLARINI Pierluigi

C'è il Ministro Ronchi!



CAVALIERE Pasquale

Vedrai che il Ministro Ronchi verrà a portare, con il Ministro Burlando, una posizione comune. Vedrai, Gallarini! Trovate voi piuttosto una posizione comune su queste cose! MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Se è comune, è a favore di Burlando!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente per questa comunicazione dalla quale penso non trarrà assolutamente motivi di preconcetta ostilità o lungaggini nell'esposizione di questi brevi commenti. Anzi io la invito a continuare in questa azione di massimo rispetto per il Consiglio, ma non solo per questo, perché penso che attraverso un'azione di questo tipo verso il Consiglio lei possa trarre delle utilità per il suo buon governo, nel senso che le opinioni espresse non strumentalmente, penso per un Presidente di Giunta regionale siano sempre utili per scegliere nel modo più meditato possibile.
Su questo convegno. Certo che è imbarazzante l'inserimento del promotore di un'opera a fini semplicemente di affari. E' una lobby affaristica quella presieduta da Sergio Pininfarina: legittima, ma affaristica. Cioè è un punto di vista economicamente interessato alla realizzazione di un'opera: come tale, legittimo, ma stonato rispetto agli altri punti di vista compresi nel convegno, che sono tutti punti di vista di soggetti che governano a vario titolo. Sono tutti Sindaci, Ministri Presidenti di Regioni e Presidenti di Provincie. Allora è una stonatura mettere Pininfarina come Presidente del Comitato promotore Alta velocità, è una forte stonatura! Ma seppure si volesse intraprendere una strada di ipocrisia, sarebbe anche stonatura ammettere Pininfarina come parlamentare europeo, perché potrebbe esserci anche questa scappatoia. Come parlamentare europeo sarebbe stonato rispetto a tutti gli altri soggetti che fan parte del convegno che sono persone con responsabilità di governo; il parlamentare europeo non ha responsabilità di governo! Quindi la invito veramente a riflettere a fondo e a togliere questo elemento di contraddizione forte che nulla aggiunge, anzi forse qualcosa toglie anche ai suoi propositi, Presidente Ghigo, che sono come sappiamo tutti quelli relativi ad accelerare e portare avanti il vecchio progetto di Alta velocità.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non è vecchio, è nuovo.



CHIEZZI Giuseppe

Questo è il mio punto di vista.
E' controproducente effettuare una forzatura di questo genere, perch non ha alcuna coerenza con tutti gli altri componenti che invece sono coerenti e, devo dire, hanno il mio pieno assenso perché è un convegno coerente e senza sbavature, tranne questa, Presidente, che non è piccola.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, ha facoltà di replicare il Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente Giunta regionale

Raccolgo le considerazioni che sono state fatte come contributo. Il Comitato promotore della linea ad alta potenzialità Torino-Lione, Torino Trieste, è per certi versi non un organo di governo, ma un organo che ha visto nel suo passato come Presidente il Sindaco di Torino, faccio l'esempio. Il Comitato di promozione che oggi è rappresentato da Pinifarina ha avuto fino a un anno fa come Presidente il Sindaco di Torino, lo ripeto come esempio, e comunque fanno parte di questo Comitato persone che coprono ruoli istituzionali, di governo.
Pertanto, in un certo senso posso anche accettare la questione che "ci sono persone che hanno tutte responsabilità di governo, mentre questa non ce l'ha", ma non posso nella maniera più assoluta, se non fosse per il rispetto e l'amicizia che devo all'ing. Pininfarina, accettare che si consideri la sua presenza come la presenza di un Comitato d'affari.
Questo io non lo accetto! Ma è una mia opinione, come credo debba essere considerata quella espressa da lei, Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

Riteniamo pertanto discussa questa comunicazione.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Musei - Parchi e riserve

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale in merito alla Reggia di Venaria


PRESIDENTE

Passiamo quindi alla comunicazione della Giunta regionale riguardante la Reggia di Venaria.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

