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Dettaglio seduta n.172 del 07/10/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino e Pichetto.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Calamità naturali - Protezione civile

b) Convocazione Comitato di solidarietà


PRESIDENTE

Comunico inoltre che il Comitato di solidarietà è convocato domani mattina alle ore 9 nella sala dell'Ufficio di Presidenza per assumere iniziative a favore delle zone terremotate.


Argomento: Varie

c) Partecipazione alla marcia della pace "Perugia-Assisi" del giorno 12 ottobre 1997


PRESIDENTE

Comunico infine che alla marcia della pace "Perugia-Assisi" del giorno 12 ottobre parteciperà, in rappresentanza del Consiglio regionale, il Consigliere Cavaliere.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Organizzazione turistica

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito alla relazione del gruppo di analisi riguardante i rapporti tra Assessorato al turismo e APT nonché alle polemiche suscitate dalle dimissioni dell'Assessore Angeleri - Esame ordini del giorno n. 588 e n. 589 Presentazione mozione d'ordine (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori del Consiglio con il dibattito sulle comunicazioni del Presidente della Giunta regionale, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la parola dopo aver presentato un ordine del giorno e chiesto una pausa di riflessione al Consiglio perché il dibattito che si è svolto stamane e che è stato concluso dal Presidente Ghigo presenta degli elementi sui quali occorre soffermarsi e cercare di risolverli prima di intraprendere ogni ulteriore atto di governo. Perché in modo inaspettato come Gruppo non abbiamo neppure svolto le argomentazioni a corredo della critica sull'operato in generale della Giunta Ghigo e dell'analisi fatta dal gruppo di indagine - ci siamo trovati di fronte ad una novità politica di rilievo, una nuova critica proveniente dall'interno della maggioranza critica pesantissima di carattere politico, comportamentale, culturale.
Critica che fa venire meno la fiducia di una collega, che fa parte della maggioranza, all'operato del Presidente Ghigo. A questo si è poi aggiunto un intervento del Consigliere Angeleri, che ha ripetuto con crudezza come la conduzione del Presidente Ghigo in questi anni sia, dal suo punto di vista, largamente criticabile sotto gli aspetti politici, amministrativi ed anche umani.
Il dibattito si è poi concluso con il Presidente Ghigo che, in modo incomprensibile e direi irreale ha fatto un fervorino alla propria maggioranza - quale maggioranza! - lodando la propria azione amministrativa, ricordando i buoni rapporti che ha cercato di tenere con l'opposizione, dimenticando del tutto, non le incrinature che l'opposizione può aver prodotto in questi anni, ma le lacerazioni che l'attività propria ha prodotto all'interno della maggioranza stessa, al punto da far echeggiare in quest'aula parole di critica politica ed amministrativa che a mia memoria, non ho mai sentito sviluppare neppure nelle polemiche tra le varie maggioranze e minoranze che ho avuto modo di ascoltare. Critiche di questo genere non sono state svolte neppure dalle minoranze in questa tornata legislativa, perché critiche che hanno compreso nella propria crudezza verbale tutti i momenti che caratterizzano l'attività di un uomo di governo, anche quello dei rapporti umani, con questa durezza non le ho mai sentite.
Ho chiesto una pausa di riflessione e presentato l'ordine del giorno perché ritengo ci sia un limite anche all'apprendistato, Presidente Ghigo.
Quando lei si è insediato potevamo avere tutti, anche al di là degli schieramenti, un senso di curiosità e simpatia per un neofita che da un giorno all'altro viene mandato a governare una Regione. Ci poteva essere curiosità, simpatia e anche tolleranza, ma l'apprendistato è finito da un pezzo! Non si accorge che oggi non dispone più della maggioranza o comunque della fiducia di alcuni componenti della sua maggioranza? Si è accorto oggi di questo fatto o no? Perché questo è indubitabile, e dato che la legge elettorale e che la designazione del candidato Presidente della Giunta regionale hanno configurato una maggioranza di governo tale da portare l'Amministrazione e la legislazione a termine, lei oggi si trova in una condizione di anomalia rispetto al risultato elettorale. Il problema politico che non possiamo sottovalutare è che oggi c'è un evidente elemento di crisi di fiducia, di stima e di rispetto - come ha detto la Consigliera Anna Benso - tra alcuni componenti della sua maggioranza e la sua persona e l'operato della sua persona. Di questo elemento, un Presidente di un governo non può non tenerne conto. Non è possibile continuare a lavorare in quest'aula con un Presidente della Giunta regionale che non risolve e non scioglie questo nodo; deve farlo per rispetto di se stesso, della Giunta della propria maggioranza, dei colleghi di maggioranza che gli hanno detto queste cose e dell'intero Consiglio. Non è possibile far finta di niente dicendo che la maggioranza governa bene. Quale maggioranza? L'ordine del giorno chiede allora che il Presidente del Consiglio affronti con dignità e padronanza politica il problema che ha di fronte e faccia conoscere agli elettori e al Consiglio la situazione politica amministrativa e programmatica di un governo che, per come è nato, non esiste più. Manca un Assessore, che deve essere ancora nominato; ci sono state contestazioni precise, da parte di due esponenti della maggioranza di inadempienza programmatica alla pagina 21 del "programma Ghigo"; i numeri non li ha più; critiche esplicite sono venute in quest'aula inadempienze programmatiche sono state sollevate. Dignità vuole (dignità della politica) che il Presidente della Giunta regionale, per primo, di fronte a tutti prenda atto di queste critiche e le risolva, in un senso o nell'altro, e si presenti a governare la Regione Piemonte quando avrà risolto questi suoi problemi che sono stati evidenziati.
Tutte le altre questioni, Presidente Picchioni, che il mio Gruppo non ha trattato, perché quando viene meno un sostegno esplicito e con queste forti critiche alla maggioranza manca l'elemento politico primario, il resto si discute dopo, ma tutti gli altri elementi di critica che noi volevamo sollevare e che vanno in sintonia, in parte, con le critiche di gestione che, ad esempio, il Consigliere Angeleri ha svolto sui giornali rimangono tutte e sono gravissime.
Noi, ancora oggi, abbiamo reiterato alla Corte dei Conti la denuncia che il Presidente Ghigo ha speso soldi dei contribuenti (ormai per quasi 500 milioni) per un incarico affidato ad una persona nel 1995 come incarico limitato nel tempo e circoscritto nel contenuto - così è scritto in delibera, Assessore Majorino. Questo incarico è stato reiterato quattro o cinque volte, contraddicendo la stessa delibera di impianto del Presidente Ghigo.
Come è possibile procedere in questo modo? Noi abbiamo scritto alla Corte dei Conti chiedendo chiaramente che, dopo il primo incarico, tutti gli altri siano addebitati al Presidente Ghigo, come spesa voluttuaria di carattere personale, perché l'incarico era "limitato nel tempo". Il tempo non sta finendo mai. Sono passati due anni e un pezzo, e continua. Ci sono quindi tutti questi elementi.
In ultimo, sollevo una nuova questione gravissima, che è stata sollevata purtroppo dal Presidente Ghigo, quando rivolgendosi ai Consiglieri ha parlato di delatori. Si aggiunge dunque un'altra questione Presidente, perché anche su questo elemento non possiamo andare avanti sino a che questo fatto non venga chiarito. Perché possiamo svolgere bene o male il nostro ruolo di Consiglieri di maggioranza o di minoranza, ma sentirsi dare genericamente - chissà chi - dei delatori, chiunque sia presente in quest'aula, penso che non sia proprio di un'azione corretta di governo.
Pertanto, ho presentato l'ordine del giorno - ma su questo vorrei poi sentire anche il parere dei colleghi - perché mi sembrava impossibile continuare come se nulla fosse, cioè continuare senza una presa di possesso del problema politico che ha addosso, Presidente Ghigo, e una risoluzione dello stesso. L'ho presentato per poter parlare della questione, per sentire anche dai colleghi cosa pensano di questo ordine del giorno, se sia bene votarlo, discuterlo e via dicendo, e per proporre comunque innanzitutto, al Presidente Ghigo l'assunzione delle proprie responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Lo avrei già fatto prima, alla ripresa dei lavori del Consiglio. Io non volevo offendere personalmente nessun Consigliere. D'altro canto, mi rendo conto, e vi renderete conto voi, che nell'ambito e nella concitazione di un discorso fatto a braccio può essere scappato questo termine, che naturalmente non voleva offendere alcun Consigliere e, di conseguenza, mi permetto di chiedere scusa se questa è stata l'interpretazione, ma non era assolutamente mia volontà.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola ai colleghi che la richiedessero, comunico che ho qualche perplessità nell'accettare il dispositivo dell'ordine del giorno, perché dice: "Richiede al Presidente della Giunta Enzo Ghigo di dimostrare, con atto pubblico in Consiglio regionale, quali siano gli attuali componenti della propria maggioranza". Cosa vuol dire? "E gli eventuali scostamenti da quelli eletti nell'aprile 1995"? A meno che lei Consigliere Chiezzi, non la voglia intendere come una pregiudiziale diversamente, non so quali sarebbero...
Questa potrebbe essere intesa come una mozione di sfiducia camuffata ma occorre un quarto dei Consiglieri...



CHIEZZI Giuseppe

No, no.



PRESIDENTE

Oppure non vedo quali possano essere i termini tecnici con cui il Presidente possa dimostrare con atto pubblico in Consiglio qual è la sua maggioranza o quali sono gli scostamenti. Potrebbe anche essere interpretata come una pregiudiziale prima del prosieguo dei lavori, che si mette in votazione secondo le procedure normali.



CHIEZZI Giuseppe

Io sono anche in grado di replicare; magari se sentiamo anche altre opinioni...



PRESIDENTE

Poiché lei è stato l'estensore, se mi dà lumi...



MARENGO Luciano

Magari si sentono altri.



CHIEZZI Giuseppe

Difatti - dicevo - possiamo sentire altre opinioni, poi io i lumi li do successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Questa mattina abbiamo fatto un'ampia discussione, che ha toccato vari argomenti. Ora ci giunge un ordine del giorno dove si richiede al Presidente della Giunta regionale Enzo Ghigo di dimostrare con un atto pubblico in Consiglio - cosa di cui non comprendiamo il significato, forse è un atto con la carta da bollo - quali sono gli attuali componenti della maggioranza: se sono in dubbio i numeri del Presidente, l'atto che compete ad un'opposizione è di presentare una mozione di sfiducia, eventualmente.
Quindi, non capisco cosa voglia dire di dimostrare con atto pubblico in Consiglio i numeri dei quali dispone.
Noi proponiamo, come ha detto questa mattina anche il nostro Capogruppo, di passare ad esaminare il Piano sanitario regionale; penso che lì si avrà la dimostrazione. Del resto, questa mattina hanno parlato tutti i Capigruppo, i quali hanno riconfermato la fiducia al Presidente Ghigo quindi, non vedo perché dobbiamo perdere altre ore del nostro lavoro a dibattere di un problema al quale sinceramente non vediamo soluzione. Il Consigliere Chiezzi, che è il presentatore dell'ordine del giorno, ci spieghi cosa vuol dire "con atto pubblico in Consiglio", ma non apriamo una discussione su una cosa di cui sinceramente non riesco a comprendere il significato, altrimenti parleremmo di cose che non sappiamo cosa siano.
Quindi, ripeto: il Consigliere Chiezzi ci spieghi qual è questo atto pubblico; diversamente, se non viene chiarito questo aspetto, ritengo che il Presidente del Consiglio debba proseguire nell'o.d.g.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno devo metterlo in discussione, perché è connesso alla discussione di stamane, però credo ancora - e la ringrazio per quanto lei ha sottolineato - che sarebbe opportuno a questo punto che il Consigliere Chiezzi specificasse che cosa intende per atto pubblico in Consiglio.



