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Dettaglio seduta n.175 del 14/10/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Farassino, Gallarini Gatti, Mancuso, Manica, Mancuso.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Richiesta del Consigliere Cavaliere di una comunicazione del Presidente della Giunta regionale in merito al rifiuto del contributo della Regione Piemonte da parte della società Juventus


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, volevo semplicemente sapere dal Presidente della Giunta regionale - nei tempi che ritiene necessari, senza disturbare il nostro lavoro - visto che aveva anticipato una sua comunicazione che renderà nel pomeriggio su un qualche argomento, se intendeva aggiungervene una relativamente alla vicenda Juvecentus, avendo appreso che la società in oggetto avrebbe rifiutato il contributo della Regione Piemonte.
Volevo sapere se questo corrisponde al vero, quali sono le motivazioni e un giudizio del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo nel corso della seduta postmeridiana darà le risposte che riterrà opportune agli elementi di cui lei è in possesso.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame progetto di legge n. 238: "Norme per la programmazione sanitaria e per il Piano sanitario regionale per il triennio 1997-199"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame degli emendamenti presentati relativamente all'allegato B - Aree di intervento sanitario del progetto di legge n. 238 di cui al punto 4) all'o.d.g.
L'Assessore ci informa che i primi due emendamenti B1) e B2) presentati dal Consigliere Rubatto sono stati ritirati.
B2/1) Maxiemendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Simonetti e Papandrea.
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

L'emendamento riprende, dopo il punto a), nell'ambito dell'assistenza riabilitativa extraospedaliera particolare territoriale, la questione delle Residenze sanitarie assistenziali.
L'emendamento era già stato presentato in Commissione; ci eravamo riproposti di ripresentarlo in aula, poiché ritenevamo fosse una questione importante.
Tentiamo, con l'emendamento, di proporre una definizione più precisa del campo di applicazione di tali strutture.
Leggo l'emendamento, successivamente cercherò di entrare nel merito.
3.2 Riabilitazione estensiva o di mantenimento.
A pag. 106, il punto b) è così sostituito: "b) Residenze Sanitarie Assistenziali, destinate a: 1. all'assistenza, cura e riabilitazione di persone soggette a condizioni temporaneamente disabilitanti tali da determinare non autosufficienza conseguenza di un episodio morboso acuto o di una riacutizzazione di patologia cronica, non assistibili a domicilio, e che necessitano di un periodo di cure riabilitative correlate strettamente ad interventi di assistenza alla persona, superiore a quello trascorribile nelle unità operative a ciò dedicate in regime degenziale ospedaliero, prima del rientro a domicilio.
Non rientrano in tale tipologia di assistibili le persone portatrici di postumi di gravi lesioni di natura acuta o di riacutizzazione di patologia progressiva aventi le caratteristiche previste per le attività di riabilitazione specializzata post-acuzie, quali ad esempio quelle relative ai trauma cranici, alle lesioni midollari o alle distrofie muscolari o sclerosi multiple: per tale tipologia di pazienti va comunque previsto il ricovero presso centri specialistici specificatamente dedicati 2. all'assistenza e riabilitazione di mantenimento di soggetti seriamente e durevolmente non autosufficienti, non assistibili a domicilio e perci portatori del bisogno di risiedere in modo protratto o anche permanente, in presidi idonei ad affrontare i complessi problemi delle loro molteplici disabilità sia di natura strettamente sanitaria sia di natura socio assistenziale.
Pertanto, in applicazione delle linee guida ministeriali del 31 marzo 1994 presso le RSA vengono attuati anche interventi sanitari/medici generali e specialistici, infermieristici di tipo riabilitativo che debbono essere attivati e gestiti dalle ASR ove ha sede la RSA, attraverso i Dipartimenti di riabilitazione (che opereranno in stretta integrazione operativa con le altre unità operative eventualmente interessate ai diversi casi, a seconda delle età e della tipologia delle problematiche sanitarie del paziente) attivando se necessario specifiche convenzioni tra RSL ed Ente gestore della RSA, da stipulare sulla base di linee guida approvate dalla Giunta regionale entro tre mesi dalla vigenza del Piano sanitario regionale".
Noi pensiamo, con questo emendamento, di aver riproposto e ridefinito in modo più preciso il ruolo e la destinazione delle Residenze Sanitarie Assistenziali e quindi la tipologia degli utenti che a queste si devono rivolgere, ma anche il rapporto tra l'Azienda sanitaria regionale competente territorialmente e la struttura RSA che risiede in quel territorio.
Questo per rendere più vicina l'Azienda sanitaria, in quanto tale, alle strutture territoriali, per garantire che gli stessi pazienti possano avere, da un lato, una personalizzazione della loro cura e del loro processo di riabilitazione e, dall'altro, possano comunque usufruire dei servizi anche laddove l'Azienda sanitaria regionale non riesce ad intervenire, stipulando - e noi l'abbiamo spiegato - apposite convenzioni nell'ambito di linee guida approvate dalla Giunta regionale, entro tre mesi dalla vigenza del Piano sanitario regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Leggendo attentamente quanto scritto a pag. 106 e 107, nonché l'intero capitolo sulla riabilitazione, in particolare: "Unità spinali e unipolare e Unità gravi cerebrolesi", di pag. 103 e 104, si può evidenziare che l'emendamento testé illustrato non aggiunge nulla o quasi all'attuale stesura del Piano, che è più analitica ed ampia rispetto all'emendamento.
Per cui non si ritiene di accoglierlo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Vorrei fare una precisazione, poi il collega Moro farà la dichiarazione di voto.
Non considero esauriente la risposta, perché, leggendo attentamente il paragrafo sulle Residenze Sanitarie Assistenziali, contenuto nel Piano sanitario regionale, si evidenziano dei modelli diversi di organizzazione e di articolazione che individuano delle strutture diverse.
Poiché noi parliamo, invece, di RSA, quindi di strutture di competenza strettamente sanitaria, anche se con rilievi socio-assistenziali, ci preme che il Piano sanitario, che ha come compito alto la programmazione regionale, individui nella tipologia degli utenti della Residenza Sanitaria Assistenziale una tipologia precisa di utenti e non una tipologia generale con diverse forme di articolazione.
Prevedere differenti modelli assistenziali ed organizzativi, purché tra loro ben differenziati ed articolati dal punto di vista strutturale ed amministrativo, significa che queste strutture non saranno più RSA, per le quali sono stabiliti precisi parametri strutturali, organizzativi gestionali ed amministrativi, ma saranno altre strutture.
Di conseguenza, sulla base di parametri diversi, anche la tipologia degli utenti che si rivolgerà a queste strutture sarà diversa da quella che, per obbligo, è destinata alle RSA.
Il nostro emendamento entra dunque maggiormente nel merito, ma intende soprattutto individuare in modo preciso la tipologia degli utenti destinati a quella struttura e non alle diverse articolazioni che credo debbano essere proposte in altra sede.
Se ritenete, anche se noi non lo condividiamo, si può fare un comma a sé, ovviamente con un'articolazione diversa delle strutture sanitarie, ma non inserirlo all'interno di un paragrafo che parla delle Residenze Sanitarie Assistenziali. Penso crei confusione l'inserire diverse tipologie di strutture e diversi utenti in un paragrafo che invece è specifico, cioè parla delle RSA.
Ricordo che questi emendamenti sono stati presentati in Commissione quindi c'è stato anche il tempo tecnico sufficiente per valutarli; ci saranno poi altri emendamenti ancora più precisi, riguardanti ad esempio la medicina legale, che non credo si possano affrontare in pochi minuti, per ritengo che su tali emendamenti occorra dare una risposta certa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro per dichiarazione di voto.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. E' in discussione l'allegato B) relativo alle aree di intervento e i nostri emendamenti sono mirati a far sì che ci sia una discussione anche riguardo a tali aree. Aree che parlano di promozione ed educazione alla salute, di sistema di emergenza, di attività di riabilitazione e lotta alle malattia neoplastiche, della lotta alle malattie cardiovascolari, quindi tematiche importantissime che comprendono anche l'assistenza ai diabetici, ai pazienti cronici, allo sviluppo dei trapianti e degli organi in generale, alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie infettive, assistenza sanitaria agli stranieri, ecc.
Riteniamo che, in un Piano sanitario, queste tematiche dovevano essere affrontate con più oculatezza e precisione, mentre ciò è avvenuto con noncuranza delle priorità e delle emergenze sanitarie piemontesi.
La promozione alla salute è molto importante e prioritaria, così pure la lotta alle malattie cardiovascolari. Per il nostro sistema di impostazione, riteniamo che questo Piano sanitario non sia stato programmato in modo corretto, tenendo conto delle patologie degli utenti.
Inoltre, per tutta una serie di altre critiche che di volta in volta stiamo formulando, riteniamo che il Piano sanitario, così com'è stato presentato, necessiti di una serie di modifiche, in particolare per quanto riguarda le priorità e le emergenze, ma anche per quanto concerne la promozione e l'educazione alla salute del nostro Piemonte, che riteniamo fondamentale.
Siamo convinti che i nostri emendamenti, così come sono stati formulati, possano dare un contributo e soprattutto possano formulare in modo diverso un Piano sanitario che, a nostro avviso, va rivisto per essere all'altezza delle priorità e dell'emergenza sanitaria del nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento B2/1.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 21 contrari e 11 astensioni.
B2/2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: A pag. 107, dopo il punto b), la parte restante del paragrafo è così sostituita: "c) I Dipartimenti di Riabilitazione delle ASR attivano e gestiscono interventi di riabilitazione estensiva e di mantenimento anche mediante: 1. Servizi Ambulatoriali ospedalieri e distrettuali di riabilitazione, da attivare nell'arco di triennio nella misura di almeno un ambulatorio di riabilitazione territoriale, a bacino d'utenza distrettuale, aventi le caratteristiche rispondenti a quanto previsto da specifiche linee guida da approvare dalla GR entro tre mesi dalla vigenza del PSR. Tali interventi dovranno prevedere anche attività riabilitative di tipo logopedico.
2. Servizi di riabilitazione domiciliare, da attivare nei confronti di pazienti altrimenti non deambulabili, anche dismessi da Ospedali generali o specializzati, per i quali sia stato attivato a livello distrettuale d'intesa tra il Dipartimento di Riabilitazione ed i servizi sanitari e socioassistenziali distrettuali, ivi comprendendovi anche i medici di MG e gli specialisti ambulatoriali territoriali, un progetto di recupero e potenziamento dei possibili livelli di autosufficienza, anche attraverso i necessari interventi protesici e di adattamento ambientale. Si prevede che tali interventi possano essere prolungati e ripetibili nel tempo, in relazione alla tipologia della menomazione e disabilità, anche a condizione dell'esigenza di evitare istituzionalizzazione e di prevenire complicanze tardive determinanti non autosufficienza.
Tali servizi dovranno essere attivati nell'arco del triennio in tutti i distretti sanitari delle ASR ove hanno sede i Dipartimenti di Riabilitazione, garantendone l'attivazione, tramite accordi interaziendali anche presso le ASR ove tali Dipartimenti non sono stati attivati. Gli interventi rivolti a minori dovranno essere attivati dai Dipartimenti di Riabilitazione in piena integrazione con i servizi del Dipartimento materno infantile, con particolare riguardo alle attività proprie alla UOA di NPI ai servizi infermieristici consultoriali ed alle competenze proprie del medico pediatria di libera scelta." La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Il nostro emendamento intende raggruppare i Dipartimenti di riabilitazione delle ASRL, attivando e gestendo interventi di riabilitazione estensiva e di mantenimento.
A nostro parere questo può essere realizzato attraverso la gestione di due servizi, individuati anche nel Piano sanitario, cioè i servizi ambulatoriali ospedalieri e quelli di riabilitazione domiciliare.
Su questo vorrei delle risposte un pochino più precise dall'Assessore tenuto conto dell'evidente differenza degli emendamenti rispetto al Piano in particolare per quanto riguarda il punto 2 relativo ai servizi di riabilitazione domiciliare.
Noi individuiamo, appunto, i servizi di riabilitazione domiciliare da attivare nei confronti dei pazienti altrimenti non deambulabili, anche dismessi da Ospedali generali o specializzati, per i quali sia stato attivato a livello distrettuale, d'intesa tra il Dipartimento di Riabilitazione ed i servizi sanitari e socio-assistenziali distrettuali ivi comprendendovi anche i medici di MG e gli specialisti ambulatoriali territoriali, un progetto di recupero e potenziamento dei possibili livelli di autosufficienza, anche attraverso i necessari interventi protesici e di adattamento ambientale.
Si prevede che tali interventi possano essere prolungati e ripetibili nel tempo, in relazione alla tipologia della menomazione e disabilità anche a condizione dell'esigenza di evitare istituzionalizzazione e di prevenire complicanze tardive determinanti non autosufficienza.
Tali servizi dovranno essere attivati nell'arco del triennio in tutti i distretti sanitari delle ASR ove hanno sede i Dipartimenti di Riabilitazione, garantendone l'attivazione, tramite accordi interaziendali anche presso le ASR ove tali Dipartimenti non sono stati attivati. Gli interventi rivolti a minori dovranno essere attivati dai Dipartimenti di Riabilitazione in piena integrazione con i servizi del Dipartimento materno infantile, con particolare riguardo alle attività proprie alla UOA di NPI ai servizi infermieristici consultoriali ed alle competenze proprie del medico pediatria di libera scelta."



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Mi pare che anche questo emendamento non aggiunga niente all'attuale stesura del Piano.
Anzi, se mi permette, Presidente, leggerei quanto c'è scritto al punto d) del capitolo relativo alla "Riabilitazione estensiva di mantenimento" che dice le stesse cose testé dette dalla Consigliera Simonetti.
"Servizi di riabilitazione domiciliare da attivare nei confronti di pazienti non deambulabili, anche dimessi da presidi ospedalieri, per i quali sia stato attivato a livello distrettuale, d'intesa tra l'Unità operativa di recupero e riabilitazione funzionale ed i Servizi sanitari e socio-assistenziali distrettuali, comprendendovi anche i medici di Medicina generale e gli specialisti ambulatoriali territoriali, un progetto - da attivare quindi - di recupero e potenziamento dei livelli di autosufficienza, anche attraverso i necessari interventi protesici e di adattamento ambientale.
Tali interventi possono essere prolungati e ripetibili nel tempo, in relazione alla tipologia della menomazione e disabilità, anche in considerazione dell'esigenza di evitare istituzionalizzazione e di prevenire complicanze tardive determinanti non autosufficienza.
Tali servizi sono attivati nell'arco del triennio in tutti i Distretti delle ASL. Gli interventi rivolti a minori sono attivati dall'Unità operativa di recupero e riabilitazione funzionale in piena integrazione con l'Unità operativa di neuropsichiatria infantile, con i Servizi consultoriali e con il medico pediatria di libera scelta".
Non mi pare che l'emendamento aggiunga nulla di particolare all'attuale testo del Piano sanitario regionale, per cui non si ritiene di accoglierlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro per dichiarazione di voto.