L'altra comunicazione che mi ero impegnato ad assolvere nella seduta odierna è quella relativa all'incontro con il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Walter Veltroni, in relazione alla questione Reggia di Venaria.
Anticipo che è in preparazione un'ipotesi di ordine del giorno presentata dal Consigliere Chiezzi, sottoscritta anche da me, che adesso vi verrà sottoposta e che io mi auguro trovi il massimo del consenso da parte di tutti i Gruppi politici. E' in fase di stesura e appena sarà terminato vi verrà rappresentato.
Il giorno 29 ottobre u.s. presso il Ministero per i Beni culturali e ambientali si è tenuto l'incontro del Comitato per la Reggia di Venaria.
Alla riunione, per vostra conoscenza, erano presenti tutti i membri del Comitato: il Ministro dei Beni culturali, il Presidente della Provincia di Torino, i Sindaci di Torino e Venaria, oltre naturalmente al Presidente della Regione Piemonte.
Dai rappresentanti della comunità piemontese è stata espressa al Ministro l'opportunità che, a fronte dell'intervento straordinario per il recupero della Reggia e del Parco della Mandria, fosse avviato un altrettanto impegnativo processo di riordino del sistema museale torinese.
Ciò al fine di evitare che l'attrazione che Venaria potrà esercitare sulla vita culturale e turistica determini un impoverimento della capacità di polarizzazione del distretto culturale del centro di Torino, anche in considerazione delle inadeguate condizioni in cui sono costretti i principali musei torinesi.
Si è quindi richiesto l'insediamento di un Comitato e di una Commissione che predispongano un vero e proprio programma di riordino degli insediamenti museali, di riallestimento secondo una concezione moderna dei musei stessi, la messa a punto di un Piano comune finanziario per dare concretezza a questo programma ed infine la ricerca di nuove soluzioni gestionali per il sistema museale metropolitano.
I temi, come si vede, riprendono la proposta che gli Assessori Leo Perone e Giuliano avevano già formulato al Ministro lo scorso gennaio, e che non aveva mai ricevuto risposte.
Alcuni di voi ricorderanno che quando venne il Ministro Veltroni a visitare Venaria l'anno scorso, in Comune venne presentato nel pomeriggio un documento congiunto tra gli Assessori del Comune, gli Assessori della Provincia e l'Assessore ai beni culturali della Regione Piemonte per avere da parte del Ministero, un beneplacito su questo progetto di coordinamento del sistema museale, a livello di territorio piemontese.
Se si desse avvio al riordino, Torino e il Piemonte diverrebbero il luogo d'Italia più avanzato del processo di modernizzazione della conduzione del patrimonio culturale.
Si è poi affrontato il tema della definizione dell'insediamento museale presso la Reggia di Venaria, l'argomento più corposo. Nell'esprimere comunque da parte di tutti compiacimento per il risultato finora raggiunto è parso opportuno ai partecipanti all'incontro non modificare il documento già trasmesso a Bruxell dalla Giunta regionale il 30 settembre scorso, in quanto la formulazione relativa all'individuazione dell'insediamento museale dà indicazioni assai generali.
Su questo mi permetto di aprire una parentesi perché è un aspetto piuttosto importante e vincolante che ha dato adito ad interpretazioni non sempre corrispondenti al vero. Si è deciso tassativamente - devo dire che la proposta più decisa è proprio venuta dal Vicepresidente Veltroni - di non addivenire nella maniera più assoluta a qualsiasi forma di modifica del documento presso la Comunità Europea, perché questo di per sé avrebbe in un certo senso screditato l'istituzione Regione-Stato nei confronti della Comunità Europea ed anche perché le indicazioni di carattere generale sui tre progetti giacenti presso la Comunità Europea lasciano ampio e considerevole spazio interpretativo nella proposta finale, che dal proseguo della mia relazione evincerete debba emergere da un percorso che vado a rappresentarvi.
E' parso invece più opportuno accelerare le procedure per la definizione del concorso di progetto. I temi rimangono quelli che ci sono nel documento, presso la Comunità Europea. Si decide di costituire una Commissione per costituire ed istruire questo concorso di identificazione del progetto, su quei tre filoni.
In sede di messa a punto delle modalità di espletamento del concorso si potrà infatti procedere a significativi passi avanti, sia nella definizione del tema sia nelle caratteristiche che l'allestimento deve possedere. A tal fine si intende insediare una Commissione tecnico-amministrativa che attraverso un'ampia consultazione di specialisti nazionali ed internazionali, precisi la fisionomia del museo, ne verifichi la fattibilità e determini le condizioni e i vincoli della progettazione.
Mi pare opportuno sottolineare in questa sede che è già stato svolto un grande lavoro, sia progettuale sia di organizzazione del consenso istituzionale e culturale, intorno alle definizioni delle destinazioni d'uso della Reggia e del Parco de La Mandria (non dimentichiamo mai che stiamo parlando di Venaria e del Parco de La Mandria, che è una struttura regionale; se Venaria è del demanio e noi tentiamo di fare di tutto per rimetterla all'onore del mondo, il Parco de La Mandria invece è un patrimonio che tutti noi dobbiamo sentire con più particolare passione).
Ciò significa avere brillantemente risolto la maggior parte dei problemi.
La sottovalutazione di questo obiettivo mi sembra sbagliata anche perché l'Unione Europea ha ritenuto finora soddisfacente questa definizione. Siamo cioè riusciti ad accedere al finanziamento attraverso questa proposta, perciò bisogna prendere atto che il primo elemento è stato raggiunto, poi quello che c'è da fare è sicuramente tanto.
