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Dettaglio seduta n.174 del 14/10/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 24, 25, 28, 29 e 30 luglio; 16, 24 e 30 settembre, i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Farassino, Gallarini Gatti, Ghigo, Masaracchio, Riba e Salerno.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame progetto di legge n. 238: "Norme per la programmazione sanitaria e per il PSR per il triennio 1997/99"


PRESIDENTE

Passiamo ora al proseguimento dell'esame del progetto di legge n. 238 di cui al punto 4) all'o.d.g.
ART. 17 Il Consigliere Rubatto ritira gli emendamenti n. 1, 2 e 3 dell'art. 17 sostituendoli con un nuovo emendamento: Emendamento presentato dal Consigliere Rubatto: Art. 17 dell'articolato, al termine del comma 1 aggiungere: "nel quale si evidenzia l'istituzione, in ognuno dei 22 ambiti territoriali coincidenti con le A.S.L., delle funzioni di lungodegenza post-acuzie e di recupero e rieducazione funzionale, ciascuna con idonea dotazione di posti letto, al fine di completare il processo di guarigione e il pieno recupero psicofisico".
La parola al Consigliere Rubatto per l'illustrazione dell'emendamento.



RUBATTO Pierluigi

Come Gruppo che si interessa dei problemi degli anziani, abbiamo presentato questo emendamento per evidenziare il fatto che in tutte le strutture sanitarie locali ci dovrebbero essere dei reparti per la lungodegenza post-acuzie, per il recupero e per la rieducazione funzionale.
Si tratta di reparti di geriatria per i quali noi avevamo sempre chiesto l'istituzione di tali reparti.
Spero che la Giunta accolga questo emendamento che è di grande importanza sia per la sanità della nostra Regione sia per la categoria degli anziani.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La Giunta accoglie l'emendamento. Comunque nell'allegato a) del Piano sanitario era già stabilito che tutti gli ambiti territoriali venissero dotati di reparti di lungodegenza post-acuzie, di recupero e di rieducazione funzionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 9 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 17 così emendato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 27 voti contrari 4 astensioni 9 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Foco, Manica e Riggio: Art. 18, punto 2, dopo "competenze per il territorio", aggiungere "sentita la conferenza dei Sindaci".
Come richiesto dal Gruppo di Rifondazione comunista, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 hanno risposto SI' 32 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è approvato.
La parola alla Consigliera Simonetti per dichiarazione di voto.



SIMONETTI Laura

Questo sulle RSA è un articolo molto importante, perché dovrebbe definire sostanzialmente l'impegno dell'Assessorato alla programmazione sanitaria in questa direzione, quindi verso un obiettivo importante nell'ambito delle strutture territoriali.
Vorrei sollevare una critica complessiva che non riguarda direttamente questo articolo, ma lo coinvolge necessariamente: si tratta sostanzialmente dell'equiparazione che è stata fatta da questa Giunta, non solo attraverso l'Assessorato alla sanità, ma anche l'Assessorato all'assistenza, tra RAF e RSA. Si tratta di due sigle, di cui una inventata, attraverso la quale si è trovato l'escamotage - di questo si tratta - per equiparare strutture con diversa tipologia. Per le RSA (Residenza Sanitarie Assistenziali) vengono richiesti requisiti più precisi di questa nuova struttura che è stata inventata, le RAF (Residenze Assistenziali Flessibili), allo scopo di equiparare le due con requisiti sostanzialmente diversi. L'unica differenza è che di fatto la RAF ricade sull'assistenza, è una struttura assistenziale, seppure possono confluire malati di competenza strettamente sanitaria. Questa è una scelta politica perché si è deciso di dirottare anche se è brutto il termine, dei pazienti di stretta competenza sanitaria all'assistenza! Nelle RAF chi paga? In questo contesto io credo debba essere fatto un ragionamento più complessivo. E' una modifica che ormai è stata inserita e che si tenta di legittimare con questo piano sanitario.
Il problema vero è che in merito alle strutture territoriali, a partire quindi dalle RAF, anzi dalle RSA a cui sono state equiparate da questa Giunta le strutture assistenziali flessibili, in cui paga sostanzialmente l'assistenza e sono a carico del paziente (addirittura è stata inserita una modifica in cui si richiede un contributo a carico stesso dei parenti, cosa assolutamente non normata dalla legislazione nazionale vigente né dalla stessa Costituzione italiana, su cui insieme ad altri Gruppi avevamo presentato delle interpellanze per richiedere all'Assessore Goglio delle spiegazioni che fossero plausibili su questa scelta), ebbene su queste strutture la Giunta, in particolare l'Assessore alla sanità, non ha concretizzato il suo impegno. Infatti, confrontando il progetto ex art. 20 in cui sono stati stanziati oltre 2.000 miliardi, con il precedente programma di investimenti ex art. 20, in cui erano state fatte delle variazioni di assestamento, si può notare che la maggior parte, anzi tutte le Residenze Sanitarie Assistenziali, non sono state più finanziate! C'erano oltre 44 RSA nel territorio piemontese che a marzo del 1996 la Giunta ha individuato come soggetti beneficiari di contributi e che un mese fa, quindi nel 1997, a distanza di un anno, la Giunta non ha più individuato come soggetti beneficiari del contributo, individuando sostanzialmente i centri ospedalieri! Quando ci troviamo a parlare di un articolo di questa entità, bisogna anche fare i conti delle risorse finanziarie che si intendono predisporre per la realizzazione di queste strutture e fare riferimento al programma ex art. 20 che sostanzialmente non trova, nella sua articolazione, un finanziamento del territorio. Allora ci chiediamo: questi 8.500 posti-letto di RSA che erano stati previsti dall'Assessorato, se non stati finanziati dall'ex art. 20 dove li si è trovati? O si è costruita l'intenzione attraverso la nomenclatura RAF di utilizzare i soldi e le strutture dell'assistenza per creare strutture per i malati di competenza sanitaria oppure c'è stato un sostanziale dirottamento creando delle condizioni sicuramente favorevoli per i privati affinché potessero gestire questa situazione dei malati non autosufficienti.
Anche se procediamo con celerità nell'affrontare questo piano sanitario, io credo che queste risposte debbano essere date, innanzitutto al Consiglio, ma poi alla comunità che aspetta delle risposte! Molte famiglie di malati non autosufficienti non sono più in grado di pagare le quote neanche per le RAF, e questo è un problema che un Assessorato alla sanità, ma anche all'assistenza (chiederei anche un'interlocuzione dell'Assessore Goglio su questa questione), debba comunque porsi come obiettivo prioritario. La tutela della salute dei cittadini deve partire dai malati e in primo luogo dai malati non autosufficienti che sono i soggetti più deboli e svantaggiati.
La tutela della salute dei cittadini deve avere come obiettivo prioritario la tutela di questi soggetti deboli, indipendentemente dai costi che questi soggetti possono provocare alla comunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

L'art. 18 del piano sanitario regionale, che è importantissimo, viene discusso a mio avviso in un clima un po' troppo di rilassatezza, senza la dovuta considerazione.
Esso riguarda i progetti sanitari, la costruzione, l'ampliamento e la trasformazione di immobili alle attività di residenza sanitaria assistenziale, che devono essere approvati dal direttore generale. A mio avviso a questa figura si è dato troppo potere programmatorio e ciò è stato evidenziato anche dalle stesse conferenze dei servizi che sono in corso su tutto il territorio e che a mio avviso avvengono senza che il Piemonte si sia ancora dato la legge sanitaria regionale. Io nutro delle perplessità sulla validità di queste conferenze, dovute peraltro per legge.
Abbiamo già sottolineato come Gruppo che in base ai contenuti della programmazione del piano sanitario, il soggetto programmatorio chiaro è la Regione e non riteniamo quindi che le USL le ASL abbiano questa possibilità di farlo.
La Giunta di centro-destra ha elaborato un piano - lo abbiamo già rilevato - che evidenzia troppo il privato, che valorizza troppo questa branca di attività e tocca poco il pubblico, che invece a nostro avviso è la parte più importante della sanità, in quanto dovrebbe garantire la salute gratuita a tutti i cittadini piemontesi.
Noi riteniamo che si debba andare ad un piano sanitario completamente diverso e nel corso della discussione sui nostri emendamenti lo dimostreremo. In questa drammatica fase il Piemonte, soprattutto per quanto riguarda la salute dei propri cittadini dislocati in otto Provincie con una territorialità importante e molto diversificata, ha bisogno di una legge sanitaria, di una programmazione sanitaria completamente diversa, che invece non avviene in questo piano che - lo abbiamo più volte ribadito e lo confermo ancora nel mio breve intervento - è sì pieno di tante progettazioni, ma è una scatola vuota che non va certamente a risolvere i problemi della sanità piemontese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Consigliera Simonetti, le RAF non sono state inventate dall'Assessore D'Ambrosio, ma sono state riconosciute ed istituite con la legge n. 37/90 cioè col Piano 1990/1992.
E' chiaro che c'è una differenza tra le RAF e le RSA, soprattutto per quanto riguarda l'assistenza, però debbo dirle che sia le RAF che le RSA per il 60% sono finanziate dalla sanità, mentre il rimanente 40%, se l'assistito non ha disponibilità, è a carico del Comune di residenza del cittadino.
Inoltre - con molta cordialità, ma una volta per tutte - vorrei dire al Consigliere Moro, il quale ha tracciato un quadro della sanità piemontese veramente bruttissimo, che il Piemonte è tra le prime 4 Regioni d'Italia e che l'Italia, per quanto riguarda la sanità, è tra i primi dieci Paesi al mondo.
Chiaramente tutto è perfezionabile; senza dubbio le possibilità di ulteriori miglioramenti ci sono.
Il quadro prospettato dal Consigliere Moro, ripeto, è veramente di un pessimismo estremo; evidentemente si riferisce agli articoli "scoop" della stampa, che evidenziano solamente la malasanità.
Questo Piano, attraverso obiettivi precisi, mira a migliorare sensibilmente la situazione sanitaria in Piemonte. Certo, ognuno è libero di giudicare come vuole, senza però mai dimenticare che una legge va vista nel suo insieme; comunque, ribadisco l'obiettivo principale del Piano stesso.
Infine, quando si dice che questo Piano quasi svende al privato la sanità, debbo rimarcare che in nessun punto del Piano si evidenzia quanto più volte sottolineato.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione dell'art. 18 come emendato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 25 voti contrari 3 astensioni 14 L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 22 voti contrari 3 astensioni 11 L'art. 19 è approvato.
ART. 20 Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Vorrei solo sollevare una questione, relativamente alla quale vorrei ricevere delle risposte dall'Assessore; una questione che già era stata sollevata dall'Assessore stesso in sede di Commissione.
Mi riferisco alla mancanza di rapporto tra Regione e Università, anche rispetto alla ricerca finalizzata, e conseguentemente, alla grave carenza di soggetti e di professionalità all'interno delle strutture ospedaliere che rischia di mettere in discussione la funzionalità stessa dei presidi.
Parlo, per esempio, della cronica carenza di anestesisti nel nostro territorio. E' necessario che l'Università, d'intesa con la Regione e l'Assessorato alla sanità, promuova in qualche modo questo tipo di professionalità, proprio perché l'assenza cronica di questi soggetti - e ho fatto l'esempio degli anestesisti perché, credo, è il caso più eclatante provoca di fatto una disfunzionalità nei servizi e un limitato accesso dei servizi all'utenza, alla popolazione.
Il mio era solo un inciso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Accolgo le considerazioni della Consigliera Simonetti, che ovviamente rispondono a verità; al riguardo, si sta lavorando in Commissione paritetica per definire il modo migliore di affrontare la questione.
Quello degli anestesisti è un problema che non è possibile risolvere nell'immediato, ma sia per quanto riguarda il numero di specializzandi che per quanto riguarda la possibilità di convenzioni con gli anestesisti, si è a buon punto; spero, quanto prima, di poter riferire in IV Commissione su questa situazione.
Approfitto della parola per dire alla Consigliera Simonetti - prima non l'avevo evidenziato - che, per quanto riguarda l'art. 20, con la delibera precedente in realtà si erano autorizzati 3.250 posti in RSA.
Con la nuova delibera attuativa dell'art. 20 non si è ritenuto istituire nuovi posti in RSA, perché si pensa di poterne avere altri 4.500 circa - è vero, Assessore Goglio? - con la trasformazione delle RAF.
Inoltre, la legge n. 73/96 ha incentivato coloro che avevano possibilità e interesse a che le RAF venissero trasformate in RSA; di conseguenza, così come prefissatoci, contiamo di avere 8.000 posti entro la fine del '99 (non oltre).



