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Dettaglio seduta n.18 del 19/10/95 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Contratti ed appalti

Interpellanza n. 54 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alle procedure appalto per aggiudicazione lavori di ristrutturazione di Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2): "Interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interpellanza n. 54 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Risponde l'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al patrimonio

In riferimento all'interpellanza in oggetto ed a riscontro della medesima, si forniscono elementi di carattere tecnico, utili alla formulazione della risposta.
In merito alla prima richiesta si precisa che gli accertamenti, che hanno dato origine alla decisione di adottare la deliberazione in questione, sono stati effettuati sulla base dei documenti presentati dalle diverse ditte in sede di prequalifica (nella fattispecie si trattava di gara a licitazione privata). Abbiamo preso lo spunto da una gara a licitazione privata per la quale abbiamo notato che esistevano due ditte che avevano lo stesso recapito, la stessa via, lo stesso numero civico e la stessa città pur essendo due denominazioni diverse.
E' da qui che siamo partiti.
Per quanto attiene alla richiesta di conoscere le ragioni sociali delle ditte interessate, si ricorda che, così come per esigenze di riservatezza non è possibile divulgare l'elenco delle ditte invitate alla gara sino alla conclusione della procedura relativa.
Avuto riguardo ai correttivi adottati al fine di procedere ad un regolare espletamento della procedura di gara, si era ritenuto di adottare specifica deliberazione della Giunta regionale con la quale si stabiliva di acquisire apposita dichiarazione (una dichiarazione suppletiva che finora non era mai stata chiesta) da parte di ognuna delle ditte invitate alla gara, attestante che non erano a conoscenza che loro controllanti collegate ovvero controllate ad altre ditte versanti in situazioni analoghe partecipassero alla medesima gara.
Sostanzialmente, alla luce di quella evidenza, si è ritenuto opportuno introdurre una documentazione aggiuntiva, chiedendo ad ognuna delle ditte partecipanti di dichiarare di essere assolutamente prive di collegamenti con altre società invitate alla gara.
Tale deliberazione è attualmente stata sospesa dalla Commissione regionale di controllo. L'interpellanza è datata alcuni mesi fa, quindi la questione attualmente è già stata superata. Abbiamo ritenuto quindi partendo da questo spunto, di impostare una deliberazione con la quale, da valere per il futuro, chiedere una dichiarazione aggiuntiva che potesse metterci nelle condizioni di essere più tranquilli sul fatto che in gara non ci fossero delle turbative per effetto di collegamenti occulti, cioè tra due ditte con nomi diversi ma con lo stesso recapito e numero civico perché in questo caso sorge il dubbio che ci sia qualche collegamento. A fronte di una dichiarazione di quel tipo, abbiamo ritenuto di impostare una procedura che mirasse ad una maggiore trasparenza della gara.
Il Commissario del Governo in un primo tempo attraverso il dottor Ventrice non capì esattamente cosa intendevamo, quindi ci chiese dei chiarimenti. In modo da poter dialogare, personalmente mi sono recato dal Commissario del Governo, il quale ha compreso lo spirito della nostra richiesta e ha approvato la deliberazione. Questo significa che dalla data della deliberazione stessa, tutte le gare che usciranno dalla Regione Piemonte avranno la richiesta aggiuntiva rispetto alle prescrizioni precedenti che ci dà un grado di garanzia maggiore.
Tenuto conto dell'ultima richiesta di competenza di questo Servizio attualmente gli atti relativi non sono stati trasmessi all'Autorità Giudiziaria in quanto soltanto in sede di gara potrà effettivamente verificarsi l'ipotesi di reato, poiché la semplice manifestazione di interesse a partecipare, ma non seguita da formale e valida offerta, non concretizza alcun tipo di reato.
In merito infine alla richiesta di conoscere le reali necessità di intervento nel palazzo in ordine alla sicurezza ed alla congruità dell'ambiente di lavoro, si fa presente quanto segue (e qui veniamo agli interventi previsti per Palazzo Lascaris, la cui gara ha risentito di quell'appesantimento, nel senso che abbiamo perso due mesi anche se utilmente): gli interventi sinora realizzati sulla base dei progetti redatti dall'arch. Angelo Gerbi e dall'ing. Barba Navaretti e definiti come "ristrutturazione per l'adeguamento alle norme di sicurezza, rifacimento della tinteggiatura facciate interne ed esterne, dell'atrio e restauri vari" e "ristrutturazione dell'ingresso principale dell'immobile" hanno consentito la sistemazione del tetto, la messa a punto dei locali interrati, il rifacimento della mensa, del bar e della zona ingresso.
L'appalto in corso di aggiudicazione, che ha subìto un ritardo di due mesi, ma ormai entro tre settimane è fissata l'apertura delle buste per la gara, prevede l'esecuzione dei seguenti interventi: sostituzione della moquette e dei rivestimenti a parete della sala del Consiglio e dei locali attigui sostituzione della controsoffittatura nella sala del Consiglio sostituzione dell'impianto di traduzione simultanea nella sala del Consiglio, formazione di impianto di votazione elettronico dotazione di impianto servoscala per le scale di accesso del pubblico impiego e per le scalette interne riduzione dello spazio riservato al pubblico a vantaggio della zona Consiglieri.
E' vero che l'appalto l'ha predisposto la Giunta, è vero che la gestione dell'appalto è della Giunta, è vero che le lire sono state prese per un miliardo e 600 milioni circa da un capitolo di bilancio della Regione, ma è altrettanto vero che tutti gli accorgimenti, i suggerimenti e le misure sono state dettate dall'Ufficio di Presidenza in modo tale che ovviamente - ci fosse il pilotaggio da parte di chi è responsabile e vive la realtà di Palazzo Lascaris direttamente.
Con l'ultimazione dei lavori relativi alla sala del Consiglio ed alle sue pertinenze, che consentiranno di migliorare ulteriormente il comfort abitativo della sala medesima, la sicurezza e la conformità dell'ambiente di lavoro sarà raggiunta per tutti i locali sotterranei.
Il completo adeguamento di Palazzo Lascaris alle esigenze della sicurezza e della congruità dell'ambiente di lavoro potrà essere realizzato con la sostituzione ai piani superiori dei pavimenti in moquette con pavimenti di marmo e con l'adeguamento degli impianti elettrici.
La spesa presunta per tali interventi è di circa un miliardo di lire.
Questa la risposta all'interpellanza che, come i Consiglieri avranno notato, oltre agli interpellanti, verte sostanzialmente su due aspetti: lo spunto preso per modificare - noi riteniamo in senso positivo - le procedure generali di gara, chiedendo garanzie ulteriori in determinati casi, visto l'emergere di un qualcosa che aveva insinuato dubbi, e lo spunto per parlare della ristrutturazione di Palazzo Lascaris. La gara è già stata bandita; entro un mese avverrà l'apertura delle buste e l'assegnazione dei lavori.
Il Presidente del Consiglio, Picchioni, e l'Ufficio di Presidenza con il quale ci siamo sentiti almeno tre volte nell'ultimo mese e mezzo già stanno predisponendo soluzioni temporanee alternative, vista l'inagibilità di quattro mesi - se ricordo bene - della sala consiliare di Palazzo Lascaris.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Sono abbastanza soddisfatto della risposta dell'Assessore, poich quando abbiamo letto come Gruppo la notizia ANSA in base alla quale l'Assessore stesso segnalava la possibilità di turbative d'asta in conseguenza della presentazione di offerte da parte di ditte che parevano avere diversa ragione sociale, ma che in effetti potevano, viceversa, fare capo alla stessa persona o gruppo di interesse, ci siamo molto preoccupati e abbiamo desiderato poter parlare della questione in aula. L'Assessore ci ha confermato che ciò era avvenuto, da parte di alcune ditte, in sede di richiesta di invito alla licitazione privata, ovvero nella prima fase quella che apre la procedura vera e propria di gara per licitazione privata.
Raccomando l'Assessore di verificare se questo non sia accaduto in altre gare e se non sia il caso che gli uffici, questa volta così attenti non vengano attrezzati affinché possano svolgere un esame delle licitazioni private recentemente attuate, per verificare che non siano avvenuti casi irregolari. Invito quindi l'Assessore a procedere in tale direzione; di certo, il sistema degli appalti non è messo al riparo e al sicuro da combine di vario tipo; se la Giunta intendesse muoversi in tal senso non potrà che avere il nostro appoggio.
Per quanto riguarda la sala Consiglio, sollevo un'osservazione relativamente all'incarico dei lavori di ristrutturazione, assegnato a progettisti. Verifichino l'Assessore e tutti i colleghi se nel caso in questione non ci troviamo di fronte ad una permanenza di carattere assolutamente eccezionale da parte di questi incaricati, nell'ambito dei quali non faccio nomi...



PRESIDENTE

Vuole precisare?



CHIEZZI Giuseppe

Sarà una cosa vecchia...



PRESIDENTE

"Permanenza eccezionale" cosa significa? La durata, oppure...