La creazione di un nuovo insediamento museale è operazione, per sua natura, di grande complessità, per i tanti risvolti di tipo scientifico storico, di reperimento dei materiali e di allestimento di progettazione e di gestione e di comunicazione che determina.
Fare un grande museo comporta scelte rilevanti sulla sua capacità di attrazione e sulla sua capacità di essere un museo del 2000, e non un tradizionale museo di conservazione. In questo senso credo che il dibattito svoltosi nell'opinione pubblica e nelle assemblee sia stato ricco e importante, tanto è vero che al Ministro Veltroni noi abbiamo riportato le linee emerse nell'ambito di questo Consiglio, quanto è stato fatto dal Comune, piuttosto che dalla Provincia, per quanto riguarda le loro assemblee.
In questo senso, gli elementi di grande indirizzo mi sembra siano stati precisati: non opportunità di trasferimento puro e semplice del Museo Egizio, che non rafforzerebbe il sistema museale complessivo. Questa mi sembra una considerazione emersa dal dibattito in più sedi valutare con attenzione cosa significherebbe spostare il Museo Egizio da Torino in un altro luogo, e questo naturalmente è stato preso nella dovuta considerazione necessità di ricercare una coerenza tra la storia e l'identità della Reggia e il suo insediamento museale, cioè che cosa rappresenta di per s la Reggia e, di conseguenza, quali sono le scelte strategiche nel contenuto della Reggia necessità di una grande modernità nella concezione dell'allestimento e nella forza di comunicazione del Museo, cioè la necessità di fare un'esposizione moderna, non un trasferimento di opere con una concezione espositiva vecchia maniera che non avrebbe alcun significato.
Per questo motivo ritengo opportuno che la Commissione che sarà insediata possa operare con serenità nella preparazione di una o più proposte da sottoporre al Comitato nazionale, all'opinione pubblica e al dibattito democratico. Con proposte più precise e con verifiche accurate con elementi di analisi e di valutazione più certi sarà possibile creare le condizioni per la decisione definitiva che, naturalmente, avverrà con la costituzione di questa Commissione, che preparerà il bando, dopodich verranno scelte le proposte che il bando realizzerà o che verranno rappresentate attraverso il bando stesso.
Questa è la comunicazione che dovevo al Consiglio, in relazione all'incontro. I tempi prevedono che venga costituita questa Commissione che avrà come obiettivo la data del 30 novembre per l'istituzione e la formalizzazione del bando che verrà presentato, deciso e naturalmente promulgato entro la fine dall'anno. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, per questa comunicazione. Mi rivolgo al Presidente del Consiglio e soprattutto ai colleghi per informarli che a seguito della sospensione dell'ordine del giorno che avevo presentato ed illustrato, con tutte le proposte che erano là contenute, e se ricordate erano state proposte a titolo personale, visto che non potevo proporle come Presidente della VI Commissione, e non come proposte di Gruppo, proprio perché avevo premesso e continuo a sostenere questa scelta, che il problema dell'utilizzo museale del restauro di Venaria non sia un tema sul quale pregiudizialmente dividerci in base a schieramenti o formazioni politiche questo intendimento rimane anche oggi, quando a seguito di alcuni colloqui che ho avuto, uno dei quali anche con il Presidente Ghigo, ho avuto notizie stampa dell'incontro che ha tenuto con il Vicepresidente Veltroni, io avevo predisposto nella giornata di ieri un ulteriore aggiornamento di quel primo ordine del giorno inserendo altri punti. Adesso, a seguito anche di un colloquio con il Presidente della Giunta, è mia intenzione di cercare di formulare un'ipotesi comune per tutto il Consiglio regionale per dare un contributo al comitato politico. Infatti ci troviamo di fronte ad una sede decisionale che viaggia per conto proprio - non voglio entrare nel merito della giustezza o meno di aver istituito il comitato politico nella figura del Ministro, del Presidente della Provincia, del Presidente della Regione pertanto ritenevo di fornire un contributo un po' libero, un po' slacciato da maggioranze e opposizioni, al nostro Presidente Ghigo affinché, nel momento in cui discuteranno nel comitato per la Reggia di Venaria, possa farsi portatore in tutto e in parte di alcune opzioni del Consiglio regionale.
Pertanto, nell'ultimo ordine del giorno sono state inserite molte delle cose dette qui in aula. Quindi può essere un'utile indicazione affinch nella scelta di Venaria si giunga ad un'individuazione univoca dell'ipotesi museale. E' stata anche inserita una mia richiesta di realizzare, nel 1998 una mostra sulla storia di Venaria. La realizzazione costituisce sia un momento di socializzazione di questo bene culturale per la massa di cittadini che potrà visitarla, sia costituire un elemento di riferimento per il concorso sul progetto del museo. L'esposizione di questa ricca storia di questo sito monumentale, ben esposta con documentazione ricca può costituire anche una base di lavoro per quanti parteciperanno poi al concorso per la realizzazione del progetto del museo.
Ho voluto fare questo intervento perché si tratta di un ordine del giorno con tutte le proposte che avevo formulato e prese in considerazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Non so se gli altri colleghi hanno ben chiaro il quadro degli ordini del giorno presentato su questa vicenda. Il riferimento del Consigliere Chiezzi sul primo, sul secondo o sul terzo ordine del giorno. Questo ultimo ordine del giorno (...)