MORO Francesco

E' in discussione un emendamento al Piano sanitario relativo ai servizi ambulatoriali ospedalieri e al servizio di riabilitazione domiciliare.
Questo tipo di servizi, ambulatoriali e distrettuali di riabilitazione, da attivare nell'arco del triennio nella misura di almeno un ambulatorio di riabilitazione territoriale a bacino d'utenza distrettuale, è in stretto collegamento con i servizi di riabilitazione domiciliare da attivare nei confronti dei pazienti altrimenti non deambulabili, anche dismessi da Ospedali generali o specializzati.
In pratica, questi servizi sono inseriti nella stessa area di intervento e vanno gestiti in modo che il Dipartimento tenga conto di questi due elementi fondamentali: riabilitazione sia ambulatoriale che domiciliare.
Domenica scorsa ho visitato un Centro di riabilitazione in un'altra Regione, a Montescano, e devo dire che lì questo tipo di attività di riabilitazione viene vista con estrema attenzione.
Vorrei che succedesse altrettanto anche nella nostra Regione, tenendo conto del fatto che questi servizi sul territorio sono destinati a persone che hanno assolutamente bisogno di cure continuative e soprattutto senza lunghi periodi di attesa, che provocherebbero grosse penalizzazioni sul piano del rientro nella società.
Sono due interventi sanitari importantissimi, che a mio avviso vanno visti in un arco di congiunzione anziché come interventi diversificati.
Pertanto ritengo importanti queste due tematiche; nel Piano devono essere analizzate in un'ottica diversa e in maniera più coerente con gli interessi della sanità del Piemonte.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento B2/2.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è approvato con 2 voti favorevoli, 23 contrari e 10 astensioni.
B3) Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: 3. Attività di riabilitazione A pag. 98 dopo le parole "...logopedista, ortottista") aggiungere il seguente comma: "La programmazione dell'intervento riabilitativo deve comprendere almeno due competenze: quello mediche e quelle degli operatori non medici, in particolare: la stesura del piano di lavoro riabilitativo, necessario strumento di indirizzo e di raccordo delle attività di tutti gli operatori interessati al recupero del paziente, compete al medico il piano di trattamento, specifico per ogni condizione di disabilità, è di responsabilità dell'operatore interessato (fisioterapista, logopedista ortottista) e comprende interventi diretti e indiretti." La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento viene accettato con alcune modifiche che chiariscono le competenze e le responsabilità mediche e non mediche.
Pertanto l'emendamento viene riformulato nel seguente modo: "La programmazione di intervento riabilitativo deve comprendere almeno due competenze, quelle mediche e quelle degli operatori non medici, in particolare: la stesura e la verifica del piano di lavoro riabilitativo, necessario strumento di indirizzo e di raccordo delle attività di tutti gli operatori interessati al recupero del paziente, compete al medico il trattamento, specifico per ogni condizione di disabilità, compete all'operatore interessato (fisioterapista, logopedista, ortottista) e comprende interventi diretti e indiretti."



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento come riformulato dall'Assessore D'Ambrosio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 3 astensioni.
B4) Emendamento presentato dai Consiglieri Riggio, Bortolin e Manica: Lotta alle malattie neoplastiche - Assetto organizzativo della rete oncologica regionale.
Dopo l'ultimo comma aggiungere: "La costituzione, gli obiettivi ed il funzionamento sia del Centro Interdipartimentale che unifica le strutture di riferimento oncologico regionale, sia dei Centri di riferimento per specifiche discipline ed attività, saranno definiti dall'Assessore alla Sanità, sentita la Commissione Oncologica regionale, entro 6 mesi dall'approvazione del Piano sanitario regionale 97/99".
La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.



RIGGIO Angelino

L'emendamento non necessita di esplicitazione: è abbastanza chiaro nella formulazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Propongo di sostituire la parola "saranno" con la parola "sono", in quanto abbiamo sempre usato il presente indicativo.
Inoltre, poiché non abbiamo quantificato il tempo, sarebbe opportuno sostituire le parole "entro 6 mesi..." con le parole "nel breve tempo possibile...". Questo perché nel Piano sanitario abbiamo evitato di mettere delle scadenze definite.
Per cui la formulazione finale sarebbe la seguente: "La costituzione gli obiettivi ed il funzionamento sia del Centro Interdipartimentale che unifica le strutture di riferimento oncologico regionale, sia dei Centri di riferimento per specifiche discipline ed attività, sono definiti dall'Assessore alla Sanità, sentita la Commissione Oncologica regionale".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Siamo d'accordo Assessore nel non definire i "6 mesi", ma la dicitura "nel breve tempo possibile" - anche se inserita in un allegato - significa tutto e nulla. Piuttosto evitiamo di mettere degli elementi temporali terminando l'emendamento con le parole "...Oncologica regionale." In questo modo c'è l'impegno politico e sarà compito di tutti noi farlo rispettare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
B5) Emendamento aggiuntivo presentato dai Consiglieri Riggio, Bortolin e Manica: Lotta alle malattie neoplastiche. Polo oncologico Dopo l'ultimo comma aggiungere: "L'integrazione funzionale delle 4 aziende torinesi che costituiscono il polo oncologico della città di Torino deve essere sancito da accordo di programma tra le stesse e l'Assessorato regionale alla Sanità, entro 4 mesi dall'approvazione del Piano. Tale accordo deve prevedere che le funzioni assegnate dal Piano sanitario regionale per il polo oncologico siano svolte in modo integrato delle 4 aziende, valorizzando professionalità, competenze e strumentazioni, presenti in ognuna, ma con uniche linee guida interdisciplinari che prevedano uniformi percorsi diagnostici-terapeutici per i pazienti." La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione dell'emendamento.



RIGGIO Angelino

Tale emendamento è riferito alla pag. 119; dopo l'ultimo comma si dovrebbe aggiungere: "L'integrazione funzionale delle 4 aziende torinesi che costituiscono il polo oncologico della città di Torino deve essere sancito da accordo di programma tra le stesse e l'Assessorato regionale alla Sanità, entro 4 mesi dall'approvazione del Piano. Tale accordo deve prevedere che le funzioni assegnate dal Piano sanitario regionale per il polo oncologico siano svolte in modo integrato delle 4 aziende valorizzando professionalità, competenze e strumentazioni, presenti in ognuna, ma con uniche linee guida interdisciplinari che prevedano uniformi percorsi diagnostici-terapeutici per i pazienti." Questo emendamento - l'Assessore ricorderà il dibattito in Commissione attiene soprattutto al ruolo che noi dobbiamo affidare al Centro di Candiolo. Ci era stato promesso che la stipulazione della convenzione con il Centro di Candiolo sarebbe avvenuta prima dell'approvazione del Piano: cioè non è avvenuto, non importa.
Vogliamo però delle garanzie. Personalmente, rispetto a questo centro ho manifestato in diversi momenti delle perplessità; adesso esiste e sarebbe sbagliato non valorizzarlo e non tenerne conto. Bisogna però che le storture manifestate rispetto a questo centro vengano corrette e che la presenza di questo centro in rete venga garantita.
Dico "storture", perché questo centro inizialmente non si sapeva nemmeno se sarebbe sorto a Torino o si sarebbe creato un solo centro in alta Italia come voleva l'Unione Europea o addirittura un unico centro a livello europeo.
Poi si è tentato di farlo nel boschetto di Nichelino, quindi a scapito dell'ambiente, con una tipologia caratteristica che doveva essere di soli 12 posti-letto e tutto il resto doveva essere una struttura di ricerca.
Pian pianino i posti-letto sono diventati sempre di più e l'attività di ricerca è stata ridimensionata.
C'erano grandi attese da parte della stragrande maggioranza dei cittadini piemontesi, e varrebbe la pena di dirlo, questo centro non è dell'Associazione Italiana della Ricerca sul cancro, né tanto meno dell'Ordine Mauriziano: questo centro è prima di tutto dei cittadini piemontesi che, ad ogni lutto di una persona cara che veniva colpita da tumore, contribuivano in modo sostanzioso per arrivare a realizzare questo grande progetto che è prevalentemente legato alla ricerca. Si tratta di non tradire questo tipo di ispirazione e per non tradirlo diventa fondamentale che il centro non sia una struttura di concorrenza per "acchiappare" clientela, la dico nel modo più brutale, perché questi centri (vedasi il centro di Veronesi a Milano) hanno dei problemi di tenuta dal punto di vista economico, di equilibri economici. I problemi sono reali! Il centro di Veronesi è stato a un passo dalla chiusura proprio perché non aveva la possibilità di attaccarsi alle grandi mammelle della sanità pubblica.
Noi dobbiamo fare in modo che il rapporto con la sanità pubblica non sia vissuto in modo opportunistico, ma che entrambi si sappia cogliere le grandi opportunità che entrambi i soggetti sanno offrire.
Ecco, noi possiamo offrire a questo centro la possibilità di entrare in rete ed è veramente una cosa molto importante; noi chiediamo a questo centro di collegarsi con tutte le altre realtà che fanno già ricerca, che fanno già attività ospedaliera, andando nella direzione di costruire in quel centro un istituto regionale di ricovero a carattere scientifico, in prospettiva. Ciò è possibile se esiste questo tipo di collegamento, che deve essere fatto con un accordo di programma che diventa un elemento di garanzia per la Regione, per quanti finora, nelle varie aziende, hanno operato con molta dedizione e non è giusto che oggi vengano considerati come operatori di strutture di serie B. E' una forma di garanzia anche per questo centro e - lasciatemelo dire - per i cittadini che hanno finanziato questo centro con una finalità specifica, che è quella di avere un grande punto di riferimento di ricerca scientifica sui tumori nel nostro territorio.



PRESIDENTE

Consigliere Rubatto, sulla stessa materia lei ha presentato un emendamento (B6) che recita: "Nel polo oncologico è obbligatoriamente presente un'unità operativa modulare di oncologia medica operante nell'ambito dell'Unità operativa autonoma di medicina generale". Lo mantiene?



RUBATTO Pierluigi

Lo ritiro.



PRESIDENTE

Ha dunque la parola l'Assessore sull'emendamento B5.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento è accolto con alcune modifiche; darò poi alcuni chiarimenti in risposta al Consigliere Riggio.
Innanzitutto devo dire che il Mauriziano non è un'azienda, quindi dovremmo parlare di "strutture ospedaliere" anziché di aziende. Pertanto nel testo bisognerebbe correggere: "l'integrazione funzionale delle quattro aziende ospedaliere torinesi" (San Giovanni Antica sede, Molinette Sant'Anna e Mauriziano) con: "delle quattro strutture ospedaliere torinesi che costituiscono il polo oncologico della città di Torino".
Inoltre, anziché "deve essere sancito" propongo di scrivere "viene sancito da specifico accordo tra le stesse e l'Assessorato regionale alla sanità".
Anche qui cancelliamo "entro i 4 mesi dall'approvazione del piano" e ci fermiamo dopo "Assessorato regionale alla sanità".



(Commenti del Consigliere Riggio)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Siccome il limite temporale non l'avevamo fissato per nessun'altra...



RIGGIO Angelino

Poiché aspettavamo questa convenzione prima del Piano e non c'è stata...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Non ci sono stati i tempi tecnici, però una cosa è chiara: la Regione non sperpererà il denaro pubblico ed è altrettanto chiaro che Candiolo sarà senz'altro in rete e io spero, così come lei ha sottolineato, che possa essere un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico.
Io mi vedrò, fra giovedì e venerdì, con i responsabili del Mauriziano e definiremo sollecitamente il tutto.
Posso comunque rassicurarla, collega Riggio, che la Regione Piemonte forte dell'esperienza, che lei ha sottolineato, di Milano dove effettivamente il Centro Tumori diretto dal prof. Veronesi è fallito - non è che è stato sull'orlo del fallimento, collega, è proprio fallito - forti anche di questo - dicevo - noi saremo attentissimi a definire nel migliore dei modi la convenzione con il Mauriziano. Tutti voi sapete che la Fondazione ha dato in gestione la struttura al Mauriziano per cui noi possiamo seguire due vie: o la convenzione con il Mauriziano oppure la Fondazione deve dare in gestione alla Regione, cosa che potrebbe essere ottimale, la struttura stessa.
Signor Presidente, vorrei continuare a leggere l'emendamento per apportare quelle modifiche che non sono sostanziali, ma solamente di forma.
Anziché: "Tale accordo deve prevedere le modalità con cui le funzioni assegnate dal PSR", scrivere: "Tale accordo prevede le modalità con cui le funzioni assegnate dal PSR per il polo oncologico vengono (perché abbiamo usato sempre il presente) svolte in modo integrato dalle quattro strutture ospedaliere (invece di aziende, così come prima) valorizzando professionalità, competenze e tecnologie (invece di strumentazioni) presenti in ognuna, ecc.".



PRESIDENTE

I proponenti accolgono l'emendamento così corretto.
Pongo quindi in votazione l'emendamento B5 così riformulato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 4 astensioni.
B6) Emendamento presentato dal Consigliere Rubatto: al punto Obiettivi - Polo Oncologico, inserire: "...nel Polo Oncologico è obbligatoriamente presente un'Unità operativa modulare di oncologia medica operante nell'ambito dell'Unità operativa autonoma di medicina generale".
L'emendamento è stato prima ritirato dal Consigliere proponente.
B6/2) Emendamento presentato dai Consiglieri Gatti, Saitta e Peano: 4 - Lotta alle malattie neoplastiche: Nel paragrafo "Riabilitazione Oncologica", allegato B, prima del penultimo capoverso "Tutti i momenti riabilitativi... (pag. 122)" viene inserito il seguente emendamento: "Laddove le strutture pubbliche indicate non attivino le prestazioni in oggetto, tali prestazioni possono essere svolte dalle strutture private accreditate operanti sul territorio di riferimento".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Se mi permette direi che è pleonastico: se lei ritiene, sarebbe opportuno ritirarlo.