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo alla votazione dell'art.
20 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 astensioni 13 L'art. 20 è approvato.
ART. 21 Passiamo dunque ad esaminare gli emendamenti presentati agli allegati A, B C richiamati all'art. 21.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Manica, Riggio ed altri: All'art. 21, punto 1 abrogare: "Sono approvati gli allegati al PSR, il cui contenuto è il seguente:" sostituire con: "Sono parte integrante del Piano sanitario regionale:".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Quello che abbiamo presentato al comma 1, prima dell'allegato a), è un emendamento che, a prima vista, potrebbe sembrare solamente tecnico invece, è un emendamento di sostanza.
Mentre il testo prevede: "Sono approvati gli allegati al PSR", per quanto ci riguarda riteniamo indispensabile precisare: "Sono parte integrante del Piano sanitario regionale:".
Il fatto che siano approvati o meno è una conseguenza politica della votazione, mentre ai fini della norma che andiamo a disporre non interessa tanto l'approvazione in sé (che è già parte politicamente conforme all'approvazione nel complesso o meno del Piano), quanto piuttosto è indispensabile precisare, all'art. 21, che "sono parte integrante" e quindi costituiscono norma del Piano sanitario i tre allegati.



PRESIDENTE

Prima che l'Assessore dia una risposta, non potremmo posticipare questo suo emendamento alla fine dell'approvazione degli allegati?



SUINO Marisa

Infatti la seconda parte del mio intervento prevedeva che io richiedessi proprio questa traslazione. Va benissimo, la ringrazio.



PRESIDENTE

Allora lo facciamo alla fine.
Iniziamo con gli emendamenti all'allegato A.
A1) Emendamento presentato dai Consiglieri Riggio, Bortolin e Cavaliere al punto 1.2.
Consigliere Riggio, mi aiuti, è un suo emendamento: dove va inserito il suo emendamento che recita: "Il mantenimento, come limite minimo, dei livelli assistenziali attualmente raggiunti dai Servizi sanitari delle varie aree della Regione Piemonte, con particolare riguardo alle zone montane o disagiate".?



RIGGIO Angelino

Qui dice: "costituiscono scelte politiche generali: il mantenimento come limite minimo dei livelli assistenziali attualmente raggiunti dai servizi sanitari delle aree della Regione Piemonte, con particolare riguardo alle zone montane o disagiate" e poi per il resto continua.



PRESIDENTE

Allora è sostitutivo "della Regione Piemonte"...



RIGGIO Angelino

E' sostituito da "il mantenimento" fino a "Regione Piemonte".



SIMONETTI Laura

Si però ci sono degli emendamenti prima, perché siamo slittati così in avanti?



PRESIDENTE

Bisogna esaminare gli allegati, perché questi afferiscono all'art. 21 dopo l'approvazione degli allegati, si deve approvare l'art. 21.



SIMONETTI Laura

Prima, comunque, ci sono degli altri emendamenti: a pag. 12 al primo paragrafo. Se si procede così, c'è prima un nostro emendamento.



PRESIDENTE

Ritorniamo all'emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: A2) Pag. 12. All'interno del primo paragrafo, dopo la parola "integrazioni" sono eliminate le parole "sulla base dei quali" e dopo le parole "Regione Piemonte" è eliminato tutto il paragrafo (ovvero "Le innovazioni previste dal D.L. e successive modifiche e integrazioni possono essere raggruppate in quattro diversi ambiti.").
Mi aiuta lei? La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

In pratica rimarrebbe: "Nel modello assistenziale delineato dai decreti legislativi 502/92 e 517 e successive modificazioni e integrazioni viene avviata l'attività di programmazione sanitaria della Regione Piemonte".



PRESIDENTE

Consigliera Simonetti, io mi riferisco a pag. 12.



SIMONETTI Laura

Sì, è il primo comma, la "Rete distrettuale".



PRESIDENTE

Noi siamo molto più indietro, siamo ai "Criteri generali". Allora è un errore mio, perché leggevo la pagina in alto, invece devo leggere in basso.
Siamo a pag. 1 dell'allegato A).
Torniamo all'emendamento presentato dai Consiglieri Riggio, Bortolin e Cavaliere: A1) Al punto 1.2, sostituire il primo trattino con la seguente frase: "Il mantenimento, come limite minimo, dei livelli assistenziali attualmente raggiunti dai Servizi sanitari delle varie aree della Regione Piemonte, con particolare riguardo alle zone montane o disagiate".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Ora ci spostiamo a pag. 12, rispetto alla quale ci sono diversi emendamenti numerati A/2, A/3, A/4, A/5, A/6, A/7, A/8; ripeto, sono tutti relativi alla pag. 12.
A2) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: Pag. 12. All'interno del primo paragrafo, dopo la parola "integrazioni" sono eliminate le parole "sulla base dei quali" e dopo le parole "Regione Piemonte" è eliminato tutto il paragrafo.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Sostanzialmente questo emendamento rimane, e lo leggo giusto per chiarire, perché parte da "omissioni": "Nel modello assistenziale delineato dai decreti legislativi 502 e 517 e successive modificazioni e integrazioni viene avviata l'attività di programmazione sanitaria della Regione Piemonte".
Questo perché le ultime righe, che in qualche modo vengono introdotte a nostro parere inseriscono una distinzione che noi non capiamo, cioè tra soggetti committenti ed erogatori dei servizi. Questa distinzione viene introdotta nel Piano sanitario per introdurre una diversa collocazione tra due soggetti che a nostro parere svolgono la stessa funzione.
Questa distinzione fra soggetti committenti e soggetti erogatori nei servizi ci sembrava in qualche modo inserita male in questo contesto e anche il riferimento ai decreti legislativi. Ci sembrava più chiaro che la programmazione sanitaria partisse dai decreti legislativi 502 e 517, che sono inevitabilmente la fonte normativa dalla quale la Regione Piemonte ottiene la forma per svolgere la programmazione sanitaria nel complesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore regionale

Proprio perché il DL 502 è la fonte normativa anche del Piano sanitario regionale non è accoglibile l'emendamento, perché la suddivisione tra compiti di erogazioni dei servizi e compiti di garanzia dei livelli assistenziali è l'elemento distintivo della legislazione nazionale a partire dal 1992 in poi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 23 contrari e 15 astensioni.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

In relazione alla Rete distrettuale nonché ad un articolo votato nella precedente seduta di Consiglio regionale, vorrei proporre un ordine del giorno collegato.



PRESIDENTE

Occorre votarlo alla fine della discussione degli allegati, prima della votazione dell'articolo; lo può leggere dopo.
A3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea Simonetti: pag. 12. All'interno del terzo paragrafo, nell'elenco, dopo le parole "Aziende Sanitarie", sono eliminate le parole "le strutture operative dell'Asl stessa" ed è sostituita la dicitura "strutture private accreditate" con la dicitura "strutture private provvisoriamente accreditate".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

L'emendamento si pone un problema di chiarezza.
Nel terzo comma, quando si introduce la dizione "soggetti produttori ed erogatori di servizi", si individuano quali soggetti produttori - chi produce il servizio, di fatto, chi lo eroga - le Aziende sanitarie ospedaliere. Infatti, è questo il soggetto prioritario di produzione ed erogazione del servizio e della prestazione sanitaria.
Cosa significa "(...) strutture operative dell'Azienda sanitaria ospedaliera stessa"? Sono sempre l'Azienda sanitaria ospedaliera! A nostro avviso, la dizione introduce un meccanismo di confusione sostanzialmente, l'Azienda sanitaria ospedaliera e locale introduce nel territorio dei meccanismi che, a partire dal Direttore generale, possono creare le strutture, le quali però, di fatto, sono strettamente sotto le dipendenze dell'Azienda sanitaria ospedaliera stessa, attraverso un rapporto diretto con il territorio.
Sembrava quindi si introducesse una dizione che complicava la distinzione di ruoli.
Altro punto importante. Le strutture private accreditate. Non capiamo di cosa si tratta; ad oggi, abbiamo soltanto strutture provvisoriamente accreditate.
Quando nella scorsa seduta avevamo posto una questione pregiudiziale relativamente alla sentenza della Corte Costituzionale, ci preoccupava affrontare la vicenda, proprio perché sapevano che già al primo capitolo utile si sarebbero legittimate, con questo Piano sanitario regionale, le strutture private accreditate.
Non esiste, sostanzialmente, alcuna normativa che legittimi l'accreditamento di queste strutture, che vigono in base ad una deroga sui loro requisiti. Ripeto: non c'è ancora alcuna legge, neppure regionale, che definisca i requisiti sostanziali delle Case di cura private; a maggior ragione, nel momento in cui vengono accreditate, e conseguentemente godono della fiducia dell'Assessorato e quindi di un Ente pubblico quale la Regione che permette loro di sostituirsi al pubblico, devono possedere tutti i requisiti previsti per il settore pubblico stesso.
Visto che così non è, mi chiedo perché non venga definito, per chiarezza, che le strutture private, inserite nell'ambito del capitolo relativo alla Rete ospedaliera nella parte successiva del Piano e in quella in discussione, relativa alla Rete distrettuale, sono "provvisoriamente" accreditate, fino a quanto una legge regionale stabilirà parametri precisi di accreditamento ai sensi di legge e non sulla base di deroghe più o meno permanenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Stiamo discutendo un emendamento presentato dal Gruppo di Rifondazione Comunista sull'importante tematica sanitaria della Rete distrettuale.
E' già stato detto che nei Decreti n. 502 e n. 517 viene avviata la programmazione sanitaria anche per il Piemonte; noi abbiamo fatto notare che però, nel Piano sanitario regionale, vi sono delle distinzioni, a nostro avviso, non chiare - e che l'Assessore non ha accettato - tra soggetti contraenti e soggetti erogatori di servizi sanitari. Come Gruppo ritenevamo non ci fosse l'opportuna chiarezza.
L'emendamento in discussione va in questa direzione chiarificatoria.
Ci chiediamo chi produce sanità sul territorio, chi eroga i servizi: ovviamente, si tratta dell'Azienda sanitaria ospedaliera.
Vi è, successivamente, il "nodo" delle strutture private accreditate ai servizi sanitari. Tematica che si riallaccia a quanto già affermato, ovvero l'eccessiva privatizzazione prevista nella legge, anche per quanto riguarda l'accreditamento delle strutture private presso i servizi sanitari.
Ritengo dunque che il Piano sanitario regionale, nel suo insieme, va nel senso di un'eccessiva privatizzazione che, a mio avviso, non risolve i problemi della sanità piemontese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il Piano in discussione è stato redatto, doverosamente, rispettando le leggi. Riferendomi a quanto detto dal Consigliere Moro, devo dire che accreditando delle strutture non si va a favorire il privato; il DPR del 14/1/97 finalmente ha definito i criteri di accreditamento: le Regioni hanno l'obbligo, entro il 28 febbraio 1998, di procedere all'accreditamento definitivo.
Accreditamento che quindi è un atto dovuto; nel triennio stabilito è obbligatorio giungere all'accreditamento delle strutture pubbliche e private.
Questi i motivi per cui ritengo necessario lasciare la dicitura proposta e non accettare l'emendamento.
Per quanto riguarda, invece, le strutture operative, Consigliera Simonetti, anche queste sono definite dal decreto n. 502: si tratta degli ospedali presidi di USL, dei Distretti e del Dipartimento di prevenzione.
Non è quindi possibile accogliere l'emendamento proprio in ossequio alla legislazione nazionale e con l'impegno regionale affinché entro il 28 febbraio 1998 si proceda all'accreditamento definitivo delle strutture pubbliche e private.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Debbo dire che sul piano formale l'osservazione dell'Assessore è corretta. Resta un problema, Assessore, che forse non può essere iscritto nel Piano, ma che deve essere assolutamente nella nostra agenda e che tocca un po' quella che è la debolezza del provvedimento. L'ha già detto il Consigliere Cavaliere nel suo intervento generale, ed io sono completamente d'accordo: il Piano è decisamente a favore della sanità pubblica. A mio avviso è giusto; il nostro orientamento deve soprattutto valorizzare la sanità pubblica. Ma ben altro ci si chiede come ente regionale; abbiamo una responsabilità di governo di tutto ciò che di sanitario si muove sul nostro territorio. Abbiamo un obbligo di governo nei confronti del privato.
Occorre definire degli obiettivi di qualità nei confronti del privato e, parimenti, costruire dei meccanismi di verifica della qualità.
Diversamente, lasciamo le diverse Aziende sanitarie completamente nude, per cui, rispetto a tali vicende, ogni Azienda agisce in base al rapporto di forza esistente e non ad una forte normativa che poteva trovare spazio anche nel Piano sanitario e che, in ogni caso, è assolutamente indifferibile. Diciamo pubblicamente che i termini dati per l'accreditamento e la verifica del rispetto delle caratteristiche di accreditamento saranno da noi considerati assolutamente indifferibili.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

