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Dettaglio seduta n.173 del 08/10/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri e Pichetto.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 238: "Norme per la programmazione sanitaria e per il PSR per il triennio 1997/1999" (seguito) - Presentazione questione pregiudiziale circa il proseguimento dell'esame del provvedimento


PRESIDENTE

Prima di proseguire l'esame progetto di legge n. 238, di cui al punto 6) all'o.d.g., ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

A nome del Gruppo di Rifondazione comunista, pongo una pregiudiziale politica alla continuazione dell'esame del disegno di legge sulla sanità.
Si tratta di un provvedimento legislativo rilevante; al momento, da parte del Presidente della Giunta regionale non è stato detto come sia formata la propria maggioranza.



PRESIDENTE

Ne abbiamo già discusso ieri! E' stato ritirato un ordine del giorno sull'argomento.



CHIEZZI Giuseppe

L'ordine del giorno l'ho ritirato, ma lo ripresento adesso.
Ieri è emerso con chiarezza che la maggioranza non è più tale rispetto a quella formatasi nell'aprile del 1995: c'è una variazione di fiducia da parte di alcuni componenti di quella maggioranza.
Poiché l'innovazione delle elezioni non è stata di poco conto (Presidente designato, maggioranza che deve durare, etc.), il nostro Gruppo essendo intervenuta ufficialmente, e non smentita, una variazione della fiducia da parte di alcuni componenti di questa maggioranza - ritiene che non sia possibile non risolvere il problema della maggioranza politica e della sua variazione in quest'aula. E crediamo, signor Presidente del Consiglio, che anche lei, con la sua lunga esperienza politica, convenga su questo.
Pertanto poniamo una pregiudiziale politica perché, per quanto riguarda il nostro Gruppo, non riteniamo possibile procedere su provvedimenti amministrativi e legislativi di questa natura senza che il Presidente dica a quest'aula com'è oggi composta la propria maggioranza.
Se è composta da 35 Consiglieri, lo dica; noi ci sediamo e non poniamo altre questioni. Se è composta da 32 Consiglieri, lo dica. Ma, per rispetto a questo Consiglio, chiediamo che il Presidente Ghigo dichiari la composizione della propria maggioranza.
Per noi questa è una pregiudiziale per poter continuare. Saremmo grati di sentire altre opinioni in proposito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Avevo chiesto la parola prima della presentazione della pregiudiziale.
Io intendo intervenire sull'ordine del giorno, non sulla pregiudiziale sulla quale interverrà il Capogruppo Gallarini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Il nostro Gruppo è contrario alla pregiudiziale.
Ieri si è dedicata un'intera giornata a questo argomento; ieri pomeriggio si è iniziato ad esaminare il Piano sanitario e riteniamo che oggi si debbano continuare i nostri lavori su questo provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Proprio ieri sera le forze politiche che compongono il Polo hanno chiesto al Presidente del Consiglio Prodi di recarsi dal Capo dello Stato quindi il Presidente Ghigo si rechi dal Presidente Picchioni e gli dica di quanti membri è composta la sua maggioranza, cosi il Presidente Picchioni lo riferirà all'aula.



PRESIDENTE

La parola la Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Intendo intervenire brevemente sull'ordine del giorno che era stato presentato e poi ritirato, ovvero sul problema posto dal collega Chiezzi.
Credo che fare una dichiarazione con allegato numerico non abbia molto senso; la richiesta avanzata dal Consigliere Chiezzi è inutile e in qualche modo inopportuna: la maggioranza che sostiene la Giunta e il suo Presidente è la stessa formatasi e collegata con il programma con il quale io...



CHIEZZI Giuseppe

E' un'illazione!



DEORSOLA Sergio

No, non è un'illazione: la maggioranza è sempre la stessa. Se poi ci sono dei cambiamenti, in particolare se la maggioranza si riduce ad essere al di sotto dei 30 Consiglieri, quindi non più in grado di governare questo lo si vedrà di volta in volta sui singoli provvedimenti. Quando ci si accorgerà che, anziché 35, sono 29 Consiglieri, se ne trarranno le conclusioni.
Quello che è stato richiesto è uno strumento non previsto.



CHIEZZI Giuseppe

Ma come, non previsto? Se è stato eletto nel maggioritario!



DEORSOLA Sergio

Non è previsto.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lasci proseguire il collega Deorsola.



DEORSOLA Sergio

E' un discorso ipotetico, perché il collega Chiezzi ha ritirato l'ordine del giorno.
Io credo che quel tipo di richiesta fosse non rituale e perciò, se non fosse stata ritirata, penso che avremmo dovuto votare per la non accoglibilità di quel tipo di proposta.
Il mio è un discorso solo di metodo, cioè non vedo che cosa dovrebbe dichiarare il Presidente della maggioranza per il futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Ho già detto ieri che siamo in democrazia e quindi, essendo in democrazia, qualsiasi persona della maggioranza può anche dissentire su qualche problema. Però non per questo non è più nella maggioranza.
Io non sono stato votato con la Giunta Ghigo, sono passato dopo, per mi ritengo nella maggioranza. Io conto per uno, il mio voto c'è.
Essendo nella maggioranza, penso che per il bene del Piemonte sia opportuno non discutere più di questi argomenti, ma esaminare il Piano sanitario e votarlo! La dimostrazione migliore per il collega Chiezzi sarà quella di vedere il Piano sanitario approvato oppure bocciato. Se il Piano sanitario verrà approvato, vorrà dire che la maggioranza esiste; se verrà bocciato significherà che la maggioranza non esiste e ne assumeremo tutte le conseguenze.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea. Ricordo che però pu intervenire un solo Consigliere per Gruppo.



CHIEZZI Giuseppe

A proposito di cosa?



PRESIDENTE

Sulla pregiudiziale.



CHIEZZI Giuseppe

Ma il Consigliere Deorsola non ha parlato sulla pregiudiziale.



PRESIDENTE

Il Consigliere Deorsola ha parlato anche sulla pregiudiziale.



CHIEZZI Giuseppe

Ma qui si parla su tutto!



PRESIDENTE

Consigliere Papandrea, lei non può parlare perché il suo Gruppo è già intervenuto.



PAPANDREA Rocco

Il collega Chiezzi ha presentato la pregiudiziale, per cui penso di poter parlare.



PRESIDENTE

No: un solo Consigliere per Gruppo.
Vi sono altri interventi? Non essendovi altre richieste di parola, pongo ai voti la pregiudiziale presentata dal Consigliere Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 14 voti favorevoli e 21 contrari (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, la maggioranza non mantiene i numeri per proseguire i lavori.



PRESIDENTE

Va bene, ognuno ha le sue cose...



CHIEZZI Giuseppe

Io segnalo che non c'è una maggioranza.



PRESIDENTE

Non partecipare su una questione pregiudiziale non vuol dire...



CHIEZZI Giuseppe

Non ci sono i voti di maggioranza!



PRESIDENTE

O siamo coscienti che questo è un grande provvedimento che dobbiamo valutare...



CHIEZZI Giuseppe

O siamo coscienti che il Presidente della Giunta non risponde a un fatto determinante!



PRESIDENTE

Lasci stare! Oppure non possiamo ogni momento non seguire l'ordine dei lavori che lei stesso ha voluto confermarci nella Conferenza dei Capigruppo!



CHIEZZI Giuseppe

La Conferenza dei Capigruppo non sapeva che un membro della maggioranza, eletto nel maggioritario...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi: il giorno 16, il giorno 23, il giorno 30, il giorno 7 e il giorno 8, abbiamo fatto solo discussioni politiche!



CHIEZZI Giuseppe

Che non sono risolte!



PRESIDENTE

Pertanto, tutte le sue esigenze di chiarificazione mi pare che siano state, anche con le sette ore di ieri, ampiamente esaurite da questa assemblea!



CHIEZZI Giuseppe

Lei sa benissimo che non è così. Con la sua esperienza, lo sa!



PRESIDENTE

Riprendiamo pertanto l'esame del Piano sanitario, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Eravamo giunti all'art. 4.



SIMONETTI Laura

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Per quale motivo?



SIMONETTI Laura

Sull'ordine dei lavori.
Dato che per noi è una questione importante e vincolante per procedere ad un'eventuale discussione del Piano sanitario, ricordo che tempo addietro avevamo presentato un'interpellanza urgentissima.



PRESIDENTE

Non si fanno interpellanze, perché questo non è stato assolutamente convenuto nell'ambito della Conferenza dei Capigruppo! Pertanto, mi dispiace, ma questa cosa non può essere recepita dalla Presidenza.



SIMONETTI Laura

Visto che i contenuti di questa interpellanza per noi sono anche delle pregiudiziali per poter affrontare la discussione del Piano sanitario vorrei in pochi secondi...



PRESIDENTE

No, non ci sono interpellanze che possono essere discusse in questa sede!



CHIEZZI Giuseppe

Ma può non essere interrotta, Presidente?



PRESIDENTE

Lei rispetti l'assemblea, Consigliere Chiezzi!



CHIEZZI Giuseppe

Io la rispetto, ma lei...



PRESIDENTE

Lei non ha mai rispetto per l'assemblea, abbia pazienza!



SIMONETTI Laura

Io voglio poter esprimere...



PRESIDENTE

Le ho già detto che le interpellanze, secondo quanto convenuto dai Capigruppo, non possono essere proposte in questa sede!



SIMONETTI Laura

Io voglio poter esprimere...



PRESIDENTE

Queste interpellanze non possono essere poste! Lei formalizzi la sua richiesta.



SIMONETTI Laura

Io chiedo al Consiglio di poter esprimere le motivazioni per cui...



PRESIDENTE

Lei non può esprimere le motivazioni rispetto all'interpellanza!



SIMONETTI Laura

Visto che ho chiesto la parola sull'ordine dei lavori, vorrei continuare ad intervenire sull'ordine dei lavori!



PRESIDENTE

Le tolgo la parola, Consigliera! Per quanto riguarda l'ordine dei lavori, è stato stabilito così!



SIMONETTI Laura

Io ho chiesto la parola e non mi è stata tolta, perché non ci sono delle motivazioni da Regolamento tali per togliermela! Io voglio intervenire!



PRESIDENTE

Lei non può intervenire! Le tolgo la parola! Le tolgo la parola!



(Vibrate proteste della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del Piano sanitario! Eravamo giunti all'emendamento n. 08).



(Reiterate vibrate proteste della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

Guardi che la mando via, signora Consigliera! La richiamo una volta! Lei avrà tutte le possibilità, nell'ambito della discussione...



(Reiterate vibrate proteste della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

La richiamo una seconda volta! La richiamo una seconda volta! La terza volta la dovrò espellere dall'aula!



(Reiterate vibrate proteste della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

Consigliera Simonetti, la richiamo per la seconda volta! Non è ammissibile che questa assemblea si trascini per giornate e giornate in fatti ostruzionistici! Consigliera Simonetti, l'ho richiamata per la seconda volta!



(Reiterate vibrate proteste della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa! E' convocato l'Ufficio di Presidenza.



(La seduta, sospesa alle ore 10.25, riprende alle ore 11.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che la seduta proseguirà senza interruzioni e terminerà alle ore 17.
Proseguiamo l'esame del progetto di legge n. 238, di cui al punto 6) all'o.d.g.
ART. 4 08) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: al punto 1), dopo "nel PSR", aggiungere "e nel Piano di sviluppo regionale".
La parola alla Consigliera Bortolin per l'illustrazione.



BORTOLIN Silvana

In coerenza con quanto già richiesto e approvato con un emendamento precedente, riprendiamo il concetto di inserire, dopo le parole "Piano sanitario regionale", le parole "e Piano di sviluppo regionale".
Ho chiesto all'Assessore di verificare tale emendamento all'art. 4 punto 1).



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Bortolin, se la interrompo, ma ha chiesto di intervenire la Consigliera Simonetti per porre un'altra pregiudiziale; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Presidente, ai sensi dell'art. 63, comma 3, del Regolamento, vorrei porre una seconda pregiudiziale, che non ho potuto esprimere prima, che si pone come condizione prioritaria nell'affrontare la discussione sul Piano sanitario.
Questa pregiudiziale parte dai contenuti di un'interpellanza da noi presentata in merito a un'eventuale responsabilità amministrativa di questa Giunta, in particolare dell'Assessore alla sanità, ai sensi di una sentenza della Corte Costituzionale.
Esprimerò tali contenuti in pochi secondi, perché ritengo che siano importanti e prioritari rispetto alla discussione sul Piano sanitario.
La Corte Costituzionale, in data 3 aprile 1996, con provvedimento n.
93, ha stabilito illegittima la proroga del termine accordato alle Case di cura private per l'adeguamento ai requisiti di legge; ciò in riferimento a una legge regionale del Lazio.
Mi pare utile ricordare che in questo Consiglio questa Giunta ha presentato una delibera regionale, ai sensi della quale è stata prevista una proroga temporanea - addirittura permanente, per una parte - rispetto all'adeguamento delle Case di cura private ai requisiti di legge.
Considerando che la sentenza della Corte Costituzionale di cui sopra ha dichiarato illegittima una legge regionale del Lazio che prevedeva questi stessi elementi, ritengo opportuno che la Giunta debba conoscerne i contenuti. Infatti, a maggior ragione, può considerarsi illegittima una semplice delibera regionale che prevede la deroga temporanea dell'adeguamento ai requisiti di legge.
Perché pongo questa pregiudiziale come fatto importante per poter eventualmente procedere alla discussione sul Piano sanitario? Perché se è vero che sulla base della sentenza della Corte Costituzionale può essere considerata illegittima la delibera regionale che prevedeva la deroga temporanea, ne può conseguire anche una responsabilità amministrativa e politica di questa Giunta rispetto ad un accreditamento che, invece, è avvenuto nei confronti delle Case di cura private.
Ritengo che una verifica di questo fatto sia fondamentale, utile e prioritaria rispetto alla discussione di un Piano sanitario che, tra l'altro, legittima ed inserisce strutturalmente nella rete ospedaliera le Case di cura private, provvisoriamente accreditate.
Ritengo che questa sia una pregiudiziale.



PRESIDENTE

Al di là del merito, sul quale non posso rispondere, ritengo sempre che la sua pregiudiziale ricorra nel caso del primo comma dell'art. 63 del Regolamento, secondo il quale le pregiudiziali devono essere espresse e proposte prima dell'inizio della discussione. Di conseguenza, Consigliera Simonetti, mi dispiace: non posso accettare la sua pregiudiziale.
Consigliera Bortolin, continui pure la sua illustrazione.



BORTOLIN Silvana

Grazie, Presidente. Non aggiungo nulla a quanto già affermato circa questo emendamento: si tratta semplicemente di un'aggiunta. Oltre al "Piano sanitario", il riferimento è pure al "Piano di sviluppo", come già introdotto in un precedente articolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Questo emendamento ripropone il riferimento a un Piano di sviluppo regionale, che di fatto non esiste.
Ci troviamo - vorrei esprimermi in poche parole - di fronte ad un Piano sanitario che prevede l'adeguamento, come già previsto in iniziali emendamenti, da un lato, alle norme nazionali e, dall'altro, al Piano di sviluppo regionale. Ma questo Piano di sviluppo regionale non c'è, non esiste.
Noi, come Gruppo, ci chiediamo se la Giunta non si senta responsabile dell'omissione di un Piano di questa entità e di questa importanza, che necessariamente deve inserirsi in un contesto generale di programmazione e in questo senso condivido l'emendamento - per cui la programmazione sanitaria deve, anche per necessità di uno sviluppo più complessivo del territorio, adeguarsi e confrontarsi sinergicamente con il Piano di sviluppo. Tuttavia, provvedimenti di tale entità (penso al Piano di sviluppo regionale) non sono prodotti da questa Giunta.
Poi vorrei sentire eventualmente la risposta dell'Assessore su questa richiesta.
Ricordo che ieri era stato accettato - se non sbaglio - l'emendamento iniziale che adeguava la programmazione sanitaria alle norme nazionali e al Piano di sviluppo regionale. Questa accettazione, di fatto, legittima una carenza eclatante, una carenza politica e di programmazione di questa Giunta, nell'ambito dell'omissione del Piano di sviluppo regionale.
Pur condividendo i contenuti di questo emendamento - riteniamo importante che la programmazione sanitaria regionale debba collocarsi in un contesto più complessivo di programmazione e anche di sviluppo economico e territoriale per la nostra Regione - come facciamo ad accettare il riferimento ad un Piano di sviluppo regionale che non esiste? Come si risponde di fronte all'accettazione dell'inserimento in questo contesto del Piano di sviluppo, quando il Piano di sviluppo non c'è? Questa è un'omissione, una carenza, una responsabilità politica che questa Giunta deve assumersi. Non si può fare riferimento o contestualmente far riferimento sempre ad atti che non esistono e che questa Giunta non ha ancora predisposto o non ha ancora in qualche modo evidenziato nei suoi elementi più importanti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Io avrei una questione preliminare da porre, signor Presidente, a norma del comma 5 dell'art. 63 del Regolamento. Penso di poter porre la questione, perché leggo: "E' inoltre facoltà di ogni Consigliere presentare al Presidente del Consiglio questioni preliminari, ossia attinenti alla conduzione dei lavori del Consiglio".
La questione preliminare che pongo è che il Presidente della Giunta regionale non è presente a questa discussione e penso che in sua assenza sostenendo che neppure in sua presenza, finché non chiarisce di quanti Consiglieri ha la fiducia - non si debba procedere.



PRESIDENTE

Il Presidente era presente; credo che si sia assentato per motivi strettamente personali e sicuramente rientrerà nel giro di pochi minuti.
Certamente la presenza del Presidente è auspicabile, anche se la presenza dell'Assessore, a cui dobbiamo dare tutti atto di essere presente alla discussione, e la presenza continua del Vicepresidente Majorino rendono la discussione completa e la nostra assemblea in grado di legittimamente proseguire i lavori.
Credo peraltro che possiamo invitare, non per sfiducia o mancanza di riguardo nei confronti del Vicepresidente e dell'Assessore, il Presidente ad essere presente.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Poi nessuna norma di Statuto o Regolamento prevede la presenza costante del Presidente quando si discute una legge importante o non importante.
Quindi è un discorso privo di fondamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Dato che lei ha risposto alla mia pregiudiziale, e anche il Vicepresidente della Giunta, per dimostrare la buona volontà del Gruppo di Rifondazione, svolgo l'intervento sull'emendamento; altri colleghi e compagni del Gruppo potranno riprendere la questione preliminare successivamente.
Anche in assenza del Presidente della Giunta, parlo sull'emendamento e condivido quanto ha detto il Vicepresidente Majorino: non pongo questioni né statutarie né di altro tipo.
Ho posto una questione preliminare, com'è diritto di ciascun Consigliere. Ogni questione preliminare è soggetta alla valutazione favorevole o sfavorevole; non mi lagno se la valutazione è sfavorevole, mi basta poterla porre, come da Regolamento.
Invece per quanto riguarda l'emendamento, il nostro Gruppo ritiene che la linea di inserimento di questo riferimento programmatorio sia assolutamente condivisibile, anzi stupisce che non sia stato previsto; da un lato stupisce, dall'altro no.
Probabilmente la Giunta regionale sa che è un importante atto di programmazione, direi il più importante atto di programmazione. Non è stato predisposto da questa Giunta regionale, che era nata sulla base delle dichiarazioni programmatiche con grande enfasi di managerialità, questo atto, che è il primo atto che qualsiasi manager di qualsiasi ente o istituzione, e se vogliamo anche azienda, sa di dover compiere per il buon andamento delle proprie prospettive.
Questo atto non è stato compiuto. Può' anche darsi che questa mancanza di riferimento al Piano regionale di sviluppo sia una implicita ammissione di insufficienza nell'azione di governo che per questa via si tentava di non mettere in evidenza, e bene hanno fatto i colleghi del centro-sinistra a, viceversa, scoprire questa lacuna in modo esplicito, a chiedere che venga inserito questo riferimento al Piano regionale di sviluppo denunciando in questo modo un forte squilibrio all'interno della legge sul Piano sanitario. Anche perché questo emendamento pone una contraddizione sulla base della quale forse porremo altre questioni pregiudiziali.
Se nel Piano sanitario - e mi sembra che l'altro emendamento sia già stato accolto - che il Consiglio sta per approvare con legge vi è un riferimento a un obbligo di legge che da tempo la Giunta regionale avrebbe dovuto assolvere, allora si pone una questione pregiudiziale.
La Giunta regionale, avendo accolto in questo disegno di legge il riferimento alla necessità che questo provvedimento sia coerente con il Piano regionale di sviluppo, essendo assente il Piano regionale di sviluppo dagli atti di programmazione regionale, si pone fondatamente la questione che questo disegno di legge, che contiene in sé il riferimento al Piano regionale di sviluppo, debba avere davanti a sé l'approvazione dell'atto che lo giustifica.
Qui si sta dicendo che questo disegno di legge vive in quanto ha delle coerenze e dei riferimenti al Piano regionale di sviluppo, e dato che il Piano regionale di sviluppo non deve farlo un'altra istituzione, ma siete voi, Giunta regionale, Presidente Ghigo, che dovete fare il Piano regionale di sviluppo come primo atto, quadro, all'interno del quale tutti gli altri atti di inseriscono, avete il dovere e il diritto di redigerlo e farlo approvare.
Sono passati più di due anni dal vostro insediamento, avete mancato questo importante appuntamento; io penso che inserire giustamente questo riferimento significhi anche essere coerenti e approvare questo disegno di legge subito dopo l'approvazione del Piano regionale di sviluppo.
Questa è una contraddizione in termini, perché non si capisce quali siano le coerenze di quanto stiamo per approvare con ciò che voi non avete predisposto e potreste - non so cosa abbiate fatto in due anni e mezzo penso che abbiate lavorato, qualche elaborato ci sarà pure o proprio non ci avete neppure pensato a fare il Piano regionale di sviluppo ? - accelerare i tempi del Piano regionale di sviluppo, dopodiché questi inserimenti avranno anche una logica e una concretezza di attuazione, altrimenti sono riferimenti astratti.
E' un sospetto: l'Assessore ci dica se intende accogliere l'emendamento; per noi, tale pregiudiziale è assolutamente possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Credo anch'io che sia doverosa, politicamente, nonché per etica istituzionale, nel corso di una discussione così importante, quale quella del Piano sanitario regionale nel triennio 1997/1999, la presenza costante del capo dell'esecutivo.
E' una legge decisiva: il Presidente della Giunta regionale, a mio avviso, è quasi obbligato ad essere presente. Ma è la stessa presenza della Giunta ad essere alquanto scarsa: su undici membri, solo quattro sono presenti.
Vi è troppa sufficienza, all'interno della maggioranza, su un dibattito così delicato e così decisivo per il Piemonte, trattandosi di un'argomentazione importante qual è la sanità.
Ritengo decisiva la priorità della programmazione sanitaria per il 1997/1999; innanzitutto, è grave discutere di un Piano che da due anni è praticamente fermo e in ritardo rispetto alla sua scadenza naturale.
Trattandosi di tematica importante qual è la salute dei cittadini l'assenza di programmazione nel Piano sanitario regionale è sicuramente un fatto politico non secondario.
La salute è un bene pubblico prezioso che va esteso a tutti i cittadini, a mio avviso gratuitamente, per cui parlare di costi e ricavi delle Aziende in campo sanitario, è certamente abbastanza rischioso.
L'interesse sanitario della gente è importante; oggi vi sono cure a costi altissimi, e mi riferisco soprattutto ai pesanti ticket che devono essere pagati da una certa categoria di persone non abbienti su visite e analisi mediche.
Programmare, nella sanità, è altra cosa, che non quella scatola chiusa rappresentata dalla bozza di Piano sanitario regionale che stiamo per discutere; una certa modificazione e miglioramento ritengo possano essere apportati dai vari emendamenti presentati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento è ovviamente accettato, visto l'accoglimento dell'emendamento all'art. 1, punto 1).
Quanto sottolineato dai Consiglieri di Rifondazione comunista trova in parte giustificazione, anche se bisogna pensare a quanto importante sia l'approvazione del Piano sanitario regionale per la sanità piemontese e per tutti gli atti che ne derivano, e che senza approvazione del Piano non possono essere attuati.
Nel momento in cui il Piano di sviluppo regionale, la cui elaborazione è in itinere, sarà approntato, verificheremo la coerenza o meno dei due importanti documenti.
Accetto l'emendamento proposto dal PDS.