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato dai proponenti.
B6/3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: 5. Lotta alle malattie cardiovascolari A pag. 128, "Attività attuale di cardiochirurgia", sostituire al Presidio "Ospedale Molinette n. 1000 con n. 900" e al Presidio "Villa Maria Pia n.
409 con n. 800".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Questo emendamento a proposito delle malattie cardiovascolari fa riferimento alla tabella dell'attività attuale di cardiochirurgia, dove noi ci aspetteremmo dei dati assolutamente aggiornati.
Non pensiate che questo sia un emendamento pretestuoso: è un'approssimazione all'aggiornamento di una tabella che noi riteniamo assolutamente anacronistica e fuori dal tempo. Quindi viene individuato nell'ospedale Molinette un numero di interventi, che è uguale a 1000, e nel presidio di Villa Maria Pia un numero di interventi che è 409.
Se così fosse, ci sarebbe lista d'attesa.
Quando si è definito, da parte dello stesso Assessore, che nella cardiochirurgia non c'è più lista d'attesa, non è perché improvvisamente si è aumentato il numero di interventi, ma perché molti pazienti in lista d'attesa, di cui fino a poco tempo fa il 5% moriva in lista d'attesa, sono stati dirottati su altre strutture e fra queste anche alcune strutture private.
A nostro parere questi dati fuori dal tempo sono un esempio clamoroso di un metodo un po' astratto di programmazione sanitaria, in cui non c'è sostanzialmente un collegamento vero tra la situazione reale e i dati, le casistiche e gli indirizzi programmatori. La stessa conferma dell'Assessore sul fatto che questi dati siano del 1995 ci lascia perplessi.
Si possono inserire degli emendamenti in cui le tabelle vengono riaggiornate, perché questo Piano è oggi in discussione: siamo nell'ottobre del 1997 e dobbiamo confrontarci con una situazione reale.
E' noto, dicevo innanzitutto all'Assessore, che non c'è più lista d'attesa al centro cardiochirurgico delle Molinette; un anno fa la lista era di centinaia e centinaia di nominativi, ora, nonostante sia diminuita e di questo l'Assessore ne è a conoscenza - l'attività del centro delle Molinette è a circa 900 interventi - io parlo sempre di interventi di circolazione extracorporea, di una certa importanza ed entità all'anno - si pensa e si dice che la lista d'attesa non esiste, non c'è più nell'ambito della cardiochirurgia. E pensare che quando si sono raddoppiate le sale operatorie al centro di cardiochirurgia delle Molinette, da due a quattro si puntava a fare oltre 2000 interventi l'anno di cardiochirurgia in circolazione extracorporea! Due sale su quattro, nonostante siano state realizzate, nel centro delle Molinette sono praticamente inutilizzate e si verifica - e qui parliamo di fatti concreti - la fuga di moltissimi operatori dal centro delle Molinette, perché di questo si tratta.
Abbiamo due sale operatorie su quattro che sono effettivamente funzionanti.
La cardiochirurgia delle Molinette, perciò, è stato e penso lo sia ancora, purtroppo, centro di insanabili conflitti anche interni all'équipe universitaria; allarmanti le notizie giornalistiche, decine e decine anche le denunce dell'autorità giudiziaria.
E' recente la notizia di due cardiochirurghi che sono stati rinviati a giudizio, che prestavano la loro opera professionale in una clinica privata durante il loro orario normale di lavoro e di reperibilità presso la struttura pubblica.
Si è fatto perciò una pessima fama, il centro cardiochirurgico delle Molinette, che ha provocato non solo la fuga di molti operatori, ma anche di pazienti nei centri privati o in centri pubblici di altre regioni. Si è arrivati, e di questo vorrei fosse informato anche l'Assessore - in proposito abbiamo presentato un'interpellanza - alla situazione paradossale per cui addirittura i cardiochirurghi delle Molinette chiamano i primari degli altri centri di cardiochirurgia, dei pronti soccorsi, dei presidi ospedalieri, per sollecitare l'invio di pazienti presso il centro di cardiochirurgia delle Molinette prima degli accertamenti diagnostici dello stesso paziente, che in genere dovrebbero essere effettuati presso il presidio ospedaliero in cui il paziente si rivolge.
La cardiochirurgia alle Molinette si trova in una situazione un po' particolare, e si pone anche un problema - e perché non porlo in quest'aula, in questo Consiglio in seno al dibattito sul Piano sanitario di recupero della credibilità del centro di cardiochirurgia delle Molinette e di un dispiegamento del suo potenziale. E' indispensabile attuare e programmare in lungo periodo i tre centri di cardiochirurgia che erano stati previsti con le risorse stanziate dal 1994: Cuneo, Alessandria e il Mauriziano.
Io vorrei sollevare l'attenzione dell'Assessore innanzitutto su una tabella che presenta dei dati che non sono reali: a Villa Maria Pia non vengono fatti 409 interventi l'anno, altrimenti ci sarebbe la lista d'attesa. In secondo luogo, se non per importanza, è prioritario ragionare sulla questione della cardiochirurgia che ritengo una questione fondamentale per un recupero anche di credibilità del centro di cardiochirurgia delle Molinette, che ha avuto un potenziamento in termini strutturali, ma che nell'ambito di una crisi e credo anche di conflitti interni dal punto di vista universitario non riesce a decollare e a realizzare gli obiettivi che si era proposto nel momento in cui sono state potenziate le sale operatorie da due a quattro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Volevo solo chiarire che i dati riportati non sono aggiornati, ma del 1995: il testo era stato preparato, infatti, nel '96.
I dati aggiornati sono stati distribuiti poco fa e dalla loro analisi si evidenzia che le Molinette, finalmente, sono in leggera ripresa e, fatto assai importante sia per noi Consiglieri sia, soprattutto, per la cittadinanza piemontese, finalmente le conflittualità pregresse nella cardiochirurgia delle Molinette non vi sono più. Non solo, non appena approvato il Piano sanitario regionale saranno istituite due unità operative autonome che cambieranno sostanzialmente il volto della cardiochirurgia delle Molinette. Un'unità operativa autonoma di trapianti e cardiochirurgia d'urgenza e un'altra Unità operativa che sarà diretta da un professore universitario.
Oltre al fatto positivo del superamento di alcune conflittualità che hanno costituito per la sanità piemontese un dato negativo, tanto da essere perseguita addirittura legalmente, nel 1996 gli interventi sono stati 1174 e l'attuale Commissario mi ha assicurato che gli interventi del '97 molto probabilmente supereranno i 1300, oltre ai 750 interventi di Novara e con i 100 interventi di cardiochirurgia all'ospedale infantile Regina Margherita.
Il ricorso alle strutture private è stata una necessità che ha portato a salvare molte vite umane; l'impegno dell'Assessorato e della Giunta regionale è che sollecitamente entrino in funzione gli altri tre centri di cardiochirurgia pubblica, quelli di Cuneo, Alessandria e il Mauriziano.
Quello di Alessandria dovrebbe entrare in funzione già a ottobre e gli altri due centri nella primavera dell'anno prossimo.
Con questi tre centri e con i 1700 interventi delle Molinette, i 4000 interventi previsti di cardiochirurgia in Piemonte saranno assorbiti quasi completamente dalle strutture pubbliche. Parlo di 4000 interventi, poich si calcola che su ogni milione di cittadini, 800, annualmente, hanno bisogno di ricorrere a cure cardiochirurgiche - e quest'anno, tra questi ci sono stato anch'io.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro, per dichiarazione di voto.



MORO Francesco

E' in discussione l'emendamento di Rifondazione Comunista all'allegato B) - Aree di intervento al Piano sanitario regionale 1997-'99, relativo alla cardiochirurgia piemontese.
E' evidente che tra le aree sanitarie e di intervento importantissima è quella relativa alla cardiochirurgia, che in Piemonte conta tre centri importanti: Torino-Molinette, Alessandria e Cuneo.
L'emendamento riguarda i 900 interventi chirurgici delle Molinette, che preventivamente erano stati calcolati in 2000; questo ha fatto nascere una certa perplessità.
In relazione, appunto, alla cardiochirurgia alle Molinette, com'è già stato detto dalla collega Simonetti, come Gruppo desideravamo conoscere i dati aggiornati e soprattutto le casistiche per poter fare delle comparazioni e verificare quanti sono i pazienti malati di cuore in lista d'attesa, che vengono quindi dirottati in altri ospedali specializzati anche fuori della nostra Regione.
E' una tematica importantissima, che va vista in un'ottica molto più approfondita e seria di quanto appare dal Piano sanitario regionale.
Il fatto stesso che dalle Molinette venga richiesto ai vari Primari del Piemonte l'accettazione di pazienti che necessitano interventi chirurgici dimostra che siamo molto lontani da una soluzione positiva in questo campo.
Si prevedono e si costruiscono sale operatorie specializzate per questi delicatissimi interventi e poi ci attestiamo a 900 casi di interventi chirurgici sui 2000 preventivati. Siamo in una situazione delicata, quindi anche rispetto alla programmazione della struttura.
Riteniamo importante aver presentato i nostri emendamenti; pensiamo che l'Assessore oltre ad aggiornarci sulle casistiche vorrà fornirci dati basilari non solo per noi, ma per tutta la struttura e l'attività cardiochirurgica e sanitaria del Piemonte.



PRESIDENTE

L'Assessore D'Ambrosio ha fatto pervenire alla Presidenza l'emendamento con l'aggiornamento dei dati, così come richiesto da Rifondazione Comunista: B6/3 bis) sostituire l'intera tabella con: "Ospedale Molinette n. 1.174"; "OIRM n. 100"; "Ospedale Novara n. 751" "Villa Maria Pia n. 1.022".
L'emendamento B6/3 viene ritirato dai proponenti.
Pongo dunque in votazione l'emendamento B6/3 bis, a firma dell'Assessore.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 21 voti favorevoli e 12 astensioni.
B7) Emendamento presentato dal Consigliere Rubatto: al punto 7). L'Assistenza diabetologica aggiungere "Nelle ASL le Unità operative di malattie diabetologiche devono essere intese come Unità Modulari nell'ambito dell'Unità Operativa Autonoma di Medicina Generale".
La parola al Consigliere Rubatto per l'illustrazione.



RUBATTO Pierluigi

Attraverso questo emendamento intendiamo proporre la costituzione di unità operative per le malattie diabetologiche come unità modulari nell'ambito delle unità operative di medicina generale. Ciò affinché ci sia un tale servizio in ogni Azienda Sanitaria Locale, in particolare rivolto ai molti anziani che necessitano di questo tipo di cure.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Accolgo lo spirito dell'emendamento del Consigliere Rubatto, ma proporrei la seguente riformulazione: dopo "dell'allegato A", inserire "nel quale si evidenzia la distribuzione delle Unità Operative Autonome e delle Unità modulari di malattie metaboliche e di diabetologia, presenti in ogni ASL".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, come riformulato dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 25 voti favorevoli e 12 astensioni.
B7/bis) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: Capitolo 8. Assistenza ai pazienti nefropatici cronici A pag. 140 - tabella 2: "La rete delle unità operative di nefrologia e dialisi - Assetto programmato" sostituire le seguenti righe: "Az. Maggiore della Carità - Novara" Az. USL 13 (ex USL 51-52) Osp. di Borgomanero Az. USL 13 (ex USL 53-54)" nel seguente modo: "Az. Maggiore della Carità - Novara Az. USL 13 (ex USL 51) Osp. di Borgomanero Az. USL 13 (ex USL 52-53-54)" E' solamente una modifica tecnica. Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
B7/1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: 12. Assistenza Sanitaria agli stranieri temporaneamente presenti A pag. 154 - L'intero capitolo è così sostituito: "Per attivare i previsti servizi ISI (Informazione Salute Immigrati) da prevedere specificamente per favorire l'accesso ai servizi sanitari da parte di stranieri temporaneamente presenti, occorre procedere secondo un percorso così delineabile: conoscenza della domanda di salute espressa conoscenza della domanda non espressa (= mancate iscrizioni al SSN da parte degli stranieri aventi diritto) soluzione di nodi burocratici ed organizzativi rendono complesso l'accesso a prestazioni sanitarie da parte degli stranieri individuazione di priorità con particolare riferimento alle seguenti problematiche: a) minori, che vanno comunque tutelati anche in applicazione della vigente Convenzione di New York sulla tutela dei minori stranieri, recepita dal nostro paese 176/91 b) donne straniere, che vanno tutelate in applicazione sia della precitata Convenzione, che tutela le condizioni di salute in età fertile delle straniere, sia delle vigenti leggi italiane in materia di tutela della salute della donna e della gravidanza c) lavoratori impiegati in lavorazioni nocive, in applicazione delle norme vigenti in materia di tutela della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro d) degli stranieri soggetti a malattie croniche, progressive ed invalidanti, curabili ancorché guaribili.
I previsti sportelli informativi di "primo livello" - Servizi ISI - debbono essere finalizzati all'accoglienza, all'assistenza medica di base ed all'invio ai servizi territoriali e specialistici ospedalieri, delle ASL ove lo straniero STP dichiara di essere domiciliato.
Occorre prevedere che tali servizi attivino iniziative di facilitazione dell'accoglienza della domanda rivolta direttamente ai presidi ospedalieri anche mediante il coinvolgimento professionale di stranieri che abbiano acquisito la qualificazione di "mediatore culturale" in ambito socio sanitario.
L'attivazione dei servizi qui descritti deve prevedere la copertura della spesa derivante dall'erogazione di prestazioni agli stranieri non iscrivibili al SSN, che verrà attribuita alla ASR a consuntivo, dietro presentazione della necessaria documentazione attestante la prestazione erogata.
Alle ASR che dovranno attivare i Servizi ISI, individuate da specifica deliberazione di GR, verranno attribuiti i finanziamenti necessari per la gestione delle attività di sportello e di accompagnamento nonché la copertura delle spese per l'informazione mirata e la mediazione culturale.
Inoltre, finanziamenti mirati alla attivazione di iniziative informative e di educazione alla salute dirette specificamente alla popolazione straniera verranno attribuiti alle ASR che presenteranno specifici programmi di intervento in tale ambito, se rispondenti ai requisiti annualmente previsti dalla Giunta Regionale".



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro per l'illustrazione.