PRESIDENTE

Non è ancora stato presentato.



SAITTA Antonio

Chiederei una breve sospensione per valutare l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Aderisco alla richiesta sollevata dal collega Saitta. Il tema è estremamente importante, nessuno ha visto quest'ultimo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ricordo al Consiglio che è stato annunciato, non è ancora stato presentato.



MONTABONE Renato

Il Consigliere Chiezzi lo ha annunciato, lo ha anche illustrato, il Presidente ne ha fatto dei cenni. Chiedo pertanto di sospendere la seduta affinché i vari Gruppi possano venire a conoscenza del documento.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17,53 riprende alle ore 18,30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' stato consegnato un ordine del giorno a firma del Consigliere Chiezzi.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Apprezzando il lavoro che è stato fatto nella scorsa seduta consiliare e anche in questa, dove stanno via via emergendo delle ipotesi su un tema così importante come quello della soluzione del problema reggia della Venaria, credo che essendo domattina convocata la Commissione cultura sarebbe utile una riflessione che vedesse tutti i gruppi che credono di dover intervenire nel merito di questa questione, dibattere in modo ancora più approfondito, rispetto a quello che si è fatto la scorsa volta e oggi il tema.
Quindi io chiederei al Consiglio di rimettere gli ordini del giorno che erano stati presentati sulla reggia della Venaria, la documentazione che è stata presentata e altresì i verbali che sono stati portati da quella conferenza-audizione che è stata fatta martedì scorso al mattino, affinch si possa veramente elaborare un ordine del giorno che dia le più ampie garanzie di logicità a tutti. Con una documentazione minimamente apprestata.
Spero che il Consiglio aderisca a questa mia richiesta; da parte mia sono disponibile fin da domani mattina a lavorare su questo tema.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Io non voglio fare un intervento, ma per ragioni di lettura di ciò che stiamo facendo, su quali documenti stiamo discutendo? La Presidenza pu riassumere quali documenti noi dovremmo teoricamente avere sotto gli occhi? Io ho sentito la relazione del Presidente della Giunta che parlava di un documento del Consigliere Chiezzi, sostanzialmente sottoscritto dal Presidente della Giunta. Questo è quanto il Presidente ha affermato in aula e dovrebbe per cortesia dirci su quali documenti stiamo lavorando in questo momento; se quel documento è formale, se esiste, lo vorremmo avere.
Diversamente, capire come procedere anche in relazione a quanto adesso ha affermato il Consigliere Montabone. Sarebbe bene fare un riepilogo, per cortesia.



PRESIDENTE

Gli ordini del giorno sui quali siamo chiamati a discutere sono l'ordine del giorno n. 553, a suo tempo presentato a firma della VI Commissione, che però riguardava un problema specifico della Venaria Reale cioè l'aspetto della gestione; un ordine del giorno presentato nella scorsa seduta dal Consigliere Chiezzi, sul quale il Consigliere aveva chiesto la sospensione della votazione, ma che rimaneva all'ordine del giorno.
Poco fa è stato depositato alla Presidenza un ordine del giorno a firma Chiezzi, poi c'è un emendamento legato al precedente ordine del giorno quello che era stato accantonato, però l'ordine del giorno n. 611 non viene modificato.



SPAGNUOLO Carla

Per precisazione vorrei sapere con certezza qual è il documento a cui si riferiva il Presidente della Giunta, quello che diceva di aver sottoscritto, perché politicamente è rilevante. E' quest'ultimo documento?



PRESIDENTE

Passo la domanda al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Visto e considerato che a tutti i costi volete farmi dire cosa è successo io lo dico con molta semplicità e trasparenza. Questo documento, che in un certo senso aveva visto una mia disponibilità che avevo enunciato verbalmente, anche se non sottoscrivendo materialmente l'ordine del giorno e non avendo avuto modo di sottoporlo alla maggioranza che mi sostiene, la maggioranza ha ritenuto, nell'analizzarlo, che fosse più utile - questo è emerso dalla richiesta del Consigliere Montabone - una rivalutazione e un approfondimento in ambito della Commissione cultura domani mattina.
Naturalmente io, che mi adeguo e condivido questa ulteriore richiesta che la mia maggioranza ha fatto, assecondo questa richiesta di approfondimento, perché come è stato detto dal Consigliere Montabone non solo prenderà in esame questo documento, ma anche quelli che il Presidente della VI Commissione ha presentato nella seduta precedente, nel tentativo possibilmente, di elaborare un documento che possa essere sottoscritto da tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

Mi pare che adesso la situazione sia chiara. Alla Presidenza ci sono questi due ordini del giorno a firma Chiezzi. Se il Consigliere Chiezzi li mantiene io li pongo in votazione, chiedendo anche se li dobbiamo votare tutti e due.
Se il Consigliere Chiezzi non ritira gli ordini del giorno e ne chiede la votazione (...).
Ho capito che Montabone ha chiesto che ritornino in Commissione, è una legittima richiesta che il Presidente pone all'assemblea, ma l'assemblea è sovrana. Consigliere Chiezzi, prego.