A me spiace che il Consigliere Riggio definisca corrette, da un punto di vista formale, queste risposte e mi riferisco alle Case di cura private accreditate. Mi risulta, infatti, che le 38 Case di cura private siano ad oggi accreditate provvisoriamente, non potete smentirmi! Esistono delle leggi nazionali che indicano i criteri per l'accreditamento, ma di fatto la Regione Piemonte, quindi l'Assessore alla sanità, non ha ancora emanato una legge, una deliberazione o un provvedimento che definisca i requisiti per l'accreditamento; è passata solo una deliberazione che proroga i termini e i requisiti, con proroghe e deroghe temporanee o, in alcuni casi permanenti. Poiché ci troviamo concordi sul fatto che non necessariamente le Case di cura private che ad oggi sono state provvisoriamente accreditate lo saranno anche in un prossimo futuro, perché non è detto che abbiano i requisiti per poter funzionare ed offrire prestazioni, a me sembra illogico che in un Piano sanitario si introducano le strutture private accreditate che, nel momento in cui vengono introdotte, non sono ancora state accreditate.
Perché dobbiamo legittimare le strutture private che operano sul territorio anche per il futuro? Questa mi sembra - mi scusi, Assessore un'eccessiva apertura verso il privato. In questo modo non incentiviamo la sanità pubblica, ma apriamo le porte ai privati, indipendentemente dai requisiti.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 19 contrari e 8 astensioni.
A4) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: pag. 12. Dal terzo paragrafo è eliminata la frase: "Inoltre, le strutture private non accreditate erogano prestazioni in forma indiretta".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Anche questo emendamento raccoglie delle perplessità riguardo al ruolo che le strutture private svolgono sul territorio.
Ci troviamo in una situazione per cui la Giunta ha legittimato le strutture private ad operare sul territorio; in questo caso, addirittura le strutture private non sono accreditate, per cui non hanno ricevuto la fiducia da parte dell'Assessorato e dell'Ente locale per potersi sostituire alla struttura pubblica e quindi acquisire i finanziamenti pubblici.
Dopo la definizione dei soggetti che producono ed erogano prestazioni sanitarie, sono state introdotte le strutture private non accreditate, che pur non godendo della fiducia dell'Amministrazione nel finanziamento pubblico, possono erogare, anzi erogano prestazioni in forma indiretta.
Poiché non abbiamo capito il senso di tale frase - non vogliamo partire in malafede - abbiamo pensato che abolendola si facilitino le condizioni per istituire una Rete distrettuale sulla quale il settore pubblico abbia un ruolo fondamentale (magari potessimo ragionare in termini di Rete distrettuale; il distretto è ancora da istituire!).
Inserire, invece, le strutture private addirittura non accreditate per offrire prestazioni di assistenza indiretta mi sembra assolutamente fuori luogo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. E' in discussione questo importante emendamento di Rifondazione Comunista sul ruolo delle strutture private che operano sul territorio delle 8 Province del Piemonte; ruolo che a nostro avviso non è coerente con i principi di uguaglianza sanitaria e democrazia, in quanto le Case di cura private accreditate, spesso anche senza avere i requisiti previsti (che dovrebbero essere invece sempre presenti) vengono introdotte nel Piano sanitario regionale solo in una logica privata e non pubblica della sanità.
Questo concetto mi lascia allibito, in quanto viene introdotto nel Piano sanitario regionale senza la chiarezza dovuta. Ma soprattutto, data la nostra concezione sulla sanità, una concezione pubblica, penso che questo eccessivo rimarcare delle strutture private non vada nella logica corretta di una sanità che comunque deve essere gratuita e pubblica.
Lo ribadisco: questa è un'eccessiva invadenza del privato in un settore importante come la sanità, che va a privilegiare quella logica privatistica che noi riteniamo non confacente agli interessi sanitari del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Condividendo quanto è stato detto in quest'aula dal Consigliere Riggio cioè che il dovere della Regione è quello di governare l'insieme del sistema e quindi anche le strutture private, debbo dire che il ricorso all'assistenza in forma indiretta è prevista da molti anni dalla legislazione nazionale, già dalla legge 833 del '78, che impone alle Regioni di stabilire annualmente tariffe di rimborso e tipologia di prestazioni erogabili in questa forma per le strutture autorizzate.
Di questa assistenza indiretta anche i cittadini piemontesi hanno goduto ed usufruito ormai da più di 20 anni.
E' chiaro che si può accedere a questo tipo di assistenza nelle strutture private autorizzate. Vi sono strutture private autorizzate cittadine, le quali rifiutano il convenzionamento e quindi l'accreditamento (che poi vuol dire accettare le tariffe stabilite con DRG), preferendo invece usufruire dell'assistenza indiretta.
Con l'assistenza indiretta il cittadino va nella clinica privata che è stata autorizzata e la Regione stabilisce un tetto massimo di rimborso direttamente all'assistito.
Quindi, anche in questo caso, non si vuole fare e non si fa altro che osservare una disposizione nazionale, per cui non c'è assolutamente nessuna prevaricazione nei confronti del pubblico né si favorisce in nessun modo il privato, ma - ripeto - si ottempera semplicemente a quelle che sono disposizioni nazionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio per dichiarazione di voto.



RIGGIO Angelino

Rivolgo una domanda all'Assessore: qual è lo stato di vigilanza, non tanto ex ante, ma ex post, rispetto a queste strutture e agli standard di qualità?



