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Dettaglio seduta n.177 del 15/10/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 238: "Norme per la programmazione sanitaria e per il PSR per il triennio 1997/99" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Diamo inizio ai lavori del Consiglio. I membri della Commissione speciale che sono riuniti in Sala dell'Ufficio di Presidenza sono stati avvertiti di scendere in aula. Mi auguro che mi ascoltino in diretta.
Iniziamo le dichiarazioni di voto sul PSR, di cui al punto 4) all'ordine del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Peano.
PEANO Se è necessario prendere la parola per avviare i lavori e consentire all'aula di ricomporsi sono a disposizione, in attesa che scendano anche i colleghi. Purtroppo c'è un po' di stanchezza, di disattenzione.
Sul PSR ormai abbiamo discusso mesi in Commissione ed alcune giornate in questo Consiglio.
Siamo alla conclusione di un lavoro che ha visto, dopo le sedute di Commissione che sono durate alcuni mesi, questa assemblea particolarmente impegnata in queste ultime settimane, perché il risultato potesse essere soddisfacente.
Il rapporto, se mi è consentito dirlo, Assessore, fra minoranza e Assessore è stato un rapporto estremamente equilibrato e positivo, bisogna darne atto, ad esclusione del dibattito di ieri sulla salute mentale, che ha visto, forse, poca attenzione da parte dell'Assessorato nell'accettare alcuni emendamenti che potevano essere di estrema importanza, comunque si è prodotto un testo che può essere ritenuto comunque decoroso e soddisfacente.
Come Gruppo consiliare noi daremo un voto di astensione, proprio perch non sono stati accettati degli emendamenti che potevano essere di estrema importanza.
Ho riletto, Assessore, la sua relazione al Consiglio la scorsa settimana, la reputo interessante. Ho voluto rileggerla proprio per approfondirla e per capirla, perché anche quella è stata letta in un momento di poca attenzione di questa assemblea consiliare. Mi sono ritrovato in alcune affermazioni e riflessioni che in essa erano riportate l'ultima, in particolare, a pag. 17. Lei dice: "questo è un po' il filo conduttore di tutto il Piano: ospedali più qualificati e più efficienti destinati solo al trattamento delle malattie in fase acuta, più sicuri e più umani" - metto l'accento su quel più umani - "più appropriati, ma per questo meno pesanti dal punto di vista dei volumi di prestazioni. In parallelo lo sviluppo graduale, ma deciso, di tutta la gamma di servizi territoriali extraospedalieri, da quelli ambulatoriali e domiciliari a quelli semi residenziali e residenziali".
Un'affermazione molto importante; auguriamoci tutti che possa trovare nei prossimi mesi ed anni sul territorio un proprio rapporto.
Vorrei sottolineare alcuni aspetti che abbiamo già avuto modo di sottolineare nella parte iniziale di queste sedute consiliari. Riprendo un attimo il problema dei direttori generali, che sono vincolati da obiettivi finalizzati alla loro conferma.
Noi chiederemo, Assessore, che i prossimi obiettivi siano comunque visti e discussi in sede di Commissione consiliare. Vorrei dire che ci sono motivazioni, oltre agli obiettivi che sono scritti, che sono descritti nelle delibere consiliari, che devono fare riflettere, perché non ovunque la loro presenza è positiva sul territorio. Quindi sui direttori generali chiederemmo più avanti, in Commissione, che ci sia un attimo di riflessione complessiva.
Un secondo aspetto è la riflessione che stamane i colleghi Riggio e Simonetti hanno già effettuato sull'art. 21 della norma del PSR. E' una riflessione sul problema dell'integrazione socio-sanitaria che in definitiva, come lei dice Assessore nella sua relazione, è un problema di fondo che però non può essere soltanto rapportato ad un documento scritto.
Giusto questo, ma questo significa che i due Assessori devono interagire.
Il richiamo è anche all'Assessore Goglio e alla sua presenza oggi, è un richiamo ad una forte responsabilità che va al di là dei documenti scritti perché innesca sicuramente delle sensibilità e delle responsabilità diverse. Ci vuole una sensibilità molto forte per costruire questi rapporti integrati, veri, che non siano marginali; un lavoro in sintonia fra i due Assessorati, un lavoro che deve essere comunque costruito in continuazione che non può mai essere dimenticato, che coinvolga loro due come persone, ma anche tutti i funzionari che lavorano nei loro Assessorati.
Siamo in fase di riorganizzazione di questo ente, e perché non pensare anche ad una direzione specifica, ad uno staff specifico che possa lavorare sull'integrazione dei due servizi? Altri due brevissimi aspetti. I rapporti con l'Università, la Commissione paritetica, la formazione che riguarda gli infermieri, la nuova figura professionale che verrà fuori, la laurea breve.
Una preoccupazione legata al territorio, Assessore, è che andremo in sofferenza, fra qualche anno mancheranno gli infermieri nella nostra Regione. Quindi con l'Università dovremmo lavorare in modo particolare per riuscire a raggiungere dei risultati che non siano soltanto numerici, ma che siano anche di proposta per il nostro territorio.
Infine, un ultimo punto. Pensiamo sia mancata una programmazione l'abbiamo sentito in questi giorni, anche soltanto velatamente, da parte della maggioranza e di alcune componenti. E' mancata una programmazione in questi anni, come da alcuni è stato rilevato. Vorrei dire a memoria, ma non per giustificare, comunque va detto.
Intanto la rete ospedaliera e la quota capitaria nella realtà piemontese sono di difficile considerazione, anche di difficile situazione.
E' impensabile poter riuscire, anche attraverso questo piano, a poter ridisegnare la rete ospedaliera e ricostruire una quota capitaria che sia in qualche modo uguale per tutto il territorio piemontese.
Le riforme sanitarie che si sono succedute in questi anni, Assessore ci hanno costretto dal '92 in poi a rincorrere tappe, a rincorrere scadenze, nomine, a rivedere la geografia delle unità sanitarie.
Vorrei dire che una cosa è stata estremamente positiva in tutti questi anni e che oggi consente a lei di poter avere un bilancio sanitario in salute; il bilancio della sanità piemontese non è stato risanato soltanto in questi ultimi due anni, ricordiamoci tutti che il risanamento è iniziato negli anni '91/'92 con delle scelte precise fatte dalla Giunta in quei tempi e dal Consiglio regionale in quei tempi, pur con numerose difficoltà.
Sono stati momenti di estrema responsabilità, perché si adottarono dei provvedimenti che riuscirono a programmare il contenimento della spesa sanitaria: ciò consente oggi a lei di avere un bilancio estremamente positivo e sano.
Lo stesso art. 20 della legge 67/88 riveste una grande importanza e questo va ricordato. Chi non ricorda gli anni precedenti in cui chiedevamo continuamente alla Giunta, con ordini del giorno e documenti, che si facesse carico, in sede di Conferenza Stato-Regione, di far decollare il progetto che riguardava l'art. 20 e i fondi necessari per poter recuperare e ristrutturare tutta la nostra rete ospedaliera e le tante esigenze del nostro territorio comprese le RSA.
Sono arrivati ora, dopo tanti anni; la Giunta regionale riesce a portare a casa un risultato estremamente positivo. Questo governo nazionale è riuscito a trovare i fondi dell'art. 20 e per la prima volta dalla storia di questa Regione, non è stato necessario determinare delle priorità sugli interventi. Tutte le richieste pervenute dalle Aziende sanitarie sono state tutte quante - inserite nel Piano.
Negli anni precedenti a fronte di richieste di decine e decine di miliardi, c'erano pochissimi soldi a disposizione, ed ogni anno occorreva determinare una lunghe serie di priorità per poter individuare dove intervenire, con tanti "no" detti al territorio.
Oggi, lei, Assessore, è in grado di poter dire tanti "sì": questo è un grosso vantaggio.
Le riconosciamo un ruolo svolto, in questi due anni, in modo molto positivo, ma tenga presente che in quest'assemblea, e in questa minoranza è prevalso sempre un forte senso di responsabilità, nutrito di conoscenza dei problemi e di forte professionalità, in grado di consentirle di raggiungere i risultati prefissati.
Dopo il Piano sanitario regionale siamo pronti ad offrirle tutto il nostro apporto affinché si possa, sul territorio, raggiungere i risultati necessari per la sanità piemontese.
Volevo ancora ribadire che lei ha avuto, Assessore, dalla minoranza di quest'assemblea un apporto notevole e importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.
SALERNO Presidente, siamo alla conclusione dell'iter di questo importante provvedimento. Credo che il dettaglio tecnico del Piano sanitario regionale sia stato ampiamente dibattuto e, quindi, che la mia dichiarazione di voto debba essere principalmente di ordine politico.
Non si tratta del primo provvedimento importante; io stesso ho partecipato alla stesura di altri: il Testo Unico sull'artigianato, la legge sulla montagna, la legge sul turismo: tutti provvedimenti, insieme al Piano sanitario regionale, che mi sembra diano un'esatta indicazione di come il Polo non sia soltanto un Polo elettorale, ma anche di azione e di governo. Le risposte sono state, mi pare, precise e tutte valide ed efficaci.
Per il Piano sanitario regionale, credo sia stato fatto il meglio possibile con quanto si aveva a disposizione e credo si debba riconoscere grande merito all'Assessore alla sanità, D'Ambrosio, che ha potuto coniugare le disponibilità finanziarie con la volontà dimostrata dal primo giorno del suo Assessorato, sino al compimento, appunto, del Piano sanitario regionale.
La volontà non è mancata soprattutto in taluni aspetti; sentivo parlare, stamattina, di scelte politiche sulla droga. Mi pare che l'Assessore abbia invece promosso un seminario, direi importantissimo molto più valido di qualsiasi biblioteca - mi chiedo, poi, come si possa trovare un'organicità, in queste raccolte di documentazione.
Il Piano sanitario regionale, dunque, è quanto di meglio si poteva congegnare. Innanzitutto, è da sottolineare la nuova impostazione della programmazione sanitaria, che vede nella Regione l'Ente programmatore di grande obiettivo, lasciando alle Aziende sanitarie locali l'individuazione e la programmazione più specifica.
Altro punto innovativo è quello dell'aziendalizzazione, ovvero la completa autonomia alle Aziende sanitarie locali nel perseguire taluni progetti.
Non si tratta più di dirigismo verticistico della Regione in materia non più di standard calati dall'alto, ma autonomia alle Aziende sanitarie locali per il perseguimento specifico ed aderente alle singole realtà della stessa programmazione sanitaria.
Altra importantissima caratteristica è quella della prevenzione nessuna programmazione sanitaria che si vuole definire seria non tiene conto della prevenzione. E si passa dal 2,5% del fondo sanitario a disposizione a circa il 5%; una prevenzione che ha quindi grande precedenza e grande attenzione da parte dell'Assessorato. Si tratta di circa 350 miliardi nel triennio.
Credo non si possa più aggiungere nulla nello specifico, se non un voto chiaramente positivo - se non ottimo - dal punto di vista politico dell'intenzione.
Talvolta quest'aula si è vista un po' "sotterrata" dalle tante beghe anch'io, personalmente, tante volte ho potuto verificare che i piemontesi si sono allontanati da quest'aula, specialmente negli ultimi tempi costellati da tante polemiche.
Credo che con il Piano sanitario regionale i piemontesi possano sentirsi un po' più vicini all'istituzione, e quest'aula, forse, ha assunto un po' più di dignità.
Oltre al nostro giudizio positivo, dunque, il voto favorevole del Gruppo di Alleanza Nazionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto per dichiarazione di voto.
COTTO Dichiarazione di voto favorevole al Piano sanitario regionale per il triennio 1997/'99, predisposto con molta competenza dall'Assessore e dai suoi collaboratori ed arricchito, durante le discussioni in Commissione e nel dibattito in Consiglio, da emendamenti, suggerimenti e proposte.
E' un Piano che individua gli obiettivi da conseguire e le strategie d'intervento da adottare, al fine di modificare alcuni aspetti dell'attuale realtà, per migliorare la salute dei cittadini, assicurare l'attenzione alla persone, e non solo alla malattia, rendere più efficiente l'uso delle risorse.
Condivido quanto contenuto in molti degli interventi svolti durante la discussione di carattere generale, e non sto a ripetere concetti, principi e affermazioni oggetto di discussione in Commissione.
Desidero però sottolineare l'importanza di un obiettivo che il Piano si prefigge di conseguire: assicurare l'attenzione alla persona e non solo alla malattia.
Leggendo il disegno di legge, a pag. 19, troviamo rappresentato lo scenario futuro, ovvero i servizi cui le Aziende sanitarie devono progressivamente tendere. Ovviamente, non leggo qui i punti qualificanti di tale scenario, poiché sono noti e condivisi. Invito tutti i colleghi a rileggerli tra un anno, per verificare se si starà andando su tutto il territorio piemontese verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Ricordo che sono soggetto di programmazione sanitaria la Regione e le Aziende sanitarie regionali, nell'ambito dei rispettivi livelli istituzionali, ma che concorrono alla stessa anche le Province, i Comuni le Comunità montane, l'Università.
La verifica di quanto contenuto nel Piano dovrà essere svolta a tutti i livelli.
La relazione annuale che ogni Direttore generale deve predisporre entro il 28 febbraio di ogni anno deve contenere le informazioni relative all'attività e all'utilizzo delle risorse umane e materiali dell'Azienda sanitaria, con specifico riferimento allo stato di attuazione di quanto previsto nelle intese di Programma e nei Piani di attività annuale. La relazione, che viene inviata anche alla rappresentanza dei Sindaci costituisce uno degli strumenti per la verifica del raggiungimento degli obiettivi.
L'Assessore alla sanità, che da sempre ha dimostrato grande sensibilità e disponibilità al dialogo ed un'ottima capacità di ascolto, sono certa che faciliterà i Consiglieri della IV Commissione che avvertono l'esigenza di verificare i risultati di questo Piano, mettendo a disposizione altro materiale utile per svolgere meglio il nostro lavoro.
E' difficile individuare i singoli aspetti del Piano sanitario che non pongano l'individuo, il malato, al centro dell'attenzione, sia per la prevenzione che per la cura delle patologie invalidanti. Ogni singola azione di indirizzo e programmazione sanitaria prende l'avvio dalle esigenze della persona umana. Non si parla mai di organizzazione della sanità, ma ovunque è riportato il concetto di "organizzazione per la tutela della salute".
La caratteristica principale, infatti, è la tutela della salute del cittadino e non del settore che la organizza e tale principio è riscontrabile sia nella forma che nella sostanza del Piano sanitario.
Il corpo centrale del documento, costituito dall'allegato B), analizza puntualmente l'esigenza di assistenza sanitaria, indirizzando il percorso assistenziale per ogni singola patologia. Sarebbe stato molto più semplice per gli estensori del Piano, partire dalla risposta assistenziale possibile e descrivere il percorso terapeutico in base alla tipologia in esame. Per così facendo, non sarebbero emerse a fondo le esigenze del malato, ma piuttosto quelle dell'ospedale.
Ecco perché, scorrendo l'indice, non si legge di ospedali, reparti ambulatori, residenze sanitarie, ecc., ma piuttosto di promozione alla salute, lotta alle malattie, assistenza sanitaria, ecc..
Il Piano sanitario non è solo attento alla cura della malattia nell'allegato C) l'attenzione si sposta alle azioni integrate tra sanità ed assistenza. E' valorizzata la prevenzione della patologia che sposta l'asse d'azione dalla risposta assistenziale ospedalocentrica all'assistenza di base, al territorio, a casa propria.
In sintesi, il Piano sanitario 1997/99 può definirsi a misura d'uomo e la struttura regionale che lo propone, anziché "Assessorato alla sanità" ha guadagnato sul campo il diritto di definirsi "Assessorato alla tutela della salute".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.
ANGELI Grazie, signor Presidente.
Come già avevo detto nella discussione generale, questo Piano non ci soddisfa. Riconosciamo la necessità di avere il Piano sanitario regionale riconosciamo che è stato svolto un grandissimo lavoro da parte della Commissione e, all'interno del Consiglio, da parte della minoranza, in modo particolare da Rifondazione Comunista e dal PDS, per cercare di migliorarlo. Non possiamo però dare il nostro voto favorevole a tale Piano sanitario regionale.
Non ci soddisfa, in primo luogo, la scelta politica che è stata fatta.
La caratteristica più grande che ci avrebbe permesso di dare un parere favorevole è quella di avere un collegamento diretto tra il Piano sanitario e il Piano socio-assistenziale. Tale collegamento sarebbe stato la linea maestra da scegliere per definire cosa si intendeva fare della sanità e del socio-assistenziale collegati, perché difficilmente si riesce a scollegarli.
Il dubbio ci resta, forse è un nostro limite: non riusciamo a comprendere dove finisca la sanità e dove inizi il socio-assistenziale sono due cose che debbono marciare unite, pena lasciare ampie zone d'ombra.
Zone d'ombra che non saranno più coperte, tenendo conto del grave problema grave investe, non solo il Piemonte, ma tutta la nazione: l'invecchiamento della popolazione, le cosiddette "nuove povertà" che si stanno ampliando.
Il Piano sanitario va nella direzione di una politica economicistica.
Essere più funzionali non vuol dire salvaguardare le fasce più deboli semmai vuol dire cercare di ridurre quel solco che è già sufficientemente profondo nella nostre zone, nelle nostre vallate, dove le persone anziane non hanno neanche la possibilità di chiedere di essere assistite. E quando noi pensiamo di inserire nel Piano sanitario regionale le assistenze domiciliari, che hanno ancora al di là da venire in parecchie zone, non so come riusciamo a dare una risposta oggi - e non riesco a capire come la daremo in futuro - senza collegarlo direttamente con il socio assistenziale.
Questa, politicamente, è una strada che non ci piace, che non sceglieremo mai, è una strada che non vogliamo seguire perché pensiamo che la prevenzione che dobbiamo avere nei confronti dei nostri concittadini debba essere il bene più grande.
Nel Piano si va nella direzione opposta e lo si vede già nelle Aziende sanitarie locali, dove il dirigente nominato a gestire direttamente l'Azienda sanitaria locale tende generalmente a risparmiare, perché dal risparmio ha un utile diretto. Questo vuol dire risparmiare sulla pelle del malato.
Per questo motivo non possiamo dare il nostro voto favorevole al Piano malgrado riconosciamo gli sforzi fatti, non è possibile per noi votare a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.
RUBATTO Signor Presidente, Presidente della Giunta, Assessore alla sanità, si è detto da più parti: "Una sanità più efficiente, una sanità più moderna, una sanità più umana".
Ebbene, io ero partito molto in disaccordo con alcuni programmi di questo Piano, ma ora debbo correggermi e debbo dire che, grazie alla capacità dell'Assessore di aver recepito sia i nostri che altri emendamenti che sono stati presentati anche dalle opposizioni, il Piano sanitario potrebbe garantire per il Piemonte una sanità più efficiente, una sanità più umana, una sanità più a misura d'uomo.
L'aver accolto, ad esempio, un emendamento riguardante la realizzazione di reparti per la lungodegenza e la riabilitazione e rieducazione funzionale è una conquista per il mondo degli anziani, dei malati, che finalmente dispongono di reparti nei quali possono essere curati meglio ed avere maggiori attenzioni.
Inoltre, l'inserimento nel Piano del concetto di ospedalizzazione a domicilio riconosce un argomento molto valido per tutta la sanità, che è riconosciuto già validamente in altre Regioni italiane. Noi pensiamo che l'ospedalizzazione a domicilio debba essere attuata non soltanto in quattro UU.SS.LL., ma in tutte le ventidue UU.SS.LL. del Piemonte.
Questo Piano finalmente decolla, parte da quest'aula per essere realizzato, ma va realizzato, non deve essere un carteggio posto in qualche cassetto, non deve essere un carteggio che i direttori generali, medici e personale paramedico leggeranno solo una volta; deve essere qualcosa di più, deve essere il breviario della sanità piemontese, deve essere il breviario dal quale devono partire nuovi concetti ed interventi.
Penso che, votando a favore di questo Piano, noi facciamo veramente il meglio per la nostra sanità.
Inoltre pure il Piano socio-assistenziale sarà portato in quest'aula: spero che avrà delle correzioni e che anche l'Assessore all'assistenza come quello alla sanità, sarà capace di recepire i nostri interventi, sia di maggioranza che di opposizione, affinché nel socio-assistenziale come nella sanità si possa decollare verso una Regione veramente più efficiente più umana e più a misura d'uomo.