CASONI William

Infatti, è quello che chiediamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Io non vorrei - e mi rivolgo in particolare, con tutta la cortesia che so avere, al Presidente Picchioni - che oggi, poiché siamo in un momento oggettivamente un po' delicato della maggioranza nella maggioranza, si creasse un precedente.
Questa mattina alcuni colleghi della maggioranza si sono dichiarati addirittura annoiati da questo tipo di dibattito e di riflessioni, ma su questo vorrei poi tornare un attimo, con pazienza anche da parte di chi mi ascolta. D'altra parte, anche noi questa mattina abbiamo avuto modo di ascoltare degli interventi irruenti e violenti, ma li abbiamo comunque ascoltati con tutta pazienza. La democrazia ha questo prezzo, bisogna prenderne atto: c'è chi è impaziente e c'è chi invece sta alle regole della democrazia.
Detto questo, Presidente Picchioni, io non vorrei che oggi noi imboccassimo la strada di un precedente che però riterrei molto pericoloso.
Il fatto di chiedere agli estensori del documento di illustrare il significato autentico dello stesso, forse soltanto perché è un po' scomodo lo ritengo un precedente un po' delicato.
Questo non si è mai fatto. Talvolta sono stati presentati ordini del giorno od interrogazioni dal significato veramente astruso: semmai si sono respinti, ma non se n'è chiesto il significato. Peraltro, se poi andiamo ad una lettura un po' letterale dell'ordine del giorno, io non sono tra gli estensori, ma lo capisco benissimo. Nel senso che noi oggi abbiamo avuto una giornata nella quale sono avvenuti dei fatti politici, sia all'interno della maggioranza, sia all'interno della Giunta e sia all'interno dell'Ufficio di Presidenza, di portata gravissima.
Ho preso l'abitudine - proprio nelle ultime sedute - di prendere appunti su alcuni interventi delicatissimi di Consiglieri della maggioranza.
Questa mattina la collega Benso - in un intervento da me molto apprezzato per le sue doti di umanità e schiettezza - ha detto esplicitamente, motivandolo prima: "Io non mi riconosco in Ghigo".
Intendeva dire che non si riconosce nel Presidente della Giunta regionale ed ha anche motivato, con grande onestà, che lei era stata candidata nel maggioritario e che quindi riteneva, nel momento in cui non si riconosce più nella persona di Ghigo, di doversi dimettere dall'Ufficio di Presidenza.
Dopo aver assistito a tali interventi di natura politica, è legittima la domanda che si sono posti i Consiglieri di Rifondazione Comunista nell'ordine del giorno: "il Presidente della Giunta regionale, Ghigo, deve dimostrare, con un atto pubblico in Consiglio - che può essere una dichiarazione o la lettura di un documento o la riunione dei Capigruppo quali sono gli attuali componenti della propria maggioranza e gli eventuali scostamenti da quella eletta nell'aprile 1995".
Il fatto che tale esigenza venga sentita è dimostrata anche da un passaggio che ho colto nell'intervento del Presidente Ghigo, il quale ha detto che non ritiene che la sua maggioranza abbia subìto delle diminuzioni, in quanto il Consigliere Angeleri e la Consigliera Benso hanno detto che comunque continuerebbero a far parte della maggioranza.
Ho guardato i Consiglieri citati dal Presidente, non ho notato sui loro visi dei cenni di assenso, ma queste parole del Presidente le ho sentite! Il problema di come sia oggi composta questa maggioranza è anche contenuto nell'intervento del Consigliere Ghiglia, il quale ha dichiarato che la maggioranza non è composta da 32 Consiglieri, ma da 35. Per cui il problema sollevato dal Gruppo di Rifondazione Comunista sta a dimostrare che la maggioranza ne ha discusso al proprio interno.
Noi abbiamo assistito questa mattina - e in questo senso mi sembrava molto chiaro - ad un lungo intervento da parte del Presidente della Giunta regionale che per sua natura non può non riaprire il dibattito. Desidero dire ad alcuni colleghi della maggioranza che la questione posta è di natura politica, non è strumentale! In questo momento, il collega Ghiglia sta discutendo con altri Consiglieri; non ha importanza, il mio intervento rimarrà agli atti di questo Consiglio.
Dire che non è successo niente è veramente non voler vedere! Dal punto di vista dei numeri, oggi abbiamo una sommatoria, ma dal punto di vista politico non abbiamo una maggioranza: non c'è niente da fare! Questa maggioranza non c'è! Non sono io, collega Ghiglia, che sono stata estromessa da Capogruppo di Forza Italia! Non sono io che ho dovuto dimettermi dalla Giunta "Viglietta n. 1"! Non sono io che ho dovuto dimettermi dalla Giunta "Angeleri"! Non sono io che mi sono dimessa dall'Ufficio di Presidenza Consigliera Benso! Non sono io che me ne sono andata dal Gruppo di Forza Italia, Consigliera Caterina Ferrero, che oggi siede nel Gruppo del CDU! Non sono io, collega Scanderebech, che mi affretto, nel momento in cui ci sono degli spazi di natura politica, a collocarmi in una situazione di benevolenza nei confronti del Presidente della Giunta. Ci sono cose che sono un pochino improvvise! C'è una battuta che mi convince sempre: "non esageriamo"! Ogni tanto non bisognerebbe esagerare, anche quando ci si muove in politica.
Tutti questi passaggi non hanno sfiorato, non hanno scalfito l'entusiasmo del collega Ghiglia rispetto a questa maggioranza - ad ognuno piace la propria maggioranza. Probabilmente, al collega Ghiglia piace comunque questo tipo di maggioranza che per sua natura ha avuto non una serie di incidenti, ma anche una serie di diminutio nella composizione e nell'assetto di carattere politico.
Credo che siano questi elementi che in qualche modo non possono non far ragionare questo Consiglio regionale e ci spingono a chiederci che cos'è oggi questa maggioranza. Ripeto, è una sommatoria di numeri, oppure qualche cosa di serio? Si può minimizzare tutti in un mondo nel quale oggi si tende a mettere l'ammortizzatore su ogni cosa. Io ho alle spalle tanti anni di vita politica - come dice il collega Gallarini, abbiamo fatto la Corea e l'Indocina - dei quali sono complessivamente orgogliosa, pur avendo vissuto delle fasi estremamente difficili, ma devo dire che interventi come quelli del Consigliere Angeleri in aula non mi è mai successo di averli sentiti.
Cioè sentire un Assessore - uscito dieci giorni fa da una Giunta che era parte della "facciata" migliore che la stessa si voleva dare, cioè quella della promozione - dire al Presidente della Giunta che non siamo alla Finivest; beh, si può ingoiare di tutto, ma questa Giunta dimostra di ingoiare, dal punto di vista politico, bocconi che la prima Repubblica non si è mai sognata di ingoiare! E' da circa vent'anni che sono nel mondo della politica, ma battute di questo tipo, tra rappresentanti della stessa forza politica, componenti della stessa Giunta, fino a dieci giorni fa non ne avevo mai sentite! Questa mattina è stato anche detto: "Lei, Presidente Ghigo, mi ha buttato al macero".
Non sono cose da poco, poi è tutto legittimo; ai colleghi della maggioranza tutto questo può andare bene.
La replica del Presidente della Giunta è stato qualcosa di profondamente significativo, dal punto di vista politico: il Presidente della Giunta questa mattina, alla fine del suo intervento, si è, dal punto di vista politico, sostanzialmente aggrappato ad Alleanza Nazionale. Questo è il salto di qualità che è intervenuto questa mattina! Possiamo anche dire che non vediamo niente, che siamo dei bambini, che ci sono dei passaggi casuali, che dobbiamo diventare operativi, che dobbiamo passare al programma, all'ordine del giorno, però dobbiamo dire che oggi il Presidente della Giunta regionale ha imboccato una strada di carattere diverso: è evidente che oggi nel suo intervento il Presidente della Giunta ha praticamente detto che egli è orgoglioso di stare in una maggioranza che è caratterizzata dal nerbo e dall'ossatura di Alleanza Nazionale. Questo è quanto ci ha detto il Presidente della Giunta regionale. Si tratta di un salto di qualità, non rispetto a quello che io posso aver interpretato, ma rispetto a ciò che il Presidente ha sempre detto. Il Presidente aveva sempre sostenuto, fino ad oggi, che il nerbo di questa maggioranza era Forza Italia; questa mattina il Presidente ha detto che dobbiamo essere orgogliosi di una maggioranza di centro-destra, che primo esperimento in Italia - si caratterizza e si sostanzia con l'apporto di Alleanza Nazionale! Se questo non è un fatto politico nuovo, spiegatemi voi rispetto a come vi siete sempre espressi, rispetto a come il Presidente della Giunta si è sempre espresso, che cosa sono le novità in politica! Ma la prova del nove qual è? La prova del nove, colleghi, è che questa è la testimonianza vera della crisi di Forza Italia. Se il Presidente della Giunta non sapesse che c'è una crisi così profonda in Forza Italia non avrebbe fatto questo passaggio.
Per cui comprendo benissimo, da un lato, il fastidio che può avere il collega Ghiglia, ma dall'altro anche l'entusiasmo che ha lo stesso collega Ghiglia, perché oggi il Presidente della Giunta gli ha detto che questa Giunta sta in piedi in funzione dell'apporto di Alleanza Nazionale. Ci vuole anche dire che questa Giunta, se fosse soltanto per Forza Italia probabilmente avrebbe delle difficoltà.
Mi fermo qui e chiedo scusa per avere superato il tempo concesso di due minuti.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliera Spagnuolo. Innanzitutto, lungi da me l'idea che l'ordine del giorno fosse ricevibile.
La seconda cosa è che volevo sapere - e lei me lo ha anche ricordato cosa fosse l'atto pubblico. Intanto, potrebbe già essere la votazione dell'ordine del giorno: respinto o accettato, e sarebbe già una dichiarazione di volontà politica da parte della maggioranza e da parte della minoranza. Secondariamente, credo che la maggioranza abbia tutti gli strumenti regolamentari tali per portare conforto, saluto ed ausilio all'esecutivo.
Ricordo che siamo sempre nella discussione generale dell'ordine del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Devo innanzitutto dichiarare che non sono soddisfatto delle dichiarazioni del Presidente Ghigo in ordine ai termini che ha usato oggi nella sua replica; termini che ho sentito in particolar modo rivolti al sottoscritto e non sono soddisfatto di quello che ha precisato adesso.
Intanto perché lei non ha detto di aver usato un termine improprio, ma semplicemente di non aver voluto, nell'usare questo termine, offendere alcuno. Invece, Presidente, questo termine di per se stesso è offensivo e denota una cultura omertosa nella gestione della Pubblica Amministrazione! Fa "delazione" chi rompe una solidarietà e non si può usare questo linguaggio nei confronti di chi esprime la sua attività amministrativa! Leggere delibere, riscontrare irregolarità e denunciarle non credo che sia delazione!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Volevo dire illazione.



CAVALIERE Pasquale

Nella sua replica però non ha detto che ha usato un termine improprio.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi sono scusato.



CAVALIERE Pasquale

Prendo atto che lei non voleva usare questo termine. Mentre non posso non rilevare, come hanno già fatto i miei colleghi, che lei, di fronte alla relazione del gruppo di analisi, ha deciso, fino a questo momento, di non prendere alcuna determinazione; cioè secondo lei sono avvenute incongruenze, procedure non ortodosse, e va bene così! Cioè sono state rilevate e basta! Non credo che questo possa invece bastare: se ci sono state, come dice il gruppo di analisi, incongruenze, procedure non ortodosse, è suo dovere intervenire per rimuoverle.
Mi ha molto colpito anche un altro termine - occorre pesare molto bene le parole su questi argomenti. Lei ha detto: "Questa mia Giunta è più onesta di altre Giunte". Non esiste l'"essere più onesti": o si è onesti o non si è onesti! Cosa vuol dire essere più onesti?



PAPANDREA Rocco

Meno disonesti!



CAVALIERE Pasquale

Non lo so, io credo sia sbagliato usare questi riferimenti, perché il principio di onestà nella gestione della Pubblica Amministrazione non dovrebbe mai essere messo in discussione, dovrebbe essere un dato acquisito e dato per scontato.
Lei stava dicendo che questa Giunta è stata più trasparente ed è inciampato in questa questione dell'onestà, poi è andato oltre. Ma è proprio su questo che io credo si pongano grandi problemi: sulla trasparenza della gestione di questa Giunta, soprattutto sulla partita a voi più cara che è stata ed è tuttora la promozione della Giunta.
Proprio in questa gestione sono avvenuti gli atti meno trasparenti: pochissime gare d'appalto, moltissimi - quasi tutti! - affidamenti diretti che per antonomasia sono l'equivalente della minore trasparenza nella gestione.
Questo è un dato riscontrabile, acquisito e concreto, che genera i problemi che avete avuto e che rischiate di avere ancora se non mettete mano a questi problemi.
La crisi di questa maggioranza è evidente, collega Ghiglia, nel senso che è evidente dalle dichiarazioni di esponenti della maggioranza.



GHIGLIA Agostino

Lo dici tu.



CAVALIERE Pasquale

No, non lo dico io, lo dicono esponenti della tua maggioranza; noi non possiamo che prendere atto di questo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo ordine del giorno pone degli interrogativi che penso tutti in quest'aula si sono posti. Dopo il dibattito di questa mattina mi sono chiesto: "Angeleri fa ancora parte della maggioranza"? Anche perché dopo l'attacco subìto da Ghigo da parte di Angeleri questa è una domanda legittima. E' ancora di questa maggioranza o magari sarebbe di una maggioranza con un Presidente diverso? Non si sa.
La Consigliera Benso: anche lei non si è espressa, non sappiamo se queste sue dimissioni sono limitate a quanto detto o sono anche dalla maggioranza Ghigo.
Penso sia doveroso da parte del Presidente Ghigo dimostrare a questo Consiglio chi lo sostiene.
Voglio riagganciarmi a quanto ha detto il Consigliere Ghiglia questa mattina. Tra l'altro, ho visto un Ghiglia particolarmente agitato: tu non fumi, quindi penso che eri agitato sul serio. Qualcuno dice che hai iniziato a fumare adesso.



CHIEZZI Giuseppe

Ha iniziato la dieta.



ROSSO Roberto

Ebbene, Ghiglia dice che l'opposizione ha fatto solo perdere del tempo in questo mese, ha detto che è stato annoiato da questo dibattito, però io sostengo che le opposizioni non potevano esimersi assolutamente dall'approfondire e chiedere spiegazioni sugli eventi che hanno caratterizzato il mese di settembre e l'inizio del mese di ottobre. Noi semplicemente abbiamo osservato e poi commentato in aula tutta questa concatenazione di eventi che dura ormai da trenta giorni. Voglio ricordare questo perché sembra che parliamo di nulla; in realtà, ci sono parecchi episodi: a partire da Viglietta, per passare dall'uscita da Forza Italia della Consigliera Ferrero; poi arriviamo alle accuse di Cavaliere che ancora una volta, voglio ricordare, sono su alcuni punti ben specifici e su questi pochi punti abbiamo una legittima difesa di Angeleri, ma assistiamo anche ad un Presidente della Giunta, a tutti gli Assessori e a tutta la maggioranza, che se ne lava le mani, delegando una Commissione tecnica dopodiché Angeleri chiede l'istituzione di una Commissione d'inchiesta dopodiché abbiamo le dimissioni da Forza Italia di Angeleri con conseguenti dimissioni da Assessore, poi leggiamo sui giornali delle accuse di Angeleri al Presidente Ghigo, poi c'è un dubbio sull'eventuale estromissione di Angeleri dalla maggioranza, questo mai chiarito, lo leggiamo sui giornali ma non siamo riusciti a capire.
E arriviamo ad oggi. Oggi c'è stato un attacco da parte del Consigliere Angeleri a Ghigo.
Non voglio ripetere tutto quello che è già stato detto, ma il fatto sconcertante è che, nonostante questo attacco, Ghigo dice che non ci sono problemi, perché dall'intervento di Angeleri ha capito che è ancora con lui.
La nostra domanda legittima, a questo punto, è: Presidente Ghigo, lei dice di avere 35 voti: dove sono? Quali sono? Ma soprattutto mi chiedo se questi 35 lo sanno.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

E' stato presentato un altro ordine del giorno a firma dei Consiglieri Saitta, Cavaliere, Chiezzi, Riba, Dutto, Spagnuolo e Angeli, del quale do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte a conclusione del dibattito seguito alla presentazione della relazione sui rapporti Assessorato al turismo - APT e a seguito dell'intervento del Presidente della Giunta che ha tra l'altro rilevato 'incongruenze' in alcune procedure amministrative prende atto della predetta relazione impegna il Presidente della Giunta a riferire, nella prossima seduta, le modalità adottate o che si intendono adottare per porre rimedio alla non 'ortodossia' delle procedure puntualmente rilevate dal gruppo di analisi istituito il 17/9/1997".
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, signor Presidente. Intervengo solo per dichiarare che il Gruppo di Alleanza Nazionale uscirà dall'aula per tutto il proseguimento della discussione su questo ordine del giorno, e anche eventualmente sul prossimo ordine del giorno, per i motivi elencati questa mattina.
Noi riteniamo che la democrazia abbia un prezzo, ma che la derisione della democrazia sia forse un prezzo eccessivo per doverlo a tutti i costi avallare, visto che in quest'aula si sta consumando la replica alla replica del Presidente Ghigo con metodi surrettizi, perché questa minoranza non ha nemmeno il coraggio di presentare una mozione di sfiducia! Pertanto, noi non partecipiamo al dibattito, usciamo dall'aula, veniamo se del caso per votare qualcosa contro o a favore, lo decideremo, perch manfrina per manfrina preferiamo andare ad ascoltare il Presidente Prodi.



(I Consiglieri del Gruppo Alleanza Nazionale abbandonano l'aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Ho ascoltato il collega Ghiglia che ha annunciato l'abbandono dell'aula da parte del Gruppo di Alleanza Nazionale. In effetti, mi sembra che si stia ripetendo nella sostanza, sotto forme diverse, il dibattito di questa mattina.
Anch'io chiederei se non fosse possibile, da parte di tutti i Gruppi assumere una responsabilità incisiva che ci consenta di superare il dibattito di questa mattina, senza riviverlo e senza rifarlo alla moviola e proseguire nei lavori. Semplicemente questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Grazie, Presidente. Il fatto che adesso i colleghi di Alleanza Nazionale abbiano deciso questo gesto, nella loro intenzione plateale, mi costringe a richiamare che quando si parla di cose che non piacciono o che impegnano si usano questi criteri. Presidente, se noi fossimo usciti dall'aula tutte le volte che non c'era il numero legale nelle Commissioni il Presidente Ghigo oggi avrebbe illustrato un numero molto meno lungo di provvedimenti approvati ed ascritti al successo e all'efficienza di questa maggioranza! Noi abbiamo garantito, con il senso dell'istituzione che...



MANICA Giuliana

Compreso il Piano dei trasporti l'altro giorno.