(Il Presidente della Giunta regionale Ghigo rientra in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi, per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore D'Ambrosio ha accolto l'emendamento, così come l'inserimento precedente, ma ha anche aggiunto che il Piano regionale di sviluppo - che non c'è - sarà predisposto. L'ha detto in modo talmente sfumato che è possibile "illazionare", che fra due anni sarete ancora lì ad aspettarlo: è un'illazione, ma dato che sono passati due anni e mezzo, la sfumatura di argomenti che lei ha usato può presupporre che nulla ci sia in cantiere e, probabilmente, da parte del Presidente Ghigo, che nulla abbia intenzione di fare. Può darsi che la programmazione sia assolutamente estranea agli obiettivi del governo Ghigo, visto che in due anni e mezzo non è stato predisposto.
Però lei, Assessore, con onestà intellettuale ha anche detto, forse soffrendo un po' di questa mancanza, che il giorno in cui arriverà il Piano di sviluppo regionale si vedrà il da farsi.
Sul piano dell'argomentare raziocinante, di certo non si può non presupporre che in presenza di un Piano regionale di sviluppo, un provvedimento approvato antecedentemente - adesso - debba essere poi in qualche modo rifinito, riadeguato, rimotivato e riprogrammato.
Lei capisce, Assessore D'Ambrosio, che non siete in una bella situazione dal punto di vista amministrativo - ed anche lei, Presidente Ghigo - perlomeno se non contestate la validità del Piano regionale di sviluppo - ma sarebbe anche difficile farlo, visto che si tratta di norma di legge: è, dunque, vostro dovere.
Ma potreste anche presentarvi in quest'aula, dicendo "Cambiamo tutto: non crediamo nella programmazione; cambiamo quanto c'è da cambiare: Statuti, norme legislative. La nostra linea politica è che non c'è assolutamente bisogno della programmazione: sono sufficienti piccoli programmi settoriali, e via".
Potreste anche fare così! Se non sostenete questo, come potete pensare di proporre ai piemontesi l'approvazione di un atto che voi stessi non siete in grado di dire essere coerente con l'atto superiore che state predisponendo - come sostiene l'Assessore D'ambrosio? Non è una bella situazione, questa! La pregiudiziale che forse proporremo, viene rafforzata dalla dichiarazione dell'Assessore; dichiarazione molto vaga e, per certi aspetti, fatta con un qualche rammarico. L'Assessore sarebbe di sicuro stato più forte nell'argomentare se avesse potuto, non dico aggiungere che il Piano regionale di sviluppo è pronto, ma perlomeno informare su scadenze ravvicinate entro le quali il Piano regionale di sviluppo verrà portato all'approvazione, tenendo conto del fatto che se così fosse, se le scadenze ravvicinate fossero tali, si potrebbe riproporre la questione che questo disegno di legge, che giunge comunque con un ritardo assolutamente straordinario, potrebbe aspettare l'approvazione del Piano regionale di sviluppo, essere riprogrammato, reso coerente con quelle indicazioni ed essere approvato successivamente allo stesso.
Viceversa, tutto questo non c'è; l'emendamento viene accolto, ma all'interno di una contraddizione macroscopica, che lo stesso Assessore denuncia. E tutto questo rende sempre più possibile la richiesta, anche reiterata, di sospendere questo esame, anche perché forse l'irrigidimento razionale e rispettoso delle procedure su tale questione può essere un elemento di stimolo alla maggioranza e alla Giunta, soprattutto per portarla a fare ciò che non ha ancora fatto e che dovrebbe essere il primo atto di una Giunta che si insedia, tanto più di una Giunta che si è insediata con grandi proclami di innovazione dal punto di vista della capacità di fare, di realizzare e programmare.
Siete nati con questo logos, anzi ve lo siete appiccicato sulla giacca: visto che in due anno e mezzo non l'avete realizzato, questo può essere un incentivo a farlo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino, per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Avendo ascoltato con attenzione quanto ha detto l'Assessore, vogliamo riprecisare che gli emendamenti che ci hanno visti protagonisti nel proporre il Piano di sviluppo sono consapevoli del fatto che il Piano di sviluppo non c'è, che è in fase di elaborazione.
Allora, sia in applicazione della legge sia perché come PDS siamo fortemente consapevoli e responsabili della necessità per la Regione di un Piano di sviluppo a tempi brevi, un Piano chiaro, completo di tutte le sue parti, è nostro dovere farlo presente e cercare di ottenere responsabilmente la consapevolezza da parte della Giunta circa l'opportunità di inserire e prevedere questo strumento indispensabile.
Detto questo, siamo altrettanto consapevoli che il Piano di sviluppo è formato da una serie di parti, e il Piano sanitario è senz'altro una di esse.
Nel momento in cui l'Assessore alla sanità risponde consapevolmente accettando l'importanza del Piano di sviluppo e dicendo: "Questo Piano sanitario lo prevede", "In questo Piano sanitario esistono le condizioni gli strumenti e i passaggi per andare poi a confrontarlo e a definirlo nel dettaglio", noi ci riteniamo soddisfatti.
Oggi è in discussione il Piano sanitario, ed è su questo che dobbiamo ragionare; è importante che vi sia l'accettazione, la responsabilità l'assunzione, il prendere coscienza, da parte della Giunta, del fatto che il Piano sanitario, il Piano socio-assistenziale, il Piano per l'occupazione, il Piano per l'ambiente e così via, devono essere travi assi portanti, colonne del Piano di sviluppo.
Detto questo, non confondiamo però il binario portante del Piano sanitario, di cui il Piano di sviluppo è il grande contenitore.
Ci riteniamo quindi soddisfatti della risposta dell'Assessore.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento n. 08).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: al comma 2, punto a) dopo la parola "settoriali" sono aggiunte le parole "del Consiglio regionale".
Per snellezza dei lavori, vorrei chiedere all'Assessore D'Ambrosio se accetta questo emendamento, che mi pare più che altro un chiarimento. Se l'Assessore accetta, credo che si possano evitare le illustrazioni dell'emendamento, perché quando l'Assessore si dichiara convinto della bontà della proposta, per un principio generale, credo si possa evitare la discussione.
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Chiedo di illustrare l'emendamento che abbiamo presentato, come prevede la procedura.



PRESIDENTE

Certo, lo prevede la procedura, ma se l'Assessore si dichiara disposto ad accogliere l'emendamento ed essendo, l'illustrazione, finalizzata all'accoglimento...



SIMONETTI Laura

Politicamente, anche per rispetto delle procedure, per noi è importante illustrare l'emendamento. Poi l'Assessore può ritenere di accoglierlo o meno.
Abbiamo inserito questo emendamento anche per sollevare una questione ed evidenziare un ruolo del Consiglio regionale.
In questo Piano sanitario spesso, troppo spesso, sulle questioni fondamentali si demanda ad ulteriori provvedimenti della Giunta regionale.
Noi abbiamo più volte criticato l'impostazione generale di questo Piano sanitario, definendolo "una scatola vuota", nel senso che costruisce molto bene la cornice, ma poi, di fatto, rimanda gli elementi più importanti, gli elementi di programmazione vera ad atti successivi della Giunta regionale.
Anche noi riteniamo importante e fondamentale il Piano sanitario come strumento di programmazione e, considerando che la legge di Piano sanitario passa con i voti di tutto il Consiglio regionale, quindi passa attraverso un percorso procedurale del Consiglio regionale, riteniamo assurdo che il Consiglio regionale, da un punto di vista politico, legittimi una legge che di fatto è una scatola vuota e che rimanda a successive deliberazioni settoriali, che poi costruiscono i veri elementi di programmazione della Giunta regionale.
Quindi, con questo emendamento intendiamo ripristinare il ruolo del Consiglio regionale che volta per volta, in particolare con questa Giunta regionale, viene meno, ruolo che viene a legittimare una cornice, l'interno della quale però è costruito sempre e solo con deliberazioni della Giunta regionale, sulle quali il Consiglio non ha la facoltà di potersi esprimere.
Questo emendamento, insieme ad altri, tenta dunque di riprendere e riconsiderare il ruolo complessivo del Consiglio regionale, in termini di legittimazione della programmazione sanitaria, ma soprattutto della programmazione più complessiva che deve investire la Regione.
Sottopongo l'emendamento all'Assessore, per chiedere se non sia importante anche per lui riproporre un ruolo specifico del Consiglio - non solo e non più per legittimare una cornice, all'interno della quale la programmazione viene definita solo con deliberazioni settoriali - in maniera da poter offrire un contribuire più effettivo ed efficace.
Diversamente, il ruolo del Consiglio regionale, come quello delle Commissioni consiliari, viene sempre più ad assumere una posizione subalterna alle decisioni della Giunta regionale, alle deliberazioni settoriali della Giunta regionale che di fatto compongono e costruiscono il Piano sanitario regionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Credo che non vi sia molta correttezza nel prosieguo di questo dibattito sulla sanità, soprattutto per la mancanza di ascolto e di intervento anche da parte della maggioranza.
L'emendamento all'art. 4 che stiamo discutendo ribadisce i contenuti di forte critica del nostro Gruppo a questo Piano sanitario regionale.
L'art. 4 definisce gli strumenti attuativi, cioè le deliberazioni settoriali; la relazione sullo stato di attuazione del PSR e sullo stato di salute della popolazione; i protocolli d'intesa Regione-Università, quindi tutta una serie importante di elementi programmatori.
A mio avviso è stato certamente grave da parte della Giunta regionale del Piemonte presentare due Piani sanitari disgiunti, che influiranno molto negativamente sulla sanità piemontese nel triennio '97-'99.
Tutta la programmazione sanitaria di questo esecutivo regionale è improntata alla filosofia liberista, con leggi di mercato selvagge, che non garantiscono la sanità pubblica e gratuita a tutti, anche ai cittadini extracomunitari presenti sul territorio piemontese e soprattutto nel capoluogo regionale; questa deve avvenire attraverso adeguati servizi sanitari territoriali che invece sono permanentemente così scadenti da dover essere oggetto di verifiche e di controllo, cosa che non avviene o se avviene, avviene con molta difficoltà.
E' un Piano sanitario che io definisco tecnicistico, lacunoso, svuotato nei contenuti, pur contemplando tutte le competenze tematiche sanitarie del Piemonte: una grande mole di contenuti, ma non innovativi, comunque sia non corposi dal punto di vista attuativo per la sanità piemontese. E' inoltre totalmente insufficiente alle esigenze e priorità sanitarie delle 20 USL del Piemonte, dislocate in 8 Province; ciò è stato evidenziato in questi giorni anche nella Conferenza dei servizi, assemblea peraltro dovuta per legge. Comunque sia, secondo me, lo svolgersi di queste Conferenze non è neanche nell'ottica giusta, in quanto avvengono senza un Piano regionale approvato, per cui sotto questo aspetto non ne condivido la validità.
Come dicevo, anche la Conferenza dei servizi ha evidenziato le gravi carenze ed insufficienze sanitarie del Piano stesso, per cui credo che dovremo prestare molta attenzione ai contenuti programmatori.
Il Piemonte è una Regione cerniera in Europa, quindi una Regione importantissima e sul piano strategico e sul piano quantitativo della popolazione, per cui deve dotarsi di un Piano sanitario che garantisca veramente la salute ai propri cittadini.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento non è accoglibile, in quanto la gestione del Piano avviene attraverso atti amministrativi attuativi, la cui funzione appartiene alla Giunta o alle strutture amministrative preposte.
Inoltre, vorrei sottolineare e sottoporre alla vostra attenzione i tempi che dovrebbero esserci per l'iter delle deliberazioni del Consiglio tempi che non consentirebbero una gestione snella del Piano così come è stata prospettata. E' chiaro che tutti gli atti attuativi del Piano sono inseriti all'interno del quadro tracciato dalla legge, e questo a garanzia dell'omogeneità di tutta la programmazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea, per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Nell'intervenire per dichiarazione di voto, invito a riflettere sull'emendamento che, tra l'altro, parla di Consiglio regionale, non escludendo un passaggio come quello che avviene in altre leggi, dove esiste una serie di provvedimenti attuativi indubbiamente assunti dalla Giunta sui quali però le Commissioni sono chiamate a dare un parere o ad essere consultate.
E' chiaro che si tratta di atti che hanno le caratteristiche che diceva l'Assessore; tuttavia hanno una grande rilevanza, per cui credo che il fatto di accogliere il nostro emendamento non implichi necessariamente un passaggio in aula: implica il fatto che il Consiglio o attraverso l'aula o attraverso la Commissione (che potrebbe essere lo strumento che in questo caso viene attivato), entra nel merito, prende conoscenza e interviene rispetto alla questione.
Esistono moltissime leggi di altri settori in cui questo avviene; penso ad esempio all'artigianato, dove esiste questo tipo di iter.
Come si evince dall'art. 4, sono atti amministrativi amministrativi con un'importanza significativa ed una specifica funzione di impostazione della programmazione; ripristinare questo iter significa assegnare al Consiglio attraverso le Commissioni, un ruolo di valore.
Invito quindi l'Assessore a rifletterci seriamente, perché - ripeto tra l'altro è una prassi normalmente accettata in altri settori e in altre leggi, per cui non comprendiamo perché in questo caso, in questo settore con l'importanza che riveste la sanità nelle attività del Consiglio, venga invece esclusa.



SIMONETTI Laura

Chiedo la votazione per appello nominale mediante dispositivo elettronico.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 32 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/1) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: al punto 2), lettera b) dopo "la relazione", aggiungere "annuale" e proseguire "sullo stato...".
1/2) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: al punto 3) abrogare "come previsto dall'art. 10", proseguire con "annualmente...".
1/2 bis) Emendamento presentato dai Consiglieri Simonetti e Moro: al comma quarto inserire "lettera a) la relazione annuale sullo stato di salute della popolazione"; a seguire le lettere a) e b) in ordine inverso.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Questo emendamento è semplicemente un'aggiunta e una specificazione necessaria: al punto 2), lettera b), aggiungere che la relazione deve essere "annuale"; diversamente, la scadenza non è specificata.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Per noi è accettabile che la relazione sia annuale, ma intendiamo sottolineare che ci pare assurdo che la relazione di attuazione del precedente Piano sanitario e la relazione sullo stato di salute della popolazione siano successive al Piano sanitario stesso. Per logica, deve essere una prerogativa per l'attuazione delle politiche sanitarie.
Mi chiedo come sia possibile, anche da un punto di vista logico, che la relazione sullo stato di salute della popolazione sia conseguente ad un documento che, di fatto, stabilisce le priorità, le emergenze, gli strumenti di intervento, nonché gli elementi complessivi della programmazione regionale. Se la relazione sullo stato di salute della popolazione e la relazione di attuazione del Piano sanitario sono successive al Piano sanitario stesso, non rientrano nelle logiche di un intervento di programmazione, soprattutto nel campo della sanità, dove l'evolversi delle situazioni e delle emergenze epidemiologiche cambia di giorno in giorno.
Quindi, sulla base delle necessità e delle realtà, si possono individuare le priorità, definire gli interventi e, di conseguenza, anche gli strumenti.
Non capisco, inoltre, non solo il motivo per cui la relazione sullo stato di salute sia successiva al Piano sanitario regionale, ma come possa essere considerata lo strumento attuativo del Piano sanitario regionale. E' una prerogativa e quindi deve essere antecedente: serve come strumento utile per la programmazione, ma non come strumento attuativo.
Vorrei che l'Assessore ci spiegasse il motivo per cui si agisce in questo modo. Va benissimo che la relazione sia annuale; il problema è perché la relazione è successiva all'approvazione del Piano sanitario e non antecedente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi rivolgo ai proponenti l'emendamento per un chiarimento.
Alla lettera b), i proponenti chiedono che, dopo "la relazione", si aggiunga "annuale". Vorrei chiedere se si tratta di una ripetizione o di un rafforzamento.
Il comma terzo recita: "Come previsto dall'art. 10, annualmente viene presentata al Consiglio regionale la relazione sullo stato di attuazione del Piano sanitario regionale e sullo stato di salute della popolazione".
Volevo chiedere se è la stessa cosa che si propone di rafforzare anche al punto b) o se ci sono dei ragionamenti che mi sfuggono.
Comunque, condivido quanto detto dalla collega Simonetti sulla eccezione di razionalità circa il rapporto tra i due momenti: stato della salute e stato di attuazione del Piano sanitario. In effetti, forse, era necessario tenere questi due atti non uno conseguente all'altro in questo modo, ma proporre una diversa dislocazione, in quanto il rapporto sullo stato della salute effetti dovrebbe essere l'elemento che alimenta le scelte del Piano sanitario.
Sul piano della scelta politica - perché si tratta di una scelta politica, non dovuta - noi riteniamo che per redigere dei Piani occorra partire dai bisogni di salute dei cittadini.
Per quanto riguarda i discorsi di aziendalizzazione, di conti economici, di disponibilità economiche, di compatibilità di bilancio sappiamo essere figli, anche questi, di scelte politiche. Non è questione di lana caprina, ma di scelte politiche.
Noi sosteniamo un'organizzazione della sanità che abbia come riferimento innanzitutto lo stato di salute e i bisogni di salute dei cittadini. Non sosteniamo che il problema non lo si possa risolvere a prescindere dai conti economici, ma ben diversa è un'impostazione che metta ai primi posti i bisogni e poi vedere come questi si possono soddisfare.
Quindi dall'inversione di questo ordine dei fattori, che parte da una pregiudiziale economica, in cui si è già deciso qual è la fetta per la sanità, e "piego" i bisogni di salute ad una scelta pregiudiziale di carattere economico.
Questo è un punto fondamentale per discriminare quali siano le politiche sanitarie di un Governo nazionale e di una Regione.
Pertanto sarei lieto che l'Assessore rispondesse sull'impostazione.
Mi rivolgo anche ai colleghi che hanno presentato l'emendamento per chiedere loro se se è la stessa cosa ripetuta oppure se c'è dell'altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Credo che la relazione sullo stato della salute annuale sia un atto importante e dovuto, che però deve avvenire con una vera programmazione sanitaria; deve essere una prerogativa per l'attuazione di una programmazione sanitaria seria e puntuale, che veramente tenga conto di tutte le realtà dell'articolato territorio piemontese.
La Regione Piemonte deve stilare un documento di programma che tenga conto delle emergenze, delle attualità, delle necessità, quindi dello stato di bisogno di salute di tutti i cittadini di tutte le otto Province, quindi nel complesso di tutte le 29 UU.SS.LL. di questa Regione, in cui si devono definire le priorità, gli strumenti e soprattutto i bisogni sanitari urgenti che sono ancora disattesi da questo Piano e che sono tuttora al centro della gravità della situazione della salute del Piemonte.
A mio avviso, occorre una diversa programmazione sanitaria, che in questo Piano non esiste e che noi, con la nostra pressione, con i nostri emendamenti, cerchiamo di modificare, per dare a questo Piano una dimensione diversa rispetto alle priorità e ai bisogni di salute che riteniamo prioritari e fondamentali per il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

I Consiglieri di Rifondazione comunista hanno sottolineato una cosa importantissima e ovvia al tempo stesso.
Debbo dirvi che per due anni abbiamo raccolto dati che, in realtà, sono esplicitati nelle aree di intervento dell'allegato b), dove è evidenziata la situazione attuale, le criticità esistenti, le risposte date e gli strumenti a disposizione.
Avevamo commissionato, sulla base dell'impegno assunto in IV Commissione, la relazione annuale sullo stato di salute dei cittadini.
Questa relazione c'è, è arrivata tre giorni fa; tuttavia ho ritenuto opportuno non distribuirla tre giorni prima di questa discussione, ma assicuro il Consiglio che, quanto prima, sarà distribuita.
Quello che mi premeva sottolineare è che questo Piano è stato redatto dopo che per due anni abbiamo raccolto tutti i dati a livello territoriale e a livello di Azienda.
Per quanto riguarda l'altro aspetto, quello evidenziato dal Consigliere Chiezzi sempre all'art. 4, visto che specifichiamo "relazione annuale" propongo di togliere "come previsto dall'art. 10" e iniziare direttamente con: "Annualmente viene presentata al Consiglio regionale la relazione sullo stato di attuazione del Piano sanitario regionale".
Consigliera Bortolin, propongo questo, proprio perché è stata accettata la relazione annuale al punto 2) dell'art. 4. All'inizio del punto) 3 c'è scritto: "Come previsto dall'art. 10, annualmente viene presentata al Consiglio"; propongo di cancellare "come previsto dall'art. 10" e iniziare con: "Annualmente viene presentata al Consiglio...", per non ripeterci.



PRESIDENTE

Consigliera Bortolin, accetta la proposta?



BORTOLIN Silvana

Accetto, anche perché è oggetto di un nostro successivo emendamento all'art. 4, punto 3): "abrogare le parole 'come previsto dall'art. 10'" e quindi proponevano anche noi di iniziare con "annualmente".
Vorrei solo precisare la ragione di questo emendamento, che ad alcuni non è apparso del tutto chiaro o addirittura contraddittorio. La relazione che viene prevista al punto 2, lettera b), è una relazione che la Giunta la Regione, presenta alla popolazione e agli operatori piemontesi: è la relazione annuale sullo stato di attuazione del Piano sanitario regionale e sullo stato di salute della popolazione.
Noi crediamo - e lo abbiamo sempre sollecitato - che a questa relazione debba essere data la massima diffusione e conoscenza sul territorio piemontese. Riteniamo importante che questa relazione sia preparata e diffusa annualmente, quindi intendiamo darle una cadenza, una periodicità.
Altra cosa è relazionare al Consiglio regionale sugli stessi argomenti ma noi crediamo in modo più diffuso, diverso, consentendo ai Consiglieri di discutere e soffermarsi su questioni e su problematiche che possono poi essere oggetto, da parte della Giunta, del governo regionale, di ulteriori precisazioni nella legge di Piano o in altre leggi o provvedimenti.
Il Consiglio regionale è una sede ristretta e politica, e a questa si riferisce la seconda relazione; la prima relazione, invece, necessita di una diffusione più generale sul territorio regionale.