PRESIDENTE

Ha ora la parola la Consigliera Casari; prego.
CASARI Ho chiesto la parola per dichiarare il voto favorevole del nostro Gruppo e per sottolineare, come già è stato ricordato anche in altri interventi, la serietà e l'impegno con cui l'Assessore, unitamente ai funzionari e ai membri della IV Commissione, ha lavorato su questo disegno di legge. Disegno di legge importante e molto atteso, stante il fatto che il Piano sanitario precedente era già scaduto dal 1992.
A questo proposito, voglio anche ricordare la decisione della IV Commissione di esaminare integralmente le osservazioni pervenute, proprio per dare voce e spazio a tutte le istanze di coloro che sono impegnati sul campo, in prima persona, a gestire la sanità pubblica.
Il Piano sanitario regionale che abbiamo esaminato e che recepisce le nuove normative nazionali si pone alcuni obiettivi primari del tutto condivisibili.
Innanzitutto, inizia quel graduale processo di delegificazione che restituisce alla Regione i suoi compiti primari, quello della programmazione, della definizione delle strategie e degli obiettivi generali, ed infine quello di controllo sulla qualità dei servizi.
Maggiore responsabilità viene data ai Direttori generali, ai quali come è giusto, spetta la fase operativa di programmazione di ogni singola Azienda.
Il nuovo Piano si pone inoltre l'obiettivo primario della realizzazione delle spese non già attraverso tagli che penalizzerebbero gli utenti - i quali, dobbiamo sempre ricordare, in questo caso sono cittadini ammalati e bisognosi di cure - ma attraverso un più razionale utilizzo delle risorse esistenti, una più severa attenzione agli sprechi, un rinnovato rapporto di integrazione tra pubblico e privato, che parte dal riconoscimento importantissimo del diritto di libera scelta da parte del cittadino.
Particolarmente positive, a nostro giudizio, l'attenzione e l'importanza date alla prevenzione; attenzione ed importanza testimoniate dall'istituzione, in tutte le Aziende, dei Dipartimenti di prevenzione finalizzati a coordinare e dirigere le attività di prevenzione primaria che si svolgono nell'ambito di ogni singola ASL.
Condivisibile, infine, l'attenzione data all'umanizzazione del servizio, umanizzazione improntata ad una professionalità non più solo tecnica, ma rispettosa del rapporto umano, rapporto importante sempre fondamentale in un campo così delicato.
A questo proposito, desidero sollecitare l'Assessore - così come sottolineato dal Co.Re.Sa. nell'ultima audizione avuta in Commissione - a porre particolare attenzione alla Carta dei servizi, affinché l'Ufficio relazioni con il pubblico diventi davvero un servizio primario ed un ausilio per tutti quei cittadini che, oltre ad essere sofferenti, troppo spesso si trovano ancora in difficoltà nell'accesso ai servizi pubblici.
Legge importante ed innovativa, dunque, a nostro giudizio, quella che stiamo per approvare oggi. Legge che pone le basi per una rinnovata e più moderna programmazione sanitaria regionale, tesa a fornire quel servizio sanitario omogeneo, efficiente che tutti quanti auspichiamo.