RIBA Lido

Compreso tutto; sono stato anche Presidente della Commissione e posso garantire sui provvedimenti che sono usciti dalla stessa, attirandomi peraltro molto spesso delle critiche, secondo me immeritate, ma severe da parte di alcuni colleghi dell'opposizione, proprio perché questo senso dell'istituzione l'abbiamo profuso. E siamo ancora qui a profonderlo il senso dell'istituzione, perché se si cerca in qualche modo di dire "tutto va bene madama la marchesa", come avrebbe preteso rapidamente Ghiglia questa mattina, sostanzialmente ci troveremmo di fronte ad una nuova stagione di speranze.
Collega Cotto, ci sono tante letture da poter dare al fatto che un collega si sposta da un Gruppo all'altro; sono nuove speranze e nuove energie che si aggiungono, però, pur nell'inesperienza che può riguardare tanti, non soltanto il Presidente Ghigo - io riferisco le considerazioni del collega Angeleri - noi sappiamo che dare certe letture di questi avvenimenti politici significa dare delle letture caricaturali di ciò che sta avvenendo. A meno che la maggioranza intenda proporci di accettare questa crisi consistente, riconfermata in modo pubblico attraverso gli organi di informazione. Tra l'altro, una delle caratteristiche di questa Giunta è stata quella di usare gli strumenti di informazione, che noi possiamo considerare come un fatto privato, o di Forza Italia, che era il partito di maggioranza relativa finché aveva 14 Consiglieri - mi pare che adesso siano scesi a 11, se è ancora così: condividiamo questa responsabilità di essere partito di maggioranza relativa.
Tale questione, Presidente Ghigo, non può essere riproposta con il metodo aziendale: io avevo usato questo termine in maniera quasi neutrale già nel primo dibattito che c'era stato sulla crisi, non tanto per richiamare a lei delle circostanze che riguardano esperienze individuali quanto per dire che questi sono proprio dei metodi che non sono compatibili con la politica.
La soluzione privata della crisi non può essere adottata come un metodo rispetto al quale al Consiglio regionale compete di essere uno spettatore: possibilmente si vorrebbe, se ho capito bene, da parte di Ghiglia - n Ghigo né Picchioni ci hanno richiamato in questa direzione - che fossimo spettatori disciplinati. Obiettivamente, anche il richiamo alle realizzazioni cospicue di questa maggioranza è stato più volte sottolineato; sono delle realizzazioni che in realtà si traducono in ben pochi provvedimenti nei quali si sia espressa una forte capacità di governo rispetto alle grandi questioni delle crisi con le quali siamo alle prese: penso all'agricoltura, penso alla montagna, penso al rapporto con le istituzioni.
Non è vero, Presidente Ghigo, quanto richiamava lei l'altra volta dicendo "che cosa avete da obiettare con i rapporti con gli amministratori locali che riceviamo, ci facciamo carico dei loro problemi". Certo, questo sarebbe encomiabile; molte volte, invece, per noi è inaccettabile la creazione di una filiera di rapporti politici soggettivi, da cui poi deriva un modo di governare che è quello che ha messo in campo ben poco di programmatico, di strategico, e ha messo invece molto del rapporto bilaterale di quello che una volta si chiamava sistema delle clientele.
Questa questione sta emergendo.
Quello che adesso le chiediamo, che chiediamo a questa maggioranza, è un atto di coerenza: la crisi c'è, è evidente, è stata riaffermata dalle dichiarazioni emerse dall'interno del Gruppo della maggioranza, è stata riproposta dal dibattito e dai mass media, è stata ammessa da lei quando questa mattina si è rivolto - ed è la prima volta che accadeva: credo che ciò sia in qualche maniera indicativo - insistentemente alla sua maggioranza numerica, per indicare quanto può rappresentare il centro destra per le speranze individuali e collettive dei suoi Consiglieri di maggioranza. Ma per il Piemonte, questo può essere ancora il punto di riferimento, la maggioranza di riferimento? Lo è, in questo periodo rispetto agli interrogativi che riguardano persino l'eticità dei comportamenti, la capacità di assumere i problemi del Piemonte complessivamente, come unico riferimento di uno sforzo ed un appuntamento politico proposto a tutto il Consiglio? Tale questione è diventata il problema sul quale, oggi, chiediamo che si misuri la maggioranza. Il Presidente Ghigo ritiene di avere l'appoggio di una considerevole maggioranza: la si verifichi sui contenuti, sui numeri, con un dibattito aperto che affronti tutti i problemi della crisi.
E' nel suo diritto. Quanto noi chiediamo è di non proseguire a trattare argomenti rilevantissimi - come potrebbero non essere rilevanti argomenti che afferiscono alla competenza di un Consiglio regionale? - come se nulla fosse, parlando d'altro. Come se questa crisi dovesse essere un elemento di stop and go che si affronta a puntate. Questa crisi rappresenta la dissoluzione della maggioranza; dissoluzione intesa come rapporti politici al suo interno e come capacità di essere soggetto di riferimento per la gestione dei grandi problemi riguardanti il Piemonte.
Anch'io condivido - richiamo quanto detto questa mattina dal Segretario regionale del PDS, Consigliere Marengo - la considerazione secondo la quale a poco potranno servire in futuro, anche se sono stati esempi meritevoli la convocazione di grandi incontri ed appuntamenti sul modello degli Stati Generali, perché questi, caso mai, testimoniano l'esistenza della volontà necessità di un grande appuntamento rispetto al quale la maggioranza, la Giunta, oggi, non è in grado di fornire sede. Non possiamo permettere che queste rilevanti questioni siano estranee al Consiglio regionale, né, tanto meno, supporre che il Consiglio, attraverso il meccanismo di rappresentanza, attraverso la maggioranza possa affrontare questi tipi di problemi. Potremmo scendere nel dettaglio, capitolo per capitolo competenza di Assessorato per Assessorato: la partita, oggi, ha bisogno di essere determinata e definita su piano politico.
Questi i motivi per i quali riteniamo che sia atto dovuto di deontologia politica prendere atto della crisi, registrare le dimissioni della Giunta e far precedere questi atti all'intero dibattito e a tutte le scelte che potranno essere definite quando il Consiglio sarà in grado di superare una crisi che è nei fatti, che è stata ripetutamente ammessa, che noi consideriamo già dichiarata, ma che ha bisogno di essere conseguentemente gestita secondo le metodologie della gestione della crisi politica della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Se il Presidente del Consiglio me lo consente, rimando il mio intervento per poter presentare una mozione d'ordine, che credo si imponga a questo punto, visto l'abbandono della sala da parte del Gruppo di Alleanza Nazionale.
Chiedo un giudizio del Presidente Ghigo sulla decisione del Gruppo di Alleanza Nazionale di abbandonare l'aula, visto che soltanto pochi minuti fa ne ha rilevato l'importanza dal punto di vista politico. Chiedo al Presidente del Consiglio se non ritenga opportuno, vista la sua capacità di rapporto forte con il Gruppo, richiamare Alleanza Nazionale in aula.



PRESIDENTE

Il Gruppo di Alleanza Nazionale ha abbandonato l'aula, se ho ben interpretato, per una questione di ordine procedurale sui nostri lavori motivando la sua decisione con il fatto che si ripeteva una discussione generale su argomenti già trattati questa mattina. Questa è la motivazione.



CHIEZZI Giuseppe

La maggioranza ha perso un altro pezzo...



PRESIDENTE

Ma non ha perso nessun altro pezzo, Consigliere! Quante volte voi siete usciti dall'aula senza che la minoranza perdesse alcun pezzo e nessuno della maggioranza ha domandato alla minoranza di richiedere...
Il Presidente Ghigo risponderà alla fine del dibattito.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Il Consigliere Saitta ha presentato una mozione d'ordine, chiedendo al Presidente della Giunta di rispondere in merito. Io voglio, invece presentare una mozione d'ordine al Presidente del Consiglio: il Gruppo di Alleanza Nazionale ha abbandonato l'aula sostenendo che stiamo procedendo in modo irregolare. Voglio sapere dal Presidente se questo Consiglio sta procedendo in modo irregolare oppure no.



PRESIDENTE

Personalmente, ho inteso che il Gruppo di Alleanza Nazionale ha ritenuto che gli interventi del pomeriggio, illustrativi dell'ordine del giorno a firma Chiezzi ed altri, siano una ripetizione, di fatto, del dibattito del mattino. La motivazione data sui lavori del pomeriggio attiene dunque al loro senso di responsabilità, al loro giudizio politico non hanno assolutamente bisogno della mia condivisione. Io tengo solamente a far rispettare il Regolamento, che permette che l'illustrazione di un ordine del giorno possa essere resa da tutti i Gruppi, secondo i minuti convenuti dal Regolamento stesso.



MARENGO Luciano

Quindi, la procedura è regolare.



PRESIDENTE

La procedura è regolare.
Pongo dunque in votazione la mozione d'ordine presentata dal Consigliere Saitta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.



(Il Gruppo di Alleanza Nazionale rientra in aula, applaudito dai Consiglieri di minoranza)



PRESIDENTE

La mozione d'ordine è respinta con 23 voti favorevoli e 32 contrari (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Chiederei di ripetere il conteggio della votazione.



PRESIDENTE

Per quale motivo?



DUTTO Claudio

Secondo me, non ci sono 32 Consiglieri, ad occhio e croce.



PRESIDENTE

Indìco dunque la votazione nominale, mediante procedimento elettronico.



(La Consigliera Spagnuolo vota per alzata di mano in quanto non in possesso della scheda elettronica)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 57 votanti 56 hanno risposto SI' 24 Consiglieri hanno risposto NO 31 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La mozione è respinta.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Effettivamente è difficile parlare in un'aula così distratta su temi così importanti; credo che andando avanti si stia perdendo il senso della drammaticità della situazione politica in cui stiamo vivendo.
Indubbiamente, l'avanspettacolo di Alleanza nazionale, che abbandona l'aula e poi rientra con l'applauso, è un'ulteriore dimostrazione di come questa maggioranza - contrariamente a quanto è stato detto - al suo interno è divisa.
Vede, Presidente Ghigo, il suo intervento oggi, il suo riconoscimento politico ad Alleanza Nazionale è stato un abbraccio mortale; se ne accorgerà tra poco: la prima dimostrazione è l'infantilismo dell'azione di Alleanza Nazionale; le regole della politica sono queste, non sono quelle di ascoltare chi la pensa diversamente! Credo che da questo momento incomincia un processo politico che porterà al suo isolamento politico perché, stranamente, anziché riconoscere il ruolo forte del partito di maggioranza relativa, lei ha preferito riconoscere il ruolo forte - verbale soltanto - di Alleanza Nazionale che le ha offerto, in termini decisi, un ancoraggio per la difesa di questa sua Giunta, ma è un ancoraggio puramente formale.
Per questo noi riteniamo che quanto accaduto sia abbastanza grave.
D'altronde, una persona con grande capacità politica, qual è il Consigliere Gallarini, nel suo intervento non ha manifestato enfasi, neppure gloria cosa che non si è manifestata nell'intervento del Consigliere Ghiglia quando ha detto che non era successo niente.
Avete perso due Assessori, alcuni Consiglieri, ma per il Consigliere Ghiglia non è successo niente, va tutto bene.
Giustamente il Capogruppo di Forza Italia, che sa cosa significa la politica, sostiene che "c'è qualche problema".
E' questa la lettura, non è quella di Alleanza Nazionale! Presidente Ghigo, affidandosi al Consigliere Ghiglia commette un grave errore dal punto di vista politico che, tra non molto, la porterà all'isolamento.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri di Rifondazione Comunista, che anche il Gruppo dei Popolari ha sottoscritto riteniamo che la questione sollevata sia giusta: non è vero che non è successo niente. Tutti abbiamo compreso che cosa sia successo, di conseguenza i colleghi di Rifondazione Comunista giustamente richiedono un atto consequenziale, necessario anche per verificare se le affermazioni avanzate sono coerenti.
Per esempio, la collega Benso, che era nel Gruppo Forza Italia "prestata" al MPPE, va via dal Gruppo Forza Italia, però è presente nel MPPE e non si riconosce più in Ghigo; viene naturale porsi la domanda traslando le cose - ma allora il MPPE non è più a sostegno di Ghigo? Ci sono alcune questioni...



PRESIDENTE

C'è una proprietà intransitiva.



SAITTA Antonino

Lo so, però a questo punto non è che i Gruppi sono un insieme di posizioni diverse.
Questo ordine del giorno giustamente è aperto nel senso che non stabilisce le modalità con le quali il Presidente Ghigo deve esplicitare la sua maggioranza; deve semplicemente elencare i nomi dei Consiglieri che ne fanno parte. Dica quali sono le forze politiche che fanno parte della sua maggioranza, ma lo dica chiaramente. Io sono convinto, Presidente Ghigo che per esempio i Consiglieri Benso ed Angeleri fanno parte della maggioranza. Pertanto, le possibilità sono tante, scelga il Presidente Ghigo la modalità più idonea.
Ho sottoscritto questo altro ordine del giorno che tiene conto non soltanto del fatto che c'è una minoranza che collegialmente ritiene che la Giunta è in crisi; la maggioranza ritiene di non essere in crisi - non so come faccia a sostenere questo - la situazione così è bloccata!



SAITTA Antonino

VAGLIO, Assessore al coordinamento politiche per la montagna



SAITTA Antonino

Allora votiamo!



SAITTA Antonino

No, ho parecchia esperienza politica; quando si dice "votiamo, votiamo" è un modo per non affrontare i problemi.
Suggerisco quale potrebbe essere la strada che la minoranza, in modo responsabile, consiglia al Presidente Ghigo. Spero che il Presidente Ghigo accolga veramente i suggerimenti della minoranza; non quelli di oggi ai quali risponde "mi fortificano i suggerimenti", ma non credo tanto se la minoranza fa un'azione per far dire a Ghigo che Alleanza Nazionale va bene! Noi suggeriamo al Presidente Ghigo e al Consiglio di uscire dalle polemiche "è in crisi, non è in crisi", invito il Consigliere Riba a sospendere questo problema - e di partire da alcuni dati certi. Il dato certo è la relazione del gruppo di inchiesta istituito dal Presidente Ghigo. La Commissione ha presentato una relazione facendo alcuni rilievi. Il primo passo da fare, così come ha fatto il Presidente della Giunta Ghigo, è quello che il Consiglio regionale prenda atto: deve prendere, di quella relazione, una semplice presa d'atto. A cosa è servita quella relazione? Il Presidente l'ha letta e mi pare che l'abbia condivisa: ne prendiamo atto tutti assieme, e chiudiamo la polemica aperta "dimissioni o non dimissioni". Ripeto: prendiamo atto di quel documento. Dopodiché cosa chiediamo? Di passare ad una fase successiva, poi si vedrà quali possono essere gli sviluppi politici: chi ha più filo, tessa.
Che cosa si chiede in questo ordine del giorno? Che dopo aver tutti rilevato - maggioranza e minoranza - che c'era qualche incongruenza nella procedura, tutti quanti saremo interessati, come Consiglio, ad ascoltare dal Presidente Ghigo, martedì prossimo, quali sono le iniziative che intende assumere, per evitare che si ripetano ancora procedure poco ortodosse.
In questa maniera, ci sentiremo tutelati ed eviteremo che da questo momento incominci la caccia all'Assessore. Il Presidente Ghigo ci dirà: "E' capitato così, però non succederà più perché da questo momento il comunicatore farà altre cose, le delibere di Giunta le guarderò con attenzione, vedrò cosa delibero, le farò vistare sul piano della legittimità": qualche modalità di autotutela della Giunta e del Consiglio.
Se questo avverrà, credo che, al di là della polemica politica, saremo tutelati tutti quanti. Mi parrebbe un passo in avanti rispetto alla polemica che rischia, obiettivamente, di metterci su posizioni molto distanti e soprattutto poco concludenti nel giro di poco tempo.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Saitta, però mi pare che stamane il Presidente abbia già preannunciato alcune misure - basta prendere quanto è stato registrato - in ordine alla trasparenza, alla correttezza e alla procedura amministrativa, proprio perché le cose che lei ha denunciato non possano essere ripetute o ripetibili.
Adesso lei ha fatto - ed io ne prendo atto - una richiesta specifica di una puntualizzazione da parte del Presidente nelle prossime sedute, di mettere cioè a regime una serie di misure che possano garantire complessivamente il Consiglio regionale sulle procedure, sulla loro correttezza, sulla loro trasparenza e non sulla loro opinabilità. Credo che il Presidente sia già stato animato da tale proposito, perché questa mattina ne ha già data un'anticipazione, seppure sommaria, ma ritengo che non abbia alcuna difficoltà a rispondere quanto prima in Consiglio.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, posso intervenire sulle comunicazioni? Una battuta di mezzo secondo.



PRESIDENTE

Alla fine.



CHIEZZI Giuseppe

Volevo solo dire che sarà il Presidente della Giunta a dire cosa si impegna a fare la prossima settimana...



PRESIDENTE

Poiché questa mattina, nel discorso, il Presidente ha già accennato ad alcune misure - possiamo verificarlo dai testi registrati - credo che questo sia in linea con quanto indicato dal Consigliere Saitta. Tutto qui.
Avendo seguito tutto il dibattito, volevo solamente puntualizzare che il Presidente questa mattina, nel suo discorso, aveva già introdotto questo argomento.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, però l'ordine del giorno rimane.