PRESIDENTE

Quindi lei accetta quanto ha proposto l'Assessore?



BORTOLIN Silvana

Certo, e ho anche illustrato l'emendamento successivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Chiezzi ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Anche noi concordiamo su questo emendamento, mentre non abbiamo sentito critiche all'osservazione sulla centralità dello stato della salute ai fini delle scelte politiche.
Allora, pur non concordando con il punto b), così com'è stato scritto e secondo la logica che presuppone, noi chiediamo ai colleghi se non concordano che questa centralità, ai fini della programmazione, dello stato di salute della popolazione venga richiamata esplicitamente entro questo articolo.
La cosa migliore, secondo il nostro Gruppo, sarebbe quella di prevedere al comma 1, prima riga: "La programmazione sanitaria regionale trova il suo fondamento nel PSR, a partire dallo stato di salute della popolazione". E' questo il luogo in cui lo stato di salute della popolazione sarebbe meglio collocato.
In subordine, se per ragioni della Presidenza del Consiglio questo non venisse reso possibile, potremmo inserire un punto specifico al comma 4 dove si dice: "La programmazione sanitaria locale si articola nei seguenti documenti" e mettere come primo documento: "la relazione annuale sullo stato della salute della popolazione". Questo per noi sarebbe un elemento centrale dal punto di vista delle priorità politiche.
Quindi: o al primo comma, prima riga, oppure al quarto comma (stiamo predisponendo un emendamento, dateci il tempo).
Se c'è un'interlocuzione, possiamo valutare dove inserirlo. Vorrei sentire un parere su questo, se c'è concordia o meno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Accetto senz'altro un emendamento predisposto nei termini proposti dal Consigliere Chiezzi. Sono d'accordo ad inserirlo come primo punto, il punto a), per cui i punti come descritti in precedenza sono da intendersi a scalare.



CHIEZZI Giuseppe

Del comma 4?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì, del comma 4.



PRESIDENTE

Pertanto, l'emendamento, se ho ben capito, viene così modificato: "come previsto dall'art. 10" viene cancellato e si inizia con "annualmente viene presentata al Consiglio regionale la relazione...".



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì.



PRESIDENTE

Dopodiché, "la programmazione sanitaria si articola nei seguenti documenti:" al primo punto indicare: "la relazione annuale sullo stato dai salute della popolazione".
L'emendamento n. 1/1) presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino Riggio e Manica è pertanto precluso.
Non essendovi obiezioni, pongo in votazione gli emendamenti nn. 1/2) e 1/2 bis), fatti propri dall'Assessore, nei testi modificati.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvati all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
1/3) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: al punto 5), dopo le parole "programmazione locale", sostituire "le intese" con "accordi".



SUINO Marisa

Non lo illustriamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Questo emendamento non lo accettiamo perché potrebbe ingenerare facilmente confusione con gli accordi di programma e soprattutto perché le procedure sarebbero più lunghe. Tra l'altro, io non vedo una grandissima differenza tra "accordi" e "intese", per cui lascerei il termine intese.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Trovo abbastanza singolare questo diniego da parte dell'Assessore perché la dicitura è compresa in una delle due leggi regionali (organizzazione e finanziamento).
Sto cercando l'articolo di una delle due leggi dove specificamente si parla di "accordo". Il nostro intento era semplicemente quello di uniformare la legislazione regionale anche dal punto di vista della terminologia a quanto già affermato in altra legge. E' ingollare il diniego, Assessore, mi consenta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' semplicemente per le procedure. Penso che lei faccia riferimento alla legge 64, però con gli accordi avremmo delle procedure molto più lunghe, questo è il motivo principale.



BORTOLIN Silvana

Sì, ma non si può andare contro una legge vigente.



PRESIDENTE

Penso che l'Assessore abbia dato una risposta dirimente.
Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 1/3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 23 contrari.
Pongo ora in votazione l'art. 4 nel testo modificato.
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 23 voti contrari 10 astensioni 2 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 1/4) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: Capo II - Programmazione sanitaria regionale: collocato dopo l'art. 5.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il dato è molto logico, anche perché nella programmazione regionale rappresenta una questione di risistemazione architettonica: è accettato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 33 voti contrari 2 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 1/5) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: abrogare: Art. 6 - Approvazione del Piano sanitario regionale.
La parola alla Consigliera Bortolin per l'illustrazione.



BORTOLIN Silvana

Questo emendamento è semplicemente la richiesta di abrogare questo articolo.
Al punto 1) noi diciamo che il Piano sanitario regionale è approvato con legge, parte di questa legge che stiamo discutendo ed approvando: che senso ha affermarlo in un articolo apposito? E' legge di programmazione, è Piano sanitario.
Al punto 2), dove si parla del progetto della legge di Piano, che si redige una volta - ma questo è il progetto di piano: il disegno di legge che mette in approvazione il Piano - si afferma: "Il progetto della legge di Piano è predisposto dalla Giunta regionale, sentito il Consiglio Regionale di Sanità e di Assistenza". Ma il Piano è predisposto dalla Giunta, confrontato con i soggetti - ne abbiamo parlato prima - sul territorio - discusso prima in Commissione consiliare e poi in Consiglio approvato e quindi diviene legge. Che senso ha, dunque, un articolo che specifica la procedura per arrivare all'approvazione del Piano? Noi troviamo che questo articolo sia del tutto inutile e che crei una certa confusione: le nostre leggi si rivolgono anche all'esterno, non solo agli addetto ai lavori.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento è accolto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moro per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



MORO Francesco

Anch'io sono d'accordo che questo articolo, accolto dall'Assessore e quindi dalla Giunta, debba essere abrogato.
Riteniamo che non abbia molto senso, in quanto - com'è stato detto - il progetto di Piano è predisposto dalla Giunta regionale, sentito il Consiglio Regionale di Sanità e Assistenza.
A mio avviso, questa dicitura non andava nemmeno proposta, perché è già nei contenuti legislativi. L'averla inserita è stato un doppione, in grado di creare anche della confusione, perché è vero che il CORESA deve essere sentito, ma l'approvazione e tutto il resto viene fatto in Consiglio.
Giustamente l'Assessore lo ha depennato: siamo d'accordo.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: il comma 2 è così sostituito: "Il progetto della legge di Piano è predisposto dall'Agenzia, accolto dalla Giunta regionale, sentito inutilmente il parere del Consiglio Regionale di Sanità e Assistenza (CORESA)".
Tale emendamento è precluso, in quanto l'art. 6 è appena stato abrogato.
ART. 7 3) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: le parole "ha validità triennale e comunque" sono eliminate.
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

All'art. 7 vengono definiti durata ed effetti del Piano sanitario. Noi chiediamo di eliminare le parole "ha validità triennale", in quanto il Piano sanitario regionale ha efficacia sino all'approvazione del successivo Piano sanitario.
Oggi - siamo nel 1997 - continua ad essere in vigore il Piano del 1992 per cui non vengono rispettati i tempi della validità triennale.
Per non vincolare un Piano sanitario ad una validità che sarà comunque successiva - perché di fatto non limiterà la sua validità al triennio, ma perlomeno fino a quando non ci sarà l'approvazione di un successivo Piano sanitario - mi sembrava inutile inserire una validità triennale che di fatto non esiste: ripeto, oggi ci troviamo a discutere un Piano sanitario fermo restando che il precedente Piano terminava la sua validità nel 1992.



PRESIDENTE

Mi pare ovvio. Ma, Assessore, non voglio assolutamente anticipare il suo giudizio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento non è accoglibile, perché il triennio è un'indicazione temporale di carattere generale, così come per tutti gli altri Piani sanitari regionali del passato, che impegna la Giunta a rivedere la programmazione entro un termine congruo; ciò, ovviamente, anche rispetto alle necessità sanitarie della popolazione. Lo stesso avviene anche a livello nazionale, per cui questo emendamento non lo accetterei.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moro; ne ha facoltà.



MORO Francesco

Non riesco a comprendere come mai il nostro emendamento non sia stato accettato, in quanto - come avevamo detto - il Piano ha una validità triennale e quindi la sua durata è definita.
Non ho compreso il senso del rifiuto dell'Assessore. Ripeto, noi riteniamo che, non rispettando i tempi previsti (tre anni), la proposta contenuta nel nostro emendamento debba considerarsi valida, per cui lo manteniamo e chiediamo che venga sottoposto alla votazione.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E respinto con 2 voti favorevoli e 35 contrari.
3/1) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Manica e Riggio: aggiungere la parola "Obiettivi (durata ed effetti)".
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Abbiamo pensato di proporre questo emendamento alla titolazione stessa dell'art. 7, essendo questo un articolo di grande importanza che parla della validità del Piano, che parla dei suoi effetti e che quindi è da cornice agli articoli successivi.
Per questa ragione ci è sembrato che nella titolazione stessa di questo articolo, che appunto precede l'articolato successivo e ne fa sostanzialmente da contorno, fosse importante specificare, oltre alla questione della durata della validità del Piano, e quindi di un Piano triennale, la dizione fino all'approvazione del successivo Piano sanitario regionale, perché scaduto quel Piano, senza questa dizione, non è affatto vero che ci sarebbe un'automatica proroga in questa direzione.
Quindi alla durata gli effetti, come elemento importante, ma anche gli obiettivi, come questione di fondo, da inserire a questo punto.
Ci pare non solo che sia più chiaro, ma che dia un senso più compiuto a questo articolo e alla sua concatenazione di quadro rispetto agli articoli successivi.
Volevamo sentire la valutazione dell'Assessore e sapere se ritiene di poter accogliere questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

All'art. 7 vi è solamente "durata ed effetti", perché questi si riferiscono allo strumento Piano sanitario, cioè alla legge. Se noi considerassimo durata ed effetti degli obiettivi, limiteremmo l'efficacia degli obiettivi ad un triennio, cosa che per alcuni obiettivi - mi riferisco, ad esempio, a quella che può esserne la riduzione di mortalità per neoplasie - sarebbe riduttiva ed addirittura illogica, per cui preferiremmo lasciare durata ed effetti, senza aggiungere obiettivi.
Semplicemente per questo motivo.
Se poi la Consigliera Manica vuole ulteriormente esplicitare, potremmo anche farlo.



MANICA Giuliana

Solo una precisazione.
Comprendiamo la riflessione che lei sta facendo, ma la risposta non ci convince perché il ragionamento che lei fa rispetto agli obiettivi e al fatto che li legheremmo a una loro esclusiva validità triennale varrebbe nello stesso identico modo per gli effetti. Assessore, mi consenta, perch il momento degli effetti, così come quello degli obiettivi, può essere sottoposto alla obiezione che lei in questo momento sta facendo rispetto alla proposta di aggiunta che noi facciamo.
Pertanto, se questa è la motivazione, non è comprensibile e non sussiste. O ce ne dà un'altra o, a mio avviso, accoglie l'emendamento. Ma è un sommesso consiglio.



PRESIDENTE

L'Assessore non replica.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 25 contrari e 3 astensioni.
3/2) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino e Riggio: al punto 1) aggiungere le parole: "gli obiettivi generali del PSR sono: 1) la tutela della salute psico-fisica 2) il miglioramento della qualità della vita 3) lo sviluppo di un sistema di sicurezza sociale.
La Regione, le ASL e le ASO, nell'applicazione delle leggi nazionali e regionali in materia di sanità ed assistenza, definiscono obiettivi e accordi di programma, anche con il coinvolgimento ed il concorso dei Comuni, delle Comunità montane e delle Province".
La parola alla Consigliera Bortolin per l'illustrazione.



BORTOLIN Silvana

stiamo discutendo il Capo II, intitolato: "Programmazione sanitaria regionale". Se consente, Assessore, si iniziava con la denominazione delle Aziende sanitarie regionali e l'abbiamo anticipato, poi riprendevamo approvazione del Piano sanitario regionale e adesso siamo a "durata ed effetti".
Allora, l'art. 5 l'abbiamo anticipato, l'art. 6 l'abbiamo abrogato, ma entrambi sotto il Capo II - "Programmazione sanitaria regionale" - nulla volevano dire, perché erano articoli di organizzazione all'interno del Piano sanitario.
Noi adesso riprendiamo "durata ed effetti". Le davamo un sommesso suggerimento, Assessore, "durata ed effetti della programmazione", ma per quali obiettivi? L'aggiunta "obiettivi" al titolo significava inserire un punto 1) dove gli obiettivi venivano specificati - ed è l'emendamento che proponiamo - "gli obiettivi generali del Piano sanitario regionale sono:" obiettivi peraltro non limitati nel tempo e obiettivi sui quali credo tutti siamo d'accordo, la tutela della salute psico-fisica, il miglioramento della qualità della vita, lo sviluppo di un sistema di sicurezza sociale.
Abbiamo poi completato l'emendamento specificando che la Regione, le Aziende sanitarie locali e le Aziende sanitarie ospedaliere nell'applicazione delle leggi nazionali e regionali, peraltro concetto ripreso più volte, in materia di sanità ed assistenza definiscono obiettivi e accordi di programma - torniamo all'impegno di leggi già operanti nella nostra Regione - anche con il coinvolgimento ed il concorso dei Comuni delle Comunità montane e delle Province.
"Durata ed effetti": noi specifichiamo ancora una volta - e non è inutile - quali sono gli obiettivi sui quali lavoriamo. Obiettivi sui quali vogliamo produrre degli effetti e vogliamo che siano limitati nel tempo, ma gli obiettivi, ripeto, sono di carattere generale e universale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Sono anch'io d'accordo su questo emendamento che raggruppa gli obiettivi generali del Piano sanitario regionale e li indica come prioritari e fondamentali. Sono appunto specificati nell'emendamento e sono la tutela della salute psico-fisica, un obiettivo importantissimo e prioritario, così pure il miglioramento della qualità della vita che deriva appunto dalla tutela fisica e psichica del soggetto e dei cittadini. Così pure lo sviluppo di un sistema di sicurezza sociale.
E' un emendamento che riteniamo importante e da approvare, perch potrebbe dare anche un'impronta diversa a questo Piano regionale che stiamo discutendo e che riteniamo vuoto nei contenuti e anche privo di una programmazione sanitaria.
Aggiungere questi elementi potrebbe essere innovativo e sicuramente positivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questo emendamento mi pare che sia condivisibile nella parte in cui dice che "la Regione, le ASL e le ASO definiscono gli obiettivi e gli accordi di programma con il coinvolgimento e il concorso dei Comuni, delle Comunità montane e delle Province".
Questo era uno degli elementi forti di critica che svolgemmo sull'attuazione della riforma sanitaria: la limitatezza e la parziale espropriazione di compiti di programmazione sanitaria da parte degli Enti locali.
Chiederei ai compagni ed amici che hanno firmato questo emendamento, se in linea con l'affermare il concorso e il coinvolgimento di Comuni Comunità montane e Province, non possa essere scritto nell'emendamento "senza alternative", togliendo il termine "anche". Si avrebbe quindi la dizione "...definiscono obiettivi e accordi di programma con il coinvolgimento e il concorso dei Comuni".
In questo modo si indica una strada obbligatoria di coinvolgimento anche se sappiamo tutti che tale termine, amministrativamente, assume un significato assai ampio: può trattarsi di una comunicazione e quant'altro.
"Concorso" indica invece una procedura più complessa. In ogni caso lasciando il termine "anche" diamo la possibilità, "anche", di non farlo.
Chiedo ai colleghi di togliere dalla formulazione dell'articolo tale termine, sempreché condividano il ragionamento politico che sta dietro alla mia proposta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Accetto la formulazione del Consigliere Chiezzi. L'"anche", comunque era riferito al fatto che i soggetti programmatori per la sanità sono la Regione e le Aziende sanitarie; il coinvolgimento è quindi, non dico facoltativo, ma certamente aggiuntivo. L'"anche" voleva significare questo ma lo togliamo molto volentieri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento è accettato nella sostanza, ma non nella forma. Quanto esplicitato nell'emendamento è detto nel testo del Piano, ad esempio per quanto riguarda gli obiettivi generali e strategie, all'art. 15, nonch nello stesso art. 8 (Contenuti del Piano sanitario regionale).
L'emendamento, ancorché condivisibile, non viene accettato per questi motivi. Tra l'altro, dall'art. 15 si evince che gli obiettivi generali sono gli stessi sottolineati nell'emendamento, anche se esplicitati in modo diverso.
Relativamente all'incarico ad altri Enti, informo che lunedì 13 p.v. vi sarà il coinvolgimento, che sarà definito in ambito nazionale, dei Comuni delle Comunità montane e delle Province; nel Piano è previsto in più parti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Registriamo la non volontà dell'Assessore e della Giunta complessivamente, di esplicitare nell'articolato della legge di Piano altra cosa sono gli allegati - quali sono gli obiettivi che si perseguono.
E' stato respinto l'emendamento all'art. 1 dove, al punto 2), lettere a), b), c), d), proponevamo una formulazione che rendesse chiari gli obiettivi della Regione Piemonte nell'ambito della tutela, della prevenzione, della cura della salute dei nostri cittadini; viene adesso respinto l'emendamento presentato all'art. 7, dove si parla esplicitamente di "durata" e di "effetti": ma di che cosa? Assessore, la dicitura che abbiamo inteso aggiungere all'art. 1 al punto 2), non l'abbiamo ripresa dall'art. 15, disegno di legge n. 238 in discussione oggi in Consiglio regionale, l'abbiamo semplicemente mutuata dal precedente Piano sanitario. Questo significa che anche la Giunta si rifà a principi precedenti: c'è dunque continuità nella politica sanitaria e negli obiettivi generali a livello di Regione Piemonte - e questo ci fa particolarmente piacere. Obiettivi esplicitati nell'art. 15, al termine della legge; procedendo nell'esame si leggono solo funzioni, compiti: mai si affermano quali sono gli obiettivi che intende raggiungere la Giunta regionale - e il Consiglio regionale - con l'approvazione di questa legge.
Noi, invece, ci stiamo dando degli obiettivi; stiamo parlando di Piano di programmazione: prima di tutto vengono gli obiettivi, successivamente parleremo di mezzi, di tempi con i quali vogliamo raggiungere tali obiettivi.
Assessore, ci troviamo davvero in difficoltà; è chiaro che negli allegati, e in seguito, troveremo qualche enunciazione generale: diversamente, su cosa fondiamo questo Piano? Insistiamo: non si vogliono accogliere emendamenti di affermazione, di esplicitazione di principi di carattere generale. Ci fa specie: così non pare essere la politica che lei, Assessore, ha portato avanti in questi anni. C'è una contraddizione ed una volontà di negazione che non riusciamo a comprendere.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento, così come richiesto dai Consiglieri di Rifondazione comunista.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 32 hanno risposto SI' 7 Consiglieri hanno risposto NO 24 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
La parola alla Consigliera Simonetti per dichiarazione di voto sull'art. 7.