MONTABONE Renato

Ma lei non pone in votazione gli ordini del giorno, pone in votazione al massimo, la mia richiesta. Scusi!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Preciso che io sulla stesura dell'ordine del giorno sono d'accordo quindi non avrei problemi di merito nè di procedura per votare l'ordine del giorno. Tuttavia, raccogliendo l'ipotesi di lavoro di Montabone, vorrei segnalare che probabilmente una parte di affidamento sul quell'ordine del giorno era anche connessa alla funzione di Chiezzi come Presidente della Commissione, un ruolo che tra l'altro riveste autorevolmente e bene, quindi se c'è una richiesta di riparlarne in Commissione, perché ci sono delle opportunità poste da uno o da più Gruppi, la considererei da accettare in sostanza, proprio per non venire meno ad un'ipotesi che ci trovava convergenti in maniera ampia. Suggerirei quindi a Chiezzi di accettare la proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, c'è un problema di simmetria da sistemare. In questo senso: la vicenda di Venaria per come è nata fin dalla prima riunione di Commissione, da parte di tutti coloro che hanno partecipato alla prima e alla seconda riunione di Commissione, era un problema in cui non vi erano approcci asimmetrici in base agli schieramenti. Io così avevo inteso.
Dopo l'ultima riunione, quella con tutti i soggetti che abbiamo invitato (l'avevo detto anche ai colleghi che avevo incontrato), io ho tentato - sempre al di fuori di schieramenti - di scrivere un ordine del giorno che pensavo potesse avere un consenso molto ampio. Nella scorsa seduta, può darsi che mi sbagli, l'impressione che avevo avuto è che questo consenso ampio del Consiglio ci fosse, ma in presenza di questo consenso ampio, del quale forse il Presidente Ghigo non era stato informato, ci fossero stati dei problemi di interlocuzione, nello schieramento di maggioranza, a seguito del quale venne la richiesta di sospendere l'esame di questo ordine del giorno e io dissi "sospendiamo l'esame dell'ordine del giorno".
Successivamente io ho adeguato il primitivo ordine del giorno in base anche a notizie giornalistiche - sempre nell'ambito di una volontà unitaria e questa volta, visto che avevo interloquito molto, anche come Presidente di Commissione, con i colleghi del Consiglio, mi sono preoccupato di sentire un'opinione della maggioranza in quanto maggioranza di governo quindi ho interloquito con il Presidente Ghigo per sentire se c'era una volontà anche da parte sua, più che come Presidente della Giunta, come componente del Comitato di Venaria, di lasciare - mi sembra di aver usato queste parole, Presidente Ghigo - la corda un po' più lunga al Consiglio di esprimersi, perché non era una questione di fiducia o sfiducia verso l'operato del Presidente o verso l'operato del Comitato politico. Era il problema se anche il Presidente Ghigo si sentiva più forte andando al Comitato per la Reggia di Venaria di disporre di un parere ulteriore molto più libero del Consiglio.
Così mi sono mosso e a seguito di questa interlocuzione ho riscritto una nuova volta un ordine del giorno che recepiva anche osservazioni che non erano le mie; nel pensiero che, avuta un'interlocuzione oramai con tutto il Consiglio (maggioranza, minoranza e addirittura il governo), la cosa andasse a posto.
Viceversa, e qui c'è un problema di simmetria, cosa è successo oggi? E' successo che è stato introdotto da parte della maggioranza un problema asimmetrico, nel senso che su un ordine del giorno che pensavo potesse riscontrare, in base al lavoro svolto con tutti, maggioranza e opposizione un consenso, voi vi siete riuniti per conto vostro. Avete provocato una asimmetria di comportamenti. Allora, dato che la volontà unitaria rimane nei miei comportamenti, per giungere a questa ricomposizione io ho bisogno di creare un'altra asimmetrica, che è quella di poter, asimmetricamente disporre di una breve sospensione del Consiglio per incontrarmi con le minoranze, in moda da recepire a livello di minoranze, così avete voluto voi, quali siano gli intendimenti, oltre che del promotore dell'ordine del giorno, degli altri colleghi, in modo che questo possa essere foriero domani di una ricomposizione unitaria al di là degli schieramenti. Per cui io chiederei, prima di rispondere al collega Montabone, che ringrazio per questa proposta, qualche minuto - molto più breve di quello usato dalla maggioranza, ma proporzionalmente più breve - di sospensione del Consiglio.