PRESIDENTE

Non ho detto che deve essere ritirato.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Noi abbiamo presentato l'ordine del giorno e siamo anche favorevoli all'altro presentato dal Consigliere Saitta ed altri, perché riteniamo che ci sia una volontà di voltare pagina abbastanza frettolosa e di fingere che non esista una crisi politica. Tra l'altro, il Gruppo di Alleanza Nazionale, per non fare la figura che ha fatto questa mattina il Consigliere Ghiglia (che dopo aver detto che non succede niente, due interventi dopo è intervenuto il Consigliere Angeleri a dimostrare che qualcosa succedeva), preferisce andarsene, così non sente, e allora pu dire che non è accaduto nulla.
Tuttavia, delle cose sono accadute, e tra l'altro credo che non si possa accogliere neanche l'indicazione dell'Assessore Burzi, il quale dice: "Votiamo, così si vede". Se bastasse un voto a verificare che la maggioranza si è un po' sbrindellata: dieci minuti fa abbiamo votato e infatti i voti non erano 32, ma erano 31.



PAPANDREA Rocco

BURZI, Assessore regionale



PAPANDREA Rocco

Governeremo con 31!



PAPANDREA Rocco

Ma lì sono voti casuali, quelli sugli ordini del giorno sono voti casuali. Noi chiediamo se esiste ancora una maggioranza nelle forme che esisteva precedentemente, e ci pare di no. Negarlo significa non fare i conti con dei fatti concreti che sono avvenuti in quest'aula.
Una delle prime cose che è accaduta stamane è che un membro dell'Ufficio di Presidenza si è dimesso, forse non nel modo formale, ma in modo sicuramente ufficiale, importante. La cosa è passata sulla testa di tutti, però aveva delle motivazioni politiche, che stavano nel rapporto tra quel membro dell'Ufficio di Presidenza - la Consigliera Benso - e questa maggioranza. Anche di questo, prima o poi, dovremo discutere. Ha comunque a che fare con questa crisi di maggioranza, tant'è vero che questa crisi coinvolge lo stesso Ufficio di Presidenza: ma fingere che non esiste si può, si può andare avanti.
Abbiamo sentito uno degli "acquisti" che ha avuto la maggioranza nel corso della sua esistenza, il Consigliere Rubatto, chiedere formalmente una verifica di contenuto, perché dice che non sono state fatte determinate cose, ed una verifica della composizione della Giunta. A questo non gli si è risposto. Come reagisce il Consigliere Rubatto a questa non risposta? Si sente ancora parte di questa maggioranza o meno? Perché non è stato preso in considerazione.
Su quanto ha affermato il Consigliere Angeleri si sono già soffermati molti, e credo sia un ulteriore indice di questa crisi.
Sulla base di tutti questi fatti, vogliamo una verifica; magari ci sarà lo stesso una maggioranza, ma ci sembra legittimo da parte nostra chiedere se quella maggioranza di 35 Consiglieri che si era formata su un documento politico, quindi in modo esplicito, con delle firme, esiste ancora o no oppure se siamo di fronte ad un fatto nuovo, con delle componenti variabili di questa maggioranza, che magari ci sono, ma occasionalmente e non in modo costante.
Un secondo punto - e per questo concordo con l'ordine del giorno del Consigliere Saitta - è che mi pare si voglia frettolosamente superare il dibattito svolto. Non ritrovo niente di diverso nell'intervento fatto questa mattina dal Presidente Ghigo, il quale, sostanzialmente, dice che non è accaduto nulla.
Anche il documento che ci è stato consegnato e che chiediamo venga messo agli atti (l'indagine conoscitiva) dice che è stato tutto regolare aggiungendo: "Là dove c'erano delle irregolarità, sono avvenute perch c'era fretta, dovevamo fare in fretta". Peccato che fossero avvenimenti noti da mesi, preparati da mesi, annunciati da mesi nelle conferenze stampa tenute dagli Assessori e dal Presidente Ghigo; tuttavia poi i provvedimenti sono stati assunti o il giorno in cui iniziava l'avvenimento, quindi mesi e mesi dopo che se ne parlava, oppure addirittura dopo.
Comprendiamo che si possa intervenire per sanare una situazione quando questa è drammatica (ad esempio, un avvenimento imprevedibile come quello che sta colpendo alcune popolazioni in Italia), ma non si capisce come, a proposito di iniziative che si conoscono da tempo, programmate da anni, che sono state oggetto della campagna di immagine della Giunta, i provvedimenti vengano assunti all'ultimo momento e oltre tutto nella forma che abbiamo sentito.
Volevo soffermarmi su quanto ha detto il Presidente, e cioè che non è avvenuto nulla. A pagina 18 del documento, punto a), si legge: "Gli scostamenti da atti e procedure rispetto al corretto e ragionevole percorso amministrativo descritto nelle precedenti pagine 6 e 7 si sono manifestati" e non "non si sono manifestati tanto per le Europeadi quanto per Giochi senza Frontiere e per i Mondiali di sci". Quindi, abbiamo un dato significativo.
Nella pagina successiva, a pagina 9, punto c), si dice: "L'atto collegiale, formalmente corretto ed ortodosso per i presupposti giuridici di fatto che ne sorreggono la motivazione e la narrativa, può risultare sostanzialmente compromesso". Allora, abbiamo sì un atto formalmente corretto, ma questa relazione dice che nella sostanza, invece, questa correttezza non c'è ed "è compromessa dalla mancanza di corrispondenza tra quanto dichiarato in atto e l'oggetto riscontrato nella realtà".
Successivamente dice: "La mancata ortodossia delle procedure e degli atti coinvolge momenti organizzativi operativi sia interni che esterni all'Amministrazione, essendo evidente la responsabilità degli organi e delle strutture delle APT nella gestione dei fondi".
Si dice che la responsabilità è collettiva e non solo del povero Angeleri che finora si è assunto tutte le responsabilità ed anche con gli atti conseguenti. Qui si dice che non è così, che non è colpa di Angeleri è una colpa collettiva che coinvolge la Giunta.
Capisco quindi la fretta di voltare pagina e di passare al punto successivo all'o.d.g., perché di questo non si vuole discutere. In parte questa mattina lo abbiamo sorvolato perché c'erano dei fatti politici più ampi, però questo resta e chiediamo che venga messo agli atti perché ci sembrano elementi che pongono in discussione l'operato della Giunta e che ne determinano la crisi.
Concludo dicendo che sono preoccupato da quanto ho sentito questa mattina, perché sempre in quella breve comunicazione ci è stato detto che è una prassi non limitata, cioè non è successo solo lì, ma anche in altri momenti ed in altri Assessorati. Questo ci preoccupa ancora di più! Se si tratta di una prassi così diffusa: primo, come mai si dice questo? Quali sono gli elementi che stanno alla base di queste affermazioni? Secondo: è già grave che sia sbagliato, ma se poi l'errore è una prassi generalizzata è ancora peggio e - ripeto - non solo rafforza la nostra richiesta di avere una verifica della maggioranza, ma addirittura ribadisce con forza ciò che noi affermiamo da alcune settimane: questa Giunta deve prendere atto di quanto è avvenuto e dimettersi. E per il Piemonte la cosa migliore, forse sarebbe andare al voto chiudendo questo tipo di esperienza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, è evidente e non devono dircelo i componenti dei Gruppi di opposizione che nei Gruppi di maggioranza ci sia qualche scontento perché è inutile nascondersi dietro un dito, signor Presidente: tutti l'hanno sentito, c'è dello scontento, io sono il primo ad essere scontento su alcuni programmi ma con questo non significa che qui ci sia un voto di sfiducia nei confronti dell'attività della Giunta, nei confronti dell'attività del Presidente della Giunta.
In un Paese civile e democratico ci deve essere la riflessione, ci deve essere anche chi può esprimere le sue problematiche, ci deve essere anche la massima libertà, ma massima libertà non vuol dire sfiducia, massima libertà non vuol dire opposizione.
Le anime di questa maggioranza sono molte e quindi mettere insieme molte anime penso sia difficile. Noi proveniamo da un partito politico non è presente il collega Saitta, ma mi riferisco anche a lui - che aveva moltissimi momenti di riflessione interna, però si andava d'accordo, non voleva dire che c'erano delle contrarietà. Prendiamo, ad esempio, quei momenti che sono stati difficili, ma che abbiamo superato per poter portare avanti questi programmi, per poter portare avanti i programmi della Giunta.
Sarebbe però ora, signor Presidente del Consiglio, che si passasse ad esaminare i provvedimenti necessari, quelli al servizio dei cittadini della nostra regione: mi riferisco al Piano sanitario regionale e al Piano socio assistenziale. Potremo non condividere molti punti, però è necessario che questo Piano venga portato in porto perché è al servizio dei cittadini.
Io non sono con i colleghi di Alleanza Nazionale che hanno abbandonato l'aula, perché credo che ogni dibattito, se è svolto in democrazia, serve per portare avanti delle problematiche, però su questo problema ci siamo già detti tutto. C'è un intervento della Magistratura, vediamo come va a finire. Adesso, secondo me, può bastare e dobbiamo passare ai provvedimenti al servizio della nostra Regione.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Moro, devo informare il Consiglio che la Consigliera Carla Spagnuolo ha ritirato la sua firma dall'ordine del giorno - in sua vece ha firmato Mario Angeli - in quanto è Presidente della Commissione di indagine.
Prego, Consigliere Moro.



MORO Francesco

Oggi dopo un ampio dibattito si è registrato che la maggioranza di centro-destra è sfaldata ed è incapace di governare il Piemonte.
La stessa uscita dall'aula del Gruppo di Alleanza Nazionale ne è una forte riprova politica, così pure la durissima dichiarazione dell'ex Assessore Angeleri sul clima dei veleni relativi alla conduzione della Giunta e le dimissioni della Consigliera Benso dall'Ufficio di Presidenza (di fatto si dissociano dall'esecutivo Ghigo) sono la prova di questa difficile situazione.
Dove sono le forze politiche che appoggiano l'on. Ghigo? Io credo che questa risposta ci debba essere data dal capo dell'esecutivo e penso che l'ordine del giorno in discussione debba avere una chiara risposta politica per continuare l'attività politica legislativa ed amministrativa di questa Regione, che in questo momento è in forte discussione.
L'intera vicenda che ha coinvolto l'ex Assessore Angeleri rimarca decisamente l'incapacità di direzione politica del Presidente della Giunta ma soprattutto che si confonde gravemente la conduzione dell'importante Ente Regione con quella di un'azienda commerciale o artigianale.
Da tutto ciò è evidentissimo che la stessa autorevolezza istituzionale della Giunta regionale, la sua collegialità, viene coinvolta in modo specifico da questa vicenda. Il Presidente della Giunta deve rispondere al Consiglio dimostrando dove poggia la sua maggioranza, altrimenti non sono solo i numeri, ma è tutta l'incapacità politica e di direzione ad emergere.
Il Piemonte ha urgenti problemi economici, sociali, occupazionali ed ambientali da risolvere; ha bisogno di un cambiamento politico e di una direzione diversa. Quindi, chiedo a questa assemblea di essere più seria ed incisiva, ma soprattutto di dimostrare al Piemonte che se c'è una maggioranza questa deve certamente governare, ma deve dimostrarlo con i fatti e non solo con i numeri.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Una considerazione è sottoposta immediatamente alla nostra attenzione: la paradossalità di questo dibattito e di ciò che sta avvenendo all'interno di questa maggioranza in merito alle grandi questioni che invece il Piemonte e la città di Torino si trovano davanti. Mi riferisco alle grandi scelte che in questo momento devono essere fatte e le grandi occasioni che invece si può rischiare di mancare da questo punto di vista, sia di ordine infrastrutturale che di ruolo economico che di peso culturale di questa Regione nel contesto del Paese. Abbiamo già perso alcune occasioni (penso alla questione dell'Authority), ma nello stesso tempo viviamo ulteriori momenti di difficoltà. Penso alle grandi questioni infrastrutturali e in particolare al rischio che stiamo correndo rispetto ai collegamenti nord sud ed est-ovest: mi riferisco alla vicenda del Sempione e alle dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale della Lombardia, on.
Formigoni, peraltro Giunta regionale anch'essa di centro-destra, rispetto ad una forte preferenza sul Gottardo.
Rispetto a queste problematiche, a queste aspettative che il Piemonte ha, che i Comuni e le Province hanno, che gli Enti locali hanno, questa è la situazione di governo della maggioranza! Alla comunicazione, che potrei definire tecnica, del Presidente della Giunta in ordine all'indagine amministrativa condotta, svolta ad inizio seduta, è immediatamente seguito, con un boato politico sufficientemente ampio - poteva essere sentito ad una certa distanza - l'intervento della Consigliera Benso e le sue conseguenti dimissioni. Forse avremmo dovuto presentare un ulteriore ordine del giorno che fosse una presa d'atto delle dimissioni della Consigliera Benso per aprire su quella questione il dibattito.
All'intervento del Presidente è seguito un dibattito ampio ed articolato. Il Capogruppo del partito, forse ancora di maggioranza relativa anche se giustamente il Capogruppo Riba ha fatto un'importante disquisizione e conta numerica da questo punto di vista, perché in effetti la questione si presenta dubbia - Consigliere Gallarini, particolarmente esperto di vicende politiche, che ha una lunga esperienza in questa direzione, non so se sia oggi in condizione di dirci di quanti Consiglieri e Consigliere disponga in questo momento il suo Gruppo politico.
Un intervento direi particolarmente imbarazzato, data la situazione e la difficoltà, che certo non aveva gli stessi toni di un roboante intervento invece del Consigliere Ghiglia che ha riaffermato, davanti alla crisi oggettiva della maggioranza e delle sue componenti più significative che c'è un unico modo per andare avanti ancora un pochino, se questo è possibile, se la crisi non diventa più ampia: che si dia a lui definitivamente il bastone del comando delle vicende regionali in questo momento in Piemonte.
Davanti ad una situazione come questa, le conclusioni che noi abbiamo sentito da parte del Presidente Ghigo ci hanno lasciati stupefatti, gli inglesi direbbero estonished, che è un termine che rappresenta meglio la sensazione che abbiamo avuto davanti a quelle conclusioni. Una lunga parte di queste conclusioni sono state una relazione ad una riunione di maggioranza, per cui noi siamo stati educatamente qui seduti ad ascoltare la relazione del Presidente alla riunione di maggioranza, alle bacchettate interne, ai rimproveri interni e alle giustificazioni interne delle ragioni della propria stessa esistenza! Questa è stata la lunga prima parte dell'intervento del Presidente Ghigo, a cui abbiamo educatamente partecipato, anche se francamente ci sentivamo - non solo noi, ma penso anche il resto della cittadinanza piemontese - degli intrusi ad un incontro così privato quale quello che si stava rappresentando davanti ai nostri occhi! Solo nella seconda parte ha in qualche modo cercato di parlare all'opposizione, ma non all'opposizione in sé, ha parlato all'intero Consiglio, dandoci delle risposte francamente insufficienti.
Nel pomeriggio il Gruppo di Alleanza Nazionale, davanti alla prosecuzione del dibattito, allo sfilacciamento della situazione, ha deciso che l'unico atto da compiere fosse un atto di forza: uscire dall'aula perché l'unica questione che si deve avere davanti è di andare ai voti con un finto ricompattamento che dura oggi neanche l'espace d'un matin o lo spazio di una sera.
Da questo punto di vista, l'unico voto significativo che oggi potremmo svolgere in Piemonte sarebbe quello che danno gli elettori e le elettrici perché risolverebbe il problema con una situazione di governo più salda in questa direzione.
Lo stesso imbarazzo vostro nel non sapere cosa fare, se seguire quell'atteggiamento, se continuare a rimanere qui, se fare qualcosa e votare cosa e a quale fine e si vede con grandissima chiarezza. Nessuno di noi è nato ieri, ma poi non serve neanche non essere nati ieri: è talmente lampante quello che sta avvenendo che non abbiamo bisogno di aggiungere altro in questa direzione.
C'è però un punto di cui bisogna parlare e che bisogna votare: è che questa seduta, che si è evoluta nei modi difficili, drammatici e complessi per quanto riguarda questa maggioranza, ha un problema. Si è aperta con una relazione del Presidente della Giunta sui rapporti con l'Assessorato al turismo e questo era il punto fondamentale dell'ordine del giorno. E' per questo che noi abbiamo presentato, come forze di centro-sinistra, un ordine del giorno che a quella questione si richiama.
Presidente Picchioni, lei ci ha ricordato come nelle parole del Presidente alcune misure e alcune proposte erano già state individuate. Noi riteniamo che il nostro ordine del giorno abbia valore e debba comunque essere votato in questa seduta, per due ordini di ragioni: primo, perch non si può pensare che rispetto a quella relazione non ci sia una presa d'atto istituzionale in quest'aula, ed è la prima cosa che chiediamo nella prima parte dell'ordine del giorno. Secondo, che non si debba arrivare ad individuare, ad adottare e a discutere nella prossima seduta consiliare le misure in ordine a questa questione, che non siano quell'ordine di dichiarazioni "tacitiane" e un pochino reticenti che il Presidente ci ha offerto, ma che sia un ordine di proposte e di articolate misure che consentano di uscire dalla situazione che precedentemente si era determinata. Almeno questo deve essere fatto, visto che il Presidente fino a questo momento ci ha detto che lui non ritiene che sia aperta una crisi all'interno della sua maggioranza e che questa non sia la situazione.
Ricordo solo che in una votazione banale, appena tenutasi su questioni procedurali, due voti, quelli della Consigliera Benso e del Consigliere Angeleri, sono stati già diversi dal resto della maggioranza.
A buon intenditore...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, perché l'ordine del giorno è arrivato successivamente.
Questo ordine del giorno è stato sottoscritto anche da Rifondazione Comunista, con questa interpretazione dello stesso o, meglio, con la risoluzione dell'impegno contenuto in questo ordine del giorno, nel quale è scritto che "il Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta regionale a riferire, nella prossima seduta, le modalità adottate o che si intendono adottare per porre rimedio alla non ortodossia delle procedure puntualmente rilevata dal gruppo di analisi". Il Gruppo di Rifondazione Comunista ha apposto la propria firma ritenendo, un po' retoricamente, che questo impegno possa essere soddisfatto in un modo solo: con le dimissioni del Presidente Ghigo, che speriamo giungano martedì prossimo. Ma perch pensiamo non ci sia altro modo per rimediare alla "non ortodossia"? Perch quest'ultima ha il proprio centro in un'attività del Presidente Ghigo - non dei suoi Assessori, non dei funzionari - chiaramente non ortodossa dimenticata dal Presidente stesso, non assunta come propria responsabilità gravissima - e chiaramente contenuta nella relazione.
Signor Presidente Ghigo e cari colleghi del Consiglio, quando ci troviamo di fronte ad una Giunta regionale e ad un Presidente che il 24 luglio 1996 (giorno di inizio delle Europeadi), ha la faccia tosta di andare a presentare alla Giunta regionale una deliberazione di affidamento dell'incarico all'APT di Torino dell'organizzazione della manifestazione che in quel giorno sta iniziando, l'unica speranza per porre fine a questa "non ortodossia" è che se ne vada al più presto. Non ci sono altre soluzioni di fronte ad un Presidente che in aula non ha profferito parola sul fatto di aver incaricato un'APT di organizzare una manifestazione nel suo giorno d'inizio. Si tratta di un falso ideologico puro, esplicito, di Giunta! Dopodiché, come affermano i tecnici del gruppo d'analisi incaricati dal Presidente, la deliberazione è "formalmente" non criticabile.
"Formalmente" cosa significa? Certo, la data in cui si è deliberato era, in effetti, il 24 luglio; gli Assessori presenti erano quelli indicati, come indicate sono le leggi che consentivano di affidare l'incarico all'APT; la competenza rientra in quelle regionali; il finanziamento ha una copertura di bilancio. Questo è l'aspetto "formalmente" ineccepibile della deliberazione. Ma altrettanto chiara è la falsa rappresentazione della realtà di fatto. Se intendevate essere ideologicamente onesti, avreste dovuto approntare una deliberazione in sanatoria, ovvero una deliberazione che prendeva atto del fatto che in quel giorno stava avvenendo quanto avrebbe dovuto essere precedentemente organizzato.
Penso che la Magistratura, quando ha contestato all'Assessore Angeleri l'ipotesi di falso, si sia riferita a questo. Una deliberazione di Giunta che rappresenta una falsa realtà, nel senso che ho citato.
Così come per l'acquisto delle gabbiette per scoiattoli dell'ex Assessore Viglietta: l'Assessore presenta una proposta, ma è la Giunta, ed è il suo Presidente che leggendo la proposta dà il via! Nessun Assessore è in grado di deliberare alcunché: è la Giunta che delibera.
Di fronte ad un fatto di questo genere, sottovalutato e per nulla citato, penso che non ci siano altre strade; non mi fido di un Presidente che si è comportato in questo modo. Non mi fido né per il passato né per il futuro: si tratta, infatti, di un Presidente che accetta deliberazioni fasulle nel merito, nella sostanza, nei tempi e via dicendo.
Come Gruppo, quindi, abbiamo apposto la nostra firma al documento, con questa interpretazione dell'ordine del giorno: "occorre porre rimedio", ma anche che l'attuale Presidente - che attua gli atti sopracitati di falso ideologico, che non so se verranno mai ripresi in quest'aula - possa produrre alcunché di corretto nell'amministrazione della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno a firma dei Consiglieri Chiezzi Moro, Papandrea e Simonetti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Chiedevo se sono possibili cinque minuti di sospensione per vedere se è possibile congiungere gli ordini del giorno oppure no.