PRESIDENTE

Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 20 contrari e 9 astensioni.
A5) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: Pag. 12. Il paragrafo che inizia con "Il PSR, attraverso la programmazione dell'attività nelle varie..." è così sostituito: "Il Piano sanitario regionale, attraverso la programmazione dell'attività nelle varie aree di intervento, si propone di garantire proprio il soddisfacimento delle necessità sanitarie della popolazione piemontese".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Proprio perché siamo in un ragionamento complessivo, desidero ancora rilevare come l'esaltazione di questa logica di aziendalizzazione porti purtroppo la straripante maggioranza a definire la sanità, ma anche l'assistenza, in virtù dei costi aziendali.
In Commissione ci siamo trovati a discutere con l'Assessore Goglio della programmazione, anche sanitaria. Abbiamo cercato di definirla non solo partendo dai bisogni sociali dei cittadini in generale, ma anche raffrontando e confrontando i costi delle prestazioni, analizzando i possibili costi dei servizi, dando quindi grande importanza all'Azienda in quanto tale, riservando tuttavia un'attenzione altrettanto importante ai bisogni di tutela della salute dei cittadini.
Visto che - ripeto - ci troviamo a discutere su un Piano sanitario che individua la programmazione sanitaria regionale e che ha come suo prioritario obiettivo la tutela della salute dei cittadini, quindi il partire dai bisogni della popolazione piemontese in termini di salute e visto che ci troviamo nel capitolo della Rete distrettuale, non vorrei essere così pesante nel sottolineare ulteriormente l'importanza del territorio, e quindi del distretto nel contesto più generale della programmazione sanitaria. Proprio a partire dal distretto, ritengo necessario che la programmazione sanitaria si leghi fondamentalmente al soddisfacimento dei bisogni, ed in particolare, per quanto ci riguarda, di quelli della popolazione piemontese.
Non è possibile che la programmazione degli interventi sanitari debba adeguarsi alle risorse disponibili; certo, ci deve essere un legame tra gli interventi, gli obiettivi prioritari della tutela della salute ed i costi (perché purtroppo dobbiamo anche ragionare in termini aziendali), ma che ogni intervento debba avere un equilibrio con le risorse disponibili significa che, nel momento in cui non intendo promuovere o investire delle risorse disponibili, l'intervento sul territorio non si fa.
E allora, visto che invece è necessario investire di più e in modo più adeguato - oggi il nostro intervento sul territorio è inadeguato e credo che l'Assessore concordi su questo - visto che è necessario potenziare i servizi sul territorio (in primo luogo sul territorio!), non si può legare questa necessità prioritaria alla compatibilità con le risorse, il che significa che io intervengo sul territorio, opero una prestazione ai cittadini, solo se questa prestazione è compatibile con le risorse che intendo investire.
E' chiaro che ragioniamo in termini di costi, però anche nell'ambito dei costi - e questa poi è competenza del Direttore generale - c'è la Regione, e la Regione ha un compito politico. La scelta "territorio sì territorio no" è una scelta politica.
Per cui, nell'ambito delle risorse che ha a disposizione per l'intervento sanitario, la Regione deve fare delle precise scelte. Occorre dunque scegliere di investire di più su quella riteniamo sia una parte importante, il territorio, ovvero il più stretto luogo a contatto con i cittadini.
Ripeto, è una scelta politica. Non si può dire che queste scelte e questi interventi debbono e possono essere fatti solo "se sono compatibili e in equilibrio con le risorse disponibili": quelle, Assessore, sono scelte politiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Trovo molto ragionevole questo emendamento cosi come è stato formulato d'altra parte è coerente con un emendamento che noi abbiamo presentato all'inizio della discussione di questa legge, laddove dicevamo che gli obiettivi principali su cui misurare i Direttori generali erano obiettivi di salute e non obiettivi d carattere economico.
I Direttori generali, tanto per parlarci chiaro e per dirla molto chiara, oggi come oggi sono dei funzionari che hanno un premio economico, e anche abbastanza importante: se tengono l'Azienda in equilibrio economico si vedono riconfermati; se pareggiano il bilancio hanno addirittura un aumento rispetto alla loro indennità. Quindi, non solo non perdono il posto di lavoro, ma addirittura hanno un aumento dell'indennità.
Questa visione prevalentemente economicistica del nostro Piano viene contraddetta da quell'emendamento che abbiamo approvato precedentemente e che evidenzia il fatto che i Direttori aziendali devono essere valutati prioritariamente rispetto al miglioramento dei livelli di salute della popolazione di riferimento del territorio della propria Azienda.
Questo è il dato fondamentale; badate, il non seguire questa strada potrebbe comportare dei problemi successivi.
Infatti, se il Direttore vuole instaurare un equilibrio economico, ed ha un eccesso di spese, taglia le spese prevalentemente sul territorio; se vuole compensare eventualmente aumenta le entrate, ma per aumentare le entrate è costretto, inevitabilmente, a puntare sulle cose che hanno un alto DRG.
Faccio un esempio concreto - ci sono Consiglieri in aula iperdistratti se poi non presentiamo degli esempi concreti giornali e telefonini si sprecano - che interessa l'ospedale di Rivoli e l'ospedale S. Luigi.
L'obiettivo generale è quello del miglioramento dello stato di salute. Noi sappiamo che nelle zone citate la popolazione ha dei piccoli problemi che possono essere facilmente risolti sul territorio; dei malesseri per i quali rischiano di finire in ospedale; dei problemi che possono essere risolti con un ordinario ricovero in ospedale e problemi che richiedono, invece, un intervento altamente complesso; tralascio il postospedale.
La logica di tipo economicistico ci porta a pensare che l'ospedale di Rivoli per poter aumentare le proprie entrate in termini di DRG eleverà il livello tecnico e tecnologico dell'intervento affinché possa essere valido concorrente rispetto al vicino di casa che è l'ospedale S. Luigi.
Quindi investirà notevolmente sull'ospedale; il risultato è che se si investe sull'ospedale si sottraggono risorse al territorio, e quale è il risultato globale? Il risultato globale è ancora peggiore.
L'ospedale S. Luigi, che dovrebbe essere di eccellenza e quindi lavorare soltanto su interventi ad alta complessità e tecnologia, per non perdere utenza abbasserà il proprio livello per poter concorrere con l'ospedale di Rivoli.
Collocando il dato economico al primo posto o alla pari con gli altri si giunge ad assumere dei comportamenti che vanno contro quella che è la concezione della salute inserita in questo piano. Quindi contro la definizione di quelli che sono i parametri sui quali noi valutiamo i nostri Direttori generali che sono dei parametri per il raggiungimento degli obiettivi sulla salute. Per cui, mi sembra più che mai corretta la riaffermazione che la sanità ha questo tipo di obiettivo, le altre cose che vengono dette nei paragrafi successivi, il sostanziale equilibrio tra risorse disponibili e costi per la produzione dei servizi, attengono esclusivamente ai criteri di gestione.
Una cosa sono gli obiettivi, altra gli strumenti. Collocare obiettivi e strumenti sullo stesso piano significa innanzitutto commettere un errore di tipo epistemologico, ed è sbagliato.
Agendo in questo modo si commette anche un errore dal punto di vista filosofico del Piano, in quanto questa, giustamente, il Piano sanitario mira al soddisfacimento delle necessità sanitarie della popolazione piemontese in generale e del territorio di riferimento delle varie aziende territoriali nello specifico.
Per cui sono favorevole all'emendamento così come è stato proposto.
Pertanto chiederei all'Assessore di recepirlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

E' ancora in discussione un emendamento comunista relativo alla Rete distrettuale. Riaffermo che vi è nel Piano regionale presentato dalla Giunta regionale un'esaltazione della aziendalizzazione sia sanitaria che socio assistenziale, con un eccesso del privato sul pubblico indipendentemente dalle leggi sanitarie nazionali. Per cui nel Piano regionale sanitario, nel quale dovrebbero essere inseriti tutti gli interessi sanitari "veri" del Piemonte che sono gravi e che interessano tutto l'arco territoriale delle 8 Province, non vengono perseguiti.
Inoltre, trattando della Rete distrettuale e delle risorse - componente programmatoria importante - volevo rimarcare che gli obiettivi sulla salute non possono essere inseriti solo adottando un concetto aziendale privatistico, ma vanno invece visti in un'ottica più pubblica.
Poi vi sono i Direttore generali che eccedono in concetti aziendalistici nella loro discutibile attività di programmazione sanitaria e anche di vera padronanza. Tale atteggiamento lo si è riscontrato nelle varie conferenze dei servizi che si stanno svolgendo in Piemonte, ripeto senza una legge regionale sulla sanità. Infatti, tale legge potrebbe essere modificata, pertanto non vedo l'utilità politica di queste conferenze.
Essendo ancora il Piemonte, fino all'approvazione di questo progetto di legge, sprovvisto del Piano sanitario, non vedo come possano le 29 UU.SS.LL. di questa Regione programmare in un concetto anche aziendalistico.



MINERVINI MARTA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La logica della legge n. 833 del 1978, ancorché condivisibilissima soprattutto da chi come me ha esercitato per anni la professione di medico è fallita. Purtroppo è fallita perché non è possibile, nel settore della sanità, dare tutto a tutti; né tanto meno pagare a piè di lista, così come è avvenuto fino all'anno scorso. Il bilancio della sanità l'anno scorso ha avuto un passivo di 12.000 miliardi; mentre negli anni passati, mi riferisco al 1984/85, molte volte la sanità ha portato sforamenti che hanno superato i 20.000 miliardi. Il rispetto dei vincoli delle risorse disponibili, cioè il Fondo Sanitario Regionale, determinato dal Ministero costituisce a mio modo di vedere condizione imprescindibile per erogare le prestazioni necessarie a soddisfare le necessità dei cittadini.
Il piano serve proprio per finalizzare le risorse, che non sono infinite, ma definite, verso precisi obiettivi. Indubbiamente va trovato il giusto equilibrio tra gli obiettivi di salute e le risorse, ma è indispensabile che ci sia da parte di chi governa la sanità piemontese e la sanità italiana la ricerca di questo equilibrio.
Debbo poi dire al collega Riggio che gli obiettivi dati ai direttori generali - mi premurerò di dargli quanto prima una copia - non sono solamente obiettivi economici, ma soprattutto obiettivi di salute.
Ecco il motivo per cui questo emendamento, condivisibile dal punto di vista professionale medico, non lo è dal punto di vista di chi deve gestire la sanità piemontese.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Abbiamo seguito con attenzione, almeno noi, questo dibattito.
Innanzitutto è bene precisare a chi ha abusato del termine "maggioranze straripanti" che non esistono né maggioranze straripanti né, forse opposizioni straripanti: esiste ciò che è di buon senso e utile e ciò che magari lo è di meno.
Detto questo però, Assessore, non abbiamo assolutamente gradito le sue affermazioni in merito alla Legge n. 833. Dal suo punto di vista, nella sintesi frettolosa che lei ha fatto or ora, la Legge n. 833 è fallita perché non si può dare la sanità a tutti gratuitamente. Dal nostro punto di vista la Legge n. 833 è fallita (diciamo è parzialmente fallita che forse è una maggiore giustizia al nostro Paese), perché non c'è stata la volontà dei Governi che la dovevano applicare di realizzarla fino in fondo; non c'è stata volontà politica, non c'è stata capacità politica! In cinquant'anni di malgoverno che in questo Paese si è dovuto vivere! Con tutte le conseguenze che soprattutto nell'ambito della sanità le varie Tangentopoli ci hanno procurato.
Cominciamo quindi a ricordarci quelli che sono i pilastri, purtroppo della malapolitica nel nostro Paese. Dopodiché lei fa bene quando ricorre a quelle che sono le norme e a quelli che sono gli obiettivi di salute che la Regione e il suo Assessorato ha dato ai dirigenti, è giusto che ce lo ricordi, ma ci consenta anche di precisarle che non è sufficiente dichiarare come intenti ai vari dirigenti gli obiettivi salute. Bisogna poi capire come andiamo a misurarli su questi obiettivi salute, e se non creiamo le condizioni in termini anche economici perché tali obiettivi vengano parametrati e misurati, ma li misureremo soltanto in termini di budget e di risparmio o di equilibrio economico che le varie aziende daranno alla Regione, allora falliremo gli obiettivi salute! Noi che siamo abbastanza attenti a distinguere tra quello che è l'afflato più ideologico da quella che è poi la necessaria razionalizzazione e quindi scelta razionale di strumenti, principi obiettivi, finalità della salute per la nostra Regione, dobbiamo però in questo caso dissentire dalla sua affermazione. Anche perché nel comma che precede il comma in oggetto, quello sul quale ci siamo dilungati con l'emendamento, già è precisato che il nodo centrale del sistema consiste nel sostanziale equilibrio. Non era necessario ripetere: in alcuni casi ripetere aiuta, sottolinea, evidenzia; in altri casi, forse, serve soltanto a riempire, magari a vuoto, delle pagine.
Dunque, per il comma in questione noi riteniamo che sia assolutamente accettabile l'eliminazione di questo passaggio, trattandosi di uno strumento, mentre la sostanza di questo comma si riferiva a quello che è un obiettivo, un principio. Detto ciò, sosteniamo l'emendamento che è stato presentato e non certamente perché abbiamo delle preoccupazioni di maggioranze o opposizioni straripanti.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, indìco la votazione nominale mediante procedimento elettronico, su tale emendamento, come richiesto dal Gruppo di Rifondazione comunista.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI' 17 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente, non ho avuto il tempo di formalizzare un emendamento all'istante, però vorrei fare una proposta, se l'Assessore è disponibile.
Relativamente al comma che abbiamo discusso, la dove si dice: "Il Piano sanitario regionale, attraverso la programmazione delle attività nelle varie aree di intervento, tende proprio a garantire...", proporrei di scrivere, anziché "...da un lato...": "...prioritariamente il soddisfacimento delle necessità sanitarie della popolazione piemontese tenendo conto...", anziché "...dall'altro...".
Se l'Assessore è d'accordo, si può scrivere e formalizzare un emendamento che, penso, recepisca lo spirito del dibattito che abbiamo svolto e sia migliorativo dell'attuale scrittura dell'articolo.