PRESIDENTE

Si è iscritto a parlare il Consigliere Grasso; ne ha facoltà.
GRASSO Inizio il mio intervento rivolgendomi all'Assessore D'Ambrosio per riconoscergli correttezza e disponibilità ad essere comunque sempre presente sui problemi.
Oltre che per la sua disponibilità in Commissione e in aula, lo voglio ringraziare anche per aver saputo valutare con pazienza e competenza tutte le osservazioni postegli dal Consiglio.
Devo ammettere che le precisazioni approvate in Consiglio hanno probabilmente fatto sì che il Piano diventasse più completo e più preciso senza tuttavia cambiare la sostanza del proprio impianto: importanti sono la logica e il modello che stanno alla base del Piano.
La programmazione all'interno del Piano definisce le strategie aziendali. Alla Regione compete la definizione degli obiettivi e delle strategie di intervento per il loro raggiungimento; mentre alle Aziende compete la definizione dei Piani attuativi per raggiungere i risultati prefissati. Sono questi due aspetti particolari dell'impostazione del Piano che si completano l'uno con l'altro.
La logica del Piano viene confermata con forza, qualora siano realizzati questi obiettivi; chiaramente, la possibilità della loro realizzazione dipende dalla possibilità di ben individuare gli obiettivi che vengono posti, i quali devono essere realistici, qualificati e collegati alle risorse disponibili.
Il problema più importante è conoscere con una certa precisione quali possono essere le risorse disponibili.
In questo senso il finanziamento dell'ex art. 20, argomento affrontato tempo fa, ha chiarito le linee del programma generale.
Si è quindi potuto agire in concreto, stabilendo l'ammontare delle disponibilità di bilancio (fondi nazionali, fondi delle Aziende, fondi regionali) per raggiungere il complesso degli obiettivi.
In tal senso occorre dire che abbiamo la responsabilità politica di far sì che questi obiettivi, per la realizzazione e il completamento di strutture ospedaliere, possano arrivare a conclusione nei tempi previsti.
Nel passato, invece, ciò non si è verificato e non si è riusciti a realizzare i programmi impiantati.
Oggi, politicamente, dobbiamo renderci più responsabili e dobbiamo operare con più concretezza per dimostrare alla gente che siamo capaci di realizzare tutte le strutture che abbiamo in cantiere, in tempi definiti e certi.
Questo oggi è più facile, perché abbiamo altri strumenti; oggi, quando un'opera viene comunque iniziata, ci deve essere il finanziamento per completare almeno dei lotti funzionali e funzionanti; non si dovrebbero più verificare problematiche come quelle del passato.
Proseguendo nell'esame del Piano, secondo la logica e il metodo seguito, si potrà e si dovrà realizzare un'effettiva riforma della sanità pubblica; si dovranno evitare sprechi, attivando certezze di economia. Le aziende sanitarie diventano a tutti gli effetti delle aziende di servizio autonome che opereranno secondo la regola del mercato: questo è un aspetto importantissimo, anche se il rispetto delle regole del mercato deve comunque porre al centro sempre il cittadino. Il cittadino paziente, il cittadino cliente deve essere comunque al centro dell'obiettivo generale.
Nascono dei concetti nuovi, di concorrenza tra le aziende, concetti di concorrenza tra pubblico e privato; concetti di paziente e cliente, sempre nel rispetto degli standard umanizzanti.
Questi sono comunque concetti "forti" da giustificare il Piano sanitario nel suo complesso.
La concorrenza è una delle condizioni indispensabili per realizzare delle migliorie, senza concorrenza normalmente ci si appiattisce. Con la nuova impostazione la concorrenza tra pubblico e privato e anche la concorrenza tra le aziende, farà sì che chi si impegnerà di più potrà realizzare meglio i propri obiettivi. La sanità deve comunque far quadrare i conti perché non può essere un qualche cosa di staccato dalla realtà economica del Piemonte.
Questi sono concetti che, qualora verificati, porteranno degli effettivi miglioramenti a livello nazionale e piemontese. Nella logica del Piano vi è la necessità di razionalizzare, di omogeneizzare gli interventi pertanto si è sviluppata l'indispensabile necessità di creare due strumenti operativi: il Piano sanitario e il Piano socio-assistenziale. Questo è uno degli aspetti più contestati dalle sinistre, però diventa indispensabile per creare due strutture parallele. Una chiaramente in perdita, perch l'assistenza, che tratta il mondo del disagio, non può avere un bilancio economico, deve offrire dei servizi il più possibile completi a tutto il mondo delle svariate forme del disagio, mentre la sanità, gestita in maniera aziendale, deve comunque far quadrare i conti.
Sostanzialmente il giudizio sul Piano sanitario è favorevole per i motivi e per i concetti prima espressi. Il nostro voto sarà favorevole convinto, ma non convinto solamente dal punto di vista tecnico, ma anche politico.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in questi giorni in aula abbiamo discusso a lungo del problema della salute; ne avevamo discusso molto più a lungo in sede di Commissione.
Abbiamo iniziato i nostri lavori sul Piano concordando, che la salute è un bene prezioso per l'individuo: è il bene immateriale più prezioso in assoluto.
Anche la nostra Costituzione all'art. 32 lo cita tra i diritti da esercitare da parte dei cittadini italiani.
Partendo da questa considerazione abbiamo ritenuto il Piano, proposto da questa maggioranza, comunque un momento importante di confronto per tutti, non soltanto all'interno del Consiglio regionale, della Commissione ma anche un momento di confronto importante, indispensabile con gli operatori e con i cittadini. Infatti, la Commissione era la conseguenza di un grande dibattito sviluppato e voluto anche dal PDS sul territorio. Da questi incontri abbiamo tratto molti elementi di confronto con la maggioranza, con l'Assessore e molte delle questioni poste, perch oggettive, perché importanti, perché indispensabili, sono state inserite nel Piano sanitario.
Il nostro contributo è stato ampio, lo diciamo anche con orgoglio perché va a beneficio della popolazione piemontese e non di una parte politica. Il nostro contributo è stato ampio in Commissione e in aula.
Intendo sollevare due considerazioni. La prima è che il dibattito ha visto la disponibilità e la sensibilità dell'Assessore che ha consentito di introdurre molti elementi aggiuntivi e correttivi importanti, ne diamo atto ma ci rendiamo anche merito.
La seconda considerazione è che è stato un dialogo più che un confronto politico. Un dialogo fra di noi, perché gran parte della sua maggioranza che in quest'aula oggi ha fatto anche delle dichiarazioni sottolineando i valori presenti nel Piano, non ha però portato a lei, Assessore, nessun contributo o pochissimi contributi sia in Commissione sia in quest'aula.
E' stata una maggioranza completamente assente, che ha dimostrato pochissimo interesse per uno dei problemi più importanti per la popolazione piemontese.
Abbiamo tratto anche una conclusione: forse la cattiva abitudine di non avere un confronto politico nei luoghi dovuti ha fatto scegliere a molti Consiglieri di cercare altro luogo per discutere le questioni della sanità altri momenti di mediazione clientelare, di parte, di difesa di categorie di interessi particolari, anziché la scelta politica del confronto e del dibattito in quest'aula per trarre le conclusioni migliori ed approvare una legge degna di questo Piemonte. Legge che dovrà condurre, fino al duemila la Regione a realizzare momenti alti di tutela, di prevenzione, di cura della salute dei nostri cittadini.
Noi ci siamo confrontati partendo dalle nostre idee, certamente da culture diverse, ma abbiamo cercato di mediare rispetto a quelli che erano e che sono, gli interessi reali della nostra popolazione, ciò che la legge ci consente, ciò che la disponibilità finanziaria mette a disposizione coscienti delle ristrettezze che abbiamo di fronte, dal punto di vista economico e della necessità di realizzare in fretta gli obiettivi primari e importanti. L'esito finale non è del tutto insoddisfacente, sentiamo questo Piano anche un po' nostro, soprattutto in alcune parti. Mi riferisco alla parte della prevenzione, ma non soltanto, abbiamo lavorato tanto e con profitto; il confronto che abbiamo aperto ha dato dei risultati che ci auguriamo soddisfino gli operatori, ma soprattutto i cittadini della nostra regione.
Abbiamo sollevato due questioni politiche, Assessore, che ribadiamo in quest'aula: la prima è la questione della separatezza. Si è voluto in modo consentitemi il termine - "testardo" perseguire una politica che separasse per la prima volta, da quando le Regioni sono state costituite e da quando la Regione Piemonte si è dotata di Piani, il socio-assistenziale dalla sanità. Abbiamo più volte chiesto il perché. Spiegateci politicamente per quale ragione, dopo un'esperienza positiva durata decenni, si è voluto oggi separare l'assistenza dalla sanità. Quali risultati vi aspettate da questa separazione? Perché non avete voluto, con serietà e con severità, valutare quali sono stati invece i risultati importanti di integrazione? Un processo complicato, che ha richiesto molte energie; un processo di integrazione che ha prodotto, sul piano della qualità, davvero dei risultati a volte eccellenti. Il territorio se ne è avvalso e ne ha beneficiato! Molti sono i servizi per i quali, con la sanità e con l'assistenza, coinvolgendo i Comuni, cercando anche risorse che andassero al di fuori del bilancio della Regione, noi siamo riusciti davvero ad inserire elementi di innovazione: dalla cura per gli anziani, ad esempio, all'assistenza domiciliare, le degenze protette, i SERT, la psichiatria, la tutela dei minori. Potrei elencare una serie infinita di servizi, di prestazioni, che noi dobbiamo dare alla nostra popolazione, solo e con l'integrazione tra assistenza e sanità! Perché è in questo modo che noi riusciamo a dare il risultato migliore, la qualità migliore, spendendo il meno possibile! Noi rischiamo, senza motivazioni valide, di rompere improvvisamente questo circolo virtuoso. Si è già rotto! Si è già rotto, in realtà. Circolo virtuoso che vedeva il rapporto tra la Regione, gli Enti locali, le associazioni di volontariato, la solidarietà, che davvero si sono impegnati e hanno prodotto risultati - l'ho detto e lo ribadisco - davvero eccellenti.
E' stata fatta invece questa scelta, per una ragione non comprensibile non chiara, che non ci è stata spiegata, se non che da altre parti fanno così! Ma la Regione Piemonte è un esempio anche per le altre Regioni. E' un esempio che vale anche per il livello di governo che è costretto oggi dalla ristrettezza economica e dalla necessità di rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini, di rivedere una politica di separatezza. E in questo momento di ricerca, al livello nazionale e di molte Regioni, noi abbiamo voluto, senza una ragione, separare l'assistenza dalla sanità! Diamo dei segnali fortemente negativi a quei direttori generali che vedono il livello dell'assistenza come un qualcosa in più, una noia, un distrarsi dai compiti che hanno, di gestire semplicemente con il metodo della quadratura del bilancio servizi che hanno tutta altra impronta che quella della quadratura del bilancio. Non valgono gli esempi di altre Regioni, non valgono assolutamente perché la nostra Regione ha 1209 Comuni: c'è quindi il bisogno di essere aggregati, il bisogno di dialogare con la sanità per rispondere su tutto il territorio regionale alle necessità e alle sofferenza dei nostri cittadini.
Siamo fermamente contrari a questa scelta. Lo ribadiamo qui e lo ribadiremo ovunque perché i risultati già oggi, Assessore all'assistenza sono negativi e si caricheranno soprattutto sul suo bilancio, ma sulle spalle dei cittadini che non avranno più servizi adeguati come hanno avuto in passato! La seconda questione che poniamo, di novità certamente di questo piano è che noi oggi dobbiamo gestire la sanità con il metodo dell'aziendalizzazione. Arriviamo a questa scelta dopo non il fallimento della Legge 833, Assessore! La Legge 833 non è fallita, ha consentito di superare grandi storture, grandi iniquità, di recuperare sprechi che hanno condotto il nostro Paese, per la gestione della sanità anche, sull'orlo davvero di dover chiudere i servizi e non avere più i soldi a disposizione per gestirli.
La legge è stata modificata in alcune parti e certamente l'esperienza ha anche dettato la necessità di alcune modifiche. Bisogna dire però che la lungimiranza politica che ha dato vita all'impianto della Legge 833 ci consente oggi come Italia di essere più vicini, per quanto riguarda i servizi sanitari, agli altri Paesi europei: con un Servizio Sanitario Nazionale che ha superato le Mutue, che ha superato le divisioni, che consente oggi di andare oltre e di porci il problema della scelta di gestione aziendale.
La scelta di gestione aziendale non vuole dire lasciare la sanità nelle mani di direttori generali che oggi non dialogano nemmeno più con la Regione, non ascoltano nemmeno l'Assessore regionale alla sanità, e compiono scelte che sono contrarie alle necessità dei cittadini preoccupandosi solo, come dimostrano i documenti che producono questi direttori - nonostante gli obiettivi che con lei hanno sottoscritto Assessore, e gli accordi che con lei hanno preso - di perseguire politiche tese a recuperare denaro, non preoccupandosi né della qualità né della quantità dei servizi, soprattutto sul livello territoriale! La sanità non deve e non vuole - credo su questo lei concordi - essere solo ospedali: deve essere distretti sanitari, socio-sanitari! Deve essere servizi sul territorio che consentano a tutti i cittadini di avere adeguata risposta alle loro necessità.
Il tempo non consente di andare molto oltre e allora mi fermo qui per dire, in conclusione, che noi questo piano non lo voteremo. Per queste ragioni che sono politiche di fondo, nonostante abbiamo lavorato e ottenuto risultati, risultati per i cittadini piemontesi. Abbiamo lavorato perch sul tema della sanità, sulla scommessa di prevenire, tutelare e curare la salute dei cittadini, noi ci siamo e ci siamo tutti, pesantemente.
Non voteremo questo piano, però Assessore vogliamo lanciarle una sfida.
Qualche suo Consigliere di maggioranza ha detto: "saremo capaci di realizzare ciò che scriviamo". Sappia gestire allora questo piano in coerenza con la legge che quest'aula approva. La sfida è questa: sappia essere coerente fino in fondo. Così non è già da oggi! I segnali sono contrastanti rispetto a ciò che oggi questo Consiglio approverà, scritto in legge, allegati compresi.
Sappia accettare questa sfida. Noi saremo presenti qui e sul territorio, puntuali, ribadendo ogni volta quelle che sono le necessità della popolazione piemontese, quelle che sono le possibilità e le opportunità che la Regione deve perseguire e realizzare.
Sappia questa Regione, questa Giunta, destinare adeguate risorse finanziarie per realizzare gli obiettivi a cui lei ci ha detto di credere e a cui il Consiglio, sostenendoli, migliorandoli alcune volte, ha comunque dato tutta l'importanza necessaria.
Il nostro sarà quindi un voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Il nostro Gruppo ha sviluppato sia in Commissione sia in queste giornate in aula una serie di ricche iniziative con emendamenti di correzioni a questo piano sanitario.
Come avete potuto vedere, si è trattato di un gran numero di emendamenti che sono stati preparati e illustrati in quest'aula - ringrazio per questo i compagni Moro e Simonetti - a seguito di un lavoro lungo e ampio che il Gruppo ha svolto in rapporto a soggetti che si occupano del tema sanitario, in tutti questi mesi di discussione.
Come avete visto, il tempo impiegato non è stato moltissimo perché non vi era alcuna volontà di ostacolare la discussione e l'approvazione di un piano, ma vi è stata la volontà puntigliosa e ripetuta di inserirsi all'interno di un piano che, purtroppo, accetta, senza alcuna critica, una logica che noi contestiamo.
Noi avanziamo a questo piano sanitario una critica fondamentale che si fonda su alcuni indirizzi, principi e valori che noi comunisti imprescindibili e comunque prioritari nella nostra azione, consideriamo dei diritti fondamentali delle persone: il diritto al lavoro, il diritto all'istruzione, il diritto alla salute. La salute dei cittadini lo consideriamo, forse, il primo tra i diritti naturali da difendere ed è per questo che la critica fondamentale che sviluppiamo all'azione dell'Assessore è quella di essersi comodamente adagiato, forse con qualche contraddizione, anche come persona e come medico, sulla logica più stringente e restrittiva della legge di riforma sanitaria, quella che vuole piegare la politica della sanità alle sole regole economiche.
Questa è una contestazione alla radice che abbiamo cercato di portare all'interno del PSR, non con emendamenti che cercavano di violare la legge cosa che sappiamo l'Assessore non può fare, ma con emendamenti e proposizioni che cercavano di interpretare, come le Regioni possono fare tanto più quando affermiamo che le Regioni devono ampliare e fortificare il proprio ruolo, per inserire elementi di interpretazione e di gestione di una logica che può essere diversamente interpretata.
Avremmo anche auspicato in queste proposizioni di trovare un'interlocuzione in quest'aula che andasse al di là delle nostre proposte.
Interlocuzione che continuiamo a cercare in quest'aula e soprattutto cercheremo nei prossimi mesi di trovare in Parlamento, dove essendo maggioranza abbiamo già chiesto e continueremo a chiedere che nei confronti della legge 502 si possa e si debbano trovare delle correzioni, perch l'idea che non solo il lavoro sia una merce nel sistema capitalistico, ma che in questo Consiglio ci sia chi, come il Presidente della IV Commissione, inneggia alla merce-salute e proclama che finalmente anche le nostre malattie, anche le persone malate, ancora più deboli di quelle che lavorano, debbano finalmente soggiacere alle leggi del mercato per potersi curare, la troviamo una mostruosità civile prima che un'aberrazione politica.
Noi continuiamo a insistere su questo, sperando in un confronto più attivo nell'ambito della sinistra, affinché la scelta fondamentale che viene dalla gestione De Lorenzo della sanità, possa essere cambiata.
Questi nostri emendamenti sono stati respinti, altri emendamenti l'Assessore li ha accettati e siamo felici di questo, perché alcune correzioni in materia di medicina legale, di riabilitazione nello stesso settore delle tossicodipendenze, parzialmente anche dell'HIV sono state accettate.
Altre, purtroppo, sono state respinte; quella che ho citato precedentemente, ma anche altri fatti importanti, come la timidezza sulla prevenzione, la non volontà di metterla in prima fila, che forse si sposa purtroppo, con una forte separazione tra quanto l'Assessore afferma anche nel Piano sanitario e quanto poi l'Assessore fa, quando si tratta di distribuire risorse nel settore della sanità. Risorse che, al di là dei numeri scritti all'interno dei Piani, vedono sempre al momento della distribuzione delle risorse non essere la prevenzione la destinataria di adeguate risorse.
Abbiamo anche non ottenuto altri inserimenti, e questi ben si capisce perché siano stati respinti da parte dell'Assessore, riferiti a tutti gli aspetti di servizi sanitari per i nostri ospiti sul territorio italiano immigrati - fatto sul quale noi denunciamo un ritardo politico, culturale e forse anche civile assolutamente da superare.
Rimane poi questa logica aziendalistica e questa visione del direttore generale che, in un'interpretazione un po' ampia, può assumere addirittura esso in luogo dell'Assessore o del programmatore, cosa che ci vede assolutamente contrari.
Con l'Assessore, in ogni caso, abbiamo avuto un colloquio: forse è inevitabile per l'Assessore, ma non penso che l'abbia fatto per l'inevitabilità della situazione, ci sono anche Assessori che non rispondono anche a decine e decine di emendamenti.
Con l'Assessore abbiamo avuto questo colloquio, non l'abbiamo avuto con la maggioranza, che è stata silente sino al momento di fare doverosamente un intervento formale a sostegno.
Con il resto della minoranza qualche momento di confronto c'è stato; vi sono stati però ancora molti momenti nei quali il confronto non è avvenuto né prima né in quest'aula e quindi penso che anche a livello delle minoranze noi possiamo sviluppare un'attività di confronto delle reciproche posizioni che possa essere molto più utile per tutti noi e per l'aula per riuscire a inserire dei contenuti di riforma più completi.
Una critica, oltre a quella relativa all'appiattimento sulla 502, che facciamo a questo Piano sanitario è di essere al massimo una serie di buone intenzioni, di generiche promesse e di non avere assolutamente le leve economiche e le risorse capaci di farlo credere e apparire come un documento vero di programmazione. La programmazione fatta in questo modo con perorazioni, con semplici indicazioni di massima e generiche Assessore, è la programmazione che ha fallito nel tempo il proprio ruolo.
Abbiamo avuto esempi di questo tipo di programmazione, non servono a nulla. In questo caso possono servire all'Assessore per dire "Abbiamo ottemperato a un'incombenza di legge, era nostro dovere fare questo PSR e l'abbiamo fatto", però è un Piano che non ha le gambe, non ha una prospettiva concreta, oltre a essere, come hanno anche detto i colleghi, un Piano che nasce da solo, mentre doveva nascere con un programma coerente ad esso, senza lasciare delle zone scoperte.
Prima, nell'intervento della compagna Simonetti, si parlava di zone grigie che viceversa rischiano di rimanere tali con due provvedimenti che non sono andati avanti insieme e che non hanno interessato questa area che sappiamo anche di difficile definizione tra la sanità e l'assistenza, che rischia in questo modo di rimanere scoperta.
Noi diciamo che vi è un altro problema, forse ancora in parte inesplorato, che di fronte a una programmazione così debole nel Piano sanitario, di fronte alla forza obiettiva che hanno poi i direttori generali, quelli che dovranno far quadrare i bilanci, di decidere le forme di investimento, si possa anche giungere ad avere un Assessorato, una Regione, molto svuotata di contenuti di programmazione a favore sia dei direttori generali sia di questa agenzia i cui contorni ben che vada sono molto sfumati e si prestano a enormi ambiguità e quindi possono generare anche molta preoccupazione da parte nostra.
Per questi motivi, pur apprezzando ed esprimendo soddisfazione per le cose che siamo riusciti ad inserire in questo piano, diamo un giudizio negativo sullo stesso, quindi voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.
MONTABONE Consigliere Chiezzi, non tratti così i suoi amici di governo!