PRESIDENTE

Consigliere, siamo in fase di votazione, non posso.



CAVALIERE Pasquale

L'ho chiesto prima della votazione.



PRESIDENTE

Non posso, ho già detto: "Chi è favorevole è pregato di alzare la mano".
Non c'è alcuna mozione d'ordine, signora Manica! Siamo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
No, siamo in votazione, Consigliere. Non posso: qualunque cosa diciate non posso assolutamente accettarla: siamo in votazione! Ritirate l'ordine del giorno, Consiglieri di Rifondazione Comunista per confluire sull'altro documento?



CHIEZZI Giuseppe

Quanto devo dire non lo sento da "questi qua" (Consiglieri di Alleanza Nazionale), ma dal Presidente del Consiglio. Non risento delle sollecitazioni di questi girovaghi della politica, che entrano ed escono: non si sa mai se ci sono o no.



PRESIDENTE

Consigliere, mi aiuti: siamo in votazione. Votazione che posso sospendere soltanto se lei ritira l'ordine del giorno.



CHIEZZI Giuseppe

Ho sentito alcuni colleghi intervenire nel merito del nostro ordine del giorno, esponendo tutti - mi pare - argomenti favorevoli al problema posto dal nostro documento: la necessità di chiarezza...



GHIGLIA Agostino

Scusi, Presidente, ma cosa succede in quest'aula?



PRESIDENTE

Allora, Consiglieri di Rifondazione Comunista, ritirate l'ordine del giorno?



CHIEZZI Giuseppe

Ritiro l'ordine del giorno, o non lo ritiro, avendo rispetto di quest'aula e cercando quindi di spiegare il motivo per i quali lo ritiro o non lo ritiro.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, abbia un momento...



CHIEZZI Giuseppe

Dato che i colleghi che mi chiedono di ritirare l'ordine del giorno sono tutti intervenuti riconoscendo la necessità di un chiarimento da parte del Presidente della Giunta regionale, e quindi concordando sul merito di questa necessità, nonché chiedendomi di soprassedere per il momento dalla messa in votazione del documento, per motivi che il Presidente, non concedendo la sospensione, non mi dà modo di conoscere - e questo mi dispiace - accedo alla richiesta dei colleghi di non porre in votazione questo ordine del giorno adesso.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno a firma del Consigliere Chiezzi ed altri è per adesso ritirato.
Vi è poi l'ordine del giorno a firma dei Consiglieri Saitta, Cavaliere Chiezzi, Riba, Dutto e Angeli.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Intervengo solo per dire che noi saremmo anche d'accordo se si mettesse però "quanto prima". Ne abbiamo parlato con il Presidente; ovviamente non è prefigurabile o determinabile a priori il tempo entro il quale è possibile fornire le informazioni: se l'ordine del giorno venisse corretto con "quanto prima", vi potremmo anche accedere.
Per quanto riguarda invece la mia posizione personale, la Presidente della Commissione di inchiesta, Spagnuolo, ha chiesto a noi membri della Commissione di non partecipare al voto. Ritengo sia una posizione corretta e quindi non parteciperò al voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Concordo con quanto detto dal collega Gallarini. A titolo personale chiedo di votare il documento per parti separate, perché non intendo - ma è una posizione personale - prendere atto della relazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Volevo soltanto comunicare in forma collettiva, a nome di tutti i componenti della Commissione di inchiesta, che si è valutato, per ragioni di correttezza istituzionale, di non partecipare al voto sul documento nel momento in cui lei lo porrà in votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Vista la richiesta del Consigliere Gallarini, credo che sia opportuno conoscere, almeno da parte nostra, la posizione del Presidente della Giunta su questo ordine del giorno che, tra l'altro, prende in considerazione il lavoro di una Commissione da lui istituita.



PRESIDENTE

Presidente, il Consigliere Cavaliere le ha posto un quesito in merito all'impegnativa di questo ordine del giorno, ovvero "a riferire nella prossima seduta"; il Consigliere Gallarini ha suggerito "quanto prima".
Qual è la sua posizione?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Naturalmente concordo con l'impostazione del Capogruppo Gallarini e, di conseguenza, non la prossima seduta, ma quando possibile: quanto prima appena possibile. Concordo con l'indicazione del Consigliere Gallarini.



CAVALIERE Pasquale

Può essere anche prima di martedì?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Può essere tutto: appena possibile. Consigliere Cavaliere, per non essere interpretati in maniera sbagliata: in questo ordine del giorno lei chiede martedì prossimo, io dico appena possibile; significa che sicuramente, non prima di martedì. Appena possibile, ovvero non appena io avrò gli elementi o riterrò opportuno fare la comunicazione in aula, la farò. Non mi prendo un impegno di tipo temporale.



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, lei accoglie l'emendamento suggerito dalla maggioranza?



SAITTA Antonino

E' complesso dare la risposta. Per questo era richiesta la sospensione anche per valutare... Io posso esprimere una valutazione per quanto riguarda la mia opinione, però credo sia utile una sospensione.



PRESIDENTE

Sospendiamo quindi la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17,22 riprende alle ore 17,32)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il Consigliere Gallarini ha proposto di modificare l'impegnativa al Presidente della Giunta a riferire quanto prima possibile invece che nella prossima seduta.
Il primo firmatario dell'ordine del giorno è d'accordo?



SAITTA Antonino

Sì, d'accordo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 589, il cui testo finale recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a conclusione del dibattito seguito alla presentazione della relazione sui rapporti Assessorato al Turismo - APT ed a seguito dell'intervento del Presidente della Giunta che ha tra l'altro rilevato 'incongruenze' in alcune procedure amministrative prende atto della predetta relazione impegna il Presidente della Giunta a riferire, quanto prima possibile, le modalità adottate o che si intendono adottare per porre rimedio alla non 'ortodossia' delle procedure puntualmente rilevata dal gruppo di analisi istituito il 17/9/1997".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 34 voti favorevoli, 9 contrari e 4 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri, in quanto componenti della Commissione d'inchiesta ex art. 60 del Regolamento consiliare).


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame progetto di legge n. 238: "Norme per la programmazione sanitaria e per il PSR per il triennio 1997/1999"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 238, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La discussione generale è terminata. Passiamo pertanto all'esame del relativo articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: all'art. 1, punto 1), dopo le parole "La legge definisce gli strumenti della programmazione sanitaria regionale", aggiungere le parole "in attuazione della programmazione sanitaria nazionale e nel contesto del Piano regionale di sviluppo"; abrogare: "ed", si riprende "in particolare...".
La parola alla Consigliera Bortolin per l'illustrazione.



BORTOLIN Silvana

Prima di entrare nel merito dell'emendamento vorrei avanzare due brevissime osservazioni. La prima di ordine politico generale. Tutti in Consiglio, e in particolare la maggioranza, hanno sottolineato l'importanza di questo provvedimento. Mi chiedo se il clima che si è creato oggi in quest'aula ci permette di iniziare il dibattito e il confronto su un disegno di legge così importante; a me parrebbe di no. Desidereremmo che la Giunta, prima di tutto, ma anche la maggioranza e tutto il Consiglio regionale fossero attenti e partecipi.
La seconda considerazione, che avanzo a nome di tutto il Gruppo, è la seguente: con particolare disappunto abbiamo sentito oggi, ma non è la prima volta, lamentare il fatto - soprattutto da parte del partito dell'Assessore - che "questo Piano sanitario non si discute", "siamo in ritardo", ecc. Voglio rammentare a lei, Presidente del Consiglio regionale e all'Assessore D'Ambrosio, che il nostro Gruppo più volte, nei confronti del Presidente del Consiglio e nei confronti della Giunta, ha sollecitato il dibattito su questo progetto di legge, addirittura dando la disponibilità, se il Presidente della Giunta se ne faceva carico e l'Assessore era d'accordo, di discuterne anche in assenza - per cause di forza maggiore - dell'Assessore alla sanità. Nella scorsa seduta abbiamo chiesto di mettere il progetto di legge sulla sanità al primo punto all'o.d.g. della seduta successiva. Pertanto, è da attribuire ad altri la responsabilità - e lo vogliamo sottolineare con forza - se ci troviamo quasi a metà ottobre, a discutere ancora del Piano sanitario.
L'ultima questione che intendo sollevare, poi proseguirò con l'illustrazione dell'emendamento, è che vorremmo avere a nostre mani tutti gli emendamenti che sono stati presentati.



PRESIDENTE

Li stanno distribuendo.



BORTOLIN Silvana

Presidente, io però insisto sul fatto che il clima non è quello giusto per discutere della sanità.



PRESIDENTE

Consigliera Bortolin, in aula abbiamo il plenum dei Consiglieri.
Naturalmente c'è sempre uno stacco tra un argomento ed un altro, adesso ricomporremo anche la mente, non solamente le forze e presteremo attenzione a quanto lei dirà.



BORTOLIN Silvana

L'emendamento da noi presentato è abbastanza chiaro. Chiediamo di aggiungere all'art. 1, relativo all'oggetto e alle finalità, il richiamo che non è casuale, alla programmazione sanitaria nazionale e nel contesto del Piano regionale di sviluppo. Mi pare che tutte le azioni verso la tutela della salute, della cura e della prevenzione stiano in questo quadro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento è accolto. Non lo avevamo esplicitato ulteriormente in quanto ci pareva cosa normalissima che la programmazione sanitaria regionale avvenisse in attuazione di quella che è la programmazione sanitaria nazionale e nel contesto del Piano regionale di sviluppo.
Comunque, l'emendamento è accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non sono d'accordo con quanto detto dall'Assessore. Il Gruppo di Rifondazione Comunista voterà questo emendamento presentato da una forze politica dell'opposizione, ma che un Assessore accetti questo emendamento è incredibile. Che un Assessore, responsabile dell'omissione del Piano regionale di sviluppo, in quanto componente di una Giunta che non lo ha redatto e fatto approvare e che strumentalmente, per vivere in pace e salvarsi la coscienza, accetta un emendamento che lo mette in mora, è fatto politicamente rilevante. A questo punto, chiedo all'Assessore in quale modo renderà realizzabile l'emendamento. Infatti, il Piano regionale di sviluppo, non esiste; come fa una Giunta, che non ha predisposto il Piano regionale di sviluppo, ad inserire nel proprio Piano di programmazione sanitaria questo elemento? Come risolve questa contraddizione? Se la Giunta accoglie questo emendamento deve presentare in aula il Piano regionale di sviluppo!