PRESIDENTE

L'Assessore lo accoglie.
Lo possiamo formalizzare; se lei me lo detta, lo scrivo io.
A5 bis) "Il Piano sanitario regionale, attraverso la programmazione delle attività nelle varie aree di intervento, tende proprio a garantire prioritariamente...".



RIGGIO Angelino

Sì, "prioritariamente", anziché "da un lato".



PRESIDENTE

"... il soddisfacimento delle necessità sanitarie della popolazione piemontese, tenendo conto del sostanziale equilibrio tra risorse disponibili e costi per la produzione dei servizi".



RIGGIO Angelino

Anziché "dall'altro".



PRESIDENTE

Va bene così, Consigliere Riggio?



RIGGIO Angelino

Sì.



PRESIDENTE

L'ho formalizzato così e l'Assessore lo accetta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
A6) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: Pag. 12. Al quinto paragrafo, dopo le parole "Il PSR parte dal presupposto che", le parole "per ottenere questo duplice obiettivo", sono sostituite dalle parole "per tutelare la salute del cittadino".
La parola al Consigliere Moro per l'illustrazione



MORO Francesco

E' in discussione un altro emendamento al Piano sanitario regionale presentato dal Gruppo di Rifondazione comunista, sulla Rete distrettuale nell'ambito della programmazione sanitaria piemontese.
Volevo ribadire ulteriormente che in questo Piano vi è ben rimarcato un errato concetto privatistico di sanità aziendale e di costi, sia per quanto riguarda la sanità che per quanto riguarda il socio-assistenziale; ci contraddice anche i concetti innovativi contenuti nei decreti legislativi 502 e 517.
A mio avviso, in una logica di programmazione regionale diversa, in materia sanitaria bisogna investire di più sul territorio e sugli obiettivi di salute veri (non su quelli economici), ovvero gli obiettivi di priorità e di emergenza che in questo momento il Piemonte si trova davanti e che invece non vengono affrontati nella giusta ottica da questo Piano sanitario.
Un accenno anche alla figura dei Direttori generali - figura sancita per legge - che eccedono troppo in azioni aziendaliste, di programmatoria sanitaria discutibile e, a volte, di vera padronanza anche rispetto al personale e alle emergenze sanitarie locali.
Questo lo si denota anche dalle risultanze delle varie Conferenze dei servizi in atto nel Piemonte: si registra nelle varie emergenze locali, con discredito della stessa credibilità regionale.
Occorre dunque decisamente una diversa politica regionale sulla sanità che dia veramente una svolta nelle priorità e nelle emergenze sanitarie del Piemonte che, intendo ancora rimarcare, non sono evidenziate nel Piano sanitario regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per questo, valgono le stesse considerazioni dell'emendamento precedente. Alla luce, poi, dell'emendamento testé accettato, penso che sia chiaro a tutti, ove mai qualcuno non lo avesse recepito, che per i responsabili della sanità piemontese è prioritario il soddisfacimento delle necessità sanitarie della popolazione, fermo restando che non si può non tener conto del sostanziale equilibrio tra risorse disponibili e costi per la produzione dei servizi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 25 contrari e 9 astensioni.
A7) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: Pag. 12. Al quinto comma, dopo le parole "livelli assistenziali" aggiungere: "n. 1".
"Il PSR parte dal presupposto che per aggiungere questo duplice obiettivo occorra necessariamente sviluppare l'assistenza territoriale che ricomprende i livelli assistenziali 2, 3 e 5".
La Consigliera Simonetti dice: aggiungere "n. 1".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Questo è un emendamento molto importante che avevamo già posto in Commissione e in quella sede ci era stato bocciato senza molte argomentazioni e molta discussione.
Nel momento in cui si tende a sviluppare l'assistenza territoriale, qui si dice, bisogna ricomprendere tutti i livelli assistenziali e i livelli assistenziali che sono enunciati ricomprendono al numero 1, quindi come elemento principale, la prevenzione, a cui segue l'assistenza sanitaria di base, l'assistenza specialistico ospedaliera, ecc.
Qui, non so per quale motivo, l'obiettivo principale, numero 1 nell'ambito dei livelli assistenziali, cioè la prevenzione, è stata dimenticata.
Nell'ambito dell'assistenza territoriale e nell'ambito della programmazione sanitaria regionale, si possono trovare tutte le argomentazioni che si vogliono, ma la prevenzione come livello assistenziale c'è, e c'è come obiettivo prioritario. Non può comunque essere scavalcata da altri obiettivi, pure importanti nel territorio, ma che comunque sono tutti conseguenti all'obiettivo prioritario che è quello della prevenzione. Spero di non intervenire altrimenti, perché mi auguro che questo venga accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Volevo anch'io rimarcare l'importanza di questo emendamento al PSR relativo alla "Rete distrettuale", per dire che per noi è elemento fondamentale di programmazione sanitaria rimarcare la prevenzione. Come è già stato illustrato dalla collega Simonetti per noi è determinante e fondamentale non solo per il Piano, ma anche come concezione politica nell'ambito della programmazione sanitaria. Su questo faremo la dovuta battaglia e discussione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Non era stata una dimenticanza, ma solo perché la prevenzione era stata rimarcata, per quanto riguarda l'assistenza territoriale, in quelli che erano i servizi del Dipartimento di prevenzione. Pertanto proporrei alla Consigliera Simonetti di modificare leggermente, lasciando sostanzialmente quanto ella ha proposto, cioè "il PSR parte dal presupposto che per ottenere questo duplice obiettivo occorre necessariamente sviluppare l'attività di prevenzione, nonché l'assistenza territoriale che ricomprende i livelli assistenziali 2, 3 e 5".



SIMONETTI Laura

Va bene.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
A8) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: Pag. 12. Al sesto comma, dopo le parole "tra loro sanità e assistenza" sostituire tutto, sino a fine capitolo (pag. 14) con:..." Consigliera Simonetti, a lei l'impresa.



SIMONETTI Laura

Chiederò qualche minuto in più, perché ritengo di dover leggere questo emendamento che ripropone in qualche modo una stesura più organica, a nostro parere, più complessiva dell'ambito della Rete distrettuale.
Dopo le parole "tra sanità e assistenza", da cui inizia l'articolazione del distretto, noi abbiamo presentato un emendamento in cui proponiamo una stesura organica, anche lunga se vogliamo, perché riteniamo esistano dei contenuti realmente importanti sul distretto.
L'emendamento dice: Rete Distrettuale Pag. 12. Al sesto comma, dopo le parole "tra loro sanità e assistenza" sostituire tutto, sino a fine capitolo (pag. 14) con: "1.
Il Distretto costituisce l'ambito del decentramento organizzativo funzionale dei servizi extraospedalieri, sia sanitari sia socio assistenziali di base nel territorio delle ASL.
2.
I Distretti sono strutture organizzative delle ASL che assicurano prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione nell'ambito dell'assistenza sanitaria di base e specialistica territoriale, sia mediante erogazione diretta, sia organizzando l'accesso dei cittadini ad altri presidi o strutture. In particolare, ciascun Distretto deve essere dotato di un idoneo apparato strutturale-funzionale costituente la Rete territoriale pubblica dei seguenti servizi extraospedalieri: a) servizio di assistenza sanitaria di base: assistenza medica di medicina generale di pediatria di base guardia medica domiciliare notturna, festiva e prefestiva, in collegamento con l'assistenza sanitaria in emergenza (118) assistenza infermieristica ambulatoriale e domiciliare attività di medicina scolastica e di pediatria di comunità(consultorio pediatrico e vaccinazioni infantili obbligatorie) assistenza domiciliare integrata, costituito dal complesso di prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali rese al domicilio del cittadino in forma integrata e secondo piani individuali programmati di assistenza b) servizio specialistico territoriale: centro unificato di prenotazioni per prestazioni specialistiche e di diagnosi strumentale e di laboratorio attività ambulatoriali specialistiche territoriali, strettamente raccordate a quelle ospedaliere attività consultoriali familiari ex legge 405/75 attività di neuropsichiatria infantile attività territoriali di riabilitazione, sia dirette ai minori, sia dirette agli adulti attività di ospedalizzazione domiciliare, costituita dal complessodei servizi volti all'effettuazione nel luogo di vita dell'ammalatodei principali interventi diagnostici e terapeutici eventualmenteintegrati, per prestazioni, da brevi presenze in ospedale attività residenziali (RSA, per il trattamento post ospedaliero deglianziani e dei disabili non autosufficienti con gravi patologiecroniche, oppure malati in fase terminale e malati con patologie evolutive attività educative e riabilitative psicosociali semiresidenziali, dirette a persone con patologia cronica o progressiva (anziani e disabili gravi non autosufficienti) non inseribili in normale attività educativa successiva all'età scolarizzabile o lavorativa. Le attività dirette a persone anziane non autosufficienti sono coordinate e integrate dall'unità valutativa geriatrica, da intendersi quale gruppo multidisciplinare che individua il percorso idoneo per ciascun malato; tali servizi operano in stretta correlazione con la Divisione ospedaliera di geriatria comprendente anche il Day Hospital geriatrico c) SERT-Servizio per le Tossicodipendenze e le Alcooldipendenze d) Servizio territoriale di salute mentale, per l'assistenza psichiatrica di base, articolato in: unità territoriale di salute mentale attività di assistenza domiciliare comunità alloggio e residenze protette attività di prevenzione.
e) Attività territoriali di igiene pubblica e veterinaria, articolate in: unità territoriale epidemiologica e per la profilassi delle malattie trasmissibili e non trasmissibili unità territoriale per la tutela della salute dei lavoratori unità territoriale per l'igiene degli alimenti e per la tutela della salute mentale (allevamenti e luoghi di produzione).
Tali attività si attueranno in stretto coordinamento funzionale ed operativo con le strutture decentrate di secondo livello dell'ARPA.
3 Il Distretto organizza i servizi amministrativi strumentali di supporto alle prestazioni di cui ai precedenti commi, assicurando anche i collegamenti esterni al Distretto stesso e provvedendo altresì alla costituzione di un apposito ufficio per informazioni e reclami, anche in relazione alla legge 241/90.
4.
Il Distretto promuove le iniziative di educazione alla salute riferite alla promozione del benessere globale dei cittadini ed alla rimozione dei fattori a rischio, individuali e collettivi presenti nel territorio coordinando le iniziative proprie ai diversi servizi afferenti al Distretto e concordando tali attività con gli Enti Locali di riferimento e con le associazioni di volontariato presenti e attive.
5.
Il Distretto promuove ed attiva iniziative di formazione permanente aggiornamento, e di verifica e revisione di qualità dirette agli operatori dipendenti e convenzionati attivi nel contesto territoriale di competenza.
6.
I Distretti svolgono le attività socio assistenziali a rilievo sanitario gestite dalle ASL per conto degli Enti Locali ai sensi della L.R. 62/95, ed eventualmente le attività socio-assistenziali quando sono delegate dagli Enti Locali; in mancanza di delega, tali attività vengono svolte in piena integrazione con l'Ente titolare e gestore della funzione.
7.
Ai Distretti è attribuita autonomia economico finanziaria con contabilità separata all'interno del bilancio della ASL, disciplinata dalla normativa regionale concernente la gestione economica, finanziaria e patrimoniale delle ASL.
8.
In relazione all'ambito territoriale di riferimento del Distretto, il Sindaco o l'Assemblea dei Sindaci dei Comuni afferenti all'ambito distrettuale, ovvero il Consiglio dei Comuni della Comunità Montana, ovvero il presidente o la Conferenza dei Presidenti di Circoscrizione, quale emanazione della Conferenza dei Sindaci di cui all'art. 3 del D. Leg.
509/92, esercitano funzioni di indirizzo e verifica delle attività del Distretto, tenuto conto dei vincoli programmatici e di bilancio della ASL.
A tale fine trasmettono note di proposta e valutazione, con cadenza almeno semestrale, al Direttore generale per tramite del Responsabile di Distretto. Tali note faranno peculiare riferimento alla periodica Relazione di Distretto che il responsabile è tenuto a trasmettere ai succitati organismi rappresentativi.
Per la stesura delle periodiche note di proposta e valutazione, la Conferenza dei Sindaci, ovvero gli altri organi di rappresentanza precedentemente citati, si avvarranno dell'apporto e delle indicazioni espresse dai cittadini nel corso di assemblee pubbliche specificamente convocate, nonché dell'audizione dei rappresentanti di specifiche categorie di cittadini.
I poteri degli organismi rappresentativi citati si esprimono nei settori seguenti: vigilanza sulle Attività del Distretto nel campo sanitario socio assistenziale ed amministrativo; sulla qualità e modalità delle prestazioni, sulla correttezza ed imparzialità nei rapporti con i cittadini: sui costi delle attività segnalazione di eventuali irregolarità, illegittimità, riscontrate conoscenza ed accertamento, in riferimento al potere di conoscere i provvedimenti, anche preliminari e preparatori, di prenderne visione ed estrarne copia audizione di cittadini singoli e associati informazione: gli organi rappresentativi possono dare comunicazione ai cittadini del Distretto dell'opera di vigilanza svolta, salvo le condizioni di legge che impongono il rispetto di segreto.
9.
Il Responsabile del Distretto è un medico dirigente esperto in materia di gestione dei Servizi sanitari territoriali.
10.
Viene costituito l'Ufficio di coordinamento, struttura di staff del Direttore Generale, formato dai Responsabili dei seguenti Servizi: a) Distretto b) Dipartimento di Salute Mentale c) SERT d) Dipartimento di Prevenzione e) Medicina legale f) AST g) Servizio Farmaceutico h) Presidi Ospedalieri i) Servizio Infermieristico.
L'Ufficio di coordinamento deve riunirsi per definire il budget distrettuale, che è competenza del responsabile del Distretto, per uniformare la programmazione e per essere sentito dal Direttore Generale ogni qual volta lo ritenga opportuno e comunque almeno mensilmente.
I Responsabili dei Distretti della stessa ASL sono convocati almeno trimestralmente dal Direttore Generale al fine di verificare l'andamento complessivo delle attività distrettuali, ovviare a carenze, integrare le risorse professionali e strumentali, definire ed aggiornare i piani di attività e spesa, individuando le possibili sinergie."