CHIEZZI Giuseppe

Spiego: provate a verificare quanto la Regione Piemonte ha speso per parcelle di progettazione nell'ambito di lavori svolti, nel corso degli anni, a Palazzo Lascaris; a mio parere si è superato il miliardo di lire in capo a questo gruppo di progettazione.
A me pare si stia esagerando: non credo che nel panorama professionale torinese per ben dieci-quindici anni esistano solo alcune persone abilitate a cambiare i controsoffitti o a progettare il rinnovo della moquette. Mi sembra una permanenza che va contro qualsiasi criterio di rotazione degli incarichi.
Per quanto riguarda i lavori di ristrutturazione della sala Consiglio vedo con rammarico che si riduce la possibilità di presenza del pubblico.
Questo è fatto negativo, Assessore: non so se sia una scelta ovviabile, ma i posti per il pubblico già non sono molti. Ogni tanto, anche se non sempre, c'è bisogno di una certa capienza. Sono un po' stupito da questa scelta e chiedo se non possa essere rivista, conservando il numero di posti a sedere attualmente in essere.
Altro elemento assente dai termini della progettazione è quello relativo all'aria che respiriamo. Avevo sollevato la questione - i colleghi Gallarini e Majorino con me decani di questo Consiglio lo ricorderanno prima del 1990, chiedendo una verifica dell'aria e quindi degli impianti di ventilazione, dei filtri e di quant'altro. Continuerei a sollecitare tale verifica; non so se nell'ambito di questo appalto vi siano voci comprendenti lavori sugli impianti di condizionamento, ma visto che impegniamo risorse non marginali nel risistemare l'aula - moquette e via dicendo - chiederei di prestare attenzione anche a questo aspetto.
L'Assessore Gallarini ricorderà - lo dico per gli altri colleghi l'installazione in aula, da parte del Politecnico, di un aspiratore che esaminava le particelle trasmesse nell'aria da vari elementi: impianto di condizionamento e moquette. Non ho saputo l'esito di tale esame; pregherei l'Assessore, visto che ci rimettiamo un po' a nuovo, di prestare un occhio di attenzione al problema dell'aria che respiriamo. Non so se sono il solo ma dopo qualche ora di permanenza in aula non mi sembra di ricevere sensazioni di benessere; anzi, si tratta di sensazioni di malessere, che non penso siano dovute al nostro confronto politico, anche se acceso.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, i quesiti posti dal Consigliere Chiezzi sono di grande rilevanza.
Può anche rispondere per i posti a sedere. Io sottolineo che rimangono tali, solamente che nelle sedute del Consiglio essi verrebbero destinati ai funzionari di supporto alla Giunta e ai Gruppi consiliari, ma durante le normali riunioni rimarrebbero a disposizione del pubblico.
Non voglio assolutamente prendere la parola all'Assessore Gallarini, ma ritenevo fosse una precisazione dovuta.
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al patrimonio

Innanzitutto per quanto riguarda i progettisti sottolineo che sono stati scelti appunto perché sono i due che dall'inizio hanno curato tutta la ristrutturazione di Palazzo Lascaris. Le considerazioni del Consigliere Chiezzi sono valide, io non so quale sia stato il totale delle parcelle, ma sicuramente se non superano il miliardo sono vicine; è realistica la valutazione del Consigliere Chiezzi.
D'altra parte sono stati scelti prima ancora che arrivassimo noi; mi sento di dire che quella scelta rappresenta una continuità rispetto alla conoscenza dell'intero palazzo.
Per quanto riguarda la questione dell'aria che respiriamo c'erano preoccupazioni di questo tipo, ma è stata inserita la rimodulazione ricalibratura del tutto. Vedremo di curarlo in modo particolare non tanto noi, ma gli uffici, li sensibilizzeremo sotto questo aspetto.
Avremo comunque modo di risentirci ancora.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 12 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa alle modalità di soccorso a persone sieropositive da parte di personale addetto al trasporto di emergenza


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 12 presentata dai Consiglieri Chiezzi Moro, Papandrea e Simonetti in quanto l'interpellanza n. 58 la riteniamo superata.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'interpellanza n. 12 dei Consiglieri Papandrea, Chiezzi, Moro e Simonetti, si riferisce ad un increscioso e grave episodio di omissione di pubblico servizio da parte del personale della Croce Rossa di Moncalieri verificatosi la sera del 10 giugno u.s. Personale che adducendo futili ed inammissibili giustificazioni non prestò soccorso ad un cittadino solo perché ammalato di AIDS.
Il Sottocomitato della Croce Rossa di Moncalieri, per effetto dell'art.
5 del DPR 27/3/1992 nonché della DGR n. 37-42429 del 9/1/1995, è convenzionato con l'USL n. 1, competente in materia, al trasporto sanitario di emergenza nell'ambito del territorio in questione.
Spettano pertanto all'USL n. 1 tutte le iniziative necessarie affinch le clausole del contratto in essere vengano attuate e rispettate.
Per quanto attiene all'episodio, oggetto dell'interpellanza, comunico che l'USL n. 1, con lettera prot. 541/b/95 del 14/6/1995 - l'episodio si è verificato la sera del 10/6/1995 - ha denunciato il fatto alla Procura della Repubblica di Torino affinché venisse accertato l'accaduto ed eventualmente si procedesse giudizialmente.
Con lettera prot. 2491/49/773 la Regione Piemonte ha richiesto all'USL n. 1 di comunicare all'Assessorato competente le determinazioni assunte in merito all'episodio denunciato dal Responsabile medico-organizzativo della Centrale Operativa 118.
Con nota del 26/6/1995, il Direttore generale dell'USL n. 1 ha chiesto alla Croce Rossa Italiana di Moncalieri di relazionare in merito all'accaduto al fine di verificare gli estremi per procedere con sanzione amministrativa. E' in corso ovviamente l'indagine penale per vedere se esistono gli estremi per procedere in tal senso.
Con nota del 28/7/1995 il Sottocomitato della Croce Rossa di Moncalieri ha inviato la risposta all'USL n. 1, e per conoscenza all'Assessorato comunicando che effettivamente il personale coinvolto aveva - così riferisce la Croce Rossa di Moncalieri - "sprecato tempo prezioso nella ricerca di indumenti immunizzanti che non erano indispensabili per il servizio richiesto" - infatti non c'è assolutamente bisogno di alcun indumento immunizzante, ma semplicemente di comuni guanti - adducendo al contempo giustificazioni insufficienti. In virtù dunque degli elementi in suo possesso, il Sottocomitato della Croce Rossa di Moncalieri provvedeva a sospendere i volontari in oggetto per quattro mesi, rinviando poi alla scadenza di tale sospensione eventuali ulteriori decisioni.
In merito poi a quanto possa fare la Regione Piemonte per impedire il ripetersi di episodi simili, esplicitamente la risposta è contenuta nell'interpellanza stessa dei colleghi di Rifondazione Comunista allorquando sottolineano il loro verificarsi come il frutto di ignoranza e di inaccettabili pregiudizi.
La Regione pertanto si impegnerà, nel prossimo futuro, ad indire massicce campagne di informazione per ricondurre nella giusta dimensione una malattia, l'AIDS, che troppo spesso viene confusa con un non ben identificato "flagello divino", comportando così ulteriori umiliazioni e sofferenze a danno degli sfortunati che ne sono affetti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Il Gruppo si ritiene soddisfatto di questa risposta, la relazione è adeguata alla gravità del fatto. Auspichiamo che l'Assessore inviti la Croce Rossa a non riprendere in servizio persone anche dopo quattro mesi, che si sono dichiarate assolutamente incapaci.
Aspettiamo, viceversa, il programma, annunciato dall'Assessore, di potenziamento qualificato del messaggio nei confronti di questa malattia del quale riteniamo ci sia un grande bisogno, se tale malattia provoca atteggiamenti veramente incivili ed ignoranti addirittura da parte di volontari che operano nel campo della sanità.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 49 dei Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti relativa all'avvio del processo per omicidio colposo in seguito a contatto con amianto (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 49 presentata dai Consiglieri Chiezzi Moro e Simonetti.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Vi sono altre interpellanze relative al problema "amianto" che pu essere causa di insorgenza di alcuni tipi di tumori (v. mesoteliomi), alle quali darò risposta nel corso della prossima seduta di Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Si tratta di un'interpellanza firmata solo dal Gruppo di Rifondazione Comunista, ma dato che ci sono altre interpellanze inerenti l'amianto (la Consigliera Spagnuolo sollevava anche altri problemi sull'amianto), per me nulla osta che a questa interpellanza, che utilmente potrebbe allargarsi anche a contributi di altri Gruppi, si desse risposta insieme alle interpellanze sulla Capamianto. Se l'Assessore è d'accordo, è solo un gesto di cortesia verso i colleghi.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Preferirei accorpare le due interpellanze in una prossima seduta.