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: all'art. 1, punto b), dopo le parole "Enti locali" abrogare: "e Università al processo di programmazione"; aggiungere dopo la parola "Università", le parole "delle rappresentanze sociali e sindacali maggiormente rappresentative, al processo di programmazione".
La parola alla Consigliera Bortolin per l'illustrazione.



BORTOLIN Silvana

Anche questo emendamento ci pare abbastanza chiaro: assicura la partecipazione degli Enti locali e dell'Università, due soggetti importanti nell'ambito della programmazione sanitaria delle Regioni. A noi pare peraltro altri Piani sanitari lo hanno previsto - che le rappresentanze sociali e sindacali maggiormente rappresentative siano soggetti con i quali è indispensabile colloquiare al fine di definire una programmazione che sia veramente rispondente alle esigenze dei cittadini della Regione Piemonte variamente rappresentati, e che sia poi una programmazione attuabile con il massimo di consenso. Quindi, corrispondente alle necessità e con il consenso della stragrande maggioranza della cittadinanza.
Questa è l'intenzione espressa in questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Prima di passare alle votazioni chiediamo un po' di tempo perché questi emendamenti ci sono stati consegnati solo pochi minuti fa, per cui non abbiamo ancora avuto il tempo di valutarli appieno.
Venendo al merito specifico dell'emendamento in discussione, vorrei capire il senso che verrebbe ad assumere, con questa modifica, la frase perché non mi pare assolutamente chiaro. Dovrebbe rimanere il punto b) con: "assicura la partecipazione degli Enti locali" dopo "Università, delle rappresentanze sociali e sindacali maggiormente rappresentative al processo di programmazione". Non riesco a capire il senso, quindi chiedo di avere dei chiarimenti in proposito, così potremo fare anche delle valutazioni più politiche.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Bortolin, non capisco bene dal suo emendamento se la parola "Università" è abrogata.



BORTOLIN Silvana

No, Presidente, assolutamente, li abbiamo trascritti velocemente.
L'abrogazione è un errore. Lei vede che nella seconda parte è ripresa la parola "Università", quindi è solo un errore di battitura.



SIMONETTI Laura

E quindi come rimane la frase?



PRESIDENTE

Rimane: "assicura la partecipazione degli Enti locali, dell'Università delle rappresentanze sociali e sindacali maggiormente rappresentative, al processo di programmazione".
Mi sembra chiaro.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Io non sarei d'accordo nel coinvolgere le rappresentanze sociali e sindacali nel processo di programmazione, non perché non debbano essere ascoltate, ma perché è il principio del coinvolgimento in assoluto nella programmazione che non è accettabile. Pertanto, questo emendamento non viene accolto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

L'Assessore, a proposito dell'emendamento illustrato testé dalla Consigliera Bortolin, ha espresso un'opinione di non accoglimento. Noi per non siamo riusciti a percepire chiaramente le ragioni per le quali l'Assessore non accoglie questo emendamento. Riteniamo pertanto utile avere questo chiarimento.



PRESIDENTE

Vuole ripetere, per cortesia, Assessore D'Ambrosio?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì. Le rappresentanze sociali e sindacali sono sentite nelle consultazioni, per cui non vedo la necessità di prevedere in un Piano regionale il coinvolgimento delle rappresentanze sociali e sindacali nel processo di programmazione.



BORTOLIN Silvana

Perché non lo ritiene opportuno?



PRESIDENTE

Non lo ritiene opportuno.



BORTOLIN Silvana

La motivazione dell'emendamento è abbastanza chiara, semplice e politicamente anche importante. Noi ci avvaliamo nella nostra Regione del contributo di molte Associazioni di volontariato, di molte Fondazioni private, di un contributo notevole anche da parte delle Organizzazioni sindacali. La Regione, con le Aziende Sanitarie Locali, con le Aziende Sanitarie Ospedaliere, con le Associazioni di volontariato e le Fondazioni deve coordinare le attività e i processi di realizzazione della programmazione che noi prevediamo.
I progetti-obiettivo che sono contenuti negli allegati a questo Piano vedono la sinergia e il coinvolgimento di tutte queste forze. Noi ci avvaliamo del privato, privato sociale, privato no-profit, Fondazioni private di qualunque tipo siano e anche per le ragioni che sono sorte relative al problema della tutela della salute e della prevenzione pensiamo solo in campo oncologico la Lega per i tumori, e via di questo passo.
Non vediamo perché, nel momento in cui definiamo il progetto generale per quanto riguarda la sanità in Piemonte e la programmazione, queste istituzioni, queste fondazioni, questi soggetti non debbano essere sentiti! Non è un sovrappiù, è parte integrante, parte qualificante, alla fine, del Piano che stiamo discutendo.
Così è avvenuto, peraltro: la Giunta e l'Assessore, prima di presentare il Piano in Commissione, hanno sentito questi soggetti; il Consiglio regionale, attraverso la Commissione, ha sentito questi soggetti. Si tratta di riconoscere la presenza e di darne validità nella legge di piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Simonetti.



SIMONETTI Laura

Anch'io sono stupita del rifiuto ingiustificato, tra l'altro con scarse argomentazioni, di questo emendamento da parte dell'Assessore.
Questo emendamento pone l'importante questione della partecipazione di tutte le istanze territoriali, sociali, di volontariato e anche dei sindacati, rispetto ad un contributo importante ed utile nella redazione del documento di programmazione sanitaria per la nostra Regione.
Noi sappiamo che il contributo finora chiesto alle Organizzazioni sindacali, se non a partire dalle consultazioni sul Piano sanitario che vi sono state, è stato pressoché nullo da parte dell'Assessorato. Se pensiamo faccio un esempio, all'Agenzia per i servizi sanitari, questa acquista un ruolo importante all'interno di questo Piano sanitario.
Le Organizzazioni sindacali non erano praticamente al corrente del disegno di legge che la Giunta aveva predisposto e che stava già arrivando in Commissione con un iter velocissimo e senza alcuna forma di consultazione nemmeno delle Organizzazioni sindacali. Il disegno di legge poi è stato fermato in Commissione, anche su richiesta delle opposizioni proprio per ascoltare il parere delle Organizzazioni sindacali.
Questo dà proprio l'esempio di come fin da oggi da questa Giunta regionale, da questo Assessore, non siano state coinvolte le organizzazioni e le istanze sociali in termini di programmazione. Penso a tutte le perplessità che sono state espresse in vari termini e in vari elementi anche di contenuto, del Piano sanitario dalle Organizzazioni sindacali in primo luogo, ma anche da istanze sociali e di volontariato che hanno una certa rilevanza nel territorio.
Ritengo veramente ingiustificato questo rifiuto, rimandando al fatto che comunque esiste già una sede come momento di ascolto: le consultazioni.
Credo invece importante il coinvolgimento delle istanze che provengono dal territorio. Questo è un Piano sanitario che di fatto ha omesso elementi importanti quali la valutazione dello stato di salute della popolazione, la valutazione dello stato di attuazione della realtà sanitaria e della rete ospedaliera; di fatto, mancano gli elementi a questo Piano sanitario affinché una programmazione seria e reale, sulla base della realtà dei fatti e non sulla base di conoscenze astratte, possa realizzarsi.
Questo coinvolgimento noi lo riteniamo non solo utile, ma fondamentale.
Chiedo quindi all'Assessore di esprimere maggiori argomentazioni, che possano perlomeno essere capite, per motivare il rifiuto di un emendamento assolutamente fondamentale ed utile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questo emendamento non solo è condivisibile, ma è anche osservante delle norme statutarie e mi stupisce che l'Assessore lo rigetti. Al comma secondo dell'art. 2 dello Statuto, relativo all'autonomia e alla partecipazione, si dice che la Regione riconosce che la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche, alla funzione legislativa, è condizione essenziale per lo sviluppo della vita democratica, e nel comma successivo Assessore, è scritto che la Regione afferma che il concorso degli Enti Locali e l'apporto dei sindacati dei lavoratori, delle organizzazioni di categoria, delle formazioni sociali e di tutti i cittadini è elemento fondamentale della politica regionale.
Questo emendamento non fa altro che tradurre, all'interno di questo disegno di legge dell'attività nel campo sanitario, le norme dello Statuto: è quasi obbligatorio inserirlo. Come fa, Assessore, a rifiutare l'inserimento di un emendamento che richiama la volontà statutaria della Regione? E' incredibile questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Io vorrei venire in soccorso all'Assessore, perché probabilmente c'è un malinteso. Qui non si chiede di inserire un elemento per cui le Organizzazioni sindacali e le rappresentanze sociali maggiormente rappresentative siano soggetti della programmazione. Istituzionalmente la programmazione è una cosa che compete all'istituzione Regione. Quello che si chiede è che sia assicurata la partecipazione al processo di programmazione a questi soggetti, cosa che di fatto abbiamo fatto, quindi non c'è assolutamente nulla di irrazionale nel recepirlo.



PRESIDENTE

Consigliera Manica, lei ha rinunciato? Credevo fosse già stata interpretata.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Non era esattamente l'interpretazione che intendevo dare. Avevo ritenuto importante che la Consigliera Bortolin parlasse prima di me in quanto, prima firmataria dell'emendamento, poteva fare una precisazione immediata rispetto ad una proposta in quel momento fatta dall'Assessore.
Al termine degli interventi che ho sentito, dopo aver sentito per la seconda volta l'Assessore sulla base di una richiesta di chiarimento, sono sempre più convinta che noi dobbiamo mantenere questo emendamento, di cui richiediamo la votazione anche per una ragione molto importante.
All'interno della nuova normativa che governa la sanità, in particolare i DD.LL. n. 502 e n. 517, che danno alla Regione un forte compito di programmazione, mentre il ruolo gestionale è attribuito alle Aziende, per svolgere efficacemente questo ruolo di programmazione, perché non sia poi cosa lasciata sostanzialmente ad un testo che non trova attuazione concreta all'interno della realtà piemontese, occorre prevedere la partecipazione al processo di programmazione non solo di un tradizionale soggetto quale l'Università (che da sempre all'interno di ogni Piano sanitario, già nel precedente socio-sanitario, è il soggetto che autorevolemente partecipa al processo di programmazione), ma anche di altri soggetti. In questa nuova fase, con la separazione tra il momento della programmazione e quello della gestione, per evitare un'aziendalizzazione spinta della sanità ed un'impossibilità di rapporto tra i due momenti, è necessario fare intervenire appieno e sempre più un maggior numero di soggetti. Soggetti quali questi, che poi informalmente l'Assessore è costretto a consultare, e ce ne ha dato la dimostrazione anche in quest'aula richiamando come nei fatti lui svolge informali momenti di confronto e di consultazione con queste organizzazioni. La ragione per cui lo fa è che è essenziale quell'ordine di rapporto ed è stato essenziale per la stessa scrittura di questo testo e della legge di piano che noi abbiamo davanti.
Quindi, la formalizzazione di un rapporto come questo è questione importante. Tanto più che l'Assessore - e qui c'è un'incongruenza vera, mi consenta, Assessore D'Ambrosio - ha riconosciuto più volte con noi nel dibattito in Commissione e in quest'aula che al processo di programmazione bisognerebbe addirittura far partecipare in modo più ampio e più compiuto altri soggetti quali gli Enti locali, i Comuni e le Province, ma che un quadro legislativo di ordine nazionale non consentiva a sufficienza di poter operare in questa direzione.
Noi abbiamo detto che si poteva avere più coraggio in questa sede regionale, come si ha su altri argomenti innovando al di là della legislazione nazionale, ma questo non si è fatto.
Se abbiamo riconosciuto questo, perché poi essere così poco coerenti! Lo dico dal punto di vista del ragionamento, ovviamente, non dal punto di vista personale; l'Assessore assolutamente è persona di grande coerenza, e noi glielo riconosciamo, e potrebbe quindi accogliere un emendamento come questo che va nella direzione del lungo dibattito che abbiamo svolto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Siccome gli Enti Locali, nella rivisitazione del DL n. 502, saranno sempre più coinvolti nella programmazione, non vedo perché il sindacato debba essere soggetto programmatore. Questo è il punto.
Nel momento in cui l'emendamento viene accettato, così come proposto il sindacato diventa soggetto programmatore e mi sorprende il fatto che le Amministrazioni di sinistra del passato - ma questo senza fare polemiche non abbiano mai messo il sindacato come soggetto programmatore di un Piano sanitario.
Nei Piani sanitari che ho visto non risulta assolutamente che il sindacato debba essere, come voi mi suggerite, soggetto programmatore. Per cui, fermo restando - e questo lo dico per qualcuno che non lo sappia - il fatto che la consultazione è una cosa e la programmazione è un'altra, il sindacato come soggetto di programmazione io non lo vedo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 29 contrari.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: all'art. 1, punto 1), lettera c), dopo la parola "l'apporto", abrogare le parole "degli organismi consulenziali"; aggiungere dopo la parola "l'apporto", le parole "di consulenti".
La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.



RIGGIO Angelino

La dizione "organismi consulenziali" ci lascia abbastanza perplessi per la sua genericità. Si richiede la consulenza di esperti, quindi di consulenti. La definizione ci sembra poco corretta ed abbastanza generica: chiederemo spiegazioni in merito. E' nostra opinione sia meglio scrivere "dei consulenti".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La dizione proposta era coerente con il fatto che non volevamo riferirci a consulenti intesi quali persone, ma ad organismi quali il Co.Re.SA. o quant'altri. Per questo motivo, abbiamo scritto "organismi consulenziali".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Abbiamo discusso per parecchi giorni delle difficoltà di governare la Regione, nonché di episodi che hanno attratto la nostra attenzione e la necessità di chiarire, prima di tutto politicamente, il rapporto con i soggetti esterni della Regione Piemonte.
Credo non sia opportuno mantenere una formulazione così generica.
Assessore, deve spiegare cosa si intende per "organismi consulenziali": non si tratta solo del Co.Re.SA.; diversamente, scriviamo "il Co.Re.SA.".
"Organismi consulenziali" sono società di consulenza, gruppi di consulenza e non persone singole, chiamate dall'Assessore come supporto per le politiche che intende portare avanti. Se così è, dobbiamo prevedere un meccanismo che garantisca la trasparenza, anche per accedere all'aiuto e al contributo di tali "organismi consulenziali".
Come Gruppo, non riteniamo che l'Assessore e la Giunta regionale debbano "avvitarsi" in procedure burocratiche per potersi avvalere di consulenze, magari specifiche, urgenti e particolari, ma che debbano poter in tutta trasparenza, agire celermente in piena libertà, avvalendosi di consulenti; la dicitura che proponiamo rende questo possibile.
Diversamente, si rende l'attivazione di questi organismi oggetto di nostra particolare attenzione nei confronti dell'Assessorato alla sanità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Anche noi avevamo espresso viva perplessità sulla legittimazione della dizione "organismi consulenziali", di fatto rientranti in un articolo intitolato "Oggetto e finalità della legge".
In realtà, vengono ora a cambiare alcuni elementi, vista la proposta dell'istituzione dell'Agenzia sanitaria, cui verrebbe attribuita la maggior parte delle funzioni, non solo in termini di programmazione politica regionale, ma anche di supporto tecnico all'Assessorato e ad Enti di diversa personalità - che possono essere, eventualmente, anche soggetti non pubblici. Funzioni che quindi, di fatto, verranno svolte dall'Agenzia secondo quanto previsto dal progetto presentato in IV Commissione dalla Giunta regionale.
Non capiamo, dunque, la legittimazione per legge, nel primo articolo dell'apporto di "organismi consulenziali"; potrei portare una serie di elenchi che Ghigo, come Presidente della Giunta regionale, ha indicato nel corso dei due anni e mezzo di legislatura: sono circa una trentina i consulenti individuati, soltanto per le pratiche di ricognizione relativamente all'edilizia sanitaria. Questo potere della Giunta nella scelta della consulenza rispetto all'apporto tecnico esiste già.
Legittimarlo per legge sembra assurdo, soprattutto nel primo articolo ripeto: che illustra le finalità della legge. La Giunta non ha accettato il concorso delle Organizzazioni sindacali e sociali nella programmazione sanitaria e parallelamente propone la legittimazione di organismi di consulenza. Sennonché, nell'articolo successivo, viene istituita l'Agenzia a nostro parere un doppione dell'Assessorato alla sanità, che svolge, come sua principale funzione, il supporto tecnico, e quindi anche di consulenza nei confronti dell'Assessorato, nei termini della programmazione sanitaria della razionalizzazione generale. Ci pare quindi assolutamente inopportuno l'inserimento di questa legittimazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La discussione del Piano sanitario regionale è capitata in un momento non certo facile: gli animi sono ancora leggermente esacerbati.
Proporrei sia alla Consigliera Bortolin sia alla Consigliera Simonetti di togliere la parola "consulenziali"; la dizione rimane dunque "garantisce l'apporto di organismi rappresentativi di tutte le competenze tecnico sanitarie". Comunque, non era certamente nostra intenzione riferirci a consulenze specifiche, ma a tutto quanto poteva apportare competenze provenienti dal mondo sanitario.