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Interverrò brevemente poiché nella discussione del Piano sanitario regionale il maxiemendamento relativo all'importante questione della Rete distrettuale è già stato presentato dalla collega Simonetti.
Volevo solo rimarcare l'importanza primaria e decisiva del Distretto sanitario per la soluzione delle tematiche sanitarie territoriali.
Il concetto di Distretto sanitario, ambito ottimale della sanità pubblica, è decisivo per la soluzione dei problemi dei servizi socio assistenziali sia per le UU.SS.LL. che per le Aziende sanitarie ospedaliere.
Distretto sanitario pubblico che va migliorato per rimarcare tutte le priorità e le emergenze sanitarie e socio-assistenziali presenti su tutto l'articolato territorio del Piemonte, a partire dalla psichiatria alle tossicodipendenze di vario genere, all'AIDS, al miglioramento delle degenze ospedaliere, alle cure per le malattie sia infettive che geriatriche.
Emergenze che devono essere viste nell'ambito del Distretto sanitario, a mio avviso prioritario e fondamentale.
Credo occorra dare una svolta alla sanità del Piemonte, modificando sostanzialmente la bozza di legge in discussione; modifica rimarcata in tutti i nostri interventi, di un Piano sanitario contemplativo di tutti i progetti e di tutte le tematiche, ma che rimane comunque una scatola vuota che non risolve i problemi drammatici e urgenti del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Apprezzo il contributo e lo sforzo fatto e condivido gran parte delle considerazioni esplicitate, per la verità, in diverse parti del Piano quindi già recepite.
Non posso però accettare l'emendamento, perché è in contrasto con le leggi di riordino del sistema sanitario nazionale, cioè con la legge regionale n. 10 del 1995 e con i criteri di organizzazione approvati dalla Giunta nel settembre 1995; legge e deliberazione che almeno per il momento non vanno modificate in quanto hanno dimostrato la propria validità nel processo di aziendalizzazione fin qui svolto.
Quanto proposto mi pare sovrapponibile all'organizzazione delle ex UU.SS.LL., compreso l'Ufficio di direzione che l'emendamento chiama "Ufficio di coordinamento".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin per dichiarazione di voto.



BORTOLIN Silvana

Questo emendamento è abbastanza strano perché esula completamente dalla legislazione vigente peraltro ancora in vigore nella nostra regione e che l'Assessore non ha citato, probabilmente solo per dimenticanza. Assessore abbiamo istituito le UU.SS.LL. nel settembre 1994, con la legge n. 39, e mi pare che, non avendo lei e il Consiglio abrogato questa legge, l'art. 4 stabilisca in modo chiarissimo l'articolazione territoriale e funzionale delle UU.SS.LL., che nulla hanno di diverso rispetto alle Aziende.
Riteniamo quindi valido questo articolo che non è stato assolutamente attuato, anzi, ne sollecitiamo, l'attuazione.
Per questi motivi, non voteremo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Con questa nostra iniziativa abbastanza corposa di emendamenti al Piano sanitario regionale, che non condividiamo, suggeriamo un approfondimento al tema del Distretto, che - ricordo - aveva un po' unito tutte le forze che si richiamano alla sinistra, nel momento in cui sia pure con accenti diversi, contrastavamo alcuni elementi pericolosi di riforma che emarginavano in parte gli investimenti sul territorio ed anche le comunità locali.
L'emendamento, quindi, costituisce un tentativo di evoluzione ed approfondimento su un tema che riteniamo d'interesse comune, almeno in un'ampia parte della sinistra. E' un emendamento molto argomentato e ci spiace che, viceversa, ci sia, da parte dell'altro ramo dell'opposizione un atteggiamento di sufficienza. Avremmo gradito un'interlocuzione un po' più approfondita e magari anche critica. Comunque, manteniamo il nostro emendamento anche da soli. Grazie.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione tale emendamento Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 34 contrari.
A9) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: 2.2. Dipartimento di prevenzione Pag. 15, punto 1 del secondo elenco, le parole: "valuta l'impostazione" sono sostituite con le parole: "coopera all'impostazione".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' necessario garantire sull'intero territorio regionale livelli organizzativi omogenei in rapporto alle esigenze del territorio, per cui è opportuno lasciare la dizione: "valuta l'impostazione" e non: "coopera all'impostazione", anche perché diversamente ogni ASL andrebbe per conto proprio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 24 contrari e 11 astensioni.
A10) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: 2.2 Dipartimento di prevenzione Pag. 15, punto 2 del secondo elenco, la parola: "promuove" è sostituita con le parole: "collabora allo studio finalizzato al raggiungimento".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Questo emendamento cerca di spiegare in cosa consista la promozione anche rispetto al raggiungimento degli standard, che noi sappiamo può avere motivazioni diverse. Richiama, quindi, la difficoltà di raggiungere gli standard da parte dei servizi; "collaborare allo studio finalizzato al raggiungimento degli standard" ci sembra vada a precisare più nel merito, e non in maniera generale, in cosa consista la promozione reale del raggiungimento degli standard.
Lo studio finalizzato ci sembra dunque più preciso.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' compito istituzionale della Regione l'attività di programmazione per cui non possiamo accettare l'emendamento proposto.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento A10).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 24 contrari e 12 astensioni.
A11) Emendamento presentato da Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: 2.2 Dipartimento di prevenzione Pag. 15, punto 4 del secondo elenco, le parole "procede a verifiche" sono sostituite con le parole "provvede a raccogliere i dati".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Ritiriamo questo emendamento. Volevamo solo sollevare una questione nel senso che tale emendamento chiedeva sostanzialmente il raccoglimento dei dati.
Infatti, nella nostra Regione, nonostante si proceda a verifiche e a controlli, vigilanza, ecc., di fatto poi non abbiamo, sia nell'ambito sanitario che in quello della prevenzione, una casistica, un insieme di dati reali su cui ragionare anche per prospettare un intervento pluriennale sul territorio a lunga durata. La necessità di dati su cui ragionare, su cui prospettare un intervento sul territorio ci sembrava importante.
Ripeto: il nostro intendimento era quello di sollevare la questione.
Comunque, ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

L'emendamento A11 è dunque ritirato.
A12) Emendamento presentato da Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: 2.2 Dipartimento di prevenzione Pag. 15, punto 5. Al termine della frase sono aggiunte le parole "attraverso la costituzione di uno specifico gruppo di studio regionale".
La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento non è accolto. E' opportuno che la Regione individui di volta in volta la forma organizzativa più idonea per il raggiungimento dell'obiettivo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento A12.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 31 contrari e 2 astensioni.



PEANO PIERGIORGIO



PRESIDENTE

A13) Emendamento presentato da Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: 2.2 Dipartimento di prevenzione Pag. 15, dopo il punto 5 del primo elenco, la frase "La Regione definisce gli standard quali-quantitativi di organizzazione delle attività" è così sostituita: "La Regione si fa carico di raccogliere i dati relativi agli standard quali quantitativi trasmessi dai Dipartimenti".
La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento non è accolto per lo stesso motivo dell'emendamento precedente.
E' compito della Regione fissare gli standard quali-quantitativi di organizzazione delle attività; sono poi le Aziende sanitarie locali attraverso il Dipartimento di prevenzione, a svolgere l'attività.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento A13).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 30 contrari e 2 astensioni.
A14) Emendamento presentato da Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: 2.2 Dipartimento di prevenzione Pag. 15, punto 7. La parola "definisce" è sostituita con le parole "coordina, su richiesta dei dipartimenti".
L'emendamento è ritirato.
A15) Emendamento presentato da Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: Pag. 17, punto a). La parola "autorizzate" è sostituita con la parola "promosse" e dopo le parole "Regione Piemonte" sono aggiunte le parole " visto il parere vincolante dell'Università e dell'Osservatorio Epidemiologico".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Presidente, abbiamo ritirato anche questo.
A16) Emendamento presentato da Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: 2.2.1 Sanità pubblica Pag. 18. Paragrafo "Rapporti con l'ARPA" Il periodo che inizia con "La Regione Piemonte, qualora dovessero verificarsi, ecc." è sostituito con la frase "qualora dovessero verificarsi casi di necessità ed urgenza, il Dipartimento può servirsi di altri presidi, sentite l'ARPA e la Regione Piemonte".
La parola alla Giunta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento è accolto.