PRESIDENTE

D'accordo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Ringrazio sia il collega Chiezzi che l'Assessore per questa cortesia.
Quando ci sarà la discussione preferirei che fosse presente anche l'Assessore all'ambiente, perché è una questione che ha due aspetti.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 60 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla Strada dei Bagni di Craveggia


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 60, alla quale rispondono prima l'Assessore Vaglio e poi l'Assessore Botta.
Prego, Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna

Gli interventi iscritti nel Programma operativo Italia-Svizzera approvato con decisione della Commissione CEE C (92)694 del 3/4/1992 prevedono nell'asse prioritario 1 il "Miglioramento infrastrutturale, in particolare per quanto riguarda l'accesso a zone di frontiera esterne e le comunicazioni entro le stesse...". Il progetto di collegamento tra la Valle Vigezzo e la Valle dei Bagni di Craveggia si inserisce a pieno titolo in questo contesto. Infatti, la Valle dei Bagni di Craveggia attualmente è di fatto isolata in quanto accessibile o attraverso sentieri pedonabili dalla Valle Vigezzo, o dalla Svizzera fino al confine mediante strada carrozzabile della Valle Onsernone.
Con l'apertura di questa nuova via di comunicazione tra le due valli italiane e la Svizzera si prevede di superare l'attuale isolamento economico, permettendo un più veloce sviluppo delle attività economiche a valenza transfrontaliera.
La Regione Piemonte con deliberazione della Giunta regionale n. 661 30673 del 30/11/1993 individua, tra gli altri, come intervento di attuazione del Programma operativo plurifondo Interreg Italia-Svizzera sottoprogramma Regione Piemonte, la strada di collegamento tra la Valle Vigezzo e la Valle dei Bagni di Craveggia per un importo di L.
6.000.000.000.
Il progetto prevede la realizzazione di una prima parte del tracciato e permette di superare lo spartiacque che divide la Valle dei Bagni di Craveggia dalla Valle Vigezzo. La seconda parte del collegamento, fino al confine svizzero, verrà realizzata successivamente in base alle disponibilità della Comunità montana Valle Vigezzo.
La Comunità montana Valle Vigezzo, con propria deliberazione n. 34 del 20/2/1995 approvava il progetto esecutivo dal titolo "Progetto per la realizzazione della strada di collegamento tra la Valle Vigezzo e la Valle dei Bagni di Craveggia".
Il tracciato prevede una parte di strada a cielo aperto ed una parte in galleria.
La Strada si diparte dalla strada comunale esistente in località Vasca (Comune di Craveggia) a quota 955 m s.l.m. e seguendo la sponda sinistra del torrente Vasca raggiunge quota 1.460; da qui è prevista la costruzione di una galleria, a senso unico alternato di marcia, con la quale si raggiunge la Valle dei Bagni di Craveggia a quota 1.646 m s.l.m.
La sezione stradale avrà una larghezza di 4 m con banchine laterali di 0,5 m, quindi è una strada progettata per un traffico limitato.
Sistemazione dei sentieri.
La costruzione della strada si sovrappone solo per alcuni brevi tratti (si stima per un 15% circa) sul tracciato del vecchio sentiero-mulattiera che raggiunge l'Alpe Marco.
La costruzione della strada faciliterà le operazioni di ripristino e manutenzione dei numerosi sentieri della Valle dei Bagni di Craveggia, oggi poco accessibili ed in stato di abbandono.
Gestione patrimonio forestale.
Il patrimonio forestale della Valle dei Bagni di Craveggia necessita di interventi migliorativi poiché negli anni '40-'50 si attuarono interventi di esbosco intensivi senza dare corso ad idonee operazioni selvicolturali.
Gli interventi selvicolturali sono condizione importante per il mantenimento delle condizioni di stabilità idrogeologica, per la conservazione del paesaggio e dell'equilibrio dell'ecosistema bosco.
L'isolamento della Valle dei Bagni di Craveggia è stato fino ad ora il fattore che ha impedito la realizzazione di interventi di miglioramento e gestione del patrimonio forestale.
Assetto idrogeologico.
La realizzazione della strada consentirà di intervenire nella Valle dei Bagni di Craveggia per la sistemazione idraulica del torrente Onsernone, il quale, a seguito dell'evento alluvionale dell'agosto 1978, ha totalmente occupato il fondovalle ed è pressoché privo di letto; infatti le sue acque divagano a danno dei pascoli e dell'ambiente. Si rendono quindi indispensabili lavori di regimazione delle acque.
La strada consentirà inoltre di raggiungere la parte alta del Rio Vasca ove sono necessari interventi di sistemazione idrogeologica.
Nella valle sono altresì presenti frane determinatesi nell'agosto 1978 sulle quali non è stato eseguito alcun intervento di stabilizzazione.
La sistemazione idrogeologica della valle è importante soprattutto per la tutela della regione locarnese e del Lago Maggiore. Gli eventi alluvionali recenti hanno dimostrato che l'abbandono in cui versa la Valle dei Bagni di Craveggia determina un rischio per gli abitanti del fondovalle.
Rilancio agro-pastorale.
La Valle dei Bagni di Craveggia comprende quarantatré alpeggi costituiti ognuno da una o più baite.
Gli attuali fruitori dei pascoli della Valle dei Bagni di Craveggia oggi ridotti a poche unità, raggiungono gli alpeggi dopo diverse ore di cammino, partendo da Craveggia e attraversando la Bocchetta di S. Antonio alla quota di 1.841 m s.l.m.
L'isolamento della Valle dei Bagni di Craveggia è sicuramente un handicap per il rilancio delle attività agro-pastorali, già in declino nelle zone servite da strade e praticamente assenti là dove l'accessibilità al piano diventa un fattore limitante.
Valutazione di impatto ambientale.
La realizzazione della strada di collegamento con la Valle dei Bagni di Craveggia, a causa delle sue modeste dimensioni, non rientra nella categoria di opere per le quali, ai sensi dell'art. 1 del DPCM n. 377/88, è necessario predisporre una valutazione di impatto ambientale.
Nonostante ciò la scelta del tracciato è derivata da un'analisi di quattro possibilità alternative.
Ogni possibilità di tracciato è stata esaminata sotto i seguenti aspetti: verifiche di impatto ambientale verifiche geologico-tecniche verifiche economiche di costo di costruzione e gestione verifiche sui tempi di percorrenza.
I tracciati esaminati sono i seguenti: a) tracciato lungo la Valle della Vasca b) tracciato della colma di Craveggia c) tracciato Alpe Blitz d) tracciato Valle di Cortignasco.
I tracciati b) e c) sono stati scartati in conseguenza del forte impatto ambientale.
Il tracciato d) è stato escluso in quanto avrebbe attraversato zone di elevato dissesto idrogeologico.
Il tracciato a) è parso come quello di minore impatto ambientale in quanto da una parte si sviluppa su di un versante stabile da un punto di vista idrogeologico e dall'altra la presenza della galleria riduce ulteriormente l'impatto ambientale "visivo" sul versante evitando di scavalcare a quote più elevate. In aggiunta a quanto detto, il tracciato risulta essere di minore lunghezza e migliore percorribilità in caso di nevicate.
La galleria non comporta, stante la limitata sezione, grandi difficoltà per lo scavo. Il marino di risulta sarà in parte utilizzato per la costruzione dei rilevati e delle pavimentazioni della strada, mentre la restante parte sarà collocata in discarica autorizzata reperita dall'impresa appaltatrice.
Si sono avviate le procedure per l'ottenimento delle autorizzazioni ai sensi della L.R. n. 45/89 in merito al vincolo idrogeologico e della legge n. 431/85 per il vincolo ambientale.
Considerato che il programma operativo Interreg Italia-Svizzera ha ottenuto l'approvazione della CEE e della Giunta regionale, si ritiene pertanto condivisibile l'iniziativa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta per la seconda parte della risposta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Una breve precisazione che si inserisce nella più articolata risposta che ha dato all'interpellanza l'Assessore Vaglio, ed è fatta in riferimento alle informazioni che sono state assunte presso l'Ufficio tecnico comunale e il professionista incaricato del progetto.
La Strada Bagni di Craveggia non è prevista come tale dalle cartografie del Piano regolatore approvato nel 1991, ma la sua realizzazione trattandosi di strada con finalità agro-silvo-pastorali, è resa possibile dalle disposizioni dell'ultimo comma dell'art. 28 delle norme tecniche di attuazione del Piano regolatore generale che recita: "Il Consiglio comunale può disporre l'apertura di nuove strade agricole, di larghezza massima non superiore a metri quattro, o l'ampliamento di quelle esistenti, non previste in Piano regolatore, purché l'uso abbia esclusivamente carattere agricolo nel rispetto dell'equilibrio idrologico ed ambientale dei luoghi e fatte salve le disposizioni di cui al terzo comma dell'art. 30 della L.R.
n. 56/77 e successive modifiche ed integrazioni. Tali tracciati non possono essere aperti al transito di autovetture e automezzi non necessari all'attività agricola se non a seguito di specifica variante del Piano regolatore generale".
Come si evince quindi da questa norma, tale arteria, qualora assumesse altre valenze e altre caratteristiche, sarà cura dell'Amministrazione comunale procedere alla necessaria variante dello strumento urbanistico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi Consiglieri, ieri il nostro Presidente Rolando Picchioni chiedeva che non gli venissero dati consigli fraudolenti. Ci sono consigli fraudolenti e ci sono risposte fraudolente.
Io chiederei che non venissero date risposte fraudolente, in questo senso.
L'Assessore Vaglio sposa una tesi e dice: "Questa strada è un bene per la Valle Vigezzo" (sintetizzo al massimo) "ed è la migliore possibile fra tutte le ipotesi che vengono fatte". L'Assessore Botta ci spiega che questa strada non corrisponde alle possibilità che il Piano regolatore e le norme tecniche di attuazione consentono di realizzare sul territorio di quel Comune perché diventa veramente incredibile credere che una strada asfaltata nuova che distrugge dei sentieri, larga quattro metri in una zona montana e con una galleria di due chilometri, sia una strada ad esclusivo uso agricolo. Questo non lo possono credere nemmeno i bambini. Queste storie non le raccontate! Su una strada asfaltata in montagna di quattro metri di sezione con una galleria di due chilometri, cosa ci facciamo passare? Le mucche? In due chilometri di galleria per portarle a pascolare dall'altra parte? Queste sono risposte e comportamenti truffaldini.
L'Assessore Botta l'ha spiegato molto bene: la strada non si può fare perché dovrebbe essere ad esclusivo uso agricolo. Ad esclusivo uso agricolo non è una strada asfaltata in montagna. Invece la strada asfaltata si fa dicendo che è per esclusivo uso agricolo, ma basta sentire di cosa si compone per capire che non lo è.
L'Assessore Botta dice: "Se per caso non sarà di uso agricolo, basta che il Comune faccia la variante al Piano regolatore". Questi sono comportamenti truffaldini.
Se si vuole fare una strada di quattro metri in alta montagna con una galleria di due chilometri, il Comune discuta questo, lo discuta con la propria popolazione, decida di fare una variante al Piano regolatore in cui traccia la strada in alta montagna di quattro metri, la variante viene approvata dal Consiglio comunale, va in Consiglio regionale, la Regione dica, sulla base delle leggi vigenti, se questa strada va fatta o non va fatta, quando il Piano regolatore prevede questa strada, la strada si farà.
Questo è un comportamento lineare; viceversa questo palleggiamento che c'è su una strada che non si può fare, ma che si fa, anche se non è segnata sul Piano regolatore, dà adito a credere che le denunce che ci sono state in valle (da parte di Associazioni ambientaliste su questo e denunce che dicono che dietro ci sono in realtà degli interessi molto particolari che con le mucche non hanno nulla a che vedere, ma hanno a che vedere con la valorizzazione di territori) abbiano perfettamente ragione. Teniamo presente che la zona interessata da questa strada è una zona che dovrebbe essere controllata dalla direttiva CEE n. 92/43 sugli habitat naturali e semi-naturali, perché la zona che attraversa questa strada è una zona in cui c'è fauna selvatica molto delicata: picchio nero, civetta capogrosso gufo reale sono animali che hanno il loro habitat all'interno di questa zona.
Allora, cari Assessori, ridate una regolata alla vostra risposta.
Assessore Botta, come Assessore all'urbanistica e ai Piani regolatori verifichi che questa strada, se non è prevista nel Piano regolatore, non può essere eseguita; una strada asfaltata di quattro metri. Non si pu permettere l'elusione delle regole e l'aggiramento delle stesse. Qui si va a distruggere un ambiente naturale preziosissimo, protetto dalle norme CEE.
Che qualcuno abbia ottenuto, attraverso strade che possiamo immaginare, che all'interno dell'Interreg partissero finanziamenti a sostegno a quest'opera, si può perfettamente concepire.
Mi rivolgo al Presidente Ghigo che, forse, questa vicenda viene a conoscerla oggi a causa di questa interpellanza. La prego, Presidente, di verificare questo comportamento perché da un lato si dice: "La strada si può fare, la migliore possibile, a solo uso agricolo" e dall'altra: "Attenzione che non è prevista nel Piano regolatore e le strade agricole in alta montagna non sono fatte in quel modo". La prego quindi, Presidente, di mettere a fuoco la posizione della Regione Piemonte anche nei confronti di questo Comune, che non può autorizzare una strada agricola che chiaramente agricola non è.
Spero in una comunicazione anche in sede di Commissione da parte degli Assessori competenti e spero in un interessamento del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