MORO Francesco

E' in discussione l'importante emendamento all'allegato B: "Aree di intervento sanitario", relativo al Piano sanitario regionale 1997/99, in particolare la delicata materia sanitaria relativa all'assistenza per gli stranieri temporaneamente presenti sul territorio piemontese.
Ricordo che già in IV Commissione molte nostre considerazioni sono state recepite. L'emendamento è relativo alle parti che non sono state accolte. In particolare, abbiamo rilevato che per attivare i previsti servizi di informazione per la salute degli immigrati, anche per favorire l'accesso ai servizi da parte degli stranieri temporaneamente presenti occorre procedere secondo un percorso così delineabile: conoscenza della domanda di salute espressa; conoscenza della domanda non espressa (mancata iscrizione al servizio sanitario nazionale da parte degli stranieri aventi diritto); soluzione di nodi burocratici ed organizzativi che rendono complesso l'accesso a prestazioni sanitarie da parte degli stranieri individuazione di priorità, con particolare riferimento alle seguenti problematiche, e le abbiamo elencate, cioè: minori, che vanno comunque tutelati anche in applicazione della vigente Convenzione di New York sulla tutela dei minori stranieri donne straniere, che vanno tutelate in applicazione sia della precitata Convenzione, che tutela le condizioni di salute in età fertile delle straniere, sia delle vigenti leggi italiane in materia di tutela della salute della donna e della gravidanza lavoratori impiegati in lavorazioni nocive, in applicazione delle norme vigenti in materia di tutela della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro stranieri soggetti a malattie croniche, progressive ed invalidanti curabili ancorché guaribili.
Io prego di essere ascoltato, perché sono tematiche non minime: il nostro non è un emendamento pretestuoso, ma molto attuale e importante.
I previsti sportelli informativi dovrebbero essere finalizzati all'accoglienza, all'assistenza medica di base ed all'invio ai servizi territoriali e specialistici ospedalieri dalle Asl ove lo straniero STP dichiara di essere domiciliato.
Occorre prevedere che tali servizi attivino iniziative di facilitazione dell'accoglienza delle domande rivolte direttamente ai presidi ospedalieri anche mediante il coinvolgimento professionale di stranieri che abbiano acquisito la qualificazione di "mediatore culturale" in ambito socio sanitario.
L'attivazione di questi servizi deve prevedere la copertura della spesa derivante dall'erogazione di prestazioni agli stranieri non iscrivibili al SSN, che verrà attribuita alle ASR a consuntivo, dietro presentazione della necessaria documentazione attestante la prestazione erogata.
Noi riteniamo molto importante questo emendamento, che sottoponiamo con attenzione all'Assessore, tenendo anche conto che alle ASL che dovranno attivare i Servizi di Salute Immigrati, individuate da specifica deliberazione di GR, verranno attribuiti i finanziamenti necessari per la gestione delle attività di sportello e di accompagnamento, nonché la copertura delle spese per l'informazione mirata e la mediazione culturale.
Si tratta di un emendamento che riteniamo molto qualificato, ed importante e lo sottoponiamo alla valutazione dell'Assessore e della maggioranza. In sede di dichiarazione di voto, la collega Simonetti sarà ancora più precisa.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Così come sottolineato inizialmente dalla Consigliera Simonetti, debbo affermare che l'emendamento era già stato presentato in IV Commissione e recepito nella sostanza; basterebbe leggere quanto esposto a pag. 155: vi è riportato pari pari quello che è stato testé letto dal Consigliere Moro compreso il riferimento a quanto previsto dalla convenzione di New York.
Riteniamo dunque di aver recepito, già dopo la discussione della IV Commissione, quanto sottopostoci dal Partito di Rifondazione comunista, per cui rigettiamo l'emendamento così come proposto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Come abbiamo dichiarato prima, parte di questo emendamento è già stato recepito in sede di Commissione; noi lo abbiamo ripresentato, perché non sono state recepite alcune questioni, che sono spiegate in questo emendamento e che vorrei riprendere per sottolinearne l'importanza.
Innanzi tutto, per restare nell'ambito della convenzione di New York dal Piano sanitario si esclude il problema dei lavoratori e degli stranieri soggetti a malattie croniche (mentre viene recepito il problema dei minori e delle donne); dei lavoratori impiegati in lavorazioni nocive, in applicazione delle norme vigenti in materia di tutela della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro; degli stranieri soggetti a malattie croniche, progressive ed invalidanti, curabili ancorché guaribili.
Questo è un primo elemento che credo debba essere recepito nell'ambito di un intervento sanitario nei confronti degli stranieri temporaneamente presenti nel territorio e che non può non essere messo per lo meno alla pari di altre questioni, come quelle dei minori e delle donne.
Un'altra questione che non viene recepita - e su cui vorrei ancora sottolineare e richiedere l'attenzione dell'Assessore - è quella relativa alla parte che verrebbe aggiunta alla fine del capitolo; in questo capoverso si individua l'attivazione dei servizi qui descritti e la copertura della spesa derivante dall'erogazione di prestazioni agli stranieri non iscrivibili al SSN, che verrà attribuita alle ASR a consuntivo, dietro presentazione della necessaria documentazione.
Con il nostro emendamento proponiamo che le ASR che dovranno attivare i Servizi ISI vengano individuate da specifica deliberazione della Giunta regionale, e su questo chiediamo anche un impegno diretto, non solo nell'individuazione dei servizi ISI in qualità di sportelli informativi, ma soprattutto nell'individuare una specifica responsabilità della Regione nel promuovere l'attivazione di questi servizi di informazione per gli stranieri presso le ASR.
Alle ASR individuate - come noi proponiamo - con specifica deliberazione della Giunta regionale, verranno attribuiti i finanziamenti necessari per la gestione delle attività di sportello e di accompagnamento nonché la copertura delle spese per l'informazione mirata e la mediazione culturale.
Inoltre, i finanziamenti mirati all'attivazione di iniziative informative e di educazione alla salute dirette specificamente alla popolazione straniera verranno attribuiti alle ASR che presenteranno specifici programmi di intervento in tale ambito, se rispondenti ai requisiti annualmente previsti dalla Giunta regionale.
Con questi due elementi (ripeto, da un lato il tutelare i lavoratori stranieri in genere e i soggetti a malattie croniche, dall'altro una promozione più precisa, più effettiva della Giunta regionale rispetto alle responsabilità che l'Azienda sanitaria ha nei confronti del territorio, con l'istituzione di sportelli ed un conseguente stimolo alle ASR nell'individuare fonti di finanziamento anche regionali per la copertura di campagne di informazione, non solo di educazione alla salute ma anche di informazione rispetto agli sportelli e alla documentazione utile ai malati e alle persone straniere che necessitano di questi servizi) ci sembrava di cogliere la necessità di integrare in questo capitolo una volontà più precisa di attuazione di un programma e di una serie di principi che vengono enunciati e che sono condivisi.
Tuttavia, occorre anche dare gambe organizzative e dimostrare un po' di volontà attraverso questi elementi che noi abbiamo tentato di individuare affinché i programmi vengano poi effettivamente realizzati nelle aziende sanitarie regionali, che sappiamo avere molte difficoltà nel realizzare i servizi informativi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Inizio dal secondo interrogativo posto dalla Consigliera Simonetti.
Come le avevo già anticipato è stato recepito l'emendamento presentato in IV Commissione. Infatti la stesura nel Piano è la seguente: "I centri sono destinatari di finanziamento finalizzato all'avvio degli stessi, previa presentazione di progetto conforme alle disposizioni contenute nella deliberazione di Giunta che li prevede.
Disposizioni di attuazione, art. 13, concedente erogazioni, prestazioni assistenza sanitaria stranieri temporaneamente presenti sul territorio nazionale".
Per quanto riguarda invece i lavoratori impiegati in lavorazioni nocive in questo punto non è stato esplicitato in quanto si tratta di un obiettivo del dipartimento di prevenzione per le fasce deboli. In realtà l'emendamento è stato ampiamente recepito; ne terremo in debita considerazione.



PRESIDENTE

La Consigliera Simonetti non è interamente soddisfatta.
Pongo comunque in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 24 contrari e 9 astensioni.
B8) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Bortolin e Riggio: 12. Assistenza sanitaria agli stranieri temporaneamente presenti Strumenti Ultimo comma: sostituire le parole da "il coinvolgimento" a "socio sanitario" con "l'istituzione della figura del mediatore culturale come risorsa a disposizione degli operatori".
La parola alla Consigliera Bortolin per l'illustrazione.



BORTOLIN Silvana

Intervengo per sostenere la validità di questo emendamento. Nel testo dell'allegato è prevista la figura del mediatore culturale, ma "mediante il coinvolgimento di stranieri che abbiano acquisito la qualificazione di mediatore culturale in ambito socio-sanitario". Però, non si capisce bene chi istituisce questa figura e quale rapporto ha con il servizio. Rimane certamente enunciato l'utilizzo del mediatore culturale, ma non viene detto in quale modo la sanità utilizzerà ufficialmente, formalmente questa figura. Pertanto la dicitura che noi proponiamo è di sostituire questa parte con "l'istituzione della figura del mediatore culturale come risorsa a disposizione degli operatori". Il principio e il concetto sono gli stessi, però formulato in questo modo è molto più chiaro.



PRESIDENTE

L'Assessore accoglie l'emendamento, per cui lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
B8/1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: "17. Assistenza farmaceutica L'intero capitolo è interamente sostituito".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

L'emendamento presentato molti elementi vengono ripresi delle questioni già affrontate nel Piano sanitario, ma sia nell'introduzione sia in particolare nella fase ultima degli obiettivi e delle funzioni noi ci proponiamo di affrontare la questione in maniera più organica.
l'emendamento recita: "La Giunta regionale, con deliberazione n. 69-1458 del 18/9/95, ha proceduto all'approvazione in via definitiva delle Direttive Generali inerenti all'organizzazione delle Aziende Sanitarie Regionali (A.S.R.) prevedendo l'autonomia tecnico-funzionale di 2 unità: l'Unità Operativa Autonoma Assistenza (U.O.A.) Farmaceutica Territoriale e l'Unità Operativa Autonoma (U.O.A.) Assistenza Farmaceutica Ospedaliera. Ambedue le Unità hanno il comune obiettivo di un'adeguata gestione della politica del farmaco sia in ambito territoriale sia in ambito ospedaliero. Al fine di conseguire un'ottimizzazione del sistema farmaceutico e di adattarlo alle peculiarità dell'Azienda Regionale USL, queste Unità dovrebbero integrarsi in quello che si definisce Dipartimento del Farmaco (D.F.), cioè in una struttura operativa, ad articolazione di tipo funzionale, che opera in posizione di staff con il Direttore Sanitario ed é preposta all'organizzazione ed al coordinamento di tutte le attività correlate alla gestione della politica del farmaco. L'attività dipartimentale trova applicazione sia a livello di Servizio Centrale, articolato in Direzione di Dipartimento e in Direzione delle Unità Operative Autonome Territoriale ed Ospedaliera, sia a livello di Distretti.
Funzioni L'U.O.A. Assistenza Farmaceutica Territoriale costituisce il centro di programmazione, sviluppo, coordinamento e controllo dell'assistenza farmaceutica nell'ambito territoriale di ciascuna Azienda USL anche al fine della razionalizzazione dell'impiego dei farmaci e del contenimento della spesa dell'assistenza farmaceutica.
Le sue funzioni sono: predisposizione di piani di informazione scientifica e di educazione sul farmaco. Partecipazione a programmi di aggiornamento ed informazione per medici, farmacisti delle farmacie pubbliche e private, personale paramedico dell'Azienda USL. Predisposizione di programmi di informazione ed educazione sanitaria nei confronti dei cittadini e partecipazione a gruppi di lavoro sul territorio attività di farmacosorveglianza con la raccolta di segnalazioni spontanee e obbligatorie, di reazioni avverse su apposite schede ministeriali; valutazione ed elaborazione delle stesse e trasmissione al Ministero della Sanità gestione e vigilanza sulla corretta applicazione delle convenzioni nazionali e regionali per quanto riguarda l'assistenza farmaceutica vigilanza sulle farmacie pubbliche e private convenzionate, attuata attraverso ispezioni ordinarie e straordinarie, distruzione delle sostanze stupefacenti e psicotrope controllo tecnico e contabile delle ricette attività di studio e di analisi epidemiologica della prescrizione farmaceutica, finalizzate anche ad una razionalizzazione della spesa farmaceutica, svolte in collaborazione con altri Servizi dell'Azienda USL e con i medici di base. Predisposizione e gestione dei flussi informativi relativi alla prescrizione farmaceutica attività istruttoria tecnico-amministrativa in tema di farmacie comprendente, ad esempio, certificazioni di stato di servizio, idoneità titolarità; adempimenti burocratici relativi alla conservazione e distruzione delle ricette del SSN, apertura ed esercizio di farmacie gestione provvisoria, trasferimento di locali di farmacie e di titolarità fornitura di prodotti dietetici e presidi sanitari alle categorie di soggetti aventi diritto all'assistenza integrativa, con limiti e modalità previsti dalla normativa vigente approvvigionamento e distribuzione dei farmaci e del materiale sanitario alle strutture extraospedaliere ed alle strutture convenzionate secondo quanto previsto dalla vigente legislazione tenuta dei Registri USL di cui al decreto 31/12/1993 n. 537 gestione di ogni altro adempimento previsto da leggi o da regolamenti.
L'U.O.A. Assistenza Farmaceutica Ospedaliera ha la funzione di programmare coordinare e garantire l'assistenza farmaceutica nell'ambito del Presidio Ospedaliero di riferimento dell'Azienda USL, così come nell'Azienda Ospedale, negli Istituti di Ricerca e Cura a carattere scientifico e in tutte le istituzioni sanitarie, pubbliche e private convenzionate, dotate di posti letto per la degenza.
Le sue funzioni sono: programmazione, pianificazione e gestione, sulla base dello storico e delle indicazioni dei reparti e servizi, dell'approvvigionamento delle materie prime, dei farmaci, dei presidi medico-chirurgici e del restante materiale sanitario di competenza formulazione, allestimento, confezionamento dei farmaci galenici officinali e magistrali e di disinfettanti, secondo le norme previste dalla Farmacopea Ufficiale e di medicamenti necessari e non reperibili in commercio formulazione ed allestimento di preparazioni magistrali personalizzate (es.: chemioterapici, soluzioni per nutrizione parenterale totale preparazioni antalgiche) attività di controllo analitico, in base alle norme della Farmacopea Ufficiale, o secondo specifiche di qualità, delle sostanze medicamentose e di ogni altro materiale sanitario, delle compatibilità chimico-fisiche e farmacologiche sulle materie prime. Controllo di qualità sulle preparazioni iniettabili personalizzate per uso endovenoso o infusionale verifica delle procedure di allestimento ed esecuzione delle terapie, al fine di ridurre eventuali errori nella somministrazione dei farmaci periodiche ispezioni e controllo degli armadi farmaceutici delle divisioni, sezioni e servizi del presidio ospedaliero di riferimento, al fine di favorire una corretta gestione del farmaco e per accertare l'avvenuto rispetto delle norme che presiedono alla buona conservazione dei medicinali, alla rotazione delle scorte, alla presenza di farmaci scaduti od in eccedenza rispetto ai consumi controllo dell'osservanza delle disposizioni sugli stupefacenti e veleni in ambito ospedaliero, con stesura del verbale delle ispezioni effettuate partecipazione alla Commissione per il Controllo delle Infezioni Ospedaliere, al Comitato per il buon uso del sangue, alla Commissione Terapeutica Ospedaliera per la gestione e l'aggiornamento del Prontuario Terapeutico Ospedaliero, del Repertorio dei Presidi Medico-Chirurgici ed altri materiali Sanitari, del Prontuario dei Disinfettanti partecipazione alla Commissione Regionale ed alla Commissione locale per la Sperimentazione Clinica dei Farmaci, analisi dei protocolli ed attività istruttoria nell'ambito della Commissione per la Sperimentazione Clinica dei Farmaci, gestione dei campioni dei medicamenti attività di farmacovigilanza con raccolta delle segnalazioni di reazioni avverse, attraverso apposite schede ministeriali, in ambito ospedaliero attività di informazione sul farmaco e di educazione sanitaria indagini statistiche dei consumi per il monitoraggio della spesa indagini epidemiologiche per il monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche in ambito ospedaliero gestione di ogni altro adempimento previsto da leggi o da regolamenti.
Obiettivi Gli obiettivi prioritari delle U.O.A. Assistenza Farmaceutica Territoriale ed Ospedaliera sono comuni: giungere ad un uso più razionale dei farmaci e ad una ottimizzazione e qualificazione della spesa farmaceutica.
Tali obiettivi si possono conseguire: per quel che riguarda la U.O.A. Assistenza Farmaceutica Territoriale attraverso un'omogenea elaborazione e valutazione dei dati che provengono da tutto il territorio della Regione. Infatti, la possibilità di disporre di dati relativi alle prescrizioni farmaceutiche raccolti in maniera omogenea, e quindi comparabili, può fornire informazioni di ritorno che diventano oggetto di attività di formazione-informazione sia per il personale dell'Azienda USL che per i medici di base e la popolazione per quel che riguarda la U.O.A. Assistenza Farmaceutica Ospedaliera attraverso una gestione del Prontuario Terapeutico Ospedaliero, conforme alle linee guida che hanno portato alla realizzazione del Prontuario Terapeutico Nazionale ed attenta al contenimento della spesa farmaceutica sia ospedaliera che extraospedaliera indotta.
Occorre, inoltre, garantire agli utenti una qualità del servizio più omogenea sul territorio regionale, soprattutto per quel che riguarda l'attivazione della preparazione centralizzata nella farmacia ospedaliera di preparazioni magistrali personalizzate, quali i farmaci chemioterapici soluzioni antalgiche e soluzioni per nutrizione parenterale totale".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Condivido lo spirito ed in parte i contenuti di questo emendamento, ma in una fase di primo impianto del Dipartimento del Farmaco penso sia necessaria una gradualità che può esservi solo con la sperimentazione prevista dal piano.
Questo emendamento non viene accettato per questi motivi e non per quanto esplicitato nello stesso. Comunque l'organizzazione è parimenti delineata dal Piano Sanitario Regionale, lasciando alle ASL e alle ASO la possibilità di sperimentare il Dipartimento.
Per quanto riguarda gli obiettivi, quelli evidenziati dal PSR sono necessari e raggiungibili. Quindi noi in questo triennio lasceremmo come sperimentale e non obbligatorio il Dipartimento del Farmaco. Se l'esperienza della sperimentazione sarà positiva, come penso, il prossimo Piano sanitario potrà istituire senz'altro il Dipartimento del Farmaco in tutte le Aziende.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro per dichiarazione di voto.