PRESIDENTE

Consigliere Montabone, si attenga alla dichiarazione di voto.
MONTABONE Probabilmente, avrei fatto meglio a non intervenire neanche in sede di dichiarazione di voto; credo però che un intervento sia doveroso, come Consigliere regionale e Capogruppo. Intervento sollecitato anche, da quello, forse giusto, della Consigliera Bortolin, che ha voluto richiamare la maggioranza ad un confronto più serrato su questioni importanti come il Piano sanitario regionale che stiamo per approvare oggi.
Per la verità, non essendo molto competente in materia, mi sono posto nella condizione di chi sta più a sentire quanto dicono gli altri Consiglieri. Devo dire che le consultazioni mi hanno aiutato molto a capire il vasto problema della salute dei cittadini; mi è stato utilissimo sentire il pensiero di parte dei dirigenti che dovranno attuare il Piano sanitario regionale.
Sono venute anche alcune critiche; ma dobbiamo dare atto all'Assessore peraltro è stato fatto, con molta onestà intellettuale - di aver saputo lavorare bene e molto rispetto alle indicazioni pervenute nelle consultazioni. Occorre anche dire che alcune delle osservazioni non possono che essere condivise.
Lei, Assessore, oggi ha portato in aula, attraverso il lavoro proficuo del Piano sanitario regionale, un progetto che dovrà essere il canovaccio per gestire la salute dei cittadini in questa Regione per almeno per i prossimi tre anni.
Probabilmente, visto che nessuno ha la verità in tasca, lei, Assessore si ritroverà a rivedere fra tre anni questo Piano sanitario e a migliorarlo ulteriormente, ma questo non potrà che pervenire dall'esperienza dell'attuazione del Piano stesso.
Molto spesso abbiamo approntato progetti, non soltanto in campo sanitario, buoni e condivisibili, siano stati essi preparati da una parte o dall'altra di questo Consiglio regionale; purtroppo, però, molti di questi progetti non si sono saputi governare e, ancor più, non si sono saputi attuare.
Assessore, lei ha svolto un grosso lavoro, ma quello vero inizia oggi: verificare per esempio che le Aziende, che avranno importanza rilevantissima nell'attuazione del suo progetto, interpretino appieno il Piano sanitario regionale, così come lei ha voluto indicarlo, e così come noi lo voteremo come Consiglieri di maggioranza.
Credo che lei debba essere soddisfatto; dai componenti della minoranza non sono venute solo critiche, ma anche affermazioni positive: e questo fa piacere anche ad un membro di maggioranza come me, che si appresta a votare il suo Piano.
Certo, quando con dati alla mano e con gli esempi concreti fatti in quest'aula, qualcuno dice che c'è interrelazione molto forte tra il Piano sanitario regionale e il Piano socio-assistenziale non si può dire a priori che queste affermazioni siano totalmente sbagliate. La linea di confine è molto labile; occorre quindi uno sforzo ulteriore da parte sua e dell'Assessore all'assistenza, per attuare, insieme, le colleganze fra Piano socio-assistenziale e Piano sanitario regionale, che ci saranno necessariamente. Gli esempi portati stamattina in quest'aula lo dimostrano: confine netto non ci sarà.
Questo l'ulteriore impegno che chiediamo a lei, e che chiederemo all'Assessore all'assistenza quando porterà in aula il Piano socio assistenziale.
Forse, il riordino da lei approntato è stato meno di altre volte dettato da pressioni esterne. Mi riferisco, per esempio, a quanto i nostri Presidi ospedalieri hanno svolto fino ad oggi relativamente al territorio loro adiacente.
Ho visto spesso, in questi anni, ospedali che pur avendo grosse difficoltà a svolgere i compiti loro assegnati, chiedevano di continuare a svolgerli; e magari, proprio perché non attrezzati, li svolgevano male.
Credo che il Piano sanitario regionale abbia riordinato il discorso del Presidio ospedaliero a servizio del territorio. Ho fatto alcuni esempi credo che l'ospedale serva per le cose importanti. Devono necessariamente essere presenti sul territorio servizi diversi dal Presidio ospedaliero; ma l'ospedale deve essere attrezzato per salvare il cittadino dalle gravi affezioni per le quali si rivolge all'ospedale stesso.
Credo che lei, nel suo Piano, abbia saputo cogliere questo tipo di indicazione. E la stessa riforma delle Aziende sanitarie ha dato il "la" a questo tipo di progetto.
Termino dichiarando ancora una volta la mia poca competenza in materia ribadisco in ogni caso il fatto che lei, Assessore, deve iniziare il suo lavoro da adesso, per far sì che il Piano, triennale, venga totalmente attuato, sicuro che saprà cogliere le occasioni, eventualmente, per modificarlo anche in corso d'opera. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.
ANGELERI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo per brevi riflessioni in ordine al Piano presentato dalla Giunta regionale, anche perché nei mesi precedenti non ho potuto seguirlo nel dettaglio e con attenzione; ho avuto invece modo di apprezzare il lavoro svolto in questi ultimi giorni.
Intervengo per dire anche un'altra cosa; dopo la pausa estiva il Consiglio regionale affronta, finalmente, un problema di carattere amministrativo importante; si ritorna - si è ritornati tra oggi e ieri - ad affrontare i problemi politico-amministrativi di questa nostra Regione: oggi riapre il Consiglio regionale.
Dopo la pausa estiva, infatti, abbiamo visto passare in quest'aula la cultura "del cavaliere", nel senso del Consigliere Cavaliere, avallata ovviamente, anche da altri membri in questo Consiglio regionale. Oggi finalmente, si parla di un problema dei cittadini! Quindi, si è passati dalla cultura del mese precedente, della "non politica", ad una cultura del governare, ad una cultura dell'amministrare correttamente.
Quindi, un grazie all'Assessore D'Ambrosio per il lavoro svolto ovviamente un grazie anche ai funzionari ed ai dirigenti dell'Assessorato che hanno lavorato alla stesura del Piano.
Questo Piano è stato definito da alcuni Gruppi "esclusivamente aziendalista". Io non condivido tale definizione. Certo, è anche questo perché tale passaggio garantisce e ci può far garantire la salute al cittadino; è un passaggio importante, ma non è il solo e non è l'obiettivo primario del Piano sanitario regionale. Il Piano, infatti, fa riferimento in modo prioritario alla salute del cittadino e alla sua tutela. Questo è verificabile negli obiettivi che i direttori generali hanno: l'abbattimento delle liste d'attesa, per esempio, è un servizio che cerchiamo di offrire al meglio ai cittadini piemontesi. Ma anche l'obiettivo di migliorare il comfort alberghiero è un servizio rivolto al cittadino; la volontà di aprire un "Ufficio relazioni" con il pubblico non è forse un ulteriore passo per avvicinarsi ai problemi che il cittadino molte volte pone? E allora, sono questi gli obiettivi primari del Piano sanitario regionale, che non vedo poi così scollegato dal Piano socio-assistenziale.
Basta leggerlo con attenzione fino all'allegato C per verificare come, in sei punti, sia presente il collegamento con il Piano socio-assistenziale.
Ricordo, inoltre, che in altre 12 Regioni italiane il Piano sanitario è separato dal Piano socio-assistenziale. Allora io non griderei tanto allo scandalo, ma cercherei di essere attento - come lo è stata l'opposizione in questi mesi, che ha cercato di costruire, di dare un contributo prezioso in quest'aula (si è visto in questi due giorni di dibattito) - così come lo si è stati nei confronti del Piano sanitario anche nei confronti del Piano socio-assistenziale, presente in Commissione. Costruire, amministrare cercare di dare quel contributo costruendo, Consigliere Cavaliere; lei è pluricitato e dovrebbe essere contento di questo.
Ritengo, comunque, che nei confronti del lavoro svolto in Commissione e del lavoro svolto in quest'aula, almeno da parte del sottoscritto, non ci possa essere che apprezzamento e quindi il voto a favore di questo documento.



PRESIDENTE

Grazie. Con l'intervento del Consigliere Angeleri sono terminate le dichiarazioni di voto.
CAVALIERE Chiedo di intervenire dopo il voto, per fatto personale.



PRESIDENTE

Va bene. Ricordo che abbiamo cinque ordini del giorno collegati al Piano, quindi suggerirei di votare il Piano e poi passare all'esame degli ordini del giorno singolarmente.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale provvedimento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI' 26 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri Il Piano sanitario regionale è approvato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.
BORTOLIN Presidente, gli interventi dell'opposizione, ma anche alcuni interventi della maggioranza - ricordo l'ultimo intervento del Consigliere Montabone hanno posto problemi ed anche lanciato sfide alla Giunta, al Presidente all'Assessore: avremmo gradito sentire delle considerazioni finali.
Noi abbiamo dichiarato il voto contrario, ma potevamo anche attenuare la nostra contrarietà sulla base delle considerazioni che la maggioranza e la Giunta aggiungevano a quelle che sono state fatte.
Non abbiamo potuto ascoltarle.
Crediamo sicuramente alla regolarità della sua conduzione, però, al termine di un dibattito così importante, sentiamo la necessità di ascoltare il Presidente della Giunta, l'Assessore o chi vorrà intervenire; ci indipendentemente dal voto, anche per sancire l'approvazione di questo Piano.