E' una raccomandazione che il Presidente Ghigo ha colto.


Argomento: Informazione - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 33 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla prevista sospensione della pubblicazione del notiziario "Edilizia pubblica e partecipazione" edito dall'ATC di Torino


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 33 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, alla quale risponde l'Assessore Majorino.



MAJORINO Gaetano, Assessore all'edilizia residenziale

Con l'interpellanza n. 33 i Consiglieri interpellanti Chiezzi e Papandrea chiedono se risponde a verità la decisione dell'ATC di Torino di sospendere la pubblicazione del notiziario "Edilizia pubblica e partecipazione" e se la Giunta intende assumere iniziative per garantire la ripresa di questa pubblicazione.
La risposta è in questi termini: effettivamente la pubblicazione è stata sospesa e l'ATC spiega che l'ha sospesa essendo cessato il contratto con la tipografia che la effettuava. Mi rendo conto che questa è una motivazione meramente formale, perché se è andato a termine il contratto con quella tipografia ben se ne potrebbe scegliere un'altra, mi potrebbe essere replicato dagli interpellanti.
Peraltro l'ATC - lo ricordo più che a Chiezzi a me stesso - non è un ufficio dipendente direttamente dall'Assessorato, perché come è noto la Regione, la Giunta in quanto tale, vigila e ha un potere di controllo.
Dopo questa affermazione e spiegazione da parte dell'ATC, lo stesso precisa che non si è rinnovato immediatamente un contratto con altra tipografia. Questo nell'ambito del risparmio cui tende l'ATC, però l'ATC stesso si rende conto dell'utilità di questa pubblicazione, che peraltro era molto costosa, e manifesta l'intenzione di riprendere la pubblicazione magari con uno strumento più snello, perché effettivamente un'informativa completa con una certa costanza all'inquilinato va fatta. Si riserva di precisare quando attuerà questa intenzione.
Da parte mia posso a mia volta assicurare gli interroganti che l'Assessorato, pur non avendo un potere decisionale e di direttiva nei confronti dell'ATC, provvederà a verificare la situazione alla data odierna e ad insistere affinché questa pubblicazione, sia pure in forma più ridotta, ma purché si raggiunga lo scopo informativo, venga ripresa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi Consiglieri, l'Assessore Majorino e tutti i colleghi - moltissimi di essi, perlomeno - sanno quanto siano delicati ed importanti i rapporti tra gli inquilini delle case popolari e l'Istituto. Sanno anche che spesse volte, a fronte di difficoltà di rapporti con l'ATC, gli inquilini vedono nella Regione l'organismo democraticamente eletto che può dare loro una mano nei rapporti con l'Istituto.
E' vero che la nostra competenza è quella di vigilare, ma siamo anche un soggetto politico importante nei confronti di questi inquilini, tant'è che spesse volte li riceviamo a Palazzo Lascaris.
L'Assessore sa bene come questi rapporti tra ATC ed inquilini non siano buoni; di conseguenza, sospendere quella pubblicazione è un atto di superficialità e disattenzione grave, perché quel notiziario costituisce comunque, un elemento di informazione costante tra ciò che svolge l'ATC e la situazione nei quartieri. Togliere anche questo elemento vuol dire rendere ancora più carente il flusso di informazioni che giunge nei quartieri, perché uno dei problemi che hanno gli inquilini è che non riescono neppure a sapere le cose. Molti di noi sono interessati da Comitati di inquilini che lamentano da anni il fatto di non riuscire a sapere a che punto è una pratica.
Assessore, posso dichiararmi soddisfatto della sua risposta e la prego di assumere un'iniziativa un po' innovativa. Spesse volte su queste questioni gli ordini del giorno partono su iniziativa dei Gruppi. Caro Assessore, su questo problema lei non intende presentare in Consiglio regionale, così poi lo si vota più alla svelta, un ordine del giorno nel quale il Consiglio inviti l'Assessore pro tempore ad ufficialmente richiedere all'ATC di non schermarsi dietro i risparmi e dietro la tipografia e di predisporre subito il rinnovo di questa pubblicazione? Se lei è convinto di questo, potrebbe farsi promotore della presentazione di un ordine del giorno di maggioranza in questo Consiglio che verrebbe firmato anche da noi, in modo da sollecitare ufficialmente come Consiglio regionale, l'ATC. Penso che questo rientri nei compiti di vigilanza.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione n. 46 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla lite giudiziaria fra ATC ed inquilini ATC di Via Scialoja


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 46 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, alla quale risponde ancora l'Assessore Majorino.