MORO Francesco

E' in discussione questo nostro emendamento relativo all'assistenza farmaceutica nel contesto del PSR 1997/99.
La tematica sanitaria relativa all'assistenza farmaceutica è molto importante e delicata ed è anche qualificante. Infatti, se consideriamo le farmacie, sia pubbliche che private, possiamo notare che queste raggruppano notevoli interessi economico-sociali.
Occorre somministrare con molta oculatezza i farmaci: è basilare per la salute dei cittadini, per cui occorrono controlli anche severi da parte della Regione, con più tempestività, nelle zone molto disagiate o comunque dove mancano farmacie onde evitare la possibilità di speculazione sui farmaci.
Occorrono anche dei dati precisi per quanto concerne le prestazioni sanitarie farmaceutiche. Le prescrizioni farmaceutiche sono elemento fondamentale e basilare, così pure un controllo più attento sui prontuari.
Occorre quindi con estrema serietà valutare nel Piano tutta la questione farmaceutica relativa anche alla gestione territoriale del farmaco; tutte tematiche che noi abbiamo rilevato e rimarcato nell'emendamento che poc'anzi la collega Simonetti ha illustrato, con molta dovizia di particolari.
Mi sembra di avere presentato in sintesi la delicatezza di questa tematica che, ripeto, è estremamente importante all'interno del Piano anche se non viene rimarcata con la dovuta attenzione e durante la discussione non si rileva un clima di grande attenzione.
Invece dovrebbe esserci, soprattutto parlando di sanità e della salute dei cittadini, di farmacie e di assistenza farmaceutica.
Riteniamo che il nostro emendamento debba essere accolto per tutte le implicazioni e le articolazioni che sono state sollevate.



PRESIDENTE

Come richiesto dai proponenti, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri L'emendamento è respinto.
B9) Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: 15. La formazione professionale sanitaria A pag. 164, al paragrafo 15.2. - Formazione complementare Al secondo comma, dopo le parole "Per il personale tecnico sanitario" aggiungere "e di riabilitazione".
L'Assessore accoglie l'emendamento; lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
B10) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: 18. Medicina legale e tutela sanitaria dell'attività sportiva Dopo il primo comma, viene inserito un nuovo comma: "Sono individuabili attività medico legali che possono essere eseguite nelle sedi decentrate dei distretti e corrispondono ad attività monocratiche ed altre di carattere collegiale che hanno una valenza sovradistrettuale (di Azienda).
Attività Medico Legali Monocratiche: idoneità alla guida di veicoli a motore idoneità alla conduzione di natanti esenzione per motivi di salute dall'uso delle cinture di sicurezza certificazioni di sana e robusta costituzione fisica certificazioni per esonero servizio militare certificazioni per idoneità alla adozione certificazioni di buona salute per cessione DI 1/5 dello stipendio certificazioni di gravidanza a termine certificazioni per concessione di astensione lavorativa per maternità anticipata certificazioni di idoneità specifica al lavoro certificazioni di idoneità generica al lavoro certificazioni per gravi deficit deambulatori ai fini di rilascio contrassegno sosta per invalidi certificazioni inabilità temporanea o definitiva per ambulanti certificazioni inabilità temporanea o definitiva per conducenti auto pubbliche certificazioni ex lege 1204/71 certificazioni ex lege 300/70 art. 5 comma II certificazioni ex lege 638/83 art. 5 certificazioni ex art. 32 D.P.R. 686/57 tenuta casellario sanitario per gli esercenti professioni o arti sanitarie ai sensi del T.U.L.S. 1265/34 Attività Medico Legali Collegiali: declaratorie per invalidità civile (sordomuti, ipovedenti, ciechi assoluti) certificazioni ex lege 104/92; - certificazioni ex D.P.R. del 24/04/1994 (insegnanti d'appoggio) valutazioni sulla idoneità alla mansione specifica dispensa dal servizio per motivi di salute ed incollocabilità ad ogni proficuo lavoro valutazioni sui ricorsi ai giudizi di inidoneità espressi in sede monocratica sull'uso delle armi da fuoco".
La parola al Consigliere Moro per l'illustrazione.



MORO Francesco

Sono in discussione alcuni emendamenti relativi all'allegato B, "Aree di intervento", sempre in relazione al Piano sanitario regionale per il triennio '97/'99.
In particolare, al punto 18 sono individuabili attività medico legali che possono essere eseguite nelle sedi decentrate dei distretti e corrispondono ad attività monocratiche ed altre di carattere collegiale che hanno una valenza straordinariamente attuale.
Le attività medico legali monocratiche le abbiamo elencate: idoneità alla guida di veicoli a motore, idoneità alla conduzione di natanti esenzione per motivi di salute all'uso delle cinture di sicurezza, sono tutte elencazioni importantissime, certificazione di sana e robusta costituzione fisica, certificazione per esonero servizio militare e ancora certificazione per idoneità all'adozione, certificazione di buona salute certificazione di gravidanza, certificazione per concessione certificazioni per gravi deficit deambulatori ai fini del rilancio contrassegno sosta per invalidi, certificazioni inabilità temporanea certificazione ex lege 1204/71; attività medico legali collegiali, che sono anche qui una serie importante che vanno dalla declaratoria per invalidità civile (sordomuti ecc.), certificazione ex legge 104/92, certificazione ex D.P.R. insegnanti d'appoggio; valutazione di idoneità alla mansione specifica e dispensa dal servizio per motivi di salute e di incontrollabilità ad ogni proficuo lavoro.
Quindi tutte questioni decisive ed importanti e valutazioni sui ricorsi ai giudici di inidoneità espressa in sede monocratica all'uso delle armi da fuoco.
Noi riteniamo importante questo emendamento, quindi da tenere nella dovuta considerazione, perché sono state elencate una serie di attività importanti che riteniamo fondamentali e decisive per quanto riguarda le aree di intervento e quindi nella programmazione sanitaria e nel Piano regionale di sanità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento è accolto, anche se nell'attuale formulazione il concetto di decentramento di alcune attività è comunque presente; il partito di Rifondazione Comunista ha preferito che le attività medico-legali venissero puntualmente dettagliate, richiesta che abbiamo accolto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin per dichiarazione di voto.



BORTOLIN Silvana

Intervengo solo per dire all'Assessore che accogliere emendamenti di questo tipo, che entrano nel merito delle questioni ed indicano con minuzia alle Aziende, in questo caso ad aree d'intervento molto importanti Medicina legale, Tutela sanitaria dell'attività sportiva - quanto devono fare, cozza contro il principio di flessibilità e di autonomia che lei Assessore, difende, e ha difeso anche in questa sede, con l'organizzazione aziendale della sanità. Non voteremo l'emendamento in quanto è contro tale spirito, espresso chiaramente più volte.
E' un desiderio politico il nostro, visto che non viene accolto in questa sede il lasciare ampia autonomia di gestione sul territorio, pur emanando direttive di carattere generale ed importanti indicazioni politiche.
Rispettiamo la sua decisione; inseriremo nell'allegato l'emendamento però - l'Assessore ci consenta - con questa motivazione, tutta politica non lo votiamo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, accolto dall'Assessore.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli, 5 contrari e 3 astensioni.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: B11) Pag. 174, Punto 18, comma 2 L'intero comma è così sostituito: "Le funzioni e le attività medico-legali (previste dalla legge 23/2/1978 n.
833, dalla L.R. 29/12/1981 n. 53 e dalla L.R. 26/10/1982 n. 30) sono esercitate dall'Unità Operativa Autonoma di Medicina Legale dell'Azienda ubicata preferibilmente nel Distretto principale o dove l'Azienda ha la sede legale.
In considerazione delle esigenze della popolazione locale, della conformazione del territorio e della dotazione organica del personale, non disgiunto da un criterio di razionalizzazione delle risorse, il responsabile dell'U.O.A. può organizzare l'erogazione dei servizi dei singoli distretti, sentito anche il responsabile del Distretto." B12) Pag. 174, punto 18, comma 3 Dopo le parole "causa di morte" sono aggiunte le parole "in ottemperanza al vigente regolamento di Polizia Mortuaria (D.P.R. 285 del 10/9/90)".
B13) Pag. 174, punto 18, comma 4 Dopo la parola "sviluppo" sono aggiunte le parole "come momento qualificante dell'attività".
B14) Pag. 174, punto 18, comma 5 Le parole "in modo diretto o attraverso convenzioni" sono sostituite con le parole "preferibilmente in modo diretto o, nei casi di carenza degli organici, attraverso convenzioni".
B15) Pag. 174 punto 18, comma 6 Dopo le parole "della consulenza medico legale" sono aggiunte le parole "anche in ambito di responsabilità professionale".
B16) Pag. 174 punto 18, comma 8 L'intero comma é così sostituito: "E' auspicabile che in ogni Azienda, o almeno in alcuni gruppi di Aziende raggruppate perché territorialmente omogenee, ci siano sedi di Commissione Medica Legale per le Patenti speciali, al fine di evitare gli attuali disagi di un'unica sede per tutta la Provincia. In via subordinata potrebbe essere delegata dall'attuale sede provinciale la possibilità di avere sedi periferiche distaccate dalla stessa sede centrale (come attualmente avviene per la Commissione medica di Ivrea, che risulta delegata da quella centrale di Torino)." B17) Pag. 174 punto 18, comma 9 L'intero comma é così sostituito: "L'attività delle Commissioni per i ciechi civili e per l'accertamento del sordomutismo vengono esercitate, come sino ad oggi, presso le sedi delle Commissioni Invalidi Civili presenti nelle ASL, in modo da evitare al massimo spostamenti e disagi all'utenza".
B18) Pag. 174 punto 18, dopo il comma 9 é aggiunto il seguente nuovo comma: "Le U.O.A. devono esplicare, sul territorio dell'Azienda, funzioni di vigilanza sulle professioni, professioni ausiliarie ed arti sanitarie in genere, per prevenire e contrastare i casi di abusivismo, per la tutela della salute pubblica e per il rispetto delle regole deontologiche delle varie attività. Quest'ultima attività dovrà essere sviluppata di concerto con gli Ordini ed i Collegi Professionali. Il personale, indicato dal responsabile dell'U.O.A., opererà inoltre all'interno delle specifiche Commissioni di vigilanza (deliberate dalle Aziende) per i compiti previsti ai sensi delle L.R. 5 e 55 del 1987 e degli artt. 193 e 194 del T.U.L.S. n.
1265 R.D. 1934." La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione degli emendamenti.



SIMONETTI Laura

Il nostro emendamento individua l'esercizio delle funzioni e delle attività medico-legali all'U.O.A. di Medicina legale, ubicata preferibilmente nell'Azienda, nel Distretto o dove l'Azienda ha la propria sede legale.
In considerazione delle esigenze della popolazione locale, della conformazione del territorio il responsabile dell'U.O.A. può organizzare l'erogazione dei servizi dei singoli Distretti, sentito anche il responsabile del Distretto.
Vorrei cogliere l'occasione per riproporre dei ragionamenti complessivi...



PRESIDENTE

Consigliera, potrebbe illustrare tutti gli emendamenti sulla medicina legale, fino all'emendamento n. B18)? Grazie.



SIMONETTI Laura

Gli emendamenti relativi alla Medicina legale, per i quali entrer direttamente nel merito, sono scaturiti da un attento esame del capitolo in discussione, nel quale abbiamo riscontrato, sostanzialmente, un disequilibrio tra le due parti, l'una riferita alla Medicina legale l'altra alla Tutela sanitaria dell'attività sportiva. Disequilibrio dimostrato dall'ipertrofia della parte inerente l'attività sportiva.
Nella città di Torino, infatti, solo l'USL 2 svolge quest'attività e con essa sono convenzionate la maggior parte delle altre aziende, non solo cittadine.
Gradirei una risposta dell'Assessore; visto e considerato che vengono svolte entrambe le attività da un'unica Azienda sanitaria locale e viste le difficoltà per le altre Aziende, qual è il motivo della discrepanza fra i due capitoli rispetto al protocollo analizzato nel Piano sanitario regionale? Per quanto concerne le attività medico legali sovrazonali, intendiamo precisare che le Commissioni per le patenti speciali - quindi, revisioni patenti per portatori di minorazioni, ecc. - sono oggi ubicate solo nella Sede provinciale, presso l'Azienda 1, con un'unica delega all'Azienda sanitaria di Ivrea per una sede di Commissione decentrata.
In analogia dovrebbero essere concesse deleghe anche per la formazione di alcune sedi decentrate di Commissione; pensiamo a Pinerolo, Collegno Moncalieri. Questo anche nello spirito di una normativa nazionale che non parla più, da alcuni anni, di Commissioni mediche provinciali, bensì di Commissioni mediche locali che avrebbero dovuto andare a formarsi.
Tale ampliamento favorirebbe l'utenza - pensiamo ai portatori di handicap - che dovrebbe spostarsi di meno, riducendo di gran lunga anche i tempi di attesa.
Inoltre, il precedente della delega all'ASL di Ivrea dimostra come questa strada sia di fatto perseguibile.
Quelli presentati non sono emendamenti che vogliono entrare nel merito dell'autonomia dell'ASL; stiamo parlando di Medicina legale sostanzialmente, di persone invalidate, costrette a rivolgersi ad un'unica sede provinciale e all'unica sede decentrata di Ivrea. Se pensiamo alle difficoltà dei portatori di handicap a spostarsi nel territorio e se apprezziamo il contributo della normativa nazionale possiamo collocarci in tale contesto, non fuoriuscendo né dall'autonomia dell'Azienda ospedaliera né dalla normativa nazionale che legifera proprio in questa direzione.
Per quanto detto all'ultimo comma delle attività medico legali si ritiene errato e forse anche in contrasto con le normative vigenti ricondurre la categoria dei ciechi civili e dei sordomuti a due Commissioni provinciali ad hoc, presso l'ASL 2. E' una situazione che si proponeva da anni, ma che adesso, sostanzialmente, riteniamo vada superata.
Attualmente le competenze sono demandate alle Commissioni mediche delle varie ASL con la supervisione delle Commissioni mediche periferiche del Ministero del Tesoro.
Nella situazione odierna mi pare che i tempi di attesa siano contenuti e che il funzionamento dei servizi sia ineccepibile. Perché variarlo rispetto alle indicazioni che di fatto propone la normativa nazionale? Perché si tenta di accentrare il tutto ad un'unica Commissione provinciale presso l'Azienda Sanitaria Locale USL 2, contro l'accessibilità ai servizi da parte, in particolare, dei portatori di handicap.
Con questo intervento generale ho tentato di illustrare tutti gli emendamenti e richiamo l'attenzione dell'Assessore perché non sono questioni formali né introduzione di limiti, ma si tratta semplicemente di scegliere una via - quella del decentramento - in favore delle popolazioni più svantaggiate che si devono rivolgere più delle altre alle attività medico-legali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento B/11 è accolto per quanto riguarda il comma II e non il comma I.
Sono altresì accolti gli emendamenti B/12 e B/13, anche se tutti gli obiettivi sono momenti qualificanti dell'attività medico-legale.
E' accolto pure l'emendamento B/14, mentre l'emendamento B/15 viene accolto, ma con la seguente modifica: dopo le parole: "della consulenza medico-legale", sono aggiunte le parole: "anche in ambito di responsabilità professionale".
Questo perché vi sono altre competenze oggetto di consulenza.
L'emendamento B/16 riguarda la Commissione per le patenti speciali.
Sono d'accordo sulla necessità di decentrare le Commissioni, ma l'emendamento non è accoglibile in quanto è in palese contrasto con le norme nazionali che prevedono nel capoluogo di provincia la sede delle Commissioni per le patenti speciali.
E' pur vero che la legge 111 del 18.3.88, cui faceva riferimento la Consigliera Simonetti, prevede la possibilità di istituire altre Commissioni, cioè sub-Commissioni, ma la competenza non è della Regione bensì del Ministero dei Trasporti, il quale, tra l'altro, nomina ed insedia il Presidente di dette Commissioni.
Prevedere un decentramento, così come richiesto, porterebbe al ritiro da parte delle autorità centrali che esamineranno il Piano, ritiro che potrebbe addirittura bloccare l'efficacia dell'intera legge di Piano. Per cui questo emendamento non è accolto.
Per quanto riguarda l'emendamento B17), devo sottolineare una cosa che forse a lei non è nota, ma non lo è a molti Consiglieri. L'emendamento non è accoglibile, in quanto non realizzabile, perché le Commissioni per i ciechi civili ed i sordomuti debbono essere costituite, oltre che dal Presidente, da due specialisti - un oculista e un otorino - dell'ASL quindi, le Commissioni devono essere costituite, oltre che dal Presidente e da due specialisti, anche da specialisti in rappresentanza dell'Associazione interessata, cioè la UICI e la ENS (l'Unione Italiana Ciechi e l'Ente Nazionale Sordomuti).
Tale rappresentanza non è assicurata in quanto le Associazioni non dispongono di un sufficiente numero di specialisti propri. Pertanto, i giudizi delle Commissioni, a livello di ogni USL vengono emessi senza tali rappresentanze. In conseguenza di ciò, le Associazioni, proprio per tutelare i propri iscritti, hanno fatto istanza di istituire Commissioni provinciali, ai sensi dell'art. 4 del decreto ministeriale 387 del 1991 che prevede che l'Assessorato alla sanità possa autorizzare la costituzione delle Commissioni per ciechi civili e sordomuti nei capoluoghi di provincia.
C'è dunque una richiesta ufficiale da parte delle due Associazioni rispettivamente dei sordomuti e dei ciechi.
Per questi motivi, invito la Consigliera Simonetti a ritirare l'emendamento.
E' invece accolto l'emendamento n. B18).