SIMONETTI Laura

Siamo contrari all'articolo. Nel primo comma si ribadisce una validità che di fatto non viene osservata, perché dicendo: "Il Piano sanitario regionale ha validità ed efficacia fino all'approvazione del successivo Piano sanitario regionale", avrebbe dovuto avere una realizzazione di logica maggiore.
Inoltre, viene definito contestualmente alla presentazione della relazione sullo stato di attuazione del Piano sanitario e sullo stato di salute della popolazione. E qui c'è un dissenso di fondo, perché riteniamo che la durata e gli effetti del Piano sanitario non siano contestuali alla relazione sullo stato di salute della popolazione, ma siano gli strumenti siano una realizzazione a partire dallo stato di salute della popolazione e a partire dalla relazione sullo stato di attuazione del precedente Piano sanitario.
L'emendamento presentato e votato poc'anzi, quello relativo agli obiettivi che un Piano sanitario regionale deve proporsi, rientrava in una logica diversa, evidenziando il principale obiettivo del Piano sanitario: quello di tutelare la salute psico-fisica del cittadino, il miglioramento della qualità della vita, lo sviluppo di un sistema di sicurezza sociale.
Tutto questo sta in un ragionamento complessivo dignitoso, che parte dai bisogni per potere attuare, sulla base degli stessi, quegli interventi e quella programmazione che un Ente politico come la Regione ha il potere e il dovere di attuare per tutelare la salute del cittadino.
Viceversa, con questo articolo si introducono degli elementi per cui l'azione della Giunta regionale, sia con il ruolo subalterno del CORESA che esprime dei pareri che comunque non vengono presi in considerazione in modo vincolante dalla Giunta stessa, sia con il ruolo subalterno del Consiglio e della Commissione, tende ad escludere e a mortificare lo stato di salute della popolazione, che diventa un fattore conseguente e non un obiettivo prioritario.
Gli Enti titolari di competenza vengono ricondotti nelle Aziende sanitarie locali, che sono considerate soggetti di programmazione locale si identifica quindi un potere di programmazione in quegli Enti che non sono titolati, né attraverso una legge né attraverso un decreto legislativo, ad avere un livello istituzionale ed un livello di programmazione locale e si fa ricondurre contestualmente ad un atto successivo anche l'elemento fondante di un Piano che si propone l'obiettivo di tutelare la salute della popolazione, che è appunto la relazione sullo stato di attuazione.
Si sarebbe potuto modificare questo tipo di ragionamento anche solo dicendo che la relazione sullo stato di salute della popolazione è comunque antecedente alla programmazione sanitaria e contestualmente la programmazione sanitaria si propone di adeguare, di aggiornare completamente la propria azione di programmazione e di intervento sul territorio con l'aggiornamento della relazione sullo stato di salute della popolazione.
Diversamente ci chiediamo da cosa parta un Piano sanitario nei suoi effetti e nelle sue durate. Da cosa parte? Da una programmazione e da un'efficienza economica che tiene in considerazione e mette in conto i costi e i ricavi dell'Azienda o parte innanzitutto da una tutela più complessiva, dagli obiettivi che sono quelli di tutelare la salute della popolazione? Io credo che questi elementi di critica siano sostanziati da argomentazioni di dignità, che corrispondono ad una politica civile, che chiede innanzitutto di programmare sulla base dei bisogni delle persone e non sulla base di una fantomatica ed esaltata aziendalizzazione della sanità, che tiene in considerazione, purtroppo, prima di tutto i costi e poi i benefici per la popolazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, indìco la votazione nominale dell'art. 7, come richiesto dal Gruppo di Rifondazione comunista, mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI' 22 Consiglieri hanno risposto NO 7 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 7 è approvato.
ART. 8 Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Anche l'articolo 8, che individua il contenuto del Piano sanitario regionale, parte da un primo comma che individua il Piano sanitario come lo strumento di programmazione complessiva del settore, in coerenza con le previsioni del Piano sanitario nazionale - e su questo noi avremmo già degli elementi di critica e contraddizione - nell'ambito di un Programma regionale di sviluppo - che non c'è, non abbiamo un Piano di sviluppo regionale, quindi seconda contraddizione - e previa valutazione delle risorse mobilitabili.
Se si parla di risorse finanziare, noi ricordiamo che questo Piano sanitario non ha allegato un Piano di risorse finanziarie e quindi di finanziamenti che la Giunta intende sostenere per realizzare gli obiettivi previsti.
E' stato unicamente votato a stragrande maggioranza - tranne il voto contrario di Rifondazione Comunista - un programma di investimenti dell'ex art. 20, che è in assoluta contraddizione con gli interventi previsti dal Piano sanitario, perché il Piano sanitario, seppure con grandi limiti e grandi carenze che sottolineeremo in altri interventi, ribadisce l'importanza del territorio negli investimenti.
Nei 2.000 miliardi erogati da questa Giunta e da questo Consiglio nelle settimane scorse non si è assolutamente tenuto in considerazione il territorio come elemento fondamentale per la prevenzione e la programmazione sanitaria, per cui non capiamo quali e quante risorse si vogliono mobilitare, come le si vuole mobilitare, con quale importanza, con quali criteri o con quali priorità, al fine di realizzare gli obiettivi prefissati.
Il Piano, inoltre, "definisce gli obiettivi e le linee di governo".
Contestiamo anche a questo proposito, perché riteniamo che gli obiettivi e i contenuti fondamentali, a parte l'obiettivo prioritario ribadito all'art. 15, ovvero la tutela della salute (ci mancherebbe!) vengono rimandati a delibere settoriali e, secondo noi, non sono rimarcati come dovrebbero nel Piano sanitario regionale. Quindi, già nel primo comma abbiamo una serie di elementi di contraddizione che, a nostro parere, ne compromettono la validità.
Il Piano sanitario - dice il secondo comma dell'art. 8 - "si articola in azioni programmate e in progetti-obiettivo".
Noi contestiamo che si articoli in progetti-obiettivo, nel senso che esistono dei progetti-obiettivo a livello nazionale che in questo Piano penso al progetto-obiettivo della tutela della salute mentale - sono largamente disattesi.
Esiste un progetto-obiettivo comprendente le linee guida nazionali "Tutela della salute mentale", che nel Piano Sanitario regionale sono state ripresentate, scopiazzate e in alcune parti dimenticate.
Guarda caso, il progetto-obiettivo nazionale è stato disatteso anche nel provvedimento relativo all'ex art. 20. Infatti, le risorse degli ox O.P., che il progetto-obiettivo vincola come risorse da utilizzare per la psichiatria (quindi sul territorio), vengono invece destinate ad altro, ad esempio a poliambulatori o a ristrutturazioni di reti ospedaliere. Questo è o non è un modo per disattendere un progetto-obiettivo nazionale? Mi è stato spiegato, in vari modi, l'escamotage utilizzato dalla Giunta per disattendere il progetto-obiettivo nazionale che, pur non essendo vincolante da un punto di vista legislativo, presuppone una coerenza regionale anche nella distribuzione di risorse.
Questo è un ulteriore elemento contraddittorio che ci porta a contestare questo Piano sanitario: a nostro parere non è vero che i progetti-obiettivo vengono attesi, anzi sono largamente disattesi.
Occorrono quindi progetti-obiettivo specifici, sulla base di quelli nazionali.
Il comma 2 dell'art. 8 così prosegue: "e) I risultati attesi nel periodo di vigenza del Piano sanitario regionale dalle azioni programmate e dagli indirizzi operativi per il loro raggiungimento".
Noi non ritroviamo in questo Piano sanitario azioni programmate o indirizzi operativi per il loro raggiungimento; il tutto (gli strumenti attuativi veri, di indirizzo, anche attraverso gli accordi di programma) viene rimandato a delibere settoriali successive della Giunta regionale.
"f) Le modalità di reperimento delle risorse finanziarie necessarie": non c'è assolutamente cenno alle risorse e agli strumenti di carattere finanziario che si intendono adoperare per l'attuazione del Piano sanitario.
Ripeto: l'unico strumento possibile è stato già esaminato in Consiglio ed è quello della programmazione degli investimenti dell'ex art. 20, che però non ha nessuna attinenza e nessuna congruità con gli obiettivi e gli interventi previsti dal Piano sanitario.
Siamo quindi assolutamente contrari a questo art. 8, perché si ipotizzano contenuti che non sono reali, per cui tutto si riduce ad un coacervo di contraddizioni che non possiamo che contestare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

E' in discussione l'importante emendamento all'art. 8 del progetto di Piano sanitario regionale per il triennio '97-'99...



PRESIDENTE

Consigliere Moro, non ci sono emendamenti all'art. 8.



MORO Francesco

Scusi. E' in discussione l'importante art. 8 del Piano sanitario regionale per il triennio '97-'99.
Questo articolo definisce il Piano sanitario uno strumento importante di programmazione complessiva ed individua gli obiettivi e le linee di governo del servizio sanitario regionale.
E' un provvedimento che il nostro Gruppo ha definito più volte una scatola vuota, al cui interno vi sono sì dei progetti sanitari, ma svuotati dei loro contenuti.
Il Piano è stato presentato in ritardo di due anni rispetto alla scadenza naturale di quello precedente e non tiene conto dei veri problemi del Piemonte, che saranno sicuramente disattesi ed aggravati.
Un Piano sanitario coerente tutela il sistema psico-fisico del cittadino e interviene seriamente sui bisogni sanitari per migliorarne la qualità della vita. Tutte queste finalità, però, non sono presenti in questo Piano; invece erano e sono presenti in quello nazionale.
C'è troppa aziendalizzazione (costi-ricavi) in tutte le ASL, con un'indicazione specifica in questo senso e poca attenzione alle tematiche della salute pubblica.
Non esiste un Piano di sviluppo regionale di programmazione ed inoltre come è già stato ribadito - non vi sono sufficienti risorse finanziarie per la piena realizzazione degli obiettivi sanitari prefissati.
In questo Piano non si tiene in debito conto il territorio del Piemonte per una vera prevenzione delle malattie, che invece viene demandata insieme a tutti quegli obiettivi che dovrebbero essere ben presenti e prioritari, a deliberazioni successive.
Il giudizio, quindi, è di insufficienza ed eccessiva burocraticità, per cui il nostro Gruppo è nettamente contrario a questo articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sull'art. 8 i compagni che mi hanno preceduto hanno già illustrato alcuni fondamenti critici. Io vorrei aggiungerne in particolare uno, che è anche oggetto di un emendamento che la compagna Simonetti sta consegnando alla Presidenza in questo momento.
Questo articolo - che nuovamente richiama il Piano regionale di sviluppo che non c'è e che, mi dicono, ci sarà - contiene un'affermazione che riteniamo molto negativa, che è quella di mettere tra le priorità sia del Piano regionale di sviluppo che del Piano sanitario nazionale, la "previa valutazione delle risorse mobilitabili".
L'inserimento di questa decisione vede la nostra netta contrarietà perché inverte i termini della questione e subordina la risoluzione dei problemi relativi allo stato di salute della popolazione alla "previa valutazione delle risorse mobilitabili".
Chiediamo che questa impostazione venga cambiata, non per negare che una volta fissati degli obiettivi di salute, questi debbano fare i conti con la valutazione delle risorse mobilitabili, ma perché questa deve avvenire dopo e non prima.
La valutazione è uno degli elementi di condizionamento di una scelta politica e di un'attività programmatoria che, però, deve giungere sulla soglia della valutazione delle risorse mobilitabili sulla base non di queste, ma dei bisogni della popolazione; tale impostazione politica di fondo ci divide.
Noi dobbiamo avere dei governi regionali che assumono l'impegno di conoscere lo stato di salute e i bisogni della popolazione e a quel punto predisporre dei Piani che facciano i conti con le risorse disponibili. Ma non c'è un "previa".
Successivamente all'individuazione dei problemi da risolvere e degli obiettivi da raggiungere, qualsiasi legislatore o amministratore proporrà ai propri cittadini la necessità di fare anche i conti. I conti li farà chi governa, tutti dovranno fare i conti; noi non sosteniamo che, governando noi, non faremmo più i conti, no: li faremmo dopo, e non "previa". Questo significa avere la possibilità di "premere" in tutte le sedi di governo affinché i conti possano tornare rispetto a degli obiettivi di politica sanitaria prefissati.
Se invece accettiamo i conti per cosa sono, non riusciremo mai a trasferire una lira: dagli investimenti nel settore degli armamenti ad altri tipi di investimento.
Un'osservazione di carattere generale: si tratta di un articolo importante perché elenca i contenuti del Piano sanitario regionale. Non ci sono emendamenti su questo articolo.
L'altra critica è che in questa descrizione dei contenuti, a nostro modo di vedere, manca l'enunciazione di uno dei contenuti che riteniamo fondamentale esprimere esplicitamente in questo articolo, quello relativo ai progetti di prevenzione.
La prevenzione, come sostiene Rifondazione comunista, deve essere uno dei momenti centrali e prioritari di una politica sanitaria. Ci pare non debba essere dimenticata e non esplicitamente enunciata in un articolo che tratta dei contenuti del Piano.
Sappiamo, Assessore D'ambrosio, che la prevenzione non esiste; esiste in certi momenti e per certi settori. Dove esiste, comunque, è tutta da impostare, è gracile, non ha finanziamenti, non ha strutture.
Rifondazione comunista chiede una svolta, vuole investimenti e risorse riconoscibili in questo settore; riteniamo che sia il settore produttivo di maggiore salute e produttivo di maggiori risparmi, proprio quelli che si invocano e quelli che, nel vostro testo, vengono messi sul piatto prima degli obiettivi, dicendo "previa valutazione delle risorse mobilitabili".
Possiamo anche presentare subito un emendamento in merito alla prevenzione, in quanto ci sembra questo un elemento di qualità visibile.
Sui contenuti del Piano sanitario prevenzione non c'è: ci sono "progetti obiettivo". Dato che la prevenzione non c'è nei fatti, dato che per assumerla bisogna dichiarare politicamente una priorità in modo esplicito rispetto ad altri progetti-obiettivi che hanno carenze, che hanno problemi, ma che non sono nella situazione di squilibrio tra quanto si afferma necessario fare sulla prevenzione e quanto si sta facendo, allora se c'è l'obiettivo politico di mettere la prevenzione tra i grandi scenari di investimento e di strutturazione di questa attività di prevenzione, ci sembra che quando descriviamo i contenuti quella parola debba comparire da qualche parte.
Proveremo noi a far comparire queste parole con la presentazione di un emendamento.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, l'emendamento potrebbe essere formulato nel seguente modo: comma 2 "obiettivi preventivi, curativi e riabilitativi".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Purtroppo devo sottolineare ai colleghi di Rifondazione comunista che la programmazione regionale non può prescindere dalle indicazioni e dalla programmazione nazionale.
Debbo ribadire che Rifondazione comunista, negando quasi in toto l'aziendalizzazione della sanità, concepisce ed ha una programmazione sanitaria diversa da quelle che sono le disposizioni nazionali.
Potrei anche essere d'accordo su alcune proposte, però per quanto riguarda la prevenzione i livelli assistenziali citano la prevenzione e poi ogni area di intervento specifica la sua. Questo Piano prevede un investimento nella prevenzione che è il doppio rispetto al passato.
Consigliere Chiezzi, lei presenti pure l'emendamento; sottolineo, per che ci sono i livelli assistenziali, dove in ogni area di intervento è prevista la prevenzione.
L'art. 20 è uno strumento della programmazione, ma i 2000 miliardi (1350 miliardi, perché 500 miliardi sono stati finanziati dalle aziende) fanno parte della legge 67/88. Si può discutere sul modo in cui sono stati investiti; badate bene, però, che tutte le Aziende sono state "accontentate", perché abbiamo distribuito questi fondi in base alle richieste e alle necessità delle Aziende stesse.
Questo bisogna chiarirlo una volta per tutte, perché anche alcuni organi di stampa hanno riportato che l'Assessore ha preso due miliardi dal fondo sanitario nazionale e li ha investiti in un modo più o meno anomalo in quella che è l'edilizia sanitaria.



PRESIDENTE

Io, però, sul primo emendamento - dato che lei dice "esiste", nella sostanza - non vedo alcuna difficoltà nel ribadire, tra gli obiettivi prioritari di carattere generale, i concetti di prevenzione, cura e riabilitazione. Nel momento in cui si fa una dichiarazione politica importante, che si riferisce agli obiettivi, mi parrebbe giusto inserire questi aspetti.
Comunque, non sono io a dover dare delle indicazioni in merito.
All'art. 8 vengono presentati i seguenti emendamenti: 3/3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moro: al comma 1 sono soppresse le parole "e previa valutazione delle risorse mobilitabili".
La Giunta è contraria a questo emendamento.
Indìco la votazione nominale su tale emendamento, come richiesto dal Gruppo di Rifondazione comunista, mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI' 10 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
3/4) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Simonetti: al comma 2 è sostituito il punto a) con "gli obiettivi di carattere generale individuando come prima priorità la prevenzione".
Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Noi non indichiamo come punto singolo la prevenzione, perché ci rendiamo conto che ci sono anche altre priorità rispetto all'intervento sanitario. Tuttavia consideriamo, proprio come impostazione politica generale, che la prevenzione sia un punto di partenza fondamentale; la prevenzione e anche l'educazione alla salute e quindi il territorio come punto di partenza e premessa fondamentale per l'intervento sanitario.
In punti successivi sottolineeremo anche l'importanza della rete distrettuale relativamente al discorso prevenzione.
Contesto il fatto che il livello di prevenzione venga classificato come grande priorità all'interno del Piano sanitario. Prima di arrivare al settore preventivo in termini di allegati, abbiamo presentato questo emendamento in cui dichiariamo che al punto a) sono contenuti gli obiettivi di carattere generale e le priorità, a partire dalla prevenzione. Ci proprio per sottolineare l'importanza che ha la prevenzione in tutto il percorso diagnostico, che certo comprende la cura e la riabilitazione, ma che vede - l'Assessore lo sa bene - nella prevenzione il punto di partenza fondamentale, in assenza del quale la stessa cura e la riabilitazione non potrebbero che avere dei costi altissimi.
Quindi intendiamo sottolineare, nell'ambito degli obiettivi di carattere generale, la prevenzione come premessa fondamentale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Potremmo aggiungere, al comma 2), dopo il punto a) dell'art. 8: "gli obiettivi e le priorità di carattere generale di prevenzione, di cura e di riabilitazione".
In questo modo mettiamo indubbiamente prevenzione prima, ma cura e riabilitazione sono parti parimenti importanti.



PRESIDENTE

Dunque l'emendamento 3/4) viene sostituito dal seguente emendamento, test formulato dall'Assessore D'Ambrosio: al comma 2, dopo il punto a), dopo "obiettivi" inserire "di prevenzione cura e riabilitazione".
Lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 8, così modificato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 26 voti contrari 10 astensioni 1 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 4) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: al comma 1, prima riga, le parole da "adottate dalla" a "CORESA" sono sostituite dalle parole "dal Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale e sentito il CORESA".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Noi abbiamo presentato questo emendamento per sottolineare ancora una volta come le deliberazioni settoriali, a cui si rimanda soprattutto in termini di allegato e quindi di contenuto vero del Piano, siano deliberazioni che di fatto vanno a costruire tutto il Piano sanitario. In effetti, per quanto riguarda gli elementi fondanti, anche in termini di prevenzione e di programmazione, si rimanda quasi sempre a deliberazioni settoriali.
E' per non delegittimare il Consiglio che in questo contesto noi riteniamo di partecipare perlomeno alla discussione delle deliberazioni settoriali.
Nel primo intervento avevamo già posto questo problema: tenere conto anche di un coinvolgimento del Consiglio, dei Consiglieri, della Commissione consiliare circa i contenuti delle deliberazioni settoriali presentate dalla Giunta regionale, considerando che tali contenuti sono fondamentali.
In sostanza, noi chiediamo che queste deliberazioni siano del Consiglio regionale, su proposta della Giunta e sentito il CORESA.
Non chiediamo l'accettazione in toto di questo emendamento in quanto tale, ma perlomeno una riflessione dell'Assessore sul coinvolgimento della Commissione su questi elementi.
Noi che facciamo parte della Commissione, sappiamo che troppo spesso ci troviamo di fronte a dei provvedimenti della Giunta fondamentali, che a volte rovesciano l'asse dell'impostazione e dell'intervento sanitario sul territorio, su cui anche i componenti della stessa Commissione sanità non sono a conoscenza, se non tramite gli organi di stampa.
Credo invece che su questioni fondamentali debba essere esplicitato un coinvolgimento della Commissione e del Consiglio, pur non espropriando quest'ultimo dal suo ruolo di legittimazione politica di un provvedimento che, di fatto, vede solo il coinvolgimento della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento non è accoglibile per le stesse motivazioni dell'emendamento proposto all'art. 4, comma 2: di fatto priverebbe la Giunta della sua funzione istituzionale di governo.
Tuttavia assumo personalmente l'impegno di portare in IV Commissione le deliberazioni più importanti, sebbene questo procedimento non sia indicabile nel testo.
Vi è una necessità di maggiore comunicazione, che forse in passato non è stato possibile effettuare in modo adeguato: chiedo ammenda.
Comunque, dell'emendamento viene accolto lo spirito di una maggiore comunicazione alla IV Commissione e quindi al Consiglio, però non è pensabile che le varie delibere...



(Intervento fuori microfono della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Brevemente, Presidente, anch'io volevo rimarcare che questo emendamento all'art. 9, che è stato presentato dal Gruppo di Rifondazione comunista sulle delibere settoriali di Piano, è un problema politico.
Occorre tenerne conto, in quanto - come è stato già detto prima alcune deliberazioni importanti su tematiche decisive fatte dalla Giunta sul parere del CORESA, a mio avviso sono limitative, non danno al Consiglio regionale e alla stessa IV Commissione quel risalto politico importante che invece meritano. Per cui ci potrebbe essere anche uno scavalcamento dei ruoli.
Ritengo un aspetto di elemento politico il fatto che queste delibere settoriali abbiano la legittimazione anche del Consiglio regionale, o della Commissione consiliare, che di fatto rappresenta il Consiglio.
Diversamente, a nostro avviso, diventa un elemento che non qualifica certamente l'attività di questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Visto che all'ultimo comma vedo scritto "di tali deliberazioni è data comunicazione alla Commissione" e visto che il nostro obiettivo era quello che la Commissione non venisse a visionare tali atti attraverso il Bollettino Ufficiale, proporrei di scrivere "preventiva comunicazione alla Commissione".



PRESIDENTE

Va bene.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Accettando questo emendamento all'art. 9, comma 1, la frase "di tali deliberazioni è data comunicazione alla Commissione consiliare competente" verrebbe così modificata: "e previa comunicazione alla competente Commissione consiliare".



PRESIDENTE

Va bene.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Vorrei solo che l'Assessore ci spiegasse cosa intende significare con la "preventiva comunicazione alla Commissione".
La comunicazione è la presa d'atto di un atto - mi scusi il bisticcio di governo della Giunta: "preventiva comunicazione", ma che poteri vanno alla Commissione, anche se ne viene a conoscenza prima che la Giunta adotti la delibera?



PRESIDENTE

C'è sempre un problema di indirizzo.



BORTOLIN Silvana

Si, ma allora la preventiva comunicazione deve presupporre il confronto e quindi il parere a livello di Commissione.



PRESIDENTE

Per notizia e per confronto.



BORTOLIN Silvana

La dicitura che viene però approvata nel testo non significa quello che lei adesso sta precisando.



PRESIDENTE

Lei può dare tutte le interpretazioni estensive a questo.
Siccome la comunicazione che si dà in aula, per analogia, suscita di fatto sempre l'intervento di tutti i Consiglieri, credo che una comunicazione in Commissione possa suscitare tutti gli indirizzi, le riflessioni e direi anche, eventualmente, gli emendamenti alla Giunta stessa. Creda, abbia fiducia.



BORTOLIN Silvana

Essendo questo un atto di governo...



PRESIDENTE

Allora pongo in votazione l'emendamento proposto, con la correzione della Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli e 8 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 9, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 26 voti contrari 3 astensioni 8 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 5) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: al comma 1 le parole "la Giunta regionale" sono sostituite con le parole "il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale".
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Questo articolo recita che "la relazione sullo stato di attuazione del Piano sanitario regionale e sullo stato di salute della popolazione viene attribuita alla Giunta regionale". Noi, invece, riteniamo - come abbiamo già sottolineato nel nostro precedente emendamento - che debba essere il Consiglio regionale ad avere questa priorità: per noi rimane sempre un fatto politico rimarcare il ruolo del Consiglio regionale.
Riteniamo che questo ruolo, in questa specifica deliberazione, debba essere svolto dal Consiglio regionale in luogo della Giunta.
In tutta l'attività che si sta svolgendo, riteniamo che ci sia una presenza eccessiva della Giunta sulle deliberazioni e quindi su tematiche così importanti, come questa relativa allo stato di salute dei cittadini del Piemonte. Pensiamo che ci debba essere un ruolo più rimarcato nelle deliberazioni da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Vorrei un chiarimento sul vostro emendamento.
Le parole "la Giunta regionale" sarebbero sostituite da: "il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale"; come fa allora il Consiglio regionale a presentare annualmente al Consiglio? Consigliere Chiezzi, mi può dare una spiegazione su questo?



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, io vorrei presentare una questione preliminare, ai sensi del comma 5 dell'art. 63 del Regolamento. Posso?



PRESIDENTE

Certo.