MAJORINO Gaetano, Assessore all'edilizia residenziale

Anche qui viene richiesto all'Assessore se sia esatta la notizia che vengono esperite da parte dell'ATC anche azioni di sfratto nei confronti di inquilini con riferimento all'annosa questione delle caldaiette.
Prima di entrare nel merito, apro una parentesi che mi è implicitamente sollecitata dall'interrogante, quando ha detto che in definitiva l'inquilinato dell'ex IACP ora ATC, quando subisce dei torti ritiene di avere interlocutore la Regione, l'Assessorato competente, più che il gestore. Mi pare fosse questo il rilievo, l'osservazione fatta.
Al riguardo, mi sia consentito di ricordare che allorquando c'è stata una, sia pure urbana, quasi sollevazione dell'inquilinato ai primi del luglio scorso, allorquando una deliberazione CIPE ha inopinatamente immutato la legge regionale che ha previsto nel marzo scorso aumenti in base al reddito e l'ha immutata disponendo che gli ATC dovessero rifare i calcoli in base agli estimi catastali, in seguito a questa protesta l'Assessorato si è attivato e ha fatto l'unica cosa che poteva fare, ma di un certo peso, di fronte ad una disposizione paralegislativa come è una deliberazione CIPE, per vedere di vanificarla. Non si poteva infatti dire come peraltro era stato suggerito dalle rappresentanze dell'inquilinato, di disporre che gli ATC del Piemonte non applicassero la deliberazione CIPE e si ribellassero alla stessa. Si è fatta pertanto l'unica cosa percorribile cioè adire d'urgenza, il che è stato fatto, un ricorso alla Corte Costituzionale contro l'invasione della competenza regionale, nei confronti di tutte le Regioni, ma in particolare della Regione Piemonte che aveva già legiferato nel marzo scorso allo scopo di mantenere ferma la legge regionale che in definitiva era stata votata, sia pure obtorto collo perch quando ci sono degli aumenti di canoni le accettazioni sono sempre amare quasi all'unanimità, ad eccezione, mi pare, dei colleghi di Rifondazione Comunista. Comunque, per difendere la legge come volevano gli assegnatari è stata immediatamente assunta questa iniziativa, che era l'unica fattibile. Sul piano politico ci era stato suggerito di andare a Roma parlare con il Ministro competente per cercare di far revocare la deliberazione, ma questo discorso probabilmente non avrebbe avuto alcun seguito. Ho aperto e chiuso immediatamente la parentesi per dire che a questo importante caso di proteste legittime dell'inquilinato si è immediatamente provveduto.
Per quanto riguarda specificamente la questione dell'interrogazione non risulta che vi siano azioni di sfratto nei confronti di coloro i quali hanno collocato già da tempo le caldaiette. La questione, in breve, è la seguente.
Negli anni scorsi, molti inquilini dello IACP, non soddisfatti anche per il costo dell'erogazione del calore, avevano installato caldaiette autonome. Lo IACP, però, in base al contratto che lo legava alla ditta fornitrice del riscaldamento, doveva continuare a pagare le quote e quindi ha ritenuto di continuare a percepire i canoni del riscaldamento. Ciò sulla base di questo ragionamento: "Ci sono regole contrattuali generali, in forza delle quali se esiste un impianto centralizzato di riscaldamento l'inquilino non può installare 'abusivamente' delle caldaiette per scaldarsi e poi non pagare la sua quota di canone".
La questione si è trascinata per diversi anni davanti alla Magistratura, ovvero al Tribunale e alla Corte d'Appello di Torino, la quale ha ritenuto che, ove non vi sia un accordo con l'Ente gestore per consentire l'installazione delle caldaiette, per gli interi alloggi facenti parte di un determinato caseggiato, gli utenti sono tenuti a pagare in un certo senso due volte: per le caldaiette ritenute abusivamente installate e per il normale canone. L'Ente, nonostante i numerosi incontri avvenuti all'epoca fra rappresentanti degli inquilini e Presidenza dello IACP, ha ritenuto di fare questo agrément e di non richiedere i canoni del riscaldamento centralizzato, in quanto si sarebbe creata un'ulteriore fascia di passivo.
Le azioni giudiziarie in corso, dunque, non sono sfratti per inadempienza, ma sono azioni di recupero degli importi non corrisposti all'ATC per i canoni di riscaldamento, anche se indubbiamente - me ne rendo conto - c'è chi paga due volte.
Sulla base di alcune sentenze della Magistratura - e non secondo l'opinione, che potrebbe in ipotesi essere errata, dello IACP - che ha visto la questione in lungo e in largo e con la lente di ingrandimento sono in corso azioni per ottenere i pagamenti di questi canoni.
Indubbiamente questi saranno un sacrificio per l'inquilinato, per sinceramente suggerire (e non certo imporre) allo IACP da parte della Regione quale organo di vigilanza, nella maniera più vibrata possibile, di non perseguire e quindi di non avvalersi di sentenze della Magistratura (in definitiva l'inquilinato che ha installato le caldaiette ha commesso secondo le sentenze della Magistratura, un abuso) diventa un po' difficile per l'Assessorato e per l'Assessore.
Allo stato degli atti, la situazione è questa. Non ci sono però sfratti per chi, abusando di questa situazione, abbia installato le caldaiette: casomai dovrà pagare due volte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore sa bene che se parliamo di abusi in generale nel mondo dell'edilizia residenziale pubblica, non so se ne abbia compiuti di più l'inquilinato o lo IACP. L'Assessore sa anche bene che i rapporti difficili tra l'inquilinato e l'ATC (ex IACP) vertono proprio sul fatto che le centinaia di miliardi di debiti accumulati dallo IACP sono in parte dovuti ad abusi causati da cattiva amministrazione. Sa bene, quindi, che l'universo popolare che utilizza gli alloggi dello IACP è un universo che soprattutto nel ruolo di Assessore, va trattato avendo sempre, come prima istanza, attenzione per i problemi sociali che questo inquilinato vive tutti i giorni a causa di cattiva gestione - e in passato anche per abusi e considerando le reazioni di questo inquilinato per sopperire a mancanze ritardi ed abusi da parte dello IACP.
Che in tutto ciò si siano compiuti anche abusi, se l'ha detto un Tribunale, così è, almeno per la giustizia italiana; se non potevano mettere le caldaiette, è un abuso. Questo può essere vero, ma forse corrispondeva alla necessità sociale di evitare di pagare troppe spese di riscaldamento, magari immotivate, magari su impianti non manutenuti e che costavano il triplo.
Affrontare una spesa per installare la caldaietta significa risparmiare e poter campare, perché noi dobbiamo pensare che all'interno di questi Istituti c'è gente che "tira a campare" (ad esempio, pensionati con la minima). A fronte di un Istituto esoso, che espone spese di acqua e di riscaldamento eccessive, qualcuno avrà anche abusato e avrà detto: "A questo punto, siccome devo arrivare alla fine del mese, per risparmiare metto la caldaietta".
C'è abuso ed abuso. Il suo ruolo, Assessore, dovrebbe e potrebbe essere quello di centrare il proprio intervento nei confronti del Commissario adesso, ma dell'ATC in genere, sollecitando sempre, quando nascono questi problemi, per dare il segno dell'interessamento della Regione Piemonte affinché si evitino conflitti sociali all'interno dell'edilizia residenziale pubblica. Non si tratta di dire: "Violate le leggi", ma di dire: "Dovete - la Regione ve lo chiede - avere la massima attenzione ad evitare un aggravamento delle condizioni sociali".
In questo ambito, le chiedo veramente di verificare con sicurezza se essendo una parte dell'inquilinato che ha installato le caldaiette moroso ed essendo la morosità titolo per lo sfratto, non ci siano dei procedimenti di sfratto iniziati magari all'insaputa di tutti, ma non degli inquilini che ne hanno avuto sentore o avviso. Per evitare gli sfratti penso che un atteggiamento fermo da parte della Regione Piemonte sia congruo rispetto ai poteri che ha e alla problematica di questa vicenda.
Sappiamo che gli sfratti sono soggetti ad una graduatoria, ad un esame della Commissione prefettizia; lo sfratto non è un provvedimento amministrativo che va preso e basta: è soggetto a monitorie, a dilazioni di tempo, cioè dietro le procedure di sfratto c'è sempre, da parte dello Stato, una tensione alla situazione sociale. Quindi io chiedo che l'Assessore faccia questo.
Inoltre, chiedo anche che sul caso specifico delle caldaiette, magari con un tavolo comune, l'Assessore esamini il merito di questo problema, che sta rovinando la vita ad interi quartieri. Se lo IACP è in grado di dimostrare che queste caldaiette sono state installate a norma di legge e via dicendo, smetta di chiedere i soldi - perché continua a fare questo per gli impianti centralizzati, di cui più nessuno ha bisogno. Chiedo questa verifica dello stato dell'arte, perché ho ricevuto parecchie lettere da parte di questi inquilini, che si sono anche rivolti agli avvocati e sono in causa; le cause in Tribunale lasciamo che vadano avanti per conto proprio, ma i problemi sociali, caro Assessore, cerchi di risolverli.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 77 dei Consiglieri Deorsola e Casari relativa alla discarica di Torrazza Piemonte