PRESIDENTE

Lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 8 astensioni.
A17) Emendamento presentato da Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: 2.2.2. Sanità pubblica veterinaria Pag. 20, riga 1. Le parole "servizio veterinario" sono sostituite con le parola "servizi veterinari".
A18) Emendamento presentato da Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: 2.2.2. Sanità pubblica veterinaria Pag. 21, "Articolazione della Rete dei Servizi e dei Presidi", comma 3. Le parole "con propri atti" sono sostituite con le parola "fornisce gli indirizzi".
A19) Emendamento presentato da Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: 2.2.2. Sanità pubblica veterinaria Pag. 21 "Organizzazione dei Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie Regionali". Il comma 2 è soppresso.
Vengono ritirati gli emendamenti A17, A18 e A/19.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Sarebbe estremamente interessante capire la motivazione che ha spinto i Consiglieri di Rifondazione comunista a ritirare gli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Non ho trovato stimolante l'interlocuzione su questo aspetto trovandola su aspetti ben più importanti come la Rete distrettuale.
Colgo l'occasione per ritirare l'emendamento A20, ma intendo avanzare delle osservazioni sul capitolo interessato.
In particolare rispetto alla necessità oggi di ragionare in termini più appropriati, anche di potenziamento dei servizi veterinari. I servizi veterinari oggi vivono una condizione di grande difficoltà dovuta all'impossibilità di potenziare le proprie strutture e di avere risorse finanziarie.
L'emendamento A/20 in qualche modo tendeva ad essere una provocazione rispetto alla difficoltà delle strutture che svolgono attività di veterinaria di adeguarsi - per mancanza di personale, di strutture in generale e anche di risorse finanziarie - agli standard previsti in relazione anche ai servizi e ai carichi di lavoro.
Chiedo delle risposte all'Assessore rispetto ad una necessità di potenziamento che esiste e che talvolta mette in difficoltà anche dei servizi di veterinari che si trovano nell'impossibilità di poter operare in condizione qualitativamente alte per mancanza di strumenti e di mezzi. La presentazione dell'emendamento voleva essere un modo per sollevare il problema che, credo, sia reale nel nostro territorio; in particolare nelle zone non esclusivamente metropolitane, ma montane, dove le difficoltà per i veterinari effettivamente sono maggiori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Intervengo anch'io per rimarcare l'importantissima tematica della sanità pubblica veterinaria.
Un ruolo importantissimo è stato svolto dagli uffici regionali nella complessa vicenda della "mucca pazza". Un ruolo importante perché ha dimostrato, ancora una volta, che la veterinaria pubblica - compito svolto dagli uffici della Regione - ha dato un grande contributo in questa drammatica vicenda.
Purtroppo, nel Piano sanitario tale aspetto è rimarcato in modo lacunoso ed insufficiente. Soprattutto devono essere potenziati gli strumenti e le risorse in relazione all'attività svolta, di particolare rilievo, dei servizi di sanità della veterinaria piemontese. In relazione anche, ai compiti di prevenzione e di valorizzazione della qualità e della quantità del patrimonio zootecnico piemontese che, a mio avviso, va salvaguardato. La veterinaria pubblica, in relazione a questa tematica credo vada assolutamente potenziata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Intervengo per sottolineare che la veterinaria pubblica piemontese ha un livello senz'altro medio alto e con il dipartimento di prevenzione intendiamo incentivarla ulteriormente proprio per essere i primi in Italia.



PRESIDENTE

Vengono dunque ritirati i seguenti emendamenti presentati dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: A20) Pag. 22, riga 2. Le parole "definisce gli standard minimi per le prestazioni veterinarie obbligatorie per azioni di particolare rilievo sanitario" con le parole "fornisce alle ASL gli strumenti e le risorse in relazione all'attività dei servizi (carichi di lavoro)".
A21) 2.2.2. Sanità pubblica veterinaria Pag. 22 "Gestione delle emergenze veterinarie". Riga 15. La parola "assicura" è sostituita con la parola "collabora alla".
A22) 2.2.2. Sanità pubblica veterinaria Pag. 22 "Gestione delle emergenze veterinarie". Le parole "alla direzione coordinata" sono sostituite con le parole "al coordinamento, su richiesta delle ASL".
A23) 2.2.2. Sanità pubblica veterinaria Pag. 22 "Criteri per l'allocazione delle risorse finanziarie". Le parole "della cui gestione è direttamente responsabile il Coordinatore del Servizio Veterinario" sono eliminate.
A24) 2.2.2. Sanità pubblica veterinaria Pag. 22 "Criteri per l'allocazione delle risorse finanziarie". All'ultima riga, dopo le parole "patrimonio zootecnico" sono aggiunte le parole "in relazione a criteri quali-quantitativi".
A25) Emendamento presentato dal Consigliere Rubatto: Allegato A 2.3. La Rete ospedaliera. Al capoverso "condizioni per la realizzazione delle Rete ospedaliera programmata", al punto 3) aggiungere un punto 3/a: "La Regione Piemonte si impegna alla realizzazione di una Rete completa di Ospedalizzazione a domicilio mediante un Gruppo medico chirurgico ed un Gruppo infermieristico in ogni ASL." La parola al Consigliere Rubatto per l'illustrazione.



RUBATTO Pierluigi

Come Gruppo Pensionati per l'Europa avevamo presentato tempo fa in Commissione un progetto di legge sull'ospedalizzazione a domicilio.
L'accoglimento di questo emendamento allargherebbe questo importante sviluppo dell'ospedalizzazione a domicilio a tutto il territorio e non soltanto in alcune aziende sanitarie locali. Chiederei all'Assessore di accogliere questo emendamento affinché si possa iniziare una completa riorganizzazione dell'ospedalizzazione a domicilio sia dal punto di vista medico sia infermieristico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il Piano sanitario regionale prevede la revisione con successivi atti della Giunta regionale dell'assistenza domiciliare, ricomprendendo in un unico ambito le cure domiciliari, le varie tipologie di interventi domiciliari e articolandole per complessità. Però non specificherei Consigliere Rubatto, nella legge di Piano le caratteristiche del servizio ovvero gruppo medico chirurgico, gruppo infermieristico ecc., ma le espliciterei negli atti amministrativi successivi alla legge.
Non è semplice modificare la legge, mentre l'organizzazione dell'assistenza domiciliare necessita di periodiche verifiche ed aggiustamenti in corso d'opera.
E' questo il motivo per cui gestirei l'aspetto organizzativo delle cure domiciliari con delibere attuative. Le assicuro, Consigliere Rubatto, che terremo conto della proposte da lei avanzate nel promulgare le delibere pertinenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto per dichiarazione di voto.



RUBATTO Pierluigi

Secondo me è importante che nell'allegato si specifichi l'ospedalizzazione a domicilio sia dal punto di vista medico che infermieristico. Comunque lascio l'emendamento così.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Di per sé, già l'assistenza domiciliare integrata com'è stata definita prevede in parte questo, ma c'è il progetto che attualmente viene portato avanti da quattro aziende in via sperimentale (progetto ADOC) che prevede l'assistenza domiciliare ospedaliera coniugata con l'assistenza del medico di medicina generale. Questo progetto è stato già approvato con delibera di Giunta e viene portato avanti da 4 aziende. Ribadisco però che non è opportuno specificare in un piano le caratteristiche del servizio così come chiede il Consigliere Rubatto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Intanto chiariamo che stiamo discutendo sugli allegati, Assessore.
Allora, un conto è la necessità di essere sintetici nell'articolato della legge, un altro è consentire una specificazione che rassicuri non soltanto il Consiglio regionale, ma gli operatori e i cittadini in particolare sui servizi che noi vogliamo attivare nella nostra Regione e sul come li vogliamo attivare. Per quanto riguarda le risorse ne parleremo in seguito.
Da questo punto di vista insistiamo sull'emendamento che ha presentato il Consigliere Rubatto ritenendolo un contributo in questa direzione.



PRESIDENTE

Dunque, l'ultima parola dell'Assessore su questo emendamento.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

A pag. 26, punto 3, seconda riga, dopo "assistenza sanitaria" si potrebbe aggiungere "con operatori medici e non".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Io comprendo quanto ha detto l'Assessore, ma proprio sull'esperienza di queste quattro aziende sanitarie locali dove è stato attivato un servizio di ospedalizzazione a domicilio io chiedo proprio che venga inserita l'ospedalizzazione a domicilio perché, secondo me e molti altri colleghi ed anche operatori medici e paramedici, l'ospedalizzazione a domicilio è una cosa ben diversa dall'assistenza domiciliare integrata: sono due cose ben distinte. Il concetto di ospedalizzazione a domicilio è proprio un intervento medico clinico infermieristico a domicilio delle persone anziane che potrebbero stare nelle loro abitazioni non sottraendo posti in ospedale facendo spendere molto meno anche alla nostra sanità. Comunque io mi rimetto a quanto dice l'Assessore, ma senza ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

Allora, Assessore, se ben capiamo c'è un suo emendamento al punto 3?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento proposto in realtà fa già parte del Piano, perché alla terza riga del comma 3 dopo la parola "ADI" si dice anche "ospedalizzazione domiciliare", che come dicevo poc'anzi sta andando avanti in via sperimentale nelle USL di Verbania e di Savigliano e negli ospedali Molinette e San Giovanni Bosco.
E' chiaro che dovremo fare il possibile per estenderla a tutto il territorio regionale.



PRESIDENTE

Assessore, mi scusi, lei mantiene quella correzione alla seconda riga?



BORTOLIN Silvana

Non si è capito, Presidente.



PRESIDENTE

Cerchiamo tutti di capire, è uno sforzo collettivo.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Non so se il Consigliere Rubatto ritira o meno l'emendamento.



PRESIDENTE

Da quel che ho capito ha detto di no.



RUBATTO Pierluigi

Non ritiro l'emendamento, lo mantengo.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Non possiamo accettarlo così com'è proposto.



PRESIDENTE

Allora Assessore lei ritira quella sua ipotesi verbale di emendamento?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

In questo caso sì perché in realtà nell'ADI l'ospedalizzazione domiciliare c'è già.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Potremmo suggerire all'Assessore di accogliere non solo a parole, ma inserendo nel Piano una parte dell'emendamento. Nell'allegato, dopo "di assistenza sanitaria ADI" laddove si dice "ospedalizzazione domiciliare" si potrebbe aggiungere il concetto della realizzazione di una Rete completa di organizzazione a domicilio, anziché semplicemente fra parentesi citare l'ospedalizzazione domiciliare.
Al limite, ci parrebbe opportuno non accogliere invece la parte "mediante un gruppo..." perché lì entriamo nell'ambito dell'organizzazione ma il concetto è valido e a nostro parere - insistiamo - andrebbe accolto.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Questo è ovviamente il nostro intento, però sarebbe opportuno vedere prima come va la sperimentazione. Lei invece mi pare di capire che vorrebbe che lo esplicitassimo già...



BORTOLIN Silvana

Sì, anche perché il periodo di sperimentazione sta per scadere.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì, ma il progetto ADOC è appena partito.



PRESIDENTE

Consigliera Bortolin, vuole formalizzare meglio il suo suggerimento? Ad adiuvandum per l'aula, chiedendo ai Consiglieri un minimo di attenzione.