PRESIDENTE

Se ricordate, quando abbiamo votato la L. 51 si è posto lo stesso problema: l'Assessore intendeva replicare, gli si è detto che non poteva farlo - art. 64 - e, dopo il voto, gli è stata data brevemente la parola brevemente non per replicare, e lui ha ringraziato.
Questa è la regola: se volete, vi leggo l'articolo. Tra l'altro, sia l'Assessore D'Ambrosio che il Presidente volevano intervenire.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Se lo riteniamo, il Consiglio è sovrano.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.
SPAGNUOLO Presidente, se le repliche, soprattutto della Giunta, servono, servono dopo il dibattito, anche per collocare su queste le dichiarazioni di voto.
A mio avviso l'errore, se di errore posso parlare - mi permetto sommessamente, avendo peraltro presieduto questa assemblea per cinque anni è stato quello di non aver seguito l'iter per cui, dopo il dibattito l'Assessore avrebbe replicato e sulla replica dell'Assessore o del Presidente della Giunta congiuntamente avrebbero potuto collocarsi le dichiarazioni di voto.
Ascoltare questa replica ora può essere interessante, ma non attiene più all'iter legislativo, nel senso che sarebbero delle dichiarazioni di buona volontà (diciamo così).
A questo punto pregherei la Presidenza - non lei personalmente, ma proprio la Presidenza - di voler ripristinare ciò che può essere utile all'iter legislativo per quanto riguarda le dichiarazioni di voto.
Ricordo molto bene la vicenda del personale; il fatto di dire "interviene dopo" fu una motivazione di carattere politico, che non atteneva più all'iter legislativo della legge 51.
Suggerisco di fare quanto è utile, perché sentire questa replica adesso significa agire fuori dall'iter legislativo, per cui mi permetto di chiedere il ripristino della vecchia prassi: dopo il dibattito l'Assessore, avendo sentito i vari interventi di carattere generale oppure gli interventi sugli emendamenti replica; di conseguenza, anche sulle posizioni politiche complessive della Giunta o dell'Assessore competente le dichiarazioni di voto si attestano.
Diversamente, ci troviamo di fronte a una cosa che non serve alla legge, forse non serve nemmeno al Piano sanitario e nemmeno all'aula, che viene un pochino esautorata di una presa di posizione politica.
Ripeto: ricordo quel precedente. C'è stato, ma che aveva delle motivazioni politiche: non c'era una ragione collegata all'iter legislativo. Ed è un precedente che non citerei più, perché significherebbe snaturare il dibattito in aula.



PRESIDENTE

Il Presidente sta presiedendo in questo momento. Non è per stravolgere le cose, però vorrei ricordare - forse nell'arco di tutti questi giorni di discussione ce ne siamo dimenticati - che c'è stato un dibattito generale poi una replica dell'Assessore, in seguito siamo entrati nel merito degli emendamenti, poi...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Va bene, ognuno resta ovviamente sulle sue posizioni. Stamane ci siamo lasciati dicendo che oggi ci sarebbero state unicamente le dichiarazioni di voto.
BORTOLIN Ci sono gli ordini del giorno, che consentiranno alla Giunta di intervenire.



PRESIDENTE

Infatti, è quello che ho detto. Ci sono cinque ordini del giorno, sono convinto che tutto il Consiglio e l'Assessore avranno spazio per poter intervenire: chiunque. Ad ogni modo, le cose che diciamo in quest'aula non sono verba volant: troveremo il modo di conformarci anche nel nostro dibattito.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; prego.
SPAGNUOLO Senza voler far dei casi, però credo che sia importante. Dobbiamo procedere all'esame degli ordini del giorno e sulla base di questi si potranno fare delle riflessioni.
Io però inviterei a ripristinare la logica di un dibattito anche in prospettiva (come dice lei), nel senso che l'Assessore competente, prima delle dichiarazioni di voto, interviene, così come è successo decine e decine di volte nel corso degli anni. Ciò in modo che i Gruppi, anche a seguito della discussione, possano eventualmente - se lo ritengono confermare o modificare la loro dichiarazione di voto.
Pensiamoci, Presidente; anzi lei, per cortesia, se ne faccia carico all'interno dell'Ufficio di Presidenza. Il precedente della legge 51 è il meno appropriato possibile, perché già allora fu uno strappo alla procedura.
In quel caso vi fu una motivazione politica legata al modo in cui si era sviluppata la discussione e i rapporti maggioranza-opposizione rispetto alla L. 51.
La ringrazio se vorrà farsi carico di questo. Glielo dico, cercando di tradurre sempre in positivo le esperienze che si fanno.



PRESIDENTE

Sapete che cerco di fare il possibile.
CAVALIERE Posso parlare per fatto personale?



PRESIDENTE

E' legato a questo dibattito o lo possiamo mettere alla fine degli ordini del giorno? Direi che conviene terminare la discussione degli ordini del giorno.
CAVALIERE A norma di Regolamento.



PRESIDENTE

Il Regolamento stabilisce che prima dovevamo discutere degli ordini del giorno e poi votare il Piano.
E' diventata prassi terminare il dibattito con una votazione e, una volta accolto il benestare dell'aula, proseguire con...
CAVALIERE Ma è per fatto personale.



PRESIDENTE

Suggerirei di farlo dopo. Restiamo legati all'argomento che stiamo trattando: la sua richiesta di intervenire per fatto personale rimane comunque.
Sugli ordini del giorno ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Tra gli ordini del giorno che siamo in procinto di discutere ve n'è uno, firmato dalla Consigliera Simonetti e altri, che recita "preso atto che la società di calcio Juventus ha rifiutato i fondi....impegna la Giunta a destinare questi fondi" in un certo modo.
Nella giornata di ieri, insieme ad altri colleghi, primo firmatario il Consigliere Saitta, ho firmato un ordine del giorno il cui contenuto è grosso modo il seguente: visto che i soldi di Juvecentus sono liberi mettiamoli da un'altra parte.
Oggi ho presentato un ordine del giorno in cui chiedo che i soldi vengano indirizzati ancora da un'altra parte.
Sono tre ordini del giorno che, mio parere, andrebbero discussi tutti insieme. Nel senso che se noi mettiamo in discussione l'ordine del giorno a firma della Consigliera Simonetti e altri, rendiamo impossibile la discussione dell'ordine del giorno presentato ieri sullo stesso tema. Il tema non sono i ticket, ma l'utilizzo dei soldi "liberati" da Juvecentus.
Se viene preso in esame un ordine del giorno che impiega quei soldi in qualunque modo, ritengo che debbano contestualmente essere messi in discussione gli ordini del giorno che chiedono che quei soldi vengano impiegati in altri modi.
Chiedo alla Presidenza se può riflettere su queste osservazioni e conoscere i pareri dei colleghi in proposito.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 598 è stato collegato alla discussione del Piano sanitario regionale, e quindi è ammissibile nel corso di questa discussione; gli altri ordini del giorno sono invece su un argomento specifico.
L'ordine del giorno n. 598 ha come riferimento il Piano sanitario regionale in quanto fa riferimento ai ticket.
CHIEZZI Ma la sostanza dell'ordine del giorno è l'utilizzo di un fondo!



PRESIDENTE

Se vogliamo possiamo accantonare anche l'ordine del giorno n. 598 e discutere.
La prima firmataria è la Consigliera Suino la quale ha dichiarato che è d'accordo.
Accantoniamo tutti e quattro gli ordini del giorno.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 586 relativo alla sperimentazione di organizzazione di Distretto montano in Comunità Valsesia


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 586 dei Consiglieri Grasso Riggio, Bellingeri, Benso, Angeli, Bortolin, Casari, Casoni, Cotto Cavallera, Gallarini Galli, Majorino, Mancuso, Manica, Minervini, Moro Peano, Rubatto, Rossi, Simonetti, Suino.
Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte richiamata la proposta di legge n. 143 di iniziativa della Provincia di Vercelli, con la quale si proponeva l'istituzione di una Azienda sanitaria locale della Valsesia valutato che la legge regionale di riaccorpamento territoriale delle precedenti USL ha operato il riaccorpamento delle ex USL di Vercelli, di Santhià e Gattinara, in un'ottica di contestuale potenziamento dei servizi territoriali e nella previsione di una programmazione che garantisca centri di riferimento per livelli di intervento nell'ambito del ruolo specificatamente attribuito ai distretti tenuto conto che la Comunità montana Valsesia è la più estesa del Piemonte tenuto altresì conto della particolarità e specificità sociale, economica e territoriale dell'area montana in questione impegna la Giunta regionale ad avviare la sperimentazione di organizzazione di Distretto montano in Comunità Valsesia in base alle previsioni del Piano sanitario".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Anche se questo ordine del giorno è stato discusso in IV Commissione proporrei due aggiunte.
L'ordine del giorno risulterebbe il seguente: "Impegna la Giunta regionale ad avviare la sperimentazione di organizzazione di almeno un anno del Distretto montano in Comunità Valsesia in base alle previsioni del Piano sanitario regionale '97/99, presupposto per l'eventuale estensione di questo modelli ad altri ambiti territoriali della Regione".



PRESIDENTE

I proponenti accolgono le modifiche testé apportate dall'Assessore? La parola al Consigliere Grasso.
GRASSO Accogliamo queste modifiche in quanto sono un'estensione del concetto che si voleva esprimere.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Il PDS non è d'accordo su queste modifiche in quanto il nostro Assessore, opportunamente, ha già annunciato pubblicamente con il direttore generale dell'azienda di Vercelli, l'avvio della sperimentazione di un distretto indicando la Valsesia.
Ho condiviso l'annuncio alla popolazione valsesiana e vercellese di questa decisione della Commissione. Tale annuncio era chiaro, il Distretto veniva avviato come sperimentazione, assolutamente non si parlava dell'anno sperimentale.
L'impegno assunto è serio. Noi abbiamo detto, discutendo il Piano sanitario, che alcune realtà della nostra regione non è stato possibile riconoscere l'azienda autonoma per la dimensione limitata del territorio e non per la particolarità del territorio. Realtà molto decentrate, molto lontane dalle aziende a cui le abbiamo forzatamente collegate. Forse qualche Consigliere ricorda la discussione sulla legge n. 39 l'aziendalizzazione, l'individuazione delle Unità sanitarie e poi Aziende.
Ricorda quanto è stata traumatico per alcune realtà l'accorpamento l'impegno era di garantire, all'interno di questo accorpamento, un decentramento serio. Noi lo stabiliamo, anche grazie alla sua disponibilità, Assessore, con il Piano, indicando la necessità di andare alla sperimentazione, abbiamo indicato specificamente la Valsesia perché è la realtà più decentrata accorpata, quindi più significativa.
Ma perché un anno? Lei durante la discussione del Piano ci ha detto - e noi abbiamo accolto - che non voleva fissare i tempi di impegno della Giunta - tre, sei mesi, un anno - per emanare direttive, per fare anche sperimentazioni. Abbiamo accolto questa sua richiesta, ritenendola certamente una necessità di flessibilità, di disponibilità. Ma perch vogliamo fissare i tempi per una sperimentazione? Non c'è ragione, verremo a meno a quanto lei stesso ha già dichiarato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità In realtà voglio specificare il periodo di tempo perché questa sperimentazione costituisce il presupposto per estendere quella che è la sperimentazione fatta in Val Sesia, sulla quale siamo tutti d'accordo, agli altri ambiti territoriali, perché io penso che alla luce della situazione attuale potranno esserci non meno di altri cinque distretti montani. Le richieste in tal senso ci sono già. Quindi il fatto di specificare la durata di un anno era semplicemente per questo: per avere la possibilità di estenderla dopo un anno.



(Commenti del Consigliere Riggio)



PRESIDENTE

Vi prego di parlare al microfono; tutti i firmatari possono intervenire. Consigliere Riggio, intende intervenire? Non è più possibile discutere a posteriori; vi ricordo che se i firmatari non accettano modifiche all'ordine del giorno, questo viene posto in votazione così com'è presentato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeli; ne ha facoltà.
ANGELI Potremmo anche accettare la proposta dell'Assessore di indicare un anno, se però viene specificato che è per allargare la sperimentazione alle altre comunità.



PRESIDENTE

Leggo le modifiche suggerite: "impegna la Giunta regionale ad avviare la sperimentazione di organizzazione di almeno un anno di Distretto montano in Comunità Valsesia in base alle previsioni del Piano sanitario, presupposto per l'eventuale estensione di questo modello ad altri ambiti territoriali della Regione".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.
RIGGIO Noi non abbiamo intenzioni diverse rispetto all'Assessore. Dico molto semplicemente che questa formulazione non ci preclude assolutamente la possibilità di fare una valutazione a bilancio fra un anno. Questo ordine del giorno non ce lo preclude, così come non ci preclude la possibilità di avviare eventuali altre sperimentazioni. Quindi perché andare a "rimpinzare" l'ordine del giorno in modo tale da legarci le mani? Lasciamolo così, in modo che la Commissione e l'Assessorato, nella loro autonomia di lavoro, abbiano la possibilità di fare, dopo un determinato periodo di tempo, un bilancio delle esperienze. C'è la possibilità di avviare nuove e altre sperimentazioni perché io immagino che sarà legittimo che altre comunità montane chiedano di fare analoga sperimentazione. E allora, se prima non abbiamo fatto l'anno di questa, non facciamo più nulla? Io penso che l'Assessore possa mantenere la propria discrezionalità e la Commissione giustamente abbia diritto di fare questa valutazione e verifica, ma è inutile scriverlo nell'ordine del giorno! Così com'è, ci lasciamo aperte queste possibilità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Vorrei fare una proposta cercando di cogliere lo spirito con il quale l'Assessore ha formulato questo emendamento. Potremmo dividere i due punti: lasciare "impegna la Giunta regionale ad avviare la sperimentazione" fino a "piano sanitario" e aggiungere "a riferire tra un anno al Consiglio regionale i risultati, al fine di decidere ulteriori sperimentazioni".
Bisogna dividere questa temporaneità dalla Valsesia: un anno e poi? Tra un anno questo direttore generale potrebbe scrivere che essendo il distretto troppo costoso lo chiude; lui ha questa possibilità perché noi gli abbiamo dato, attraverso un ordine del giorno, tempo un anno per sperimentare. Questo direttore generale deve invece dover discutere con l'Assessore, con la Giunta, ma anche con il Consiglio questa sperimentazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Io direi però, colleghi Bortolin e Riggio, di non scrivere "della durata di un anno", ma di lasciare "presupposto per l'eventuale estensione di questo modello ad altri ambiti territoriali della Regione".
BORTOLIN Va bene.