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 77, presentata dai Consiglieri Deorsola e Casari, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Con l'interrogazione n. 77 del 31/7/1995 i Consiglieri Sergio Deorsola e Raimonda Casari chiedono notizie circa il progetto di discarica di seconda categoria B da ubicarsi nel Comune di Torrazza Piemonte.
In riferimento ai quesiti posti dai Consiglieri interroganti, si evidenzia innanzitutto che il progetto presentato da La Torrazza s.r.l.
per la realizzazione di una nuova discarica in Comune di Torrazza Piemonte prevede una cubatura di 700.000 mc circa e non 1.700.000 mc, in quanto tale quantitativo, indicato nella DGR n. 145-46514 del 5/6/1995, contenente il parere regionale ex art. 6 della legge n. 349/86, è stato fornito come dato relativo al fabbisogno globale di smaltimento di rifiuti industriali stimato, nell'ambito della programmazione regionale di settore, per l'intera provincia di Torino.
Va evidenziato comunque che, nel corso dell'istruttoria tecnica finalizzata all'espressione del parere regionale sulla compatibilità ambientale del progetto, è emerso che la cubatura prevista per la discarica è da considerarsi eccessiva per il sito di Fornace Nigra, dove in passato sono già state realizzate sette vasche per lo smaltimento complessivo di circa 450.000 mc.; di conseguenza, nel dispositivo della DGR già citata, al punto 1) è stata indicata, come condizione indefettibile per la realizzazione dell'ottava vasca, che venga riprogettata con una cubatura almeno dimezzata, precisando che dovrà comunque essere previsto il raccordo con le sette celle già esaurite ed il complessivo recupero dell'area per un suo effettivo reinserimento nel contesto naturale circostante.
Per quanto riguarda la deroga ai 2.000 m di distanza minima dagli abitati per le discariche di seconda categoria tipo C, va sottolineato che il proponente, pur realizzando una discarica con tutte le caratteristiche costruttive di una discarica di tipo 2C, autolimitandosi, ha previsto il solo conferimento e smaltimento di rifiuti industriali speciali, come previsto dalla vigente normativa statale per gli impianti di 2a categoria tipo B.
Va poi aggiunto che spetta al Ministero all'Ambiente la decisione in merito alla concessione di tale deroga.
Rispetto al precedente progetto per il quale la Giunta aveva espresso parere negativo, si può affermare che la nuova documentazione presentata è più approfondita e risponde a molte delle perplessità evidenziate nella DGR n. 151-10270 dell'11/11/1991 e contiene inoltre più chiare indicazioni progettuali ed ambientali. Dall'istruttoria tecnica è peraltro emersa la necessità di ulteriori approfondimenti, come è stato evidenziato nel parere espresso dalla Giunta regionale nella succitata deliberazione del 5/6/1995.
Va sottolineato inoltre che nel frattempo la Società ha provveduto al recupero dell'area già utilizzata per lo smaltimento e che, come si è potuto verificare durante un sopralluogo, sono spariti i vistosi segni di degrado ambientale, presenti e ben visibili nel 1991.
In merito a quanto previsto per la tutela delle acque sotterranee, si rimanda a quanto specificamente indicato al punto 4) della più volte richiamata DGR n. 145-46514 del 5/6/1995, che testualmente recita: "...deve essere definito un sistema di monitoraggio più capillare della falda tra l'intera area di Fornace Nigra ed il pozzo dell'Acquedotto comunale, che consenta di individuare, con almeno un anno di anticipo, il verificarsi di eventuali infiltrazioni di inquinanti (potenzialmente pericolosi per le falde). Qualora dovesse verificarsi tale situazione, La Torrazza s.r.l., di concerto con il Comune, dovrà provvedere a realizzare un sistema di approvvigionamento idropotabile alternativo".
A maggior chiarimento per i Consiglieri interroganti, si può aggiungere che il progetto presentato dalla Società La Torrazza è solo un progetto di massima e che, in caso ottenga giudizio positivo di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente, dovrà essere progettato a livello esecutivo prima di essere ripresentato alla Regione per l'attivazione delle procedure di cui all'art. 3 bis della legge n. 441/87.
Solo al termine dell'istruttoria tecnica che prevede il coinvolgimento di tutti i settori regionali chiamati ad esprimersi secondo la propria competenza e la convocazione di tutti gli Enti ed i soggetti pubblici interessati, la Giunta regionale sarà chiamata ad esprimersi sull'approvazione o il diniego di autorizzazione alla realizzazione dell'impianto.
Questa è la parte predisposta dagli uffici; vorrei ancora aggiungere qualche considerazione, anche perché ho avuto modo di incontrare ripetutamente gli amministratori dei Comuni interessati e quindi è possibile aggiornare la comunicazione.
Mi sembra che vi siano dei grossi problemi, indipendentemente o meno dall'attivazione di un'ulteriore vasca, che peraltro già la precedente Giunta aveva previsto in una dimensione molto più contenuta. Due sono i punti sui quali bisognerà focalizzare l'attenzione nel momento in cui dovesse essere presentato a noi il progetto esecutivo per questo ulteriore impianto di smaltimento. Uno è il recupero complessivo dell'area interessata che, a mio avviso, deve essere posto a carico del proponente (l'eventuale ulteriore intervento); l'altro è il monitoraggio delle falde che deve essere fatto con criteri totalmente diversi rispetto a quelli che sono stati messi in opera fino ad ora.
Occorre dunque prevedere, come diceva giustamente la risposta che ho testé letto, degli indicatori tali che, tenuto conto della velocità di propagazione delle eventuali sostanze inquinanti, possano da un lato mettere in totale tranquillità la gestione dell'acquedotto e dall'altro attraverso adeguate formule anche fidejussore, garantire all'Ente pubblico che gestisce il rifornimento idropotabile ogni e qualsiasi soluzione alternativa.
Complessivamente, quindi, il giudizio che si può dare è quello di dover cogliere l'occasione per questa richiesta, in modo da garantirsi eventuali e comunque necessari ulteriori interventi di salvaguardia del sito e soprattutto delle falde acquifere.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

Ringrazio l'Assessore e mi dichiaro soddisfatta della risposta data.
Desidero tuttavia sottolineare ancora che, anche se da 700.000 i metri cubi passassero a 350.000, sommati a quelli già smaltiti si arriverebbe a 800.000 metri cubi di rifiuti solo a Torrazza, quando il piano programmatico di smaltimento regionale è di 1.700.000 metri cubi in tutto il Piemonte. Sarebbe dunque stato meglio se in passato si fosse individuato un altro sito in cui collocare la discarica.
Per quanto riguarda poi la tutela delle acque potabili, desidero ancora ricordare che oltre a Torrazza, che pompa acqua a 180 metri e dista a solo 300 metri circa dalla discarica in questione, ci sono, a pari pericolo in caso di inquinamento (visto che la prima e la seconda vasca non sono state impermeabilizzate con apposito nylon), Verolengo, che pompa a 90 metri e dista a 1.500 metri; Rondissone, che pompa a 140 metri e dista a 2.500 metri; Saluggia, che pompa a 100 metri e dista a 4.000 metri; nonché i pozzi dell'Acquedotto del Monferrato a valle di 5.000 metri, il quale serve una miriade di paesini.
Risulta dunque fondamentale che il servizio di monitoraggio di cui l'Assessore ha parlato sia attento e costante.
Auspico infine che il recupero ambientale di tutta l'area circostante venga ribadito con fermezza e garantito il prima possibile.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interpellanza n. 97 della Consigliera Cotto relativa all'alluvione del novembre 1994 - Domanda di ripristino strutture e scorte - Leggi n. 185/92 n. 22/95 e n. 35/95


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 97, presentata dalla Consigliera Cotto cui risponde l'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Entro subito nel merito delle richieste affermando che i Settori non saranno riorganizzati, ma alla loro normale struttura sarà affiancata una struttura flessibile incaricata di occuparsi esclusivamente delle pratiche relative all'alluvione, al fine di accelerare il più possibile i tempi necessari per l'istruttoria delle domande.
La struttura prevista dalla L.R. n. 34 del 1989 sarà attiva fino al 31/12/1995 con il compito di snellire l'operato dei Settori decentrati e facendo sì che alle pratiche relative all'alluvione sia dedicata attenzione particolare.
Quanto alle disparità di interpretazione si può affermare che qualsiasi legge va interpretata come dimostra l'uso delle circolari ministeriali per stabilire le norme attuative; esistono poi casi specifici che possono essere diversamente interpretati.
Occorre dire che se alcune di queste diverse interpretazioni ci sono state, e ci sono state, per ovviare a questo si sono tenuti appositi incontri con i Capi Settore e i responsabili dei Settori decentrati per esaminare le questioni che possono indurre ad interpretazioni diverse ed adottare comportamenti univoci su tutto il territorio regionale.
I tempi e le modalità di definizione delle pratiche non sono facilmente prevedibili o quantificabili, soprattutto per quanto riguarda le strutture e le infrastrutture, dipendono da varie circostanze, quali entità dei lavori, tempi delle ditte esecutrici per la realizzazione delle opere eventuali autorizzazioni.
Tutto questo sarà ininfluente per il produttore agricolo alluvionato in quanto con il sistema adottato, pagando con sollecitudine un anticipo fino al 50%, crediamo di aver ammortizzato questi tempi facendo sì che gli agricoltori non debbano attendere gli indennizzi che spettano loro e possano affrontare il ripristino dei danni.
I Settori decentrati sono oggi in grado di chiudere a dicembre le istruttorie con l'esecuzione di tutti i sopralluoghi preventivi e l'emissione dei decreti, in modo da erogare una seconda tranche del 30 portando il rimborso fino all'80% degli indennizzi a ciascun produttore.
Si farà luogo al pagamento del saldo subito dopo il collaudo dei lavori.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Se l'efficacia e l'efficienza di un servizio si devono giudicare anche dal grado di soddisfazione del cliente è facile dedurre, dalle proteste dei coltivatori diretti di Asti, vittime dell'alluvione del 1994, e dalle attese degli amministratori e cittadini dei Comuni che hanno subìto danni per piogge alluvionali nel periodo settembre/ottobre 1993, che il giudizio non può essere certamente positivo.
E' difficile giustificare una burocrazia che trattiene per lungo tempo finanziamenti finalizzati al ripristino e alla sistemazione di una viabilità considerata minore, ma che minore non è per chi deve raggiungere il proprio posto di lavoro, il proprio podere.
E' difficile giustificare una burocrazia che non riesce, in fretta, a risarcire chi ha avuto danni e che dopo l'alluvione purtroppo tende a considerarsi cittadino del "Mondo dei vinti" di Nuto Revelli.
Bene ha fatto l'Assessore ad assumere provvedimenti, creando strutture flessibili di coordinamento straordinario per la gestione degli aiuti destinati alle aziende agricole danneggiate dall'alluvione del novembre 1994. Bene farà l'Assessore se potrà far istruire dalla struttura flessibile anche le pratiche relative ai danni per le abbondanti piogge del 1993.
I coltivatori diretti devono tornare a fare gli imprenditori agricoli a vantaggio dell'economia locale e del territorio. Non devono sentirsi vinti dalla burocrazia, non devono sentirsi a disagio nel pretendere, alla pari delle altre categorie di lavoratori autonomi, il giusto risarcimento.
A proposito di disagio mi sembra giusto in questa sede sottolineare le difficoltà che incontrano molti agricoltori per raggiungere gli uffici del Settore decentrato di Asti, che sono sistemati al terzo e quarto piano di un condominio sprovvisto di ascensore senza alcuna indicazione per chi è portatore di handicap su come accedere agli sportelli o all'informazione (mi spiace che non sia presente l'Assessore al patrimonio e al personale ma sono certa che l'Assessore all'agricoltura farà presente questo grave disagio); in compenso nell'atrio del palazzo si legge un cartello recante la scritta: "Vietato l'ingresso ai questuanti".
Mi rivolgo perciò agli Assessori competenti affinché possano, il più in fretta possibile, trovare altri locali per il Settore decentrato di Asti ed eliminare quindi questo disagio; ciò anche per evitare che l'indifferenza al problema possa far ritenere agli agricoltori che proprio a loro sia precluso l'accesso agli uffici.