BORTOLIN Silvana

E' vero, il problema è che, per quanto riguarda la realizzazione di una Rete completa di ospedalizzazione a domicilio, siamo ancora in una fase di sperimentazione. Abbiamo però di fronte un periodo che, prima di tutto deve vedere l'approvazione definitiva di questo Piano e la sua vigenza.
Assessore, confidiamo nel fatto che la sperimentazione duri pochi mesi anche perché si tratta di una materia già ampiamente sperimentata altrove e dimostratasi valida.
La vigenza del Piano è triennale; non possiamo attendere il termine della sperimentazione, ma affermare che la Rete deve essere realizzata.
Questo è il principio da accogliere.
Presidente, se sospendiamo un attimo questo emendamento, possiamo anche tentare di formalizzarlo correttamente.



PRESIDENTE

E' un suggerimento: mi pare che durante la discussione di questo Piano si sia già adottata questa procedura.
Chiedo però al Consigliere Rubatto se è d'accordo. Se intende mantenere la formulazione del suo emendamento così com'è, è inutile accogliere il suggerimento della Consigliera Bortolin; se invece è d'accordo per uno sforzo di riformulazione dell'emendamento - mi pare di capire che si tratti di formulare meglio il contenuto della parentesi - la sospensione potrebbe servire a tutti.



RUBATTO Pierluigi

Ritiro il mio emendamento e accetto la proposta della collega Bortolin.



PRESIDENTE

Mi pare di capire che anche il Consigliere Rubatto si riconosca in questa ipotesi di lavoro e quindi ritiri il proprio emendamento, a condizione che vi sia una riformulazione dello stesso.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

L'emendamento n. A25) è dunque ritirato, mentre il testo dell'emendamento nella sua nuova formulazione, è il seguente: A25 bis) Emendamento presentato dai Consiglieri Rubatto, Bortolin e Angeli: dopo "assistenza sanitaria", togliere le parentesi e scrivere ", attraverso una Rete completa di forme assistenziali (ADI, ospedalizzazione domiciliare, ADOC)"....
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
A26) Emendamento presentato dai Consiglieri Montabone, Cotto, Casari Peano, Bortolin, Ghiglia e Grasso: L'art. 43 della legge 833/78 prevede la possibilità di individuare, ai fini dell'erogazione dell'assistenza sanitaria, istituti, enti, ospedali e istituzioni a carattere privato quali presidi dell'U.S.L. Al fine di poter consentire alla Regione la possibilità di utilizzare tale opportunità qualora se ne ravvisasse l'opportunità, si richiede di inserire al Capitolo 2.3, allegato a) "La Rete ospedaliera", paragrafo "Articolazione della Rete ospedaliera", al termine dell'ultimo capoverso, la seguente frase: "Nel corso del periodo di validità del Piano, la Giunta regionale pu individuare nuovi presidi di U.S.L., ai sensi dell'art. 43 L. 833/78, in base alle caratteristiche tecniche, e specialmente delle strutture che ne facciano richiesta, il cui ordinamento dei servizi ospedalieri sia corrispondente a quello degli ospedali gestiti direttamente dalle A.S.L.".
La parola al Consigliere Peano per l'illustrazione.



PEANO Piergiorgio

L'emendamento è chiarissimo; tuttavia, intendevamo introdurre una piccola modifica, in quanto la programmazione è compito del Consiglio regionale, su proposta della Giunta.
Pertanto, all'interno dell'emendamento, dopo le parole: "Nel corso del periodo di validità del Piano", aggiungeremmo: "con deliberazione del Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, possono essere individuati nuovi presidi di U.S.L".



PRESIDENTE

L'Assessore è d'accordo?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Accetto la modifica.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento a/26), nel testo modificato dal Consigliere Peano.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli (2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
A26 bis) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: Al Capitolo 2.3, allegato A) "Rete ospedaliera", paragrafo "Articolazione della Rete ospedaliera", alla fine dell'ultimo capoverso, dopo le parole "nel rispetto delle risorse disponibili", aggiungere la seguente frase: ", secondo quanto previsto dal D.P.R. 14/1/97".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli (2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
A26 ter) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: Al Capitolo 2.3, allegato A) "Rete ospedaliera", paragrafo "Ospedalità privata", al terzo comma, dopo le parole "di cui all'art. 8 del decreto legislativo 502/92", sostituire le parole "entro un anno dalla data di entrata in vigore degli standard previsti dalla normativa nazionale con l'apposito decreto ministeriale", con le seguenti parole: "secondo quanto previsto dal D.P.R. 14/1/97".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli (2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
A27) Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: 2.3 La Rete ospedaliera Nel paragrafo di pag. 34 "Servizio infermieristico,...", il titolo del paragrafo è così sostituito: "Servizio infermieristico, servizio tecnico sanitario e servizio di riabilitazione".
Nel secondo comma, le parole "servizio infermieristico, tecnico-sanitario e di riabilitazione", sono così sostituite: "servizio infermieristico servizio tecnico-sanitario e servizio di riabilitazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli (2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
A28) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Riggio e Manica: Al capitolo 2.3 allegato A) "La Rete ospedaliera", paragrafo "Servizio di psicologia", aggiungere al primo capoverso, dopo le parole "autonomi nelle ASO", le seguenti parole "in cui non insiste il DSM" ed aggiungere al primo comma del secondo capoverso, dopo le parole "in ambito aziendale", le seguenti parole "ad esclusione delle attività di psicologia clinica che sia nelle ASO che nelle ASL, vengono espletate all'interno dell'organizzazione funzionale del DSM o del SERT o del DMI".



BORTOLIN Silvana

Lo ritiriamo.



PRESIDENTE

A29) Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: 2.3. La Rete ospedaliera Nel paragrafo di pag. 34 "Servizio di psicologia" al primo comma, dopo le parole "dipartimentali nelle ASL", si aggiungono le parole "per le attività di cura e", e dopo la parola "prioritariamente", si aggiunge "nel triennio".
L'Assessore è d'accordo, lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli (2 Consiglieri non hanno partecipato al voto) A30) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Bortolin e Riggio: 2.3. La Rete ospedaliera (pag. 34) "Servizio di psicologia" al termine del primo comma, dopo ... (ad esempio in ambito scolastico): "... Al fine di salvaguardare l'unitarietà dei complessi interventi sulla salute mentale che risultino già effettuati all'interno del Dipartimento Salute Mentale il Servizio di Psicologia può essere istituito solo nelle Aziende Sanitarie Ospedaliere su cui non insista un Dipartimento Salute Mentale."



MANICA Giuliana

E' ritirato.
A31) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: A pag. 42, le parole "ospedali sede di unità operativa autonoma di pediatria dotata di unità modulare di neonatologia", sono sostituite con le parole "ospedali con punto nascita, sede di unità operativa autonoma di pediatria, dotata di unità modulare di neonatologia".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Così come è stato nuovamente formulato prevede che all'interno delle unità autonome di pediatria e di neonatologia sia previsto un punto nascita, che altrimenti non si verifica, per cui tutti i rapporti che poi possono seguire, anche nel rapporto con i medici e nei rapporti diretti con l'Università, credo sia fondamentale che venga inserito il punto nascita laddove esistono un'unità autonoma di pediatria e un'unita modulare di neonatologia, per rendere più completo l'intervento.



PRESIDENTE

L'emendamento è accettato dall'Assessore, lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
A32) Emendamento presentato dal Consigliere Rubatto: Allegato A 2.3 La Rete ospedaliera Al paragrafo "Assistenza Religiosa" aggiungere: "Nel rispetto della libertà religiosa dei pazienti, al momento del loro ricovero venga richiesto se desiderano assistenza religiosa, evidenziando in tal caso la loro appartenenza religiosa: l'Azienda sanitaria deve impegnarsi a garantire il contatto con il Ministro del Culto richiesto.".
A33) Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Saitta: 2.3 La Rete ospedaliera Nel paragrafo di pag. 46 dal titolo "Assistenza religiosa", dopo il primo comma si aggiunge il seguente: "La Regione Piemonte stipula, per il culto cattolico, con la Conferenza episcopale piemontese un protocollo d'intesa concernente criteri generali di esercizio delle funzioni di assistenza religiosa".
La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Penso che il mio emendamento sia simile a quello del Consigliere Peano quindi lo integrerei con il suo. Facciamo un emendamento unico.



PRESIDENTE

Lei ritira il suo? Sono cose diverse. Questo è un emendamento che parte da più lontano, cioè vuole garantire la libertà religiosa ai pazienti.
Assessore, possono essere accolti tutti e due? Non sono in contraddizione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento del Consigliere Rubatto è già insito in quella che è stata la proposta dell'Assessorato, quindi esplicitata nel Piano. Potremmo aggiungere, a quanto già è espresso, le tre righe dell'emendamento Peano.



PRESIDENTE

L'emendamento del Consigliere Rubatto è ritirato.
Pongo in votazione l'emendamento A33.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 27 voti favorevoli e 8 astensioni.
A34) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: A pag. 56. Tabella 9 "Classificazione degli Ospedali Organizzativo Gestionali", dalla prima colonna è eliminato il punto: "4) Case di cura in via di accreditamento - Vedi DGR 228-44354 del 27/3/95 Totale 38." La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Togliamo solamente il "Totale 38" e aggiungerei "e successive modificazioni e integrazioni", perché non sappiamo con precisione (di conseguenza, vengono modificati gli altri totali).



PRESIDENTE

Cioè lei accoglie solamente la prima parte ed esclude il "Totale 38"?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Togliamo solo il "Totale 38". Dove dice "Vedi delibera di Giunta del 27/3/95" aggiungiamo "e successive modificazioni e integrazioni".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Per dichiarazione di voto. Va bene anche togliere solo "Totale 38"; non raccoglie il senso dell'emendamento, perché l'emendamento riteneva che fosse inopportuno inserire delle Case di cura privata ancora in via di accreditamento e quindi in assenza di normativa in merito potrebbero non essere legittimate ad effettuare quello che effettuano oggi in via di accreditamento. Mi sembrava inopportuno già inserirle di fatto nell'ambito della Rete ospedaliera.
Di fatto il "Totale 38" andava a innescare quel meccanismo attraverso il quale le case di cura oggi provvisoriamente accreditate lo potranno quasi di fatto essere nel momento in cui ci sarà una normativa in merito.
Per cui sono legittimate da oggi, ad oltranza, ad effettuare nel territorio le prestazioni.
Ci stupiamo del fatto che prima, nell'ambito della Rete distrettuale non abbiamo accettato e non abbiamo più di tanto discusso sul fatto che le Case di cura private accreditate non fossero inserite come provvisorie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
A35) Emendamento presentato dai Consiglieri Riggio, Bortolin e Cavaliere: Nella tabella 18 a pag. 65 aggiungere: "la funzione di Oncologia alla ASL 4".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
A35 bis) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio.
Al cap. 2.3. allegato A) "La Rete Ospedaliera", tabella 18, aggiungere "X" nella colonna ASL 4 in corrispondenza della funzione Oncologia.
Tale emendamento viene ritirato, in quanto identico a quello appena approvato.
A36) Emendamento presentato dai Consiglieri Riggio, Bortolin e Cavaliere: Nella tabella 20, a pag. 67, aggiungere: "X" alla voce Medicina Nucleare per le funzioni di supporto per l'ASL 8.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.30)



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