SIMONETTI Laura

Ma è nei poteri della Giunta avvalersene: perché inserirlo all'interno del Piano sanitario?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per essere trasparenti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

L'Assessore ci ha proposto una modifica, accettando non l'emendamento ma lo spirito che lo sorregge. Per parte nostra, accettiamo l'emendamento modificativo proposto dalla Giunta e ritiriamo il nostro.
Scusi, Presidente, intendevo far notare ancora una volta all'Assessore D'Ambrosio ed ai suoi colleghi come lui appartenenti ad Alleanza Nazionale che il loro Capogruppo e parte del Gruppo stesso non sono presenti in aula pur avendoci rimproverato il ritardo con il quale discutiamo il Piano sanitario regionale. Chiederei al Presidente di tenere sempre d'occhio il numero legale, garantito da parte della maggioranza.



PRESIDENTE

Il numero legale, di 30 Consiglieri, è garantito.



RIGGIO Angelino

Lo garantiamo noi.



PRESIDENTE

Credo comunque sia dovere di tutti i Consiglieri garantire il numero legale su un provvedimento della portata di quello in discussione: non si tratta di questione di retrobottega.
Pongo dunque in votazione l'emendamento n. 3) come modificato dall'Assessore D'Ambrosio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 5 astensioni.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: all'art. 1, punto 1), lettera d), dopo la parola "promuove", aggiungere le parole "e garantisce".
L'emendamento è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino e Manica: all'art. 1, abrogare il punto 2), lettere a), b), c), d); aggiungere: "2. Costituiscono obiettivi generali di programmazione la razionalizzazione, l'equilibrata distribuzione, l'unitarietà, la globalità la gradualità e la priorità degli interventi, l'incremento dell'efficacia e dell'efficienza dei servizi sanitari sul territorio regionale, nell'ottica dell'aziendalizzazione e della trasparenza ed al fine di tutelare lo stato di salute psicofisica e migliorare la qualità della vita dei cittadini".
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Mi pare che l'emendamento si illustri da sé. Riteniamo che la dicitura proposta nel disegno di legge sia un po' pasticciata e poco comprensibile.
Cosa significa "la disciplina degli strumenti di programmazione sanitaria regionale intende..."? Francamente è mal scritto e poi anche i punti, così come sono messi e che peraltro sono ripresi in altra parte dell'articolato della legge, non danno il senso dell'impegno globale da parte della Regione nell'iniziativa per tutelare la salute e migliorare la qualità della vita dei cittadini piemontesi.
La riscrittura ha questo significato e questa valenza politica: fare intendere chiaramente a tutti ciò che con questa legge di programmazione di piano, noi vogliamo realizzare. Gli elementi sono chiariti nell'emendamento e quindi proponiamo che sia così approvato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Quanto proposto nell'emendamento è contenuto nel Piano sanitario all'art. 15 per intero. E quando si dice "la disciplina degli strumenti di programmazione sanitaria regionale intende...", intendiamo tutti gli strumenti della programmazione.
Spesso - questa è una nota che aggiungo - vi è stato un errore di fondo, perché si è ritenuto che la programmazione fosse in realtà la stessa cosa del Piano. In realtà, la programmazione è il Piano sanitario regionale, le delibere settoriali, le relazioni sullo stato di salute della popolazione, le relazioni sullo stato di attuazione del Piano sanitario, i protocolli Regione-Università, le intese di programma Giunta-Direttori generali, il Piano di attività annuale aziendale, la relazione annuale aziendale, ecc.
All'art. 15 è specificato quanto si chiede di mettere all'art. 1, per cui pregherei la Consigliera Bortolin, se possibile, di ritirare questo emendamento, perché penso che ci sia già tutto quanto da lei chiesto nell'articolato del Piano.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Assessore, ho sentito quanto lei diceva adesso in risposta all'illustrazione dell'emendamento della collega Bortolin. Tuttavia, la distinzione che lei dice noi non avremmo colto tra gli strumenti di programmazione, cioè quelli complessivi (il Piano e tutti gli strumenti attuativi dello stesso), e un compito invece generale di programmazione (che sarebbe altra cosa), non elude - Assessore - il fatto di ordine lessicale e di espressione in lingua italiana del punto 2) che io le rileggo.
Essendo poi il Presidente del Consiglio un fine dicitore e conoscitore della lingua, lo pregherei di ascoltare la dizione: "La disciplina degli strumenti di programmazione sanitaria regionale intende...". Un testo come questo, ovvero di una legge fondamentale qual è il Piano sanitario regionale, forse la più importante delle leggi che noi approviamo, quanto meno potrebbe essere, in questa parte, scritto meglio. Se lei non conviene con le nostre ragioni di merito, quanto meno converrà con questa di metodo di ordine relativo alla lingua italiana.
In particolare, sul merito, noi non pensiamo affatto di avere equivocato il punto. Ci è chiarissimo, da tutta l'impostazione del Piano avendone discusso a lungo in Commissione, in aula e in tutte le sedi possibili ed immaginabili, che per programmazione si intende il complesso della programmazione attraverso tutti i suoi strumenti attuativi che si articolano a livello regionale, a livello dei rapporti tra la Regione e le Aziende, all'interno delle stesse Aziende e nel ritorno - di nuovo successivo, ovvero nel rapporto tra le Aziende e la Regione, ecc.
Abbiamo inteso bene questo punto, e proprio per queste ragioni ci pare che la dizione da noi proposta sia estremamente più chiara dei punti così come sono stati elencati; inoltre, riteniamo che sia assolutamente più significativa, proprio nel dare corpo a quegli strumenti di programmazione di cui lei parla. Ci pare che la cosa - anche qui - non sia elusa dall'elencazione fatta all'art. 15; anzi, la nostra dizione rende molto più coerente l'art. 1 con l'art. 15 e rende molto più coerente il testo del Piano.
Questa è la convinzione che abbiamo. Qualora l'Assessore non ritenesse di accogliere il merito, gli chiederei però che, quanto meno, dal punto di vista del lessico e dell'uso corretto della lingua italiana, anche per fare un'operazione significativa all'interno dei testi legislativi, ci sia una correzione, perché non sta in piedi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Volevo fare una richiesta alle colleghe Bortolin e Manica. Questo emendamento nel complesso può essere condivisibile, ma ci sono due elementi che chiederemmo di modificare, se possibile, per poterlo votare ed esprimere un parere favorevole.
Il primo. Nel passo in cui viene definita la priorità dovrebbe essere inserita la trasparenza, che invece compare tre righe più avanti. Quindi rimarrebbe: "la globalità, la gradualità, la priorità e la trasparenza degli interventi". In secondo luogo, eliminare il riferimento "nell'ottica dell'aziendalizzazione", lasciando che l'obiettivo sia comunque quello di "tutelare lo stato di salute psico-fisica della popolazione e migliorare la qualità della vita dei cittadini". A prescindere dal fatto che noi non siamo d'accordo nel ribadire l'ottica di aziendalizzazione a cui si deve rifare un Piano sanitario, l'obiettivo a nostro parere deve essere quello di tutelare la salute psico-fisica della popolazione.
L'aziendalizzazione è implicita negli strumenti di programmazione e di fatto, con il parere consensuale o no di Rifondazione Comunista, è purtroppo in atto un processo di aziendalizzazione. Non ribadirlo nell'obiettivo che si propone un Piano sanitario potrebbe essere, a nostro parere, accettabile per votare l'emendamento.



PRESIDENTE

Consigliera Bortolin, lei accetta questa modifica?



BORTOLIN Silvana

Presidente, possiamo valutarlo. Peraltro, l'ottica dell'aziendalizzazione è quanto noi dobbiamo rispettare sulla base della legislazione nazionale, per cui anche se la togliamo dall'emendamento la gestione della sanità rimane comunque in quest'ottica.
Volevo però solo ricordare all'Assessore e a lei, Presidente, che pu aiutarci nelle questioni di principio, che in una legge l'art. 1 è fondamentale; di solito è quello che stabilisce le finalità. Infatti l'art. 1 del provvedimento in esame recita: "Oggetto e finalità" - io avrei scritto finalità e oggetto, ma questo non è il problema. Noi dobbiamo esplicitare le finalità della legge all'art. 1: non ha senso, caro Assessore, esplicitarlo all'art. 7, all'art. 15, all'art. 20! Noi ci stiamo rivolgendo agli operatori, ai cittadini, alla Regione Piemonte, quindi è importante rendere immediatamente chiare le finalità del Piano sanitario regionale. La invito a confutare che non siano quelle che noi abbiamo scritto nell'emendamento! Tant'è che sono state ricordate all'art. 15, ma troppo avanti nell'articolato! Abbiamo bisogno che tali finalità vengano enunciate subito! Voglio sottolineare - non per essere saccente - che è inutile scrivere nell'art. 1 - articolo importante - cose ovvie. E' impensabile che la Regione non promuova, coordini le politiche sanitarie nazionali e regionali! Non trovate, colleghi, che sia inutile dire, al punto d), con importanza, che assicuriamo la trasparenza di decisioni e le certezze di obblighi reciproci fra Regione ed Aziende sanitarie? E' molto più importante ribadire invece principi fondamentali che sono poi contenuti nell'articolato della legge.
Mantengo pertanto l'emendamento, chiederei però di non modificarlo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 5) nel testo originario.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 28 contrari.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo al Presidente del Consiglio se non ritiene di sospendere la seduta; vista anche la disattenzione, a parte l'Assessore, che quest'aula dedica alle osservazioni pertinenti ed interessanti della minoranza.
Inoltre, sono stati scaricati sui nostri banchi un pacco di emendamenti "ignoti" sui quali finora abbiamo cercato di interloquire, ma con una certa fatica.
Pertanto chiederei di sospendere, dopo la votazione dell'art. 1 l'esame del progetto di legge n. 238 per permetterci di confrontare gli emendamenti, di discuterli anche con i presentatori, perché ci sono emendamenti, come si è visto da quest'ultimo, sui quali è possibile interloquire, ma farlo direttamente in aula provocherebbe degli scompensi reciproci di comportamento. Riprendendo successivamente, a mente lucida e con un lavoro preliminare svolto, questo progetto di legge. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Mi associo alla richiesta avanzata dal Consigliere Chiezzi.
Per quello che riguarda l'art. 1 trovo incongruo il titolo "Oggetto e finalità", in quanto l'oggetto è abbastanza chiaro, mentre le finalità visto che è stato respinto l'emendamento proposto, purtroppo, non sono contenute nell'art. 1. La proposta che avanzo è che a questo punto il titolo cambi e rimanga soltanto la parola "oggetto", visto che le finalità sono state respinte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Ho ribadito prima che in realtà quanto proposto è condivisibile nella globalità, però è stato riportato pari pari, anzi con maggiori chiarimenti all'art. 15.



PRESIDENTE

Non essendovi altri emendamenti, si proceda alla votazione dell'art. 1 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 voti favorevoli 31 voti contrari 13 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
Visto che sia l'art. 2 che l'art. 3 hanno un solo emendamento proporrei di discuterli e poi di sospendere la seduta.



PRESIDENTE

ART. 2



PRESIDENTE

6) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: all'art. 2, punto 2), dopo la parola "i Comuni", abrogare la parola "eventualmente"; riprendere dalla parola "anche".



PRESIDENTE

In merito all'art. 2 in generale, ha chiesto di intervenire la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Ho chiesto di intervenire sull'art. 2 in generale perché le nostre critiche partono in particolar modo dal comma primo, mentre l'emendamento proposto è relativo al comma secondo.
Il comma primo individua - e questo è già stato sollevato in sede di Commissione consiliare - le Aziende Sanitarie Regionali come soggetti di programmazione. Noi contestiamo che le Aziende Sanitarie Regionali siano soggetti di programmazione anche locale perché non esiste una legge né un riferimento nei DD.LL. n. 502 e n. 517 che individui le Aziende Sanitarie Regionali come soggetti istituzionali e quindi soggetti di programmazione locale. L'unico soggetto istituzionale e di programmazione è la Regione che demanda alle Aziende Sanitarie Regionali, attraverso gli accordi di programma, l'attuazione della programmazione regionale, che però è compito ripeto - esclusivo della Regione Piemonte.
Questo elemento, il primo comma, seppure in termini di principio rientra nella cultura che sta ormai diffondendosi dell'esaltazione dell'aziendalizzazione in sanità. Noi contestiamo, oltre che dal punto di vista culturale, anche dal punto di vista legislativo, che le ASR possano essere soggetti di programmazione locale. Di fatto, le Aziende Sanitarie Regionale hanno già un grande ruolo.
Ripropongo in Consiglio questo problema all'Assessore, che era già stato posto in sede di Commissione, dove non erano state date argomentazioni convincenti, anche dal punto di vista legislativo. Io voglio vedere delle leggi che individuino le ASR come soggetti istituzionali di programmazione locale! Se così non è, non si può fare riferimento ad un principio generale nazionale ed individuare come soggetto istituzionale un'Azienda che di fatto non lo è, ma che attua una programmazione che è unica e che è solo in capo alla Regione (in questo caso al Piemonte perch è qui che ci troviamo a discutere).
L'unico soggetto istituzionale - ripeto - è la Regione. Se questo viene contestato, chiedo nuovamente una risposta all'Assessore: vorrei conoscere i riferimenti legislativi precisi sulla base dei quali viene contestata la nostra obiezione in termini concettuali al primo comma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io credo che sia molto importante parlare, nell'ambito della discussione sul Piano sanitario regionale, di programmazione sanitaria.
Innanzitutto, è grave discutere di un Piano sanitario in ritardo di due anni rispetto alla propria scadenza. Questo è un dato che va subito rimarcato.
Trattandosi della salute dei cittadini, parlare di azienda nel campo della sanità a mio avviso è molto pericoloso. La salute è un bene prezioso che va esteso a tutti i cittadini gratuitamente, per cui rendere le UU.SS.LL. delle aziende con costi, ricavi ed utili, è eccessivo e non va certamente verso l'interesse della salute dei cittadini. E' bene rimarcare infatti, che vi è una serie di categorie di cittadini che devono subire costi eccessivi - mi riferisco, ad esempio, alle analisi i cui ticket hanno un costo elevato.
La logica dell'aziendalizzazione (in seguito entreremo nella valutazione dei ricoveri ospedalieri) è un aspetto negativo.
Inoltre, in questo Piano sanitario regionale è totalmente assente una valutazione politica sullo stato di attuazione del precedente Piano, che era invece, a mio avviso, da fare subito anche per poter vedere le differenziazioni programmatorie.
E' mancata una relazione sullo stato di salute della popolazione piemontese: un documento che analizzasse puntualmente le patologie emergenti e le strutture sanitarie esistenti nell'articolato e differente territorio piemontese che - è bene ricordarlo - è composto di otto Province con un territorio molto complesso.
Non compare il concetto di diritto-tutela della salute pubblica che un Ente territoriale importante come la Regione dovrebbe avere. Io rifiuto il concetto della salute intesa come azienda che dovrebbe fare gli interessi della salute dei cittadini. Nella logica di questo concetto, noi come Gruppo di Rifondazione Comunista abbiamo rimarcato che il soggetto sanitario di programmazione dovrebbe essere solo la Regione e non certamente le Aziende sanitarie. Questo aspetto - voglio dirlo in conclusione - è apparso in modo rimarcato nelle Conferenze dei Servizi che si stanno svolgendo in tutto il territorio piemontese, ovviamente anche a norma di legge, ma si tratta di Conferenze che sono tutte avvenute senza l'approvazione del Piano sanitario regionale e quindi non in conformità con l'eventuale legge sanitaria che qui verrà elaborata ed approvata. Queste Conferenze hanno rimarcato - ripeto - che le Aziende sanitarie non rientrano nella logica che noi riteniamo opportuna, cioè la caratterizzazione di ente soggetto programmatorio in sanità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Consigliera Simonetti, io sono rispettoso sia delle leggi che condivido sia di quelle che non condivido. Capisco benissimo che Rifondazione Comunista non condivida affatto l'aziendalizzazione, ma non è colpa di D'Ambrosio se la sanità, a seguito del DL n. 502, va verso l'aziendalizzazione. Purtroppo l'aziendalizzazione, ob torto collo, è un fatto che sta andando avanti dal 1992 ed è la parte più consistente dell'attuale riforma.
Effettivamente mi sorprende il fatto che lei possa dire che l'Azienda non deve essere soggetto di programmazione.