PRESIDENTE

Se nessuno si pronuncia in modo contrario, la sospensione può essere concessa. Quindi concediamo dieci minuti reali di sospensione dei lavori del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.45 riprende alle ore 18.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
A seguito di questa pausa di riflessione chiedo chi intende intervenire per informare l'aula.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Vi è stata questa sera una discussione che adesso è diventata un pochino più ordinata, nel senso che comprendiamo su che cosa stiamo lavorando. La discussione ha fatto seguito ad una comunicazione del Presidente della Giunta sui problemi della Reggia di Venaria che sono già stati oggetto di discussione in aula e anche in Commissione; infine abbiamo avuto in distribuzione questo ulteriore terzo documento presentato dal collega Chiezzi. Un documento che in realtà è stato presentato all'aula questo è l'elemento politico che va messo in evidenza - non tanto dal collega Chiezzi, ma in maniera un po' irrituale, della quale peraltro noi abbiamo dato una valutazione positiva, dal Presidente della Giunta il quale ha detto che sostanzialmente sottoscriveva dal punto di vista dei contenuti questo documento.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Come forma di enunciazione, ma nel merito del documento non sono entrato.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, io comprendo questo chiamiamolo imbarazzo oppure marcia indietro, non lo so, comprendo le ragioni di questa puntualizzazione che il Presidente della Giunta ci fa, ma io mi permetto di dire che sono una persona molto attenta agli interventi di quest'aula e ancor più attenta agli interventi del Presidente della Giunta regionale, per cui posso affermare che il Presidente della Giunta regionale ha usato la parola "sottoscrivere". Andrò comunque a rileggere il verbale di questa seduta, ma io ho anche l'abitudine di prendere in maniera scrupolosa degli appunti e l'espressione usata è stata questa. Espressione che peraltro dal punto di vista politico non poteva non colpire perché per quanto io abbia memoria è la prima volta che un Presidente della Giunta regionale sottoscrive di sua iniziativa - per il collega Chiezzi è un grande successo - un documento del Capogruppo di Rifondazione comunista. Ma io lo ribadisco in termini assolutamente positivi, non in termini critici. Probabilmente analoga osservazione non è stata fatta dalla maggioranza che immediatamente ha chiesto una riunione dei Capigruppo di maggioranza, questo anche non ci è sfuggito, e il collega Montabone ha enunciato una posizione che non mi è sembrata solo del collega Montabone, ma un po' più ampia, forse frutto della consultazione che era intervenuta da parte dei colleghi di maggioranza. Ha annunciato la richiesta che il documento Chiezzi-Ghigo, se così possiamo chiamarlo, venisse rinviato ai lavori della VI Commissione di domani.
L'aspetto politico è chiaro. Nella sostanza noi accediamo, dal punto di vista formale, a che ci sia in VI Commissione una discussione di carattere politico, di merito. E' indubbio però che ci troviamo di fronte a una sconfessione del Presidente della Giunta da parte della sua maggioranza peraltro su un documento e un argomento abbastanza importante.
In questo senso quindi noi accediamo alla richiesta di un approfondimento mi sembra che anche il collega Chiezzi non fosse contrario in VI Commissione, ma vogliamo col nostro intervento motivare, se si voterà, il voto favorevole al rinvio in Commissione e sottolineare anche che questo rinvio in Commissione rappresenta una sostanziale sfiducia su questo argomento da parte della maggioranza della Regione Piemonte nei confronti del suo Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