SIMONETTI Laura

Ritiriamo l'emendamento B17), così come ritiriamo il n. B16).



PRESIDENTE

Se il Consiglio è d'accordo, possiamo fare una votazione unica sul gruppo degli emendamenti che sono stati accolti.
Pongo dunque in votazione gli emendamenti nn. B11), B12), B13), B14), B15) come modificato - e B/18.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Gli emendamenti sono approvati all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Passiamo dunque all'esame degli emendamenti presentati all'allegato C.
C1) Emendamento. C/1 presentato dal Consigliere Rubatto: Al punto 1. Tutela della salute degli anziani - Il progetto anziani 1997-99 aggiungere: "In ogni ASL deve essere presente l'Unità di valutazione Geriatrica nella quale vi deve essere sempre un medico specializzato in Riabilitazione e Rieducazione Funzionale".
La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

C2) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Bortolin e Riggio: Al punto 1. Tutela della salute degli anziani - Il progetto anziani 1997-99 all'ultima pagina, quinta riga, aggiungere, dopo la parola "torinesi", le parole "scopo di tale sperimentazione è il favorire la massima autonomia possibile dei pazienti e il supporto delle famiglie".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Accolgo l'emendamento, però aggiungerei, dopo la parola "scopo", le parole "della realizzazione di tale servizio". L'emendamento verrebbe quindi così riformulato: "scopo della realizzazione di tale servizio è il favorire la massima autonomia possibile dei pazienti e il supporto alle famiglie".



PRESIDENTE

I proponenti sono d'accordo.
Pongo dunque in votazione l'emendamento, così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
C3) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Bortolin e Riggio: Al punto 2. Tutela materno infantile - Obiettivi generali Dopo il primo punto si aggiunge il seguente punto: "Sviluppo delle équipe di parto a domicilio per consentire l'opportunità di vivere nel proprio habitat l'esperienza del parto".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' accolto.



PRESIDENTE

Lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
C4) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Bortolin e Riggio: Al punto 2. Tutela materno infantile - Organizzazione Dopo il paragrafo 2, inserire il seguente paragrafo: "consentire la nascita di strutture residenziali (comunità alloggio) per minori con problemi di carattere psichiatrico".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' accolto, però a mio avviso la collocazione più consona sarebbe a pag. 201, nel capitolo dedicato alla neuropsichiatria infantile.
Propongo di sostituirlo, aggiungendo a fine capitolo la seguente frase: "Per quanto riguarda l'assistenza residenziale e semi-residenziale rivolta a minori ed adolescenti con patologie psichiatriche, occorre sviluppare la rete di strutture specifiche (comunità-alloggio), secondo criteri che sono definiti dalla Giunta regionale con apposito provvedimento".
Questa dicitura andrebbe a pag. 201 anziché a pag. 196, proprio alla fine.



PRESIDENTE

La formulazione proposta dalla Giunta è accolta dai proponenti, per cui il primo emendamento viene ritirato.
Pongo dunque in votazione il nuovo emendamento C4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
C4/1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: 3. Tutela della salute dei disabili fisici psichici e sensoriali Obiettivi strategici pag. 205, alla fine del punto 3, aggiungere: "In particolare per ciò che concerne la conoscenza di incidenza e prevalenza delle lesioni midollari, attivazione di un registro regionale delle lesioni midollari, finalizzato allo studio delle stesse a fini di prevenzione ed alla conoscenza dell'impatto degli interventi di cura e riabilitazione sulla qualità della vita di chi ha subito lesioni midollari".
La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' accolto.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
C4/2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Simonetti e Papandrea: A pag. 207, punto 11, alla fine del punto b), aggiungere: "in particolare occorre prevedere: la copertura giornaliera dell'intervento la copertura dei giorni festivi la definizione del monte ore ed il numero di accessi giornalieri/utente in relazione alla condizione di gravità;".
La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' accolto.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
C4/3) Emendamento presentato dai Consiglieri Simonetti, Papandrea e Moro: A pag. 207, punto 11), alla fine del punto c) aggiungere: "In particolare occorre prevedere: attività di supporto al disabile nelle attività della vita quotidiana fatte salve le attività proprie al servizio di assistenza domiciliare accompagnamento fuori casa per studio, lavoro, tempo libero aiuto all'espletamento di commissioni presso uffici, negozi, etc.;".
La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' accolto.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
C4/4) Emendamento presentato dai Consiglieri Simonetti, Papandrea e Moro: A pag. 208, punto 16) dopo le parole "RSA, RAF" eliminare il resto della frase e sostituire con "Comunità alloggio ed alloggi assistiti".
La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' accolto.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
C4/4 bis) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: 4. Tutela della salute mentale - Il progetto regionale per la tutela della salute mentale Al punto 2., sostituire le parole "delle successive DGR attuative" con le parole "dei provvedimenti attuativi" e aggiungere, dopo le parole "di nuovi standard strutturali e gestionali dei servizi psichiatrici", le seguenti parole "definiti tramite l'emanazione di uno specifico atto regionale coerente con il DPR 14/1/97, unitamente ai criteri gestionali dei Dipartimenti di Salute Mentale;".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
C5) Emendamento presentato di Consiglieri Bortolin, Riggio e Cavaliere: Al punto 3., quarto capoverso, dopo "28.1.97", aggiungere: "Tale realizzazione dovrà avvenire tramite la definizione di un Progetto obiettivo che, partendo dai Piani presentati dalle ASL sede di ex OO.PP.
armonizzi i percorsi di superamento, definisca risorse e competenze sia del Dipartimento Salute Mentale sede di OOPP che del Dipartimento Salute Mentale deputato ad accogliere i pazienti di propria competenza".
La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' accolto.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
C5 bis) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: Al punto 3, quarto capoverso, dopo le parole "omogenei livelli assistenziali" aggiungere la seguente frase "Per quanto riguarda l'ASL 5 di Collegno viene confermato quanto previsto dalla DGR n. 22-16018 del 20/01/1997, mentre per quanto riguarda l'ASL 13 di Novara viene confermato quanto previsto dalla DGR n. 75-16342 del 3/2/1997".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
C6) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Bortolin e Riggio: Obiettivi operativi Inserire al termine del punto 5 le seguenti parole "E' possibile attivare laboratori pre-professionali che non si collocano nella fattispecie autorizzativa dei centridiurni".
La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' accolto, ma si proporrebbe una diversa formulazione, e precisamente questa: Al termine del punto, aggiungere: "Tipologie diverse dal Centro Diurno e dal Day-hospital psichiatrico, quali i laboratori pre-professionali, da attivare anche in via sperimentale, vengono previste con apposito atto della Giunta regionale".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Sarò brevissima, Presidente. Può andare bene, anche se è meno chiaro tuttavia entra nella sfera della flessibilità e della disponibilità ad accogliere progetti che provengono dai centri, per cui rientra anche questa attività.
Certo vi è molta discrezionalità da parte della Giunta e dei servizi dell'Assessorato. Sarà poi un problema di gestione politica di questa discrezionalità, Assessore.
Questo principio accolto nell'allegato potrebbe essere trasformato in una direttiva chiarificatrice, che magari può essere emanata per altre questioni di carattere più generale, ricomprendendo questo problema e specificandolo. Diversamente, rimane poca cosa.



PRESIDENTE

L'Assessore mantiene la sua versione, per cui porrei in votazione l'emendamento.
Ha chiesta la parola la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Chiedo all'Assessore di specificare ulteriormente, anche perché non mi pare di aver sentito che la Giunta sia contraria all'emendamento. Nella città di Torino si stanno sperimentando due iniziative in questo senso quindi, semplicemente, codifichiamo nell'allegato "C" esperienze molto importanti che già si stanno attuando.



PRESIDENTE

E' stato accolto, ma con una diversa formulazione.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Chiedo all'Assessore come vengono classificate queste due iniziative in atto a Torino, in assenza di un provvedimento specifico della Giunta che viene richiamato nell'emendamento, così come lo ha presentato la Giunta: sono fuori legge? Non esistono?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Vengono aggiunte le parole "quali laboratori pre-professionali".



PRESIDENTE

La riformulazione è la seguente: "Possono comunque attivare progetti terapeutici individuali o per piccoli nuclei avvalendosi anche del privato sociale e utilizzando soluzioni abitative non previste in questo documento.
Il controllo, la direzione di tali progetti, anche per quanto riguarda l'adeguatezza delle soluzioni abitative sono affidate direttamente al DSM che le attiva. Per far fronte ai problemi residenziali nei centri urbani è possibile derogare lo stretto legame territoriale tra DSM e strutture residenziali".
Pongo in votazione l'emendamento nella sua nuova formulazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
C7) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Bortolin e Riggio: Obiettivi operativi Inserire al termine del punto 6 le seguenti parole: "I DSM possono comunque attivare progetti terapeutici o per piccoli nuclei avvalendosi anche del privato sociale, e utilizzando soluzioni abitative non previste in questo documento. Il controllo, la direzione ditali progetti, anche per quanto riguarda l'adeguatezza delle soluzioni abitative sono affidate direttamente al DSM che le attiva.
Per far fronte ai problemi residenziali nei centri urbani è possibile derogare allo stretto legame territoriale tra DSM e strutture residenziali" .
La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' accolto.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
C8) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Bortolin e Riggio: Inserire al termine del punto 4 le seguenti parole: "I DSM possono attivare direttamente, o avvalendosi del privato sociale, progetti di assistenza domiciliare con caratteristiche di pronto intervento sulle 24 ore al fine di evitare ricoveri in SPDC e per favorire il superamento di situazioni critiche al domicilio dell'utenza".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento viene accolto dalla Giunta ma con la soppressione delle seguenti parole: "...direttamente, o avvalendosi del privato sociale".
Pertanto l'emendamento risulta il seguente: "I DSM possono attivare progetti di assistenza domiciliare con caratteristiche di pronto intervento sulle 24 ore al fine di evitare ricoveri in SPDC e per favorire il superamento di situazioni critiche al domicilio dell'utenza".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento così riformulato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
C9) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti.
La parola al Consigliere Moro per l'illustrazione dell'emendamento.



MORO Francesco

Procedo alla lettura dell'emendamento.
Tutela della salute mentale A pag. 218 - Definizione di ex Ospedali psichiatrici (O.P.).
Punto c), dopo la parola "successive", aggiungere: "Le Regioni devono individuare caratteristiche ulteriori degli ex O.P., sia per quanto riguarda le condizioni organizzative e strutturali, sia le tipologie assistenziali, sia le condizioni e la tipologia dei ricoverati.
Inoltre le Regioni e le Province Autonome censiscono, entro il 30 giugno 1996 il patrimonio immobiliare degli ex O.P. utilizzato direttamente o indirettamente alla data del 31 dicembre 1994 per fini o di assistenza psichiatrica in regime ospedaliero, in regime di R.S.A., di comunità protette o di residenze ospitanti in prevalenza ex lungodegenti psichiatrici.
Le Regioni, le Amministrazioni comunali e le Aziende Sanitarie Locali competenti per territorio concorrono alla definizione della destinazione d'uso degli immobili facenti parte del patrimonio degli ex O.P., inoltre stabiliscono il valore di mercato del patrimonio sopraindicato con possibilità di alienazione. I redditi prodotti sono utilizzati per l'attuazione di quanto previsto dal Progetto Obiettivo tutela della salute mentale 1994-1996".
Sottolineo che alcune strutture ex O.P. non sempre vengono utilizzate per fini psichiatrici, spesso hanno una diversa impostazione sanitaria, da noi non condivisa.
Credo che questo emendamento, data l'importanza che ricopre nell'ambito della psichiatria, debba essere preso in considerazione dall'Assessore perché è qualificante e soprattutto rende chiaro il fatto che queste strutture devono essere a tutto appannaggio della psichiatria che è uno dei settore fondamentali e prioritari delle emergenze sanitarie del Piemonte.