PRESIDENTE

Pertanto l'ordine del giorno resta invariato fino alla fine, con l'aggiunta testé richiamata dall'Assessore.
Tale formulazione viene accettata da tutti i firmatari e dall'Assessore.
Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 586, il cui testo nella formulazione finale, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte richiamata la proposta di legge n. 143 di iniziativa della Provincia di Vercelli, con la quale si proponeva l'istituzione di una Azienda Sanitaria Locale della Valsesia valutato che la legge regionale di riaccorpamento territoriale delle precedenti UU.SS.SS.LL. ha operato il riaccorpamento delle ex UU.SS.SS.LL.
di Vercelli, Santhià e Gattinara, in un'ottica di contestuale potenziamento dei servizi territoriali e nella previsione di una programmazione che garantisca centri di riferimento per livelli di intervento nell'ambito del ruolo specificamente attribuito ai distretti tenuto conto che la Comunità montana Valsesia è la più estesa del Piemonte tenuto altresì conto della particolarità e specialità sociale, economica e territoriale dell'area montana in questione impegna la Giunta regionale ad avviare la sperimentazione di organizzazione di Distretto montano in Comunità Valsesia in base alle previsioni del Piano sanitario, presupposto per l'eventuale estensione di questo modello ad altri ambiti territoriali della Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 596 relativo alle gravissime condizioni Pronto soccorso di Medicina delle Molinette


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 596 sottoscritto dai Consiglieri Riggio, Foco, Simonetti, Bortolin, Cavaliere, Angeli e Peano.
La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.
RIGGIO Prima di illustrare questo ordine del giorno riporto un articolo pubblicato il 3 ottobre 1997 da la "Repubblica". Vi leggo le prime frasi di questo articolo: "Alle Molinette il Pronto Soccorso di Medicina è a rischio: non sono rispettate le norme antincendio né le più banali regole igieniche; mancano uscite per evacuare i pazienti in caso di incendio; manca una camera per isolare i malati infettivi; non è più agibile il locale per le visite psichiatriche (in questi giorni i malati di mente sono stati visitati nei corridoi dei sotterranei); la controsoffittatura, infine, è abitata da una colonia di gatti i cui escrementi rischiano di filtrare sulla testa dei malati ricoverati nei locali sottostanti, ecc.".
Questa del Pronto Soccorso delle Molinette è una situazione che effettivamente, al di là delle eventuali esagerazioni giornalistiche, è gravissima.
L'ordine del giorno pone il problema che una situazione di questo genere sia assolutamente inaccettabile per il primo ospedale della Regione Piemonte e richiama in generale la situazione delle Molinette, che è legata a carenze di carattere strutturale e strumentale e a questioni collegate alla motivazione degli operatori sanitari. Questa mattina si discuteva della Cardiochirurgia e di come questa oggi versi in una situazione gravissima, a tutto favore di una struttura, ancorché lodevole e accreditata, ma privata, com'è Villa Pia.
Pone altresì il problema che questo ospedale, che dovrebbe essere l'eccellenza delle eccellenze, di fatto viene utilizzato, al di fuori di una pianificazione corretta, in modo indifferenziato come ospedale di eccellenza e come ospedale di ordinario ricorso o addirittura come piccolo ospedale zonale. Questa è una situazione assolutamente intollerabile che dimostra una carenza di progettualità. Questa carenza di progettualità in parte oggi viene sanata perché abbiamo a disposizione uno strumento fondamentale che è il piano sanitario, ma deve essere sanata al più presto: con la nomina del direttore generale e con la stipula di una adeguata convenzione Regione-Università per ricostituire una continuità di atti, di programmi-obiettivi e interventi, e per definire, sulla base di un'ampia analisi e consultazione degli operatori, le priorità per quanto riguarda la qualità, i livelli sanitari, l'organizzazione delle Molinette.
Voglio sottolineare una cosa molto importante. E' importante che le Molinette nell'ambito di questo progetto di riorganizzazione del Pronto Soccorso prevedano anche una serie di accordi di intesa con le aziende territoriali, con gli ospedali zonali e con il "118" per costruire un meccanismo di afferentazione delle patologie minori. E' fondamentale che le patologie minori vengano intercettate dagli ospedali zonali, e ancora prima se crediamo alla medicina di territorio, sul territorio per permettere alle Molinette di elevare il proprio livello. Perché se tutti fanno tutto non potremo mai disporre di eccellenze, e le Molinette dovranno essere annoverate tra queste.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Anche noi intendevamo sottoscrivere quest'ordine del giorno. Sulla questione avevamo presentato un'interpellanza urgentissima, perch riteniamo che le questioni della sicurezza, tanto per gli utenti che accedono ai servizi quanto per i lavoratori della Sanità, non possano essere sottovalutate. Chiederei all'Assessore, nella discussione di quest'ordine del giorno, di sottolineare e di prestare attenzione al controllo, all'ispezione e alla vigilanza di moltissime strutture, non solo pubbliche, che offrono prestazioni sanitarie, perché evidentemente ci sono alcune condizioni di insicurezza che si vogliono lasciare "sommerse", al di sopra o al di sotto delle informazioni generali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Il Pronto soccorso di Medicina e di Chirurgia delle Molinette, che ritengo sia tra i migliori d'Europa, ha dei problemi. Ho visitato personalmente con gli operatori, sanitari e non, la struttura e ho constatato che le carenze esistenti non sono così gravi come vengono esposte, tuttavia occorre porre rimedio quanto prima. Il progetto per il Pronto soccorso di Medicina delle Molinette è al CROP, per cui penso che tra quindici-venti giorni potrebbe essere licenziato, i fondi ci sono e quindi non c'è alcun problema. Condivido, come Assessore e come medico, il punto c) dell'ordine del giorno e posso assicurare che in parte il "118" già svolge questa funzione, ma adesso sarà tutto ulteriormente definito.
Appena sarà approvato il progetto dal CROP, inizieranno i lavori al Pronto soccorso di Medicina. E' vero che esiste una controsoffittatura perché è in corso la bonifica per l'amianto, però è inverosimile che tutti i gatti delle Molinette vadano ad occuparla. Può capitare che qualche gatto vada nella controsoffittatura, di conseguenza potrebbe essere depositato qualche escremento. Ho già dato disposizioni per ovviare all'inconveniente. Non appena la Commissione Nomine approverà i criteri generali per la nomina dei Direttori Generali, che non riguardano le Molinette, così come era stato inteso la volta scorsa, quando la delibera non fu approvata, procederemo sollecitamente ad istruire l'iter per la nomina del Direttore Generale probabilmente entro la fine dell'anno. Quest'ordine del giorno viene accettato ridimensionando l'allarmismo creato facilmente anche dagli organi di stampa sempre pronti a diffondere la notizia-scoop e sempre assenti quando vengono discussi i problemi che interessano e coinvolgono tutto il Piemonte, come ad esempio il Piano Sanitario regionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte consapevole delle gravissime condizioni nelle quali versa il Pronto Soccorso di Medicina delle Molinette considerata inaccettabile tale situazione per la salute degli utenti, per la qualità delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari, per la dignità del più importante Ospedale della Regione Piemonte IMPEGNA Il Presidente della Giunta Regionale e l'Assessore competente a presentare in tempi brevissimi un programma con precise scadenze operative che: a) superi l'attuale situazione di carenze strutturali b) rimotivi gli operatori sanitari valorizzandone la professionalità c) preveda, tramite accordi con il "118", accordi con le Aziende Sanitarie Territoriali e con gli ospedali zonali un programma che riequilibri ed orienti gli interventi correlando il diverso grado della patologia con la capacità operativa e la complessità delle varie strutture IMPEGNA, altresì il Presidente della Giunta Regionale e l'Assessore competente a provvedere al più presto alla nomina del Direttore Generale ed alla stipula di un'adeguata convenzione Regione-Università per ricostituire una continuità di atti, programmi, obiettivi ed interventi, e definire, sulla base di un'ampia analisi e consultazione degli operatori, le priorità per quanto riguarda la qualità, i livelli sanitari, l'organizzazione delle Molinette".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 597 relativo a Modifica nomenclatore tariffario


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 597 dei Consiglieri Riggio Suino, Bortolin, Manica, Simonetti, Peano, Saitta, Spagnuolo, Angeli, Moro.
Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte constatato che è stato votato l'art. 15 del Piano Sanitario regionale 97/99 costatato altresì che tale articolo individua quale obiettivo prioritario: "lo sviluppo delle attività afferenti al dipartimento di prevenzione e delle attività distrettuali poiché la delibera regionale relativa alla modifica del nomenclatore tariffario introduce un aumento dei ticket sulle prestazioni di prevenzione e di medicina di territorio che contraddicono tale articolo del Piano Sanitario regionale IMPEGNA la Giunta regionale al ritiro di tale delibera e a prevedere, in una nuova stesura, la totale esenzione del ticket sulle prestazioni di prevenzione delle malattie tumorali e delle malattie genetiche".
La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.
RIGGIO Mi collego a un dibattito che abbiamo fatto a più riprese e anche nella precedente seduta di Consiglio regionale. Il decreto ministeriale sull'aggiornamento del nomenclatore tariffario consentiva alle Regioni una certa discrezionalità rispetto alla revisione dello stesso. Il nomenclatore tariffario indica quanto deve essere retribuita una determinata prestazione a chi la eroga da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Era un atto necessario sia nei confronti delle aziende sia nei confronti degli operatori privati che non possono essere portati ad operare al di sotto dei costi oggettivi di mercato. In effetti, il nomenclatore tariffario andava rivisto; inoltre, l'introduzione di nuove tecnologie consente di offrire prestazioni a costi minori e al contrario gli standard stabiliti obbligano in alcuni casi a offrire delle prestazioni con dei costi maggiori. Ciò non toglie che esisteva una discrezionalità da parte dell'Assessorato, la quale è stata utilizzata male e in particolare per alcuni punti contraddice quello che abbiamo appena votato, vale a dire il Piano sanitario regionale.
Infatti, nell'articolo 15 si dà come priorità lo sviluppo delle attività afferenti al Dipartimento di Prevenzione e delle attività distrettuali.
Quest'ordine del giorno, Assessore, rispecchia l'atteggiamento futuro che accompagnerà il lavoro che faremo come opposizione sia per quello che riguarda le sedi istituzionali sia per quello che riguarda il territorio.
Consideriamo che il Piano sia uno strumento fondamentale, avere un documento di paragone è veramente importante. Quello che chiediamo è che il Piano, nelle sue parti fondamentali, venga rispettato. Se ci deve essere una priorità per la prevenzione e per l'attività territoriale, deve essere rispettata. Non è rispettata certamente quando, per esempio, nel caso dei tumori femminili, l'ecografia ostetrico-ginecologica passa da £. 30.000 a . 60.000 e la mammografia da £. 36.000 a £. 67.500 di ticket. Non c'è rispetto della territorialità quando le visite specialistiche passano da £.
26.400 a £. 36.000. Si tratta di aumenti che vanno da una media del 30% al 100% e su settori strategici. Noi non possiamo accettare questo; in altra occasione ho detto di non essere favorevole al fatto che il medico di famiglia si trasformi in un vigile urbano che dirotta, a seconda della patologia, verso lo specialista di turno. Però, se si vuole disincentivare l'abuso di visite specialistiche una strada c'è ed è quella di prolungare di due ore la guardia medica, un giorno al mese, per esempio un sabato al mese, e dedicare tale tempo all'aggiornamento professionale dei medici di famiglia, in modo che possano svolgere ancora più professionalmente il proprio lavoro e quindi fare meno ricorso alle visite specialistiche.
Per quanto riguarda la prevenzione delle malattie tumorali femminili che oggi sono la prima causa di morte delle donne piemontesi, il Piano purtroppo si è arenato. Riguardo alla mammografia, ad esempio, in moltissime Aziende Sanitarie Locali non è partito e su questo vale la pena di fare un'inchiesta, che non sia solo amministrativa.
L'attenzione dei direttori generali è sicuramente rivolta ai conti economici, quindi a fare in modo che ci siano risparmi, da un lato, e aumento di entrate, dall'altro; c'è poca attenzione forse agli aspetti della prevenzione.
Quindi, si faccia pure un'inchiesta e si faccia prevenzione anche riguardo alle malattie genetiche. Domenica avrei dovuto rappresentare la Regione alla "marcia per la pace" di Assisi; non l'ho fatto poiché ho partecipato ad un importante convegno sulla talassemia. A tale convegno ci si è chiesti: com'è possibile non riuscire ad avere l'obiettivo - essendoci un esame che offre la possibilità di fare uno screening certo dei portatori di talassemia - di non far nascere più nemmeno un bambino talassemico? E' chiaro che se la pratica degli esami preconcezionali non si diffonde, se gli esami preconcezionali per prevenire le malattie genetiche devono essere sostenuti con il pagamento di ticket spesso molto alti, sicuramente si crea una forma di disincentivo.
Invitiamo, dunque, l'Assessore a ritirare la deliberazione ed a riscriverla, dando maggiore attenzione e, se possibile, gratuità o comunque riduzione al costo del ticket sulle prestazioni afferenti alla prevenzione delle malattie genetiche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Non è possibile ritirare la deliberazione regionale perché abbiamo ottemperato, anche in questo caso, alle disposizioni nazionali. Devo dire che aspettiamo con ansia, soprattutto adesso che Rifondazione Comunista è tornata al governo, l'esenzione del ticket per i malati cronici soprattutto in riferimento ai pazienti affetti da neoplasie.
Per quanto riguarda le neoplasie della mammella e del collo dell'utero quindi entriamo nel capitolo della prevenzione, abbiamo già detto la volta scorsa che in realtà le donne che si rivolgono ai Consultori e che partecipano allo screening specifico, non pagano i ticket. C'è stato un minus rispetto a quello che mi aspettavo e domani avremo una riunione in Assessorato perché si parta sia con l'informazione sia con l'accordo con i direttori generali, alcuni dei quali non avevano recepito l'importanza dello screening tumorale.
Riguardo alle malattie genetiche studieremo il da farsi, però - ripeto la deliberazione, così com'è, non è possibile ritirarla.
Tra l'altro, ci siamo consultati con tutte le altre Regioni e le nostre tariffe sono risultate per molti versi inferiori a quelle delle altre Regioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 597.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 15 voti favorevoli, 19 contrari e 2 astensioni.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 599 relativo all'introduzione del LAAM e della Buprenorfina