CHIEZZI Giuseppe

Questione che attiene anche all'inciso che lei ha fatto adesso. Pare sia una facoltà estesissima dei Consiglieri quella di porre questioni preliminari attinenti alla conduzione dei lavori. Lei adesso ha chiesto dei chiarimenti in merito al nostro emendamento: come si colloca e via dicendo.
La questione preliminare è la seguente: mi pare che non si possa più procedere in questi lavori fino a che i proponenti questo disegno di legge non danno ad esso una bella "sciaquata", come si diceva una volta. Perch questo articolo, su cui noi infiliamo questo emendamento che poi si pu vedere se contraddice o meno, è un articolo che ripropone nel titolo e nei contenuti cose che abbiamo già letto tre o quattro volte! Creando una confusione che lascia un po' perplessi, nel senso che la relazione sullo stato del Piano sanitario regionale e sullo stato della salute della popolazione, lo abbiamo già detto due o tre volte che è una relazione annuale, che deve essere presentata, e facciamo un articolo apposito successivo ad articoli in cui abbiamo già detto che annualmente bisogna fare queste cose. Che senso ha questo articolo? Crea solo della confusione! Oppure se in questo articolo ci sono degli elementi aggiuntivi rispetto ai precedenti, ma perché non parlare una sola volta del fatto che ci vuole questa relazione annuale sullo stato di salute? Sono cose ripetute, Assessore D'Ambrosio, già prima, due o tre volte.
Secondo me creiamo una confusione di lettura e delle superfettazioni normative, che vanno eliminate! Non capisco l'utilità di questo articolo.
Allora o eliminiamo quel che c'era scritto prima o, se è già scritto, non facciamo questo articolo o, se tutto va sciacquato, dategli una sciacquata! Ripeto, non si capisce l'utilità di questo articolo. Questa era la questione preliminare, Presidente.
Per quanto riguarda poi il nostro emendamento, in questa sovrapposizione di concetti reiterata, può anche darsi, come ci fanno osservare i nostri amici e compagni del PDS, che proponga uno sproposito può anche darsi, perché lo sproposito sta giungendo al pettine con reiterate riproposizioni di concetti già addirittura votati da quest'aula!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento non è accettabile, in quanto non è ipotizzabile che il Consiglio elabori e predisponga la relazione sullo stato di salute e di attuazione del Piano per poi presentarle in realtà a se stesso.
Repetita juvant, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non sempre!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

In questo caso sì. Siccome è da sei anni che la relazione sullo stato di salute non viene presentata, qui si usa un rafforzativo.



PRESIDENTE

Qui però, Assessore, si fa riferimento all'art. 49, ultimo comma, della legge n. 833, per cui si ancora - se ho capito bene, Assessore e Consigliere Chiezzi - a un dispositivo ben preciso della legge nazionale.
Prima, quando si parlava di definizione, si diceva: "trova il suo fondamento in a), b), c) e d)", e naturalmente questo potrebbe sembrare esorbitante, però è relativo alla relazione perché viene anche chiamata dall'art. 4.



CHIEZZI Giuseppe

Sempre al comma 2, che racconta di nuovo la stessa cosa!



PRESIDENTE

All'art. 4 potrebbe essere indicato come un indice.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Presidente, se mi permette, l'art. 10 definisce gli elementi.
Sarebbe opportuno però valutare congiuntamente anche l'emendamento presentato dal Gruppo PDS, se vogliamo integrare questo comma 1 dell'art.
10. C'è un emendamento presentato dai Consiglieri Riggio, Bortolin e Manica.



PRESIDENTE

Ne leggo il testo.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Riggio, Bortolin e Manica: dopo "la Giunta regionale, sentito il CORESA, presenta annualmente al Consiglio regionale, entro il 31 luglio, una relazione sullo stato di attuazione del Piano sanitario regionale e sullo stato di salute della popolazione", aggiungere "con particolare riferimento ai tempi e all'entità delle liste di attesa e all'indice di ricorso della popolazione piemontese alla struttura ospedaliera (ricorso al Pronto Soccorso, al ricovero ordinario e ad interventi ad alta complessità e tecnologia) generali ed articolati per ogni territorio aziendale".
Questa è una specificazione ulteriore. Non si può adesso, secondo me, a priori dire "risciacquiamo", perché è necessario, come accade per ogni legge complessa, fare un lavoro di assestamento finale per vedere dove ci sono le ridondanze e dove queste ridondanze non esistono.



CHIEZZI Giuseppe

Se è così, bisognerebbe almeno mettere in sequenza logica queste cose e quindi, subito dopo le definizioni (art. 4), scrivere l'art. 10, perch definisce uno degli strumenti attuativi del PSR, e non passare da un altro capo, da Capo I a Capo II.
Il Capo I è "Strumenti di programmazione", il Capo II "Programmazione sanitaria": anche la sequenza logica fa confondere.



PRESIDENTE

Questo lavoro di coordinamento verrà fatto comunque alla fine, perch si tratta di una legge complessa. Io credo che questo segua una sequenza logica.



(Commenti dell'Assessore D'Ambrosio)



PRESIDENTE

Lo so, però diceva il Consigliere Chiezzi che se la definizione...
Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Invece io dico che ha un senso così definito, perché mentre prima si indicano quelli che sono gli strumenti e si dice "del Piano, delle intese di programma, delle delibere settoriali e della relazione sullo stato di attuazione del Piano", questi articoli (artt. 8, 9 e 10) definiscono i contenuti delle cose indicate prima. Cioè le cose prima sono definite e poi vengono esplicitati i contenuti, quindi mi sembra che ci sia una coerenza nell'articolato così com'è stato predisposto.



PRESIDENTE

Però, Consigliere Riggio, leggendo "approvazione Piano sanitario", io prima parlerei del contenuto del Piano sanitario, delle deliberazioni settoriali, durata ed effetti, e poi della relazione sullo stato.
Comunque, ripeto, questo è un problema di risistemazione, di coordinamento generale al termine della discussione.
Rileggo ora l'emendamento presentato dal Gruppo di Rifondazione comunista: "sostituire 'la Giunta regionale' con 'il Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale'".
Il comma originario, però, dice: "la Giunta regionale, sentito il CORESA, presenta annualmente al Consiglio regionale". Non può quindi essere il Consiglio regionale che presenta a se stesso una relazione. Possiamo ritirarlo?



CHIEZZI Giuseppe

Sì.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 5) è dunque ritirato.
Il Consigliere Riggio può illustrare l'emendamento n. 6)?



RIGGIO Angelino

Lo illustro.
L'elemento che abbiamo introdotto con l'emendamento aggiuntivo, fa riferimento a questioni di contenuto rispetto al Piano sanitario regionale.
Come Gruppo, stiamo cercando ostinatamente di mettere in rilievo quanto deve produrre un Piano sanitario regionale: l'obiettivo dell'Azienda sanità, nel suo complesso, deve essere quello di creare salute.
Abbiamo riscontrato, all'interno del Piano, tutta una serie di indicatori di salute; giustamente, la salute viene indicata come una situazione di benessere psico-fisico individuale, da conservare in un determinato contesto sociale, più che un qualcosa da riparare una volta rotto.
Abbiamo dato la prevalenza a questa situazione, tant'è vero che successivamente si dice che al primo posto viene la prevenzione e l'intervento territoriale.
A questo punto del provvedimento, proponiamo di introdurre il concetto di indice di ricorso alla struttura ospedaliera; se è reale la precedente definizione di salute - pregherei l'Assessore di ascoltare - è nostro obiettivo, e obiettivo del Piano, fare in modo che la rottura della condizione di benessere psico-fisico avvenga il meno frequentemente possibile, per il più breve tempo possibile, nel modo meno grave possibile.
L'indice di ricorso all'ospedale, di fatto, ci dà la misura di quanto spesso avvenga, con quale gravità e con quale frequenza, la rottura della condizione di salute.
Introdurre un indice di questo genere ci dà una mano anche ad individuare strumenti effettivi per lavorare alla prevenzione, alla territorialità.
Se diminuisce il ricorso al Pronto soccorso, che quindi diventa un parametro di valutazione del Piano sanitario regionale nonché dell'operato dei Direttori generali, significa che a monte esiste sul territorio una struttura in grado di intercettare le prime espressioni di disagio dei cittadini. Quindi, che funziona la medicina di base, che esiste una medicina di gruppo, che funzionano bene le attività di tipo poliambulatoriale e così via.
Agire in tal modo significa anche che il Pronto soccorso non è costretto a lavorare su patologie minori e quindi può elevare il proprio livello d'intervento.
Diminuire il tempo di ricorso di ricovero ordinario significa che da un lato, a monte, funziona la struttura dei medici di base e poliambulatoriale, dall'altro, a valle, funziona bene una struttura territoriale per quanto riguarda l'assistenza domiciliare, la riabilitazione e così via.
Da ultimo, gli interventi ad alta complessità sono quelli che attengono alle patologie oggi più gravi - patologie tumorali, quelle attinenti alla cardiochirurgia, all'AIDS e così via - che possono essere veramente e seriamente contrastate attraverso la prevenzione.
Quindi, fare riferimento a questo indice di ricorso all'ospedale articolato per questi tre settori, ci dimostra se effettivamente stiamo lavorando per la prevenzione e la territorialità, oppure no. E questo ci dà la possibilità di valutare il nostro Piano non in base all'efficienza o al dato economico, ma soprattutto rispetto all'efficacia.
Collegato è il discorso della diminuzione delle liste di attesa, che indicano il ricorso ad un sussidio, di fronte ad una salute spezzata.
Quanto più rapidamente siamo in grado di dare risposta a questo tipo di ricorso - alla salute spezzata - tanto più avremo dato una risposta in termini - ripeto - non di efficienza, ma di efficacia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento dei colleghi contribuisce, secondo me, ad evidenziare maggiormente i problemi di confusione che ho precedentemente cercato di illustrare.
Con l'emendamento si vuole inserire nell'art. 10 la specificazione di alcuni contenuti dei due strumenti - stato di attuazione del Piano sanitario regionale, stato di salute della popolazione - che vengono precedentemente nominati.
Mi chiedo se questi sono gli unici contenuti dei due strumenti. La domanda, naturalmente, è retorica; la risposta non può che essere "no".
Mi chiedo se questi siano gli unici contenuti che decidiamo di evidenziare: mi sembrerebbe strano. Mi chiedo se ci sia un luogo - e dovrebbe esserci - nel quale noi, con un articolo intitolato "contenuti della relazione sullo stato di attuazione del Piano sanitario regionale contenuti della relazione sullo stato di salute", vogliamo, in legge elencare i contenuti di questi due strumenti.
Elencare com'è stato fatto e in questo modo mi sembra produca ulteriore coerenza con quanto di confuso ho visto dipanarsi fino all'art. 10.
In realtà, abbiamo altri strumenti; nel Piano sanitario regionale c'è un articolo che dice: "Contenuti del Piano sanitario regionale"; giusto o sbagliato che sia, decidiamo che in legge, sul Piano sanitario regionale all'art. 8, c'è un determinato elenco (non entro nel merito, ma nella logica legislativa).
Oltre, vi sono le deliberazioni settoriali, già nominate: l'art. 9 è titolato: "Contenuto delle deliberazioni settoriali".
Ora, sullo stato di attuazione e lo stato di salute, dobbiamo decidere se descrivere dei contenuti: sì o no? Se sì, chiedo che si descrivano i contenuti di questi due strumenti, in modo proprio, così come si è fatto con le deliberazioni settoriali al Piano sanitario regionale, ovvero con articolo specifico, e discutendo quali contenuti vogliamo evidenziare.
Scritto nel modo proposto, il tutto si regge in modo improprio all'interno di un articolo che parla d'altro e non si propone di dire, a chi legge la norma, che si stanno descrivendo i contenuti di uno strumento.
L'articolo nasce come enunciazione dello strumento e dell'art. 49, come elementi conoscitivi. Se decidiamo di andare oltre, aggiungendo esplicitamente altri contenuti, facciamolo bene e discutiamo quali contenuti debbano essere inseriti: se solo questi, se questi ed altri, e riferirli - direi - ai due strumenti già citati: stato di attuazione, che avrà determinati contenuti, e stato della salute, che ne avrà altri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Le elencazioni contenute in una legge di Piano non sono opportune.
Abbiamo volutamente preparato un Piano snello che indichi strategie ed obiettivi senza elencazione di tutto quello che bisogna fare o non fare altrimenti creeremmo un libro dei sogni, oltre al fatto che avremmo un'enciclopedia, pur trascurando sempre qualcosa.
Accolgo l'emendamento dei Consiglieri Bortolin, Riggio e Manica: il Pronto soccorso, il ricovero ordinario, l'abbattimento delle liste d'attesa. Sono il segnale di una sanità che funziona (un poco meglio o un poco peggio), anche se sono convinto che le liste di attesa, ad esempio nonostante il grande impegno di molti Direttori generali, potremo abbatterle veramente soltanto con massicci interventi per le strutture quindi con la ricerca di ulteriori fondi e ovviamente con le piante organiche complete. Occorrono, quindi, personale e massicci finanziamenti per le strutture.



PRESIDENTE

Vi è anche un emendamento presentato dal Gruppo di Rifondazione comunista, di cui dò lettura.
6/bis) Emendamento presentato dai Consiglieri Simonetti, Chiezzi e Moro: dopo le parole "popolazione" aggiungere "ed una relazione sullo stato di funzionamento del servizio sanitario regionale".
Su tale emendamento cosa dice, Assessore?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Anche questo non è fattibile, perché voi immaginate che ad oggi ottobre, non abbiamo ancora il riparto; ne parleremo lunedì, con il signor Ministro e con i colleghi Assessori.
In realtà non conosciamo con precisione la consistenza del fondo sanitario regionale.



PRESIDENTE

E' sul "funzionamento", non sul "finanziamento".
Prego, Consigliera Simonetti, lo illustri.



SIMONETTI Laura

Questo emendamento riprende un elemento di discussione che è già stato introdotto dall'emendamento degli altri colleghi.
Io sono un po' critica rispetto all'emendamento dei colleghi, nel senso che introducendo dei parametri che fanno riferimento ai tempi delle liste d'attesa e agli indici di ricorso, si instaura quel meccanismo che tutti conosciamo. Gli indici, cioè, sono spesso indici distorti; dagli indici si deduce che i ricorsi sono troppi, che le liste d'attesa possono essere gonfiate e che i ricoveri, a volte, sono indotti.
Affermo che gli indici sono equivoci, e vorrei fare un esempio all'Assessore.
Il fatto che si dica che alle Molinette non c'è più la lista d'attesa ad esempio nella cardiochirurgia, non significa che nel giro di due mesi si sia eliminata la lista d'attesa, ma - sarò molto chiara - significa che si sono trovate altre strutture, in questo caso strutture private accreditate sulle quali si è dirottato il paziente. Il paziente, dunque, passa dalla struttura pubblica a quella privata.
Il Piano sanitario deve allora proporsi l'obiettivo di definire e valutare il funzionamento in particolare delle strutture pubbliche. E' quindi sugli indici e sulle liste d'attesa delle strutture pubbliche che deve orientare l'attenzione in modo prioritario l'Assessore e la Regione.
Nell'introdurre le valutazioni sullo stato di funzionamento del servizio sanitario regionale, solleverei la questione in modo più generale così da introdurre i meccanismi di valutazione anche sulla base della valutazione dei costi e dei benefici.
E' una questione che lascia "più spazio" e non elenca, perché nel momento in cui si elencano gli indici di ricorso o la lista d'attesa, si può dare spazio ad indici e a ricorsi equivoci, quindi a liste d'attesa gonfiate e ad indici che fanno riferimento anche al dirottamento su cliniche private: non si ha quindi una visione reale di come funziona la struttura sanitaria pubblica.
Penso che questo ragionamento possa essere accolto, perché fa riferimento ad una questione più complessiva.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Chiedo scusa: prima non ho letto bene la calligrafia e ho capito "finanziamento" e non "funzionamento".
Chiedo se è possibile sospendere la votazione dei due emendamenti, per avere il tempo di integrarli fra loro.



PRESIDENTE

Va bene.
Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Per una questione preliminare. Era stato fissato per le ore 14.00, la scorsa volta, anche dall'Assessore, un incontro...



PRESIDENTE

Ho detto all'Assessore di disdirlo: l'Aula ha una preminenza su tutto il resto.



SIMONETTI Laura

E' una brutta figura del Consiglio su questa questione.
Si poteva sospendere per il tempo necessario, un quarto d'ora, venti minuti, visto e considerato che è stato convocato il Direttore generale dell'Azienda Sanitaria Locale n. 5.



PRESIDENTE

Alla Conferenza dei Capigruppo nessuno ha parlato di questo.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Alla Conferenza dei Capigruppo si dava per scontato che ci fosse l'interruzione per il pranzo.



PRESIDENTE

No, e l'abbiamo detto: siccome il PDS si assenterà alle ore 17.00, non sospendiamo la seduta e procediamo fino a quell'ora.



CAVALIERE Pasquale

Se però è una cosa che si può risolvere in un quarto d'ora, venti minuti...



PRESIDENTE

Sospendiamo allora l'esame dell'emendamento all'art. 10, che riprenderemo dopo la sospensione della seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 13.55, riprende alle ore 14.33)


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Comunicazione del Presidente Picchioni sull'esito della riunione del Comitato di Solidarietà per l'attivazione di interventi nelle zone terremotate delle Marche


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Desidero comunicare ai Consiglieri che il Comitato di solidarietà si è riunito stamane per verificare, con l'Assessore Goglio ed il Vicepresidente Majorino, quali potevano essere le provvidenze da destinare immediatamente alle popolazioni colpite dal terremoto.
Sulla base delle esperienze positive, anzi altamente positive - e ringrazio ancora tutti i Consiglieri, dalla Consigliera Bortolin alla Consigliera Cotto e al Consigliere Peano - registrate in Bosnia soprattutto nel cantone di Zenza, dove abbiamo individuato un'area sulla quale far pervenire tutti i nostri interventi, il Comitato di solidarietà ha ritenuto di individuare anche in questa brutta e terribile circostanza un Comune o una città nel quale far confluire tutti gli interventi della Regione Piemonte, non solamente come istituzione, ma anche di tutte le comunità, le città, i Comuni, le Associazioni volontaristiche, ecc., di modo che questa città, questo Comune venisse di fatto adottato dalla Regione stessa.
Mi pare che questa sia un'iniziativa altamente commendevole. Abbiamo quindi preso subito contatto con il Presidente del Consiglio regionale delle Marche, perché questa è stata alla fine la Regione individuata, e la Presidente Amati ci ha dato l'indicazione della Città di Fabriano e del Comune di Serravalle.
Fabriano è una città duramente colpita; ovviamente individuando questa come terra di intervento, dobbiamo anche farci carico del fatto che le provvidenze a disposizione dei nostri capitoli di bilancio non sono assolutamente sufficienti; pertanto dovremo coinvolgere la comunità piemontese nel suo complesso. L'alternativa proposta è il piccolo Comune di Serravalle.
Poiché in questo caso è una Regione intera che interviene, credo che non solamente per una questione di visibilità, ma per una questione di corposità di interventi, i nostri sforzi debbano essere indirizzati soprattutto - almeno, se voi lo ritenete - verso la città di Fabriano.



PEANO Piergiorgio

Su entrambi.



PRESIDENTE

Su entrambi non so quanto possiamo fare. Il Consigliere Peano è sempre altamente ecumenico.
Comunque, al di là di quanto potrà essere precisato nel corso della giornata, voglio ringraziare l'Assessore e il Presidente per l'immediata disponibilità dimostrata.
Credo anche che l'Assessore Goglio, il Vicepresidente Majorino e il Presidente del Consiglio, con i Consiglieri che eventualmente volessero recarvisi, promuoveranno quanto prima una visita lampo nelle zone terremotate.
Prego, Consigliere Moro.



MORO Francesco

Volevo sapere gentilmente quali finanziamenti sono stati stanziati per le zone terremotate e quale aiuto si intende dare a quelle zone così drammaticamente colpite.



PRESIDENTE

La posta in bilancio è di L. 1.000.000.000 per tutte le varie provvidenze sulle quali vorrebbe intervenire il Comitato di solidarietà. Su come e in che modo e su quali interventi... Sappiamo, per esempio, che a Fabriano sono state distrutte quattro scuole medie superiori e pertanto dobbiamo ancora individuare...
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Durante l'alluvione alessandrina, ho avuto modo di avere la solidarietà fisica di alcune persone che erano delle Marche: non vorrei essere ingrato verso quelle popolazioni.



PRESIDENTE

No, no, cerchiamo di fare tutto il possibile. Adesso dobbiamo solamente precisare gli interventi e valutarne la quantificazione.
Dando questa comunicazione al Consiglio, mi auguro che gli organi di stampa vogliano prenderne atto, di modo che possano essere loro stessi i divulgatori più opportuni e più acconci.
Prego, Presidente.



PRESIDENTE

GHIGO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Poiché domani sarò a Roma per la Conferenza dei Presidenti e incontrer il Presidente delle Marche, che attualmente è Presidente della Conferenza nonché il Presidente Brancalente dell'Umbria, chiederei, se mi fosse possibile, di poter rappresentare in quella sede, con un documento del Comitato, le determinazioni assunte.


Argomento:

Questione preliminare posta dalla Consigliera Simonetti in merito alla riunione tenutasi con la delegazione della USL di Giaveno


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Volevo porre una questione preliminare. Vorrei raccontare i fatti che sono avvenuti pochi minuti fa in questo Palazzo per descrivere anche in che cosa consiste la questione preliminare.
C'è stata una riunione tra l'Assessore, i componenti della IV Commissione consiliare e il Comitato per la difesa dell'Ospedale di Giaveno, per chiarire la posizione della realtà sanitaria della Val Sangone, in particolare dell'Ospedale di Giaveno.
Ad un certo punto, sono entrati degli Amministratori comunali del Comune di Giaveno e ci sono state delle polemiche da parte dei rappresentanti del Comitato in merito alla loro partecipazione, e all'ascolto di questa riunione.
In quel momento, tutti noi partecipanti alla discussione, Consiglieri regionali e - presumiamo - lo stesso Assessore, ci siamo trovati di fronte ad una situazione anche imbarazzante, con evidenti elementi di polemica tra il Comitato di cittadini e gli Amministratori comunali.
I rappresentanti del Comitato non volevano la partecipazione degli Amministratori comunali all'incontro, per cui hanno affermato che, se non fossero andati via, sarebbero andati via loro.
A quel punto, gli Amministratori locali hanno deciso di andarsene, di non partecipare all'incontro, sottolineando il fatto politico.
Ritengo - e credo che ciò sia condiviso anche dagli altri Consiglieri regionali che hanno partecipato all'incontro - che a quel punto sarebbe stato necessario sospendere l'incontro, perché nel momento in cui si è legittimata l'uscita degli Amministratori comunali, la Regione Piemonte è venuta meno ad un rapporto di correttezza istituzionale.
Infatti, il nostro Ente dovrebbe contribuire alla realizzazione di uno stretto rapporto con gli Amministratori locali e in particolare con quelli comunali.
Mi dispiace e mi mortifica (valutandolo un fatto politico) il fatto che, mentre i Consiglieri regionali sono comunque usciti, sconcertati da quello che era avvenuto, si sia invece continuata e conclusa la riunione tra l'Assessore, il Direttore generale e il Comitato stesso.
Ritengo questo un fatto politico grave.



CHIEZZI Giuseppe

La riunione non doveva tenersi senza gli Amministratori comunali.



PRESIDENTE

Purtroppo, non sapevo assolutamente di questa riunione: nessuno mi aveva informato.