PRESIDENTE

C10) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: A pag. 218 al punto c), dopo le parole "O.P. di Alessandria dell'ASL 20" aggiungere: "la Clinica neuropsichiatrica Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese".
C11) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: A pag. 219 Processo di superamento degli ex O.P.
All'inizio del paragrafo sono aggiunte le parole: "Nel rispetto della norma che prevede il superamento degli ex O.P. appare opportuno ribadire la necessità che in queste strutture non debbano avvenire nuove ammissioni a qualsiasi titolo, eccezione fatta per i pazienti ricoverati attualmente e che possono momentaneamente essere dimessi (e quindi riaccolti) per i seguenti motivi: a) inserimento in progetti sperimentali di riabilitazione b) periodi di vacanza c) visita a parenti d) ricovero in altri ospedali." C12) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: A pag. 219 Processo di superamento degli ex O.P.
Il punto b) viene così sostituito: "b) per persone con prevalenti problemi psichiatrici che nella fase attuale non si trovano nelle condizioni in cui al punto A) e per le quali è necessario prevedere un intervento riabilitativo di più lunga durata in Comunità terapeutiche riabilitative intra ed extra ospedaliere e per le quali siano definite norme e caratteristiche, e cioè i requisiti minimi organizzativi, tecnologici e strutturali per poter operare secondo tale regime assistenziale." C13) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: A pag. 220 Sottoprogetto dimissioni All'interno del primo paragrafo, le parole successive a "tipologie di tipo familiare" sono abolite e sostituite con le seguenti: "denominate gruppi appartamento, capaci di accogliere fino ad un massimo di 10 persone e comunità alloggio capaci di accogliere fino ad un massimo di 20 persone. Queste strutture, da reperire tra i beni immobili delle Aziende Sanitarie nonché degli Enti Pubblici, ed in convenzione con il privato sociale od il privato imprenditoriale, fanno parte dei servizi gestiti dal DSM competente territorialmente e, benché svolgano un'attività mirata prevalentemente al reinserimento ed alla risocializzazione, devono essere considerate strutture sanitarie, in quanto ospitano persone invalidate anche da lungo periodo di ospedalizzazione.
Alla gestione di queste strutture provvede il DSM competente per territorio, avvalendosi a seconda del bisogno degli utenti del servizio di assistenza domiciliare della USL e del Comune, nonché della cooperazione sociale. Il periodo di permanenza è condizionato dalla capacità degli ospiti di condurre una vita autonoma, con verifica periodica, al massimo annuale.
Il progetto "dimissioni" deve far parte integrante P.O. regionale e terrà conto, oltre che della provenienza territoriale anche dei progetti personalizzati di reinserimento svolti dalle équipe degli ex O.P. Queste strutture si ispirano a modelli di gestione capaci di tutelare e promuovere la salute psichica degli ospiti, intesa anche come capacità di una adeguata vita di relazione.
Nel reperimento e nella gestione della struttura avranno compiti, oltre alle Aziende USL, anche gli E.E.L.L. (Comune, Provincia, Regione) utilizzando in particolare gli alloggi degli IACP riservati per legge.
Gli ospiti devono contribuire alla gestione economica dei gruppi appartamento e della comunità alloggio per tutto ciò che non rientra nei livelli uniformi di assistenza".
C14) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: A pag. 220 Sottoprogetto "Riabilitazione".
All'interno del primo paragrafo, le parole successive a "mirato al superamento" sono così sostituite: "dell'invalidazione ed al reinserimento sociale. I moduli sanitari idonei per tale intervento, gestiti dal DSM competente per territorio, sono comunità terapeutico- riabilitative per 20 ospiti al massimo, con progetti individualizzati ispirati alle pratiche di intervento integrale (medico psicosociale) e di riabilitazione psichiatrica. Tali moduli accolgono gli ospiti in stanze ad uno, due letti; hanno servizi igienici adeguati e locali di soggiorno e per attività comuni. L'équipe, composta dalle diverse figure professionali, deve assicurare l'assistenza adeguata nelle 24 ore ed il rapporto operatore-utente non può scendere al di sotto del 1,5:2. Le strutture che accolgono tali moduli vanno reperite in via preferenziale all'esterno (pubblico, privato e riconversione di case di cura neuropsichiatriche), qualora le strutture utilizzino locali degli ex O.P.
opportunamente ristrutturati, non possono ospitare nuova utenza.
Nell'ambito dei progetti obiettivi regionali, i DSM competenti per territorio, stabiliscono le modalità dell'eventuale ulteriore utilizzo di tali moduli." C15) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: A pag. 220/221 Sottoprogetto "Residenze Sanitarie Assistenziali" L'intero paragrafo è così sostituito: "Costituzione di RSA geriatriche e per disabili (punti C e D) Le residenze sanitarie assistenziali per persone ancora ricoverate degli ex O.P. con prevalenti problemi geriatrici, psicogeriatrici e con problemi di disabilità (cerebropatie, insufficienze mentali gravi e gravissime) possono essere costituite, nel rispetto della normativa nazionale e regionale utilizzando anche strutture degli ex ospedali psichiatrici, pubblici e privati convenzionati. Le RSA sono definite "strutture che assicurano un livello medio di assistenza sanitaria (medica, infermieristica e riabilitativa) integrate da un livello alto di assistenza tutelare e alberghiera, rivolte ad anziani non autosufficienti e ad altri soggetti non autosufficienti (disabili fisici, psichici, sensoriali) non assistibili a domicilio".
Tali RSA costituite in moduli secondo le normative regionali, utilizzando parte di strutture degli ex O.P. opportunamente ristrutturate non potranno essere più di una per ciascuna area degli ex O.P.. Possono ospitare persone con problemi geriatrici e persone portatrici di handicap (cerebropatie insufficienze mentali gravi e gravissime) provenienti dal territorio, solo quando si é esaurita la richiesta di ospitalità proveniente dagli ex O.P.
sono gestite dal distretto sanitario, accolgono in prima istanza persone ancora ricoverate e possono svolgere attività consultoriali e di D.H. in favore dell'utenza territoriale. Per la gestione delle RSA deve essere utilizzato, in via preferenziale, il personale di assistenza degli ex O.P.
in base alle piante organiche fissate dai provvedimenti regionali. Le RSA devono avvalersi del dipartimento di salute mentale per la gestione delle prestazioni psichiatriche da erogare.
Possibilità di utilizzare le risorse economiche personali dei pazienti.
Le risorse economiche personali possono essere utilizzate esclusivamente per il superamento degli ex O.P. ed in particolare per la realizzazione del sottoprogetto "Dimissioni".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

L'emendamento C10) riprende una discussione che ci ha già impegnati in Consiglio regionale sulla questione della clinica Fatebenefratelli. Clinica considerata da noi come neuropsichiatrica. Nelle logiche di organizzazione gestionali nell'ambito dei progetti di superamento degli ex ospedali psichiatrici non si capisce perché non rientri anche la clinica privata neurospichiatrica Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese.
Capisco le pressioni e il cercare di vedere delle logiche di organizzazione diverse da quelle degli ospedali psichiatrici, ma di fatto è stata descritta in ogni sede come una clinica che di fatto operava in condizioni di ospedale psichiatrico.
Quindi se ragioniamo in termini di superamento bisogna considerare tutte le strutture a partire dalle strutture private e quindi, in questo caso, la grande struttura del Fatebenefratelli.
Attraverso questi emendamenti cerchiamo di individuare delle parti che riteniamo siano state omesse dal Progetto nazionale Obiettivo Tutela della salute mentale. In particolare, individuiamo una parte rispetto al processo di superamento degli ex OO.PP. e quindi rispetto agli inserimenti di progetti personali di riabilitazione (periodi di vacanza, visita pazienti) un insieme di processi globali di intervento anche personalizzato nei confronti dei pazienti malati psichiatrici.
Sempre nell'ambito del paragrafo "Processo di superamento degli ex OO.PP." individuiamo le persone con problemi particolari psichiatrici che nella fase attuale non si trovano nelle condizioni individuate prima e per le quali, quindi, è necessario definire un intervento più preciso: più lunga durata in comunità terapeutiche, intra ed extraospedaliere, per le quali vengano definiti dei requisiti minimi organizzativi, secondo il regime assistenziale.
Per quanto riguarda il sottoprogetto Dimissioni, con l'emendamento C13) cerchiamo di affrontare la questione della tipologia delle strutture, in particolare di tipo famigliare, a partire dai gruppi di appartamento, che riproponiamo semplicemente riguardando il Progetto nazionale Obiettivo Tutela della salute mentale. Ricordo a tutti i colleghi che questi emendamenti sono già stati presentati in sede di IV Commissione riproponiamo questioni che riteniamo qualificanti anche del Progetto Obiettivo nazionale. Quindi non si inventa nulla, si riprende una legge nazionale che di fatto già esiste in questi termini, per cui riproponiamo i gruppi di appartamento, i limiti di persone per i nuclei stessi e poi il reperimento delle risorse e delle gestioni attraverso gli Enti locali: in particolare, diciamo gli alloggi dello IACP riservati per legge agli Enti locali.
In questo contesto noi definiamo anche il percorso di finanziamento e di gestione che si può realizzare per la creazione di strutture territoriali sul territorio, quindi un tessuto che avvantaggi il malato psichiatrico nel territorio e non lo ghettizzi, viceversa, in strutture di grandi dimensioni, ma neanche d'altra parte con grandi nuclei di persone.
Nel sottoprogetto "Riabilitazione" - emendamento C14) - individuiamo i moduli sanitari, anche questi sulla base del Progetto obiettivo nazionale quindi per venti ospiti al massimo; i progetti individualizzati, sia dal punto di vista medico che dal punto di vista psichiatrico, di riabilitazione sul soggetto, per cui anche una terapia personalizzata sulla base della storia e delle motivazioni dello stesso soggetto. I moduli devono essere aperti 24 ore su 24; inoltre vengono definiti anche i parametri e i canoni, e nell'ambito dei Progetti Obiettivi regionali vengono definite le modalità di utilizzo e di organizzazione di questi moduli.
Le Residenze Sanitarie Assistenziali vengono riproposte così come vengono affrontate nel Progetto Obiettivo nazionale, per cui si sottolinea l'importanza della RSA geriatrica, quindi per anziani e per portatori di handicap, e si definiscono anche i parametri organizzativi.
Noi riteniamo grave l'omissione di alcune questioni rispetto al capitolo "Tutela della salute mentale". In particolare l'ultima frase dell'ultimo emendamento in cui definiamo come le risorse economiche personali possono essere utilizzate esclusivamente per il superamento degli ex-OO.PP. e in particolare per la realizzazione del sottoprogetto.
Riteniamo grave questa omissione, problema che avevamo già posto in termini più complessivi in sede di IV Commissione dove ci era stato risposto che sostanzialmente queste omissioni corrispondevano a una non necessità di riprendere in tutto e per tutto il Progetto Obiettivo nazionale. Il risultato, però, è che lo si è scopiazzato in parte e in parte no. Se lo si vuole riprendere lo si riprenda tutto, anche in quegli elementi che possono apparire eventualmente scomodi.
Vorrei sollecitare l'attenzione del Consiglio sul fatto che sono state omesse le parti relative alle risorse finanziarie e quindi al vincolo di destinazione delle risorse finanziarie per la psichiatria e alla gestione patrimoniale da parte degli Enti locali. Questo non a caso perché ci siamo trovati un mese fa ad affrontare gli investimenti ex art. 20 in cui le risorse degli ex-OO.PP., risorse legate a patrimoni tra l'altro non ancora alienati, non sono state usate per la psichiatria territoriale, ma viceversa sono state dedicate ad altre USL per la ristrutturazione di ospedali o di poliambulatori. Quindi si è partiti già in quella sede con un uso scorretto delle risorse degli ex OO.PP. andando contro la legislazione ed indicazioni nazionali ben precise.
Chiedo pertanto all'Assessore, visto che non sono posizioni pretestuose o politiche, di riprendere le argomentazioni che esistono nel Progetto nazionale da voi individuato come base essenziale per i progetti regionali perché fanno parte del progetto complessivo per la tutela della salute mentale e il superamento degli ex-OO.PP.