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 599 presentato dai Consiglieri Cavaliere, Bortolin, Spagnuolo e altri, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte nell'ambito della discussione della legge: 'Norme per la programmazione sanitaria e per il PSR per il triennio 1997/99', ha affrontato le problematiche relative alla prevenzione delle dipendenze, riabilitazione e reinserimento dei tossico-alcool-dipendenti e concorda nell'auspicare che il Ministero della Sanità introduca tra i farmaci sostitutivi il LAAM (Levo Alfa Acetil Metadolo) e la Buprenorfina".
Pongo in votazione tale documento, già illustrato precedentemente.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Ha chiesto la parola l'Assessore D'Ambrosio; ne ha facoltà.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Prima che venga conclusa questa seduta, ritengo doveroso anzitutto ringraziare i Consiglieri Commissari della IV Commissione, tutti quei funzionari del mio Assessorato e anche del Palazzo che, egregiamente coordinati in questo lavoro dal dottor Sergio Morgagni, hanno contribuito alla stesura definitiva del Piano sanitario regionale approvato poco fa.
Vorrei concludere - senza polemizzare con alcuno, perché mi parrebbe anche facile, vi assicuro - accettando la sfida lanciata dalla Consigliera Bortolin. Quella di attuare i contenuti del Piano, di cambiare la direzione a volte contraddittoria - ne do atto, Consigliera Bortolin - che alcune Aziende stanno seguendo: è una sfida che sarà il filo conduttore di tutta la mia attività da ora in poi.
La accetto volentieri e ovviamente mi confronterò con il Consiglio su questi temi.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Richiesta di comunicazione della Giunta regionale sulle presunte deleghe allo sport trasferite all'Assessore Burzi e sulla manifestazione delle Olimpiadi invernali del 2006


PRESIDENTE

Riteniamo conclusa la discussione e il dibattito sul Piano sanitario regionale, compresi gli ordini del giorno ad esso collegati.
C'era una richiesta di intervento del Consigliere Cavaliere per fatto personale.
CAVALIERE Il fatto personale lo rinvierei alla prossima seduta. Vorrei invece ricordare che c'era un impegno del Presidente della Giunta a riferirci sulle presunte deleghe allo sport trasferite all'Assessore Burzi e sulla manifestazione delle Olimpiadi invernali del 2006, per le quali si sta adoperando sempre l'Assessore Burzi.



PRESIDENTE

Ho chiesto al Presidente di venire in aula. La ringrazio di aver accantonato il fatto personale: sicuramente avrà motivo di intervenire a questo proposito in altre occasioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.
SAITTA Mentre il Presidente è in arrivo, volevo aggiungere alcune considerazioni sul tema sollevato questa mattina dal collega Cavaliere, in modo che il Presidente abbia chiare tutte le questioni alle quali rispondere.
In sostanza, la richiesta formulata questa mattina attorno alle Olimpiadi del 2006 era conseguente alla notizia appresa oggi dagli organi di informazione circa la decisione del Presidente della Giunta regionale Ghigo di avvalersi della collaborazione dell'Assessore al bilancio, Burzi.
Abbiamo anche appreso che la Giunta regionale ha deciso di sostenere economicamente la candidatura di Torino e che l'Assessore Burzi ha già preso contatti ed ha persino esposto agli organi di informazione il piano di localizzazione degli impianti olimpionici; addirittura delle piste da bob.
Volevamo sapere per quale motivo il Presidente, la Giunta non hanno ritenuto di informare il Consiglio su questo sostanziale affidamento di delega.
Quando un Assessore tratta dei problemi del turismo, delega attualmente del Presidente, è come se gli fosse stata affidata questa competenza: in questo caso, l'Assessore Burzi sarebbe anche Assessore al turismo.
Volevamo sapere a quanto ammonta l'impegno della Giunta per questo avvenimento e quali sono i vantaggi che potremmo avere da questo ipotetico svolgimento delle Olimpiadi nel Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Rispondo, come mia consuetudine, per dare soddisfazione al Consiglio anche se a questa interrogazione urgente avrei potuto rispondere martedì giornata nella quale era intenzione della Giunta fare una comunicazione sull'iniziativa intrapresa.
Come succede più volte, la stampa riporta alcune inesattezze. La più eclatante è quella dell'affidamento delle deleghe.
Io non ho assegnato alcuna delega al turismo, essendo ancora io depositario di queste deleghe e non avendo in tempi brevi nessuna intenzione di assegnarla a nessuno, tanto meno all'Assessore Burzi, il quale fa parte della Giunta e di conseguenza...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

GHIGO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Per il semplice motivo che ha già il suo da fare, solo ed esclusivamente per quello. Pur avendo io queste deleghe, credo che un organo collegiale possa e debba avvalersi della collaborazione di tutti.
Questa iniziativa non rappresenta tanto una scelta di programmazione sportiva o turistica quanto una necessità contingente di reperire delle risorse finanziarie per iniziare una proposta di candidatura.
In questo senso, in collaborazione con Provincia e Comune, si è addivenuti alla decisione di perseguire questa ipotesi, che prevede in una prima fase (che è l'unica nei confronti della quale la Giunta si è espressa) la presentazione della candidatura. Per quanto riguarda il meccanismo, se volete, potremo passare la parola all'Assessore Burzi, ma lo conosco anch'io: questa prima fase prevede la presentazione delle candidature; nella fase successiva il percorso prevede degli step di investimento.
Ad oggi, abbiamo dato disponibilità alla prima fase; l'istruzione della pratica di presentazione (chiamiamola così) può prevedere un costo massimo di 500 milioni, nel senso che può anche costare molto di meno.
Nel momento in cui il Piemonte dovesse diventare la candidatura italiana, ovvero tra le varie opzioni venisse scelto il Piemonte, si passerebbe alla seconda fase. In quel caso, a mio parere - ma è tutta una discussione ancora da farsi - dovrebbe essere un consorzio privato ad incaricarsi dell'eventuale promozione della candidatura del Piemonte.
Al momento, l'Ente Regione, in collaborazione con Provincia e Comune ha deciso di assumere questo ruolo propedeutico, con una definizione di costi che ancora non è certa; la cifra, comunque, non può assolutamente superare i 500 milioni, che ad ogni modo non sarebbero a carico solo della Regione, ma dovrebbero trovare copertura da parte di altri soggetti, anche istituzionali.
Tutto il resto, avverrà in un secondo momento.
Ripeto, siamo in una fase primaria di istruzione e di procedura; per adesso, la Regione ha rappresentato solo ed esclusivamente la sua disponibilità a proporre la candidatura, e niente altro.
Per quanto concerne gli impianti, sono tutte ipotesi, parole, nel senso che è ancora tutto da verificare. Certo che se uno parla con le Associazioni delle Valli cuneesi che dicono "lo sci da fondo lo si può fare da noi"; se si parla con quelli del Verbano Cusio Ossola, ti dicono "lo facciamo da noi". Insomma, è ancora un aspetto tutto assolutamente da definire. Se è possibile dare poi la parola all'Assessore Burzi, potrà aggiungere ulteriori elementi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.
SPAGNUOLO A parte il fatto che è legittimo che la Giunta rispetto ad un grande progetto cominci a ragionare e a collocarsi, però io vorrei fare su questo una riflessione di carattere politico. Oggi abbiamo letto un comunicato ANSA che lascia proprio intendere che l'Assessore Burzi si muove in una logica di delega perché ad un certo punto si leggono le seguenti dichiarazioni virgolettate: "Per quanto riguarda le strutture necessarie all'Olimpiade, Burzi ha spiegato che le piste di fondo potrebbero essere quelle della Valle Vigezzo e della Valle Formazza". Non solo, ma su La Stampa, l'Assessore Burzi di nuovo interviene e dice: "Per il '97 potremmo sostenere soltanto i costi della preparazione del primo dossier" e poi entra abbastanza nel merito.
Queste non sono questioni irrilevanti perché investono i rapporti tra Giunta e Consiglio che sono tutelati anche da una procedura.
Voglio ricordare che il Presidente della Giunta, quando assegna una delega, la trasmette al Presidente del Consiglio, il quale la comunica all'aula. Se questo non avviene - Presidente, lei ha spiegato che non ha attribuito questa delega, che non la vuole ancora attribuire, ecc. - è opportuno, affinché il Consiglio si possa attestare su ciò che avviene in Giunta rispetto a questioni anche molto importanti come questo progetto che la comunicazione esterna rispetto a tali questioni venga fatta dal Presidente che è il titolare di questa delega. Altrimenti, dalla lettura non di interpretazioni giornalistiche, ma di dichiarazioni dell'Assessore Burzi, l'Assessore parla come se avesse la delega di merito. Un rapporto interno alla Giunta e alla collegialità della Giunta può essere assolutamente comprensibile e giustificabile (il Presidente della Giunta ha ritenuto di tenere queste deleghe, si avvale di collaborazioni), però il rapporto di merito, di esame e soprattutto il rapporto esterno deve essere tenuto dal Presidente della Giunta. Altrimenti c'è proprio una mancanza di collegamento statutario tra il lavoro che viene fatto dal Presidente della Giunta e il rapporto con i Consiglieri, nel senso che noi non sappiamo chi è delegato.
Non vorrei che queste venissero vissute come questioni formali, perch sono sostanziali, in quanto poi in tanti altri problemi abbiamo visto che il non avere rispettato le forme, le competenze, le procedure, ha determinato dei problemi. Mi limito a dire questo, non voglio andare oltre ma oggi emerge che nella sostanza viene attribuita una delega. E se ciò non viene corretto è una violazione anche un po' statutaria, perché il Consiglio deve sapere bene "chi fa che cosa", è una frase che viene spesso usata, ma in questo caso è anche molto importante perché poi si comincia a parlare di contributi e ad entrare nel merito.
Chiedo quindi al Presidente della Giunta regionale di raddrizzare la rotta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Il problema che ha già inquadrato molto bene la collega Spagnuolo è che noi ci troviamo di fronte intanto a un'esperienza consumata, che è quella dei Mondiali di sci del Sestriere, e su quell'esperienza non è stato fatto alcun bilancio. Questo Consiglio non ha ancora discusso se la gestione l'immagine, tutto ciò che ha rappresentato quell'evento sia stato positivo negativo o quant'altro. Mentre si affronta questa nuova avventura già in fase operativa senza fare alcuna riflessione in Consiglio. Dico "già in fase operativa" perché da quel che apprendiamo, sempre dai giornali l'Assessore Burzi dice che entro dicembre bisognerà reperire 4 o 5 miliardi...
BURZI, Assessore al bilancio Non hai neanche letto i giornali! CAVALIERE C'è scritto su La Stampa.
BURZI, Assessore al bilancio Non è scritto sul giornale.
CAVALIERE C'è scritto su La Stampa, poi non rettificate mai, salvo dire, quando vi viene imputato, che non è vero. In ogni caso l'Assessore Burzi è già nella fase operativa: il bob a Bardonecchia, lo slittino nel Verbano, ecc.
(così appare dai giornali). E questo ci pare, come ha detto la collega Spagnuolo, già di fatto una...
BURZI, Assessore al bilancio Guarda che quello che hai detto non c'è scritto su La Stampa! Io ce l'ho qua, se vuoi te la do e te la leggi! CAVALIERE Posso recuperare i secondi perduti, Presidente? Noi non abbiamo alcunché sul fatto che un Assessore, tanto meno Burzi abbia le deleghe al turismo, però di fatto c'è un'attribuzione concreta.
Tra l'altro, siamo anche preoccupati, Presidente Ghigo, in merito a questa operazione delle Olimpiadi, del fatto che non ci sono più le APT e quindi qualche problema ci potrebbe essere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Sono state le notizie televisive e dell'ANSA a rendere inevitabile la richiesta di questa riflessione in Consiglio, negli spazi in cui può essere contenuta adesso.
La prima parte riguarda la modalità complessiva di operare e di comunicare all'esterno senza che il Consiglio regionale sia messo nella condizione di svolgere il suo ruolo. Ma io, per la verità, credo che smetterò da adesso di contestare queste cose al Presidente Ghigo, nel senso che se al Consiglio regionale, nella sua maggioranza, va bene così, allora va bene così! Faremo altre cose, prenderemo atto di cosa ci avete ridotti ad essere e in qualche maniera ognuno di noi un modo per lavorare, uno strumento per comunicare con la gente lo avrà! Lo dico seriamente, perch obiettivamente nessuno quando gli parliamo privatamente, anche della maggioranza, difende - anzi! - questa procedura, questa modalità, questa tecnica della comunicazione diretta all'esterna, a prescindere.
SCANDEREBECH I nomi, i nomi! RIBA Ma cosa vuoi che ti dica anche i nomi adesso! Anche tu lo hai detto più di una volta, comincio dal tuo nome, così almeno sei tranquillo! Lo hai detto anche tu, più di una volta, a prescindere.
SCANDEREBECH Non dire fesserie! RIBA Poi chiedi la parola e risponderai.
Tra l'altro, collega Scanderebech, non è che tu puoi assolverti sul fatto che sei tra quelli insoddisfatti e lo manifesti spesso, dopodiché non hai le condizioni politiche per affrontare il problema; non ti accuso, ti dico che è così.
Vi dico semplicemente che se dovessimo continuare sine die a riproporre una questione nei confronti della conduzione dell'esecutivo relativamente a questioni che, se non espropriano, diciamo "sorvolano" (...) Vedo un po' di movimento sui banchi della Giunta: probabilmente, sta funzionando la collegialità tra Assessore e Giunta che magari è stata ritenuta opportuna dall'Assessore Vaglio (...) La questione che si ripropone è di una modalità di azione e di iniziativa che prescinde dai ruoli - riconoscimento, constatazione, messa in atto del Consiglio regionale.
Per esempio, lo dico per memoria storica, avendo personalmente svolto per un certo periodo - con impegno e diligenza, credo, indipendentemente dal risultato - la funzione di Presidente della Commissione che si occupava del turismo, nella stessa Commissione avevamo faticato non poco, e tutti i colleghi qui presenti e soprattutto l'allora Assessore Angeleri lo sa, per riportare, se non nel Consiglio almeno in Commissione, l'informazione, il confronto, il dibattito sulle questioni che attenevano all'organizzazione dei campionati mondiali di sci, sin da quando era nata la notizia.
Ricordo anche, "per dare a Cesare quel che è di Cesare", che non essendo venuto subito, l'Assessore Angeleri si scusò, anche a nome della Giunta; ma immediatamente, impiantammo un'operazione che ci consentì, nei limiti del possibile di andare avanti. Collega Casoni, sei intervenuto più volte (...).
Guarda, collega Scanderebech, che io raramente parlo a vanvera (...).