In quest'aula tutti i Consiglieri hanno l'assoluta libertà di interpretare tutti, però è anche giusto che chi fa una richiesta poi, se è stata interpretata male, la precisi meglio.
Io ritengo che l'ordine del giorno che ha presentato il collega Chiezzi, e che ancora adesso io non ho sul mio tavolo, sia un ordine del giorno rispetto allo studio che si è fatto fin qui rispetto alla Reggia di Venaria, estremamente insufficiente. In primo luogo, non tiene conto di tutto quanto è stato detto in quest'aula rispetto alle soluzioni della Venaria. Per fare quindi un ordine del giorno più completo, che magari nulla toglie a quanto già c'è scritto nell'ordine del giorno del collega Chiezzi, ma - ripeto - più completo, che faccia in modo di ottenere quei finanziamenti ai quali tutti aspiriamo per la Venaria, io ritengo che la sintesi di una discussione di due giorni in Consiglio non possa essere fatta rispetto a un ordine del giorno che ho avuto in questo momento sul tavolo.
Quindi l'interpretazione che la collega Spagnuolo ha dato del mio intervento è inesatta, dal mio punto di vista ovviamente.
Nessuno ha voluto sconfessare il Presidente della Giunta regionale; con lui, e con l'Assessore competente, noi vogliamo approfondire meglio questo discorso che, per la fretta del portarlo in votazione stasera probabilmente non sarebbe completo.
Trattandosi di materia importante, ritengo abbia bisogno di un'ulteriore riflessione nel merito. La riflessione non viene demandata a 10 giorni, ma a domani mattina, quindi ringrazio i colleghi della minoranza che vorranno accogliere la mia richiesta - e mi sembra di aver capito che ad esempio, la collega Spagnuolo acceda a questa mia richiesta di rinvio in Commissione per domani mattina. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Concordiamo sulla richiesta di rinviare in Commissione. Mi pare logico l'avevo immaginato, d'altronde un ordine del giorno non può avere questa genesi e soprattutto la firma congiunta del Presidente del Consiglio, che rappresenta una maggioranza, e di un Capogruppo dell'opposizione.
Ho detto prima che era naturale, ma naturale evidentemente dal punto di vista politico, poi ci possono essere le coincidenze e credo che si possano anche accogliere gli inviti, che il collega Chiezzi ripete in quest'aula da un paio di sedute, a spogliarsi del proprio ruolo; ci possiamo spogliare tutti, ma in ogni caso credo che il Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta rappresentino la Giunta e la maggioranza, così come il Consigliere Chiezzi rappresenta il proprio Gruppo, oltre che a presiedere la Commissione.
E allora credo che possiamo fare tanti commenti più o meno ipocriti, ma la sostanza è evidente. E' un invito che faccio ai colleghi della maggioranza, non credo ci sia la necessità di un commento ulteriore: mi pare evidente che c'è qualcosa che non funziona in questa maggioranza, non perché il Consigliere Ghiglia è seduto qua, ma perché il Consigliere Ghiglia sa perfettamente perché qualcosa non funziona in questa maggioranza.
Non funziona dal punto di vista politico, c'è una disarticolazione. Non è solo oggi che il Presidente assume una posizione in quanto Presidente della Giunta e poi la maggioranza lo corregge.
Oggi, al di là del merito, concordo complessivamente su gran parte della proposta e quindi la sosterrò con qualche modifica in Commissione.
Dal punto di vista politico, però, non si può che notare che ancora oggi è avvenuta una correzione del comportamento e delle opinioni del Presidente sulla base delle prese di posizione della sua maggioranza.
Questo è un fatto politico: io non voglio ingigantirlo più di tanto, perch credo che ne siamo tutti convinti. Questa è una situazione che politicamente, in altri tempi, si sarebbe ritenuta grave, nel senso che in altri tempi sarebbe stato un elemento sul quale il Presidente avrebbe richiesto alla sua maggioranza di essere allineata e sostenuta.
Oggi, probabilmente le regole sono cambiate, non so quali siano: se volta per volta il Presidente deve chiedere opinioni e pareri ai suoi Capigruppo, sarà questo il nuovo metodo di governare. A me non pare sia così; quando c'è un rapporto politico di fiducia, il rapporto di fiducia deve esserci sempre ed in qualunque momento, anche quando un Presidente è costretto ad assumersi delle decisioni che in certi momenti non possono che essere delle decisioni solitarie.
Detto questo, credo che sarebbe bene se domani il Presidente venisse ad esplicitare in modo chiaro le proprie valutazioni su questo ordine del giorno ed al limite a completarlo, per aiutarci a svolgere un ruolo positivo nel lavoro che deve fare il Comitato politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Concordo sulla richiesta del Consigliere Montabone, affinché questo importante ordine del giorno su interventi per dare una migliore collocazione alla Reggia di Venaria venga portato in Commissione e venga appunto studiato o riproposto con la firma di tutti i Capigruppo del Consiglio regionale.
Devo anche affermare che non vi è assolutamente sfiducia in quanto ha detto il Presidente della Giunta, perché se questo ordine del giorno fosse messo in votazione in questo momento io lo voterei, considerandolo giusto e pensando di poterlo firmare così com'è. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ringrazio tutti i colleghi per l'attenzione che hanno riservato, nelle sedute di Commissione ed anche in questa ultima seduta di Consiglio, al lavoro che è stato svolto. Ringrazio anche il Presidente Ghigo per il contributo che ha dato.
L'unica cosa che chiedo, Presidente, è questa: che sulla sospensione ci sia un voto del Consiglio, formale, in modo che si segnali una procedura ed una decisione che rimanga agli atti. Poi, lascerei al Presidente il compito di garantire comunque al sottoscrittore che, al di là delle forme con le quali questi due ordini del giorno saranno discussi domani in Commissione gli ordini del giorno vivano anche in Consiglio.
Non chiedo risposte immediate, ma chiedo al Presidente ed ai colleghi Capigruppo se è possibile garantire un percorso in base al quale, comunque vadano le cose, nel prossimo Consiglio regionale io possa discutere questi due ordini del giorno. Comunque vadano le cose: o perché rimangono in aula adesso, o perché tra colleghi si concordi che potranno essere iscritti all'o.d.g..



PRESIDENTE

Potremmo allora concordare su questa metodologia: non viene applicato l'art. 93, ma si vota la sospensione della discussione ed il proseguo in Commissione, riservandoci di ritornare in aula. A parte che è un ritorno automatico.



CHIEZZI Giuseppe

Anch'io invito il Presidente Ghigo, se non ha impegni o se può disdire gli impegni che ha, ad essere presente domani mattina in Commissione, per dare un contributo concreto all'illustrazione di questo ordine del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