SIMONETTI Laura

Di attuazione locale, ma non è un soggetto di programmazione!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda la programmazione è stabilito in ambito nazionale quindi recepisco, che i macro-obiettivi li dà lo Stato, la programmazione strategica l'effettua la Regione attraverso l'Assessorato alla sanità, che in questo modo indica "cosa" fare, ma il come fare, in piena autonomia viene deciso dalle Aziende, quindi dai Direttori generali. Io ho visto negli emendamenti da voi presentati che assolutamente non giustificate l'esistenza dei Direttori generali. Comprendo questa vostra posizione, per le leggi sono leggi per cui mi dispiace dirvi che dovete adeguarvi, a meno che, sollecitamente, sempre che restiate al Governo, non riusciate a far modificare il DL n. 502 e quant'altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Semplicemente per dire che l'"eventualmente" è inutile, complica e crea anche una diminutio rispetto a come è formulato il secondo comma. La formulazione più semplice e che dà maggiore dignità è "e le Province e i Comuni anche tramite i soggetti di cui all'art. 13 della legge regionale".
Io non voglio riaprire una discussione che abbiamo già in qualche modo svolto in Commissione, però, riallacciandomi al discorso delle Aziende come soggetti di programmazione, consideriamo che la programmazione è una funzione eminentemente politica.
Giustamente l'Assessore, prima, rispetto all'emendamento che è stato presentato per il punto b), difendeva questo tipo di prerogativa per il soggetto istituzionale e politico: l'Azienda - ahimé! - non è un soggetto politico. Questo solo per inciso e debbo dire che la soluzione che si era trovata in Commissione era un po' stirata. Fa parte delle anomalie che tutti quanti ci troviamo davanti rispetto ad un discorso di aziendalizzazione che però, stante la legge, dobbiamo riconoscere.
Questo per ricordare al Consiglio un dibattito che aveva una sua sostanza, che in Commissione abbiamo affrontato, e che varrebbe la pena di sollevare in Conferenza Stato-Regioni rispetto alle questioni della sanità.
Stante la situazione, va bene così com'è, però vale la pena sollevarlo.



PRESIDENTE

L'Assessore accetta l'emendamento.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Noi a questo emendamento possiamo votare favorevolmente, perché è una modifica tecnica. Sotto un aspetto è anche di sostanza.
Vorrei riprendere i termini della discussione politica più complessivi che erano stati posti dal nostro Gruppo all'inizio della discussione. Sono assolutamente insoddisfatta delle risposte che mi sono state fornite dall'Assessore e che sono sostanzialmente le risposte già fornite in Commissione, perché sono state poste delle questioni importanti.
Intanto, l'insoddisfazione nasce dove viene individuata l'Azienda Sanitaria Regionale come soggetto di programmazione: istituzionalmente, da un punto di vista legislativo, dove viene individuata come soggetto e livello istituzionale, a noi non sembra. Contestiamo che l'Azienda Sanitaria Regionale sia, da un lato, un soggetto di programmazione e dall'altro, un livello istituzionale. In questo contesto, queste due caratteristiche appartengono solo alla Regione come Ente politico, Ente locale che ha anche una competenza politica e la Regione è l'unica che pu avere una politica in termini di programmazione.
E' vero che le Aziende Sanitarie Locali devono attuare quel secondo passaggio, cioè la Regione individua lo strumento di programmazione, la programmazione, il percorso e l'obiettivo; le Aziende Sanitarie Regionali locali ad oggi, nel contesto in cui siamo, devono individuare gli strumenti e quindi come realizzare la programmazione, che però è una programmazione regionale. Per cui non mi viene di fatto contestato dall'Assessore con un suo ragionamento che le Aziende Sanitarie Locali non siano soggetti di programmazione, ma siano di fatto soggetti di attuazione e quindi individuano i percorsi e gli strumenti di una programmazione regionale che individua anch'essa a priori i percorsi e gli strumenti che le Aziende Sanitarie Locali devono poter attuare per realizzare gli obiettivi di programmazione regionale. Le Aziende Sanitarie Locali, di fatto, hanno degli strumenti per poter partecipare attivamente alla programmazione, che sono gli accordi di programma, attraverso i quali la Regione con le singole AA.SS.LL. può intervenire sul locale, quindi su quella determinata area sulla base di valutazioni specifiche, territoriali, locali, che le varie AA.SS.LL. possono esprimere.
Esistono infatti gli accordi di programma tra la Regione e le AA.SS.LL.
e questo è lo strumento, ma il fatto che esista un accordo di programma non significa che l'ASL sia un soggetto di programmazione; a me sembra eccessivo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.
Si proceda pertanto alla votazione dell'art. 2 come modificato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 30 voti contrari 12 astensioni 2 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 7) Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Suino, Riggio e Manica: all'art. 3, punto 1), dopo le parole "Giunta regionale", aggiungere le parole "e della Commissione consiliare competente".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Credo che questo sia uno degli articoli più importanti del Piano sanitario, per cui chiederei un'attenzione particolare del Consiglio.
Qui viene legittimata questa Agenzia regionale per i servizi sanitari viene detto che è "istituita l'Agenzia regionale quale ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica sottoposto alla vigilanza della Giunta regionale".
Le Agenzie regionali credo siano risultate sempre fallimentari nelle esperienze che ci sono state, perché inevitabilmente si sovrappongono alla macchina assessorile. E, considerata la debolezza di questa macchina assessorile, finiranno per fare la programmazione. Quindi, mi gratifica il fatto che non sia una strabiliante idea del Gruppo di Rifondazione Comunista, ma di fatto con il disegno di legge che è stato presentato e che legittima l'Agenzia sanitaria per i servizi sanitari, sono state individuate delle aree di intervento tra cui la prevenzione, l'educazione alla salute, la programmazione sanitaria in termini di supporto tecnico, ma anche di valutazione degli obiettivi che vengono raggiunti nella programmazione sanitaria, quindi di apporto concreto anche di contributo nella programmazione sanitaria; viene riconosciuta all'Agenzia un ruolo non solo di supporto tecnico, ma anche più squisitamente di contenuto rispetto agli accreditamenti, rispetto alla determinazione delle tariffe sanitarie.
Di fatto, l'insieme dei ruoli che viene attribuito a questa Agenzia, questo nuovo Ente, è l'insieme dei ruoli che fino ad oggi ha svolto l'Assessorato con le sue consulenze, con i suoi strumenti, ma che comunque ha svolto l'Assessorato. Ecco perché questo articolo non è proprio un articolo da far passare sotto gamba o comunque con poca attenzione, perché a nostro parere va a rovesciare il ruolo che fino ad oggi hanno avuto l'Assessorato e l'Assessore, che potrà essere sostituito nei suoi ruoli completi da questo famoso Direttore generale di questa Agenzia, nel ruolo che riveste anche dal punto di vista politico e di programmazione.
Come Gruppo non condividiamo assolutamente questa impostazione riteniamo si tratti di un'invenzione che non porterà a nulla se non ad un doppione dell'Assessorato alla sanità; riconosciamo all'Agenzia una certa invalidità, poiché verrà a sostituire, di fatto, non solo la macchina assessorile, ma anche altri organismi che fino ad oggi avevano una certa importanza in termini di contenuti e di progettualità per l'Assessorato quali per esempio il Co.Re.SA. (Comitato Regionale Sanità ed Assistenza).
Stupore, da parte nostra, che nasce anche dalla possibile umiliazione per operatori e funzionari della stessa macchina assessorile, data l'importanza dell'Agenzia conferitale dal Piano sanitario regionale.
L'intervento dell'Agenzia viene ripreso spesso nel Piano sanitario nella parte dedicata agli elementi fondamentali; l'Agenzia per i servizi sanitari, a quanto pare, potrà offrire consulenze e supporto tanto all'Ente pubblico quanto ad Associazioni; si troverà nella posizione del controllore e nello stesso tempo del controllato.
L'Assessore avrà sicuramente visionato alcuni emendamenti, nei quali riproponiamo, paradossalmente come Gruppo di Rifondazione Comunista, un ruolo importante dell'Agenzia, come soggetto di programmazione. A nostro parere, questo sarà il percorso logico che seguirà l'Assessorato e la sanità piemontese nel momento in cui si attribuisce ad un Ente, che si rivelerà, a nostro parere, un altro carrozzone senza alcuna vera utilità anche per la Regione Piemonte, funzioni assolutamente importanti, che non possono essere delegate ad altri Enti. Ci chiediamo cosa ci starà a fare l'Assessorato alla sanità nel momento in cui possiamo delegare ad Agenzie che svolgono attività sia per l'Assessorato sia per i privati, tramite accreditamento. Sarà almeno incompatibile il fatto che i privati che si avvalgono di consulenza siano esclusi dalle forme di accreditamento o ci sarà commistione pubblico-privato che farà venir meno qualsiasi criterio di trasparenza?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Desidero anch'io intervenire sull'art. 3 del Piano sanitario regionale uno dei più importanti del disegno di legge n. 238.
L'articolo recita: "E' istituita l'Agenzia regionale per i servizi sanitari, quale ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica e sottoposto alla vigilanza della Giunta regionale. L'attività dell'Agenzia regionale per i servizi sanitari è finalizzata a garantire idoneo supporto alle Aziende Sanitarie Regionali nonché all'Assessorato regionale alla sanità nel processo di sviluppo omogeneo degli obiettivi programmatici fissati dalla Regione in ambito sanitario".
Faccio innanzitutto rilevare che laddove si sono istituite le Agenzie regionali sono risultate dei fallimenti, un doppione degli Assessorati; e in questo, bloccando la programmazione regionale della sanità. In realtà infatti, si istituisce maggiore burocrazia in un comparto importante, quale la sanità, che invece dovrebbe essere molto più snello ed efficiente.
Parliamo di sanità, ma potremmo tranquillamente parlare in termini di "malasanità", ed esempi ce ne sarebbero molti. Personalmente, arrivo da un incontro avuto in un ospedale ad Acqui, dove per burocrazia è deceduta un'anziana signora! Andando ad istituire delle Agenzie, oltreché un carrozzone, aumentiamo la burocratizzazione, non facendo sicuramente gli interessi della sanità piemontese.
Credo che bisognerà verificare attentamente questo articolo l'organismo che la maggioranza intende istituire e quindi approvare sicuramente dovrà essere chiarito. Certamente, si creerà un parallelismo di attività con l'Assessorato. A mio avviso, questo è un aspetto decisamente negativo dell'articolo.
Chiederei quindi all'Assessore di essere molto più precisi su quale dovrà essere il ruolo di questa Agenzia; diversamente, ci troveremo a dover discutere, in parallelo, molte questioni, che alla fine, ovviamente approderanno soltanto a risultati negativi. Non è sicuramente di questi ultimi che abbiamo bisogno, ma di valorizzare la sanità, che mai come in questo momento, nell'insieme generale, è in una posizione così negativa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sarò sintetico in questa sede, ma in IV Commissione avremo tutto il tempo di discutere e definire, così com'è stato fatto a livello di Co.Re.SA, le funzioni di un'Agenzia che non è un'invenzione dell'Assessore D'Ambrosio, ma la proposizione di un decreto legislativo che parla di Agenzia nazionale - decreto del 30/6/1993 - e di Agenzie in ambito regionale.
Non è vero che tali Agenzie non funzionano dappertutto; vi porto tre esempi: nelle Marche, nel Friuli e in Emilia Romagna funzionano molto bene.
Tra le altre cose, a dirigerle è un corregionale, un professionista di Novara.
L'Agenzia deve nascere e nasce come un ente di diritto pubblico, che deve badare al monitoraggio del Piano sanitario regionale e funzionare come supporto all'azione dell'Assessorato e dei Direttori generali delle varie Aziende. E' incredibile che un Assessorato alla sanità non abbia previsto negli organici la professionalità del medico. L'Agenzia, tra le altre cose dovrà indubbiamente identificare professionalità che dovranno cooperare e coordinarsi; non entreranno, come sovrapposizione, in contrasto con i funzionari, soprattutto alla luce della legge di riorganizzazione. Di questo sono convinto: coloro che dirigeranno la sanità piemontese dal punto di vista amministrativo mi hanno dato assicurazione in tal senso e vedono molto opportuna un'Agenzia che abbia queste tre funzioni, sostanzialmente: la funzione di monitoraggio e di supporto all'Assessore e alle Aziende sanitarie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Ci riserviamo di discutere sull'Agenzia; peraltro alla sua costituzione vogliamo contribuire perché sia l'Agenzia migliore possibile e possa dare un contributo notevole allo sviluppo della politica sanitaria e all'attuazione dello stesso Piano sanitario regionale. Quindi, è in quella sede, quando discuteremo di quel disegno di legge, che interverremo nel merito.
Con l'emendamento presentato vogliamo sottolineare che, proprio per l'importanza che riveste l'Agenzia e perché l'Agenzia è soprattutto strumento della Giunta regionale, sentiamo la necessità che il Consiglio non sia esautorato totalmente, ma che attraverso la Commissione possa conoscere quali sono le azioni, positive certamente, che vengono svolte dall'Agenzia, in collaborazione e su mandato della Giunta regionale. Con questo emendamento riteniamo di dover affermare un diritto democratico ribadendo il ruolo del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

D'accordissimo sul fatto che l'Agenzia deve riferire, ma stabiliamo quando: ad esempio, trimestralmente alla IV Commissione, che ovviamente rappresenta tutto il Consiglio.
Così come è posto, mi sembrava che l'emendamento volesse dire che è sottoposto alla vigilanza della Giunta regionale e della Commissione consiliare competente. Direi di lasciare la dicitura come è per tutte le Agenzie regionali: "sottoposto alla vigilanza della Giunta regionale" aggiungendo che riferisce trimestralmente, anche mensilmente o periodicamente della sua attività alla IV Commissione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

D'accordo, Assessore: lo spirito dell'emendamento è stato accolto. Lo abbiamo formulato rapidamente e quindi va benissimo che sia collocato in modo che risulti chiaro che la Commissione consiliare è coinvolta e sente periodicamente la relazione sull'attività dell'Agenzia. Peraltro sull'articolo ci asterremo.



PRESIDENTE

Quindi, la formulazione finale dell'emendamento è: "L'Agenzia riferisce periodicamente sulla sua attività alla Commissione consiliare competente".
Indìco quindi la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 7).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI' 49 Consiglieri L'emendamento è approvato.
Si proceda infine alla votazione dell'art. 3 come modificato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 32 voti contrari 3 astensioni 11 L'art. 3 è approvato.
L'esame del progetto di legge n. 238 è sospeso.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Domani mattina i lavori inizieranno alle ore 9,30 precise.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,05)



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