(Commenti in aula)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Era una riunione informale. La IV Commissione non era stata informata per la verità.



PRESIDENTE

Non conosco né il motivo di questa riunione né so quando è stata convocata.
Mi spiace dell'incidente. Non so come sia terminato, se questo incontro sia almeno stato utile...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La conclusione è stata che ci incontreremo con gli Amministratori. Al Comitato è stato fatto presente che i Comitati per lo più non nascono spontaneamente, ma con la spinta politica di qualcuno. Devono rendersi conto che nella nuova gestione della sanità, soprattutto nel momento in cui a livello locale si programma assieme agli Enti locali e quindi ai Sindaci alle Comunità montane e alla Provincia, le cose andranno diversamente almeno spero.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 238: "Norme per la programmazione sanitaria e per il PSR per il triennio 1997/1999" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 238. Eravamo giunti agli emendamenti all'art. 10.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

I due emendamenti vengono accolti, ma riformulati in un unico testo.
Consegno al Presidente l'emendamento riassuntivo di quanto contenuto negli emendamenti nn. 6) e 6 bis).



PRESIDENTE

Tale emendamento diventa sostitutivo dell'art. 10.
Dò lettura dell'emendamento riassuntivo di quanto contenuto negli emendamenti nn. 6) e 6 bis) presentato dalla Giunta: "La Giunta regionale, sentito il CORESA, presenta annualmente al Consiglio regionale, entro il 31 luglio, una relazione sullo stato di attuazione del PSR, sullo stato di salute della popolazione, sul funzionamento del SSR con particolare riferimento ai tempi e alle entità delle liste di attesa e all'indice di ricorso della popolazione piemontese alla struttura ospedaliera (ricorso al Pronto Soccorso, al ricovero ordinario e ad interventi ad alta complessità e tecnologia)".
Pongo dunque in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Si proceda quindi alla votazione dell'art. 10 nel testo emendato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 35 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 6/ter) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Simonetti, Moro Bortolin, Angeli, Suino, Cavaliere e Manica: al Capo III sostituire "Intese di programma" con "Accordi di programma".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per una spiegazione. Capo III "Intese di programma": volevo sapere se questa è una definizione contenuta in qualche norma di legge o un riferimento obbligato.
Mi chiedevo il motivo per cui si è scelta la parola "intese" anzich "accordi"; vogliamo forse differenziare appositamente questa nuova parola? Domando perché non si potrebbe usare "accordi di programma".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Semplicemente perché gli "accordi" presuppongono tutta una serie di lungaggini burocratiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La mia proposta è di tenere la parola "accordi". Si sa che l'accordo di programma è una procedura amministrativa ormai nota; nominando le "intese" sembra di fare un qualche cosa di diverso. Inventiamo sempre nuovi nomi per dire le stesse cose!



PRESIDENTE

L'Assessore dice di lasciare "intese". Le parole "intese" e "accordi di programma" possono essere dei termini...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta

Sono sinonimi, è la sostanza che conta! Allora lasciamo "intese".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Siccome gli accordi di programma erano stati inseriti, istituiti con la legge 64, in carenza del Piano, nel momento in cui il Piano c'è o ci sarà con le "intese" vengono semplificate le procedure.



PRESIDENTE

Se scriviamo "accordi", dobbiamo seguire tutta una procedura che è prevista dalla legge n. 64, che chiaramente non ci serve più nel momento in cui viene approvato il Piano.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Non posso pensare che l'Assessore non abbia presente la legge regionale del 13 aprile 1995, n. 64, perché l'ha citata. Questa legge detta le "norme di salvaguardia per la programmazione sanitaria regionale". L'art. 1 recita: "Strumenti di programmazione"; punto 4): "Gli accordi di programma costituiscono presupposto e riferimento per la concessione del trattamento dei Direttori generali"; prima degli accordi di programma, nei punti precedenti si fa riferimento per obiettivi da realizzare, ma non intendo leggervi tutto l'articolato.
Anche la legge n. 142, Assessore, fa riferimento agli accordi di programma, accordi tra Enti e non "intese". In quanto l'"intesa" è una stretta di mano e poi ci si ritrova, mentre l'accordo è un atto, ma siamo a livello di istituzioni e anche di rapporto gerarchico fra Regione Assessorato e aziende. Si tratta di un accordo precisato minuziosamente sottoscritto e rispettato e, se non rispettato, oggetto di giudizio anche per i Direttore nei confronti dei Direttori generali o di quanti devono rispettare l'accordo. C'è una differenza piuttosto sostanziale.
L'intesa e l'accordo non devono essere distinti e rifiutati perch l'uno è più semplice dell'altro. Si tratta di prevedere atti per la realizzazione di progetti, che vincolino.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, scusi: relativamente al termine "intese di programma", lei vorrebbe fosse scritto "accordi di programma"? Si tratta quindi di un emendamento sostitutivo del termine "intese", con "accordi".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Lasciamo il termine "intese", Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo che ci si esprima con voto segreto.



PRESIDENTE

Devo ricordare ai Consiglieri che all'art. 82 del Regolamento, relativo alla votazione delle leggi, si dice: "La votazione sui singoli articoli si svolge in forma palese. Deve essere utilizzato l'appello nominale ogni volta in cui lo richiedono almeno tre Consiglieri. L'appello nominale deve essere adottato per la votazione finale delle leggi". Non è prevista la votazione segreta.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, si tratta di un emendamento, non di un articolo.



PRESIDENTE

Sì, ma è un emendamento di un articolo di legge.



CHIEZZI Giuseppe

La votazione non è di un articolo, ma di un emendamento: chiediamo l'applicazione del voto segreto sull'emendamento.



PRESIDENTE

Ritengo che un emendamento sia parte di un articolo di legge: non credo che si possa accettare la sua interpretazione.



(Consigliere Cavaliere, fuori microfono: "Il Presidente Ghigo ci dica se mette in difficoltà la Giunta...")



PRESIDENTE

L'art. 82 del Regolamento parla di votazione palese di una legge l'emendamento attiene ad un articolo di legge, per cui la votazione segreta non è proponibile.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento, mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 45 hanno risposto SI' 13 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
6/1) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: capo III - Intese di programma Art. 11, aggiungere, dopo il punto 1), lettera a), "nel PSR, anche avvalendosi della raccolta e dell'analisi delle informazioni necessarie e utilizzando quelle prodotte dai flussi del sistema informativo sanitario nazionale".
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Riggio, Bortolin e Manica: dopo: "Nell'ambito delle intese di programma tra la Regione e le Aziende sanitarie vengono definiti gli obiettivi annuali, il cui raggiungimento determina la corresponsione, a titolo incentivante, del compenso aggiuntivo previsto dal contratto di lavoro dei Direttori generali", aggiungere: "tali obiettivi non saranno solo obiettivi e/o di efficienza, ma prioritariamente obiettivi di salute così che l'attività dei Direttori generali avrà come principale parametro di valutazione il miglioramento generale dello stato di salute della popolazione residente nel territorio delle rispettive Aziende".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

In realtà sono due emendamenti aggiuntivi.
Il primo, dopo il punto 1, alla lettera a), è relativo alla raccolta e all'analisi delle informazioni necessarie, utilizzando quelle prodotte dai flussi del sistema informativo sanitario nazionale.
Il secondo è al comma 3 e prevede di aggiungere: "Tali obiettivi non saranno solo di efficienza, ma prioritariamente di salute, così che l'attività dei Direttori generali avrà come principale parametro di valutazione il miglioramento generale dello stato di salute della popolazione residente nel territorio delle rispettive Aziende".
Questi due emendamenti aggiuntivi (uno al comma 1 e l'altro al comma 3) si basano innanzitutto sull'art. 14 del Decreto legislativo n. 502/92 e fanno riferimento in particolare al principio del costante adeguamento delle strutture e delle prestazioni. Dopodiché tengono conto delle disposizioni e delle indicazioni della Commissione Ministeriale del 1993 e dell'intesa raggiunta tra il Ministero e l'Università, quindi del decreto che all'art. 2 (Raccolta e trasmissione delle informazioni) prevede: "Il Direttore generale dell'USL e, per la parte applicabile, il Direttore dell'Azienda Ospedaliera, sono responsabili della raccolta delle informazioni necessarie per la produzione degli indicatori e della loro trasmissione alla Regione e al Ministero della Sanità".
Ci pare che sia già previsto nello spirito di questo articolo, ma riteniamo indispensabile un emendamento aggiuntivo sia al comma 1 che al comma 3 per evidenziarlo e per rendere quindi vincolante nei confronti dei Direttori generali questa assunzione di responsabilità, come peraltro previsto dalle norme vigenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo brevemente per osservare che anche in questo articolo ci sarebbero dei miglioramenti formali e sostanziali da fare, nel senso che ci sono delle definizioni ridondanti e confusionarie.
Al punto a) si dice: "Le intese di programma definiscono: a) l'ulteriore specificazione degli obiettivi da perseguire". A mio avviso si dovrebbe eliminare la parola "ulteriore", perché è vero che la specificazione è una fase ulteriore a quanto detto prima, ma è pleonastico.
Propongo quindi di togliere la parola "ulteriore".
Al punto b) si dice: "la definizione delle linee strategiche aziendali finalizzate al raggiungimento degli stessi". Ma se è una linea strategica aziendale, possiamo scrivere che poi non la vogliamo raggiungere? E' chiaro che ogni linea strategica la mettiamo perché vogliamo raggiungere quella strategia, quindi propongo di togliere "finalizzare al raggiungimento delle stesse" perché anche in questo caso è pleonastico.
Al punto c) si dice: "l'indicazione delle priorità". Bene, si aggiunge: "anche sotto l'aspetto temporale". Perché si aggiunge "anche sotto l'aspetto temporale"? E gli altri aspetti perché non li aggiungiamo? Se devono essere indicate le priorità, siano indicate le priorità! Perché solo quella specificazione? Poi: "Gli obiettivi di miglioramento gestionale avendo riguardo dell'esigenza di incremento dell'efficienza e dell'efficacia". Anche in questo caso l'incremento dell'efficienza e dell'efficacia è sempre necessario all'interno di un miglioramento gestionale? Forse no, forse sono elementi che possono fare riferimento a fattori non quantitativi nel miglioramento gestionale. Mentre qui l'incremento si riferisce a un fatto quantitativo che forse non è sempre il più idoneo a descrivere un miglioramento.
Su alcuni di questi punti intendiamo presentare un emendamento. Almeno quello su "l'ulteriore" potrebbe essere accettato, ma se vengono accettate queste osservazioni non presentiamo nemmeno l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Ad integrazione dell'illustrazione dei due emendamenti che ho fatto prima e di quanto ha detto il Consigliere Chiezzi, noi avevamo però inteso che il punto b), laddove recita "il raggiungimento degli stessi", si riferisse agli obiettivi relativi al punto a) e, come tale, ne davamo un'interpretazione positiva.
Così come al punto c) avevamo inteso che "l'aspetto temporale" fosse necessariamente una precisazione d'obbligo, un vincolo al fine di condurre i Direttori a darsi una tempistica trasparente e precisa, quindi come tale l'avevamo intesa positivamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Propongo di eliminare la parola "ulteriore" riferita a "specificazione" e quindi scrivere semplicemente "La specificazione degli obiettivi da perseguire a livello locale", e via dicendo.
I due emendamenti del PDS sono accoglibili, a patto che quello relativo al comma 3 sia leggermente modificato. Al secondo periodo, laddove si dice: "Tali obiettivi non saranno solo obiettivi e/o di efficienza, ma prioritariamente...", proporrei di scrivere: "Tali obiettivi sono prioritariamente obiettivi di salute, così che l'attività dei Direttori generali" e via dicendo.
Consigliera Suino è d'accordo?



SUINO Marisa

Sì, avevo già detto che era necessaria una correzione.



PRESIDENTE

Assessore, il primo emendamento del PDS aggiuntivo alla lettera a), lo accetta?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì, sia il primo che il secondo.



PRESIDENTE

Dunque, riepilogando, la Giunta presenta l'emendamento n. 6/1 bis), di cui dò lettura.
6/1 bis) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: alla lettera a), eliminare la parola "ulteriore".
Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 6/1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 3 contrari.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 7), è stata proposta la seguente modifica da parte dell'esecutivo.
7) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: dopo il termine "Direttori generali", il paragrafo viene così modificato: aggiungere: "tali obiettivi sono prioritariamente obiettivi di salute così che l'attività dei Direttori generali avrà come principale parametro di valutazione il miglioramento generale dello stato di salute della popolazione residente nel territorio delle rispettive Aziende".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Vorrei sottolineare la nostra dichiarazione di voto sull'emendamento presentato dalla Consigliera Bortolin e altri, che non condividiamo.
Ci sembra un emendamento peggiorativo della logica di esaltazione dell'aziendalizzazione. Qui viene aggiunto, tra gli obiettivi: "non saranno solo obiettivi e/o di efficienza, ma prioritariamente obiettivi di salute cosicché l'attività dei Direttori generali avrà come principale parametro l'obiettivo della tutela della salute." Innanzitutto, vorrei ricordare l'art. 32 della Costituzione, che individua nella Repubblica Italiana "l'Ente che tutela la salute della popolazione". La tutela della salute della popolazione non è, quindi, nelle mani del Direttore generale, non esageriamo; il Direttore generale non è il meglio e non è neanche il Padre Eterno in terra! Certamente, gli strumenti di efficienza, la valutazione costi/benefici sono elementi che nell'insieme possono stimolare e produrre salute, però la tutela e il parametro della salute non credo siano elementi - e così io leggo invece in questo emendamento - che il Direttore deve considerare come parametro prioritario.
Considerare come parametro prioritario e principale obiettivo quello di tutelare la salute della popolazione è invece un ruolo politico, un ruolo che assume la Repubblica, come da articolo 32 della Costituzione, e che viene delegato, in quanto organo decentrato, alla Regione.
Enuncio dunque il nostro voto contrario su una prospettiva che mi pare un'esaltazione peggiorativa della logica di aziendalizzazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Voglio anch'io intervenire sull'intero articolo 11 del Piano sanitario 1997/1999 presentato dall'esecutivo regionale per l'approvazione.
L'articolo comprende i contenuti delle intese di programma per le linee strategiche aziendali, le priorità sanitarie, gli obiettivi di miglioramento gestionali, per l'efficienza dei servizi sanitari in un'ottica troppo aziendale, quindi in un'ottica discutibile, di chiaro contenuto privato. Non vi è una precisa programmazione sanitaria e i necessari finanziamenti, mirati all'attuazione delle priorità ed emergenze di sanità piemontese, sono solo sulla carta degli intenti e non nella realtà del Piano.
Gli accordi di programma sbandierati nelle varie Conferenze dei servizi che si stanno svolgendo, per legge, nelle 29 USL del Piemonte, che non risolvono le emergenze e i problemi sanitari, si stanno svolgendo comunque ancora senza l'approvazione di questo Piano regionale di sanità.
Tutto questo - dicevo - avviene anche in base ad un discutibile concetto privatistico, tipico di certe filosofie, dove vengono stabiliti gli obiettivi e gli incentivi aggiuntivi annuali da parte dei Direttori generali. Questi obiettivi aggiuntivi ovviamente creano delle grosse perplessità.
Si sta quindi elaborando un Piano sanitario regionale che non porterà benefici salutari ai cittadini piemontesi, anzi li peggiorerà perché il Piano sanitario regionale - ed è già stato ampiamente definito - è una scatola vuota, pieno di progetti, ma privo di contenuti e di vera programmazione sanitaria, con delle priorità ed emergenze sanitarie non vere e non corrispondenti agli articolati problemi sanitari che esistono e sono gravi in tutto il territorio piemontese.
Il Piemonte ha esigenze precise in materia sanitaria che sono completamente disattese; poiché stiamo discutendo e verificando emendamenti molto importanti, desidererei che ci fosse una maggiore attenzione ed anche l'accoglimento di alcuni emendamenti, come questi, che potrebbero dare un senso più positivo a questo progetto di legge che presto diventerà legge e che a mio avviso peggiora i problemi della sanità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Apro una breve parentesi: non vorremmo essere costretti anche noi a dover richiedere a lei, Presidente, il controllo del numero legale incominciamo ad anticiparlo perché è un problema e, pur avendo assolutamente grande attenzione e rispetto per il Piano sanitario, non possiamo farci carico di essere noi coloro che consentono che la discussione trovi una celerità maggiore.
Per quanto riguarda la questione sollevata dalla collega Simonetti credo ci sia stata un'errata interpretazione dovuta alla confusione che regnava nell'aula nel momento in cui abbiamo presentato l'emendamento.
L'obiettivo che ci siamo dati con questi due emendamenti - e ringraziamo l'Assessore per l'attenzione prestata e perché, se non abbiamo mal inteso, intende accogliere, come contenuti e come dicitura, gli emendamenti stessi - è proprio opposto a quanto la collega sosteneva.
La preoccupazione è questa: gli obiettivi salute hanno la priorità; il grosso rischio dell'organizzazione delle strutture e dell'organizzazione dei servizi è che si dia una priorità eccessiva all'efficienza. Efficienza significa strutture, ha una sua importanza e rilevanza, ma il discorso prevenzione e obiettivi salute è di altra valenza.
Quando noi ci preoccupiamo di far sì che nell'art. 11, nell'elencazione dei contenuti delle intese di programma - che meglio sarebbe stato se fossero stati accordi - siano ben precisate queste priorità, è perché ci preoccupiamo che la salute sia una strada verso la quale si va sul serio verso la quale i Direttori generali sono obbligati ad andare e a non trovare facili interruzioni per motivi oggettivi, legati alle strutture, al personale, ai tagli, ecc.
L'obiettivo salute è prioritario. Nel momento in cui noi presentiamo tali emendamenti, diciamo che questi obiettivi non sono obiettivi di efficienza, ma sono obiettivi di salute, cosicché l'attività dei Direttori generali abbia come parametro di valutazione il miglioramento generale dello stato di salute.
A noi non interessa che la preoccupazione principale riguardi i tagli alla spesa in quel settore; a noi interessa la rilevazione dello stato di salute e che si persegua l'obiettivo di migliorare tale stato di salute.
Nelle intese di programma - ribadisco, meglio sarebbe se fossero accordi - questo va precisato, deve essere un patto di sangue sul quale si richiede un impegno, pena il conferimento a riposo di questi signori perché l'obiettivo principale non è quello di risparmiare, ma è, magari anche risparmiando, quello di perseguire una migliore qualità della vita una più efficace - non efficiente - salute nella nostra regione. Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento n. 7).



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, chiedo di intervenire per una questione preliminare: stiamo votando, oltre che discutendo, in assenza del Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

L'ho mandato a chiamare.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo di aspettare l'autorevole presenza del Presidente della Giunta prima di procedere, perché la maggioranza ha dei numeri che non è escluso che non siano sufficienti...



PRESIDENTE

Sta arrivando, Consigliere.



CHIEZZI Giuseppe

Chiederei comunque di aspettare il suo arrivo.



PRESIDENTE

Questo non sta scritto da nessuna parte. Comunque sta arrivando: occorre tener presente che ha compiti istituzionali diversi.



SIMONETTI Laura

Chiedo la votazione dell'emendamento per appello nominale.



PRESIDENTE

Come richiesto dal Gruppo di Rifondazione comunista, indìco la votazione nominale sull'emendamento n. 7), nel testo modificato dalla Giunta, mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 46 Consiglieri L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione nominale sull'art. 11, mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 3 astensioni 13 L'art. 11 è approvato.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Iscrizione ed esame ordine del giorno n. 590 inerente a: "Manifestazione contro la decisione della Società Multinazionale Nestlè di vendere la Locatelli di Moretta (CN)"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo solo mezzo minuto per informare lei e i colleghi che ho appena presentato al Consiglio una proposta di ordine del giorno urgente.
Il giorno 10 ottobre vi sarà un'iniziativa per trattare il problema dei lavoratore della Locatelli, il cui posto di lavoro può essere messo in discussione dalla decisione della Nestlè di dismettere lo stabilimento, che è uno stabilimento caseario importante.
Questa iniziativa si svolgerà nel salone parrocchiale di Moretta, città che mi ha dato i natali.



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Per cui, se i colleghi sono d'accordo, sollecito l'iscrizione di questo ordine del giorno e la possibile votazione.
Nel documento si chiede di partecipare, come Assessorato, a questa assemblea e di chiedere un incontro con la Nestlè.
Ringrazio anticipatamente i colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ovviamente sono d'accordo per l'iscrizione, però vorrei richiamare il Consigliere Chiezzi all'attenzione alla quale richiamo spesso tutti i Consiglieri: essendo Consigliere regionale, non può farsi quasi proprietario di un territorio, benché minimo, solo perché gli ha dato i natali.
In passato ho richiamato il Presidente Picchioni quando ricordava le sue origini di Dogliani; ho richiamato la Consigliera Cotto che, quando parla dell'Astigiano, pensa che sia territorio suo; ho richiamato il Consigliere Riba, che quando, assieme al collega Toselli, parla di Cuneo pare essere anche lui quello che detiene i passaporti di entrata. Allo stesso modo, pur essendo d'accordo all'iscrizione, richiamo il Consigliere Chiezzi alla logica del Consigliere regionale.



PRESIDENTE

Grazie per questo intermezzo gioioso.
Pongo dunque in votazione l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 590.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 590, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte appreso che: le Organizzazioni sindacali FAT CISL, FLAI CGIL e UILA UIL di Saluzzo hanno organizzato una manifestazione pubblica che si terrà il giorno 10 ottobre alle ore 10.00, presso il salone Parrocchiale di Moretta tale iniziativa si è resa necessaria in seguito alle decisioni assunte dalla multinazionale Nestlè di vendere la Locatelli tale stabilimento è tra i più importanti nel settore Caseario del Piemonte considerato che tale vendita potrebbe celare una dismissione di fatto sia del marchio che dell'attività industriale causando gravi conseguenze nel tessuto socio economico del territorio per la perdita di numerosi posti di lavoro tutto ciò premesso il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta regionale del Piemonte e l'Assessore competente a: partecipare all'iniziativa pubblica organizzata dalle OO.SS. che si terrà il giorno 10 ottobre 1997 presso il salone Parrocchiale di Moretta richiedere un incontro urgente con la dirigenza della Nestlè per verificare le reali intenzioni dell'azienda e le Organizzazioni sindacali per scongiurare possibili ridimensionamenti occupazionali per un territorio come quello regionale già colpito da pesanti ristrutturazioni in atto nel comparto industriale relazionare al Consiglio regionale gli esiti di tali incontri".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 238: "Norme per la programmazione sanitaria e per il PSR per il triennio 1997/1999" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 238.



PRESIDENTE

ART. 12



PRESIDENTE

8) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: dopo la parola "programma" sono inserite le parole "rigorosamente coerenti con gli indirizzi del Piano".



PRESIDENTE

Tale emendamento è accolto dalla Giunta. Lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'art. 12 così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 24 voti contrari 2 astensioni 12 L'art. 12 è approvato.