Argomento: Calamità naturali - Viabilità

Interpellanza n. 99 della Consigliera Cotto relativa alle piogge alluvionali del periodo 22 settembre - 31 ottobre 1993; legge n. 185/92 art. 3, comma terzo, lettera a)


PRESIDENTE

Passiamo alla seconda interpellanza, la n. 99, presentata dalla Consigliera Cotto, cui risponde ancora l'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

A seguito delle piogge alluvionali verificatesi in Piemonte nel periodo 22 settembre - 31 ottobre 1993, sono pervenute al Settore decentrato per l'agricoltura di Asti le seguenti segnalazioni di danni: n. 51 Comuni interessati n. 300 strade interpoderali per una spesa dichiarata di L. 5,5 miliardi n. 10 acquedotti consorziali ed impianti irrigui per una spesa dichiarata di L. 500 milioni n. 300 aziende singole (strade poderali, fabbricati, muri di sostegno, frane e smottamenti vari, scorte varie) per una spesa dichiarata di oltre 2 miliardi n. 10 Comuni (Incisa Scapaccino, Castelnuovo Belbo, Nizza Monferrato Calamandrana, San Marzano, Mombaruzzo, Castel Boglione, Cerro Tanaro Rocchetta Tanaro, Montemagno) danni alle colture per un importo presunto di L. 1,5 miliardi.
In applicazione delle norme contenute nella legge n. 185/92, dopo aver eseguito i riscontri necessari è stata predisposta ed approvata la deliberazione n. 148 del 6/12/1993 di delimitazione delle zone interessate ai fini del riconoscimento dell'eccezionalità dell'evento.
In detta deliberazione per la provincia di Asti si segnalavano 129 interventi su infrastrutture di 27 Comuni, per un danno complessivo di L.
4.933.000.000.
L'eccezionalità dell'evento veniva riconosciuta dal Ministero delle Risorse agricole con decreto in data 31/1/1994, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2/3/1994 e da tale data, per le procedure della legge n.
185/92, i danneggiati, entro 45 giorni successivi, hanno presentato le domande di ripristino dei danni.
Dette domande devono essere presentate alla Commissione comunale per l'agricoltura dei Comuni di appartenenza che devono, entro 20 giorni esprimersi sull'ammissibilità del danno.
Il Ministero a fine maggio ha comunicato l'assegnazione dei fondi concessi ed il loro trasferimento presso il conto corrente regionale.
Tali fondi per i danni in questione ammontano a L. 3.453.000.000 ed hanno reso possibile il finanziamento delle domande pervenute nella misura del 77,76%.
La somma suddetta è stata iscritta nel bilancio regionale ed è quindi stato possibile deliberarne, con provvedimento n. 114 del 13/9/1994, il riparto ai Settori decentrati autorizzando la presentazione dei progetti nella misura sopra indicata.
Sulla base dei progetti istruiti è prevista l'erogazione di acconti già dal momento della loro approvazione.
In tale fase si è verificato l'evento alluvionale del novembre 1994 che purtroppo ha interessato un gran numero degli interventi in questione rendendone necessaria o la riprogettazione o il rifacimento dei lavori e causando in ogni caso una battuta d'arresto nella conclusione delle pratiche.
La situazione attuale è riassunta dai seguenti dati: n. 30 pratiche con istruttoria in corso e di prossima definizione per un importo di L. 700 milioni n. 79 pratiche che si prevede di istruire entro il corrente anno per un importo di L. 3.100.000.000.
Pertanto entro l'anno, per tutti i danni alle infrastrutture nella provincia di Asti, si potrà dare corso al ripristino che, sotto l'aspetto finanziario, avranno il supporto dei pagamenti di acconto nelle diverse fasi dei lavori.
Occorre ancora dire che l'Assessorato, a fronte di una problematica nuova, che si è presentata in relazione alla vastità e gravità dei cennati eventi alluvionali, dopo aver provveduto in sede di Conferenza Stato Regione a privilegiare il Piemonte nei confronti delle richieste delle altre Regioni per analoghi eventi alluvionali, nella ripartizione dei Fondi di solidarietà nazionale ha adottato tutta una serie di provvedimenti per superare le difficoltà sorte nel corso della gestione. Si sono cointeressate le Amministrazioni comunali, attraverso le Commissioni consultive per l'agricoltura nell'iter relativo alla presentazione e alle prime valutazioni delle domande di rimborso. Si è previsto, per gli interventi più complessi, il ricorso a strumenti più idonei, già adottati per opere pubbliche, prevedendo i maggiori oneri per lavori di più complessa progettazione. Si sono adottate diverse soluzioni in relazione ai problemi sorti dalla sovrapposizione dei danni del novembre 1994 a quelli del settembre 1993.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Le considerazioni generali le ho già avanzate in occasione dell'interpellanza precedente.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Mancuso e Simonetti.


Argomento: Nomine

NOMINE (Co.Re.Co - seguito)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 4) all'o.d.g. che reca: "Nomine".
Dobbiamo procedere alla votazione dei membri dei Comitati di controllo trovandoci nel corso della terza votazione, occorre la maggioranza qualificata di 31 voti, ai sensi dell'art. 3, comma terzo, della L.R. n.
40/94.



(I Consiglieri dei Gruppi di minoranza abbandonano l'aula)



PRESIDENTE

Convoco immediatamente la Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13.30 riprende alle ore 15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Torniamo alle nomine relative ai Comitati di controllo.
Si distribuiscano pertanto le schede per le seguenti nomine: Comitato Regionale di Controllo - Co.Re.Co. (legge n. 142/90 e L.R.
n. 40/94) - Sezione di Alessandria per il territorio delle attuali province di Alessandria ed Asti. Nomina di quattro esperti effettivi e di due esperti supplenti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Giampiero Mazzone, Carlo Alberto Ravazzano, Guido Pesce e Piero Caprioglio (esperti effettivi), Gino Maranzana e Giancarlo Cocito (esperti supplenti).
Comitato Regionale di Controllo - Co.Re.Co. (legge n. 142/90 e L.R.
n. 40/94) - Sezione di Cuneo per il territorio dell'attuale provincia di Cuneo. Nomina di quattro esperti effettivi e di due esperti supplenti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Gian Franco Collidà, Luciano Armellino, Guido Bonino ed Erminio Sacco (esperti effettivi), Giuseppe Lazzari e Franco Comino (esperti supplenti).
Comitato Regionale di Controllo - Co.Re.Co. (legge n. 142/90 e L.R.
n. 40/94) - Sezione di Torino per il territorio dell'attuale provincia di Torino. Nomina di quattro esperti effettivi e di due esperti supplenti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Giuseppe Fiorito, Lionello Savasta Fiore, Giovanni De Vita e Lorenzo Circosta (esperti effettivi), Emilio Papa e Francesco Bruno (esperti supplenti).
Comitato Regionale di Controllo - Co.Re.Co. (legge n. 142/90 e L.R.
n. 40/94) - Sezione di Novara per il territorio delle attuali province di Biella, Novara, Verbania e Vercelli. Nomina di quattro esperti effettivi e di due esperti supplenti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Luigi Baraggia, Roberto Bussi, Massimo Pedrale e Silvio Cagetti (esperti effettivi), Giorgio Zara e Maurizio Cotti Piccinelli (esperti supplenti).
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, solo per dire che mentre lei leggeva la proclamazione degli eletti sono stato tentato di dire, un po' contro regolamento, alla fine di ogni proclamazione: "Vergogna!". Poi non l'ho fatto, ma ritengo veramente una cosa vergognosa che la maggioranza si sia comportata in questo modo.
Prendiamo atto, come Gruppo, e forse anche insieme agli altri Gruppi di questo fatto che consideriamo gravissimo. E' gravissimo che vi siate comportati impedendo un accordo fuori dalle parti sulla nomina dei Co.Re.Co. Come Gruppo, e come Gruppi di opposizione, noi la informiamo che useremo tutti gli strumenti, che riusciremo ad individuare, utili a porre fine a questa situazione quanto prima.