PRESIDENTE

Consigliere, le chiederei di concludere.
RIBA Abbia pazienza, Presidente!



PRESIDENTE

Sono uno dei più pazienti (...) RIBA Appunto, a questa pazienza faccio riferimento, anche perch francamente, quanto tempo ho già occupato?



PRESIDENTE

Due minuti.
RIBA Mi lasci parlare questi due minuti: la preoccupazione non deve essere così ossessiva verso il tempo, caso mai utilizzo il tempo del mio Gruppo il quale ha del tempo che non utilizza mai in modo troppo invadente (...).
Si ripropone la questione di un'operazione grandiosa, ma vede Presidente Ghigo, "grandiosa" per come è stata immediatamente vissuta e rilanciata dai mass-media; sembra già che non si parli d'altro. Non è colpa del Presidente, chiaramente! E' la rilevanza oggettiva di una notizia di questo genere, che, a prescindere dalla sua portata, dalla corrispondenza reale a ciò che potrà essere fatto, ha creato la centralità del dato.
Giornalisti e corrispondenti della RAI, oggi, chiedevano notizie in merito molto più che sul Piano sanitario regionale: non è un bene, ma è un fatto.
Non so se sia esatta la notizia secondo la quale il collega Burzi avrebbe reso alcune dichiarazioni, peraltro condivise, su certe questioni.



PRESIDENTE

Consigliere, la pregherei di concludere.
RIBA Non sia così nervoso, Presidente, sto concludendo.



PRESIDENTE

Le assicuro che non sono affatto nervoso: sono tranquillo e paziente.
Le devo solo ricordare che c'è un tempo da rispettare! RIBA Mi sto affrettando, Presidente - e non mi sto affrettando "lentamente" come diceva un famoso Presidente... - relativamente all'importanza che la questione ha, per chiedere, formalmente, non avendo altra opportunità, che la seduta della III Commissione di venerdì pomeriggio sia dedicata all'audizione di un'informazione sul progetto e alla presa in consegna del problema da parte dell'organo che statutariamente è competente a ricevere e discutere le informazioni della Giunta.



PRESIDENTE

Ricordo ai Consiglieri i due minuti a disposizione per la loro dichiarazione.
La parola al Consigliere Scanderebech.
SCANDEREBECH Scusate, colleghi, ma sono stato chiamato in causa.
Ho voluto fare una provocazione, ma il collega Lido Riba, a sua volta ha fatto il mio nome personale. Ma io, quando ho avuto qualcosa da dire caro collega, mi sono rivolto agli organi direttamente, quindi, non ho paura di dire quello che penso...



(Risa in aula)



PRESIDENTE

SCANDEREBECH



PRESIDENTE

...gli organi di stampa. Non ho avuto paura di dire quello che penso al momento giusto. Gradirei, quindi, che il collega Riba...
Per favore, collega Montabone...



PRESIDENTE

Consigliere Montabone, per favore, si sieda. Aiutatemi ad essere calmo e tranquillo! Non sono nervoso! SCANDEREBECH Colleghi, visto che siamo ancora in un Consiglio regionale, in un'assemblea cui, modestamente, tutti noi siamo orgogliosi di appartenere vi prego di essere un po' corretti.
Per quanto riguarda il collega Riba, io ho cercato di fare una provocazione; lui ha asserito - avete ascoltato tutti - che io per primo ho detto che questa comunicazione non va bene. E' possibile? Ripeto: quando ho avuto da dire qualcosa l'ho detto rivolgendomi ai rispettivi organi di comunicazione. Però bisogna smetterla, ogni qualvolta che c'è qualcosa che non va, di rimandare tutto sulla maggioranza, come se in questa maggioranza ci fossero delle persone che, quotidianamente, dicono tutto e il contrario di tutto.
Per cui, vi prego: smettetela, ogni volta che avete da dire qualcosa parlate per voi, direttamente, lasciateci stare. E se avete qualcosa da dire, fate i nomi. D'accordo? Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.
MONTABONE Mi dichiaro assolutamente impreparato a discutere di un tema così importante nei modi in cui è stato impostato stasera.
Si confondono le Olimpiadi invernali con i Mondiali di sci: le Olimpiadi invernali sono tutt'altra cosa! Non ci sono paragoni, neanche di tipo economico, di ricaduta, fra due manifestazioni che sono, dal punto di vista organizzativo e economico, totalmente diverse.
Ho letto stamattina i giornali e, quindi, titoli e articoli relativamente ad una Conferenza stampa rilasciata da quello che è, dal principio, l'organo preposto al lancio di una manifestazione del genere, il CONI, nonché una notizia da prendere in considerazione. Ho anche letto le affermazioni riferite alla Regione.
E' evidente che quando si parla di Olimpiadi invernali che dovrebbero svolgersi nell'anno 2006, non si può concludere, subito, dove potrebbero essere messi gli impianti! Non credo che l'Assessore Burzi abbia rilasciato dichiarazioni del genere, anche se sono contenute in una notizia Ansa - che ho visionato soltanto adesso.
Si rischia di perdere di vista quello che è, veramente, l'approccio da tenersi rispetto ad una manifestazione del genere. L'approccio che il Consiglio regionale dovrebbe avere - così come credo abbia avuto il Consiglio comunale di Roma, la Regione Lazio rispetto alle Olimpiadi estive dovrebbe essere un altro. Vuole, il Piemonte, le Olimpiadi, o no? E, in caso affermativo, occorre suffragare tali intenzioni da motivazioni di carattere tecnico, economico, di possibilità per poterle ottenere - oppure no.
Se così non si fa, si rischia di confondere il Campo Smith di Bardonecchia con le Olimpiadi; si rischia di confondere il sistema meteorologico piemontese con le Olimpiadi; si rischia di confondere l'impegno della Regione, rispetto all'organizzazione di un evento turisticamente importante, con i compiti istituzionali della Regione stessa nel campo sportivo, che sono completamente diversi. Dopodiché, credo che per discutere di queste cose non lo si possa fare alla fine di un Consiglio Regionale, come abbiamo fatto stasera, perché ognuno di noi è tentato di dare delle motivazioni che già ha in testa, per il sì o per il no, che non sono suffragate da nessun...
CAVALIERE Consigliere Montabone, sta parlando d'altro! MONTABONE Anche lei, Consigliere Cavaliere, parla spesso d'altro in questo Consiglio; io la seguo e non le dico che parla d'altro! Allora, si parla di una delega all'Assessore Burzi: se è questo il quesito, a me sembra che il Presidente Ghigo abbia dato una risposta dicendo che, non essendoci l'Assessore al turismo e allo sport, ha lui le deleghe. Dopodiché ha detto che c'è l'esigenza di recuperare una somma di denaro che servirà per il primo passo, riferito ad un'azione che si dovrà compiere per perseguire uno scopo.
Io mi chiedo, allora, a chi doveva affidarsi il Presidente della Giunta regionale per verificare se all'interno del bilancio 1997 vi fossero - è stato detto qui stasera, io l'ho saputo solo adesso - 500 milioni per l'approccio alla prima fase. Non solo, è stato detto: 500 milioni da trovare in accordo con gli Enti pubblici e - perché no? - con i privati come ha fatto, ad esempio, il Veneto con Benetton ed altri.
Si può discutere poi nel merito, però ritengo che la risposta che ha dato il Presidente Ghigo, al di là dei comunicati stampa, che io non ho letto se non stasera, rispetto ad un incarico all'Assessore Burzi, rientri nelle regole istituzionali e penso l'abbia dato, non solo a pieno titolo perché poteva darlo anche ad un altro Assessore, ma individuando anche l'Assessore giusto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.
SALERNO Credo che la prima parte dell'intervento del collega Montabone sull'eventualità di discutere nel merito "Olimpiadi sì, Olimpiadi no" non sia il problema reale sul quale si è intervenuti, per quanto tutto corretto. Il problema vero è: doveva o non doveva l'Assessore Burzi pronunciarsi? Io leggo su La Stampa un primo tipo d'intervento, il quale dice che la candidatura eventuale di Torino è stata ventilata non da questa Giunta, ma dal CONI e dagli organi sportivi preposti. Leggo anche che probabilmente se entro 15 giorni Regione, Provincia e Comune non trasformeranno questa ventilazione di candidatura in un atto concreto, si può perdere tale possibilità.
Quindi - conclude il quotidiano - i tempi sono strettissimi. Penso allora che siamo nell'anticamera dell'anticamera di un atto di Giunta. E' stato semplicemente, quello correttamente fatto ed eseguito dalla Giunta un primo approccio verso il gradimento di una candidatura.
Se non doveva essere l'Assessore Burzi (che dovrà essere comunque lui) a pronunciarsi su una disponibilità di bilancio, chi doveva farlo? Presidente, credo che alla fine, dopo aver approvato il Piano sanitario regionale, che considero un momento abbastanza esaltante per questo Consiglio, ed essere finalmente arrivati, con un atto, un po' più vicini ai piemontesi, credo di nuovo che siamo scesi al di sotto dello zero.
Mi auguro che finisca qui questo piccolo nuovo teatrino di oggi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Ritengo che il dibattito abbia approfondito ulteriormente l'argomento.
Riguardo alla motivazione dell'interrogazione urgente, credo di avere ampiamente risposto e di non dover aggiungere nulla, nel senso che non è stata data alcuna delega. Le deleghe al turismo e allo sport sono in carico al Presidente e io ho intenzione di esercitarle.
Voglio anche raccogliere le sollecitazioni della Consigliera Spagnuolo e del Consigliere Riba sull'endemica, storica situazione legata alla mancanza di attenzione dell'esecutivo nei confronti dell'assemblea.
Consigliere Riba, questo è un argomento che lei ama particolarmente e che in tutte le occasioni mi sottopone. Io le posso garantire di avere ampio rispetto dell'assemblea e di voler rispettare, nella maniera più assoluta, i ruoli dell'esecutivo e quelli dell'assemblea.
Per quanto riguarda la comunicazione o i mass media, io non sono ahimè, mi piacerebbe - "il grande fratello" e di conseguenza non controllo io i mass media; se i mass media decidono di dare attenzione ad un argomento e ci interpellano, noi, per rispetto nei confronti della comunicazione, rispondiamo, così come abbiamo fatto in questo caso. Non abbiamo fatto conferenze stampa né riunioni per raccontare quello che è stato scritto. C'è stata una conferenza stampa del CONI, e poiché ha richiamato gli Enti, noi abbiamo risposto.
Ma a prescindere da questo chiarimento che ritenevo di dover fare, voglio anche dirle, Consigliere, raccogliendo la sua sollecitazione, che siamo disponibili a riportare questo dibattito in Commissione. Mi permetto di dirle che forse venerdì abbiamo tutti degli impegni, quindi non sarà possibile, ma indubbiamente io personalmente - non l'Assessore Burzi, che non ha la delega al turismo - verrò in Commissione a relazionare su questo tema. Grazie.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Ricordo ai Capigruppo che venerdì alle ore 11,00 ci sarà la riunione con il direttore delle Carceri "Le Vallette", alla quale seguirà la riunione dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17,50)



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