La proposta che viene sottoposta all'aula è dunque la seguente: sospensione della discussione sugli ordini del giorno, perché a questo punto sospendiamo la discussione, restano gli ordini del giorno n. 611 e quello odierno, non ancora numerato; questo viene inviato in Commissione la Commissione lo mette all'o.d.g. domani. Domani sarà il primo punto all'ordine del giorno, comunque l'impegno è di ritornare in aula.
Pongo quindi in votazione la proposta di sospensione della discussione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 35 favorevoli e 4 astensioni.
Viene rinviata pertanto in Commissione.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 538: "Dimissioni della Consigliera Segretaria Anna Benso dall'Ufficio di Presidenza e relativa surrogazione (art. 14 dello Statuto regionale e art. 4, comma 9 del Regolamento interno del Consiglio regionale)"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 5) all'o.d.g., relativo alla proposta di deliberazione inerente alle dimissioni della Consigliera Segretaria Anna Benso dall'Ufficio di Presidenza e relativa surrogazione.
Informo l'aula che la Consigliera Anna Benso, eletta Consigliera Segretaria nell'Ufficio di Presidenza, con lettera data 28 ottobre 1997 aveva comunicato le proprie dimissioni dalla carica di Consigliera Segretaria dell'Ufficio di Presidenza.
Passiamo pertanto alla presa d'atto delle dimissioni della Consigliera Segretaria Anna Benso.
Non essendoci interventi, pongo in votazione la presa d'atto per alzata di mano.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio ne prende atto con 39 voti favorevoli.
La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, preso atto delle dimissioni della Consigliera Benso, il Gruppo di Forza Italia, in accordo con la maggioranza, ha pensato di sostituire alla Consigliera Benso nell'Ufficio di Presidenza il Consigliere Capogruppo di Forza Italia Gallarini. Il Consigliere Gallarini fungerà da membro dell'Ufficio di Presidenza garantendo tutti sull'operatività delle scelte complessive. Quindi il Gruppo di Forza Italia, che aveva una sua espressione, continua ad averla in questo momento delicato sia della vita di questo Consiglio sia della vita in generale della politica di questa Giunta regionale.



PRESIDENTE

Quindi viene formalizzata la candidatura del Consigliere Gallarini che ovviamente, è a termine come tutto l'Ufficio di Presidenza al 31/12/97.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Sulla proposta del collega Racchelli, osservo che, se ho ben interpretato la designazione del Capogruppo Gallarini, persona meritoria sarebbe a termine nel senso che lui manterrebbe l'incarico di Capogruppo con questa funzione. In questo modo, noi ci troveremmo con un Ufficio di Presidenza con due Capogruppo; il Consigliere Deorsola, Capogruppo del CCD e il Consigliere Gallarini Capogruppo di Forza Italia.
Credo che questo crei un problema nel ruolo di garante dell'Ufficio di Presidenza, del ruolo super partes che dovrebbero avere i membri dell'Ufficio di Presidenza a garanzia di tutto il Consiglio regionale. Il problema esiste, io lo pongo come tale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Non vorrei che questa presa di posizione vietasse per il futuro al Consigliere Cavaliere di essere membro dell'Ufficio di Presidenza. Perch nella sua condizione di Capogruppo di un Gruppo composto da una sola persona, qualora si arrivasse all'eventualità di rappresentare più gruppi possibili, sarebbe bello che tutti i Gruppi potessero essere rappresentati nell'Ufficio di Presidenza, questa sua prerogativa certamente non gli permetterebbe di entrare a far parte dell'Ufficio di Presidenza. Sono convinto - come ho detto in altre occasioni - che i Consiglieri facenti parte dell'Ufficio di Presidenza, non rappresentano il Gruppo di appartenenza, ma rappresentano l'intero Consiglio regionale e, di conseguenza, non c'è relazione e rapporto tra l'essere Capogruppo e l'essere membro nell'Ufficio di Presidenza in rappresentanza dell'Ufficio di Presidenza. In questo senso sollevo, anche il Consigliere Cavaliere, da sue future possibilità di far parte dell'Ufficio di Presidenza. Pertanto dovrebbe essermi grato di questo mio intervento.



PRESIDENTE

Occorre pertanto procedere all'integrazione dell'Ufficio di Presidenza.
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto e si proceda all'appello dei Consiglieri.



(Vengono quindi distribuite le schede per la votazione a scrutinio segreto e si procede all'appello dei Consiglieri)



PRESIDENTE

Essendo stato svolto lo scrutinio delle schede, comunico l'esito della votazione.
Proclamo l'esito della votazione: presenti in aula al momento della votazione 46 votanti 46 hanno riportato voti: Gallarini Pierluigi 31 Toselli Pietro Francesco 5 Chiezzi Giuseppe 1 schede bianche 6 schede nulle 3 Proclamo eletto alla carica il Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza il Consigliere Pierluigi Gallarini e lo invito a prendere posto al banco dell'Ufficio di Presidenza.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati - Cultura: argomenti non sopra specificati - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Iscrizione all'o.d.g. e votazione della proposta di deliberazione n. 488 "Piano annuale degli interventi regionali per i giovani per l'anno 1997"


PRESIDENTE

Mi viene chiesto dalla VI Commissione l'iscrizione della proposta di deliberazione n. 488:"Piano annuale degli interventi regionali per i giovani per l'anno 1997".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta di deliberazione è iscritta all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 29 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astensione.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno presentati all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regio-nale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Ricordo che i Capigruppo sono convocati venerdì alle ore 12,00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,35)



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