PRESIDENTE

Sono stati illustrati sei emendamenti importanti.
Ha quindi la parola l'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il primo emendamento (definizione degli ex-OO.PP.) non è accoglibile in quanto gli stessi contenuti sono previsti dalla normativa nazionale che costituisce il presupposto di superamento degli ex-OO.PP. elaborato dal PSR. Mi riferisco alle linee-guida ministeriali e alla Legge 724/95.
Comunque, le modalità del processo di definizione degli ex-OO.PP. sono definite dalla deliberazione della Giunta regionale n. 374/96.
Così come è formulato, comunque non avremmo potuto accettarlo perché il riferimento "le Regioni e le Provincie autonome censiscono entro il 30 giugno 1996" è proprio la parte delle linee-guida ministeriali.
L'emendamento C10 (Tutela della salute mentale) fa riferimento in particolare al Presidio Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese che alla luce dei dati che adesso esporrò non può essere considerato ospedale psichiatrico, sulla scorta delle caratteristiche strutturali organizzative e professionali che non corrispondono a quelle che la legge nazionale individua come proprie degli ospedali psichiatrici. Ha nella propria struttura, oltre che psichiatri, anche internisti, neurologi, fisiatri quindi effettua interventi multidisciplinari; ha pertanto le caratteristiche di un ospedale vero e proprio.
Inoltre, nei flussi informativi con il Ministero - questo è un elemento che debbo ribadire - il Fatebenefratelli è considerato casa di cura neuropsichiatrica e non ospedale psichiatrico. I flussi ministeriali non ce lo segnalano come ospedale psichiatrico. Per cui oggi, a tutti gli effetti è una Casa di cura e non un ospedale psichiatrico.
Va inoltre sottolineato che il Fatebenefratelli è stato riconosciuto dalla legge regionale 37/90 presidio di USL ex art. 43 della legge 833/78.
Sono tutte cose normate, per quanto riguarda il Fatebenefratelli.
Il C11, non è accolto in quanto si ritiene pleonastico normare nella legge di piano il diritto alla conservazione del posto dei pazienti momentaneamente dimessi per visita ai parenti, per periodo di vacanze o ricoveri in altri ospedali. Quindi d'accordo sul contenuto, ma è pleonastico normarlo. C'è una delibera di Giunta in tal senso, la n. 118 7609 del 3 aprile '96.
Il C12 non è accolto in quanto la Regione ha già definito con delibera di Consiglio del 28/1/97, la n. 357-1370, i requisiti delle comunità che accolgono tali soggetti in conformità con le linee guida ministeriali.
Recepire l'emendamento significherebbe vanificare la delibera di Consiglio di fatto fare un passo indietro nel processo di superamento degli ex OP.
Il C13, sottoprogetto dimissioni, non è accolto. Il contenuto dell'emendamento è pressoché sovrapponibile a quello del PSR, mentre il riferimento a standard delle comunità alloggio e gruppi appartamento è definito dalla delibera di Consiglio del 28/1/97.
Penso che l'emendamento non abbia alcuna utilità per il PSR in quanto rivede le linee guida nazionali.
Il C14 neppure è accolto. Tipologie strutturali e standard per la riabilitazione sono definite in maniera efficacie e coerente con le linee guida nazionali, sia nel PSR che nella delibera di Consiglio del 28/1/97.
L'ultimo di questi emendamenti sulla tutela della salute mentale è il C15. Anche questo non è accolto e i contenuti sono pressoché sovrapponibili al PSR, con la differenza che l'emendamento ripropone le linee guida nazionali che devono essere generiche, mentre il PSR partendo dalle linee guida attua il progetto in base alle caratteristiche piemontesi, sia come atti esistenti, che regolamentano l'attività delle RSA, sia in termini di risorse finanziarie individuate nella delibera di Consiglio del 28/1/97. Vi è inoltre l'approvazione dei piani (...) elaborati dalle cinque ASL interessate.
In quello che si dice un improprio utilizzo dei fondi ricavati dall'alienazione dei beni degli ex OP, per quanto riguarda l'USL 5, in realtà non è stato fatto altro che un'anticipazione alla USL 5 che si è impegnata non solo formalmente, ma sostanzialmente a restituire quei fondi per cui posso assicurare la Consigliera Simonetti e tutti i Consiglieri in aula che tutto ciò che deriva dall'alienazione dei beni degli ex OP verrà utilizzato solo ed unicamente nell'ambito della psichiatria piemontese perché altra cosa da chiarire è che i beni alienati non è che debbano essere utilizzati obbligatoriamente dalla USL dove vi è l'ospedale psichiatrico, ma debbono essere utilizzati nell'ambito della psichiatria regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sono stupito del fatto che vengano respinte non delle nostre proposte ma delle parti di un progetto obiettivo nazionale, quindi delle linee guida nazionali nella tutela della salute mentale, riproposte così come erano senza alcuna modificazione neanche da parte del Gruppo di Rifondazione.
Dicendo che gli emendamenti sono pleonastici è come se fossero argomentazioni sulle quali non possiamo esprimerci e non possiamo avere commento, perché se si considera pleonastico l'entrare nel merito dell'organizzazione dei servizi, poi si ha una concezione del tutto sfalsata anche della programmazione, forse, regionale in termini di tutela della salute mentale.
I nostri emendamenti non erano assolutamente generici, anzi lo è in generale il PSR, in particolare in questo capitolo, che omette volutamente delle parti di intervento a questo punto. In particolare rimaniamo non solo delusi, ma sconcertati dal fatto che la clinica neuropsichiatrica Fatebenefratelli non viene considerata come tale solo da questo Assessorato (...) e dal Ministero, perché si è legittimato di fatto un percorso che era già stato effettuato.
Non si può dire che dentro è "più bella", perché io ho sentito anche dei funzionari che mi hanno detto così, che "non dà l'impressione di essere un manicomio", come può essere Villa Patrizia, ad esempio; ma di fatto i pazienti e le persone che vengono ricoverate vengono esattamente gestite e curate come se fossero, come sono, malati psichiatrici come avveniva negli ex manicomi.
Questa risposta è assolutamente insoddisfacente, evidentemente fa capo a delle pressioni di strutture private che attraverso delle modifiche strutturali o di standard, come la legge permette, o l'introduzione di nuovi parametri di cura, sono riuscite a non essere più considerate come clinica neuropsichiatrica, nonostante in alcuni reparti la gestione dei pazienti avvenga nello stesso modo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Siccome per quello che riguarda questi emendamenti non siamo in presenza di un percorso che può essere analogizzato ai precedenti chiederei che gli emendamenti venissero discussi uno per uno e in particolare, per quanto riguarda la questione del Fatebenefratelli concordo con la Consigliera Simonetti, mi sembra ci sia un forte elemento di ipocrisia da parte nostra nel continuare a non considerare questo come un ospedale psichiatrico. I criteri che sono stati introdotti per dire che non lo è, a questo punto, potevano tranquillamente essere inseriti negli ex OP di Collegno, nel senso che avremmo potuto introdurre altre specialità cliniche per poterli mantenere.
Questo è nascondersi dietro a un dito, se non dietro alla foglia di fico per quello che riguarda determinate vergogne.
Io vorrei fare anche di più, vorrei chiedere che per il Fatebenefratelli l'Assessore si facesse portavoce di questo tipo di esigenza. Andiamo a fare un sopralluogo al Fatebenefratelli e verifichiamo se il Fatebenefratelli è una struttura e un ospedale psichiatrico, oppure no.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La mia non è una volontà di perdere tempo. E' una richiesta soprattutto all'Assessore, in sintonia con quanto già detto dai colleghi Simonetti e Riggio. Oltre al Fatebenefratelli, ci sono altri casi.
E' questo un caso assolutamente omogeneo; non so se al Fatebenefratelli ci siano settori di riabilitazione che svolgano anche altri tipi di interventi, ma vi sono anche altri casi - cito quello di Villa Patrizia che trattano esclusivamente malati psichiatrici: sono piccoli manicomi, in tutto e per tutto.
Questi tipi di strutture, come Villa Patrizia, che ospitano solo malati psichiatrici, non fanno alcun tipo di riabilitazione, sono di fatto "ex" ospedali psichiatrici.
Assessore D'Ambrosio, non so se siano stati inseriti nel decreto ministeriale, ma si tratta sicuramente di strutture private psichiatriche: che fine fanno? Che tipo di attenzione viene loro prestata? Se vengono eliminati gli ospedali psichiatrici in quanto tali e in tal senso viene attivata tutta una serie di interventi, chiedo all'Assessore quali tipi di interventi s'intendono realizzare per queste strutture private che ospitano soltanto malati psichiatrici.
Penso fosse questo l'intendimento degli interventi - a parte il "Fatebenetratelli" dei colleghi che mi hanno preceduto: le procedure di smantellamento degli ospedali, e le cure e la riabilitazione di questi assistiti per gli ex OP vengono individuate, finanziate, ecc. Per i manicomi privati tuttora funzionanti, come vi pronunciate?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Vorrei un'informazione dell'Assessore relativamente al Piano approvato la scorsa seduta, sull'ex art. 20. Mi pare fosse prevista un'entrata, da parte dell'ex ospedale psichiatrico di Collegno, per dismissioni, di 28 miliardi e e mezzo - se non vado errato: non ricordo se 28 o 38 miliardi.
Volevo sapere se l'Assessore era in grado di fornirmi un indicazione relativa a quali beni immobili avrebbero dovuti essere venduti e a qual fine; oppure, se vi è già un accordo preventivo, più volte evidenziato anche in Consiglio, con l'Università, per un inizio di utilizzo da parte della struttura universitaria.
Vorrei capire cosa succede, sia perché trattasi di un bene storico oltretutto, sia per aver sentito, in tempi passati, le più disparate ipotesi di destinazioni di vendita - si era pensato persino ad un'area di tipo artigianale: spero che tale progetto sia svanito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il Fatebenefratelli, a meno di nuove disposizioni ministeriali, è considerato un ospedale a tutti gli effetti, in base alla legge n. 37/90 ricordo che è stato definito Presidio dal Piano 1990/'92, in base all'ex art. 43 della legge n. 83/78.
Le struttura come Villa Patrizia dovranno andare incontro ad una conversione in strutture di tipo residenziale: su questo non v'è dubbio.
Relativamente all'ex OP di Collegno si sta portando avanti un grosso discorso con l'Università; si era parlato della possibilità di creare un Campus universitario e di trasferirvi alcune Facoltà.
Uno dei problemi, che ricordo con un certo rammarico, è che l'Università torinese non ha fondi, per cui occorre verificare come procedere e se la Regione può sobbarcarsi la spesa della trasformazione di quello che era l'ospedale psichiatrico di Collegno in un Campus universitario.
Per quanto riguarda, invece, i beni alienati, farò pervenire al Consigliere dettagliata nota, che chiederò domani stesso al Direttore generale Coppola, cui compete, tra le altre cose, nella sua autonomia l'alienazione dei beni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento C9.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 votanti 27 ha risposto SI' 1 Consigliere hanno risposto NO 24 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento C10.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 36 ha risposto SI' 1 Consigliere hanno risposto NO 28 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento C11.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI' 3 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento C12.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento C13.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento C14.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 39 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento C15.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 ha risposto SI' 1 Consigliere hanno risposto NO 26 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Bene, per questo pomeriggio la discussione del Piano sanitario regionale è conclusa.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale in merito a "Contributi per le manifestazioni Juvecentus" e in relazione alla consistenza numerica della maggioranza


PRESIDENTE

La parola al Presidente per delle brevissime dichiarazioni, come convenuto stamane.



CAVALIERE Pasquale

A proposito di che cosa fa delle comunicazioni?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Sulla richiesta del Consigliere Chiezzi.



CAVALIERE Pasquale

Però avevo chiesto se diceva due parole anche su Juvecentus.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Il Consigliere Cavaliere ha chiesto, quando fosse stato possibile, una comunicazione. In relazione al fatto che esiste un'interrogazione su Juvecentus e il prossimo martedì in Consiglio è prevista una risposta a varie interrogazioni, mi propongo di rispondere anche a quella e di conseguenza sul caso Juventus.



CAVALIERE Pasquale

Però, rispetto alle interrogazioni che il Presidente Ghigo ha richiamato, sono avvenuti dei fatti molto più attuali, di cui siamo venuti a conoscenza oggi; vorremmo almeno delle conferme, perché non abbiamo notizie ufficiali.
Ci dica solo come stanno le cose: se è vero che la Juventus... Visto che è un problema di cui abbiamo discusso tantissime volte in questo Consiglio e che ha suscitato vasta eco, ci dica solo se è vero che - come ci risulterebbe - la Juventus non accetta più il finanziamento. Vorremmo solo sapere se è vero, in modo che possiamo orientare i nostri pensieri...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Per un diritto di precedenza ritengo di dover rispondere prima al quesito posto dal Consigliere Chiezzi in relazione alla consistenza numerica della maggioranza che mi sostiene.
Come ho accennato questa mattina alla riunione dei Capigruppo, in relazione ad un documento in mio possesso con le firme di tutti i Capigruppo che sostengono la maggioranza, dichiaro che la mia maggioranza è composta da 35 Consiglieri.
Per quanto concerne il fatto nuovo relativo alla delibera Juvecentus la Juventus ci ha obiettivamente comunicato che, in relazione a sopravvenute sovrapposizioni di avvenimenti, ritiene di soprassedere a quanto stabilito nell'ambito del rapporto che era stato formulato e poi riformulato a seguito del famoso dibattito avvenuto in aula. Di conseguenza, ne prendiamo atto e ci riserviamo...
E' per questo motivo che chiedevo qualche giorno di tempo: per poter essere più ricco di particolari: nei giorni prossimi valuteremo, ma la notizia corrisponde a verità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente Ghigo per aver finalmente dato i numeri che gli erano stati richiesti. Intervengo solo un minuto: mi sembra che la declamazione sui Consiglieri che fanno parte della maggioranza del Presidente Ghigo sia stata enunciata in forza di un documento sottoscritto dai Capigruppo.
Faccio dunque due osservazioni. La prima. Il Presidente Ghigo dichiara di avere una maggioranza di 35 componenti, quando due di questi 35 hanno espresso sfiducia nel suo operato. Sarà anche una maggioranza di 35, ma rilevo che, sino a prova contraria, di questi 35 due gli hanno esplicitamente dato sfiducia.
Seconda osservazione. Lei non considera le persone. Questa è una nuova riprova di un suo modo di agire che evidentemente le sta creando una montagna di problemi.
Asserire, sulla base della firma di un Capogruppo, la fiducia di persone che evidentemente non hanno sottoscritto questo documento è una grossa mancanza di riguardo politico verso le persone che, pur non essendosi espresse, si vedono addebitare posizioni che forse sarebbe meglio loro stessi potessero esprimere.



(Il Consigliere Cavaliere chiede la parola)



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, avevamo detto che non aprivamo il dibattito.



CAVALIERE Pasquale

Chiedo di parlare a termini di Regolamento.



PRESIDENTE

Regolamento: va bene. Prego.



CAVALIERE Pasquale

Prendo atto del documento riservato che ha il Presidente, per cui avrebbe la fiducia di 35 Consiglieri. La cosa è riservata, però ne prendiamo atto.
Volevo invece intervenire sulla questione Juvecentus, che è stata occasione di un dibattito non dico abbastanza acceso, ma che comunque ha impegnato questo Consiglio regionale per le tante implicazioni ed emblematicità che ha avuto.
Viste le determinazioni (ed anche le polemiche) di alcuni mesi fa, mi stupisce questa recente - odierna, a quanto ne so - presa di posizione della Juventus.
Non posso che prendere atto di quanto scritto nel comunicato che il Presidente mi ha cortesemente fatto leggere, nel quale si dice che la Juventus non intende farsi condizionare da complicazioni derivanti dall'esterno ed altre considerazioni di questa natura; inoltre, si dice che l'incasso della mostra sarà a disposizione della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro. Prendiamo atto anche di questo.
Volevo però dire che non posso non considerare che questo intervento oltre ad essere oggetto di polemiche alcuni mesi fa, è stato oggetto di altre polemiche pochi giorni fa.
Infatti, l'ex Assessore Angeleri ha dichiarato alcuni giorni fa che questo intervento era stato in qualche modo sottratto alle sue competenze ecc., ecc. Questo da quel che abbiamo potuto leggere sui giornali.
Come sapete, la questione Juvecentus non è stata oggetto delle nostre polemiche sulla conduzione dell'Assessorato al turismo.
Abbiamo letto invece che Juvecentus, le Terme di Acqui, ecc., sono state oggetto di questo tipo di polemica.
Volevo solo segnalare questo fatto e trarne un qualche evidente collegamento.
Chiedo al Presidente di approfondire, se anche Lei rileva possa essere ...



PRESIDENTE

Lo rileverà in un'occasione più opportuna, che è data dalla presentazione di un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Saitta Cavaliere, Miglietti, Chiezzi, Spagnuolo, Peano, che recita: "Impegna la Giunta regionale del Piemonte a destinare i fondi messi a bilancio per Juvecentus al sostegno della pratica sportiva tra i giovani nella realtà locale, laddove è più forte l'esigenza di attenzione da parte del governo regionale".



CAVALIERE Pasquale

Altrimenti, Presidente, queste cose le chiediamo al Presidente della Giunta regionale, Garrone, come ha fatto...



PRESIDENTE

Adesso iscriviamo questo ordine del giorno: quando verrà discusso ognuno potrà fare tutte le dissertazioni che crede.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Non posso che prendere atto delle dichiarazioni del Presidente Ghigo in ordine alla sua maggioranza composta da 35 componenti; le vicende dimostreranno se ciò corrisponde al vero.
Per quanto riguarda la questione Juvecentus, non pongo degli interrogativi, mi limito soltanto ad un commento sulla vicenda che ha impegnato il Consiglio in più sedute; una vicenda che aveva messo la Giunta in minoranza e aveva suscitato non poca attenzione da parte dell'opinione pubblica e dei mezzi di stampa: il Presidente fu messo in minoranza dalla sua stessa maggioranza.
Questa volta la fiducia della maggioranza non viene più a mancare, ma esprime una sfiducia la Juventus. Ho letto questo comunicato e, per la verità, sono molto preoccupato, non tanto perché la Regione Piemonte risparmia dei quattrini (era la nostra "vecchia" posizione: sostenevamo che fosse più utile che questi quattrini venissero impegnati per altre iniziative, ma di questo discuteremo prossimamente). Questa volta c'è un pesante giudizio negativo nei confronti della Regione, della Giunta infatti, il comunicato recita: "per evitare complicazioni derivanti dall'esterno e non essendoci più le condizioni..., rinuncia al contributo della Regione Piemonte". Una società che rinuncia a 650 milioni avrà qualche motivazione di una certa rilevanza.
Credo che questo comunicato, come è stato scritto e per il contenuto sia un giudizio di poca affidabilità per la Giunta regionale da parte di una società sportiva; lo interpreto in questi termini e sono estremamente preoccupato.
L'ordine del giorno n. 592 "Componenti della maggioranza di governo" presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti è quindi superato.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: Ordine del giorno n. 598: "Fondi per manifestazioni Juvecentus" presentato dai Consiglieri Saitta, Cavaliere, Miglietti, Riggio, Peano Chiezzi, Suino e Spagnuolo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
ordine del giorno n. 594: "Reggia di Venaria", presentato dal Consigliere Saitta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,25)



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