PRESIDENTE

ART. 13



PRESIDENTE

9) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: al Capo IV, le parole "Programmazione sanitaria locale" sono sostituite con le parole "Piano di attività e relazione annuale".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Questo cambiamento è da attribuire al contenuto del Capo IV. Siccome nel Capo IV non c'è altro che "art. 13. 'Piano di attività annuale'" e "art. 14. 'Relazione annuale'", ci sembra più chiaro, in legge, titolare il Capo IV con i nomi usati per i due articoli; essere insomma meno generici: non "programmazione sanitaria", ma semplicemente "Piano di attività annuale e relazione annuale".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Il nostro Capogruppo ha già evidenziato il senso logico di questo emendamento. Inoltre in questo contesto vengono inseriti il Piano di attività annuale e la relazione annuale, che sono gli strumenti attuativi di quei famosi accordi o intese di programma dei Direttori generali delle Aziende sanitarie locali. Non capisco il motivo che ci spinge a ribadire la "programmazione sanitaria locale", che noi sostanzialmente individuiamo come non corretta in quanto non ha una giustificazione.
Noi abbiamo, stamattina, sottolineato come non ci siano dei riferimenti legislativi che testimonino la necessità di individuare dei livelli istituzionali nelle Aziende sanitarie locali e quindi degli Enti di programmazione locale, che di fatto, secondo noi, non esistono. Pertanto in questo contesto ci sembra inopportuno ribadire "programmazione sanitaria locale".
Ritengo che l'emendamento possa essere accettato anche dal punto di vista tecnico, lasciando da parte la polemica politica sul fatto che la programmazione sanitaria locale, a nostro parere, non esiste.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

E' proprio la sua conclusione che mi induce a dirle che dobbiamo inserire la programmazione sanitaria locale. Lei ha ragione nel dire che i due strumenti, Piano di attività annuale e relazione annuale, fanno parte della programmazione sanitaria locale, per cui non vedo quale difficoltà ci sia a specificarla per iscritto.
Comprendo benissimo che lei neghi qualsiasi valenza alla programmazione sanitaria locale, ma è per legge nazionale...



SIMONETTI Laura

Ma non esiste una legge che individui in un articolo il fatto che le Aziende sanitarie locali siano organi di programmazione locale.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Alla luce del decreto n. 502, la programmazione locale deve essere inserita perché deve essere effettuata dal Direttore generale con gli Enti locali e, nello specifico, con le Comunità montane, i Sindaci e le Province.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Assessore, lei mantiene la sua opinione?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì. Concluderei dicendo che non riesco a concepire come un'Azienda possa funzionare se non si dà una programmazione e un Piano di attività.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Io sono assolutamente delusa dalle argomentazioni addotte dall'Assessore nel rifiutare il nostro emendamento. Questo testimonia il fatto che la programmazione sanitaria locale non esiste, perché se questa si riduce a due strumenti che sono il Piano di attività annuale e la relazione annuale, di fatto la programmazione sanitaria locale non esiste! E' il Piano di attività annuale ed è la relazione annuale! Allora, per essere corretti, o l'Assessore presenta un articolo dove individua gli elementi e i contenuti della programmazione sanitaria locale oppure, se rimangono solo questi due commi, non c'è programmazione sanitaria locale. E ci sembra assolutamente ridicolo e inopportuno individuare un Capo IV con questa titolazione!



CHIEZZI Giuseppe

Non c'è nemmeno una volta la parola!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Vorrei dire ai Consiglieri di Rifondazione che è specificato, in realtà. Se vogliono aggiungere qualcosa a quello che il Piano di attività individua e definisce, penso che potrebbe essere accolto se logico, come spero. Cioè ai punti A, B, C e D se ritengono opportuno di aggiungere altri punti...
Tra le altre cose, signor Presidente, all'art. 4 abbiamo già definito e approvato che la programmazione sanitaria locale si articola nei seguenti documenti: il Piano di attività annuale e relazione annuale dei Direttori generali.



PRESIDENTE

Sì, l'abbiamo già votato, questo è vero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Se necessario, mi differenzio anche dal voto per poter intervenire.
Rimane comunque strano, Assessore, che in un Capo in cui si parla di programmazione sanitaria, poi non si trovi in tutto il Capo una sola volta la parola "programmazione". Cioè la programmazione sanitaria scompare in tutto il Capo, tranne nel titolo. Questo è un po' strano, perché di solito in un Capo in cui si determina un concetto, poi questo concetto viene ripreso operativamente nei vari articoli; qui, viceversa, non si ritrova più nulla.
Lei dice: "Attenzione, noi abbiamo definito la programmazione che in pratica si costituisce solo di due elementi, volete aggiungere qualcosa?".
Ma un settore che potrebbe essere specificato come settore di programmazione locale, probabilmente è quello del punto D quando si parla di Piani di investimento, perché sicuramente i Piani di investimento hanno un'ottica temporale che supera l'anno: lì senz'altro si può trovare una specificazione di programmazione sanitaria locale, perché ci sono Piani di investimento che superano l'anno e che invece qui non vengono evidenziati dal punto di vista della programmazione.
Noi non siamo - Assessore abbia pazienza - in grado adesso di scrivere in fretta e furia una correzione che possa prevedere almeno un comma relativo alla programmazione sanitaria riferito ai Piani di investimento...



PRESIDENTE

Potrebbe essere "Piani di investimento nell'ambito della programmazione sanitaria locale per il potenziamento e l'ammodernamento". Si può fare un inciso.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, si potrebbe riprendere questo tema della programmazione almeno una volta! Almeno una volta!



PRESIDENTE

Assessore, mi pare che sia coerente con il titolo del Capo IV. Allora al punto D: Piani di investimento nell'ambito della programmazione sanitaria locale per il potenziamento...



(Commenti dell'Assessore D'Ambrosio)



PRESIDENTE

Io intendevo, se ho raccolto bene le intenzioni, il punto d) dell'art.
13. Siccome si parla dei Piani di attività e siccome si voleva recepire nell'ambito di questi articoli dei Piani di attività almeno una volta terminologicamente la programmazione sanitaria locale, si potrebbe dire: "i Piani di investimento nell'ambito della programmazione sanitaria locale per il potenziamento, ecc.". Non si aggiunge nulla, si mette solamente un inciso. Va bene?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Va bene.



PRESIDENTE

Si tratta quindi di un emendamento della Giunta, che viene formalizzato nel seguente modo.
9/1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: al punto d), dopo le parole "i Piani di investimento", aggiungere "nell'ambito della programmazione sanitaria locale".
Per quanto riguarda l'emendamento n. 9), presentato dal Gruppo di Rifondazione comunista, non accolto dalla Giunta, procediamo alla votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 36 contrari.
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 9/1 presentato dalla Giunta, test formulato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 11 astensioni.
Indìco ora la votazione nominale sull'art. 13 nel testo modificato mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 43 hanno risposto SI' 28 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 28 voti contrari 4 astensioni 14 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 10) Emendamento presentato dai Consiglieri Moro, Papandrea e Simonetti: al comma 2, punto a) è così sostituito: "a) la razionalizzazione e la riqualificazione dell'organizzazione sanitaria, sulla base dell'uniformità territoriale dei servizi e della qualità delle prestazioni".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

L'emendamento presentato ci sembra più organico, poiché tiene maggiormente in considerazione la qualità delle prestazioni, che invece non viene riproposta.
"Uniformità" e "qualità" delle prestazioni sono due termini non contenuti nell'articolato del Piano sanitario regionale in discussione; al contrario, noi riteniamo siano due termini importanti, che presuppongono anche un intervento di tipo diverso.
Innanzitutto, l'uniformità territoriale ha sempre permesso, nei termini della programmazione regionale, di non proporre interventi e strumenti d'intervento, creando nell'ambito regionale una situazione a macchia di leopardo. A volte non si tengono in debita considerazione alcune zone che risentono, magari, di condizioni economiche meno avanzate o che risentono di particolari condizioni della popolazione, oggettivamente più anziana: in questi casi, si devono necessariamente attuare interventi diversi.
L'uniformità territoriale mi sembra più chiarificatori e più incisiva sia nel contesto legislativo in cui viene inserita sia negli obiettivi generali, di cui si parla all'art. 15.
La qualità delle prestazioni credo sia un elemento fondamentale; anche se ci troviamo a ragionare in termini di efficienza e quindi di costi nell'ambito del percorso dell'aziendalizzazione, purtroppo, a volte, i costi della sanità influiscono peggiorando la qualità delle prestazioni stesse.
Invece, il ruolo e l'obiettivo strategico che si deve proporre un Piano sanitario regionale è, comunque, di salvaguardare la qualità delle prestazioni nell'ambito dell'intervento sanitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo ancora sull'emendamento presentato dal Gruppo; per convincerci, magari, dell'inopportunità dello stesso, gradirei di sapere dall'Assessore cosa significa l'attuale testo, che recita: "...costituiscono obiettivi generali del Piano sanitario regionale l''unitarietà' degli interventi, nonché... la 'globalità' degli interventi". Non capisco il significato di queste due accezioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

L'emendamento presentato dal Gruppo di Rifondazione comunista tiene conto soprattutto di due aspetti, quello della qualità e quello delle prestazioni sanitarie sul territorio, per migliorare la critica situazione sanitaria del Piemonte. E' quindi un emendamento importante.
Sottolineando i due aspetti cui ho accennato, intendiamo dare un rilievo importante e degli obiettivi prioritari alla programmazione nel settore sanitario.
Il ruolo e l'obiettivo strategico di un Piano sanitario regionale, e quindi di una proposta sanitaria, è la salvaguardia delle prestazioni sanitarie. Penso che l'emendamento vada in questa direzione e quindi tenda a migliorare notevolmente il Piano in discussione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Rispondo prima al quesito posto dal Consigliere Chiezzi.
Quando parliamo di unitarietà e globalità riguardo al sistema sanitario nazionale, intendiamo la necessità di garantire a tutti i cittadini l'assistenza sanitaria. Si parla di "unitarietà degli interventi per i cittadini", quindi di fornire i servizi sanitari a tutti i cittadini.
Per quanto riguarda l'emendamento, ampiamente condivisibile per come è stato esposto, vi pregherei di leggere il punto 1) e il punto 2) dell'art.
15. L'emendamento, in realtà, è espresso parimenti, anche se con termini diversi, nell'art. 15.
Ancora: l'incremento quantitativo e qualitativo sta ad indicare la qualità delle prestazioni.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, perché non riconosce che il nostro emendamento è più chiaro?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Io ritengo che questo articolo dica le stesse cose che voi avete detto con l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Noi, Assessore, all'art. 1 e all'art. 7 abbiamo ripetutamente suggerito con un emendamento una formulazione che, se ci consente, è di gran lunga lo diciamo sommessamente - più chiara di quella che lei continuamente ha rimandato all'art. 15, punto 1).
In realtà gli obiettivi generali o le strategie sono definite e possono essere ricondotte ad almeno tre grandi filoni d'intervento: la tutela della salute psico-fisica, il miglioramento della qualità della vita, lo sviluppo di un sistema di sicurezza sociale. Questi tre filoni sono comprensibili a tutti; noi facciamo le leggi che dovrebbero essere comprese da tutti i cittadini.
Quando invece, negli obiettivi generali, diciamo: "Il Piano sanitario regionale persegue quale obiettivo prioritario la tutela della salute..." va bene, ma psico-fisica non ci stava male - "...ed il miglioramento della qualità della vita..." - va bene, ma lo mettiamo nel contesto di un discorso che prosegue - "...attraverso lo sviluppo di una rete di servizi sull'intero territorio regionale, finalizzato all'incremento quantitativo e qualitativo dell'attività di prevenzione, diagnosi, cure e riabilitazioni" non rendiamo chiari i concetti che vogliamo esprimere.
Per quanto riguarda l'art. 7, abbiamo suggerito una specificazione che responsabilizzi non solo la Regione, le Aziende sanitarie locali e quelle ospedaliere, ma anche, attraverso gli accordi di programma o - siccome in modo insistente e pervicace le si è volute perseguire - le intese, la partecipazione dei Comuni, delle Comunità montane e delle Province.
Con questa formulazione facciamo diventare l'obiettivo generale non soltanto l'obiettivo della Regione, delle Aziende e dei Direttori generali ma l'obiettivo che coinvolge i cittadini e le loro istituzioni.
A noi spiace che lei non abbia accolto questi emendamenti; non richiamo quello sull'art. 1, perché erano contributi per arrivare a licenziare una legge che fosse il più possibile chiara e comprensibile. Francamente la formulazione dell'art. 15 vede anche da parte nostra una considerazione di non dico confusione, ma certamente molto di tecnicismo e burocrazia.



PRESIDENTE

Assessore, mi pongo come Consigliere. Ci sono dei termini contraddittori; io devo difendere la legge e ritengo che la "gradualità" e la "priorità" degli interventi siano termini antinomici, per cui vanno corretti, se non vogliamo avere delle leggi che poi vengono ad essere cassate.
Credo che "la razionalizzazione, l'equilibrata distribuzione e la globalità e la priorità degli interventi" sia già una formulazione molto più prosciugata, che non presenta contraddizioni interne.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Chiedo scusa, Presidente: o si decide di accogliere uno dei due emendamenti precedenti e quindi si cambia completamente il contesto della frase, altrimenti sono d'accordo con lei quanto meno sull'"asciugare" alcuni di questi termini che si contraddicono l'uno con l'altro. Anche perché, quando l'Assessore ci ha spiegato cos'è l'unitarietà di un intervento, cioè un intervento - secondo lui - esteso a tutti i cittadini in modo uguale, secondo me quella è l'universalità dell'intervento e non l'unitarietà. L'unitarietà, vicino alla globalità, difficilmente fa comprendere: o si asciuga o si cambia la frase.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Per quanto riguarda il nostro emendamento all'art. 1, punto 2), avevamo proposto la riscrittura. L'Assessore ci ha risposto di no perché abbiamo copiato l'art. 15 del disegno di legge che stiamo leggendo. Invece Presidente, abbiamo semplicemente copiato una legge che è stata operante nella nostra regione, la legge n. 37 del 23 aprile 1990: "Norme per la programmazione socio-sanitaria", che all'art. 1, punto 2), recita: "Costituiscono obiettivi generali dei Piani socio-sanitari regionali la razionalizzazione, l'equilibrata distribuzione, l'unitarietà, la globalità la gradualità e la priorità degli interventi", ecc.
Noi non avevamo molto tempo per elaborare un'altra formulazione condividiamo la necessità di scrivere meglio la frase, ma era già contenuta in una legge della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Indubbiamente, unitarietà e globalità potremmo sostituirli con altri termini. L'unitarietà la sostituirei con l'uniformità e la globalità con l'universalità.



(Commenti in aula)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Altrimenti lasciamo stare così, visto che c'era anche in una precedente legge.



(Commenti della Consigliera Manica)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Concettualmente è la stessa cosa, e prima ho rigettato l'emendamento del PDS: è la stessa cosa.



PRESIDENTE

Assessore, sospendiamo e mettiamo a lato questo articolo, in modo che lei possa pensarci e riformularlo? Sulla formulazione dei Consiglieri di Rifondazione comunista, ci manca è vero - la gradualità o la priorità, però il resto mi pare...



(Commenti della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

Si può mettere "tenuto conto della priorità degli interventi e della loro graduale applicazione". E' solamente una questione di linguaggio, non di filosofia o di concetti.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore, insistiamo. Non è una questione di termini, chiaramente; non stiamo perdendo tempo o giocando sulle parole, anche perché non ci presteremmo a questa cosa.
Tra l'altro, apprezziamo gli interventi di sostegno al suo lavoro (chiusa la parentesi).
Se lei riprendesse l'emendamento che abbiamo presentato all'art. 1 cioè il n. 05), per intenderci, la dicitura è quella che comprende i termini che nel comma a) vengono da voi utilizzati. Il problema è che utilizzati in questo modo, da soli, singolarmente, nel comma a) creano confusione.
Se invece si contestualizzano, per cui costituiscono obiettivi generali di programmazione "la razionalizzazione, l'equilibrata distribuzione l'unitarietà, la globalità, la gradualità e la priorità degli interventi" ecc., allora hanno un significato, hanno un senso.
La soluzione quindi ce l'ha già: non so come dirglielo diversamente.



PRESIDENTE

Lei penserebbe di lasciare il vecchio testo com'è?



SUINO Marisa

Prendendo l'emendamento n. 05) e sostituendolo al comma a), si trova la soluzione. Mi riferisco all'emendamento n. 05) all'art. 1 illustrato dalla collega Bortolin stamane.



MANICA Giuliana

Dice esattamente le stesse cose in modo più preciso.



SUINO Marisa

Nel contesto dell'art. 1 era stato respinto.



PRESIDENTE

L'Assessore domanda la sospensione di 5 minuti per poterlo riformulare.



(La seduta, sospesa alle ore 16.15, riprende alle ore 16.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Siamo giunti a una formulazione finale. Ne dò lettura.
10) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: sostituire la lettera a) con: "Costituiscono obiettivi generali di programmazione 'a) la razionalizzazione, l'equilibrata distribuzione dei servizi al fine di renderli fruibili dalla generalità dei cittadini indicando le priorità e la gradualità di attuazione'".
Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n. 10) così riformulato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Indìco dunque la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'art. 15 così emendato su richiesta del Gruppo di Rifondazione Comunista.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 27 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
ART. 16 Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Chiedo all'Assessore il criterio seguito per quanto riguarda la numerazione; criterio che in qualche modo può sollevare delle polemiche di tipo politico. Per esempio, il settore della prevenzione non viene citato in quanto tale.
Noi riteniamo tale settore una premessa fondamentale, che può essere ricondotto per esempio nelle azioni programmate, se non nei progetti obiettivo. Non esiste un progetto-obiettivo di prevenzione, però questa pu essere introdotta nelle azioni programmate al primo punto - concordo con l'importanza del primo punto - dove viene inserita la promozione e l'educazione alla salute.
Pertanto la dicitura potrebbe essere: "prevenzione, promozione ed educazione alla salute".
Questo è un elemento importante da introdurre.
Nonostante la prevenzione sia legata a momenti differenti come la prevenzione HIV, la prevenzione dalle dipendenze, ecc., non esiste come azione programmata nell'ambito anche dell'educazione e della promozione della salute.
Ritengo che la prevenzione - questo è un suggerimento che rivolgo all'Assessore - debba essere anche introdotta nel settore lavorativo.
Nell'ambito dell'obiettivo generale, che è la tutela della salute dei cittadini, la prevenzione nei luoghi di lavoro è fondamentale, e chiedo che venga esplicitata almeno nelle azioni programmate.
Anche l'Assessore è a conoscenza del fatto che nei luoghi sanitari purtroppo c'è un'inadeguatezza complessiva delle norme di sicurezza, che non permette ai lavoratori stessi della sanità di poter lavorare in condizioni a norma di sicurezza e quindi avere una garanzia, una prevenzione della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Rivolgo all'Assessore questo suggerimento; eventualmente predisporr degli emendamenti a tal proposito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Volevo riprendere il discorso sulla prevenzione.
Noi l'11 marzo 1997 avevamo presentato all'Assessore D'Ambrosio un'interrogazione sul pagamento dei ticket; oggi, mercoledì 8 ottobre, su La Stampa si riprende questo argomento.
Alla nostra interrogazione l'Assessore D'Ambrosio rispose: "Vi assicuro che, per quanto riguarda la prevenzione, non ci sarà pagamento di ticket.
Questo è un impegno della Giunta".
Il pagamento dei ticket - La Stampa di oggi - per ostetricia e ginecologia, ecografia, ha subito un aumento da 30.000 a 60.000 lire: vorrei riuscire a comprendere qual era l'impegno della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

E' in discussione l'art. 16 del Piano sanitario regionale, che riguarda i progetti-obiettivo e le azioni programmate. I progetti-obiettivo e le azioni programmate sono suddivisi in 22 punti.
Leggendo al punto a) "progetti-obiettivo", al punto 6) viene espressamente scritto: "prevenzione, sorveglianza e controllo delle infezioni da HIV".
Il punto 12) delle azioni programmate recita: "prevenzione, diagnosi e cura delle malattie infettive".
Il punto 13) recita: "assistenza sanitaria agli stranieri".
Vorrei sapere quale criterio è stato seguito per l'elaborazione di questi 22 punti. Per essere collocati prima o dopo devono sicuramente avere delle priorità diverse.
Ritengo che l'assistenza sanitaria agli stranieri sia eccessivamente penalizzata rispetto al numero di stranieri nel nostro Paese.
Ritengo che anche il Piano "sangue e plasma" abbia una posizione non certamente di importanza come invece la prevenzione. Ma ci siamo trovati di fronte a degli esempi drammatici.
Nel passato ha creato gravi danni soprattutto per quanto riguarda infezioni successive ed interventi chirurgici: persone che, dopo trasfusioni, hanno sofferto di tumori o cancro.
Volevo comunque sapere dall'Assessore il metodo adottato per programmare questi 22 punti, che - ripeto - sono importanti, ma non sono stati collocati esattamente dal punto di vista delle priorità sanitarie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Volevo ricordare al Consigliere Angeli che gli esami ordinari che fanno parte di una campagna di prevenzione sono esenti dal pagamento del ticket.
Se invece una donna in stato di gravidanza decide di recarsi dal ginecologo, paga il ticket regolarmente. Se la stessa persona deve sottoporsi ad un'ecografia e rientra in quello che il progetto di prevenzione ha stabilito in ambito regionale, non paga il ticket.
Quello che ho detto in sede di IV Commissione lo ribadisco oggi: gli esami ordinari sono soggetti a ticket; invece, quando fanno parte di una campagna di prevenzione, non sono soggetti al pagamento del ticket.
Collega Moro, tutte le aree di intervento hanno per me pari dignità l'averle elencate seguendo una numerazione è, tra l'altro, stato votato e approvato in IV Commissione. Il fatto poi che il Piano sangue sia in sedicesima posizione o quello degli stranieri non residenti sia in tredicesima, non penso che costituisca cosa grave, soprattutto nel momento in cui, doverosamente, se n'è tenuto conto, a differenza di tante altre volte.
Inoltre, la prevenzione - Consigliera Simonetti - è stata considerata come struttura operativa del Piano, quindi di grandissima importanza.
Mi permetto di ricordare che siamo l'unica Regione che addirittura ha un progetto specifico - il progetto Prior - per la prevenzione, la sicurezza e il rischio sui posti di lavoro. Quindi c'è un impegno notevole in tal senso.
Ripeto: su tutti i progetti-obiettivo, dalla tutela materno-infantile alla tutela della salute degli anziani, la prevenzione è cosa insita nel progetto stesso.



PRESIDENTE

E' stato presentato un emendamento al comma 1, a firma dei Consiglieri Chiezzi, Simonetti, Moro.