PRESIDENTE

Prima di concludere la seduta, vorrei comunicare ai Capigruppo che immediatamente dopo la votazione di due ordini del giorno ci riuniremo nella Sala A per stabilire l'ordine dei lavori della prossima settimana.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 55 relativo all'indennità di accompagnamento


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno relativo agli invalidi che ieri sono scesi in piazza a Roma per rivendicare il diritto all'indennità di accompagnamento sancita dalla legge n. 18/80 e che viene erogata al solo titolo della disabilità.
Tale ordine del giorno reca le firme dei Consiglieri Peano, Benso Marengo, Spagnuolo, Rossi, Goglio, Foco, Minervini, Vaglio, Picchioni Deorsola, Chiezzi, Farassino, Ferraris e Montabone.
Pongo pertanto in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 55.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte è solidale con gli invalidi veri che il giorno 18/10/1995 scenderanno in piazza a Roma per rivendicare il diritto all'indennità di accompagnamento sancita dalla legge n. 18/80 e che viene erogata al solo titolo della disabilità.
Tale 'beneficio' viene concesso a persone con il 100% di invalidità con difficoltà di deambulazione o che non sono in grado di provvedere autonomamente alle funzioni vitali.
Il Consiglio regionale dissente dalla scelta fatta dal Governo di legare l'indennità di accompagnamento al reddito personale e familiare dei disabili. Tale dissenso nasce soprattutto dalla carenza di servizi, previsti per legge e mai erogati dallo Stato.
Per tutto questo il Consiglio richiede che tale scelta sia revocata e si impegna, nel contempo, a dare inizio ad una serie di iniziative finalizzate, per le competenze specifiche, a rendere più vivibile la vita dei disabili".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza - II. PP. A. B.

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 54 relativo alla riforma pensionistica


PRESIDENTE

E' stato inoltre presentato l'ordine del giorno n. 54 a firma dei Consiglieri Marengo, Ghiglia, Botta, Montabone, Ferraris, Spagnuolo Cavaliere, Chiezzi, Vaglio e Deorsola, che sostituisce un ordine del giorno precedente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marengo; ne ha facoltà.



MARENGO Luciano

Credo che sia superflua l'iscrizione perché l'ordine del giorno che avevo presentato insieme ad altri Consiglieri era parziale rispetto a questo (era riferito infatti alla situazione Embraco Aspera Europe s.r.l.).
Mi riconosco in questo ordine del giorno che è più completo, quindi ritiro il precedente e credo che, essendo questo una sorta di emendamento all'altro ordine del giorno, lo si possa votare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Masaracchio; ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

In effetti si è concordato di emendare l'ordine del giorno che ha presentato il Consigliere Marengo con un ordine del giorno più completo in modo da avere il quadro esatto della situazione in cui si trovano talune situazioni di lavoratori in Piemonte.
Nel contempo, prima che si esprima il voto, posso dire che, in ogni caso, non soltanto da parte governativa, ma anche da parte dei lavoratori c'è una forte disattenzione verso queste crisi che investono il nostro mondo del lavoro. Non a caso, è il caso di ricordare che esistono delle provvidenze regionali per coloro i quali si trovano in queste condizioni con erogazioni di parecchi milioni di contributo: da 15 a 23 milioni di contributo per le aziende che provvedano ad assumere lavoratori in mobilità ultracinquantenni o che non abbiano ancora raggiunto i cinquant'anni.
Questo è un fatto che va denunciato, purtroppo è scaduto anche il termine per adire a queste provvidenze e dimostra che in ogni caso, per quanto si possa fare in Consiglio regionale, attraverso la Giunta regionale attraverso il governo della Regione, con le poche provvidenze che noi possiamo elargire, la disattenzione è totale e speriamo che nel futuro anche i nostri ordini del giorno abbiano un esito positivo a livello governativo.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 54 va comunque iscritto all'o.d.g.
Pongo pertanto in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 54.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.
Pongo quindi in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che la riforma degli ammortizzatori sociali e la riforma pensionistica non hanno proceduto di pari passo ed hanno lasciato aperta una serie di problemi relativi alla chiusura di alcune situazioni vertenziali sull'intero territorio regionale considerato inoltre che rispetto a tali situazioni le Organizzazioni sindacali regionali hanno informato più volte i Ministri del Lavoro in carica, e di recente l'Assessore al lavoro ed i parlamentari piemontesi impegnati nelle Commissioni Lavoro di Camera e Senato constatato che la situazione delineata nella riunione penalizza in modo discriminatorio i lavoratori coinvolti il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta ad un'iniziativa nei confronti del Ministro del Lavoro e dei Presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato affinché venga sanata questa situazione.
In modo particolare si richiede: a) per i lavoratori delle aziende di reimpiego GEPI della Provincia del Verbano Cusio Ossola licenziati il 28/2/1993, antecedentemente all'entrata in vigore del DL n. 57 del 10/3/1993, successivamente convertito in legge n. 236/93 che prevedeva l'introduzione della mobilità lunga per le aree dell'Obiettivo 2 Reg. Com. n. 2081/93, si richiede la possibilità di rientrare nei benefici della stessa mobilità lunga attraverso un idoneo provvedimento legislativo. I lavoratori interessati da questo provvedimento su tutto il territorio nazionale sono meno di 300 (Verbania, Terni Spoleto), ed anche la relativa copertura finanziaria si prefigura quindi contenuta.
b) Emergono inoltre problemi di rapporto tra mobilità e pensione.
Gruppi di lavoratori ultracinquantenni sono stati posti in mobilità in conseguenza di accordi sottoscritti nel periodo precedente la citata legge n. 236/93, in quanto, in virtù delle norme pensionistiche dell'epoca, erano nella possibilità di agganciare tale mobilità alla pensione di vecchiaia e di anzianità. Oggi si trovano con il quadro normativo pensionistico modificato e alla scadenza della mobilità nell'impossibilità di essere ricollocati al lavoro e con l'unica prospettiva delle liste di disoccupazione e di alcuni anni di attesa per accedere alla pensione.
Anche in questo caso è necessario prospettare un provvedimento di sanatoria che elimini l'evidente ingiustizia operata, congelando, per i citati lavoratori, i requisiti pensionistici al momento dell'inserimento in liste di mobilità.
c) In base alla circolare dell'INPS del 19/4/1995 n. 107, che modifica i criteri di rivalutazione dei contributi agricoli (in ciò adeguandosi alla sentenza della Corte di Cassazione del febbraio 1995), alcuni gruppi di lavoratori, che avevano maturato i requisiti utili per la pensione di anzianità o per raggiungere la stessa tramite l'istituto di mobilità e che in conseguenza di questo fatto, sono stati licenziati o hanno dato le dimissioni prima della data ricordata in quanto non potevano conoscere i cambiamenti che sarebbero intervenuti, si trovano da mesi nell'impossibilità di andare in pensione, disoccupati e con contributi non sufficienti per raggiungere la pensione, oppure di trovarsi in una condizione di mobilità corta anziché lunga, perché licenziati con un periodo di contribuzione riconosciuto inferiore ai 28 anni.
La proposta che viene avanzata al Ministro del Lavoro e al Parlamento è che i nuovi criteri di calcolo vengano fatti valere non antecedentemente ma posticipatamente all'introduzione della circolare del 19/4/1995.
Tale previsione potrebbe essere recepita nella reiterazione del decreto sullo SCAU.
4) Per quanto attiene i contributi figurativi: si propone di ripristinare i contributi figurativi per tutti coloro che svolgono lavori socialmente utili, equiparando tali contributi a quelli previsti dall'indennità di mobilità.
In questo caso è necessario un provvedimento di modifica del comma nono, art. 1, DL n. 416/95.
Il Consiglio regionale del Piemonte impegna infine l'Assessorato al lavoro all'incontro di verifica con la Direzione regionale INPS per tutto quanto attiene l'applicazione delle norme sui lavori socialmente utili, a partire dalla necessità che si proceda immediatamente al pagamento dei sussidi per coloro che sono inseriti nei progetti da mesi.
In modo particolare Il Consiglio regionale ritiene vada modificata l'errata interpretazione fornita da diverse sedi zonali INPS che non consentirebbe l'entrata in lavori socialmente utili, finanziati dal Fondo per l'Occupazione, dei lavoratori a cui è scaduta l'indennità di mobilità lavoratori che, pur provenendo dalle aree Obiettivo 2 Reg. Com. n. 2081/93 al momento della scadenza dell'indennità, non lo erano al momento dell'inserimento in lista".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.40 riprende alle ore 16,20)


Argomento:

NOMINE


PRESIDENTE

La seduta riprende con il punto 4) all'o.d.g. relativo alle nomine.
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine: Ente di Gestione della Riserva Naturale Speciale del Parco della Burcina - Felice Piacenza (L.R. n. 35/91) - Consiglio direttivo. Nomina di un membro con esperienza in materia botanica e agronomica (integrazione).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Claudio Bianchi Muschio (esperto in materia agronomica).
Commissione Circoscrizionale per l'Impiego di Asti (art. 8, legge n.
125/91) - Sostituzione della signora Monni Pierina Consigliere di parità effettivo dimissionaria).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Luigina Binelli.
Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili - Provincia di Cuneo. Nomina di un esperto in materia urbanistica ed edilizia (integrazione).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Pier Luigi Fachino.
Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili - Provincia di Torino. Nomina di un esperto in materia urbanistica ed edilizia (integrazione).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Carlo Pognante.
Consiglio Regionale di Sanità ed Assistenza (art. 3, L.R. n. 30/84 mod. dall'art. 1 della L.R. n. 20/85). Nomina di cinque esperti scelti sulla base di rose di tre nomi indicate dalle Organizzazioni più rappresentative sa-nitarie ed assistenziali.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Ordine dei Farmacisti.
Proclamo eletto il signor Paolo Picchio.



ANPAS - CRI congiuntamente.

Proclamo eletto il signor Dario Cravero.



AVIS - AVO congiuntamente.

Proclamo eletto il signor Giuseppe Marescotti.
CISL.
Proclamo eletto il signor Giuseppe Fogliato.
UIL.
Proclamo eletto il signor Guerino Cicciarello.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16,30)



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