SPAGNUOLO Carla

Io volevo intervenire ancora sulla discussione generale.



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Assessore, volevo intervenire brevemente sulla questione delle analisi e delle visite in Piemonte e dei nuovi ticket sanitari (sempre per quanto riguarda l'aspetto della prevenzione).
Lei ci ha dato una di quelle risposte che attengono un po' alla cultura lapalissiana, cioè ci ha detto: "Le cose che sono nella prevenzione sono in una campagna, non pagano il ticket; le altre invece continuano a pagarlo".
Però, quando abbiamo presentato l'interrogazione a questo proposito lei ci ha detto: "Vi assicuro che, per quanto riguarda la prevenzione (quindi non le campagne di prevenzione), non ci sarà pagamento di ticket: questo è un impegno della Giunta".
Il collega Riggio l'aveva interrotta e le aveva detto: "Le mie pazienti continuano a pagare il ticket".
Lei aveva così continuato: "Non debbono pagarlo; domani mattina provvederò personalmente a verificare perché succede questo: è compreso nel programma di screening".
Ci era stato assicurato che questo tipo di prevenzione sarebbe stato sottratto al ticket; adesso, invece, rileviamo un passaggio da 30.000 a 60.000 lire, che non condividiamo. E comunque dò voce a quanto ha detto il collega Riggio: le sue pazienti continuano a pagare il ticket.
Questa è una questione molto, molto importante: non le sfugge certamente. Se vogliamo che la prevenzione cammini, diventi un fatto legato quasi alla quotidianità, alla normalità della vita delle donne (non perch si fa riferimento alla vita delle donne e non a quella degli uomini, ma noi sappiamo che per tutta una serie di tumori, soprattutto quelli femminili la prevenzione è fondamentale, per cui diventa un aspetto della terapia) questo è un aspetto fondamentale e vorrei che lei fosse un pochino esplicito e dettagliato.
In questo momento - questo sì - non si tratta di fare il gioco delle parti. Lei, Assessore, lo comprende benissimo: stiamo parlando della possibilità di strappare a problematiche gravissime per quel che attiene alla salute magari anche soltanto qualche centinaio di donne in più, e per questo vale la pena veramente di affrontare l'argomento in maniera molto approfondita.
In particolare nelle grandi città, ma non solo (penso anche ai piccoli Comuni), se le donne hanno delle facilitazioni, si sottopongono a questi screening, a questi esami preventivi, e se c'è anche informazione (quindi c'è anche questo aspetto); diversamente il pagamento di ticket, anche se questi non sono così irrilevanti, diventa un problema molto, molto serio.
Non siamo nel campo della difesa sociale di diritti - che già sarebbe una cosa molto importante - siamo proprio nel campo della prevenzione alla salute; peraltro lei, anche come medico, sa che oggi sono stati fatti dei passi avanti molto importanti, nel senso che ancor più di prima le percentuali ci dicono che, se determinati tumori vengono individuati per tempo, si può conservare la vita del paziente.
Quindi la pregherei di fare maggiori approfondimenti e di non darmi una risposta politica, ma di darmene una concreta, perché quella di prima - mi permetta, Assessore, con molto garbo - era una risposta che eludeva il problema.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Era sintetica, non politica.



SPAGNUOLO Carla

Ma eludeva il problema.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

I politici siete voi, in quest'aula.



SPAGNUOLO Carla

No, no, lei si sta caratterizzando per essere un buon politico, ma poiché è anche un medico, in questo momento la pregherei di parlare più come medico, e soprattutto come amministratore, e di non darmi una risposta che elude un po' il problema. La ringrazio molto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Rispetto a quello che è la materia dell'art. 16, probabilmente siamo andati oltre, però visto che l'argomento è stato sollevato, vale la pena di riprenderlo.
Debbo dire che la cosa che mi preoccupa di più - in questo caso parlo nella doppia veste di Consigliere e di medico - negli aumenti dei ticket che sono stati fatti e che potevano essere costruiti in altro modo, pur riconoscendo che ci sono state delle diminuzioni anche abbastanza interessanti, è l'aumento notevole del costo delle visite specialistiche.
Non è così che si disincentiva l'utilizzo della visita specialistica ma è attraverso la formazione dei medici di famiglia, mediante programmi che debbono essere costruiti a livello regionale nelle diverse Aziende.
Aumentare la visita specialistica di un terzo del costo attuale significa creare un grosso handicap dal punto di vista del ricorso ad un approfondimento che fa parte di quel discorso sulla territorialità che noi con questo Piano, diciamo di volere difendere.
Molto spesso, per poter by-passare questo tipo di difficoltà, sapete cosa succede (e l'Assessore lo sa meglio di me)? Succede che il cittadino per poter avere la visita specialistica senza dover accettare il meccanismo delle prenotazioni complicate, delle liste di attesa e soprattutto senza dover pagare queste benedette 36.000 lire, va ad intasare il Pronto Soccorso.
E' una cosa estremamente pericolosa e contraddittoria. Al di là delle cose che sono state dette sulla salvaguardia dei meccanismi preventivi, che in qualche modo andrebbero più ragionati - e non aggiungo nulla a quanto già detto - a parte il fatto che per quello che riguarda ad esempio la questione delle mammografie - ahimé - il meccanismo non è ancora partito su tutta la Regione, rimane comunque valida l'osservazione che faceva la collega Spagnuolo su questo provvedimento.
Per quello che riguarda le visite specialistiche, poiché in larga parte dipendono dalla nostra organizzazione, effettivamente questo è stato sbagliato in pieno, perché colpisce i cittadini e perché di fatto è un grosso danno nei confronti del ragionamento sulla territorialità.
Più importante sarebbe provvedere a formare e responsabilizzare i medici di base rispetto all'eccessivo ricorso alle visite specialistiche.
E' invece penalizzante disincentivarle attraverso il meccanismo dei ticket.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio per la replica.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Debbo premettere che, come medico, eliminerei qualsiasi ticket ovviamente. Però, se vogliamo che il sistema sanitario nazionale, che è indubbiamente perfettibile, possa offrire servizi migliori razionalizzando i fondi attuali: 110.000 miliardi - dobbiamo, per il momento, ragionare e confrontarci ancora con i ticket.
Alla prima domanda posta dalla Consigliera Spagnuolo, ribadisco che per quanto riguarda le patologie della mammella e dell'apparato genitale in particolare relativamente ai tumori al collo dell'utero, sono esenti dal pagamento del ticket tutte le donne che rientrano nel programma di screening; diversamente, no. Stiamo valutando l'eventualità che le persone che si rivolgono al consultorio non paghino il ticket; ad oggi, per questo non è stato ancora definito, anche perché non rientra nella sfera di autonomia regionale potere, unilateralmente, stabilire il non pagamento del ticket per determinate prestazioni.
Per quanto riguarda il nuovo tariffario, non abbiamo fatto altro che recepire il nuovo nomenclatore nazionale, abbassando la tariffa per le visite specialistiche, da 40 mila lire a livello nazionale (fatte poche eccezioni in ambito regionale) a 36 mila lire. Non solo; quello che è ancora più importante, per le visite successive alla prima, si pagano 22 mila anziché le 32 mila previste in precedenza.
Condivido ampiamente un eventuale "nuovo modo di fare sanità" e relativa formazione - da parte dei medici di medicina generale, tant'è vero che è inserito nel Piano. E' chiaro che non è facile, soprattutto in città.
Sere fa ho partecipato ad una trasmissione televisiva; a fronte vivaddio - di qualche telefonata che sosteneva che la sanità piemontese era discreta, c'è stato un attacco indiscriminato nei confronti dei medici di medicina generale.
Personalmente, ho difeso per tre volte la posizione di tali medici, non perché facente parte della categoria, ma perché la loro funzione è indispensabile con la nuova riforma, anche se deve cambiare il loro modo di lavorare. Questo, ribadisco, soprattutto in città, dove spesso le visite vengono fatte telefonicamente.
All'interlocutore telefonico che se ne lamentava, ho consigliato, nel caso in cui si dovesse ripetere il caso, di denunciare il fatto al Direttore generale o, addirittura, alle autorità giudiziarie.
So che la dott.ssa Spagnuolo non è soddisfatta della mia risposta; ma vorrei sapere, specificamente, chi, secondo lei, dovrebbe essere esente dal pagamento del ticket, per quanto riguarda le patologie della sfera genitale femminile.
Ripeto: stiamo valutando l'eventualità, l'ipotesi, che le persone che si rivolgono ai Consultori siano esentate dal ticket. Questa è l'unica cosa che per il momento ci è dato, forse, di fare. Ribadisco che se una donna decide di fare un'ecografia o altro deve, purtroppo, pagare l'intero importo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Ringrazio il Presidente di consentirmi di intervenire nuovamente d'altronde, l'argomento è molto importante.
L'Assessore ci ha già detto dell'ipotesi di sviluppo di questo tipo di prevenzione, con possibilità di esenzione dal ticket.
Due sono le questioni: da un lato, lo sviluppo delle campagne di screening. L'Assessore ci dice che non si paga il ticket quando l'intervento è inserito in una cosiddetta campagna di screening; dipende da quanto sono "ampie" tali campagne.
Se la Regione decidesse, insieme alla realtà medica, alle UU.SS.LL., di prevedere campagne di screening ampie, il numero delle donne esenti da ticket si amplierebbe molto - considerazione lapalissiana. Se la Regione intendesse ampliare le campagne di screening, avremmo maggiori possibilità.
La domanda che pongo all'Assessore, a questo punto, è sulle dimensioni di tali campagne; se rappresentano lo 0,2% dell'utenza, è un conto; se rappresentano il 20-30%, è un altro discorso.
Altro aspetto, Assessore, l'utilizzo dei consultori; potrebbe essere una possibilità importante, fatta salva una campagna d'informazione in tal senso: se nessuno lo sa, più o meno, siamo allo stesso punto.
La collega Bortolin mi faceva notare le molteplici possibilità d'intervento. Per esempio, relativamente alla raccolta del sangue, si vedevano spesso i pullman dell'AVIS. Nelle zone più popolari, infatti possono esserci problemi anche a spendere 30/60 mila lire. E queste realtà sono ancora molto diffuse! D'altronde, non sono esami molto complessi, o che richiedano particolari apparecchiature, in fase di prelievo. Se si potessero - per esempio - utilizzare pullman attrezzati, nonch sufficientemente pubblicizzati, nelle zone più periferiche, più popolari dove si ritiene che la popolazione femminile sia in condizione economica debole, realizzeremmo una campagna di prevenzione e di tipo sociale. E non si tratterebbe di privilegiare le donne rispetto agli uomini, ma proprio perché sappiamo che quel tipo di malattie femminili dalla prevenzione possono ottenere un validissimo aiuto.
Attraverso questi sistemi, si potrebbero raggiungere più obiettivi: per esempio, l'obiettivo dell'informazione. Leggevo in questi giorni un articolo pubblicato su un quotidiano nazionale che riportava cifre sullo sviluppo dell'AIDS nei confronti delle donne: un numero sempre più elevato di donne contrae l'AIDS da un partner sieropositivo, che non informa la compagna.
Se accanto ad un programma di prevenzione con pullman attrezzati situati in determinate zone, magari meno acculturate, si desse anche questo tipo di informazione, faremmo due tipi di azioni, ugualmente utili.
Per quanto riguarda il contagio da AIDS, i dati ci dicono che, in maniera sempre più impressionante, le donne sono un soggetto più a rischio e più passivo. Una cosa è essere soggetto attivo di una determinata azione pagandone le relative conseguenze, altra è essere soggetto passivo.
Si potrebbero, per esempio, abbinare ad una campagna di prevenzione per i tumori, delle campagne di carattere informativo rivolte alle donne e che riguardino la prevenzione anche per altri campi.
Mi permetto di dire queste cose perché so che comunque possono poggiare su un terreno sensibile, in quanto l'Assessore alla sanità della Regione Piemonte è anche un medico, per cui ritengo possa valutare il problema non solo dal punto di vista politico-istituzionale, ma anche da quello professionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Sarò brevissima, perché condivido l'intervento della Consigliera Spagnuolo, in particolare in ordine a due problematiche. Del resto, le tematiche proposte dalla Consigliera Spagnuolo sono già state oggetto del dibattito in Commissione, Assessore: questa è una ripetizione, un replay assolutamente identico.
Già allora, infatti, lei ci disse: "Quando ci sono le campagne, si fa la prevenzione; fuori da queste, non è possibile". E già allora ci ponemmo alcuni quesiti: queste campagne, quanto sono diffuse nella realtà piemontese? quanto la Regione e le Aziende sanitarie fanno per farle conoscere e per arrivare alla popolazione nel modo più diretto? Già allora chiedemmo un intervento dell'Assessorato per modificare lo stesso modo di fare le campagne, che era estremamente ristretto, non sempre alla conoscenza di tutti.
L'altra ipotesi, quella relativa ai Consultori, che può essere una strada interessante da praticare, prevede però un'ulteriore verifica da parte dell'Assessorato, perché nel testo del Piano, all'allegato sul materno-infantile, ci sono scritte alcune cose, e noi sappiamo che la realtà dei Consultori, in particolare nel territorio piemontese all'interno delle varie Aziende, non è una realtà particolarmente diffusa né viene privilegiata nelle varie indicazioni di Piano.
Viene privilegiata l'unitarietà dell'intervento dentro le sedi distrettuali, le quali però non sono molto diffuse in Piemonte.
Non vorrei quindi che l'ipotesi che lei sta facendo, che ha certamente una sua correttezza, fosse sostanzialmente una grida spagnola: facciamo un proclama, dopodiché non succede niente.
Chiedo quindi due momenti di verifica: sull'entità delle campagne e se l'indicazione che lei dà relativamente ai Consultori non sia preferibile darla anche rispetto alle realtà distrettuali e a quei momenti, per quanto scarsi, presenti sul territorio, perché l'ipotesi di restrizione dei Consultori è un'ipotesi che viene da lungo tempo perseguita e riconfermata in questo Piano.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Grazie, Presidente, sarò brevissima. Per sollecitare l'Assessore a valorizzare maggiormente anche quanto la Regione Piemonte ha fatto in passato e sta facendo, di sostegno ad iniziative di prevenzione che sono molto importanti e che potrebbero essere, come abbiamo anche altre volte suggerito, iniziative certamente limitate e, per una parte, sperimentali ma adottate poi sul territorio dalla Regione.
Noi siamo partiti dalla considerazione che ogni precoce diagnosi che evita una malattia, peraltro invalidante e spesso - ho chiesto conferma anche al collega Riggio - ancora prima causa di morte per le donne, quella dei tumori agli organi genitali e alla mammella, ogni diagnosi precoce dicevo - fa fare anche un'economia alla sanità, oltreché - inestimabile valore - salva una vita.
Se partiamo da questa considerazione e se io rammento correttamente l'impegno di questo Assessore nei confronti della prevenzione, direi che con più forza, con più coraggio dobbiamo sostenerlo nei confronti delle Aziende sanitarie locali. Mal volentieri, infatti, i Direttori generali spendono per la prevenzione, ma noi abbiamo parlato di atti successivi della Giunta in attuazione di questo Piano.
E' un suggerimento che voglio dare anche per concludere positivamente questa discussione - così non può che essere, perché tutti noi siamo impegnati su questo fronte.
Una delle prime iniziative e direttive potrebbe essere, anche per fare economia, oltreché per salvare molte vite umane, quella di attingere dalle interessanti sperimentazioni che hanno diffuso su tutto il territorio la diagnosi precoce e farla diventare una realtà per tutto il territorio.
Aggiungo ancora che si stanno diffondendo nuove iniziative di prevenzione nei confronti, ad esempio, dei tumori della prostata, e non sono iniziative di poco conto perché colpiscono l'altra metà del cielo, ma sempre con gravità elevata. Anche su questo fronte si stanno avviando sperimentazioni molto interessanti di diagnosi precoci, poco costose, ma che producono effetti estremamente positivi.



PRESIDENTE

La discussione generale è così terminata.
Sono stati presentati due emendamenti: 10/2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Simonetti, Moro e Papandrea: al punto a), aggiungere: "7) Prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro".
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La prevenzione è specificata nel Dipartimento di prevenzione. Se noi la inserissimo qui, come propone l'emendamento, dovremmo rifare completamente l'articolo.
Nel frattempo, devo dare atto ai Consiglieri intervenuti prima sull'attuale situazione di screening dei tumori nella sfera genitale femminile e della mammella che c'è stata una grossa carenza di collaborazione da parte di alcuni Direttori generali e purtroppo ho una piccola delusione perché anche la collaborazione a livello degli amministrativi interni all'Assessorato ha peccato in questo senso.
So della situazione, per cui vi assicuro - e non per "promesse politiche", visto che la Consigliera Spagnuolo diceva che i miei interventi diventano politici - che sono stati già sollecitati attivamente i Direttori generali e che, in ambito assessorile, quanto prima ci incontreremo per definire l'impostazione definitiva.
Questo progetto di screening ha impegnato la Regione per 18 miliardi quindi dobbiamo soprattutto valutare come far arrivare alle donne del Piemonte l'informazione.
Approfitto, anche se la presenza della stampa è scarsa, per chiedere a tale organo informativo una maggiore collaborazione, quindi una maggiore informazione sui quotidiani. Cosa che, per alcuni fatti importanti che costituiscono informazione vera e quindi dovrebbero far parte di una certa deontologia, non si trova, perché non costituiscono scoop o notizie eclatanti.
Scusate questo cordialissimo sfogo nei confronti della stampa, ma è una cosa che dico in maniera sentita, perché non si tratta di venire incontro alla Giunta Ghigo o all'Assessore D'Ambrosio, ma di fare informazione in modo doveroso.
A pag. 17, nel Dipartimento di prevenzione c'è appunto: "Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro", con gli obiettivi generali e con riferimento anche al progetto "PRIOR", che è un nostro progetto esclusivo.



PRESIDENTE

Vi è poi un secondo emendamento.
10/3) Emendamento presentato dai Consiglieri Simonetti, Chiezzi, Moro e Papandrea: al punto b), punto 1) aggiungere: "prevenzione".
La parola alla Consigliera Simonetti per l'illustrazione.



SIMONETTI Laura

Intervengo anche per rispondere all'Assessore, perché forse non è stato capito il senso del nostro emendamento.
La si metta dove si vuole, questa dicitura. "Prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro": il problema è metterla, esplicitare un'importanza anche strategica e di obiettivi che si vuole dare a questo contesto.
E' pur vero che il capitolo della prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro esiste all'interno del Dipartimento alla prevenzione, ma il problema è che qui la prevenzione non viene citata né tra i progetti obiettivi né nelle azioni programmate.
E' questo il problema. Nonostante esista nel settore della prevenzione il problema fondamentale della prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, qui non viene nemmeno citata.
Visto che è così, cioè abbiamo un Piano che né nelle azioni programmate né nei progetti-obiettivo individua la prevenzione in quanto tale e neppure, nell'ambito della prevenzione, viene citata la prevenzione per la sicurezza degli ambienti di lavoro, chiediamo che nell'ambito dei progetti obiettivo, dove viene invece citata la prevenzione dalle alcoldipendenze la prevenzione da HIV, venga inserita anche la prevenzione per la sicurezza negli ambienti di lavoro, cosa che riteniamo estremamente importante.
E' inoltre fondamentale inserirla nelle azioni programmate - noi l'abbiamo messa come primo punto, per sottolinearne l'importanza - come primo punto insieme alla promozione e all'educazione alla salute.
Ritengo importante che la prevenzione, che è una premessa fondamentale in tutto, esista, sia citata come primo punto nelle azioni programmate.
Occorre infine considerare che nelle azioni programmate la prevenzione esiste: prevenzione, diagnosi e cura delle allergopatie; prevenzione diagnosi e cura delle malattie infettive, ecc. Senza togliere importanza a questo tipo di prevenzione, tuttavia ritengo che escludere la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro, a fronte di tutto questo contesto sia una carenza non superficiale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io invito l'Assessore a riflettere, perché non ho le statistiche alla mano, ma credo che il fenomeno degli eventi infortunistici e delle malattie legate al tipo di materiale usato e di ambiente in cui i lavoratori vivono abbia una dimensione estremamente consistente.
In questo momento non ho la classifica di quanto incidano gli uni o gli altri, ma la mia impressione è che l'incidenza degli infortuni sul lavoro sia altissima.
Notiamo che c'è un capitolo specifico in cui se ne parla, ma individuarlo fin dall'inizio come una delle priorità credo sia importante e corrisponda ad un dato obiettivo, ovvero alla realtà che purtroppo si vive.



PRESIDENTE

Vi sono altri interventi su questi emendamenti?



RIGGIO Angelino

Possiamo sospendere e riprendere? Diversamente il dibattito viene compresso.



PRESIDENTE

Ma ne stiamo parlando da mezz'ora!



SIMONETTI Laura

Per noi è una questione fondamentale



PRESIDENTE

Volevo sapere se, al di là di quanto voi avete detto, l'Assessore poteva avere qualche altra riflessione aggiuntiva. Finiamo però l'articolo.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il punto, signor Presidente, è che quanto detto dai Consiglieri è ampiamente condivisibile. Noi, però, siamo andati addirittura oltre, perch consideriamo la prevenzione tra le strutture operative del sistema sanitario regionale, quindi proprio come attività istituzionale; tuttavia nello specifico, non ha nulla a che fare con i progetti-obiettivo e con le azioni programmate.
Inserire la prevenzione in questo punto, secondo me, sarebbe addirittura riduttivo: ciò a prescindere dal fatto che in tutte le aree del Piano la prevenzione è onnicomprensiva, e questo è anche specificato.
Chiederei di poterla inserire nell'ambito della discussione relativa al Dipartimento di prevenzione, anche per non cambiare tutto.



PAPANDREA Rocco

Pensavamo che andasse richiamata tra le priorità.



(Commenti in aula)



SIMONETTI Laura

E l'altro emendamento?



PRESIDENTE

L'altro emendamento sulla prevenzione, all'art. 16, recita: il punto b), punto 1) è così sostituito: invece di "promozione ed educazione alla salute", "prevenzione".



(Commenti della Consigliera Simonetti)



PRESIDENTE

Allora l'altro non è sostitutivo: si aggiunge.



SIMONETTI Laura

Può essere così oppure...



PRESIDENTE

Oppure può essere a scalare. Mettiamolo all'inizio, Assessore. Possiamo mettere tutto assieme: prevenzione, promozione ed educazione alla salute.
Riepilogando: sull'emendamento n. 10/2) l'Assessore è contrario. Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 10/3), nella formulazione test concordata.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Si proceda dunque alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 comma secondo, dello Statuto, dell'art. 16 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 astensioni 4 L'art. 16 è approvato.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellan-ze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Comunico che il Consiglio è convocato, al di là della convocazione formale, per martedì e mercoledì prossimi.
La Conferenza dei Capigruppo è convocata martedì alle ore 9.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,20)



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